Make you feel my love!

di mylittlebird
(/viewuser.php?uid=240733)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Avviso ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


 
Questa storia si svolge in una città universitaria. Non ho specificato quale apposta, però potete immaginare una città non molto grande, tranquilla, con un centro storico medievale e tantissimi studenti.
Avverto che la storia comincerà a prendere spessore - nei temi e nella psicologia dei personaggi - man mano che si va avanti, quindi datele qualche capitolo di temo per entrare nel suo vero spirito.
Buona lettura.
                                               

     
 

Al mio piccolo angelo,Chiara.
 
Lasciare a casa la mia famiglia dopo un lutto è stata una delle peggiori decisioni che abbia mai dovuto prendere. 
Certo è che come si suol dire la vita continua o i vivi con i vivi e i morti con i morti,ma non tutti sono cosi forti da adottare questi detti e lasciare tutto alle spalle come se niente fosse;il dolore continua,perpetua a solcare la tua anima senza ostacoli,ma lo accetti ,lo sopporti e col tempo lo superi. Dicono che il tempo lenisca la sofferenza,lasciamo scorrere allora.
Il rientro in quella che sta diventando la mia seconda casa è stato tortuoso,spinoso,ricco di lacrime rimaste intrappolate e stancante sia fisicamente che mentalmente.
Una volta arrivata volevo solo posare le valigie e andare subito a letto;cadere in uno di quei sonni senza incubi o sogni.
Lo spettacolo che mi ritrovai sotto casa però mi fece intuire che non avrei avuto strada semplice.
Della musica alta e del chiacchiericcio di gente arrivava dal mio appartamento e quando vi fui dentro mi ritrovai nel bel mezzo di una festa con tanto di persone ubriache,ludiche e lussuriose.
Quel farabutto del mio coinquilino aveva organizzato un party,giustamente avendo casa libera si sentiva onnipotente.
Non avevo proprio l'umore per affrontare quella serata nelle mie condizioni.
- Ehi,dolcezza hai smarrito la strada? - chiese un tizio alto con l'alito che puzzava di birra,molto probabilmente la stessa che teneva in mano e gli occhi che strabuzzavano dalle orbite.
- Tu hai smarrito il cervello,invece! - risposi dirigendomi verso camera,ma con tutte quelle persone era un'impresa titanica.
- Stronza! - rispose di rimando allontanandosi infastidito.
Aveva sbagliato serata il signorino,ma lasciai correre,il mio obiettivo era un altro.
Dopo vari strusciamenti tra la calcagna e diverse scivolate evitate riuscii finalmente ad arrivare davanti alla mia porta che era … chiusa?
Ma che diavolo? 
Tentai di aprirla diverse volte,forzando la maniglia,spinsi più che potevo e fortunatamente non era chiusa come pensavo ma il fatto che fosse ben serrata doveva farmi intuire ben altro.
Invece mi stupii lo stesso quando vi trovai due che stavano facendo sesso nel mio letto … stavano sporcando con il loro sudore e sperma il mio letto,porca miseria.
Allora in preda a non so ben che cosa,aspettai che lei raggiungesse l'orgasmo e sputai il veleno su loro.
- Bene avete 3 minuti per vestirvi e uscire dalla mia camera.
Gli colsi di sorpresa;la ragazza si coprì con il mio lenzuolo imprecando in tutte le lingue del mondo mentre il ragazzo mi guardò in cagnesco prima di parlare.
- Ragazzina,a meno che tu non ti voglia unire esci fuori da questa camera. Pensaci bene prima di rispondere altrimenti mi costringi a passare alle maniere forti.
- Forse non ci siamo capiti razza di idiota. Questa è la mia camera,hai appena fatto sesso nel mio letto e tu e quella lì uscirete senza che ve lo ripeta un' altra volta.
Nel frattempo posai la valigia vicino all'armadio,mi tolsi il cappotto e mi sedetti sulla scrivania in attesa che se ne andassero.
- Allora? Vi rimangono meno di due minuti,che volete fare? - domandai irritata al massimo e in segno di sfida. 
Non so cosa avrei fatto se non se ne fossero andati,mi sarei inventata qualcosa al momento ma ora dovevano scomparire dalla mia vista. Mi stavano disgustando.
- Sei una tosta! Ma lo sono di più io, sono più testardo di te stronza! - cosi dicendo si alzò in tutto il suo nudo splendore e fece per avvicinarsi.
E ora che diavolo m'inventavo. L'agitazione stava venendo a galla ma la mascherai abbastanza bene,lo guardavo dritta negli occhi. Come si suol dire:fare buon viso a cattivo gioco. 
- Brent,lascia stare,ti prego. - intervenne la ragazza interrompendo le sue azioni.
Almeno uno che ragionava tra i due c'era.
- Brent! - lo richiamò mentre cercava di recuperare i suoi vestiti.
Lui grugnì qualcosa di incomprensibile ma alla fine le diede ascolto.
- Puoi uscire cosi ci vestiamo? - chiese la ragazza subito dopo.
- Mi hai preso per un'ingenua forse? Mi giro: è il massimo che puoi ottenere quindi sbrigatevi.
Il ragazzo ghignò. Se pensavano di potermi ingannare con quei tranelli elementari si sbagliavano di grosso. Andai alla porta recuperando la chiave,giusto per essere sicuri,mentre loro si davano un contegno.
Non sentivo più sfrusci d'abiti cosi m'insospettii,meglio verificare prima però.
- Finito?
- Certo stronza! - sentii alle mie spalle. Mi voltai e mi ritrovai a meno di due centimetri lui;mi prese alla sprovvista,infatti feci qualche passo indietro.
- Dovresti rilassarti ragazzina,un po' di sesso non ti farebbe male. - ammiccò mentre quella che presumibilmente era la sua ragazza lo affiancò imbarazzata.
- Vai al diavolo! - dissi tra i denti mentre aprivo la porta facendogli segno di uscire.
Sbattei immediatamente la porta cercando un po' di tranquillità in quel trambusto infernale.
La prima cosa da fare era levare quelle lenzuola impregnante di sesso.
Scoppiai a piangere come una bambina:non so perché. Certo il mio precedente stato d'animo non aiutava.
Ero in un limbo emozionale senza riscontri. Arrabbiata, stizzita,nervosa e terribilmente triste.
Insomma era tanto chiedere di andare a letto e affogare tutte le emozioni nel mondo dei sogni,del nulla? Non mi sembra. Eppure a quanto pare dovevo aver fatto alterare qualche dio perché neanche due minuti dopo sentii la porta scricchiolare.
- che stai facendo?
Conoscevo quella voce graffiata ma lì per lì non l'associai al legittimo proprietario,cosi mi voltai come una furia parlando prima del dovuto.
- Ancora tu?
- Ehm è la prima volta che ti vedo stasera.
- Zayn,sei tu! - realizzai poi.
- Chi altro dovrebbe essere?
- Nessuno,storia lunga. - tagliai corto.
- Okay! Quindi che stai facendo? - incalzò avvicinandosi dopo aver socchiuso la porta.
- Sto cambiando le lenzuola! - indicai con fare ovvio.
- Lo vedo,ma perché?
- Perché ci ho trovato due che ci davano dentro.
Poche volte l'avevo sentito ridere di gusto,e il suono della sua risata era sempre qualcosa di sorprendente.
- Che ti ridi,aiutami invece! - gli chiesi mentre stavo litigando col copriletto.
Posò il bicchiere che teneva in mano sulla scrivania e m'aiuto a rifare il letto.
- Hai pianto? - chiese d'un tratto,senza nessun preavviso.
Quella semplice domanda mi destabilizzò perché poi ne sarebbe arrivata un'altra “perché?”a cui io non sapevo cosa rispondere cosi scelsi di mentire.
- No!
- Hai gli occhi lucidi! - mi fece notare.
- Ti credo: c'è una manta di fumo che sovrasta tutta la casa da poter far invidia alla nebbia naturale. - continuai cercando di risultare convincente.
- Aha!
E di nuovo mi sorprese:non domandò più niente,anzi aprì la finestra per cambiare l'aria e chiuse bene la porta,mentre io avevo appena terminato col letto e mi dirigevo a sistemare la valigia. Per dormire non potevo quindi dovevo occupare il tempo in qualche modo.
Si sedette al bordo di questo e continuava a scrutarmi.
- Che ti guardi?
- Perché sei partita cosi all'improvviso?
'E tu perché non ti fai gli affari tuoi?' avrei voluto chiedergli ma mi morsi la lingua e cercai una risposta verosimile. 
- Ho avuto problemi a casa.
Problemi era un eufemismo a quello che ho dovuto affrontare:un lutto.
- Niente di grave,spero!
Non risposi,anzi cominciai ad arrancare le cose sbattendole dentro all'armadio senza nessun ordine.
Si accorse del mio turbamento e con passo leggero si avvicinò e si posizionò di fronte bloccandomi le mani. 
- Niente di grave vero? - sembrava preoccupato.
Mi mancò la voce,le lacrime che minacciavano di uscire di nuovo. Dovevo assolutamente farmi forza. Alzai lo sguardo inchiodandolo al suo - che era cosi caldo,intenso – e mentii un'altra volta.
- No,niente.
Non ero una di quelle persone che amano raccontare di sé e delle sue sventure o problemi e lui ,tra l'altro, lo conoscevo cosi poco per confidargli una cosa del genere. Non avevo motivo di dirglielo. Non volevo che mi vedesse debole,volubile,una creta pronta a sfracellarsi al suolo al minimo tocco. Non volevo. Ero stata cosi brava fino ad ora.
- Bugiarda!
Mi sentivo una miserabile,ecco cos'ero:una miserabile.
- Lasciami per favore! - pronunciai con voce talmente incrinata e flebile che temevo non mi avesse sentita.
Invece aveva sentito eccome. Anzi aveva sentito e capito forse più del necessario,perché in men che non si dica mi ritrovai stretta tra le sue braccia.
Erano cosi calde e accoglienti che ci si poteva costruire una casa e accamparsi là per il resto della vita.
- E' tutto okay!  
No,non lo era e lui l'aveva intuito. Tre semplici parole,tre fottutissime parole che avevo vietato a tutti di dirmele mi fecero vacillare come non mai. Scoppiai in un pianto senza eguali:tutto il dolore accumulato,le lacrime non versate,i ricordi ammassati in un cassetto remoto invasero mente e corpo rendendomi fragile come argilla.
- Va tutto bene! - ripetè,poi sentii lieve sulla schiena,le sue dite risalivano lente la mia spina dorsale causandomi mille brividi.
- Scusa! - rinvenni cercando di allontanarmi da quel calore che mi faceva paura.
Io ero quella fredda,frigida,glaciale non ero abituata a tutto quel calore.
Avvolse il mio viso tra le mani e con i pollici asciugò le lacrime rimaste. Quanta dolcezza poteva avere quel ragazzo.
- Vieni,andiamo a sederci.
Annuii.
Mi misi sotto le coperte appoggiata allo schienale del letto con le ginocchia intrappolate tra le braccia e il petto. Ormai quasi tutte le mie difese erano crollate.
- Ti va di parlare? - chiese mettendosi vicino me. 
Silenzio.
- Guarda che non mangio.
Battuta stupida,banale e vecchia,quel che volete,ma funzionò.
- Oh,ti ho strappato un sorriso.
Ok! forse era la persona meno adatta e il momento sbagliato e il luogo. Forse.
Ma per una volta senza farmi mille pippe mentali vuotai il sacco.
- Claire ha vent'anni,bellissima,estroversa,intelligente. Ama la vita,ama quello che fa,ama la sua famiglia gli amici e quel cretino del suo ragazzo.
Rise per l'ultima affermazione,ma era stato in un silenzio sacrale fino a quel momento lasciandomi prendere tutto il tempo che mi serviva. 
- Vedo che ti sta simpatico! - disse ironico.
- E ora mi sta ancora più simpatico! - dissi abbattuta.
- Che ha fatto?
-Oh beh! Al coglione piace correre di notte con la macchina nonostante la strada sia dissestata e la visibilità ridotta.
- Peggio per lui.
- Purtroppo non è stato lui ad avere la peggio.
Lo vidi tendersi,girarsi verso di me con gli occhi smarriti e interrogatori,sorpresi e in qualche angolo remoto delle iridi vidi qualcosa di oscuro e doloroso.
- Ha … - iniziò ma non gli diedi il tempo di terminare.
- L'idiota ha perso il controllo dell'auto con lei all'interno. E mentre lui si è solo rotto una spalla con qualche graffio qua e là,lei … - mi si strozzarono le parole in gola - …lei …ehm …ecco mi piace pensare che sia in un posto dove può fare tutto quello che ha sempre voluto fare. - conclusi mentre delle lacrime  silenziose mi bagnavano il volto.
- Mi dispiace. 
Non ho mai saputo rispondere quando le persone ti dimostravano il loro dispiacere per un lutto. Che si dice in questi casi? Avevo sempre preferito il silenzio, quello valeva più di mille parole.
Fino a quel momento quando scoprii che esisteva un modo più efficace per consolare le persone: abbracciarle.
Mi ritrovai avvolta da due braccia calorose che stringevano talmente forte da togliere il respiro ma non mi dispiaceva. Di rimando mi appoggiai cosi forte al suo petto, cercando e trovando quel calore umano a lungo anelato.
Sentivo che potevo lasciarmi andare perché lui era lì e si trovava lì per me,per proteggermi e alleviare in parte il dolore che avevo al petto. Lui era lì che mi inebriava con il suo profumo speziato,mi smussava i sensi e l'io nascosto.
Lui era lì con me. Ed io stavo cosi maledettamente … bene.
Cosi senza parlare siamo stati per un tempo inqualificabile,e ancora senza parlare ci mettemmo sotto le coperte.
Quando provai a sciogliermi da suo abbraccio me lo impedì categoricamente.
- No,stai. Voglio poterti stringere a me. - disse attirandomi nuovamente al suo petto. Non me lo feci ripetere,ma lui non era costretto ad essere gentile con me e comportarsi cosi.
- Non sei obbligato! - tentai di divincolarlo da quella situazione tanto strana e sbagliata quanto piacevole.
- Voglio. -disse risoluto.
- Zayn,grazie.
- Per cosa?
- Per essere qui.
Gli ero grato per tante cose quella sera ma in particolare per il fatto che si stesse prendendo cura di me.
Come risposta ricevetti un bacio sulla nuca.
- Posso farti una domanda? - gli chiesi.
- Che cosa vuoi sapere?
- Ecco prima,quando ti ho raccontato che a quel coglione piace correre – e qui la mia voce divenne dura – tu sei scattato come se ti fossi ricordato di qualcosa.
Non volevo essere invadente,ero solo curiosa.
- E dimmi 'il coglione' ha un nome? - chiese divertito.
- Si,c'è l'ha. - mi fece segno di continuare,forse stava solo temporeggiando o forse non voleva rispondere,cosi non ci badai e continuai – Si chiama Anthony,ma tutti lo chiamano Tony.
- E tu 'coglione'. - enfatizzò l'ultima parola.
- Si, ma non davanti a lui. Sai, è poco educato.
- Mi sembra giusto. Che per caso mi hai dato un sopranome anche a me?
- A dir la verità,non ti conosco abbastanza per trovarti un nomignolo che ti calzi a pennello.
- Quindi è questione di tempo.
- Tutto dipenderà se dopo questa sera tu non scomparirai.
- Ti vuoi già liberare di me?
- Non volevo dire questo: intendevo che se ci saranno altre occasioni per conoscerci, molto probabilmente ti affibbierò un nomignolo che quasi sicuramente tu non saprai.
- Non è facile liberarsi di me.
- Buono a sapersi.
Rise.
- Ma il sopranome lo voglio sapere,specialmente se mi chiami coglione a mia insaputa.
- In quel caso non te lo direi neanche morta. E poi non mi sembri il tipo,certo questa è soltanto una sensazione e tutto è possibile quindi …
- … quindi devo tenermi pronto a ogni sorpresa.
- Esatto.
Passò qualche minuto,in un silenzio reverenziale.
- Perché non provi a dormire,sarai stanca dopo il viaggio.
Era ufficiale:non voleva rispondermi.
- Ah,certo. Come se potessi dormire con … - stavo per dire 'con te accanto al letto',ma fortunatamente mi morirono in gola le parole arrancai una risposta che d'altronde avevo sotto gli occhi,ed era plausibile – con tutto quel casino che c'è aldilà della porta.
- Hmm,hai ragione.
Ero risultata convincente,non so quanto ma il fatto che avessi il viso nascosto nel suo petto,era stata anche la mia salvezza. Essendo un libro aperto ,mi avrebbe sgamata subito.
- Beh,se non vuoi dormire … 
Sospesi il sospiro.
- Se non voglio dormire …
Fece una risatina.
- Cosa preferisci fare?
Non potei rispondere subito. L'unica volta che gli avevo fatto una domanda un po' più personale aveva sviato il discorso.
- Non saprei! - dissi infine.
- Informami quando avrai deciso.
Sentivo il suo fiato caldo sul collo e il naso che respirava il mio profumo.
E questo non mi aiutava di certo a pensare a qualche domanda che non risultasse stupida.
- Ho deciso – decretai – voglio sapere qualcosa di te,come ad esempio la cosa peggiore e migliore che ti sia mai capitata,che cosa odi,cosa ti piace, quante volte ti sei perso in questa città caotica il primo anno, e …
- Ehi! Io ho un senso dell'orientamento micidiale.
- Mi scusi Signor Polo. - lo presi in giro – insomma come sei fatto.
Avevo come la sensazione di aver preteso troppo perché si tese tutto e mi pentii subito di non aver detto che stavo morendo di sonno.
- Ma se non ti va,lascia stare! - cercai di rimediare – Poi non sono discorsi da fare a quest'ora.
- No,va bene.
Pur avendo acconsentito,non si decideva a parlare. Presi a fargli ghirigori sul petto mentre aspettavo cercando di nascondere il tormento alle mani che avevo cominciato.
-Eh … vediamo,odio le altezze - soffro di vertigini – mi piace disegnare,mi piace correre e …
- Davvero?
- Cosa?
- Insomma sei un po' artista e un po' sportivo ,le due cose non si sposano proprio bene. Non trovi?
- Ma non ti ho detto con cosa mi piace correre?
- giusto,sei troppo fashion per poter sudare!
- Ehi! - obiettò cominciando a farmi il solletico e in un attimo mi ritrovai catapultata sotto di lui che mi stava facendo morire dal ridere.
- Poi ti si rovinano i capelli,no? - lo stuzzicai. Ma me ne pentii subito,sentivo gli addominali che si contorcevano convulsamente provocandomi un po' di dolore.
- Zayn,ti prego smettila. Hahahahaha lasciami!hahhahaha farò la brava lo giuro! - lo supplicai e supplicai ma non sembrava di volerne sapere.
- Zayn!Se non la smetti,giuro che te la faccio pagare cara!
Non sapevo più che cosa inventarmi per farlo smettere:ero sicura che domani avrei avuti i crampi. Poi d'un tratto si fermò e mi guardò scuotendo la testa. 
Si avvicinò di più al mio viso;il suo respiro odorava di fumo e alcol,due cose mi mi davano infinitamente fastidio,ma non in quel esatto momento.
- E' risaputo che le minacce non portano da nessuna parte carina.
Detto ciò sentenziò la mia pena di morte per mano sua. Una morte piacevole,surreale. Chissà quante risate! Non è da tutti morire di solletico,almeno avrei potuto rivendicare il primato in questa macabra categoria,o quantomeno i miei famigliari se avessero colto il lato ironico della cosa.
Ma pensandoci poco dopo non avrebbero dovuto neanche lontanamente pensarci visto che il mio killer smise accasciandosi al mio fianco con un sorriso a trentadue denti.
Zayn mi pizzicò un fianco mentre io cercai di raccogliere tutte le forze in mio possesso per non ridere.
Gli diedi un pugno sulla spalla con le ultime forze rimaste.
- Mi piace,anzi mi piaceva la velocità. Mi faceva sentire libero,potente,insomma bastava solo avere una macchina con un buon motore per sfrecciare ad alta velocità,e a notte fonda la maggior parte delle strade sono libere. E il gioco è fatto.
Ero impietrita,immobile,in un silenzio reverenziale. 
- Quindi capisco perché a Tony piaccia correre. Non lo giustifico,ma lo capisco. Io ho fatto il suo stesso errore. Ma fortunatamente,nel mio caso, nessuno dei due ci ha rimesso la pelle.
Era questo che ha evitato di dirmi per tutta il tempo. Lui era come Tony.
- Sei un coglione,Malik.
Rise.
- Già.
Mi rannicchiai di nuovo al suo fianco poggiando la testa sul suo petto;potevo sentire il suo respiro calzante.
- Lo fai ancora? - la mia voce era diventata un debole sussurro.
- No,non più.
D'istinto lo strinsi più forte a me.
Non so ,ma solo l'idea di perderlo mi stringeva il cuore in una morsa letale.
Rise ricambiando l'abbraccio e posandomi un bacio sulla nuca.
Non c'era bisogno di ulteriori parole o domande o spiegazioni,c'era tempo per quello.
Senza volerlo, sbadigliai.
- Sarà meglio che provi a dormire adesso.
Annuii. Ma non volevo che mi abbandonasse,non volevo addormentarmi sola senza le sue braccia che mi avvolgevano,ci stavo troppo bene.
- Zayn?
- Si!
- Resti ancora un po' con me? - chiesi egoisticamente. Forse aveva altro da fare.
- Certo,tutto il tempo che vuoi. - bisbigliò teneramente.
Più stanca di quanto pensassi,esausta come non mai,dopo una lunga giornata e uno stress mentale ed emotivo,mi abbandonai al sonno tra le sue braccia calde.




Ciao ragazze :)
Questo è una cosetta che avevo in mente da molto ma solo da poco ho preso forza e lo messo nero su bianco.
Spero solo ne sia valsa la pena. 
Mi farebbe piacere se lasciaste una vostra opinione,giusto per farmi un'idea se continuare o meno.
Detto ciò vi do una abbraccio forte e alla prossima.
P.s. Cosa ne pensate del banner improvvisato? Devo modificarlo? :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***



Di che sostanza sei fatto tu,
che milioni d'ombre seguono?
Ciascuno non ha che un'unica ombra
e tu,unico,presti la tua ombra a tutti.
Sonetto 53, Shakespeare


Sonetto 53, Shakespeare
La mattina dopo,appena sveglia - credo che fosse quasi l'ora di pranzo - mi sentivo come intontita. Qualcosa, un episodio che chiedeva di essere ricordato,si faceva largo nella mia coscienza. Mi rigirai sul letto,sperando di riaddormentarmi ma non ci riuscii. Improvvisamente le mia mente fu inondata dalla consapevolezza della sera prima.
Il suo profumo,il suo calore,la sua dolcezza,il suo respiro che mi accarezzava il collo e la sua voce vellutata che mi confortava.
Era stato cosi premuroso. Per me, tutto ciò era nuovo. Nessuno,a parte la mia famiglia,si era preso cura o preoccupato per me.
Tastai le coperte in cerca del suo corpo caldo,a vuoto:se n'era andato. Comprensibile,mica potevo pretendere che si svegliasse con me anche la mattina dopo,già aveva fatto abbastanza. 
Mi alzai di colpo tanto da avere le vertigini. 
Mi risedetti di nuovo sul bordo del letto a recuperare quel che ne era rimasto del mio equilibrio,intanto i miei occhi divagavano per la stanza. E sorrisi nel notare i segni della sua presenza: c'era ancora il bicchiere di plastica rosso che aveva posato sopra la scrivania. Al che non potei che pensare che il resto della casa doveva essere in condizioni pietose.
Riacquistato l'equilibrio,mi diressi in bagno a farmi una lunga doccia. 
Non c'è niente di più rilassante dell'acqua calda che ti puntella la pelle per poi scivolare su essa accarezzandoti.
E' una sensazione impagabile.
E se poi ci si mette anche l'immaginazione a giocare 'brutti scherzi' non hai via di scampo. E se invece dell'acqua fossero le sue mani affusolate ad accarezzarti la pelle,a spostarti i capelli bagnati di lato e torturarti il collo con morbidi baci partendo balla base di questo, scendendo alla clavicola e con le dita scendere alla schiena,per poi attirarti alle spalle e farti sentire il suo desiderio. Mi colse una miriade di brividi tanto che mi ritrovai a supplicare che tutto ciò fosse vero.
Persa com'ero nella mia fantasia perversa,con i sensi immersi in quella sensazione paradisiaca non sentii né la porta del bagno aprirsi – che tra l'altro pensavo di aver chiuso a chiave – né quella del box ,per cui quando rinvenni da quell'appetibile situazione e mi ritrovai la faccia compiaciuta di quello sfacciato del mio coinquilino che mi osservava con occhi languidi e famelici mi scappò un urlo dalla paura oltre che dallo sdegno.
- HARRY! - urlai mentre con braccia e mani cercai di coprire le mie parti intime che ormai non erano sfuggite al suo sguardo.
- ESCI IMMEDIATAMENTE DI QUI! - ma fu come se non avessi parlato,perché il signorino ghignò divertito ed entrò nel box come se niente fosse.
Mi guardava dall'alto dritto negli occhi mentre intanto spegneva l'acqua.
Non osavo disperdere lo sguardo altrove dato che per quel poco che avevo visto era a petto nudo e avevo la sensazione che fosse completamente nudo e ciò mi metteva in imbarazzo,già lo era la situazione che lui stava incrementando.
Cominciava a fare caldo lì dentro e a mancarmi l'aria,ormai satura.
- Spero di essere io quello a cui stavi pensando cosi maliziosamente! - chiese attirandomi a sé.
Aveva colto nel segno al primo tentativo sbagliando soggetto.
Avvampai,e lui lo colse come una risposta affermativa.
Non volevo le sue attenzione,non in questo modo. Non sapevo fino a dove si sarebbe spinto,il mio cuore cominciò ad accelerare e la mente a viaggiare verso idee malsane,spaventose. La paura si stava impadronendo di me.
- No, Harry! Per favore esci! - dissi col magone che si stava facendo sentire in gola.
- Non voglio farti del male. Solo dimostrarti quanto mi sei mancata. - disse con voce roca ancora impastata dal sonno.
Che intendeva con ciò? Che diavolo aveva intenzione di fare?
Reclinò la testa a lato prima di abbassarsi più vicino al mio viso. Credo che nei miei occhi ci potesse leggere lo smarrimento,sbigottimento e il terrore per le sue azioni,ma ciò non lo fermò dal voler raggiungere il suo obiettivo.
A dispetto di quello che mi aspettavo posò delicatamente le sue labbra sulla mia guancia le quali si modellarono perfettamente mentre con un movimento repentino mi spinse contro le piastrelle fredde del muro,bloccandomi ogni possibilità di movimento. Sentii dei brividi percorrermi tutta la schiena dal freddo e una punta di dolore sulle spalle dovuta all'azione brusca,mentre delle roventi labbra lasciavano baci umidi sul collo. 
Solo qualche secondo più tardi realizzai che ci separava un sottile telo,da dove fosse uscito poi non so. Ringraziai il cielo,almeno qualche rotella gli era ancora rimasta. Lo speravo,perché era proprio su quella che avrei cercato di fare affidamento una volta che avesse finito con questa bravata. 
Non reagii,ogni mio muscolo era teso.
Avvertii la sua mano posarsi sulla mia nuca e attirarmi più a sé mentre con l'altra accarezzava lievemente la mia spina dorsale risvegliando quelle sensazioni che fino a qualche secondo fa nella mia immaginazione avevo riservato ad un altro ragazzo. Lui in pochi secondi aveva scoperto il mio punto debole,anzi i due punti deboli:il collo e la schiena.
Mi trovavo in un limbo emozionale;se da una parte volevo ucciderlo per essersi introdotto in bagno e aver agito in modo irruento,dall'altra non potevo negare che queste attenzioni stavano cominciando a piacermi.
Cominciò a depositare piccoli baci sulla bocca;era strano,quasi dolce.
In balia delle mie percezioni schiusi le labbra e la sua lingua si fece strada nella mia bocca ,il suo sapore m'invase completamente.
Da quanto non baciavo un ragazzo? Troppo,e Harry sapeva baciare veramente bene,anche se non l'avrei ammesso neanche in punto di morte.
Divenni anch'io partecipante attiva di quel bacio,tanto attiva che mi ritrovai ad attorcigliargli i capelli tra le dita,cosa da lui gradita a giudicare dal gemito emesso.
Con cervello mezzo sconnesso e mezzo connesso,dovetti farmi forza per trovare lucidità e porre fine al rave party organizzato dai miei ormoni,reso ancora più difficile con lui che mi massaggiava i fianchi scoperti. 
Gli mordicchiai il labbro inferiore e questo piccolo gesto mi diede il tempo di scostarmi da lui e riprendere fiato.
- Harry! - ansimai. 
– Harry,io … - e mi morse il lobo dell'orecchio.
- …tu … - scese al collo baciandolo.
- … smettila,per favore! - posò l'ultimo bacio sulla clavicola e si scostò qualche centimetro da me preoccupandosi di stringere il telo intorno al mio corpo. Questa premura mi sorprese.
Ma fu solo l'espediente per non lasciami andare del tutto.
- Quando sei tornata? - chiese poi come se non fosse successo nulla,come se stessimo seduti sul divano del salotto davanti la tv a parlare come due persone civili.
- Ieri sera,ma tu eri troppo occupato per accorgertene. Ora mi fai uscire? - chiesi stizzita,quasi infastidita dalla mia stessa voce,da tutta quella situazione del cavolo che non mi sembrava reale. Forse stavo solo facendo un brutto sogno.
Il mio umore aveva subito un brusco cambiamento.
- Non ancora. Perché sei sparita senza dire niente? E perché non rispondevi al telefono? Mi hai fatto preoccupare.
Ho visto quanto era preoccupato il signorino,talmente preoccupato da organizzare una festa. Insomma che voleva da me?
- Avevo il cellulare scarico. - mentii.
- Per una settimana?
- Ho dimenticato il carica batteria qua. E comunque non ti devo nessuna spiegazione.
- Si,invece. Abitiamo nella stessa casa e …
- E cosa? Tu mi tratti come un estranea,come se la mia presenza ti nauseasse e poi vieni qui e a momenti mi violenti e, vorresti che io ti dia anche delle spiegazioni su quello che faccio o non faccio? Io non ti devo niente,Styles! - dissi alzando il tono di voce - Io non ti capisco! - mi arresi poi.
Mi strinsi il più possibile nel mio telo e feci per andarmene ma con un colosso del genere che ti sbarra la strada,non è facile.
- Violentare? Mi sembra che ti sia piaciuto e non provare a negare – aggiunse appena vide la mia faccia. - E comunque se una tua coinquilina scompare per una settimana senza avvisare significa solo una cosa:le è successo qualcosa di brutto. Non sapevo a chi chiedere e ho addirittura pensato di denunciare la tua scomparsa,con tutto quello che sta succedendo negli ultimi tempi in questa città,c'è da stare attenti. Che ne sapevo io che non ti avevano uccisa o rapita o … 
Gli tappai la bocca con una mano,stava divagando. Forse si era davvero allarmato. Ultimamente le violenze erano aumentate,in particolare quelle alle donne,e sembrava di vivere in un clima di terrore dove ognuno faceva quello che voleva poiché le forze dell'ordine faticavano a trovare la pista giusta,un colpevole e se pure veniva fuori,dopo due giorni era a piede libero. OK! Forse gli potevo lasciare almeno un bigliettino con su scritto che sarei partita in giornata. Ma invece di dimostragli che potevo capire la sua preoccupazione gli rivolsi solo la mia stizza. 
- Bé ora sono qui,viva e vegeta e sto bene. Grazie per l'interessamento, ma la prossima volta aspetta che io esca dal bagno e che sia vestita,e possibilmente copriti anche tu,che non ti si può guardare.
Oh,io l'avevo guardato,eccome se l'avevo guardato e non era niente male,ma non glielo avrei mai confessato.
Si accigliò;forse sono stata troppo dura o offensiva. Si era offeso?
Si mise a lato liberandomi l'uscita e proprio mentre stavo per varcarla mi afferrò il polso,cosi mi girai di scatto guardandolo interrogatoria.
Che voleva ancora? 
- Non capisco se sei acida o ci fai? Perché questa parte ti riesce cosi bene. 
- Va all'inferno Styles.
Strattonai la sua presa liberandomi e uscendo di lì correndo come se stessi scappando da un mostro.
Non ero acida,tutto dipende da come mi prendi e tratti. Forse a momenti ero stronza ma non acida.
Non lo capivo,non capivo il suo comportamento,non capivo il suo bizzarro modo di dimostrare le cose. Anche perché non me lo aveva mai permesso d'intrufolarmi nella sua vita,anche solo con la punta dei piedi.
Una volta in camera mi assalì un tremendo senso di colpa e le lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Mi assicurai di aver chiuso la porta a chiave e mi accasciai sul pavimento priva di forze.
Non mi spiegavo come mai stessi in quelle condizione e sinceramente non volevo neanche andare a scovare il perché.
Forse erano solo troppe emozioni provate in un lasso di tempo brevissimo. Forse dovevo metabolizzarle una ad una senza accumularle;portavano solo confusione. 
Sentii tre colpi secchi alla porta dopo non so quanto, avevo perso la cognizione del tempo. Mi prese un colpo,tratteni il respiro e il singhiozzo  mi stava strozzando infatti pochi secondi dopo tossii.
- Stai bene? - chiese da dietro la porta.
No che non stavo bene idiota,mi stavo strozzando.
Non risposi e come risultato continuò a bussare alla porta chiedendomi di aprire finché non lo sentii più. Finalmente si era arreso e se n'era andato.
Io però stavo veramente soffocando e necessitavo di acqua,dovevo andare in cucina. Cosi aspettai più che potevo per essere certa che se ne fosse andato e aprii piano la porta per non farmi sentire. Ma non feci neanche due passi che lo vidi appoggiato al muro - con l'accappatoio addosso – mentre mi porgeva un bicchiere d'acqua. Lo presi e lo bevi tutto a piccoli sorsi ma quell'irritante fastidio alla gola non se ne andava,continuava a pizzicare.
- Prenderai freddo se non ti asciughi.
In effetti stavo gelando,ma questi non erano affari suoi. Mi sarei vestita una volta finito questo bicchiere,cioè all'istante.
- Hai pianto! - constatò quasi abbattuto.  
Non era una domanda,aveva notato i miei occhi arrossati e gonfi.
Allungò la mano verso il mio viso ma mi ritrassi cosi come il suo braccio tornò a lato dei fianchi.
- Grazie. - dissi atona indicando il bicchiere e tornai sui miei precedenti passi dandogli le spalle.
E mentre chiudevo la porta mi è sembrato di aver sentito un 'mi dispiace'.
Mera illusione probabilmente. Styles che si scusava con qualcuno,con una ragazza poi.
I miei rapporti con lui non sono mai stati ottimi,nè buoni,nè normali.
Non si può dire che si sia instaurato il classico rapporto di rispetto tra persone civili,anzi abbiamo avuto sempre discussioni,sempre qualcosa da ridire su ogni piccola cosa  e negli ultimi mesi non c'era neanche questo. Anzi era dall'episodio avvenuto in terrazza che si limitava solo al buongiorno/buonasera se ne aveva voglia. Era come se vivessi da sola. 
Mi vestii alla bel e buona col primo pigiama trovato,i capelli gli lasciai bagnati. 
Pur essendomi svegliata da poco ritornai a letto,era come se avessi tutto il fardello del mondo sulle mie spalle,mi sentivo spossata e mi serviva riposo.
Appena infilata nel letto,pronta ad abbandonarmi al mondo dei sogni,sentii il cellulare che vibrava,un messaggio da parte di … ma chi diavolo era? Non avevo nessuno nella mia rubrica con questo nome.

Da: Coglione
'Come va oggi?Dormito bene?'

In quel momento mi venne solo una persona in mente:Zayn.
L'unico arcano era come avesse avuto il mio numero e perché l'avevo registrato con quel nomignolo. Insomma non poteva essere nessun altro …credo!

A: Coglione
'Meravigliosamente!Solo che stamattina ho accusato dei dolori al addome,tu ne sai qualcosa! :P ps. Come hai avuto il mio numero?'

Non potevo dirgli che il mio coinquilino mi aveva appena rovinato la giornata.
Anche se ora stava prendendo una buona piega.


Da: Coglione
'Io? No,niente. E il numero me l'hai dato tu o meglio dal tuo telefono è partito casualmente una telefonata verso il mio . Che stai facendo ora?'


'Si certo,casualmente. Mi fa strano che ti sia registrato con questo nomignolo,te ne devo trovare un altro! Comunque attualmente mi sto annoiando,perché?'

'Perché mi chiedevo se ti andasse di fare una passeggiata?'

'Volentieri,ma qui da me piove e anche da te penso visto la distanza. :)'

Non sapevo dove abitava,ma essendo che vivevamo nella stessa città si presume che piova in tutta la città non a zone. Giusto?

'Si anche da me. Bisogna trovare un rimedio.'

Il rimedio non l'abbiamo trovato ma in compenso siamo stati tutto il pomeriggio a messaggiare. E per un po' mi sono alienata dal mondo,lasciando dentro questo tutti i miei problemi. Mi sono concentrata solo su quel bellissimo ragazzo che la sera prima era stato cosi premuroso verso di me e che ora mi stava facendo sorridere con la sua semplicità e dolcezza. Lui era particolare,unico nel suo genere. Un momento era schivo,taciturno,tenebroso e in quell'altro era divertente,gioioso,cristallino,il perfetto ragazzo della porta accanto.
Peccato che il reale ragazzo della porta accanto che avevo era un'incognita,a volte stronzo fino al midollo a volte solo lontanamente gentile. 
Come sarebbe stato bello avere Zayn e non Harry come coinquilino.
In quel pomeriggio trovai anche il sopranome adatto a lui 'sweetie' - per ora almeno – ma non glielo dissi,probabilmente avrebbe frainteso.Quindi per ora sarebbe stato solo Zayn.


Ciao :)
Avete che caldo? Io sto morendo e ho il cervello fuso.
Inoltre dovrei studiare invece mi sono ritrovata a scrivere questo nuovo capitolo per mancanza di volontà.
Qui ritovate Harry,il suo coinquilino che ha uno strano rapporto con la ragazza,che sarà più chiaro nei prossimi capitoli.
Anche se visto lo scarso interesse per questa storia,non so se vale la pena di continuare.

Anyway.... ringrazio di cuore Directioner_Is a promise per averla messo nelle preferite e chi ha recensito.
E un'ultima cosa:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1902190&i=1
Questo è il link di una OS che ho scritto se vi va di passare e di lasciare una vostra opinione mi farebbe piacere.
Detto ciò ora mi dileguo e vedo di combinare qualcosa.
Buona lettura.
Baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***




Verso sera avevo una fame da leoni e dei crampi allo stomaco che non potevo più ignorare. 
Cosi mi diressi in cucina decisa a preparare qualcosa di rapido e commestibile.
Meno stavo in territorio comune e meno possibilità avrei avuto d'incontrarlo.
Le mie ultime parole famose.
La cucina era illuminata e il signorino stava mangiando un piatto di tagliatelle.
Non potei fare a meno di notare che nel frattempo aveva sistemato anche la casa dandole una ripulitina.
Dopo un primo tentennamento lo ignorai completamente e in un silenzio sacrale cominciai a tirare fuori gli ingredienti: petto di pollo con un contorno
d'insalata.
Per quanto cercassi d'ignorarlo mi era impossibile non sentirmi i suoi occhi addosso a ogni mio movimento.
- Hai intenzione di non parlarmi più? - chiese.
Non gli risposi.
Ero ancora arrabbiata con lui:non sapevo come fosse abituato con le sue precedenti coinquiline,ma intrufolarsi nel box senza che nessuno ti abbia invitato e 
prenderti delle libertà non concesse non erano delle azioni ammissibili. Almeno per me.
Apparecchiai tavola nel punto più lontano da lui e di lato per non dover sostenere quel suo sguardo arrogante e indagatore.
Con una strana nuova calma acquisita mangiai senza togliere lo sguardo dal piatto per tutto il tempo.
- Sta nevicando. - esordì tutto d'un tratto attirando la mia attenzione. Alzai lo sguardo e lo diressi verso la portafinestra che affacciava al piccolo terrazzo.
L'oscurità non mi permetteva di vedere niente. E tutto ciò che sentivo era lo scrosciare della pioggia. 
Ma la mia memoria venne condotta a una giornata di due mesi fa.

Flash back

Una musica melodiosa cattura la mia attenzione:era la sveglia che riproduceva le note di Sunrise di Norah Jones. 
L'avevo scelta perchè ha una musicalità dolce e delicata,una di quelle che ti sveglia pian pianino, dolcemente. 
Amavo stare sotto le coperte, al calduccio mentre aspettavo che gli occhi si abituassero alla fioca luce del mattino e il cervello cominciasse a realizzare che era ora di alzarsi, o meglio io dovevo cercare di convincermi. 
E ogni mattina,soprattutto allora che eravamo nel bel mezzo della stagione invernale, era una guerra aperta tra le mie intenzioni e la mia volontà che 
vacillava.
-Brr che freddo! - dissi poggiando i piedi nudi sul pavimento gelido e in un attimo ero tutta tremante. 
Quella mattina si gelava più del solito. Presi uno di quei maglioni caldi di lana dall'armadio,mi misi le ciabatte e mi diressi in cucina per la colazione.
La cucina era ancora immersa nelle tenebre cosi accessi la luce,aprii la tapparella e lo spettacolo che mi si presentò davanti era uno dei più belli che 
avessi mai visto: aveva nevicato.
- Nevica!- bisbigliai meravigliata dalla visione. 
- 'Giorno! - sentii alle mie spalle una voce roca ancora impastata dal sonno.
- Buongiorno Harry!- dissi voltandomi un attimo verso di lui per poi ritornare ad osservare fuori.
- Che fai incollata alla finestra?- chiese incuriosito.
- Nevica... - dissi enfatizzando la parola,con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Sembravo un bambino che s'incanta davanti al suo giocattolo preferito mentre lo guarda fuori dalla vetrina del negozio.
Non avevo mai visto la neve in vita mia, quella era la prima volta. Si posava delicata sulla piccola terrazza a nostra disposizione, copriva ogni cosa, ogni 
impurità esistente. 
Presa dalla curiosità, uscii fuori a sentirne la consistenza, a odorarne il profumo. Si posava leggiadra al mio viso, ai palmi, quasi avesse paura di disturbare. 
Mi stavo bagnando da capo a piedi e pure non me ne importava, ero completamente incantata dalla sua bellezza e purezza.
- Harry, vieni fuori!- lo chiamai entusiasta.
-Piuttosto entra dentro tu!Ti prenderai un raffreddore! - precisò ilare.
-Dai...E' bellissima!- supplicai. Ma lui ,con una tazza di thé in mano,restava inerme a guardare,come se non fosse per niente incuriosito.
Possibile che non lo era? 
Beh,io ero travolta da una voglia irrefrenabile di giocare. Chissà se...
Come si fa a non voler giocare quando si ha la possibilità di farlo?!
Cosi feci una piccola palla di neve senza farmi accorgere,e mi diressi verso la sua figura.
- Hai ragione! E' meglio se rientro!- dissi mentendo e nascondendo le mani dietro la schiena.
- Brava!- disse rientrando rischiando di rovinare i miei piani.
Dovevo attirarlo verso l'esterno per mettere atto al mio piano,anche perchè non avevo voglia di scatenare una guerra all'interno della casa visto che 
comunque avrei pulito io.
- Ah Harry!- cercai di richiamarlo, appena in tempo.
- Si!- rispose ignaro.
Mi avvicinai scaltra e con un colpo da maestro schiacciai il gruzzolo di neve accumulato al suo torace. 
- Ops!- esordii con finto dispiacere. E sorridendo di fronte alla sua espressione sorpresa.
- Questo non avresti dovuto farlo! - pronunciò quelle parole con tale serietà che ho subito pensato che se la fosse presa. Cosi cominciai a farfugliare qualche 
parola senza senso per scusarmi.
- Ora ti faccio vedere io cos'è una vera battaglia di neve! 
- Prova a prendermi se ci riesci!- lo provocai.
Scappai fuori a preparare le mie armi ma appena mi abbassai per fare la prima pallina,una mi colpì alla schiena. 
- Colpita!- disse esultando con le braccia rivolte verso l'alto.
Mi girai stupita dalla velocità con cui aveva sferrato il primo colpo; mi accorsi che stava per sferrare il secondo nella stessa direzione, quindi  mi spostai di poco raccogliendo tanta neve quanto basta per farne una nuova e gliela scaglio addosso, ma lo manco di poco.
- Mancato! - disse beffardo!
- Ride bene chi ride per ultimo mio caro!- precisai.
Continuammo la battaglia fino allo sfinimento, tra risate, urla di vittoria, qualche ( molte) scivolate. Eravamo bagnati fradici, ma per un breve istante 
eravamo tornati bambini. Caddi a terra travolta da Harry che mi ritrovai addosso,mentre nell'aria risuonavano le nostre risate. 
I nostri occhi,ancora ridenti, si studiavano, si parlavano silenziosamente. 
Ci si poteva specchiare nei suoi meravigliosi occhi smeraldini come il ghiaccio ma che del ghiaccio non avevano niente; trasmettevano calore.
Un sorriso sornione contornava il suo viso seguita da una risata divertita. 
Mi bloccò i polsi sopra la testa con una mano, mentre con l'altra raccolse un pò di neve. Ci misi un secondo a capire le sue intenzioni ma non abbastanza in 
fretta da cercare di divincolarmi dalla sua presa. Cosi mi spalmò la neve dentro la scollatura del maglione provocandomi brividi di freddo in tutto il corpo.
-Noooo- mi lamentai.
- Io sono il migliore in questo gioco!- ghignò continuando a spalmarmela man mano che risaliva dal petto al collo fino alle labbra ormai viola per il freddo,
provocandomi altri brividi che non erano solo di freddo. 
E' che il fatto che disegnasse le mie labbra con l'indice senza mai staccare gli occhi da queste mi imbarazzava non poco. 
Inoltre continuava a pesarmi addosso senza la benchè minima intenzione di spostarsi. 
Quando mi circondò una guancia con la sua grande mano,chiusi istintivamente gli occhi. 
Sentivo il suo respiro caldo uscire a sbuffi da quelle rosee labbra che si avvicinavano alle mie. Mi diede un tenero bacio a stampo. 
Non aveva mai perso il contatto visivo in attesa di una mia reazione più esplicita che tardò ad arrivare. 
Riaprii i miei giusto in tempo per scorgere un sorriso compiaciuto. Non ci pensai più di tanto che ricambiai il bacio. 
Liberati i miei polsi cominciò ad accarezzarmi i capelli, a stringermi più a sé approfondendo avidamente il bacio. 
Di rimando cinsi le sue spalle tra le mie braccia,le mani finirono tra i suoi capelli;il cuore martellava fortissimo, le orecchie parevano fischiare,il respiro 
diventava ogni istante più corto. 
La neve continuava a cadere gelando ogni cosa che incontrasse, ma l'unica cosa che sentivo in quel momento era un'ondata di calore anche se 
silenziosamente cominciammo a tremare entrambi.
- Rientriamo! - alitò tra le mie labbra tra un bacio e l'altro. 
Annuii.  
Fronte a fronte, naso a naso, occhi trasparenti che si fondevano al castano caldo dei miei,cuori come tamburi,niente lasciava trasparire che ci fossero delle 
incongruenze marcate tra noi. 
Si alzò porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Posai la mia nella sua. Mano nella mano rientrammo, senza perdere mai lo sguardo l'uno dell'altro.
Varcata la soglia,mi si mise davanti,e con lo sguardo fisso nel mio,mi tolse il maglione con una delicatezza inaudita. Spostò qualche ciocca ribelle dietro 
l'orecchio, avvicinò il suo viso al mio e dolcemente mi sussurrò:
- Sei bellissima!
Arrossii dall'imbarazzo, ero solita farlo,ma questa volta ero sicura di essere diventata rossa come un peperone proprio perchè era lui a dirmelo. 
Intanto aveva preso a stuzzicare il lobo dell'orecchio e pian pianino gustava con un bacio il sapore della mia pelle man mano che scendeva giù.
- Grazie!- bisbigliai,ormai persa tra le sue braccia.- Anche tu non sei male!- dissi ironica.
Si bloccò,mi guardò accigliato quasi offeso.
Nel frattempo una mia mano era finita tra i suoi capelli mentre l'altra percorreva,su e giù,la sua spina dorsale provocandogli dei brividi.
- Non sono male?
- No,non sei male, anzi direi che sei quasi carino!- dissi con finta serietà.
- Carino? Mi stai provocando per caso?- domandò di nuovo con un sorriso malizioso. Alzai un sopracciglio come risposta, al che, Harry mi spinse contro il 
muro e fece aderire i nostri fianchi bloccando ogni mia possibilità di movimento. 
Con una mano percorse la lunghezza del collo, scendendo al petto e arrivato al seno applicò una leggera pressione. 
Mi sfuggì un piccolo gemito. 
Harry continuò l'esplorazione incoraggiato dalla mia reazione fino ad arrivare ai fianchi, e questa volta avvicinò ancor più con entrambe le mani. 
Un ghignò usci dalle mie labbra e inconsapevolmente lo provocai ulteriormente. Non aveva mai perso il contatto visivo con me.
- Per caso vuoi dimostrarmi chi è il migliore anche in questo campo?
La mia sfrontatezza non aveva più freni e l'aumentare del desiderio nei suoi confronti sbaragliava i limiti da me precedentemente imposti. 
Sentii che comunque il rossore aveva preso posto tra le mie goti, mostrando quell'imbarazzo che provavo nel pronunciare quelle parole. 
Harry, allora, sfiorò le mie guance riscaldate divertito da ciò.
 - Mmmmm!Possiamo verificare subito!
Desiderio a cui dovevo subito porre fine se non volevo trovarmi coinvolta in una situazione da cui non sarei uscita indenne.
Non volevo andare a letto con lui,non volevo complicare ulteriormente la situazione in casa,non volevo passare proprio per una di quelle 'signorine' con cui va sempre a letto. Io non ero cosi.
- Non credo di volerlo sapere.
E con queste cinque parole spensi ogni voglia sua perchè le mie urlavano a squarciagola ma venivano prontamente soffocate dalla ragione che era tornata al 
suo posto. 
Se prima era titubante poi diventò scocciato.
- Ti sei mai divertita in vita tua senza pensare alle conseguenze?
- Che?
E questo che diavolo centrava ora. 
Certo che mi sono divertita;solo perchè non vado continuamente alle feste o esco non vuol dire che io non mi diverta. 
- Certo che no. Sei cosi … controllata,rigida e … 
- E cosa,mr party time? - chiesi ormai irritata.
Stava facendo tutta questa storia perché l'avevo rifiutato o perchè l'avevo stuzzicato nel suo stesso gioco?
Com'era sensibile il ragazzo.
- Noiosa! Sei noiosa e acida. 
Detto ciò si allontanò da me e ritornò alla sua tazza di thè ormai fredda.
Noiosa.
Secondo lui ero noiosa e acida.  
Poco importa non devo mica dimostrargli qualcosa.
- Non mi conosci. - dissi atona e ritornai in camera.
Per quanto non lo volessi ammettere a me stessa mi aveva ferito. 
Chi si credeva di essere lui per giudicarmi?
Nessuno.
Io ti odio Styles!
Ti odio!

Fine flash back

All'epoca avevo solo una vaga idea di come fosse Harry o di come trascorresse le sue serate a luci rosse.
All'epoca tutto mi sembrava possibile e tutto recuperabile.
All'epoca avevo una una piccola infatuazione per lui.
Ora invece le cose avevano preso una brutta piega. 
Quando distolsi lo sguardo da fuori mi accorsi che lui mi stava osservando,quasi rapito,forse stava pensando allo stesso episodio.
Ma no,perché mai avrebbe dovuto?
E invece si, altrimenti non aveva senso quell'uscita della neve.
Possibile?
Si alzò sorridendo;sparecchiò con una lentezza disumana.
- Ah,Styles! Tanto per chiarire le cose:quello di questa mattina deve rimanere un caso isolato,a se stante,non...
- Ho capito! Non si ripeterà più. - m'interruppe. 
- Lo spero.
- Certo però, se lasci la porta aperta …
- Se lascio la porta aperta non significa che ti invito ad entrare. - lo interruppi prepotentemente.
- Nessuna si è mai lamentata fin ora.
- Perché nessuna è rimasta mai rimasta abbastanza da farsi la doccia la mattina dopo. - incalzai sprezzante.
Per quanto mi risultava nessuna delle sue conquiste rimaneva a dormire la notte qui.
- Come siamo velenose.
Scrollai le spalle.
- Sarà per questo che nessuno ti si avvicina. - gettò lì punto sul vivo.
Non ci badai alla cattiveria,il mio pensiero andò a Zayn che era andato altre la mia scontrosità iniziale,era andato altre ogni mia aspettativa. 
Perché in fondo era una di quelle con cui bisognava insistere,conquistarla e una volta avuta la mia fiducia,davo tutta me stessa. 
E spesso questo mi ha sempre penalizzato e riservato sorprese alquanto spiacevoli.
- Nessuno mi si avvicina perché io non glielo permetto. - precisai.
- Ovvio,sei troppo algida per ricevere un po' di calore umano.
Certo,come no? Calore umano. Il che equivaleva al sesso.
- Vedi è qui che sta la differenza: io non voglio 'calore umano' da persone diverse ogni sera altrimenti sarebbe soltanto un fuocherello morto ancor prima di 
accendersi.
- Giusto,tu aspetti il principe azzurro.
- No,solo qualcuno che mi voglia per quello che sono non solo per quello che gli posso fare a letto. La capisci la differenza?
Non rispose.
 Mi credeva una ragazzina che vedeva il mondo rosa,che crede ancora alle favole;eppure tutto ciò che chiedevo era qualcuno che amasse ogni mia sfumatura,pregi e difetti. Non perché potrei essere brava a letto.
- No,non la comprendi. - constatai con amarezza - Comunque,il punto rimane sempre quello Styles:evita episodi come quelli di questa mattina.
- Ricevuto,ghiacciolo.
In quel momento mi arrivò un messaggio.

Da Zayn:
Domani ti passo a prendere nel primo pomeriggio.

Avevo lezione nel pomeriggio ma per una volta avrei potuto saltarle.
Il solo fatto di leggere quel messaggio in un momento di forte tensione mi fece alienare da tutto e sorridere tra me e me.
Quel ragazzo,per quel poco che lo conoscevo,mi piaceva.
Non era rude,si è inserito nella mia vita con una tale delicatezza senza mai forzare gli eventi.
E dire che all'inizio non mi stava simpatico.
Ed ora eccomi qui che alla minima cosa il mio pensiero va a lui.
Questa cosa non è normale e va al di là della mia logica.
- Un consiglio:non farlo aspettare troppo,potrebbe vedere che in te si nasconde la regina del ghiaccio e poi decidere di scappare ! - esordì distogliendomi dai miei pensieri. 
- Fatti i fatti tuoi. Non li voglio i tuoi consigli.
- Era solo per darti una mano. Anche se da quello che ho visto le mani te le metterei altrove. - disse allusivo.
Ero indignata.
- Te le amputo se ci provi,poi vedremmo se farai più lo spiritoso. - sputai cattiva alle sue spalle mentre abbandonava la cucina.
- Sei uno spreco della natura;in tutti i sensi Hope. - rispose di rimando.
E fu una pugnalata al cuore,al mio essere. Io,uno spreco.
Non ebbi la forza di controbattere. Tutte le mie forze erano vacillate anzi sotterrate da parole dette da un'idiota che non avrei dovuto neanche tenere in 
considerazione.
Lacrime versate inutilmente ma non volevano sapere di fermarsi. 
Due volte in un giorno e sempre per causa sua.


Rieccomi XD
Bè,qui potete trovare una Hope provata dal comportamento di Harry,
ma scoprite che in passato lei ha avuto anche una piccola cotta per lui nonostante la 
reputazione del ragazzo;
convinta che in lui ci sia più di quanto vuol far vedere,solo che non si lascia conoscere - come lei d'altronde, che ha paura 
di essere ferita ulteriormente – e più cerca d'inserirsi nel suo mondo più questo le viene negato.
Lo strazio della sua vita casalinga viene interrotta dalla dolcezza di Zayn.
Riuscirà quest'ultimo a vedere la vera Hope e non la regina di ghiaccio come la definisce Harry?
A voi le recensioni. 
Baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4 ***




A volte basta uno sguardo,
una lieve carezza,
per scoprire meravigliose,
profonde e inspiegabili alchimie.


- Zayn,perché dobbiamo prendere il treno? - gli chiesi una volta alla stazione ferroviaria.
La sera prima mi aveva detto che nel primo pomeriggio sarebbe venuto a prendermi e che mi dovevo vestire pesante, 
senza dirmi cosa avremmo fatto e dove saremmo andati. 
Il che non mi fece dormire molto.
Era una sorpresa. Mi aveva incuriosito.
- Vedrai. Non posso dirtelo,altrimenti rovino tutto. - mi disse stampandomi un bacio sulla guancia.
Venti minuti dopo eravamo in un paesino dove non ci ero mai stata e di cui non sapevo neanche l'esistenza fino a quel giorno. 
Era grazioso anche se reso un po' grigio dal tempo cupo,ma in primavera sono sicura che risorgesse cosi come fioriscono i fiori.
- Che ci facciamo qui,Zayn? - gli chiese indicando il paese, non capendo dove volesse portarmi.
- Sai che parli nel sonno? - sbottò lui ignorando la mia domanda.
Oddio,cosa mai avevo detto quella sera. 
- Non sempre! - mentii – Perché? - da piccola mia madre scopriva ciò che le nascondevo proprio durante la notte o dagli incubi che 
mi procuravano i segreti,tralasciando il fatto che per lei ero un libro aperto.
- L'altra sera hai detto una cosa che mi ha un po' scombussolato,non riuscivo a capire se eri sveglia e stavi vaneggiando o semplicemente 
stavi dormendo e parlavi con qualcuno. - disse tra le risate contenute.
Intanto proseguendo nel nostro cammino siamo arrivati a uno spiazzo dove alle nostre spalle lasciavamo le abitazioni e tutto ciò che ne comportava, 
mentre di fronte avevamo uno spettacolo che mai mi sarei immaginata di vedere qui nei dintorni:c'era un lago,l'acqua di questo si confondeva con 
l'orizzonte perpetrando la visione di questo oltre l'infinito; i toni grigiastri,tetri e freddi lo rendevano ancora più affascinante. 
Certo sarebbe stato meglio se non ci fosse stato quel vento che preannunciava l'arrivo di un temporale.
- Che avrei detto,quindi?
- 'Profumi di mare,di salsedine e di casa' testuali parole. - mi riportò.
Non ricordavo cosa avessi sognato quella sera tanto meno a chi mi riferissi,ma il solo fatto che in lui abbia scaturito l'idea di fare 
un gesto del genere per me, mi si scioglieva il cuore.
- E l'unica cosa che si avvicini al mare  nelle vicinanze è questo, - indicò il paesaggio circostante - quindi ho pensato che ti avrebbe 
fatto piacere venire qui anche se il tempo non collabora. - disse tutto d'un fiato con un filo di imbarazzo,teneva lo sguardo basso.
- Hai pensato benissimo,grazie.
Era un gesto dolcissimo. Avevo una matta voglia di abbracciarlo,ma mi tratteni.
- Non ho detto nient'altro? - chiesi per accertarmi di non aver confessato qualcosa d'imbarazzante.
Ci pensò su qualche secondo tanto per tenermi sulle spine.
- Ehn,vediamo … tralasciando le ovvietà,mi hai minacciato di uccidermi se fossi tornato a correre.
Oddio! Che imbarazzo! Non poteva dire sul serio.
- L'ho trovata una cosa carina e divertente! - aggiunse vedendomi buordeaux dall'imbarazza -
 Sai sono curioso di capire come vorresti attuare il tuo piano con la poca forza che ti ritrovi.
- Ehi,non mi sottovalutare. Ho tante altre qualità che ti stenderebbero all'istante.
- Non ne dubito! - alitò sornione.
Alzò le mani in segno di resa.
- Che intendevi con 'tralasciando le ovvietà'! - chiesi cercando di imitare il suo tono di voce.
- Che sono un figo da paura,mi sembra ovvio. - spiegò ridendo.
- All'anima della modestia. - gli rinfacciai dandogli una piccola spinta sulla spalla.
- Perchè non è vero?
- A me non fai paura.- dissi sviando la domanda.
Gli presi la mano e lo trascinai più vicino alla riva.
Non molto lontano da noi c'era un pontile in legno che si prolungava fino ad acque un po' più profonde.
Era un po' umido a causa del tempo ma ci si poteva sedere senza rischiare di ritrovarsi bagnati ed è quello che feci. 
Mi ritrovai con le gambe penzolanti a pochi centimetri dall'acqua che creavano strani ombre,una fra tutte la sua,lunga e filiforme: 
era rimasto in piedi dietro di me.
- C'è posto per entrambi,vieni! - lo invitai.
Con non poca titubanza si sedette vicino con lo sguardo verso l'orizzonte:
aveva un bel profilo e una bellissima apertura cigliare che gli contornava quei occhi da cerbiatto.
Non mi ero resa conto di fissarlo fin quando non si girò e dovetti distogliere lo sguardo colta da un'improvvisa ondata di calore.
Di solito per mascherare l'imbarazzo si usa confessare cose stupide,cose che in altre situazioni o luoghi non diresti mai.
- Sai,all'inizio mi stavi antipatico. 
- Co … perché? - domando un po' confuso ma sorridendo.
- Non ti so dire bene perché,sono una serie di sensazioni. Come quando conosci per la prima volta una persona e la giudichi cosi, a pelle. 
La prima impressione. Bè tu non mi hai dato una buona impressione. 
In realtà nessuno degli amici di Harry mi ha mai convinto più di tanto,ma tu mi irritavi più di tutti,non so dirti il perchè.
- Mai giudicare il libro dalla copertina!
'Mio caro,se dovessi giudicarti solo da quello,saresti nelle mie grazie già da tempo'.
- Credimi non l'ho fatto. E' che non ti capivo.
- In che senso?
- Cioè,gli altri ragazzi quando venivano non mancavano di farmi qualche battutina squallida,tu invece ti limitavi a un semplice cenno del capo e mi 
ignoravi per il resto del tempo.
- Cioè gli altri cinque minuti in cui restavi in circolazione. - mi fece notare ridendo.
Era vero,quando venivano loro mi richiudevo sempre in camera o mi rifugiavo da delle amiche fino a tarda sera.
- Questo è anche vero.
- Io invece non capivo se la tua era timidezza o semplicemente pensavi che non eravamo alla tua altezza. O … 
- Oppure scappavo. - suggerii interrompendolo.
- Da cosa?
- Intendi da chi? … Non amo stare al centro dell'attenzione,mi mette in imbarazzo e in più se devo anche sopportare i commenti lascivi e inopportuni,
preferisco darmela a gambe. - confessai sincera.
- I ragazzi non sono proprio stati gentili con te, mi dispiace. - si scusò con una nota di dolore ben visibile.
- Tu non hai niente di cui scusarti. E poi non te lo detto per farti sentire in colpa,era giusto per parlare e dirti che ora 
non mi sei più antipatico. - gli dissi con un filo di voce per paura che ci potesse legger di più in quello che gli stavo confessando.
- Eh,volevo ben sperare. - mi diede un buffetto sul naso. 
- La terza opzione qual era?
Non capì la mia domanda.
- Timida,altezzosa oppure … - gli spiegai pregandolo di continuare.
- Non mi ricordo più. - disse con una smorfia da mortificato.
- Ehm,si si.
- Dico veramente. - insistette.
- D'accordo,ti credo! - gli concessi il beneficio del dubbio solo che nel farlo mi ero spostata dietro con il busto quel poco in più da 
bastare a farmi perdere l'equilibrio e nella speranza di riacquistarlo allungai le braccia davanti,tentativo inutile.
 Zayn,nonostante si fosse proteso ad aiutarmi,ha finito col finirmi addosso.
Mi sentivo una stupida senza speranza ed era meglio prenderla a ridere per la figuraccia che crogiolarsi;
fortunatamente anche lui si unì alle mie risate.
Viso simpatico,grandi occhi caldi pieni di spirito e di malizia sheckerati a un sorriso dolce,tenero quasi infantile 
costituirono un mix perfetto a causarmi delle aritmie.
Ditemi come si fa a non impazzire?
La sua dolcezza effimera lo rendeva cosi bello.
Nuovamente mi ero incantata ad osservarlo,come si fa con le cose belle esposte in vetrina:le agogni come se fossero il tuo unico desiderio.
Ci fu un momento in cui credetti che ricambiasse,troppo breve per prenderne coscienza appieno.
- Tutto bene? 
Ci misi qualche secondo a focalizzarmi sulla sua voce e ad associare il movimento labiale al suono effettivo delle parole.
- Ehm,si. - dissi facendo un piccolo movimento,come a voler constatare che era lui a pesarmi non qualcosa d'inesistente.
Forse era meglio se stavo ferma;si sentì uno scricchiolio delle assi del legno che ci spinse ad alzarci.
- Forse è meglio se scendiamo da qui,non so quanto possa reggere! - suggerì porgendomi una mano per issarmi su.
- Ehm,forse è meglio …, - concordai - grazie.
Ritornammo sui nostri passi precedenti. 
- Secondo te è balneabile? - chiesi ad un tratto.
Strabuzzò gli occhi prima di parlare.
- Siamo in pieno inverno! - esordì perplesso – ma non credo,perché? 
- Niente mi era solo venuta un idea in mente.
Volevo bagnarmi solo i piedi e abbandonarmi per una attimo sotto l'influsso dell'acqua,ritornare a casa.
- Un idea alquanto stupida! - mi ammonì -  Non avresti mai avuto il coraggio di farlo,fa troppo freddo e tu stai già tremando. 
Mi stava dando della codarda forse? Non aveva idea di quanto potessi essere pazza da questo punto di vista.
- Non ci scommetterei se fossi in te.
Mi guardò accigliato per un'istante prima di trascinarmi più vicino a sé.
- Vuoi dirmi che lo faresti? - mi alitò troppo vicino al viso col suo respiro caldo in contrasto con l'aria fredda – Tu?
Annuii.
- Farò finta di crederci. - pronunciò spostandomi una ciocca ribelle dal viso.
- Io non dico bugie.
- Potrei dissentire su questo punto. Fai peggio:ometti,censuri quello che pensi anche se non ho capito il perché.
Bé al massimo dicevo bugie bianche – nella maggior parte dei casi – e censuravo solo perché raramente le persone accettano 
senza difficoltà la cruda verità senza andare in escandescenza. Diciamo che lo facevo per il loro bene,ecco.
- Perché tu non lo fai? - ribattei sicura.
- Cosa?
- Non censuri mai? Anche se rischi di offendere le persone?
- A costo di sembrare stronzo e scontroso.
Bé io non gli avrei dato dello scontroso o freddo per quel poco che lo conoscevo, gli avrei dato dello schivo,tenebroso,
un po' sulle sue ma terribilmente dolce. Un cioccolatino fondente con mousse di cioccolato a latte.
- No non lo sei.
- Non puoi saperlo.
- Touchè!
Esitando tesi una mano fino ad accarezzare una sua guancia,un po' pungente per la barba.
Alzai lo sguardo e trovai i suoi occhi più caldi e lucenti del solito.
Agli angoli della sua bocca spuntò un piccolo sorriso. 
Mi feci più vicina,e con la punta delle dita seguii il profilo del suo mento. Mi accorsi che mi tremava la mano ,
e sono sicura che questo non gli fosse sfuggito.
- Zayn? - esitai,avevo una domanda che era più una richiesta ,un desiderio ma temevo che per lui non fosse lo stesso. 
Cosi deviai,questo mi riusciva molto più facile. 
- Si? - m'incoraggiò.
La tentazione di baciarlo era tanta ma dovetti resistere.
- Cosa stai pensando in questo momento?
Rise.
- La stessa cosa a cui stai pensando tu,Hope! … che sei una gran bastarda e che non volevi sapere questo da me,ma altro.
Probabilmente … - gli posai il pollice sulle labbra.
Trattene il respiro cosi come io non riuscivo a capacitarmi da dove derivasse l'audacia di quel gesto.
- Stai divagando.
- Probabilmente – riprese – lo desidero quanto te! - soffiò baciandomi poi il dito.
- E allora per… - mi morirono le parole in gola.
Alzò una mano e la posò sul mio collo;tremai a quel contatto freddo anche se dentro di me c'erano ben altre sensazioni.
- Scusa.- disse con voce morbida.
- Nessun problema!
Lentamente,senza staccare gli occhi da me,si avvicinò. Poi posò la guancia fredda nell'incavo del mio mento e vi posò poi due labbra soffici e calde.
Con lentezza calcolata risalì fino agli angoli della bocca,concedendomi un fugace sguardo divertito,sereno,prima di posarsi sulle mie di labbra.
Piccoli baci,dolci,gentili,baci che non chiedevano nulla e per questo avrebbero ottenuto tutto.
Mi sentivo ribollire il sangue e bruciare le labbra,avvampare ovunque. 
Schiusi le labbra permettendoci di assaporarci a vicenda,di confondere i nostri sapori,
di coniugarli fino a farli diventare unici nel loro genere, intimamente nostri.
Ma prima che potesse verificarsi una sola di queste cose,dovemmo far fronte alle gocce di pioggia che diventarono subito insistenti. 
- Andiamo,qui comincia a diluviare! - disse prendendomi la mano e cominciando a correre verso le abitazioni.
Avevamo fatto troppa strada e prima che potessimo arrivare a un riparo,si scatenò il temporale.
Eravamo entrambi fradici e bagnati,e tremavamo come due pulcini.
- C'è un treno ogni mezz'ora,dobbiamo solo aspettare che spiovi un pochino. - annunciò dopo stringendomi a sé quando mi vide trasalire per il freddo.
Non mi dispiaceva qual contatto,anzi era confortevole,ma i giubbotti bagnati non aiutavano a formare il calore.
Sorrise tra sé.
- E tu che volevi bagnarti i piedini! - osservò divertito.
- Non infierire,Malik. 
- Scusa. Mhmm … forse dovremmo … - iniziò senza portare a termine quello che pensava.
- A quanto pare non sono l'unica che censura. - lo punzecchiai .
- No,era una pessima idea. - disse quasi stritolandomi a sé.
- Se lo dici tu!
La natura non voleva sapere di concederci una tregua,cosi approfittammo della prima occasione in cui ha smesso di diluviare forte e correndo come 
non avevo mai fatto in vita mia – non ero mai stata una tipa atletica – arrivammo alla stazione prendendo per un pelo il treno.
Lungo il tragitto regnò un silenzio quasi religioso,forse dettato anche per il quasi bacio. 
Tranne per un piccolo momento che trovai estremamente carino.
Ho tremato come una foglia per tutto il tempo. Dalle tasche interne del giubbotto fece uscire un capello perfettamente intatto,non bagnato.
- Avevo dimenticato di averlo! - spiegò infilandomelo con un sorriso reso ancora più dolce con quelle goccioline che adesso gli rigavano il viso.
- Grazie. - dissi allungando una mano e asciugandole senza pensare. 
Ritrassi subito la mano appena vidi una strana luce nei suoi occhi scusandomi ed abbassando lo sguardo.
Come se niente fosse sistemò una ciocca di capelli bloccandola dentro al cappello e soffermandosi ad accarezzarmi una guancia. 
Quel minimo contatto bastò a colorarmi di rosso le goti e a farmi mancare il respiro.
Mi alzò il mento riportando la mia visuale sulla sua,scrutando attentamente dentro le mie iridi,
era come se mi leggesse dentro con la sola forza dello sguardo. 
Non so cosa stesse cercando,non so cosa ci trovò ma qualunque cosa fosse lo portò a sorridermi,uno di quei sorrisi sinceri a 
cui non puoi fare a meno di ricambiare.
Scesi dal treno,il problema della pioggia consisteva ancora.
- Andiamo da me!- propose d'un tratto.


Come ho detto su:
Viso simpatico,grandi occhi caldi pieni di spirito e di malizia sheckerati a un sorriso dolce,tenero quasi infantile 
costituirono un mix perfetto a causarmi delle aritmie.
Ditemi come si fa a non impazzire?

 

Hello everybody XD
Eccomi ritornata con il 4 capitolo,che ve ne sembra?
Cosa ne pensate di Hope e Zayn,non sono tremendamente adorabili?
Anyway,spero che la storia vi intrighi almeno un pò e che non risulti statica o noiosa.
Fatemi sapere.
Enormi bacioni e alla prossima. :)


 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 ***



Quanta dolcezza c'è nei tuoi occhi,
mi gurdano cosi intensammente che mi sembra di perdermici dentro.
Quanto calore nei tuoi abbracci, cosi forti che mi lasciano senza fiato.




- Andiamo da me! - propose d'un tratto.
Mi fermai un'istante,era uno di quelli istinti naturali che decidono di farsi notare proprio quando non lo richiedi.
- E' più vicino. - spiegò.
Annuii.
Mi faceva strano andare a casa sua. Mi sentivo un po' in soggezione.
Fortunatamente si è ricordato che proprio davanti casa sua passava la linea P, quindi prendemmo quella che,
cosi come mi aveva comunicato, fermò a pochi passi dalla sua abitazione.
Era una palazzina di tre piani in una stradina secondaria. 
L'ingresso era   caratteristico delle case degli anni sessanta: un portone in mogano che dava accesso a un piccolo spiazzo
 circondato da piante esotiche e in primavera, a garofani,primule e rose selvatiche e due panchine in legno.
 A sinistra di queste c'era l'enorme vetrata che ti immetteva propriamente nella hall del palazzo che, 
come allora anche ora, era privo di ascensore.
Fortunatamente per i miei polmoni abitava al primo piano.
Non so se fosse per il tremolio dettato dal freddo che ormai era penetrato anche nelle ossa o perché fosse un po' nervoso
ma litigò per un paio di minuti con le chiavi,non riusciva a trovare quella giusta. O se s'inserivano nella toppa non giravano.
Era buffo.
- Sicuro che sia casa tua? - gli chiesi un po' irisoria.
- Sicurissimo,è che queste chiavi … … - non terminò che riuscì ad aprire ghignando.
- Da questa parte! - mi sospinse per la vita guidandomi verso l'ingresso. 
La casa era avvolta nel buio più totale;non mi era mai piaciuto il buio,tutt'ora dormivo con l'abat-jour,
cosi allungai un braccio verso la sua figura attaccandomi su un lembo del giubbotto in attesa che accendesse la luce.
- Non dirmi che hai paura del buio? - domandò beffardo.
- E se anche fosse? - chiesi accigliata.
- Sarebbe un po' insolito per una ragazza di vent'anni. - disse risoluto.
- Diciannove per la precisione.
- Oh piccolina,ha paura del buio. 
- La vuoi finire di prendermi in giro e accendere quella benedetta luce! - dissi un po' troppo acida. 
Dopotutto se lo meritava un po',non si gioca con le paure altrui.
No,non è vero. Il fatto era che era lui a farlo e questo mi irritava.
- Sei adorabile. - soffiò baciandomi la guancia un attimo dopo aver acceso la luce. 
Mi prese per mano e proprio come una bambina mi mostrò il bagno.
Accese la luce e controllò dietro la porta con fare sospetto.
- Tanto per essere sicuri che non ci fosse l'uomo nero ad attenderti dietro la porta. - disse porgendomi un asciugamano pulito.
- Molto divertente,Malik. Davvero divertente.
Uscì tra le risate avvertendomi di attenderlo là finché non trovava qualcosa da prestarmi.
Mi chiusi a chiave e cominciai a spogliarmi di ogni stoffa che fosse bagnata,e con non mia grande sorpresa rimasi in biancheria intima. 
Mi avvolsi nel asciugamano per attutire la sensazione di freddo,avventurandomi alla ricerca di un phon nel mobiletto 
accanto al lavabo che,per fortuna, trovai.
E fu in quel momento che realizzai di avere ancora il suo cappello indosso, indumento che però non aveva posto rimedio 
a quel che io chiamavo “effetti collaterali”: i miei capelli erano diventati un groviglio di ricci indefiniti e indomabili. Orrendi.
Cercai un pettine per recuperare l'irrecuperabile.
Gli asciugai alla bel e meglio e gli raccolsi in una coda di cavallo,recuperando un elastico dal polso.
A volte il mio essere previdente si mostrava essere utile.
Zayn non si era ancora fatto vivo,probabilmente si stava cambiando nella sua stanza.
Pochi minuti più tardi sentii dei colpetti alla porta,l'aprii rimanendo nascosta dietro questa sporgendo solo la testa.
- Ti staranno sicuramente grandi ma se non altro sono asciutti. - disse porgendomi una felpa e un paio di pantaloni sportivi.
Notai che si era cambiato indossando una tuta sportiva color blu realizzando un bel contrasto con la sua pelle ambrata.
- Grazie,andranno bene. - dissi prendendoli e ritirandomi a infilargli una volta chiusa la porta.
Aveva ragione:mi stavano grandi,anzi ci annegavo, ma rimediai ripiegando i bordi alle caviglie.
Avevano un profumo fresco,sapevano di lui.
Sentii dei passi in vicinanza quindi mi decisi ad uscire per domandargli anche dei calzini.
- Zayn,non è che … - ma appena alzai lo sguardo e vidi a chi mi stavo realmente rivolgendo m'interruppi bruscamente: 
era Ray,il suo coinquilino palestrato nonché amico  di Harry. 
Mi squadrò dalla testa ai piedi con un sorriso compiaciuto stampato in faccia.
Sono morta dalla vergogna:non solo per lo sguardo che mi aveva riservato ma anche perché indossavo abiti prettamente 
maschili,abiti che a lui sicuramente erano familiari.
- Scusami,pensavo fossi Zayn! - tentai di distrarre lui e me dai vorticosi pensieri proibitivi che frullavano nell'aria.
- Che sorpresa biondina!Tu,qui. - disse,non sapevo se meravigliato più dalla mia presenza in casa sua oppure dal fatto 
che avessi addosso gli abiti di Zayn.
Scrollai le spalle. Che cosa avrei dovuto rispondergli?
- L'ho sempre sospettato che sotto sotto non sei come ti descrive Harry. - e si rivolge a Zayn che faceva la sua entrata in 
quel momento da quella che presumibilmente era la cucina – E bravo,amico. - terminò complimentandosi con quest'ultimo.
- Non importunare Hope,Ray! - lo apostrofò un Zayn indispettito.
- A quello ci hai già pensato tu! Comunque io sto uscendo … posso … insomma,non ti serve casa libera stanotte? - gli 
domandò avvicinandosi a lui per non farsi sentire da me,cosa non riuscita tra l'altro. 
Avrei voluto sprofondare almeno dieci metri sotto terra o essere in grado di rendermi invisibile ,tanto era la vergogna che provavo.
 Aveva frainteso tutto.
- Ciao Ray. - lo liquidò il moro scuotendo la testa avvicinandosi a me.
- Non hai risposto. - insistette.
Zayn sbuffò leggermente,sembrava inquieto.
- Si,puoi. Non eri in ritardo? - cercò di liquidarlo una seconda volta,dandogli ancora le spalle.
- Sto andando. E voi due non divertitevi troppo in mia assenza. - ci ammonì prima di chiudere la porta alle sue spalle definitivamente.
Piombammo in un silenzio imbarazzante.
Zayn mi guardava torvo ma era come se non lo facesse realmente,cosi rinchiusi il suo avambraccio nel mio palmo
 facendolo rinvenire da quella sorta di ipnosi temporanea.
- Mi dispiace. - trapelò sinceramente.
- Non è colpa tua. - scrollai le spalle per fargli capire che non me ne importava più di tanto,in fondo dovevo essermi 
abituata alle loro battute stupide eppure ogni volta ci ricascavo come una cretina.
- Perché sei scalza? - chiese con gli occhi fissi a terra.
 E mi ricordai che dovevo chiedergli dei calzini.
- Eh,i miei si sono bagnati quindi stavo venendo a chiederti …
- Si certo,vieni.
M'invitò ad entrare nella camera adiacente al bagno dalla quale proveniva una fioca luce:la sua.
Non era la tipica stanza che ci si aspetta da un ragazzo.
Cioè,aveva si,un letto,una scrivania,un armadio e degli elementi che fungevano da ornamento ma era diversa
 comunque dall'immaginario comune.
Ma d'altronde la sera precedente mi aveva confessato che aveva una passione per il disegno e in nei mesi passati
 avevo sentito che frequentasse l'Accademia delle Belle Arti. La scrivania era intasata tra colori di ogni genere e tipo,
fogli da disegno,gessetti di carboncino.
Sopra questa si elevava una dispensa piena di libri d'arte e sopra questi alcuni libri d'autore.
Curiosai tra i disegni e mi sorpresi nel vedere un ritratto su carboncino piuttosto familiare.
Ritraeva una ragazza appoggiata al muretto con lo sguardo perso nel vuoto,con le luci della sera che giocavano
un bel contrasto di chiaro scuro. 
La precisione dei dettagli,la cura di ogni minimo particolare di questa mi sorprendeva,la linea ben definita,
la morbidezza di alcuni tratti e l'incisività di altri,la scelta dell'espressione da questa assunta,la linea morbida e 
ondulata dei capelli.
Sembrava una foto che aveva catturato un istante difficilmente visibile ad occhi poco sensibili,estranei.
Ma la cosa che mi meravigliava di più era che la ragazza mi era stranamente familiare. 
Magari l'avevo vista in qualche rivista di gossip.
- Ehm, quella sei tu! - mi raggiunse alle spalle cogliendomi completamente alla sprovvista. 
Ero spaesata e lui in imbarazzo a giudicare dal basso tono di voce.
- Quando …
- Era in autunno,quando venimmo a casa vostra per guardare una partita di calcio. 
Tu sei uscita fuori e guardavi la strada ma era come se non la guardassi veramente. Eri cosi assorta,quasi irreale. 
Cosi appena tornato a casa ho realizzato questo,è stato più forte di me. All'inizio non ero sicuro che fossi tu,insomma mi
 ero solo ispirato a ciò che avevo visto ma poi, più lo guardavo e più assomigliava a te. - confessò in evidente imbarazzo,
per tutto il tempo aveva guardato il foglio tra le mie mani.
Imbarazzo che non sarei riuscita a frantumare;ero in una sorta di limbo emozionale, divisa tra l'essere lusingata e l'essere
 completamente esterrefatta.
Quando aveva avuto tempo ad accorgersi di me,quando se io sono sempre fuggita per non stare in sua compagnia e quella dei suoi amici? 
Nonostante i mille dubbi che mi attanagliavano al momento non potei fare a meno di pensare che in fondo in tutto questo 
tempo non gli ero stata indifferente e questo mi metteva ancora più in subbuglio.
E poi quel ritratto,non era per niente verosimile a me,era troppo in ogni senso.
- No, questa qui – indicai la ragazza sul foglio – è troppo perfetta per essere me,insomma non ha 
praticamente neanche una cosa fuori posto. L'hai un po' idealizzata. - lo accusai gesticolando.
- No,è quello che ho visto,è …
Non terminò la frase portando lo sguardo felino all'altezza del mio trattenendosi a stento dal dire qualcosa che 
avrebbe sicuramente cambiato le carte in tavola. Come se la confessione di prima non fosse sufficiente!
- E' … -lo incitai,morsa dalla curiosità.
- E' quello che vedo. - concluse con non poca difficoltà ma senza distogliere quei due fanali color caramello 
screziati di cioccolato che indossava al posto degli occhi.
Forse temeva di spaventarmi con la sua dichiarazione,e faceva bene perché non sapevo come interpretarla.
Troppe emozioni in un solo giorno e io non sapevo come chiamarle,cosa erano,cosa significavano veramente,
cosa volevo sentirmi dire.
Come rovinare un momento intriso di significati profondi per paura,codardia? Cosi.
- Mi si sono raggelati i piedi,potresti … - non terminai il pensiero,indicai solo gli oggetti desiderati in mano sua.
Sorrise porgendomeli. Mi allontanai da lui mettendomi a sedere sul bordo del letto per facilitare l'azione.
- Mi son chiesto spesso a cosa stessi pensando cosi intensamente,perché ti nascondessi dietro a quella falsa parvenza di acidità.
- E cosa ti sei risposto? - gli chiesi riacquisendo quel minimo di coraggio che mi era rimasto,delle briciole in sostanza.
- Che avrei voluto conoscerti. - rispose risoluto.
- E ora che l'hai fatto?
- Che vorrei conoscerti meglio e che in fondo non sei acida:la tua è solo dolcezza andata a male.
- Come fai a esserne sicuro? - gli chiesi scettica.
Posò il ritratto che aveva in mano e si avvicinò con passo deciso,s'inginocchia invadendo il mio campo visivo e si lascia sfuggire un sorriso.
Forse era consapevole che mi stava mettendo in difficoltà con le sue azioni e le sue parole ma ciò non lo desisteva dal non andare avanti.
- Lo si capisce guardando questi occhi – mi sfiora un occhio con il pollice –  un po' troppo teneri per riflettere le tue parole 'acide o ciniche'. - terminò con la mano ancora sul mio viso,perpetua nel suo gesto delicato e confortante
Poche persone prima d'ora si erano soffermate a verificare la veridicità delle mie parole. 
E lui era una di queste.
Gli diedi un bacio a stampo senza pensarci presa dal momento.
Mai come in quel momento mi sentii capita. Ed era bellissimo. Lui era bellissimo.
- Grazie! - sibilai a qualche centimetro dal suo bellissimo viso e, come lui poco prima, gli sfiorai la guancia con il dorso della mano.
Chiuse gli occhi e sembrò lasciarsi cullare dalla curva naturale della mia mano sulla sua pelle.
- Hai una strana considerazione di te stessa! - sussurrò rauco,con gli occhi ancora chiusi e quelle ciglia lunghissime
 che quasi lambivano lo zigomo.
Non resistetti alla tentazione di sentirle,spettinarle. 
Si lasciò sfiorare senza dire nulla,anzi sembrava perfettamente a suo agio,al contrario di me che nonostante avessi 
una confusione epica in testa non potevo fare a meno di lasciarmi andare a quella situazione,a cogliere l'attimo.
- Può darsi. - e avventata come non mai,mi piegai un po' e posai la mia fronte sulla sua.
Solo allora aprì gli occhi inchiodandoli ai miei;lucidi,espressivi,calorosi e dannatamente attraenti.
Ci studiammo per un tempo inqualificabile alla ricerca di qualcosa a lungo sfuggito nel tempo trascorso insieme.
Lentamente,come se temesse che da un momento all'altro l'avrei allontanato, rifiutato,si avvicinò posando delle soffici 
e calde labbra sulle mie.
Baci delicati,dolci,attenti e desiderosi di maggiore contatto cosi come i miei.
Notai che si appoggiò con le mani sul bordo del letto ai lati della mia figura per non perdere l'equilibrio. 
Quel che che iniziò come un bacio innocente,casto ben presto invece si trasformò in una ricerca reciproca di sapori,
lingue ed emozioni assopite a lungo. 
Ben presto anche il mio respirò si trasformò in un affanno; intrecciai le dita ai suoi capelli, attirandolo più a me,
non calcolando il prevedibile. Un piccolo movimento brusco all'indietro e mi ritrovai distesa sul letto con metà del suo corpo
che aderiva perfettamente al mio.
- Sembra che non possa fare a meno di ritrovarmi addosso a qualcuno oggi! - bisbigliò tra un bacio e l'altro ilare.
- Ma allora … ammetti che lo stai facendo … apposta. - riusci a formulare a fatica per stuzzicarlo un po'.
Non rispose,rise soltanto. Quindi non era soltanto il mio precario equilibrio … ma in fondo chi se ne fregava se questo era il risultato.
Mi stava sconvolgendo i sensi inebriandomi del suo profumo,mi stava saggiando con impeto,passione,desiderio senza
 mai valicare il confine,attento a ogni suo minimo gesto,attento a non accelerare i tempi. 
Non so come riuscisse a mantenere il controllo anche in questa situazione quando io gli stavo perforando una spalla e il collo
 con mani e unghie e volevo soltanto sentirlo mio.
Un bacio a lungo atteso e rincorso,un bacio che metteva a nudo tutte quelle sensazioni sopite e non svelate,
un bacio che sapeva tanto di una conquista a lungo ricercata,un bacio che …
- Oddio,scusami.
Un bacio interrotto da esigenze ben più primordiali.
- Non è niente,tranquillo. - dissi mordendomi poi la lingua per trattenere le risate,non mi sembrava carino infierire.
- E' imbarazzante. - soffiò a un centimetro dalle mie labbra.
- No …è una cosa fisiologica,insomma dopo ore passate a digiuno mi sembra normale,anzi a dir la verità anch'io sento
 un certo languorino.
- Apprezzo il tentativo ma …
- Ma niente,non è successo niente. - decisa,risoluta e forse anche un po' troppo autoritaria gli ribadii il concetto. 
Volevo solo che non si sentisse in imbarazzo,non con me e non per una cosa di cosi poca importanza.
 Poteva capitare a chiunque,anche a me. 
- Anzi,ti va un piatto di pasta? - gli chiesi stampandogli un ultimo bacio e cercando di divincolarmi dalla sua presa per scendere dal letto.
Lo vidi che era ancora intontito e forse sorpreso dalla mia reazione,ma non avrei saputo come gestirla altrimenti.
- Zayn? - lo richiamai una volta arrivata alla porta non ricevendo nessuna risposta.
Mi guardò ancora un po' titubante e poi mi raggiunse.
- Ti mostro dov'è la cucina,non vorrei che nell'ombra comparisse l'uomo nero. -lanciò fresco fresco la frecciatina davanti alla
 cucina avvolta nel buio.
- Ma smettila. - gli dissi pizzicandogli leggermente un fianco.
- Ehi! - si lamentò.
- Come siamo delicati! - continuai a prenderlo in giro – Comunque mi dici dove posso trovare il necessario?
Non sapevo come muovermi in quella cucina che a dispetto della del palazzo vecchio stile,era anche troppo moderna.
 Adatta più a uno chef che a una ragazza improvvisata cuoca per esigenza.
- Agli ordini!
Mi porse tutto ciò che gli avevo chiesto muovendosi con padronanza nel piccolo spazio e una volta finito si sedette al tavolo 
di fronte in attesa.
Mi sentivo un po' in soggezione con lui che mi guardava mentre cercavo di mettere a tavola un pasto che
fosse almeno decente,commestibile.
Circa dieci minuti più tardi cercai di assaggiare la pasta e non so spiegarmi come ma la forchetta che qualche secondo 
prima era ben salda nelle mie mani mi sfuggì.
- Ti serve una mano? - chiese divertito.
- No,grazie. - lo liquidai più per stizza personale che per altro.
Nonostante avessi rifiutato la sua offerta d'aiuto, prese un'altra forchetta dalla dispensa e si avvicinò intrappolando 
una pennetta tra le raspe della forchetta,ci soffiò su e poi me lo porse.
- Assaggia! - m'invitò con sguardo fiammeggiante e sorriso sornione.
Feci come mi aveva richiesto mordendo solo metà di questa.
- Allora,sono pronte? - domandò prima di mangiare la metà che avevo lasciato.                                                                                                                      - Ancora due minuti.
- Si,ci vuole un altro po'. - assecondò qualche secondo più tardi.
- Nel frattempo potresti apparecchiare. - lo incitai.
- Mhm …pensavo di occupare questi minuti in un altro modo! - disse ammiccando dosando le parole,
prima di allacciarmi la vita con un braccio.
- Magari prendendo i bicchieri in alto! - gli suggerii facendo finta di niente.
- O assaggiando qualcosa di più gustoso! - proferì fissando le mie labbra mentre lui si mordeva quello inferiore e si chinava a baciarmi.
Faceva improvvisamente caldo in quell'abitacolo e l'aria era ormai satura.
- O forse è meglio saggiare qualcosa di più nutriente per reprimere i morsi della fame. - bisbigliai ad un centimetro dalle sue labbra,
ricordandogli il piccolo incidente di poco prima.
- Certo che sai essere stronza quando vuoi. - disse rubandomi un bacio prima sciogliere la presa.
- Mi sembrava già acquisito questo particolare. - dissi scrollando le spalle.
Scrutai la sua espressione per vedere se si fosse offeso:sembrava rilassato fortunatamente.
- Lo terrò a mente per la prossima volta. - biascicò mentre armeggiava con le posate. 
Era assurdo quanto potessi trovare irresistibile gesti che avevo visto fare a chiunque o forse era semplicemente assurdo 
l'attrazione che provavo nei suoi confronti,ma non volevo che tutto si riducesse ad un piano fisico.
E considerando le ultime confessioni non poteva essere cosi,anzi avevo come la sensazione che non mi stesse dicendo 
completamente la verità,che ci fosse altro.
Magari era solo una delle mie paranoie.
- E' pronto! - mi schiarii la voce e anche i pensieri prima di riempire i piatti.
Ci sedemmo e mangiammo: - Uhm …buona! - si complimentò regalandomi uno dei suoi smaglianti sorrisi.
La conversazione toccò vari argomenti e a fine cena Zayn mi mostrò la sua abilità nel preparare il ciobar,
facendomi ridere perché diverse volte rischiò di ustionarsi. 
Riempì due tazze fumanti e ci accomodammo sul divano a godercele davanti alla tv. 
Appena seduti però suonarono alla porta.
- Questo è Ray che si sarà dimenticato di qualcosa! - sbuffò alzandosi ed andando ad aprire.
- Ciao bellezza,che temporale sono tutta bagnata. - sentii un attimo prima di ritrovarmi in cucina un'avvenente ragazza:
mora,alta,con due occhi color ghiaccio e due labbra carnose. Sembrava uscita da una rivista di moda.
Aveva in mano due cartoni della pizza.
- Oh,vedo che hai compagnia. Ciao,io sono Carol la ragazza di Zayn.































Navigando su un sito ho tovato quest'immagine e mi ha ricordato tanto Zayn e Hope al lago,quindi volevo condividerla con voi.



Che ne pensate di questo banner un pò improvvisato? Potrebbe andare o è troppo esagerato?
In realtà sto ancora spettando quello che avevo rischiesto ad una ragazza,
ma volevo farvi vedere come io avevo immaginato la coppia.



Hello :)
Ritorno con un capitolo che non mi soddisfa pienamente ma carico carico di sentimenti svelati.
Qui trovate Zayn che confessa di aver notato Hope molto prima della fatidica festa e di esserne rimasto incuriosito e affascinato.
E una Hope imbarazzata ma lusingata,tutto avrebbe pensato tranne di aver colpito qualcuno.
Lui sembra comprenderla senza che abbia bisogno di spegare ogni minimo cosa,sempbra aprezzarla per quella che è
d'altronde anche lei comincia a sentirsi a suo agio in sua compagnia e si lascia trasportare dalle emozioni dettate dal cuore,
senza pensare alle conseguenze,vuole vivere il momento e con lui è come ritornare  di nuovo a vivere.
Ma poi subentra l'impensabile: Carol che si presenta come la sua ragazza.
Voi che ne pensate? Sarà veramnete cosi?
Infine volevo ringraziare tutti  coloro che leggono in silenzio,
che hanno messso la storia tra preferite/seguite/ricordate e ovviamente colore che hanno recensito.
In particolar modo a 
Directioner_Is a promise 
che con le sue parole mi stimola ad andare avanti e a migliorami.
Ok,ho parlato anche troppo.
Spero che il testo sia di vostro gradimento e alla prossima, baci <3


 


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


- Oh,vedo che hai compagnia. Ciao,io sono Carol, la ragazza di Zayn. -  mi si presentò la sosia di Megan Fox con una tale tranquillità che rasentava la sfrontatezza.
Non potevo credere alle mie orecchie. 
La ragazza di … Zayn!
Come mai quest'ultimo non avesse accennato a nessuna presenza femminile nella sua vita era un mistero.
La salutai con un 'ciao' flebile quasi sussurrato,ero pietrificata e incredula allo stesso tempo.
- Car,che ci fai qui? - le chiese lui senza turbamenti.
- Come che ci faccio qui?Ho portato la pizza. - spiegò lei pacifica tentando di dargli un bacio,ma lui spostò il viso a lato cambiando il suo precedente obiettivo – Ma noto che avete già cenato. - disse poggiando le pizze sul tavolo ancora non sparecchiato. 
- Abbiamo appena finito! - le spiegò.
- Come hai detto di chiamarti?
- Giusto,non vi ho presentati: Car lei è Hope. Hope Car.
Car? Solo Car? Non “la mia ragazza” o “un'amica” e il fatto che fosse “speciale” era sottinteso o era solo una mia impressione.
Insomma perché non si sbilanciava? 
- Mi sembra di averti vista da qualche parte. Zayn,tesoro me lo appenderesti, per favore! - biascicò sedendosi vicino a me sul divano occupando inconsapevolmente il posto del moro una volta tolto il cappotto e porgendoglielo a quest'ultimo.
- No,non credo. - dissi atona e incolore spostandomi inavvertitamente verso il bordo estremo del divano,come a volermi allontanare da tutta quella situazione,da lei e … lui.
- Zayn,il cappotto! - lo richiamò vedendo che lui non si muoveva.
Imperterrito,lui si sedette sul bracciolo del divano vicino me e prese a giocare con una mia ciocca di cappelli sfuggita.
- Poggiala affianco! - le consigliò.
Come faceva a rimanere cosi tranquillo mentre io stavo logorando dentro?
- Gentile come sempre. - s'irritò e scocciata lo buttò a lato.
Ci guardò per qualche secondo prima di sbottare.
- Insomma che avete voi due? Ho interrotto qualcosa? Siete cosi taciturni. -osservò.
Credo che avesse notato il mio pallore,il corpo in tensione e lo sguardo perso nel vuoto. Mi sentivo ferita,ingannata e soprattutto delusa da una persona che sembrava mi capisse e fosse almeno in parte interessato.
Forse avevo travisato tutto o forse tutto questo era solo un incubo! 
Forse dandomi un pizzicotto mi sarei svegliata e avrei scoperto che in realtà mi ero addormentata e nulla di tutto quello successo nell'ultimo giorno era successo.
No,non era possibile. Ogni sensazione,ogni odore,ogni tocco – il suo tocco – era cosi reale e ogni centimetro del mio corpo lo aveva percepito.
Cosi come percepiva,ora, quella leggera carezza alla spalla.
- Car tu non dovresti essere qui cosi come non dovresti presentarti come la mia ragazza. - proferì secco senza però mostrare fastidio per la suo presenza.
E poi che cosa intendeva dire? Che tra loro era finita?
- Si,ma sembra più carino che dire che facciamo sesso ogni tanto,scusa il linguaggio tesoro. 
Vidi Zayn sbiancare ancora più, strabuzzare gli occhi e affogare con la sua stessa saliva. E dopo qualche secondo di sbigottimento suo e la perdita di più di un battito mio,seguì una fragorosa risata da parte della ragazza.
- Car …? - la riprese.
- Dai scherzavo! - gli fece una una linguaccia in contemporanea ad una strizzata d'occhio.
Credeva di essere divertente la ragazza …
- Ray è già uscito! - gli ricordò Zayn.
- Lo so. Dovevamo incontrarci appena sotto casa mia,invece,quel coglione se n'è completamene dimenticato e si è avviato lasciandomi sotto la pioggia battente. Quanto può essere stupido quel ragazzo?
- Gli sarà sfuggito di mente. L'hai avvisato che sei qui? - cercò d'informarsi.
- Gli ho mandato un messaggio. Ti vuoi liberare di me per caso? - se ne usci la tipa alzando di un tono la voce – No,sai:non è carino lasciare una ragazza sotto la poggia e il gelo,poi se mi viene una polmonite ti riterrò colpevole.
- Sai che qui sei sempre la benvenuta,smettila di fare la melodrammatica. - lo ammoni dolcemente lui per poi suggerirle premuroso di asciugarsi i capelli in bagno.
Più che fidanzati sembravano fratello e sorella. Anche se lui non aveva esplicitamente smentito la sua precedente affermazione. E l'aria era intrisa di scosse elettriche talmente potenti da farti arrestare il cuore ma,per fortuna,non avevano ancora colpito lo sfortunato di turno.
E chissà perchè mi sentivo di essere io quello.
Bèh il motivo non mi era del tutto oscuro.
- Non sono poi cosi bagnati! - rifiutò il consiglio lei – Piuttosto sto morendo di fame,che hai mangiato stasera? - domandò avviandosi verso la cucina in cerca di cibo.
- Hope ha preparato la pasta,ne è rimasta ancora un po' se vuoi. - le suggerì.
La vidi procurarsi una forchetta e affondare questa nella pentola intrappolandone una,e sia ben chiaro una.
La avvicinò al naso odorandola e quasi come se stesse per assaggiare spazzatura,ne morse un po' socchiudendo gli occhi.
Se prima mi risultava antipatica ora mi era anche schizzinosa la ragazza.
- Non hanno sale e sono un po' scotti. - decretò affondando la mia cucina e con essa me.
- Sei tu che mangi troppo salato e sono al dente! - precisò.
Il fatto che mi avesse difesa per una cosa all'apparenza stupida,mi risollevò un pochino il morale e mi fece sorridere non appena vidi la faccia di disgusto di Carol.
- Puoi sempre riscaldare le pizze che hai portato se non sono di tuo gradimento …insomma nessuno ti sta obbligando a mangiarle! - suggerii stizzita.
- E' quello che sto per fare ragazzina!Queste sono in-mangiabili. - infierì ulteriormente.
Insomma che diavolo voleva da me? E come si permetteva a chiamarmi ragazzina,quando poi era lei che stava risultando tale col suo comportamento infantile.
- Come siamo suscettibili stasera! Cos'è successo Car?
Ma mentre rivolgeva a lei la domanda allungò il braccio fino ad arrivare a stringere la mia mano e accarezzare con il pollice il dorso.
Avvertivo la sua presenza,il suo conforto anche se avrei preferito non fosse silenzioso.
Decisi di ignorare i miei istinti omicidi verso la ragazza e concentrarmi sul moro di fronte me. 
Gli feci un po' di posto vicino a me inducendolo a sedersi piuttosto che rimanere in bilico sul bracciolo del divano.
Scivolò giù mettendosi a gambe incrociate in modo da poter guardare entrambe.
Si sporse verso di me stampandomi un bacio prima di ritornare a sorridere in quel modo infantile che solo in lui ho riscontrato.
Un piccolo momento solo nostro racchiuso in uno tutto strambo,confuso e  - Dio non voglia! - volto al tragico.
- Osi pure baciarla di fronte a me? - chiese irritata,ma la trovai talmente buffa detto da una che aveva la bocca impegnata a masticare,una mano a impugnare la pizza e l'altra a chiudere il piccolo forno a microonde sopra alla mensola.
'Pensa a mangiare' avrei voluto dire invece mi stupii nel vedere lo sconforto e la frustrazione negli occhi del ragazzo di fronte me.
Era … scocciato.
Io lo era da quando si è presentata.
Forse stava cominciando a capire anche lui come ci si sente ad avere una persona cosi nelle vicinanze.
- No,dico:ti sei rincretinito? - aggiunse poi buttando infastidita il trancio di pizza sul piatto infastidita.
- Si può sapere qual'è il tuo problema? - sbottai a quel punto pizzicata sul vivo facendo per alzarmi ma, la mia azione venne bloccata dal braccio di Zayn che mi riportò alla mia precedente posizione.
- Car,se sei incavolata per altri motivi evita di scaricare la tua rabbia verso Hope. Non c'entra niente. E se hai voglia di sfogarti,io sono qui. Lo sai? 
- Hai ragione,scusami! - si scusò in tono totalmente falso.
Non capivo come mai non esplodesse e le dicesse quattro invece di mostrarsi gentile e comprensivo. Insomma due paroline , e forse più, gliele avrei dedicate anche io.
Lui invece,per chissà quale ragione,era indulgente.
E proprio mentre stava per dire qualcos'altro alla sua amica,gli suonò il telefono facendo piombare la stanza in un silenzio tombale se non fosse per la hit prodotta dal suo cellulare.
- Devo rispondere! - disse alzandosi dal divano e uscendo dalla cucina non prima di aver regalato un occhiata di avvertimento a Carol.
- Tu,sei il mio problema! - decretò lei dopo essersi accertata che Zyn non sentisse.
- Non mi conosci neanche!
- E non voglio neanche farlo. Sei una delle tante e si stancherà anche di te e ,come sempre,ritornerà da me. E' solo questione di tempo! - disse certa. 
Eccolo,qual era il suo problema. Una mia possibile relazione con lui e di conseguenza minacciavo quello che lei considerava il suo territorio.
- Fossi in te non sarei cosi sicura!
- Io e lui siamo legati da un legame profondo,siamo inseparabili. Possiamo allontanarci per un po' ma poi ritorniamo sempre insieme. Quindi gira alla larga dal mio ragazzo e togliti i suoi vestiti che sei ridicola. - disse con disprezzo.
- Tu sei pazza!E,tra le due,la ridicola sei proprio tu che credi in cose inesistenti. - mi limitai a dirle non volendo sfondare nel volgare. 
- Non hai notato che si mostra comprensivo con me?
Si, che l'avevo notato ma questo non significava che lui pendeva dalle sue labbra. Anzi più di una volta l'aveva ripresa.
- E tu non hai notato che era visibilmente scocciato?
- Di certo lo stavi annoiando già da prima e lui non sapeva come dirtelo; è troppo gentile per far sentire una persona indesiderata il mio Zayn.
Bé il gentil fanciullo mi ha fatto sentire più che desiderata prima della sua venuta e anche dopo non ha fatto altro che dedicarmi piccole attenzioni e sguardi calorosi.
- Povera illusa! - sibilai appena un attimo prima che rientrasse Zayn.
- Chi è la povera illusa?
Aveva sentito … ops!
- Hope mi stava dicendo che sperava che spiovesse tra un po' in modo da poter tornare a casa!
Mi girai incredula e stupita verso di lei. A che gioco voleva giocare la gattina indispettita?
Voleva liberarsi di me.
- Vuoi andartene? - mi chiese per conferma.
- Per Ray non sarebbe un problema darti un passaggio! - mi suggerì anche il modo. 
E anche di fretta.
Non volevo confermare ma non potevo nemmeno negare:non me la sentivo di rimanere a dormire da lui.
I miei freni inibitori stavano risalendo e volevano prevalere:una marea di dubbi mi dilagava la mente e c'era poi quella sensazione spiacevole che mi stringeva il cuore.
- E visto l'orario credo proprio che questa serata si concluderà a breve,ti spiace se rimango a dormire qui? - domando con  una vocina.
- Nessun problema. - le rispose per poi riportare l'attenzione a me.
Il mio sguardo,però, era riservato ancora a Carol che,stando ben attenta a non farsi vedere dal moro,mi mimò:Visto,sceglie sempre me! 
E come se il concetto non fosse abbastanza chiaro lui le permette di dormire da qui.
Nessun problema.
Non avrei sopportato un minuto in più di quell'assurda situazione,ne tanto meno la sua voce stridula da papera.
- Potrei parlarti un minuto in privato? - gli chiesi dopo.
Non sapevo che tipo di rapporto ci fosse tra i due ma di certo non sarei rimasta lì a guardare inerme questo teatrino giostrato dalla fan fatal.
Volevo chiarire solo alcune cose.
Posai la tazzina di ciobar sul tavolino di fronte e m'incamminai verso camera sua facendogli capire di seguirmi.
Chiuse la porta a chiave dietro di sé e si appoggiò ad essa.
- Non so cosa ti abbia detto ma non è come credi!- sembrava abbattuto. Forse si era accorto della mia reazione o meglio dire della mia non reazione.
- Io non credo niente,voglio solo andare a casa. - sputai arrabattando le mie cose,peccato che alcune erano ancora rimaste in bagno.
- Lei non è chi dice di essere! - continuò.
- Ah no? E sentiamo,perchè una verrebbe a casa tua e si presenterebbe come la tua ragazza? Che tra l'altro è ancora di là! - alzai leggermente la voce tanto che diede fastidio anche a me. Poi avevo quello strano peso sullo stomaco,come se stessi sbagliando tutto.
- Noi siamo amici fin dall'infanzia e lei si diverte a fare questi scherzi idioti a qualsiasi ragazza che vede vicino a me. - spiegò tranquillo.
Giochini?
Col cavolo! Lei non si era ancora arresa con lui:quanto profondo era stato il loro rapporto poi era ancora un mistero.
Erano amici da sempre e io non potevo arrivare a capire il loro rapporto e di certo non mi sarei mai permessa di esigere un allontanamento di quetsa dalla sua vita.
- Non è divertente! - riuscii a sibilare quel tanto da farmi sentire da lui.
- Mi dispiace. Posso solo immaginare come tu ti senta,ma non lo fa con cattiveria. Per lei è solo un gioco. - continuava a difenderla.
Come si fa a giocare con i sentimenti degli altri?
Inoltre era stata ben chiara su quali fossero le sue intenzioni.
- Posso farti una domanda? - chiesi mentre in testa mi frullava solo una frase:“Si, ma sembra più carino che dire che facciamo sesso ogni tanto”.
- Certo.
- Hai detto che siete amici da tanto tempo …
- … abbiamo un rapporto fraterno. - spiegò cauto mentre si avvicinava a me titubante.
Ok. Mi sentivo ancora più stupida per ciò che gli volevo chiedere.
Ma dovevo sapere altrimenti mi sarei corrosa il fegato dalla curiosità,anzi dal dubbio e dalla gelosia.
- Ehm … Ha detto che siete … ehm … andati … si,insomma siete andati a letto insieme? - chiesi prendendo coraggio in preda alla frustrazione e all'angoscia di scoprire se era vero o meno.
Ma infondo, teoricamente,loro erano come fratelli quindi non ci sarebbero state sgradite sorprese. Ma allora a quale scopo lei rivendicava diritti – tutt'altro che fraterni - su di lui?
Non rispondeva.
Aveva uno sguardo vacuo e sembrava incerto su cosa dire.
Che c'era tanto da pensare poi? O era si o no.
A meno che lei non avesse detto la verità.
Ed era proprio questo il punto.
- Oh! 
L'unica esclamazione proferita che racchiudeva un migliaio di pensieri confusionari.
Mi fermai di fronte alla sua figura per studiarlo,carpire qualche frammento di verità,ma l'unica cosa che vidi era una ragazzo impenetrabile.
- Zayn,per favore,dammi qualche minuto. - cercai di dire nel tono più calmo possibile per non far trapelare il mio stato d'animo,anche se era più che evidente.
Appena lo vidi aprir bocca per parlare,irruppe la voce di Carol che lo chiamava  da dietro la porta.
- Tutto bene? - chiese poi imperterrita – Comunque è appena rientrato Ray.
Zayn continuava a guardarmi inerme senza risponderle.
- Vai! Non è carino lasciare da soli gli ospiti. - gli dissi fredda.
Solo dopo averla detta realizzai che l'intrusa in quella casa ero io non lei.
Non si mosse di un centimetro.
Continuava a guardarmi come a voler capire cosa stessi pensando realmente.
- E' di casa ormai, e poi c'è Ray. - sibilò continuando a peggiorare la sua situazione  e ad avvalorare la mia tesi ingenuamente.
Che amarezza.
- Tutto ok! - disse rivolgendosi all'amica oltre la porta per poi ritornare a rivolgersi a me - Non so cosa stai pensando in questo momento ma … io … siamo solo amici,niente di più. E non voglio che questa piccola bravata rovini tutto. Come avrai capito,tu mi piaci. Non fuggire,resta. - disse in un sussurro le ultime parole di fronte a me senza mostrare alcuna incertezza.
Mi guardava dritto negli occhi come a volermi infondere la sua sicurezza,come a volermi leggere l'anima.
Per quanto ci volessi provare a trovare qualche barlume di titubanza, tutto quello che vedevo erano quelli occhi dolci e sicuri che mi trasmettevano calore e fiducia.
Io gli piacevo e lui di certo non mi era indifferente, all'apparenza non c'erano problemi ma si sa che le apparenze ingannano.
Mi trovavo in una sorta di limbo emozionale dove da una parte non potevo permettermi di andare avanti finendo per affezionarmi troppo a lui e rischiare poi di rimanere ferita pesantemente,marcata da cicatrici talmente profonde che avrebbero impiegato  tempo a rimarginarsi ma dall'altra parte mi doleva allontanarlo.
E sentii ritornare quella misera tentazione:ritornare di là e marcare quel poco che con fatica eravamo riusciti a conquistare in una giornata piena di emozioni,confessioni e l'elettricità che avvertivo non poteva rappresentare il nulla,doveva significare pur qualcosa.
- Zayn,io … - non sapevo come esprimergli la confusione che avevo in testa,tanto che feci qualche passo verso di lui e presi a giocare con il bordo della sua maglia tenendo lo sguardo rigorosamente a terra.
E prima che potessi anche solo pensare come continuare mi trovai avvolta tra le sue braccia,con la giusta forza,senza farmi male ma facendomi sentire avvolta in ogni fibra del mio essere.
Fu in quel momento che mi sentii una vera stupida.
- Mi dispiace … è che mi sono lasciata spaventare! - gli confidai ormai con il cuore in mano.
- Da me? - soffiò in ansia tra i miei capelli.
- E' che oggi ti sei aperto a me,mi hai confessato delle cose importanti ed è stato bello sentirsele dire,poterti conoscere che quando è arrivata lei e ha detto che … insomma,è stato come se tutto non avesse più importanza. Mi sono sentita … delusa,ingannata.  - riuscii a terminare profondamente risentita, prima che il magone m'impedisse di continuare mentre una lacrima silenziosa fece capolino.
Appena terminai sentii applicare una leggera pressione alla stretta.
- Mi dispiace. Non mi ero reso conto. Ormai ci sono cosi abituato alle sue entrate teatrali che non ci faccio più caso e non mi sono accorto di quali conseguenze ha avuto su di te. Sono io quello stupido. Avrei dovuto rendermene conto. - disse abbattuto.
Non è solo quello!
- Cosa?
- Cosa cosa?
- Hai appena detto che non è solamente questo. Che cos'altro t'inquieta? - domandò allentando l'abbraccio in modo da riservarmi il suo sguardo indagatore alla ricerca di prove,fonti,dettagli sfuggiti.
E dire che pensavo solo di averlo pensato,non detto ad alta voce.
Ma tanto valeva essere sinceri fino in fondo.
- Hope,dimmelo ti prego.
- Professi di provare qualcosa per me e poi vai a sfogarti con chi dici di considerare una persona di famiglia. Io non ci vado a letto con i miei “famigliari”. 
Anche se i “fatti” con Carol erano antecedenti al mio avvicinamento con Zayn, mi dava profondamente fastidio questa cosa.
Non riuscivo a metabolizzare proprio questa notizia.
- La nostra è un'amicizia lunga e complicata,ma questo non influisce minimamente con  te. Non ha mai influito con nessuno. - disse distaccandosi completamente.
Diventò improvvisamente freddo e distaccato.
Mi ha forse confessato che questa tarantella va avanti da anni, con tutte le sue ex?
E questa sorta di “maledizione” si sarebbe perpetrata anche con me,con noi? Ancora?
Perché non ci dava un taglio,netto?
Avrei dovuto condividerlo con lei?
- Zayn, …  - non sapendo come riordinare i miei pensieri e considerando che avevo solo voglia di sentirlo mio ancora una volta,annullai definitivamente le distanze e presi a baciarlo con prepotenza.
Non obiettò,anzi in men che non si dica si trasformò in un bacio passionale,focoso,sentito e voluto da entrambi.
Mi sentivo ribollire il sangue e bruciare le labbra,avvampare ovunque. Ci assaporammo a vicenda,confondemmo i nostri sapori,li coniugammo fino a farli diventare unici nel loro genere, intimamente nostri.
E se non fosse stato per la brusca interruzione di Ray avevo la sensazione che la cosa sarebbe continuata ad oltranza.
- Limonate come dei conigli in calore,che schifo! - disse in tono disgustata ma lo tradiva un sorriso divertito – Comunque,Car mi ha detto che ti serve un passaggio a casa quindi, se sei pronta, possiamo andare anche ora. - si rivolse a me guardandomi oltre la spalla di Zayn dove mi ero “nascosta”.
- Quando vuoi!
- Ora,biondina!Ora.
- Dacci un minuto! - gli disse Zayn sorridente.
- Sicura di volertene andare? - chiese allacciando le braccia intorno la mia vita e cominciando ad accarezzarmi la schiena delicato.
- Ho lezione presto domani mattina! - mentii non confessandogli che questa non era la ragione principale.
Mi avvicinai tanto da poter sentire il suo respiro regolare sulla mia pelle e far giocare i nostri nasini come due bambini.
- Vorrei che restassi!
E io vorrei che lei non restasse.
- Anch'io!
E gli rubai un piccolo bacio.
- Piccioncini io sto aspettando! - ci riportò alla realtà Ray col suo vocione,facendoci ridere.
- Andiamo! - disse flebilmente al mio orecchio prima di intrecciare la sua mano alla mia.
In soli cinque minuti volarono saluti di cortesia,sorrisi convenzionali e imprecazioni d'impazienza.
E come mi aveva annunciato poco fa;Carol sarebbe rimasta a dormire da loro,la sorpresa fu che nel frattempo non sarebbe scesa con Ray.
Un pezzettino rosso,scalfito a misura rimase a misura in quella casa tra  le mani affusolate di Zayn che probabilmente,per la sua troppa bontà avrebbe ceduto alle avances della gattina dagli occhi gelidi,invidiosi.
Lacerava corpo e mente il solo pensiero.
Il viaggio fino casa fu taciturno:nessuna battutina o qualsiasi altra cosa.
C'era solo il silenzio,il rombo della macchina e lo scrosciare della pioggia.
Le uniche parole pronunciate furono quelle di ringraziamento da parte mia e qualcosa che di certo non mi aspettavo di sentire.
- Dovresti dirlo a Harry che stai uscendo con Zayn! - mi urlò abbassando il finestrino poco prima si sgommare e allontanarsi.
La sorpresa nel averle sentite mi fece stare sotto la pioggia come un ebete per un po' prima di rimettere in moto il cervellino e rifugiarmi a casa e diversi minuti dopo nel mio letto.
Perchè mai avrei dovuto confessarglielo proprio a lui?
E perchè mai avrebbe dovuto fregarsene?
Boh!
Non riuscivo a dormire.
Mentre sbuffavo e mi rigiravo per la centesima notte mi arrivò un messaggio.
Stasera il mio letto mi attirava,profuma ancora di te. Anche se non è la stessa cosa che averti qui con me.
Sospirando,cliccai su rispondi.
Io non riesco a dormire,il mio letto è vuoto e non riesco a scaldarmi.
Mi batteva forte il cuore,non ero mai stata cosi emozionata nell'attendere un messaggio.
Non sai che darei per poter essere lì con te a scaldarti. Ora dormi, hai bisogno di riposare. Un bacio.
Lessi il messaggio almeno una decina di volte cogliendoci un velo di tristezza tra le righe.
E un tonfo al cuore per me. 
Non mi aveva detto niente su Carol.
Era lì accanto a lui?
Si prendeva beffa di me nel frattempo?
Preda dell'istinto inoltrai la chiamata.
- Hope,tutto bene? - Zayn rispose al primo squillo.
- No! - fu tutto ciò che riuscii a dire.
- Ti senti male? - sentii un fruscio,probabilmente lui che si alzava dal letto,pronto a correre da me.
- No,no,sto bene. Solo che … mi manchi! - mi sentii profondamente stupida, l'indomani ,era quasi certo,l'avrei rivisto.
- Vuoi che ti raggiunga? Posso chiedere a Ray,tanto è ancora in giro che è andato a riaccompagnare Car a casa.
Mi si sciolse un groppo dal cuore e l'unica risposta possibile era “si” ma sarebbe stata da egoisti.
- No,non ti preoccupare. Domani hai lezione anche tu e devi riposarti.
Già l'idea che lui sarebbe corso da me mi aveva fatta sentire meglio,aldilà dell'averlo disturbato nel bel mezzo della notte come una bambina capricciosa.
- Chiudi gli occhi, Hope. - mi sussurrò lui.
- Chiusi.- gli risposi sospirando.
- Sono lì con te, ti sto stringendo forte tra le mie braccia. Sei al sicuro e al caldo, ora fai bei sogni.
Potevo quasi sentirlo, se mi sforzava davvero.
- Buonanotte Zayn… e grazie. 
- Grazie a te, Hope. Grazie di avermi lasciato entrare nella tua vita. Notte principessa.
Ecco il mio principe, pensai scivolando nel sonno. Chissà se sarebbe stato solo mio.....
 
 
 
Ciao a tutte! XD
Lo so, sono schifosamente in ritardo con questo capitolo - chiedo perdono - ma è stato un vero e proprio parto.
Questo che leggerete è la terza stesura e non sono nemmeno pienamente convinta.
Ma mi son detta che se non pubblicavo neanche questa volta non lo avrei mai fatto,quindi eccomi qui.
Commentate,criticate,ditemi cosa ne pensate.
Buona lettura e a presto.
Baci.
   Torna su

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


 
L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo.
L'amore deve avere il coraggio di attingere la certezza in se stesso. 
Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.


Hermann Hesse

Il risveglio fu meno traumatico di quello che mi sarei aspettata,cioè solitario e cupo,al contrario fu ristoratore e gratificante.
Invece,con grande meraviglia, ebbi il mio messaggio del buongiorno che fece miracoli:a colazione salutai persino Harry con un sorriso stampato in faccia.
- Buongiorno!
In risposta ricevetti solo un mugugno incomprensibile,ma poco importava:non oggi!
- Te l'avevo detto che il sesso rende tutto più easy! - aggiunse subito dopo essersi ripreso dallo stupore iniziale.
Alzai gli occhi al cielo!
Proprio non voleva capire che c'era qualcosa di più bello del sesso,e io ci ero talmente e pericolosamente vicina da farmi quasi paura per la sua intensità nonostante il poco prevviso.
Con la coda dell'occhio notai che la sua figura alta e minacciosa si avvicinava pericolosamente.
Mi fissava con evidente curiosità.
Sollevai un pò lo sguardo rimanendo incenerita dagli occhi più smeraldini che siano mai stati creati.
Riabbassai veloce lo sguardo,come infastidita da tanto luccicare.
Che spreco inutile,due occhi cosi intensi su una creatura cosi piena di sè,cosi altezzosa e cosi odiosa.
- Possibile che anche a prima mattina tu sia cosi malizioso? - chiesi più per ribattere che per curiosità.
- Non c'è orario per queste cose ghiacciolo.
Era una causa persa,meglio lascir perdere.
Anche se il vezzeggiativo con cui mi aveva chiamata m'infastidiva,e non poco.
- Buona giornata Harry! - gli agurai avviandomi in camera a raccolgiere il necessario per la giornata. 
Qualcuno che gli avrebbe chiamati i poteri risolutivi dell'amore,ma io gli avrei semplicemente dato il nome di Zayn.
Ultimamente a lui dovevo tutto il mio buon umore e grazie a lui riuscivo anche a dimenticare per un po' quello che di brutto mi era capitato.
Stananotte ero addirittura riuscita a dormire senza neanche fare un incubo.
Ma poi commisi un errore che cambiò temporaneamente il mio umore:gurdai l'orologio rendendomi conto di essere drasticamente in ritardo.
Il buon umore mi aveva fatto perdere il senso del tempo cosi dovetti fare di corsa il tragitto fino all'università.
Avevo il fiatone,ero leggermente provata per lo sforzo e rigorosamente in ritardo.
La lezione della prima ora era già iniziata,tant'è che per quanto cercai di fare piano per non interrompere il professore attirando la sua attenzione e quella dei miei colleghi,non considerai il fattore sfiga.
Trovai un posto nell'ultima fila e appena feci per aprire il borsellino e recuperare una penna,questo mi scivolò dalle mani.
Tutto il contenuto si sparpagliò intorno ai miei piedi ad eccezione di una misera e maleddetta matita che scivolò giù per le gradinate avverando proprio ciò che temevo.
- Non solo arriva in ritardo Signorina,ma rappresenta anche motivo di distrazione per i suoi compagni? La prossima volta attenda la pausa e ora cerchi di non recare più fastidio. - disse iroso Capitan Findus alias il professore di fisica che per il suo aspetto - barba e capelli rasati bianchi - si era aggiudicato tale nomignolo.
- Mi scusi. - dissi mortificata.
Per i primi quindici minuti mi persi nelle mie paranie per la figura fatta quindi feci fatica a capire il resto della lezione.
Inoltre a dispetto di quello che mi aveva detto,il bastardi fece due ore filate di lezione senza concederci il consueto intervallo tra un'ora e l'altra.
A lezione terminata raggiunsi le mie compagne.
- Hey,come mai in ritardo? - mi domandò Jenny. - Tu non sei mai in ritardo ...
- Ieri sera ho fatto tardi e stamattina non mi sono resa conto dell'orario. - dissi tutto d'un fiato come scrollando le spalle.
- Oh oh qualcuno si è divertita ieri! Che hai fatto d'interessante bella fanciulla? - domandò Domi.
- Ma niente di che donzella curiosa.Sono solo uscita con un ragazzo.
- Solo? E ce lo dici cosi? - dissero in coro proprio davanti l'aula di zoologia facendo girare un gruppetto di ragazzi.
- Shhhh! - le zittii - Vi racconto tutto ma dopo lezione,vorrei evitare di essere ripresa di nuovo davanti ai nostri colleghi.
Sembrarono comprendere nonostante inizialmente tentarono una flebile obbiezione.
Ero più che certa che a termine della lezione non mi avrebbero lasciato via di scapmpo se non gli avessi raccontato tutto.
Bè,non proprio tutto.
Alcune cose volevo tenerle solo per me.
Come le parole che mi aveva dedicato ieri,il ritratto che mi aveva fatto e tante altre piccole cose che mi avevano colpita.
Dovevano rimanere ancora e solo mie.
Difatti appena fuori l'aula di lezione,iniziò un serrato interrogatorio che sembrò non finire mai.
- Waow! - disse infine Jenny - Sembri cotta a puntino.
- No,cotta no!
- Hai ragione,sei stracotta. - aggiunse Domi.
- Andiamo, ragazze. Devo ancora conoscerlo bene.Però ... si, mi piace. - ammisi con non poco imbarazzo nella voce.
- Che cucciola! E' anche arrossita! 
- Ok,smettela ora! - intimai. - Voi che mi raccontate piuttosto? - chiesi,nonn ascoltando realmente la risposta, distratta da una sagoma che mi pareva familiare ai pedi della scalinata che stavamo percorrendo.
Più ci avvicinavamo più riconoscevo la voce,il suo modo di muoversi e più il mio cuore gioiva procurandomi iperventilazioni.
Inoltre ero indecisa se passare e salutarlo in modo distaccato visto che era in compagnia di altri ragazzi o fregarmene e fare quello che mi sentivo.
- Hope,mi hai sentito? Ti ho chiesto che cosa ne pensi? -chiese Jenny riportandomi alla realtà,seguendo però il mio sguardo perso orami in quello del ragazzo che mi sta sorridendo.
Di rimando sorrisi lieta che mi stesse per tolgiere l'incovieniente dell'ardua scleta rischiando appunto di mostrarmi cinica.
-Ciao! - Non appena lo vidi non riuscii a trattenermi e lo abbracciai di slancio, per salutarlo.
Zayn, colto totalmente alla sprovvista, accusò il colpo senza cadere o indietreggiare per miracolo.
-Ciao...- Solo in quel momento mi resi conto di aver decisamente esagerato e mi sentii improvvisamente in imbarazzo. Quelle ore estenuanti di attesa mi avevano talmente caricata da farmi scattare come una molla.
La molla si era poi abbattuta su Zayn, che evidentemente non si aspettava una simile accoglienza.
Mi staccai, lentamente, deglutendo e arrossendo per quella mossa così avventata.
Bè,non cosi avventata.
Lo ritrovai a pochi centimetri dal mio viso in pochi secondi e in altrettanti pochissimi istanti mi rubò un bacio.
Quello che mi attraversò davanti agli occhi come un flash back lo vidi a rallentatore di nuovo:i suoi compagni che si prendevano a gomitate a vicenda,qualcuno che fischiava qualcun altro tossicchiava  ma quello che mi spaventava era la reazione delle ragazze:conoscendole mi avrebbero bombardate di ulteriori domande.
- Dormito bene? - domandò quasi a fior di labbra,sorridendo.
- Benissimo,grazie! 
'Grazie a te' era quello che avrei voluto dirgli veramente ma avevo come la sensazione che già lo sapesse.
- Stai andando a mensa?
- Si. Ti vuoi unire? - gli chiesi nella speranza di passare un pò di tempo con lui.
- Abbiamo già pranzato! - s'intromise uno dei suoi compagni appena arrivato sorprendendomi.
- Ah! Ok! - risposi atona non capendo la frdedezza di questo. 
- Stiamo andando a lezione. - aggiunse dopo facendo per andarsene.
- Ehm... 
- Non ci far caso!E' scorbutico di natura! - m'informò Zayn.
Ma con che razza di gente aveva a che fare?
- Mi dispiace se ti sto facendo fare tardi.
- Non ti preoccupare,a me non dispiace. - disse mettendomi un braccio attorno alle spalle e attirandomi vicino al suo petto.
Non potei fare a meno di abbracciarlo di nuovo,era qualcosa di più forte della mia volontà.
- Zayn? - lo chiamò un'altro,questa voltà più in tono scherzoso che diffidente.
- Arrivo ... Ti va di cenare a casa mia stasera? Magari noleggiamo un film. - propose tutto euforico.
- Volentieri. - gli sorrisi.
- Amico ti sei dimenticato che abbiamo la rimpatriata. Scusa dolcezza ma lui non può mancare. - gli ricordò un tipo molto alto quanto attraente venuto a raccolgierlo.
Vidi nel volto di Zayn tante di quelle emozioni tutte in una volta che lo lasciarono senza parole quel tanto che bastava per avnzare la mia proposta.
- Possiamo fare per un'altra volta.
- Senz'altro bellezza! Ora però tu vieni con me che siamo in ritardo. - lo trascinò lontano da me mentre quest'ultimo mi faceva segno che mi avrebbe chiamato in serata.
- Mi correggo: tu sei già per la via di non ritorno. - irrumppe Domi avanti alla mia visuale.
- Fossi in te non me lo farei sfuggire uno cosi.- mi consigliò Jenny - Ha delle belle labbra!
- Sembra un pò trasandato,ma quella barbetta gli da un aria ... dark,misteriosa ... sexy! - aggiunse Domi con un aria trasagante.
- Ok! Finitela! - alzai gli occhi al cielo - Andiamo, che ho fame.
- Un bel bocconcino,si.
- Dooom! - la guardai "scandalizzata" ma divertita.
- Che c'è? Che ho detto? - domandò da finta ingenua.
- Sai chi altro è un bel bocconcino? Il tuo coinquilino.Vero Domi?
- Assolutamente!
- Oddio! Sembrate in preda agli ormoni!
- Tu no? - chiese Jenny con il suo sopracciglio sinistro alzato,tipico di quando voleva incastrare qualcuno ben supponendo la risposta.
Non le risposi,semplicemente accelerai il passo in direzione della mensa.
- Dai non essere timida!Siamo noi! - dissero in coro seguite da sommesse risate.
Se ero in subbuglio a livello ormonale?
Diciamo che la sconvolgente attrazione nei suoi confronti mi aveva portata ad essere molto più "sciolta" e spontanea del solito,e questo mi metteva paura.
Era semplicemente irrazionale come riuscisse a farmi sentire bene in sua compagnia.
E tanto più irrazionale era il fatto che già sentissi la sua mancanza,del sapore dei suoi baci,di quel tocco delicato e di quel profumo fresco che emanava la sua pelle.
A dispetto della mia fervida immaginazione le ragazze non s'intromisero più di tanto. Questo, sempre non considerando i preziosi consigli amichevoli che, secondo loro , avrei dovuto necessariamente applicare ovviamente.

****

Otto ore di lezione una dietro l'altra esaurirebbero anche la persona più appassionata di conoscenza. Inoltre dopo pranzo il freddo vento invernale aveva ammassato delle nuvole cosi cupe, e cadeva una pioggia cosi insistente,che di andar a fare una passeggiata dopo le lezioni non se ne parlò neppure.
Non ho mai amato le passeggiate nelle sere rigide,per poi ritornare a casa con le dita dei piedi e delle mani gelate.
Quello che non avrei mai immaginato di trovare sotto casa,era un coinquilino in fin di vita.
Era uno spettacolo spiacevole: lui accasciato a terra,bagnato fradicio,ricoperto di sangue e non del tutto cosciente.
- Harry? Harry? - lo chiamai,scuotendolo alla spalla. Non ricevendo risposta proai a sollevarlo ma pesava come se dovessi trasportare due corpi morti.
Controllai il polso,il battito era regolare ma basso.
- Vattene,non voglio il tuo aiuto! - mi schernì appena tentai di risollevarlo.
- Styles non ti reggi in piedi, come pensi di arrivare fino a casa? - gli risposi intestardita cercando di risollevarlo da terra.
- Dovresti collaborare un po',però. Sei pesante.
- Ma tu non ti arrendi mai? Ce la faccio da solo. - strattonò la presa che avevo applicato al braccio con violenza.
- Sta zitto e fatti aiutare,idiota! 
Controvoglia collaborò non risparmiandomi una serie d'imprecazioni gratuite per tutto il tragitto. Le scale furono le più pesanti da affrontare,nonostante lui cercasse di non pesarmi e di mettere un piede dietro l'altro io ero comunque in bilico con l'equilibrio.
Varcata la soglia di casa buttai a terra la borsa coi libri e con un piede richiusi la porta,mentre Harry si liberò dalla mia stretta e al primo passo vacillò pericolosamente rischiando di cadere a terra.
Fortunatamente i miei sensi furono rapidi e riuscii ad afferrarlo per l'avambraccio ma non avevo tenuto conto della sua forza che era superiore alla mia ,quindi ci ritrovammo entrambi a terra. Anche se la mia caduta venne attutita dal suo corpo. Lo sentii emettere un lamento di dolore.
- Scusa! - dissi cercando da alzarmi in modo da non procurargli ulteriori dolori.
- Sembriamo due ubriachi! - me ne uscii una volta in piedi porgendogli la mano.
Nonostante conoscessi il temperamento del soggetto non avevo ancora imparato che in certe situazioni era meglio stare in silenzio,infatti appena finii seguì un'altra serie di illazioni da parte sua per niente piacevoli.
E che cavolo? Io cercavo di aiutarlo e lui mi scherniva? Ma che c'era di sbagliato in lui? O forse ero io che non capivo niente.
Fortunatamente ero una che davanti agli altri ha una tempra di ferro, quindi non ci badai e a fatica tentai di issarlo di nuovo e lo trascinai in camera sua buttandolo successivamente sul letto,senza proferire parola.
- Sta fermo lì che vado a prendere le medicazioni! - gli intimai.
Qualche minuto dopo quando rientrai in camera con tutto quello che ero riuscita ad arrabattare per le ferite,lo trovai a torso nudo che si sfiorava l'addome nel punto dove l'avevano colpito con una smorfia di dolore in faccia.
Cosi,posai il necessario sopra al letto e feci il percorso a ritroso per recuperare dal frigo qualcosa di surgelato:doveva accontentarsi dei cubetti di spinacci.
Cercai di medicargli i tagli allo zigomo sinistro,al sopracciglio e al labbro inferiore ,tutto ciò in religioso silenzio;non si lamentò nemmeno un po' del bruciore che gli procuravano le ferite a contatto con il disinfettante.
L'unica cosa che mi mise in imbarazzo era il suo modo penetrante di guardarmi:c'era qualcosa di diverso nei suoi occhi quella sera,qualcosa d'indecifrabile per me.
- Non vuoi sapere cos'è successo? - chiese ad un tratto.
- No. - risposi secca. 
- Non sei neanche un po' curiosa?
Certo che lo ero,ma non gli avrei mostrato il minimo interesse a riguardo.
Cosi feci l'unica cosa che mi riusciva bene quando si trattava di lui:mentire.
- No.
- Bugiarda.
Ma questa volta non ero stata abbastanza brava nel farlo;o non lo ero mai stata e lui ha sempre fatto finta di credere alle mie parole.
- Harry mi sembra evidente che ti hanno conciato per le feste – dissi stizzita indicando il suo corpo – e se lo hanno fatto,un motivo ci sarà. La gente non va in giro a picchiare i passanti per divertimento.
- Pensi che io gli abbia provocati?
- Lo hai fatto?
Alzò il sopracciglio e non rispose.
- Te l'ho appena detto:non m'interessa. Se vuoi sfogarti e parlarne da persone civili ti ascolterò altrimenti non mi farò di certo il sangue amaro perchè non hai voluto confessarmelo. - dissi questa volta cercando di essere il più convincente possibile.
- Certo che parlare con te diventa ogni giorno più difficile.
Parlare con me ? Perchè ora ero io il problema? Non capivo neanche perché mi stessi alterando tanto in quel momento.
- Noi non abbiamo mai avuto un dialogo,al massimo delle discussioni. - tuonai inviperita.
- Certo che no, sei cosi permalosa. - mi accusò.
Smisi di fare qualsiasi altra cosa se non guardarlo in cagnesco.
Il signorino aveva anche il coraggio di accusarmi gratuitamente mentre io cercavo di alleviarli almeno un po' di dolore.
- Io permalosa? Cos'altro? Dimmi,cosi lo aggiungo alla lista.
Si,è una cosa stupida ma mentalmente mi ero fatta una lista di tutti gli aggettivi che mi aveva affibbiato in tutti quei mesi di convivenza, e devo dire che non erano per niente lusinghieri.
- Quale lista?
- Bè finora mi hai definita acida,noiosa,scontrosa,controllata,algida – la regina del polo nord – ghiacciolo,uno spreco della natura in tutti i sensi e poi,c'è l'ultima arrivata: la permalosità. Ho dimenticato qualcosa? - gli chiesi ironicamente senza volere l'aggiunta di un ulteriore insulto.
- Si. - disse sorridendo e sporgendosi un po' verso me.
- Cosa,sentiamo. - lo invitai a parlare.
E prima che che potessi anche solo immaginare cosa avesse in mente, mi attirò a sé dandomi un bacio a fior di labbra,senza impeto o pretese. Un semplice bacio a stampo.
- Questo! - mi alitò troppo vicino.
Ero scombussolata dall'inaspettata azione tanto che rimasi inebetita,inerme.
Senza allentare la presa dietro la mia nuca continuava ad indagare dentro ai miei occhi alla ricerca di non so cosa.
- E' questo cosa significa? 
- A tua libera interpretazione.
- Il gesto di uno sconsiderato. - decretai ad alta voce. 
- O il gesto di un ragazzo … - sospese il pensiero come se non volesse rivelare qualcosa d'inconfessabile. Abbassò lo sguardo allentando del tutto la presa dietro la mia nuca.
- Cosa? - chiesi in attesa di una spiegazione quanto meno plausibile.
- Nostalgico. - sussurrò quasi abbattuto.
- E di cosa avresti nostalgia?
Ma invece di rispondermi, allungò il braccio posando una mano sulla mia guancia mentre il pollice iniziava a disegnare il contorno delle mie labbra.
Mi fu inevitabile confrontarle con quelle ricevute dal mio moro:erano ... simili,tranne per il fatto che queste ultime mi davano fastidio.
Le osservò per qualche secondo poi riportò lo sguardo nel mio pieno di domande a cui non avrei mai avuto risposta se le formulavo.
- A volte sei cosi ingenua. - sentenziò prima di sospirare.
Bene un altro 'complimento' da aggiungere alla lista.
Ma come avrei dovuto interpretare il suo gesto e le sue parole,che mi desiderava? E di cosa aveva poi nostalgia?
Stanca di quella situazione assurda e della sua ambiguità,sebbene credessi che dietro a tutto ciò c'era una spiegazione a me celata,preferii non indagare ulteriormente.
Mi alzai e feci per andarmene, ma il mio risentimento non aveva intenzione di tacere ancora una volta cosi,come un fiume in piena,gli dissi tutto quello che mi frullava in testa. 
- Sai cosa penso? - gli domandai rigirandomi verso di lui sorprendendolo. Non gli diedi il tempo di emettere neanche una vocale che mi risposi da sola.
- Penso che tu sia una persona sola,terribilmente sola. Penso che tu abbia bisogno di essere amato per quel che sei veramente e non per quello che cerchi di far credere alla gente. Penso che puoi stare ovunque,uscire tutte le sere con una diversa,avere mille amici,ma quando rientri qui sei solo: mi chiedo come tu non faccia ad accorgerti della vita che conduci,la maggior parte della gente che ti circonda è superficiale e non se ne frega niente di te tranne quando gli conviene. Se solo tu volessi puoi avere più di cosi. - chiusi il mio monologo.
Sorrideva,ma l'espressione del viso era torva.
- Sei brava a giudicare la vita degli altri.Hai molta fantasia,devo riconoscertelo. 
- Pensala come ti pare ma dietro questo tuo volto freddo c'è solo un cuore insicuro quasi intimidito.
- E pazza. - sentenziò.
Mi rifugiai in camera in attesa di mettere pace ai miei bollenti spiriti rabbiosi.
Era incredibile come ogni volta mi facesse imbestialire con poco.
E poi,quel bacio. Che voleva significare?
Stanca per le troppe ore di lezione,stanca per le continue discussioni con Harry,stanca per la continua attesa di una chiamata da parte di Zayn che molto probabilmente non sarebbe arrivata,stanca di qualsiasi cosa mi intrufolai sotto le coperte cosi come ero,togliendomi solo le scarpe, in attesa di un sonno ristoratore,senza sogni o incubi.
Mi si era chiuso persino lo stomaco.
Volevo solo dormire.
Dormire e dimenticare.
- Hope? - sentii una voce ovattata chiamarmi molto dopo.
Faticai ad aprire gli occhi,velati dal sonno e stanchi.
Mugugnai non riuscendo né volendo formulare qualche parola. Ma non ottenni nessuna risposta dall'altra parte.
Frutto forse della mia immaginazione,tant'è che mi rigirai dall'altro lato e la ignorai completamente.
- Hope,dormi?
Eccola di nuovo,pur percependola come lontana avvertivo che era più vicina di prima.
- Hope?
Mi chiamò una terza volta in maniera più delicata e sussurrata.
Benché supponessi che la voce che mi chiamava poteva essere realtà,la curiosità non era sufficiente per farmi vincere la pigrizia e vedere di chi si trattava,ma d'altronde non era la prima volta che facevo sogni strani in cui mi chiamavano persone dal volto oscurato.
Supposizioni appunto!
Perché la delicata carezza che sentii non poteva essere frutto di una mente fantasiosa e nemmeno le dita che mi liberavano il viso da una ciocca e tanto meno la piegatura del materasso e la tirata delle coperte. 
- Stai sconvolgendo il mio equilibrio,irrompi nelle mia vita e pretendi di sapere tutto … pretendi di sapere chi sono,di conoscermi e questo mi irrita perché l'hai capito senza che io ti dicessi niente. Chi sei veramente? Un attimo sei serena, e un attimo dopo ti nascondi dietro alla tua corazza,dietro a quel dolce sorriso da bambina.
Chi sei … ?
Per quanto volessi associare quelle parole a uno stupido scherzò dei miei neuroni troppo attivi anche se dormienti,non potei nascondere che la stessa voce appartenesse ad Harry. Furono attimi di panico: svegliarmi e parlare a cuore aperto con lui o continuare a fare finta di nulla?
E se mi svegliavo,poi,l'avrei spaventato? Dopotutto pensava che dormissi e probabilmente non mi avrebbe confessato mai una cosa del genere da sveglia. Che cosa gli avrei detto esattamente?
No meglio continuare a fingere e rimandare a un altro momento.
- Sogni d'oro ghiacciolo! - mi augurò stampandomi un bacio in fronte prima di alzarsi e andarsene.
Tratteni il respiro finché non percepii l'eco dei suoi passi.
Fui invasa da un profondo senso d'inquietudine e da un senso di colpa per le dure parole che gli avevo riservato in serata.
Chi ero io per giudicarlo?
Forse avrei dovuto imparare ad andare oltre i suoi modi bruschi,forse avrei dovuto ascoltarlo prima.
Era un arduo compito per una che si alterava ad ogni sua minima parola.



 Non è semplicemente adorabile? *_____*


 
Hola! XD
Questa volta sono stata meno ritardataria del solito *brava me* :P
Che ne pensate di questo capitolo?
Cosa pensate sia successo a Harry? Chi potrebbe essere stato?
Sono curiosa di sapere che idee vi siete fatte.... XD
Bacioni e alla prossima. <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8 ***






Cullata da ombre,fantasmi e sagome spettrali mi svegliai nel cuore della notte col cuore in gola,il respiro affannoso,vestita da un velo di paura che aumentò non appena mi accorsi che la stanza era avvolta nel buio più totale e da fuori non proveniva nemmeno uno spiraglio di luce.
Allungai il braccio verso il comodino affianco al letto in cerca del telefono per sfruttare la luce del display: segnava le cinque del mattino.
Come una mummia mi avviai alla porta cercando alla rinfusa l'interruttore della luce non riuscendo a vedere bene.
Riacquistata la vista, riempii i polmoni con un pò di respiro rassicurante nonostante l'agitazione dimorasse ancora in me.
Decisi ,allora ,di andare in cucina a prepararmi qualcosa di caldo ma non feci in tempo a varcare la porta che sentii degli strani rumori - mugugni lamentosi - provenienti dalla stanza di Harry.
Inizialmente gli ignorai per stizza e ancora un pò provata per la discussione avuta in serata e le parole incomprensibili che mi ha riservato quando pensava che dormissi.
Chissà cosa avrà voluto dire veramente?
Passando nuovamente di nuovo di fronte la sua stanza non potei più fare finta di niente :era straziante.
Cosi bussai alla sua porta e non attendendo risposta affermativa, entrai.
Lo spettacolo che mi si presentò davanti non era uno dei migliori mai visti: per quanto lo respingessi lontano, vederlo in quelle condizioni mi faceva pena.
Si contorceva tra le lenzuola in preda ai peggiori incubi,aveva la pelle imperlata dal sudore,alternava parole incomprensibili a morsi alle labbra ormai arrossate e gonfie,stringeva freneticamente le lenzuola ad ogni spasmo.
Mi avvicinai chiamandolo diverse volte e quando lo toccai capii: aveva la febbre, ed era anche alta.
La pelle era in fiamme.
- Harry! - mi sporsi verso lui dandogli dei leggeri puffetti sulla guancia. Dopo un pò sembrò ritornare in sè,si svegliò di soprassalto mettendosi a sadere e gli occhi sbarrati ma annacquati.
Me lo ritrovai a pochi centimetri dal viso con un espressione dubbiosa.
- Ti senti male?
- Un pò ... - sussurrò tornando a stendersi supino sul letto.
Lo vidi rabbrividire cosi riportai la mano la mano sulla fronte,scostanddogli quei boccoli corvini ormai umidicci.
- Prendo il termometro e torno.
Mentre cercavo il termometro tra i cassetti della cucina lo rimproverai per non aver chiesto aiuto.
- Non mi sembrava necessario! - mi rispose con voce arrocata mentre gli passavo il termometro.
Maledetto lui e il suo orgoglio.
- Sei un incosciente! - lo accusai.
Scrollo semplicemente le spalle debolmente.
- Comunque dove tieni le magliette? - quella che indossava ormai era fradicia e doveva assolutamente cambiarla.
- Secondo cassetto dall'alto,anta sinistra ... credo!
Presi una t-shirt a maniche lunghe a  caso e gliela porsi intimandogli di cambiarsi mentre andavo in cucina a prendere dell'acqua.
Doveva essere davvero distrutto se non si stava ribellando ai miei ordini.
I miei sospetti furono confermati dal termometro: trentanove di febbre e qualche linea.
Il bello era che si rifiutava di prendere persino una tachipirina,sostenendo di non averne bisogno.
Assurdo.
Peggio di un bambino capriccioso.
Ma non valsero a molto le sue proteste,lo costrinsi ad assumere l'antipiretico intimandogli di non alzarsi dal letto per nessuna ragione per le prossime ore,se non strettamente necessario.
- Hope ... ma non hai lezione oggi? - mi chiese vedendo che fuori stava schiarendo.
- No,oggi no. Ti preparo la colazione! - lo liquidai alla svelta,non volendo che indagasse ulteriormente e scoprisse la mia bugia.
Non me la sentivo di lasciarlo solo in quelle condizioni.
- Non ho fame!
- Devi mangiare qualcosa se vuoi guarire!
- Sono stanco e ho lo stomaco chiuso.Mi disgusterebbe qualsiasi cosa! - disse flebilmente con le palpebre semichiuse.
Faticava a tenerle aperte.
- Come vuoi .... riposati un pò.
Fiato sprecato:aveva chiuso gli occhi e dal respiro regolare ma lento dedussi che era già bello avviato verso il mondo dei sogni.
Anche se quel sorriso impertinente stonava con la sua figura da bambino capriccioso.
- Cosa hai svaligiato? - mi chiese stupito vedendo tutta la roba che avevo preparato per il pranzo.
- Mi dispiace se ti ho svegliato! - realmente mortificata per avergli recato fastidio e fatto rumore.
- Figurati ... ero sveglio da un pò,deve essere calata la febbre. - disse sedendosi al tavolo.
- Bene. Allora possiamo mangiare qualcosa! - dissi con troppa enfasi nella voce tanto da stupire anche me stessa.
Da dove venisse tutto quell'entusiasmo poi ....
- Sicura che non avevi lezione oggi pomeriggio? - mi chiese di sottecchi.
- Altrimenti non sarei qui,no?
- Già ... - disse continuando a fissarmi per nulla convinto - Anche se negli ultimi giorni non sei quasi mai a casa. - aggiunse poco dopo.
- Sono stata molto impegnata.
Non so per quale ragione mi morì il coraggio di dirgli che mi stavo vedendo con Zayn.Poi c'era quella fastidiosa vocina che mi echeggiava nella testa : ' Dovresti dirlo a Harry che stai uscendo con Zayn!'
- Piacevoli? - chiese alzando il sopracciglio sinistro con un ghigno che sapeva tanto di beffa.
- Anche.
Rispondere a monosillabi era un ottima soluzione per non addentrarsi in argomenti tanto salienti quanto cespugliosi.
Anche se non era facile reprimere le emozioni che mi scatenava il solo pensiero di Zayn e la sua dolcezza per nulla effimera.
- Dalla tua espressione direi soprattutto!
- Quale espressione?
- Hai gli occhi lucidi. - osservò.
- Ti sbagli. E' la febbre che ti fa vedere le cose distorte.
- Sarà ... - lasciò cadere il discorso.




- Sarà meglio se torni a letto ora,dopotutto sei ancora convalescente! - lo esortai una volto finito di pranzare.
- Va bene mammina,mi stendo sul divano. - disse ritirandosi sotto la coperta posta ai piedi del bracciolo del divano,mentre riponevo i piatti sul lavabo per lavarli.
- Come vuoi.
- E' da tempo che nessuno si prendeva cura di me ... non cosi ... - osservò poco dopo in tono serio.
Mi bloccai,facendo scivolare un piatto sotto al getto d'acqua.
Mi intristiva l'idea che nessuno possa essersi mai preso cura di lui,in fondo questa era una delle forme primarie d'amore e di affetto.
Nonostante m'i irritasse, non sarei mai riuscita a non aiutare una persona in difficoltà.
Era più forte di me.
Avevo il cuore debole.
- Tra coinquilini ci si aiuta,no?
- Non so. Magari laddove regna pace e serenità,si.
- Non dire sciocchezze,Harry. Chiunque lo avrebbe fatto al mio posto.
- Non credo ... grazie Hope!
Arrossii istantaneamente,colpita dalla profondità delle sue parole e del suo sguardo,reso ancora più liquido dalla febbre.
- Di niente,Harry.
Mi girai subito dopo avergli risposto,concentrandomi prossimi minuti nella pulizia della cucina con tanta perizia mentre lui guardava la tv.
Una volta finita mi adagiai su divanetto singolo a guardare una vecchia puntata dei Simpson.
Ormai le conoscevo quasi tutte a memoria ma non mi stancavo mai di vederle.
- Posso farti una domanda?
Chiusa in un mondo tutto mio,quasi non feci caso alla presenza di Harry,tant'è che riuscii a rilassarmi un pochino e scattai sentendo la sua voce.
- Volevo solo essere gentile ghiacciolo. - puntualizzò stizzito.
Presi un respiro grande cercando la mia tranquillità e il buon senso per non rispondergli a dovere.
- A patto che tu risponda a una mia domanda! - optai per sfruttare la situazione e ricavare qualche notizia.
Passarono minuti quasi interminabili,poi acconsentì.
- E siccome sono un gentiluomo faccio iniziare prima le donne. - disse con un sorriso sghembo che lasciava trasparire qualcosa di allusivo.
Non volevo nemmeno pensarci.
L' inconveniente,ora,era come porgli la domanda visto che ieri sera avevo categoricamente negato qualsiasi tipo d'interesse.
Ma, si sà, la curiosità è donna quindi ...
- Posso chiederti perchè ti hanno ridotto in questo stato?
Il suo volto diventò una maschera di cera,impassibile e tetro,gli occhi persero persino quella lucidità acquisita in seguito all'innalzamento della temperatura.
- Ma se non vuoi,lascia stare.Tu che volevi sapere?
Seguirono attimi di puro silenzio pesante tra noi.
Forse era meglio tornare a guardare il cartone animato che tentare di capire quel ragazzo che non voleva farsi conoscere.
- Ho fatto una cosa di cui non vado molto fiero. - sbottò dopo un pò.
Mi rigirai verso lui non proferendo parola,era meglio lasciarlo parlare senza interferire.
- Non sono qui per giudicarti Harry,sono sicura che avrai avuto le tue ragioni.
- Cosi come le ha avute lui a ridurmi cosi. - asserì.
Certo era che se continuava a parlare per enigmi non avrei capito nulla.
- Lo hai istigato? - gli chiesi;Harry era propenso a istigare le persone che non gli piacevano fin quasi ad arrivare a toni e modi non proprio leciti.
- Involontariamente.
Continuavo a non capire e la mia espressione ne era la prova.
- Per fartela breve:tempo fa sono stato a letto con la ragazza di un mio amico o meglio dire ex amico.
Allibita.
Ero allibita e senza parole.
Non potevo e forse non volevo neanche credere che i suoi bisogni personali si spingessero anche oltre,fino a rovinare un'amicizia.
- Avanti dillo,so che lo stai pensando. Sono uno stronzo. Ma ...
- In realtà sto pensando che questa sia una cosa squallida persino per te! - lo interruppi.
- Pensi che sia squallido?
- Penso che per quello che hai fatto non ci siano giustificazioni.L'amicizia è un bene sacro.
- Lo penso anche io. Però a mia discolpa posso dire che non sapevo che questa ragazza fosse la sua ragazza. Non si è presentata come tale. - cercò di mettere a punto le cose.
E devo dire che se le cose erano cosi,lui non aveva tutte le colpe.
Anzi.
- E lui come l'ha scoperto? - domandai per non infierire nè su lui ne sulla zoccola di turno,perchè non c'era altro modo per definire questo tipo di donzelle.
- Alcuni amici che abbiamo insieme l'hanno vista uscire di qui all'alba,poi lui ha dedotto il resto.
Ero disgustata ed Harry per quanto cercassi di nasconderlo l'aveva capito.
Per tutto il tempo non aveva distolto lo sguardo dal mio.
Però per quanto disgusto potessi provare,comunque non riuscivo a disgustare lui che in un certo senso era stato ingannato.
E oltre all'inganno anche la beffa:ha perso un amico - che non definirei tale per come lo ha ridotto - e ha anche riportato,appunto,edemi ovunque.
- Mi dispiace. 
- Per cosa?
- Per quello che è successo,perchè ora ti ritrovi disteso sul divano a subire le conseguenze con tanto di effetti collaterali,perchè .... non so,mi dispiace. - sibilai con troppa sincerità.
- Ti faccio pena. 
- No Harry. Non è pena,è dispiacere.Mi rattrista il torto che hai subìto.
Anche se un'altra idea stava prendendo forma:poteva sfruttare questo episodio per iniziare un nuovo capitolo della sua vita con tanto di nuova filosofia,come per esempio non portarsi a letto tutte le ragazze che sono di suo gradimento.
Mi fissò negli occhi intensamente,ma tanto intensamente che mi sentii in soggezione.
- E' la seconda volta che mi stupisci oggi,ghiacciolo. - sussurrò con un sorriso tanto nitido quanto sincero.
Seconda? E la prima volta quando sarebbe stata? E per che cosa poi?
Non indagai. Il fatto fu che nella successiva ora fu lui a sorprendermi;chiacchierammo - fondamentalmente del nulla (programmi televisivi preferiti,sulla scadenza degli ultimi film americani demenziali e cose simili) - tranquillamente come fossimo vecchi amici.
Ma la sorpresa più grande fu che lo trovai gradevole quasi confortante.
Poi però mi accorsi che man mano che il tempo passava la sua voce diventava sempre più debole.
Considerando che era passato un tempo sufficiente per assumerne un'altra.
Come una mamma premurosa con il figlio,gli porsi la medicina e un bicchiere d'acqua.
- E ora dormi un pò se ci riesci. - gli consigliai.
- E' tutto il giorno che dormo,non ne ho molta voglia.
- E cosa vorresti fare,moribondo? - gli domandai con un sopracciglio alzato.
- Bé un modo per passare il tempo in modo più interessante ci sarebbe,ma non credo che tu saresti disponibile! - disse rauco e allusivo.
- No,per niente.
- E se fosse quell'altro a chiedertelo?
Bastardo,che colpo basso!
Mi girai con gli occhi all'infuori.
Ma l'immagine che mi si creò davanti gli occhi,non era per niente da debellare. Magari solo qualche coccola.
- Non ti riguarda. - dissi rivolgendo lo sguardo allo schermo televisivo dandogli le spalle.
Se c'era una cosa che avevo capito era che Harry riuscisse,quando voleva, a capire quello che pensavo e te lo rinfacciava tutto strafottente.
Poi mi venne in mente un'altra cosa che volevo sapere da lui,proprio perchè tutte queste allusione erano continue ed ambigue.
Cosi non ci pensai due volte e domandai.- Harry,perché mi hai baciato ieri sera?
Mi dedicò uno sguardo carico d'intensità ancora febbriccitante.
- Perché lo desideravo.
- Ma tu non mi hai mai desiderato prima d'ora...
Tralasciando la volta in cui ci lasciamo trasportare dopo aver giocato sotto la neve per ore come bambini.
- Tu dici?
- Non mi avevi mai baciata cosi.
- Non sempre faccio tutto ciò che voglio! - fu la sua secca replica.
- Credevo il contrario - osservai con noncuranza.
- Mi stai provocando per caso?
- Non so,non ci sono abituata,però potrebbe essere divertente.
Solo l'idea di ripagare Harry con la stessa moneta,usare i suoi trucchetti non aveva prezzo.
Peccato per me che non stavo considerando le conseguenze!
- Sta attenta a dove metti i piedi! - mi avvertì corrucciato in viso - E' un campo minato.
Sorrisi.
Anche se il tono era serio,la febbre lo rendeva meno credibile e duro del solito;sembrava un cucciolo in cerca di coccole.
- Vuoi che abbia paura di te?
- Avresti paura se io volessi intimorirti! - disse lui semplicemente mettendosi accanto a me.
I nostri sguardi s'incrociarono.
Dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non dargli la risposta velenosa che avevo in mente.
- Non mi lascio spaventare facilmente,Harry! - lo sfidai,incosciente.
Sorridendo con quel suo solito sorriso sghembo e straffottente si tuffa tra le coltri sul divano.
- Saresti solo una complicazione! - lo sentii bisbigliare talmente piano che nemmeno lui si accorse di averlo detto abbastanza forte da farsi sentire.
- Ah,io sarei una complicazione?
- Si. Non ho né voglia né tempo di compiacerti.
- Compiacermi? Ma ti stai sentendo?
- Hope,ci sono donne che devono esser corteggiate in modo romantico e tu sei una di loro.
Presuntuoso figlio di una buona donna. Ma con chi credeva di avere a che fare?
Senza dubbio,era una delle persone che ha avuto molte donne,conosce l'arte dell corteggiamento e può vantarsi di moltissime conquiste.
A confronto chiunque si sentirebbe uno scolaretto.
Però,sono quasi convinta,che non ne sappia molto dell'amore vero,quello puro che ti toglie il fiato,il sonno.
Tuttavia,sono anche convinta,che tutto questo sia per lui solo un gioco perché teme di innamorarsi o di non esserne capace o all'altezza.
Magari le mie sono solo ipotesi.
E fu in quel momento che realizzai che in fondo io e Harry avevamo qualcosa in comune,eravamo simili:come me anche lui non vuole un amante, ma vorrebbe amare, amare di un amore insensato e incondizionato,solo che non è capace.
Per quanto riguarda me,penso di aver fatto e di star facendo passi da gigante con Zayn.
- Capisco.Hai tempo solo per una relazione più materiale! - cominciai ad allontanarmi dalla tana del lupo più inferocito del solito.
- Esatto. - ammise lui.
- Non ho bisogno che tu mi compiaccia. Ci sono altre persone per questo.
Zayn. Che non si era fatto sentire in giornata,non aveva nemmeno risposto al mio messaggio.
- Il ragazzo "misterioso" che stai frequentando! 
- Esatto. Ma questi non sono affari tuoi,continua pure ad andare dietro alle gonnelle facili:te le meriti.
Arrogante,straffottente,menefreghista,bastardo e acido come il lime acerbo.
Me ne uscii sbattendo la porta inferocita.
Non solo gli avevo dedicato un'intera giornata ma scoprire che è stato tempo sprecato tra l'altro non apprezzato mi fece salire una delusione che non aveva paragoni. E dire che c'era stato un momento in cui ho pensato che eravamo sulla stessa lunghezza d'onda.





 
 
Ehilà!
Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo,
sperando che non vi annoi.
Vorrei tanto sapere cosa ne pensate.Chiedo scusa per gli errori,ma non ho riletto.
Bacioni e buona lettura.

 


SPOILER!


- Zayn - lo interruppi a metà strada, -  mi sembra una pessima idea - gli dissi colta dal panico.
- Perché? - mi chiese ignorando del tutto le mie obiezioni.
- Zayn.... - la mia voce era quasi una  supplica,perchè una parte di me sapeva benissimo che non sarei riuscita a respingerlo se si fosse avvicinato troppo.
- Mi piace come pronunci il mio nome, Hope!- mi disse baciandomi dolcemente.
Eravamo sospesi nel limbo temporale,le nostre labbra si sfioravano appena.
Ma prima che io potessi ritonare in me,Zayn mi tirò a sé imprigionandomi tra le sue braccia ,iniziando a baciarmi con impeto e desiderio,lasciandosi andare del tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Attenzione:questo è il secondo capitolo che pubblico nell'arco di  72 ore, assicuratevi di aver letto il precedente.
 




"L'amore non esiste per renderci felici.
 Io credo che esista per domostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore."

 Hermann Hesse



Erano le dieci inoltrate e non sapevo più cosa inventarmi per distrarmi dai miei stessi pensieri,dalle allusioni di un possibile interesse da parte di Harry,dalla rabbia nei suoi confronti;tutto ciò sommato alla stizza nei confronti di Zayn.
Dopo la discussione con il mio coinquilino,avevo provato a chiamarlo ma il telefono suonava a vuoto,cosi dopo averci a lungo pensato gli inviai un messaggio;dopo averne scritti e cancellati molti optai per:
"Vorrei che fossi qui con me" riassumeva a fondo il mio bisogno,necessitavo di una figura come la sua anche se sotto sotto,era solo una scusa per stare un pò con lui.
Pensandoci bene,era semplicemente sconvolgente accorgersi che la sua sola presenza potesse dare un risvolto positivo alla mia serata,potesse rendermi ... felice.
Erano le dieci inoltrate e stavo poltrendo davanti a un programma tv che secondo i ben informati doveva essere comico o quantomeno simile ma,erano circa venti minuti che lo guardavo e non avevo fatto nemmeno una rista.
Forse il mio stato d'animo un pò afflitto influenzava il giudizio.
Erano le dieci passate quando qualcuno decide di presentarsi alla mia porta dopo avermi ignorata per tutto il giorno.
Quando suonò il citofono mi alzai pigramente trascinandomi all'ingresso;di fronte a me c'era un ragazzo tutto infagottato e infreddolito ma ciò non gli impedì di riempirmi con il suo scintillante sorriso da bambino un pò cresciuto.
Zayn non impiegò molto a notare il mio pigiama rosa barbie con delle righe laterali grigie e con tanto di una stampa con delle nuvolette sorridenti,oltre a notare una faccia stropicciata,un corpo inerme e i neuroni in cenere.
- Carina,ti ho svegliata? - domandò entrando.
Mi spostai di lato osservandolo privarsi di cappotto,sciarpa e guanti.
- No,stavo guardando la televisione. - gli feci notare entrando nel salotto/cucina.
- Guardavi un film? - si finse interessato mettendosi a sedere sul divano e invitandomi prendere posto vicino lui.
I suoi occhi erano un pò spenti,forse doveva ancora riprendersi dalla sbronza di ieri sera.
Nonostante ciò appariva sempre bellissimo.
- Facevo finta di guardare un film! - gli confermai sedendomi accanto.
Non capivo perchè manteneva le distanze quando io avevo solo voglia di abbracciarlo e perdermi nel suo profumo fresco.
Mi osservava in modo strano,con un luccichio negli occhi che non seppi decifrare.
- Harry è in casa? - domandò poi.
Ecco svelato l'arcano:Harry.
- Credo stia dormendo.Sai, ha avuto le febbre alta tutto il giorno. - gli confessai.
- E come sta ora? E' scesa? - chiese realmente allarmato.
- Gli ho fatto assumere la medicina circa un'ora fa,sarà sicuramente scesa.
'Altrimenti sarebbe qui con noi a lamentarsi' fu il mio pensiero successivo inespresso.
- Meglio lasciarlo riposare!
Concordò con me.
Come rinvenuto da un sogno,risplendente di nuova luce,intrappolò una mia guancia nella sua mano accarezzando lo zigomo con il pollice con un movimento lento e dolce,come se stesso conducendo un valzer.
Era tremendamente piacevole tant'è che mi ritrovai a sorridergli di rimando.
- Mi sei mancata oggi.
Un tonfo al cuore.
Conoscendomi non sarei riuscita a dirgli niente quindi,al solito,cercai di fargli capire che anche lui mi era mancato con i fatti,a modo mio.
Lo baciai:niente di eccezionale,solo uno sfioramento di labbra ma sufficiente a mandarmi in tilt.
Istintivamente appoggiai una mano sulla sua spalla,con fare rassicurante.Lui la osservò stupito per un pò,ma poi abbassò la sua mano sulla mia portandola sul petto  e spostò l'altra dietro la nuca intrappolandomi a pochi centimetri dal suo viso.
Il tocco fu leggero,appena accennato,ma mi sentii come attraversata da una scossa.
A lui non sfuggì ma,per una volta,non me ne preoccupai,volevo che sapesse l'effetto che mi faceva.
Respiravo la sua stessa aria,respiravo lui e ciò mi dava alla testa invogliandomi a essere più temeraria del solito.
Intrappolai il labbro inferiore tra i denti assaporandolo poi. Dopo un sommesso gemito iniziale a cui segui una soffocata risata,il moretto non perse tempo. Prese a baciarmi lentamente saggiando,mordendo e leccando le mie labbra fino a farle diventare gonfie e tumide,fino a chiedere definitivamente accesso.
Accesso che per nulla al mondo gli avrei negato,desideravo troppo quel contatto cosi intimo nella sua semplicità.
Era come una dichiarazione tacita.
Uniti nei sapori,uniti nella mente,uniti come possono essere uniti due persone che si cercano,si desiderano e alla fine si trovano più vicini che mai.
Ci baciammo fino a farci mancare il respiro tanto da boccheggiare per un pò d'aria.
Si sporse più vicino facendomi indietreggiare e trovare un appoggio più sicuro.
Fu un attimo,la famosa lampadina che si accende e capii.
- Zayn, - lo interruppi a metà strada, - mi sembra una pessima idea! - gli dissi colta dal panico.
- Perche? - mi chiese ignorando del tutto le mie obiezioni.
Perché? Perchè uno dei suoi amici,nonchè mio coinquilino - tra l'altro moribondo - si trovava nell'altra stanza e non sapeva niente di noi due,perchè se ci avesse scoperti avvinghiati sarebbe stato imbarazzante,perchè c'era una parte - piccolissima parte - di me che continuava a pensare ancora alla sua pseudo e malcelata "dichiarazione",semmai la si può definire tale.
C'erano un sacco di motivi per non andare oltre.
- Zayn ... - la mia voce fu quasi una supplica,perchè una parte di me sapeva benissimo che non sarei riuscita a respingerlo se si fosse avvicinato troppo.
- Mi piace come pronunci il mio nome,Hope! - disse baciandomi dolcemente.
Le nostre labbra si sfiorano di nuovo,il suo corpo si adagiò lentamente al mio mentre m'intrappolò tra le sue braccia possenti e cominciò a baciarmi sul serio,lasciandosi del tutto.
Nonostante la ragione mi dicesse altro,le mie braccia lo strinsero automaticamente facendolo aderire di più:e fu strano scoprire che mi piaceva sentire il suo peso su di me,la sua presenza,lui.
Una mano finì a torturare i corvini capelli morbidi.
Il tempo sembrava non esistere più,almeno finchè non cominciò a scendere piano per fermarsi al collo facendomi sussultare di piacere.
Non riuscii più a ricordare un solo motivo per cui avrei dovuto interromperlo.
Persi il controllo del mio corpo per non parlare della mia lingua che si muoveva in autonomia,avvinghiata alla sua in una strana danza.
Poco dopo la sua mano gentile iniziò a farsi strada sotto alla maglia del pigiama proprio nel momento in cui sentimmo sbattere una porta.
Ci guardammo come due che avevamo paura di farsi beccare dalla mamma con le mani nella marmellata,anche se le sue erano finite altrove a regalare carezze più intime e dolci.
Il mio pensiero corse subito a Harry e da quello che vidi anche il suo.
Con riluttanza ci staccammo aspettando l'ingresso del malato che tardava.
- Vado a controllare! - gli bisbigliai piano con il cuore in mano.
Nulla di strano all'apparenza,avvicinandomi poi mi accorsi che dal bagno proveniva uno soffio di vento,cosi entrai trovandoci la finestra semiaperta che mi affrettai a chiudere. E giusto per scrupolo,se non altro per non sentirmi responsabile di un suo peggioramento - feci una capatina nella stanza di Harry.
Vicino al suo capezzale c'era un ambat- jour acceso dalla quale proveniva una luce soffusa.
Aveva il capo adagiato sul cuscino sostenuto dalle sue braccia,i ricci umidicci a contornargli il viso che al contrario di quello che mi aspettavo era sereno.
Gli spostai quelle piccole onde dalla fronte testando la temperatura. Era caldo,ma non scottava.
Ne fui sollevata, poteva riposarsi realmente almeno un pò.
Lo lasciai ai suoi sogni e ritornai dal mio dolce ragazzo che mi spettava in cucin ... appoggiato alla porta di questo che mi osservava guardingo.
- Gli è salita la febbre? - mi chiese premuroso.
- No,sta dormendo sereno! - lo rassicurai.
- E' gentile da parte tua prenderti cura di lui!
Scrollai le spalle,a dimostragli che in fondo non me ne importava più di tanto.
- Lo faccio solo per non sentirlo lagnarsi.
- Non è vero!Lo fai perchè sotto sotto ti sei affezionata a lui e ti dispiace! - enunciò i suoi pensieri trascinandomi a sedere sul divano.
O almeno l'intenzione iniziale era quella,perchè finimmo uno addosso all'altro.
- No,solo per non avere pesi sulla coscienza. - precisai.
Mi spostò i capelli di lato cosi come schiacciò il suo corpo su un lato del divano facendomi spazio.
Mi sdraiai dandogli le spalle,poco dopo mi strinse a se in un caldo abbraccio. 
Istantaneamente allungai un braccio verso il suo intrecciando la mano con le sue dita per poi giocarci.
- Raccontami qualcosa di te? - soffiò vicino al mio orecchio,troppo vicino per non sentire il suo odore e inebriarmi le narici di nuova aria.
- Non so! Che cosa vuoi sapere?
Era strana come richiesta,mi sentivo al centro dell'attenzione e in difficoltà;non ero mai stat brava quando mi chiedevano di raccontare qualcosa su di me:era come quando a scuola mi chiedevano di descrivermi e, come allora,anche ora non riuscivo a parlare a "comando".
Inoltre c'era da considerare che c'era lui a mettermi in imbarazzo.
- Vediamo ... potresti parlarmi della tua prima cotta,del primo ragazzo e cosi via ...
- Cosa? Zayn ... non mi sembra il caso e poi non c'è molto da dire a riguardo.Tutto nella norma.
- Sono sicuro che puoi fare meglio di cosi se ti sforzi! - bisbigliò mordendomi il lobo dell'orecchio.
- Vuoi davvero saperlo? - chiesi con voce troppo roca,tanto da far invia ad una hot line.Che vergogna.
- Si,vorrei saperlo. Dunque,quanti anni avevi quando hai avuto la prima cotta? - continuò baciandomi la tempia.
Non era giusto, stava giocando sporco.
- Ehm ...credo tredici.
- E ... - m'invogliò a continuare.
- Nei pomeriggi d'inverno,tutti i giorni,dopo scuola,andavo su una pista di pattinaggio vicino alla villetta comunale. E c'era questo ragazzo,da tutti considerato il re del ghiaccio perchè pattinava come se fosse un professionista e non come un bambino... Era biondo con gli occhi azzurri,un pò come viene sempre descritto il principe azzurro nelle favole e allora credevo ancora che esistessero nella realtà ... non mi prendere in giro, - lo ammonii dandogli un puffetto sul dorso della mano appena lo sentii ridacchiare.
- Scusa scusa. Continua. - mi intrappolò questa nella sua.
- Niente. Drew, un giorno, mi chiese di pattinare insieme a lui e dopo quel giorno diventammo amici fino a quando in quarto liceo non si dichiarò. E' stato il mio primo vero ragazzo.E' passato ormai. - tagliai corto,non mi andava di riportare a galla il passato.
- Passato... da quanto? - chiese un pò stizzito girandosi bene per guardarmi meglio.
Deglutii nervosa,volevo farmi piccola piccola.
Era forse geloso?!
Frequenta un collage lontanissimo da qui,perciò è finita subito dopo l'estate.Non avremmo avuto modo di vederci! - gli confessai cercando di fargli capire dal tono di voce che ormai ci avevo messo una pietra sopra,nonostante mi avesse spezzato il cuore.
Ma Zayn lo ignorò palesemente.
- E dopo di lui...? - continuò,incurante della mia indisposizione,il suo interrogatorio.
Lo fulminai con lo sguardo,non volevo rispondergli.
Ma lui fece finta di niente,e continuò a fissarmi in attesa di una risposta. 
- Niente di serio,solo qualche uscita.
Tralasciai apposta,l'infatuazione che mi ero presa per Harry non molto tempo fa.
- Meglio cosi! - concluse poi dopo un attenta osservazione.
- Perchè? - chiesi curiosa.
- Perchè,credo che non lo avrei sopportato. - disse con lo sguardo rivolto verso l'alto.
Mi girai verso lui,appoggiando la testa su una mano in modo da poterlo guardare.
- Che c'è? - chiese quando si accorse che lo stavo fissando intensamente quasi ammaliata.
Era forse gelosia la sua?
- Niente.... Mi piacciono come le tue coglia contornano gli occhi.
- Cosa?!
- Che c'è? Te li rendono più dark,introspettivi.
Stavo annaspando e lui ne gioiva.
- Più dark,eh?Mi stai dando del tenebroso per caso.
- Accetta un complimento Zayn.
- E' strano come complimento ma originale,inusuale,come te. - biascicò a labbra quasi serrate un pò per trattenere il riso che stava per scoppiare.
Cercò di nascondere il tutto distraendomi con un bacio,rubato.
Come diceva quel detto? Che bisognava restituirlo?
E chi ero io per andare contro un detto che si tramandava da centinaia di anni?Nessuno. E quindi perchè non fregarsene e lasciarsi andare alla passione che ci prendeva ogni volta sempre più.
- Sei un imbroglione! - lo accusai appena trovai l'occasione.
- Non mi sembra ti sia dispiaciuto.
- E sbruffone!
- E dark! - aggiunse cercando di imitarmi - Ma in fondo,e non troppo,ti piaccio.
- Hmmm.....forse. - misi in dubbio la sua affermazione. 
Anche se persino uno zotico avrebbe capito che ormai ero andata ben oltre.
'Si Malik,mi piaci. E anche tanto. E tu lo sai,eccome se lo sai.Ma da queste labbra non sentirai niente di simile per ora.Niente.'
- A proposito,com'è andata la rimpatriata tra vecchi amici?
Sapete quella sensazione che si prova quando un attimo prima si è felici e un attimo dopo piombate nel vostro inferno personale?Quella che vi fa dire : perchè non mi sono stata zitta e non ho continuato a baciarlo invece di parlare?
Ecco,appena vidi cambiare la sua espressione, mi si aprì una voragine alla bocca dello stomaco.
- Niente,le solite cose! - tagliò corto.
- E cosa comprendono le solite cose:cibo,birra e donne? - chiesi tra le risate per stuzzicarlo.
Ma l'atmosfera grigia che si creò mi fece intuire che era come se lo avessi punto sul vivo.
- Soprattutto birra! - ricambiò con un sorriso mesto.
Non aveva escluso le donne!
- Avete bevuto molto? - chiesi stuzzicandogli quelle labbra sinuose che si ritrovava.
- Abbastanza da ritrovarci a piedi scalzi! - intrappolò l'indice tra i suoi canini.
- Co-Cosa? - sbarrai gli occhi sbalordita - Siete degli incoscienti,avreste potuto prendervi una bronchite o ancor peggio il tifo! - lo ammonii apprensiva.
- Il danno maggiore che abbiamo riportato è stato solo un gran mal di testa. - disse baciando una alla volta la punta delle dita - Ma la prossima volta,vedrò di non esagerare.
- Non mi trattare con condiscendenza,per favore.
- Non è mia intenzione.Dico sul serio,non ci tengo a ridurmi nuovamente in quello stato. - disse solenne.
- Hmmm ... vedremo! - e fu allora che abbassai lo sguardo a livello della sua giugulare attratta da un segno violaceo di dubbia provenienza,finchè non scorsi due centimetri più su,due piccole incisioni,come se qualcuno lo avesse morso.
- Che hai fatto qui! -gli chiesi spiegazioni,che non vennero.
- Zayn ... - lo incitai.
Sospirò,quasi scocciato e questo m'irritò ancor più.
- Me lo sono trovato questa mattina,ma non ho idea di come me lo sono fatto. - soffiò cercando un maggior contatto con me,che istantaneamente gli fu negato.
- Sembra ...sembra un succhiotto! - gli feci notare,pronunciando con difficoltà le parole.
Non volevo e non potevo credere che straniere labbra lo avessero toccato. E se .... No,non lei:non c'era,o almeno cosi mi sembra di aver capito.
Scrollò semplicemente le spalle,come se non fosse qualcosa d'importante.
- Ehmmm .... - farfugliò qualcosa d'incomprensibile che non riuscii a capire.
Mi misi seduta lasciandolo alle spalle:volevo un momento per schiarirmi la guerra che mi era appena sorta in testa e far soccombere quel senso di angoscia che stava cercando di venire a galla,volevo un minuto per sopprimere le lacrime e non scoppiare di fronte a lui come una bambina,volevo che mi rassicurasse, che ...
- Hope! Non è andata come stai sicuramente pensando! - disse mettendosi a sedere anche lui e poggiando una mano sulla mia spalla che respinsi.
- Hai appena detto che non ti ricordi nulla,come fai a saperlo? - dissi stranamente pacata,almeno nei toni.
- Ne sono sicuro!
- No,non puoi.C'era anche Carol? - e questa volta mi girai per carpire ogni suo minimo movimento,ogni sfaccettatura.
- Hope è solo un'irritazione cutanea.
- Non hai risposto.
- Hope ...
- Cosa? ... Zayn,non merito di essere presa per il culo tantomeno di sorbirmi bugie da parte tua,ma soprattutto non te lo permetto.
Ero diventata proprio come Harry mi aveva ormai soprannominato:un ghiacciolo.
- Si è fatto tardi,è meglio che tu te ne vada! - mi alzai per andare a recuperare le sue cose.
- Andiamo,non puoi essere seria. - disse incredulo.
- Ti sembra che stia scherzando,perchè ti assicuro che non è cosi.Ora,per favore,prendi le tue cose e ... vattene! - gli porsi tutto col magone in gola e le lacrime pronte a sgorgare.
- Hope,ti prego! - mi supplicò.
Non lo degnai di uno sguardo,al contario:aprii la porta per farlo uscire.
- Mi conosci abbastanza da sapere che non lo farei! - sussurrò con la voce strappata.
Se mi faceva male sentirlo cosi provato? 
Stavo morendo dalla voglia di abbracciarlo di nuovo e dirgli "va tutto bene,sono sicura che non è successo niente. Mi fido!"
L'unica cosa che feci,però,fu incitarlo ad uscire.
- Io conosco lo Zayn gentile,educato,dolce e a volte stronzo ma non quello ubriaco marcio tanto da non ricordarsi nulla il giorno dopo. Io non so chi sia questo ragazzo. - dissi premurandomi di tenere lo sguardo basso per non incrociare i suoi occhi e cambiare idea.
- E' sempre lo stesso!
- Buonanotte Malik!
- Non lo sarà se tu ...
- Perfavore,non complicare ulteriormente le cose. - e una lacrima traditrice smascherò il mio stato d'animo:ero come morta dentro.
Cercò di asciugarmela ma mi ritrassi. la sua mano rimase sospesa a mezz'aria per qualche secondo e si chiese dopo in un rigido pugno.
Credo avesse capito che mi serviva tempo,tant'è che varcò la soglia di casa tetro in volto e sono sicura ferito anche nell'orgoglio.
- Io non mi arrendo! - lo sentii mentre scendeva le scale.
Mi accorsi che la sua immagine e quella camminata,non erano diventate dentro un tacito ricordo,ma una parte di me stessa,che ora cominciava a dolere e a soffrire.
senza volerlo sbattei la porta con un rumore sordo,talmente sordo che in men che non si dica mi ritrovai Harry alla sua di porta,tutto allarmato.
- Chi era? 
- Nessuno,avevano sbagliato. - proferii,non so dove trovando il fiato necessario.
- Tutto bene? - chiese preoccupato.
- Si,tutto ok. - mi avviai verso camera mia.
- sicura?
- respirai a fondo e chiamai tutte le forze a mia disposizione per mettere in scena la migliore delle bugie di una donna.
- Si,solo un pò stanca. - gli concessi il migliore dei miei sorrisi ( la migliore/peggiore delle mie maschere) - E' tardi,torna a letto. - gli consigliai subito dopo premurosa. Aveva bisogno di riposarsi.
- Ah,Styles?
- Si.
- Non esitare a chiamarmi se hai bisogno di qualcosa!
Fu un attimo,un attimo solo e gli si illuminarono gli occhi. Aveva frainteso.
- Non ci pensare nemmeno. - lo ammonii.
- Beh,tentar non nuoce.Ma grazie. - rise a trentadue denti.
Poteva uno essere più stupido di cosi?
- Buonanotte!
- Notte Hope.
Al riparo di occhi indiscreti tra le mura della mia stanza,il mio dolore era maturato diventando bruciante e non si lasciava più reprimere in alcun modo.
Improvvisamente mi accorsi che il silenzio aveva il volto delle cose che ho perduto:Zayn.














Sono di corsa, ma volevo lasciarvi un nuovo capitolo di Make you feel my love nel primo momento che avessi trovato libero; il mio tempo si ridurrà drasticamente da domani, quindi dovrò rallentare gli aggiornamenti. :(
Farò il possibile per non lasciare mai passare troppi giorni, senza abbandonare Hope,Zayn ed Harry nè efp, che è la mia seconda casa.
Vorrei tanto ringraziarvi per il silenzioso sostegno che mi state dando( e quello più volte dichiarato della mia Chiara alias Directioner_Is a promise),per me è importantissimo. *___*
Finchè vi strapperò un sorriso e un piccolo momento di svago saprò di aver raggiunto il mio scopo, per divertirmi e rilassarmi e condividere con voi le stesse sensazioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo 10 ***



 
Al mio piccolo angelo:Chiara.
Questa storia non sarebbe mai iniziata altrimenti,é la mia valvola di sfogo,
la mia analisi del dolore,il mio modo di tenerti ancora con me in qualche modo.
E, oggi come un anno fa,io ti ricordo nel mio piccolo.
Ti voglio bene tesò. <3

 



 
 
Che mi resta, dell'averti amato?
Solo la voce,d'un tratto senza eco
solo le dita,che non stringono nulla
solo la pelle,che cerca le tue mani
soprattutto la paura di amarti ancora
domani quasi morto.
Charles Aznavour



Buio.Totale. L'unica cosa che percepivo era che mi trovavo su un letto con delle lenzuola di seta ,a giudicare dalla morbidezza,e in balia di piacevoli sensazioni.
- Shhh! - mi ammonì con un tocco leggero sul braccio,al qaule sussultai per la sorpresa;lui ritrasse la mano.
Mi ero accorta di aver avuto una reazione un pò esagerata quindi,allungai la mano trovando il suo torace a pochi centimetri da me;il mio tocco lo portò ad avvicinarsi di nuovo e la sua mano morbida raggiunse un mio fianco,risalendo con estrema delicatezza.
Con l'altra mano trovai la sua guancia lasciandovi una timida carezza mentre una leggera barba mi solleticava il palmo.
Con il pollice seguii la mascella fino ad arrivare a disegnare il contorno di quelle labbra piene e soffici,e il suo respiro caldo mi fece sospirare.
Percepii le sue labbra a pochi millimetri dalle mie e mi scoprii smaniosa di sentirle ancora una volta sulle mie.
Gentile e calda la sua bocca rispose al mio richiamo,mentre le sue braccia mi stringevano a sè.
Mi piaceva come baciava:era passionale,istintivo ma rispettoso;mi piaceva come si armonizassero i nostri sapori;gli cinsi il collo per poi affondare le mani tra i suoi capelli corti e morbidi,accarezzando la nuca.
Staccandosi dalle mie labbra era sceso a torturarmi il collo,scoprendo uno dei miei punti deboli.
Mi stava facendo talmente impazzire al punto che strinsi i suoi capelli in un pugno aderendo di più al suo corpo provoncandogli una leggera risata seguita da un sospiro.
Le sue carezze si erano insinuate fin sotto il mio pigiama ritrovando un seno già turgido che strinse con enfasi facendomi gemere;si era fatto più ardito,non troppo comunque.
Improvvisamente faceva tanto caldo,avevo la pelle infiammata e le sue mani aumentavano quel calore interno che mi stava mandando a fuoco.
- Zayn...! - ansimai.
E poi più niente;scivolò via da me lasciandomi una sensazione di vuoto e freddo addosso.
Lo richiamai una,due tre volte:nessuna risposta e quando allungai le braccia per ritrivarlo caddi nel vuoto,in un vortice fatto solo di tenebre e ombre.
Urlai chiamando aiuto ma la mia voce veniva da questo risucchiata;era come trovarsi in un buco nero.
Era un sogno;uno stramaledettissimo sogno.
Il cuore mi rullava,il respiro era affannato,la pelle bollente,il suo profumo mi destabilizzava ancora i sensi e potevo ancora percepire la scia del suo tocco.
Possibile che fosse tutto frutto della mia mente?
No,non potevo permettermi di fare questi sogni;soprattutto ora!
E come se non bastasse mi ero svegliata eccitata,stramaledettamente eccitata.
- Cazzo!
Risuonò quest'imprecazione con tanta chiarezza nelle orecchie facendomi riscuotere dalla bolla idiliaca,e subito dopo,ne seguirono altre non del tutto felici.
Dopo un attimo di tentennamento dove fui assalita dal dubbio se stessi ancora sogando o meno,riconobbi la voce di Harry. 
Tremavo ancora per l'ingannevole e piacevole e distruttivo incubo,sommata a una sensazione di inquetudine.
Non lo vedevo da due giorni,anzi da due giorni ignoravo le sue chiamate e i suoi messaggi e già mi ero ridotta a uno stato pietoso.
Cercai di debellare quei sospiri,quelle carezze,quella voce e quei baci dala mia mente.
Difficile ritonare alla realtà quando le fantasie sembrano più concrete della stessa realtà.
- Merda! - un'altra imprecazione,le sue non non erano ordinarie bestemmie come quelle che rimbombavano nello sferiterio,qundo un giocatore sbagliava il colpo e il tamburello batteva a vuoto,né come quelle dei contadini,quando in pieno luglio si alzava il vento freddo portando la grande.
Erano il genere di frasi rococò,a loro modo sofisticate,come madonacristudunboia.
A quel punto mi allarmai:forse era peggiorato.
Mi buttai giù dal letto dirigendomi nella sua stanza;a metà strada mi girai verso la porta del bagno - spalancata - e lo trovai intento a guardarsi allo specchio e quantificare i danni.
Lo zigomo e la palpebra violacea spiccavano sul viso cereo.
Portava i pantaloni di una tuta a torso nudo.
- Ma tu il cervello lo fai funzionare ogni tanto? - gli chiesi acida!
Mi regalò uno sguardo trucido per poi ignorarmi.
- Guarda che sei ancora in uno stato febbrile,non puoi permetterti di girare nudo! - lo apostrofai.
- Non sono nudo e,comunque,sto bene. - disse continuando ad armeggiare con un tubicino stranamente familiare.
- Che stai facendo? - gli chiesi allora,nel tono più pacato che riuscii a trovare.
- Cerco di nascondere questi, - indicò le ferite riportate in viso - ma sto coso non funziona!
Era esilarante vederlo alle prese con il trucco.
- Che hai da ridere?
- Niente. Da qua! - gli presi il tubicino dalle mani accorgendomi poi che era un roll-on per le occhiaie e non un correttore,tra l'altro mio.
- Con questo non risolverai niente,è per le occhiaie e agisce dopo dieci giorni di applicazione.
- Non ne so niente di sta roba! - si giusticò.
- Lo so,perciò dovresti chiedere aiuto ogni tanto! - lo ammonii bonariamente prendendo il mio borsellino dei trucchi nei cassettini del mobiletto riservati a me.
Tirai fuori correttore, fondotinta e cipria.
- Che vuoi fare con quei cosi? - chiese indietreggiando di qualche centimetro.
- Vuoi o no nascondere quei lividi?
- Si,ma non ho intenzione di sembrare una statua imbalsamata!Ho una reputazione da mantenere!
Ci manca solo che mettesse in mezzo la sua reputazione.
- Allora evita di uscire per qualche giorno e vedrai che la tua reputazione non verrà scalfita.Altrimenti queste te le devi "spalmare in faccia".
- Io devo uscire di casa oggi,Due giorni sono più che sufficienti per sentirsi come un carcerato!
La febbre alta non lo aveva lasciato riprendersi nemmeno il giorno successivo,solo dal tardo pomeriggio aveva dato segni di lucidità ma soprattutto aveva ripreso a fare casini.
Con la scusa che dovevo studiare per un esame,che avrei dovuto sostenere a breve, ero rimasta a casa occupandomi ogni tanto anche del bambino in cerca di cure e coccole,anche se,non avevo fatto altro che autocommiserarmi e piangermi addosso tutto il giorno.
Ero stata assalita da una tristezza epica e sospettavo anche il perché,anche se non riuscivo a capacitarmi come avessi fatto a ridurmi in quelle condizioni in cosi poco tempo per un ragazzo.
Harry si era accorto che c'era qualcosa che non andava:difatti aveva smesso di fare le sue battute idiote e mi aveva lasciato alla mia solitudine.
Gilene fui riconoscente.
- Oh,poverino.Costretto a poltrire a casa!Chi mai lo vorrebbe? - chiesi irisoria.
- Mi stai prendendo in giro?
- Probabile! Ma sto anche cercando di farti capire che sei ancora moribondo e queste - gli affondai il dito nell'ematoma a livello addominale,facendolo piegare in due - devono ancora "cicatrizzarsi".
- Stronza,mi hai fatto male! - sibilò con voce stozzata.
- Te lo meriti,sei testardo come un mulo. - gli dissi riponendo le mie cose nell'astuccio.
- Questa è solo una scusa per rimanere da sola con me? - azzardò tutto sornione facendomi girare e avvicinandosi pericolosamente a me.
- Vedi che non stai ancora bene?!Dici ancora stronzate. - gli appoggiai le mani sul petto mantenendo le distanze.
Sentii il freddo marmo aderirmi a livello renale e quasi sobbalzai a quel contatto ma ,ogni mio minimo movimento fu ostacolato dalla figura del riccio di fronte.
Dannazione adesso avevo i suoi pettorali praticamente sbattuti in faccia, a causa della  superiore altezza del ragazzo. 
Come si fa a restare impassibile a questo?
- Quindi mi prenderesti a schiaffi, se tentassi di baciarti? - mi provocò lui, con un sorriso presuntuoso, sistemandomi i capelli dietro l’orecchio.
Non lo fare. Non ci provare nemmeno. 
- Fossi in te, non lo farei!- lo avvertii.
Harry fece orecchie da mercante. Mi guardò negli occhi con fare irriverente e avvicinò lentamente il viso.
Serrai le labbra e trattenni il respiro.
Anche se la testa mi suggeriva di muovermi,gli arti erano paralizzati.
Faceva sempre quest'effetto su di me.
Harry sorrise di trionfo, prima di far sfiorare le nostre labbra. Ma tutto ciò che ottenne fu incastrare il mio labbro inferiore tra le labbra, poiché restai immobile e, con una buon dose di autocontrollo, indifferente.
SBAM. Cinque dita in rilievo sulla guancia di Harry.
- Mi hai dato uno schiaffo! - si rese conto Harry, stupito, toccandosi la parte lesa.
- Ti ho dato uno schiaffo! - ripetei annoiata. 
Eppure quel brivido lungo la schiena era ancora lì.
- Facciamo un patto. - propose imperterrito illuminandosi in viso,senza muoversi di un millimetro.
- Io non faccio patti con te! - accettare sarebbe stato come fare un patto col diavolo.
- Temi per la tua incolumità o hai paura di perdere? 
- Io non ho paura. Solo,non voglio vincolarmi a te con un patto che sicuramente sarà a tuo favore! - gli puntai il dito contro.
- Andiamo! Per chi mi hai preso? Io sono un ragazzo per bene,un signore! - si atteggiò tutto pomposo.
- I signori non inchiodano le ragazze come me al lavandino e non si presentano rudi.
- Oh,no fanno di peggio! Io almeno aspetto il tuo consenso.
Non mi sembrava avesse atteso poco fa!
- Che non avrai mai,ti ripeto. - risposi oltraggiata.
- Vedremo. Ti faccio una proposta: io resto a casa se tu resti a farmi compagnia.Magari potresti dirmi anche perchè hai gli occhi cosi gonfi e spenti? - azzardò.
Si,certo! Dato che c'ero potevo confessargli tutti i miei problemi,desideri e peggiori incubi.
Ma che diavolo gli suggeriva il cervello?
- Ho lezione e come hai detto poco fa,stai bene.Quindi restare a casa per te è solo una precauzione,non un obbligo.
- Non hai rifiutato però.Quindi un pò sei tentata. - proferì più a se stesso che a me stupito.
- Non me ne frega niente. - risposi acida.
- Eppure devi ammttere che siamo stati bene,ieri;inoltre   sei rimasta qui con me appurandoti che stessi bene;perchè? - questa volta chiese in tono serio.Non c'era un barlume di celia nei suoi occhi.
- Perchè non volevo sentirti lagnare all'infinito. - mi ero ripetuta,come un mantra,ieri e anche a Zayn il giorno prima,ignorando la prima parte.
- E io ci devo credere? - alzò il sopracciglio sfidandomi.
- Assolutamente si.
- Dimostramelo,allora.
- Dimostrarti,cosa?
- Dimostrami che non lo hai fatto perchè eri preoccupata,perchè in fondo ti facevo pena,perc-
- Te l'ho già detto,Harry:tu non mi fai pena. Mi dispiaceva solo che un tuo amico ti avesse ridotto cosi per una ragazza,anche se aveva tutte le ragioni del mondo di essere incollerito.
La luce che aveva negli occhi si spense immediatamente appena ne feci accenno.
Per quanto volesse nasconderlo,questa vicenda aveva provato anche lui.
Subito dopo mi lasciò libera di muovermi ritornando a guardarsi lo zigomo e l'occhio nero.
Approffittai del momento per allontanarmi,ma un passo in avanti e mi ritrovai il polso stretto in una presa ferrea:la sua.
- Puoi ... puoi fare qualcosa per questi? - con un espressione afflitta mi avvicinò lentamente verso sé.
Credo che lo sguardo che gli riservai fosse stato talmente eloquente di ciò che sentivo,che aggiunse subito:
- Giuro,che faccio il bravo! - senza mai nascondere quel sorriso impertinente.
Passai i successivi cinque minuti a "ristrutturare" il viso del riccio.
- Sta fermo! - gli ordinai diverse volte;infastidito dal dolore si ritirava indietro.
Ogni tanto gli sfuggirono guaiti soffocati di dolore,ma fece buon viso a cattivo gioco.
Mi sentii come in soggezione per lo sguardo che mi riservava:penetrante,intenso e probabilmente ci lessi anche gratitudine.


*****

- Dicci tutto! - ordinò Domi,senza nemmeno aspettare che mi sedessi.Pochi minuti dopo aver finito la "rifinitura facciale" con Harry,rientrata in camera trovai un messaggio:
"Dipartimento di Fisica,aula C,secondo piano.
P.s. Queste tue "scomparse" stanno diventando sospette, lo vogliamo sapere se ti sei data ala pazza gioia col moretto sexy. "
Il messaggio era stato eloquente e in altri momenti ci avrei riso su per le piccanti supposizioni velate,invece m'incupii.
Una sgradevole sensazione di vuoto e tristezza venne a galla:era opprimente quasi da far mancare il respiro.
E fu in quel momento che capii di essermi legata a Zayn cosi tanto e irrimediabilmente in cosi pochi giorni.
- Cosa vuoi sapere?
- Bè tanto per cominciare puoi dirci perché non sei venuta a lezione ieri? - intervenne Lea.
- Harry si è sentito male,ha avuto la febbre alta per tutto il giorno e mi dispiaceva lasciarlo solo in balia delle allucinazioni. - spiegai ricevendo uno sguardo torvo e scettico.
- Oh poverino! - lo commiserò - Poteva scegliersi un altro momento per stare male.
- Dai,questo non è carino! - lo rimproverai.
- Nemmeno lui lo è stato con noi e tanto meno con te;ti ha reso la vita un inferno e tu hai il coraggio di difenderlo? - domandò risentita.
Per quanto lo odiassi non ero riuscita a far finta di nulla quando due sere fa lo trovai accasciato,quasi morente,sul muro. Era come se mi fossi dimenticata delle sue parole taglienti ed emotivamente distruttive.
- Non lo sto difendendo. Però,voi cosa avreste fatto nella mia situazione? 
- Avrei chiamato un medico e me ne sarei andata! - tagliò corto Lea.
- Mi dispiace,ma io non sono cosi. Non avrei mai avuto la forza di lasciarlo lì e non sapere se era grave o meno. - dissi accorata.
- Parli come se stesse per morire! - mi fece notare Domi - Sicura di averci detto tutto? - domandò sospettosa.
Cercai di non farmi prendere dal panico. Che diavolo gli avrei raccontato?
Rivelare l'episodio della sera precedente mi faceva sentire come se stessi esponendo Harry a macchinazioni mentali negative volontariamente.
Come consegnarlo alla fossa dei leoni:ok, loro erano mie amiche e se glielo avessi chiesto, non avrebbero sparso la voce in giro ma, si sa,qui anche le pareti hanno le orecchie.
No,non me la sentii cosi feci la cosa più stupida del mondo!
- Ho un problema ancor più grave delle vicende personali di Harry. - bisbigliai a bassa voce evitando di farmi sentire dagli altri e dal professore che se avesse potuto ci avrebbe già ucciso da un pezzo con quegli occhi assassini.
- Cioè! - dissero in coro.
Per una volta sentivo la volgia di confidarmi con qualcuno,di non tenermi tutto bene.
La mamma diceva sempre:se hai un problema,parlane con qualcuno,poi ti sentirai meglio,sollevata.
- E' venuto Zayn,l'altra sera.
- Ecco:queste sono le cose che vogliamo sapere! - sottilineò con un epico mivimento sopracilgiare mettendosi sull'attenti.
- Per farla brev- ....
- Tu non devi farla breve,noi dobbiano sezionare la struttura delle frasi,analizzare le espressioni facciali,le attenzioni e i riguardi che ha avuto nei tuoi confronti,come si è comportato. Ecco,queste cose.Quindi  dacci un pò di materiale succulento su cui spettegolare,non puoi tenertelo tutto per te,tanto lo puoi avre ogni volta che vuoi.
- L'ho cacciato di casa! - ammisi amaramente.
- Se stai parlando del tuo coinquilino playboy,hai fatto bene. Ma,ti prego dimmi che non si tratta di Zayn.
Annuii mesta all'ultima affermazione con gli occhi già pieni di lacrime.
- Se ha osato farti qualcosa di male io...
- No,non ha fatto niente! - dissi con quel filo di voce spezzata che mi ritrovai.
'Almeno non quando era stato cosciente' pensai.
- E allora perchè?
- Gli ho trovato un s... un succhiotto sul collo! - mi riusciva ancora difficile pensarlo o anche solo pronunciarlo.
- No,non mi sembra il tipo. 
- Ci sarà sicuramente un malinteso.
Parlarono in coro.
Incredule,lo difendevano come se fossero certe,come se lo conoscessero da una vita e ci mettessero la mano sul fuoco della sua buona fede.
- Magari era solo un'irritazione cutanea.
Ma da che parte stavano?
- Si, un'irritazione con tanto di incisura dentale! - sbottai ormai stizzita.
Non sopportavo l'idea di essere stata cosi stupida,di essermi lasciata coinvolgere tanto da non vedere oltre l'evidenza:Carol era una presenza costante nella sua vita,che lui la volesse o meno.
"Visto,sceglie sempre me!" mi aveva mimato a casa sua e ora queste risuonavano più violente che mai in testa.
Mi ero talmente persa nei miei pensieri - non approdati a nulla - che non mi accorsi che ormai eravamo rimaste solo noi in aula e,soprattutto,non avevo sentito nulla di quello che avevano detto in seguito le ragazze.
- Hope? Hope? Mi stai ascoltando?
- Si,scusami.Dicevi?
- Che forse dovresti lasciarlo perdere,prima che sia troppo tardi. Non ne vale la pena. - concluse Lea, una volta uscite di fronte alle gradinate di Fisica che si ibridavano a quelle di Economia.
Lasciarlo perdere era troppo doloroso;era già troppo tardi.
Ma non volevo,e non potevo,permettergli di giocare con me o con i miei sentimenti.
Forse ero stata troppo affrettata e dovevo concedergli il beneficio del dubbio;in fondo anche lui,per quanto ne sapevo,barcollava nel buio.
Mentre attraversavamo il cortile universitario,illuminato da dei pallidi raggi solari,notai una folta chioma corvina avanzare prepotentemente nella nostra direzione.
- Sei patetica! - mi urlò contro,una volta davanti.
La prima volta non avevo notato quanto fosse diafana la sua pelle in contrasto con quelle labbra carnose e rosse,e quelle iridi vitree che le conferivano un aspetto glaciale,quasi surreale, ma allo stesso tempo delicato e ingannevole.
- Cosa vuoi? - sbottai irritata.
Ci mancava solo lei a rendere grigia la mia giornata.
Troppo rumore in un giorno che non va.
- Hai osato marchiarlo. Mi sembrava di essere stata chiara l'altra volta.
- Ma di che diavolo stai parlando? - cadevo dalle nuvole.
- Non fare la finta tonta,che sei più furba di quello che sembri:una gatta morta praticamente!Ma a me non fai paura.
- Il succhiotto! - bofonchiò Domi alla mia destra,arrivando alla giusta conlcusione prima.
Ora si spiegava tutto:lei non c'entrava niente e pensava fossi stata io.
Scoppiai a ridere sguaiatamente;mi divertiva l'idea che Zayn gli avesse lasciato intendere che ero stata io.
Neanche il tempo di realizzare ciò o delle reali intenzioni di Carol - le sue epressioni facciali subirono un mutamento ogni secondo,quasi che fosse indeicsa - che questa mi aveva già colpito con un brutale schiaffo sulla guancia.
- Come osi!?
- Come osi tu,stronza!Prima fai l'affabile e poi ti concedi come una puttana ad un uomo già impegnato! Insomma,il tuo amichetto Harry non ti ha insegnato a cosa si va incontro quando t'impossessi di ciò che non è tuo? - disse a denti stretti,colma di rancore. 
Ero ancora incredula per l'atto violento,per i "complimenti" non molto blandi.
E che diavolo ne sapeva lei di quello che era successo a Harry?
Nessuno ne era a conoscenza,non l'avevo detto nemmeno a Zayn. 
E poi,perché si stava sfogando in un cortile universitaro attirando l'attenzione di molti,dandomi della meretrice,tra l'altro?
Ma di certo non sarei passata io per la poco di buono!
Prina ancora che mettessi in atto le mie azioni,lei fu più veloce:mi artigliò il viso con le unghie,procurandomi due graffi sulla gota sinistra.
Ora basta!
Contracambiai:agguantai Carol per i capelli,obbligandola ad inarcarsi all'indietro,e avvicinai le labbra al suo orecchio.
- Puoi fare tutte le scenate di questo mondo,picchiando e offendendo la gente a tuo piacimento,passando per pazza,ma non è cosi che riconquisterai Zayn.Sei solo una povera illusa.Breacking news,honey:lui ha scelto me. - ringhiai in tono derisorio,impregnato di un veleno agrodolce che aveva il sapore della vittoria.
Molte persone erano accorse incuriosite;le ragazze si precipitarono a portarmi via di lì;non valeva la pena farsi espellere per colpa di quella stronza.

 

*****
 
 
Un frizzantino vento invernale,il suo fruscio sulle foglie e l'armoniosa melodia che emanavano era diventato il mio calmante.
"Concentrati su altro,non ci pensare" mi avevano consigliato le ragazze.
E,non essendoci elementi differenti o interessanti su cui focalizzarisi senza perderci le meningi,optai per le risorse della natura.
- Sei appena diventata la mia eroina! - esordì Domi quando ci accomodammo ai piedi di un albero secolare.
- No ho mai assistito a una scena del genere! - confessò basita Lea.
- Credemi,esserne senza volerlo la protagonista,non è il massimo! 
Nelle mie vene scorreva ancora quell'adrenalina vendicativa che ti da la forza di fare qualsiasi cosa,eppure io ero come inebetita.
Troppe cose non tornavano.
Se non era stata lei,allora chi?
Anche questa era una sua vecchia pretendente o una nuova scintilla?
E fino a che punto si erano spinti?
Ma soprattutto,volevo veramente saperlo?
No,mi disgustava solo l'idea.
Era ... raccapricciante.
Ma non lui...lui no.
- Hope,hai considerato l'idea di andargli a parlare per cercare di chiarire le cose? - domandò una Domi ,stranamente pensierosa.
Si,un milardo di volte. Ma non sapevo cosa dirgli,e inoltre mi sentivo una codarda per non avergli risposto al telefono e non so se sarei stata nemmeno lucida da poter mettere due parole di senso compiuto insieme.
- Non voglio vederlo ora. - furono le ultime parole famose.

 

*****
 


Passai il resto del pomeriggio a rimuginare sull'accaduto, quasi in uno stato di trance.
Ritornata a casa,non riuscii a concentrami sui libri cosi pensai che facendo qualcosa di pratico i pensieri potessero essere occultati quel poco per non impazzire.
Cosi per tutto il tempo mi sono mossa per casa come un automa ercando di impegnarmi in cose pratiche come mettere la lavatrice,sistemare l'armadio,pulire la stanza e lucidare la cucina,di nuovo, ma il pensiero correva continuamente a Zayn.
Di tanto in tanto le emozioni provate prendevano talmente corpo,in maniera cosi intensa da farmi mancare le forze e stringermi lo stomaco senza pietà.
Pietà.
Era proprio cià che dovevo dare alla mia psiche prima di essere rinchiusa in qualche manicomio e al mio cuore troppo ballerino nelle ultime ore,necessitava di riposo.
E io necessitavo di risposte e le avrei avute subito.






 
Holaaaa! :)
Non sono molto entusiasta di questo capitolo, credo di aver fatto un buco nell'acqua
però boh....fate voi.
Mi piacerbbe davvero sapere cosa ne pensate. 
Anyway,buona lettura e alla prossima.
Bacioni <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 11 ***





Pattinando sopra il ghiaccio
sottile,la nostra speranza di 
salvezza sta nella velocità.
R. W. Emerson





L'incertezza che ti assale quei pochi minuti prima che precedono il fatidico incontro, ti rendono nervoso,imprevedibile con un urgente bisogno di un libro d'istruzioni.
Le preoccupazione più acute e ostinate che t'affligono nascevano dal timore di esser colti alla sprovvista,di non riuscire a tenere il passo di avvenimenti che si muovono velocemente,di rimanere indietro.
Tali momenti di massima contestazione procurano i mal di testa più insopportabili.
Ed era in questo stato che sostavo davanti alla sua porta di casa,dalla quale proveniva una cacofonia di fondo.
Lui era una di quelle persone che sono entrate nella mia vita in punta di piedi,una di quelle che ti entrano nel cuore senza una ragione ben precisa.
Lui è stato una di quelle persone che prima di abbracciarti con il corpo lo ha fatto con lo sguardo,con le parole.
E' successo tutto cosi in fretta tra di noi,che non mi sono accorta che più tempo passavo senza di lui e sempre più un pezzettino di me diventava suo.
Col cuore in gola,senza avere la certezza di nulla,coi pensieri sconnessi e un tremolio che mi attraversava tutto il corpo,suonai il campanello titubante.
Davanti mi si presentò una graziosa ragazza rossa,con piccole lentiggini che le costellavano il viso e due occhi chiari luccicanti.
- Ehm... ciao!- salutò, stupita come me.
- Ciao,cercavo Zayn. E' in casa? - domandai andando al dunque.
- NO!Ma entra, lo puoi aspettare dentro. Credo che arriverà a breve! - m'informò,quando alle sue spalle lo raggiunse un omone dall'apetto familiare:Ray.
- Biondina,che sorpresa! - cinse le spalle della rossa.
- Hmm ...Ciao Ray,cercavo Zayn ma .... 
- Si,è andato fare un servizio e torna tra poco.Entra,stiamo festeggiando. - m'invitò aprendo completamente la porta.
- Non vorrei disturbarvi,magari un'altra volta! - cercai di svincolarmi dalla situazione.
 Non essere timida,più siamo meglio è. - mi disse incoraggiandomi.
Mi sentivo un'intrusa e in più,non conoscevo nessuno.
- Io sono Charlotte,ma puoi chiamarmi Lottie! - si presentò la rossa con un dolce sorriso.
- La mia ragazza! - aggiunse Ray tutto orgoglioso,stringendola ancora di più a sè.
Mi faceva tanta tenerezza:un omone grande e grosso addolcito da una piccola e graziosa riccia rossa.
- Io sono Hope!
Hope e basta,nessun altro vezzeggiativo.
Ma non ce ne fu bisogno,per quello c'era Ray.
- Futura ragazza di Zayn.
La saliva mi andò storta facendomi diventare più rossa del dovuto.
- Non é proprio cosi ... - mi affrettai a dire.
- Ray! - lo riprese Lottie - Non metterla in imbarazzo. Vieni ti presento agli altri .... se ti fa piacere! - aggiunse subito essersi accorta della mia titubanza o meglio,del mio disagio.
- Ehmm ...certo,nessun problema!Cosa si festeggia?  - mi dimostrai spavalda.
- Il mio ritorno! - spiegò.
- Da dove,se mi posso permettere?
- Sono stata in Erasmus a Toledo per sei mesi e Ray ha pensato di farmi accogliere da alcuni dei miei amici qui. - dal tono di voce sembrava entusiasta della cosa ma prestando attenzione si colgieva una nota di fastidio.
- Che cosa carina!
- Si,è stato un pensiero bellissimo da parte sua.
- Ma ...
- Ma avrei preferito stare un pò da sola con lui. - disse un pò stanca.
Come darle torto d'altronde!
Dopo tanto tempo lantano dalla persona amata,anche io avrei voluto chiudermi da qualche parte con lui.
E preferibilmete sola.
- Non fraintendermi,apprezzo il suo gesto e avere qui i miei amici è bellissimo ma ...
- Vorresti stare un pò da sola con lui! - conclusi per lei.
- Mi sento cosi egoista!
- No,non penso che tu sia egoista. Secondo me hai bisogno solo di un pò d'intimità con il tuo ragazzo.E' comprensibile.
- Grazie! - soffiò sollevata.
Scrollo semplicemente le spalle non sapendo bene cosa dirle in più.
Quando a pochi passi da noi vidi "crudelia de mon" intrattenere concitata un riuccioluto castano.
la serata si metteva di bene in meglio.
Fu un attimo;alzò lo sguardo spostando i capelli a lato e con lo sguardo alla ricerca di qualcosa o qualcuno,ma qualcos'altro aveva catturato la sua attenzione:io.
Incredula,mi fissò con sguardo truce al quale non potei non ricambiare,cosi le sorrisi perfidamente.
- Vedo che conosci Carol! - soggiunse Lottie accorgendosi dei nostri "calorosi saluti".
- Più o meno!Abbiamo scambiato qualche vivace battuta!
- Si, è molto euforica! - concordò quasi celando altro,forse fastidio.
A quel punto,notai che lui aveva seguito il suo sguardo e si stava girando verso di noi.
Dopo un secondo di sbalordimento,si alzò dal divano venendoci incontro.
- Hope! - mi chiamò.
Ecco,una delle persone che avrei volentieri evitato questa sera.
Come se non bastasse la mia inquietudine interiore.
- Harry!
- Che ci fai qui? - domanda sorpreso.
Bella domanda.
Come dire,ero venuta per chiarire alcni punti con Zayn ma mi sono ritrovata nel bel mezzo di una festa. Ah,approposito: io e Zayn,diciamo che .... ci frequentiamo. Credo!
Lottie ci guarda interrogatoria,non capendo più niente.
- Voi due vi conoscete? - domanda poi.
Salvata in calcio d'angolo,ben lieta di esplicarle tutte le sue curiosità.
- Siamo coinquilini e ...
- E come mai,io o scopro solo ora? - si rivolse a Harry.
- E' una storia lunga. Ci scuseresti? - le domandò non attentendo risposta,piuttosto afferrò il mio braccio attirandomi bverso l'angolo dedicato alle bevande,e da quello che notai ci andavano abbastanza pesanti.
- Harry,lasciami il braccio! Harry! - lo richiamai,lungo il tragitto,ma non ne voleva sapere di sentirmi.
- Styles,mi stai facendo male! - mi lamentai un'altra volta.
Mi inchiodò al tavolo sovrastandomi con il suo corpo alto e lasciandomi ,finalmente, libero il braccio.
- Mi stai seguendo,ghiacciolo? - chiese quasi volendosi prendere beffa di me.
E come sempre egocentrico.
- Il mio mondo non ruota intorno a te,mi sembra di avrtelo già detto. - gli risposi acida.
- E allora che ci fai qui?
- Sono venuta per parlare con una persona.
E intanto rimuginavo,soprattutto veleno.
Ma non poteva lasciami in pace e pensare a divertirsi come tutti gli altri.
- Conosco tutti qua dentro.
- E con questo?Io non posso conoscerli?
- No,non devi! Ad eccezione di poche persone,qua dentro sono tutti da evitare.
- Oh che paura!
- Dico sul serio! - puntualizzò duro - Quindi lascia perdere! -mi consiglio dopo.
- Harry,cherie! - una voce civettuola lo richiamò alle sue spalle.
- Ciao Amelie! - salutò mettendosi a lato e afferrandomi prepotentemente per la vita,cercando quasi di farsi schermo con la mia presenza.
Cosa sarei,il suo scudo umano.
Si trattava ,in realtà, di tre ragazze ma solo la cosiddetta Amelie cercò di paralre con lui.
Cominciarono a scutarmi attentamente man mano che Harry aumentava la sua presa,e poi sentii sussurrare una di queste: Forse è lei.
E poi nel gruppo calò il silenzio.
A cosa si riferivano? E che diavolo potevano mai sapere di me?
Incognite che non avrei voluto scoprire né quella sera nè mai.
- Se volete scusarmi, io e Hope dovremmo parlare! - tentò di concedarsi ma vedendo che non si muovevano preciso:
- In privato!
- Oh si certo,ovvio!Non si può certo tralasciare un episodio come quello di oggi! - lanciarono una frecciatina e si dileguarono prima che uno solo di noi formulasse una domanda.
- Quale incidente? - farfugliò il riccio con delle rughe a marcare la sua fronte;si giròò verso di me,osservandomi perplesso.
la mia mente,però era concentra a seguire i movimenti delle tre Ave Maria.
Mi era sorto un dubbio. Erano giostrate dal diavolo in gonnella.
Ed era stato appena confermato.
- Come te li sei procurata questi? - domandò sfiorandomi i graffi alla guancia.
A contato con la sua pelle ribalzai subito indietro:mi bruciavano ancora.
ma riporati lo sguardo su quelle iridi talmente cristallime e verdi che c si poteva perdere.
E poi aleggiava uno strano luccicchio in esse.
- Niente,è stata solo una distrazione.
Sorvolai sull'accaduto non potendo prevedere quale sarebbe stata la sua reazione.
E ovviemente lui non mi credette nemmeno un pò.
- Avete finito di confessarvi voi due? - intervien Ray - Insomma abitate  nella stessa casa e riuscite a parlare solo qui?!
- Lui è una di quelle poche persone sane qua dentro! - mi disse sorridendo.
- Ti stai divertendo? - si rivolse a me.
- Oh,immensamente! - risposi con la faccia di chi la sapeva lunga.
Ray alzò lo sguardo e mi fissò a lungo,sorridendo.
- Oh vi ho trovati finalmente! - irruppe Lottie quasi senza fiato.
- Che succede?
- Jeremy ha esagerato e crede di poter volare! - disse preoccupata.
- E' sempre il solito! - concorda Harry.
- Solo che questa volta,si vuole buttare di sotto.che dite,volete andare a farlo ragionare o a crogiolarvi qui? - li riprese.
- Andiamo,andiamo! - gli sorrise stampandole un bacio sulla guancia e strascinandosi Harry con sè.
Trascorsi le successive due ore in compagnia di una Lottie relativamente alticcia ('Meglio darsi all'alcool che annoiarsi' aveva detto), e di alcune sue colleghe simpaticissime a ridere e scherzare spensierate.
Forse era l'alcool incorporato - che per la cronoca ne avevo assunto poco -  forse ero semplicemente io che volevo scrollarmi di dosso la tensione accumulata,o semplicemente la presenza di Carol che mi irritava a morte.
Ma dove Cavolo era finito Zayn?
Altri venti minuti cosi e dovetti congedarmi per ritrovare la mia sanità mentale e quella dei miei arti inferiori dolenti che stavano protestando. 
Credo che il sangue non fluisse più regolare fino alle dita.
Trovai rifugio nella stanza di Zayn.
Era come la ricordavo: c'erano quei piccoli particolare che la caratterizzavano come sua ma nel complesso ordinaria.
Ma soprattutto sapeva di lui.
Era confortante,era come averlo lì.
Mi sedetti sul bordo del letto:mi dolevano fortemente i piedi.
Cosi senza farmi paranoie inutili mi tolsi le scarpe e cominciai a massaggiarmelii;quelle maledette scarpe mi avevano torturato i piedi,sono rossi e gonfi.
- Oddio,come me li hanno ridotti .... - mormorai accarezzandomeli nonostante il caso fosse disperato.
Proprio in quel momento entrò colui che avevo atesso;era come una visione.
- Hope! .... Che stai facendo? - domandò buttando la borsa sulla scrivania e privandosi del cappotto.
Dio che imbarazzo!
Ma proprio in questo momento doveva entrare?!
- Ehm ... io ... si sono gonfiati!
Zayn mi raggiunse e si accomodò di fronte ,afferrò il mio piede destro e se lo appoggiò sulle ginocchia,costringendomi a ruotare tutto il corpo verso di lui.
- Che fai? - domandai sorpresa.
- Pronto intervento! - rispose lui,cominciando a messaggiare.
Il suo tocco era terapeutico,sentivo il sangue che cominciava a fluire.
Per un pò mi abbandonai  e lasciai che le sue mani si muovessero delicate e morbite su di me.
Teneva  lo sguardo concentrato su questi e tra tutti i pensieri che mi frullano in testa,solo uno dominava: era bellissimo.
Delicato risalì fino  alla caviglia provocandomi brividi di piacere su tutto il corpo.
- E' tardi,devo tornare a casa! - sibilai scattando in piedi per sfuggire a quel contatto.E per scappare da una situazione che non sapevo come affrontare.
Per tutta la sera non ero riuscita a formulare una frase,continuavo a tergiversare e continuavo a perdere tempo invece di fare quello che mi ero prefissata di fare.
Beh,c'era anche da dire che lui non era presente.
- No,non devi! - precisò parandosi di fronte.
Fecevo qualche passo indietro ad ogni suo avanti finchè non finii in trappola:sbattei contro il bordo della sua scrivania.
- Hope sei venuta qui con l'intenzione di parlarmi ,e ora mi sfuggi?! - domandò riducendo le distanze a pochi millimetri.
- Come fai a saperlo? - chiesi sbalordita.
- Ray!
- Oh!
Osai guardare i suoi occhi e solo questo mi bastò a mandarmi in tilt.
- Resta con me stanotte!Nessun secondo fine,giuro!Solo ... parliamo.



 
Questo è un capitolo che non voleva proprio saperne di uscirne:
ho scritto e riscritto,cancellato e rinventato diverse parti più volte eppure tutt'ora avrei voglia di cancellarlo.
Non so ultimamente non mi piacciono molto,ma vabbè,sarà solo una mia paranoia.
Spero vi piaccia.
 
Piccola anticipazione  ( augurandomi di farmi perdonare per il ritardo;
mi perdonate? *__* )


 
Poggiato sul cuscino c'era un foglio bianco. Era un disegno a matita,il ritratto di una ragazza dormiente.
Ero ... io. Girai il foglio e nell'angolo in basso lessi una scritta,in una grafia regolare e curata.

Come sei bella.
Dormivi cosi bene,stanotte.

Appena sotto una firma: Zayn.
 
NEWS

 

 Avrei intenzione di iniziare una nuova avventura con protagonista Liam.
Si affronteranno temi delicati.
Sarà la storia di un ragazzo proveniente da un passato turbinoso,oscuro,doloroso.
La storia di un ragazzo che attraverso la boxe riscoprirà la sua forza interiore.
Un ragazzo che grazie a questo sport comincia a vivere e con la vita,arriverà anche l'amore.
E per lui sarà una duplice scoperta Fatemi sapere cosa ne pensate,se vi va. :).

Dal testo:
Molti sostengono che bisognerebbe abolire la boxe.
Perche?
Che domande.
Perchè ci si fa male,ovviamente.
Ma sapete cosa ne penso? 
Penso che sarebbe una grande follia,oltre che una grande stronzata.
C'è molta più gente che muore in bagno.
Io ci sono morto diverse volte:le volte in cui rigettavo il cibo perché troppo grasso,le volte in cui mi nascondevo in bagno per piangere e non farmi sentire/scoprire dai miei,le volte in cui i bulli della scuola mi ci facevano fare il bagno.
Si può morire in diversi modi,ma non ditemi che la boxe è la causa principale.
Fare boxe,essere pugile non significa soltanto colpire,ma,prima di tutto,imparare a ricevere i colpi.
A incassare.
A fare in modo che quei colpi facciano meno male.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Avviso ***


Un caloroso saluto/abbraccio a tutti!
E un immeso oceano di scuse per non essermi fatta viva in tutte queste settimane.
Siete liberi di lanciarmi pomodori,dirmene di tutti i colori,tutto quello che volete;
d'altronnde non posso dirvi niente a riguardo,avete ragione.
Ma ho motivi tanto validi quanto irrimediabilmente distruttivi a livello emotivo per me.
L' 11 di novembre ricevo una delle notizie che una figlia non si vorrebbe mai sentir dire:
a mia mamma viene diagnosticato un adenocarcinoma a entrambi i polmoni e neanche due settimanedopo 
3 metastasi cerebrali.
Vi racconto questo non per impietosirvi o altro ma per spiegarmi da da quel/questo momento il mio tempo sarà
dedicato tutto a una delle persone più importanti della mia vita:mamma.
Voglio seguirla in ogni sua battaglia,strale vicina in ogni momento e infonderle un pò di quella speranza che ancora alberga in me.
Quindi perdonatemi se non potrò continuare la storia abreve /lungo termine.
Perdonatemi veramente,mi ci ero affezionata ai protagonisti ormai facevano parte di me.
E la vostra attenzione alla storia mi riempiva di gioia.
Quindi vi lascio sperando di ritrovarvi a battaglia finita.
Un grosso abbraccio a tutti e buone feste. <3





Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


La notte 
rende folli le persone,
senza farle pensare alle conseguenze.

Stropicciai gli occhi impastati dal sonno e la stanza era invasa da una luce azzurrina tipica dell'alba.
Era l'alba di un nuovo inizio,con accanto il ragazzzo che non mi sarei mai immaginata di avere accanto.
Mi girai dall'altra parte,verso Zayn.
Era bellissimo.
Era l'immagine dell'amore,della tenerezza.
Non mi sembrava vero di giacere nello stesso letto con lui nostante ora lo stessi accarezzando per rendere tutto ciò ancora più credibile.
Deposi un piccolo bacio sulla spalla destra e mi accostai più vicino al suo corpo cercando di non svegliarlo.
Speranza vana.
- Ehi! - soffiò cingendomi la vita e avvicinandomi al suo petto,ancora scottante,o forse erano solo i miei sensi che lo percepivano cosi.
- Scusa,non volevo svegliarti!Ritorna a dormire,è ancora presto! - sussurrai accocolandomi ulterioemente a lui.
Mi sorrise e si chinò a baciarmi. Labbra dolci,soffici e delicate che non chiedevano niente e per questo avrebbero avuto tutto.
Ero felice.
Come non lo ero da tempo.
E come si dice un bacio tira  l'altro,tanti altri.
La spossatezza ci cullò di nuovo a un sonno ristoratore.
"Tenetevele strette le persone che vi fanno addormentare col sorriso" veniva citato in una pagina di un libbro che attualmente mi sfuggiva.
Come darle torto se poi,quando chiudi gli occhi,capisci che ciò che più desideravi era stretto a te.

Poggiato sul cuscino c'era un foglio bianco. Era un disegno a matita,il ritratto di una ragazza dormiente.
Ero ... io. Girai il foglio e nell'angolo in basso lessi una scritta,in una grafia regolare e curata.

Come sei bella.
Dormivi cosi bene,stanotte.


Appena sotto una firma: Zayn.

Mi lasciai cadere a peso morto all'indietro emettendo un sospiro profondo.
Non valeva! Come facevo a restare lucida se lui faceva cosi.
Nell'attesa mi persi a pensare alla scorsa notte,ancora vivida in me.

- Resta con me stanotte.
E per la seconda volta non gli risposi,emisi solo un leggero sospiro.I miei neuroni non erano in grado di eseguire una sinapsi e suggerirmi qualcosa.
Nada. Tabula rasa.
Con i polpastrelli mi sfiorò una guancia.
- Lo senti? - mi chiese.
Certo che lo sentivo,probabilmente lo avrei sentito anche se fossi morta.
Ogni suo tocco era come il fuoco dell'inferno,il mio inferno personale.
- Cosa dovrei sentire? - domandai facendo finta di niente,cercando di sottrarmi a quel contatto.
- Le tue palpitazioni! - mi rispose come se fosse la cosa più ovvia e normale del mondo. 
Il mio cuore rullava come un tamburo,più cercavo di mantenere regolare il respiro più questo diventava affannoso.
- Sono una che ha il battito cardiaco accelerato.E allora? - chiesi spavalda.
- Hai finito con le stupidaggini? - chiese ridendo,senza poi attendere veramente una risposta.
E non gli serviva a nulla chiedere,lui pretendeva sapendo già che non avrei mostrato nessun segno di opposizione.
Si avventò sulle mie labbra come un'assetato che ha trovato la sua sorgente d'acqua.
Era chiaro che volesse dimostrare che ero in suo potere,completamente.
E,dannazione,lo ero davvero.
Mi sollevò ,afferrandomi i finchi,quel poco per adagiarmi sulla scrivania e porsi fra le mie gambe in modo da far aderire i nostri petti.
- Allora,cosa eri venuta a dirmi? - soffiò sulle mie labbra,una volta staccatosi.
Il mio meraviglioso discorso - cosi come il mio encefalo - se ne erano andati a puttane.
E come poteva fare altrimenti,se qualcuno stava giocando sporco?
- Che sei veramente stronzo! - balbettai dandomi dell'emerita idiota.
Si accigliò per poi acquietarsi,forse intuendo i miei pensieri.
- E sei venuta qui per dirmi questo?
Durante il tragitto da casa mia alla sua e anche durante la festa mi ero preparata un bel discorsino,ma ora che me lo ritrovai cosi vicino e più bello di quello che la mia mente potesse proiettare,parlare diventava un compito arduo.
Continuava a scrutarmi sorridente in attesa che parlassi ma il mio cervello era caduto in uno stato catacombico.
Nada,tabula rasa.
Lo fissavo a mia volta, imbambolata, col disperato tentativo di trovare le parole che avevo perso; poi le mie labbra si mossero automaticamente, senza il benché minimo preavviso.
- Per qualche motivo che ignoro,mi piaci moltissimo. Niente di tascendentale o irragionevole,direi quel poco che basta per fregarmene di quel maledetto succhiotto,mettere da parte l'orgoglio e venire qui,senza  munizioni né difese,a chiederti ....vuoi fare parte della mia vita?
Non sapevo dove trovai il coraggio di confessarlgi tutto ciò e nemmeno come riuscii a non balbettare per l'emozione,sapevo soltanto che il mio cuore stava scoppiando,che il suo suono sfondava i timpani e che un leggero tremore metteva a repentaglio il mio precario equilibrio.
Nella mia vita non avevo fatto niente che si potesse almeno avvicinare a una cosa cosi per un ragazzo,e il fatto che lui continuasse a guardarmi senza dire una parola aumentava la paura albergata in un letto di delusione,amarezza e quella brutta sensazione che si ha quando si comprende di aver fatto una grande cazzata.
Forse l'ho spaventato mettendogli tutto il mio cuore in mano... e se continuava cosi ne sarebbe rismasto solo dei piccoli brandelli sfraccellati.
Era meglio battere in ririrata,ed era quello che cercai di fare.
- Dove vai,fermati! - si avvicinò ancora di più prendendomi per le spalle - E' tutta la sera che mi stai sfuggendo. Smettila.
Mi abbracciò delicatamente e poco più tardi prese ad accarezzarmi la schiena facendo distendere i miei muscoli troppo tesi,ma non ricambiai:ora ero io che attendevo una risposta.
- Sei la ragazzza più dolce e insicura che io abbia mai conosciuto,ma mi piaci anche per questo! - sussurrò dopo avermi baciato la fronte e aver inchiodato il suo ipnotico e caloroso sguardo al mio,che al confronto era inespressivo.
Credetti di stare per impazzire: stavo ricorrendo a tutta la mia buona volontà per impedirmi di baciarlo.
Sentivo che la tensione cresceva sempre di più, mentre ci fissavamo in silenzio, esplorandoci a vicenda; respiravamo a fatica, quasi con affanno, vittime di uno strano incanto.
Mani sapienti mi solleticavano la schiena mentre delle labbra tumide s'impossessarono improvvisamente delle mie.
Deciso,energico e risoluto nei suoi gesti e nelle sue parole,quasi non sembravava lui.
Ma m'intrigava questo suo lato,tanto da non farmi più pensare a niente che non alle sue mani su di me e la sua bocca che esplorava la mia.
Senza mai smattere di inebriarmi col suo sapore cominciò a sollevarmi la felpa per poi sfiorarmi la pancia.
Abbandonò le labbra scendedendo al collo,quando emisi un suono incomprensibile di piacere.
- Possiamo togliere questa maglietta? - chiese con voce arrochita.
- No, non possiamo! - risposi preoccupata. 
Insomma,io ero andata a casa sua per dei chiarimenti barra dichiarazioni improvvisate, non per andarci a letto.
Non poteva spogliarmi,non potevo cedere cosi clamorosamente.
- Dobbiamo,invece! - sibilò piano vicino al mio orecchio,scendendo a mordermi il lobo mentre io inizio di nuovo a perdere il lume della ragione.
Tant'è che quando tenta di sfilarmela definitivamente non incontrò nessuna resistenza.
Ormai ero quasi creta nelle sue mani,poteva definirmi,giostrarmi a suo piacimento.
Hmm,davvero una notevole forza di volontà,la mia.
Una soffice scia di baci attraversava la congiunzione costale fino ad arrivare all'addome dove la sua lingua saggiò avida ogni centimetro e penetrò quel centro gravitazionale,inarcai la schiena concededomi ulteriormente alle sue tentazioni.
Il mio corpo non ripsondeva più alla mia volontà,bensì seguiva quell'irrazionale voglia carnale,spirituale dettatata da lui.
La vista di tutto ciò, delle sue mani e della sua bocca su di me cominciava ad essere opprimente,troppo.
Cosi chiusi gli occhi nella speranza di scacciare quegli squarci d'immagine,invece mi ritrovai a stringere una mano tra i suoi capelli.
- Zayn,ti prego basta! - lo implorai contorcendomi.
Il mio corpo si ribellava alla mia ratio.
Si sollevò,appriandosi fugacemente delle mie labbra.
- Ho appena cominciato! - mi sorrise sbarazzino.
Aveva un espressione che di sfuggita poco volte gli ho visto prima:era sensuale,giocosa,oserei dire felice.
La voglia di toccarlo era divenuta dolorosa.
Insinuai le mie mani sotto la sua maglietta entrando in contatto con un epidermide in fiamme o forse erano le mie dita che andavano a fuoco.
Rise - sorrise - sornione,soddisfatto della mia reazione.
- Ho sempre pensato che non mi sarei mai più legato a qualcuno,ma con te ci sono ricascato.Se non mi avessi ignorato questi due insopportabili giorni ti avrei detto che le mie intenzioni sono serie! - soffiò.
Il suo respiro caldo mi lambì il collo causandomi la pelle d'oca,poco dopo fu la sua bocca a procurarmi brividi ovunque.
Tremai d'eccitazione,sia per ciò che mi aveva detto sia per quelle dolci carezze.
Non potei più far tacere i miei desideri più profondi.
Cosi presi a baciarlo con impeto.
Credo che sia rimasto spiazzato dalla mia iniziativa,ma si riprese subito.
Mi sospinse contro di sé,facendo aderire i bacini,senza però sollevarmi dalla scrivania.
I baci divennero famelici, avidi, bramosi di superare i limiti.
Zayn fece scorrere le mani sulle mie cosce, accarezzandole sensualmente;ansimai sulla sua bocca, in preda al turbinio di emozioni che mi stavano assalendo.
Era attrazione fisica? O qualcosa di più?
In quel momento non volevo pensarci, poiché il mio cervello era completamente annebbiato dal desiderio.
Zayn mi sollevò in braccio portandomi con sé sul letto, dove mi sovrastò col suo corpo; mordicchiai e succhiai le sue labbra come avevo segretamente sognato fino a qualche istante prima, facendolo sospirare. 
I nostri corpi si muovevano in sincrono, come se volessero fondersi insieme, intralciati dagli indumenti che non gli permettevano di avere un contatto più intimo.
Al diavolo tutto,volevo solo che per una volta fosse stato completamente mio.

Indossavo ancora una t-shirt che avevo rubato a Zayn quella mattina quando mi ero svegliata più tardi senza trovarlo al mio fianco.
Alzandomi e andando alla ricerca dei miei indumenti ,convinta che fossero da qualche parte intorno alla scrivania quando scorsi qualcosa a cui non avevo posto attenzione prima:un paio di occhiali neri da vista.
- E questi? - gli domandai esponendoli alla sua vista.
Alzò lo sguardo e credo di averci letto stupore.
Per cosa poi?
- Ehm ...sono miei . - ammmise.
Continuava a toccarsi i capelli sponstandolgi da una parte all'altra,sembrava veramente in imbarazzo.
- Come mi stanno? - gli chiesi,accorgendomi poi che aveva un paio di gradi in meno,chissà se riusciva a vedermi bene.
- Sei buffa! - sibilò sorridente e sensuale avvicinandosi a due passi da me.
- Non te gli ho mai visti prima?
- Gli uso solo quando disegno,sai per definire meglio il lavoro,  - mi spiegò - non mi piacciono come mi stanno. - confessò incuriosendomi.
Come sarebbe cambiato il suo viso con quelli? E di quanto?
Cosi li tolsi e feci per mettergli a lui.
- Posso? - domandai per scrupolo.
Era titubante,e riluttente all'idea ma poi, debolmente, annui.
- Mi sento veramente un cesso con questi addoso! - confessò levandoseli qualche secondo dopo.
E ciò mi stupì.
Cioè non riuscivo proprio ad associare la parola "cesso" a zayn.
Inoltre,per quel poco che ho potuto ammirare,quegli occhiali gli aggiungevano qualcosa in più.
Lo rendevano più suggestivo,uno di quei artisti belli e dannati e misteriosi.
Quindi,no:secondo me,era semplicemente perfetto.
- Quanto sei scemo! - gli diedi un puffetto sulla spalla - A mio avviso,ti stanno bene! - mi limitai a dire.
- Ehm... detto da una che è di parte,non vale!
- Ehi,non ho detto che faresti cascare tutte ai tuoi piedi con quegli affari lì,semplicemente che io non ti trovo brutto.Hai un non so che di particolare. E poi,riesco ad essere oggettiva nei miei giudizi. - concludo la mia breve filippica, ormai paonazza nel viso.
Certo lui non aiutava se continuava a guardarmi come se mi volesse mangiare.
- Queste è una delle cose che mi piace di te! - alitò pericolosamente vicino alle mie labbra.
- Cosa? - chiesi intrappolando il suo labbro inferiore tra le mie,non resistendo più alla tentazione di sentirle su di me.
- Vedi in me ciò che io non vedo! - balbettò  baciandomi la punta del naso.
- Chiunque lo vedrebbe: è cosi chiaro e trasparente da acceccare anche il più stolto.
- Penso che potrei montarmi la testa se continui cosi! - sostenne ironico mordicchiandomi il lobo sinistro,con quella braba sfatta da almeno due giorni che mi pizzicava la pelle  e le sue mani che,sapienti,ardivano a risvegliare sensazioni da poco sopite.
Erano violente,cosi come lo era il mio desiderio di lui.
- Ma smettila e pensa a baciarmi! - lo redarguii spavalda.
Detto fatto.
La mattina sarebbe stata molto molto lunga.


 
Ciaoooooo :)
lo so,mi stato odiando per questo enorme - infinito - ritardo.
Avete tutte le ragioni di questo mondo per inveirmi contro.
CHIEDO PERDONO!
sono perdonata????
Si?
In realtà spero che sia rimasto in voi ancora un pò d'interesse per questa storia.

Come ricorderete (hahaha povera illusa,NO)vi avevo lasciato per delle ragioni serie,anzi serissime.
Mia mamma,la mia ragione di vita e la sua battaglia quotidiana contro uno dei tumori brutti esistenti.
OK,questo non vi interesserà,ma influenza tanto il proseguire di questa ff.
Ebbene queste ragioni permangono,pertanto il mio tempo
resta sempre limitato.
Ragion per cui pubblicherò appena riuscirò a mettere su un capitolo "buono"
per non cadere nel banale/scontato e venir incontro alle vostre e mie aspettative.
Vi sto facendo annoiare,quindi la smetto!

E ci tengo a sapere pareri, vecchi e nuovi.
Quindi...
Beh che tu sia una lettrice silenziosa o una recensitrice alla cui sono anche affezionata,
spero di leggerti tra le recensioni!




Ultima cosa poi la finisco veramente:
passereste qui,grazie.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2227728&i=1



E' una storia che avevo iniziato un pò di tempo fa,e sulla quale vorrei approprinquarmi prossimamente.
Sarà come una sfida cimentarmi in un mondo a me straneo come quello della boxe.
Una sfida che lanci a me ma anche a voi.
Accettate?


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1896587