Note dell'autore: Avevo detto che
questo sarebbe stato l'ultimo capitolo, ma sorpresa,
sorpresa ho scritto tanto da farlo diventare il penultimo. Prometto che
l'ultimo arriverà quanto prima.
Buon divertimento.
Capitolo III
Sacrifici
Luke portò al tavolo del laboratorio, un po’ di attrezzi,
mentre Rose tentava di collegarli con le informazioni, datele dal Dottore.
"Sei sicura di sapere cosa stai facendo?"
chiese il giovane soldato guadandola.
"Oh, si … beh più o meno" spiegò senza perdere
la sua concentrazione.
"Certo che con il cacciavite sonico sarebbe stato
tutto molto più veloce" si lamentò a denti stretti, senza fermarsi mai.
"Il cosa?" chiese il giovane genio confuso.
"Cacciavite sonico, un piccolo giocatolo, che sono sicura
amerai" rispose lei sorridendo.
Era incredibile il loro collegamento, non solo il Dottore
le aveva dato tutti i dati per costruire quello che gli serviva, ma poteva
percepirlo nella sua mente anche a distanza, e questo lo trovava una cosa
fantastica.
Approfittando dell'intrusione dell'Unit nella fabbrica,
il Dottore riuscì a intrufolarsi, superando i Sontarans. Entrati in uno dei
corridoi, lasciò andare avanti l'Unit comandata dal Colonnello, mentre lui si
fermò.
"Donna, resisti" disse al telefono per poi rimetterlo
in tasca, prese il suo cacciavite sonico, mentre Martha lo raggiungeva.
"Scusa, non seguiamo il Colonnello?" chiese Martha.
"Nooo, io e te, Martha Jones, proprio come ai vecchi
tempi" disse puntando il cacciavite un po’ da per tutto.
"Tecnologia aliena, da questa parte" disse
puntando il sonico dalla parte opposta presa dall'Unit.
"Dov'è Rose?" chiese Martha dietro di lui
mentre continuavano a camminare.
"Oh, beh è a casa, sai com'è Jackie" mentì,
continuando a guardare davanti a lui.
Non poteva rischiare che Rose fosse scoperta, lei era il
suo asso nella manica, mentre lui riportava Donna sulla Terra e trovava ciò che
i Sontarn tenevano la sotto, la sua Rose poteva continuare tranquillamente il
suo lavoro, senza essere disturbata.
Riusciva a sentirla nel fondo della sua mente, era una
bella sensazione, stava quasi dimenticando quanto era bello condividere con qualcun
altro un legame così profondo. Era un po’ preoccupato, non lo nascondeva,
nessun essere umano avrebbe potuto mantenere un legame così duraturo, e non
sapeva ancora quanto la mente di Rose avrebbe sopportato, visto ciò che era successo
con il Maestro.
Si costrinse a concentrarsi su quello che stava facendo,
seguito da Martha, continuò a camminare, seguendo il segnale del suo
cacciavite, scesero le scale arrivando in un corridoio buio, le luci si accesero
a loro arrivo.
"Niente Sontarn, quaggiù, sono tutti in
battaglia" disse puntando il cacciavite attorno a sé.
"Ecco ci siamo" disse andando verso fine del
corridoio.
Entrarono in una stanza nascosta e la prima cosa che vide
fu la vera Martha Jones distesa attaccata ad uno
strano aggeggio.
"Oh Martha mi dispiace" disse correndo nella
sua direzione e controllando le funzioni vitali.
"Sei ancora viva" disse sollevato, sentì un clic
alle sue spalle, si voltò notando la falsa Martha che gli puntava una pistola.
"Dovrei essere sorpreso?" chiese ironicamente,
tornando a concentrarsi sulla vera Martha.
"Vorresti una pistola adesso?" chiese la falsa
Martha.
"Per niente" rispose tranquillamente senza dare
peso all'arma puntata alla sua tesa.
"Ho bloccato io il lancio dei missili, tutto questo
tempo" disse con soddisfazioni la falsa Martha, il Dottore si voltò a
guardarla mettendosi le mani in tasca.
"Hai fatto quello che volevo" rispose con
calma.
"Volevo fermare i missili più dei Sontarn, la Terra
non inizierà una Guerra Intergalattica" disse iniziando a girare attorno
al clone.
"Hai fatto il triplo gioco" continuò con calma.
"Quando lo hai capito?" chiese lei infastidita.
"Quando?" chiese deridendola.
"Oh dall'inizio mia cara" rispose un po’
divertito.
"Contrazione ridotta dell'iride, perdita di capelli
sulla tempia sinistra e francamente puzzi" disse fermandosi ad
analizzarla.
"E come avere una maglietta con scritto Clone"
continuò muovendosi nuovamente verso la vera Martha, ponendosi dietro la sua
testa.
"Anche se non davanti al Capitano Jack" disse
ancora mentre il clone lo guardava confusa.
"Ti ricordi di lui? Lei ti ha dato la sua memoria" disse indicando la ragazza
incosciente.
"Per questo i Sontaran dovevano proteggerla, per
tenerti nell'Unit, Martha Jones ti sta tenendo in vita" disse il Dottore
sfilando dalla testa della vera Martha un congegno, questo fece perdere il
controllo del clone, che con un forte dolore al petto lasciò cadere la pistola.
Orami mancava poco, stava per finire il suo lavoro, ed
era molto soddisfatta, sapeva, grazie alle notizie del Dottore che aveva fatto
un buon lavoro.
"Perché costruire tutte queste cose, se era
d'accordo con i Sontaran?" chiese Ross.
"Beh, per lo stesso motivo per cui
ha costruito questo posto, vero?" chiese conferma Rose guardando il
giovane che si fermò a guardarla imbarazzato.
"Si sentiva solo, la solitudine può essere così
forte da fatti commettere tante stupidaggini" continuò la ragazza tornando
a concentrarsi sul suo lavoro.
"Non potete capirlo" disse il ragazzo
mortificato.
"Credimi ho visto il tuo stesso sguardo tante di quelle
volte da riconoscerlo subito" continuò ripensando al suo Dottore.
"Roseee" sentì la voce del Dottore avvicinarsi,
poco dopo fece il suo ingresso con Donna e Martha, che indossava il suo,ì capotto.
"Martha, perché?", chiese confusa.
"Lunga storia" rispose semplicemente.
"Allora a che punto siete?" chiese il Dottore
dirigendosi verso il convertitore.
"Guarda tu stesso" indicò la ragazza con
orgoglio.
"Luke mi ha dato una mano, avrei fatto in fretta con
un cacciavite sonico, mi sono dovuta arrangiare" spiegò la ragazza con
calma.
"Oh Rose Tyler, sei maledettamente brillante"
le disse prendendola in braccio.
"A cosa serve quel coso?" chiese la rossa,
facendogli sciogliere dal loro abbraccio.
"E' un convertitore di atmosfera" spiegò Rose.
Il Dottore lo prese, e seguito dagli altri corse fuori
nel giardino.
"A cosa serve?" urlò Donna, mentre correvano.
"I Sontaran stanno cercando di trasformare la Terra
nel loro personale nursery" spiegò di fretta Martha.
"Guardate Londra, non si riesce più a vedere"
disse la rossa una volta in giardino.
"Donna, non ci pensare, risolveremo tutta la
situazione" disse dolcemente Rose accarezzandole il braccio.
"Se riesco a impostarlo", disse il Dottore
mentre continuava ad armeggiare con l'aggeggio.
"Dottore, hai detto che l'atmosfera s'incendierà"
aggiunse Martha, il Dottore prese il telecomando e si mise accanto agli altri.
"L'ho detto, vero?" chiese retoricamente azionando l'aggeggio con il pulsante, strinse la mano di
Rose aspettando la fiammata.
"Ti prego, ti prego, ti prego" pregò digrignando
i denti aspettando la reazione voluta. Non passò molto che le fiamme iniziali
si sparsero per tutto il cielo, quasi divorando il fumo.
Le fiamme lasciarono presto lo spazio ad
un cielo sereno con poche nuvole bianche, mentre il fumo ormai era
completamente scomparso. Donna, Rose e Martha festeggiarono abbracciandosi.
"Lei è un genio" disse Luke sconvolto.
"Davvero brillante" aggiunse Ross. Il Dottore,
però, era ancora preoccupato, troppo teso, c'era qualcosa che non stava
dicendo, una parte del piano che lei non sapeva.
"Ora siamo nei guai" disse prendendo nuovamente
il convertitore e correndo dentro.
"Che vuoi dire?" chiese Rose seguendolo insieme
con gli altri.
Il Dottore non disse nulla e corse fino alla stanza del
teletrasporto, Rose si stava seriamente preoccupando, il Dottore sembrava che
la stava tenendo fuori anche dalla sua mente, ed era una cosa che la rendeva
nervosa.
Il Dottore entrò nel teletrasporto imbracciando il
convertitore, si voltò verso di loro che si fermarono a pochi passi, e allora
Rose capì le sue intenzioni.
"Non farai sul serio" disse stringendo i pugni.
"Donna, grazie di tutto, Martha anche a te"
disse evitando il suo sguardo.
"Luke, fai qualcosa di buono nella tua vita, fatti
aiutare da Ross" disse guardando il ragazzo, per poi tornare a sistemare
il convertitore.
"Dottore, non farlo" urlò Rose con le lacrime
agli occhi e la rabbia che cresceva.
"Questo è un addio" disse Donna sorpresa.
"I Sontaran non si arrendono mai, si staranno
preparando per la guerra" disse guardando le altre due ragazze.
"E poi ecco, ho ricalibrato questo sull'aria di
Sontaran" continuò a spiegare, Donna e Martha si avvicinarono a Rose che
si sforzava di non piangere.
"Incendierai l'atmosfera" continuò Martha con
voce grave.
"Dottore" disse guardandolo, e per la prima
volta la guardò negli occhi.
Posò il convertitore e si avvicinò a lei, le prese il
viso tra le mani e le sorrise tristemente.
"Oh Rose Tyler" disse per poi baciarla con
dolcezza stringendola a sé. Rose si aggrappò a lui non volendosi più staccare,
sapeva perché lo faceva, sapeva fin troppo bene che non poteva fermarlo, ma
questo le stava spezzando il cuore.
"Mi
dispiace" le sussurrò nella sua mente prima di allontanarsi
nuovamente.
"Invialo, usa il teletrasporto, fallo attivare da
solo, mettici un timer" suggerì Martha, mentre riprendeva il convertitore.
"Non posso" rispose semplicemente.
"Perché no?" chiese Donna tristemente.
"Perché deve dargli una possibilità" rispose
Rose per lui, le sorrise un ultima volta e scomparve.
Rose strinse i pugni arrabbiata e addolorata, non poteva
fargli questo, non poteva semplicemente andarsene via, si voltò verso Luke e si
avvicinò.
"Ti prego dimmi che puoi fare qualcosa, dimmi che possiamo
salvarlo" lo pregò.
"Io … io …" tentò di parlare il ragazzo.
"Ti prego" continuò ancora Rose disperata.
Luke la guardò sentendosi in colpa, poi si voltò verso il
teletrasporto.
"Forse c'è qualcosa che possiamo fare" disse con
calma, si avvicinò all'aggeggio iniziando a lavorarci, mentre Rose scappò verso
il laboratorio principale.
"Rose, dove vai?" chiese Donna preoccupata.
"A cercare un timer" urlò senza fermarsi.
"Non serve" disse Luke collegando l'ultimo
filo, si sentì un bip provenire dal teletrasporto, Rose si voltò a guardarlo
sorpresa.
"Cosa stai facendo?" chiese Martha.
"Una cosa intelligente" disse con calma
accennando a un piccolo sorriso.
"Non farlo" disse la biondina.
"E' l'unico modo" schiaccio il pulsante
scomparendo davanti a loro, al suo posto arrivò il Dottore cadendo a terra.
Martha fu la prima ad avvicinarsi assicurandosi che
stesse bene, invece Donna gli diede uno schiaffo sul braccio per poi piegarsi
sulle ginocchia e stringerlo.
Rose rimase ferma in mobile a osservarlo, aveva avuto
così paura di perderlo da non considerare quello che Luke avrebbe potuto fare,
quel ragazzo era morto anche a causa sua.
Incrociò lo sguardo con il Dottore, deglutì sforzandosi
di non piangere, era stanca di piangere, il Dottore si avvicinò e l'abbracciò
forte.
"Mi dispiace" disse aggrappandosi a lui e
lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.
Fine
Capitolo III
Note finali: Scusate eventuali
errori e altro, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto e che
continuerete seguirmi,
alla prossima con il quarto e ultimo capitolo.