La legge della vita

di Eliessa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Notizie sconvolgenti ***
Capitolo 3: *** Vita nuova ***
Capitolo 4: *** Il nostro segreto. La nostra paura. La nostra vergogna. ***
Capitolo 5: *** Esiste la felicità? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Quando non hai niente, ma vivi al meglio non t'importa di cosa accade al mondo che c'è oltre la finestra della tua stanza.
Quando in casa stai bene non t'importa di ciò che potresti avere e che non hai.
Se hai la famiglia hai tutto.
Se le persone che ti hanno dato la vita ti amano, hai tutto ciò che ti occorre per essere felice nella vita.
Ma se a 18 anni quella felicità, quell'armonia, quella tranquillità viene interrotta così bruscamente?!
Se uno dei tuoi punti di riferimento viene a mancare, cosa ne può essere della tua vita?
Se tua madre ti viene a mancare quando devi finire l'ultimo anno di liceo, e addosso ti ritrovi quelle responsabilità che prima aveva lei, sei ancora in grado di vivere?
E soprattutto dopo solo un paio di mesi accetteresti l'idea che tuo padre si risposi?
Eh si, perchè l'unica cosa che ha saputo fare lui è stata quella di mettersi con una sua vecchia amica, e dire a te e tua sorella in una fredda sera di ottobre: "Domani mi sposo con Lavinia, nessun commento."
Ed è lì che ti cade il mondo addosso.
E lì che sei incerta e confusa sulla persona che per 18 anni ti ha cresciuto, amato e coccolato.
Come può tuo padre non accorgersi di quanto è malvagia Lavinia?
Ma ora non c'era tempo di trovare le risposte a tutte le domande.
Ora era il momento di pensare a se stessa ed a Milena.
Si, perchè tua sorella ha solo 13 anni, e tocca a te difenderla, in qualunque modo ed a qualunque costo.
 
Sara avrebbe fatto tutto per Milena.

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Capitolo 2
*** Notizie sconvolgenti ***


Notizie sconvolgenti


 
Milena, Sara e Fabio erano seduti a tavola e la maggiore tra le due sorelle era ancora rimasta stupita per la frase che aveva detto il padre.
Fabio non ha mai capito che Lavinia lo stava solo usando. Era una specie di passatempo.
Per lei era un modo di evadere dalla realtà, per lui una cosa seria.
Due modi di vedere la vita diversamente.
 
-Ma papà, come può essere? Tu ti sposi con Lavinia? No, non ci credo!-esclamò Sara.
-E invece si, non si discute.-rispose il padre.
-È qui che ti sbagli. Ora ne paliamo con calma. Papà tu non puoi sposarti con Lavinia. Come fai a non capire che quella è solo una donna crudele che ti sta usando? Mentre sta con te, sta con altri 10 uomini, ti sta usando solo per qualche notte di sesso ed ancora non te ne sei accorto. Ma come fai? Per non parlare di questi.-Sara prese il braccio della sorella che le era accanto e le alzò la manica della maglia. -Questi non se li è fatti cadendo dalle scale.-
-Ma non puoi neanche affermare che è stata Lavinia.-
-Ma perchè non ti svegli, papà! Non ti riconosco più, credimi.-
-Sara, tu vedi così Lavinia perchè pensi che prenderà il posto di tua madre, ma non sarà così. Non è come la stai dipingendo tu. Lavinia è una donna dolce.-
-Se per dolce intendi alzare le mani, non oso pensare che concetto che hai di violenza.-Ad un tratto qualcuno suona al campanello. Era la compagna di Fabio.
-Vado io.-rispose Milena. Dopo qualche attimo ritornò in cucina con la donna. Lavinia vedendo nel volto di Sara una faccia arrabbiata subito chiese -Ho interrotto qualcosa?-
-Si, e se mi fai il favore di uscire da quella stessa porta da cui sei entrata la mia serata sarebbe perfetta.-disse con calma apparente Milena.
-Ma Fabio, tu permetti che tua figlia mi parli così?-
-No, infatti. Sara rivolgi immediatamente le tue scuse.-continuò il padre sbattendo un pugno sulla tavola.
-Dalla mia bocca non usciranno mai le scuse per una donna del genere. Papà decidi, o Lavinia o noi.-La ragazza aspettò qualche attimo e non ricevendo alcuna risposta dal padre, tirò a sé la sorella ed insieme andarono nella loro stanza.
-Sara, tu pensi davvero che andare via di casa sia a soluzione migliore?-chiese Milena.
-Si Mì, lo penso davvero. Rimanere qui sarebbe un inferno. Un inferno, capisci? Vedrai che troveremo una soluzione.-
-Ma forse papà potrebbe cambiare se restassimo con lui.-
-No, per fargli cambiare idea dobbiamo prendere una decisione molto drastica. Sara, domani stesso dobbiamo andare via di casa.-
-Per andare dove? Ci hai pensato a questo? E soprattutto come vivremo? Chiederemo l'elemosina ai semafori?-
-Ti giuro che una soluzione la trovo, ma devi fidarti di me. Lascio la scuola se serve, lavorerò 24 ore al giorno per mantenerti, ma tu fidati di me.-Milena iniziò a piangere.
-Scusa, io non voglio piangere, ma...-
-Scc... Se ne senti il bisogno piangi pure. Io sono qui accanto a te.-E mentre Milena continuava a piangere abbracciata al corpo della sorella, dagli occhi di Sara scendevano delle lacrime.
Lacrime silenziose, invisibili agli altri, ma non a se stessa.
Doveva mostrarsi forte, doveva dare coraggio alla sorella e non poteva permettere che il suo lato più fragile e debole uscisse allo scoperto, soprattutto in quel momento.
Dopo qualche minuto Sara riprese a parlare.
-Prepara delle valigie con i tuoi vestiti, gli effetti personali e tutto quello che potrebbe serviti per scuola. Domani stesso andremo via.-
-Via? E dove?-
-Mi è venuta in mente un'idea.-Sara prese il telefono e chiamò la sua migliore amica, Luana. -Lù, ho bisogno di te più che mai. Potresti prestarmi quel monolocale che hai in centro, ovviamente pagherei l'affitto ai tuoi. Un modo lo trovo, te lo giuro. D'accordo, alle otto davanti casa mia. A domani bella.- La ragazza chiuse la chiamata. -Visto? Ho sistemato tutto. Ora però prepariamo le valigie.- La sorella annuì.
Due ore dopo, esattamente alle 22.58, Fabio entrò nella camera delle ragazze.
Sara e Milena, sentendo i passi dell'uomo, nascosero in tempo i trolley che erano aperti con delle coperte.
-Domani usciamo di casa alle dieci per andare in comune tutti quanti, mi raccomando, siate puntuali. Ah, Lavinia si ferma qui questa notte.-Disse conclusivo Fabio.
-Non c'interessa, ora per favore esci.-rispose Sara.
-Sara...-
-Esci ho detto! Vai via da questa stanza.-continuò urlando la ragazza. Fabio a quel punto senza replicare nulla uscì dalla stanza.
 
Il giorno dopo, le due sorelle si svegliarono alle sei.
Si prepararono per quella nuova giornata triste e felice allo stesso tempo.
Una volta pronte, Sara scrisse un biglietto che lasciò in bella vista, in modo tale che il padre al suo risveglio l'avrebbe letto subito.
"Te lo avevo detto o noi o lei. Dimenticati delle tue figlie."
Alle otto spaccate Luana era sotto casa dell'amica.
Sara e Milena uscirono senza fare il minimo rumore.
Una volta fuori salirono nell'auto dell'amica.
-Oggi non ti lascio. Andiamo al monolocale e parliamo.-
-Ma non avevi da fare con Gianluca?-
-Tu hai più bisogno di me.-Luana abbracciò l'amica, poi mise in moto e partì.
Quella mattina aveva inizio il nuovo futuro delle sorelle Tavessi.

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Capitolo 3
*** Vita nuova ***


Vita nuova


Una volta arrivati nel monolocale di Luana che si trovava nel pieno centro di Perugia, Sara e Milena cercarono di ambientarsi in quella che sarebbe stata la loro nuova casa per un tempo ancora ignoto ad entrambe.
 
-È molto piccolo qui. Come vedete, questa stanza deve farvi da camera da letto e da cucina, sono presenti solo questo letto per di più matrimoniale, l’armadio, il tavolino con due sedie, la cucina, il frigo ed una piccola credenza. Dietro quella porticina c’è il bagno. Non è molto; ma credo che possa andare bene come nuovo inizio.-disse Luana.
-Qualsiasi luogo è meglio di quella casa, la casa degli orrori. Qui sarà tutto perfetto. Già da oggi mi metto a cercare un lavoro.-
-Senti, per l'affitto posso dirti di lasciar perdere, qui puoi rimanerci quanto tempo vuoi, mentre per il lavoro, beh mio padre può assumerti nel suo studio. Una settimana fa la sua segretaria ha dato le dimissioni e non ha ancora trovato qualcuno con cui sostituirla. Ti offre un contratto a tempo indeterminato e di questi tempi sai quanto sia difficile trovare un lavoro. Forse sarà un casino con lo studio, ma se ti organizzi puoi farcela.-
-Luana, io davvero non so come ringraziare te e la tua famiglia, state facendo molto di più del dovuto, ma non posso accettare. Sai come sono, non sono portata per questo lavoro e tutt'ora mi chiedo se sono portata per qualcosa.-
-Ma piantala Sara! Tu sei pronta per questo ed altro. Secondo me dovresti accettare. Un posto fisso di questi tempi è un miracolo.- Sara annuì.
-D'accordo, accetto.-
-Bene.-rispose l'amica. -Ora pensiamo a mettere un pò in ordine questa stanza e cerchiamo di farla sembra un'abitazione.-
-Vi do una mano anche io.-rispose Milena. -In tre facciamo prima.-
-Si, ma non prenderci l'abitudine a saltare la scuola. Quest'anno hai gli esami e non puoi assentarti.-rispose Sara.
-Anche tu hai gli esami, ma hai lasciato la scuola.-
-Milè, tranquilla che lei continuerà a studiare.-affermò subito Luana. -Lei prenderà il diploma, studierà quando avrà del tempo libero e farà vedere a tutte quelle persone che le hanno voltato le spalle che è stata in grado di mantenere sua sorella, studiando e lavorando. Tutti vedranno che si è rimboccata le maniche per cambiare quella vita che da mesi vi tormentava. Basta solo un pò di buona volontà.-
-Hai perfettamente ragione.-rispose Milena.
 
In casa Tavessi intanto, Fabio e Lavinia dormivano ancora. Alle 8.30 suonò la sveglia; ma in quella casa oltre a loro non c'era nessuno.
Fabio sul suo comodino trovò il biglietto che solo qualche ora prima la figlia maggiore gli aveva lasciato.
-Cazzo!-esclamò appena lesse il contenuto. -Lavinia leggi qui.- continuò l'uomo strattonandola dal letto.
-Visto? Sono solo delle piccole casiniste, soprattutto Sara. Invece di essere felice per te, fa credere a Milena che io sia una belva.-
-Mi chiedo però se è il caso di sposarci. Devo chiarire con loro, sono sempre le mie figlie e le sto perdendo.-
-Fabio, noi dobbiamo sposarci, così capiranno che sei tu a decidere e non loro.-
-Ma sono le mie figlie. Ora non so né dove sono, né se hanno bisogno di aiuto, non so nulla. In due mesi, invece di rimanere uniti, ci siamo allontanati fino a diventare dei perfetti estranei.-
-Dai, vedrai che tra qualche giorno torneranno a testa basta e si scuseranno per quello che hanno fatto. Devi dargli solo un pò di tempo e vedrai che tutto tornerà come prima.-
-Si, forse hai ragione.-
-Dai, iniziamo a prepararci. Dobbiamo essere puntuali.- Fabio annuì, si alzò dal letto ed insieme alla futura moglie si preparò per la cerimonia. [...]
Nel volto dell'uomo però era evidente notare un velo di tristezza per ciò che era successo. Lui amava davvero le figlie, e non accettava da parte loro un comportamento simile.
Ma era pur vero che Lavinia gli aveva fatto credere tutto ciò che non era vero.
Lavinia era il vero problema di quella famiglia.
Lei era una donna cattiva, crudele ed era riuscita nel suo intento: mandare via di casa le figlie del compagno per non averle sempre in giro per casa e soprattutto per avere Fabio tutto per se.
Fabio e tutti gli innumerevoli amanti che si portava in quella casa di nascosto dell'uomo.
Peccato però, che una volta le è andata male ed a scoprirla fu Milena.
Quella scoperta le costò molto cara, tanto che per un momento aveva preferito che la morte s'impossessasse di lei, pur di non vivere accanto a quella donna. [...]
Erano passate tre ore da quando Sara e Milena avevano lasciato quella casa che hanno abitato fin da quando erano nate.
 
-Secondo te papà a quest'ora si è sposato?- chiese Milena.
-No, ma tra poco avremo una nuova... matrigna. Ma gliela faccio pagare, te lo giuro sulla mia vita.-Milena abbracciò stretta a sè la sorella, sotto gli occhi increduli di Luana che ancora non capiva il perchè aveva giurato di fargliela pagare a Lavinia.
 
Ore 11.30
Lavinia è diventata ufficialmente un membro della famiglia Tavessi, ma questo non interessava a nessuno, soprattutto alle figliastre.

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Capitolo 4
*** Il nostro segreto. La nostra paura. La nostra vergogna. ***


Il nostro segreto
La nostra paura
La nostra vergogna


 
Erano le 6 del mattino. Fuori era ancora notte. Il cielo era molto scuro.
Sara si svegliò per prima non appena il telefonino le squillò.
 
-Milè svegliati dai.-
-Ancora 5 minuti.- rispose lei patteggiando.
-D'accodo, allora vado prima io in bagno. Ah questa mattina colazione al bar, dentro non ci sta nulla se non vado a fare la spesa.-
-Ok.-rispose insonnicchiata Milena. Intanto Sara iniziò a prepararsi e subito dopo di lei lo fece la sorella.
Alle 7.20 uscirono di casa, andarono al bar e consumarono un cappuccino e croissant a testa.
-Facciamo così.- disse Sara. -Ti lascio 10€, comprati quello che vuoi per il pranzo.-
-E tu?-
-Pensa per te. Ti do anche la chiave di casa, mi raccomando non perderla.-
-Guarda che non sono io che perdo tutto.-risero insieme.
-Io allora vado.-disse Sara alzandosi. -Ci vediamo pomeriggio.-
-Ok.-rispose Milena, mentre Sara le dava un bacio sulla fronte. Uscita dal bar camminò per poco meno di 10 minuti, quando alle 8 precise si trovò davanti il grande portone di legno scuro che ospitava il luogo del suo primo lavoro.
Una volta entrata trovò già l'avvocato penalista Magisti. L'avvocato più conosciuto e temuto di tutta l'Umbria.
La ragazza si era presentata con un taier, semplice, non vistoso ed efficace. Perfetto per questo tipo di occasioni; mentre l'avvocato, che era un uomo sulla quarantina, in studio si presentava sempre con il classico abito scuro, aveva i capelli brizzolati e gli occhi castani.
-Ciao Sara!-esclamò subito non appena vide la ragazza.
-Avvocato Magisti.-rispose lei stringendole la mano.
-Dennis. Chiamami Dennis e dammi del tu.-
-Va bene Dennis. Prima di tutto credo di doverti ringraziare per quello che stai facendo per me e mia sorella.-
-Aspetta a ringraziarmi. Intanto prendi questa.- disse l'uomo consegnandole una busta bianca.
-Cos'è?-chiese la ragazza.
-Qualcosa che potrebbe servirti.- Sarà l'aprì. Dentro c'erano poco più di mille euro.
-No, non posso accettarla.-
-Invece io penso di si. Come pensi di vivere? Prendili.-
-Consideralo un prestito allora.-
-No, consideralo un regalo. Un piccolo contributo per migliorare la tua vita.-
-Non so che dire, veramente.-
-Non devi dire nulla. Prendili e basta.-La ragazza annuì e poi conservò la busta con i soldi dentro la sua borsa.
-Allora, parlando di lavoro, questa sarà la tua scrivania. Sarai la mia segretaria personale, ti occuperai degli appuntamenti con i clienti, delle pratiche, insomma...-
-Si, ho capito.-
-L'orario di lavoro va dalle 8 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 tutti i giorni tranne il sabato e la domenica. Per quanto riguarda la paga sono circa 1500€ al mese.-
-Perfetto. Inizio subito.-
-D'accordo. Queste sono le pratiche in sospeso che ha lasciato la segretaria che avevo prima.-
-Bene, controllo il contenuto e vedo ciò che c'è da fare.-
-Per qualsiasi cosa mi trovi nello studio.-La ragazza annuì sorridendogli e mentre l'avvocato andava via, Sara si organizzò il lavoro per la mattinata. Iniziò a conoscere alcuni clienti abituali dello studio, stando a quanto riportavano le carte che aveva sotto mano, e con qualche piccola difficoltà iniziale la prima mattinata di lavoro l'aveva superata.
Un quarto d'ora dopo mezzogiorno arrivò Luana.
-Mio padre ti ha messo subito sotto con il lavoro, eh?-chiese la ragazza divertita.
-E tu che ci fai qui? Anche oggi niente scuola?-
-Veramente mancava la professoressa di matematica, per cui uscita anticipata.-
-Bene. A scuola come va? Hanno chiesto di me?-
-No, ma sono stata io a parlare di te al preside. Ha detto che troverà un modo per non farti perdere l'anno.-
-Io non ti avevo chiesto nulla. Perchè l'hai fatto?-
-Perché meriti questo ed altro, perchè sono sicura che se le cose fossero andate male a me, tu mi avresti aiutato.-
-Si, avrei fatto anche più del possibile.-
-Vedi? E allora perchè io non posso farlo per te? Comunque che dici di un panino ai giardinetti per il pranzo?-
-Ci sto.-rispose Sara, quando da dietro le sue spalle comparve il padre di Luana.
-Papà, io ti prendo Sara per il pranzo, andiamo a mangiare un panino ai giardini.-
-Non stancarmela troppo però.-disse l'uomo facendo l'occhialino alla figlia.
-Puoi stare tranquillo. Ciao pà!-E così le due amiche andarono prima al solito market per farsi fare il loro panino con prosciutto crudo e mozzarella e poi andarono ai giardini.
-Senti.-iniziò a dire Luana dopo che entrambe erano arrivate a mangiare quasi metà panino. -Non me ne hai mai voluto parlare fino in fondo, ma ti andrebbe di parlare sul perchè di questa decisione così drastica? Ti va di dirmi perchè provi così tanto odio per Lavinia? So che ogni volta che prendiamo a parlare dell'argomento ci soffri, ma forse è arrivato il momento di parlarne.-
-Non è una buona idea.- rispose Sara.
-Io invece credo di si, parlarne con qualcuno può solo farti bene.-
-E va bene.-Sarà iniziò a raccontarle ciò che l'aveva fatta cambiare. -Era il 10 settembre, ricordi? Quel giorno siamo andate al centro commerciale, mentre Milena era appena tornata da Assisi con degli amici. Mio padre era al lavoro. Milena fu la prima a rientrare in casa. Appena entrata aveva sentito dei rumori provenire dalla camera da letto e si precipitò lì, ma rimase scioccata quando vide Lavinia a letto con altri due uomini. Milena si era messa ad urlare, ma non ci fu niente da fare.
Lavinia ed i suoi amanti avevano bevuto, non capivano nulla, così la presero ed iniziarono a spogliarla. Lei non riuscì a scappare, non riuscì a liberarsi dalle mani di quei due uomini, e l'unica cosa che riusciva a fare era solo gridare. La stesero sul letto e mentre i due uomini la tenevano dalle mani e dai piedi, Lavinia le diede due colpi con una cintura di cuoio. Ma poi ad un suo amico venne in mente un'altra idea: quella di violentarla. Io sono arrivata solo 5 minuti dopo. Appena ho sentito la sua voce mi sono precipitata da lei, e quello a cui stavo assistendo mi aveva lasciato senza forze. Ero come immobilizzata da una forza maggiore.
Ero rimasta a guardare mentre mia sorella veniva violentata, invece di reagire subito. Questo non me lo perdonerò mai in vita mia. In testa mi risuonano ancora le risate di Lavinia divertita per quello che i suoi amici stavano facendo a Milena, le urla di mia sorella, le parole di quei maiali...-Sara stava piangendo, ma continuò a parlare. -Ad un tratto però, senza rendermene conto mi sono avvicinata ai due uomini, dicendogli: -Vediamo se hai il coraggio di prendertela anche con me.- Ma appena mi hanno messo le mani addosso, li ho messi KO, i duri allenamenti di kick boxing sono servivi a qualcosa. E così loro andarono via, insieme a Lavinia, ma prima che uscisse le avevo giurato vendetta.-
-Sara dimmi che tutto questo è solo frutto della tua immaginazione, per favore.-disse Luana con gli occhi lucidi sul punto di piangere.
-Quanto vorrei che lo fosse, ma è solo la realtà purtroppo.-
-E Milena?-
-Milena ha conosciuto troppo presto cosa volesse dire andare a letto con qualcuno o meglio essere violentata. La settimana seguente si sono visti gli effetti della violenza: iniziava a piangere a rifiutare il cibo ed a fare incubi la notte. Abbiamo passate molte notti a parlare. Le ripetevo che lei era solo la vittima, che non aveva nessuna colpa, ma era così fragile... Non sai quanto ho dovuto lottare affinché tornasse ad essere di nuovo felice.- continuò piangendo Sara.
-Perché non mi hai mai detto nulla, perchè?!-
-Perché non potevo dirti una cosa del genere, non ci riuscivo.-
-E se tuo padre si è sposata con lei, deduco che non l'avete denunciata, vero?-
-No, non l'abbiamo fatto perchè il giorno dopo lei è venuta da me e con aria minacciosa e da sfida mi aveva detto: -Se provi a denunciare l'aggressione a tua sorella, io finirò di ucciderla; lo stesso se vai a dire qualcosa a tuo padre, Milena è morta.-
-Sara, ma questa è una stronza. Devi denunciarla subito. Mi meraviglio di te che il senso della legalità e della giustizia ce l'hai nel DNA. Persone come lei non possono farla franca.-
-Lo so. Ma che potevo fare? Luà, ho passato momenti di paura che non ti sto neanche a raccontare, e nella paura dovevo proteggere mia sorella. Troppe notti ho passato in bianco sia per consolare mia sorella, ma anche per paura che Lavinia potesse fare qualcosa. Non hai idea di come sto.-
-Adesso basta però. Più tardi andiamo in studio da papà e gli racconti tutto.-
-No, avete già fatto molto per me.-
-Tu per me avresti fatto più del possibile, io voglio fare lo stesso. Amiche fino alla morte, ricordi? È il nostro giuramento.-Sara non poté far altro che annuire e continuare a piangere tra le braccia dell'amica. -Vedrai che tutto questo avrà una fine.-
Tornati in studio, Sara raccontò nuovamente l'accaduto.
-Allora papà?-chiese Luana.
-Questi tre passeranno il resto dei loro giorni in galera, quant'è vero che mi chiamo Dennis Magisti.-Sara sorrise.
-Io torno a casa, ma questa sera vieni a cena da noi e non si discute. Stiamo insieme e poi mettiamo Milena al corrente di quello che vogliamo fare.
-Ok, a stasera Lù.- E così l'amica andò via e Sara tornò al lavoro. Ora si sentiva un pò più libera. Si era liberata di quel segreto che da giorni la tormentava. Giorni che parevano anni. Pochi giorni eppure le sembravano una vita. [...]
Appena finito l'orario di lavoro, Sara tornò a casa e trovò la sorella immersa nella biografia del Manzoni.
-Ehi Milè quanto ti manca da studiare?-
-Imparo Manzoni ed ho finito, perchè?-
-Stasera siamo a cena da Luana.-
 

 

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Capitolo 5
*** Esiste la felicità? ***


Esiste la felicità?

Verso le 20 le sorelle Tavessi andarono a casa di Luana.
Sara era sempre ben accetta in quella casa e non solo, anche i parenti di Luana si erano affezionati alla ragazza, ormai era una di famiglia.
Per i suoi parenti era diventata un’altra figlia, una nipote, una cugina.
La cena passò tranquillamente, come sempre la moglie dell’avvocato si era data da fare ai fornelli. Sulla tavola aveva servito una cena completa: primo, secondo, contorno, frutta e dolce, non mancava nulla.
Quella sera, come non mai Sara si sentiva a casa.
Dopo cena però iniziarono a parlare del vero motivo per cui le due sorelle si trovavano in quella casa.
 
-Forse è il caso che Dennis assuma la nostra difesa.-iniziò a dire Sara.
-Difesa per cosa?-chiese Milena.
-Per portare in causa Lavinia e…-
-No Sara, no. Avevamo detto di non tornare più sull’argomento. Non voglio più sentire parlare di quella storia.-
-Invece dovresti.- continuò la sorella. –Lavinia non è la persona che vuol far credere. È giusto che paghi per quello che ti ha fatto. Lei ed i suoi amici.-
-No Sara.- rispose fermamente la sorella.-Cavolo, ma quanto ti costa capire che sto ancora male? Voglio solo dimenticare, è chiedere troppo per caso?-
-Milena.-s’intromise Luana. –Dai retta a tua sorella. Ti sta chiedendo di fare l’ultimo sforzo. L’ultimo e vedrai che potrete mettere davvero la parola fine a tutto quello che ti è successo.-
-Ti ha raccontato proprio tutto vedo.-
-Puoi stare tranquilla, a parte noi non lo sa nessuno e né andremo a dirlo in giro. Vogliamo sono aiutarvi e penso che nessuno meglio di noi possa farlo.-continuò Ginevra, la moglie dell’avvocato.
-Sara, tu hai visto tutto. Denunciala tu al posto mio.-
-No Milena. È te che vorranno sentire. Sei tu hai subito violenza.-
-Tua sorella ha ragione.- continuò Dennis. –Devi essere tu a raccontare l’accaduto del 10 settembre. Solo tu puoi cambiare le cose.-
-Non sono sicura di farcela, ma forse è il caso di tentare.- rispose Milena con un po’ di speranza di sapere che forse la sua matrigna non avrebbe più fatto parte della sua vita.
-Brava sorellina. Ricordati che non sarai sola ad affrontare quello che accadrà.-
-Domani faremo partire la denuncia contro Lavinia; mentre per i due uomini dovrai fare un riconoscimento. Sei ancora in grado di fare una loro descrizione?-
-Si, li rivedo ogni volta che chiudo gli occhi, figurati se non riesco a fare una descrizione.-continuò Milena.
-Si è fatto tardi, sono le undici e domani dobbiamo alzarci tutti presto, vi ringrazio per l’ospitalità, ma è meglio di andare.-
-Vi accompagno in auto.-disse Dennis rivolto alle ragazze.
-No, facciamo due passi a piedi.- rispose Sara.
-Sicure?-la ragazza annuì. –Allora va bene, ci vediamo domani.-
-Luà mi raccomando, domani mi aspetto un bel nove in latino. Ora che io non ci sono sei l’unica che può superarmi con la media.-
-Sarà difficile superarti, ma ci proverò.- continuò Sara abbracciando l’amica. –A domani Sara.-
-A domani.-ribatté Sara.
-Notte.-disse Ginevra quando accompagnò le due ragazze fuori.
Dopo 10 minuti Sara e Milena arrivarono sotto casa.
-Sara, secondo te davvero potremmo ricominciare a vivere una vita normale un giorno o l’altro?-
-Si, non sarà facile ma torneremo alla nostra felicità.-
-Mamma non c’è più, di quale felicità mi stai parlando?-
-Lo so, ma noi dobbiamo andare avanti lo stesso, se ti chiedo di fare quest’ultimo sforzo è anche per mamma. Sono sicura che lei sarebbe felice per quello che abbiamo intenzione di fare.- Milena annuì. Finita questa discussione Sara tirò fuori dalla borsa le chiavi di casa ma una voce maschile le richiamò entrambe: era il padre in compagnia di Lavinia.
-Perché mi avete fatto questo?-chiese il padre.
-Lasciaci in pace.-rispose Sara fissandolo con occhi pieni di rabbia e delusione, disprezzo e amore.
-No. Fino a quando voi non tornerete a casa non vi lascerò in pace.-
-Allora mettiti l’anima in pace perché a casa noi non ci torniamo.-
-Perché?-
-Chiedilo a Lavinia il perché. Lei lo sa meglio di noi, o no? Lei lo sa perché dal 10 settembre la nostra vita è cambiata, vero?-continuò Milena guardando Lavinia con aria di sfida.
-Perché dovrei chiederlo a lei?- chiese il padre.
-Fabio, tesoro, io te l’ho detto, mi considerano come la donna cattiva, per loro sono come la matrigna di Cenerentola; mentre io voglio solo il loro bene.-
-Senti, lasciamo perdere.-disse Sara. –Sei solo una stronza, per questo mio padre ti ha sposato. Povero illuso. Come si dice: non c’è peggio sordo di chi non vuol sentire e peggio cieco di chi non vuol vedere, ed è vero. È proprio vero.-
-Sara, che vuoi dire?- chiese il padre.
-Che Lavinia è la puttanella di tanti. Sai a letto non ci va solo con te. Che pensi che stia con te per amore? Lei non sa neanche dove sta di casa.- A quelle parole Fabio tirò uno schiaffo alla figlia.
-Ora basta!-esclamò Milena. –Mi fate schifo.-
-Perdonami.- disse Fabio rivolto a Sara.
-Eh già, io… noi dobbiamo sempre capire e perdonarti, anche quando tu hai torto marcio. Ora scusami, ma vorrei andare a dormire.-
-Ora che so dove state verrò ogni giorno fino a quando non vi convincerò a tornare a casa.-
-Fai pure, se hai tempo da perdere a noi non importa. Tanto fino a quando sarai sposato con questa donna per me conti meno di zero. Preferisco rinnegarti. Ora andiamo. Domani dobbiamo alzarci presto domani.-
-Almeno ditemi che state bene.-
-Non preoccuparti, senza di voi stiamo benissimo. Non vedi quanto siamo felici?-disse Milena. Intanto Sara aprì il portone che conduceva alla loro nuova abitazione, lasciando lo spazio per far passare prima la sorella e senza che nessuno dei presenti se ne accorgesse, diede il biglietto da visita dello studio di Dennis nelle mani del padre, dopodiché anche lei varcò la soglia del portone e lasciò che si chiudesse dietro le sue spalle davanti gli occhi del padre e della matrigna.
-Forse abbiamo esagerato. Con papà dico.-iniziò a dire Milena quando si stava per mettere a letto insieme la sorella.
-Pensi che io non soffra? Sai quanto mi è costato dire a papà che preferisco rinnegarlo? Solo che abbiamo iniziato una guerra e non possiamo tirarci indietro. Dobbiamo andare avanti fino alla fine.-
-Lo so. In fondo papà ci ha dato tutto l’amore che un figlio vorrebbe da ogni genitore. Insieme alla mamma eravamo la famiglia perfetta. Mai un litigio, mai nulla… Ma da quando lei non c’è più…-
-Da quando lei non c’è più.-la bloccò Sara. –Papà ha preso una sbandata, non è più lucido, non è più lui e Lavina ne sta approfittando. La morte della mamma è stata troppo veloce. In tre mesi ci ha lasciati e la sua morte ha sconvolto tutti e forse questo è il modo che papà ha trovato per consolarsi. Ma Lavinia non è una donna come tutte. Sappiamo che vive solo per se stessa, che ama il divertimento e le notti folli e soprattutto ha rovinato la reputazione della nostra famiglia.-
-Da domani tutto cambierà. E spero solo che il giorno in cui possa tornare ad essere felice arrivi il più presto possibile.-Sara abbracciò la sorella e senza dire nulla si addormentarono insieme.

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Buonasera a tutti :)
Scusate tanto la mia assenza, ma questi mesi sono stati pesanti per me... e lo sarà fine a fine giugno.
Dopodichè ritornerò ad aggioranare con regolarità le storire.
Grazie a chi legge, grazie a chi recensisce, grazie a Voi!
Ma un grazie va soprattutto a Chiaramad
che, con grande pazienza, segue anche questa mia storia! <3
Eliessa <3

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