I'll Be Your Strenght

di Sophias Doll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Are You Sure? ***
Capitolo 2: *** New School & New Friend: New Life ***
Capitolo 3: *** Stupid World ***
Capitolo 4: *** Gymnastics, Football &Tennis ***
Capitolo 5: *** Are You a Holy? ***
Capitolo 6: *** Welcome to SeeSun Bay (1) ***
Capitolo 7: *** Welcome to SeeSun Bay (2) ***
Capitolo 8: *** Twins & Cold ***
Capitolo 9: *** Wrath ***



Capitolo 1
*** Are You Sure? ***


 

 Are You Sure?

“Ma sei sicura?”
 Mi domandò titubante Emily al telefono. Emy è la mia migliore amica che ben presto sarebbe diventata un ricordo se fossi andata nella Elite England College.
“No non sono per niente sicura ma è mia madre che mi ci vuole mandare a tutti i costi” risposi con un accenno di collera nei confronti di mia madre. Ah si,quasi mi scordo, mia madre è una delle migliori attrici in tutta Europa ed è alquanto rompiscatole quando mi da nomignoli come ‘Summerita’ o ‘Stella della mia vita’ davanti a mezzo mondo però a parte questo le voglio più che bene in fin dei conti è una buona madre.
“Se proprio ci dovrai andare sappi che qua tutti vogliono che ritorni”
 Disse come se fosse l’ultima sua speranza di farmi ritornare nella mia vecchia scuola.
“Saluta tutti e digli che gli voglio bene… tranne a Stevenson”
Ribattei ridendo facendo girare l’autista che gentilmente mi stava accompagnando a casa mia
“Ti saluto Emily ti prometto che ti chiamerò tutti i giorni baci.”
Conclusi la chiamata. Mi affrettai a scendere dalla mia macchina per andare a nascondermi nel capannone insieme a la mia adorata chitarra ma mia madre mi scoprì prima di subito.
“Signorina, torna subito qui e saluta la tua mamma!” mi ordinò, cosi io con la chitarra già in mano mi avvicinai a lei e gli sussurrai un “Ciao mamma” con tono abbastanza annoiato.
Tutta felice corse in casa e dopo frazioni di secondo (lo so oltre attrice poteva anche spacciarsi per Bolt) uscì con un pezzo di carta in mano che sbandierava a tutti e quattro i venti. Arrivò da me, mi diede un leggero bacio sulla fronte, quanto la odiavo quando faceva così, e mi porse la lettera, lessi ad alta voce il mittente

4 settembre 2012

Egregia signorina Summer Westmore nonché illustrissima figlia della famosa attrice Helena Bonham Carter le dichiariamo che sua figlia ha brillantemente passato il test di ingresso con il risultato del 99,8 %.Un punteggio eccellente, la nostra istituzione sarebbe ben lieta di introdurre un’alunna così intelligente ai nostri corsi. Con questo le comunico che Summer Laury Westmore sarà la nuova studentessa del terzo anno.

Mark Coler

Rimasi a fissare la lettera per alcuni secondi: ero completamente immobile e sentivo il vento accarezzarmi dolcemente il collo,  completamente scoperto per l’assenza dei capelli che quella stessa mattina avevo deciso di raccogliere in una coda alta, come per dire ‘Tranquilla, Controlla la calma’, non ci potevo credere, avrei lasciato i miei amici per una stupida scuola con dentro i figli delle famiglie più ricche del Regno Unito. Alzai lentamente lo sguardo verso mia madre che aveva un espressione di chi non vedeva l’ora di una risposta positiva.
“Allora tesoro non sei felice?”
 Mi domandò rompendo il silenzio che riecheggiava in quel luogo ormai da 3 interminabili minuti.
“Felice?” continuai “Mamma non voglio andare là dentro!”
Urlai alzando tutte e due le sopracciglia. D’un tratto il vento si abbassò velocemente non facendo più volare le foglie di castagno secche. L’espressione di mia madre cambiò di colpo, ora era delusa ma di certo non aveva intenzione di strappare la lettera dalle mie mani e farla in mille pezzettini.
“Ma in quel college ci sono le migliori menti di tutta Europa”
 Mi disse cercando palesemente di convincermi.
“Si certo! Vorrai dire i miglior raccomandati, viziati e figli di papà di tutta Europa” la corressi.
“Summer Westmore che ti piaccia o no tu andrai in quella scuola”
Mi ordinò sollevando l’indice della sua mano destra. Glielo abbassai e le urlai avvicinandomi al suo orecchio sinistro.
“Nooo neanche morta e ora ho fame, vado in cucina”
 Annunciai a mia madre.
“Torna subito qua!” ma io non la calcolavo e continuavo a dirigermi in cucina “Ti levo Internet” cercò di spaventarmi ma io ero già davanti alla porta di casa mia, la aprì velocemente e mi avviai in cucina, spalancai il frigorifero ma i KitKat erano finiti così mi mangiai uno yogurt per poi andarmene in camera mia sbattendo tutte le porte del corridoio. 

* Spazio me *
Ecco il primo capitolo di un racconto che sarà molto lungo e complesso.
Quello che cercherò di fare sarà mettere a contarasto personalità molto differenti riuscendo magari a creare simpatia per un determinato personaggio.
Con questo vi dò un bacione e al prossimo capitolo che posterò fra il 7 al 9 aprile.
Ciaoooo!




 

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Capitolo 2
*** New School & New Friend: New Life ***


  ‘New School, New Friend: New Life’

Carry on
Well I woke up to the sound of silence
the cars were cutting like knives in a fist fight
and I found you with a bottle of wine
your head in the curtains
and heart like the fourth of July…

Mi svegliai di colpo sulle note di Carry On dei Fun. Tastai violentemente la mano sul comodino in cerca di spegnere la sveglia che era l’unica che in quella casa creava rumore. Forse tastando con troppa forza cadde a terra e si ruppe in mille pezzi, di scatto mi alzai dal letto e mi accovacciai per terra cercando di riattaccare i ‘cocci’ della sveglia che ancora segnava le 6:30 di mattina. Era andata, ero riuscita a romperla e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino stiamo nei casini. Dopo aver perso il mio sguardo sulle pareti adornate dai poster dei Beatles e di P!nk  mi alzai dal letto e mi diressi nel bagno, mi feci una veloce doccia bestemmiando contro tutti i santi per il bagnoschiuma al cocco che odiavo  più di ogni altra cosa e lo shampoo negli occhi, mi vestii normalmente con dei jeans bianchi strappati, una semplice maglietta arancione e delle converse blu come l’oceano.
Summerita scendi dobbiamo uscire per fare la colazione ricordi?”
Urlò mia madre dalla cucina, impaziente di aver sotto gli occhi le migliori leccornie che Strarbucks gli poteva offrire.
“Si ora scendo”
Le annunciai la quale mi rispose con un semplice sbuffo, mi pettinai i capelli che avevo leggermente ondulati e rossi accesi. Ah piccola cosa! Odio dal profondo del mio cuore le persone che si truccano pesantemente infatti io non mi trucco mai, mi metto un filo di matita per le cose importanti come battesimi, cresime e matrimoni…
Scesi salterellando qua e là per le scale evitando di rompermi una caviglia.
 “Vedo che oggi qualcuno è di buono umore” continuò “non sembra neanche che stai per andare a scuola”
 Le scambiai uno sguardo trucido.
 “Mamma, ricordati che potrei ancora strapparti le budella a morsi”
“Ok, ok ma calmati”
“Mi calmerò quando avrò davanti una bella cioccolata calda e un cornetto alla nutella”
 Con questo uscimmo di casa con il sorriso stampato sul volto e entrammo in macchina. Mamma mise in moto l’autovettura e in 10 minuti ci ritrovammo davanti alla porta di Starbucks. Ci sedemmo allegramente sugli sgabelli del bancone e consumammo: una cioccolata calda, una tazza di latte (lo so mia madre ancora beve il latte nonostante la sua età) due cornetti e un cannolo siciliano.
 L’ora era arrivata riprendemmo la macchina e in un quarto d’ora in cui mamma mi disse le solite cose (‘Summerita mia, quello è un college meraviglioso pieno di belle menti, un posto adatto per costruirsi il futuro pensa che ci è andato anche tuo fratello Cody…’) arrivammo davanti alla tanto discussa scuola. Feci un bel respiro aprii lo sportello della macchina e estrassi dal portabagagli le mie quattro valigie traboccanti di vestiti, la mia adorata chitarra classica e la mia Wilson.
“Mamma puoi andare. Entro da sola non mi serve un cane da guardia”
Rassicurai mia madre.
“Ok” continuò con una piccola lacrima sul viso “vieni qui e abbracciami tesoro”
Mi avvicinai a lei e gli diedi un freddo abbraccio.
 “Non fare niente di pericoloso, comportati bene con i compagni e i professori, fatti delle amiche e non farti sottomettere da nessuno”
“Si mamma e tu invece ricordati delle caramelle che devi prendere ogni sera. Quelle sul tuo comodino. Quelle che ti ha prescritto il medico”
“Non mi trattare come se fossi una pazza isterica, stammi bene e telefonami almeno due volte al giorno” una lacrima le rigò di nuovo il viso.
“Ora vado mamma prima che mi strozzi e mi bagni la maglietta con le tue lacrime”
Presi le valigie e girai i tacchi, la macchina di mamma sorprendentemente partì in quinta. Strano. Respirai lentamente e percorsi sempre lentamente gli scalini, notai l’insegna dorata ‘Elite England College’ e quasi superata la soglia della porta di vetro rivolsi l’ultima volta lo sguardo verso l’esterno, i negozi erano ancora chiusi e non c’era molta gente per strada; con estremo coraggio aprii la porta e mi incamminai dentro il grande corridoio dell’edificio che ancora non pullulava di studenti.
Grazie al mio innato sesto senso trovai la segreteria in cui dentro vi sedeva una donna bionda molto snella di forse 30 o 40 anni che leggeva la rivista ‘f come femmina’
 “Lei deve essere Summer Westmore, giusto?”
Mi domandò la segretaria non distogliendo la sguardo dalla sua rivista. Simpatica la vecchia. Nooooooo io NON sono Summer Westmore sono Babbo Natale sono entrato qui perché qualche stronzo fuori ha parcheggiato la sua auto davanti alle mie renne e non riesco ad uscire.
“Si sono Summer Westmore la nuova allieva del terzo anno”
Risposi. Mi sedetti su una delle sedie accuratamente accostate alla scrivania di legno cominciando a toccare i vari oggetti che erano posizionati sul tavolo.
“Non toccare”
Urlò con la voce stridula togliendomi di mano la simpatica matriosca rossa.
“Fra poco verrà un alunno che le farà fare il giro della scuola e le spiegherà come funzionano le cose qui”
Disse acida posando la rivista sulla scrivania di legno e tirando fuori dal cassetto una lima per le unghie. “Questi sono dei fogli dei suoi orari, dei corsi sportivi o di potenziamento dopo l’orario scolastico che potrai frequentare rimanendo sempre all’interno della nostra struttura e il regolamento scolastico che facciamo regolarmente rispettare da ogni singolo studente…” solo in quel momento l’occhio mi cadde su una porta proprio accanto alla scrivania della segretaria, vi era scritto ‘Presidenza’.
All’improvviso  qualcuno aprì la porta della segretaria facendomi raddrizzare i capelli dallo spavento era un ragazzo alto con gli occhi color cioccolata, la pelle era leggermente pallida e i capelli castani erano stati scrupolosamente pettinati.
“Ciao Gloriuccia”
Urlò piombando sulla segretaria dandole un bacio sulla guancia che la fece diventare rossa dalla rabbia.
“Liam Payne la smetta subito di ridacchiare… è arrivata la ragazza a cui doveva mostrare la nostra istituzione”
Disse la vecchia indicandomi in faccia, la guardai furiosa e subito abbassò l’indice.
“Ciao Sum”
 Disse porgendomi allegramente la mano, ma chi cazzo gli ha dato tutta questa confidenza? Come osa chiamarmi ‘Sum’ solo i miei amici mi chiamano così.
“Ciao Liam”
 Dissi anch’io stringendogli la mano e facendogli un sorriso.
“Strano che ci siano ragazze così carine nel terzo anno”
  Mi constatò facendomi un occhiolino. Forse sperava di farmi arrossire. Che mi importa non ci è riuscito.
“Strano che ci siano ragazzi così coglioni nel terzo anno”
Controbattei scatenando una sua risata fragorosa.
“La ragazza ha la risposta pronta, vedo”
“Allora ci vedi bene”
Lo rassicurai dandogli una pacca sulla spalla.
“Io vado Gloriuccia” annunciò “ho un bel po’ da fare con Sum”
Disse facendomi l’occhiolino, alzai un sopracciglio.
Chiuse delicatamente la porta e portò il suo sguardo sul mio volto.
 “Perché mi chiami ‘Sum’?”
Gli domandai nel modo più calmo possibile.
“Sai tuo fratello ero il mio migliore amico facevamo…”
Lo interruppi bruscamente “Conosci mio fratello?”
“Certo abbiamo passato  l’ultimo anno di medie e i primi due anni di EGG insieme”
“Oh… e come mi hai riconosciuto?”
“Non ci sono tanti Westmore in giro e poi tu e Cody avete gli stessi occhi…”
Mi riferì avvicinandosi di più al mio volto come per osservare meglio i miei occhi verdi acqua. Si incantò per due secondi e poi trasalì.
“Devi sapere che questa scuola è una fregatura” scoppiai a ridere “la peggior cosa che ti possa capitare è venire qua dentro” continuai a ridere come un ebete “Qua le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 8.00 fino alle 15.30 solo il sabato si fa dalle 8.30 alle 14.30 e la domenica è il giorno libero” Mi fece fare il giro turistico di tutta la scuola.
Era enorme. Al piano terra vi era la segreteria; l’ufficio del preside; l’aula di chimica; l’aula di biologia; il laboratorio di chimica, scienze umane ed erbologia, l’aula informatica e di tutte le altre materie, al secondo piano vi erano i dormitori maschili, al terzo piano i dormitori femminili, al quarto piano vi era l’infermeria, la sala giochi in cui vi erano computer e televisioni e l’enorme biblioteca. All’esterno vi erano ben tre campi da tennis, due da calcetto e due da pallavolo.
Dopo il giro turistico mi accompagnò al mio armadietto il ‘69’ in cui vi era una busta gialla che misi velocemente in tasca e poi mi accompagnò nella mia stanza nei dormitori femminili la ‘248’.
A Liam squillò il cellulare, mi salutò velocemente e se ne andò lasciandomi da sola nella mia futura stanza. Era orribile. Le pareti erano rosa shocking adornate di poster di cantanti orribili, i mobili bianchi candidi con sopra le scritte ‘Ti lovvo vita mia, ti amo più di me stessa’, le coperte dei letti erano rosa acceso con sopra dei peluche come unicorni rosa o gattini bianchi. BLEAH!!. Spalancai la bocca davanti a tutto quell’orrore mi buttai sull’unico letto libero e aprii la busta gialla che avevo trovato nel mio armadietto.

Egregia signorina Westmore questo sarà il suo programma come allieva del terzo anno prima dell’inizio delle lezioni (dal 17 al 22 settembre).
-7.30 colazione
-8.30 educazione fisica con il professor Snape
-13.00 fine delle ore di educazione fisica
-13.30 inizio del pranzo
-14.30 fine pasto
-Momento di svago pomeridiano
-20.00 inizio cena
 
Mark Coler

Per fortuna che farò un po’ di educazione fisica penso di aver messo su un po’ di pancetta. T.T *toc-toc* mi alzai dal letto e andai ad aprire la porta di legno della mia camera.
“Salve mi manda sua madre” non mi diede neanche tempo di parlare “Ecco qua la sua divisa scolastica e i libri di testo. Arrivederci”
Chiuse di scatto la porta facendo riecheggiare un forte rumore. Mi sedetti sul letto e cominciai a sfogliare i libri di testo.
-Libro di matematica/algebra: ‘I giardini del pensiero’ di Robert Cullen.
-Libro di letteratura inglese: ‘Be english in one year’ di Jude Flyes.
-Libro di scienze: ‘Gli angoli del nostro corpo: L’anatomia di ieri e di oggi’ di Sigismondo Vernes.
-Libro di storia-geografia: ‘I territori dell’uomo’ di Magello Salgari.
-Libro di storia dell’arte: ‘Lo sguardo curioso ’ di Narcissa Forks.
-Libro di musica: ‘Universo musica’ di Billy Allock.
-Libro di spagnolo: ‘Es genial’ di Guido Gonzales

Misi da parte i libri di testo e presi in mano il pacco che doveva contenere la divisa scolastica delle alunne dell’ Elite England College. Liam mi aveva accennato dell’utilizzo di una divisa. Scartai lentamente il pacco e ne uscì fuori una camicetta bianca con una cravatta nera e una mini-gonna rossa .Era orribile, la camicetta era quasi trasparente e la gonna era troppo corta. Bella merda! Le cose non potrebbero andare peggio, adesso ci mancano solo delle compagne di stanza troiette e stiamo messi bene
 

Ciao a tutti!!!
Sono abbastanza soddisfatta di me stessa perchè ho già pubblicato il secondo capitolo!
Il prossimo capitolo Summer conoscerà Liam e Niall-
Spero che recensirete perchè mi sto impegnando a fare questa storia e chi lo farà sappia che ha tutta la mia stima-
Un bacione. Il terzo capitolo lo posterò fra l'otto e il nove aprile-
Ciaooo
 

 


 



 

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Capitolo 3
*** Stupid World ***


 3.Capitolo “Stupid World”

Mi sdraiai qualche minuto sul letto e poi decisi di andare a fare un giro nel cortile della scuola. Prima però presi una bottiglia di coca-cola al distributore del piano femminile. Scesi al piano terra e mi diressi verso il giardino della scuola che non avevo mai visto prima. Era enorme, sui lati c’erano castagni e querce e sotto le loro possenti fronde vi erano raggruppati tante aiuole di begonie e orchidee, al centro c’era una grande fontana che spruzzava qua e là schizzi di acqua gelida. Ma la cosa che mi cadde più all’occhio furono le mimose che si vedevano all’orizzonte. Il sole ancora non era tramontato così rimasi impalata a fissarlo morire lentamente finche uno squittio da dietro mi fece rabbrividire.
 
“Devo dirtelo Tesoro hai un pessimo gusto in fatto di vestire ma non ti preoccupare questa notte facciamo un bel falò e bruciamo tutto, ti presterò io dei bei vestiti Summerita”
 
Mi girai lentamente per vedere quale mentecatta mi avesse rivolto la domanda. Dietro di me c’erano due ragazze: una bionda, bassina con gli occhi azzurri e l’altra aveva  i capelli e gli occhi di un castano intenso, col l’indice mise dietro l’orecchio la sua ciocca di capelli castani mostrandomi le orecchie leggermente più grandi del normale. Anche lei ebbe l’occasione di rivolgermi la parola.
 
“Dovrai anche andare dal parrucchiere hai bisogno di un cambio di look”
 
Disse, prendendo una ciocca dei miei capelli rossi facendola ondeggiare qualche istante. Le rivolsi uno sguardo trucido e lei leggermente spaventata lasciò ricadere la ciocca.
 
“Invece tu avresti bisogno di cambiare cervello”
 
Le consigliai. Presi la lattina di coca cola che avevo in mano e gliela aprii in faccia in modo da dargli qualche schizzo negli occhi.
 
“Nessuno può trattare cosi la mia migliore amica!”
 
Enunciò la biondina  gesticolando come una pazza isterica.
 
“Oh sta tranquilla che ce ne è anche per te”
 
Agitai la lattina e gliela versai sui capelli sicuramente biondi tinti. Dopodiché girai i tacchi e mi diressi verso l’entrata della scuola, appoggiato con la schiena sullo stipite della porta di vetro sghignazzavano Liam e un altro suo amico, un biondino di bell’aspetto.
 
“Ciao Liam”
 
Dissi avvicinandomi a loro zompettando felicemente.
 
“Ciao Sum, vedo che hai conosciuto le ragazze più carine della scuola” mi constatò ancora ridendo.
 
“Quelle le più carine…?!” dissi con tono di una che la sa lunga.
 
“Bè fino a ieri dopo sei arrivata tu…” disse facendo un sorriso che farebbe invidia agli angeli.
 
“Oh Liam non ci provare, sai che non arrossisco” gli diedi uno schiaffetto sulla guancia
 
 “Piuttosto non mi presenti il tuo amico?”
 
Chiesi spostando la possente figura di Liam per almeno vedere in faccia il biondino. Era un ragazzo abbastanza alto con le spalle larghe, i capelli biondo scuro riflettevano alla calda luce del sole. Le labbra rosa e carnose assieme alle gote rosee gli infondevano un aspetto dolce e infantile.
Alzai lo sguardo facendo incontrare i nostri occhi.

I suoi occhi

Aveva gli occhi di un azzurro chiaro molto intenso, un fascio di luce glieli illuminò esaltandone le sfumature verdine intorno alla piccola pupilla nera. Sorrisi compiaciuta davanti a tanta bellezza.

“Ricordati Summer, gli occhi sono lo specchio dell’anima di una persona”

Mi diceva mio nonno tempo fa. Per quanti anni siano passati, quella frase ancora la ricordo ed è per questo che la mia vista si ferma sempre a scrutare gli occhi di altra gente. Alcuni giudicano dai vestiti, altri dai modi di fare, altri ancora dal sorriso e poi ci sono io che giudico dagl’ occhi.
 
“Ok vi presento” sbuffò come se fosse annoiato “Niall lei è Summer… Summer lui è Niall”
 
“Piacere Niall Horan” disse tendendo il braccio verso di me. “Piacere Summer Westmore”
 
Risposi stringendogli la mano. Calò un silenzio tombale così cominciai a giocare con gli anelli che avevo al dito.
 
“Liam ma qua vi fanno morire di fame, quando si cena?”
 
Domandai interrompendo il silenzio, congratulandomi con me stessa per aver creato un buona e utile conversazione.
 
 “Oh bella domanda! Summer, me lo chiedo anch’io!”
 
Mi appoggiò Niall facendomi un sorriso a 32 denti regalandomi un leggerissimo colorito roseo sulle mie guance.
 
“OhOh finalmente qualcuno ha fatto arrossire Sum, complimenti Niall io non ci sono riuscito”
 
“Mi dispiace Liam ma sono meglio io”
 
 Si vantò Niall tirando la lingua di fuori e facendomi l’occhiolino.
 
“Comunque si mangia alle 20.00”
 
Rispose in ritardo Liam, diedi una veloce occhiata all’orologio di ottone che si poteva intravedere anche dalla soglia del college erano 19.05.
 
“Ragazzi vado a prepararmi in camera mia” già dietro a loro trasalii e gli domandai “A proposito sapete con chi condivido la stanza?” di colpo i ragazzi si ammutolirono “Ragazzi perché siete zitti?” non ricevetti risposta “Dai ragazzi su!! Senno vi stacco la testa a morsi!” li minacciai.
 
 “Mhhhh” cercò di dire Niall ma evidentemente non riuscì a formare una frase di senso compiuto.
 
“Come si può dire…” tentò di esprimersi Liam.
 
“Mhhh si puo dire…” continuò Niall.
 
“Si…” io pendevo dalle loro labbra.
 
“Staiincameraconkassadyevictoria” disse tutto in un colpo Liam.
 
“Cosa hai detto?”
 
Domandai per la millesima volta abbastanza impaziente, battendo le mani sui fianchi e cominciando a sbattere ripetutamente il piede destro a terra.
 
“Stai in camera con Kassady e Victoria”
 
Rispose esasperato dando un’occhiata al display del cellulare.
 
“Oh bene e sono simpatiche?”
 
Chiesi incuriosita anche dal loro comportamento, tutti e due non mi guardavano negli occhi ma si soffermavano a osservare le cose che gli stavano attorno. Avevo capito tutto.
“Non mi dite che…”
 
“Si” m’interruppe Niall con un filo di voce.
 
“Sei in stanza con quelle di prima” finì il discorso Liam.
 
“Grazie tante capitan Ovvio ci ero già arrivata” presi una piccola pausa per poi sbattermi la mano destra sulla fronte “ho sete c’è un distributore qua intorno?”
 
“Si davanti alla segreteria”
 
“Oh grazie Niall, ci vediamo a cena”.
 
Li superai, andai verso la segreteria e trovai subito la macchinetta, presi dalla tasca dei miei jeans 0.50 centesimi e li misi nell’apposita buchetta digitando sul display del distributore il numero ‘16’ che corrispondeva ad un’ allettante lattina di ‘pepsi’ ghiacciata. Aspettai per qualche secondo ma la lattina si incastrò, cominciai dando dei lievi colpetti al vetro che separava me dalla lattina di pepsi incastrata ma non scendeva e finii con dei forti calci finche qualcuno da dietro di me mi disse:
 
“Sta tranquilla, questo distributore si blocca sempre”
 
Mi girai per vedere chi fosse venuto a soccorrermi. Era un bel ragazzo, era alto e robusto con le spalle decisamente larghe, la pelle era leggermente ambrata, i capelli erano raccolti tutti in un alto e appariscente ciuffo nero con all’interno una macchia bionda. Gli occhi erano scuri e profondi si confondevano con la pupilla e per questo motivo pensavo realmente che li avesse neri come, come, come …il buio.

Neri come Il buio
 
Ma proseguì “Dovresti andare a quello sul piano dei dormitori femminili, quello non si blocca mai”
 
Mi assicurò. Mi scansai in segno di aiutarmi a prendere la lattina di pepsi e lui diede un piccolo colpetto alla sommità del distributore. La pepsi scese subito.
Solo ora mi accorsi che ero rimasta zitta tutto il tempo così mi affrettai a dire:
 
“Potevo anche farlo da sola”
 
Esclamai infastidita dal suo comportamento da ‘Sonol’eroeesalvoledonzelleinpericolo’ . Sconvolto dalla mia risposta abbastanza arrogante alzò un sopracciglio come per dire ‘Sicura? A me non sembrava’.
 
“Si. Ce la potevo fare e ora levati dalle palle che devo passare”
 
Dissi scansandolo bruscamente dal mio cammino. Ma lui mi bloccò per l’avambraccio. Solo in quel momento sentii la differenze di temperatura dei nostri corpi : io ero fredda invece lui era molto più caldo di me e infondo fu solo questo che mi inspirò più fiducia nei suoi confronti. Percepii la sua mano bollente scendere verso il palmo della mia mano destra ma io la strattonai allontanandola dalla sua portata. Fece un mezzo sorriso molto compiaciuto, che si seguì dalla mia espressione schifata.
 
“Tu sei quella nuova, Summer Westmore giusto?”
 
“Si sono io e tu chi sei?”
 
Gli domandai non prestando attenzione alla sua persona ma rivolgendo lo sguardo alla lattina ,con l’intento di aprirla, questo parve dargli fastidio perché dalle sue labbra carnose uscì il rumore sordo di un impercettibile sbuffo.
 
“Sono Zayn, Zayn Malik allievo del terzo anno”
 
Sprhhhh. La lattina si aprì facendo fuoriuscire dal foro d’acciaio una minima quantità di bolle giallastre e spumose.
 
“Ok ciao”
 
Mi affrettai a dire ma lui mi prese per il polso. Mi stava dando sui nervi, non sopporto la gente che fa così mi andrebbe tanto di prenderla a ceffoni.
 
“Di quale anno sei tu?”
 
Mi chiese dolcemente. Che? Prima fa il cattivo e ora fa il dolce? Meglio girare alla larga da questo qui è uno schizzoide.
 
“Fammi capire bene…” iniziai a sorseggiare un po’ di pepsi per poi continuare “Ma tu non hai un cazzo da fare tutto il giorno?”
 
“Fossi in te non sarei così strafottente. Potresti finire male”
 
Mi minacciò. I lineamenti del suo volto si indurirono velocemente, gli occhi si ridussero a fessure piccolissime tanto che mi meravigliavo come riuscisse a vedere e la sua mascella si serrò.
 
“Oh scusa non mi ero accorta di avere davanti il figlio della regina d’ Inghilterra”
 
Piegai leggermente le ginocchia facendo sembrare il mio movimento un mezzo inchino (molto irrispettoso). Sbuffò. Fece un ghigno profondo e le sue labbra si incresparono di un sorriso maligno.
 
“Ragazzina comportati bene con me. Stando in questa scuola capirai bene come le cose funzionano qua e non potrai fare quello che vuoi”
 
“Io faccio come mi pare”
 
Gli pestai un piede e me ne andai in camera. Camminai per i corridoi, salii per le scale e arrivai davanti alla mia stanza la ‘248’. Bè se quella era camera mia significa che quello è il mio spazio quindi io posso farci tutto quello che mi pare. Un applauso per la mia teoria super menefreghista.
C’erano 2 scrivanie, tutte e due piene di creme, pomate, profumi, smalti e trucchi così appoggiai il mio braccio sul tavolo e lo feci scorrere facendo cadere tutta la roba a terra.
Aprii la mia valigia che ancora non avevo svuotato e estrassi i miei libri di avventura tra i quali tutti gli Harry Potter e li disposi sul tavolo poi presi il mio astuccio e la mia strana lampada che fa le bolle che cambiano colore. Okkey l’atmosfera era troppo piatta. Misi nello stereo di un rosa acceso stucchevole un disco famosissimo ‘Apetite for Destruction’ dei Guns N’ Roses.
 Lo misi a tutto volume e mi feci trascinare dalla musica. Sistemai la scrivania, sicuramente se fossero tornate Kassedy e Victoria avrebbero cominciato ad urlare come delle pazze isteriche ma la loro reazione non mi sarebbe importata più di tanto. Spalancai la valigia, presi i poster e li attaccai alla parete erano 4 di Pink, 5 dei Beatles e 7 dei Guns N’ Roses. Ora stava per arrivare il ritornello della mia canzone preferita ‘Paradise City’ così mi misi a saltare sul letto come una pazza cantando a squarciagola.
Qualcuno aprì la porta ma non mi importava: erano quelle di prima ovvero Kassedy e Victoria.
 
“O dio mi sento svenire questa musica mi dà la nausea”
 
Disse Kassedy con aria svenevole.
 
“Questa è vera musica!”
 
Accennai ma subito ritirai tutto, loro erano troppo stupide per capire il senso di una frase in cui ci sono un soggetto e una copula. Troppo difficile per loro.
La bionda che era momentaneamente svenuta si riprese e si portò la mano sinistra sulla fronte mostrandomi tutti gli anelli.
 
“Mesi e mesi di lavoro da parte dei miei arredatori personali mandati all’aria da una rozza sempliciotta”
 
“Rozza sempliciotta a chi?”
 
Dissi avvicinandomi a lei con aria minacciosa e serrando la mia esile mascella. Mentre scrutava il volto snello e affilato della biondina sentì un sibilo molto insicuro provenire dalla bocca della sua amica.
 
“A te maleducata che non sei altro”
 
 Mi girai verso la sua amica dalle orecchie leggermente grandi.
“Allora sai parlare pensavo che fossi solo la scimmietta ammaestrata di questa qui”
 
Dissi indicando la biondina. Kassedy si accovacciò a terra e raccolse dalla sommità, uno smalto arancione ormai in frantumi.
 
“Guarda cos’hai fatto…” urlò come una vecchia davanti alla fila della posta “questo me lo aveva regalato un grandissimo imprenditore di moda a Parigi, te la farò pagare cara Westmore”
 
“Okkey tolgo il disturbo, vi lascio deprimere da sole ma prima…” qua cambiai tono della voce cercai di farla assomigliare il più possibile alla loro “tesoro tu metti meno fard che ti fa sembrare una cinquantenne disoccupata”
 
“Smettila di dirle così!”
 
Disse con un tono abbastanza irritante l’amica. Così mi rivolsi di nuovo alla bionda tinta.
 
 “Senti che ne dici se insegni qualcos’altro alla tua scimmia ammaestrata” gli diedi una pacca sulla spalla e lei fece una faccia schifata “che ne so per esempio… leccarsi le orecchie con la lingua”
 
Mi misi a ridere e Victoria si toccò le orecchie esclamando all’amica “Ma ho veramente le orecchie così grandi, Kassedy?”
 
“Ohh Victo ti sta prendendo in giro per la canzone….”
 
“Quale canzone?”
 
“Oh Victo” escalmò con tono annoiato  “Conosco due elefanti che hanno due orecchie tanto grandi…”
 
Intonò. Girai i tacchi e aprii la porta ma Kassedy (la bionda) mi prese per una spalla fermandomi.
 
“Dobbiamo andare dal preside e dirle che non può lasciarci in camera con questa squilibrata mentale”  ordinò a Victoria.
 
“E’ la prima cosa intelligente che dite da quando vi conosco”
 
Dissi facendo finta di commuovermi.
In meno di mezzo minuto fummo tutte e tre in segreteria chiedendo a Gloria di farci vedere il preside.
 
“Gloria la prego ci faccia vedere il preside”
 
Le supplicò Kassedy ma la segretaria sembrava irremovibile.
 
“Ora il preside è molto occupato”
 
Disse lei con la solita voce da vecchia.  Facemmo tutte e tre la faccia tenera, o meglio, quelle due fecero la faccia tenera io sembravo più che altro un lamantino paralizzato ma lei ci ripensò “ Forse qualche minuto ce l’ha” ci annunciò donandoci un sorriso.
Dopo pochi minuti entrammo nell’ufficio del preside. Era enorme e pieno di scartoffie ma tutto era apposto c’era un ordine impeccabile. Al centro della stanza c’era una grande scrivania in legno adornata da foto di vecchia data e fermacarte di forme alquanto bizzarre, le pareti non si vedevano neanche coperte dalle librerie bianche colme di libri e moduli.
 
“Buonasera ragazze a cosa devo questa visita?”
 
Salutò gentilmente il preside chiudendo il libro che stava sfogliando e rivolgendoci un gran sorriso.
 
“Senta ci ha messo in stanza con una sempliciotta che si veste in modo orribile”
 
“Si è vero” l’appoggiò l’altra.
 
Mi feci spazio fra loro due e esclamai “Il problema è che lei mi ha messo insieme di stanza con due invertebrate senza cervello e pretendo che lei mi cambi stanza” ordinai al preside.
 
 
“Certo ragazze ma in questo istituto dovrebbe regnare l’armonia fra gli studenti e non dovreste serbare rancore le une contro le altre d’altronde la signorina Westmore è arrivata da poco ancora la dovete conoscere a fondo”
 
Concluse il preside, soddisfatto del suo discorso.
 
“Si ma lei non aveva accanto una persona rozza e maleducata come questa ma la guardi” disse indicandomi “è un insulto al buon gusto” esclamò con tono di sfida.
 
“Si ma lei non aveva due mentecatte in camera”
 
Mi rivolsi al preside.
 
“Ehi” esclamò Victoria con tono triste.
 
“Scusami tesoro mi ero scordata di te!” dissi a Victoria e mi rivolsi nuovamente al preside “lei non aveva una mentecatta e una scimmia ammaestrata in camera”
 
Il preside sembrò irrigidirsi alle mie parole e mi rivolse uno sguardo trucido e accusatorio.
 
“ Signorina Westmore le consiglio di non usare questi termini offensivi si ricordi che questo è un istituto di eccezionale livello, solo il meglio del meglio sta qui dentro e si ricordi che lei è fortunata a stare qua dopo tutto quello che ha fatto suo fratello!”
 
Abbassò lo sguardo su una pila di fogli bianchi che sostavano sulla scrivania, firmò qualcosa e rialzò lo sguardo.
 
“Sarà nella camera ‘103’ con le allieve ‘Lux Gillies’ e‘Charlotte Tomlinson’
 
Mi diede un modulo di carta e gli sorrisi sinceramente poi mi voltai e feci una linguaccia a Kassedy e Victoria che sorridevano compiaciute.
 
“Ok grande. Arrivederci”
 
Girai i tacchi e uscii dalla presidenza. Ero talmente presa a leggere la pila di fogli che mi aveva dato il preside che mi scontrai con qualcuno e caddi a terra come un sacco di patate. Alzai lo sguardo pronta per mandare a fanculo il coglione che mi avesse buttato a terra.
 
“Ma vaffanculo”
 
Sbraitai con lo sguardo ancora basso non permettendomi di vedere chi mi avesse urtato tanto sgarbatamente.
 
“Oh scusa non ti avevo vista”
 
Si scusò. Non lo potevo vedere bene in faccia ma dal tono della voce sembrava realmente dispiaciuto.
 
“Ah fa niente”
 
Mi alzai imbronciata dal pavimento, mi diedi delle leggere botte sul sedere e alzai lo sguardo per vedere in faccia la persona che sostava proprio davanti a me.
Aveva una forma slanciata e incredibilmente robusta per essere solo un ragazzo, la pelle era bianca con una sfumatura più scura sopra le gote. I capelli erano castano chiaro con qua e là qualche capello biondo-ocra, La fronte era bassa, le labbra sottili e gli occhi erano rivolti verso il basso.
Questo fatto non mi rassicurò per niente, se non riuscivo a stabilire un rapporto visivo non riuscivo a capire chi avessi davanti.
Solo dopo il mio occhio cadde nella direzione in cui stava guardando, stava scrutando una pila di fogli, la mia pila di fogli. A quel punto, rise dolcemente e lesse ad alta voce il foglio:

Elite England College
Stanza n° 103
Lux Gillies e Charlotte Tomlinson

Quindi tu devi essere l’alunna nuova Summer Westmore giusto?”
 
“Si sono io e tu sei?”
 
“Louis Tomlinson del terzo anno e tu stai in stanza con mia sorella”
 
Alzò finalmente gli occhi, rivolgendomi uno sguardo dolce. Piegai leggermente la testa per permettermi di vedere meglio i suoi occhi, per permettermi di ammirare tanta bellezza, per permettermi di perdermi nell’ azzurro limpido di quell’ oceano.
 
“Piacere”
 
Dissi tendendogli la mano e lui senza indugiare me la strinse con convinzione.
 
 “Anche a me”
 Esclamò di stupore, in quel preciso momento si avvicinò molto al mio viso.
 
“Tu sei la sorella di Cody vero?” gli si illuminarono gli occhi.
 
“Si conosci mio fratello?”
 
“Abbiamo fatto tante di quelle cazzate insieme, era il mio migliore amico”
 
Rimanemmo in silenzio ognuno ad ammirare l’altro con estrema attenzione, i nostri sguardi incontrandosi facevano scintille e a poco a poco le mie guance assunsero un colorito roseo. Summer Laury Westmore che arrossisce! E’ per caso la fine del mondo? .
Diedi una seconda occhiata all’orologio 19.56. Dovevo andare a mangiare cosi lo salutai facendo un sorriso da ebete e mi diressi verso la mensa che stava al pian terreno quindi non mi fu necessario salire le scale. Spalancai la porta della mensa e già era piena come un formicaio (?).
 Mi diressi verso il grande bancone cominciando a fare la fila. Ora arrivava il momento più difficile della giornata: scegliere cosa mangiare per sopravvivere.  Presi un vassoio pulito, ci misi due piatti sopra e presi del pollo e del purè (che non mi rassicurava molto dall’aspetto ma non mi posso lamentare).Stavo camminando quando vidi Liam salutarmi da un tavolo centrale insieme a Niall e…Louis.
Mi avvicinai lentamente e presi posto fra Niall e Liam lasciando Louis all’altro estremo del tavolo. Un posto era ancora libero.
 
“Ragazzi voi aspettate qualcuno?”
 
Domandai con un lieve accenno di curiosità indicando il posto vuoto alla destra di Louis.
 
“No noi nessuno ma Louis ci deve presentare un suo amico”
 
Mi rispose Liam cominciando a masticare un boccone di pasta al sugo.
 
“Com’è che si chiama, Louis?”
 
“Si chiama…ah eccolo”
 
Esclamò Louis indicando una persona dietro la folla, dall’estremità del tavolo di dove stava Louis si riusciva a scorgere ma io non ci vedevo niente anche perché madre natura mi ha donato solo 1.64 di altezza.
 
“Bella Lou, batti il cinque”
 
Era quello di stamattina quello con il ciuffo alto e con la sua solita faccia da cazzo. Ancora non mi aveva notata ma ben presto ci pensò Louis a farmi notare dal moro.
 
“Ah Zayn quasi dimentico loro sono Niall, lui è Liam e lei è” venne interrotto da Zayn
 
“Si lei è Summer Westmore, la sorella di Cody”
 
Esclamò sorridendo e leccandosi un labbro. La cena proseguì così alla fine mangiammo tutto, i piatti erano spazzolati.
 
“Ma perché la scuola non inizia domani ma inizia il 22 di settembre?” domandò Niall.
 
Prontamente Liam gli rispose “Ci sono alunni che ancora devono fare il test d’ingresso. A proposito quanto avete preso voi al test di ingresso? Io ho preso 78.5”
 
“Io 75.7” annunciò Niall.
 
“51.9, appena sufficienza”
 
Disse Louis con un sorriso stampato sul volto che ricambiai immediatamente.
 
“Io 65.5”
 
 Zayn mi continuava a fissare dall’inizio della cena. Quanto gli avrei dato un pugno in faccia. Oh si ma un giorno glielo avrei dato.
 
“E tu BellaSum quanto hai preso? Ricordo che tuo fratello aveva appena la sufficienza.” continuò facendo una piccola risatina malefica.
 
“Io ho preso 99.8”
 
Urlai nell’orecchio di Malik che rimase quasi stordito.
 
“Io vado a dormire ci vediamo domani a colazione alle 7.30 e dopo alla lezione del professor Snape, buonanotte!”
 
 Esclamò Louis andando verso la porta e facendoci un cenno da dietro.
 
Attraversai i corridoi e salii ai dormitori femminili, cercai la mia stanza la ‘103’ e sulla porta c’era appeso un biglietto:

‘Le sue coinquiline verranno il 22 settembre con l’inizio dei programmi scolastici’
 

Ciaooooooo
Buaahahah oramai sono entrati tutti in scena tranne uno. Il nostro Harold.
Vi dico subito che fra Summer e Zayn non si formerà un buon rapporto anzi... cominceranno ad odiarsi più che mai
Invece stringerà una forte amicizia con Liam e Niall che si riveleranno i suoi migliori amici.
Dal prossimo capitolo inizieranno le lezioni del professor Snape, il prof. di educazione fisica.


*SPOILER DELLA CEPPA*
 Ok visto che te la tiri tanto Westmore, facciamo una scommessa…” lo interruppi “E chi ti ha detto che io faccio scommesse con malati mentali” non diede importanza alla mia interruzione e continuò “Ti do tre rigori se fai goal almeno una volta farò qualcosa per te se invece non fai neanche un goal tu…” ci ragionò un po’ su “mi darai un bacio”
“Okkey accetto non ho paura dei malati mentali e se tiri di esterno come stai in porta vincerò io.”



 

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Capitolo 4
*** Gymnastics, Football &Tennis ***


  

4.Capitolo 'Gymnastics, Football & Tennis'

Cavolo. Mi sono scordata. Avevo lasciato i miei vestiti, poster e libri nella vecchia stanza con Kassedy e Victoria. Sbuffai e aprii la porta della stanza n° 103 e con grande stupore la mia roba era lì. L’avevano spostata le due oche starnazzanti. Che bellezza, hanno già capito chi comanda e chi comanderà qua dentro per le prossime due settimane. Aprii la valigia per vedere se avessero messo tutto e non si erano scordate niente. Mi avevano addirittura lasciato un bigliettino rosa pastello attaccato alla valigia grazie allo scotch:

Cara Summerita,
io e la mia amica Victoria siamo troppo alla moda e di classe per stare insieme ad una sempliciotta e rozza come te.Un bacione.

P.S= ricorda che le magliette lunghe ti fanno sembrare più bassa.

                                                                           Victoria e Kassedy’

Incorreggibili quelle due: domani do un ceffone a Victoria (così magari si sveglia) e rompo tutti gli smalti a Kassedy. Distolsi lo sguardo dal foglietto e scrutai attentamente la mia camera. E’ grande e grigia, le pareti sono grigie, gli armadi sono grigi e le coperte del letto sono grigie. Mhh ma non avrà troppa personalità e colore questa camera?. Domani mi toccherà renderla accettabile. Mi diressi nel bagno e velocemente accesi la luce, mi sfilai i jeans e la felpa, indossai il pigiama e andai a dormire. Dopo pochi minuti mi inabissai nel falso regno dei sogni…

My girlfriend, my dumb donut
 Went up to a party just the other night
 But three hours later and seven shots of
She was in the bedroom with another guy
And I don't really wanna know
 So don't tell me anymore
 And I really don't wanna hear…

Spensi di fretta la sveglia in modo da liberare le mie orecchie da quella canzone assai fastidiosa, diedi un veloce sguardo al display luminoso della sveglia erano le 6.31 di mattina. Mi alzai faticosamente dal letto e mi diressi in bagno, mi feci una doccia veloce, indossai una semplice maglietta a maniche corte arancione (il mio colore preferito *-* ) dei leggins grigi e le mie adorate converse colore blu oceano.
 Uscii dal mio triste alloggio. Scesi le scale sbadigliando qua e là e il mio occhio cadde sulla bacheca che si trovava al centro del luminoso ingresso. Andai a vedere:
Corsi di apprendimento di letteratura spagnola con il professor Gonzales’  No. Non fa per me, a malapena so parlare la mia lingua figurati lo spagnolo.
‘Corso di apprendimento di letteratura inglese con la professoressa Sprite’  Eccitante quanto vedere mia nonna schiacciarsi i calli dei piedi. (Bleah!!)
 ‘Corsi di danza classica con la professoressa Lacroix’  No, grazie. Quando ballo sembro un rinoceronte in calore e diciamo che non voglio entrare nei particolari…
Però mi soffermai sulla scritta ‘Corso di tennis del professor Adams’ fissai quel foglio per qualche secondo, presi una penna dalla mia tasca e scrissi a lettere chiare il mio nome e cognome ‘Summer Westmore’  e mi allontanai velocemente dall’ingresso principale per andare a fare colazione.
Colazione
Che bella parola. Suona benissimo: CO-LA-ZIO-NE.
Arrivata a mensa mi misi in fila la quale quella mattina non prometteva di essere troppo lunga. Arrivai davanti alla cuoca che mi domandò gentilmente quali leccornie dovesse mettere nel mio piatto. Le risposi: una tazza di coccolata calda, un cornetto e un bicchiere di succo d’ananas. Come previsto mi mise tutte le pietanze nel vassoio. Dal tavolo in fondo vidi Liam sbracciarsi per incitarmi a venire al suo tavolo.
 
“Buon giorno ragazzi”
 
Li salutai sedendomi su una di quelle schifose sedie rosse acceso. Rivolgendo un vago cenno con la mano e un sorriso a Niall e Louis.
 
“Buongiorno BellaSum
 
Mi diedero tutti e tre il buongiorno all’unisono, li guardai strano come per dire ‘Come avete fatto?’
 
“Avete visto i fogli sulla bacheca?”
 
 Disse Liam dando un grande morso al suo cornetto ripieno di crema, facendone fuoriuscire dall’altra estremità una grande quantità.
 
“Si io mi sono iscritto al corso di chitarra del professor White”
 
Annunciò Niall addentando una fetta biscottata, facendomi rabbrividire con quello scaltro rumore.
 
“Io mi sono iscritto alla squadra di calcio e al club di tennis”
 
Annunciò Louis portandosi alla bocca un bicchiere di succo all’arancia rossa che gli procurò degli strambi baffetti all’estremità della bocca.
 
“Anch’io mi sono iscritta al club di tennis, ti spezzerò in due Tomlinson”
 
Avvertii Louis. Gli feci cenno di pulirsi la bocca con il tovagliolo per togliersi quei curiosi baffi. Lo fece ma invece di migliorare la situazione la peggiorò: si sparse tutto il liquido rosso intorno alla bocca e sul naso. Gli rivolsi una sonora risata che fu seguita da un suo sorriso angelico.

Angelico

Se avessi dovuto descrivere Louis avrei sicuramente usato l’aggettivo ‘Angelico’.
 
“Sicura Westmore?” mi alzò un braccio stringendolo delicatamente “non mi sembra che tu abbia tutti questi muscoli”
 
“Gne gne gne simpatico” gli feci una linguaccia “ ho un rovescio che fa paura, ti avverto”
 
“ Che ne dici se oggi pomeriggio alle cinque facciamo un doppio?”
 
“Forse non ti sei accorto che qua dentro a parte te e questi due ragazzi” indicai Liam e Niall che si stavano divertendo a bere il latte e farlo uscire dalla narice destra del naso, continuai la frase abbastanza schifata “rettifico: caproni, non conosco nessuno!”.
 
“Oggi ritornano mia sorella e il mio migliore amico, tu giochi con Lottie e io con il mio amico, accetti o hai paura?”
 
Tese la sua mano destra verso la mia e io accettai la sua sfida con un sorriso beffardo sul viso che stava soltanto a significare ‘Non vedo l’ora di farti nero’.
 
“Ma scherziamo accetto” gli strinsi la mano molto decisa “ ma dì al tuo amico che sono imbattibile!”
 
“Io e lui siamo troppo forti al doppio”
 
Si pavoneggiò passandosi una mano trai capelli per accentuare e dar più significato alla sua frase.
 
“Staremo a vedere Tomlinson”
 
Finimmo la colazione e ci dirigemmo tutti negli spogliatogli per cambiarci e iniziare l’ambita lezione di educazione fisica con il professor Snape. All’ entrata la segretaria distribuiva un pacco a tutte le ragazze così lo porse anche a me. Lo portai all’interno degli spogliatogli. Erano molto grandi e vi erano panchine di acciaio blu dappertutto, qua e là c’erano delle ragazze del terzo anno intente a spogliarsi. Mi sedetti lontana da tutte e aprii il pacco che mi avevano dato all’entrata. Era una tuta con dei pantaloncini grigi corti che arrivavano a metà coscia, la maglietta era scollata e finiva solo sotto il seno. Praticamente sarei dovuta andare in giro mezza nuda.
Non potevo uscire così conciata. Di solito sono una persona a cui non importa minimamente come si vestono le persone ma non potevo andare di certo in giro mezza-nuda.
Così decisi di uscire dagli spogliatoi proprio come ero entrata e se l’allenatore mi avesse sgridato poco mi sarebbe importato. Insomma io ho una reputazione da mantenere.

Reputazione

Molte volte questa semplice parola sfiorava il mio intelletto. Forse ero una persona fin troppo orgogliosa e fiera di sé. Ma non lo consideravo un male anzi, ero convinta che andando avanti così, pensando solo a se stessa, sarei andata lontano.
Uscii dagli spogliatogli femminile e mi avvicinai a Liam, Niall e Louis che stavano allegramente conversando all’angolo del cortile proprio sotto le fronde di un castagno ingiallito. Appena solcai la porta dello spogliatoio mi guardarono facendo comparire sui loro dolci visi un sorrisetto compiaciuto.
 
“Sai che dovevi metterti la tuta vero?”
 
Mi domandò Niall quando oramai ero vicina a loro, sfoggiava un sorriso da un orecchio all’altro. Notavo che la tuta maschile consisteva in dei pantaloncini bianchi con un maglietta rossa con lo stemma del college.
 
“Certo biondo”
 
“Eeeee allora perché non te la sei messa?”
 
Mi domandò nuovamente rivolgendo i palmi delle mani verso il cielo e successivamente metterle nella tasca destra della sua tuta grigia.
 
“Ma hai visto sono troppo corte non mi va di andare in giro mezza nuda!”
 
Esclamai indicando altre due ragazze che indossavano la tuta scolastica che accorte del peso del mio sguardo si girarono e mi guardarono male.
Stavamo parlando quando da dietro gli spogliatoi uscì un uomo di bell’aspetto, robusto e abbastanza alto. Indossava una tuta di ginnastica rossa e bianca, dal collo pendeva un fischietto color argento e dalla tasca penzolava la cordicella del cronometro.
 
“Mettetevi in fila svelti ragazzi op-op-op”
 
Esclamò saltellando sul posto incitandoci a metterci ordinatamente in fila.
Ci disponemmo in una fila abbastanza ordinata e l’uomo si mise all’inizio della fila salutando tutti gli studenti e complimentarsi per essersi fatti alti e più muscolosi.
 
“Sum questo qua è il professor Snape, quello di ginnastica”
 
Mi mormorò Niall all’orecchio sinistro con un accenno di risatina.
 
“Non me ne ero accorta grazie Capitan Ovvio”
 
Gli sussurrai a mia volta provocando in lui una risata.
 
“Oh Horan ma come ti sei fatto alto” urlò di stupore il professor Snape “ e ti sei tinto anche i capelli, come ti sei fatto bello…” disse passandogli una mano fra i capelli per spettinarli.
 
Io scoppiai a ridere, quasi mi accasciavo a terra all’idea di Niall con i capelli castani. Niall era tinto. Ahahaha che dolce.
 
“Ti sei tinto i capelli?”
 
Domandai cercando di fermare la mia risata sonora e ricompormi più velocemente possibile.
 
“Ah ma guarda un po’ un altro Westmore, signorina spero che lei non sia come suo fratello”
 
Disse con tono speranzoso Snape. Oh ma che ha fatto mio fratello? Ho dato fuoco all’aula insegnanti. Sembravano tutti spaventati all’idea di avere un altro Westmore nell’istituto. Forse facevano bene… ma chi la do a bere, fanno sicuramente bene.
 
“No infatti è peggio…”
 
Annunciò a gran voce Liam attirando così l’attenzione dei vispi e piccoli occhi castani del professore.
 
“Ah vedo che si è unito a noi anche quest’anno Payne”
 
Enunciò il professor Snape rivolgendogli un sorriso compiaciuto.
 
“Certo prof l’ho fatto solo per lei”
 
Esclamò Liam. Mi ero già fatta un’ idea sull’andamento scolastico di Liam James Payne.
Impeccabile, molto educato, sempre rispettoso con gli insegnanti e i suoi compagni, molto attento in classe: in poche parole: studente modello.
 
“Strano Payne. Dai suoi voti sembrava che non si sarebbe più presentato” Liam diventò subito paonazzo e abbassò velocemente lo sguardo “Soprattutto per i suoi voti in aritmetica e letteratura”
 
Trattenni il riso ancora una volta con scarsi risultati.
Continuò la fila fino ad arrivare all’ultimo studente dopo ci suddivise in cinque gruppi. Io capitai nel secondo con Louis Tomlinson, Calì Mareshes, Niall Horan e Liam Payne.
Ci disponemmo nel punto più lontano dal professore, all’estremo del campo di pallavolo. Cominciammo a giocare a cricket. Insieme a Niall (di cui la bravura si poteva eguagliare solo ad un ottimo giocatore di cricket) ero la più brava. Liam e Louis non erano per niente bravi.
 
“Tomlinson datti a l’ippica”
 
Gli urlai nell’orecchio facendolo gemere timidamente dallo spavento.
 
“Questo sarà quello che ti dirò io quando oggi pomeriggio ci troveremo sul campo di tennis”
 
Si avvicinò a me mettendosi le mani in tasca in segno di convinzione e mi rivolse un sorriso furbo e scaltro.
 
“Sei sicuro? Non vedo l’ora di far mangiare la polvere a te e al tuo amico”
 
Sbraitai più che convinta.
 
“Attenta Sum!!” esclamò Niall indicando qualcosa dietro di me. Subito mi girai a guardare che cosa fosse e
 BOOMM
caddi a terra come un sacco di patate. Mi ripresi dallo shock momentaneo per realizzare cosa fosse successo. Una palla da calcio mi aveva colpita in piena faccia, alzai lo sguardo per inquadrare il mentecatto che me l’avesse tirata sul volto così violentemente. All’altra estremità del campo di pallavolo c’era il quarto gruppo intento a giocare a calcio, due ragazzi si avvicinarono a noi.
 
“Scusate ho tirato la palla troppo forte”
 
Si scusò. Diedi un fugace sguardo a chi mi avesse presa in piena faccia. Era Malik. Ci scommettevo, ci avrei messo la mano sul fuoco. Chi è l’unico rincoglionito al mondo che riesce a prendere in pieno volto una persona da lui distante 200 metri? La risposta è semplice: Sono Negato Zayn A fare Tutto Malik.
 
“Oh Malik sei sempre in mezzo alle palle non sei nemmeno buono a tirare una fottutissima palla nella rete, sei un mentecatto”
 
Conclusi il mio discorso suscitando una silenziosa risata in Niall che cercò di non farsi notare mettendo la mano sinistra davanti alla bocca.
 
“ Non è colpa mia l’ho presa male di esterno”
 
Si giustificò gesticolando. Domanda da un milione di sterline. Ma Malik è gay? Gesticola peggio di Kassedy e Victoria messe insieme!
 
“Neanche di esterno la sai prendere la palla? Fai proprio schifo a calcio”
 
Lo sminuii davanti a tutti scatenando una fragoroso risata nell’amico di Malik, il quale gli rivolse uno sguardo trucido e maligno.
 
“Ok visto che te la tiri tanto Westmore, facciamo una scommessa…”
 
Lo interruppi bruscamente avvicinandomi a lui.
 
 “E chi ti ha detto che io faccio scommesse con malati mentali”
 
Ma non diede importanza alla mia interruzione e continuò:
 
“Ti do tre rigori se fai goal almeno una volta farò qualcosa per te e se invece non fai goal nemmeno una volta tu…”
 
Si mise l’indice della mano sinistra sul mento che era coperto da una lieve barba incolta.
 
“mi darai un bacio”
 
Un bacio

Questa breve parola pronunciata dalla sua bocca mi fece venire una lieve fitta allo stomaco. Se non avessi fatto goal avrei dovuto dargli un bacio. Ma poi ripensai alla mia reputazione. Che ne sarebbe stato dell’orgoglio e della reputazione di Summer Laury Westmore se avessi rinunciato a questo tipo di scommessa? Non ci ripensai ulteriormente avrei accettato.
 
“Okkey accetto non ho paura dei malati mentali e se tiri di esterno come stai in porta vincerò io.”
 
“Allora andiamo”
 
Feci incontrare il mio sguardo con quello di Louis che aveva la faccia leggermente preoccupata ma io con il mio sorriso lo rassicurai un po’.
Arrivammo nella loro metà campo, Malik già si era posizionato in porta e avevo già indossato i guanti pronto per parare i miei rigori. Un suo amico mi porse la palla, la poggiai a terra e con tutta la mia forza la calciai ma prese il palo sinistro e ritornò indietro. Guardai la faccia di Malik era compiaciuta. Percepii una grande scarica di rabbia salirmi fin nel cervello.  Ripoggiai la palla a terra e calciai ancora più forte ma la palla venne bloccata dal portiere.
Avevo bruciato già due possibilità e se avessi sbagliato anche la terza le mie labbra sarebbero andate a contatto con quelle di Malik. Il solo pensiero mi disgustava.  Scorsi Zayn leccarsi e mordersi il labbro inferiore con fare sensuale. NO, NON POSSO PERMETTERMI DI PERDERE UNA SCOMMESSA DEL GENERE. Sistemai la palla a terra contando 12 passi di distanza dalla porta feci un profondo respiro e contai mentalmente prima di calciare il pallone. Forse dovevo abbandonare la scommessa? No non posso, devo vincere io contro Zayn semplicemente perché io sono più forte. Contai facendo 4 piccoli passi indietro, percepì sul mio collo una gocciolina di sudore 1...2…3…alzai la gamba e calciai più forte che potevo. Il pallone schizzò in aria e cominciò a dirigersi in porta. Sentii un forte rumore metallico segno che la palla aveva colpito il palo e poi fece un clamoroso goal.
Non ci credetti nemmeno io, avevo fatto goal. Zayn ha perso la scommessa ora dovrà sottoporsi ai miei voleri. Feci dei piccoli saltelli sul posto, strinsi le mani a pugno e le alzai contro il cielo.
 
“E brava Westmore. Hai fatto goal. Cosa devo fare?”
 
Esclamò Malik con la faccia leggermente preoccupata e la fronte lievemente corrugata. Non sapevo cosa fargli ma di sicuro qualcosa di umiliante.
 
“Mhhh fammi pensare…” ci pensai un po’ e dopo mi venne il colpo di genio “Oggi devi presentarti a cena”
 
Scoppiò in una sonora risata e subito dopo pochi secondi ritornò serio.
 
 “Tutto qua! Non ci credo…”
 
“E’ la verità, tu fallo!”
 
Lo convinsi, ci salutammo con un cenno di mano e me ne andai negli spogliatogli seguita da Niall, Liam e Louis.
 
“Presentarsi a cena. Sum ma sei connessa… quando ti si ripresenterà un’occasione del genere”
 
Esordì Niall mettendo le mani sulle mie esili spalle.
 
“Vero, non succede mica tutti giorni di battere Zayn a calcio”
 
Mi criticò Liam soffermandosi a guardare la folta chioma di un quercio con le foglie ingiallite.
 
“Ragazzi ma non capite” mi misi una mano in fronte “Gli farò passare i suoi peggiori 50 minuti di tutta la sua vita” feci un sorriso maligno e misi le mani dietro la nuca.
 
“Ragazzi il sorriso di Sum mi spaventa”
 
Constatò Liam che sembrava veramente preoccupato per l’incolumità di Malik. Forse doveva…
 
“Già lo stesso del fratello quando aveva in mente qualcosa di diabolico”
 
“Ragazzi in confronto a quello che faccio di solito questo sarà un innocentissimo scherzo fra ragazzi”
 
Li rassicurai ma le loro espressione si accartocciarono ulteriormente.
 
“Okkeeeey” mi risposero Liam e Niall all’unisono con una risposta poco convincente.
 
“Comunque goal grandioso, esterno sinistro, palo destro e entrata proprio all’angolo”
 
Commentò Louis facendomi un grande sorriso. Non risposi, feci solo anch’io un sorriso sincero.
 
Ci salutammo e andammo ognuno nelle proprie stanze, mi stesi sul letto e subito mi addormentai. Sentii un rumore acuto e mi svegliai di soprassalto. Erano le 4.30. Louis mi aveva detto di incontrarci alla 5.00 così mi alzai di scatto dal letto e cominciai a prepararmi. Indossai subito il mio completino da tennis, mi feci una coda alta e scesi nell’ingresso con la mia meravigliosa Wilson nel fodero nero. Andai giù all’ingresso e Louis era già lì che mi aspettava. Indossava una maglia e un pantalone bianco che gli arrivava alle ginocchia, un cappello anch’esso bianco e da dietro le sue spalle si poteva scorgere il fodero di una Babolat.
 
“Ciao Tomlinson”
 
Lo salutai alzando la mano sinistra e sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi.
 
“Ciao BellaSum”
 
Mi salutò anche lui mostrandomi un sorriso smagliante.
 
“La smetti di chiamarmi così”
 
Protestai facendo la faccia imbronciata e incrociando le braccia sotto il seno. Scrutò attentamente il mio volto arrabbiato e dalla sua bocca uscì un impercettibile sbuffo seguito da un largo e sincero sorriso.
 
“Ah giusto mia sorella, Lottie, non è riuscita a venire oggi verrà direttamente il 22 settembre con l’inizio delle lezioni e il mio amico di cui ti avevo parlato è già sul luogo. Tu incamminati verso il campo ‘A’ e aspettami lì io devo dare il modulo di pagamento alla segretaria.”
 
“D’accordo ti aspetto là ma non ci mettere troppo sennò giro i tacchi e me ne ritorno in camera”
 
“Ai suoi ordini signorina Westmore”
 
“Vedo che il signor Tomlinson mi capisce”
 
Esclamai soddisfatta dandogli un leggero schiaffo sulla guancia.
 
Louis se ne andò e io mi incamminai verso il campo ‘A’. Passai accanto al D fino ad arrivare al campo A che riconobbi dall’insegna argentata ‘A’. Non c’era nessuno o meglio c’era un ragazzo che si allenava da solo, non riuscivo a vedergli i lineamenti del volto perché era di spalle ma da sotto il cappello bianco si intravedevano solo un paio di riccioli castani.
 
“Ehi scusa te ne puoi andare” non mi sentì “Ehi sto parlando con te”
 
Anche questa volta non mi sentì così andai vicino a lui e gli picchiettai ripetutamente la mano sulla spalla. Si girò di scatto forse lo avevo addirittura spaventato. Feci un mezzo sorriso prima di accorgermi che era lo stesso ragazzo che avevo incontrato due giorni prima al negozio di dischi.

*Flashback della ceppa*
“Mamma non ci vado là dentro”
“Ma tesoro, è il miglior college d’Europa, fanno la fila per studiare in quella scuola”
“Può anche essere anche il migliore del mondo ma io non ci vado. Mamma scordatelo”
“Oh signorina tu ci andrai e farai anche del tuo meglio”
“Fottiti”
Mandai mia madre a qual paese in modo brusco e velocemente uscii di casa sbattendo la porta. Da piccola quando ero arrabbiata con qualcuno andavo sempre nello stesso magnifico posto: Il Paiolo Musicale. Questo era il nome del più bel posto del mondo, era un negozio di musica che stava molto vicino a casa mia e ci andavo spesso, molte volte tornavo a casa con diverse pile di dischi in vinile fra le braccia.
Volevo entrare in quel negozio e uscirne completamente nuova, magari anche con il volto increspato da uno spensierato sorriso. Dopo pochi minuti intravidi l’insegna in legno del negozio. Era malconcia e solo grazie a qualche chiodo non cadeva a terra. La scrutai per qualche secondo, la scritta d’orata era leggermente sbiadita e il legno marcio la facevano diventare decisamente interessante. Aprii la porta impaziente di perdermi in quel magico mondo, feci il primo passo e sentii un piccolo cigolio che proveniva da sotto l’asse in legno del malandato parchè e dalle mie labbra carnose uscii un impercettibile sbuffo seguito da un mezzo sorriso.
M’incamminai ancora nella stanza, salutai Molly la proprietaria per poi perdermi fra gli alti scaffali di dischi del negozio. Scelsi il mio reparto preferito ‘Musica alternative-rock anni 70-80’. Mi si illuminarono gli occhi quando andai fra quei due scaffali colmi di dischi in vinile malconci.  Quell’odore era magnifico, odore di dischi in vinile di vecchia data e soprattutto odore di buona musica.
Mi girai verso lo scaffale alla mia sinistra e da lì estrassi un vecchio disco in vinile tutto impolverato, soffiai impetuosamente sulla superficie della copertina e dopo ci passai la mano destra sopra in modo da rendere più leggibili le scritte. Era ‘Let it be’ un album dei Beatles ma che già avevo nella mia vasta collezione. Mi voltai sullo scaffale di destra e mi s’ illuminarono gl’occhi, sulla mensola più alta era rimasta l’unica copia di un CD degli Smiths. Dischiusi le labbra e poggiai velocemente la mano sull’album ma la mia mano si sovrappostosi ad un'altra mano.
Mi voltai e con stupore vidi accanto a me un ragazzo della mia età. Era poco più alto di me e aveva le spalle decisamente larghe, gli innumerevoli ricci castani non mi permettevano di vedere la sua fronte. Si voltò verso di me e mi rivolse un gran sorriso ma non prestai attenzione ai suoi denti bianchissimi, piuttosto mi soffermai sui suoi occhi.
Erano di un colore verde chiaro, la pupilla piccola faceva risaltare le sfumature azzurre intorno ad essa. Erano opachi sicuramente per la scarsa luce presente nell’ambiente ma comunque dentro vi potevo scorgere i momenti più belli della mia infanzia. La sua voce mi fece risvegliare.
“Scusa…il disco…l’ho preso prima io”
 
Che???? Rimasi sbigottita per questa sua affermazione, dischiusi le labbra e alzai un sopracciglio.
 
“Come scusa?? Io l’ho preso prima”
 
La mia mano sinistra raggiunse la mano destra sulla superficie del disco e con molto forza lo strattonai vicino al mio ventre.
 
“Io l’ho visto prima”
 
Ribattè tirando il disco verso di sé. Ma guarda te se io devo sempre ma dico sempre incontrare mentecatti per strada.
 
“Semmai io l’ho visto prima”
 
Dissi decisa tirandolo verso di me, per questo mio gesto lui sbuffò e successivamente fecce una piccola risata.
 
“Ragazzina dammi il disco, ho visto il reparto teen pop, è qua accanto”
 
“Ma vacci tu”
 
“No a me non piace quella musica”
 
“Bene!”
 
“Bene!”
 
“Bene!”
 
“Bene!”
 
Sembravamo due ragazzini intenti a litigare per uno stupido giocattolo. Lo tirai nuovamente verso me e gli urlai  un sonoro “Fottiti” per poi pestargli un piede, strappargli dalle mani il disco e dirigermi verso la cassa.
*Fine Flashback della ceppa*

Dio mio tutto a me succede. Perché? Perché?. Lo riconobbi dai suoi intensi occhi verdi che erano leggermente più opachi dei miei ma erano ugualmente rari e belli.
 
“Oh chi non muore si rivede…”
 
Esclamò con falso stupore. Lui al contrario di me era lievemente compiaciuto nel rivedermi di nuovo lo capivo perché si mordeva il labbro inferiore.
 
“Questa è la frase che mia nonna dice alla parrucchiera”
 
Gli dissi mettendomi le mani in tasca.
 
“Sempre simpatica”
 
Feci un sorriso falso e anche lui ricambiò facendolo a sua volta.
 
“Io sono Harry Styles del terzo anno” enunciò porgendo la mano verso di me.
 
“Bene”
“Bene”
“Bene” replicai con la faccia seccata.
All’improvviso il cancelletto del campo da tennis si aprì cigolando rumorosamente e ne uscì Louis con un sorrisone stampato sul volto.
 
“Bella Harry. Come butta?”
 
Urlò Louis ancora distante da Harry mostrando un sorriso a trentadue denti.
 
“Come scusa? Tu lo conosci?”
 
Domandai alzando i palmi delle mani al cielo e facendo una faccia sorpresa e sbigottita.
 
“Certo che lo conosco è il mio migliore amico”
 
Rispose. Dalla sua espressione si poteva intendere che non capisse il mio disagio nello stare vicino ad un ragazzo con dentro il cervello un criceto in prognosi riservata.
 
“Stai dicendo sul serio?
 
“Si lo conosco dall’elementari”
 
“Mi dispiace ci conosciamo da molto tempo ciò significa che anche non diventeremo amici…”
 
Si intromise facendomi un sorriso sghembo e mettendo sulla mia spalla la sua mano sinistra. Lo guardai con uno sguardo pieno di disprezzo e lui strinse la mano per poi liberarmi.
 
“Oh certo… sicuro…” esclamai divertita “quando avrò deciso di diventare amica di tutti rincoglioniti del mondo diventerò anche amica tua” dissi decisa battendo le mani.
 
“Si gne gne” mi fece il verso. Ma io ho già detto che LO ODIO.
 
“Scusa mi fai il verso?”
 
Chiesi arrabbiata al riccio che era intento a sistemare il piatto corde della sua racchetta.
 
“Ragazzi non litigate in fondo neanche vi conoscete e poi siamo venuti qua per giocare a tennis”
 
Si intromise Louis mettendo una mano sulla mia pancia e l’altra sul petto di Styles.
 
“Ha ragione” lo appoggiò Styles.
 
“Dai allora!”li incitai. Impugnai saldamente la mia racchetta e mi posizionai all’angolo destro del campo con già la pallina pronta nella mano sinistra. Facevamo un game da cinque punti e dopodiché si sarebbero alternati. Il primo turno toccò a…Harry. Mi sto accorgendo sempre di più che io vado a braccetto con la sfiga. Andai nell’angolo destro, alzai velocemente la pallina e la colpì con molta forza, fece un lesto rimbalzo nel quadrato sinistro e lui la lisciò come solo i principianti sanno fare. Scoppiai in una sonora risata prima di urlare ‘15-0’ (il punteggio).
Cambiai angolo con estrema lentezza, impugnai la pallina con la mano sinistra, la alzai a mezz’aria e la colpì con forza, questa volta la direzione della pallina prese più velocità facendo diventare la traiettoria più netta.
Come dimostratosi prima, la pallina rimbalzò nel quadrato di destra con più velocità e lui la mancò di nuovo. Cercai di trattenermi dal ridere ma era troppo difficile. Urlai un ‘Datti all’ippica Styles’ e subito intrecciai lo sguardo con quello di Louis che fece una piccola risatina.
Cambiai angolo ritornando a quello di destra.
 
“Se vuoi Styles la batto più piano in modo che anche un down come te la possa prendere!”
 
Non mi rispose anzi giocherellò con la sua racchetta facendola passare dalla mano sinistra a quella destra e dopo la impugnò con tenacia.
 
 “Stiamo ‘30-0’ per me”
 
Battei la palla e sorprendentemente me la rimandò indietro con un dritto a metà campo, riposi con un rovescio a due mani fatto a fondo campo. Lui me la ribatté con un dritto d’attacco e io gli risposi con un rovescio  ad una mano dentro il quadrato sinistro. La pallina superò appena la rete così lui che era a fondo campo fu costretto a correre verso la rete nel disperato tentativo di recuperarla, la prese con un brutto movimento a padella così la sua traiettoria fece una parabola perfetta a quel punto mi posizionai davanti la rete, alzai la mano in cielo e feci uno smash fenomenale. La pallina schizzò per terra e il povero Styles non la vide nemmeno. Che fesso!
 
“40-0 Matchpoint Styles”
 
All’improvviso il cancello di metallo si riaprì e ne usci una donna bassa e in carne che urlò…
 

“Scusate, l’orario ricreativo ai campi di tennis finisce alle 5.30 dovete rientrare nell’istituto”

Ciaooooo!
Facciamo la hola perchè finalmente ho pubblicato il capitolo.
Come si può capire dal capitolo Summer è appena arrivata a scuola e già fa una marea di casini.
Quale punizione avrà in serbo la nostra Summer per umiliare Zayn davanti a tutti?
Summer e Harold diventeranno amici?? Non credo proprio.
Dal prossimo capitoloo entrerà un nuovissimissimo personaggio: la compagna di stanza di Summer.
Sto pensando anche di mettere personaggi famosi nella storia per dargli più volume, avevo pensate alla coppia di gemelli più amata della televisione...
Vi lascio nel dubbio per i nuovi personaggi.
Un bacione e al prossimo capitolo che posterò fra il 26-28 di aprile.


 

*Spoiler della ceppa*
 “Togliti quella faccia da demente barra drogato e rispondimi”
“Ti rispondo subito: sta sera ho il letto libero, puoi venire in camera mia quando vuoi è la ‘200’”
“Ah-Ah-Ah” feci una falsa risata che fece ridere i suoi tre commensali “Malik ha fatto la battutona” mi rivolsi ai suoi tre amici “Cos’è che questo drogato ama di più del suo corpo?”
“I capelli” risposero tutti e tre all’unisono. Sembravano sicuri.
“Proprio la risposta che volevo sapere"

 




 


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Capitolo 5
*** Are You a Holy? ***


 5. Capitolo

Are You a Holy?

Tutti e  tre abbondonammo il campo da tennis convinti che saremmo tornati presto e ci dirigemmo ognuno nelle proprie camere. Salii le scale e mi soffermai un attimo davanti alla mia camera, la ‘103’, si udiva della musica molto alta proveniente dalla camera. Possibile che avessi lasciato il mio amato stereo acceso? Senza pensarci due volte spalancai la porta. Sul letto a destra del mio, proprio quello accanto alla finestra, c’era una ragazza magra, dai lunghi capelli biondi intenta a leggere la rivista ‘Good Girls’. Accorta di una presenza in più nella camera alzò la testa e mi fece un grande e sincero sorriso.
 
“Ciao” abbozzò timidamente cercando di coprirsi i lineamenti del volto con la rivista dai colori sgargianti “io sono Lux Gillies, la tua nuova compagna di stanza’
 
“Piacere Summer Westmore”
 
Tesi la mano verso di lei che intanto era scesa dal letto e si era messa in piedi, mi sorrise, strinse la mia mano e mi guardò il volto. Fece un’espressione piena di stupore.
 
“Non mi dire che tu sei…”
 
Lasciò in sospeso la frase dischiudendo le labbra. No mi aveva riconosciuta! L’unico grande problema della mia vita si può sintetizzare il due semplici parole: Mia Madre. Mi dava così fastidio essere sua figlia e mi dava ancora più fastidio che lei con il suo lavoro ed egocentrismo riuscisse sempre ad attirare tutta l’attenzione su di sé così creando pregiudizi e attenzioni verso di me che non mi sarebbero minimamente date se non fossi sua figlia.
 
“Si sono io”
 
Borbottai scocciata e annoiata. Che palle mi aveva riconosciuto. Io sono solo Summer Westmore la figlia della famosissima attrice Helena Bonham Carter ovvero la Bellatrix di Harry Potter. Per questo motivo chi mi riconosceva per strada mi domandava informazione riservate di mia madre o autografi. Una volta per strada mi aveva fermato un paparazzo che mi aveva riconosciuto e io gli avevo detto che la mia dolce mammina era piena di protesi e aveva il seno rifatto; in quei giorni l’Inghilterra non parlava altro della bugia che avevo sparato al giornalista e ogni volta che vedevo mia madre leggere un giornale scoppiavo a ridere come una pazza.
 
“Io e mia sorella abbiamo tutti i film di tua madre”

“Bene ma non concedo autografi e non rivelo niente di niente su mia madre”
 
Dissi gesticolando con entrambe le braccia, abbastanza annoiata. Se mi avesse chiesto informazioni su di lei l’avrei direttamente mandata a quel paese.
 
“Sta tranquilla non voglio nulla”
 
Solo in quel momento scorsi i suoi occhi. Mi piacevano. Erano profondi ed estremamente sinceri. L’iride era azzurra come il cielo e la piccola pupilla era circondata da sfumature giallastre.  Appoggiò delicatamente la sua mano sulla mia spalla e mi donò un ampio sorriso.
In quel momento  la porta si aprì e ne uscì la segretaria.
 
“A casa mia si bussa” mi rivolsi a lei scorbuticamente.
 
“Signorina Westmore non vorrei che al suo secondo giorno già la buttassero fuori dall’istituto…”
 
“Va bene mi conterrò”
 
“Quanto a lei signorina Gillies sua zia ha appena pagato la retta e consegnato tutti i moduli di pagamento e quelli della borsa di studio: è apposto”
 
“Grazie e arrivederci Gloria”
 
Sorrise e le fece cenno con la mano. La segretaria se ne andò sbattendo la porta. Simpatica. Dio mio, se questa ragazza sorride di nuovo prendo una bomba e la lancio sulla scuola. Come fa a sorridere sempre? Mi sta cominciando a dare il volta stomaco. Sembra una delle bambine del mulino bianco: sempre felici e sorridenti.
 
“Oh sentiamo un po’, tua zia  che cos’è? Un imprenditrice? Un magistrato? Un famoso avvocato?”
 
Domandai cominciando a saltare sul letto alludendo che sua zia fosse una persona con soldi a palate. Più o meno tutto il collegio era formato dai figli delle persone più ricche e famose di tutta Europa e questo regalava agli studenti un’ aria snob e superficiale.
 
“No”
 
Abbassò la sguardo come se fosse in imbarazzo ma poco dopo lo rialzò con un grande sorriso “Mia zia fa la”
 
“Stilista, vero? Oh forse no, forse la politica? O magari l’attrice?” la interruppi.
 
“No” abbassò lo sguardo cominciando a giocare con i due anelli che aveva al dito “mia zia fa la commessa in un negozio”
 
“Di pellicceria vero? Di gioielleria?” la interruppi nuovamente.
 
“Non proprio, in verità fa la commessa in un negozio di antiquariato”
 
Disse lentamente, si vedeva che il discorso la imbarazzava. Spalancai la bocca e alzai entrambe le sopracciglia. Era la prima persona che conoscevo il quell’orrendo collegio che non era una figlia di papà, era semplicemente la nipote di una commessa di un modestissimo negozio di antiquariato.
 
“Vieni qui e abbracciami” senza preavviso la abbracciai. Le sue braccia erano bollenti rispetto alle mie e quando mi lasciò ebbi una sorta di brivido.
 
“Chi ti paga la retta allora?”
 
Continuai. La retta era il pagamento che i genitori del rampollo dovevano sborsare per farlo entrare nel collegio.
 
“Ah io sono una…” diventò rossa in viso “una borsista, ho pagato solo 1/5 della retta standard. Ho dovuto studiare e presentare nove esami per studiare in questo college”
 
Mi sentivo un verme. Io ero entrata in questo college, si con quasi il massimo dei voti, ma non avevo dovuto aprire un libro. Invece lei aveva studiato e aveva dovuto fare nove esami.
 
“Oh complimenti” continuai “devi stare molto attenta Lux questo è un nido di vipere”
 
Solo dopo mi accorsi che avevo dato voce al pensiero che avevo formulato nel mio cervello e a questa mia affermazione il volto di Lux si accartocciò quasi a diventare preoccupato.
 
Guardò il display del suo cellulare “Sono le 20.10 quando si mangia?” domandò picchiettando il dito sul cellulare.
 
“Siamo in ritardo”
 
“Allora sbrighiamoci, su, su!”
 
Esclamò spingendomi sulle spalle per dirmi di avanzare velocemente.
 
“Hai così tanta fame?”
 
“Certo, sto morendo di fame”
 
Uscimmo dalla stanza e andammo a mensa. Facemmo la fila e arrivate davanti alla cuoca prendemmo un piatto di pasta al sugo e una mela. Ci sedemmo al tavolo dell’altra sera e notai con piacere che già vi erano Niall e Liam che stavano mangiando una scodella di zuppa verdognola.
 
“Ciao ragazzi”
 
“Ciao BellaSum. Chi è la ragazza dietro di te?”
 
Mi domandò Liam indicando Lux che sostava con il piatto in mano proprio dietro di me.
 
“Ciao sono Lux Gillies del terzo anno”
 
Rispose timidamente abbassando lo sguardo. In quel momento Niall che si prestava a non interessarsi alla conversazione alzò di scatto la testa cominciando a squadrare Lux con la bocca ancora piena di minestra di cavolfiore, deglutì buttando giù il saporito boccone e esclamò di stupore:
 
“Lux da quanto tempo!”
 
Si alzò dalla sedia e allargò le braccia in segno di dargli un caloroso abbraccio.
 
“Niall!!”
 
Urlò di felicità facendo alcuni saltelli sul posto, dopo lo abbracciò distribuendo il peso da un piede all’altro.
 
“Oh Lux come ti sei fatta grande: eri piccola così l’ultima volta”
 
“Niall non ti avevo riconosciuto con i capelli tinti di biondo”
 
Rivolsi un fugace sguardo a Liam il quale ridacchiò insieme a me.
 
“Scusate mi sono persa qualcosa” dissi separandoli e mettendomi in mezzo a loro due.
 
“E’ troppo lungo da spiegare” si giustificò Lux.
 
“Ho tutto il tempo del mondo prima che arrivi Malik…” le risposi frettolosamente.
 
“Chi è Malik?” domandò Lux.
 
“ E’ troppo lungo da spiegare” le spiegai usando il suo stesso tono di voce.
 
“Allora… la madre di Lux era la segretaria di mia madre nell’azienda di moda, ovviamente diventarono grandi amiche e quando nascemmo io e Lux ci fecero crescere praticamente insieme finche mia madre decise di trasferirsi assieme alla mia famiglia a Londra”
 
*Flashback della ceppa*
Point Of View: Lux Gillies (5 anni prima)
Il cielo era plumbeo e i fiocchi di neve cadevano lentamente da esso, diedi uno sguardo fuori dalla finestra della cucina e intravidi un fioca nebbia aleggiare intorno a Bontempo Drive.
Ero in cucina intenta a studiare anatomia per il test che avrei dovuto affrontare fra due giorni a cui aspiravo ottimi risultati. Leggevo attentamente ogni riga del paragrafo e i miei occhi facevano continuamente zig-zag scorrendo sulla pagina. Ogni tanto qualche ciocca di capelli biondi mi scendeva davanti agli occhi e soffiavo per farla ritornare al suo posto, ormai studiavo da ben quattro ore quella materia finche un rumore seguito da una vibrazione riecheggiò nella stanza. Era il mio cellulare. Corsi a prenderlo, digitai i numeri del blocco automatico e notai 1 nuovo messaggio:
Da: Niall<3
Lux fatti trovare presentabile che fra 5 minuti sto da te… ti devo dire una cosa molto importante-
Niall XX
 
Sorrisi alla vista di quel breve messaggio. Niall era il mio migliore amico, ci conoscevamo da quando eravamo in fasce ed eravamo praticamente cresciuti insieme. Con lui tutte le situazioni più difficili sembravano più semplici e risolvibili del previsto e anche dopo una brutta esperienza mi consolava con il suo dolce sorriso. Ahimè ero più che consapevole di avere una cotta per lui fin dai tempi dell’elementari o forse anche prima di quel periodo…insomma ero innamorata di lui da ormai molto tempo e ne ero felice perché sapevo che insieme alla mia famiglia era la persona che mi voleva più bene al mondo e che accanto a lui mi sarei sempre sentita forte e… completa.
*Toc_Toc*
Tolsi velocemente dal mio polso un elastico azzurro e con esso feci una coda alta giusto per domare i miei capelli che quel pomeriggio erano particolarmente gonfi, infilai le pantofole per non mostrare al mio ospite i mie orrendi calzini con le righe gialle, arancioni e nere e aprii la porta. Rimasi stupita. In una normale circostanza Niall mi avrebbe salutato con il volto increspato da un dolce e spensierato sorriso e da quella strana luminosità che caratterizzava i suoi occhi invece questa volto il sorriso e il luccichio avevano lasciato posto a degli occhi rossi e un sorriso spento.
 
“Ciao Niall”
 
Lo salutai alzando la mano e rivolgendogli il mio più bel sorriso, la sua espressione non mutò più di tanto giusto il sorriso si accentuò leggermente di più. Ora mi preoccupavo, perché faceva così? Di solito ci accoglievamo come se non ci vedessimo da tempo.
 
“Ehi”
 
Fu tutto quello che riuscì a dire, solo in quel momento mi accorsi che era ancora sulla soglia della porta e fuori c’era praticamente una bufera di neve.
 
“Niall entra che fa freddo”
 
Entrò con lo sguardo rivolto al pavimento, aggrottai la fronte per sforzarmi di capire perché stesse in quelle condizioni ma non mi veniva niente in mente. Gli misi il braccio destro intorno al collo e gli sorrisi, lui intercettò il mio sguardo così ebbi occasione di vedere i suoi occhi. Non erano carichi di lacrime erano solopietrificati.
 
“Dai Niall, andiamo in cucina che ci facciamo una bella cioccolata calda”
 
Fui così gentile con lui perché semplicemente glielo dovevo, da piccola lui mi aiutava e consigliava in tutto anche nei momenti che per un ragazzino possono risultare critici. Niall si sedette su una sedia del tavolo, con le mani fra la testa. Mi voltai posando le mani sul bancone, aprii la credenza e presi un po’ di cioccolata al latte e la lasciai sciogliere in un pentolino sul fuoco. Mi girai ancora per vedere Niall ed era ancora in quella posizione, non sapevo come tirargli sul il morale così accesi la radio, l’unica frequenza che prendeva dalla cucina era ‘Rock On The RadioClock’.
Alzò velocemente la testa accortosi dell’atmosfera che tutt’ ad un tratto non era più piatta, mi rivolse uno sguardo e successivamente un sorriso. Certo non era proprio un sorriso alla Niall, di quelli ampi e sinceri, però era già qualcosa.
 
“Ti ricordi questa canzone vero?”
 
Gli chiesi con sorriso scaltro e ammiccante sul volto. Era Come on Eileen dei Dexy’s Midnight Runners,  la canzone con cui ci eravamo conosciuti sette anni prima, in un primo momento sembrò non ricordarsela ma dopo si sbattè una mano in testa – come suo solito fare – e mi sorrise.
 
“Mademoiselle Lux mi concede questo ballo?”
 
Mi propose alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a me. Rise e tese la sua mano destra verso il mio ventre.
 
“Con molto piacere Sir Niall”
 
Prese la mia mano e la baciò, poi mise il suo braccio intorno alla mia vita e io misi la mano intorno al suo collo e alla fine intrecciammo le nostre mani. Cominciammo a volteggiare come sempre facevamo quando ci piaceva una canzone, ma quella era particolarmente bella. Era la canzone del nostro primo incontro e l’avevamo a cuore. Quando fu finita indietreggiammo tutte e due imbarazzati, potevo cogliere il rossore sulle sue gote e ddopo dieci minuti andammo nella mia stanza da letto con in mano due tazze fumanti di cioccolata calda.
Aprii la porta e ci sdraiammo tutte e due sul letto cominciando a sorseggiare la cioccolata calda, il sorriso di Niall era tornato e con sé anche l’umorismo che lo caratterizzava.
 
“Finita. Era buonissima, ci vivrei di cioccolata calda”
 
Esclamò fiero poggiando la tazza sporca sul comodino di legno accanto al letto. Lo guardai negli occhi e in quel momento notai una piccola e stramba macchia di cioccolato all’estremo sinistro della sua bocca, scoppiai a ridere e lui fece una faccia sbigottita. Prima che me lo chiedesse gli dissi:
 
“Niall sei sporco di cioccolata”
 
“Dove?”
 
Mi domandò strofinandosi il dorso della mano sul volto sperando di togliersi la macchia.
 
“Cretino ce l’hai sulla bocca”
 
Gli dissi ridendo come una scema, con molta fatico alzò la mano sinistra e la tolse. Appena tolta la macchia mi guardò con un amaro sorriso e si sdraiò completamente sul letto cominciando a guardare il soffitto. Continuai a bere la mia cioccolata calda finche non la finii e la poggiai sul comodino di legno, accanto a quella di Niall. Il rumore della tazza di ceramica sul comodino fece  ‘risvegliare’ Niall che mi sorrise di nuovo amaramente e poggiò la testa sulla tastiera rosa pastello del mio letto.
 
“Lux?”
 
Mugugnò qualcosa di incomprensibile ma sembrava il mio nome, un po’ titubante gli mugugnai anch’io come per dire ‘Si che c’è?’. Si girò verso di me con un piccolo sorriso e con gli occhi lucidi.
 
“Ci sto pensando da tanto… posso darti una cosa?”
 
Aggrottai le sopracciglia facendo sicuramente nascere sulla mia fronte delle piccole rughe, lui si morse il labbro inferiore. Sollevò la mano e la mise  sopra la mia, avvampai dal calore e a causa della mia pelle chiara simile alla porcellona diventai rossa sulle gote. Sembrò un attimo intimorito dal colore delle mie guance e appoggiò morbidamente le sue labbra bollenti sulle mie. Sentii una sensazione strana e maledettamente nuova, sembrava che dentro al mio ventre ci fosse un turbine di foglie danzanti.Una fitta allo stomaco mi fece svegliare dai miei pensieri, Niall aveva ancora le labbra dolcemente unite con le mie, una lacrima di gioia solcò il mio viso. Dopo poco il bacio finì e scorsi sulle guance di Niall un rossore  e la scia umida di una lacrima. Si alzò subito dal letto e si rimise le scarpe velocemente, aprì la porta ma lo bloccai per il braccio, si voltò e mi guardò.
 
“Lux… io…io…non”
 
Non riuscì a formare una frase di senso compiuto e questa mi fece ridacchiare. Era imbarazzato ma io gli presi la mano e l’intrecciai con la mia per dargli un po’ più di coraggio
 
“Ci vediamo domani?”
 
Abbassò la testa per qualche istante e sentii un singhiozzo subito seguito da un altro. Stava piangendo! Forse avevo fatto qualcosa che non andava, alzò il mento e mi scrutò gli occhi azzurri finché disse
 
“Lux mi dispiace ma mi devo trasferire a Londra”
 
Il mio mondo crollò rovinosamente in un sol colpo tutto addosso a me. Con le lacrime agli occhi se ne andò.
*Fine FlashBack della ceppa*
 
Point Of Vew: Summer Westmore
 
“Si molto commovente ma…”
 
“Sum è arrivato Zayn”
 
Mi interruppe Liam indicandomi la porta rossa all’entrata della mensa che era stata appena solcata da un ragazzo con un appariscente ciuffo nero: Malik.
 
“Ah finalmente mi stava venendo l’ernia a forza di aspettarlo”
 
“Cosa gli farai fare?”
 
Mi sedetti al tavolo, al posto di Niall che intanto era ancora abbracciato con Lux, e sussurrai vicino al suo orecchio:
 
“Gli farò una bella lavata di testa” risi “nel vero senso della parola” risi di nuovo ammirando i suoi occhi color cioccolata ma poi trasalii muovendo leggermente la testa “Secondo te la candeggina fa male ai capelli?” domandai.
 
“Sum cosa vuoi fare mi spaventa questa cosa?”
 
“Sta tranquillo ma ora deve subire la mia punizione perché quel calciatore da strapazzo mi ha provocato” esclamai convinta.
 
“Ok ma non fargli troppo male”
 
“Sta tranquillo glie ne farò solo un po’”
 
Mi diressi verso il tavolo di Malik che era accerchiato da molti ragazzi che potevano essere benissimo il triplo di me in quanto a spalle larghe. La tavola era già imbandita di piatti gustosi ancora non mangiati.
 
“Ehi cretino ti sei scordato della scommessa!”
 
Iniziai ancora dietro di lui, si girò lentamente guardandomi negli occhi e ridacchiando sotto i baffi. Ridi ridi…
 
“No certo che no” rivolse uno sguardo preoccupato ai suoi amici i quali si misero a ridacchiare sottovoce “non mi scordo mai di quello  che mi fanno le belle ragazze”.
 
“Togliti quella faccia da demente barra drogato e rispondimi”
 
“Ti rispondo subito: sta sera ho il letto libero, puoi venire in camera mia quando vuoi è la ‘200’”
 
“Ah-Ah-Ah” feci una falsa risata che fece ridere i suoi tre commensali “Malik zitto che ti castro” mi rivolsi ai suoi tre amici “Cos’è che questo demente ama di più del suo corpo?”
 
“I capelli”
 
Risposero tutti e tre all’unisono. Sembravano sicuri. Rivolsi un fugace sguardo alla capigliatura di Malik, era molto ben curata si vedeva che ci passava ore intere per farli belli.
 
“Proprio la risposta che volevo sapere, vado un attimo in camera mia...”
 
“Posso venire anche io”
 
Mi interruppe Malik rivolgendomi un sorriso malizioso.
 
“No aspettami qua demente” gli ordinai.
 
Salii velocemente le scale finche le mie orecchie udirono una conversazione così mi fermai per ascoltare. Lo ammetto, mia nonna mi diceva sempre che ero un’ impicciona ma io le rispondevo: fa parte della mia natura
 
“Amico oggi hai fatto schifo a tennis, l’altro anno eri una bomba”
 
Era la voce di Louis . Stava parlando della  partita di tennis nel campo A.
 
“Ti pare facile” Questo era Styles “Ogni volta che si muoveva le si alzava la gonnellina e…”.
 
Dio mio. Sentii le guance andarmi letteralmente a fuoco. Che figuraccia. Ma continuò…
 
“Harry non mi dire che ti vuoi portare a letto anche lei”
 
Cavolo questi due fanno argomenti molto casti e io che vedendo le facce di Niall e Liam pensavo di essere tra gli angeli.
 
“Perché no?”
 
Chiese sbigottito producendo una sonora risata.
 
“Harry lei no, lei è diversa delle altre che stanno qui dentro”
 
“Oh Louis stai messo male se conosci una ragazza da due giorni e già ti importa tanto di lei”
 
Disse Harry dandogli una pacca sulla spalla e continuando a ridere.
 
“e pensare che l’altro anno non ti fregava niente dei sentimenti delle ragazze, ti ci divertivi e basta”
 
Se ho imparato qualcosa sulle serie che si vede mio nonno ‘Don Matteo’ è quella di non dire mai e poi mai i segreti in un posto buio dove pensi di essere l’unico essere vivente nel raggio di 100 chilometri e che nessuno ti stia ascoltando.
 
“Harry smettila”
 
Urlò Luois, notevolmente colpito dalle parole di Harry lo prese per il colletto e con forza lo spinse al muro.
 
“Louis non mi dire che ti sei innamorato…”
 
Ridacchiò con le spalle alla parete. Però Styles è un furbone, prende in giro anche quando sta in situazioni di merda… -.-
 
“No è solo una bella ragazza… tutto qua…niente più niente meno”
 
Mollò la presa, facendo ritoccare di piedi di Styles al suolo che si sistemò il colletto della camicia.
 
“Sicuro Louis? Facciamo così il primo che la bacia vince…”
 
Gli tese la mano in segno di scommessa. Louis la guardò un attimo prima di stringerla, ci stava pensando bene.
 
“Ok Harry ma non giocare con i suoi sentimenti senno ti ammazzo, capito?” gli strinse la mano.
 
“Ok, ok, ok ma sta tranquillo, solo un bacio”
 
“Si ora andiamo a mangiare ho fame”
 
Se scendevano le scale mi avrebbero visto e così avrebbero pensato che stessi ascoltando la loro conversazione. Il riccio stava per mettere il piede sul primo gradino ma cominciò a tastarsi le tasche anteriori in cerca di qualcosa.
 
“Oh Louis ho dimenticato il cellulare in camera, accompagnami a prenderlo”
 
Fortunatamente andarono dalla parte opposte di quella in cui stavo io. Mi accertai che si fossero allontanati e poi entrai nella mia camera. Presi una bottiglietta di plastica e ci misi dentro: tinta rossa e bionda che avevo rubato a mia madre solo per farla disperare, ci sbriciolai dentro un po’ di Kinder Bueno che avevo comprato poco prima al distributore e alla fine ci misi dentro due spruzzate (o forse mezzo litro)di candeggina. Agitai il tutto in modo da produrre un liquido omogeneo.
Uscii dalla mia stanza e andai nella mensa, spalancai la porta facendo girare un sacco di gente per lo spavento, andai al tavolo di Zayn con la bottiglietta dietro la schiena in modo da nasconderla ai suoi bellissimi occhi.
 
“Ah sei arrivata pensavo che dovessi raggiungerti in camera”
 
“Che battuta triste”
 
Velocemente mi infilai un paio di guanti di lattice bianchi che avevo trovato all’interno della confezione della tinta color rosso.
 
“Hai preparato un intruglio da farmi bere, patetica” scoppiò in una fragorosa risata.
 
“Non proprio Malik”
 
Lestamente gli buttai il liquido sui capelli, quel gesto fece ridere i suoi amici che mi guardarono del tipo ‘Grande, sei stata bravissima’. Tutti nella mensa si girano attirati dalle urla di Malik così cominciai ad accarezzargli ( termine sbagliato! Più che altro direi tirare) i capelli facendo produrre al liquido una montagna di bolle rosse e  bionde. Zayn si stava trattenendo per non urlare ma invano perché dalla sua bocca uscivano dei piccoli gemiti.
 
 “Pizzica un sacco ma che ci hai messo dentro?”
 
Disse cercando di mettere una mano fra i capelli ma io gliela scostai.
 
“La candeggina”
 
Girò il volto verso di me, era spaventato.
 
“Guarda per riparare il danno metto nei capelli un  goccio d’olio”
 
Afferrai la bottiglia di olio extravergine di oliva, decisa di versargli sui capelli una minima quantità ma la bottiglia era unta così per sbaglio gliela versai tutta in testa. La sua maglietta bianca sporcandosi d’olio prese subito un colore giallognolo. Mi girai per vedere la faccia di Liam: era felice aveva un sorriso da un orecchio all’altro, le labbra erano dischiuse dallo stupore e i suoi occhi scrutavano attentamente la scena per non perderne neanche un attimo.
 
“Bè visto che ormai abbiamo messo l’olio perché non mettere anche un goccio di aceto!”
 
“No,no,no” mi supplicò.
 
“Troppo tardi”
 
Afferrai la bottiglia dell’aceto e gliela versai interamente sui capelli, mi ero stancata di versargli le cose in testa così mi tolsi i guanti di lattici e glieli lanciai sui palmi delle mani.
 
“Buttameli, grazie”
 
Mi feci spazio tra gli studenti che stavano guardando la scena allibiti e uscii dalla mensa seguita da Liam, Niall e Lux.
 
“Brava nessuno lo aveva mai fatto a Malik”  cominciò Liam.
 
“Modestamente sono stata brava” mi complimentai.
 
“Avete visto come guardavano tutti la scena”
 
Descrisse Niall soffermandosi a guardare la porta della mensa, i suoi occhi sembravano ridere ed emanavano un piccolo luccichio che mi colpì.
 
“Secondo me hai sbagliato a farlo potevi fargli male, pensa se ora gli cadono i capelli”
 
Risi ma poi riformulai lentamente la frase ‘Secondo me HAI SBAGLIATO a farlo potevi fargli male, pensa se ora gli cadono i capelli’. Mi arrabbiai tantissimo, il mio volto era arrossato e le mie sopracciglia erano aggrottate, girai i tacchi e me la ritrovai davanti con il suo solito sorriso.
 
“Scusa e tu chi sei la santa di turno, mi dispiace ti manca l’aureola”
 
“Io dicevo solo che hai sbagliato a farlo”
 
Mi rispose sempre con il sorriso sulle labbra. Buon Dio! Aiutami tu! Okkey mi sta bene che sorridi però non lo fare nelle situazioni in cui stai nella merda…
 
“Dio mio, quanto sei stupida” mi sbattei la mano in fronte in segno di delusione “mi ha provocato e l’ho sistemato e con questo ho detto tutto”
 

Mi rassegnai nel discorso. Andammo ognuno nelle proprie stanze, seguita da Lux andammo tutte due in camera, infilammo il pigiama e andammo a coricarci.
 

Ciaoooo!
Sono tornata con un giorno di ritardo ma sono tornata!!!!!!!
Finalmente nel college è arrivata la nuova compagna di stanza di Summer: Lux Gillies.
L'ho messa nella trama perchè... Summer da sola in stanza mi faceva pena, sembrava un cane bastonato.
Si scopre che Niall e Lux si conoscono già da tempo e che 5 anni prima si erano innamorati ma poi sono stati separati perche Nialler si è dovuto trasferire.
Louis e Harold hanno fatto una scomessona (?) su Summer: chi la bacia per primo vince.
 Summer ha ufficialemnte rovinato i capelli di Zayn il quale d'ora in poi  andrà in giro con un cappello dei Lakers per la vergogna.
Nel terzo libro di Harry Potter i studenti di Hogwarts vanno nel fine settimana ad Hogsmeade e allora mi sono chiesta: Perche non fare una trollata del genere?
Vabbè vi lascio. Il prossimo capitolo lo posterò il 9 di maggio e
BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI/E


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Capitolo 6
*** Welcome to SeeSun Bay (1) ***


6.Capitolo

'Welcome to SeeSun Bay'

All’improvviso nella stanza riecheggiò il rumore che la mia sveglia provocava, tastai il comodino affianco a me in cerca dell’aggeggio elettronico che provocava tanto rumore. Solo dopo pochi minuti mi accorsi che la sveglia non era la mia bensì quella della mia nuova compagna di stanza: Lux Gillies. Una simpatica ragazza dalla chioma bionda e gli occhi azzurri che già si può ribattezzare come l’ingenua santarellina del gruppo.
 
“Lux spegni quella fot” feci un grande sbadiglio “tutissima sveglia”
 
Alzai la testa e sostenni il mio esile corpo con l’aiuto dei miei gomiti anche lei si alzò e spense l’allarme. Portai lo sguardo sulla finestra a destra del mio comodo letto e diedi uno sguardo al cielo ancora non visibile per via delle tende viola. Lux si portò una mano sulla bocca per coprire il suo sbadiglio mattutino e con molta lentezza afferrò il cellulare che era sul comodino accanto al suo letto dalle coperte blu.
 
“Sum sono 8.03 siamo in ritardo!”
 
Esclamò con terrore mettendosi il palmo della mano sinistra davanti la bocca.
 
“Merda, sbrighiamoci”
 
Dissi a Lux alzandomi frettolosamente dal letto. Aprii le tende della nostra camera e emisi un gemito di piacere, il cielo quella mattina era limpido come l’acqua. Prestai di nuovo attenzione alla mia situazione di ritardo e cominciai a lavarmi e vestirmi.
Dopo appena cinque minuti scendemmo a mensa, aprimmo la porta ma era completamente vuota. Lux mi rivolse uno sguardo terrorizzato e io ricambiai. Dove erano finiti tutti? Forse dei soldati alieni erano atterrati sul nostro pianeta provocando un cataclisma mondiale e io e Lux siamo le uniche sopravvissute. Figo quanto improbabile. In quel preciso momento sentii una calda mano posarsi sulla mia spalla, girai lentamente la testa. Era Louis seguito da Styles.
 
“Ma dove sono finiti tutti?”
 
Domandai perdendomi nei magnifici occhi di azzurri di Louis che quella mattina sembravano brillare come dei zaffiri alla luce del sole estivo.
 
“Sono tutti all’ingresso, per compilare i moduli per SeeSun Bay”
 
Mi rispose Styles con tono di sufficienza, lanciandomi una frecciatina abbastanza preoccupante. Gliela dò io la sufficienza. Stronzo…
 
“E che cos’è?”
 
Chiese Lux. Ovviamente io e lei non stavamo capendo molto di quella conversazione.
 
“SeeSun Bay è un piccolo paesino sul mare che possiamo frequentare nel fine settimana!”
 
 
 “Scusate…non ho capito bene… dobbiamo partire?”
 
Domandai alzando un sopracciglio e rivolgendo le mani verso il cielo per poi sbatterle con prepotenza sulla mia fronte.
 
“Ah è vero” diede uno sguardo di intesa a Styles che ridacchiò sotto i baffi “voi due siete nuove, non ve l’ha detto ancora nessuno…”
 
 
“Bè che ci dovreste dire?” esclamammo io e Lux all’unisono.
 
“Quelli del terzo e quarto anno vanno al mare e quest’anno tocca a noi. Si parte stasera”
 
“Merda” urlai mettendomi una mano in testa “perché proprio a me? Perché?”
 
Bisbigliai sottovoce. Andammo tutte e due nell’ingresso, non c’era più nessuno forse gli studenti del college erano andati a fare colazione. Ci avvicinammo alla bacheca e al centro del pannello di truciolato era appeso un foglio bianco dalle scritte dai colori sgargianti.
SeeSun Bay

Progetto terzo e quarto anno
(1° trimestre)
Cari studenti e studentesse del terzo e quarto anno  dell’ambito college Elite England College vi comunichiamo con piacere che la sera del 23 settembre del 2006, più precisamente alle ore 19.00, partiremo per SeeSun Bay.
Per chi non avesse mai avuto l’occasione di venire a SeeSun Bay davanti a tutte le stanze degli allievi del terzo anno insieme al consueto giornalino scolastico (Journal De L’écol) verrà distribuito anche una brochure dell’ hotel in cui soggiorneremo.
Tutti gli studenti dei rispettivi terzo e quarto anno dovranno partecipare a questo progetto scolastico e cominciare fin da subito a preparare le valigie.
Inoltre il campus in cui alloggeremo sarà provvisto di orari e regole da seguire e rispettare in tutte le occasioni per tenere sempre in alto il nome e il prestigio del nostro magnifico istituto: Elite England College.

Presidenza, Elite England College
Mark Coler

Lessi tutto il breve modulo che la presidenza aveva lasciato agli studenti del nostro college e dopo un lungo sguardo d’intesa fra me e Lux andammo in mensa per iniziare la giornata nel migliore dei modi:
STRAFONGANDOSI DI CIBO A COLAZIONE
Ci mettemmo in fila con in mano i soliti vassoi rossi, arrivate davanti la cuoca Lux prese una tazza di latte macchiato, fette biscottate, marmellata e nutella. Io mi limitai a metter sul vassoio una semplice mela rossa. La scena era molto comica perché Lux aveva il piatto che strabordava di cibo mentre io avevo solo una piccola mela. Ci sedemmo al solito tavolo accanto a Liam e Niall che stavano parlando animatamente.
 
“Buongiorno ragazze”

Ci salutò Liam rivolgendoci un dolce sorriso che partiva da un estremo all’altro delle orecchie. Addentò con tenacia un cornetto alla cioccolata e risi di gusto quando dall’altra estremità ne uscì tutta la parte cremosa. Sbuffò e rise insieme a me.
 
“Buongiorno anche a voi”
 
Mi girai verso Lux e vidi che puntava lo sguardo su Niall. Quanto erano stucchevoli! Mi facevano venire il mal di pancia a forza di guardarli e da quanto avevo capito erano cresciuti insieme finche Niall non si dovette trasferire a Londra. I loro sguardi incrociandosi producevano scintille variopinte, si guardavano come se proprio in quel momento si volessero baciare continuamente come bambini di pochi anni. Lux andò vicino a Niall e gli schioccò un dolce bacio sulla guancia poco prima di avvampare.
Io e Liam ridemmo sotto i baffi e alla fine ci sedemmo tutte e due. Cominciammo a parlare della lezione di ginnastica che avremmo dovuto seguire dopo e soprattutto sull’ improvvisa partenza per SeeSun Bay.
 
“Che ne pensate di SeeSun Bay”
 
Domandai cominciando a mordere la mia mela. Liam ingoiò il suo cornetto, si passò un tovagliolo sulla bocca e mi sorrise.
 
“Mia sorella veniva qua e mi ha detto che è  una figata”
 
All’improvviso lo sbattere impetuoso di una porta lacerò il brusio mattutino degli studenti, era il professor Snape, l’insegnante di educazione fisica.
 
“Ragazzi vi voglio tutti nel cortile fra esattamente…” Abbassò lo sguardo, infilò una mano nella tasca destra e tirò fuori il cronometro “1 minuto e 37 secondi a partire da…ora!”
 
Prese con la bocca il fischietto che aveva al collo e fischiò ripetutamente. Tutti i ragazzi presenti nella mensa si alzarono di scatto e corsero verso la porta per andare a cambiarsi nello spogliatoio. Gli unici che erano rimasti nella mensa eravamo noi e degli alunni in un altro tavolo più in là. Diedi un fugace sguardo a chi era seduto all’altro tavolo e incrociai gli occhi azzurri e sinceri di Louis, mi sorrise e anche io accennai un piccolo sorriso. Guardai chi fosse seduto accanto a lui e scorsi le iridi verdi di Styles fissarmi. Alzai la mano facendo il tipico gesto da minchia guaddi? E lui accennò un lieve e sghembo sorriso. Di fronte a loro c’erano altri tre ragazzi ma di spalle non riuscivo a capire chi fossero -ma dubito se anche li avessi visti in faccia li avrei riconosciuti- d’altronde uno di loro aveva un cappello dei Miami heat, dopo mi sarei congratulata con il proprietario di quel bel cappello.
Mi alzai e solo allora mi accorsi che grazie alla mia innata curiosità non avevo neanche dato un piccolo morso alla mia mela così per rimediare la addentai con tenacia alzandomi dalla sedia e dirigendomi insieme a Niall, Liam e Lux negli spogliatoi.
All’entrata la segretaria diede a Lux la tuta per affrontare la lezione di ginnastica, ci cambiammo molto lentamente e andammo in cortile. Il tempo non si era guastato anzi il sole ancora batteva forte sull’erba sintetica del cortile ginnico. Intanto il professore spiegava animatamente l’esercizio che avremmo dovuto svolgere ma io ero troppo impegnata a ridere ad ogni stupida battutina di Liam riguardo il gesticolare del nostro professore.
 
“Avete capito tutti?” Nessuno rispose “Bene, Alwett e Westmore dimostrate l’esercizio ai vostri compagni!”
 
Risi per l’ennesima volta e solo in un secondo momento mi accorsi che tutti avevano lo sguardo puntato su di me. Ma che cazz…
 
“Westmore svolgi l’esercizio insieme ad Alwett!”
 
Mi scagliò contro con la palla e io la presi al volo prima che mi arrivasse rovinosamente in faccia, gli lanciai uno sguardo trucido e lui fece un sorriso sghembo. E’ una mia impressione o oltre agli alunni dementi ci sono anche dei professori alquanto stronzi.
 
“Ok, prof ma non si arrabbi troppo se no le sale la pressione”
 
Si passò una mano sulla fronte visibilmente corrucciata e mi lanciò una sguardo assassino, poco mi frega. Cominciai a palleggiare con il mio compagno ma lui non era per niente bravo invece di prendere la palla la schivava terrorizzato.
 
“Alwett, giuro che quest’anno ti boccio. Styles fai tu la dimostrazione con Westmore!”
 
Dalla lunga fila di studenti spuntò una chioma riccia e si avvicinò a me. Styles mi lanciò un sorrisino e con un palleggio mi lanciò la palla che roteo molto bassa così per recuperarla fui costretta a fare un baker. Fui fiera di me perché riuscii ad alzarla in un altezza ottima ma lui mi schiacciò addosso. Che cazzo stava facendo. Se non avevo capito male l’obbiettivo dell’esercizio era fare più palleggi possibili, che cazzo si schiaccia…
Arrabbiata ripresi la palla e la scagliai contro di lui, gli arrivò in faccia prima che lui se ne accorgesse. Scoppiai a ridere e sentì un’ altra risata sovrapporsi alla mia proveniente dalla fila. Mi girai e vidi Malik che rideva tenendosi l’addome. Indossava dei pantaloncini e una maglietta bianca e in testa aveva un cappello rosso con la visiera nera dei Miami Heat. Patetico, aveva indossato un cappello per nascondere il mio capolavoro che sicuramente lo avrebbe fatto vergognare, già mi immaginavo come fosse con i capelli biondi e rossi, ridacchiai a quel pensiero.
Dopo la noiosissima lezione del professor Snape della durata di tre ore in cui praticamente non avevo fatto altro che ridere sulle battute di Niall, i maschi e le femmine si divisero per andare negli spogliatogli. Mi feci una veloce doccia, indossai l’intimo e i jeans quando sentii qualcuno afferrarmi bruscamente per il polso e girarmi verso di sé. Era Styles.
 
“Ma che cazzo fai, coglione?!”
 
Strinse maggiormente la presa sul mio polso ma io non gemetti, non volevo dargli questa soddisfazione. Aveva i capelli bagnati e dei suoi ricci vi era rimasto solo un vago ricordo. Lo guardai negli occhi, la pupilla era dilatata non permettendomi di vedere le sue iridi verdi. Ero spaventata. Dai suoi occhi traspariva solo la cattiveria.
 
“Guarda che cazzo mi hai fatto sulla guancia!”
 
Si poggiò l’indice sulla gote e solo allora mi accorsi che vi era un grande livido sopra. Ahhh, quando gli avevo scagliato la palla in faccia deve essersi formato un livido.
 
“Almeno adesso non hai più la tua solita faccia da cazzo”
 
Gli urlai. Sbuffò pesantemente e mi rivolse un ghigno. Girai leggermente la testa e vidi tutte le ragazze nello spogliatoio immobili a guardare allibite la scena. Avevano paura di lui…brave..complimenti…
 
“Senti Westmore non ti voglio far male quindi vedi di non fare altre stronzate capito”
 
“Ma certo Styles! Ora levati dalle palle”
 
Per un secondo mi guardò intensamente negli occhi come voler capire dove riuscissi a prendere tutto quel coraggio poi rise svogliatamente. Mi lasciò il polso e se andò con un sorriso malefico stampato sul volto.
Guardai con espressione interrogativa Lux e continuammo a vestirci. Uscimmo dallo spogliatoio e dopo un abbondante pranzo andammo assieme in stanza con lo scopo di fare le valigie.  Salimmo le scale e raggiunta la camera 103 ci accorgemmo che davanti la porta vi era un fascicolo di fogli. Lo raccolsi e entrammo nella stanza. Mi sedetti sul letto e incrociai le gambe poi presi il giornale e lo cominciai a leggere.

 Journal De L’école

Cari studenti e studentesse di questo carcere dorato dovrete sapere, meglio direi preoccuparvi, dell’arrivo a scuola di un altro Westmore. Come tutti ricorderemo l’altro anno Cody Red Westmore era famoso per tutte le bravate che aveva commesso: fra le quali aver fatto esplodere il laboratorio di chimica con un esperimento andato male e per aver ‘accidentalmente’ spinto la povera professoressa McGhost in piscina dall’altezza di 10 metri. Quest’anno arriva a scuola sua sorella, la rossa Sumer Laury Westmore che già riesce a confermare la nomina del fratello come casinista della scuola. Infatti, ieri quando tutti noi studenti stavamo mangiando Sumer è entrata in mensa versando sulla testa di Zayn Malik, studente del terzo anno famoso in tutta la scuola per la sua bellezza, sostanze altamente nocive. Ora la domanda che vi porrò sarà: E’ davvero il caso di entrare in contatto con questa nuova alunna? Non sarà aggressiva nei vostri confronti e soprattutto le farete qualche scherzo dopo quello che ha fatto a Zayn?

La vostra Kessedy Jhonson

 
Lessi tutto l’articolo d’un fiato per poi sbatterlo con forza sul letto e cominciando a camminare per tutto il perimetro della stanza. Lux invece era seduta sul letto come per accertarsi se avesse letto bene e notavo i suoi occhi azzurri fare zig-zag fra le righe del giornalino.
 
“Ma chi è la rincoglionita che non sa neanche scrivere il mio nome? Forse qualcuno dovrebbe dirglielo che il mio nome si scrive S-U-M-M-E-R”
 
“Scusa… ma non ti preoccupa il fatto di restare da sola e che ora tutti ti vogliano evitare?”
 
Mi chiese con un certo tono di malinconia nella voce. Risi per la sua ingenuità  e lei mi rivolse il tipico sguardo di chi non aveva afferrato il concetto.
 
“Lux… Non m’importa di quello che gli altri pensino di me perché per essere forti bisogna pensare solo a sé stessi”

 

Ciaoooo!!!
Sono in ritardo e il capitolo è cortissimo, un applauso grazie...
Prima d tutto direi che questa è solo la prima parte di Welcome to SeeSun Bay e la prossima la posterò domani.
Come avrete capito, gli studenti del terzo e quarto anno (un giorno vi risponderò anche il perchè di quel 'e il quarto anno')
dovranno andare quasi tutti i fine settimana a SeeSun Bay.
Harry ha sfuriato nello spogliatoio femminile contro Summer e lei gli ha ripsoto a tono...brava Sum...
Zayn indossa un cappello per scoprire palesemente i suoi capelli rovinati.
Si scopre che Summer è una persona a cui non importa il giudizio altrui e che le importa solo di sè stessa.
E nel prossimo capitolo i ragazzi partiranno tutti spensierati e felici, si come no, per SeeSun Bay.
Ciauuuu

 

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Capitolo 7
*** Welcome to SeeSun Bay (2) ***


7.Capitolo

'Welcome to Seeun Bay'




Presi la mia valigia e la cominciai a riempire. Non ci misi praticamente niente dentro solo un paio di magliette arancioni e dei jeans corti, un pigiama con delle rane gialle sopra e la solita sacca azzurra con spazzolino, dentifricio, filo interdentale…
Con le borse in mano uscimmo dai dormitori e andammo nell’ingresso dove già vi erano riuniti tutti gli studenti. Dopo minuti interminabili passati a chiacchierare con Liam a Niall il preside entrò nella grande stanza con un microfono in mano.
I suoi occhi sprizzavano allegria da tutti i pori per l’imminente partenza e i suoi pantaloncini corti da avventuriero confermavano la mia teoria. In testa aveva uno strambo cappello e legato al collo una collanina con un dente di squalo appeso.
 
“Bene ragazzi, ora partiremo tutti insieme per SeeSun Bay, vi ricordo, soprattutto ad i ragazzi  del quarto anno, di posizionare in modo ordinato le valigie…capito Thompson e Phelps?”
 
Domandò il preside con tono accusatorio lanciando uno sguardo di sbieco a quei tre ragazzi. Dopodiché facemmo l’appello ed essendo l’ultima del mio anno fui anche l’ultima ragazza a salire sulla navetta che ci avrebbe portato a SeeSun Bay. Quando andai davanti al bagagliaio mi accorsi che era pieno e che si chiudeva a malapena, capii subito che la mia valigia non ci sarebbe mai entrata dentro. Ci camminai davanti decidendo sul da farmi e il mio occhio cadde su delle orribili valigie rosa shocking, mi avvicinai per vedere a chi appartenessero e lessi con scrittura pulita il nome ‘ Abbigail Jhonson’.
Se non ricordo male Jhonson era il cognome della bionda tinta che aveva scritto l’articolo del giornale, mi salii il sangue al cervello e rimasi immobile; dal finestrino spuntò l’autista con la barba incolta.
 
“Ragazzina muoviti che dobbiamo stare lì per le otto e mezza di domani mattina”
 
Sbraitò continuando a ciancicare la sua gomma da masticare. Dovevo fare in fretta: sollevai le quattro valigie rosa di Jhonson e le lasciai sul ciglio della strada dietro la buca della posta in modo da nasconderle e infilai dentro il porta bagagli la mia valigia. Con un sorriso stampato sul viso chiusi quell’enorme sportello e salii sulla navetta. Presi posto vicino a Liam nel penultimo posto e partimmo tutti insieme appassionatamente. Infilai dentro le orecchie le cuffiette e ascoltai la playlist degli Smiths finche sentii il ritmo di un’altra canzone sovrapporsi alla mia. Riconobbi subito quella canzone. Gangam Style.  Alzai lo sguardo e mi sporsi dal sedileper vedere chi avesse messo quella canzone e vidi Styles accanto alla radio che conversava amabilmente con il conducente della navetta. Mi tappai le orecchie e mi alzai dal mio posto per andare alla radio e cambiare frequenza.
 
“Fammi indovinare Styles scommetto che questa merda l’hai messa tu, vero?”
 
Gli domandai girandolo bruscamente verso di me e stritolandogli la spalla. Lui rise e sovrappose la sua mano sulla mia, feci un’ espressione disgustata e la spostai per poi farla ricadere sul mio fianco.
 
“Perche? Qualche problema Westmore?”
 
“Togli questo schifo!”
 
“No”
 
“Si invece”
 
“No”
 
“Ok, la mettiamo così !? Decidiamolo in modo democratico… alzi la mano chi vuole questa merda!”
               
Urlai in modo che tutto il pullman mi sentisse. In un primo momento la maggior parte degli alunni non aveva capito cosa avessi chiesto ma dopo svariate ripetizioni e spiegazioni alzarono la mano destra solo le ragazze. Chissà perché???? Le contai ed erano 23. Non mi girai perché non volevo neanche vedere il sorrisino malefico di Styles così mi affrettai a urlare:
 
“Chi vuole che io cambi frequenza?”
 
Alzarono la mano tutti i maschi compresa Lux. Contai ed erano 24 mani alzate. Mimai a Styles un fottiti e cambiai frequenza mettendo della musica decente.
Le altre ore passarono in fretta visto che il viaggio era lungo e durante la notte proprio in modo che noi alunni dormissimo. Chiusi gli occhi e mi addormentai profondamento cullata da Asleep degli Smiths.
Ci alzammo tutti alle cinque di mattina. Cavolo me lo sarei ricordata questo giorno… E dopo un’ abbondante colazione e un’ora di viaggio passata a cantare avvistammo al lato destro della strada un grande cartello in alluminio con sopra scritto ‘Welcome to Seesun Bay’. Scendemmo dal pullman e mi misi a chiacchierare con Liam finché da dietro una casetta spuntò fuori un ragazzo molto robusto, alto e snello. Aveva i capelli fra il biondo scuro e il castano chiaro e anche da grande distanza si potevano scorgere le sue iride verdi.
 
“Ciao ragazzi. Io sono Adam, il vostro insegnante e sarò con voi dal 19 al 21. Qui al campus di Seesun Bay non ci sono molte regole da rispettare: l’unica è DIVERTIMENTO.” Concluse Adam.
 
Tutti cominciarono ad applaudire e a urlare “Si proprio così…Bravo…Sei fortissimo”
 
“Ora salite nelle vostre camere e andatevi a mettere il costume: vi voglio in spiaggia fra 10 minuti.”
 
Tutti gli studenti del terzo e quarto anno si diressero verso il porta-bagagli per riprendere le valigie e sentii dei gridolini disperati dietro di me.
 
“Victo ma dove sono tutti i miei bagagli?? L’avevo messi qua…ne sono sicura”
 
Si mise a piagnucolare coprendosi gli occhi e la fronte con le mani mentre la sua amica le accarezzava ripetutamente la spalla in tono rassicurante e le sussurrava parole dolci all’orecchio.
 
“Smettila di frignare”
 
Le dissi esasperata di sentire le sue lamentele. Presi la mia valigia e mi incamminai assieme a Lux verso la segreteria che anche da fuori aveva una lunga fila di studenti. Dopo mezz’ora di fila arrivammo davanti alla segretaria, eravamo le ultime.
 
“Salve, io e la mia cara amica dovremmo prendere una stanza al piano femminile” iniziò Lux poggiando le mani sul tavolo.
 
“Oh certo” disse cominciando a cliccare il tasto sinistro del mouse e cercando una camera libera“ora cerco la stanza: datemi solo qualche secondo”
 
“Sicuro, faccia con comodo”
 
“Ops” fece un’espressione imbronciata “purtroppo l’unica stanza rimasta è al secondo piano”
 
“Bè qual è il problema?”
 
Mi intromisi nella conversazione fra Lux e la segretaria.
 
“Il secondo piano è interamente composto da stanze maschili”
 
“Merda” imprecai a bassa voce.
 
“Cosa scusi?”
 
Mi domandò la segretaria non capendo cosa avessi detto.
 
“Oh niente, niente” mentii mettendo i gomiti sul tavolo di legno che mi separavo dalla donna.
 
“Ecco le chiavi, la stanza è la 69 e sta fra la camera dei gemelli Phelps e quella di Styles, Malik e Tomlinson”
 
Ecco. Perfetto anche dei mentecatti accanto. Non potrebbe andare peggio. Afferrai lestamente le chiavi e mi diressi verso le scale seguita da Lux che riusciva a starmi dietro solo correndo. Arrivate al secondo piano, scorremmo tutte le porte.
 
“64…65…66…67…68” bisbigliai “ecco la 69, Lux l’abbiamo trovata”
 
Esclamai gioiosa e fiera di me. Tirai le chiavi fuori dalla tasca e aprii la porta. La stanza era grande e luminosa. Affacciava sulla riva del mare che quel giorno risplendeva più che mai grazie alla luce del bollente sole di mezzogiorno.
 
“Guarda Sum, c’è anche un balcone”
 
Disse Lux che  girò la maniglia di ferro e aprì la porta finestra con un grande sorriso stampato sul volto, poco dopo la raggiunsi anch’io. Appena solcata la soglia della porta un’aria salina mi pervase tutto il corpo; riuscivo a percepire il sale che mi passava per le narici fino ad arrivare nei polmoni.
Mi avvicinai alla ringhiera di metallo bianca e respirai nuovamente dilatando le narici.
 
“Oh guarda Harry, che bel panorama”
 
Sghignazzò qualcuno dietro di me. Mi girai di scatto quasi spaventata ma dopo mi accorsi che erano solo Malik e Styles che contemplavano l’orizzonte.
 
“Eh già, è bello il mare. Ma dubito che due mentecatti come voi capiscano…”
 
“Ah ma io non intendevo il mare, cara Sum” disse Malik con tono innocente.
 
“Primo: Per te sono Westmore. Secondo: Cosa c’è di più bello del mare?”
 
“Tante cose: tipo il tuo culo”
 
Mi girai lentamente sperando che abbia sentito male, mi avvicinai alla staccionata di ferro che divideva me da quelle due amebe atrofizzate.
 
“Sentite coglioni senza cervello non mi va di parlare con voi dei vostri discorsi dementi” sbraitai.
 
“Bè non avremo un buon cervello ma tu hai sicuramente un bel culo”
 
Rispose Styles avvicinandosi di più al mio viso. Feci qualche passo indietro mentre lui lo face in avanti ma venne bloccato dalla rigida presenza della staccionata. Il mio sguardò finì sui capelli di Malik, coperti dal cappello dei Miami Heat, così mi avvicinai a lui e con un gesto lesto glielo tolsi. Subito si mise le mani in testa per nascondere i capelli danneggiati.
 
“Oh ma che bel cappello. Veramente bello anche se io preferisco i Chicago Bulls
 
Continuai a fissare il cappello, passandogli la mano destra sopra. Alzai lo sguardo e scoppiai a ridere, i capelli di Malik erano metà rossi e metà biondi con alcune zone spoglie di cuoio capelluto e i pochi capelli che erano rimasti erano tutti alzati.
 
“Ma da quale parrucchiere sei andato?” esclamai ridendo “dai ci voglio andare anch’io. Seriamente avevi pensato che uno stupido cappello potesse nascondere il capolavoro che ho fatto ai tuoi capelli”
 
Dissi scompigliandoli e andando nuovamente verso la porta-finestra con l’intento di entrare in camera.
 
“Summer il cappello, ridammelo!”
 
Sbraitò Zayn cominciando a dare dei piccoli calci alla staccionata. Io che avevo appena solcato la soglia feci un passo indietro per incontrare lo sguardo furioso di Malik.
 
“Costringimi” gli rinfacciai mettendomi il berretto in testa “Non trovi che mi stia bene?” domandai sarcasticamente.
 
Malik si appoggiò con le braccia alla staccionata, ci fece pressione e alzò le gambe in modo da scavalcarla facilmente avvicinandosi pericolosamente a me.
 
“Ti fai tanto la tosta ma appena qualcuno ti si avvicina cominci a tremare come una foglia”
 
“Stai sbagliando di brutto”
 
Dissi alzandomi in punta di piedi per raggiungere la sua altezza ma invano, gli arrivavo ancora a metà petto.
 
“Sei tu quella che sbaglia e ora ridammi il cappello”
 
“Perché senza il povero Malik non può andare in giro, vero?”
 
Gli domandai con voce falsamente comprensiva e strizzandogli la guancia.
 
“Ora mi hai stufato” sbuffò pesantemente “Dammi il cappello!” mi ordinò sgarbatamente.
 
“Al volo Lux”
 
Glielo lanciai e anche se lei era sovrappensiero lo prese al volo. Però la ragazza ha dei buoni riflessi. Mhhh ci potrei fare un pensierino…
 
“E ora che ci faccio?” domandò sempre con il sorriso sul volto.
 
“Mai giocato a torello?” le domandai.
 
“Toroche?”
 
“Dio mio” mi sbattei una mano sulla fronte “ma che facevi quando eri piccola?”
 
“Studiavo e leggevo”
 
“Interessante” le dissi sarcasticamente “Devi lanciarmi il cappello e non lo devi far prendere al toro” le spiegai.
 
 “E chi è il toro?”
 
“Il toro è Malik. Vedi ha anche le corna”
 
Scoppiai a ridere come una pazza riferendomi ai suoi capelli tutti alzati in aria e colorati. Purtroppo suscitai una risata anche in Harry.
 
“Zitto che tu hai un cespuglio in testa”
 
Pure lui mi rivolse uno sguardo arrabbiato, scavalcò la staccionata.  Lux venne accanto a me e mi afferrò il braccio in segno di restituire il cappello e rientrare in camera ma io scossi la testa. Ero convinta di rimanere là.
Styles e Malik si avvicinarono a me pericolosamente. Il mio sguardo passava dagli occhi profondi e color cioccolata di Malik agli occhi verdi e cristallini di Styles. Ammetto ora di avere un accenno di paura, feci un passo indietro ma la staccionata bianca mi bloccò. Il momento era critico, se avessi perso l’equilibrio sarei caduta dal balcone. Deglutii rumorosamente provocando una risata in tutti e due.
 
“Ora si che hai paura” affermò Styles.
 
“No che non ho paura”
 
Pensaci bene. Se noi ti dessimo una piccola spinta tu cadresti dal balcone, nessuno ti sentirebbe urlare e tu moriresti”
 
“Allora Malik smettila di pensare. Non vorrei che dopo il tuo unico neurone si stancasse”
 
 “Scusati e non ti faremo niente”
 
“Manco morta. E poi che vi siete fumati?”
 
“Harry… è proprio identica al fratello”
 
“Non nominate mio fratello”
 
“Perché senno che ci fai?”
 
Mi avevano stufato così sferrai un calcio nelle parti basse a Styles e successivamente a Malik che subito si buttarono a terra contorcendosi sulle piastrelle azzurre del balcone.
 
“Ciao ragazzi. Ci vediamo dopo”
 
Entrammo tutte e due nella stanza, ci mettemmo i nostri costumi e dei pantaloncini corti con la maglia che indossavamo prima. Scendemmo le scale e andammo nell’atrio dove tutti gli studenti del terzo e quarto anno erano già in riga. Ci ordinammo in riga e capitai con a destra Lux e a sinistra Liam.
 
“Ora andremo a fare un giro in canoa. Scommetto che tutti sapete nuotare…”
 
Esordì Adam con le mani intrecciate dietro la schiena. Io non sapevo nuotare come un pesce. E’ vero. Ma penso che se cadessi in acqua riuscirei a stare a galla.
 
“Sappi Lux che io non so nuotare molto bene..”
 
Le dissi facendole un l’occhiolino. Era strano che le dicessi le cose in cui ero più debole ma lei mi ispirava fiducia.
 
“Mi raccomando state attenti e soprattutto quando state sulle canoe non fate scherzi, ora usciamo e andiamo sul bagno asciuga”
 
Uscimmo tutti dall’atrio e sulla riva ci divise in 5 gruppi. Io capitai con Styles, Malik, Tomlinson e  Meches. La mia solita sfiga, meno male che c’era anche Louis. Andammo vicino le canoe, la nostra era completamente gialla qua e là un po’ sporca di sabbia e i posti erano 5.
 
“Ok io mi metto al centro e voglio stare dietro Louis”
 
Louis si voltò subito e mi scambiò un dolce sorriso, si avvicinò a me e mi cinse il collo con il suo braccio sinistro.
 
“D’accordo io mi metto davanti a Sum e voi due?”
 
“Voi due cominciate a mettervi nella canoa noi due vi raggiungiamo…”
 
“E se non ci raggiungete è ancora meglio”
 
Urlai  cominciando a dirigermi nell’acqua. Mi misi alla seconda postazione e con aiuto di Louis riuscii ad entrarci. Il mare era mosso questo mi faceva capire di stare molto attenta a non sbilanciarmi. Dopo pochi minuti ci raggiunsero anche Styles e Malik, avevano un sorriso da un orecchio all’altro. Sicuramente stavano tramando qualcosa. Dovevo stare molto attenta…
Loro due a differenza mia si misero nelle postazione molto più facilmente di me, l’ordine della fila era: Louis, io, Malik, Styles e Meches.
Prendemmo le pagaie e cominciammo a pagaiare. Era molto difficile e sicuramente il mare così agitato non ci aiutava.
Nelle prime pagaiate non si vedevano chiari risultati ma dopo venti minuti di sforzi fisici sembrava di aver fatto chilometri ed era questo che ci spronava ad andare ancora avanti. Saremmo dovuti tornare sul bagno asciuga entro la 5.30 sennò avremmo passato dei guai. Il sole galleggiava placido dentro il cielo, limpido e spoglio di nuvole poco amichevoli, ognuno di noi cinque si girava per ammirare le onde andare a schiantarsi contro la riva quando percepii sul mio collo un respiro affannoso e molto caldo. La persona dietro di me mi prese per le braccia e cercava di farmi sbilanciare per andare in acqua. Malik mi voleva buttare in mare. Ripeto per chi non ci crede: Malik Mi voleva buttare in mare.
Io così presa da quello che mi circondava non ci feci caso e in frazioni di secondo la mia pelle entrò a contatto con l’acqua fredda e salata del mare. Ero caduta in acqua.
Come detto in precedenza, non sapevo nuotare bene e cercavo di sbracciarmi per rimanere a galla ma le onde mi venivano addosso e mi facevano sprofondare nell’acqua.
Cercavo continuamente con le mani ogni sorta di appiglio ma ovviamente in mezzo al mare potevano esserci solo due cose : IO e IL MARE.
Sudai freddo nonostante l’acqua lo percepii e subito mi allarmai, le forze cominciavano ad andarsene e con lui il respiro, la situazione diventava via via più critica.
 Continuai a sbracciarmi finche sfinita mi abbondonai a me stessa e sprofondai di molti metri sott’acqua. In quei minuti interminabili pensai a tutti gli episodi della mia vita. Scorrevano come un film davanti ai miei occhi ormai socchiusi e solo uno apparve nella mia mente limpido e chiaro. Malik che mi spingeva in acqua. Molto probabilmente sapeva che non sapevo nuotare bene e ne aveva approfittato per vendicarsi per quello che gli avevo fatto ai capelli.
Da piccola mi ero chiesta come avessi voluto morire ma se mi avessero detto che sarei morta perché un cretino mi avrebbe buttato in acqua non ci avrei sicuramente creduto.
Dopodiché buio…
I miei occhi erano chiusi ma la mia mente sembrava non voler morire. All’improvviso qualcosa afferrò la mia caviglia e mi trascinò contro le onde. Mi ritrovai sul bagno-asciuga, chiaramente non respiravo.
Sentii sullo stomaco una forte pressione e sputai l’acqua salata fuori dalla bocca. Mi girai intorno, tutti gli alunni del terzo e quarto anno mi scrutavano incerti  domandandomi se stessi bene.
 
“Forse è meglio sei vai in infermeria, Tomlinson accompagnala!”



Ciaooooo
Questa è la seconda e ultima parte del capitolo Welcome to SeeSun Bay.
Summer ha buttato fuori dal bagagliaio le valigie di Kassedy Jhonson... questi sono solo futili dettagli... se solo Kassedy non avesse l'asma e la medicina fosse nella valigia...
Summer va d'amore e d'accordo con quel gran figo di Harold. Sincermante prima che riescano a non scannarsi ne passerà di tempo.
Zayn va in giro con un cappello dei Miami Heat per il quale Summer ha quasi scatenato la terza guerra mondiale.
Zayn ha spinto in acqua Summer è state sicuri che sapeva che non era una buona nuotatrice.
Il prossimo capitolo lo posterò tra il 20-21 maggio ma prima che vi lasci vi presento le due grandi protagoniste...

                                                                                                                             



Summer Westmore




Lux Gillies

Gli altri li conoscete fin troppo bene... con il corso della storia si aggiungeranno altri personaggi quindi dovrò fare altre presentazioni!!!!

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Capitolo 8
*** Twins & Cold ***


7. Capitolo

‘Twins & Cold’

Louis mi prese in braccio e mi portò in infermeria, non ci vedevo bene la mia vista era appannata come se ci fosse un fitta nebbia proprio davanti ai miei occhi.
Mi poggiarono delicatamente su un morbido lettino e proprio in quel momento riaffiorò nella mia testa il secondo in cui Malik mi aveva spinto in acqua.
Improvvisamente cominciai a diventare rossa dalla rabbia e dischiusi le labbra mostrando i denti verso l’esterno. Louis se ne accorse, venne vicino al mio lettino e mi strinse la mano sussurrandomi parole rassicuranti all’orecchio destro. La sua azione sicuramente non mi aiutava a ritornare al mio colore naturale. Mi svegliai di soprassalto e cominciai a scrutare attentamente la stanza; era completamente bianca con una grande finestra alla destra da cui entrava una grande quantità di luce.
 
“Summer ti sei svegliata… sei caduta in…”
 
Lou si avvicinò al bordo del letto inchiodando il suo sguardo contro il mio, i suoi occhi brillavano di sicurezza e le sue labbra leggermente aperte trasparivano vaga sorpresa e curiosità. Alzai frettolosamente le coperte.
 
“Si lo so ma non sono caduta da sola”
 
 Sbraitai giocando con i numerosi anelli che avevo nelle mani.
 
“E chi è caduto con te, scusa?” mi domandò non capendo a pieno.
 
“Non hai capito”
 
Mi avvicinai all’estremità del letto e incrociai le gambe, alzai un dito contro il cielo e continuai:
 
“Secondo te come ho fatto a cadere?”
 
“Ti sei semplicemente sbilanciata” mi rispose facendomi un dolce sorriso.
 
“Oh e secondo te Summer Laury Westmore cade dalla canoa?”
 
Non gli diedi tempo di rispondere al mio quesito “Malik mi ha spinto in acqua!”
 
“Ma che dici?”
 
Cercò di convincermi ma io ero troppo sicura di quello che affermavo.
 
“No che non sto sbagliando, mi stava per uccidere”
 
Rimembrai il momento in cui mi spinse rovinosamente in acqua, in poche frazioni di secondi la mia pelle era entrata in contatto con qualcosa che poteva essermi fatale. Detestai pensarlo ma questa volta Malik aveva avuto un’idea efficace per vendicarsi e io lo avevo preso sotto gamba commettendo così il più sciocco degli errori.
 
“E perché dovrebbe ucciderti?”
 
Risi a quella domanda. Si, perché l’ingenuità di Louis mi faceva ridere e non poco.
 
“Lou ma ti è entrata l’acqua salata nel cervello. Ieri sera gli ho rovinato i capelli” affermai picchiettando il mio indice sulla sua testa.
 
“Sum sono tue fantasie…”
 
Esclamò con tono altalenante Louis.
 
“Oh certo sono tutte mie fantasie perché io sono pazza. Lou te lo dico io” alzai la voce “quello mi ha spinto in acqua e sapeva che non so nuotare bene”
 
“Anche se fosse vero… Chi gliel’ha detto che tu non sai nuotare?”
 
“Non lo so…io non l’ho detto a nessuno”
 
“Sicura?” si avvicinò a me e mi strinse le mani dolcemente “Sum hai bevuto un sacco di acqua salata, hai immaginato tutto”
 
Mi baciò la fronte ma io gli afferrai il polso e lo riportai vicino a me. Eravamo molto vicini, i nostri nasi si sfioravano, sentivo il suo respiro caldo sulle mie labbra, che a causa della caduta in acqua risultavano leggermente screpolate e più rosee del solito. Gli fissai le labbra per qualche istante.
Si stava avvicinando lentamente al mio viso quasi per baciarmi. Le nostre labbra si stavano per sfiorare quando mi ricordai della scommessa che aveva fatto il giorno prima nei dormitori femminili con Harry Styles, studente del terzo anno. Sorrisi ampiamente e lui ovviamente non capì il motivo del mio gesto.
 
“Lux” sussurrai vicino al suo volto.
 
“Cosa hai detto?” domandò Louis sempre a bassa voce
 
“Lux… ma certo Lux” urlai e mi allontanai da lui.
 
“Cosa ha fatto Lux?”
 
“Ho detto solo a lei che non so nuotare”
 
“E?” chiese Lou.
 
“ E…L’avrà sicuramente detto a Malik”
 
“Oh ma io l’ammazzo, io la ammazzo. Prima ammazzo lei e dopo ammazzo Malik. Farò un bel assassinio di massa” urlai allargando le braccia “ Oh ma io l’ammazzo, l’ammazzo ha spifferato tutto. Io l’ammazzo”
 
Mi sbattei una mano in fronte cominciando a camminare nervosamente per tutta la stanza.
 
“Calmati Sum” mi prese le mani e incrociai i suoi splendidi occhi azzurri.
 
“Oh si Lou mi sono calmata ma mi vendicherò e questa volta non sarà una sciocchezza questa volta lo farò vergognare davanti tutta la scuola!”
 
Dopo quell’ accesa discussione con Louis mi ordinò di dormire e calmarmi per almeno un periodo di due orette ma in quel momento la mia testa divagava sempre sullo stesso momento della giornata: Malik che mi spinge in acqua. Quel  tardo pomeriggio potevo fare tutto tranne che assopirmi nel letto dell’ infermeria così mi alzai velocemente dal comodo materasso, mi infilai la maglietta visto che ero solo in costume e pantaloncini e non mi sembrava il caso di andare in giro così poco vestita.
Camminai in punta di piedi fino alla porta, la aprì ma sbattei contro qualcuno, era un donna bassa e cicciottella con gli occhi molto scuri ma sinceri. Dall’abito bianco che indossava doveva essere l’infermiera. Ecco mi hanno sgamato subito.
 
“ Tu che ci fai qui?”
 
Mi domandò tendendo una mano verso la maniglia e appoggiarsi, sembrava affaticata forse aveva lavorato troppo. Distolsi la mia mente dall’infermiera e cominciai a pensare a una scusa plausibile per non farmi rispedire in infermeria.
 
“Salve. Dentro ci sta la mia migliore amica che è caduta in acqua. Che sbadata che è, se la mattina non le ricordassi di mettersi le mutande lei non lo farebbe”
 
Per tutto il tempo che avevo parlato mi aveva lanciato solo sguardi diffidenti e aveva cominciato a sbattere il piede destro per terra con fare intimidatorio.
 
“Come si chiama la ragazza?”
 
Mi domandò, la mia bocca produsse un impercettibile sbuffo di difficoltà verso quella domanda ma fortunatamente l’infermiera non se ne accorse. Non le avrei sicuramente detto il mio nome, neanche quello di una delle galline della scuola così pensai a quella della mia amica più stupida e innocente là dentro.
 
“Si chiama Lux Gillies ed è del terzo anno”
 
Risposi per poi far comparire sul mio viso un sorriso da un orecchio all’altro.
 
“Si va bene, è rimasta dentro la tua amica vero?”
 
Mi chiese nuovamente, sapevo per certo che appena superata la soglia della porta dell’infermeria sarei dovuto scappare via.
 
“Oh certo, quella caduta l’ha stremata non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto”
 
Mentii nuovamente. La sua espressione era mutata incredibilmente, sembrava credere alla bugia che le avevo rifilato, mi scansai e la feci passare per poi scappare nella direzione del corridoio. Ce l’avevo fatta. Buahahah sono un genio del male.
Salii le scale per raggiungere la mia stanza, la quale si trovava nel dormitorio maschile e arrivata davanti la porta poggiai la mano sinistra sulla maniglia di ottone quando una mano calda si posò sulla mia spalla coperta da una magliettina arancione.
 
“Ciao Summer. Da quanto tempo… Tu te la ricordi  Oliver?”
 
“Certo James”
 
Mi girai lentamente e scorsi praticamente davanti a me due ragazzi identici, sicuramenti gemelli. Avevano i capelli di un rosso acceso appariscente, quasi come i miei e i loro occhi molto simili creavano una certa confusione nella mia testa.
 
“Ehi ti senti bene? A me  non sembra, tu che ne dici James?”
 
Disse il ragazzo alla mia destra, incrociai i suoi occhi con i miei e lui subito mi rivolse uno sorriso rassicurante. Mi portai le mani agli occhi e con prepotenza li stropicciai, incerta se stessi sognando ancora sul lettino dell’infermeria di SeeSun Bay. I suoi occhi erano grandi e castani e trapelavano gioia e furbizia.
 
“Secondo me sta per svenire, Oliver!”
 
Rispose il ragazzo alla mia sinistra, portai il mio sguardo inquisitorio su di lui. Anche lui aveva gli stessi capelli rosso carota del ragazzo accanto ma a differenza del suo amico nei sui occhi si potevano scorgere delle pagliuzze verdi intorno alla pupilla. Anche loro trasmettevano gioia di vivere e furbizia ma soprattutto sincerità…che difficilmente riuscivo a trovare tra gli occhi della gente.
Stropicciai nuovamente gli occhi con più prepotenza di prima e mi passai la mano sulla fronte corrucciata che scottava terribilmente. Stavo velocemente diventando una pazza? La vicinanza con queste persone così dementi mi stava fondendo il cervello? Una parte del mio intelletto stava andando in cancrena?
Sentii le gambe diventare molli e la vista più appannata finche non chiusi gli occhi.
 
*Due ore dopo*
 
“Summer…Summer…mi senti?”
 
Il mio sonno fu disturbato da una voce maschile che sembrava provenire da lontano, aprii con fatica gli occhi ma la mia stanchezza li fece richiudere subito.
 
“Ha aperto gli occhi James. Pensi che prima l’abbiamo spaventata?”
 
Aprii un’altra volta gli occhi lottando contro le mie palpebre che sembravano non voler rimanere alzate. Portai il dorso della mano sinistra sulla fronte e respirai a pieni polmoni il profumo di quello che certamente non era della mia stanza. Sicuramente non era quello di Lux semplicemente perché il suo mi dava la nausea per quanto fosse stucchevole… invece quello nella camera era un profumo più virile e penetrante.
 
“ Certo. Vedere un figo come il sottoscritto a dieci centimetri di distanza deve averla scossa parecchio”
 
“Ah ti prego sta zitto. Te l’avevo detto che era meglio riportarla in infermeria. Guarda si sta svegliando…”
 
Annunciò l’altro. Mi alzai a sedere sul morbido letto e mi stropicciai con forza gli occhi. Guardai intorno a me, ero in una camera dell’hotel di SeeSun Bay, c’erano due letti posti ai lati delle stanze e due grandi armadi che faticavano a chiudersi forse per i troppi vestiti dentro. Il mio sguardo fece capolinea su due ragazzi uguali.
 
“E voi chi cazzo siete?”
 
Domandai, scorbutica, massaggiandomi ripetutamente la testa con entrambe le mani. Loro si lanciarono uno cortissimo sguardo d’intesa, mi sorrisero ampiamente e  si sedettero sul letto ognuno a un lato affianco a me.
 
“Noi siamo i tuoi salvatori”
 
Mi risposero in sincronia, li guardai entrambi negli occhi e loro mi sorrisero in modo rassicurante. Scrollai le spalle e loro poggiarono le mani sulle mie scapole.
 
“Benissimo. Ma chi cazzo siete?”
 
Chiesi in tono schietto alzandomi dal letto e cominciando a girare per il perimetro della stanza con le mani incrociato dietro la schiena.
 
“Come? Non ti ricordi di noi?”
 
“Francamente non mi ricordo l’incontro di due coglioni uguali”
 
Scoppiarono a ridere tenendosi malamente l’addome. Alzai un sopracciglio scetticamente e uno di loro fra una risata e l’altra mi disse:
 
“Sei sempre la stessa CaraSum. Sei uguale a quando eri piccola”
 
Piccola? Ma chi l’ha mai visti questi, io non li conosco. Intanto quei due continuavano a ridere tanto svogliatamente che pensavo che da un momento all’altro crollassero i muri.
 
“Perché io vi conosco?”
 
“Certo. Da piccoli giocavamo insieme sul set di Harry Potter, non te lo ricordi?”
 
Scrutai attentamente i loro due volti, ricavandone con scrupolo tutti i lineamenti in cerca di rivangare il mio passato e capire a chi cavolo appartenessero quelle facce. Ad un tratto, il mio campo visivo diventò tutto bianco e spalancai gli occhi. Loro due erano i gemelli Phelps: tutta la mia infanzia passò davanti ai miei occhi cristallini in frazioni di secondo.
 
*Flashback*
Point Of Vew: Summer Laury Westmore (12 anni prima)

 
Wingardium Leviosa… Accio scopa…Alohomora
 
Giravo sul set di Harry Potter e la Camera dei Segreti in cerca di un oggetto che potesse intrattenermi almeno per un’ oretta e distrarmi da quelle parole senza senso che gli attori si divertivano tanto ad urlare. Trovai per terra un bastoncino e mi diressi verso uno dei tanti camerini, mi postai davanti allo specchio e ,fiera, cominciai a sventolare il bastone proprio come una bacchetta ripetendo ad alta voce i pochi incantesimi che avevo capito.
 
“Alohomora…Expelliarmus…Crucio…Riddikulus”
 
Continuai a sventolare la bacchetta fin quando non mi stufai. Lanciai il pezzo di legno in un angolo dimenticabile del camerino e uscii dalla stanza. Mi diressi verso la sala dove stavano girando e dalla porta intravidi una telecamera, mi avvicinai e gli feci la linguaccia.
 
“STOP.STOP!!!!! Helena puoi tenere a bada tua figlia?! E’ già la quinta volta questa settimana che intralcia le riprese!”
 
Urlò esasperato il regista lanciandomi un’occhiata pesante e in tralice. Scese dalla sua sedia e si diresse verso me, mi prese per il colletto della maglietta arancione e mi spostò di due o tre passi, la distanza giusta per farmi sparire definitivamente dall’obbiettivo. Gli attori dietro di me risero e io con le braccia incrociate sullo stomaco e con la testa bassa me ne andai in un'altra stanza. Finiva sempre così!! E soprattutto non capivo perché mamma doveva stare là se nel film neanche recitava. Il regista diceva per farla abituare all’atmosfera ma a me quell’atmosfera mi facevo solo che vomitare e annoiare a morte. Camminai, camminai, camminai fin quando non mi scontrai con qualcuno e caddi a terra. Alzai velocemente la testa e vidi davanti ai miei occhi due paia di iridi castani che sprizzavano allegria contornate da un viso di lineamenti delicati e da capelli rosso acceso.
 
“Ciao tu devi essere Summer. Noi siamo Oliver e James”
 
Mi tesero entrambi la mano per alzarmi ma la rifiutai e mi alzai da sola. Ho 4 anni non 82. Non mi presentai e dopo essermi data delle pacche sul sedere gli domandai spacciatamente:
 
“Ehi volete giocare con me a nascondino?”
 
Ci mettemmo d’accordo e per mia scelta la prima a cecarsi fui io. Mi piaceva contare perché immaginavo il gioco come un’allettante caccia, caccia in cui vincevo sempre.
 
“98…98…100…Chi c’è non c’è…Batti sasso a chi sta qua intorno”
 
Scoprii finalmente i miei occhi, i quali strizzai un po’ per colpa della luce. Mi aggirai nella stanza per diversi minuti tenendo sempre sott’occhio la tana che era rappresentata da un albero di cartone. Dietro una vecchia telecamera scorsi Oliver così senza neanche pensarci sfrecciai verso la tana.
 
“Batti sasso per Oliver dietro la telecamera!”
 
Dalla telecamera uscì Oliver con entrambe le mani alzate in segno di resa, si avvicinò alla tana e poggiò il palmo destro sul tronco.
 
“Tana per me!”
 
“Ma io ti ho tanato prima”
 
“Io non sono Oliver sono James”
 
“Non è vero”
 
“Si che è vero”
 
“No che non è vero”
 
Controbbattei ad ogni sua risposta e senza che me ne accorgessi da dietro un cespuglio finto spuntò un gemello che corse verso la tana.
 
“Tana per me”
 
I due, entrambi salvi, si diedero un sonoro cinque e fecero uno strambo balletto. Io martoriata dalla gelosia me ne stavo lì a guardarli con le braccia conserte e gli occhi socchiusi come volerli incenerire con lo sguardo.
 
“Avete barato, imbroglioni”
 
“Non è colpa nostra se non sai neanche distinguere me da lui”
 
Disse James indicando prima sé stesso e dopo suo fratello. Rabbrividii dalla rabbia e diedi ad ognuno un calcio sullo stinco. Gemettero portando le mani sul punto dolente e zompettando qua e là per la stanza.
 
“ Oliver ha un neo sulla parte destra del collo. L’ho notato prima, cretini!”
 
Smisero all’improvviso di zompettare e ridere allo stesso tempo e  mi lanciarono uno sguardo interrogativo.
 
“Quanti anni hai scusa?”
 
“4 e mezzo”
 
“Sei furba per una ragazzina di 4 anni”
 
“Lo so e voi non azzardatevi a prendermi in giro che vi faccio male!”
 
*Fine Flashback*
 
“Voi siete i gemelli Phelps!!”
 
Esclamai con convinzione allargando le braccia in segno di vittoria.
 
“Al vostro servizio!”
 
Mi risposero in sincronia facendo un mezzo inchino.
 
“Però il vizio di parlare insieme non l’avete perso, vedo”
 
Annunciai scettica.
 
Facile cambiare il mondo ma difficile cambiare i Phelps
 
Mi risposero abbracciandosi. Quella frase mi colpì più del dovuto. Loro non cambiavano mai, loro rimanevano sempre gli stessi, loro andavano contro ogni persona dicesse che insieme combinavano solo guai, loro erano fieri di quel che erano. Sorrisi innegabilmente alla loro frase. Senza neanche salutarli o altro spalancai la porta e andai nella stanza accanto, la mia. Tirai fuori la tasca le chiavi argentate e aprì la porta di legno. Trovai Lux con una rivista in mano. Good Girl, si chiamava. Con rabbia gliela strappai dalle mani e la scaraventai a terra, notai che pagina stesse sfogliando e nella parte inferiore di esso vi era scritto : Come superare i problemi? Come inventare scuse?Tutti i segreti per diventare ottime bugiarde! Risi alla vista di quel titolo, voltai lo sguardo su di lei. Era visibilmente preoccupata, i suoi occhi trasmettevano incertezza e soprattutto paura.
 
“Hai detto a Malik che non sapevo nuotare…”
 
Stette zitta.
 
“E dopo lui mi ha buttato in acqua…”
 
Rimase ancora una volta in silenzio.
 
“Secondo te ora cosa dovrei farti, eh?”
 
Passarono alcuni secondi di attesa e con piacere dai suoi occhi potevo vedere insicurezza e disagio.
 
“Senti io ci voglio metter una pietra sopra perché sono fin troppo buona ma la prossima volta ti uccido ok?”
 
Dissi afferrandola per l’orecchio destro e tirandolo verso l’alto, dei gemiti uscirono  dalla sua bocca dischiusa. Appena lasciai la presa sul suo orecchio lei se lo massaggiò con la mano e mi guardò con uno sguardo preoccupato ma non arrabbiato.
 
“Senti visto che hai fatto tutto questo casino insieme a quel coglione di Malik vai un attimo fuori sul balcone?”
 
Mi sorrise, felice della mia scelta di metterci una pietra sopra e con eleganza si avviò verso la porta- finestra che portava sul nostro balcone. Sulla soglia però si fermò e mi domandò:
 
“Perché devo uscire?”
 
“I gemelli Phelps, quelli accanto a noi, mi avevano chiesto di controllare se i loro costumi per domani erano asciutti”
 
Sorrisi ampiamente sperando che la mia bugia reggesse. Lei mi sorrise ed uscì, si aggirò per il balcone con le sopracciglia aggrottate in cerca dei costumi.
 
“Sum dove sono i costumi? Io non li trovo”
 
Mi avvicinai alla porta e con un colpo secco la chiusi, presi le chiavi che giacevano sul comodino da parecchi giorni e le infilai nella serratura. Lux si accorse di quello che avevo fatto solo in un secondo momento e quando si girò attendendo una risposta notò con malinconia che l’avevo chiusa sul balcone.
 
“Buonanotte e Sogni d’Oro cara Lux!”
 
Si avvicinò alla porta e con poca forza batté sul vetro in cerca di un  mio piccolo ripensamento.
 
“Ti prego non lasciarmi a dormire qui fuori!”
 
Mi infilai sotto le coperte e poggiai la testa sul morbidissimo cuscino.
 
“Ti prego fa anche freddo, dammi almeno una coperta!”
 
Le sue lamentele erano musica per le mie orecchie. In un certo senso mi faceva sentire bene la situazione che stavo vivendo, mi sentivo la migliore e lo sconfitto era addirittura arrivato alle suppliche per convincere il vincente. Ma aspetta??? Cosa mi aveva chiesto? Una coperta? Nessun problema. Mi alzai dal letto e con un sorriso di sfida sul volto raccolsi la sua rivista da terra, aprii la porta finestra e gliela lanciai a dosso.
 
“Contenta adesso? Finiscila senno vengo là e ti butto giù dal balcone!”



Ciaooo
Scusate per l'incredibile ritardo ma il pc mi aveva momentaneamente abbandonato!
Summer è stata appena ripescata dal mare da ...(lo scoprirete in seguito) e dice subito a Louis cosa pensa dell'accaduto.
I due si stavano per baciare. Olèèèè!!!!
Uscita dall'infermeria dicendo all'infermiera che quella che è caduta in mare è Lux Gillies incontra i gemelli Phelps anche meglio conosciuti da tutto il mondo come I GEMELLI WEASLEY!!
Summer chiude sul balcone Lux perchè scopre che ha detto a Zayn che non sapeva nuotare.
Il prossimo capitolo lo posterò fra il 5-6 giugno!

 



Oliver e James Phelps nella realtà.




Da piccoli sul set e nel Flashback di Summer Westmore

 

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Capitolo 9
*** Wrath ***


8.Capitolo

‘Wrath'

Il cinguettio degli uccellini e lo sbattersi delle onde sul bagnasciuga mi svegliò dolcemente quella mattina. Scostai le coperte dal mio corpo e tesi le braccia verso l’alto per stiracchiarmi, sbadigliai rumorosamente e con la mia tipica voce che ho di prima mattina dissi:
 
“Ma buongiorno a tutti quanti. Che dormita! Dormito bene Lux?”
 
Chiesi in tono retorico a Lux Gillies che ero certa che mi stesse ascoltando in un angolo del balcone raggomitolata su sé stessa con delle grandi borse sotto gli occhi e i capelli arruffati. Non mi rispose. Strano. Mi alzai dal letto con un sopracciglio sollevato, andai davanti al balcone e aprii la porta-finestra. Con orrore mi accorsi che sul balcone lux NON C’ERA. Continuai a girare per il perimetro della stanza con le mani incrociate dietro l’addome, mi sporsi lungo la ringhiera bianca che mi separava dal mare. Questa notte c’è stata l’alta marea. Merda! E se in preda al panico si è buttata di sotto e l’alta marea l’ha scaraventata sugli scogli? Senza neanche cambiarmi uscii dalla mia camera scesi impetuosamente le scale e, scalza, spalancai le due porte della mensa. La mensa non era come quella della scuola anzi era molto più carina ed accogliente perché era sotto una veranda. Vi erano tanti piccoli tavoli di legno di massimo 6 persone con accanto delle piccole sedie rivestite di tessuto bianco. Era quasi vuota quella mattina così mi alzai sul tavolo dove di solito veniva esposto il cibo.
 
“Qualcuno ha visto Lux Gillies?” Nessuno mi rispose “occhi azzurri…capelli biondi…alta così”
 
Urlai sollevando la mano destra dal mio bacino e alzarla all’altezza di 1.30 cm.  In una angolo remoto della mensa scorsi un ciuffo e un cespuglio. Ciuffo e cespuglio? Guai in vista.
 
“ ‘Giorno Summer. Sai in camera mia esiste un oggetto che si chiama spazzola. Magari dovresti usarla anche tu”
 
Una voce roca lacerò il ticchettio delle forchette sui piatti colmi di cibo, subito seguita da una risata generale. Styles. Una parola un programma. Come faceva certa gente ad essere così cogliona in certe situazioni. Forse Lux si è buttata dal balcone e lui ride? Mi avvicinai minacciosamente a lui.
 
“Senti Styles fai poco il coglione che è una cosa seria!”
 
Gli urlai dandogli uno scappellotto sull’incavo del collo. Portai entrambi le mani sul mio pallido volto e le strusciai ripetutamente sopra.
 
 
“Mmh…Così acida di prima mattina. Non è un buon segno, ti servirebbe una bella sco-”
 
Non riuscì a finire la frase perché gli sferrai un calcio sullo stinco sinistro che gli fece portare le mani sul punto in cui lo avevo colpito. Comunque avevo già un mezza idea di quello che stava per dire.
 
“Allora l’avete vista?”
 
Un ragazzo accanto a Styles si alzò in piedi con fare teatrale e io scoppiai di felicità dentro di me, sembrava sapere la risposta alla mia domanda. LA soluzione dei miei problemi sarebbe di lì a poco uscita dalla bocca del ragazzo e io sarei ritornata felice e spensierata solo fra qualche secondo. Attimo,attimo.attimo,attimo. Io sono spensierata e felice sto solo cercando quella bionda mongoflettica perché sennò finirei nei casini, sia chiaro…
 
“Sta nella mia camera da letto. Se vuoi ti accompagno!”
 
Lo guardai con sguardo annoiato e con la testa leggermente piegata verso destra. I 6 ragazzi a quel tavolo cominciarono tutti a ridere svogliatamente tranne uno: Malik. Lui sembrava essere il ragazzo che avesse apprezzato meno quella sorta di battuta anzi guardava l’alunno del terzo anno con sguardo pesante.
 
“Buongiorno Summer”
 
MI girai sorridente al suono di quella voce così chiara e cristallina. Niall Horan studente innegabilmente biondo tinto con un paio di zaffiri al posto degli occhi, seguito dal suo caro amico Liam, solcò la soglia della porta della mensa. Corsi da lui.
 
“Niall…non trovo Lux…in camera non ci sta”
 
Il suo sorriso scomparve improvvisamente dal suo candido volto. OPS!. Liam dietro di lui strizzò prepotentemente gli occhi per poi rimanere con la bocca leggermente socchiusa dallo stupore, Niall serrò la mascella e chiuse le mani in pugni. Doppio Ops…
 
“Che cosa?!”
 
Sussurrò appena Liam costringendomi ad avvicinarmi ulteriormente a loro. Feci qualche passo in avanti ed incrociai lo sguardo di Niall.
 
“Bè detta così è bruttino quindi… Lux si è casualmente persa e adesso non la trovo”
 
Esclamai. Feci un sorriso da ebete a 32 denti e mandai mentalmente a fanculo Niall che mi stava mettendo così tanta pressione addosso. I suoi occhi trasmettevano soltanto paura e depressione per non ritrovarla .
 
“Forse Westmore volevi dire… Ho chiuso Lux sul balcone con 5 gradi fuori solo col costume”
 
Girai molto lentamente la testa per poi trovarmi a pochi centimetri di distanza Malik sorridermi  in tono provocante. Lo scrutai con tutto il disprezzo di questo mondo e dopo aver serrato la mascella gli scambiai un ultimo sguardo assassino.  Mi voltai verso Niall che non era arrabbiato era furioso.
 
“Sta nella camera dei Phelps”
 
Mi girai nuovamente verso quella voce bassa e roca di Styles. Aveva detto quella frase come se non gli importasse tanto, con tono incurante. Niall mi afferrò per il polso e senza farmi alcun male mi fece salire le scale e giunto davanti la porta dei Phelps non esitò e senza bussare aprì la porta. I gemelli Phelps che stavano tranquillamente sentendo musica e leggendo libri fecero un balzo per lo spavento.
 
“Si bussa prima di entare,Horan”
 
Esclamò James. Niallc on scatto felino prese Oliver per il colletto e lo batté al muro. Il libro che Oliver stava leggendo cadde a terra facendo uscire fuori dalle candide pagine dei disegni.
 
“Dov’è Lux?”
 
Urlò Niall con tono pesante guardando Oliver con occhi infuocati di rabbia.
 
“Calmati Horan. Che cazzo è successo?”
 
Domandò Oliver non capendo perché Niall fosse così scontroso ed arrabbiato con lui. Prese i polsi di Niall e cercò di spostarli dal colletto della sua maglietta azzurra ma invano.
 
“Dov’è Lux? Cristo cosa le avete fatto?”
 
“Horan, lascia mio fratello”
 
Si intromise James scansandomi dal suo cammino e avvicinandosi a Niall. Gli mise una mano sulla spalla e Niall, calmatosi, mollò la salda presa su Oliver. Abbassò il capo e solo in quel momento intravidi una scintilla cadere dai suoi zaffiri e attraversare lentamente l’arrossata guancia destra. Schifosamente stucchevole. Si calmò e sussurrò uno scusa.
 
“Non troviamo Lux”
 
Disse sussurrando. Le sue guance pallide all’improvviso si imporporarono colorandole di un vivace rosso. Ridacchiai alla vista di Niall con la testa bassa le mani incrociate dietro la schiena e le guance rosse. I Phelps ridacchiavano anche loro ma sembravano avere più rispetto nei confronti di Niall rispetto a me. Forse loro comprendevano il suo umore, forse loro capivano come si sentisse Niall.
 
“SHHH. Non urlare più Horan che Lux sta dormendo!”
 
Gli occhi di Niall ricominciarono a brillare e sul suo volto si distese un sorriso da un orecchio ad un altro. Sbuffai e misi entrambi le mani nelle tasche anteriori.
 
“Te l’avevo detto che non c’era da preoccuparsi!”
 
“Tu in silenzio. Che dopo facciamo i conti io e te”
 
Mi guardò in tralice ed io sfilai le mani dalle tasche e le alzai sopra la testa in segno di resa.
 
“Sta dormendo nel letto James”
 
Ci annunciò Oliver. Io e Niall non ci eravamo accorti che nel letto di Oliver ci fosse una testa bionda. Niall si avvicinò cautamente al letto alla sua destra e con estrema lentezza prese ad accarezzare i biondi capelli di Lux che grazie al sole risplendevano sembrando quasi sottili fili d’oro. Sorrise e Lux si girò verso il nostro lato permettendoci di vedere il suo volto completamente in balia del sonno. La bionda sbadigliò rumorosamente e si stiracchiò un po’, si stropicciò gli occhi e ci sorrise.
 
“Come mai tutta questa gente qui?”
 
Rispose ancora assonnata grattandosi la testa ripetutamente. Ovviamente non poteva sapere che la stavamo cercando da due ore. Niall si avvicinò a lei e la abbracciò,  Lux rimase in un primo momento rimase fredda in quell’abbraccio ma poi fece sprofondare il suo volto nell’incavo del collo di Niall.
 
“Ti stavamo cercando!”
 
Rispose dolcemente il biondo tinto mostrando un sorriso all’ancora assonnata Lux. I loro occhi cominciarono ad illuminarsi sempre di più. Gli occhi dei due erano dello stesso colore ma molto differenti fra loro.  Le iridi di Lux trasmettevano calma, quiete e gentilezza mentre quelle di Niall protezione, simpatia e amore. Si gli occhi di tutte e due erano gli occhi di un innamorato, non ero stata mai innamorata in vita mia ma era sicuro che fra i due ci fosse questo forte sentimento.
 
“Ok ora che abbiamo ritrovato la povera Lessie me ne torno in camera mia”
 
Dissi sbuffando e dirigendomi verso la porta. Ad un tratto Niall mi afferrò per l’avambraccio e dopo dei secondi decise di uscire insieme a me per poi portarmi in camera mia e di Lux, rimasta nella camera dei Phelps per dirgli grazie della dormita .Mi sdraiai sul mio letto non rifatto e chiusi gli occhi, Niall guardava le violente onde schiantarsi sugli scogli dalla finestra.  Quel rumore mi rilassava ma l’unica cosa che detestavo era proprio la presenza di Niall.
 
“L’hai chiusa fuori!”
 
“…”
 
“Poteva morire di freddo… lo sai!”
 
Sbadigliai per il suo discorso noioso  e afferrai il gameboy accanto a me e cominciai a giocare a Pokemòn.
“So che ieri è stato difficile per te. So che ieri sei caduta in acqua”
 
“…”
 
Cosa scelgo fra questi tre? Charmender come starter è sempre il migliore anche perché gli altri due gli sparerei in faccia. Insomma uno è una stupida tartaruga con la coda e l’altro è un animale ancora non identificato con un bulbo sulle spalle.
 
“Ma mi stai ascoltando?”
 
“Merda… Possibile che in questo cazzo di gioco non puoi fare tre passi che prendi un fottuto Ratata!”
 
Imprecai ad alta voce alludendo al videogioco tanto che Niall venne vicino al letto e me lo tolse dalle mani scaraventandolo in un angolo della camera da letto.
 
“Senti io sono un tipo calmo…”
 
Si sfregò violentemente le mani sul viso e si grattò più volte la nuca e i capelli. Oddio mio Niall è impazzito mi toccherà portarlo in manicomio, lo rinchiuderò nel cubo e io sarò felice e contenta per il resto della mia vita.
 
“Ma sei fai male a Lux un'altra volta non sarò più calmo!”



Ciaoooo
Eccomi qua!
Il capitolo è un tipico capitolo di passaggio ovvero un capitolo importante per la trama.
Dopo che Summer ha chiuso Lux sul balcone e la mattina successiva Sum non la trova più
chiede aiuto a Niall ed insieme la ritrovano nella camera dei gemelli Phelps.
Il prossimo capitolo è incentrato su Summer e Liam e ci sarà un problema, eh già. Poichè la povera Kassedy ha un problema respiratorio e i medicinali sono nelle VALIGIE.
Ora che è finita la scuola aggiornerò più spesso il rpossimo capitolo lo posterò il 12 giugno quindi vi dico da subitO:
BUONA ESTATE


 

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