Samantha

di LivingLikeARebel
(/viewuser.php?uid=351165)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sammi. ***
Capitolo 2: *** Los Angeles. ***
Capitolo 3: *** L'arrivo. ***
Capitolo 4: *** La telefonata. ***
Capitolo 5: *** Il ritrovo. ***
Capitolo 6: *** Ecco la verità, fratellone. ***
Capitolo 7: *** Il concerto. ***



Capitolo 1
*** Sammi. ***


 

Lei è Samantha, nata il 26 dicembre del 1990, nel Milwaukee e successivamente trasferitasi a San Diego, California. Aveva dei perfetti capelli neri che non teneva quasi mai legati, un fisico di cui non poteva affatto lamentarsi, e due splendidi occhi color del mare, o del cielo, o di un azzurro pastello, dipendeva dalla luce che li faceva splendere.

Le sue passioni sono tante, forse troppe, leggere, passeggiare, specialmente in riva al mare vicino alla sua villetta, viaggiare, la natura, la cosa che però più la appassiona è la musica, ormai di strumenti ne suona 5, pianoforte, chitarra, violino, basso e batteria, era intenzionata anche a imparare a suonare l'arpa, ma dato che sapeva tanti strumenti e non era sicura della sua voce, benché fosse brava a cantare, voleva la certezza di poter sfruttare anche le sue doti canore al meglio accompagnandosi con uno dei numerosi strumenti, quindi attualmente sono 10 anni che lei fa canto, e ogni tanto si esibisce nel pub del paese, con il suo genere preferito, il rock. Sua madre, Amy, la appoggia in quello che fa, non le interessa come si veste, ma che abbia dei valori, le permetteva anche di avere delle insufficienze (che poi doveva recuperare ovviamente) se le interessava maggiormente studiare per lo strumento o per le lezioni di canto. L'ha cresciuta da sola, e al padre non ha mai accennato, non che Samantha le abbia mai chiesto nulla, la madre non parlava e lei per rispetto non domandava, se non fosse stata una motivazione dolorosa gliene avrebbe senza dubbio parlato.

I suoi unici due amici erano due ragazzi d'oro, la capivano sempre, e come la madre cercavano di appoggiarla in quello in cui lei credeva, Matt e Simon, hanno 23 e 25 anni rispettivamente, ma nessuno dei due fa pesare a lei di essere la più piccola, a differenza di quelli che frequentava prima che la trattavano come la bambina del gruppo, si conoscevano da 4 anni e qualche mese, fu amore a prima vista, i due uscirono dal pub in cui lei suonava insieme a lei, le aprirono la porta, poi notarono l'aria spaventata della ragazza che aveva notato i soliti tipi che la tormentavano, le chiesero se si sentiva bene e lei rispose con un si poco convincente guardando quei tipi. Intuirono e fecero in modo che non le si avvicinassero, per ringraziarli offrì da bere ai due e scambiarono quattro chiacchiere. Amore a prima vista.

 

 

Nella sua vita fuori aveva quei due ragazzi e dentro la sua amata musica e i libri.

'Dai libri si impara nuovi modelli di vita, io imparo come reagire a quegli stronzi e a distrarmi da tutto questo.'

Questo era quello che ripeteva sui libri, mentre sulla musica non sapeva esprimersi, tutto quello che vagava nella sua mente pensando alla musica era un logaritmo indecifrabile persino da lei, sapeva quanto fosse importante ma non sapeva come spiegarlo, quelle note le avevano sempre dato una speranza, gli scream che ormai aveva anche imparato a fare le davano energia e una band, una in particolare, i Black Veil Brides le avevano fatto smettere di tagliarsi. Ormai erano parte di lei, e anche se si trovavano spesso distanti poteva sentire le braccia di tutti e 5 i componenti della band stringersi attorno al suo corpo ancora pieno di cicatrici ed era una sensazione sensazionale.

 

Questa sua passione rappresentava anche il suo più grande interrogativo, non capiva perchè la madre che l'aveva sempre appoggiata non condivideva la sua passione per questa band, che poi, discorsi a parte, era la più leggere nel genere scream o metal che era solita ascoltare. Non aveva senso, e ormai si chiedeva milioni di volte la motivazione del suo comportamento, ma non aveva mai ricevuto risposta.

 

Adesso ha 22 anni, e se c'è una cosa in cui da maggiorenne nessuno la fermerà è proprio vedere i propri idoli.

Questo sarebbe stato il suo anno, non un solo concerto ma ben 3

-Sacramento CA 3/06

-San Francisco CA 3/09

-Los Angeles Ca 3/09

Il 'The Church Of The Wild Ones Tour' l'aspettava!

Matt e Simon sarebbero ovviamente andati con lei, avrebbero comprato prima i biglietti e poi chiesto alla signora Amy.

Flash Back

Matt la chiamò -Sammi, tesoro mio dolce!-

-Che vuoi puzzola?!-

-Bhe, veramente che vuoi tu! Ma la risposta già la so, incontrare i tuoi idoli!- le rispose con un tono altezzoso e convinto di se.

-Bhe, hai ragione, ma sappiamo come è fatta mia mamma, ma voi potete andare!-

Già, loro potevano andare, ma non volevano senza di lei, era troppo doloroso per lei.

-Non senza di te, ecco perchè abbiamo dei biglietti, e uno è anche per te, sei maggiorenne diamine, che vorresti fare rimanertene a casa quando i tuoi idoli vengono vicino a noi?!-

-Ma..- Non poté finire il discorso che Matt la interruppe.

-Nessun ma Sammi, 3 concerti, nemmeno uno, valgono per tutti quelli che hai perso!-

Matt riattaccò.

 

 

 

Adesso Sammi è su un letto in attesa dei suoi due amici, il giorno prima le avevano annunciato che l'avrebbero aiutata a convincere la madre durante una delle solite cene che facevano di venerdì sera, in quella casa funzionava così, e gli amici erano una vera parte della famiglia, il fratello e il padre che a lei mancavano.

Si alzò dal letto sbuffando, si guardò allo specchio, aveva lo zigomo destro un po' segnato dalle ennesime botte che aveva ricevuto tornandosene a casa, nulla che però con un po di correttore non potesse nascondere, infatti voleva farsi una doccia e poi far scomparire quell'orrendo segno dal suo viso. Proprio quando si fu completamente spogliata i due amici le suonarono alla porta, decise di scendere con l'asciugamano dimenticandosi del suo livido.

-Ciao ragazzi, sedetevi, io mi faccio un secondo la doccia se non vi scoccia!-

Sim, guardò Matt poi disse -vai pure, possiamo attendere.- quando la ragazza si fu dileguata nel bagno i due si guardarono chiedendosi se fosse risuccesso, e se la risposta era si, allora la domanda era “perchè non ce ne ha parlato?!”

La doccia non fu troppo lunga, 10, o 15 minuti massimo, poi scese vestita, shorts in jeans e una canotta bianca. Aveva cancellato quel segno dal suo viso e quelli sul corpo erano coperti dalla canotta.

-Che facciamo da adesso fino all'ora di cena?-

La risposta non tardò ad arrivare, il telefono di Matt squillò.

-Pronto mamma?- -Si, ok- -Vabbe, ma quando tornate?- -Ok, allora arrivo!-

-Ragazzi, devo scappare, i miei devono uscire e Julia non vuole rimanere sola in casa, arrivo verso le 18, divertitevi belli!- Sim e Sammi, poi il ragazzo dai capelli scuri si sedette sul divano e urlo il nome di Samantha ben 3 volte, la stessa cosa fece lei con il suo nome aggiungendo poi un “che vuoi?!”

-Senti, io ti propongo un patto.. Sai quanto odio andare alle mostre, specialmente quelle su Dalì, ma se tu mi dici una cosa ti accompagno a quella che hanno allestito l'altro ieri fuori città-

Sammi si alzò felice dal divano -Ti dirò tutto!-

-E' risucesso vero?!- arrivò subito al dunque, lei abbassò per un attimo lo sguardo decidendo se dirgli o no la verità

-Cosa?- chiese poi per perdere tempo

-Ti hanno picchiata ancora vero?!- perse ancora troppo tempo e anche se la sua risposta fu negativa lui non le credette, e gli provò che stava mentendo sfiorandole appena la guancia.

-Ho sempre ragione- disse cercando di sdrammatizzare. Lei abbassò lo sguardo.

-Lo sai che non sopporti il dolore, almeno non questo tipo di dolore, fra 5 minuti inizierai ad avere dolori tali da farti svenire e tu vuoi nasconderlo? Perchè non provi a prenderti cura di te stessa! Andiamo, vieni!- La prese di peso e poi la portò in camera sua dove la stese sul letto e si raccomandò con lei che non si muovesse, lui sarebbe andato a prendere un antidolorifico e sarebbe tornato.

Aveva ragione, lei era fatta così, quando la picchiavano lo facevano così violentemente che lei inizialmente non sentiva altro che le forze abbandonarla, quando poi piano piano le recuperava, il dolore si quintuplicava fino a farle perdere i sensi come nella maggior parte dei casi. Simon tornò con l'antidolorifico. -Potevi dircelo.. Anzi, dovevi..- lei prese il bicchiere in mano e dopo aver bevuto gli rispose

-Mi sembrava irrilevante, avevo resistito al dolore e in più conoscevo come avreste reagito.-

Fra i due calò il silenzio, che Simon interruppe mettendo un po' di musica, Abigail dei Motionless in White. I due ascoltarono la canzone divertiti, poi la musica cambiò, gli tornò in mente che avrebbe assisitito al concerto dei suoi idoli, pensò ad Ashley di cui aveva un mega poster appeso alla porta, quel ragazzo era, senza nessuna spiegazione, il ragazzo che voleva per se. Cantando e parlando di come avrebbero immaginato i concerti il pomeriggio passò e per non far sapere anche a Matt del disguido successo alla ragazza dai capelli neri recuperate le forze e sicura di non provare più quel dolore assurdo si alzò dal letto e scese giù con Sim in cucina a preparare la tavola, la mamma e Matt sarebbero arrivati da li a poco e la prima avrebbe avuto anche la pizza.

Come immaginavano infatti il campanello squillò dopo circa un quarto d'ora che loro erano scesi in cucina, era Matt che salutò la ragazza con un bacio sulla guancia e l'amico con una pacca sulla spalla, si chiese se non fosse arrivato troppo tardi ma dato che mentre lo chiedeva la madre suonò il campanello la risposta era un evidente no.

Si sedettero tutti a mangiare e parlando del più e del meno Sim iniziò il discorso per convincere la signora Amy

-Sa signora Amy, è tanto tempo che noi e sua figlia seguiamo i Black Veil Brides e quest'anno affronteranno 3 serate o concerti in zona, nel nostro stato insomma, in California.- prima di proseguire fece una pausa di silenzio per fissare bene in testa il discorso che avrebbe dovuto intraprendere, poi ripartì. -Ecco, noi ci chiedevamo se, dato che comunque sua figlia è maggiorenne e quindi in grado di scegliere e capire quale sia la strada giusta, poteva venire con noi, se è un problema per la macchina la accompagniamo noi.. Insomma, sua figlia ormai dovrebbe saperlo per noi non è affatto un peso, solo perchè è di 2 anni più piccola di noi non ci tocca come fatto.-

Sammi guardò Sim soddisfatta e felice, magari era riuscito a convincerla..

-Sim, sei molto gentile- interruppe il silenzio Amy – Ma è una questione complicata, non è facile come sembra, fidatevi di me.-

-Ma, mamma è un concerto come tanti, solo che questi sono i miei idoli..-

-Ho detto di no, se siete venuti per questo scusate la cattiveria ma potete riandarvene- Sammi guardò sua madre stupefatta, non l'aveva mai sentita parlare così, sopratutto ai suoi più cari amici! I due ragazzi erano altrettanto sorpresi, e decisero di ammutolirsi e riprovarci successivamente.

Quella sera i 3 ragazzi uscirono, bevvero qualche birra come loro solito e non parlarono dell'accaduto in tavola, anche se tutti si chiedevano come mai non fosse semplice come sembrava, e cosa ci fosse di tanto complicato o impossibile, Sammi aveva detto bene, l'unica differenza dagli altri concerti era che quelli erano i suoi idoli. Riportarono Sammi a casa verso le 23,30 e poi si diressero anche loro ognuno verso la propria casa ancora con i volti notevolmente sconvolti da quella risposta pacata e arrabbiata allo stesso tempo che aveva lasciato dubbi a tutti. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Los Angeles. ***


 

La mattina seguente Samantha si svegliò con il frastuono degli amici che erano andati a svegliarla perchè mentre loro tornavano a casa gli era venuta un idea geniale. Non era ubriaca, ma aveva un forte mal di testa, e quel frastuono di prima mattina non le fu utile, ad ogni modo appena i ragazzi saltarono sul suo letto e lei si alzò da sotto le coperte i due attaccarono subito a parlare senza un po' di pietà per questa povera ragazza.

-Allora- iniziò Matt -Qual'era il nostro sogno? Oltre ai Black veil brides intendo..- fece una pausa di silenzio.

-Andare a Los Angeles, una città che non finisce mai, e che non ci creerebbe problemi tanto quanto San Diego..- Lo precedette Simon. Samantha ancora stava in silenzio e a malapena capiva quello che i due le stavano dicendo.

-Appunto, e perchè Los Angeles?- ridomandò Matt. -Ci fanno un sacco di eventi Rock con tutte le nostre band, e ci abitano i nostri idoli- Lo precedette ancora Sim, da parte di Samantha ancora un grande silenzio.

-Sammi, ma sei sveglia o fai finta?- Scherzò Sim, e in risposta ricevette uno sguardo addormentato da parte di lei che poi ripose i suoi occhi celesti sulla tazza dove c'era ancora un po di caffè.

-Bhe comunque, noi pensavamo che fosse arrivato il momento, insomma, basta essere picchiati da quelli, basta essere sottomessi dai genitori, basta tutto, decidiamo per noi stessi, andiamocene di qui, per andare dove? A Los Angeles come abbiamo sempre voluto!- Samantha a quel punto alzò la testa con uno sguardo un po' più sveglio.

-Ma.. Ma non possiamo, cioè è vero, è quello che abbiamo sempre voluto ma...- non potè finire la frase che Sim la fermò. -Niente ma, è la cosa giusta, prima o poi dovremmo andarcene da casa dei nostri genitori, e questo per noi vuol dire anche inseguire i propri sogni!- Sammi annuì con la testa, anche lei la pensava così. -Come pensate di fare? Quando volete partire?- chiese. -Noi faremmo il più presto possibile, diciamo che io e lui abbiamo le valige già per metà fatte, possiamo stare qui ed aiutare te e domani mattina presto partiamo!- Le rispose Matt. -Ok, sono d'accordo!- Non si aspettavano tanta complicità sul partire così velocemente, ma evidentemente era stufa anche lei e poi c'era il mal di testa a stordirla. Finita la sua tazza di caffè la ripose nel lavello e poi tutti e tre si diressero verso la sua stanza, una volta entrati Matt e Simon si guardarono bene attorno. -E' cambiata dall'ultima volta che l'ho vista.. Ci sono più poster, più cd, e più vestiti, non cambi mai eh!- Già, lei non è che fosse una che perdeva i suoi risparmi in vestiti anzi, ma se vedeva una sola maglia che gli piaceva doveva immediatamente comprarsela, era fatta così, non lasciava mai perdere nemmeno nelle cose che non le interessavano come i vestiti e così spesso si ritrovava piena di oggetti che poi non sapeva più dove posizionare, ad esempio, aveva 3 chitarre oltre a quelle che aveva da quando era piccola e che non sapeva di chi fossero, pensava probabilmente del padre, ora, se in sala ne aveva 2, e una era in camera sua in un angolo le altre due dove poteva metterle? Così le ha appese al muro. Stessa cosa con i vestiti, ormai l'armadio era pieno di abiti e la parte in basso era dedicata ai suoi numerosi paia di anfibi, converse o vans, quindi le nuove maglie le mise appese ad uno di quegli attaccapanni tipici da camerino, lunghi 3 metri dove sopra ci appendi le grucce e ci infili gli abiti. Si, era un perfetto casino, ma camera sua non era piccola quindi poteva permetterselo, senza contare che con quelle chitarre appese al muro e il mega specchio che aveva, nonostante lo odiasse, la faceva vivere in un sogno, prima di addormentarsi immaginava di schiacciare un pisolino sul divano di un camerino e poi la mattina quando si sarebbe svegliata fuori c'era una folla che gridava il suo nome, invece quando si svegliava fuori c'era soltanto sua madre, e i suoi amici ma che comunque la acclamavano.

Mentre i suoi due amici guardavano il disordine ordinato di quella camera lei andò a prendere 2 valige dalla soffitta e la custodia di almeno due delle sue 5 chitarre.

Scese di sotto e trovò i due ragazzi che fingevano di essere lei e fingevano di provarsi i vestiti, la cosa le fece comparire un sorriso su quel viso un po' ancora addormentato.

Si misero subito all'opera e da quelle valige rimasero fuori pochi vestiti, e 3 paia di scarpe delle 7 che aveva.

Si erano fatte le 13.00 e avevano tutti fame così mentre lei finiva di sistemare camera sua i due ragazzi scesero a preparare un panino per tutti. A un certo punto dalla porta di casa si sentì un rumore di chiavi girare nella toppa, era tornata la mamma di Sammi, era il momento di annunciare anche a lei la nuova notizia.

-Ciao ragazzi, che ci fate qua?- Chiese posando le chiavi nel ciottolo all'entrata e la borsa nell'attaccapanni insieme alla giacca.

-Siamo venuti ad avvisare lei, ma sopratutto Sammi di una nuova notizia, abbiamo un piano molto importante e siamo sicure che le piacerà, le prepariamo qualcosa signora?- Gli disse Matt mentre l'aiutò con le borse dalla spesa.

-Per l'amor del cielo, 18 anni che ci conosciamo e mi date ancora del lei, come faccio a farvi capire che mi dovete dare del tu? Comunque, lascia fare i panini, cucino io qualcosa di fresco, ditemi che preferite tanto sono appena tornata dalla spesa, oggi sono anche di festa, quindi ho tempo libero!- Disse poi avvicinandosi ai fornelli e mettendosi un grembiule per non sporcarsi gli abiti. -Bhe dicevamo, noi abbiamo sempre voluto andarcene di qui, e considerato che ora siamo tutti maggiorenni volevamo partire, andare a Los Angeles per porre fine a questa vita che ci assilla, lo so che le sembra...- si corresse – ti sembra che tutto vada bene, ma non è così, siamo stufi dei lividi, siamo un po stufi di tutto..- La signora Amy ebbe come un mancamento, ma non lo fece notare. -Los Angeles.. Si, si, si mi sembra una buona idea.. - non era molto convinta di quello che stava dicendo ma non voleva in nessun modo che qualcuno lo capisse. -Mia figlia viene con voi?- guardò tutti e due i ragazzi e poi sentì Sammi scendere le scale ignara del fatto che sua mamma fosse già arrivata.. -Oh, ciao mamma! Hai sentito? Vado a Los Angeles!- Lo disse felicemente e spensierata, ormai il mal di testa era passato e ormai si era svegliata, aveva appreso l'idea di andare a vivere dove aveva sempre voluto e di liberarsi della vecchia vita, ma sopratutto di andare dai suoi idoli!

-Bhe che domande, l'ho sentita si!- disse abbracciando la figlia.

-E allora, che ne pensi?- Samantha si staccò dal suo abbraccio e si diresse verso il frigo dal quale prese un succo d'ananas che versò a tutti quelli che lo volevano.

-Bhe, credo sia la tua vita ed è giusto che tu faccia quello che vuoi, vorrei averti sempre qui, ma so che non è possibile quindi, ti dico solo di far attenzione e di divertirti ma sopratutto venirmi a trovare!- le sorrise la madre sorseggiando il succo che le era stato dato e poi mettendosi a cucinare delle uova fritte.

Per tutto il tempo in tavola non ci fu una grande chiaccherata, solo poche parole e la maggior parte erano “mi passi il sale” oppure “mamma, questa volta le uova ti sono venute bene” seguito dal consenso degli altri.

La signora Amy stava pensando a cosa sarebbe successo se Samantha avesse scoperto tutto, magari per puro caso e non detto da sua madre di cui si fidava tanto, si chiese se fosse stato meglio dirglielo oppure no dato che con buone probabilità non li avrebbe incontrati mai se non per pura fortuna che dati gli anni passati non aveva mai avuto abbastanza.. Decise per il momento di tacere, non era il caso di parlarne comunque davanti a tutti.

Nel pomeriggio Matt e Simon andarono a finire di preparare le loro cose e poi presero i biglietti per il giorno dopo, avevano già trovato una bella casa in affitto, era un attico, anche molto spazioso, una cucina con un immensa sala da pranzo divisa dal soggiorno che era una loggia e che quindi aveva una parete tutta a vetri dal quale si accedeva non solo all'immenso terrazzo ma si poteva anche vedere tutta Los Angeles, o quasi. 4 camere da letto e per ognuna di esse un bagno, una dispensa niente male in cui avrebbero potuto depositare le riserve ma che sicuramente Samantha avrebbe usato per i suoi vestiti in più. L'unico problema di quella casa è che era ancora da arredare, ma non si diedero per vinti, e la affittarono comunque.

Mentre Matt e Sim comunicavano questo a Sammi in una delle loro chiamate lunghe ore intere, la madre, Amy, salì in soffitta dove da anni, forse da sempre, teneva una scatola, non troppo piccola, ma nemmeno immensa, la aprì, e iniziando quasi a piangere prese la sua decisione. “Devo comunicarglielo”.

Quando scese giù in sala dove Sammi si stava preparando a darle la splendida notizia della casa strepitosa che avevano trovato, si sedette accanto a lei e la fermò ancora prima che potesse iniziare..

-Ferma, non parlare prima che io cambi idea.- Le aveva detto, poi aprì la scatola e da lì tirò fuori una foto che raffiguravano sua madre esattamente 22 anni prima, con un uomo robusto che la teneva in braccio mentre sua madre a sua volta teneva in braccio un bambino, o una bambina, dalla foto non si capiva bene perchè fu scattata in bianco e nero e i colori del vestito non erano facili da comprendere specie con l'euforia che lei aveva addosso.

-Vedi tesoro, io di ho cresciuta da sola, ma questa foto è la prova che io so chi è tuo padre, e immagino che se lo guardassi meglio sapresti riconoscerlo, me l'hai nominato così tante volte, ma io ho sempre mantenuto il segreto, il perchè è una lunga storia ma ora che te ne stai andando a Los Angeles per incontrare i tuoi idoli è giusto che tu sappia tutto- L'euforia di Sammi adesso stava svanendo, era quasi preoccupata dal sapere, sopratutto perchè non le interessava, e notava che la madre non era a suo agio a dirle quelle cose.

-Tu sei nata il 26 dicembre, nel milwaukee, è vero che ci sono due ospedali e per questo non ti è mai venuto il dubbio, ma sono gli stessi giorni e lo stesso posto del tuo idolo... Andy.- Nel volto di Samantha si accese come una spia, forse iniziava a capire..

-Tuo padre si chiama Chris Biersack, e tu hai un fratello, per la precisione un gemello, Andy Biersack, il tuo idolo. Io e tuo padre abbiamo divorziato perchè non ci accordavamo su molte cose, alcune riguardavano te e tuo fratello, altre riguardavano la nostra vita in generale e nonostante nessuno dei due fosse davvero intenzionato a farlo abbiamo preso le distanze l'uno dall'altra, decidemmo di dividerci voi due e chiudere definitivamente il capitolo, starsene in silenzio per sempre come se nulla fosse successo, e ne avremmo parlato solo in caso di domande da parte tua o di tuo fratello.- La donna iniziò ad avere gli occhi lucidi e Sammi la abbracciò.

-Forse ora sarai delusa da me, quello è il tuo idolo e io non te l'ho detto. Scusa.-

-No, non sono delusa da te, questi erano li accordi fra te e mio padre, e io lo rispetto, tu mi sei stata sempre vicina e non mi hai mai fatto cambiare nulla, sei stata il padre, la madre e il fratello e di questo te ne sarò sempre grata, ma adesso vorrei conoscere entrambi e sapere se lui sa di me. E poi non lo nascondo, adesso mi sarà più facile arrivare ad Ashley- le due si misero a ridere poi la madre le porse una lettera.

 

-Anche se immagino che già sa dov'è casa nostra a Cincinnati, questo è l'indirizzo esatto, mi raccomando so che voi fan siete matte, ma lì c'è mezza vita mia e di tuo padre, un po di discrezione, so che Andy ci va spesso, quando vi sarete sistemati, magari dopo i concerti o quando ne avrai voglia e ti sentirai pronta vacci, non credo che tuo padre ti ripudierà se ci andrai.- le due si scambiarono sguardi di intesa e dopo un lungo abbraccio decisero che film guardare per quella serata, optarono per Legion Of The Black, adesso anche la madre poteva considerarsi una loro fan e anche se lo tenne ben nascosto sapeva tutte le canzoni della Band del figlio a memoria, e quel film ispirava molta calma anche a lei. Per il resto del pomeriggio che avanzava controllarono che non lasciasse nulla a casa e che i documenti fossero apposto, poi ordinarono la pizza a casa e si sedettero a mangiarla ridendo e scherzando come due migliori amiche che non si vedevano da anni e avevano tante, forse troppe cose da dirsi. Finito di mangiare, intanto che la madre rigovernava i piatti e puliva un po il tavolo la ragazza preparò i popcorn e il film, poi si sedettero entrambe sul divano e sgranocchiando cibo guardarono il filmato in silenzio, o meglio, nel silenzio in cui si può guardare Legion Of The Black, ovvero non dicendo altro che i testi delle canzoni, questa volta le cantavano entrambe e Sammi era sorpresa e stupita da questo avvenimento che la prima cosa che fece a fine film fu riferire lo stupore alla madre che la guardò sorridendo e poi raccogliendo dal divano i popcorn caduti le ordinò di andare a riposarsi la mattina dopo sarebbe dovuta partire molto presto. Sammi accettò la proposta della madre, le diede il bacio della buonanotte e si diresse verso camera sua ormai vuota fatta eccezione del letto e dell'armadio, non c'erano poster, non c'erano le chitarre e tutto le sembrava così vuoto ma invece che crearle un forte senso di mancanza verso qualcosa le fece scappare un sorriso “questa camera vuota è il simbolo del fatto che io sto andando verso i miei sogni, che presto conoscerò i miei idoli, nonché mio fratello..” sorrise ancora e mettendo il telefono sotto carica mandò un messaggio a entrambi i suoi amici, con la buonanotte e un grazie. 





Spero vi piaccia e spero di non aver deluso le vostre aspettative, vi prego di recensire in modo che questa storia possa sempre migliorarsi.
Un bacione Living Like a Rebel.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'arrivo. ***


 

La mattina seguente Sammi e la madre si svegliarono presto, intorno alle 6.00, appena sveglie scesero entrambe al piano di sotto quasi come due zombie, ma la madre, anche se di poco era più attiva di lei, arrivò un po' prima e preparò sul tavolo le due tazze che poi Samantha riempì con del caffè per lei e del latte per la madre, rimasero in silenzio per almeno 10 minuti, poi il telefono della donna più giovane squillò.

-Pronto?- rispose con la voce ancora molto addormentata.

-Non dirmi che ti abbiamo svegliata, guarda che fra 2 ore e mezza abbiamo un volo tesoro!- Sammi tirò un sospiro come per dire “ma con chi credono di parlare 'sti due?! -Lo so, infatti non stavo dormendo, sono sveglia da almeno 10 minuti!- silenzio totale.. -Ci siete?- il campanello suona!

-BUONGIORNOOOOOO TUTTII GIU' DALLE BRANDEEEE- la signora Amy dalla cucina si mise a ridere immaginando la faccia della figlia che in quel momento stava sicuramente pensando a in quale guaio si fosse cacciata andando a vivere con quei due tipi.

-Dai su vestiti che dobbiamo partire, muoversiiii!- Le disse Matt. -Buongiorno anche a voi ragazzi!- rispose scocciata Sammi che poi girò i tacchi verso la sua camera dove aveva già preparato i vestiti da mettersi la sera precedente prima di chiudere definitivamente la valigia.

-Buongiorno Amy, come va?- La donna alzò lo sguardo dal lavello in cui lava per l'ultima volta almeno per un lungo lasso di tempo la tazza preferita di sua figlia che aveva da quando lei se ne ricordava e che gli era stata regalata dal nonno paterno, che adesso però capiva essere morto qualche anno prima, fu lo stesso Andy, e anche Chris a darne la notizia su twitter, e fino a che non vide quella tazza non si ricordò che suo nonno era morto e lei nemmeno lo aveva mai conosciuto, o forse si, ma non se ne poteva ricordare. -Tutto bene ragazzi e voi? Siete pronti?- i due ragazzi si guardarono e poi esclamarono insieme - Altroché se lo siamo!- la donna si mise a ridere poi si raccomandò con loro di ricordare alla figlia di chiamarla ogni tanto, ma loro erano certi che si sarebbero sentite molto spesso. Sammi scese giù correndo, saltò addosso a Simon che non se l'aspettava e stava per cadere in avanti e poi annunciò a tutti che aveva una notiziona per loro! -Ce la dici in macchina però perchè al check-in ci vuole una vita e rischiamo di perdere il volo!- la ragazza annuì e andò a salutare la madre, le due si abbracciarono per qualche secondo, forse minuti interi in un silenzio di tomba che poi fu interrotto da Sammi che disse -Grazie mamma, grazie di tutto.- la madre trattenne il pianto e ringraziò sua figlia a sua volta, si raccomandò ancora una volta con lei di rimanere sempre se stessa e credere nei suoi sogni, di essere prudente e non fare la sciocca, entrambe conclusero i saluti con un 'Ti voglio bene'.

I ragazzi quindi salirono in macchina, si guardarono tutti e tre ben fissi e poi partirono convinti che stavano andando in contro alla perfezione.

-Bhe qual'era la notiziona?!- Gli chiese Sim.

-Ragazzi, guardate questa foto- gli porse quella che la sera prima aveva visto dalle mani della madre. -Chi è lui, anzi, chi sono i due adulti?-

-Una è tua madre, non è cambiata per niente vero Matt?!- Esclamò Simon.

-Sto guidando non posso guardare razza di idiota!- Sammi si mise a ridere poi tornò sulla foto..

-Ok, e l'altro?- chiese ancora.

Sim scrutò per bene la foto, sicuro già di chi fosse l'altro ma impossibile da crederci.. prese il suo telefono dove teneva centinaia di foto di Andy in cui, in alcune, era presente il padre.

-Mio dio, dai, stai scherzando?!- Chiese poi.

-Cosa?! Cosa sta succedendo?! Ehii non approfittate del fatto che sto guidando, voglio sapere cavolo!- Esclamò Matt.

-Matt, credo che dovresti fermarti, io non posso credere a quello che ho sotto gli occhi... Tua madre conosce Chris e non ce l'ha mai detto?!- Matt frenò all'improvviso -Coooosa?!-

-Ragazzi, mia madre non conosce Chris, mia madre era sposata con lui, io e Andy siamo fratelli, me lo ha detto ieri sera, anche io all'inizio mi sono trovata questa foto e non capivo, invece è così, si sono lasciati per dei disaccordi, anche se in realtà nessuno dei due voleva davvero finisse così, ma nessuno dei due al tempo stesso voleva litigare continuamente!- Sim e Matt rimasero in silenzio e per 5 minuti anche la macchina rimase ferma quasi ad accentuare l'incredibilità di quella storia.

-Dimmi che stai scherzando!- Disse rompendo il silenzio Matt.

-Assolutamente no, ma non siete felici?- ancora un po' di silenzio, poi esplose un urlo da parte di entrambi i ragazzi che l'abbracciarono e poi si abbracciarono fra loro.

-Se siamo felici? Siamo stra felici! Questa cosa potrebbe farci conoscere i nostri idoli, tanta attesa per vederli, ma tutta ripagata!- Esclamò Simon mentre Matt si rimise a guidare verso l'areoporto.

Una volta arrivati lì, la coda non era chilometrica come avevano detto in casa i ragazzi, e impiegandoci circa un ora salirono sull'aereo e attesero sopra circa mezz'ora prima di partire, i tre erano seduti accanto, e Sammi si era messa verso il finestrino perchè in certe circostanze che non sapeva da cosa dipendessero, forse anche dal suo umore, soffriva di claustrofobia, una paura che non credeva di avere fino a che in una gita di scuola a Londra salirono sul London Eye, e nonostante le cabine siano molto spaziose, era dovuta salire con i suoi compagni di classe, 4 fra cui facevano parte del gruppo che la picchiava, in oltre il giro sulla giostra è lento di modo che le persone che arrivino in cima possano pregustare il panorama per almeno 2 o 3 minuti, quindi stette la sopra circa 40 minuti e non fu affatto piacevole, quei ragazzi la continuavano a squadrare, per questo adesso quando è giù di corda, o si sente minacciata non riesce a stare in luoghi chiusi se non con un paio di cuffie che però lei aveva chiuso in valigia. Adesso si ritrovava quindi a guardare dall'oblò di un aereo la sua città svanire il lontananza, tutte le persone che odiava, posti da cui aveva paura di passare, la scuola da cui ha sempre cercato di fuggire, ma insieme a queste cose crudeli e spiacevoli anche sua madre, il suo rapporto e il suo appoggio che quando si sentiva un fallimento a causa dei suoi tagli le era sempre stata utile anche se non lo sapeva.

Ci impiegarono non molto ad arrivare, e quando furono scesi l'ambiente era chiaramente diverso, recuperarono i loro bagagli e l'auto, poi si diressero verso la casa che avevano affittato. Da fuori il palazzo era molto bello e nemmeno troppo alto, munito di ascensore e di circa 10 piani, il loro essendo un attico occupava tutto il 10 piano, ed era la più grande, ognuno di loro appena arrivarono fecero a gara a chi si doveva aggiudicare la stanza migliore che tocco a Sammi, che per sua fortuna chiuse in tempo le porte dell'ascensore e arrivò per prima in casa. La sua stanza era davvero bella, con un mega finestrone dal quale si vedeva l'hard-rock di Los Angeles, mancava tutto certo, armadio, letto, l'unica cosa che era già pronta era la cucina, a dir poco favolosa, e i bagni.

Si sedette a terra circondata dalle valige e iniziò a pensare a come arredarla, al lavoro che poteva cercare e a come avrebbe dovuto fare per conoscere suo padre e suo fratello. Dalle altre stanze i ragazzi si misero qualche abito comodo e le chiesero se le andava di iniziare a fare le ricerche per mobili e lavoro, rispose di si, ma senza mettersi qualcosa di più comodo si alzò da terra si diresse verso la porta la aprì, i due ragazzi rimasero senza fiato vedendo la bellissima vista che si vedeva da camera sua. -Non guardatela troppo, non ve la do tanto- i due ragazzi finsero di essere delusi da quella risposta e come cani bastonati si allontanarono dalla porta per andare verso l'ingresso dove dopo aver infilato le scarpe si chiusero la porta alle spalle e iniziarono a decidere verso che direzione andare per trovare dei mobili e mangiare qualcosa dato che si erano fatte le 11.30 e iniziavano ad avere fame, non erano abituati a mangiare così presto per colazione. Girarono l'angolo e si ricordarono di essere non molto lontani dal centro quindi prolungarono verso la parte centrale e più importante della città sicuri che anche solo una rosticceria ci sarebbe stata, e fu così, si fermarono a mangiare in una pizzeria, mentre attendevano i ragazzi informarono i genitori che erano già arrivati e avevano visto la casa, gli raccontarono un po' di cose, Sammi molto di più alla madre rispetto agli altri due, e poi chiusero la chiamata con una pizza sotto la faccia. Finirono di mangiare e si accorsero che per puro caso si trovarono davanti a un negozio che vendeva mobili e anche molto belli. Quando vi entrarono si divisero ognuno per quello che gli interessava comprare, Matt, che era un tipo molto ordinato si limitò a comprare un semplice letto, un armadio, una libreria per la sala e il divano, Sammi invece comprò un armadio ultra immenso nero, così come il letto, sempre nero, e matrimoniale, e la tinta per la sua camera rossa, rosso sangue, come lei adorava, poi per il resto della casa comprò un tavolo che si intonava con il resto della cucina e delle sedie. Poi lei uscì, e andò a fare la spesa per la sera così che mentre i ragazzi montavano lei avrebbe potuto cucinare per tutti. Finito di fare la spesa trovò i ragazzi su in casa alle prese con il montaggio dei loro mobili, così svuotò le buste, e iniziò a tingere la sua camera di rosso, il letto era posizionato al centro della stanza così non avrebbe avuto problemi poi nel tingere, stessa cosa per l'armadio. Quando ebbe quasi finito una parete si accorse che si erano fatte già le 19.00 e che quindi era il caso di iniziare a preparare da mangiare, così chiuse il barattolo e si diresse in cucina dove aprì il frigo e iniziò a preparare un po di carne e delle semplici patate al forno, mise sul fuoco la carne,poi insieme pelò le patate e le mise sotto al forno.

-Ragazzi io ho messo a preparare da mangiare.- annunciò.

-Oh, grazie Sammi, noi finiamo di montare questa libreria ci installiamo la televisione e arriviamo.- le risposero. -Certo, con comodo tanto prima di un oretta circa le patate non sono pronte!- i due ragazzi alzarono la testa e si misero in ginocchio

-Ti lodiamo altissima dea che ci cucini le cose che amiamo!- Dissero in coro creando una risata divertita in Sammi. Lei poi tornò in camera sua e si rimise a tingerla, finì la sua parete e il forno suonò avvisandola che probabilmente era pronto, richiuse il barattolo e si avviò in cucina dove i ragazzi si stavano lavando le mani pronti per mangiare.

Si lavò le mani anche lei, poi prese le patate da sotto al forno e la carne e poi ne mise un po nei piatti a tutti.

-Buon appetito!- si dissero in coro prima di iniziare a mangiare e quindi calare nel silenzio delle loro bocche strapiene.

-Qualcuno di voi ha cercato lavoro?- chiese Sammi che quella sera non aveva molto fame e quindi perdeva tempo a parlare per non farsene accorgere.

-Veramente io no, ma tornando a casa ho notato che il negozio qui di fronte sta cercando commessi..- Le rispose Matt dopo aver finito il suo boccone.

-Scusa, non mi sono ancora molto guardata in giro io, che negozio abbiamo davanti?-Domandò Sammi.

-Negozio di abbigliamento, ma almeno non c'è quella roba tutta tamarra, si chiama Rock-shop, e mi ispira tantissimo!- esclamò sorridendo.

-Tu Sim?- Sammi si girò verso di lui. -Io, io non ho ancora visto nulla in realtà! Tu invece?-

-Nah, nemmeno io, ho girato un po' per la città e stavo anche per perdermi, ma guardavo sempre fissa la strada dato che non sapevo nemmeno dove stessi andando!- Tutta la tavola scoppiò a ridere per poi ricalare nel silenzio iniziale, finirono tutti di mangiare e non avanzò niente, Sammi e Sim si misero a rigovernare mentre Matt installava la tv.

-Ragazzi, io vado a dormire, sono cotta scusatemi!- Sammi diede un bacio sulla guancia ad entrambi e si diresse verso camera sua dove aperta la valigia tirò fuori il pigiama, si lavò e poi andò a dormire con le luci di Los Angeles che penetravano dalla sua enorme finestra, ancora non poteva crederci.

 

 

 

La mattina seguente Sim fu il primo ad alzarsi e preparò del caffè per tutti che si svegliarono dopo appena 20 minuti di lui. Come al solito Samantha era quella che dormiva ancora per 10 minuti prima di riuscire a svegliarsi completamente, specie in una mattinata come quella, dove la luce del sole le aveva rotto le scatole fin dal primo momento dato che si era scordata di comprare delle tende.

-Come avete dormito?- Chiese Sim che era evidentemente il più sveglio.

-Bene, pensavo di andare subito al negozio prima che qualcun'altro mi freghi il posto, quindi, io stamattina vi cedo tutto e corro, scusate!- In tutto questo ancora immensi silenzi venivano da parte di Sammi.

Erano le 9.00 e i due decisero di dividersi per la città in cerca di un qualsiasi negozio cercasse lavoro. Sammi fu la prima a trovarlo, un negozio di cd o maglie di cantanti, poster, collane o merce di band prevalentemente rock. Sim invece trovo lavoro in una gioielleria. Si sistemarono tutti e nessuno dei 3 aveva turni troppo pesanti, a Samantha toccarono tutti i turni della mattina dalle 8.00 alle 14.00 e anche a Simon toccò un orario simile, a Matt invece ne toccò uno peggiore ma che essendo davanti casa andava comunque bene, doveva fare dei turni dalle 15.00 alle 20.00 e doveva lavorare anche il sabato ma nel bel mezzo del pomeriggio dalle 11.00 alle 17.00, ma comunque ognuno di loro aveva uno stipendio ben pagato per per 3 ragazzi potevano bastare. 





Mio commento:
Spero che vi piaccia, in questo capitolo come avrete visto non ho messo quasi nulla che riguarda i bvb perchè credo che per capire a fondo la storia e i suoi sviluppi si debbano conoscere al meglio i protagonisti, per cui ditemi voi se vi piace o no, se ho sbagliato qualcosa. Grazie a tutti.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La telefonata. ***


 

Erano trascorse poche settimane da quando i ragazzi erano giunti a Los Angeles, la casa era apposto, non le mancava nulla, e nemmeno ai ragazzi mancava qualcosa, ognuno di loro aveva un lavoro, avevano già ritirato il primo stipendio, e al solo pensiero quando lo ritirarono si sentirono grandi.

Era il 6 febbraio 2013, i ragazzi si svegliarono.

-Ci pensate che manca un solo dannato mese?!- Domandò Matt mentre tutti facevano colazione. Sammi iniziò a capire che se voleva muoversi quello era il momento giusto, a poco dal concerto, aveva letto su Twitter poco prima che Chris sarebbe stato lì già una settimana prima del concerto, la madre le aveva dato il numero, era meglio sbrigarsi ed avvisarlo, si guardò in torno poi rispose a Matt.

-Già un mese, se voglio incontrare e conoscere mio fratello e mio padre devo farlo adesso, se lo facessi quella sera stessa non avrei molte possibilità che mi credano giusto?!- I due ragazzi si girarono verso di lei, non si erano dimenticati di questa storia, ma lei non la nominava da tanto, forse dal momento in cui diede la notizia smise di parlarne per continuare a parlare di loro come gli idoli che assieme ai suoi due amici l'avevano salvata svariate volte.

-Bhe si, forse sarebbe più giusto muoversi ora, se tu lo facessi dopo, dovresti farlo solo per telefono, adesso hai la possibilità di incontrare entrambi. E poi conta che vogliamo conoscerli pure noi eh!- I ragazzi si misero entrambi a ridere poi Simon le diede una pacca sulla spalla, le tolse la tazza da sotto la faccia e iniziò a pulirla insieme alle altre, Samantha fu la prima a vestirsi, nel giro di 30 minuti doveva essere al negozio, ci riuscì.

Lì fissò il suo telefono per molte volte durante la mattinata dato che erano in pochi i clienti, specialmente durante la settimana, qualche mamma venuta per il regalo del figlio o qualche anziano per comprare vecchi dischi in vinile, nulla di troppo impegnativo che quindi le lasciava il tempo necessario per pensare a cosa dire al padre, “manca un mese” questa frase pronunciata quella stessa mattina da Matt le aveva acceso una spia di allarme in testa. Si trovava in un faccia a faccia con un foglio in cui stava scrivendo le probabili cose da dire al padre, ma sopratutto al fratello. In camera aveva milioni di poster, maglie e oggetti della band, non poteva negare il fatto che fossero i suoi idoli, sopratutto perchè altrimenti non avrebbe potuto spiegare come mai sapeva a memoria le date del concerto, sarebbe andato non a uno ma a ben 3 concerti.. Insomma, doveva dirglielo e ancora non sapeva come.

Immaginava dovesse chiamare il padre e dire..

Ciao papà, sono Samantha, ti ricordi più o meno chi sono? Tua figlia, si sono tua figlia. Mamma ha mantenuto la promessa tranquillo, ma essendo che tuo figlio, nonché mio fratello gemello è il mio idolo mi sono posta due domande sul come potesse capitare che lui non avesse madre, io non avessi padre, lui era nato nel mio stesso giorno nello stesso luogo.”

Doveva salvare l'incolumità della madre, anche se significava mentire a suo padre nella prima che si parlavano, poco contava.

Ma se poi lui le avesse chiesto qualcosa tipo “Cosa vuoi da noi? I soldi di tuo fratello?” oppure “Visto che è il tuo idolo hai pensato che potrebbe essere interessante conoscerlo?!” Era certa che non le avrebbe fatto domande simili, ma si sa, dietro a un account twitter tutto può essere, persino la sua sembrava una vita perfetta.

Che cazzo faccio?!” proprio mentre si stava chiedendo una cosa simile un cliente entrò nel negozio.

-Può darmi un informazione?- Lei lo squadrò senza farsi notare troppo.

-Certamente, sono qui apposta.- Si mostrò gentile nonostante la rabbia per i suoi pensieri.

-Quando si terrà il concerto dei Black Veil Brides?- Le chiese, lei sorrise leggermente e senza controllare lo informo che sarebbe stato fra quasi un mese, il 9 marzo. Il signore annuì poi chiese:

-Lei ci va?- Samantha tornò a pensare ai problemi che la tormentavano, “si ci vado, ma vorrei trovare il coraggio di dire qualche cosa senza farmi troppi dannati problemi”

-Si, ci vado. Sono una loro grandissima fan, comunque se vuole qui in negozio vendiamo i biglietti, sono 20$- Il signore la ringraziò anche in turco, non trovava quasi nessuno che glielo sapesse dire e lui era nuovo in città e non sapeva nemmeno dove cercare. Glielo vendette, e poi ripensò a se stessa qualche anno prima, quando ancora non sapeva di questa storia e si disperava credendo che non li avrebbe mai incontrati e avrebbe reagito esattamente come quel ragazzo se la madre le avesse dato la possibilità di vederli.

Il suo turno finì e ancora non sapeva che cosa avrebbe fatto per avvisare il padre, raggiunse il negozio di Sim dove da li a poco anche lui avrebbe finito il turno e dato che Matt non era in casa andarono a mangiare alla pizzeria vicino casa, mentre aspettavano Simon gli chiese se per caso aveva già deciso che fare con la storia del padre, ci volle un po' prima che Sammi gli rispondesse.

-Veramente so più o meno cosa dire, infondo la storia è quella, ma ho paura della sua risposta.- finalmente rispose.

-Capisco, ma se non provi non lo sai. Infondo lui non sa nulla di te, non ha diritto di avanzare accuse, no?- Sembrava piuttosto convincente ma lei continuava ad essere spaventata, non voleva litigare ne con il padre ne con il suo idolo, perché ancora faticava a vederlo come fratello, cioè si, lei sentiva che c'era di più che semplice amore fra idolo e fan, ma era una cosa dovuta al fatto che lo vedeva come fratello, ma non fratello di sangue, diciamo così, più come Sim e Matt, poteva fidarsi di ognuno dei Black Veil Brides, di questo era certa.

-É vero, ma non so.- Si bloccò.

-Cosa non sai?- le chiese Simon inarcando le sopracciglia.

-E se poi pensassero male e io li perdessi per sempre?- Per la prima volta Simon non dovette strapparle troppo di bocca le parole, non era da lei essere così chiara al quasi primo colpo.

-Tu non li perderai, al massimo arriverai al punto di prima, ma almeno hai provato, e poi io, e sono sicuro nemmeno tu, credo che Andy sia così! Anzi, per me ascoltata la storia ti darà un abbraccio di quelli che hai sempre sognato.- Le sorrise accarezzandole il viso, poi la pizza arrivò ed entrambi si misero a parlare di quello che avevano fatto a lavoro e di cosa avrebbero potuto fare nel pomeriggio dato che fino a quel giorno ebbero i pomeriggi occupati dall'arredare ed aggiustare la casa.

-Non sappiamo nulla di questa città, facciamoci da soli da ciceroni e andiamo a giro.- Propose Sammi.

-Ma.. Ma ci perderemo!- Disse Si,.

-Dicono che la cosa più efficiente per conoscere una città sia perdercisi dentro!- Fece spallucce Sammi, che finì la pizza e si alzò per pagare. Entrambi si diressero verso casa per mettersi qualcosa che non fosse così tanto da tenuta da lavoro, salirono ed entrambi si cambiarono, prima di uscire dalla sua stanza Sammi si soffermò sui numerosi poster, guardò il suo polso, ancora un po' martoriato e coperto da un polsino nero con il simbolo dei bvb bianco, tirò un sospirò, abbastanza rumoroso da farlo sentire a Simon e poi chiese.

-Prendo il numero, ti va se quando chiamo stai con me?- Simon dalla sala sentì, e avvertì un certo peso nel fare tutto ciò da parte di Sammi, si diresse in camera sua prima di rispondere, l'abbracciò e poi le disse.

-Certo, lo sai che non ti lascio sola.- Sammi da sotto alla forza e alla sicurezza delle sue braccia sorrise e lo ringraziò ancora una volta.

Uscirono e come avevano previsto stavano per perdersi, decisero quindi di fermarsi in un parco, c'era una panchina isolata e al sole, che in un giorno freddo come quello era esattamente quello che cercavano.

-Lo chiamiamo?!- Domandò Simon. Sammi annuì senza proferire parola e poi prese il cellulare dalla borsa, nel più totale silenzio compose il numero, prima di premere sul verde guardò fisso negli occhi per almeno un minuto il ragazzo che le stava accanto e che adesso le teneva una mano come in segno di maggior vicinanza. Poi Sammi inviò e si portò il telefono all'orecchio ancora insicura sul da farsi, per la prima volta agiva e basta, senza pensarci troppo.

-Pronto?- Sammi iniziò a tremare e Sim si avvicinò ulteriormente a lei.

-P..Papà..- Riuscì a dire solo questo..

-Andy?! Andy che cazzo hai alla voce?- Dall'altra parte Chris sfotteva il figlio, ma ancora non sapeva che fosse un altro figlio, anzi, figlia.

-N-no papà, s-sono Samantha..-

Silenzio..

-Samantha?- Sammi iniziava a credere che nemmeno si ricordasse di lei, iniziava ad avere gli occhi lucidi dovuti alla certezza di aver fallito.

-Si, la sorella gemella di Andy, ti ricordi?- riuscì a chiedere nascondendo il pianto che ormai stava per arrivare.

-Certo che mi ricordo, so chi sei, non importa che me ne ricordi.. Mi hai solo lasciato un attimo senza parole.- le rispose, e Samantha iniziava a riavere certezza.

-Lo so. Ecco vedi, io vorrei.. vorrei conoscerti un po' meglio, diciamo che io attualmente abito a Los Angeles, sarò a tutti i concerti dei Black veil brides, almeno quelli in california quindi.. Dimmi tu quando è possibile.- Simon la guardò e le fece cenno di si con la testa come dire, “brava, hai fatto tutto quello che dovevi”

-Bhe, che domande, noi due anche subito, tuo fratello purtroppo come saprai dato che credo di aver capito che sei una sua fan è impegnato, ma credo che se saprà questa cosa correrà da te!- Sammi si mise a ridere, confermò le certezze del padre e gli disse dove abitava e dove lavorava, gli annunciò i suoi orari e il padre le promise che sarebbe andato a trovarla.

Appena chiusero la chiamata lei saltò addosso a Simon che non sapeva cosa lui le avesse detto per il tempo in cui lei era stata zitta, così gli raccontò tutto, sottolineando e ripetendo la parte in cui il padre le ha detto che Andy se l'avesse saputo sarebbe corso da lei. Dopo circa un ora che erano lì si alzarono, comprarono due cose che in casa mancavano, come il dentifricio e si avviarono verso casa. Aspettarono Matt, e poi cenarono tutti insieme dandogli anche la buona notizia al quale lui scattò in piedi saltellando!

Andarono tutti al letto verso le 22.30, ma alle 23 furono svegliati dal suono di un messaggio proveniente dal cellulare di Sammi. “Non ho mai potuto farlo in questi anni, ma non vuol dire che non te l'abbia mai augurata. Buonanotte Sammi.” Queste parole la fecero piangere. I ragazzi si diressero in cucina dove trovarono lei con un sorriso stratosferico ma piangente, lessero il messaggio e si strinsero vicino a lei che adesso si sentiva così a suo agio con il mondo. 




Bene, oggi è il 17 giugno 2013, quindi colgo l'occasione per augurare a tutti una perfetta giornata internazionale, ognuno di voi vede in questa band una cosa diversa, io ci vedo i miei Saviours, quindi ho voluto sottolineare quest'importanza dedicando una svolta importante nella vita della protagonista di questa ff, Sammi. Ovviamente come molti di voi passerò la giornata ascoltando quella loro perfetta musica, ma volevo qualcsao che oltre ai sentimenti per loro ci accomunasse, e per me sarà questa ff che principalmente è quello che sogno tutti i giorni.
Spero vi piaccia, un abbraccio a tutti, Living Like A Rebel.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il ritrovo. ***


 

IN CASA BIERSACK

Chris passò tutta la notte a pensare a sua figlia, agli anni che aveva perso con lei per uno stupido disguido con la madre. Pensò al figlio che aveva sempre desiderato nei suoi momenti peggiori, quelli in cui veniva maltrattato avrebbe voluto qualcuno vicino, che per fortuna poi trovò i componenti della band, dei fratelli per Andy, ma magari era più facile con una sorella al suo fianco.

A Andy piace alloggiare a casa quando non ha impegni o sono vicini alla sua casa in Ohio, quella dove era cresciuto, a Cincinnati. Quella notte, mentre il padre pensava a queste cose Andy dormiva lì in compagnia di Ashley che non aveva voglia di starsene in albergo e aveva piacere a rivedere papà Chris. Rincasarono presto, verso l'una, più presto di quanto non fossero abituati, Chris li sentì arrivare e interruppe i suoi pensieri decidendo definitivamente di parlare di Samantha a Andy.

Scese dal letto e attese che i due avessero fatto le scale e fossero quindi vicino alla camera da letto di lui, poi si infilò le ciabatte ed uscì dalla camera, aprendo la porta notò un Ashley abbastanza ubriaco e Andy che lo reggeva, così aiuto il figlio a portare Ashley al letto poi gli annunciò che doveva parlargli.

-Mi faccio la doccia e scendo in cucina, puoi prepararmi un tazzone di latte? Ho proprio voglia di latte freddo e menta!- Concluse il figlio girandosi verso il bagno e chiudendocisi dentro.

Chris scese e nella sua testa riformulò tutta la sua vita, come era accaduto che si erano lasciati? Adesso non lo ricordava più tanto bene, aveva dimenticato il motivo perchè gli dispiaceva dover lasciare sua moglie, la donna che amava e forse l'unica, e la figlia che anche se nata da poco era il suo mondo. Ci vollero 10 minuti o forse 15 prima che Andy scese in pantaloncini lasciando scoperto il petto e completamente scalzo.

-Che dovevi dirmi papà?-

Chris tirò un respiro profondo mantenendo la calma.

-Vedi, tu non hai madre, ogni volta che mi chiedevi di lei io rispondevo solo che non volevo parlarne. Adesso è il momento di parlarne!-

Gli sguardi dei due si fecero seri, poi Chris senza attendere risposta dal figlio proseguì.

-Vedi, tu hai mamma, si chiama Amy, ci siamo lasciati dopo poco che eravate nati..-

Venne interrotto..

-Come eravate nati, io sono uno!-

-Tu sei uno figliolo, ma hai una gemella, si chiama Samantha.-

Andy rimase senza parole a fissare il padre, non lo odiava, ma non capiva, perchè non dirglielo? La risposta non tardò ad arrivare.

-Io e tua madre abbiamo avuto piccoli disguidi, non è che volevamo lasciarci, ma sapevamo di non poter proseguire così, essendo voi due gemelli abbiamo deciso di non andare da nessun avvocato, io avrei preso te e lei Samantha.-

Andy rimase ancora in silenzio per poco..

-Dov'è mia sorella adesso?-

-A Los Angeles, e so che sarà ai vostri 3 concerti in California quindi dovrai aspettare ancora poco per vederla..- Gli rispose.

-Non voglio aspettare, ho aspettato 22 anni, come pensi che voglia ancora aspettare?-

Chris ebbe paura di aver rovinato il rapporto che aveva col figlio. Andy notò il timore del padre.

-Papà, non ce l'ho con te, ma lei è mia sorella, se fosse in difficoltà? Io ho il dovere di aiutarla, e poi lo sai che ho sempre cercato una sorella o un fratello.. Voi avete fatto le vostre scelte, io ora faccio la mia, voglio conoscerla.-

Chris gli porse un biglietto su cui aveva appuntato tutti i suoi orari di lavoro e dove abitava, i numeri di telefono e le cose utili per contattarla, in oltre sapeva chi era su twitter grazie a una metafora che lei scrisse e che lui capì solo dopo la telefonata che quel pomeriggio ricevette.

-Partiamo?- Domandò Andy.

-Adesso? Ok va bene!-

CASA DI SAMANTHA

Quella mattina si svegliarono tutti spensierati, persino Sammi parlava appena sveglia, anzi, correva dato che Matt le aveva rubato lo shampoo e adesso ci giocava a football con Simon.

-Dai ragazzi datemelo suuu!-

-Oh oh oh! Che cosa eh?!?!- Rispose maliziosamente Sim ricevendo uno sguardo fulmineo da parte di Samantha.

-Tanto io sono di festa, chi fa ritardo per rompere le palle a me sei tu Sim!- Simon passò al volo il tubetto a Matt.

-Hai ragione, adesso però te la devi vedere solo con Matt.- Matt le sventolava davanti lo shampoo come per farle gola, lei invece si sedette e attese che il gioco smettesse di essere divertente.

Matt e Simon continuarono ancora per un po' mentre a Samantha parve di sentire bussare alla porta, vi si diresse per aprire senza nemmeno chiedere chi fosse.

-Ch-Chris?!- Domandò la ragazza. Dall'altra parte della sala i due sentirono e si precipitarono alla porta.

-Ciao Sammi!- Rispose Chris abbracciandola e lasciando intravedere dietro di se il figlio, Andy, scaturendo un senso di mancamento da parte di Simon e Matt che lo avevano visto.

-Hai detto che questo era il tuo giorno di festa quindi ho approfittato..- si avvertiva una certa discrezione e quasi tristezza, dovuta forse al fatto che lui sapeva di averla abbandonata.

-Ha-Hai fatto bene, davvero.. Entra!- Quando Chris entrò anche Sammi vide Andy e rimase bloccata alla porta, così come gli altri suoi due amici. Andy le sorrise poi l'abbracciò.

-Se avessi saputo prima ci sarei stato sempre per te, voglio che tu questo lo sappia- Gli disse. Dalle labbra di Sammi uscirono poche parole, che nemmeno lei voleva che uscissero.

-Tranquillo, non lo sapevi, ma tu c'eri!- Stava quasi per piangere.

-Io vado a lavoro!- Disse Simon dandole un bacio sulla guancia.

-Ci vediamo stasera. Ah, al ritorno prendi il latte, è quasi finito!- Simon fece cenno di si con la testa e poi si dileguò dietro la porta accompagnato da Matt che voleva lasciare loro soli.

-Bhe, perdonatemi, sono ancora in pigiama, vado a cambiarmi e arrivo.-

Andò in camera sua, iniziò a piangere, dalla felicità certo, ma non riusciva a smettere. Aprì l'armadio e notò che di pronto da mettere c'erano solo maglie delle band.

-No, io mi rifiuto, non posso indossare queste maglie, è la concorrenza, specie sotto votazione per i golden gods!- si guardò un altro po' in torno.. -Non posso nemmeno mettermi le maglie dei Black Veil Brides, sa di lecchina!- Si maledisse da sola, poi tornò in sala con il pigiama.

-Non dovevi cambiarti?- Le chiese il padre.

-Ho un mese di vestiti da stirare, le uniche cose che mi rimangono non posso proprio metterle!- Andy sorrise poi gli diede la sua felpa per paura che con il solo pigiama avesse freddo.

-Grazie!-

-Bhe, sarai ai suoi concerti perchè è tuo fratello o sei una fan?-

Sammi iniziò a pensare che era fortunata, il polsino dal quale non si separava mai non dava troppo nell'occhio dato che gli era stata sporta quella domanda.

-Perchè sono fan! Della nostra parentela l'ho saputo dopo aver preso i biglietti.- Andy la guardò ancora, poi sorrise.

-Che domande di merda che fai papà, non lo vedi ha il polsino!- poi si rivolse a lei. -Ma non ti da noia mentre dormi?-

-A dirla tutta non me ne separo mai, giusto quando faccio la doccia.- nella sua mente continuava a pensare “vi prego non fatemelo togliere vi prego”

Il silenzio calò, poi Andy notò lo stereo infondo alla stanza. -Dispiace a nessuno se accendo un po' di musica, mi trovo più a mio agio..- Sammi la guardò, si vergognava di quello che lui avrebbe trovato li.

-Ah, Set the world on fire, va bene anche questo, così siamo a nostro agio in due!- Esclamò Andy accendendo lo stereo.

-Allora, ci dici qualcosa di te o no?- Domandò avvicinandosi a lei e stringendola ancora fra le sue braccia.

-Non so, che vorreste sapere?- Chiese Sammi.

-Per esempio quali sono le tue passioni..- Nel domandarlo Andy inclinò la sua testa verso destra con fare ulteriormente interrogativo.

-Diciamo che.. Amo tante cose!- Samantha non voleva parlare della sua passione per la musica, le sembrava di averli voluti conoscere solo per sfruttarli.

-Ad esempio?- Domando il padre.

-Amo leggere, viaggiare..-

-Immagino ci sia altro..- Intervenne Andy. -Dai sorellina, non ti castighiamo mica eh!- le tirò un pugnetto sulla spalla facendola ridere.

-È tua quella?- Domandò Chris.

-Si, sono tutte e due mie, ecco l'altra mia passione, forse l'unica reale, la musica.- Andy si girò e la guardò, Sammi non reggeva quello sguardo su di se, abbassò la testa e il fratello l'abbraccio ancora.

-Facci sentire qualcosa!- Le disse poi.

-Ehm, no.. non credo sia, ecco.. no, non è il caso..- continuava ad avere lo sguardo basso.

-Certo che lo è!- Concluse il padre.

-No, non.. Non sono affatto brava!- Affermò Samantha con un filo di voce.

-E dovremmo crederti? Dai, siamo gemelli, bravo io brava tu!- Samantha sorrise diventando incredibilmente rossa.

-Dai, non è il momento, più in la magari.. Non sarà l'ultima volta che ci vediamo no?-

-Assolutamente no- Le disse il padre.

-Volete qualcosa?- Domandò facendo l'ospitale.

-Io vorrei del latte freddo.. con la menta se possibile!- Affermò Andy. Sammi sorrise. -Perchè ridi?- le domandarono entrambi. -No è che stavo giusto andando a farmi quello, siamo proprio gemelli.- Tutti e tre sorrisero allegramente, poi lei andò in cucina seguita dal fratello mentre il padre sistemava le valigie nella camera degli ospiti.

-Passiamo a una conversazione più seria, il ragazzo?- Domandò Andy mentre la sorella stava lavando dei bicchieri.

-Non c'è.- Rispose fredda cercando di dimenticare il suo ex, nonché unico fidanzato che abbia mai avuto.

-Ma c'è stato?- Continuò Andy.

-Si.- non aggiunse altro, era chiaro che non era un argomento di cui voleva parlare, aveva fatto la cavolata di mettersi con uno del gruppo dei ragazzi che la picchiavano, lo aveva fatto perchè lui le disse che non voleva picchiarla e che le sarebbe stato vicino, affermò di amarla davvero e di provare vergogna per quelle persone, così sembrò essere per il primo anno, prima che poi lui abusasse di lei e se ne vantasse con quei tipi.

Qualche lacrima stava per graffiarle il volto ma non voleva darlo a vedere così si nascose nel frigo in cerca di qualcosa, senza sapere cosa.

-Non vuoi parlarne?- Le domandò.

-Non è il mio argomento preferito..- nella sua mente pensava a quante volte quando si ritrovava sola in casa l'aveva urlato a uno dei suoi numerosi poster, sorrise pensando che Andy in un certo senso lo sapeva.

-Capisco, bhe, quando vuoi però io sono qui!- Concluse il fratello sedendosi su uno sgabello attorno al tavolo.

-Grazie, piuttosto, tu e Juliet?- Cambiò argomento.

-Stiamo bene insieme, anzi.. Sono proprio cotto di lei!-

-Voglio essere invitata al matrimonio!- Esclamò lei come se non stesse parlando a suo fratello.

-Puoi farmi da testimone se vuoi!- Le propose Andy.

Lei si sedette e poi gli rispose -Ho giusto un vestito nuovo da sfoggiare!- Entrambi si misero a ridere.

Quella mattina la passarono così, tutti e tre attorno a un tavolo a dire cavolate, cose senza senso, poi il pomeriggio uscirono e andarono in quel parco vicino casa di Sammi dal quale lei aveva chiamato il padre e aveva reso tutto questo possibile. Su quella panchina Sammi si accorse di aver riso per tutta la mattinata e iniziò a pensare che Andy fosse proprio come le sue canzoni, capaci di renderla felice e di cullarla nello sconforto.

-Sammi, dimmi, tua madre adesso dov'è?- Domandò Chris.

-A San Diego, è rimasta lì.- Rispose.

-Avresti nulla da ridire se ti lasciassi sola con tuo fratello in questo periodo di pausa dal tour e andassi a trovarla? Vorrei prima vederla da solo.- Andy e Sammi si guardarono, poi entrambi annuirono così si diressero all'aeroporto, dove Chris prenotò il volo per la sera stessa verso San Diego.

Avrebbe dovuto partire alle 20, quindi dato che erano già le 16.30 andarono tutti verso casa dove Andy prese la sua roba dalla valigia e la portò in camera della sorella dove avrebbe dormito per poter chiacchierare più comodamente di notte, o comunque non svegliare gli altri, dato che la camera per gli ospiti era attaccata a quella di Simon e Matt. Appena Andy entrò in camera di Sammi ebbe quasi paura, si rivide in poster, cd, maglie e sciarpe della sua band.

-Una fan o un'ossessionata?- Domandò alla sorella che gli faceva spazio nell'armadio.

-Una che è stata salvata!- Le scappò detto, Andy sorrise.

-Sono felice di esserti stato comunque vicino! - Esclamò mentre la sorella diventava rossa dalla vergogna.

Alle 18.30 i due rimasero soli, lasciando il padre all'areoporto, decisero quindi di andare a mangiare fuori insieme, e Andy voleva a tutti i costi andare in periferia di modo che pochi avrebbero potuto riconoscerlo. Raggiunsero un ristorante in periferia verso le 19.30, vi si sedettero ad un tavolo per due ed ordinarono.

Mentre attendevano la loro ordinazione approfittarono per continuare la chiacchierata del pomeriggio che avevano interrotto dato che per strada erano entrambi sicuri su quale avrebbero dovuto fare e quindi parlavano esclusivamente delle direzioni da prendere.

-Dicevaaamo..- Iniziò Andy scrutandole gli occhi proprio uguale ai suoi. -Suoni altro oltre alla chitarra?- Le domandò.

-Si, pianoforte, violino, ho fatto un po' di batteria e di basso.. e poi..- abbassò la voce sperando che non sentisse –Canto..- affermò.

-Ulalà, sorellina, sei una musicista cazzuta, e canti anche?!-

Nella sua mente Sammi iniziò a maledirsi, ma ad ogni modo ormai lo sapeva e doveva dire qualcosa.. l'unica cosa che balbettò fu un si poco chiaro ma che Andy percepì comunque dato che era abituato a fan balbuzienti in preda al panico perchè davanti avevano i loro idoli.

-Adesso devo sapere come suoni ognuno di questi strumenti e come canti! Lo esigo!- Le fece uno sguardo amichevole dei suoi tipici che insieme a fiducia e sicurezza esprimevano affetto e simpatia.

-Ok, va bene, forse un giorno eh!-

I due si misero a mangiare, fecero qualche cazzata e poi Andy pagò per tutti e due.

Uscirono e d'istinto si accesero una sigaretta, si guardarono e vedendo che facevano le cose più o meno sincronizzate si misero a ridere, poi Andy disse

-Dovresti smettere sai?!- Strappando di mano la sigaretta alla sorella.

-Anche tu dovresti!- Stessa cosa fece lei con lui.

Arrivarono in casa, si fecero una doccia veloce e poi si infilarono nel letto, Simon e Matt già dormivano quindi fecero il più piano possibile. Nel mezzo della notte nessuno dei due riusciva a dormire completamente.

-Sammi..- sussurrò Andy.

-Dimmi!- Le rispose subito Samatha.

-Non so se mi sbaglio, ma mi è parso che oggi in cucina mentre parlavamo del tuo ex stavi per metterti a piangere... Giusto?- nel letto sia Andy che Sammi si girarono uno difronte all'altra.

-Si è giusto..- sospirò poi la ragazza.

-È perchè è finita da poco?- chiese Andy

-Veramente è finita da due anni... quasi 3 anzi..- Nonostante il buio lei abbassò lo sguardo e fece in modo che lo sguardo glaciale di Andy non le arrivasse dritto nel suo viso.

-Ma, perchè piangevi allora?- Le domandò avvicinandosi ancora a lei e portandole la testa appoggiata al cuscino su di lui.

-Andy.. io..- Non disse altro.

-Sammi, che cos'hai, se sei ancora innamorata di lui puoi dirlo, è una cosa che ti fa quasi onore, anche se dovresti dimenticarlo..- Disse il ragazzo accarezzandole i capelli

-No, Andy non...- iniziò a piangere, le sue lacrime bagnavano il petto del gemello che adesso si accorse di aver toccato un punto molto più debole di quanto pensasse, accese la lampada del comodino al suo fianco, le prese la testa, l'abbracciò.

-Oi, piccola, ci sono qua io, è tutto apposto, basta piangere dai, scusa non volevo.-

-Non.. non è colpa tua, anzi.. - cercò di dire Sammi fra un singhiozzo e l'altro.

-Senti, capisco che questo è un ostacolo, ma se ti fa male puoi soltanto superarlo, su hai bisogno io sono qua ok?- Andy le asciugò le lacrime, si assicurò che la sorella si fosse ripresa e poi spense la luce. I due si addormentarono dopo poco. 





Spazio all'autrice:


Ciaoooo! Questo capitolo è più lungo di altri, ricco di informazioni e a parere mio, bello.  Bhe insomma, spero che piaccia anche a voi, e che recensirete tutti presto! Buon proseguimento di giornata!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ecco la verità, fratellone. ***


Quella mattina la sveglia suonò alle 7:00 e Andy non era certamente abituato a svegliarsi a quell’ora, la sorella, Sammi si scusò con lui per non averlo avvertito e gli disse che se voleva poteva raggiugnerla in negozio quando si sarebbe svegliato e avrebbero pranzato insieme alle 14.00 ma Andy declinò l’invito dicendole che aveva una piccola sorpresa per lei e che l’avrebbe aspettata a casa con il pranzo pronto. La ragazza non insistette, sorrise con il suo solito sorriso aggraziato, prese una maglia dei Bring Me The Horizon dall’armadio, un paio di jeans un po strappati, e come era solita fare, si assicurò di avere il braccio ben coperto, fuori era freddo è vero, ma nel suo negozio non risparmiavano sul riscaldamento quindi portava le maniche corte, e avendo smesso da non molto tempo di tagliarsi doveva sempre assicurarsi di aver tutto coperto.
Dopo le sue solite operazioni attese Sim per fare colazione.
La macchina erano soliti usarla loro due quindi lasciarono ogni discorso personale per quando sarebbero stati soli in macchina, ne lui e Matt erano stati in casa fino alle 21 circa, avevano lasciato la giusta privacy alla famiglia, ma morivano dalla voglia di sapere.
Quando si chiusero la porta alle spalle Simon le saltò addosso:
-Allora?! Allora dai com’è?!-
Sammi era felice, ma sovrappensiero..
-Bhe.. come vuoi che sia, è come nelle canzoni lui.. dannazione, avrei voluto saperlo prima.. Sim, che devo fare?- Sammi stava quasi per scoppiare in lacrime e continuava ad osservare il suo braccio ossessivamente come se avesse voluto continuare ad affondare la lametta su quella pelle tanto bianca e delicata..
-Sammi, che succede?- Chiese Simon che notò nella ragazza una tale incertezza da farla sprofondare..
-Mi ha chiesto di lui..- Nessuno osava nominarlo, era tipo Voldemort.. –Forse dovrebbe sapere, ma mi imbarazza..- Sim capiva il suo disagio e sapeva perfettamente quanto fosse difficile e nel suo cuore, odiava profondamente vederla stare così, questa cosa era certo l’avrebbe aiutata, ma non è così per il momento e questo lo turbava.
-Hey, andrà tutto bene, tu digli solo quello che ti senti, sono sicuro che lui capirà e tutto andrà bene, adesso pensa alle cose belle, siamo qui e quel ragazzo non ci darà più fastidio, hai conosciuto una parte della tua famiglia che è il tuo idolo, fai un lavoro che ti piace e che ti paga a sufficienza, lui deve scomparire dalla tua mente, promettimelo..-
Sammi che aveva ormai gli occhi lucidi se li strofinò facendo un cenno col capo che sembrava approvare ciò che Simon le aveva suggerito di fare.
Entrò nel negozio fingendo che nulla fosse accaduto, aprì la cassa, ispeziono i cd nuovi arrivati, e li ripose negli appositi scaffali, i suoi pensieri erano lentamente cambiati, non pensava davvero più a quel ragazzo e anche se ogni tanto restava fissa a osservare il suo braccio riusciva a distrarsi tregua da ogni demone che si era instaurato al suo interno, i clienti non arrivavano e li c’erano anche qualche strumento.. Si sedette al pianoforte infondo alla stanza, e cominciò a tamburellare le dita su qualche tasto, quasi impercettibilmente, come se nessuno dovesse sentire quella musica perché era il suo sfogo, il suo pensiero.
Si interruppe sentendo la porta del locale aprirsi e abbandonò quel pianoforte come se non potesse mai più utilizzarlo, triste, e con una lacrima che divideva in due la sua guancia ma che non tardò a nascondere.
Il cliente se ne andò a mani vuote, e anche i due successivi, presto si fecero le 12 e lei doveva cominciare a risistemare per lasciare in ordine il negozio per il collega. Decise allora di chiamare sua madre prima di mettersi al lavoro, quei pochi clienti che in quella mattina meno fredda del solito erano entrati avevano lasciato un gran casino ma a lei non importava, voleva tornare a casa, stava realizzando di avere li il suo idolo. Appena esplose con sua madre al telefono raccontandole che era come nei suoi sogni, la madre rise rumorosamente, e dietro di lei, anche il padre, facendo capire che la madre aveva chiaramente attivato il vivavoce. Al termine della chiamata si sentiva quasi rilassata, e si mise subito al lavoro, ripiegando tutte le maglie come se fossero nuove, stava quasi per chiudere quando si ricordo di non aver fatto molta spesa, entrò nel supermercato e per comprare lo shampoo, che con i suoi lunghi capelli finiva in davvero poco tempo, dovette passare al reparto che rovinò la sua vita. Esitò prima di prendere una scatoletta di lamette, ma voleva essere sicura di non rischiare ancora di pensare al suicidio, era certa questa volta di avere tutto a sua disponibilità, di non avere motivo per rifarlo, ma era terrorizzata, spaventata dalla sua mente. Finì di fare la spesa e come nulla fosse tornò a casa, infondo non aveva grosse preoccupazioni, voleva solo averle in caso di necessità, l’attico nel quasi centro di Los Angeles era vuoto “Andy aveva detto che mi avrebbe aspettato qui” pensò fra se e se.. Cominciò a disfare le borse della spesa pensando che il fratello avesse avuto un contrattempo e senza preoccuparsi quindi e senza nasconderle troppo tirò fuori anche la scatoletta e la lasciò sul tavolo fin quando non sistemò il cibo nelle dispense. Sistemata anche quella e senza voglia di mangiare non aprì nemmeno il frigo, si stese sul letto osservando il cuscino dove il suo idolo, che avrebbe dovuto cominciare a chiamare fratello aveva dormito la sera prima, ci impiegò poco ad addormentarsi, era sfinita.
La sorpresa che Andy aveva promesso alla sorella non tardò ad arrivare, Sammi ebbe solo 20 minuti per riposare e poi si ritrovò tutti e 5 i Black Veil Brides sul suo letto che cercavano di svegliarla ma nemmeno loro ce la facevano, Jake la derise –Sei proprio come tuo fratello, ci mettete una vita a svegliarvi!- Andy gli tirò il cuscino  che Sammi aveva sotto la testa a Jake urlandogli di non offendere la sorella che nonostante avesse i suoi idoli davanti stava perdendo la pazienza.
-Volevo solo dormire- Balbetto mentre si stava stiracchiando.
Tutti e cinque si misero a ridere CC cade anche dal piccolo angolo di letto che i ragazzi gli avevano riservato, a questo gesto anche lei mostrò segni di vita e si mise a ridere.
Si alzarono tutti e la trascinarono fuori dal letto. Anche a lei era comparso un piccolo sorriso sul volto.
Mangiarono spensierati e tutti cercarono di conoscerla meglio, era come un nuovo membro della famiglia, non solo per Andy ma per tutti. Finito di pranzare i ragazzi dovettero tornare alle loro ragazze, eccetto Ashley ovviamente che restò con loro fino alle 17.30 e poi torno nel suo appartamento pronto a fare ancora festa.
Durante il pomeriggio restarono a casa e entrambi i componenti della band insistettero per ascoltare qualcosa suonato dalla nuova arrivata, ma lei continuò a rifiutare, ancora più imbarazzata dalla presenza di Ashley. Però trovarono un cd che non fosse dei Black Veil Brides e che andasse bene a tutti e tre i Kiss che tolse un po’ di imbarazzo.
Poteva notare quanto fosse diventata fortunata in poche settimane, e cominciare a sorridere alla vita che pochi mesi prima aveva pensato di abbandonare.
Si mise a ballare in quella stanza semi vuota che era il loro soggiorno, accompagnata che le teneva le mani davvero strette, fino a soffocarle, ammesso che quelle fossero state un punto da dove il suo corpo avesse preso aria ovviamente.
Quando tornò a sedersi sul divano si accorse di come Ashley osservava la differenza di distribuzione dei braccialetti, appena due sul sinistro e 7 o 8 sul destro, senza contare che sul destro regnava il loro polsino.
Non fece domande, ma squadrò il suo amico. Lei qualcosa aveva intuito, e poi la telepatia Biersack-Purdy era nota, quei due erano così uniti da capirsi con mezzo sguardo. Nemmeno Sammi parlò, sperava anche se era evidente che non era così, di averla scampata.
Ashley se ne andò di casa e ancora una volta squadrò l’amico, poi saluto la ragazza con un leggero bacio sulla guancia destra che Sammi faticò a non strusciare quando chiuse la porta. Anche Andy si accorse di questo e derise la sorella proprio come un fratello maggiore avrebbe fatto, ma lui non era maggiore, ma era più forte di lei ed era la sua forza.
La ragazza ridendo insieme al fratello, terribilmente imbarazzata si tolse i braccialetti in camera sua e annunciò, senza mai uscire da quella stanza che avrebbe fatto la doccia, entrò nel bagno e dopo essere entrata sotto la doccia Andy fece silenziosamente irruzione nella sua camera, portando via le poche felpe rimaste, e i braccialetti attendendola fuori dalla sua camera.
In 30 minuti circa Sammi uscì finalmente, aveva dei normalissimi pantaloni di una vecchia tuta e adesso cercava i suoi braccialetti perché la canotta di certo non avrebbe coperto quei segni. Restò ferma dentro la sua camera e poi, avendo intuito il gioco del fratello si infilò l’accappatoio e finse di aver dimenticato le felpe in qualche stanza e di aver freddo. Andy però non rimase fregato, aveva ben nascosto le felpe nella sua valigia in cui lei non avrebbe mai curiosato per rispetto. Sammi cominciò ad alterarsi e prima che potesse arrabbiarsi col fratello le si avvicinò, e la abbracciò.. Le restituì i braccialetti, senza dire niente. Si dileguò in cucina e lasciò che la sorella si rivestisse della sua corazza.
-Sammi, io non voglio..- Non riuscì a finire la frase, era seriamente preoccupato per la sorella e seriamente impensierito fino a quasi piangere, fortunatamente fu interrotto dalla sorella.
-Volevi sapere di quel ragazzo no?- Samantha questa volta era a sedere sul tavolo e nonostante lo avesse fatto per cercare di guardare negli occhi il fratello proprio non ce la faceva a reggere lo sguardo. –Io Andy.. sono cresciuta quasi sola, ho Simon e Matt che si sono presi cura di me come dei fratelli, e mi hanno protetta da chi aveva promesso di farlo mentre invece ha solo continuato a uccidermi.- Continuò Sammi con un filo di tristezza nel viso. –Vedi, il mio vecchio gruppo.. Se così possiamo chiamarlo, ha soltanto sfruttato le mie potenzialità finchè siamo stati nella stessa classe, poi hanno tirato fuori le armi contro la mia musica e le mie passioni, arrivando spesso alle mani.- Andy volle fermarla, ma lei era tanto tempo che teneva quella storia nascosta, aveva bisogno di parlarne e lo ignorò. –Uno di loro mi promise che non voleva aver nulla a che fare con quegli altri, e mi mentì, dopo qualche mese di amicizia ci fidanzammo, e dopo quasi un anno lui.. mi quasi costrinse a fare sesso con lui, insomma, io in parte volevo, ma avevo ancora una terribile paura di quell’atto, ma di questo non gli importò, il giorno dopo anche lui mi menò, e tornò dagli altri vantandosi di essere riuscito a privarmi della mia verginità che i libri e le chitarre avevano sempre preservato..-
In quella casa adesso le parole stavano quasi rimbombando, nemmeno Andy aveva mai immaginato nulla di così tragico, non aveva parole, ma anche lui stava piangendo, ed era un miracolo.
-Sammi, io non immaginavo niente di tutto questo, non avrei chiesto.. Adesso ci sono io, non può toccarti.-
Con questa promessa nessuno dei due fece cenno ai tagli, cenarono e in seguito anche Andy si fece la doccia, entrambi forse pensavano che avrebbero dovuto affrontare l’altra parte del discorso, ma quella spiegazione bastava, se lui la proteggeva non aveva bisogno di rifarlo, per questo motivo decisero di tornare a dormire e non occuparsi di quella storia.


*commento autrice*
Sono tornata, spero nessuno si sia dimenticato di questa storia, e se così fosse, bhe.. potete sempre ricominciarla, no?
Apparte gli scherzi, ci ho messo una vita ad aggiornare, ho avuto un anno infernale, spero siate buoni con me.
Grazie per l'attenzione, LivingLikeARebel.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il concerto. ***


Erano passate 2 settimane e mezzo da quando i 3 ragazzi, Samantha, Simon e Matt avevano visto per l’ultima volta Andy, ma non si erano molto persi i contatti, ad ogni modo tutti i bvb erano stati bene quel pomeriggio con Sammi, e Andy per di più sentiva veramente la mancanza di quei giorni passati con la sorella.
Era la mattina del concerto a Sacramento, 6  marzo 2013, ore 5.
Chiedere a Matt, Sim e Sammi di dormire era troppo ma tutti fingevano di farlo, Sammi in realtà non faceva altro che fissare i suoi poster e leggere i messaggi che nel tempo libero Andy e lei si scambiavano. Sim pensava che anche se aveva parlato con loro vederli suonare sarebbe stato molto altro, molto meglio, e Matt non faceva altro che pensare al tempo perso, pensava a Sammi che finalmente stava bene, portava persino meno braccialetti. Alle 6 suonò la sveglia che in realtà non fece altro che agitare li animi di una casa sveglia già da molte ore, c’era che si vestiva e chi preparava la colazione. In una tazza Sammi si fece mettere del latte freddo con la menta da portare via, e poi alle 7 puntuali partirono, in un ora furono li e c’era già una piccola schiera di 5 o 6 fan davanti a loro incollati alle transenne in attesa che i loro idoli scendessero dall’autobus. Sammi si accese una sigaretta mostrando a maniche corte il braccio che ormai non portava davvero più nessun segno, Andy era entrato nella sua vita più che mai, non la abbandonava mai. Seduta su quella transenna mostrava fiera i suoi lunghi capelli dello stesso colore di Andy e con il suo war paint addosso la somiglianza era terribilmente evidente tanto da scaturire terrore nei fan che nel corso della giornata la vedevano da lontano pensando che fosse lui seduto sulle transenne. Eppure nessuno se ne rese conto. L’aria verso le 17 si fece molto pesante, si sentivano tutti cantare, i fan nel corso della giornata avevano fatto conoscenza ma Sammi no, non ci riusciva ancora ad aprirsi infondo 3 anni per dimenticare un simile abuso non sono niente ancora non si fidava. Da lontano, fra una Marlboro rossa e l’altra le parve di scorgere lo stesso ragazzo che si era presentato come cliente tutto incappucciato che si era presentato al suo negozio ma che lei nonostante fosse un po’ inquietante aveva trascurato e che solo ora iniziava realmente a preoccuparla, quel viso era abbastanza familiare, ma immaginava che fosse solo perché era lo stesso del negozio. I cancelli del teatro aprirono finalmente e il concerto iniziò con Shadows Die, Sammi non amava particolarmente quella canzone, ma live era tutta un'altra cosa, suo fratello non tardò molto a tenderle la mano e trascinarla sul palco. Negli occhi glaciali di Samantha era evidente l’imbarazzo che cresceva, Andy cominciò a spiegare tutta la storia in modo molto breve e poi annunciò che insieme avrebbero cantato qualcosa. Quello non era il suo piccolo palco casalingo di san diego, quello del pub dove riusciva a guadagnarsi le bevute per la serata, era tutta un'altra cosa, ma dopo aver poggiato le dita sul piano nel pubblico tutto si fermò, stava cantando col suo idolo, con suo fratello e con a seguito più di mille ragazze e ragazzi. Il concerto finì e lei era tornata tra la folla che la acclamava quasi, stretta in un abbraccio tra Matt e Sim che mai le avevano fatto mancare l’appoggio. Verso mezzanotte Andy chiamò la sorella per dirle di lottare fra la folla perché volevano ospitarli nell’autobus. I ragazzi quindi presero a scazzottarsi fra la folla che voleva l’autografo dei Black Veil Brides e fu proprio Sammi a dover firmare. Poi raggiunsero le transenne e dal finestrino Ashley avvisò Andy che erano riusciti finalmente a farsi strada fra le fan, scesero dal bus e dopo averli fatti entrare si fermarono per fare alcune foto.


Sull’autobus tutti si complimentarono brindando con bottiglie di birra in grosse quantità, mediamente c’erano bottiglie di birra per berne 5 a testa ogni giorno, considerato però che solo quella sera fra lei e Andy ne finirono 14 la media non era molto facile da stabilire. Nessuno era ubriaco, eccetto Ashley, che non si sa come ma anche se fa tanto il grosso, dopo la quarta birra ha iniziato a dare i numeri e alla sesta era steso sul divanetto.
Finita la serata, Sammi era proprio vogliosa di una bella sigaretta prima di dormire, la rilassava tutto quel fumo invece che il solito fiato sprecato. Andy aveva il pacchetto di sigarette nei divanetti che usavano come letti infondo all’autobus così Sammi uscì momentaneamente sola dal bus, per un po’, i primi 10 secondi fu concentrata sulla sigaretta che aveva faticato ad accendersi, poi alzò la testa, lo stesso uomo inqiuetante era ancora alle transenne come in attesa di qualcosa, o forse, qualcuno. La situazione si fece inquietante, i due si fissarono per un po’, poi Andy arrivò con la sigaretta già in bocca: -Hey, hai un accendino, quello mi sa che è sotterrato da Ashley- Sorrise leggermente e attese l’accendino dalla sorella che era ancora assorta in quella esile e slanciata figura dal mento squadrato, molto familiare.
-Certo scusa, ero.. ero solo distratta scusa.- Mentre si girò verso il fratello  quella figura si allontanò, nel silenzio. Proprio non riusciva a capire, ma non volle impensierirsi troppo, così, assorta in quel denso fumo che usciva quasi in sincro dalle loro bocche, per una qualche ragione si mise nella sua testa a canticchiare Lost It All, quella sera fu veramente epico, a malapena ricordava come avesse cantato, ma a poco le importava quanto lo avesse fatto bene, era riuscita a farlo, era riuscita a farlo come nei suoi sogni, come quando sognava di cantare con quello che ancora non sapeva fosse suo fratello. Lost It All riecheggiava nei suoi sospiri, e Andy non poteva far altro che osservarla, più la guardava e più spuntava un sorriso sul suo viso, era fiero di quel braccio bianco con solo il loro polsino addosso per tradizione.
-Allora, com’è stato cantare?- Domandò rompendo quel silenzio.
-Beh, è.. insomma.. Non pensavo di riuscirci.. Come sono andata? Puoi dirmelo se facevo schifo eh!- Ribatté lei.
-Schifo?! Ma ti pare? Sei la mia gemella, talento mio talento tuo!- Rispose sempre più sicuro di quanto la sorella avesse la stoffa per pontare avanti il suo sogno.
-E se il tuo non fosse un talento? Lo sai che oggi hai stonato vero?- Fu molto divertita nel ridicolizzare il suo idolo con così tanta naturalezza. –Se così fosse che ci fai qui, la strada è li!- Rispose lui fingendosi autoritario e stringendola subito in un caloroso abbraccio.
-Forse è ora di rientrare, non credi? Sono le 3, domani abbiamo un'altra data, e vorrei tu cantassi anche lì.-
Nessuno parlò, si stesero nella loro cuccia.
La mattina dopo quando Sammi si svegliò erano già a San Francisco, e lei non era affatto pronta a cantare ancora davanti a quella folla, e quella figura inquietante l’aveva un po’ sfiduciata.
Ad ogni modo si alzò e come se fosse sola a casa sua uscì dal bus e iniziò a fumare seguita da Simon che si era accorto che qualcosa non andava, prese anche lui una sigaretta, anche se fumava raramente gli piaceva che quei momenti di rilassamento e confidenza fossero accompagnati da quel gesto. Sammi però fu’ irremovibile, non parlò di quel ragazzo, disse solo di essere un po stanca e senza tagli addosso non poté affermare il contrario. Quel giorno passò, proprio come quello precedente, ma nel cervello di Samantha qualcosa non andava, qualcosa sarebbe andato storto quella sera, ma cercò tutto il giorno di dimenticare questa sensazione che le attanagliava le tempie. Cantò anche quella sera, il suo sorriso era più pacato, per chi la conosceva era visibilmente più pacato e nascosto rispetto alle sue solite apparizioni su un palco. Finita la canzone scappo da fuori il palco sicura di aver rivisto quella esile figura innalzarsi in mezzo alla folla, non poteva più respirare senza la sua lametta, ma cercò di non dare nell’occhio e quando Andy la raggiunse finse un bellissimo sorriso, ma questo non riuscì ad imbambolare Matt e Sim.
Fumò una o 2 sigarette prima di salire sull’autobus, ma non restò calma a lungo, infatti, anche se li c’erano ancora una schiera di fan e Andy si era raccomandato con lei di non uscire per evitare di stare tutta la sera a firmare autografi lei uscì e nascosta dietro l’autobus fumò un'altra sigaretta nel vano tentativo di calmarsi.
Proprio quando pensava di esserci quasi riuscita, da dietro l’autobus della band spalla spuntò la solita figura esile. Questa volta non era ferma, superato l’autobus della band e quasi raggiunta la ragazza si tolse il cappuccio, quegli occhi.. Non li aveva dimenticati in questi 3 anni, l’aveva seguita.
-Te la passi bene eh, tu e la tua musica di merda, vedo che stai bene.- Sussurrò lui per paura che dai finestrini forse aperti si potesse sentire qualcosa nonostante il rumore delle fan che cantavano.
-Sto bene si, ma stavo sicuramente meglio prima di vederti, che cazzo vuoi ancora da me?- Ribatté lei che sentiva una certa forza travolgerla da dentro.
-Che.. Che cazzo voglio?! Voglio che la smetti di essere così superiore, lo so che ti è piaciuto, la gente ti vedeva ricoperta di tagli, sei solo una falsa, ti  è piaciuto e io ho ancora voglia di te!- Disse lui stavolta alzando leggermente la voce.
Sammi era spaventata, quella forza le imponeva di rispondergli male ma sapeva a cosa andava in contro, poteva solo che tremare fingendo di essere forte.
-No tu non vuoi me vuoi solo distruggermi, trovati un altro buco stronzo!- Questa volta Sammi era davvero molto decisa, ma questa risposta non fece altro che scatenare l’ira del ragazzo che la sbatté contro l’autobus e cominciò a urlarle di stare zitta e non fiatare, che sarebbe tutto finito molto presto, poi la trascinò nella sua auto.  A nulla servì piangere, ormai lui aveva preso la sua decisione, la spoglio e cominciò a toccarla ovunque.
I ragazzi vedendo che dopo 20 minuti non tornava uscirono per prelevarla dalle fan pensando che il problema fosse quello, ma ovviamente non la trovarono, erano quasi le 2 e tutti cominciarono a preoccuparsi maggiormente, Andy percorse tutto il parcheggio, da lontano osservò una macchina bianca vecchia di almeno 4 anni, si agitava in modo molto strano e cominciava a realizzare che probabilmente al suo interno poteva esserci la sorella, scacciò dalla sua testa il pensiero che non faceva altro che frenarlo e corse in direzione dell’auto, dal finestrino man mano che si avvicinava iniziavano a uscire urli di disperazione e richieste vane di aiuto, Andy rimase immobile per qualche secondo a riflettere su cosa avrebbe dovuto fare, poi si avvicinò ancora. Dal finestrino li vide, poté osservare il viso spaventato della sorella e quello del ragazzo che invece la menava e godeva. Senza più esitare Andy aprì lo sportello dell’auto trascinando via il ragazzo e ordinando alla sorella di rivestirsi e scappare, ma lei non poteva permettere che fosse fatto del male al fratello, si rivestì, ma non lasciò il fratello solo.
-Che cazzo vuoi eh? Sei venuto a salvare la tua povera sorella? Ci ho pensato io a lei stronzo!- Andy subito gli scaglio un pugno ben assestato, tanto forte da spaccargli il sopracciglio destro. Il ragazzo non ribatté, Gli sputò ai piedi e gli disse soltanto che per lui questo era quello che contava, meno di uno sputo. Se ne andò senza dire altro.
-Cerca di non tornare stronzo! Sappi che io non la lascio mia sorella!!- Rispose Andy a quella provocazione.
Preso dalla foga e dalla rabbia non si era accorto che sua sorella aveva la stessa amarezza e lo stesso terrore di quando l’aveva vista la prima volta. Lei rimase in silenzio a osservare il pavimento, e quasi con totale indifferenza si accese un'altra sigaretta. Il pacchetto da 20 stava ormai finendo ma non le importava, era sicura che alla fine di quella ne avrebbe accesa almeno un'altra. Andy restò per un po’ in silenzio, poi chiamò Ashley per assicurarli che andava tutto bene, non diede molte spiegazioni, riattaccò subito il telefono e cominciò a parlare alla sorella.
-Va tutto bene?- Chiese ingenuamente.
-Si.- Era fredda, distaccata era evidente che stesse ancora pensando a quell’atto, non le importava che Andy l’avesse salvata, si sedette sull’asfalto un po’ umido e restò lì, indifferente al fratello che la osservava e cercava di parlarle.
-Sammi, ti prego non stare lì, rientriamo al caldo- Cercò in fine di dirle, ma non ricevette nemmeno risposta, quindi si sedette accanto a lei e accese anche lui una sigaretta. La ragazza fu travolta dalla nube bianca del fratello ma se ne fregò, rimase immobile e continuò a fumare.
-Scusa se sono arrivato tardi..- Le disse lui in fine.
-No, non hai motivo di scusarti, non potevamo saperlo, dovevo solo darti ascolto, non dovevo uscire ma.. Era da tempo che vedevo quella figura, girava incappucciato, non riuscivo proprio a capire chi fosse, sentivo che mi seguiva, ma non lo avevo visto, quindi pensavo di essere più sicura e mi sono messa dietro l’autobus per non attirare nessuno come hai detto te.. Mi dispiace Andy…- Stava diventando tutto più pesante, non poteva più sostenerlo, voleva piangere o meglio tagliarsi ma lì c’era il fratello non voleva mostrarglielo.
-No Sammi, non fa nulla, non è colpa tua è solo uno schifoso.- Fece una breve pausa mentre si concesse un tiro dalla sigaretta.
-Lui, lui è il solito?- Chiese poi.
-Si Andy, è lui, non so perché sia tornato, mi ha solo detto di avere voglia, io non lo so.. Andy non lo sopporto. Ogni giorno quelle mani sono sul mio corpo io..- Stava per dire quello che al fratello mai avrebbe dovuto rivelare, così si alzò dal pavimento e disse.. –Io sono solo stanca credo, per questo non ho potuto reagire molto, adesso ti pregherei di dire solo che ero andata a comprare un pacchetto di caramelle o qualsiasi altra cosa e lasciatemi solo dormire… Io sto bene.. Davvero.-
Era evidente anche al fratello se pur la conoscesse da poco che non era così, ma forse non era il giusto momento per parlarne, forse doveva solo lasciarla un po’ in pace e poi tutto sarebbe riemerso, avrebbe confessato e magari non si sarebbe tagliata.
Così fecero, e Samantha cercò di addormentarsi infilando nelle orecchie la sua musica, come ai vecchi tempi, chiudendo gli occhi e cercando di non sentire quelle mani. Dopo 2 ore finalmente ci riuscì.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1900402