Sociopatico

di Just a Shapeshifter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una giornata di sole. Che schifo. ***
Capitolo 2: *** Infame ***
Capitolo 3: *** Vendetta ***
Capitolo 4: *** Stupidi Topi ***
Capitolo 5: *** Un passo dalla scoperta del reality ***
Capitolo 6: *** Mercato ***
Capitolo 7: *** Sfiga e sfiga ***



Capitolo 1
*** Una giornata di sole. Che schifo. ***


E poi, come se non bastasse cammino su una piccola strada di campagna, mutilata di buche e mitragliata di cacche di mucca.
Ma dico io, queste bestie non possono farle pascolare in uno dei miliardi di campi che ci sono in questa schifosa campagna? O sono troppo idioti per capirlo!
Non so neanche perché mi trovo qui! Perché sono nato qui!

-SCOOOOOT!!- fantastico, chi è che mi vuole adesso? Non vi sembro già abbastanza occupato?!?!
Vediamo che cosa vuole quell'incapace...-Che cosa c'è?!?- sono irritato, se solo prova a darmi qualche ordine lo butto nell'acqua gelata del ruscello qui vicino.
-Muoviti e dai da mangiare ai maiali! Non vivono d'aria sai? O meglio, non che io sappia!- che dicevo io? Qui non fanno altro che dirti di fare qualcosa: e cura le pecore, e porta a spasso i cani, e fai questo e fai quello! Certe volte vorrei davvero annegarli nell'acqua.
Inoltre, pretendono che IO svolgi il lavoro sporco...

-Perché dovrei farlo? Hai presente che ore sono? ...No? Te lo dico io! Sono le sei! Avresti dovuto dare tu quella sottospecie di schifoso intruglio denso ai porci!- e che cavolo! Perché non le fa un po' lui queste cose invece di comandare a bacchetta.
-Si, ma è così divertente vederti lavorare... Fallo! Sennò lo dico a tuo padre, e allora si che sarai davvero nei guai. Ti ricordo che sei sotto la mia protezione caro il mio Scott- odio quando mi ricatta in quel modo. Con quell'atteggiamento di so-tutto-io-tu-non-sai-niente, mi manda letteralmente fuori di me! E che ci vuole, una laurea per chiederlo più gentilmente? Io l'avrei fatto!

-Ti detesto!- sputo sul terreno sperando che mi abbia sentito, dirigendomi a fare quello che mi ha... brr... ordinato.

***

-Quel ragazzo non cambierà te lo assicuro io- sbottava mio padre lasciando cadere pesantemente quel boccale di birra sul tavolo.
Ormai quella era la sua bevanda, il suo nettare degli dei e ovviamente lui era il capo, seguito, come in un reame, dalla sua spalla destra, l'odioso zio Cletus.
Vi domanderete: e Scott? La Iena? L'infedele? Beh, semplice, io sono a versare quell'intruglio disgustoso ai maiali. L'ultimo della catena alimentare. Il servo.

***

-Non mi sembra giusto! Loro se ne stanno belli tranquilli in casa a parlare, e io, a pomeriggio inoltrato sono qui in mezzo alla puzza di letame, a dare sbobba gratis- penso ad alta voce arrabbiato come un bufalo.

Di solito me ne sto da solo. Nessuno, ripeto, nessuno deve starmi accanto quando sono seduto pensieroso sulla più alta balla di fieno dentro il capannone.
-Spero di andarmene presto-





Angolo dell'autrice P. Balla di fieno si Scott

Legata e assicurata. Ecco come si fanno le Fic. Guarda e impara scrittrice.

Autrice P: Slegami! Non ne hai il diritto!

Me ne sbatto! Ho creato questa storia, in modo che, tutti sappiano cosa passo tutti i giorni. E in questo modo, nessuno dovrà fare storielle su di me! E per giunta inventate!

Autrice P: Dai, liberami! E' per la Dott vero? Dai! Volevo solo far contenti i Fan!

E tu credi davvero che ti creda? Tzè povera illusa.

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Capitolo 2
*** Infame ***


Che cavolo è questo rumore assordante?!? Che ore sono? Perché mi trovo qui?

Mi guardo intorno, sconcertato e un po' confuso. Avrei tanto voluto fargli mangiare quell'orrendo cibo per le bestie a quel mollaccione.
Che cosa gli era saltato in mente?
-Maledizione Cletus non puoi fare meno rumore con quel coso infernale?!-
Mio Zio è su quel fottuto trattore dalla mattina presto fino a pomeriggio inoltrato, a meno che, non mi venga a dare ordini. E questo proprio non lo riesco a tollerare!

-Stai zitto pensatore io sto lavorando a differenza di te che continui a poltrire su quella balla di fieno!-
Ah questa poi! Come si permette di chiamarmi Sognatore con quel tono così da sbruffone!
Ma dico io! Io mica mi permetto di affibbiargli nomignoli... Aspetta... Così lo ripagherei della sua stessa moneta...

-Beh mi scusi signor sto-su-quel-vecchio-trattore-tutto-il-giorno! Adesso andrò a fare qualcosa di più interessante! Come per esempio dormire ancora un po'-
Sistemato. Così ci pensa prima ad accusarmi! Insomma! Sono stufo di essere incolpato per niente. E poi in questa fattoria non c'è mai niente da fare, solo sole, puzza di merda e versi di animali fastidiosi!

Cletus mi osserva dal basso, scommetto che è impaurito dalla mia altezza e adesso starà pensando alla cosa più idiota e rimproverante per farmi sentire ancora più inutile.
Sbatte la portiera lasciando che quell'infernale macchina diffonda il suo smog ovunque, dirigendosi verso la pila di balle, e con voce sicura urla che devo scendere da li, cominciando ad ammonirmi.

Quanto vorrei che in questo preciso momento venga trafitto da qualcosa di appuntito e arrugginito, oppure sbranato da un coyote... oh si, quello sarebbe proprio il massimo.
Ma facendo così non avrei più motivo di divertirmi. Sorrido malignamente senza starlo minimamente ad ascoltare. Lo fisso sfoggiando un'occhiata degna del mio nome.
-Stai fermo! Non toccare queste balle! Così rischi di farmi cadere!- Urlo, cercando di catturare la sua attenzione, mentre sul mio viso un'espressione di paura comincia a farsi sempre più accentuata.

Ma ovviamente è tutto programmato.

Non mi sta minimamente ad ascoltare, ma logicamente non ha capito ciò che ho intenzione di far passare a quel galletto infame dei grossi guai.

Bene, e adesso via con lo Show!
-Allora! Brutto tempistello! Scendi che ti do una bella lezione!- Quel deficiente non capisce che così si sta mandando al macello da solo.
-Fermo! Così rischi di farmi cadere!- cerco di mantenere il tono preoccupato di prima, e infatti...

Perdo l'equilibrio. Facendo molta attenzione cado perfettamente sul punto stabilito: la balla sotto quella in cui ero prima mi soccorre. In questo modo mi basta scendere velocemente da tutte le altre, aggrappandomi ai lacci che tengono insieme quella pungente e giallognola erba secca.

Appena tocco il terreno con un piede mi basta tirare un filo legato a una balla più alta, facendola cadere, procurando nel galletto un attacco al cuore.
A quel punto lui correrà dietro la pila di fieno, convinto che io sia realmente caduto.





Balla di fieno di Scott

Non dimenticherò mai quel giorno. Non sei d'accordo con me P. ?

Autrice P: Mmmhff!!

Ah già, sei imbavagliata... *le toglie il bavaglio* parla!

Autrice P: Non voglio espropriare commenti negativi come fai tu!

Oh, come sei lagnosa! Dai ammettilo, sei contenta che abbia continuato. E poi, voglio avere anche io la mia parte qui!

Autrice P: Sei buono solo a commentare le cose! Adesso se mi sleghi potrai continuare tutte le volte che vuoi.
Visto che sono anche io curiosa di ciò che succede dopo!

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Capitolo 3
*** Vendetta ***


A questo punto mi basta solo distendere i muscoli e fingere vari acciacchi. Sì, sono un vero mago in queste cose!

-S-Scot?- Eccolo li, proprio come pensavo. Che c'è, non ridi più adesso? Sei troppo preoccupato per il sognatore, come lo chiami tu? Oh, adesso ti toccherà subire le angherie di papà?
Cerco di trattenere una risata. Sei caduto nella mia trappola come quei stupidi pesci che pensano che l'amo sia cibo. Poveri illusi.

Ma tornando al re di tutti i galletti. Nel frattempo si è avvicinato al mio corpo inerme, punzecchiandomi con quello sporco stivale color muschio appassito a lato della mia robusta costola.
E' un peccato che io non possa vedere l'espressione preoccupata sul suo lurido viso. Ma posso immaginarla: tutto preso dalla situazione, con gli occhi sgranati e la bocca ondulata tremante.
Che mollaccione. Penso.

-Meglio filarsela... se la caverà da solo- Che cosa? Vorrebbe lasciarmi qui? Quasi morto? Ma non si rende conto di quello che sta facendo?

E' di questo che parlavo! Un galletto infame che scappa davanti ai problemi! Dio, quanto mi fa incazzare!

Se ne torna nella sua fogna dandomi le spalle. Come se nulla fosse successo.
Che ne pensate?! Non è mica un codardo senza pudore? Altro che grande zio Cletus, colui che può ammazzare una mucca torcendogli il collo! E' solo uno spudorato vigliacco, ecco cosa! E come se non bastasse se lo vado a raccontare a mio padre quello sicuramente mi manderebbe a lavorare nei campi come quando ero piccolo... brr... no, non ci penso neanche!
Il re di tutti i galletti avrà una bella lezione!

-Ehi! Pensi davvero di lasciarmi qui!- Non sono mai stato così arrabbiato con lui, un conto è farmi cadere, un altro è non aiutarmi! Ok, è stata tutta una messa in scena, ma... non è carino comunque!

-Ah, allora non sei morto!- Ancora quel tono da gradasso. Ma almeno lo sa che è finto?
Cerco di trattenermi nel dargli un pugno su un occhio. Mi alzo in piedi, facendogli vedere una volta per tutte che sono più forte di lui.

-Per tua fortuna no! Anche se potevo benissimo morire, lo sai questo o no?- Sì, di solito lo reputo un po' stupido. Anche se non si direbbe dato il suo aspetto. Per non farla troppo lunga ha tipo 20anni in più di me, e sembra proprio la mia copia, il problema è che ha una specie di barba incolta e un pizzetto sul mento... non vorrei mai essere come lui...

-Certo che lo so. Volevo solo vedere se fingevi- Eccolo li, quel sorrisino beffardo che spesso e volentieri si stampa in faccia, come quando vede una ragazza.

-Fantastico... e adesso abbiamo anche un investigatore. Ma per favore!- Con un colpo secco mi giro dal'altra parte sbottando con una mano il classico segno meglio-che-te-ne-stai-zitto-io-me-ne-vado.

No, non ho ancora detto niente a mio padre. Il perché? Non mi avrebbe creduto se ci fossi andato da solo.

Con la velocità di un fulmine mi avvento con uno slancio in avanti, la prima coscia di tacchino.
Ho gloriosamente battuto Cletus, campione mondiale di prendo-prima-io-la-parte-più-buona-e-succulenta-della-cena.





Balla di fieno di Scott

Autrice P: Non ti sembrano un po' corti i tuoi... hem... capitoli?

E' già tanto che sto scrivendo qualcosa... e devo dire, che lo sto facendo meglio di te! Guarda quante recensioni!

Autrice P: Beh, mi pare logico, stai scrivendo con il mio profilo! :/

Questo perché sarà l'unica cosa che scriverò u.u

Autrice P: Ho i miei dubbi >.>

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Capitolo 4
*** Stupidi Topi ***


Quella notte non riuscii a dormire come un normale essere umano doveva. Ogni rumore mi distraeva dal sonno, ogni scricchiolio del pavimento, ogni goccia d'acqua che cadeva nell'abbeveratoio, ogni grillo che cantava.

Non ce la facevo piu', quelle dannate galline che con i loro coccodè tenevano sveglio chiunque, quando si decideranno a farle fuori... Sono stufo di non riuscire a dormire la notte... forse la noia? Forse il galletto di la che continua a russare come il suo fottuto trattore? ...

Si, me ne devo andare.

Il mattino seguente ignorai il solito verso spacca orecchie di quel gallo dal collo spennato e continuai a dormire sperando che nessuno entrasse da quella stramaledetta porta. Chiusa.

-Hei sognatore! Non hai sentito? Non hai aperto quei tuoi occhi assonnati? Guarda! Il sole è già' sorto, e tu sei ancora li. Dovresti vestirti e uscire ad arare i campi!- Ecco, un'altra mattina rovinata da Zio Cletus.

-Ma ti diverti cosi tanto a rovinarmi il buongiorno?!- come al solito non ottengo una risposta, ma solo un uomo che si dirige altrove ghignando. Voglio proprio vedere che cosa farebbe lui se io lo svegliassi alle 5 del mattino...

Afferro la mia canottiera bianca e infilo i jeans dirigendomi in cucina.
Come al solito non c'è nulla da mangiare, ma un paio di uova mi terranno in piedi.

-AHH! E quello cos'è? Un topo?!?!- Si, questi fottuti roditori sono dappertutto, rubano, mangiano tutto quello che si trovi sotto il loro naso. Grigi, neri, bianchi, sono tutti uguali, tutti schifosi animali portatori di malattie.

-Adesso ti sistemo io...- Agguanto la mia preziosa mazza da baseball senza farmi sentire, come mi ha insegnato il mio vecchio fin da quando ero piccolo.

-Ora vedrai brutto roditore...- alzo la mazza, prendo la mira e BAM!

-Hei, dov'è finito?...- mi guardo in giro alla ricerca del topo... -Impossibile, come hai fatto a sfuggirmi!- è rintanato sotto il tavolo, mi basta farlo spaventare e poi, appena lui esce, colpirlo con tutta la forza che ho...
Sposto una sedia facendolo fuggire fuori. Rialzo la mazza e BAM! Un altro colpo a vuoto.

-Wow, sei furbo...- lo inseguo facendo cadere una sedia, una pentola, un'altra sedia... finché quel dannato animale non si rifugia in un buco del muro.

-Odio i topi- scendo, lasciando la mazza appoggiata al muro.






Balla di fieno di Scott

Scott: Si... diciamo che avrei potuto anche tirarlo fuori da quel buco sparandogli... mah, poi non ci sarebbero state più lotte mattutine >:D

Autrice P:Autrice P: Se, certo, e io sono una ballerina... hai fatto un capitolo parlando del topo? Ma ti sei bevuto il cervello? La gente vuole inganni, botte, sangue, violenza! Muhahaha!

Scott: Fantastico, adesso dai anche i numeri...

Autrice P: Il prossimo capitolo deve essere più interessante accidenti! ... Però devo dire che vederti fallire è sempre divertente >:D

Scott: La portate via? Sta rovinando tutte le mie cose!

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Capitolo 5
*** Un passo dalla scoperta del reality ***


Il sole picchiava sul terreno, quelle stupide piogge non erano ancora arrivate a bagnare quella pianura. E come al solito toccava a me il lavoro pesante. Come ogni giorno io stavo li, in quel campo dove il grano era alto fino al bacino, oh, quanto avrei voluto ridurlo in cenere, anche solo per fare un piccolo scherzo al Galletto che se ne stava nel fienile a ordinare le balle di fieno, si, è vero, "lavorava" ma a differenza mia lui era seduto su uno di quei cosi di-cui-non-ricordo-mai-il-nome dove gli bastava toccare una leva e spostare il fieno nel recinto delle puzzolenti mucche.

Odio quelle bestie che più di fare il latte non fanno... piuttosto di quella porcheria biancastra io preferisco di gran lunga le birre che mio papà nasconde in cantina. Quando né lui né zio Cletus ci sono vado a rubarne un po'. E allora li capisco che la mia vita non è poi cosi male, anzi, va malissimo.

-Ehi quando hai finito di oziare nel campo muoviti ad andare al mercato a prendere altre gabbie per le galline! Sai, quegli uccelli se pur utili non devono scorrazzare per la fattoria in libertà- sbottò con un tono di voce inquisitrice lo zio più odioso di tutti, mentre dopo essere sceso da quel coso di-cui-non-ricordo-mai-il-nome si era andato a sedere su una sedia costruita con del legno a dir poco scadente con un filo di erba tra i denti e il cappello di paglia che gli copriva quello sporco viso. Si credeva tanto figo il Galletto dando ordini ai poveri ragazzi che più di odiare la loro vita non fanno.

-Perché io? Perché non mandi qualcun altro, o meglio ancora, perché non ci va tu e usi quegli stecchini che sfortunatamente ti ritrovi al posto delle gambe- dopo questa precisa osservazione mi bastava uscire dal campo dal sole picchiante e fare ciò che mi aveva gentilmente chiesto.

-Ti conviene farlo se non vuoi ricevere un'altra sgridata dal paparino, e magari ti ritroverai a pulire i recinti dei maiali piuttosto che “lavorare” nei campi- alzò il suo cappello con un dito, incrociando il mio sguardo perfettamente contrariato.

-Va bene! Ci vado, ma solo perché ho voglia di andarci- come al solito cerco una scappatoia, ma si, in fondo un'aria un po' diversa mi farà più che bene.

I soldi, dannazione, dovevo prendere dei soldi. Salii in casa, trovando per caso 20$ sul tavolo in bella vista. Non mi interessava che cosa ci facessero li, ma poco mi importava, li nascosi nella tasca dei miei jeans, incrociando lo sguardo di quell'infame del topo del capitolo prima. Lo guardai con disprezzo, per poi sentire una voce al quanto famigliare.

-Lo sai che non devi prendere i soldi che trovi in giro senza sapere di chi sono- calda e avvolgente la voce che mi arrivò alle orecchie. Mi girai di scatto, poco sorpreso di vederlo.

-P-pensavo fossero per il mercato... sai, dovevo andare a comprare le gabbie per le galline, eh, insomma, non possono scorrazzare liberamente per la fattoria- imito la voce del Galletto, giusto per dargli l'idea che dicevo la verità e che effettivamente, era stata una mia idea.
Ero ormai vicino alla porta, pronto a schizzare fuori.

-Ottima idea Scott. E... vai anche a comprare dello spray per i topi visto che non sai prenderne neanche uno con la mazza. Che fine hanno fatto i miei insegnamenti.. eh? Hai combinato proprio un bel casino stamattina- mio padre, un uomo in carne e severamente severo se ne stava seduto al tavolo da pranzo, dove sopra penzolava un lampadario con delle visibili ragnatele pendenti.

-Quel topo è furbo. Non hai idea di quanto lo sia. Stupido ratto- alzo le spalle, fissando l'animale con disprezzo, mentre camminava silenziosamente verso il frigo. Adesso era colpa mia se non ero riuscito ad ammazzarlo no?

-Te l'ho già spiegato. Devi coglierlo di sorpresa- afferrò la mazza vicino a se. Si sentì un tonfo e uno squittio improvviso. Aprì gli occhi, e quel ratto era appiattito sul pavimento. Dannazione, quanto odiavo quando faceva così, facendomi sentire una nullità, proprio come il Galletto che più che ammonirmi non faceva.

-A-avrei potuto farlo anche io... ma... adesso devo proprio andare- un passo più veloce degli altri, e in quella stanza rimase solo il la sagoma in polvere del mio, modestamente, perfetto corpo.








Balla di fieno di Scott

Autrice P: Oh, inizio io: Salve popolo EFP :D (capitemi, non so piu` come salutere) nuovo capitolo Scott? Almeno e` piu` lungo degli altri :D

Scott: Senti scrittrice da strapazzo, l'ho continuato? Bene no? Spero almeno che questi stolti recensiscano il mio duro lavoro u.u

Autrice P: Se li chiamin cosi credo che al massimo ti recensiranno solo per mandarti a quel paese c: ma da buona buddista io non lo faro`

Scott: L'importanza e` che lo facciano u.u beh al prossimo capitolo... sempre se vorro` continuare ghehehe

Autrice P: beh, perdonatelo... Ni Hao e alla prossima :3

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Capitolo 6
*** Mercato ***


Il paese era lontano, ergo mi toccava affrontare una stramaledetta strada di campagna non asfaltata, ho 16 anni, non ho ancora la patente, ma a quelli non importa nulla.
Mi piace pensare che posso prendere il camioncino rosso cigolante e guidarlo nel migliore dei modi, ma, da solo, senza l'odioso Cletus in mezzo ai piedi.

-Hey!- Eh dai, ma non si stanca mai di ammonirmi barra richiamarmi barra stuprare i miei timpani? -Idiota scendi da li. Puoi anche usare quegli stecchini che ti ritrovi al posto delle gambe per andare al fottuto mercato per delle stupide gabbie- qualcuno mi fermi prima che lo investi. Quel codardo ha anche usato la mia battuta! Oh, saranno dolori.

-Di solito mi piace camminare sotto il sole calpestando la merda delle mucche, oh ma che dico non mi piace, lo a.d.o.r.o.... ma vedi...- ormai il mio culo è ben piantato sul sedile, e si sente quel famigliare “clak” della portiera che sbatte contro la malconcia carrozzeria dagli angoli un po' arrugginiti. -Possiamo dire che è molto più semplice e comodo cavalcare questo bestione- il mio tono ha la cadenza di un giudizio rapido.

Il Galletto si precipita verso il mostro a quattro ruote, con uno sguardo truce, ma sfortunatamente un alone di polvere marroncina e qualche spruzzo di fango color merda sporcano quel così bel vestito da contadino.
-Eh vai!- sgancio una sonora risata, aguzzando la vista, e guardando quel piccolo specchietto appiccicato con la colla davanti al finestrino, vedendo quell'antipatico immobilizzato e basito. -Ce l'ho fatta- affermo con successo, cercando di deviare le molteplici buche -E adesso in paese- ops, mi è uscita male.

Dah, maledetti ricordi, per tutto il viaggio non ho fatto altro che guardare quel dannato aggeggio che pende dallo specchietto. No, non rivelerò di cosa si tratta, ma tanto tempo fa, quando appena riuscivo a mettere un piede davanti all'altro, lo regalai a mio padre, e lui, dah che stupido, l'ha attaccato li e non l'ha più tolto, sicuramente se ne sarà dimenticato.
Ricordo che quel mollaccione mi aveva anche sorriso. Tkz, patetico.
Eppure, dentro di se, quel ragazzo dai capelli rossi, e dagli occhi così rari, alcune volte, solo alcune, si portava lento, le mani sul viso gocciolante, come per sorreggere il peso dell'emozione

Arrivai in quel posto orribile, pieno di gente e rumori vari. Stupida gente chiassosa ed opprimente che parla del più e del meno “e ma qual'è la mela più bella”, “e ma quanto viene questo vestito? E questo ananas?” che cosa c'entra l'ananas poi!
Parcheggiando il catorcio con le ruote noto tutti quei marmocchi che se la spassano, facendo boccacce agli estranei per poi, inevitabilmente nascondersi dietro le gonne delle loro genitrici, che stravedono per loro, e comprano tutto quello di cui non e ripeto NON hanno bisogno.
Mi facevo i cazzi miei, cercando di apparire il più disinvolto possibile, e scorsi qualcuno di famigliare dentro un bar li sul ciglio della strada. Pessimo posto dove collocarlo.

Entrai, e l'odore di tabacco invase il mio delicato setto nasale. Seduti a dei tavoli rotondi levigati e luccicanti in legno c'erano seduti vari uomini, o meglio vecchi, che fumavano e giocavano a carte. Scossi lo sguardo a zig zag cercando di capire se uno di essi, girato di spalle, lo analizzai, ma non mi soffermerò sul suo aspetto, decisamente poco importante.
Beh, fatto sta che non fu la persona che pensavo.

Feci per andarmene, quasi schifato dall'acre odore all'interno di quella puzzolente sala, ma la tv richiamò la mia attenzione: “Salve! Sono Chris McLean! E questo è un annuncio per tutti gli appassionati di reality!”

-Tzè, un altro emancipato riccone che vuole arricchirsi di fama con stupidi programmi tv da quattro soldi- commento, parlando come se la mia voce sfilasse dentro l'apparecchio elettronico, attaccato in un angolo del muro. “Se volete partecipare e vincere UN MILIONE DI DOLLARI telefonate al numero in sottoespressione 00777887! Oppure mandateci un video in cui mostrate le vostre qualità di giocatore al sito www.atuttoreality.com! Vi aspettiamo numerosi!
Qui è tutto! McLean chiudo.”

Mi sembrava al quanto strana quella trasmissione. Alzai incuriosito un sopracciglio, dovevo procurarmi una videocamera, e una connessione a internet... e modestamente, sapevo dove andare a trovarle. Ghignai.






Balla di fieno di Scott

Scott: ghehehe semplice, rubarle al Galletto ;)

Duncan: O.O davvero tu hai scritto questa cosa?! *scoppia a ridere* Non ci credo!

Scott: Beh? È la mia storia e alla gente i.n.t.a.r.e.s.s.a. voglio vedere come reagirà il pubblico a qualcosa scritto da mister cresta di camaleonte *ghigna*

Autrice P: Si, hem... S-A-L-V-E... sai, prima si saluta, e poi si parte con “l'angolo autore” *mi passo una mano sulla faccia*

Scott: Affari tuoi mai?

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Capitolo 7
*** Sfiga e sfiga ***


Una volta tornato a casa non diedi neanche retta a ciò che mi era stato bruscamente ordinato da mio zio Cletus, voltai diritto per la porta di casa, anche se sarebbe stato un tentativo di suicidio entrare quando il vecchio stava sonnecchiando...
Si, purtroppo addentrarsi lì dentro era come affrontare una prova mortale tipo quelle di quegli stupidi film di avventura che mio padre si spara ogni sabato sera. Ma che cavolo non può semplicemente andare a posare quel suo enorme culo sul materasso?!

Abbasso lentamente la maniglia, che come se non bastasse incomincia a emettere un sonoro rumore di ruggine e metallo rovinato.
Odio farmi sentire, e tanto meno farmi scoprire. Dannazione non possono mettere dell'olio per lubrificare? Sbuffo, perché appena entro in quella casa un malsano e acre odore di verdura bollita mi sale fino al cervello facendomi arricciare il naso, tapparmelo successivamente con la mano non occupata ad accompagnare la porta.
Mi guardo in giro, il bevi birra in cucina, seduto sulla sedia con una chiappa che sembrava penzolare. Rabbrividì il più piano possibile. Stava guardando de materiale cartaceo, bollette del cazzo. Obiettivo: riuscire a trovare una telecamera funzionante un francobollo e una penna.
Sgattaiolai velocemente in una stanza che una volta era conosciuta come la soffitta ma che adesso è solo un postaccio, che brulica di quegli immondi sorci che corrono come disgustosi scarafaggi, entrando in posti impensabili, e quando li scopri ti fissano con i loro piccoli e furbi occhi. Tkz, prima o poi riuscirò ad ammazzarli tutti. Ma sembra che ogni cosa non funzioni, il veleno, le trappole, le mazze da baseball...

Era quasi l'una e dalla cucina si sentiva un ripugnante odore di verdura, forse spinaci, e certo, tks cosa si può pensare di mangiare in una nauseante campagna come questa.
Sbuffai, ma appena il mo ansare creò una specie di strana nuvoletta sotto il mio naso, una lampadina si accese nel restro della mia mente illuminando una parte buia.

Aspettai.

Hey Sognatore!- mi sono davvero infastidito quando ho sentito per l'ennesima volta il galletto richiamarmi come fossi uno stupido cane da fattoria -Che cosa vuoi? Non vedi come sono ancora occupato a pensare barra poltrire sulla mia bellissima balla di fieno?-

Credo proprio che se dovrò rinascere lo farei sotto forma di volpe. Per il loro aspetto dal pelo rosso come i miei fantastici capelli. Ma sopratutto per la caratteristica conosciuta di più: la furbizia.
Si, voglio vivere una vita da volpe, senza regole, senza vincoli, e sopratutto senza quel galletto di zio Cle.. -SCOTT CAZZO! Smettila di oziare e dai il mangime alle galline!- ma che cavolo! Adesso aveva davvero superato ogni limite -VAI A FARLO TU!-
Quando mai l'ho detto...

***

Quella sera non riuscì ad attuare il mio piano brillante, però non trovai né la videocamera né un'idea per il provino.
Il perché? Beh potete anche arrivarci da soli brutti scansafatiche! Anche se avete l'immenso onore di sapere cosa successe quella fatale sera.

Si apre un fantomatico sipario rosso frutto della fantasia del rosso.

-Buon giorno! E ben trovati alla nuova puntata di “com'è andata alla fine Scott?”
Allora Scott raccontaci, siamo tutti curiosi-
-Beh inconscio, ti direi che tu sai già la risposta, e che mio padre, che d'ora in avanti chiamerò il vecchio sa usare la mazza da baseball in un modo davvero unico e meraviglioso-
-Quindi ti piccchia con un bastone di legno anche adesso che hai 16 anni?-
-No con un cavatappi.. e ppi abbiamo aperto lo spumante e cantato insieme “i believe i can fly”-






Balla di fieno di Scott

Scott: Ghehehe adoro i discorsi con me stesso sarcastici

Autrice P: Io li trovo divertenti :D e concordo sul fatto della volpe v,v

Scott: *mi ignora* premetto che non vi chiederò scusa per il ritardo. Tks, è il mio racconto no?

Autrice P: Però sarebbe carino no? Insomma non aggiorni da tanto tempo D:

Scott: Sisi autrice da strapazzo.. la prossima volta u.u

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