five detectives one love

di Sandara_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Revenge under the rain. ***
Capitolo 3: *** Sweet love, sweet theft (2° Capitolo) ***
Capitolo 3: *** Believe me, Hyung (3° Capitolo) ***



Capitolo 1
*** Revenge under the rain. ***


“Joon. Joonie. Jooniyah!”

Gridò Mir cercando di svegliare il povero Joon, svenuto sull’asfalto bagnato: pioveva a dirotto.

Il moro cercò di aprire gli occhi ed intravide la figura del ragazzo.

Poi ancora il bianco.

Poi ancora il nulla.

Aveva ancora la pistola in una mano, mentre l’altra la teneva poggiata su un fianco ed il sangue stava rigando il dorso e le dita. Cos’era successo pochi minuti prima non avrebbe potuto raccontarlo se non dopo essere stato portato in ospedale e curato adeguatamente.

Fu proprio Mir a portarcelo e, sotto shock, non riuscì a formulare una frase di senso compiuto davanti ai medici, che a loro volta si domandavano per quale motivo un così giovane ragazzo dall’aspetto angelico avesse una così grave ferita d’arma da fuoco che, pochi centimetri più in là e Mir non avrebbe potuto tenergli la mano vicino al letto.

Dopo alcune ore il medico,ricordandosi del ragazzo sconvolto dai capelli chiari,  entrò nella stanza con una tazza di thè caldo:

“Yah, biondo, tieni.. ti farà bene..” disse porgendo a Mir la bevanda.

“K-kamsahmnida..” rispose ancora tremante.

“Non preoccuparti, l’operazione è andata bene ed entro domattina dovrebbe riuscire a svegliarsi” spiegò il medico, poi continuò “sai, per caso, il motivo di tutto ciò?”

“No” mentì.

“Capito.. qualsiasi cosa puoi cercarmi, mi troverai in giro per i corridoi.. intesi?”

“Ne..grazie..” rispose dando indietro la tazza ormai vuota.

Non riusciva. Non riusciva a pensare come fossero potuti arrivare a tanto e, per la rabbia, stringeva i pugni, poi si mordeva le labbra, poi ancora avrebbe voluto prendere a calci la parete.

La vista di Joon con la maschera dell’ossigeno ed una fascia che lo avvolgeva poco sopra i fianchi macchiata di sangue gli causava una così forte ira, che si tramutava in lacrime dopo pochi secondi. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma per non causargli ancora più dolore di quello che già provava decise di limitarsi a stringergli la mano e, non riuscendo a trattenersi, gli diede un bacio dolce e leggero su una guancia. Quando tornò seduto sulla sedia accennò un sorriso pensando a come Joonie avrebbe reagito se fosse stato sveglio. Alla fine, distrutto, decise di poggiare la testa vicino al braccio del moro e,senza lasciargli la mano, si addormentò.


                                                            ***

Mir fu svegliato dalla vibrazione del cellulare di Joon, che si trovava sul comodino.

L’orologio digitale alla parete segnava le quattro in punto del mattino.

Aprì gli occhi lentamente e per un attimo vide ancora Joonie sull’asfalto con la pioggia che gli bagnava il corpo ferito. In un attimo realizzò tutto quello che era successo la sera prima e sentì crescere un dolore dentro così forte che la rabbia lo avrebbe accecato di nuovo, se non fosse stato distratto dal cellulare.

“Cheondoong” lesse sul display.


“Yeoboseyo?”

“Mir? Perchè hai il cellulare di Joonie? La tua voce sembra sconvolta.. che succede?”

“Hyung..Joonie..Joonie” cominciò senza evitare di singhiozzare “s-siamo in ospedale, gli hanno.. gli hanno sparato”

“Cosa?!”

“Ti prego raggiungici, di a Seungho-hyung e a Byeonghee-hyung ti venire con te”

“Ne!” esclamò chiudendo immediatamente la telefonata.


Quando i tre ragazzi raggiunsero l’ospedale, Joon si era appena svegliato e Mir gli stava accarezzando i capelli, proprio come una madre premurosa.

Tutti e quattro avevano un’espressione sconvolta sul volto e continuavano a guardare Joon e ad aspettare una sua parola.

“Joon! Come stai?” sbottò Mir quando lo vide aprire gli occhi.

“Mir-yah..sto bene” rispose con voce ancora debole e soffocata.

“Dal tuo aspetto non si direbbe Joonie..te la senti di raccontarci cosa è successo?”

“L’hanno rapita..”  cominciò facendo scendere una lacrima “Yuri..l’hanno rapita..”

“Yuri? La tua ragazza? Chi l’ha rapita?” domandò velocemente Cheondoong

“Vacci piano Doongie, è ancora debole” lo rimproverò Seungho.

“Non fa niente..” pronunciò Joonie “ricordate quegli uomini che ci hanno minacciato qualche settimana fa?”

“Intendi gli amici dell’amante della tua cara Yuri?” domandò G.O che da quando era arrivato se ne stava appoggiato allo stipite della porta ad ascoltare.

G.O era un tipo piuttosto silenzioso e misterioso, ma non per questo una cattiva persona.

“Potete spiegare anche a me?” domandò Cheondoong che era appena rientrato da un periodo di lavoro all’estero.

“Da ormai un paio di mesi Joon sospettava che Yuri avesse un’altro uomo, così ci siamo messi a lavoro e utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione lo abbiamo trovato.” spiegò Seungho.

“Come lo avete trovato?” continuò Cheondoong.

“Abbiamo piazzato delle telecamere nascoste nei luoghi più frequentati da coppie di amanti come pub, alberghi e cose simili, conoscendo il carattere piuttosto banale della ragazza e.. un giorno li abbiamo visti apparire su un monitor nello studio principale della nostra sede a cui era collegata la telecamera nascosta di un pub..” disse Seungho lasciando sconvolto Cheondoong.

“Mi dispiace tanto Joonie..” disse Doongie asciugandogli le lacrime con un panno.

“S-sono stati loro..” disse finalmente il moro “volevano vendicarsi, non so come lo abbiano scoperto ero sicuro che il nostro sistema di sicurezza fosse imbattibile, ma a quanto pare mi sbagliavo...”

“Non preoccuparti Joonie risolveremo tutto!” lo rassicurò subito Mir che ancora gli stringeva la mano.

“Ma perchè spararti?” domandò ancora Doongie.

“Avevo trovato il luogo dove tenevano Yuri ed ero praticamente arrivato, ma ad un certo punto ho sentito degli spari e mi sono nascosto.. uno di loro mi ha trovato e non ha esitato a spararmi. Ho corso più che potevo e poi..non mi ricordo altro.”

“Tornare al luogo che avevi scoperto non servirebbe a niente, si saranno già spostati altrove.

Joonie guarisci presto.. ti chiamo stasera per eventuali aggiornamenti.. Ci vediamo più tardi gente..” disse G.O nel suo solito tono freddo andandosene e chiudendosi la porta alle spalle.

Una volta scese le scale e arrivato nel cortile dell’ospedale si accese una sigaretta e cominciò a fumare appoggiandosi al tronco di un albero.Cominciò ad osservare il cielo stellato,che di li a poco sarebbe stato invaso dalla luce del sole, con la testa piena di pensieri che non riusciva a scacciare e mentre il fumo gli passava davanti agli occhiali da sole che non toglieva mai, vide Cheondoong sul terrazzo della camera di Joon che parlava al telefono con un’espressione tra l’arrabbiato ed il preoccupato.

Cercò di catturare qualche parola del ragazzo e sforzando l’udito da quel mare di parole pescò soltanto un

“Ti farò sapere, devo andare”.


Devo chiarire un paio di cose-

Pensò G.O gettando la sigaretta e salendo in macchina.

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Capitolo 3
*** Sweet love, sweet theft (2° Capitolo) ***


Arrivato in studio, G.O passò l’intero giorno ad eseguire ricerche su ricerche, mentre montagne di dati e fogli si accumulavano sulla sua scrivania. Non mangiò ne si riposò un minuto. Con quale mezzo esistente potevano aver violato il sistema di sicurezza ed essere arrivati a loro?

Fu proprio su questo che il ragazzo indagò quel giorno.

Quando ormai l’orologio segnava le 10.30 della sera, la mancanza di risposte ai suoi mille punti interrogativi lo fece innervosire fino al punto di andarsene senza nemmeno spegnere i computer e le luci.

Mezzora più tardi Cheondoong, passando di lì, notò le luci ancora accese decise di entrare per vedere cosa stesse succedendo.

Rimase sconvolto quando si trovò davanti agli occhi quell’evidente confusione non solo materiale, ma anche la confusione che chiunque fosse stato lì prima doveva avere in testa.

Diede una lettura veloce a ciò che si trovava ancora scritto sul monitor acceso e a tutti quei fogli accanto al laptop. Più turbato di prima, decise di spegnere tutto ed andarsene via di corsa.


***

G.O si era diretto a casa di Seungho per dare notizia delle sue ricerche e per cercare qualche conforto a quello che lui considerava un suo fallimento.

“Dovresti rilassarti un po’” cominciò Seungho “ non ne vale la pena, quel che è fatto è fatto.. domani vedremo di sistemare”

“Sistemare? La pallottola che ha colpito Joon non si può sistemare”

“Cosa dovremmo fare allora?” Domandò Seungho senza ottenere risposta.

“Tieni” disse porgendo a G.O del ramen che aveva cucinato prima che lui arrivasse “ o rischi lo svenimento..sei pallido”
“Tu ti preccupi sempre così tanto per me, mi nascondi qualcosa Yang Seungho?”

“Smettila G.O-yah! Vuoi davvero che ci sentano?” rispose strappando una risata al suo amico.

“Cambiando argomento.. pensi veramente che gli altri si siano accorti di noi?” domandò Seungho.

“Aniyo, tranquillo leader..” disse posando le sue labbra su quelle morbide e calde di Yang Seungho, facendolo rabbrividire.

“è passato troppo tempo Byeonghee..”

“da quando..?”
“non fare finta di non capirmi ..” disse lanciandogli un’occhiata che valeva per un milione di parole.
“shh” rispose G.O slacciando la cintura dei pantaloni del ragazzo “ queste cose non si chiedono, non lo sai?”

“non te lo sto chiedendo.. ti sto pregando..” disse Seungho con voce quasi soffocata, mentre G.O gli accarezzava il viso.

“Saranghaeyo, Seungho-yah..”


***

La mattina dopo il primo ad arrivare in studio fu proprio Seungho, particolarmente di buon umore, almeno fino a quando non aprì la porta e vide le stanze completamente sotto sopra, con fogli dappertutto e un paio di scrivanie rotte.

Gli si gelò letteralmente il sangue nelle vene e pensò subito di chiamare G.O, che però aveva appena lasciato a casa a riposare, così prese il primo numero che gli capitava sotto mano e chiamò Mir.

Il biondo arrivò di corsa e la prima cosa che gli venne in mente fu quella di controllare se i dati che aveva raccolto G.O la sera prima c’erano ancora e, a ciò, non trovò una bella risposta:

“Hyung! Hanno rubato gli Hard-disk, tutti quanti! Non ce n’è rimasto nemmeno uno!”

“Che diamine!” esclamò rosso di rabbia “wae?!”

G.O si sarebbe infuriato quando gli avrebbero detto che il suo infallibile sistema di allarme era stato violato, di nuovo.


“Che stai dicendo Mir?” domandò una voce fredda e piuttosto irritata.


G.O! pensò Seungho

“Hyung, non ce n’è neanche l’ombra..”

“Maledizione!” sbottò G.O.

“Che succede?” domandò Cheondoong entrando di corsa con la sua borsa in mano.

“Hai visto gli hard disk?” domandò Mir.
“Gli hard disk? No, erano lì”

“Appunto, erano..”

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Capitolo 3
*** Believe me, Hyung (3° Capitolo) ***


G.O stava osservando il cursore che appariva e scompariva ad ogni ticchettìo dell’orologio che segnava i secondi.

Quel ticchettìo sembrava assordare i quattro detective, in quanto il silenzio era insostenibile.

Seungho si avvicinò a G.O e con il tono di voce più dolce che aveva disse

“yah..non puoi andare avanti così, vai a riposare, ci pensiamo noi”

“No” rispose fermamente

“Wae?”
“Non se ne parla” concluse tornando al suo cursore, fissandolo come se da li potesse ricavarne una risposta.

Seungho si diresse allora alla macchinetta del caffè e mentre lo sorseggiava, appoggiato alla parete,osservava gli altri tre.

Mir stava scrivendo sulla tastiera senza nemmeno guardarla,con gli occhi fissi allo schermo, nel tentativo di riparare il sistema di sicurezza.

G.O sbatteva nervosamente la matita sul tavolo con una mano, mentre con l’altra si reggeva la testa.

Cheondoong,invece, con aria più tranquilla, guardava lo schermo e ogni tanto volgeva lo sguardo al display del cellulare per rispondere ad alcuni messaggi.

Mir non sopportava di vederlo così sereno mentre lo studio era a pezzi e il suo Joonie se ne stava in ospedale.

Seungho chiuse un attimo gli occhi, assaporando l’aroma del caffè, poi gettò via il bicchiere in plastica e tornò alla sua scrivania.

Alle otto di sera, il primo ad andarsene fu Mir, su invito di Seungho, che lo seguì.

Cheondoong rimase fino alle otto e trenta, poi decise di lasciare G.O da solo.

“Sicuro che non ti serve niente?” aveva domandato prima di varcare la soglia della porta

“Sicuro, puoi andare.. sul serio.” rispose G.O senza nemmeno alzare gli occhi.

Una volta solo, si accese una sigaretta e staccando gli occhi dallo schermo, si accorse che il computer di Mir era ancora acceso e dopo un accurato controllo, capì che il ragazzo aveva lavorato tutto il giorno per aggiustare il sistema di sicurezza, riuscendoci.

Vedendo quanto si era impegnato, riuscì a sorridere per pochi secondi, poi tornò al suo monitor, alla sua matita, alla sua montagna di fogli.

Non notò che il computer di Mir stava facendo delle cose “da solo”.

Il ragazzo aveva infatti installato un programma sia sul computer in studio sia sul suo personale che gli permetteva di controllare quello dedicato al lavoro anche da casa, in modo da poter lavorare da solo, senza gli altri intorno.

Il biondo se ne stava infatti sul divano a “sgranocchiare” patatine con il portatile sulle ginocchia e un silenzio “assordante”, mentre con una telecamera nascosta monitorava lo studio.

“E’ ancora lì” pensò vedendo G.O seduto alla sua scrivania.

***

00.32 era ciò che stava scritto sull’orologio digitale al muro.

G.O alzò lo sguardo e, leggendo l’ora, sbuffò e si accese un’altra sigaretta.

Ad un tratto un rumore di chiavi quasi lo spaventò.

Sentì qualcuno che stava cercando di aprire la porta.

Si voltò di scatto e da lontano riconobbe una figura familiare, sebbene fuori fosse buio.

Corse all’interruttore e accese tutte le luci dell’edificio, preso, per un attimo, dal panico, dalla paura che quello non fosse chi lui pensava, dalla paura che potesse essere lo stesso che aveva sparato a Joon. La mancanza di sonno fa brutti scherzi.

Una volta illuminato dalle accecanti luci bianche, Mir chiuse gli occhi e disse

“Hyung! Spegni, sono io! “

“Mir..? Che diavolo ci fai qui a quest’ora?”

“Hyung!” esclamò correndo lungo il corridoio per arrivare alle scrivanie “Hyung! Devo parlarti, si tratta del caso”

“Ti ascolto” disse aspirando dalla sigaretta

“è tra noi, colui che stiamo cercando è tra di noi”

“Yah! Mir! Che stai dicendo?”

“Sto parlando seriamente, colui che ha sparato a Joon è lo stesso che ha rubato gli hard disk, è lo stesso che ci sta facendo penare! Ed è uno di noi!” disse quasi urlando

“Mir ascoltami bene. Ho sempre sospettato di tutti quando ce n’era bisogno. Ma perchè mai questa volta dovrei sospettare di uno di noi?”

“Hyung devi credermi!”

G.O aspirò ancora una volta

“è assurdo”

“non lo è!”

“Senti, io mi sto facendo in quattro per questo caso, non dormo, non mangio, quasi non bevo! Tu e Seungho siete sempre qui con me e Joon..Joon è in ospedale!”

“E Cheondoong?! Che mi dici di lui? Cosa fa sempre con il cellulare, perchè è sempre così tranquillo?! Perchè non si preoccupa mai di niente? Hai controllato il suo lavoro di oggi? No! No perchè non ha fatto assolutamente niente! Sembra sempre così senza pensieri, mentre Joon, il mio Joon! Lui, lui si trova in ospedale!”

“Queste sono accuse pesanti”

“Posso dimostrare tutto hyung, ho le pro-”

“Prove?Quali? Il nostro sistema di sicur-”

“Ci sono telecamere nascoste ovunque qui, sono in ogni angolo, le ho installate io.. hyung, devi credimi”

aggiunse calmandosi un po’e gettando le registrazioni sul tavolo

G.O era sconvolto.

“D-da dove le controlli?”

“Il mio laptop”

“Fammi dare un’occhiata” disse sospirando “Ah, Mir.. sei davvero intelligente, io..io  non penso che ci avrei mai pensato”

“Non è quello, è che.. sei solo troppo sconvolto. Tutto qui”

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