Fear

di ashtonsmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


1.1

 

Cercavo di correre il più veloce possibile, tutto ciò che desideravo in quel momento era scappare, cancellare tutti quei ricordi che occupavano la mia mente da un po' e crearmi una nuova vita.
 
Mi fermai cercando di prendere fiato,  quando il mio respiro ritornò normale ricominciai a correre verso l'aeroporto trascinando con me quella piccola valigia contenente quei pochi vestiti che mi erano rimasti.  Quando da lontano vidi la mia meta guardai alle mie spalle accertandomi che nessuno mi seguisse, e per mia fortuna c'ero solo io. 
Camminai normalmente e dopo qualche minuto mi ritrovai in mezzo a quelle poche persone che, come me, aspettavano il loro volo. Non c'era da stupirsi se la maggior parte delle persone aveva lo sguardo fisso su di me, e per questo non mi sentì per niente a mio agio.
 
Ma come dargli torto?
Non avevo di certo l'aspetto delle solite ragazze che si vedono in giro, e spuntare conciata in quel modo nel bel mezzo della notte non aiutava per niente. 
Ero pallida, e le grandi occhiaie non aiutavano a migliorare il mio aspetto. I lunghi capelli castani erano raccolti in una coda. 
Ma questo non è niente in confronto al mio abbigliamento. Indossavo dei jeans scuri che, a differenza di un normale jeans, erano strappati e sporchi di terra. Una semplice maglietta rossa, ma con qualche strappo, coperta da un giubbotto ormai vecchio e sporco. Ma non quanto le mie adorate dr. martens nere e sporche di fango a causa della lunga corsa servita per raggiungere questo posto.
 
« il volo diretto per Londra partirà tra quindici minuti »
 
Eccolo, il mio aereo stava per partire. 
Davvero avrei lasciato questo posto? Per una buona volta la fortuna era dalla mia parte?
 
Una volta salita i aereo mi misi comoda nel posto che mi avevano assegnato, chiusi gli occhi cercando di rilassarmi e feci vari respiri profondi.
 
« Kate vieni qui, mamma vuole che ci sediamo » gridò una bambina.
 
Mi voltai per vedere cosa stava succedendo e tutto ciò che vidi fu una bambina correre per tutto l'aereo, mentre un'altra un po' più grande cercava di fermarla.
Accennai un piccolo sorriso pensando a quanto quella bambina potesse somigliare a me mentre quella più grande a mia sorella. Già...mia sorella.
Mi ritornarono in mente tutti quei ricordi e senza accorgermene dal mio viso scese la prima lacrima. 
 
Eh dai di nuovo? Perchè non posso essere più forte e cercare di trattenere queste lacrime? La verità è che non lo sono.
 
« Va tutto bene? Perchè piangi? » domandò una bambina, la stessa che prima correva per tutto l'aereo.
 
Asciugai le lacrime in fretta e le sorrisi in modo rassicurante. Più che sorriso, sembrava una smorfia.
 
« Non sto piangendo piccola, coraggio, vai dalla tua mamma » le risposi dolcemente. E adesso tutta quella dolcezza da dove usciva fuori?
 
Proprio in quel momento la sorella la prese e la riportò al suo posto. Mi voltai dalla sua parte notando la piccola salutarmi con la manina e ricambiai il saluto per poi afferrare l'mp3 dalla tasca del mio giubbotto e mettere le cuffie.
Partì ' Be Alright' , ecco, questo era ciò che mi ci voleva. La sua voce così rassicurante che continuava ripetere che tutto sarebbe andato bene. Quel ragazzo mi ha sempre aiutata con la sua musica, se fino ad ora ho avuto la forza per andare avanti è solo grazie a lui, che con la sua voce è sempre riuscito a farmi stare meglio.  Lui è il ragazzo che mi ha rialzata tutte le volte che sono caduta.

Chiusi gli occhi e senza accorgermene mi addormentai cullata da quella voce così dolce e rassicurante.

« mi scusi, siamo arrivati » continuò a ripetere una voce femminile. Mi sentì scuotere varie volte,  la verità è che non avevo tutta quella voglia di svegliarmi, ma fui costretta a farlo.

Aprì lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco ciò che mi circondava.

« si svegli, siamo a Londra » continuò.

Ho sentito bene? Ha detto proprio Londra? 
Mi alzai di scatto andando a sbattere la testa contro il tetto dell'aereo, presi la mia valigia e senza farmelo ripetere due volte mi affrettai ad uscire dall'aeroporto.
Una volta fuori feci bel respiro, finalmente aria nuova.
Per la prima volta mi sentivo libera, ed era una sensazione bellissima.


Non mi sono ancora presentata? Beh, non credo ci sia molto da dire sul mio conto, ma di certo non sono una di quelle ragazze che, come ho già detto, si vedono normalmente in giro.
Non ho una vita tutta rosa e fiori, anzi,  a dire la verità la mia vita fa davvero schifo. 
 
Normalmente una ragazza è felice di incontrare i propri amici, uscire con loro e divertirsi, ma io? Non ho amici.
Normalmente una ragazza è felice di tornare a casa dopo una stancante giornata di scuola e venire accolta dai genitori con qualche abbraccio o dalle solite domande del tipo 'come è andata a scuola', e io? non ho niente di tutto questo.
Normalmente una ragazza ha sempre una piccola cotta o magari è innamorata di qualcuno, e io? è come se non avessi più un cuore, come se non fossi più capace di amare, sono fredda dentro...spenta e vuota.
Normalmente una ragazza ha tutto questo, soprattutto ha una famiglia che la ama, beh..e io? io non ho nemmeno una famiglia.

Vengo dal Bronx.
Credo vi basti sapere da dove provengo per darvi un'idea su com'era la mia vita.

Chi sono?
Io sono Samantha, Samantha Stewart. 





spazio autrice

Inizio col dire che questa è la mia prima ff.
Ammetto che all'inizio ero indecisa se metterla su efp o no, ma tanto vale provarci, giusto?
Spero vi piaccia, anche perchè mi sono impegnata molto.
Già ho molte idee sui prossimi capitoli, vi dico solo che è una fan fiction molto movimentata e piena di colpi di scena.
Ah, e vi avviso che i capitoli non saranno così corti, questo era come un prologo.

vabbè, sta a voi dirmi come vi sembra.
Un bacio..Rachele.

twitter -
@zainsrauhl





 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


2.2


 

Aprii lentamente gli occhi e sbattei le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco ciò che avevo intorno. Mi stiracchiai piano e sbadigliai.


Non dormivo così bene da anni; prima non riuscivo nemmeno a prendere sonno, forse era causa di tutto lo stress.
Ieri dopo una lunga e stancante gornata decisi di fermarmi in un albergo nei dintorni di Londra e non avendo molti soldi mi dovetti accontentare di un albergo a basso costo.

Ma cosa poteva importarmi?
Finalmente ero libera. 

Mi rigirai piano su un fianco e dopo qualche minuto decisi di alzarmi per raggiungere il bagno. Diedi una veloce sciacquata al viso, indossai le prime cose che trovai in valigia e mi affrettai ad uscire dall'albergo.
In quel momento sentì il mio stomaco supplicarmi di riempirlo e lo starbucks sembrava il posto adatto. Lo raggiunsi velocemente e presi un cappuccino con un cornetto per poi accomodarmi nell'unico posto rimasto libero.
Ieri avevo passato la giornata alla ricerca di un posto dove stare; ero riuscita a trovare qualche casa con davanti un cartellone dove indicava che era in vendita, ma non sarei riuscita a permettermi una casa tutta mia come non sarei riuscita ad affittare una.
Ma provare non costa nulla, no? Perciò scrissi i vari numeri su un blocchetto.
Provai a chiamare il primo numero della lista, ma niente. La casa era già stata venduta.
Passai al successivo. 
Uno, due, tre..quattro squilli, chiusi la chiamata.
Continuai con gli altri numeri finchè qualcuno mi interruppe.

« posso? » domandò qualcuno, alzai la testa cercando di capire da dove provenisse la voce e notai un ragazzo di fronte a me che indicava il posto accanto al mio. Annuì e continuai ciò che stavo facendo pochi secondi fa.

 Riuscì a notare lo sguardo insistente del ragazzo su di me, e se c'era qualcosa che proprio non sopportavo era essere guardata insistentemente da qualcuno. Questo mi fece innervosire e alzai di scatto la testa facendo sussultare il ragazzo che continuò a bere il suo cappuccino come se niente fosse.

« vuoi una foto? » domandai scocciata. Il ragazzo ridacchiò prima di sorridere.

La cosa che mi stupì fu il fatto di non essermi accorta prima di quanto fosse bello quel ragazzo. Ma ciò che mi colpì subito fu il suo sorriso, così rassicurante e dolce allo stesso momento. Nel luogo in qui abitavo non ero abituata a vedere ragazzi così belli. A dire la verità ero io a non badare molto a loro, non che non mi facesse piacere avere qualche ragazzo carino nei dintorni.
Non sono quel tipo di ragazza che piace subito, e nemmeno dopo. Quindi i ragazzi nemmeno facevano caso a me.

I mie pensieri furono interrotti dal ragazzo che continuava a sventolarmi una mano in aria cercando di riportarmi sul pianeta terra.

« Vuoi una foto? » mi imitò ridendo, lo guardai in modo minaccioso ma non potei fare a meno di ridere, la sua risata era così contagiosa.

« Piacere, Liam » si presentò il moro porgendomi la mano, la strinsi rispondendo 'Samantha' e continuai a bere il mio cappuccino, così come Liam.

« Non voglio essere invadente, ma non ho potuto non fare caso alla tua discussione al telefono » disse con un velo di imbarazzo e cominciando a mordersi il labbro inferiore. Non potei non notare la tenerezza di quel ragazzo.  « E visto che sei alla disperata ricerca di un posto dove stare, se può interessarti, nella casa di fronte alla mia un mio amico sta cercando qualcuno con cui condividere la casa » continuò torturandosi le mani.

« Grazie Liam!  »dissi alzando il tono della voce e senza accorgermene lo abbracciai continuando a ripetere una serie di 'grazie'

No, aspetta un attimo Sam, stai davvero abbracciando Liam? 

Non ci misi molto a realizzare ciò che stavo facendo così mi staccai di scatto da lui abbassando lo sguardo mentre afferravo il mio cornetto e lo addentai masticando lentamente.
Non potevo vedermi, ma ero sicura di essere diventata rossa dall'imbarazzo.

« Allora Samantha » non lo lascai finire di parlare e sempre con un po' di imbarazzo dissi « Non è che potresti chiamarmi Sam? -»

Liam mi mostrò un altro dei suoi meravigliosi sorrisi prima di continuare.

« Allora Sam, se ti va posso accompagnarti da questo mio amico, oppure ti do direttamente il suo indirizzo  » mi propose continuando a guardarmi mettendomi in imbarazzo.

Ci pensai un po' prima di annuire e rispondere 'vada per la prima'.

Mi alzai e presi la mia borsa prima di raggiungere Liam che era già salito in auto.

« Sam, ti va di parlarmi un po' di te? » mi domandò mentre il suo sguardo era rivolto verso la strada. Morsi il labbro inferiore, segno che stavo diventando nervosa.

Non potevo dirgli che ero scappata dal Bronx, tutti sanno che razza di posto è quello. Non potevo neanche raccontargli la mia storia.


« Ho diciottanni » feci una pausa pensando a cos'altro potevo dire, ma Liam mi anticipò chiedendomi da dove provenissi.

« Dall'America » tagliai corto facendogli capire che non mi sentivo per niente a mio agio con quella domanda

« Tu invece? » domandai a mia volta.
« Vengo da Wolverhampton, ho vent'anni e » fermò la macchina posteggiandola in un piccolo vialetto prima di dire  « e siamo arrivati »

Feci per aprire lo sportello ma il moro mi anticipò aprendolo al posto mio, scesi ringraziandolo e raggiungemmo quella che doveva essere la casa del suo amico.

Suonò al campanello aspettando che venisse ad aprire, abbassai lo sguardo verso le mie scarpe cominciando ad osservarle.
Sentì dei passi andare verso la porta, e questo mi fece diventare più nervosa del solito.
Non mi sono mai fidata di nessuno, ma perchè ero riuscita a farmi trascinare qui da una persona che neanche conoscevo? 
Insomma, se mai questo ragazzo mi avrebbe accettato come coinquilina come mi sarei comportata in sua presenza?
Poteva essere un maniaco, assassino o uno psicopatico..
Sam, guardi troppi film.
Scacciai via quei pensieri negativi e alzai il viso non appena la portà si aprì, dietro essa si rivelò un ragazzo alto e biondo.

« Liam » disse felice stringendo la sua mano e battendogli il pugno . 'Soliti saluti tra ragazzi' pensai.

« Qual buon vento ti porta qui? » continuò con fare poetico.

« Lei  »rispose spostandosi per farmi vedere dal biondo.

Non mi ero nemmeno accorta di essermi nascosta dietro Liam, ecco perchè non mi aveva notata.
Il biondo, Niall, mi squadrò facendomi arrossire violentemente prima di guardare confuso il ragazzo alla mia sinistra. 


« Non avevi bisogno di qualcuno con cui condividere l'appartamento? beh, lei ha bisogno di un posto dove stare » spiegò incrociando le braccia.

« Parlerò un po' con lei per conoscerla meglio, dovrò pur sapere con chi vivrò, giusto? » disse Niall sorridendomi in modo rassicurante « Le tue valigie? » continuò. 

« Ne ho solo una, ma l'ho lasciata in albergo. Non è molto lontano, posso andarla a prendere » mi affrettai a rispondere torturandomi le mani.

« Non preoccuparti, dimmi il nome dell'albergo e il numero della stanza così te la prendo io » mi rassicurò Liam.

Gli dissi ciò che mi aveva chiesto e uscì fuori, così rimasimo solo io e Niall.

Il silenzio regnava in quella casa, nessuno dei due osava fiatare ma per mia fortuna il primo a rompere il ghiaccio fu lui. 
Mi fece varie domande, mi chiese il nome, da dove provenivo, se cucino dato che lui era un disastro in questo. Non sono il massimo però me la cavo. 
Discutemmo anche sul costo dell'affitto, non era molto alto ma se volevo collaborare dovevo trovarmi un lavoro al più presto.

« Hai qualche fratello o sorella? » domandò poggiando un braccio sulla superficie del tavolo e portando una mano sotto al mento per sorreggerlo.

A quella domanda mi irrigidì, cominciai a mordermi il labbro e cominciai a sentire i miei occhi pizzicare.

Non posso piangere, non davanti a lui.
Di questi gesti sembrò accorgersene e cambiò subito espressione, sembrava...dispiaciuto della mia reazione.

« N..Non volevo dire qualcosa di sbagliato, s..scusa » cominciò a balbettare con un espressione triste. Allungò una mano verso la mia stringendola, istintivamente la ritrassi facendo comparire sul suo volto un'espressione delusa.

Non sapevo che dire, ero come paralizzata. Non emettevo nessun suono, sembravo una statua di cera.

A salvarmi fu il campanello e ringraziai mentalmente chiunque avesse suonato. Niall si affrettò a raggiungere l'entrata e dopo aver chiuso la porta mi raggiunse trascinando la mia valigia.
Non appena la vidi mi alzai e la presi ringraziandolo. Salì al piano di sopra dove doveva essere la mia stanza.

'terza porta a destra' continuai a ripetere mentre attraversavo il corridorio e guardavo le porte ai lati. Quando arrivai a quella che doveva essere la mia la aprì.
' spero di non essermi sbagliata' pensai. 
La camera non era male: le pareti erano color panna, alla mia destra vi era un armadio non molto grande, ma andava bene per le poche cose che avevo con me. 
Mi voltai a sinistra e quando vidi il letto ad una piazza e mezza sorrisi prendendo una bella rincorsa intenta a saltarci sopra, ma quando feci due passi avanti per raggiungerlo persi l'equilibro cadendo col culo per terra. Mi alzai massaggiandolo per il dolore e lentamente mi buttai sul letto ancora dolorante.  

Il resto della giornata passò subito, avevo già finito di sistemare la mia camera e per pranzo mi accomodai con della pizza che Niall aveva comprato. 
Durante il pranzo nessuno dei due aprì bocca, proprio come le ore precedenti. Ma rimasi stupita nel vedere come fosse incontrollabile la sua fame.
Saltai la cena, preferì rimanere chiusa in camera mia e rilassarmi.

* * *
Mi svegliai di scatto sentendo degli strani rumori. 
Urla, spari e il rumore del rompersi dei vetri.
Mi alzai cercando di capire dove mi trovassi, tutto ciò che vidi furono delle pareti grigie sporche di una sostanza rossa che sembrava sangue, il letto su qui mi trovavo pieno di polvere e anch'esso pieno di sangue, ma ciò che mi terrorizzò di più fu l'ombra di una figura femminile piazzata davanti la porta alla mia sinistra.
Spaventata indietreggiai verso la spalliera del letto e portai le gambe al petto cercando di proteggermi.
La figura avanzò verso di me, mettendo in mostra il suo volto.
Spalancai gli occhi a quella vista mentre i battiti cardiaci aumentarono sempre di più.
Quei capelli castani, quegli occhi azzurri...non poteva essere.
Abbassai lo sguardo verso le sue mani ancora terrorizzata e lo vidi...il braccialetto argentato.

« Eveline » sussurrai con gli occhi pieni di lacrime.

 






Finalmente sono riuscita a completare e mettere il secondo capitolo.
Ho anche visto che ho avuto 107 visite, dire che sono felice è poco askijfk 
Il primo a farsi vivo è stato Liam, e finalmente Niall e Sam si sono conosciuti.
Secondo voi cos'è che turba Sam?
Ancora è presto per farvelo sapere.
Vabbè peopleeeee, mi metto a scrivere il terzo e spero di metterlo al più presto in modo da non farvi aspettare molto.
E scusate se ci sono errori grammaticali, domani rileggo tutto.
Grazie per le recensioni, vi amo udfhf

Un bacio, Rachele.


twitter - @zainsrauhl










 

 




 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


3.3
 

 

Mi svegliai all'improvviso e lanciai un urlo di terrore fin quando realizzai che avevo avuto solo un incubo . 
Ormai tutte le notti era sempre la stessa storia.
Sentii dei passi farsi sempre più vicini così portai le gambe al petto e chiusi gli occhi.

« Sam, che succede? va tutto bene? » la voce allarmata di Niall mi fece aprire gli occhi ma non osai alzare lo sguardo verso il suo.

« Non è successo niente, puoi anche andare a dormire » risposi alzandomi di scatto per raggiungere il bagno.
 
« E quell'urlo? Vuoi forse dirmi che quello non era niente? » domandò sconvolto prendendomi il braccio e facendomi voltare verso di lui.
 
« Non sono affari tuoi » sputai scostandolo per poi uscire dalla stanza e chiudermi in bagno.
 
Mi guardai allo specchio e non potei fare a meno di notare due grandi occhiaie.
Aprii il rubinetto lasciando scorrere l'acqua, in quel momento quel rumore mi fece rilassare. Mi sciacquai il viso giusto per darmi una rinfrescata e uscì dal bagno.
Mi guardai intorno per accertarmi che Niall non fosse in giro e scesi le scale per poi raggiungere la cucina.
Accesi la luce e lentamente, senza far rumore, presi una bottiglia d'acqua per versala in un bicchiere e berla.
Sentii dei passi così mi girai di scatto per vedere chi fosse.
Non c'era nessuno apparte me, forse Niall era tornato a dormire. 
Mi rigirai per continuare a bere ma quando afferrai il bicchiere per portarlo alle labbra qualcuno poggiò una mano sulla mia spalla, presa dalla paura mi girai e gli buttai l'acqua addosso.
 
« Oddio scusami » dissi quando mi accorsi che quella persona in realtà era Niall. 
 
Cercai di soffocare una risata senza nessun risultato perchè cominciai a ridere vedendo la sua faccia sconvolta. Ma subito dopo cominciò a ridere anche lui portandosi una mano sulla pancia.
 
« Spiegami perchè mi hai buttato l'acqua addosso » disse Niall asciugandosi il viso.
 
« Non pensavo fossi tu » spiegai alzando le spalle.
 
« E anche se era un ladro che avresti concluso buttandogli dell'acqua addosso? » continuò portandosi una mano sulla fronte.
 
« Era il primo oggetto che avevo in mano » risposi poggiando la schiena contro il muro « Piuttosto, che ci fai sveglio a quest'ora? » domandai aspettando una sua risposta.
 
« Potrei dire la stessa cosa di te » rispose incrociando le braccia al petto.
 
« Non si risponde ad una domanda con un'altra » dissi incrociando le braccia al petto imitandolo.
 
« Ero preoccupato per te, sai..prima ti ho sentita urlare. Perciò sono sceso per accertarmi che stessi bene » spiegò abbassando il viso ormai rosso.
 
Sorrisi dolcemente vedendolo in imbarazzo. Nessuno si era mai preoccupato per me, e non era da tutti i giorni vedere un ragazzo diventare rosso dall'imbarazzo.
Passò una mano sul ciuffo ancora bagnato a causa dell'acqua e alzò lo sguardo verso il mio.

« E tu? » domandò con fare curioso prendendo un bicchiere per poi versarci dell'acqua e berla.

« Avevo sete » risposi.

« Sam..» capii dal suo tono che stava per ritornare al discorso di prima e chiusi gli occhi pregandolo mentalmente di non continuare. 

« Ti va di guardare un film? » continuò sorridendo. 
 
Feci un sospiro di sollievo e annuii senza staccare il mio sguardo dal suo.

« Scegli il film che vuoi, accanto alla tv ci sono delle mensole piene di dvd. Io mi occupo dei pop corn » spiegò prendendone un pacchetto da una delle tante credenze.

Raggiunsi il soggiorno e cominciai a frugare tra le mensole in cerca di qualche film interessante.


« Toy Story? » domandai a me stessa ridendo.

« Non è mio » sussultai sentendo la voce di Niall e mi voltai nella sua direzione notando che era già seduto comodamente sul divano con due ciotole di pop corn.

« Se non è tuo di chi è? » domandai confusa rimettendolo al suo posto.

« Liam, quando vuole guardare qualcosa mette sempre quello » rispose « Hai scelto il film? »

« Questo » dissi appena notai ' Silent Hill '.

Lo presi inserendolo nel lettore dvd e non appena iniziò mi misi accanto a Niall.  Notai che la sua ciotola era già quasi vuota e risi pensando a quanto potesse mangiare.

« Perchè ridi? » mi chiese in modo curioso.

« Stavo osservando la tua ciotola di pop corn, hai un pozzo al posto dello stomaco? » risposi ridendo e indicandolo.

« Babe, un pozzo non è niente in confronto al mio stomaco » disse con aria da divo.

Risi per il modo in cui l'aveva detto, ma subito dopo diventai rossa pensando al nome con cui mi aveva chiamata.
Ci girammo entrambi verso la tv, dato che il film era già cominciato da qualche minuto.



Il film era quasi finito. Durante i primi minuti, sia io che Niall, eravamo riusciti a stare attenti ad ogni scena, ma dopo che lui era riuscito a svuotare la sua ciotola compresa la mia si era addormentato.
Lo guardai dormire beatamente mentre con una mano teneva la sua ciotola e senza accorgermene mi addormentai anche io.


« Ragazzi? » sentii qualcuno sussurrare mentre con una mano picchiettava sulla mia spalla.

Mugugnai qualcosa di incomprensibile e sentii delle risate provenienti dalle mie spalle.

« Lei è la nuova fiamma di Niall? »

Questa non era la stessa voce di prima.

« E' solo la sua nuova coinquilina » spiegò un altro, Liam.

Aprii lentamente gli occhi per poi sbadigliare. Abbassai la testa e notai quella di Niall poggiata sulle mie gambe mentre una mia mano era in mezzo ai suoi capelli.
Spalancai gli occhi e mi alzai di scatto facendolo svegliare.


«  Che succede? » domandò con la voce ancora impastata dal sonno. 

«  La parola 'prove' non ti ricorda niente? » disse un ragazzo riccio.

«  L'avevo dimenticato » disse Niall poggiando una mano sulla fronte.

Erano quattro, compreso Liam che conoscevo già. 

« Io vado di sopra » sussurrai prima di raggiungere velocemente la mia stanza.

Quando finalmente entrai dentro presi dei vestiti comodi e raggiunsi il bagno.
Lasciai scorrere l'acqua della doccia, nè troppo fredda nè troppo calda, e quando mi liberai del pigiama mi misi sotto quel getto rilassante.
Dopo aver finito mi asciugai per bene, misi i vestiti che avevo preso dall'armadio e scesi nuovamente di sotto.
Il salone era vuoto, così come la cucina. 
' dove saranno finiti?' mi chiesi andando in direzione delle scale.
Mi bloccai all'istante non appena sentii la porta suonare.
Chiamai Niall varie volte ma dato che non ci fu nessuna risposta da parte sua andai verso la porta e la aprii.


«  Tu sei? » domandai alla ragazza davanti a me.














Spazio autrice

Intanto scusate per il ritardo ma ho avuto diversi impegni, quindi non ho avuto tempo per continuare.
Spero di avere tempo per mettere al più presto il prossimo capitolo, se sarà opportuno lo continuerò anche con il telefono lol
Ancora non si sa niente di Sam, e del perchè fa questi strani incubi da ormai tanto tempo. Ma penso che già tra uno o due capitoli si saprà qualcosa.
Come ho detto questa non sarà una ff come le altre, dove la protagonista ha una vita calma. Qui sarà tutto molto movimentato e con colpi di scena.
E non so se si è capito, ma sono nel mese di Giugno, tanto per precisare ahah.
Recensite in tante, fatemi sapere se vi piace o se questo capitolo non vi convince rispetto agli altri. 
Basta che mi dite la vostra opinione.

-Rachele
twitter- @zainsrauhl



 


 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


4.4
 

« Tu devi essere Samantha, giusto? » domandò la ragazza davanti a me.
 
Era un po' più alta di me, aveva i  capelli castano chiaro che alla luce sembravano di un rossiccio, occhi di un verde smeraldo e un sorriso dolcissimo.
Annuii un po' titubante e afferrai la mano che mi aveva teso poco prima.
 
« Io sono Kristen » disse sorridendomi « Niall è in casa? » mi chiese.
 
« Si, lo stavo giusto cercando » risposi facendola entrare.
 
« Avevo dimenticato che aveva le prove con il gruppo » disse.
 
« Lui ha un gruppo? » domandai curiosa.
 
« Si, immagino che hai già conosciuto gli altri quattro » annuii « Suonano sempre in un pub nelle vicinanze, e quasi ogni giorno si riuniscono a casa di uno di loro e provano, vuoi sentirli? » domandò.
 
« Certo » risposi sorridendo per poi andare con lei verso una porta accanto le scale.
 
Aprì la porta, e fu a quel punto che la musica fu più forte. Entrammo dentro chiudendo la porta alle nostre spalle e raggiungemmo i ragazzi.
Erano tutti seduti su delle poltroncine e cantavano.
Finirono la canzone che stavano cantando prima e ne cominciarono un'altra, Niall suonò le prime note con la chitarra mentre un ragazzo dalla pelle ambrata iniziò a cantare i primi versi.
 
'Your hand fits in mine 
like it's made just for me 
But bear this in mind 
it was meant to be 
And I'm joining up the dots 
with the freckles on your cheeks 
and it all makes sense to me '
 
Mi rilassai sentendo la sua voce così melodiosa e dolce. Chiusi gli occhi e ascoltai attentamente le parole del testo.
 
'I know you've never loved 
the crinkles by your eyes 
when you smile, you've never loved 
your stomach or your thighs 
the dimples in your back 
at the bottom of your spine 
But I'll love them end lessly '
 
Questa volta fu Liam che cantò.
Non mi ero mai sentita così bene in vita mia.
 
'I won't let these little things 
slip out of my mouth 
but if I do It's you 
They add up to, I'm in love with you 
And all these little things'
 
Continuò il ragazzo riccio dagli occhi verdi. 
Senza accorgermene sentii i miei occhi pizzicare, e il mio viso cominciò ad accaldarsi.
 
'You can't go to bed 
Without a cup of tea 
And maybe that's the reason 
that you talk in your sleep 
And all those conversations 
are the secrets that I keep 
Though it makes no sense to me'
 
Adesso stava cantando il ragazzo moro dagli occhi azzurri. La sua voce era così angelica. Sinceramente, a primo impatto non mi sarebbero sembrati ragazzi con delle voci così belle.
 
 
'I know you've never loved 
the sound of your voice on tape 
You never want to know how much you weigh 
You still have to squeeze into your jeans 
But you're perfect to me... '

Continuò il riccio, sa sua voce così roca e dolce allo stesso momento.
Cantarono il ritornello tutti insieme, ma non appena Niall cominciò a cantare il mio cuore perse battiti.


Se prima i miei occhi pizzicavano, adesso il mio viso era rigato da diverse lacrime.
Non sapevo esattamente perchè piangevo, forse perchè in un certo senso il testo mi rispecchiava.
Si, perchè io non mi ero mai accettata per quello che ero.
Ho sempre odiato tutto di me stessa, il mio fisico e il mio carattere.
Ho sempre desiderato essere una di quelle ragazze forti, che affrontavano i loro problemi a testa alta e senza paura.
Mentre io?
Non ho mai avuto il coraggio di affrontare i miei problemi. 
Sono sempre stata forte quando si trattava dei problemi altrui. Solo con i miei non ne venivo mai a capo.
Alla prima occasione pingevo, anche quando mi promettevo di non farlo davanti agli occhi degli altri.
Ma sono così, sono debole. 
Ho sempre voluto urlare al mondo quello che sentivo, ma ho sempre scelto di rimanere zitta per paura di non essere capita.
 
« Entrate ragazze, non vi avevamo visto » disse Niall facendoci cenno di avvicinarci.
 
Rimasi dietro Kristen, mentre lei salutava uno ad uno i ragazzi.
 
« Ragazzi, lei è Sam. Sam, loro sono Zayn, Harry e Louis. Liam già lo conosci » mi presentò i ragazzo indicandoli uno ad uno.
 
Quindi, Zayn era il ragazzo dalla pelle ambrata e i capelli alzati in un vertiginoso ciuffo, Harry il riccio dagli occhi color smeraldo e Louis il ragazzo dagli occhi azzurri, erano così belli che ti ci potevi perdere dentro.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           
Lo osservai tutti e tre e mi girai notando Kristen seduta sulle gambe di Nial, mentre lui le passava le dita tra i capelli e scherzavano insieme.
 
« Sam » mi chiamò Liam « Come ti trovi qui? » mi chiese mettendosi davanti a me.
 
« Benissimo, e sono in debito con te. Se non ti avessi incontrato allo Starbucks sicuramente dormirei per strada » risposi sorridendo.
 
« Figurati » disse alzando le spalle.
 
« Liam,sai dove posso trovare un lavoro? Per dividere le spese, sai.. » domandai in imbarazzo.
 
Di solito me la sono sempre cavata da sola, anzi..a dire la verità sono sempre stata un fallimento in tutto.
 
« Se non ricordo male dove lavora Harry stanno cercando qualcuno » mi informò indicando il riccio.
 
Lo ringraziai e dopo aver salutato tutti uscii dalla stanza.
Non ero sicura di chiedere ad Harry se dove lavorava lui potevano darmi il posto di lavoro, non sapevo nemmeno che lavoro facesse.
Forse più avanti avrei potuto chiedere aiuto a Niall. 
 
« Sam » mi chiamò Niall.
 
« Ehi » risposi sorridendo.
 
« Ti è piaciuta? La canzone intendo » mi domandò mettendo le mani nelle tasche dei jeans.
 
« Oh si, siete stati fantastici. Avete delle voci meravigliose » risposi felice.
 
« Domani sera ci esibiamo in un pub poco distante da qui, ti va di venire? » domandò con un velo di imbarazzo.
 
Certo che quel ragazzo si imbarazzava per ogni cosa, ma non si poteva negare che ogni volta che diventava rosso era dolcissimo.
Avanti, non erano molti i ragazzi che arrossivano per un complimento o si imbarazzavano quando chiedevano qualcosa.
Annuii sorridendo a trentadue denti, avevo l'espressione di una bambina, ma non vedevo l'ora di ascoltare ancora una volta le loro voci.
 
Il giorno seguente arrivò in fretta, non feci incubi, non sapevo nemmeno io il perchè.
Ma era una cosa più che positiva.
Questa sera non sarei andata con Niall nel pub qui vicino, lui doveva essere qualche ora prima lì per fare le prove e sistemare tutto.
Così aveva chiesto a Kristen di venirmi a prendere per andarci insieme.
Ad essere sincera non avevo bisogno di qualcuno che mi venisse a prendere, non ero una bambina. Non che avessi qualcosa contro Kristen, nemmeno la conoscevo.
Non sembrava una cattiva persona, avremmo scambiato si e no quattro parole. 
Non so perchè faceva tanto la gentile con me, di certo non mi sarei fidata così facilmente di lei.
I miei pensieri furono interrotti da qualcuno che bussò alla porta della mia stanza.
E chi poteva essere se non il biondino?
 
« Entra » dissi continuando a cercare qualcosa da mettere per stasera.
 
« Oh mio dio » sussurrò una voce femminile ridendo.
 
Aspetta, ma quello non era Niall.
Ma dai Sam? Da quando in qua Niall ha la voce da ragazza? 
 
« Kristen, che ci fai qui? » le domandai notando che teneva un grosso scatolone in mano.
 
« Sono venuta a portarti questi » rispose poggiando lo scatolone per terra. « Tu piuttosto, che hai combinato? » domandò scioccata guardandosi intorno.
 
« Stavo solo cercando una cosa » risposi imbarazzata.
 
Sembrava che ci fosse appena stata una guerra nella stanza: magliette, jeans e diversi accessori sparsi ovunque.
 
« Comunque, ti ho portato dei vestiti. Erano di mia sorella, credo siano della tua misura » disse continuando a sorridermi.
 
« Grazie..» risposi titubante.
 
Perchè sto accettando il suo 'aiuto'? 
Non mi devo fidare di nessuno, non devo parlare con nessuno.
 
« Non ho bisogno di questi vestiti » continuai guardandola dritta negli occhi.
 
« Niall mi ha detto che quando sei venuta qui avevi solo una piccola valigia, quindi sono sicura che ne hai bisogno »
 
« Beh, nessuno ti ha detto che ho bisogno del tuo aiuto. Perchè cerchi di essere così gentile con me? Cosa ci concludi? » domandai cominciando a diventare nervosa.
 
Che mi stava succedendo?
 
« Volevo solo essere gentile. Sei appena arrivata , magari potremmo diventare amiche » spiegò sorridendo dolcemente.
 
« Non ho bisogno della tua amicizia, come non ho bisogno di questi vestiti! » urlai prendendo lo scatolone, feci uscire Kristen e le lanciai lo scatolone. Dopo di che chiusi la porta a chiave.
 
Non sapevo nemmeno io perchè mi ero comportata in quel modo.
Avevo bisogno di calmarmi, magari prendere un po' d'aria mi sarebbe stato d'aiuto.
Aprì la porta assicurandomi che non ci fosse nessuno dei paraggi, poi scesi lentamente le scale cercando di non fare rumore.
Mi bloccai all'istante non appena sentì delle voci.
 
« Tu non capisci! » sentii urlare. Era la voce di Kristen.
 
« Calmati e ascoltami » questo era Niall.
 
« No! Non mi voglio calmare, ok?  »
 
« Almeno abbassa la voce, può sentirti » la implorò.
 
'Come se non vi sentissi già' pensai.
 
« Mi ha letteralmente buttata fuori dalla sua camera, mi ha chiaramente detto che non vuole essere mia amica. Che altro dovrei fare? »
 
« Forse non ha avuto un bel passato e non si fida facilmente delle persone »
 
« Va bene, cercherò di esserle amica » disse stufa.
 
« Grazie » rispose il biondo.
 
Mi sporsi verso la cucina e quando li vidi abbracciati ne approfittai per sgaiattolare fuori.
Chiusi la porta alle mie spalle facendo meno rumore possibile e velocemente andai via.
Quando fui certa di essere abbastanza lontana camminai normalmente, fin quando non notai un parco in lontananza, così mi affrettai a raggiungerlo.
I genitori stavano già cominciando ad andarsene con i loro bambini visto che il cielo, man mano, diventava più scuro.
Raggiunsi un grande albero e poggiai la schiena al tronco per poi chiudere gli occhi e bearmi della leggera brezza che mi sfiorava il viso.
Senza accorgermene mi addormentai.
 
Quando mi svegliai notai che il cielo era già buio mentre tantissime stelle lo rendevano più luminoso.
Ma per quanto potesse sembrare bello visto da qui, il luogo non sembrava sicuro a quest'ora.
Mi alzai stiracchiandomi e mi guardai intorno per cercare di capire da dove ero venuta.
Il parco era abbastanza bello, ma gli alberi da questa parte erano talmente tanti che con il buio non facevano intravedere nessun uscita.
Il battito cardiaco aumentò, sembrò che il cuore volesse uscire dal petto, mentre cominciai a respirare a fatica.
Mi sentivo chiusa, in più il terrore mi invase.
Quando sentii il rumore delle foglie cominciai a correre, presa ormai dal panico.
Mi fermai cercando di prendere fiato, e cercai di regolarizzare il respiro.
I miei muscoli si irrigidirono non appena sentii una voce dietro le mie spalle.
Quella voce.
 
« Sam » sussurrò in modo che potessi sentire.





Spazio autrice

Hello people, come va?
Non so con quale coraggio aggiorno visto che ho fatto passare così tanto tempo.
Mi dovete scusare, ma non avevo più l'ispirazione e non mi sentivo di scrivere.
Ma adesso sono qui e ho aggiornato. Non so quando continuerò, spero presto.
Scusate se ci sono errori, ma per adesso non posso rileggerlo per sistemarli.

Un bacio, Rachele.
 
Twitter: 
@zainsrauhl

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