La vice-assistente

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una piccola conoscenza ***
Capitolo 2: *** lunedì ***
Capitolo 3: *** martedì ***
Capitolo 4: *** mercoledì ***
Capitolo 5: *** giovedì ***
Capitolo 6: *** venerdì ***
Capitolo 7: *** sabato ***
Capitolo 8: *** E finalmente... domenica! ***



Capitolo 1
*** Una piccola conoscenza ***


GIULIA ( "Yuuka" in originale ) compare nell'episodio 29 della prima serie animata di "City Hunter"...
Ve la ricordate?
Massì, quella pestifera ragazzina di scuola elementare che, preoccupata per l'incolumità dell'amica illustratrice, si impegna a convincere Ryo/Hunter di proteggerla da un editore disonesto e dai suoi scagnozzi.
Non so voi ma, per quanto mi riguarda, questa versione in miniatura di Kaori è semplicemente irresistibile: furbetta, simpatica, energica, collerica... e già in grado di maneggiare il martello da 10 tonnellate.
Cacchio, mica male!
Si vede che la mensa della scuola offre molte vitamine.
Scherzi a parte, godiamoci per quanto possibile questa storia senza pretese e facciamoci alcune risate in compagnia di Giulia e del MITICO Ryo Saeba.
Buon divertimento!

L'Autore

 

La vice-assistente

 

( immagini tratte da internet ) 

 

 

 

- Aaah, che pacchia!

Ryo si stiracchiò le braccia verso il soffitto, pensando con soddisfazione alla settimana di quiete che lo attendeva.
Non era affatto male che Kaori avesse vinto quella crociera nel sud del Pacifico per una sola persona.
Con l'appartamento vuoto e la collezione di martelli sotto chiave, Ryo poteva godersi ben sette giorni di totale relax.
Aveva un'ampia gamma di scelte a disposizione, per ingannare il tempo.
Poteva andare al locale di Miki, sperando che Falcon fosse impegnato altrove una volta tanto, e tentare un approccio tra un caffé e l'altro.
Oppure poteva telefonare in centrale a Saeko, proponendole il "solito" appuntamento atto a scalare la lista chilometrica dei mokkòri perennemente in sospeso.
Anche l'idea di un pomeriggio assieme a Reika non era male, specie considerando i numerosi inviti che la bella sorella di Saeko era solita rivolgergli ( anche se al solo scopo di far ingelosire Kaori )...
Sì, decisamente erano tutte valide soluzioni.

- Però... - Ryo guardò l'orologio posto nel soggiorno, stringendo gli occhi serissimo. - Sono le cinque meno trenta secondi, sta per scattare l'ora X !!!

Così dicendo, balzò in piedi dalla sedia e si precipitò alla finestra, appiccicandosi al vetro come un geco.
Mezzo minuto dopo, dalla finestra dell'appartamento di fronte, una giovane e avvenente fanciulla ignara si accingeva ad indossare un body aderente per dedicarsi alla sua mezz'ora quotidiana di ginnastica aerobica.

- Gh, che spettacolo - commentò Ryo, ammirando estasiato le curve voluttuose trasparire dall'indumento elasticizzato. - Se fosse possibile, alla persona che ha inventato queste tutine da ginnastica bisognerebbe fargli un monumento!
- Posso entrare, è permesso?

Proprio in quel momento, mentre Ryo era ancora intento a godersi il panorama della sua bella vicina di casa, qualcuno bussò leggermente alla porta del suo appartamento.
La voce squillante e argentina era indubbiamente quella di una scolaretta di prima o di seconda elementare. Costei bussò ancora un paio di colpetti e, poiché la porta era aperta, girò piano la maniglia ed entrò nell'appartamento con un sorriso allegro sulle labbra.

- Ehilà, Hunter - esclamò la piccola, socchiudendo gli occhi e sventolando la manina in cenno di saluto. - Kaori mi ha telefonato prima di partire: ha chiesto se potevo tenerti d'occhio questa settimana e, dal momento che a scuola abbiamo vacanza, ho pensato di venire a trova... Ah ?!?

Alla piccola Giulia bastò un'occhiata per rendersi conto della situazione.
La vista di Ryo, appiccicato al vetro del soggiorno con la bava alla bocca, non lasciava certo dubbi sul suo  vergognoso atteggiamento da guardone. Il sorriso sul volto di Giulia lasciò il posto ad un'espressione di pura collera e, divampando fiamme roventi dalle mani, la bambina imbracciò prontamente il suo martello personale e si scagliò su Ryo con un urlo terribile.

- BRUTTO SOZZO SUDICIO SPORCACCIONE MALEDUCATO, VERGOGNATI !!!

Ciò detto, Giulia assestò a Ryo una poderosa martellata da 10 tonnellate, conficcandogli la testa nel pavimento con uno schianto terrificante.
Seppure abituato a ben altro genere di colpi, il poveretto stramazzò al suolo, gemendo e ansimando come un soldato agonizzante sul campo di battaglia.

- Giu... Giu... Giulia - esclamò Ryo con voce soffocata, da sotto il martello che lo teneva inchiodato a terra. - S... Si può sapere che ci fai qui, chi ti ha fatto entrare?
- Kaori mi ha spiegato in cosa consiste la maggior parte del suo lavoro, perciò mi sono premunita - rispose Giulia stizzita, riponendo il martello senza fretta.
- Sempre così - borbottò Ryo tra sé. - Kaori vuole la mia morte, ora ci si mettono anche i bambini... Non è giusto!
- Guarda che è solo colpa tua - sottolineò la bambina severa, sventolando l'indice con aria da adulta saccente. - Se tu facessi uno sforzo per dominarti, invece di comportarti sempre come un vecchio maniaco, non ci sarebbe alcun bisogno di richiamarti all'ordine!
- Ehi, mocciosa - scattò subito Ryo, recuperando appieno forze e vigore. - Bada a come parli, altrimenti ti dò una sculacciata come si deve!
- Toccami e ti dò un'altra martellata - rispose Giulia, sollevando ancora la propria arma con decisione.

Ryo sospirò rassegnato.
Kaori l'aveva pensata giusta anche stavolta: non poteva certo mettersi contro una bambina di otto anni, a rischio di passare dei guai molto seri, perciò suo malgrado si ritrovava ancora una volta in balìa di una pazza isterica... con tanto di relativo martello.

- Ehi, autore, dico a te - esclamò dunque lo sweeper, additando la piccola intenta a sbeffeggiarlo con un palmo di lingua. - Ma che ti è saltato in mente di ripescare questa mocciosa, si può sapere?
- Maddài Ryo - risposi, aggiustando l'impaginazione del capitolo. - In fondo Giulia è una così brava bambina: dolce, gentile, educata...
- Ma sei fuori ?!? - sbottò l'altro. - Questa piccola peste è un pericolo pubblico, se ha già la forza di sollevare un martello del genere, non ce la voglio nella mia storia!
- Eh, mi dispiace - tagliai corto, rileggendo le esplicite raccomandazioni di Kaori in merito alla questione. - Kaori è stata molto chiara: finché sarà in vacanza, tu e Giulia vi farete compagnia e manderete avanti la ditta... C'è poco da discutere!
- Povero me - fece Ryo, chinando il capo sconsolato. - Mi si prospettano giorni durissimi, altro che pacchia!

 

( continua )

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Capitolo 2
*** lunedì ***


Dal momento che non aveva scelta, il povero Ryo si ritrovò suo malgrado costretto a fare buon viso a cattivo gioco. Avrebbe dovuto sopportare quella piccola peste di Giulia per una settimana e, fin dal primo giorno, apparve subito chiaro che la bambina aveva le idee molto chiare su come far sì che il signorino rigasse diritto.
Alle sette e quaranta del mattino, Ryo stava ancora ronfando beatamente, perso dietro ai suoi sogni pieni di ragazze bellissime e disponibili. Tenendosi abbracciato al cuscino, lo sweeper mormorò qualcosa tra sé. Purtroppo non fece in tempo a concludere quella dolce visione celestiale che, scuotendolo bruscamente dal sonno, Giulia entrò nella sua camera munita di megafono...

- SVEGLIA DORMIGLIONE - urlò. - Lo sai che non devi poltrire a quest'ora!
- Ma... Mamma mia, le Tro... Trombe del Giudizio ?!?
- Andiamo, esci dal letargo - tagliò corto Giulia, abbassando il megafono con aria severa. - La colazione è già pronta da un pezzo!

Addirittura la colazione?
Benché ancora mezzo assonnato, Ryo si stropicciò gli occhi ed entrò incredulo in sala da pranzo.
La piccoletta si era alzata di buon'ora, circa verso le sei, così da avere il tempo di tirare a lucido l'appartamento e preparare sul tavolo una colazione abbondante: burro, miele, marmellata, pane croccante e una tazza di squisito caffé nero fumante.
Ryo si grattò la nuca, non sapendo bene cosa dire, mentre Giulia lo fece sedere al tavolo e gli avvolse attorno al collo una specie di bavaglino da neonato col nome "Ryo" ricamato sopra.

- Buon appetito - esclamò lei sorridente.

Rosso dalla vergogna, Ryo si limitò ad annuire con un lieve cenno del capo.
Dopo colazione, secondo il programma scritto da Kaori, Giulia obbligò Ryo a fare di corsa il giro dell'intero quartiere. Ryo odiava quel genere di allenamento, tanto che con Kaori riusciva sempre a scansarlo, ma la piccola sapeva decisamente il fatto suo.

- Guarda che io lavoro di notte - protestò Ryo inutilmente. - Non puoi chiedermi certe pretese di primo mattino...
- Un-due! Un-due! Forza, non rallentare!
- Ehi, dico, mi sono appena svegliato... Ah-hunnng!

Sbadigliando rumorosamente, Ryo si ritrovò a tenere il passo impostogli da Giulia. Insieme attraversarono tutto il quartiere, passando davanti ad informatori e conoscenti, e tutti si voltarono a guardare Ryo con sommo stupore. Lo sweeper si limitò a salutare caldamente con la mano, eludendo così domande cui non avrebbe mai saputo cosa rispondere, ma anche così sentiva chiaramente il forte mormorio e i commenti che tutti rivolgevano al suo indirizzo.

- Povero me, che figura da chiodi - mormorò Ryo tra sé, stringendo la testa nelle spalle. - Ci manca solo che qualcuno adesso vada in giro a raccontare che mi sono messo a correre dietro alle bambine... Ne va della mia reputazione, cavolo!

E mentre lui rifletteva su questa triste eventualità, Giulia non accennava neppure a rallentare un attimo l'andatura. Tutti coloro che se li vedevano passare davanti sgranavano tanto d'occhi: al lustrascarpe davanti all'hotel Excelsior cadde di mano la spazzola; il mendicante ad ovest del parco per poco non si ustionò le dita con la sigaretta; e persino Don Oranghi e i suoi tirapiedi della Yakuza, trovandosi di fronte l'insolita scena, rimasero letteralmente con un palmo di naso...

- Ehm, Giulia - esalò Ryo debolmente. - Non ti sembra che per oggi abbiamo corso abbastanza?
- Perché non ti muovi, invece di blaterare? - replicò acida la ragazzina. - Kaori si lamenta sempre che mangi troppo e lavori poco, perciò devi fare molta più attività fisica!
- E dobbiamo fare questa maratona dove mi conoscono tutti ?!?
- Non vedo dove sia il problema - tagliò corto Giulia senza battere ciglio. - E' inutile che cerchi scuse, tanto con me non attacca!
- Ci rinuncio...

Dopo circa due ore di corsa, giunti nei pressi dei Giardini Pubblici di Shinjuku, i due rallentarono finalmente il passo e Giulia controllò l'ora sul suo apparecchio portatile.

- Okay, per oggi basta - esclamò lei soddisfatta.
- Meno male - rispose Ryo, ansimando per la sete. - Ho proprio bisogno di bere, dopo questa sudata!

Ryo non fece in tempo ad accostarsi alla cannella che, sentendosi strattonare per la manica, si ritrovò Giulia con in mano un grosso thermos dall'aria minacciosa pieno di té bollente.

- Mi meraviglio di te, Hunter - esclamò Giulia, versando il liquido nel bicchierino apposito. - Bere acqua fredda, specie quando si è accaldati, può fare male all'organismo... Su, bevi questo tutto d'un fiato!
- Cos... Stai scherzando, spero?
- Non discutere!
- No, tu sei pazza, stammi lontano... AIUTO !!!

Malgrado le sue proteste, Ryo fu costretto a trangugiare una bevanda a 35°, con una temperatura estiva di minimo 42°, rischiando di cuocersi contemporaneamente la gola e la lingua.
La piccola Giulia sapeva bene come farsi obbedire.
Dopo questa bravata, Ryo immaginò che tutto ciò facesse parte di un diabolico piano di Kaori per fargli trascorrere una vera e propria settimana d'inferno.

- Lo ha fatto apposta - gemette lui con rabbia. - Ma quando torna mi sente, altroché!

Più tardi, dopo essersi rifocillato con almeno una mezza dozzina di sorbetti alla fragola, Ryo cominciò a scervellarsi su come poter sollevare dal suo incarico quella piccola mocciosa rompiscatole. Stava ancora rimuginandoci sopra quando, tirandolo ancora per la manica, la bambina richiamò nuovamente la sua attenzione.

- Di' la verità, sei arrabbiato con me, giusto?
- Eh, come? Ma no, niente affatto, cioé...
- Lo so, siamo partiti col piede sbagliato, ma devi capire che io sto cercando di fare del mio meglio!
- In... In che senso, scusa?
- Nel senso che voglio essere una brava assistente, proprio come Kaori, per questo mi attengo scrupolosamente a ciò che lei mi ha raccomandato di fare!
- Dovevo immaginarlo - osservò Ryo sottovoce. - Nessuna bambina potrebbe essere così spietata: un atteggiamento simile può essere solo opera di quella "pazza" di Kaori...

E mentre immaginava la compagna su quella nave da crociera, ridendosela a crepapelle per la buona riuscita del suo tiro diabolico, dentro di sé giurò orrendi propositi di vendetta.
Subito Giulia gli si attaccò al braccio, sbarrando gli occhioni a mo' di cucciola indifesa, e Ryo si ritrovò completamente spiazzato.
Purtroppo non sapeva resistere ai dolci occhi femminili, indipendentemente dall'età, erano il suo punto debole.

- Allora, che ne dici - mormorò Giulia, facendo la voce più tenera possibile. - Facciamo la pace?
- Beh, io veramente...

E anche questa volta Ryo si ritrovò nell'impossibilità di dire di no.
In fondo Giulia era sinceramente gentile e premurosa, a modo suo, e tutto sommato non poteva certo deludere così il suo entusiasmo.

- D'accordo - sorrise lui, strizzando l'occhio.
- Evvài, ci ha creduto - gongolò Giulia trionfante.
- Come ?!?
- Ehm... Volevo dire che... Che dobbiamo festeggiare con un altro gelato! Andiamo, offri tu, non è vero?

Sotto quell'aspetto da angioletto innocente, in realtà si nascondeva un piccolo diavoletto capace di tutto.
Kaori aveva visto giusto.
Evidentemente Ryo non immaginava ancora cosa lo attendeva nei giorni seguenti. Giulia era capace di passare da un estremo all'altro, riuscendo sempre e comunque a fregarlo, eppure lui non aveva alcun valido pretesto per scrollarsela di dosso.
Purtroppo la settimana era appena cominciata.
Chissà se sarebbe sopravvissuto ai giorni seguenti... o se invece i criminali della città avrebbero eretto un monumento in onore della mocciosa che, da sola, riuscì ad annientare l'incubo della malavita locale.
Lo sapremo nel prossimo episodio.

 

( continua )

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Capitolo 3
*** martedì ***


- Trasmettiamo ora i risultati delle corse ippiche di questa settimana!

Ryo accostò l'orecchio alla radio, pur di non perdere neanche una sillaba.
Come di consueto, infatti, si era giocato fino all'ultimo yen di scommesse. Un addetto all'ippodromo gli aveva fornito una dritta sicura, come ricompensa per averlo tolto dai guai con un gruppo di strozzini della cricca di Shinjuku, e Ryo stava già fantasticando su come avrebbe potuto spendere i soldi in qualche locale di strip-tease e bevendo come una spugna.

- Ti prego, fa che abbia vinto Schiappone... tiprego-tiprego-tiprego!
- Alla decima, nona e ottava posizione si piazzano rispettivamente: Battichiappa, Buttafuori e Carosello...
- Chissenefrega, dimmi solo che ha vinto Schiappone, dimmelo!
- Settima, sesta e quinta posizione, nel seguente ordine: Polenta, Camomilla e Citrosodina...
- E Schiappone primo, Schiappone primo!
- Magomerlino ha conquistato la quarta posizione...
- Sei sordo ?!? Voglio sapere dov'è Schiappone!
- Sul pòdio del Derby salgono: Fulminedipegasus al terzo posto, Federicobarbarossa al secondo e Schiappone conquista...
- Evvài, centosessantanovemila a uno... SONO RICCO !!!

L'urlo di giùbilo di Ryo fece voltare di scatto Giulia.
La bambina era ancora troppo piccola e innocente, per conoscere il mondo del gioco d'azzardo, tuttavia era curiosa di capire il motivo di tutta quella felicità improvvisa.

- Hunter, sei sicuro di sentirti bene? - domandò lei preccupata.
- Sto divinamente, mocciosa, divinamente... Solo, dove ho messo la ricevuta?

Ryo prese a rivoltare l'appartamento da cima a fondo, cercando di ricordarsi dove poteva aver messo la sua giocata vincente, ma senza successo.

- Eppure dev'essere qui, da qualche parte - borbottò ansioso, rivoltando divano e cuscini come se fossero piume.

Giulia sgranò ripetutamente gli occhi, nel mentre che Ryo cominciò addirittura a schiodare le assi del pavimento ruggendo e imprecando a più non posso. Negli attimi che seguirono, oltre che mettere a soqquadro tutta la casa, Ryo prese letteralmente a dare i numeri per l'ansia che gli bruciava di ritrovare disperatamente la sua giocata da centosessantanove milioni di yen.
Incurante degli occhioni di lei che lo osservavano sempre più perplessi, Ryo urlò e sbraitò furiosamente, ormai sull'orlo di una crisi di nervi, prelevando addirittura uno dei martelloni di Kaori e menando colpi violenti contro le pareti.
Probabilmente credeva che quel dannato pezzo di carta potesse essersi andato a cacciare dentro qualche fessura.
Ben lungi dal demordere, Ryo imbracciò tutto l'arsenale dell'armerìa al piano di sotto, con tutta l'intenzione di demolire l'intero edificio pur di mettere le mani su quello stramaledetto pezzo di carta.
A quel punto Giulia, raccogliendo tutto il fiato possibile nei polmoni, gli urlò contro di smetterla e di spiegarle che cavolo stava facendo.
Recuperando parte del proprio senno, Ryo le spiegò brevemente del pezzo di carta con sopra il logo dell'ippodromo.
Giulia impallidì.

- Non... Non sarà mica un foglio con il disegno di un cavallo sopra - mormorò.
- Sì, proprio quello - esclamò Ryo, drizzando tosto l'orecchio. - Perché, l'hai visto?
- Ecco, veramente io...

Ryo cambiò tosto espressione, assumendo i lineamenti di un oni infuriato, con tanto di fiammelle ardenti che fuoriuscivano dagli occhi e dalla bocca. Giulia si rannicchiò contro ciò che restava della parete ancora intatta, temendo seriamente che l'altro avesse intenzione di sbranarla viva, e piuttosto che mentire preferì confessare spontaneamente.

- Credevo che non fosse importante. - esclamò candidamente, le braccia dietro la testa con evidente imbarazzo. - Avevo bisogno dell'immagine di un cavallo per il disegno di scuola, così ho ritagliato la sagoma e ho buttato via il resto... Mi dispiace tanto taaanto!

Silenzio.
Ryo era troppo sconvolto, persino per realizzare correttamente che i suoi centosessantanove milioni erano andati prima ancora di poterli spendere, e neppure aveva la forza di allungare le mani per strangolare quella tenera ed innocua faccina d'angelo che gli sorrideva come se niente fosse.

- Andiamo, non fare così - fece Giulia, sinceramente pentita. - Se vuoi, posso sempre risarcirti col mio salvadanaio: pensa che ho risparmiato addirittura trenta yen di paghetta!
- Per favore, taci - gemette Ryo, bianco come uno zombie.
- Non sei arrabbiato... vero?

Fortunatamente per Giulia, Ryo era abbastanza in grado di ricordare la pena prevista per "strangolamento di minore"... senza alcuna attenuante, visto che nessun giudice avrebbe mai accolto la sua versione dei fatti.
Tutto ciò che poteva fare era piangere in silenzio, dicendo addio a tutti quei milioncini che avevano già preso il volo, senza neanche immaginare cos'altro ancora gli avrebbe combinato quella piccola peste nei giorni a seguire.
Facendo appello a tutta la forza di volontà possibile, Ryo prese Giulia da parte e cercò di parlarle senza commettere uno sproposito.

- Giulia - sospirò. - Per favore, ascoltami un momentino...
- Sono tutta orecchi - fece la piccola, mostrando beffardamente un palmo di lingua.
- Fammi il sacrosanto piacere di "chiedere", prima di toccare qualunque cosa qui dentro... fossanche la carta igienica, d'accordo?
- D'accordo, sono una brava bambina io!

Ryo cercò di reprimere a stento un ruggito.
Le mani che gli tremavano fortemente, preso com'era dall'impulso di strozzarla, tuttavia il suo autocontrollo fu più che sufficiente ad impedirgli di commettere uno sproposito.

- Lasciamo perdere - mormorò rassegnato. - Piuttosto, cerchiamo di rimettere a posto questo casi... no!
- Hunter, attento - gridò Giulia.

L'avvertimento però giunse troppo tardi.
Nell'aprire ignaro la porta del ripostiglio, Ryo incappò nella trappola che la bambina aveva piazzato per impedirgli di prendere il cannocchiale e di spiare così le ragazze che abitavano nell'edificio di fronte.
Il poverino si ritrovò dunque letteralmente "schiacciato" da un'incudine di ferro gigantesca.
Steso ed agonizzante, ma ancora vivo, riuscì ad articolare appena qualche parola.

- Non... credevo di... poterlo dire - esalò in un soffio. - Spero che Kaori torni presto! 

 

( continua )

 

Angolo Autore:

Saluto Sacramenta e Titinina, scusandomi per il ritardo degli aggiornamenti...
^__^ Al prossimo capitolo!

DADO

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Capitolo 4
*** mercoledì ***


- Dai Ryo, non vorrai negarmi un favore? Proprio oggi, che avevo deciso di saldare qualche debito...
- La capra canta - ribatté Ryo furioso. - Avrò sentito questa solfa almeno ventimila volte, e non ho visto ancora l'ombra di un solo mokkori, SONO STUFO !!!

Saeko fu costretta a tappare la cornetta del telefono con la mano, per non correre il rischio di diventare sorda.
Non che non fosse abituata a quel genere di sceneggiate, anzi, la divertiva mandare avanti quell'interminabile "gioco" con Ryo. Oltretutto sapeva bene come addolcire il carattere di un uomo, semplicemente con il tono suadente e sensuale della voce.

- Ryo, tesoro - mormorò seducente. - Sei anche troppo paziente, me ne rendo conto, per questo ti meriti un premio: che ne dici di una cenetta, stasera? Ho giusto un tavolo prenotato per due al ristorante, ti prego, non dirmi di no... E dopocena, ti prometto, potrai avermi tutta per te!

L'espressione ebete sul volto, Ryo stava già fantasticando su chissà quale notte di follìe con la bella poliziotta.
Purtroppo per lui, prima ancora che potesse rispondere affermativamente, qualcuno gli sfilò il telefono dalle mani e si prese la briga di mandare Saeko a quel paese.

- La smetta di farci perdere tempo - esclamò aspramente la piccola Giulia, in tono molto chiaro e perentorio. - Questo è un ufficio investigativo, non una casa di appuntamenti, perciò non insista!
- Giulia ma... ma che dici, sei pazza ?!?

Sia Ryo che Saeko sgranarono tanto d'occhi.
Saeko era addirittura convinta di aver avuto un'allucinazione, quasi come se Kaori si fosse rimpicciolita, e a stento riuscì invece  realizzare la presenza di una bambina a casa di Hunter.

- R... Ryo - mormorò. - Pe... Per caso, Kaori ha una cuginetta?
- Macché "cuginetta" - scattò Giulia stizzìta. - Sono l'assistente di Hunter, sostituisco Kaori per tutta la settimana, e non permetto a nessuno di importunare il mio datore di lavoro!
- "Datore di lavoro" - ripeté Saeko allibìta.
- Giulia, adesso basta, dammi quel telefono!

Strappandosi vicendevolmente la cornetta, in un tira e molla a dir poco ridicolo, Ryo e Giulia presero ad accapigliarsi peggio che in un incontro di wrestling. Nessuno dei due intendeva mollare, strattonando e stringendo con la forza della disperazione, fino a che Giulia non pensò bene di mordere l'altro proprio sul braccio.

- AHIAAAAAAAAAAAAA !!!

Il povero Ryo fece un salto di mezzo metro, impazzendo per il dolore atroce, mentre Giulia conquistò finalmente l'oggetto della discordia e riattaccò l'apparecchio con fredda noncuranza.

- Oh no, no... NO - gemette Ryo tra i singhiozzi. - Proprio stavolta, no... Saeko... Non mi capiterà più un'occasione del genere!

Questa volta Giulia aveva davvero passato il segno.
Corsa la mattina, bevande bollenti, centosessantanove milioni di yen sfumati... e adesso si permetteva anche di interferire con la sua vita privata e i suoi appuntamenti.
D'istinto Ryo fece per sgridarla ma, prima che potesse dirle qualcosa, Giulia si fece estremamente seria in volto e lo spiazzò con un'occhiata colma di disapprovazione.

- Ma non ti vergogni - esclamò severa. - Lo dice anche Kaori che quella lì non fa altro che prenderti in giro, e tu le dai ancora corda... Ma quando ti deciderai a crescere, insomma?
- Ma... come ti permetti, mocciosa? Quella era una telefonata di importanza vitale!
- Raccontala a un altro - ribatté Giulia. - Kaori mi ha spiegato molto chiaramente che quando fai lo scemo al telefono, sopratutto con quelle bave gocciolanti alla bocca, vuol dire che c'è di mezzo Saeko... Kaori dice che di quella donna non ci si può fidare, e che pretende sempre di farti lavorare gratis, perciò non devi accettare gli incarichi che ti propone!
- Questi sono fatti miei, piccola ficcanaso - ruggì Ryo furibondo. - Stai seriamente mettendo a dura prova la mia pazienza, ti avverto!

Come a voler sottolineare la questione, Ryo serrò i pugni e si parò dinanzi a Giulia quasi volesse sculacciarla a dovere.
Tuttavia la bambina cambiò subito espressione e, con gli occhi lucidi di lacrime, scoppiò in un pianto a dirotto che lasciò Ryo completamente di stucco.

- E... Ehi, dico... Adesso che cosa ti prende? - gemette. - Andiamo, smettila di piangere, non ti ho fatto nien...
- Sei... Sei cattivo... BUAAAHHH !!!

Nel mentre che la bambina si buttò con le ginocchia sul pavimento, dando libero sfogo a quella specie di sirena che Madre Natura le aveva impiantato in gola, il povero Ryo si immaginò con terrore le possibili reazioni del vicinato.
Bastava una sola malelingua pettegola ( oppure una lettrice di fanfiction sufficientemente cretina! ), capace di additarlo come seviziatore di minori, e nessuno ci avrebbe pensato due volte ad arrestarlo e a buttar via la chiave della cella.

- Ehi... Ehi, non fare così, dai... Ti chiedo scusa, non volevo... facciamo la pace, dai, non piangere...
- No, sei cattivo - insistette Giulia. - Io cerco di aiutarti e tu mi rispondi male... UAAAHHH !!!
- Basta, ti prego - fece Ryo, profondendosi in ripetute genuflessioni, per implorarla di smetterla. - Farò tutto quello che vuoi: cinema, luna park, dolciumi... ma smetti di piangere, ti supplico!

La piccola strinse gli occhi sospettosa, interrompendo tosto il fiume di lacrime, dopodiché prese a dettare le condizioni.
Ryo realizzò che la piccola peste stava facendo solo scena, diabolicamente astuta com'era, ma non poteva certo correre rischi col vicinato.
E così, non solo costretto a rinunciare ad una cena intima con Saeko, lo sventurato si ritrovò suo malgrado costretto a sorbirsi una carrellàta intera di cartoni animati della Disney per tutta la sera. Giulia lo costrinse sul divano, prendendo saldamente possesso del telecomando, obbligandolo a reggere il cartoccio gigante dei pop-corn.

- Ti piacciono Paperino e Pippo? - domandò Giulia, attingendo manciate e sgranocchiando beatamente.
- Da morire - rispose Ryo cadaverico.
- Ho anche una cassetta dei Puffi, dopo magari ce la guardiamo!
- Non vedo l'ora...

 

( continua )

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Capitolo 5
*** giovedì ***


- Una bambina di... E' uno scherzo, vero ?!?

Quando Mr. Koegisawa ( capo di una delle cosche malavitose più temibili dell'intero quartiere ) venne a sapere che la nuova assistente dell'odiatissimo Hunter era una marmocchia di appena otto anni, per un attimo pensò di aver capito male il rapporto dei suoi informatori.

- E' così, capo - ridacchiò uno dei suoi sottoposti, sottolineando appunto la comicità della cosa. - In tutta la città non si parla d'altro: quello sbruffone di City Hunter non oserà più muovere un dito contro di noi, se prendiamo quella mocciosa come ostaggio!
- Sembra quasi un sogno - fece Mr. Koegisawa con un sospiro. - Finalmente potrò riprendere il mio traffico illegale di armi, se riuscirò a mettere Saeba in condizioni di non nuocere; quel maledetto deve essersi proprio rincitrullito, per mettersi a fare da bàlia ad una bambina delle elementari...
- Già - sorrisero gli altri scagnozzi.
- D'accordo, allora, non perdiamo altro tempo - tagliò corto Koegisawa. - Andate a prendere la mocciosa, così avremo in mano l'arma per ricattare Hunter!

E così, dopo aver localizzato la vittima durante i suoi spostamenti, gli uomini di Koegisawa non dovettero far altro che attendere la loro piccola preda dietro l'angolo del supermercato. Giulia era andata a fare la spesa, secondo le istruzioni lasciatele da Kaori, ed era appena uscita dal negozio con le braccia cariche di provviste. Purtroppo per lei, quando Ryo si addormentava per il suo solito pisolino pomeridiano, neppure le cannonate erano in grado di svegliarlo... e comunque, la bambina non immaginava certo di ritrovarsi nei guai, andando e tornando lungo quel breve tragitto.

- Ehilà, piccolina - esclamarono ad un tratto gli uomini di Koegisawa, sbucando improvvisamente dal nulla.
- Non è un po' pesante per te, tutta quella roba?
- Se vuoi, possiamo aiutarti noi...

Giulia sbarrò gli occhi, chiaramente in preda allo spavento.

- Chi siete... Che cosa volete ?!?
- Su, cerca di fare la brava - sentenziò uno dei farabutti, nell'afferrarle la spalla. - Se sarai buona, ti compreremo i dolce... Ahiaaa-che-maleee!
- Giù le mani, mascalzone!

Malgrado la situazione impari, Giulia non esitò a sferrare un calcio proprio contro lo stinco del criminale alle sue spalle. Questi prese ad urlare per il dolore ma, infuriato com'era, si avventò rabbiosamente sulla piccola per sollevarla da terra e tapparle la bocca con il palmo della mano.

- Mmm... MMMPPPHHH !!!
- Zitta - ruggì il delinquente, stringendo per impedirle di liberarsi.

Per quanto Giulia scalciasse e si dibattesse, era ovvio che non poteva divincolarsi dai suoi rapitori.
Questi fecero bene attenzione che nessuno si stesse aggirando negli immediati paraggi e, dopo averla opportunamente legata ed imbavagliata, ficcarono Giulia dentro un sacco e la schiaffarono nel portabagagli della loro vettura.

- Andiamo, presto, metti in moto!

In men che non si dica, laddòve un attimo prima Giulia stava camminando tranquillamente, non era rimasto altro che una busta di carta per terra e un mucchio di generi alimentari sparsi miseramente per terra.
Tutto era andato liscio, o almeno così sembrava, e dunque non restava altro da fare che ricattare Hunter.
Se solo costoro avessero anche solo lontanamente potuto immaginare, prima di mettersi a rapire quella "dolce bambina innocente", ci avrebbero pensato senza dubbio due volte...

***

- Ma questa non è una bambina - osservò il povero Koegisawa, circa un paio d'ore dopo che i suoi ebbero condotto Giulia nel suo covo. - Questa è addirittura peggio di Hunter...

Da che era arrivata lì, infatti, Giulia aveva già avuto abbondantemente modo di rendersi insopportabile ai suoi carcerieri: le sue urla e i suoi piagnistei, oltre a riecheggiare per tutto l'edificio, avevano finito col provocare un mal di testa collettivo; l'addetto alla sua sorveglianza, un gigante di quasi due metri di altezza, si era buttato in ginocchio ad implorarle pietà come un bambino; e se qualcuno si azzardava anche solo a sfiorarla, dando ulteriore prova della sua incredibile forza di volontà, costei era in grado di staccare ed utilizzare come arma la testiera metallica del letto cui avevano commesso l'errore di ammanettarla all'arrivo.
Purtroppo, non potevano certo metterla a tacere con un colpo di pistola.
Se volevano ricattare Hunter, erano costretti a mantenerla viva e in buona salute.
Sfortunatamente, però, i nervi di Koegisawa stavano cedendo.

- Dannata mocciosa che non sei altro... VUOI STARE UN PO' ZITTA, UNA BUONA VOLTA !!!

In risposta, giunse un coro di voci lamentose e sfinite.

- Chi... Chi ha avuto questa bella idea di rapirla?
- No... Non lo so, io no di certo...
- Fatela tacere, per pietà, non ce la faccio più...
- Avrà anche otto anni, ma sembrano otto sirene della polizia messe assieme!

Dal momento che non c'era altro modo per zittirla, Koegisawa mostrò a Giulia la chiave delle manette e si offrì di liberarle i polsi da quella testiera di metallo... ovviamente, in cambio di una tregua.
Con grande sollievo dell'intera banda, Giulia acconsentì.
Koegisawa la fece trasferire nel suo ufficio privato, tenendola sotto stretta vigilanza, e le spiegò chiaramente il motivo del suo rapimento.

- Se il tuo amico Hunter accetterà certe mie condizioni, né io né i miei uomini ti faremo nulla - spiegò Koegisawa. - Nel frattempo, cerca di non abusare della nostra pazienza!

Giulia sbuffò con noncuranza.

- Figuriamoci - esclamò tranquilla, piantando i gomiti sul tavolo e fissando il boss con aria di sufficienza. - Sai le risate, se si sapesse che vi abbassate a rapire dei bambini...

Koegisawa strinse l'occhio, chiaramente infuriato.

- Brutta monellaccia impudente - mormorò lo yakuza tra i denti.

Era il colmo.
Come si permetteva, quella piccola peste, di farsi beffe di lui e della sua banda?
Per quanto fosse piccola, non aveva peli sulla lingua. Giulia era abituata a dire chiaramente tutto ciò che pensava, forte della sua incoscienza, e senza minimamente preoccuparsi delle possibili conseguenze.
Koegisawa fece per sollevare una mano, chiaramente intenzionato a darle uno schiaffo, ma si trattenne in tempo.
Rapire una bambina era un conto.
Picchiarla, o addirittura ucciderla, poteva ulteriormente aggravare la sua posizione ( specie agli occhi delle lettrici, capaci di denunciare la storia all'amministrazione del sito, con l'accusa di abuso verso i minori ). Anche se era un verme, Koegisawa non era assolutamente capace di alzare le mani contro quella marmocchia petulante.

- Sei fortunata, mocciosa - sibilò. - Mi servi viva, per costringere Hunter a non mettermi più i bastoni tra le ruote, altrimenti...

Purtroppo Koegisawa non ebbe il tempo di finire la frase che, seguito dalle voci concitate delle guardie all'ingresso, un forte rumore proveniente dall'esterno lo mise in allarme.

- Ma cosa diavolo succede, adesso?

La domanda del boss non dovette attendere molto, per avere una risposta.
Come si affacciò alla finestra, per rendersi conto della situazione, la vista dei suoi uomini tramortiti e del loro aggressore gli fece gelare il sangue nelle vene.

- Hu... Hun... HUNTER ?!?

Freddo e impassibile, come sempre all'occorrenza, Ryo Saeba rivolse uno dei suoi sguardi terribili e minacciosi verso un Mr. Koegisawa ormai del tutto privo di colore in viso.
Non vedendo tornare Giulia, e chiaramente preoccupato, gli era bastato fare un paio di domande in giro per scoprire dove quei dannati mascalzoni l'avevano portata.

- Bene, bene - esclamò Ryo severo. - Non ti smentisci mai, Koegisawa, sei sempre la solita carogna... Cos'è, ti diverti a sequestrare le bambine, adesso?
- No... Non è come sembra - gemette il povero yakuza indifeso. - Ti prego, Hunter, ti assicuro che c'è un equivoco...
- Certo, ne sono convinto - disse Ryo calmissimo, estraendo la propria arma dalla fondina. - Ma ti concedo generosamente altri otto secondi del mio tempo, per lasciare libera Giulia e chiarire il tuo equivoco con me... a meno che tu non sia stanco di vivere, s'intende!

Pur essendo un criminale grande e grosso, Koegisawa non era tanto stupido da pensare di avere anche solo la benché minima possibilità contro Hunter.
Inutile anche insistere con la carta dell'ostaggio: sfidare oltremodo Hunter, significava un biglietto di sola andata per l'inferno...
Tutti sapevano che, tra le cose che Hunter odiava di più in assoluto del mondo criminale, rapitori e ricattatori difficilmente potevano uscirne vivi.
Tremando come una foglia, incapace di fare o dire qualcosa, Koegisawa buttò a terra la propria pistola e si prostrò ai piedi dello sweeper chiedendogli umilmente perdono.

- Hunter, sei magnifico - strillò Giulia con ammirazione.
- Ciao, piccola - la salutò Ryo, senza smettere di tenere sotto tiro quel verme di Koegisawa. - Stai bene?
- Oh sì, sto benissimo - rispose lei, correndogli incontro. - Sapevo che saresti venuto a prendermi, non avevo il benché minimo dubbio!
- Scusa se ti ho fatto aspettare - fece l'altro mortificato. - Non ho sentito la sveglia, e allora...

Subito Giulia cambiò espressione, passando da quella gioiosa ad una terribilmente delusa.

- Dovevo immaginarlo - sussurrò.
- A proposito, che fine ha fatto la spesa? Ho saltato anche la cena e sto morendo di fame!
- Non guardare me: io la spesa l'avevo fatta, prima che mi rapissero, ma questi tizi hanno pensato bene di rovesciarmela...
- COOOSAAA ?!? - urlò Ryo, fissando Koegisawa ancor più minacciosamente. - Per un'eresìa del genere, puoi considerarti praticamente già morto!
- Nàààhhh, pie... pietà, nobile Hunter, io... io ti prometto che riparerò al mio errore: pranzi e cene gratis nei migliori ristoranti, per una settimana, ma ti imploro... ti supplico, abbi pietà di un povero peccatore!
- E sia - concluse Ryo, inarcando severamente il sopracciglio. - In fondo, sono un uomo estremamente misericordioso; se il tuo pentimento è sincero ebbene, io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome della mia 357 Magnum!
- Cosissìa - ringraziò Koegisawa, baciando il pavimento, nelle sue incessanti genuflessioni. - Sia fatta la tua volontà!
- Amen - concluse Hunter, rinfoderando l'arma e prendendo Giulia in braccio.

La bambina sbadigliò a bocca aperta.

- Andiamo a casa, adesso - tagliò corto Ryo con una smorfia, vedendo quant'era assonnata. - A quest'ora, le brave assistenti devono fare la nanna!

***

Più tardi, una volta tornati a casa, Giulia era praticamente addormentata da un pezzo.
Ryo la fece coricare senza svegliarla, rimboccandole piano le coperte, e si sedette di fianco al letto per osservarla dormire.

- Incredibile - pensò Ryo. - Certo che, nel sonno, sembra proprio un angelo...
- Hunter - mormorò Giulia nel sonno. - Grazie... per avermi salvata!

Ryo sorrise.

- Non c'è di che, piccola - fece lui sottovoce, sfiorandole la fronte con tenerezza.

Che dire?
Giulia era una vera peste.
Una specie di Kaori in miniatura: pasticciona, invadente, petulante, asfissiante...
Ma era comunque una bambina e, come tale, in lei vi era anche lo specchio dell'innocenza.
Ryo rimase immobile per qualche istante, assicurandosi che il suo sonno fosse più che tranquillo, dopodiché spense la piccola lampada sul comodino e si alzò per uscire dalla stanza in punta di piedi.

- Buonanotte - sussurrò. - Sogni d'oro!

 

( continua )

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Capitolo 6
*** venerdì ***


Dal momento che "lavoro" non fa rima con "ne trovo", tanto per cambiare, Ryo Saeba era ancora una volta costretto ad elemosinare qualche incarico, distribuendo volantini in giro un po' come gli Accattoni di Geova...

- "Testimoni", ignorante - corresse Giulia stizzìta. - Lo insegnano persino a scuola, che si chiamano Testimoni di Geova, autore villano che non sei altro!

Ehm, chiedo scusa, un piccolo làpsus.
Ordunque, dicevo, Ryo e Giulia stavano appunto spargendo i manifestini di Kaori in pieno centro commerciale.
Come al solito, Ryo non era per nulla entusiasta. Era noto infatti che, invece di attirare nuovi clienti, quella ridicola pagliacciata serviva solamente ad attirare addosso molte lievi occhiatacce e qualche commento seccato. Giulia ci metteva lo stesso entusiasmo di Kaori, nello sventolare quegli inutili pezzi di carta sotto il naso dei passanti, mentre Ryo non faceva altro che sospirare rassegnato.

- Perché non mi capita mai una richiesta di lavoro come dico io? - gemette.
- Ehilà, Hunter - esclamò di colpo una voce allegra alle sue spalle. - Stiamo messi maluccio, vedo...
- Re... REIKA ?!?

L'affascinante sorella di Saeko, passando di lì casualmente, si fermò a raccogliere uno dei volantini.

- Se hai tutto questo bisogno di lavorare, potevi passare da me in ufficio - commentò lei beffarda. - Lo sai che il tuo aiuto mi farebbe comodo, in fondo siamo colleghi...
Subito Ryo scattò in piedi, sbaciucchiando la mano di Reika con riconoscenza, al che la furbacchiona non dovette far altro che sfoderare tutto l'irresistibile arsenale della sua voce suadente misto ad un sex-appeale altrettanto elevato.

- Povero piccolo Ryo - mormorò la donna sottovoce, coccolando il povero tonto con qualche carezza lascìva sul mento e sulla nuca.
- Gh, ditemi che sono già in Paradiso!
- No, sciocchino - replicò subito Reika. - Ma se vieni con me a fare quattro chiacchiere, ti prometto che stanotte saprò come ricompensarti a dovere; non sono mia sorella, lo sai che io mantengo le mie promesse!
- Ti credo, ti credo... TI CREDOOO !!!

L'urlo libidinoso di Ryo, oltre a fare voltare di scatto le persone nelle immediate vicinanze, fece indietreggiare la povera Reika di un passo.
Costei sapeva quanto lui fosse ossessionato dalle belle fanciulle tutte curve ma, non osando immaginare fino a che punto potesse spingersi la sua foia, era impossibile stabilire l'imprevedibilità delle sue reazioni.
Fortunatamente però, prima che Ryo potesse anche solo azzardarsi a fare oltremodo il cretino, la piccola Giulia lo richiamò all'ordine col suo possente vocione infuriato.

- HUUUNTEEER - gridò. - Ma quando ti deciderai a comportarti da adulto, si può sapere?
- No... Non c'è bisogno di arrabbiarsi così - provò a scusarsi l'altro. - Io e Reika stavamo semplicemente parlando di affari, come tra persone civili, tutto normale te lo assicuro...
- Uhmmm - fece Giulia dubbiosa, stringendo gli occhi a due sottili fessure minacciose. - Guarda che ti cresce il naso, se dici le bugie, stai attento!
- Eh-ehm - tossicchiò Reika nervosamente. - Ryo, spiegami una cosa: fai da supplente alla scuola materna, per arrotondare lo stipendio o cosa?
- Non è come sembra - replicò subito Ryo. - Davvero, Reika, posso spiegarti tutto...
- Ah, davvero - osservò Reika con voce tagliente. - Sai, per quanto fossi un mascalzone, ero convinta tu avessi pur sempre un briciolo di morale... Ma da quello che vedo, non credo esista un termine adeguato per esprimere quanto sei disgustoso!

Hunter sbarrò gli occhi.
Ma che aveva capito?
Possibile che Reika fosse giunta alla conclusione più errata, pur conoscendolo da diverso tempo?
Era noto che Ryo Saeba avesse un debole per le donne... per le "donne" però, rigorosamente maggiorenni e vaccinate, e non certo per le bambine delle elementari.
Tuttavia, le apparenze erano tutte contro di lui.

- Vergognati - sentenziò Reika furibonda. - Non hai neanche un briciolo di ritegno, depravato!

Agli occhi di Reika, Ryo era diventato ancora peggio di un "semplice" maniaco pervertito.
Nella sua mente, infatti, vi era già l'immagine allucinante di un immondo e disgustoso farabutto che, distribuendo dolciumi e caramelle, cercava ignobilmente di circuìre tante povere bambine ingenue per chissà quale immondo e perverso scopo...
Uno spettacolo ignobile!
Solo al pensiero, oltre alla rabbia e al disgusto profondo, Reika provava un fortissimo desiderio di colpire Ryo per eviràrlo direttamente sul posto.
Ci volle del buono, per tranquillizzare Reika su quelle che erano le tendenze di Hunter.
Con l'aiuto dell'autore, dopo averle brevemente spiegato il riassunto dei capitoli precedenti, costei sembrò per fortuna comprendere sia la presenza della piccola Giulia che il suo ruolo all'interno della storia.

- Così, se ho capito bene, Giulia sostituisce Kaori per tutta la settimana?
- Esatto - annuì Ryo con ripetuti cenni del capo. - Non avrai pensato sul serio che mi fossi bevuto il cervello, andando a compromettermi con una bambina di otto anni ?!?
- Beh, ammetterai che è preoccupante quanto legittimo il dubbio - sottolineò dunque Reika, chiamando a testimonianza le tante mail delle lettrici riguardo a questa storia. - Un donnaiolo come te, che non riesce a tenere a freno i propri istinti animali... Come si può pensar bene, nel saperti solo con una povera bambina innocente?

Sentendo quell'accusa, il povero Ryo fece una faccia da fine del mondo.

- Ma qui siamo al regno della follìa pura - mormorò sgomento, sentendo quasi cascargli le braccia. - Possibile che, dopo 140 episodi della mia serie, esistano persone che mi ritengono capace di... A me piacciono le donne, non sono un pedòfilo!
- Eh, caro Ryo - sospirò dunque l'autore. - D'altronde, in un fandom dove una serie ed uno "spin-off" alternativo vengono intesi sullo stesso piano, non è poi così strano che buona parte del pubblico a casa non abbia ben chiaro in cosa consiste il tuo personaggio!
- Zitto, telesette - ringhiò Ryo. - E' tutta colpa tua e delle tue put***ate, se Reika e le lettrici pensano questo di me!
- Beh, se la pensi così, posso anche "tagliare" la parte dove tu e Reika vi scambiate un delizioso mokkòri e rimandarti al prossimo capitolo!
- COME ?!? No, un momento, aspetta...

Troppo tardi.
Avendo chiarito la situazione, Reika decise che non era il caso di scomodare Ryo, dal momento che questi era assegnato ad altri due capitoli in compagnia di quella piccola peste.

- Su, muoviti - tagliò corto Giulia, afferrando Ryo per l'orecchio. - Abbiamo ancora tutti questi volantini da distribuire!
- Non è giusto - singhiozzò Ryo, con la voce rotta dalla disperazione. - Queste fanfiction sono sempre più ingiuste... VOGLIO MORIREEE !!!

 

( continua )

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Capitolo 7
*** sabato ***


Da quando Giulia si era appassionata al mondo dei giustizieri metropolitani, per nulla impressionata dal rischio e dal pericolo di quell'ambiente, aveva sviluppato una vera e propria "venerazione" per i colleghi di Hunter. Uno dei motivi per cui aveva accettato di sostituire Kaori, all'insaputa di tutti ovviamente, era appunto la possibilità di incontrare di persona il suo idolo: l'eroe degli eroi, il gigante buono, l'unico che la piccola reputava più forte addirittura dello stesso Hunter...

- Quanto mi piacerebbe incontrarlo - sospirò Giulia, pensando all'immagine che da tempo si era fatta del mitico Falcon.

Per lei, il killer N°1 della città, era come un Superman a tutti gli effetti.
Tra i suoi compagni di scuola, Umibozu Falkon era una specie di leggenda vivente. Molti bambini inventavano storie su di lui: sul fatto che fosse alto quanto l'Himalaya o il Monte Fuji, che fosse in grado di spostare edifici a mani nude, o che addirittura fosse capace di sparare raggi laser dagli occhi e roba del genere...
E' vero che i bambini tendono ad esagerare ma, pure nella sua fervida immaginazione, la piccola Giulia si era fatta un'idea abbastanza precisa di come doveva essere il grande Falcon.
Il suo desiderio più grande era di poterlo conoscere di persona. Per questo sperava che, sostituendo Kaori durante la sua settimana di crociera, avrebbe avuto l'occasione di vedere realizzato il suo sogno.
Purtroppo, ormai, la settimana stava volgendo al termine.
Giulia era molto triste.
Sapeva che non poteva chiedere aiuto ad Hunter, per un motivo tanto sciocco. Gli sweeper hanno l'obbligo di mantenere il più possibile l'incognito, per evitare attenzioni scomode ed indesiderate, dunque non poteva certo pretendere che Hunter venisse meno alla regola per permetterle di incontrare il suo beniamino...
Tuttavia, osservandola attentamente, il buon vecchio Ryo era riuscito comunque ad intuire il motivo della sua tristezza.
Per quanto fosse pestifera ed insopportabile, quella bimbetta aveva comunque un cuore ed una sensibilità molto fragile. In fin dei conti, il suo era un desiderio pressoché innocuo: anche vedendo Falcon dal vivo, non avrebbe potuto raccontare in giro nulla che altri non sapessero... Ossìa che Falcon fosse grande, grosso, e con una faccia da scimmione ammaestrato.
Che male c'era, in fondo?
Si trattava solo di alzare il telefono, spiegare a Falcon la situazione e...
No, pessima idea!
Giulia idolatràva troppo Falcon, per poter accettare il fatto che questi fosse un essere umano come tutti gli altri. Ryo doveva escogitare qualcosa, con la scusa di una missione magari, per accontentare Giulia e, allo stesso tempo, senza rovinare l'immagine che la bambina si era fatta del suo eroe.
Dopo averci riflettuto un attimo, ed aver scambiato una piccola conversazione telefonica con l'interessato, Hunter domandò a Giulia con finta ingenuità se per caso non avesse avuto piacere di assistere lui e Falcon durante un incarico.

- Non posso crederci - mormorò Giulia, una volta che Ryo l'ebbe accompagnata al ristorante di Miki.

Seduto ad uno dei tavoli, serio e con le braccia incrociate sul petto, Umibozu Falcon era proprio davanti a lei.
La piccola sentì il cuoricino che le batteva forte forte, tanto era emozionata all'idea di vedere il suo eroe in carne ed ossa; e quando Miki le sorrise per tranquillizzarla, subito dopo aver scambiato con Ryo una rapida occhiata d'intesa, lentamente si avvicinò al gigantesco ex-mercenario.

- Si... Signor Falcon - esalò. - Lei è il signor Falcon, giusto?

Falcon sollevò appena lo sguardo, fissando Giulia attraverso gli occhiali scuri, dopodiché annuì con un lieve cenno inespressivo del capo.
Ormai fuori di sé dalla gioia, la bambina tirò fuori dalla borsetta un piccolo block-notes a forma di cuore e lo porse a Falcon con mani tremanti.

- Po... Potrei avere il suo autografo, per favore?

Un guizzo luminoso, provocato dal riflesso del sole sulle lenti, e Falcon si rivolse alla piccola col suo tono di voce basso e profondo.

- Come ti chiami, piccola?

Giulia deglutì.
Tuttavia, dopo aver preso delicatamente il notes e la penna dalle mani della bambina, Umibozu le spiegò calmo che intendeva solo scriverle una bella dedica.

- "A Giulia, con tanti auguri di buona fortuna"... FALCON

Giulia lesse e rilesse quelle due righe, indugiando più volte sulla firma, convinta che tutto ciò fosse un sogno.
Il tempo di darsi un lieve pizzicotto sulla guancia, onde togliersi ogni dubbio, e subito si mise ad esultare gettando il povero Falcon nell'imbarazzo più totale.

- S... Si può sapere cosa ti prende, adesso ?!?
- Cerca di capirla - sussurrò Hunter, strofinandogli il pugno sulla testa con evidente sarcasmo. - E' una tua grande ammiratrice, è normale che sia un po' agitata!
- Accidenti a te, Ryo - ringhiò l'altro furioso. - Non mi avevi parlato di marmocchi, hai detto che si trattava di un lavoro...
- Scusa, è vero, ho dimenticato di dirtelo - fece Ryo, con incredibile faccia tosta. - Il fatto è che, dal momento che sei più bravo di me, ho pensato che potevi dare a Giulia qualche lezione!
- MA PER CHI MI HAI PRESO - sbraitò Falcon con rabbia. - Non ho scritto "asilo" sulla fronte, che razza di lezioni dovrei darle?
- Beh, non c'è bisogno di fare quella faccia - si scusò Ryo con una smorfia. - E poi, scusa, non hai insegnato tu a Miki quando era piccola...
- Non essere idiota: eravamo in mezzo ad una guerra, che altro potevo fare?

Ryo strinse gli occhi serio.

- Non guardare me - sussurrò. - Guarda che non la sto scrivendo io, questa storia... Sono una vittima dei lettori e delle lettrici, tanto quanto te!

Falcon tacque.
In effetti, Ryo non aveva tutti i torti.
Con certe fanfiction in circolazione, dove un atto di carità umana veniva inteso come perversione e pedofilìa, era facile dare addosso ad un povero e rude ex-mercenario dal cuore tenero.

- Falle solo vedere come lavoriamo in coppia - suggerì Ryo. - Andiamo a pestare qualche scagnozzo del Ryujin, di quelli che vanno sempre a taglieggiare la gente nei locali e nelle stazioni di servizio... Che cosa ti costa?
- Va bene - grugnì Falcon rassegnato. - Giusto perché me lo chiedi tu ma, se la bambina dovesse farsi male, ti riterrò personalmente responsabile... e ti strapperò la pelle di dosso con le mie mani, ricordatelo!
- Okay, okay, me lo ricorderò - tagliò corto Ryo. - Tutto a posto, Giulia, puoi venire con noi... sei contenta?

Per tutta risposta, la bambina lanciò un acuto grido di soddisfazione, correndo qua e là nel locale.
Nel mentre che Miki provò a calmarla, offrendole una coppa di gelato gigante, Falcon ne approfittò per chiedere a Ryo maggiori delucidazioni sulla faccenda.

- E' tutta un'idea di Kaori - spiegò Hunter con un sospiro, trangugiando d'un solo sorso il contenuto della tazzina presente sul tavolo. - Prima di partire per quella cavolo di crociera, ha pensato bene di incastrarmi con questa mocciosa e...

Il pugno micidiale di Falcon, abbattendosi con forza sulla testa di Ryo, aveva quasi lo stesso peso di uno dei martelloni giganti di Kaori.

- Quello era il mio caffé - brontolò seccato, alludendo alla tazzina vuota.
- Fcufa - gemette Ryo.

Una volta che Giulia ebbe finito il gelato, dopo aver ringraziato e salutato Miki, costei salì a bordo della piccola utilitaria rossa di Hunter, andandosi a sistemare sul sedile posteriore. Falcon dovette rannicchiarsi non poco, per riuscire ad adattarsi alle dimensioni strette dell'abitacolo, fortunatamente però il tragitto fu molto breve.
Il tempo di raggiungere una delle tante zone preferite dagli Yakuza del quartiere, Ryo e Umibozu si misero subito all'opera.
Per la verità, Hunter aveva pianificato tutto, in modo che fosse solo Falcon ad occuparsi di quel mucchio di prepotenti da strapazzo.

- Vai così, Falcon, sei fortissimo - urlò Giulia, battendo le mani con ammirazione.

Falcon arrossì.
Tra i suoi punti deboli, vi era anche quello di essere un po' troppo sensibile alle adulazioni.
E meno male che non c'erano gatti nei paraggi: se Giulia lo avesse visto svenire alla vista di qualche innocuo micino, pure dopo aver travolto decine e decine di criminali come una sorta di rullo compressore, ne sarebbe rimasta profondamente delusa.
Ecco perché Ryo aveva scelto una delle zone più esclusive della città, dove i randagi si tenevano alla larga per mancanza di cassonetti e di avanzi di cibo.

- Bravo, continua così - fece eco Hunter, unendosi all'applauso di Giulia.
- Invece di fare l'idiota, potresti anche darmi una mano - sbraitò Falcon, conficcando la testa di uno Yakuza dentro un solido muro di mattoni.

Ryo sbatté le palpebre perplesso.

- Scusa, come faccio ad aiutarti... Li hai praticamente stesi tutti, non te ne sei accorto?

Come in risposta alle parole di Hunter, dal mucchio degli sconfitti, si levò un lungo gemito corale. Almeno quaranta, tra sicari e taglieggiatori di professione, giacevano infatti agonizzanti dopo avere assaggiato la forza e la potenza di UN solo individuo.
Falcon tossicchiò nervosamente, cercando di minimizzare l'accaduto.

- Non... Non erano granché, ecco tutto - disse.
- E' stato meraviglioso - replicò Giulia, stringendosi saldamente alle ginocchia di Falcon per abbracciarlo. - Quando sarò grande, voglio essere forte come lei, signor Falcon!
- Ma...

Umibozu guardò Ryo con aria interrogativa.
Ryo gli fece segno con l'indice sulle labbra, aggiungendovi uno sguardo più che eloquente, cosicché l'altro prese da parte Giulia e si chinò per parlarle seriamente.

- Ascoltami bene, piccolina - esclamò, ponendole entrambe le mani sulle spalle e guardandola dritto negli occhi. - Se vuoi veramente essere "forte" nella vita, non è solo una questione di muscoli; l'importante è avere ben chiaro chi sei e cosa vuoi diventare, indipendentemente dalle circostanze, senza mai scoraggiarti anche davanti alle difficoltà!

Giulia annuì.
Falcon le accarezzò piano la fronte con la sua enorme mano, sorridendole affettuoso da sotto i baffi, e la bambina promise che avrebbe fatto del suo meglio per diventare una bravissima assistente-investigatrice.
Più tardi, dopo essere andati a prendere la sua jeep personale, Falcon riaccompagnò Giulia e Hunter a casa.
La bambina salutò e ringraziò ancora il suo eroe, prima di salire le scale di corsa.

- Non si dimenticherà mai di questa giornata - sorrise Ryo, rivolgendosi all'amico. - Quella bambina ha un'autentica venerazione per te, sei il suo idolo!
- Hmpf - fece Falcon, fingendo indifferenza. - La cosa non mi riguarda, non sono un divo!
- Grazie - mormorò Ryo, tendendogli la mano. - Era davvero felice... Ti devo un favore!
- Figurati, tu non mi devi niente - tagliò corto Falcon, mettendo in moto la jeep. - Solo, la prossima volta, avvertimi: non amo essere preso in giro, lo sai bene!
- Ah-Huungh... Cercherò di ricordarmelo - sbadigliò Ryo.

Umibozu si strinse nelle spalle, cercando di trattenere il più possibile l'irritazione che provava, ma poi prese a sorridere anche lui.

- Forse abbiamo sbagliato lavoro, Hunter - esclamò. - Abbiamo il cuore troppo tenero, specie quando si tratta di marmocchi...
- E' vero - ammise Ryo. - Ma è meglio avere un cuore tenero, piuttosto che non averlo affatto!
- Forse hai ragione!
- Stammi bene, Falcon, e grazie ancora di tutto!

Umibozu non rispose.
Nel mentre che Hunter lo salutò con la mano, costui si era già allontanato, lasciandosi dietro una grossa nuvola di fumo e il rombo assordante del motore.

 

( continua )

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Capitolo 8
*** E finalmente... domenica! ***


Finalmente!

Non appena la sveglia suonò le 06:00 del mattino, invece di bofonchiare assonnato come al solito, Ryo si caricò di entusiasmo come non mai. La nave da crociera sarebbe rientrata in porto di lì ad altre quattro ore e, col ritorno di Kaori, si sarebbe messa finalmente la parola "fine" ad una settimana a dir poco infernale. Ryo aveva contato i minuti tutta la notte, per salutare doverosamente l'arrivo dell'alba, ed era saltato pressoché in estasi non appena quel piccolo apparecchio digitale prese a diffondere la solita musichetta altrimenti fastidiosa.

- E' domenica - urlò, levando i pugni verso il cielo. - Aspettavo questo momento, l'ho aspettato per tutta la settimana, niente più mocciosi tra i piedi... SONO LIBEROOO !!!

Le fiamme ruggenti del suo spirito, al pensiero di liberarsi definitivamente di Giulia una volta per tutte, rispecchiavano perfettamente la solennità del momento.
Alle dieci in punto, l'incubo sarebbe definitivamente cessato.
Quella bambina aveva messo seriamente a dura prova i suoi nervi, rendendosi persino più insopportabile di Kaori, e Ryo non vedeva l'ora di togliersela dalle scatole prima possibile.
Per quanto impossibile e il più delle volte isterica, perfino Kaori aveva un minimo di tolleranza.
Da che Giulia lo teneva sotto stretta sorveglianza, il poverino non solo era impossibilitato a corteggiare belle fanciulle... ma, in pratica, non poteva più fare niente di niente: non poteva uscire dopo le dieci per andare ad ubriacarsi in qualche bar, non poteva guardare nulla alla televisione che non fossero cartoni animati, né leggere le sue solite riviste con quella peste in circolazione.
Giulia aveva messo sotto chiave il frigorifero, seguendo alla lettera il programma alimentare di Kaori a base di carote crude e sedano bollito, e come se non bastasse aveva ricolorato tutta la pistola di Ryo con i pastelli a cera e le figurine adesive degli animali.

- Non ce la faccio più - gemette Ryo, ormai in crisi d'astinenza. - Se Kaori non ritorna entro oggi, qui finisce che mi suicido!

Evidentemente Buddha era di buonumore perché, pra grazia e misericordia divina, la preghiera di Hunter fu ascoltata.

Verso le dieci meno un quarto, quando già in lontananza era possibile vedere i fumi della nave all'orizzonte, Ryo e Giulia si trovavano già al porto reggendo due grossi cartelloni di "bentornata" nelle mani.

- Di' la verità, non vedi l'ora che me ne vada, vero?
- Come ?!?
- Ho capito che non mi vuoi più tra i piedi - mormorò Giulia triste. - Devo essere una vera frana come assistente, Kaori è senza dubbio molto più brava di me, me ne rendo conto...

Ryo ammutolì.
Non aveva considerato la cosa sotto questo aspetto, cioé che Giulia potesse sentirsi inadeguata al ruolo di assistente, e dunque non immaginava che la piccola potesse sentirsi a disagio. Era pur vero che, dopo una settimana di stress come quella, non ce la faceva più a sopportarla... ma non poteva certo vederla così mogia.
Come vide i grossi lucciconi negli occhi della bambina, Hunter capì che era il caso di dirle qualcosa per sollevarle il morale.

- Accidenti, guarda che stupido - esclamò Ryo, frugandosi nella tasca dei pantaloni. - Mi sono dimenticato di darti il compenso per il lavoro svolto!
- Eh?
- Te lo meriti, sei stata molto brava - sorrise lui, mettendole in mano una moneta da 500 yen.

Giulia sgranò tanto d'occhi.
Allora Hunter non era poi tanto deluso del suo operato settimanale?
E dire che, fino a quel momento, era convinta di avergli creato soltanto un gran mucchio di problemi.

- Hunter - esalò lei con un filo di voce. - Dici... Dici sul serio, davvero sono stata brava?
- Assolutamente - rispose Ryo, sollevando il pollice con un sorriso. - E' vero che sei ancora piccola ma, tra una decina d'anni magari, potrei anche pensare di assumerti in pianta stabile!

La piccola non riusciva a credere alle proprie orecchie, tanto era commossa.
Proprio in quel momento, la nave approdò al molo e la scaletta venne sistemata per permettere ai passeggeri di scendere. Kaori intravide Ryo e Giulia dal ponte principale e, sbracciandosi per salutarli, chiamò entrambi a gran voce.

- Ehilà - gridò. - Che carini, siete venuti a prendermi, adesso scendo!
- Ah, fai pure con calma, Kaori - replicò Ryo, unendo le mani davanti alla bocca, per farsi sentire da sopra il frastuono delle sirene navali. - Non vorrei che inciampassi, quelle rampe sono così scivolose...
- Hmmm - fece Kaori, stringendo gli occhi sospettosa. - Non mi convince: è troppo premuroso, qui c'è qualcosa che non quadra!

Ma una volta scesa a terra, ed aver ascoltato il resoconto della settimana dalla piccola Giulia, Kaori ebbe modo di intuire il perché di tutta quella gentilezza.

- Dovevo immaginarlo - gemette lei frastornata. - Figurarsi se era contento di rivedermi... Semplicemente sa che sono ancora troppo "tenera" con lui, se una bambina riesce a tenerlo a bada da sola!
- Allora - domandò Ryo con incredibile faccia tosta. - Com'è andato il viaggio? Tranquillo, spero...
- Piantala, quando ti sforzi di sembrare gentile, sei addirittura inquietante!
- Ma perché pensi subito male? - cinguettò Ryo, prostrandosi devotamente in ginocchio ai suoi piedi.
- Perché ti conosco, brutto commediante che non sei altro!

A nulla valsero i pietosi tentativi di Ryo.
Kaori mise subito in chiaro che, a partire dall'indomani, avrebbe preso a controllarlo con ancora maggiore severità ed intransigenza. Ryo provò invano a convincerla che avrebbe fatto il "bravo ragazzo", mentendo spudoratamente, arrivando addirittura ad elogiarla come non si sarebbe mai sprecato di fare in situazione normale.

- Te lo giuro, mia impareggiabile Kaori, lo sai che sei unica e sola come assistente...
- Ma a chi vuoi darla a bere? La verità è che questa bambina è riuscita a farti rigare dritto tutta una settimana, quando io non ci riesco da più di un anno!
- Scusa, Kaori - intervenne Giulia. - Anche tu pensi che mi sia comportata bene? Non credo di essere adatta a sostituirti, anche se Hunter dice che sono stata brava!

Kaori sorrise malignamente.

- Senti, senti - Non è da te fare complimenti, "socio", visto che a me non ne rivolgi per niente!

Ryo deglutì.
Giulia sollevò la moneta da 500 yen ( del valore corrispondente a 5 euro circa! ), come se fosse un tesoro sfavillante di oro e gemme preziose.

- Sono così contenta di esservi stata d'aiuto - sospirò la piccola. - Mi piacerebbe poter lavorare ancora con voi, magari quando sarò più grande!
- No, te lo sconsiglio vivamente - replicò Kaori, guardando Ryo di traverso. - Lavorare con questo bel tomo è come avere un tumore inguaribile al cervello: è già tanto che tu sia riuscita a tenerlo a bada da sola, in genere devo sudare sette camicie per tenere a freno i suoi istinti da maniaco!
- Ma non è stato cattivo - intervenne Giulia, a difesa di Hunter. - Pensa che mi ha addirittura salvato la vita, quando...Hmmmphhh!
- Ehm, per favore, Giulia - la interruppe Ryo, tappandole la bocca. - Tu non hai corso nessun rischio, che sciocchezze vai raccontando!
- Un momento, cos'è questa storia?

Kaori drizzò le orecchie.
Ryo si sentì gelare il sangue lungo la schiena quando, dopo essersi divincolata, Giulia prese a spiegare a Kaori tutta la faccenda del rapimento da parte degli scagnozzi di Koegisawa. Kaori s'infiammò furibonda, nel sentire che Ryo aveva lasciato che una bambina di otto anni finisse nelle mani di un gruppo di Yakuza senza scrupoli, cosicché trasse fuori il martello da viaggio direttamente dalla valigia.

- Esporre una bambina così al pericolo... RAZZA DI FARABUTTOOO !!!

Come di consueto, Ryo riuscì in qualche modo a sopravvivere alla super-martellata da 1200 tonnellate più IVA.
Difficilmente Giulia avrebbe potuto fargli da assistente in futuro, ammesso che lui fosse vissuto abbastanza, ma questa è un'altra storia.


 

FINE

Angolo Autore:

saluto e ringrazio tutti/e coloro che hanno avuto modo di seguire e apprezzare questa storia
alla prossima fanfiction!

 

DADO

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