Festa a sorpresa

di dark_lady89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Quel giorno il Manor era silenzioso.
Il piccolo Scorpius fremeva dall’eccitazione. Quel giorno era il compleanno del suo papà e lui voleva vederlo felice.
Gli aveva fatto due sorprese, ci era voluto un mese per prepararle ma ne era soddisfatto.
Erano appena le otto, a minuti Draco sarebbe sceso per la colazione inconsapevole di tutto. Dei passi annunciarono il suo arrivo e il piccoletto corse a nascondersi.
Draco scese normalmente, si avviò verso la sala da pranzo non notando niente di strano. Scorpius attese il momento giusto e quando il padre gli fu abbastanza vicino sbucò fuori dal nascondigli per saltargli addosso. Draco, in un riflesso automatico, lo abbraccio e lo tenne stretto. Lo scostò da sé e con sguardo interrogativo fissò suo figlio.
«Buon compleanno!» esclamò tutto felice il bambino.
Draco a quella manifestazione di ingenuità sorrise, e lo abbraccio con affetto.
«Grazie.» una semplice parola, niente smancerie, ma che fecero Scorpius il bambino più felice del mondo.
Draco lo mise a terra e insieme andarono a fare la colazione. Come ogni giorno sedettero al tavolo da soli. Il bambino che parlava di giochi nuovi che avrebbe provato e il padre che ascoltava silenzioso.
Era tutto molto dolce e triste allo stesso tempo.
Il padre non era felice, Scorpius lo aveva capito. Da quando la mamma era morta, il suo papà non sorrideva più, salvo alcune volte in cui lo guardava giocare.
Voleva vederlo sorridere più spesso, perché nessuno aveva il sorriso più bello del suo papà. Fu per questo motivo che insieme alla sua tata aveva preparato una festa a sorpresa invitando tutte le persone che gli erano simpatiche.
Trascorsero la giornata insieme: Scorpius giocava, rideva, si divertiva e Draco lo osservava sereno, abbeverandosi di quella vitalità.
Erano quasi le quattro quando Draco venne convocato al Ministero d’urgenza, contrariato ma non avendo scelta salutò il figlio con la tata, promettendogli di fare presto, e andò via.
Dieci minuti dopo il Manor era irriconoscibile. Gli addobbi vennero sistemati, il cibo preparato. I primi invitati iniziarono a venire, erano quasi le sei e Scorpius corse a prepararsi, lasciando tutto nelle mani della tata e degli altri camerieri.

Era tutto pronto, mancava solo il festeggiato. Gli ospiti e gli addobbi erano nascosti da un incantesimo e la casa sembrava come al solito.
Draco tornò dal Ministero a passo lento, soprappensiero. Attraversò il pesante cancello e all’ingresso trovò suo figlio in tenuta elegante che sembrava spizzare gioia da ogni poro.
«Cosa succede?» chiese sospettoso, avvicinandosi a Scorpius.
«Devo farti vedere una cosa.» rispose il bambino, poi lo afferrò con una mano e iniziò a trascinarselo dietro. A Draco non restò altro che seguirlo.
Draco si vide spingere nella sala da ricevimento. Si bloccò sulla soglia, qualcosa non quadrava. Le luci erano spente e sotto pelle avvertiva la presenza di qualcuno. Inconsciamente capì di non essere solo con il figlio, fece per tirarlo indietro quando ci fu uno scoppio di luci e un insieme di voci proruppero urlando: “Sorpresa!”
Malfoy si bloccò non credendo ai proprio occhi, mano a mano che scorreva i volti capì di trovarsi circondato da tutti i suoi più cari amici.
Ebbe appena il tempo di vedere sfuggita suo figlio gettarsi tra le braccia di Pansy che fu travolto da tutti.
Ognuno voleva fargli gli auguri e così si ritrovò per la seguente mezz’ora a stringere mani, sorridere e ringraziare.
Pansy gli si avvicinò e con lei anche Scorpius. Era radioso, felice di essere riuscito a sorprendere il suo papà.
Draco si abbassò alla sua altezza, lo fissò negli occhi e sorridendo lo abbracciò.
«Grazie.» gli sussurrò tra i capelli. Il bambino gli strinse forte le braccia al collo e Draco se lo tirò dietro alzandosi e continuando a tenerlo tra le braccia.
«Auguri tesoro.» Pansy gli baciò le guance, diede una carezza al piccolo e si allontanò.
Draco era incredulo. Le persone presenti erano più di quanto credeva di conoscere. Tutti sorridevano, chiacchieravano, all’apparenza rilassati e la serata trascorse serenamente.
Ad un certo punto Scorpius, che si era allontanato per giocare con i suoi amici, si avvicinò.
«Papà, ho un regalo per te. L’ho messo nel tuo studio. Possiamo andarci adesso?» chiese fremendo.
«Un regalo? Non è questo?» chiese Draco stupito.
«Nooo. Questa era solo la festa a sorpresa. Il regalo è un’altra cosa.» rispose con fare ovvio. «Andiamo, dai!» e corse lasciandosi dietro il padre che ridacchiava contento.


In fondo alla stanza una persona aveva assistito alla scena, e sorrise nel vedere la gioia sul volto del biondo. Felice di vederlo sorridere di nuovo, anche se non era per lui.


«Scorpius, non correre. Aspettami.» ma non c’era rimprovero nella voce e il bambino non se la prese.
Davanti allo studio il piccolo lo attendeva saltellando. Non appena il padre gli si avvicinò lo esortò a sbrigarsi.
«Forza, forza» lo sollecitò impaziente.
«Calma. Non scappa mica.» rise Draco.
Apri lo studio ed entro seguito dal figlio che lo superò per avvicinarsi alla scrivania. Sul lato desto c’era un telo che il bambino tirò scoprendo un dipinto fatto a mano che ritraeva lui. Il quadro riprendeva una sua vecchia foto.
Nel quadro sorrideva spensierato, felice. Guardava avanti, verso l’orizzonte, con il sole che gli feriva gli occhi ma che non intaccava minimamente l’aura gioiosa che emanava.
Ricordava perfettamente quella foto, il momento esatto in cui fu scattata, la persona che la scattò. Fu come un pugno in pieno stomaco ma continuò a sorridere per non ferire suo figlio.
«Allora!?!?» il bambino aveva notato la sorpresa del padre, aveva anche notato una leggera increspatura nella sua espressione, ma poi il papà aveva sorriso di nuovo e si era tranquillizzato.
«E’ bellissimo Scorpius. È la cosa più bella che mi sia mai stata regalata. Grazie!» fece sincero il biondo. Il quadro era davvero bello, i tratti erano acerbi ma già si notava un certo talento innato che avrebbe portato suo figlio a diventare un grande artista, un giorno.
Il piccolo ne fu lusingato. Nel tono di suo padre c’era talmente di quell’orgoglio che il bambino ne fu sopraffatto e inizio a piangere piano.
Draco notando le lacrime gli si avvicinò preoccupato ma il figlio lo abbracciò. Erano lacrime di felicità. Era felice perché il suo papà era felice.
Mentre il bambino si calmava, bussarono alla porta.
Draco si avvicinò alla porta e quando la aprì per vedere chi era, rimase bloccato dalla sorpresa.
«Puoi lasciarci soli, piccolo? Va’ di sotto, ti raggiungo tra poco.» Scorpius si dileguò in un attimo, avvertendo la serietà nelle voce del suo papà. Era buio nel corridoio e non era riuscito a capire chi aveva bussato ma doveva essere qualcuno di importante.

 

«Cosa ci fai qui?» fu più brusco di quanto volesse.
«Sono stato invitato.» rispose Harry.




Ehm... so che devo aggiornare l'altra storia ma oggi non potevo mancare.
Oggi Draco compie gli anni, non potevo far finta di niente, sono pochi capitoli. Giusto uno o due ancora.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio come sempre ♥

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


«Cosa ci fai qui?» fu più brusco di quanto volesse.

«Sono stato invitato.» rispose Harry.

«Oh!»

Harry sorrise a quella uscita. Era raro lasciare Draco a corto di parole.

Il biondo rigido si spostò per farlo entrare. Si avvicinò al quadro e fece per coprirlo.

«No!» esclamò il moro «Non coprirlo: ho sempre amato quella foto. L’ha fatto Scorpius?» chiese ma continuando a guardare il quadro.

«Si... è il suo regalo. È davvero bravo per avere solo sette anni.»

Draco attese che il moro parlasse ma quando vide che non succedeva si spazientì.

«Perché sei qui, Potter? E non dirmi che sei stato invitato, questa scusa non attacca.»

«Tu sai perché sono qui!» si infuriò il moro. Il tempo dell’apparenza era finito, la rabbia che aveva cercato di controllare era venuta fuori, lasciandolo boccheggiante.

«Non fare il finto tonto con me. Non offendermi in questo modo. Dopo tutto quello che mi hai fatto, almeno questo risparmiamelo.» continuò rabbioso.

Draco non seppe cosa dire. Il moro aveva ragione, voleva spiegazioni e ne aveva tutto il diritto ma non quel giorno, dannazione! Non era pronto, non ancora.

«Non so cosa ti aspetti da me…» il tono era distaccato, quasi non sembrava lui «…e ora se vuoi scusarmi, dovrei andare di sotto. Ci sono gli ospiti da intrattenere.» e si avviò verso la porta cercando di svignarselo come un codardo.

Harry, con uno scatto notevole lo afferrò per un braccio, lo strattonò e lo sbatte con le spalle contro la porta, intrappolandolo tra le sue braccia.

«Tu non scappi da nessuna parte. Non ora che ti ho davanti. Non ora che ne ho finalmente la possibilità, dopo che mi hai evitato in ogni modo, di parlarti.» gli urlò ad un millimetro dal viso, le labbra che si sfioravano.

Draco si sentì in trappola e la vicinanza eccessiva non aiutava.

Come al rallentatore si vide avvicinare alle labbra di Harry. Lo baciò facendolo tacere di botto. Era stato un impulso. Potter in un primo istante ne era rimasto sorpreso poi con le mani infilate nei suoi capelli lo aveva stretto ed aveva approfondito il contatto.

Draco in quel momento capì che non aveva aspettato altro. Era quella la cosa che aspettava da tutta una vita: avere Potter tra le braccia.

Si lasciarono andare, entrambi sommersi da quelle emozioni franate per troppo tempo.

Finirono per fare l’amore sul pavimento, fregandosene degli ospiti. Quel momento era loro e lo vissero appieno.

---

Pansy che era salita per cercare l’amico aveva visto tutto. Era sgattaiolata via ed aveva messo fine alla festa, mandando tutti gli invitati a casa, adducendo come scusa un malore di Draco.

Aveva anche chiesto a Scorpius di dormire da lei così che il suo papà sarebbe riuscito a riposare in pace.

Poi con un colpo di bacchetta aveva lasciato un messaggio per Draco spiegandogli tutto, e augurandogli una splendida notte.

---

Draco era sdraiato con la schiena sul pavimento. Stava scomodo ma per nessuna ragione al mondo se ne sarebbe lamentato: Potter era appoggiato con la testa sul suo petto, e dal respiro lento sembrava dormire.

Che idiota che era stato, rinunciare a tutto questo per uno stupido senso di colpa verso una donna che non aveva mai amato. Dafne, ammalatasi improvvisamente, era morta con la consapevolezza che suo marito non la voleva, che amava un’altra persona, che l’aveva tradita. Aveva sofferto e questo lui non se lo perdonava, per questo aveva chiuso ogni rapporto con Harry. Voleva espiare in qualche modo, dopotutto non era colpa di sua moglie se non era riuscito ad amarla come meritava. I giorni erano trascorsi in fretta, portando con se anni di solitudine.

Harry non si era mai meritato uno come lui.

Era consapevole che quando aveva troncato la loro storia, decidendo tutto lui senza per altro spiegargli nulla, l’aveva ferito ma non era riuscito a fare altrimenti, e da quel giorno pur di non soffrire lo aveva evitato.

Sapeva che se solo l’avesse rivisto tutte le sue difese sarebbe crollate, e la situazione in cui si trovava ne era una prova. Lo amava ancora, dopo 3 anni in cui non si erano visti neanche per sbaglio, non era riuscito a dimenticarlo e a quanto pareva nemmeno lui.

Harry si mosse, si stiracchiò. Draco si irrigidì, consapevole dello scontro che ne sarebbe conseguito di lì a poco.

Come se avesse sentito i suoi pensieri Harry saltò su come una molla, freneticamente si rivestì. Sembrava non vedesse l’ora di prendere le distanze e Draco glielo lasciò fare, incapace di parlare. Si rivestì anche lui ma più lentamente.

«Io me ne vado» proruppe rompendo il silenzio, Draco alzò di scatto la testa giusto un attimo prima che Harry si sbattesse la porta alle spalle.

Fissò la porta per alcuni minuti prima di scuotersi e scendere in cucina. Di dormire non se ne parlava, aveva bisogno di fare qualcosa: muoversi e non pensare, fu così che si recò nella sala degli allenamenti e si sfinì fino a crollare a terra senza forze.

Il messaggio di Pansy l’aveva letto prima, quando ricordandosi di suo figlio gli era salito il panico, poi mentre Harry ancora dormiva gli era piombato addosso un biglietto di Pansy che l’aveva calmato e lui si era lasciato andare, godendosi la vicinanza di Harry, forse per l’ultima volta.



Et voilà: un capitolo nuovo nuovo, tutto per voi.

Cosa ne pensate? Su su, commentate.

Un bacio, al prossimo e (credo) ultimo capitolo.

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