Breathe me

di Harmonia__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ciao a tutti ^^ Inizio col dire che questi personaggi non sono di mia proprietà ma appartengono alla zia Row ecc ecc..

Ma torniamo a noi ^^

Sono Hastoria, partorisco una storia ogni morte di Papa ma quando lo faccio voglio che sia fatta bene, e questa spero vi piaccia ^^

Il prologo è corto perché solitamente non mi dilungo troppo, almeno in questa prima parte.. ma nei capitoli successivi vedrete molto più ''inchiostro''.

Ora, vi auguro una buona lettura e con tutto il bene che vi voglio, miei cari lettori, vi saluto con un bacio ed uno spicchio di luna ad illuminarvi nelle notti buie.
 

 

 

Prologo.

Disse solo questo.

 

 

                                                                                                                                                                                                                        

Please dont leave me
I always say how i dont need you
But its always gonna come right back to this
Please dont leave me

  ♫ Pink - please don't leave me”

                                                                                                                                                                                                                           

 

 

 

<< Come sarebbe a dire, ''non provo più le stesse cose''? >>

Il ragazzo dai capelli rossi la guardava come se si stesse rivolgendo l'occhio ad un granello di polvere, ad un nulla, al vuoto.

<< Che non provo più le stesse cose, Hermione. Non mi piaci più, il sesso era ''ok'' ma... non voglio storie serie, mi dispiace. >>

Parlava con tono svogliato, stanco di dover ripeterle di non amarla, di non accettarla, di non volerla.

Hermione aveva la bocca spalancata, immobile, incapace di dire altro.

Ronald Weasley è stato il suo primo ragazzo, il suo primo amore, il suo unico amore. Lei le aveva concesso non solo il corpo, ma l'anima. Lui, dopo nemmeno una settimana dal fantastico giorno in cui lei perse la sua verginità col rosso, lui, dopo cinque anni di amicizia, lui, la stava mollando. Così.

<< Ron... ma.. non capisco, io ho.. fatto qualcosa di sbagliato? >> Chiedeva esile lei, così fragile da potersi spezzare in mille pezzi con un solo soffio, lei, in quel momento era creta sotto la montagna.

<< Oh cielo, Hermione! Smettila di fare la deficiente, l'ingenua. Sei o non sei intelligente? Abbiamo solo diciotto anni, non possiamo stare insieme per sempre, mica dobbiamo sposarci! Miseriaccia! >>

Cosa ne era del dolce Ron? Questo pensò Hermione mentre versava le sue lacrime, le sue agonie.

<< Potevi dirlo prima di..>> Le parole le morirono in bocca, soffocate da un malessere che proveniva dal petto.

<< Hermione era solo una scopata, una sola! Mica ti ho promesso eterno amore! >>

<< Vaffanculo, Ronald Weasley. >>

Hermione disse solo questo, sparò un solo vaffanculo dalla sua bocca prima di sbatterlo fuori dall'abitazione e richiudergli la porta in faccia. Disse solo questo... prima di accasciarsi contro la stessa porta, e piangere in silenzio.

Lei disse solo questo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


1° Capitolo

 

So raise your glass if you are wrong,
in all the right ways,
all my underdogs,
we will never be never be anything but loud
and nitty gritty dirty little freaks
won’t you come on and come on and raise your glass,
just come on and come on and raise your glass
♫ P!nk- Raise your glass-
 

 

<< Mamma.. esco. >>

Hermione salutò la madre cercando di nascondere gli occhi rossi circondate da occhiaie, trucco sbavato e la depressione dipinta in faccia. Ma per quanto una madre possa essere indaffarata, una madre che sa osservare, sa anche capire.

<< Herm... qualcosa che non va? >> Chiese apprensiva, cercando di non immergersi troppo, di lasciarle spazio, di lasciarle tempo.

<< No mamma... tutto bene. >> Mentì lei, e così la madre capì che era il momento di farsi da parte.

<< Sii prudente.. >>

<< Si mamma.. >>

 

♠ ♠ ♠

 

Il vento le carezzava il viso bagnato dalle lacrime, una volta arrivata alla fermata dell'autobus.

Hermione adorava viaggiare, sin da bambina, senza meta. Il 26/ arrivò puntuale e si fermò, facendo salire la giovane ragazza che porse qualche sterlina al conducente senza nemmeno aspettarsi il resto, perchè quelli, il resto non lo davano nemmeno se c'era bisogno di darlo. Ma alla fine, ad Hermione questo contava poco. Lei era da un altra parte, era in una casa, davanti un ragazzo dai capelli rossi, e lui le diceva di amarla, di volerla un giorno sposare, l'abbracciava stretta, lui era innamorato.

Ma nel mondo non gira tutto come vogliamo, lei era su un autobus, appena stata mollata dal rosso, che probabilmente era già nelle grazie di una biondina tutto culo e tette.

'' Magari ti becchi l'AIDS.'' Pesò Hermione, accendendo l'Ipod e mettendo la prima canzone che le venne in mente. '' Who Knew'' di P!nk.

'' Si.. un po' più depressa e ci siamo, Hermione, sarai ufficialmente la tristezza fatta persona''.

L'autobus viaggiava nelle strade buie appena illuminate dai lampioni, nessuno era su quel bus insieme a lei, nessuno a condividere quel viaggio. Nessuno a dirle '' Hermione, non sei sola.''

Dopo circa mezz'ora di viaggio, l'auto si fermò e fece salire un passeggero dai capelli bruni, aveva un ombrello al braccio ed Hermione guardò fuori dal finestrino. Pioveva, e lei non se ne era resa conto, le gocce bagnavano il finestrino con tanta imponenza che sembrava volessero infrangerlo, distruggerlo come Ron aveva distrutto lei.

Nel buio, riconobbe un ragazzo che correva sotto la pioggia, verso l'autobus dove si trovava lei e riuscii a salire per un soffio, porse le sue monete al conducente e si sedette davanti ad Hermione, giusto qualche posto più in la.

Lei riusciva a vedergli i lineamenti, e non capiva perché, ma ne era rimasta rapita dal momento che quest'ultimo era salito sulla vettura. La prima cosa che notavi di lui, erano sicuramente i capelli, poiché seppur fossero bagnati, erano di un biondo cenere molto intenso e scompigliati sulla fronte, indossava abiti ben abbinati tra loro, una maglietta azzurro cielo a maniche lunghe, un paio di jeans chiari che gli fasciavano alla perfezione le gambe lunghe e snelle, e un paio di scarpe grigio-azzurre da ginnastica.

'' Vedo che ti sei già consolata'' La sua coscienza parlò per lei, ma dopotutto stava solo guardando. Non c'era nulla di male, era un bel ragazzo e si sa, i bei ragazzi sono stati fatti per essere guardati.

Anche lui ascoltava musica, portava le cuffiette alle orecchie e si era addormentato lungo il tragitto. Era bello da guardare, uno come lui però, non avrebbe mai voluto guardare lei. L'autobus non fece salire altri passeggeri, e non si fermò per dieci minuti buoni, quando il ragazzo si svegliò e si accorse di aver superato la sua fermata però, corse ad avvertire il conducente, e lo fece scendere.

Hermione si rattristì, non si sentiva molto sola quando c'era anche lui, lui che come lei ascoltava musica, da solo, nel buio della notte.

Guardò il posto vuoto che aveva lasciato il ragazzo nell'autobus e notò che, sul sedile, c'era un oggetto bianco che sporgeva dal sedile, si chiese cosa fosse e sporgendosi per guardare meglio, notò le cuffie con l'iPod ancora attaccato ad esse, dimenticato dal bel ragazzo appena sceso. Lei si alzò e lo andò a prendere, tenerlo in mano le faceva strano. Avere un oggetto appartenuto a quel ragazzo, la faceva sentire quasi felice, come se avesse trovato un tesoro. Passò il dito sullo schermo e questo si illuminò, facendo apparire la schermata di una Playlist.

'' Devo assolutamente restituirlo..''

<< Mi scusi, mi perdoni davvero, ma devo proprio scendere! >> Il conducente la guardò con l'espressione di uno che ti dice ''ma scherzi?''. Ma la fece scendere ugualmente, seppur sbuffando e partendo a gran velocità, ingranando la quarta come se non ci fosse un domani.

Una volta scesa dall'autobus, l'acqua le pungeva il viso, la strada era deserta , debolmente illuminata da lampioni solitari. Doveva fare qualcosa, doveva trovarlo. Prese a camminare, veloce, come se fosse questione di vita o di morte, quell'iPod doveva essere restituito.

Correva, correva contro la pioggia, contro il tempo, correva e basta, e le lacrime le scendevano, si confondevano con le gocce d'acqua e non facevano male, piano piano, sarebbe guarita.

Si fermò ansimante, immobile. Sotto un lampione, a pochi metri di distanza, un ragazzo camminava lento a testa bassa. Indossava una maglietta azzurra, i capelli biondi bagnati fradici, era lui. L'aveva trovato.

<< Ehy! >> Hermione urlò nella sua direzione, urlò fino a squarciarsi le corde vocali, sebbene non fosse troppo lontano, quell'urlo fu la conferma delle sue ipotesi. Era abbastanza forte da dimenticare. Da ricominciare.

Il ragazzo si voltò nella sua direzione, si fermò e la guardò, aspettando.

<< Dici a me? >> Gridò lui in risposta, indicandosi il petto con l'indice.

Lei si avvicinò e dopo pochi secondi gli fu davanti. Prese l'iPod dalla tasca e glielo cedette.

<< L'avevi.. lasciato sul bus...>> Aveva il fiatone, ma sorrideva, sorrideva soddisfatta mentre la pioggia cessava.

Il ragazzo teneva l'oggetto in mano e se lo mise nella tasca dei pantaloni, incredulo, ma l'attimo dopo le tendeva la mano e sorrideva.

<< Ti ringrazio davvero, piacere, sono Draco Malfoy. >>

<< Hermione.. ehm, Granger. Abito sulla diciassettesima.. sai, qui vicino. >>

<< Beh, comunque troppo lontana ora per tornare a casa a piedi, se vuoi ti accompagno io, ho la macchina parcheggiata non troppo lontano, dieci minuti a piedi. Voglio ricambiare il favore che mi hai appena fatto, Hermione. >>

La voce del biondo era serena, adulta, bella. Era rassicurante.

<< Oh no non voglio disturbare, davvero, aspetterò il prossimo autobus! >>

<< Ma scherzi? A quest'ora poi.. il prossimo c'è tra un'ora buona e non mi fido a lasciarti qui da sola. Niente storie, seguimi! >>

Prese a camminare e lei lo seguì, andandogli a fianco.

<< Ti bagnerò tutto il sedile, però..>> Disse a malincuore, guardandosi i vestiti bagnati fradici.

<< Oh, i sedili sono in pelle, basterà passarci un panno asciutto e poi, guardami, sono bagnato anche io! Questo tempo non promette bene, va bene che siamo in Inghilterra, però a Giugno non dovrebbe esserci 'sto casino, non trovi? >>

<< Beh in effetti è deprimente.. Tu.. di dove sei? >>

<< Io sono della ventitreesima, sai, quella col centro commerciale immenso costruito da poco..>>

La zona che stava descrivendo il ragazzo era una delle più altolocate della città, si distribuiva su una zona collinare e le ville non venivano a mancare.

<< Che bella zona! >>

<< Finché non ci vivi dentro.. la gente è tutta con la puzza sotto il naso, sai? Hanno le tasche con i soldi dentro e pensano d'essere qualcuno. Idioti... comunque, tu quanti anni hai? >>

<< Diciotto, e tu? >>

<< Diciannove. >>

Parlarono del più e del meno, e senza rendersene conto erano arrivati ad un parcheggio.

<< Aspetta qui, entro e prendo la macchina. >>

Lei attese fuori, aspettando come le era stato detto. Il tempo si era calmato, la pioggia oramai non scendeva più dal cielo che, lentamente, prendeva a schiarirsi. Due minuti dopo, una BMW nera con i fari accesi l'abbagliò, mentre usciva dal parcheggio e la affiancava. Il finestrino si abbassò e lei guardò sbalordita il conducente. Niente popò di meno che Draco.

<< Ma scherzi? >> Gli chiese allora, indicando la macchina come se fosse oro colato.

<< Prego? >> Domandò lui, assumendo una buffa espressione sul viso che fece ridere la ragazza.

<< Perdonami ma.. io non ci salgo! Se rovino i sedili poi ti costerà un occhio della testa! >>

<< Ma smettila, te l'ho detto, la pelle s'asciuga in fretta e poi anche io sono bagnato, dai! >>

Lei sbuffando aprii la portiera e si sedette sul sedile del passeggero, rigorosamente in pelle color panna e interni di classe.

<< Musica? >> Chiese lui, ingranando la prima.

<< Si, magari! >>

Draco premette un pulsante della radio e questa cominciò a trasmettere buona musica, il quale ritmo animava l'atmosfera.

<< La diciassettesima è da questa parte? >> Chiese Draco indicando una via poco più avanti.

<< Si, giri a destra e poi vai dritto, per un po segui solo la strada.. >>

Per un po non parlarono, restarono in silenzio a sentire musica, a guardare fuori dal finestrino, seguendo la linea bianca su quell'asfalto così grigio.

<< Ecco, ora gira a sinistra..>>

La macchina girò e intraprese una stradina più piccola, circondata da casette tutte uguali, con un piccolo giardino ciascuna, alcune avevano ancora le luci accese nelle stanze ed una di queste era proprio casa sua. Sua madre la stava aspettando.

<< Bene, è questa qui, quella bianca. >>

<< Ora accosto..>> Il ragazzo accosta la macchina e spegne il motore, scendono entrambi dall'auto e lei ora lo guarda curiosa.

<< Oh, no tranquilla non voglio entrare, ti accompagno solo fino alla porta.>>

<< Ma che gentleman..>> Scherzò lei, sorridendogli appena.

<< Mi sembra il minimo..>> L'affiancò e poi si diressero verso la porta, e quello è, da sempre, il momento più bello e più odiato da tutte.

<< Quindi...ti ringrazio tanto per il passaggio Draco. >>

<< Ed io ringrazio te per L'iPod.. >>

<< Si, beh.. dovere. Comunque è stato un piacere per me conoscerti, Draco, davvero un piacere.>>

<< È stato un piacere anche per me, ma spero ci saranno occasioni per parlare ancora, spero.>>

<< Ma certo, certamente!>> Lei era totalmente in imbarazzo, un ragazzo così sicuro di sé, così educato e così, diciamocelo, bello, era inquietante. Insomma, sembrava uno scherzo, una burla.

<< Potremmo scambiarci i numeri, che ne dici? >> Il sorriso del biondo era quanto di più sexy avesse mai visto.

'' Hermione, brutta vacca idiota, ti sei appena lasciata col tuo amore!''

<< Certo, hai una penna? >> '' Vacca idiota.''

<< Uhm, no.. facciamo così, me lo salvo sul mio telefono, ok? >>

Lei così gli dettò il numero, e salutandosi, lui tornò nella macchina e lei rincasò.

Due volte in un giorno si era trovata attaccata alla porta dell'ingresso, e questa volta, si ritrovava le guance rosse, ed un sorriso ebete sul viso.

''Oh mio Dio..''

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 

2° Capitolo

 

I'm having more fun
And now that were done
I'm gonna show you tonight
I'm alright
I'm just fine
And your a tool
So, so what
I am a rock star
I got my rock moves

And I don't want you tonight!

P!nk- So What?!
 

 

 

La sua migliore amica era seduta a gambe incrociate sul letto dalle coperte rosa, la guardava spenta, come se una qualche mano invisibile le avesse spento l'interruttore, come se, a quella notizia, lei avesse perso vita.

<< Mio fratello non può averti fatto questo..>> I capelli rossi, uguali a quelli di Ron ma lunghi e lisci, le ricadevano scompigliati da uno chignon sul capo, tenuto fermo da una matita.

<< Ginny..>> Hermione le parlava come si parla ad una sorella, perché Ginny Weasley la conosceva dalla prima media, da quel giorno mai si separarono, erano pane e Nutella, cielo e terra, si confidavano tutto, ed Hermione conobbe Ron un giorno a casa di Ginny, e da quel giorno lei se ne innamorò perdutamente.

<< Herm... oh Dio non sai quanto vorrei andare li e spaccargli la faccia.. ma davvero ti ha detto così? >> Ginny, così come Hermione, aveva gli occhi lucidi, perché lei aveva vissuto insieme alla sua migliore amica quella storia, anche lei faceva parte di quelle parole non dette, di quel dolce messaggiare, quel corteggiare complice. Lei aveva spinto il fratello a confidarsi, ed Hermione ne fu entusiasta. Ora, il castello che si era creata in aria, era crollato su di loro.

Ginny era la sua migliore amica, se Hermione soffriva, in pratica, soffriva anche lei.

<< Ogni singola parola.. testualmente, non provo più le stesse cose, era solo una scopata, non ti ho.. promesso.. eterno amore..>> La riccia faticava a trattenere le lacrime, le racchiudeva negli occhi come uccelli in gabbia, non dovevano uscire, non dovevano trasparire sulle sue guance, lui non se le meritava.

<< Herm...>> Ginny abbracciò forte l'amica, l'abbracciò con così tanto amore che Hermione si rese conto solo allora quanto potesse essere diverso l'amore che fingeva di provare Ron con quello che invece sentiva da Ginny, era tangibile, lo si sentiva nell'aria.

Si slegarono dall'abbraccio, restando vicine, restando sorelle.

<< Herm.. - disse Ginny asciugandosi gli occhi – non ti permetto di startene qui, no. Stasera si esce, ok? Prendiamo la mia macchina. >>

<< Ma Ginny, non ne ho proprio voglia, sono così..>>

<< Frega cazzo, Herm. Stasera ti agghindi per bene, ti fai i capelli, ti fai le sopracciglia che sembra si siano unite in una cosa sola e poi andiamo a divertirci, ci ubriachiamo, balliamo e mandiamo affanculo mio fratello. >>

Ginny era così, spontanea, solare, aveva la forza di rialzarsi, sempre, aveva la capacità di tirar su persone che avevano mattoni sulla schiena. Per quanto potesse pesare l'amicizia, lei era perfetta, lei era capace di chinarsi, raccogliere le macerie, e rimetterle insieme, ogni volta che la sua amica cadeva in pezzi.

<< Che ne dici? >> Le chiese dunque, con un sorrisetto sghembo e malizioso.

<< Stasera si beve. >> Disse Hermione, chiudendo la porta della cameretta e aprendo l'armadio, tirando fuori vestiti che nemmeno si ricordava di possedere.

<< Stasera si dimentica!!>> Esordì dunque la rossa, felice di essere riuscita, ancora una volta, a far sorridere la sua migliore amica.

 

♠ ♠ ♠

 

<< Ginny, no, è eccessivo, sembro una zoccola appena tornata a casa dopo una serata di lavoro proficua. >>

Disse Hermione, guardandosi allo specchio. L'amica infatti le aveva fatto indossare un abito nero aderente che finiva con un gonnellino a balze nero lucido, scarpe con tacco nero e bianco perlato, al collo perle abbinate agli orecchini. I capelli le ricadevano sciolti e lisci sulle spalle nude.

<< Esatto, e così dev'essere. >> Esordì Ginny con tono fin troppo serio, mentre ricopriva una palpebra di ombretto bianco. Dal canto suo, lei era magnifica. La rossa aveva infatti raccolto i capelli all'indietro arricciando i capelli in splendidi boccoli che le arrivavano alla schiena, indossava un vestito bianco a tubino e delle scarpe color panna come la collana da lei indossata e il bracciale del medesimo colore al polso.

<< Ginny, tu sei splendida, ma io così non mi ci so proprio vedere.>>

<< Hermione, smettila. Capisco che tu sia stata dietro il culo di mio fratello così a lungo che ti sei scordata del mondo che ti circonda. Ma qui si parla di disperazione! Ron non si merita nemmeno un po le tue lacrime su un gelato davanti la tv, si merita che tu stasera esci, vai a ballare, e bevi così tanto che nemmeno un elefante reggerebbe il tasso alcolico. E sai cosa ne ricavi da tutto ciò? >>

<< Ehm , non so, forse... Un coma etilico? >>

Ginny sbuffò sonoramente e alzò le braccia al cielo, come a richiedere l 'intervento dell'onnipotente.

<< Ottieni libertà, ottieni il diritto di fare come minchia ti pare! Oggi si esce, esattamente tra dieci minuti usciremo da questa casa ed entreremo nella mia Smart. Tutto ciò che accadrà dopo, non è altro che la conferma della tua indipendenza, Hermione Jean Granger.>>

<< Tu sei completamente pazza. >> Disse Hermione, afferrando la borsetta che l'amica le stava lanciando contro.

<< Ed è per questo che mi adori. >>

Le risate non bastavano a far calmare i nervi tesi di Hermione, che passo dopo passo si pentiva amaramente di quello che stava facendo. Scesero le scale e uscirono dalla porta d'ingresso, Hermione se la richiuse alle spalle e la rossa, con indosso delle converse nere molto più adatte alla guida di quei tacchi dodici che reggeva tra le dita, camminava spedita e sicura con le chiavi che penzolavano dalla mano libera, faceva ruotare quel mazzo di chiavi come se stesse sbattendo la verità in faccia ad Hermione. C'erano quasi, stavano per darsi alla pazza gioia, e lei non era del tutto convinta di quel che sarebbe potuto succedere da li a poche ore.

Ma del resto, chi mai avrebbe potuto prevederlo...

 

♠ ♠ ♠

 

Erano le tre e quarantacinque, le ragazze erano arrivate in discoteca da appena due ore ed erano entrambe sbronze, sudate, felici.

Il locale era uno di quei posti dove tua madre ti sconsigliava ardentemente di andare, probabilmente per via della scia dei ragazzi che vomitavano lungo il marciapiede una volta usciti dal locale, o magari per la musica elettronica che suonavano, con gente che agitava i pugni come se stessero lottando contro il cielo, contro tutto ciò con cui ce l'hanno, lottano e si liberano. Ed Hermione era li, a lottare, a tirare pugni all'aria, a ballare, a dimenticare. Si era bevuta qualcosa come sei cocktail, nemmeno lei si ricorda come ci è arrivata a quella cifra, ma ora stava bevendo dal collo di una bottiglia di birra, e mai le era sembrata così buona fino ad all'ora. Ginny le era accanto, ballavano, erano al centro della pista e la gente le girava attorno, oppure era solo la sua testa a creare vortici infiniti, comunque sia era circondata e non sapeva bene cosa fare, quindi, nel dubbio, tornò a ballare e a ridere, ridere ubriaca come solo una diciottenne sa fare.

L'alcool saliva, stava offuscando sempre di più la vista della ragazza e la testa le girava senza fermarsi, girava e girava e nessuno sembrava volesse aiutarla a farla fermare. Tutti attorno a lei agitavano mani, gambe, testa, tutti attorno a lei ballavano ma lei stava per cedere.

Sentiva di star per vomitare.

<< Gi..nny.. devo..>> Farfugliò qualcosa all'amica, che si fermò per guardarla, e notò che il viso della riccia era bianco, e lei era china, in procinto di..

<< Oh no, no no no Herm non qui! >> La trascinò di fuori, e non appena Hermione respirò aria fresca si sentì subito meglio, ma non abbastanza da permettere al suo corpo di non rigettare quantità industriali di alcool. Vomitava tutto al bordo del marciapiede, lontana da occhi indiscreti, e Ginny le teneva la fronte ridendo.

<< Sei proprio scema, Herm.. dai vomita tutto così ti passa.>>

<< Ma... tu.. non sei.. >> Non riuscì a finire la frase che rigettò ancora.

<< Ubriaca? Non fino a quel punto.. ecco. Ora prendiamo uno di quei cosi gialli, ok? Ci facciamo portare a casa. >>

Hermione si alzò, appoggiandosi al muro del locale con la schiena e rivolgendo il viso verso il cielo, inalando più aria fresca che poteva.

<< Non ...non se ne parla, a casa così io non ci torno, mia madre mi ammazza..e poi non abbiamo un soldo, Gin..li abbiamo spesi in alcool..>>

<< Ehy, hardgirl, non ti sembra di esagerare? >> La voce di un ragazzo le fece girare alle loro spalle.

<< E tu non hai niente di meglio da fare? >> Disse sprezzante Ginny, guardandolo da capo a piedi.

<< Che vuoi..>> Chiese Hermione, sospirando per la stanchezza.

Il ragazzo aveva i capelli bruni scompigliati e lunghi almeno tre, quattro centimetri, mentre il fisico asciutto era fasciato da una camicia azzurra come i suoi occhi, di un prepotenze azzurro zaffiro. I jeans scuri gli calzavano perfettamente, ed ai piedi indossava Nike grigie e blu. Si avvicinava con le mani alzate, sorridendo.

<< Solo dare una mano.. ho la macchina e non ho bevuto, vi posso accompagnare a casa mia, vi cambiate, vi riprendete e poi vi riporto a casa vostra. Parola di gentleman.>>

Ginny ed Hermione si guardarono, e nei loro occhi c'era tutta una discussione sui pro e contro.

Non si sa come facciano le ragazze a farlo, è scientificamente dimostrato, però, che in uno sguardo due amiche riescano a dirsi un mucchio di cose. Ad esempio ;

  • Siamo ubriache.

  • Senza soldi.

  • Impossibilitate alla guida.

  • Sole.

E non è tutto, riescono anche a scambiarsi decisioni piuttosto importanti. Un altro esempio?

  • Lui ha la macchina

  • Ha una casa.

  • Possiede indumenti puliti e meno controproducenti.

Un ultimo sguardo, bastò loro per annuire al moro che, sorridendo, si intromise tra i loro corpi posizionandosi al centro, prendendole sotto braccio e aiutarle a camminare verso il passeggio.

<< Allora, ti senti meglio? >> Esordì il ragazzo camminando lentamente, rivolgendosi ad Hermione, che era quella che, tra le due, stava messa sicuramente peggio.

<< Non lo so.. >> Disse dunque lei, togliendo ogni eventuale dubbio sulla sua sbronza.

<< Beh, cerca solo di non vomitarmi in macchina, ok? >>

Hermione annuì poco convinta, ma si lasciò trascinare dall'amica e dal ragazzo che odorava di menta. La menta le faceva venire in mente la pasta dentifricia che usava Ron.. Ronald Weasley, il rosso che non l'amava. Le venne da rimettere, lo stomaco le era tornato in subbuglio non appena aveva pensato a quel bastardo, anche il corpo combatteva, anche lui voleva espellerlo per sempre.

<< Devo..>> Cercò di dire Hermione, cercando di gesticolare affinché il ragazzo che la sosteneva capisse. E lui non tardò a capire. La prese per la vita e la fece girare verso il muro, la piegò raccogliendole i capelli dietro la testa e l'esortò a vomitare.

<< Dai, poi ti passa! >> Le dava leggere pacche sulla spalla, mentre Ginny guardava impotente e cercava di reggersi sulla spalla del nuovo conosciuto.

Hermione vomitò di nuovo, meno dell'altra volta, ma il vomito, in qualsiasi quantità, fa schifo.

<< Dai, qualche metro e ci siamo. >> Raggiunsero il parcheggio due minuti dopo, e così il ragazzo prese le chiavi della macchina e si diresse verso una ford fiesta nera.

La serratura scattò e lui aprii le portiere, invitando a far entrare le ragazze.

<< Ehm, tu, vieni mettiti davanti, cosi se vomiti basta che ti sporgi dal finestrino oppure mi fai un cenno e ti faccio scendere, ok? >> Disse premuroso ad Hermione, che annuii e si sedette sul sedile anteriore del passeggero.

<< Apro i finestrini, ditemi se c'è troppa aria..>>

Ginny da dietro negò vistosamente, dicendo d'amare l'aria fredda dopo una sbronza, che la svegliava.

<< Allora, principe zurro.. come mai ci hai salvate? >> Disse Ginny biascicando ubriaca le parole.

<< Perché ogni persona del gentil sesso va aiutata, mia dolce donzella. Voi piuttosto come vi siete ridotte così?>> Il ragazzo guardava Hermione e Ginny tenendole d'occhio entrambe, per avvertire qualsiasi impulso ''vomitevole'' che le due potessero esternare.

<< Uomini.. >> Disse Hermione con una nota amara nella voce, levandosi le scarpe e raggomitolando le gambe stette sul petto, circondate dalle braccia.

Il ragazzo dagli occhi blu la guardò, comprensivo. Si scambiarono uno sguardo complice, che diceva molto più di semplici parole, diceva l'essenziale, l'occorrente.

Diceva ; so come ti senti.

<< Comunque non ci siamo presentati..>> Disse Ginny.

<< Hai ragione, voi come vi chiamate? >> Chiese amichevole il ragazzo alla guida, mentre sopra di loro i lampioni scorrevano velocemente.

<< Io Ginny.. lei è Hermione. Tu come ti chiami, così ti ringraziamo a dovere? >>

<< Mi chiamo Harry, Harry Potter. >>

<< Beh, Harry Potter, ci hai appena salvato la vita. >> 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


3° Capitolo
 
This is how I show my love.
I made it in my mind because
I blame it on my ADD baby.

This is how an angel dies
Blame it on my own sick pride
Blame it on my ADD baby.
♫ Awolnation- Sail.
 

<< Eccoci, piano piano.. >> Harry le scortò all'entrata, reggendole per i fianchi, una a destra ed una a sinistra, incapaci di reggersi da sole.
La porta dal quale stavano entrando in quel preciso istante era bianca e di legno, e una volta varcata, lo spazio che si proponeva dinanzi loro era pressoché confuso. C'erano scatoloni su scatoloni, mobili ricoperti di lenzuola, nessun quadro appeso alle pareti, nessun oggetto nostalgico poggiato sul caminetto nel salotto. Niente.
Il grande candelabro affisso al muro venne acceso dal ragazzo, che tolse un lenzuolo dal divano e le fece accomodare.
<< Scusate il disordine, a breve trasloco quindi.. vado a prendervi dei vestiti puliti, volete farvi una doccia? >>
Hermione e Ginny si guardarono, avevano i capelli sudati appiccicati sulla fronte, gli occhi contornati da ombretto sfatto e le guance erano rosse e chiazzate dalla cipria, puzzavano di alcool e fumo e forse una doccia era quello che serviva, ma erano pur sempre a casa di uno sconosciuto.
<< Non sarebbe male come idea, ma non vorremmo recarti troppo disturbo..>> Disse Ginny, mettendosi una mano sulla fronte che non smetteva di far male.
<< No non preoccupatevi, io se volete esco, mi faccio un giro con la macchina e torno, tanto dovevo andare dal distributore automatico di sigarette a comprarmi un pacchetto... vi lascio sole così state tranquille. Ora vi porto gli indumenti puliti, per la biancheria.. beh dovrete accontentarvi temo..>>
Sorrise alle due ragazze e salii le scale, andando al piano di sopra. Hermione si lasciò andare e si sdraiò sul divano, apprezzando mestamente il motivo floreale della carta da parati ed il parquet che, a spina di pesce, si stanziava fino alla cucina, dove invece si intravedevano delle mattonelle chiare.
<< Dici che fasciamo bene a fidarsci? >> Biascicò Hermione all'amica, che aveva lo sguardo fisso verso un chiodo conficcato nella parete.
<< Non abbiamo altra scelta Herm, e poi mi sembra uno apposto.. >> Disse Ginny cercando di aggiustarsi i lunghi capelli rossi.
<< Eccomi, scusate il ritardo. Allora, vi ho preso vestiti comodi, pressoché delle tute, non credo faccia differenza, no? Per la biancheria come ho già detto devo darvi la mia, vi starà un po larga ma è solo per stasera, il bagno è di sopra, prima porta a destra, fate come foste a casa vostra, quando avete finito vi riaccompagno a casa.>>
Il moro uscì, e quando sentirono il motore accendersi ed allontanarsi, Hermione e Ginny andarono in bagno a lavarsi e a vestirsi.
 
 
♠ ♠ ♠
 
<< Dai, vomita tutto così ti passa.. >>
Ginny ed Hermione avevano appena finito di vestirsi quando alla riccia tornarono i conati, e riprese a vomitare. Ginny le raccoglieva i capelli dietro la testa e le carezzava la schiena, la carezzava dolcemente, comprensiva, presente. Si, presente, perché questo fanno le vere amiche.
<< Scusa.. Ci siamo appena.. cambiate..non so cosa farei senza di te..>> Sussurrò Hermione mettendosi a sedere e afferrando il bicchiere d'acqua che le aveva dato Ginny, iniziando a mandare giù qualche sorso.
<< Dai, non ti sei sporcata, e poi nemmeno io sarei qualcuno senza di te, tesoro.. ora però riprenditi che dobbiamo andare a casa.. Harry sarà qui a ..>>
A Ginny le morirono le parole in gola, quando vide entrare il ragazzo dagli occhi azzurri nel bagno, bussando appena alla porta.
<< Come andiamo? >> Chiese gentile, notando Hermione stesa sul pavimento, col viso pallido.
<< Non bene … Ha vomitato ancora..>> Disse Ginny a bassa voce, cercando di non farsi sentire da Hermione che, al contrario, ci aveva sentito benissimo.
<< Scusami Harry.. >>
Harry guardò Hermione confuso, accigliato, poi le si avvicinò, inginocchiandosi vicino a lei, le sollevò il mento con le dita e le sorrise, guardandola dritto negli occhi.
<< Non ci pensare, mh? Capita a tutti! Ora dai, vi riporto a casa! >>
Harry sollevò la riccia di peso, tenendola in braccio, e avanzando davanti a Ginny, scese le scale e uscì in giardino, fino al garage, e facendo mettere Hermione sul sedile anteriore.
<< Ginny, puoi metterti dietro? Controllala, io intanto vado a prendere i vostri vestiti e le chiavi ,aspettate qui mh? >> Ginny, che gli era venuta dietro, annuii grata e si sedette sul sedile posteriore, dando carezze leggere sulla nuca di Hermione, che si stava addormentando.
Ginny vide Harry arrivare dal finestrino retrovisore e quando il moro salii sulla macchina, i due non parlarono molto, Harry seguiva solo le indicazioni che la rossa gli dava per arrivare a casa.
<< Ora gira a destra, dopo puoi andare sempre dritto seguendo la strada.. Harry, ti ringrazio davvero, anche a nome di Hermione..>> Hermione infatti avrebbe ringraziato, se solo non si fosse del tutto assopita sul sedile, con il braccio appoggiato al finestrino completamente aperto.
<< Figurati, mi sembra il minimo, non è sicuro per due ragazze andare in giro a questo stato.. >>
Harry non era duro con lei, ma nel tono che stava usando si capiva che le stava facendo una ramanzina.
<< Si, hai perfettamente ragione, abbiamo esagerato.. senti ma tu che ci facevi nel locale? >> Chiese lei poi, riflettendo sul perché lui si trovasse li in quel preciso istante.
<< Lavoravo li come barman, poi visto il mio imminente trasloco ho dovuto lasciar perdere e cercare qualcosa di più conveniente. Ero tornato per ritirare i miei oggetti nell'armadietto e poi vi ho viste ballare, eravate già ubriache ma non ci ho fatto molto caso, quando poi sono uscito per andare a mettere le cose in macchina vi ho viste uscire, e viste le condizioni non potevo lasciarvi li, no? >> Spiegò lui sorridendole. Lei annuii imbarazzata, ma grata dell'immenso aiuto che il ragazzo stava offrendo loro..
<< Ehm, la seconda a destra..>>
<< Bene.. >> Harry varcò per una stradina secondaria e parcheggiò dove la rossa gli disse di parcheggiare.
<< Ok.. allora, grazie Harry.>> La rossa si sporse per salutare Harry, baciandolo sulla guancia e ricevendo un sorriso dal moro che, con dolcezza, cercò di svegliare Hermione.
<< Hermione, siamo a casa.. >> Disse Ginny, dandole leggere pacche sulla spalla.
La riccia si svegliò, ma ancora visibilmente intontita, salutò Harry dandogli un bacio sulla guancia, e scese dall'abitacolo agitando la mano, salutando il ragazzo rimasto dentro.
<< Grazie mille, principe azzurro! >> Disse lei, prendendo per mano Ginny, e aspettando che l'auto ripartisse. Harry le salutò entrambe e ripartì, lasciandole davanti casa.
<< Siamo a casa.. >> Disse Ginny all'amica, sorridendole felice.
<< Si, siamo a casa.. >>
 
 
♠ ♠ ♠
 
Il mal di testa non cessava, anzi, se possibile, sembrava peggiorare secondo dopo secondo.
Hermione si teneva la testa con le mani, appoggiata al tavolino con una ciotola di cereali piena di latte.
<< Voglio morire. >> Annunciò all'amica, che si stava preparando il caffè.
<< Prima finisci la tua colazione... è una fortuna che i tuoi siano a lavoro, così hai tempo di riprenderti. Io aspetto che finisci di mangiare, bevo il mio caffè e prendo l'autobus, vado a riprendermi la macchina al parcheggio del locale. >> Disse Ginny, perfetta anche dopo una sbronza, con in mano la sua tazza enorme di caffè e latte.
<< Ginny.. non ho fame, mi viene da vomitare solo guardando sta roba...>>
Disse Hermione scostando la tazza di cereali il più lontano possibile, al bordo del tavolo, dove rischiava di cadere. Sinceramente, ad Hermione non sarebbe dispiaciuto.
<< Non fare la scema, dai. Bene, io vado o faccio tardi, stasera ho il turno da Job, se non mi paga il mese giuro che l'ammazzo. >>
<< Ma non ti pesa lavorare anche d'estate? >> Chiese Hermione all'amica che era già alla porta.
<< Nah, sono solo due o tre giorni a settimana, solo che mi faccio un culo così mentre la sua prediletta Stella fa la cogliona con i clienti... io vado tesoro, rimettiti! Bacio! >>
Ginny uscì di corsa e chiuse la porta alle spalle, lasciando Hermione sola in casa, sbronza, completamente fuori. Guardava la ciotola al bordo del tavolo come si guarda un paio di baffi sporchi di sugo rappreso.
<< Fanculo, oggi mi faccio del male. >> Si alzò ed afferrò la ciotola, versando il contenuto nel lavandino e aprendo la credenza. Tirò fuori pane e Nutella, la sua migliore amica, e ne spalmò una generosa porzione sulla fetta di pane e la trangugiò con tre bocconi.
<< Mi faccio schifo da sola.. ma sai cosa? Non me ne fotte un..>>
*tok tok*
Hermione volse subito lo sguardo alla porta, qualcuno stava bussando.
*tok tok*
Andò ad aprire e ciò che vide le raggelò il cuore.
Ronald Weasley stava davanti la porta, con lo sguardo furioso, i pugni stretti lungo i fianchi.
Hermione perse un battito.
<< Che.. ci fai qui? >> Gli chiese, mettendosi dritta e fingendo di avere sicurezza, fingendo d'essere forte, fingendosi all'altezza.
<< Che cazzo ci facevi ieri sera li, eh? Mi tradisci così? >> La voce di Ron tremava dalla rabbia, Hermione non capiva cosa lui stesse dicendo.
<< Prego? Mi hai lasciata, ricordi? Posso fare quello che...>>
<< TU NON PUOI UN CAZZO, HERMIONE. CHE CAZZO CI FACEVI LI, EH? CHI TI SEI SCOPATA, PUTTANA?! >>
Hermione rimase paralizzata, Ron la prese per un braccio e la trascinò fuori in giardino, chiudendo la porta.
<< RON MI FAI MALE, LASCIAMI! >> Ora anche Hermione urlava, sotto la potente stretta del rosso, che aveva uno sguardo maniaco dipinto in viso.
Ron lasciò la presa sul braccio, per portarla poi sul colletto della maglietta della tuta di Harry.
<< Di chi è questa, mh? Di quello che ti sei fatta, eh? >>
Ora la voce di Ron era un sibilo, un cattivo sussurro intento solo a far male.
La sua voce era lama tagliente.
<< Ron, ho detto lasciami. >> Ora sussurrava anche lei, sperava che i vicini non la sentissero, sperava che le persone che si erano fermate per osservare se ne andassero, voleva solo rimanere sola con pane e Nutella. Voleva stare sola.
<< Che succede qui? >> Una voce fece voltare entrambi i protagonisti di quel brutto litigio, e la voce apparteneva ad un ragazzo dai capelli bruni, poco più basso di Ron, fisico asciutto e sguardo ipnotico. Il suo nome? D'eh, lo conoscete già.
<< Harry... >>
<< Harry? Harry chi cazzo è, Harry? Chi cazzo sei tu eh? Tu hai fatto il cazzone con lei, eh? Te la sei scopata per bene, è tua la tuta, vero? Eh? Sto parlando con te, cazzone! >>
Ron lasciò la presa su Hermione e si diresse verso Harry, che era rimasto immobile e zitto per tutto il tempo.
<< Se tu sapessi usare un vocabolario più approfondito piuttosto che parlare solo con il, appunto, cazzo, ti direi che no, non mi sono approfittato di Hermione e che si, la tuta è mia e, novità, sto per darti un cazzotto su quella faccia da idiota che ti ritrovi. >>
Il pugno volò dritto sul naso del rosso, un rumore di osso rotto echeggiò nell'aria e per Hermione mai ci fu suono più soave.
Sarebbe bello pensare ad Harry che arriva e salva la situazione, vero? Mh, si, piacerebbe anche a me. Ma il rosso colpì Harry con più violenza che quest'ultimo usò per colpire lui e gli spaccò il labbro, facendo colare sangue sulla camicia bianca del ragazzo.
<< NO! >> Hermione corse tra i due, dividendoli, e se Harry rimase fermo, Ron non fece lo stesso. Spinse Hermione con così cattiveria che la riccia finì faccia a terra, sulla soffice erba tagliata del suo stesso giardino.
Il rosso si scaraventò sul moro, che rispose difendendosi coraggiosamente, sebbene l'evidente differenza di stazza tra i due.
Hermione si rialzò, si sentiva la fronte umida, non ci fece caso e saltò sulle spalle del rosso, incrociando le gambe lungo i fianchi di lui che, sbilanciandosi, cadde con Hermione sopra.
<< Ron ti prego fermati, ti prego..>> Gli sussurrò lei all'orecchio, cercando di bloccargli i polsi con le mani, con quanta più forza aveva in corpo. Lui la scansò in malomodo e si alzò da terra, guardando torvo Harry, per poi uscire dal cortile e sparire lungo la strada, lontano.
Ad Hermione non rimaneva che far entrare Harry e scusarsi all'infinito per l'accaduto.
<< Ti prego perdonami.. >> Gli diceva, mentre prendeva il disinfettante dallo sportello dei medicinali in bagno.
<< Hermione è la decima volta che lo dici, non c'è niente di cui scusarsi! E non c'è bisogno del disinfettante, posso passarci un po d'acqua e passa, fidati! >> Disse lui cercando di rassicurarla, sebbene il sangue che gli sgorgava ancora dal naso era un chiaro segno di osso rotto.
<< Harry... >> Hermione era addolorata, non voleva che qualcuno venisse coinvolto, specialmente non per causa di Ronald.
La riccia prese l'ovatta e cominciò a tamponare il naso di Harry, che dopo poco, smise di sanguinare.
<< Hermione davvero, non è necessario..>> Harry, in realtà, sapeva quanto fosse necessario disinfettare le ferite, ma non voleva ammettere quanto fosse doloroso.
<< So che ti fa male, ma fidati, è meglio così... Ora.. ti pulisco il sangue e ti riaggiusto il naso, ok? Non temere..>>
Hermione aveva forse detto che il mondo era piatto? Che la peste bubbonica era stata causata dal peto di un leone marino? No, aveva solo detto che avrebbe messo a posto il naso di Harry, eppure, quest'ultimo, la guardava come si guarda un elefante che dondola da una ragnatela.
<< A meno che tu non nasconda una bacchetta sotto quella tuta, io ti proibisco di farlo. >>
Disse serio lui, coprendosi il naso con una mano.
Hermione lo guardò dolcemente.
<< Sei proprio carino Harry... >>
Lei si avvicinò, inginocchiandosi sulle sue ginocchia, carezzandogli il collo con le mani.
<< Sono.. contenta che tu sia venuto qui oggi.. >>
Harry era estasiato dalla bellezza della ragazza, così ingenua, così tenace.
<< Hermione che.. >>
Harry guardava la ragazza rapito, il cuore che batteva forte, il respiro mozzato.
<< Harry..>> Hermione prese le mani del ragazzo e se le portò alla vita.
<< Harry stringimi..>> Harry, dal canto suo non se lo fece ripetere due volte, e afferrò.
<< Mi tieni stretta, vero Harry? >> Disse Hermione sussurrando queste parole sulle labbra del ragazzo, che stava oramai perdendo la testa sotto quel viso così … dannatamente perfetto.
<< Ti tengo.. si.. stretta..>>
<< Allora perdonami..>> Disse lei, guardandolo negli occhi.
<< Perdonami per cosa? >>
CRACK. Il naso di Harry non fece mai rumore più brutto di quello, ne prima, ne dopo. Hermione gli aveva portato le mani in viso, senza che lui se ne accorgesse, e gli aveva raddrizzato il naso.
Harry, in quel momento, odiava tutto e tutti. Trattenere lacrime ed urla non era mai stato così difficile.
<< Porca di quella troia.. >> Imprecò lui, mentre Hermione si alzava dalle sue ginocchia con fare colpevole.
<< Oh Harry mi dispiace, era l'unico modo... con quel naso eri davvero irriconoscibile... tranquillo i miei sono dottori, mi hanno insegnato loro come si fa.. Harry...?>>
Harry si teneva il naso con le mani, gli occhi chiusi, le ginocchia strette. Se avesse potuto, avrebbe spaccato la sedia sul quale era seduto.
<< Io ti salvo la vita e tu mi spezzi il naso? >> Aveva detto lui ironico, guardandola ora negli occhi con uno sguardo da cane bastonato.
<< Non agitarti tanto, guardati. >> Hermione gli porse uno specchio, e lui scoprì il naso, e quel che vide lo turbò molto. Aveva sentito il naso spezzarsi, ne era sicuro, quando quel pezzente lo aveva preso a pugni, ora, guardandosi allo specchio, vedeva il suo naso perfettamente uguale a quello che aveva questa mattina, mentre si lavava i denti.
<< Non.. è diverso..>>
<< No.. te l'ho detto che te lo ho aggiustato..>> Disse Hermione, cercando di smorzare la tensione.
<< Molto gentile.. >> Disse lui, tirando su col naso.
<< Harry..? >>
<< Dimmi, Spaccanasi. >>
<< Che eri venuto a fare? >>

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


4° Capitolo

 

When you feel my heat
Look into my eyes
It's where my demons hide
It's where my demons hide

♫ Imagine Dragons- Demons

 

 

<< Che eri venuto a fare? >>

<< Ah, ehm, mi ero accorto che avevate lasciato degli orecchini e due collane a casa e visto che domani trasloco ho pensato di venire oggi, ce le ho in macchina, torno subito. >>

Harry uscì e andò a prendere gli oggetti in macchina, mentre Hermione cercava di prendere dei bicchieri dalla mensola.

<< Eccomi. >> Disse Harry tornando, e depositando un sacchetto con dentro gli oggetti sul tavolo. Hermione gli sorrise grata.

<< Grazie... posso offrirti una bevanda fresca? Ho il tè alla pesca.. Fuori fa un certo caldo oggi..>>

<< Oh, magari si, ti ringrazio..>> Harry sorrise alla nuova amica, e si guardava intorno. Le pareti rosa confetto erano ornate da cornici con foto in bianco e nero, tutte di Hermione da piccola, Hermione con un cavallo, Hermione con i genitori, Hermione e Ginny da bambine.

Il caminetto era in pietra con un rialzo in mattoni a vista, sul quale c'erano dei cuscini dove ti potevi sedere a prendere una cioccolata calda.

<< Vorrei vivere in una casa così, confortevole, accogliente..>>

Hermione ascoltava Harry mentre versava del tè nel bicchiere precedentemente catturato dalla mensola e glielo porgeva.

<< Com'è casa dove ti stai per trasferire? >>

<< Mah, normale, niente di eccezionale, però devo farmi una vita indipendente quindi..>> Harry bevve un lungo sorso, godendosi il sapore del tè che da sempre gli piaceva tanto.

<< Ma andrai lontano? >> Chiese allora Hermione, mettendosi a sedere sulla sedia davanti Harry.

<< Oh no, non troppo comunque, e tu invece che fai, terminato gli studi? >>

<< Ah, si, intendo fare il college appena posso permettermelo. >>

<< Capisco.. beh, Hermione, è stato un piacere, ma devo proprio scappare, ho un appuntamento con il proprietario dell'appartamento dove andrò e non voglio tardare. Ci si sente, che ne dici? Ti lascio la mia e-mail, va bene? >> Hermione annuii sorridente e prese un pezzo di carta ed una penna, porse gli oggetti ad Harry e lui scrisse sopra, restituì il foglio ad Hermione e le diede un bacio sulla guancia.

<< Grazie del tè. >> Prese il giacchetto e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

Hermione rimase nuovamente sola, nuovamente con se stessa. Prese il cellulare e mandò un sms a Ginny.

Non puoi capire cosa è successo.

Vieni da me, di corsa, questa devi proprio saperla.”

 

Premette invio ed attese.

Dopo pochi secondi, la risposta.

 

Sono già in macchina, preparami il tè con i biscotti.

Ginny's coming.”

 

 

Hermione corse in cucina e prese il pacchetto di biscotti alla vaniglia con scaglie di cioccolato, i preferiti dell'amica, e ne mise una manciata su un piattino da portata, prese un bollitore e lo riempì d'acqua, mettendolo poi sulla fiamma.

Bene, direi che è ora di mettersi qualcosa di più decente. Pensò Hermione, correndo in camera e levandosi la tuta, togliendo prima il foglietto con l'e-mail di Harry e deponendolo sulla scrivania.

Prese un vestitino al ginocchio bianco a fascia, un paio di ballerine verde pastello e si legò i capelli con un fermaglio del medesimo colore. Scese nuovamente in cucina e levò l'acqua dal fuoco, in quel preciso istante, sentii il motore della macchina di Ginny spegnersi e la rossa, come una furia, entrava in casa con i capelli sconvolti, gli occhiali da sole storti in viso e il vestito stropicciato.

<< Spero per te che sia una cosa da urlo. >> Commentò poi, sistemandosi e mettendosi a sedere, degustando i biscotti che Hermione le aveva offerto.

<< Ok, ho una buona e una cattiva notizia. Scegli. >> Le disse poi, sedendosi di fronte a lei.

<< Mmmh, ok, facciamo che scelgo la number one. Vai con le disgrazie! >>

<< Indovina chi è venuto oggi a casa dopo che te ne sei andata. >>

<< Mmm – Ginny finse di pensarci un po, con aria pensierosa – Oh mio Dio, non sarà arrivato Geppetto? >> Disse ironica, causando risate dall'amica.

<< No, scema! Tuo fratello. >>

<< Fred? >>

<< No.. >>

<< George? >>

<< Ginny...>>

<< Oh, oh, ci sono. Bill.>>

<< GINNY! >> Hermione sbottò fingendosi frustata, ma ridendo con l'amica, che alzò le braccia e dicendo '' mi arrendo '', invitò l'amica a dire il nome del fratello più bastardo.

<< Ron. >> Disse infatti Hermione, e la sua espressione dipingeva quest'affermazione ; ''Ma non è tutto.''
<< E che ti ha detto? >> Chiese curiosa Ginny, mangiando con furia un biscotto.

<< Che sono una zoccola, che l'ho tradito ieri al locale e ha cominciato a dare di matto! >>

<< Cazzo dici! >> Esclamò Ginny indignata, con il boccone ancora a metà.

<< Giuro, mi ha presa e trascinata di fuori, ha cominciato ad urlare, ad un certo punto mi ha fatto male, afferrandomi il braccio, era fuori di se. Poi, però, ad un certo punto... è arrivato Harry! >>

Ginny spalancò la bocca così tanto che Hermione poté distintamente riconoscere la trachea nella gola della rossa.

<< Cazzo dici!! >>

<< Giuro! Ci ha riportato delle cose, collane e orecchini che abbiamo dimenticato da lui e quando è arrivato si è intromesso difendendomi da Ron e gli ha dato un cazzotto sul muso, però poi anche Ron gli ha scazzottato la faccia e gli ha rotto il naso, così sono intervenuta e l'ho cacciato, così Ron se ne è andato ed io ho portato Harry in bagno per pulirgli il viso dal sangue..>>

<< Non ci credo...>>

<< Giuro!!! Poi volevo aggiustargli il naso perché era tutto storto, ma lui non voleva, così mi sono messa su di lui .. >>

<< CAZZO DICI! >> Ginny oramai aveva lo stesso mezzo biscotto in mano da un quarto d'ora, a metà tra il tavolo e la bocca, ancora spalancata.

<< Giuro!! Poi gli ho detto di tenermi stretta, e poco prima di baciarlo, gli ho preso il naso tra le mani e gliel'ho riparato. Povero ci è rimasto malissimo! >>

Ora Ginny rideva, rideva come non mai, e l'amica con lei, ridevano di gusto, fanculo Ron, lei poteva ancora sorridere.

<< Ma tutto ciò perché non succede mai quando sono presente? >> si lamentò allora Ginny, lanciando il biscotto nel piatto e ridendo con l'amica, che fece spallucce.

<< Beh, per questa storia ho corso come un'indemoniata ma ne è valsa la pena, ora torno a casa e meno a Ron. Comunque poi con Harry che è successo? >>

<< Se ne è andato, ma mi ha lasciato la sua mail! >> Sghignazzò Hermione tutta contenta, sorridendo sotto i baffi.

<< E che pensi di fare con lui? >>

<< Credo di.. volerlo rivedere. È un tipetto molto carino..>> Disse Hermione imbarazzata, arrossendo sulle gote.

<< Così ti voglio! Ora però scappo davvero, o mio padre mi ammazza, vuole che torni a pranzo oggi, ci sentiamo per messaggi tesoro! Bacio grande! >>

Ginny dopo saluti e convenevoli uscì di casa, ed Hermione si mise al computer, dove salvò la mail del ragazzo nella cartella contatti.

<< Tutto ciò si fa interessante..>> Pensò ad alta voce, ancora scossa dai recenti avvenimenti.

Era in camera sua, quando ad un certo punto sentì il motore di una macchina spegnersi nel vialotto, e riconobbe quel suono come la macchina dei genitori, tornati dal lavoro.

I genitori di Hermone erano difatti due chirurghi di fama internazionale, apparsi anche sulle riviste poiché hanno preso parte a interventi di celebrità molto conosciute.

<< Tesoro, siamo a casa! >> Chiamò la madre entrando dalla porta, deponendo sul pavimento la busta con la spesa.

<< Ciao mamma, ciao papà..>> Disse Hermione raggiungendoli e prendendo la busta, portandola in cucina e svuotandone il contenuto.

<< Com'è andata ieri sera? >> Chiese il padre, mentre si slacciava l'orologio dal polso e lo deponeva sul tavolo.

<< Non male.. come mai siete arrivati così presto? >> I genitori, infatti, rincasavano sempre dopo pranzo, poco prima di cena. I due si guardarono, complici nello sguardo e nel sorriso.

Annabelle, la madre, prese per mano Hermione e la condusse in salotto, seguite dal padre.

<< Siedi cara, io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa..>> Annabelle, una bella donna dai capelli biondi, zigomi alti e profondi occhi scuri, si sedette sulla poltrona accanto al marito, mentre Hermione, come faceva quando era piccola, si sedette sul puff accanto il caminetto ed attese.

Cosa si stesse immaginando in quel momento lo seppe solo lei, magari una gravidanza, una promozione a lavoro, l'arrivo degli alieni.. Ma mai si sarebbe aspettata l'ennesima cattiva notizia.

<< Tesoro, traslocheremo. >>

Boom. Avete presente quei film apocalittici in cui il protagonista, dopo aver perso amici, famiglia, sopravvivendo a innumerevoli catastrofi, muore all'ultimo minuto, facendo crollare ogni tua speranza precedentemente costruita? E magari il bastardo muore sotto una macchina, o annega, o chissà cosa. Bene, lei stava morendo di asfissia. L'aria le mancava, nei polmoni solo dolore. Trasloco, lontano, altrove.

<< Si, tesoro.. ecco vedi.. ci hanno proposto un contratto molto proficuo a New York, sai.. e abbiamo messo in vendita la casa.. è tutto programmato.. partiremo tra quattro giorni tesoro. Vedrai sarà bellissimo! >>

Colpo dopo colpo, l'anima di Hermione finiva sotto terra, assieme ai suoi buoni propositi, ai suoi rifugi costruiti nell'arco degli anni all'interno della sua nuova vita.

<< No.. Non possiamo trasferirci ancora.. non di nuovo mamma! >> Hermione ricordava il giorno in cui aveva messo piede in Inghilterra, appena sei anni, era stata portata via dai nonni, per motivi di lavoro dei genitori, dagli amici, dalla vecchia famiglia. Ora lei ne aveva costruita una nuova, non poteva, non voleva lasciarla andare.

<< No mamma... io non verrò. >>

La madre guardò scandalizzata la figlia, che al contrario, aveva uno sguardo calmo sul viso, occhi inespressivi, glaciali.

<< Come hai detto? >> Chiese il padre, afferrando la mano della moglie.

<< Che non vengo. Motivo? Primo, non mi avete chiesto il parere, sebbene ho capito che da tempo oramai sapete della promozione, o non avreste venduto la casa così in fretta. Secondo, non ho intenzione di lasciare il mio Paese. Qui ho amici, ho il college, ho quello che considero futuro. Non verrò, io resto qui. >>

<< La casa è stata oramai venduta, non hai altro posto dove stare, non hai scelta Hermione, capisco che sei arrabbiata e non ti do torto, ma ora..>>

<< Ma ora niente. -Hermione si era alzata e stava per uscire dalla sala quando, sull'uscio della porta, si girò e li guardò dritta negli occhi – Cercherò un appartamento, mi dispiace mamma, papà.. ma questa... questo Paese è casa mia. Vi verrò a trovare..>>

Il padre guardava la figlia con apprensione, mentre la madre era sconvolta, si sentiva tradita. Mai avrebbe pensato che la figlia si sarebbe opposta, motivo per il quale non si era presa la briga di avvertirla prima.

<< Hermione Jean Granger.. tu non hai nemmeno lo straccio di un lavoro! >> Stava quasi per gridare Annabelle, stava per dare sfogo alla sua rabbia, alla sua delusione.

<< Lo troverò, così come troverò una casa. Ho diciotto anni, posso decidere da sola. Voglio decidere da sola. >>

<< E sia.. >>

 

♠ ♠ ♠

 

Gli scatoloni erano già pieni, i genitori avevano chiamato degli amici per aiutarli nell'impacchettare tutto. Hermione, dal canto suo, decise di prendere le sue cose da sola, senza l'aiuto di nessuno. Quella casa era stata la sua vera prima dimora, il suo rifugio, e teneva a quelle pareti rosa pastello, a quella finestra che di mattina faceva entrare quel poco di luce che bastava per svegliarla come se fosse cullata dagli stessi raggi del sole.

Aveva chiamato delle persone che su un sito internet, apposito per chi cerca casa, avevano messo annunci che sembravano esserle comodi. Case non troppo lontane, piccole, adatte a chi vive da solo, ma tutte avevano un affitto spaventoso, al di fuori di ogni sua immaginazione.

Così prese coraggio, fece un ultimo giro sul blog e notò un annuncio messo proprio mezz'ora prima. L'affitto era basso, e l'appartamento, poco lontano dal suo quartiere, andava condiviso con altri due coinquilini ma, dopotutto, poteva benissimo accontentarsi per il momento e cercare casa più avanti.

Afferrò il telefono e compose il numero scritto sull'annuncio, ed Hermione attese che qualcuno rispondesse.

L'apparecchio non squillò a lungo, ed Hermione si ritrovò ben presto a parlare con il diretto interessato.

<< Pronto? >> Hermione riconobbe la voce palesemente maschile dell'uomo all'altro capo del telefono.

<< Pronto? Salve, rispondo all'annuncio da voi messo sul sito poco più di mezz'ora fa, quello dell'affitto..>>

<< Oh, ma certo, lei è interessata? >>

<< Beh.. - Hermione si sdraiò sul letto e prese una lunga boccata d'aria prima di rispondere – si.. si voglio trasferirmi. Voi dunque avete un posto disponibile nel vostro appartamento, ho capito bene? >> Hermione incrociò le dita, sperando che quello non fosse lo scherzo del Destino che giocava con lei.

<< Si Signorina, vogliamo fissare un appuntamento così che possa farle vedere la casa? >>

<< Assolutamente! Quando possiamo vederci? >> Chiese lei, scattando in piedi e afferrando un pezzo di carta e una penna.

<< Direi anche ora se lei è disponibile. >>

<< Certo, certo, disponibile.. dove possiamo incontrarci? >>

<< Le do l'indirizzo della casa, lei ha la macchina? >>

<< Si, l'indirizzo comunque è già scritto qui sul sito, dovrei essere li in venti minuti.>>

<< Allora l'aspetto, l'appartamento è al quinto piano, la stanza al quale deve bussare è la numero 394.>>

Nuova vita, Hermione sta arrivando.

 

♠ ♠ ♠

 

Hermione era stata capace di lavarsi, vestirsi e truccarsi in dieci semplici minuti, scendendo le scale e arrivando alla porta con passo svelto e aggraziato.

<< Mamma, papà, vado a vedere casa, torno per cena! A dopo! >>

Hermione corse in garage a prendere la sua macchina, una Fiat 500 bianca con i sedili rossi, classica macchina italiana, gliela regalarono i nonni per il compimento dei suoi 18 anni, e lei l'adorava, nella sua semplicità, nel suo piccolo, nella sua comodità. Era la macchina perfetta per lei.

Salì nell'auto e accese il motore, e nemmeno il tempo di accorgersene, era già in strada con la radio al massimo del volume. Stava per andare a vivere da sola, senza nessuno, senza genitori. Finalmente, aveva la libertà in mano.

 

♠ ♠ ♠

 

L'indirizzo era giusto, Wallaby Street, terza strada, primo incrocio a destra. La costruzione gigante che le si poneva davanti, invece, era molto di più di quello che si aspettava, con i grandi mattoni rossi e le finestrelle bianche, quel grande portone in legno massiccio che conduceva all'atrio spazioso dove il portiere salutava dandoti il benvenuto, e guardando in alto vedevi le scale con tappeto rosso che fa da contorno all'ideale di appartamento dove vorrebbe vivere una ragazza come lei. Ma non lei. Lei non se lo poteva permettere, era bellissimo, rustico, in un quartiere ben comunicante col centro della città, con i negozi di classe e la gente frivola. No, non poteva essere per lei, non a quel prezzo.

<< Mi scusi, credo di aver sbagliato posto.. è questo il palazzo in ''Wallaby Street 13° strada''? >>

<< Si signorina, è proprio questo. Cerca qualcuno? >> Chiese l'anziano uomo vestito di tutto punto con una divisa verde e ricami dorati. La barba bianca lo faceva sembrare il comandante di una qualche nave importante, quell'aria gentile e quel nasone rosso a patata lo rendevano cos' amichevole e ti veniva voglia di stropicciargli le guance tanto erano dolci. Le ricordava suo nonno, col quale da sempre aveva un gran legame affettivo.

<< Si, c'è qui la stanza numero 394? Dovrebbe essere al..>>

<< Quinto piano Signorina, l'ultimo. L'accompagno all'ascensore? >> Chiese cordiale l'uomo, allontanando ogni dubbio sull'esattezza del luogo.

<< Molto gentile..>>

L'uomo la scortò verso l'ascensore, con le porte a specchio e i contorni d'oro.

<< Questo è troppo per me.. >> Dentro l'ascensore Hermione si faceva sempre più piccola. Era stata presa in giro, forse aveva letto male il prezzo dell'affitto mensile, forse si erano scordati di aggiungere uno o più zeri.. Doveva esserci un errore.

*Blink*

Le porte dell'ascensore si aprirono e lei fece qualche passo verso quella porta in legno, dove sulla sua superficie regnavano indistinti i numeri in rilievo, anch'essi d'oro, che citavano il numero ''394''.

Bussò alla porta e poco dopo quella s'aprì, facendo apparire dietro essa un ragazzo alto, dai capelli biondo cenere, occhi di ghiaccio ed un sorriso mozzafiato.

Draco Malfoy la fece accomodare all'interno dell'appartamento.


♣♣♣ Nota dell'autrice ♣♣♣ 

Ringrazio tutti voi per avermi seguita sin qui. Questo è per me motivo di grande gratitudine e soddisfazione personale, davvero, vi sono grata immensamente.

Spero che anche questo capitolo vi abbia interessate, divertite, e che vi abbia reso la lettura piacevole e sinuosa.

Come avete visto ora torna in scena il nostro Draco, proprietario di quell'appartamento così bello, così lussuoso, unica salvezza per Hermione che, senza un tetto, sarebbe stata costretta a partire con i suoi. Che vi pare della trama? Sta prendendo una forma interessante? :)
Questa è la figura che mi sono imposta di immaginare come nuova casa per la nostra protagonista, vi piace? Cliccate qui ←- :)
Vi prego di leggere anche il prossimo capitolo, le quali vicende che verranno scritte si faranno molto più scottanti e spero divertenti. Un bacio grande, vostra Harmonia.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


5° Capitolo.

 

 

I'm gonna pick up the pieces,
And build a Lego house
When things go wrong we can knock it down

Ed Sheeran – Lego House
 

<< Ma tu guarda! Hermione! Accomodati, accomodati pure! >> Draco fece entrare Hermione, che ancora stupefatta, non aveva proferito parola, non aveva esternato sorrisi, espressioni, solo gote rosse a dipingerle il volto.

<< Perdona il disordine.. è da pochi giorni che sono qui quindi ci sono ancora un paio di scatoloni da riorganizzare. Ecco, questo è il salotto. >>

La stanza dove era appena entrata Hermione aveva le pareti con mattoni rossi, come quelli esterni, mentre il soffitto con le travi in legno a vista era bianco in netto contrasto con il legno scuro. La prima cosa che spiccava era però una scala a chiocciola all'angolo della stanza. Alle pareti dipinti etnici decoravano l'abitazione rendendola colorata e originale, il tavolo al centro della stanza aveva il piano in vetro, e le gambe dello stesso legno delle travi, con sedie il quale schienale era formato da intrecci complicati di vimini spessi e di un ocra acceso. Il divano angolare attaccato alla parete, rosso e ocra, era coperto con un variopinto copri-divano di cotone e il lampadario al centro della stanza era enorme, ma agli occhi di Hermione sembrava un grande alveare, anch'esso formato da intrecci complicati di vimini e diffondeva nella stanza una luce calda e accogliente. L'unica finestra del salone era grande e si affacciava proprio sopra il divano, a due metri di altezza, lì dove il soffitto era altissimo.

<< Ti piace lo stile etnico, vero? >> Scherzò Hermione, sfiorando con la punta dei polpastrelli quelle sedie con lo schienale alto, già si immaginava seduta sopra a cena.

<< Si, l'adoro.. vieni, ti faccio vedere il mio nascondiglio dedicato al tempo libero, poi ti farò vedere la cucina e il bagno.>> Draco scostò una tenda che pendeva da un arco che prima Hermione non aveva notato, alla fine della stanza. Quando entrarono, un tavolino tondo, dello stesso stile del più grande in salotto, ma molto più basso, era adagiato al centro della stanza su un tappeto probabilmente indiano, ed attorno questo tavolino c'erano dei cuscini dello stesso stile del divano visto precedentemente. Il bello della stanza stava nella semplicità nascosta, infatti, non c'erano finestre e lo spazio non era un granché immenso, anzi, sembrava delle dimensioni di un grande bagno. Sul muro, rigorosamente di mattoni, v'era una libreria di legno scuro immensa proprio al centro, che sembrava voler espandersi sempre di più, anche se ricopriva già metà della superficie.

<< Guarda in alto, li. >> Draco indicò in alto dietro di loro, dove una tv al plasma era stata affissata al muro e potevi comodamente guardarla seduta su uno di quei cuscini. All'angolo della stanzetta in fine c'era un puff di cuoio con accanto un comodino ed una lampada, indovinate? in vimini.

<< Vieni, ti faccio vedere anche la cucina e il bagno. >> Hermione seguì il ragazzo che la fece uscire da quel fantastico nascondiglio e la fece tornare in salotto, successivamente la scortò dopo un secondo arco, più grande, al quale prima non aveva gettato l'occhio. Una volta attraversato, la stanza le si presentava nello stesso stile degli ambienti già visti. Una cucina pensata per il risparmio di spazio. Infatti gli sportelli si aprivano a scorrimento laterale e le pentole e i piatti erano ben ordinatamente stati posti su quelle mensole ben organizzate. Il legno duro dei mobili era leggermente ramato, e la cucina ad angolo disponeva anche di un tavolo di modeste dimensioni attaccato al muro con tre sedie, una per lato libero. Una finestrella faceva entrare la luce necessaria, appena accennata, poiché coperta da tendine di cotone gialle. Lo stile etnico, dunque, predominava, ma la cosa più bella era quel fantastico muro di mattoni rossi. Hermione ne andava pazza.

<< Ti mostro il bagno e poi saliamo, ti faccio vedere le stanze. >>

Il bagno era piccolo, ma due persone ci entravano comode. I mobili erano in legno ma water e doccia rigorosamente in porcellana. Le piastrelle erano color mogano e si scontravano alla perfezione con il soffitto bianco che dava all'ambiente la giusta quantità di luminosità. Era perfetto.

<< Bellissimo..>> Hermione si lasciò sfuggire un complimento quando notò il grande specchio incorniciato con una complicata manofattura in legno, dove la composizione ricordava un dipinto fiammingo.

<< Ti mostro le stanze..>> Hermione venne condotta al piano di sopra, salendo quella vorticosa scala, arrivò ad un corridoio illuminato da lampadine a muro molto graziose a mezza luna. Si stupì nel vedere che invece dei mattoni, il muro era semplice, liscio, verniciato di bianco. Il soffitto ora era molto più basso, circa due metri e mezzo, ed Hermione, in questo lungo corridoio, intravedeva quattro porte.

<< Allora, la prima porta è camera mia, questa a destra, la prima a sinistra, poco più avanti, la tua, poi la seconda a destra è quella di mio fratello e l'ultima è un bel bagno uguale a quello al pian terreno. >>

Hermione venne gentilmente portata a far vedere la sua stanza, molto simile al ''rifugio'' al pian terreno. Il muro era, ringraziando Dio, in mattoni, proprio come piaceva a lei, e il pavimento era formato da una bella composizione di mattonelle bordeau. C'era un letto di ferro battuto e una scrivania di legno, con una sedia mobile e una libreria enorme, vuota. Hermione si immaginava riporne i libri al suo interno, lei d'altro canto adorava leggere. Quella stanza era fatta proprio per lei, e la grande porta finestra portava ad un piccolo balconcino.

<< Che ne dici, sei ancora interessata? >> Chiese Draco, sorridendole.

<< Sono innamorata di questa casa... ma temo di non potermela permettere.. credo tu ti sia sbagliato a scrivere la cifra dell'affitto mensile.. non può essere solo 300 sterline.. >>

Hermione fece un mezzo sorriso a Draco e lo sorprassò, dirigendosi verso le scale.

<< Hermione, no la cifra è giusta! Ma non sono mensili, sono bimensili! >>

Hermione si bloccò a metà corridoio, paralizzata, inerme.

<< Stai scherzando? >> Chiese lei, girandosi nella direzione del biondo che intanto la stava raggiungendo.

<< Non mento, Hermione.>>

<< Ma è.. ci deve essere un.. cioè.. 300 sterline ogni due mesi? Solo? >> Chiese incredula lei, inarcando un sopracciglio.

<< Nessuna fregatura! Se vuoi ti aumento l'affitto, se 300 non ti vanno bene..>> Scherzò lui, ed Hermione pianse, pianse lacrime di gioia. Aveva trovato casa, a pochi chilometri dalla sua vecchia abitazione, e forse anche più vicina a quella di Ginny.

<< Se l'offerta è ancora valida, mi ci trasferisco subito! >>

<< Offerta validissima! Sempre che non ti dispiaccia dividere l'appartamento con due uomini! >>

Hermione si fermò un attimo, guardando torvo Draco.

<< Due? >> Chiese lei, increspando le sopracciglia.

<< Si, te l'ho detto no? C'è anche mio fratello! Tranquilla è nostro coetaneo, non ha precedenti penali ed è simpatico, sarà felice di averti qui, gli starai sicuramente molto simpatica anche tu, Hermione! >> Scherzò Draco, ma Hermione aveva ben altro in testa. La paura, l'emozione, l'adrenalina. Sarebbe andata a vivere senza i genitori, con due ragazzi, in un appartamento da lusso e con tutti i benefit che ciò comporta. Figo, direte voi, magari succedesse a me! No?

Bene, Hermione invece era l'eccezione. Era in quella fase tipica prima del grande passo.

La fase.. '' E se..?''

E se sbagliasse tutto? Se quello che stava per fare fosse il primo passo verso il burrone?

E se stesse affrettando troppo le tappe?

E se non fosse pronta per guadagnarsi da vivere e studiare al tempo stesso?

E se.. non fosse pronta in niente. In niente che la sta circondando.

Trascinava lenta le dita sullo scorrimano delle scale a chiocciola mentre scendeva alle spalle di Draco, e tutto il mondo le sembrava a rallentatore. L'aria che le soffia tra i capelli sembra muoverli lenti, mentre fa un ultimo balzo verso il pavimento e raggiunge Draco al centro della stanza, che ora la guarda attendendo una conferma.

Hermione guardò le sue scarpe, ricordava che sin da piccola era usuale guardarsele e vedere la strana forma che assumevano i piedi, in quel momento erano come sette anni fa, con le punte rivolte l'una verso l'altra, come se cercassero un contatto, un appoggio.

Finalmente sollevò lo sguardo, guardò in quei bellissimi occhi e per la prima volta si sentì grande. Si sentì pronta.

<< Quando posso venire? >>

 

 

♠ ♠ ♠

 

<< Si può sapere quanti scatoloni hai? >> Scherzò Draco, entrando in camera di Hermione e vedendo quei mille scatoloni poggiati sul pavimento, sotto lo sguardo torvo dei due genitori appoggiati allo stipide della porta. Non che il povero ragazzo non avesse fatto loro una buona impressione, affatto, era cordialmente stato invitato ad entrare nell'abitazione, stretto la mano ad entrambi i genitori e si è ufficialmente presentato come l'uomo che aveva dato una casa alla loro figlia.

Oh, si, che bella scenetta, vero? Mmh, non sotto il punto di vista di un genitore al quale si sta presentando l'uomo che porta via la figlioletta dalla campana di vetro dentro il quale era stata rinchiusa.

Hermione sorrideva, entusiasta. Draco stava prendendo gli scatoloni e li stava deponendo nella sua macchina, nel portabagagli e nei sedili posteriori.

<< Dici che entrano tutti? >> Chiese Hermione porgendogli l'ultimo scatolone contenente piccole cianfrusaglie.

<< Oh ma certo, è ampia vedi? Ecco.. - disse lui finendo di sistemare uno scatolone – è fatta.. puoi salutare i tuoi ora.. vi lascio soli. >> Draco raggiunse prima i genitori che avevano atteso alla porta, e strinse la mano ad entrambi.

<< Signori Granger, è stato un vero piacere conoscervi. >> Mr. Granger e Signora non gradirono molto quel perfetto ragazzo, così ben educato, così cordiale, così fottutamente nella norma. No, avrebbero preferito uno scansafatiche, uno stronzo, un maleducato spaccone, così da aver avuto una scusa plausibile nel vietare alla figlia una convivenza con quell'ultimo. Ma no, il figlio di trota era perfetto.

<< Anche per noi Draco, un vero piacere.. >> Annabelle strinse la mano di Draco e sorrise a denti stretti. Mai disse bugia più falsa.

<< Arrivederci. >> Salutò in fine lui, andando nella macchina e aspettando che Hermione salutasse i suoi genitori. Lei si fece avanti e abbracciò prima il padre, stringendolo forte, dandogli pacche affettuose sulla schiena.

<< La mia piccola.. vedi di non fare guai, ok? >> Disse lui, asciugandosi le lacrime dagli occhi.

<< Papi.. >> Lei gli diede un buffetto sulla guancia, trattenendo a stento le lacrime. Poi si rivolse alla madre..

<< Stai...attenta, ok? >> Disse Annabelle, abbracciando la figlia, in un melodrammatico addio.

<< Mamma.. tranquilla.. ci rivedremo a Natale..>> La madre singhiozzò rumorosamente e Hermione decise che quello era il momento perfetto per tirare via le tende.

<< Ci si vede.. >> Disse, facendo ciao con la mano e sorridendo a quella coppia di scalmanati, poi guardò la casa, la casa che l'aveva ospitata a lungo, così ben curata. La guardò e solo in quel momento si accorse di non provare il minimo affetto per quelle mura.

Salii in macchina e sorrise a Draco, che prese quel gesto come consenso ad accendere il motore e a sparire lungo la strada, dietro la curva.

Stava cominciando una nuova vita, una nuova avventura.

<< Draco.. >> Chiese lei, girandosi verso di lui mentre si allacciava la cintura.

<< Dimmi, hai scordato qualcosa a casa? >> Rispose lui, premuroso.

<< Oh no, volevo chiederti .. come si chiama tuo fratello? >>

Draco sorrise, poi, al semaforo rosso si fermò e guardò in viso Hermione, che attendeva la risposta.

<< Non te l'ho detto ma.. in realtà è mio fratellastro, comunque, rispondendo alla tua domanda, si chiama Harry... Harry Potter. >>

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


6° Capitolo

 

Tonight 
we are young 
so let's set the world on fire 
we can burn brighter 
than the sun 
♫ Fun -We are young


 

Hermione era rimasta in silenzio tutto il tempo, durante il tragitto. Le parole pronunciate da Draco ancora rimbombavano nella sua testa.

'' Non te l'ho detto ma..

in realtà è mio fratellastro, comunque, rispondendo alla tua domanda,

si chiama Harry... Harry Potter. ''

 

Il ragazzo che le sedeva affianco nella macchina non sapeva che lei conosceva il fratello, non sapeva che aveva quasi rischiato di mandarlo al pronto soccorso per un ex ragazzo troppo geloso e, tra le altre cose, non sapeva neanche che si erano quasi baciati.

<< Sei silenziosa... tutto bene? >> Draco la guardava con la coda dell'occhio, mentre era alla guida di quella macchina così veloce. Eppure lui era tranquillo, fluido, la sua guida era impeccabile.

<< Si tutto bene, solo che...>> Hermione si bloccò, aveva tralasciato qualcosa di molto importante, qualcosa da non dimenticare se si tiene alla propria vita. Qualcosa che probabilmente le recherà danni permanenti. Ginny.

<> Hermione si ritrovò ad urlare, ad agitarsi , tanto che Draco temette per la sua sanità mentale.

<< Hermione che succede? >> Chiese lui cercando in tutti i modi di mantenere la calma.

<< GINNY.. NON L'HO AVVERTITA DEL TRASLOCO! >>

Infatti Hermione, con la ricerca della casa e la litigata con i suoi, aveva del tutto scordato che l'amica fosse all'oscuro di tutto. Cercò il cellulare nella borsa e se lo portò all'orecchio mezzo secondo dopo aver composto il suo numero.

Uno squillo, due squilli, tre squilli... Niente, Ginny non rispondeva.

<< Draco.. che giorno è oggi? >> Draco dal canto suo, dopo aver capito la situazione, si tranquillizzò sul sedile.

<< Mercoledì..>> Rispose lui con calma, sorridendo comprensivo.

<< Ah.. è al lavoro.. ti dispiace se la faccio passare questa sera? >> Chiese Hermione speranzosa, assumendo gli occhi di un cerbiatto.

<< Hermione casa ora è anche tua! Certo che puoi invitare le tue amiche! >>

Hermione sorrise di rimando al ragazzo e prese il telefono, mandando un sms alla sua migliore amica.

Wallaby Street, edificio in mattoni rossi.

La mia nuova casa.

Sali al 394, è il numero del mio appartamento..

Scusa se non ti ho avvertito prima, ti spiego tutto dopo.

Ti aspetto.

Xoxo.

 

♠ ♠ ♠

 

Hermione scese dalla macchina e si avviò insieme a Draco verso il portone principale, con montagne di scatoloni tra le braccia.

<< Vieni, prendiamo l'ascensore..>> Mugugnò lui da dietro l'alta pila di scatole che teneva.

<< Draco.. davvero potevamo fare due viaggi, e poi dammi almeno due scatole, io ne sto reggendo solo tre e sono piccolissime! >> Si lamentò lei, che ha sempre preferito che nessuno, nemmeno i suoi genitori, faticassero per conto suo.

<< Che gentleman sarei se ti permettessi di portare tal peso? Dai, premi il 5° >>

Hermione premette il tasto e l'ascensore prese a salire.

<< Draco.. non serve che tu sia un gentleman! Davvero posso farcela! >>

Draco ora ignorava del tutto Hermione, fischiettando fingendo noncuranza, ma Hermione vedeva bene lo sforzo che ci stava mettendo Draco, e le sue buone maniere erano, seppur molto dolci, frustranti.

L'ascensore terminò la sua corsa e aprì le porte, dal quale i due uscirono e insieme si diressero verso l'entrata della casa.

<< Puoi premere il campanello? Credo che Harry sia rincasato.. >>

Hermione allora suonò, e poco dopo la porta si aprì, rivelando un ragazzo moro, dai profondi occhi chiari, e... con indosso solo un asciugamano alla vita.

<< Ehy! >> Disse lui sorridente, vedendo Hermione che, prevedibilmente, era diventata di un perfetto color mogano sulle sue gote tonde.

<< Harry! Ti sembra il modo di presentarsi? Vatti a vestire! >> Disse Draco imbarazzato, entrando in casa e depositando gli scatoloni sul pavimento, richiudendosi la porta alle spalle.

Hermione, che era entrata per prima, salutò Harry che sembrò molto felice di averla in casa.

<< Allora è lei la coinquilina! >> Disse il moro prendendo una maglietta in uno scatolone accanto al divano e mettendosela indosso.

<< Vi conoscete? >> Domandò Draco che, dall'espressione che aveva Hermione, aveva capito che qualcosa non quadrava.

<< Si più o meno. È un piacere rivederti Hermione! >> Harry tese la mano verso Hermione che l'afferrò, salutandolo.

<< Anche per me.. >> Hermione era felice che Harry avesse tralasciato il motivo del loro incontro, lo avrebbe ringraziato presto per la sua discrezione.

<< Allora, Harry, che ne dici se ti mettessi addosso dei pantaloni e magari, e solo se hai voglia, anche della biancheria? Così portiamo su gli scatoloni di Hermione. >> Disse Draco prendendo in mano già un grande scatolone. Harry corse a cercare dei pantaloni e tornò un attimo dopo.

Hermione e i ragazzi l'aiutarono a trasferire le sue cose nella sua nuova stanza.

<< Vi devo un grande favore.. >> Disse la riccia, quando finalmente anche l'ultima scatola era stata riposta in camera.

<< Aaaah.. finito – disse un soddisfatto Harry posando l'ultima scatola – ho una fame.. >>

<< Cucino io! >> Hermione alzò la mano sorridente, offrendosi come cuoca per quella sera, almeno si sarebbe sdebitata.

<< Sai cucinare? >> Chiese Draco stupefatto, come se una ragazza adolescente conoscesse tutto fuorché pentole e ricette.

<< Si, so cucinare cinese, messicano e italiano.. che preferite? >>

Harry e Draco si guardarono imbarazzati, parecchio a disagio.

<< Hermione.. il frigo è vuoto.. >> Ammise Draco prendendo coraggio, che poi, di coraggio per ammettere che il frigo è vuoto, non ce ne vuole molto.

<< Beh andiamo a comprarlo! Qual'è il problema? >> Sorrise Hermione, per niente sconvolta.

<< Per me non c'è nessun problema! Qui di fianco c'è un ipermercato..>> Disse Harry sorridendo.

<< Scusate ragazzi se vi mollo così ma avrei urgente bisogno di una doccia calda.. vi dispiace? >> Draco si scusò con i suoi coinquilini, che capirono perfettamente il bisogno del ragazzo che per tutto il giorno era stato in movimento senza la possibilità di riposarsi.

<< Draco no non scusarti! Scusa tu che ti ho rubato per tutto il giorno! Ci andiamo io e Harry, non preoccuparti!>>

Draco si rifugiò quindi in bagno e Harry e Hermione riuscirono dunque ad uscire senza disturbarlo, dirigendosi verso il negozio alimentare.

 

♠ ♠ ♠

 

Intanto, non molto lontano da loro, c'era una ragazza che leggeva un messaggio sul suo cellulare, dopo aver staccato da lavoro.

L'urlo che uscì fuori dalla sua bocca fu tutto fuorché signorile.

 

♠ ♠ ♠

 

<< Che ne dici di fare un misto di cucina? Primo piatto all'italiana, il secondo messicano e per dessert un dolce cinese! >> Propose Hermione piuttosto euforica, davanti il bancone delle verdure. Harry la guardava sorridente.

<< Sei tu il capo.. >>

Hermione afferrò dunque degli spaghetti e una passata di pomodoro, basilico, cipolle e peperoncino.

<< Harry ce la fai a prendere quell'olio li? Quello di olive!>> Chiese Hermione trafficando con dei pomodorini pachino.

<< Quello sull'ultimo scaffale? >> Rispose Harry guardando in alto, dove giacevano dei barattoli d'olio in fila, come dei piccoli soldatini.

<< Si, quello col tappo verde! >>

Harry si allungò e ne afferrò due bottiglie, riponendole nel carrello.

<< Bene, il primo è pronto.. ora il secondo.. andiamo alla carne! >>

Harry seguì Hermione tra i corridoi dell'ipermercato che a quell'ora era vuoto, solo qualche vecchietta ritardataria e una coppia.

<< Allora... mi serve un bel trancio di manzo..e del pollo..>> Hermione cercava tra i tanti pacchetti di carne maciullata tutti riposti nel banco frigorifero. Afferrò due grosse scatole e le mise nel carrello.

<< Ora.. mi servono peperoni, del cumino..il pepe..sale..Harry prendi quei due lime li giù per favore.. vediamo se hanno anche la worcestershire sauce.. Ah, eccola meno male.. poi del coriandolo e .. ah le cipolle le ho già prese! Perfetto, gli ingredienti per le Fajitas sono presi..>>

<< Ora voglio proprio sapere che dolce fai..>> Sorrise Harry ponendo nel carrello i lime.

<< Il douhua! È un dolce povero del Taiwan ed è composto principalmente di tofu.. è simile al budino e va accompagnato con dell'olio di arachidi. È ottimo, e so che ti piacerà, vedrai! >>

Hermione prese l'occorrente anche per il dolce e si diresse alla cassa insieme ad Harry.

Averlo accanto ora un po la imbarazzava, credeva che dopo quell'aneddoto si sarebbero visti più raramente ed ora invece vivevano insieme. Oltre il fatto che Harry è indubbiamente un bel ragazzo, è dolce, gentile, solare, semplice, tutto l'opposto del suo ex, Ron. A Ron piaceva bere, uscire con gli amici per qualche birra e portarsi dietro la sua ragazza ''trofeo''. Hermione, che ora non aveva gli occhi foderati di prosciutto, come ogni donna innamorata ha, capisce davvero cosa era lei per Ron e Ron per lei. Si ritrovò ad essere felice, perché aveva capito che lei non aveva perso niente, non per lui, no. Lei aveva cambiato vita, andando avanti, aveva trovato la felicità in un pudding di tofu con due nuovi amici, simpatici, belli, di ottima compagnia.

Se Hermione ora si ritrovava casualmente a pensare a Ron, nella sua testa l'unica immagine che riusciva a trovare era un bel dito medio alzato destinato a quel pirla.

<< Sono quaranta sterline in tutto. >> Hermione sentì la voce della cassiera lontana, ma stava già afferrando le banconote quando Harry porse alla commessa la sua platinum. Hermione lo guardava rapita.

<< Hai una..>> Si bloccò, non voleva fare la figura della deficiente che non aveva mai visto una carta di credito ma.. cazzo, era una platinum!

<< Harry, lascia pago io! Mi avete aiutata molto oggi! >>

Harry però prese le buste e uscì dal negozio con Hermione al seguito, che protestava.

<< Almeno fammi reggere una busta! >>

<< Oh Hermione, che razza di..>>

<< Gentleman si si lo so.. ma tu lo sei già al 100% solo per averci pensato, ora però protesto, sono una donna non un gatto indifeso! Le so portare due buste! >> Disse Hermione piuttosto imbarazzata, troppa cortesia in un solo giorno.

<< Oh Hermione.. ma tu sei una gatta indifesa! >> Harry le rivolse uno sguardo penetrante, ammiccando un sorriso sghembo. Hermione divenne porpora e preferì non aggiungere altro.

 

♠ ♠ ♠

 

Ginny scese dalla sua Smart come una furia, sbattendo la portiera con così tanta forza che si stupì lei stessa di non aver rotto il finestrino. Si diresse verso il portone enorme dorato di quell'edificio enorme di mattoni rossi e ignorò il portiere che la salutò cordialmente.

<< Stanza 394. Dove. >> Disse a denti stretti, con sguardo omicida.

<< Qui..Quinto piano Signorina..>> Sussurrò l'uomo spaventato, mai aveva visto una donna in quelle condizioni, ma ne capì le motivazioni, o almeno ci provò, secondo l'uomo infatti la donna era isterica e la sua condizione era peggiorata dalle mestruazioni.

No, Ginny era incazzata nera non per le mestruazioni, ma per la sua migliore amica che da un giorno all'altro si trasferisce senza dire un cazzo.

<< Vedi tu come la combino..>> Sussurrò dirigendosi verso l'ascensore, vi entrò e premette il numero 5.

Quando le porte si richiusero, l'ascensore prese a salire.

<< L'ammazzo.. con le mie mani. >> Disse più a sé stessa che a qualcuno in particolare, anche perché nell'ascensore era completamente sola.

Quando le porte si riaprirono Ginny fece passi lunghi, degni di un elefante in carica e si mise davanti la porta che segnava il numero 394. Bussò tre volte, ed attese.

Quando la porta si aprì, un ragazzo biondo, completamente zuppo e vestito solo di un asciugamano sulla vita, fece capolino dalla porta.

Ginny lo guardò alzando un sopracciglio, magicamente dimenticando che era lì per uccidere la sua migliore amica.

<< Hai capito la riccia... >> Pensò ad alta voce, senza distogliere lo sguardo da Draco che, intanto, nascondeva mezzo corpo dietro al porta, affacciandosi solo con la testa, inquietato dallo sguardo della rossa.

<< Sei.. per caso Ginny? >> Chiese lui dopo un attimo di riflessione.

<< Ah-ah.. >> Annuì lei, sporgendosi per vedere meglio quello che si celava dietro la porta.

Draco divenne rosso, ed il netto contrasto della sua pelle chiara con quel colore delle gote fece compiacere Ginny.

<< Posso entrare? >> Ginny si avvicinava lenta a Draco, con sguardo angelico, ma un sorriso da diavolo.

<< S..si.. >> Draco la fece accomodare, coprendosi quanto più poteva.

<< Scusa dell'attesa ma ero in doccia..>> Si scusò cordialmente, mettendo distanza tra i loro corpi.

<< Vedo..>> Rispose Ginny incrociando le braccia.

<< Ehm.. Hermione torna subito, è andata a comprare delle cose da mangiare.. vuoi accomodarti? Ti offro un caffè.. se vuoi..>>

Draco era abituato alle ragazze che gli andavano dietro, alle ammaccatine, agli sguardi fuggenti, ai sorrisi maliziosi. Ma la tenacia di questa ragazza era piuttosto imbarazzante, ti faceva sentire nudo... certo, Draco era nudo, appunto per questo si sentiva senza pelle, completamente esposto, sotto gli occhi di questa rossa.

<< Oh no ti ringrazio, non voglio.. nulla. >> A Ginny invece piaceva sentirsi così, seduttrice, desiderata, ed era molto più esplicita di Hermione quando voleva qualcosa o .. qualcuno.

<< Mi fai compagnia finché non torna? >> Chiese con quegli occhi tondi, espressivi, decisi.

Draco non poté far altro che annuire, azzardando un sorriso poco convinto.

<< Vado giusto un attimo a mettermi qualcosa addosso e torno..>> Disse, quasi come se stesse chiedendo il permesso di fare qualcosa in casa sua.

Ginny, d'altro canto, si sedette sul divano a gambe accavallate, osservandolo.

<< Se proprio devi..>> Sorrise, e si compiacque dell'imbarazzo che era nato sulle guance di quel bel ragazzo, che ora saliva le scale di corsa, tenendosi stretto l'asciugamano indosso.

'' La cosa si fa piuttosto interessante...'' Pensò Ginny, rilassandosi sul divano, proprio quando la serratura della porta scattò e si aprì, e nella stanza entrarono Hermione e Harry.

<< Harry? - Ginny sgranò gli occhi - Opporcadiquellatroia! >>

 


♣♣♣ Note dell'autrice ♣♣♣ 



Eccomi qua ^^ Beh, che dire.. volevo ringraziare infinitamente tutti coloro che ancora seguono la mia storia e che recensiscono dandomi la forza di andare avanti, perché il vostro interesse per questa storia mi sprona a continuarla, a darle più sfumature, più corpo. Ora, l'entrata in scena di Ginny potrebbe non piacere, ma io l'ho sempre vista così, circondata dai bei ragazzi proprio come nel libro, seduttrice, una pantera. Ovvio, non una puttana, non è che la da al primo che capita, ma le piace il flirt, la sfida, il gioco di sguardi :3 
Spero che il capitolo vi abbia soddisfatti tutti, perché non c'è cosa più importante per me che la vostra approvazione. 
Con amore e con affetto vi saluto e vado a letto :3 ( Si lo so, è pessima, ma oggi mi và così u.ù )
La vostra Harmonia vi abbraccia. 
<3

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


7° Capitolo

 

Sognare di volare e

avere sempre bisogno..

di nuove sensazioni

per cancellare un ricordo.

Modà – Gioia

 

Ginny guardava Harry ed Hermione, che erano rimasti pietrificati dall'ira della rossa. I due giacevano immobili davanti la porta ancora aperta, aspettando la mossa della preda che, sapevano, di lì a poco avrebbe staccato loro la testa. Il problema? È che non ne conoscevano il motivo! Non capivano perché Ginny fosse diventata una pellerossa nel vederli entrare, ma tutti i nodi vengono al pettine così la risposta arrivò a loro come un fulmine a ciel sereno.

<< Hermione Jeane Granger, tu sei una donna morta. >> Ginny neutralizzò la distanza che le separava con due soli grandi passi e ora era li, davanti alla sua migliore amica, sua sorella, l'unica che la capiva, l'unica che riusciva a capire, ed era ferita, tradita, si sentiva male.

<< Ginny...>> Disse Hermione, chiudendo piano la porta alle sue spalle dosando ogni movimento.

<< Ti pare che devo sapere del tuo trasferimento per messaggio, e solo oggi? >> La voce di Ginny era controllata, tremendamente tranquilla, ma neutra, nessun' mozione traspariva dal suo tono glaciale. L'acqua che si ritira prima dello Tsunami.

<< Ginny.. perché non mi segui in cucina così mentre preparo la cena ti spiego tutto? >> Hermione si ritrovò a dosare anche il suo, di tono di voce, con precisa attenzione.

Harry, che era rimasto impietrito tutto il tempo, decise che era giunto il momento di svignarsela, come ogni uomo avrebbe (saggiamente) deciso di fare.

<< Io allora salgo un attimo.. ehm.. se non servo in cucina.. ovviamente.. >> Si riferì ad Hermione, che scosse così forte la testa che Harry credette davvero di vederla partire dal collo in uno slancio.

<< Bene, allora... ehm, è un piacere averti qui Ginny.. ci vediamo a cena.. >>

Harry salutò goffo e sgattaiolò su per la scala a chiocciola.

Ginny ora aveva le braccia incrociate, batteva frenetico il piede sul pavimento e guardava Hermione attendendo risposte a domande che ancora non aveva fatto.

<< Vieni.. >> Hermione fece strada a Ginny ed entrarono in cucina, e Ginny si sedette sulla sedia ignorando completamente Hermione che, intanto, toglieva il cibo dalla busta e armeggiava con padelle e tagliere.

<< Ginny, mi dispiace davvero non averti avvertito prima.. è che non ho avuto il tempo materiale di farlo e poi mi sono trasferita ufficialmente solo oggi e appena ho avuto conferma mi sono preoccupata di mandarti il messaggio... so che avrei dovuto avvertirti prima ma.. davvero, nulla era sicuro e non volevo dare aria alle parole senza che fossero prima confermate. Si è trattato di un brutto equivoco... >>

Ginny ora era molto più rilassata, seduta sulla sedia, anche perché Hermione stava affettando la cipolla con un coltello di dimensioni bibliche e arrabbiarsi in quel momento avrebbe portato la catastrofe in casa Granger.

<< Hermione, sei perdonata solo perché come coinquilino hai un figo col culo che parla, altrimenti quel coltello starebbe tagliando le tue dita una ad una! >> Ginny si alzò e abbracciò Hermione, che ricambio posando tutto sul tagliere.

<< Sono contenta che tu abbia capito.. i miei purtroppo hanno trovato un lavoro più conveniente altrove e non se la sentivano di rifiutare, ma non mi hanno nemmeno avvertito quindi ho preso il toro per le corna e ho deciso di trasferirmi... ho trovato questa casa su un annuncio e solo dopo ho scoperto che appartiene a Draco ed a Harry..>>

Ginny si rizzò a sedere con le orecchie ben tese.

<< Draco, è il biondo? >> Chiese, prendendo una pesca e addentandone metà.

<< Si, perché? >> Hermione, in cuor suo, già conosceva la risposta.

<< Perché è un bocconcino niente male! >> Sussurrò Ginny con aria maliziosa, eppure, per quanto si sforzasse, il suo viso era incredibilmente quello di un angioletto con le corna e la coda. Una dolce tenerezza, e qualche peccato di tanto in tanto.

<< Ginny, sei sempre la solita! >> Scherzò Hermione, affettando sottili fette di pomodorini e mettendole nella padella già calda con olio e cipolla dorata.

<< Che profumino.. >> Draco irruppe nella cucina, stavolta vestito di tutto punto, con una camicia bianca e jeans chiari. La semplicità con cui indossava quei capi lo rendeva più peccaminoso di quanto non volesse apparire, soprattutto sotto gli occhi dell'affamata Ginny.

<< Oh, scusa non sapevo fossi ancora qui, credo non ci siamo presentati a dovere.. perdona per l'abbigliamento di prima, piacere, Draco Malfoy. >>

Draco tese la mano verso Ginny fingendo sicurezza e tranquillità, ma Hermione gli vedeva tremare la mano, cosa che fortunatamente Ginny non notò stringendogliela.

<< Il piacere è tutto mio.. >> Rispose una sicura Ginny, sorridendo e sbattendo le ciglia.

Draco ora era in evidente disagio, una ragazza così sfrontata non aveva mai avuto il piacere di conoscerla, o forse, date le circostanze, spiacere. Infatti Draco all'apparenza era un presuntuoso, un bell'imbusto, un principe, ma dentro era timoroso e impacciato e ostentava a esternare la sua vera natura. Specialmente quando Ginny gliela tirava fuori con quell'eccesso di sensualità e bellezza.

<< Posso darti una mano? >> Chiese ad Hermione evitando lo sguardo di Ginny, che invece aveva buttato l'occhio sul lato ''B'' del biondo.

<< Ehm, no no grazie! Ho tutto sotto controllo. >> Rispose Hermione, che però ottenne un occhiataccia da Draco che voleva rendersi utile pur di non essere costretto a far conversazione con Ginny.

<< Draco, siediti un attimo volevo chiederti una cosa.. >> Disse Hermione, mentre sminuzzava il manzo ed il pollo. Draco si sedette dal lato opposto del tavolo dove era seduta Ginny e finse naturalezza, neanche troppo male in effetti, ora aveva ripreso il controllo delle sue azioni.

<< Prima mi hai detto che tu ed Harry siete fratellastri.. posso sapere come.. >>

Draco sorrise, ancor prima di sentire l'intera domanda di Hermione, già prevedendola.

<< Beh, se lo vuoi sapere.. io ed Harry appena conosciuti ci odiavamo, non che non ci stessimo simpatici, anzi.. ma rappresentavamo l'uno per l'altro l'evidente conferma che i nostri genitori avevano divorziato.. La madre di Harry ha chiesto il divorzio con il marito, James, circa tre anni fa, e nello stesso periodo anche i miei si separarono, entrambi i matrimoni non funzionavano più ed è stata una scelta condivisa da entrambi solo che io ed Harry eravamo impreparati, troppo legati alla famiglia per accettare che questa si separasse ma non eravamo così egoisti da decidere noi per la vita dei nostri... così circa due anni fa, mia madre e suo padre si incontrarono. Il padre fa il commercialista e mia madre era sua cliente, quando tra loro scoccò la scintilla ed eccoci qui... io ed Harry abbiamo deciso di andare a vivere insieme per lasciare a mamma e a James l'intimità di cui necessitavano, e noi dell'indipendenza che volevamo. Alla fine siamo ottimi amici, e stiamo accettando di buon grado il cambiamento. >>

Hermione immaginava una storia del genere, e quindi non si stupì molto, in fondo era normale che due persone divorziate continuassero la loro vita per strade proprie.

<< Che bello, io sono figlia unica e non ho mai avuto una sorella o un fratello, fuorché Ginny, che considero parte integrante della mia vita.. >>

<< Così integrante che si è scordata di avvertirmi sul suo trasferimento.. >> Cantilenò scherzosa Ginny, sorridendo all'amica. Quando Ginny sorrideva così di naturalezza, a Draco non faceva più tanta soggezione.

<< Mi dispiace tesoro, prometto che mi farò perdonare. >> Disse Hermione, porgendole un cucchiaino con della salsa di pomodoro.

<< Senti se va bene di sale.. >>

Ginny prese il cucchiaino con cautela e se lo portò alle labbra, assaggiando la zuppa contenente forse un po troppo sensualmente del necessario, guardando Draco con un sorriso felino.

Draco distolse lo sguardo arrossendo.

<< Hermione è ottimo.. il sugo di pomodoro comunque ti viene sempre benone! >>

Hermione fece per ringraziare, quando nella cucina entrò anche Harry, con una maglietta aderente e jeans scuri, capelli bagnati appena tamponati da un asciugamano che teneva in spalla.

<< Scusate se interrompo.. Draco, hai visto il phon? >> Chiese al fratellastro che, indicandosi i capelli disordinati, negò con il capo.

<< Ce lo siamo dimenticato.. >> Affermò poi, mentre Harry guardava Hermione come se una lampadina gli si fosse appena illuminata in testa.

<< Hermione.. Non è che tu..>>

<< Vado a prendertelo subito, ce l'ho in valigia.. Ginny ti dispiace tagliare quelle verdure a dadini? Draco dalle una mano mentre sono su.. torno subito! >>

Hermione, che non si era accorta della faccia terrorizzata di Draco, all'idea di essere stuprato da una donna, stava salendo le scale a chiocciola seguita da Harry. Entrarono nella stanza ed Hermione aprì la valigia cercando all'interno l'asciugacapelli.

<< Ti piace qui? >> Chiese Harry avvicinandosi ad Hermione, chinata sulle innumerevoli cose sul letto.

<< Molto.. è davvero un bell'ambiente.. >> Disse distrattamente mentre continuava a cercare l'apparecchio.

<< Spero ti ci troverai bene.. >> Harry si avvicinava sempre di più, fingendo di cercare il phon.

Hermione avvertì la presenza del ragazzo alle sue spalle, si era avvicinato senza che lei se ne rendesse conto.

<< Ah-ah! Trovato, eccolo qui. >> Hermione tirò fuori da una make-up bag rosa a pois neri un piccolo asciugacapelli rosso.

<< Non è proprio grande grande, però asciuga, se riesce ad asciugare i miei capelli che sono il triplo dei tuoi.. non sarà un problema.. >> Hermione porse il phon nelle mani di Harry che le sorrise, non smettendo di avvicinarsi a lei.

<< Sono i belli i tuoi capelli.. >> Disse lui, immergendo un dito nei soffici capelli di lei, al quale avvamparono le guance.

<< Oh ma non dire sciocchezze sono.. da.. tagliare tutti.. bene, vado giù a vedere che combinano.. tu asciugati i capelli che tra poco è pronto. >> Ad Hermione tremava la voce, forse trasferirsi in quella casa non era stata assolutamente una scelta azzeccata. Quel ragazzo la metteva in agitazione.

Sorpassò Harry ed uscì dalla stanza, scendendo le scale in fretta e furia, arrivando in cucina.

Draco stava tagliando i peperoni mentre Ginny lavava le carote sotto il lavandino.

<< Eccoci qua.. bene, grazie Draco se vuoi puoi andare.. >> Draco non se lo fece ripetere due volte e scappò nel salotto, approfittando del congedo per apparecchiare la tavola.

<< Ginny ti fermi a cena giusto? >> Chiamò lui dal salone in direzione della cucina.

<< Solo se vuoi che resti.. >> si trovò a sussurrare lei, che aveva abbandonato la cucina per porgergli i piatti di coccio in mano.

Draco prese i piatti e fece un sorrisetto sghembo, troppo intimidito per pensarci davvero.

Ginny tornò in cucina ridacchiando.

<< Poveretto.. >> Disse ad Hermione, in modo che nessun altro potesse sentirla.

<< Chi? >> Chiese l'amica, mentre distribuiva i peperoni nella padella ardente con la carne e le altre verdure.

<< Draco.. ha la faccia di uno che sta per essere violentato.. mi piace troppo divertirmi con lui! È ingenuo >> Ammise Ginny prendendo un pezzetto di carota e portandoselo in bocca.

Hermione sorrise.

<< Che gli stai facendo? >> Chiese, sorridendo sotto i baffi.

<< Gli sto solo facendo pensare che voglio sbattermelo qui ed ora senza ritegno! >>

<< Come prego? >> Hermione finse di essere sconvolta, in realtà si aspettava che Ginny facesse un giochetto con Draco, tanto per metterlo sulle spine.

<< Quando sono entrata mi ha accolta lui, e l'ho subito inquadrato. È uno di quelli che si porta a casa una ragazza al giorno e poi la molla dopo aver fatto i propri comodi, conosco il tipo. Lo faccio solo sentire come lui fa sentire le sue... prede! >> Ginny fece virgolette con le dita, ammiccando un sorrisetto furbo, facendo ridere Hermione.

<< Povero... ma quindi non ti interessa davvero? >> Chiese la riccia mischiando gli ingredienti.

<< Oh no.. non è proprio il mio tipo, certo, è bello.. ma sinceramente preferisco il moretto dai capelli disordinati.. sembra uno di quei bassisti di una band sconosciuta, pieni di problemi e misteriosi, quelli sono i più focosi e passionali... e diciamocelo, anche più sexy! >> Ginny aveva lo sguardo perso verso il soffitto, la mano melodrammaticamente portata al petto e l'aria sognante, come se si stesse immaginando una notte di sesso selvaggio/romantico con Harry.

Hermione rise nuovamente, stavolta di gusto.

<< Sei un caso perso Ginny! >>

 

♠ ♠ ♠

 

Finito di preparare il cibo e una volta che la tavola fu apparecchiata a dovere, si sederono tutti a tavola. Hermione aveva preparato tutto con cura e devozione, e mentre Ginny lanciava frecciatine a Draco che arrossiva sempre di più a disagio, Harry aiutava Hermione con le porzioni, porgendole i piatti mentre lei li riempiva.

<< Per me basta così .. >> Disse Harry, afferrandole un piatto dalle mani prima che lei abbondasse con un'altra cucchiaiata di pasta, e nel prenderlo, le dita dei due si sfiorarono, e sentendosi lo sguardo di Harry addosso, Hermione preferì non alzare il suo nella sua direzione.

Non capiva il motivo di tant'agitazione, era solo un ragazzo, ed è stata lei a provocarlo per prima ma.. ora che lui era lì, così sicuro di sé, così benedettamente sexy con quei capelli scompigliati Hermione si trovò a maledire il suo fisico asciutto e tonico.

<< Chi vuole altra pasta? >> Disse Hermione, sebbene nessuno aveva ancora cominciato a mangiare.

<< No no, la mia porzione va benissimo così..>> Disse Draco, affondando la forchetta nel piatto.

<< 'Appetito! >> Disse poi, non resistendo all'invitante profumo di sugo che emanava quel piatto così semplice, ma così ben elaborato.

Mangiarono tutti e bene, godendosi ogni portata che Hermione aveva cucinato, compreso il dolce.

Presto arrivò il momento dei saluti, e baciò Ginny sulle guance dopo che l'aiutò ad asciugare i piatti, annunciando il suo ritorno a casa.

<< Vai piano mi raccomando.. >> Si abbracciarono calorosamente, e Ginny carezzò le guance di Hermione.

<< Per qualsiasi cosa contattami, ci sono e ci sarò sempre. Tu chiama e Ginny accorre. Ti voglio bene piccola! >>

Hermione l'accompagnò alla porta dove anche Draco ed Harry la salutarono. Draco ricevette uno schiaffetto sul posteriore che gli causò un immediato arrossamento delle gote, mentre ad Harry baciò la guancia lasciando un sonoro schiocco di labbra. Ginny non si faceva dimenticare facilmente.

<< Buonanotte ragazzi! >> Salutò Ginny, prima di sparire dentro l'ascensore.

I coinquilini dell'appartamento numero 394 entrarono nella loro nuova abitazione senza dire niente, in un apparente disagio e imbarazzo.

<< Bene...>> Disse Draco.

<< Dunque.. >> Continuò Harry.

<< A nanna? >> Finì Hermione, e tutti annuirono alla sua richiesta, perché si, una bella dormita ci voleva proprio dopo quella giornata.

Salirono le scale in silenzio e si salutarono, ognuno entrando nella propria stanza. Hermione si richiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò, sfiorando con il capo il legno.

La giornata per Hermione è stata faticosa, ma troppo emozionante per riuscire a chiudere occhio, di fatti il sonno non accennava ad arrivare e lei aveva tutti quegli scatoloni da svuotare. Cominciò ad aprirne uno, scoprendo che al suo interno c'erano volumi e volumi vecchi e recenti, romanzi e dizionari, storie classiche e storie ancora mai lette. I libri di Hermione erano tutti così diversi tra di loro, ed erano tanti, di fatti Hermione ricordava di averli messi nello scatolone più grande e proprio quello fu il primo che aprì. I libri nella libreria andavano riposti in ordine di altezza, le è sempre piaciuto riporli così, in un preciso ordine categorico.

La libreria, bella ampia, accolse con piacere i nuovi ospiti di quella stanza, decorandola con copertine di tutti i colori e tessuti.

Una volta terminato il primo scatolone Hermione decise di aprirne un altro, più piccolo, contenente cianfrusaglie come fermacarte, un taccuino, colori e matite, ed altri oggetti inerenti alla didattica. Sistemò le cose dentro il cassetto della scrivania attenta a non far rumore, e poi ripose lo scatolone oramai vuoto dentro l'altro più grande dei libri. Quando terminò anche il terzo, contenente gioielli e accessori, erano passate ben due ore e ancora Morfeo non era venuto a bussare alla sua porta. Hermione cominciava a stancarsi, era si emozionata e felice di essere lì, ma voleva dormire, riporre la testa su quel cuscino e riposarsi. Decise che il miglior modo per convincersi che era l'ora di andare a letto era quella di indossare un pigiama, così ne tirò uno fuori dalla valigia di Guess che la madre le aveva regalato per la promozione in terzo liceo, in occasione di un viaggio scolastico che poi fu rimandato perché alla professoressa venne la meningite. Afferrò un paio di pantaloncini di tuta neri con le classiche strisce bianche marcate ''Adidas'', una canottiera bianca in cotone e via anche il reggiseno. Ora la comodità era sublime, ed andava completata con un paio di calzini che vanno sotto le ballerine, i classici ''fantasmini'', bianchi. Ora si, ora era perfetto. Si adagiò sul letto e chiuse gli occhi, ma niente. Attese cinque, dieci minuti. Ma il corpo la disarcionava dalla sua tranquillità e richiamava la guerra. Cosa c'era che non andava? Perché Hermione aveva così tanti problemi a dormire? Poi la risposta le venne di colpo, come un fulmine a ciel sereno, come quando attraversi la strada ed un camion ti viene addosso.

Hermione aveva fame.

Non si sa la ragione, ma quando non hai sonno ed è tarda sera, lo spuntino delle... tre del mattino è d'obbligo. Così Hermione decise il da farsi, si legò i capelli in una coda alta e decise di scendere a prendere qualcosa da mettere sotto i denti. Aprì piano la porta sperando di non svegliare nessuno, scese le scale con passo felpato e finalmente raggiunse il salotto, completamente buio. Solo una luce illuminava l'ambiente, ed era quella della tv nello stanzino dietro di lei. Che qualcuno soffrisse di insonnia come lei? Raggiunse le tendine e le scostò, guardando dentro in cerca del misterioso sonnambulo. La ricerca fu breve, istantaneamente Hermione captò la presenza di Draco sdraiato sul divano, che faceva zapping con il telecomando. Non appena la vide, si rizzò a sedere e le sorrise.

<< Oh, Hermione, mi hai spaventato! >> Disse lui sottovoce, invitandola ad entrare con un gesto della mano. La riccia acconsentì a quella condivisione di spazio e si sedette accanto a lui. Ora lo vide meglio, sotto il bagliore dell'elettrodomestico, aveva il petto completamente nudo ed una catenina gli penzolava dal collo, mentre i pantaloncini neri arrivavano a malapena al ginocchio, ed un paio di calzini bianchi spiccavano nell'oscurità.

La televisione trasmetteva un documentario, ed entrambi rimasero in silenzio ad ascoltare la descrizione della città di Berlino.

<< Ti piacciono i documentari? >> Chiese Hermione, all'arrivo della pubblicità.

<< No, in realtà non proprio, ma questo parlava della Germania.. sai, vorrei andarci un giorno. Magari non troppo lontano..>>

Lo sguardo del biondo era perso oltre la televisione, oltre il muro di quella casa, oltre l'Inghilterra, immaginando un mondo tutto suo fatto di muffin e birra doppio malto.

<< L'Europa ha il suo fascino..>> Acconsentì Hermione, e Draco sorrise.

<< Tu che ci fai sveglia? >> Ora si guardavano negli occhi, senza sapere bene il perché, sentivano che non c'era bisogno di parlare, quel minimo contatto sarebbe bastato. Hermione infatti alzò le spalle, senza smettere di guardare quegli occhi vivi, così diversi da quelli del moro.

<< Vuoi farmi compagnia? >> Sussurrò Draco, alzando un ginocchio e trattenendolo al petto con il braccio. Hermione annuì, un gesto del capo impercettibile, che però venne captato dal ragazzo che, sorridendole, aveva riportato il suo sguardo verso la tv, ed alzando il braccio con un telecomando in mano, spense quell'unica fonte di luce nella stanza. L'unico bagliore che entrava nella stanza proveniva dalla lucina led dello spray per le zanzare, di quelli che attacchi al muro e continuamente senti fare ''ptzz'' ogni volta che qualche sfortunata bestiolina alata si avvicinava troppo.

<< Herm.. >> Hermione non riusciva a vedere Draco, se non per i deboli riflessi azzurri sul viso, ora che la tele era spenta e riusciva a vedergli a malapena le sopracciglia, una palpebra, quell'accenno di guancia e poi li, ben in vista, le labbra che, piano piano, sembravano diventare sempre più grandi, socchiuse seducenti labbra.

Hermione voleva arretrare, eppure quello sguardo la rassicurava, la faceva sentire tranquilla, ''tutto è ok'', sembravano dirle quegli occhi freddi.

<< Dimmi.. >> Sussurrò lei a sua volta, oramai socchiudendo gli occhi, completamente rapita da quello sguardo.

<< Ho una certa voglia.. >> Disse lui, bloccandosi a guardarla, a circa cinque centimetri dal viso.

Padroneggiava un sorrisetto sghembo come se fosse nato per quello, girare la città a sorridere alla gente, un indimenticabile ghigno bastardo.

<< C..che c.. >> Hermione ora non sapeva che dire, che fare, che pensare. Era tesa, su quel divano, faccia a faccia.

<< Ti va di fartela con me? >> Chiese Draco con uno scintillio negli occhi.

<< Prego? >> Hermione trattenne il più possibile la voce, seppur quella domanda fosse uscita con qualche nota sopra il ''mi'' e rendendo la voce stridula.

<< Non l'hai mai fatta una canna? >> Chiese Draco, come se fosse la cosa più naturale da chiedere alla tua nuova coinquilina.

Hermione si trovò a pensarsi come una stupida, aveva frainteso tutto, e dentro di lei, cacciata in un angolino, qualcosa era rimasto deluso.

<< S..si, certo. >> Disse Hermione piuttosto convincente, ancora scossa, ma convincente.

<< Allora io e te, dai. Prendo la roba. >> Draco si alzò dal divano e andò a rovistare dentro un contenitore per biscotti di creta sullo scaffale in alto, e ne tirò fuori una bustina sigillata e delle cartine lunghe almeno una decina di centimetri.

Hermione non aveva mai toccato erba prima di allora, e di certo non con un ragazzo in pigiama, da soli, al buio.

<< Tieni, strappa questo e arrotolalo stretto. >> Draco porse ad Hermione una tessera dell'autobus e cominciò ad aprire la bustina, grande come il nocciolo di un'albicocca.

Hermione non aveva mai fatto un filtro, ma non era così socialmente isolata da non sapere come si fa, che ci vuole dopotutto a fare un cilindro con un pezzo di carta? Strappò un quarto del biglietto e cominciò ad arrotolarlo stretto, e con le unghie il lavoro gli fu anche più facile. Alla fine era piuttosto soddisfatta del lavoro. Lo porse a Draco che, però, aveva le mani occupate, perché stava già sminuzzando l'erba pressata.

<< Mettimelo tra le labbra..>> Disse Draco senza alzare lo sguardo, rivolgendosi ad Hermione che capì di cosa stava parlando solo quando Draco gli fece un cenno col capo verso la mano destra della ragazza, quella con il filtro sopra.

<< Ah...tieni. >> Hermione spinse quel pezzo di cartone tra le labbra di Draco, che le aprì appena per tenere il filtro.

<< Ci facciamo un bel purino, anche perché non ho le sigarette. >>

Hermione, non capendo un accidente, si limitò ad annuire sorridente, sperando che lui non si accorgesse della sua confusione. Intanto, le mani abili del ragazzo stavano già rollando la canna, che chiuse leccando l'estremità di quella cartina.

Draco si alzò di nuovo, andò a prendere un accendino sul tavolino e si rimise seduto, accanto ad Hermione.

<< Voglio che sia tu ad accenderla.. >> Draco porse la canna ad Hermione come se fosse uno scettro, con la solennità di una cerimonia ufficializzata dalla Regina Elisabetta in persona.

Hermione prese la canna in mano che, anche se spenta, aveva uno strano odore, pungente, dolce, intenso. Si portò il filtro alla bocca e accese la canna, aspirando fin troppo data la larghezza del filtro, decisamente diverso da quello delle sue normali Chesterfield blu.

Le bruciava la gola, voleva tossire ma non lo fece, il sapore denso del fumo che inalava le stava già facendo girare la testa.

<< Vacci piano scema.. vuoi partire subito? >> Rise Draco sporgendosi verso di lei, prendendo la canna e tirando, forte.

<< Aaaah... Dio, erano secoli che non me la facevo.. >>

Draco passò la canna ad Hermione, che tirò a fondo. La cosa cominciava a piacerle, ma la testa le ciondolava da un lato, e sorrideva, senza ragione, con le gambe incrociate e la faccia da ebete.

<< Ehi.. >> Disse, rivolgendosi a Draco, che si girò verso di lei.

<< Ma tipo.. cioè.. - fece un lungo respiro, trattenendo le risate – tu sei.. >> Hermione biascicava parole incomprensibili, ridendo e ciondolando avanti e indietro.

<< Piccola lei, è già partita.. >> Disse Draco, afferrandole la spalla con la mano e portandosela sul petto.

<< Vieni da zietto Draco, fai ninne. >> Draco inspirava ed espirava, inspirava ed espirava. Oramai quella canna stava diventando il suo personale.

Hermione si lasciò condurre, sdraiandosi sul petto di Draco, completamente rincoglionita, con le gambe stese sul divano incrociate con quelle del ragazzo.

<< You are my..suuunshine... my only suuunshiiine.. you make me faaappyyy, when .. are … naaay.. >> Hermione cantava sbagliando le parole, ma non gliene importava, era completamente abbandonata su quel petto che si alzava e si abbassava, e sentiva il cuore di Draco battere veloce, molto veloce.

<< Sai che sono per metà francese? >> Chiese Draco, cominciando a biascicare buttando il filtro della canna oramai finita nel posacenere.

<< Naaaaahhh... non ci credo.. dimmi qualcosa in francese.. >>

<< Bonsoir Mademoiselle, voulez-vous me donner un baiser? >> Hermione lo guardò sconcertata, entrambi avevano gli occhi rossi, le pupille dilatate, e ridevano, senza ragione apparente.

Hermione assunse un espressione dal labbro rialzato di un lato, lo sguardo accigliato, classico segno che, chiunque tu sia, qualunque lingua tu parli, ha l'universale significato di..

<< Che hai detto? >> Chiese lei, appoggiandosi con i palmi sul petto e rizzandosi per vederlo meglio.

<< Ho detto .. Buonasera Signorina, vorrebbe darmi un bacio? >> Draco, con quel po di lucidità rimastagli, si avvicinò al viso di Hermione, fermandosi ad appena due centimetri dal suo naso.

Hermione, che di lucido oramai aveva solo gli occhi, lo guardò, e gli parve la cosa più bella in quel momento. La cosa più bella che avesse mai visto.

Si sporse appena, quel tanto che bastava, e le labbra di Hermione sfiorarono finalmente quelle di Draco, dandogli un bacio che sapeva di marijuana e sesso. Si leccarono le labbra, ad entrambi la testa pesava incredibilmente, così si appoggiarono l'una alla fronte dell'altro, sorridendo strambi, senza smettere di toccarsi con quelle labbra che, più stavano in contatto, più Hermione bruciava, e si sentiva completamente persa in balia del vento, trascinata dalla corrente, e le piaceva, quella sensazione di abbandono e di fiducia le piaceva.

Piano piano i baci divennero morsi, e le lingue lottavano per chi dovesse avere il comando di quel bacio, sembravano dirsi ''sei mia'' a vicenda, appartenendosi senza un perché.

Draco abbandonò quelle labbra per possedere il collo della ragazza, e lo torturò con baci, morsi, leccandolo con la punta della lingua, mentre le sue mani esploravano il corpo eccitato e bollente di Hermione.

<< Oddio.. >> Gemette Draco, quando anche Hermione cominciò a mordere le spalle, il collo, l'orecchio di lui, così dannatamente bello.

<< Dimmi qualcos'altro in francese.. >> Scherzò Hermione, continuando a giocare con i lobi delle orecchie di Draco che, in quel momento, parlare francese era quanto di più difficoltoso potesse fare. La concentrazione era tutta su di lei, tutta per lei.

<< Herm.. >> Si lamentò lui, annaspando e cominciando a sudare. Hermione passò le mani sul petto liscio di Draco, e le fece scendere, stringendolo all'altezza dei fianchi, poi più giù, leggermente sotto l'ombelico.

<< Dai.. >> Sussurrò lei al suo orecchio, tornando a morderlo sul collo, e Draco si lasciò scappare un gemito.

<< Voulez-vous..Voulez-vous faire .. l'amour .. avec moi? >> Annaspò lui, baciandole il collo e sfiorandole la pelle della schiena sotto la maglietta.

Hermione non rispose, Draco pensò che lei non avesse capito, così le prese il viso tra le mani, ottenendo la sua attenzione. Ora, abituatasi al buio, lei poteva vedere più chiaramente le labbra, ora più gonfie, di lui, e poteva guardare i suoi occhi dischiusi, sentire il petto alzarsi e abbassarsi sotto di lei, il calore che emanava quel corpo, sentirne l'eccitazione attraverso la stoffa che li separava.

<< Oui.. >> Fu cosa disse lei in risposta, prima di rituffarsi tra le sue braccia, su quelle labbra.

La testa ancora le girava, mentre lui le alzava la maglietta fino alla testa e gliela sfilava, e a lui, mentre lei faceva calare quei pantaloni, sentiva ancora il cuore battere forte e la testa tra le nuvole, ma la voleva, di questo era sicuro. Hermione sfilò via anche i boxer neri, denudando completamente Draco, che sotto di lei, le baciava il seno scoperto, prendendolo con entrambe le mani e giocando con i capezzoli. Ad Hermione vennero tolti anche i pantaloncini, e Draco se la trascinò per terra, facendola sdraiare sul tappeto e sistemandosi su di lei, toccandole l'orlo delle mutandine. Intanto Hermione aveva cominciato a toccare l'inguine di Draco, ed un turbine di emozioni scaturirono in lei un eccitamento tale, che quando lui sfiorò con la punta dell'indice la sua femminilità, la sua schiena si contorse, alzandosi con il busto e ansimando dalla voglia.

Con Ron, la prima volta fu terribile. Hermione ricordava l'indifferenza del rosso, le sue spinte dentro di lei senza nemmeno averla preparata prima, venendo in lei e girandosi dall'altra parte del letto non appena finito, con il sangue che colava tra le cosce di Hermione, in lacrime.

Ora invece era diverso, e mentre l'effetto dell'erba perdurava, lei sentiva che forse farlo con Draco non era la cosa più casta da fare, non dopo averlo appena conosciuto, ma dire di no a quelle dita abili, era quanto di più sbagliato potesse fare in quel momento. Draco prese a toccarla abilmente, ritmando le movenze con il bacino di Hermione, che voleva di più, lì nuda sotto di lui, sul tappeto di casa sua. Baciandolo, prese a toccarlo anche lei, dando e ricevendo piacere, andando all'unisono con lui, muovendo il polso in modo che Draco, quella notte, potesse non dimenticarla mai.

<< C'est magnifique... Vous êtes magnifique....>> Disse lui, non totalmente in sé, ma preda di spasmi e piaceri che Hermione gli concedeva.

Hermione, in tutta risposta, smise di toccargli il pene e , afferrandolo per i fianchi, se lo portò su di lei, trattenendolo in una morsa con le gambe, che spingevano il bacino di lui verso quello di lei.

<< Non voglio che tu te ne penta.. >> Disse Draco, in un raro momento di lucidità, che potrebbe non tornare.

<< E tu non farmi pentire.. >> Sussurrò lei, eccitando ancora di più Draco, che entrò dentro di lei con la dolcezza e la determinatezza necessaria a farla gemere di piacere già dal primo contatto.

<< Sei così... Oh bon Dieu.. >> Esclamò lui, nascondendo la fronte sudata nell'incavo del collo di lei, che stringeva le braccia attorno alle sue spalle, trattenendo i gemiti quanto più poteva.

I bacini si muovevano in perfetta sincronia, e gradualmente le spinte cominciarono a farsi più intense, più forti, più decise. Hermione non provava alcun dolore, finalmente si stava godendo quella che, secondo lei, avrebbe dovuto essere la sua prima volta. Seppur non fosse innamorata di Draco e viceversa, sembrava che lui le avesse dato più amore dell'uomo che credeva di amare, infatti, Draco non smise di occuparsi di lei, ignorando la tentazione di venire e finire il rapporto prima che lei potesse arrivare all'apice.

Solo quando lei raggiunse l'orgasmo, trattenendo a stento i gemiti, allora lui si lasciò andare, venendo in lei e stringendola al petto, mentre ancora si muoveva su quel corpo perfetto, baciandole le spalle e il collo, carezzandole i capelli. Restarono in quella posizione ancora dei minuti, entrambi troppo emozionati per rendersi conto di averlo fatto davvero, di essersi lasciati andare a quel modo.

Hermione sentiva il profumo che emanava la pelle di Draco, era come di muschio bianco e limone, un sapore fresco e deciso. Non si sentiva così bene da.. nemmeno lei sapeva dire da quanto, tra quelle braccia, fondamentalmente sconosciute.

Draco si alzò sui gomiti, per non pesarle addosso, e le baciò la fronte, ricevendo una carezza sulla schiena da parte di lei. Quell'atmosfera, così carica di affetto e dolcezza, era forse un emozione troppo grande per Hermione, o forse era ancora sotto l'effetto dell'erba, ma non riusciva ad alzarsi.. incapace di muovere un muscolo, troppo intontita per farlo. Così fu Draco a prenderla, adagiarla sul divano ancora nudi e sudati, abbracciandosi ansimanti.

Lentamente si rivestirono, intontiti dalla marijuana in circolo, e dall'evento appena accaduto, non seppero che dirsi. Si guardarono e basta, senza baciarsi, senza ridere, solo con l'espressione serena in viso, conferma che quella sera, nessuno dei due si sarebbe pentito l'indomani.

♣♣♣ Note dell'autrice ♣♣♣ 

Chiedo venia per l'enorme ed indiscusso ritardo di pubblicazione, il pc è andato in frantumi e l'ho dovuto riparare. Per farmi perdonare vi ho pubblicato due capitoli insieme, così da non lasciarvi proprio sul più bello e dunque eccoci qui, i nostri piccioncini hanno fatto l'amore, completamente strafatti. Ora sono felici, ma se l'indomani si pentissero di ciò che li ha fatti stare così bene?
Voglio farvi un piccolo spoiler sul seguito. Per ora la storia è palesemente Dramione, ma vi prego di continuare perché... beh, dai, ho detto troppo e me ne pento >.< 
Al prossimo capitolo, vostra Harmonia.

Vi sono grata per  ogni minuto che mi concedete.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


8 Capitolo.

 

 

Hot summer nights mid July
When you and I were forever wild
The crazy days, the city lights
The way you'd play with me like a child

Lana del Rey – Young and Beautiful

 

Quando Hermione si svegliò si trovava nel suo letto, piacevolmente intontita e serena. Si rizzò a sedere sul materasso e afferrò il lenzuolo che la copriva a metà, scacciandolo ai piedi del letto.

Si stiracchiò le braccia, beandosi della debole luce che filtrava attraverso le serrande accostate e si sfregò i palmi delle mani sugli occhi.

Le dita dei piedi toccarono il tappetino sul pavimento, ed una sensazione di benessere l'attraversò da cima a fondo. Si alzò completamente dal letto e andò a guardarsi allo specchio, niente di troppo drammatico, pensò, aggiustandosi i capelli in una coda alta e togliendo gli aloni di trucco sotto gli occhi con una salvietta umida. Mentre la sfregava sul viso, sentì uno strano odore, che le pungeva la punta del naso. Annusò la salvietta, ma sapeva di rose, così si odorò la maglietta che indossava e, che lei volesse crederci o no, sapeva di fumo.

Fumo.. Marijuana..

<< Oh cazzo..>> Hermione imprecò davanti lo specchio, prendendosi il viso tra le mani e guardando il proprio riflesso, sperando che dall'altra parte dello specchio l'altra lei le ridesse in faccia, dicendole che era solo un sogno, un brutto scherzo del destino.

Controllò l'ora, erano le sette e venti del mattino. Forse era in casa.. Magari lui non ricordava, o magari avrebbe confermato o negato le sue ipotesi. Ma Hermione sapeva che, per quanto un sogno possa sembrare reale ma rimanere un sogno, la mattina dopo non puzzi di fumo e di certo non hai una sensazione strana proprio lì sotto.

Uscì dalla stanza con cautela, e sentendo Harry russare nella sua stanza, si decise ad entrare furtivamente in quella di Draco.

<< Permesso.. >> Sussurrò lei, alla figura che dormiva beata nel letto. Draco era completamente spalmato sul materasso, nemmeno fosse burro, a pancia in giù. Il viso nascosto dai capelli era rilassato, ed i lenti respiri del ragazzo confermarono le ipotesi di Hermione. È entrato in letargo.

Gli andò vicino e, punzecchiandogli con la punta dell'indice e del pollice il braccio, riuscì a svegliarlo. Lui mugugnò qualcosa, girandosi dall'altra parte del letto dandole le spalle, senza essersi reso conto della questione. Hermione, spazientita, irritata e distratta da quella schiena muscolosa in bella vista, con quel sedere che.. Vabbhe, insomma, punzecchiò con più foga il braccio del diretto interessato e costui, finalmente, alzò il capo nella direzione di Hermione, con gli occhi gonfi e rossi.

<< Che scè? >> Biascicò, tenendo a stento la testa alta.

<< Dobbiamo parlare.. >> Oddio, l'aveva detto. ''Dobbiamo parlare'', è così... così cliché! Poco importa, dopotutto dovevano parlare sul serio, di cose importanti.

<< Di che? >> Chiese Draco, apparentemente disposto ad intraprendere una conversazione, addirittura mettendosi seduto sul letto.

Ohccazzo quei pettorali!

<< Dell'altra notte.. >> Disse lei in un sussurro. Lui all'inizio sembrò non capire, ma poi, un'espressione terrorizzata in viso, fece capire ad Hermione che, alla fine, l'aveva ricordato. Quindi, se l'ha ricordato... è successo.

'Merda'.. pensò Hermione, sedendosi per terra e mettendo la testa tra le ginocchia.

<< Cazzo...>> Disse poi, dondolando su se stessa. Draco le andò vicino.

<< Herm.. non so cosa dire.. - si sedette accanto a lei, alzandole il viso con la mano – giuro che.. non che non volessi farlo, ma ero sotto l'effetto dell'erba, non ti avrei … cioè, si, in realtà lo avrei fatto ma non così, e magari non ieri sera, magari più avanti, se si fosse instaurato un tipo di rapporto diverso... però.. non pensare che io ti abbia usata o che penso che tu sia una troietta perché sei venuta a letto con me.. Herm... sono cose che capitano, non c'è bisogno di piangere.. ti ho.. fatto male? >> Domandò lui, vedendo le lacrime della riccia che scendevano sul suo viso.

<< No.. no.. è che.. mi sento così stupida.. non è colpa tua, dopotutto l'erba ti scioglie un po, non mi hai costretta.. è che.. non lo so, la penso come te.. se doveva succedere doveva succedere diversamente.. nessun... imbarazzo, dunque? >> Chiese, guardandolo a mala pena negli occhi.

<< No Herm tranquilla, sono cose che capitano quando si stanno in quelle condizioni.. Perfettamente comprensibile! >> Disse sereno, rassicurando Hermione mettendole una mano sulla spalla.

<< Grazie Draco, pensavo seriamente che.. non lo so.. >> Hermione era in preda alle lacrime che, prepotenti, desiderose di uscire, le scazzottavano negli occhi. Nulla di quella serata l'aveva fatta sentire male, infelice, eppure, per una ragione sconosciuta, lei non voleva che fosse successo. Credo c'entri qualcosa il pudore, ma io che ne so, dopotutto sono una scrittrice! Tornando ad Hermione e Draco..

<< Ci rideremo su, dai. E comunque, non mi pento.. capito Herm? Non me ne pento! E ti rispetto comunque, se è questo che ti preoccupa. Sono un gentleman, dopotutto. >>

Hermione non poté dunque non abbracciarlo e fargli sentire tutta la sua gratitudine per quelle parole, che le avevano rassicurato una dignità ancora intatta.

Draco si sporse verso il viso di Hermione con tutto il busto, e le afferrò le guance umide tra l'indice ed il pollice.

<< Ed ora chi è che pizzica chi? >> Fece lui, ridendo della faccia di Hermione completamente storpiata da quella presa ferrea, ma delicata.

<< Mi fai male! >> Mentì Hermione, ridendo e, sebbene fosse imbarazzata per l'espressione sciocca che le faceva avere con quella presa sulle guance, non poteva non sentirsi bene.

Il che mi sembra anche piuttosto normale, dopotutto! Ma Hermione godette di quel tocco ancora per poco, perché, un cellulare squillò nell'altra stanza, e la suoneria era quella dell'Iphone di Hermione.

<< Perdonami, corro prima che svegli Harry! >> Così Hermione si alzò dal pavimento e corse fuori dalla stanza, entrando poi nella sua e afferrando il telefono, non prima di aver sbattuto il mignolo sulla gamba della scrivania.

<< Pronto? >> Rispose dolorante, senza nemmeno aver avuto il tempo di vedere chi fosse il destinatario di quella telefonata.

<< Ehy.. >> La voce che rispose all'altro capo del telefono non poteva essere sua..

<< Ronald.. che vuoi? >> Hermione cercò di moderare il suo tono il più possibile, sapeva bene che la neutralità era la miglior arma contro un tipo come lui.

<< Mi manchi, Herm.. Tantissimo, mi dispiace, sono stato un coglione e voglio rivederti..Possiamo parlare, vengo da te per.. >> Hermione lo interruppe, schiarendosi di proposito la voce.

<< No. >> Disse secca, senza ripensamenti, decisa. << E dovresti ritenerti fortunato che non ho sporto denuncia alle autorità. Cancella il mio numero Ronald, e smetti di cercarmi, di parlarmi, mi fai solo schifo. >>

Hermione attaccò il telefono in faccia a Ron che, dall'altro capo della cornetta, tremava di rabbia, e stringeva in mano il telefono come se stesse per farlo esplodere da un momento all'altro. Ma questo Hermione, non poteva certo saperlo.

<< Tutto ok? >> Draco fece capolino dalla porta, questa volta vestito con t-shirt nera e pantaloncini color cappuccino.

<< Si, tutto bene. Stai bene con quei pantaloni! >> Si lasciò sfuggire un commento, ma oramai non si imbarazzava più, avevano condiviso più di un certa confidenza.

<< Li ho comprati da Bershka. Se vuoi questo pomeriggio facciamo un salto, possiamo uscire io te Harry e fare shopping! >> Hermione guardò basita Draco, poiché, diciamocelo, un ragazzo etero che fa shopping? No, scusate, rettifico. Un ragazzo etero a cui piace fare shopping? Dai, non scherziamo.

<< D..davvero? A tutti i miei amici fare shopping sembra una condanna più che un divertimento! >> Disse Hermione, trafficando con il cavo del telefono che si era infilato sotto la rotella della sedia.

<< Temo sia solo il solito cliché! Ai ragazzi non piace fare spese perché, di norma, è così che la società ci dipinge. Ma a me piace, in più devo comprare un paio di scarpe, t'oh, quelle che indosso sembrano appena uscite dalla mensa dei poveri. >>

I due risero, ed Hermione posò lo sguardo sulle attuali scarpe di Draco che, di vecchio, non avevano proprio niente.

<< A me sembrano OK! >> Disse, indicandole.

<< Oh bon Dieu, Hermione, guarda le suole! Sono completamente rovinate! >> E così dicendo prese un piede e appoggiandosi allo stipite della porta se ne sfilò una, e alzandola ad altezza d'uomo, mostrò l'interno delle scarpe alla ragazza, che ancora non vedeva nulla di strano, se non dei piccoli aloni più chiari nella parte del tallone.

Hermione comunque capì subito il concetto. Draco amava lo shopping, qualsiasi scusa per comprare qualcosa, era buona.

<< Va bene va bene, allora mi vado a fare una doccia intanto.. e, Draco.. potresti tenere quella cosa.. tra di noi? >> Sussurrò Hermione, prendendo dei vestiti dal cassetto.

Draco annuì comprensivo, e sparì dietro la porta, dirigendosi in camera sua. Hermione invece si diresse in bagno e chiuse la porta alle sue spalle, aprendo il rubinetto del soffione della doccia.

L'acqua scivolava su di lei ed insieme alle tensioni, si lasciò andare, rilassandosi.

''Non posso credere di essere andata a letto con un ragazzo appena conosciuto... e non mi giustifica il fatto che ero fatta, cazzo. Certo, è stato magnifico ma.. non abbiamo neanche usato precauzioni e la cosa mi fa paura.. Stupida Hermione, stupida sciocca ragazzina.'' Pensò, mentre si insaponava i capelli e un po' di shampoo le finiva nell'occhio.

<< Ahi, cavolo! >> Imprecò, sciacquando l'occhio con l'acqua che, essendo calda, peggiorò solo le cose. Hermione uscì dalla doccia ancora mezza insaponata e si diresse verso il lavandino, riempì le mani a coppa di un po' d'acqua fresca e se la gettò in viso.

<< Aaah, molto meglio.. >> Tornò in doccia e finì di scrollarsi di dosso il sapone rimasto, poi finalmente uscì.

<< Hermione buongiorno! >> Sentì bussare sulla porta, era la voce di Harry.

<< Ciao Harry, buongiorno anche a te! >> Rispose lei, mettendosi un asciugamano intorno il corpo e avvolgendolo sul seno.

<< Draco mi ha detto che andiamo al centro commerciale, tu sei pronta? >>

<< Quasi, devo solo vestirmi. >> Gridò dal bagno, e dopo l'OK di Harry, si vestì di fretta con un abitino giallo limone a fascia che le arrivava morbido alle ginocchia, ballerine bianche e si legò i capelli bagnati in una treccia, tanto con quel caldo si sarebbero asciugati ancor prima di uscire di casa.

Quando Hermione uscì dal bagno, i ragazzi erano già pronti, Draco si stava allacciando un orologio e Harry le scarpe.

<< Prendo la borsa.. >> Disse Hermione, sorpassandoli e andando in camera, dove il telefono stava squillando. Stavolta si preoccupò di leggere prima l'ID del mittente, ed erano i suoi genitori.

<< Pronto? >> Rispose Hermione, prendendo la borsa bianca a tracolla e mettendoci dentro portafogli e chiavi.

<< Tesoro, come stai? Tutto bene? Io e tua madre siamo atterrati ieri sera e ora siamo nella nuova casa. Peccato che tu non ci sei, è bellissima! >> Il tono del padre di Hermione non era accusatorio, ma nostalgico.

<< Un giorno verrò a trovarvi papà, comunque tutto bene, stavo uscendo con i miei coinquilini, andiamo al centro commerciale.. >>

Il padre grugnì. << Va bene, ma stai attenta, e portati sempre lo spray al peperoncino, OK piccola? >>

Hermione si lasciò sfuggire un sorriso, e rendendosi conto che il padre non poteva vedere che lei stesse annuendo, disse solo << Si papà, salutami la mamma. Bacio a tutti e due! >>

Hermione posò il telefono nella borsetta e mise la bretella in spalla, quando si girò trovò i ragazzi ad attenderla pazienti appoggiati alla porta. ''Aww...''

<< Scusate ragazzi, erano i miei. Pronta! >> Annunciò poi, dirigendosi verso di loro.

<< Prendiamo la mia macchina, scendiamo in garage! >> Disse Draco, facendo roteare un mazzo di chiavi in mano.

 

♠ ♠ ♠

 

Draco ed Harry erano seduti davanti, mentre Hermione aveva preferito sistemarsi sui sedili posteriori e mentre parlavano del più e del meno e pensando a dove poter mangiare per pranzo, il telefono di Draco squillò impertinente.

<< Accidenti.. Harry, mi passi le auricolari? >> Chiese al fratellastro, che rispose al telefono e mise l'auricolare all'orecchio destro di Draco, che era alla guida.

<< Oui? >> Rispose lui, parlando all'apparecchio. << Oooh bonjour maman, je suis dans la voiture .. Je vais avec Harry et notre nouveau colocataire au centre commercial .. Comment allez-vous? J'ai très bien. Qu'avez-vous dit? Au dîner? Bien sûr, nous aimerions. Un gros bisou, après que sa mère. >>

Hermione sentiva parlare Draco, con quell'accento che ricordava benissimo, quell'accento della sera precedente, che aveva tanto eccitato Hermione. Ed ora era lì, seduta dietro di lui, e le guance avvamparono di rosso. Draco intanto levava gli auricolari dalle orecchie e sorridente si rivolse a Harry.

<< Mamma e James ci vengono a trovare a cena, stasera. >> Disse il biondo sorridente, mentre imboccava in una stradina stretta.

<< Sono contento, ma credo sia più appropriato portarli fuori a cena, che ne dici? Per festeggiare! >> Propose Harry, mentre Draco finalmente parcheggiava dinanzi il centro commerciale.

<< Direi che è una buona idea.. Hermione, ovviamente sei invitata anche tu, ti andrebbe? >> Draco si sporse per guardare Hermione che, sorridente ma titubante, annuì con il capo.

Scesero dalla macchina e si diressero tutti e tre verso la grande porta specchiata della grande struttura, e non appena la varcarono, l'aria condizionata del centro commerciale li investì come una bufera. Il contrasto dell'afa che c'era fuori con la brezza che invece era dentro era massimale.

Fecero shopping per almeno un ora, cercando le scarpe adatte per Draco, che se ne comprò ben due paia, e una camicia elegante per Harry da indossare la sera stessa a cena, mentre Hermione si comprò solo una borsetta per i trucchi rosa con un fiocco nero, intenta a non spendere troppo dei suoi risparmi. A pranzo mangiarono un panino ciascuno, e soddisfatti dei loro acquisti, tornarono a casa verso le tre del pomeriggio.

<< Non può assolutamente fare così caldo.. >> Disse Harry mentre entrava in casa, sventolandosi il viso con un volantino.

<< Appena ci danno la paga direi che il primo acquisto da fare è un bel condizionatore, siete d'accordo? >>

Hermione si sentiva bene, e ignorando il caldo, si sdraiò sul divano del salone completamente abbandonata alla freschezza che il tessuto le regalava.

<< Io mi lascio morire qui.. >> Disse, mentre si levava le ballerine e si accartocciava su se stessa, beandosi della comodità del divano.

<< Domani si torna al lavoro, eh Harry? >> Disse Draco prendendo posto accanto ad Hermione, ed Harry li seguì, sdraiandosi proprio tra di loro.

<< Lasciamo stare, guarda. Finché poi c'è quella Pancy... >> Sbuffò Harry, mettendosi un cuscino in faccia e allargando le braccia, mettendone una attorno al collo di Hermione e l'altra attorno al collo di Draco, che annuì ad Harry.

<< Puoi dirlo forte, è una rovina.. >> Consentì l'altro, mentre si stendeva meglio sul divano.

<< Ma chi è Pancy? >> Chiese Hermione, curiosa.

<< La nostra organizzatrice. Noi stiamo lavorando come commercianti d'arte presso uno studio molto conosciuto qui in Inghilterra e spesso facciamo delle conferenze, delle mostre, e necessitiamo di una persona che sappia allestire, organizzare... una segretaria sceneggiatrice, diciamo, e Pancy è una rovina. >> Disse Harry, gesticolando appena e mettendosi ritto a sedere.

<< E lei non ne è capace, è priva di fantasia e non sa come gestire una folla, come creare l'ambiente giusto.. pensavamo di licenziarla, ma sai com'è, trovare una persona competente di questi tempi è..>> Draco non fece in tempo a finire la frase che Hermione lo bloccò con il palmo della mano.

<< Stai dicendo, che state cercando una sceneggiatrice, organizzatrice, segretaria che sappia qualcosa riguardo l'arte? >> Chiese tutto di un fiato, col cuore in gola.

<< Beh si, l'idea è quella, perché, conosci qualcuno? >>

<< No, Harry, non conosco nessuno. Però potrei darvi io una mano, lavorare al posto di questa Pancy, insomma. >>

<< Saresti capace? >> Chiesero all'unisono i due, guardandola attentamente.

<< Mettetemi alla prova. >>

Harry e Draco si scambiarono un'occhiata interrogativa, poi rivolsero lo sguardo ad Hermione e, finalmente, annuirono sorridenti.

Hermione aveva finalmente trovato un lavoro, ben pagato, con due sue coinquilini. Ovvio, se avesse superato la prova, ma era pronta. Si sentiva carica, poteva dimostrare la sua capacità lì in quel preciso istante, proprio seduta sul divano, a occhi chiusi, si sentiva preparata.

<< Allora è deciso.. abbiamo una mostra di Picasso da organizzare tra un mese e mezzo, te la senti? >> Chiese Draco, alzandosi in piedi e allungano una mano in direzione della mora che, alzandosi in piedi di sua volta, strinse la mano si Draco con la giusta decisione.

<< Sono pronta. >>

 


 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


9° Capitolo

 

Bring me home in a blinding dream,
Through the secrets that I have seen
Wash the sorrow from off my skin

And show me how to be whole again

Linkin Park – Castle of Glass

 

Erano passate già tre settimane dal giorno in cui Hermione venne messa in prova per l'organizzazione di una mostra d'arte, e a dispetto di coloro che pensavano che non potesse riuscirci, lei era già ad un buon punto. Aveva chiamato un servizio catering che garantiva ottimi drink e pasticcini ai presenti ad un prezzo stracciato, grazie alla sua capacità di contrattare qualsiasi cosa alla mercé dei clienti. La sala che aveva preso in affitto per quella sera era bellissima e di classe, di due piani, perfettamente in tinta con l'argomento della serata, ovvero Picasso. Mancavano solo addobbi e quadri, ma a quelli ci avrebbero pensato Draco ed Harry, intenti, nel frattempo, a preparare la colazione mentre Hermione trafficava al cellulare con dei mercanti d'arte.

<< Hermione ti piacciono le uova? >> Sussurrò Harry dallo stipite della porta alla ragazza, rannicchiata sul divano a parlare al telefono. Lei annuì e fece un cenno con la mano, alzando il pollice e sorridendo al moro, che tornò in cucina.

Hermione finalmente attaccò il telefono e andò dai ragazzi, entrando nella cucina e vedendoli ai fornelli. L'odore delle uova in padella con il bacon che friggeva le fece venire immediatamente tanta fame.

<< Accidenti, che odorino! >> Disse, sedendosi a tavola mentre Draco finiva proprio di apparecchiare. Harry sorrise e porse la prima porzione nel piatto di Hermione, che mangiò di gusto. L'ultima volta che aveva mangiato così bene era la sera dell'incontro con i genitori di Draco e Harry.

 

Quella sera Hermione si era preparata a dovere, sapendo che sarebbero andati in un famoso ristorante nel centro della città, si era messa il vestito più chic che aveva. Il vestito, nero e aderente, le scivolava fino alla coscia con una gonnellina attillata, mentre dietro si portava uno strascico nero trasparente che finiva alle caviglie, elegantemente adornate da decolleté nere dal tacco dieci. Il corpetto del vestito non aveva spalline, e le fasciava il seno alla perfezione, mentre la schiena era parzialmente scoperta. Si era legata i capelli in uno chignon elaborato, ed un velo di trucco rendeva la sua pelle più luminosa e copriva quelle occhiaie dovute al poco sonno della notte precedente. Tutto sommato stava bene. Prese la sua pochette nera e ci infilò dentro soldi e cellulare, scendendo le scale a chiocciola, mentre sotto l'aspettavano i ragazzi, entrambi vestiti divinamente. Draco indossava un elegante completo di giacca e pantaloni grigio come l'asfalto, le scarpe nere lucide e una maglietta del medesimo colore sotto la giacca, mentre Harry aveva optato per un look meno classico con un giacchetto di cuoio fino alle ginocchia che copriva una maglia a mezze maniche zaffiro, ed un paio di pantaloni color nocciola. Entrambi erano fantastici, ed Hermione, c'è da dire, che faceva di sicuro la sua figura, tanto che i due rimasero allibiti nel vederla scendere le scale.

<< Pronti?>> Chiese lei, nascondendo abilmente il proprio imbarazzo nel constatare quanto fossero attraenti.

<< Hermione, sei semplicemente fantastica! >> Disse Harry, allargando le braccia come per indicare tutta la bellezza di Hermione, che arrossì violentemente, mentre Draco annuiva incantato.

<< Oh.. Grazie Harry.. anche voi state d'incanto. Beh, sarà ora di andare? >>

I tre salirono finalmente in macchina dopo aver trascorso in silenzio il corridoio che li condusse in garage, dove accesero l'automobile di Draco e partirono, diretti verso l'elegante ristorante ''The Masa Restaurant''. Il tragitto fu breve, e all'arrivo, si ritrovarono davanti un imponente struttura con le porte vetrate placcate d'oro e una coltre di camerieri a darti il benvenuto. ''Avrei dovuto portarmi più soldi..'' Pensò Hermione, e non c'è da biasimare, perché una volta seduti sul tavolo prenotato per cinque, addobbato con una fantastica tovaglia di seta bianco perla, con piatti di porcellana e posate d'argento, Hermione capì solo all'ora l'immensa ricchezza di coloro che le erano seduti affianco.

<< Mamma e James sono in ritardo.. >> Constatò Draco, proprio un attimo prima che una donna alta, dai capelli lunghissimi e biondi, non gli diede una pacca sulla spalla.

<< Oh no caro mio, siete voi che siete in anticipo..>> Sorrise la bellissima donna dai capelli incredibilmente lunghi e biondi, legati in una treccia che portava sulle spalle.

<< Mamma! Ben arrivata, come sempre hai ragione.. >> Sorrise lui, alzandosi in piedi e dandole un affettuoso bacio sulla guancia.

Hermione ed Harry si alzarono di loro volta, e solo all'ora notarono che accanto la donna, c'era un uomo della stessa età, con capelli scuri e scompigliati, vestito elegantemente e dal viso gentile. Aveva subito messo gli occhi su Harry e si erano abbracciati dandosi energiche pacche sulla schiena, niente a che vedere con l'elegante compostezza dei Malfoy.

<< Oh papà, sono contento di vederti! >> I due sciolsero l'abbraccio e Harry salutò la madre di Draco dandole un bacio sulla guancia, e così fece Draco con James, dandogli però una stretta di mano. Ed ora eccolo lì, il momento peggiore di tutti, le presentazioni. Ebbene si, sono le presentazioni che mettono ansia, quel momento in cui non sai se stringere la mano con forza o con delicatezza, per paura di stritolare qualcuno, oppure fare una riverenza, vista l'alta classe sociale dei presenti. In oltre, la prima impressione il più delle volte è tutto, e se hai un pezzo di verdura tra i denti mentre sorridi, fidati, hai finito i giochi.

<< Madre, James, vogliamo presentarvi la nostra nuova coinquilina, Hermione. Hermione, questa è mia madre Narcissa e suo marito James, nonché padre di Harry. >> Ecco, appunto. Fottuta impeccabilità.

<< Sono molto onorata di fare la vostra conoscenza. >> Hermione tese la mano, sorridente e fiduciosa. Si, all'apparenza. Perché dentro di sé, tremava.

<< Il piacere è nostro cara. >> Narcissa strinse la mano di Hermione con decisione ma senza usare troppa forza, mentre James, sorridendole, le diede una pacca sulla spalla. Non era forse quello il momento per pensare..''Gli opposti si attraggono''?

<< Vogliamo sederci? >> Propose James, e gli altri presero posto. Harry e Draco erano alla rispettiva destra e sinistra di Hermione, mentre Narcissa e James sedevano vicini di fronte a lei.

Dopo vari convenevoli, giunse il momento per Hermione di rispondere alle solite domande che, solitamente, una mamma apprensiva fa nei riguardi della propria prole.

<< Allora, Hermione, come ti trovi a condividere un appartamento con questi due? >> Chiese Narcissa, affondando i denti in una porzione di mousse al cioccolato.

<< Direi egregiamente. Sono entrambi delle persone deliziose e dunque mi trovo bene con loro, spero ovviamente che la cosa sia reciproca.. >> Rispose Hermione, rivolgendo uno sguardo ai due ragazzi seduti di fianco a lei, che in risposta annuirono sorridenti.

Il resto della cena proseguì bene, senza silenzi imbarazzanti, ed Hermione trovò molto confortevole la presenza dei genitori di Draco ed Harry, e ne fu piacevolmente sorpresa.

 

 

Ora invece si trovava in cucina con i ragazzi ed uno strano senso di nausea le pervadeva lo stomaco. Forse era l'odore intenso della colazione, oppure una semplice influenza intestinale, tanto sta che non se ne preoccupò molto, non fino a quando la cosa non fu più ignorabile. Ad un certo punto della colazione, tra chiacchiere e risate, Hermione impallidì e corse nel bagno a vomitare quanto appena ingerito. I due, sentendola dalla cucina, si precipitarono davanti la porta chiusa del bagno.

<< Hermione? Tutto bene? >> Chiesero in coro, mentre Hermione tirava lo sciacquone del bagno. Draco ed Harry non potevano certamente vederla, ma lei stava appoggiata contro il lavandino e si guardava nel bellissimo specchio del suo nuovo bagno, e la nausea non era ancora passata. Si sciacquò viso e polsi con acqua fresca, ne bevve un sorso e attese.

<< Tutto bene ragazzi.. scusate.. tornate pure a mangiare, vi raggiungo subito. >> Disse aldilà della porta, ed i due, non potendo far altro, seguirono l'invito di Hermione e l'attesero in cucina, entrambi pensierosi e confusi.

<< Che le sarà successo? >> Chiese Harry, mentre infilzava con la forchetta una porzione di uova.

<< Non lo so.. magari è un influenza, gira il virus in questa stagione. >> Abbozzò un ipotesi Draco, ma nemmeno lui ne era tanto convinto, dopo tutto Hermione fisicamente è forte, non le è mai successo di ammalarsi, almeno non da quando viveva con loro.

<< Magari è solo l'influenza.. >> Continuò dunque Draco, deciso a non farci troppo caso e mangiando anche lui la sua porzione, ma quando Hermione tornò dal bagno ed entrò nella cucina, nel suo viso si leggeva chiaramente che qualcosa non quadrava.

<< Hermione, ti senti meglio? >> Chiesero insieme i ragazzi, e lei annuendo si sedette accanto a loro, al suo posto.

<< Si, dev'essere l'influenza che gira.. dopo mangiato faccio qualche telefonata e poi mi metto un po' a letto.. >>

<< Nemmeno per idea. Non preoccuparti del lavoro, riposa e basta prima che l'influenza peggiori. Dopo ti preparo una camomilla. >> Disse Harry, mentre Draco toglieva pancetta e uova dal piatto di Hermione e li sostituiva con fette biscottate e del latte.

<< Vedrai che ti riprendi.. >> Disse Draco baciando sulla testa Hermione, che, riluttante, prese le fette biscottate e ne diede appena un morso, e incredibilmente, le trovò fantastiche.

<< Oh mio Dio, ma sono ottime! Draco, non è che abbiamo della marmellata in cucina? >> Disse, mentre trangugiava la seconda fetta biscottata in due morsi, sotto gli occhi confusi di Draco.

<< Ma.. Herm non mi sembra indicato, hai appena vomitato.. >>

<< Ma sto bene adesso, e voglio una fetta biscottata con la marmellata di arancio. >> Disse lei impettita, incrociando le braccia al petto.

<< Herm.. non abbiamo marmellata al .. all'arancio, e sinceramente, non sapevo neanche si facesse con le arance! >> Si difese Draco, cercando con gli occhi un sostegno da parte di Harry, che si godeva la scena a bocca chiusa.

<< Beh accompagnami a comprarla allora! >> Disse lei allargando le braccia, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo.

<< Ma devo lavorare! >> Rispose allora il biondo, arretrando di qualche passo mentre Hermione si era alzata e avanzava verso di lui con l'indice puntato al petto di lui.

<< Hai un appuntamento alle quattro, non provarci tesorino, sono la vostra segretaria e so quando dovete lavorare. Ora andiamo a comprare la marmellata così posso fare colazione! >>

Draco rimase sconcertato e preoccupato dalla reazione di Hermione, ma temendo altre scenate, preferì accompagnarla, e l'intera situazione era così irreale che Harry tratteneva a stento le risate per non ridere in faccia ad Hermione, temendo anche lui una sfuriata.

Hermione e Draco dieci minuti dopo erano a piedi, diretti all'alimentare più vicino, ed entrambi non sapevano cosa dire. Hermione sembrava essersi calmata, ma nel camminare salterellava a destra e a sinistra, divertendosi a non calpestare le righe tra una mattonella e l'altra, e Draco assisteva alla scena sempre più sconcertato.

<< Herm.. ma hai il.. si insomma.. hai il ciclo? >> Chiese, e d'un tratto Hermione si paralizzò, sembrò pensare a qualcosa che non l'aveva minimamente toccata prima.

Il ciclo. Da quanto non le veniva? A questo punto del mese sarebbe già dovuto essere bello che finito..

<< In effetti... no.. è in ritardo.. >> Ammise, più a lei che a Draco, e bloccandosi entrambi in mezzo alla strada, delle idee offuscate cominciavano a girare nelle menti di entrambi.

Sembravano cervelli intenti a lavorare su fatti come : vomito, sbalzi d'umore, voglie improvvise e nausee mattutine. Il tutto, se lo contestualizziamo, ci fa venire in mente solo una cosa. La maternità.

<< Oh cazzo no.. >> Disse Hermione, mettendosi i palmi sulla fronte.

<< Che.. succede? >> Chiese Draco, che in cuor suo, sapeva già la risposta.

<< Niente marmellata... andiamo in farmacia. >>

Venti minuti dopo erano già al bancone farmaceutico ed Hermione stava chiedendo un test di gravidanza all'anziana commessa, che diede il test ad Hermione che insieme a Draco si diresse a casa.

<< Senti... se non è sicuro che.. sono incinta.. non dirlo a Harry, ok? E se fosse così... beh... glielo diremo insieme.. ok? >> Disse Hermione a bassa voce, mentre risalivano insieme l'ascensore.

Draco annuì e basta, sudava freddo e gli tremavano le mani. Di certo a quell'età era energicamente sconsigliato avere figli, specialmente con una persona che non si ama, che si conosce da poco. Insomma, il tutto era incredibilmente surreale e Draco sperava solo che quel test desse una sola insignificante tacchetta azzurra, che avrebbe negato una gravidanza.

Quando entrarono in casa Hermione corse in bagno, mentre Draco l'attendeva in camera sua. Per fortuna Harry era uscito prima del loro rientro, probabilmente in palestra, e non sarebbe tornato prima di due ore.

Hermione aprì il pacchetto con le mani che le tremavano da morire, tanto che per aprire la confezione ci impiegò più di due minuti.

<< Bene.. ed ora.. le istruzioni.. Qui dice che bisogna fare la pipì sul piruletto azzurro all'estremità.. e io come cavolo faccio? >> Si ritrovò a dire, maledicendo l'inventore dei test di gravidanza, sicuramente uomo, che non sa che una donna non può controllare la direzione della propria urina a piacimento.

<< Ok.. forza e coraggio.. >> Hermione dunque fece quel che il libretto delle istruzioni le indicava, e quando ebbe finito, poggiò il test e lo fissò, in attesa che il risultato apparisse su quell'odiosissimo bastoncino di pipì. Che poi il momento peggiore temo sia proprio questo, ci avete mai pensato? Avete fatto la pipì su una roba che, secondo lui, ti dice se in grembo hai tuo figlio oppure no, e devi pure aspettare i suoi comodi, e nel migliore dei casi devi attendere ben tre minuti. Ma lo sapete che significa attendere ben tre minuti? La tua vita è appesa ad un filo, e se quel dannato filo si spezza, tu cadi in un mondo fatto di Pampers e omogeneizzati di frutta che manco un cane mangerebbe! Hermione era, di fatti, un filo di corda teso che, al sol contatto, si sarebbe spezzato. Ma finalmente, il test rivelò la sua diagnosi. Due strisce rosa.

<< Merda... >> 


♣♣♣  Angolo Autrice ♣♣♣ 

Ciao a tutti :) Ringrazio prima di tutto coloro che mi hanno seguita e incoraggiata fino a questo punto. Volevo, prima che me lo chiedeste voi, rispondere ad alcune domande che forse vi sarete fatti. Sarà normale, a solo tre settimane dal rapporto, avvertire i primi sintomi di una gravidanza? Ecco, alcuni di voi mi dirà di no, che è scientificamente impossibile perché è troppo presto, ma io, con esperienza personale (non mia ma di mia mamma, sia chiaro XD ) vi dico che è possibile. Mia madre ha capito di essere incinta di me proprio tre settimane dopo il concepimento e così anche mia nonna. Sarà forse genetica? Beh, magari l'Hermione di questa storia è una mia parente alla lontana, chi lo sa v.v in ogni caso, prima di dire ''La cosa è irreale, impossibile e bla bla bla'' ... beh, in questo caso, è potuto succedere :)
Buona lettura e spero che continuerete a seguirmi ^^

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


10° Capitolo

 

 

La vera felicità si trova nelle cose semplici, apparentemente irrilevanti.

Ma per essere consapevole delle piccole cose è necessario che tu sia tranquillo interiormente. E’ necessario un alto livello di attenzione.

Sii calmo. Guarda. Ascolta. Sii presente.

Diventa consapevole dei numerosi suoni della natura.

Iil fruscio delle foglie nel vento, il rumore delle gocce di pioggia, il ronzio di un insetto,

il primo canto degli uccelli all’alba.

Concentrati nell’azione di ascoltare.

Al di là dei suoni c’è qualcosa di più grande:

una sacralità che non può essere compresa attraverso il pensiero.
- Eckhart Tolle

 

 

Hermione uscì dal bagno con la scatola del test in mano e l'andò a buttare nel secchio dell'immondizia in cucina, seguita da Draco.

<< Allora? >> Aveva chiesto lui, e capì perfettamente l'esito del test quando ricevette lo sguardo d'accusa da parte di Hermione.

<< Secondo te? >> Rispose lei, lasciandosi cadere sul divano e mettendosi la testa tra le mani.

Draco le sedette accanto, in silenzio, grattandosi la nuca pensieroso.

<< Hermione.. ammetto di non essere felice che le cose si siano andate a sviluppare in questo modo ma.. se tu.. insomma.. io prenderò le responsabilità che mi spettano. >> Disse Draco guardando Hermione negli occhi, rassicurandola con una pacca sulla spalla.

<< Davvero? Perchè.. io non voglio abortire.. >> Ammise lei con le lacrime agli occhi.

<< Ne sono contento.. sono contro l'aborto ma.. certo, non pensavo dovessi mai pensarci a quest'età, ma siamo stati sciocchi..>> Constatò Draco, abbracciando Hermione oramai completamente in lacrime. Chissà cosa avrebbe detto ai suoi, a Ginny, e come avrebbe reagito lei stessa nel tenere tra le braccia un fagottino tutto suo..

<< Mi starai accanto, allora? >> Chiese lei, cercando di riprendersi da quel momento di debolezza.

<< Si, certo Hermione, causa di questo pasticcio sono per metà anche io dopotutto.. ma non preoccuparti, ci riusciremo.. ora.. non pensarci, fisseremo un appuntamento con la ginecologa il prima possibile per stabilire la salute del bambino.. >>

<< O bambina.. >> Propose Hermione, ora più serena, resa tranquilla dalla sicurezza e responsabilità di Draco.

<< O entrambi! Chissà, potrebbero essere due gemelli! >> Sorrise Draco, anche lui meno preoccupato. Dopotutto avevano soldi, tempo, una carriera in decollo ed erano giovani.

<< E riguardo noi? >> Chiese Hermione, risvegliandosi come da un sogno.

<< Noi … possiamo essere quello che siamo sempre stati.. amici. Ovviamente sarò un padre per il bambino e non mancherò di esserci nella sua vita.. di quello non c'è da preoccuparsi. >>

Hermione fu così grata delle parole di Draco che gli saltò al collo e pianse, abbracciandolo stretto. Piangeva perché era felice che avrebbe avuto il suo sostegno, cosa che da un ragazzo di appena vent'anni non si aspettava di certo, ma piangeva anche perché, lei, madre a diciotto anni, non si sarebbe mai immaginata.

<< Senti... Vado a dirlo a Harry, tanto credo di sapere dove si trova.. e poi penseremo a dirlo ai nostri.. >> Disse Draco alzandosi dal divano, ed Hermione annuì, dicendo che anche lei avrebbe dovuto avvertire Ginny quanto meno e poi, più avanti, i suoi genitori.

Draco dieci minuti dopo era fuori casa, dopo essersi accertato che a Hermione non servisse il suo aiuto e poi anche lei si diresse in camera e afferrò il cellulare.

 

* Casa mia tra dieci minuti *

Scrisse un breve messaggio ed attese.

Un quarto d'ora dopo Ginny Weasley bussò alla porta di casa, e quando Hermione andò ad aprirle, le due si abbracciarono strette. Ginny indossava una t-shirt dei Kiss e un paio di shorts di jeans a vita alta che le fasciavano i fianchi alla perfezione, ed uno stivaletto in pelle ai piedi.

<< Scusa se ci ho messo tanto, ero al supermercato qui vicino. È un emergenza? >> Chiese Ginny entrando nell'abitazione e dirigendosi in cucina per una bevanda fresca.

<< Hai del tè fresco? >> Chiese aprendo il frigo e guardandoci dentro.

<< Ginny.. Sono incinta.. >>

Attimi di silenzio in cui Ginny rimase davanti il frigorifero, con la mano ancora sulla maniglia e lo sguardo incredulo, come se avesse appena sentito l'insalata parlare.

<< Cosa? >> Chiese poi, girandosi verso Hermione e chiudendosi il frigo alle spalle.

<< Sono incinta, Ginny.. di Draco. >> Spiegò Hermione col fiato corto. Ginny si sedette lentamente sulla sedia, come se stesse valutando l'ipotesi di uno scherzo organizzato dall'amica solo per farle divertire un po', ma guardando l'espressione di Hermione, Ginny capì che era una cosa seria.

<< Porco Mondo.. >> Disse solo.. mettendosi le mani tra i capelli e appoggiando i gomiti al tavolo. Hermione si sedette al lato opposto.

<< Ma quando l'hai scoperto? >> Chiese la rossa.

<< Circa mezz'ora fa.. sei la seconda al quale lo dico.. ovviamente, il primo è stato Draco.. >>

<< E come.. è successo? >> Chiese Ginny.

<< Come vuoi che sia successo? Lo abbiamo fatto e.. senza usare protezioni.. eravamo fatti.. >>

Ginny aveva l'espressione di una al quale è stata data una coltellata in mezzo alla fronte.

<< Fatta? Hermione.. in che razza di guaio! Ed hai deciso che farne del bambino? >> La voce di Ginny era incredula e stentava lei stessa a fare quelle domande, come se chiedere del bambino puntualizzasse il fatto che la sua migliore amica, appena diciottenne, aspettasse una creatura.

<< Si.. ne ho parlato con Draco e.. lo teniamo. >>

Hermione raccontò della discussione avuta con Draco al riguardo e Ginny si dimostrò felicemente sorpresa.

<< Almeno si è preso le sue responsabilità.. è stato nobile da parte sua starti così accanto. Comunque, adesso dobbiamo pensare a te.. hai un bambino in grembo.. >> Disse Ginny con un mezzo sorriso, come se non riuscisse ancora a capacitarsene. Ma un'amica ti sta accanto in qualsiasi situazione, pensò, mentre l'abbracciava stretta e le carezzava la chioma ondulata. In quel momento, una ramanzina sul perché avessero inventato i preservativi era di certo l'ultima cosa che sarebbe servita ad Hermione.

 

 

♠ ♠ ♠

 

Mezz'ora dopo erano a scherzare su quanto sarà disgustoso cambiare il pannolino, smorzando la tensione, quando lo sbattere della porta fece capire loro che Draco ed Harry erano di ritorno. Sebbene Harry non contasse in maniera così definitiva nella vita di Hermione, lei sentiva che c'era qualcosa tra di loro, una certa complicità che la metteva in soggezione, e nemmeno lei capiva il motivo.

Così, quando lo vide sbucare dall'entrata della cucina, si rizzò in piedi ed incrociò il suo sguardo, quelle bellissime iridi azzurre la squadravano, prima in viso, poi all'altezza della pancia, e lei si sentì avvampare. Lui si avvicinò senza dire niente e l'abbracciò stretta.

<< È una bella gatta da pelare ma.. Herm, puoi contare su di me, ok? >> Le sussurrò all'orecchio carezzandole la testa, e lei annuì grata al petto di Harry che non accennava a lasciarla andare.

Quando finalmente interruppero l'abbraccio Hermione prese ad asciugarsi gli occhi con il dorso della mano.

<< Ciao Ginny, che piacere vederti.. >> Salutò Harry baciando sulle guance la rossa.

<< Anche per me Harry.. >> Rispose sorridendo lei.

<< Draco dov'è? >> Chiese Hermione ad Harry, che rispose che Draco era andato al supermercato a prendere succo di mirtillo.

<< Succo di mirtillo? >> Chiesero insieme Ginny e Hermione, entrambe sconcertate.

<< Si, fa bene durante la gravidanza, inoltre gli ho suggerito di prendere dell'olio di mandorla e qualche verdura e tanto pesce.. se volete tenerlo, e ne sono contento, devi badare a cosa mangi e a ciò che bevi Hermione, solo così garantirai una buona salute al bambino..>>

Hermione e Ginny si guardarono con una certa confusione, da quando Harry sa così tanto riguardo la gravidanza?
<< Non guardatemi così, ho solo studiato molto. >> Si difese lui quasi indignato dalle espressioni delle due.

<< Comunque Harry, Ginny, grazie ad entrambi per il vostro supporto.. siete davvero gentili.. >>

I due l'abbracciarono e poi Ginny dovette andarsene per andare a lavoro, salutò l'amica con un grande abbraccio e le promise una visita in settimana.

Dopo circa un ora fece invece ritorno Draco, con sei buste della spesa, tre per braccio, e un sorriso a trentadue denti in viso.

<< Che hai da ridere così? >> Chiese Harry curioso mentre Draco e Hermione svuotavano le buste della spesa.

<< Ho scoperto di diventare papà! Ed ho deciso di vederne il lato positivo. Guardate.. >> Draco tirò fuori un pacchetto plastificato rosa ed uno della stessa forma e dimensione, ma blu. Scartandoli, tirò fuori due ciucci, uno da femmina e l'altro da maschietto e li fece roteare sul dito.

<< Ecco, così non possiamo sbagliarci! >> Disse poi, dando i ciucci in mano ad Hermione, che sorrise malinconica.

<< Hermione.. ce la faremo, ok? >> Draco avvicinò le labbra a quelle di Hermione e le scoccò un delicato bacio pieno d'affetto, le prese il viso tra le mani e le sorrise.

<< Ce la faremo. >> Le ripeté poi, asciugando le lacrime che sgorgavano dal viso di Hermione. Harry decise che era sicuramente il momento per lasciarli soli, e finse di dover andare da un suo amico, così poco dopo Draco ed Hermione rimasero soli. Dedicarono del tempo a cucinare, più che altro Draco le cucinava del pesce e dell'insalata ben condita mentre Hermione fu costretta a rimanere seduta per minimizzare gli sforzi sotto ordine di Draco, dopo di che mangiarono insieme.

<< Hermione.. avevo pensato che quando partorirai.. il bambino dovrebbe dormire con entrambi i genitori e che quindi io e te dovremmo dormire nella stessa stanza, che poi in caso andrà al bambino o alla bambina quando crescerà.. >> Disse Draco con un leggero rossore sulle guance, ed Hermione sembrò contagiarsi dello stesso colorito sulle sue.

<< Io.. beh si non è sbagliato quello che dici.. direi che si, è più facile poi fare i turni per alzarci la notte o anche per.. si, insomma.. privacy. >> Rispose Hermione, addentando una fetta di merluzzo.

I due finirono di mangiare in tranquillità, decidendo di mettere da parte quel che succederà in futuro, almeno per il momento.

<< Dovrò dirlo ai miei genitori.. >> Ricordò poi lei, sul punto di mettersi a piangere. Non sarebbero stati contenti.. nemmeno un po'. Beh, forse però, poteva sempre rimandare la questione, dopotutto è ancora presto. Si, avrebbe detto tutto più avanti.

Draco lavò i piatti ed Hermione questa volta si impose di riuscire almeno ad asciugare quelli che lui lavava, e lui, di malgrado, accettò.

<< Non devi fare sforzi eccessivi, Hermione.. Lo sai, no? >> Disse, insaponando le posate.

<< Si, ma non prima dei tre, quattro mesi! Insomma, è ancora un fagiolino e non è ingombrante quindi non mi fa alcuna fatica sbrigare le faccende domestiche. >> Disse quasi infastidita lei, sentendosi un invalida ancor prima di aver messo su pancia.

<< Mi preoccupo per te, Herm.. >> Ammise lui, posando l'ultimo piatto sul lavabo e mettendosi alla pari di Hermione, avvicinandosi a lei e cingendole la vita con le mani, carezzandole i fianchi con fare affettivo. Ma l'attrazione è inevitabile, quando c'è, c'è. E tra loro c'era eccome, così, a quel semplice tocco affettuoso, Hermione ebbe comunque i brividi e sentì l'eccitazione crescerle nel corpo, e più lui le era vicino, più Draco riusciva a percepire i battiti accelerati di lei, il fiato corto, e quello sguardo che può precedere solamente una cosa.

Hermione affondò le mani nei capelli di Draco non appena questo l'alzò, mettendola sul tavolo della cucina, e prendeva a baciarle le labbra con avidità. Lei stringeva le gambe attorno i suoi fianchi, e ansimando, prese a sbottonargli la camicia bianca che portava, ma prima che lavoro fu compiuto, lui la riprese, stringendola a se, con ancora le gambe lungo i fianchi e se la portò su per le scale. Non seppero nemmeno loro come riuscirono a trovarsi al primo piano senza essersi cappottati giù per le scale ma, in men che non si dica, erano nella camera di Draco, e oscurata dalle tende tirate e la porta chiusa alle loro spalle, l'ambiente era illuminato solo da una lava-lamp azzurra. Draco adagiò Hermione nel letto con cautela, e senza pesarle, si distese su di lei, facendo attenzione a non comprimere i suoi addominali con la pancia di Hermione, che strinse Draco baciandogli il collo ed il petto, non appena questo fu scoperto grazie alla camicia ora finalmente gettata a terra. Draco levò via i vestiti ad Hermione, ora completamente nuda, mentre lui ancora indossava jeans e boxer. Ma non volle farsi spogliare quando Hermione prese a slacciargli la cintura, così portò le sue mani sulla sua testa, e mettendosi alla sua sinistra, cominciò a baciarla e a toccarla, stringendole i seni in una mano, baciandole il collo, poi le dita di lui andarono presso anfratti ben più proibiti del corpo eccitato di Hermione, che quando sentì le dita di Draco torturarle così piacevolmente la clitoride, si lasciò sfuggire un gemito. Si sentiva una principessa, si sentiva l'unica, importante, bellissima. Lui pensava a lei, al suo piacere, guardandola negli occhi poi le trasmetteva l'amore che si meritava.

Inarcò la schiena sotto il corpo di Draco, ed era oramai all'apice del piacere quando lei lo fermò, decisa a concedergli lo stesso piacere e a terminare insieme l'atto. Quindi, baciandolo, lei finì finalmente di slacciargli la cintura, abbassandogli i pantaloni, e quando prese il membro caldo di Draco sentì i brividi di piacere lungo tutta la spina dorsale. Lo maneggiò con cura, decisa a dedicargli le stesse attenzioni che lui le aveva dato, e quando anche Draco sembrava stesse per raggiungere il piacere assoluto, lui la prese a se e la penetrò con cura, gemendo ogni volta che un centimetro di lui era più dentro di lei.

Hermione, d'altro canto, seduta su di lui, non si era mai sentita così bella sotto il suo sguardo ammirato. Così, presa da un momento di pura eccitazione, si mosse su di lui inarcando i fianchi, roteandoli ogni tanto in modo che il suo pene entrasse sempre più in profondità dentro di lei, donando a Draco il piacere che si era meritato. Più Hermione era veloce, più sentiva Draco gonfiarsi sotto di lei, estasiato dal piacere che solo lei in quel momento poteva dargli.

<< Herm.. >> Ansimò lui, oramai allo stremo delle forze, mentre cercava di trattenersi per far sì che quel piacere durasse ancora, ancora e ancora. Ma non ce ne era bisogno, poiché anche Hermione stava raggiungendo la stessa meta di Draco, e lo fecero finalmente insieme, quasi nello stesso momento.

Soddisfatti e sudati, si accasciarono l'una accanto all'altro, abbracciati.

<< Solo amici.. eh? >> Disse Hermione con il fiato corto, sorridente ed estasiata, tra le braccia del biondo.

<< Bisognerà rivedere questa clausola.. Herm... >> Lui prese a baciargli il collo, e lei, di schiena, tornò ad eccitarsi, inarcando la schiena contro i fianchi di lui, contenta di sentire la sua erezione sulle natiche. Draco strinse i seni di Hermione con una mano, mentre con l'altra tornava a bramarle l'intimità, causando altri gemiti da parte di Hermione, che tornò a muovere i fianchi, strusciandosi su di lui, in modo da far crescere sempre di più la già grande eccitazione di Draco, che più deciso di prima, penetrò con un colpo solo Hermione già completamente bagnata e pronta ad accoglierlo. L'amplesso durò per più di un ora, tra gemiti strozzati, morsi, baci, spinte e carezze, entrambi vennero, ma stavolta contemporaneamente, immergendosi in sensazioni più grandi di loro. Una volta finito, si baciarono, si toccarono, si strinsero, finendo insieme in un sonno profondo. Ma prima che Hermione potesse chiudere gli occhi, sentì d'aver un peso in meno nel cuore. Si, aspettava un bambino dall'uomo che, lei sapeva, si sarebbe impegnato per essere un buon padre ed un buon compagno. Aveva solo diciotto anni, ma si sentiva matura, lo era sempre stata, ed ora si sentiva pronta, tra le braccia di Draco, lei lo voleva. Voleva dare amore a suo figlio, dare amore a palate, e piena dello stesso sentimento, s'addormentò col sorriso sul viso, cadendo in un lungo sonno.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


11° Capitolo
 
And so it is
short story
no love, no glory
no hero in her sky
I can't take my eyes off you
And so it is
Just like you said it should be 
we'll both forget the breeze
most of the time
And so it is
- The Blowers Daughter - Damien Rice


La freschezza delle lenzuola sotto il suo viso le dava la sensazione dell'acqua fresca sulla pelle, dopo una giornata al mare, quando lavi via il sale e la sabbia. Aprì appena gli occhi
e ciò che vide accanto a lei la commosse. Draco, il ragazzo così sicuro di sè, così nobile e gentile, era accanto a lei profondamente addormentato, le palpebre chiuse sugli occhi 
grigi e fieri, così lontani dagli occhi del ragazzo della quale si era perdutamente innamorata, Ron. Il ricordo della cattivera di lui le faceva ancora male, le lacerava il petto, lì dove si celavano i ricordi più cari. Questo Hermione lo ha sempre saputo, i momenti più belli 
e quelli più dolorosi si rifugiano non nel cervello, non tra le altre memorie, no.. ma nelle ferite del cuore, come piccole perle incastonate, lì a far da avviso.. come per ricordarti 
''qualsiasi cosa tu dovrai affrontare, ne hai già passate tante, sarai forte''. 
Un impercettibile movimento del viso di Draco segnalò ad Hermione l'iminente risveglio del biondo, che non tardò a sorriderle, sebbene gli occhi fossero ancora chiusi, lui cominciò a parlarle.
<< Hai dormito bene, Herm? >> 
<< Benissimo.. tu? >> 
Draco mugugnò un si, ancorandosi con le braccia al corpo esile di lei, sotto quel velo di lenzuola.
Ancora nudi, si guardarono negli occhi per la prima volta dopo la splendida serata passata insieme, e un istinto nuovo fece venir voglia ad Hermione di carezzarsi la pancia, come ad accudire un'ampolla fragile, nella quale è riposata una preziosa gemma lucente.
<< Non devi aver paura, Hermione. Ti starò accanto.. non sei sola. Se vuoi lo diciamo insieme ai tuoi genitori. Andrà tutto per il meglio. >> 
<< Lo spero tanto Draco.. >> 
<< Colazione? Oggi non si lavora.. si sta insieme, ok? >>
Hermione annuì piena di gratitudine, non se la sentiva di restar da sola.
<< Penso che inviterò Ginny .. >> Ripensò alla sua amica più cara e si rassicurò, fece respiri più lunghi e capì che si, non era sola per niente. Ginny le sarebbe restata accanto comunque.
<< Ottima idea, io mi faccio una bella doccia invece. >>
Hermione si alzò dal letto e andò alla ricerca del suo smartphone, ma incappò in Harry non appena messo piede in corridoio, e quasi non gli andò addosso.
<< Oh, perdonami, andavo di corsa e non ti ho visto. Buongiorno Harry.. >> Sorrise lei, scusandosi imbarazzata.
<< Ma dai, figurati. Come ti senti? Dormito bene? >> Ad Harry ovviamente non sfuggì il fatto che Hermione stesse uscendo dalla stanza di Draco piuttosto che dalla sua, ma preferì non metterla più in imbarazzo di quanto già non fosse.
<< Dormito bene, si.. tu? >> Hermione, rossa in viso, cercò di ostentare una certa nonchalance.
<< Bene.. Herm.. puoi venire giù con me, giusto per un secondo? Ti dovrei parlare. >> 
Hermione, sorpresa, annuì.
<< Si, prendo giusto il telefono e ti raggiungo in cucina. >>
<< Perfetto. >> 
Harry scese le scale ed Hermione andò in camera sua, mandò un messaggio a Ginny chiedendole di raggiungerla quando poteva e attaccò il dispositivo al caricabatterie, dopodiché scese anche lei, diretta in cucina.
<< Harry, dimmi. >> 
<< Herm, Draco è in bagno, giusto? >> Hermione annuì, non capendo a cosa volesse arrivare Harry, che parlava con un tono più basso del normale, e sembrava alquanto agitato.
<< Harry, che succede? >>
<< Herm.. so che la situazione non è esattamente .. bhe.. quello che voglio dire è che non agisco in maniera corretta, sto sbagliando.. maledettamente sbagliando, e credo che dopo penserai che sono uno stronzo in camicia ma.. devo, capisci? Perché è dal primo momento che.. >> Harry parlava velocemente, come se qualcuno gli corresse dietro, ma non fece in tempo a finire, ed Hermione non fece in tempo a capire, perché senza alcun preavviso Harry baciò Hermione sulle labbra, ed erano calde, piene, carnose.
Hermione era fuori di sè, non sapeva che fare, paralizzata stretta nella presa delle forti braccia di Harry, che continuava a premerle - ora più delicatamente - le labbra sulle sue. Ma ebbe comunque la forza di scansarlo, liberarsi dall'abbraccio forzato nel quale si trovava, e guardare Harry con espressione furiosa mista a confusione.
<< Ti rendi conto di quello che hai fatto? >> Sfuriò Hermione, sebbene il tono della sua voce fosse estremamente ben controllato.
<< Lo so, perdonami, ma credevo fosse meglio ora che le cose non sono ancora chiare piuttosto che quando avrai un anello al dito.. In questo modo mi metterò l'anima in pace, tutto qua. >>
<< Quindi tu hai sfanculato la morale per toglierti uno sfizio? Fammi capire.. >> Intimò Hermione puntando l'indice contro il petto di Harry, che abbassò gli occhi.
<< Non si tratta di sfizi, Hermione. Mi sei piaciuta dal primo momento, non posso farci niente. Almeno in questo modo posso dire di essermi tolto un peso.. ed essere stato onesto con te. Non ti chiedo di metterci insieme, nè di rovinare il rapporto con Draco, nè di pensare a me come un fidanzato. Ma non potevo davvero esserti amico al 100% senza essermi prima liberato di questo peso.. dovevo dirtelo, e basta. Puoi perdonarmi e dimenticare ciò che è successo? Non voglio mancarti di rispetto, Herm.. >> Harry si avvicinò ad Hermione e l'abbracciò, trasmettendole tutto l'affetto che egli riponeva in lei, e come poter essere arrabbiata con lui, dopo questo?
<< Harry.. tranquillo. Rimane tra di noi, è tutto okey, mi hai fatta prendere un colpo.. ma abbiamo chiarito. Grazie per la tua onestà. >>
Hermione era commossa, e grata per quel dono di Dio, che le aveva dato non solo un figlio, ma anche due amici puri e sinceri sulla quale poter contare, senza prendere in considerazione Ginny, che per Hermione rappresentava una salvezza reincarnata in una forza della natura dai capelli rossi.
Il campanello suonò, ed Harry andò ad aprire proprio a quella salvezza a cui Hermione teneva così tanto. Ginny entrò nella stanza, più bella che mai, anche se portava una semplice felpa grigio chiara e jeans skinny scuri, converse bianche ai piedi e capelli raccolti in una cipolletta. 
<< Ciao Harry, che bello vederti! >> Salutò Ginny, con la sua solita tranquillità e sicurezza.
<< Ginny, anche per me è un piacere. >> Harry baciò Ginny su entrambe le guance e la indirizzò in soggiorno, facendola accomodare.
<< Hermione, eccoti qui, ho ricevuto il tuo messaggio, stai bene? >> Le amiche si strinsero in un abbraccio, ed Hermione annuì sorridente, sedendosi accanto a lei a gambe incrociate sul divano. 
<< Io vi lascio sole, qualsiasi cosa, sono in camera mia. >> 
Le due salutarono il ragazzo e cominciarono a parlare del più e del meno, e quando finalmente Hermione stava per raccontarle della serata precedente passata con Draco, sentirono bussare insistentemente alla porta.
Le due si guardarono, interrogative. Nessuno in casa aspettava altre visite, che Hermione sapesse, ma chiunque fosse dietro quella porta, continuava a bussare prepotentemente.
Un bagliore si accese negli occhi di Hermione, un allarme che le bloccò le gambe e pietrificò il suo viso.
<< Ron.. >> Sussurrò Hermione, e Ginny, guardandole il grembo, pensò bene che non fosse il caso che Ron venisse a sapere delle condizione della sua ex fidanzata proprio in quel preciso istante.
<< Come ha fatto a trovarmi? >> Sussurrò Hermione impaurita, sapendo bene che quei colpi sulla porta non avrebbero portato a nulla di buono.
<< Mi avrà seguita ed avrà dedotto che venivo da te.. vai sopra, nasconditi da Harry, chiama Draco, lui ancora non lo conosce, no? >>
<< No, no.. >> 
<< Perfetto, vai, corri!>>
Hermione si precipitò su per le scale e andò a chiamare Draco, spiegandogli in fretta e furia quanto appena successo, dicendogli brevemente della situazione. Draco non ebbe bisogno di secondi in più per capire, e fù d'accordo con Ginny, la spedì in fretta in camera di Harry e chiuse la porta. Hermione lo sentì scendere le scale.
Intanto, Harry, scattò in piedi dal letto, allarmato all'espressione di Hermione.
<< Herm, che succede? >>
<< Harry.. c'è Ron.. di sotto.. >> Disse con un singhiozzo strozzato, la paura cominciò a farsi padrona di lei.
<< Hey, shh.. tranquilla, la risolviamo. Vado a dare un occhiata. >> Harry lasciò Hermione dietro di sè e andò all'inizio della rampa di scale, Hermione poteva vederlo dalla porta socchiusa dietro il quale si nascondeva, affacciata proprio sul corridoio. Harry ascoltò con attenzione e anche Hermione cercò di concentrarsi sui rumori che provenivano dal piano di sotto.
<< Io vorrei semplicemente sapere cosa ti salta per la testa, Ronald. Non posso avere una vita privata ora? >> Hermione udì la voce di Ginny, e non capiva a cosa si stesse riferendo. La sua vita privata?
<< Credevo che fossi venuta a trovare Hermione.. >> Disse Ron, con un tono sospettoso. Sentire la sua voce fece venire la pelle d'oca sul corpo di Hermione. Harry intanto era in ascolto, e anche lui riconobbe la voce di Ron.
<< No, sono venuta a trovare Draco, Ron. Il mio ragazzo. Posso invitarti ad uscire, ora? >>
Seguì un silenzio carico di tensione, Hermione conosceva Ginny, sentiva che, sebbene non lo dasse a vedere, la sua amica era in agitazione tanto quanto lei. 
<< Sei il suo ragazzo? >> 
<< Si, il suo. Magari ci conosceremo meglio quando sarai più calmo, ora però devo proprio invitarti ad uscire. Io e Ginny eravamo impegnati in una conversazione da portare a termine, piuttosto importante. >> Draco parlava pienamente sicuro di sè stesso, con voce ferma e adulta. "Ti prego, fà che la beva..."
Hermione udì la porta sbattere e chiudersi, e finalmente potè sospirare di sollievo. Aprì la porta e guardò Harry, e le si inumidirono gli occhi, si precipitò tra le sue braccia e sentì il calore pervadere il suo corpo. Andava tutto bene..
<< Herm.. scendiamo. Puoi stare tranquilla ora.. >> Hermione sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi profondi di Harry, il suo viso,le sue labbra.. che sebbene non sorridessero, diedero in Hermione la forza di ricomporsi. Ma sciogliendosi dall'abbraccio, qualcosa dentro di lei diventò freddo, quella strana sensazione le rimase nel petto fino a che non ebbe sceso tutte le scale, e si sitrovò davanti a Draco e Ginny, entrambi preoccupati per l'amica, ed Hermione scansò quella strana sensazione e si concentrò su Ron e su quello che era appena successo.
<< Ottima pensata Ginny, se non avessi capito le tue intenzioni subito sarei sceso per dare una mano e sicuramente avrebbe capito tutto.. brava ragazza! >> Battè il palmo sulla spalla di Ginny, e lei sorrise compiaciuta, arrossendo. Quello strano scambio di attenzioni mise Hermione in imbarazzo, nemmeno lei seppe il perché, e le lasciò un amaro in bocca ma come poco prima, lasciò da parte queste strane sensazioni.
<< Ginny, Draco.. vi ringrazio.. siete stati grandi.. >> 
<< Ora è decisamente il momento di scambiarci due chiacchiere, io e te. >> Disse con dolcezza Ginny ad Hermione, e l'ultima sorrise, invitandola su in camera sua. 
Draco ed Harry poco dopo si misero a lavorare su dei documenti e scartoffie varie, così le lasciarono sole.
Ginny chiuse dietro di lei la porta e si sedette accanto all'amica sul bordo del letto, stringendosi un cuscino sul grembo.
<< Ginny, non so cosa c'è di sbagliato in me.. >> Hermione sprofondò tra le braccia dell'amica, piangendo. Una reazione del genere non se l'aspetta nessuna delle due, soprattutto Hermione, che sentiva pian piano le parole uscirle dal profondo dei suoi pensieri.
<< Ron mi ha lasciata, quello stesso giorno conosco Draco ed Harry senza nemmeno sapere che fossero fratelli, e sebbene pensassi di avere il cuore infranto già sentivo di provare qualcosa per un altro..e poi Harry mi ha difeso da Ron, si è rotto il naso.. Draco ha fatto l'amore con me e si è preso tutte le responsabilità di un vero uomo, mi ha trattata come fossi una principessa, ed io per ricambiarlo cosa faccio? Mi faccio venire i complessi... >> Hermione non seppe perché, ma preferì non ammettere che i sentimenti che provava non li sentiva per un solo uomo, ma per entrambi, e si pentì di non trovare il coraggio di dirlo alla sua più cara amica e confidente. La sua unica vera persona.
<< Shhh, Hermione, non ci pensare.. non hai colpe. Le cose son successe e basta, starci a rimuginare sul perché è solo inutile. Oramai è fatta, hai Draco che ti starà accanto, Ron non ti scoccerà più, gli parlerò non appena tornerò a casa, promesso. Gli dirò che se l'è cercata, gli dirò di lasciarti in pace. Herm.. ti sei stressata tanto, è meglio che tu ora riposi un poco, va bene? >>
Hermione crollò sul cuscino e si lasciò addormentare, mentre Ginny le carezzava i capelli e le stava a fianco. Non seppe per quanto tempo dormì, ma quando si svegliò Ginny non era accanto a lei, e la stanza era completamente al buio, solo uno spiraglio di luce filtrava attraverso le persiane della finestra chiusa, che decise di aprire. Scoprì che fuori era buio, e decise di scendere in soggiorno, per tutto il giorno non aveva mangiato assolutamente nulla, i crampi allo stomaco erano tali che fece venire voglia ad Hermione di prepararsi un bel panino con fesa di tacchino e insalata. Scese le scale lentamente, per paura di non svegliare i ragazzi che, a quell'ora, stavano sicuramente dormendo.
Raggiunto il soggiorno, guardò verso la porta aperta, dove una chioma rossa lucente spiccava nella penombra. Ginny era lì, quasi fuori dall'appartamento, e teneva stretto tra le mani il viso di Harry, coinvolto in un bacio sensuale, niente in confronto a quello tra lui e Hermione giusto poche ore prima.. Qualcosa in quella scena diede molto fastidio ad Hermione, e senza farsi notare, tornò sù in camera con lo stomaco che non brontolava più. Improvvisamente, non aveva più fame.
 


Ed eccomi qui, miei cari lettori. 
Dopo così tanto tempo torno a scrivere. Sarò onesta, sono stata via perché il mondo mi è crollato addosso tempo fa, e sono ancora vittima dei miei stessi ostacoli, la paura della cresciuta, la paura della perdita dell'amore, la paura del vuoto, del futuro, della sconfitta.
Avevo perso fiducia in me stessa, perché mai qualcuno avrebbe dovuto leggere i miei racconti e trovarli interessanti? Ma poi mi son detta... che lo faccio per me. Tutto ciò serve a me, e se a qualcuno non piace, bhe, accetto ogni critica e consiglio, ma ho fatto dei passi da gigante rispetto a tanto tempo fa, ora quando mi guardo allo specchio non vedo più un fallimento, vedo una speranza. 
Sono diventata bulimica, e l'ho affrontato, ed ho vinto.
Ero depressa, e.. bhe, ci sto lavorando.
Ero insicura al 200%, ora siamo in netto miglioramento, ragazzi miei. 
Quello alla quale state assistento non è un semplice racconto, è la mia forza di volontà che mi dice di non fermarmi, di guardare avanti, di credere in me stessa. E questo percorso comprende anche la scrittura, e la condivisione con voi dei miei pensieri e capacità, almeno in minima parte.
Mi scuso davvero per essere stata così assente, col vostro aiuto, tornerò ad essere sempre nei vostri cuori e tra i vostri autori preferiti.
Un bacio, un abbraccio, vostra Harmonia.

P.S. non rispondo subito alle recensioni, ma piano piano risponderò a tutti voi.


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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12


There's a conclusion to my illusion
I assure you this
There's no end to this confusion
If you let it wish you well
Soul to sell
Highest bidders, can't you tell what you're getting?
There is a light to all this darkness
I will tell you this
There's redemption in you asking them just why it is
- Younger -  Seinabo Sey



Da piccola, sebbene fosse nata e cresciuta in un ambiente di ricchezze, le veniva sempre detto che non tutto ciò che si vuole si può avere. Quando Hermione si trovava davanti ad una scelta, la madre le ripeteva ''o uno o l'altro amore, non chieder troppo o niente ti sarà dato!''. Certo, prima Hermione chiedeva dei semplici giocattoli, ma ora, poteva forse gicoare con i sentimenti? Non sapeva cosa provava, nè per Draco, nè per Harry. Certo, con uno dei due c'era andata a letto ed aspettava in grembo suo figlio, ma.. ciò non toglie che per un momento, la voglia di essere nel letto di un altro ci fosse stata, e l'altro è proprio il suo coinquilino, nonché fratellastro del suo, se così vogliamo chiamarlo, ragazzo. Anche se Draco non ha mai forzato su di lei, Hermione sa bene che non possono non chiarire la loro relazione, non possono comportarsi come due bambini, non se lo possono permettere più. Mettersi insieme per il bambino, e vedere come va.. oppure.. non affrettare le cose e quindi non chiarire la sorta di storia tra loro due? Questo ovviamente implica che non potranno più far sesso, non potranno dormire insieme, e non potranno pretendere l'uno la fedeltà dell'altra e viceversa. Insomma, comportarsi da single con un pupo in comune.
No, non era da Hermione. Ma nemmeno stare con qualcuno e nel mentre pensare anche ad un altro ragazzo era da lei. Quindi che fare? Parlarne con Ginny? Non dopo che si era avvinghiata alle labbra di Harry...
<< Che palle! >> Sbraitò, dando un cazzotto all'armadio e facendosi male alle nocche. Solo dopo ricordò che erano quasi le quattro del mattino, e che svegliare qualcuno a quell'ora avrebbe potuto sembrare proprio un atto di vera maleducazione. Ma controllare le emozioni in quel periodo non era facile, di certo non riusciva a capire cosa provasse.
<< Ehy...>> Harry si affacciò piano dalla porta, aprendola quel tanto che bastava per consentire al suo viso di ''sbucare'' nella stanza.
<< Ho sentito un botto, sei stata tu? >> 
<< Si... si Harry, scusami se ti ho fatto preoccupare. Tutto bene, ho inciampato con il piede al bordo del letto. >> Mentì Hermione, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
<< Ti sei fatta male?>> 
<< Bhe... stavo meglio prima.. >> Hermione alzò finalmente lo sguardo, sperando che Harry non capisse il doppio senso che sfuggì alla ragazza. No, di certo stava meglio prima di vederlo scambiare effusioni con la sua migliore amica. Non seppe nemmeno perché provava queste emozioni nei confronti di Ginny. Gelosia? Rabbia?
<< Posso entrare? >> 
Hermione annuì, accucciandosi sul bordo del letto, abbracciando un cuscino tenendolo sulle gambe incrociate. Harry entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle, guardandosi intorno.
<< Hai sistemato tutte le tue cose.. >> Disse, notando la mancanza degli scatoloni sul pavimento e gli scaffali della libreria pieni.
<< Si, non avevo sonno e quindi.. >>
Harry le si sedette accanto, e si prese la testa tra le mani.
<< Che brutta situazione, eh? >> Disse, alzando il capo in direzione degli occhi di Hermione, fissi sul pavimento.
<< Non so a cosa ti riferisci.. >> Mentì ancora, non sapendo perché. Non voleva ammettere di averlo visto, non avrebbe saputo dire il perché ora si sentiva così, e questo l'avrebbe messa allo scoperto, avrebbe fatto capire ad Harry che lei provava qualcosa, anche se nemmeno lei capiva che cosa.
<< Herm..  >> Si bloccò, forse non sapeva quel che dire, o semplicemente non aveva nulla da condividere, ma non disse più nulla. Sospirò, e le sorrise.
<< Vedi di domire, va bene? Ci vediamo domani. >> La baciò sulla guancia ed uscì dalla stanza, ora più vuota, ora con meno senso rispetto a prima.
"Che diavolo mi sta succedendo.."

La mattina seguente Hermione si sentiva stanchissima, aveva dormito poco più di due ore e aveva ancora un sacco da fare per finire la mostra su Picasso che si terrà a breve, doveva parlare con Draco di alcune migliorie, e così si promise che, dopo una bella doccia e una sana colazione, gliene avrebbe parlato. Andò in bagno mentre gli altri dormivano ancora, erano appena le sette e sapeva che i ragazzi prima delle otto non uscivano dalle loro stanze. 
Così si fece una lunga doccia, insaponandosi i capelli e massaggiandosi la pelle. Quando finalmente si ritenne soddisfatta e sufficientemente rilassata, uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano attorno al seno, che le copriva il corpo fino a metà coscia. Decise di spalmarsi addosso le sue creme idratanti più profumate, l'olio di mandorle sulla pancia e si tamponò i capelli con un asciugamano rosa, spazzolandoseli poi lungo le spalle. In effetti, da ricci i capelli le sembravano molto più corti, forse doveva lasciarli pettinati più lunghi, lisciandoli appena, attaccò il phon alla presa della corrente e cominciò a pettinarsi i capelli sotto il getto d'aria calda, pian piano i capelli si asciugavano lisciandosi lungo le spalle. 
Una volta completata l'opera, i capelli le cadevano lisci e composti. Le cambiavano quasi i tratti del viso quei capelli, rendendola quasi più adulta. Dopotutto doveva crescere in fretta se voleva garantire a suo figlio una madre capace.
Si mise un paio di shorts e una magliettina bianca piuttosto larga, che le lasciava scoperta la spalla. Scesa in salotto incontrò Draco, intento a versarsi del latte nei cereali. Il viso era luminoso, fresco, ed i capelli gocciolavano appena dalle punte.
<< Buongiorno.. >> Sorrise Hermione, andandogli incontro.
<< Herm, buongiorno! >> Lui ricambiò il sorriso, prese un altra tazza e versò un po di latte anche ad Hermione.
<< Grazie.. Draco, dovrei parlarti di una questione riguardo la mostra di Picasso.. bhe pensavo che.. >>
<< Herm, aspetta. Perdonami se non ti lascio finire ma, nelle tue condizioni, preferisco che tu non abbia stress. So che sei una persona capace, appena ne avrai la possibilità potrai continuare a lavorare con noi se vuoi, ma il bambino per ora è la cosa importante. Ho già parlato con i miei, volevo diglierlo di persona insieme a te ma ora sono entrambi in Francia per affari e quindi ho dovuto dirgli tutto per telefono. Non son stati sicuramente contenti, ma non hanno preso la cosa male come ci si aspettava, anzi. Hanno insistito affinché tu fossi sottoposta alle più curate attenzioni, quindi niente stress, dieta varia ed equilibrata, ed ovviamente avrai un aiuto economico da parte mia. Non intendiamo farti lavorare Herm, siamo delle persone all'antica, non puoi farci nulla. >>
Draco porse i palmi in avanti, come per proteggersi da un imminente sfuriata, ma Hermione non disse nulla, sapeva che contrabbattere una loro decisione era alquanto stupida come proposta, quindi accettò quel che Draco le disse semplicemente non dicendo nulla, annuì e bevve il suo latte.
<< Quindi, è ok per te? >> Chiese, a mò di scuse.
<< Draco, preferivo parlare anche io con i tuoi genitori insieme a te, ma va bene, le circostanze son state queste e quindi pazienza. Mi sono sempre ritenuta una persona autonoma, avrei preferito lavorare anche io, ma concordo con te quando mi dici che il bambino è anche tuo, e che insieme a me devi prendere delle decisioni, per il bene del bambino, farò come dici tu. Però, Draco.. c'è una cosa di cui ti vorrei parlare.. a proposito di noi. >> Hermione divenne improvvisamente rossa, e abbassò lo sguardo. Non sapeva esattamente cosa dire, ma sapeva di dover dire qualcosa, per non sembrare una completa idiota.
<< Ecco.. >> 
<< Herm.. >>
Draco si alzò da tavolo, le andò accanto e la fece alzare, l'abbracciò stretta ed insipirò tra i suoi capelli. 
<< Hai un profumo così buono.. ti stanno bene i capelli pettinati così.. scusa.. >> Le parole gli morirono in bocca, sciolte dall'emozione, scese sul viso di Hermione e le premette le labbra sulle sue, baciandola delicatamente. Lei strinse le mani attorno ai suoi bicipiti, forti e scolpiti, e si abbandonò a quel corpo così protettivo, più alto di lei, snello, rassicurante.
<< Oh Draco, era proprio di questo l'argomento.. >> Disse lei, appena si liberò dai suoi baci.
<< Draco, credo che non dovremmo correre troppo.. mi piaci, molto. Ma non so ancora cosa voglio.. questa situazione è piombata senza preavviso nella mia vita tutta di corsa e ora.. non so che fare, ho bisogno di.. spazio, calma e tranquillità per riflettere. Tenere il bambino è stata una scelta che non rinnego nemmeno ora ma.. seriamente, ora non riesco a prendere altri impegni senza averci pensato bene due volte.. >> Le parole le uscirono veloci, e si sentì subito in colpa per averle dette. Lei aveva un ragazzo d'oro colato al suo fianco, e lei lo rinnegava per nemmeno lei sapeva che cosa. Si dette della stupida.
Ma Draco la guardò comprensivo, e le circondò il viso con le mani dalle dita affusolate.
<< Herm, perdonami. Ti ho fatto pressione senza volerlo. Non mi è facile non baciarti e non ... pensarti come mia. Ma hai ragione, sei quella che ha dovuto accettare più cambiamenti di tutti. La rottura con quel coglione, la casa nuova, nuovi coinquilini ed ora.. un figlio. Scusami Herm, ti giuro che da questo momento in poi ti bacerò solo se sarai tu a chiedermelo. Promesso. >> 
Un sorriso spuntò sulle labbra del ragazzo, e tutte le preoccupazioni svanirono. Lui l'avrebbe capita, ma lei, sarebbe riuscita a capire sè stessa?
<< Vorrei uscire un po oggi, per schiarirmi le idee.. quindi.. ci vediamo stasera, ok? >> Disse in fine, alzandosi dal tavolo e andando verso le scale, mentre lui annuiva, perso nei suoi pensieri.
Poteva far tutta questa confusione? Poteva far illudere due persone contemporanemente? Vero è che Harry si è ripreso subito dal ''no'' di Hermione, e lei nemmeno capiva perché le bruciasse tanto. Questione di egoismo, forse? Voleva tutte le attenzioni su di sè, oppure c'era anche qualcosa di più? Mentre saliva le scale, dirigendosi in camera per vestirsi e prendere la borsetta, guardava il pavimento, i propri piedi fare passo dopo passo, senza concentrarsi su qualcosa di specifico. Finalmente entrò in camera e frugò tra i vestiti qualcosa di comodo e leggero da indossare, si cambiò in fretta e fece per andarsene. L'occhio però le cadde sulla sua scrivania, ed il block notes che c'era poggiato sopra. Strappò un foglio e prese una penna, li mise in tasca e si lanciò di nuovo verso le scale, le scese e si diresse verso la porta. Non incontrò nessuno mentre andava via, nè Draco, nè Harry, il che la rincuorava. Voleva stare da sola, senza dover dare spiegazioni. 
Entrò nell'ascensore e scese fino al piano terra, quasi corse fuori dall'edificio e sentì l'aria fresca entrargli nei polmoni, l'aria dei ''quartieri alti'', dovuta al poco smog per via delle macchine ultramoderne e costosissime che vi giravano e per i parchetti sparsi qui e là per il quartiere, aria limpida. Certo, lei non è mai stata povera, ma nemmeno così ricca da potersi permettere di vivere un giorno tra quei palazzi altissimi e lussuosi, con un affitto a prezzo stracciato, che adesso nemmeno pagherà più, anzi, verrà oltretutto mantenuta. Ma è questo ciò che lei ha sempre voluto? Le soddisfazioni personali poi dove stavano? No, non poteva starsene più di nove mesi, senza contare poi il periodo di allattamento e tutto ciò che ne consegue, a mani in mano, a fare la mantenuta. No, qualcosa doveva pur fare.
Tra i drammi, c'era anche quello di dover dire a suoi genitori che lei, la figlia perfetta, non ce l'aveva fatta. Non era arrivata a frequentare il college che desiderava, non aveva una famiglia stabile nella quale poter crescere il figlio che teneva in grembo, non aveva un lavoro, una soddisfazione. Le uniche cose che aveva? Dubbi. Dubbi su dubbi che non sapeva mettere in chiaro. Da una parte c'era l'attrazione per Harry, un ragazzo dall'aria trasandata, misteriosa, dolce, di bellaspetto, che provava (assurdamente) qualcosa per lei, che fosse solo attrazione per lei era già tanto. Dall'altra parte, poi, c'era Draco. Come scordarsi di lui? Dei suoi occhi grigi, luminosi, della sua sicurezza, dei suoi lineamenti, del suo carattere così nobile e altolocato, ma  che si è fatto ''grosso'' da solo, perché ha un'ottima carriera davanti, ha una bellissima casa, e parliamone, ha quel fascino che se volesse, con un semplice schiocco delle dita, potrebbe avere mille ragazze ai suoi piedi in soli tre secondi, giusto il tempo di salire le cinque rampe di scale che le porterebbero nel suo lussuoso appartamento. E lui voleva lei, voleva dargli una famiglia. Ma questo è il problema. Hermione non voleva nulla di tutto ciò, non era pronta. Non era pronta ad una relazione, figuriamocene due. Non era certamente pronta ad un figlio, nè alla convivenza con due ragazzi che, gravidanza o meno, parentele a parte, provavano qualcosa per lei, e lei... bhe, inutile starci a girare intorno, lei stessa era cotta di entrambi. Ma non lo avrebbe mai ammesso, nè a se stessa nè tanto meno a Ginny. Cosa avrebbe detto l'amica, se le avesse rivelato i suoi dubbi e le sue incertezze?  Hermione già sentiva la voce della rossa dentro di lei, che scuotendo il capo le diceva : ''male male, Hermione. Ti rendi conto che solo le sgualdrine fanno così? Cioè, cos'è che vuoi? Una relazione a tre?! Deciditi, bella.''
O comunque qualcosa del genere.
Mentre pensava a tutto questo miscuglio di cose nuove, riflettè sul percorso che stava facendo. 
Esattamente, cosa stava facendo? Dove si trovava? Persa nei propri pensieri si era, letteralmente, persa. Dov'era? La nuova zona che le si parava davanti era questa. Palazzi, strade, vicoli stretti tutto intorno a lei, incroci su incroci. Cercò di fare retrofront, girando sui propri tacchi, percorse qualche metro e si trovò all'entrata di un parchetto e lei, decisamente, non veniva da un parchetto, o almeno non se ne ricordava il passaggio.
<< Merda, tutte a me? >>
Prese il cellulare, e chiamò la prima persona alla quale si rivolge quando c'è un problema.
<< Herm! Tesoro, che succede?>>
<< Ginny, ho un problemino. Mi sono persa.. non so quanto ho camminato, credo almeno per un oretta, e non so dove minchia mi trovo. Tu puoi venire a prendermi? >>
<< Cazzo, Herm.. ti verrei volentieri a prendere ma sono a lavoro e la macchina l'ha presa Ron, gliel'ho dovuta prestare oggi.. quindi mi ha accompagnata lui..>> La voce della rossa era un misto di puro dispiacere e quasi disperazione, Hermione sorrise.
<< Ginny tranquilla, provo a sentire Draco o Harry, grazie comunque. Ti informo, ok? Buon lavoro! >>
Agganciò, prese coraggio e scorse nella rubrica. Chi chiamare dei due? Draco o Harry? Avrebbe lanciato messaggi sbagliati chiamandone uno invece dell'altro? Poi si diede della stupida, in fondo non è che stesse chiamando uno di loro per un appuntamento galante, si era persa, dopotutto. Digitò il numero ed attese la risposta dall'altra parte della linea, che non tardò ad arrivare.
<< Ehi, ciao. Scusami se ti disturbo, ma.. mi sono persa. Non so dove mi trovo.. puoi venire a prendermi? >>
<< Persa? Herm, come faccio a venire a prenderti se non sai dove ti trovi? Cosa c'è vicino a te? Dammi un punto di riferimento. >>
Hermione si guardò attorno, ma vide solo palazzi tutti uguali e nemmeno un cartello che dicesse la via dove si trovava.
<< Ci sono solo dei palazzi tutti uguali.. ecco, c'è un negozio di animali.. ''Qua la zampa'' >> 
<< Ahm.. c'è un parco accanto a te? Con al centro una scultura rossa? >>
Hermione si guardò alle spalle, ed effettivamente c'era una scultura d'arte moderna, raffigurante una goccia rossa di ferro battuto. Non poteva che esser quella.
<< Si, sono proprio davanti al parco.>>
<< Arrivo. >>
Hermione agganciò il telefono ed attese davanti l'entrata del parco a braccia conserte, pregando che arrivasse in fretta. Non solo perché cominciava a sentir fresco sulla pelle, era stanca e voleva tornare a casa, ma perché qualcosa dentro di lei gioiva alla notizia che stava per rivederlo, sebbene ci vivesse insieme e di occasioni per averlo davanti agli occhi erano tante. 
E dopo appena cinque minuti, una macchina che lei conosceva bene sostò sulla strada davanti a lei, fermandosi. 
<< Eccoti..>>

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