Senza te non ci so stare!

di Mery Sunday
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Andiamo a giocare a tombola con la nonna?! ***
Capitolo 2: *** La droga fa brutti scherzi! ***
Capitolo 3: *** Happy Birthday! ***
Capitolo 4: *** Ma non erano le donne quelle lunatiche? ***
Capitolo 5: *** Ti va di ballare? ***
Capitolo 6: *** It's a date? Oh, no! ***
Capitolo 7: *** Latino... che passione! ***
Capitolo 8: *** Senza un ragazzo si vive, senza un'amica No! ***
Capitolo 9: *** Chi è quest'amica misteriosa? ***
Capitolo 10: *** Che mondo sarebbe senza... gli amici? ***
Capitolo 11: *** A smile is a smile! ***
Capitolo 12: *** We need to talk! ***
Capitolo 13: *** L'Amore...che grande fregatura! ***
Capitolo 14: *** Fuck! I'm not you sister! ***
Capitolo 15: *** You make me crazy! ***
Capitolo 16: *** I hope to be enough! ***
Capitolo 17: *** Quella famiglia porta solo guai!! ***
Capitolo 18: *** I'm...WHAT? ***
Capitolo 19: *** I care for you, idiot! ***
Capitolo 20: *** Acquagym?! ***
Capitolo 21: *** Quando non sai cosa fare…Google ha la soluzione!! ***
Capitolo 22: *** Capelli e guai non mancano mai! ***
Capitolo 23: *** You are idiot! Smack. ***
Capitolo 24: *** Sei la mia droga! ***
Capitolo 25: *** Secondo appuntamento significa guai?! ***
Capitolo 26: *** I hate you because... ***
Capitolo 27: *** Pensa, Elena, pensa!! ***
Capitolo 28: *** Era ora!!! ***
Capitolo 29: *** Cosa vuoi di più dalla vita?! ***
Capitolo 30: *** Epilogo! ***



Capitolo 1
*** Andiamo a giocare a tombola con la nonna?! ***


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Capitolo 1: Andiamo a giocare a tombola con la nonna?!

Sento il telefono vibrare nella borsa. 
Lo afferro e apro il messaggio appena arrivato: 'Hey Ellie, ti va di uscire stasera? :)'
'Stasera sono tutti occupati.' rispondo veloce. 
Dopodiché poso il cellulare in tasca e mi dirigo sul divano del mio salotto, dove mi attende la mia amica Marie intenta a guardare la tv.
"Chi era?" mi chiede distrattamente, senza reale interessamento.
"Alessandro..." rispondo mesta, poiché già posso prevedere la sua reazione
"QUELL'ALESSANDRO?" mi chiede saltando lontano dal divano come scottata..."DA QUANDO TU E "SONO-UN-FIGO-ASSOLUTO" MESSAGGIATE?"
Ora, è bene aprire una piccola parentesi per spiegarvi perché tanta agitazione per un messaggio.
Innanzitutto cominciamo da me. Non voglio annoiarvi più di tanto quindi vi basti sapere che mi chiamo Elena, sono una normale 17enne, frequento il liceo scientifico, capelli corti castani, occhi castani... insomma, una normale teenager invisibile al resto del mondo.
Invece Marie, che è una delle mie migliori amiche, anche lei 17enne,  capelli corvini e occhi verdi, frequenta il liceo linguistico ed è una tra le ragazze più popolari della sua scuola.
Infine Alessandro...beh Alessandro è la mia cotta perenna dal primo anno di liceo.  Con il suo fisico statuario dovuto ad anni e anni di nuoto - è il primo ragazzo che conosco a cui non piace il calcio- è uno dei ragazzi più carini non solo della mia classe ma dell'intera scuola. L'unico suo lato negativo? E' un ipocrita. I primi anni di scuola si è dimostrato una persona davvero affidabile e gentile, ma con l'arrivo della popolarità si è trasformato in una persona senza sentimenti. 
Ricordo ancora amaramente quella volta che ha provato a portarmi  a letto solo per arrivare a Marie. Ma per fortuna, sebbene innamorata di lui, io ho dei principi, quindi gli ho dato un due di picche e da allora non ho più avuto a che fare con lui, tranne quando usciamo insieme ai nostri compagni di classe.
Quando stiamo soli di comune accordo non andiamo oltre le banali e stupide frasi di circostanza che si rifilano ai parenti lontani che rivedi una volta l'anno.
Almeno fino ad ora.
"Hey, non ti alterare... io che ne so di cosa vuole Alex da me?" le rispondo cauta.  Intanto riacciuffo il cellulare, che ha ripreso a vibrare: nuovo messaggio.
'Che ne dici se scendiamo solo io e te?' leggo ad alta voce, per informare del contenuto anche la mia amica.
"Ma 'sto decerebrato non ha un cappero da fare stasera? Proprio a te deve rompere le scatole? Dà qua, gli rispondo io.." e detto ciò afferra velocemente il mio telefono e inizia a digitare una risposta. 
Mi sporgo verso di lei per cercare di riprendere dalla mani di quella folle il mio cellulare e nel leggere il contenuto del messaggio per poco sbianco.
'Preferirei passare la serata a giocare a tombola con mia nonna piuttosto che stare anche solo 5 secondi sola con te'. Non faccio in tempo a prenderle il telefono di mano che l'sms è già inviato.
Il panico si impossessa di me. Adesso si che si arrabbierà. Prevedo guai...

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Capitolo 2
*** La droga fa brutti scherzi! ***


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Capitolo 2: La droga fa brutti scherzi!

Precisamente una settimana dopo che Marie ha spedito quel maledettissimo messaggio, ha inizio la scuola.  
Stamattina mi sono svegliata ben mezz'ora prima della sveglia. Non so perché ma non sono riuscita a dormire granché stanotte, e sospetto sia non solo per l'imminente rientro a scuola, ma anche per la paura di rivedere Alex.
Paura che, se fino a qualche tempo fa era solo dovuta alla sua semplice presenza, ora è causata anche dalla sua eventuale arrabbiatura. Quindi ancora assonnata, dopo essermi preparata con calma e aver salutato i miei mi avvio verso scuola. 
Arrivo al mio liceo dopo pochi minuti - i vantaggi di abitare vicino scuola- e mi avvio nella mia classe, la stessa da ben 4 anni, e posiziono la mia borsa al secondo banco, dopodiché vado in caffetteria per farmi un bel cappuccino sperando di svegliarmi. 
Di ritorno in classe trovo Paola accovacciata sul banco accanto al mio... non è mai stata un tipo mattiniero.
E infondo, come biasimarla. 
Mi siedo accanto a lei, scoccandole un bacio sulla guancia in segno di saluto e poi mi appoggio sulla sua spalla e chiudo gli occhi, nella speranza di recuperare almeno una piccola parte del  sonno perduto. 
Dopo un paio di minuti però sono costretta a riaprire gli occhi a causa del fracasso causato dalla campanella e dal rumore dei passi dei miei compagni di banchi che si trascinano in giro per la classe, anch'essi assonnati. Bell'inizio. Tra questi scorgo anche le mie amiche Callie e Federica.
Calliope, detta Callie, è una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi e gli occhi azzurri, fisico a dir poco perfetto, appassionata di canto e danza; è una ragazza stupenda e abbastanza tranquilla, anche se da quando ha conosciuto Marie, Paola e me è diventata anche lei una pazza. Federica invece, è una ragazza molto alta e un po' rotondetta, dai lunghi capelli biondi e occhi castani. Anche lei fa parte del nostro gruppo, con qualche remora da parte mia: non sono ancora riuscita a capire se sia una buona amica o se sia un brava attrice; quando sta con noi si comporta in una maniera e con gli altri si comporta diversamente. Ma probabilmente questo é solo il suo modo di fare e  non è una persona cattiva, ma solo una a cui piace spettegolare.
Dopo di loro arriva anche il professore di storia e filosofia, Galiano, chiudendosi la porta alle spalle. 
L'unico a non essere ancora presente è Alessandro.
"Vorrà fare il figo, con un'entrata ad effetto" penso di malumore. 
Eggià, di prima mattina sono ancora più insopportabile.  
Dopo che il prof. riesce a chetare il chiacchiericcio generale, comincia a fare l'appello.
Proprio come avevo ipotizzato, Alex si presenta dopo ben 10 minuti, con la solita faccia da schiaffi.
Il prof. esasperato lo riprende, ma poi, consapevole del fatto che Alessandro non lo stia ascoltando e che si sia già seduto al suo posto, rigorosamente ultimo banco, si azzittisco.
"Ecco, l'ha di nuovo franca" bisbiglia sottovoce Paola, ma il prof. la sente e le risponde con aria di sfida.
"No, cara Galluccio, il suo compagno Bianchi quest'anno non sarà strafottente come gli altri anni... Bianchi quest'anno, io e gli altri professori le renderemo pan per focaccia, a cominciare del suo menefreghismo nei riguardi della lezione " prende una piccola pausa, per prendere fiato - era diventato rosso dalla rabbia- poi continua il suo monologo " si alzi e si scambi i posto con la Galluccio"
"Ma prof. perché deve separare anche me e Amoroso?" si lama Paola
"Oh, non vi lamentate... che anche voi siete due rompicoglioni.. state tutta l'ora a chiacchierare, quindi non accetto obiezioni. " dice Galiano con un tono che non ammette altre repliche, quindi Paola prende le sue cose in silenzio e si va a sedere al posto di quel damerino da strapazzo, vicino a Simone, il migliore amico di Alex.
Quest'ultimo invece, con uno strano sorrisetto stampato in faccia, raggiunge il posto accanto al mio e una volta sedutosi verso di me mi saluta con un "Ciao Pulce" e mi sorride.
"C-come mi hai chiamato?" gli chiedo, strabuzzando gli occhi
"Ma come, non ti ricordi? Pulce è il soprannome che ti ho dato dal primo anno" mi risponde lui ovvio
"Certo che mi ricordo, ma non mi chiamavi così da..." 
'Da quando ci hai provato con la mia migliore amica rovinando qualsiasi cosa ci fosse tra noi? Da quando sei diventato uno stronzo dongiovanni?' magari detta così potevo sembrare troppo cattiva. Anche se in effetti era la verità.
"...Da anni" concludo infine mesta.
Da lì piomba il silenzio sul nostro banco -per la gioia del professore.
Quindi inizia a spiegare per grandi linee il programma che affronteremo quest'anno nella sua materia, prendo un quaderno dal mio zaino per fingere di prendere qualche appunto, mentre sento puntati su di me degli occhi.
Inizialmente è solo una sensazione, ma quando volto leggermente il volto nella direzione del mio nuovo compagno di banco ne ho la conferma. 
Alessandro ha gli occhi puntati su di me e non accenna a distogliere lo sguardo. 
'E ora perché mi fissa?' Penso esasperata e in imbarazzo mentre scarabocchio disegni astratti sul foglio.
Al suono della campanella mi volto verso di lui per chiedergli cos'ha da guardare, ma lui si  già allontanato e sta parlando con dei ragazzi della nostra classe.
'Magari era un trans e non guardava sul serio me.' Rifletto, dandomi mentalmente della stupida mentre mi avvicino alle mie amiche e parlo un po' con loro, finché non arriva anche il prossimo professore, Marchese, il nostro odiatissimo prof. di matematica e fisica.
Dopo due ore di tortura, finalmente siamo liberi e così prendo la mia roba e mi incammino fuori dalla classe con Paola. 
Ma appena uscite, mi si para davanti Alex che mi afferra per il mento e mi schiocca due baci sulle guance e mi sussurra nell'orecchio "A domani, mia bella compagna di banco." e come è arrivato sparisce nella folla. 
Io rimango per non so quanto tempo paralizzata, finché la mia amica non mi risveglia dallo stato di shock in cui ero caduta e mentre mi trascina verso casa mia, l'unico pensiero che mi rimbomba in mente è 
'Da quando Alex si droga?!'

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Capitolo 3
*** Happy Birthday! ***


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Capitolo 3: Happy Birthday!


 

 

Sono ormai i primi di ottobre. 
Dal primo giorno di scuola sono passate ormai quasi due settimane.
Strano ma vero, Alessandro si sta comportando come una persona normale, è educato, saluta, aiuta durante le interrogazioni e non disturba più le lezioni come suo solito.
Oggi è un giorno importante, non perché faremo il primo compito di latino dell'anno scolastico, ma perché è il compleanno di Simone e noi della classe abbiamo deciso di fargli una festa a sorpresa.
L'idea è stata ovviamente di Alex, che qualche giorno fa si è presentato in classe prima del solito e dopo averci richiamati tutti per farsi ascoltare ci ha informati delle sue intenzioni. Tutti noi abbiamo accettato ben volentieri di organizzare una festa a Simone che, da quando i suoi genitori sono morti, lasciandolo da solo con i nonni, non ha più il solito sorriso che lo ha sempre caratterizzato.
L'idea di Alex consiste nell'organizzargli una festa a casa sua, in quanto è la più grande di tutte le altre. Federica , passerà il pomeriggio con Simone a casa di lei, così che il festeggiato non veda nessuno dei nostri compagni che sono andati in giro per la città a cercare un regalo, gli addobbi e delle vivande per il party.
Noi altri invece ci siamo riuniti a casa di Alessandro per cucinare la torta e per addobbare con festoni le stanze. 
Io, Paola e Callie siamo addette a cucinare schifezze di tutti i tizi, dalla torta -che ovviamente non può mancare- ai sandwich ripieni di tonno e maionese - i preferiti di Simone- a quelli con la nutella e molto altro.
Il pomeriggio passa tranquillo tra le varie preparazioni e qualche battuta. Sono intente a farcire la torta con la crema pasticciera, quando vedo una mano spuntare da dietro le mie spalle, prendere un pò di crema e portarla alla bocca dello sconosciuto che emette versi di approvazione.
Inferocita allora mi volto verso lo sconsiderato che osa attentare alla mia pazienza, ma mentre sto per urlargli chissà quale offesa mi blocco.
E' Alessandro... vicino, troppo vicino al mio volto.
"Mh...Pulce, sei un'ottima cuoca" mi dice tranquillo, mentre affonda un'altra ditata nella crema, per poi mettermi il dito grondante di crema in bocca.
'Mio Dio... Ora muoio' penso mentre ingoio l'impasto zuccheroso, in effetti è venuta proprio buona questa crema!
Per mia fortuna, o sfortuna, fa capolino dalla porta Davide che richiama Alessandro nell'altra stanza e lui senza obiettare lo raggiunge.
"Ora puoi smettere di trattenere il fiato tesoro... se ne è andato" mi punzecchia Callie divertita.
"Ah.. e asciugati la bava!" rincara Paol.
"Oh, smettetela.. " Mi difendo debolmente, anche se in realtà so perfettamente che hanno ragione.
Quando sto con Alessandro perdo sempre il senno.
'Qua va a finire che divento come l'Orlando Furioso.'
"Ok, ma sappi che sei tutta rossa" mi dice Callie sorridendo
"Perché non vai a casa a farti una doccia? Qui finiamo noi." continua Paola.
"Ma ragazze, non vorrei lasciarvi qui a fare tutto da sole.." provo a ribattere, ma Paola mi interrompe.
"Sciocchezze, manca solo la farcitura della torta e poi abbiamo finito, quindi va e non preoccuparti."
Allettata dall'idea di una bella doccia rilassante, accetto quindi la loro idea e dopo aver salutato tutti mi dirigo verso casa.

Dopo la tanto attesa doccia, mi preparo velocemente, con un semplice tubino verde smeraldo e delle decolté nere lucide, un filo di trucco e mi faccio riaccompagnare a casa Bianchi da mio padre.
Una volta entrata saluto velocemente tutti e mi nascondo dietro al divano, dato Federica ci ha appena avvertiti di essere arrivata al viale.
Appena aperta la porta accendiamo le luci e lanciamo i coriandoli sui nuovi arrivati, che sono mano nella mano vicino alla porta.
Dopo varie urla generali, file per raggiungere il festeggiato e salutarlo, le solite canzoncine stonate e senza senso dei compleanni, scarto dei regali e balli, mi dirigo esausta verso il balconcino vicino alla cucina per prendere un po' d'aria.
Resto per chissà quanto tempo lì fuori a godere del panorama e della brezza autunnale, ma purtroppo non ho con me una giacca e inizio a sentire freddo. 
Sto per rientrare in casa, ma come suo solito, appare all'improvviso alle mie spalle Alessandro.
"Hey Pulce" mi saluta, appoggiandosi allo stipite della porta " che ci fai qui tutta sola?" mi chiede curioso.
"Avevo voglia di un po' d'aria fresca..." gli rispondo, ma dopo pochi secondi di silenzio starnutisco.
"Scema, ma che ti ci prendi aria fresca se sei debole come una ricotta?" mi riprende lui e dopodiché si toglie la sua giacca e la poggia sulle mie spalle.
"N-non c'è bisogno che mi dai la tua giacca, stavo rientrando" gli dico flebilmente, mentre me la tolgo a malincuore – era bello sentirsi circondati dal suo profumo- e mi incammino verso la cucina, ma mentre gli passo accanto per sorpassarlo, lui mi blocca per un polso e mi sussurra " che ne dici di rimanere a dormire qui?"
Per poco non mi viene un infarto nell'udire la sua improvvisa richiesta.
"Ma...ma che vai blaterando...perché mai dovrei?" rispondo balbettando per l'imbarazzo. 
E scommetto di essere arrossita talmente tanto da assomigliare ad un pomodoro maturo.
"Pulce, per quanto non mi dispiaccia l'idea di dormire - e non solo- con te.." mi sussurra con voce roca " purtroppo non rimarremmo da soli. Mentre tu eri fuori abbiamo deciso di rimanere tutti insieme stanotte." mi spiega rapidamente mente mi guarda con occhi penetranti. 
Ovvio che non parlava sul serio per la proposta,era una delle sue solite frasi stupide e per scherzare; perché mai a uno come lui doveva interessate restare solo con me? 
"Allora, tu ci stai?" mi incalza, non ricevendo nessun cenno da parte mia, troppo assorta nei miei pensieri.
"Oh... ok! " rispondo finalmente io "Chiamo i miei e vi raggiungo" lo avviso mentre iniziò a digitare il numero di casa sul mio cellulare e incrocio mentalmente le dita sperando in un consenso da parte dei miei.

Dopo un po' di rassicurazioni e vocina dolce al telefono con mio padre, riesco ad ottenere il suo assenso. 
Quindi raggiungo felice i miei compagni. 
Per il resto della serata ci dedichiamo a giochi vari, decidiamo addirittura di guardare un film e solo verso l'alba crolliamo esausti.
Ci addormentiamo tutti dove capita, alcuni per terra o chi è più fortunato su un divano.
Le ultime ad addormentarsi siamo io, che occupo un posto sul divano di fianco a Carlo e Callie sdraiata per terra con la pancia di Paola a farle da cuscino.

 

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Capitolo 4
*** Ma non erano le donne quelle lunatiche? ***


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Capitolo 4: Ma non erano le donne quelle lunatiche?
 

Carlo Vallefuoco è un tranquillo ragazzo della mia classe.
Alto e fisico asciutto, occhi verde smeraldo e capelli corvini, con le punte dello stesso colore degli occhi.
Gioca a basket e ciò lo rende uno dei ragazzi più popolari della scuola, ma, al contrario di altri, non si comporta come un divo ma è gentile e amichevole con tutti. 
Per questo suo carattere che lo ha sempre caratterizzato sin da quando era un bambino, lui è stato il mio primo amico d'infanzia, nonché migliore amico. 
Quindi per me non c'è nulla di strano nel dormire con lui, proprio come è successo ieri sera dopo la festa per Simone.
Ciò però, stranamente, sembra causare non pochi problemi nel padrone di casa, che questa mattina ha pensato bene di svegliarci buttandoci giù dal divano e dopodiché si è diretto in cucina. Inferocita dal suo comportamento, lo seguo in cucina per fargli una sfuriata, ma a metà percorso vengo distratta dalle note di "Lady Marmalade", la suoneria del mio cellulare, che raggiungo in pochi passi.
'Salvato da Christina Aguilera' penso mentre rispondo al cellulare.
"Pronto" rispondo un po' assonnata
"Tesoro, ti ho svegliata?" mi chiede mia madre dall'altra parte del telefono
"No mamma, ero già sveglia. Volevi dirmi qualcosa?"
"Oh, si. Oggi io e tu padre dobbiamo andare a quel pranzo di lavoro di cui ti avevo parlato, quindi credo che torneremo solo verso l'ora di cena... tu hai le chiavi? " mi chiede
"Sisi, non ti preoccupare. C'è altro?" taglio corto io. 
"Si, il tuo pranzo è già pronto nel frigo, devi solo scaldarlo al forno" mi avvisa premurosa.
"Grazie Mamy, ora io però devo andare.. a stasera!" e senza aspettare una risposta attacco la cornetta. 
Conoscendo mia madre la conversazione sarebbe continuata ancora per molto tempo.
"Ellie, ma proprio qui dovevi rispondere al telefono? Qui c'era gente che dormiva" si lamenta Paola, sbadigliando.
Beata lei, anche di prima mattina è sempre bellissima. Viso anche acqua e sapone, fisico asciutto – anche se mangia sempre e tutto - capelli corti castani e occhi dello stesso colore, con piccole sfumature gialle, minuta ma proporzionata. La guardo alzarsi e affiancarsi a Salvatore, il suo ragazzo.
"Scusate ragazzi, ma era mamma e sapete che se non rispondevo subito poi le veniva l'ansia" mi lamento io, posando il cellulare nella borsetta.
Loro abbozzano un sorrisetto divertito. 
Sanno perfettamente che non scherzo.
Una volta addirittura, mentre ero a casa di Federica – dove il mio cellulare non prende- i miei genitori stavano per chiamare la polizia, perché – testuali parole- la loro piccola si era persa.
Suppongo sia uno degli svantaggi dell'essere figlia unica.
Ma tornando al presente... come scottata, ricordo il motivo della mia fretta nell'attaccare il telefono in faccia a mia madre: dovevo fare una bella ramanzina ad Alessandro, e l'avrei anche fatto se non fosse che, appena arrivata in cucina la scena che mi si para davanti mi fa dimenticare di tutta la rabbia e scoppio a ridere. 
Intento ai fornelli, con la faccia tutta sporca di farina, nutella e sospetto anche marmellata, trovo Alessandro alle prese con i fornelli, intento a preparare delle crepes.
"Perché ridi?" mi chiede lui, con un sopracciglio alzato, non capendo il motivo di tanta ilarità.
"Ma che stai combinando?" gli chiedo mentre cerco di calmare la ridarella e mi avvicino ai fornelli, di fianco a lui.
"Non si vede? Vi preparo la colazio.." ma non finisce dire la frase, poiché è troppo occupato nel cercare di girare una crepes facendola saltare, con però pessimi risultati.
"Oddio, ma ci vuoi avvelenare?" lo prendo in giro io e prima che lui ribatta in qualche modo, gli prendo la padella di mano e prendo il suo posto.
"Dà qua, stamattina vorrei evitare un'indigestione" dico fingendomi preoccupata, o forse neanche tanto per finta.
"Ma se sono bravissimo..." si difende lui, ma poi mi lascia cucinare senza obbiezioni mentre lui invece mi procura gli ingredienti per altre crepes.
Mentre io cucino poi, si accomoda su di una sedia di fronte e, appoggiandosi con il volto sulle mani, scruta ogni mio movimento.
"P-perché mi guardi?" gli chiedo dopo un po', spazientita. 
Non mi piace essere osservata.
Soprattutto da lui, è altamente dannoso per la mia salute mentale.
"Sei brava" mi risponde semplicemente lui, dopodiché cala nuovamente il silenzio.
Quando finalmente termino il mio compito, porto tutto in tavola e mi incammino per chiamare gli altri, ma sulla soglia della porta mi volto verso di lui.
"Perché stamattina hai svegliato solo me e Carlo?" gli chiedo, sperando che mi risponda sinceramente.
"Carlo mi sveglia sempre per primo e in maniera brusca, era una vendetta..." mi risponde vago, senza mai guardarmi negli occhi.
Strano, tutta questa insicurezza non è da lui. 
Ma decido di indagare più in là e godermi, almeno per il momento, la mattinata con i miei amici.
Dopo aver fatto tutti insieme colazione, decidiamo di tornare a casa. 
Io approfitto di un passaggio da parte di Carlo, che, deciso a non lasciarmi sola, si è auto-invitato a pranzo a casa mia. 
Così arrivati a casa decidiamo di studiare un po', dato che il professor Marchese ci ha informati che in quei giorni aveva intenzione di interrogare a tappeto.
Dopo aver passato circa due ore a ripetere fisica e matematica decidiamo di aver fatto abbastanza per oggi e mentre io salgo di sopra per una veloce doccia, Carlo riscalda il pranzo per entrambi nel microonde. Quando esco dalla doccia, mentre mi dirigo nella mia camera – con ancora l'accappatoio addosso- sento bussare alla porta. 
Inizialmente di ignorala, dato che al piano inferiore c'era Carlo e avrebbe aperto lui. 
Dopo qualche minuto e varie bussate però del mio amico non c'è traccia e sbuffando mi precipito al piano inferiore ad aprire la porta.
"Arrivo, arrivo!" Urlo, sperando di essere sentita da chi si trova oltre la porta.
'Chi sarà mai a quest'ora?' mi chiedo stringendomi più saldamente l'accappatoio mentre apro la porta. 
Me ne pento all'istante.
"E...Elena ti ho portato il giubbino che avevi dimenticato a casa." mi dice un Alessandro dopo un primo momento di smarrimento.
"Oh, grazie. Non dovevi disturbarti, potevi anche portarmelo domani a scuola" lo ringrazio, mentre mi riprendo il cappotto e lo poggio sul mobile vicino alla porta d'ingresso.
" Non ti preoccupare" mi risponde lui, con un piccolo sorriso sulle labbra. 'Da quando Sono-L'Apatia-In-Persona MI sorride?'
"Scricciolo, chi è ?" mi chiede Carlo facendo capolino dalla porta della cucina guardandomi poi con aria strana.
"Da quando tu apri la porta così? " mi chiede con un sorrisetto
" Da quando quel deficiente, che saresti tu, non si degna di occuparsene lui" gli rispondo , facendogli in fine la linguaccia.
"Ma stavo venendo.." mi risponde lui tranquillo
"Si vabbè" gli dico io, per poi tornare a rivolgermi a Alex, che ora ha smesso di sorridere.
Chi lo capisce è bravo.
"Dato che sei qui, vuoi rimanere a pranzo con noi, c'è talmente tanto cibo che basterebbe per un reggimento.." gli chiedo, sperando di rivedere il sorriso di poco prima.
"No, grazie... vi lascio soli" dice quasi ringhiando prima di girare i tacchi e andarsene via senza neanche salutare.
'Ma non erano le donne quelle lunatiche?'

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Capitolo 5
*** Ti va di ballare? ***


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Capitolo 5:Ti va di ballare?
 

Calliope Sandrini è sempre stata un'ottima ballerina.
Sin dalla più tenera età i suoi genitori hanno accresciuto le sue doti, facendole seguire i migliori corsi di canto, ballo e recitazione. 
Quindi non c'è da stupirsi se alla giovane età di 17 anni, Callie sia stata scelta da un importante scuola di danza per partecipare ad un proprio spettacolo in una cittadina poco distante dalla nostra.
Noi tutti abbiamo sempre amato la sua bravura mentre balla e quando lei ci ha offerto di andare a vedere il suo spettacolo, non potevamo che esserne entusiasti.
Così, questa domenica mattina presto, dopo esserci incontrati al binario del treno, siamo partiti. Mentre Federica e Simone sono intenti a scambiarsi effusioni, Paola e Salvatore recuperano un po' di sonno perduto - siamo partiti alle sei- e Alex ascolta un po' di musica, io e Carlo giochiamo ad un giochino demenziale che ho scaricato sul cellulare e nel mentre sparliamo un po' del più e del meno - quando ci si mette è davvero un pettegolo.
"Tesoro, sai che 'Sono-Figo-E-Me-Ne-Vanto' non ti toglie gli occhi di dosso da quando siamo partiti?" mi sussurra di punto in bianco.
"Chi scusa?" gli chiedo io con l'aria confusa.
"La fata turchina!" mi beffeggia lui
" Uh che bello, quindi io sono Cenerentola!" dico io ridacchiando.
In realtà ho capito perfettamente a chi si stava riferendo- Alex-  ma mi rifiuto di crederci.
" E io chi sono?" mi chiede lui, ridendo "... il principe?"
"Ma, veramente, per te avevo pensato a Gas Gas" dico facendogli la linguaccia.
"Hey" mi da un pizzicotto offeso.
Prima che la nostra diventi una battaglia a suon di solletico, per mia fortuna, il treno giunge a destinazione e così, dopo aver  svegliato Paola e Salvatore, scendiamo e raggiungiamo i genitori di Callie all'uscita della stazione. Dopo essere stati informati quindi che lo spettacolo non avrà inizio prima delle 15, decidiamo quindi di fare un giro della città, a cominciare da un bar per fare colazione.
"Mi spiegate perché siamo dovuti partire alle 6 se lo spettacolo è questo pomeriggio?" si lamenta Paola, prima di addentare il suo cornetto alla crema.
"Perché altrimenti tu saresti voluta partire alle 14!" le rispondo io ovvia, tra un sorso di caffè e l'altro.
"E cosa ci sarebbe stato di male?" continua lei
"Amore, almeno così possiamo farci un bel giro per la città" le risponde dolce Salvatore.
"Già, potremmo fare un giro tutti e quattro.." si intromette Federica
"Ok, mi avete convinto" accetta infine Paola
"Ehm, scusate..." mi intrometto io " e noi tre?"  riferendomi a me, Alex e Carlo.
"Potete andarvene per conto vostro a fare un giro" dice Federica
"E perché da soli?" insiste Carlo
"Perché io ultimamente non sto mai da sola con Simone, e ora che ne ho l'occasione voglio approfittarne, ok?" risponde acida.
" Uff, e va bene.." accetto alla fine
" Dopotutto non c'è scelta" mi sussurra Carlo.
Quindi dopo aver finito la colazione, ci separiamo e decidiamo di rincontrarci direttamente al saggio di Callie.
Per tutte le ore restanti, decidiamo di fare un giro dell'intera città, soprattutto il viale principale - pieno di negozi- dove trascino i ragazzi dietro di me, con un aria un po' scocciata, ma che mi seguono senza lamentarsi.

"Ragazzi, siamo qui" ci fa segno Simone mentre noi prendiamo posto accanto a loro, proprio nell'istante in cui lo spettacolo sta per cominciare.
"Ma che fine avevate fatto?" Mi sussurra Paola.
"Scusa, è che siamo andati a fare shopping, e poi non trovavamo più la strada.." le rispondo io, un po' affannata.
Dopo ben 4 ore di balli classici, moderni e contemporanei, lo spettacolo finisce.
Mentre tutti ci stiamo alzando per raggiungere l'uscita, l'insegnante di danza di Callie ci informa che di lì a poco ci sarebbe stata una sorta di lezione a cui noi del pubblico potevamo partecipare, così, dopo che Callie ci ha raggiunto, la seguiamo nella sala accanto, dove si sarebbe tenuta la lezione.
Appesa alla parete della sala c'era un cartellone con su scritti i tipi di balli che dovevamo fare: "Tango e Baciata".
"Bello!" dico io con un urletto, poi guardo Carlo con gli occhi più dolci che ho  e gli chiedo "Ti preego, balli con me?"
"Scricciolo, sai che ti voglio bene, ma proprio no" mi risponde lui categorico.
So che Carlo nel ballare è scoordinato e talvolta anche pericoloso, quindi non insisto. 
Allora mi guardo in giro, per vedere se Simone o Salvatore fossero liberi, purtroppo vedo che loro già sono al centro della fila.
"Uffa.." dico io triste, mentre con una faccia da bambina piagnucolona mi avvio verso la porta, dove si trovavano coloro che sono lì solo per guardare.
Ma mentre  sto per raggiungere la porta, sento qualcuno alle mie spalle che mi sussurra "Perché a me non chiedi di ballare?"
"P-perché so già che mi avresti detto di no" gli rispondo io.
"E va bene.." dice mentre lo sento passarmi accanto per poi posizionarmisi davanti " Allora te lo chiedo io: Vuoi ballare con me?" mi chiede con il suo sguardo magnetico.
"Oh, s-sì .." dico, prendendo la mano che mi sta porgendo e dirigendoci verso il centro della sala, dove la lezione intanto è già cominciata.
La lezione è per principianti, quindi i passi da eseguire sono molto semplici. 
Alessandro è molto coordinato e segue le istruzioni dell'insegnate senza problemi. 
Io a confronto sono goffa e nervoso, assolutamente non da me. 
Ma sospetto che la causa sia colui che mi stringe lievemente la vita e non per la lezione di per sè.
Lui per fortuna non si lamenta. 
'Dio, che bello ballare con lui. Non fatemi smettere più" penso estasiata quando lui mi afferra più saldamente per farmi fare un caschè.

Dopo un'ora di lezione, ci fermiamo in una pizzeria e dopo aver cenato, torniamo alla stazione.
Come all'andata, le due coppiette si scambiano effusioni, mentre invece, io Alex e Carlo facciamo una partita a scopa – Alex ha portato le carte- e parliamo del più e del meno.
L'atmosfera è rilassata e per un attimo mi sembra di essere tornata indietro di qualche anno, quando consideravo Alex il mio migliore amico .
'Magari fosse così sempre.' penso rattristandomi leggermente. 
"Elena, per tornare devo passare fuori casa tua. Vuoi un passaggio?" mi chiede Alessandro quando finalmente il treno si ferma alla nostra fermata.
Sbalordita dalla sua offerta accetto subito e dopo un breve saluto a tutti mi incammino con lui verso la sua auto.
Durante tutto il tragitto restiamo in silenzio e una volta arrivata a casa sono indecisa se salutarlo e andare via o magari restare a parlare un po' con lui.
Stranamente oggi si è comportato da ragazzo normale, gentile e divertente e non da sbruffone come accadeva fin troppo spesso negli ultimi tempi. 
'Vorrei fosse così sempre' penso amaramente mentre afferro la maniglia della porta. 
Meglio andare via, per non illudermi troppo. 
Ma proprio quando sto aprendo bocca per salutarlo, Alessandro mi si avvicina, allungando le braccia per  attirarmi a sé e stringermi tra le sue braccia. 
Dopo un attimo di smarrimento ricambio l'abbraccio.
Dio, questo profumo e questo calore... quanto mi erano mancati. 
Dopo minuti interminabili – comunque troppo pochi – Alex si stacca da me di poco e guardandomi negli occhi mi sussurra: " Perché non vuoi essere mia amica?"
"Perché quando ci abbiamo provato mi hai ferita, ricordi?" gli rispondo io, allontanandomi del tutto da lui, amareggiata dal brutto ricordo.
"Senti, mi dispiace.." dice lui, afferrandomi per le spalle " Guarda che ormai sono maturato, possiamo riprovarci? " mi chiede con degli occhio dolci a cui non posso far altro che rispondere "Okay " e dopo un ultimo fugace abbraccio mi fiondo in casa.
Qualcosa mi dice che quest'amicizia perderà acqua da tutte le parti.

 

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Capitolo 6
*** It's a date? Oh, no! ***


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Capitolo 6: It's a date?! Oh, no!

Lunedì mattina. 
Per la prima volta da non so quanto tempo mi sveglio con una felicità incondizionata, ben presto però sostituita da depressione quando giunge la quinta ora e la professoressa di latino ci riporta i compiti svolti la settimana prima: 4 e mezzo.
Per fortuna, il latino è l'unica materia in cui a stento raggiungo la sufficienza, mentre invece nelle altre me la cavicchio. 
Il mio nuovo-vecchio amico Alex al contrario è bravissimo in tutte le materie, specialmente in latino – beato lui.
Così, vedendo il mio votaccio, si sporge sul mio banco e mi chiede se voglio delle "ripetizioni".
In realtà io avevo intenzione di chiedere una mano a Paola, che ha la media del 7 e mezzo in latino, ma dato che Alex si è gentilmente offerto di aiutarmi accetto volentieri un suo aiuto, sperando di non passare tutto il tempo a sbavargli addosso - sono un caso disperato.
Uscite da scuola, Paola viene a casa mia per spettegolare un po', dato che domani a scuola ci sarà un'assemblea .
Così dopo aver parlato un po' di argomenti vari, le racconto della rinnovata amicizia con Sono-Lunatico-Come-Una-Donna-Incinta e dell'offerta di studiare insieme.
Dopodiché scendiamo in cucina per prepararci del pancarré con la nutella – e chi se ne frega della dieta!
Quando stiamo mangiando però, suona il telefono di casa: Federica.
"Pronto" rispondo farfugliando mentre ingoio un boccone.
Certe volte sono proprio una ragazza di classe, devo ammetterlo.
"Ciao Ellie, mi passi Paola per favore?" mi chiede, un po' agitata.
"Ok" mi limito a rispondere mentre passo la cornetta alla mia amica e le dico chi é.
"Ciao... no, domani non posso.... Devo uscire con Salvatore, Elena, Carlo e Marie... Perché?... Ok, vengo subito." E detto ciò attacca.
"Ellie, scusami.. ma Federica sta avendo una crisi di nervi perché ha litigato con Simone e credo che stavolta sia grave... " mi racconta, mentre raggiungiamo la mia camera per prendere la sua roba.
"Non ti preoccupare, tanto comunque ci vediamo anche domani.. perché domani  possiamo ancora andare al cinema, giusto? " le chiedo
"Sisi, credo di si, Breaking dawn 2 non lo perderei per nulla al mondo" e detto questo mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va.


Martedì mattina.  3° ora.
Il professore è fuori dalla classe per prendersi un caffè, mentre noi "facciamo l'assemblea".
Paola sta cercando di far ragionare Federica, che come al solito si è arrabbiata con il suo ragazzo per una stupidata; Salvatore, Alex e Carlo cercano di tirare su Simone, che ogni volta che litigano cade in uno stato di depressione acuta , mentre io e Callie giochiamo con un gioco stupido del mio cellulare.
Quando poi Federica fa capolino dalla porta e si avvicina a Simone, gli altri li lasciano soli e si avvicinano a noi.
"Finalmente...Simone stava per mettersi a piangere" dice Alex, mentre si siede accanto a me.
"Quindi oggi possiamo andare al cinema senza doverci preoccupare di loro due?" chiedo felice a Paola che mi risponde semplicemente con un cenno della testa.
"Che andate a vedere di bello?" mi chiede Alex.
"Breaking dawn 2" 
" E come mai non sono stato invitato?" mi chiede lui, con un tono fintamente scocciato.
"Perché pensavamo non ti piacessero questo tipo di film" rispondo ovvia. 
Lui è decisamente più un tipo da film d'azione o horror.
Di certo non gli piacerebbe una storia d'amore con protagonista un vampiro sbrilluccicante.
"Almeno tu che puoi, evitalo!" lo incoraggia Salvatore, che viene solo perché vuole passare un po' di tempo con Paola (leggasi come Paola lo ha obbligato) .
"Fidati di noi che abbiamo già visto i precedenti... è una vera lagna" incalza Carlo
"Carlo e tu allora perché ci vai?" chiede Alex
"Beh, ecco..." risponde lui, facendosi tutto rosso. " perché... ci sarà Marie"
Da tempo ormai Carlo è innamorato di Marie. 
Quando li feci conoscere lui si innamorò subito di lei, ma lei dice che lo ha sempre e solo visto come un buon amico, anche se, in realtà, io e Paola sospettiamo che anche da parte sua ci sia dell'interesse.
"Ellie..." mi chiama Alex con sguardo strano.
Io mi volto nella sua direzione per sentire cos'ha da dirmi "Ma quindi farai da palo!" mi dice alla fine.
"Eggià, ma per Marie e Carlo questo ed altro...e poi, sono abituata a fare il palo, volta più volta meno, non farà differenza" rispondo io, mentre prendo la mia roba e ci dirigiamo tutti verso l'uscita della classe, dato che mentre parlavamo è suonata l'ultima campanella della giornata.
"A che cinema andate? E quale spettacolo andate a vedere?" ci chiede infine Alex.
"All'Happy Maxi Cinema alle 16 e 30, perché?" gli risponde Carlo
"Bene, ci vediamo lì allora.. non sia mai che lascio la mia amica da sola a fare il palo" e dopo avermi salutato con un lieve bacio sulla guancia se ne va, in sella alla sua moto.
'Questo è tutto pazzo'

Arrivata a casa mi affretto a svolgere quei pochi compiti che avevo da fare per potermi poi dedicare con calma alla mia preparazione.
Opto un semplice paio di jeans scuri e una camicetta a mezze-maniche e le mie amate converse, poi scendo al piano inferiore per aspettare Marie che si è offerta di darmi un passaggio fino al cinema.
Arrivate lì, troviamo già Salvatore, Paola e Alex, mentre di Carlo non c'è ancora traccia.
Essendo le 16 e 20, iniziamo a prendere i nostri biglietti e quello di Carlo, che ci raggiunge solo verso le 16 e 30, quando in sala ci sono già le pubblicità che anticipano il film.
"Che fine avevi fatto?" gli chiedo lievemente preoccupata.
Mamma non è la sola ansiosa della famiglia.
"Scusa, ma dovevo accompagnare prima mia sorella a danza.." mi risponde lui
Dopo neanche 10 minuti di film, Carlo e Marie iniziano a parlare fitto fitto tra di loro di chissà cosa.
Quando finalmente decidono di allontanarsi dalla sala e andare a parlare in corridoi, senza così disturbare tutte le persone che invece sono intente a vedere il film, Alex ha la brillante idea di risvegliarsi dallo stato di quiete in cui era caduto e avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio inizia a chiedermi chi sia questo o quel personaggio.
Questa faccenda va avanti finché non arriva il primo intervallo, nel quale recupero tutta la mia ormai persa pazienza e faccio una sfuriata a Alex, che tranquillo mi ignora, come se non gli stessi urlando contro io, ma ci fosse una mosca a ronzargli davanti agli occhi.
Essendo bellamente ignorata da quel cerebroleso, smetto di inveirgli contro.
"Bene, adesso che hai finito, puoi anche ringraziarmi" mi dice lui, tutto soddisfatto.
"E di grazie, di cosa dovrei ringraziarti?" chiedo io scettica
"Beh, perché grazie a me ora non sei qui al buio di un cinema tutta sola soletta, ma con un 'amico' -gran figo aggiungerei-  che è disposto a tutto pur di renderti felice.. " mi dice, guardandomi con quel suo solito sguardo da togliere il fiato.
Per fortuna, non appena lui finisce di parlare il film ricomincia e mi risparmia dall'urlargli nuovamente contro, o peggio, dal restare incantata a guardarlo. 
Sprofondo quindi nella mia poltrona intenta a cercare di calmare i battiti del mio cuore, che hanno iniziato a galoppare freneticamente ringraziando il cielo che Alex abbia deciso di lasciarmi in pace, non proferendo più parola per il resto del film.

Dopo un'ora, il film termina e quando usciamo vediamo Carlo e Marie intenti a baciarsi.
"Era ora!" dico , mentre mi avvicino a loro al settimo cielo. 
"Eggià" dice sorridendo Carlo, mentre dà un ultimo bacio a Marie, prima di incamminarci all'uscita del cinema.
"Che vi va di fare?" chiede Alex
"Io e Paola andiamo a casa mia.." risponde Salvatore
"Io e Carlo vorremmo stare un po' soli.." dice Marie, diventando lievemente rossa.
"Messaggio ricevuto: leviamo le tende!" e detto questo prendo Alex per la manica della giacca e dopo aver salutato gli altri lo trascino via.
"Allora baby, che vuoi fare... ci facciamo un giro?" mi chiede lui, dopo qualche minuto in cui passeggiavamo in silenzio, mentre raggiungiamo la sua moto.
"Io veramente dovrei uscire con i miei genitori stasera... quindi è meglio se torno a casa" gli dico triste.
Mi sarebbe davvero piaciuto passare la serata con lui.
"Va bene, non fa niente, sarà per la prossima volta" mi dice lui, con un tono quasi triste. 
Così, dopo essere montati sulla sua moto, raggiungiamo dopo poco casa mia.
Dopo essere scesa e avergli dato un piccolo abbraccio come saluto mi incammino verso casa.
Poco prima di raggiungere il portone però sento Alex chiamarmi.
"Dimmi" gli chiedo, voltandomi nuovamente verso di lui.
"Ti va se... domani... facciamo le ripetizioni di latino?"
"OH, certo...mi va benissimo" gli rispondo, con forse troppa enfasi.
"E magari poi dopo possiamo ordinare la cena e guardare un film.." propone in seguito
"Va, va bene... a domani Alex" lo saluto dopodiché mi fiondo in casa.
E' una specie di appuntamento? Oh, no. Impossibile.

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Capitolo 7
*** Latino... che passione! ***


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Capitolo 7: Latino... che passione!

"Ellie, ma mi stai ascoltando?” mi chiede Alex esasperato
Sono ormai quasi tre ore che cerca di spiegarmi infinite regole della mia materia più odiata.
Da quando ho messo piede in casa sua non ci siamo fermati neanche per un secondo,  ormai il cervello mi sta per scoppiare.
“Sisi, ti ascolto” gli rispondo io stanca.. e in effetti è vero: ho ascoltato ciò che ha detto, ma non so metterlo in pratica. Vedendo il mio volto esasperato credo abbia capito che dopo tre ore di latino sono sfinita e quindi - con mio sommo piacere- chiude il libro e si incammina verso la cucina, dove io lo seguo.
“Finalmente abbiamo finito!” dico soddisfatta mentre mi accascio su una sedia, mentre lo guardo prendere del pancarré e della nutella da un mobile.
“Cosa? Certo che no.” Mi dice interrompendo ciò che stava facendo –aprire il barattolo- “Non abbiamo finito...questa è solo una piccola pausa per saziare il tuo stomaco che borbotta da mezz'ora” continua schernendomi
“Hey, non è vero… il mio stomaco non bor-“ ma non finisco di parlare che l’organo in questione si fa sentire.
“Oh, si.. quello cos'era allora?” continua lui, ridendo
“Uffa.. e va bene. Ho fame! Per venire qui da te a studiare ho dovuto fare le corse e quindi per pranzo ho mangiato solo un misero panino.” Dico io, addentando soddisfatta la merenda che lui mi ha preparato.
“Povera cucciola..” continua a schernirmi lui, dopodiché inizia ad addentare anche lui il mio pancarré.
“Hey, preparatene uno tuo!” mi lamento io, allontanandomi da lui con il mio tesoro
“Nah, il tuo è più buono” mi dice con un sorrisetto, per poi incamminarsi verso il soggiorno, dove poco prima stavamo studiando.
“Forza, quando hai finito fa la numero… 57 “ mi dice sorridendo, mentre me la indica.
*Come si può sorridere facendo latino?*  mi chiedo io disperata, mentre mi siedo al mio posto, pronta a ricominciare la tortura.
 
 
“Finalmente  ho finito!” dico io entusiasta sollevandomi dalla sedia, divenuta ormai scomodissima, raggiungo Alex sul divano con il mio quaderno e dopo averglielo porso mi accomodo sul divano accanto a lui e nel frattempo in cui lui la corregge io faccio zapping con il telecomando e trovo uno dei miei  telefilm preferiti:  The Vampire Diaries.
“Ecco fatto, non è perfetta ma non è neanche da 4.. direi che grazie a me stai già migliorando! “ si pavoneggia lui, restituendomi il mio quaderno “ Ma.. cosa stai guardando?” mi chiede guardandomi curioso dato che non l’ho minimamente degnato d’attenzione.
“Shhh, è vampire diaries” dico io telegrafica e dopo averlo fulminato con lo sguardo, torno a rivolgere la mia attenzione allo schermo, che però ora sta trasmettendo i titoli di coda.
“Uffa, è giù finito” mi lamento io, mente raggiungo la mia borsa e poso la mia roba.
“Direi che è ora di andare a casa, altrimenti mio padre inizia a darmi per dispersa” continuo, prendendo il mio cappotto e indossandolo.
“Hey, hey, hey… dove credi di andare!” mi chiede lui, afferrandomi per un braccio
“A casa?!” rispondo io ovvia
“Non puoi!” mi risponde lui, avvicinandosi di un passo.
“E perché?”  gli chiedo io stranita
“Avevi promesso di restare a guardare un film con me…” e lo afferma con una voce talmente dolce che per poco non mi sciolgo
*Mio dio sto messa male*  è l’unica cosa che riesco a pensare, tanto che lui mi scuote delicatamente per un braccio per ricordarmi della sua esistenza e di rispondere alla sua richiesta.
“Ma… è tardi, non vorrei disturbare i tuoi genitori… sicuramente tua madre avrà già preparato la vostra cena e…”
Ma lui tempestivamente interrompe il mio flusso parole “ Non disturbi affatto. I miei genitori oggi stanno fuori per lavoro fino a tardi e per la cena, dato che avevo già informato mia madre che saresti rimasta, l’ha preparata apposta per noi due…e tu non vuoi che venga sprecata, giusto?”
“Di sicuro ingordo come sei riuscirai a mangiarla anche da solo, o comunque potresti  conservarla per domani” ribatto io
“Oh, andiamo! Si può sapere perché non vuoi rimanere? Ieri avevi accettato… Hai paura che ti mangio?”
Sentendo l’ultima frase ridacchio appena. Certo che non ho paura che mi mangi.
Anzi, il problema sono io. Ho paura che standogli TROPPO vicino, mi posso affezionare ancora più di quanto non lo sia già ora, il che sarebbe un enorme guaio, dato che mi sono riabituata ad averlo accanto.
Ma poi, guardandolo con quella faccia da cucciolo, con degli occhi dolci secondi solo a quelli del gatto con gli stivali, accetto il suo invito.
Infondo, che potrà mai succede: è solo un film.
Le ultime parole famose.
Appena accetto, lui mi abbraccio talmente forte da farmi inalare in un istante tutto il suo dolce profumo che- se possibile- mi destabilizza ancora più di quanto io non lo sia già.
“Allora, che preferisci fare… prima cena o ceniamo mentre guardiamo il film?” mi chiede dirigendosi in cucina.
“Ceniamo durante il film” rispondo rapida io *Prima finiamo, prima posso andare a casa.*
Va bene, allora scegli un film dallo scaffale, io intanto scaldo la cena” mi risponde lui dall'altra stanza.
Rapida allora mi avvicino al mobiletto vicino alla tv, dove sono posizionati molti DVD.
*Sicuramente niente horror o niente di romantico* penso, mentre guardo i vari DVD esposti, poi all'improvviso scorgo il film adatto alla circostanza e senza indugio lo afferro e lo inserisco nel videoregistratore, così che Alex non potrà obiettare.
Così soddisfatta del mio “bottino” mi accomodo sul divano e aspetto Alex, che dopo poco mi raggiunge con un vassoio con su di tutto: dalla pizza alla coca, passando per pop-corn e un dolce che dovrebbe essere una crostata.
“Ma…hai svaligiato il frigo?” gli chiedo io ridendo
“Eggià.. conoscendo i nostri stomaci… allora, dolcezza, che film vedremo?” mi chiede mentre si siede accanto a me e posiziona il vassoio sul tavolino davanti al divano.
“Ora vedrai…” e detto questo prendo il telecomando e schiaccio play per poi nasconderlo sotto al cuscino che mi sta di fianco.
Non appena appare la sigla della Walt Disney, Alex si gira rapido verso di me – quasi si strozza col pezzo di pizza che stava mangiando- e mi chiede con ancora la bocca piena “Sftai schferzando vefo?”
“Come scusa?!” gli chiedo io, fingendo di non averlo capito
Dopo aver finalmente ingoiato il boccone Alex mi ripete “Stai scherzando vero? Non puoi davvero , alla tua età, voler vedere Alla Ricerca di Nemo!” si lamenta lui, guardandomi supplichevole
“Innanzitutto io non sono una vecchia quindi non dire ‘alla tua età’ “ lo scimmiotto “ e inoltre, tu hai detto che potevo scegliere io, quindi non ti lamentare e non distrarmi più “ concludo, per poi rivolgere la mia attenzione al film e alla pizza.
 
Le cose vanno avanti così per il resto della serata, tra i suoi “Maddai, guardiamo qualcos’altro” o i miei “ NO” o ancora me che  ripeto insieme ai personaggi tutte le battute, finché finalmente lui non smette più di implorarmi e sembra che si stia finalmente guardando in santa pace il film.
Ad un certo punto lui stende le gambe sul tavolino davanti a noi e mi si avvicina posizionandomi un braccio dietro alla nuca.
Da parte mia, cerco di sembrare il più naturale possibile e di non far vedere che ormai sto trattenendo il respiro. Dopo un po’ però, lui mi si avvicina ancora di più e senza accorgermene mi sono completamente rivolta verso di lui, che intanto si è sporto ancora un po’ per raggiungere il suo obiettivo.
E no, cari miei, il suo obiettivo non sono io, ma il telecomando. Dopodiché mi si allontana e spegne la tv.
“Ah, finalmente… non ne potevo più” si lamenta lui, mentre io intanto sono rimasta ancora imbambolata a guardarlo.
Dopo qualche minuto i miei neuroni decidono finalmente di tornare a funzionare e collegano tutti gli avvenimenti.
“Brutto farabutto” sbraito io, lanciandomi contro di lui “ dammi subito quel telecomando” lo minaccio
“Altrimenti cosa mi fai?” mi prende in giro lui, ma intanto comunque si allontana dal divano
“Questo” e detto ciò, mi ci butto addosso – facendoci cadere entrambi per terra- e comincio a fargli il solletico: peccato che lui non lo soffra.
“Nanerottola, guarda che non funziona” e detto ciò inverte le posizioni e mi ritrovo stesa a terra con lui sopra a farmi il solletico.
Brividi. Tanti brividi mi attraversano la schiena. E vi assicuro che non sono dovuti al solletico.
Quando la situazione per me sta per diventare impossibile quel bellissimo oggetto da me tanto amato – il mio cellulare- inizia a squillare e Alex è costretto a lasciarmi andare.
Una volta alzata raggiungo il mio cellulare che avevo lasciato sul divano e rispondo a mia madre.
“Mami… dimmi”
“Ma come mami dimmi… sei impazzita…hai visto che ore sono …che fine hai fatto?”
“Oh, scusami… sono rimasta a mangiare da Alex…  scusami.. mi sono completamente scordata di chiamare” rispondo io dispiaciuta
“Va bene, ora torna però.. è quasi mezzanotte… e ringrazia che tuo padre non c’è altrimenti gli saprebbe venuto un infarto” mi rimprovera
“Ok, torno subito.. scusa ancora mamma… a tra poco “ e detto ciò attacco e raggiungo svelta le mie cose
“Devi andare?” mi chiede Alex raggiungendomi
“Già, avevo dimenticato di chiamare mamma ed era preoccupata” gli spiego
“Va bene, prendi le tue cose… ti accompagno”
“Non c’è bisogno.. abito qui vicino, sono massimo 5 minuti a piedi”
“E’ tardi e si possono fare brutti incontri” dice lui secco
“Non sono una bambina..” ribatto io
“ E invece si” mi risponde secco lui, mentre mi segue fuori casa
“Oh, bene…allora, mio caro adulto, dopo aver accompagnato a casa questa Bambina, non la vedrai mai più, sia mai che un signore come te debba frequentare delle bimbette come me…” gli rispondo io stizzita, accelerando il passo, per arrivare il più in fretta possibile a .casa mia
Dopo qualche minuto di silenzio raggiungiamo casa mia, dove io mi precipito subito, ma prima di poter varcare il cancello lo sento afferrarmi per un braccio.
“Ellie, mi dispiace… non sei una bambina… l’ho detto solo perché so che gente gira da queste parti… e tu sei una bella ragazza e non voglio che ti succeda niente. Pace? “mi chiede dolce
“Ennò, anche  se sei preoccupato non c’è alcun bisogno di offendere e chiamarmi bambina…” gli dico io con rammarico
“Ti ho già chiesto scusa per questo…”
“Ne ho le scatole piene delle tue scuse… va al diavolo! “ e detto questo, mi libero dalla sua presa ed entro in casa, chiudendogli la porta in faccia.

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Capitolo 8
*** Senza un ragazzo si vive, senza un'amica No! ***


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Capitolo 8: Senza un ragazzo si vive, senza un'amica No!

“Si può sapere perché non vuoi perdonarlo?” mi chiede Marie
“Si può sapere perché voi adesso siete passate dalla sua parte e volete che io lo perdoni?” chiedo a lei e a Paola rigirandomi sul letto- sul quale stiamo sdraiate- per guardarle in faccia.
“Semplice, perché è una settimana che non gli parli e stai diventando acidella” mi risponde Paola
“Non è affatto vero!” mi lamento io, mettendomi a sedere e incrociando le braccia al petto.
“Insomma...” mi istiga Marie “ si può sapere perché cavolo non lo perdoni?” sta perdendo la pazienza “ Che può aver combinato di così tragico?”
“Ok… ora vi spiego “ dico io sbuffando e, non appena loro si posizionao più comodamente sul mio letto e mi danno il loro assenso, comincio a parlare “ L’altro giorno, quando sono andata a studiare da lui… è stato bello, mi sono divertita, ed è un evento più unico che raro se associato ad una giornata di intenso latino. Comunque, la serata è andata bene, dopo aver studiato abbiamo guardato ‘Alla ricerca di Nemo’  e..”
“Ma che razza di film vedete?” mi interrompe Marie
“Non controbattere altrimenti non parlo più” la minaccio
“OK ok, sto zitta...ma sbrigati” mi intima
“Dicevo, ad un certo punto, lui ha spento la tv e abbiamo iniziato a farci il solletico, ma poi mi ha chiamato mia madr-“ ma mentre continuo il racconto vengo nuovamente interrotta, stavolta da Paola.
“Ma che iella! “
“Oh, insomma! La smettete?” le rimprovero e le vedo mentre mimano di sigillarsi la bocca con una zip.
“Dicevo…Dopo che mia madre mi ha chiamato sono dovuta tornare a casa, ma lui, dato che non è possibile terminare sereni una giornata quando si tratta di Alex, ha pensato bene di seguirmi per vedere se ‘la bambina arriva sana e salva a casa’ “ dico io infuriata.
“Tutto qui?” mi chiede alla fine del racconto Marie “ Tu ti sei arrabbiata con lui e non gli parli da 5 giorni perché lui si è offerto di accompagnarti a casa?”
“No cavolo! Perché non capite? Sono arrabbiata con lui perché…”
“Perché ti ha dato della bambina, come l’altra volta” continua per me la frase Paola
“G-già” e non riesco a dire altro, perché inizio a versare lacrime come una fontana.
Odio questo mio aspetto: quando sono arrabbiata piango -mio padre mi ha sempre preso in giro per questo- e Dio solo sa quanto sono arrabbiata in questo istante. E la cosa buffa è che non sono arrabbiata con lui, ma con me stessa. Sono arrabbiata con me stessa perché continuo a dare importanza, anche a distanza di anni, a ciò che lui mi dice e a ciò che lui pensa di me.
“Tesoro… hey, vieni qui” dice Marie abbracciandomi forte
“Voglio… voglio uscire stasera” dico all'improvviso alle mie amiche
“Sicura?” mi chiede Paola preoccupata
“Sì..” le rispondo, tirando su con il naso – in questo istante sembro davvero una bambina – “ voglio andare alla festa di Federica… è stasera, no?”
“Si, è stasera” mi risponde semplicemente Marie
“Bene… non permetterò ad Alex di farmi passare ancora un’altra serata a piangere.. stasera esco con le mie amiche e mi divertirò, siete con me, vero?” chiedo loro speranzosa, e ovviamente loro accettano volentieri e mi si buttano addosso abbracciandomi forte: Cosa farei senza di loro?
“Che ne dite di andare a casa mia per prepararci? Così vi presto anche qualche vestito?” ci offre Marie
“Quello era scontato cara…anzi, sappi che io voglio mettermi quello color oro” le dico io ridendo mentre ci dirigiamo in cucina per avvertire mia madre, dopodiché ci incamminiamo verso casa si Marie: i vantaggi dell’abitare in una piccola cittadina!
 
 

“Ragazze, sono arrivati Salvatore e Carlo, scendete!” ci urla dal piano inferiore la madre di Marie
Dopo aver passato l’intero pomeriggio a provare vestiti, arricciarci i capelli e truccarci – tutto ovviamente tra una risata e l’altra- posso dire di essere soddisfatta del risultato.
Marie indossa un semplice tubino nero, una borsetta color verde acqua e scarpe del medesimo colore; i capelli le sono raccolti in un elegante chignon.
Paola indossa un vestito mono-spalla blu elettrico con delle  magnifiche scarpe color oro e i capelli, essendo corti li ha semplicemente stirati.
Infine, io indosso il famoso vestito coloro oro senza spalline, décolleté nere e ho trasformato, grazie all'aiuto di Marie, i miei capelli da liscissimi a pieni di boccoli.
Una volta raggiunti i ragazzi al piano di sotto, ci guardano con occhi luccicanti, e sussurrano alle proprie ragazze quanto sono bellissime senza però non fare i complimenti anche a me.
Dopo aver salutato i genitori di Marie raggiungiamo la macchina di Salvatore – di certo non possiamo raggiungere il locale a piedi, dato che noi ragazze abbiamo i tacchi – e ci incamminiamo verso il locale.
Una volta arrivati, notiamo che gran parte degli invitati è già arrivata e sono in pista a scatenarsi. Prima di precipitarci anche noi in pista però, notiamo Federica ballare con Daniele, un nostro ex compagno di classe, in modo…ambiguo.
“Avrà litigato con Simone e lo vuole far ingelosire” dico io un po’ triste per loro
“No, ci siamo lasciati” mi corregge Simone, che è appena arrivato
“Cosa? Perché? “ chiedo io shoccata
“Perché ho scoperto che mi tradisce…da circa tre mesi con Daniele” mi dice amareggiato
“Ma…sei sicuro?” chiede Paola stranita
“Già. Me l’ha detto ieri ‘Senti, ormai mi hai stancato, sappi che io mi vedo con Daniele da tre mesi, domani puoi anche non scomodarti a venire’ ti rendi conto? Mi ha scaricato manco fossi un calzino vecchio. ”
“E sei venuto comunque? Non soffri nel vederla?” gli chiedo dispiaciuta per lui
“Beh, in effetti si...ma non posso permetterle di distruggermi più di quanto non abbia fatto già”
“Mi ricorda qualcuno” dice Marie guardandomi
“A te che è successo? “ mi chiede allora Simone curioso
“Solito..” rispondo io mesta
“Ho capito… Alex” dice lui comprensivo
“Cosa ho fatto?” chiede il diretto interessato
“Niente, niente… Noi andiamo a ballare…a dopo bellezze” ci salutano le due coppiette
“A dopo” saluto io, dopodiché mi giro verso Simone “ Rimaniamo solo io e te!” gli dico sorridendo “andiamo anche noi a ballare?”
“Hey, ci sono anch'io…” mi fa notare un Alex offeso
*Come se non lo sapessi* penso, mentre continuo ad ignorarlo. Stasera è anche più bello del solito: jeans scuri, camicia nera leggermente sbottonata e i capelli accuratamente spettinati, per dargli un'aria da divo - e funziona! - ma ho detto ‘Niente Alex per oggi’ e intendo mantenere la promessa.
“Ma certo madama” mi dice Simone, porgendomi  la mano
“Messere” e detto ciò ci dirigiamo verso la pista – il più lontano possibile da Federica e Daniele-  vicino ai nostri amici, ignorando completamente i lamenti di Alex dietro di noi.
 

“Si può sapere perché ce l’hai tanto con me? Ti ho già chiesto scusa tante volte, mi pare!” mi urla Alex per superare il baccano della musica.
Per tutta risposta gli volto le spalle, mi avvicino a Riccardo, un altro nostro ex compagno di classe,  e inizio a ballare con lui.
“E smettila di ignorarmi!” continua a lamentarsi Alex, raggiungendomi nuovamente
“Cavolo! Per due ore hai capito che dovevi girare a largo, perché diavolo ora sei tornato a rompermi le scatole?” gli urlo infuriata, facendo girare molte persone intorno a noi
“Andiamo da un altra parte a parlare? Per favore!” mi chiede, calmandosi improvvisamente
“Ma neanche morta” e detto ciò mi volto e torno a ballare con Ric.
Ma tempo neanche 2 minuti che mi sento afferrare per la vita e posta come un sacco di patate sulle spalle di quel troglodita che non può essere altri se non Alex, mentre io intanto cerco di coprirmi, dato che in quella posizione il mio vestito mi si è alzato di molti centimetri.
Una volta usciti dal locale, dove finalmente la musica è meno assordante, decide di lasciarmi.
Inizialmente tento di tornare dentro ma lui mi afferra per un braccio e mi si para davanti, così mi arrendo e mi siedo su una specie di panchina poco distante da lì.
Dopo qualche minuto di silenzio, finalmente inizia a parlare, ma non è arrabbiato come negli ultimi 5 giorni, adesso ha un tono pacato e basso.
“Mi dispiace. Ok? Ho capito perché sei così arrabbiata con me. Non è solo per l’altro giorno, vero?” mi chiede, ma prima che io possa rispondere continua “ E’ per quello che è successo tanto tempo fa. Per come ti ho trattata al secondo anno, come se fossi una stupida come tutte le altre. E’ ancora per questo che sei arrabbiata con me vero?”
“S-Si..” sussurro io con voce tremante. E’ sempre doloroso ricordarlo.
“Senti…” inizia, sedendosi accanto a me e prendendo le mie mani nelle sue “So che sono stato uno stronzo, so che cercare di portarti a letto e chiamarti bambina perché mi hai rifiutato è stata… probabilmente la cosa più crudele che io abbia mai fatto…ma ti prego di credermi quando ti dico che da quel giorno sono cambiato… Sono pentito di quello che ti ho fatto, ho ferito una ragazza davvero dolce e soprattutto ho perso una cara amica per una stupidissima scommessa che…”
“Scommessa?” chiedo io incredula
“Cavolo, questo non dovevo dirlo…Ma dato che ci siamo.  Vedi, io …a quel tempo, per inserirmi, frequentavo… ‘cattive’ amicizie… ma accettavo tutto ciò che dicevano pur di non essere emarginato… e un giorno, quando mi dissero di “sedurti”, ho accettato, credendo – stupidamente- che ciò non ti avrebbe fatto soffrire…. Mi.. mi dispiace”
“E’… è tanto evidente che sono arrabbiata per questo?” chiedo io alla fine del suo discorso
*Ma tra tante domande e offese proprio questo dovevo dire?*
“Per uno che ti conosceva… conosce come me, si” dice lui
“Credi davvero di conoscermi così bene?”  gli chiedo scettica
“Beh, diciamo che so...quanto basta per definirmi un tuo ‘caro amico’… ovviamente se sei intenzionata a perdonarmi” mi dice, con il suo solito sguardo da cucciolo.
“Forse…forse potrei prendere in considerazione l’idea di perdonarti… un po’ alla volta” gli dico io, addolcita dal suo sguardo
*Cavolo, prima o poi riuscirà anche a convincermi a donare un rene con quei cavolo di occhi* mi rimprovero io
“Bene, per oggi mi basta” dice, avvicinandomisi  e baciandomi una guancia.
“Ehm, Ellie, dobbiamo andare…” mi dice Paola interrompendoci
“Vengo subito” e detto ciò mi alzo dalla panchina e dopo aver dato un’ultima occhiata ad Alex raggiungo la mia amica.

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Capitolo 9
*** Chi è quest'amica misteriosa? ***


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Capitolo 9: Chi è quest’amica misteriosa?

 "Ragazziii, buone notizie" ci informa l'uragano Callie entrando in classe
"Dicci tutto, baby" le rispondo io con un sorriso
"I miei hanno detto che quest'anno possiamo andare tutti nella mia casa in montagna per le vacanze di Natale" ci avverte entusiasta
"Fantastico, chi siamo?" chiede Paola, sedendosi accanto a noi
"Chi siamo per fare cosa?" si intromette Alessandro, che è appena entrato in classe. 
"Per le ferie natalizie siete tutti invitati nella mia casa in montagna" gli risponde Callie gentile, poi continua "Ellie, ci pensi tu ad avvertire Marie?"
"Certo, non preoccuparti"
"Ragazzi ma... Con Federica e Simone che si fa?" chiede Paola improvvisamente
"Invito entrambi, se non vogliono vedersi poi si mettano d'accordo e uno dei due non viene"
"E Daniele?" chiede ancora Paola
"Ovvio che non lo invitiamo... Coloro che fanno soffrire i miei amici non meritano di venire a casa mia" e detto ciò ci dirigiamo tutti ai nostri posti dato che è arrivato il professore.
 
"Pssss, Ellie" mi sussurra alla 3 ora il mio carissimo compagno di banco
"Cosa vuoi?" gli chiedo scocciata, poiché mi ha interrotto mentre coloravo il mio disegno per arte
"Oggi cos'hai da fare?" continua lui allegramente, incurante del mio tono scocciato
"Non saprei, perché?" chiedo, mentre torno a dedicarmi al mio disegno
"Ti va di accompagnarmi al centro commerciale?"
"Perché?" chiedo incuriosita, alzando un sopracciglio
"Devo comprare un regalo e ho bisogno di un parere femminile" 
"Non puoi chiedere a qualcun altro?"
"No" risponde lui secco 
"Bianchi, Amoroso... Chetatevi e fate quel benedetto disegno" ci intima il prof.
"Si prof" rispondiamo in coro noi
"Ti vengo a prendere verso le 17, non accetto no come risposta" mi dice infine prima di dedicarsi al suo disegno.
 
"Tesoro, è per te... È un certo Alessandro" mi chiama mia madre dal piano inferiore, così prendo la borsa e mi precipito al piano inferiore.
"Chi è Alessandro?" mi chiede mio padre preoccupato quando mi vede scendere le scale "Non sarà mica il tuo ragazzo, vero?"
"Ma no papà, Alex è solo un mio compagno di classe...quello che mi fa ripetizioni, ricordi?" gli rispondo, diventando tutta rossa
"Oh, a certo...il figlio dell'ingegnare Bianchi, va bene. Allora vai pure " e detto ciò si dilegua nell'altra stanza.
Una volta uscita lo vedo appoggiato alla sua moto con un casco in mano che mi fissa con il suo solito sguardo che riesce sempre a farmi sciogliere.
Dopo un piccolo black-out cerebrale, mi risveglio e mi avvicino a lui, che vedendomi arrivare si allontana dalla moto e mi viene incontro.
"Ciao pulce, pronta ad andare?" mi chiede porgendomi il casco
"Certo" gli rispondo io cercando di allacciarmi il casco con pessimi risultati. Vedendo questa scena pietosa mi blocca le mani e mi aiuta ad allacciare il casco. 
"Ecco fatto piccoletta... Ora andiamo" e detto ciò mi afferra per la mano mi trascina fino alla moto.
"Per chi è questo regalo?" gli chiedo una volta arrivati al parcheggio
"Un'amica" risponde lui vago, incamminandosi verso l’entrata del centro commerciale.
"Quello l'avevo capito, ma se magari mi dici un nome e se la conosco posso rendermi utile" rispondo io ovvia, accelerando il passo per raggiungerlo.
"E' un segreto... Entriamo qui" mi intima a seguirlo in un negozio di abbigliamento.
"Ma se non so chi è come faccio ad aiutarti?" insisto
"Ci riuscirai non ti preoccupare, ora sta zitta e dimmi se in questo negozio ti piace qualcosa"
Dopo una rapida occhiata però gli rispondo che quel negozio non mi piace, così ci dirigiamo fuori dal negozio. Dopo vari negozi in cui o a me o a lui non piaceva qualcosa, finalmente arriviamo in una piccola gioielleria, dove vengo conquistata da collana con un piccolo ciondolo a forma di coniglietto. La collana deve essere piaciuta anche ad Alex, dato che, senza che io gli dicessi quanto mi piaceva, l'ha comprata alla sua amica. *Beata lei* penso mentre usciamo dal negozio.
"Che ne dici di un gelato?" mi chiede improvvisamente Alex, fermandosi davanti ad una gelateria.
"Con questo freddo?" chiedo io incerta
"Oh, non ti lamentare.." dice infine, prima di trascinarmi nella gelateria.
Dopo una lunga lotta, poiché lui insisteva nel voler offrire, riesco a convincerlo nel non farlo e mangio trionfante il mio gelato stracciatella e nocciola.

"Eccoci qua" dice Alex una volta arrivati vicino casa mia
"Insomma.. non vuoi proprio dirmi per chi è la collana?" chiedo per l'ultima volta
"E va bene... Dato che insisti tanto, te lo dico" accetta lui "Ma prima voltati"
"Cosa? E perché?" gli chiedo confusa
"Se vuoi saperlo girati e zitta!" mi ordina lui
"Non è che te e scappi?" dico mentre m giro come mi ha intimato
"Baby, io non scappo mai" mi dice.
Provo a girarmi e rispondergli, ma mi precede, parandosi alle mie spalle e facendomi ricadere sul collo la collana che ha comprato poco prima.
"Ma che...?" provo a chiedergli, mentre mi giro per guardarlo in faccia
"Volevi che mi facessi perdonare per ciò che ho fatto? Bene, questo è un inizio " mi sussurra dolcemente
*Se non mi viene un infarto ora non lo avrò mai più*
"G-grazie... Non dovevi... È.. È bellissima" dico balbettando lievemente
"Sono contento ti piaccia" e detto ciò mi lascia una lieve carezza sulla guancia sinistra, per poi riavvicinarsi alla sua moto
"Buona notte piccoletta" e senza neanche aspettare un mia risposta accende il motore e sparisce dalla mia vista.
*Ma perché deve essere così dannatamente perfetto?* penso prima di rientrare in casa.

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Capitolo 10
*** Che mondo sarebbe senza... gli amici? ***


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Capitolo 10: Che mondo sarebbe senza… gli amici?
 
“Evvai! Ho preso sei!! Sono un genio!” esulto io euforica guardando il voto in bella mostra sul mio compito di latino.
Pensavo di non riuscire mai a giungere a questo giorno!
“Visto? Sono un bravo maestro io!” si pavoneggia Alex
E pensare che sembra più felice per il mio scarso sei che per il suo 7  e mezzo.
“Eggià” gli do semplicemente ragione io, mentre mi sporgo dal suo lato di banco per abbracciarlo.
“Wow, piccoletta. Quanta dolcezza! “ mi prende un po’ in giro lui, ma dopo pochi secondi ricambia il mio abbraccio.
“Hey, per una volta che sono affettuosa approfitta” gli rispondo io facendogli una linguaccia prima di staccarmi da lui
“Elena, mi hai davvero stupita “ mi interpella improvvisamente la prof, una volta finito di consegnare tutti i compiti “ dall'ultimo compito si vede che ti sei impegnata molto, per questo ti ho voluta premiare, nonostante ci siano ancora alcuni errori.”
“Grazie prof.” dico semplicemente io, senza mai smettere di sorridere
*La giornata è cominciata proprio bene!*
Dopo aver corretto gli esercizi che erano per casa e dopo aver interrogato, finisce l’ora. Dopo due ore intense di matematica e fisica, finalmente arriva l’ultima, tanto agognata ora. Prossimo professore: Rossetti. Educazione fisica.
Dopo aver preso le nostre borse, ci dirigiamo in palestra, dove il sadico del nostro prof ci costringe a correre per mezz'ora di fila intorno a tutto il campo, senza mai fermarci.
Per fortuna però, oggi il prof ci grazia, e dopo appena 10 minuti di corsa ci concede di passare la restante parte del tempo a fare ciò che vogliamo.
Come nostro solito, io e Paola iniziamo a passeggiare intorno al campo – dove poco prima abbiamo corso- e parliamo del più e del meno.
“Ellie, oggi mi puoi accompagnare al centro commerciale? Devo comprare un regalo per Salvatore e non voglio andarci da sola” mi chiede lei, all'improvviso
“Obviously mia cara” le rispondo sorridendo, ma lei non ricambia il mio sorriso poiché le vedo assumere una faccia preoccupata.
Sento che sta per dirmi qualcosa, ma prima ancora che riesca a dire o a fare qualsiasi cosa, sento una forte dolore dietro la nuca, qualcosa mi ha colpito.
“Elenaaaa! Scusami! “  mi dice un Simone più che preoccupato, segno che il dolore che sento è colpa sua “Non ti avevo proprio vista” continua a scusarsi lui, mentre intanto tutta la classe ci si è avvicinata per vedere cosa è successo.
“N-non ti preoccupare… è solo una pallonata… tra un po’ il dolore passa” gli dico, ma intanto sento la testa iniziare a girare e sono costretta ad aggrapparmi al braccio di Paola per non cadere.
“Amoroso, come ti senti?” mi chiede il prof preoccupato
“Prof, tutto bene.. sono un po’ di mal di testa…ma sta già passando” mento io, per non mettere nei guai il mio amico
“Va bene, fingo di crederti, per stavolta… però siediti su una sedia e non alzarti di lì finchè non ti sarà davvero passato il mal di testa” mi suggerisce accompagnandomi negli spogliatoi
Intanto, tutti gli altri sono tornati a ciò che stavano facendo prima, tranne Paola, Simone, Callie ed Alex, che seguono me e il prof.
“Ragazzi, la rimango a voi, se dovessi sentirti ancora male possiamo chiamare casa… o un’ambulanza” dice lui preoccupato
“Non si preoccupi prof… sto già meglio” e detto ciò sorrido per rassicurarlo.
Quando vuole il prof. Rossetti è davvero ansioso.
“Con tutte le pallonate che ho preso da quando sono nata, ormai ci è abituata” dice poi Callie, facendoci ridere tutti.
In effetti è proprio vero. Certe volte sono davvero un disastro ambulante.
“Va bene.. allora a dopo” ci saluta il prof, prima di tornare a guardare il resto della classe
“Scusamiiii, sarò il tuo schiavetto finchè non ti sarà passato tutto” mi dice Simone
“Simo, calmati! E’ vero che sono debole, ma non ho ancora bisogno di uno schiavo.. ahaha “ gli dico serena, in effetti mi sta già realmente passando il dolore
“Paola!! Puoi venire un attimo?” dice all'improvviso Federica, facendo capolino dalla porta dello spogliatoio.
“Si, aspetta un attimo” le risponde, dopodichè torna a rivolgersi a noi “ Torno subito. Ele, vedi di non farti venire niente!” e detto ciò sparisce dalla stanza insieme a Federica
“Simone..! “ chiamo improvvisamente il mio amico, che intanto mi si  posizionato alle spalle e cerca di farmi un massaggio sul collo, scoprendolo dal colletto del lupetto che indosso, facendo così vedere anche la mia collana.
“Bella collana Ellie, dove l’hai presa?” mi chiede la mia amica curiosa
In effetti da quando Alex me l’ha regalata non l’ha mai vista nessuno, dato che la indosso sempre sotto al giubbotto o a grandi maglioni.
Non so se ad Alex faccia piacere sapere che me l’ha regalata quindi lo guardo e, per fortuna, è lui a togliermi dai dubbi.
“Gliel'ho regalata io.” Risponde intatti al mio posto
“Oh...capito” risponde semplicemente Callie
Dopo poco Paola torna nella stanza con una faccia un po’ scocciata: aria di guai!
“Che è successo?” le chiedo
“Fede si è incazzata perché ho chiesto a te di accompagnarmi oggi e perché dice che non ho mai tempo per lei…”  si lamenta lei, con aria afflitta
“Che palle” dice a bassa voce Simone
“Già.. e quindi che si fa? Come sempre vince lei e ti accompagna lei oggi?” le chiedo, credendo di aver già capito dove volesse arrivare
“Si, vado io” mi risponde con aria vittoriosa Federica entrando nella stanza
“No, andiamo tutte e tre… “ corregge Paola
“Pà, vieni un attimo qua” le chiedo gentilmente di avvicinarsi a me
“Eccomi” mi dice, appena mi si è avvicinata
“Non ti preoccupare per me, puoi pure andare solo con lei, così io mi riposo un po’ oggi. Perché già so che mamma appena le dirò della pallonata ne farà una strage. “ Le sussurro
“Va bene..”
“Poi magari, stasera puoi venire da me, e se puoi rimani a dormire, tanto domani è rotazione. Che dici? “ le chiedo sorridendo
“Vaa bene”  detto ciò mi schiocca un bacio sulla guancia e si allontana da me, per dirigersi a prendere la cartella: la campanella è finalmente suonata, quindi anche questa giornata di scuola è finita!
“Ti accompagno a casa” mi dice improvvisamente Alex, mentre di dirigiamo in cortile.
“Oh, grazie “ gli dico semplicemente
In effetti mi gira ancora un po’ la testa, quindi non mi va di camminare.
 
 
“Ciccia, com'è andata oggi?” mi chiede Carlo dall'altra parte della cornetta.
E’ quasi una settimana che lui non viene a scuola perché ha la febbre, quindi ogni giorno – il pomeriggio- mi chiama per sapere com'è andata la giornata.
“Oh, niente di ché… ho preso sei al compito di latino, una pallonata in faccia e Simone mi si è offerto come schiavetto personale… le solite cose, insomma” gli dico scherzando
“Cavolo, sei ? C’è da festeggiare piccola!” mi dice lui ridendo, poi torna serio e continua “ come va la testa, ti fa male? “ mi chiede preoccupato
Sentendo la domanda mi sciolgo come neve al sole “ Il mio bellissimo migliore amico che si preoccupa per una mia misera pallonata piuttosto che della sua febbre a 40, ma quanto ti amo?” gli dico
Intanto, sento entrare nella mia stanza mia madre, che sentendomi pronunciare le ultime parole si preoccupa
“Tesoro… ma non è che sei fidanzata e non hai detto niente alla mamma?” mi chiede infatti, mentre si siede di fianco a me sul letto
“Mamma!! E’ Carlo” le spiego io ridendo
“Oh, menomale.. mi stavo già preoccupando” mi dice lei scherzando “ tesoro, ti è passato il mal di testa?”
“Mamma, si! Non ti preoccupare… sto benissimo!” le dico scocciata. Ormai è tutto il pomeriggio che viene in camera mia quasi ogni mezz'ora per chiedermi come mi sento
“Sono a casa!” sento dire da mio padre dal piano inferiore
“Ele, io e papà andiamo alla cena, ma vedo di tornare presto, ok?” mi dice, schioccandomi un bacio e dirigendosi verso la porta
“Mamma, ma guarda che tra un po’ viene Paola, non sto da solo, quindi andate e divertitevi, non pensate a me” le dico sorridendo, dopodiché la saluto e la vedo andare a prepararsi per uscire.
*La mia mamma, cosa farei senza di lei*
“Hey, sei ancora viva?” mi chiama Carlo
“Oh, si scusami, mi ero dimenticata di stare a telefono con te” gli rispondo
“Ingrata di una migliore amica…” mi risponde lui scherzando
“Oh, andiamo… ma se ti ho anche donato il mio cuore..” dico io ridendo
Un giorno di  molti anni fa, quando stavamo ancora alle elementari, ci promettemmo di essere migliori amici disegnando su due fogli un cuore e donandoceli a vicenda. Da allora non ci siamo mai più separati.
“Va bene, baby.. io ora vado a misurare la febbre sennò mamma mi uccide, a domani”
“Ok, piccoletto, a domani. Ma ricordati di inviarmi un messaggio con scritto quanto hai di febbre!”
“Ok, mammina. Ciao” e detto ciò attacchiamo.
 
“Non ce la faccio più!” mi dice Paola, una volta entrata la porta di casa mia
“Oh, ciao anche a te cara” la prendo in giro
“ Si scusami, ciao” inizia lei, sedendosi sul mio comodissimo letto “ Lei deve smetterla di arrabbiarsi per qualsiasi cazzata!”
“Federica?” chiedo io, anche se ho già capito che si riferisce a lei
“Si”
“Che è successo ora?” le chiedo, sedendomi accanto a lei
“ Si è arrabbiata perché lei oggi mi ha chiesto di passare anche la serata con me, ma io le ho detto che avevo già preso un impegno con te, e lei allora ha detto ‘E non posso venire pure io?’ e io le ho detto no, perché io devo rimanere a dormire e lei ha continuato, come stamattina, a dire che per lei non ci sono mai… Ma dimmi, quando mai le ho detto no?” mi dice con un tono tra il triste e l’arrabbiato
“Ma.. è impazzita? Vuole ricominciare con 'ste stupidate? “ le chiedo io arrabbiata “ Siamo state tutto l’anno scorso a litigare perché non trovavamo un accordo col fatto chi cavolo è la tua migliore amica etc… e ora lei vuole tornare a litigare?”
“Si…” mi dice Paola triste
“Hey, non ti preoccupare… facciamo così, ora non ci pensare… adesso divertiamoci, abbiamo la casa libera quindi guardiamo qualche film, mangiamo quello che vogliamo o facciamo quello che vuoi. Domani mattina la facciamo venire qui e chiariamo una volta per tutte ok?” le dico decisa
Ma prima che lei possa rispondermi sento suonare il campanello di casa
 Appena apro la porta per poco non mi viene un infarto.
Alex, Simone, Federica, Salvatore e Callie sono tutti fuori al portone e, non ho neanche il tempo di salutarli, che si fiondano in casa mia.
“Vi posso parlare?” chiede Federica a me e a Paola
Noi non rispondiamo, ma ci limitiamo a seguirla nel soggiorno, mentre in cucina ci sono gli altri, intendi a cucinare sei saltimbocca.
“Vi chiedo scusa!” dice improvvisamente Federica, dopo qualche minuto i silenzio “ Sono stata stronza, perché.. ho litigato con Daniele e pensavo –stupidamente- che sfogandomi con voi sarebbe tornato tutto a posto, ma mi sbagliavo, vi chiedo scusa… “dice, all'apparenza sinceramente dispiaciuta
“Prometti di non farlo mai più?” chiede Paola
“Prometto, pace?”
“Ovvio” rispondiamo io e Paola in coro mentre ci avviciniamo a lei per abbracciarla
Dopodiché torniamo dagli altri in cucina e passiamo con loro la serata.
Si può anche litigare tutti i giorni, ma…che mondo sarebbe senza gli amici?
 
 
 

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Capitolo 11
*** A smile is a smile! ***


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Capitolo 11: A smile is a smile!
 
“Ti pregoo!” dico io con una voca da bambina e il labbro inferiore all’infuori
“Elena, smettila di fare la bambina!” mi rimprovera mio padre con voce perentoria
“Ma papi, pensaci… se io il 26 vado in montagna con tutti gli altri tu e la mamma potrete passare un po’ di tempo insieme... e poi, non avresti – cosa molto importante- l’infelicità della tua povera figlioletta sulla coscienza
“Dai Pietro, accontentala!” mi dà manforte mia madre
“Ma.. chi sarete?” chiede mio padre con ancora un finto tono ostile, ma in realtà sta già per cedere
“I soliti… io, Simone, Alex, Carlo, Marie, Paola, Salvatore, Fede e ovviamente Callie” gli elenco io sicura
“Va bene, però parti il 26 e torni il 1°, siamo intesi?”
“Grazie papiiiiiiiiii, ti voglio bene” e dopo averlo ringraziato con un grande abbraccio e tanti baci sulle guance mi dirigo al piano superiore con mia madre per preparare la valigia.
La stessa sera, invio un messaggio a tutti i miei amici per informarli che anche io posso andare, ma purtroppo Federica, Simone e Marie hanno dovuto disdire perché non sono stati fortunati quanto me e i loro genitori li hanno costretti a passare le vacanze con loro.
Promemoria: Non dovrò mai più lamentarmi dei miei bellissimi genitori!
 
 
“Si parte! Siamo tutti pronti? “ ci chiede un fin troppo entusiasta Alessandro
“Come mai così felice?” gli chiede Salvatore, curioso quanto me del suo comportamento
“Oh, niente… mi piace la montagna” risponde lui vago
“Ma se l’anno scorso in gita hai detto che la odiavi!” interviene Carlo
“Ho cambiato idea, ok?” risponde Alex un po’ alterato.
Meglio non continuare altrimenti da euforico diventa arrabbiato.
“Va bene, ragazzi.  Se per caso avete finito con questo interrogatorio possiamo anche partire, che ne dite?” li interrompe, per fortuna, Callie.
“Buona idea!!” le rispondo subito io, spingendo tutti all'interno della grande auto dei genitori di Callie
“Ma, ci entriamo in auto?” chiede Paola, notando che noi siamo in sei
“Oh, si.. dato che gli altri non sono venuti, mi padre si è offerto di accompagnarci con il suo furgoncino” spiega Callie, mentre entriamo in auto, dopodiché partiamo.
Dopo quasi due ore di viaggio, raggiungiamo la piccola villetta di Callie. Suo padre ci accompagna fin dentro l’abitazione per controllare se abbiamo bisogno di qualcosa, dopodiché ci saluta e torna in città.
Non appena siamo soli, dopo una piccola perlustrazione della casa ci riuniamo nel salotto per decidere la disposizione delle camere.
“Bene, signori, io Elena e Paola, ovviamente dormiremo insieme nella matrimoniale, poi Simone e Alex nella camera per gli ospito al primo piano e Carlo e Salvatore nella camera al piano terra… problemi?”
Ovviamente noi non ci opponiamo al suo volere e ci dirigiamo subito nella nostra rispettiva stanza per disfare le valige.
Dopo qualche ora ci raduniamo nuovamente in cucina per preparare il pranzo – noi ragazze – e apparecchiare – i ragazzi.
Solo nel pomeriggio, decidiamo di uscire dalla villetta per andare a sciare un po’, dato che nelle vicinanze c’è una pista apposita.
Io me la sono sempre cavata abbastanza egregiamente con gli scii, ma stavolta – forse perché non scio da molto tempo ormai – cado rovinosamente e vado a sbattere contro qualcuno.
“Scusami!” gli chiedo subito, prima ancora di alzarmi o di aver guardato in faccia lo sconosciuto.
“Non ti preoccupare” mi dice una voce a me sconosciuta
*Cavolo! Tra tutti i miei amici su cui potevo cadere, proprio su uno sconosciuto dovevo cadere??* mi chiedo, mentre afferro la mano che lui mi ha gentilmente offerto e mi alzo
“Piacere, Luca!” mi dice lo sconosciuto, senza lasciare la mia mano
“P-Piacere, Elena!” dico io
*Mi correggo! Tra tutti i miei amici su cui potevo cadere, proprio su uno sconosciuto così figo dovevo cadere?*
“Ellie, come va?” mi chiedono Carlo e gli altri, raggiungendomi
“Bene.. “ dico flebilmente
“Luca!! Che fine hai fatto?” sento urlare una voce, che man mano si sta avvicinando
“Sono qua Giorgio!” risponde lui, senza però allontanarsi da me
“Oh, finalmente!” esclama l’altro – tale Giorgio-, dopodiché si guarda in giro e spalanca gli occhi “ Ciao Calliope!” dice avvicinandosi alla ragazza
“Ciao Giò” risponde lei fredda
“ Vi conoscete?” chiede Alex confuso
“Si..  si può dire da quando siamo nati, vero Pippi? “ risponde il ragazzo, avvicinandosi ancora di più a Callie e tentando di abbracciarla, ma lei si scansa e risponde ad Alex
“Purtroppo il deficiente ha ragione.. lo sopporto da quando sono nata… ma la domanda è, che ci fate qui?” chiede stranita a Giorgio
“Ma come, Pippi, non ti ricordi? Qualche anno fa i miei genitori hanno comprato una villetta qui vicino.. vicino alla tua! Oh andiamo.. non puoi non ricordarlo, così mi ferisci!” le risponde lui, ma più che ferito sembra divertito, dato che continua a sorridere
“Innanzitutto, smettila di chiamarmi Pippi… e comunque, si che mi ricordo di quella cavolo di villetta. Anzi, perché non mi fai un favore e ti ci vai a rinchiudere fino al… primo Gennaio? “ chiede Callie arrabbiata, ma prima ancora che lui possa aprir bocca, lei gli volta le spalle e si incammina verso la  sua villetta, non prima però di aver detto a noi altri  “Ragazzi, io vado. Quando volete venite anche voi. Luca, è stato un piacere conoscerti.. ciao”
 
 
Qualche ora dopo stavamo tutti tornando alla villetta di Callie.
Dopo aver mandato i ragazzi a cucinare – ogni tanto devono pur fare qualcosa- io e Paola abbiamo raggiunto Callie in camera e le abbiamo chiesto spiegazioni. Ma l’unica cosa che è riuscita a dirci è
“ lui è stato il mio primo amore”. Infatti, non ha potuto continuare il suo discorso poiché è stata interrotta dal suono del campanello e dall'annuncio di due persone a noi ormai note : Luca e Giorgio.
“Che ci fate qui?” gli chiede lei infuriata, appena scendiamo al piano terra
“Chiedo venia… e, ospitalità!” dice mesto Giorgio
“Cosa?! E cosa ti fa pensare che io ti ospiterei qui?  E soprattutto a quale scopo, quello di rovinarmi anche le vacanze natalizie?” gli chiede esasperata
“Beh, ecco vedi…” inizia Giorgio titubante, ma forse è talmente intimorito dal tono usato da Callie che non riesce a terminare la frase
“La casa di Giò si è allagata!” interviene quindi Luca
“Com è successo?” chiedo io scettica
“ Questo cretino… “ inizia a spiegare Luca
“Hey” si lamenta l’altro, infastidito
“Taci! Dicevo.. questo grande cretino, ha dimenticato l’acqua della doccia accesa e si è allagato tutto…”
“Certo che… non cambierai mai” dice Callie esausta “ ma non sia mai che si dica che io nego ospitalità a qualche bisognoso, quindi per stasera, e finché il problema persiste, starete qui…”
“Ma… dove si sistemano?” chiede Alex, con tono quasi infastidito
“In soggiorno c’è un divano- letto, andrà più che bene..” dice Callie infine, prima di ritirarsi nuovamente in camera, annunciandoci però prima  che lei  non avrebbe cenato.
“Appena finito di cenare, parliamo con lei” mimo a Paola, mentre ci dirigiamo con tutti gli altri in cucina.
Durante il poco tempo che passiamo con loro, Luca e Giorgio sembrano dei ragazzi davvero simpatici, soprattutto Luca, che per tutta la durata della cena non ha fatto altro che parlare con me,  e farmi domande su domande.
Intanto io di lui ho scoperto , oltre alle cose ovvie – è alto, biondo, occhi verdi e fisico abbastanza muscoloso - , che gioca a calcio insieme a Giorgio e frequentano  entrambi il quinto  liceo scientifico.
“ Senti, Elena.. posso farti una domanda un po’ più, privata?” mi chiede improvvisamente, mentre ci aiuta a sparecchiare
“Non è quello che stai facendo da un’ora? “ scherzo io “ Non dai… spara!”
“Tu sei fidanzata?” mi chiede a bruciapelo, tanto che rimango un po’ interdetta.
“Ehm...no” gli rispondo, cercando di sembrare il più calma possibile “ perché?”
“Oh bene, perché mi piacerebbe conoscerti un po’ meglio..” mi risponde lui ammiccando
Ora davvero devo avere una faccia buffissima, tra l’interdetto e la stupidità.
Ammetto di averci pensato che volesse provarci con me – soprattutto dato che non mi ha tolto gli occhi di dosso da quando è entrato in casa- ma davvero non credevo possibile potesse essere vero.
“Beh…ehm…mi, mi piacerebbe” dico io balbettando appena
*Mio dio sembro ridicola. *
Ad evitarmi ulteriore imbarazzo, per fortuna, ci pensa Paola che mi chiama per andare a parlare con la nostra amica. Così, dopo un breve saluto, sparisco dalla sua visuale e raggiungo le mie amiche in camera.
“Ora dicci subito cosa significa ‘ è stato il mio primo amore’ “ dico perentoria a Callie, mentre lei si alza dal grande letto sul quale era sdraiata poco prima
“Semplice… stavamo insieme, per poco tempo, mi sono innamorata di lui, ma poi… lui si è trasferito per un breve periodo fuori città e noi non eravamo pronti per un rapporto a distanza…così è finita” dice con gli occhi lucidi
“Tesoro...ma perché non ce l’hai mai detto?  “ le chiede Paola dolce, mentre l’abbraccia
“Perché pensavo che… se non ne parlavo, me ne sarei completamente dimenticata…ma non è così…ogni volta che lo vedo, anche solo di sfuggita… mi ritorna in mente quanto sia stato bello stare con lui, quanto lo amo, quanto mi manca…” dice, mentre lacrime salate le rigano il volto
“Calli. Ascoltami. Tu sarai felice di nuovo, ok? Con o senza Giorgio... ” e detto ciò mi unisco al loro abbraccio
“E noi ti aiuteremo ad esserlo” e detto ciò , Paola inizia a farle il solletico, seguita dopo poco da me.
Così , tra le risate e le suppliche di smetterla, riusciamo a stapparle un sorriso. Forse solo per poco, ma almeno è un sorriso.

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Capitolo 12
*** We need to talk! ***


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Capitolo 12: We need to talk!
 
“Ragazzi! Noi andiamo al bar qui vicino… a dopo! “ Annuncio ai miei amici, appena arriviamo alla pista da scii
“Ma come? Non venite a sciare con noi?” mi chiede Salvatore
“Nono, per oggi passiamo… dopo la figuraccia di ieri!” dico io scherzando, mentre con Luca mi incammino verso il bar.
Quella stessa mattina, mentre uscivamo tutti di casa, infatti, Luca mi ha affiancata e mi ha chiesto se mi andava di passare la mattinata con lui. Così ho accettato.  Ed ora sono qui con lui a prendere una bella cioccolata calda mentre parliamo senza alcun imbarazzo, come fossimo due amici di vecchia data. Oddio, proprio amici no, dato che, da quando siamo arrivati, non mi toglie gli occhi di dosso come se volesse mangiarmi. Inizialmente pensavo di aver frainteso, poiché non fa nulla di male, se non guardarmi intensamente; quando poi ho finalmente accantonato la mia malsana idea, mi si avvicina pericolosamente al volto.
*Mio Dio! E ora che faccio?!*
Per fortuna, non c’è bisogno che io trova i pro e i contro della faccenda, poiché veniamo interrotti da una voce a noi molto familiare.
“Ciao belli” ci saluta Carlo, prendendo posto accanto a noi sorridendo
Insieme a lui c'è Alessandro, che però si limita a sedersi silenziosamente
Infastidito per l’interruzione, Luca si allontana da me e torna a sorseggiare la sua cioccolata, borbottando qualcosa di incomprensibile.
“C-ciao ragazzi… che ci fate qui?” chiedo io confusa dal loro arrivo
“Scusate per l’interruzione..” grugnisce Alex con una faccia sofferente
“Il genio qui” dice Carlo, indicando il ragazzo che gli siede accanto “ è caduto, slogandosi la caviglia, così siamo venuti qui per non fargliela sforzare”
“Poverino” dico io guardandolo dolcemente
“E gli altri?” ci interrompe Luca
“Siamo quii..” gli risponde Giorgio, mentre lui e gli altri entrano anch'essi nel bar
“Oggi non è proprio giornata per sciare.. c’è un vento troppo forte…” ci spiega Salvatore, raggiungendoci
“Okkey, direi che è ora di tornare a casa…” annuncio mentre mi alzo dalla mia sedia e mi avvicino ad Alex, che fatica a reggersi in piedi
“Vuoi una mano?” gli chiedo dolce
“Non ce la fai..” mi dice semplicemente lui senza guardarmi
“Sciocchezze!” e detto ciò mi metto alla sua destra e cerco di sorreggerlo
Cavolo, certo che pesa proprio tanto!
Ma essendo io molto orgogliosa non mi lamento e mi incammino verso la porta.
Per fortuna, dopo pochissimo ci affianca Carlo, che si posiziona alla sinistra di Alessandro.
“Hey, mi sono solo storto la caviglia, non ho perso le gambe!” si lamenta quest’ultimo, senza però allontanarsi da noi, dato che altrimenti sarebbe caduto rovinosamente a terra
 Una volta arrivati in casa, lo accompagniamo in camera sua e degli altri ragazzi, e lo facciamo stendere sul letto.
“Dai qui la caviglia!” gli ordino io, di ritorno dal bagno, dove la famiglia di Callie – per fortuna- tiene una scatola piena di creme, garze e medicinali vari.
Lui, senza obiettare, mi lascia stendere la crema e poi le garze. Dopo qualche minuto lo vedo chiudere gli occhi, forse per il dolore e rimango incantata dalla sua visuale.
La mascella un po’ contratta per il dolore alla caviglia, gli occhi chiusi e i capelli un po’ arruffati… è sempre bellissimo.
Assorta da questi pensieri, non mi accorgo che lui ha riaperto gli occhi e ora mi sta guardando.
Rimaniamo a guardarci negli occhi per chissà quanto tempo, finchè non arriva Carlo in camera ad avvertirci che il pranzo è pronto.
Così, dopo aver finito di fasciargli  la caviglia, aiutiamo Alex a scendere le scale e raggiungiamo la cucina, dove troviamo  Callie e Giorgio litigare, mentre Luca, Sasi e Paola cercano di calmarli.
“Io ti amavo, okkey? Quindi smettila di chiamarmi puttana, perché IO non ti ho mai tradito!!” urla Callie, quasi con le lacrime agli occhi
“Oh, si certo.. e allora Claudia mi ha detto una cazzata?! Perché non dovrei credere alla mia amica e invece a te si?” le risponde lui, con tono acido
“Beh, forse perché IO ero la tua RAGAZZA, e lei è una poco di buono che ha sempre e solo voluto PORTARTI A LETTO!!” ormai le lacrime le rigano il volto
All'ultima affermazione Giorgio non risponde e io ne approfitto per avvicinarmi a Paola e chiederle informazioni, che lei subito mi fornisce
“Stavamo tutti cucinando tranquillamente, finché non hanno iniziato a litigare. Prima per un motivo stupido – lui ha rovesciato non so cosa- e ora sono arrivati a questo..” mi sussurra
“Prima o poi avrebbero dovuto parlare di ciò che è accaduto tra loro..”
Nel frattempo, dato che Giorgio, non dava più segni di vita, Callie, credendo di aver fatto centro, si accascia a terra, senza più trattenere le lacrime.
Nessuno di noi sa cosa fare,: i ragazzi sono rimasti immobili a guardare la scena, mentre noi ragazze ci avviciniamo a Callie e la abbracciamo… Dopo interminabili minuti di silenzio, rotti solo dal singhiozzare di Callie, finalmente Giorgio si decide a fare la sua mossa. Dopo aver fatto segno a me e Paola di allontanarci, si abbassa anche lui all'altezza di Callie e le alza il volto, dopodichè le asciuga, per quanto possibile, le lacrime e infine inizia a parlare, guardandola negli occhi, per dimostrarle la sua sincerità
“ Hai ragione! Lei ci ha provato con me.. ha provato a portarmi a letto” e qui, un altro singhiozzo
“N-non dirlo… ti prego” dice flebilmente Callie, ma lui non le da ascolto
“E hai anche ragione sul fatto che io sia un coglione.. perché… lo sono stato!” altre lacrime si affacciano sul volto di Callie, ma lui  è più veloce e le asciuga, per poi continuare “Ma non ti ho tradita. Stavo per farlo, e se ci ripenso mi prenderei a pugno…Ma poi non l’ho fatto. Ho pensato a te, alla mia piccola rossa, che mi avrebbe uccisa se lo avessi fatto e poi dopo avresti sofferto di tutto.. e io non volevo farti soffrire… perché ti amavo, anzi…ti AMO”
Callie però, nonostante la dichiarazione da parte di Giorgio – che ormai non sembra più questo gran stronzo- non gli risponde, ma continua a guardare il vuoto.
Solo dopo chissà quanto tempo, Giorgio decide di scuoterla leggermente per le spalle e lei sembra ritornare tra noi, e con occhi smarriti gli chiede “Allora perché? Perché mi hai lasciata? … Perché mi tratti così male?” con un tono stavolta non più sofferto, ma quasi arrabbiato. Anzi, senza quasi.
“S-sai che io non sono bravo con i …rapporti a distanza, e poi c’è stata il tuo possibile tradimento… non volevo soffrire…mi dispiace” ammette
“E non pensi a quanto ho sofferto io?” continua Callie, ma stavolta sembra un po’ più calma
“Credimi…anche io ho sofferto standoti lontano… ogni giorno e.. se proprio devo essere sincero… Casa mia non è allagata, semplicemente volevo starti un po’ vicina” alzando lievemente lo sguardo e fissandolo in quello della ragazza, che si apre in un sorriso, a cui lui subito risponde sorridendo egli stesso
“Allora… mi perdoni?” chiede speranzoso
Speranza vana.
“Ennò carino… dovrai sudartelo il mio perdono! Però..”
“Però?” incalza lui
“Potrei prendere il considerazione l’ipotesi di perdonar-..” non riesce neanche a terminare la frase che lui l’abbraccia forte, quasi soffocandola e le sussurra “Non soffrirai mai più a causa mia… te lo prometto”
Quando finalmente la situazione si è tranquillizzata, Alex se ne esce con una delle sue solite perle.
“Bene! Adesso si mangia?”
Per fortuna siamo tutti di buon umore e invece di mandarlo a quel paese scoppiamo a ridere e ci dirigiamo verso il tavole, già apparecchiato: Anche noi stiamo morendo di fame!
 
 
 
Quello stesso pomeriggio Giorgio e Callie si sono messi sul divano a parlare di tutto ciò che si sono persi della vita dell’altro. Paola e Salvatore sono in soggiorno a guardare un film e io, Carlo, Alex e Luca stiamo in cucina a giocare a carte. Quando sto per vincere però, Luca si alza – prendendomi per un polso- e mi costringe ad alzarmi a mia volta. Dopodiché mi bacia, davanti agli occhi stupefatti di Carlo ed Alex, - ed anche i miei!
Una volta che si allontana da me, lo strascino via nell'altra stanza: Abbiamo bisogno di parlare!

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Capitolo 13
*** L'Amore...che grande fregatura! ***


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Capitolo 13: L'Amore... Che grande fregatura!


“No aspetta… mi sono persa, che diavolo è successo? “ chiede Callie, interrompendo il mio racconto.
“Il succo è che io ed Alex abbiamo discusso..” le spiego pacata.
“Ma perché?” insiste Callie, non capendo il comportamento del suddetto ragazzo
“Perché è un’idiota!” le dico io, mentre con la mente ripercorro per la cinquecentomilesima volta da quella mattina ciò che è accaduto la sera precedente.
 
 
“SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO TI E’ PRESO?” chiedo inferocita a Luca, una volta soli.
“Voleva fargli capire che non ti meritano!” risponde lui beffardo
“Ma che sei scemo?” insisto io “ Non hai nessun diritto di prendere e baciarmi. E poi, Dio mio, non ti conosco da neanche 2 giorni e già osi criticare i miei amici??”
“Loro sono di sicuro fuorché amici… quel Carlo non fa che abbracciarti e baciarti” inizia lui
“E’ ovvio che mi abbraccia e mi coccola, lo conosco da una vita, è come un fratello per me!”
“E Alessandro allora?” insiste lui “ non ti toglieva gli occhi di dosso, e non appena ti ho baciato mi ha guardato come se mi avesse voluto bruciare vivo!”
Per un attimo rimango interdetta dalla sua confessione, ma poi ci rifletto e, avendo lui frainteso anche il comportamento di Carl, può e sicuramente Ha frainteso anche i gesti di Alex.
Quindi continuo con la mia sfuriata.
“Oh, certo… e ora mi verrai a dire che anche Salvatore è innamorato di me?” gli chiedo prendendolo in giro, senza dargli il tempo di rispondermi “Senti… se prima mi piacevi almeno un po’, sappi che con questa stupidissima scenetta hai perso ogni minima chance che avevi con me, quindi.. non osare mai più avvicinarti a me!”
E detto ciò giro i tacchi e torno in cucina, dove trovo Alex e Carlo con ancora delle facce un po’ sconvolte, che però fingono indifferenza.
“Allora, continuiamo?” chiedo io, riprendendo le mie carte, che avevo lasciato poco prima sul tavolo
“Ellie… tutto bene? “ mi chiede Carlo con sguardo un po’ preoccupato
“Sisi, non ti preoccupare” gli rispondo sorridendo.
E in effetti è vero: non mi dispiace di aver troncato già da subito qualsiasi cosa stesse nascendo tra me e Luca, non solo perché lui mi sembra un ragazzo poco serio, ma soprattutto perché io sono ancora irrimediabilmente innamorata di Alex e non voglio illudere nessuno.
“E coso?” chiede Alex, apparentemente infastidito
“Non lo so e non mi interessa!”
 
Dopo aver stracciato a carte i due ragazzi, raggiungo gli altri all'ingresso della villetta, dove si sono riuniti tutti per salutare Giorgio e Luca, che hanno deciso di ritornare nella casa di Giorgio.
Mi  avvicino a loro per salutarli e quando saluto Luca, compio lo stupidissimo errore di abbracciarlo. Infatti, non appena mi stacco da lui, intenta ad avvicinarmi a Giò, lui mi blocca per un polso e approfitta di un mio attimo di confusione per lasciarmi un ultimo- tutt'altro che casto- bacio che io scanso quasi immediatamente. Il quasi è perché lui mi tiene ancora per il polso. Quando mi stacco da lui, pronta a stampargli le impronte delle mie dita sulla guancia destra, però vengo distratta dal rumore di una porta che sento sbattere , così lui ne approfitta ed esce frettolosamente di casa.
“Chi è andato di là?” chiedo a Paola,  una volta che gli ospiti hanno tolto le tende
“Alex.. prima stavano venendo lui e Carlo a salutare, ma quando ha visto che vi baciavate…”
“MI ha baciata” la correggo io
“Si, insomma.. quando ha visto che TI ha baciata, se ne è andato di sopra nella sua camera…” mi informa mentre io salgo subito al secondo piano per andare a parlargli e vedere cosa gli sia preso.
“Hey... è permesso?” gli chiedo, senza però aspettare un suo consenso ed entrando nella camera.
“Cosa vuoi?” mi chiede astioso
“Perché non sei venuto a salutare i ragazzi?” gli chiedo, mentre mi siedo sul bordo del letto, accanto a lui
“Ma io sono venuto... sei tu che non mi hai vista, sai com'è, eri troppo impegnata a limonare con il coso!” continua lui rabbioso
“Innanzitutto, è quel cretino che mi ha baciata… e inoltre, si può sapere che cavolo ti arrabbi a fare?” gli chiedo, innervosendomi a mia volta
“Io non sono arrabbiato” si giustifica lui, senza però cambiare tono di voce
*Si certo, e io sono Raperonzolo!* penso scocciata, mentre mi alzo dal letto e mi posiziono davanti a lui, costringendolo a guardarmi negli occhi.
“Adesso tu ti calmi e mi dici che cavolo hai!!” gli intimo
“Non ho nulla…e ora sparisci e non rompere le palle!” e detto ciò si alza e, sebbene ancora traballante, mi trascina verso la porta e mi chiude fuori dalla sua stanza.
 
 
“E’ permesso?” chiede Carlo, facendo capolino dalla porta
“Certo amore, entra!” gli intimo io, facendogli spazio di fianco a me, sul grande lettone matrimoniale
“Ancora niente con quel cocciuto?” lo interroga Callie
“Ho cercato di parlargli.. gli ho spiegato quello che è successo e gli ho chiesto perché diavolo si è arrabbiato con te, ma è testardo come un mulo e non mi vuole parlare…”
“Testardo lo ci sarai tu, idiota!” si difende Alex, entrando anche lui nella stanza e guardandolo con astio
“Vi lasciamo u po’ soli “ afferma Paola e in un batter d’occhio i nostri amici si dileguano.
“Cosa vuoi?” gli chiedo stizzita, una volta soli
Lui non mi risponde. Gironzola per la stanza – con ancora la caviglia dolorante – senza mai guardare nella mia direzione.
“Sei venuto per farmi arrabbiare ancora di più?” insisto io, e stavolta mi ascolta, dato che si volta per la prima volta da molti minuti a guardarmi e si siede vicino a me.
“Mi… dispiace” sussurra talmente a bassa voce che a stento capisco che ha detto qualcosa.
“Come scusa?” lo incoraggio io, per farglielo ripetere, stavolta in modo che si senta ciò che ha detto.
“Mi dispiace” scandisce lui, un po’ risentito poiché gliel'ho fatto ripetere
“Di cosa?” approfitto del suo momento di umiltà
“Di essermi comportato male, so che… non è…affar mio se COSO…”
“Si chiama Luca..” lo correggo io
“Se COSO” insiste lui “ ti bacia..” continua,  guardandomi intensamente
“Grazie… è tanto detto da te “ scherzo, per alleggerire il momento
“Non ho finito… Io SO che non è affar mio, però… non riesco a non…” si interrompe alla ricerca di un termine adatto  “Preoccuparmi per te!”
“P-perché ti preoccupi per me?” gli chiedo, sperando inconsciamente -  Ok, forse non proprio inconsciamente – che mi dica che lo fa perché anche io, anche se poco, gli piaccio.
“Perché… tu…” inizia lui e dentro di me sento mille tamburi suonare in attesa della sua confessione… che in effetti arriva “ Sei come una sorella per me! Si ecco, una sorellina… e non voglio che ti si avvicinino tipi come Luca…” mi dice sorridendo, mentre invece il sorriso che fino a poco prima illuminava il mio viso si è spento rapidamente.
*Che scema!* mi dico, mentre ora, al posto dei tamburi dentro di me sento solo un coro che canta ‘Illusa -Illusa – Illusa”.
“Allora… mi perdoni?” mi chiede infine lui, sorridendomi dolce
Il sorriso che rivolgerebbe alla sua sorellina.
“O-ok”  è l’unica cosa che riesco a dire.
Se provassi a pronunciare altro in questo istante probabilmente finirei per scoppiargli a piangere in faccia.
Fortunatamente – si fa per dire – lui non si accorge del mio turbamento interiore e , dopo avermi abbracciato forte ed avermi dato un bacio sulla fronte, mi augura la buona notte e si dirige nella sua stanza.
Non appena lui mi lascia sola, rientrano in stanza Paola e Calle ed io non riesco a fare altro se non stringermi forte a loro e sfogare tutte le lacrime trattenute finora.
L’Amore…che grande fregatura!




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Un grazie di cuore a tutti coloro che stanno leggendo la mia storia, l'hanno inserita nelle seguite o nelle preferite. Alla prossima!  Un bacio, Mery.

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Capitolo 14
*** Fuck! I'm not you sister! ***


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Capitolo 14: Fuck! I’m not your sister!
 
Una stupidissima, piccola e asessuata sorella: Ecco cosa sono per lui.
Penso mentre prendo per l’ennesima volta a pugni il sacco da fit-box che ho davanti, immaginando al posto della ruvida superficie rossa del sacco la sua faccia mentre mi paragona ad una sorella.
E pensare che sono anche figlia unica!
Dopo un’intensa ora di pugni e calci contro quel povero sacco, che di per se non ha compiuto nulla di male, raggiungo Federica e Paola negli spogliatoi per riprendere un po’ di fiato.
“Certo che oggi eri proprio arrabbiata con quel povero sacco, a momenti lo rompevi..” mi dice Federica, mentre si prepara per farsi la doccia
“Già… “ rispondo semplicemente io, mentre prendo le mie cose e , dopo un veloce saluto a Fede,  mi avvio verso casa con Paola.
“Non gli hai più parlato da quando siamo tornati da casa di Callie?” mi chiede Paola, cercando di farmi parlare un po’.
Da quando siamo tornati a stento parlo con lei e Marie – e per parlare intendo risponde brevemente alle loro domande – mentre con tutti gli altri mi limito al mimino indispensabile.
“Ovviamente no, come ieri, l’altro ieri, il giorno prima…” inizio io un po’ alterata
“Ok ok, ho afferrato il concetto” mi interrompe lei e detto ciò ripiomba il silenzio fino a quando non arriviamo davanti casa sua.
Prima di rientrare, mi abbraccia forte e mi sussurra “Quando avrai voglia di parlare… sai che io ci sono sempre” poi continua scherzando “…Magari non nel cuore della notte” e detto ciò mi schiocca un bacio sulle guance arrossate dal freddo e si precipita in casa.
Appena la vedo rientrare mi incammino verso casa mia, che dista pochi minuti da casa Galluccio. Arrivata in casa, senza salutare nessuno, mi precipito al piano di sopra, pronta per una calda e rilassante doccia, ma quando raggiungo la mia camera per prendere i miei vestiti, trovo qualcuno seduto sul mio letto, intento a messaggiare al cellulare.
“Che ci fai qui?” chiedo mentre mi avvicino al cassetto della biancheria per prendere dei vestiti di ricambio
“Bell’accoglienza” mi rimprovera Marie, mentre riposa il suo amato BlackBerry nella tasca dei jeans.
“Sono di cattivo umore… è già tanto che non ti ho mandata a quel  paese” le dico, stavolta però addolcendo un po’ il tono
“Sisi, lo so carina… è per questo che sono qui. Ora tu fili a farti una bella doccia, io intanto ordino delle pizze, tanto i tuoi non ci sono… così possiamo parlare un po’… e magari la smetti anche di fare l’acida” mi rimprovera, dopodiché mi spinge verso il bagno.
 
 
“Mhh… buona”  dico, mentre assaggio uno spicchio della mia pizza.
“Lo so...la pizzeria appena aperta è stupenda” la elogia Marie, mentre assaggia già il suo quarto pezzo di pizza – non è lei veloce, sono io che sono lentissima a mangiare.
Mentre mangiamo, decido di accendere la tv e Marie mi lascia fare senza fiatare.
Dopo che entrambe finiamo di mangiare e posiamo i cartoni unti nella spazzatura, però lei magicamente ricorda il motivo per cui è venuta a casa mia e, dopo aver spento la tv, mi strascina al piano superiore nella mia camera.
“Ora tu mi dici che cavolo hai.. lui ti ha detto che sei come una sorella.. e quindi?” mi rimprovera lei “ non ti sei mai arresa, né quando ti ha dato della bimba né in altre occasioni… si può sapere perché solo ora ti comporti come se avessi le ore contate e stessi per morire?”
Il mio mutismo, la innervosisce non poco e così, probabilmente per la prima volta in tutta la sua vita, si arrabbia con me e alza il tono di voce.
“Smettila! Ok… non.. non voglio vederti così! Tu sei la mia migliore amica… smettila di comportarti come se il mondo stesse crollando...mi fai sentire…INUTILE…” si lamenta con tono triste “ Lui ti ha paragonata a una sorella? Poco male, gli farai, gli faremo capire che si sbaglia di grosso… e se alla fine continuerà a paragonarti a una bimba, una sorellina o quant’altro… chi sene frega!! Il mondo è pieno di ragazzi… ed  è anche ora che ti togli quell'idiota dalla testa!! “ conclude, per poi tornare a sedersi di fianco a me.
“Non…non voglio dimenticarlo!” dico semplicemente io con sguardo vacuo.
Cosa farei senza di lui?
“Ok, allora facciamo così , ora dormi un po’- hai un’aria stanchissima. Domani parlagli…digli che non sopporti di essere chiamata sorella da lui…” mi spiega, tornando al suo solito tono dolce.
“Ok mammina… buonanotte “ la prendo in giro, per poi stritolarla in un fortissimo abbraccio per dimostrarle tutto il mio affetto.
 
 
 
“Prof, posso giustificarmi?” chiedo al prof Rossetti, prima di entrare in palestra
“Perché Amoroso?” mi chiede lui, mentre segna la mia giustifica sul registro
“Ieri ho esagerato troppo e ora mi fanno male braccia e gambe” spiego velocemente
“Va bene, stai in panchina per oggi…” mi concede, prima di dirigersi verso gli altri ragazzi
“Prof!!” lo chiama improvvisamente Alex
“Cosa vuoi Bianchi? “ gli chiede scocciato
“Mi giustifico anch'io” spiega, dopodiché si accomoda di fianco a me sulla panchina
Proprio oggi si doveva giustificare anche lui?
“Allora… come va?” mi chiede dopo un po’ Alex, cercando di instaurare una conversazione
Fingo di non ascoltarlo, concentrandomi sui miei compagni che corrono stancamente intorno alla palestra.
“”Hey, pulce...parlo con te!” insiste lui, facendomi voltare verso di lui
“E io non voglio parlare con te!” gli rispondo scocciata io, mentre mi allontano da lui, dirigendomi negli spogliatoi. Lui ovviamente non capisce ciò che gli ho detto e mi segue.
“Si può sapere cos'hai? E’ da quando siamo tornati che non mi rivolgi la parola…si può sapere cos'è successo? “ mi chiede, parandomisi davanti e togliendomi ogni via di fuga.
“Sono nervosa…ok?” gli rispondo semplicemente io, senza guardarlo in faccia
“Hai il ciclo?” continua lui
“CERTO!! PERCHÉ’ SE UNA RAGAZZA E’ NERVOSA O ARRABBIATA E’ SEMPRE COLPA DEL CICLO!!”  gli ringhio io contro, stavolta guardandolo dritto negli occhi
“E allora si può sapere cos'hai?” mi chiede, alzando anche lui un po’ la voce.
Stanca io mi ammutolisco: E’ proprio idiota!
Dopo chissà quanto riprende a parlare, calmo “ Dai, mi spieghi che hai… avevi detto che sei mia amica…anzi come mia sorella… e ora non mi dici nulla?” dice, credendo che rinominandomi la parola ‘sorella’ mi sarei calmata.
Grosso errore.
“IO NON SONO TUA SORELLA!” gli urlo telegrafica, cercando di superarlo ed uscire dalla stanza.
“Ma certo… ho capito” dice improvvisamente lui, come illuminato da chissà quale luce “ Tu sei triste perché io ti ho dato della sorella…ma in realtà sei figlia unica, quindi questo ti fa soffrire!“ dice lui gongolante, credendo di aver detto la cosa giusta.
“Ma sei proprio idiota” sussurro io, svuotata da ogni sentimento
“Non ho ragione?” mi chiede allora lui confuso
“No, pezzo di cretino, non hai ragione..” dico io risentita “ Ma è ovvio, uno con un cervella da criceto come te non ci arriverebbe mai…”
“Allora dimmelo tu!” insiste lui, costringendomi ad alzare il volto e a guardarlo
“Sta suonando” cambio argomento, approfittando del suono della campanella che annuncia la fine della giornata scolastica.
“Non ti faccio andare via se non me lo dici” mi ‘ricatta’ lui
“Bene… Sonoarrabbiataconteperchétiamoetuinvecemitrovicomeunasorella” dico d’un fiato
“Come scusa?” chiede lui confuso, allontanandosi un po’ da me.
Approfitto di questo suo momento di distrazione per allontanarmi da lui e raggiungere la porta, ma prima di varcare la soglia ripenso al consiglio di Marie “parlagli!” e così mi volto verso di lui per un’ultima volta.
“Sono arrabbiata con te perché ti amo e tu invece mi trovi come una sorella…”e detto ciò mi precipito veloce fuori dallo spogliatoio.


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Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia  e/o l'hanno inserita tra le seguite o preferite. Entro oggi pomeriggio cercherò di aggiungere anche il prossimo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi sarebbe molto d'aiuto. Baci, Mery.

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Capitolo 15
*** You make me crazy! ***


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Capitolo 15: You make me crazy!

“Cosa cavolo vuoi?” chiedo scocciata a colui che si trova davanti al mio portone di casa.
“Ciao anche a te, posso entrare?” mi risponde semplicemente senza muovere neanche un muscolo e continuando a guardarmi intensamente.
“Mi dispiace ma … ci sono i miei genitori e mio padre non vuole che ci siano ragazzi in casa” mento, cercando di chiudergli il portone in faccia, ma lui è più veloce di me e lo blocca con un braccio, per poi entrare in casa senza il mio permesso.
“Bugia. I tuoi sono appena usciti… e inoltre tuo padre appena gli ho detto chi sono sembrava quasi contento di vedermi…” mi spiega mentre raggiunge il mio soggiorno, sempre senza chiedere il permesso.
“Padre degenere” sussurro, mentre lo raggiungo e lo devo accomodarsi al tavolo per poi cacciare dalla sua borsa dei libri.
“ Ma non avevamo finito con le ripetizioni di latino?” gli chiedo, sedendomi di fronte a lui
“Beh…la settimana prossima abbiamo un compito, quindi mi sono gentilmente offerto per aiutarti… allora cominciamo?” mi chiede sorridendo.
Questo è tutto pazzo! Io il giorno prima gli dico che lo amo, questa mattina non sono andata a scuola –da brava codarda- per non doverlo riaffrontare e lui appena mi vede mi chiede di fare latino, e per di più sorride felice come se non fosse successo nulla?
Arrabbiata e confusa da questi suoi sbalzi d’umore, mi dirigo in camera per prendere i libri e mi preparo ad un pomeriggio di tortura (leggasi studio).
“Fai questa!” mi intima, appena torno in soggiorno, indicando una versione di Cicerone : menomale, almeno un autore che so tradurre!
Dopo quasi un’ora, nella quale ho cercato di concentrarmi al massimo su quella cavolo di versione, mentre lui gironzolava per la stanza e si fermava ogni tanto a curiosare tra i dvd e le foto, esausta decido di fare una piccola pausa per bere del succo di frutta e così mi incammino verso la cucina. Appena varco la soglia però vengo fermata per un braccio e voltandomi mi trovo Alex a pochi centimetri. Oggi vuole attentare alla mia vita, ne sono certa!
Cercando di mantenere un certo contegno – gli ho già detto di amarlo, vorrei evitare di sbavargli addosso mentre mi guarda – gli chiedo pacatamente cosa vuole.
“Dove vai?” mi domanda semplicemente lui
“In cucina…a prendere del succo… ne vuoi un po’?” gli chiedo, cercando di non guardarlo in faccia, è decisamente troppo vicino.
“Mhhh….ok!” mi risponde semplicemente, prima di lasciarmi e andare a sedersi sul piccolo divano del soggiorno
Appena ritorno nella stanza, con anche dei biscotti, gli porgo il suo succo, dopodiché torno a dedicarmi alla versione, che per fortuna ho quasi finito. Dopo neanche venti minuti infatti, termino il mio lavoro e mi avvicino a lui, che non si è più mosso dal divano e gli porgo il mio quaderno, mentre addento uno dei buonissimi biscotti al cioccolato fatti da mia madre.
“Perfetta, mi dice, consegnandomi il quaderno e rubandomi il biscotto che stavo per addentare
“Hey, quello è mio!” mi lamento io, alzandomi e allungandomi nella sua direzione per cercare di riacciuffarlo, ma purtroppo lui l’ha già divorato.
“Buono!” apprezza lui, dopodiché continua “Allora… vuoi fare un’altra versione? “ mi chiede avvicinandosi al tavolo e riaprendo il libro che io avevo chiuso poco prima.
“Noooo, basta… “ mi lamento io e lui sembra ascoltarmi, infatti chiude nuovamente il libro e mi raggiunge sul divano.
“Allora.. parlami di ciò che hai detto ieri… e perché oggi non sei venuta a scuola” mi chiede, guardandomi intensamente e voltandosi verso di me, per vedermi meglio.
Fossi matta. Penso , mentre mi alzo tempestivamente dal divano e raggiungo i libri.
“In effetti… non mi farebbe male esercitarmi ancora un po’ ” provo a cambiare argomento e spero con tutta me stessa che lui non ribatta.
Speranza vana, dato che lui mi guarda con aria di sfida e mi risponde “ Non ti facevo una codarda..” azzarda.
Da qui, c’è bisogno di aprire una piccola parentesi: in effetti io talvolta posso anche risultare un po’ codarda, ma su una cosa non mi tiro mai indietro: le sfide. E vi assicuro che in questo momento Alex mi sta sfidando, quindi non stupitevi se mi giro e rispondo alla sua provocazione con “Io non sono una codarda!” con un tono di voce forse troppo alto.
“Bene…allora,  perché non ti accomodi” inizia, indicandomi il posto accanto a lui, quello dove mi trovavo io fino a pochi minuti fa “ e non parliamo un po’?”
ARGH. Lo odio. E odio anche la mia malsana tendenza alle sfide. Giuro che un giorno andrò da uno psicologo, ma intanto…
“Okkey” rispondo mesta, prendendo posto accanto a lui
“Perché sei scappata?”
“Non sono scappata, solo che era suonata e quindi sono andata a casa” mi difendo, gonfiando le guance come una bimba
“Si, e correvi come Speedy Gonzales perché?” mi prende in giro lui
“Perché si..” rispondo, sempre per non smentire la mia aria da bambina
“Va bene…allora, ti propongo una scommessa!” dice improvvisamente
“Che scommessa?” chiedo incuriosita
“Se riuscirai a conquistarmi io diventerò il tuo ragazzo!” mi dice sorridendo
“Cosa ti fa pensare che io accetterò? “ gli chiedo, anche se la sua risposta dovrebbe essere ovvia
“Perché.. mi ami !” dice lui gongolante
“Sisi, ma ciò non toglie che sei un grande idiota che non saprebbe mai comportarsi da brava ragazzo” insisto io
Anche se lo amo, ciò non vuol dire che è perfetto.
“Mhh… e se, ti promettessi di diventare un bravo ragazzo?” mi chiede scherzoso
“Okkey… forse potrei prendere in considerazione la proposta “ mi fingo titubante, anche se in realtà non vedo l’ora di accettare
“Oh, andiamo… so che fremi dalla voglia di dirmi di si!” insiste, avvicinandosi un po’ a me
“E tu perché sei così interessato…?” gli chiedo incuriosita
Purtroppo veniamo interrotti nel vivo del discorso dal ritorno a casa dei miei genitori e Alex ne approfitta per non rispondere alla mia risposta e alzarsi fulmineo dal divano.
“Beh, io ora vado” mi dice mentre prende la sua roba e si avvia verso la porta di casa, seguito a ruota da me “..fammi sapere la tua scelta” mi bisbiglia a fior di labbra, stampandomi un lieve bacio, prima di fiondarsi fuori di casa.
La mia risposta ovviamente sarà si, ma prima di tutto ho bisogno di un consulto. Così mi precipito al piano di sopra e chiamo velocemente i miei migliori amici, e mentre compongo ciascuno dei loro numeri riesco solo a pensare : Che Dio me la mandi buona!


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Voi cosa ne pensate? Come andrà la loro 'scommessa'? 
Come sempre ringrazio tutti coloro che hanno recensito, letto o aggiunto la mia storia tra le segite o preferite. 
Grazie di cuore. Baci, Mery.

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Capitolo 16
*** I hope to be enough! ***


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Capitolo 16: I hope to be enough!
 

“Perché cavolo non hai accettato subito?” mi rimprovera Paola, dopo aver ascoltato il mio racconto del pomeriggio precedente
“Perché… Perché lui è Alessandro Bianchi… hai presente? Come cavolo posso anche solo minimamente pensare di riuscire a conquistarlo?” le chiedo esasperata
“Cavolo Ellie! Certo che quando si parla di quel decerebrato lì diventi come una bimbetta alle prime armi…” dice alterata, alzando la voce
“Ma..” inizia a ribattere io, ma purtroppo vengo interrotta dal prof di Storia che si è accorto di noi.
“Signorine, vogliamo stare in silenzio?...O forse preferite  aggiungervi all’ interrogazione? “ ci chiede sadico
“Nono prof!” rispondiamo in coro spaventate, dopodiché lui torna a dedicare la sua attenzione ai poveri malcapitati.
Questa mattina Alessandro non si è presentato a scuola, così la mia amica ne approfittato per prendere il suo posto affianco a me e per parlarmi un po’.
“Dicevo…” mi sussurra poco dopo, riprendendo il discorso “ hai avuto già dei ragazzi, quindi non comportarti da santarellina, lui non ci è mai uscito. Comportati normalmente, come se fosse Mirco…quando parlavi con lui non balbettavi come fai ora con Alex… “
“Hey, io non balbetto” mi difendo debolmente
“Si vabbè… comunque… accetta quella cavolo di scommessa!” mi intima lei
“Che scommessa??” si intromette Federica, approfittando del suono della campanella per girarsi un po’ verso di noi
“Una cosa tra me ed Alex..” liquido io la faccenda
“Ragazze, sono contentissimaaa!” ci annuncia Callie, di ritorno dalla cattedra, dove poco prima è stata interrogata
“Hai preso nove?” le chiede Fede, non capendo la sua improvvisa felicità
“No, otto e mezzo..” liquida lei la faccenda, dopodichè continua “ Io e Giorgio siamo tornati insieme!!”  annuncia saltellando sul posto decisamente molto euforica
“Ma.. non eravate tornati insieme già durante le vacanze di Natale?” chiede Paola confusa
“Nono, quella era una prova.. ieri siamo tornati definitivamente!” ci spiega lei con un sorriso a 360°
“Congratulazioni!” le dico andando ad abbracciarla
“Grazie! A proposito, vi ha invitati tutti a casa sua Sabato! Vuole conoscere i miei amici!” ci informa
“Perfetto!” interviene Paola “ Così Ellie ne approfitterà per passare un po’ di tempo con Alex!!”
“Ma…ci sarà anche Luca?” chiedo un po’ preoccupata, l’ultima volta che l’ho visto ho ‘litigato’ a causa sua con Alex.
“Sisi… credo che dovrebbe esserci anche un altro ragazzo… se non sbaglio di chiama Paolo” ci dice pensierosa, mentre raggiunge il suo posto – davanti al mio- dato che è entrata la prof di sostituzione.
“Hey bellezze, possiamo unirci a voi?” chiede scherzoso Carlo che si accomoda su una sedia vicino a me
“Certo tesoro” gli rispondo sorridendo
“Allora…parliamo di cose serie…” ci interrompe Simone, che intanto si è seduto vicino a Paola – stiamo tutti seduti in cerchio intorno al mio banco – “Ellie, che hai intenzione di fare con Alessandro??” mi chiede improvvisamente
“In che senso?” chiedo io confuso – non ricordo di avergli parlato sella scommessa
“Andiamo. Mi sembra ovvio che io so della scommessa…Anzi, mi reputo offeso perché non me ne hai parlato tu” afferma, fingendosi oltraggiato
“Scusamiiii” dico io con tono colpevole “ Me ne sono completamente dimenticata di parlartene!”
“Va bene, va bene… comunque, sappi che Alex me ne ha parlato… e dice che non vede l’ora di vedere la tua prima mossa!” mi informa
“A proposito… perché oggi non è venuto??” chiedo curiosa
“Poco fa mi ha inviato un messaggio…ha la febbre!” mi spiega
“Perché oggi non lo vai a trovare?”  mi suggerisce Federica sorridente
“Direi che è una buona idea” le rispondo pensierosa, prima di cambiare argomento.
 
 
“Tesoro, ti è venuta a trovare una tua amica!!” sento urlare la madre di Alex, per farsi sentire dal figlio che si trova nel suo letto, al piano superiore, senza però ricevere risposta.
“Sali pure Elena, è di sicuro sveglio, solo che non ha molta voce, quindi non mi risponde” mi spiega, prima di indicarmi qual è la sua camera.
“Permesso..” chiedo lievemente, prima di entrare nella stanza.
“Hey, ciao” mi saluta con poca voce lui, posando il libro che poco prima stava leggendo sul comodino di fianco al letto, dopodichè mi intima ad avvicinarmi.
“Come hai fatto a prendere la febbre se fino a ieri stavi benissimo?” gli chiedo, mentre mi siedo ai piedi del suo grande letto da una piazza e mezzo.
“Prima di tornare a casa ha iniziato a piovere…e mi sono bagnato tutto” mi spiega, facendo però fatica a parlare
“Ok, non sforzarti però…anzi, ora tolgo il disturbo” dico, mentre mi alzo, ma lui tempestivamente mi risponde con un “No!” poi quando io mi rivolto verso di lui continua con una voce talmente dolce che sembra quella di un bambino “Ti prego… mi annoio da solo!”
“Puoi continuare a leggere” provo a dirgli io, anche se in effetti non voglio andare via così presto
“Posso leggere dopo, ora fammi un po’ compagnia!” continua a chiedermi con quella voce dolce dolce a cui non so dire di no, quindi accetto e torno a sedermi, stavolta un po’ più vicino a lui.
“Allora…” inizia lui “ com è andata oggi?”
“Bene...a proposito, Giorgio ci ha invitati a casa sua Sabato, quindi vedi di guarire”
“Cosa? E’ venuto a scuola nostra?” chiede alzando la voce, cosa che gli provoca forte mal di gola
“Non urlare, scemo! “ lo rimprovero io “Comunque no, ce l’ha detto Callie questa mattina. Ah, e ci sarà anche Luca e un altro suo amico” spiego, non sapendo se ho fatto bene ad avvertirlo della presenza anche di Luca, che lui non vedo di buon occhio.
“Verrò! Anche con la febbre se necessario!” risponde tempestivamente
“Ok” rispondo semplicemente io.
Dopodichè piomba nella stanza il silenzio, che è interrotto solo dagli starnuti di Alex.
Per alleggerire la tensione quindi, decido di alzarmi un po’ e curiosare per la stanza.
E’ abbastanza ordinata per essere quella di un ragazzo: le pareti sono di un blu acceso. Su di una c’è una libreria, piena di libri vari, dvd e giochi. Un’altra parete è occupata dalla scrivania. Ma quella che mi colpisce di più è quella opposta al letto, dove si trova una sorta di bacheca dove sono appesi vari post-it e fotografie. Tra quelle noto alcune in cui è ancora un bambino in costume con in mano un piccolo trofeo, poi altre ancora con i suoi amici e infine una foto con me e Carlo, dovevamo stare al secondo anno – quando eravamo ancora buoni amici – e ci stringeva in un forte abbraccio.
“Cavolo, è bruttissima!” dico oltraggiata, notando la mia acconciatura spettinata e la tuta molto larga che indosso – la foto è stata scattata dopo che avevamo giocato a basket.
“Hey, non offendere le mie foto…sono tutte bellissime!” mi rimprovera lui “Soprattutto quella!” continua a bassissima voce.
“Se lo dici tu” gli rispondo semplicemente io, tornando a sedermi sul letto.
“Allora, hai deciso la tua risposta?” mi chiede dopo un po’
“Ehm… la mia risposta è si…accetto!” dico un po’ titubante
Cavolo, ha ragione Pà. Quando si tratta di lui divento come una bimbetta alle prime armi.
“Bene” mi risponde con un sorriso raggiante
“Alex io ora vado a fare la spesa.. torno tra poco, ok?” gli chiede la madre, facendo capolino dalla porta, per poi rivolgersi a me “Elena, resti a cena con noi?” mi chiede premurosa
“No grazie signora.. ma devo andare… sono passata giusto per poco, devo tornare a casa a studiare!” declino gentilmente il suo invito
“Va bene, sarà per la prossima volta” dice lei, scomparendo dietro la porta
“Perché non studi qui? Così mi fai compagnia un altro poco” mi chiede Alex, riutilizzando la voce da cucciolo, che però gli esce molto buffa poiché interrotta da forti colpi di tosse
“Ok, però prima misurati la febbre” gli intimo io, porgendogli il termometro
“Okkey, se faccio il bravo mi fai un regalino?” mi chiede con il labbro inferiore sporgente, come un bimbo
“Certamente!” gli rispondo io con voce –almeno spero- seducente prima di scoccargli un bacio sulla fronte – scotta! “ Ora sbrigati, che scotti”
“39” mi informa dopo i consueti 5 minuti lui, porgendomi il termometro
“Dove hai i medicinali?” gli chiedo preoccupata
“Nella cassettiera del bagno… secondo cassetto” mi spiega
Dopo poco lo raggiungo con il medicinale e dopo averglielo fatto prendere, mi avvicino alla sua libreria, afferro il libro che mi interessa e torno a sedermi di fianco a lui sul letto
“Allora… questo regalino?” mi chiede lui scocciato
“Ecco a te: una lezione privata di… letteratura inglese!” gli spiego io, aprendo il libro alla pagina desiderata
“Avrei preferito anatomia” bofonchia lui, sistemandosi meglio sul letto, in modo da potermi guardare. Io fingo ovviamente di non averlo sentito e comincia a leggere le pagine che la prof ci ha assegnato per l’indomani.
Quando ho finito sia di leggere che di studiare, lo sento leggermente russare, a causa del raffreddore  -segno che si è addormentato- così, lasciandogli un lieve bacio a fior di labbra, lascio la stanza e ritorno a casa mia.
Per oggi posso essere soddisfatta di me stessa: certo, non mi sono comportata né da gatta morta né l’ho ‘sedotto’ come probabilmente si aspettava lui, ma, come ha detto anche Paola, devo comportarmi da me stessa… Sperando che gli vada bene!


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Ed eccomi qui bellezze con il terzo aggiornamento di giornata, sperando che anche questo capitolo sia di vostro gradimento!
Beh, non ho nient'altro da dirvi se non continuare a ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia.
Alla prossima, sperando sia al più presto.
Kiss, la vostra Mery.

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Capitolo 17
*** Quella famiglia porta solo guai!! ***


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Capitolo 17: Quella famiglia porta solo guai!!
 
“Certo che prendi ogni malanno possibile!” mi fa notare Marie, dopo il mio ennesimo starnuto
“Non sono malata...ho solo un forte e tre…” inizio, prima di interrompermi a causa di un altro starnuto “ tremendo raffreddore!”
“Ma come hai fatto a prenderlo?” mi chiede stranita
“Ieri sono andata da Alex che aveva la febbre…” –soffiata di naso- “ a 39”
“Sisi, questo lo so… ma non capisco perché sei così conciata…” mi chiede pensierosa, dopodichè continua guardandomi con occhi luccicanti “Mica te lo sei baciato o altro?”
“M-ma che dici?” mi difendo io, diventando rossissima in volto, ricordando che in effetti la sera prima per salutarlo gli ho dato un lieve bacio, ma so di per certo che se rispondo positivamente alla sua domanda, lei si monterà la testa, quindi nego “Ma magari… certo che no” le rispondo, con la migliore faccia dispiaciuta che riesco a fare.
“Ma che cavolo!” dice lei, alzando improvvisamente la voce “ Stai tutto il pomeriggio a casa sua e non ci fai niente… Qua diventerò vecchia prima di vedervi insieme!” si lamenta lei sbuffando
“Hey, non è colpa mia” –ennesimo starnuto- “E comunque, Sabato verrà anche lui da Giorgio, quindi almeno passeremo la giornata insieme”
“Bene!” si illumina improvvisamente lei, per poi tornare a rivolgersi a me “Allora mi raccomando, vedi di guarire per Sabato, non voglio che con la scusa del ‘Non voglio mischiargli il raffreddore’ non ti avvicini a lui, ok? “
“Ok” rispondo semplicemente io, mentre mi sistemo meglio le coperte addosso e socchiudo gli occhi
“Va bene…ho capito il messaggio, buona notte giro, a domani!!” e detto ciò mi lascia sola nella mia camera mentre pian piano cado tra le braccia di Morfeo.
 
 
Per mio fortuna, il sabato sono ‘guarita’ e riesco ad andare a casa di Giorgio.
“Ellieeeeee, meno male che sei venuta!” mi saluta così Callie, non appena io, Paola, Marie e Federica varchiamo la soglia di casa Principe.
“Che succede?” chiedo stranita, mentre vengo trascinata insieme alle altre nel soggiorno, senza neanche la possibilità di salutare i ragazzi, che intanto si trovano nella camera di Giorgio.
“E’ un disastro! Mi dispiace…scusami, io non lo sapevo!!” parla Callie velocemente, senza farci capire nulla
“Hey, calmati…respira e spiegaci cos è successo” interviene Federica, cercando di tranquillizzare la nostra amica, che sembra molto nervosa
“Allora…” inizia Callie, respirando profondamente, come le ha consigliato Fede “Di sopra, insieme ai ragazzi c’è Gloria, la sorella di Luca…”
“E, quindi?” le chiede Paola, non riuscendo a spiegarsi tanta agitazione
“Avete presente com è Luca, no? Che dopo neanche un giorno critica tutti e voleva baciare Ellie….” Inizia a spiegare “ Beh…diciamo che la sorella non è da meno”
“Non temere, i  nostri ragazzi sono fedeli e se sei preoccupata per il tuo, lo terremo d’occhio noi” cerca di rassicurarla Marie
“Ma...io non sono preoccupata per Giorgio… sono preoccupata per Alex… è da quando è qui  che lei gli ronza intorno come una mosca senza farlo respirare… “
“Oh..” dico semplicemente io
“Ellie, guardami..” mi chiama poco dopo, per guardarmi negli occhi
“Ci siamo noi quattro a tenerla d’occhio, se quell’arpia tenta di allungare le mani gliele tagliamo!!” mi dice, strappandomi un sorriso
“Ora che saliamo lo diciamo anche a Sasino, Giorgio e Carlo!” propone Federica rassicurandomi
“Già fatto, non temete! Siamo tutti con te Ellie..” le risponde Callie abbracciandomi velocemente, dopodichè mi si allontana e continua “ora andiamo!” ci intima, indicandoci la strada per la camera del suo ragazzo.
“Ciao ragazzi!” saluto tutti allegramente, una volta raggiunti.
Ma non appena entro, ciò che vedo mi fa perdere all’istante il sorriso: Callie non si sbagliava! *Questa è proprio un’arpia* penso, vedendola avvinghiata ad un Alex di spalle, intento a giocare alla play con Luca, mentre Giorgio, Luca e Salvatore li guardano e parlano di chissà cosa tra di loro.
“Ciao” ci saluta scocciata lei, senza neanche voltarsi a guardarmi
Stesso trattamento lo ricevo da Luca ed Alex – troppo intenti a giocare per notare gli esseri viventi intorno a loro-, mentre invece gli altri ricambiano il saluto felici di vederci – almeno qualcuno ci vuole qui!
“Carino, ho vinto io!! Quindi.. ricorda ciò che ti ho detto!” dice in Alex vittorioso mentre insieme a Luca e alla suacarissima sorella, ci raggiungono vicino agli altri, dove intanto stiamo parlando di chissà cosa: Ok, lo ammetto, non ho ascoltato neanche mezza parola, ero troppo intenta ad incenerire con lo sguardo quella z…Gloria, mentre continuava a stringersi ad Alex.
“Vogliamo giocare a qualcosa?” propone ad un tratto quella vipera – mi sta simpatica, si vede? – senza neanche degnarci di uno sguardo e guardando solo Alex.
“Cosa?” le risponde semplicemente lui
“Mhh…” finge di pensare, per poi dire con la sua vocetta simile allo squittio di un topo “7 minuti in paradiso?!”
“Ma sei impazzita?” chiedo io oltraggiata “ La maggior parte della gente qui dentro è fidanzata, se non lo sapessi” dico stizzita *E l’altra metà ti ammazza se fai qualcosa con Alex* ma questo lo penso soltanto.
“Uffa…” si lamenta lei sbuffando come una bimba capricciosa e avvicinandosi TROPPO ad Alex e bisbigliandogli qualcosa che sembra un “E se giocassimo solo io e te?”
Non riesco a guardare questa scena rivoltante così mi volto verso gli altri e chiedo loro “E se giocassi a qualcosa di più ..normale? Tipo scopone?”
Per mia fortuna tutti accettano la mia offerta e così, senza neanche aspettarli mi precipito al piano inferiore, dove si trova il soggiorno, dove saremmo stati più comodi.
Dopo poco vengo raggiunta da tutti gli altri e ci dividiamo in gruppi e iniziamo a giocare –  gioca anche Alex, con ovviamente la vipera vicino che lo guarda senza togliergli gli occhi di dosso per neanche mezzo secondo.
 
 
Dopo chissà quanto tempo, decidiamo di smettere a causa di una forza maggiore: la fame.
Così decidiamo di prendere dei saltimbocca nella pizzeria a pochi passi da casa Principe. “Ragazzi, non c’è bisogno che andiamo tutti… vado io! “ si offre Luca, indossando il suo giubbotto “Qualcuno però deve accompagnarmi, altrimenti non ce la faccio a portarli tutti!” ci chiede poco dopo
“Vengo io” mi offro io senza pensarci.
Farei di tutto, anche ballare la lambada con il diavolo, pur di non subirmi ancora quella zecca che ci prova con Alex così spudoratamente.
“No!” rifiuta immediatamente Luca, guardandomi quasi spaventato, come se gli avessi proposto di trucidarlo.
“Perché? Chiedo allora io confusa e anche un po’ stizzita
“Perché…” cerca lui una scusa “ Le buste sono pesanti...serve un maschio. Giorgio, vieni tu!” dice al suo amico afferrando contemporaneamente il suo braccio e il suo giubbotto, per poi precipitarsi con il malcapitato fuori dall’abitazione.
Qualcosa non quadra.


********************************

Ed eccomi qua con un nuovo capitolo fresco fresco di giornata!
Spero come sempre che vi piaccia, a prestissimo. Bacioni, Mery.

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Capitolo 18
*** I'm...WHAT? ***


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Capitolo 18: I’m…what?
 
“Ragazzi, eccoci qui!!” ci annuncia Giorgio, entrando nella sua abitazione con due buste piene di cibo.
“Era ora!” esclama Marie contenta, andandogli incontro ed aiutandolo a poggiare i saltimbocca sulla tavola, che intanto abbiamo apparecchiato.
“Luca...vuoi una mano?” gli chiedo gentilmente, avvicinandomi a lui, cercando di instaurare un po’ di conversazione in modo da potergli chiedere spiegazioni del suo comportamento: Ok, l’ho rifiutato, ma ciò non significa che deve evitarmi come la peste, soprattutto dato che è il migliore amico del ragazzo di Callie – una delle mie più care amiche- e ciò vuol dire che ci vedremo spesso.
“Non ce ne è bisogno” mi risponde semplicemente lui, superandomi e raggiungendo il tavolo.
*Che scorbutico!* penso, mentre decido di non tentare più di essere gentile con lui: non vuole parlarmi, benissimo!
“Ragazziii!” ci chiama improvvisamente Gloria con la sua odiosissima voce da topo che squittisce “Non vi dispiace vero se io e Alexuccio mangiamo di là in soggiorno?” ci chiede con un sorriso fintissimo mentre afferra il ragazzo per un braccio e cerca di portare Alessandro nell’altra camera con lei.
Purtroppo – Si, verto!- viene distratta dal suono del campanello di casa.
“Chi cavolo è a quest’ora e per di più di Sabato sera?” si chiede Giorgio dirigendosi verso la porta, e non appena la apre per poco la mascella della carissima fanciulla attaccata al braccio di Alex raggiunge il pavimento e dopo pochissimo ritrae subito le braccia e spinge Alex lontano da lei.
“Stammi lontano Alex! Te l’ho già detto…sono fidanzata!!” spiega lei, avvicinandosi al nuovo arrivato, che la guarda con sguardo torvo.
“Ma chi ti vuole?!” le dice semplicemente Alex e dopodichè prende posto al tavolo dove si trovano tutti i nostri saltimbocca e ne addenta uno, senza neanche chiedere di chi sia.
“Heyy, quello è il mio!” mi lamento io, cercando di riacciuffarlo, con però scarsi risultati, dato che lui dopo un ulteriore morso, lo alza di molti centimetri, in modo che io –dal mio basso metro e 63 scarso – non riesca ad arrivarci.
Quando ci si mette è proprio un bambino.
“Gloria…” dice improvvisamente il ragazzo appena arrivato, parlando per la prima volta da quando ha varcato la porta “Se proprio una tro-“
“Hey, ti ricordo che è mia sorella” la difende Luca
“Vorresti dire che non si stava comportando come una poco di buono con quel tizio..?” gli chiede, indicando infine Alex.
Ovviamente il mutismo di Luca e di Gloria non fa altro che dargli una conferma della sua ipotesi e così, gira i tacchi e si incammina verso l’uscita, seguito subito dopo da Gloria.
Da dove siamo noi non riusciamo a capire molto, ma sono certa che lei stia quasi piangendo e gli stia giurando di non aver fatto nulla con Alessandro. *Si certo, perché è venuto lui* penso io cattiva.
Ora, non pensate che io sia una persona perfida che nega il perdono a chiunque, ma se pensate che lei poco prima stava facendo la… l’oca con Alessandro, credo che mi capirete.
Tornando a noi: non appena i due se ne escono di casa Principe, Luca li insegue per dire chissà cosa alla sorella. *Ma magari se ne va anche lui* spero, mentre prendo posto insieme agli altri e inizio finalmente a mangiare: Uff, si è raffreddato!
“Mhhh, che buono… avevo una fame!!” dice felice Marie, che intanto ha già finito il suo
“Tesoro, ne vuoi metà del mio? “ le chiedo, essendo sicura di non riuscire a finirlo tutto: E’ vero che ho un stomaco senza fondo, ma la roba fredda non mi piace proprio e mi scoccio di riscaldarmi il saltimbocca – sfaticata fin nel midollo.
“Ceerto!” accetta subito lei contenta avvicinandosi a me: pozzo senza fondo number 3!
 
Dopo che tutti abbiamo finalmente finito di mangiare e abbiamo pulito un po’ in cucina torniamo in soggiorno, ma stavolta ci sistemiamo tutti sui divani.
“Ragazzi… vi devo chiedere una cosa!” inizio io a parlare, ma vengo interrotta dal rumore della porta di casa che si chiude e dall’arrivo nella stanza di Luca.
Ma tu non te ne eri andato a casa con Gloria e Paolo?” chiede Giorgio al suo amico
“No, semplicemente stavo aspettando che facessero pace per vedere come quell’impiastro dovesse tornare a casa!” ci spiega lui “Ora però io vado a mangiare, ho una fame da lupi!” e detto ciò si dilegua.
“Ellie, cosa ci volevi chiedere?” mi chiede Fede, non appena il ragazzo sparisce dalla nostra visuale
“Mh.. niente di serio, solo che… Sapete no che Luca ha provato a baciarmi tempo fa?” inizio io
“Veramente l’ha proprio fatto…” rettifica Carlo
“Si vabbè...insomma, comunque, mi chiedevo… si può sapere perché ora mi evita come se fossi la peste bubbonica?”
“Perché ..” inizia a parlare Giorgio ma dopodichè si zittisce per non so quale motivo
“Perché??” lo incoraggio io a continuare
“Perché… non lo so! Forse gliel’ha detto la sorella” risponde infine
“Bah…” rispondo semplicemente io
Non capisco perché mi interessa tanto sapere perché mi evita: sia chiaro, non mi interessa nulla di lui, ma mi dispiace che mi tratti così, è un’offesa al mio orgoglio di donna.
“Guardiamo un film?” ci chiede Luca, cambiando argomento, mentre si alza da divanetto si cui si trovava poco prima e di avvicina allo scaffale dove si trovano svariati dvd.
“Siii… horror!” suggerisce Marie, dato che lei ama quel genere.
“Noo, vi prego!” rispondo io invece, dato che odio tutto ciò che fa paura “ Guardiamo una qualche commedia” propongo in alternativa
Purtroppo, mettiamo la cosa ai voti –quando torna anche Luca- e la maggior parte decide per il film horror, le uniche che non vogliono siamo io e Paola, ma a nessuno ciò interessa.
Non appena il film ha inizio, sembra quasi che Alex abbia sbagliato ad inserire i dvd, dato che la prima scena è ambientata in un liceo e i protagonisti sono tutti felici e contenti, stupidamente, mi rilasso, dimenticando il genere di film che hanno scelto e alla prima scena di sgozzamenti per poco non urlo per lo spavento. Senza neanche accorgermene mi stringo al braccio del povero malcapitato che mi siede accanto: Luca.
Ma non appena lui se ne accorge si stacca velocemente da me si siede in terra, lontano da me.
Mi sta iniziando a far infuriare.
“Pulce…hai paura?” mi chiede all’improvviso Alex, stringendomi per un braccio.
Dato che ero distratta – a maledire mentalmente Luca-  ovviamente non avevo visto lo spostamento del braccio di Alex dal suo fianco, dove si trovava poco prima, e la mia spalla e così do un urlo spaventato e tutti si girano verso di me, alcuni un po’ preoccupati -per la mia salute mentale- altri ridendo della mia codardaggine: Begli amici!
“Hey, non pensavi fossi così fifona… non ti preoccupare… quando arriva una scena violenta ti copro io, ok?” mi dice lui con tono…tenero?!
Ma, non dovevo essere io a conquistare lui?
“G-grazie” gli dico semplicemente io, voltandomi verso la tv, per non fargli vedere il rossore del mio volto, ma al contrario delle mie aspettative non vedo lo schermo del televisore, ma la mano destra di Alex – quella libera – che mi copre la visuale e intanto sento le urla delle povere vittime.
 
Dopo più di due ore di urla, sgozzamenti e pianti – non miei, non vi preoccupate- la tortura ha fine e d essendosi fatta ormai oltre la mezzanotte decidiamo di tornare a casa.
Così salutiamo il padrone di casa e il suo amico, ed infine raggiungiamo la porta di casa. Prima di uscire, sento Luca afferrarmi per un braccio e sussurrarmi “ Certo che potevi avvertirmi. Non c’era bisogno di mentire. Potevi dirmi che sei lesbica.”
Io sono…CHE?

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Salve a tutti mie cari lettori, sia a quelli vecchi che a quelli nuovi.
Devo dire che sono poco soddisfatta di questo capitolo. 
Spero che a voi invece piaccia, ma soprattutto spero che il prossimo sia migliore.
A presto, baci .

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Capitolo 19
*** I care for you, idiot! ***


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Capitolo 19: I care for you, idiot!
 
“No, dico…ti rendi conto…LESBICA?” urlo io, non capacitandomi ancora dell’assurdità detta da Luca la sera precedente.
“Sisi, lo so Ellie, c’ero anch’io ieri sera… non urlare” mi riprende Paola, cercando di farmi calmare, mentre lei continua a dedicare la sua attenzione al suo libro.
Questo pomeriggio sono piombata a casa Galluccio senza neanche avvertire la mia amica – che per fortuna non è uscita – e ora ci troviamo in camera sua: lei sul suo bel letto comodo a leggere ed io a girovagare per la stanza come una pazza – e forse mi sa che lo sto diventando.
“Scusami” le dico calmandomi, mentre mi siedo di fianco a lei ed afferrando la mia borsa con dentro il libro di letteratura latina: devo pur sempre studiare per domani, purtroppo.
Dopo un’intensissimo pomeriggio di studio e grande sforzo – da parte di Paola- per tentare di calmarmi, decido di tornare a casa, dato che nel tardo pomeriggio arriva anche Salvatore a casa di Paola.
 
 
Lunedì mattina,  terza ora: Italiano.
La prof. Beati, come suo solito è in ritardo, poiché si trova in vicepresidenza, così noi alunni ne approfittiamo per sgranchirci un po’ le gambe e scambiare quattro chiacchiere.
Per la fattispecie, Callie ne approfitta per chiamare il suo ragazzo e chiedergli da parte mia il numero di cellulare del suo carissimo amico  Luca.
Non appena Callie me lo detta, rapidamente digito un messaggio e glielo invio.
“Chi cavolo ti ha detto che io sono Lesbica?” chiedo, arrivando dritta al sodo
Per fortuna lui non tarda a rispondermi.
“Nessuno.”  Mi risponde semplicemente, credendo forse che io avrei accettato la sua risposta senza insistere: Ti sbagli di grosso carino!
“E no caro mio, ora tu mi dici nome e cognome, sennò giuro che ti prendo a pugni.” Cerco di minacciarlo io, anche se non so quanto la prospettiva che io – gracilina- cerchi di picchiare lui – abbastanza muscoloso – possa impaurirlo.
Infatti..
“Ti ho detto ciò che potevo dirti… non insistere e non rompere”
“Almeno dimmi se è uno dei miei amici o se è stato qualche stupido che vuole farmi uno scherzo.” tento di convincerlo io, dato che le minacce di sicuro non fanno alcuno effetto.
“Lo conosci bene.”mi risponde lui criptico, ma almeno restringe il campo.
Quindi è sicuro che è uno del mio gruppo.
Posso a priori escludere le ragazze, dato che nessuna di loro è mai stata con lui da sola.
Certo, Callie è stata con lui e gli altri ragazzi, ma non è mai stata da sola con Luca e poi sono sicura che non è stata lei: perché mai avrebbe dovuto?
Quindi restano solo i ragazzi. Anche Simone può essere escluso a priori dato che non ha mai conosciuto Luca.
Restano Giorgio, Carlo ed Alex.
Direi che posso anche escludere Carlo, dato che è il mio migliore amico, perché mai dovrebbe dire una cosa del genere su di me?
Rimangono Alex e Giorgio.
“Hey pulce, svegliati! Guarda che è entrata la prof.” mi dice Alex, scuotendomi leggermente per il braccio e risvegliandomi dal mio stato di trans.
Per fortuna l’ora è quasi terminata così dopo che la prof  fa velocemente l’appello e ci assegna ripetizione, suona la campanella, preannunciandoci l’arrivo del prossimo professore: Marchese.
 
 
“Mio Dio, quelle due ore di fisica e matematica oggi sono state a dir poco soporifere” si lamenta Callie, sottolineando la sua stanchezza con uno sbadiglio.
“Già “ si lamenta Federica, posando velocemente la sua roba nella borsa per poi dirigersi all’uscita della classe. “Ciao belli, a domani”
“Callie, ti posso chiedere un favore?” le chiedo io, quando ci avviamo anche noi verso l’uscita del nostro liceo
“Certo tesoro...dimmi” mi dice lei gentile come sempre
“Mi ha detto Luca che di per certo è stato uno dei nostri più cari amici a dirgli quella grande stupidata...quindi vorrei capire se è stato lui o Alex” le spiego, sperando che non si offenda del fatto che dubito proprio del suo ragazzo.
“Perché avrebbe dovuto farlo?” mi chiede stranita
“Non dico che è stato lui, ma sicuramente le ragazze non sono state e neanche Simo e Carl ..quindi restano solo loro due” le spiego
“Potrebbe anche essere Salvatore…” mi ricorda
Cavolo, avevo dimenticato Salvatore.
“Ma…Salvatore non si interessa a nulla che non sia Paola o i videogiochi…” rifletto io
“In effetti ha ragione” conferma Paola
“Okkey, oggi glielo chiederò” mi risponde allora Callie, prima di salutarci e dirigersi per la sua strada.
“Come farai a vedere se è stato Alex?” mi chiede Paola curiosa e forse anche un po’ dubbiosa
“Gli ho già inviato un messaggio chiedendogli di venire oggi a casa mia per fare latino, e quando saremo soli glielo chiederò…sperando che sia sincero” dico semplicemente
“Hai un piano B?” mi chiede ancora lei
“No..”
“Allora speriamo… “ mi dice, prima di salutarmi anche lei ed entrare in casa sua.
 
 
 
“Hai finito la versione?” mi chiede Alessandro, avvicinandosi a me e appoggiando il mento sulla mia spalla.
“Si…” gli rispondo semplicemente io, mentre gliela porgo e lo vedo dirigersi al posto di fronte al mio e iniziare a confrontarla con il testo.
*Accidenti, l’ho invitato per parlare, sperando che i miei uscissero. Ma proprio oggi per la prima volta dopo anni, devono restare a casa tutta la giornata?*
Per mia fortuna, proprio nell’istante in cui penso ciò, quasi ormai rassegnata all’idea di non poter parlare tranquillamente con Alex, vedo spuntare dalla porta che combacia con la cucina mia madre vestita per uscire, seguita da mia padre.
“Uscite?” chiedo io, fintamente disinteressata
“Si, andiamo a casa dei Rossi, non ti ricordi, è il loro anniversario..” mi spiega mia madre
Siano fatti santi i Rossi.
“Ti ho scongelato la pasta al forno, quando hai fame la scaldi al microonde” mi spiega, mentre indossa il suo cappotto e prende la borsa.
“Mi raccomando, fate i bravi…” ci dice semplicemente mio padre, guardando soprattutto Alex.
Anche se ormai è un ospite frequente in casa mia, mio padre lo vede comunque come una minaccia per la sua ‘bambina’.
Non appena i miei escono e Alex termina la correzione della mia versione, decido di intavolare il discorso che cerco di fargli da stamattina.
Ma nel frattempo che io cerco di trovare le parole, lo vedo preparare la sua borsa e mettersela a tracolla.
Oh, no. Devo sbrigarmi, altrimenti Alex se ne va.
“A-Alex aspetta!!” gli urlo quasi io, facendolo incuriosire e alzare lo sguardo verso di me
“Dimmi” mi risponde semplicemente
“Ti devo chiedere una cosa…” inizio io
Lui intanto continua a guardarmi confuso e azzarda “Vuoi che resti qui?”
“No…Cioè, si… ma non è questo che ti dovevo chiedere…” gli rispondo confusa
“E cosa allora?” mi incoraggia lui a parlare
Dopo un lungo respiro, torno a guardarlo e finalmente vuoto il sacco “ So che sei stato o tu o Giorgio a dire a quell’idiota di Luca che io sono lesbica!”
“E cosa ti fa pensare che sia stato proprio io?” mi chiede infastidito
“Beh..” dico io titubante – il suo sguardo mi ha tolto tutta la fermezza che avevo acquisito- “Non ho detto che sei stato tu… te l’ho solo chiesto per…sicurezza”
“E sentiamo, perché secondo te dovrei averglielo detto?”
“Lo devo prendere come un si?” gli chiedo io, non capendo il suo comportamento
“Cavolo no!!” mi urla improvvisamente lui, avvicinandosi a me di qualche passo
“Perché dovrei crederti?” continuo io, iniziando a non credergli “Insomma, se non sei stato tu, allora perché ti arrabbi tanto?”
“Davvero non capisci? Perché io ci tengo a te, idiota…” mi dice lui, ma guardandomi poi continua  “Ma ovviamente tu non mi credi” mi guarda lui amareggiato
“Non è vero..” mi difendo io
Quel suo sguardo mi fa sentire davvero…losca, nell’aver anche solo potuto dubitare di lui.
“Si vabbè, è tardi… è ora che vado” mi dice, avvicinandosi alla porta di casa,  senza più guardarmi in volto.
“Non…non vuoi rimanere?” gli chiedo, sperando che accetti.
Speranza vana.
“Non posso…ciao” e detto ciò oltrepassa la porta di casa ed esce, lasciandomi da sola a guardare la porta.
Ma perché combino solo guai?


************************************
Grazie di cuore a tutti coloro che leggono la mia storia, l'hanno inserita nelle seguite/ricordate/preferite o l'hanno recensita.
Baci e..alla prossima! :D

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Capitolo 20
*** Acquagym?! ***


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Capitolo 20: Acquagym?!
 
“Come scusa? Puoi ripetere?” chiedo io, strabuzzando gli occhi per la sorpresa.
Non riesco a credere alle mie orecchie.
“Sono stato io a dirlo a Luca..” ripete Carlo, gironzolando per tutta la mia stanza senza sosta e senza mai guardarmi in faccia.
“P-perché?” gli chiedo esausta, sedendomi sul mio grande lettone e guardando verso la sua direzione.
“Q-quando stavamo tutti insieme non faceva altro che dire che voleva riprovarci con te e quindi…non ci ho visto più… non volevo che rovinasse tutto, proprio ora che le cose tra te ed Alex stanno andando bene..” confessa, trovando finalmente il coraggio di sedersi vicino a me e guardarmi in faccia.
“E invece no. A causa della tua brillante idea io l’ho accusato ed ora lui non mi parla più da tre giorni…” spiego triste
“Mi dispiace…avrei dovuto dirtelo subito che sono stato io… ma avevo paura ti arrabbiassi con me..” mi dice, riservandomi la sua migliore faccia da cucciolo, quella con la quale non so infuriarmi.
“Okkey, ti perdono…per stavolta! Ma la prossima volta che fai qualche stupidaggine, avvertimi!!” lo rimprovero io, prima di precipitarmi tra le sue braccia e stringerlo forte a me.
 
 
“Ma ti rendi conto?? Quello scemo del tuo ragazzo fa solo pasticci!” scherzo io con Marie questa sera stessa a telefono.
“Si, lo so… e mi dispiace.  Appena me l’ha raccontato l’ho costretto a venire da te a dirtelo.” mi spiega “Non sei arrabbiata con lui vero? Aveva una fifa enorme prima di venire da te.” mi chiede infine, preoccupata.
“Ma certo che no… infondo, l’ha fatto in buona fede, quindi… non vedo perché dovrei” le dico sinceramente
“Bene…ma ora il problema è Alex…credi che ti perdonerà?” mi chiede, cambiando argomento
“Ah, non saprei” le rispondo sospirando, mentre mi copro meglio con le coperte “ Quando vuole è più permaloso di me… quindi sarà dura farsi perdonare”
“Tu prova a parlargli, magari è diventato un po’ più ragionevole…” tenta di consolarmi Marie
“Ne dubito… va bene, comunque io ora dormi…a domani tesoro” la saluto, prima di riattaccare la cornetta e mi addormento nel giro di pochi minuti.
“Elena!! Svegliati, c’è Carlo giù che ti aspetta… dice che oggi ti accompagna lui a scuola!” mi sveglia così mia madre, entrando nella mia camera come una furia e aprendo le tende, facendo così entrare  i raggi del sole che prepotenti mi costringono ad aprire gli occhi.
“Ma…perché è venuto? Ci vogliono 5 minuti per arrivare a scuola!” mi lamento io, per il modo brusco in cui sono stata sottratta dal mondo dei sogni.
“Oh, andiamo! Non fare l’antipatica… è stato così gentile, quindi tu ora sbrigati e preparati e scendi!” mi intima mia madre prima di scomparire aldilà della porta.
Bel modo di cominciare la giornata.
Dopo una doccia veloce ed essermi vestita, prendo la mia borsa e mi precipito nella cucina al piano inferiore, dove trovo mio padre e Carlo seduti a tavola a fare colazione e parlare di chissà che.
“Buongiorno” dico semplicemente, sedendomi di fianco a Carlo e bevendo il mio latte macchiato.
Una volta che entrambi abbiamo terminato di mangiare, prendiamo le nostre borse e ci dirigiamo verso la scuola.
“Si può sapere perché sei venuto da me?” gli chiedo, una volta soli
“Ho parlato con Alex… so cosa devi fare per farti perdonare.” Mi dice, continuando a camminare verso scuola.
“Cosa?” chiedo semplicemente io, fermandomi per guardarlo e sperando che non sia nulla di stupido.
 
 
“Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, uno…” conta l’istruttrice del corso che Alex mi ha costretto a frequentare.
Volete sapere di che corso si tratta? Vi accontento subito.
Il caro ragazzo, che faceva la parte dell’offeso, mi ha obbligata a fare una stupidissima lezione di acquagym in cambio del suo perdono. Cosa non si fa per amore!
E così, ora mi trovo nella sua piscina a seguire le indicazioni dell’istruttrice che è da più di un’ora che ci costringe a fare esercizi stupidi e soprattutto imbarazzanti. Sia chiaro, non è che io odi l’aquagym, d’estate al mare lo faccio sempre, ma farlo davanti a dei ragazzi che non fanno altro che guardarci il seno ed il sedere – chiunque può assistere alla lezione- mi innervosisce non poco, specialmente se tra quei ragazzi c’è anche Alex, che dall’inizio della lezione non mi ha tolto gli occhi di dosso.
“Ragazze, per oggi basta così, la lezione è finita… ci vediamo tra due giorni alla stessa ora!” ci saluta entusiasta l’istruttrice, prima di dirigersi agli spogliatoi.
Appena io e le altre ragazze che facevano acquagym la seguiamo, per andare finalmente a lavarci ed asciugarci, però vengo bloccata per un braccio.
“Allora, mi perdoni?” gli chiedo
“Mhh… si” mi dice semplicemente, prima di porgermi un asciugamano, poggiandomela sulle spalle tremanti
“Oh, grazie” gli dico io, sistemandomi meglio l’asciugamano addosso, per riscaldarmi un po’.
“Ora vatti a lavare, che dopo ti accompagno a casa…” mi dice infine lui, prima di lasciarmi andare.
Non me lo faccio ripetere due volte, e così mi dirigo velocemente  verso gli spogliatoi, ma prima di varcare la soglia, vengo bloccata nuovamente.
“Cosa c’è Alex?” chiedo io senza girarmi verso di lui
“MI dispiace baby, non mi chiamo Alex...” dice una voce a me sconosciuta, che mi costringe a voltarmi.
“C-cosa vuoi da me?” chiedo un po’ preoccupata… ormai la maggior arte delle persone sono tutte andate via oppure sono sotto le docce.
“Che ne dici di fare una lezione privata dopo?” mi chiede lo sconosciuto, avvicinandomisi pericolosamente.
“M-mi dispiace…ma io non sono una delle istruttrici…chiedi a loro” gli rispondo secca, cercando di liberarmi dalla sua presa sul mio braccio.
“Oh, ma io non intendevo una lezione di aquagym…” continua lui, ormai a pochi centimetri dal mio volto.
 Per fortuna, prima che mi si avvicini ulteriormente, viene allontanato bruscamente da me, grazie ad una spinta che gli da Alex.
“Vattene immediatamente” gli dice allo sconosciuto che inizialmente cerca di controbattere ma poi, forse a causa dello sguardo minaccioso di Alex, cambia idea e si allontana da noi, lasciandoci soli.
“Io…io vado” dico semplicemente io, prima di dirigermi finalmente a fare questa benedetta doccia.
 
“Sei...arrabbiato?” chiedo ad Alex, una volta arrivati vicino casa mia
“No” mi dice semplicemente lui.
“E allora perché non hai parlato durante tutta la strada? “ continuo io, in cerca di risposte.
“Sono stanco…” eclissa lui.
“Va bene…allora io vado” dico, prima di avvicinarmi al portone di casa.
Prima di aprirla però, mi sento bloccare per un polso.
Ancora ?
“Si.. sono arrabbiato…ma non con te” mi spiega lui, senza guardarmi.
“Posso aiutarti in qualche modo?”
“Non credo…” mi risponde, lasciandomi il polso
Restiamo lì immobili per chissà quanto tempo, io a pensare a un modo per farlo di nuovo sorridere e lui a pensare a chissà cosa.
Dopo un po’ ho un’illuminazione: prendo il suo volto tra le mie mani, alzandolo, in modo da costringerlo a guardarmi negli occhi.
“Esci con me.” Gli chiedo di getto
“Come?” mi chiede lui confuso
“Esci con me… così magari ti passa l’arrabbiatura…” spiego io, sperando con tutta me stessa che non rifiuti.
“Non posso…” mi dice dopo qualche minuto di riflessione
“Oh..” dico semplicemente io, allontanando le mie mani dal suo volto.
Non vuole uscire con me.
“Oggi devo andare con i miei a casa dei miei zii… domani?” mi chiede, continuando a guardarmi negli occhi
“Oh.. ehm…. Si, va…va bene!” rispondo io balbettando.
“Bene, allora, a domani!” mi saluta lui, lasciandomi un lieve bacio sulla guancia prima di voltarmi le spalle e dirigersi verso casa sua.
Io ho un appuntamento con…Alex!?

************************************
Buona sera a tutti e buon Immacolata!
Tra poco avrò finalmente le vacanze natalizie e potrò aggiornare la storia più della consueta volta settimanale.
Spero che questo capitolo vi piaccia. A presto, baci.

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Capitolo 21
*** Quando non sai cosa fare…Google ha la soluzione!! ***


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Capitolo 21: Quando non sai cosa fare…Google ha la soluzione!!
 
“Allora baby, dove mi porti stasera?” mi chiede Alex improvvisamente, avvicinandosi a me e sporgendosi sul mio lato del banco.
“Ehm…vieni a casa mia e lo scoprirai” gli rispondo, un po’ imbarazzata dalla sua vicinanza
“Va bene..” mi risponde semplicemente lui, senza però spostarsi di neanche mezzo centimetro.
Mammamia! Devo trovare al più presto un posto altrimenti addio appuntamento con Alex…  penso disperata mordicchiandomi le unghie.
“Cosa c’è? “ mi chiede ancora Alex, che intanto non mi ha tolto gli occhi di dosso e anzi, mi si è avvicinato maggiormente.
“Bianchi! Ma che fa? Si vuole sedere su di Amoroso?” chiede la prof. di filosofia scandalizzata, non appena varca la porta.
“No prof” le risponde semplicemente lui staccandosi da me e tornando a sedersi composto.
Prof… non l’ho mai amata tanto.
 
 
 
“Allora…hai deciso dove cavolo porti Alex?” mi domanda un’esasperata Marie dopo oltre un’ora abbondante a telefono.
“No… sono ancora
 indecisa se fare un picnic o al cinema o… “ rispondo io esasperata mentre continuo la mia ricerca su Google.
“Maddai… che palle. Al cinema non potreste parlare…. E un picnic con questo freddo non è il massimo” intima lei
“HO TROVATO!!” urlo io improvvisamente non appena leggo ciò  che fa al caso mio.
“Cosa?!” mi chiedono all’unisono Marie e mia madre, che fa capolino dalla porta.
“Nulla mamma!” la liquida velocemente mentre raggiungo il mio letto e mi ci stendo.
Non appena lei mi lascia nuovamente sola, non prima di aver esclamato al cielo qualcosa tipo “Ma perché una figlia del genere doveva capitarmi?” ricomincio a parlare “Lo porto dove siamo andati la prima volta che siamo usciti con il gruppo…” spiego alla mia amica, che incuriosita mi intima a continuare…
 
 
 
“Elee, c’è Alessandro scendi! “ mi intima mia madre dal piano inferiore
“Scendooo!! “ le rispondo mentre afferro la mia borsa ed il cappotto e mi precipito al piano terra.
Non appena raggiungo mia madre ed Alex per poco non rimango a bocca aperta.
Solitamente Alessandro mette sempre maglioni o felpe e i capelli li pettina accuratamente. Stasera, al contrario, ha optato per una camicia nera attillata quanto basta per far intravedere i suoi pettorali muscolosi, jeans scuri e i capelli li ha leggermente spettinati. Ha un’aria davvero da… Uao.
Come farsi venire gli infarti, capitolo 1.
A confronto io faccio pena. Sebbene abbia passato più di un’ora per truccarmi e decidere cosa mettere, non posso reggere il confronto. Stranamente Alessandro non è del mio stesso parere, infatti, non appena mi vede mi raggiunge e, dopo aversi salutato con un lieve bacio sulla
guancia, mi sussurra all’orecchio – per non farsi sentire da quella ficcanaso di mia madre – “ Sei bellissima”.
O ho fatto un ottimo lavoro o lui prima di venire si è drogato.
Dopo numerose raccomandazioni di mia madre – nonostante non fosse il mio primo appuntamento con un ragazzo sono pur sempre la sua bimba – afferro Alex per il braccio e lo conduco fuori casa dritti verso la meta.
“Si può sapere dove andiamo?” mi domanda per l’ennesima volta da quando siamo usciti di casa mia.
“Insomma! “ lo riprendo io “ un po’ di pazienza”
“Uffa…” continua lui facendosi trascinare da me
“Eccoci qui!!”  esclamo al settimo cielo, sperando di ottenere la stessa reazione da parte sua.
“Mi hai portato… alla festa patronale?” chiede un po’ stranito
“Si… beh, ecco… la prima volta che siamo usciti siamo venuti qui…e mi è sembrato che tu ti fossi divertito… ma se non ti piace possiamo and” inizio a parlare a vanvera, ma fortunatamente Alessandro frena il mio fiume in piena e mi tranquillizza, dicendomi che andrà più che bene.
Passiamo la prima oretta a girovagare tra le numerosissime bancarelle che sono state allestite per la strada, mangiando dolciumi e scherzando come due bambini.
Dopo un po’ , mentre lui è ad un chiosco a prendere dello zucchero filato leggo un volantino, sul quale c’è scritto il programma per la serata.
Ore 22: Giochi pirotecnici.
Guardo di sfuggita l’orologio: sono le 21.45 .
“Dove andiamo ora?” mi chiede Alex quando mi raggiunge
“Seguimi, mi è venuta un’idea!!” gli dico semplicemente afferrandolo per un braccio e conducendolo perso un vecchio edificio abbandonato.
 
“No, dico…ma sei pazza?” mi domanda Alex, guardandomi stranito mentre lo trascino su per una lunga rampa di scale per raggiungere il tetto dell’edificio.
“Non direi...perché?” gli chiedo, una volta raggiunta la terrazza
“Fa freddissimo qui su..” mi dice lui
“Maddai , hai paura di un po’ di freddo?” lo prendo in giro io guardandolo con aria di sfida.
“Ma chi, io? Baby… potrei anche mangiare un gelato e non sentirei nulla” ribatte lui altezzoso
“Scommettiamo?!” continuo io.
Non so perché, ma ho voglia di giocare un po’ stasera.
“Okkey, cosa mi dai se mi mangio un bel gelato a tre gusti?” mi chiede, avvicinandomisi e guardandomi intensamente
“Ti offro il gelato..”
“Troppo poco…ritenta!” mi intima lui, avvicinandosi ulteriormente
“F-facciamo prima se m-mi dici cosa vuoi…” gli dico, balbettando lievemente.
Oh, devo smetterla. Non posso balbettare ogni volta che è a meno di 5 centimetri da me… Se mai dovesse baciarmi che faccio, non parlo più?  Mi rimprovero da sola, diventando rossissima in viso al solo pensare di baciarlo.
“Facciamo che se vinco…” mi dice lui sorridendo – lui sì che non si fa problemi per le vicinanze – “ Mi dai un bel bacio. “
Se prima ero semplicemente rossa ora vado direttamente in fiamme.
Ma con lui già mi sono esposta fin troppo, quindi con finta indifferenza gli porgo la mano per sancire il nostro accordo.
“Andiamo?” continua lui, allontanandosi lievemente da me
“V-veramente tra poco cominceranno i fuochi d’artificio e vorrei vederli..” dico semplicemente io “Ma…ma se tu non vuoi possiamo andare!”
“No, restiamo” risponde mentre si appoggia ad un muretto poco distante da noi e alzando gli occhi verso il cielo per guardare i fuochi d’artificio, che intanto sono iniziati.
Dopo qualche minuto il cielo torna ad essere limpido e così ci incamminiamo verso il centro della città.
“Un gelato a Stracciatella, nocciola e… cioccolato” chiede Alessandro al cameriere del bar in cui siamo entrati – è l’unico in tutto il bar, precisamente in tutta la città, ad avere il coraggio di mangiare un gelato. “Alla ragazza invece una cioccolata calda” ordina lui per me.
Dopo qualche minuto arrivano le nostre ordinazioni e quasi con aria di sfida – ma soprattutto in modo scandalosamente sexy- Alex inizia a mangiare il suo gelato senza mai staccarmi gli occhi di dosso.
Come farsi venire gli infarti, capitolo 2.
Troppo impegnata a mangiarmi Alex con gli occhi, non faccio caso alla mia bollentissima cioccolata che quindi quasi mi ustiona la lingua.
“So io come raffreddarla” mi sussurra Alessandro, prima di rileccare quel benedettissimo gelato.
Dopo interminabili minuti di silenzio, in cui lui divora velocemente il gelato, io sorseggio la mia cioccolata, tutto condito con sguardi fugaci – i miei – e sguardi profondi – i suoi, ci alziamo dal tavolino e dopo aver pagato ci dirigiamo fuori dal bar, al freddo.
“Allora…dicevamo” dice Alex sorridendo mentre cammina al mio fianco
“In realtà non stavamo dicendo niente..” dico semplicemente io
“Ma come? Già non ti ricordi la nostra scommessa?” dice, facendo un passo verso di me e accorciando le distanze “ Hai perso Pulce, quindi… baciami!” mi intima, senza però muoversi di neanche un millimetro.
Ma certo, ho capito. Non ci dobbiamo baciare, ma devo essere io a farlo.
Vabbè, farò questo sacrificio…penso, sorridendo tra me e me mentre accorcio sempre di più lo spazio che ci divide.
“Ahh… ELENAAAAAAA” sento improvvisamente urlare il mio nome e ,non appena mi volto verso la fonte di quell’urlo, per poco non cado atterra a causa del ragazzo che mi ha abracciato di slancio.
Ma che diavolo succede…?  


**********************************************
Buonasera a tutte, bellezze!
Scusate se non ho aggiornato come sempre di Sabato, ma sono stata impegnata.
Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono la storia, la aggiungono alle seguite/ricordate/preferite e coloro che recensiscono.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimente.
Baci, Mery <3

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Capitolo 22
*** Capelli e guai non mancano mai! ***


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Capitolo 22: Capelli e guai non mancano mai!
 
 
Avete presente uno di quelle giornate in cui tutto vi va male? Quelle che, appena aprite gli occhi, sapete già che andrà tutto allo scatafascio.
Preparate il caffè, e prendendolo frettolosamente vi scottate e la vostra maglia preferita si sporca, perdete l’autobus che vi avrebbe dovuto condurre in un luogo importante, uscite di casa di tutta corsa, dimenticando qualcosa di importante, solitamente l’ombrello e ciò preannuncia che quel giorno pioverà a dirotto.
Ma esistono altri tipi di giornate catastrofiche. Quelle che vi illudono e voi credete che sia una delle tante e monotone giornate ma in realtà un qualche disastro è in agguato dietro l’angolo.
E solitamente è più dannoso delle consuete “giornate storte”.
Ecco, quello di oggi, per me, è probabilmente peggiore della mia vita.
Quella che era cominciata come una giornata stupenda, dato che avevo un appuntamento con Alessandro, si sta trasformando in un incubo.
 “Come stai?” mi chiede colui che mi si è letteralmente buttato addosso.
Prima di rispondergli, mi prendo qualche secondo per metterlo bene a fuoco e capire di chi si tratta.
Capelli biondissimi, occhi castani con sfumature di giallo, alto…
“Gigii!” urlo, dopo averlo finalmente riconosciuto
“In persona, tesoro” mi risponde allegro lui, donandomi uno smagliante sorriso.
“E che persona..” scherzo io, ricambiando il suo sorriso
“Che mi dici di bello?”
“Oh, niente di che…” inizio a rispondergli, ma poi vengo distratta da uno sbuffo proveniente dalle mie spalle.
“Scusa, vuoi qualcosa?” gli chiede Luigi infastidito, credendo fosse un estraneo.
“Oh, scusa Gigi, lui è Alessandro…Alex lui è Gigi” dico, facendo le presentazioni.
“Oh, ma quindi lo conosci” mi dice semplicemente il mio amico, prima di porgerli la mano “ Piacere, Luigi” ma Alex si limita a fargli un cenno con il capo, per poi rivolgersi a me “Io vado a casa.”
“Cosa?...Perché? E’ presto” gli chiedo confusa.
“Mi sto annoiando” risponde semplicemente, senza guardarmi negli occhi e voltandomi le spalle”
Un attimo prima è sereno e sembra divertirsi e l’attimo dopo se ne vuole andare.
“Aspett…” cerco di fermarlo, ma vengo fermata dalla mano di Gigi
“Lascialo perdere… ti va un caffè?” mi chiede, cambiando argomento.
Do un ultima occhiata in direzione di Alex, che continua per la sua strada senza voltarsi.
I suoi sbalzi d’umore mi hanno stufato.
“Volentieri..” accetto infine, sorridendo flebilmente al mio vecchio amico.
 
 
 
“Si può sapere che cavolo è successo?” mi chiedono Callie e Paola in coro, non appena varco la porta della classe l’indomani mattina.
“In che senso?” chiedo loro stranita e non capendo perché sono così arrabbiate con me di prima mattina, mentre intanto raggiungo il mio banco si siedo su di esso.
Dopo una rapida occhiata tra di loro, mi raggiungono e mi si parano davanti.
“Hai visto Alessandro stamattina?” mi chiede Paola
“No, perché?” la interrogo, continuando a non capire perché tanta agitazione.
“Beh, faresti meglio a dare un occhiata fuori. “ mi consiglia Callie, indicando la finestra poco distante da noi.
Incuriosita, ma pur sempre stanca a causa di tutti questi misteri, mi alzo e raggiungo la piccola finestrella dal quale è possibile ammirare l’intero cortile d’ingresso della scuola.
“Cosa c’è?” chiedo, non vedendo nulla di strano.
“Uffaaa…” si lamenta Callie della mia lentezza mentale la mattina, per poi indicarmi lei stessa cosa guardare: due ragazzi avvinghiati ed intenti a baciarsi sotto al canestro da basket.
“Okkey, c’è una coppietta che si sbaciucchia” dico io ovvia e per poco non ricevo una sberla dalle mie amiche
“Certo che sei rintronata forte di prima mattina! Guarda chi sono quelli che si baciano!” mi intima Paola al limite della pazienza.
“Lei è Giulia della 3 h e lui… cosaaa? Alessandro?! “ esclamo quasi urlando
“Finalmente hai capito… che cavolo è successo ieri? Non dovevate uscire insieme?? E allora perché sta attaccato a quella put…” mi urla contro Callie, ma per fortuna viene interrotta da Paola “Ok, è  chiaro Callie, sei arrabbiata, però ora facciamo parlare Ellie che tra poco suona la prima campanella…”
Dopo un breve ma conciso riassunto, non riesco però ad ascoltare le loro osservazioni, poiché suona la campanella e l’arrivo del prof. Marchese mi costringe a raggiungere il mio posto.
Alex ancora deve arrivare.
Solo dopo che il prof. ha fatto l’appello e decide gli argomenti da trattare quest’oggi, il signorino decide di presentarsi in aula, causando l’ira del prof, che decide di vendicarsi interrogandolo.
Giustizia divina.
 
 
 
“Simo mi dai una mano?” sento chiaramente la voce di Alessandro alle mie spalle che supplica il suo migliore amico di aiutarlo per recuperare il 4 di poco prima.
“Vorrei, ma anch’io ho 5 in fisica, e non credo che impareresti chissà quanto” gli risponde l’amico.
“Vi può aiutare Elena..” interviene nel loro discorso Federica.
“Massì dai, che dici Ellie, puoi aiutarci?” mi supplica Simone
“Ehm…non saprei” gli rispondo titubante
“TI PREGO.” Mi supplica lui, facendo gli occhi dolci più teneri del suo repertorio.
“E va bene “ accetto infine.
Potrò anche essere arrabbiata con Alessandro, ma non voglio che lui e Simone abbiano un debito.
“Grazieee” mi dice Simone stritolandomi in un abbraccio.
“Da me alle 4” dico infine loro, prima di tornare al mio posto e cercare di ripetere qualcosa di italiano.
 
 
 
“Ciao” dico semplicemente, quando apro il portone di casa e mi ritrovo Alessandro davanti.
Lui ovviamente, da bravo maleducato, non mi rivolge la parola, seguendomi in soggiorno.
“Dov è Simone?” cerco nuovamente di parlargli e per fortuna stavolta mi risponde.
“Mi ha appena mandato un messaggio, non viene.” Risponde pacato, poggiando la sua tracolla sul tavolo. “Le ripetizioni gliele darà Federica”.
“Beh, allora… tu vuoi farti aiutare da me o da Federica?” gli chiedo un po’ a disagio.
“Tu…” risponde semplicemente.
E il discorso cala lì.
Così decido di iniziare da subito a spiegare nozioni di fisica: prima finiamo prima andrà via e finirà questa situazione imbarazzante.
Dopo quasi tutto il pomeriggio passato a ripetere leggi su leggi, formule su formule, decidiamo di concludere.
Dopo aver preparato la sua tracolla, averla appoggiata alla spalla ed aver raggiungo la porta però rimane immobile di fonte a me.
“Ehm…allora, ciao” gli dico, guardandomi le scarpe.
“Elena…” mi chiama debolmente, così sollevo lo sguardo su di lui “ Dobbiamo parlare”.


******************************************************
Buona sera a tutti.
Spero stiate trascorrendo delle felice e serene feste. 
Chiedo scusa per il ritardo, ma in questi giorni tra cenoni e rimpratriate con gli amici ho davvero poco tempo.
Come sempre ringrazio tutti coloro che seguono la mia storia e ringrazio anticipatamente a tutti coloro che troveranno un pò di tempo per lasciare un commento.
Baci, la vostra Mery
.

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Capitolo 23
*** You are idiot! Smack. ***


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Capitolo 23: You are idiot!! Smack.
 

 
“Dobbiamo parlare… di cosa?” gli chiedo, alzando un sopracciglio stranito.
Inizio davvero a non capire i suoi strani sbalzi d’umore.
“Possiamo andare in un’altra stanza?” mi chiede guardandosi intorno.
Mi limito a muovere la testa in segno d’assenso, prima di dirigermi – seguita da lui- in salotto e sedermi sul grande e morbido divano.
“Parla” lo incito io, mentre lo vedo accomodarsi al mio fianco.
“Volevo dirti che mi dispiace per averti lasciata all’improvviso ieri…” vuota il sacco, alzando finalmente gli occhi e fissandoli ai miei.
“Non fa niente..” gli rispondo semplicemente - ormai , come ho già detto, sono abituata ai suoi continui sbalzi d’umore -  per poi continuare “Nient’altro?”
“Si… ti va di uscire sabato?” mi chiede d’un tratto.
“P-perché? “ chiedo arrossendo, colta di sorpresa dalla sua proposta.
“Come perché? Perché mi va di uscire con te.” Mi risponde serafico.
“Stamattina mentre baciavi la biondina non credo che ti ricordassi di me..” bofonchio io, cercando di non farmi sentire da lui.
Ma come sempre la fortuna non è dalla mia parte.
“Gelosetta Ellie..?” mi punzecchia lui.
“N- “ cerco di difendermi, ma infondo… a che serve mentire? Lui già sa che lo amo, perché non posso dirgli di essere gelosa? “ Si, cavolo!” ammetto infine, stupendolo.
“Bene…” sussurra Alex, più a se stesso che a me, per poi tornare a fissare i suoi occhi su di me “Allora sabato è aggiudicato?”
“No, se non mi dici cos è cambiato da ieri ed oggi!” esclamo.
Mi sono decisamente scocciata dei suoi cambi d’umore. Buona sì, innamorata anche… ma la mia pazienza ha pur sempre un limite!
“Facciamo così, tu dimmi che accetti e sabato ti assicuro che saprai il perché.” Mi dice, continuando a guardarmi con quel suo sguardo di chi la sa lunga.
E vabbè, la pazienza sarà anche al limite… ma di certo non posso rifiutare un appuntamento con Alex!!
“D’accordo…” accetto infine “Quando e dove?” mi informo
“Ti farò sapere…” mi risponde lui semplicemente prima di alzarsi e prendere la sua tracolla “ Ora è meglio se vado, a domani” mi saluta infine mentre si incammina verso la porta di casa mia.
Non appena lo vedo varcare la soglia della porta, so immediatamente cosa fare: CHIAMARE Paola e Marie. Così, corro subito al piano superiore, in camera mia e, dopo aver acceso il pc, entro su skype e chiamo le mie amiche.
“Ma vi rendente contooo, Sabato ho un altro appuntamento con Alessandrooo !!” dico, saltando sul posto dalla gioia.
Addio neuroni, è stato bello conoscervi.
“ Davveroo? Che bello Ellieee, sono contenta per te!” esclama Marie contenta
“Ragazze, non vorrei abbattere la vostra felicità ma… “ inizia Paola
“Ma?” la incitiamo io e Marie a continuare
“Ma Sabato è domani e conoscendoti impazzirai, dato il poco preavviso” conclude ovvio.
“E’ vero…” conferma Marie “Sai dove andrete? Così ti aiutiamo noi ora a decidere cosa indossare”
“No cavolo… non mi ha detto dove andremo” rispondo io, entrando un po’ nel panico.
“Hey, non ti preoccupare… “ mi consola Paola “ Tanto per domani mattina dovrebbe dirtelo, giusto? E nel caso, domani pomeriggio, verremo da te ad aiutarti.
“Grazie ragazze “ dico loro, quasi con le lacrime agli occhi “ Ora però devo andare, mamma non c’è e tocca a me prepararmi qualcosa da mettere sotto i denti, altrimenti rimarrò digiuna, ciao, vi voglio bene”.
“Ciao tesoro” mi salutano in coro.
 
 
 
 
“Allora, dove ti porta stasera?” mi chiede Marie, non appena entra in casa, seguita a ruota da Paola.
“Non me l’ha detto, ha detto però di vestirmi come tutti i giorni…” spiego io, mentre raggiungiamo la mia camera, dove ci sono sparsi ovunque centinaia di vestiti pantaloni e top.
“Mettiamoci a lavoro” dice Paola, rimboccandosi le maniche e buttandosi alla ricerca di qualcosa di carino ma non troppo esagerato.
Alla fine mi porge soddisfatta un paio di leggins neri e una maglia lunga grigia da indossare con della scarpe nere, basse e una cinta in vita.
Niente male, non troppo esagerato ma neanche a maschiaccio.
E comunque, anche se non mi fosse piaciuto, mi sarei dovuta accontentare dato che, dopo essermi vista allo specchio, vengo subito distratta dall’arrivo di Alex.
Dopo due baci alle mie amiche mi precipito al piano inferiore e raggiungo Alex, che mi attende appoggiato al muretto di fronte casa mia.
Camicia nera, leggermente sbottonata e jeans scuri: bello come sempre.
“Ciao, dove andiamo” gli  chiedo subito
“Uffa che lagna, aspetta e vedrai” mi risponde semplicemente, per poi prendermi per mano e trascinarmi chissà dove.
E pazienza, aspetterò, l’importante è che non mi lasci la mano.
Dopo circa una decina di minuti, raggiungiamo il centro del paese – precisamente dove ci sono tutti i negozi migliori e c’è sempre molta gente.
“Adesso posso chiedertelo, perché sei voluto uscire con me?” chiedo curiosa
“Mhh… perché si”
“Uffa, avevi promesso che mi avresti detto il perché”  mi lamento, pizzicandogli un fianco.
“ E va bene, te lo dico, però smettila di fare quella faccia ferita” mi dice dopo poco, guardandomi negli occhi.
“Okkey” gli rispondo sorridendo e aspettando la sua risposta.
“Perché… tu mi piaci” mi dice improvvisamente.
Fortunatamente sono ancora giovane e in forma per avere un infarto, ma stavolta ci sono andata davvero molto vicino.
Ma ovviamente, non sono me stessa se non rovino tutto.
“E allora perché cavolo hai baciato Giulia ieri, idiota??” gli urlo quasi addosso.
E in risposta ottengo un suo felicissimo sorriso e “ Perché, come hai detto tu, sono un idiota”.
“Un grandissimo idiota “ lo correggo.
Ma, invece di offendersi, Alex continua a sorridermi e, dopo avermi fermato i polsi, mi si avvicina pericolosamente e mi sussurra “Sai che sei davvero sexy quando fai la gelosa?”
“Eh..?” è l’unica risposta che riesco a dargli, sia perché sono mentalmente partita per Alexandria e sia perché lui ha Finalmente annullato le distanze tra di noi con un bacio, e che bacio.
Non so se è perché sono così irrimediabilmente innamorata di lui, o se è perché è da tanto che aspetto questo momento o perché lui è davvero un ottimo baciatore, ma giuro che se qualcuno osa farci staccare gli taglierò la testa.


********************************
E finalmente, dopo tanta attesa, sia mia che vostra è arrivato il momento in cui Alex ha capito che è un idiota totale e ha finalmente baciato la nostra povera Ellie.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative.
Ringrazio, come sempre, tutti voi che leggete la mia storia e che commentate. :)
Alla prossima, Baci.
Come sempre, la vostra Mery.

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Capitolo 24
*** Sei la mia droga! ***


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Capitolo 24: Sei la mia droga!
 


”Ellie, ma la smetti?” si lamenta Callie sbuffando per l’ennesima volta.
"Di fare cosa?"
“E' da mezz’ora che non fai altro che gridolini e sospiri felici ma non ci hai ancora detto che cavolo ti è preso…” mi informa Marie
“Ma non posso dirvelo finchè non arriva Carlo, altrimenti si arrabbia con me o peggio si offende…” spiego tranquilla.
E per fortuna, non appena termino la frase sento suonare il campanello, segno che il mio amico è appena arrivato, così ci precipitiamo tutte al piano terra ad aprirgli la porta per poi dirigerci in salotto.
“Allora, spara. Cosa c’è che ti rende così felice?” mi chiede il mio amico, accomodandosi sul divano, di fianco a Marie.
“Io e Alex… ieri sera siamo usciti insieme ..” inizio a spiegare, camminando senza sosta avanti e indietro per la stanza.
“Lo sappiamo” controbatte Paola “Arriva al sodo… che è successo?” mi incita lei
“Ecco… mi ha detto che è un idiota, un grande idiota…” sottolineo felice
“Finalmente!!” esultano tutti in coro
“Già, finalmente!!” li appoggio per poi continuare nel racconto “comunque, dicevo….mi ha portata in centro, e lì mi ha detto che anch’io gli piaccio…e…mi ha baciata!!” dico sorridendo a 360 gradi.
“Benissimo, quindi ora state insieme?” si informa Carlo curioso
“Ehm… si, o meglio… non lo so. Per tutto il resto della serata non abbiamo fatto altro che passeggiare mano nella mano e ogni tanto ci siamo baciati e abbiamo incontrato anche alcuni suoi amici….” Spiego
“Credo che valga come un si.” Dice Carlo grattandosi pensieroso il mento
“Cosa? No, deve dirtelo di persona. Deve chiedertelo, altrimenti non vale.” esclama Callie oltraggiata
“Perché?” chiede Carlo confuso
“Ovvio…” gli risponde Callie “Lei ha aspettato bel 4 anni quel deficiente, quindi è giusto che lui se lo meriti almeno un po’ chiedendoglielo… non deve dare le cose per scontate!!”
“Mhh…forse hai ragione” le rispondo colpita dal suo ‘discorso’.
Non mi dispiacerebbe sentirmelo chiedere…
“Ci penso io…” esclama improvvisamente Carlo “Glielo chiederò  domani mattina in classe…e se dice di si gli chiederò se tu lo sai…” mi spiega
“Okkey... mi affido a te allora C” gli sorrido felice.
“Ora però possiamo mangiare, ho una fame da lupi” si lamenta Marie, e non ha tutti  torti.
Li ho chiamati stamattina e li ho fatti venire in tutta fretta verso l’ora di pranzo.
“Venite…vi preparo un bel pranzetto” gli offro, mentre mi dirigo in cucina pronta a sfamare i loro insaziabili stomaci.
 
 
 
Lunedì, ultima ora. Educazione fisica.
Il prof. è assente e quindi noi cari studenti della 4 I , siamo affidati a noi stessi in un’ora buca.
Non potevamo aspettarci nulla di meglio per poter far abboccare Alex alla ‘trappola’ di Carlo.
Infatti, ci ritroviamo tutti intorno al banco di Simone e Paola, chi seduto sul banco stesso e chi sulla sedia, a parlare del più e del meno – da notare che Alex ha un braccio intorno alle mie spalle, il che vuol dire, ciao ciao cervello – finchè Carlo non rivolge una domanda, La domanda ad Alex. “Hey, Alex… come vanno le cose con Elena?”
“Hey, guarda che io sono qui!!” gli dico, fingendomi oltraggiata e nel mentre gli lancio un’occhiata che vuol dire ‘ è questa la tua brillante idea?’ ma lui continua a guardare Alex senza pensarmi.
“Bene…” gli risponde Alex, voltandosi a guardarmi e stringendo leggermente la presa sulle mie spalle.
“State insieme..?” chiede Federica, intromettendosi nel discorso.
Non ho mai amato il suo essere una ficcanaso così tanto.
“Mhh…” vedo Alex rifletterci, mentre non stacca i suoi occhi dai miei, e ha uno sguardo… strano. “Direi di si” dice infine.
Ora, prendetemi per pazza, schizofrenica, idiota, rincitrullita e tanto altro ancora – e forse lo sono davvero – ma  dopo il discorso di Callie, ho capito che in effetti desideravo davvero che lui me lo chiedesse, e ora che lo ha detto a tutti senza però chiedere il mio parere sono… arrabbiata. Ma proprio tanto. Così tanto che mi alzo velocemente dalla sedia e raggiungo in due falcate Paola che intanto si trova al mio banco, vicino la finestra, a telefono con Salvatore e mi siedo rumorosamente accanto a lei, tutto ovviamente con la delicatezza di un ippopotamo.
Già, quando sono arrabbiata amo fare rumore, sbattere i piedi, schiudere violentemente le ante dei mobili…
Non appena mi vede, Paola saluta velocemente Salvatore e, dopo aver attaccato e riposto il cellulare in borsa, mi prende per mano e mi porta in bagno, lontano da orecchie e occhi indiscreti.
“Che ha detto?” mi interroga, capendo subito chi è la causa della mia rabbia
 “Quell’idiota, quel gran pezzo di idiota ha detto a che noi siamo fidanzati!” gli urlo contro, anche se so che non è sua la colpa.
Altro appunto, quando sono arrabbiata urlo contro chiunque, anche contro le pareti se non c’è nessuno nei paraggi.
“E’ questo il problema?” mi chiede una voce -fin troppo nota- alle mie spalle.
Ops.
“Questo è il bagno delle ragazze” gli dico io acida, ma lui mi ignora bellamente per poi rivolgersi alla mia amica
“Paola, per favore, ci lasci un attimo soli?”
“Certo..” gli risponde semplicemente la mia amica prima di eclissarsi fuori dal bagno.
“Allora, mi rispondi?  E’  perché non te l’ho chiesto che ti sei arrabbiata?” mi chiede avvicinandomisi.
“S-si” confesso, abbassando lo sguardo imbarazzata.
“Potevi dirmelo” mi dice dolce, senza alcun tono di rimprovero.
“Si…” rispondo mesta.
“Sa dire solo si?” mi chiede divertito, alzandomi il volto per poterlo guardare negli occhi.
“Mhh...no” gli rispondo gonfiando le guance, sembro una bambina.
“Posso rimediare in qualche modo?” mi chiede, avvicinandomisi
“Forse..”
“Mhhh… vediamo un po’…” dice, fingendosi pensieroso “Proviamo così, vuoi essere la mia ragazza?”  mi chiede, a un centimetro dal mio volto
“Ci voleva tanto idiota?” gli chiedo risentita, per poi buttarmi tra le sue braccia e sussurrare un flebile “Si” soffocato dalla stoffa della sua maglia.
“Bene.. ora posso baciare la mia ragazza?” mi chiede divertito, alzandomi il volto e avvicinandosi a me.
“Ok” sussurro lievemente prima di precipitarmi sulle sue labbra che in due giorni sono diventate la mia droga.
“Sei peggio della droga” gli confesso, non appena ci stacchiamo per prendere fiato.
“Lo prendo come un complimento” mi dice lui, prima di riavventarsi sulla mie labbra.



****************************************************

Ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia, in particolar modo le  35 persone che hanno inserito la mia storia tra le seguite, le 9 che l'hanno inserita tra le ricordate, le 15 che l'hanno inserita tra le preferite e le 17 che hanno recensito. 

Baci, Mery.

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Capitolo 25
*** Secondo appuntamento significa guai?! ***


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Capitolo 25: Secondo appuntamento significa guai!?
 

 
“Domani sera sei mia…” sento un sussurro alle mie spalle che mi fa sussultare per un istante
“Come?” chiedo confusa, girandomi verso Alessandro.
“Domani, hai un appuntamento con me, ti va?” mi chiede sorridendo, guardandomi intensamente negli occhi
“Certo..” gli sussurro flebilmente.
“Bianchi, sono contento che ti sei acquietato grazie alla presenza della significa Amoroso, ma ciò non toglie che nella mia ora dovete stare in silenzio!!” intima il prof Marchese, fermando la sua spiegazione, riprendendoci.
“Scusi prof” diciamo mesti, prima di voltarci verso la lavagna e non fiatare più per tutta la lezione.
“Dove andiamo?” gli scrivo poco dopo stando attenta a non farmi scoprire dal prof.
“Sorpresa…” è la sua risposta che leggo sul foglietto con la sua chiara grafia.
Uffa, ma è fissato con le sorprese?
 
 
“Daiii, Alex, mi dici dove andiamo?” lo supplico, unendo le mani in segno di preghiera e facendo gli occhi più dolci del mio repertorio.
Ormai la giornata scolastica è finita ed da quando il prof Marchese ha lasciato l’aula che lo punzecchio e lo supplico di sputare il rospo.
“Uff, e va bene, andiamo al cinema e poi in pizzeria, per stare un po’ soli, contenta?” mi dice esasperato, mentre sbuffando si dirige fuori dall’aula.
“Si, molto. Graziee” gli dico entusiasta mentre lo seguo fino ai cancelli della scuola e lo vedo voltarsi verso di me.
“Ora vado devo scappare che subito dopo mangiato ho nuoto, ciao” mi dice frettoloso mentre lo vedo voltarmi le spalle.
Che?
“Hey, non dimentichi niente?” gli urlo, dato che ormai si sta allontanando.
“Mh…” dice semplicemente lui, voltandosi verso di me “ Non, credo” mi risponde, mentre torna sui suoi passi e  mi raggiunge nuovamente.
“Va bene, a stasera allora” lo saputo, mentre mi incammino per la mia strada, ma dopo neanche un passo mi sento afferrare per un polso.
“Hey..” mi chiama lievemente lui, costringendomi a voltami
“Dimm…” gli chiedo voltandomi, ma proprio mentre sto parlando sento le sue labbra appoggiarsi lievemente alle mie per poi sentirle staccare troppo velocemente “ Dimenticavo di salutare la mia permalosa ragazza.” Mi dice sorridendo.
“Mhh, e questo lo chiami bacio?” lo punzecchio divertita e lui non manca di prendere la palla al balzo e ne approfitta per riavvicinarsi alle mie labbra e darmi un vero bacio.
“Mh… “ lo sento lamentarsi mentre si stacca da me “ Ora devo davvero andare, altrimenti farò tardi. A stasera, Amore” mi dice, prima di darmi un ultimo fugace bacio a fior di labbra e poi andare via.
Come migliorare la giornata con una semplice parolina.
 
 
 
“Era noiosissimo questo film” si lamenta Alex stiracchiandosi, una volta usciti dalla buia sala del cinema.
“Non era noioso” controbatto io “ E poi, se non ti piaceva Ribelle, perché lo hai scelto?” gli chiedo ovvia
“Beh, perché è da settimane che ti sento parlare con Paola e vi sento dire che volevate vederlo, ma lei doveva andare con Salvatore…” spiega lui un po’…imbarazzato?
“Grazie” gli dico al settimo cielo mentre gli schiocco un sonoro bacio sulla guancia “Ora dove si va?”
“Pizzeria, o non hai ancora fame?”  mi chiede premuroso
“Pizzeria, ho una fame da lupi!” accetto felice, mentre ci incamminiamo verso la pizzeria “Da Guido!” .
“Dopo aver anche finalmente saziato i nostri stomaci, decidiamo, dato che non è ancora tardi, di fare un giro per il centro.
Non potrei essere più felice: il ragazzo che amo è anche il mio ragazzo, e proprio in questo istante stiamo camminando mano nella mano per le strade della mia tranquilla cittadina, che equivale a dire che stiamo annunciando a tutti che stiamo insieme.
Proprio quando ci fermiamo davanti ad una vetrina allestita con dei bellissima abitini femminili intravedo il riflesso di un ragazzo a me conosciuto.
“Luigi!!” dico, voltando verso il suddetto che , appena mi vede si apre in un ampio sorriso e si avvicina per abbracciarmi, costringendomi a staccare la mano da quella di Alex.
“Dovremmo smetterla di incontrarci così” dice lui, quando ci stacchiamo
“Già, un giorno di questi potremmo anche prendere un caffè se ti va” gli propongo.
“Quando vuoi tesoro, a proposito… sai che ti sei fatta ancora più bella?” mi dice, facendomi sorridere ulteriormente.
“Grazie tesoro…” lo ringrazio “Come sta Sam?”
“Benissimo…” mi informa per poi informarmi che deve incontrarsi proprio con lui, quindi ci saluta e ci lascia nuovamente soli.
“ Ti va di andare a casa?” mi chiede Alex
“Di già?”
“Si sono stanco…” mi risponde secco, e in effetti…non ha una bella cera
“Va bene…”
Una volta arrivati fuori casa mia, Alex continua a non avere una bella cera così si limita a salutarmi con un bacio sulla fronte per poi andarsene senza dire nulla.
 
 
 
“Che è successo con Alex?” mi chiede Carlo, lunedì mattina, non appena varco la porta della classe
“Mh, non lo so… non lo sento da sabato sera… e non stava molto bene” gli dico, poggiando la borsa “Perché?”
“Quel cretino dice che  è arrabbiato con te per non so quale stupido motivo” mi informa
“Cosa e perché mai?” chiedo allibita
In effetti, si spiegherebbe il suo strano cambiamento d’umore di Sabato e perché tutta la giornata di ieri non si è fatto vivo.
“Buongiorno..” sento Alex salutare flebilmente entrando in classe senza guardare nessuno in volto e sedendosi silenzioso al suo banco.
“Buongiorno!!” gli dico io, avvicinandomi a lui e parandomisi davanti per guardarlo in faccia.
L’unica sua risposta è un grugnito.
“Eh no, caro mio, se sei arrabbiato con me abbia almeno la decenza di dirmi qual è il motivo!!” gli dico quasi urlando mentre lo afferro per il polso e lo trascino verso la palestra, tanto la prima ora dovrebbe venire il prof di ed. fisica.
“Che ti prede?” gli chiedo, una volta soli
“Niente…” mi dice lui
“Ennò carino, smettila di fare la primadonna e sputa il rospo, Ora!!” gli ringhio quasi contro
“Credo che abbiamo affrettato troppo i tempi…forse era meglio non metters…” inizia
“Tu.vuoi.lasciarmi?” gli chiedo allibita
“Beh, ecco…” tentenna lui.
“Sai, pensavo che fossi cambiato, che non fossi più il ragazzo superficiale che cambia idea come i calzini, ma mi sbagliavo… ma almeno, sono contenta che ci lasciamo prima che mi affezioni ancora ulteriormente a te, quindi…addio” gli dico prima di correre via da lì, sperando che lui non noti le lacrime che prepotenti vogliono uscire dai miei occhi.
Prima di uscire dalla palestra lo vedo cercare di dire qualcosa, o forse sono solamente io a sperare che mi rincorra e mi dica di essersi sbagliato, ma non succede nulla.
Nulla di nulla, lui rimane lì fermo mentre mi allontano da lui e da noi.
Mentre raggiungo la classe mi asciugo velocemente le lacrime e mi faccio una promessa “Non penserò mai più ad Alex.”


*****************************************************
Buon pomeriggio a tutti.
Ecco a voi il 25 capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Spero di non aver commesso molti errori, ma, sebbeno ho riletto il capitolo 2 volte, in questo istante sto vedendo "IL RE LEONE 3" e quindi, scusate gli eventuali errori.
Non appena mi darà possibile correggero con calma tutti i capitoli di questa e dell'altra mia storia.
Tra un pò comincia la scuola quindi non so quando potrò riaggiornare, spero presto.
Baci, Mery.

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Capitolo 26
*** I hate you because... ***


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Capitolo 26: I hate you because…I love you!
 

Dato che non scrivo da quasi due settimane ( vi chiedo umilmente perdono per questo),
vorrei dedicare questo capitolo a tutte le mie lettrici:
a coloro che hanno appena conosciuto la mia storia e quelle che mi seguono già da un po’.

Spero di non deludervi.

 
 
 

3 giorni sono 72 ore.
Sono passate ben 72 ore da quando sono uscita in lacrime da quella maledettissima palestra.
72 ore sono 4320 minuti.
Minuti passati tutti nella speranza che la mia cotta, infatuazione, amore si allontanino da me insieme alle lacrime.
Minuti passati a sperare in un suo segnale, che ovviamente non è arrivato.
4320 minuti sono 25200 secondi.
Tutti secondi passati tra la tristezza per la nostra storia che a distanza di nenche un mese è già finita, la comprensione da parte dei miei amici e la rabbia.
Si proprio la rabbia. Ovviamente verso me stessa.
Se solo non fossi stata tanto stupida da innamorarmi di un imbecille senza cervello né cuore come Alessandro ora non sarei ridotta così.
“Eli, che ne dici di uscire oggi?” mi chiede Paola gentilmente, sperando che io la ascolti e acconsenta alla sua ennesima richiesta di reagire.
“Mh?” le chiedo senza reale interesse, anche perché a furia di versare lacrime mi è venuto un gran mal di testa quindi non riesco facilmente a perdere il discorso.
Se poi si aggiunge il piccolo dettaglio che non faccio che pensare alle sue parole, potrete ben capire in che condizioni sono ridotta.
“Ellie, ma mi ascolti almeno?!” mi  chiede esasperata, mentre sento il suo tono dall’altro lato della cornetta farsi un po’ più alto del solito.
 Ecco, è successo di nuovo: mi sono persa a guardare il vuoto e non ho ascoltato neanche mezza parole di ciò che mi ha detto la mia amica.
“Sisi, ti ho sentito..” la assecondo, sperando che non si accorda della menzogna
Sia lei che gli altri sono molto preoccupati per me e non voglio che mi vedano soffrire, altrimenti saranno loro stessi a stare male.
“Allora veniamo a prenderti io e Salvatore oppure vai con Marie?” mi chiede, stavolta con un tono più allegro.
“Ehm… vengo con Carlo e Marie.” Dico, non sapendo però dove saremmo andati “Tu cosa…ti metterai?” le chiedo in seguito per cercare di carpire la destinazione
“Solito…” mi risponde lei pensierosa ed io comincio a temere che non scoprirò il luogo finchè non saremo arrivati, per fortuna dopo poco lei ricomincia a parlare “Felpa e jeans scuri… Perché?”
“No nulla…” le rispondo evasiva.
Almeno ho scoperto il luogo: nient’altro che il solito Corso centrale.
“Verso le 20 e 30”
“Ricevuto, ora vado amore” Amore, come mi ha chiamato anche lui pochi giorni fa…
“C-ciao..” le dico flebilmente prima di attaccare la cornetta velocemente per non farle sentire la mia voce incrinata a causa delle lacrime che vogliono uscire.
 
 
 

“Hai una faccia da cadavere…” è il saluto di Salvatore non appena raggiungiamo lui e Paola in centro.
“Grazie…” dico io flebilmente.
Solitamente gli avrei urlato qualcosa o almeno mi sarei finta offesa, ma in questo istante so perfettamente da sola di avere una faccia orrenda – che in effetti rispecchia il mio umore- e quindi non mi altero.
“Scusate il ritardo…” è lui.
Riconoscerei la sua voce tra mille. Anche se  sono voltata di spalle ed anche se è affannata per la corsa.
“Ciao..” lo salutano tutti apparentemente allegri, ma riesco a sentire i loro sguardi perforarmi”.
“Dove andiamo?” chiedo io, senza mai voltarmi a guardarlo
“Io direi di andare prima a mangiare…poi decidiamo il resto…” propone Paola.
Non appena arriviamo al ristorante cinese però, Alex ha la brillante idea di afferrarmi per un braccio e trascinarmi verso i bagni.
“Che diavolo vuoi?” sbotto irritata, una  volta soli
“Dobbiamo parlare…” mi dice mesto
“Dobbiamo parlare?? Ma dico , hai battuto la testa oppure sei così deficiente di nascita?” gli ringhio contro, camminando nervosamente in circolo per cercare di sbollentare la rabbia
Probabilmente è davvero caduto da bambino, infatti dopo un primo attimo di sgomento mi si para davanti bloccandomi la strada e, dopo aver guardato per un millesimo di secondo i miei occhi sbarrati, mi afferra velocemente il volto fra le mani e mi bacia.
Un semplice bacio a stampo, ma che comunque manda per qualche secondo il mio cervello in blackout.
Dopo poco però realizzo tutto: Lui, quello che mi ha lasciato neanche 3 giorni fa ora mi bacia?
Inorridita dal ricordo, lo scaccio velocemente e senza voltarmi a guardarlo raggiungo i nostri amici.
Dopo aver cenato il più velocemente possibile, fingo una tremenda emicrania e così, dopo aver salutato tutti, mi incammino verso casa con mille dubbi che mi vorticano in mente.
 
 
 
Una volta giunta a casa raggiungo silenziosamente camera mia e decido di rilassarmi concedendomi un bel bagno caldo.
Dopo essere uscita dalla vasca e dopo aver indossato il mio morbidissimo pigiama mi rintano nel letto con l’intento di dormire un po’.
Dopo pochi minuti sento il campanello di casa suonare incessantemente.
I miei genitori non sono in casa, quindi potrebbero essere loro che hanno dimenticato le chiavi quindi, di malavoglia, esco dal mio rifugio e corro al piano di sotto ad aprire a colui/coloro che continuano a suonare incessantemente.
Quasi con stizza apro la porte, - stupidamente- senza guardare dallo spioncino chi fosse.
“Papà avete dimenticato le chiavi?” chiedo, essendo quasi certa fossero loro.
Ed è proprio quel quasi ad avermi rovinato.
“Tu non sei mio padre…” dico semplicemente mentre guardo Alex appoggiato allo stipite della porta.
 
 

 

********************************************
Salve a tutti e buona sera, o forse dovrei dire buona notte!
Come ho già detto all’inizio del capitolo sono davvero dispiaciuta di non aver potuto riaggiornare per oltre una settimana ma, ahime! , è ricominciata la scuola ed essendo fine quadrimestre sono indaffaratissima tra compiti e interrogazioni.
Ma bando alle ciance, non voglio annoiarvi con la mia noiosa vita.
Voi che dite, perché Alex ha ribaciato Elena dopo averla bruscamente lasciata? E perché è andato addirittura a casa sua?
Fatemi sapere i vostri pareri !
Come sempre, ringrazio tutti coloro che mi dedicano un po’ del loro tempo.
Baci, Mery.

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Capitolo 27
*** Pensa, Elena, pensa!! ***


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Capitolo 27: Pensa, Elena, pensa!
 


“Tu non sei mio padre…” dico semplicemente, mentre guardo Alex appoggiarsi allo stipite della porta.
“Direi di no.” Mi risponde pacato senza muoversi di un centimetro
“Cosa vuoi Alex, sono stanca” e ferita e a pezzi.
“Parlare”
Parlare?  Lui mi lascia perché dice che non stiamo bene insieme, poi mi bacia…e ora vuole parlare? Ma io ti ammazzo.
“Ma neanche per sogno…noi non abbiamo nulla da dirci.” gli rispondo amara chiudendo rapidamente la porta che fino ad ora tenevo aperta con la mano destra.
Purtroppo, proprio nell’istante la porta sta per sfiorare l’uscio, trova un ostacolo: il piede e la mano destra di Alex.
Con poco sforzo riesce anche a riaprirla completamente e, dopo aver fatto un semplice passo in avanti, entra in casa e si richiude la porta alle spalle.
“Solo 5 minuti…” mi chiede nuovamente, come se non avesse appena violato la mia volontà entrando in casa.
Senza rispondergli nulla mi dirigo sospirando verso il soggiorno e mi accomodo sul divano, lui ovviamente mi segue e si accomoda nella poltroncina lì vicino.
Nessuno dei due parla.
Io di certo non dirò nulla, non ho niente da dirgli. Se lui vuole dire qualcosa per pulirsi la coscienza faccia pure.
“Mi… dispiace.” Inizia a dire titubante guardandosi in torno come imbarazzato, per poi posare i suoi occhi su di me come per scrutarmi, dopodichè si allunga leggermente verso di me e mi prende le man tra le sue, sussurrandomi “Mi manchi” con i suoi occhioni dolci, che ormai ha capito mi sciolgono come neve al sole.
Non attacca bello.
Infatti se prima ero tutta rose e fiori con lui, e quando mi riservava quello sguardo languido mi addolcivo e dimenticavo qualsiasi cosa, ora la rabbia e la collera mi accecano, tanto che i suoi occhi non mi calmano, ma piuttosto mi mandano in bestia.
Al diavolo il mutismo.
“Tu no. Sai, in questi giorni sono stato molto serena e felice” piccola bugia “ E invece ora arrivi tu a continuare a prendermi in giro?”
“Tesoro, sei a casa?” mi chiede mi madre, facendomi sbiancare.
Ero così presa dall’urlare addosso ad Alessandro da non aver sentito i miei rincasare.
“Accendi la tv, Italia 1” sibilo flebilmente ad Alex, in modo da essere sentita soltanto da lui per poi dirigermi velocemente verso la porta del soggiorno e socchiuderla.
Dopodichè mi sporgo leggermente in modo da farmi vedere da mia madre che intanto si è tolta cappotto e borsa.
“Ciao mami, già a casa?” chiedo fingendomi curiosa
“E già, sono stanchissima. Tu piuttosto, non dovevi uscire con i tuoi amici?” mi chiede le accarezzandomi una guancia.
“Sisi, siamo usciti. Sono tornata prima perché…” Devo trovare una scusa, in fretta.
Pensa Elena, pensa. … Ecco!
“Mi faceva tremendamente male la pancia e non avevo nessun medicinale con me così sono tornata…e ora ne approfitto per vedere Grey’s Anatomy.”
“Oddio, quel telefilm disgustoso? Ma come fai?...” mi chiede scherzando “Io allora vado a dormire, non fare tardi.” Mi saluta, lasciandomi sola a sospirare di sollievo.
Dopo aver controllato un’ultima volta che i miei genitori sono entrambi al piano superiore, mi volto e rientro in soggiorno per poi richiudere la porta dietro di me, per evitare di essere sentiti.
“Va via….ora!” gli intimo avvicinandomi a lui e spegnendo la tv, sintonizzata su un qualche canale di televendite.
“Ma fammi finire di parlare…” prova a ribattere lui
“Se i mei ti trovano qui i gioielli di famiglia li tagliano a te, quindi…sei libero di scegliere!” gli dico.
In realtà sono quasi certa che i miei stiano già dormendo, ma questo ovviamente evito di dirlo ad Alex.
Per fortuna la vista di una possibile evirazione spinge Alex a desistere dal voler perdere ulteriore tempo e con un solo balzo esce dal soggiorno e, cercando di fare il meno rumore possibile, raggiunge velocemente la porta di casa e , prima di varcarla, mi saluta solo con un flebile ‘ciao’.
Eppure devo aver dimenticato qualcosa.
Ma cosa?
Il gas aperto?  No, impossibile.
La tv accesa?  No, ricordo di averla spenta non appena sono rientrata in soggiorno.
Non ho portato il cane a spasso? Neanche questa è possibile: Non ho un cane!
Eppure è di sicuro qualcosa che c’entra con il giardino.
Ma cosa?
Mentre rimugino su ciò che dovrei ricordare, sento un lieve bussare alla porta di casa, cosa molto strana, dato che , essendoci il campanello, nessuno bussa a mano.
Aprendo la porta, quasi timorosa di trovarci Jack lo squartatore, mi ritrovo davanti nuovamente Alex, con aria ansiosa.
“Il cancello non si apre!!” mi spiega, cercando di abbassare il più possibile il tono di voce.
Ecco cos’avrei dovuto ricordare: l’allarme.
Ultimamente ci sono stati dei furti nel mio quartiere e per questo mio padre ha deciso di istallare un allarme antifurto che si disattiva solo con delle chiavi che – ahimè- hanno solo i miei genitori.
“C’è l’allarme…” gli spiego, entrando nel panico.
“Cavolo…” dice lui, non meno preoccupato di me.
Per fortuna almeno lui sembra riprendersi dallo shock iniziale prima di me “ A che ora si disattiva?”
“V-verso le 6.30 del mattino… qualche minuto prima della sveglia di mio padre” spiego, cercando di ricordare ciò che mi dissero i miei genitori tempo prima.
“Bene, allora non vedo altra soluzione…” dice lui, chiudendo definitivamente la porta d’ingresso alle sue spalle e dirigersi al piano superiore, verso la mia camera.
Silenziosa e ancora più confusa lo seguo.
“Che hai intensione di fare?” gli chiede, chiudendo la porta alle mie spalle.
“Dormirò qui… verso le 6 e qualcosa ci svegliamo e sgattaiolo via…” mi informa, togliendosi il giubbino.
“Che? Sei impazzito?” gli chiedo alzando lievemente il tono di voce.
Fortunatamente la camera dei miei si trova dall’altra parte del corridoio ed essendo la porta di camera mia chiusa non riescono a sentirci.
“Non c’è altra soluzione…” mi dice lui, facendo spallucce, mentre lo vedo chinarsi per togliersi le scarpe.
“Tu.non.dormirai.nel.mio.letto.” gli intimo, avvicinandomi ad esso e prendendo un cuscino “Tieni, dormi sul divano” gli dico, cercando di essere perentoria.
“E se tuo padre si sveglia e scende per prendersi un bicchiere d’acqua?” mi chiede lui.
Quest’opportunità non l’avevo considerata.
In effetti il bamboccio ha ragione, non può dormire in una stanza dal quale potrebbe essere scoperto.
E sebbene se lo meriti, non posso dirgli di dormire per terra.
Sarò anche arrabbiata con lui, ma è pur sempre un essere umano.
“Va bene…” accetto infine, mentre mi dirigo sotto le coperte.
E’ stata una giornata a dir poco stancante.
“Buonanotte” mi augura lui, non appena mi raggiunge.
Sento distintamente il suo fiato sul mio collo, anche se non lo vedo, dato che – da codarda – ho pensato bene di voltargli le spalle.
Ho sempre desiderato di poter dormire con lui, stretta a lui, sentirgli augurare la ‘buonanotte’ con quel tono così dolce, eppure, invece di avvicinarmi a lui e augurargli a mia volta ‘sogni d’oro’ gli rispondo quasi acida “Vedi di non avvicinarti troppo e… spero tu non russi!”
Ma perché sono così orgogliosa?
Lo sento avvicinarsi ancora un po’ e posarmi un bacio lieve sulla guancia.
Senza accorgermene chiudo gli occhi godendomi il suo dolce profumo che mi inonda le narici e il calore che le sue labbra portano sulle mie guance, già estremamente rosse di loro, a causa della sua vicinanza.
Rimane con le sue umide e morbide labbra qualche secondo poggiato sulla mia guancia per poi staccarsi e sistemarsi dalla sua parte di letto.
Sarà una lunga notte.




**********************

Buona sera/notte a tutti!
Posto ora questo capitolo, invece che il consueto Sabato pomeriggio, dato che questo fine settimana avrò due compleanni e non credo avrò tempo di connettermi.
Spero non vi dispiaccia questo cambio.
Inoltre, vorrei proporvi una novità, dato che Efp non avvisa i lettori quando una storia seguita viene aggiornata, vi posto la mia pagina  che ho creato appositamente per voi, in modo da tenervi sempre informate e, se qualcuna ha voglia di dare qualche consiglio, sarò felice di ascoltarvi.
Ovviamente ringrazio tutti i miei lettori, quelli vecchi e quelli nuovi, e coloro che trovano un pò di tempo per recensire.Grazie di vero cuore.
Baci, Mery. 

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Capitolo 28
*** Era ora!!! ***


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Capitolo 28: Era ora!!!
 


Avete presente quando tutti vi dicono che l’oggetto più odiato in assoluto dagli studenti è la sveglia?
Ecco, mai come oggi sono stata più d’accordo con quest’affermazione.
  E come biasimarmi…
A causa della vicinanza di Alessandro, che durante la notte mi si è avvicinato pericolosamente stringendomi a lui, mi sono svegliata stamattina alle 5 e 40 e non sono più riuscita ad addormentarmi. Così mi sono beata fino alle 6 e 10 del suo calore e della lieve stretta del suo braccio sul mio fianco… questo ovviamente fino al suono di quella maledettissima sveglia.
Così, purtroppo, nello spegnere quell’aggeggio sono costretta a staccarmi da lui, che in questo istante si sta stiracchiando.
“C-fe ore sono?” mi chiede sbadigliando, con un’aria tenerissima.
“Le 6 e dieci, sbrigati ad uscire, mio padre tra poco si sveglia…”
Al solo nominare mio padre, Alessandro sembra svegliarsi completamente, come se gli avessero gettato una secchiata d’acqua gelata addosso, e veloce si alza dal letto e raccoglie le scarpe per poi infilarle.
“Tra quanto si sveglia?” si informa cauto, mentre afferra la ciacca e mi sporge verso la porta per controllare il corridoio: via libera!
“C’è tempo, ora sbrigati!” gli intimo, mentre lo spingo giù per le scale e lo seguo fino alla porta d’ingresso.
Vedo che sta per dire qualcosa, ma prima ancora d’aprir bocca veniamo entrambi distratti da un rumore al piano superiore: la porta della camera dei miei che si apre.
Voltandomi nuovamente verso Alessandro, che è decisamente impallidito, lo rassicuro con lo sguardo e gli indico la porta con lo sguardo.
Per fortuna, lui sgattaiola via più velocemente di Speedy Gonzales e, quando ha ormai oltrepassato il vialetto di casa sento i passi di mio padre scendere le scale e non appena mi vede aggrotta la fronte e mi chiede stranito “Amore che ci fai già sveglia? E per di più davanti alla porta?”
“Ehm… oggi devo essere interrogata in…” dì una materia a caso Elena, da brava “ fisica e mi sono svegliata prima per ripetere. Ma poi ho sentito dei rumori in giardino, ma era un gatto che ora è scappato…”
“Va bene, io vado a preparare la colazione. Tu vuoi il solito latte al caffè?” mi chiede, cambiando – fortunatamente – discorso.
“Si, grazie…” gli risponde sospirando di sollievo mentre lo vedo entrare in cucina.
Da quando sono diventata così brava a mentire?
 
 
 
“Stasera, vieni alla festa di Delia?..” mi saluta così Paola, non appena varco la soglia della porta della classe.
“Ovvio, perché me  lo chiedi?” le rispondo allegra. Già per una volta la mattina sono allegra: per quale motivo poi? Bah… i misteri dell’Universo.
“Mi puoi dare un passaggio…?”
“Certo tesoro…” le sorrido raggiante, cosa che non passa inosservata
“Hey, come mai tutta quest’allegria di prima mattina?” mi chiede curiosa Callie, avvicinandosi a noi
“Ho deciso che questa sera alla festa mi divertirò da pazzi e non mi scervellerò con i soliti problemi” esclamo entusiasta.
Le feste mi rendono euforica, si vede?
“E per i tuoi problemi intendi Alessandro, vero ?” si informa Callie, attirando l’attenzione di quelle poche persone presenti: tra cui anche Alex.
“Shhh, che ci urli?” la riprendo “ e comunque si, intendo Alessandro.” Bisbiglio, per non farmi sentire dagli altri.
“Buongiorno…” saluta Salvatore entrando in classe e poggiando la tracolla, dopodichè si avvicina a noi per salutare la sua ragazza e poi ci chiede “Ragazze, stasera andiamo insieme alla festa di Delia?”
“Per me va bene…”
“Okkey.” Rispondiamo semplicemente prima di separarci e tornare ognuno al proprio posto, dato che  è entrato il prof.
Dopo l’appello e l’assegno, il prof si dedica ad una lunga e noiosissima spiegazione che quasi nessuno ascolta. Quando sto quasi per addormentarmi con gli occhi aperti, sento uno spostamento d’aria al mio fianco e un sussurro vicino al mio orecchio. “Andate tutti insieme al locale stasera?”
“Si, le ragazze vengono a vestirsi da me e poi Salvatore passa a prenderci” spiego, stando attenta a non farmi beccare dal prof.
“Va bene” mi risponde semplicemente, prima di tornare a sedersi composto nella sua parte di banco.
 
 
“Ragazze, c’è Alessandro!!” ci urla mia madre dal piano inferiore, facendomi venire i brividi.
Ecco perché voleva sapere come andavamo alla festa.
“Fallo salire” risponde Marie al mio posto, e in risposta riceve un’occhiataccia da parte mia.
“Vi lasciamo soli…” mi sussurra Paola, afferrando la nostra amica per un braccetto e portandola in un’altra stanza: prima di uscire però riescono a sentire nitidamente il mio “Traditrici!” quasi urlato.
“Posso?” mi chiede Alessandro, bussando lievemente alla porta di camera mia prima di aprirla e varcarla.
“Cosa vuoi?” gli chiede acida, senza degnarlo di una sguardo
“Parlare…” mi dice flebile, chiudendosi la porta alle spalle e appoggiandosi ad essa, di fronte a me, che seduta sul letto, lo fulmino con lo sguardo “Io non ho nulla da dirti.”
“Allora lascia parlare me…” mi intima, e non vedendo alcuna protesta da parte mia, inizia:
“Come ti ho già detto ieri, mi dispiace di come mi sono comportato…” inizia, non staccando gli occhi dai miei
“Appunto, cos’altro vuoi?” gli chiedo io, stavolta non più acida ma con un tono ferito
“Essere perdonato…” sussurra a così bassa voce che quasi stento a sentirlo.
“Vedi, Elena, io sono certo che non c’è nulla al mondo più perfetto di noi due insieme. Quando sto con te sono diverso… migliore! Anche quando sono arrabbiato con il mondo intero… mi basta guardarti per tornare sereno. “ prende una piccola pausa per staccarsi dalla porta e avvicinarsi a me e prendermi per le mani, per poi continuare “So che anche tu quando io non ci sono sei triste… incompleta! Questo è perché… Io ti Amo Elena. So di averti ferita, ma so anche che tu provi lo stesso, quindi ì, ti prego, mettiamo da parte l’orgoglio…”
“Tu credi di sapere troppe cose” ecco che di nuovo la ragazzina acida che c’è in me torna a galla.
“Vuoi forse negare ciò che tu stessa mi hai confessato?” mi chiede curioso, alzando un sopracciglio.
Quanto cacchio è sexy quando alza quel sopracciglio? Elena contieniti, non è il momento adatto per questi pensieri.
Alla fine riesco a rispondergli solo con un “No, ma ciò non toglie che mi hai ferità già troppe volte…”
“Lo so…” mi appoggia lui
“Ecco vedi?” mi stizzisco io
“Mi fai finire? So che hai sofferto a causa mia, ma credimi, ho sofferto anch’io a causa di coso…”  inizia a ciarlare
“Si chiama Luigi…” gli suggerisco io flebilmente, ma lui non sembra sentire il mio intervento e continua nel suo monologo “…del tuo carattere, delle nostre continue e stupide discussioni. Ma sai perché sono ora qui a chiederti di tornare ad essere la mia ragazza? Quello che provo per te è più importante della sofferenza passata.” Conclude, prendendomi il volto – che intanto avevo abbassato- tra le mani per costringermi a guardarlo
“Sei stato tu a non volermi come la tua ragazza prima, cos è cambiato?” gli dico risentita.
Prima mi respinge e poi torna e con due frasette melense pensa di potermi riavere? Ennò cocco!
“E’ cambiato che…” inizia lui titubante, guardandosi intorno, per poi rivoltarsi a guardarmi con degli occhi luccicanti, come se avesse ricevuto un’illuminazione mistica “…ho capito che mi sono comportato da codardo.  Perdonami…” non ricevendo alcuna risposta da me che rimango muta ed immobile a guardarlo fissa negli occhi aggiunge “ Voglio poter dire che sei mia esolo mia, nessuno deve avvicinarsi a te…” mi dice, con un tono basso e dolce.
“Non mi è mai piaciuto essere considerata di qualcuno…” Bugia. Grande bugia. Gigantesca balla. Ma, infondo, lui che ne può sapere?
“Bugiarda…” mi rimprovera lui, con tono ironico.
“C-cosa ti fa credere che accetterò di essere la tua ragazza?”
“Semplice, perché anche se ora sei arrabbiata con me… tu mi ami e senza di me non puoi vivere.” Mi sussurra gongolante.
“Che modesto” bofonchio io indispettita: ha fottutamente ragione!
“Oh, ma non ti preoccupare, Amore, anche io Senza te non ci so stare…” mi dice, prendendomi per le mani e spingendomi ad alzarmi, ma dato che le mie gambe stanno per cedere mi aggrappo alle sue spalle per rimanere in piedi.
“C-come scusa? Puoi ripetere?” Il mio povero cuore è troppo giovane per dei salti mortali e lui non può uscirsene con delle frasi simili senza che a me venga un infarto.
 “Ho detto…” mi sussurra sempre più vicino al mio volto, con voce roca “Senza di te non ci so stare!”
“No, non intendevo quello…quello prima!” lo intimo io, ormai rossa per l’estrema vicinanza, per l’imbarazzo nel sentirgli dire quelle cose e l’emozione.
“Mhh… non ti preoccupare!” mi sussurra lui, con un sorriso sghembo.
Farabutto, ha capito benissimo a cosa mi riferisco ma vuole farmi ugualmente impazzire…
“Uffa ,non quello… l’appellativo, ripeti quello!” lo intimo un po’ stizzita.
“Amor..” Bingo!
Non riesce a terminare la frase che lo assalgo, letteralmente: con le braccia gli cingo forte il collo e lo trascino alla mia altezza per poterlo baciare.
Dio quanto mi erano mancate le sue labbra, stavo davvero per avere una crisi d’astinenza.
Dopo un secondo di smarrimento, Alex ricambia felice il mio bacio, cingendomi i fianchi e avvicinandomi ulteriormente a lui.
Quando dopo chissà quanto – ovviamente troppo poco – ci stacchiamo ansanti in cerca d’aria, lo sento espandere il suo sorriso e stringermi fortissimo a lui:
“Ti amo…” mi sussurra sul mio collo causandomi milioni di brividi.
“Si…” gli rispondo flebile con la voce spezzata dall’emozione.
Stranamente lui mi si stacca lievemente, in modo da potermi guardare in viso e – con un sopracciglio alzato- mi chiede:
“Hey… ho capito che vuoi farmela pagare, ma rispondere si non ti sembra un po’ troppo crudele?”
E adesso cos’ho combinato? Non mi sembra di aver fatto nulla di male…
“Ma come, prima mi chiedi se voglio tornare con te e poi non accetti un si come risposta?” gli chiedo confusa e preoccupata: non riuscirei a reggere un suo nuovo rifiuto.
“Ah…” bisbiglia semplicemente lui, cosa che non fa altro che aumentare la mia preoccupazione.
Per fortuna, lui sembra accorgersi dell’improvviso impallidirsi della mia faccia e, per tutta risposta, scoppia a ridere.
No dico, io sto sull’orlo di una crisi di nervi… e lui ride?
“Si può sapere cos’hai da ridere? “ gli ringhio contro indispettita cercando di allontanarmi da lui, che però prontamente me lo impedisce e, al contrario, mi avvicina ulteriormente a lui, per poi sussurrarmi all’orecchio
“Siamo tornati insieme da neanche un minuto e già ci sono fraintendimenti. Il mio ‘tutto qui’ era riferito al ti amo…” mi spiega pacato.
“Oddio.” Esclamo io, sconvolta “è vero. Come coppia facciamo pena “ constato triste.
“Hey, non è vero…  siamo perfetti. “ mi tranquillizza lui stringendomi forte a lui e lasciandomi lievi carezze lungo tutta la mia spina dorsale: lui si che sa come prendermi.
E in effetti, è l’unico che sa sempre aiutarmi o tranquillizzarmi…
“Alessandro…” lo chiamo, alzando il volto dall’incavo del suo collo nel quale mi ero rifugiata “Ti Amo.”
“Mio Dio come siete melensi!” si lamenta una voce alle nostre spalle che mi spinge a fare un salto da fare invidia alle ginnaste olimpiche.
“Sbrigatevi, altrimenti facciamo tardi!!” ci intima Salvatore, prima di tornare al piano di sotto da Paola.
Addio tranquillità.


*******************************
Buonasera a tutti, ecco a voi il capitolo tanto atteso.
Ho scritto questo capitolo in contemporane acon il primo quindi sono molto felicissima di essere finalmente riuscita a pubblicarlo.
Come sempre ringrazio tutti i miei lettori e recensori e vi ricordo la mia pagina facebook.
Baci, Mery.

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Capitolo 29
*** Cosa vuoi di più dalla vita?! ***


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29: Cosa vuoi di più dalla vita?!


 
“La smetti di stringermi così tanto?!” rimbecco Alex, voltandomi tra le sue braccia per guardarlo negli occhi. Faccia a faccia.
“No, questi allupati  devono capire che non ti devo guardare. Tu sei mia!” sottolinea, guardando con astio qualsiasi essere di genere maschile che ci circonda nel giro di 50 metri.
 “Va bene, però… potresti stringere un po’ di meno?” gli chiedo pacata.
Stranamente la sua eccessiva gelosia non mi da alcun fastidio, anzi…quasi mi sento lusingata…
“Ti faccio male?” mi chiede lui premuroso, allentando di pochissimo la stretta, ma senza mai separarmi da lui.
“No, però quasi non respiravo…” gli dico, sorridendo flebilmente per la sua improvvisa premura nei mie riguardi, per poi continuare con tono più autoritario “Hai intenzione di tenermi abbracciata a te per tutta la serata?”
“perché NO, potremmo stare qui a baciarci finchè non potremo tornare a casa, così ti darò il bacio della buonanotte…” mi dice sogghignando, mentre si avvicina pericolosamente alle mie labbra.
“Per quanto l’idea  non mi dispiaccia…” inizio io, ma vengo subito interrotta dal mio ragazzo, che mi schiocca un rumoroso bacio a fior di labbra.
“Allora non andare contro la mia idea…” mi suggerisce lui ad un millimetro dalle mie labbra.
“Non voglio diventare una di quelle coppie che una volta che si mette insieme non sta più con gli amici… “ lo avviso e, dopo avergli dato un tenero bacio, mi stacco – a malincuore – da lui e raggiungo i miei amici nell’altra stanza.
“Ohhh, era ora… che fine avevate fatto?” mi chiede Carlo, guardandomi con occhio furbo
“A posare i cappotti” liquido io la faccenda, incominciando a ballare con loro.
 
“Ecco a te il tuo drink bellezza…offro io” mi dice un giovane barman, porgendomi  un alcolico non bene identificato.
“Grazie mille” rispondo io sorridendogli grata, per poi acciuffare il bicchiere e voltarmi per raggiungere la mia meta.
Quando sto per raggiungere la festeggiata – che per la stanchezza si è accomodata ad un tavolino vicino al dj – vado ad urtare contro qualcuno, fortunatamente senza rovesciare tutto il drink in terra.
“Cosa voleva quel barman? E soprattutto…Da quand è che tu bevi alcolici?” mi chiede indispettito.
Ok, forse è un tantino troppo geloso.
“Sono andata a prendere il drink per Delia che non riesce ad alzarsi per il male ai piedi…” gli spiego, mentre mi segue verso – per l’appunto – la festeggiata.
“Va bene, scusa…forse sono un tantino oppressivo.. è solo che… non voglio riperderti” mi confessa, mentre continua a seguirmi e faticando a parlare, a causa della musica.
In un attimo mi blocco e mi volto a guadarlo “Non accadrà, stavolta andrà bene… a meno che non mi mentirai di nuovo…” lo avviso.
“Non accadrà..” mi promette lui, facendo la croce sul cuore, come fanno di solito i bambini piccoli per fare una promessa. Che tenero.
“Allora non hai nulla da temere, amore…” gli sussurro, baciandolo delicatamente.
Dopodichè, raggiungo finalmente la festeggiata della festa.
“Ecco a te tesoro!” dico alla mia amica offrendole la bevanda e sedendomi accanto a lei “ Pronta per la nostra sorpresa?” le chiedo elettrizzata.
“Certo, cos è?” mi chiede in trepidante attesa, mentre si alza e mi segue al centro della pista.
“Sorpresa!! Chiudi gli occhi e fidati di noi!” le dico, posizionandola al centro della pista.
Le luci rapidamente calano e viene puntato un piccolo siparietto su Delia e la persona che la sta raggiungendo: Leo, e in disparte tutti gli altri ragazzi della nostra classe, posizionati in fila ordinata.
Ricordo il giorno in cui io e Callie abbiamo proposto ai ragazzi di ballare ognuno un ballo diverso con la festeggiata, combattendo il loro odio per il ballo… è stata una vera faticaccia… ma per fortuna – dopo tante suppliche e minacce – siamo riuscite a convincerli.
Non appena parte la musica, Leo raggiunge la festeggiata e, dopo averle scoccato un lieve bacio sulla guancia le cinge i fianchi e la guida in un lento.
E così via via tutti i ragazzi, fino ad arrivare ad Alex, che, da buon anticonformista, ha scelto come ballo uno più movimentato.
 
 
“Ragazzee!! Ma come siete riuscite a convincerli tutti a ballare un lento?” ci chiede Delia a fine serata, quando ormai quasi tutti –tranne noi amici più intimi- sono andati via.
“Ci hanno obbligato!!” si lamenta Carlo come un gatto bagnato.
“Dai, non ti lamentare amore…sei stato bravissimo… e bellissimo!” lo rincuora Marie, baciandolo.
“ahah, grazie, mi sono divertita molto” ci ringrazia Delia con un maxi abbraccio.
Dopodichè, ci dividiamo tutti e raggiungiamo ognuno le rispettive case.
Giornate come queste gonfiano il cuore di gioia:  amore, amici e divertimento?
Cosa vuoi di più dalla vita?!



Buonasera a tutti! Premetto il fanno che sono mortificata per il lunghissimo periodo di attesa, ma.. la scuola non mi da tregua >.<
So che questo capitolo  estremamente breve, e mi dispiace... ma ormai credo che "Senza te non ci so stare" è giunta al termine.
Quindi... sono quasi certa che il prossimo capitolo sarà l'epilogo. 
Oddio, se penso che poi sarà finita piango... quindi cambiamo argomento!!!
Rigrazio tutti coloro che leggono sia questa che l'altra mia storia.
Chiedo ancora scusa x il madornale ritardo e vi ricordo la mia pagina facebook.
Baci e buona notte ( xD), Mery.

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Capitolo 30
*** Epilogo! ***


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Epilogo.


“Salve a tutti, sono Elena Amoroso, sono una pazza nevrotica e se non mi date la laurea io mi suicido” dico con voce trionfale, mentre mi guardo allo specchio, mentre provo cosa indossare il fatidico giorno della mia laurea.
“Amore, so che dovrebbero darti la lode solo perché all’ottavo mese di gravidanza  ti presenti in aula per discutere la laurea, ma penso che se parli te la puoi sognare la laurea.” Mi ribecca il mio dolce maritino -alias Alex- mentre lo vedo spuntarmi alle spalle e stringermi forte a lui.
“Lo so tesoro, ma ormai sono talmente tanti mesi che ripeto questa cavolo di tesi che non ne posso più!! Mi ricordi perché ho fissato la data dopo il matrimonio e non prima?”
“Perché fremevi dalla voglia di venire a vivere con me e tua madre non ne poteva più di averti in casa” mi dice divertito, schioccandomi un bacio sulla spalla, cullandomi in un dolce abbraccio.
“Mhh…  tesoro ti ricordi che oggi vengono le ragazze?” gli chiedo dopo qualche minuto di coccole
“Certo..ciò vuol dire che devo sparire vero?” mi chiede sorridendo
Mi conosce…se gli chiedo di stare un po’ sola con le mie amiche non ribatte mai e mi lascia i mei spazi…anzi, ne approfitta anche lui per stare un po’ con i loro maritini, ovvero i nostri cari amici  Salvatore e Carlo.
“E di grazia..” continua dopo un po’ “ cosa vengo a fare stavolta? Mica guarderete di nuovo le mie foto di quand’ero piccolo?” mi chiede spaventato.
In effetti, come biasimarlo…ogni volta che lui non c’è caccio le sue più imbarazzanti foto di quand’era bambino e le guardo insieme alle mie amiche ridendo come pazze.
“Non temere…stavolta vengo  ad aiutarmi a scegliere cosa mettere domani per non sembrare una piccola balenottera” gli dico, continuando a dondolare sul posto.
“Mh, bene…ma comunque non sei una balenottera” mi rimprovera, smettendo di dondolare e voltandomi verso di lui “sei una bellissima donna nonché futura madre più bella e sexy esistente a questo mondo” mi dice infine, schioccandomi un bacio sul naso.
“E tu il futuro padre più ruffiano del mondo” rido felice.
“E io non sono sexy?” si lagna lui, guardandomi con un finto sguardo da cucciolo ferito.
“No, nenache un po’” lo prendo in giro io mentre lo vedo allontanarsi per continuare la sua recita.
“Va bene...allora io ora vado a lavoro, addio donna senza cuore!” dice, indossando la sua giacca
“Okkey” dico semplicemente io ridendo lievemente per non farmi sentire
Ma prima ancora di vederlo fare un passo verso la porta lo richiamo “Ah, marito…”
“Dimmi moglie” mi dice, voltandosi subito verso di me facendo qualche passo nella mia direzione. Non c’è nulla da fare : anche quando fa il finto offeso non riesce a non essere premuroso con me.
“Ti amo!” dico infine.
“Anche io, scema!” mi dice felice, sorridendo raggiante e, dopo avermi salutato con un bacio mi saluta a malincuore e si dirige a lavoro.
Sono incita all’ottavo mese, sto per diventare madre di due gemelli e domani devo discutere la tesi di laurea…eppure, sono la donna più felice del mondo. Possibile?!
Forse si, e devo tutto al marito più sexy del mondo.
… Non gli dite che ho detto che è sexy, altrimenti si monta la testa.  ;)



Spero che questa mia storia, la prima che ho pubblicato su efp vi sia piaciuta. 
Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno seguito questa mia storia.
Aspetto con ansia un vostro parere.
Se vi va, passate anche a dare un'occhiata all'altra mia storia 'Un amore di coinquilino'.
Baci, Mery.

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