C.b.c.p.r(Cresci bene che poi ripasso)!

di Cardy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casa nuova, vita nuova ***
Capitolo 2: *** Di fate, Changeling ed unicorni ***
Capitolo 3: *** Non mi sei mancato per nulla! ***
Capitolo 4: *** Cavalluccio? No... forse no! ***



Capitolo 1
*** Casa nuova, vita nuova ***


Casa nuova, vita nuova.
 
-"Scotland!"-
La voce deliziosamente tenue di Inghilterra risuonò lungo i corridoi della casa, facendogli emettere uno sbuffo esasperato, perché comunicare, per Arthur, corrispondeva ad emettere urli disumani? Il rosso scese le scale, inarcando un sopracciglio alla scena che gli si presentò davanti. England teneva per il colletto uno scalciante rossino, che protestava con versi più simili a quelli di un gattino appena separato dalla propria madre, il piccolo biondo gli stava accanto a testa bassa, gli occhioni azzurri alluvionati.
-"Mettilo giù immediatamente, England!"-
Non alzò la voce ma sibilò, annullando in un paio di falcate la distanza che li separava, gli occhi pieni di rabbia incatenati in quelli scocciati di suo fratello.
-"Oh, certo! Questo moccioso stava distruggendo la mia biblioteca ed io devo metterlo giù!"-
Inarcò un sopracciglio, spostando lo sguardo sul bambino pieno di lentiggini che aveva appena smesso di agitarsi, quasi non respirasse nemmeno più.
-"Lui... cosa?"-
-"Il tuo piccolo Irlanda, Scozia, stava distruggendo la mia biblioteca arrampicandocisi sopra. Non che la cosa mi stupisca, visto quanto tempo passa con te, ma dovresti insegnargli un pò le buone maniere se proprio vuoi tenerlo qua!"-
Era passata solamente una settimana da quando aveva portato a casa i piccoli irlandesi, farsi dire come si chiamava era stato semplice, il nome del paese un pò meno, ed il rossiccio aveva passato quasi tutti i giorni rinchiuso nella stanza che gli era stata assegnata, compariva difficilmente all'ora dei pasti. England lo aveva immediatamente etichettato come un altro piccolo selvaggio al pari di Alba, David aveva immediatamente capito che era più timido e riservato di quanto avesse pensato all'inizio. Di certo non si aspettava che una volta uscito dalla stanza si desse alla demolizione!
-"Come li educo sono cazzi miei, Arthur, mettilo giù, ci penso io a lui."-
Il biondo sbuffò, accontentandolo e bofonchiando qualcosa sui denti di Colin, il piccolo invece, appena era stato posato per terra, aveva abbassato il capo, cercando di diventare ancora più piccolo di quanto fosse in realtà. Mandò a fanculo quell'esaltato di England, sentendosi rispondere malamente mentre portava via il biondino, Arthur non aveva capito proprio nulla! Colin era il più tranquillo dei gemelli, una cosa simile era più da Casey, anche se ancora non capiva cosa fosse scattato nella testa del piccolo cespuglio. Sospirò pesantemente, chinandosi all'altezza del piccolo, piegandosi sulle ginocchia, senza stupirsi del fatto che l'altro si ritirasse appena.
-"Allora?"-
Lo pronunciò con voce leggermente scocciata, più per il comportamento di England che altro, vedendolo alzare appena un attimo gli occhioni verde foglia nella sua direzione. Provare attrazione per un bambino era da malati! Purtroppo aveva capito che doveva essere effettivamente un deviato, visto che ogni volta che lo guardava un pò più del dovuto si ritrovava a trattenere litri e litri di bava, cosa che non gli era mai successo ne con Arthur, ci sarebbe mancata solo quella!, ne con Casey. Colin però era diverso, lo aveva capito dalla prima volta che lo aveva sentito parlare da quel cespuglio, prima che gli saltasse direttamente in braccio. Era dannatamente carino, sia che sorridesse, cosa che succedeva di rado, che quando metteva il broncio o faceva quel musetto spaurito da cucciolo appena trovato a fare qualche guaio, come in quel momento del resto. E lui doveva immediatamente smettere di pensare a quanto lo avrebbe visto bene, magari quando sarebbe stato un pò più grande, cosparso di panna con qualche fragola addosso, legato ad un letto o tante altre fantasie decisamente premature!
-"Colin..."-
Lo riprese per farlo parlare, sentendo un piccolo mugugno
-"Alza la voce."-
-"Volevo prendere un libro, era in alto."-
Un nuovo sospiro gli lasciò le labbra, facendogli alzare gli occhi al cielo.
-"E non potevi chiamare me o quel coglione?"-
Lo vide rialzare il visetto, gli occhi verdi brillavano quasi di indignazione in quel momento... Dio! Quanto poteva essere adorabile? No, non doveva riprendere quelle fantasie, grazie!
-"Non ho bisogno della balia!"-
Inarcò un sopracciglio divertito, rialzandosi e mettendo in chiaro l'abissale differenza di altezza che intercorreva fra loro due.
-"Ah no? E dimmi, come pensavi di prendere quel libro, visto che arrivi a malapena al primo scaffale?"-
-"Arrampicandomi! Il problema è stato che ho perso la presa!"-
Non riuscì a trattenersi, una risata tonante gli scaturì dalla gola, facendo spalancare di sorpresa gli occhi del bambino, che lo fissava tra lo stupito e l'irritato. Aveva immaginato anche quello, Colin era testardo e cocciuto più di un mulo... ed era abituato a fare tutto da solo, sapeva cavarsela, quello era vero, però voleva che capisse che non era più solo e che poteva fare affidamento su di lui. Gli porse una mano, sorridendogli.
-"Vieni con me."-
Lo invitò, allargando il sorriso quando lo vide arrossire prima di mettere la manina nella sua, stringendola appena. Lo riportò in biblioteca, osservando i libri caduti per terra.
-"Raccogli i libri e mettili a posto."-
Lo sospinse in avanti, ignorando l'occhiata incerta che gli lanciò. Colin iniziò a fare come gli aveva detto, mentre il rosso appoggiava alla porta, osservando divertito come cercasse di arrivare agli scaffali, mettendosi in punta di piedi con i pesanti tomi fra le braccina. Lo vide abbassare il capino, dandogli la schiena.
-"Non ci arrivi, vero?"-
-"No..."-
Era troppo carino. Si avvicinò a lui, prendendolo per i fianchi e sollevandolo fino all'altezza giusta. Colina voltò il visetto nella sua direzione, confuso, arrossendo come un peperone di fronte a quel sorriso un pò sghembo di Alba.
-"Ora si."-
Annuì, rimettendo a posto il disastro combinato, venendo posato per terra solamente alla fine. Rialzò appena gli occhi verso il ripiano più alto, il libro di leggende capeggiava in tutta la sua bellezza, ma tanto non riusciva a prenderlo e non credeva di potere chiedere a David dopo quello che aveva appena fatto. Scozia seguì lo sguardo, scuotendo la testa ed allungando una mano, prendendo quello che il piccolo aveva guardato con tanto desiderio e chinandosi, porgendoglielo. Quando la sua manina si chiuse avida sull'oggetto dei suoi desideri trattenne il libro, aspettando che gli occhi più verdi che avesse mai visto, pur essendo un punto in comune nella sua famiglia, si posassero nei suoi.
-"Devi promettermi una cosa. Quando vedi che non riesci a fare qualcosa devi chiamarmi ed io arriverò subito."-
-"Ma io..."-
-"Ascolta, chiedere aiuto quando ci si trova in difficoltà non è un errore, Col, è normale."-
-"Tu lo fai?"-
-"Si."-
Sapeva di mentire, in un certo senso, ma quando lo vide stirare un sorriso timido il suo cuore si scaldò, battendo appena più forte.
-"Me lo leggi?"-
-"Che ne dici se ti insegno a farlo da solo?"-
Il piccolo emise un gridolino estasiato, gettandogli le braccine al collo, venendo subito ricambiato. Se lo portò in salotto, ignorando lo sguardo alterato di Arthur, impegnato a bersi il proprio thè, iniziando ad aprire il libro. England nascose un sorrisetto divertito dietro alla tazza. Non sapeva se Scotland ne fosse cosciente o meno, ma stava piano piano gettando le basi per crearsi da solo le proprie prigioni e, quella volta doveva ammetterlo, era una scena più carina che soddisfacente.
 
Note: E rieccomi quaXD No, questi piccolini non potevo abbandonarliXD Li amo, c'è poco da direu.u una nuova raccolta, questa volta molto più leggera, vedremo David alle prese con il piccolo Colin e la sua crescita... auguri Alba!XD

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Capitolo 2
*** Di fate, Changeling ed unicorni ***


Di fate, Changeling ed unicorni.
 
Era una serata come tante, per il clima della Gran Bretagna, pioveva. Le giornate uggiose si susseguivano di continuo, tenere buoni due bambini vivaci come lo erano i gemellini irlandesi era una prova ardua. David ci si metteva d'impegno, sul serio, ad organizzare di giorno e giorno un qualcosa che potesse interessare i piccoli, aveva provato con i disegni, con la lettura, perfino con stupidissimi giochi da tavolo, ma tutti i metodi che provava funzionavano si e no per un quarto d'ora, dopo l'attenzione dei piccoli ricadeva su altro. 
Il momento più facile era quando arrivava l'ora di metterli a letto, anche se Casey gli dava il suo bel da fare anche in quell'occasione. Colin invece si infilava il pigiama e si faceva mettere sotto le coperte senza pronunciare parole, senza protestare... aveva avuto idea di trovarsi davanti ad un angelo dalla prima volta che l'aveva visto! E quella sera era stato uguale, li aveva messi a letto ed era tornato di sotto, a bersi un bicchiere di qualcosa di forte, si sentiva stanco, lo ammetteva. Per quanto i piccoli fossero adorabili, Colin più del gemello, arrivava a sera stravolto, quel giorno in particolare. Era stato usato come cavallo, come prigioniero ed infine come strega, secondo i desideri di due piccole pesti con la brutta passione per giocare a rincorrersi nelle grandi sale della casa. Arthur, come al solito, aveva strepitato il proprio dissenso per gli schiamazzi, ma almeno l'Irlanda intera era stata felice, quelle erano le vere soddisfazioni! E poi Inghilterra avrebbe dovuto solamente pensare a quello che faceva lui, sempre dietro al suo America! Un bambino indisciplinato e rumoroso, di certo molto più che Nord Irlanda... Casey andava d'accordo con Alfred, erano entrambi due mini terremoti, Colin invece era leggermente più tranquillo, a meno che non fosse tirato in mezzo da suo fratello, preferiva leggere o farsi raccontare qualcosa da lui.
Un rumore però gli fece drizzare le orecchie, come se qualcuno stesse camminando nelle pozzanghere, ma la etichettò come frutto della propria immaginazione. Mise via il bicchiere che aveva usato per bere, risalendo le scale, aprendo la porta per vedere se i piccoli dormissero.
Dire che gli venne un infarto era poco! 
Alfred era steso nel suo letto, occupava tutta la posizione disponibile, Casey era rannicchiato nel proprio, un dito in bocca e l'espressione beata... il letto di Colin era vuoto! Il rumore di poco prima gli fece drizzare tutti i capelli, mentre correva fuori senza prendere nemmeno qualcosa per coprirsi, osservando l'esterno con attenzione, prima di scorgere ciò che cercava. Almeno non si era allontanato più di tanto.
-"Colin!"-
Lo chiamò, vedendolo voltarsi nella sua direzione, i capelli spolti attaccati alla fronte. Gli si avvicinò, imponendosi una calma che stentava ad arrivare.
-"Che diavolo stai facendo?"-
-"Cerco le fate."-
La voce ingenua e tenue gli fece spalancare gli occhi, indeciso se tirargli un ceffone o se abbracciarlo forte.
-"Stai scherzando, vero?"-
Lo vide scuotere la testa, mordendosi un labbro con nervosismo.
-"E perché staresti facendo qualcosa di così stupido?"-
Stava faticando a trattenere la preoccupazione che gli aveva attanagliato lo stomaco quando aveva messo in relazione la scomparsa del piccolo con i rumori che aveva sentito, la tentazione di urlargli addosso era tanta, ma continuava a parlargli con calma, forse troppa.
-"Perché ho sentito che fanno gli scambi coi bambini veri."-
Ecco, quello non se l'aspettava, proprio per un cazzo.
-"Non capisco..."-
Ammise dubbioso, anche se forse un idea l'aveva.
-"Se le trovo magari le convinco a scambiare uno dei loro bambini con America...."-
-"E cosi England tornerebbe a dare attenzioni anche a voi."-
Ok, aveva trovato il vero punto. Da quando aveva trovato Alfred, Arthur non faceva che ringhiare addosso ai due gemelli, trovava ogni giorno un motivo per sgridarli, soprattutto il rossiccio. E Colin ne soffriva. David provava in ogni modo a non farlo stare male, purtroppo aveva anche i propri affari, non poteva stare sempre in casa, sebbene nei giorni in cui gli era possibile passasse tutte le giornate con i piccoli. Sospirò posando una mano fra i capelli bagnati del piccolo.
-"Col..."-
Lo sentì chinare il capo. La verità era che alle volte è molto più semplice avere a che fare con dei bambini estroversi, come Alfred e Casey, si capisce subito di cosa hanno bisogno, che cosa bisogna fare per non farli sentire male. Colin invece era sempre stato diverso, era si vivace, ma faticava ad estraniare tutti i propri sentimenti, era una piccola ostrica più che un cespuglio.
-"David... Ho fatto qualcosa che ha fatto arrabbiare il fratellone?"-
Tranne che con lui... Sorrise scuotendo la testa, prendendolo in braccio.
-"No, Arthur è stupido, non hai fatto nulla."-
Assicurò iniziando ad avviarsi. Colin si strinse al rosso, attaccandogli le braccia al collo, inarcando un sopracciglio. Alba non lo stava portando a casa, perché?
-"Dove stiamo andando?"-
-"A cercare le fate."-
Emise un versetto di stupore, mentre il rosso se lo sistemava in spalla, la pioggia era diventata fine, meno fastidiosa, si aggrappò ad una ciocca di capelli, cercando di non scivolare.
-"E riusciremo a trovare anche un unicorno?"-
-"Si, ma gli unicorni sono brutte bestie."-
-"Perché?"-
-"Perché si fanno toccare solo dalle ragazze."-
-"Bisognerebbe dirgli che non è giusto così."-
Alba sorrise, alzando appena gli occhi per fissare il piccolo, trovandolo con le guanciotte gonfie e piene di disappunto.
-"Ti prometto che scriverò una lettera di protesta all'unicorno alfa, Col."-
 
La colazione era pronta, la tavola imbandita ed i due bambini biondi erano già a tavola. Arthur inarcò un sopracciglio, mancavano Alba ed il piccolo Colin. Posò una carezza sulla testa di Alfred, allontanandosi e salendo le scale di fretta, aprendo la porta di quel cretino di David. Ed eccoli lì, ancora addormentati... Perché per terra era bagnato? E cos'era quel foglio sul comodino? Si avvicinò prima di svegliarli, scuotendo la testa leggendo l'intestazione. Riportò lo sguardo sui due sul letto, Scotland teneva stretto al petto il piccolo, completamente rannicchiato contro al petto del maggiore, entrambi avevano un espressione beata sul volto. 
Sospirò, scuotendo la testa e tornando dagli altri due. Avrebbe chiesto più tardi a David che significava quella lettere che iniziava con "Gentilissimo Unicorno Alfa..."
 
Note: Essì XD Questa prima o poi dovevo scriverlaXD Ed oggi è andata così, visto che non ho idea di quando aggiornerò ancora u.u Dovete sapere che l'idea dell'unicorno Alfa non è mia, ma di Ast, derivata da uno dei nostri scleri telefonici in serate in cui siamo parecchio ispirata XD Più volte mi è stato proposto di scriverci sopra e penso che sia questa l'occasione adatta... tata, spero ti piaccia>.< grazie a tutti quelli che leggono questi piccole storie>.<

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Capitolo 3
*** Non mi sei mancato per nulla! ***


Non mi sei mancato per nulla!
 
-”Quante volte devo ripetervi di fare meno rumore?”-
Rialzò lo sguardo dal grosso libro che teneva sulle gambe, quasi con aria annoiata, posando gli occhi su suo fratello ed Alfred che stavano ricevendo l'ennesima sgridata da Inghilterra. Ormai dimostrava dieci anni, era cresciuto, ma le cose in casa sembravano sempre ripetersi. Casey ed Alfred che facevano casino ed Arthur che li sgridava. Lui, del resto, si era staccato dal maledico duo qualche mese prima, preferendo chiudersi in biblioteca o sgattaiolando fuori dalla finestra nel cuore della notte per avere un attimo per sé e da non dividere con nessun altro.
Non che gli sarebbe dispiaciuto avere accanto lui.
Si morse il labbro inferiore, tornando a sprofondare con la testa in quel racconto di pirati e di uomini valorosi, considerati da tutti dei fuorilegge ma più onesti e giusti degli eroi che li sconfiggevano.
A dire la verità si sentiva solo.
Non che Inghilterra fosse poi molto diverso da solito, se preso con le dovute maniera Arthur era anche un ottimo maestro ed un ottimo canta storie, andava ghiotto di leggende e di avventure fantastiche che gli riempivano la testa di altri mondi, ma non riusciva a trovare un punto in comune nemmeno con quello che considerava suo fratello maggiore. In realtà non aveva mai avuto punti in comune con nessuno in quella casa, nemmeno con il proprio gemello, ma c'era stato qualcuno che almeno lo ascoltava senza sbuffare, dandogli il proprio parere senza mai considerarlo strano per un bambino della sua età, in fondo era anche colpa sua se era di certo più maturo di quei due scalmanati che si guardavano sghignazzando complici dopo la strigliata di Arthur.
-”Ehi, Col! Vieni fuori con noi?”-
Sbuffò quando suo fratello gli si avvicinò, posando il viso sul bracciolo della poltrona.
-”No, sto leggendo.”-
Sentì il gemello sospirare esasperato, mentre faceva segno ad America di lasciarlo perdere ed uscire.
-”Certo che tuo fratello è noioso.”-
Non era sordo, non aveva problemi di udito e comunque la voce di Alfred l'avrebbero sentita anche a chilometri di distanza! Incassò di nuovo la testa nel libro, fingendo non curanza.
-”No, Col è fatto così.”-
Col è fatto così... sembrava essere diventata la frase di rito di tutta la famiglia. In un certo senso non li biasimava per non riuscire a capire che cosa gli stesse prendendo, non aveva dato modo a nessuno di accorgersene, non ne vedeva il motivo a dire la verità, il dolore è qualcosa che va conservato per sé stessi ed al massimo si divide con una persona che possa comprenderlo realmente, cosa che dubitava fortemente.
In un certo senso si sentiva un pesce fuor d'acqua. Quando l'aria aveva iniziato a diventare pesante in casa, sebbene i grandi sorridessero quando loro erano nella stanza, se ne era subito reso conto ed aveva iniziato ad osservare il rapporto fra Alba ed England distruggersi lentamente, la crepa farsi sempre più grande, fino al naturale epilogo.
David se ne era andato.
Una nuova fitta di tristezza lo colpì, facendogli chiudere il libro e lasciare la poltrona, aveva bisogno di un biscotto.
La cosa che gli faceva più male era che il rosso aveva promesso di farsi vedere, ogni tanto. Erano passati dei mesi e lui non aveva mantenuto la risposta.
Se solo fosse stato un po' più grande si sarebbe reso conto che David non poteva, ma rimaneva un bambino di dieci anni, per quanto maturo, quindi vedeva solamente quella promessa non mantenuta e si sentiva colpevole. Forse aveva fatto qualcosa di male.
Alzò lo sguardo, il barattolo dei biscotti era stato posizionato troppo in alto, avrebbe dovuto arrampicarsi. Iniziò la scalata, stando attento a non fare rumori che potessero mettere in allarme Arthur, in fondo aveva ospiti, lo aveva sentito dire da Casey, discorsi da grandi. Sbuffò mettendosi sulle punte sul bancone della cucina, allungando la manina... quasi, c'era quasi!
-”Non ti avevo detto di smettere di fare la scimmia?”-
La voce lo fece sobbalzare, mentre perdeva il precario equilibrio ritrovato, preparandosi ad una botta che non arrivò mai.
-”Preso!”-
Riaprì gli occhi, li aveva chiusi quando era stato certo che presto avrebbe avuto un altro bernoccolo da farsi medicare, ritrovandoseli specchiati in due pozzi verdi smeraldo.
-”David!”-
Prima di ricordarsi che era arrabbiato con lui, che avrebbe quanto meno dovuto mettere il broncio, gli gettò le braccia al collo, infilando il viso sul suo collo. La sua risata lo rincuorò un po', sentendolo ricambiare l'abbraccio. Era proprio come ricordava, caldo e profumava di buono, un odore che solo in seguito avrebbe messo in relazione con la libertà.
-”Ti sono mancato, cucciolo?”-
La mano grande e calda del rosso lo fece staccare dal suo momentaneo rifugio, mentre ora finalmente gonfiava le guance in un broncio offeso.
-”No, non mi sei mancato per nulla!”-
Replicò, sapendo benissimo che la maniera in cui si stava ancora stringendo a lui e gli occhi lucidi ed ancora più verdi trasmettevano tutto un altro messaggio.
Sentì Alba ridere di nuovo, posandogli un bacio sul capo... almeno non aveva indagato ancora!
 
Note: Eccomi qua u.,u prima mini ficcy dal punto di Col, che, come potete vedere, inizia a crescereu,u Ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e danno un occhiata a questa raccolta, grazie a tutti ed alla prossima^o^

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Capitolo 4
*** Cavalluccio? No... forse no! ***


Cavalluccio? No, forse no!
 
Quando aveva sentito quei rumori, durante la notte, si era spaventato. Aveva provato a svegliare Casey, ma il suo gemello aveva mugugnato, cercando di spingerlo via con la mano.
-"è tardi, Col, ne parliamo domani."-
-"Casey..."-
Lo scosse nuovamente, fino a quando gli occhi azzurri del suo gemello non lo avevano fissato con rabbia mal trattenuta.
-"Mi spieghi che c'è di così importante?"-
Gli fece segno di stare in silenzio e di ascoltare. Il biondino scosse la testa, prima di inarcare un sopracciglio. E quelli che cos'erano? Sembrava qualcuno che avesse davvero bisogno di respirare, oppure che stesse male! Si voltò verso il proprio fratello, inclinando la testa in cerca di spiegazioni, Col alzò le spalle, facendogli intendere che ne sapeva quanto lui.
-"Mi hanno svegliato..."-
Mormorò il rossiccio, mordicchiandosi un labbro agitato.
-"Sembra la voce di David, secondo te sta male?"-
Il biondino si era fatto scivolare giù dal letto, stiracchiandosi, una luce vivace ora illuminava gli occhioni del colore del cielo.
-"L'unico modo di scoprirlo è andare a vedere."-
Prese per mano l'altro, ignorando le sue deboli proteste, portandolo nel corridoio scuro. Non che Colin avesse paura del buio, questo era poco ma sicuro, però, quando era riuscito a capire che una delle voci era quella di David, aveva avuto paura che si sentisse male. In fondo... chi mai avrebbe potuto fare simili versi stando bene? 
Seguì il fratello, tenendo la mano con forza, preoccupato per Alba, fino alla porta di quest'ultimo, prima che un nuovo dettaglio gli facesse inarcare un sopracciglio... una risata?Lanciò un occhiata ancora più sconvolta al gemello, incredulo quanto lui, lasciando che Casey, sicuramente più coraggioso di lui, aprisse lievemente la porta della stanza di Alba, un lieve bagliore gli ferì gli occhi, ormai abituati all'oscurità degli altri ambienti. Il biondo fu il primo a guardare all'interno, voltandosi poi nella sua direzione.
-"C'è il dado Francis, con lui, ma non capisco che cosa stanno facendo."-
Un lieve imbarazzo era presente nella voce di suo fratello.
-"Cosa stanno facendo?"-
Domandò con lo stesso tono quasi inesistente.
-"Bho? Sembrano senza vestiti."-
-"Fammi vedere."-
Si spinse in avanti, strizzando gli occhi quando si avvicinò alla leggera apertura, tirandosi indietro quasi immediatamente. C'era qualcosa, anche se non capiva che cosa, che gli stava dando la sensazione di stare facendo qualcosa di sbagliato, colorandogli le guance di un leggero rossore, anche se la cosa che più non capiva era i leggero nodo allo stomaco che gli era comparso.
-"Torniamo a letto."-
Sussurrò, riprendendo la mano del gemello e chiudendo lentamente la porta, riprendendo la strada per la loro cameretta. Si rimisero nei rispettivi letti, Col fissò il soffitto, ancora leggermente perplesso.
-"Casey?"-
-"Mh?"-
-"Secondo te cosa stavano facendo?"-
-"Non so... sembrava quasi che stessero giocando al cavalluccio, hai presente, no? Quando Arthur ci prende sulle gambe e ci fa saltellare..."-
-"Dici che si gioca così, in realtà?"-
-"Domani lo chiediamo al fratellone, ora dormi. Buona notte, Colin"-
-"Notte."-
 
Arthur era una persona fissata con la routine, tutto in lui aveva un orario, un ordine, compresa la colazione, che considerava il pasto più importante della giornata. Aveva preparato tutto con ordine, come al solito, svegliato i bambini e lasciato che i cani dormissero. David e Francia si sarebbero arrangiati! Quello che però non capiva, proprio non ci arrivava, erano gli sguardi che i due piccoli irlandesi si lanciavano. Colin sembrava più taciturno del solito, Casey invece pareva preda a qualche strano malessere che gli impediva di stare seduto come si doveva.
-"Se avete qualcosa da chiedermi, fatelo, non è educazione fare scena muta o muoversi come se si fosse stati punti da un ragno velenoso!"-
Li rimproverò, fissandoli duramente.
I bambini si lanciarono un altra occhiata, si ritrovò poi due paia d'cocchi addosso, curiosi e leggermente imbarazzati.
-"Arthur..."-
La voce titubante del rossiccio gli fece alzare un sopracciglio.
-"Dimmi..."-
-"Ma la prossima volta che ci fai fare cavalluccio dobbiamo toglierci anche i noi vestiti e fare tutti quei versi strani, come faceva il dado Francis con Alba?"-
Il piccolo irlandese si ritrovò ad accucciarsi contro al gemello, lievemente spaventato... perché Arthur aveva ruggito in quel modo il nome di David, fiondandosi di corsa su per le scale con quell'aria omicida?
-"Casey?"-
-"Si, Col?"-
-"Molto probabilmente non stavano giocando al cavalluccio."-
 
Note: Questa è una delle cose più sceme  che abbia mai scritto! XD Ma prima o poi, nella vita di ogni bambino, c'è la scoperta del sesso, anche per i piccoli IrlandaXD Ammetto che non vorrei trovarmi nei panni di David e Francis, visto che verranno trucidati, ma questo è un mio parere XD Spero che vi piaccia>.< grazie a tutti quelli che leggono questa storia^o^ Alla prossima^o^

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