I nostri segni nel tempo

di ChiaraLilianWinter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un attimo soltanto ***
Capitolo 2: *** Un momento di disperazione ***
Capitolo 3: *** Regalo di anniversario ***
Capitolo 4: *** Rimpianti di un'assassina - Parte Prima ***
Capitolo 5: *** Rimpianti di un'assassina - Parte Seconda ***
Capitolo 6: *** Baci di sangue ***
Capitolo 8: *** Le lacrime non possono cadere ***



Capitolo 1
*** Un attimo soltanto ***


La pioggia cadeva pigramente, quel pomeriggio, scivolando tra le fronde degli alberi e schiantandosi quasi con delicatezza contro Il terreno. Lacie stava davanti ad un piccolo laghetto, in un posto che si trovava da qualche parte nei possedimenti della famiglia Baskerville. Osservava le goccie chiare infrangersi nell'acqua, disturbando per meno di un attimo l'immobilità dello specchio, per poi sparire, fondersi in quel triste grigiore. Pensava, Lacie, a come sarebbe stata la sua morte. Cioè, lei sapeva come sarebbe stata: si sarebbe presentata davanti a suo fratello, lui non avrebbe pianto, lui era così forte; poi Oswald, no, Glen la avrebbe condannata, l'avrebbe uccisa, segregandola all'oscurità dell'Abisso. E tutto si sarebbe spento. No, non pensava a questo. Pensava a quello che sarebbe successo dopo. Oswald sarebbe stato triste? Sì,forse. Ma per quanto? Una settimana, due? Poi avrebbe iniziato a dimenticarla, lei e la sua sciagura. Lo stesso sarebbe stato per Glen, per tutti. Sarebbe scomparsa, esattamente come quella goccia d'acqua, inghiottita da altra tristezza, da altra morte, tutta così folle ed inutile. Eppure, dentro di sè sentiva qualcos'altro. Sapeva che qualcuno non l'avrebbe dimenticata, ed era questo che la teneva ancora ancorata al mondo, che non la faceva impazzire: sapeva che per Jack non sarebbe finito tutto così, perchè lei era speciale per Jack, e lui era speciale per lei. Questa sicurezza era qualcosa di così bello e doloroso che Lacie non voleva altro che affondare in essa, l'illusione di essere amata. Ah, che dolce agonia! << Lacie! Ti ho trovata! >> Non l'aveva sentito arrivare, e adesso la sua voce chiara la aveva quasi spaventata. Si girò, e se lo trovò davanti, lui, con occhi smeraldo e capelli d'oro. Ah, se solo avesse saputo...! << Jack. Sono felice di vederti. >> Lui sorrise, e le si avvicinò, spostando lo sguardo da lei al laghetto al cielo, e poi di nuovo su di lei. << Non ti stai congelando? Forse è meglio rientrare... >> E si girò, già si stava incamminando quando Lacie lo fermò, afferrandolo per la mano. << Lacie...? >> << Aspetta. >> Jack la guardò, curioso e stupito, in attesa. Lei fece un passo indietro,poi due, sempre tenendo ben stretta la sua mano, fino a che entrambi non si ritrovarono sulla sponda dello specchio d'acqua. Lacie non lasciò la sua mano, con quella libera gli prese l'altra e la strinse forte, fissando lo sguardo in quegli occhi vuoti e inquietanti, quegli occhi così belli. Si vedeva che Jack non sapeva che fare, vagava confuso dentro quel rosso, e dondolava leggermente. << Jack. >> << Sì? >> La risposta fu così immediata che Lacie non potè fare a meno di scoppiare a ridere, per poi ritornare subito seria. Jack stava aspettando, lei lo sapeva, ma era così insicura. Poi, si sentì un richiamo da lontano. Era Oswald, li stava cercando. Doveva allontanarsi da Jack, doveva farlo subito... Ma, per una volta, non seguì la ragione. Si alzò sulle punte dei piedi e, solo per un istante, lo stesso istante in cui quelle goccie di pioggia si infrangevano e svanivano, le loro labbra si toccarono. Solo un attimo, ma capace di cambiare tutto... Se solo lei avesse avuto più tempo. Si allontanò da Jack, veloce, proprio un attimo prima che Oswald sbucasse in mezzo a tutto quel verde e li notasse. << Eccovi! >> << Ciao, fratellino. >> Pregò con tutta sè stessa che Jack non restasse lì, immobile, non facesse notare a Oswald che c'era qualcosa di strano. Ti prego ti prego ti prego. << Ciao, Oswald! Scusa per averti lasciato indietro, prima... >> Eccolo, era di nuovo lui, così stranamente fastidioso e loquace, così Jack. Lacie non si lasciò sfuggire nemmeno un sospiro di sollievo, si limitò ad annuire e a raggiungere, accanto al ragazzo, suo fratello. Rimase indietro, mentre Jack e Oswald parlavano, per rivolgere un ultimo sguardo al laghetto. Aveva smesso di piovere ora, e la superficie era perfettamente piatta. Come prima della pioggia, come prima di tutto. Come se davvero nulla, assolutamente nulla, in quell'istante, fosse successo. E, forse, era davvero così per il mondo. Ma ne era sicura, per lei, per Jack, qualcosa era accaduto. Era stato solo un attimo, ma bastava, doveva bastare. Non dimenticarmi, Jack.

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Capitolo 2
*** Un momento di disperazione ***


Ada correva per i corridoi di Pandora, inciampando nel vestito, le scarpe che le facevano male, le lacrime che le oscuravano gli occhi.
Era morto. Il suo adorato zio Oscar... Il suo unico vero padre, non esisteva più. E ben presto sarebbe stato il suo turno, e poi tutti gli altri... In un ciclo che sarebbe continuato senza sosta, alimentato dall'odio e dalla follia degli uomini. Perchè? Perchè a lei? Perchè a loro? Cosa era successo, cosa avevano fatto per arrivare a quel punto?
Correva e correva, non per giungere ad una meta, ma con la speranza che qualcuno, prima o poi, l'avrebbe fermata.
Ci aveva ormai quasi rinunciato, già rallentava, e le lacrime scorrevano più veloci e prepotenti, quando, chiusi un attimo gli occhi per evitare che bruciassero, andò a sbattere contro qualcuno.
Qualcuno la aveva fermata. Non importava chi fosse. Non importava che intenzioni avesse. Se voleva ucciderla, lo facesse pure. A lei non importava. Voleva solo essere felice, solo un'altra volta. E se per esserlo doveva morire, allora avrebbe accolto il sonno eterno con immensa gratitudine. Ma la persona contro cui si era scontrata era l'ultima persona che avrebbe immaginato. L'ultima persona che avrebbe avuto bisogno di vedere.
Vincent.
Ah, che crudele che era la vita. Adesso, osservando quel ragazzo così folle e senza cuore, così insensibile, piegato su sè stesso, in una posa quasi... Dolorante, ogni suo proposito era sparito. Nulla sembrava avere più senso.
<< Scusatemi. >>
La voce le uscì senza alcuna emozione, la voce di qualcuno che ha perso tutto e che sa che sta per arrivare il colpo di grazia, ma che allo stesso tempo ha intravisto una piccola luce in tutta quella disperazione.
Lui si irrigidì: la aveva forse riconosciuta? Rimase immobile per un attimo, poi distese le spalle e si raddrizzò. Era proprio lui. Il viso perfetto e bellissimo, i capelli biondi che cadevano in dolci curve sulle spalle, gli occhi d'oro e di sangue... Sotto essi due linee rosse, conseguenza di un pianto che aveva condiviso solo con la pioggia.
<< Signorina Ada. >>
Lei non rispose, si limitò ad alzare il viso e a guardarlo per un'ultima volta.
Quanto l'aveva fatta soffrire.
A ripensarci adesso le veniva una gran rabbia. Avrebbe voluto allungare una mano e tirargli uno schiaffo, fargli provare quello stesso dolore che le aveva provocato, ma sapeva che sarebbe stato impossibile.
<< Mi scusi. >>
Gli passò accanto e con passo sostenuto iniziò ad allontanarsi. Ma poi si fermò. Vincent era dietro di lei, sentiva il suo respiro, il suo calore.
<< Cosa volete? >>
<< È meglio se non andate di là. Non credo vi piacerebbe quello che vedreste. >>
<< Non importa. >>
Si lanciò nuovamente in avanti ma lui la bloccò prendendola per il braccio, la avvicinò a sè, posò il viso sulla sua spalla e le sussurrò all'orecchio.
<< Cosa fai? >>
<< Uccidimi. >>
Vincent rimase un attimo in silenzio, poi esplose in una risata amara.
<< Che donna stupida. >>
La baciò sul collo, con forza, disperazione, ma lei non reagì in alcun modo.
Non contava più niente.
<< Perchè non mi cacci? >>
Non contava più niente.
<< Perchè non ti allontani? >>
Non contava più niente.
<< Parlami. >>
Non contava più niente.
<< Mi fai uno strano effetto. >>
La girò e si mise davanti a lei, vicino. Ada alzò il viso e lo guardò con occhi indifferenti. Non contava più niente.
<< Senti... Se vuoi svenire o meno a me non interessa. >>
Si avvicinò di più. Non contava più niente.
<< Preferirei che tu non morissi, ma il suicidio è una libera scelta. >>
Non contava più niente...
<< Cosa vuoi, Vincent? >>
<< Lasciami fare una cosa. >>
Si avvicinò di più e le sfiorò le labbra con le sue, leggermente, così, senza un perchè. Ora contava di nuovo tutto.
Ada spalancò gli occhi e alzò una mano, gli tirò uno schiaffo e si allontanò.
<< Allora sei ancora viva. >>
<< Perchè...? >>
Lui la scrutò e le sorrise, poi si girò e iniziò a camminare.
<< Come ti ho detto, è meglio se non vai in quella direzione. >>
Ada avrebbe voluto ribattere, dire qualcosa, ma non credeva fosse la cosa giusta da fare. Si guardò alle spalle e scrutò il corridoio deserto. Ora contava tutto. Poteva, vero?
Si girò e seguì il ragazzo.
Non sarebbe morta.
Non quel giorno, almeno.


Nell'antro della strega <3
Allora... Questa schifezza è stata partorita dalla mia mente perversa e malata mentre stavo praticamente delirando per l'incredibile mal di testa che mi affligge e che adesso sembra essersi dissolto... No, eccolo di nuovo. In TEORIA, dovrei studiare per gli esami orali, ma visto che c'è tempo (non c'è affatto tempo) mi diletto con queste enormi scemenze. Per quanto riguarda la storia... Questa è la seconda one-shot. Sulla prima non c'era molto da dire quindi niente angolo autrice, ma su questa... Sono talmente perversa che amo la coppia AdaxVincent con tutto il mio cuore. Dopo la loro storiella in Caucus Race 3, per me sono diventati ancora più love love. E quindi ecco. Questo capitolo su loro due sarebbe totalmente impossibile nel manga, perchè ambientato subito dopo la Retrace 85 (che ho appena letto in giapponese). Ada viene informata della morte dello zio dal suo caro paparino (quanto vorrei strozzarlo <3 )e ciò che dice in seguito me l'ha fatta molto crescere come personaggio... Mentre invece Vincent è a Sablier, quindi... Nada. Però si può sempre sperare u.u Grazie a tutti per aver letto questo capitoletto e per aver scoltato le mie cazzate <3 PS: per il prossimo capitolo... Uhuhuhuh... Preparate i fazzoletti e i cuoricini a go-go perchè... Può darsi che sarà qualcosa su un certo cappellaio strafigo e una duchessina tutta zucchero (?)

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Capitolo 3
*** Regalo di anniversario ***


Non si ricordava che giorno fosse, nè perchè era lì in quel momento, all'ombra di un albero, in una delle zone più isolate dei possedimenti della Casata Rainsworth. Break sentiva un senso di pace, di felicità dentro di sè, ma non riusciva a capirne il motivo. Aveva perso la memoria?
<< Break! Break, sono tornata! >>
Che voce soave. Sharon emerse da quel verde, sorridente, e lo raggiunse correndo.
<< Ho trovato il libro adatto ad una giornata come questa! >>
Break la osservò, poi la memoria gli ritornò di colpo. Era l'anniversario del loro incontro. Dieci anni prima si erano trovati, da dieci anni erano insieme. L'uomo alzò il viso e le sorrise.
<< Dieci anni. >>
Sharon lo guardò sorpresa: non si aspettava una simile uscita, ma stette al gioco.
<< Già. Sono tanti, eh? >>
<< Sono davvero volati. Ti sei fatta grande. >>
Break rise e accarezzò la guancia della ragazza. Questa arrossì e lo guardò. Lui ricambiò lo sguardo e continuò.
<< Spero di passarne altri dieci con te. >>
Sharon si fece ancora più rossa e gli si avvicinò.
<< Break... >>
Poi un dolore lancinante lo colpì e lui si svegliò.

La cella era fredda e umida. Tutto era in penombra, le torcie disegnavano inquietanti figure sulle pareti. Xerxes Break era incatenato per le mani, le gambe iniziavano a cedere, la testa gli faceva male. Si era addormentato per un attimo? Che bel sogno aveva fatto. Cercò di respirare e tossì, altro sangue macchiò i suoi vestiti e il pavimento. Lo guardò, assente, e ebbe la consapevolezza di stare morendo.
No... Ancora no, perfavore...
Aveva delle cose da fare. Doveva esaudire il desiderio di Alice e poi... Mancava così poco tempo... Avrebbe potuto festeggiare il ventesimo anniversario del loro incontro. Se c'era davvero un Dio, lassù, sperò che lo stesse ascoltando.
Hai capito? Solo questo, poi non ti chiederò più niente. Voglio di nuovo rivederla... Voglio che rida, che arrossisca, che mi stringa tra le braccia.
Non pretendo il suo amore, anche la pietà mi sta bene.
Un minuto dopo si sentì ridicolo. Perchè mai un Dio avrebbe dovuto ascoltare le preghiere di un peccatore? Non aveva senso.
Poi successe qualcosa. Udì un rumore dal fondo del corridoio, passi veloci che rallentavano davanti ad ogni cella. Qualcuno che stava cercando una persona. Ma chi...? Quando gli fu davanti, non potè credere che Dio lo avesse sentito e accontentato.
Sharon lo guardava, un'espressione di felicità e orrore sul viso.
<< Sei tu...? >>
<< Signorina, toccherebbe a me salvare lei. >>
La ragazza rimase un attimo in silenzio, poi corse verso di lui, passando attraverso la fenditura nelle sbarre causata dal chain di Vincent, e ruppe le catene che lo tenevano prigioniero, con una spada che aveva preso chissà dove. Occorsero parecchi minuti, le mani di Sharon sanguinavano, ma fino a che Break non fu liberò lei continuò. Quando finalmente l'uomo si accasciò a terra lei lo abbracciò e lo strinse, e fu libera di piangere. Break era dolorante, ma non potè fare a meno di stringere quel corpicino, assaporarne il profumo, bearsi del suo calore.
<< Ce la dobbiamo fare, signorina. >>
<< Cosa...? >>
<< Dobbiamo uscire da qui. Si ricorda? Mancano pochi mesi. >>
La ragazza lo guardò, confusa.
<< Al nostro decimo anniversario mi ha regalato un abbraccio e un bacio sulla fronte. Adesso esigo di più. >>
Sharon arrossì e spalancò gli occhi, stupefatta.
<< TI SEMBRA IL MOMENTO DI PENSARE A CERTE COSE?!>>
Break rise debolmente, e un momento dopo tossì di nuovo, macchiando il vestito della ragazza, che sembrò non farci caso. L'uomo guardò inespressivo le macchie rosse e capì.
<< Sharon. >>
<< Sì? >>
<< Dammi adesso il regalo. Ti prego. >>
Sharon tremò e lo strinse forte.
<< No... Te lo devo dare il giorno dell'anniversario... >>
<< Facciamo finta che sia oggi. >>
La ragazza alzò il viso.
<< Perchè? >>
<< Non mi va di aspettare. >>
Mentì, ma non ce n'era bisogno. Lei sapeva.
Sharon tremava e le lacrime già minacciavano di scendere sulle sue guancie, ma lei le ricacciò indietro e annuì. Poi alzò di più il viso e Break le accarezzò la guancia, avvicinando le loro labbra. E poi finalmente successe. Le sue labbra sapevano di dolci, di fragole, di fiori. Erano il sapore più buono che avesse mai sentito e sapeva che, se solo avesse avuto più tempo, sarebbero diventate il suo cibo preferito, la sua droga.
Ma entrambi avevano la certezza che quella fosse la prima e ultima volta che le loro bocche si incontravano. Dopo un minuto Sharon si staccò, boccheggiando, e si alzò in piedi porgendogli la mano.
<< Andiamo. >>
Lui annuì e la seguì. Avrebbe voluto baciarla ancora, la dolorosa consapevolezza della morte lo stringeva come in una morsa. Poi gli venne in mente che se Dio l'aveva ascoltato una volta, forse poteva ascoltarlo di nuovo.
Ehi, tu, lassù, mi senti? Ti prego, questo è davvero l'ultimo. Fammi festeggiare quel fottutissimo ventesimo anniversario. Fammela baciare di nuovo. Permettimi di amarla, e io ti giurò che la renderò la donna più felice del mondo. Provaci se hai tempo, ok?
Break sospirò, guardando verso l'alto.
Forse il suo desiderio sarebbe stato ascoltato ed esaudito.
O forse Dio già stava ridendo di lui e della sua impotenza.


Nell'antro della strega 2
Ciao a tutti!
E rieccomi qui, dopo pochissimo tempo! Forse dovrei lasciarvi più tempo per leggere, ma dato che io da lettrice odio dover aspettare, ho pensato di farvi il favore di procedere velocemente. Questa storiella su Break e Sharon l'avevo in mente da moooolto tempo. Poi ho letto la Retrace 85 e le mie idee si sono andate a farsi fottere ma comunque... Io AMO questa coppia. Sono i miei preferiti, oltre ad Oz e Alice. Se dovessi scegliere, nel manga, chi far baciare, li sceglierei subito, li preferirei anche ai due protagonisti u.u . Ok adesso la smetto.
Ultima cosa.
Io non ho mai ricevuto molte recensioni e non mi piace chiederle, ma devo dire che fa piacere sentire che il proprio lavoro è apprezzato. Quindi voi che leggete, potreste dedicarmi due minuti del vostro tempo e lasciarmi un piccolo parere? Mi va bene di qualsiasi tipo, anche le recensioni con delle critiche sono ben accette, anzi. Mi serviranno per migliorare! Stessa cosa se avete delle richieste! (Capitolo su qualsiasi coppia o personaggio che vi pare).
Ciaooo!
PS: Alla prossima... Con un ipotetico finale del manga incentrato su... Una certa cappuccetto rosso e un certo cappuccetto rosso... No aspetta. Lui il cappuccetto ce l'ha nero, più che altro... Entrambi Baskerville, comunque! <3
Muahahahahah quanto sono enigmatica! XD

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Capitolo 4
*** Rimpianti di un'assassina - Parte Prima ***


Nell'antro della strega 3- Premessa
Ciao a tutti!
VI PREGO DI NON SALTARE QUESTA PREMESSA, È IMPORTANTE PER LA STORIA!
Allora... Questo capitolo è moooolto particolare. Inanzitutto... Come dire... Non è che è fatto a cavolo, ma si prende molta libertà riguardo a quello che effettivamente accade nel manga. In particolare, per capire il capitolo SERVE questa premessa: Lottie prova qualcosa di più che il semplice rispetto per Glen. Non è necessariamente amore, ciascuno può interpretarlo come più gli aggrada. Inoltre... Essendo il capitolo molto lungo, è stato suddiviso in due parti. La seconda verrà pubblicata il prima possibile. Come vedrete, in questo capitolo compariranno due personaggi protagonisti di un capitolo precedente. Le storielle iniziano a intrecciarsi! Ma essendo questa una raccolta, non lo faranno più del dovuto. Credo di non aver dimenticato nulla, perciò...
Buona lettura!


Charlotte Baskerville, chiamata da tutti con il nome di Lottie, percorreva velocemente le vie ormai distrutte di Sabrie.
Era molto difficile correre in quelle condizioni.
Il mantello la faceva inciampare continuamente e la terra sembrava non voler smettere di tremare. Una scossa più violenta delle altre la spaventò e la ragazza cadde, impolverandosi ancora di più.
<< Auch... >>
Si rialzò faticosamente, arrancò verso un solitario muro che stava ancora in piedi e vi si appoggiò. Doveva riposarsi un attimo, e ne approfittò per riordinare i pensieri.
Perchè si trovava lì? Che diamine stava facendo?
Ancora non aveva capito il perchè del suo gesto.
Riandò indietro con la memoria, ritornando a poche ore prima.

Stava camminando per i corridoi di Pandora, assente, scontrandosi di tanto in tanto con gli altri Baskerville, e alla fine senza nemmeno sapere il perchè si era ritrovata sulle scale che portavano alle prigioni. Era ancora profondamente turbata dalla notizia che le era stata data da quello stupidissimo Duca con il ciuffo rosso. Sapeva che Glen era innocente... Però... Sospirò e si strinse nelle spalle. Come aveva potuto?! Perchè Jack aveva fatto una cosa del genere?! Aveva mentito a tutti! E adesso... Faceva male, in un certo senso. Faceva male anche quello che stava per fare il suo padrone. Cambiare il passato... Le sembrava una cosa stupida. Quello che è passato è passato, no? Ormai è successo, non si può cambiare... O forse sì. Non riusciva a capire.
Improvvisamente qualcosa la distolse dai suoi pensieri. Qualcuno stava salendo dalle prigioni. Ma chi?
Scura in volto, afferrò il pugnale e si mise in posizione, pronta a combattere. I passi si facevano sempre più vicini... C'era anche qualcos'altro. Respiri strozzati, singhiozzi e un lieve ticchetìo... E quando finalmente la luce illuminò coloro che Lottie aveva davanti, lei rimase attonita.
Xerxes Break e Sharon Rainsworth arrancavano faticosamente sugli scalini, lui, svenuto, appoggiato a lei, e quando la giovane la vide sul suo volto passarono diverse emozioni: rabbia, paura, sorpresa.
<< Voi! Ma come...? >>
Lottie tentennò un pò, poi scoppiò a ridere.
<< Non vi si deve mai sottovalutare, eh? >>
<< Che intenzioni hai...? >>
La ragazza smise di ridere e li guardò, pensierosa. Voleva ucciderli? No. Voleva rimetterli in gabbia? No. Voleva aiutarli? Manco per idea. Ma forse il pensiero di lasciarli andare poteva essere contemplato. A lei non interessava, in fondo. Quindi si scansò e lasciò che Sharon continuasse la sua salita.
<< Lui morirà. >>
<< Lo so. >>
Lottie la guardò, una strana espressione sul suo volto, e la fermò.
<< Puoi levarmi una curiosità? >>
<< Fai presto e dopo lasciami in pace. >>
La Baskerville attese un pò. Cosa voleva chiederle di preciso? Aveva bisogno non di sicurezze, ma solo di qualcosa a cui aggrapparsi. Nella sua testa, un folle e terribile pensiero stava prendendo forma. Quale era la cosa giusta per cui combattere?
<< Se potessi... Evitare la sua morte... Ritorneresti indietro? Cambieresti il passato? >>
Sharon guardò Lottie e, sicura, diede la sua risposta, che spiazzò la Baskerville.
<< Assolutamente no. >>
<< Ma come? Tu non lo a... >>
<< Non fraintendermi. Io farei di tutto per salvarlo, eccetto questo. Cambiare il passato non è una soluzione. Porta sempre a gravi conseguenze. Io credo... Che il passato sia passato. Ormai non dobbiamo più pensarci. >>
Gli occhi della giovane duchessa erano puntati in quelli dell'assassina.
<< Lottie. Noi... Non abbiamo il diritto di cambiare quello che è successo cento anni fa. Scoprirne le cause, sì. Ma non cambiarlo. Credo... Che la Tragedia di Sabrie sia servita a qualcosa. Ha cambiato chi era lì, e chi, in questo presente, ha indagato su di essa. È passata, ormai. Non ci dobbiamo più pensare. Ora, l'unica cosa su cui concentrarci è trovare un modo per salvare il mondo. Il mondo di oggi. >>
Lottie rimase spiazzata dalle parole della duchessa. Ci aveva riflettuto su, e, alla fine, aveva trovato la risposta che cercava.

E ora era lì. Il pugnale stretto in mano, mentre silenziosamente percorreva le strade di Sabrie. Non sapeva ancora bene come agire,ma qualunque cosa avrebbe fatto, ora sapeva il perchè.
Non intendeva ucciderlo. Semplicemente voleva che rinunciasse alla sua idea. Se aveva fermato la distruzione una volta, poteva farlo ancora, senza cambiare il passato o uccidere nessuno. Poteva farlo, giusto?
Lottie intravide la fossa in cui era sprofondato il centro della città, e iniziò la sua discesa verso il basso, verso l'Abisso.
Ad ogni passo la testa le doleva sempre di più, ma doveva rimanere lucida, o non sarebbe riuscita nel suo intento. Continuò a scendere finchè, in mezzo a tutto quel terribile silenzio, non le parve di sentire delle voci. Stette attenta, in ascolto, e stavolta sentì chiaramente delle parole. La voce di Glen.
Ecco. Adesso doveva prendere una decisione. Se avesse continuato, non sarebbe più potuta tornare indietro.
Alzò il viso, guardando il cielo lontano, con la dolorosa consapevolezza di stare osservando quell'azzurro per l'ultima volta.
Poi strinse forte l'elsa del pugnale e scattò avanti, diretta al collo del suo signore.

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Capitolo 5
*** Rimpianti di un'assassina - Parte Seconda ***


...Mi avventai verso il collo del mio signore.
Appena uscii dal mio nascondiglio, correndo verso Glen, sentii un urlo riempirmi la testa. Forse era Vincent, forse lo stesso Glen, o forse io, la parte di me che mi diceva di rinunciare, di andarmene, di continuare a vivere. Ad ogni passo che facevo mi tormentava, ma sempre riuscivo a trovare un pretesto per continuare.
Il volto sorridente di Lily, il viso distrutto di Sharon, lo sguardo perso di Echo...
A parte Lily, io non mi ero mai interessata a nessuno, lottavo solo per me stessa. Ma non stavolta. Quando mi trovai davanti a Glen, il mio coltello premuto pericolosamente contro il suo collo, i suoi occhi spaventati ed increduli, mi resi conto che stavo combattendo non solo per me. Lo stavo facendo per tutti.
<< Che stai facendo, Charlotte? >>
<< Piantala con quest'assurdità, Oswald. >>
Lui si irrigidì e spalancò ancor di più gli occhi. Non lo avevo mai chiamato così.
<< Perchè vuoi cambiare il passato? È inutile! Pensa al presente! >>
<< Io voglio andare indietro proprio per questo presente. >>
Scossi la testa. Lui voleva modificare ciò che era successo per non soffrire, solo per questo.
Premetti più forte la punta del pugnale contro la sua pelle.
<< Perchè lo stai facendo? Pensavo mi fossi devota. >>
Risi, una risata amara e crudele.
<< Devota? Io sono molto più che devota verso di te, Oswald. Per questo voglio impedirti di fare una cazzata del genere. >>
Avvicinai il mio viso al suo.
<< Salva di nuovo questo mondo. Come cento anni fa. Puoi farlo senza cambiare nulla. >>
Stavolta fu lui a scuotere la testa.
<< Mi dispiace, Lottie. >>
Gli dispiaceva? Che stava dicendo? Io... E in quel momento capii. Mi ero dimenticata di Vincent. Mi girai velocemente, la disperazione e la paura si impossessavano di me... E un dolore lancinante mi fece urlare. Il pugnale mi scivolò di mano, andando ad incastrarsi tra le roccie.
Vincent era davanti a me, una piccola spada in mano, sporca del mio sangue. La ferita sul braccio mi bruciava moltissimo. Probabilmente aveva intenzione di colpirmi sul petto, di uccidermi, ma l'agitazione gli faceva tremare le mani e aveva sbagliato bersaglio. Mi guardò con occhi persi, vuoti, mentre urlavo e mi scuotevo, cercavo di alzarmi.
Quando finalmente riuscii a sollevarmi sulle ginocchia, un forte colpo alla schiena mi fece ricadere in avanti. Glen incombeva su di me, impassibile e freddo. Non mi ero mai accorta della sua indole crudele, e non avrei mai voluto scoprirla.
<< L'hai voluto te, Charlotte. Mi dispiace, ma tutti coloro che mettono in pericolo il mio piano devono essere eliminati. >>
Alzò la mano, in cui impugnava la spada di Elliot Nightray, e mi puntò alla gola. Stava per finire tutto...? No, non era possibile. Non poteva finire così. Dopo tutto quello... Che avevano fatto... Non volevo che finisse in questo modo.
Fu solo grazie a questo pensiero se, l'attimo seguente, trovai la forza di fare quello che la mia mente mi urlava di non fare.
Mi alzai di scatto e lo abbracciai. Lo strinsi forte, forte, forse gli stavo anche facendo male, ma non importava. Volevo sentire, un'ultima volta, Oswald. L'Oswald di cento anni fa.

<< Lottieeee! Lottie~cara... >>
Sbuffai, Jack Vessalius era davvero una palla al piede, certe volte. Anche se, in realtà, a tutte faceva piacere ricevere delle attenzioni da un uomo così bello. Se solo non fosse stato così fastidioso... E così inquietante.
<< Sono qui. Cosa vuoi, dannatissimo scocciatore? >>
Jack passò sopra la mia palese offesa e si piazzò davanti a me, un sorrisetto fastidioso ad illuminargli il viso.
<< Mi chiedevo dove fosse Glen. Sono passato a salutarlo. >>
Come sempre. Ogni volta, era solo per incontrare lui. A volte mi ero anche chiesta se loro due fossero... Ma no, che mi passa per la testa?
<< Non so dove sia. Non lo vedo da stamattina... >>
Lui mi sorrise, uno di quei suoi strani sorrisi, e alzò le spalle. Poi fece per andarsene, ma un attimo prima di girarsi spalancò gli occhi e si illuminò.
<< Glen! Stavo cercando proprio te! >>
Sentii le mie guancie farsi sempre più calde mentre mi giravo, e il mio sguardo andava a posarsi sull'uomo dietro di me. Era alto, imponente, e bello, bello quanto Jack, ma di una bellezza diversa, più discreta, più oscura. Lui ricambiò il mio sguardo e abbozzò un sorriso, che si allargò quando Jack camminò verso di lui. Iniziarono a parlare, e io capii che dovevo andarmene, anche perchè ogni volta quei due si rinchiudevano in un loro universo, che nessun altro riusciva a capire e in cui nessun altro poteva entrare. E a me stava bene. Un pò mi ingelosiva, mi infastidiva il fatto di esserne esclusa, un pò faceva male. Ecco perchè fui così felice quel giorno.
<< Lottie, dove vai? >>
Mi fermai, attonita, e mi irrigidii. Sentii lo sguardo dei due uomini sulle mie spalle. Non capivo. Mi girai, e li trovai a guardarmi, lievemente confusi.
<< Cosa? >>
Mi sorpresi di quanto fosse bassa e timorosa la mia voce. Jack mi sorrise e mi porse la mano.
<< Perchè non vieni con noi? Ho un nuovo gingillo da mostrarti! >>
Il mio sguardo vagò su Glen, e solo quando anche lui sorrise, mi permisi di prendere la mano che il biondo mi porgeva. Mentre li seguivo, per la prima volta non dietro, ma in mezzo a loro, mi resi conto di non essere mai stata così felice.

Sentii Oswald gemere, sorpreso e addolorato. Io lo strinsi più forte, affondando il viso nel suo petto, mentre non potevo fare altro che scoppiare a piangere. Le mie lacrime bagnavano la sua giacca, ma non mi interessava. In fondo, quello che avevo davanti non era solo lui. Alzai il viso, e mi trovai di fronte il viso di un ragazzino spaventato e confuso.
<< Oswald... Ormai è finita. Lascialo libero. Libera Leo. >>
I suoi occhi si spalancarono: rabbia, tristezza, dolore.
<< Charlotte...Lottie...perchè...? >>
Il suo sguardò vago verso il basso, verso il mio petto.
La sua spada era affondata appena sotto il seno, mi aveva quasi attraversato da parte a parte, sentivo la lama fredda. Il dolore iniziale era stato lancinante, ma ora questo aveva lasciato posto ad una strana insensibilità. Tutto, intorno a me, era sempre più distante.
Dovevo sbrigarmi.
Sempre stretta a lui, iniziai ad avanzare. Lui indietreggiava, non aveva la forza di contrastarmi, era troppo sorpreso. Lo strapiombo si faceva sempre più vicino.
Glen se ne accorse solo quando era troppo tardi. Un altro passo indietro e sarebbe caduto nel vuoto.
<< Non farlo...! >>
<< Tu mi seguirai, Oswald. Lascerai questo mondo una volta per tutte. >>
Aumentai la presa e feci un passetto avanti. Sotto le mie mani, iniziai a percepire lo sfaldamento dei due corpi. Quello di Leo, più solido, più reale, e quello di Glen, senza consistenta ma così caldo...
<< Charlotte... >>
Un altro passettino. Il mio cuore batteva sempre più lentamente. Il corpo di Glen era sempre più reale.
<< Leo ce la farà. Oz ce la farà. Sono tutti in gamba, qui. >>
Ancora uno. Finalmente, potei scansare Leo, che cadde svenuto a terra. Glen...
<< Ne sono certo. >>
Mi sorrise, e mi cinse con le sue braccia. Alzai il viso verso di lui e ricambiai il sorriso. Un altro passo.
<< Grazie. >>
<< Grazie. >>
Di nuovo, quella sensazione di assurda felicità. Non sentii più la terra sotto i miei piedi, le urla di Vincent mi riempivano le orecchie. No, non era solo lui. Altre persone erano accorse. Sentivo qualcun'altra... Lily. Oh no, piccola Lily, non piangere.
Guardai il viso dell'uomo che mi stringeva e sorrisi.
<< Insieme. >>
Caddi nel vuoto.


Nell'antro della strega (che si vergogna da morire)
Ciao a tutti!
Ecco finalmente la seconda ed ultima parte della storia riguardante Lottie e Glen. Devo dire di essere abbastanza soddisfatta del mio lavoro, secondo me è uscita abbastanza bene. Spero quindi di non ricevere una valanga di recensioni negative. Pf. Una valanga. Che megalomane.
Ovviamente, non intendo certo manifestare il mio disappunto sulla pochissima quantità di recensioni che io ricevo. Ma che, scherziamo?
Ringrazio comunque quelle pochiiiiiiiiiissiiiime persone (due) che a quanto pare avevano abbastanza tempo da poter dedicare due secondi alla recensione. Grazie <3 mi avete reso felice!
Duuunque... Come ho già detto nell'angolo autrice della mia serie originale 'La lista dei desideri' (che ovviamente voi non conoscete quindi non so perchè l'ho scritto lì), tra due capitoli la raccolta si concluderà! Quindi, anticipazioni della prossima puntata. Mh.. Dai questa è facile. Yaoi. Slash. (Sempre rigorosamente a bollino verde). Non ci siete ancora arrivati...? Mh... Occhialoni e Facilmente Infiammabile. Ok, la pianto.
Grazie e alla prossima!

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Capitolo 6
*** Baci di sangue ***


Nell'antro della strega PREMESSA
A differenza degli altri capitoli, questo è ambientato prima che si scoprisse tutta la verità, prima di tutto il casino a Pandora, prima della morte di Elliot. Non è triste, nè malinconico, non è profondo quanto gli altri. È un semplice momento di romantica vita quotidiana. Un pò di tristezza c'è sempre, comunque.
Ci vediamo a fine capitolo!

<< Leeeeeoooo!! >>
Si può sapere dove diamine si è cacciato quel dannatissimo ragazzo?! Lo sto cercando da... Da tre ore! Tre ore! Un padrone, che spreca tre preziose ore per un servo! Che storie sono queste?! Ah, ma quando lo trovo...
<< Allora eri qui. >>
Quella voce mi fa sobbalzare. È profonda, ma allo stesso tempo cristallina, sembra quasi una melodia. Mi giro e lo vedo davanti a me. Leo mi squadra, i capelli gli coprono il viso, come sempre. Nonostante non riesca a vedergli bene gli occhi, posso giurare che quella che ha sul viso è una smorfia di disappunto. È strano, ma adesso che è qui tutta la mia rabbia svanisce. È l'unico che riesce a farmi questo effetto. Tuttavia, devo almeno salvare la mia dignità, e mi fingo irritato.
<< Si può sapere dov'eri?! Ti ho cercato dappertutto! >>
Lui ride, sarcastico.
<< TU hai cercato ME?! Ma fammi il piacere! Sono io quello che ha sprecato ben.. Tre ore, per cercare il suo dannato "padrone" >>
Calca bene l'ultima parola, con fare irritato e sarcastico, e io vorrei tirargli un pugno. Ma mi controllo e sbuffo.
<< Dobbiamo sbrigarci, in ogni caso. Se arriviamo tardi al ricevimento, Vanessa ci ucciderà. >>
<< Come sempre. >>
Sospiro.
<< Come sempre. >>
Negli ultimi tempi, Vanessa è sempre più irritata, sempre più triste e depressa. La nostra famiglia sta crollando, e lei si sente responsabile di me, il suo piccolo e adorabile fratello. Tutto ciò che le rimane. Leo si accorge del mio cambiamento di umore e mi si avvicina, mi mette una mano sulla spalla e mi scuote lievemente.
<< Ehi. È tutto ok. >>
Io lo guardo sottecchi e annuisco, poi mi allontano, diretto verso la mia stanza. Lui mi segue, dondolando un pò, perso nei suoi pensieri.

Sono seduto sul letto, le ginocchia appoggiate alle gambe, piegato in avanti. Mi sento estremamente stanco. Il ricevimento è stato noiosissimo, mia sorella era più nervosa del solito, e se l'è presa con Leo.
Lui è in bagno da mezz'ora, ormai, e io muoio dalla voglia di entrare lì dentro per rassicurarlo, ma sarebbe estremamente sconveniente. Mi scopro a pensare a lui, al fatto che vorrei tanto togliergli quegli occhiali e vedere i suoi occhi, sentire il suo sapore... Ma no, ma no, che cavolo sto facendo? Non si può, non si può!
<< Elliot...? >>
Alzo immediatamente lo sguardo e me lo trovo davanti, vagamente preoccupato. Non rispondo, e lui mi scruta attentamente, per poi piegarsi. Siamo alla stessa altezza, lui si china verso di me, le nostri fronti si sfiorano. Arrossisco, non posso farne a meno. Lui è così vicino, reprimo a stento l'istino di allungare le mani e afferargli il viso, per poi baciarlo.
<< Elliot. >>
Lo guardo.
<< Cosa hai? >>
<< Mi dispiace... Mia sorella... >>
Lui scuote la testa e mi sorride dolcemente.
<< Non importa. Ci sono abituato, non preoccuparti. >>
<< Invece mi preoccupo. >>
Non so spiegare il perchè, ma dopo aver pronunciato quelle parole mi sento strano, come se i miei sentimenti fossero stati messi a nudo. Ecco, penso, adesso lo sa. Sa che quello che provo per lui è molto diverso dall'amicizia. Leo mi guarda, poi il suo sorriso si allarga. Si alza lentamente e, con un gesto elegante, si toglie gli occhiali. E io rimango a bocca aperta: i suoi occhi sono due pozzi di sangue, le ciglia lunghe e nere, due rubini che mi scrutano attentamente. Non riesco a trattenermi. Mi alzo e gli prendo il viso tra le mani. Sento il suo gridolino di stupore, ma non mi fermo. Gli bacio le ciglia, le sento sulle labbra, prima quelle dell'occhio destro, poi quelle del sinistro. Lui cerca di allontanarsi, ma alla fine scosta solamente il viso e mi guarda, mi sorride.
<< Che irruento. >>
<< Taci. È colpa tua. >>
Lo attiro di nuovo a me e stavolta lo bacio sulle labbra. Non ho mai sentito sapore più buono. Sono calde, rugose, estremamente dolci. Il bacio è vorace, aggressivo, disperato. Sento le sue braccia che mi cingono, le mani che mi afferrano la camicia, che mi attirano verso di lui. Aumento l'intensità del bacio e cadiamo sul letto. Io sono sotto di lui, dannazione. Mi toglie la camicia con impeto e mi bacia sul collo. So che vorrebbe andare oltre - lo voglio anche io - ma Vanessa è nella stanza accanto, e se ci scoprisse non riesco nemmeno ad immaginare cosa potrebbe succedere. Per questo motivo, sono costretto a fermarlo. Lui emette un verso di disapprovazione e si stende accanto a me.
<< Scusami, ma... >>
<< Lo capisco. Vanessa. >>
Io annuisco, vagamente imbarazzato. Leo guarda il soffitto, corrucciato, in silenzio. Dovrei forse baciarlo? Fregarmene di mia sorella? Vorrei farlo, ma davvero non posso. Non oggi. Ma non voglio che lui sia arrabbiato con me, quindi mi chino verso di lui e gli sfioro l'orecchio con le labbra.
<< Domani. Te lo prometto. >>
Lui si irrigidisce un attimo, arrossisce, poi sorride e mi guarda.
<< Non vedo l'ora che sia domani. >>
<< Nemmeno io. >>
Ride, poi si mette seduto e si aggiusta la camicia.
<< Però, Elliot, non credevo fossi così sporcaccione! >>
Lo guardo spalancando gli occhi e mi sento arrossire fino alle orecchie.
<< LEO! >>
Lui scoppia a ridere, mentre io, rossissimo e ancora a petto nudo, gli lancio tutto ciò che riesco a trovare. Vorrei essere arrabbiato, ma è una speranza vana. Lui riesce a raggiungermi e mi stringe a sè, poi mi bacia di nuovo. E appena sento quelle labbra, lo giuro, mi svuoto di tutti i miei pensieri, le mie preoccupazioni. Ci siamo solo io e lui e, per un minuto, possiamo permettercelo. Mi accorgo di non riuscire ad aspettare l'indomani, e lo trascino sul letto.
Per una notte, possiamo permettercelo.

Nell'antro della strega
Rieccomi!
Grazie per aver letto. Ok, stavo morendo dalla voglia di scrivere un capitolo su questi due, perchè li amo con tutto il mio cuore.
Non c'è molto da dire, se non che questo era il penultimo capitolo. Per quanto riguarda il prossimo... Sarà il gran finale! Perciò non vi dico nulla. Crudele...xD
Grazie e alla prossima!

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Capitolo 8
*** Le lacrime non possono cadere ***


Nell'angolo della strega PREMESSA
Temo che mi stia fissando con le premesse, ma sono indispensabili. Allora.. A differenza del capitolo precedente, questo è ambientato nello stesso periodo degli altri, precisamente subito dopo quello riguardante Charlotte. Scusatemi, se troverete delle incongruenze!
AVVISO IMPORTANTE ALLA FINE!!
Buona lettura.

Glen era morto. Morto, morto, morto. Non sapevo se essere felice di questa notizia o meno. Insomma, voleva uccidere Oz, il MIO Oz, che nessuno deve toccare, ma allo stesso tempo... Non avevamo bisogno di lui per salvarci tutti? Per salvare il mondo? Davvero non riesco a capire. Un'ennesima scossa fa tremare il terreno e io cado a terra, trascinandomi dietro anche il mio servitore.
<< Alice? Stai bene? >>
Annuisco, mentre lui mi aiuta a rialzarmi. Oz è un pò pallido, ma sembra tranquillo. Non ha paura?
<< Venite qui! Li abbiamo trovati! >>
Io e Oz ci guardiamo per un attimo, prima di correre da Gilbert e Reim. Correre, per modo di dire. Il terreno di Sabrie è talmente irregolare che si riesce a camminare a stento. Quando finalmente li raggiungiamo, ci troviamo davanti uno strano spettacolo. Un paio di Baskerville sono seduti su una roccia, immobili. Adesso che Glen non c'è più, non sanno che fare? Poi sposto lo sguardo verso le due figure che combattono sul ciglio del burrone. Lily è tra le mani di Vincent, urla e si sbraccia, cercando di scappare e di cadere nel precipizio.
<< Cosa è successo? >>
Urla Gilbert, mentre raggiunge il fratello e lo aiuta a tenere fermo la ragazzina. Nessuno dei due ha una bella cera.
<< Lottie... Si... Si è buttata... Con Glen. >>
Oz vaga con lo sguardo sulla piana, poi scorge qualcosa e spalanca gli occhi, e inizia a correre, stavolta corre veramente. Si ferma accanto a Vincent, si inginocchia a terra e inizia a scuotere qualcosa, no, qualcuno, e a urlare. Io lo raggiungo e capisco. È Leo, il servitore di quel Nightray. Non è morto, però. È solo svenuto. Mi sembra il caso di tranquilizzare Oz, ma Gilbert mi precede e io vengo allontanata. Sento uno strano peso sul petto, mentre quel ragazzino biondo sta accanto all'amico, steso a terra. È davvero preoccupato per lui. È preoccupato, e non mi degna minimamente di attenzione. Sbuffo e cerco di non dare a vedere la mia irritazione. Gilbert adagia Leo sulla sua giacca, per farlo riposare un pò.
Oz sospira e mi si avvicina, si siede accanto a me.
<< Come sta? >>
Non fraintendetemi, non mi interessa. È solo per parlare un pò con Oz, per avvicinarmi a lui.
<< Gil dice che sta bene, è solo stanco. Lo spero... >>
I suoi occhi diventano lucidi, sta per piangere, ma a me non va di vedere nuovamente le lacrime sulle sue guancie, quindi allungo una mano e strofino la manica contro il suo viso. Lui spalanca gli occhi, arrossisce, e finalmente mi guarda. Per una attimo sta immobile, poi scoppia a ridere.
<< Non fare così. Mi fai sentire una stupida. >>
<< Scusami, Alice. >>
Mentre ancora sta sorridendo, alza il viso e osserva il cielo, lontanissimo sopra di noi.
Non so perchè, ma questa scena mi mette una strana tristezza adosso. Penso a quella Baskerville, al motivo per cui si è suicidata. Lei non vedrà più questo cielo così bello, così azzurro. Qualcosa muove il mio viso e guardò in su, mi dirigo tra quelle nuvole che sembrano panna.
<< Continua a guardare il cielo, Oz. >>
<< E perchè? >>
<< Se guardi in su le lacrime non possono cadere, no? >>
Lo sento trattenere il respiro, poi si rilassa e intreccia le sue dita con le mie, e io divento rossa, rossa come non mai, ma ricambio ugualmente la stretta. Giro lentamente il viso verso di lui e noto che mi sta guardando e che mi sorride. D'istinto dirigo lo sguardo verso gli altri. Si sono allontanati, e noi siamo semi nascosti tra le roccie. Potrei...
Non faccio in tempo a pensarlo, che sento qualcosa di caldo sopra le mie labbra, e le schiudo lentamente. Quelle di Oz sono dolci... Estremamente dolci e morbide, voglio morderle, e lo faccio. Lui ride e mi bacia ancora e ancora. Poi si scosta e mi sorride, rosso in viso. Il suo labbro inferiore è rosso di sangue. Credo di averlo morso un pò troppo forte, ma lui liquida le mie preoccupazioni baciandomi un'altra volta.
<< E questo cos'era, stupido servitore? >>
<< Puoi considerarlo... Una promessa, se ti va. >>
Una promessa? Riguardo a cosa? Vorrei chiederlo, ma decido di stare zitta, per non rovinare quel momento. In fondo, a me sta bene così.
Oz, accanto a me, alza di nuovo il viso al cielo.
<< Hai ragione. >>
<< Su cosa? >>
Sorride.
<< In questo modo, le lacrime non possono cadere. >>

FINE.


Nell'antro della strega (pronta ad essere linciata)
Pietà, pietà,pietà.
So che questo non è uno dei migliori capitoli che mi siano usciti, è pure molto corto, ma considerando l'ambientazione, la situazione e i protagonisti, non mi sarebbe uscito niente di meglio, credetemi. E così, la raccolta è terminata. Ah, finalmente vi lascio tutti liberi!
AVVISO IMPORTANTE: a tutti coloro che hanno Facebook, sappiate che ho creato un gioco di ruolo su Pandora Hearts! Non è necessario aver letto tutto il manga o aver visto tutto l'anime, in quanto la storia l'ho inventata io e da Ph prende solo i personaggi e l'ambientazione. Le relazioni tra i personaggi, tuttavia, restano le stesse! Ecco l'indirizzo: https://www.facebook.com/PandoraHeartsItalianGdr
Vi aspetto!
Grazie ancora per aver letto!
Baciiii <3

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