Cielo avvelenato

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cielo avvelenato ***
Capitolo 2: *** Salveremo il Mondo ***
Capitolo 3: *** Sacrifici ***
Capitolo 4: *** Verso una meta sconosciuta ***



Capitolo 1
*** Cielo avvelenato ***


Note dell'autore: Rieccoci, dopo mesi e mesi di rinvii, cancellature e altro, sono riuscita a pubblicare questa nuova parte della mia quarta stagione, spero non siate scappati tutti. Ho in programma di pubblicare frequentemente, o almeno voglio provarci. Per il momento ecco il nuovo capitolo (non badate al titolo ma ho davvero poca fantasia)

Buona lettura e ricordate di recensire.

 

Cielo avvelenato

 

 

Capitolo I

Cielo Avvelenato

 

Il fumo diventava sempre più denso e l'aria insopportabile da respirare, Donna imperterrita continuava a chiamare suo nonno ancora intrappolato macchina, era terrorizzata, del resto chi non lo sarebbe in un caso come questo.

"Sta soffocando" urlò tentando ancora una volta di aprire lo sportello, l'anziano si accasciò sul sedile preoccupando di più la rossa.

"Dottore" chiamò lei spaventata tentando di vedere il Dottore.

"Non si apre" urlò da sotto la macchina, mentre con i cacciavite tentava il tutto e per tutto. Se neanche il Dottore ci riusciva, doveva farlo lei, doveva aiutare il nonno di Donna in qualche modo, e doveva farlo in fretta. Si guardò attorno e vide un sasso nel giardino di Donna, niente di meglio per essere pratici e veloci. Girò attorno alla macchina e colpì il finestrino posteriore mandandolo in pezzi, facendo attenzione a non toccare i vetri rotti infilò il braccio aprendo lo sportello davanti manualmente.

"Donna aiutami" disse la biondina prendendo il braccio dell'anziano, le due riuscirono fare uscire l'anziano dalla parte del passeggero , il Dottore guardò il sasso e poi nuovamente Rose confuso.

"Che diavolo succede qui?" chiese la voce squillante di una donna che si stava avvicinando, mentre Wilf sorretto da Donna e Rose tentava di camminare verso l'ingresso di casa.

"Mamma non ora" disse Donna.

"Entriamo dentro, muoviamoci" suggerì Rose ansiosa di ripararsi dal fumo.

"Voi, che ci fate qui?" chiese la donna guardando Rose e il Dottore.

"Le spiegazioni a dopo ora entriamo, chiudiamo porte e finestre" aggiunse il Dottore cambiando discorso, un clacson suonò attirando la loro attenzione, su un taxi c'era Ross.

"Dottore ho trovato solo questo senza Atmos" informò il ragazzo.

"Ottimo lavoro Ross" disse sorridendo.

"Muoviamoci" il Dottore prese per mano Rose trascinandola con sé, la fece salire per prima sul taxi poi si voltò verso Donna.

"Donna, vieni?" chiese guardando la rossa che teneva per un braccio il nonno, guardò il Dottore e la sua famiglia indecisa sul da farsi.

"Donna non penserai mica di seguirli, guarda cosa succede ogni volta che ci sono quei due in giro" la richiamò la madre.

"Vai cara" aggiunse invece l'anziano facendosi richiamare dalla figlia.

"Non ascoltarla, vai con il Dottore" la spinse dolcemente verso il taxi incoraggiandola.

"Questa è la mia ragazza" disse soddisfatto, mentre la rossa raggiungeva i due sul taxi.

"Bene adesso qual è il piano?" chiese non appena il ragazzo mise in moto.

"Beh … ecco" rispose il Dottore grattandosi nervosamente la nuca.

"Stai scherzando non hai ancora un piano" lo richiamò.

"Beh sappiamo almeno con chi abbiamo a che fare, e già qualcosa" si difese il Dottore.

"Dobbiamo solo capire il perché non ci hanno ancora distrutto" continuò riflettendo.

"Ohi Spaceman non lamentarti" lo richiamò ancora la rossa.

"Non mi sto lamentando, sto solo constatando un fatto" si difese.

"Invece di litigare, che ne dite se decidiamo come dobbiamo muoverci" li richiamò Rose sorridendo divertita per il battibecco.

"Per prima cosa arriviamo alla base dell'Unit, devo capire cosa c'è in questo fumo, e poi forse capiremo cosa vogliono i Sontaran" spiegò tornando serio.
"Cosa ne faremo di Luke?" chiese Ross guardandoli dallo specchio retrovisore.

"E' solo una pedina, penseremo dopo a lui" gli rispose con calma.

 

I quattro arrivarono piuttosto in fretta alla base, in giro ormai si vedevano poche auto, e per loro era stato più semplice tornare. Il Dottore scese per primo , Donna e Rose lo seguirono, l'impatto con quel fumo fu nauseante per Rose, ormai l'aria era irrespirabile e il fumo impediva una visuale ampia.

"Non pesavo che l'avrei mai detto, ma avrei preferito rimanere su quella macchina" disse tentando di resistere, Donna iniziò a tossire più forte.

"L'aria è disgustosa" disse tra un colpo di tosse e l'altro.

"Non è così male per me, entra nel TARDIS" le suggerì, Donna si voltò per andarsene.

"Oh, non ti ho mai dato una chiave" disse il Dottore tirando fuori dal cappotto una chiave.

"Tieni, questa è tua, è un gran momento" disse sorridendo.

"Beh festeggeremo quando la Terra non sta soffocando" lo ammonì Donna.

"Giusto" si ricompose il Dottore

"Rose …" disse voltandosi verso di lei.

"Sto bene, starò bene" lo rassicurò resistendo più che poteva, non voleva allontanarsi da lui a qualsiasi costo. Il Dottore la prese per mano trascinandola con lui.

"Dove andate?" chiese Donna, prima di allontanarsi.

"Cerchiamo di fermare una guerra" urlò oltrepassando il controllo.

"Hai almeno una mezza idea di quello che devi fare?" urlò Rose mentre continuavano a correre.

"Se ti dicessi di sì, mi crederesti?" chiese con ironia guardandola, Rose scosse la testa divertita, nono stante la situazione molto pericolosa non riusciva a trovare il tutto eccitante. Una volta dentro la struttura Rose si fermò un attimo a riprendere fiato.

"Ehi tutto bene?" chiese il Dottore preoccupato avvicinandosi.
"Sì, tranquillo, ho respirato per troppo tempo quella roba" lo rassicurò con un sorriso.

"Andiamo a salvare il mondo" continuò riprendendo a camminare con lui.

"Ehi gente è arrivato il Dottore" urlò entrando al comando centrale e avvicinandosi al Colonnello

"Colonnello Mace non faccia niente contro i Sontaran, non combatta, non amano niente più della guerra, lasciate fare a me" disse velocemente senza dare il tempo al Colonnello di rispondere in qualche modo

"E qual è il suo piano?" chiese l'altro abbastanza infastidito.

"Abbiamo il Tardis, saliremo a bordo della loro nave" disse guardando verso Martha che per tutto il tempo era rimasta seduta. Il Dottore si avvicinò a lei le disse qualcosa e la fece alzare, anticipandola all'uscita.

"Andiamo Rose" disse prendendo la sua mano, la biondina era un po’ confusa, il Dottore aveva improvvisamente cambiato atteggiamento e lei non riusciva a capire il perché.

"Non credi che una tua visita alla loro nave potrebbe accellerare il loro piano, qualunque sia" fece notare Rose mentre tornavano al Tardis

"Forse, ma è un buon modo per cercare di capire cosa realmente i Sontaran vogliono da noi" continuò, Rose si voltò verso Martha che silenziosamente li seguiva.

"Tu che pensi Martha?" chiese

"Credo che la priorità principale e diradare questo fumo" disse freddamente, facendo salire i brividi a Rose. Il Dottore la strattonò facendole girare di corsa il vicolo dove c'era il Tardis, anzi dove c'era il Tardis, parchè la strada era vuota.

"Dov'è il Tardis?" chiese  allarmata non vedendolo.

"Non senti nulla nell'aria?" chiese il Dottore annusando in giro

"A parte questo fumo tremendo no" rispose la biondina.

"Ha ragione, non si riesce a distinguere altri odori oltre il fumo" aggiunse Martha

"E' una specie di odore metallico" continuò avvicinandosi nuovamente a Martha.

"Oh come l'odore del teletrasporto, vero?" chiese conferma Rose

"Esattamente, sono stati i Sontaran, lo hanno preso" ammise il Dottore.

"Sono bloccato, sulla Terra, come una qualsiasi persona, come un umano, ma siamo impazziti" affermò disgustato il Dottore, Rose lo guardò attentamente.

"Ohi" lo richiamò offesa

"Scusa, senza offesa, ma c'è un limite" si giustificò

"Che cosa facciamo?" chiese Martha per nulla turbata.

"Strano, era schermato non potevamo individuarlo"  continuò il il Dottore e guardò Martha sospettoso.

"Dottore, ma cosa?2 tentò di chiedere Rose.

"Che vuoi?" chiese invece Martha infastidita.

"Mi chiedevo, hai chiamato la tua famiglia, Tom?" chiese il Dottore.

"Per quale motivo?" chiese lei, a Rose sembrò molto più che strano.

"Per avvertirli di quello che sta succedendo, per il gas" continuò Rose avvicinandosi, capendo che qualcosa non andava con lei.

"Ah lo farò più tardi, è chiaro" rispose tranquillamente.

"A proposito non vedo Donna, dov'è finita?" chiese guardandosi attorno.

"Lei è …"

"Oh è a casa sua, con la sua famiglia, non è come te, non è un soldato" disse il Dottore anticipando Rose.

"Bene, muoviamoci, avanti" disse riprendendo a correre, Rose e Martha rimasero un attimo a guardarsi.

"Che c'è ancora?" chiese la dottoressa.

"E' solo … sei molto cambiata dall'ultima volta che ci siamo visti" le rispose solamente.

"Rose" il Dottore la chiamò da lontano, guardò la sua vecchia amica ancora per un po', e poi corse per raggiungerlo seguita da Martha.

 

Fine

I Capitolo

 

Note finali: Spero vivamente che vi sia piaciuto, scusate se non è all'altezza degli altri, ma sto pian piano tentando di recuperare il tempo perduto, e spero di tornare presto in forma smagliante.

Grazie della pazienza, al prossimo capitolo

 

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Capitolo 2
*** Salveremo il Mondo ***


Note dell'autore: Eccovi il secondo capitolo, sono riuscita ad aggiornare abbastanza presto come vedete, spero che vi piaccia, perdonate eventuali errori di ortografia, punteggiatura e chi ne ha più ne metta. J

 

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

 

Capitolo II

Salveremo il Mondo

 

Donna brillantemente era riuscita ad arrivare, dove lui voleva, non ci voleva molto ormai per ottenere il suo scopo, si voltò verso la sala di comando vedendo Rose seduta osservando attentamente quello che c'era attorno a lei.

Doveva pensare in fretta e agire, deve fare in modo di riprendere il Tardis e far tornare Donna sulla terra.

Si passò le mani nei capelli guardandosi attorno nervoso, Martha avrebbe continuato a tener occupato l'Unit, ma lui doveva muoversi non avevano molto tempo. Avevano una sola possibilità

"Rimani un attimo in linea" disse, mise il telefono in tasca e si avvicinò a Rose.

"Hai qualche idea per fermarli?" Chiese la biondina preoccupata.

"Più o meno" rispose prendendola per mano e portandola con sé dentro l'ufficio.

"Dottore?" chiese lei non capendo, il Dottore guardò nuovamente fuori dall'ufficio  assicurandosi che Martha non li avrebbe disturbato.

"Dottore, Donna è lì da sola, devi riportarla sulla Terra" aggiunse Rose cercando di farlo concentrare, quello che la ragazza non sapeva era che lui era molto concentrato in quel momento.

"Tranquilla, Donna è dove volevo che fosse" rispose con calma.

"Faceva parte del tuo piano?" chiese sorpresa, il Dottore si voltò a guardarla, amava stupirla, le fece l'occhiolino sorridendo.

"Ho bisogno che tu vada in un posto" iniziò a dirle, prendendola per le braccia.

"Scordatelo non tornerò a casa" rispose.

"Oh mi dispiace Rose Tyler stavolta, non tornerai da Jackie" continuò lui sorridendo.

"Quindi, il tuo piano?" chiese confusa.

"Devo tener d'occhio quello che sta succedendo qui, e capire cosa c'è nella fabbrica tanto da interessare i Sontarans" rispose guardando nuovamente fuori l'ufficio, si fermò un attimo, smise di sorridere, deglutì per poi voltarsi nuovamente verso Rose guardandola con attenzione.

"Che c'è?" chiese preoccupata dal suo sguardo.

"Devi fare una cosa per me" disse con dolcezza prendendola per le spalle.

"Cosa?" continuò a chiedere

"Devi tornare all'Accademia Rattigan" continuò sempre con calma, lei acconsentì annuendo.

"Non ho molto tempo di spiegartelo" iniziò a parlare preoccupato, la guardò indeciso sul da farsi, sapeva quanto per lei poteva essere doloroso e fastidioso, ma era l'unico modo per farlo, in modo chiaro e veloce.

"Ti mostrerò cosa fare … se vuoi" disse un po’ indeciso.

"Dottore, qualunque cosa tu debba fare, falla, non perdiamo altro tempo" lo invogliò con decisione.

"Può esser ancora doloroso per te" continuò preoccupato.

"Dottore, non abbiamo altro tempo" continuò a insistere.

Il Dottore si avvicinò di più accarezzandole le tempie con le dita, trasmettendo più chiaro possibile quello che doveva fare una volta all'Accademia.

Riusciva a percepire lo sforzo di Rose di restare lucida, nonostante il piccolo dolore che quell'afflusso di informazioni stavano causando alla sua mente ancora provata dalla violenza del Maestro.

Alla fine Rose sospirò pesantemente e si aggrappò alle braccia del Dottore che prontamente la strinse.

"Sto bene, sto bene" si affrettò di dire per tranquillizzarlo.

"Sta attenta, d'accordo?" si raccomandò e le diede un piccolo bacio sulla fronte.

"Anche tu Dottore, fa attenzione" disse sorridendogli dolcemente.

"Mi farò accompagnare da Ross per farti stare più tranquillo" continuò ancora sciogliendosi dal suo abbraccio. Il Dottore le sorrise un ultima volta per poi uscire dall'ufficio seguito da lei, sperando che davvero tutto sarebbe andato a posto.

 

Rose e Ross arrivrono all'Accademia usando lo stesso taxi di prima, per evitare problemi con l'Atmos, ormai fuori controllo.

Si sentiva un po’ nervosa e agitata aveva davanti a sé un gran lavoro da fare, e sperava di non combinare qualche danno o altro, soprattutto perché il Dottore credeva fermamente in lei.

"Lei e il Dottore vi trovate spesso in queste situazioni?" chiese il ragazzo scendendo dal veicolo.

"Sei dell'Unit dovresti essere informato sul Dottore" rispose Rose con calma.

"Sono solo un soldato, signora" rispose

"Preferirei che mi chiamassi Rose e mi dessi del tu" continuò sorridendo. Avvicinandosi alle scalinate notarono che la porta era aperta, prontamente Ross prese la pistola e si mise davanti a Rose.

"Resta dietro di me" la invitò facendosi avanti con calma, guardandosi attorno con circospezione, mentre si avvicinavano alla porta.

"Preferirei mettessi via quella cosa", disse piano la biondina, indicando l'arma che il ragazzo impugnava.

"Ci potrebbe salvare la vita" rispose sorridendole.

In silenzio i due entrarono all'Accademia, sembrava non c'era più nessuno in quel posto, tutto era stato abbandonato. Senza avviso, Rose superò il soldato fermandosi proprio davanti al laboratorio.

"Sembra che non ci sia più nessuno" aggiunse il ragazzo abbassando l'arma, Rose però lo zittì sentendo qualcuno lamentarsi.

"Sembra venire da là" disse indicando la direzione verso l'ufficio di Luke, prese quella direzione.

"Hai mai pensato che potrebbe essere una trappola?" chiese il ragazzo seguendola.

"Non sarebbe la prima volta, credimi" rispose continuando a camminare tranquilla.

Sulla soglia dell'ufficio, Rose riuscì a veder il giovane genio rannicchiato nel teletrasporto mentre piangeva.

"Luke" disse avvicinandosi, il ragazzo alzò di scatto la testa e non appena le vide si alzò di colpo impugnando una pistola.

"Nessuno deve sapere cosa ho fatto, non è colpa mia" disse con voce tremante facendosi avanti.

"In nome dell'Unit, gli ordino di mettere giù quell'arma, signore" si fece avanti Ross puntandogli contro la sua pistola.

"Nessuno deve sapere cosa è successo" continuò il ragazzo con le mani che tremavano.

"Ho detto di non muoversi" disse di rimando Ross. Rose si mise davanti al soldato con spavalderia.

"Calmo Luke, non siamo qui per questo" disse con calma la biondina, mentre il ragazzo impugnava la pistola.

"Non avvicinarti a lui, è pericoloso" tentò di fermarla.

"No, è solo molto spaventato" continuò con calma fissando negli occhi Luke.

"Lo so che i Sontaran ti hanno usato, ma non siamo qui per questo" continuò accennando un piccolo sorriso, fece qualche passo in avanti.

"Loro mi hanno mentito" disse tremando ancora di più, Rose si avvicinò ancora e mise la mano sulla canna della pistola.

"Se vuoi riparare ai tuoi errori, allora questa non ti serve" disse facendola abbassare l'arma.

"Che cosa intendi?" chiese ancora un po’ confuso.

"Noi salveremo il Mondo" disse sorridendo.

 

Fine

II Capitolo

 

 

Note finali: Non vi prometto di aggiornare la prossima settimana, spero di si, anche perché avete aspettato fin troppo per questa mia quarta stagione.

Alla prossima con il capitolo finale di questa storia.

 

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Capitolo 3
*** Sacrifici ***


Note dell'autore: Avevo detto che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo, ma sorpresa, sorpresa ho scritto tanto da farlo diventare il penultimo. Prometto che l'ultimo arriverà quanto prima.

Buon divertimento.

 

 

Capitolo III

Sacrifici

 

Luke portò al tavolo del laboratorio, un po’ di attrezzi, mentre Rose tentava di collegarli con le informazioni, datele dal Dottore.

"Sei sicura di sapere cosa stai facendo?" chiese il giovane soldato guadandola.

"Oh, si … beh più o meno" spiegò senza perdere la sua concentrazione.

"Certo che con il cacciavite sonico sarebbe stato tutto molto più veloce" si lamentò a denti stretti, senza fermarsi mai.

"Il cosa?" chiese il giovane genio confuso.

"Cacciavite sonico, un piccolo giocatolo, che sono sicura amerai" rispose lei sorridendo.

Era incredibile il loro collegamento, non solo il Dottore le aveva dato tutti i dati per costruire quello che gli serviva, ma poteva percepirlo nella sua mente anche a distanza, e questo lo trovava una cosa fantastica.

 

Approfittando dell'intrusione dell'Unit nella fabbrica, il Dottore riuscì a intrufolarsi, superando i Sontarans. Entrati in uno dei corridoi, lasciò andare avanti l'Unit comandata dal Colonnello, mentre lui si fermò.

"Donna, resisti" disse al telefono per poi rimetterlo in tasca, prese il suo cacciavite sonico, mentre Martha lo raggiungeva.

"Scusa, non seguiamo il Colonnello?" chiese Martha.

"Nooo, io e te, Martha Jones, proprio come ai vecchi tempi" disse puntando il cacciavite un po’ da per tutto.

"Tecnologia aliena, da questa parte" disse puntando il sonico dalla parte opposta presa dall'Unit.

"Dov'è Rose?" chiese Martha dietro di lui mentre continuavano a camminare.

"Oh, beh è a casa, sai com'è Jackie" mentì, continuando a guardare davanti a lui.

Non poteva rischiare che Rose fosse scoperta, lei era il suo asso nella manica, mentre lui riportava Donna sulla Terra e trovava ciò che i Sontarn tenevano la sotto, la sua Rose poteva continuare tranquillamente il suo lavoro, senza essere disturbata.

Riusciva a sentirla nel fondo della sua mente, era una bella sensazione, stava quasi dimenticando quanto era bello condividere con qualcun altro un legame così profondo. Era un po’ preoccupato, non lo nascondeva, nessun essere umano avrebbe potuto mantenere un legame così duraturo, e non sapeva ancora quanto la mente di Rose avrebbe sopportato, visto ciò che era successo con il Maestro.

Si costrinse a concentrarsi su quello che stava facendo, seguito da Martha, continuò a camminare, seguendo il segnale del suo cacciavite, scesero le scale arrivando in un corridoio buio, le luci si accesero a loro arrivo.

"Niente Sontarn, quaggiù, sono tutti in battaglia" disse puntando il cacciavite attorno a sé.

"Ecco ci siamo" disse andando verso fine del corridoio.

Entrarono in una stanza nascosta e la prima cosa che vide fu la vera Martha Jones distesa attaccata ad uno strano aggeggio.

"Oh Martha mi dispiace" disse correndo nella sua direzione e controllando le funzioni vitali.

"Sei ancora viva" disse sollevato, sentì un clic alle sue spalle, si voltò notando la falsa Martha che gli puntava una pistola.

"Dovrei essere sorpreso?" chiese ironicamente, tornando a concentrarsi sulla vera Martha.

"Vorresti una pistola adesso?" chiese la falsa Martha.

"Per niente" rispose tranquillamente senza dare peso all'arma puntata alla sua tesa.

"Ho bloccato io il lancio dei missili, tutto questo tempo" disse con soddisfazioni la falsa Martha, il Dottore si voltò a guardarla mettendosi le mani in tasca.

"Hai fatto quello che volevo" rispose con calma.

"Volevo fermare i missili più dei Sontarn, la Terra non inizierà una Guerra Intergalattica" disse iniziando a girare attorno al clone.

"Hai fatto il triplo gioco" continuò con calma.

"Quando lo hai capito?" chiese lei infastidita.

"Quando?" chiese deridendola.

"Oh dall'inizio mia cara" rispose un po’ divertito.

"Contrazione ridotta dell'iride, perdita di capelli sulla tempia sinistra e francamente puzzi" disse fermandosi ad analizzarla.

"E come avere una maglietta con scritto Clone" continuò muovendosi nuovamente verso la vera Martha, ponendosi dietro la sua testa.

"Anche se non davanti al Capitano Jack" disse ancora mentre il clone lo guardava confusa.

"Ti ricordi di lui? Lei ti ha dato la sua memoria" disse indicando la ragazza incosciente.

"Per questo i Sontaran dovevano proteggerla, per tenerti nell'Unit, Martha Jones ti sta tenendo in vita" disse il Dottore sfilando dalla testa della vera Martha un congegno, questo fece perdere il controllo del clone, che con un forte dolore al petto lasciò cadere la pistola.

 

Orami mancava poco, stava per finire il suo lavoro, ed era molto soddisfatta, sapeva, grazie alle notizie del Dottore che aveva fatto un buon lavoro.

"Perché costruire tutte queste cose, se era d'accordo con i Sontaran?" chiese Ross.

"Beh, per lo stesso motivo per cui ha costruito questo posto, vero?" chiese conferma Rose guardando il giovane che si fermò a guardarla imbarazzato.

"Si sentiva solo, la solitudine può essere così forte da fatti commettere tante stupidaggini" continuò la ragazza tornando a concentrarsi sul suo lavoro.

"Non potete capirlo" disse il ragazzo mortificato.

"Credimi ho visto il tuo stesso sguardo tante di quelle volte da riconoscerlo subito" continuò ripensando al suo Dottore.

"Roseee" sentì la voce del Dottore avvicinarsi, poco dopo fece il suo ingresso con Donna e Martha, che indossava il suo,ì capotto.

"Martha, perché?", chiese confusa.

"Lunga storia" rispose semplicemente.

"Allora a che punto siete?" chiese il Dottore dirigendosi verso il convertitore.

"Guarda tu stesso" indicò la ragazza con orgoglio.

"Luke mi ha dato una mano, avrei fatto in fretta con un cacciavite sonico, mi sono dovuta arrangiare" spiegò la ragazza con calma.

"Oh Rose Tyler, sei maledettamente brillante" le disse prendendola in braccio.

"A cosa serve quel coso?" chiese la rossa, facendogli sciogliere dal loro abbraccio.

"E' un convertitore di atmosfera" spiegò Rose.

Il Dottore lo prese, e seguito dagli altri corse fuori nel giardino.

"A cosa serve?" urlò Donna, mentre correvano.

"I Sontaran stanno cercando di trasformare la Terra nel loro personale nursery" spiegò di fretta Martha.

"Guardate Londra, non si riesce più a vedere" disse la rossa una volta in giardino.

"Donna, non ci pensare, risolveremo tutta la situazione" disse dolcemente Rose accarezzandole il braccio.

"Se riesco a impostarlo", disse il Dottore mentre continuava ad armeggiare con l'aggeggio.

"Dottore, hai detto che l'atmosfera s'incendierà" aggiunse Martha, il Dottore prese il telecomando e si mise accanto agli altri.

"L'ho detto, vero?" chiese retoricamente azionando l'aggeggio con il pulsante, strinse la mano di Rose aspettando la fiammata.

"Ti prego, ti prego, ti prego" pregò digrignando i denti aspettando la reazione voluta. Non passò molto che le fiamme iniziali si sparsero per tutto il cielo, quasi divorando il fumo.

Le fiamme lasciarono presto lo spazio ad un cielo sereno con poche nuvole bianche, mentre il fumo ormai era completamente scomparso. Donna, Rose e Martha festeggiarono abbracciandosi.

"Lei è un genio" disse Luke sconvolto.

"Davvero brillante" aggiunse Ross. Il Dottore, però, era ancora preoccupato, troppo teso, c'era qualcosa che non stava dicendo, una parte del piano che lei non sapeva.

"Ora siamo nei guai" disse prendendo nuovamente il convertitore e correndo dentro.

"Che vuoi dire?" chiese Rose seguendolo insieme con gli altri.

Il Dottore non disse nulla e corse fino alla stanza del teletrasporto, Rose si stava seriamente preoccupando, il Dottore sembrava che la stava tenendo fuori anche dalla sua mente, ed era una cosa che la rendeva nervosa.

Il Dottore entrò nel teletrasporto imbracciando il convertitore, si voltò verso di loro che si fermarono a pochi passi, e allora Rose capì le sue intenzioni.

"Non farai sul serio" disse stringendo i pugni.

"Donna, grazie di tutto, Martha anche a te" disse evitando il suo sguardo.

"Luke, fai qualcosa di buono nella tua vita, fatti aiutare da Ross" disse guardando il ragazzo, per poi tornare a sistemare il convertitore.

"Dottore, non farlo" urlò Rose con le lacrime agli occhi e la rabbia che cresceva.

"Questo è un addio" disse Donna sorpresa.

"I Sontaran non si arrendono mai, si staranno preparando per la guerra" disse guardando le altre due ragazze.

"E poi ecco, ho ricalibrato questo sull'aria di Sontaran" continuò a spiegare, Donna e Martha si avvicinarono a Rose che si sforzava di non piangere.

"Incendierai l'atmosfera" continuò Martha con voce grave.

"Dottore" disse guardandolo, e per la prima volta la guardò negli occhi.

Posò il convertitore e si avvicinò a lei, le prese il viso tra le mani e le sorrise tristemente.

"Oh Rose Tyler" disse per poi baciarla con dolcezza stringendola a sé. Rose si aggrappò a lui non volendosi più staccare, sapeva perché lo faceva, sapeva fin troppo bene che non poteva fermarlo, ma questo le stava spezzando il cuore.

"Mi dispiace" le sussurrò nella sua mente prima di allontanarsi nuovamente.

"Invialo, usa il teletrasporto, fallo attivare da solo, mettici un timer" suggerì Martha, mentre riprendeva il convertitore.

"Non posso" rispose semplicemente.

"Perché no?" chiese Donna tristemente.

"Perché deve dargli una possibilità" rispose Rose per lui, le sorrise un ultima volta e scomparve.

Rose strinse i pugni arrabbiata e addolorata, non poteva fargli questo, non poteva semplicemente andarsene via, si voltò verso Luke e si avvicinò.

"Ti prego dimmi che puoi fare qualcosa, dimmi che possiamo salvarlo" lo pregò.

"Io … io …" tentò di parlare il ragazzo.

"Ti prego" continuò ancora Rose disperata.

Luke la guardò sentendosi in colpa, poi si voltò verso il teletrasporto.

"Forse c'è qualcosa che possiamo fare" disse con calma, si avvicinò all'aggeggio iniziando a lavorarci, mentre Rose scappò verso il laboratorio principale.

"Rose, dove vai?" chiese Donna preoccupata.

"A cercare un timer" urlò senza fermarsi.

"Non serve" disse Luke collegando l'ultimo filo, si sentì un bip provenire dal teletrasporto, Rose si voltò a guardarlo sorpresa.

"Cosa stai facendo?" chiese Martha.

"Una cosa intelligente" disse con calma accennando a un piccolo sorriso.

"Non farlo" disse la biondina.

"E' l'unico modo" schiaccio il pulsante scomparendo davanti a loro, al suo posto arrivò il Dottore cadendo a terra.

Martha fu la prima ad avvicinarsi assicurandosi che stesse bene, invece Donna gli diede uno schiaffo sul braccio per poi piegarsi sulle ginocchia e stringerlo.

Rose rimase ferma in mobile a osservarlo, aveva avuto così paura di perderlo da non considerare quello che Luke avrebbe potuto fare, quel ragazzo era morto anche a causa sua.

Incrociò lo sguardo con il Dottore, deglutì sforzandosi di non piangere, era stanca di piangere, il Dottore si avvicinò e l'abbracciò forte.

"Mi dispiace" disse aggrappandosi a lui e lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.

 

Fine

Capitolo III

 

Note finali: Scusate eventuali errori e altro, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto e che continuerete  seguirmi, alla prossima con il quarto e ultimo capitolo.

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Capitolo 4
*** Verso una meta sconosciuta ***


Note dell'Autore: Eccovi il capitolo finale, volevo pubblicarlo ieri, ma ho avuto un bel po’ di cose da fare e non sono arrivata in tempo, spero vi piaccia nonostante gli errori e altro.

 

Capitolo IV

Verso una meta sconosciuta

 

Accompagnò Donna a casa dandole il tempo di salutare i suoi, Martha rimase sul Tardis aspettando di salutare la sua nuova amica. Stranamente erano in silenzio, lui seduto sul sedile con i piedi appoggiati alla console e lo sguardo verso il soffitto. Rose si era chiusa in camera da quando erano arrivati, non aveva detto più nulla e lui si stava seriamente preoccupando, riusciva a percepire il suo dolore e il suo senso di colpa.

"Vai da lei, vedi come sta" consigliò improvvisamente Martha avvicinandosi, lui la guardò per un momento.

"Donna starà via ancora per un altro po’, ed io di qui non mi muovo" continuò incrociando le braccia al petto.

"Grazie" disse e le sorrise.

Il Tardis fece in modo che la stanza della ragazza fosse vicina, infatti, la trovò subito, bussò ma non ottenne risposta, il Tardis lo spinse ad entrare, aprendo per lei la porta, evidentemente preoccupata anche lei per la biondina.

Entrando la trovò seduta sul bordo del letto, sguardo perso nel vuoto, il viso arrossato dalle lacrime, lentamente s'inginocchiò davanti a lei cercando il suo sguardo.

"Non è stata colpa tua, lo sai" disse, riusciva a percepire il suo disagio per la morte di Luke, sentiva la sua sofferenza e stava male.

"Ero così preoccupata di salvarti, da non pensare a cosa avrebbe fatto lui" disse con la voce roca e tremante, senza smettere di guardare il vuoto.

Il Dottore si alzò e si mise accanto a lei, stringendola.

"Lo so, ma non è stata colpa tua, Luke ha preso la sua strada, ha cercato di rimediare ai suoi errori" le disse con dolcezza stringendola a sé, le diede un piccolo bacio sulla fronte, e con il loro collegamento la calmò con una dolce musica.

"E' una bella musica" disse, dopo un po’ di silenzio.

"Lo so" le disse semplicemente non rivelandole che era la ninna nanna di Gallifrey, per quello c'era tempo.

"Sai una cosa bella di tutta questa faccenda?" chiese lei, staccandosi da lui giusto per guardarlo in viso.

"Dimmi" la invogliò a continuare accennando a un sorriso.

"Adoro questo nostro collegamento" disse accarezzandogli la guancia, il Dottore sorrise apertamente soddisfatto.

"Già, anche a me" confessò e le diede un dolce bacio a fior di labbra.

"Sarà il caso di andare o Donna verrà qua a prenderci" scherzò la ragazza alzandosi e porgendo la sua mano al Dottore.

"Sì, giusto" disse stringendole la mano e incamminandosi con lei.

 

Arrivarono alla console sorridendosi e scherzando tra loro, tranquillamente, nonostante si sentisse in colpa per Luke, era più che felice di avere il Dottore ancora accanto a sé.

"Oh ma eccovi finalmente" incalzò Donna appena li vide entrare.

"Scusate l'attesa" si giustificò la ragazza arrossendo un po’-

"Beh sempre meglio che trovarvi qui a sbaciucchiarvi" scherzò la rossa.

"Donna" la richiamò Rose imbarazzata.

"Non ci stavamo sbaciucchiando" intervenne il Dottore imbarazzato, a Martha scappò un piccolo sorriso.

"Con voi tre c'è da divertirsi anche senza scendere dal Tardis" aggiunse Martha.

"Beh allora rimani qui con noi" la invitò la biondina avvicinandosi.

"Ah mi è mancato tutto questo" disse con aria nostalgica verso la colonna centrale.

"Devo proprio dirlo, a casa sto bene" disse sorridendo guardando Rose e Donna.

"E' il mio mondo, e poi ho qualcuno che mi aspetta" disse mostrando orgogliosa il suo anello di fidanzamento, poi iniziò a camminare verso la porta.

"Chi se ne importa dell'Universo, ho un universo tutto mio" non ebbe il tempo di raggiungere la porta, che si chiuse improvissamente, Rose guardò verso il Dottore notando il suo sguardo sorpreso. Il Tardis si mise in moto, sballottandoli di qua e di là sulla console.

"Cosa?" chiese il Dottore tenendosi aggrappato alla console.

"Dottore, che succede?" chiese Rose guardandolo.

"Dottore non osare" urlò Martha mentre si teneva stretta alla console, il Dottore avvicinò lo schermo tentando di capirci di più.

Rose poteva percepire il suo disagio e la sua paura per quello che stava accadendo.

"Non è lui a farlo muovere" urlò la biondina.

"Dove stiamo andando?" chiese Donna.

"Non lo so, non lo controllo" urlò il Dottore tenendosi sempre più forte.

"Dottore, ascoltami bene, metti la marcia indietro e portami subito a casa" urlò Martha arrabbiata.

Il Tardis non accennava a fermarsi continuando il suo viaggio, senza che il Dottore riuscisse a fermarlo.

 

Fine

 

Note finali: Spero di pubblicare il primo capitolo de "La figlia del Dottore" questo fine settimana, alla prossima.

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