The Gift

di The inventor of dreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una nuova vita ***
Capitolo 2: *** L'incontro.. ***
Capitolo 3: *** I'm sorry... ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una nuova vita ***


Prologo:
Io credo nel destino.
Credo nel fatto che ci siano migliaia e migliaia di pezzi di carta sparsi in un grosso cesto comunemente  chiamato destino..Alla nascita Dio estrae quel minuscolo foglietto che ci accompagnerà per tutta la vita,puoi essere fortunato e quindi capitare nel foglietto che proietterà per te una vita da favola piena di bellissime esperienze oppure essere sfortunato come me e quindi capitare nel foglietto pronto a proiettarti una vita piena di delusioni..I miei genitori mi raccontavano sempre di essere stata il loro piccolo miracolo,di avermi desiderato a lungo e poi al compimento dei 7 anni BUM! Il nulla...Da quei pochi ricordi che mi rimangono impressi ricordo principalmente il momento in cui i miei riuscirono a permettersi di mandarmi a scuola.
Ero figlia unica e sfortunatamente ero nata in un'epoca in cui i miei genitori risentivano molto della crisi economica,mio padre lavorava come operaio in un'azienda di produzione di pezzi per le automobili e mia madre era casalinga. Non si potevano permettere la scuola,nemmeno quella pubblica e quindi ero segregata a casa o in giro per la campagna.Ai 7 anni la situazione economica si stabilizzò,l'azienda in cui mio padre lavorava aveva fatto molta pubblicità e la qualità dei prodotti fabbricati all'interno di essa era oramai richiesta in quasi tutto il paese.Raccimolarono abbastanza soldi per permettermi di frequentare un'anno di scuola o almeno così pensavo.
Alla mia nascita mia madre sapeva che non ero una bambina come le altre ma mio padre diceva sempre che la gravidanza aveva creato in lei molto stress e che quindi non sarebbe stata stata in pace con sè stessa per parecchio tempo..Nel corso degli anni però mio padre si accorse che mia madre in effetti non aveva tutti i torti.Aquisita la capacità di linguaggio qualsiasi cosa sognassi o dicessi aveva sempre un lato negativo..come il concetto di causa-effetto.
Entrata a scuola tutti mi evitavano e soprannominavano "la strana".Alla fine dell'anno scolastico come tutti ero fuori scuola seduta sui gradini che portavano all'uscita dell'edificio ad aspettare i miei genitori. Piano piano il cortile si svuotava e i bambini se ne andavano con i propri genitori felici di iniziare le vacanze estive.Avevo appena 8 anni compiuti qualche mese prima e iniziavo a capire le varie situazioni.Passarono minuti che però sembavano ore, i miei genitori non arrivavano e avevo capito che non sarebbero mai arrivati. La mia "tutrice" mi aveva raccontato tutto.Sarei rimasta li per sempre.
I miei genitori mi avevano abbandonata.
 
Dieci anni di dolore e sofferenza passarono sulla mia pelle,oramai quella era la mia famiglia avevo tante mamme quante sorelle..le mamme erano le mie insegnanti mentre le sorelle le ragazze che conividevano con me l'esaltante esperienza di vivere in un'orfanotrofio.Ma la mia permanenza lì ormai era giunta al termine,avevo 18 anni..ero maggiorenne e (secondo le mie tutrici) ero pronta al mondo esterno.
Non avevo dove vivere..non avevo nessuno. La settimana prima della mia uscita dall'orfanotrofio avevo scoperto che quei soldi raccimolati dai miei tempo fa erano una specie di fondo per aiutarmi a mantenermi al compimento dei 18 anni.
 
Ed eccomi quì.
Chantal Collins: diciottenne senza amici,famiglia e con un segreto che potrebbe distruggerle la vita.

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Capitolo 2
*** L'incontro.. ***


"Ci scusiamo con i signori passeggeri per il lieve ritardo causato dal maltempo". Avevo preso la mia decisione.Ormai Bradford non faceva più parte di me,daltronde come poteva esserlo lì avevo solamente..il nulla. Avevo deciso,dovevo andarmene..Il posto perfetto era Londra con il grandissimo LondonEye,il famosissimo Big Bang e un'attesissima nuova vita.Già una nuova vita,quella che avevo sempre desiderato e ciò che più temevo. Non avevo amici,nessuno che potessi contattare ero sola con 2 valigie e un biglietto di sola andata verso una città di cui non conoscevo niente. L'aereo arrivò dopo 2 ore di ritardo.Il mio posto era il B214 tra una signora,probabilmente ottantenne,dall'aria depressa e ad un giovane ragazzo dai capelli neri.La sua presenza mi innervosì,non lo conoscevo nè avevo mai visto nessuno di vagamente simile a lui,addominali scolpiti coperti da una leggera maglietta bianca dal collo a V con sopra adagiato un giacchetto in pelle nera,jeans denim molto semplici e scarpe particolari,non saprei dire esattamente la marca ma assomigliavano a scarpe da matrimonio a mio parere dannatamente scomode. L'hostess dall'aria provocante si avvicinò a noi chiedendoci di allacciare la cintura di sicurezza,l'aereo sarebbe decollato a momenti.Quattro lunghissime ore di volo mi attendevano e dovevo assolutamente trovare qualcosa da fare.Dormire no,sarebbe stato troppo deprimente,mangiare forse più tardi.Socializzare? Si,perfetto ma con chi?! Mi guardai intorno,tutti dormivano tranne lui.Dovevo andare al bagno ma dove passare?!Notò il mio leggero disagio,non sapevo da dove passare.Non volevo svegliare la poveretta ma neanche disturbare il giovane sconosciuto dall'aria attraente. -Devi passare?-Chiese tranquillamente il giovane con gli occhi fissi sul libro che stava sorreggendo tra le mani. -Ehm,si in realtà dovrei..ehm andare alla toilette.-una vampata di calore travolse il mio viso,diventai rossa a giudicare dal sorrisetto che si fece spazio nel suo viso. -Certo,passa pure-disse spostando entrambe le gambe a lato. Il mio posto si trovava nella fila centrale,appena passai davanti al ragazzo mi trovai al centro del corridio dell'aereo,lo percorsi guardando,ad ogni passo che facevo,a destra e a sinistra in cerca di qualcuno,non so bene chi ma so di certo che appena lo avrei trovato gli sarebbe successo qualcosa. Tornando dalla toilette ripercorsi quel corridoio..mi ricordava qualcosa,era come un deja vù,mi ricordava perfettamente l'ambientazione di un sogno,quel sogno che si ripeteva ormai da più di una settimana.Arrivai al mio posto e il ragazzo era ancora lì in tutta la sua bellezza che leggeva quel libro,P.S I love you,a mio parere un libro bellissimo pieno di sentimento.Mi sedetti accanto a lui. -Uhm,bello quel libro,la storia che racconta è commovente!-azzardai una conversazione. -Vero?! E' la terza volta che lo leggo e ancora mi commuove!Incredibile.-era eccitato si vedeva dai suoi occhi,si girò di colpo per rispondermi. -Come ti chiami?-mi chiese indifferente tornando a leggere il libro. -Chantal,Chantal Collins! Tu?- -Zayn,Zayn Malik.-alzò lo sguardo e mi fissò..cercai di interpretare il suo messaggio guardandolo profondamente negli occhi ma non riuscì a vedere niente,solo il buio. Continuammo a parlare per il resto del viaggio,era anche per lui la prima volta a Londra e a quanto pare veniva anche lui da Bradford,strano non averlo mai visto.Si sistemava da amici,4 se non ricordo male,mentre parlava le sue labbra si muovevano a ritmo,la sua voce usciva sensuale e calda dal profondo della gola. -E tu hai la famiglia lì o gli amici?- -In realtà non ho nessuno,i miei genitori a quanto mi è stato detto sono morti 2 anni dopo avermi abbandonato e gli amici..beh non ne ho mai avuti apparte le mie compagne all'orfanotrofio.-dissi con un filo di tristezza. -Oh..scusa per l'intrommissione non eri obbligata a dirmelo.-si sentiva in imbarazzo lo vedevo,tutti si sentono in imbarazzo o dispiaciuti dopo aver sentito la mia storia ma oramai non mi tubava più cosi tanto anzi. Avevano annunciato all'autoparlante che tra pochi minuti saremmo atterrati perciò riallacciamo le cinture di sicurezza.Avevano previsto qualche lieve turbolenza,per me era il primo volo mai preso e in effetti un pò di paura ce l'avevo. Fortunatamente l'atterraggio andò a buon fine e prima di scendere il pilota ricevette un applauso caloroso dai passeggeri.Mi diressi assieme a Zayn verso il ritiro bagagli. -Dove hai deciso di alloggiare? E per quanto resterai?-era titubante nel chiederlo ed io non esitai a rispondere. -Veramente non so dove vivrò,ho voluto scappare da Bradford perchè ormai non mi restava nessuno,ora sono venuta quì ma devo ancora vedere dove alloggerò,dove lavorerò e come mi nutrirò.-avevo la testa tra le nuvole mentre parlavo.-Troverò un posto in una casa famiglia per il momento finchè non trovrò un'appartamento tutto per me e mi troverò un'impiego.-continuai. -C-cosa? ma sei sicura?-disse nuovamente titubante. -Beh no ma è l'unica cosa che mi rimane se non voglio dormire per strada.-dissi cercando con lo sguardo la valigia -Uhm..va bene.Che ne dici di venire a casa con me ?-disse sfoggiando uno dei suoi sorrisi. -Cosa? ma che ti è saltato in mente? Pensi che sia una facile? Eh ti do quest'impressione?-ero incazzata nera,ma come si permetteva?! -Nono hai frainteso,intendevo se volevi venire con me a conoscere i miei amici!-disse alzando le mani in segno di arresa,cercava di tranquillizzarmi e non so come ce la faceva. -Uhm..oh,scusa.Sai per me è difficile fidarmi delle persone.-avevo gli occhi lucidi al pensiero di ciò che mi era successo in passato. -Tranquilla,oh ecco la mia valigia la tua l'hai già trovata?-chiese distrattamente. -Sisi,sono pronta.-sfoggiai un sorriso mai fatto prima d'ora.Con lui mi sentivo bene,lo conoscevo da pochissimo ma già mi faceva sentire a mio agio.

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Capitolo 3
*** I'm sorry... ***


Si sentii lo chiocco della chiave nella serratura che mi fece sobbalzare,eravamo a casa sua.La prima stanza che si presentò alla mia vista era un salotto,arredato con mobili moderni,divani in pelle bianchi e un tavolino di vetro al centro stanza con un gigantesco vaso di rose arancioni,le mie preferite.Le pareti prevalentemente bianche,anzi color panna con qualche decorazione nel soffitto.Lampadari di cristallo,grandi tappeti al pavimento anch'essi color panna con qualche decorazione di rosso.Dai due angoli della stanza,se così si può definire,partivano delle rampe di scale in marmo che portavano,deduco, alla parte della casa dedicata alla notte,le camere da letto.Dispersa tra i miei pensieri ammiravo tanta bellezza vista tutta insieme e senza nemmeno rendermene conto avevo abbandonato la valigia davanti alla porta di casa e mi ero avventurata a fare un tour della casa completamente sola.Dalle mie parti,case così non esistevano,io non ne avevo mai nè avuta nè vista una. Le presentazioni abbero luogo e conobbi le persone che mi avrebbero accompagnato in quest'avventura.Niall,Harry,Liam e Louis erano persone molto simpatiche e socievoli,Zayn mi disse che ogniuno di loro aveva un compito molto importante all'interno della casa :Niall di dare abbracci a chiunque ne avesse bisogno,Liam di dare consigli per ogni situazione,Harry di aiutarti in qualsiasi momento e Louis di tirati su il morale quando sei triste.Erano ragazzi per bene e tutti più o meno della mia età se non più grandi.Mi sarei trovata bene con loro,certo una ragazza ci voleva in mezzo a 5 maschi tutti soli. Si fece tardi,avevo ancora da trovare dove dormire e cosa mangiare perciò salutai i ragazzi. -Devo proprio andare..-dissi guardando l'orologio-Sono in ritardo,scusate-andai in salotto a riprendere la valigia per poi andarmene.Avevano provato a fermarmi,come biasimarli una ragazza sola in una città che non conosce senza cellulare era rischioso ma me n'ero andata per diventare più autonoma e non vivere alle spalle di 5 ragazzi. Salutai nuovamente e mi chiusi la porta alle spalle.M'incamminai verso l'albergo più vicino e specialmente meno costoso.Arrivata a fine della via mi sentii chiamare,mi girai di colpo.C'era qualcuno che correva verso di me.Era di sicuro uno dei ragazzi perciò mi fermai ad aspettarlo per vedere di cosa si trattava. -Visto che proprio non vuoi restare da noi almeno prendi il mio cellulare,così so come rintracciarti,non voglio che sparisci.Voglio rivederti di nuovo,ti scriverò con il cellulare di uno dei ragazzi,tieni.-era lì con la mano tesa a darmi in custodia un'oggetto così importante,con dentro tutta la sua vita,il suo telefono.Non potevo accettare insomma chi è il pazzo che regala il proprio cellulare ad una completa estranea?! -Sei molto genitile Zayn ma no,non posso accettarlo.Non posso prendermi la responsabilità di un'oggetto così di valore.La 5°regola del codice delle brave bambine dice:'Gli oggetti di valore vanno affidati a chi sa prendersene cura' e io non sono all'altezza.Mi dispiace.- -Ma tu non sei più una bambina Chantal,lo vuoi capire?!Hai 18 anni non ti serve uno stupido codice delle brave bambine!Guardati intorno,questo è l'inizio di una nuova vita dimentica il passato tu fai parte di questo presente!-piano piano stava alzando la voce e ciò mi iniziava ad irritare. -Tutto questo non fa per me okay?! Per 10 anni sono vissuta all'oscurità,lontano da tutto e da tutti non sono abituata al lusso che avete voi,alle macchine dai vetri oscurati al cellulare,neppure al portafoglio.Non so cosa vuol dire fare shopping,spendere soldi,NON SO IL SIGNIFICATO DI 'VITA NORMALE'! Tu non puoi capire.-detto ciò me ne andai in lacrime lasiandolo lì ancora con la mano tesa. Non poteva capire ciò che provavo,nessuno poteva. Chiedendo in giro mi dissero che poco più lontano dalla piazza centrale avevano costruito alcune case popolari con un'affitto poco caro,perfette.L'agente immobiliare mi mostrò un mini appartamento.Comprendeva una stanza da letto,un bagno.una cucina e un salottino.L'affitto era di 1000 sterline al mese,ottimo.Mi sistemai subito,firmai i vari documenti e pagai il primo mese.I soldi iniziavano a diminuire,dovevo assolutamente trovare un'impiego. La mattina successiva mi svegliai verso le dieci,feci una doccia veloce e iniziai a sistemare i vestiti.La casa era già arredata con il minimo idispensabile,certo dovevo aggiungerci qualcosa per dare un tocco di allegria ma per adesso bastava così. Ero in giro per la città da più di 2 ore con in mano mille copie del mio curriculum preparato precedentemente all'orfanotrofio,lo avevo sparpagliato per metà dei negozi presenti.Era difficile trovare lavoro anche se la laurea che avevo conseguito era molto importante :giurisprudenza. L'ultimo negozio che avevo visitato aveva usato la scusa di essere pieno di commesse e che non gliene servivano più.Oramai non ragionavo più,avevo lo stomavo che brontolava e la testa che scoppiava con il troppo girovagare.Decisi di prendere una pizza al volo e mangirmela al parco approfittando del bel tempo. Margherita con pomodorini freschi e basilico,una delizia.Il vento soffiava leggero attraversando i miei capelli mentre mi gustavo l'ultimo pezzo di pizza.

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