The Devil's Guardian Angel - Il Diavolo e il suo Angelo -

di MadAme_MadNess
(/viewuser.php?uid=294432)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Those Rinestone Eyes ***
Capitolo 2: *** I Dared, and now, I'm Broken ***



Capitolo 1
*** Those Rinestone Eyes ***



Location: _Plastic Beach 
 
Date: _unknown
 
...
 

Mi è difficile descrivere quello che provo in questo momento... Nah, è orribile!

Vorrei tanto che tu sapessi che io... Argh! Maledizione!

 
 

Aveva già sprecato una cinquantina di pezzi di carta trovati per caso sotto una pila di Magazines in un angoletto buio della sua caotica stanza.
 
Murdoc si alzò da terra, sbattendo contro il muro la matita rosicchiata nervosamente per almeno tre ore, accartocciando con forza l'ultimo foglietto a righe che teneva nella mano sinistra.
 
Uscì dalla stanza, andò dritto nella sala registrazione.
 
Incontrò 2-D, abbastanza allegro:" Hey Muds, dove stai andando?".
- "Sparisci sgorbio!" lo insultò dandogli un'energica spallata, facendolo vacillare.
 
Arrivato nello scantinato della loro villa sbatté rumorosamente la porta dietro di sé, chiudendosi a chiave dentro.
Tirò un lungo sospiro di sollievo.
 
 Quello era l'unico posto che poteva inspirargli tranquillità... cosa che ricercava assiduamente in quei giorni, ma senza successo apparente.
 
Trovò il suo fidato basso, infilò la cinghia di sostegno attorno alla spalla, attaccò l'amplificatore e cominciò a suonare. 
Passava da un riff all'altro in meno di due secondi, mixando canzoni dei suoi artisti preferiti e alcuni dei loro brani.
Le sue dita si muovevano abili e veloci, era come se tutto il suo malessere, il suo odio verso il mondo fosse stato cancellato per far posto solo alla sua musica, il suo unico pensiero.
 
Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a raggiungere quel suo stadio di libidine tanto agognata, nemmeno tramite il suo basso.
 
Una sola canzone era impressa a lettere di fuoco nella sua mente, un ritmo psichedelico gli avvolgeva la testa e s'imponeva su di lui, mostrandogli una realtà confusa e ambivalente, come l'immagine di un caleidoscopio. 
 
E non poteva resistere dal cantare:
 
"I'm a scary Gargoyle on the Tower that you made with plastic power...
Your Rhinestone Eyes are like factories far away..."

"Your Love's like Rhinestone, falling  from the sky".
 
"Her Rhinestone Eyes...".
 
 
Strinse il manico del basso, digrignò i denti appuntiti e cacciò un urlo lungo e pieno di angoscia, accasciandosi sulle ginocchia, tenendosi la testa.
 
"Perché... Perché mi sento così male...?!".
 
Si arrese. E si vergognò di averlo fatto. Ma non poteva resistere.
Non poteva resistere al suo pensiero.
 

 
Quella mattina, quando Noodle si era svegliata dopo il quinto di una serie di concerti senza voce e col polso sinistro gonfio, sapeva già che sarebbe stata una giornata di merda.
 
Chiamarono un medico che prescrisse per la chitarrista dei Gorillaz un periodo di riposo dalla stenuante vita sul palco.
Erano già due anni che giravano il globo per concerti in ogni parte del mondo, Noodle si era già ammalata di polmonite in Russia e 2-D aveva rischiato di fratturarsi una gamba a New York, in uno stage-diving andato male.
 
A Murdoc serviva un chitarrista e alla svelta.
Mancavano ancora una quindicina di date per la fine del Tour, non potevano mollare!
 
Ma non aveva idea di come raccattarne uno: non avevano tempo di indire dei provini e soprattutto non avevano speranze di trovare qualcuno disposto ad aiutarli nella desolata cittadella di Blackwater City, nelle vicinanze dello stato del Kansas, negli USA.
 
La fortuna perònon mancòdi sorridere alla band: Russell una sera uscìper locali e, ad un tratto, intravide in una stradina buia dei ragazzini che, stereo a palla e un mini sintetizzatore artigianale, si divertivano a rappare delle canzoni del momento, esibendosi anche in alcuni passi di break-dance.
 
Si incuriosìe cominciò ad osservarli da lontano. Erano discretamente bravi.
 
Uno di loro ad un tratto passòuna chitarra ad un altro, stravaccato su dei gradini di ingresso di un’uscita di emergenza. Il cappuccio della felpa alzato gli copriva il volto.
 
Gli altri ragazzi si zittirono di colpo.
Russell capì subito il perché: il ragazzo incappucciato stava eseguendo un'aria dei Van Halen alla perfezione!
La particolarità di quella canzone era essere costituita da molti arpeggi e "tapping" che non erano di facile imitazione per una chitarra acustica e sgangherata come quella.
 
Russell fiutò la soluzione al loro problema: quel tipo sarebbe stato il loro chitarrista per quella tournée fin quando Noodle non si fosse ripresa del tutto.
Avvicinandosi al gruppetto di ragazzi chiese di essere lasciato solo col loro amico.
Gli altri cominciarono a ridere ma il misterioso giovane incappucciato fece loro segno di andarsene e questi obbedirono.
Russell pensò dovesse trattarsi del capo di quella piccola band di aspiranti musicisti... ma quando questo si levò il cappuccio della felpa dalla testa comprese il perché di tante risa.
 
Era una ragazza!
Una giovane dai capelli argentati che arrivavano all'altezza delle spalle, i suoi occhi... cosìstrani.
Pupille bianche su sfondo nero.
 
-"Posso fare qualcosa per te?". La sua voce era profonda, aveva un tono molto basso, quasi roca.
 
Russell non badò più di tanto alle sue apparenze fisiche-" Certo, potresti aiutarci ad uscire da un bel guaio." esclamò sorridendole.
Le chiese di presentarsi il giorno dopo all'hotel dove risiedevano per trattare di una collaborazione fruttuosa...in termini monetari, ovviamente.
 
La ragazza si presentò all'appuntamento.
2-D, Muds e Noodle attendevano impazienti lo spaventoso talento descritto dal batterista. Quando la giovane entrò nella suite, i Gorillaz la scrutarono spanciati comodamente su un divano di seta ocra.
 
Quella camera era un macello, non poté non notare la ragazza: cartoni di pizza erano riversi sul pavimento, così come svariate bottiglie di birra e mozziconi di sigarette spenti direttamente sulla prestigiosa moquette.
 
Murdoc capì che non li stava cagando di striscio:" Bene..." esordì"... quindi saresti tu il "fenomeno" eh? Russell, quand'è che finirai di deludermi?".
-" Chiudi quella fogna per una volta, stupido sorcio verde!" lo rimproverò quell'altro.
 
2-D sembrava colpito dalla ragazza:" Wooh, che occhi strani! Dimmi, sei per caso volata fuori dal parabrezza di una macchina anche tu?".
 
La ragazza si limitò a scuotere la testa:" Se mi avete chiamata per prendervi gioco di me allora posso anche andarmene" si girò innervosita, quando un'esile vocina esclamò" 待って!" (Matte!) .
 
Una piccola ragazzina si alzò da terra, recava in mano una chitarra elettrica:" Russell dice che sei brava a suonare. Vediamo!".
Le porse la sua amata Fender Stratocaster e si andò a sedere con gli altri.
 
La ragazza a quel punto collegò lo strumento ad un amplificatore, lo accordò e chiese:" Non vi dispiace se non eseguirò i vostri brani vero? Non sono una vostra fan..."
 
-"Suona e non fiatare!" Murdoc non aveva mai avuto tanta pazienza ma dopo quell'affermazione che ebbe lesionato il suo orgoglio come leader del gruppo cominciò lentamente a sperare che quella ragazza levasse le tende e sparisse nell'oscurità da dove era venuta.
 
La giovane impugnò il manico della chitarra e cominciòa suonare Little Wing  di Steve Ray Vaugan.
2-D sgranò gli occhi verso il primo ritornello, ma fu durante l'assolo che tutti si resero conto di che cosa quella ragazza fosse capace: un arpeggio a 3 scale contemporanee, talmente coordinato e armonioso che non si sentìneppure il riverbero delle corde! Stava ri-arrangiando la canzone ma non stava sbagliando una singola nota.
E Murdoc, con l'amaro in gola, dovette ricredersi.
 
Noodle fu l'unica che la degnò di un applauso quando finì la sua esibizione, cosa che la ragazza gradì molto, ricambiando con un sorriso. -" Come ti chiami?" chiese la piccola giapponesina.
-" Oneida" rispose breve la ragazza dagli occhi negativi.
-" Sembra che tu sia nata con la chitarra in mano! Ti andrebbe di sostituirmi per i prossimi 3 mesi sul palco?" Noodle arrivò dritta al punto.
 
La giovane si dondolò sulla sedia, con le braccia appoggiate alla cassa dello strumento, spostando velocemente gli occhi da un membro all'altro della band.
I membri della band non capirono perché non desse una risposta ma Murdoc era certo che quella ragazza stava rimuginando qualcosa... Forse una tratta sul suo pagamento, con quel talento avrebbe chiesto miliardi! Non le piaceva il suo visetto così troppo tranquillo.
 
La ragazza invece scombussolò la band con solo una domanda:" Avete veramente bisogno di me? ...della mia abilità...?"
 
I ragazzi si guardarono negli occhi un po’ spaesati.
Noodle le rivolse un sorriso:" はい!(Hai!) Sei perfetta! Mi sostituirai già da domani... oh, dimenticavo, sai cantare vero?".
 
Oneida restò in silenzio.
 
Murdoc colse l'espressione della ragazza ed esclamò cinico:" Ma certo che sa farlo... se così non fosse non potremmo mai e ripeto MAI prendere qualcuno che non sappia cantare DARE...".
 
Oneida lo guardò negli occhi:" Io non canto".
 
"Oooh, siamo stonati come campane quindi... bè, allora non possiamo dirti altro che...".
 
Fu interrotto da una Converse lanciatagli dritta sul muso, facendolo barcollare a terra.
 
Russell esclamò:" Non dargli retta, è geloso del tuo talento. Non preoccuparti per il canto, a quello penserà 2-D. Sei dei nostri!"
-" You bloody fool ! " si rialzòda terra il malcapitato " come ti permetti di lanciarmi una scarpa in faccia?!  Io sono il leader, io decido le sorti di questa band!"
-" Taci cretino! Se fosse stato per te avremmo annullato altre tre date! Oneida è quello che ci serve per evitare di mandare tutta la tournée in frantumi!".



 
Così si erano conosciuti.
 
Gli era parso strano che Noods non fosse stata gelosa dell'arrivo di un estraneo nella band che le ebbe rubato la scena sul palco.
La piccola ragazza non sembrava essere dispiaciuta, anzi, commentava volentieri le performance della silenziosa chitarrista e, man mano che riprendeva le forze, si presentava sul palco cantando con i suoi fan e lasciando spazio ad Oneida per un solo accompagnamento musicale.
 
Noodle era contenta della sua presenza, sia perché aveva aiutato la band senza nemmeno chiedere un centesimo, sia perché trovava in lei una persona da stimare come chitarrista e come amica.



 
Ma Murdoc non voleva crederci...
Gli sembrava tutto troppo facile...
Perché un'artista così dotata non era interessata ad avere dei profitti dai concerti della band?
Erano sempre dei successoni, sold-out data dopo data, persino i fans erano affascinati dalla chitarrista di supporto e la critica cominciava ad inserire alcune foto della ragazza come nuovo membro.
 
Muds si imbufalì come un toro quando lesse in un articolo di "Rolling Stones":" Quel talento è sprecato per una band come i Gorillaz".
 
Murdoc odiava Oneida, tutti potevano constatarlo.
 
Le aveva persino bruciato la sua LesPaul preferita, impedendole di finire il riff di Kids for Guns  all'inizio di un concerto, urlando al microfono che "serviva solo il basso per quella canzone e che lei era solo d'intralcio sul palco".
 
Oneida, dal canto suo, non rispondeva mai alle sue provocazioni.
 Ignorava semplicemente ogni atto dettato dalle manie di protagonismo di Muds.
E questo lo rendeva ancora più furibondo!
 
Oneida non era il tipo da primo piano: molto spesso nei concerti come anche nelle prove, stava sempre ad un lato del palcoscenico, mai in mezzo, mai in prima fila.
Se un riflettore la puntava si spostava sempre, in cerca di un altro membro dei Gorillaz su cui sviare l'attenzione.
Russell adorava questo suo aspetto.
Non cercava mai di essere migliore di altri, non rubava loro la scena, sembrava che quasi volesse scappare via dal palco una volta finita la canzone eseguita.
E nonostante avesse ripetuto più volte a quel testone di Murdoc che lei non era il tipo opportunista che tanto dipingevano su giornali o riviste musicali, non fu mai capace di fargli cambiare idea.
 


 
Staccò il cavo dell'amplificatore dal basso e si accese una sigaretta, andando in prossimità di una presa d'aria. Si sedette su un piccolo mobiletto. Schiacciò con la schiena qualcosa: si girò e vide le cuffie di Noodle. 
 
Un altro nodo alla gola cominciò a salirgli, stretto come una morsa
 
Le cose tra lui e lei non stavano andando per niente bene!
Avevano cominciato a frequentarsi seriamente, al di fuori di impegni di lavoro, solo da poco tempo.
 
Muds aveva imparato a conoscerla meglio e doveva ammetterlo, le piaceva un tipo come quella.
Ma tutto il casino successo aveva come oscurato la sua presenza nel gruppo, tanto che gli impegni che una volta erano i suoi ora venivano sbrigati da Oneida, 2-D o Russ.
 
Lei aveva voglia di restare da sola, oppure voleva parlare solo con la nuova chitarrista.
 
Murdoc odiava Oneida anche per questo: gli stava portando via anche la sua "ragazza". 
 
Si portò una sigaretta alle labbra. Fece scorrere rapidamente la rotella di un accendino trovato a terra.
Una fiammella scaturì dalla piccola fessura.
Si ipnotizzò a vederla.
 
 … Ci rivide dentro il motivo per cui ora era così tanto confuso...
 

 
 
Una notte, mentre la band soggiornava in un hotel di lusso, Muds andò fin sopra sul tetto dell'edificio.
 
"Voleva vedere il panorama"...
 
In realtà era stato obbligato ad andare lì.
 Delle voci urlanti gli strapazzavano il cervello, dai suoi occhi cominciarono a scaturire creature mostruose, cornute e dai denti affilati, ridevano come iene.
 
Erano demoni.
 
Muds aveva già avuto rogne con gli spiriti maligni ma, non contento, aveva cercato di ingannarli ancora con uno dei suoi trucchetti per sviare una delle condizioni ricorrenti nei loro ricatti: la sua anima.
 Quella volta invece, i demoni avevano ingannato lui, bloccandogli ogni via di fuga, costringendolo quasi a piegarlo sotto il loro volere, estorcendogli l'anima tanto agognata...
 
Finché qualcosa non accadde.
 
 Una luce.
 
Una luce improvvisa lo avvolse, facendo scappare gli spiriti tra urletti di dolore e nuvole di oscurità diramate dai raggi argentei, per poi levigarsi nei led delle insegne dei negozi che circondano la notte in città.
 
Murdoc era a terra e dopo essersi ripreso dal bagliore accecante si guardò intorno.
Davanti a lui, solo una ragazza dai capelli bianchi, con la camicetta strappata.
 
Sembrava sfinita, ansimava con forza.
Murdoc non capì.
 
In quel momento sbucarono sul tetto anche Stu, Noodle e Russ, cominciando ad insultare Muds perché erano da almeno 20 minuti che lo cercavano.
 Appena videro anche Oneida con lui,  in quelle condizioni cominciarono a preoccuparsi e a tartassare il bassista di chiarimenti e spiegazioni. Muds continuava a discolparsi! Non si riusciva a capire un cavolo!
 
Russell soccorse Oneida, che riluttante, continuava a discostarsi da tutti, balbettando frasi come:” Sto bene, non è successo niente…”.
 
Ma inciampò in una tegola e cadde a terra di petto, lasciando scoperta la schiena, quella che aveva tentato invano di nascondere alla vista dei membri della band.
I ragazzi sgranarono gli occhi all’unisono.
 
Ormai era troppo tardi per nascondersi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I Dared, and now, I'm Broken ***


Saaaalve a Tutti ragazzi! ^^

Bene bene, ringrazio ancora Mille volte chi ha letto il capitolo precedente (e DarkShield che l'ha commentato! ^^ I love you Donna! :D)

Ok, qui vi dò due dritte di lettura: il cap è prevalentemente scritto in Blu perchè è il colore che uso per riferirmi a Flashback e riferimenti al passato.

Inoltre verrà citato Stevie Ray Vaugan, un chitarrista realmente esistito, scomparso (purtroppo)  a 36 anni. Se volete saperne di più ecco la sua voce in Wikipedia, fatta abbastanza bene devo dire http://it.wikipedia.org/wiki/Stevie_Ray_Vaughan.

Bene, se avete domande, critiche, suggerimenti fateli commentando il capitolo, e mi aiuterete a migliorare la storia :D

Buona Letturaaa :D

 

--------------------------------------------------------




La veritá su quella strana ragazza era lì, davanti ai loro occhi. 
 
 
Ma, come al solito, le cose più evidenti sono le più difficili da comprendere. 
 
 
E la sua storia era cosí lineare... cosí tragicamente lineare…. 

 
 
 
Oneida si alzò da terra e, senza pronunciare una parola, si allontanò dal gruppo di ragazzi, ancora abbastanza confusi. 
 
Ma uno di loro le bloccò la strada. 
 
Murdoc era inviperito:" Listen creepy head, se credi che questo possa passare inosservato, ti stai sbagliando di grosso! O mi spieghi cosa é successo o sei fuori dal gruppo! Ho già i miei problemi, non voglio qualcuno che si immischi in certi miei affari... privati! Tantomeno tu… " 
 
"I saved your soul...". Oneida gli rispose solo questo. 
 
 
La sua voce bassa sembrò penetrargli nel più profondo. 
 
 

Salvargli l'anima?! Come aveva fatto a capire che quelli erano demoni in cerca del suo spirito?!
 
La ragazza ritornò all'interno della struttura, e la band la seguì.
Oneida se ne accorse, ma non glielo impedì. Probabilmente si meritavano qualche spiegazione...
 
Fece entrare tutti nella sua camera, di seguito tiró giù ogni veneziana, ogni tapparella, ogni tenda, cercando di serrare qualsiasi finestra.
Gli altri non capirono, fino a che, seduti davanti a lei, non ascoltarono quella che parve una fiaba inverosimile.
 
-"Volete sapere cosa é successo sul tetto... ma di più, vi state chiedendo di questo...". La giovane scostò i candidi capelli, girandosi lentamente.
 
Una strana cicatrice, spessa e rossastra, solcava, ricoprendo interamente, la sua schiena.
 
Delineava una Croce, un Crocifisso.
 
E là dove c'erano le scapole vi si potevano notare due fossette nere, a colpo d'occhio abbastanza profonde. 
 
Tutti ne restarono sbigottiti e confusi.
Tranne Murdoc ovviamente che, cinico come sempre sbottò:" Questo tuo tatuaggio religioso non fa altro che farmi imbestialire di più! Sarai anche stata una suora e questo é il ricordino che ti sei voluta far fare, ma questo non ti dà il diritto di impicciarti nel mio... business!"
 
Oneida non potè più sopportare le sue provocazioni:" Il tuo "business"... Giocare con i diavoli é stato redditizio per te, Murdoc Niccals? Quelli erano del settimo girone, i piú vicini alla bestia infernale! Se sono stati sguinzagliati loro significa solo una cosa, ovvero che ti avrebbero estorto l'anima sino alla sua ultima goccia di essenza del tuo corpo, segregandola nell'oscurità degli inferi più orripilanti di chissà quale infinita tortura..."
 
Murdoc alzò un sopracciglio.
 
Quella pazza sembrava stesse parlando sul serio.  
E in effetti quella era la prima volta che ebbe incontrati demoni di quel tipo, non aveva mai avuto incontri ravvicinati come quella sera. 
 
Sgranò gli occhi.
 
In un secondo afferrò una bottiglia di birra, spaccandole il fondo e puntando i cocci aguzzi contro la ragazza:" Sei una di loro! Conosci troppo bene questi argomenti per essere solo una comune mortale! Sei qui per uccidermi! ma ti dico una cosa, maledetta puttana, non ci riuscirai mai, non mi avrete MAI!"
 
Noodle spaventata si ritrasse indietro, cosí anche Russ e 2-D che invano cercarono di calmare il loro amico.
Muds non voleva sentir ragioni:" Questi stronzi vogliono solo me, statene fuori voi!"
 
Oneida non battè ciglio. Senza scomporsi lo guardò dritto negli occhi, restando immobile. La tensione poteva essere percepita al tatto.
 
Ma nonostante tutto, a Russ non tornarono certi conti e, ad un tratto intervenne:" Ma Muds... Perché c'é stata quella luce abbagliante che ha fatto scappare quelle bestiacce...?"
 
Il ragazzo si voltò verso il suo amico:" È logico! Perché... Perché...".
 
Non lo sapeva.
 
2-D esclamò convinto:" Già... E poi, lei non mi sembra come loro... Non porterebbe una Croce tatuata sulla schiena! Sarebbe una mossa suicida!"
 
Murdoc era confuso.
 
Stava sudando freddo.
Ma che cosa stava succedendo? Perché tutte quelle coincidenze? Perché quella ragazza...?!
 
Oneida si ritrovò addosso degli sguardi perplessi e imploranti di spiegazioni.
Forse era meglio chiarire quella situazione imbarazzante.
 
Prese fiato. E cominciò il suo narrare…


"Un tempo lontano... Forse piú di cento anni terrestri... Solevo librarmi tra le nuvole più candide, accompagnata dai miei fratelli e la mia lira.
 
Le mie ali erano candide e leggere, i miei capelli di un biondo scuro ed i miei occhi sorridevano sempre.
 
Ero una Cherubina.
 
Ero un Angelo, dalla voce cristallina, delle più alte dell'intero Paradiso.
 
Avevo tanti compiti da svolgere nel Regno dei Cieli.
Il mio scopo erano le Annunciazioni.
La mia voce l'unico mezzo.
 
Nulla mi importava più che la mia missione, affidatami dall'Arcangelo Gabriele.
 

Ma… il mio mondo ordinato e ordinario...

La mia vita fatta di perfezione e diligenza... si interruppe

come colpita da una saetta,

che lanciò un'incandescente scintilla nel mio cuore.

 
In Cielo ci sono molti angeli, dalle più diverse mansioni.
Ne conoscevo parecchi di Custodi, ed uno mi parlò del suo assistito.
 
Un uomo dedicato alla musica e a degli strani strumenti musicali che gli umani ebbero inventato, con la pretesa che essi fossero persino migliori delle nostre voci angeliche.
 
Mi incuriosii molto.
 
In Paradiso vige la convinzione che molti artefatti, costruiti dagli uomini, siano frutto della loro parte demoniaca e, di conseguenza, anch'io pensai che questi strumenti fossero solo un mezzo per imitare ciò che possa essere perfetto ed inimitabile come una voce d'angelo.
 
Era proibito per me, Cherubina, scendere sulla Terra.
 

Ma la mia curiosità prevalse e, una sera, mi calai nel luogo dove, di solito,

l'assistito del mio amico Custode spesso si ritrovava con altri mortali.

 
Era notte fonda sulla Terra, quando, entrata in uno di quelli che gli uomini chiamano Pub.
 
Ricordo ancora che le mie convinzioni sugli uomini vennero come frantumate dalla scena che vidi: una folla di persone era ammassata come in una scatola di sardine!
Gente che ingurgitava bevande dai colori stravaganti, detti alcolici, gente che si picchiava per non so quale motivo, uomini e donne che stavano avendo rapporti intimi davanti a tutto e tutti!
 
La perversione del genere umano mi perforò il cuore come un proiettile.
 
Avevo sempre creduto ch'essi fossero stati tutti come le persone alle quali io e i miei fratelli facevamo visita: casti, puri di spirito, timorati di Dio...
 
Credetti di essere precipitata all'inferno e mi pentii immediatamente del mio folle gesto, quando disperata cercai di scappare da quel posto.
 
Inciampai in un individuo.
Aveva un simbolo tatuato sulla maglietta. Un teschio con un serpente.
Ebbi così paura che mi misi a gridare.
Questo di tutta risposta mi diede uno strattone, urlando qualcosa.
 
E, improvvisamente, non ricordo bene come, mi sbatterono letteralmente fuori da quel locale, atterrando di faccia.
Non ero mai stata cosí felice come in quel momento.
 
Mi rialzai di scatto, e stetti quasi per correre via quando sentii una voce alle mie spalle che...
 
… Rideva.
 
Mi girai. Vidi una figura alta. Portava un cappello nero e ampio, con degli stemmi di metallo sopra.
 
Mi disse "Seratina movimentata, eh?".
 
Due occhi profondi, color nocciola mi fissarono sorridenti "Cosa è successo? Perché ti hanno sbattuta fuori?.
 
Quel ragazzo non aveva l'aria cattiva.
Non risposi, scossi la testa.
 
Il ragazzo sembrò confuso "Non hai freddo solo con quel vestito lungo? Sembra troppo leggero...".
 
Non sapevo cosa rispondergli, gli angeli non sanno cos'è la sofferenza fisica, non provano caldo, freddo, fame...
 
Trovai finalmente il coraggio di parlargli "Vorrei tanto sentire il suono di quegli strumenti musicali... ecco... Che assomigliano a voci di angeli...".
 
Non sapevo come spiegarmi, e la sua espressione stupita me lo confermò.
 
"Oh... Sei qui per vederci suonare! Ahah, scusami, non capivo, l'hai detto in un modo così originale! Cos'é, scrivi per qualche rivista di musica e sei venuta a recensire il nostro primo concerto?".
 
Non avevo la minima idea di quello che mi stesse dicendo.
Non sapevo il significato di nessuna di quelle parole!
 
Ad ogni modo, mi fece entrare di nascosto passando per un'altra porta e, anche se con un po’ di ribrezzo, entrai di nuovo in quel girone infernale, sentendomi leggermente più al sicuro insieme a quel giovane così gentile.
 
Mi portò dietro al palco, e mi chiese di attenderlo lì. Dei ragazzi lo chiamarono e lui, scattò verso di loro.
 
 
Mi ricordo che lo vidi quando si presentò, insieme ad altri, sul palco.
Imbracciava a tracolla uno strano oggetto.
 
Notai tre lettere luminose su di esso "SRV".
 

Quella sera provai qualcosa che nessun altro sentimento da me conosciuto avrebbe potuto rendermi così estasiata, così emozionata... così felice.

 

Avevo conosciuto il suono di una chitarra elettrica.

 
 
Andai via prima della fine del concerto.
 
Ma tornai molte altre volte.
Trovando sempre lo stesso ragazzo a suonare così meravigliosamente.
 
Lui... mi disse di chiamarsi Steve.
 
Steve Ray Vaugan..." 

 

-"Steve Ray Vaugan?!" esclamò Noodle sorpresa " quello Steve Ray Vaugan? Uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi? Tu... Tu l'hai conosciuto?!"
 
-"È stato il mio maestro..."
 
Noodle si lasciò scappare un gridolino di eccitazione. 2-D alzò le spalle:" Ma chi è questo tizio?"
-" Taci ignorante! Continua, ti prego..."
 
Murdoc roteò gli occhi con un grugnito. Oneida continuò
 

"... Dopo ogni concerto, aspettava che tutti i suoi amici e fans se ne andassero e, una volta soli, lui suonava solo per me. Non si stancava mai.
 

Ed una sera, gli chiesi di imparare a suonare la chitarra.

 
Ci volle un bel po’ prima di memorizzare le basi... La chitarra è completamente differente dalla lira, ma la mia passione e dedizione furono un giorno ricompensate!
Ero riuscita a suonare persino una parte di una sua composizione...
 

Ma la mia gioia non durò a lungo.
Venni scoperta.

 
Il Custode di Steve e mio unico complice, Zenit, mi aveva promesso che non avrebbe riferito nulla delle mie fughe notturne sulla Terra. Ma preoccupato per la sua anima, in continua turbolenza dal segreto che arrancava per colpa mia, e terrorizzato da una possibile punizione anche per lui, riportò la notizia a Gabriele.
 
Un processo fu indetto, angeli e arcangeli erano tutti contro di me.
 

Fui additata come "Un'eresia", "Una bestemmia".

 
Io, Cherubina, mi ero avvicinata agli uomini, mi ero camuffata come loro, avevo toccato oggetti terreni e... avevo stretto amicizia con un mortale. 
 
Un semplice pentimento accorato sarebbe servito per liberarmi da tutte le mie colpe, in fondo, è questa la Misericordia Divina.
 

Ma non lo feci!
Perché non ero per niente pentita di quello che avevo fatto.

 
Cercai di spiegare agli angeli che cosa io ci facessi sulla Terra, tentai di far comprendere la bellezza di un suono così bello come quello di una chitarra e mi ostinai a ripetere che non tutti gli uomini creano oggetti malvagi... e che tutti potevano essere privilegiati della nostra presenza, non solo i Santi o i Beati.
 
Gabriele, così amareggiato dal mio comportamento e ormai convinto della perdita della mia purezza e del mio vaneggiare a causa del contatto con la mente umana, non volle sentire scuse
 

… e la sua punizione per me fu l'Inferno.

 
Stava quasi per aprire le porte degli inferi e consegnarmi a Caronte… quando un’essenza Potente e Forte irruppe tra di noi.
 

Dio, il Misericordioso credette in me.

 
Fui graziata dalla pena suprema, ma al tempo stesso condannata, con una sola possibilità di rivalsa: per tornare una Cherubina, devo dimostrare che gli uomini siano effettivamente buoni di spirito.
 

Il mio compito è aiutare la gente ed essere aiutata a mia volta...
ma non sarò equipaggiata delle mie ali, nè della mia voce, nè dei miei occhi, deformati e trasformati per punizione divina.
 
E l'aiuto umano che dovrò ricevere non sarà cosí semplice...
perchè richiederà il sacrificio della vita mortale, per me.

 
Solo così Gabriele si convincerà della mia innocenza...
Solo così dimostrerò che il Cielo si può ancora fidare degli uomini.
 
Solo così tornerò a cantare nel Regno… e potrò rivedere il mio maestro…"

 
 
I ragazzi non fiatarono finché Oneida non finì il suo racconto, serrando le sue labbra chiudendo gli occhi.
 
Non potevano crederci.
Letteralmente.
 
Per qualcuno, tutto questo non poteva essere vero.

Murdoc, tranquillamente, si stiracchiò e, sbadigliando, irruppe nel silenzio:" Ahh... Si, bella favola della buonanotte..."

-" Murdoc!" lo riprese Noodle "non dirai sul serio!?"
-"Oh, ma andiamo ragazzi! Si sarà fatta di coca questa qui, e voi le state dando corda! Angeli, punizioni divine, sacrifici, demoni! Rimango dell'idea che sei un diavolo piuttosto che un angioletto canterino del cavolo…!"
 
-"Si ma..." interruppe 2-D "a cosa serve questo simbolo sulla schiena e le due fosse..."
 
-" La Croce è l'unico metodo che ho di difendere gli uomini dai mali ultraterreni, come i demoni, per esempio. Emana una luce molto forte e infonde serenità di spirito, le due fattispecie angeliche più odiate dai diavoli, oltre alla nostra voce. Inoltre, è un sigillo di punizione: viene marchiato così colui che appartiene ancora al Cielo ma deve riconquistarsi la fiducia degli Angeli e, fin quando le sue colpe non saranno espiate, questo continuerà a bruciare sottopelle, provocando dolore fisico e spirituale. Le fossette... una volta erano ali. Gabriele me le ha sradicate." rispose, chinando la testa "... E fanno male anche quelle..."
 
 
"Una luce forte...?"
Murdoc sgranò gli occhi.
 
Si ricordò perfettamente del bagliore accecante che l'aveva avvolto, salvandolo dai demoni.
 
Si girò, guardando Oneida in cagnesco.
Forse, stava dicendo la verità. Forse era veramente un angelo.
 
Russel si rivolse al gruppo:" Oh, dannazione! Credete che quei cosi si rifaranno  vivi...?"
-"C'è una buona possibilità..." sussurrò Oneida.
-"Ooh, nooo! Che succede se arrivano mentre stiamo suonando?!"
 
 
Murdoc ad un tratto si illuminò!
 
Che idea, che idea geniale aveva avuto!
 
Se Oneida si definiva "angelo che con quel suo unico potere scaccia i demoni", lui, indebitato fino al collo con gli Inferi, sarebbe stato al sicuro, perché avrebbe usato Oneida come una sorta di scudo o guardia del corpo!
 
Si leccò le labbra e, sghignazzando silenziosamente, allargò le braccia:" Ma Russel, così grande e grosso e hai paura di quei fantasmini da quattro soldi, eh? Rilassati, non preoccuparti... Non credo che si avvicineranno più di tanto a voi quanto a me... Effettivamente, avrei proprio bisogno di piú... Protezione..."
 

Oneida aggrottò la fronte e, fulminea, si diresse verso Murdoc, prendendolo per il bavero della camicia:" Sarò anche buona, ma non sono stupida! Tu vuoi solamente avere il culo parato, non è così?"
-" Gli angeli non dovrebbero dire parolacce..."
-"Sono momentaneamente in servizio sospeso... Rispondi alla mia domanda, non è cosí?!"
 

Murdoc chiuse gli occhi, rilassò le sopracciglia, e espirò quasi sconsolato.
 
Serio riaprì le palpebre ed i suoi occhi ibridi si scagliarono nelle pupille negative della ragazza:" No... Non voglio sfruttarti... Ho seriamente bisogno del tuo aiuto..."
 
Oneida tenne a mente per un minuto quello sguardo dannatamente convincente.
 
Non aveva più il potere di guardare nell'animo di una persona. Doveva fidarsi delle parole dell'uomo davanti a sè.
 
E gli diede fiducia:" Promettimi che ti terrai fuori dai guai con loro... E ti prometto che ti potrò proteggere...".
 
-" Lo prometto..." Murdoc accennò anche ad un sorriso, così spontaneo che 2-D rimase a bocca aperta:" Non l'ho mai visto sorridere! Non credevo che ne fosse capace!" esclamò all'orecchio di Russ. 
 
Oneida gli credette e lo lasciò andare.
 
 
Noodle volle passare quella notte con Oneida, aveva tante domande da farle sia sulla sua storia che su Steve Ray Vaugan, uno dei suoi chitarristi preferiti.
 
I ragazzi si diedero appuntamento il giorno seguente, per le prove del futuro concerto imminente.
 
2-D e Russ erano ancora scioccati da quella storia, che non chiusero occhio tutta notte.
 
Murdoc invece si rintanò nella sua stanza e, fumando beato una sigaretta cominciò a sghignazzare come un matto, ripensando a come ebbe fregato Oneida:" Ehehe.. Facile come bere un bicchier d'acqua! Ora... Sono intoccabile". 
 

Si avvicinò alla finestra e, notate delle ombre strane, dagli occhi di fuoco e le zanne aguzze, aggirarsi nelle vie buie di fronte al suo Hotel, non mancò di dar loro la buonanotte, agitando loro davanti il dito medio, ridacchiando raucamente
 
… proprio come uno di loro.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1899598