Dreaming California

di RoxyDowney
(/viewuser.php?uid=234623)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 35: *** 35 ***
Capitolo 36: *** 36 ***
Capitolo 37: *** 37 ***
Capitolo 38: *** 38 ***
Capitolo 39: *** 39 ***
Capitolo 40: *** 40 ***
Capitolo 41: *** 41 ***
Capitolo 42: *** 42 ***
Capitolo 43: *** 43 ***
Capitolo 44: *** 44 ***
Capitolo 45: *** 45 ***
Capitolo 46: *** 46 ***
Capitolo 47: *** 47 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Con questo mio scritto non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.

Quella mattina come ogni giorno da quando era arrivata a Los Angeles si alzò senza fretta e si infilò un completo per andare a correre sulla spiaggia, canottiera sportiva e ciclisti al polpaccio total black con solo il piccolo logo argentato sulla tasca posta sulla schiena della t-shirt. Era ormai arrivata la fine dell' estate ma il clima era ancora mite, aprì la finestra che dava su una via priva del traffico caotico del mattino, guardò il cielo, quel mattino era grigio antracite e non lasciava presagire nulla di buono ma per nulla al mondo avrebbe rinunciato alla sua ora di libertà, così mise le scarpe da corsa, prese 10 dollari, la chiave e la felpa con cappuccio che le avevano regalato quando andava a vela, idrorepellente all'esterno, ottima per quella giornata. Mise gli auricolari e fece partire la playlist a tutto volume prima di incamminarsi a passo svelto verso la spiaggia.
Il suo monolocale si trovava in un residence vicino al porto dove teneva ormeggiata ormai da mesi la sua piccola barca a vela, da li poteva correre sulla spiaggia senza sosta fino alla caffetteria dove comprava un caffè e dell'acqua da bere lungo la strada del ritorno.
La spiaggia era oramai deserta, poche persone che passeggiavano, qualcuno faceva correre il cane e i turisti che affollavano la zona fino a qualche settimana fa erano oramai del tutto spariti.
Tirava una brezza fresca quella mattina, sistemò le scarpe e chiuse bene la zip della felpa, l'avrebbe tolta solo più tardi quando il suo corpo si fosse scaldato col movimento. Correre su quella spiaggia le piaceva molto un po' perché sentiva il profumo dell'oceano entrarle dentro, e un po' perché era vicina a casa e questo le permetteva di non prendere l'auto. Mentre correva ripercorse gli avvenimenti della scorsa serata. Il pub aveva fatto un buon incasso questa stagione e sicuramente il proprietario le avrebbe rinnovato il contratto, la stagione stava finendo, ma le serate con musica dal vivo dei gruppi emergenti che avevano organizzato e che contavano di continuare ad organizzare avevano portato i risultati sperati. Quello non era il suo lavoro, ma aveva compiuto delle scelte nell'ultimo anno che l’avevano portata fin li, cambiando città e vita. Di tanto in tanto correndo s’imbatteva in altre persone che correvano lungo la spiaggia, nonostante con alcuni si scambiassero sorrisi o sguardi non aveva mai rivolto la parola a nessuno di essi. Non aveva molti amici, come non ne aveva nella precedente città in cui aveva vissuto.
Era una scelta la sua, non lasciarsi avvicinare per evitare complicazioni e falsi convenevoli. Alcuni uomini che venivano al pub la corteggiavano, era una donna affascinante, ma trovava quel loro comportarsi veramente squallido. Certuni non nascondevano nemmeno di essere sposati, ma cercavano una storia di sesso per una notte, cosa che, in alcuni momenti avrebbe trovato interessante, ma di rado capitava che trovasse qualche uomo abbastanza interessante da passarci la notte insieme, ed in ogni caso, queste conoscenze non avvenivano mai all’interno del locale dove lavorava.
Niente complicazioni appunto. Le era capitata anche qualche donna, soprattutto lì a Los Angeles, dove la bisessualità o l'omosessualità era all'ordine del giorno, ma quelle erano situazioni diverse, dove la libertà d'espressione e l'alchimia del momento prendevano il sopravvento. Pensò a quella ragazza dagli occhi blu che le aveva lasciato il suo numero scritto su una banconota la sera prima, alla quale aveva sorriso gentilmente, mettendo poi la banconota all'interno del barattolo delle mance. Niente complicazioni.
Sì tolse la felpa mentre correva legandola in vita, guardando l'orizzonte vide le palme che stavano fuori dalla caffetteria, ancora una decina di minuti e sarebbe arrivata.
Mentre correva le piaceva osservare la gente, guardò quell'uomo correre nella direzione opposta alla sua, pensò che quella cuffia di sui capelli non dovesse essere il massimo della comodità, poi guardò un altro uomo che la superò senza fatica correndo nella sua stessa direzione e si perse ad osservare il tattoo che aveva sul polpaccio sinistro, un disegno tribale con delle lettere, una ragazza correva affianco alla spiaggia sulla pista pedonale con un buffo para orecchie e degli occhiali davvero eccentrici, si chiese se anche lei agli occhi di quelle persone apparisse stravagante... e sorrise sola.
Iniziò a rallentare quando vide che la distanza dalle palme si era dimezzata, era il momento della camminata a passo veloce per riprendere fiato in quell'istante le si affiancò un uomo anche lui a passo svelto, lo guardò solo con la coda dell'occhio, mentre lui la guardava sorridendo
-Ciao
disse a voce alta alzando una mano in saluto, probabilmente si era reso conto che lei poteva non sentire la sua voce visti gli auricolari, si voltò verso di lui sempre camminando veloce per uno sguardo lesto, vide che anche lui aveva corso vista la maglia madida di sudore e gli auricolari attorno al collo. Si tolse un auricolare in fretta
-Salve.
-Ti ho visto spesso correre su questa spiaggia...
-E' la spiaggia ideale per correre...
-Quando sono in città vengo anche io qui a correre...
Lei sorrise leggermente, non voleva essere scortese, ma sinceramente non le interessava fare chiacchiere con quel tale ne tanto meno essere rimorchiata.
-Io ora devo andare...
Disse indicando le palme
-Oh scusa, non volevo darti fastidio...
-No, si figuri è che solitamente vado lì a prendere un caffè, non volevo essere scortese...
L'uomo le sorrise contento di quell'affermazione, sembrava seriamente dispiaciuto di venir frainteso
-Ok capisco, allora alla prossima...
Lei rallentò per rimettersi la felpa ed avviarsi verso la caffetteria, lui le fece un cenno con la mano per salutarla mentre continuava la sua camminata veloce
-Io sono Bob comunque... buona giornata.
Lei sorrise alzando appena la mano per ricambiare il saluto, lo vide allontanarsi, si rimise l'auricolare e raggiunse il bancone
-Un cappuccino macchiato con latte scremato senza zucchero
Prese una bottiglia d'acqua pagò e si avviò verso casa camminando tra le persone che passeggiavano lungo l'area pedonale.
Appena fu a casa accese la radio e si infilò sotto la doccia bollente. Restò più del solito sotto il getto dell'acqua fumante ripensando a quell'uomo che aveva cercato di conversare con lei, era un viso familiare e sconosciuto allo stesso tempo, era sicura di averlo visto da qualche parte, poteva averlo visto ovunque, al pub o in qualche negozio di Venice... Non era mai stata molto attenta alle persone che incrociava, per quanto ne sapeva poteva essere il cassiere della sua banca, o il commesso del supermercato o addirittura un suo vicino di casa. Lasciò scivolare quei pensieri con l'acqua e quando uscì dalla doccia dell'uomo misterioso non c'era quasi più traccia.
La giornata trascorse lenta, uscì a pranzo e comprò il giornale locale per controllare cosa stessero offrendo gli altri locali della zona, fece una passeggiata sul molo ed infine raggiunse il locale ancora chiuso, entrò dal retro, salutò i ragazzi che stavano sistemando i tavoli e Jess il ragazzo che si occupava della piccola cucina. Sul palco si stava già esibendo il primo dei 3 gruppi che dovevano sentire quel pomeriggio, il prescelto avrebbe potuto suonare sabato sera per il solito concerto dal vivo, ma in palio c'era la possibilità di suonare lì come gruppo fisso. Si mise a sedere affianco a TJ ed a Iv, il proprietario e la moglie che era più interessata ai giornali di gossip che ad ascoltare i ragazzi. Dei tre gruppi uno soltanto era di livello superiore la scelta fu immediata appena iniziarono a suonare, TJ le lanciò un’occhiata e s’intesero immediatamente, subito dopo, lui e la moglie si alzarono e se ne andarono. Lei li lasciò terminare, non perché avesse dubbi sulla loro performance, ma perché la loro musica era davvero molto piacevole, quando ebbero finito si alzò
-Ci vediamo sabato alle 5 e vediamo come va... La paga è di 150 dollari consumazioni comprese, se le cose vanno bene possiamo arrivare a 200 a serata più un extra per le festività.
I ragazzi sorrisero ed accettarono subito, era sicuramente una buona proposta, inoltre quel locale non imponeva repertori preconfezionati, lasciava a loro la scelta dei brani da mettere in scaletta.
Li salutò e raggiunse Jess, gli altri ragazzi, due cameriere ed il barman, si misero a sedere in un tavolo e cenarono tutti insieme ridendo e scherzando pronti per l'apertura.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

La serata fu movimentata ma piacevole e trascorse in fretta, le serate in cui dovevano correre erano quelle che preferiva, tanto lavoro le dava l’impressione che il tempo scorresse più in fretta, mentre quando era una serata fiacca si ritrovava a guardare l’orologio ogni 5 minuti e l’orario di chiusura non arrivava mai. Quando guardò l’orologio sulla parete erano le 2,35, mentre l’ultimo gruppo usciva dal locale fece cenno al cameriere di seguirli e chiudere la porta, era ora per lei di chiudere i conti della serata e controllare che i ragazzi sistemassero il locale prima di andarsene. Diede una mano a sistemare, odiava starsene con le mani in mano mentre gli altri lavoravano. Alle 3,20 varcava la soglia del suo monolocale, aveva iniziato a piovere nel tardo pomeriggio, prima di mettersi a letto si fece una doccia per togliersi di dosso l’odore di fumo, chiuse le tende e si buttò sul letto avvolta dall’asciugamano crollando in un sonno profondo.
Il giorno seguente si svegliò restando ad occhi chiusi sul letto ferma ad ascoltare i suoni che provenivano dall’esterno, poteva andare a correre o pioveva? era quasi certa che non piovesse, le strade sembravano asciutte, dalla strada all’angolo non sentiva il rumore dei pneumatici che viaggiano sull’asfalto bagnato, quindi poteva sperare di fare la solita corsa prima di affrontare una nuova giornata, oggi era il giorno di chiusura settimanale al pub ma le sarebbe toccato andare al lavoro perché era giorno di consegne e avrebbe dovuto controllare le forniture.
Sì alzò, prese il cartone di succo d’arancia dal frigorifero e ne bevve un sorso direttamente dal beccuccio della scatola, mentre apriva le tende e vide che c’era il sole. Lo rimise in frigorifero e andò a sciacquarsi il viso, si lavò i denti e si vestì, optò per un paio di pantaloncini modello ciclista, una canottiera corta aderente con le spalline incrociate sulla schiena e una felpa in cotone leggero di color bianco. All’entrata prese i soliti 10 dollari e il telefono con gli auricolari. C’era il sole quindi dalla mensola vicina alla porta prese un cappellino con la visiera anch’esso bianco, niente occhiali, quando correva li trovava fastidiosi ed i modelli sportivi non le piacevano.
Arrivò alla spiaggia a passo veloce come al solito, aveva sempre voglia di stare all’aperto dopo quelle serate piene di fumo, il sole era già alto e una volta controllate le scarpe partì al suo solito passo costante senza esagerare, oggi c’erano parecchi ragazzi che pattinavano e si avviavano verso il parco con la pista da skate, una donna stava percorrendo la pista ciclabile in sella alla sua citybike pedalando con gran fatica ondeggiando pericolosamente a destra ed a sinistra, due uomini in giacca e cravatta che con le loro valigette porta documenti camminavano sorseggiando un caffè forse in attesa di qualche appuntamento li nella zona, l’uomo dal tattoo sul polpaccio stamattina correva in senso opposto al suo evidentemente era in ritardo rispetto al solito, visto che lui era già di ritorno, poteva ritenersi fortunata a non avere degli orari rigidi da rispettare al mattino, così poteva sempre svegliarsi senza fretta e correre finché voleva senza dover fare i conti con l’orologio.
-Ehy ci si rivede
Aveva il volume della musica stranamente basso quel mattino, perché le onde dell’oceano facevano quel suono meraviglioso nell’infrangersi a pochi metri dalla riva che le piaceva molto. Sì voltò alla sua destra e vide quell’uomo con una maglia verde acido e dei pantaloncini neri, con un sorriso eccezionalmente perfetto guardarla e attendere un saluto. Ne approfittò per osservarlo brevemente, era piuttosto abbronzato ma di un bel colorito niente di troppo eccessivo, lineamenti armoniosi, la fronte e i capelli erano coperti da un berretto modello pescatore, mentre gli occhi erano circondati dai soliti occhiali sportivi con il classico laccio anti-caduta.
-Ciao...già... sembra che abbiamo gli stessi orari...
Lui sorrise e continuò a camminare vicino a lei, nonostante il sudore aveva un buon profumo
-Ti spiace se cammino con te?
-No... non ti ho mai visto correre qui...
-Viaggio spesso per lavoro e quindi...
-Un commesso viaggiatore...
-Una specie...
Sorrise di nuovo guardando la sabbia davanti ai suoi piedi,
-Tu che fai?
-Lavoro qui in zona nella ristorazione ma lavoro solo in orari serali/notturni
-Ecco perché puoi permetterti di correre a quest’ora...
-Già...
Ci fu un momento di silenzio in cui entrambi guardarono avanti lungo la spiaggia senza parlare infine colta dalla curiosità cosa che le capitava di rado azzardò la domanda,
-Posso chiederti perché hai deciso di parlare con me?
-Perché non ho molti amici con cui correre, e tu mi sei sembrata una persona diversa dalle altre, in positivo ovviamente, ecco perché...
-Capisco.
-Ehy ma sai che non so nemmeno come ti chiami?
Sorrise, e senza pensarci troppo rispose
-Mi chiamo Kyra
Lui allungò la mano per stringere la sua,
-Bob giusto?
-Esatto... piacere di conoscerti Kyra.
-Dove vivi?
-Vicino al porto, ho un monolocale in affitto, tu?
-Quando non sono in giro, sto in un appartamento qui a Venice.
-Ti piace la musica?
-Non potrei vivere senza...
Le prese l’auricolare che penzolava dal suo collo e se lo mise all’orecchio in modo molto naturale ed ascoltò
-Posso?
chiese indicando il telefono che teneva appeso alla vita, non sapeva perché ma glie lo porse, lui fece scorrere le dita sullo schermo e fece uno zapping veloce su tutta la playlist poi si tolse l’auricolare e le passò il telefono
-Bella musica per correre...
-Grazie...
Fecero ancora qualche passo poi lei si fermò, si mise la felpa e si voltò verso di lui
-Io... sono arrivata
-Certo, il caffè...



-Ti dispiace se lo prendiamo insieme? Volevo andarci anche io…
-Non credo di potertelo vietare…
Rispose sorridendo, incamminandosi verso la caffetteria
-Kyra guardò quell’uomo dirigersi ai banchi dove erano disposte in ordine le varie bottiglie d’acqua, nel frattempo ordinò il suo solito cappuccino e lo attese al bancone
-Un altro come quello grazie
Le sorrise e le passò una delle bottiglie d’acqua che aveva preso
-Sentiamo come lo prendi… sono curioso
disse prendendo uno dei due bicchieri da asporto e allungando una banconota al cameriere, notando il disappunto sul suo viso la interruppe ancora prima che potesse parlare
-Domani offri tu.
E si avviò verso l’uscita, riprendendo a camminare sulla spiaggia
-Lo beviamo lì?
Disse indicando la fine della passerella che arrivava circa a metà spiaggia, Kyra si stava ancora domandando cosa volesse quell’uomo da lei, ma senza rendersene conto lo seguì, lo vide assaggiare il cappuccino e voltarsi verso di lei con un espressione sconvolta
-Santo Dio! È senza zucchero!!!
-Lo so…
-Perché ti vuoi così male?
Lo guardò perplessa, ma lui sorrideva e nonostante tutto continuava a berlo
-Non berlo se non ti piace…
-Una volta che ci fai l’abitudine non è tanto male…
Disse con un espressione che diceva tutto il contrario…
Kyra scoppiò a ridere involontariamente, una risata sincera di quelle che difficilmente qualcuno riusciva a strapparle e lui la guardò sorridendo mimando una smorfia interrogativa
-Ti faccio ridere quindi…
-Un po’…
Disse cercando di ricomporsi guardando l’oceano
-Quando non lavori che fai?
-Vengo qui a correre, passeggio lungo i moli, leggo, diciamo che non ho molto tempo libero… tu?
-Io? Per lo più viaggio per lavoro quindi quando posso sto a casa, vedo qualche amico, passo del tempo con i miei figli. Tu hai dei figli? Un marito?
-No.
Bob si rese conto della risposta monosillabica e capì che non era il caso di insistere.
-Se non hai impegni mi accompagneresti a quel nuovo centro commerciale che hanno aperto verso Santa Monica? Devo fare un po’ di spesa se voglio pranzare oggi.
-Non ci pensa tua moglie?
Le uscì quella domanda in automatico dalla bocca e si morse la lingua nello stesso istante, ma che le saltava in mente di fare certe domande?
-No, non è un buon momento
-Mi dispiace, spero che si risolva
-Grazie… Sta riprendendo il lavoro dopo la nascita del piccolo è c’è molto stress in casa, è mancata quasi due anni dal lavoro e ti lascio immaginare come può essere riprendere… per fortuna c’è la tata con il piccolo o non saprei che fare. Anche il suo lavoro la porta fuori casa per lunghi periodi, non è facile…
Kyra lo ascoltò anche se solitamente non si interessava della vita della gente, ma non voleva essere scortese e dirglielo apertamente.
-Ma veniamo a noi… mi accompagni sì o no? Anche tu dovrai pur mangiare…
Effettivamente non faceva una spesa decente da parecchio, ma solo perché non voleva guidare e raggiungere i centri commerciali con i mezzi e soprattutto rientrare con la spesa era una fatica che si era voluta risparmiare.
-Mi dispiace ma io non ti posso portare, non guido l’auto.
Lui fece toccare i loro bicchieri del cappuccino con fare di brindisi
-Io sì. Facciamo tra un ora e mezza davanti all’entrata del porto?
Ma come aveva fatto a infilarsi in quella cosa? Era certa fosse una persona apposto, il suo intuito non la tradiva mai, ma… le era rimasto quel “ma” nella testa… comunque non poteva dire di no, a quel punto pensò di approfittarne per fare la spesa.
-Ok ci vediamo lì. Grazie per il cappuccino
disse alzandosi e infilando il bicchiere nel bidone li a pochi passi
-Non ringraziarmi domani offri tu.
Sorrise, anche lui imitò il suo gesto si congedò
-A dopo…
Kyra si avviò verso la pista ciclabile mentre lui proseguì sulla spiaggia nella direzione opposta ricominciando a correre. Sì maledisse per tutta la strada fino al rientro a casa, non avrebbe dovuto far conversazione con quel tipo, ora aveva un impegno da mantenere e non era riuscita a dirgli di no. Mancava meno di un ora all’appuntamento, per sua fortuna l’entrata del porto era proprio dietro l’angolo. Si infilò sotto la doccia e ne uscì pochi minuti dopo, prese un paio di jeans, delle scarpe da ginnastica ed una maglia a maniche lunghe bianca. Rientrò in bagno, non aveva tempo di asciugare i capelli decise di raccoglierli in uno chignon alto. Prese gli occhiali da sole e la borsa a tracolla ed uscì. Voltò l’angolo e lo vide appoggiato al lato dell’auto una Chevrolet Volt nera. Era vestito con un look del tutto simile al suo solo che sopra alla maglia a maniche lunghe portava una t-shirt a maniche corte, un berretto da baseball e degli occhiali da sole dalle lenti molto scure. Le fece un cenno con la mano quando la vide spuntare dall’angolo. Lo raggiunse a passo svelto
-E’ molto che aspetti?
-No, no sei in anticipo, pensavo di trovare molto più traffico e… non importa… è carina questa zona, non ci vengo da tempo… è molto migliorata…
-Sì è tranquilla, non so come fosse prima io ci vivo da circa un anno…
-L’unica cosa saranno quei locali, so che fanno musica dal vivo
Arrossì immediatamente quando lo vide indicare il locale dove lavorava ma lui intento alla guida non se ne accorse
-Ci sei mai stato?
-No, ma mio figlio sì dice che è un bel locale…
Lo guardò stranita
-Tuo figlio? Ma non è nato da poco?
Bob rise e si diede da solo un colpo leggero sulla fronte
-Scusa mio figlio… il mio primo figlio ha 20 anni, è nato dal mio precedente matrimonio…
-Ah… capisco!
Certo ora era chiaro, l’età media dei ragazzi che frequentavano quel locale era 25-30, ma non ricordava nessuno che potesse somigliare a lui, poi pensando a quanto poco guardava le persone non si stupì di non riuscirci.
Arrivarono al centro commerciale era davvero grande, pensò che avrebbe potuto perdersi anche solo nel parcheggio. Lasciarono l’auto nel parcheggio sotterraneo, Bob prima di scendere si guardò allo specchietto retrovisore e si aggiustò il cappellino, mentre lei si avviò verso i carrelli per prenderne uno. Avevano parcheggiato davanti all’entrata diretta del supermercato ed entrarono, Bob sembrava smarrito in quel posto, o forse semplicemente fuori posto, mentre lei aveva già accumulato gran parte delle cose che si era prefissata di acquistare. Vedendolo così la fece sorridere
-Bob… ehy Bob, cosa devi comprare?
-Scusa ero… soprapensiero…
-L’ho notato… hai una lista? Cosa devi prendere? Io ho quasi comprato tutto ciò che mi serve ma tu…
Indicò la parte di carrello vuoto…
-Se mi dici cosa ti serve ti do una mano io…
“ah gli uomini…” pensò… “fosse per loro si sarebbero già estinti….” E sorrise per quei pensieri
-Davvero lo faresti? Grazie…
Frugò nelle tasche, tutte le tasche che aveva alla fine ne uscì una lista stropicciata su un piccolo foglio a righe, Kyra se la fece passare e prodotto dopo prodotto il carrello si riempì.
Notò che la sua spesa non includeva cibi, se escludeva le noccioline e le uova dalla categoria cibo…
-Tu non mangi?
-Hai fame? Paghiamo e andiamo a mangiare qualcosa!
Sembrava essersi risvegliato da un torpore da supermarket, la spesa lo annoiava parecchio…
-No, stavo dicendo, non mangi?
Mostrandogli la lista priva di ingredienti…
-Quando sono solo non cucino… prendo cibi da asporto… o qualcosa di pronto…
-Non sai cucinare?
-Al contrario sono molto dotato solo che mi deprime cucinare solo per me.
-Io mangio e cucino sempre da sola…
Disse quella frase sotto voce, ma Bob la udì e notò anche la vena malinconica.
-Io comunque ho fame…
Le sorrise, stare da solo a casa lo faceva letteralmente impazzire ma non per questo cercava la sua compagnia, non era un ripiego, o forse un po’ lo era, ma lo affascinava quella giovane donna tanto da volerla conoscere meglio, tanto da rischiare di essere riconosciuto in mezzo a tutta quella gente creando ulteriori stress a casa, sapeva bene quanto sua moglie fosse gelosa…
-Ecco questi sono gli ultimi!
Infilò nel carrello due doccia schiuma e ripiegò la lista rendendola al legittimo proprietario. Era felice di essersi sdebitata del passaggio dandogli una mano…
-Mentre tu fai la fila alla cassa prendo gli spaghetti.
Bob annuì e trovò una cassa con un cassiere uomo, erano quelle che sceglieva sempre, difficilmente gli uomini lo osservavano tanto da riconoscerlo… mentre, le cassiere creavano sempre una ressa di gente a curiosare, inoltre era accompagnato da Kyra, grandi occhi verdi e un bel fisico, sorrise da solo, ebbe la certezza che alla cassa non avrebbe avuto problemi.
Pagarono e come Bob aveva previsto il cassiere ebbe occhi solo per Kyra. Infilarono la spesa in auto e tra una chiacchiera e l’altra Bob si fermò di sua iniziativa in un chiosco lungo la strada principale, aveva già mangiato li, non c’era mai molta gente, e quella che c’era di solito era gente in pausa pranzo con i minuti contati immersi nelle letture dei loro giornali tanto da non fare caso nemmeno a chi si sedeva al tavolo accanto al loro…
-Perché ti sei fermato qui?
-Non ti ho detto che ho fame?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Scese dall’auto e lei rimase seduta al suo posto fino a che non fece il giro dell’auto e le aprì lo sportello.
-Non vorrei che per colpa mia tu oggi salti il pranzo.
Sorrise, sapeva farci, era affabile e gentile senza risultare banale.
Si misero a sedere in un tavolo decentrato e ordinarono Kyra scelse un insalata con del pollo mentre lui una bistecca di manzo e patate.
Pranzando parlarono del più e del meno, dei negozi che frequentavano a Venice, della gente stramba che correva al mattino, risero spesso, entrambi erano curiosi e osservavano quei buffi personaggi.
A Kyra suonò il cellulare, rispose e guardò l’orologio appeso al muro si scusò al telefono e disse che entro 10 minuti sarebbe stata lì. Senza che ci fosse bisogno di dire nulla Bob si alzò e pagò il conto mentre lei era ancora al telefono. Appena tornò al tavolo bevve un sorso d’acqua e Kyra si alzò
-Perdonami, non hai nemmeno finito…
-Non preoccuparti, è colpa mia, ti sto facendo fare tardi…
Salirono in auto e Kyra stranamente aveva una parlantina fluente, Bob pensò fosse stato il vino, o forse la tensione per il ritardo, ma quella nuova parte di lei gli piaceva.
-Scusa ancora, oggi purtroppo avevo appuntamento con i fornitori e me ne ero dimenticata, se non ci vado subito mi lasciano senza rifornimenti per tutta la settimana. Guarda puoi lasciarmi lì? Grazie ancora!
-E la tua spesa?
-Oh cavolo la spesa!
Fece per prendere i sacchetti dall’auto per portarseli dietro pensando “lo sapevo che non era una buona idea andare a fare la spesa in quel centro commerciale, ora ho mille cose da portarmi dietro”
-Aspetta! Che fai! Non vorrai portare tutta questa roba? Ti aspetto qui.
-Ma no, figurati, non posso…
-Ehy stai facendo tardi!
-Ok ok, torno più in fretta che posso….
-Io sono in vacanza non mi insegue nessuno!
La vide sparire di corsa dietro l’angolo mentre si scioglieva i capelli oramai asciutti e mossi.
Restò così in auto in attesa del suo ritorno, fece un paio di telefonate e poi preparò i sacchetti della spesa di Kyra, e con una penna scrisse il suo numero sul cartone del latte “chiamare Bob” disegnando una faccina sorridente affianco al numero.
Rimise tutto a posto e rise da solo delle cose sceme che ogni tanto gli venivano in mente.
Quando Kyra arrivò all’auto vide Bob che giocava con la radio e se non stava giocandoci pigiava i bottoni a caso.
Si mise a sedere era davvero mortificata per averlo lasciato li ad aspettare per circa un ora.
-Allora, dove la porto madame?
-Mi sento già sufficientemente in colpa per averti fatto aspettare… non essere gentile con me!
Bob rise, e la guardò serio
-Almeno che tu non voglia che la spesa arrivi a casa tua camminando da sola credo che dovresti dirmi dove… qui c’è qualcuno che ha bisogno di un frigorifero!
Aveva ragione…
-Gira attorno all’isolato, e siamo arrivati…
Bob mise in moto l’auto e seguì le indicazioni
-Non posso entrare in questa via è vietato…
-Non se sei con me… io ci vivo ed ho il permesso!
Gli fece l’occhiolino e gli indicò il portone. Parcheggiò proprio lì a fianco, scese e le diede una mano a portare i suoi acquisti.
Abitava al secondo piano e il suo piccolo monolocale nonostante tutto era davvero ben arredato, confortevole, con una bella vista sull’oceano e si affacciava su quella via senza traffico.
Kyra si affrettò a sistemare la spesa, mentre lui girovagava per la stanza guardando i libri, i cd, infine le foto alle pareti e capitolò uscendo sul terrazzo per apprezzare il panorama. Da li notò una piccola scala che saliva dal terrazzo salì i primi quattro scalini per sbirciare cosa ci fosse la sopra, c’era un divano sotto ad un pergolato, fiori, piccole piante, lanterne fece per salire un altro scalino quando la voce di Kyra lo colse di sorpresa
-Hai scoperto il mio angolo di paradiso…
-Mi hai spaventato! Tu hai fatto questo?
-Sì… che ne pensi?
-E’… wow… davvero… lascia senza parole!
Rise di lui era davvero stupito…
-Ti meriti un caffè dopo tutto! Sali ti raggiungo subito.
Non se lo fece ripetere due volte… Mentre l’aspettava si guardò attorno e vide che nonostante fosse tra altri appartamenti nessuna di quelle terrazze toglieva privacy agli altri condomini, l’unico lato aperto da cui poteva esser visto era stato sapientemente riparato da una fila di alberi di agrumi l’unico che riconosceva con certezza era quello di limoni… Dietro al divano era stato sistemato un tavolo con delle sedie e a fianco ad esso in un angolo un mobile con un piccolo frigorifero all’interno e nella parte più alta erano sistemati dei piatti e bicchieri. Si mise a sedere sul divano, il sole iniziava a tramontare l’aria stava rinfrescando, notò che da li seduto vedeva un bellissimo angolo di costa, con i colori del tramonto doveva essere spettacolare… Kyra lo raggiunse e appoggiò il vassoio con le tazze di caffè su un tavolino basso posto vicino al divano.
-Si sta bene qui eh?
Chiese mentre da un contenitore prese un bastoncino lungo che accese con un accendino, fece il giro delle lanterne e le accese tutte, finendo al braciere che si trovava al centro della terrazza. Con grande stupore di Bob sentì il calore del fuoco raggiungerlo
-Davvero perfetto. Ma come ti è venuta questa idea?
-La casa è molto piccola, mi serviva più spazio… aria…
-Direi che ci sei riuscita. Devo farti i miei complimenti!
Kyra lo ringraziò e porse una tazza di caffè, solo in quell’istante si accorse che si era tolto sia il berretto che gli occhiali. Lui la guardò divertito, vederla fissarlo in quel modo…
-Qualcosa non va?
-Oddio! Scusami non volevo fissarti! È che è la prima volta che vedo il tuo viso per intero…
Bob si aspettava tutt’altra risposta… ma non ne fu deluso, anzi… a dirla tutta si sentiva felice! Era se stesso senza maschere con Kyra.
Restarono li a chiacchierare finché non si fece buio, il tempo passò in fretta tra chiacchiere e risa… Il telefono di Bob suonò insistentemente tanto da distrarli dalle loro chiacchiere, e lui si imbarazzò leggermente guardando il numero prima di rispondere
-Scusa devo proprio rispondere…
-Non preoccuparti, io porto queste in cucina…
Kyra scese le scale e lavò le tazze, fu un pomeriggio tanto piacevole quanto inaspettato. Forse non tutti erano da tenere a distanza pensò… Non voleva disturbare quella telefonata così, mentre attendeva pensò di iniziare a preparare la cena, erano mesi che non cucinava qualcosa di buono e oggi ne aveva proprio voglia.
Prese gli ingredienti freschi e quando lui la raggiunse stava sminuzzando sedano carote e cipolle
-Scusa… non potevo non rispondere…
-Figurati… non preoccuparti.
-Cosa cucini?
Le chiese sedendosi su uno sgabello sul lato opposto della penisola guardandola curioso.
-Spaghetti. Questa sera non lavoro, è l’unica sera della settimana in cui posso cenare con calma…Vuoi farmi compagnia?
Versò anche a lui un bicchiere di vino rosso che si era servita poco prima. Lui la guardò con un piccolo sorriso appena accennato…
-Che c’è??? Dovrai pur cenare…
Disse guardandolo imitando le sue espressioni di quella mattina…
-Ne sarei davvero felice.
-Bene! allora il bagno è la, lavati le mani e vieni a darmi una mano.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Le sorrise e dopo aver bevuto un sorso di vino, seguì le sue indicazioni e trovò il bagno appena entrato in camera da letto vide la porta sulla sinistra, sì lavò le mani e prima di tornare in cucina camminò a passi lenti nella camera c’era solo un libro sopra al comodino, per il resto gli ricordò una di quelle anonime camere d’albergo...
La raggiunse mentre lei era intenta ai fornelli l’affiancò per guardare nei tegami e inspirò il profumo di cibo
-Come posso aiutarla Chef?
Kyra sorrise,
-Potresti lavare e tagliare quei pomodori...
Restò incantato nel guardarla mentre affettava le cipolle ad una velocità impensabile per i suoi standard, l’aveva visto fare in tv, ma dal vivo faceva un certo effetto.
-Dove hai imparato a farlo?
-Cosa?
-A tagliare in quel modo, io mi sarei già amputato tutte e cinque le dita...
-Quando stavo a Chicago ho lavorato in un ristorante, aiutavo in cucina... così ho imparato... se vuoi te lo insegno...
-No.. mi conosco, e... tengo troppo alle mie dita!
-Quindi il tuo lavoro è questo?
-Cucinare? No, è solo una delle tante cose che ho fatto e imparato...Tu? commesso viaggiatore che fai?
-Diciamo che mi vendo... mi danno un copione , lo imparo e “lo recito”...
-E ti piace?
-Sì... direi di sì... è un lavoro come l’altro...
-Già in tutti i settori è così... ti danno una parte da recitare e ti pagano per farlo...
Bob preferiva cambiare argomento, non voleva parlare del lavoro, avrebbe dovuto dire e non voleva... voleva essere solo Bob. Bob l’anonimo.
-Quindi sei di Chicago...
-No, è solo un posto in cui sono stata... uno dei tanti... Chicago, San Antonio, New York, Portland nel Maine, Seattle, Tucson, Charleston, Tampa…
Restò allibito…
-Prendi il parmigiano in frigorifero
Le passò il pezzo di formaggio italiano, lei ne tagliò due scaglie e le fece posare su un pezzo di pane su cui c’era del ragù
-Lo so, fa sempre questo effetto quest’elenco… Assaggia...
Bob un po’ imbarazzato per quel gesto intimo si avvicinò alla sua mano e morse un pezzo di quel pane, si voltò a prendere un tovagliolo sulla penisola, e quando la guardò pronto a divorare il pezzo rimanente la trovò appoggiata al piano della cucina che masticava candidamente succhiandosi il pollice su cui si vedeva ancora che le era colato del ragù...
-Buono vero?
Bob annuì ma ebbe bisogno di bere un sorso di vino per riprendersi, e schiarirsi la voce...
-Riformulo la domanda... dove sei nata?
-A San Francisco...
-Quindi possiamo dire che sei “tornata a casa”
-Sì direi che lo possiamo dire... tu?
-New York City
-Assaggia? A me gli spaghetti piacciono al dente, dimmi se ti sembrano pronti...
Prese uno di quei fili che penzolavano dal forchettone, lei ne prese un altro e li assaggiarono insieme, Kyra attese il suo parere, quando lo vide annuire prese e li scolò mettendoli poi nel tegame in cui c’era il ragù e mantecò il tutto con il parmigiano, si sollevò sulle punte per raggiungere una mensola che si trovava sopra la penisola su cui notò solo ora erano disposti devi vasi di erbe aromatiche, strappò qualche foglia di basilico lo sciacquo e dopo averlo sminuzzato lo buttò sopra la pasta.
Prese i bicchieri e li porse a Bob facendogli cenno di prendere anche la bottiglia, con qualche difficoltà ci riuscì, Kyra prese il tegame che conteneva la cena e lo invitò a seguirla in terrazza.
-Ti occupi tu dei piatti? io scendo a prendere l’insalata...
-Certo capo!
Mentre stava apparecchiando la tavola sentì diffondersi una musica in sottofondo, e la vide arrivare con l’insalata e il cestino con il pane, servì un’abbondante porzione di pasta ad entrambi posando due polpette a testa sopra la pasta, Bob versò dell’altro vino nei loro bicchieri e si misero a sedere
Quando Kyra si mise a sedere si lasciò cadere sulla sedia, prese il bicchiere e stava per bere quando lo vide, con il calice a mezz’aria in attesa di brindare con lei lo guardò curiosa e avvicinò il suo bicchiere
-Ad una nuova amicizia...
disse Bob avvicinando il suo bicchiere
Per la prima volta dopo molto tempo stava trascorrendo del tempo con un uomo piacevolmente, senza secondi fini... che fosse davvero l’inizio di una nuova amicizia? quel pensiero le piacque.
-Ad una nuova amicizia...
Mangiarono chiacchierando e la serata trascorse piacevolmente per entrambi quando il telefono di Bob iniziò a suonare lui non rispose, Kyra pensò che non volesse far sapere che era ancora fuori, lui non disse nulla, si limitò a togliere la suoneria del telefono e finì il vino nel suo bicchiere
-Devo ringraziarti per avermi invitato a cena, è stata davvero una bellissima serata.
-Che ne dici, mi aiuti a spegnere tutto? si è fatto tardi...
Si alzarono e sparecchiarono la tavola insieme, Bob sorrideva ogni volta che i loro occhi si incrociavano, forse erano entrambi un po’ brilli, ma Kyra era ancora abbastanza lucida per capire che quel silenzio che era sceso tra loro era sinonimo di imbarazzo che tra loro non avrebbe dovuto esserci, non si conoscevano molto ma non aveva intenzione di complicarsi la vita, sapeva che Bob era sposato e sapeva che poteva essere un buon amico, ma non avrebbe permesso che quella serata si rovinasse per qualche ora di sesso.
Una volta spente tutte le lanterne scesero e mentre lei posava i piatti in cucina Bob ripose i bicchieri sulla penisola e la bottiglia vuota nella spazzatura, in cui Kyra aveva gettato gli avanzi della cena.
-Bhè penso che sia ora di andare per me...
-Già... Grazie per la compagnia.
Bob prese le chiavi dell’auto, gli occhiali e il cappellino ed infine prese il sacco della spazzatura
-A questa penso io...
Kyra sorrise e lo accompagnò alla porta, Bob appena fuori dal monolocale si voltò verso di lei
-Corsa e caffè domani mattina più o meno alla solita ora?
-Devo offrire io... e poi, sono curiosa di assaggiare il cappuccino alla Bob.
Lui sorrise le si avvicinò e con un lieve imbarazzo le diede un piccolo bacio sulla guancia.
-A domani. Buona notte.
-Ciao.
Chiuse la porta a chiave e si avviò verso la finestra, da dietro le tende lo vide camminare lungo la strada fino a raggiungere il bidone per gettare la spazzatura, si affacciò dalla finestra vedendolo guardare nella sua direzione mentre apriva l’auto, si scambiarono un cenno con la mano e Bob salì sull’auto mentre lei chiuse la finestra e tirò le tende.
Riempì il cestello della lavastoviglie e l’avviò, spense tutte le luci e andò a farsi una doccia e lavarsi i denti, nonostante tutte le sue ritrosie Bob era riuscito a conquistare la sua fiducia. Convenne con se stessa che aveva trascorso una bella serata.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Salì in auto e partì, pochi minuti a quell'ora senza traffico e sarebbe stato a casa, aveva la spesa da scaricare, se n’era dimenticato totalmente. Aveva trascorso una serata così piacevole che sarebbe rimasto li con lei ancora. Vide il cellulare lampeggiare, era ancora Susan, sapeva già che dietro quelle telefonate c’era in agguato una lite. Le aveva detto che avrebbe cenato fuori casa e quando non aveva risposto l’aveva sicuramente chiamato a casa e non trovandolo lì ora avrebbe montato una lite infernale. Sapeva di non averle detto tutta la verità, ma era pur vero che non aveva fatto nulla di male. Per una giornata era riuscito a cancellare ciò che era la sua vita pubblica per vivere qualche ora da persona normale. Ancora non si capacitava come poteva essere che Kyra non lo avesse riconosciuto. Senza rendersi conto si ritrovò nel garage di casa a sperare che quelle ore trascorressero in fretta, aveva voglia di vivere ancora la sua vita come Bob senza paparazzi, senza mondanità.
Arrivò in camera da letto e si spogliò, tolse le lenti a contatto e inforcò gli occhiali, si lavò i denti e prima di buttarsi sul letto andò a controllare il piccolo Exton che dormiva nella stanza affianco a quella della tata, gli diede un piccolo bacio e tornò in camera sua, non aveva sonno, ma avrebbe dovuto dormire.
Il telefono lampeggiò di nuovo... Susan, se non avesse risposto probabilmente avrebbe continuato a chiamare, così risposte
-Susan, sono appena rientrato, avevo il telefono in macchina, ti stavo per chiamare io...
-Ti sei divertito? è tardi... con chi eri?
-Amici, sì è stata una serata tranquilla, sono stato bene. Tu? come è andata questa giornata di lavoro?
-Non cambiare discorso Downey
-Non sto cambiando discorso, ero a casa di un amico, abbiamo cenato lì, abbiamo finito la bottiglia di vino chiacchierando e poi sono tornato a casa. Non è successo niente! Ma perché dobbiamo finire sempre col fare questo tipo di telefonate? Mi sento sotto processo... Forse è meglio se ci sentiamo domani. Ora sono stanco e non voglio litigare.
-Io invece ho lavorato dodici ore e ora che sono tornata in albergo distrutta avrei voluto trovarti a casa ed invece eri in giro a divertirti...
-Susan ti prego...
-Sì Sì ho capito. Torno sabato se può ancora interessarti.
-Certo che mi interessa, ti vengo a prendere in aeroporto!
-No, non disturbarti, ci vediamo a casa.
-Buona notte a domani.
Sentì Susan riattaccare e chiudere la telefonata senza nemmeno augurargli buona notte, non riuscì a non domandarsi per quale motivo aveva deciso di riprendere il lavoro... Non riusciva a capirla, avrebbe potuto continuare a stare a casa a prendersi cura del bambino, e riprendere a lavorare ma solo alla team downey senza riprendere a fare il produttore per le grandi produzioni che la portavano lontana da casa con quel risultato... solo peggiorare notevolmente la loro situazione famigliare. Ne avevano anche parlato più volte con l’unico risultato di vedere Susan chiudersi in se stessa e non riuscire più a parlare di nulla. Era una situazione che non si sarebbe mai aspettato di vivere, non con lei... Loro non avevano mai avuto bisogno nemmeno di parlare, si erano sempre capiti al volo ed ora, nemmeno parlando ore e ore riuscivano a capirsi. Era certo di amarla ancora, ma poteva dire lo stesso di lei? sembrava così insofferente...

Si era dimenticata di chiudere le tende della camera da letto la notte passata ed ora il sole entrava prepotente dalle vetrate impedendole di continuare a dormire. Si stirò e si alzò, era una bellissima giornata, oggi era giovedì, aveva il turno corto (grazie al turno fornitori del giorno prima) prese il solito sorso di succo d’arancia e dopo essersi preparata in bagno si vestì per andare a correre. Prima di uscire si fece una coda alta molto stretta, prese le chiavi e scese, mentre stava per raggiungere l’incrocio che l’avrebbe portata in spiaggia sentì un’auto suonare alle sue spalle, si voltò pensando che quel teppista la stesse avvertendo del suo arrivo, così si scansò accostandosi alla rete che delimitava la strada e sì voltò per guardare quel personaggio, ma lo vide parcheggiare e chiudere l’auto.
-Buongiorno, ho pensato di parcheggiare qui l’auto...
-Ciao! ti sei svegliato presto anche tu...
-Avevo un cappuccino da riscuotere...
Si sorrisero e attraversarono la strada e raggiungendo la spiaggia, quel mattino non ascoltò la musica, e corsero chiacchierando
-Quindi non hai un fidanzato... fidanzata...
-Esatto, non ho voglia di complicarmi la vita...
-L’amore non è una complicazione, è un valore aggiunto...
-E questa dove l’hai letta?
-Ma... dico... avrai avuto una storia...
-Certo... Tu da quanto sei sposato?
-Dal 2005. Quante serie?
-3. Tu?
-2. Quando l’ultima storia? ma poi scusa, stiamo parlando di uomini o donne?
-2010. Uomini, donne... l’amore non ha sesso...
-Ah... ok! e nello specifico uomo o donna?
-Uomo.
-Hai lasciato o sei stata lasciata? ...se è troppo personale puoi anche non rispondere...
-Lasciata. Ma cambiamo soggetto?
-Ok, chiedi.
-Hai mai tradito?
-In passato sì, ma non ero in me...diciamo che da quando sono sposato no.
-Sei una mosca bianca...
-Perché dici così?
-Perché ogni notte nel locale dove lavoro arrivano uomini dai 20 ai 50 anni, e quelli con la fede al dito sono la percentuale più alta di avances del locale... (e non è un locale per soli uomini).
-Tu hai tradito?
-Ho poche regole nella mia vita, ma una di queste è sicuramente no ai tradimenti, ma viene dopo non complicarsi la vita quindi…
-Quindi ti fanno avances al lavoro...
-Le fanno indistintamente a tutto il personale...
-E tu?
-E io cosa?
-Non vorrai farmi credere che è dal lontano 2010 che non vai a letto con un uomo...con qualcuno…
-Questo lo hai detto e pensato tu... non avere una relazione non significa non fare sesso, anche se non è il mio genere di relazione interpersonale preferito...preferisco frequentare una persona speciale senza impegno, il sesso occasionale non mi interessa... ci deve essere “qualcosa, un’alchimia speciale” capisci?
Sorrise e aumentò il passo della corsa, le palme erano ancora troppo lontane per rallentare.
-Il tuo lavoro ti piace?
-Sì, mi da da vivere, e mi permette di correre su questa bellissima spiaggia... non posso proprio lamentarmi.
-Che altri lavori hai fatto?
-Vediamo... ho lavorato in cucina, come hostess su una nave da crociera, traduttrice per un azienda che esportava i suoi prodotti, cameriera, commessa, impiegata di segreteria, gestione del personale in alcuni locali, assistente in una casa di riposo... tu? che hai fatto?
-Io, a parte il commesso viaggiatore ho lavorato con mio padre, poi ho fatto il cameriere per un breve periodo e basta...
-Oltre correre che sport ti piacciono?
-Non pratico altri sport, qualche volta esco in barca a vela. tu?
Mi piacciono le arti marziali e lo yoga. Non sono mai stato in barca a vela, dovresti portarmi!
Kyra rise
-Certo... forse un giorno di questi...
In realtà andava al pontile dove era ormeggiata la sua barca qualche volta la settimana, la apriva, la carezzava e poi, restava li a sistemare varie cose ma era parecchio che non prendeva il largo.
Rallentarono la corsa, le palme erano vicine prese i 10 dollari e glie li passò
-Stupiscimi! ti aspetto qui.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Bob li prese e si avviò verso la caffetteria, ordinò due cappuccini come piacevano a lui e prese l’acqua, pagò e tornò in spiaggia, la trovò seduta vicino alla battigia.
-Pronta per il paradiso dei cappuccini?
Bob le passò il suo bicchiere e continuò a fissarla in attesa del suo commento
-Uhmm direi zucchero sicuramente… latte, caffè, caramello e “panna montata”? che centra la panna montata sul cappuccino? Come ti è venuta l’idea di questo intruglio?
-Un pomeriggio ho visto un bambino prenderlo così, l’ho provato ed è diventato il mio cappuccino preferito!
Alzò le spalle sorridendo riprese a bere attraverso la cannuccia
-Allora? Ti piace?
-Non è male una volta che ti ci abitui!
-Troppo dolce? Potremmo provarne una versione senza zucchero…
-Sì dovremmo…
-Domani?
-Domani non posso, il venerdì mattina ho sempre una riunione a cui partecipare.
-Quindi niente corsa?
-Esatto… Tu corri tutti i giorni?
-Se non lavoro sì… con questi cappuccini sono obbligato!
Sorrise
-Forse sabato non verrò a correre. Torna mia moglie, penso che starò con lei, non so cosa vorrà fare, ma diciamo che le dedicherò tutto il mio tempo visto poi che domenica parte di nuovo…
-Caspita… e come fa? Con un bimbo piccolo immagino sia molto dura…
Bob annuì, era una domanda a cui non poteva rispondere perché quella risposta ancora non l’aveva trovata nemmeno lui…
Kyra notò che il volto di quell’uomo che era sempre sorridente e rilassato rabbuiarsi assorto in quei pensieri.
-Mi dispiace, non volevo essere inopportuna…
-No figurati, è che vorrei che le cose tornassero come prima…ma purtroppo non dipende solo da me…
-Dai un bel w.e. romantico e tornerà il sereno!
La guardò sorpreso, era davvero gentile a cercare di tirargli su il morale. Erano quei gesti che gli mancavano, quelli che le persone semplici, normali compivano ogni giorno tra amici… per darsi sostegno, e non per compiacere qualcuno o entrare nelle sue grazie…
-Grazie…
-E di cosa? Sei tu che devi fare il romantico per tutto il tempo non io!
Gli fece l’occhiolino e si alzò spolverandosi le gambe dalla sabbia, quel giorno ripresero a camminare insieme, aveva la macchina sotto casa sua e questo significava altre chiacchiere sulla strada del ritorno, ma non le dispiacque la compagnia era buona e Bob una persona davvero semplice, era piacevole passare del tempo con lui. Anche in quei momenti in cui ognuno restava immerso nei suoi pensieri non c’era imbarazzo e questo le fece molto piacere perché la sera precedente quel leggero imbarazzo dopo cena l’aveva dispiaciuta.
-Oggi cosa facciamo?
-Dobbiamo fare qualcosa insieme? Non ricordo…
-Dai, non vorrai lasciarmi solo! Inventati qualcosa con una giornata come questa non farmi stare a casa!
-Io veramente oggi dovrei fare il bucato
-Bene ti accompagno!
-Ma dai! davvero vuoi passare il pomeriggio dentro ad una lavanderia?
-Veramente no, ma possiamo fare un giro intanto che il bucato si lava…
Si arrese, in fondo passare il pomeriggio davanti ad una lavatrice non era allettante, stare in sua compagnia sarebbe stato sicuramente più divertente.
-Ma ti avviso… oggi devo andare al lavoro alle cinque quindi non avrò tutto il pomeriggio libero.
Presero il vialetto che li riportò sotto casa sua, lui aprì la macchina e si fermarono un paio di minuti li a parlare
-Quindi stasera non posso cenare con te…
Kyra rise per espressione che aveva sul viso
-Non hai qualcun’altra da molestare?
Rise anche lui, poi si fece serio
-Certo ma con te mi diverto di più! Visto che non posso avere la cena… porterò una pizza per pranzo… preferenze?
-Niente caramello e panna montata!
Rise di nuovo come un bambino, si sporse e le diede un bacio sulla guancia molto meno imbarazzato della sera precedente.
Salì in auto e partì mentre lei apriva il portone.
Accese la musica appena entrò in casa aprì tutte le finestre, preparò la sacca del bucato da lavare e si infilò sotto la doccia Approfittò del resto della mattinata per riordinare le stoviglie pulire casa, tutto ciò che avrebbe fatto quel pomeriggio con calma lo concentrò in quelle ore. Fu comunque soddisfatta di aver sistemato tutto prima del suo arrivo, non dovendo cucinare si rilassò sul divano leggendo il suo libro.

Stava attendendo che gli consegnassero la pizza formato famiglia quando vide su una moto due paparazzi passare veloci, pensò che probabilmente stavano seguendo qualcuno perché non li vide guardarsi attorno come di solito facevano quando erano a caccia di vip. Sollevato di essere ancora all’interno di quel locale l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quei giorni era qualche fotografia che facesse saltare in nervi a Susan. Pagò la pizza e le due birre, percorse pochi isolati e svoltò nella via, fece un breve colpo di clacson per avvisare Kyra, in quel palazzo sui campanelli c’erano i numeri degli interni e non i nomi, non avrebbe proprio saputo a chi suonare, ma il clacson funzionò, Si affacciò e rientrò così in fretta che non ebbe il tempo di dire nulla, chiuse l’auto e sentì il portone scattare ed aprirsi.
-Interno 5.
-Ecco questo mi avrebbe fatto comodo saperlo prima…
Entrò posò il cartone ed il sacchetto con le birre sulla penisola, le infilò il suo cappello in testa e lasciò il giubbino appoggiato sul bracciolo del divano.
-Mi lavo le mani!
-Fa come fossi a casa tua!
Disse lei sorridendo mentre posava il cappello sull’attacca panni all’entrata.
-Pranziamo su?
-Perché no…
Lo precedette e si avviò con la pizza fuori e salì gli scalini fino ad arrivare in terrazza, Bob si intrattenne solo un secondo per prendere il cellulare dalla tasca del giubbotto e poi con le birre in mano la raggiunse.
Pranzarono con calma, il sole era caldo e piacevole
-Adesso bucato? Sei sicura?
Le chiese mimando un no con la testa mentre si sedeva sul divano
-No, prima ci vuole un buon caffè…
-Ottima idea… un caffè è proprio quello che ci vuole!
Kyra lo guardò con insistenza mentre lui sfogliava distrattamente le pagine di un libro di giardinaggio.
-Ho detto che prima ci vuole un buon caffè…
-Sì ti avevo sentita…
-Mi hai sentita ma non mi hai ascoltata… oh povera donna sarà un lungo w.e.!
-Oh… ci vuole un buon caffè… quindi “io” lo devo preparare…
-Vedo che si inizia a ragionare! Su che facciamo tardi!
Lasciò il librò e scese le scale di corsa, sulla cucina trovò il caffè pronto e le tazze su un vassoio li a fianco, riempì le tazze e cercò lo zucchero negli pensili della cucina, zuccherò entrambe le tazze pensando “al diavolo la vita è già abbastanza amara” e salì tenendo le tazze in mano. Preso il caffè decisero di muoversi subito così da avere il tempo di fare una passeggiata dopo la lavanderia.
Uscirono e Bob fu così gentile da portare la cesta con il sacco del bucato, andarono a piedi visto che la lavanderia era proprio dietro l’angolo, Kyra caricò le due lavatrici e le impostò perché facessero il ciclo completo, lavaggio e asciugatura.
-Ora che si fa?
Le chiese curioso mentre la prendeva sottobraccio, non aveva pensato a cosa fare, e la domanda la prese un po’ alla sprovvista, ma trovò una buona soluzione.
-Ti porto a conoscere Charlotte.
-Una tua amica?
-Molto di più…
-E’ carina?
-Ora vedrai…
Bob curioso di conoscere una parte della vita di Kyra che ancora non conosceva si lasciò guidare e si ritrovò a varcare il cancello di un pontile privato.
-Vengo subito
Gli disse mentre lo lasciava sul pontile per entrare all’interno di un piccolo chiosco ed uscirne poco dopo.
Camminarono un bel po’ prima di raggiungere quasi la fine del pontile, Kyra si fermò davanti ad una barca, sorridendo, e poi lo guardò
-Lei è Charlotte.
Bob la guardò un po’ stranito, poi riguardò la barca e vide il nome stampato sulla poppa della barca con lettere dorate.
-E’…è la tua barca?
Annuì avvicinandola al molo tendendo una cima, appena fu a portata di mano slegò la passatoia che era assicurata in alto e la fece scendere e scorrere finché si poggiò sul pontile. Lei salì agilmente e gli sorrise invitandolo a salire
-Prego…
Non sapeva bene come muoversi su quella barca, ogni suo movimento sembrava che facesse ondeggiare l’imbarcazione in modo pericoloso, così si mise seduto e lasciò che fosse lei a muoversi, accese il motore, che borbottò piano, e preparò la sua creatura liberando le vele dai teli protettivi, andò a prua e fece levare l’ancora che sistemò in un contenitore. La vide fare mille cose, compreso recuperare la passerella e ripiegarla su se stessa, infine lo guardò
-Sei pronto?
-Questa cosa mi sta mettendo un po’ a disagio…
Lei rise e ingranò la marcia, si mise al timone e lentamente uscirono dall’ormeggio e appena furono fuori dalle zone di manovra fece rallentare il motore e bloccò il timone in modo che la barca continuasse a navigare in quella direzione per sparire sottocoperta
-Ehy dove vai? Torna qui!
Lei riapparve subito con un attrezzo di metallo in mano, lo infilò sulla coperta e gli passò un paio di guanti
-Avanti marinaio al lavoro…
Tirò su la vela fino in cima all’albero e chiese a Bon di girare quella manovella dopo aver arrotolato una corda e lui obbedì tanto più che per farlo poteva restare seduto al suo posto. Sentì spegnersi il motore e Kyra sistemò alcune corde dietro di lei, non aveva proprio idea di cosa stesse facendo. Si sentiva un pesce fuori d’acqua.
La manovella si fermò diventando rigida, Bob alzò lo sguardo e vide che entrambe le vele erano aperte e bianchissime, in pochi secondi la barca iniziò a planare sull’oceano stranamente calmo quel pomeriggio.
Lei allungò l’asta che teneva in mano e si mise a sedere affianco a lui
-Bhè che ne pensi?
Era senza parole. Quella brezza, il calore del sole, il totale silenzio interrotto solo dal suono dell’acqua che sfiorava la barca… non aveva mai fatto nulla di simile…
-E’ meraviglioso! Mi sto chiedendo perché non ho mai provato ad andare a vela…
-Perché le barche a motore sono più comode e non c’è da lavorare…
Aveva ragione, tutte le volte che qualcuno l’aveva invitato in barca era sempre stato su degli yacht. Ma questo era tutta un'altra cosa…
-Tieni il timone… prova tu a governare la barca…
-No io non l’ho mai fatto, non so come si fa…
-E’ facile… è come governare… una donna… lo sai fare quello?
Disse maliziosa
-Sì credo di sì…
-Come credi?!? Non volevo scatenare in te questi dubbi esistenziali! Prendi il timone e ascolta la barca…
Bob era teso, come non gli capitava da anni, aveva sempre tutto sotto controllo, ed ora era li con quel timone in mano e non sapeva che fare…
-Vedi? Lo sai fare… Movimenti lenti… a destra se vuoi andare a sinistra… a sinistra se vuoi andare a destra… Ma prima di cambiare direzione devi avvisarmi perché dobbiamo far girare le vele…
-No no, continuiamo ad andare così…
Kyra sorrise…
-Svegliami quando arriviamo alle Hawaii
Si sdraiò di fronte a lui a prendere il sole in silenzio…
Lui si voltò e vide che la costa era ancora vicina, prima che sparisse dall’orizzonte l’avrebbe avvisata per girare, intanto continuò a godersi quell’aria e quel silenzio, il vento giocava con le vele e le piccole onde lasciano spazio allo scafo senza creare attrito.
-Capitano che succede?
Le vele erano sgonfie, Kyra aprì gli occhi e guardò in alto senza alzarsi, Bob guardò lei e cercò di capire cosa stava guardando.
-Niente, hai semplicemente perso la rotta... tira la barra verso di te... ancora, ancora ecco...
-Ehy che succede? perché ci stiamo inclinando?
-SI chiama bolina...
-Vieni prendi il timone, non voglio far ribaltare la tua barca!
Sì alzò e andò a sedersi vicino a lui, corresse la rotta prendendogli la mano e la barra
-Così va bene... ancora qualche minuto poi torniamo in porto.
Bob annuì
Sì guardò attorno per mascherare l’imbarazzo in quel tocco
-Bene strambiamo... sei pronto?
-Per fare cosa?
Kyra rise della sua buffa espressione
-Tu fai quello che ti dico e andrà bene, dovrai fare la stessa cosa che abbiamo fatto prima con la manovella dovrai arrotolare la cima in fretta.
Prese il timone dalle sue mani e lo invitò a prendere posto affianco a lei
-Quando te lo dico ci sediamo sull’altro lato ok?
-Capito.
-Ora
La manovra fu quasi perfetta la prua della barca puntò verso terra Kyra cedette il timone a Bob, andò sottocoperta e tornò al suo fianco quando lui le disse che si stavano avvicinando al porto.
-Goditi il rientro ora ci penso io...
Bloccò la barra del timone e fece scivolare la cima che teneva tesa la vela a prua, prese un'altra corda e la tirò con forza e questa fece arrotolare su se stessa quella vela.
Continuò a navigare fino ad avvicinarsi al porto, si stava innamorando della barca a vela, non ne sapeva nulla, ma quella sensazione di liberta che l’aveva avvolto era stata una cosa speciale... non l’aveva mai vissuta ed era certo che voleva provarla ancora.
Kyra fece scendere anche la vela grande che era attaccata all’albero e riaccese il motore, con quella forza rientrarono al porto, ormeggiò la barca al suo posto e una volta messa in sicurezza si fece aiutare a ripiegare la vela maestra ed a richiuderla nel suo sacco.
Mise sottocoperta le attrezzature che avevano utilizzato e scesero attraverso la passerella, e l’assicurarono alle drizze di poppa poi appena Kyra lasciò gli ormeggi la barca si allontanò dal pontile.
Si voltò verso Bob che era rimasto li ad osservarla stranamente in silenzio, lo guardò.
-Tutto bene? A qualcuno viene il mal di terra...
-Tutto bene... ma volevo dirti... Grazie.
Inaspettatamente le si avvicinò e l’abbracciò, lei non fece resistenza, quell’abbraccio inatteso le aveva fatto piacere. Appena allentò la presa s’incamminò e lui con lei
-Non devi ringraziarmi non ho fatto nulla.
-Hai fatto moltissimo, mi hai regalato un’esperienza che nessuno mi aveva mai regalato.
Camminarono lungo il pontile sapendo che da li a poco si sarebbero dovuti salutare, lei doveva andare al lavoro e lui si era ripromesso di passare quella serata a casa per evitare ulteriori complicazioni.
Entrarono in lavanderia, era tutto asciutto, Kyra mise il bucato nella cesta, Bob l’aiutò a portarla fino a casa, salirono insieme, lei si doveva preparare per il lavoro, lui aveva lasciato li le chiavi dell’auto. Lei si cambiò, mise un paio di jeans attillati e una camicia scollata ma non troppo, sciolse i capelli e si truccò solo gli occhi, infilò le scarpe col tacco e fu pronta per uscire.
-Ci credo che ti fanno avances!
Kyra arrossì appena...
-Dai andiamo, ti accompagno in auto.
Mentre attendevano di svoltare nel viale trafficato Bob la guardò e le sorrise, lei ricambiò il sorriso
-Non mi hai dato il tuo numero di telefono!
-Non me l’hai chiesto!
-Te lo sto chiedendo adesso...
-Ma se ci vediamo tutti i giorni!
Bob sfoderò uno sguardo da cucciolo e Kyra rise prendendo il telefono che teneva a mezz’aria in attesa che lei lo prendesse, lui sorrise, lei lo guardò sospirando e digitò il suo numero. Bob girò l’angolo e attese indicazioni su dove dovesse andare
-Fermati pure qui... ah sono già arrivati... lavoro li.
Disse indicando l’insegna del locale...
-Più tardi ti scrivo...
Le disse sorridendo riprendendosi il telefono
-Grazie ancora per oggi è stato... da delirio... vieni qui... ti meriti un abbraccio
Le si avvicinò e la strinse forte a se, Kyra chiuse per un secondo gli occhi sentendo i suoi polmoni riempirsi del suo profumo
-Ora devo proprio andare...
Disse appoggiata al suo collo, lui sciolse quell’abbraccio e le diede un bacio si mossero contemporaneamente e il risultato fu che il bacio di Bob finì sull’angolo delle sue labbra, furono presi entrambi da una vampata di imbarazzo e per uscirne Kyra prese la parola
-E’ meglio che io vada... Ciao.
Lui sorrise e mise in moto l’auto. La guardò allontanarsi e quando lei si voltò la salutò con un cenno della mano che lei ricambio. Si rimise in moto, lentamente per via del traffico. Una volta che Kyra fu entrata all’interno del locale vide una donna strattonare il marito indicando lui nella macchina. Senza rendersene conto li fissò, ed appena la strada glie lo concesse accellerò sparendo nel traffico. Durante tutta la strada del ritorno pensò che avrebbe dovuto trovare il coraggio per raccontarle la verità... ma se poi avesse perso quel bellissimo rapporto che si stava costruendo?

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

All’interno del locale i suoi colleghi erano già tutti al lavoro, avevano sistemato la sala, ed ora stavano preparando la cena, il capo e la moglie se n’erano già andati e questo era già una cosa positiva, non aveva voglia di essere carina con Iv. A lei importavano solo i soldi che quel posto le metteva in tasca, del resto non le importava nulla. Quella sera le toccava il turno breve, quindi alle dieci sarebbe stata libera di tornare a casa. Cenarono insieme come sempre e la sua serata di lavoro passò in fretta, fu molto impegnata tanto da non aver un minuto libero. Quando Carl fece cenno all’orologio si accorse che per lei era già giunta l’ora di andare, salutò tutti fece le raccomandazioni a Jess ed uscì dal locale. Percorse la strada che la separava da casa camminando in fretta, non si era portata una giacca ed ora stava morendo di freddo.
Andò a dormire praticamente ancora vestita, era stata una giornata molto intensa, si sfiorò le labbra nel punto in cui le sue avevano sfiorato quelle di Bob, cacciò via a forza quel pensiero, “è sposato...niente compliacazioni” Prese il telefono per mettere la sveglia, l’indomani mattina aveva l’incontro con gli anonimi alcolisti a cui partecipava da quando era arrivata a Los Angeles. Non poteva permettersi di arrivare in ritardo, impostò la sveglia e vide la busta dei messaggi lampeggiare. “è stata la giornata più bella che abbia vissuto da tanto tempo e posso ringraziare solo te per questo... sei speciale... domani non ci vedremo e sarà dura correre senza di te... ti devo parlare quando ci vediamo...un bacio”. Le doveva parlare? di cosa? forse di quel semi-bacio? Decise di non rispondere a quel messaggio, le fece paura. Si lasciò cadere con la testa sul cuscino e cercò di addormentarsi... dopo circa mezz’ora in cui continuò a girarsi nel letto prese il telefono e digitò “Anche per me é stata una splendida giornata, passa un bel w.e. con tua moglie... buona notte”.
Era particolarmente nervosa, era il suo penultimo incontro non era certa di essere pronta ad affrontare quel traguardo anche se chi l’aveva passato prima di lei la stava rassicurando che tutta quell’ansia era normale... Si mise a sedere e sorrise agli ultimi arrivati mentre la coordinatrice di quegli incontri prese la parola
-Benvenuti, prima di lasciare la parola al Dr. Pollok vi comunico che in bacheca abbiamo esposto l’indirizzo della nuova sede dove dalla prossima settimana ci incontreremo unendoci ad un altro gruppo come vi avevo anticipato. E’ stata confermata la presenza del noto attore Rober Downey Jr che ascolterà le vostre storie, si congratulerà personalmente con tutti voi per i risultati ottenuti e ci racconterà la sua esperienza. Ora vi lascio al vostro incontro e ricordate che per qualsiasi necessità in bacheca c’è il mio nuovo numero per chi non l’avesse ancora.
Kyra sentì la metà delle parole che vennero dette dai partecipanti all’incontro, la sua testa era altrove, era con Bob, se ne rese conto e questo la turbò. Venne distolta da quei pensieri solo quando il Dr. Pollok pronunciò il suo nome, dicendo che per questa volta non avrebbe dovuto raccontare la sua storia visto che, nel prossimo incontro sarebbe stata insieme ad altri 3 al centro dell’attenzione raccontando la propria storia e il proprio percorso. Circa un’ora dopo bussò alla porta della coordinatrice, che un tempo faceva parte del gruppo ed ora si prodigava per aiutare altre persone ad uscirne
-Ehy! vieni accomodati! Come va?
-Bene anche se sono un po’ preoccupata...
Kelly la guardò smise di scrivere sul blocco davanti a se e si appoggiò alla sedia con le spalle.
-Preoccupata per cosa?
-Non so, mi sento strana, ho conosciuto un tipo in spiaggia e siamo diventati “amici” penso..
-Bene è una cosa molto positiva cosa ti preoccupa?
-Non lo so... forse ho solo paura di affezionarmi...
-Ne abbiamo parlato tante volte, affezionarsi alle persone non è una cosa che dovrebbe farti paura, lo capisco perchè so cosa hai passato e hai paura di soffrire ancora, ma lo sai che non direi mai qualcosa che possa nuocerti... vivila tranquillamente, senza porti troppe domande, allenta la smania di autocontrollo, una amicizia sana te la puoi concedere... capito?
-Sì... grazie... le tue parole mi aiutano sempre...
-Sono qui per questo!
-Con l’alcool come va?
-Niente super alcolici, ho bevuto una birra, del vino a cena... ma niente di più.
-Bene è importante avere “un rapporto normale” con gli alcolici...
-Hai preparato il discorso per la prossima settimana?
-Sì... spero vada bene...
Le passò un foglio su cui aveva scritto a mano
-Andrà bene. Te lo trascrivo al computer così sarà più facile da leggere...ho preparato la presentazione con le foto, la vuoi vedere? So che farà male ma solo tu puoi dirmi se questo video ti rappresenta...
-Lo so... va bene...
Mentre guardava quel video con le foto di lei prima e durante quell’anno senti scendere qualche lacrima se le asciugò e sorrise con l’ultima foto in cui faceva una linguaccia al fotografo fatta la scorsa settimana.
-E’ perfetto...
-Ok allora ci vediamo la prossima settimana.
-Non me lo perderei per nulla al mondo.
-Hai preso in considerazione la mia proposta?
-Venire a lavorare qui con te? non solo l’ho presa in considerazione... avrei deciso di accettare. Fino a che lavorerò al pub non avrò nessun problema ad esserci...
-Perfetto! allora la prossima settimana ne parliamo con il coordinatore dell’altro gruppo e vediamo di organizzarci. Buon we a venerdì!
-Buon we anche a te. ciao.
Si alzò e si avviò verso l’uscita
-Ehy Kyra... goditi questa nuova vita...
Le sorrise, inforcò gli occhiali da sole ed uscì raggiungendo la fermata del bus. Prese il telefono 2 messaggi: “Iv ti deve parlare ci vediamo alle 4 al pub ciao TJ” le doveva parlare? e di cosa?!? perchè voleva vederla prima dell’arrivo degli altri ragazzi? Non trovò una risposta. Rispose con un semplice “Ok ci vediamo li”, il secondo messaggio era di Bob “La spiaggia senza di te era triste, il mio cappuccino amaro nonostante il doppio caramello... Non permetterti più di lasciarmi solo! :) mi sei mancata, spero che la tua riunione sia andata bene” rilesse due volte il messaggio prima di rispondere, salì sul bus che l’avrebbe riportata a Venice e si decise a rispondere “riunione finita, è stato praticamente impossibile restare attenta mentre parlavano gli altri... stavo molto meglio ieri in barca...”
Non passò un minuto che il telefono squillo Kyra rispose sapendo esattamente chi poteva essere senza nemmeno guardare il numero
-Il cappuccino era davvero così amaro?
-Imbevibile... peggio di quello che bevi tu di solito...
-Wow davvero tremendo...
-Pranziamo insieme?
-Bob mi piacerebbe ma ad essere sincera ho solo voglia di tornare a casa e magari riposare, ho dormito poco stanotte, ho sonno e visto che stasera finirò tardi al lavoro...
Bob rimase in silenzio per un istante
-E se venissi da te con il pranzo? Così non dovresti nemmeno cucinare...
-Mi stai tentando...
-Allora è deciso, ci vediamo a casa tua dopo.... non addormentarti senza di me!
Risero entrambi e chiusero la telefonata, ancora una ventina di minuti e sarebbe stata dietro casa.
Sì era appena cambiata, si era infilata una tuta per stare comoda mentre stava in casa, quando qualcuno bussò alla porta, pensò fosse qualche vicino o il portiere, era presto per il pranzo con Bob... Aprì la porta e si trovò di fronte lui con un grande sorriso sulle labbra
-Troppo presto?
-No, entra...
-Ti ho interrotta? stavi facendo qualcosa?
-Mi stavo per sdraiare sul divano a leggere...nessuna interruzione...
-Ma il pranzo?
-Lo vado a prendere tra un po’... l’ho già prenotato... ma volevo essere sicuro fossi arrivata a casa prima di restare fuori con il pranzo in mano...Hai fame?
-Ottima idea... un po’ oggi non ho fatto colazione...
-Allora vado subito tu rilassati!
-Prendi le chiavi... così non mi devo alzare...
Fece una linguaccia e sorrise, Bob recuperò le chiavi e uscì sorridendole...
Qualche istante dopo arrivò con un sacchetto di carta... dal quale tirò fuori vari contenitori di cibo cinese appoggiandoli sul tavolino vicino al divano, le passò un paio di bacchette
-Buon appetito! Su serviti...
-Tu non mangi?
-A dire la verità dopo quel cappuccino non dovrei mangiare per le prossime 2 settimane... assaggerò qualcosa...ma sono qui per parlare con te...
-oggi tutti vogliono parlare con me...
Bob la guardò stranito, cosa voleva dire con quella frase? Cercò di non perdersi in quelle parole ed andare diritto al punto. Si era ripromesso di dirle tutta la verità...
Finirono di pranzare, Bob aiutò Kyra a sistemare quel tavolo e si misero a sedere sul divano insieme, le tazze fumanti di caffè in mano e il vento leggero che entrava dalla finestra facendo danzare la tenda.
-Sai, sono davvero felice di averti conosciuto. Se solo qualche settimana fa mi avessero detto che avrei stretto amicizia con uno sconosciuto non gli avrei creduto... avrei detto che erano dei pazzi... ma tu, bè tu hai stravolto il mio modo di vivere negli ultimi giorni la tua presenza mi ha fatta stare bene...
-Questa non me l’aspettavo...
-Perchè? Tu puoi dirlo ed io no?
-No, certo che puoi, solo che non mi sembri una persona molto espansiva...
-Un tempo lo ero... ma comunque non è vero che non solo sono... ti sto’ dicendo quello che penso e tu mi dici che non te l’aspettavi... mi dispiace averti dato quest’impressione di persona burbera...
Sì intristì un po’ non pensava fosse quella l’immagine di se che dava alla gente... Posò il caffè sul tavolino e rimase così in silenzio per un istante, Lo guardò bere l’ultimo sorso di caffè e posare anche lui la sua tazza, lui ricambiò lo sguardo e le sorrise dolcemente
-Sii sincero, davvero quando mi guardi vedi una persona burbera?
-Ma no! dai!! non è quello che volevo dire...
L’abbracciò istintivamente e notò con grande piacere che la sua reazione fu meno tesa del pomeriggio precedente quando la sentì irrigidirsi quando l’aveva abbracciata. Stavolta la sentì appoggiare la testa tra il petto e il suo collo, respirava in modo regolare percepiva il suo respiro e gli dava dei piccoli brividi di piacere quel calore inaspettato.
-Non sei burbera, sei solo... austera...
Lei gli diede un piccolo pizzicotto sul fianco e lui iniziò a ridere
-ok non austera... arcigna...no no aspetta ho la parola giusta.. “rude”
Kyra sollevò la testa dal petto di Bob e lo fulminò con lo sguardo!
Lui la trovò bellissima anche se arrabbiata e lo faceva ridere...Dovette essere scaltro per riuscire a parare i colpi ai fianchi e bloccarle le mani tenendole i polsi. Non seppe neppure il motivo, ma nello stesso istante in cui lei smise di cercare di raggiungere i suoi fianchi per pizzicarlo lui si chinò verso di lei e la bacio. Non fu un bacio fraterno, c’era una quantità indefinita di passione che pulsava in quel bacio voluttuoso, lasciò i polsi di Kyra e l’avvicinò ancra di più a se telendole il viso tra le mani continuando quel bacio. Non fu Kyra a metter fine a quel contatto ma furono le labbra di Bob a terminare quel bacio con altri piccoli baci...
Kyra si riprese dall’annebbiamento dovuto a quel bacio mise le sue mani sul petto di quell’uomo contrastando dolcemente la sua richiesta, era sbagliato e lo sapeva...
-Bob è sbagliato...
-Tante cose sono sbagliate al mondo ma ti assicuro che nessuna mi sembra tanto giusta quanto questa.
Allungandosi riuscì a toccare di nuovo le labbra di Kyra con le sue, le assaporò con un tocco leggero e la risposta non tardò ad arrivare le sue labbra si schiusero e si perse di nuovo in quella nebbia dolce e sensuale allo stesso tempo. Sentiva che stava perdendo il controllo della situazione mentre le labbra di Bob affondavano nel suo collo facendola rabbrividire
-Bob no! non possiamo... sei sposato, tua moglie torna domani!
Lui l’abbracciò stretta a se
-Forse hai ragione... scusami...
-Credo sia meglio che tu vada ora, tra mezz’ora devo essere al lavoro.
Bob annuì, doveva andarsene o non avrebbe più risposto delle sue azioni. La stava desiderando carnalmente, avrebbe voluto farla sua, amarla finchè non fosse sera... Sì alzò e fece un sospiro, Kyra si alzò con lui e lo accompagnò alla porta
-Sei un essere speciale... mi mancherai in questi giorni...
-Anche tu mi mancherai...
Le carezzò la guancia e le diede un piccolo bacio sulle labbra ed usci.
Si era cambiata ed ora era dopo una doccia era pronta per andare a parlare con TJ e Iv, prese il telefono, una giacca ed un cd che doveva rendere a Carl. Il telefono indicava un messaggio in attesa di essere letto “non sei burbera, sei dolcissima me lo hanno confessato le tue labbra” “è stato stupendo ma le prime due regole quali sono?...” rispose “...non complicarsi la vita e ...non tradire pare che te le abbia fatte infrangere entrambe...ma non è stato tanto male no?” “scemo! ;)


Salve a tutti,
Mi farebbe davvero molto piacere sapere cosa ne pensate di questa mia ultima fan fiction, quindi se vi va di recensirla o di mandarmi un messaggio ne sarei davvero felice.

Chiedo inoltre di fare attenzione perchè posterò un capitolo ogni giorno.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Iv l’aspettava seduta al bancone del bar appena la vide entrare l’apostrofò
-Eccola qui la nostra piccola diva!
Kyra la guardò perplessa e poi guardò TJ che stava trafficando con i cavi audio per il palco mentre con il movimento della testa e degli occhi mimava tutto il suo disappunto al commento della donna. Sì avvicinò e si mise a sedere su uno sgabello di fronte a Iv che stava dietro al bancone a prepararsi un drink.
-Iv...
-Allora cosa mi racconti Kyra?
-Dovrei raccontarti qualcosa?
-Cosa ti preparo?
-Un acqua tonica con una fetta di limone grazie...
Si voltò verso TJ per capire se poteva mollare Iv e le sue farneticazioni con la scusa di dargli una mano ma se l’era già sbrigata e ora stava riponendo gli attrezzi nella valigetta “peccato” penso...
Prese il bicchiere che le stava porgendo Iv e si rassegnò quando la sentì ricominciare
-Siamo una grande famiglia, giusto TJ? Dovremmo parlare di tutto...
TJ non le diede nemmeno retta, e si avviò dietro il palco
-Iv vuoi dirmi qualcosa? davvero non riesco a capirti...
-Ieri ti ho vista arrivare in macchina con...
-Sì, quindi? non ti dovrò rendicontare ogni volta che qualcuno mi accompagna al lavoro...
-Ogni volta no, ma se qualcuno è quel qualcuno dovresti... dovresti presentarlo alla tua famiglia...
Kyra iniziava davvero a non capire quella donna, era tutta agitata, ma per cosa? le stava facendo perdere la pazienza...
-Iv davvero? dovrei presentarti i miei amici?
Nel dire la parola amici lo stomaco le si chiuse pensando a quel bacio... pensò che forse se le avesse parlato di Bob l’avrebbe fatta finita...
-L’ho conosciuto sulla spiaggia...
-TJ hai sentito? l’hai conosciuto sulla spiaggia!!! Racconta!
-Cos’altro ti devo raccontare? Non c’è niente da dire...
Sì alzò con il bicchiere in mano per raggiungere il guardaroba per posare la borsa e la giacca, ma Iv richiamò di nuovo la sua attenzione
-Per esempio.... potresti dirmi... cosa avete fatto a casa tua...
Nel fare quell’affermazione fece cadere sul bancone una rivista di gossip aperta sulle pagine centrali in cui c’erano una marea di fotografie, ci buttò l’occhio solo perchè Iv puntava con il dito ad una foto. Il bicchiere le cadde a terra sbriciolandosi vicino ai suoi piedi... Sì avvicinò per guardare più da vicino quelle fotografie, c’era lei in quelle fotografie e anche Bob che entrava in casa sua...
-Non è possibile... c’è un errore...se è uno scherzo è di cattivo gusto...
-Tesoro nessun errore lui è Robert Downey Jr in carne ed ossa...
-No... no...lui è Bob... io...l’ho conosciuto sulla spiaggia... è una persona qualunque...
Continuava a guardare quelle foto e cercava di leggere cosa c’era scritto ma gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime e non ci riusciva...
TJ richiamato dal bicchiere caduto le raggiunse
-TJ... tesoro vieni... non sapeva nulla!!!
Tj le mise una mano sulla spalla la guardò mentre cercava di leggere e dagli occhi le scendevano lacrime, le chiuse il giornale in mano, glie lo infilò nella borsa, le mise gli occhiali da sole che lui aveva appoggiati nella tasca della camicia e la girò verso di se
-Ora va a casa...in questo stato non puoi lavorare.
e la spinse verso la porta, Iv la risvegliò di nuovo da quel torpore con la sua voce stridula
-Kyra davvero non sapevi che era lui?
Non rispose guardò TJ e lui aprendo la porta la fece uscire dal locale lanciando un’altra occhiataccia a Iv
-TJ io....
-Vai a casa e fatti una bella dormita... domani ti chiamo e prendiamo un caffè.
Si avviò a passo lento verso l’angolo della strada e in pochi minuti fu al portone. Lo aprì e salite le scale entrò in casa, chiuse la porta e si lasciò cadere sul divano. Si rannicchiò su se stessa lasciando la borsa e gli occhiali di TJ a terra e si addormentò. Sì risvegliò di soprassalto quando un auto suonò insistentemente sulla strada principale, si mise a sedere sul divano, si stroppicciò gli occhi e si alzò a chiudere le finestre, era notte fonda, ma quanto aveva dormito? si cambiò e prese un elastico per legarsi i capelli. Aveva fame, aprì il frigorifero e la prima cosa che notarono i suoi occhi fu la bottiglia di vodka che teneva lì, ancora sigillata per il suo processo di guarigione, settimana prossima l’avrebbe dovuta portare alla riunione raccontando di quanto all’inizio di quel percorso fu difficile lasciare quella bottiglia sigillata, ma ora la guardava con insistenza, si arrabbiò con se stessa, la prese e l’aprì, l’avvicinò al naso e ne respirò l’aroma “tu non mi soggioghi più” la capovolse nel lavabo della cucina. Prese una zuppa in scatola e l’aprì prima di infilarla nel microonde.
Si passò di nuovo le mani sul viso, cercando di fare mente locale, prese la rivista di Iv e vide quegli occhi fissarla dalla copertina della rivista... Bob era Robert Downey? ma perchè le aveva mentito per tutto quel tempo? si stava prendendo gioco di lei? Non poteva crederci. Prese la zuppa e si mise a sedere sullo sgabello della penisola, il giornale affianco alla scatola di zuppa, mangiò il primo cucchiaio mentre cercava le pagine che le aveva fatto vedere Iv. Non lesse l’articolo, si limitò a guardare le fotografie con le didascalie “RDJ con la pizza per un pomeriggio bollente con la sua nuova conquista” “insieme per il bucato una vita a due dopo la crisi matrimoniale?” “baci rubati baci prima di lasciarsi” “passeggiano tra i pontili sorridendosi e scambiandosi sguardi complici” “entra e esce con le chiavi del loro nido d’amore” “condividono l’amore e la passione per le corse sulla spiaggia” li avevano pedinati e fotografati senza che lei si accorgesse di nulla... vide poi nella pagina seguente le foto di lui con la moglie sul tappeto rosso presa da qualche premiere “Susan Downey con il marito o forse dovremmo dire Ex?” “la coppia scoppia, Hollywood tiene uniti per le passerelle ma poi che succede hai nostri vip nel privée?”. Avevano pubblicato fotografie di loro e del piccolo, ripensò a quando le aveva parlato della moglie...Non ricordava se le avesse detto come si chiamava, ma gli anni di matrimonio, l’età dei figli indicati nell’articolo corrispondevano. Bob era Robert...
Non riuscì a finire la zuppa, l’appetito le era passato del tutto. buttò tutto, raccolse la borsa e gli occhiali, prese il telefono, erano le tre e mezza non aveva più sonno e lampeggiava un messaggio, lasciò il telefono su comodino, sapeva di chi poteva essere e non era sicura di voler sapere cosa le avesse scritto. Andò in bagno si lavò i denti davanti allo specchio e si guardò aveva ancora gli occhi rossi... spense tutte le luci e mettendosi a letto vide che i messaggi erano diventati tre... entrò nell’icona dei messaggi, uno di TJ e due di Bob...Robert. Lesse prima quello di TJ, forse era preoccupato per lei... “Come va? prenditi tutto il tempo che ti serve, ci penso io a coprire il tuo turno” , Guardò i messaggi di Robert “Smettila di farti corteggiare dai clienti, guarda che sono geloso!” non rispose. secondo messaggio “Non riesco a smettere di pensare a oggi pomeriggio forse ne dovremo parlare...chiamami quando torni a casa” non sapeva proprio cosa fare. Se l’avesse chiamato di certo si sarebbe messa a piangere, non per la tristezza, ma per la rabbia e non sarebbe riuscita nemmeno a parlare e dire tutto quello che sentiva... lo stava odiando in quel momento per essersi preso gioco di lei "se non riesci a dormire prendi l’auto e fatti una passeggiata fino al market24 e comprati una copia di Heat, potresti trovarci qualcosa da leggere. cancella il mio numero" lo rilesse più volte prima di convincersi a premere il tasto invio.

Robert trascorse il tardo pomeriggio e la serata con il piccolo Exton finchè la tata non lo portò a dormire. L’unica cosa a cui pensava era Kyra e quel pomeriggio, non era riuscito a capire se anche lei aveva provato le stesse emozioni che aveva provato lui... non lo aveva respinto quindi sorrise e le mandò un messaggio. Poco dopo il telefono squillò rispose senza nemmeno guardare chi fosse, sperava che Kyra stesse facendo una piccola pausa e che avesse visto il suo messaggio e lo chiamasse per dirgli quanto era stupido. Era Susan.
-Ah ciao, pensavo non chiamassi più
-Percaso avevi da fare? ti ho disturbato?
-Susan ma che dici? stavo dicendo che è tardi, che aspettavo la tua chiamata prima...
-Ero a cena con gli attori. Eppure dovresti saperlo che l’ultima sera si festeggia tutti insieme, non è una novità.
-Già.. dovrei. A che ora arrivi domani?
-Se hai già fatto dei programmi non disdirli per me. Dovrei arrivare a casa per le 11.
-Nessun programma forse vado a correre nient’altro.
-Bene da un bacio a Exton da parte mia.
-Sarà fatto...a domani...
Si sdraiò sul suo letto e si mise a leggere quel copione che avrebbe dovuto imparare, ma aveva la testa altrove, continuava a rileggere le stesse righe, non riusciva a concentrarsi, si tolse gli occhiali da vista e si incantò guardando le luci lampeggiare all’orizzonte, erano navi in navigazione e ripensò a quanto fosse stato bello navigare in barca a vela, si perse dentro a quei pensieri e giunse a quel pomeriggio con Kyra, prese il telefono e vide che si era fatto davvero tardi, a quest’ora poteva essere tornata a casa, le mandò un altro messaggio, aveva voglia di sentire la sua voce, ma non l’avrebbe chiamata rischiando di disturbarla mentre era al lavoro. Inviò il messaggio e pensò che se gli avesse chiesto di raggiungerla ci avrebbe messo solo qualche minuto, si sarebbe accontentato di baciare ancora quella bocca. Sospirò e chiuse il copione nel cassetto del comodino e si alzò andando sulla terrazza a prendere un po’ d’aria, sentì vibrare il telefono... era un messaggio, gattonò sul letto per raggiungere più in fretta il telefono e guardò lo schermo “kyra” era il messaggio che stava aspettando! premette con forza il tasto leggi ... "CAZZO!!!” sapeva cosa significava quel messaggio, si infilò le scarpe e prese al volo portafoglio e telefono, scese in garage e si mise una cuffia di lana in testa e una sciarpa e aspettò che il garage si aprisse impaziente e partì a tutta velocità.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Entrò nel market, prese la rivista, pagò e si chiuse in auto, guardò la copertina e già il titolo lo innervosì, lo sfogliò in fretta fino ad arrivare alle pagine che cercava... sì irrigidì appena vide le foto “cazzo! cazzo! lo sapevo che dovevo dirle la verità!” Buttò il giornale su sedile e compose il numero di Kyra “dai rispondi!” nulla, non si diede per vinto... mise in moto l’auto ed andò a cercarla al pub ma passando li fuori vide un ragazzo che stava chiudendo a chiave la porta le luci erano tutte spente quindi era a casa, fece il giro dell’isolato in fretta e parcheggiò sotto casa sua, guardò le finestre ma nessuna luce accesa.
Provò a mandarle un messaggio “Kyra per favore permettimi di spiegarti” attese e attese ancora... non sapeva che fare... avrebbe urlato per quanto si sentiva stupido! aveva rovinato tutto. Volte lo sguardo verso il portone d’ingresso e vide un ragazzo uscire, scese in fretta dall’auto e raggiunse il portone un secondo prima che si chiudesse, lo spalancò e tornò all’auto, prese le chiavi e il telefono, la chiuse e salì le scale di corsa. Quando si trovò di fronte alla porta che solo qualche ora prima si era chiuso alle spalle felice, era teso, aveva paura, non sapeva cosa aspettarsi... provò a bussare due colpi, non venne ad aprire, ci riprovò e nel buio delle scale vide un filo di luce passare sotto la porta e illuminare le sue scarpe
-Kyra sono io...
era sicuro che lo sentisse... ne ebbe la certezza quando vide un ombra nella luce, era li a un passo...
-Kyra ti prego apri. Voglio solo spiegarti e poi se vorrai me ne andrò...

La stava chiamando, vedeva il cellulare lampeggiare ma non rispose, sicuramente ora aveva capito, forse era andato a prendere la rivista... anche lui aveva visto le foto? o voleva solamente una spiegazione a quel suo messaggio? si girò e cercò di non guardare il telefono. Sentì un auto fermarsi sotto casa, pensò a lui e poi si diede della stupida “ma figurati se uno come quello si prende la briga di venire fin qui perche non gli rispondo” sentì l’antifurto dell’auto probabilmente era solo qualcuno dei suoi vicini di casa che era rientrato tardi, le venne la tachicardia quando le parve di sentire bussare alla sua porta, accese la piccola luce che teneva sul comodino per leggere, si alzò per controllare, era quasi certa di essersi immaginata tutto, ma le si raggelò il sangue quando sentì la sua voce parlare da dientro la porta, si avvicinò e restò in silenzio. Non sapeva proprio cosa fare...Si appoggiò alla porta
-Va a casa.
Robert sentì la sua voce era sveglia, la voce arrivava da dietro la porta
-Ehy allora sei sveglia...dai apri sono sempre io...
-No non sei sempre tu...poi non ho voglia di parlare, non ho niente da aggiungere...
-Allora lasciami entrare e lascia che sia io a parlare. Ti ruberò qualche minuto niente di più.
Se l’unico modo per chiudere quella conversazione era affrontarlo lo avrebbe fatto. Non voleva che questo incubo continuasse, mise la mano sul meccanismo di chiusura di sicurezza della porta e lo fece scattare. Andò a sedersi al buio sul divano, non aprì la porta sapeva che lo avrebbe fatto lui.
Robert sentì lo scatto della serratura, aprì la porta ed entrò chiudendo la porta dietro di se. La vide la seduta sul divano, era seduta sulle sue gambe e lo guardava mentre avanzava verso di lei... si lasciò cadere sul divano nel posto accanto a lei, si tolse gli occhiali e si stropicciò gli occhi.
-Mi dispiace Kyra, mi dispiace moltissimo...
La guardò, ma lei non disse nulla si limitò a continuare a guardare quel punto indefinito tra il mobile e il muro.
-Non pensavo combinare questo casino io...
-Avanti, dimmi cosa pensavi! Ma Santo Dio! cosa pensavi? Era un gioco? Non volevo complicazioni!
-Io volevo semplicemente essere me stesso per una volta nella mia cazzo di vita infernale dove devo sempre indossare una maschera!... devo sempre farmi stare simpatica gente che non sopporto...gente di cui non me ne frega un cazzo! Non volevo prendermi gioco di te, se mi avessi riconosciuto in spiaggia la prima volta che ti ho parlato probabilmente non mi sarei avvicinato a te e anche tu saresti stata diversa...Volevo solo essere una persona normale...
-A me sarebbe bastato sapere chi eri. Niente complicazioni ricordi? Avrei potuto essere tua amica comunque... invece no, hai voluto omettere la verità, ci siamo avvicinati... molto, troppo e tra qualche ora, quando tua moglie sarà qui, che le racconterai?
-Mi dispiace, non... non volevo farti del male... non volevo fare del male a nessuno, a Susan dirò la verità, se poi non le piacerà non potrò prendermela con me stesso. Ma la cosa che mi importa di più in questo momento è sapere se puoi perdonarmi...
Kyra non rispose. Robert notò i suoi occhi brillare più del solito...non si mosse di un millimetro sembrava impietrita, solo gli occhi non riuscirono a trattenere le lacrime
-Forse questa sarà l’ultima volta che ti vedrò e non voglio ricordarmi così i tuoi occhi, mentre piangono per colpa mia... anche se tra qualche minuto mi butterai fuori da casa tua voglio che tu lo sappia, questi giorni sono stato me stesso, non ho recitato nessuna parte, mi piacevi tu, mi piaceva la tua compagnia, e quando ti ho baciata l’ho fatto perchè lo desideravo, e se non mi avessi fermato tu sarei andato fino in fondo, forse anche perchè non sapevo quanto sarebbe durata, oggi volevo dirti la verità quando sono venuto da te era per dirtelo e poi... ora se vuoi che me ne vada, e che non mi faccia più vedere lo farò. Soffrirò ma non riceverai altre insistenze da parte mia.
La guardò con il viso rigato dalle lacrime, non si sforzava nemmeno di asciugarle
-Ora capisco cosa intendevi quando mi hai detto che non volevi complicazioni e io ho detto che l’amore non era una complicazione... bhè sbagliavo. Ora so’ cosa intendevi...e devo darti ragione a volte l’amore complica tutto...e dopo questo monologo mi sento un idiota più di quanto già non mi ci sentissi prima di entrare da quella porta. MI dispiace davvero... ora è meglio che vada.
Kyra rimase immobile ad ascoltare ogni sua parola, non se ne perse nemmeno una e sentì il suo cuore accelerare quando lo vide alzarsi pronto ad andarsene per sempre. Robert si mise di fronte a lei, le avrebbe dato un ultimo bacio si mise a sedere sul tavolino e passò le sue dita sulle sue guance cancellando così i segni delle sue lacrime. Si avvicinò alla sua guancia e la baciò mentre si stava per allontanare da lei sentì il suo viso appoggiarsi alla sua guancia, le mani di Kyra appoggiarsi al suo fianco e abbracciarlo, Robert la strinse a se per un istante che voleva non finisse mai, non disse nulla, voleva solo sentirla vicina. Kyra lo sciolse da quell’abbraccio ed anche lui allentò la presa, lei si alzò in piedi Robert pensò che lo volesse accompagnare alla porta, in fondo l’aveva ascoltato non poteva pretendere anche che lo perdonasse.
Si avviò verso la porta sapendo che probabilmente non l’avrebbe più rivista... si girò verso di lei prima di uscire, le sorrise nonostante il suo cuore fosse a pezzi.
-Bhè non voglio ripetermi ma...mi mancherai tesoro.
Kyra lo guardò mentre le carezzava la guancia, sapeva che se fosse uscito da quella porta nulla sarebbe stato più come prima... lo conosceva da poco ma l’aveva conquistata giorno dopo giorno, tenne la mano di Robert poggiata alla sua guancia tenendola con la sua mano, chiuse gli occhi e lasciò che a parlare fosse il suo cuore
-Non andartene... non ora... per favore Bob...rimani.
Robert l’abbracciò forte non si aspettava quelle parole lei gli buttò le braccia al collo lo baciò sul collo appena sopra il bordo della felpa che portava, fu una sensazione inaspettata per entrambi Robert si scostò lievemente e la guardò forse stava impazzendo o forse lo era già ma in quegli occhi leggeva lo stesso desiderio che lo stava bruciando dentro dalla prima volta che le loro labbra si sfiorarono per sbaglio. Non voleva commettere un altro errore, anche se non si fossero più visti, lei era speciale non si meritava una tale mancanza di rispetto... non avrebbe dato per scontato nulla con lei...
Kyra sapeva che stava per infrangere tutte le sue regole ma a questo punto non le importava, probabilmente quell’uomo sarebbe scomparso dalla sua vita così come ci era entrato e lei, bhè lei avrebbe avuto almeno un dolce ricordo da tenere con se...
-Resta finchè non mi addormento...
Lo prese per mano e andarono in camera, Kyra si sdraiò e Robert dopo essersi tolto le scarpe si
fece altrettanto mettendosi occhi negli occhi con lei che stava voltata di fianco e lo guardava con i suoi grandi occhi, le carezzò il viso e decise di parlare mentre lei si accomodava usando la sua mano come cuscino
-Sei davvero molto bella... mi mancheranno i tuoi occhi e le nostre chiacchiere...
Lei sorrise
-Penso che prenderò lezioni di vela così la prossima volta farò un po meno la figura dell’idiota...
Stavolta riuscì a rubarle una piccola risata, e lui sorrise compiaciuto
-Ecco... questo me lo stavo dimenticando.... sorridi sempre perchè ai un sorriso che illumina ed è un peccato che tu non lo faccia... anche quando non ti viene da sorridere pensa a me al timone che rischio di far ribaltare la barca... e sorridi...
Lei annuì era davvero molto dolce mentre le faceva quelle raccomandazioni...
-Ora la smetto sennò non ti addormenti più... c’è qualcosa che vorresti dirmi tu o chiedermi?
-Sì...due cose. La prima è non mentire più per nessun motivo... la verità viene sempre fuori e se sei onesto almeno sarai in pace con te stesso...
-Ok. La seconda?
-Baciami.
Fissò per un istante le sue labbra e poi chiuse gli occhi e la baciò come qualche ora prima, sfiorando la sua lingua lasciandosi trasportare da quel piacere che sentiva crescere, Kyra questa volta non arginò quel bacio ma lo caricò di ulteriore sensualità e desiderio allungando le braccia tirandolo a se. Sentiva il cuore di Robert battere nel suo petto e si domandò se anche lui sentisse così il suo. Robert lasciò scorrere i suoi pensieri e lasciò vagare le sue mani mentre le loro labbra non riuscivano a saziarsi di quei baci. Kyra ansimò in maniera impercettibile quando le labbra di Robert affondarono nel suo collo dandole piccoli morsi, non riuscì a trattenere le parole che le uscirono dalla bocca come in preda ad un delirio
-Robert ti desidero, ti voglio...
Lui pensò di non aver bisogno di dirle che la desiderava perchè il suo corpo lo stava urlando si limitò ad aiutarla a liberarsi della tua che indossava mentre lei lo aiutava a togliersi tutti quei vestiti che erano decisamente di troppo. Accarezzò il suo corpo come aveva già fatto con gli occhi ed indugiò laddove le sue carezze le facevano inarcare la schiena pur di non staccarsi da quel contatto. Sentire le mani morbide di Kyra esplorare il suo corpo lo mandò in estasi tanto da dover fermare quelle carezze, anche lui la desiderava non avrebbe potuto attendere un minuto di più, la fece sua in quell’istante, vedendo nei suoi occhi il piacere che stava provando lui stesso. Continuarono ad amarsi finchè non arrivò l’alba a trovarli, si addormentarono così abbracciati l’uno all’altra stretti come se nessuno dei due volesse permettere all’altro di andarsene.
Robert si svegliò quando sentì suonare il suo telefono dalla tasca dei pantaloni a terra sul pavimento, si passò la mano sul viso e pensò che avrebbe dovuto andarsene di li a poco e la cosa non gli piaceva affatto... Andarsene dopo aver fatto l’amore così come se fosse stata un’avventura qualunque... Odiava quella situazione...
-Dovresti andare...
Sì voltò e la vide li che lo guardava
-Buongiorno... come ti senti? Vuoi che ti prepari la colazione?
-Rob non giriamoci intorno, devi tornare a casa, ritardare questa cosa non cambierà le cose...
-Cambia se ti dico che ti voglio un bene così grande che mi fa paura?
-Cambia... come se te lo dicessi io.... ma l’unica cosa che faremmo sarebbe ferirci ancora di più...
La baciò sulle labbra
-Meglio che mi rivesta...
ed iniziò a cercare i suoi vestiti sparsi per la stanza, Kyra lo aiutò a recuperare la maglietta che era caduta dal suo lato del letto ed ora era praticamente vestito prese il telefono dalla tasca e guardò che ora era, era tardi... ed ora capiva anche la chiamata di Susan che aveva perso poco prima...
-Che ore sono?
Robert si sdraiò sul letto la baciò di nuovo carezzandole il viso
-Tardi per me, ma tu ora chiudi gli occhi e dormi ancora, prima di uscire ti chiudo tutte le tende così la luce non ti infastidisce...
-E’ stato bello conoscerti Bob...
-Già ma ora per colpa mia soffrirai... soffriremo.
Kyra allungò la mano e gli carezzò la guancia
-Aver conosciuto l’uomo meraviglioso che sei, quello che nessuno conosce varrà sempre più di qualsiasi sofferenza.
Lo baciò per quella che sapeva sarebbe stata l’ultima volta, lui si alzò dal letto mentre lei lo guardò mentre chiudeva le finestre con le tende, la camera diventò abbastanza buia da farlo sbattere contro la fine del letto ma lui non disse nulla, dopo un attimo anche i suoi occhi si abituarono alla poca luce e riprese a vedere
-Ciao Bob...
-Ciao tesoro.
Uscì dalla stanza e sentì chiudersi la porta di casa... restò con le orecchie tese e dopo poco sentì l’auto accendersi e partire. Guardò il suo cellulare sul comodino, erano le 12,15.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Il suo telefono riprese a suonare, sempre Susan...
-Stò arrivando, 5 minuti e sono a casa.
Si limitò a dirle poi chiuse la conversazione, entrò in garage e spense l’auto, fece un sospiro prima di scendere ed affrontare ciò che lo aspettava. Entrò in casa e vi trovò Susan che teneva in braccio il piccolo Exton, appena lo vide diede il bambino alla tata che lo portò fuori dalla stanza.
-Ciao ben tornata
-Hai dormito fuori Robert?
-Sì ho dormito fuori, e non solo...
Robert parlò sottovoce e abbassò lo sguardo non voleva litigare, avevano molte cose di cui parlare, ma se avessero litigato non avrebbero parlato di nulla...
-Susan io...
-No aspetta... prima che tu ti inventi qualsiasi risposta, dimmi anche se questo fantomatico amico assomiglia a... questa donna...
Tirò fuori dal quotidiano che aveva di fronte una copia di Heat.
-Stai buttando all’aria tutto ciò per cui abbiamo lavorato in questi ultimi 10 anni per cosa? un avventura? era davvero necessario Robert? Ti sei lasciato incantare da una piccola arrivista in cerca di soldi facili...
-No Susan non è come credi. Quella ragazza non sapeva nemmeno chi fossi.
-E tu le credi? davvero sei così ingenuo? In quale bettola ti ha agganciato?
-Ora smettila! Ti dico che non è come dici.
-Dimmi invece come pensi di risolvere questa cosa
Disse buttandogli addosso la rivista che lui già aveva visto...
-Dirò la verità.
Susan si innervosì, aveva lavorato anni alla loro immagine pubblica ed ora, lui di cosa si preoccupava?
-Temo che la verità non sia la scelta migliore per nessuno...
Le suonò il telefono, guardò lo schermo e rispose era il regista del film che stava seguendo si allontanò di qualche passo mentre telefonava, affacciandosi all’esterno sulla terrazza. Robert prese il suo telefono e lo guardò, non c’era nessun messaggio di Kyra, sorrise sperando che avesse seguito il suo consiglio e che stesse dormendo un po’. Sentì riaffiorare le sensazioni sulla sua pelle che aveva provato qualche ora prima quando stavano facendo l’amore, aveva nei suoi occhi immagini che non avrebbe mai voluto dimenticare, immagini che al solo pensiero gli facevano percepire piacere sulla pelle. Distolse i suoi pensieri da quelle immagini quando Susan rientrò nella stanza e riprese il processo
-Ci sei andato a letto?
Sapeva che la risposta che doveva darle era un secco no. Solo così avrebbe salvato il suo matrimonio e raccontando qualche bugia se la sarebbe cavata, avrebbe dovuto smentire pubblicamente quelle fotografie e tutto sarebbe tornato come prima... Susan avrebbe imposto che non avesse più alcun contatto con lei, e forse...
-Voglio una risposta Robert. Non c’è da pensarci, o è un sì o è un no.
Robert si alzò mise le mani in tasca mentre camminava verso il bancone della cucina, prese una bottiglia d’acqua dal frigorifero e ne bevve un sorso
-La risposta è sì. Ci sono andato a letto. Cosa del quale non mi pento affatto.
-Questo cosa dovrebbe significare? Che ciò che è scritto è la verità?
-No. Nemmeno una parola. Ci siamo conosciuti per caso sulla spiaggia, abbiamo corso quasi ogni mattina insieme, abbiamo pranzato qualche volta, abbiamo fatto la spesa, l’ho accompagnata a fare il bucato, siamo stati in barca a vela, l’avevo baciata, lei mi ha vietato di andare oltre perchè sono sposato e questo lo sapeva, la nostra sarebbe rimasta un amicizia come tante, poi ieri sera lei ha visto ciò che tu hai visto questa mattina e mi ha chiesto di sparire dalla sua vita, e sono andato da lei per spiegarle perchè avevo omesso di dire che sono Robert Downey, abbiamo parlato e... stanotte l’ho amata, forse lei ha amato me. Sappiamo entrambi che è stata una cosa che non si ripeterà, che non ci vedremo... questa mattina quando mi hai chiamato stavo dormendo li, e ci siamo salutati. Questa è la vera storia. So di doverti chiedere scusa... Mi auguro che tu possa apprezzare la sincerità e accetterò tutte le conseguenze che ne verranno. Se tu mi ami ancora sono pronto a rinunciare a qualsiasi cosa per te... ma questo puoi dirmelo solo tu.
Susan si mise le mani nei capelli e li tirò indietro liberandole il viso dalle ciocchè che cadevano sulle guance.
-Troveremo il modo di fare in modo che la tua reputazione non venga danneggiata da tutto questo, poi vedremo di organizzare un intervista in cui racconterai la tua versione dei fatti e cercheremo di attirare l’attenzione sul tuo essere un buon padre, insabbieremo questa faccenda nell’arco di qualche settimana sarà dimenticata.
Robert si mise a sedere sul grande divano dove anche lei era seduta, la guardò e si rese conto che ancora una volta lei si stava preoccupando dell’apparenza... si prendeva ancora cura di lui...
-Non mi hai risposto...
-Qual’era la domanda?
-Mi ami ancora?
-Con la tempesta che ci sta per colpire tu ti preoccupi se ti amo o no?
-Sì credo... credo sia la cosa più importante... il nostro rapporto è peggiorato in una maniera che non mi sarei mai aspettato... ed ora, sì mi sto chiedendo per cosa fai tutto questo? per l’amore? per salvare le apparenze? per cosa?
-Abbiamo un figlio...una società... dei contratti da rispettare, e...
Robert scosse la testa...non era la risposta che voleva sentire.
-Questa non è una risposta. O forse lo è ma a me non piace.
-Ti devo ricordare chi è appena rientrato da una notte con un’altra donna?
-Non usare questa cosa per nascondere i nostri problemi... o ne vuoi parlare? Mi sono invaghito di un’altra donna perchè tu, sì tu, non sei più la stessa... e probabilmente anche i tuoi sentimenti sono cambiati. Non giriamoci intorno... non riesci da tempo a dire che mi ami...
Prese le chiavi dell’auto e si avviò verso l’uscita
-Ora dove vai? torni da lei?
Robert si voltò a guardarla con rassegnazione...
-No. Oggi avevo promesso a mia madre che avrebbe pranzato con noi ma a questo punto forse è meglio se la porto fuori e le spiego un po’ di cose...e... fammi la cortesia di non preoccuparti per l’accaduto... per me... me la caverò... probabilmente tornerò tardi non aspettarmi alzata.
Andò in camera e si spogliò fece una doccia veloce e si vestì in fretta. Uscì con il cuore in pezzi da quella casa. Chiamò al telefono sua madre
-Mamma, sono Robert, sì... no, non va molto bene, ma passo a prenderti tra 10 minuti, pranziamo insieme?
-Tesoro, mi dispiace... ti aspetto.
Guidò ascoltando la musica che usciva dalle casse dello stereo a tutto volume, sperava che quella musica impedisse al suo cervello di formulare qualsiasi pensiero.
Quando giunse sotto casa di Elsie, la vide uscire accompagnata dal suo compagno Simon, che la salutò vicino alla sua auto con un tenero bacio sulle labbra, non riuscì a non sorridere per quei gesti estremamente dolci e romantici che ancora si scambiavano dopo una vita insieme... Lo salutò e baciò sua madre sulle labbra come era solito fare da sempre, anche se, in quel momento gli parve strano poggiare le sue labbra dove le aveva appena poggiate Simon... ma una volta aiutata ad allacciare la cintura di sicurezza partirono. Elsie gli sorrise come solo una persona che ti ama nonostante tutto sa fare
-Elsie! Sei sempre più giovane! Non dirmi che il tuo segreto per restare giovane è … il sesso!
La madre scoppiò a ridere con lui, dandogli un piccolo schiaffo sul braccio
-Scostumato!!! e forse sì potrebbe essere quello!
Tra madre e figlio erano soliti farsi battute e scherzare su tutto, c’era tra loro un affinità invidiata da molti.
-Dov’è Susan? Non doveva venire anche lei?
-Non hai visto i giornali oggi vero?
-No, cosa è successo...
-Sono qui per raccontarti tutto, ma lo farò mentre pranzeremo.
Nel dire quello parcheggiò l’auto di fronte al ristorante preferito di Elsie, scese dando la chiave dell’auto al parcheggiatore, mentre un altro ragazzo stava già aprendo la portiera alla madre aiutandola a scendere. Robert la prese sotto braccio ed entrarono lentamente. Presero posto al tavolo che aveva prenotato ed ordinarono un drink in attesa che portassero le portate del pranzo che avevano ordinato. Elsie posò la sua mano segnata dal tempo su quella del figlio che tamburellava sulla tavola. uno sguardò dolce e sorridente seguì quel gesto
-Ora raccontami...
Robert poggiò le spalle sulla poltroncina su cui era seduto inclinandosi verso di lei ed iniziando così a raccontarle i fatti che gli erano accaduti quella settimana, senza tralasciare nemmeno un particolare, non provava alcun imbarazzo con sua madre. Le raccontò di Kyra, dei problemi con Susan che oramai era quasi un anno che li ignoravano fingendo che andasse tutto bene, ed infine raccontò cosa era successo la notte scorsa. Quando finì aveva lo sguardo basso, avvilito per quell’ennesimo fallimento, mentre lei lo guardava con il viso sereno anche se era ovviamente preoccupata che questo lo potesse far ricadere negli errori del passato.
-Ora che cosa conti di fare?
Lui la guardò e sorrise
-Ma comeee? Io ti ho portata qui, ti sto offrendo il pranzo perchè tu mi dica cosa fare! e tu???
La madre sorrise sollevata, non aveva perso la sua voglia di sorridere e con lo sguardò gli impose una risposta seria...
-Ho detto a Susan che se non mi ama è inutile che continuiamo così a prenderci in giro...
-E per quella donna?
-Kyra? Non so se mi perdonerà di non averle detto chi sono, se vorrà avere ancora a che fare con me... L’ho messa in difficoltà ora tutti la considereranno una poco di buono grazie a quel giornale... ed è solo colpa mia perchè non l’ho tutelata... e le non voleva complicazioni, figurati se vorrà avere a che fare con me che sono una complicazione continua...
-Dimentichi un particolare importante... Una donna come quella, con quelle premesse che ha sempre fatto non è una che si lascia abbattere da una piccola tempesta, non è una che fa l’amore con uno come te e poi decidere di non vederlo più!
-Così mi lusinghi ma non credo di averle fatto una grande impressione con la prestazione di stanotte... sai ero un po’ stressato!
-Il solito burlone... Ora vuoi farmi ordinare il dolce o devo tornarmene a casa senza la parte migliore del pranzo?
Robert le sorrise e chiamò il cameriere ch si avvicinò con un bellissimo carrello pieno di dolci di ogni tipo, la sua dolce mamma prese una crostata, lui una fetta di cheese cake al caffè e poi chiese 3 fette di brownie da portare via
-Per stasera a cena, perchè mi invitate a cena da voi vero?
-Lo sai che sei sempre il benvenuto.
-Grazie... ma tornando a noi, devi dirmi qual’è il tuo segreto? Sei un fiore...
-Il sesso, l’hai detto tu...
-Oh Santo Dio non rispondere più alle mie domande stupide! te ne prego!
Scoppiarono a ridere insieme e lui le si avvicinò abbracciandola forte
-Mamma... Ti amo!
-Anche io tesoro mio!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11 ***


 

Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

 

Kyra si svegliò il cellulare vibrava insistentemente, lo prese e rispose
-Come va oggi?
-Ciao TJ, ho dormito fino a poco fa... Ti spiace se rimandiamo il caffè? Non me la sento di uscire, preferisco stare a casa.
-Nessun problema l’importante è che mi assicuri che non stai facendo qualche cazzata.
-Nessuna cazzata. Promesso.
-Bene! Ti mando Jess quando arriva a portarti la cena e qualche provvista ok?
-Grazie. Sei davvero un amico.
Chiuse la telefonata pensando a TJ, si erano conosciuti appena aveva preso quella casa. Lei stava girando nel quartiere per vedere quali negozi ci fossero nei dintorni e lui stava appendendo il cartello che indicava che cercava personale. Dal giorno successivo era in prova, ed una settimana dopo aveva già un contratto. A lui aveva raccontato tutta la sua storia, e lui, senza giudicarla per il suo passato aveva deciso di darle la possibilità di riscattarsi.
Sì alzò e tirò tutte le tende, era una splendida giornata sarebbe andata sicuramente a correre se, aprendo le finestre non avesse visto un ragazzo appostato sulla via principale che cercava di nascondersi tra le auto parcheggiate con una macchina fotografica che non passava inosservata visto che al posto dell’obbiettivo sembrava avesse montato un cannone. Ora si spiegava come le foto di Robert che saliva in terrazza sembravano scattatate da vicino.
Non voleva farsi rovinare la vita da quei tizi, ma non voleva nemmeno che le sue foto finissero ancora sulle pagine di quel giornale. Prese il telefono e chiamò Kelly.
-Ciao Kyra, come va? tutto bene?
-Non direi... Se hai una copia di Heat e la sfogli capirai perchè...
-Aspetta, lo prendo dalla sala d’attesa.
-Oh mio Dio! Mi vuoi dire che il tuo nuovo amico...
-Esatto...
-E non lo sapevi?
-No. Per me era Bob, solo Bob...
-Evidentemente non voleva essere guardato come una superstar ma come un uomo normale...
-Già peccato che ora ci sia anche la mia faccia su quei giornali...
-La cosa ti fa stare male?
-Un po’... a proposito... aperto la bottiglia di vodka, ma non l'ho bevuta. L’ho rovesciata nel lavandino per non averla disponibile...mi dispiace...
Kelly rise
-Mi sarebbe dispiaciuto se tu l’avessi bevuta! Te ne darò una io settimana prossima... quella non l’hai bevuta, non conta... vuoi che venga da te?
-No. Non voglio disturbarti, in fondo sto bene... ma mi scoccia questa situazione. Avrei voluto andare a correre per sfogare un po’ ed invece qui sotto c’è un fotografo piazzato a qualche metro che aspetta che io esca...
-E allora?
-Come scusa?
-Intendo, che te ne importa? Non stai facendo niente di male, almeno che tu non debba trasportare un cadavere... in quel caso è meglio che tu stia chiusa in casa!
Rise ancora... Kyra stava iniziando a ridimensionare il problema, sapeva che parlarne con Kelly l’avrebbe aiutata...
-Esci e fatti una bella corsa sulla spiaggia, quando tornerai a casa vedrai che ti sentirai meglio. L’unica cosa che ti consiglio è non rivolgergli la parola, qualsiasi cosa dicano non ti voltare e non rispondergli.
-Ok hai ragione. Ora mi vesto ed esco.
-Più tardi se vuoi chiamami...
-Grazie Kelly.
Sì infilò il completo per correre e le sue fidate scarpe. Le sistemò subito aveva deciso di cominciare a correre direttamente da casa e non aspettare fino alla spiaggia. Mise gli auricolari ed accese la musica ad un volume più alto del solito e per quel giorno si mise un paio di occhiali da sole ed un cappellino con visiera che le serviva più che altro a tenere fermi gli occhiali.
Notò il ragazzo posizionarsi meglio ed iniziare a scattare delle foto mentre usciva dal portone chiudendolo dietro di se, poi era voltata di spalle e non si girò. Fece attenzione ad attraversare la strada ed appena fu al sicuro dalle auto si concentrò solo sulla corsa, se l’avessero fotografata pazienza. Non poteva impedirgli di fare il loro lavoro e poi, non vedendo Robert forse si sarebbero stancati da li a qualche giorno. Quel pensiero la fece rilassare e riuscì a godersi la sua corsa. Dopo meno di un ora giunse alle solite palme della sosta caffè, si guardò attorno. Non c’era nessuno o almeno non vedeva gente appostata quindi si fece coraggio e sempre correndo raggiunse la caffetteria ed ordinò
-Un cappuccino senza zucchero con caramello e panna montata.
Sorrise sentendo la sua voce pronunciare quell’ordine non suo. Le mancava così tanto che sentiva il bisogno di avere qualcosa che glie lo ricordasse. Si rese conto che le mancavano le loro chiacchiere. Uscì con il suo cappuccino e per la prima volta si mise seduta ai tavolini appena fuori dal locale, in fondo non c’erano molti clienti e non le andava di bere il cappuccino in spiaggia. Guardò distrattamente le persone che passavano passeggiando, una sola attirò la sua attenzione ma la notò solo quando la vide uscire dalla caffetteria. Era la moglie di Robert. Ne era quasi sicura. Assomigliava alle fotografie che aveva visto nella rivista. Aveva una borsa firmata di quelle che si vedono solo nelle vetrine delle boutique ed il bambino nel passeggino assomigliava a quello nella rivista ed a Robert. Sì, era sicura fosse lei. Prima che girasse il passeggino per sedersi ad un tavolo li vicino si alzò, camminò di spalle e continuò a camminare finchè non fu abbastanza lontana. Andò in spiaggia e tornò sui suoi passi ed iniziò a camminare a passo svelto verso casa fino a quando non oltrepassò la caffetteria e si sentì abbastanza tranquilla, poi rallentò e camminò normalmente bevendo l’acqua appena comprata chiedendosi come mai Robert non fosse con lei. Forse avevano litigato perchè aveva dormito fuori? o forse anche peggio, lei aveva visto quelle foto e... Cacciò quel pensiero dalla sua mente, non voleva assolutamente anche quella nella sua già affollata anima piena di sensi di colpa. Attraversò la strada e si tolse gli auricolari senza pensarci, era un gesto che faceva automaticamente ogni volta che tornava a casa dopo la corsa. Senza che se ne rendesse conto un ragazzo alto e magro la affiancò, lo guardò appena cercava di fare il simpatico e di attirare la sua attenzione. Le disse chiaramente che un giornale importante era disposto a pagarle molti soldi per un intervista in esclusiva. Mentre chiudeva il portone dietro di se sentì dire che si trattava di una cifra esorbitante, non era certa di aver sentito bene ma le era parso di aver capito 100.000 dollari. Non riusciva a crederci. Come poteva essere possibile che la reputazione di quell’uomo potesse interessare tanto? Volevano del torbido per rovinagli la vita? La carriera? “Che gentaglia”. Salì le scale e vide Jess seduto sull’ultimo scalino prima della sua porta
-Ehy ciao!
-Mi ha mandato TJ, porto i rifornimenti! Ma che hai combinato?
-Io niente... è che...
-Iv ha già raccontato a tutti la mia era una domanda retorica...
-Ah bene...
-Comunque porto abbracci da parte di tutti e vogliamo che tu sappia che non crediamo ad una sola parola di quello che dice quel giornale.

-Grazie, la vostra solidarietà mi è di grande aiuto. Vuoi entrare?
-No, magari un altra volta è meglio che torno sennò TJ chi lo sente!
-Giusto... Ringrazialo da parte mia e.. Jess per favore, se un tipo per strada ti chiede di me di che non mi conosci...
-Non preoccuparti! Se ci prova lo prendo a calci.
Le diede un bacio sulla guancia e scese le scale di corsa. Lei aprì la porta e portò dentro la cesta che Jess aveva lasciato, la posò sulla penisola e sentì che c’erano almeno due contenitori ustionanti “la mia merenda-cena” ed altre cibarie pronte da scaldare. Lasciò tutto li e si infilò in bagno per farsi una doccia, ne aveva davvero bisogno e forse ne aveva bisogno più lo spirito del corpo. Sì asciugò e si rivestì con una tuta, prese il telefono e lo guardò nessun messaggio solo una chiamata persa. Il suo pensiero andò subito a Robert ma quando controllò la lista delle chiamate vide che era il numero di TJ, probabilmente l’aveva chiamata per avvisarla dell’arrivo di Jess. In cucina recuperò una tovaglietta e delle posate e si mise a sedere sullo sgabello, aprì i contenitori e sentendo quei profumi si scoprì molto affamata, poi, ripensandoci si ricordo che la sera prima aveva mangiato solo tre cucchiai di zuppa prima di buttare tutto. Non era abituata a stare così senza far niente, di solito in quei giorni della settimana andando a dormire veramente tardi passava la giornata a sonnecchiare per ricaricarsi per la serata successiva ma non andando al lavoro che la obbligava a restare sveglia fino a tardi non voleva dormire, altrimenti quella notte non si sarebbe mai addormentata. Così decise di mettersi sul divano e leggere un po' anche se presto si rese conto che non riusciva a concentrarsi sulla storia. Volse lo sguardo fuori al cielo e restò così a pensare perdendo la cognizione del tempo. Si addormentò e si risvegliò che era quasi buio, dalle finestre aperte entrava un vento fresco, quasi freddo e dovette alzarsi per chiuderle. Accese la musica e controllò cos’altro le avesse mandato TJ, riponendo con attenzione i vari contenitori nel frigorifero. Vide delle righe fatte con una penna nera sulla scatola del latte, la prese e la girò in modo da leggere tutta la scritta “un numero di telefono” “ricordati di chiamare Bob” con un grosso smile... ma quando l’aveva scritto? Sorrise e percorse con il dito quei tratti. Peccato non poterlo chiamare, avrebbero riso di quel suo ritrovamento nel frigorifero.
Si ricordò solo allora quello che aveva detto a Kelly, l’avrebbe richiamata al suo rientro. Decise di mandarle un messaggio “Passeggiata fatta, grazie dei consigli sono stati molto utili. Scusa se non ho chiamato ma mi sono addormentata sul divano. Ci sentiamo.” Niente messaggi ne chiamate.
Prese un tramezzino da un contenitore e lo mangiò guardando dalla finestra l’oceano poi si ricordò dei fotografi, così decise di chiudere tutte le tende. Chissà dove avrebbero potuto appollaiarsi pur di scattare qualche fotografia. Si rese conto che quella cosa le stava complicando la vita, la condizionava ed inoltre non avevano parlato lei e Robert su come affrontare la cosa. Rimase un attimo davanti allo stereo a riflettere su quello e la conclusione a cui giunse fu che, non glie ne aveva parlato perché non vedendosi più di certo i paparazzi si sarebbero stancati presto di stare sotto casa sua in attesa di un divo che non sarebbe arrivato. Impostò il timer così da avere la musica di sottofondo finché non si fosse addormentata, spense le luci e si sdraiò nel letto anche se non aveva affatto sonno ma restò li, sotto al lenzuolo pensando a lui, al colore dei suoi occhi, al profumo che aveva lasciato sul suo cuscino. Immerse il viso nel cuscino respirò e chiuse gli occhi.

Il pomeriggio e quella serata trascorsero in fretta in compagnia di Simon e di sua madre. Adorava la loro compagnia anche se, spesso per via degli impegni riusciva a trascorrere con loro poco tempo. Fu felice di essersi regalato quella giornata in loro compagnia, vedere quanto si amassero gli riempiva il cuore di felicità. Prima di lasciarlo uscire di casa Elsie si fece promettere che sarebbe andato subito a casa, era grande e grosso come diceva lei ma ancora le capitava di sentirsi in apprensione per lui stasera più che mai.
Robert prese l’auto ma girò a lungo prima di tornare a casa. Si sentiva stanco e forse avrebbe preso sonno in fretta, questo pensiero lo convinse a prendere la strada di casa e parcheggiare l’auto in garage. Prima di salire prese il telefono che aveva lasciato in auto per tutto il pomeriggio e serata controllò messaggi e chiamate, ce n’erano alcuni ma nessuno era ciò che voleva. Entrò in casa nessuno era alzato e ne fu sollevato. Entrò in camera Susan dormiva, fece meno rumore possibile. Prese gli occhiali, il copione dal suo comodino e dei vestiti puliti dalla cabina armadio ed uscì chiudendo piano la porta alle sue spalle. Entrò nella camera degli ospiti fece scorrere l’acqua fino a riempire la vasca, si spogliò e si immerse. Quante cose erano successe quel giorno. Non aveva avuto il tempo di pensarci ma sapeva anche che quello era solo il primo passo. L’indomani mattina avrebbe dovuto capire le intenzioni di Susan e di conseguenza prendere le sue posizioni. La sua testa tornava continuamente a Kyra si domandava cosa stesse facendo, se era la lavoro, se dormiva o se era ancora sveglia come la scorsa notte. Rimase con l’acqua al collo finchè non iniziò a sentire freddo poi si avvolse in un telo morbido e si asciugò. Camminò scalzo fino al letto, finì di asciugarsi e si mise il pigiama. Prima di mettersi a letto passò in camera di Exton a guardarlo dormire, lo baciò e torno in quella camera. Si mise a letto e lasciò il copione sul comodino, chiuse gli occhi e cercò nella sua mente quei pensieri che gli avevano fatto chiudere lo stomaco ogni volta che in quella giornata li aveva richiamati alla memoria...

Si svegliò che era ancora buio, aprì le tende e vide che stava iniziando ad albeggiare. Era domenica, si versò un bicchiere di succo d’arancia e lo bevve alla finestra. Vide guardando la strada un uomo che correva in direzione della spiaggia e le si illuminò il viso. Sapeva cosa poteva fare a quell’ora senza essere disturbata. Andare a correre e poi uscire in barca, la giornata sembrava perfetta per entrambe le attività. Prese un piccolo zaino e ci mise il contenitore dei tramezzini una bottiglia d’acqua ed andò in bagno a lavarsi e vestirsi. Sì vestì a strati perché non sapeva se si sarebbe alzato il vento, in barca aveva una giacca ma preferiva sempre andare sul sicuro. Corse fuori casa prendendo la strada che l’avrebbe portata al molo dove era ormeggiata la sua barca, salì e aprì un vano porta oggetti che conteneva delle cime e ci infilò lo zaino, scese e incominciò a correre. Quando giunse alla caffetteria c’erano tre o quattro persone in attesa che aprisse, solo allora si rese conto di quanto fosse presto. Attese con pazienza il suo turno, prese il cappuccino di Robert ma stavolta senza panna montata e con quello tra le mani si avviò sulla strada del ritorno. Si rese conto che squadrava ogni persona che incrociava con una speranza che veniva di volta in volta disattesa. Cercò di non pensare a lui perché le parve che stesse diventando un ossessione e non le piaceva. Arrivò al molo e vide che il sole stava finalmente sorgendo, i suoi raggi caldi erano un piacere per il corpo e per lo spirito, si mise subito all’opera e dopo una ventina di minuti lasciava l’ormeggio dirigendosi verso l’uscita del porto. Trascorse tutta la mattinata navigando verso sud e gran parte del pomeriggio navigando spinta dal motore visto che il vento era troppo poco per consentirle di rientrare a vela ad un orario decente. Iniziava a tramontare il sole e Kyra indossò un berretto di lana ed il giaccone sapeva bene che una volta sceso il sole la temperatura si sarebbe abbassata bruscamente facendole sentire troppo freddo per riuscire a timonare in tranquillità. Aveva avvisato il custode, Al che sarebbe rientrata tardi via radio, sapeva che si preoccupava sempre per lei quando la vedeva uscire da sola in barca ed anche lei si sentiva più tranquilla sapendo che qualcuno sapeva dove era in caso di necessità. Accese le luci dell’albero e quelle a prua per la navigazione in notturna, ancora era chiaro ma le piaceva osservare le regole in modo scrupoloso. Calò il buio mentre era all’imboccatura della marina, mezzora di motore al minimo come obbligatorio e sarebbe giunta al suo ormeggio. Era riuscita a trascorrere la giornata fuori casa senza pensare a tutto quel casino. Sentì alla radio Al darle il benvenuto e dire qualcosa ma c’era stata un interferenza e non aveva capito nulla. Non importava, pochi minuti e sarebbe stata sul molo sarebbe passata da lui e poi sarebbe tornata in barca a sistemarla prima di tornare a casa. Vide un uomo sul pontile che camminava, prima si preoccupò che fosse qualche fotografo ma poi si tranquillizzò riflettendo sul fatto che c’era Al all’ingresso e di certo non avrebbe lasciato passare degli estranei. Non ci fece più caso probabilmente era il proprietario di qualche barca, portava anche lui un berretto per ripararsi dall’aria notturna ed una giacca sportiva, evidentemente stava rientrando in barca. Senza alcuna fatica ormeggiò la barca e mentre era chinata a legare le cime di rispetto (di sicurezza) dell’ormeggio sentì i passi di quell’uomo avvicinarsi ma continuò a lavorare, si voltò solo per rispondere cortesemente
-Ha bisogno di aiuto?
-No grazie, è tutto Appos.....Robert!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

La stava guardando con un sorriso dei suoi, candido come niente fosse, in perfetto abbigliamento sportivo e le mani in tasca dondolandosi sui suoi piedi.
-Ciao... anche io sono felice di rivederti...
Scese dalla barca e si avvicinò a lui sorridendogli mentre lui le porgeva le sue mani a sostegno
-Ciao...
Accorciò le distanze tra loro baciando le sue labbra che le erano mancate terribilmente. Robert l’abbracciò e accettò quello slanciò nei suoi confronti che non si aspettava.
-Che ci fai qui?
-Volevo vederti... mi mancavi!
Disse mentre intrecciava attento una ciocca dei suoi capelli tra le sue dita. Kyra abbassò lo sguardo e sorrise imbarazzata ma questo non le impedì di essere sincera
-Anche tu mi mancavi...
-TI aiuto a chiudere la tua creatura?
-Perchè no... Ma come facevi a sapere che ero in barca?
-Non lo sapevo... speravo semplicemente di trovarti qui.
Kyra non sapeva che dire, era semplicemente felice, felice che lui fosse li con lei, cercò di sistemare in fretta la sua barca così da potersi dedicare a Robert che sembrava felice di essere li con lei ma allo stesso tempo i suoi occhi sembravano velati di tristezza. Mentre ripiegavano le vele in silenzio si rese conto che forse era li per dirle addio, in quel caso il suo bacio era stato del tutto inappropriato. Robert le chiese come era stata la navigazione e Kyra fu felice di quella domanda che spezzò il silenzio e gli raccontò la sua giornata in barca. Finirono in fretta di sistemarla, Pensò che sarebbe tornata un altro giorno a sistemare tutto meticolosamente, ora voleva sapere di lui, e se quello fosse stato il loro ultimo incontro non voleva passarlo così.
-Finito! Possiamo andare.
-Ma non hai sistemato quelle cose...
Era più osservatore di quanto lasciasse intravedere...
-Ah sì le lascio così perchè penso di uscire in barca di nuovo...
Sì accontentò della spiegazione forse anche lui voleva andarsene da li. Scesero dalla barca e camminarono sul pontile, Robert teneva le mani in tasca mentre lei lasciava ciondolare le braccia lungo i fianchi, avrebbe voluto chiedergli se si fermava a cena, ma se lui era li per parlare ed andarsene lo avrebbe messo a disagio. Robert le prese la mano mentre era assorta in quei pensieri destandola
-A cosa pensi?
-Nulla in particolare, guardavo le barche. Lasciò la chiave a Al e arrivo.
Lo lasciò che erano quasi giunti alla fine del pontile, un attimo dopo salutò Al e guardando il pontile non vide più Robert, probabilmente aveva continuato a camminare ed era nascosto nel buio del parcheggio. Camminò a passi veloci fino all’uscita del pontile e lo vide appoggiato ad un auto scura, appena la vide si sollevò e le aprì lo sportello. All’interno tutte le luci erano accese, ma attraverso i vetri non si vedeva assolutamente nulla. Guardò un po’ l’auto mentre saliva e Robert lo notò, sorrise
-Questa è l’auto perfetta per le donne da heat...
-Spiritoso!
Aveva ragione, in quell’auto non li avrebbero riconosciuti...Robert salì infilò la chiave e le luci si spensero. Restò per un attimo lì fermo, poi la guardò e le diede un piccolo bacio sulle labbra
-Scusami per prima... Spero tu non ti sia offesa... Ti devo accompagnare al lavoro?
-Non mi sono assolutamente offesa. E no, in questi giorni sono a casa, TJ mi ha concesso qualche giorno di vacanza...
-Allora facciamo un giro se non hai altri impegni...
Lo guardò sorridendo era felice di stare un po’ con lui
-Nessun impegno!
Mise in moto l’auto e si allontanarono da Venice andando verso nord. Robert le carezzava una mano mentre con l’altra guidava, i fari delle altre auto gli illuminavano il viso, la sua espressione era serena con un leggero sorriso sulle labbra. Non seppe nemmeno lei come trovò il coraggio di iniziare quel discorso, ma sapeva che avrebbero dovuto parlarne.
-Come è andata a casa?
Robert la guardò e poi riprese a fissare la strada, forse non si aspettata questo genere di domande ma non sembrava infastidito.
-Ieri mattina quando sono tornato a casa Susan era già a casa e... aveva letto il giornale.
-Mi dispiace...
-Le ho raccontato la verità, ...tutta la verità...ovviamente non ha gradito...
-Non credo che qualcuno possa gradire questo genere di verità...
-La cosa buffa se così possiamo definirla è che non si è arrabbiata per esser stata tradita...
Vide il viso di Robert tendersi e farsi scuro
-Si è arrabbiata perché... l’immagine che aveva costruito di noi è stata distrutta...
-Robert se vuoi... io, potrei parlare e dare una versione che non leda la tua, la vostra immagine...
La guardò e poi si fermò con l’auto in un parcheggio affianco alla strada
-Perché dovresti fare una cosa del genere? mentire per cosa?
Il suo tono di voce era leggermente più altro e il suo volto serio, sentì il suo cuore iniziare a battere forte nella sua gola, era arrabbiato e non capiva il perché, tanto che balbettò nello spiegare il perché
-Io... io credevo che... non so... se dicessi questa bugia, la tua immagine pubblica, la tua vita tornerebbe quella di prima e forse... anche tua moglie riuscirebbe a perdonarti...non so perché ho detto così... non ti arrabbiare con me... certo ho sbagliato, sapevo che eri sposato e avrei dovuto fare in modo da non concederti di sbagliare... scusa...
Robert spense l’auto lanciò gli occhiali sul cruscotto dell’auto e si stroppicciò gli occhi, poi la guardò sembrava così piccola e indifesa con le lacrime agli occhi, si tormentava le mani senza guardarlo, prese il suo viso tra le mani obbligandola a guardarlo a pochi centimetri dal suo volto
-Io non voglio che tu menta per Lei! non voglio che tu pianga... non sono arrabbiato con te e mi devi perdonare se è questo che hai percepito dalle mie parole... E ciò che c’è stato tra noi c’è stato perché IO l’ho voluto, e lo rifarei... Stavo vivendo dentro ad una bugia da troppo tempo, e non sai quanto io sia dispiaciuto che tu abbia pensato di essere colpevole.
Appoggiò la sua fronte a quella di Kyra per un istante chiuse gli occhi e respirò il suo profumo
-Sei tu che devi perdonarmi per averti messa in questa situazione...
Kyra accarezzò i suoi capelli scendendo con le mani fino alle sue guance, Robert aprì gli occhi e la vide fissarlo, i suoi occhi brillavano ma le lacrime sembravano scomparse
-Non voglio perderti Kyra.
Lei non rispose, aveva paura di cosa il suo cuore potesse rispondere, ma si avvicinò e lo baciò prima fu un bacio dolce e tenero che in pochi secondi si riempi di tutta la passione e desiderio che provavano l’uno per l’altra.
-Se non vogliamo essere fotografati di nuovo direi che dobbiamo darci un contegno...
-Dimentichi che quest’auto ha i vetri scuri!
-Robert...
-Capito...mani sul volante... vedi? Comunque è colpa tua...
-Colpa mia?
-Certo! guarda come ti vesti!
-Già... Non avevo pensato valutato di essere troppo provocante con questo abbigliamento da pescatore dello stretto di Bering!
Scoppiarono a ridere e lui cadde con la testa sulla sua spalla le diede un bacio sulla guancia si rimise gli occhiali e ripartì.
-E se ti offrissi la cena?

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

-Non credo sia il caso... Non vorrei ricordartelo ma non sei più Bob l’uomo qualunque... e poi, non ho il vestito adatto per cenare in un qualsiasi locale con te...
Provò a convincerlo che non era il caso ma lui la guardò sorridendo,
-Ma se sei bellissima...è vero non sono Bob ma, essere Robert Downey jr... a volte ha dei vantaggi...
Disse nel parcheggiare l’auto davanti all’entrata di uno di quei locali che aveva sentito nominare, ma in cui non avrebbe mai pensato di cenare... un posto in cui solo le persone importanti avevano la possibilità di ottenere la prenotazione di un tavolo.
-No Robert! Mi rifiuto di entrare in questo locale vestita cosi!
Le tolse il berretto di lana sistemandole un po i capelli
-Ora sei perfetta... fidati di me.
-C’è una festa in maschera stasera? Halloween è ancora lontano...
Scese dall’auto e le aprì lo sportello, le diede un bacio e la trascinò fino all’entrata
-Prendiamo una pizza e la mangiamo in terrazza... no no ti porto a prendere il cibo indiano più buono che tu abbia mai mangiato... Robert..
Le posò un dito sulle labbra ed aprì la porta del ristorante, un ragazzo gli andò incontro, prese le loro giacche e indicò a Robert il tavolo. Kyra si guardò attorno, era tutto bellissimo e le luci erano soffuse, solo quando Robert le prese la mano si guardò intorno e notò che i tavoli vicino alla porta erano tutti vuoti, forse quella era la zona del locale in cui non facevano sedere nessuno, al centro dell’entrata c’era un grande albero che usciva dal soffitto del locale che pareva costruito attorno ad esso, gli girarono intorno e solo allora vide tutta la sala, il locale era deserto... l’abbracciò da dietro e le baciò il collo
-Ma non c’è nessuno...
-Te l’avevo detto che Robert ha qualche piccolo vantaggio...Il locale stasera è chiuso... ma lo chef è un mio caro amico ed è stato felice di fare questo per noi...
l’aiutò ad accomodarsi al tavolo dove era accesa una candela
-Perdonami un secondo, vado in cucina a salutarlo...
Kyra annuì, era frastornata da tanta bellezza, tutto era di una perfezione assoluta, non avrebbe mai immaginato potessero esistere locali come quello, sapeva che quello era un locale di lusso ma questo superava ogni sua aspettativa...
Il cameriere servì dello champagne ghiacciato mentre Robert era in cucina, Kyra chiese dell’acqua aveva bisogno di bere... Robert tornò al tavolo, prese il calice con l’acqua e si dissetò
-Allora che ne pensi?
-E’ un posto bellissimo ma non era necessario tutto questo...
-E’ la prima volta che ti porto fuori a cena, se non ti stupisco ora...
Kyra sorrise, si stava domandando dove era andato a parare con il suo ragionamento che aveva lasciato a metà forse rendendosi conto che lo stava facendo a voce alta...
-Se non mi stupisci ora?
-Brindiamo? pare che questo champagne sia di un ottima annata...
Lei rise, ogni tanto sfoderava il suo fascino per farla capitolare
-Comunque mi hai stupita già presentandoti al pontile...
Robert gongolava appoggiato alla sua poltroncina dove si era accomodato in modo molto rilassato, più la guardava e più aveva voglia di passare tempo con lei.
Alzarono i bicchieri in un piccolo brindisi ma questa volta fu Kyra ad attendere che lui tornasse dai suoi pensieri
-A cosa brindiamo?
Robert la guardò negli occhi per un lungo istante
-A noi... qualsiasi cosa questo possa significare, senza alcun limite...
Kyra rimase a bocca aperta perchè quelle parole erano piene di significato e lui, le stava pronunciando così con una semplicità disarmante.
-A noi...
Brindarono, Robert si sistemò il tovagliolo sulle gambe e pochi istanti dopo arrivò il cameriere con la prima portata
-Spero non ti dispiaccia, ma il menù lo ha scelto lo chef... Gli ho detto che volevo conquistarti...
-Quindi se non ci riuscirai sarà in parte colpa sua...
Aggrottò la fronte accigliandosi...
-A questo non avevo pensato!
-Fuori da casa tua ho visto ancora appostati i paparazzi...
-Già c’erano anche ieri... uno mi ha anche proposto del denaro per parlargli di noi...
-Immaginavo sarebbero arrivati anche gli sciacalli...
-Dovrei restare da te a dormire per proteggerti...
-In caso si arrampicassero per entrare dalle finestre?
-Già, forse non lo sai, ma sono un supereroe...
-Potrei sempre chiudere le finestre...
-Mi stai forse dicendo che non mi vuoi?
-Ti sto dicendo che altre foto potrebbero complicare le cose... ancora di più
-Per quale motivo? non capisco...
-Hai appena finito di dirmi che tua moglie ti ha mostrato quella rivista e che per ovvi motivi non l’ha presa bene... se domani venissero pubblicate nuove foto?
-Kyra... io e Susan abbiamo parlato sabato e lei non mi ama. Ha dimostrato di amare più la bolla di sapone che aveva costruito attorno a noi più di quello che la parola noi dovrebbe significare dopo tutti questi anni di matrimonio... Abbiamo deciso di lasciarci, e viste le fotografie, lei ne uscirà di certo meglio di me pubblicamente... ma a me importa solo questo. La vita vera... mi importa di te...di noi.
-Robert tu non mi conosci, non sai nemmeno chi sono! come puoi dire questo...Ci sono cose di me di cui non vado fiera, colpe che mi porterò addosso finchè avrò vita... Ci sono posti da cui sono fuggita perchè non riuscivo più a respirarci, alzandomi e decidendo su due piedi di prendere un autobus e andarmene senza lasciar detta una parola a nessuno...
-Io penso di conoscerti e ciò che non conosco del tuo passato non mi fa paura, perchè ti ha portata ad essere la persona che sei ora, anche se forse un po’ di paura la fa il fatto che tu possa prendere ed andartene per sempre senza dire una parola... Non potremmo andarcene insieme se proprio ti scappa di... scappare?
Kyra sorrise, era così dolce... non aveva mai conosciuto nessuno come lui. Era disposto ad accettarla per quella che era...
Cenarono ed alla fine lo chef portò personalmente il dolce un piatto con tante piccole cheese cakes
-Tu devi essere Kyra... è un vero piacere conoscerti... spero che la cena sia stata di tuo gradimento ed ora il dolce... Non conoscendo i tuoi gusti, ma conoscendo quelli di Robert, ho preparato queste piccole cheese cakes: alla fragola con copertura di cioccolato croccante, al torroncino, al lime, alla ciliegia, al caramello, alla crème brule, con oro 24K, con arancia candita... bonnè appetit.
Le baciò la mano e tornò in cucina
Robert prese una forchettina e divise a metà uno di quei capolavori perfetti
-Chiudi gli occhi e assapora con i sensi
Non esitò nemmeno per un istante, attese che Rober si avvicinasse con la forchettina, schiuse le labbra e chiuse gli occhi, assaporando quel mix delizioso..
-Tu non assaggi?
-Oggi no.
-Non ti va il dolce?
-Sei tu il mio dolce...
Disse guardandola con uno sguardo languido e un sorriso sexy
Kyra scoppiò a ridere!
-Nei film funziona sempre!
E rise con lei...
Salutarono lo chef e mano nella mano raggiunsero l’auto nel parcheggio, Kyra si avvicinò allo sportello per entrare ma Robert la trattene tenendole le mani nelle sue e l’abbracciò tenendo le sue dita intrecciate in quelle di lei mentre affondava il viso nel suo collo
-Hai un profumo buonissimo...e... sì questi abiti marinareschi ti rendono tremendamente attraente...
-Ecco cosa ho sempre sbagliato con gli uomini... e io che mettevo gonne e tacchi alti...
Lo sentì ridere mentre le baciava delicatamente il collo facendola rabbrividire
-Andiamo a casa...
Fece scattare le serrature dell’auto e le aprì lo sportello richiudendolo una volta entrata. Guidò senza fretta, baciando e carezzando la sua mano. Quando giunsero a Venice lo vide prendere delle strade che lo portarono in un altra zona, accostò l’auto ad un muro
-Quella è la mia casa
prese un telecomando e aprì una grande basculante che in discesa portava in una grande autorimessa. Robert notò il viso preoccupato di Kyra e si affrettò a spiegarle cosa stava facendo...
-Cambiamo auto... questa sotto casa tua sarebbe troppo evidente... meglio prendere un utilitaria...
-Ah ok... Giusto
-Vuoi salire a vedere la casa?
-Credo sia meglio di no... è casa...tua e di tua moglie...
-Mia e basta ma capisco cosa intendi dire... mi aspetti qui? salgo a prendere le chiavi?
-Sì... tanto direi che non posso scappare
disse accennando alla basculante del garage blindata che si era richiusa. Lui le fece l’occhiolino e salì le scale a due a due. Kyra si guardò attorno, lì parcheggiate c’erano sei auto. Vide lampeggiare le luci della citycar rossa, Robert aveva preso le chiavi e sbloccato le serrature delle portiere. Lo vide scendere sempre a passo svelto con una piccola sacca che mise nei posti posteriori, si misero seduti con il motore acceso in attesa che la basculante si aprisse
-I fotografi saranno ancora lì?
-Forse... anche se è già abbastanza tardi...
Ci vollero soltanto un paio di minuti per giungere sotto casa, Kyra si guardò attorno prima di scendere dall’auto, Robert si mise un cappellino con la visiera e tirò su il cappuccio della felpa, sceserò tranquillamente dall’auto e si avviarono verso il portone. Kyra lo aprì tenendo il suo zaino nell’altra mano, mentre Robert stava dietro di lei con la sua sacca a spalle, chiusero il portone, nessuno scatto e nessun movimento nella strada, Kyra si rasserenò e salendo le scale si tolse la cuffia.
Entrarono in casa e Kyra accese solo una luce da lettura che teneva vicino al divano e un altra piccola luce in camera da letto. Lasciò lo zaino all’entrata mentre Robert chiuse la porta a chiave ed iniziò a togliersi la felpa che indossava, accese lo stereo
-vado a farmi una doccia.
Gli disse prima di vederla sparire. Prese la felpa e l’appoggiò su una sedia che era in camera da letto, Kyra aveva lasciato la porta del bagno aperta, lui si mise seduto sul letto infine impaziente si alzò e raggiunse la porta del bagno, una tenda nascondeva Kyra alla sua vista. Impulsivo come sempre si spogliò e aprì la tenda per passare ed entrare con immenso stupore di lei
-Che ci fai tu qui?
-Volevo fare anche io la doccia, poi ho pensato che farla con te sicuramente era più... bello...
-Hai avuto un ottima idea...

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Lo abbracciò, Robert sentì la pelle morbida sulla sua, Kyra prese la spugna e dopo averlo fatto bagnare sotto al getto caldo lo insaponò delicatamente su tutto il corpo. Quel morbido massaggio accese il suo desiderio ancor di più, la baciò poi prese la spugna e il docciaschiuma
-Ora è il mio turno
Sentenziò obbligandola a girarsi e dargli le spalle la baciò sulla nuca ora scoperta dai capelli raccolti in uno chignon, le insaponò prima le spalle per poi scendere lungo la schiena scendendo lungo le gambe fino a chiederle di girarsi e risalire fino ad arrivare al decolté. Kyra lo spinse dolcemente sotto il getto caldo abbracciandolo
-Ci siamo lavati abbastanza non credi?
Chiese anche se conosceva già la risposta sentendo il suo desiderio pronto a farla sua. Lo stuzzicò scorrendo con le mani lungo la schiena giungendo alle natiche facendolo sospirare.
-Sì... decisamente!
La baciò mentre erano sotto il getto dell’acqua per poi tempestarle il viso di baci mentre lei chiudeva l’acqua, prese un paio di grandi teli e si asciugarono, Kira sciolse i capelli raccolti e prese il phon da un armadietto per asciugarli laddove si erano inumiditi, Robert restò appoggiato al mobile del bagno a contemplarla sorridendo con il telo legato attorno alla vita lasciando in bella vista gran parte del suo corpo scolpito.
Kyra lo sorprese aprendo un cassetto e tirando fuori uno spazzolino da denti nuovo con la lettera B stampata sul manico, mostrandogli il suo con la K, Robert li aveva dimenticati totalmente
-Erano finiti entrambi nella mia spesa... e non chiedermi perchè non ti ho più dato il tuo...
-Probabilmente perchè inconsciamente sapevi che stasera mi sarebbe servito...
la baciò sulla spalla, lo scartò appoggiandolo vicino a quello di Kyra in attesa che lei mettesse su entrambi il dentifricio. Si osservavano mentre si lavavano i denti, scoppiando a ridere degli sguardì che Robert si divertiva a fare per farla sorridere. Il sorriso di quella donna era la cosa più bella che avesse mai visto.
Robert finì prima di lei di sciaquarsi le labbra posò il suo spazzolino nel bicchiere insieme al dentifricio e uscì dal bagno spegnendo la luce
-Tempo scaduto!
Kyra finì di sciacquarsi al buio e uscì dal bagno
Robert stava spegnendo la luce sul comodino, solo poca luce giungeva dall’altra stanza, chiuse le tende
-Chiudo anche quelle dell’altra stanza così non ci svegliamo all’alba
Kyra indossò una camicia da notte di seta, glie l’avevano regalata le sue colleghe ma non l’aveva mai indossata. Quando Robert rientrò nella stanza la vide mentre riponeva il telo umido in bagno, quel velo di seta le copriva appena il seno, scivolava lungo i suoi fianchi morbidi per finire appena sotto le natiche, lasciando le sue lunghe gambe in bella mostra. Era così bella da togliere il fiato.
Lo vide fermo sulla porta e gli andò incontro fino a raggiungerlo
-Che c’è?
-...Vieni con me che te lo spiego...
Le disse con voce sensuale, Kyra rise ma continuò a tenerlo per mano finchè non furono vicino al letto, Robert si fermò per guardarla un istante, le carezzò le spalle e scese lungo le braccia per poi cingerle i fianchi in un abbraccio sentendo la seta tra le sue mani e la schiena.
Kyra carezzò il suo petto scendendo lungo gli addominali scolpiti facendo sospirare quell’uomo tanto sicuro di se, fece scorrere le sue dita lungo il contorno dell’asciugamano facendolo cadere lasciando tutto il suo desiderio li in bella mostra, Lui le sorrise e lei lo guardò facendo scorrere il suo sguardo lungo tutta la sua figura
-Tutto qui l’armamento del supereroe?
-Piccola irriverente!
Si buttò sul letto trascinandola con lui ridendo. I loro baci si fecero più caldi e voluttuosi, Le sfilò la camicia da notte, Kyra poteva sentire le sue mani assaporare ogni centimetro della sua pelle, la sua bocca scivolare dalle sue labbra al suo mento, dal mento al collo, per giungere ai suoi seni, il calore delle sue mani che accompagnavano le sue labbra le facevano provare ondate di brividi che non riusciva a contenere, si fermò solo un istante prima che le loro anime si fondessero unendosi intimamente divenendo una cosa sola, la guardò negli occhi
-Sei bellissima
Kyra sorrise mentre lo sentì premere per unirsi a lei mentre continuavano a fissarsi occhi negli occhi. Robert non aveva alcun velo, nessun filtro, nel suo volto Kyra poteva leggere ogni brivido di piacere disegnarsi nelle sue espressioni, nella sua voce e dentro ad i suoi occhi. Lo stesso riusciva a percepire Robert guardandola. Si muoveva lentamente, assaportando ogni istante e tra un bacio e l’altro Robert diceva qualcosa ma più che le parole era tutto l’insieme con cui Kyra percepiva quanto lui la stesse rendendo partecipe del suo piacere, la guardò negli occhi
-Questo può essere solo amore...
Kyra annuì, era il suo corpo a rispondere e confermare ciò che aveva solo annuito. Aveva provato il sesso in diverse occasioni, sotto forme diverse e nessuna di quelle situazioni le aveva mai dato tanto come questo momento.
Entrambi stavano per raggiungere il piacere e d’un tratto Robert si fermò
-Aspetta... aspetta... ferma! non muoverti sei troppo eccitante, non riesco a resisterti...
-Non voglio che ti fermi...
-Tesoro se non stiamo fermi non riusciò più a fermarmi...
Kyra sorrise strinse i suoi fianchi con le sue cosce ed iniziò a muovere il suo bacino continuando quello che lui aveva sospeso sentendolo ansimare
-...Non fermati...
Robert non riuscì a non ubbidire a quel comando che seppur detto sottovoce era giunto all’interno del suo cuore facendolo accellerare, riprese a muoversi come piaceva ad entrambi affondando nei brividi che quel momento stava donando loro si diedero un bacio ed in quell’istante il piacere si fece violento e irresistibile tanto per lui che per lei e si abbandonarono a quel piacere senza volergli resistere. Sì sdraiò al suo fianco, le baciò la spalla e lei gli sorrise anche se non riuscì a dire nulla... Robert continuò a carezzare le sue spalle, il suo viso, i suoi capelli mentre la guardava in silenzio forse per paura di rovinare quel momento stupendo.
Quel suo tocco leggero le dava i brividi mentre lo vedeva sorridere malizioso, sapeva quello che le stava facendo, più i suoi polpastrelli scendevano e più lei non riusciva a restare impassibile... Robert voleva giocare, Kyra lo prese in contropiede e prese a percorrere il suo corpo con le sue dita proprio come lui stava facendo con lei, lo vide socchiudere gli occhi per un istatente preso dalle sue carezze e Kyra sorrise mentre lui riaprì gli occhi
-Tutto bene?
Chiese lei sorridendo
-Sì perchè? è successo qualcosa? io non ho sentito nulla...
ora rideva anche lui...
-Ah non hai sentito nulla?
disse passandogli una mano dal petto sfiorando il suo ventre per poi finire a solleticare leggera l’interno della sua coscia tesa e muscolosa, lo sentì sospirare e lo vide ridere con gli occhi semi chiusi, non rispose ma il suo corpo dava chiari segni di “sentire” così Kyra continuò a stuzzicarlo
-Effettivamente si vede che non senti nulla.. ci conviene dormire...
Disse lei, mentre il desiderio di Robert si manifestava in tutta la sua tensione ed indicava che era prontissimo a riprendere ad amarla
Kyra fece finta di non essersi accorta di nulla, gli fece una carezza sulla guancia e gli diede un bacio a fior di labbra
-Buona notte Downey
Sì girò e finse di mettersi a dormire mentre lui iniziò ad accarezzare e baciare la sua pelle, ora al centro delle sue attenzioni c’era la sua schiena, scese fino alle natiche sentendo il suo respiro farsi corto, appoggiò una mano sul suo fianco e la girò verso di lui
-Ora ti mostro come non ho sentito...
Iniziò a baciarla in modo passionale cercando la sua lingua, tenne fermi i suoi fianchi e si unì a lei in modo deciso, la bocca di Kyra emise un mugolio di piacere e lui sorridendo si avvicinò al suo orecchio
-Sentito niente?
-No, niente, assolutamente nulla... tu hai sentito qualcosa?
-No... nemmeno io...
Questo gioco lo eccitava ancor di più, ma da li a poco ne lui ne Kyra poterono mascherare ciò che stavano sentendo, Kyra si perse nei suoi occhi trovandosi così a seguire una vena di piacere che cresceva nella sua pancia e scendeva lenta e sinuosa verso il suo intimo, Robert non rimase indifferente a ciò che le stava accadendo e le sussurrò all’orecchio
-Ora ti sento...
Mordendole il collo piano sentì ogni sua ritrosia cadere e fu pervasa da un piacere intenso che non accennava a placarsi diventando ad ogni spinta più forte. Lui la scrutava con attenzione e soddisfatto di quanto le stava dando si lasciò scivolare nel l'oblio del piacere lasciandosi trascinare dal piacere di Kyra fino allo sfinimento più dolce.
Si addormentarono poco dopo abbracciati con i loro visi l’uno accanto all’altra respirandosi a vicenda.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert si svegliò presto nonostante la stanza fosse ancora al buio, si stroppicciò gli occhi, Kyra dormiva ancora al suo fianco, non riuscì a resistere alla tentazione di baciarla. Kyra aprì piano gli occhi e vide quei bellissimi occhi guardarla da molto vicino
-Buongiorno...
-Buongiorno bellissima, hai riposato?
Kyra annuì mentre si stirava allungandosi e inarcando la schiena, Robert nonostante la penombra riuscì a vedere il contorno del corpo di Kyra coperto dal lenzuolo, sentì la voglia di lei crescere in lui... l’abbracciò e la baciò dolcemente carezzandole il viso
-Che programmi hai per oggi?
-Nessuno...perchè?
-Allora possiamo andare a correre insieme, poi colazione e poi magari una lunga doccia con il tuo supereroe preferito...
Disse baciandola sul collo e sulla spalla
Kyra rise
-Una giornata fitta di impegni insomma...
Robert sorrise
-Hai un idea migliore?
Lo guardò e sorrise maliziosa
-Uhmm vediamo...
Alzò il lenzuolo facendolo finire in fondo al letto e si avvicinò lentamente a Robert infilando una gamba tra quelle di Robert ritrovandosi così sdraiata sopra di lui, baciò il suo petto per poi tornare sulle sue labbra. Le sorrise
-Mi piace il tuo programma...
Kyra si mise seduta a cavalcioni sopra di lui, Robert stava già pregustando l’attimo che sarebbe seguito da li a qualche secondo quando la sentì sollevarsi sulle sue gambe chiuse gli occhi assaporando quegli attimi di attesa. Kyra gli diede un bacio sulla punta del naso, Robert aprì gli occhi e la vide con un piede già fuori dal letto poggiata sulle sue braccia lo stava scavalcando con l’altra gamba per scendere dal letto.
-Doccia, colazione e passeggiata...
Robert si poggiò sui gomiti tirandosi sù per guardarla,lei aprì la tenda prima di entrare in bagno di schiena camminando sulle punte
-Mi farai impazzire!
Disse lanciandole un cuscino che le sfiorò le cosce, mentre lui sì lasciò ricadere sul letto cercando di pensare a qualsiasi cosa che potesse riuscire a distrarlo dall’idea che si era fatto, Kyra apparve sulla porta del bagno mentre l’acqua nella doccia stava già scorrendo
-Robert...
Sì voltò a guardarla poggiando la testa sul suo avambraccio e la guardò imbronciato sperando di convincerla a cambiare programma
-Non sei stato niente male come supereroe... ma ora prepara il caffè!
-Ti ho mai detto che ti odio?!?
Kyra rise e lui non resistette a quella risata contagiosa, ma si coprì il viso con l’altro cuscino per non farsi sentire da lei. Kyra entrò nella doccia ed iniziò a canticchiare. Mentre si alzava e recuperava i boxer Robert aggiunse sottovoce
-Ti ho mai detto che mi sono innamorato di te? ...no... e forse dovrei.
Sì mise al lavoro e preparò il caffè attese che fosse pronto guardando fuori dalla finestra, sorseggiando del succo d’arancia e continuò a pensare a quella domanda... ed a cosa avrebbe risposto lei se avesse sentito la sua affermazione... ebbe paura che potesse dirgli che quello che sentiva era prematuro, che non era il caso di complicarsi la vita, che le loro vite erano troppo distanti e differenti per poter coesistere... in più a perorare tutti quei pensieri c’era il suo imminente viaggio a Miami per girare quello spot che l’avrebbe tenuto fuori L.A. fino a venerdi... Kyra lo raggiunse gli carezzò le spalle e gli diede un piccolo bacio sulla schiena abbracciandolo
-Il caffè è quasi pronto...
-Allora dovresti farti la doccia anche tu, così poi lo beviamo insieme...
Annuì dandole un piccolo bacio mentre lei prese il bicchiere dalla sua mano e ne bevve un sorso. Robert si diresse verso il bagno, una doccia calda era quello che gli ci voleva per togliersi dalla mente tutti quei pensieri.
Kyra si vestì con qualcosa di comodo e preparò la colazione, non sapeva come era solito fare colazione così preparò un po’ di tutto una porzione di pancakes, uova strapazzate, frutta fresca, spremuta d’arancia, bacon, stava mettendo in tavola il pane tostato quando Robert riapparve con indosso una t-shirt a maniche lunghe ed un paio di jeans, lo sguardo perplesso
-Aspettiamo qualcuno per colazione?
Uhm no. E’ che non so’ cosa ti piace mangiare per colazione... è la prima volta che la facciamo insieme...
Sì avvicinò e le mise le mani sui fianchi avvicinandola per baciarla
-Sei davvero molto dolce... grazie! è tutto... perfetto...
-Bene mettiti comodo prendo il caffè
Robert si mise a sedere su uno degli sgabelli di fronte alla cucina, la guardò muoversi tra i fornelli ma questa mattina sembrava diversa da quella sera che cucinarono insieme... o forse era lui che la guardava con occhi diversi...
-Quindi doccia, colazione... e per la passeggiata? cosa avevi in mente?
-Vorrei che mi mostrassi qualcosa del tuo mondo... di come lo vedi tu, di come lo vivi tu... e nel tardo pomeriggio io ti mostrerò un riepilogo di “Kyra”... se ti va...
Il sorriso di Robert si aprì come un raggio di sole che buca le nubi
-Certo che mi va! E’ un idea bellissima! Ma il mio mondo lo sai, significa paparazzi, gente urlante...non è facile da sopportare per chi non vive in quel mondo... da fastidio a me che ci convivo da non so quanto tempo...
Kyra abbassò lo sguardò sulle sue uova strapazzate mentre le spostava con la forchetta, facendo un piccolo sorriso
-Se continuerò ad avere a che fare con te... credo che dovrei vedere anche il Robert pubblico...
Robert continuò a bere il suo caffè cercando di non far notare quanto quell’affermazione gli fosse piaciuta anche se lui avrebbe usato parole come “stare con te” …si accontentò, era disposta a conoscere quel lato di lui e per una che non amava le complicazioni era davvero molto...
-Giusto! il tour Downey’s World inizia tra 15 minuti ti conviene finire in fretta se non vuoi perdere lo spettacolo
Robert prese il telefono che stava suonando in camera da letto, Kyra lo sentiva parlare di riprese, orari, appuntamenti, lavoro... sparecchiò la tavola e si lavò i denti, quando lui ebbe finito la chiamata lei era pronta. Robert andò in bagno a sistemarsi prima di uscire, e lei ne approfittò per ricontrollarsi allo specchio nell’armadio... ci sarebbero stati paparazzi? forse... se la dovevano fotografare che almeno fosse presentabile, raccolse i capelli in una coda alta e si infilò le scarpe. Robert prese dalla sacca un paio di occhiali da sole e un cappello, uscirono di casa, la trattenne solo un secono all’interno del portone del palazzo, la prese per mano prima di uscire e le diede un bacio
-Pronta ad entrare nel mio mondo.
-Dove andiamo?
-Hollywood...ovviamente!
Le sorrise e mise in moto l’auto iniziando a raccontarle la storia della sua vita, partendo dai suoi genitori che da sempre lo fecero crescere in quel mondo di pazzi... raccontandole degli aneddoti che la fecero ridere fino alle lacrime, Kyra gli poneva delle domande quando non riusciva a comprendere quelle stravaganze e Robert era entusiata di aprirsi con lei e renderla partecipe.
-Ma quando ci sono i paparazzi che fai?
-Se mi va saluto sennò vado dritto per la mia strada senza dargli retta...
-E se oggi ci vedono? che facciamo?
-Direi di cercar di essere più naturali possibili, se dimostriamo di non essere infastiditi dalla loro presenza, diventa meno interessante... E poi, meglio che ti abitui, loro ci sono sempre o quasi...
Kyra non sembrava affatto disturbata da quell’eventualità, non era una che dava importanza a quelle cose, non riusciva a capire nemmeno come potessero esistere riviste specializzate sulla vita dei vip...
Lasciarono l’auto in una via laterale e la percorsero fino ad arrivare sulla Walk of Fame, c’erano parecchi turisti che giravano guardando più a terra le stelle che la gente attorno a loro, tanto e vero che Kyra era sorpresa che nessuno lo vedesse e lo riconoscesse, Robert non le lasciò mai la mano, la teneva intrecciata alla sua, a volte l’abbracciava, e, sopra la sua stella la baciò raccontandole che quella giornata fu un dei momenti più emozionanti che avesse mai vissuto, una rivincita su tutto e tutti, entrarono nel museo delle cere di Madame Tussauds che Kyra non aveva mai visitato, passeggiarono finchè i piedi di Kyra urlarono pietà e finirono per salire su un bus per turisti che portava agli studios, Robert fece una telefonata appena arrivati al cancello e contemporaneamente il telefono della guardia squillò, Robert sorrise e prese i pass che l’addetto si affrettò dare loro, passeggiarono tra quei giardini, per poi finire nelle zone riservate dove si giravano film, telefilm, e programmi tv. Un uomo sui quarant’anni si avvicinò a loro salutando Robert in modo molto affettuoso, Kyra scoprì da li a poco che era il marito della sorella, anche loro parte di quel mondo. Visitarono alcuni studios storici poi presero al volo una navetta per i dipendenti e scesero all’entrata. All’uscita decisero di prendere un taxi per farsi riportare in centro e recuperare l’auto, durante il ritorno sulla Walk of Fame Robert si fece coraggio
-Potresti anche venire a vedermi lavorare...
-Dici sul serio?
-Sì certo... Mi farebbe molto piacere se tu mi accompagnassi qualche volta...
-Certo perchè no... piacerebbe anche me vederti all’opera!
-Miami.
-Come scusa?
-Da domani a venerdi sarò a Miami per un lavoro... potresti...
Kyra si fece scura in volto...
-Magari ti accompagno un altra volta ok? Miami è... preferirei non tornarci... scusami.
Robert annuì con un piccolo sorriso sulle labbra. Cosa era successo a Miami da averla segnata così profondamente?

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Kyra guardava fuori dal finestrino, Robert non sapeva ancora bene cosa, ma qualcosa si era spezzato, era dispiaciuto di averle riportato alla mente qualcosa che evidentemente la faceva soffrire ancora, avrebbe cercato di non pressarla su quell’argomento, glie ne avrebbe parlato quando si fosse sentita pronta, ne era sicuro...
Come poteva raccontargli ciò che era successo? Ne aveva parlato solo con il suo gruppo di ascolto ed ancora si sentiva straziare ogni volta che ripensava a quelle immagini che aveva potuto vedere solo tramite internet, erano parte della sua vita, e lei stessa solo per sua colpa le aveva vissute come una spettatrice durante una replica... Robert era sicuramente una persona degna di rispetto, sapeva che non l’avrebbe giudicata, sapeva che aveva avuto un passato difficile che non aveva mai rinnegato, eppure, il timore del suo giudizio la stava condizionando...
Arrivarono nella strada dove avevano parcheggiato l’auto, Robert l’abbracciò molto dolcemente, lui sentiva che stava soffrendo sotto l’effetto di quei ricordi che teneva chiusi in un angolo del suo cuore
-Mi dispiace, non volevo...
Robert sussurrò quelle poche parole al suo orecchio prima di darle un piccolo bacio sulle labbra
Poi pensò che doveva farla reagire
-Ora andiamo, dobbiamo fare shopping!
-Shopping? Cosa ti serve?
-A me? nulla! ma a casa tua manca qualcosa di FONDAMENTALE!
Kyra lo guardò stranita mentre lui tranquillo le apriva lo sportello per farla salire in auto, capì che non le avrebbe detto nulla in proposito così salì alzando gli occhi al cielo
-A casa mia non manca nulla!
Ma nemmeno quella frase riuscì ad ottenere un commento da parte sua che le facesse capire cosa aveva in mente di comprare.
Si avviarono, al primo semaforo rosso Robert digitò un messaggio sul suo telefono con un sorriso appena accennato sulle labbra, e così fece al secondo e al terzo, Kyra lo osservava e non riusciva a capire
-Ecco... ora andiamo a fare un po’ di spesa... stasera cucino per te...
-Cosa? tu cucini?
-Ah quante cose non sai ancora di me...
Disse gongolando mentre parcheggiava l’auto in un piccolo centro commerciale.
Presero un carrello e iniziarono il giro alla ricerca degli ingredienti, d’un tratto Robert le cedette il carrello e prese un cestino con le rotelle sotto lo sguardo curioso di Kyra
-Fai la spesa, ci vediamo alla cassa diciamo tra 15 minuti ok?
Non fece in tempo a rispondere che lui si stava già allontandando, Kyra sorrise, alzò le spalle pensando, che a quel punto le conveniva approfittare, fare la spesa visto che non sarebbe uscita molto in quei giorni, iniziò a recuperare ciò che le poteva servire.
Robert si allontanò da Kyra, quando fu certo di essere fuori dalla sua visuale tagliò per alcuni corridoi, fino a trovarsi di fronte al commesso che lo attendeva, firmarmò un foglio, gli passò la carta di credito
-Grazie per l’acquisto Mr. Downey, tra un ora sarà tutto in consegna.
Salutò dirigendosi verso i reparti alimentari, aveva poco tempo, doveva fare in fretta, e il suo cestino era ancora vuoto, sapeva cosa cercare e in pochi minuti si ritrovò nel reparto degli alcolici per acquistare una bottiglia di vino rosso, controllò i suoi acquisti prima di dirigersi alle casse, aveva tutto poteva andare.
Trovò la prima cassa libera e pagò in fretta restando li in attesa di Kyra sapendo cosa sarebbe successo da li a poco, ma accettando con un sorriso ciò che sarebbe venuto.
Kyra uscì da una corsia trovandosi di fronte alle casse, cercò con lo sguardo Robert, non lo vide ma in compenso sentì una piccolo gruppo di persone urlare e concentrarsi in un punto appena fuori dalle casse, capì cosa aveva scatenato quell’assemblamento quando sentì una voce di donna più stridula delle altre chiamare “Robert!” sì avvicinò a quella cassa e cercò di guardare tra la folla mentre metteva la sua spesa sul rullo, la cassiera sorrideva e faceva più attenzione all’uomo che a lei
-Ha visto? che spettacolo! una non si aspetterebbe mai di poter incontrare un divo del cinema così...è... è bellissimo...
-Già...
Rispose Kyra notando che la commessa non le stava nemmeno facendo il conto... finì di mettere la spesa sul rullo poi cercò di attirare la sua attenzione spostandosi dove la sua spesa imbustata doveva già essere pronta
-Quanto le devo?
La commessa rinvenne dal torpore in cui era caduta osservando Robert e passò in fretta tutti i prodotti, mentre la piccola folla si avvicinava a loro, evidentemente sperava di poterlo vedere meglio magari farsi una foto con lui e lei con la sua spesa era un ostacolo a quel suo sogno...
-”Signore vi prego... un minuto e sarò di nuovo da voi”
Così Robert riuscì ad uscire dalla folla, sorrise vedendo Kyra che lo guardava ridendo, si avvicinò alla sua cassa e le diede un bacio sulla guancia
-E questo è niente...
La guardò negli occhi e scoppiarono a ridere entrambi, Robert vide con la coda dell’occhio la commessa che era rimasta a bocca aperta, guardò il totale sul display della cassa, lasciò una banconota da 100 dollari sul piattino e tirò lo scontrino, non attese il resto e guardando Kyra aggiunse
-Ecco perchè scelgo sempre cassieri maschi...
la prese per la vita e spingendo il carrello si avvicinò alla piccola folla di casalinghe e commesse che si era radunata a qualche passo da loro
-Devo... perdonami...
-No vai è divertente, prese un sacchetto di pop corn dalla spesa e si mise seduta su una panchina ad osservarlo come fosse al cinema, mentre distribuiva gratuitamente sorrisi e autografi, finchè una ventina di minuti dopo si ricordò della consegna e si congedò da loro raggiungendo Kyra che lo guardava e stava per scoppiare a ridere
-Ti prego non infierire...
Le disse mentre si avviavano verso l’uscita, lei sorrise cercò nella borsa un foglio e una penna
-Ti prego... anche io...
Robert la guardò per capire se faceva sul serio o se si stava prendendo gioco di lui, lo guardava con gli occhioni più dolci che le avesse mai visto fare e dopo un sospiro scarabocchò su quel foglio e glie lo rese. Kyra non lo guardò lo mise in borsa, arrivarono all’auto, Robert mise la spesa nel bagagliaio e Kyra gli si avvicinò si appoggiò con le spalle al suo petto mettendo il suo viso accanto al suo, poi alzò il telefono che teneva in mano e scattò una foto. Sì appoggiò all’auto a guardarla mentre lui chiudeva il portellone e la vide sorridere e saltellare affianco all’auto
-Che c’è??? Ho una foto con Robert Downey Jr... lasciami festeggiare!
Quella tristezza che aveva visto qualche ora prima si era ridimensionata e le consentiva di ridere e scherzare, Robert sorrise e la invitò a salire in auto.
Il telefono di Kyra suonò
-Kelly, ciao! Sì va meglio, grazie. Lui? è qui...
Robert strabuzzò gli occhi! Aveva parlato di lui con qualcuno? Chi era Kelly?
“-Sono qui?”
Kyra sorrise
-Come venerdì non ci sarai?
“-Perchè non ci sarà?”
-Ah... capisco, certo... Spero si rimetta presto...
“-Lo speriamo tutti...”
-Certo, potrei venire a prenderlo... Resta un secondo il linea Kelly
“-Prendere chi?”
-Mi accompagni in un posto? devo prendere un dvd...
-Solo se mi presenti Kelly.
Gli diede una piccola spinta e lui rise di gusto.
-Kelly? siamo di strada, passiamo da te a prenderlo ora ok? a dopo.
Robert la guardava in attesa di avere indicazioni su che direzione prendere, erano sulla strada che li avrebbe portati a Venice, accostò prima di prendere la strada sbagliata...
-Pare che oggi conoscerai Kelly, Fai inversione e tra quattro isolati gira a destra.
Robert eseguì gli ordini e dopo qualche minuto furono davanti a un edificio basso con una grande porta specchiata. Scesero dall’auto Robert riconobbe subito quel tipo di struttura, era un centro di ascolto per il recupero da varie dipendenze, e Kelly gli andò incontro appena varcarono la porta, Kyra fece le presentazioni e Kelly fu molto cordiale come sempre, le passò il dvd e spiegò nei dettagli il perchè della sua partenza per San Diego così senza preavviso, il padre si era sentito poco bene e Kelly era l’unica che poteva dargli assistenza così sarebbe partita immediatamente. Non la trattennero oltre e si salutarono. Tornarono in auto diretti verso casa
-Che c’è in quel dvd?
Kyra lo guardò e poi guardò il dvd
-C’è Kyra...

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert si chiese se questo dvd avesse a che fare con Miami visto che il suo sguardo un po’ s’incupì. Se Kyra aveva frequentato quel posto forse aveva cercato di superare con il loro aiuto i suoi problemi, o Kelly era solo un amica? Arrivarono sotto casa Robert fece un cennò a un ragazzo che attendeva con una valigia di attrezzi mentre altri due stavano scaricando un furgone
-Lì conosci?
Robert sorrise
-Sì... sono i miei acquisti...
Kyra prese l’ultimo sacchetto del supermarket che robert aveva lasciato nel bagagliaio e lo guardò ancora sempre più perplessa
-Robert.. ma...
-In questi giorni in cui sarò fuori città devi studiare... non rovinarmi la sorpresa... che ne dici di andare a farti un bel bagno rilassante mentre io mi occupo di tutto?
Salirono in casa, Kyra lasciò tutta la spesa in cucina, Robert la baciò e la guardò con quello sguardo da cucciolo indifeso, Kyra cedette, si lasciò accompagnare in bagno mentre lui le teneva le mani sulle spalle seguendola
-Promettimi di non venire in soggiorno finchè non sarò io a chiamarti...
-Ok... ma dimmi che stai combinando!
-Voglio solo essere con te anche mentre non ci sono...
-Mi stai facendo installare una tua gigantografia grande come tutta la parete del soggiorno?
Robert rise
-Quasi... ma questa idea la conserverò per natale!
Kyra alzò gli occhi al cielo sbuffando
-Non distruggermi casa!
Entrò in bagno, aprì l’acqua della vasca e iniziò spogliandosi la maglia e accendendo il riproduttore mp3 del cellulare, Robert era lì sulla porta e la guardava, era tormentato dal desiderio che provava nei confronti di quella donna.
-Meglio che chiuda questa porta o non riuscirò ad andarmene...
Kyra rise guardandolo stropicciarsi il viso e chiudere la porta.
Mentre i ragazzi portavano via gli imballi lui sistemò la spesa, si ritrovò per le mani quel dvd di Kyra, e lo poggiò sulla penisola. Preparò il caffè e mentre i ragazzi si preparavano per bucare la parete per montare i supporti ne prese due tazze e le portò a Kyra che era immersa nell’acqua fumante, appena chiuse la porta sentì che il trapano si sentiva nonostante la musica alta, sorrise
-Non posso chiedere nulla immagino...
Le porse la tazza e si mise seduto a terra
-Quando parti?
-Domani mattina...
-Mi mancherai... o forse no, dipenderà cosa troverò di là...
Robert rise
-Al più tardi venerdì sarò di nuovo qui...
-Venerdì sera lavorerò...
-Bene! vorrà dire che sabato faremo qualcosa di speciale insieme...
Robert si alzò, le diede un bacio sulla fronte ed uscì dal bagno sentendo che i rumori erano terminati, Kyra finì il caffè e si rilassò ancora un po’ finchè non sentì Robert salutare, dovevano aver finito, sì alzò e prese il telo per asciugarsi, recuperò i pantaloni della tuta, una maglia a maniche lunghe ed un paio di calzettoni. Aprì la porta del bagno e le venne un infarto Robert era proprio fuori dalla porta, era andato a dirle che ora poteva vedere
-Oddio mi hai spaventata!
-Chiudi gli occhi e seguimi
Kyra si aggrappò al braccio di Robert mentre lui avanzava, dalla stanza non proveniva alcun rumore la fece fermare
-Sei pronta?
-Temo di no...
-Ora puoi aprire gli occhi...
-Ma che diavolo...
-Bello vero? ma non è tutto... questi sono la parte migliore...
Le passò una decina di dvd, appena li passò vide che erano suoi film...
-Ma sei tu? Li posso vedere?
Kyra si illuminò più per quei dvd che per il televisore gigantesco con l’impianto home theatre che aveva fatto montare in quella stanza, era proprio da lei... Robert sorrise
-Devi vederli, voglio sapere che ne pensi...
Lo abbracciò forte
-Grazie! li guarderò tutti! ora ne dobbiamo metterne uno!
Robert nascose il viso dietro la mano, come se si vergognasse e si mise a sedere sul divano mentre Kyra appoggiava tutti i dvd sulla penisola
-Quale guardiamo? qual’è il tuo preferito?
-Potremmo guardare la tv!
-No no ora voglio vederti all’opera...
-...Ripensandoci non è stata una buona idea farti questo regalo...
-Invece io penso che non potevi farmi un regalo più bello...
Kyra cambiò tono di voce mentre guardava le copertine dei dvd, Robert lo notò, e la guardò avvicinarsi verso di lui.
-Ma prima, se ti va, vorrei che tu guardassi questo con me
Gli porse il dvd che le aveva dato Kelly, Robert lo prese, lo guardò e guardò Kyra
-Sei sicura? Non devi sentirti in obbligo...
-Per me è difficile condividere il mio passato perchè non l’ho mai condiviso. Non saprei nemmeno da che parte iniziare per aiutarmi Kelly ha raccolto... la mia storia... e ora, mi farebbe piacere condividerlo con te.
Robert la baciò
-Sono davvero felice che tu voglia condividere questa parte della tua vita con me... ne sarei onorato davvero onorato.
Kyra lo baciò e Robert si alzò a mettere il dvd nel lettore.

Questo capitolo è corto perché ho preferito creare e inserire il video... Il racconto sarebbe stato troppo lungo e pesante...

http://youtu.be/ma-VnM5KhEE

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert rimase senza parole, lo fece ripartire e lo guardò una seconda volta, si mise le mani sulla bocca, i suoi occhi erano lucidi preso dalle emozioni che quelle immagini gli avevano scatenato dentro... era sconvolto dalle immagini che aveva appena visto, la guardò aveva gli occhi lucidi e temeva il suo giudizio, ma come avrebbe potuto giudicarla? la sofferenza che si stava portando dentro doveva essere insopportabile...
-E’ questo quello che ti stai portando dentro? Tesoro, vieni qui fatti abbracciare!
Appena sentì il calore di quelle braccia avvolgerla si sentì sciogliere il cuore
-Non giudicarmi...
Robert la guardò cercando i suoi occhi che guardavano il pavimento
-Come potrei giudicarti? Non è facile convivere con un passato come questo, non posso dirti che tutto tornerà come prima o meglio di prima perchè mentirei... e una persona speciale mi ha insegnato che mentire non è la soluzione ai problemi. E’ una realtà che ti accompagnerà per sempre e l’unica cosa che tu puoi fare è assolverti da quelle colpe, perchè anche continuando a colpevolizzarti non riuscirai a cambiare le cose... puoi cambiare solo il tuo futuro, e sicuramente hai già compiuto un percorso importante verso quell’assolvimento.
-Sono stata io a fare tutto... capisci? La mia bambina non ce l’ha fatta perchè ero ubriaca e stavo guidando... e non ho potuto dirle nemmeno addio perchè ero in coma... quando mi sono svegliata 3 mesi dopo la mia pancia non c’era più, mio marito nemmeno, mio padre aveva firmato per delega il divorzio, un miracolo dicevano, ma io avrei preferito non svegliarmi... Ho rovinato le vite di molte persone... e ho ucciso quel piccolo angelo... non potrò mai assolvermi...
-Forse ho usato la parola sbagliata... assolvimento non è la parola più corretta, ma voglio dire che sei una persona diversa ora... più forte, e questo ti aiuterà a sopportare tutto questo dolore ed andare avanti...
-Sì scusami, non ce l’ho con te, il mio era uno sfogo più contro me stessa... Grazie per aver accettato e condiviso questo con me.
-Non dirlo nemmeno per scherzo, sono io a doverti ringraziare di avermi ritenuto degno di conoscere questa parte di te tanto intima... io per te ci sarò sempre... e se sentirai il bisogno di parlarne io ci sarò...
Kyra annuì, Robert la strinse forte a se e le carezzò la testa e la spalla mentre lei si lasciò andare appoggiandosi totalmente sul suo petto.
Restarono così un tempo indefinito, di tanto in tanto Robert le baciava la testa, la fronte ma non aggiunse altre parole... pensò che Kyra aveva bisogno di sapere che lui c’era, e che quello evidentemente le bastava, e lui sarebbe rimasto così anche tutta la notte se lei avesse voluto.
Kira si asciugò il viso da una lacrima, e si sollevò
-Non mi avevi promesso una cena?
Chiese abbozzando un piccolo sorriso, Robert le sorrise, alzandosi dal divano
-In verità mia cara... la cena è già in forno... e forse se sei fortunata potrebbe anche essere pronta....
Kyra si sorprese, pensò fosse uno scherzo, ma appena aprì il forno la stanza fu invasa da un buonissimo profumo di pollo... sentì il suo stomaco reclamarlo, si alzò e lo raggiunse in cucina, prese i piatti mentre lui la convinse a mettersi seduta ed attendere. Kyra dovete cedere e si mise seduta, l’unica cosa che le concesse fu riporre tutti i dvd liberando il piano. Robert mise in tavola i piatti e due bicchieri di vino rosso ed uscì dalla cucina mettendosi a sedere affianco a lei con ancora un canovaccio da cucina appoggiato sulla spalla, sembrava un vero uomo di casa in quel momento.
-Spero che ti piaccia...
-Dove hai imparato a cucinare il pollo così? Ha un profumo meraviglioso...
-Questa è una ricetta segreta... ma forse un giorno potrei decidere di svelarti l’ingrediente segreto...
Kyra finì la sua porzione prima di Robert che spesso si incantava a guardarla, mentre chiacchieravano lei allungava la forchetta verso il suo piatto e infilzava delle patate infilandosele in bocca sotto lo sguardo basito di Robert
-Che c’è? ti aiuto a finire... abbiamo un film da guardare!
Robert sorrise e la guardò mentre prendeva i piatti ormai vuoti e li riponeva nel lavabo in cucina, Kyra aprì il frigorifero, prese un baratolo di gelato
-Ti va del gelato?
-No sono apposto così.
-Sicuro? questo gelato è buonissimo... dovresti assaggiarlo..
Kyra ne fece una pallina e la mise in una piccola ciotola, tornò affianco a lui tenendo il cucchiaino in bocca, Robert l’avvicinò prima che si mettesse a sedere sullo sgabello
-Forse hai ragione dovrei assagiarlo
le tolse il cucchiaino di bocca e Kyra gli avvicinò la ciotola ma Robert preferiva assaggiarlo attraverso di lei, si allungò e la baciò.
-Uhmmm davvero delizioso...
Le rese il cucchiaino e si alzò per evitare che il desiderio di lei prendesse il sopravvento, recuperando un dvd le mostrò la custodia mentre inseriva il dvd nel lettore, le labbra di Kyra si aprirono in un grande sorriso
-Il mio supereroe!!!
Kyra raggiunse Robert sul divano prima ancora che lui selezionasse inizio film, aveva spento tutte le luci ed erano illuminati solo dalle immagini della televisione, Kyra corse il camera e tornò con una coperta leggera, si accoccolò vicino a Robert che la avvolse con il suo braccio lasciandole la sua spalla come cuscino. Robert non guardò molto il film, restava incantato a guardare il viso di Kyra rapita da quel film, quando finì il film Robert spense il televisore
-Ma io voglio vedere anche il due...
-Non stasera...
La prese in braccio e la portò in camera da letto, la stava per adagiare sul letto quando Kyra gli indicò il bagno così Robert la lasciò sulla porta del bagno e lui tornò nell’altra stanza a chiudere le tende, preparò la sua borsa all’entrata in modo da non svegliare Kyra l’indomani mattina, ripose il telefono e le chiavi dell’auto sulla penisola e quando tornò in camera Kyra si stava lavando i denti, si occupò delle tende della stanza e la raggiunse in bagno, lei gli cedette il posto tornando in cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Le venne un idea e mentre Robert era in bagno la mise in pratica. Sì infilò nel letto ed attese che Robert finisse in bagno. Lo vide apparire sulla porta del bagno con i soli boxer, sentì il calore della sua pelle quando si sdraiò affianco a lei.
-Domani mattina mi chiami quando te ne vai?
-No, preferisco tu dorma, uscirò molto presto...
-Ma io voglio salutarti...
-Puoi sempre salutarmi ora...
Le disse con la voce più sexy che avesse mai sentito
-Ma tu devi riposare, domani devi essere perfetto...
-Sono o non sono un supereroe?
Le chiese trascinandola sopra di se, Kyra lo baciò
-Uhmm sì sei il mio supereroe!
Si lasciarono travolgere dalla passione e si amarono donandosi fino ad addormentarsi dopo esser stati travolti da quel piacere intenso e sublime.
La notte passò in fretta, Robert aprì gli occhi al primo bip dell’orologio e lo spense immediatamente, Kyra non si era accorta di nulla, recuperò i suoi vestiti in bagno e si vestì in fretta, si lavo il viso e andò a recuperare il telefono e le chiavi. Trovò un post-it attaccato alle chiavi “Buon lavoro Bob, cerca di tornare presto a casa.... ricordati che ti aspetto. p.s.:hai "una" chiave in più” Robert controllò e vide subito due chiavi con la copertura rossa una più grande e l'altra più piccola, un sorriso gli si stampò sulle labbra e non potè trattenersi dal tornare in camera sedersi sul letto e baciare quelle labbra, poi parlò sottovoce
-Ciao amore, grazie per le
 chiavi
-Uhmmm...
-Dormi ti chiamo dopo... Kyra?... ti amo...
-Uhmmm...Uhmmm...
Robert rise mentre usciva dalla stanza, avrebbe potuto dirle qualsiasi cosa che la risposta sarebbe sempre stata la stessa, stava proprio dormendo, ma fu felice di non averla svegliata nonostante il bacio e quella dichiarazione...

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Kyra sì svegliò e vide che Robert non c’era più al suo fianco, si alzò e si infilò nella doccia, aveva bisogno di svegliarsi da quel torpore, troppe poche ore di sonno. Varcando la porta del soggiorno si ritrovò di fronte a quella televisione “spaziale”, l’aveva dimenticato, sorrise guardando i dvd in fila sul mobile... aprì le tende e vide il cielo scuro che non preannunciava schiarite, una pioggia fitta picchettava contro i vetri, niente corsa. Fece colazione e si vestì, avrebbe fatto un salto al pub, aveva bisogno di distrarsi un po’, oggi non sarebbe riuscita a stare chiusa a casa. Prese il telefono dalla borsa e vide che Robert le aveva mandato un messaggio "buongiorno bell’addormentata ti sei svegliata? Io sono già al lavoro, ma quando ti svegli chiamami. Se non rispondo è perchè stiamo girando... Mi manchi" rispose "avresti dovuto svegliarmi...volevo il mio bacio del buongiorno! Non ti chiamo, non voglio disturbarti, ci sentiamo quando finisci. Niente corsa perchè piove... stasera vado al pub, vorrei riprendere il lavoro, stare a casa senza di te non ha senso... Un bacio" Il telefono iniziò a vibrare appena lo appoggiò sul piano della cucina.
-Già finito il lavoro?
-No, c’è una pausa. Il tuo bacio del buongiorno l’hai avuto stamane...anche se la tua risposta è stata un po’ misera...
-Cioè?
-Hai solamente emesso un suono tipo “uhmmm”
-Oddio che vergogna! nemmeno me lo ricordo! ti avevo detto di svegliarmi! e smettila di ridere!!!
-La prossima volta mi assicurerò che tu sia sveglia...
-Com’è andato il volo?
-Bene ma mi manchi...
-Sarà una lunga settimana...
-Già... temo proprio di sì. Oggi vai al lavoro? sei sicura? sai che i paparazzi potrebbero seguirti anche li vero?
-Sì... Non posso permettergli di annullare la mia vita...
-Mi fa piacere che la pensi così, perchè... anche ieri ci hanno scattato qualche foto...
-Ah...
Robert rimase in silenzio un attimo mentre le lasciava il tempo di elaborare, aveva paura che questo minasse la loro tranquillità
-Kyra tutto bene? ci sei ancora?
-Sì scusa, stavo infilandomi una maglia, come siamo venuti?
-Tu bellissima...
-Sì come no...
-Compra una copia e vedrai... Siamo in copertina...
-La comprerò...
Robert rise
-E tu come sei venuto?
-Bhè io sono Robert Downey Jr tesoro...
Risero entrambi
-Ma parliamo di cose serie, sei ancora svestita?
-Robert!
-Che c’è? mi manchi...
-E allora tu lavora in fretta e torna prima!
-Divertente, fosse possibile... Oh... Arrivo... Tesoro, devo lasciarti, ricominciano le riprese.
-Ah ok.. sì, un bacio
-Ti chiamo più tardi.
Riposò il telefono sul ripiano della postazione trucco, si guardò un ultima volta allo specchio per controllare il trucco e sorrise alla truccatrice che ritoccò le labbra e mento, le sorrise, si alzò appena tornò l’assistente. Aveva studiato la sua parte durante l’ultima settimana a casa e durante il viaggio ed ora forse per la prima volta si stava annoiando sul lavoro. Kyra era nella sua mente, non vedeva l’ora di finire quel lavoro, voleva tornare da lei e stringerla forte a se e stavolta riuscire a trovare il coraggio di dirle che l’amava.
Kyra decise di scendere e raggiungere il negozio all’angolo per prendere una copia di quella rivista e poi tornare a casa per fare colazione con calma. Si pettinò con cura raccogliendo i capelli, si mise un paio di jeans e una maglia a maniche lunghe, infilò una giacca e uscì. Notò subito il ragazzo con il super obbiettivo puntato su di lei, ma questa volta non si sentì nervosa, camminò lungo la strada avvicinandosi al punto in cui lui era appostato con la macchina e le venne da sorridergli. Era felice e non riusciva a tenere le labbra serrate in un espressione seria. Acquistò il giornale e due caffè, nel rientrare notò il ragazzo attento a far scorrere le immagini appena scattate sul display della macchina fotografica, bussò con le nocche delle dita contro il cristallo e lui dopo aver dato uno sguardo veloce abbassò il finestrino, lei gli sorrise e gli porse uno dei due caffè
-Vedi almeno di far pubblicare solo quelle belle!
Pensò “se non posso batterli meglio averli schierati dalla tua parte” e si avviò verso il portone notando il piccolo sorriso che si era aperto sul viso di quel ragazzo. Pensò che probabilmente quegli scatti gli servivano per vivere... Los Angeles dava molte possibilità ma chiedeva parecchio in termini economici... ed ora che aveva avuto modo di guardarlo da vicino si era resa conto che era davvero molto giovane.
Entrò in casa si tolse la giacca e si mise seduta sullo sgabello mentre beveva il caffè guardò la copertina, ritraeva lei e Robert mentre passeggiavano ma non riusciva a capire dove fossero, sentì stringersi lo stomaco quando l’occhio le cadde sull’ingrandimento delle loro mani intrecciate, pensò che quell’immagine era molto romantica e li rappresentava perfettamente. Fece scorrere le altre pagine fino a giungere all’articolo che parlava di loro, in realtà, non diceva molto se non che erano usciti allo scoperto e che passeggiavano nel centro di Los Angeles... gli scatti erano multipli e quindi era qualcuno che li aveva ripresi mentre camminavano e parlavano, ma Robert aveva ragione, erano davvero belli, nulla in quelle foto faceva apparire la loro storia una cosa torbida... si stupì di se stessa “una storia?” non aveva pensato a lei e a Robert in quei termini, ma non le dispiacque.
Finì il caffè e sentì vibrare il telefono lo recuperò, era un messaggio di Kelly rispose felice, se era tornata la situazione di suo padre doveva essersi ridimensionata , poi cedette alla tentazione di scrivere un messaggio a Robert ;) ora vado al lavoro a fare una ricognizione> prese la giacca ed uscì raggiungendo a passi veloci il pub, aveva pensato di andarci nel pomeriggio ma siccome Kelly sarebbe passata da lei non voleva avere altri impegni. Il locale era chiuso ma la macchina di Jess e di TJ parcheggiate all’esterno le fecero intuire che erano all’interno. Passò dal retrò e li trovò all’interno, seduti a parlare delle successive serate, appena la videro entrambi si alzarono per salutarla con un abbraccio. Jess fece un salto in cucina per preparare il pranzo a TJ e Kyra si mise seduta di fronte a TJ
-Allora, come stai?
-Bene... penso di tornare al lavoro.
-Sul serio? Hai risolto?
-Diciamo di sì anche se i paparazzi continuano a fotografarmi...
-E il divo?
Kyra abbassò lo sguardo, e sorrise
-Ci stai andando a letto? Oh cavolo vedrai che dirà Iv!
-E tu non dirle nulla!
TJ iniziò a ridere e immaginando cosa si sarebbe scatenato!
-Questa settimana abbiamo organizzato serate a tema e venerdì concerto. Magari più tardi dico a Susan di venire da te così ti aggiorna.
-Perfetto... ora ti saluto ma ci vediamo stasera.
Gli schioccò un bacio sulla guancia ed andò in cucina a salutare Jess, facendosi impacchettare due porzioni di torta, uscendo poi dal locale per rientrare a casa ed attendere Kelly.
Il fotografo era sempre piazzato in auto, lo vide ma non abbassò il finestrino per fotografarla, e di certo non le avrebbe fatto delle foto dal vetro annebbiato dalla pioggia, forse il caffè era servito... sorrise tra se e se. Salì nel suo appartamento ed accese la tv sul notiziario, guardò i dvd e pensò che forse nel pomeriggio avrebbe potuto concedersi un film prima di andare al lavoro. Non aveva voglia di cucinare, così prese un tramezzino e un bicchiere di latte, diede il primo morso e suonarono al citofono. Il pensiero andò subito a Kelly ma era piuttosto presto e benchè fosse una persona molto puntuale le parve strano. Premette il pulsante dell’interfono per assicurarsi non fosse qualche scocciatore
-Chi è?
-Susan.
-Ti apro sali pure.
Le aprì la porta e si infilò in cucina per riporre il tramezzino ed il bicchiere di latte in frigorifero. Non aveva una gran confidenza con Susan, era una delle ultime arrivate, nipote di Iv e TJ, e Kyra non la voleva certo mettere in imbarazzo facendosi trovare a tavola. Bussò alla porta semi aperta
-Entra pure
disse dalla cucina mentre chiudeva il frigorifero per poi tornare in corridoio ad accoglierla.
Stupore e disorientamento. Questo ciò che provò Kyra nel trovarsi di fronte Susan Downey, tanto da restare con un ciao uscito solo per metà dalle sue labbra
-Probabilmente non aspettavi me... posso entrare?
Chiese con un tono pacato abbassando il cappuccio del giubbotto che l’aveva protetta dalla pioggia e forse dagli sguardi indiscreti, Kyra riuscì solamente ad annuire flebilmente, non riusciva a capire cosa ci facesse lei in casa sua, anche se immaginava quale sarebbe stato l’argomento di conversazione, la seguì mentre avanzava e la vide soffermarsi con lo sguardo sul televisore e accennare un piccolo sorriso, come se, conoscendo Robert aveva già capito di chi fosse quell’idea che stonava con il minimalismo di quell’ambiente. Cosa avrebbe dovuto dirle? e poi Robert cosa le aveva detto? non ne avevano parlato. La osservò mentre lei si guardava attorno e Kyra chiudeva la porta d’entrata, grande osservatrice, aveva notato il cappellino di Robert appoggiato sulla mensola e lo stava fissando... aveva più o meno la sua età, ben vestita, ben truccata, carina, ma nulla di particolare, accanto a Robert sicuramente non avrebbe potuto brillare. Riacquistò l’uso della parola una volta raggiunta in salotto
-Prego si accomodi...
Le disse indicandole il divano. Susan lo guardò e tenendo le mani in tasca si mise a sedere
-La mia non è una visita di cortesia questo penso tu lo abbia già intuito, tu e mio marito vi state frequentando e questa cosa deve finire. Robert ha avuto dei problemi gravi in passato, e abbiamo dovuto lavorarci per molti anni per venirne fuori, ora, se c’è una cosa di cui non ha bisogno è uno scandalo. Questo è un capriccio lo capisci? Siamo in crisi da qualche mese e è una cosa passeggera, passerà e tu con lei. Mi dispiace debba essere io a dirtelo, ma Robert è fatto così, ama stare al centro dell’attenzione nella vita pubblica quanto in quella privata... Io non gli ho pututo dare attenzioni in questo periodo per via del lavoro che mi ha portata fuori città e lui ha fatto amicizia con te. ...Io non ce l’ho con te... chi non vorrebbe un occasione con lui?
Fece una pausa mentre si alzò dal divano, la guardò sorridendo ed aggiunse
-Sei solo un giocattolo, mi dispiace ma lui tornerà da me ed è meglio che tu lo sappia prima che ti possa fare troppo male... Ora scusami ma ho un aereo per Miami da prendere e sono già in ritardo...
Uscì dalla porta senza aggiungere altro, ma Kyra pensò che non ne aveva bisogno... aveva certo detto tutto ciò che voleva in quel lungo monologo.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Sì mise a sedere un attimo sul divano perchè si sentiva girare la testa a causa di quelle parole che continuavano a riproporsi nella sua mente. Il led del telefono lampeggiava, durante quel trambusto non si era nemmeno accorta che qualcuno aveva scritto o chiamato. Era un messaggio, pensò a Robert ma appena lo aprì vide che era di Kelly buttò il telefono sul divano affianco a se, non sapeva che fare, doveva chiamare Robert e raccontagli l’accaduto? era davvero solo un giocattolo? una distrazione? Quei pensieri uniti alla frase “ho un aereo per Miami da prendere” le rimbombavano nel cervello, non voleva permettere a quella situazione assurda di metterla in difficoltà, voleva solo parlare con Robert, forse, parlandone con lui avrebbe chiarito le cose. Se tra loro era stato tutto un gioco, una distrazione a questo punto voleva fosse lui a dirle quella verità... almeno quello glie lo doveva.
Prese il telefono e fece partire la chiamata, suonò un sacco di volte, a Miami erano le 4 del pomeriggio, era ancora al lavoro? quante ore si lavorava nel suo “settore”? Chiuse la chiamata e gli mandò un messaggio per paura di perdere la chiamata mise la suoneria al telefono, come avrebbe dovuto affrontare quella chiamata? Quali parole usare? -Sai è stata qui tua moglie e mi ha detto che sono solo il tuo nuovo giocattolo?- Non suonava molto bene... però se era quella la verità avrebbe certo preferito non girarci troppo attorno. Non era mai stata una persona molto diplomatica. Non riusciva a concentrarsi, era tutto così assurdo! quella visita, quel monologo... ma cosa stava succedendo alla sua vita?
Il telefono trillò, non c’era il numero visibile, fù tentata di non rispondere temendo qualche altra novità poco piacevole... poi, vista l’insistenza della chiamata rispose
-Sì...
-Ti sei già pentita di avermi dato le chiavi di casa e la rivuoi indietro?
-Robert?
-Scusa ma a quanti hai dato le chiavi di casa???
-Non c’è il numero...
-Oh sì ti sto chiamando dal set perchè il cellulare è scarico e ho lasciato il caricabatterie in hotel... sono riuscito solo a vedere il tuo messaggio poi si è spento..che succede?
-Ho bisogno di parlare con te... ma, ora puoi parlare? se stai lavorando possiamo sentirci dopo... io non voglio disturbarti...
-Kyra fermati un secondo... che succede? se ti ho chiamata è perchè abbiamo finito e sono in attesa dell’auto che mi porti in hotel e posso parlare liberamente. Non mi disturbi. Dimmi tutto.
Kyra fece un grande respiro, ora sì non sapeva cosa e come dirgli.. cercò di mantenere la calma nonostante si sentisse il cuore in gola batterle così forte da farle mancare il respiro...
-Robert, ami tua moglie?
Robert si sarebbe aspettato quasi qualsiasi domanda, ma non quella... era convinto che, il suo comportamento nei giorni passati con lei e le parole dette potevano farle capire che non l’amava, ma evidentemente non era così... e poi perchè quella domanda?
-Kyra, perchè mi fai questa domanda?
-Non si risponde a una domanda con un altra domanda, e ci stai mettendo troppo tempo per rispondere, significa che ci devi pensare e che hai dei grossi dubbi in proposito... che poi è anche normale, hai passato con tua moglie 10 anni della tua vita...
-Fermati un secondo, non ci sto mettendo tanto a rispondere alla tua domanda perchè ho dei dubbi, ma perchè... non mi aspettavo questo genere di domande da te... Abbiamo fatto l’amore... come puoi chiedermi se amo mia moglie?
-Perchè... potresti amarla nonostante tutto... io, bhè potrei non essere una persona importante nella tua vita...
-Kyra per favore... mi dici che è successo da quando ci siamo sentiti prima ad ora? cosa è cambiato?
-Robert io...non è cambiato niente e lo sai non voglio crearti alcun tipo di problema...
-Allora perchè non riesco a capire quello che vuoi dirmi?
Kyra si rese conto che stava peggiorando la situazione perchè non stava affrontando la cosa nel modo giusto... se voleva delle risposte avrebbe dovuto affrontare quella cosa a muso duro come era abituata a fare.
-Tua moglie... Susan è stata qui. Mi ha detto che sono il tuo passatempo del momento e che la vostra crisi passeggera passerà presto e che io sparirò... che avevi bisogno di attenzioni e ti sei trovato un gioco nuovo in attesa di lei...che tra l’altro ora sta venendo li a Miami...Io non so... se così fosse sarebbe la prima volta che non mi riesce inquadrare una persona...
-Kyra... io...non ho mai...
-No Robert, lasciami finire... Io vorrei solamente che tu fossi sincero con me, e se ti senti ancora legato a tua moglie, se la ami, se... bhè se è così ti chiedo solo di essere un uomo degno di quel nome e dirmi chiaramente come stanno le cose. Saremo sempre amici, ma non mi metterei mai tra te e lei se quello fosse ciò che desideri. Ti rispetto troppo per farti una cosa del genere...Ora sei la, lei ti sta raggiungendo e vorrà chiarire con te... Provaci, fai chiarezza dentro di te e quando sei sicuro di ciò che vuoi sai dove trovarmi... Non chiamarmi mentre lei è li. Ora devo andare, devo prepararmi per il lavoro e anche tu dovrai andare...
-Kyra mi dispiace tantissimo che tu sia stata vittima di questa situazione ma ti giuro io non ho mai pensato a te come un passatempo o un gioco... sei importante... e non voglio perderti, ma sicuramente ho sbagliato non raccontandoti di me e di lei, ma ti assicuro che non sto giocando. Ora torno in hotel e sistemo questa cosa. Sta tranquilla. Ok?
-Ci vediamo quando torni...ciao
Si fermò forse più per le lacrime che le rigavano il viso che per l’effettiva voglia di chiudere quella telefonata, ma non avrebbe mai voluto che lui la sentisse piangere...o peggio ancora sentisse il “ti amo” che le sue labbra pronunciarono inaspettatamente mentre le sue dita mettevano fine a quella telefonata. Era ovvio, si stava innamorando di lui, le aveva dato tanto in quei giorni, e se non era amore allora cos’era? Si alzò e guardò quella foto in copertina, sentì il nodo in gola ingrossarsi e far riempire i suoi occhi di lacrime, e se tutto fosse finito così come era iniziato? Mandò un messaggio a TJ per dirgli che sarebbe arrivata presto al pub e che avrebbe visto li Susan, buttò il telefono sul divano e decise di andare a farsi una doccia e si preparò per il lavoro, tacco alto gonna nera sopra il ginocchio e camicia bianca scollata ma non troppo, si truccò e fu fiera del suo lavoro quando vide che non sembrava che avesse pianto... si infilò l’impermeabile ed uscì, aveva bisogno del suo lavoro, di avere intorno tanta gente, musica, casino... qualsiasi cosa che l’avrebbe aiutata a non pensare, soprattutto all’incontro che da li a poco si sarebbe tenuto tra Robert e sua moglie. Il pub era vuoto, solo un ragazzo stava portando all’interno degli strumenti musicali mentre parlava al cellulare tramite un auricolare, la guardò ma Kyra andò oltre, Jess in cucina preparava i soliti tramezzini che chiedevano più spesso, andò nel retro e lasciò il suo impermeabile e raggiunse la sua postazione dietro al bancone principale, smistò la posta dalle fatture da pagare, accese il pc e controllò gli incassi delle serate in cui era mancata. Mandò un paio di email con degli ordini che erano rimasti in sospeso e quando alzò gli occhi e vide quel ragazzo seduto al bancone guardarla sorridendo rimase sorpresa, era così concentrata che non l’aveva visto sedersi.
-Tu sei Kyra vero?
Lei sorrise gentilmente cercando di capire dove l’aveva già visto, aveva un viso familiare... poi vide il pletro con cui giocherellava e si ricordò il ragazzo della band ingaggiata per le serate
-Sì. Sono io. Hai bisogno di qualcosa?
-Sei davvero molto carina.... aveva ragione! Posso?
Prese il cellulare che aveva posato sul bancone e le scattò una foto, Kyra iniziò ad infastidirsi, ma cercò di mascherarlo, probabilmente aveva familiarizzato con i ragazzi del locale e avevano parlato di lei...
-Scusa perchè mi hai fatto una foto?
-Perdonami me l’hanno chiesto e quando ti ho vista entrare ho capito il perchè... Non ci siamo nemmeno presentati... Mi chiamo Indio e la foto era per...
Il telefono iniziò a suonare e il ragazzo interruppe la conversazione per rispondere sorridendo facendole segno di attendere un secondo mentre rispondeva, Kyra restò lì in attesa... Non era solita ascoltare le conversazioni altrui ma il “ti è arrivata?” la mise in ansia. Anche quel ragazzo vendeva fotografie ai giornali? Certo non poteva mantenersi con quell’ingaggio... Decise che avrebbe atteso che finisse la chiamata e gli avrebbe chiesto gentilmente di cancellare quella fotografia. Si avvicinò al bancone sedendosi ancora, ridendo al telefono, infine le passò il telefono sorridendo
-Ti vuole salutare...
Accettò di sentire chi ci fosse dall’altro capo del telefono solo per intimare quella persona che avrebbe sporto denuncia per violazione della privacy sul luogo di lavoro se solo avesse visto quella fotografia pubblicata da qualche rivista. Accostò l’orecchio al telefono mentre chiedeva al ragazzo
-Chi è?
Ma lui non le rispose le fece cenno di ascoltare e così fece.
-Quella camicia è decisamente troppo scollata... non ti ho forse detto che sono geloso? e scommetto che la gonna non è da meno... non starai cercando di rimpiazzarmi... sono pur sempre il tuo supereroe...
-Robert! ma... come...
-Pare, che abbiate assunto mio figlio e il suo complesso qualche settimana fa...
Kyra guardò il ragazzo ed ora, riconobbe delle somiglianze, mentre Robert parlava
-Ero al telefono con lui prima mentre sei entrata nel pub, mi stava raccontando del lavoro e in quale locale suonava, quando ha detto che era appena entrata una donna molto bella e sexy... gli ho chiesto se eri tu... perdonami la foto è stata un idea mia, non sua...
Kyra sorrise...Il ragazzo si alzò e andò al palco a collegare i cavi agli strumenti lasciandole il telefono
-Non sapevo fosse tuo figlio...
-Non importa, lui non ama farsi pubblicità, l’avete assunto per quel che fa e non per chi è... è perfetto così...
Ci fu un piccolo silenzio che Kyra cercò di accorciare prendendo la parola. Odiava i silenzi imbarazzati al telefono.
-Finito il lavoro per oggi?
-Sì qui è sera... ora mi faccio una doccia, e esco a cena con gli altri...
Kyra pensò a Susan ma non disse nulla...
-Kyra... più tardi arriverà Susan.
-Lo sapevo...
-Mi ha mandato un messaggio...vuole parlare...
-Sapevo anche questo...
-Già... ti chiedo scusa da parte sua. è sbagliato quello che ha fatto...sono così arrabbiato...
-Non importa...
-Ma non è di questo che volevo parlare con te...
-E cosa volevi dirmi Downey?
-Tante cose, ma la più importante è che mi manchi e non vedo l’ora di tornare a casa e abbracciarti...
Kyra abbassò gli occhi e un piccolo sorriso si affacciò sulle sue labbra fù come se Robert l’avesse percepito
-Non ho intenzione di sparire quindi non contarci troppo...
-Non starai dimenticando qualcuno che sta attraversando il paese per venire a parlare con te?
Non gli diede il tempo di rispondere, Indio si era avvicinato al bancone e Kyra preferì troncare il discorso che a suo avviso in quel momento non avrebbe portato a nulla
-Hey ti passo tuo figlio ci sentiamo più tardi, o domani... buona serata
Indio sorrise mentre si portava il telefono all’orecchio Kyra non voleva ascoltare la loro conversazione così prese i menù ed andò tra i tavoli a disporli per poi raggiungere Jess che in cucina parlava con alcuni degli altri ragazzi che la salutarono entusiasti appena la videro. Si appoggiò al piano della cucina e prese un piatto per mangiare qualcosa li con loro, per quella sera avevano già quasi tutti i tavoli prenotati, sarebbe stata sicuramente una serata movimentata, proprio quelle che preferiva. Indio raggiunse i ragazzi in cucina e non si formalizzò si servì una porzione e prese posto tra i ragazzi iniziando a mangiare e chiacchierando con loro, ogni tanto la guardava e le sorrideva in modo speciale, Kyra mangiava in silenzio e fissava il suo piatto assorta nei suoi pensieri, quando finì ripose il piatto nella grande vasca del lavabo per poi tornare in sala, sentì che qualcuno dietro di lei stava tornando in sala era Indio che l’aveva raggiunta e la stava superando, Kyra gli sorrise e lui posandole la mano sul braccio si avvicinanò lievemente con la testa
-Ho dovuto promettere che quando chiudiamo ti accompagno a casa...
-Ma non è necessario... davvero...dovevi dirgli di no...
-Toglimi una curiosità, tu sei mai riuscita a dirgli di no?
E si allontanò sorridendo senza attendere la risposta come se la conoscesse già... quando si voltò verso di lei mentre accendeva l’impianto che diffondeva la musica in tutto il locale, sentendo una canzone remixata da Indio che iniziava con un pezzo di Conor Maynard “Hey Houston, penso che abbiamo un problema...ragazze, ragazze non posso dire di no... Houston abbiamo un problema” non potè fare altro che sorridergli...e raggiungere la sua postazione mentre i primi clienti varcavano la soglia pronti a gustarsi una serata con cena e musica. Kyra li accolse e la serata iniziò.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

La serata impegnò tutti, Kyra si sentì molto bene dopo quella serata di lavoro, ogni tanto nei momenti di calma si soffermava a guardare Indio, l’impegno che metteva in quello che faceva era notevole, ammise a se stessa che Robert aveva fatto davvero un ottimo lavoro, non era per nulla un figlio di papà come quelli che arrivavano spesso in tarda serata pretendendo che la cucina riaprisse solo perchè loro erano figli di... Ma anche Robert era così, una persona semplice, che nonostante il denaro e il successo non pretendeva e non amava farsi riconoscere... Quei pensieri la fecero sentire vagamente malinconica, gli mancava Robert, e la settimana era appena iniziata.
-Kyra prepara il conto del 12 e poi chiudiamo.
TJ restò seduto al bancone mentre faceva cenno ad una delle cameriere di avvicinarsi al bancone per portare il conto a quel tavolo.
Kyra ripose il conto e iniziò le procedure di chiusura della cassa, trascrisse i totali sui libri contabili e spense i pc, infine passò la busta con l’incasso a TJ che si avviò verso l’uscita per dirigersi alla cassa continua della banca di fronte per depositare quei contanti.
-Kyra vai a casa, chiude Jess.
Kyra annuì e salutò con un cenno della mano, mentre riponeva il pagamento dell’ultimo tavolo nella cassa. Si avviò per recuperare i suoi effetti e una volta pronta passò a salutare Jess che stava terminando le pulizie in cucina, ritornò alla sua postazione solo per abbassare le luci e lasciare accese solo quelle che poi sarebbero state spente da Jess all’ingresso prima di chiudere, trovò Indio con il suo giubbotto seduto al primo sgabello che l’attendeva mantenendo le sue promesse. Si scambiarono un sorriso ed uscirono insieme.
Aveva smesso di piovere, le strade erano ancora bagnate ma il cielo si stava liberando dalle nubi, le fece pensare che, con molta probabilità l’indomani mattina avrebbe potuto andare a correre.
-Davvero, guarda che non è necessario che tu mi scorti fino a casa... abito qui dietro...
-Mi fa piacere farlo, non preoccuparti. Quando torna potremmo anche uscire a cena tutti insieme, cioè, porto anche la mia fidanzata... se ti va...
-Certo, sarebbe... carino... ma... penso che forse dovremmo attendere che Robert rientri prima di fare programmi...
Il viso di Kyra si scurì pensando all’incontro che si era tenuto quella sera...Indio lo notò subito
-Sai, quando mio padre intraprende una strada, lo fa sempre e solo per amore...e nulla può riuscire a fargli cambiare idea...
Kyra sorrise pensando che era davvero molto gentile a spendere delle parole così belle solo per sollevarle l’umore...
-Ecco, siamo arrivati... io abito qui, hai tenuto fede al tuo impegno. Grazie di tutto.
-Buona notte Kyra.
Lo vide voltarsi e raggiungere a passi veloci la strada all’angolo ma rimase il in attesa finchè lei non entrò e chiuse il portone dietro di se. Salì le scale lentamente, appena entrò in casa si tolse le scarpe e si infilò in bagno e si fece una doccia. Si infilò una maglia e si mise seduta sul divano il suo unico pensiero era Robert, avrebbe voluto sapere cosa... o forse non lo voleva sapere... temeva di sentirsi dire che Susan era sempre sua moglie e che avrebbe messo in ordine la sua vita e la sua famiglia... Quell’idea le metteva tristezza e si sentì in colpa per non riuscire ad essere felice per lui.
Prese il telefono che era rimasto lì tra i cuscini, c’era un messaggio di Robert che le augurava buona notte "nonostante sia all’Hilton, in una suite piena di confort e vista sull’oceano in questo momento riuscirei ad addormentarmi solo avendoti qui al mio fianco...vorrei essere nel nostro letto, abbracciato a te... così riuscirei a dormire respirando il tuo profumo, buona notte ti chiamo domani" Robert aveva bisogno di lei quanto lei sentiva il bisogno di avere lui al suo fianco.
Compose il numero della società dei taxi attese la risposta dall’operatore, e chiese un taxi per l’aeroporto LAX, prima possibile, riattaccò e prese dei jeans dall’armadio, si infilò dei vestiti a strati, maglia maniche corte e felpa leggera, un paio di scarpe da ginnastica e preparò il passaporto e la carta di credito vicino al telefono sul piano della cucina. Spense le luci e scese le scale non appena sentì il taxi fermarsi sotto casa. Era ora di buttare le sue paure dietro le spalle.
Chiamò la linea diretta per le prenotazioni dei voli e si fece prenotare un posto sul primo volo per Miami, il volo delle 6.00... erano quasi le 4.30... avrebbe fatto in tempo ad arrivare in aeroporto e il volo sarebbe partito da li a poco. Quando le indicarono il suo posto si mise a sedere
-Tra quante ore arriveremo a Miami?
-Tra 5 ore saremo a Miami e saranno le 13,50 locali.
-Grazie.
Si appoggiò con la schiena sul sedile e cercò di rilassarsi senza riuscirci, stava per affrontare il suo passato e il suo futuro in una volta sola...
Prese il telefono e lo spense, chiuse gli occhi e riuscì a rilassarsi visualizzando nella sua mente il viso di Robert che le sorrideva, addormentandosi subito dopo il decollo. Si svegliò quando l’hostess diede le informazioni sull’imminente atterraggio a Miami “il cielo è sereno a terra, ci sono 26 gradi e una leggera brezza da est. Vi auguriamo un piacevole soggiorno e vi ringraziamo per aver volato con noi”
Decise di andare in bagno prima che iniziassero le manovre di discesa, si sciacquò in fretta il viso sistemandosi i capelli e tornò a sedersi al suo posto attendendo l’atterraggio accettò il caffè che le offrì l’hostess che ripassava con il carrello per l’ultimo giro prima dell’arrivo.
Si sentiva estremamente tesa, non sapeva cosa aspettarsi da quella giornata ma era pronta a viverla, per la prima volta da molto tempo stava affrontando qualcosa di grosso senza il supporto di nessuno solo per “amore”... Comunque sarebbe finita quella giornata aveva deciso che gli avrebbe detto quali erano i suoi sentimenti per poi essere pronta ad essere felice per lui qualsiasi fosse stata la sua decisione, era giusto così...
Scese dall’aereo e si ritrovò nel clima caldo che conosceva bene... attese il suo turno per prendere il taxi e salì
-Hilton Hotel Ocean Drive per favore.
Il tassista non rispose, le fece un cenno con il capo e si mise subito in moto, il traffico era sostenuto ma scorrevole per essere le due del pomeriggio, la città era come sempre bellissima, esattamente come la ricordava, abbassò il finestrino del taxi per respirare quell’aria che le era tanto famigliare. Giunta all’Hilton il portiere le aprì la portiera e vide una marea di ragazzine appostate dietro a delle transenne capì al volo che era l’hotel in cui stava alloggiando, e in quel momento si rese conto che, non avrebbe mai potuto presentarsi alla reception e chiedere di lui...se non avesse voluto fare la fine di quelle ragazzine dietro le transenne. Pagò il taxi e ringraziò il portiere, entrò nella hall e chiese una stanza, sorrise alla ragazza alla reception conversò con lei mentre la registrava
-Ci sono sempre quelle ragazzine urlanti?
-No signora, solo in questi giorni perchè ci sono alcuni attori che alloggiano qui...
-E rimangono appostate qui fuori tutto il tempo?
Chiese quasi sconvolta...
-No, ora conoscono più o meno gli orari e arrivano un paio d’ore prima...Lei quanti giorni pensa di fermarsi?
-Ancora non ho deciso, se non è un problema la avviso più tardi, prima devo parlare con una persona.
-Nessun problema.
-Sto aspettando una persona, aspetto lì su quel divano, puoi farmi la cortesia di farmi portare un caffè?
-Certo, si accomodi pure, glie lo faccio portare subito.
Le diede la sua chiave elettronica, la carta di credito e il suo documento.
Decise di sedersi sui divani della hall in attesa del rientro di Robert, prese il telefono e lo accese, nessun messaggio, pensò che forse era con sua moglie... l’idea la intristì un po’ ma poi pensò che poteva essere semplicemente ancora impegnato al lavoro...considerando che ore fossero a L.A. forse era normale che non l’avesse ancora chiamata...
Sorseggiò il suo caffè, e la sua attesa terminò dopo poco, sentì le voci delle ragazze urlare il nome di Robert e alcuni uomini in giacca e cravatta appostarsi appena fuori dalla porta come a voler sbarrare la strada, le urla non cessarono nemmeno quando Robert affiancato da un uomo molto possente entrò nella hall togliendosi gli occhiali da sole, le venne istintivo alzarsi in piedi ed andargli incontro mentre lui parlava di spalle con un altro uomo molto bello scherzando e ridendo, un uomo in giacca e cravatta si mise tra lei e Robert
-Non può passare miss.
-Lei non capisce, devo parlare con Robert...
Lui le sorrise come fosse una delle tante ragazzine la fuori... a Kyra non rimase che prendere il suo telefono fare cenno a quell’uomo di attendere un secondo e dopo qualche secondo il cellulare di Robert iniziò a trillare nella sua tasca
-Ma che bella sorpresa!
-Se tu dicessi ad uno dei tuoi armadi si spostarsi la sorpresa sarebbe stata migliore...
-Sei qui? dove sei?
Robert si guardò attorno cercandola mentre Kyra fece cenno all’uomo di voltarsi e guardare Robert...
-Mi sta cercando... posso?
Dopo aver guardato Robert con il cellulare in mano cercare con lo sguardo nella hall l’uomo si fece da parte e la lasciò passare ma Kyra rimase ferma in attesa che lui la vedesse
-Mi scusi signora, ma, faccio solamente il mio lavoro...
-Nessun problema...
Kyra spense il telefono
-Robert...
Lui finalmente la vide, chiuse il telefono e la guardò, il suo sorriso si aprì raggiungendola a passi veloci, l’abbracciò forse e le disse piano all’orecchio
-Che sorpresa meravigliosa! sono felice che tu sia qui!
-Anche io...mi mancavi. Dove possiamo parlare?
Robert la prese per mano
-Devi registrarti dammi i tuoi documenti...
-Veramente ho appena preso una camera...
Gli mostrò la chiave elettronica e lui la prese dirigendosi verso la reception
-Questa non ti serve.
-Salve, mi cancella questa prenotazione e resistra la signora nella mia suite per cortesia?
La ragazza la guardò e poi prese la chiave dalle mani di Robert
-Come desidera Mr. Downey.
Si congedò da tutti e la trascinò lungo il corridoio, salirono in ascensore e quando questo si aprì Robert aprì la porta della sua camera e la richiuse dietro di loro.
La baciò dolcemente tenendo il suo viso tra le mani, l’abbracciò forte, era davvero felice. Kyra sentendo le sue braccia avvolgerla e stringerla si sentì finalmente completa e appoggiò il suo viso sul suo petto, voleva parlare con lui prima che qualcuno potesse interromperli o che lui le dicesse del suo incontro con Susan.
-Robert volevo parlarti...
-Anche io...Vieni sediamoci fuori...
Kyra uscì sulla grande veranda convinta di essere seguita da Robert che invece la raggiunse dopo poco con due bicchieri di succo d’arancia in mano.
Sì sedetterò e Kyra per un istante si perse in quell’azzurro tanto diverso dal colore dell’oceano che vedeva a Los Angeles...
-Sei venuta qui... per me?
-Sì. Non potevo aspettare il tuo ritorno per parlarti...
-Anche io devo parlarti... ma non volevo farlo al telefono...
Kyra pensò che voleva dirle di Susan... ma non voleva che le dicesse ciò che voleva dirle prima che gli confessasse i suoi sentimenti, o non sarebbe più riuscita a dirgli nulla...
-Se non ti spiace prima vorrei dirti io...
Robert annuì e bevve un sorso di succo per poi posare il bicchiere sul tavolino li affianco.
-Robert, io... mi sono ritrovata a pensare a come ci siamo conosciuti, al tempo che abbiamo trascorso insieme, a tutto ciò che è stato e tutto ciò che nostro malgrado è successo... Non so se tutto questo doveva succedere o se forse sarebbe stato meglio per entrambi che non accadesse, ma, in tutta sincerità ci ho pensato e... non voglio perderti... qualunque cosa succeda... Qualche settimana fa non sapevo nemmeno chi fossi... ed ora... la mia testa, il mio cuore mi portano sempre a pensare a te a desiderare di sentirti vicino a me... ma questo sappiamo entrambi che non è giusto, forse è l’egoismo che mi ha portata fin qui, tu hai dei doveri da rispettare...Sei una persona splendida e lo è anche la tua famiglia... forse dovresti...
Abbassò il occhi per un istante, quelle parole faticavano ad uscire dalle sue labbra perchè le faceva paura, lo amava e nonostante fosse disposta ad accettare tutta la sofferenza che ne sarebbe potuta venire era in difficoltà, forse avrebbe dovuto dirlo e basta senza altre prefazioni...
Robert le prese le mani che si stavano tormentando a quel contatto Kyra alzò subito lo sguardo e trovò gli occhi di Robert pronti a sorreggerla in quell’istante di difficoltà, le si avvicinò e baciò le sue labbra, Kyra sentì sciogliersi quel nodo che l’attanagliava appena le loro labbra si separarono fu Robert a sorprenderla, sussurrò piano
-Kyra... Ti amo... Non chiedermi di lasciarti andare...
Gli occhi di Kyra lasciarono sciogliere la tensione che la tormentava facendola uscire attraverso lacrime che le riempirono gli occhi
-Non potrei mai chiederti di lasciarmi andare... non ci riuscirei perchè... ti amo...
-Dillo di nuovo...
-Non potrei mai
-No... solo l’ultima parte per favore...
-Ti amo...
la baciò
-Ancora...
-Ti amo...
-Ancora...
-Ti am
Soffocò quelle dolci parole in un bacio pieno di passione, accompagnò le mani di Kyra perchè si aggrappassero al suo collo mentre le sue la stringevano avvicinandola a se.
Bussarono alla porta...
Robert non era disposto ad interrompere quella passione che stava crescendo dentro di loro ma Kyra al secondo bussare insistente lo convinse ad aprire la porta.
-Non ti muovere da qui. Torno subito! lì caccio via e torno...
Kyra rise e restò seduta a guardare il panorama. Scocciato più che mai pensò di liquidare in fretta chiunque fosse. Voleva stare con lei.
-Susan...
-Posso entrare? Vorrei parlare con te...
-Non c’è niente da dire.
Susan entrò e Robert non potè fare altro che chiudere la porta alzando gli occhi al cielo
-Robert sono venuta per dirti che... ti perdono. Cancelliamo ciò che è successo e torniamo alla nostra vita.
-No scusa, tu mi perdoni? cosa ti fa pensare che io sia qui ad aspettare questa tua concessione?
Kyra sentì chiudere la porta così decise di raggiungerlo sentiva il bisogno di andare in bagno, certo pensò che non fosse troppo romantico ma era pur sempre umana! Entrò dalla veranda
K-Ehy hai cacciato gli scocciatori? ah... scusa non...immaginavo...Torno fuori...
S-Brava torna fuori... dobbiamo parlare di cose serie.
Robert le si avvicinò e la prese per mano
R-No resta... Non c’è nulla che tu non possa sentire.
K-E’ sicuramente meglio che voi parliate tra voi. Se non ti spiace uso il bagno intanto...
Lo disse sotto voce mettendosi una mano sulla pancia istintivamente per fargli capire che ne aveva davvero bisogno urgente e non era una scusa per allontanarsi da loro... o per lo meno non lo era del tutto. Robert le mise un braccio attorno alla vita e l’accompagnò nella stanza adiacente mostrandole quale fosse la stanza da bagno e le sussurrò
-Ti aspetto di là
-E’ meglio che parliate tranquillamente...
-Non c’è nulla da dire... Voglio te... noi... quindi va in bagno e ti aspetto di la.
Disse Robert toccandole la pancia con un dito sorridendo, Susan non gli tolse gli occhi di dosso nemmeno un secondo, attese che lei chiudesse la porta del bagno e che Robert tornasse nella stanza
S-E’ incinta? l’hai messa incinta?
disse urlando perdendo così la finta calma in cui si era avvolta
R-Come ti vengono certe idee? e anche fosse, quale sarebbe il problema?
S-Quale sarebbe il problema Robert? Ti sei fatto incastrare da una piccola arrivista con un figlio? Siamo una famiglia, siamo sposati, un tradimento passi ma la cosa deve finire qui.
R-Eravamo Susan. Eravamo quando tu eri innamorata di me, quando eravamo felici, quando ci amavamo ma sai bene che tutto questo è finito molto tempo fa... Non certo con l’arrivo di Kyra.
S-Ok ho capito... non vuoi rinunciare a questo gioco... goditela e poi chiudi. Quando torni a casa dopo le riprese deve essere finita.
A quelle parole riapparve Kyra nella stanza, Robert la guardò e si vedeva che era dispiaciuto che avesse dovuto sentire quelle affermazioni... Lei gli sorrise appena.
R-Susan non tornerò a casa se non per stare con mio figlio. E’ finita, e era finita ancora prima che tu partissi per lavoro.
S-Stai facendo la scelta sbagliata! E domani te ne renderai conto... E tu... ricordati, non sarà un buon compagno, e non sarà un buon padre... quando si stancherà di te vi lascerà e si troverà un passatempo meno impegnativo.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Robert guardò Kyra stringersi con le proprie braccia come se sentisse freddo.
-Amore mi dispiace tantissimo...
-Non è colpa tua...
-Lo è. Non avrei dovuto permetterle di venire qui, e di dire certe cose...
-Se posso permettermi... preferirei cancellare questo ricordo e riprendere da dove eravamo rimasti quando sei rientrato perchè bussavano alla porta.
Kyra sorrise dicendo quelle parole e mettendo le sue mani sui fianchi di Robert infilandole poi sotto la maglia e scorrendo sulla sua schiena avvicinandolo a se e baciandogli il collo, per troppo tempo aveva permesso che quei pensieri le rovinassero le giornate.
Robert si sentì rabbrividire quel contatto così piacevole ed inaspettato fece accellerare il suo cuore, si lasciò andare, chiuse gli occhi e la sua testa lentamente andò all’indietro lasciandole spazio per i suoi baci, finchè Kyra non gli mise una mano tra i capelli ed accarezzandolo avvicinò le sue labbra al suo mento mordendolo piano, sentì un leggero mugolio uscire dalle bocca socchiusa di Robert che si avvicinò subito con le sue labbra alla ricerca della sua bocca e si unì a lei in un bacio carico di passione.
-Ti voglio ora...
le disse tra un bacio e l’altro trascinadola con se fino a lasciarsi cadere sul grande letto. Si chinò su di lei per aiutarla a liberarsi dai vestiti che indossava, si tolse i pantaloni della tuta che portava e le scarpe in un gesto solo continuando a guardarla mentre seduta sul letto si sfilava la maglietta. Anche Kyra continuava a fissarlo, si desideravano e anche gli occhi lo urlavano, Kyra si sfilò il reggiseno mentre Robert fece volare in mezzo alla stanza la maglietta che indossava, salì sul letto e le sfilò gli slip per poi sdraiarsi su di lei per baciare quelle labbra che gli erano mancate terribilente, non riusciva a saziarsi di lei, e quando sentì le dita di Kyra fare leva sull’elastico dei suoi boxer attillati pensò di aiutarla sollevandosi così che potesse sfilarli più facilmente. Si assaggiarono e si accarezzarono senza pudori donandosi piaceri che non avevano ancora provato
-Voglio fare l’amore con te Robert...ora.
-Lo voglio anche io Amore mio...
disse unendosi a lei in quella danza che li portò al piacere più puro senza difficoltà.
...
-Kyra dormi?
Le chiese Robert mentre la teneva abbracciata appoggiando il suo petto alla schiena di lei carezzandole la spalla scendendo fino alla punta delle sue dita.
-No dimmi...
-Stavo pensando che facciamo l’amore senza preocuparci di prendere precauzioni...
-Sono i discorsi di Susan che ti hanno portato a questo pensiero? Sei preoccupato che possa...
-Shhhhh! Sì lei mi ha portato a questo pensiero ma... non sono per nulla preoccupato che possa succedere...
-Non succederà.
-Perchè sei così definitiva? cioè, so cosa è successo, che è un pensiero prematuro ma... se accadesse sarebbe bellissimo...
Kyra si voltò verso di lui per guardarlo negli occhi, prese la sua mano e l’accompagnò sul suo basso ventre facendo scorrere le sue dita su una linea orizzontale che Robert non aveva nemmeno notato, era una cicatrice sottile la sentiva appena sotto alle sue dita
-Quando è successo tutto ciò che è successo, avevo subito delle gravi lesioni e mi hanno dovuto asportare l’utero...per questo non prendiamo precauzioni perchè... non corriamo alcun rischio... Mi dispiace...
-Ehy non dirlo nemmeno per scherzo! Sono io che sono dispiaciuto...ancor di più per ciò che ti è successo...
Si allontanò dal suo viso e scese fino ad avvicinarsi alla cicatrice... fece scorrere le sue dita su quei 10 centimetri di pelle e posò le sue labbra li dandole un piccolo bacio tornando poi al suo posto abbracciandola forte
-Robert è un problema per te?
-Io e te insieme è tutto ciò di cui ho bisogno... poi ci sono Indio e Exton e se un giorno io non dovessi bastarti, o se dovessimo sentire il bisogno di avere una piccola Kyra che giri per casa ci penseremo...
-Sei molto dolce grazie...
-Ti amo Kyra.
-Ti amo anche io
-Dillo di nuovo...mi fa uno strano effetto sentirtelo dire
Le disse sorridendo
-Ti amo...
-Dillo ancora
Kyra rise ma fu accondiscendente
-Ti amo
-un’altra volta soltanto...
-Ti amo...
-Dovrebbe bastare
-Per cosa dovrebbe bastare scusa?
Robert rise sollevando Kyra e adagiandola sopra di lui
-Per questo... è questo l’effetto che mi fa sentirtelo dire!
Robert la guardò con finto imbarazzo, Kyra rise lo guardò e si straiò sopra di lui avvicinando le sue labbra all’orecchio di Robert sussurano
-Ti amo...ti amo...ti amo....ti amo... ti amo... ti amo...ti amo...
Robert iniziò a ridere mentre le sue mani sollevarono Kyra per permettergli di unirsi a lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Quella sera decisero di cenare in terrazza, si fecero portare la cena in camera godendosi così la compagnia reciproca senza alcuna invasione. Kyra s’incantò a guardarlo mentre sorseggiava il suo caffè, Robert si portò alle labbra una sigaretta e l’accese mentre guardava il colore dell’oceano fondersi con i colori del cielo che si stava scurendo lasciando spazio alle stelle. Robert la notò solo quando restò in attesa di una sua risposta che tardò ad arrivare e quando puntò il suo sguardo verso di lei la vide li a fissarlo senza aver sentito una sola parola, Robert sorrise e si limitò a continuare a guardarla, non sapeva quali fossero i pensieri che stavano scorrendo nella sua mente ma dovevano essere dei bei pensieri vista la sua espressione. Kyra rinvenne da quei pensieri vedendolo fumare guardandola
-Dicevi?
-Niente di importante. Tu a che pensavi?
-Stavo ripensando a quando mi hai abbordata in spiaggia...non avrei mai immaginato che l’altra faccia della tua medaglia fosse questa...
-Ti va di fare una passeggiata?
-Sì... è una spendida serata...
Robert prese il cellulare
-Jimmy usciamo. No...no... una passeggiata, nessun locale... No non voglio la sicurezza... Ok, ok...ho capito....
-Non saremo “del tutto soli”... spero non sia un problema... ma, quando lavoro...
-No. Nessun problema.
Si alzarono e si avviarono verso l’uscita di quell’appartamento, non appena Robert aprì la porta Kyra si trovò di fronte ad uno di quegli armadi su cui si era scontrata quella mattina, ora però sorrideva e questo la rassicurò. Robert le teneva il braccio attorno alla vita e l’altro uomo camminava dietro a Robert mentre percorrevano il corridoio dell’hotel.
-Non capisco dove tu veda la necessità di accompagnarci...
Jimmy non rispose, evidentemente era uno sfogo di Robert a cui era abituato. All’uscita dell’hotel le ragazze appostate iniziarono ad urlare appena videro il possente uomo di colore uscire dalla porta, chiamavano a gran voce il nome di Robert che non riuscì a non fermarsi a salutarle e fare qualche autografo mentre Jimmy gli stava affianco. Salirono in auto dopo qualche minuto, dopo che accontentò molte di quelle sue fans. Robert la guardò prendendole la mano sfoggiando il suo sorriso più vero, quello un po’ imbarazzato...
-Scusami... lo so che questa non è l’uscita più romantica della tua vita ma... ora puoi capire perchè con te volevo essere “solo” me stesso...
-Ora capisco molte cose...
Kyra sorrise ma non riusciva a parlare con lui liberamente, quei due uomini seduti a pochi centimetri da loro la mettevano in soggezione e Robert lo notò
-Jimmy ci fermiamo qui...
-Non c’è nulla qui, meglio proseguire fino in centro
-Ferma l’auto. Scendiamo qui...
Per la prima volta Kyra senti la voce di Robert spazientirsi e diventare aspra. L’auto si fermò, Jimmy e l’altro uomo che si era messo alla guida dell’auto scesero e aprirono loro gli sportelli per farli scendere, Robert la prese per mano e si voltò verso i due uomini che stavano chiudendo l’auto con l’intento di seguirli
-Voi restate qui. Non ho bisogno di voi ora...
-Ma Robert...
-Ma Robert niente. Aspettate qui.
La tenne per mano senza parlare mentre camminavano verso la spiaggia lasciando così i due uomini appoggiati all’auto mentre loro si avvicinavano alla riva proseguendo su una passerella in legno che era lievemente illuminata ed arrivava a pochi passi dall’oceano.
-Tutto bene?
-Sì amore... perdonami... ma ...non li sopporto più...
-Lo fanno per te... Lo sai che c’è una marea di gente matta in giro...
-Sì tutto quello che voi... ma qui ci siamo solo io e te...
-Ma io sono molto pericolosa... loro l’hanno capito... tu sei l’unico che ancora non se n’è reso conto!
Disse abbracciandolo e baciandolo sul collo...
-Ahh... uhmm... effettivamente sei molto pericolosa!
Risero entrambi restando abbracciati per poi iniziare a passeggiare lentamente lungo la battigia
-Preferivi andare in centro? Se vuoi ci andiamo ma la gente continuerà a fermarmi e...
-Assolutamente no! lo sai che non amo molto i luoghi affollati...
-Sei stata molto dolce a raggiungermi...
-Non so nemmeno come ci sono riuscita...
-Come ti senti a essere qui? Stai bene?
Kyra abbassò lo sguardo sorridendo appena
-Con te vicino sto bene...
-E’ forse la prima volta in vita mia in cui io faccio star bene qualcuno...è una bella sensazione...
-Posso farti una domanda?
-Kyra tu puoi chiedermi qualsiasi cosa.
-Se non fossi arrivata oggi, sei sicuro che non avresti accettato il riavvicinamento con Susan?
Robert si fermò e la guardò serio, Kyra gli stava chiedendo quanto Susan contasse ancora per lui...
-Io sono sicuro che anche se tu non fossi arrivata la mia risposta a Susan sarebbe stata la stessa. Abbiamo un bambino bellissimo, ma purtroppo quello non basta per essere una famiglia... Se l’amassi ancora non sarei riuscito a fare l’amore con te. Non ci sarei riuscito la prima volta e non ci sarei riuscito oggi dopo quella discussione. Quando ci siamo conosciuti speravo ancora di riuscire a risolvere i nostri problemi ma poi ho capito che il nostro non era più amore da parecchio tempo...
Camminarono un po’ mentre Robert si fumava una sigaretta
-Posso farti anche io una domanda?
Kyra spostò i capelli rimettendo una ciocca di capelli che le cadeva sul viso dietro l’orecchio
-Certo.
Robert si fermò e prese entrambe le mani tra le sue e la guardò negli occhi, abbassò lo sguardo guardando le loro scarpe, sorrise intimidito guardando di nuovo i suoi occhi grandi che lo fissavano in attesa di ascoltare la domanda di Robert
-Forse ti sembrera inopportuna come richiesta, ma, io ci sto pensando e non... non so, ma da quando ti ho incontrata non riesco a stare lontano da te, vorrei raccontarti ogni cosa che mi accade, vorrei che tu fossi sempre con me, forse ti sembrerà stupido, ci conosciamo appena, ma nonostante tutto io mi sento molto legato a te e penso che anche tu ti senta un po’ così se sei venuta fin qui per dirmi che mi ami nonostante tutti i bruttissimi ricordi... Il mio lavoro mi porta spesso fuori L.A., spesso per mesi interi... non credo che riuscirei a sopportare di passare tutto quel tempo senza vederti... ora sto anche facendo la figura dello sciocco e probabilmente ti sto anche confondendo con tutte queste parole, ma vorrei davvero che tu potessi prendere in considerazione la possibilità
-Sì. Sì Robert. Anche io voglio sentire che sei accanto a me e non sopporterei di passare tutto quel tempo senza vederti...
Robert non terminò quel discorso contorto si limitò a baciarla prendendole il viso tra le mani, le sue labbra si unirono con quelle di Kyra in un bacio dolcemente intenso. Robert si lasciò cadere sulla sabbia sorreggendo tutto il peso di Kyra su di se senza smettere di baciarla e stringerla a se. Restarono così abbracciati a guardare le stelle mentre Robert le baciava leggermente la testa carezzandola e Kyra appoggiata con la testa sul petto di Robert ascoltava il battito del suo cuore
-Dovremmo andare a vivere insieme... ma mi piace la tua casa... potremmo vivere li... che ne pensi?
-Ho visto poco della casa in cui vivi ora ma, per quel poco che hai visto direi che la mia è molto più modesta...ma se per te va bene...
-Potremmo comprare l’appartamento affianco al tuo ed allargarci...
Kyra rise... pensando a cosa era stato capace di fare mentre doveva fare la spesa al supermercato non osava pensare a cosa avrebbe potuto combinare a tutto il palazzo...
-Potremmo... o forse potremmo tenerla così com’è per quando vogliamo stare “tranquilli” nel nostro nido...
-Quest’idea mi piace... ma ci servirà un altra casa..
-Direi che possiamo pensarci con calma che ne dici Bob?
-Dico che mi piace molto il tuo modo di pensare... la cosa importante è che...
=stiamo insieme
dissero all’unisono guardandosi e scoppiando a ridere di nuovo.
-Meglio che torniamo alla macchina o Jimmy verrà a prelevarci...
le disse Robert mentre l'aiutava ad alzarsi e pulivano gli abiti dalla sabbia
-Loro non devono vivere con noi vero?
Robert rise
-No... non mentre siamo a casa nostra... stanno con me solo quando lavoro...
-Ah...Ok... Robert?
-Dimmi...
-Mi presti un pigiama? sono partita senza niente...
-Domani faremo un po’ di shopping appena finisco le riprese... per quanto riguarda stanotte... non credo ti servirà il pigiama...

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 23 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Rientrarono in Hotel, Robert si fermò alla consiergerie chiedendo che venisse portato in camera un altro set di biancheria ed uno spazzolino da denti, si raccomandò che qualcuno passasse a ritirare gli abiti da portare al servizio lavanderia con la riconsegna per l’indomani mattina. Jimmy e la guardia del corpo si congedarono da loro non appena l’ascensore aprì le porte andando ad aprire una porta poco più avanti della loro. Robert aprì la porta e la fece accomodare per prima, richiuse la porta dietro di se ed andò in camera da letto a prendere una busta che era ripiegata all’interno dell’armadio, con quella in mano si mise a sedere sul bordo del letto
-Spogliati...
-Downey che intenzioni hai? hai appena chiesto che qualcuno salga a portare la biancheria...
Lui sorrise sornione
-Esatto, ma mi devi dare i tuoi vestiti se vuoi riaverli domani mattina puliti...
Aveva pensato a tutto... Kyra sorrise guardando la sua espressione mentre si toglieva le scarpe e si slacciava la cintura dei pantaloni, era molto attento ad ogni movimento, ad ogni particolare come se quello spogliarsi per necessità ai suoi occhi apparisse come la più sensuale delle danze, anche se Kyra non stava assolutamente facendo nulla di provocante. Rimase in biancheria intima di fronte a Robert che la osservava soddisfatto, solo allora si alzò lasciando la busta sul letto per raggiungerla e baciare la sua spalla accarezzandole la schiena, la invitò poi a voltarsi, Kyra lo lasciò fare non capendo bene quali fossero le sue intenzioni ma assaporando i brividi che le labbra di Robert le lasciavano sulla pelle al suo passaggio lungo tutta la schiena. Le slacciò il reggiseno e lo sfilò senza dire nulla per poi continuare la sua discesa fino all’estremità superiore dello slip, ne carezzò il contorno con i polpastrelli delle dita per poi sfilarlo lentamente scoprendo così le natiche tonde carezzando le lunghe gambe fino ad arrivare alle caviglie aiutandola a sorreggersi mentre le faceva sollevare i piedi scalzi, Kyra sentì il calore del suo respiro risalire senza baciarla ed arrivare al suo collo dove le labbra calde si posarono lasciandole un piccolo bacio li vicino al lobo del suo orecchio. Bussarono alla porta, Robert le sussurrò all'orecchio
-Aspetta qui...
Le disse prendendo la biancheria da terra e richiudendo il sacchetto uscendo dalla stanza lasciando socchiusa la porta alle sue spalle. Kyra vide una maglietta di Robert poggiata sulla sedia e le venne istintivo infilarla, la copriva quel tanto che bastava e si mise seduta sul letto.
Dopo poco Robert aprì la porta, portava su una mano asciugamani, un accappatoio e delle ciabatte, il tutto ripiegato ordinatamente uno sopra l’altro, mentre nell’altra stringeva uno spazzolino da denti sigillato nella sua custodia, La guardò, e gesticolando verso di lei
-Ma quella non è la mia maglietta?
-No è il mio pigiama...
-Ma non avevamo detto che non avevi bisogno del pigiama stanotte?
-L’avevi detto...
-Questo è il tuo spazzolino, e la tua biancheria, ti cedo il bagno io intanto fumo una sigaretta in terrazza.
Kyra prese tutto ciò che gli passò e si avviò verso il bagno sotto lo sguardo incantato di Robert, convenne che quella maglietta stava molto meglio su di lei...poi si sforzò di uscire da quella stanza per andare in terrazza, prese una sigaretta dal pacchetto e l’accese aspirando lentamente sentiva sulle sue labbra il profumo di Kyra.
Kyra si guardò allo specchio mentre si lavava i denti, cercando di prepararsi per la notte nel più breve tempo possibile, domani avrebbe dovuto stare parecchio tempo senza Robert mentre lui lavorava quindi voleva passare con lui più tempo possibile.
Lo raggiunse sulla terrazza era seduto sul lettino posò le sue mani sulle sue spalle massaggiando dolcemente, Robert le prese le mani e la tirò verso di se facendola sedere sul lettino con lui. Kyra prese la sigaretta dalla mano di Robert e se la portò alla bocca. Robert la osservò, non ricordava di averla vista fumare e quell’atto lo trovò molto sensuale. Non gli rese la sigaretta ma la spense nel posacenere, convincendolo ad alzarsi e seguirla all’interno. Kyra si sdraiò sul letto e Robert si spogliò per poi sparire in bagno per qualche minuto. Kyra fece scorrere i canali della tv senza soffermarsi su nessuno fino al ritorno di Robert che si mise seduto al suo fianco accarezzando lievemente le sue gambe. Kyra si mise affianco a lui abbracciandolo e carezzandogli gli addominali scolpiti.
-Sono davvero felice Kyra...
-Anche io...
Robert sentì il suo cuore accellerare al tocco di Kyra, la voleva, la desiderava, era troppo attraente per lui, solo sentire il calore della sua pelle appoggiata alla sua lo faceva... lo faceva letteralmente impazzire ma temeva che Kyra fosse stanca del viaggio e che potesse non desiderarlo. Dovette ricredersi quando Kyra iniziò a baciare il suo petto scendendo lentamente, il respiro di Robert si fece corto, Kyra arrivò all’ombelico per poi risalire baciando l’interno dell’avambraccio che procurava a Robert uno sciame di brividi molto intensi, quando raggiunse il collo Robert la baciò con passione, carezzandole la schiena. Robert le sfilò la maglietta rivelandola in tutta la sua bellezza. Fu lei a prendere alla sprovvista Robert, scendendo su di lui sfilandogli i boxer che a fatica riuscivano ancora a contenere tutto il suo desiderio. Kyra lo fece suo mentre Robert cercava di calmare il suo cuore che sembrava volergli esplodere nel petto. Fecero l’amore dandosi il piacere più forte che si fossero mai donati ripetendosi a vicenda quanto si amassero fino ad addormentarsi uno tra le braccia dell’altra. Il mattino li sorprese svegliando per primo Robert.
-Amore... sveglia, ci dobbiamo preparare...
-Buongiorno... hai riposato?
-Sì, tu? vuoi restare a letto e dormire un po’ di più?
-No... Voglio andare al cimitero questa mattina e poi magari raggiungerti...
-Ti accomagniamo noi in macchina prima di andare al set, che ne dici?
-Davvero? se non ti crea problemi...
-Nessun problema. Buttati sotto la doccia mentre io recupero i tuoi vestiti dal servizio lavanderia e ordino la colazione.
Kyra baciò le labbra di Robert, accarezzandogli il viso
-Grazie amore.
Robert sorrise e ricambiò la carezza ed il bacio per poi alzarsi dal letto infilandosi maglietta e pantalone della tuta che usava come pigiama per raggiungere la porta e recuperare la busta con i vestiti pronti. Ordinò la colazione al servizio in camera e fu consegnata poco dopo mentre Kyra si stava asciugando dalla doccia e Robert era sotto il getto caldo dell’acqua. Pensò Kyra al servizio in camera, si mise i suoi abiti e aspettò che Robert si vestì, era bellissimo. Versò il caffè per entrambi ed accettò il dolce bacio che Robert le diede prima di mettersi seduto affianco a lei. Fecero colazione tranquillamente chiacchierando del lavoro che doveva fare lui quella mattina, vennero interrotti da Jimmy che bussò alla loro porta per poi entrare non appena Robert gli disse che la porta era aperta. Erano pronti per uscire, ed a suo dire, se fossero usciti da li a poco si sarebbero risparmiati il traffico. Kyra e Robert si prepararono e uscirono pochi minuti dopo.
-Dove si trova? dimmi l’indirizzo così lo dico all’autista...
-E’ al Miami cemetery NE 2nd avenue
-Ok. Stefan? prima passiamo al Miami cemetery NE 2nd avenue.
L’uomo alla guida si limitò ad annuire, non erano molto lontani, l’avrebbe potuto raggiungere anche a piedi ma pensò che Robert ci tenesse ed accettò il passaggio.
Stefan parcheggiò l’auto di fronte all’entrata principale, Robert le baciò le labbra in un bacio delicato e leggero, la guardò e vide che era tesa... quell’incontro particolare la stava mettendo un po’ in difficoltà, come giusto che fosse, era una situazione talmente assurda che Robert stesso faticava ad accettare che lei avesse dovuto vivere quella situazione e dovesse convicerci. Kyra gli sorrise, si accordarono perchè prendesse un taxi e lo raggiungesse non appena avesse voluto. Robert le diede anche il cellulare di Jimmy perchè mentre lui lavorava solo lui poteva raggiungerla all’ingresso del set e farla entrare con il loro pass. Kyra scese dall’auto e lo salutò Robert con un cenno della mano sorridendo, attraversando la strada.
Robert la guardò sorridendo, poi in un battito di ciglio decise che il lavoro poteva aspettare, l’avrebbe accompagnata in quel momento tanto difficile per lei per poi andare al lavoro insieme. Scese dall’auto e la chiamò mentre iniziò ad attraversare, Kyra si voltò verso di lui e lo vide a metà strada tra lei e l’auto, le fece cenno di attenderlo e si voltò verso l’auto per dire a jimmy di chiamare per avvisare del loro ritardo.
Fu una frazione di secondo Kyra vide un auto sopraggiungere a tutta velocità che non accennava a rallentare nonostante Robert si trovasse al centro della strada, l’auto era inseguita dalla polizia con tanto di sirene e lampeggianti ma Robert sembrava non essersene accorto
-Robert attento!!!
Kyra cercò di avvisarlo urlando, ma Robert si voltò verso di lei senza vedere l’auto sopraggiungere. Kyra si lanciò letteralmente in quei pochi passi che li separavano arrivandogli addosso spingendolo con tutta la forza che aveva in corpo facendolo sbattere contro lo sportello di Stefan riuscendo così a salvargli la vita nonostante lo stato di shock in cui si ritrovò mentre stava seduto a terra. Jimmy scese dall’auto di corsa e gli si avvicinò, Robert perdeva sangue dal naso e i suoi riflessi sembravano annebbiati. Stefan chiamò il numero per le emergenze ed avvisò di quanto era appena accaduto.
-Robert come ti senti? non spostarti stai fermo... mi senti?
-Dov’è.... Kyra?
Jimmy si alzò guardò Stefan che era sceso dal lato del passeggero per non far muovere Robert ora era di fronte alla loro auto e corse di fronte all’auto che aveva rischiato di investire Robert. Kyra era a terra, non si muoveva, gli agenti della volante che inseguivano l’auto si stavano prendendo cura di lei, Jimmy riuscì a sentire dalle loro parole concitate che era viva e si chinò su Robert cercando di tranquillizzarlo mentre Stefan raggiungeva Kyra
-E’ rimasta coinvolta nell’incidente per salvarti, ma è viva, si stanno prendendo cura di lei, stai fermo, sta arrivando l’ambulanza ok? Non ti muovere... Ora andiamo tutti in ospedale... Non ti agitare.
-Sto bene. aiutami ad alzarmi...
-Robert no. Te lo proibisco. Ecco guarda solo arrivati i soccorsi...
-Kyra...

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 24 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Nonostante le proteste alla fine, Robert cedette a Jimmy forse anche perchè si sentiva frastornato per la botta appena subita, anche il medico lo convinse a lasciargli posizionare un fermacapo universale e la tavola spinale spiegandogli che quella è la procedura per evitare che anche piccole lesioni peggiorino. Più i minuti passavano e più Robert ritrovava lucidità, Jimmy non si allontanò dal suo fianco nonostante stesse parlando al telefono
-Jimmy come sta Kyra?
-Robert cerca di stare calmo...
-Dottore me lo dica lei! o me lo dite voi o mi alzo e vado a vedere da solo.
Il medico lo guardò
-I miei colleghi si stanno prendendo cura di lei ma se rimane qui fermo mentre il mio collega le
mette la flebo io vado a controllare e le dico tutto.
-Ok. Mi trova qui.
Il medico raggiunse il medico e i paramedici dell' altra ambulanza
-Come sta?
-Ha perso conoscenza, il battito è regolare, non risponde ma respira spontaneamente, le abbiamo preso una via e stiamo somministrando liquidi, sembra aver subito solo un trauma cranico a prima vista, non ci sono fratture esposte. Abbiamo comunque già avvisato l’ospedale per la priorità negli esami. Se rimane stabile non la intubiamo.
-Ok, grazie. ci vediamo al pronto soccorso.
Il medico tornò da Robert che si era lasciato inserire la flebo e appena fu nel suo campo visivo pretese subito di ricevere notizie di Kyra
-La stanno portando al Jackson Memorial Hospital. Non è vigile ma respira spontaneamente, stanno partendo ora con l’ambulanza.
-Respira? Non mi sta mentendo vero?
-Sì respira da sola come le ho detto.
-E’ un buon segno vero?
-Sicuramente. Ora però mi deve dare ascolto... Non può essere d’aiuto a nessuno se prima non si lascia curare, quindi ora la carichiamo sull’ambulanza e la portiamo in ospedale.
Robert guardò Jimmy
-Stefan sta andando con Kyra?
-No Robert non lo hanno lasciato salire... ma ora viene con noi andiamo in ospedale e quando saremo li andrà a vedere come sta Kyra.
-Grazie ragazzi.
Il medico diede il via alle procedure per far sollevare e trasportare Robert, venne caricato in ambulanza e in pochi minuti raggiunsero l’ospedale. Robert vide solamente la fila di luci al neon sotto le quali la sua barella correva. Sì fermò all’interno di una stanza adibita alle visite in emergenza, il medico che l’aveva soccorso riportò al medico dell’ospedale le sue condizioni mentre Jimmy si occupava di compilare con i suoi dati dei moduli con un’infermiera li affianco.
-Salve mi sa dire come si chiama?
-Robert Downey
-Dove siamo?
-A Miami, Jackson Memorial.
-Come si sente Mr. Downey?
-Bene.
-Sente dolore?
-No. Non mi fa male niente.
-Nemmeno qui?
Mentre il dottore pronunciava quelle parole Robert avvertì una fitta di dolore piuttosto intensa
-Lì effettivamente fa male...
Il medico aveva toccato un punto della sua testa dove c’era un taglio non molto profonto ma
comunque andava ricucito.
-Ora ci penso io... non si preoccupi.
-Dottore io non mi preoccupo, vorrei sapere della mia compagna.
Nel dire quelle due parole si sentì chiudere lo stomaco...
-Non mi occupo io di lei. Ora terminiamo i controlli e poi sarà libero di andare ad informarsi.
Robert si rassegnò sperando che gli esami che dovevano fargli venissero fatti in fretta e sentì il medico dare istruzioni ai paramedici perchè lo accompagnassero per gli accertamenti compresa la risonanza magnetica. Lo trasportarono sempre tutto imbragato in quell’affare che iniziava a dargli sui nervi, stava sudando, non riusciva a muoversi. Nel corridoio venne affiancato da Jimmy
-Ehy come va?
-Mi portano a fare degli esami, scoprì dov’è Kyra e fatti dire come sta!
Si ritrovò in un corridoio in attesa che lo portassero dentro, vedeva la luce sopra la porta lampeggiare, l’infermiera spiegò che dovevano attendere prima di poter entrare. Il suo unico pensiero era Kyra, era rinvenuta? era sola, in ospedale, sicuramente aveva chiesto notizie di lui, "avrà paura", non ricordava se gli avessero detto se era ferita... quei pensieri lo stavano facendo diventar matto. Passarono un paio d’ore abbondanti prima che lo riportassero nella stanza dove il medico l’aveva visto appena arrivato, subito dopo gli esami che erano risultati nella norma era riuscito finalmente a farsi togliere quella trappola attorno alla testa ed al busto. Ora si sentiva molto meglio, forse anche perchè gli avevano assicurato che non appena il medico avesse visto gli esiti, avrebbero messo i punti di sutura a quel taglio in testa e poi l’avrebbero potuto dimettere salvo restare sotto osservazione per le prossime 48 ore.
La porta si spalancò non appena l’infermiera uscì a cercare il medico per fargli visionare gli esiti, entrò Susan seguita da Jimmy.
S-Robert che spavento! come stai?
R-Sto bene. A breve mi dimettono.
S-Sei sicuro di sentirti bene? chiamo il tuo medico per un consulto.
R-No non chiamare nessuno. Sto bene.
R-Jimmy l’hai vista? come sta?
J-Non mi lasciano avvicinare e non mi hanno detto niente...Mi hanno solo permesso di compilare
i moduli per l’assicurazione... Ho usato la tua copertura anche per lei. Non avevo il suo numero
di previdenza sociale...
R-Hai fatto bene... ma ho bisogno di sapere...
S-Ora devi pensare solo a rimetterti, cosa posso fare per te?
R-Vuoi davvero fare qualcosa per me Susan? Allora esci da quella porta e cerca di scoprire come sta Kyra... perchè questa è l’unica cosa che voglio ora. sapere come sta...
S-Ci provo. Tu cerca di stare tranquillo. Jimmy resta qui con te. Torno prima possibile.
Susan uscì da quella porta dirigendosi al banco informazioni, e facendosi riconoscere dalle infermiere come “moglie di Robert Downey Jr.” era riuscita ad avere qualche informazione sulla ragazza che l’aveva salvato... Le avevano dato il numero di una stanza e poche altre informazioni... per sapere qualcosa doveva salire al 4 piano. Passò da Robert che quando la vide entrare era in preda a una mezza crisi di panico, poteva leggere il terrore sul suo viso, aveva paura che stesse portando cattive notizie 
S-L’hanno portata al 4° piano..è stabile ma non sanno dirmi se si è svegliata... provo a salire.
R-Grazie...Susan
S-Cerca di stare tranquillo... appena so qualcosa chiamo Jimmy.
Se ne andò. Al 4° piano trovò seduto nel corridoio Stefan, che non appena la vide si alzò in piedi e le andò incontro. Susan gli disse di restare li e con lo stesso fare affabile di poco prima si intratenne qualche minuto con le infermiere che non potendo dare informazioni sui pazienti chiamarono la Dottoressa Smith, che qualche minuti dopo raggiunse il banco al centro del reparto salutando Susan e incamminandosi verso il fondo del corridoio con lei
-Sa che non potrei dire nulla... non siete parenti...
-Sì capisco, ma non è un estranea, è...un amica di famiglia... è venuta a Miami con noi..., mio marito ora è giù al 1° piano per dei controlli, lei lo ha spinto salvandolo rimanendo così ferita in quest’incidente... abbiamo bisogno di sapere.. la prego.
-Questa conversazione non è mai avvenuta. Mi segua.
Entrarono dentro ad uno studio. Accese il computer e digitò dei codici.
-Kyra Johnson... Tutto sommato poteva andarle molto peggio, non ha lesioni gravi al corpo ne agli organi interni. La risonanza magnetica non ha evidenziato situazioni particolari...ma non si è ancora svegliata siamo propensi a considerarla in coma vigile.
-Mi scusi ma questo che significa?
-Potrebbe svegliarsi da un momento all’altro ma non sappiamo se questo black out abbia creato dei problemi...
Susan si raccolse i capelli tirandoli indietro con entrambe le mani, come avrebbe fatto a raccontare tutto questo a Robert?

-Abbiamo contattato la famiglia, a breve saranno qui per assisterla, può stare tranquilla, riceverà tutte le migliori cure.
-La ringrazio. E’ stata davvero molto gentile, lascerò il mio recapito al banco informazioni perchè mi chiamino appena arrivano.
Susan uscì dallo studio e si fermò a lasciare il suo numero all’infermiera di turno alla reception chiedendole quella cortesia mentre tornava da Robert.
Entrò nella stanza di Robert trovandolo in piedi, si stava rivestendo con l’aiuto di Jimmy era nervoso e le mani gli tremavano, voleva delle risposte. Appena la vide si lasciò cadere sul letto e si mise seduto
-Non l’ho vista Robert, non lasciano avvicinare nessuno, ma ho parlato con il medico che la sta tenendo in osservazione.
-Che ti ha detto? come sta?
-Non è ancora rinvenuta... non ha lesioni e questo è a loro avviso molto positivo, se entro poche ore non si sveglierà la considereranno in coma vigile... mi spiace... non sanno dire altro, dipende tutto da lei.
Robert si passò velocemente le mani sul volto e tra i capelli, si strizzò gli occhi per qualche istante con il pollice e l’indice forse cercando di arginare quelle emozioni che lo stavano tormentando ed infine fece un lungo respiro, infilò i piedi nelle scape da ginnastica che Jimmy gli aveva messo davanti ai piedi e senza allacciarle prese la camicia appoggiata sul fondo del letto, se la infilò aiutato da lui, il dolore ai muscoli era molto più forte ora che l’effetto degli anti dolorifici iniziava a passare, firmò con la mano tremante il modulo che il medico aveva lasciato sul tavolo per la dimissione volontaria e recuperò il flacone di pillole che gli avevano lasciato per i dolori passandole a Jimmy che lo mise nella borsa con tutti gli effetti di Robert.
S-Ora torna in albergo e riposati...
R-Jimmy andiamo.
J-Devo chiamare un taxi?
R-Io non esco da qui finchè non ho visto Kyra, è meglio che ve ne facciate una ragione perchè se dovete starmi attorno è meglio che questo sia chiaro.
Aprì la porta e seguito da Jimmy si avviò verso gli ascensori.
R-Chiama Stefan e fatti dire dov’è.
Jimmy annuì e si mise subito al telefono, mentre Robert guardava Susan raggiungerli
S-Robert davvero non credo che questo ti possa fare bene
R-Ti ringrazio di esserti... interessata... ma credo che ora sia meglio che tu torni da Exton.
L’ascensore mise fine a quella conversazione, Robert salì e Jimmy attese un cenno di Robert prima di pigiare il bottone del 4° piano.
-Tutto bene Robert?
-Sì... Stò bene... andiamo.
-Stefan dice primo corridoio a destra
Robert aprì la porta che portava in quel reparto, notò subito che li regnava un silezio soprannaturale che metteva i brividi... raggiunse il centro del reparto dove un infermiera lo riconobbe subito, vedendo la sua espressione sorridente decise di tentare l’unica carta che si poteva giocare visto tutte le risposte negative che avevano ricevuto sulla possibilità di vederla, le si avvicinò e lei fece altrettando lasciando tutto ciò che stava facendo...
-Salve, mi chiedevo se lei potesse essere così gentile da aiutarmi...
-Mr. Downey...mi dica come posso esserle d’aiuto...
-Mi dia del tu... Linda
La vide arrossire mentre lui cercò di sfoderare il miglior sorriso, la invitò ad avvicinarsi leggermente a lui mentre si sfilava gli occhiali da sole
-Vedi, oggi è stata una giornata tremenda per me, ho avuto un incidente, e sono illeso per miracolo... Lo so che le procedure sono restrittive, ma per me sarebbe davvero molto importante poter vedere quella donna per qualche istante... credi che...
-Seguimi...
Il suo cuore non riusciva a credere che fosse possibile...era stato così facile... Seguì l’infermiera lungo il corridoio e si ritrovò così in un corridoio laterale, le stanze avevano tutte una grande finestra da cui si potevano vedere i pazienti, alcune avevano le tendine leggermente abbassate. L’infermiera si fermò davanti alla porta, Robert cercò di vedere attraverso il vetro, si sarebbe accontentato anche di quello se non avesse potuto vederla da vicino... ma la tenda era abbassata e si intravedeva solo la sagoma di qualcuno sdraiato sul letto... Robert guardò l’infermiera e lei gli sorrise aprendo la porta facendo cenno di entrare.
-Finisco il turno tra 10 minuti, può restare fino ad allora... poi la mia collega che mi sostituirà si accorgerà della sua presenza e le chiederà di andarsene... per ora non posso fare di più mi spiace, ma stanotte sono di guardia e per un caffè potrei chiudere un occhio...
Gli fece un grosso sorriso e Robert lo apprezzò molto
-Grazie Linda... te ne sono davvero molto grato.
-Non c’è di che ho letto di voi sui giornali e siete una bellissima coppia, faccio il tifo per voi...Le parli, molte persone che si sono risvegliate dal coma vigile hanno memoria di ciò che gli è stato detto mentre erano incoscenti...
-Grazie... Grazie davvero!
Entrò e sentì la porta chiudersi alle sue spalle. Il silenzio era interrotto solo da una macchina che lampeggiando ed emettendo un flebile bip contando i battiti del suo cuore. Prese una sedia e l’avvicinò al letto, si mise seduto e la guardò prima di trovare il coraggio di allungare la mano e prendere la sua per accarezzarla. Sentiva il cuore esplogergli nel petto, era finalmente li davanti a lui e non desiderava altro che lei aprisse gli occhi.
-Ciao amore mio...
Disse sentendo la sua voce tremare, era certo che lei potesse sentire... continuò a parlarle mentre le carezzava e baciava la mano, le guardò le braccia, entrambe portavano i segni delle contusioni subite con l’impatto, grossi lividi e qualche graffio.
-Non avresti dovuto... dovrei essere io al tuo posto ora... dovrai pagare pegno quando ti sarai rimessa
disse con voce sensuale che la faceva sempre ridere accennando lui stesso una risata nervosa
-Tra poco mi costringeranno ad andarmene perchè... non siamo parenti... ma ti rendi conto di quanto sia assurda la burocrazia? Io ti amo così tanto... dovresti svegliarti e dire loro che posso restare qui seduto vicino a te... comunque se vuoi riposare ancora un po’ prima di svegliarti io mi sono organizzato, ho corrotto un’infermiera che stasera mi lascerà venire a trovarti di nuovo... e poi noi diciamo che i paparazzi ci rovinano la vita... ed invece in questo caso, sono le nostre foto che l’hanno convinta a lasciarmi entrare a salutarti... sì forse un po’ anche gli occhi dolci che le ho fatto... ma mi ha detto che fa il tifo per noi. Intanto che stai li, ovunque tu sia, ripensa a noi... so che puoi sentirmi, e so che il nostro amore ti farà ritrovare la strada per tornare da me... io ti prometto che sarò qui ad aspettarti... abbiamo così tante cose da fare insieme...
La porta si aprì e un infermiera entrò
-Non posso consentirle di stare qui, non senza un permesso scritto.
-Mi dia solo un minuto...
L’infermiera restò sulla porta in attesa che lui si alzasse ed uscisse. Robert si alzò, face una carezza al volto di Kyra sistemandole una ciocca di capelli che le sfiorava il sopraciglio, si chinò sul suo volto e le diede un piccolo bacio sulle labbra e sussurrò
-Ti amo Kyra... ora devo andare, ma...torno presto... Ciao amore.
Si voltò ed uscì dalla stanza avvicinandosi a Jimmy che era restato li ad aspettarlo vicino a Stefan, l’infermiera chiuse la porta.
J-Vieni, ti riporto in hotel...
R-Preferisco restare qui... se si dovesse svegliare...
J-Resterà qui Stefan. Se si sveglia ci chiama subito, se stanotte vuoi starle vicino senza crollare per la stanchezza è meglio che tu venga con me e ti riposi un po’...
Robert lo guardò, i suoi occhi erano al limite sentiva che avrebbe potuto scoppiare a piangere da un istante all’altro non riusciva ad accettare quel gesto... l’aveva spinto lontano da quell’auto con tutta se stessa per salvargli la vita... ed ora... si sarebbe svegliata?
Jimmy gli posò la mano sulla spalla e con l’altra gli passò gli occhiali da sole scuri e lo accompagnò verso gli ascensori che portavano all’entrata. Uscirono dall’ospedale e una piccola folla di giornalisti e fotografi li circondarono per qualche istante finchè non intervennero le guardie della sicurezza dell’ospedale che li fecero allontanare. La voce dell’incidente si era glia sparsa ed aveva attratto curiosi d’ogni genere. Robert camminò con lo sguardo basso senza rispondere alle domande che gli stavano rivolgendo, fu Jimmy l’unico a parlare
-Mr. Downey non rilascerà alcuna dichiarazione sull’accaduto, sta bene ma ha bisogno di riposare.
Salirono sul taxi mentre alcuni di loro chiedevano a gran voce “cosa può dirci della ragazza?” ma la domanda restò senza risposta.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 25 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert entrò in camera e si sentì crollare il mondo addosso. Erano trascorse solo poche ore da quando si erano svegliati insieme in quella stanza ed ora Kyra stava su un letto d’ospedale... Jimmy lo raggiunse e gli portò due pastiglie e un grosso bicchiere d’acqua
-Prendile e sdraiati a letto, devi riposare, io resto qui se hai bisogno e se Stefan chiama ti sveglio subito.
Jimmy conosceva Robert ormai da molti anni e sapeva bene come si sentiva in quel momento, non poteva rassicurarlo quindi cercò di arginare i danni. Un po' di riposo gli avrebbe giovato.
-Non voglio dormire...e poi che cosa sono queste pastiglie?
-Sono gli antidolorifici che ti ha dato il medico.
Robert si convinse e le prese, si stava abituando a sentire quel dolore costante ad ogni movimento, ma forse, Jimmy aveva ragione aveva bisogno di riposare per tornare da lei più tardi.
-Ok ma vedi di scoprire tramite Stefan quando inizia il turno notturno, voglio andarci appena possibile.
Jimmy annuì e lo convinse a sdraiarsi a letto mentre lui si accomodava sul divano. Robert cercò di chiudere gli occhi anche se continuava a rivedere quell’immagine di Kyra che lo spingeva contro l’auto parcheggiata... Senza riuscire a fermare quelle immagini, dai suoi occhi scesero delle lacrime mentre si rannicchiava su se stesso affondando il viso nel cuscino cercando di soffocare quel pianto e senza rendersene conto scivolò in un sonno leggero
Quando riaprì gli occhi vide che fuori il cielo si era scurito, si alzò e sentì ogni parte del suo corpo urlare per l’indolenzimento, più il tempo passava e più gli sembrava che la situazione peggiorasse anzichè migliorare, ma il medico l’aveva avvisato che per i primi giorni sarebbe stato così. Andò in bagno, si lavò il viso e dopo essersi cambiato aprì la porta e vide Jimmy guardarlo accennando un piccolo sorriso
-Sei riuscito a riposare un po’?
-Sì... a che ora possiamo andare?
-Tra mezz’ora partiamo.
-Ok.
Bussarono alla porta, Robert si mise a sedere sul divano mentre Jimmy andò ad aprire alla porta, era un altro ragazzo del suo servizio di body guard
-Che bisogno c’è Jimmy?
-Dobbiamo dare il cambio a Stefan stasera...
Il ragazzo entrò e spinse un carrello dove erano disposti dei vassoi sul piano superiore
-Ora mangi qualcosa e poi andiamo...
Robert non protestò, non aveva fame ma sapeva che se si fosse rifiutato ne sarebbe sorta un altra discussione e proprio non ne aveva voglia in quel momento. Jimmy dispose quei piatti davanti a Robert su cui c'era un po' di tutto. Robert prese un tramezzino e lo addentò mentre guardava le immagini che scorrevano in tv, ovviamente tra le prime notizie c’era anche quella relativa al loro incidente, e Robert si sentì chiudere lo stomaco vedendo quelle immagini... Jimmy se ne rese subito conto e cambiò canale senza guardare Robert ed aggiunse sottovoce
-Andrà tutto bene...
Intuendo tutti i pensieri che gli stavano affollando la mente
Robert lasciò metà del tramezzino sul piatto e dopo aver bevuto un po’ d’acqua uscì in terrazza a fumare una sigaretta, ma seduto su quel lettino si perse a guardare il movimento lento delle onde e la sigaretta si consumò tra le sue dita arsa dal vento. Distolse lo sguardo solo quando Jimmy lo chiamò per avvisarlo che il taxi era arrivato e li aspettava all’entrata.
Si alzò e seguì i ragazzi fuori dalla suite, per tutto il viaggio non disse nulla, guardava fuori dal finestrino, solo prima di arrivare all’ospedale ricordò a Jimmy di fermarsi a prendere quel caffè e gli chiese di prendere anche dei cioccolatini per Linda, mentre lui, comprò qualche metro più avanti dei fiori per Kyra. Qualche minuto dopo Robert entrava nel reparto del 4° piano. Linda sfogliava una delle tante riviste sul bancone e appena sentì scattare la porta alzò gli occhi e sorrise. Disse a Robert di raggiungere la stanza di Kyra, mentre jimmy si fermò a bere il caffè con lei, Stefan recuperava il suo zaino e si avviò per rientrare in hotel.
-Ciao amore... ti ho portato dei fiori, ho scelto questi con le radici così possiamo piantarli nel tuo angolo di paradiso in terrazza...
Rimase in silenzio guardando la sua espressione serena, sfiorò la sua mano e vi appoggiò la sua guancia cercando di sentire un qualsiasi movimento, anche il più impercettibile, sperando che fosse l’inizio del suo risveglio.
-Ti ricordi quando mi hai portato in barca con te? prima dalla terrazza stavo guardando l’oceano e ho visto una barca a vela passare all’orizzonte diretta forse ai Caraibi... e pensavo che quel pomeriggio, avremmo dovuto mantenere la rotta ed arrivare alle Hawaii... Mi sono ricordato che non mi hai più detto se hai visto gli altri film che ti ho lasciato... So che mi senti, ma parlare e non sentire la tua voce o le tue risa mi fa impazzire.
Continuò per ore a parlarle, le raccontò anche nei dettagli quel lavoro che stava facendo a Miami, a cosa servivano quelle riprese, le parlò delle persone che stavano lavorando con lui e cosa pensava di loro, infine, appoggiò la sua testa sulle gambe di Kyra e rimase così a guardarla respirare. Pensò che sembrava dormisse... Ripensò al mattino che non l’aveva svegliata prima della partenza per Miami, ed a parte le echimosi che le colorivano il viso in alcuni punti, gli sembrava avesse la stessa espressione, solo che ora, purtroppo, non rispondeva mugulando. Sorrise di quel pensiero di lei...
-Non sai quel che darei per vederti aprire quegli occhi... oggi ho pianto, per te, per tutto questo... So che tu sei forte e ne verrai fuori ma, ho paura, potrai mai perdonarmi?
La porta alle sue spalle si aprì, aveva perso la cognizione del tempo, era Linda che faceva il giro di controllo di tutti i pazienti per annonarne vari valori sulle cartelle cliniche
-Come va Mr. Downey?
-Vorrei aprisse gli occhi e mi sorridesse...
Linda lo guardò e sorrise con tenerezza
-Lo farà, bisogna avere un po’ di pazienza... Non sono passate nemmeno 12 ore... Il corpo a volte reagisce in modi inspiegabili per limitare i danni e rigenerarsi...
-Non sono mai stato un tipo molto paziente...
Linda prese una sedia e si mise a sedere dal lato opposto del letto, parlarono un po’ di Kyra, nonostante Robert non amasse particolarmente confidarsi su faccende tanto riservate, con lei si sentì di parlare, iniziando a raccontarle di sua iniziativa di come si erano incontrati, di come era nata la loro storia e di come lei diventò parte di se senza che potessero in alcun modo riuscire a contrastare quel sentimento reciproco.
Quando il cielo iniziò a schiarire Linda si alzò e raggiunse la collega, avvertendo Robert che quando le luci si fossero accese avrebbe dovuto andarsene dalla stanza perchè ci sarebbe stato il cambio turno. Robert la ringraziò mentre lei prima di uscire dalla stanza lo avvisò che avrebbe fatto il turno di notte anche le notte successiva, ma gli consigliò di parlare con il medico che seguiva Kyra per ottenere un permesso.
Robert si alzò e si mise a sedere sul letto vicino a lei, le carezzava il viso e le baciò le labbra dolcemente, appoggiò la sua fronte su quella di lei e restò così a guardarla qualche istante mentre le sussurrava che l’amava, che l’amava immensamente. Le luci si accesero e Jimmy comparve sulla porta
-Dobbiamo andare Rob...
-Ciao Kyra, torno più tardi... te lo prometto...

Era l’alba, Jimmy convinse Robert a tornare qualche ora in hotel, una doccia veloce e poi sarebbero tornati in ospedale per parlare con il medico. Presero un taxi e con le strade deserte raggiunsero l’hotel in pochissimo tempo. Robert salì subito in camera dopo essersi accordato con Jimmy per passare a chiamarlo in camera non appena avesse finito la colazione e riposato per almeno un paio d’ore, aveva parlato con l’infermiera e si era fatto dire a che ora i medici sarebbero stati disponibili per parlare con i parenti. Jimmy si fermò nella hall per ordinare la colazione per Robert dando indicazioni perchè venisse consegnata in camera dopo un ora. Robert si spogliò e si infilò sotto la doccia restando immobile con le braccia e la testa appoggiate al muro laterale sotto il getto dell’acqua. Non si sentiva stanco, si sentiva distrutto per la senzazione di impotenza che lo attanagliava. Cercava continuamente un qualsiasi modo per riuscire ad aiutare Kyra, ma come avrebbe potuto? Cosa poteva fare? Jimmy entrò nell’ascensore e mentre le porte si chiudevano vide Susan uscire dall’altro ascensore e guadagnare l’uscita dall’hotel con un passo veloce, si domandò dove stesse correndo a quell’ora del mattino ma poi, la stanchezza fece capitolare ogni pensiero, entrò nella sua stanza, si fece una doccia veloce e si buttò sul letto addormentandosi immediatamente.
Susan arrivò al banco informazioni del 4° piano ed un infermiera le indicò un uomo seduto su una poltrona a pochi passi. Lo guardò, era un bell’uomo sulla quarantina, dai capelli corvini al suo fianco era seduta una donna che aveva forse sessant’anni ma era una donna dai lineamenti molto belli e ben curata, dimostrava certamente meno anni della sua età. Un uomo passeggiava poco distante e ogni tanto guardava la donna seduta, probabilmente erano li insieme. Si avvicinò a loro non sapendo bene che dire.
-Salve il mio nome è Susan Downey. Siete la famiglia di Kyra?
Il giovane uomo si alzò di scatto, Susan dovette alzare lo sguardo per guardarlo in volto, era serio e il suo sguardo preoccupato.
-Sì. Loro sono i Signori Johnson, il padre e la madre di Kyra, io sono... suo marito.
Susan sbarrò gli occhi a quella rivelazione, aveva immaginato che potesse essere il fratello ma non aveva considerato quella possibilità. Si limitò a stringer loro la mano e poi si rivolse al giovane sentendolo rivolgersi a lei
-Può darci qualche notizia di Kyra? Non ce l’hanno ancora fatta vedere... come sta?
-Io purtroppo non so molto più di quanto vi abbiano detto telefonicamente. Kyra è priva di coscienza dal momento dell’impatto e l’unica cosa che so è che non ci sono danni interni. Possiamo parlare un attimo?
Fece cenno al corridoio li affianco che si affacciava ad una piccola sala d’attesa con tavolini e vari distributori di cibo e bevande. L’uomo annuì e si congedò dai genitori di Kyra rassicurandoli che sarebbe tornato da li a pochi minuti. Seguì Susan che lo precedette sedendosi ad uno dei tavoli. Lui gentilmente prima di accomodarsi sulla sedia di fronte a lei le chiese se voleva un caffè e Susan accettò ringraziando.
-Mi scusi, non mi sono nemmeno presentato... Mi chiamo Antony... Antony O’neal.
-Susan Downey.
-Lei conosce Kyra? è una sua amica?
Susan abbassò lo sguardo... non poteva proprio definirsi amica di quella donna e cercò di far convergere la conversazione verso di lui.
-Non sapevo che Kyra fosse sposata...
-Era... per la verità, ma non sapevo se lei fosse un medico... i suoi genitori mi hanno chiesto di “capire” la situazione, non sanno destreggiarsi tra polizze assicurative, medici ed avvocati... Non hanno le possibilità materiali per tutto questo ed... ed io gli sono molto vicino nonostante tutto sono qui per dar loro una mano...
Disse quelle parole come se Susan dovesse sapere cosa c’era stato nel loro passato ma non disse nulla, sorseggiò il caffè e cercò altre risposte
-E’ molto che non vede Kyra?
-Sono passati anni dall’ultima volta che ho avuto occasione di vederla, e sembra assurdo ma era proprio in questo ospedale...ed ora, siamo di nuovo qui...
-Posso farle una domanda personale Antony?
-Mi dica...
-Lei ama ancora Kyra?
Fu lui questa volta ad abbassare lo sguardo perdendosi nel caffè, evidentemente gli risultava difficile rispondere a quella domanda.
-E’ passato molto tempo... sinceramente non mi sono più posto questa domanda...
-Potrebbe essere la vostra occasione per ritrovarvi, tutto ciò che è successo in passato oramai è passato, pare abbiate l’occasione di riprovarci... le dico questo perchè Kyra ha bisogno di avere qualcuno vicino... Ha accompagnato qui mio marito... ma lui non è in grado di prendersi cura di nessuno, tantomeno in quelle condizioni...ma non credo questo sia importante... Kyra ha salvato mio marito, ci sarebbe lui ora in quel letto se lei non fosse intervenuta... e ci sentiamo “responsabili” per l’accaduto... Vorremmo contribuire al disagio che tutto questo vi sta comportando, pagando le spese mediche e quelle riabilitative...
-E’ un offerta molto generosa ma non so se possiamo accettare... Non potremo mai sdebitarci...
-Il denaro di fronte alla vita di una persona è niente... non se ne preoccupi... le chiedo solamente una cosa in cambio... faccia in modo di riavvicinarsi a Kyra e cercate di esserle vicini nel momento in cui si risveglierà.
-Non so che dire...
-Non dica nulla. Accetti questo denaro per le piccole spese del vostro soggiorno, l’ospedale ha già tutti i riferimenti della nostra polizza per le spese sanitarie e poi mi chiami a questo numero se avesse bisogno di qualsiasi cosa...
-Grazie... tutto questo è davvero molto...
-Ora mi scusi ma devo andare... è stato un piacere conoscerla Antony. Ah... si assicuri che nessuno al di fuori della famiglia parli con lei... La tranquillità in questi momenti è fondamentale.
-Grazie di tutto.
Susan uscì dal salottino e Antony aprì la busta, era davvero molto denaro, più di quanto ne avrebbero potuto spendere soggiornando al Ritz. Ripose la busta e il numero di telefono nella tasca interna della giacca e tornò nel reparto dove i genitori di Kyra attendevano di venire ricevuti dal medico. Disse loro che potevano occuparsi della salute di Kyra senza preoccuparsi di nient’altro perchè i Signori Downey avevano pensato a tutto ciò che poteva essere un grave problema per loro. L’incidente di Kyra di qualche anno prima aveva prosciugato i risparmi dei genitori perchè la loro copertura assicurativa non copriva le spese sostenute in caso di colpa grave, si trovarono così a dover sostenere tutte le spese attingendo a quei risparmi, Antony vendette la loro casa per coprire parte del debito così da riuscire a salvare la casa dei genitori di Kyra.
Susan si fermò appena fuori dalla porta dell’ascensore all’uscita laterale dell’ospedale le tremavano le mani, sapeva che ciò che aveva fatto non era moralmente accettabile ma aveva scelto di lottare per la sua vita, ne aveva dovute sopportare troppe perchè ora, si ritrovasse con un pugno di mosche in mano. Prese un taxi e rientrò in hotel.
Robert fece colazione controvoglia ma se voleva prendere quelle pastiglie di antidolorifico era obbligato a buttar giù qualcosa. Prese un bicchiere d’acqua e le due pastiglie. Si sdraiò sul letto prendendo la sua maglia del pigiama, la toccò e se la portò sul viso sentendo il profumo di Kyra, non poteva vivere senza averla affianco. Pensò che oggi avrebbe parlato con il medico e gli avrebbe fatto capire l’entità del suo rapporto con Kyra a costo di rintracciare Kelly a Los Angeles o i suoi colleghi al pub. Mise la sveglia al cellulare e chiuse gli occhi cercando di trovare un pensiero positivo che lo aiutasse a prender sonno.
Antony fu invitato da un infermiere a seguirlo per incontrare uno dei medici del reparto. Non attese che i genitori di Kyra lo seguissero, disse loro di attenderlo li.
Il medico gli spiegò la situazione in cui Kyra si trovava, gli spiegò gli esiti degli esami che avevano svolto, e gli disse che erano ottimisti perchè avevano monitorato la sua attività celebrale in uno di quegli esami e tutti i parametri si stavano stabilizzando sinonimo di ripresa e quindi di prossimo risveglio. Certo sottolineò, che non potevano sbilanciarsi su quali danni quel colpo avesse inferto al suo sistema nervoso, ma gli esiti facevano sperare a danni minimi certamente recuperabili. Antony tirò un sospiro di sollievo, temeva il peggio e non sapeva come avrebbero reagito i genitori ad una simile notizia, per sua fortuna poteva rassicurarli. Il medico chiamò un infermiera che li accompagnasse nella stanza di Kyra.
-Robert! Svegliati!
Aprì gli occhi di scatto, era certo di aver sentito Kyra chiamarlo ma la stanza era vuota, si passò le mani tra i capelli e sentì la porta della sua stanza aprirsi
-Robert? dove sei?
-Jimmy? Sono in camera...
Jimmy chiuse la porta e lo raggiunse fermandosi sulla porta della camera con il telefono in mano
-Vestiti e andiamo! Kyra si è svegliata!

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert ebbe bisogno che Jimmy lo ripetesse temeva che le sue orecchie gli stessero giocando un altro brutto scherzo come quello di poco prima... Quando si sincerò di aver compreso l’affermazione lo raggiunse e lo abbracciò scoppiandò in un pianto liberatorio
-Sciacquati il viso e andiamo! Non vorrai farti vedere in queste condizioni!
Robert annuì e sparì dietro la porta del bagno mentre Jimmy aprì l’armadio e prese una camicia lasciandola sul letto perchè la indossasse. Robert aprì la porta della stanza per avviarsi all’entrata dell’hotel mentre stava ancora infilandosi la camicia che lasciò aperta, Jimmy gli passò un paio di occhiali da sole mentre stavano uscendo dall’ascensore.
-Hai chiamato il taxi?
-E’ già fuori che ci aspetta.
Robert tenne lo sguardo basso mentre passava di fronte alle ragazze che erano li per vederlo come ogni giorno, solo una di queste attirò la sua attenzione teneva in mano un mazzo di rose bianche e rosse in una specie di bouquet e glie lo stava porgendo quando rallentò per guardarla lei sorrise appena
-E’ per lei... guarirà presto!
disse perdendo la voce sull’ultima parola della frase forse per colpa dell’emozione che l’attanagliava. Robert riuscì a comprendere leggendo il labbiale, Robert  prese il mazzetto, lo portò vicino al viso e fu pervaso da quel profumo intenso, un piccolo sorriso si disegno sul suo volto mentre si avvicinava a quella giovane donna avvolgendola in un abbraccio mentre le sussurrava un “grazie” lasciandola poi li quasi pietrificata mentre saliva sul taxi e Jimmy chiedeva di raggiungere l’ospedale. Robert continuò a guardare quei fiori e ripensò alla dolcezza della frase di quella ragazza.
-Mi sento agitato come fossi un adolescente al primo appuntamento.
Jimmy rise, e Robert sorrise con lui, gli sembrò un secolo che non sorrideva, il tempo sembrava aver rallentato al punto da togliergli la voglia di vivere. Per fortuna tutto stava cambiando, Kyra si era svegliata, avrebbero fatto ritorno a Los Angeles appena fosse stata in grado di viaggiare, ma per prima cosa le avrebbe chiesto di sposarlo, si appartenevano ed entrambi lo sapevano. Sorrise di nuovo per quei pensieri, scesero dal taxi e si fiondarono all’interno dell’edificio. Raggiunsero il 4° piano e Robert si fermò solo un secondo prima di voltare l’angolo e percorrere i pochi passi che mancavano per giungere alla stanza di Kyra. Fece un respiro profondo e Jimmy gli diede un amichevole leggera pacca sulla spalla.
Robert vide la tenda della stanza alzata e si fermò un secondo a guardarla da quella vetrata mentre sorrideva seduta sul letto, volse lo sguardo alle persone nella stanza e vide quell’uomo avvicinarsi a lei, accarezzarle la testa e baciarle la fronte. Chi era? Le altre due persone erano anziane, l’uomo in fondo al letto era commosso mentre la donna seduta sul letto le teneva la mano con estrema dolcezza. Lei volse lo sguardo verso di lui e lo guardò con un piccolo sorriso sulle labbra, Robert si sentì pervadere da una scarica elettrica continuando a guardarla con un piccolo sorriso sulle labbra e il suo piccolo mazzo di rose in mano, la sua felicità si stava concentrando negli occhi lo sentiva nitidamente, ma non si vergognava di quelle lacrime che gli stavano bagnando il viso, era felice, felice che il suo amore fosse tornato.
-Salve, lei è il Signor Downey?
-Sì.
-Sono Antony l’ex marito di Kyra...
Lo aveva riconosciuto solo allora, nel momento in cui stava pronunciando quella frase. Si ricordò del video di Kelly.
-L’avevo riconosciuta. Kyra mi ha parlato di lei. Come sta?
-Sì è risvegliata da poco, sta bene... anche se...
-Anche se? cosa c’è che non va?
-Non si ricorda nulla delle ultime settimane... quando si è svegliata il medico le ha chiesto chi era e se si ricordava cosa fosse successo, pensava di essere a Los Angeles, non ricorda l’incidente, quando le ha chiesto che giorno è oggi con il suo candido sorriso ha affermato sicura che la risposta fosse ovvia, ...il 12 ottobre.
Robert fece mente locale, fino a fine settembre aveva lavorato a New York per poi passare circa un paio di settimane in europa infine era rientrato a Los Angeles... sentì sgretolarsi la terra sotto ai suoi piedi... era circa una settimana prima che si incontrassero in spiaggia.
-Il medico dice che potrebbe essere un problema transitorio... ma per ora vogliono svolgere altre indagini.
-Vi ha riconosciuti?
-Sì. Era stranita di trovarci al suo fianco ma non ha avuto tentennamenti nel fornire al medico notizie di noi.
-Posso vederla? Parlarle? Vede noi ci amiamo non posso credere che non ricordi nulla...
Chiese vedendola guardare attraverso la finestra sul corridoio...
-Non so se sia una buona idea... i medici non vogliono che si sforzi di ricordare per ora... deve recuperare...
-Non si preoccupi io non dirò nulla...vediamo se mi riconosce... le chiedo solo questo...
Antony guardò Kyra attraverso il vetro, poi annuì chiedendo qualche minuto, preferiva che i genitori di Kyra uscissero dalla stanza. Robert restò li accarezzando quelle rose in attesa che uscissero. Poi non appena Antony accompagnò fuori dalla porta i genitori con la scusa di scendere a comprarle qualcosa da mangiare si rivolse a Robert
-Non una parola...
-Non le farei mai del male, può starne certo.
Robert spinse la porta ed entrò seguito da Antony sorridente
A-Kyra tesoro, guarda chi è venuto a trovarti...
Robert cercò di trattenere l’emozione e sorriderle come aveva sempre fatto ogni giorno da quando l’aveva conosciuta
R-Ciao Kyra... come ti senti?
Kyra lo osservò con fare interrogatorio per poi rivolgere lo sguardo verso Antony sperando in un aiuto da parte sua
A-Il Sig. Downey...Robert...
Lei allungò la sua mano per stringere quella di Robert, quel gesto gli parve talmente assurdo che per un istantela sua mente non riuscì ad elaborare di alzare il braccio ed allungare la mano per ricambiare quel gesto
R-Robert Downey, ma tu mi chiami Bob.
K-E’ un piacere conoscerti, o forse dovrei dire rivederti...ma tu non sei un divo del cinema? ...dai volto ad un supererore giusto?
Robert sorrise ed i suoi occhi si illuminarono, le avrebbe voluto dire “sono il tuo supereroe...” ma si trattenne, era felice, si ricordava di lui! lei si ricordava chi era...
R-Sì sono proprio io... Sono felice che tu ti sia ripresa...e che ti ricordi di me...
K-Antony per favore, non fare questi giochi con me, mi fai esplodere la testa, perchè conosco quest’uomo?
Kyra si stava agidanto e Robert vedendola così pensò che non fosse stata una buona idea apparire a quel modo, in quel momento... Antony abbassò lo sguardo non sapendo bene come e cosa dire... infine fu Robert a trovare la soluzione.
R-Perdonami è colpa mia. Noi ci conosciamo, ci siamo conosciuti a Los Angeles ed io volevo ringraziarti... Ieri stavo per essere investito da un’auto e solo grazie a te sono salvo, oggi ho saputo la buona notizia della tua ripresa così ho insistito per poterti salutare e ringraziare di persona
Le porse il bouquet che teneva in mano e vide Antony riprendere colore...
K-Grazie, ma io non ricordo... mi dispiace...
A-Ti sei svegliata solo poche ore fa, vedrai che con il tempo tutto diventerà più chiaro...
K-Lo spero perchè ho come l’impressione che mi manchi qualcosa...
Robert abbassò gli occhi e pensò tra se e se “ti manco io amore mio... quanto tu manchi a me...”
A-Ora riposa un po’ io accompagno il Signor Downey e cerco i tuoi genitori, ti posso lasciare sola?
K-Sì. ti aspetto.
R-E’ stato un vero piacere vederti e vedere che stai bene... ci vediamo presto.
K-Grazie dei fiori sono davvero molto belli...A presto allora...
Robert uscì dalla stanza ed evitò di girarsi verso la finestra, dalla sua espressione Jimmy capì tutto... Antony lo seguì e lo ringraziò per non aver detto nulla
Robert annuì pensando all’espressione smarrita di Kyra di pochi minuti prima. Robert si avvicinò a Jimmy
-Mi dispiace davvero molto Robert...
-Non dispiacerti. Sta bene, questa è l’unica cosa che conta.
Fece qualche passo e si mise a sedere su un divanetto lasciandosi cadare, tenendosi la testa tra le mani, Antony si mise a sedere affianco a lui
-Sa quando Kyra ebbe quel’incidente... ho creduto di morire... la vedevo li, attraverso un vetro mentre decidevano del nostro futuro senza che io potessi dire o capire qualcosa di quanto stava succedendo... La portarono nel blocco operatorio e quando ne uscirono mi accompagnarono al piano superiore per vedere nostra figlia, così piccola ed indifesa che già lottava per sopravvivere, Kyra che non dava segni di ripresa e la piccola che alla fine si arrese...
Antony teneva lo sguardo basso e la voce ancora tradiva l’emozione che provava nel raccontare quel passato
-Kyra era una giovane donna forte e combattiva, aveva scelto di lasciare gli studi universitari per dedicarsi alla sua passione, la fotografia, era felice... poi, suo fratello gemello fu coinvolto in una sparatoria, una rissa tra bande, semplicemente si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato e Kyra non ha retto il dolore, nonostante l’aiuto di tutti, degli amici e delle famiglie ha trovato conforto nell’alcool... e da li nulla è stato più forte consolazione per lei... nemmeno la figlia che portava in grembo...
-Kyra è molto cambiata. Ora è una persona migliore. Ha molto rispetto per la vita ed ha capito i suoi errori riabilitandosi.
Robert non riuscì a non intervenire, quel tono d’odio nei confronti di una difficoltà che anche lui per motivi diversi aveva vissuto lo fece esplodere. Antony sorrise guardandolo
-Lo so. l’ho capito appena ho visto i suoi occhi... è tornata quella di un tempo... Mi dispiace che non ricordi nulla di voi, della sua nuova vita... ma resto dell’idea che sia meglio non spingerla a ricordare forzandola...
-Lei si ricorda di me.
-Non l’ha riconosciuta...
-Quando ci siamo conosciuti lei non sapeva nemmeno chi fossi, ora sa chi sono... Che sono un attore... Credo che con il tempo potrebbe ricordare... ricordarsi di noi...
Ci fu un momento di silenzio poi 
Antony si alzò da quel divano e si rivolse a Robert prima di tornare sui suoi passi e rientrare nella camera di Kyra.
-Potrebbe ma non la forzeremo. La prego di non tornare. Se Kyra chiederà di lei la farò contattare dall'infermeria.

Robert non era disposto ad accettare quelle imposizioni... non lo trovava corretto, quello chi era per poter dire a lui se poteva o non poteva vedere Kyra? L’aveva abbandonata a se stessa nel momento in cui aveva più bisogno di lui ed ora voleva redimersi sulle sue spalle? no. Non l’avrebbe permesso. Non era disposto a lasciargli campo libero perchè lui potesse riprendersela. L’amava e solo una persona poteva impedirlo. Kyra.
Si alzò dal divanetto, guardò Jimmy che stava appoggiato al muro affianco a lui ad osservarlo in silenzio
-Andiamo.
Robert si incamminò lungo il corridoio ripassando davanti alla finestra sulla stanza di Kyra, rallentò volutamente per guardarla lei stava guardando Antony che conversava al telefono guardando fuori dalla finestra. Kyra si voltò verso il corridoio e lo vide passare il suo viso si illuminò in un sorriso sincero e alzò appena la mano in segno di saluto. Robert sorrise e ricambiò il saluto e proseguì per raggiungere l’uscita.
Jimmy non capiva, Robert lasciava così campo libero a quel tipo?
-Dove vuoi andare?
-Ci sono delle cose importanti che dobbiamo fare:
°Chiamare Kelly, per avvisarla di quanto sta succedendo, conosce la storia di Kyra e lei si fida di lei, forse ha qualche idea su come possiamo aiutare Kyra, ed è meglio che abbia qualcuno accanto, il numero dobbiamo cercarlo... lavora in una delle sedi degli anonimi alcolisti su una parallela della strada che porta a Venice da L.A...
°Avvisare il Pub di ciò che è successo, Indio saprà come contattarli.
°Devo parlare con Peter, queste riprese vanno spostate, ora non posso lavorare, ti inventi qualche scusa.
°Dobbiamo tornare in albergo, mangiare e dormire.
Stanotte si torna in ospedale.
-Dovresti chiamare un po di persone che ti stanno cercando da quando si è diffusa la notizia del tuo incidente, tutti chiamano per sapere come stai... Gwyneth, Jude, Josh, Stiller, Jamie, tua madre e tuo padre e tanti altri...
-Sì sì lo so...ma ora non posso, manda loro dei messaggi e ringraziali dicendo che li chiamerò appena mi sarà possibile.
Jimmy fu felice di vedere Robert reagire in questo modo e iniziò subito il giro di telefonate.
Arrivati in Hotel Robert trovò Susan fuori dalla porta della sua stanza ad aspettarlo.
-Cos’è questa novità che hai chiesto a Peter di spostare le riprese "a data da destinarsi"?
-Non credo che la cosa ti riguardi.
-Mi riguarda eccome. Sono il produttore esecutivo di questo progetto ed il tutto ricadrà sulla Team Downey...
-Ho altro a cui pensare ora.
Era entrato nella stanza e Susan entrò con lui
-Robert devi finire queste riprese, tornare a casa, e rimetterti al lavoro. Questo è un incidente di percorso è il momento di aprire gli occhi e riprendere le redini della tua vita in mano.
Robert scattò in piedi ed intimò a Susan di uscire immediatamente dalla sua stanza. Aveva oltrepassato ogni limite, definire ciò che era successo con Kyra un incidente di percorso era greve. Non voleva sentire altro.
-Non me ne vado. Tu devi ascoltarmi! Questo comport...
-Ora basta!
Quelle due parole riecheggiarono nella stanza e per la prima volta Susan smise di parlare, gli occhi di Robert erano lucidi e furiosi, le labbra contratte e serrate.
-Fuori!
Sentenziò non aggiungendo altro, restando immobile indicando la porta.
-Presto ti renderai conto che ti stava solo usando e che tu non sei in grado nemmeno di prenderti cura di te stesso!
Uscì sbattendo la porta e Robert si mise a sedere sul divando, guardò quel tavolino di fronte a lui con un gesto incontrollabile spinse tutti gli oggetti che vi erano stati sistemati sopra fino a farli cadere e rompersi. Solo lei riusciva a tirar fuori il peggio di lui...
Jimmy entrò nella stanza poco dopo, si guardò attorno vedendo quegli oggetti di cristallo sbriciolati a terra
-Che ne dici di cambiarti e andiamo a correre? o di andare nella palestra dell’hotel? hai bisogno di sfogarti un po’...
-No, ho semplicemente bisogno di non avere conversazioni “costruttive” con Susan.
Jimmy sorrise, aveva assistito a molte discussioni dell’ultimo anno tra loro ed ogni volta si chiedeva come Robert riuscisse a non metterle le mani addosso, pensò che parlare d’altro lo avrebbe aiutato a superare quel momento di rabbia
-Allora, ho contattato Peter in macchina è tutto ok, mi ha confermato che loro continueranno le riprese e quelle con te le farete alla fine, dice di riprenderti e di non preoccuparti di nulla. Ho inviato tutti quei messaggi a chi ti chiedeva di essere richiamato. Ho chiamato Indio, chiede se vuoi che ti raggiunga...
-No, no digli di stare tranquillo... sarebbe inutile...
-Ok. Mi ha confermato che ci pensa lui ad avvisare TJ così si chiama il proprietario del pub, e gli ho chiesto di passare a quella sede degli anonimi alcolisti che mi hai detto così da poter parlare con Kelly e farsi dare il numero.
-Perfetto...
-Ho ordinato il pranzo, tra poco lo portano qui...
-No... ho bisogno di uscire... non ce la faccio a stare chiuso qui!
-E dove vuoi andare?
-Non lo so... ma voglio uscire... troverò qualcosa da mangiare anche fuori di qui...
-Vengo con te... vado a cambiarmi e arr..
-No Jimmy, tu resta qui, riposati e... scusa ma preferisco fare due passi da solo...
Jimmy non era molto daccordo su questa soluzione, ma sapeva anche che Robert aveva bisogno di metabolizzare tutto ciò che gli stava succedendo
-Ok ma ti porti il telefono...
Robert si alzò, si spogliò e si infilò una maglietta a mezze maniche dal colore acceso, un cappellino con la visiera e degli occhiali da sole specchiati. Tenne indosso i jeans e si mise un paio di scarpe da ginnastica. infilò il telefono in tasca, e dei soldi, salutò con un cenno della mano Jimmy mentre lui era al telefono e stava chiedendo che qualcuno salisse a pulire la stanza da quei cristalli sparsi per la stanza.
Decise di non uscire dalla porta principale per evitare di dover prendere un taxi, voleva camminare ma allo stesso tempo non voleva essere assalito dai fan appostati all’entrata. Così seguì il corridoio andando nella direzione opposta al solito e alla fine trovò una porta di servizio aperta, da dove un fattorino dell’hotel faceva da spola tra l’interno del corridoio e un furgoncino li parcheggiato scaricando grossi pacchi di biancheria pulita. Guadagnò l’uscita e si avviò lungo quella strada per sbucare all’angolo dell’isolato sulla strada principale, guardò verso l’entrata dell’hotel e vide l’assemblamento di persone che attendevano la sua uscita, felice di aver eluso quel bagno di folla si avviò a passo svelto nella direzione opposta scontrandosi lievemente contro una ragazza che portava in una mano un cartone con della pizza ed un bicchiere di cola nell’altra, nello scontro nessuno dei due si sporcò perchè sia il cartone che la cola caddero lateralmente finendo vicino ai loro piedi
-Dio! ma guarda dove vai! Idiota!
-Scusa! Non volevo... stai bene?
La ragazza nemmeno gli rivolse uno sguardo, era arrabbiata, si chinò a raccogliere la scatola ed il bicchiere di cola per buttarli nel cesto della spazzatura
-Mi dispiace, posso rimediare ricomprandoti la pizza?
La ragazza alzò il viso e cercò di guardarlo in viso ma il sole negli occhi non l’aiutava, Robert la riconobbe subito, era la ragazza dei fiori, sorrise, e lei solo dopo essersi messa una mano sulla fronte per farsi da visiera creandosi così un po’ d’ombra davanti agli occhi riuscì a riconoscerlo facendo un passo indietro iniziando a balbettare ad alta voce
-Ma sei... sei... tu sei...
Robert si guardò intorno e vide che la gente che stava camminando su quel viale iniziava ad osservarli, le fece cenno di abbassare la voce e la invitò a voltarsi e camminare nella direzione opposta a quella in cui stava andando prima di scontrarsi con lui
-Non dire nulla ti prego, vieni, prendiamo un’altra pizza...
La ragazza sotto shock prese a camminare al suo fianco senza nemmeno rendersene conto, entrarono in una pizzeria che stava li vicino, Robert la guardava sorridendo e la ragazza era imbambolata a guardarlo senza dire niente.
-Sei così arrabbiata per la pizza da non rivolgermi la parola?
disse scherzando cercando di farla rinvenire mentre si accomodava in un piccolo tavolo in fondo alla sala
-Ti prego siediti...
-Grazie.
-Ah ma allora non hai perso la parola...
-Scusami... cioè mi scusi.. io non intendevo...
-Dammi del tu... e non scusarti, sono io che ti sono venuto addosso...
Il cameriere li raggiunse al tavolo Robert notò subito che il cameriere non l’aveva nemmeno riconosciuto ed ordinò
-Una pizza margherita e una cola per me... tu cosa prendi?
-Lo stesso.
Il cameriere se ne andò portandosi via i menù
-Tu sai chi sono ma io non so chi sei tu...o meglio sei la ragazza dei fiori ma come ti chiami?
-Elisabeth ma tutti mi chiamano Elly.
Robert allungò la mano per stringere la sua che tentennò un istante prima di raggiungere la sua
-E’ un grande piacere conoscerti Elisabeth.... ti devo ringraziare, i tuoi fiori le sono piaciuti molto...
-Come sta? Sta guarendo vero?
-Sì... anche se... sarà una cosa lunga...
-Andrà tutto bene ne sono sicura! Non può andare diversamente!
-Sei davvero molto gentile... grazie. Lo spero anche io...Tu che ci fai qui?
-Bhè... per te...
Robert sorrise, aveva fatto una domanda davvero stupida... Il cameriere li interruppe lasciando a tavola le pizze ed i bicchieri di cola
-Oltre... per me? Vivi qui?
-Abito in una cittadina a nord di Miami ma vengo qui a scuola, torno a casa solo nei w.e.
-Ma quanti anni hai? Non sei un po troppo giovane per restare sola a Miami?
-L’anno prossimo andrò al college... sempre che mi diano la borsa di studio... non sono poi così piccola...
La ragazza piano piano si rilassò e chiacchierò con Robert tanto che finirono la pizza ma restarono ancora li seduti a chiacchierare. Parlarono dei progetti futuri della ragazza che voleva entrare in uno dei college più rinomati per studiare economia e specializzarsi per poi recuperare vecchie strutture dismesse per farne posti di lavoro e alloggi per i senzatetto. Robert sentì il telefono vibrare e lo guardò, era un messaggio di Jimmy che voleva sapere come andava, rispose in fretta con un semplice “tutto ok” e tornò a chiacchierare cercando l’attenzione del cameriere per ordinare un caffè
-Se permetti quello lo offro io, ma non qui. Qui vicino c’è un posto...
-Volentieri.
Si alzò lasciando sul tavolo delle banconote ed uscirono da quel locale continuando a camminare sulla via principale, la ragazza lo invitò a seguirla dietro l’angolo e si trovarono in una via poco frequentata dalla folla che camminava ma c’era caffetteria che appena furono entrati gli ricordò quella che frequentava a Venice.
Entrambi ordinarono un caffè e Robert vide che facevano anche vari tipi di cappuccino
-L’hai mai preso qui il cappuccino?
-Scherzi? questa è la tappa fissa di tutte le mattine prima di andare a scuola, il cappuccino e le ciambelle qui sono insuperabili...
Robert sorrise...
-Oggi è la seconda volta che fai qualcosa per me... qualcosa di importante...
-Davvero? ne sono felice!
-Tocca a me fare qualcosa per te ora...
Si fece passare il pennarello indelebile che usava la cameriera per annotare gli ordini sui bicchieri di plastica ed iniziò a scrivere su una tazza di quelle di ceramica che vendevano ci fece un autografo e lo inserì nella scatola per pagarla alla cassa.
-Questa è per quando berrai il caffè al college... e questa... è la mia email... vorrei che la tenessi per te e che mi facessi sapere se l’università ti darà la borsa di studio. Il tuo progetto mi piace molto, potrei darti una mano a realizzarlo una volta che avrai terminato i tuoi studi...quindi aggiornami ok?
La ragazza aveva letteralmente perso l’uso della parola solo nel vederlo autografare quella tazza e riuscì solo ad annuire. Robert sorrise, si fece dare il suo cellulare poi chiese alla commessa di scattare un paio di foto. Si misero in posa e la ragazza iniziò a scattare infine Robert posò le sue labbra sulla guancia della ragazza e anche quel gesto venne immortalato sulle foto che Robert volle guardare prima di rendere il telefono a Elisabeth.
-Ora devo andare... Grazie di tutto, è stato gentile da parte tua farmi compagnia...
-Oh no! grazie a te!!! Non dimenticherò mai questa giornata! ...mi raccomando non perdere mai l’ottimismo e la convinzione che tutto si sistemerà...
Robert rimise gli occhiali da sole e le sorrise avviandosi verso l’uscita di quel bar, camminò in fretta e girò l'angolo sparendo tra la folla che camminava sulla via che portava all’hotel. Rientrò come era uscito da quella porta di servizio chiedendo l’intervento di Jimmy che scese ad aprirgli la porta che ora era chiusa.
-Dove sei stato?
-Qui nei dintorni, ho mangiato e preso un ottimo caffè.
-Sembri di buon umore...
-E’ così. Grazie a Elisabeth...
-E chi è Elisabeth?!?
-E’ una lunga storia ma te la racconto un altra volta, ora mi devo fare una doccia e riposarmi... stanotte ho un appuntamento importante...

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 27 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

-Vado a farmi una doccia, mi porti il tuo computer? devo fare una ricerca...
-Certo capo. Te lo lascio acceso sul tavolino ma non fargli prendere il volo come ai vasi dell’hotel!
-Promesso...
Robert prese una lattina di soda dal frigobar e si mise a sedere in terrazza, quando arrivò Jimmy con il pc rientrò all’interno.
-Te lo lascio acceso io vado a riposare un po’...
Si mise a sedere sul divano di fronte allo schermo e digitò sulla tastiera ciò che voleva trovare...
“ripresa dal coma vigile, perdita temporanea della memoria” lesse i titoli dei primi risultati finchè non trovò la pagina che attirò la sua attenzione. Si immerse nella lettura di quella dispensa universitaria, nessuna controindicazione nel rendere i pazienti coscienti di ciò che avevano dimenticato se non uno sbigottimento momentaneo. Avrebbe dovuto lavorare sul concentrarsi, in una sorta di allenamento delle funzioni cognitive tramite sedute con neuropsicologi, ergoterapisti ed altri terapisti formati in modo specifico per la riabilitazione da questi traumi.
Bene non era certo un problema per lui trovare i migliori specialisti perchè aiutassero Kyra...
Spense il pc, impostò la sveglia al telefono, si tolse i vestiti e si infilò nella doccia, aveva ottenuto molte informazioni, ora sapeva cosa fare. Sì lavò e si asciugò. Recuperò il suo pigiama e la maglia che aveva indossato Kyra e si sdraiò sul letto dopo aver chiuso tutte le tende. Doveva dormire e aiutandosi con la respirazione scivolò in un sonno ristoratore.

Kyra quella mattina si sottopose a diverse nuove analisi, si sentiva bene, non voleva fare altri controlli ma tutti insistevano e finì per farsi fare tutti quei test ed esami. Infine non le seppero dire qualcosa in più rispetto a quello che già sapevano... si sentiva dispiaciuta, sola, qualcosa le mancava ed iniziò a pensare che ciò che la faceva sentire così forse si trovava a Los Angeles, forse aveva lasciato qualcosa o qualcuno la...Quei pensieri non la abbandonarono per tutta la mattina, subito dopo pranzo lasciarono rientrare Antony che l'aveva raggiunta dal bar dove aveva mangiato un panino
-A cosa pensi?
-Non so' Antony, credo... ho come l’impressione di essermi dimenticata qualcosa di importante...
-io credo solo che tu ti stia fissando su dei particolari senza importanza, c’è un buco nella tua memoria... ma sai cosa penso? che se non ricordi qualcosa quel qualcosa non era così importante...
-Non so...
-Guarda cosa ho trovato a casa in una vecchia scatola...
Kyra lo guardò non aveva proprio idea di cosa poteva esserci in quella scatola, l’aprì e restò a bocca aperta.
-La mia vecchia Nikon reflex... ma... è bellissimo riaverla, ma non funzionava più... ti ricordi che mi era caduta?
-L’ho fatta aggiustare, erano solo un paio di ingranaggi che si erano rotti... provala...
Un po’ stupita prese l’obbiettivo dalla custodia e lo montò sul corpo della macchina, mise a fuoco e scattò un paio di scatti, allontanò il viso dalla macchina, pigiò il tasto e guardò le immagini sul piccolo monitor erano perfette...
-Grazie... sei stato veramente molto dolce a pensare di fare questo per me...
-Penso che dovresti concentrarti recuperando le tue vecchie passioni invece di fossilizzarti sui ricordi che hai perso...
-Forse hai ragione...
-Domani ci daranno gli ultimi esiti così sapremo quanti altri giorni dovrai stare qui...poi, pensavo che potresti venire con me a Chicago per qualche tempo... I tuoi abitano a due ore da casa mia... Potresti restare quanto vuoi e poi... ne sarei davvero felice...
Le prese la mano e lei sentì un leggero fastidio a quel contatto ma non disse nulla abbassò lo sguardo
-Non voglio che mi rispondi ora... mi basta sapere che ci penserai...
-Ci penserò...
-Bene! ora ti lascio un po con i tuoi genitori... nel tardo pomeriggio ho un paio di video conferenze per lavoro... e le devo ancora preparare... ci vediamo domani mattina ok?
-Ok grazie ancora...
Gli disse sollevando la macchina fotografica...Lui sorrise ed uscì dai genitori che attendevano di entrare attenendosi alla regola di non più di una persona per volta...
-Tesoro! come stai? Antony è proprio un caro ragazzo...
Disse guardando la macchina fotografica...
-Bene mamma! Non capisco perchè mi stiano ancora tenendo qui...Sì è stato molto gentile...
-Tutto qui? Ci è stato sempre molto vicino, viene a trovarci, ci ha dato una mano a vedere la casa per trasferirci vicino agli zii...
-Mi dispiace mamma... essere andata via senza farmi più sentire...mi fa piacere che Antony vi abbia aiutato in qualche modo quando io non avrei potuto...
-Non darti pena, io e papà sapevamo che avevi bisogno dei tuoi spazi... dopo tutto quello che hai passato...
-Mamma non bevo più...
-Lo sappiamo... ed è una cosa meravigliosa. Ma c’è qualcosa che ti rende irrequieta...
-Non lo so... c’è qualcosa che non riesco a ricordare ma è come se mi mancasse un pezzo di me... non so spiegarlo... Antony continua a dire che non devo pensarci che se non lo ricordo non è importante... ma per me non è così... questo vuoto è troppo grande...
-Amore.
-Come?
-Amore... quel vuoto si chiama Amore...
-Non so ma non credo, non ricordo solo poche settimane come può essere causato dall’amore? non ci si innamora in qualche settimana...
Sua madre la guardò sorridendo, le prese la mano ed iniziò ad annuire
-Tesoro se ne sei sicura tu... sarà qualcos’altro...
Kyra prese la macchina che era appoggiata sulle sue gambe e iniziò a scattare qualche fotografia a sua madre che iniziò a ridere e a cercare di nascondersi dietro ad una mano
-Ora si che riconosco... la vecchia Kyra!
Rise anche Kyra, ricordava bene il tormento che dava a tutta la famiglia con i suoi scatti... mise a fuoco il paesaggio che si vedeva fuori dalla sua finestra, poi abbassò la macchina sulla mensola sotto la finestra e vide una pianta con i fiori appena sbocciati ed affianco il bouquet di rose...
-Chi mi ha portato quella pianta?
-Non so... era già qui quando siamo arrivati noi...
-Chi l’avrà portata?
-Se vuoi chiedo alle infermiere...
-No, non importa...
-Tesoro ora devo andare, tuo padre è fuori che aspetta e dobbiamo andare, tra poco portano la cena e non vogliono i parenti tra i piedi... Ci vediamo domani mattina... ah.. prima che mi dimentichi, volevo comprarti un pigiama ma ricordo la tua allergia ai pigiami tradizionali così ti ho comprato questa tuta... della biancheria, e dei prodotti da bagno, non sapevo se c’era qualcosa... spero vada bene...
-Grazie mamma è perfetta! non sopporto questa camicia dell’ospedale... Grazie davvero! Salutami papà... vi voglio bene.
-Anche noi te ne vogliamo!
Kyra si alzò lentamente dal letto come aveva già fatto, non aveva nulla di rotto ma tutto il suo corpo le faceva male. A piccoli passi raggiunse il bagno e si lavò ma venne interrotta dall’infermiera con la cena, tornò in camera e guardò quel vassoio, il cibo era di ottima qualità, superiore a quello che vedeva sugli altri vassoi che l’infermiera distribuiva ai pochi pazienti in recupero come lei. Si domandò il perchè di quella differenza ma poi venne inebriata dai profumi di quel cibo e mangiò in fretta le piccole porzioni che le avevano lasciato, pensò “buono ma poco”, sentiva ancora un po di fame. Soddisfatto parte di quel bisogno tornò in bagno e si lavò i denti, sentì bussare alla porta e si affacciò dal bagno, un infermiera nuova che non aveva mai visto.
-Salve Kyra, bentornata!
-Salve... Sono venuta a ritirare il vassoio, io sono Linda sono l’infermiera del turno di notte... Come ti senti?
-Bene anche se ancora non ricordo tutto...
-Devi darti tempo, vedrai che piano piano tutto tornerà al suo posto... Che belle rose...
-Sì sono molto belle...
-Un ammiratore?
Kyra rise
-Non credo cioè non so... un amico credo... non mi ricordo di lui...
Linda sorrise, sapeva per certo di chi poteva essere un pensiero così dolce... Aveva già visto che il suo nome non era stato aggiunto all’elenco dei nominativi che potevano farle visita...
-Tempo al tempo...Ora porto via il vassoio e poi se lo trovo ti porto un vaso per le rose...Ti serve altro?
-Vorrei sapere se posso farmi la doccia...
-Certo perchè non dovresti... ma fai attenzione a non scivolare ok? Ti hanno lasciato il telo?
-In bagno non c’è nulla, solo un asciugamano per il viso...
-Ti porto subito la biancheria.
-Grazie.
Le luci si abbassarono nel momento in cui Linda le portò la biancheria da bagno nonostante fuori fosse ancora chiaro, il turno serale-notturno era appena iniziato, Kyra decise di farsi una doccia per mettersi poi la nuova tuta che le aveva comprato sua mamma, sì sentì subito meglio sotto al getto dell’acqua calda, sentiva tutti i muscoli indolenziti farle male durante i movimenti che cercava di compiere finendo per rinunciare ridendo di se stessa “sembro mia nonna”.
Robert si svegliò appena la sveglia iniziò a trillare, si alzò scelse con cura cosa indossare, scelse una camicia bianca, giacca scura, jeans e scarpe sportive, si lavò i denti, un filo di crema sul viso e si vestì mentre con il vivavoce chiamava il ristorante dell’hotel, ordinò cena per due da portare via che fosse completo di stoviglie e vino. Poi chiamò Jimmy chiedendogli di chiamare l’auto a noleggio. Quando Jimmy bussò alla porta lui era già in procinto di uscire
-Hai chiamato l’auto?
-Sì è arrivata.
-Bene non voglio fare tardi...
Jimmy vide i camerieri dell’hotel caricare dei piatti particolari che si usano per il catering, e ogni accessorio. Robert si assicurò che ci fosse tutto e ringraziò il meitre ed invitò i camerieri a salire sulla limousine, salirono in auto anche Jimmy e Robert, quest’ultimo diede indicazione su dove fosse la caffetteria che aveva visitato nel pomeriggio. Scese e prese ciò che gli serviva facendosi aiutare dalla commessa per riporre il tutto all’interno del bagagliaio dell’auto.
-Ora siamo pronti. Andiamo in ospedale.
Jimmy sorrise, ecco, finalmente il suo idolo stava lentamente tornando.
Robert chiese all’autista e all’addetto alla sicurezza di occuparsi con Jimmy di portare tutto sulla terrazza che aveva visto in una delle sue visite quando per errore salì su un ascensore che saliva anzichè scendere, mentre lui prese i caffè e la scatola che conteneva le ciambelle da portare a Linda che s’illuminò appena lo vide varcare la porta del reparto.
-Signor Downey lei mi vizia...
-Linda lei è una persona così di buon cuore che non potrei fare diversamente.
-Su, basta convenevoli vada da lei!
-Noterebbe se sparisse dalla sua stanza diciamo per un ora a partire da ora?
-Che intenzione ha? Non vorrà mettermi nei guai...
-Assolutamente no. Ho portato la cena e la serviranno tra dieci minuti sulla terrazza all’ottavo piano...
-Ma davvero è così romantico nella vita?
-Ci provo... è ancora sveglia?
-Sì... ora vada... ma si ricordi che io non l’ho vista...
Robert sorrise e le posò la mano sulla sua
-Grazie...
Robert camminò lungo il corridoio Kyra non era nel suo letto provò a bussare alla porta piano mentre entrava
-Kyra?
-Chi...chi è?
-Robert...
-Accidenti!... accidenti!... un minuto.... aspetta!
-Va tutto bene?
-Sì... tutto bene... solo che... accidenti!
-Hai bisogno di aiuto?
-No... cioè non riesco...
Robert non riusciva a capire cosa stava succedendo dentro a quel bagno...
-Kyra davvero, posso aiutarti?
La sentì sbuffare...
-Sì... entra pure...
Robert aprì la porta e la trovò con dei pantaloni neri lunghi fino ai piedi di cotone che cadevano morbidi lungo i fianchi, stava voltata di schiena mostrando la sua schiena nuda che lui ben conosceva, aveva delle macchie violacee sparse lungo tutto il busto e le vedeva anche sul fianco nascondersi sotto la fascia dei pantaloni.
-Che succede?
-Non riesco... non riesco a vestirmi...
Notò allora che apparivano sotto la maglia infilata solo al collo i gancetti del reggiseno, Kyra si teneva le braccia sul seno in una posa che trovò molto sexy anche se di certo non era quello il suo intento.
-Vediamo che possiamo fare...
Prese i gancetti e le sfiorò la pelle per cercare di riuscire ad avvicinarli senza che questi andassero a posarsi sui lividi ma non ci riuscì tanto che Kyra ad ogni appoggio del leggero indumento continuava a spostarsi mossa dal dolore... Robert prese la più saggia delle decisioni, seguì l’indumento e con le dita prese le spalline che lei era riuscita a collocare al posto giusto e prima di iniziare quella manovra le disse
-Questo non ti serve...
e lo rimandò alle sue braccia in attesa che lo sfilasse per procedere con la maglia
-Io chiudo gli occhi così tu puoi voltarti serenamente, io sollevo la maglia e tu cerchi di infilare entrambe le braccia insieme... e poi la testa ok?
-Va bene...
Kyra lo guardò solo ora, era molto affascinante e se ne stava li così tranquillo come se quello fosse il gesto più naturale che stesse compiendo con lei nuda ad un passo...
-Pronta?
-Sì... Ma tu come fai a sapere come infilare la maglia se non mi vedi?
-Perchè io non ho bisogno degli occhi per vederti, ma questo te lo spiego un altra volta, ora alza le braccia
Robert segui le braccia di Kyra e arrivò alla punta delle dita che sentì infilarsi all’interno del tessuto fino a sbucare dai fori ora veniva la parte più difficile perchè alzare le braccia le risultava piuttosto doloroso ma con l’aiuto di Robert riuscì ad infilare la maglia. Quando la maglia raggiunse la sua vita Robert aprì gli occhi e le sorrise.
-Ci siamo riusciti!
-Grazie...
-Hai cenato?
-Sì più o meno... era anche buono... ma poco....
-Per rimetterti hai bisogno di buon cibo...
-Ma tu che ci fai qui?
-Sono venuto a cena...
-In ospedale? Mi prendi in giro?
-No assolutamente... anzi a dire la verità sono venuto a chiederti se ti andava di farmi compagnia... Ho chiesto anche il permesso all’infermiera... non vorrai dirmi di no ora...
-Ok ci vengo... a patto che tu risponda alle mie domande...
Robert sarebbe stato felice di raccontarle tutto di loro... ma era davvero pronta?
-Andata...

Si avviarono verso l’ascensore Kyra era molto curiosa e sorrideva felice di quella inaspettata compagnia che forse conosceva qualcosa di lei che avrebbe potuto aiutarla a chiarire quella sensazione che l’accompagnava e non le dava tregua.
Si aprirono le porte dell’ascensore e Kyra vide le candele su quel tavolo dalla lunga tovaglia bianca guardò Robert che la invitò a seguirlo all’esterno.
-Ma allora è vero?
-Aspetta, sei vestita troppo leggera... Jimmy! C’è un maglione?
Jimmy aprì lo zaino di Robert e gli portò una felpa grigia
-E’ un po’ grande per te, ma andrà bene...
Kyra alzò le braccia piano come avevano fatto poco prima ma questa volta fu più semplice essendo grande le consentiva di indossarla con minor fatica. Si misero a sedere ed i camerieri iniziarono a servire la cena, Kyra rimase letteralmente a bocca aperta, Robert la guardò e rise mentre assaggiava il vino
-Ti faccio ridere?
-No... è che non è la prima volta che ceniamo insieme e ti vedo quell’espressione sul viso... ed è molto dolce.
-Quindi ci conosciamo? Siamo... amici?
-Non ti stranisce il fatto che poco fa tu fossi nuda davanti a me ed eri perfettamente a tuo agio?
Kyra arrossì, aveva ragione... non si era imbarazzata minimamente... come sospettava quell’uomo non era un estraneo...
-Quindi cosa siamo?
-Vorrei fossi tu ad arrivare a questa conclusione trovando la risposta dentro di te... tassello dopo tassello...
-Significa che non risponderai alle mie domande come tutti gli altri?
-Significa che risponderò alle tue domande ma dovrai trovare le risposte dentro di te...Non conta ciò che dicono gli altri, conta solo quello che senti tu.
Iniziarono a mangiare ma Kyra era una valanga di domande... Non riusciva a trattenersi, Robert felice cercava di trovare risposte ad ogni sua domanda senza forzare le cose, soddisfatto del fatto che Kyra stesse mangiando la cena mentre lui rispondeva alle sue domande restando con il piatto mezzo pieno. Inaspettatamente Kyra allungò la forchetta nel suo piatto facendo un altra domanda mentre Robert restò a bocca aperta
-Che c’è? é un altra domanda a cui non vuoi rispondere?
-No... è che... questa è una cosa che hai già fatto...
-Cosa? quale cosa?
-Prendere il mio cibo...
-Oh scusa!
-Non scusarti.. la prima volta che l’hai fatto mi hai detto che mi aiutavi a finire... Mi piace quando lo fai...
-Dove ci siamo conosciuti?
-In spiaggia... tu correvi ed io mi sono messo a parlare con te...
-Dove vivo? Ancora a Venice?
-Sì... sempre nella stessa casa anche se ora hai un bellissimo televisore e un impianto home theatre in salotto...
-E come ci è arrivato in casa mia?
-Da un megastore...
-E l’ho comprato io?!?
-Ti piace molto...
-Lavoro ancora? Che faccio? Nelle ultime settimane cosa è cambiato?
-Qualcosa è cambiato di certo... Sì lavori ancora al Pub di TJ, vai sempre agli incontri organizzati da Kelly, questo venerdì avresti dovuto partecipare all’incontro con la premiazione ma l’ho già fatta avvisare io che dovrai posticipare per ciò che ti è accaduto... anzì spero che non ti dia fastidio ma ho avvisato anche TJ... la tua barca sempre al molo...che altro?
Robert sapeva molte cose di lei... ma come è possibile? c’era gente che conosceva da molto più tempo e non sapevano tutte quelle cose di lei...
-Come fai a sapere tutte queste cose di me?
-Me le hai raccontate tu... ma ora che ne dici di pensare solo al dolce?
Robert fece cenno al cameriere che si affrettò a prendere i piatti sulla tavola per far posto al piatto del dolce portato dall’altro cameriere.
Sul piatto erano disposti tre piccoli cubetti di cheese cake perfettamente tagliati a triangolo: fragola, caramello e cioccolato.
-Uhmm sembrano deliziosi
-Allora serviti! ...Non saranno perfetti come quelli di Los Angeles ma sono sicuro che siano buonissimi...Ora ti faccio io una domanda... Cosa pensi di fare ora?
-Non so... Tutti mi stanno facendo pressioni perchè prenda delle decisioni che io ora non mi sento di poter prendere... Ho bisogno solo di ritrovare me stessa, sento che ho dimenticato qualcosa di importante e non riesco a fare ciò che mi stanno chiedendo...
-Cosa ti chiedono?
-Andare oltre... se ho dimenticato secondo loro non era importante... tu cosa ne pensi?
-Non sono la persona più adatta a cui fare questa domanda...
-Hai detto che avresti risposto...
-Posso solo dirti cosa farei io... non cosa dovresti fare tu, quello lo puoi decidere solo tu...
Kyra annuì mentre beveva un sorso d’acqua
-Cercherei di ritrovare la quotidianità che mi dava serenità, mi concentrerei su ciò che mi piace e vivrei giorno per giorno facendo tutto ciò che mi piace e che mi fa stare bene... Se la memoria deve tornare, tornerà... Non è sforzandoti che risolverai questa cosa...
-Grazie. Sei la prima persona che non mi forza a prendere una direzione...
-La cena era buonissima... e anche il dolce... Grazie.
-Il meglio deve ancora venire... Ci vuole un buon cappuccino...
-Avete anche il cappuccino???
Robert la guardò e fece una faccia buffa che la fece ridere...
-Che domande...
Fece un cenno, e portarono a tavola i due grandi bicchieri della caffetteria non si vedeva all’interno cosa ci fosse, Robert invitò Kyra ad alzarsi e fare due passi mentre i camerieri riponevano tutto e rientravano trasportando tutto lasciando solo le candele sulla tavola.
Kyra bevve il primo sorso guardando quel panorama, la città di notte era ancora più bella... Robert non riusciva a guardare altro che lei... nonostante i graffi, i lividi era bellissima, Kyra notò poco dopo lo sguardo di Robert e sorrise
-Tutto bene?
-Sì... sono veramente felice di aver trascorso con te questa serata....
-Quando tornerai a Los Angeles?
-Non ne ho idea... Non ho fretta di tornare...
-Chissà quando mi lasceranno uscire da qui...
-Quando ti sentirai meglio...
-Ma io mi sento meglio...
-Allora vedrai che succederà presto...
-Rientriamo? Non vorrei che l’infermiera lanciasse l’allarme!
Kyra sorrise, e rientrarono entrando nell’ascensore videro la squadra di Robert sistemare tutta la terrazza come nulla fosse successo.
-Ma fai spesso queste cose?
-A dire il vero è la prima volta...
Bevve il suo cappuccino e Kyra lo imitò, il silenzio la imbarazzava un po’ avrebbe voluto fargli tante altre domande ma non era facile.
-...Davvero niente male...
-Vero è buono... dolce come piace a te...
Kyra camminò verso la sua stanza senza nemmeno rendersi conto di quello che aveva appena detto mentre a Robert non sfuggì, ma non disse nulla... Sapere che qualche ricordo iniziava a farsi largo nella sua mente per lui era già abbastanza.
Kyra si accomodò sul suo letto mentre Robert si lavò le mani in bagno quando uscì venne investito da un paio di flash, dovette sbattere un paio di volte gli occhi per recuperare la vista
-Ma...
Kyra candidamente gli mostrò la sua macchina fotografica...
-Mi serviva un soggetto...
Robert sorrise guardando la sua espressione mentre controllava gli scatti...
-Come sono venuto?
-Benissimo... cioè bene!
Robert rise, era arrossita di nuovo... Posò la macchina fotografica e mentre Robert chiudeva le tende della finestra sul corridoio lei andò in bagno a lavarsi i denti
-Verrai anche domani a trovarmi?
-Se tu vuoi... certo.
-Voglio.
-Allora domani sera... porterò...la pizza...
Kyra sorrise e tornò in camera, sapere di avere un appuntamento fisso con lui la stava facendo sentire meglio... uno stato di benessere che non riusciva a spiegarsi... ma che le piaceva.
-Ora dovresti riposare...
-Non voglio dormire...
Robert le sistemò le coperte fino a cingerle la vita
-Se vuoi la pizza... dovrai dormire!
-Ok ma resta ancora un po’...
Lei spostò le gambe facendogli così un po’ di posto dove sedersi, continuando a chiacchierare delle varie cose che Kyra chiedeva, finchè iniziando a vedere il cielo schiarire Robert sentenziò che era ora di dormire.
Kyra si mise seduta mentre Robert le tolse tutti i cuscini che aveva dietro la schiena, si soffermò un istante a guardarla sorridendo, poi mentre le si avvicinava per abbracciarla ed augurarle un buon riposo sentì le sue braccia stringerlo piano, Robert chiuse gli occhi e l’abbracciò pianissimo temendo di farle male e si perse in quell’abbraccio, quando sentì Kyra allentare l’abbraccio per allontanarsi fece lo stesso riaprendo gli occhi e guardandola, quell’immagine l’avrebbe rievocata più tardi per prendere sonno pensando di esserle ancora vicino.
-Grazie... era tutto perfetto...
Kyra sussurò quelle parole mentre Robert veniva rapito dal calore del suo respiro che sfiorava la sua guancia, non resistette, non avrebbe potuto, inclinò di poco il suo viso fino a posare le sue labbra su quelle di Kyra baciandole con estrema dolcezza, pochi secondi che gli parverò un eternità in cui avrebbe voluto restare...
Si allontanò quel poco perchè le loro labbra si separassero per aggiungere ancora ad occhi chiusi
-Perdonami... non avrei dovuto...
Kyra a quel contatto rabbrividì, sentì ogni singola cellula del suo corpo rispondere a quel dolce richiamo come fosse l’unica cosa che potesse fare.
-Non è la prima volta che ci baciamo vero?
Robert posò la sua fronte contro quella di Kyra cercando di inviarle ogni immagine che stava scorrendo nella sua mente... ed accennò ad un no scuotendo piano il capo.
Kyra ne era certa, c’era troppa famigliarità in quel gesto
Robert si allontanò baciandole la fronte
-E’... è meglio che io vada ora...
-Non prima di avermi dato il mio bacio del buongiorno...
Aggiunse lei posando una mano sul suo fianco tirandolo dolcemente verso di lei, Robert non potè e non volle rifiutarsi, desiderava quelle labbra più di qualsiasi cosa al mondo. Prese il volto di Kyra tra le sue mani e l’avvicinò al suo unendo di nuovo le loro labbra in un bacio molto più profondo e carico di passione terminandolo con tanti piccoli baci. Fu Kyra a non voler metter fine a quel bacio. Robert era certo che lei lo stesse desiderando quanto lui desiderava lei e riuscì a fatica a metter fine a quel contatto, le carezzò il viso e le tenne le mani carezzandole e baciandole
-Ci vediamo...stasera.... porto la pizza...
-Porta anche le tue labbra
Disse sorridendo Kyra stupendosi lei stessa delle sue parole, ma felice di averle pronunciate. Robert sorrise ed uscì da quella porta evitando di guardarla di nuovo, sapendo che ad un suo qualsiasi cenno avrebbe capitolato amandola senza alcun freno e non voleva...
-Buona notte Kyra...
-A domani...Buona notte Robert...
Raggiunse la postazione in cui era seduta Linda a chiacchierare con Jimmy, lo stavano guardando da quando era apparso nel corridoio...Linda sorrideva
-E’ stata una buona serata?
-Direi di sì... ci siamo baciati... anche se ancora non si ricorda di me...
-Tempo al tempo... ricorderà... l’amore aiuta sempre...
Robert sorrise e la salutò incamminandosi lungo il corridoio mentre Jimmy recuperava le sue cose e lo raggiungeva.
Era stata una serata stupenda...ne era certo... ora tutto si sarebbe sistemato.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 28 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Kyra si alzò ed andò a sciacquarsi il viso, si sentiva accaldata e sapeva bene il perchè, non riusciva a spiegarsi però, perchè quell’uomo riusciva a farle quell’effetto. Guardò l’anteprima delle fotografie che gli aveva fatto, sorrideva e guardava diritto nell’obbiettivo, certo, era parte del suo lavoro stare di fronte all’obbiettivo, ma glie le aveva scattate mentre lui non se l’aspettava eppure era la perfezione fatta a persona.
Spense la luce e cercò una posizione in cui riuscire a dormire, con tutti quei lividi le risultava difficile riuscire prendere sonno, questo si andava sommando al sapore ed al profumo di Robert, si rassegnò, quella notte non sarebbe riuscita a prender sonno facilmente, poi sorrise di se, delle cose che era riuscita a dire, iniziò a sperare che la giornata passasse in fretta, aveva molte domande a cui Robert avrebbe dovuto rispondere, ne era certa, lui conosceva le risposte...

Robert si sentiva esaltato, felice, doveva solo lasciar passare quella giornata era sicuro che Kyra non ci avrebbe messo molto a sommare tutto, capire e forse ricordare... ma avrebbe aspettato tutto il tempo necessario perchè lei ricordasse, ora doveva solo riposare e trovare una buona pizzeria.
Arrivato in albergo si mise la tuta e una maglia a mezze maniche, quella notte era più calda delle altre o era lui che la percepiva così? sorrise... conosceva la risposta. Prese il telefono per mandare un promemoria a Jimmy, aveva intenzione di andare a correre, comprare delle ciambelle da portare a Kyra “se non mi lasciano entrare glie le consegnerà un infermiera” e contattare quegli specialisti per farsi dare un parere sulla situazione di Kyra... magari chiedergli di venire a Miami per un consulto.
Vide che aveva dei messaggi non ancora aperti, uno di questi era di Susan di qualche ora prima “Mi dispiace. Questa situazione sta facendo saltare i nervi a tutti quanti. Torno a L.A. quando torni ci sentiamo e vediamo di sistemare le cose. Cerca di stare tranquillo si risolverà tutto. Nonostante tutto sono dispiaciuta per ciò che ti sta accadendo” Robert rimase colpito da quelle parole, per la prima volta stava dimostrando di avere un cuore... di non preoccuparsi delle apparenze ma per le vite delle persone. Decise di risponderle e di aggiornarla era dispiaciuto che si sentisse in colpa, anche lui aveva i nervi a fior di pelle “Ehy, non preoccuparti ora va molto meglio, grazie per la tua disponibilità e per aver capito. Kyra sta molto meglio e direi che inizia a ricordare. Torneremo presto a L.A. forse già in settimana, appena i medici la lasceranno uscire dall’ospedale. Ti chiamo”
Si lavò i denti e si mise a letto, stava ormai albeggiando e si chiese se stava dormendo o se come lui si sentisse ancora su di giri e non avvertisse la stanchezza. Avrebbe dovuto comprarle un nuovo telefono visto che il suo era andato perso nell’incidente...
-”Buongiorno, sono Susan Downey, dovrei rintracciare telefonicamente Mr. Antony O’Neil, doveva chiamarmi perchè devo fornigli un numero aggiuntivo della copertura assicurativa per le cure di Kyra Johnson... So’ che non è nella procedura fornire numeri di telefono, ma se potesse fare un eccezione visto il caso... Grazie attendo in linea... La ringrazio è stata veramente molto gentile”
-Pronto?
-Mentre lei dorme, Kyra e mio marito passano tempo insieme...le avevo detto che doveva tenerli lontani.
-Ma che ore sono?
-E’ l’ora di svegliarsi! Le ho spianato la strada, non perchè restasse in hotel a dormire. Oggi veda di risolvere questa faccenda o lo farò io ma poi non si aspetti riconoscenza...
-Non si preoccupi. Entro 15 minuti sarò in ospedale e risolverò la faccenda.
-Me lo auguro
Susan chiuse i bagagli e ordinò la colazione in camera, la fece servire in terrazza.
Robert bussò alla porta di Susan si era già preparato per andare a correre, e stava scendendo quando in corridoio incontrò la tata di Exton scendere a fare colazione
-Buongiorno Ingrid, Exton è sveglio?
-Sì Mr. Downey. Vuole che glie lo porti?
-No grazie, ci penso io...
Entrò nella stanza si guardò attorno ma non vide ne Susan ne Exton il cameriere rientrò dalla terrazza con il carrello su cui aveva portato la colazione
-La Signora è in terrazza.
-Grazie, buona giornata.
Robert bussò allo stipite della grande finestra attirando l’attenzione di Susan ma soprattutto del curiosissimo piccolo Exton che lo chiamò a gran voce “papà!”
-Buongiorno Susan, posso?
chiese facendo cennò a Exton seduto nella sua seggiola. Susan sorrise e annuì mentre beveva il suo caffè
-Vuoi un caffè?
-No sto per andare a correre... poi passo in ospedale.
-Allora papà ti aiuterà a mangiare la frutta...
disse passando a Robert il vasetto che la conteneva il piccolo iniziò dimenarsi mentre stava in braccio. Robert pensò che poteva ritardare di una mezzora la sua uscita e dedicare un po’ di tempo al piccolo. Susan vedendolo avvicendarsi con il piccolo si rilassò un po’, stava dando del tempo in più a Antony per sistemare le cose...
Robert salutò Susan e Exton mentre salivano sul taxi con la tata e la guardia del corpo che li avrebbe portati all’aeroporto. A quell’ora i fans non erano ancora arrivati, si sistemò il berretto e si incamminò verso la caffetteria per comprare le ciambelle, la voglia di correre gli era passata, forse colpa di un po’ di malinconia che gli venne nel lasciare quel piccolo lui, che faceva ciao dal finestrino del taxi mentre si allontanava. Così prese la colazione per due e si avviò verso l’ospedale, in auto gli era sembrato molto più vicino e fu felice di aver pensato di farsi dare i bicchieri termici anzichè quelli normali perchè ci stava mettendo più del previsto... Vide passare un taxi e lo prese al volo, non voleva che il caffè si freddasse, aveva già camminato per più di mezzora. La corsa fu breve, arrivò subito all’entrata principale, pagò la corsa e si avviò verso gli ascensori, decise all’ultimo minuto di salire al quinto piano e poi di scendere attraverso le scale che portavano a metà del corridoio del reparto del quarto piano così da baypassare il controllo delle infermiere al banco informazioni. Si sarebbe trovato a pochi passi dalla stanza di Kyra, le avrebbe augurato buona giornata con un bacio e lasciandole caffè e ciambelle e poi sarebbe tornato in hotel per chiamare quei medici il cui numero era stato recuperato da Jimmy.
Aprì la porta e l’inserviente stava facendo il letto
-Cerca qualcuno?
-Kyra Johnson...
-E’ stata dimessa questa mattina.
-Dimessa??? come dimessa...
-Chieda all’infermiera al banco informazioni...
Robert arrivò al banco praticamente correndo, che significava che era stata dimessa? Chiese informazioni fingendosi calmo
-Cercavo Kyra Johnson ma mi è stato detto che è stata dimessa...
L’infermiera digitò sulla tastiera del pc
-Sì. Questa mattina ha lasciato l’ospedale.
-Avete un suo recapito?
-Non siamo autorizzati a rilasciare i contatti inseriti nel database
-Ascolti io mi chiamo Robert Downey Jr. e se controlla la scheda di Kyra Johnson vedrà che il numero di assistenza assicurativa è a mio nome. Non sono un estraneo.
L’infermiera guardò di nuovo lo schermo e prese un post-it, scrisse in fretta il numero di telefono che risultava come recapito.
-Grazie
Le disse Robert prima di allontanarsi camminando verso la saletta d’attesa digitando quel numero sulla tastiera del suo cellulare.
-“il numero chiamato è stato disattivato”

-Buongiorno dormigliona! Porto buone notizie
Kyra si stroppicciò gli occhi guardando stranita Antony stranamente di buon umore
-Che succede?
-Tra mezzora possiamo andarcene...
-Cosa???
Si mise seduta sul letto pensando di non aver capito bene...
-Esatto. Ho parlato poco fa con il medico e vedi questo foglio? dice che puoi vestirti e venire con me. Ecco perchè ti ho portato una camicia, un paio di leggins, e queste scarpe... sperando che ti riesca metterli senza troppa difficoltà... Sei contenta?
-Io... Sì certo... ma ora che dovrei fare?
-Vai in bagno, lavati e vestiti. Io ti aspetto qui...
Kyra entrò in bagno mentre sentiva dare la buona notizia al telefono a sua madre
-Ho saputo che hai avuto visite ieri sera...
Kyra non sapeva che dire... approfittò del fatto che si stava lavando i denti per emettere solo un suono incomprensibile
-Robert mi ha detto che avete parlato stanotte, che ti ha fatto compagnia... quell’uomo è incredibile no?
-Sì assolutamente...
Le sembrò sincero quindì osò
-Dovrei avvisarlo... Ha detto che sarebbe tornato stasera...
-L’ho già avvisato via messaggio perchè oggi doveva lavorare fuori Miami, mi ha chiesto di aggiornarlo e appena ho saputo l’ho messo al corrente tramite il suo assistente
-E cosa ti ha detto?
-Che settimana prossima viene a Chicago per girare un film, si dovrà trattenere li per qualche mese e che vi vedrete la...che si farà sentire lui appena può
-Ah...
-Dimenticavo, ha fatto recapitare qui questo per te...
Era una piccola scatola rigida, l’aprì al suo interno Kyra trovò un telefono nuovo ancora imballato con tanto di scheda telefonica. Kyra sorrise e accese il telefono... prese i vestiti e andò in bagno a cambiarsi. Pochi minuti dopo fu pronta per uscire, Antony aveva preso tutte le sue cose e le aveva riposte in una borsa da viaggio. Si mise a sedere sulla sedia a rotelle che le avevano portato le infermiere, nonostante stesse bene per effettuare il percorso fino all’uscita le era stato imposto l’uso della sedia a rotelle.
All’entrata presero un taxi che aveva appena lasciato delle persone li all’ingresso e Kyra si sentì tesa, come se andare in auto la innervosisse. Guardò il panorama per un po’ poi Antony richiamo la sua attenzione
-Andiamo a prendere i tuoi genitori e poi andiamo direttamente in aeroporto, prendiamo il primo volo per Chicago, scusami se facciamo tutto in fretta ma, visto che stavi bene ho fissato degli impegni importanti al lavoro che avevo posticipato
-Nessun problema... Tanto non mi andrebbe di fare la turista...
Un’ora dopo erano ai banchi della American Arlines e Antony stava acquistando i biglietti, ebbero il tempo per prendere un caffè nella sala d’attesa della prima classe mentre Antony le stava comprando dei vestiti pesanti, Chicago aveva temperature molto inferiori a quelle di Miami. Poco dopo chiamarono il volo e si avviarono lentamente verso l’imbarco. Prima che venisse dato il segnale di spegnere i telefoni Kyra diede uno sguardo allo schermo di quel nuovo modello... nessun messaggio in arrivo. Lo spense sperando di riuscire a dormire un po’ durante il volo.

Non riuscì a chiudere occhio in quelle 3 ore di volo. Il suo pensiero era a Robert, a quella notte e ora? quando si sarebbero rivisti? l’aspettava una lunga settimana di fisioterapia e sperò che quell’impegno riuscisse a distrarla. Non era ancora ora di pranzo quando scesero dall’aereo, Antony si occupò dei bagagli con il padre di Kyra mentre lei si copriva aiutata dalla madre, fuori pioveva, e c’erano poco meno di 10 gradi, l’ultima cosa che voleva era prendersi un raffreddore.
-East Garfield Park, 3231 West Madison Street, per favore.
Durante il trasferimento in taxi Antony li invitò a casa sua per pranzo visto che il treno per Milwaukee era stato prenotato per il tardo pomeriggio anche per dare il tempo anche ai genitori di Kyra di riposare qualche ora. Non erano abituati a viaggiare. Kyra pensò che era davvero molto gentile, si prendeva cura di lei e dei suoi genitori. Pensò di non meritare tutte quelle cortesie, dopo tutto gli aveva rovinato la vita.

-Robert mi vuoi dire che cosa è successo?
Jimmy era davvero preoccupato, da quando era rientrato in camera Robert non faceva altro che comporre quel numero di telefono, aveva chiamato la compagnia telefonica, il centralino dell’ospedale, ed ora stava cercando online qualsiasi dato che potesse portarlo a Kyra compreso la ricerca di tutti Johnson possessori di un recapito fisso, ricerca assurda ma avrebbe chiamato ogni singolo numero... Non poteva sparire così. Non lei. Non senza lasciargli un messaggio. Non dopo quella notte. Si maledì, avrebbe dovuto restare in quella stanza, nessuno avrebbe potuto dirgli di andarsene... e Kyra di certo non l’avrebbe chiesto.
-Robert...
Rinvenne da tutti quei pensieri e vide Jimmy preoccupato seduto accanto a lui, si passò le mani tra i capelli e sul viso cercando di riacquistare lucidità
-Kyra è stata dimessa questa mattina. Sono arrivato in ospedale e lei non c’era. Sono riuscito a farmi dare il recapito dall’infermiera e quel maledetto numero risulta disattivato!
-Com’è possibile? fammi provare...
Provò dal suo telefono e poi dal fisso, Robert non aveva commesso qualche errore di digitazione in preda all’agitazione. Era disattivato.
-Ora chiamo in ospedale e gli faccio controllare il numero.
Robert appoggiò la schena al divano restando in attesa che Jimmy riuscisse ad ottenere qualche altra informazione
-Sì, salve, questa mattina mi avete fornito un numero legato ad una paziente appena dimessa, Kyra Johnson... no, lo so che non potete fornire informazioni sui pazienti, ma devo fornire questo recapito all’assicurazione per la copertura delle spese mediche... non so, se vuole posso leggerle il numero e lei mi conferma l’esattezza, così in teoria non mi sta fornendo nessun dato... lei è davvero una persona gentile... Kyra Johnson... grazie... sì mi dica prendo nota... il numero corrisponde ma è disattivato... hanno lasciato degli altri recapiti? un indirizzo? capisco... grazie comunque.
-Che ti ha detto?
-Il numero è giusto, è l’unico che hanno e l’indirizzo... è quello di casa tua... l’ho scritto io sui moduli quando è stata ricoverata perchè non sapevo che scrivere...e le infermiere non potevano accettare il modulo se non compilato.
-Non può essere scomparsa! Ci deve essere un modo.... Sono sicuro che non voleva...
-Io penso che lei non stia scappando da te Robert.... tu sei qui che impazzisci per trovarla, ma la soluzione è semplice... Dove vi siete conosciuti? Dove abita? Dove lavora? Los Angeles! è li che dobbiamo tornare... perchè è li che lei tornerà... Non puoi restare in questo albergo sperando che lei recuperi la memoria e che si ricordi in quale albergo alloggiava con te per venire a cercarti... non ha senso! Lei tornerà a Venice... a casa sua... quella che era la sua casa e la sua vita anche prima di conoscerti...
Robert si strizzò gli occhi con le dita, poi annuì
-Forse hai ragione... Chiama Peter e chiedigli se possiamo girare oggi le mie scene. Entro domani torniamo a casa.

Kyra fissava un punto indefinito fuori dalla finestra del salotto in quella casa che non conosceva mentre i suoi genitori si rilassavano davanti alla tv. Fissava le gocce scendere lungo il vetro, unirsi una all’altra per poi scivolare veloci verso il basso
-A cosa pensi?
-A... nulla.
-A Robert?
-Forse...
-Cosa ti preoccupa?
-Non so, ma non è da lui... non ha chiamato... nemmeno un messaggio...
-Vuoi il numero del suo assistente? Potresti accertarti che vada tutto bene...
Kyra annuì rilassando il viso, prese il telefono dalla tasca ed attese che Antony scorresse la sua rubrica fino a trovare il numero.
Antony trovò il numero che stava cercando, un vecchio numero che teneva in studio per le emergenze ma non lo usava mai, era sempre spento. Dettò il numero a Kyra che lo ringraziò allontanandosi di qualche passo prima di far partire la chiamata.
Era spento, si voltò verso Antony squotendo la testa
-E’ spento.
-Staranno lavorando... non so come funzioni ma credo che non sia consentito tenere i telefoni accesi mentre si gira un film...
-Sì forse hai ragione...
-Manda un messaggio... Quando lo vedrà ti farà chiamare.
Era una buona idea... si mise seduta vicino a quella finestra e cercò le parole mentalmente prima di iniziare a scrivere 'ciao sono Kyra, sono arrivata a Chicago e va tutto bene, puoi riferire a Robert che aspetto che mi chiami? Ho bisogno di parlare con lui'
-Allora che ne pensi di Chicago?
-Direi che è....umida...e fredda...
Antony rise
-Non è sempre così te lo assicuro... Potrebbe anche piacerti... c’è il lago, a poche ore la montagna, la città è molto verde... e poi, ci sono io...
Kyra sorrise mentre lo ascoltava, stava dicendo sul serio? Non commentò preferì il silenzio. Non sapeva dove volesse andare a parare con quella frase
-Potresti... potresti prendere in considerazione l’ipotesi di restare qui se ti va...
-Antony io...
-Lo so, lo so devi ritrovare te stessa, ma perchè farlo da sola? Stavamo bene insieme...eravamo felici... potremmo esserlo ancora se solo tu volessi.
-Mi stai mettendo a disagio...
-Scusa non era mia intenzione è che sono così felice che sei qui che ora vorrei restassi....per sempre... Rivederti, è stato come se il tempo non fosse passato... Io ti amo ancora...
Antony si chinò verso di lei per baciarla ma Kyra mise le mani sul suo petto fermandolo.
-Antony davvero non è il caso.
Tornò al suo posto dispiaciuto della sua reazione
-Mi dispiace.
Kyra andò a sedersi vicino alla madre sul grande divano mentre Antony raggiunse la cucina per controllare il pranzo che stava cucinando.
-Mamma posso stare da voi?
-Ma... certo. Pensavo aveste deciso di riprovarci voi due...
-No... io non ho deciso niente... e se per voi è un problema dimmelo, torno a Los Angeles, ho una casa li...

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 29 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Quella mattina come oramai d’abitudine Emma, entrava nella stanza di Kyra con il vassoio della colazione augurandole buona giornata
-Mamma tutte le mattine continuo a dirti che non dovete fare tutto questo per me e voi puntualmente lo fate ogni mattina?
-Tesoro, se non lo facciamo per te, per chi dovremmo farlo? e poi tuo padre si alza prima solo per prepararti i pancakes come quando eri piccola... come posso dirgli di non farlo?
Guardò sua madre mentre apriva le tende era di una dolcezza infinita, era felice, iniziò a domandarsi perchè aveva scelto di tagliarli fuori dalla sua vita per così tanto tempo, ripercorse il passato e ricordò la vergogna provata nella certezza di averli delusi con il suo comportamento irresponsabile, ricordò quando prese quel primo autobus che la portò lontana da casa alla ricerca di una pace che poi riuscì a trovare solo attraverso l’aiuto dei gruppi degli anonimi alcolisti, che frequentò da quel giorno in poi. Cambiava città, lavoro, ma c’era sempre una costante... gli incontri degli anonimi alcolisti.
Quando arrivò a Los Angeles aveva pensato di chiamare i suoi genitori, di dire loro che stava bene, ma poi, la paura di commettere altri errori o di ricadere nell’alcool l’aveva fatta desistere... ne avrebbero sofferto troppo e non lo meritavano.
Sua madre uscì dalla stanza e lei si alzò, prese un pancake in mano e mordendolo si avvicinò alla finestra, un altra giornata grigia e fredda... quel posto era proprio l’opposto di quello che aveva scelto per vivere. Guardò il cellulare, nessuna chiamata... nessun messaggio... erano passati tre giorni dal suo messaggio, possibile che Robert non avesse ancora ricevuto il suo messaggio? che non avesse avuto ancora il tempo di rispondere? Prese coraggio e fece partire la chiamata, era abbastanza presto ed era quasi certa che le star di Hollywood non lavorassero a quell’ora... Spento. Sentì risuonare le parole di Antony nella sua testa, tra una settimana Robert sarebbe stato a Chicago per girare un film quindi mancava solo qualche giorno...
Come ogni giorno si lavò e si vestì, quando scese in cucina trovò suo padre che beveva il caffè appoggiato al tavolo della cucina, le augurò buongiorno prendendole una tazza di caffè e glie la passò insieme ad alcune pagine del giornale sorridendo ed indicando un articolo
-Non è quell’uomo che è venuto in ospedale?
Kyra sentì il vuoto formarsi tra la gola e lo stomaco, c’era una foto di Robert che firmava autografi sorridente fuori dal set prima di salire su un’auto... Prese il giornale ed iniziò a leggere con attenzione ogni singola riga, infine le uscì di bocca un “solo questo?” a conclusione della delusione per quell’articolo che non diceva nulla... parlava dei suoi capelli, del suo vestito e che si era già rimesso al lavoro dopo l’incidente... l’unica cosa che trovò interessante era la data impressa sulla foto, era del giorno dopo la sua partenza per Chicago... quindi non le avevano risposto alle chiamate perchè stavano lavorando...
-Cinque minuti e usciamo... preparati.
Annuì mentre ripiegava il giornale, salì in camera sua, prese la borsa e scese mentre il telefono di casa iniziava a squillare “Antony”. Da quel giorno in cui le aveva detto ciò che provava per lei non aveva più parlato con lui, ogni mattina lui chiamava e lei lasciava che ci parlasse sua madre, le aveva spiegato cosa si erano detti ed il perchè della sua chiusura totale nei suoi confronti... Emma baciò marito e la figlia prima di rispondere
-Kyra... dimenticavo... leggi questo! potresti provarci...
Kyra prese la rivista poco convinta ed uscì raggiungendo suo padre che l’aspettava in macchina nel vialetto con il motore già acceso per far scaldare l’abitacolo.
Tutte le mattine l’accompagnava al centro per la fisioterapia, oramai riusciva a muoversi senza sentire troppo dolore, lui poi andava a fare le commissioni per sua madre. Si ritrovavano poco prima di pranzo per tornare a casa insieme e nel pomeriggio lei si dedicava agli esercizi per la memoria che le aveva consigliato uno specialista che avevano consultato il giorno dopo il suo arrivo a Milwaukee.
Le giornale le scivolavano così tra le dita senza che qualcosa cambiasse nella sua testa. Mentre attendeva il suo turno per la fisioterapia sfogliò il giornale che le aveva dato sua madre, notò subito una pagina ripiegata su se stessa a segnalibro. Quel giornale a tiratura nazionale aveva indetto un concorso fotografico per il loro centenario. C’era un grosso premio in denaro e la pubblicazione delle foto del vincitore su un numero speciale, inoltre la possibilità di collaborare. Lesse il regolamento... poi richiuse il giornale, con quel premio sicuramente avrebbero partecipato tantissimi aspiranti fotografi professionisti, lei non poteva competere, poi non aveva 100 scatti da mandare, il termine per la consegna era entro la fine della settimana... troppo poco tempo per trovare 100 scatti particolari da fotografare.
Rientrando a casa posò la rivista sul tavolino in soggiorno e si mise a sedere sulla poltrona affianco alla vetrata sul giardino
-Quindi? parteciperai?
-No
-Perchè?
-Perchè no mamma...
-E’ l’occasione per fare qualcosa che ti piace...
-Ma non ho 100 scatti, e non sono dell’umore per andarmene in giro a fare fotografie..
Emma non rispose, si alzò e sparì in direzione della cucina, sperò di non esser parsa troppo rude, le faceva un immenso piacere che lei si preoccupasse di trovarle qualche impegno mentale, ma voleva solo che arrivasse il fine settimana... che arrivasse Robert... niente di più... aveva troppe domande senza risposta che le affollavano la mente ed oramai si era convinta che lui avrebbe potuto aiutarla a trovare le risposte che cercava.
-Ecco! Ora mettiti al lavoro!
Sentenziò sua madre mentre seguiva suo marito che stava posando sul piccolo tavolo di fronte al divano una grande scatola con il suo nome scritto sul lato. Sì alzò e li raggiunse mentre lei lo spolverava, sollevò il coperchio e al suo interno vi trovò tutto il materiale della sua camera oscura, certo, le bottiglie con i liquidi di sicuro erano da buttare, ma c’era proprio tutto compreso il filo con le mollettine che usava per appendere le foto appena sviluppate ad asciugare. All’interno della scatola vi era stata riposta un altra scatola, sembrava una vecchia cappelliera di quelle alte. Al suo interno erano conservate e riposte centinaia di fotografie, panorami, angolature dei palazzi che l’avevano affascinata, le foto fatte alla sua famiglia, quelle fatte alle feste, le foto dei compleanni, le fotografie scattate a Antony, la consegna dei diplomi, le facce buffe che faceva suo fratello ogni volta che lei si fiondava in camera sua scattando foto senza sosta. Molte di quelle immagini le aveva dimenticate e le stava ricordando solo in quel momento sfogliandole una alla volta si inginocchiò sul tappeto e Emma venne trascinata in cucina dal marito con una scusa per lasciarla li con i suoi ricordi.

-E’ stato come sempre un piacere lavorare con te Peter! Grazie di tutto...
-E’ stato un grande piacere anche per me! e non dirlo nemmeno per scherzo! Ho fatto solamente il mio lavoro... dirigervi e coordinare... Ci vediamo quando rientro a Los Angeles dopo il montaggio, così festeggiamo la fine delle riprese visto che sei di fretta e non ti fermi fino a venerdi...
-Volentieri! Buona continuazione!
Si congedò in fretta e raggiunse l’uscita dal set con Jimmy al suo fianco
-Fuori c’è un po’ di ressa...
-E quando succede che non ci sia?
-Sei tu quello bello e famoso, puoi prendertela solo con te stesso!
-Copritemi le spalle!
Si sorrisero ed uscirono assordandosi da quello schiamazzare, Jimmy aprì un varco con le altre guardie del corpo e mentre lo faceva dava indicazione ai fan
-Niente foto insieme! potete fotografare e farvi fare un autografo a testa! Lasciate spazio anche agli altri! Non affollatevi accontenterà tutti! e quando Robert arrivò allo sportello aperto la scorta si posizionò attorno a lui lasciando che i fans si allungassero oltre lo sportello dell’auto per farsi autografare poster e gadget mentre sorrideva gentile a chiunque gli stesse scattando una fotografia. Solitamente non rimaneva così tanto tempo, ma in quell’occasione vide che c’erano due ragazzini sulle sedie a rotelle che restavano in disparte ad osservarlo, così accontentò tutti finchè la maggior parte dei fan ottenuto ciò che desideravano si allontanarono e Robert potè avvicinarsi a loro in tutta sicurezza, non avevano nessun gadget da farsi autografare ne tanto meno dei poster, evidentemente avevano chiesto di esser portati li sapendo di non aver speranza di avvicinarsi in quelle condizioni. Robert si scusò con loro e si rivolse a Jimmy che rientrò all’interno della struttura, mentre lui tornò li a chiacchierare con loro mettendosi alla loro altezza piegandosi sulle proprie gambe appoggiandosi con un braccio su una delle sedie a rotelle, chiedendo loro come andava a scuola, e quale fosse stata la loro scena preferita del suo ultimo film che avevano visto, e cosa si aspettavano da questo nuovo... Loro erano emozionati ma si raccontarono senza freno. Jimmy tornò con il fotografo del set, si mise tra loro e si fece scattare un po’ di foto infine si raccomandò di spedire una copia delle foto a loro e una anche a lui. Il fotografo si fece dare gli indirizzi e se li appuntò nel telefono. I ragazzi erano felicissimi di quella sorpresa ma Robert non aveva finito, sorrise e gli passò dei sacchetti in cui c’erano i gadget del nuovo film non ancora in commercio infine prese il pennarello indelebile che Jimmy aveva recuperato sul set e lo utilizzò per autografare tutto ciò che volevano.
Infine sollecitato da Jimmy li salutò stupendoli
-Devo andare ragazzi, o perdo l’aereo! Ma che ne dite se ci vediamo alla premiere? Ho giusto due posti liberi sempre che vi vada....
disse strizzando l’occhio agli accompagnatori...
Nella loro risposta non ci furono parole ma solo un urlo di gioia...
Robert rise, la loro energia... la loro voglia di vivere era incredibile...
-Lo prendo per un sì! Buona giornata!
Si avviò verso l’auto mentre lasciava che Jimmy si occupasse di recuperare i loro numeri di telefono.
Il volo di rientro a Los Angeles fu tranquillo, come il rientro a casa, casa in cui non trovò nessuno. La domestica lo avvisò che Susan e Exton erano andati a trovare i Genitori di Susan per qualche giorno. Lasciò il bagaglio, si congedò da Jimmy che tornò a casa non prima di essersi assicurato che Robert avesse tutto ciò di cui aveva bisogno ed essersi raccomandato
-Chiamami qualsiasi novità ci sia, o qualsiasi cosa tu abbia bisogno... ci vediamo per organizzare il viaggio a Toronto

-Ok... Jimmy? Grazie...
Attese che Jimmy uscisse con la sua auto dal garage e d’istinto prese le chiavi e poco altro per poi scendere e prendere l’auto per dirigersi subito a casa di Kyra nella speranza di trovarla li... tra le sue cose...

Notò subito che il paparazzo non c’era appostato nel solito angolo, probabilmente sapendo dell’incidente a Miami aveva dirottato il suo interesse altrove... parcheggiò l’auto e cercò nel mazzo la chiave del portone, provò subito quella prima di quella rossa dell’appartamento, pensando che potesse essere quella ed inserita nella fessura nella serratura questa gli diede ragione. Salì le scale di corsa, aprì la porta e e si guardò attorno... Kyra non era li, non era tornata...vide la posta sul pavimento, l’avevano infilata sotto la porta, aprì le finestre e lasciò che la brezza entrasse a rinfrescare l’ambiente. Si lasciò cadere sul divano... non era tornata...
Entrò in camera e riconobbe subito quel profumo, aprì l’armadio per riporvi la giacca che aveva lasciato appesa all’entrata era quella che portava quella sera al pub quando Indio le scattò quella foto...respirò profondamente ed andò in cucina, aprì il frigorifero, c’erano dei cibi pronti ma non sapeva bene se fossero ancora commestibili dopo tutto quel tempo, prese un sacco e buttò tutto. Se fosse tornata doveva trovare tutto pulito e sistemato. Fece una lista della spesa, si tolse la felpa che aveva indosso e si mise a fare le pulizie, dopo un paio d’ore mancava solo il bagno da pulire e la spesa per riempire la dispensa, così andò in bagno e appesa allo specchio vi trovò una loro fotografia ritagliata da un giornale... era di quel giorno che avevano passeggiato in centro...la lasciò li appesa, e spesso il suo sguardo si soffermò su quell’immagine di loro...
Non aveva ancora pranzato, non aveva fame, uscì e raggiunse in auto il supermercato che si trovava ad un paio di isolati da li, era piccolo ma tutto sommato avevano tutto il necessario. Ci mise un po’ a fare la spesa, senza Kyra che lo aiutava era una frana ma ci avrebbe messo anche tutto il pomeriggio per completare la lista che aveva preparato.
Rientrò a casa soddisfatto dell’obbiettivo raggiunto. Sistemò tutto e salì in terrazza, pensò che forse le piante avevano bisogno d’acqua dopo tutto quel tempo, ma quando salì trovò tutto in ottimo stato e fu solo allora che vide che c’era un tubo ben mimetizzato che passava vicino ad ogni vaso e portava l’acqua erogata da un rubinetto nascosto dietro le foglie dell’edera regolato da un temporizzatore. Sì mise a sedere sul divano e contemplò il panorama mentre apriva il contenitore di cibo cinese. Restò li qualche ora, iniziò a sentire la stanchezza così scese e si sdraiò sul divano accendendo la tv, non tanto perchè gli importasse ciò che stavano trasmettendo, ma per avere un rumore di fondo che gli facesse compagnia. Si addormentò così...in quella che sentiva la sua casa... sua e di Kyra.
Fu il clacson di un camion a svegliarlo di soprassalto, si mise seduto, spense la televisione e sentì subito una fitta al collo dovuta probabilmente alla posizione in cui aveva dormito. Sì alzò, andò in bagno e si lavò il viso, non riusciva a svegliarsi, preparò il caffè e mentre ne beveva una tazza vide la posta, c’erano un paio di bollette da pagare, le prese lasciando il resto della posta. Oggi le avrebbe pagate con la carta di credito da internet e poi avrebbe fatto un po’ di quelle telefonate di cui Jimmy gli aveva mandato il promemoria e poi sarebbe tornato li. Se Kyra fosse tornata lo avrebbe trovato li ad aspettarla... perchè era quello ciò che stava facendo... l’aspettava. Prese un post-it e lasciò un messaggio sulla penisola della cucina 'ciao Amore ho riempito il frigorifero se arrivi e non ci sono resta qui e aspettami! Robert' lo rilesse poi mentre usciva dalla porta guardò quel biglietto appoggiato sulla penisola, pensò che quel “amore” forse fosse troppo se non aveva recuperato la memoria... “al diavolo! la amo! non ho intenzione di continuare a mentire!” Uscì chiudendo la porta dietro di se.

Scelse cento fotografie di getto, senza rifletterci troppo, quelle che le piacevano di più, le inserì nella busta e accompagnata da Emma andò in un negozio specializzato e si fece fare le copie in alta risoluzione per il giornale. Lasciarono gli originali in macchina e salirono nel palazzo in cui c’era la sede di quella rivista, Kyra compilò il modulo e consegnò il tutto ad una gentile impiegata, non potè non notare quante buste erano pervenute fino a quel momento, e lo scanner che alle sue spalle scansiva ogni domanda seguita da tutti gli scatti creando così dei file. Una volta che la sua domanda e le sue fotografie vennero lavorate furono riposte insieme a tutte le altre su un ripano predisposto contro la parete. I ripiani sottostanti erano già tutti pieni di buste e la sua e poche altre avrebbero riempito gli ultimi posti di quel ripiano che era pieno fino all’altezza dell’impiegata. Le disse che a tutti i partecipanti entro 15 giorni sarebbe giunta all’indirizzo indicato nella domanda una lettera contenente un buono per un abbonamento annuale alla loro rivista come ringraziamento per aver partecipato, e al vincitore avrebbero telefonato direttamente dalla sede principale. La invitò quindi a riscrivere il suo nome e numero di telefono su un ulteriore foglio protocollato dove ogni numero era collegato al plico di foto e al file. Ringraziò ed uscirono. Kyra pensò che non si sarebbe mai abituata a quell’aria così pungente.
Le giornate trascorrevano lente, Kyra passeggiava nel parco vicino casa tutte le mattine anche se pioveva, sentiva il bisogno di uscire, di sentire l’aria fredda entrarle dentro... Restare chiusa in casa la stava facendo impazzire. Erano passate circa tre settimane ormai da quando era arrivata li, ogni giorno cercava di mettersi in contatto con il numero dell’assistente di Robert senza alcun risultato. Antony continuava a chiamare ed a lasciare messaggi per lei.
Erano trascorsi anche i 15 giorni e non aveva ricevuto nessuna chiamata per quel concorso, la fisioterapia era finita e il medico che la stava seguendo le aveva consigliato di riprendere a vivere la sua quotidianità normalmente come se nulla fosse successo. Un giorno la sua memoria sarebbe tornata ma ora doveva andare avanti.
Senti un auto suonare il clacson dall’altro lato della strada e riconobbe sua madre all’interno della vettura, la raggiunse attraversando la strada con attenzione
-Ehy! dove stai andando?
-Devo andare a ritirare la spesa... vuoi venire?
-Sì dai...ti faccio compagnia!
Lungo quel viale le vetrine iniziavano a addobbarsi per la parata del Thanksgiving day, e con la madre decisero di fare una passeggiata dopo aver ritirato la spesa, prima di rientrare a casa.

Robert si svegliò, il telefono squillava dall’altra stanza, lo raggiunse
-Sei pronto? sono qui sotto...
-Dammi 10 minuti.
“Jimmy e la sua fottuta puntualità!”
Raccolse le idee, si buttò sotto la doccia e ne uscì dopo cinque minuti, si fece la barba e si lavò i denti... era pronto... era quasi pronto “i vestiti!!!” Prese la custodia appoggiata sulla sedia e recuperò la biancheria dalla valigia, si vestì, infilò le scarpe chiuse la valigia, controllò il post-it, tolse quello che lasciava tutti i giorni sulla penisola e appiccicò quello nuovo in cui le diceva dove stava andando, in quale hotel avrebbe soggiornato, il suo numero di cellulare, quello di Jimmy e sotto al biglietto un biglietto aereo aperto per raggiungerlo. Chiuse la porta ed uscì.
In quelle settimane nessuna notizia di Kyra, era stato al pub a parlare con TJ, aveva visto Kelly che fece una ricerca presso tutti i database dell’associazione per vedere se Kyra stava partecipando a degli incontri altrove senza ottenere alcun risultato, era passato al pontile a pagare il posto barca, aveva aperto tutta la corrispondenza in arrivo alla ricerca di qualche informazione sperando che qualche variazione o qualche disdetta potesse fornirgli il nuovo indirizzo ma nulla. Aveva ripreso a passare molto tempo con Exton visto che Susan era stata spesso fuori per lavoro. Era un mese che viveva oramai in quella casa? facendo il conto mentalmente si rese conto che stava vivendo sperando che un fantasma facesse ritorno... se voleva tornare sarebbe già tornata...Ma quel pensiero lo irritò. Era un pensiero che non riusciva ancora ad accettare.
-A che ora è il volo?
-Tra tre ore.
Robert lo guardò di sbieco
-Tre ore??? e perchè stiamo partendo a quest’ora? ah sì! certo, perchè sai quanto io ami restare chiuso nella sala d’attesa in aeroporto...
-Dormito male?
-Ho dormito benissimo!
-Non si direbbe... sei acido.
-Sì e sono sempre il tuo datore di lavoro... non dimenticartelo.
-Mi sembri...Susan!
Jimmy scoppiò a ridere e poco dopo anche Robert sorrise. Era sempre nervoso per fortuna Jimmy era un osso duro che di certo non si lasciava scalfire dalla sua acidità mattutina.
-Mi devi un cappuccino serio.
-Sì capo!
-Ripetimi com’è che mi sono fatto convincere ad andare a Toronto nella settimana del Thanksgiving day a lavorare?
-Vediamo... penso sia stato l’assegno che hai incassato la scorsa settimana a convincerti del tutto...
-Allora sono messo proprio male...
-Sappiamo bene perchè lo stai facendo... vuoi davvero che te lo dica? per non restare in quella casa da solo ad aspettarla...
-E perchè proprio il lavoro di Toronto e non quello nel New Mexico?
-Perchè con quel cazzo di freddo la tua faccia scura si noterà meno, quando ti stringerai in te stesso perchè ti manca sembrerà solo che hai freddo... e gli occhi lucidi specchio della tua anima sembreranno solo “allergici” al freddo glaciale.
Robert lo guardò serio
-Ricordami che ti devo aumentare lo stipendio...
-Bene...sarà fatto fidati...
-...Se la smetterai di psicanalizzarmi gratuitamente!
-Hai ragione... dovresti pagarmi un extra per questo...
Rise di nuovo con la sua risata fragorosa e contagiosa... non avrebbe potuto fare a meno di lui... era un assistente perfetto, un amico.
Il volo fu lungo ma Robert riuscì a prendere sonno e per la prima volta dopo tutto quel tempo sentì la voce di Kyra “Robert svegliati!”
Si svegliò, l’hostess sorrise gentile mentre parlava con Jimmy, erano prossimi all’atterraggio e stava riponendo i loro bicchieri. Jimmy lo osservò sorridendo
-Che faccia... che c’è? Pensavi di aggredire l’hostess?
-Ho sentito la voce di Kyra chiamarmi e dirmi di svegliarmi...
-Bhè se te lo dice anche lei...
alzò le spalle sdrammatizzando quell’affermazione.
Robert guardò fuori dal finestrino si vedeva tutta la città erano le 17 ora locale e le luci illuminavano la città facendo risaltare il lago...Pensò all’ultima volta che aveva sentito la sua voce chiamarlo, fu la mattina che Jimmy si precipitò da lui per dirgli che si era svegliata... Ripensò al loro ultimo bacio e alla sua mano che lo teneva vicino senza concedergli spazio. Cosa era successo?
Andarono a cena con il cliente quella sera e poi rientrarono in hotel, il giorno dopo aveva una lunga giornata di lavoro che l’aspettava, ma sarebbe stato semplice... doveva solo leggere, fare la voce fuori campo per quel documentario era perfetto... non doveva sforzarsi di fingere felicità o altri sentimenti... doveva solo leggere seguendo le immagini del video. In una giornata avrebbe fatto tutto. L’unica nota stonata fu sapere che doveva partecipare alla proiezione di quel documentario nella sede della società che l’aveva acquistato. Ma poi pensò che questo gli avrebbe permesso di rientrare solo dopo la festività. Era perfetto... o quasi.

Per la prima volta da quando era uscita dall’ospedale aveva trascorso un pomeriggio all’insegna della spensieratezza senza pensare ai ricordi che non riusciava a rievocare, senza pensare a Robert e il suo mancato arrivo, senza pensare che quel posto non era casa sua. Per la prima volta trascorse con sua madre del tempo tutto per loro, parlando come amiche, confidandosi, acquistando i primi regali di natale, tutte cose che si erano perse per colpa sua. Fu un pomeriggio davvero positivo tanto che decisero che si sarebbero dedicate un pomeriggio a settimana solo per loro.
Rientrarono in casa ridendo ancora con le braccia colme di sacchetti, trovarono Morgan seduto sul divano che le attendeva, la sua espressione seria, le guardò poi con una mano spinse verso di loro una busta bianca che era posata sul tavolino. Kyra iniziò a preoccuparsi, non l’aveva mai visto così serio e teso
-Che succede papà? Cos’è?
Restò qualche minuto in silenzio guardandole, infine non resistette ed esplose
-E’ del giornale!
La madre di Kyra lasciò i sacchetti posandoli a terra facendo un lungo respiro
-Maledizione Morgan! Mi hai fatto venire un infarto!!! Uno di questi giorni con i tuoi scherzi ti giocherai tua moglie!
Kyra stava li, immobile e fissava quella busta, non ricordava più cosa aveva detto l’impiegata del giornale a proposito di quelle buste.
-Aprila tesoro!
-Sì aprila! Vediamo cosa pensano delle tue fotografie...
Si fece coraggio, posò i sacchetti sulla poltrona affianco al divano, si sfregò qualche volta le mani sui pantaloni, le sudavano le mani, era tesa come non le capitava da una vita. Prese la busta tra le mani e lesse il suo nome, strappò con attenzione quella carta mentre i suoi genitori la osservavano seduti sul divano uno affianco all’altra tenendosi per mano attendendo di sapere cosa avevano scritto. Lesse con attenzione, lesse di nuovo poi li guardò
-Bhè ci vuoi dire cosa c’è scritto?
Si mise a sedere tenendo quella busta ancora stretta tra le mani
-Non è il buono per l'abbonamento, vogliono che contatti la loro sede...
Il padre si alzò
-E cosa diavolo stai aspettando? Prendi il telefono e chiama!
Suo padre aveva ragione! Cosa stava aspettando? prese il telefono e compose il numero seguendo le indicazioni per collegarsi all’interno dedicato
-Salve, sono Kyra Johnson, ho ricevuto la vostra comunicazione... sì, certo resto in linea... Sì sono io....Grazie... è... è un grande onore... certo, sì capisco... è una grande opportunità... no. non ho bisogno di pensarci, accetto, come le dicevo è un onore partecipare a questo vostro evento. Come... Ok. Sì... Sì... è stato un piacere anche per me, ci vediamo dopo domani allora... arrivederci.
Appena chiuse la telefonata i suoi occhi si posarono sui suoi genitori, sorrise, li avrebbe resi fieri di lei e avrebbe potuto rimediare anche se, solo in parte a tutto ciò che avevano vissuto per colpa sua.
-Cosa hanno detto?
-Ho vinto. Le mie fotografie finiranno sul numero speciale del centenario della rivista, vogliono che collabori con loro, dobbiamo tornare in città, oggi devo passare da loro nei loro uffici e domani sera devo andare alla sede principale per la mostra che verrà inaugurata dopo domani con una grande festa in cui mi consegneranno il premio... 150.000 dollari.
-Wow!
Uscì solo questo dalla bocca di suo padre era in estasi...
-Ma dopo domani è la vigilia del Thanksgiving day! Non tornerai in tempo
Disse Emma un po’ dispiaciuta... poi si riprese dai suoi pensieri
-Devi partecipare ad una festa? Dobbiamo correre ai ripari! Dobbiamo passare in centro a comprare un bel vestito! Morgan prendi il cappotto... usciamo!
-Mamma, papà... aspettate solo un secondo... voglio dirvi Grazie... grazie di tutto... Vi voglio bene!
-Anche noi te ne vogliamo piccola ma ora usciamo o troveremo tutto chiuso.
Kyra osservò sua madre scorrere i vestiti dell’atelier italiano che aveva scelto come prima tappa, era certa che li avrebbero trovato ciò che cercavano
-Mamma costa troppo!
-Provati questo vestito e quelle scarpe... e... signorina ci può portare questa pochete in un colore che si abbini a queste scarpe? Grazie... Tesoro, non fare quella faccia, è un’occasione che capita solo una volta nella vita... e tu la meriti più di tutti... quindi fa come ti dico.
Si rassegnò ed entrò nel camerino a provare quel vestito, una delle sue poche fortune era il suo fisico, difficilmente trovava qualcosa che le stava male indosso... infilò le scarpe ed uscì finendo di far salire la lampo laterale
-Che te ne sembra?
-Perfetto...
Mentre rientrava nel camerino e si cambiava sentiva sua madre che stava comprando altro e cercò di rivestirsi nel più breve tempo possibile ma quando uscì era già alla cassa a ritirare le borse con suo padre.
-Che altro hai preso?
-Un coprispalle in eco pelliccia bianco fa freddo la sera, un completo gonna giacca e camicia, due maglioncini e due paia di jeans... e un cappotto da giorno...
-Non ne avevo bisogno....no, aspetta esistono i cappotti da giorno???
-Non ti mettere contro tua madre! fidati di me, io la conosco bene... farà comunque ciò che vuole!
Le disse suo padre mettendole un braccio attorno alla vita e camminando con lei.
-Vi ho sentiti... aumentate il passo che dobbiamo ancora comprare due cose e poi andare alla sede del giornale.
Kyra si fermò, ebbè un illuminazione!
-Mamma ma perchè tu non vai a fare shopping e papà mi accompagna al giornale? ...Tanto non mi lasceresti scegliere niente....
-Fate come volete... portate in macchina questi... ci vediamo qui tra un ora ok?
-Ok, a dopo! Papà andiamo prima che cambi idea...
-Grazie tesoro! avevo proprio bisogno di venir salvato!
-Vi ho sentiti... di nuovo!
Suo padre decise di attenderla nell’atrio leggendo una copia della rivista, Kyra salì con l’ascensore al piano in cui aveva consegnato il plico con le fotografie.
-Salve Signora Johnson... Congratualzioni!
-Grazie... Mi hanno detto di passare da voi...
-Sì certo! venga, andiamo in ufficio.
Kyra la seguì in silenzio, non sapeva che dire, non era mai stata una gran chiacchierona...
-Eccoci qui... Vediamo....
Disse aprendo un cassetto ed estraendo una cartellina Rossa con all’interno vari fogli tra cui la copia dei suoi documenti
-Prima di tutto le consegno l’originale dell’assegno relativo alla vincita. Durante la premiazione le verrà consegnato il classico assegno gigantesco per le fotografie di rito, ma questo è più pratico da portare in banca!
Sorrise e lo fece scorrere sul tavolo che le separava, le passò anche un foglio da firmare per ricevuta del premio. Notò che le tremava un po’ la mano mentre scriveva il suo nome... era molto emozionata.
-In questa busta c’è la prenotazione del hotel a suo nome e il biglietto aereo per raggiungere la nostra sede principale, ci sarà una macchina ad attenderla in aeroporto, non si deve preoccupare di nulla.... abbiamo pensato a tutto noi.
-Esattamente cosa dovrei fare io?
-Nulla, presenziare alla premiazione, fare qualche fotografia con il presidente, e inaugurare con lui l’apertura della sala dove sono state esposte le gigantografie delle sue foto. Dovrà poi fare lo stesso la settimana successiva nella sede di New York.
-Tutto qui?
-Sì... Avrà l’auto sempre a sua disposizione, quindi si porti la macchina fotografica e ne aprofitti!
-Lo farò...
-Ed ora veniamo a noi....Vorremmo vedere in anteprima le sue prossime fotografie e pubblicarle in una sezione dedicata... Le proponiamo una collaborazione le daremo uno stipendio fisso di 2.000,00 dollari, lei in cambio dovrà viaggiare, noi le forniremo dei carnet di biglietti aerei, lei sceglierà dove andare... Se le fotografie verranno pubblicate tutte le spese relative a quel viaggio le verranno rimborsate oltre a riconoscerle un compenso per le fotografie che utilizzeremo, altrimenti verranno pagati da noi solo i biglietti aerei utilizzati. Che ne pensa? Mi sembra un offerta vantaggiosa... Ma per ora ci pensi, ci sentiamo quando rientra dalla premiazione, non c’è fretta è un progetto che inizierà con l’anno nuovo...
Kyra pensò che era una grande opportunità...
-Non sono una persona che ci deve pensare troppo, ho già deciso e accetto la vostra offerta di collaborazione.
-Perfetto! noi amiamo le persone decise. Ci vediamo alla premiazione!
Sì strinsero la mano e si salutarono. Kyra tornò da suo padre che non chiese nulla gli bastò guardare il sorriso sul volto di sua figlia per capire come era andata...
-Andiamo a recuperare mamma, stasera dobbiamo festeggiare!

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 30 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Entrò nella sua stanza, aveva una vista mozzafiato sullo skyline di Toronto, arredata con gusto, sentì bussare alla porta, sciolse il nodo alla cravatta allentandolo, iniziando a sbottonare i primi bottoni della camicia, aprì la porta e trovò Jimmy con la sua valigia, glie la ripose sul divanetto che si trovava in camera affianco alla cabina armadio. Lo guardò e sorrise, era cotto, avevano alzato il gomito a cena e non si trattenne nemmeno nel dopo cena
-Lascia perdere va a dormire! ci vediamo domani mattina.
-Perchè? non sono ubriaco...
-Vero amico mio, non lo sei, ma sei stanco e la valigia posso disfarla da me.
-Ok ci vediamo domani mattina, lo accompagnò alla porta e appena la chiuse scosse il capo, era sicuramente oltre il limite del suo grado di sopportazione... rise, quella era forse la terza o quarta volta che lo vedeva oltre quel limite, ed ogni volta che successe era a causa di qualche cliente “molesto” che insisteva perchè lui bevesse, così Jimmy scommetteva di essere un bevitore più molesto di tutti, distogliendo così l’attenzione da Robert che così trascorreva quelle serate senza bere più del solito bicchiere di vino. Jimmy invece rientrava totalmente cotto dall’alcool. Pensò che era veramente una fortuna che succedesse così raramente!
Si sofermò davanti alla vetrata del salottino guardando le luci notturne dei palazzi mentre si sbottonava la camicia partendo dai polsini, si sentiva stanco, forse un po anche depresso, iniziava davvero a perdere la speranza, a rassegnarsi... accese la tv in camera ed andò in bagno finendo di spogliarsi li, aprì l’acqua e si infilò sotto il getto dell’acqua che sciolse con il suo calore la contrattura muscolare al collo ed alle spalle, tutta la tensione ultimamente gli si accumulava in quella zona. Appena si ritrovava solo, come ogni giorno, finiva col pensare a lei... spesso riusciva ad arginare la sensazione di malessere chiudendo gli occhi e concentrandosi sui ricordi... riusciva ad arrivare a immaginare di essere sulla spiaggia e camminare con lei discutendo di cosa non andasse nel suo cappuccino... questo gli permetteva di riuscire a prendere sonno serenamente e non arrovellandosi il cervello, cercando una soluzione a quella situazione che pareva irrisolvibile.
Finì di lavarsi e cercò lo spazzolino da denti nella valigia, se li lavò mentre faceva zapping con il telecomando cercando qualcosa che potesse essere così noioso da consentirgli di prendere sonno. Si sciacquò la bocca e spense le luci, prese il telefono dalla tasca della giacca, ed impostò la sveglia pensando che Jimmy forse poteva essersela dimenticata. Si sdraiò sul letto con una maglietta a mezze maniche e gli slip, il riscaldamento era impostato al minimo ma in quella stanza la temperatura era estiva. La sua attenzione fu catturata da una serie tv che era appena iniziata su quel canale che fino a pochi minuti prima trasmetteva una trasmissione sulla tassazione locale... era perfetta per dormire... ora avrebbe dovuto cercare qualcos’altro perchè quel telefilm era un poliziesco troppo movimentato per annoiarlo. D’un tratto si mise seduto ed alzò il volume per ascoltare. Era la soluzione... l’aveva trovata! Ora sapeva come trovare Kyra.
Spense la tv e si sdraiò addormentandosi con un sorriso sulle labbra. l’avrebbe trovata.
La sveglia lo riportò alla realtà e da li a poco anche il bussare alla porta di Jimmy lo obbligò ad alzarsi, Jimmy rimase sulla porta ad attendere il carrello con la colazione mentre Robert stava tornando in camera grattandosi la testa. Sì lavò il viso e si vestì con un paio di jeans, una maglia a maniche lunghe ed una felpa. Preparò il giubbotto, la cuffia, una sciarpa e le scarpe e tornò in soggiorno a fare colazione. Jimmy notò subito che c’era qualcosa di nuovo in lui, canticchiava mentre spalmava il burro sul pane e si era riempito il piatto di cibo... non aveva più fatto una colazione decente da... da Miami...
-Perchè mi osservi?
-Stai facendo colazione? Sul serio? cosa è successo stanotte?
-Nulla. Ho solo una buona notizia...
-Quale notizia? racconta!
-Investigatore privato. è questo che mi serve... per trovarla...
-Wow...
-Che ne pensi?
-E’ una buona idea... Non ci avevamo proprio pensato...Questo ti fa sentire bene vedo...
-Sì.
Sorrise ed iniziò a mangiare, era sicuro che con quell’aiuto esperto sarebbe riuscito ad ottenere qualche informazione che a lui era sfuggita e con quelle l’avrebbe trovata e finalmente la loro vita insieme avrebbe preso forma esattamente come l’avevano immaginata. Se Kyra non l’avesse ricordata avrebbe passato giornate intere a raccontarle di loro e dei loro progetti, ma una cosa era certa, non l’avrebbe più lasciata.
-Se sei pronto direi che possiamo andare...
-Certo tanto non sei tu che devi lavorare... che fretta hai?
-Le ricordo Mr. Downey che presto il miei servigi 24 ore al giorno...
-Non lo dire in giro, potrebbero fraintendere! ci vediamo nella hall tra 10 minuti, mi lavo i denti e possiamo andare...
-Perfetto chiamo la macchina e passo in camera a prendere un paio di cose. Ci vediamo giù...
Robert si alzò e finì il caffè prima di andare in bagno, Jimmy attirò la sua attenzione prima di uscire totalmente dalla stanza, un attimo prima che entrasse in bagno
-Robert... Bentornato!
Jimmy ricambiò il sorriso che si allargò sul viso di Robert ed uscì per andare a prepararsi.

Avevano cenato nel ristorante in cui i suoi genitori cenavano quando volevano regalarsi qualcosa di speciale, quella serata lo era, Kyra si sentiva euforica per quella novità, poteva dare un senso a quella tragedia... l’aveva riavvicinata alla sua famiglia, ora questa nuova opportunità di lavoro e di realizzare un suo vecchio sogno, girare il mondo e fare fotografie... l’unica nota amara era quella assurda sensazione di incompletezza che sentiva dentro di se anche se oramai evitava di parlarne, preferiva che quella sofferenza non toccasse anche le persone che le stavano accanto. Infine Robert... l'unico che poteva rispondere alle sue domande era sparito nel nulla e non aveva modo di contattarlo. Alzarono i bicchieri e brindarono a quel successo, senza esitare Kyra pensò che quello era il momento giusto per comunicar loro le sue decisioni.
-Brindo a voi. Genitori splendidi che avete dovuto soffrire molto, e che, nonostante il passato siete corsi in mio aiuto... Vi voglio bene... mamma, papà è solo grazie a voi che stò per intraprendere questa nuova esperienza, e purtroppo non ho molti modi per potervi ringraziare, so che questo non potrà riparare e ripagare ciò che avete fatto per me ma potrebbe essere un buon inizio. Questo... è per voi.
Mise la busta sul tavolo e la spinse verso di loro con un grande sorriso.
-Cos’è?
Kyra non rispose fece segno a suo padre di prenderla, aprirono la busta e videro l’assegno, restarono entrambi a bocca aperta
-Non possiamo accettarlo... questi soldi sono tuoi.
-Io non ne ho bisogno... sto per iniziare un nuovo lavoro... e a Los Angeles non mi mancava nulla, ho anche dei risparmi da parte, tanto che mi sono permessa di lavorare in un pub anzichè cercare lavori più redditizi.
-Potresti comprarti casa...
-Mamma papà... volete che io sia felice? Allora accettateli, e godetevi la pensione senza pensieri... ed ora se non vi spiace vorrei tornare a casa, domani mattina devo alzarmi presto...
-Hai ragione, si è fatto tardi... andiamo...
Entrò nella sua stanza, si tolse le scarpe facendo pressione con un piede sull’altro e si sdraiò sul letto... Prese il telefono dalla tasca dei pantaloni, nessuna chiamata in arrivo, compose quel numero e nonostante conoscesse oramai a memoria l’esito della chiamata continuava a sperare dentro di se che qualcuno rispondesse. Dovette rassegnarsi e posare il telefono sul comodino, sentì bussare alla porta ed entrare sua madre, Emma teneva in mano una custodia vellutata la aprì e la porse a Kyra
-Questo è stato il regalo che tuo padre mi fece il giorno della vostra nascita, vorrei che lo tenessi tu e che lo indossassi alla tua festa...
Kyra guardò quel gioiello, un bracciale di diamanti e rubini su due file molto elegante, era bellissimo
-Mamma io... non so se posso accettarlo... è davvero troppo...
-Non fare la sciocca, sei mia figlia... nessuno più di te ne ha diritto. Ora fammi felice, provati il vestito, lo voglio vedere con tutti gli accessori...
Kyra sorrise, prese la custodia e la borsa con le scarpe e la pochette ed andò in bagno a vestirsi mentre sua madre sistemava gli altri vestiti acquistati nella valigia. Quando sentì scattare la serratura della porta del bagno alzò gli occhi restando a bocca aperta, si era raccolta i capelli in un chignon alla Audrey Hepburn ed era perfetta, il vestito le stava d’incanto e il coprispalle faceva risaltare il suo incarnato.
-Come mi sta?
le chiese lisciando il vestito, il sorriso di Emma le rispose prima che le parole le uscissero dalle labbra
-Bellissima.... Morgan!!! vieni a vedere!
Suo padre salì le scale in fretta e si affacciò alla porta restando affascinato
-Kyra... wow... girati fatti vedere...
-Aspetta manca qualcosa...
-Cosa?
Kyra guardò stranita sua madre, era certa di aver indossato tutto il contenuto della busta... la guardò cercando nei suoi occhi la risposta al suo “cosa manca”, ma la vide uscire a passo svelto dalla sua stanza e poco dopo rientrare con dei fermagli per capelli nelle mani
-Ci vogliono anche queste...
e l’aiutò a metterle tra i capelli. Sì specchiò guardandosi i capelli, sua madre aveva ragione con quei fermagli stava molto meglio.
-Ok ora mi vado a cambiare... sento freddo così.
Si chiuse in bagno per cambiarsi e mettersi la tuta che usava per stare in casa con tanto di calzettoni.
-Emma io torno a guardare la partita...
-Ok... Morgan, domani mattina dobbiamo uscire presto ed andare in centro prima che Kyra si svegli.
-Perchè? non possiamo passarci quando torniamo dall’aeroporto?
-No! no! devo prenderle un cappotto... ho sbagliato, quel coprispalle non la copre abbastanza, sentiva freddo qui in casa, figurati all’esterno!
-Mi stai dicendo che mia moglie ha sbagliato? Questo è un evento! Va festeggiato!!! Ci vuole...del gelato!
-Lo sai che il dottore ha detto niente zuccheri! Prendi quello dietetico!
-Quella porcheria lascia che la mangi il dottore...
Uscì dalla stanza dopo averle dato un bacio sulle labbra, nonostante gli anni e tutte le vicessitudini che gli accaddero erano ancora una coppia affiatata.
-Dov’è papà?
-E’ sceso a guardare la partita.
-Volevo chiedergli se domani mi porta lui in aeroporto...
-Certo che ti accompagna! Domani non alzarti presto, meglio che riposi un po di più ok? La valigia è pronta devi metterci solo il beauty e ed il vestito e poi la possiamo chiudere.
-Ok... mettiamo via il vestito, borsa e scarpe, la valigia la chiudiamo domani. Grazie mamma...
-Su! ora a dormire... Buona notte tesoro mio.
-Notte mamma.
Emma uscì chiudendo la porta dietro di se. Kyra andò in bagno e si lavò i denti, si struccò il viso e sciolse i capelli riponendo i fermagli nella tasca del beauty. Preparò la macchina fotografica e mise in carica le batterie supplementari, controllò che ci fossero le schede di memoria e la ripose nel bagaglio, accese la musica e si mise seduta alla finestra della sua camera sul muretto sopra al termosifone. Era la vigilia di un nuovo inizio... avrebbe dovuto essere felice.... Guardava le auto scorrere nel traffico della sera sul viale principale che si incrociava con la via residenziale in cui risiedevano i suoi genitori, pensò a quante serate aveva passato li seduta aspettando che una limousine scura svoltasse dal traffico per fermarsi sotto casa... troppe volte... chissà dov’era e cosa stava facendo... forse era a Los Angeles in qualche festa da vip o in in vacanza in qualche capitale europea come molti personaggi famosi che aveva visto sulle riviste che comprava sua madre... solo una cosa era certa... il suo cuore aveva battuto all’impazzata ogni volta che una grossa auto aveva svoltato in quella strada... era ora di mettere da parte i sogni ed accettare la realtà, Robert era stato così gentile con lei perchè gli aveva salvato la vita in quell’incidente... forse si sentiva in colpa... forse si erano conosciuti a Los Angeles ma evidentemente la loro era un’amicizia superficiale. Doveva smettere di pensare. Quel bacio in ospedale forse per lui era stato... un errore visto che poi era sparito... Doveva farsene una ragione e passare oltre. Non riuscì a capire solo una cosa... perchè il cuore a quei pensieri le faceva così male?
Chiuse le tende e spense la luce, si mise a letto continuando a ripetersi “un nuovo inizio... un nuovo inizio... un...nuovo...inizio”

La giornata di lavoro volgeva al termine, il regista stava riascoltando le sue registrazioni ora sincronizzate al video, Robert beveva del te freddo mentre restava seduto sullo sgabello con la cuffia ora posata sul collo, guardava attraverso il vetro che separava la sala d’incisione dalla regia e attendeva che il regista gli desse l’ok per chiudere quel lavoro o sapere se voleva che ripetesse alcune parti con un tono di voce diverso. Al di là della vetrata laterale c’era Jimmy seduto su una poltrona che chiacchierava e rideva con una ragazza, avrà avuto forse 20-25 anni, molto carina e pareva si divertisse davvero alle battute di Jimmy. Si sentì come l’unica persona sulla faccia della terra che in quel momento non aveva la ben che minima voglia di trovarsi li in quel momento, così per ingannare il tempo pensò a dove avrebbe voluto essere in quel momento, la sua mente gli diede solo un immagine... Avrebbe voluto essere in barca a vela. Chiuse gli occhi temendo che l’emozione di quell’immagine si rivelasse dai suoi occhi... Si sforzò di scindere quell’esperienza da Kyra, cercando di concentrarsi solamente sulle sensazioni che quell’uscita gli aveva lasciato... la brezza leggera sul viso, il sole, l’inclinazione della barca che prendeva il vento nel modo giusto ed aumentava la sua velocità....Kyra... il suo sorriso... i suoi occhi... le ciocche di capelli che si ribellavano e le si poggiavano sulle guance...
-Mr. Downey direi che abbiamo finito. Grazie
Aprì gli occhi ed annuì al regista
-Grazie a voi.
La ragazza che parlava con Jimmy si alzò ed entrò a sistemare l’attrezzatura in modo appropriato. La ringraziò ed uscì dallo studio. Robert notò subito che lei gli rivolse a malapena lo sguardo, mentre continuava a sorridere in direzione di Jimmy, il ragazzone stavolta aveva davvero fatto colpo. Sorrise.
-Abbiamo finito?
-Sì. credo che possiamo andare...le hai chiesto il numero?
-No... é decisamente fuori dalla mia portata...
-Ma ti piace?
-Come potrebbe non piacermi? è fantastica...Ah, dimenticavo, prima ha chiamato l’organizzazione dice che anticipano, stasera si parte alle 16,30...
Rispose volgendo lo sguardo nella direzione della ragazza che stava smontando tutta l’attrezzatura.
-Così presto? Va bene che siamo in Canada però mi pare presto per una cena...
-Non mi hanno detto molto....Posso informarmi se vuoi...
-No. Non ha importanza, l’unica cosa di cui voglio che ti informi è se quella ragazza stasera ha impegni... e se non ne ha, le chiedi di uscire.
-Ma Robert noi dobbiamo and..
-No. Non noi.... io. Io devo andare a quella cena e tu stasera direi che potresti trascorrere meglio il tuo tempo... Io ora torno in hotel a prepararmi ci vediamo domani
-Ne sei sicuro?
-Buon Thanksgiving Jimmy
Camminò lungo il corridoio tenendo la sua valigetta in mano, mentre nell’altra teneva i vestiti che si sarebbe infilato subito prima di uscire dal palazzo, all’interno dei palazzi si poteva stare tranquillamente a maniche corte, mentre fuori, forse c’erano un paio di gradi di temperatura...
Lo riportarono in hotel prese la chiave elettronica dalla tasca ed entrò nella sua stanza, accese la tv, sentì che stavano dicendo che forse avrebbe nevicato e si augurò solo che non piovesse, era fastidioso quando c’erano questi eventi mondani e pioveva... 'ti tocca stare per ore con i pantaloni umidi e non puoi fare assolutamente nulla...' pensò, guardò fuori dalla finestra, il cielo non sembrava volesse creare problemi alla serata, allora riguardò con attenzione la televisione e le immagini che stavano passando, capì solo allora che stavano dando indicazione per un paio di giorni a seguire... quindi con tutta probabilità quando avrebbe nevicato lui si sarebbe trovato già a Los Angeles. Si sentì sollevato.
Sì mise a sedere sul divano mancavano circa un paio d’ore alla partenza, si sarebbe fumato volentieri una sigaretta in quel momento ma di uscire in terrazza non se ne parlava proprio, quella era una suite non fumatori, sapeva che nessuno avrebbe detto nulla se si fosse fumato una sigaretta in quell’appartamento, ma non lo trovava corretto così decise di rilassarsi, cambiò canale cercando un canale di musica alzò il volume e fece scorrere l’acqua nella vasca da bagno ed iniziò a spogliarsi lasciando tutti i vestiti su una sedia in camera da letto. L’acqua era molto calda ma andava bene così, azionò l’idromassaggio e chiuse gli occhi.

Kyra sì alzò con calma quel mattino, sua madre non era venuta a svegliarla, si buttò subito sotto la doccia e ne uscì dopo qualche minuto pronta a vestirsi con un paio di jeans e maglie a strati fuori faceva freddo ma sicuramente in aeroporto ci sarebbe stato caldo e non voleva sudare o prendersi un raffreddore, infilò gli stivali e dopo essersi lavata i denti e truccata ripose tutto il necessario in valigia. La trascinò giù per le scale pensando come poteva pesare tanto una valigia che doveva contenere solo un paio di cambi... poi si ricordò la valanga di vestiti e accessori che sua mamma aveva comprato per lei quel pomeriggio e si rassegnò al peso, per fortuna aveva le rotelle, non avrebbe dovuto trascinarla per molto. Controllò di avere in borsa i documenti, il biglietto, la carta di credito e qualche banconota, il telefono. Controllò anche l’orario del volo e ripose tutto prima di cercare sua mamma in cucina.
-Buongiorno!
-Buongiorno! Dormito bene?
-Sì, forse un po’ agitata...
-Direi che è normale... a che ora hai il volo?
-Alle 13, ma devo essere al check-in un ora prima.
-E’ molto lungo il volo?
-No mamma sono solo un paio d’ore...
-E l’innagurazione della mostra fotografica?
-Alle 21.
-Spero ti facciano una fotografia per vederti...
-Ci sarà anche la premiazione quindi immagino che metteranno di sicuro la foto sulla rivista...
-Hai ragione, non ci avevo pensato... Cosa vuoi per colazione?
-Uova e pane tostato... Visto che salto il pranzo...Papà dov’è?
-Era fuori in giardino poco fa, hai preparato la valigia?
-Sì è già in salotto...
-Bene tu mangia, io gli dico che la può mettere in auto così poi siete pronti per andare.
Kyra si versò del succo d’arancia e mangiò la sua colazione, sorrise quando notò che sua madre non aveva resistito e aveva aggiunto delle mini salsicce affianco alle uova, per lei non era colazione senza salsicce o del bacon...
Sì lavò i denti e salutò sua madre abbracciandola forte, avevano legato molto più in quelle settimane che in tutto il periodo in cui avevano vissuto insieme precedentemente...
-Ci vediamo a New York ok?
-Certo, ti raggiungiamo li per vedere la seconda mostra.
In aeroporto attese un po’ per l’imbarco, erano giorni neri per i trasporti, tutti viaggiavano per raggiungere i propri cari per passare le festività insieme mentre lei li stava lasciando per andare in un posto sconosciuto e per lavoro. Guardò lo schermo con i voli in arrivo e in partenza, il suo guardo fu catturato “LAX” Los Angeles... avrebbe dovuto andare all’imbarco di quel volo anzichè a quello di Ottawa... ma se l’avesse fatto come si sarebbe sentita? comunque sola... Terminò la fila pensando all’abbraccio di suo padre che se n’era tornato a casa e le aveva fatto mille raccomandazioni come si è soliti fare ai bambini che si allontanano per la prima volta da casa.
Il volo fu davvero breve, non ebbe il tempo nemmeno di finire un paio di capitoli del libro che aveva comprato in aeroporto, quando scese dall’aereo si sentì gelare, anche se, per scendere non erano usciti all’esterno perchè l’aereo era stato agganciato da un braccio mobile che collegava direttamente l’aereo all’aeroporto, ma già da quella giunzione sentì passare il freddo pungente che l’attendeva all’esterno, così si mise in un angolo e si vestì con la giacca prima di uscire dai varchi doganali, si guardò attorno e vide un uomo con un cappotto nero tenere un cartello con le sue iniziali e il logo della rivista stampato sulla lavagnetta, lo raggiunse e lui si occupò del suo bagaglio mentre lei si accomodava in auto. La città era molto pulita e luminosa, il sole stava già tramontando e ci volle poco meno di un ora per raggiungere l’hotel dove avrebbe soggiornato. Chiamò subito sua madre per avvisarla del suo arrivo in hotel, le raccontò di quanto fosse bella e spaziosa quella camera, della vista sui grattacieli e che aveva all’ingresso un autista che l’attendeva per portarla ovunque lei avesse desiderato, poi la salutò perchè erano le 17 e doveva ancora disfare i bagagli, controllare che il vestito non si fosse sgualcito altrimenti avrebbe dovuto chiamare il servizio lavanderia. Lavarsi, truccarsi, insomma sarebbe stata pronta giusto in tempo per non essere in ritardo. Sistemò il bagaglio, sì fece subito una doccia e quando uscì dal bagno prese la custodia del vestito le sembrò gonfio... non sapeva spiegarsi esattamente perchè ma le parve che la custodia si fosse gonfiata da quando l’aveva riposta la sera precedente. La aprì ed al suo interno trovò un cappotto con un biglietto “metti questo e non il coprispalle.. fa freddo fuori... ciao mamma”
Lo sistemò sul letto e mise affianco il vestito con la biancheria, la pochette e a terra le scarpe, prese i fermagli per i capelli ed andò in bagno a sistemarsi i capelli e a truccarsi quando fu pronta pensò al vestito ed una volta indossato si sentì perfetta. Erano le 19,45 quando fu pronta, pensò di scendere anche se in anticipo, non sapeva bene dove si tenesse quella serata e non voleva assolutamente arrivare in ritardo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 31 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Il telefono in camera iniziò a suonare Robert finì di controllare la sua immagine allo specchio prima di preoccuparsi di andare a rispondere
-Sì?
-Mr. Downey, mi pregano di avvisarla che l’auto è arrivata a prenderla.
-Grazie. Scendo subito.
Tornò in bagno e sì guardò di nuovo allo specchio, infilò gli occhiali e si guardò di nuovo... no, stasera non gli piaceva quel look, aprì un piccolo contenitore e si mise le lenti a contatto tenendo gli occhiali nella tasca della giacca per ogni evenienza, con il freddo spesso gli capitava di avere problemi con le lenti a contatto e non aveva certo intenzione di passare tutta la serata con quel fastidio negli occhi, in caso avrebbe resistito fino al momento delle fotografie per poi mettersi gli occhiali. Si infilò il cappotto nero che aveva comprato a Londra, corto, poco più lungo di una giacca che lo rendeva a suo parere sfacciatamente elegante. Avrebbe messo delle scarpe eccentriche come era solito fare ma Jimmy l’aveva avvisato che erano molto formali, doveva adeguarsi, così sospirò e prese le scarpe eleganti, classiche le guardò poi buttò l’occhio su tutte le scarpe che erano state messe in ordine dal cameriere del piano, lasciò cadere le scarpe eleganti e si infilò le Nike Michael Jordan's Sterling Silver che si era portato... sorridendo, era pur sempre Robert Downey Jr.... se volevano un ingessato avrebbero dovuto scegliere qualcun’altro. Chiuse la porta dietro di se e continuò a guardarsi le scarpe e l’effetto che facevano, infilò gli occhiali da sole, ed entrò in ascensore, riconobbe subito il bodyguard che avevano mandato a prenderlo. Appena lo vide uscire dall’ascensore gli andò incontro e lo accompagnò all’uscita uscendo prima di lui per aprirgli la portiera della limousine che lo attendeva, si accomodò all’interno e prese una bottiglia d’acqua, vide affianco al frigobar un infinità di tartine e tramezzini, lo champagne nel cestello con il ghiaccio, la tv era accensa e il volume era messo al minimo, il bodyguard prima di chiudere la portiera gli chiese se aveva bisogno di qualcos’altro, Robert rispose gentile che potevano partire, che non aveva bisogno d’altro. L’uomo prima di congedarsi gli ricordò che poteva contattarlo tramite l’interfono. pochi istanti dopo l’auto partì. Robert rimase incantato a guardare il panorama ma notò subito che l’auto invece di percorrere le vie del centro si immise sull’autostrada allontanandosi dalla città.
-Mr. Downey, le passo sul vivavoce Mr. Parker.
-Grazie.
-Che piacere Mr. Downey!
-Il piacere è mio, come sta?
-Mi miei ragazzi la stanno trattando bene?
-Assolutamente anche se non ho idea di dove mi stiano portando...
L’uomo rise, si sentiva che era allegrò

-Dovreste essere all’aeroporto tra qualche minuto, il mio jet vi sta aspettando per portarvi qui. Buon volo.
-Oh bene. Ci vediamo tra poco...
-L’aspettiamo!
Ora iniziava a spiegarsi del perchè di quell’orario di partenza assurdo...



Salì sulla limousine che l’attendeva all’entrata, si sentì stranita, quel lusso era davvero troppo per lei... ma si sentì subito a suo agio sentendo la musica in sottofondo e concentrandosi sul panorama della città che poteva vedere dai grandi finestrini sui lati e da quello posto sul tetto. Fu quasi dispiaciuta quando sentì l’auto fermarsi pochi minuti dopo, aprirono la portiera ed un uomo l’aiutò a scendere dall’auto. Sì sentì vagamente in imbarazzo non conosceva nessuno, si rasserenò appena vide un volto a lei famigliare, ma non sapeva nemmeno come si chiamasse cercò di sorridere per non apparire troppo in imbarazzo
-Kyra! Ben arrivata! hai fatto buon viaggio?
-Sì tutto bene grazie.
-Vieni, ti presento al Presidente... Mr. Thomas... Mr. Thomas è arrivata!
Kyra la seguì entrando nell’atrio e vide un signore voltarsi in risposta alla chiamata, stava parlando con degli uomini distinti brindando con loro
-Quindi sei tu l’autrice di tutto questo...
le disse indicando tutto intorno con le braccia alzate verso il soffitto, solo allora Kyra alzò lo sguardo e vide li appesi parte dei suoi scatti... quelle tele gigantesche rendevano i colori ancora più belli
-Pare proprio di sì...
Disse sorridendo guardandosi attorno.
-Durante la premiazione apriremo le porte di quella sala dove ho fatto esporre tutti e 100 gli scatti... le apriremo insieme quelle porte... Complimenti ancora e divertiti, questa festa è un po’ anche tua... ora scusate ma mi stanno facendo cenno che il mio ospite è arrivato devo andare ad accoglierlo. A dopo.
-A dopo.
-Kyra vieni mettiamoci in fila per il guardaroba...meglio anticipare la massa in queste occasioni
Le disse sorridendole mentre si avviavano verso l’entrata della grande sala per prendere posto.

Il volo fu breve, ebbe appena il tempo di sfogliare una rivista che publicizzava l’evento a cui stava per partecipare, vide la fotografia di Mr. Parker. Appena scese dal jet preceduto dal bodyguard trovò una limousine ad aspettarlo, un ragazzo magro ed alto lo attendeva vicino all’auto
-Benvenuto a Ottawa Mr. Downey
-Grazie.
-Venga la accompagno
Robert salì in auto sperando non ci fosse altra strada da fare, quel viaggio l’aveva annoiato... cercò di trattenersi ma poco dopo che si immisero sulla strada non riuscì ad evitare di far uscire quelle parole dalla sua bocca, solitamente c’era Jimmy che si informava di tutto
-Quanto manca?
-Oh non si preoccupi, siamo praticamente arrivati! un paio di minuti ancora e ci siamo...
-Perfetto...
Robert prese il telefono e controllò i messaggi c’era una mail di Jimmy diceva solo “buon giorno del ringraziamento” nell’oggetto... e nel testo un semplice “grazie” aprì l’allegato, era una fotografia in cui lui e quella ragazza stavano abbracciati con le teste una vicina all’altra sorridenti. Sorrise pensando che la sua vita faceva schifo ma almeno riusciva ancora a migliorare quella degli altri... era già una gran cosa.
L’auto si fermò fuori da quel palazzo illuminato a giorno, Uscì dall’auto e vide il presidente andargli incontro, evidentemente qualcuno lo aveva avvisato del suo arrivo.
-Mr Downey! Che piacere averla tra noi!
-Mr. Parker! Animiamo un po’ questa festa?
-Venga, venga... tra poco iniziamo la proiezione... ma prima... ci vuole un drink!
-Parole sante!
L’uomo rise e lo invitò a seguirlo all’interno del palazzo. Entrarono insieme nel grande palazzo e si sentì subito meglio. Nonostante il cappotto non sentiva caldo forse perchè quell’atrio molto grande aveva quelle enormi porte aperte e nonostante il riscaldamento che veniva soffiato con forza dal soffitto l’ambiente era ancora fresco tanto che notò che tutti i presenti portavano indosso i loro cappotti. Al bancone del bar prese un bicchiere di champagne, e brindò con Mr. Parker che prese un martini. Robert mentre sorseggiava si guardò attorno restando rapito da quelle fotografie impresse su quelle grandi tele che rivestivano le altissime pareti e erano sparse sul soffitto lasciate scendere appese a dei ganci, tutte riportavano la stessa sigla “JK” cercò di fare mente locale e ricordare qualche noto fotografo che potesse aver partecipato e fatto quegli scatti. il presidente notò subito l’interesse di Robert per quegli scatti
-Ha visto che belle?
-Davvero favolose...
-Frutto della mia ultima scoperta... Venga che glie la presento così si può complimentare direttamente con lei.
Il direttore si guardò attorno
-Eccole là le mie donne!
disse indicando con la mano libera dal drink una coppia di donne che si stavano avvicinando all’entrata della grande sala. Lasciò il bicchiere con lo champagne sul bancone e lo seguì in direzione di quelle due donne restando appena qualche passo dietro di lui
-Alyssa, Kyra vi presento il nostro ospite anche se non ha bisogno di presentazioni
Si spostò di lato lasciando così piena visuale alle due donne di Robert che camminava lentamente verso di loro raggiungendole in pochi passi. Kyra pensò subito che la sua testa le stesse giocando un brutto scherzo e restò pietrificata, smise anche di respirare e non riprese finchè il cuore impazzito non le chiese di riprendere a farlo proprio un istante prima di cadere a terra al tocco della mano di Robert morbida e calda
-Mr. Downey, questa è Alyssa il nostro direttore di Chicago e lei è il nostro nuovo acquisto, Kyra Johnson, è l’autrice di quegli scatti che l’hanno appassionata, più tardi potrà vedere gli altri...
Robert salutò subito Alyssa stringendole la mano e poi guardò Kyra e le prese la mano.
-Ciao...
Il presidente si affrettò a scavalcare la fila del guardaroba per raggiungere la sala, Alyssa si affrettò a passare il cappotto al ragazzo addetto al guardaroba, doveva occuparsi della presentazione del filmato con il direttore. Guardò Kyra che era rimasta li a fissare Downey, ma la cosa che la stranì fu che a lui non dava affatto fastidio, la guardava negli occhi sorridendo appena, mentre le teneva ancora la mano. Sorrise e decise di lasciarli li... prima o poi sarebbero entrati. Altre persone passarono avanti a loro per raggiungere il guardaroba ed entrare, Robert non sarebbe mai riuscito a metter fine di sua iniziativa a quel contatto... gli occhi di Kyra lo guardavano come se non avessero mai smesso di guardarlo da quella notte. La sua mano fredda tremava appena
-Volete darmi i vostri cappotti signori? stiamo per chiudere le porte se volete entrare...
A quelle parole Kyra annuì Robert precedette il ragazzo e aiutò Kyra a togliersi il cappotto scoprendo così l’abito rosso che lo lasciò senza fiato, era bellissima forse più di sempre.
(acconciatura)


(Cappotto)

(abito)


Passò il cappotto di lei al ragazzo riprendendole la mano, non interruppe il contatto visivo con lei nemmeno per un istante mentre si sfilava il suo cappotto e lo passava con una mano sola al ragazzo senza guardare, prese con la stessa mano i biglietti del guardaroba e se li infilò in tasca. Appena entrarono nella grande sala restarono per un istante al buio, all’interno le luci erano molto basse, ed i tavoli illuminati da piccole lanterne, sul palco il presidente stava parlando e uno degli addetti ai tavoli accompagnò Robert e Kyra ad un tavolo appena sotto il palco e chiese loro di accomodarsi. Robert non ascoltò una sola parola di quanto stava dicendo Mr. Parker continuava a guardarla. Kyra abbassò lo sguardo cercando di riportare il battito del suo cuore ad un livello accettabile. Sentì pronunciare il suo nome e alzando lo sguardo vide il presidente parlare di lei, e poi chiamare Robert sul palco. Sì alzò dal suo posto e lo raggiunse facendo riempire la sala di applausi. Restò affianco a Mr. Parker ad ascoltarlo finire il discorso e con lui fece partire la proiezione del breve documentario a cui aveva dato voce. Kyra non guardò nemmeno una di quelle immagini che stavano scorrendo sul grande schermo, ascoltava la voce di Robert fare da voce fuori campo e lo guardava mentre parlava piano affianco a Mr. Parker.
Kyra bevve un po’ d’acqua non appena Alyssa le disse che tra poco l’avrebbero chiamata sul palco per la premiazione. Il video terminò con grande consenso di tutti i presenti, vide un fotografo appostarsi ai piedi del piccolo palco mentre il presidente riprendeva la parola e Robert restava li sorridendo ad Alyssa che li aveva raggiunti sul palco. I suoi scatti iniziarono a proiettarsi sullo schermo mentre il presidente la invitava a salire sul palco si alzò fece un lungo respiro ed appena venne illuminata dalla luce partirono gli applausi di quelli che poteva considerare i suoi nuovi colleghi di lavoro. Sorrise emozionata quando il presidente si complimentò con lei e si misero in posa per alcune foto, Alyssa prese la parola e le consegnò la targa ricordo, mentre a Robert venne dato il grosso assegno da consegnarle, le si avvicinò a consegnarle l’assegno mentre il fotografo immortalava quell’attimo. Robert le si avvicinò e le diede un piccolo bacio sulla guancia, Kyra si sentì rabbrividire e cercò di non dare a vedere ciò che stava provando in quell’istante. Fecero altre foto con Alyssa e Mr. Parker mentre sui tavoli iniziavano a servire la cena. Il presidente e Alyssa restarono sul palco per premiare alcuni dipendenti storici, mentre Kyra e Robert vennero accompagnati  e scesero dal palco lateralmente ritrovandosi dietro le quinte di quel palco. Kyra camminava davanti a Robert senza dire una parola, le prese la mano, Kyra si voltò verso di lui che la prese e l’abbracciò forte
-Quanto mi sei mancata...

-Quanto ti sono mancata? Quanto ti sono mancata... Se questa voleva essere una battuta come quelle che hai detto poco fa sul palco sappi che non mi ha fatto ridere.
Robert non riusciva a capire di cosa stesse parlando, era emozionato ma sapeva bene cosa le aveva appena detto... come poteva fraintendere? e perchè aveva messo le sue braccia tra i loro corpi per mettere distanza?
-Cosa è successo Kyra? Dov'eri? Non sapevo dove e come cercarti...
-Ti sarebbe bastato chiamare il numero del cellulare che mi hai dato oppure rispondere ad uno dei miei messaggi, delle mie chiamate o meglio ancora venire a Chicago come avevi detto per esempio...
-Quale cellulare? Chicago? Mi dispiace da morire Kyra, ma davvero non riesco a capire di cosa tu stia parlando, sono venuto in ospedale quella mattina e tu, eri già andata via....Ma sai che ti dico? Non importa. La cosa importante è che ti ho ritrovato, che ci siamo ritrovati... Perché quella sera ho commesso un solo grave errore... Non dirti quanto ti amavo, ma non commetterò due volte lo stesso errore.
Robert avvicinò le sue labbra a quelle di Kyra dando così inizio ad un piccolo bacio. Kyra aveva le mani sul suo petto e fino a qualche secondo prima stava cercando di liberarsi dalla morsa di quelle braccia ma smise di combattere non appena le sue labbra sfiorarono quelle di Robert. Non capì cosa stava succedendo era furente, l’avrebbe preso a schiaffi se solo fosse riuscita a liberarsi dalla dolce morsa dell’abbraccio di Robert, stava cercando di mantenere le distanze spingendo con le sue braccia ma non appena lui la baciò le sue braccia si arresero lasciandosi stringere. Chiuse gli occhi come un automa a quel contatto con Robert e nella sua testa apparvero come dei flash molto intensi con immagini di loro due insieme che duravano frazioni di secondo. Quelle immagini la percossero facendola tremare tanto che Robert si accorse che qualcosa non andava, sciolse quell’abbraccio separando le loro labbra per appoggiarle le mani sulle braccia e guardarla in viso, voleva capire cosa le stesse succedendo. Kyra aveva ancora gli occhi chiusi e due lacrime si affacciarono dai suoi occhi scivolando veloci sul viso
-Ehy... perchè piangi? Perdonami non volevo forzarti, io non volevo... è che sono così felice... Sei... sei arrabbiata con me? Maledizione... Kyra aprì gli occhi e guardami...
Kyra aprì gli occhi colmi di lacrime e lo guardò senza dire una parola, Robert sentiva il suo cuore battergli forte nel petto, non potè fare altro che guardarla e chiedersi se con quel gesto impulsivo l’avesse persa pur tenendola tra le braccia.
-Mi dispiace... non lo farò mai più, ma ti prego non piangere... non voglio farti del male...
Kyra gli buttò le braccia al collo ed iniziò a singhiozzare piano sul suo collo, Robert tentennò qualche secondo poi l’abbracciò piano carezzandole la schiena
-Ti ho aspettato così tanto... ho avuto paura che non ti avrei più rivisto...
-Non ti lascerò allontanare da me... mai più... te lo prometto...
Le sollevò piano il viso e la baciò sulla fronte pensando a quella promessa che stava facendo tanto a se stesso quanto a lei.
-Perchè piangi?
-Ho visto noi.
Robert inclinò il capo tanto da poterla guardare in viso, voleva capire, forse aveva visto quelle riviste...
-Che significa che hai visto noi? Se ti stai riferendo alle fotografie su quei giornali, non ti devi preoccupare, ti racconterò come sono andate le cose, non è come le hanno dipinte...anche quando le hai viste la prima volta ti hanno fatto piangere ma poi
-No Robert... ho visto noi qui... nella mia mente, solo qualche secondo, qualche immagine...
-Oh... ma... ma dici di ora? o...io, non so, forse non ho capito bene... quali immagini, cioè, come?quali?
-A casa mia ci siamo baciati? siamo andati...in barca tu eri al timone? insieme al supermercato eri circondato da delle fans?
Robert ora aveva gli occhi lucidi, qualcosa stava tornando... iniziava a ricordare... il suo sorriso si allargò e si limitò ad annuire mentre lei attendeva una conferma che non si fosse immaginata qualcosa di inesistente... Kyra sorrise vedendolo annuire
-Davvero? sono cose successe?
-Sì... tutto ciò che mi hai detto è... è successo...
Gli organizzatori li invitarono ad allontanarsi da quella zona dietro il palco perchè doveva iniziare uno spettacolo e li si sarebbero posizionati i ballerini prima di salire sul palco con la cantante che avrebbe iniziato la sua performance da li a poco. La prese per mano e rientrarono nella sala dirigendosi verso il loro tavolo dove c’era la borsa di Kyra e vi trovarono già seduti il presidente, Alyssa ed alcuni altri commensali.
-Mrs. Johnson si sente poco bene, sarà l’emozione per il premio o la mia presenza non so...
Risero tutti
-Le darò un passaggio in albergo ed io rientrerò a Toronto putroppo domani mattina presto ho un intervista e non posso fare tardi...
-E’ stato un piacere averla tra noi. Un vero onore.
-Siete un gran bel gruppo, grazie per l’ospitalità e per tutto. Quando tornerò a Ottawa verrò a trovarvi!
Robert pensò che nemmeno lontanamente potevano immaginare quanto avessero fatto per lui, se non l’avessero ingaggiato per quel lavoro... non poteva nemmeno pensarci...
-Sarebbe fantastico! Ci avvisi la verremo a prendere! Il jet è a sua disposizione anche per il trasferimento di domani se vuole rientrare senza problemi negli Stati Uniti... non sono giorni per volare questi... Kyra tu riposati e rimettiti perchè a New York ti vogliamo in forma ok?
Kyra annuì, li salutò tutti e fu sorpresa quando Mr. Parker invece di darle una stretta di mano l’abbracciò dicendole “benvenuta nella nostra grande famiglia”, Kyra ringraziò e sorrise infine si lasciò trascinare via da Robert che recuperò in fretta i loro cappotti per poi salire nell’auto che l’aveva portato li.
-Dove la porto Mr. Downey?
-All’albergo dove soggiorna Mrs. Johnson.
Robert prese la mano di Kyra e la baciò mentre lei si appoggiò alla sua spalla tremava ancora... forse tutte quelle emozioni insieme non erano una cosa positiva per lei... Robert cercò di tranquillizzarla tenendola tra le sue braccia accarezzandole piano le braccia.
Il viaggio durò solo qualche minuto, Robert scese con Kyra e prima di allontanarsi dall’auto parlò con l’autista, poi raggiunse Kyra che era entrata nella grande hall. Salirono in ascensore ed arrivarono alla camera di Kyra.
-Ma tu ora torni a Toronto?
-No...Noi torniamo a Toronto, ora tu ti metti qualcosa di comodo chiudiamo i tuoi bagagli e vieni con me.
Kyra lo guardò, era sereno calmo e risoluto allo stesso tempo, si sentiva protetta con lui, non chiese altro, avrebbero avuto tempo di chiarire perchè era sparito, cosa era successo... ma ora sarebbe andata con lui a Toronto.
-Ok.
Entrò in camera e frugò nella valigia, prese i jeans e si sfilò il vestito restanto con il suo completo intimo e le scarpe con il tacco alto ancora ai piedi, Robert osservò la scena dall’altra stanza mentre beveva dell’acqua presa nel frigobar che si trovava proprio di fronte alla grande porta della camera da letto, restò per un lungo istante imbalsamato, poi sospirando si voltò mentre Kyra si chinava a raccogliere il vestito da terra ed andò a guardare fuori dalla finestra cercando di non soffermarsi troppo sulle immagini che aveva appena visto. Si voltò quando la sentì far scorrere la valigia sul pavimento del soggiorno. Si era messa un paio di jeans una camicia e si stava infilando un maglione traforato, aveva sciolto i capelli ed ora se li stava legando con una semplice coda. Scese con lo sguardo fino ai pieni e vi ritrovò le fantastiche scarpe rosse che difficilmente sarebbe riuscito a dimenticare...
-Pronta?
-Sì...
-Allora andiamo...
L’auto li attendeva, salirono mentre l’autista si occupava dei bagagli e qualche minuto dopo erano all’aeroporto pronti al decollo comodamente seduti sul jet di Mr. Parker.
-Posso farti una domanda?
Kyra annuì
-Prima, mi hai detto qualcosa di un cellulare... di un appuntamento...
Kyra annuì e prese a raccontare tutto l’accaduto senza tralasciare nessun particolare... ora Robert stava con la mascella serrata e Kyra poteva leggergli in faccia il sentimento che stava provando...
-Gran figlio di put.. scusa. Ma come ha potuto fare una cosa del genere?
Robert raccontò il suo ultimo incontro con Antony e di quel giorno che andò a cercarla in ospedale non trovando più nessuno e di quel numero di telefono disattivato. Era quasi riuscito nel suo intento di separarli...
-Io ho bisogno di vedere quell’uomo, voglio... non voglio fargli male ma voglio capire come ha potuto... e chi l’ha aiutato... i tuoi genitori ne sapevano niente?
-Credo proprio di no... ma voglio raccontare anche a loro questa storia...ora li chiamo... Quindi tu non gli hai mai detto che abbiamo trascorso insieme quella serata? Come poteva sapere?
-No ma ti prometto che scopriremo cosa è successo... per ora non dire niente ai tuoi genitori... non è il caso che si allarmino... ora sei un po’ agitata...forse è meglio se li chiami più tardi...
-Giusto...
-Kyra...
-Dimmi...
-A casa tua si fa il tacchino per il Thanksgiving day?
Chiese sorridendo mentre fingeva di guardare fuori dal finestrino
-Assolutamente Downey... Ma è domani...
-Già... e noi, abbiamo un jet... Milwaukee non è molto lontana da qui... Stanotte ci fermiamo a Toronto e domani mattina decolliamo per casa Johnson... che ne dici?
-Dico di sì! sarebbe bellissimo! Mia madre sverrà tra le tue braccia...
-Allora è deciso. Vado a dirlo ai piloti...
Kyra restò li seduta ancora incredula per quella serata che mai si sarebbe aspettata potesse finire così, nemmeno nei suoi sogni più rosei... e quei flashback... pochi, brevi, ma era un buon inizio considerando il blackout totale in cui aveva vissuto fino ad oggi... Assorta in quei pensieri e cercando di ricordare quali fossero le domande che voleva fare a Robert che si era preparata quella notte in ospedale si addormentò forse cullata dalle leggere vibrazioni dell’aereo o dalla dolce musica di sottofondo. Robert tornò a sedersi e restò per tutto il resto del viaggio comodamente seduto su quella poltrona a guardarla, non voleva perdersi nemmeno un istante di quel momento, aveva temuto di averla persa e se ripensava a quando qualche ora prima l’aveva vista voltarsi verso di lui sentiva il suo cuore ricominciare a battere forte nel suo petto.
Inviò un messaggio a Jimmy, doveva avvisarlo. Scattò una fotografia a Kyra da allegare alla mail “sarà un bellissimo Thanksgiving day...il caso ha voluto darmi la possibilità di essere di nuovo felice... e stavolta non la sprecherò! Stiamo rientrando a Toronto. Domani mattina ore 7.00 partiamo per Milwaukee (dove hanno casa i genitori di Kyra) buona serata e ci vediamo domani mattina”
Pochi istanti dopo l’invio il cellulare prese a suonare incessantemente era posato sul tavolino e nonostante la prontezza di riflessi di Robert nel prenderlo in fretta Kyra si svegliò
-Jimmy... sì stò tornando... no prendiamo un taxi... ok...ok... atterriamo tra 20 minuti... a dopo.
-Scusa non volevo svegliarti...
-Siamo già arrivati?
-Sì, si vedono le luci della città, ormai ci siamo...
-Posso andare ancora in bagno?
-Certo... non hanno acceso nessun segnale, è dietro quella tenda.
Robert non riusciva a togliersi dalla mente quello che Antony aveva architettato per allontanare Kyra da lui, ma perchè? non riusciva proprio a capire, avrebbe potuto cercare di riconquistarla senza sotterfugi... in fondo avevano un passato importante alle spalle carico di sentimenti... probabilmente pensava di non poter competere con lui e si era inventato quella favola per riuscire a mettere distanza... ad ogni modo non si spiegava ancora come potesse sapere che lui e Kyra quella notte l’avevano passata insieme... Era certo non fosse stata l’infermiera a raccontargli tutto, poteva compromettere il suo posto di lavoro, non aveva nessuna convenienza a compiere un gesto del genere, piuttosto avrebbe potuto vendere la storia ai giornali guadagnando abbastanza denaro da poter vivere anche senza un lavoro... ma poi ricordava che era stata lei a dirgli di parlare a Kyra perchè l’amore aiutava e di tornare a farle visita mentre lei era di turno...che poteva contare sul suo appoggio perchè lei faceva il tifo per loro.
Oramai era deciso, avrebbe visto Antony, gli avrebbe teso un imboscata, avrebbe finto di sapere chi l’aveva informato così da fargli vuotare il sacco, ma soprattutto voleva che Kyra mettesse in guardia i suoi genitori, se aveva fatto una cosa del genere a Kyra, poteva fare del male o approfittarsi anche a loro.
Kyra gli carezzò i capelli passandogli accanto per tornare al suo posto, Robert sollevò lo sguardo e le sorrise, la prese per i fianchi per abbracciarla poggiando la testa sulla sua pancia mentre lei continuava a far scorrere le sue dita tra i suoi capelli morbidi, la tenne così per qualche minuto poi la tirò a se e la fece sedere sopra di lui, Kyra sorrideva ma le sue gote si erano colorite, era in imbarazzo per quel suo gesto, per lui tanto naturale avrebbe dovuto fare più attenzione.
-Ti sto mettendo in imbarazzo vero?
-Solo un po’ per me è tutto così...nuovo... perdonami...
-Non scusarti, sono io...che devo scusarmi... cioè... io mi ricordo e per me è un po’ difficile comportarmi come se non ci fosse nulla tra noi...
-Forse mi dovresti raccontare...
-Forse dovrei darti il tempo di ricordare...
Kyra abbassò lo sguardo un po’ dispiaciuta per quella risposta... voleva sapere, per quanto ancora avrebbe dovuto vivere così senza sapere?
-Però siccome lo sanno tutti che non sono una persona molto paziente... possiamo dare un limite a questa cosa... che ne dici di natale?
-Ma stai scherzando? a natale manca un sacco di tempo!!! quasi un mese! e tu saresti un tipo poco paziente? per me poco paziente significa aspettare al massimo una settimana!
Robert la guardò sorridendo, aveva trovato qualcuno più impaziente di lui... lei non immaginava nemmeno quanto la stesse desiderando in quel momento ma piuttosto che affrettare i tempi l’avrebbe corteggiata di nuovo... giorno per giorno sperando che si innamorasse di nuovo di lui...
-A cosa pensi?
-Sinceramente? ...A quella sera in ospedale...quando mi hai chiesto se quella non era la prima volta che ci baciavamo...
-Mi ricordo, tu non hai risposto con le parole hai appoggiato la tua fronte sulla mia e hai detto no muovendo la testa... Perchè pensi a quello?
-Perchè è stato l’ultimo ricordo a cui mi sono aggrappato per tutto questo tempo. Non ho mai smesso di sperare, di cercare il modo... per poterti ritrovare
Robert le sfiorava il contorno del viso mentre Kyra ascoltava attenta ad ogni sua parola
-Anche io ho pensato spesso a quella serata...è praticamente uno dei pochi ricordi che ho di te...o dovrei dire di noi...
-Dovremo rimediare...
Robert si avvicinò alle sue labbra e la baciò dolcemente tenendole la nuca con una mano ed abbracciandola con l’altra. Fu un bacio casto ed innocente ma questo gli bastò per sentirsi accendere in ogni angolo del suo corpo, la guardò e Kyra sorrise
-Pare che ti sia piaciuto ...parecchio...
Rise arrosendo di nuovo... rise anche Robert... poi si fece serio
-Colpa tua.
-Ma... io non ho fatto nulla...
-Sei qui... ti assicuro che questo è più che sufficiente...
=Signori se volete prendere posto stiamo per atterrare.
-Quando si dice ...il tempismo...
Robert sorrise a Kyra che si mise a sedere sul sedile affianco al suo e si allacciò la cintura di sicurezza, poi lo osservò un attimo vedendo che lui aveva già la cintura allacciata
-...ah ma era la cintura...
disse scoppiando a ridere mentre Robert si sfregava il mento con le dita alzando gli occhi al cielo fingendo di pensare a cosa si riferisse per poi ridere come un matto con lei. Mentre l’aereo stava facendo le ultime manovre prima di atterrare Robert avvicinò le labbra all’orecchio di Kyra e sussurrò piano
-Devi essere maledettamente sexy se anche una “semplice cintura”...è così felice di starti...vicino!




 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** 32 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Scesero dall’aereo e sulla pista ad attenderli c’era Jimmy appoggiato ad una limousine nera salutò Robert con un abbraccio ed strinse la mano a Kyra presentandosi. Salirono in auto diretti all’hotel, Robert raccontò tutta la storia a Jimmy che ascoltò in silenzio fino alla fine del racconto, poi esordì dicendo che avrebbero dovuto parlare con Antony, la cosa andava chiarita. Robert annuì
-Ci penseremo domani, ora... dobbiamo mangiare qualcosa, non abbiamo cenato.
-Ho avvisato la cucina dell’hotel del vostro arrivo, mi hanno assicurato che non ci sono problemi potete scegliere ciò che volete dal menù o se preferite vediamo di trovare qualcosa di aperto lungo la strada
Robert guardò Kyra per sapere lei cosa preferisse fare
-Se per voi non è un problema io vorrei andare in albergo mi sento un po’ a disagio in auto...scusate ma è la prima volta che mi capita che mi ricordi... e non so perchè con i miei genitori non mi è successo... perdonatemi, ma potete lasciarmi li e voi uscite...
Robert le sorrise
-Te lo dico io il perchè ti senti così... prima che succedesse quell’incidente eravamo in un auto simile a questa, Jimmy era seduto li davanti dove sta anche ora ed io qui dietro con te, poi ci siamo fermati per lasciarti dove volevi andare e... io ho deciso di accompagnarti... mentre attraversavo quell’auto mi stava per investire e tu ti sei scagliata contro di me...mi hai salvato e sei stata investita tu... probabilmente anche se non lo ricordi, qualcosa dentro di te non lo ha dimenticato e riporta alla tua mente queste sensazioni di disagio.
Nessuno le aveva raccontato ancora come erano andate le cose quel giorno, nessuno lo riteneva importante, ma ora iniziava a capire perchè si sentisse così a disagio in quella situazione, abbassò il finestrino e respirò a pieni polmoni chiudendo gli occhi e cercando di restare calma
-Andiamo tutti in hotel, anche io non ho voglia di stare in giro...
Kyra non aggiunse altro ma Robert la vide pensierosa, decise di attendere di essere in hotel, prima di affrontare l’argomento, forse aveva bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare l’accaduto nel dettaglio...o forse aveva altre domande da fargli ma sapeva che lei non amava molto parlare quando c’erano altre persone con loro.
A quell’ora riuscirono ad arrivare in hotel più in fretta dell’andata o così parve a Robert. Jimmy prese i bagagli di Kyra, le chiese un documento e si fermò nella hall per registrarla mentre Robert e Kyra presero l’ascensore e salirono in camera. Robert si guardò le scarpe e sorrise, qualche ora prima era su quell’ascensore e stava uscendo controvoglia, non riusciva a non pensare che avrebbe potuto decidere di non presentarsi all’inaugurazione... scacciò quel pensiero quando l’ascensore emise un suono e pronunciò il numero del piano.
Kyra lo seguiva, iniziava ad essere stanca, doveva essere stata una lunga giornata anche per lei, e tutte quelle emozioni... avrebbero cenato e poi a letto... Robert si corresse mentalmente prima di sentire gli ormoni scatenarsi di nuovo “a dormire”....
Entrarono nella suite e le luci si accesero appena inserì la chiave, si spogliarono dei cappotti e Robert abbassò ulteriormente il termostato della stanza, non sapeva se era la presenza di Kyra o se l’hotel stava andando a fuoco ma per lui in quella stanza faceva troppo caldo. Sì tolse la giacca, sfilò i gemelli dai polsini della camicia e si arrotolò le maniche mentre Kyra si mise a sedere sul grande divano. Robert recuperò il telefono ed il menù, scelsero cosa mangiare e chiamò per ordinare così che portassero tutto il prima possibile.
-Ti spiace se vado a farmi una doccia?
Aveva davvero bisogno di rinfrescarsi le idee
-No... no figurati. Io intanto chiamo mia mamma... le ho promesso che l’avrei chiamata per raccontarle la serata anche se fossi rientrata alle 5 del mattino!
-Ma non dirle nulla di domani, ne di me, non vorrei parlasse con Antony... se bussano aprì tu? sarà la cena o Jimmy...
-Ok
Le diede un bacio sulle labbra e si allontanò mentre lei componeva il numero di casa. Robert lasciò i vestiti in camera e la sentì raccontare allegramente la sua serata alla madre che chiedeva mille particolari. Si butto sotto la doccia fresca e si sentì rinascere.
Bussarono alla porta. Robert era appena uscito dalla doccia, Kyra lo vide davanti allo specchio mentre si asciugava con un telo attorno alla vita e con un altro si strofinava i capelli, andò ad aprire, era il cameriere del piano con un carrello su cui trasportava la loro cena seguito da Jimmy con i bagagli di Kyra. Fu quest'ultimo a dare indicazioni su dove apparecchiare la tavola mentre portava le valigie in camera da letto. Robert dal bagno disse a Jimmy del suo bagaglio e prima che il cameriere uscisse dalla stanza lo avvisò, l’indomani mattina dovevano mandare qualcuno per fare i bagagli di Robert. Poi uscì dalla stanza e Jimmy con lui.
Si infilò un paio di pantaloni della tuta e una semplice maglia a mezze maniche bianca e scalzo raggiunse Kyra in salotto. Si misero a sedere e cenarono mentre Kyra raccontava come aveva deciso di partecipare a quel concorso fotografico, finirono di cenare mentre decidevano cosa avrebbero portato ai genitori di lei l’indomani, Robert si alzò e si mise a sedere sul divano ed invitò Kyra a raggiungerlo mentre accendeva la tv, lei si soffermò solo un secondo a guardare verso la camera da letto e si sentì avvampare le guance
-Se non è un problema mi farei una doccia perchè poi si fa tardi...
-Ti prendo degli asciugamani
Robert andò all’entrata dove c’era della biancheria aggiuntiva riposta in un armadio a muro mentre Kyra entrò nella camera e aprì il suo bagaglio, quando Robert la raggiunse notò che stava fissando il letto
-Qualcosa non va?
-No... cioè, è solo che... c’è solo un letto...
Robert sorrise,
-Vedi quella porta?
disse indicando una porta chiusa di lato al grande televisore appeso alla parete del salotto
-Quella è un’altra camera da letto di questa suite... uguale a questa con cabina armadio e bagno... puoi dormire li se preferisci...
-Scusa io non volevo dire...insomma... io...
-Non scusarti, in fondo sono un estraneo o poco più... Ti porto di la il bagaglio così puoi farti la doccia
-No, non preoccuparti, uso questo bagno...
Robert le sorrise e le lasciò la biancheria sul letto uscì poi dalla stanza chiudendo la porta scorrevole dietro di se. Kyra sentì la tv accendersi e un notiziario elencare le notizie del giorno.
“Ma che t’è preso Kyra! Non è un estraneo! Che ti ha fatto dire la testa?!? probabilmente ci sei anche andata a letto visto l’effetto che ti fanno le sue labbra ed il suo profumo... e lui? è così dolce da non dirti niente aspettando che tu ti ricordi di lui... Che idiota!” Prese la biancheria dal letto e si infilò in bagno, si spogliò e guardandosi allo specchio entrò nella grande doccia portandosi lo spazzolino da denti alla bocca.
Robert scorreva avanti e indietro tutti i canali della tv non trovava nulla di abbastanza interessante da distrarre il suo pensiero da lei che a qualche passo di distanza stava sotto la doccia, non si era nemmeno reso conto di essersi fermato su un emittente locale che stava trasmettendo un programma di gossip e mostrava il suo arrivo presso la sede della rivista canadese raccontando come si fosse ributtato subito nel lavoro dopo il terribile incidente che gli era occorso a Miami... cambiò canale ricominciando lo zapping appena sentì la porta della camera fare lo scatto ed iniziare ad aprirsi fermandosi su un canale musicale che trasmetteva no-stop video delle canzoni in classifica. Si voltò verso la porta e la vide entrare aveva raccolto i capelli in una treccia ed indossava una maglia a maniche lunghe e un pantalone da cui spuntavano le punte dei piedi avvolte in dei calzettoni, sorrideva
-C’è niente in tv?
-Niente di interessante... Vieni siedi qui vicino a me...
Kyra prese posto vicino a Robert che gli offrì una spalla su cui si appoggiò. Sentire il tepore del corpo di Robert le fece venire i brividi
-Senti freddo? vuoi che alzi la temperatura?
-No... No... aspetta...
Si alzò dal divano e rientrò in camera tornando subito dopo trascinando il piumino che aveva preso dal letto, ne buttò una parte sopra di lui e si rimise accoccolata vicino a lui. Robert le baciò la fronte e restò li immobile, il suo cuore accellerò, e sentiva caldo ma non si sarebbe spostato di un solo millimetro da come stava... il suo profumo lo inebriava, chiuse gli occhi, più la sentiva accoccolarsi e più si sentiva eccitato ma trattenne i suoi istinti, non sarebbe successo nulla quella notte, l’aveva attesa e avrebbe continuato ad attendere purchè lei fosse rimasta al suo fianco. La sentì allungare la mano e appoggiarsi sul suo petto, aprì gli occhi, si era appisolato quando aveva chiuso gli occhi, inclinò il capo e vide che anche lei dormiva beata appoggiata sulla sua spalla, non potevano dormire così su quel divano, allungò il braccio infilandolo sotto l’incavo delle sue ginocchia riuscendo così a prenderla in braccio senza smuoverla troppo, Kyra aprì appena gli occhi appena la sollevò dal divano
-Che succede?
-Ci siamo addormentati sul divano, ti porto a letto..
Restò un secondo al centro della stanza con Kyra in braccio mentre prendeva la decisione di cederle il suo letto... non aveva mani libere per poter aprire la porta dell’altra camera, accendere le luci, disfare il letto...era molto più facile così, avrebbe dormito lui nell’altra stanza, doveva solo recuperare lo spazzolino da denti dal bagno. Posò Kyra sul letto e sistemò lenzuolo e coperta, spense la luce sul comodino e recuperò lo spazzolino da denti dal bagno chiudendo poi piano la porta che separava la camera dal soggiorno, spense la tv e le luci ed andò nella camera affianco, si lavò i denti e si infilò nel grande letto. Sarà che gli mancava il tepore di Kyra o che gli sembrava assurdo dover dormire li senza di lei ma quella stanza, quel letto gli sembrò gelido... si addormentò sul fianco guardando fuori dalla finestra.

Stava dormendo in quel letto così grande e continuava a fare dei sogni che la facevano agitare, il peggiore fu l’ultimo prima che sobbalzasse sul letto ritrovandosi seduta. Vide quell’auto giungere a tutta velocità mentre stava per entrare al cimitero e Robert che stava attraversando non si accorse di nulla, aveva urlato il suo nome, la preoccupazione, il cuore in gola, la corsa, la spinta...ricordò quell’auto a un metro da lei che non frenava e poi...si era messa le braccia davanti al viso, sentiva addosso ancora tutta l’adrenalina e la paura che quelle immagini avevano scatenato dentro di lei... si passò le mani sul viso, le mani le tremavano, nonostante sapesse che era tutto passato si sentiva come se l’avesse appena vissuto, si guardò affianco, Robert non c’era per un istante pensò di essersi sognata ogni cosa, le si chiuse la bocca dello stomaco e si riprese solo quando accese la piccola luce sul comodino che illuminò la camera e vide che non era la sua camera... non era il suo albergo... non aveva sognato o almeno se n’era quasi convinta, si alzò aprì la porta della camera e vide che il soggiorno era buio, lo attraversò fino a giungere alla porta di fronte alla sua, l’aprì piano e vide nella penombra Robert che dormiva al centro di quel letto, si avvicinò, sentiva ancora il suo cuore rimbalzarle in gola
-Robert...
-Uhmm
-Posso dormire qui?
-Uhmm... Kyra?...che...succede?... Stai bene?
-Non voglio stare di la da sola... posso...
-Vieni sdraiati qui vicino a me.
Robert sollevò le coperte così che lei si potesse mettersi a letto, Kyra si avvicinò a Robert appoggiò il collo sulla sua spalla ed il viso tra il collo ed il cuscino, Robert le diede un piccolo bacio sulla guancia restando li in silenzio nel dormiveglia
-Robert dormi?
-Più o meno perchè?
-Ho sognato l’incidente...
-MI dispiace, penso sia colpa mia che ti ho raccontato cosa è successo...
-No quello che ho visto non me lo hai raccontato tu, ho visto l’auto che mi veniva addosso dopo che ti ho spinto verso la tua auto per toglierti dalla traiettoria dell’auto... Ho visto il viso dell’autista che lasciava il volante e si metteva le mani sul viso.
-Tesoro, mi dispiace tanto, non è un bel ricordo ma consideralo comunque positivo... la tua mente sta ricordando...
Aveva ragione, si era lasciata prendere da quelle immagini e non aveva considerato quel risvolto positivo....
-Robert...
-Sì Kyra...
-Cosa faccio se non mi ricorderò tutto quello che è successo? Se non dovessi ricordarmi di te?
-Amore ci penseremo, ora cerca di dormire... domani ci aspetta una lunghissima giornata...
“Amore?”...”Mi ha chiamata...amore?”... “amore!”... “Mi ama? e io... amo lui?”
Il cuore iniziò a batterle ancora più velocemente rispetto a prima... doveva sapere...
-Robert...
-Shhhhhh ci sono io qui con te...andrà tutto bene ora...
Si girò verso di lei e l’abbracciò stretta a se, le accarezzò i capelli solo una volta e tenendola così continuò a dormire mentre Kyra non riusciva a dormire anche se dovette ammettere che quell’abbraccio la distese, il calore della sua pelle, il suo profumo ed il battito regolare del suo cuore che poteva sentire pulsare attraverso il suo collo la fecero desistere dal tentare di svegliarlo, doveva essere molto stanco. Mentre iniziava ad albeggiare Kyra scivolò in un sonno leggero cullata dai respiri di Robert.
Robert aprì gli occhi piano infastidito dalla luce prepotente che entrava nella stanza madelendosi per non aver chiuso le tende... si stropicciò gli occhi con la mano e si stiracchiò accorgendosi solo allora del peso sulla sua pancia, sollevò la coperta e vide il braccio di Kyra che lo avvolgeva, spostò il piumino e la trovò li rannicchiata vicino a lui totalmente sotto il piumino
“Ma come ci è arrivata qui? e com’è che non me ne sono accorto? cazzo sto proprio invecchiando se lei è qui ed io ho dormito” Sollevò di nuovo il piumino e si osservò “cazzo! ho proprio dormito” era ancora totalmente vestito...
Si girò sul fianco e la guardò mentre dormiva, notò piacevolmente che mentre si girava la mano di Kyra si aggrappò alla sua maglia perchè non si allontanasse per poi abbracciarlo di nuovo. La sua espressione era rilassata, le carezzò il viso spostandole una ciocca di capelli che era uscita dalla treccia, Kyra aprì gli occhi ancora assonnati
-Buongiorno...
-Buongiorno... che ore sono?
-Non ne ho idea... hai riposato?
-Sì un po’...
-Posso chiederti una cosa?
Kyra annuì
-Perchè non mi hai svegliato quando sei venuta qui?
Kyra lo guardò sorridendo
-Io ti ho svegliato... o per lo meno... parlavi!
-Oh... parlavo? Lo faccio spesso nel sonno...
-Vorresti dirmi che ho parlato da sola? Ma dicevi cose sensate, interessanti...
Robert sollevò le spalle
-Spero di non aver detto nulla di... sconveniente... mi racconti?
-Se mi racconti ciò che voglio sapere io...potrei raccontarti ciò che mi hai detto...
Kyra lo guardava con aria di sfida mentre Robert non aveva intenzione di cadere in quella trappola nonostante la sua curiosità
-Non importa
-Ma come non importa? non vuoi sapere cosa mi hai detto?
-Sei qui, nel mio letto che mi abbracci... qualsiasi cosa io abbia detto non ti ha fatta scappare...
Le strizzò l’occhio e si spinse verso il lato del letto per per alzarsi
Kyra sorrise capendo che non sarebbe stato assolutamente facile riuscire a farlo parlare...
-Ah quindi non ricordi nemmeno quello che ti ho detto io...
Robert si bloccò tornando a guardarla interessato ora all’argomento...Fu Kyra a segnare il punto ora... se ne rese subito conto quando lo vide gattonare sul letto per tornare vicino a lei, sorrise maliziosa
-Cosa mi hai detto?
-Che peccato che non te lo ricordi...
Robert si avvicinò ancora di più a lei
-Cosa non ricordo?
Kyra iniziò a squotere la testa in segno di negazione per dirgli che non avrebbe detto nulla e Robert di tutta risposta si avvicinò ancora di più, ora sentiva il suo respiro rimbalzarle sulle labbra tanto poca era la distanza tra loro
-Me lo dirai...
-Non credo proprio Downey
Robert si sdraiò sopra di lei per immobilizzarla mentre stava tentando la fuga, le baciò le labbra per poi passare alla guancia, al collo e sussurrarle all'orecchio
-Me lo dirai...
-Il tuo fascino con me non...non funziona...
disse ridendo e mentendo a se stessa ma sapeva che in quella posizione non avrebbe potuto nulla, fisicamente era molto più forte di lei, non sarebbe mai riuscita a spostarlo di peso per “fuggire” da quel dolcissimo interrogatorio.
Robert voleva sapere, e quel gioco gli stava piacendo molto aveva l’occasione di starle vicino, baciarla, scherzare
-Che potrei fare per convincerti a parlare?
Kyra colse l’unica possibilità che le si era presentata sapendo che se avesse giocato bene avrebbe vinto questo round.
-Una cosa ci sarebbe...
disse con un filo di voce ed il fiato corto, Robert si sollevò appena con il busto per lasciarle un po’ di spazio per respirare... Kyra infilò le mani tra i suoi fianchi e la maglietta salendo fino al suo petto, più lei saliva con le dita sfiorando la sua pelle e più Robert le lasciava spazio per potersi muovere e carezzarlo, infine sì sollevò per raggiungere le labbra di Robert, lo baciò dolcemente ma lasciando trasparire un tocco di sensualità che a lui non sarebbe sfuggito, gli morse piano il labbro inferiore facendogli emettere un sospiro un po’ più rumoroso dandole conferma che stava funzionando, accompagnò la maglia di Robert su, lungo la schiena sfilandogliela piano aiutandolo a liberarsi, Robert la guardava con occhi che non aveva mai visto, Kyra passò le dita lungo il perimetro dei pantaloni che stava indossando, lo baciò sul collo e sussurrò
-Non ti servono questi pantaloni... toglili!
Robert era sconvolto, ma che si erano detti quella notte per far cadere così i suoi timori? Quando si sentì dire che quei pantaloni non gli servivano di toglierli non riuscì che ad ubbidire come un automa, la desiderava così tanto che in quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Sì chinò su di lei e la baciò ma nonostante il desiderio fosse alle stelle voleva godersi quel momento senza fretta... e Kyra sembrava essere della stessa opinione. La carezzò lungo i fianchi risalendo fino ad intrecciare le mani con le sue dopo aver percorso con le dita le sue spalle risalendo lungo le braccia.
Si rese conto che era prigioniera del proprio gioco, e, se fino a pochi secondi prima era certa di vincere ora sentiva di essere sul punto di perdere non solo il gioco ma anche la ragione. Si rese conto presto che le stava piacendo... ed anche troppo... Quando sentì le mani di Robert insinuarsi sotto la sua maglia toccandole il fianco e salendo cercando di sfilarla fu certa di sentire il suo cuore perdere qualche battito... Si perse di nuovo nelle sue labbra, si lasciò accarezzare dalla sua voce
-Anche questi vestiti non servono...
-Lascia fare a me...
disse mentre Robert seguì i suoi movimenti ritrovandosi così sdraiato sulla schiena con Kyra a cavalcioni su di lui. Sì chinò chiedendo ancora un po’ di quelle labbra più dolci del miele, poi sorrise si mise seduta su di lui e Robert si mise a sedere a sua volta rimanendo qualche istante così a guardarsi, mentre lui le carezzava la schiena e lei percorreva con le dita dalla nuca alle spalle. Bussarono alla porta, Robert prese un cuscino e se lo buttò in faccia lasciandosi cadere all’indietro sul materasso
-Chi è?
-E’ il servizio in camera per il mio bagaglio...
-Vado ad aprire...
Quando tornò in camera Robert era ancora li sdraiato con il cuscino in faccia, Kyra rise, glie lo tolse ma lui restò con gli occhi chiusi
-Tutto bene Downey?
-E’ la seconda volta in meno di 24 ore che mi fai impazzire... e qualcuno ti salva...
-Prima non ti facevo impazzire o nessuno mi salvava?
Aprì un occhio solo e la guardò
-Non ci casco Johnson... questo gioco l’ho inventato io...
Non le avrebbe mai detto ciò che voleva sapere... se lo sarebbe ricordata ne era sicuro, e se non fosse successo, sarebbe stato tutto nuovo per entrambi, ed effettivamente era la prima volta che gli capitava di sentirsi così...Kyra gli carezzò il viso e lo baciò.
-Buongiorno...
-Buongiorno tesoro...
La prese e la trascinò sul letto lasciandole lo spazio per sdraiarsi sul fianco di fronte a lui, Kyra infilò il viso tra il collo ed il cuscino come la notte appena passata, dopo poco sentì Robert ridere
-No... così proprio non va...
-Che c’è?
-Il tuo respiro sul mio collo... ecco...diciamo che non mi aiuta a non pensare che potevamo essere qui da soli...
Kyra sorrise e gli diede qualche bacio sul collo tutti piccoli e molto dolci
-Ok...ok... ho capito mi alzo...
Sì alzò dal letto e si incamminò verso il bagno di quella camera
-Ti spiace recuperarmi il bagnoschiuma di la? vorrei evitare che mi vedessero in questo stato...
-Certo...ci penso io!
Quando tornò con il bagnoschiuma Robert era sotto il getto dell’acqua si sporse fuori dalla porta per prendere il flacone
-Scusami ma ti trovo troppo...bella...
-Un po’ come la cintura del sedile dell’aereo?
-Esattamente...
Le diede un bacio che ebbe su di lui di nuovo l’effetto che gli aveva fatto prima
Robert sospirò e si chiuse dentro la doccia
-Mi farai morire...
Kyra rise ed uscì dal bagno pensando che aveva bisogno anche di qualcosa da mettere quando avesse finito di farsi la doccia, così andò nella cabina armadio dove i due camerieri avevano già iniziato a riporre i vestiti nelle custodie, si guardò attorno non sapendo cosa scegliere, la raggiunse Jimmy che era arrivato per controllare che riponessero ogni cosa esattamente come Robert voleva
-Buongiorno Kyra,
-Buongiorno Jimmy...
-Robert dorme ancora?
-No, si sta facendo una doccia
-E ovviamente non si è portato i vestiti?
-No infatti non l’ha fatto...
-Qual’è il programma di oggi?
-Andiamo a casa dei miei per pranzo...
Jimmy prese un paio di jeans, una maglia a maniche lunghe e una felpa, scarpe e boxer.
-Questi per il viaggio. Quando arriva la vorrà di certo mettersi qualcosa di più elegante, per quello ci penso io. Tu portagli questi così scendiamo a fare colazione.
Kyra annuì e sorridendo li portò nella camera in cui Robert stava seduto sul letto asciugandosi i capelli con un asciugamano.
-Wow hai scelto esattamente quello che mi sarei messo...
-Ehm a dire il vero ci ha pensato Jimmy dice che, se ti vesti scendiamo a fare colazione...
Robert si alzò in piedi ed abbracciò Kyra,
-Io stavo già per fare la miglior colazione che esistesse al mondo...

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** 33 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Kyra si fece una doccia veloce mentre Jimmy e Robert in salotto parlavano di lavoro, fu presto pronta, non voleva farli aspettare, così si vestì in fretta, sciolse la treccia e fece una coda alta, poco trucco e li raggiunse. Fecero colazione nella sala da pranzo dell'albergo, Robert si limitò a sorseggiare una tazza di caffè per tutto il tempo mentre lei e Jimmy si erano fatti portare una suntuosa colazione
-Non mangi nulla al mattino?
-Oggi no... qualcuno ha deciso che dovessi digiunare...
Le sorrise, Jimmy rise, mentre lei arrossiva, non riuscì a capire se Robert gli aveva raccontato di loro o se l'avesse semplicemente intuito dal tono di voce di Robert e dai loro sguardi. Lui non si scompose, continuava a bere e guardarla. Kyra cercò di non farci troppo caso e continuò a mangiare la sua colazione finchè Robert non le fece quasi andare di traverso le uova
-Chissà se domani riuscirò a fare colazione...
Jimmy scoppiò a ridere, bevve un sorso di caffè e si alzò dal suo posto
-Vi lascio a “programmare le vostre colazioni” vado a controllare che i bagagli siano pronti e li faccio mettere in macchina. Volete qualche giornale? Robert tu solo il New York Times?
-Sì... grazie.
-Kyra tu vuoi qualcosa da leggere?
-No grazie... leggerò il suo...
-Ok due copie... non ti cederà mai il suo...
Sorrise e si allontanò
-Davvero non mi lasceresti leggere il tuo giornale?
Robert non le rispose, prese una forchetta dalla tavola e si portò alla bocca un boccone di uovo strapazzato prendendolo dal piatto di Kyra
-Hai cambiato idea e vuoi fare colazione?
-No volevo sapere come ti piacciono le uova...
-Non abbiamo mai fatto colazione insieme?
Robert sorrise, questo poteva raccontarlo?
-Sì... abbiamo fatto colazione insieme, un mattino... ma tu hai preparato una tavola imbandita con mille cose perchè non sapevi cosa mi potesse piacere... così non ho mai saputo come piacciono a te le uova... volevo sentire se erano tremende come il cappuccino...
-Perchè? cosa ha di tanto tremendo il mio cappuccino? è buono!
-La pensi così solo perchè non ti ricordi del mio cappuccino...
-A Venice prendo sempre il cappuccino vicino alla spiaggia in un chiosco prima di rientrare a casa dopo la corsa...
-Lo so... è lì che l’ho assaggiato...ed è li che tu hai assaggiato il mio...
Kyra abbassò gli occhi sul piatto ed il suo sorriso si spense, fece fatica a deglutire, quel non sapere le faceva davvero molto male... Robert non smise un attimo di guardarla e capì subito cosa stava succedendo
-Basta pensare al passato... pensi che tua madre mi lascerà dormire con te?
Kyra scoppiò a ridere e le lacrime che si stavano preparando a rigarle il viso scomparvero nei suoi occhi, sollevò il viso e sorrise, capì subito quello che stava facendo Robert... non voleva che si intristisse
-Non so, potresti chiederglielo...
-Sono quasi sicuro che non mi direbbe di no...
-Potresti anche non piacerle...
-E’ matematicamente impossibile... Mi adorerà...
-Come puoi esserne così sicuro?
-Sono l’uomo che ti...a... ha recuperato dal freddo Canada per riportarti a casa per il Thanksgiving...
Kyra fu quasi certa che non era quella la frase che stava per pronunciare, ma sorrise... lei sapeva cosa stava per dirle...
Le sorrise, prese gli occhiali da sole dalla tasca della felpa e li mise appoggiandoli sul naso di Kyra, sistemò la cuffia e le infilò anche quella, poi aprì la borsa appoggiata alla sedia e si infilò un berretto di lana, una sciarpa e un paio di occhiali.
-Andiamo, mamma e papà ci aspettano... anche se ancora non lo sanno...
Le porse la mano e si avviarono mano nella mano verso la hall dove raggiunsero Jimmy che li attendeva accanto ad un divanetto dove aveva posato i loro giubbotti.
-Tutto pronto... ma fuori c’è qualche curioso...ed un paio di giornalisti... il notiziario di ieri sera ha sparso la notizia che sei in città...
Robert si rivolse a Kyra
-Esci per prima, non voglio che ti scattino delle foto con me, non fino a che non sappiamo perchè Antony si è comportato in quel modo... passa oltre quella gente, gira attorno all’auto ed entra dall’altro lato... io e Jimmy usciamo qualche secondo dopo di te, non ti noteranno nemmeno...
-Ok vado ora?
-Sì ma chiudi bene il giubbotto, fuori fa molto freddo...
Kyra seguì le istruzioni di Robert ed effettivamente quando uscì nessuno scattò fotografie mentre appena ebbe superato quella piccola folla vide un tumulto di flash illuminare Robert e Jimmy. Salì in auto e attese qualche minuto guardando dal finestrino mentre Robert sorrideva a tutti gentile firmando qualche autografo camminando lentamente fino a raggiungere l’auto.
Kyra lo guardò appena si mise a sedere affianco a lei
-E’ sempre così?
-Spesso anche peggio...
-Wow...
-Già... wow...
-Non sembri molto felice...
-Lo sono, li adoro quanto loro adorano me, sono molto importanti...ma a volte vorrei un po’ di tranquillità, tutto qui...
-Credo sia normale... cioè tutti abbiamo bisogno di avere dei momenti di tranquillità, tu che vivi sempre sotto i riflettori ne sentirai il bisogno ancora di più...
-Allora, raccontami dei tuoi genitori, e soprattutto di tua madre, devo farle una buona impressione se voglio che mi inviti a dormire da voi...
Kyra rise e si lasciò abbracciare da Robert che la tenne appoggiata al suo petto accarezzandole le mani finchè non arrivarono sotto all’aereo, mentre lei raccontava di loro, di come erano quando lei viveva con loro, di come li aveva trovati ora.
Jimmy bussò sul vetro per avvisare che aveva finito di caricare i bagagli, scesero dall’auto e salirono sul jet che era già acceso e pronto per il decollo. Ora che si erano accomodati un hostess passò a chiedere se poteva portargli del caffè o altro dopo il decollo per poi sparire con Jimmy verso la zona di servizio prima della cabina dei piloti. Si accesero i segnali che indicavano di allacciarsi la cintura seguiti dalla voce del pilota che informava che iniziavano le procedure di decollo visto che erano stati autorizzati dalla torre di controllo. Kyra prese la mano di Robert e lui la guardò mentre con le sue dita fredde percorreva il contorno delle sue. Poi lo guardò
-Stanotte mi hai chiamata “Amore”...
Si avvicinò al suo viso e le diede un piccolo bacio sulla guancia
-Perchè sei il mio amore...
-Quindi puoi dirmi che sono il tuo amore ma non puoi raccontarmi di noi fino a natale?
Robert sorrise ed alzò le spalle poi sospirò
-Posso farti una domanda?
-Certo
-Cosa sarebbe successo stamattina se non avessero bussato alla porta?
-Bhe... io... perchè me lo chiedi? vuoi mettermi in imbarazzo?
-No, voglio che tu ti ponga anche questa domanda, come ti sentivi? e come ti saresti sentita se fosse successo?
Kyra cercò di seguire il ragionamento di Robert, e restò in silenzio riflettendo su quelle domande per tutto il tempo del decollo mentre Robert guardava fuori dal finestrino, non aveva provato nessun tipo di imbarazzo mentre c’era quell’intimità tra loro. Cercò di ripercorrere quei momenti nella sua mente per riprovare quelle sensazioni e cercare di catalogarle razionalmente, ma non trovò il minimo imbarazzo in quei baci, in quelle carezze, nel percorrere quel corpo con le sue carezze ne nel sentire quelle di Robert scivolarle sulla pelle. Giunse alla conclusione che se non avessero bussato alla porta avrebbe fatto l’amore con lui senza alcun ripensamento.
Volse lo sguardo verso Robert che la notò subito e la guardo contemplando quanto fosse bella con un piccolo sorriso sulle labbra
-Ho la risposta.
-Non la devi dire a me... Anche io ci ho pensato... cioè, ho pensato al termine che ti ho dato per raccontarti di noi... e ora che hai quella risposta dentro di te facciamo così, ogni sera, potrai farmi una domanda. Io risponderò in totale sincerità alla tua domanda... ma, una volta che ti avrò risposto anche io ti farò una domanda... Ok?
-Ci sto'... Qualsiasi domanda?
-Qualsiasi...
Il sorriso di Kyra illuminò il suo viso, i suoi occhi riflettevano tutta la loro gioia creando una piccola ruga al lato esterno dell’occhio che Robert trovò estremamente affascinante.
Gli diede un bacio sulla guancia e abbracciò il suo braccio appoggiando la testa sulla sua spalla
-Grazie...
-Kyra... convinci mamma...
Kyra rise, passarono il resto del viaggio leggendo il giornale insieme abbracciati seduti su un divanetto, facendo le parole crociate della pagina riservata al relax. Robert poi prese la custodia che Jimmy aveva lasciato su uno dei sedili e si spogliò restando a dorso nudo, Kyra non potè fare a meno di ammirare i suoi pettorali e gli addominali scolpiti si sentì pervadere da un ondata di desiderio ma cercò rifugio concentrandosi sui giochi matematici che avevano lasciato sul tavolino non appena lo vide sfilarsi i pantaloni. Robert si vestì con quel completo non troppo elegante che Jimmy aveva scelto per lui e si mise a sedere accanto a lei, poco dopo diedero il segnale di allacciare le cinture di sicurezza così si alzarono dal divano per accomodarsi sui sedili muniti di cinture attendendo la manovra di atterraggio. Arrivò a sedersi con loro anche Jimmy
-Non siamo un po’ in anticipo?
-Abbiamo ottenuto l’autorizzazione ad atterrare nell’aeroporto di Milwaukee meglio no? L’unico inconveniente è che la società di noleggio ora non riesce a far arrivare li una macchina... Se vuoi ne fanno arrivare una ...entro sera...
-Non potremmo semplicemente prendere un taxi?
Robert guardò Kyra, e le sorrise in fondo nessuno sapeva che erano li, non passavano nemmeno dalle uscite dei voli nazionali, era abbastanza certo che potevano fare a meno della limousine.
-Hai ragione prendiamo un taxi... non ci serve la macchina.
Jimmy digitò sul cellulare velocemente e poi guardò per un attimo Robert prima di riprendere il discorso leggermente in imbarazzo
-Robert, quali sono i tuoi programmi per i prossimi giorni? vuoi che resti con te?
-Non lo so... non ne abbiamo parlato, ma puoi rientrare a L.A....
-Se vuoi rimango, lo sai non è un problema...
-No, vai tranquillo...
-Ok allora approfitterei per prendere un volo già stamattina...
-Certo... ti perderai il tacchino di mamma Johnson ma...
Sorrisero tutti mentre l’aereo toccava terra e Jimmy li avvisava di aver prenotato un taxi per loro che li avrebbe aspettati fuori dall’uscita riservata ai voli charter.
Scesero dall’aereo ringraziando l’equipaggio, Jimmy si occupò dei bagagli e li aiutò a caricarli sull’auto, Robert tenne con se solo la valigia piccola, diede a Kyra una scatola quadrata e una bottiglia di champagne, il resto venne caricato da Jimmy su un altro taxi con cui avrebbe raggiunto Chicago per la coincidenza. Kyra e Robert salutarono Jimmy, salirono sul loro taxi, Kyra diede le indicazioni al tassista poi si appoggiò allo schienale del sedile
-Cosa c’è in quella scatola?
-Il dolce... Non potevo presentarmi a mani vuote...
-Vuoi proprio fare colpo...
-Ci voglio almeno provare, e non prendermi in giro, sono nervoso.
-Tu nervoso? e per cosa?
-Conoscerò i tuoi genitori... mi sento un adolescente...
-Se la metti così sono nervosa anche io... non so nemmeno come presentarti... Non ho mai portato nessun ragazzo a casa... ed ora glie ne porto uno che è una celebrità mondiale, che viene assediato dalle folle, che gli farà scoprire che il loro adorato Antony è tutto fuorchè un santo...
Robert sorrise e convenne
-Ok non mi lamenterò più... vinci tu...
Il taxi si fermò di fronte a una casa con un piccolo giardino ed un vialetto che dava su una piccola strada residenziale, Robert pagò il tassista e poi scesero recuperarono i bagagli. Restarono per qualche secondo entrambi fermi davanti a quel vialetto
-Andiamo Kyra...
-Da dove ti viene tutto questo entusiasmo?
La spinse piano verso l’entrata
-Andiamo... signorina...
Kyra trascinò la valigia ed in pochi passi arrivarono all’entrata, suonò il campanello e sentì suo padre chiamare la moglie dicendole di correre alla porta, Robert sorrise e Kyra ricambiò alzando gli occhi al cielo. Sua madre aprì la porta ed urlò dalla gioia di vedere Kyra a casa per il ringraziamento.
-Ma che sorpresa!!! Entrate! Kyra perchè non hai chiamato? Papà sarebbe venuto a prendervi in aeroporto!
-Mamma abbiamo deciso tutto poche ore fa... Il presidente della rivista ci ha prestato il suo jet e siamo potuti venire... e... mamma, papà lui è Robert... forse l’avete visto in ospedale... Robert, loro sono mamma e papà.
-Molto piacere Signori Johnson... mi auguro non sia di troppo disturbo questa improvvisata...
-Non lo dica nemmeno per scherzo è un piacere, e mi chiami Emma.
-Gli amici di Kyra sono i benvenuti, Morgan tanto piacere.
-Morgan porta i bagagli di sopra, vi fermate vero?
Robert e Kyra si guardarono per un attimo poi fu Robert a interrompere quel silenzio
-Se non disturbiamo volentieri...
-Bene! Kyra, accompagna Robert in camera così vi mettete comodi mentre preparo il caffè, Lo beve un caffè Robert?
-Mi dia del tu... il caffè lo prendo volentieri.
-Mamma Robert ha voluto portare il dolce...
-Non dovevi disturbarti...
-Su andate a questo ci penso io...
Robert prese il suo bagaglio e una valigia di Kyra e seguì Morgan su per le scale, Kyra dietro di loro. Morgan lasciò la valigia di Kyra sul pavimento e li lasciò soli in camera scendendo a prendere la biancheria da bagno. Kyra sistemò i giubotti all’interno dell’armadio, mentre richiudeva l’anta ancora aperta sentì Robert sussurrare al suo orecchio
-Non è andata poi tanto male... no?
Chinò il capo e le baciò il collo abbracciandola da dietro, Kyra si sentì rabbrividire
-Sì... hai ragione... forse mi preoccupavo per niente... Grazie...
Il padre di Kyra bussò allo stipite della porta poi entrò dalla porta aperta Robert si voltò e lo vide arrivare con la biancheria che lasciò sul letto rivolgendosi a Kyra
-Poi la sistemi tu ok? vado ad aiutare tua madre... quando siete pronti scendete...
Chiuse la porta uscendo... Robert sorrise
-Siamo qui da 5 minuti e tuo padre ci ha già scoperto... come adolescente sono una frana...
Kyra rise e lo abbracciò, era davvero felice che lui fosse li con lei, era felice perchè aveva la possibilità di festeggiare quella festività a casa con i suoi genitori, e con Robert al suo fianco, mentre lo stringeva guardò fuori dalla finestra e si incantò per qualche istante
-Cosa guardi?
-...Non hai idea di quanto tempo ho passato li seduta a...sperare di vedere la tua auto fermarsi qui...
-Mi dispiace...
-Non dispiacerti, non è colpa tua...
-Se avessi saputo dove eri, avrei bussato a questa porta anche in piena notte... e ora basta pensare a cose tristi, oggi dobbiamo festeggiare ed essere felici, siamo qui, con la tua famiglia, mi lasceranno dormire nella tua camera (risero entrambi) e passeremo con loro qualche giorno...
Gli diede un piccolo bacio e tenendolo per mano scesero in soggiorno dove Emma stava servendo il caffè con dei biscotti appena sfornati.
-Kyra ma dove l’ho già visto? In ospedale dici?
Robert rise appena, attendendo di sentire come Kyra avrebbe gestito le domande che sarebbero venute da li a qualche minuto...
-Lui è Robert Downey Jr, ...è un attore famoso... L'avrai visto anche su quelle riviste che stanno in cucina...
-E tu com’è che lo conosci?
Kyra lo guardò, lui le sorrise
-Facevamo jogging nella stessa spiaggia e ci siamo conosciuti così...
Kyra abbassò lo sguardo dopo avergli sorriso in segno di ringraziamento per aver risposto lui...
-Vi conoscete da molto?
-Vado a prendere del latte...
Kyra si alzò ed andò in cucina cercando così di togliersi dall’impaccio di quelle domande...Robert non si scompose e sorrise a Emma
-Ci siamo conosciuti la terza settimana di ottobre, non è molto ma da quel giorno siamo stati... inseparabili, Kyra ha iniziato a ricordare qualcosa, ma le ci vorrà ancora del tempo, ma sono certo che ricorderà... direi che siamo importanti l’uno per l’altra... se per voi non è un problema preferirei che chiedeste a me, vorrei che Kyra non si sentisse sotto pressione per queste cose che non ricorda...
-Certo... noi vogliamo solo che lei sia felice...
-Lo voglio anche io... più di qualsiasi altra cosa al mondo e vi assicuro che farò di tutto perchè nessuno possa turbare la sua tranquillità.
Mentre Robert beveva un sorso di caffè Kyra tornò nella stanza, si mise a sedere affianco a Robert e lo guardò sorridendo...
-Quindi come ci stavi dicendo lavori nel cinema...Io ricordo i film di tuo padre, andavamo al cinema per vederli...
Il padre di Kyra cambiò argomento puntando l’attenzione su Robert e lasciando così tranquilla Kyra.
Robert non curante di Emma e Morgan che stavano li a discutere su quale attore fosse stato migliore in uno dei film più popolari di suo padre, prese la mano di Kyra e l’accarezzò, lei sorrise dei suoi genitori e si appoggiò sulla sua spalla quando Robert le passò un braccio attorno al collo baciandole la fronte.
Avevano trascorso le successive due ore a parlare di tutto, finchè la madre di Kyra non disse che il tacchino era pronto, e si misero a tavola. Robert si complimentò più volte con Emma perchè il pranzo era davvero squisito, dopo pranzo Robert aiutò Kyra a sparecchiare la tavola mentre i suoi genitori salirono a cambiarsi d’abito per uscire, quando scesero Emma li raggiunse in cucina
-Kyra venite con noi dalla zia! Passiamo da loro il pomeriggio e stasera ceniamo con loro...
-No mamma davvero, preferisco di no...
-Ma quanto ricapita l’occasione?
-Emma... Emma dove sei?
-Sono in cucina... Diglielo anche tu di venire...
Il padre di Kyra li raggiunse e trascinò letteralmente la moglie verso il soggiorno per poi uscire
-Ma se ti hanno detto di no, perchè vuoi insistere? lasciamoli tranquilli, sono appena arrivati saranno stanchi lasciali riposare...
Emma si convinse
-Se avete fame in frigo c’è..
-Se avranno fame troveranno del cibo in cucina...andiamo!
Sentirono chiudere la porta e si guardarono scoppiando a ridere...
-Capito ora perchè ero preoccupata?
-Dai! tuo padre è stato fantastico!
-Sì è davvero una persona speciale...
-Un po’ come te...
-Già... hai ragione un po’ come me... vieni, qui abbiamo finito...
-Che vuoi fare ora?
-Prima di tutto voglio togliermi questi jeans... Se non usciamo mettiamoci comodi...
Salirono in camera, Kyra accese lo stereo e si tolse le scarpe, aprì il suo bagaglio mentre Robert rovistava nella sua valigia alla ricerca della sua maglietta e del pantalone della tuta che erano “ovviamente” sotto tutto ciò che si era portato, lì posò su una sedia ed iniziò a sbottonarsi la camicia tirandola fuori dai pantaloni. Mentre lo faceva non si rese nemmeno conto che Kyra lo stava guardando tanto era impegnato a guardare le fotografie appese alla parete, si sfilò la camicia e Kyra si avvicinò, istintivamente senza pensarci, senza rifletterci, agì d’impulso ed appoggiò il viso sulla sua schiena nuda respirandone il buonissimo profumo, Robert non si aspettava di sentirla vicina e quando vide le sue mani abbracciarlo si sentì felice, era un gesto spontaneo ma andò in estasi quando sentì le labbra posarsi sulla sua pelle. Kyra sentì il calore di Robert a contatto con le sue labbra e lo sentì sospirare.
-Tesoro che intenzioni hai?
-Non lo so... siamo adolescenti...siamo soli... tu hai qualche idea?
Robert si voltò e rimase a guardarla per un po’
-Credo...credo di non aver capito bene...
-Ti voglio Downey.... Voglio fare l’amore con te...
Robert ricambiò i piccoli baci che Kyra gli stava dando, ma dopo quella frase i suoi baci non furono più casti e leggeri ma profondi e voluttuosi, la bramava...
-Kyra amore... non credo che qualcuno potrebbe interromperci... ed io non riuscirei a trattenermi... ti desidero troppo...forse non è il caso...
-Non voglio essere salvata...
Robert la sollevò di peso e l’abbracciò stretta a se, come ancora non aveva osato stringerla. La baciò, e l’accarezzò, sarebbe stata di nuovo sua... Si aiutarono a vicenda a togliersi i vestiti fino a restare nudi uno di fronte all’altra, Kyra lo prese per mano e lo avvicinò al letto sdraiandosi per prima e facendogli spazio sotto alle coperte
-Io non so se questa è la prima volta che facciamo l’amore... ma lo desidero con tutta me stessa...
Robert si sdraiò affianco a lei, percorse tutto il suo corpo con baci e carezze, la desiderava troppo, sapeva bene che tutta quella passione poteva giocare a suo sfavore... ed anche se l’avrebbe amata ancora e ancora voleva sentire appagato il desiderio di Kyra tanto quando desiderava sentire appagato il proprio desiderio. Sentì spesso il corpo di Kyra contrarsi ed inarcarsi sotto le sue carezze, il suo desiderio crebbe a tal punto da implorare Robert di amarla in quell’istante e quando si concesse la sentì contrarsi e sciogliersi in quell’onda di piacere puro, Robert dal canto suo cercò di non pensare, di non ascoltare troppo ciò che gli stava gridando il corpo di Kyra ma il piacere trattenuto troppo a lungo fece capolino tra i suoi pensieri facendolo capitolare in quel dolce oblio. Restarono qualche istante così immobili uno affianco all’altra a guardarsi senza parlare, finchè Kyra non sorrise e con voce suadente sentenziò
-Ne voglio ancora Downey...

Robert non si fece pregare, aveva ancora voglia di lei, di renderla felice di amarla, sentiva il suo cuore battere forte tanta era l’emozione per quelle sue parole
-Dillo di nuovo...
-Ne voglio ancora Downey...
-Potrei morire sentendoti pronunciare queste parole...e morirei felice...
Kyra sorrise e si sdraiò su di lui baciando la sua bocca, Robert le accarezzava leggero la schiena mentre Kyra lo riempiva di coccole e baci, Robert cercava di riprendere il comando di quel bellissimo ed inaspettato pomeriggio ma Kyra prese le sue mani e le tenne incastrate con le sue mentre lenta scendeva verso il suo ventre, gli mancava il fiato, restare immobile sotto quella multitudine di sensazioni ed emozioni era impossibile...
-Amore lasciami le mani... ti prego... io voglio... questo non è corretto...
Kyra lasciò le sue mani ma Robert non ebbe più tanta voglia di distoglierla da quelle carezze, da quei baci eppure nonostante stesse provando delle sensazioni indescrivibili sentiva il bisogno impellente di accarezzarla di amarla. Si sollevò le prese le mani e l’avvicinò a se, baciò le sue labbra, cercò la sua lingua e l’abbracciò stretta a se fino a sentire il corpo di Kyra aderire al suo
-Ti voglio Kyra...ti voglio ora.
Kyra si lasciò guidare da Robert e furono un tutt’uno, di nuovo, indivisibili, abbracciati stretti l’uno all’altra alla ricerca di quel piacere inafferrabile, rincorrendosi in quel gioco cercando di raggiungersi. Kyra era certa di non aver mai provato delle sensazioni così forti, intense, restava aggrappata al corpo di quell’uomo come se tutto gravitasse attorno a lui, lasciandosi travolgere dalle sensazioni che si stavano donando raggiungendo uno stato d’estasi quando sussurrò nel suo orecchio
-Ti amo... lo senti tutto il mio amore?
Robert sentì il suo piacere fondersi con il suo quando inaspettatamente la sentì dire
-lo sento e tu? senti il mio amore?
La baciò con tutta la passione che si sentì esplodere dentro e colmarono quella distanza che li lasciò senza fiato. Si lasciarono cadere sul materasso senza sciogliersi da quell’intreccio e restarono così giacendo insieme in silenzio, non avevano più bisogno di parlare, Robert le carezzava i capelli mentre Kyra sdraiata su di lui ascoltava il suo cuore riprendere lentamente un ritmo calmo
Mentre i loro respiri sincroni li cullavano si addormentarono. Quando Robert aprì gli occhi Kyra era seduta alla finestra e indossava una tuta, sorseggiava una bevanda fumante da una tazza che teneva vicina alla bocca con entrambe le mani. Fuori il cielo era scuro la musica dello stereo era appena un velo, Kyra doveva averla abbassata... Si mise un braccio sotto alla testa e restò così a guardarla finchè Kyra non se ne accorse.
-Ehy... ciao...da quanto sei sveglio?
-Non molto... che fai li?
-Non riuscivo a dormire e non volevo svegliarti...
-Vieni qui...
Kyra si mise seduta sul letto appoggiando la schiena sui cuscini e Robert posò la testa sulle sue gambe abbracciandole...mentre lei carezzava i suoi capelli
-Abbiamo fatto l’amore...
-Sì l’abbiamo fatto...
-Come ti senti?
-Bene, come dovrei sentirmi?
-Intendo... va tutto bene? ti sei pentita?
-Sono felice Robert se è questo che intendi chiedermi...
-Cosa bevi?
-Cioccolata calda...vuoi?
Robert si mise seduto ne assaggiò un sorso
-Ma è amarissima!
-Solo perchè la bevi nel modo sbagliato...
Si avvicinò a lui e lo baciò tenendo il suo viso tra le mani
-Bhè non è poi tanto amara così...
Kyra sorrise mentre lui le rendeva la tazza
-Mi faccio una doccia se non scappi...
-Non ti libererai di me tanto facilmente...
Robert sorrise e andò in bagno mentre Kyra lo guardava camminare elegante e statuario in tutta la sua perfezione finendo col battere le mani e fischiando non appena raggiunse la porta del bagno facendolo ripiegare su se stesso dal ridere, per poi sfoggiare un espressione seria ed entrare in bagno.
Era davvero felice, il suo amore nonostante non si ricordasse la loro storia provava dei sentimenti forti nei suoi confronti, anche se non riusciva a definirli “amore”... ma sapeva che era questione di tempo, e tutto sarebbe tornato come prima... meglio di prima...
Kyra gli portò i vestiti che aveva preparato sulla sedia, sceserò in soggiorno a guardare un film, i genitori di Kira sarebbero rientrati dopo cena convennero che non era carino farsi trovare chiusi in camera. Kyra preparò dei tramezzini e li mangiarono mentre facevano zapping in tv. Il cellulare di Kyra vibrò illuminandosi, era un messaggio lo lesse ad alta voce “Buon giorno del ringraziamento, mi auguro che tu lo stia trascorrendo nel migliore dei modi. Antony”
-Il ragazzo ha stile... ed è anche chiaroveggente!
Kyra rise, era vero, aveva indovinato lo stava passando davvero nel migliore dei modi, decise di rispondere e lo fece digitando in fretta poi lo lesse a Robert
-Grazie, buon thanksgiving anche a te, noi tutto bene. Se ti va potresti passare per una fetta di torta domani pomeriggio dopo pranzo, vorrei parlare con te. Kyra.
-Direi che è perfetto, non sospetterà di nulla e potremo coglierlo alla sprovvista. Domani mattina racconteremo tutto ai tuoi genitori così che possano capire cosa succederà quando arriverà per Antony il momento di parlare...
Passarono la serata li abbracciati sotto il pile a guardare un vecchio film, decisero che era ora di andare a letto solo quando arrivarono Emma e Morgan, lasciando così la tv a Morgan. I genitori di Kyra gli augurarono una buona notte. Salirono le scale e lasciarono la porta della camera aperta di proposito, si lavarono i denti e si infilarono a letto. Robert si mise gli occhiali e lesse qualche pagina del copione che si era portato da leggere, mentre Kyra si appoggiò con la testa sul suo petto le piaceva ascoltare il tamburellare del cuore di Robert
-Chi sarai in questo film?
-Non ho ancora accettato questo lavoro, sto solo leggendo questa storia, se poi mi piace, se gli attori con cui dovrei lavorare mi piacciono, se il regista è una persona seria, se saranno disposti a pagarmi quando chiedo, se...se...se... allora accetterò il ruolo...
-Non pensavo andassero così le cose, io immaginavo una cosa più semplice: ti chiamano, giri il film.
-In parte funziona così: semplicemente, io sono l’azienda di me stesso... ci sono buoni clienti, Mr. Parker per esempio, che pagano perchè io faccia qualcosa e se questo non danneggia la mia immagine e lui è disposto a pagare, bhè allora io la faccio. Poi ci sono gli ottimi clienti, quelli che mi vogliono sempre nei loro film e anche con quelli solitamente si tratta solo di concordare il compenso perchè la qualità del lavoro è così alta che difficilmente rifiuto la parte... poi ci sono i cattivi clienti, o quelli che ancora non conosco come questo... e in questo caso, prima c’è tutta la trafila che ti dicevo prima e poi se tutto va in porto allora si lavora insieme...
-E tutti fanno questo? prima di ogni film? Oh mamma!
-No, quando nessuno ti vuole in un suo film accetti qualsiasi cosa... quando sei all’inizio accetti qualsiasi cosa... quando sei al ribasso nella “borsa degli attori” inizi a prendere in considerazione anche i clienti cattivi o mediocri pur di lavorare... Io per fortuna posso scegliere, ma non mi dimentico da dove sono partito...
Posò il copione sul comodino e si tolse gli occhiali
-Ora basta parlare di lavoro... è l’ora della domanda...
-Oh... vero! me ne stavo dimenticando! Qualsiasi cosa?
-Qualsiasi cosa...
-Dimmi del primo giorno che ci siamo conosciuti...
Robert si aspettava delle domande più specifiche ma senza pensarci troppo iniziò a raccontarle di quella giornata guardandola mentre con il naso all’insù cercava di guardarlo senza spostarsi troppo dalla posizione in cui stava. Raccontò di quel momento in cui l’aveva incrociata mentre correva nella direzione opposta alla sua, dell’impressione di lei che si era fatto e della sua decisione improvvisa di voltarsi correre nella sua direzione per raggiungerla e parlarle... di quanto poco loquace fosse stata e di come senza pensarci due volte lo aveva liquidato una volta arrivata di fronte alla caffetteria...
-E dopo?
-E dopo cosa?
-Cosa ci siamo detti? Sei venuto li alla caffetteria con me?
-No. Ho ricominciato a correre e sono andato a casa...
-E quando ci siamo rivisti?
-Avevamo detto una domanda sola...
-Ma dai! non mi hai detto quasi niente...
-Ho risposto alla tua domanda...
Kyra sbuffò mentre Robert rideva
-Non sono soddisfatta!
-Forse intendevi “conosciuti” carnalmente?
Kyra scoppiò a ridere per il modo buffo con cui l’aveva guardata
-Ora è il mio turno... Tocca a me farti una domanda...
-Ok...dimmi
-Domani vuoi passare la tua giornata con me?
Kyra rimase interdetta a quella domanda, era ovvio che avrebbero passato la giornata insieme...
-Perchè mi fai questa domanda? Che significa?
-E’ la mia domanda... tu devi solo rispondere... non è difficile, devi solo dirmi se domani mattina quando ti sveglierai vorrai passare la giornata con me...
-Uhmm... dipende...
-Da cosa?
-Da quanto sarai dolce stanotte...
La sentì muoversi sotto le coperte avvicinandosi con fare sensuale
-Fai la brava e dormi... c’è la porta aperta...
Iniziarono a ridere entrambi senza rendersi conto che dal soggiorno li si sentiva benissimo. Emma guardò Morgan seduto sulla sua poltrona dopo che entrambi pur non volendo avevano ascoltato tutti i loro discorsi da che erano saliti in camera, gli sorrise e si alzò per portare le tazze in cucina
-E’ quello giusto, te l’avevo detto... ho sempre ragione!
Sussurrò all’orecchio del marito non appena gli fu accanto.

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** 34 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Kyra e Robert si addormentarono abbracciati e l’alba li trovò ancora così, teneramente abbracciati, Robert decise di alzarsi, le avrebbe preparato la colazione, vide la porta della camera accostata e sorrise, evidentemente i genitori di Kyra quando erano saliti per andare a dormire avevano chiuso la loro porta, sì infilò la felpa e le scarpe da ginnastica e chiuse le tende delle finestre così che lei non venisse svegliata dal sole. Scese le scale e si fermò prima di scendere gli ultimi scalini sentì un vago profumo di vaniglia e lo trovò molto rilassante, raggiunse la cucina restando sorpreso nel trovare Emma già ai fornelli
-Buongiorno! Già sveglia?
-Una vecchia abitudine che non sono riuscita a perdere... e tu? che scusa hai?
-Ieri pomeriggio ho dormito... non lo faccio mai e mi sono riposato abbastanza...
Emma sorrise, più lo guardava e più riusciva a cogliere il lato buono e gentile di Robert.
-Ti va del caffè? dei pancakes? uova? che cosa mangi a colazione?
-Ecco da chi ha preso Kyra... il caffè va benissimo... e.... assaggerò i pancakes sembrano buonissimi....
Emma gli diede un piatto e lo invitò a servirsi, poi mise il caffè in tavola e si mise a sedere bevendo del succo d’arancia, mettendo in tavola un altro piatto, poco dopo Robert si sentì posare una mano sulla spalla, poi lo vide avvicinarsi a sua moglie e baciarla
-Robert buongiorno! Mattiniero anche tu?
-Più o meno...
Sorrise e si sentì un po’ strano ad essere seduto a quel tavolo con i genitori di Kyra mentre lei dormiva beata, decise di cogliere l’occasione per introdurre l’argomento Antony con loro, così da affrontare al meglio il pomeriggio...
-Kyra ha un espressione davvero radiosa da che sei qui con lei, da quando è tornata non l’abbiamo mai vista così vero Morgan?
Il marito annuì mentre beveva
-Questo mi rende felice, sapere di farla stare meglio è importante per me...
-Stavate insieme? prima dell’incidente intendo...?
-Sì... La sera prima avevamo deciso di andare a vivere insieme... di non aspettare oltre...
-Kyra è una brava ragazza ma ha avuto momenti difficili...
-Lo so mi ha raccontato...
-TI ha detto dell’alcool?
-Mi ha detto di Antony, dell’alcool, dell’incidente, ...della bambina... del suo vagabondare per vari stati del paese, della riabilitazione con gli anonimi alcolisti...
Emma guardò Morgan era sorpresa che avesse raccontato tutto... ci teneva davvero molto a lui...
-E ora? come pensi di affrontare questo periodo?
-Ci stiamo avvicinando e devo ammettere che sono stupito, quando ci siamo conosciuti era molto diffidente, ora invece è come se mi conoscesse anche se non lo ricorda del tutto...
Emma abbassò lo sguardo sul suo bicchiere e poi sorrise
-Ha detto la stessa cosa a me quando mi ha parlato di te...
-Ora dobbiamo gestire un altro problema, più importante...
-Di che si tratta? qualcosa non va?
-Kyra sta bene e con lei va tutto alla grande, ma il problema è un altro. Abbiamo scoperto che Antony ha tramato per far si che lei non riuscisse a mettersi in contatto con me, ne io con lei.
-Come è possibile?
-Non ne sappiamo molto in realtà, però contiamo di chiarirci le idee oggi, Kyra lo ha invitato qui nel primo pomeriggio...
-Ma come ha potuto?
-Ha manipolato la verità, ha saputo che io e Kyra avevamo trascorso la sera prima delle sue dimissioni insieme a parlare e Kyra voleva vedermi il giorno dopo, ma lui con l’inganno le ha fatto credere che io era daccordo con lui perchè lei venisse a Chicago da voi, che l’avrei raggiuta qui e le ha dato un cellulare dicendo che glie lo avevo dato io per chiamarla... ma io non ne sapevo nulla. Quando sono arrivato in ospedale Kyra era già uscita e le infermiere mi hanno dato un recapito che risultava inattivo. Così io ho finito il lavoro a Miami e sono tornato a casa a Los Angeles sperando che lei una volta guarita sarebbe tornata a casa sua.. e l'ho aspettata li, in quella che sarebbe dovuta essere la nostra casa... ma è stato tutto inutile... è stato un caso che ci siamo trovati in Canada. La rivista per cui Kyra lavora mi ha commisionato un lavoro, mi trovavo li per quello ma ora, vogliamo capire perchè lo ha fatto e chi lo ha aiutato.
-Sono daccordo, questa faccenda va chiarita
sentenziò Morgan poi guardò Emma annuire.
Robert fu felice di sapere che i genitori di Kyra fossero daccordo sulla necessità di far chiarezza, ora non restava che attendere il suo arrivo.
Poco dopo mentre stava conversando con Morgan sulla bravura di alcuni giocatori di basket fece capolino dalla porta della cucina Kira, tutta assonnata, venne accolta da un coretto di buongiorno che ricambiò con un cenno della mano, si avvicinò poi a Robert che l’accolse con un abbraccio
-Ti sei svegliata presto...
-Non c’eri più.
Robert la baciò sulla fronte mentre lei restava con gli occhi socchiusi accoccolata sul suo petto come fosse un bimbo piccolo che è stato svegliato da un incubo, si sollevò di scatto non appena sua madre posò in tavola un vassoio di mini muffin
-Sono quei mini muffin?
Emma sorrise
-Sì...
-Quando andavamo a scuola ce li preparava almeno una volta alla settimana, li adoravamo! Robert, devi assaggiarli!
Vedere tutto quell’entusiasmo in lei era davvero bello per lui. La sua famiglia nonostante tutto le aveva fatto bene... probabilmente era un tassello che non era mai andato al suo posto ed ora era più serena.
-Kira, Robert ci ha detto di Antony
Lei si girò verso Robert e lui annuì, rivolse lo sguardo di nuovo a Emma
-Mamma mi dispiace...
-Ma di cosa ti devi dispiacere?!? Non prenderti colpe che non sono tue. Quel ragazzo ha fatto una cosa spregevole, qualsiasi siano state le sue motivazioni. Noi siamo dalla vostra parte. Se volete chiarire siamo felici di esservi accanto.
-Grazie... Temevo che la vostra vicinanza a lui rendesse difficile questa cosa...
-Tu sei nostra figlia. Nessuna amicizia potrebbe superare questo legame. Ora finite di fare colazione e poi andate a farvi un giro, non vi voglio tra i piedi mentre cucino... già mi basta tuo padre!
Kyra rise e Robert con lei mentre guardavano Morgan raggiungerla ai fornelli ed abbracciarla baciandole la guancia. Kira guardò Robert bere il caffè
-Sì.
-Come scusa?
-Sì... Alla tua domanda di ieri sera... rispondo Sì.
Emma sorrise a Morgan, anche loro sapevano a cosa si stava riferendo... Robert le prese il viso tra le mani e le diede un piccolo bacio sulle labbra.
La mattinata passò in fretta, fecero una passeggiata nel parco, presero un caffè ad un chiosco e si godettero la tranquillità di quella mattinata passeggiando mano nella mano sotto ad un tiepido sole che non riusciva a contrastare il gelo invernale.
Robert le fece una sorpresa quella mattina... Le passò il suo telefono e scorrendo tra gli ultimi messaggi le mostrò una fotografia di lei.
-Me l’hai scattata tu? sei venuto a trovarmi al pub mentre lavoravo???
-No. Quando te l’hanno fatta io ero a Miami, me l’ha inviata mio figlio Indio... finito il lavoro quella notte hai preso un taxi, sei andata in aeroporto e mi hai raggiunto a Miami...
-Oh cavolo... io ho.... davvero?....
Robert annuì sorridendo
-Ma non era per questo che ti ho dato il mio telefono... Ci sono un paio di persone che vorrebbero tanto avere tue notizie... ora a Los Angeles dovrebbero essere circa le 9 del mattino...
Robert pigiò il tasto per l’avvio della chiamata e Kyra vide comparire il nome di Tj sullo schermo i suoi occhi si illuminarono, colta di sorpresa abbracciò Robert, poi mise il telefono all’orecchio quando sentì che aveva risposto e domandava a gran voce chi fosse... Quando terminò quella chiamata cercò l’altro numero ma il cellulare iniziò a vibrare e Kyra vide lampeggiare un nome di donna sullo schermo, si sentì stringere la bocca dello stomaco stupendosi di se stessa, capì che era gelosa... chi era quella donna? e da quando era diventata una persona gelosa?
-Opss... a questa chiamata devo proprio rispondere....
Kyra gli passò il telefono e Robert rispose sorridendo come se l’interlocutrice potesse vederlo... era felice di quella telefonata...
-Buon giorno del ringraziamento!...Oh sì lo sò, non ti ho richiamata... hai ragione, sì me lo ha detto Jimmy che avevi chiamato ma cerca di capirmi non mi andava di parlare... Sono venuto a casa tua ma non c’eri... Ah... ho capito... sì tra qualche giorno sarò a Los Angeles... allora tieniti libera...Ti porto fuori a pranzo! Non vedo l’ora di abbracciarti! e poi...
Guardò Kyra che oramai aveva la bile negli occhi, le sorrise
-Devo presentarti una persona...Ah... come lo sai??? Ma perchè chiami Jimmy prima di chiamare me?... sì ora sta bene... certo,  te la saluto... Ma dimmi di te, dove sei ora? Ah non ne sapevo nulla... Allora forse ci vediamo li... Ok Ok ti chiamo domani... un bacio!
Robert guardò Kyra
-Ti saluta mamma....
Il sorriso di Kyra si aprì aveva fatto mille congetture ed invece era la sua mamma...
Kyra abbassò lo sguardo mentre sorrideva della tenerezza con cui aveva sentito Robert rivolgersi a sua madre, una tenerezza che le aveva fatto pensare che stesse parlando con una fidanzata tanto l’amore traspariva dal suo tono di voce, dai sorrisi che nascevano spontanei sulle sue labbra... pensò che, un uomo che è capace di amare tanto la propria madre senza vergogna, senza trattenersi perchè lei era li presente ad ascoltare, doveva essere un uomo davvero speciale. Un uomo capace di amare al cento per cento, che ama senza limiti, che ama senza chiedere nulla in cambio, un uomo.
Robert le prese la mano e la strinse piano forse per attirare la sua attenzione, per farle capire quanto fosse felice
-Vorrei che tu la conoscessi... è una donna davvero speciale...
-Sarei molto felice di conoscerla, spero prima o poi possa capitare l’occasione...
-Ci sarà presto se ti fa piacere possiamo organizzarci... lei è negli Hampton... Tu devi andare a New York per la mostra fotografica... Ma i tuoi genitori vengono vero?
-Sì, credo di sì... avevano detto che mi avrebbero raggiunta a New York... quando rientriamo glie lo chiedo... non mi hanno detto più nulla...
-Bene, sarebbe bello se venissero anche loro... Ma dobbiamo organizzarci!
-Non avranno nemmeno prenotato un hotel...
Robert digitò velocemente
-Ora mandiamo un messaggio a Jimmy e penserà a tutto lui...
-Cioè?
Robert smise di digitare e la guardò, non voleva metterla a disagio, ma, la sua condizione gli permetteva di risparmiarsi alcune difficoltà... era il caso che iniziasse a metterla al corrente, perchè se avessero continuato a stare insieme come sperava avrebbe dovuto abituarsi...
-Bhè vedi... io possiedo una specie di bacchetta magica... questa bacchetta magica si chiama Jimmy...
Kyra rise ed a Robert ci volle qualche minuto per riuscire a ricominciare a parlare e guardarla senza riscoppiare a ridere
-Va bene... va bene... non è Jimmy la bacchetta magica, diciamo che lui la custodisce...e... il potere di questa bacchetta è cancellare i problemi dalla mia vita...Quindi stavo scrivendogli perchè organizzasse. Manderà un auto a prenderci, prenoterà il volo, se non troverà posto sul volo di linea noleggerà un aereo privato ma ci farà arrivare a NY all’orario che vogliamo... ci sarà un auto ad attenderci a New York, farà aprire casa e se lo conosco bene... e lo conosco, farà riservare a nostro nome un tavolo al mio ristorante preferito...
-Wow...
-La mia vita assurda offre qualche vantaggio... e lui... lui ha la bacchetta magica...
-Questa bacchetta magica si chiama forse “carta di credito”?
-Già... 
Risero di nuovo
-Non... non ti da fastidio vero?
-Perchè dovrebbe?
-Mi fa piacere che sia così... perchè... dovrai abituartici...
Kyra sorrise
-Dai andiamo a casa... vediamo che dicono tua mamma e tuo papà, prepariamo i bagagli, vediamo Antony e passiamo una tranquilla serata... e domani si vola a New York.
-Hai già organizzato tutto?
-Io no... è colpa di Jimmy!

Rientrarono a casa e pranzarono con Emma e Morgan, parlarono un po’ di come Robert intendeva affrontare l’incontro
R-Bleffiamo...
K-Cioè?
R-Insomma è il mio lavoro, recitare, fingerò di sapere tutto e vediamo se vuota il sacco...non voglio che si arrivi ad alzare la voce, non possiamo sapere come reagirà...
M-E’ sicuramente una buona idea, se è arrivato a fare questo è meglio che tutto si svolga con calma...
R-Non ci saranno problemi Morgan... Non deve sentirsi minacciato... Non dobbiamo apparire arrabbiati o nervosi ok?
K-Ok.
Presero il caffè a tavola e pochi minuti dopo Antony bussò alla porta puntuale come sempre. Robert restò seduto a tavola mentre Kyra andò ad aprire alla porta, restò lì tranquillamente seduto mentre lo vedeva abbracciarla e sorriderle facendo battute stupide, si sentiva il sangue ribollire. Non curante della sua presenza seduto comodamente a tavola si avvicinò e salutò anche Emma, che lo invitò ad accomodarsi in sala da pranzo dove Morgan e Robert lo attendenvano. Appena varcò la porta vide Robert che si stava alzando per salutarlo
-Oh eccolo qui il nostro Antony! Buon giorno del ringraziamento!
Disse avvicinandosi a lui porgendogli una mano in segno di cortesia e saluto
-Robert... che... che piacere...e che sorpresa
-Per te sono Mr. Downey, accomodati, penso che abbiamo molte cose di cui parlare
Antony era teso come una corda di violino e la voce seria e pacata di Robert non lo metteva certo a suo agio, Kira guardava Robert che fino a qualche minuto prima rideva e scherzava con i suoi genitori ora sembrava un’altra persona. Lo vide fare cenno a Antony di prendere posto a tavola mentre Emma gentilmente portò in tavola altro caffè.
R-Vuoi raccontarla tu questa storia Antony o preferisci che la racconti io a Morgan?
M-Robert scusa io preferirei che parlasse Antony, le versioni potrebbero essere contrastanti...
Robert dovette ammettere che Morgan con quella battuta aveva dato un tocco di classe, si mostrò leggermente sorpreso e scocciato da quella proposta facendo una piccola smorfia con le labbra ricacciando le parole che stava per dire al suo interno restando così in attesa.
Antony si stava domandando come avessero potuto incontrarsi... Qualcuno li doveva aver aiutati, non poteva essere altrimenti, non c’erano tracce di Kyra dall’ospedale a Milwaukee... forse.. certo, l’unica che conosceva tutto era Susan, l’aveva chiamata il giorno dopo l’arrivo a Chicago e le aveva confermato che Robert non avrebbe avuto modo di contattare Kyra e che erano li. Lei di tutta risposta gli inviò una busta con altro denaro ed un biglietto “ce ne saranno altre se continuerà a risparmiarmi quel fastidio”. Possibile? perchè Susan Downey avrebbe dovuto scoprire le carte in tavola facendo poi ricadere la colpa interamente su di lui? Aveva accettato quel denaro è vero, ma lei lo aveva raggirato, aveva usato il suo potere per ammaliarlo e convincerlo che avrebbe potuto riconquistarla e vivere senza alcuna preoccupazione viste le somme di denaro che gli aveva mandato.
R-Non hai niente da dire? Morgan stiamo perdendo tempo è come ci ha detto...
A-Non è affatto come dice. Io... Io non volevo fare del male a nessuno, volevo solo avere un altra possibilità con Kyra, e quando Susan mi ha dato quelle buste piene zeppe di denaro non ho resistito e ho accellerato il trasferimento qui. Ma è stata lei a convincermi, a chiedermi di farla sparire dalla sua vita... Ho sbagliato, sì, ma non è colpa mia.
Robert rimase paralizzato, non voleva credere a ciò che le sue orecchie avevano udito... Non era possibile che Susan, la madre di suo figlio, la donna con cui aveva condiviso gli ultimi dieci anni della sua vita gli avesse tirato un colpo tanto basso. La rabbia dentro di lui crebbe a dismisura
R-Susan? e come ti avrebbe contattato
A-Era in ospedale quel mattino che siamo arrivati ricordate? li mi disse di tenere Kyra lontana da lei... Che questa era la mia possibilità per riprovarci... Poi, il giorno delle dimissioni, mi ha chiamato al cellulare arrabbiata perchè avevate passato la notte insieme in ospedale e voleva assolutamente che lei venisse portata via, così sono andato in ospedale e ho accellerato le dimissioni.
K-Perchè Antony? Perchè tutte queste bugie?
A-Non lo so Kyra, tutti quei soldi mi hanno dato alla testa, mi hanno fatto credere di poterti riconquistare, riprendere la nostra vita insieme...
Robert non ascoltava neppure le sue parole... stava rivivendo nella sua mente quei giorni a Miami, quella mattina in cui era passato a salutare Exton prima che partisse, prima di andare a correre... visualizzò Susan che gli chiedeva di dare la frutta a Exton mentre lei si allontanava dalla tavola, era stato lui che le aveva confidato che le cose stavano andando meglio... che si stava riavvicinando a Kyra... Susan l’aveva trattenuto perchè Antony potesse agire prima del suo arrivo...
Kyra sfiorò la gamba di Robert con la mano per risvegliarlo dai suoi pensieri, Robert la guardò cercando di sorriderle ma ne uscì un espressione tesa. Era tutta colpa di Susan... Antony era un debole di cui aveva approfittato...
R-C’è solo una cosa che puoi fare ora Antony...
Lui alzò lo sguardo e restò ad ascoltare
R-Se è come dici, puoi fare una sola cosa...
A-Farò qualsiasi cosa... Io non volevo...
Robert si alzò, annuendo, prese il telefono e chiamò il suo avvocato spostandosi nella stanza accanto, avrebbe reso la vita di quella donna davvero difficile, non amava questo genere di comportamenti, ma, ora avrebbe dovuto tutelarsi da Susan, non poteva passarla liscia! Rientrò poco dopo in salotto, in quella stanza vide Kyra in piedi guardare fuori dalla finestra, mentre i suoi genitori erano ancora in sala da pranzo con Antony. La raggiunse
-Amore come stai?
-Bene... è tutto così assurdo...perchè farci questo?
-Non lo so... so solo che dobbiamo proteggerci da queste persone...
-Robert io gli credo... penso davvero che sia stato solo una marionetta.
-Lo credo anche io, ma questo non cambia le cose, entrambi vanno puniti. Potrebbero fare del male anche ad altre persone... capisci?
-Sì... Ma cosa vuoi fare ora?
-Se ne occuperà il mio legale... Tra poco una pattuglia di poliziotti sarà qui, accompagnerà Antony alla centrale, firmerà una testimonianza e poi potrà tornare a casa sua...per ora... ci sarà comunque un ordinanza restrittiva nei suoi confronti... non potrà avvicinarsi ne a te ne alla tua famiglia...ne a me, poi non saremo noi a giudicarlo.
Kyra annuì...
-Poi ci occuparemo di Susan. Domani andiamo a New York per il tuo evento, poi andremo a Los Angeles, Susan ora è dai suoi genitori con il bambino, quando tornerà ci troverà li ad aspettarla... e non sarà una visita di cortesia...questa volta non la passerà liscia! è pazza!
-Robert se vuoi possiamo andare subito a Los Angeles...
-No... Ora sono troppo arrabbiato potrei fare una sciocchezza...
Lo disse mentre cercarva di calmarsi, si sentiva male, ringraziò di essere dall’altro capo del paese, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa in quel momento se fosse stata vicina... Kyra lo guardò, era davvero fuori di se, stava cercando di fare lunghi respiri per recuperare un po’ di tranquillità, annullò la distanza tra loro abbracciandolo, lo sentì stringere le braccia attorno al suo corpo, Robert affondò i viso tra il collo e i capelli di Kyra e continuò a respirare il suo profumo delicato lo aiutò a ritrovare se stesso
-Mi dispiace Kyra, mi dispiace tanto... è tutta colpa mia...
-Non dire così, non sei tu che hai architettato tutto questo...
-Già, ma l’ha fatto Susan... Se non...
-Non dirlo! Non pensarlo! Siamo qui, possiamo risolvere tutto... siamo insieme è questo ciò che conta giusto?
-Assolutamente.
Suonarono alla porta e Kyra aprì ai due poliziotti, Robert non ebbe bisogno nemmeno di raccontare tutta la storia perchè erano già stati informati dal suo avvocato. Raggiunsero Antony nell’altra stanza e lo invitarono a seguirli, prima di uscire Antony guardò Kyra ed i suoi genitori
-Mi dispiace.
Morgan chiuse la porta mentre Emma e Kyra si misero a sedere sul divano. Fu un pomeriggio davvero pesante per tutti, Morgan baciò sulla fronte le sue donne
-Qui ci vuole una tazza della mia cioccolata speciale...
Per poi sparire in cucina
-Ti aiuto
Disse Emma seguendolo in cucina
Robert guardò Kyra sola sul divano e la raggiunse, lei si accoccolò sul suo petto e Robert le carezzò i capelli, la sua mente era compressa da tutta quella tensione, avrebbero mai avuto un po’ di pace? Tornarono Morgan e Emma con un vassoio con quattro tazze di cioccolata fumante, Robert sentì subito che il profumo di quella cioccolata aveva qualcosa di speciale e Morgan guardandolo attendeva le sue domande sorridendo, ma Robert posò le labbra sulla tazza, Kyra disse piano
-Poca per volta...
Robert l’ascoltò e ne assaggiò un piccolo sorso sentendosi poi pervadere dall’aroma forte ed il calore che gli si sprigionò sulla lingua e da un’energia intensa che sciolse ogni nebbia nella sua mente...
R-Cosa ci hai messo?
M-Nulla ma è speciale no?
R-Kyra cosa ci mette? Sembra una droga!
Kyra sorrise,
K-Un miscuglio suo di spezie tra cui il peperoncino... Non ti dirà mai quali e in che dosi...
M-E’ il segreto della famiglia Johnson... Non posso rivelarlo a chiunque...
R-Potremmo trovare un accordo... non so... potrei sposare tua figlia diventando così un membro della famiglia...
K-Mi ami così tanto da volermi sposare?!?
R-No, lo farei solo per la ricetta della cioccolata! Ne varrebbe comunque la pena!
Disse alzando le spalle sorseggiandone un altro sorso... Tutti scoppiarono a ridere e Robert sorrise a Kira che lo guardava a bocca aperta per quello che era riuscito a dire per poi scoppiare a ridere, Morgan divertito dall’espressione di Kyra stette al gioco...
M-In quel caso avresti libero accesso alla ricetta...
K-Senti senti... io sono tua figlia e a me non l’hai mai data...
E-Si tramanda solo ai maschi della famiglia!
M-Esatto donna! per tenerci strette le nostre donne...
K-Non l’hai mai data a Antony...
R-Ma io sono io...
M-Esatto... Robert è Robert...
Risero di nuovo...
K-Ok... con te non ci parlo più! e nemmeno con te!
Si alzò ridendo dal divano per portare la tazza in cucina, Robert si alzò e la seguì ridendo
R-Ma io che ho fatto di male? Ho detto solo che ti voglio sposare...
Morgan e Emma li sentirono ridere in cucina per poi calare in un silenzio assordante, Morgan fece l’occhiolino a sua moglie
-La cioccolata Johnson funziona sempre... Ora però...dovremmo lasciargli casa libera....

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** 35 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Emma sorrise al marito, ma non commentò vedendo Kyra e Robert rientrare nella stanza. Si misero a sedere sul divano e Kyra affrontò un altro argomento che le premeva
K-Mamma, papà allora domani venite a New York?
E-Non abbiamo organizzato nulla...ma se ti fa piacere veniamo... Morgan chiama la biglietteria e vediamo se c’è qualche posto disponibile...
R-No, no, resta seduto tranquillo ci ho già pensato io...
M-Ma come... hai comprato dei biglietti senza sapere se...
R-Ci speravo... tutto qui...
E-Bhe in tal caso veniamo, ma dobbiamo prenotare un albergo di questi tempi con le feste è difficile trovare...
K-Mamma non c’è bisogno...
M-Fammi indovinare hai prenotato anche l’albergo?
R-Più o meno...
E-C’è qualcosa a cui non hai pensato?
R-Sì... ai vostri bagagli
Robert sorrise, e non sapeva se osare, ma a questo punto visto che l’avevano presa bene pensò che poteva essere una buona idea
-Io e Kyra avevamo pensato che sarebbe davvero molto carino se veniste con noi a Los Angeles, potreste vedere come si è sistemata li... Una specie di rimpatriata, sareste a poche ore da San Diego... e ci farebbe davvero molto piacere...
Robert guardò Kyra e lei sorrise e strinse forte la sua mano, probabilmente senza volere aveva anticipato un suo desiderio.
M-Non so... Emma tu che ne pensi?
-Dai mamma, tanto cosa state qui a fare? Sarebbe davvero molto bello... e scommetto che Robert ha già i biglietti anche per quel volo...
Robert la guardò e la baciò sussurrando
-Hai indovinato...
K-Vorrei davvero che veniste con noi...
M-Emma prendi il cappotto, andiamo a farci una passeggiata...
E-E dove andiamo con questo freddo?
K-A portare un paio di chiavi a tua zia?
Chiese Kyra eccitata... Morgan sorrise e si alzò dalla poltrona, aveva deciso, sarebbero andati con loro!
M-Torniamo tra una mezzora ...così facciamo i bagagli... e voi smaltite l’effetto cioccolata...
K-Papàaaa!!! Ma che dici!!!
M-Che c’è? che ho detto di male?!?
E-Andiamo va... prima che ne dici un’altra delle tue... a dopo.
Appena uscirono Kyra guardò Robert e lui non potè non scoppiare a ridere
-Ma si vede così tanto che ti desidero da impazzire?
-Sei stato dolcissimo ad invitarli a Los Angeles...
Kyra si mise a sedere a cavalcioni sulle gambe di Robert avvicinando le labbra alle sue per baciarlo
-Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averli vicini... ho sbagliato?
-Assolutamente no... Non lo avevo ancora chiesto perchè temevo che dicessero di no...
Robert la guardò avvicinarsi pericolosamente al suo collo ed iniziò a baciarlo
-Ehy...ehy...ehy... che stai facendo... siamo in salotto... a casa dei tuoi genitori...
-Hai sentito papà? ha detto di smaltire la sua cioccolata afrodisiaca...
Robert iniziò a ridere sia per le sue parole che per il solletico che gli stava provocando.
-Sei molto...molto sexy quando fai così... ma... se tornassero?
-Non torneranno...
Kyra lo baciò, insinuando la lingua nella sua bocca, per poi lasciare le sue labbra mordendole piano per passare al lobo dell’orecchio e scendendo sul collo, Robert sapeva di non poterle resistere e nonostante il tempo a disposizione fosse davvero poco la sollevò di peso e la fece alzare, tenendola per mano la costrinse a seguirlo su per le scale fino ad arrivare in camera dove chiuse la porta a chiave e si sfilò la maglia e slacciando i jeans ancora prima di raggiungerla al centro della stanza, Kyra sorrideva, vedeva nei suoi occhi quella stessa scintilla che aveva il pomeriggio del giorno prima quando la passione prese il sopravvento
-Non abbiamo molto tempo...
-Allora non perderti in chiacchiere...
Sentenziò Kyra per nulla intenzionata a rinunciare a potersi unire a lui in quella danza che iniziava a conoscere. Si mise seduta sul letto e lui la raggiunse per amarla.
-Odio avere il tempo contato...
Kira rise e lo tirò a se accarezzando il suo viso
Quando rientrarono Emma e Morgan, Kyra e Robert stavano preparando i bagagli. Sentendo scattare la porta dell’entrata si guardarono maliziosi e si sorrisero ripensando a ciò che stavano facendo non più di dieci minuti prima...
Robert aiutò Kyra a scegliere che abito indossare per la serata a New York, poi vennero chiamati da Emma a scendere per la cena. Kyra e Robert portarono i bagagli all’entrata così da essere pronti l’indomani mattina per poi raggiungerli in sala da pranzo e cenare tutti insieme. Kyra raccontava di Mr. Parker, loro l'avrebbero visto a NY, e di quanto fosse stato gentile con loro, solo Robert era un po’ assorto nei suoi pensieri... Continuavano a tornargli in testa le parole di Antony di quel pomeriggio... sentendo la rabbia farsi spazio dentro di se. Poi si fece forza e cerco di mettere in un angolo tutti quei sentimenti e si concentrò sui discorsi della tavola partecipando attivamente.
Andarono a letto e Kyra era pronta con la sua nuova domanda... ci aveva pensato... Robert le diede un piccolo bacio e spense la luce
-Buona notte amore
-Ehyyy non puoi dormire! ...la mia domanda...
-Oh certo... hai ragione... perdonami... questa giornata mi ha stranito e non ricordavo...dimmi.
-Cosa abbiamo fatto l’ultima sera insieme?
-L’ultima? sei sicura?
-Sì...
-Ok... L’ultima sera insieme. Era il giorno prima dell’incidente. Eri arrivata da Los Angeles quella mattina perchè volevi dirmi quali erano i tuoi sentimenti anche se poi non sapevi come sarebbe finita... Abbiamo...fatto l’amore... cenato in camera e poi siamo usciti a fare una passeggiata con Jimmy e la guardia del corpo, li abbiamo lasciati sulla strada con la macchina e siamo andati a fare due passi sulla spiaggia, noi due soli... e...
-E cosa?
-E abbiamo parlato del nostro futuro... Ora è il mio turno...
-Eh no. Hai detto qualsiasi domanda...
Robert abbassò lo sguardo e sorrise, ricordava molto bene quella serata...
-Quella sera ti ho chiesto... abbiamo deciso di andare a vivere insieme visto che non riuscivamo a stare uno lontano dall’altra... ma... non voglio che tu ti senta in difficoltà per questo...
-No... va bene... lo so cosa vuoi dire... non preoccuparti... grazie di essere stato sincero con me. Ora tocca a te... qual’è la tua domanda?
-Domani vuoi passare la tua giornata con me?
-Sì Downey... assolutamente... e poi... ho bisogno di un cavaliere per la serata...
Risero e si addormentarono abbracciati. Quella notte Robert dormì poco, era agitato, nervoso, si rigirò spesso nel letto finchè Kyra non si svegliò, lo abbracciò e continuò ad accarezzargli il viso e i capelli dandogli piccoli baci finchè si rilassò e prese sonno.
La sveglia suonò troppo presto per Robert, si sentiva stanchissimo, si fece una doccia veloce, e si vestì mettendo gli occhiali da sole specchiati nella tasca della felpa, oggi ne aveva bisogno come mai... i suoi occhi tradivano la notte senza sonno, si intrattenne allo specchio mentre Kyra si faceva la doccia, cercò nella sua valigetta la crema per il viso, ma restò fermo a guardarsi allo specchio... oggi era un vero disastro... Così assorto in quei pensieri non vide che Kyra si asciugava guardandolo
-Tutto a posto Robert?
-Guarda che faccia... Sembro mio nonno...
Kyra prese la crema che teneva in mano e lo fece voltare verso di lei mentre con le sue dita sottili iniziava a spalmarla attorno ai suoi occhi stanchi
-Hai solo bisogno di riposare un po’... Hai dormito male e poco...
-Mi spiace di averti svegliata... Avrei dovuto alzarmi...
-Se ti fossi alzato mi sarei arrabbiata... Tu ci sei stato con me... anche se...dormivi...
Poi prese un altro contenitore dalla valigetta di Robert che conteneva una sorta di pozione magica come la chiamava lui, glie ne stese un leggero strato sul viso, era sicuramente un trucco da make up artist visto il risultato... Kyra soddisfatta del suo operato lo invitò a guardarsi allo specchio e Robert sorrise
-Ora hai visto il peggio di me... dovrò ucciderti lo sai vero?
Kyra lo baciò sorridendo ed abbracciandolo
-Già solo guardandomi così riesci a uccidermi... sei maledettamente affascinante... Ora fammi vestire prima che io cambi idea...
Robert ripose tutto nella sua borsa e aiutò kyra a portare la custodia del vestito ed il beauty-case. In salotto c’erano già le valige di Emma e Morgan
M-Buongiorno... ho l’impressione che dovremo chiamare due taxi per andare in aeroporto...
R-Buongiorno... Ah... ecco... Non credo sia un problema...
Sentì bussare alla porta e Kyra andò ad aprire.
-Credo che ….l’auto sia arrivata... Robert con questa certo passiamo inosservati...
-Ricorda... colpa di Jimmy!... Salve, può iniziare a caricare i bagagli... Morgan, vieni, andiamo a prendere un caffè...
Avrebbe dovuto avvisarlo, ora la sua espressione basita glie lo confermò. Riuscì però a trascinarlo in cucina ed a prendere con loro un caffè.
E-Buon giorno Robert, è arrivato il taxi?
R-Sì ma.. non è proprio un taxi... è un po’ più grande...ecco.
M-Limousine...
R-Andiamo, finiamo il caffè e avviamoci, non facciamo aspettare...
Kyra lanciò un occhiataccia a Robert per poi scoppiare a ridere con lui, nel vedere la stessa espressione di Morgan dipingersi sul viso di Emma. La situazione non migliorò quando videro la grande auto fermarsi sotto ad un piccolo jet pronto al decollo. Robert chiese i documenti ed uscì dall’auto per consegnarli al controllo mentre l’autista caricava i bagagli.
-Mamma riprenditi... è solo un aereo!
-No Kyra, questo è un jet... non un aereo...
-Tesoro porta pazienza noi non siamo abituati...
-Nemmeno io papà ma riesco a non sbavare
Risero insieme, Robert salutò e ringraziò il personale finendo a fare delle foto con tutti infine raggiunse l’auto
-Possiamo decollare... Venite.
Le due ore di viaggio passarono in fretta, venne servito del caffè e la colazione continentale, mentre leggevano il giornale venne dato il segnale che erano prossimi all’atterraggio all’aeroporto la guardia. Erano da poco passate le 12.30 quando aprirono il portellone dell’aereo per farli scendere, l’auto poco diversa da quella lasciata qualche ora prima li attendeva con due grossi uomini in giacca e cravatta intenti a riporre i bagagli.
-Ciao ragazzi. Tutto bene?
-Mr. Downey... Signori... tutto pronto, possiamo partire quando volete.
-Allora andiamo a casa.
Salirono in auto
E-Ma non andiamo in albergo?
K-Robert ha una casa qui... pensava...
R-Sì pensavo che sarebbe stato più comodo...
E-Ah... certo... Ma non vorremmo essere un fastidio
R-Non dirlo nemmeno per scherzo, è un grande piacere...
L’auto si fermo di fronte ad un palazzo signorile poco distante da Central Park,
Robert scese dall’auto non appena gli aprirono la portiera, prendendo per mano Kyra. Scesero anche Emma e Morgan e si avviarono verso il palazzo, il portiere li salutò e chiamò un ascensore con la chiave, salirono e quando le porte si aprirono si trovarono direttamente all’interno dell’appartamento che lasciò tutti senza fiato.
Nota: (Le immagini sono a puro fine dimostrativo non appartengono alla casa di Robert ma le ho trovate in rete e mi hanno ispirata)















-Phil... Phil... ma dov’è?
-Eccomi Mr. Downey.. Bentornato!
-Ah... bene... Accompagna i signori Johnson, mostragli la casa e poi porta i bagagli nelle camere... Molly dov’è?
-Sì Mr. Downey, in cucina ..Prego seguitemi...
Robert andò in cucina con Kyra, lì trovò la cuoca che stava preparando il pranzo.
-Mr. Downey, ben arrivato... sto preparando il pranzo... c’è qualcosa in particolare che desidera?
-No... il solito andrà bene.. Kyra, i tuoi vogliono qualcosa di particolare?
-No, l’unica cosa.. papà non mangia pesce...
-Perfetto... niente pesce ok?
-Come desidera. Ha chiamato sua madre Mr. Downey... Dice che rientra domani dagli Hampton... La chiamerà domani mattina.
-Grazie.
-Amore vieni... ti mostro la casa...
Il telefono di Kyra squillò, riuscì a recuperarlo dalla borsa appena in tempo per rispondere all’organizzatrice della serata che le comunicava l’ora in cui doveva arrivare all’evento, Kyra avvisò che l’avrebbero accompagnata i suoi genitori ed un accompagnatore. Le chiese solo se dovevano mandarle un’auto a prenderla in hotel e lei si affrettò a cumunicare l’indirizzo a cui dovevano mandare l’auto a prenderli. Si sentiva un po’ agitata anche se ora sapeva cosa l’aspettava e conosceva qualche volto in più.
Girarono per tutta la casa fermandosi nella loro camera da letto, Kyra si incantò a guardare il panorama
-Questa casa è meravigliosa...
-Ti piace?
-E’ bellissima... l’hai arredata tu?
-Sì ma non ci ho mai dormito...
-No scusa, che significa?
-Che ogni volta che sono venuto a New York da che l’ho comprata non ho mai potuto dormirci... La mia ex moglie l’ha odiata solo perchè ho deciso di comprarla in questo palazzo...
-Non capisco...
-Due piani più sotto vive... mia madre quando sta a New York... e non le è andato giù... Così ho sempre dovuto andare ad alloggiare in hotel qualche strada più in la...
-Davvero triste... o tua madre è un arpia insopportabile...
Rise cercando di alleggerire la conversazione...
-Domani la conoscerai...e poi mi dirai che ne pensi... Ora andiamo a cercare i tuoi...
Morgan e Emma erano nella loro camera a guardare il panorama dalla grande finestra, Robert bussò sullo stipite della porta
-Tutto a posto?
E-Robert questa casa è bellissima... Hai davvero buon gusto...grazie dell’ospitalità, è tutto perfetto...
-Grazie... bhè quando volete venire a New York per un w.e. romantico... questa casa è vostra...
K-Robert!!! Ma che dici?!?
R-Morgan non vorrai dirmi che la cioccolata Johnson fa effetto solo a me!
Robert rise mentre Kyra si metteva una mano sulla bocca squotendo la testa ed i suoi genitori ridevano con lui
K-Non voglio sentire questa conversazione!
E-Kyraaa!
R-Dai amore, che c’è di male... i tuoi genitori sono ancora ...giovani...
K-Oh mio Dio lasciatemi uscire da questa stanza...
Robert l’abbracciò mentre usciva con lei dalla stanza fermandosi sulla porta
-In ogni caso... la nostra stanza è dall’altro lato del palazzo e tutte le pareti sono insonorizzate... quindi...
M-Buono a sapersi!
Aggiunse Morgan ridendo mentre Emma sferrava un piccolo colpo allo stomaco
E-Smettila... non metterla a disagio!
Robert accompagnò Kyra in camera, doveva andare in bagno, lui nell’attesa si mise a sedere al pianoforte che si trovava vicino alla scala e si affacciava sulla grande sala. Iniziò a suonare qualche nota, era una vita che non si sedeva ad un pianoforte, si lasciò prendere tanto da quella melodia da non accorgersi che Kyra era uscita dal bagno e l’aveva raggiunto. Appena gli si sedette accanto smise di suonare e le sorrise
-Non smettere...mi piace...
Quando era salita dalle scale aveva trovato insolita l’idea di mettere quello strumento meraviglioso li sopra anzichè in salotto... ma ora che lo sentiva suonare iniziava a capire il perchè... Robert mentre suonava sembrava su un altro pianeta, concentrato ma rilassato allo stesso tempo. Si vedeva che gli piaceva molto quello che stava facendo, poi le sorrise e si fermò.
-Su scendiamo il pranzo sarà pronto... non voglio annoiarti...
-Potrei restare per ore ad ascoltarti...
-Pensi che i tuoi scenderanno per pranzo o...
-Ma tu proprio non riesci a farne a meno?
Robert rideva
-Sei troppo buffa quando ti imbarazzi per i tuoi genitori... Non oso immaginare la faccia che farai quando sarai a tavola con mia madre...
-Il pranzo è in tavola Mr. Downey, se non le serve altro io scenderei negli appartamenti di sua madre.
-Grazie, vai pure Phil...
-Che ne dici se domani mattina andiamo a correre?
-Dico che non ho ne l’abbigliamento ne le scarpe...
-Allora dopo pranzo scendiamo a comprare ciò che ci serve, e poi ci facciamo una bella passeggiata al parco...
-Ok... ci sto... ho proprio voglia di correre...
-Ora va a chiamare i tuoi genitori, ti aspetto giù
Le si avvicinò e le diede un bacio morbido e vellutato, sì alzò e scese le scale mentre lei seguiva il corridoio fino a giungere alla camera dei suoi genitori.
Pranzarono in fretta ed uscirono tutti di casa, Emma voleva fare un giro per negozi, Morgan l’avrebbe seguita senza obbiettare in cambio di un paio d’ore di tranquillità per vedere il baseball nel tardo pomeriggio, mentre Robert e Kyra raggiunsero un negozio di abbigliamento sportivo e si comprarono entrambi delle scarpe per correre, una maglietta ed un paio di pantaloni.
Prima del tramonto rientrarono a casa, li attendeva Phil con gli abiti pronti per la serata e si prepararono per il grande evento. Kyra lasciò i capelli sciolti che le si poggiavano morbidi sulle spalle, decise di indossare un abito nero, stile impero, molto elegante con un semplice coprispalle nero, quando sua madre le aveva mostrato quell’abito non era sicura che le sarebbe piaciuto indosso, ma quella sera, mentre si specchiava nella cabina armadio con Robert dietro di lei che la guardava riflessa nello specchio, vestito con uno di quei completi eleganti ma non troppo che slanciavano la sua figura rendendolo ancora più affascinante di sempre, pensò che le stava davvero bene indosso, e con lui al suo fianco riusciva a sentirsi affascinante e per nulla fuori luogo. Scesero le scale e restarono in salotto in attesa dell’auto che stava per arrivare a prenderli, Robert continuava a guardarla mentre stava seduto sul divano, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Si sentiva immensamente fortunato a poter stare al suo fianco in quella serata, venne distratto dall’arrivo di Emma e Morgan che li raggiunsero anche loro in abiti da sera. La madre di Kyra trattenne a stento le lacrime vedendola così vestita in piedi vicino alla vetrata.

-Mr. Downey, ha chiamato il portiere, l’auto è arrivata.
-Bene, allora andiamo!
Salirono sulla limousine e nel giro di qualche minuto nonostante il traffico raggiunsero la sede della rivista dove molto invitati stavano arrivando, il fotografo che già avevano conosciuto a Ottawa scattava delle foto ai vari personaggi invitati che stavano varcando l’ingresso. L’auto si fermò proprio davanti all’ingresso Kyra guardò Robert
-Non scendi?
-No tesoro, sei tu la diva stasera... io sono solo il tuo accompagnatore...
Kyra sperava che Robert attirasse l’attenzione su di se, così da farla entrare nella sala passando inosservata. Kyra venne aiutata da uno dei parcheggiatori a scendere dall’auto e ci fu una pioggia di flash, Emma e Morgan stavano per seguire Kyra ma Robert li trattenne qualche minuto in auto così che lei avesse il suo momento, poi li invitò a scendere dall’auto e lui uscì per ultimo. Il fotografo volle fotografarli tutti insieme e Robert gli chiese solo di non pubblicarla sul sito internet, ma le sue preoccupazioni vennero smorzate quando il ragazzo gli disse che tutti gli scatti sarebbero finiti sulla rivista del mese prossimo nello speciale, nulla sarebbe stato pubblicato prima.
Robert porse il braccio a Kyra e si avviarono seguiti dai suoi genitori per entrare nel palazzo. Come per l’evento precedente a cui avevano partecipato gli ospiti erano radunati in questo salone dove veniva offerto da bere e le fotografie di Kyra erano esposte lungo tutto il perimetro e appese. Robert sentì una risata che avrebbe riconosciuto tra molte e fece cenno a Kyra, Mr. Parker era al bancone del bar a farsi versare da bere, quando si voltò verso la sala vide subito Robert e Kyra restanto sorpreso di vederlo li con lei. Li raggiunse a passi svelti
-Mr Downey!!! Questa si che è una sorpresa! Qual buon vento?
-Miss Johnson mi ha convinto a venire a trovarvi...
-Kyra! Sapevo che eri un ottimo acquisto ma questa poi!
Kyra sorrise ed abbassò lo sguardo imbarazzata
-Questi devono essere i tuoi genitori giusto
-Esatto Mr. Parker, le presento Emma e Morgan.
-E’ un vero piacere conoscervi! Complimenti per vostra figlia, ora scusatemi ma mi vogliono in sala... prendete posto al mio tavolo... ci vediamo più tardi per un brindisi, Mr. Downey, non le spiace vero se le chiedo di affiancarmi?
-Assolutamente, sarà un vero piacere.
Robert fece l’occhiolino a Kyra ed entrò nella sala con Mr. Parker mentre lei ed i suoi genitori si avviarono lentamente verso l’entrata della sala per prendere posto al tavolo con gli altri ospiti.
Robert sorrideva e stranamente si stava godendo quella serata, presentò il video, cenarono tutti insieme e prima della fine della serata risalì sul palco per presentare Kyra e fare altre foto.
Emma e Morgan furono emozionati per tutta la serata, per loro quell’evento rappresentava la rinascita di Kyra, finalmente era felice, serena ed ora aveva anche quel lavoro che l’avrebbe portata in giro per il mondo a fare un lavoro che le piaceva, non avrebbero potuto chiedere niente di più per lei.
Avevano visitato la sala laterale con le fotografie esposte e Robert si intrattenne davanti ad ogni scatto infine cenarono
Robert conversò con tutti, fu come sempre semplicemente amabile, lo vide osservarla con i suoi grandi occhi cioccolato sorridenti
-Amore...scappiamo?
Kyra sorrise quando le sussurrò quelle parole perchè lei stessa stava pensando di salutare tutti e tornare a casa. Annuì e disse piano al suo orecchio
-Come possiamo andarcene? Non hanno ancora servito il dolce...
-Ci penso io...
Si alzò e raggiunse il presidente che stava in piedi salutando degli ospiti che si erano avvicinati al loro tavolo
-Mr. Parker!!!

Kyra non sapeva cosa Robert avesse raccontato a Mr. Parker ma lui si avvicinò a loro per salutarli, augurò loro buon viaggio e si raccomandò con lei di contattare Alyssa perchè era ansioso di vedere i suoi nuovi lavori.
Robert sorrideva e non disse nulla finchè non furono fuori dalla grande sala, attesero all’interno che la loro auto fosse pronta, Kyra guardava Robert chiacchierare con i suoi genitori finchè i loro occhi si incrociarono e Robert le si avvicinò per abbracciarla, le diede un bacio sulla guancia e sussurrò piano
-Hai visto? L’ho convinto a lasciarci andare...
-Sei stato bravissimo...
-Allora merito un premio!...quindi io vorrei...
Kyra rise, e le richieste di Robert vennero interrotte dall’autista che li avvisava che l’auto li attendeva. Si affrettarono a seguire Morgan e Emma. Kyra si appoggiò a Robert mentre l’auto si avviava, chiuse gli occhi e dopo qualche minuto coccolata dalle chiacchiere dei genitori scivolò in un sonno leggero, forse complice il tepore dell’abbraccio di Robert e la stanchezza per quella lunga giornata. Robert non avrebbe voluto svegliarla, ma non sarebbe mai riuscito a scendere dall’auto tenendola in braccio
-Amore sveglia, siamo a casa...
Kyra aprì gli occhi quasi nel panico sobbalzando
-Robert!
-Non volevo spaventarti...
-No...non mi hai spaventata, è solo che stavo.... sognando...
In realtà quello non era un semplice sogno, era quasi certa che fosse un ricordo... ma che ci faceva la moglie di Robert in casa sua? e perchè lei si sentiva così in difficoltà?
-Dalla faccia che hai direi un incubo non un sogno...
Prese la mano di Robert e scese dall’auto, entrati nell’appartamento Kyra augurò la buona notte ai genitori ed andò in camera, quel “sogno” l’aveva fatta sudare, aveva bisogno di farsi una doccia. Robert si fermò qualche minuto con Morgan per trovargli i telecomandi del televisore e Emma se ne andò anche lei in camera a leggere, lo sport in tv non le interessava.
Kyra aprì l’acqua della doccia e si pettinò i capelli per poi raccoglierli, raggiunse la cabina armadio si tolse le scarpe e prese un paio di asciugamani dal ripiano della biancheria posandoli su una sedia, raggiunse la lampo ed iniziò a farla scendere, ma si fermò quando sentì la mano calda di Robert posarsi sulla sua
-Ci penso io...
Le baciò la spalla, prese il piccolo gancio tra le dita e lo fece scendere, fece scivolare le spalline e l’abito cadde leggero a terra. Robert si chinò e lo raccolse posandolo su una poltrona.
-Stavi già andando a dormire?
Robert continuò indisturbato a baciarle le spalle e il collo abbracciandola già dispiaciuto di doverla lasciara andare a dormire
-No, ho solo bisogno di farmi una doccia... mi sento... sudata...
Kyra lo guardò in modo rilassato per la prima volta da che erano rientrati quel pomeriggio per prepararsi, era stata sempre in tensione, tesa come una corda di violino, stare al centro dell’attenzione le dava forti scariche di adrenalina ma allo stesso tempo si sentiva strana... Ora invece era tutto passato, era tranquilla, sapeva che i suoi impegni mondani erano terminati ed era molto più rilassata, tanto da poterlo osservare con attenzione.


Robert sorridendo si allentò il nodo alla cravatta e la sfilò lasciandola insieme alla giacca sulla poltrona vicino all’abito di Kyra, sfilò le scarpe senza slacciarle e guardò Kyra
Kyra sorrise e lo guardò mentre si sbottonava la camicia non sembrava per nulla infastidito dall’essere guardato mentre si spogliava, forse complice anche il suo lavoro dove probabilmente si doveva cambiare d’abito di fronte a gente che non conosceva, o magari aveva anche recitato parti in cui si spogliava in quel modo... Si sforzò di distogliere lo sguardò dalla sua perfezione
-Faccio presto...
Recuperò gli asciugamani e prima di entrare in bagno lo guardò, si stava già sfilando i pantaloni restando con quei boxer attillati... non potè non arrossire guardandolo. Si trascinò in bagno e tolto l’intimo si infilò nella nuvola di vapore che si era formata nella doccia, restò qualche minuto sotto al getto d’acqua ripensando ancora a quelle immagini, voleva parlarne con Robert, ma se lui non ne fosse stato al corrente? non voleva farlo arrabbiare più di quanto non lo fosse già...
-Allora domani mattina andiamo a correre?
Robert era li in bagno? non l’aveva nemmeno sentito arrivare... ora che faceva attenzione era quasi sicura che si stesse lavando i denti
-Sì, se ti va...
-Certo... non corro da... poi Jimmy ha prenotato un volo per il tardo pomeriggio...
Kyra uscì dalla doccia e si avvolse nell’asciugamano si avvicinò ai lavandini e prese il suo spazzolino da denti dove Robert aveva già spalmato una dose di dentifricio
-Dovremo trovare una sistemazione per i miei genitori, non possono stare a casa nostra...con noi, è troppo piccola...
Robert lasciò il suo spazzolino nel bicchiere e mentre Kyra si lavava i denti si tolse i boxer e si fece la doccia
-Che bello sentirti dire “casa nostra”...Io un idea ce l’avrei... Potrebbero stare a casa mia... Non è molto lontana da casa nostra...
-Ma cosa dirà tua moglie?
Robert non rispose, la porta della doccia si aprì e Robert ne uscì cercando un asciugamano la guardò serio mentre si asciugava
-Kyra...Susan non è più mia moglie... e quella non è casa sua...
-Scusa non volevo...
Non potè non notare come quell’argomento avesse fatto cambiare il tono di voce di Robert... Decise in quel momento che avrebbe raccontato i suoi sogni quando le cose si sarebbero calmate un po’... Quello che era successo l’aveva ferita, era molto arrabbiata, ma sicuramente tra i due, Robert era quello più alterato... forse, pensò, perchè lui ricordava... e sapeva... mentre la sua “cecità” momentanea non le faceva evidentemente cogliere fino in fondo la gravità di quei gesti disperati...
-Non scusarti... anzi scusami tu se ho alzato la voce, ma non vedo l’ora di sistemare le cose... Ora andiamo a letto... c’è un altra cosa che non vedo l’ora di fare!
Kyra rise e si lasciò trascinare da Robert, le luci nella stanza erano spente, solo una luce tenue arrivava da alcune piccole candele profumate che aveva acceso sui comodini, Robert le fece togliere quell’asciugamano umido
-Sdraiati a pancia in giù e rilassati
Kyra si mise come le aveva chiesto, ma curiosa continuò ad osservarlo, lui entrò in bagno e ne uscì senza asciugamano con in mano un piccolo contenitore. Sì mise seduto a cavalcioni sulle sue gambe e lo sentì aprire il barattolo posando il coperchio poco distante da lei, un attimo dopo fu puro piacere, sentiva le mani calde di Robert scivolarle addosso profumate di cacao,
-Ti piacciono i massaggi?
le chiese cercando di intravedere il suo viso semi nascosto tra le braccia, continuando a massaggiarle la schiena e le spalle scendendo lungo la colonna vertebrale continuando a premere delicatamente sui muscoli fino ad arrivare alle natiche per poi risalire di nuovo, Kyra non rispondeva a parole ma a seconda della pressione che lui metteva nel massaggio emetteva dei mugolii e sospiri che potevano essere solo dovuti a sensazioni piacevoli, Robert rise piano, adorava come lei riusciva ad essere spontanea, non si “tratteneva” e questo lo eccitava molto, era un libro aperto, poteva capire subito se ciò che stava facendo le piaceva, e sentirla coinvolta in ciò che piaceva anche a lui lo faceva sentire su di giri, continuò a farle massaggi finchè la crema non si assorbì, poi si sollevò permettendole così di girarsi
-Grazie amore... è stato meraviglioso...
-Tesoro, il meglio deve ancora venire...
E rise sentendola ridere piano leggermente imbarazzata nella sua spontaneità. Si sdraiò su di lei e Kyra lo abbraccio mettendo le braccia attorno al collo
-Sicuro?
-Abbastanza...
Rise ancora, tra un bacio e l’altro
-C’è un’alternativa... possiamo sempre dormire...
Disse sollevando il busto per guardarla meglio
-No...No... non ho sonno... voglio te...



 

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** 36 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

http://youtu.be/6PhFb-BqS0Q

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** 37 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

L’amò... senza alcun freno, l’amò dolcemente e a lungo, come non si erano potuti concedere. Senza fretta, senza paura di essere sentiti, Robert guardandola tra le sue braccia rivide la loro ultima notte a Los Angeles quando si amarono sapendo che non si sarebbero visti per via del suo viaggio a Miami... Le luci delle candele illuminavano i loro corpi uniti in quella magia mentre il piacere li inebriava, Kyra si aggrappò alle spalle forti di Robert per unirsi a lui in quella danza che la tormentava e la lasciava senza fiato e velava la pelle del suo corpo con una leggera increspatura dovuta ai dolci brividi che la percuotevano. Non riuscirono a trattenere per molto quel piacere che stava divorando le loro menti, niente era mai stato tanto intenso come il loro amarsi.
Continuarono a guardarsi ed a sorridersi mentre stavano sdraiati sul fianco uno accanto all’altra, senza parlare, quello che le stavano dicendo quegli occhi era altrettanto puro quanto ciò che si erano donati poco prima.
-A che pensi Robert?
-Stasera hai scordato di farmi una domanda...
-E’... vero... e perchè quel sorriso?
-Se non ricordi di chiedere del passato forse è perchè il presente ti “completa” tanto da non aver bisogno di ricordare?....
Kyra sorrise, in un certo senso era così, sentirlo al suo fianco la completava, si sentiva felice, sapeva che il loro passato piano piano stava tornando ma il suo cuore le aveva già detto tutto ciò che doveva sapere... solo quelle ombre... spensero il suo sorriso
-Ehy che succede?
-Ti devo dire una cosa Robert... sai, prima in macchina... quando mi sono svegliata?
-Certo, quell’incubo ti ha spaventata tanto da farti sobbalzare
-Non so, forse non era un incubo... Ero in casa mia e penso ci fosse tua moglie che mi diceva che...
Non riusciva nemmeno a pronunciare quelle parole... le facevano male dentro come una marchiatura a fuoco e non sapeva come avrebbe potuto reagire lui... ma, non le riusciva mentire...
-Non aggiungere altro.. so cosa ti ha detto... so quanto male ti ha fatto e.. non è un incubo... è un ricordo, un brutto ricordo... è successo quando io sono partito per Miami... Sono così dispiaciuto... e arrabbiato... sistemerò ogni cosa Kyra, te lo prometto...
-Robert io non voglio che...
-Non preoccuparti amore... me ne occuperò io... andrà tutto bene. Vieni qui, abbracciami.
Kyra scivolò sul letto per quei pochi centimetri che la separavano da lui e si accoccolò vicina appoggiando il viso sulla sua spalla restando li, respirando il profumo della sua pelle mentre Robert le carezzava dolcemente la schiena
-Robert...
-Uhm...
-Stai dormendo?
-uhmm... No... dimmi...
Kyra rise, l’ultima volta che le rispose così dormiva
-Buona notte...
-Buona notte tesoro mio
Robert si svegliò sentendo Kyra canticchiare piano in bagno, guardò dallo spiraglio tra le tende e vide che era giorno, si stroppicciò il viso e si alzò ancora assonnato raggiungendo il bagno
-Ehy buongiorno...ti sei svegliato...
-Con te non ci parlo... sedotto e abbandonato... vergogna!
Kyra rise e lo guardò andare a far pipì, tutto serio e ancora mezzo addormentato si infilò nella doccia, qualche istante dopo ne uscì cercando l’asciugamano e Kyra glie lo passò dandogli un piccolo bacio a fior di labbra
-Mi potrai mai perdonare?
-Uhmmm vediamo, un modo ci sarebbe...
Kyra rise e si scansò appena in tempo prima di venir bagnata totalmente dal suo abbraccio
-Non ci provare Downey! Questi sono le uniche cose per correre che ho... se mi bagni non...
Robert la baciò e prese l’asciugamano iniziando a tamponarsi
-Pazienza... non ti perdonerò... sono un uomo vecchio stile io... non puoi approfittarti di me in questo modo e poi lasciarmi così...
Continuò a dire mentre si avviava verso la cabina armadio per recuperare i suoi acquisti e prepararsi per andare a correre.
Kyra si legò i capelli e lo raggiunse per mettersi le scarpe, Robert era già pronto e stava indossando il suo cappellino nuovo, appena la vide prese il sacchetto del negozio e le porse la scatola con le scarpe. Le infilò un cappellino come il suo, mentre lei calzava le scarpe e le sorrise, aprì un cassetto pieno di occhiali da sole, ne prese un paio dalla linea sportiva e li indossò, poi ne porse un paio anche a Kyra. Uscirono dall’appartamento, attraversarono la strada ed entrarono in Central Park da un grande cancello. Corsero insieme per circa un ora, poi Robert rallentò il passo nei pressi del chiosco che vendeva il caffè
-Caffè e acqua?
Kyra annuì e camminò con lui finchè lui non si fermò porgendole una banconota
-Lo vedi?
Disse indicando una panchina affianco al chiosco, c’era un uomo con una macchina fotografica professionale sulle gambe, guardava nello schermo per controllare gli scatti
-Io ti aspetterei la dietro se per te fa lo stesso...
Kyra sfilò la banconota dalle dita di Robert ed andò a passo svelto verso il chiosco, il fotografo appena fu li ad attendere i caffè alzò lo sguardo controllando chi stesse passando, pronto ad immortalare qualche personaggio famoso, lei sorrise, Robert oramai li conosceva bene... Il fotografo la osservò, probabilmente non erano sorrisi che riceveva di solito
-Bel giocattolo...
-Grazie... se ne intende?
-Un po’... ne uso una molto simile...
-Anche lei è un fotografo professionista...?
-Sì, ma i miei soggetti sono solitamente panorami...
Disse sbirciando nello schermo in cui si vedeva qualcuno correre coprendosi il viso, lui sorrise e riprese a far scorrere le immagini
-Buon lavoro...e buona giornata
-Grazie... anche a lei.
Prese i suoi caffè e le bottiglie d’acqua e tornò sui suoi passi raggiungendo Robert che se ne stava seduto sul prato con la schiena poggiata ad un albero poco lontano, appena la vide si alzò e presero la via di casa sorseggiando i loro caffè.
A casa trovarono Morgan e Emma in soggiorno che conversavano allegramente con la madre di Robert che non appena li vide entrare si alzò dal divano e gli andò incontro sorridendo
-Mamma? ma quando sei arrivata?
-Robert.. come stai? Non hai idea di quanto tu mi abbia fatta preoccupare!
-Va tutto bene, sto bene!
-E tu devi essere Kyra... mi hanno parlato molto di te...
-E’ un piacere conoscerla...
Pensò che i suoi genitori avessero raccontato di lei ma poi vide lo sguardo imbarazzato di Robert mentre le sorrideva
-Le hai parlato di me?
Robert si strinse nelle sue spalle sorridendo
-Altrochè se mi ha parlato di te... ma tranquilla tesoro, mi ha detto solo cose molto belle...
-Andiamo a farci una doccia, poi pranziamo insieme... mamma resti vero?
-Purchè la doccia sia solo una doccia...
Kyra abbassò lo sguardo imbarazzata come mai... e Robert la prese per mano per andare in camera
-Non siamo tutti come te e Simon mamma...
Disse mentre guardò Kyra diventare rossa come un peperone mentre saliva le scale con lui sentendo sua madre ridere mentre tornava a sedersi. Kyra lo guardò e sussurrò piano
-Sarà una lunga giornata vero?
Robert rise di nuovo, prese il telefono e guardò il display prima di lasciarlo su un ripiano nella cabina armadio, vide due email di Jimmy, una riportava l’orario dell’appuntamento che aveva fissato con il suo avvocato, e l’altra annunciava l’anticipo dell’orario del loro volo al primo pomeriggio per via di una tempesta di neve che sarebbe giunta a New York nelle prossime ore.
Robert avvisò Kyra che si era già infilata nella doccia raggiungendola ed accendendo il secondo soffione che usciva dal soffitto
-Sì parte alle 14, è in arrivo una forte nevicata e Jimmy ha anticipato la prenotazione per non farci restare bloccati qui o peggio in aeroporto.
-Sono un po’ tesa all’idea di tornare a Los Angeles... a casa...

Il pranzo con Elsie fu molto informale come del resto tutto il tempo che trascorsero con lei, Kyra riuscì anche a ridere di alcune sue battute a Robert infine dopo il caffè si congedarono da lei per raggiungere l’aeroporto
R-Mamma noi andiamo, ci pensi tu qui?
E-Sì, Sì andate o farete tardi! Ci vediamo a Los Angeles, e mi raccomando Kyra venite a trovarmi.. ci conto.
R-Mamma non cominciare a monopolizzarla!
Elisie diede un leggero colpo sull’addome del figlio che iniziò subito a ridere abbracciandola
K-Molto volentieri Elsie, verremo al più presto! promesso!
Anche i genitori di Kyra si congedarono da Elsie promettendole di farle visita al più presto. La lasciarono li nell’appartamento di Robert intenta a dare ordini ai domestici prima di scendere nei suoi appartamenti come le aveva chiesto Robert.
L’aria era gelida, Kyra non poteva credere che nell’arco di così poche ore la temperatura potesse cambiare così radicalmente. Robert le alzò il collo del cappotto per ripararla un po’ di più da quell’aria pungente e camminarono svelti verso l’auto appena la videro accostare. La tempesta stava arrivando sul serio. In aeroporto regnava il caos più totale, ai banchi delle biglietterie c’erano file chilometriche, Kyra lo teneva per mano e lo guardava preoccupata, era una scena apocalittica nessuna di quelle persone voleva restare bloccata in aeroporto e cercavano di assicurarsi la possibilità di partire. Robert le sorrise appena e fece cenno all’autista di attendere prima di mettersi in fila al check-in con il carrello dei bagagli, tutto quel caos fece decidere Robert di sfruttare la notorierà per un passaggio prioritario. Era una cosa che non faceva mai, lo infastidiva profondamente, ma con la ressa che c’era avrebbero rischiato di perdere il volo, così si avvicinò discretamente ad una guarda e gli mostrò il passaporto ed il biglietto, questo lo guardò furtivamente e lo invitò a seguirlo all’interno di una porta che conduceva all’interno dell’area degli imbarchi, li erano allestiti due metal detector riservati al personale viaggiante ed agli addetti alla sicurezza e nelle giornate così frenetiche anche per passeggeri speciali. Robert , Kyra, Morgan e Emma passarono tutti i controlli mentre i bagagli venivano etichettati e inviati all’aereo con l’adesivo “priority”. Robert ringraziò tutti per la collaborazione, fece qualche autografo e posò con loro in qualche foto, questo permise loro di attendere li il passaggio in auto per raggiungere l’aereo così da non passare nemmeno agli imbarchi che a dire del personale, oggi erano totalmente ingolfati... sarebbe stato molto meglio attendere la partenza del volo direttamente sull’aereo. Morgan e Emma guardavano Robert a bocca aperta come fosse un alieno in grado di soggiogare chiunque, quell’immagine fece ridere Kyra tanto da attirare anche l’attenzione di Robert che la osservò qualche secondo prima di capire cosa la facesse ridere tanto poi rise con lei
-Non si abitueranno facilmente a me vero?
-No, non dire così... non vedi le loro espressioni rilassate ed a loro agio?
Robert scosse il capo e continuò a sorridere per tutto il tempo del trasferimento verso l’aereo. Decollarono in orario ed il volo fu tranquillo senza particolari turbolenze, quelle sei ore per Kyra volarono, l’ansia per quel rientro un po’ l’attanagliava forse perchè sapeva che da li a poco Robert avrebbe affrontato sua moglie in quell’ultimo atto e questo la metteva in agitazione. Per evitare di pensare, poco dopo il decollo si concesse la comodità di quel posto ed allungò il sedile trasformandolo in un letto cercando di riposare un po’...
-Sei stanca?
-Un po’... forse tutto questo stress...
-Forse colpa mia che non ti lascio mai dormire...
-A proposito di ieri sera... nemmeno tu mi hai fatto la tua domanda...
-Perchè il tuo sorriso prima che ti addormentassi stanotte mi ha risposto al posto tuo...
La baciò dolcemente posando la sua mano sul collo scendendo con la punta delle dita fino al decoltè disegnando con esse il bordo della camicia leggermente scollata per poi osservarla
-Continuo a pensare che tu ti vesta sempre troppo provocante... anche vestita così eh...... riposa ora... perchè perderai qualche ora di sonno....più tardi....
-Ehm... Ehm...
Morgan seduto nei sedili davanti ai loro con Emma fece sentire la loro presenza, Robert e Kyra si guardarono e scoppiarono a ridere sentendo Morgan e Emma ridere prima di loro. Kyra si lasciò cadere sul cuscino e si addormentò guardando Robert leggere un copione.
Erano ormai prossimi all’atterraggio e solo allora Robert chiuse il copione che stava leggendo in cui era scivolato quasi sei ore prima, Kyra aveva riposato, aveva letto i documenti della rivista e ora li stava riponendo. Quando si era svegliata, Kyra non volle disturbarlo e restò in silenzio a guardarlo sfogliare quelle pagine mentre lui ogni tanto con la mano prendeva la sua e la carezzava, in fondo quello era il suo lavoro... avrebbe dovuto abituarsi a vederlo perdersi dentro a quelle letture o iniziare a comportarsi come il personaggio che doveva interpretare... cosa doveva aspettarsi? in effetti lei non ne aveva la più pallida idea e solo ora, per la prima volta, mentre lo osservava si stava ponendo quella domanda. Quando l’hostess passò a chiedere se desiderassero qualcosa da bere prima dell’atterraggio Robert tornò tra loro e chiuse il copione, ringraziò l’hostess e rivolse il suo guardò a Kyra che lo osservava sorridendo appena

-Che fai?
-Ti guardo...
-Questo l’avevo intuito... E’ da molto che lo stai facendo?
-Da un po’...
-Perchè non mi hai chiamato? Potevo smettere...
-Mi piace guardarti leggere, sembri in un altro mondo...
-In effetti in un certo senso è così... cerco di entrare sempre nel “mondo” di quel personaggio per poterlo capire, ed interpretarlo al meglio... Ma avrei smesso se tu...
-Se questo è il tuo lavoro... è bene che mi abitui a lasciarti “lavorare”
Robert sorrise
-E che mi dici del tuo nuovo lavoro?
Disse indicando la busta con i fogli che aveva lasciato sul tavolino di fronte a lei
-E’ molto interessante, non ho vincoli particolari, posso mandargli le foto su stampa digitale o in archivio elettronico...non devo nemmeno andare spesso in sede come immaginavo...
-Scusate signori devo chiedervi di chiudere i tavolini di fronte a voi stiamo per atterrare.
-Certo, ci scusi...
Robert e Kyra riposero in fretta le loro cose e chiusero i tavolini, dopo qualche secondo notarono l’orologio lampeggiare con l’ora di arrivo a Los Angeles 5.20 pm e la temperatura 23 gradi...
-Robert, non abbiamo ancora organizzato per mamma e papà...
Sussurrò piano Kyra
-E’ tutto a posto, ci ho pensato io per qualche giorno staranno a casa mia, poi vedremo come si trovano...
-Quando vedrai la tua ex moglie?
-Domani mattina... allo studio del mio avvocato, un incontro informale... vuoi venire?
-Non so se sia il caso... non vorrei che la mia presenza inasprisse la situazione...
-Peggio di così ti assicuro che non potrebbe essere... quindi puoi stare tranquilla, poi questa cosa ha colpito anche te, quindi se vuoi, voglio che tu ti senta libera di venire ok?
-Ok... ci penserò.
Quel pomeriggio a Los Angeles il cielo era sereno, tirava una leggera brezza la poteva vedere attraverso le vetrate dell'aeroporto... Kyra seguì Robert che parlava al telefono con Jimmy, trovarono così l’auto parcheggiata con lui li ad attenderli. Robert fece qualche passo indietro per aiutare Morgan a spingere il carrello con i bagagli mentre Kyra accellerò il passo appena vide le porte di fronte a se aprirsi e chiudersi ritmicamente al passaggio di altri passeggeri, appena le varcò i suoi occhi si riempirono dei colori del sole che stava tramontando, Jimmy li raggiunse occupandosi dei bagagli, mentre Robert abbracciò Kyra da dietro unendo le loro mani sul suo ventre
-Bentornata a casa amore mio...
Kyra sospirò e diede un piccolo bacio a Robert
-Grazie... portami a casa!
Jimmy si fermò sotto casa di Kyra, recuperò i bagagli mentre loro scendevano dall’auto, anche Morgan e Emma erano visibilmente emozionati di entrare in casa di Kyra...
-Ma... Io... non ho le chiavi...
-Io sì...
Robert le porse il suo mazzo di chiavi tra cui, trovò anche quelle che conosceva come la copia di scorta delle sue chiavi di casa... Kyra aprì il portone e salì le scale seguita da Robert ed i suoi genitori, mentre Jimmy stava chiudendo l’auto per poi salire con i bagagli di Robert e Kyra.
Kyra tentennò solo un istante nell’inserire la chiave nella serratura della porta, Robert sorrise e cercò di allentare la sua tensione sussurrandole all’orecchio
-Tranquilla non c’è niente di compromettente in giro...
Kyra rise e lo guardò facendo scattare la serratura ed aprendo la porta, lasciò le chiavi nella serratura ed entrò nella stanza mentre Robert recuperava le chiavi e invitava Morgan e Emma ad entrare
-Cos.... Cos’è questo coso? Robert...
-Il tuo televisore... non lo ricordi?
-No!
Robert sorrideva e con aria indifferente andò ad aprire tutte le finestre di casa così che entrasse luce ed aria fresca. Fece lui da cicerone mostrando la casa a Emma e Morgan lasciando la terrazza come finale... mentre lui li invitava a salire per vedere il lavoro meraviglioso che lei aveva fatto, Kyra lo guardava ancora come paralizzata di fronte a quel televisore attendendo una risposta più esauriente del semplice “non ricordi?” di poco prima...
-Ti prometto che stasera ti spiego tutto...
Kyra guardò quei suoi grandi occhi dolci a cui non riusciva nemmeno a mentire di essere arrabbiata, sorrise e annuì uscendo in terrazza e seguendo i suoi genitori appena in tempo per non sentire il commento spontaneo di Jimmy che per la prima volta entrava in quella casa
-Cristo santo Robert! ma cos’è quel coso??? stavolta hai proprio esagerato!
-Zitto che ti sente!!! Dai non è così orrendo!
-No non è orrendo, è troppo grande per questa stanza...
-Comprerò l’appartamento di fianco e butterò giù la parete così sarà della dimensione giusta...
Jimmy lo guardò con i suoi occhi cristallini serio in attesa di una rettifica
-Va bene... va bene... ho capito...ma oramai è così. Ci pensi tu ai genitori di Kyra? Li porti a casa mia, gli mostri casa, gli lasci le chiavi di casa e dell’auto, scrivigli l’indirizzo di casa e anche questo così che, con il navigatore riescano a muoversi da soli... lasciagli i nostri numeri di telefono, anche il tuo... che altro?
-Ci penso io, tranquillo... Domani mattina vuoi che venga con te dall’avvocato?
-Non so... credo di no... Mi innervosisce talmente questa situazione che... se solo non fossimo dall’avvocato io...
-Tu le metteresti le mani addosso... Lo so. E’ per questo che abbiamo deciso di farvi incontrare li... cerca di non perdere mai il controllo... è importante lo sai...
-Sì... Sì... Non preoccuparti... non lo perderò, non passerò dalla parte del torto... è troppo importante... Kyra lo è...
-Bene... Io, aspetto giù... quando vogliono andare mi trovano li. E se cambi idea e vuoi che ti accompagni chiamami.
-Ok grazie.
Si diedero una pacca sulle spalle abbracciandosi, Robert chiuse la porta, prese una bottiglia di te freddo dal frigorifero e salì, Emma era seduta sul divano mentre Kyra e suo padre discutevano del colore di alcune foglie di una delle piante del giardino non notando nemmeno il suo arrivo, prese dei bicchieri dal mobile e si mise a sedere vicino ad Emma versando del te per tutti e porgendone un bicchiere a Emma che lo aveva osservato
-Si vede che sei di casa, ti muovi in modo rilassato, sbaglio o sei emozionato?... E’ solo un impressione Robert?
-No... é che... è di nuovo qui a casa... con me... con voi...è... bhè... meraviglioso...
-Già... Se non l’avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto... Prima di partire per il Canada era tranquilla ma... tormentata dentro da un piccolo tarlo invisibile... sembrava un anima in pena, io e Morgan cercavamo di capire cosa potesse mancarle visto che tutto ciò che le proponevamo non migliorava le cose... poi sei arrivato tu e Kyra è... rifiorita... le mancavi tu... anche se non lo sapeva...
Robert abbassò un secondo lo sguardo con un piccolo sorriso appena accennato sulle labbra, le parole di Emma lo avevano emozionato e temeva che i suoi occhi lo tradissero
-Grazie... non sai, queste parole quanto siano importanti per me...
Emma percependo l’emozione nella sua voce fece tintinnare il suo bicchiere affianco a quello che Robert teneva in mano, lui alzò lo sguardo e la vide sorridere mentre si portava il bicchiere alla bocca iniziando a bere. Il sole era oramai sparito all’orizzonte, Kyra aveva acceso tutte le lanterne e i suoi genitori si innamorarono di quell’atmosfera, ma poco dopo Emma e Morgan decisero che era ora di andare
-Noi andiamo... si sta facendo tardi e dobbiamo ancora sistemare un bel po di cose...Robert, Jimmy ci può accompagnare in hotel?
-Oh sì... sono certo che ha già pensato a tutto lui...
Kyra sorrise e Robert le fece l’occhiolino in segno d’intesa così si salutarono e Robert li accompagnò alla macchina mentre Kyra rimase in casa. Ripose i bicchieri in cucina e da li notò il post-it che era ancora appiccicato alla penisola...
“Amore mio, non sei ancora tornata... devo andare qualche giorno a Toronto per lavoro, ti lascio il nome dell’hotel con l’indirizzo, il mio numero e quello di Jimmy, chiamami appena arrivi qualsiasi ora sia e...lo so è strano ma ti lascio un biglietto per raggiungermi, ti racconterò tutto, promesso... ti amo” Kyra lo staccò dalla penisola e lo tenne in mano ne vide poi un altro posato sulla cucina si appoggiò e lo lesse “Ciao Amore, ho riempito il frigorifero se arrivi e non ci sono resta qui e aspettami! Robert”
Sì sentì stringere il cuore, lui l’amava davvero molto, aveva passato tutto quel tempo ad aspettarla, Robert rientrò ed appena chiuse la porta dietro di se venne investito da un abbraccio ed un bacio di Kyra. Sorpreso e felice la guardò
-Che succede?
-Grazie...
-Di cosa?
-Di.. tutto... di avermi aspettata...di essere qui.
Robert vide che il post-it non c’era più sulla penisola e quando Kyra sciolse l’abbraccio vide che li teneva ancora in mano, li prese e li posò vicino alle chiavi di casa, poi l’abbracciò sollevandola e dandole piccoli baci, raggiunse il divano prima di posarla a terra Robert la guardò
-Ti avrei attesa tutta la vita se necessario... perchè niente aveva più senso senza di te... sono io che devo dire grazie a te per avermi ascoltato...per avermi salvato la vita...per esserti ricordata di noi...per avermi voluto al tuo fianco prima ed ora...
La baciò dolcemente e prima di lasciarsi rapire dalla passione che si stava facendo strada dentro di se in modo veloce ed intenso decise di pensare alla cena...
-Ora, tu ti fai un bel bagno e io... io scendo a comprare qualcosa per cena...

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** 38 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Trascorsero una serata tranquilla, cenarono seduti a terra con del cibo cinese mentre guardavano un film in tv e Robert raccontava di come il televisore era arrivato in quella casa... Kyra lo ascoltò rapita più dal suo modo di raccontare quella loro giornata tra una risata e l’altra che per scoprire del televisore, aveva già capito a prima vista che non era opera sua, non si era mai interessata molto di elettronica e tv, e quella era una scelta tutt’altro che da persone inesperte. Kyra si alzò e buttò i contenitori del cibo ormai vuoti nella spazzatura poi tornò davanti alla tv e si mise a sedere sul divano semisdraiata, con la mano carezzava i capelli ed il collo di Robert fingendo di essere attenta al film, ma i suoi pensieri erano tutti rivolti all’indomani mattina... da li a poche ore cosa sarebbe successo? Robert le prese la mano tra le sue, la baciò, sullo schermo scorrevano i titoli di coda del film, bevve un sorso d’acqua e si alzò
-Vado a farmi una doccia, non ti addormentare...
Kyra sorrise e cominciò a fare zapping tra i canali, Robert andando in bagno notò la sua valigia vuota... mentre lui si era preoccupato della cena lei aveva trovato un posto per le sue cose nell’armadio. Andò in bagno e dopo aver infilato nella cesta del bucato tutti i suoi vestiti si infilò nella doccia. Non riusciva ancora a credere di essere davvero a casa con lei... quando era uscito quel mattino da quella casa per andare in Canada con Jimmy era tutt’altro che di buon umore ed aveva cercato mille scuse per non andarci... ora poteva solo essere felice di non aver trovato una scusa valida. Poi senza volerlo si ritrovò a pensare all’ultima volta che aveva visto Susan e Exton, a quanto era stata brava a recitare la parte dell’amica dispiaciuta... e cercò di immaginare che scuse avrebbe trovato l'indomani per giustificare un comportamento del genere... No, non esistevano scuse plausibili... e poi perchè? perchè lei gli aveva fatto una cosa del genere? se solo lo avesse davvero amato anche solo un po’ non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare di compiere gesti così estremi... Continuò a ripetersi che doveva stare calmo, stare calmo perchè la giustizia sarebbe stata l’unica punizione accettabile per un comportamento del genere. Ricordò quando erano in attesa della nascita di Exton, di tutte le promesse che si erano fatti e sentiva la rabbia fargli ribollire il sangue nelle vene... Dentro a quei ricordi perse la cognizione del tempo, quando uscì dalla doccia non aveva idea di quanto tempo avesse passato in bagno, si lavò in fretta i denti e con l’asciugamano legato in vita recuperò una maglietta ed un paio di boxer e li indossò prima di avvicinarsi a tutte le finestre e chiudere le tende, anche se lui doveva alzarsi presto voleva che Kyra riposasse tutto il tempo necessario sempre che non avesse deciso di andare con lui, non glie lo aveva ancora detto, andò in salotto
-Allora domani ti va di ven..
Kyra dormiva con il telecomando tra le mani mentre la tv trasmetteva uno speciale su una nuova barca oceanica il modo in cui Robert vide quelle barche navigare inclinate al limite di ogni legge fisica, rabbrividiva solo a guardarle in tv, non voleva nemmeno provare ad immaginare cosa si potesse provare a navigare così. Prese piano il telecomando e spense, tirò le tende ed infine prese in braccio Kyra e la portò a letto, non si svegliò nemmeno quando la mise a letto, la coprì con il lenzolo e la coperta leggera. Spense le luci e si sdraiò vicino a lei, l’abbracciò per esser sicuro che non fosse un sogno e non sparisse.
La sveglia impostata sul cellulare di Robert li svegliò entrambi, Robert si alzò e accese la macchina del caffè, aveva bisogno di svegliarsi per affrontare quella giornata. Kyra lo guardò girovagare per la stanza un po’, prima che lui si accorgesse che anche lei era sveglia
-Ehy... scusa, non volevo svegliarti...
-Io non volevo addormentarmi ieri sera...
-Lo so, ma eri davvero molto stanca... avevi bisogno di riposare.
-Ti stai preparando... per...andare?
-Sì alle 9,30 devo essere a Los Angeles, ho già prenotato il taxi... tu? cosa hai deciso di fare? vuoi venire o preferisci stare a casa?
-Se per te fa lo stesso preferisco non essere presente... Questa cosa ha toccato anche me, ma voglio restarne fuori il più possibile, non sono così pacifista come posso sembrare... e.... lei è sempre la madre di tuo figlio ed io...
-Ho capito... tranquilla...va bene così... Vorrei solo chiederti di accompagnarmi... vorrei che ti vedesse anche se poi ne resti fuori o hai qualche programma?
-No... nessun programma e se devo solo accompagnati ed aspettarti fuori dall’ufficio lo faccio volentieri
-Oh ok... allora poi ti lascio un compito...
Robert aprì la tasca esterna della valigia e ne tirò fuori una custodia nera che subito dopo porse a Kyra, lei lo guardò un po’ interdetta, ma vedendolo impegnato nel vestirsi decise di aprire la custodia, era un tablet, spento, ma appena aprì la copertina questo si accese
-C’è una cartella con il tuo nome, a parte cose che mi erano venute in mente di dirti e non te le avevo dette, fossi in te eviterei di leggerle, c’è un file con diverse case, il tuo compito di oggi è guardarle tutte, non ci riuscirai mai in un paio ore, ma vorrei che tu selezionassi quelle che ti piacciono... io ho già fatto la stessa cosa, poi vediamo quali piacciono ad entrambi e andiamo a vederle... ci stai?
Kyra sorrise, come poteva dirgli di no? l’uomo più meraviglioso del mondo stava parlando di prendere una casa insieme... tutta per loro...
-Ok ci sto... e se non ce n’è nemmeno una che piace ad entrambi?
-Ci faremo dare dall’agenzia l’elenco di altre proprietà... Lo vuoi il caffè?
-Sì... lo preparo subito!
Kyra si alzò e fece per andare in cucina ma Robert le disse di restare li e vestirsi che al caffè avrebbe pensato lui. Andò in cucina a versare due tazze di caffè per poi portarle in camera su un vassoio su cui aveva posato anche un piccolo piattino con dei biscotti.
Kyra si infilò un paio di jeans chiari, una maglietta verde acido, si lavò i denti ed il viso si legò i capelli con una coda alta e raggiunse Robert ormai pronto anche lui. Presero il caffè mentre recuperavano i telefoni, il tablet, occhiali da sole per entrambi e un cappellino per lui. Sentirono suonare un auto nella strada, Kyra si affacciò alla finestra e vide che era il taxi fermo davanti al portone.
-E’ arrivato il taxi!
-Scendiamo allora, siamo in ritardo!
Kyra prese la borsa e le chiavi e scese le scale di corsa per avvisare il taxi che stavano arrivando, mentre Robert usciva tirando la porta per chiuderla sistemandosi il cappellino. Kyra era già seduta e Robert dopo essere uscito chiuse il portone, salì e salutò il tassista, gli diede l’indirizzo e l’auto si avviò. Robert guardò Kyra e le sorrise
-Non ti ho nemmeno detto...Buongiorno...
le baciò le labbra, Kyra accompagnò il bacio con una carezza, la sua mano si posò sulla sua guancia leggermente ruvida dalla barba che stava crescendo
-Buongiorno a te...
Si sorrisero e abbracciati attesero di arrivare a destinazione. Raggiunsero il palazzo in cui c’era l’ufficio legale, di fronte all’ingresso Robert prese la mano di Kyra prima di entrare dalle grandi porte girevoli, tremava, lui la strinse più forte ed entrarono in ascensore con altre persone. Uscirono dall’ascensore al quindicesimo piano, era un grande studio associato ed all’ingresso una donna li salutò invitandoli a seguirla, li fece accomodare in un salottino dalle pareti di cristallo, molto elegante e sobrio, dicendo loro che da li a poco l’avvocato Clarke li avrebbe ricevuti. Kyra si guardava attorno da quel corridoio non passava nessuno, ed un altro corridoio di qualche metro portava alla porta di uno studio da cui poco dopo sentirono provenire il suono della porta aprirsi e dei passi decisi andare nella loro direzione
-Robert! Eccoti qui! Ben arrivato... e questa immagino sia Miss Johnson
-Clarke, grazie per averci ricevuti subito... Sì, lei è Kyra...
-Piacere di conoscerla Kyra...venite, facciamo due chiacchiere prima dell’incontro...
Entrarono nel grande ufficio, quella stanza era più grande di tutto il suo appartamento, la parete che dava sul corridoio era l’unica le cui tende a pannello unico erano chiuse tanto da non permettere di vedere l’interno dell’ufficio ne dalla saletta ne dal corridio. Sì misero a sedere uno affianco all’altro mentre Clarke prese posto di fronte a loro seduto sulla grande poltrona in pelle scura aprendo un fascicolo rivestito in pelle nera. L’avvocato iniziò con l’elencare i fatti per come li conosceva anche Kyra, Ropert gli aveva raccontato tutto e con lui ora stava facendo il punto della situazione giusto per controllare che tutti i fatti fossero stati raccolti ed esposti nel modo corretto. Parlarono di Antony che aveva inviato tramite il suo legale una memoria dei fatti accaduti a Miami e Robert confermò che tutto era corretto, si stava agitando il viso non sembrava molto teso, ma non era tanto quello a tradirlo quanto una delle gambe che Robert faceva tremare facendo leva sulla parte anteriore del piede.
-Kyra ha qualcosa da aggiungere?
-No... se non che preferirei non restare in questa stanza...
Clarke le sorrise e annuì, le fece cenno a un lato dell’ufficio dove, solo ora notò una piccola stanza con un grande tavolo separata dal resto dell’ufficio da una parete di cristallo.
-Io Kyra avrei bisogno che Susan vedesse che è presente, deve capire che non stiamo scherzando che possiamo procedere immediatamente... ma le prometto che faremo in fretta.
Kyra annuì a Clarke e sorrise a Robert, poi sentì un fruscio e vide le tende veneziane su quella parete scendere e chiuderla totalmente
-Mentre staremo qui a parlare io azionerò la tenda, Kyra, la vedrà muoversi così... questo ci permetterà di vedere chi c’è in quella stanza... ma sarà questione di qualche secondo poi richiuderò le tende... questo è tutto quello che le chiederò oggi, le spiace ora se parlo qualche minuto con Robert prima che arrivi Susan?
-Assolutamente no...
Si alzò, e Robert si alzò con lei le diede un piccolo bacio
-Ricorda che hai del lavoro da fare...
-E tu ricordati di non... non perdere la pazienza...
Kyra camminò a passi svelti verso la porta, mentre entrava nella stanza sentì Clarke parlare all’interfono dire a qualcuno di portare del caffè nella saletta, sorrise tra se e se e chiuse la porta mettendosi a sedere a quel tavolo. Fissò per un istante la parete con la tenda chiusa e si stupì per il silenzio assordante che sentiva in quella stanza, poco dopo una porta sul fondo di quella stanza si aprì ed entrò una ragazza portando una grande tazza di caffè, dei pasticcini e lasciò tutto a sua disposizione sul tavolo vicino alle bottiglie d'acqua, prima di uscire le indicò sul tavolo un pulsante con il quale poteva chiamarla se avesse avuto bisogno di qualsiasi cosa ed accese l’interfono. Iniziò a diffondersi della musica molto soft, il volume era molto basso ma era già meglio del silenzio. Kyra prese la tazza di caffè, ne bevve un sorso, prese il tablet dalla borsa cercando di concentrarsi su qualcosa di più costruttivo che stare a fissare la tenda.
-Allora come stai?
-Bene... nervoso ma bene...
-Dimmi come vorresti procedere...
-Speravo me lo dicessi tu, questa cosa mi sta facendo impazzire, ho rischiato di perderla per sempre, per cosa? per chi! Mi fido di te... è meglio che sia tu a decidere cosa e come...
-Forse è meglio... Ho già fatto delle valutazioni... proporrei di patteggiare, non guardarmi male e lasciami finire... patteggiare per non avere una pubblicità negativa che rovinerebbe l’immagine di entrambi, ma noi, siamo interessati soprattutto alla tua di immagine... nonostante in questo frangente tu sei la parte lesa, pubblicamente non ne verresti fuori bene, lo sai, la famiglia, il bambino... quindi patteggiamo ma non glie la lasciamo passare liscia, e come avevi chiesto ho preparato i documenti del divorzio....
-Se non accettasse?
-Andremo in tribunale... e li la pena sarebbe certamente più pesante di quanto chiedo io con il patteggiamento.
-Ok
-Pensi di riuscire a stare calmo? Mi sembri... agitato...
-Ci sto provando...
-Bene
-”Mr. Clarke.... Susan Downey è arrivata...”
-Falla accomodare... Puntuale come sempre... iniziamo!
Clarke raggiunse la porta allacciandosi i bottoni della giacca ed aprì la porta mentre Susan percorreva gli ultimi passi che la portavano in quell’ufficio.
-Susan... Sei sempre incantevole...
-Clarke! non ci vediamo da quanto? Sei in ottima forma vedo...
-Vieni accomodati...
Susan non si stupì che Robert fosse già li, dovevano parlare dell’accordo prematrimoniale, lei non aveva contattato nessun avvocato, Clarke era sempre stato un ottimo avvocato, preciso e scrupoloso ed aveva pensato che se, tutta la pratica fosse andata avanti in modo civile non le sarebbe servito un legale. Sì mise a sedere nella poltrona affianco a Robert e nel sedersi lo salutò
-Ciao, ti trovo bene.. com’era Toronto?
-Levin... Era fredda... Clarke saltiamo i convenevoli e veniamo al punto?
Susan continuò a sorridere nonostante la freddezza di Robert...
Clarke prese i documenti nella pratica e prese la parola.

-Bene...
appoggiò il fascicolo con il contratto prematrimoniale e dopo aver guardato Robert pronto ad esplodere come una bomba innescata, decise che avrebbe dovuto optare per la versione breve...
-Susan, questo incontro è stato fissato da Robert per mediare, per il bene di entrambi... la tua posizione non è delle migliori...
Susan continuava a sorridere ed il suo sguardo passava da Clarke a Robert cercando di capire dove volevano andare a parare, non avrebbe mai rinunciato ai punti del suo contratto prematrimoniale, tutto ciò che era ora lo doveva a lei, e questo doveva venirle riconosciuto.
-Non capisco davvero cosa mi vuoi dire Clarke.
-Te lo dico io cosa vuole dirti...
Robert si alzò dalla poltrona su cui era seduto e iniziò a camminare sui suoi passi, Clarke appoggiò la schiena alla poltrona, era chiaro, non sarebbe riuscito a fermarsi...
-TU SEI PAZZA E DEVI CURARTI!
Le disse con un tono di voce piuttosto alto fermandosi ad un passo da lei puntandole contro un dito.
-Ma questa è davvero l’ultima...
-Clarke mi vuoi spiegare di cosa sta delirando? Robert hai ripreso a bere?
Robert la fulminò con lo sguardo, poi prima di parlare richiuse la bocca e scosse il capo.
-Susan è meglio se ascolti solamente, per Robert non è facile... Robert continuo io.... Robert mi ha raccontato che lo hai raggiunto a Miami, che lui ha avuto un incidente e che la persona che stava con lui è stata ferita in modo grave, salvandogli la vita...
-Sì è vero...
-Bene, quella donna poi si è ripresa, per fortuna le lesioni si sono rivelate nulla di grave, ma non siamo qui per parlare di questo...
-Ti ascolto...
-Susan tu hai fatto in modo di manipolare un uomo, Antony, perchè portasse quella ragazza lontana da Robert...
-Clarke tu davvero gli credi? Lei ha scelto un altro e ora lui vuole darmene la colpa?
Clarke fece cenno a Susan di non parlare ma era troppo tardi perchè Robert esplose di nuovo
-Tra tutte le persone che potevi scegliere.... TRA TUTTE LE PERSONE... perchè fare questo a me... al padre di tuo figlio...
-Robert io non ho fatto niente...
-Aprì quella tenda Clarke... APRILA ORA!
Clarke pigiò il pulsante e la tenda iniziò a vibrare piano e gli elementi che la componevano iniziavano ad inclinarsi in modo da lasciar vedere attraverso, Susan guardò nella direzione in cui stavano guardando i due uomini. Appena Robert riuscì a vedere Kyra non attese oltre e riprese la parola
-Ora ti racconto una storia, una donna malata e pazza incontra un uomo debole e gli consegna una busta colma di denaro perchè tenga la sua ex moglie lontana da quello che da li a poco sarebbe diventato il suo ex marito. Ma c’è dell’altro, quando il marito, considerandola un amica, gli confida che le cose forse si stanno sistemando lei mette in moto il meccanismo e fa in modo che quella donna sparisca. Finchè il fato vuole che io la ritrovi in Canada... e tutta la storia mi venga poi raccontata a Milwuakee dall’ex marito di Kyra...
-Stai vaneggiando... io non conosco nessuno...
-Clarke i documenti.
Susan prese i fogli che le stava porgendo
-Non è buffo che quest’uomo che non conosci abbia il tuo numero di telefono salvato in rubrica, e che, sempre il tuo numero lo abbia chiamato più volte...Sei solamente un essere spregevole... ed io non voglio avere più nulla a che fare con te.
Susan si appoggiò allo schienale della poltrona ed abbassò lo sguardo... il tempo delle bugie era finito
-Cosa volete?
Clarke chiuse la tenda e Robert si mise seduto cercando di recuperare la calma
-Robert chiede il divorzio per colpa, vuole la custodia esclusiva del bambino finchè non dimostrerai di esserti riabilitata con l'aiuto un centro specializzato, non potrai avvicinarti per nessun motivo a loro.
Susan sbarrò gli occhi appena sentì nominare il bambino, il sorriso che aveva stampato sul viso si spense lentamente in quel silenzio...
-Se non accetto?
-Andiamo in tribunale con tutte le accuse e le ordinanze restrittive del caso che verranno depositate direttamente oggi in giornata...E’ un ottima proposta Susan...
Susan si sentì in trappola mentre Clarke spingeva un plico di fogli davanti a Susan con una penna, Robert si alzò ed entrò nella stanza in cui c’era Kyra, non sopportava di restare ancora in quella stanza con Susan. Appena varcò la porta vide Kyra alzare lo sguardo e sorridere.
-Ciao...
-Ehy, ha...avete finito?
-Più o meno... lei è di la con Clarke, penso firmerà i documenti...
-Sei riuscito a mantenere la calma?
-Allora è vero che questi cristalli sono insonorizzati...
-Hai urlato? hai perso il controllo?
-Solo un po’... ma ora è finita... Mi sento molto meglio...Tu? trovate delle case interessanti?
-Ma hai visto che sono tutte immense? Siamo sicuri che abbiamo bisogno di tutto quello spazio?
-Devo anche chiederti una cosa... non so come la prenderai... ma, ecco, qualsiasi scelta faccia Susan, Exton dovrà stare con me.... con noi... se tu... non te la senti...
-Robert ma che dici! è fantastico! dici sul serio? è il tuo bambino... deve stare con te...e se pensi che io possa essere presente in quella parte importante della tua vita, bhè non posso far altro che esserne onorata...
Robert sorrise ora più rilassato, aveva temuto di dover rinunciare a loro per una sua ritrosia, mentre Kyra lo abbracciò. Sentirono scattare la porta ed era Clarke, con i fogli in mano e una penna.... disse che li aveva firmati e che ora toccava a lui controfirmarli e rendere legale tutto ciò.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** 39 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert firmò quei fogli siglandoli in fretta poi diede la sua copia a Kyra perchè la tenesse lei nella borsa, mentre lui andava con Clarke a firmare la sua parcella. Kyra rimase li ad attenderlo, nel frattempo lesse quel documento, quando Robert rientrò con Clarke lo ripose nella borsa e si alzò per raggiungerlo. Salutarono Clarke e tenendosi per mano guadagnarono l’uscita.
Robert in ascensore inviò un messaggio a Jimmy così che sapesse come si era conclusa quella vicenda e lo incaricò di occuparsi di recuperare Exton e i suoi effetti nel pomeriggio a Malibù come avevano concordato. Una volta in strada Robert chiamò con un gesto della mano uno di quei taxi che stavano parcheggiati in fondo alla strada, salirono e dissero all’autista l’indirizzo di casa. Kyra non poteva non pensare a ciò che aveva letto... Robert era silenzioso fu Kyra a rompere quel silenzio
-Robert ho letto quell’accordo prima... forse non avrei dovuto ma... l’ho fatto. Non trovo giusto che Exton non possa vedere sua mamma... Per lui... è la sua mamma... e non può capire che non la può vedere perchè ha fatto una cosa brutta... e poi, con lui si è mai comportata male?
-Lo fa vivere con la tata mentre lei è in un altro stato per lavorare...
-Non è ciò che intendo e lo sai vero?
-Sì. Lo so... e la risposta è no. Non si è mai comportata male con lui, resta il fatto che non la voglio attorno, non finchè non avrà capito l’immenso errore che ha commesso... Vedrò di trovare il modo perchè possa vedere il piccolo... ok?
-Ok... Lo fai per lui non per lei... Exton non ha colpa.
Robert annuì mentre Kyra lo abbracciava e appoggiava la testa sul suo petto. Si alzò poi di scatto per guardarlo in viso
-Lo sai vero che sono felice che lui stia con noi? Io non volevo dire quelle cose perchè non lo voglio... Non vorrei mi fraintendessi...
-Nessun fraintendimento... so bene cosa volevi dire...
Kyra si riappoggiò a lui
-Dobbiamo organizzarci per il suo arrivo... non è una casa a misura di bimbo la mia...la nostra...
-Jimmy porterà le sue cose oggi pomeriggio, poi vedremo cosa ci servirà, ma dovremo trovare presto una casa più grande... Per ora possiamo mettere il lettino di Exton in soggiorno ma la tata dormire sul divano ce la vedo male
Kyra rise... era daccordo, più tardi avrebbero guardato quelle case

Qualche settimana più tardi non avevano ancora trovato una casa che andasse bene, o meglio, alcune le avevano anche trovate ma non erano disponibili nell’immediato. I genitori di Kyra erano rimasti a Venice per aiutarli e più volte avevano proposto a Robert e Kyra di scambiarsi appartamento, per loro la casa di Robert era troppo grande e per Exton sarebbe stata perfetta, lui li già ci viveva... Ma Kyra non aveva voluto e Robert era rimasto sempre al suo fianco a sostenerla. Quella casa per lei era di Susan e Robert... li non poteva vivere o dormire... così continuavano a vivere a casa di Kyra, chiamavano la tata solo quando dovevano uscire e questo fece legare molto Kyra ed il piccolo, tanto che da una decina di giorni loro si concedevano una lunga passeggiata da soli lasciando Robert a casa a lavorare
-Exton? sei pronto? hai preso Teddy?
-Sì!
-Allora andiamo! saluta papà...
Robert era seduto sul divano con i suo copione e una tazza di caffè bollente sul tavolino a fargli compagnia, Kyra gli si avvicinò attendendo l’arrivo di Exton che correndo la raggiunse dalla camera da letto dove aveva recuperato l’orsetto. Robert accettò l’abbraccio del piccolo ed il bacio per poi vederlo dare la mano a Kyra saltellando in fermento per l’uscita. Kyra prima di andarsene si chinò e diede un piccolo bacio a Robert che sorrise perchè Exton la tirava per andare e gli fece scambiare un bacio volante
-Fai il bravo eh....
-Come sempre... e voi... non fate tardi...
-Kyra andiamo! Kyra andiamo! Kyra...
-A dopo...
Kyra si avviò verso la porta e Exton prima di uscire gli fece ciao con la mano
-Ciao papà!
Kyra lo aiutò a scendere le scale, una volta per strada lo fece sedere sul passeggino. Raggiunta la spiaggia lasciarono il passeggino e iniziarono a camminare sulla spiaggia fino a raggiungere un piccolo parco giochi che si trovava poco distante, Exton la guardò prima di lasciarle la mano
-Sì ora puoi...
Il piccolo sorrise e si lanciò in una goffa corsa percorrendo così i pochi passi che lo separavano dal cancellino che delimitava l’area. Kyra aprì e Exton corse verso la solita panchina
-Mamma! Sono arrivato!
Susan era li, appena lo vide gli corse incontro e lo prese al volo facendolo roteare con lei nel loro abbraccio. Kyra sorrise vedendo il piccolo tanto felice di rivederla. Negli ultimi giorni era diventato un momento fisso della loro giornata, non appena il piccolo si sentì abbastanza tranquillo con lei da accettare una passeggiata da soli senza il papà, Kyra organizzò il primo incontro con Susan. In principio Susan temendo che questo le creasse altri problemi era scettica, ma quando Kyra le disse che al piccolo Exton mancava la sua mamma accettò subito di vederli. Da quel giorno, ogni pomeriggio erano andati li... Robert lo scoprì la sera stessa quando Exton una volta a casa alla domanda “cosa avete fatto di bello?” rispose “siamo andati a trovare la mamma!” Kyra sorrise aggiungendo “e abbiamo mangiato un gelato buonissimo!”. Quella notte Robert chiese a Kyra perchè stesse facendo tutto quello per lui e Kyra rispose che lo stava facendo per Exton, perchè dei baci così, come i suoi non li aveva mai ricevuti... Robert rise e la ringraziò.
Susan si mise seduta a terra ed iniziò subito a giocare con lui con la sabbia, per poi finire quasi al tramonto a guardarlo scivolare dallo scivolo. Kyra restava sempre con loro, se fosse successo qualcosa al piccolo Robert non l’avrebbe mai perdonata, ma li lasciava liberi di giocare tra loro, non si intrometteva mai, solo se Exton la chiamava allora partecipava ma era un momento loro. Exton si mise in braccio a Susan che andò a sedersi vicina a Kyra, era stanco, aveva giocato molto ed iniziava ad avere sonno.

-Me lo dai un bacino amore mio? Quando ti sveglierai sarai a casa con Kyra e papà ma noi ci vediamo domani ok?
Il piccolo si accoccolò tra le sue braccia e si lasciò andare a quel sonno ristoratore mentre annuiva. Susan lo cullò ancora qualche minuto poi si limitò a respirarne il profumo
-Grazie... Ancora non riesco a capire perchè tu lo faccia, ma, grazie....
-Lo faccio per Exton... Lui non ha nessuna colpa però viene penalizzato da questa situazione...
-Robert come sta? è ancora molto arrabbiato? Non credo sia una buona idea portare qui Exton, se Robert lo scopre potrebbe citarmi in giudizio per non aver rispettato l’accordo...
-Robert sa che ti porto il bambino qui... e sa che te l’ho proposto io... Accetta questa situazione solo per Exton...
-Non mi perdonerà mai...
-Forse mai è una parola un po’ troppo grossa... credo abbia bisogno dei suoi tempi... Ora però dobbiamo andare, si sta facendo tardi...
-Sì certo... Grazie ancora...
Kyra si alzò, attese che Susan salutasse il piccolo e poi appena si alzò lo prese in braccio mentre lui continuava a dormire beato. Mise nella borsa Teddy ed il cappellino e dopo averlo coperto con la copertina di cotone che aveva nella borsa si avviò a piedi sulla spiaggia stringendo a se quel fagottino profumato a cui già voleva un mondo di bene. Rientrarono a casa e Robert non si stupì di vederlo addormentato. Kyra lo mise nel suo lettino e dopo essersi tolta le scarpe raggiunse Robert sul divano che chiuse il copione e si tolse gli occhiali da vista allungando le braccia per prenderla e farla sedere su di se
-Hai lavorato seriamente?
-Sì, è stato un pomeriggio fruttuoso e voi? Vi siete divertiti? Vedendo il risultato direi che qualcuno non si è risparmiato...
-Sì, si è divertito parecchio... poi, Susan mi ha chiesto se la perdonerai mai...
-Non ne voglio parlare... non ora...
-Lo sai come la penso Downey, per il bene di Exton dovrai fare...
Robert le baciò le labbra così riuscì a convincerla a smettere di parlare...
-Che intenzioni hai Robert?
-Le migliori intenzioni di questo mondo...
-Exton si è addormentato da poco...
-Allora siamo molto fortunati....
Robert si alzò la prese per mano e si fece seguire in camera da letto, accostò un po’ la porta e si amarono per poi scivolare in un sonno leggero che entrambi sapevano ben presto avrebbe avuto fine, appena il piccolo si fosse ricaricato pronto ad iniziare come ogni sera il round di gioco con Kyra e Robert.

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** 40 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert aprì gli occhi sentendo il piccolo piangere, era solo a letto, era mattino ed indossava un pigiama... Si alzò stropicciandosi gli occhi ed accese la luce sul comodino restando sbalordito non appena la stanza venne illuminata. Aveva indosso una tuta che usava per dormire a casa... “questo quando me lo sono messo?” ma soprattutto “che ci faccio a casa mia?”
Senti il cuore iniziare a rimbalzargli nel petto, cercò di fare mente locale e ricordarsi quando avevano accettato di vivere li, cercò anche di capire cosa era successo la sera prima, visto che non ricordava nulla dopo l’amore...
-Kyra! Kyraaa!
Si alzò dal letto e raggiunse il corridoio, seguì il pianto di Exton. Era nella sua cameretta lo prese dal lettino e subito si calmò, lo cullò per qualche secondo poi una cosa lo sconcertò, entrò nella stanza Susan seguita dalla tata che prese Exton e lo portò in cucina per la colazione...
-Tu che ci fai qui?!?
-Robert io ci vivo qui....
-Cosa ci faccio io qui? e....dov’è Kyra?
-....Ci risiamo.... Jimmy vieni a darmi una mano? Robert è sveglio...

Jimmy entrò nella stanza di Exton uscendo da una delle stanze per gli ospiti, Robert davvero si sentiva agitato, non riusciva a comprendere...
-Jimmy meno male che sei qui... Mandala via... cosa ci fa ancora in casa mia?
Jimmy gli mise una mano sulla spalla mentre lo accompagnava in camera sua
-Ora ti spiego tutto io, non agitarti però... vieni cambiati che la colazione è pronta...
Una volta in camera da letto Jimmy gli passò dei jeans ed una maglia a maniche lunghe, Robert voleva delle risposte e le voleva ora.
-Dov’è Kyra? Perchè sono in questa casa? e perchè Susan è qui? e tu perchè dormi nella stanza degli ospiti? vuoi rispondermi?
-Scendiamo a fare colazione... e poi ne parliamo...
-No! io voglio delle risposte ora e tu me le darai!
Jimmy si stroppicciò il viso con le mani esausto per quella situazione assurda esasperato si mise a sedere 
-Daccordo amico! Mettiti seduto e spara, ma le risposte non ti piaceranno...
Robert si mise a sedere su una poltroncina con Jimmy proprio di fronte a lui. Solo allora notò sul comodino delle confezioni di pillole ma a quella distanza non riusciva a vedere cosa ci fosse scritto sui contenitori, ma li avrebbe controllati dopo ora voleva sapere.
-Perchè sono in questa casa?
-Qui ci vivi, da sempre... non hai vissuto da nessuna altra parte da quando ti sei sposato con Susan.
-Cosa cazzo stai blaterando? se è uno scherzo è davvero di cattivo gusto...
-Nessuno scherzo Robert... nessuno... Fammi un altra domanda.
-Perchè Susan è qui?
-Anche Susan vive qui da quando vi siete sposati.
-E tu? anche tu vivi qui da quando mi sono sposato con Susan?
Jimmy rise, nonostante tutto in qualche momento tornava il grande Robert...
-No... io ho sempre vissuto a casa mia, è da circa 15 giorni che dormo qui perchè Susan non ce la fa, e tu tutte le mattine fai così.
Robert pensò... ma davvero non ricordava nulla... 15 giorni? ma 15 giorni fa erano arrivati da Milwuakee e allora Kyra dov’era? ed i suoi genitori?
-Dov’è Kyra? ed i suoi genitori?
Jimmy abbassò lo sguardo, ecco, era giunto al punto più difficile...
-Robert non esiste nessuna Kyra... è solo frutto della tua fantasia... hai battuto forte la testa avevi un’ematoma nel cervello... ma ora va tutto bene, non agitarti e vedrai che sistemiamo tutto... tornerà tutto come prima... e ti ricorderai tutto.
-Ma cosa stai dicendo! L’hai conosciuta anche tu Kyra quando eravamo a Miami...
-Robert mi dispiace davvero... ma non siamo andati a Miami... siamo ad ottobre, sei tornato da poco dal set di New York...
Robert iniziò a tenersi la testa tra le mani, doveva essere impazzito, cosa stava succedendo? l’avevano drogato? non poteva essersi inventato tutto... Susan entrò nella stanza con un vassoio su cui portava delle uova strapazzate, della pancetta e un bicchiere di succo d’arancia. Jimmy si alzò dalla poltrona dicendo che andava a vestirsi ed al suo posto si mise a sedere Susan
-Vuoi mangiare qualcosa?
-No. Voglio che te ne vai!
-Robert... non puoi continuare così... non mangi niente, e non ti rimetterai se continui così...
Passandosi le mani tra i capelli Robert sentì un punto in cui solo avvicinandosi con le dita il dolore si faceva molto intenso
-Non toccare, ci sono i punti...
Robert si alzò ed andò in bagno, restò scioccato, il suo viso era segnato da tagli, graffi e riusciva ad intravedere i punti in testa anche se non del tutto visto il punto in cui si trovavano. Susan lo raggiunse li, restò sulla porta a guardarlo con un espressione dispiaciuta e triste dipinta in volto.
-Vuoi che ti racconti cosa è successo?
Robert la guardò, poi riguardò la sua immagine riflessa nello specchio ed annuì
-Vieni siediti, mentre tu mangi io te lo racconto...
Robert la seguì e si mise a sedere mentre Susan allungava il piatto posato sul tavolino nella sua direzione per fargli capire che se non mangiava non avrebbe iniziato a raccontargli i fatti accaduti. Appena Robert prese la forchetta e mise in bocca in primo boccone di uovo Susan aprì il cassetto del comodino e ne tirò fuori una rivista ma non glie la mostrò, la tenne in mano
-Io non c’ero... ma mi hanno raccontato... Stavi andando a correre, prima di arrivare alla spiaggia un auto ti ha investito... sei rimasto privo di coscienza e ti hanno portato in ospedale.
Susan interruppe il racconto guardando l’orologio, lasciò la rivista sul tavolo e prese uno dei flaconi sul comodino e passò a Robert due pillole mentre lui stava guardando l'immagine della copertina di quella rivista che tra i titoli riportava il suo nome e una fotografia di lui sdraiato a terra mentre i paramedici si prendevano cura di lui titolando "Robert Downey Jr! Non sono le immagini del suo nuovo film... questo set è la vita vera. Grave incidente!"
-Sono per il dolore... se non le prendi tra un po’ la testa inizierà a farti molto male...
Robert non disse nulla, quel dolore aveva già iniziato a farsi sentire sempre più forte ma non aveva voluto pensarci, prese il bicchiere con il succo e ne bevve un po’ per mandare giù quelle pillole
-In ospedale ti hanno operato d’urgenza perchè avevi un ematoma che ti schiacciava il cervello per quello hai i punti li... e quando sono arrivata dormivi. Non hai ripreso conoscenza per un paio di giorni e temevamo il peggio, poi, ti sei svegliato ma non ricordavi... e hai continuato a non ricordare anche nei giorni seguenti...
-Io ricordo benissimo! Ricordo...
-Ricordi Kyra lo so...Ma Robert tu non conosci nessuna Kyra... Jimmy non conosce nessuna Kyra...
-TU NON CAPISCI! Io la amo! non me la sono inventata!
-Robert non agitarti, ti fa male...
Robert si infilò un paio di scarpe e prese il cellulare dal comodino, fece scorrere la rubrica e le chiamate ma non c’era il numero di Kyra.
-Dove vai Robert?
-Esco.
Robert scese le scale seguito da Susan fino al garage dove aprì lo sportello di un’auto e si mise a sedere cercando le chiavi nel cruscotto.
-Robert dove vuoi andare? Devi riposare...
-Dove sono le chiavi dell’auto?
J-Robert non puoi guidare, le chiavi ce le ho io.
-Allora sali ed accompagnami!
S-Robert, devi farti forza, non puoi reagire così ogni giorno... il dottore ha detto che tra qualche giorno tutto tornerà alla normalità ed il tuo cervello riprenderà le sue funzioni e... ricorderai...
-Jimmy ho detto sali ed accompagnami!
J-No Robert, ti sei già reso ridicolo troppe volte, oggi no.
Robert scese dall’auto e fece sbattere lo sportello prendendo poi a calci lo stesso, premette il pulsante rosso al muro che apriva la porta blindata del garage e non appena fu aperta abbastanza prese la citybike ed il caschetto ed uscì spingendola a mano
J-Robert.... cosa pensi di risolvere?
S-Tesoro torna qui, parliamone...
-Andatevene affanculo tutti e due...
Salì sulla bici, si allacciò il caschetto un po’ più largo del solito perchè nonostante l’imbottitura i punti gli facevano un gran male appena venivano toccati dal caschetto e partì. Prese la strada principale fino ad immettersi nella pista ciclabile, pedalò velocemente nonostante si rese subito conto di essere molto fuori forma, l’adrenalina lo aiutò, arrivò sotto casa di Kyra e lasciò cadere la bici a terra iniziando a camminare sul marciapiede verso il portone. Suonò più volte il campanello ma non rispose nessuno, attraversò la strada per vedere l’appartamento da un altra prospettiva ma vide che le tende erano chiuse non si vedeva all’interno, dove poteva essere a quell’ora? riprese la bici ed andò al pub, provò ad aprire la porta ma niente, si schermò gli occhi con le mani appoggiandosi alle vetrate per riuscire a vedere all’interno, non c’era nessuno. Si rimise in sella ed andò al molo, un ragazzo all’ingresso del pontile lo bloccò subito e non gli permise di raggiungere le barche ormeggiate
-Devo andare ad una barca ormeggiata per vedere se c’è la proprietaria...
-Mi dica il nome del proprietario o della barca...
-Kyra Johnson...
-Mi lasci controllare, ...mi spiace ma la signora non ha lasciato nominativi che possano entrare...
-Mi vuole dire almeno se Miss Johnson è qui ora?
Il ragazzo lo guardò poi controllò tra le chiavi sperando di togliersi dai piedi quell’uomo
-No, le chiavi sono qui... quindi Miss Johnson non è alla barca.
Robert si rassegnò ed uscì dalla marina, recuperò la bici e decise di tornare sui suoi passi e vedere se era rientrata a casa, era quasi ora di pranzo... ma nulla. Al citofono non rispondeva nessuno, attraversò di nuovo la strada per vedere se le tende erano state aperte, vide però uscire dal portone una signora di mezz’età la raggiunse
-Signora mi scusi, sto cercando Kyra Johnson, abita nel suo palazzo
-Mi dispiace ma non la posso aiutare mi sono trasferita da poco, e non conosco nessuno.
-Grazie lo stesso, è stata molto gentile...
Robert si mise seduto sul marciapiede, cosa poteva fare? dove poteva essere??? la testa gli faceva male da impazzire, non riusciva nemmeno a guardarsi attorno perchè la luce forte del sole gli faceva sentire ancora più dolore per quanto potesse essere possibile. Il suo cellulare iniziò a vibrare
-Che vuoi?
-Robert dove sei? ti vengo a prendere....
-Sono vicino a Marina del Rey...
-Ho capito dove sei, aspettami li che arrivo.
Qualche minuto dopo vide il pick-up di Jimmy spuntare nella via, si fermò vicino a lui, caricò la bici nel cassone e diede una mano a Robert ad alzarsi
-Andiamo, ti offro un caffè...
-Non l’ho trovata Jimmy...
-Lo so Rob... lo so...

Le tende dell’appartamento si aprirono e Kyra lo guardò salire sull’auto e partire.
Si fermarono ad un chiosco sulla spiaggia, scesero entrambi dall’auto e presi i due bicchieri di caffè si misero a sedere sul muretto che delimitava la spiaggia dalla passeggiata.
-Mi dispiace per prima Robert.. volevo solo risparmiarti questa delusione...
-Dispiace anche a me, me la sono presa con te e Susan ma tu, lei non ne avete colpa...
Robert sorseggiò il caffè e si massaggiò le tempie, Jimmy notò che era dolorante
-Prendine due...
Disse passandogli il flacone degli antidolorifici. Robert stremato dal dolore ne prese un paio senza pensarci due volte.
-Com’è possibile che mi sia immaginato tutto?... sono impazzito?... vedo gente che non esiste...
-A dire la verità quella donna esiste...
Robert guardò Jimmy restando a bocca aperta in attesa di ricevere ulteriori notizie
-Sì esiste, ma tu non la conosci... io non la conosco... E’ una fotografa famosa, vive a Venice quando non gira il mondo... probabilmente hai visto qualche articolo su di lei su qualche rivista e ti è rimasta impressa, non c’è altra spiegazione...
-Non è possibile, forse io la conosco e tu no...
-Robert negli scorsi giorni mi hai detto la stessa cosa, così ti ho accompagnato perchè sei voluto andare a casa sua, lei ci ha ricevuti dopo che le ho detto cosa ti è successo. Kyra ti ha detto che non ti conosce... e tu hai dato di matto, hai iniziato ad urlare cose senza senso...tipo “dimmi che non mi hai amato? mai?” eri in preda ad una crisi di nervi, poi ti sei lasciato cadere sul suo pavimento restando appoggiato ad un muro con la schiena e sei scoppiato a piangere, lei era dispiaciuta, spaventata ed anche un po’ in difficoltà... ma mi ha spiegato che era fuori città, e non è possibile che vi siate incontrati e ...poi se lo ricorderebbe...perchè tu... bhè... tu sei tu.
-Non può essere... ho bisogno di parlarle... chiederle scusa... ma come ho potuto comportarmi in quel modo?
-Avresti fatto lo stesso anche oggi se l’avessi trovata... devi darti del tempo, recuperare... Che ne dici se prima di parlarle ti sistemi un po’ così forse non penserà che sei un pazzo maniaco?
Robert non era disposto ad aspettare, ma poi ripensò a quando si era guardato allo specchio spaventandosi di se stesso... forse Jimmy aveva ragione... restò in silenzio a guardare le persone correre sulla spiaggia
-Robert non ti sto dicendo di non vederla, di non parlarle mai più... ti sto solo dicendo recupera e cerca di ritrovare i tuoi ricordi... e poi, quando sarai più sereno andrai a parlarle...
-Io ho un sacco di ricordi... e sono così reali... e tu mi vieni a dire che sono solo frutto della mia immaginazione? come è possibile? non è possibile...
-Io non posso spiegartelo ma conosco qualcuno che sarà felice di spiegarti esattamente come funziona, che ne dici? è una donna straordinaria, ti piacerà, vedrai che parlare con lei ti farà bene...
-Ok ma poi mi aiuterai a parlare con Kyra?
-Dovessimo inseguirla fino in Patagonia.... ti prometto che ti ci farò parlare... ora andiamo... devi riposare e più tardi facciamo in modo che Monique abbia tempo per te..
-Ok...
Si alzarono e raggiunsero il pick-up, Jimmy aprì la portiera a Robert, ma lui si fermò a guardarlo prima di salire
-Jimmy io sono sicuro dei miei ricordi... non me li sono inventati...
Jimmy annuì, appena salì si mise al posto di guida e mise in moto riportandolo a casa.
Robert si sdraiò nel suo letto nella penombra, quella penombra che gli consentiva di provare meno dolore alla testa, poco dopo Jimmy lo raggiunse per avvisarlo che avrebbe visto Monique per parlarle di tutti i suoi ricordi oggi stesso.
-Non voglio vederla qui... Chiedile se possiamo vederci altrove ma non in uno studio da strizzacervelli...
-Ok ci penso io... tra un paio d’ore usciamo ok?
Robert annuì, Jimmy lo lasciò solo a riposare un po’ ma poco dopo entrò nella stanza Susan.
-Che ne dici se ce ne andiamo qualche settimana in Italia appena avrai passato la visita di controllo? potrebbe essere positivo, rilassarti un po’, staccare da tutto..
-Non so Susan... io voglio stare da solo... Ho bisogno di spazio, a questo proposito vorrei chiederti se mi puoi lasciare... tranquillo...La tua presenza non mi aiuta, c’è qualcosa che non va... Io non ti amo... non voglio girarci intorno... è meglio se mettiamo la parola fine a questa relazione, è troppo tempo che va avanti per apparenza...
-Andrò qualche giorno dai miei con il bambino... poi ci penseremo... non prendiamo decisioni affrettate vuoi?...sei sicuro di non aver bisogno di aiuto?
-Grazie... Non credo di aver bisogno d’aiuto, c’è Jimmy, i domestici... me la caverò.
Susan uscì dalla stanza raggiungendo la tata e Exton mentre Robert fece quattro passi in casa infine si mise a sedere alla scrivania nel suo studio. Accese il pc e digitò le uniche parole che per lui avevano un senso “Kyra Johnson” attese che la ricerca mostrasse le immagini e la vide, bellissima come sempre, lesse le ultime notizie su di lei, la davano in Brasile, stava facendo delle foto nelle favelas di Rio de Janeiro. Non riusciva a chiudere quella fotografia, il suo primo piano proprio perfetto come lo ricordava sorrideva appena. Lasciò li aperta quella schermata con quel viso che lo guardava e guardò la sua cartella clinica, lesse tutti i documenti relativi alla sua operazione e ne cercò altre notizie online, voleva capire cosa gli fosse successo, se effettivamente quella disfunzione nella sua memoria fosse normale e reversibile...ma tutti quei termini medici gli fecero tornare il mal di testa, cercò il flacone con le pillole in tasca e ne mise un paio in bocca alzandosi poi a prendere una bottiglia d’acqua nel frigobar. Si appoggiò allo stipite della porta finestra da cui riusciva a vedere l’oceano, bevve un altro sorso d’acqua e poi chiuse gli occhi, si rifugiò nel suo ultimo ricordo di Kyra, il rientro con il piccolo Exton accoccolato stanco per il gioco in spiaggia e poi l’amore... il loro amore, no. Non poteva aver sognato... era vero. ne era sicuro...
-Robert quando sei pronto possiamo andare...
-Due minuti e arrivo...
Tornò nella sua camera, si mise le scarpe e si tolse la felpa ed indossò una maglia a mezze maniche, prese una giacca e un cappello e raggiunse Jimmy.
Salirono in auto, Jimmy lo accompagnò fuori da un pub che si trovava a qualche isolato dallo studio di Monique. Appena ebbe parcheggiato l’auto entrarono e si misero a sedere, Jimmy ordinò una birra mentre Robert prese un bicchiere d’acqua, con quelle pastiglie non voleva fare sciocchezze.
-Jimmy che puntualità!
-Monique! che bello rivederti! quanto tempo è passato?
-Parecchio ma stavolta non è tutta colpa tua! E tu... devi essere Robert...
-Sì sono io, o quel che ne rimane...
Monique sorrise e prima che potesse cercare uno sgabello libero per mettersi seduta con loro, Jimmy si alzò e le lasciò il suo posto
-Siedi qui... io vado a sedermi laggiù voglio vedere la partita...
Monique sorrise e si mise a sedere, ordinò da bere e si rivolse a Robert.
-Quindi che succede?
-Sono qui per chiederlo a te...
-Sei venuto dalla persona giusta...
Sorrise, Monique allungò la mano con il bicchiere in attesa di fare un brindisi
Parlarono per qualche ora, o meglio, Robert parlò di se, di ciò che ricordava, di ciò che gli era successo e non riusciva a capire come potessero essere dei sogni quei ricordi così vividi nella sua mente, e perchè non ricordava nulla di determinate cose ma quei ricordi di Kyra li ricordava al suo risveglio?
Monique per lo più restò ad ascoltare, solo in alcuni casi rispose alle domande di Robert, e gli spiegò che sarebbe potuto anche succedere che un mattino si sarebbe svegliato e non avrebbe ricordato nulla di Kyra e di ciò che pensava di aver vissuto con lei... perchè quella fase transitoria era dovuta alla compressione di quella parte di tessuto celebrale, ma non appena fosse “guarita” dall’operazione a cui era stato sottoposto era molto probabile che quei ricordi sarebbero spariti. Robert non era felice di quella notizia, non voleva dimenticare, quella era la sua vita, era quella la cosa che l’aveva reso davvero felice per la prima volta dopo tanto tanto tempo e non la voleva perdere... non voleva che quei ricordi meravigliosi sparissero... doveva fare qualcosa, forse scriverli, si li avrebbe scritti, e non sarebbe andato a dormire finchè non avesse scritto tutto ciò che non voleva dimenticare. Monique gli raccontò di alcuni pazienti e dell’evoluzione del loro stato, e che era certa che a breve tutto si sarebbe sistemato perchè nulla dalle analisi che le aveva mandato Jimmy faceva pensare che ci fosse qualcosa che non andava in lui, avrebbe dovuto solamente riposare, nutrirsi e tutto si sarebbe risolto e avrebbe potuto tornare presto alla sua vita di sempre.
Robert la ringraziò, anche se non tutto ciò che gli aveva detto gli piaceva, ma avrebbe messo in pratica i suoi consigli... Una cosa però lo addolorava, anche per lei, quei ricordi erano solo frutto della sua mente...
Monique lo salutò, aveva ancora un paio di visite da fare in studio, così si alzò e dopo esser passata al tavolo di Jimmy a salutarlo se ne andò.
Jimmy lo raggiunse mentre Robert lasciava qualche banconota sul bancone e si alzava per andarsene
-Torniamo a casa?
Robert annuì e restò in silenzio fino a che non furono a casa. Entrò nel suo studio, prese il pc portatile ed andò in camera sua, mentre Jimmy andò in cucina alla ricerca della domestica per far preparare la cena.
Quella sera Robert la passò al pc, si mise seduto sul letto e raccolse i suoi ricordi su un foglio elettronico così da poterlo rileggere se un giorno quei ricordi fossero spariti. Qualche ora più tardi Jimmy bussò alla porta, ed entrò con un vassoio su cui aveva portato la cena. Robert sentiva lo stomaco totalmente chiuso, avrebbe voluto dirgli di portare via quel cibo, ma poi si rese conto che non poteva sperare di migliorare il suo aspetto se non si nutriva... Così chiuse il portatile e lo posò sul letto mentre si sedeva al tavolo per mangiare qualche boccone, Jimmy vedendolo disposto a mangiare senza forzature quasi si commosse.
-A cosa stai lavorando?
Chiese indicando il pc
-Ai miei ricordi... non voglio più vivere giornate come questa...
-E come pensi di fare? ...Non dipende da te...
-Già... ma stasera mi lascerò un messaggio sul comodino, domattina leggerò cosa ho scritto e forse riuscirò a contenere l’ansia e la disperazione...
-E’ una buona idea, come ti è venuta?
-Monique mi ha detto che dei pazienti fanno così... provare non costa nulla...
-E’ un ottima idea... Scriviti anche che dormo nella stanza degli ospiti se hai bisogno puoi venire a svegliarmi ok?
-Ok buona notte.
Robert bevve mezzo bicchiere di latte e si rimise al lavoro al pc. C’erano cosi tante cose da ricordare che decise di elencarle tutte a grandi linee l’indomani mattina avrebbe continuato ad approfondire ogni punto. Spense il pc e si scrisse un post-it sul quale si scrisse “come prima cosa leggi il file “Kyra” e lo siglò così che domani si potesse rendere conto che non era un complotto e che quel messaggio lo aveva scritto lui. Prese le pillole e si mise a letto spegnendo la luce.
-Buona notte amore mio...

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** 41 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Quattro mesi dopo
Quel mattino Kyra si svegliò presto, quando il suo cucciolo iniziò ad abbaiare insistentemente capì che era ora di portarlo fuori a fare una passeggiata se non voleva che le allagasse di nuovo casa. Sì alzò e si infilò una tuta da ginnastica, si sciacquò il viso e recuperò il guinzaglio, i sacchetti per i suoi bisogni e qualche dollaro per il caffè.
-Andiamo stress! Dobbiamo lavorare un po’ sugli orari se vogliamo che questa relazione funzioni... chiaro?
Si stava chiedendo ancora come aveva fatto a lasciarsi convincere ad adottare quel cucciolo (cresciuto) abbandonato a se stesso da qualche turista. Fecero diverse tappe quel mattino ed infine furono pronti per la passeggiata in spiaggia, appena furono in una zona della spiaggia in cui non c’era nessuno che giocava al pallone da rincorrere (cosa irresistibile per lui) lo lasciò senza guinzaglio libero di correre un po’. Nel frattempo Kyra correva tranquilla guardando l’oceano e di tanto in tanto controllava che il cane non desse fastidio a nessuno e che non si allontanasse troppo.
Le settimane erano passate velocemente, Robert aveva ripreso ad allenarsi e l’intervento che aveva subito era ormai solo un ricordo.
Le cose con Susan non si erano sistemate, nonostante la sua richiesta di attendere nelle decisioni alla fine Robert prese la decisione che gli parve più naturale e chiese il divorzio. Susan dispiaciuta per come erano finite le cose tra loro gli concesse di tenere Exton con se ogni volta che lo desiderava senza alcun limite.
Il ricordo di Kyra era svanito qualche giorno dopo aver preso la decisione di creare quel file con i suoi ricordi. Inesorabilmente dimenticò tutto, leggendo quel file non riusciva proprio a ricordare nulla... tanto che un mattino Jimmy decise di buttare quel post-it prima del suo risveglio per evitare che passasse le sue giornate a leggere quei ricordi o a cercare online notizie di quella donna di cui non ricordava più nulla.
Robert ora si accingeva a riprendere il lavoro, e dopo parecchio tempo quel mattino decise di andare a correre sulla spiaggia, prendersi un cappuccino al bar come non faceva da tempo. Fu quello ciò che disse a Jimmy che fu sollevato di vederlo ripartire con la grinta che lo aveva sempre contraddistinto.
Certo la sua vita era cambiata radicalmente da quando Susan non faceva più parte della sua vita privata, ma, anche se era solo si sentiva bene... ogni tanto diceva a Jimmy che si sentiva strano come se gli mancasse qualcosa, qualcuno... ma poi riprendeva a vivere le sue giornate come faceva prima dell’incidente.
Sì mise il solito abbigliamento sportivo e scese pronto a mimetizzarsi un po’ per correre senza paparazzi al seguito. Già da un po’ Jimmy aveva smesso di accompagnarlo, in fondo ora stava bene, il ricordo dell’incidente era tornato, mentre altri ricordi erano spariti, non soffriva più di quei mal di testa che l’avevano tormentato e le visite di controllo per l’operazione erano terminate, non c’era quindi nessun motivo per cui tenerlo sotto controllo.
Uscì, la giornata prometteva bene, c’era il sole ed una leggera brezza soffiava rendendo la corsa molto più piacevole. Da quando aveva ripreso ad allenarsi non si spingeva al massimo, ancora non si sentiva al top così continuava a correre per una mezzora per poi passare alla camminata veloce. Raggiunse il chiosco, prese il suo cappuccino ed una bottiglietta d’acqua che si mise in tasca. Avevano appena consegnato dei grandi biscotti d’avena con delle grosse gocce di cioccolato se ne fece incartare uno e tornò sulla spiaggia. Sì mise a sedere poco più in la, dove la passerella terminava, bevve un sorso di caffè e si sdraiò con il cappello sugli occhi a godersi il calore del sole e il suono delle onde che si infrangevano pochi metri più in la, d’un tratto si ricordò del biscotto, infilò la mano nella tasca del giubbotto e lo tirò fuori portandoselo alla bocca senza aprire gli occhi per morderlo, il suo sapore era davvero ottimo ed il profumo del cioccolato era molto intenso, era un immenso piacere, ne mangiò circa una metà, poco dopo sentì qualcuno rubagli il biscotto dalle mani, sollevò il cappellino dal viso e vide un cane, un labrador di un color miele pulito, curato e molto goloso che scodinzolava attorno a lui cercando di prendere anche l’ultimo pezzo di biscotto che gli era rimasto in mano, Robert si mise seduto e gli porse il biscotto
-Ciao cucciolone, è buono vero? come stai? vieni qui... piacciono anche a te i biscotti d’avena? Mi dispiace ma il biscotto è finito ed io non ho altro da darti...anche se non credo che ti faccia bene tutto questo zucchero...
Il cane iniziò a leccargli le mani e per un paio di volte riuscì a raggiungergli il viso scatenando le risa di Robert
-Lo scusi! Ehi tu, vieni qui... Ora si che ti sei giocato i tuoi privilegi! Torni al guinzaglio mio caro!
-Ehy non ci siamo ancora presentati... non è un po’ prematuro il guinzaglio?
La donna trascinò il labrador un passo indietro così che la smettesse di leccare quell’uomo e gli agganciò il guinzaglio al collare, Robert sollevò di più il cappellino rivelando il suo volto, lei lo guardò e sorrise.
Da quanto tempo non vedeva quegli occhi? Stava meglio... stava bene...
-Mi dispiace davvero molto... solitamente non si comporta in questo modo, anzi, diciamo che di solito non si avvicina a nessuno...
-Evidentemente io gli sono molto simpatico, o il biscotto era davvero buono...
Robert si alzò spolverandosi i pantaloni dalla sabbia. Prima che Robert distogliesse lo sguardo da quella donna il cucciolotto pensò bene di dissetarsi rovesciando il suo cappuccino, lui se ne rese conto solo quando la sentì rimproverare il cane
-Ma che ti prende oggi!!! domani si torna al corso di addestramento! Come posso farmi perdonare? sono davvero mortificata...
-Potresti... offrirmi...un cappuccino...
-Certo... con piacere!
-E’ un bel cucciolone.... come si chiama?
-Bob...
-Io sono Robert... e tu?
-Piacere Robert... io sono Kyra
-Venite spesso qui?
-Sì quando siamo a Venice corriamo qui tutte le mattine...
Robert si fermò solo un passo per poi riprendere a camminare al suo fianco... Kyra, quel nome, dove l’aveva già sentito?
-Penso che ci vedremo spesso, anche io quando posso corro su questo tratto di spiaggia...
-Allora cappuccino?
-E un biscotto per Bob....
Kyra sorrise
-Salve, sì, tocca a noi... ci prepara due cappuccini, tu come lo vuoi?
-Con caramello e...
Kyra terminò la frase per lui istintivamente
-E panna montata...tutti e due.
Robert la guardò mentre lei porgeva la banconota e prendeva uno dei due cappuccini portandosi la cannuccia alla bocca
-Ma... noi... ci conosciamo?
Kyra sorrise non poteva dirgli ciò che avrebbe voluto
Robert ricambiò il sorriso, c’era qualcosa in quella donna che lo incuriosiva. La cosa che gli stava piacendo molto è che lo trattava come una persona normale e non come spesso faceva la gente quando lo incontrava.
-Ci stiamo conoscendo ora... questo non conta?
-Se non mi inviti a cena... no...
Kyra rise, non era cambiato affatto, la osservava sorridendo da dietro gli occhiali da sole attendendo una risposta con il fare irriverente che conosceva bene con il quale riusciva sempre a farsi dire di sì.
Prese uno dei pennarelli con cui le ragazze della caffetteria scrivevano le ordinazioni sui bicchieri e prese la mano libera di Robert e scrisse il suo numero di telefono sul palmo della sua mano, Robert continuò a fissarsi la mano anche quando Kyra l’aveva lasciata
Era uscita dalla caffetteria e stava versando dell’acqua fresca a Bob in una ciotola, la raggiunse
-Questo significa che verrai a cena con me?
-Significa che puoi chiamarmi
Robert raggiunse il cestino dei rifiuti e butto il bicchiere del cappuccino finito, il telefono di Kyra iniziò a suonare insistentemente mentre Robert la raggiungeva, Kyra si alzò in piedi scusandosi con lui per il telefono che li aveva interrotti e rispose
-Sì?
-Ora mi dirai dove devo venire a prenderti?
Sì voltò di scatto verso Robert che sorridente parlava al telefono con lei
-Marina del Rey...33 28 th Place alle 6?

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** 42 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Non poteva credere a cosa aveva appena fatto. Aveva un appuntamento con Robert... Sarebbe riuscita a gestire una serata con lui senza forzature? Non ne era certa, probabilmente sarebbe stato l’appuntamento più difficile che avesse mai dovuto affrontare, ma non era disposta a rinunciarvi. Erano passati mesi, non l’aveva più visto, Jimmy e Susan l’avevano tenuta al corrente dei suoi miglioramenti ma non aveva potuto avvicinarsi a lui. Ora il fato aveva voluto che le loro vite si incrociassero di nuovo... aveva il diritto di essere felice per quell’opportunità? Sì, si rispose mentalmente. Se si erano incontrati di nuovo forse c’era ancora un capitolo nella loro vite e questo era ancora tutto da scrivere.
Robert chiuse il telefono e mise fine a quella chiamata con un grande sorriso sulle labbra. Lei era così bella, non poteva credere che avesse accettato di uscire a cena con lui. Sì, era sempre lui, Robert Downey Jr., uno degli attori più belli di Hollywood ma lei lo guardava come fosse un uomo comune, un po’ come del resto si sentiva lui da quando aveva subito quell’incidente, stare lontano dalla parte mondana della sua vita, stare lontano dalle scene per tutti quei mesi lo aveva fatto sentire ancor di più una persona comune. Da tempo la sua vita era semplice. Era un uomo comune ed era felice di esserlo.
-Hai già cambiato idea e stai pensando ad un modo per scaricarmi?
Robert rinvenne dai suoi pensieri
-Non ci conterei troppo fossi in te...
la seguì mentre tornava in spiaggia lasciando Bob libero di correre ancora un po’ mettendosi seduta poco lontana da dove aveva scelto di sedersi lui
-Posso farti una domanda?
-Certo... dimmi.
-Tu sai chi sono vero?
Kyra sorrise ma non rispose, cercò di capire dove voleva andare a parare con quella domanda
-Sono una persona... famosa... te lo dico perché, anche in questo istante qualcuno potrebbe scattarci delle fotografie e questo potrebbe metterti in imbarazzo... Volevo solo che tu lo sapessi perché mi dispiacerebbe metterti ....in difficoltà
-Poche cose possono mettermi in difficoltà oramai, e finire su una rivista di gossip o uscire a cena con te non sono nella lista. Per me sei solo Robert e niente più. Sempre che per te questo non sia un problema...
-Assolutamente no! è quello che voglio... cioè ...è quello che sono... solo me stesso con una vita complicata dalla celebrità...
-Tutti abbiamo le nostre piccole complicazioni....
-La tua qual è?
-La mia?... la mia è Bob!
-Preferiresti non averlo? ma allora perché hai un cane?
-Non è stata una scelta vera e propria, entrambi avevamo bisogno di qualcuno accanto... ci siamo trovati qui sulla spiaggia... eravamo entrambi affamati d’affetto. Lui era stato abbandonato ed io beh...
-E tu?
-Diciamo che siamo stati la cosa migliore che poteva capitarci... per entrambi...
Robert capì che quella risposta celava qualcosa di cui non voleva parlare... in fondo lui era un estraneo... non poteva pensare che si aprisse a lui e le raccontasse la sua vita...
-Anche io sto uscendo da un periodo nero... ho avuto un incidente, un operazione complicata al cervello e ora finalmente tutto sembra essere tornato alla normalità
-Quasi tutto...
-Come scusa?
-Non credo che invitassi le donne che incontravi in spiaggia a cena... o sbaglio?
Kyra si morse la lingua doveva fare più attenzione “ma che ti prende! diamine chiudi quella boccaccia!”
Robert sorrise, effettivamente era la prima volta che si concedeva quel genere di libertà, non avrebbe mai messo in discussione il suo matrimonio con Susan anche se le cose non funzionavano... Solo dopo l’operazione aveva preso coscienza di quel rapporto insano che si trascinava da troppo tempo e aveva deciso di mettervi fine. Susan si era occupata di tutto con il loro avvocato, lui aveva dovuto solamente firmare i documenti.
-Tutto bene?
-Oh sì pensavo a dove posso portarti a cena...
-Ah stai proprio pensando a tutto...
-Non vorrei rimanessi delusa... Cosa ti piace?
-Mi piacciono le cose semplici... hai detto di essere una persona semplice giusto? quindi questo non dovrebbe metterti in difficoltà...
Kyra non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi di Robert e quando lo distoglieva si ritrovava a fissare le sue labbra. Robert guardava Bob correre lungo la spiaggia e di tanto in tanto tornava vicino a lui per lasciargli bastoncini che raccoglieva nella sabbia così che lui li lanciasse di nuovo donandogli ad ogni riporto un sacco di coccole che Bob apprezzava molto.
-Vada per le cose semplici...Sono un esperto di cose semplici!
Kyra scoppiò a ridere nel sentire quell’affermazione e Robert rise con lei mentre cercava di convincerla
-Vedrai ti stupirò!
Kyra ripensò a diversi momenti del passato prima di smettere di ridere
-Ne sono certa... Ora noi dobbiamo andare...
Kyra richiamò Bob lo agganciò al guinzaglio, si alzò e si spolverò della sabbia. Anche Robert la imitò anche se era dispiaciuto che dovesse già andare, avrebbe voluto restare ancora un po’ li con loro. Kyra si mise una mano davanti agli occhi per proteggersi dal sole mentre cercava di guardarlo attraverso la poca ombra che si era creata sugli occhi
-Allora a più tardi...
-33 28 th Place.
Kyra sorrise e si incamminò nella direzione che l’avrebbe riportata a casa
-Esatto... ci vediamo alle 6.
Robert la guardò allontanarsi qualche passo poi alzò la voce per esser sicuro di venir sentito
-Arriverò un po’ in anticipo...
Kyra si voltò verso di lui continuando a camminare all’indietro, l’aveva sentito
-Diciamo che arriverò verso le 4. 

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** 43 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Kyra rise, Bob-Robert era tornato.
-Chiamami quando stai per arrivare!
Robert la salutò con la mano e Kyra ricambiò prima di voltarsi e continuare a camminare.
Si sentiva il cuore in gola. Avrebbe voluto abbracciarlo, stringerlo forte.
Quegli ultimi mesi le erano scivolati tra le dita così in fretta...I ricordi l’accompagnarono lungo la strada del ritorno mentre i suoi occhi si perdevano nel blu dell’oceano ed il vento le scompigliava i capelli obbligandola a rimettere in ordine le ciocche di capelli corvini che le finivano sul viso. Bob iniziò una caccia al tesoro soffermandosi a scavare una grossa buca, Kyra si sedette a terra vicino alla battigia, dopo quell’incontro sentiva il bisogno di restare ancora un po’ a respirare il vento. Anche se, si era ripromessa di non rievocare quei ricordi finì per ricordare il loro incontro in spiaggia, e le  giornate seguenti che trascorsero insieme, i suoi pensieri ripercorsero ogni istante che avevano vissuto insieme, l’amore che si erano donati fino al momento in cui, rientrando a casa ebbe quell’orrendo incidente. Ricordò come, nel vedere le immagini dell’auto distrutta e delle didascalie scorrere sul televisore rimase pietrificata, Quel colpo di sonno quasi gli costò la vita. I medici lo operarono d’urgenza, lei che non riuscì a bypassare la sicurezza per vederlo, per sapere come stava... finché un paio di giorni dopo Susan si presentò a casa sua per dirle come stava Robert, si era risvegliato ma che non ricordava nulla. Con lei c’era Jimmy al quale Robert aveva confidato la sua felicità. Le chiesero di lasciarlo tranquillo come indicato dai medici. Così Susan le promise che le avrebbe fatto avere notizie di Robert, ma che per il suo bene, dovevano dargli il tempo per riprendersi. Le notizie che le giunsero successivamente non erano positive e Kyra pensò di impazzire, Robert la voleva, la cercava, ed ogni notte il suo cervello si resettava dimenticando tutto ciò che era successo nella giornate precedenti, ripartendo sempre dallo stesso punto. I medici rassicuravano che sarebbe passato e avrebbe dimenticato e ricordato la realtà, ma quando lo vide suonare alla sua porta e precipitarsi in casa sua disperato, mentre farneticava di cose mai successe in Canada, a Miami capì che era tutto vero, la sua mente si era costruita una realtà distorta probabilmente dovuta a quell’ematoma che premeva sul cervello. Solo allora capì che avevano ragione, dirgli la verità l’avrebbe fatto a pezzi... quindi si attenne alle indicazioni dei medici e di fronte a lui non disse nulla. Parlò con Jimmy che l’aiutò più volte a sopportare quelle visite estenuanti che si concludevano sempre con la disperazione di Robert. Finché una mattina, su indicazione della terapista che stava seguendo Robert, lei non aprì la porta e Robert rimase fuori e lo vide poi allontanarsi in auto con Jimmy. Lì capì che non l’avrebbe visto tornare e quella sensazione si tramutò in realtà. Le settimane passarono, diventarono mesi, le telefonate di Jimmy erano l’unico suo modo di sapere di lui, finché quel pomeriggio lui l’andò a trovare e le disse che Robert non ricordava più nulla. Ricordava di aver subito un incidente ma era confuso, ricordò che andava a correre probabilmente un frammento di ricordo conservato perché felice, e poi il nulla. Il resto era stato tutto rimosso compresi i giorni in cui si erano conosciuti e amati. Ora riusciva a dirlo... amati. Fu più giusto e facile per la sua ripresa fargli credere di esser stato investito mentre andava a correre che raccontare la verità sapendo che il mancato ricordo l’avrebbe destabilizzato ancora di più. Jimmy le lasciò una chiavetta usb dove aveva raccolto tutto ciò che Robert aveva scritto di lei e se ne andò. Non ebbe più notizie se non dai giornali che diedero la notizia della sua guarigione, le prime immagini mentre usciva dallo studio del medico per un controllo e successivamente titoli che annunciavano il suo divorzio da Susan che non vennero mai smentite da lei. Ed ora, a distanza di mesi aveva un appuntamento con lui... con quell’uomo meraviglioso che si era fatto amare entrando nella sua vita prepotentemente e che poi ne era uscito senza poterle dire nemmeno un ciao. Le scivolò una lacrima sulla guancia che cancellò con il palmo della mano, in fretta. Quei ricordi le facevano ancora male nonostante aveva pensato di averli superati. Il telefono prese a suonare distogliendola da quei ricordi.
Prese a camminare sulla spiaggia in direzione di casa sua, ma ogni due o tre passi cedeva alla tentazione di voltarsi e guardarla mentre si allontanava con Bob. Si fissò la mano e sorrise da solo. Era davvero molto carina, si rese conto in quell’istante che non le aveva nemmeno chiesto se fosse fidanzata, ma ben presto si rispose “una donna così se fosse impegnata nemmeno ti degnerebbe di uno sguardo”... sorrise di nuovo voltandosi per l’ultima volta prima di prendere la passerella che l’avrebbe portato fuori dalla spiaggia. Non riuscì a vederla, probabilmente si era già allontanata dall’arenile, così si avviò con passo veloce verso casa, li vi trovò Jimmy che lucidava una tavola da surf in garage
-Ehy campione come è andata? hai recuperato un po’?
-Sempre la solita mezzora, però ho rimediato un appuntamento per cena.
-Cosa???
-Che c’è di strano? ho conosciuto una ragazza e l’ho invitata a cena questa sera.
-Ma non la conosci...
-La sto conoscendo ora questo non conta?
Jimmy dovette mollare la tavola e seguirlo mentre saliva le scale due a due per raggiungere la sua camera più in fretta
-E ora che intenzioni hai?
-Che intenzioni ho? Jimmy, nemmeno a 16 anni mia madre mi faceva queste domande... è una bellissima donna, con degli occhi meravigliosi e mi sento felice... che intenzioni ho? di passare una bella serata con lei, e magari convincerla a pranzare con me domani...
-Mi sembri partito per la tangente per essere la prima volta che la vedi non stai correndo troppo? Potrebbe essere una cacciatrice di soldi facili....
-Jim tu non l’ha mai vista non puoi dirlo. Kyra non è così. Non è come quelle...
-Come hai detto che si chiama?
-Kyra, è un bel nome vero?
-Fantastico... e com’è che l’hai conosciuta?
-Il suo cane si è avvicinato e mi ha rubato un biscotto dalle mani, poi lei è arrivata e si è scusata, così mi ha offerto un cappuccino. E sai qual è la cosa strana? mi ha detto che corre sempre su questa spiaggia e io non l’avevo mai vista...Ora penò vado a farmi la doccia mi devo preparare...
-Ok io torno in garage
Robert si chiuse in bagno e canticchiando si infilò sotto la doccia.
Jimmy prese il telefono e scese le scale mentre attendeva che il suo interlocutore rispondesse
-Sono Jimmy... Cosa diavolo sta succedendo?
-Anche per me è un piacere risentirti, sto bene e tu?
-Scusa... Robert è appena rientrato. Cosa è successo?
-Il mio cane si è avvicinato a lui e abbiamo fatto amicizia...
-lo sai che non deve stressarsi
-E da quando sarei diventata fonte di stress? Mi pare di essermi sempre attenuta alle direttive mediche senza mai infrangere le regole
-Non sto dicendo questo... ma non è pronto.
-Sta bene Jimmy, l’ho visto, ci ho parlato... è tranquillo e non vedo come una cena possa creargli dei problemi
-Promettimi che farai attenzione e che se succede qualcosa mi chiami.
-Non succederà nulla che lo faccia agitare. Non ho intenzione di dire nulla che lo possa turbare...ma ti chiamerò se dovesse essercene bisogno.
-Scusami... lo sai, io tengo a lui, voglio solo che stia bene...
-Lo so. Ora dov’è?
-Si sta facendo la doccia ed è in agitazione, si deve preparare per il vostro appuntamento...
Kyra rise
-Ora ti devo lasciare... è meglio che mi prepari anche io... buona serata Jimmy.
-Ti chiamo più tardi...
-Lascerò il telefono a casa... se vuoi ci sentiamo domani.
Jimmy era molto preoccupato. Se Robert avesse ricordato qualcosa? I medici erano stati chiari, Dovevano trascorrere almeno 6 mesi perché si potesse iniziare a “parlare dei suoi ricordi” alla presenza della terapista che lo aiutasse ad affrontare quei ricordi che mancavano con estrema serenità.
-Che ci fai ancora qui? Non dovevi andare a surfare?
Robert si era preparato, Jeans scuri, una camicia bianca ed un giubbotto di pelle nera in mano. Occhiali da sole specchiati
-M’è passata la voglia... Tu? dove stai andando?
Robert sorrise e prese le chiavi della Jeep e ripose un borsone del sedile posteriore
-Devo comprare due o tre cose prima di passare a prenderla...
-Ma è ora di pranzo... non dovevi andare a cena?
-Sì infatti... ma ho un programma speciale e quindi esco ora... non aspettarmi alzato mamma
-Divertente...
Robert rise forte riuscendo a far sorridere anche lui. Salì in auto e partì.
Si immise nel traffico pomeridiano ed inserì l’indirizzo di Kyra nel navigatore, dopo aver organizzato tutto fece partire la chiamata al numero di Kyra
-Forse avrei dovuto chiederti a che ora ceni prima di accettare il tuo invito per stasera...alle 4 non è un po’ presto?!?
-Ciao, lo sò che è presto, ma sai, ho organizzato una cosa, ma non voglio rovinarti la sorpresa però volevo avvisarti di vestirti comoda...
-Comoda? che intendi? tu come ti sei vestito?
Mentre lui le raccontava cosa indossava Kyra aprì l’armadio e s’infilò dei Jeans e le scarpe col tacco, una camicia a maniche corte e prese come consigliava Robert una giacca, che non indossò, fuori faceva caldo poi prese uno zainetto e ci infilò le scarpe da ginnastica.
-Verso che ora sarai qui?
-Bhè diciamo che sono già davanti al Marriot Hotel... quindi direi un paio di minuti? Troppo presto?
-Ah... Ok... due minuti e scendo...
Chiuse la chiamata e guardò l’orario era oltremodo in anticipo ma non era dispiaciuta, avrebbero passato più tempo insieme, solo avrebbe voluto non essersi fermata in spiaggia fino a tardi. Corse in bagno e si legò i capelli. Una semplice coda che le toglieva i capelli bagnati dal collo, pensò che più tardi una volta asciutti avrebbe potuto lasciarli sciolti. Non perse troppo tempo a truccarsi, era abituata ad un trucco minimo che le dava un aspetto naturale.
Prese le chiavi e chiuse la porta dietro di se. Appena lo vide appoggiato allo sportello della Jeep Grand Cherokee non potè non sorridergli, teneva in mano un piccolo mazzo di tulipani bianchi
-Sono troppo in anticipo questi sono per te, mi devo far perdonare.
-Non avresti dovuto... non c’è n’era bisogno...
-Su avanti, accomodati... sennò facciamo tardi!
Kyra scoppiò a ridere, come potevano fare tardi? era pomeriggio...
-Eccoci, pronta per il nostro primo appuntamento?
-Sono curiosa di sapere cosa hai organizzato... non è un po’ presto?
-Ora penserai che sono pazzo... ma mi sono lasciato trasportare un po’...
-In che senso?
-Non hai paura di volare vero?
-No... ma questo che centra?
-Ora ti spiego... qualche anno fa ho girato un film in un posto meraviglioso a poco più di un ora di volo da qui... e volevo tornarci... con te
-E quindi... raggiungeremo questo posto in volo...
-Sì... però non voglio dire altro... è una sorpresa...
-Ok
Robert dirottò la conversazione su di lei, si fece raccontare del suo lavoro ed arrivarono in fretta all’aeroporto. Robert parcheggiò in una zona riservata, scesero e raggiunsero un hangar laterale. All’entrata vennero accolti da un uomo che li salutò e li accompagnò dall’altro lato della struttura dove il loro volo li attendeva
-Ma è un elicottero!
-Già...
Kyra si stava domandando cosa avesse organizzato per quella serata... in fondo lui non la conosceva cosa si era inventato?
Salutò il personale e la raggiunse nei loro sedili, si allacciò la cintura e si voltò verso di lei sorridendo
-Doveva essere una cosa semplice...
-Lo sarà... ma raccontami di te, il tuo cuore è impegnato?
Quella domanda era davvero molto personale...
-Se lo fosse non sarei qui ora... ed il tuo?
-Era impegnato, ma, dopo l’operazione ho divorziato da mia moglie, non andava, mancava l’amore da troppo tempo.
-Mi spiace...
-Non dispiacerti... se così non fosse non sarei qui ora...
Chiacchierarono delle loro quotidianità, e l’ora e mezza di volo passò in fretta, così in fretta che quando atterrarono Robert esplose in un sorriso enorme
-Non sto ridendo di te... sono solo felice che non hai mai guardato dove siamo così la sorpresa... sarà una sorpresa!
Kyra guardò dietro le spalle di Robert ma il sole che stava iniziando a tramontare riempiva quei finestrini di luce abbagliante e non le consentiva di vedere all’esterno, così si alzò e seguì Robert.
Lui le cedette il passo di fronte all’uscita dell’elicottero un uomo l’aiutò a scendere e Robert la seguì.
-Il Grand Canyon?!? Robert siamo al Grand Canyon???
-Pare proprio di sì... ti piace?
-E’... è meraviglioso...
-Vieni, facciamo due passi?
-Non ho le scarpe adatte ma se mi dai una mano ce la posso fare...
-Sì certo appoggiati a me
Kyra si appoggiò al braccio di Robert e così si tolse le scarpe e s’infilò le scarpe da ginnastica.
-Così va molto meglio...
Robert sorrise
-Oh aspetta, stavo dimenticando una cosa...
Robert tornò sui suoi passi e prese un borsone dall’elicottero.
-Ora possiamo andare...  Vieni è proprio qui dietro
Kyra lo seguì e camminando vicina a lui sentì il vento trasportare il profumo di Robert fino a lei. Non lo ricordava, non ricordava quanto le desse alla testa. Quando Robert volse lo sguardo verso di lei perché non aveva risposto si limitò a sorridere
-Ti sei incantata a guardare il panorama?
-Sì... proprio così... scusami, cosa mi avevi chiesto?
-Ti dicevo che se ti piace il posto è questo.
Kyra si guardò attorno e vide quel tramonto restando sbalordita da quei colori mentre Robert stese una coperta a terra
-Ecco... il suo tavolo Miss.
-Wow... questo davvero mi stupisce
-Ti avevo detto che sarebbe stata una cena semplice...
Kyra si mise seduta e lo guardò estrarre dal borsone tutta una serie di contenitori ed infine un paio di lanterne che accese subito visto che il sole oramai era tramontato e due coperte
-Pensi di passare qui la notte? Mancano solo i cuscini...
-No ho anche quelli, aspetta li prendo! ma vedrai che tra qualche minuto sarai felice di avere questa coperta disponibile...
Tirò fuori due piccoli cuscini gonfiabili e mentre li gonfiava continuava a ridere
-Ed ora... ceniamo!
-Hai cucinato tutte queste cose?
-Ehm veramente... è stata la cuoca... ma io li avrei fatti uguali!
Risero
-Ora mangiamo!
La serata trascorse tra chiacchiere e risate di entrambi, in più occasioni Robert abbassò lo sguardo dopo che Kyra gli faceva notare che la stava fissando leggermente in imbarazzo
-Grazie... è stato davvero è un pensiero carino...
-Carino? Solo carino?
Kyra rise...
-E’ stata una serata speciale...
-Ecco così va meglio!
Robert iniziò a riporre i contenitori nel borsone
-Ti do una mano a sistemare
Kyra si inginocchiò sulla coperta e lo aiutò a richiudere tutti i contenitori ed a riporli. Le loro mani si sfiorarono ed entrambi indugiarono un istante prima di separarle.
-Arriviamo!
-Con chi parli?
-Vedi la luce di quella torcia? è il nostro accompagnatore, è arrivato il momento di rientrare.
Raccolsero tutto e poco dopo il borsone era al fianco di Robert chiuso. Solo le due lanterne erano a terra e li illuminavano
-Allora salutiamo il Grand Canyon...
-Devo essere sincero con te, non ho voglia di tornare...Grazie per essere qui... sei tu che hai reso tutto questo speciale...
Robert le prese le mani e si avvicinò lentamente a lei
-Forse dovremmo andare...io...
Robert non le diede ascolto e annullò la distanza tra loro sfiorando le labbra di Kyra con un piccolo bacio, le accarezzò il viso e si sorrisero per quel dolce contatto. Tenne stretta la mano di Kyra, con l’altra recuperò il borsone e le lanterne
-Andiamo prima che decida di lasciarci qui!

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** 44 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Durante il viaggio di ritorno si percepiva un lieve imbarazzo tra Robert e Kyra. Robert si rese conto che aveva seguito il suo istinto e le aveva dato quel bacio senza pensarci un secondo ed ora non poteva dire di essersene pentito, anzi, l’avrebbe baciata ancora anche ora mentre guardava fuori dal finestrino, o mentre chiacchieravano di Las Vegas che stavano sorvolando, ma temeva che il suo gesto fosse stato affrettato, non erano nemmeno 24 ore che la conosceva, pensò che quel gesto avrebbe forse potuto rovinare quella serata. Decise che dovevano parlarne prima che quella serata finisse.

Per un lungo momento ebbe il cuore pronto ad esploderle nel petto. Robert l’aveva baciata. Aveva potuto sentire le sue labbra posarsi sulle sue, un istante che avrebbe voluto non finisse mai. Stavano rientrando, e tra una chiacchiera e l’altra il suo battito si era regolarizzato ma non riusciva a sostenere il suo sguardo. Le pareva che lui riuscisse a vederle dentro ogni volta che la guardava negli occhi. Che potesse percepire i suoi sentimenti.

Arrivati all’aeroporto di Los Angeles erano quasi le 23. Robert accendendo l’auto non sapeva che fare, voleva che quella serata non finisse, non ora, ma lentamente raggiunsero Venice

-Ti va un caffè?

Le chiese fermandosi affianco ad una caffetteria a qualche isolato dall’appartamento di Kyra.

-Sì mi andrebbe

-Torno subito.

Non le diede nemmeno il tempo di scendere che lo vide raggiungere l’entrata di corsa ed uscirne poco dopo con due grossi bicchieri da asporto. Glie li passò dal finestrino e risalì in auto.

-Ti va se lo beviamo al molo?

Kyra annuì e Robert in pochi minuti parcheggiò, alzò un po’ entrambi i finestrini per via del vento e appoggiò le spalle alla portiera per chiacchierare con lei guardandosi come seduti ad un tavolo vista oceano e barche. Bevvero i loro caffè, Kyra gli chiese del suo lavoro, se stava lavorando e quale era il soggetto, mentre lui cercava il momento adatto per chiederle cosa pensava di quel bacio. Unica cosa a cui riusciva a pensare, ma le domande di lei non gli consentivano di portare le chiacchiere in quella direzione. Vennero interrotti dal telefono di Robert che suonò insistentemente, ma lui guardò il telefono e deviò la chiamata alla segreteria

-Jimmy... il mio assistente, vorrà assicurarsi che sto bene... oggi era teso per questa mia uscita...

-Sarà preoccupato per te...

-Sì, sicuramente è questa la motivazione ma... l’avevo rassicurato.

-Si è fatto tardi... forse dovremmo andare...prima che mandi qualcuno a cercarti!

Robert sorrise e maledì quella chiamata, mise in moto e fermò l’auto sotto casa di Kyra. Lei recuperò le sue cose compreso il piccolo bouquet di tulipani bianchi e si preparò a scendere.

-Ti accompagno.

-Non ce n’è bisogno davvero...

-Non sarebbe un primo appuntamento come si deve se non ti accompagnassi alla porta... aspetta ti aiuto

Kyra lo guardò perplessa, ma lo sguardo ed il sorriso di Robert le confermarono che faceva sul serio.  Attese che le aprisse lo sportello e l’aiutasse a scendere.  Le porse la mano e Kyra posò la sua mano su quella di Robert che la sorresse mentre scendeva dall’auto. Kyra si fermò fuori dal portone con le chiavi in mano e Robert abbassò lo sguardò

-Non ci crederai ma mi sento come un ragazzino al primo appuntamento... non so perchè... ma mi fai questo effetto...

Kyra abbassò lo sguardo leggermente imbarazzata e sorridendo

-Ed è una cosa positiva o negativa?

Sentiva il suo profumo, la distanza tra loro non era sufficiente per evitare l’effetto calamita che i loro corpi esercitavano

-Positiva, mi piaci... molto... è come se ti conoscessi da sempre, ma mi rendo conto che forse, prima quel bacio è stato un po’ azzardato... Mi conosci appena e forse tu non

Kyra non gli lasciò finire la frase, si sporse verso di lui appoggiando la mano sul fianco di Robert e lo baciò. Robert lasciò che la passione che sentiva dentro fluisse in quel bacio tenendola stretta a se in un abbraccio che fece aderire i loro corpi. Kyra lasciò che quel bacio gli dicesse quanto l’aveva aspettato e Robert si ritrovò col fiato corto dall’emozione quando quel bacio ebbe fine. Si sorrisero tenendo le loro teste appoggiate l’una all’altra attraverso la fronte

-Questo era un bacio azzardato...

-No Kyra... questo era un bacio perfetto...

-Ora è meglio che salga...O non risponderò più delle mie azioni

Robert rise forte e Kyra con lui sentendolo intrecciare le dita dietro la sua schiena per tenerla più stretta a se, avvicinando poi le labbra al suo orecchio sussurrando piano

-Potresti invitarmi a salire da te...

Kyra si sentì morire sentenogli pronunciare quelle parole seguite da quei piccoli baci che le stava dando scendendo dall’orecchio lungo il collo. Robert aveva deciso di farla capitolare? Un sospiro uscì dalle sue labbra senza che riuscisse a controllarsi

-Robert io...

-Tu?

-Io non so se... non stiamo correndo troppo?

-Ho il fiato corto ma sono quasi sicuro che non centri con la corsa... Non mi sentivo così da non so quanto... e so che non mi conosci ma ti assicuro che non vado in giro a rimorchiare le ragazze in spiaggia per fare sesso... non ne avrei bisogno se solo lo volessi...

-Non volevo dire questo... io

-Dimmi solo una cosa... Ti stò desiderando solo io in questo modo?

Kyra guardò quegli occhi che seri la osservavano in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare

-No...

Robert non attese oltre prese il suo viso tra le mani e la bacio di nuovo con la stessa passione poi le baciò la punta del naso dolcemente

-Dammi quelle chiavi.

Kyra non fece resistenza non poteva...non voleva... Robert prese le chiavi ed aprì il portone, la seguì su per le scale e mentre Kyra cercava di aprire la porta Robert le accarezzava i fianchi mordendole piano il collo, Kyra rinunciò subito a cercare di aprire la porta per voltarsi e baciarlo. Robert sorrise e senza mettere fine a quel bacio prese le chiavi dalla sua mano ed aprì la porta con qualche difficoltà, ma riuscì ad aprirla. Kyra entrò in casa trascinandolo senza accendere le luci lasciandogli solo il tempo di spingere la porta per farla chiudere.

 

Si fermò in centro alla stanza, gli occhi di Robert si abituarono alla poca luce che entrava dalle finestre mentre Kyra tenendolo per mano si avvicinò al divano ed accese una piccola luce. Lasciò la sua mano solo il tempo di richiamare Bob che scodinzolava per la stanza felice del loro rientro e invitarlo ad uscire sulla terrazza. Lui osservò il suo viso, fece scivolare le dita lungo il profilo e si soffermò poco sotto l’orecchio poi con entrambe le mani tolse l’elastico dai capelli di Kyra e li carezzò. Kyra sfiorò il viso di Robert con la guancia, chiuse gli occhi e respirò il suo profumo avvicinandosi con le labbra al collo. Robert sentendo il suo respiro caldo rabbrividì, quella donna era in grado con niente di fargli perdere il controllo, non ricordava di aver mai provato sensazioni tanto inattese ed intense

Kyra lo fece sedere sul divano lui la tirò a se facendola sedere a cavalcioni su di lui. Percorse la schiena di lei con le mani scivolando giù fino ai fianchi mentre la guardava togliersi la giacca e si chinava su di lui per chiedere ancora le sue labbra.

-Come sei bella, sono così felice...mi fai andare in tilt...

Sussurrò Robert, mentre con l’aiuto di Kyra riuscì a togliersi il giubbotto. Kyra poteva percepire chiaramente quanto Robert la stesse desiderando nei suoi baci, nelle sue carezze e nel suo corpo. Lei lo desiderava forse come mai aveva fatto, ma trovò dentro di se la forza per fermare quell’uragano di passione che sentiva dentro di se.

-Robert... aspetta... Non possiamo... non ora.

Robert la guardò era seria, le sue parole risolute

-Ho fatto o detto qualcosa di sbagliato?

-No assolutamente è tutto così dannatamente perfetto...

-E questo è sbagliato? E’ un po’ che non esco con qualcuno ma non credevo che le cose fossero tanto cambiate!

Kyra rise, Robert riusciva sempre ad alleggerire i discorsi seri con quella sua spontaneità che lo contraddistigueva.

Kyra si lasciò cadere sul divano sedendosi affianco a lui che le accarezza le gambe dalle ginocchia fino alle caviglie guardandola sorridendo mentre lei abbracciava il suo braccio e ci si appoggiava teneramente stringendogli la mano

-Ti desidero e... mi piaci...tanto, non voglio che tu lo metta in dubbio... ma ti chiedo di darmi tempo. Prometto che non sarà una lunga attesa... ma, visto che entrambi non cerchiamo una notte di sesso,  voglio che prima tu mi conosca per chi sono.

-Stai rendendo questo primo appuntamento ancora più bello.... quindi questo significa che domani ci vedremo... e anche dopo domani... ci vorrà un po’ per “conoscerti” non sono uno che si ferma alla superficie...

Le baciò la fronte e l’abbracciò

-Non mi chiedere di andarmene via ora...

-Puoi restare tutto il tempo che vuoi...

Si lasciò scivolare ed appoggiò la testa sul bracciolo del divano, Kyra si sdraiò al suo fianco appoggiando la testa sulla sua spalla accarezzando gli addominale che sentiva attraverso la camicia. Robert ogni tanto sospirava per quelle carezze e le accarezzava il viso e il capelli

-Saranno giornate lunghissime!

-Spero di no...

Robert la guardò, era felice per quell’affermazione anche lei voleva portare la loro conoscenza ad un livello superiore... Il telefono di Robert iniziò a suonare, Kyra sollevò appena il capo per guardarlo in viso, non era intenzionato ad alzarsi per rispondere, allungò la mano sporgendosi sopra di lui e raggiunse il giubbotto che era a terra, lo passò a Robert che cercò nella tasche, quando lo raggiunse suonava ancora. Pigiò il tasto rifiuta e lo appoggiò sul tavolino

-Al diavolo Jimmy!

-Forse dovresti rispondere per...

Kyra non fece in tempo a terminare la frase che il telefono riprese a suonare.

Robert lo prese e rispose

-Sono vivo e vegeto e se non si era capito quando ho chiuso la chiamata, te lo dico, stai disturbando.

Kyra non sentiva cosa stesse dicendo Jimmy ma le espressioni di Robert erano molto eloquenti, tanto da farla scoppiare a ridere

-Sì sono ancora con lei, ….a questa domanda non risponderò, ….mi stai mettendo in imbarazzo! ...Stai oltrepassando ogni limite! ora riattacco...Torno quando torno... vai pure a dormire Jimmy.

Chiuse quella conversazione e guardò Kyra

-Perdonami...non si comporta mai in questo modo....non so che gli prende stasera...

-E’ preoccupato per te...non vuole che tu faccia qualche sciocchezza di cui domani potresti pentirti

-Come potrei pentirmi di questo?

Le prese il viso tra le mani e le diede un bacio passionale che le fece sentire le farfalle nello stomaco, se solo Robert non avesse messo fine a quel bacio l’avrebbe amato in quell’istante su quel divano senza che alcun pensiero potesse riuscire a farla desistere da quell’intenzione

-Forse è meglio che vada....perchè tu mi fai perdere la ragione, non ti conosco ma mi attrai come nessuno... Forse quando mi racconterai di te riuscirò a capire cosa mi attrae in te.

Kyra abbassò lo sguardo

-Sì probabilmente lo capirai...

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** 45 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Robert anche se non ne aveva voglia si alzò dal divano, raccolse il giubbotto e si sistemò prima di uscire, si passò le mani tra i capelli che fino a poco prima erano stati accarezzati e scompigliati da Kyra. Lei lo osservava dal divano con un piccolo sorriso che nascondeva l’amarezza per quel distacco. Si alzò e lo accompagnò alla porta, accettò la dolce morsa in cui le braccia di Robert la strinsero a se ed il piccolo bacio che le posò sulle labbra
-Domani mattina mi racconterai di te?
-Domani mattina lavoro... ma possiamo vederci a ora di pranzo...
-Mi mancherai stanotte... e domani mattina... Mi mancherà il tuo profumo
-Anche tu non sai quanto...
-Buona notte Kyra.
-Buona notte Robert.
La baciò e sciolse quell’abbraccio. Uscì ed attese che chiudesse la porta prima di andarsene. Sì sentiva felice, eccitato come mai, era certo che non sarebbe riuscito a chiudere occhio. Raggiunse l’auto e mise in moto canticchiando una vecchia canzone che stavano programmando alla radio. Era molto tardi e poche auto circolavano a quell’ora, così dopo pochi minuti raggiunse casa. Salendo le scale vide la luce ancora accesa nel grande salotto, Jimmy dormiva sul divano mentre in tv programmavano una replica di una partita di football, non lo svegliò. Salì in camera sua sorridendo, l’indomani mattina Jimmy avrebbe capito che era meglio andare a letto che attenderlo sul divano. Si spogliò, ad un certo punto della serata aveva pensato che avrebbe dormito con lei questa notte dopo aver fatto l’amore, ma forse, forse era meglio così. Aveva una voglia smisurata di lei ma se, secondo Kyra era giusto attendere avrebbe atteso. In quel silenzio si trovò a riflettere su come solo qualche mese prima aveva messo fine al suo matrimonio con Susan senza quasi batter ciglio. Ed ora si sentiva al settimo cielo per quelle poche ore che aveva trascorso al fianco di quella donna sconosciuta e bellissima. Giunse alla conclusione di esser stato colpito da ciò che non aveva mai provato. Un vero e proprio colpo di fulmine. Poteva dirsi innamorato di Kyra dopo che la conosceva da meno di 24 ore? era assurdo ma dentro di se sentiva di amarla, come se, la sua vita senza lei finora fosse stata incompleta e non se n’era mai reso conto perchè ancora non sapeva come si stava con lei. Rise di se stesso e di quei pensieri anche se qualcosa dentro di se continuava ad insistere, a riportarlo con la mente a lei... a Kyra.
Kyra prese il telefono e vide che c’era un messaggio di Jimmy, le chiedeva se Robert fosse ancora da lei visto che non rispondeva alle sue chiamate. Non rispose a quella domanda perchè facendo due conti quel messaggio le era arrivato mentre stavano bevendo il caffè al molo, ma gli inviò un messaggio “Ho bisogno di vederti, domani mattina sarò al pub per delle consegne, ti aspetto. Voglio dire a Robert di quando ci siamo conosciuti ed innamorati. Lo so che secondo te è presto, ma non posso mentirgli..”
Jimmy non rispose, evidentemente dopo il rientro di Robert era andato a dormire.
Vide lampeggiare un messaggio sullo schermo, lo selezionò “Non riesco a dormire mi manca il suono del tuo respiro” Kyra sorrise e rispose “Mi stai forse dicendo che russo? da sveglia?!?” “ti sto dicendo che vorrei averti addosso e sentire il tuo respiro fondersi con il mio” “è una bellissima immagine ma cerca di dormire ora o domani dormirai anzichè raggiungermi...sarebbe davvero triste” “mi piace troppo stare con te per addormentarmi... questo potrebbe essere un problema... per te.” “ricordati che ti aspetto. ciao matto”
Lasciò il telefono a caricare e dopo essersi lavata, aprì la finestra a Bob e si infilò a letto.
Cercò di addormentarsi anche lei, anche se, il pensiero di ciò che avrebbero discusso con Jimmy l’indomani mattina la tenne sveglia, per un po’ cercò di argomentare a se stessa perchè era giunto il momento di dire la verità a Robert.
Jimmy si svegliò sentendo chiudere la porta dell’entrata, dopo pochi minuti apparve la cuoca con la spesa, la sua schiena gridava vendetta, si alzò a fatica, una doccia bollente forse avrebbe aiutato i suoi muscoli a rilassarsi, salendo le scale incrociò Robert che scendeva le scale vestito con pantaloncini e maglietta, stava andando a correre? allora era rientrato...
-Buongiorno Jimmy
-Robert perchè non mi hai svegliato?
-Perchè dormivi tanto bene sul divano...
-Scusami per ieri sera... ero preoccupato.
-L’ho capito, l’abbiamo capito tutti, ma, cerca di contenerti ieri sei stato piuttosto inopportuno...
-Cosa stava succedendo? Non dirmi che voi stavate
-Jimmy non finire quella frase... Non voglio che tu mi faccia delle domande di cui poi dovresti pentirti... Ti voglio bene lo sai, ma ora sto bene e devi lasciarmi vivere...
Jimmy annuì, stava bene, lentamente stava tornando il Robert di prima dell’incidente, doveva allentare la presa e tornare al suo ruolo. Lo avrebbe fatto. Gli voleva troppo bene perchè la loro amicizia-collaborazione finisse.
-Buon allenamento...
-Grazie. Ci vediamo dopo in palestra...
Robert uscì ed andò a correre, aveva bisogno di sfogare molta energia che sentiva dentro. La serata con Kyra l’aveva ricaricato. Si sentiva forte e pronto a riprendere la sua vita tra le mani.
Prese il telefono e le inviò un messaggio “Buongiorno, non ho chiuso occhio e ho già voglia di vederti” Kyra vide lampeggiare il messaggio nonostante stesse lavorando, sorrise e rispose “Dormito poco anche io colpa tua ovviamente... temo finiremo addormentati anzichè a pranzare... baci a dopo”
Si rimise al lavoro, i fornitori stavano finendo di consegnare gli approvvigionamenti, doveva solo restare in attesa dell’ultimo camion che per qualche motivo era in ritardo. Sì aprì la porta principale ed entrò Jimmy con il solito abbigliamento pantaloncini e camicia, un cappello e grossi occhiali da sole. Sì mise a sedere sullo sgabello di fronte a Kyra che gli versò una grossa tazza di caffè. Si tolse gli occhiali da sole e la fissò serio con quegli occhi di ghiaccio che aveva imparato a conoscere bene.
-Buongiorno Jimmy, dormito poco?
-Poco e sul divano... sono a pezzi e mi aspetta in palestra...Kyra lo sai come la penso... non puoi non ancora...
Kyra si mise a sedere vicina a lui, bevve un sorso di caffè, non era disposta a perire in quella conversazione.
-Non posso e non voglio mentirgli...
-E che hai fatto fino ad ora?
-Non puoi dire così, lo sai perchè mi sono fatta da parte ed ora le cose stanno tornando al punto in cui stavano...
-Siete andati a letto insieme?
-No. Ma solo perchè prima voglio dirgli le cose come stanno. Non voglio che pensi che gli ho mentito...
-Chi ti assicura che la prenderà bene? Potrebbe arrabbiarsi con tutti noi, potrebbe escluderci dalla sua vita, potrebbe non volerti vedere più pensando che con il tuo comportamento tu lo abbia tradito per tutti questi mesi...
Kyra sapeva che quella possibilità era tutt’altro che remota... ma sapeva anche quanto aveva sofferto a restare fuori dalla sua vita vivendo in un attesa, in una speranza di poterlo anche solo rivedere... senza cercare di incontrarlo ed era disposta a correre questo rischio.
-Lo so Jimmy. Ma oggi gli mostrerò le riviste che parlavano di noi, gli racconterò cosa è successo e cosa hanno detto i medici visti i suoi problemi con la memoria... Forse mi ascolterà e ripartiremo da li, forse si alzerà ed uscirà sbattendo la porta... ma se non gli dicessi la verità potrei ferirlo in futuro... Potrebbe scoprire la verità e allora si che gli avrei mentito...
-Lo sai che Susan ha fatto ritirare quelle copie di heat e che ha ottenuto che quelle notizie non vengano più divulgate...
-E se un giorno ricordasse?
-Non so Kyra...E’ la tua vita. A questo punto decidi tu... Spero solo che Robert reagisca bene perchè da adesso in poi sarebbe solo, ed avrebbe davanti un lungo periodo difficile...
Kyra rimase in silenzio. Non aveva chiuso occhio pensando a quello che poteva succedere...
-Ora devo andare... Quando glie ne parlerai?
-Oggi...
Jimmy bevve un altro sorso di caffè poi si alzò, si infilò gli occhiali da sole e l’abbracciò
-Fossi al tuo posto probabilmente non sarei riuscito ad aspettare tutto questo tempo...in bocca al lupo sorella... credo che più tardi scoprirò da solo come saranno andatele cose... in ogni caso sappi, che, per quanto mi sarà possibile cercherò di fargli capire la buona fede di tutto questo.
Sì voltò ed uscì, Kyra restò stordita da quell’ultima affermazione di Jimmy, era convinta che lui avrebbe reso le cose più difficili mentre tutto sommato sembrava aver capito ed accettato.
Prese il cellulare erano solo le dieci ma ora che aveva parlato con Jimmy voleva parlare al più presto con Robert. Gli scrisse un messaggio sperando che lui lo leggesse prima possibile e potesse raggiungerla “Ehy al lavoro ho quasi finito che ne dici se anticipiamo e mi raggiungi a casa tra un ora?” Non rispose... cercò di concentrarsi su quei documenti da sistemare tanto più che doveva aspettare ancora mezzora prima dell’arrivo dell’ultimo fornitore e poi di potersene andare.
Robert si stava allenando quando sentì il telefono suonare chiese una pausa al suo compagno di allenamenti e lo recuperò
-Jimmy dove sei? pensavo di trovarti già qui... Ah ok capito. Ci vediamo dopo a casa.
Chiuse la chiamata e vide il messaggio di Kyra, controllò l’orologio sulla parete, era passata già mezzora da quando glie lo aveva scritto. “Faccio una doccia e sono da te” posò il telefono nella sacca ed avvisò il ragazzo che per quella giornata l’allenamento finiva li. Sì infilò negli spogliatoi e dopo 15 minuti ne usciva ancora con i capelli umidi ma pronto per raggiungerla. Kyra aveva terminato al lavoro e era rientrata a casa, aveva preparato quelle riviste che li ritraevano insieme, quella in cui c’erano le immagini dell’incidente e quelle che raccontavano dei sui lenti progressi in cui non ricordava nulla e nessuno. Sospirò, ancora qualche minuto e avrebbe dovuto affrontare un altra giornata difficile sperando che fosse l’ultima.
Robert citofonò, Kyra aprì il portone e guardò quelle copertine, le prese e infilò dentro al cassetto che si trovava sotto al piccolo tavolo vicino al divano. Bussò alla porta, e lei andò ad accoglierlo, Robert lasciò il cappellino sul mobile che si trovava all’entrata, sorrise e sollevò Kyra volteggiando su se stesso facendola poi scendere piano fino a che le loro labbra fossero abbastanza vicine per unirsi in un bacio
-Ciao raggio di sole
-Ciao... pronto per conoscere Kyra?
Robert si sentiva prontissimo. Voleva conoscere ogni cosa di lei. Annuì mentre allentava la presa lasciandola scivolare piano fino a posare i piedi a terra.
Kyra lo prese per mano e lo invitò a sedersi sul divano. Si tolse la felpa che indossava e si mise a sedere. Lei si sedette sul tavolino di fronte a lui
-Premetto che non è facile... e che non sarà facile nemmeno per te, quindi ti chiedo di ascoltarmi anche se ciò che ti dirò potrebbe darti fastidio o dovessi non riuscire a comprendere....
-Promesso
Robert le sorrise per le premesse ma tornò subito serio pronto ad ascoltare con attenzione.
Kyra sospirò, era più difficile di quanto avesse immaginato vedere quegli occhi scrutarla cercando di capire avrebbe reso tutto ancora più difficile...
-Io sono Kyra Johnson, vivo in questa casa da un anno e mezzo e lavoro in un pub. Sono un alcolista anonima. Ho iniziato il mio percorso dopo aver ferito molte persone e aver perso la mia bambina in un incidente stradale causato dalla mia alcolemia, ero incinta e l’hanno dovuta far nascere per darle una possibilità di sopravvivere. Purtroppo non ce l’ha fatta e dopo essere stata in coma per parecchio, quando mi sono svegliata ed ho scoperto tutto ciò che mi era successo ho smesso di bere e sono entrata a far parte di quella grande famiglia che mi ha sorretta nei momenti difficili della riabilitazione. Seguo regolarmente le riunioni da qualche anno, e 4 mesi fa ho terminato il mio percorso di riabilitazione al quale tu dovevi partecipare come ospite ma non c’eri per via dell’incidente che ti era occorso.
-Mi dispiace...
Kyra fece cenno a Robert di aspettare e ascoltare.
-Prima che ti succedesse quell’incidente ti sono successe delle cose che hai dimenticato...
-Come scusa?
-Tu eri tornato da New York, e correvi sulla spiaggia, quasi tutti i giorni, ed un giorno mi hai incrociata mentre correvo e mi hai rivolto la parola...
-Sei sicura fossi io? non ricordo assolutamente questa cosa e non vedo come potrei averla dimenticata!
-Per me eri solo Bob, abbiamo fatto amicizia e ci siamo conosciuti, finchè qualche giorno dopo vennero pubblicate delle fotografie e così scoprii che Bob non esisteva... Bob era Robert Downey Jr e che i paparazzi ci avevano fotografati....
-Non è possibile... è uno scherzo?
Kyra sapeva che ora sarebbe arrivata la parte più difficile... aprì il cassetto sotto alle sue gambe e tirò fuori quella rivista. Robert la prese in mano ed iniziò a sfogliarla sempre più velocemente fino ad arrivare alle pagine in cui c’erano le loro fotografie.
-Questa rivista me la mostrò la moglie del mio capo e rimasi sconvolta, per me tu eri solo Bob...Mi avevi raccontato di tua moglie e dei tuoi figli ma avevi evitato di dirmi che eri un divo di Hollywood. Ti chiesi di sparire dalla mia vita e quella notte sei venuto qui per parlare, per spiegarmi perchè non mi avevi detto la verità.. volevi essere te stesso per una volta. Quella notte ci amammo... sapendo che sarebbe stata l’ultima volta che ci vedevamo... Il mattino seguente sei tornato a casa da tua moglie che era tornata dal lavoro e anche lei aveva visto questa rivista... ci fu una discussione e non so bene come andò perchè non te l’ho mai domandato... il giorno dopo ero uscita in barca e ti sei presentato sul molo, siamo andati a cena ed in quella occasione mi hai detto che non volevi perdermi... eravamo felici... Trascorremmo il giorno dopo in giro per Los Angeles perchè tu mi mostrassi il tuo mondo, l’indomani saresti poi partito per un lavoro a Miami ma quella sera ci fu un incidente mentre tornavi a casa...
Kyra prese un altra rivista da quel cassetto, quella che non riusciva ancora a guardare, in copertina c’era la foto dell’incidente. Robert si mise una mano davanti alle labbra quando vide quell’immagine e gli occhi si velarono scorrendo quelle pagine.
-Io lo venni a sapere dal notiziario in tv... mi precipitai all’ospedale ma in nessun modo mi venne consentito di avvicinarmi... ero distrutta, non sapevo se eri vivo o morto, non circolarono notizie sulla tua salute per molte settimane finchè un giorno venne pubblicata un intervista a Susan e lei raccontò cosa ti avevano fatto e come stavi...
Kyra prese un altra rivista dal cassetto e Robert la prese tra le mani
-Un pomeriggio successivo all’uscita di quella rivista vennero a trovarmi Susan e Jimmy...
-Come scusa???
-Vennero per raccontarmi come stavi, che ti eri svegliato ma che ogni giorno raccontavi di conoscermi, che mi amavi, che ti avevo raggiunto a Miami che li avevamo avuto un incidente e che, dopo il coma ero partita con la mia famiglia e il mio ex marito che complottando con Susan ci avevano allontanati e noi ci eravamo ritrovati casualmente in Canada... e avevamo poi vissuto la nostra vita senza separarci vivendo insieme con il piccolo Exton e...
Kyra infilò la mano nel cassetto ma questa volta Robert la blocco e glie la tolse quasi con rabbia
-Quante altre riviste hai li dentro?
Aprì lui stesso il cassetto e vide che non c’erano riviste, Kyra infilò la mano sul fondo del cassetto e gli consegno una penna usb, lui la guardò senza capire
-Li dentro c’è un file che hai creato con tutti i tuoi ricordi perchè i medici ti avevano detto che quei ricordi sarebbero spariti appena il tuo cervello si sarebbe ripreso dall’operazione... che avresti dimenticato quei ricordi inesistenti creati dalla tua mente e ti saresti ricordato dei giorni prima dell’incidente... ma questo non è successo, la tua mente è rimasta a qualche giorno dopo il tuo ritorno da New York e non hai ricordato più di noi...
-Perchè... perchè nessuno mi ha raccontato? Perchè tu non mi hai cercato per raccontarmi?
-I medici ancora oggi non avrebbero sciolto le loro riserve, avrebbero preferito che nessuno ti raccontasse tutta questa verità perchè non era il caso secondo loro di obbligati a ricordare qualcosa che non ricordavi. Così sono rimasta fuori dalla tua vita, cercando di dimenticare anche se non ci sono mai riuscita... cercando di non pensare. Il caso ha voluto che Bob ti importunasse in spiaggia... e così ci siamo incontrati di nuovo...
-Aspetta non capisco... perchè non mi hai detto nulla quando mi hai riconosciuto?
-Non sapevo se...
-Scusami devo prendere un po’ d’aria... devo uscire da qui...mi manca il respiro...devo andarmene.
Robert si alzò dal divano con i giornali in mano ed uscì dalla porta dell’appartamento lasciandola spalancata. Kyra si mise le mani tra i capelli mentre le lacrime iniziavamo a scenderle copiose dagli occhi senza piangere. Sentì il motore dell’auto rombare sotto le sue finestre, e partire a gran velocità. Lo aveva perso. Aveva scelto la sincerità e per la prima volta in vita sua pensò di aver compiuto la scelta sbagliata.

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** 46 ***


Banner creato da Microchip Emozionale Efp https://www.facebook.com/microchip.emozionaleefp che ringrazio tantissimo!!!

Si alzò e chiuse la porta sentendo tutto il peso di quel gesto. Cercò il telefono e pensò di chiamare Jimmy, doveva avvisarlo, ma poi lo posò sul tavolino di fronte al divano e decise di aspettare. Respirò profondamente  e si mise seduta sul divano, ripensandoci le riusciva bene capire come si sentisse Robert in quel momento... Gli aveva riempito la testa di mille informazioni che non ricordava aumentando il carico con la mancata sincerità da parte di tutti quelli che lo circondavano. Le aveva promesso che avrebbe ascoltato tutto ma non ci era riuscito. Era mortificata avrebbe voluto abbracciarlo forte e fargli capire quanto lo amasse... ma lui aveva sentito il bisogno di allontanarsi. Prese il telefono e gli mandò un messaggio, forse lo avrebbe letto. “Mi dispiace Robert ma non potevo non raccontarti ciò che è successo... Non dopo aver visto che sei pronto a riprendere in mano la tua vita.. sei parte di me, questo non lo posso cambiare...”

 

Quando rinvenne dal torpore in cui era caduto, colmo delle parole di Kyra che risuonavano nella sua mente sollevò il piede dall’accelleratore e prese la prima uscita dell’autostrada che stava percorrendo. Il sole iniziava a tramontare, guardò l’orologio e si rese conto che stava guidando da circa 6 ore. Parcheggiò l’auto era nella periferia di San Francisco e decise di entrare in un caffè, aveva bisogno di riprendersi. Si mise seduto ad un tavolo e si fece portare un caffè doppio. Sfogliò quelle riviste una dopo l’altra leggendo con attenzione gli articoli. Dopo circa un ora sentì dei ragazzi ridere e scherzare davanti ad un pc vicino al bancone. Si mise le mani in tasca per prendere qualche dollaro e pagare, si trovò in mano quella penna usb, i ragazzi al banco lo riconobbero e chiesero qualche autografo che fece sorridendo come al solito in cambio della possibilità di usare il loro pc per qualche istante. Lesse tutti i suoi scritti ed ebbe la conferma di averli scritti lui. All'interno del testo aveva inserito dei codici che ad occhi ignari potevano sembrare semplici errori, ma lui era solito inserirli in punti particolari dei testi  e nessuno a parte lui ne era a conoscenza. Quindi ciò che era scritto dai giornali era vero e ciò che aveva scritto lui no? era tutto frutto della sua immaginazione da Miami in poi? E perchè non ricordava quelle giornate con Kyra? La testa iniziò a fargli male, doveva scegliere guidare o prendere l’analgesico.

Ringraziò i ragazzi ed uscì dal caffè, tornato in auto mise in moto e si fermò ad un distributore poco distante per fare il pieno di carburante. Nel frattempo guardò il telefono, c’era un messaggio di Kyra che lesse subito ma preferì non rispondere. Cosa poteva scriverle? C’erano delle chiamate di Jimmy a cui rispose con un messaggio dicendo di non aspettarlo. Riprese l’autostrada e lasciò che tutti quei pensieri continuassero a percorrergli la mente. Quelle miglia volarono, mancava poco alle due del mattino, le strade erano deserte ed era già arrivato alle porte di  Venice. Si lasciò guidare dall’istinto senza rendersene conto si ritrovò sotto casa di Kyra. Spense il motore e scese, l’avrebbe svegliata ma doveva parlarle. Qualcuno aveva lasciato il portone accostato così salì le scale e si ritrovò di fronte a quella porta chiusa si sentì come se stesse vivendo un deja-vù, respirò profondamente e bussò. Non rispose nessuno. Per quando te sapeva poteva anche non esserci... Decise di riprovarci prima di andarsene, bussò con più forza e dopo qualche minuto si rassegnò, scese i primi tre scalini e la porta dietro di se si aprì illuminandolo

-Robert...

Si voltò e la vide sulla porta che lo guardava, indossava una maglietta con un immagine che era sicuro di avere anche lui e dei calzettoni ai piedi. Kyra notò come Robert guardava la maglietta, ne tirò un angolo

-E’... è tua... l’avevi lasciata qui... Non andartene... Entra.

Lo raggiunse sulle scale ed allungò una mano nella sua direzione, Robert la guardò, prese la sua mano ed entrò in casa con lei.

Si mise seduto sul divano lasciando cadere all’indietro la testa appoggiandola totalmente sul divano, si stropicciò gli occhi

-Non so perchè sono venuto qui...dovevo tornare a casa... ho guidato per 12 ore, scusami sono un idiota a presentarmi a quest’ora a casa tua... Volevo parlare con te ma possiamo farlo anche domani... Ora me ne vado...

Kyra si era seduta sul divano affianco a lui e l’aveva ascoltato senza dire nulla. Non voleva peggiorare la situazione. Quando lo vide alzarsi e recuperare le chiavi che aveva buttato sulla penisola si alzò, prese dalla sua mano le chiavi e le riposò sulla penisola, gli prese la mano intrecciando le dita con le sue

-Hai guidato abbastanza per oggi... Ti serve una doccia calda, bere qualcosa di caldo e metterti a dormire...

Sembrava che Robert non la stesse nemmeno ascoltando, ma si lasciò trascinare da lei. Accese la luce del bagno, lo aiutò a togliersi la felpa e la maglietta. Kyra si chinò e gli slacciò le scarpe poi si alzò e mentre Robert si slacciava i pantaloni. Lei fece scorrere l’acqua calda che in pochi minuti saturò quel piccolo ambiente formando una nebbia leggera.

-Vado a prenderti degli asciugamani puliti. Tu infilati nella doccia.

Kyra chiuse la porta del bagno e dovette inspirare profondamente qualche volta prima di riprendersi, stava rischiando di svenire... Prima di portagli gli asciugamani preparò dei tramezzini e due bicchieri di latte caldo. Robert chiuse l’acqua e quando aprì l’anta di cristallo che separava la doccia dal resto del bagno la trovò lì, con gli asciugamani in mano ed un accappatoio che si infilò mentre lei tornava in sala e sistemava il vassoio sul tavolino con i tramezzini. Robert la raggiunse

-Hai mangiato qualcosa?

-No... Non me ne sono ricordato...

-Siediti e fammi compagnia, nemmeno io ho ancora cenato...

Afferrando il primo tramezzino del mucchio. Robert si mise a sedere vicino a lei ed accettò quel cibo, rendendosi conto di essere molto affamato. Kyra mangiava in silenzio e Robert non potè notare i suoi occhi arrossati, aveva pianto...

-Mi dispiace per oggi, non ho tenuto fede alla promessa che ti avevo fatto...

Robert fece una smorfia che forse avrebbe dovuto somigliare ad un sorriso. Kyra non riuscì a trattenersi, allungò la mano e gli fece una carezza che Robert tenne appoggiata alla sua guancia con la sua mano. Chiuse gli occhi per un istante e quando li riaprì Kyra li vide ricolmi di lacrime che stava tentando di trattenere, non disse nulla, Robert teneva lo sguardo fisso a terra forse per non farle vedere quelle lacrime, gli prese il viso tra le mani e lo abbracciò con tutta la forza che aveva, Robert si lasciò andare ed abbracciandola lasciò uscire quella tensione che si era accumulata nei suoi occhi asciugandoli in fretta con le mani

-Scusa, sono piombato qui nel cuore della notte e tu ti sei dovuta prendere cura di me

-Non dire sciocchezze... sono felice che tu sia venuto qui.

-Non mi ricordo di noi ti rendi conto?

-Lo so... potrebbe esser dovuto all’operazione che hai dovuto subire...

-Forse non lo ricorderò mai...

-Forse. O forse un giorno lo ricorderai...

Robert sciolse quell’abbraccio e la guardò

-Come fai ad essere così ottimista?

Kyra sorrise

-Ho temuto di averti perso quando ho visto quell’incidente, ho temuto di averti perso senza averti detto palesemente quanto fossi importante per me... ho temuto le nostre vite non si incrociassero più l’ultima volta che sei venuto qui a cercarmi e non avevo potuto dirti la verità... ho vissuto questi mesi sapendo che stavi meglio, che ti stavi riprendendo e che la tua vita piano piano stava tornando ad essere quella di un tempo e sono riuscita ad essere felice per te, per la possibilità che ti era stata data... perchè anche se non potevo averti al mio fianco stavi bene... Poi il destino a voluto che ci rincontrassimo di nuovo e non immagini la gioia nel mio cuore. Ho voluto dirti la verità oggi, correndo il rischio di non vederti mai più...perchè era giusto che tu sapessi. Ora, dopo tutto... sei qui, posso abbracciarti e sorreggerti per quanto mi è possibile in questo momento difficile... quindi posso dirti che ho imparato ad essere felice ed ottimista grazie a te... e se, decidessi di non volermi più vedere ti direi la stessa cosa che ti dissi la prima volta che ci amammo.

-Cosa mi avevi detto?

-Che un solo istante vicino a te sarebbe valso qualsiasi sofferenza che fosse venuta dopo.

Gli occhi di Kyra erano lucidi ma si era ripromessa di non piangere, doveva essere forte.

Robert le accarezzò il viso, una cosa doveva riconoscerla a Kyra, ora riusciva a capire perchè si sentisse così legato ed attratto da lei.

Kyra si avvicinò al viso di Robert, e lui l’accompagnò con la mano avvicinandola finchè le loro labbra non si toccarono. Quel bacio era dolore ed amore, bruciava come il fuoco, le braccia di Kyra lo strinsero ed il dolore fece posto alla passione rendendoli irrequieti

-Robert...

-Kyra...

Robert non la lasciò parlare la trascinò sopra di se ritrovandosi come la sera precedente, le accarezzò le lunghe gambe risalendo fino a sfilarle quella maglietta. Era bellissima, la sua pelle calda sotto sue mani si increspava per i brividi che le stava facendo provare con i suoi baci e le sue carezze

-Robert

-Uhmmm

-Letto...ora!

Robert non aveva intenzione di perdere quell’istante la voleva amare quanto lei voleva lui, ma non avrebbe rischiato di rovinare tutto per andare in camera da letto... forse dopo pensò. Kyra si alzò per andare in camera e Robert ne approfittò per sfilarle l’ultimo indumento che indossava, gli slip scivolarono a terra e lui accettò le mani di Kyra ma non per alzarsi bensì per trascinarla di nuovo sopra di se. Kyra accarezzava i suoi capelli e lo baciava restando sollevata da lui, Robert slacciò il nodo che teneva chiuso l’accappatoio che indossava, se lo tolse restando coperto solo da lei. Fecero l’amore li seduti, finendo sdraiati sul divano per poi raggiungere il pavimento e capitolare nel piacere più profondo che si fossero mai donati. Robert la prese in braccio e la portò a letto, si sdraiò al suo fianco e Kyra si accoccolò sul suo petto

-Era così?

-Cosa?

-Era così bello l’amore tra noi?

Kyra alzò leggermente il viso e lo guardò mentre formulava quella domanda, sorrise

-Sì amore... lo era e lo è ancora....

Robert la guardò e non potè che baciarla con tutta la passione che sentiva per lei dopo essersi sentito chiamare “Amore” da quella che era senza dubbio la sua ragione di vita.

-E lo sarà!

Disse sdraiandosi sopra di lei con tutte le più buone intenzioni di questo mondo condite dal suo sorriso irriverente facendo sorridere Kyra che gli mise le braccia attorno al collo

-E lo sarà...

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** 47 ***


-Alzati pigrona! E’ quasi ora di pranzo!

-No... Non voglio!

Robert rise, mentre la vedeva recuperare il lenzuolo e portarselo sul viso rannicchiandosi sul lato del letto. Finì di infilarsi ed allacciarsi le scarpe da ginnastica e si avvicinò al letto piegandosi sulle gambe cercando poi un punto in cui il lenzuolo fosse sollevabile infilando così il suo viso sotto a quella tenda improvvisata

-Ehy, farai tardi con Allyson e Susan e daranno la colpa a me!

Kyra aprì gli occhi e lo vide ad un passo dal suo viso, il suo sorriso valeva tutto ciò che l’aspettava. Ma provava comunque quella sensazione strana che le faceva sentire lo stomaco fuori posto

-Dobbiamo proprio???

Robert le accarezzò la guancia abbassando lo sguardo per un istante

-Non è troppo tardi per ripensarci, lo sai...

-Ricordami com’è che mi hai convinta a fare tutto questo?

La baciò appassionatamente tenendole la testa tra le mani e tra un bacio e l’altro sussurrò piano

-Te ne sei già dimenticata? Ma non ero io quello che aveva problemi alla memoria?

-Potresti ricordarmelo...

-Vero potrei.... Anzi dovrei proprio...

I suoi baci si fecero voluttuosi e le mani di Kyra che accarezzavano i suoi fianchi non lo aiutavano di certo a trovare la voglia di allontanarsi da quel letto, finchè il cellulare iniziò a suonare senza tregua

-Lascialo suonare...

-Non avevo la ben che minima intenzione di rispondere...

Iniziò a suonare anche il cellulare di Kyra ed entrambi scoppiarono a ridere. Robert si allontanò da lei appena sentì delle portiere aprirsi e chiudersi sotto alle loro finestre.

-Lo sai che ti amo Downey?

Le baciò le labbra lasciandosi avvolgere dall’abbraccio di Kyra per poi sollevare quel lenzuolo quando sentì il citofono suonare più volte insistentemente. Si alzò ed infilò la maglietta sotto lo sguardo divertito di Kyra

-Sei nei guai Downey!!! Come ne uscirai stavolta?

Si controllò allo specchio e infilò un paio di occhiali da sole tra i capelli per poi avvicinarsi e baciarle la punta del naso

-Meglio di te quando ti troveranno ancora nuda a letto!

Kyra sobbalzò vedendolo andare verso l’ingresso e rispondere al citofono

-Non aprire!!! Downey non puoi farmi questo! Rob!!!

Lo sentì ridere mentre apriva la porta dell’ingresso e riceveva i rimproveri che già si aspettava salutando le donne che stavano entrando in casa. Kyra scese con un balzo dal letto e fece appena in tempo ad infilarsi in bagno sotto la doccia prima che Susan e Allyson entrassero in camera seguite da Robert divertito da quel loro confabulare

A-Hai dormito qui vero farabutto?

Robert sfoderò uno dei suoi sguardi ammiccanti

R-No. Se c’è una cosa che non ho fatto stanotte è stato “dormire” in questa stanza!

A-Vattene da qui piccola peste! Non cambierai mai!

Susan era tornata in soggiorno e rideva divertita, lo conosceva bene, sapeva che per lui certi riti erano privi di significato ma conosceva bene anche Allyson e sapeva come lei tenesse a quei cerimoniali, così corse in suo soccorso un istante prima che Robert venisse percosso bonariamente dalla sorella.

S-Jimmy ti aspetta giù, ora vattene. Sei solo d’intralcio qui.

Robert si lasciò accompagnare da Susan alla porta, l’abbracciò

R-Non permetterle di cambiare idea...

Susan rise

S-Le ricorderò quanto la ami... dovrebbe bastare no?

A-Susan? E’ ancora qui??? Finirà per far tardi e io finirò per impazzire! Robert! ora chiamo mamma!!!

Robert e Susan si scambiarono uno sguardo complice, le baciò la guancia e scese di corsa le scale. Adorava sua sorella, le voleva così bene da riuscire ad accettare quelle invasioni estreme di cui solo lei era capace. Mentre usciva dal portone vide arrivare una schiera di persone “trucco e parrucco” pensò e rise pensando che tutte quelle persone avrebbero fatto venire l’orticaria a Kyra ma ora aveva una cosa importante da fare. Raggiunse Jimmy che lo attendeva con due grossi bicchieri di caffè

-Solo questi?

Jimmy non rispose, continuò a sorseggiare il suo caffè ma indicò un ragazzo che stava scendendo da un furgoncino e trasportava con il collega vassoi di ciambelle, caffè e cappuccini che facendo estrema attenzione si dirigevano verso il portone. Robert sorrise, forse quella colazione avrebbe tirato su di morale Kyra.

Rob prese il suo cappuccino e salì sul fuoristrada di Jimmy

-Dove andiamo?

-Portami in spiaggia... devo parlare con Barbara.

Jimmy mise in moto e partirono. Una decina di minuti dopo giunsero sulla spiaggia, dei furgoni con degli operai stavano scaricando obbligando Jimmy a parcheggiare un po’ più lontano rispetto al punto in cui volevano arrivare. Robert scese e raggiunse a piedi il luogo d’incontro.

Barbara era al lavoro, aveva tutto sotto controllo, sembrava nata per impartire ordini e gestire qualsiasi emergenza. Appena vide Robert sopraggiungere diede delle indicazioni veloci ai suoi collaboratori e si congedò da loro raggiungendolo a passi svelti.

-Ciao che ci fai qui?

-Sono venuto a dare un occhiata! Anche se stamattina avrei preferito andare a correre piuttosto che chiudermi a casa con mia madre.

-Non dire così, lei è così dolce!

Robert sorrise

-Hai ragione, poteva capitarmi Allyson e allora si sarebbe stato un vero inferno!

Barbara sorrise e volse lo sguardo verso la spiaggia. Non aveva intenzione di rispondere, Robert aveva perfettamente ragione ma Allyson era da sempre una delle sue migliori clienti e quindi non avrebbe proferito commento sul carattere della sorella.

-Allora vuoi dare un occhiata? Ti avviso ho dovuto frenare tua sorella...

-Sono qui per questo. Voglio controllare e non avere sorprese.

-Bene andiamo.

Robert si lasciò guidare da Barbara nel percorso e fu piacevolmente sorpreso del lavoro che aveva svolto, sembrava che tutto fosse al posto giusto, anche il più piccolo dettaglio era stato curato con attenzione seguendo le indicazioni di Elsie e di Kyra.

-Mamma sarà contenta. Hai svolto un ottimo lavoro...

-Per i complimenti attendiamo stasera, può succedere ancora di tutto...

-Sono certo che hai una soluzione per ogni evenienza...

Barbara sorrise e restò in silenzio. Effettivamente aveva creato lo stesso scenario all’interno di un locale poco distante facendo trasportare la sabbia dalla spiaggia perchè in caso di pioggia tutto doveva svolgersi comunque senza problemi.

-E’ meglio che tu vada prima che lancino l’allarme per la tua scomparsa!

Robert rise ma questa battuta di Barbara denotava quanto conoscesse bene la famiglia Downey. La salutò e tornò da Jimmy che a quel punto poteva accompagnarlo a casa di Elsie facendo così cessare ogni allarme.

-Ci vediamo più tardi amico! Ora vado a prendere Indio in aeroporto... Non ha resistito alle pressioni della nonna!

-O alle minacce di zia Allyson...

Risero e Robert scese dall’auto entrando nel palazzo in cui viveva Elsie con il suo compagno Simon. Lo accolsero abbracciandolo e lo invitarono ad entrare.

Anche li stessa scena “trucco e parrucco” per tutti. Elsie era già quasi pronta, si era già sottoposta alle loro cure mentre Simon restio a quel mondo preferiva evitare tutto quel tamponare e stuccare come lo definiva lui, e si concesse solamente una sistemata ai capelli.

Qualche ora più tardi arrivò Indio con Jimmy ed anche loro presero parte al gioco. L’unico che fu risparmiato fu il piccolo Exton che in perfetto stile Downey indossava un completino elegante con tanto di papillon e un bellissimo paio di scarpe da ginnastica ed ora che tutti erano oramai pronti Jimmy avvisò Barbara così che facesse arrivare le limousine a prenderli.

Raggiunsero la spiaggia e Robert si intrattenne con gli ospiti per qualche istante così come aveva richiesto Elsie, senza fretta poi raggiunse la spiaggia dove trovò qualche amico con cui chiacchierare mentre con lo sguardo controllava che il piccolo Exton non convincesse le altre piccole ospiti a fare un bagno. Sorrise vedendo le tate correre al riparo recuperando i piccoli troppo vicini all’acqua sorridendo al pensiero di come avrebbe potuto rimediare ad una cosa del genere la povera Barbara.

Jimmy gli porse un piccolo cartoncino bianco che aveva tenuto in tasca fino a quel momento, se lo girò tra le dita e ne lesse le poche righe che vi erano scritte poi lo infilò nel taschino della giacca.

Kyra giunse alla spiaggia e vedendo quella lunga fila di limousine che aspettavano il loro turno per lasciare i loro ospiti all’entrata si sentì rabbrividire. Ancora non riusciva a spiegarsi come fosse possibile organizzare un evento con così tanti ospiti sulla spiaggia, quel pensiero venne presto cancellato dalla sua mente. Oramai era abbastanza abituata alla vita mondana di Robert anche se, di comune accordo cercavano di limitare quelle serate a quelle d’obbligo, prediligendo la loro presenza alle serate di beneficenza e di incontro con la gente che necessitava di aiuto, progetti ai quali entrambi tenevano molto.

Susan vedendola impallidire sorrise, cercò di rassicurarla tenendole la mano

-Sorridi appena e non soffermarti con nessuno. Se ti da più sicurezza fissa un punto all’orizzonte, a loro sembrerà che li guardi e li stai salutando...

-Non so se ce la faccio...

-Ce la farai! Robert è già arrivato, è sulla spiaggia che ti aspetta...

-Ok allora andiamo.

Kyra respirò e scese dall’auto poi seguita da Susan e Allyson. Poco distanti le ragazze del pub l’aspettavano per darle sostegno e percorrere con lei quel tratto di spiaggia. Appena le vide il suo viso si rasserenò, saperle vicine la faceva sentire meglio. Almeno c’era qualcuno che conosceva davvero.

Alcuni fotografi le chiesero di fare delle foto ma Kyra cercò di accorciare più possibile quei tempi che la tenevano lontana da Robert. Una volta al suo fianco sapeva che tutto sarebbe andato meglio. Era lui quello bravo a quel genere di eventi. Quello che avrebbe catturato l’attenzione di tutti su di se e lei si sarebbe sentita subito meglio.

Intravide Elsie e subito dopo Robert che la teneva sottobraccio e camminavano poco distanti. Allungò il passo e li raggiunse, le ragazze presero posto e con loro Susan e Allyson. Robert la prese per mano e fece qualche passo verso l’oceano con lei, poi si fermarono e Robert le sorrise guardandola

-Sei davvero bellissima.

Disse sussurrando e poi schiarendosi la voce prese il biglietto dal taschino della giacca

-Kyra Johnson, Ci saranno momenti come questi che penserai “ma chi me l’ha fatto fare!” o altri in cui sarò maledettamente insopportabile e penserai di nuovo “ma chi me l’ha fatto fare!”, ma se riuscirai ad accettarmi per quel che sono avrai tutto me stesso (anche se ne non è molto), dolci risvegli (come quello di stamane) e tutto il mio amore a sorreggerti ogni qual volta ce ne sarà bisogno. Prometto di non dimenticare mai quanto le nostre anime si sono inseguite per potersi ritrovare ed amare. Ora e per sempre.

 

In quel momento Kyra vide svanire tutta la gente attorno a loro, c’era solo Robert, le sue mani, i suoi occhi e la sua voce. Nulla altro. E tutto ciò le bastava. Non aveva la minima necessità di avere altro per sentirsi completa.

Robert la osservava e si sentì fiero di se, era riuscito a pronunciare le sue promesse senza che la voce tradisse troppo l’emozione che stava provando ed ora si era perso in quei grandi occhi che lo guardavano leggermente emozionati.

 

-Robert John Downey Jr. Ci saranno momenti in cui penserò “ma chi me l’ha fatto fare!” ma ti prometto che in quei momenti riuscirò a ricordare quanto ti amo, e quanto grande sia il tuo amore. Prometto di trattarti sempre con dolcezza e di aiutarti a ricordare ogni giorno quanto sia bella la vita e quanto siamo stati fortunati ad avere una seconda opportunità. Prometto di amarti ardentemente come il primo giorno e di restare ad ascoltarti ogni volta che avrai bisogno di parlare con qualcuno. Prometto di lasciarti vivere nel mio cuore e considerare il tuo la mia casa.

 

Robert sentì formarsi un nodo alla gola, sentirle pronunciare quelle promesse era per lui il dono più grande che avesse mai ricevuto.

 

Prese la parola Il giudice che era li per officiare il matrimonio, anche se, in realtà avevano deciso che si sarebbero esclusivamente scambiati le promesse e nulla altro.

G-Se non avete altro da aggiungere possiamo procedere con lo scambio degli anelli e la conferma delle promesse.

G-Robert vuoi prendere Kyra come tua sposa?

R-Sì lo voglio.

G-E tu Kyra vuoi prendere Robert come tuo sposo?

K-Sì lo voglio.

G-Scambiatevi gli anelli.

Susan a quel punto recuperò Exton che teneva gli anelli legati al polso attraverso un piccolo nastro e glie li fece consegnare.

Robert e Kyra si scambiarono gli anelli e quando Robert posò le labbra su quelle di Kyra si sentì un lungo applauso coprire la leggera musica in sottofondo ma ne Robert ne Kyra sembrarono farci caso.

-Ti amo Kyra.

-Anche io ti amo Robert... Non sai quanto!

-Oh no lo so eccome... visto cosa sei riuscita a sopportare oggi per far felice la mia famiglia!

Kyra rise e tenendo stretta la mano di Robert raggiunsero gli amici ed i parenti per lasciare che si congratulassero con loro prima di prendere posto ai tavoli e godersi la cena.

Robert lasciò sua madre per ultima. Li abbracciò entrambi emozionata e felice. Infine si congedò da loro

-Sù ora andate! e passate una bella serata.

Kyra pensò che quella serata sarebbe stata bella solo alla fine quando tutto fosse terminato e si fossero potuti rilassare a casa nella loro veranda.

-Facciamo qualche foto prima che tramonti il sole e poi ti devo dare il mio regalo.

-Ma avevamo detto niente regali!

-E’ vero l’avevamo detto ma questo non è un regalo solo per te... ma è un regalo per entrambi.

Kyra si lasciò trascinare da Robert e si fecero fotografare.










Dopo pochi scatti continuando a camminare sulla spiaggia in una zona in cui la penombra diventava più scura Kyra vide un uomo vestito con una polo bianca e dei pantaloncini attenderli affianco ad un piccolo tender sul quale Robert la invitò a salire aiutandola e a sua volta si mise a sedere. L’uomo spinse per qualche passo la piccola imbarcazione e poi salì a bordo accendendo il piccolo motore elettrico molto silenzioso dando così una leggera accellerazione che li portò dopo pochi minuti a poppa di una grande barca a vela che solo ora riuscì a vedere. Perchè con il loro sopraggiungere tutte le luci interne ed esterne vennero accese. Kyra rimase a bocca aperta e Robert la guardava divertito.

Appena il tender si accostò alla barca Kyra venne aiutata da un paio di marinai dell’equipaggio a salire a bordo e subito dopo fu il turno di Robert. salite le scale vennero accolti dallo skipper che si congratulò con loro e diede l’ordine alla radio che teneva agganciata alla camicia

-I Signori Downey sono a bordo. Date il segnale.

Robert abbracciò Kyra ed entrambi videro delle piccole luci librarsi dal mare per salire in cielo.

Furono così immersi in uno spettacolo di fuochi d’artificio. Anche dalla spiaggia giunsero apprezzamenti per lo spettacolo ed ora guardando la riva Kyra si rese conto di quanto poco lontani fossero ormeggiati.

-La barca iniziò a muoversi non appena i fuochi d’artificio finirono e presero il largo

-Signora Downey... è pronta per iniziare questo viaggio?

-Dove andiamo?

-Santa Catalina, e poi dove vuoi? forse alle Hawaii visto che stavolta non devo timonare io.

-Tu sei matto! ed a dire il vero mi fa un po’ senso sentirmi chiamare signora Downey!

Robert rise di lei e la baciò dolcemente stringendola a se

-A me invece fa un altro effetto chiamarti così.

Disse ridendo trascinandola all'interno alla ricerca della loro cabina.

 

 

 

 

 

Eccoci qui. Stavolta è proprio finita...

Spero vi sia piaciuto questo finale. L'ho immaginato così oggi pomeriggio dopo aver postato Sweet November e ho dovuto metterlo subito "nero su bianco" e ad essere sincera il risultato non mi dispiace affatto.

Quindi non ci resta che salutare Robert e Kyra che stanno prendendo il largo verso la loro nuova vita piena d'amore!

Sono un inguaribile romantica... che ci volete fare...

Kisses & Hugs a tutte quelle che hanno seguito questa storia e che si sono emozionate con me nel leggerla! Alla prossima!
Un ringraziamento speciale a:
-Chinook_N, DarkAngelMax452, didi93, jeess, LightCross, Napishan, pampez, sine_nomine, sososo3, stefania502, TheGirlFromOz, trollami, vero219, Zuli per aver inserito la storia tra le seguite;  
-Pink_Chiara e sososo3 per aver inserito la storia nelle ricordate;
-DarkAngelMax452, Koizumi97, mijagi89, mrsHolmes, pampez, spikey, TheGirlFromOz, vero219, _cucciolotta_ per aver inserito la storia tra le preferite;
-jeess, peterJRaf, Koizumi97, TheGirlFromOz, vero219, mijagi89, mrsHolmes, DarkAngelMax452, sososo3 per aver recensito la storia!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1513485