Sei il mio più bel problema

di Paris LoveColton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: INTRO ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Lo vidi, non mi innamorai ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Che sera! ***
Capitolo 4: *** capitolo 4: Red light.. night club! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Mancato appuntamento! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Alcool, sesso e.. schiaffo! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Addio corsetti ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Appuntamento nel corridoio! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: confessioni alle giostre! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: rissa alle festa! ( UNO DEI MIEI CAPITOLI PREFERITI ) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: A cena con i suoi ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Gelosie ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Turniamoci, Colton ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ( seconda parte ): Spogliatoio ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Basta ragazzi, forse solo te! ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15. Piccolo segreto con Tyler ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16. Oh Tyler. drug for my eyes ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17. L'ho fatto con lui ma amo te ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18. Big girls don't cry- tutto daccapo ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19. Il rovescio delle carte ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20. I remember all our things ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21. Da Tyler ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22. My party, my B-day ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23. " Devo cambiare " ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24. Shame.Less ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25. Night OUT ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26. Sweet dreams or a beautiful nightmare? ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27. L'incontro ***
Capitolo 29: *** capitolo 28. Non piangere per ciò che perdi, ridi per ciò che hai! ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29. For the last time... Let it be ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30. Footprint in the sand ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 Colton and Bonnie! ( penultimo capitolo ) ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32. But i have the heart full of... YOU ( ultimo capitolo ) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: INTRO ***





Ci credi all'amore?>> mi chiese guardandomi con i suoi occhi chiari che riflettevano un po il blu del telo sotto il quale ci stavamo riparando dalla pioggia, << Non so, ogni persona che ho provato ad amare mi ha lasciata>> gli risposi guardando la bottiglia di birra che avevo in mano... Il temporale passò, mi accompagnò a casa e uscita dalla doccia mi sdraiai sul letto a pensare: "Ho mai amato davvero?" da questa domanda che posi al mio stesso inconscio in poi, tutto cambiò, litigi, gelosie e discussioni si intromisero nel nostro rapporto. Parlavamo come veri fidanzati solo quando eravamo ubriachi.. 

    Avevo paura di perderlo, ero così bello che le ragazze gli facevano la fila, alcune gli chiedevano una foto! Ma sapete quando capii di amarlo davvero? Una mattina, una calda mattina nel mio letto.... 

    Le donne si innamorano spesso dell'uomo impossibile, di quello irraggiungibile.. Ma io ce la misi tutta, provai ad amarlo come se non ci fosse un domani. mi dissero che ero io il problema, sarà così anche questa volta?
    Continua <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Lo vidi, non mi innamorai ***





Quel giorno mi svegliai e sentivo mia madre che gridava dalla cucina: << Paris sveglia, farai tardi a scuola!>>. Il sole si posava sul mio letto e io mi lasciavo coccolare dal suo calore e dal profumo del caffè... Mi alzai dal letto legai i capelli ed entrai nella doccia e poi scesi in asciugamano giù in cucina. Afferrai al volo un cornetto alla marmellata accesi il cellulare mentre bevevo un cappuccino. Subito dopo la colazione salii sopra per vestirmi, aprii l'armadio e mi misi un mono-spalla in pizzo semi trasparente bianco e un jeans attillato con un paio di ballerine dello stesso tessuto della maglia. Presi la mia borsa in cuoio per la scuola, un bacio al volo a mia madre e mio padre, poi uscii di casa per andare a prendere lo scuolabus!
Era una bellissima giornata, misi gli occhiali da sole e ad un tratto da dietro: << buongiorno amoreeeeee ( erano Bonnie e Alis, le mie due migliori amiche... Bonnie è una ragazza di colore con capelli lunghissimi color cioccolato e dei bellissimi occhi, mentre Alis è una ragazza che conoscemmo a scuola il primo anno io e Bonnie; non è molto alta e ha i capelli color tiziano ed è molto simpatica ha sempre la battuta pronta ed è la più pazza del gruppo) come siamo belle oggi >>, << e anche un po ansiose per il compito di algebra>> risposi con un sorriso, così arrivò il pullman e ci sedemmo affianco per spettegolare un pò.
Arrivate a scuola facevamo la nostra lunga passeggiata nel corridoio per arrivare nella nostra classe. Entrammo in classe e a prima ora c'era compito, ci dammo da fare nel tentativo di copiare, e per fortuna tutto andò bene, un'ora di copia-incolla! Uscimmo dalla classe dopo le quotidiane 5 ore e stavamo andando alla fermata del pullman fuori scuola, pronte a tornare a casa, quando Alis esclamò << cazzo, è l'uomo della mia vita lui è... è STUPENDOO! >> diedi un occhiata e vidi un ragazzo alto 1.79, con i capelli chiari come i suoi occhi, lentggini poco visibili, e anche ben vestito. Magari è l'uomo che tutte le ragazze vogliono, Dio santo è perfetto ma non so perchè non suscitò niente in me, così mentre Alis stava fissando il ragazzo nuovo, la tirai dal braccio e dissi << vorrei tornare a prenzare, sbioccati>> ad un tratto si gira questo ragazzo, serra gli occhi di poco e stringe le mascelle "CHE SBIANCO" mi dissi in mente, mi girai e trascinando Alis salimmo sul pullman pronte per tornare a casa! Nel pullman Alis era euforica, parlava in continuazione di questo ragazzo che comunque era anche nuovo nel paese. Io e Bonnie ci promettemmo che avremmo fatto conoscere ad Alis questo ragazzo! C’era da divertirsi!

CONTINUA <3

                                                                                                                                                                                                                        Se il primo capitolo vi è piaciuto continuate a                                                                                                                                                                              leggere                                                                                                                                                                                                                                      baci

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Che sera! ***





16:30 a casa di Paris

“DRIIIN DRIIIN “ era il mio cellulare che squillava. Io ero su internet a vedere dei video di make up (uno dei miei hobby ) con Tinki il mio cagnolino sulle gambe, risposi al cellulare, era la mia professoressa di italiano Letizia Corbelli << Paris? Ciao sono la professoressa Corbelli, se sei libera verresti a scuola per aiutarmi a finire il progetto della classe per il viaggio a Parigi?>>  ero un po’ assonnata e stanca ma tutta via dissi alla prof che la raggiungevo subito.. Ma ecco che squilla di nuovo il cellulare, questa volta era Bonnie che mi chiese se stasera ero libera per una piccola cenetta fra amiche con Alis al pub dove di solito c’erano molti ragazzi il sabato sera ( essendo il paese un pò piccolo diciamo che non c’erano moltissimi pub dove andare ). Presi una shopper e dentro misi i vestiti che dovevo mettere stasera al pub e anche i tacchi, improbabile per me uscire la sera senza tacchi, e presi la mia macchina per raggiungere la prof a scuola. Arrivata a scuola chiesi della prof e mi disse la bidella che era in sala computer e che dovevo raggiungerla lì, così feci e quando la prof mi vide esclamò << Oh Paris, finalmente, non ci capisco niente di francese>> sorrisi, presi una sedia e mi sedetti! Durante il lavoro la professoressa disse che andava a prendere due caffè per prendere un po’ di energie, la aspettai nella sala computer e quando ad un tratto alzai la testa, vidi un ragazzo seduto al computer, con delle cuffie enormi che lo estraniavano dalle nostre voci. Focalizzai bene la vista e mi accorsi che era il ragazzo che incontrammo la mattina stessa con Bonnie e Alis, lo stavo scrutando anzi, vedevo cosa stesse facendo al computer e mi accorsi che stava chattando ma non so con chi… <> era la prof con i caffè; mi fece prendere un accidente! << ti piace Colton, il ragazzo nuovo vero?>> mi chiese a bassa voce e così accennai un sorriso e spalancai gli occhi chiedendo << così si chiama?>> e la prof annuì..
Passarono 2 ore e finimmo il nostro itinerario per Parigi, quasi quasi mi venne anche mal di testa. Presi la mia shopper e dissi alla prof che mi andavo a cambiare un attimo in bagno per uscire con le amiche al ché si mise a ridere e disse << vai vai>>.. Avevo portato con me una gonna lunga nera trasparente e un paio di tacchi neri ( abbastanza alti ) e avevo un top a fantasia floreale.. misi anche un po’ di eyeliner e un gloss rosso! <> gli dissi frettolosa affacciandomi alla porta  della sala << dimentichi la copia dell’itinerario fanciulla>> mi rispose con sarcasmo e appena entrai nella sala computer, Colton si girò e mi fissò, iniziò dal basso, fece una pausa al sedere e poi mi guardò dritta negli occhi, sembrava che stesse per farmi un sorriso ma mi girai e andai via…

Era tardissimo, ma quando arrivai al pub “Golden side” di Alis e Bonnie nessuna traccia … Il pub ricorda un pò quelli inglesi, fatti tutti in legno con delle decorazioni un po’ da motociclisti e con delle luci soffuse al punto che sembrava si fumasse ogni 2 minuti! Presi posto e chiamai Bonnie chiedendole dov’erano, ma appena avviai la chiamata, Alis corse verso il tavolo e dietro c’era Bonnie che sorrideva … Dopo l’aperitivo e l’insalata, li raccontai di Colton oggi pomeriggio. Alis era senza parole, quasi quasi voleva anche lei far parte delle attività extra scolastiche. Bonnie invece non sembrava molto entusiasta nel sentire il suo nome, così Alis gli chiese << Bonnie da quando non fai una visita oculistica? Cavoli è stupendo quel ragazzo!!>> << al tal punto che se provi ad avere una relazione con lui prima ti chiede di far sesso e poi ti scarica dicendoti che non sei il suo tipo di ragazza>> rispose Bonnie. << forza ragazze prendiamoci qualche cicchetto di assenzio e brindiamo al nostro viaggio a Parigi>> gridai alzando il bicchierino! Ci alzammo dal tavolo pagammo il conto e al bancone vicino la cassa incontrammo di nuovo Colton, caspita lo vedevo anche al di fuori della scuola ormai … Alis appena lo vide diventò rossa e quando gli passammo affianco per uscire dal locale, mi spinse sul bancone, barcollando mezza ubriaca, mi misi a ridere, mi girai verso Colton e gli accennai un sorriso con una smorfietta. Tornammo a casa con il taxi perché eravamo tutte un po’ sbronze, Bonnie soprattutto che non era molto abituata a bere. Seconda figuraccia con Colton, meno male che non ero io che lo volevo conquistare, o si sarebbe spaventato!

CONTINUA <3 BACI BACI

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Capitolo 4
*** capitolo 4: Red light.. night club! ***






Quella mattina appena sveglia buttai la sveglia giù dal comodino, dopo una sbronza di certo a prima mattina la sveglia non è la tua migliore amica. Solita routine prima della scuola e poi via, di corsa alla fermata del pullman! Quel giorno Alis e Bonnie non vennero a scuola perché dovevano recuperare gli ultimi capitoli di storia. Mi sedetti al mio posto e mi appoggiai con la testa sul banco, dati i postumi. Dopo 4 lunghissime ore di lezione, l’ultima ora era di supplenza.. Ne approfittai per andare al bar della scuola per prendere un caffè. Incontrai il mio amico, ma di letto! Magari essendo io una ragazza bella, simpatica, sempre perfetta e così via, tutti al mio fianco si immaginano un ragazzo al pari di Justin Timberlake, eppure, il sorriso di Giuseppe mi cambiava la giornata. E’ il ragazzo dell’altro indirizzo e la loro classe si trova al piano del bar della scuola, è alto 1.73 capelli castani come gli occhi, veste normale nel senso che indossa una maglia, jeans e sneakers, non ha nessuno stile ma sembra che deve vestirsi solo perché lo richiede il regolamento scolastico.. Ci baciammo qualche anno prima  in gita e qualche giorno dopo andammo a letto. Sofri molto perchè quando finalmente stavamo per diventare qualcosa di più di amici, il tutto venne distrutto a causa di una stronza che era alta almeno due metri e una carnagione chiara come il latte! Al bar ci salutammo, mi offrì un caffè e passammo del tempo … Parlare con lui mi suscitava ancora qualcosa nello stomaco dopo tutto.  Di colpo un botto che  proveniva dal piano superiore.  sembrava che fosse caduto un pezzo di soffitto, ma poi vedo Colton, scendeva dalle scale arrabbiatissimo e camminava con aria selvaggia ed ecco che venne nel bar. << Haynes! Torna immediatamente in classe o sarò costretta a chiamare ai suoi genitori!!>> era la professoressa che gridava come una pazza da sopra e proprio quando stava per crearsi quella quiete dopo la tempesta, arriva un altro urlo: << me ne sbatto, lei è una psicopatica che ha bisogno di andare in pensione>>. Rimasi di stucco ma infondo aveva mantenuto il rapporto docente-alunno dando del “lei” alla prof. Giuseppe continuava a parlare ma io non so per quale motivo stavo fissando Colton, aveva ancora quell’aria selvaggia e anche sexy. << Paris? Paris, ci sei?>>

<< eh? Oh scusami mi ero distratta un attimino, dicevi?>>  << eh ho visto, vabbè niente di importante, io entro, a dopo ciao!>> salutai Giuseppe e mi rigirai per l’ultima volta verso Colton e proprio qui, mi beccò che lo guardavo … subito ripresi a bere il mio caffè che però lascia perché era freddo ormai. Mi alzai e tornai in classe e quando mi voltai verso il bar per salutare la mia amica che lavora lì, vidi che Colton prese il mio bicchiere, bevve il caffè e poi getto il bicchiere nella spazzatura e appena ripresi la mia camminata verso la classe suonò la campanella, anche questa mattinata era finita. Tornata a casa per pranzo, accennai a mia madre del viaggio a Parigi, ma non mi rispose ( non voleva che andassi perché l’ultima volta combinai un casino ) e poi riprese a mangiare. Decisi di pagarmi da sola il viaggio ma dovevo prima trovarmi un lavoro pomeridiano, allora uscì di casa senza macchina in cerca di questo lavoro. Ero in giro per il paese e dopo aver girato tra diversi bar che non accettarono la mia proposta di lavoro, vidi un’insegna spenta di un pub, color rosso che diceva: “ La Maison de plaisir”  ( la casa del piacere ). Il nome fece viaggiare la mia mente e mi condusse alla conclusione che quello era un night club! Avevo bisogno di soldi, speravo in un si, allora entrai nel locale e cerano 2 signore che pulivano e mi condussero con molta gentilezza dal proprietario del locale. Era una donna alta, magra e mora un pò grande di età che mi disse che potevo iniziare dalla sera successiva a lavorare.  
Era la sera successiva, misi un bel completo intimo con un vestitino e raggiunsi il locale. Mi diedero la divisa da barista e feci la mia prima serata da barista in quel locale. La sera stessa una ragazza che faceva parte dello staff delle ballerine non poteva venire e serviva una ragazza che prendesse il suo posto! Scese Morena la proprietaria e mentre servivo i tavoli del locale tra profumo di alcool e musica ad alto volume, mi lasciavo trasportare con qualche mossa di danza. Morena mi afferrò per mano e disse << Paris tu prenderai il posto della ragazza che non può venire >> sembravo uno scherzo ben elaborato, avevo già ballato su un palco ma circa 12 anni prima, alla recita di natale. Mi vestirono e truccarono, le ciglia finte erano così folte che sembrava avessi gli occhi quasi chiusi. Ballai con la canzone di Lana del Rey “Mermaid Motel”. Indossavo una tuta trasparente con qualche tocco in pizzo nero, mascherina e tacchi a spillo. Il pubblico apprezzo la mia performance e quando finì andai in camerino, mi stavano facendo i complimenti e ad un tratto viene Terry ( una delle cameriere ) e dice che c’era un ragazzo che voleva un privè ed era disposto a qualsiasi cifra! I Privè erano ben sorvegliati ma tuttavia non mi sentivo pronta, sembrava una scene tratta da un film quella sera… Terry mi convinse e mi accompagnò nel privè ( era una piccola sala con luci rosse e viola con una poltroncina, un palo e al posto della carta da parati c’erano specchi). Scostai la tenta e seduto c’ era un ragazzo muscoloso con una camicia a quadri e pantaloni a vita bassa. ERA COLTON! Volevo correre via ma appena stavo per aprire la tenda , si alzò e mi afferrò i fianchi dicendo a bassa voce << abbiamo 15 minuti insieme dolcezza>>.. ero imbarazzata, lui mi coinvolgeva a muovermi, sembrava eccitato. Lo guardavo con occhi diversi, era più carino stasera, ma mi fece schifo il fatto che andava nei night per vedere una ragazza ballare per lui. Bonnie aveva ragione sin dall’inizio su Colton!  

CONTINUA <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Mancato appuntamento! ***


Quella sera dopo il lavoro ero sconvolta, non avrei mai pensato un bel ragazzo come lui potesse pagare una ragazza solo per poterla vedere ballare solo per lui, anche perché Colton mi sembrava un po’ timido. Mi struccai, ( avevo glitter e fondotina ovunque ) e poi andai a letto con un sacco di pensieri del tipo “ Alis non dovrà mai avere una relazione con lui, ci starebbe solo male” e mi addormentai. Erano le 10:30 di mattina e oggi niente scuola, è domenica! Chiamai sia Bonnie che Alis e ci mettemmo d’accordo per andare a fare colazione insieme. << Tempo nuvoloso oggi >> mi disse mia madre dallo specchio dove mi stavo truccando e mi diede un bacio sulla fronte. Scesi in garage presi la mia macchina e poi andai a prendere Alis e Bonnie. Decidemmo di andare al bar di un nostro amico, Lorenzo, che la sera si trasformava in una enorme sala con musica a palla. Ordinai un cappuccino e un cornetto integrale mentre Bonnie e Alis presero due espressini. Non so perché stavo pensando ancora alla notte precedente e di certo non potevo dire ne a Bonnie ne ad Alis che avevo trovato lavoro in un night club. A distogliermi dai miei pensieri fu Lorenzo chiedendomi << Paris ti sei innamorata? >> e fece la linguaccia, da ebete feci una risatina e dissi di no. << Paris è tuo il cellulare che vibra? >> << Uh si grazie amore >>. << Allora? Stasera ti passo a prendere e mangiamo una pizza insieme? >> era Giuseppe, e ridendo gli dissi che dovevo controllare cosa avevo da fare e poi lo richiamavo… Stavo aspettando la telefonata di Morena, per vedere se dovevo andare a lavorare o meno, ma niente. Tra una chiacchiera e l’altra la nostra mattinata passò e quando tornai a casa per pranzo sentii squillare il mio cellulare dalla mia camera, salii di corsa, era Morena. Chiusi la porta a chiave e risposi. << Paris stasera non lavorerai ma voglio parlarti di persona, quindi per favore quando sei libera passa di qui >> ci mettemmo d’accordo e disse che ci saremmo viste al Golden Side nel pomeriggio. Appena finii di mangiare corsi a cambiarmi e dissi a mia madre che andavo da Bonnie per fare un dolce e infatti dovevamo prepararlo davvero, ma solo dopo aver parlato con Morena. Arrivata al pub, lei era già lì, sorseggiava un tè caldo e mi aspettava. << Cia Morena, sono in ritardo? >> chiesi sedendomi in maniera irruente, << Non al contrario, sono io in anticipo.. posso offrirti un buon tè caldo? >> ed io dissi si. << Allora Paris, ieri su quel palco hai fatto un’ esibizione ottima pur contando che tu non abbia esperienze e volevo chiederti se eri d’accordo di far parte dello staff delle ballerine, certo richiede un po’ di tempo in più per le prove, ma il guadagno e migliore soprattutto se sei brava a ballare >>. Ero eccitatissima e subito dissi si, senza pensare a scuola, attività extra scolastiche e a quant’altro.. Passò qualche ora e andammo via di lì, io dovevo raggiungere casa di Bonnie per preparare quel dolce che le serviva per l’indomani. Corsi sotto la pioggia ed entri in macchina e poi andai a casa di Bonnie. Erano le 21:00 di sera circa, avevo il cellulare scarico e in casa c’eravamo solo io e Bonnie ( lei viveva con la nonna da quando aveva 5 anni a causa della morte dei genitori in un incidente stradale ) sua nonna era andata a casa di un’amica. << corri amore vai a prendere il cellulare >> mi disse Bonnie << ma se non sta squillando nessun cellulare! >> << si invece va a prenderlo da sopra il letto in camera mia >> corsi e stava squillando davvero… Era Alis, gridava entusiasta di una festa che si sarebbe stata l’indomani e ci convinceva ad andare, Bonnie era impegnata per il compleanno della nonna mentre io non sapevo se dovessi lavorare o meno << dai venite, ci sarà tutta la scuola, non possiamo mancare! Paris, allora? >> << mh ok va bene Alis >> gli risposi! Continuammo con la preparazione della crostata alla marmellata e poi ci addormentammo sul divano, mentre guardavamo un film romantico.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Alcool, sesso e.. schiaffo! ***


<< ragazze? Ragazze, su sveglia o farete tardi a scuola! >> era la nonna di Bonnie che con la sua dolcissima voce invece di farci svegliare ci faceva venire più voglia di stare a casa… Ci alzammo dal divano e ci guardammo scoppiando a ridere… eravamo tutte infarinate, capelli legati e io avevo la forma del ricamo di pizzo che c’era sul cuscino del divano. Facemmo colazione, mangiammo il dolce che avevamo preparato la sera prima, era delizioso! Chiesi a Bonnie se marinava la scuola con me perché volevo comprare un vestito che avrei messo alla festa, ma mi disse che aveva l’interrogazione di storia e non poteva mancare… presi il cellulare e chiamai a Giuseppe << Pronto? >> rispose con voce assonnata, come se si fosse appena svegliato << Amore buongiorno sono Paris, posso farti una proposta indecente alle 7:45 di mattina? >> dissi, << veramente appena mi hai detto che eri tu dovevo chiudere la chiamata, sbaglio o ieri io e te avevamo un appuntamento? >> << si lo so cuore ma avevo il cellulare spento e mi sono addormentata sul divano a casa di Bonnie, mi perdoni? >>.. Avevo il talento naturale di sapermi comprare le persone e infatti Giuseppe mi disse che mi accompagnava lui a prendere il vestito. Prima andammo al bar, gli offrii la colazione per scusarmi del e poi girammo un sacco di negozi; entrammo in un altro negozio e la commessa mi portò il vestito che vidi in vetrina qualche giorno prima mentre passavo di lì, era nero opaco a fasce trasparenti, sotto avrei messo un tacco Louboutin! Mentre ero nel camerino a cambiarmi, entrò Giuseppe << posso vedere come le gonfia il culo questo abito signorina? >> disse scherzando << ma certo caro, che se lo sminuisce non lo metto, voglio far colpo alla festa >> risposi ridendo… provò a baciarmi ma lo respinsi, sapeva che non ero pronta a tornare con lui! Andammo fuori scuola quando finimmo per tornare a casa con Alis e Bonnie. Nel pullamn al ritorno, io e Alis ci stavamo mettendo d’accordo per la festa e provammo a convincere Bonnie ma niente. Pranzai e andai a riposare. Erano le 20:00 e iniziai a prepararmi per la festa, ci sarebbero stati tutti i ragazzi del paese, tutti in tiro. Feci la doccia mi truccai e misi il vestito nuovo con un tacco 15. Non ero molto alta senza tacchi, mi potevo permettere qualche cm in più! Non presi la macchina ma un taxi fino a casa di Alis, era già pronta e così andammo di corsa alla festa. Era pieno zeppo di ragazze e ragazzi che ballavano con cocktail di ogni generre, c’era anche chi oltre che a bere aveva fumato troppo! Subito incontrammo alcuni amici della classe e mentre eravamo lì a parlare mi senti prendere dai fianchi all’improvviso, era Giuseppe, gli diedi un bacio per salutarlo e mi complimentò del vestito. Avevo il primo cocktail della sera in mano offerto da Giuseppe, ma avevo perso Alis, e Giuseppe era a fare la fila per prendersi il suo secondo drink. Mi andai a sedere ai tavolini che stavano ad un piano rialzato della pista da ballo. Guardavo gli altri che ballavano mentre aspettavo Alis che mi mandò un messaggio e disse che era fuori dal locale per fare una chiamata. Ero immobile a fissare la pista e ad un tratto viene il ragazzo del bar e disse << signorina, le è stato offerto un drink, che gusto gradisce? >> mi guardai intorno, non sapevo chi me lo offrisse, forse Giuseppe << un Malibù e coca grazie >> dissi sorridendo al cameriere.. arrivò il mio drink e andai vicino alla console, suonava Lorenzo il mio amico del bar. Mi salutò gridando al microfono, “che imbarazzo” dissi nella mia mente! Scesi e tornai a ballare con Alis, ci scatenammo. Alzammo i cocktail e ballavamo una di fronte all’altra, dopo tutti i tentativi di rimorchio dei ragazzi, ci andammo a sedere, i miei piedi piangevano dal dolore, mentre Alis, che non indossava mai i tacchi, sprizzava energia da tutti i pori << amore io vado a ballare con quelli della classe, torno subito >> mi gridò e io annuii. Ero di nuovo sola speravo in un cocktail e arrivò, ma questa volta non dal cameriere ma bensì da Colton. Aveva un camicia celeste e jeans attillati con delle converse bianche << ti ho portato un Malibù e cola >> disse << come fai a sapere che a me piace questo coktail? >> gli chiesi nell’orecchio dato la musica alta, poi collegai che era stato lui ad offrirmi prima il cocktail … Fra risate, discorsi e un sacco di drink stavo per farmela sotto, dovevo andare in bagno assolutamente. Erano ormai le 04:00 di notte, un po di gente era andata via, io andai in bagno, e da dietro venne Colton perché gli scappava. Entrai in bagno feci i miei bisogni e mi lavai le mani, stavo passando il mio rossetto rosso ( abbastanza ubriaca ), e venne Colton. La sua faccia era attaccata alla mia, mi fissava gli occhi e le labbra << cosa fai? >> gli domandai e senza dire niente mi sedette sul lavandino, mi leccava il collo, infilava le mani nel vestito e mi baciava << Colton fermo, non possiamo farlo qui! >> dissi allontanandolo, così mi fece scendere dal lavello, mi prese per mano e mi portò in macchina.. Gli sbottonai la camicia e lui mi tolse il vestito e il reggiseno. Facemmo sesso in macchina dietro al locale, non ci preoccupano di nulla e nessuno perché eravamo troppo presi e ubriachi. Quando finimmo si accese una sigaretta e me ne offrì una ( io non fumavo ma siccome non sapevo che dire accettai la sigaretta ) chiamai Alis e disse che aveva trovato un ragazzo e che avrebbe “ dormito” da lui e così Colton mi accompagnò. Scesi dalla macchina dicendo << grazie del passaggio, ci vediamo >> più che altro avrei voluto ringraziarlo per altri motivi ma ero in imbarazzo << ehi dove corri? Non mi dai un bacio? >> mi disse piegandosi dal finestrino… mi avvicinai e quando lui era già pronto per baciarmi gli misi le mie mani sulle guancie e gli leccai il naso! Non so perché, il bacio mi sembrava da fidanzati e noi avevamo solo fatto sesso da ubriachi.. Anche se caddi dalle scale per salire in camera, mi riuscii a struccare e a mettermi a letto, senza dimenticare nulla di quella serata! << ragazze? Ragazze, su sveglia o farete tardi a scuola! >> era la nonna di Bonnie che con la sua dolcissima voce invece di farci svegliare ci faceva venire più voglia di stare a casa… Ci alzammo dal divano e ci guardammo scoppiando a ridere… eravamo tutte infarinate, capelli legati e io avevo la forma del ricamo di pizzo che c’era sul cuscino del divano. Facemmo colazione, mangiammo il dolce che avevamo preparato la sera prima, era delizioso! Chiesi a Bonnie se marinava la scuola con me perché volevo comprare un vestito che avrei messo alla festa, ma mi disse che aveva l’interrogazione di storia e non poteva mancare… presi il cellulare e chiamai a Giuseppe << Pronto? >> rispose con voce assonnata, come se si fosse appena svegliato << Amore buongiorno sono Paris, posso farti una proposta indecente alle 7:45 di mattina? >> dissi, << veramente appena mi hai detto che eri tu dovevo chiudere la chiamata, sbaglio o ieri io e te avevamo un appuntamento? >> << si lo so cuore ma avevo il cellulare spento e mi sono addormentata sul divano a casa di Bonnie, mi perdoni? >>.. Avevo il talento naturale di sapermi comprare le persone e infatti Giuseppe mi disse che mi accompagnava lui a prendere il vestito. Prima andammo al bar, gli offrii la colazione per scusarmi del e poi girammo un sacco di negozi; entrammo in un altro negozio e la commessa mi portò il vestito che vidi in vetrina qualche giorno prima mentre passavo di lì, era nero opaco a fasce trasparenti, sotto avrei messo un tacco Louboutin! Mentre ero nel camerino a cambiarmi, entrò Giuseppe << posso vedere come le gonfia il culo questo abito signorina? >> disse scherzando << ma certo caro, che se lo sminuisce non lo metto, voglio far colpo alla festa >> risposi ridendo… provò a baciarmi ma lo respinsi, sapeva che non ero pronta a tornare con lui! Andammo fuori scuola quando finimmo per tornare a casa con Alis e Bonnie. Nel pullamn al ritorno, io e Alis ci stavamo mettendo d’accordo per la festa e provammo a convincere Bonnie ma niente. Pranzai e andai a riposare. Erano le 20:00 e iniziai a prepararmi per la festa, ci sarebbero stati tutti i ragazzi del paese, tutti in tiro. Feci la doccia mi truccai e misi il vestito nuovo con un tacco 15. Non ero molto alta senza tacchi, mi potevo permettere qualche cm in più! Non presi la macchina ma un taxi fino a casa di Alis, era già pronta e così andammo di corsa alla festa. Era pieno zeppo di ragazze e ragazzi che ballavano con cocktail di ogni generre, c’era anche chi oltre che a bere aveva fumato troppo! Subito incontrammo alcuni amici della classe e mentre eravamo lì a parlare mi senti prendere dai fianchi all’improvviso, era Giuseppe, gli diedi un bacio per salutarlo e mi complimentò del vestito. Avevo il primo cocktail della sera in mano offerto da Giuseppe, ma avevo perso Alis, e Giuseppe era a fare la fila per prendersi il suo secondo drink. Mi andai a sedere ai tavolini che stavano ad un piano rialzato della pista da ballo. Guardavo gli altri che ballavano mentre aspettavo Alis che mi mandò un messaggio e disse che era fuori dal locale per fare una chiamata. Ero immobile a fissare la pista e ad un tratto viene il ragazzo del bar e disse << signorina, le è stato offerto un drink, che gusto gradisce? >> mi guardai intorno, non sapevo chi me lo offrisse, forse Giuseppe << un Malibù e coca grazie >> dissi sorridendo al cameriere.. arrivò il mio drink e andai vicino alla console, suonava Lorenzo il mio amico del bar. Mi salutò gridando al microfono, “che imbarazzo” dissi nella mia mente! Scesi e tornai a ballare con Alis, ci scatenammo. Alzammo i cocktail e ballavamo una di fronte all’altra, dopo tutti i tentativi di rimorchio dei ragazzi, ci andammo a sedere, i miei piedi piangevano dal dolore, mentre Alis, che non indossava mai i tacchi, sprizzava energia da tutti i pori << amore io vado a ballare con quelli della classe, torno subito >> mi gridò e io annuii. Ero di nuovo sola speravo in un cocktail e arrivò, ma questa volta non dal cameriere ma bensì da Colton. Aveva un camicia celeste e jeans attillati con delle converse bianche << ti ho portato un Malibù e cola >> disse << come fai a sapere che a me piace questo coktail? >> gli chiesi nell’orecchio dato la musica alta, poi collegai che era stato lui ad offrirmi prima il cocktail … Fra risate, discorsi e un sacco di drink stavo per farmela sotto, dovevo andare in bagno assolutamente. Erano ormai le 04:00 di notte, un po di gente era andata via, io andai in bagno, e da dietro venne Colton perché gli scappava. Entrai in bagno feci i miei bisogni e mi lavai le mani, stavo passando il mio rossetto rosso ( abbastanza ubriaca ), e venne Colton. La sua faccia era attaccata alla mia, mi fissava gli occhi e le labbra << cosa fai? >> gli domandai e senza dire niente mi sedette sul lavandino, mi leccava il collo, infilava le mani nel vestito e mi baciava << Colton fermo, non possiamo farlo qui! >> dissi allontanandolo, così mi fece scendere dal lavello, mi prese per mano e mi portò in macchina.. Gli sbottonai la camicia e lui mi tolse il vestito e il reggiseno. Facemmo sesso in macchina dietro al locale, non ci preoccupano di nulla e nessuno perché eravamo troppo presi e ubriachi. Quando finimmo si accese una sigaretta e me ne offrì una ( io non fumavo ma siccome non sapevo che dire accettai la sigaretta ) chiamai Alis e disse che aveva trovato un ragazzo e che avrebbe “ dormito” da lui e così Colton mi accompagnò. Scesi dalla macchina dicendo << grazie del passaggio, ci vediamo >> più che altro avrei voluto ringraziarlo per altri motivi ma ero in imbarazzo << ehi dove corri? Non mi dai un bacio? >> mi disse piegandosi dal finestrino… mi avvicinai e quando lui era già pronto per baciarmi gli misi le mie mani sulle guancie e gli leccai il naso! Non so perché, il bacio mi sembrava da fidanzati e noi avevamo solo fatto sesso da ubriachi.. Anche se caddi dalle scale per salire in camera, mi riuscii a struccare e a mettermi a letto, senza dimenticare nulla di quella serata!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Addio corsetti ***


Di nuovo sbronza! Quella mattina mi risultò difficile andare a scuola dato che il pullman non passava e dovevo guidare! Andai a scuola ed entri di corsa in classe, per non fare incontri indesiderati! << Bella la festa ieri? >> domando Bonnie << Abbastanza, io ho rimorchiato un tizio e Paris non l’ho vista più, dicci con chi sei tornata a casa? >> << smettila Alis, tornai a casa perchè avevo mal di testa, avrò esagerato con l’alcool >> risposi. Non volevo assolutamente dire di me e Colton altrimenti Alis si sarebbe ingelosita e arrabbiata perché voleva provarci lei.. oggi mi aspettava educazione fisica, sembrava una trappola di Saw data la nottata. Quando andammo in palestra la professoressa gridò << Per quanto riguarda le ragazze, concentratevi sugli esercizi e non sui ragazzi della squadra di basket della scuola >>. Forse ero una delle poche se non l’unica che in palestra metteva i i leggings, e sopra di solito indossavo una maglia bianca molto larga e una coda ai capelli. Mentre stavamo facendo gli esercizi di piegamento Bonnie si avvicina al mio orecchio e bisbiglia << Paris, c’è un certo ragazzo che ti sta fissando il culo da mezz’ora >> mi girai indifferente per vedere chi fosse questo “certo ragazzo” e vidi Colton.. aveva una canotta larga che faceva vedere dalle fessure per le braccia, i suoi pettorali e poi un pantaloncino da sopra le ginocchia che faceva parte della divisa della squadra. I nostri sguardi erano incrociati da più di 2 minuti fin quando la professoressa non venne al mio fianco e mi fece cambiare esercizio.. Io cercavo di evitarlo e invece me lo ritrovai in palestra mentre ero piegata a novanta gradi! Subito corsi nello spogliatoio per fuggire da lui, avevo paura che si avvicinasse proprio quando stavo vicina ad Alis. Stavo lavandomi la faccia e ad un tratto uno spintone alla porta << perché corri? Guarda che ero ubriaco ma qualcosa la ricordo ancora >> disse Colton guardandomi dallo specchio… mi girai e per cambiare argomento dissi << Non puoi stare nello spogliatoio delle ragazze, esci o penseranno chissà cosa >> << io sto pensando a chissà cosa >> mi rispose avvicinandosi ma fu interrotto dal fischietto del coach che lo cercava.. Ero salva per un pelo e per fortuna nessuno lo aveva visto entrare. Nel pullman per il ritorno pensai al lavoro o meglio quando venne Colton e mi pagò “e se da me cerca solo sesso? Magari è un piacere reciproco ma non voglio essere usata e poi scaricata” ripetevo in mente, era come aveva detto Bonnie. Feci fermare il pullman e con un << amori ci sentiamo per telefono a dopo >> salutai Bonnie e Alis e scesi dal pullman di corsa. Andai a parlare con Morena al locale, e dissi che non volevo più fare quel lavoro per paura che qualcuno mi avrebbe scoperta e avrebbe poi detto tutto ai miei genitori! Mi capì e disse che quando volevo potevo tornare da lei per qualsiasi cosa. Quando tornai a casa la sera c’era una Jeep rossa decapottabile che aspettava vicino al giardino a luci spente. Feci finta di non vedere nulla ma quando attraversai per andare a casa, passai dal giardino, e sentii << PSSS posso offrirti qualcosa da mangiare ?>> << Haynes per quello che mi riguarda stai passando dalla fase “rimorchio col drink” a quella “la vado a prendere da casa e la porto fuori”! ora scusa ma devo entrare, ci si vede >> mentre rideva mi disse << è solo uno spuntino col ragazzo dei sedili di dietro. Che mi dici? >> << senti Colton non so cosa è successo ieri, ma davvero, non voglio cadere in qualche tuo giochetto. Ora scusa ma devo rientrare >> scese dalla macchina e mi afferrò il braccio dicendomi << scusa cosa intendi dire? Che uso le ragazze? >> << questo non lo so, non ti conosco neanche >> << allora perché mi giudichi in partenza? >> mi aveva incastrata, non sapevo che dirgli così mi andai a cambiare e scesi giù da lui! Mi portò a fare un giro in macchina e poi ci fermammo a mangiare ad un pub, niente di romantico e sofisticato, qualcosa di semplice. Dopo il pub decidemmo di andare al parco ma siccome era chiuso scavalcammo e camminammo un sacco… Parlammo e parlammo, mi dimenticai di stare col ragazzo con il quale non avrei mai pensato di camminare, ridere e parlare in un parco di notte! Tutto andò liscio e poi mi accompagnò a casa, ci salutammo e salii in camera pronta per la doccia e per dormire!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Appuntamento nel corridoio! ***


<< Paris il pullman sarà già arrivato, corri >> mia madre era svizzera per gli appuntamenti o roba del genere! Di corsa uscii di casa e trovai fuori la jeep di Colton.. << cosa fai mi vieni anche a prendere? >> dissi sarcasticamente << ho visto che il pullman è già passato e tu non c’eri alla fermata, così ho pensato di farti da autista, posso? >> entrai in macchina e gli sorrisi! Colton parcheggiò la macchina e scendemmo “ di sicuro ora mi sgama Alis” mi dicevo in mente, ma per fortuna passammo inosservati. Durante l’ora di psicologia: << La signorina Paris può uscire dalla classe? >> chiese la bidella entrando in classe, << chi la cerca? >> la bidella disse che era mia madre e il prof mi fece uscire. Quando uscii dalla classe vidi che era Giuseppe che mi cercava e non mi madre. << Sei bellissima >> disse venendomi incontro << che ci fai qui cuore? Cosa devi dirmi? >> gli diedi i classici due baci per salutarlo e ci sedemmo a parlare su una vecchia scrivania nel corridoio << ci facciamo un giro stasera? >> ormai non lavoravo più e quella sera non avevo nulla da fare quindi accettai << vienimi a prendere tu, i miei non ci sono >> dissi rientrando in classe! All’uscita da scuola andai a prendere il pullman con Alis e Bonnie e parlammo di un’altra festa che ci sarebbe stata nel week end e questa volta Bonnie non poteva mancare. Tornai a casa il pomeriggio e studiai fino a qualche ora prima dell’appuntamento con Giuseppe. Ero appena uscita dalla doccia, quando sentii il campanello, era Giuseppe. Era in camera con me metre mi cambiavo e truccavo per uscire. << vestito o pantaloncino? >> << meglio il pantaloncino >> rispose. Uscimmo di casa e andammo a al Golden Side a mangiare qual cosina.. mentre eravamo lì, c’era una partita di calcio, giocava la squadra che tifava Giuseppe e mentre mi parlava guardando il televisore, spostai lo sguardo per un istante e vidi entrare un gruppo di ragazzi.. Belli, muscolosi e profumati, insomma c’era qualcosa da guardare per tutti, chi la partita chi i ragazzi. Seduto al bancone a bere un boccale di birra e a commentare la partita con gli amici c’era Colton. Speravo che non mi vedesse ma quando si voltò verso l’amico ridendo, mi vide con la coda degli occhi… Diventai nervosa, mi venne un attacco di panico, non sapevo proprio cosa avrebbe potuto fare. << Paris hai caldo? Stai diventando rossa >> disse Giuseppe ridendo << nooo! Sarà il piccante della piadina, tutto ok! >> << dammela la porto indietro, avevo detto una senza piccante >> << non fa niente, bevo un goccio di acqua e passa >> feci il sorriso finto e riempii il bicchiere d’acqua mentre con la coda dell’occhio controllavo se Colton stesse ancora guardando. << chi è quello che ti fissa? Lo conosci? Ora lo gonfio se non se la smette >> dissi a Giuseppe che era tutto ok ma appena finimmo di mangiare mi portò fuori dal pub e uscendo Colton mi fece l’occhiolino! Entrammo in macchina e Giuseppe accese una sigaretta borbottando sul fatto che Colton mi stesse guardando << no ma non mi da fastidio, stava solo guardano! Piuttosto sai che devo fare un servizio fotografico? >> dissi cercando di cambiare argomento << davvero? e come mai? >> << contro la violenza sulle ragazze a scuola. Lo devo fare a scuola >> (avevano scelto me perché avevo già fatto la modella e anche perché nella mia candidatura da rappresentante di istituto parlai dei diritti sulle ragazze a scuola) << questa volta te le scatto io le foto >> mi rispose scherzando! Finì di fumare andammo a bere un drink al bar e poi ci fermammo a parlare in macchina sotto casa mia. << mi sono pentito di averti fatto quelle cose in passato >> mi disse Giuseppe guardandomi negli occhi mentre eravamo con gli schienali abbassati, << tipo? >> << di aver frequentato un’altra ragazza mentre stavamo insieme e che non te lo abbia detto ma lo ha fatto proprio la ragazza con la quale mi sentivo << sai, è dagli errori che si impara Giuseppe. Sai che non sono pronta a tornare con te, ma spero che tu non faccio lo stesso errore con un’altra ragazza, perché sei troppo buono. >> In altre occasioni mi sarei messa a piangere e supplicarlo di stare con me, ma non so perché, mi sentivo che qualcuno mi avrebbe riempito quel vuoto, questo qualcuno temevo fosse proprio Colton. Comunque avevo mantenuto l’amicizia con Giuseppe perché prima di essere fidanzati eravamo stati amici, buoni amici. Attivammo fuori casa e scese dalla macchina, mi accompagnò vicino alla porta e mi augurò buonanotte! Erano le 10:00 della mattina successiva e io dovevo prepararmi per il servizio fotografico scolastico e…..

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: confessioni alle giostre! ***


Ero nella sala affianco a quella dove dovevo scattare le foto ( a scuola avevamo una sala foto perché uno dei nostri indirizzi era di fotografia ) e il professore di fotografia aprì la porta e mi disse << Paris sarò costretto a rimandare il servizio perché ho avuto una chiamata dalla segreteria e mi hanno detto che è arrivato del materiale nuovo! Tocca a me andarlo a prendere>> << non c’è qualcuno come Giuseppe che mi possa scattare le foto al posto suo? >> chiesi al professore mentre mi truccavo << Giuseppe oggi non è venuto, vedo di chiamare qualcun altro aspetta >> aspettai e poi arrivo il professore, bussò alla porta e chiese se poteva entrare, gli dissi si e con fretta disse << ok Paris appena finisci vieni di lì e cominci >>. Andai nella sala fotografie e c’era il professore che stava finendo di sistemare la scenografia che poi veniva modificata su photoshop, c’erano due banchi e dietro un cartellone che copriva il colore del muro e d’avanti la fotocamera col piedistallo. << allora giovane? Dov’è il mio caffè? >> gridò il professore, si riferiva al ragazzo che mi avrebbe scattato le foto, pensavo. Entrò Colton con il caffè e quando mi vide mi sorrise.. lo salutai stupita! Il professore ci lasciò dicendo << Paris, Haynes è bravo in fotografia, quando finite mettete le foto sul pc e salvatele, per le modifiche me la vedo io >>. Io e Colton eravamo soli e dopo una serie di scatti si avvicinò e mi disse << che ne dici di primo piano? Devi sederti sul banco però in modo che la luce del sole non rifletta sul banco ma sul viso >> << ehm.. ok >> sorrisi e mi misi in pose come propose lui. Mentre mi era vicino per scattare un primo piano, si tolse la fascia che reggeva la fotocamera al collo, appoggiò la fotocamera per terra e si avvicinò a me, mi spostò i capelli indietro e mi baciò. Lo guardai e mi abbassò le bretelle della canotta e poi quelle del reggiseno, per poi baciarmi sulle spalle e il collo. Poi mi prese in braccio e mi appoggiò delicatamente a terra, mi sfilò la maglia e mi baciò ancora. Rimasi inerme e facevo dirigere a lui il tutto, mi persuase. Sembrava eccitato e andammo a finire col fare sesso nella sala fotografie. Era tutto così travolgente, i raggi del sole sul suo corpo facevano intravedere i suoi addominali, i peli sul corpo biondi e i suoi occhi sembravano più chiari del normale. Mi sentivo bene a stare lì con lui e anche se pensavo a tutte le cose negative su di lui, mi facevo prendere sempre più dal momento… Quando finimmo io andai a mettere le mie cose in borsa e lui mise le foto sul computer del professore. Lo raggiunsi e aveva appena finito, si alzò dalla sedia e mi diede appuntamento per la sera, disse che mi portava alla festa patronale del paese, accettai immediatamente e poi tornammo in classe. Il pomeriggio chiesi a Bonnie e Alis se avevano programmi ma per fortuna ad Alis le feste e soprattutto le giostre non le piacevano, mentre, Bonnie mi disse che doveva stare con la sorella e non sapeva se usciva i meno. Bene, ero libera. Non vedevo l’ora di stare di nuovo sola con lui! Mi andai a vestire e truccare. Misi un vestito lungo e tacchi. Sentii suonare il clacson e uscii di corsa di casa avvisando mamma che uscivo. Mi infilai in macchina sorridente e vidi che anche lui era abbastanza eccitato di passare una sera con me. << parcheggio un pò più lontano dalla festa altrimenti poi è difficile uscire dalla folla ok? >> mi chiese, gli diedi l’ok e parcheggiammo. Camminando non faceva altro che scherzare e farmi ridere poi arrivammo vicino alla ruota panoramica, mi guardò e senza dire niente mi prese per mano e fece due biglietti. Anche se non ci tenevo salii. Parlammo un po’ della nostra situazione ma niente di ché ad un tratto gli presi il polso e guardai l’orario << wow già le undici >> esclamai e mi rispose con un << già >>. Il giro finì e appena stavamo per scendere vidi Alis, pensavo che non mi avesse vista e invece mi guardò e spalancò gli occhi, e mi feci una faccia disgustata. Gli andai incontro e chiesi a Colton di rimanere ad aspettarmi affianco la giostra… neanche feci in tempo ad aprire la bocca che mi disse << sei proprio una stronza oh! Cazzo sapevi che volevo provarci io con Colton e ti metti sulla giostra insieme? E menomale che mi dovevi aiutare a conquistarlo! Se ti piaceva potevi dirlo subito >> << Alis non è così, non avevo mai pensato di uscire con lui eppure sono qui dopo una serie di cose che sono successe fra me e lui.. non ci sto insieme davvero.. >> Colton per fortuna non aveva capito che parlavamo di lui ma vide che stavamo discutendo. << vabbè bo tienitelo già che sono successe una serie di cose >> si girò e se ne andò! Ero furiosa, rimasi male su come fosse stato facile per Alis umiliarmi e andarsene senza farmi parlare. Andai vicino a Colton e arrabbiata dissi << andiamocene ti prego. Arrivammo al parcheggio e prima che lui salisse in macchina dissi << Colton aspetta! Forse quello che stiamo facendo non è giusto… ho fatto un torto alla mia amica che voleva provarci con te e quando mi ha vista con te stasera, non ci ha pensato due volte a darmi della puttana. Io penso che dovremmo smetterla di fare sesso e poi uscire insieme! Non lo so! >> ero nervosa, e mi sentivo in colpa << chi cazzo se ne frega della tua amica Paris, eravamo sbronzi la prima volta, ma non la seconda. Stamattina sembravamo complici tutti e due, voglio dire, non ti ho stuprata! Della tua amica non mi importa, mi importa di te capisci? >> dopo discorsi su discorsi, il tragitto verso casa era dominato da un silenzio tombale. Io avevo la testa appoggiata sul finestrino mentre lui guidava ad alta velocità. Si fermò di fronte casa mia e senza dire niente mi guardò… gli chiesi scusa per la serata e lo salutai nascondendo le lacrime che volevano a tutti i costi venir fuori. Mi chiusi in camera e mi sdraiai sul letto.. stavo malissimo! Avrei voluto essere un’altra persona e non io!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: rissa alle festa! ( UNO DEI MIEI CAPITOLI PREFERITI ) ***


sex !!


La mattina dopo mi risveglia appoggiata al cuscino tutto bagnato e con occhi gonfi! Non volevo neanche andare a scuola se solo non fosse venuta mamma a parlarmi sul letto… << Paris tutto bene? Hai gli occhi rossi. Hai pianto? >> mi alzai e mi sedetti sul letto << si mamma, è solo che penso di aver fatto una stupidaggine con Alis a causa di un ragazzo! >> senza andare nei dettagli mia madre mi disse solo << Sappi che l’amicizia che lega te ed Alis può andare oltre questo! >> si alzò dal mio letto, mi diede un bacio e poi scese in cucina! Chiamai Bonnie e le dissi che non prendevo il pullman ma la macchina per andare a scuola, e poi scesi in garage. Parcheggiai a scuola e poi entrai. Stavo camminando nel corridoio e mi raggiunge Lorenzo << Paris stasera alla festa non devi assolutamente mancare! >> in realtà non ne avevo proprio voglia ma gli dissi che ci saremmo visti lì! Ero in classe e la lezione era iniziata da 5 minuti ormai, presi posto e mi misi sul banco a pensare a tutto il casino che era successo la sera prima. Scrissi su un pezzo di carta ad Alis che poi le volevo parlare e lei senza rilanciare in bigliettini mi accenno un si con la testa. A seconda ora c’era ed. fisica e mentre eravamo nello spogliatoio andai vicino a lei e dissi << ehi scusami per tutto.. so che si sei rimasta male vedendo me con lui, ma ti giuro Alis, non è stata colpa mia.. lui ci ha provato con me e ho provato a dire no, ma ieri proprio non ce l’ho fatta! Non litighiamo per lui Alis, siamo amiche da tanto e lo sai che tengo molto a te >> lei mi fece parlare.. forse aveva capito che la sera prima esagerò dandomi della puttana! << si hai ragione, è solo che sono rimasta senza parola, ho pensato che tu lo volevo dal primo momento e non mi avevi detto niente per paura che mi sarei offesa, ma se me ne avessi parlato, se mi avessi detto che ti stava cominciando a piacere sarebbe stato tutto diverso.. capisci? >> disse Alis infilando una canotta! Poi ci abbracciammo e disse Alis mi disse << dai andiamo a fare questa corsa delle palestra >>. Entrammo in palestra mano nella mano, andammo da Bonnie e la prendemmo con noi e iniziammo a fare riscaldamento. << allora questa festa di stasera? Che dite se ci andiamo? >> proposi ma nessuna delle due era disposta a venire. Bonnie doveva andare dai suoi parenti col treno, Alis invece, disse che non gli andava di venire perché doveva andare ad una festa in spiaggia! Finimmo quest’ora e poi le altre le passammo a ridere e scherzare in classe! quando finimmo scuola, raggiunsi Lorenzo e poi quando finimmo scuola, raggiunsi Lorenzo e gli dissi che stasera ero sola alla festa e che sarei andata con lui. Tornai a casa e Alis e Bonnie dissero che sarebbero venute da me nel pomeriggio. Suonarono al campanello e andai ad aprire iniziammo a studiare poi un po’ di musica, face book e smalti. Quando Bonnie e Alis andarono via chiamai Lorenzo e disse che non poteva venire a prendermi perché doveva montare la console e tutte le altre cose, decisi di andare ad i aiutarlo. Andai al locale e aiutai Lorenzo con le luci e altri effetti << è da molto che non ci facciamo una chiacchierata io e te soli vero? >> mi disse Lorenzo  mentre lo aiutavo << si è vero, da tanto >>. Appena finimmo io tornai a casa per fare una doccia e cambiarmi e dissi a Lorenzo che sarei andata alla festa con la mia macchina! Tornai a casa mi lavai e mi misi un vestito corto nero con schiena coperta solo delle piccole fasce colorate come i tacchi, boccoli e trucco da sera! Raggiunsi la festa e proprio quando credevo che sarei stata sola tutta la sera, incontrai delle mie amiche, prendemmo un drink e ci sedemmo a parlare.  Colton arrivò in ritardo venne verso di me e mi diede un bacio sulla guancia e disse <<  a dopo >>. Mi avvicinai a Lorenzo che era alla console a suonare, si tolse le cuffie e mi chiese << che voleva quello? >> riferendosi a Colton << no niente, lascia stare >> gli risposi. Portai un cocktail a Lorenzo e gli feci una linguaccia scendendo dal palco. Non vedevo più le mie amiche così andai a sedermi al bar a parlare con l barista… fra una chiacchiera e l’altra fui interrotta da colton che si avvicinò da dietro, mi avvolse la spalla con un braccio, e nell’orecchio mi chiese se prendevo un cocktail e gli dissi << si ok >>. Beveva bicchiere dopo bicchiere, era ormai ubriaco. << vuoi uscire a parlare? >> mi disse con l’alito d’alcool <<< Colton non credo sia il momento giusto, sei ubriaco e stai diventando possessivo. Giuseppe che era lì guardava la scena; Colton non si toglieva più di dosso, ad un certo punto mi prese dal braccio con forza e mi portò fuori, aveva appena finito di piovere. << allora? Vuoi stare con me? Non voglio essere per culo! Ti piace solo quando facciamo sesso? >> stava alzando la voce e sembrava assente mentre mi parlava. << Colton non urlare, stai dando spettacolo >> << a me non mi importa un cazzo degli altri lo vuoi capire? Mi devi dire se vuoi stare con me o meno cazzo >> mise le mani sulla mia schiena e mi urlava in faccia << cazzo Colton smettila, ti credi che per me sia tutto un gioco? >> iniziai ad urlare anche io e scoppiai in lacrime, sapevo sarebbe andata a finire così. Giuseppe era dietro di noi fuori all’entrata del locale. Corse verso di me e mi chiese se era tutto ok e quando mi vide piangere, si arrabbiò << che cazzo hai fatto? Cosa vuoi da lei eh? Coglione >> gli tirò un pugno in faccia e Colton cadde a terra di lì cominciò a tirargli calci e pugni, la sua faccia era piena di sangue. Cercai di fermare disperatamente Giuseppe << fermo Giuseppe, vattene >> gridavo come una pazza.. Spinsi Giuseppe per terra e lo aggredii a parole << cosa vuoi? Stavamo solo parlando cazzo! Gli hai spaccato la faccia, ti rendi conto, sei uno stupido, vattene! >>. Nel frattempo attorno a noi c’erano un po’ di persone.. aiutai Colton ad alzarsi << dai vieni, ti porto in ospedale! >> la faccia era gonfia e piena di lividi. Lo misi in macchina e lo portai in ospedale con la mia macchina! Lo medicarono e gli misero una fascia alla testa e aveva anche una stampella perché cadendo aveva preso una microfrattura al piede. Rientrammo in macchina. Mi appoggia sul manubrio con la testa e mi coprivo la faccia con le mani. Ero sotto shock, impaurita e dispiaciuta. << merda, sembro un mostro >> disse Colton guardandosi allo specchio, poi mi guardò e accarezzandomi i capelli disse << ehi, calmati va tutto bene… me la sono cercata! >>  alzai la testa e lo guardai e con un dito mi asciugò la lacrima che cadeva dal mio viso. Ci allontanammo dall’ospedale e chiesi se se la sentiva di tornare a casa sua a riposare ma perse le chiavi e i suoi non c’erano. Lo portai a dormire da me di nascosto. Entrai io per prima, controllai ed erano tutti a letto, gli feci salire le scale appoggiandosi con un braccio a la mia spalla. Lo sedetti sul letto e lo spogliai, gli riempii la vasca e lo aiutai a lavarsi. Poi andammo a dormire. Era stranissimo stare con lui accanto a me nel mio letto di nascosto dai miei, faccia a faccia, il suo fiato mi riscaldava. Gli accarezzavo il collo. Mi baciò poi chiuse gli occhi e si addormentò. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: A cena con i suoi ***


Qualche settimana dopo Colton tolse le fasce e la caviglia si era ripresa perché fece pochi sforzi! Nei giorni di convalescenza ci sentivamo spesso. Mi chiamava e parlavamo di me. Una mattina mi chiamò prima di andare a scuola e mi chiese se potevo salire in classe sua per prendere i compiti di tutta le settimana di assenza! Andai a scuola e poi salii in classe sua. Trovai una sua amica che fu disponibile a darmi i compiti. Presi un foglio e una penna e scrissi tutte le cose che doveva recuperare Colton. << allora sei tu l’infermierina privata di Colton? >> commentavano le amiche della classe ridacchiando tra loro. << già, purtroppo Colton non si accontenta ecco perché ha chiamato me! >> risposi acidamente. Uscii dalla classe e mi raggiunse Valerie, la ragazza che mi diede i compiti << scusale, sono tutte invidiose di te, sai com’è, Colton è nuovo e stare con lui per loro sarebbe un sogno! >> sorrisi e la tranquillizzai. Scendemmo le scale assieme e andammo a prendere un caffè, parlammo di Colton. Lei era molto informata su di lui in quanto erano vicini di banco. Finimmo il caffè ed entrammo nelle nostre classi. Il giorno stesso portai gli esercizi a casa di Colton. Lo aiutai a fare gli esercizi e gli parlai un po’ degli scoop che si era perso della scuola. << le tue amiche ti stanno abbastanza sotto eh. Acidelle, bruttarelle, truccate come mia nonna e vestite con cose striminzite che fanno uscire i rotolini >> gli dissi scherzando mentre stavamo scrivendo, lui mi sorrise e poi appoggiò la penna sul libro e mi fece una carezza dicendomi << grazie per aver fatto tutto questo per me, non credevo che sarebbe successo tutto questo già che sono nuovo, pensavo che dovevo rimanere con gli amici e fare del sesso occasionale >> fu interrotto quando la madre bussò ed entro in camera delicatamente offrendoci una spremuta. Erano le 19:00 di sera e Colton mi ringraziò di averlo aiutato, stavo mettendo tutto in borsa pronta per tornare a casa e quando scendemmo le scale e andammo in salone, la madre di Colton stava cucinando, << non ti fermi con noi a mangiare? Ho fatto del polpettone in più anche per te >> disse le madre sbucando dalla cucina all’improvviso. Avvisai mi madre dicendole che mangiavo da Bonnie perché era da sola in casa e rimasi lì. Eravamo tutti seduti a tavola, io e Colton e di fronte c’erano i suoi genitori, erano molto rigidi ma simpatici allo stesso tempo. << allora Paris, Colton mi ha detto che sei fidanzata, spero che lui non si ingelosisca quando gli dirai che sei rimasta a mangiare qui con noi >> appena sentii la parola fidanzata mi cadde la forchetta e inizia a tremare, ero in imbarazzo non sapevo neanche che dire << ah.. ehm. Ahahah no sono single ormai, abbiamo avuto un piccola discussione >> dissi guardando Colton con un sorriso minaccioso. Finimmo di mangiare e da brava ospite diedi una mano nel riordinare e sparecchiare. Mentre eravamo in cucina io e la mamma di Colton, lei mi parlò un po’ di lui, della sua vita passata e del fatto che il padre aveva un lavoro molto importante e di grossa rendita, ma purtroppo dovevano sempre spostarsi per questo lavoro.. << è la terza volta che Colton si ambienta in un nuovo paese, che conosce nuovi amici e si innamora sai? >> mi disse la madre, << perché è innamorato? >> chiesi sorridente << non so, ti guarda… >> fu interrotta da Colton che disse << Mamma non parlare di me >> la mamma mi fece un occhiolino e ridemmo. Io e Colton andammo fuori in giardino a fumare, ci sedemmo sulla scala fuori la porta e accese due sigarette << perché hai detto a tua madre che sono fidanzata? E con chi poi? >> gli chiesi all’improvviso << cazzo, che spavento… non lo so ti vidi un giorno mentre abbracciavi il ragazzo della festa Giuseppe è ho pensato che eri fidanzata >> << ahahahahaha lo eravamo, ma poi è tutto finito >> gli dissi tirando un sospiro e guardai la sigaretta. Finimmo la nostra fumata, salutai i genitori e gli ringraziai per la cena e andai in macchina pronta per tornare a casa. Uscii di nuovo Colton, camminava un po zoppo verso me, aprii il finestrino e si affacciò << non mi saluti? >> disse << ti ho già salutato, ti ho anche detto buonanotte, cosa vuoi di più? >> gli risposi ridendo << un tuo bacio >> mi guardò e mi sorrise. Gli diedi un bacio sulle labbra e poi misi in moto la macchina e rientrai.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Gelosie ***


<< cosa hai da fare stamattina? >> mi chiese Colton chiamandomi mentre dormivo << buongiorno anche a te! >> sdrammatizzai, << c’è una festa in spiaggia ci vanno alcuni miei amici e mi hanno invitato… vinei? >> << si devo lavarmi e cambiarmi, se passi di qui andiamo a fare colazione insieme >> mi rispose con un << ok >> e di corsa andai a fare una doccia e poi mi vestii. Misi uno shorts a vita alta e un top che copriva solo il seno con una zeppa dello stesso colore del top. << Paris un jeep rossa, è per te? >> gridò mio padre dal salone << si scendo >> entrai in macchina di Colton e mi portò a fare colazione e quando ci sedemmo al tavolino mi disse << si vedono metà chiappe con quel pantaloncino >> << che fai il geloso ora? Io vedo la forma del tuo pacco ma non ho detto niente >> dissi e scoppiammo a ridere. Quando arrivammo alla spiaggia c’erano tutti i suoi amici e poi arrivarono anche molte altre persone. Mi presentò ai suoi amici, tutti abbastanza simpatici. Un suo amico mi offrì subito un cocktail e quando porsi la mano per prendere il drink, mi fece l’occhiolino. << stai lontano da lui >> mi disse Colton a bassa voce.. decidemmo di fare tutti insieme un bagno, l’acqua era tiepida e limpida << andiamo anche noi? >> mi chiese Colton e io gli risposi di si. Tolsi gli occhiali da sole e poi le scarpe, lui si stava togliendo la maglia << sembri in forma, ti sei ripreso bene >> gli dissi spalmandogli la crema sui suoi addominali. Andammo in acqua, mi prese per mano a riva e andammo un po’ più dietro sempre per mano. Fra schizzi e gare di apnea decidemmo di uscire e dopo qualche ora mangiammo. Quando finimmo il pranzetto vidi Giuseppe che stava prendendo il sole con due amici, andai verso di loro e scherzando domandai << c’è posto per me?>> Giuseppe si alzò di scatto e mi venne a salutare, salutai gli amici che conoscevo già. Parlammo un pò e ad un tratto mi chiese << con chi sei venuta?>> ovviamente dopo lil casino alla festa non dissi che ero con Colton ma gli risposi << con amici >>, andai via e raggiunsi di nuovo Colton e i suoi amici. Il pomeriggio io e Colton rimanemmo soli in spiaggia e gli amici andarono via… << ti và una passeggiata? >> mi chiese, presi le mie zeppe in mano, infilai i pantaloncini e ci incamminammo. Lui era silenzioso, guardava solo le orme che lasciavamo in riva camminando << cos’hai? >> gli domandai, mi guardò e sistemandosi gli occhiali da sole disse << di che avete parlato tu e Giuseppe stamattina? >> << aaaah acnora il gelosoneeee>> gli dissi ridendo.. non parlò più! Decidemmo di tornare in macchina per rientrare a casa già che il tempo era nuvoloso. Erano le 20:00 di sera, ero sul divano con mio padre a guardare la tv. Mi arrivò un messaggio di Giuseppe con su scritto “voglio parlarti” appena lessi il messaggio salii in camera e lo chiamai. << ehi, cosa devi dirmi? >> << Paris volevo parlarti di stamattina. Perché non mi hai detto che eri con Colton? Perché mi prendi in giro? >> mi rispose << sai che non te l’ho detto dopo il casino che hai fatto alla festa! >> << non è colpa mia, era ubriaco, ti stava addosso e quando ho visto che ti ha acchiappata non ci ho visto più >> << ma io non ti dissi di venirmi ad aiutare Giuseppe, hai fatto una scenata inutile, e gli hai anche fatto male, lo sai che ha portato la stampella per 2 settimane? >> << scusa aspetta spetta aspetta…. Stai difendendo Colton che ti ha umiliata davanti a tutti i ragazzi del paese? Non è che ti sei fidanzata con lui? >> mi domandò.. spalancai gli occhi e a voce tremante dissi << ma cosa ti salta in mente? Sto solo dicendo che la tua reazione è stata eccessiva per un niente! Tutto qui! E poi scusa non ho da confessare a nessuno se mi sono fidanzata o meno >> forse esagerai un po’ nel difendere Colton ma mi sentii di farlo e senza nessuna risposta sensata mi disse solo << merda…. >> minuto di silenzio e << posso parlarti di persona Paris? Metto un jeans e vengo! >> << ma hai visto come diluvia? >> gli risposi cercando di non farlo venire ma girando la frittata contro me disse che sarebbe venuto a parlarmi! Mi affaccia dalla finestra e stava diluviando. Mi portò al pub e mangiammo qualcosina parlando. Gli confessai quello che c’era stato fra me e Colton e vidi che ci rimase male. Nel frattempo il cellulare non faceva altro che vibrare e vibrare.. erano chiamate di Colton e c’erano anche 6 messaggi fra cui 2 di Bonnie. Quando uscimmo dal pub pioveva ancora più forte di prima. Nella pioggia riuscì ad intravedere la jeep rossa di Colton. Giuseppe si guardava nelle tasche per trovare le chiavi proprio quando Colton ci passò d’avanti… di fretta feci segno a Colton che lo avrei richiamato. Giuseppe non vide ne me che gesticolare ne Colton nella macchina che appena feci quel segno non rispondendomi guardò avanti sfrecciando via. Eravamo fuori casa in macchina e Giuseppe mi chiese scusa per il casino di quella sera e dopo che lo salutai lui se ne andò. Stavo correndo sotto la pioggia per rientrare a casa e ad un tratto da dietro << troppo impegnata per chiamarmi? >> mi disse Colton << Colton, sta piovendo parliamone sotto la veranda >> ma lui si fermò sotto la pioggia << ti sto chiamando da un’ora e mezza, potevi avvisare che stavi con lui in un pub! >> camminai verso lui, gli spostai il cappuccio della felpa, fradicio anche quello, e gli chiesi se avesse bevuto ancora e mi rispose con un no secco, si tocco i capelli portandoli verso dietro e mi disse << cazzo Paris non so come comportarmi con te. Non so come dimostrare che voglio starti accanto >> << io sto apprezzando le tue chiamate, il tuo starmi vicina e il resto Colton, cosa ti fa capire il contrario? >> sembrava che stesse piangendo, e quando prese un respiro e guardò su mi disse << il fatto che stai sempre con lui quando ti cerco.. non so cosa pensare se da un momento all’altro ti vedo con un altro ragazzo! Io non mi sto sentendo con nessuna Paris lo capisci? >> << chi ti sta dicendo di non farlo la nostra non è una relazione Colton>> e puff, lacrime che la pioggia nascondeva ma si fecero sentire attraverso la mia voce << io Colton non sto frequentando nessun ragazzo, Giuseppe è un mio amico ok? Dimmi perché le tue amiche di classe le hai allontanate? Perché hai paura che mi vengano a dire che tu hai fatto sesso con loro? Ognuno ha il suo passato Colton. Se non ti fidi di me allora non posso farci niente, ma ricordati.. non sono io quella che và a fare i privè al night! Ora scusa devo rientrare >> mi incamminai verso casa, e lui riprese a parlare << chi te lo ha detto tutto questo? >> non mi girai… << Paris aspetta >> mi fermai, mi prese dal braccio di scatto e non feci in tempo ad aprire la bocca perché la sua era già attaccata alla mia!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Turniamoci, Colton ***


ormai avevo quel sorriso da innamorata, quello era stato il nostro primo VERO bacio! Mi sentii in dovere di avvertire Alis che io e Colton stavamo iniziando a frequentarci e così la portai in un bar. << avete la mia benedizione Paris.. ho capito che se Colton sta sotto ad una ragazza bella come te, a me non potrebbe mai fare queste cose. >> mi rispose alla notizia << sai, non me lo aspettavo così! >> gli dissi tutta contenta. Dopo Alis chiamai Giuseppe, gli dissi che tra me e Colton stava iniziando a nascere qualcosa e mi rispose che questa volta non si sarebbe intromesso. Perfetto, tutto sistemato! Ovviamente chiamai Bonnie che era tornata dai suoi parenti e la feci venire di corsa a casa per raccontarle tutto. Non capivo se era davvero contenta per me o stesse solo fingendo fatto sta che mi disse << sta attenta! Non voglio andarti a pescare chissà da quale bar se tutto non va come volessi >> la abbraccia e mi commossi << grazie per esserci stata in tutti i miei casini con i ragazzi e non. Ho fatto cose di cui non andare fiera, ma questa volta sento che tutti e due vogliamo riscattarci per cancellare il passato >>. Rimase a pranzare da me e il pomeriggio andammo a fare un pò di shopping. Lei comprò un bel vestito lungo color canarino che le stava benissimo con la sua carnagione scura, mentre io una maglia e un leggings tutto in pizzo nero. Eravamo in giro con le nostre shopper e ad un tratto mi arriva un messaggio anonimo: “ora sembra che siete passati alla parte successiva.. buona fortuna”… lo feci leggere subito a Bonnie e mi suggerì di non darci molto peso << è solo una ragazzina innamorata di Colton amore >> disse! La sera senza tornare a casa cenammo al bar di Lorenzo. Chiacchierammo molto e ci divertimmo... la sera quando tornai a casa chiamai Colton. Ero sdraiata sul letto, la sua voce aiutava a rilassarmi e a pensare solo a lui. << mi sei mancato oggi >> sorrise e poi mi disse << ci vediamo domani a scuola, restiamo in biblioteca a studiare così mi aiuti.. ok? >> dopo l’ok gli augurai buona notte e andai a dormire. Sveglia, doccia, colazione, leggings e un maglia poi borsa e via a scuola. Trovai Alis e Bonnie e dopo che ci salutammo andammo in classe. prima ora biologia. << Ragazzi oggi andiamo tutti in laboratorio, siamo stati affiancati alle altre quinte per un esperimento. Tutti pronti? Spero abbiate studiato in questi 4 giorni di vacanza! >> disse il professore, e poi andammo in laboratorio. << bene prendete posto, per ogni banco ci sono 2 sedie questo vuol dire lavoro di coppia, ogni coppia deve fare un compito che c’è scritto sul banco, quando finite avrete un composto. Questo composto farà parte dell’ultima sfida in gruppo. 4 contro 4. Pronti? Quando sentite il campanello suonare vuol dire che dovete cambiare banco e… via!!! >>Le prime eravamo io e Bonnie, c’erano un sacco di formule da ricordare e ci demmo da fare. “DRIIN” << cambio! >> Questa volte era il turno mio e di una ragazza della classe di Colton. Eravamo lì a fare i piccoli scienziati quando ad un tratto mi chiede con un tono scettico << allora? È vero che tu e Colton state insieme? >> mi girai e con aria snob gli risposi << scusami non credo tu sia la persona con la quale parlare delle mie relazioni, basta vedere cosa indossi! >> Gli sorrisi e suonò il campanellino. Io ed Alis, << amore sai fare qualcosa? Io non so fare niente! >> mi disse Alis a bassa voce seguito da una gomitata << ahi, cosa c’è? >> gli domandai << guarda quella vuole provarci con Colton >> appena sentii le parole “provarci con Colton” alzai la testa e vidi che era la ragazza che stava seduta con me un attimo prima a discutere proprio di me e Colton! Gli faceva i sorrisini, lo guardava e si era anche sbottonata un bottone della camicia per mettere in mostra il seno. Poi consapevolmente, si fece sfuggire del colore sul jeans di Colton e da brava ragazza iniziò a pulirlo. << quando suona questo campanellino del cazzo? >> dissi ad Alis e proprio quando finii la frase suonò. Andai verso Colton e mi sedetti. << passami dell’acqua! >> dissi acida << ehm.. ok >> mi rispose Colton curioso. Mentre stavo lavorando dissi << però che mira quella ragazza, quasi quasi ti colorava l’uccello.. e che tette grandi poi, per distrarti meglio >> il tutto mentre facevo il mio compito << Paris, è stato un incidente. E comunque hai visto che io non ho fatto niente, lascia stare.. non ne vale la pena >>. Un altro “DRIIIN” e mi toccava stare con un ragazzo della classe di Giuseppe. Mi alzai dal bancone dove ero seduta con Colton e nell’orecchio gli disso con voce provocante << turniamoci, Colton >>. Il ragazzo col quale dovevo stare a questo turno era abbastanza carino, moro alto e occhi chiarissimi. << reggimi il gioco > gli dissi e dopo il suo ok “accidentalmente” rovescia sul pavimento lo stesso liquido che la ragazza di prima aveva fatto cadere sul jeans di Colton. << Signorina Paris faccia attenzione>> mi disse il professore << raccolgo subito >> gli risposi e di fatti presi uno straccio, misi i capelli ad un lato. Ops aveva fatto cadere il liquido proprio sotto il bancone e proprio vicino alle gambe del ragazzo con cui stavo lavorando. Lui aprì un pochino le gambe e raccogliendo il liquido da terra guardavo Colton che era verde per la gelosia. Turnammo un’altra volta e poi i 4 finalisti eravamo io Bonnie e due ragazzi di un’altra classe.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ( seconda parte ): Spogliatoio ***


Camminavo tranquilla per il corridoio ma poi << cosa ti passa in mente Paris, umiliarmi così? >> << cosa ho fatto? >> sapevo bene cosa avevo fatto << oooh già, quello! Mi era caduto il liquido da aggiungere alla formula, non è stata colpa mia >> dissi in mia difesa << non credo c’era bisogno di mettersi in quella posizione.. sembrava tu stessi girando un video osè.. voglio parlare con quel ragazzo! Se solo prova a farsi seghe mentali giuro che lo uccido >> mi fermai, gli misi una mano sul petto e dissi << Colton non c’è bisogno non ho visto nessun tipo di erezione >> << spalancò gli occhi e poi mi disse << cosa? Gli hai.. no aspetta.. gli hai guardato il pacco? Ma che cazzo ti passa in mente Paris! Sto per pisciarmi sotto devo andare a farla, meglio che tu vada in biblioteca ad aspettarmi, a dopo>> poi si rigirò e disse << ah.. e cerca di stare sopra al tavolo a studiare >>. Mi sistemavo i capelli allo specchi nel mio armadietto e poi “bum” il mio riflesso allo specchio non c’era più, al suo posto vidi l’anta del mio armadietto. << Cara Paris, per quanto mi risulta lei non fa attività di educazione fisica da un po’, per recuperare le ore perse dovrà svolgere gli incarichi che le darò.. chiaro? >> non sapevo neanche chi stessi ascoltando e solo quando mi girai vidi che era l’educatore di attività sportiva a scuola. I primi anni feci pallavolo poi lasciai e quest’anno iniziai con Bonnie il corso di piscina ma niente, lasciai anche quello. Rimasi pranzo a scuola con Colton e poi a noi si aggiunse Bonnie che rimase a scuola anche il pomeriggio. Dopo il pranzo andai nello studio del professor Mattew. Bussai e mi fece accomodare. << allora Paris oggi ci sono gli allenamenti dei ragazzi di basket… Mentre loro sono in campo ad allenarsi devi dare una pulita al loro spogliatoio… ti mancano 10 ore per completare il modulo e potrai avere l’attestato, va bene? >> dissi di si e uscii dallo studio. Bonnie mi mandò un messaggio diceva “amore vieni in sala computer veloce” e così corsi da lei. << guarda il profilo della ragazza di stamattina, Andrea! Qui dice che è stata con Colton >> grrrr che nervi… presi la mia roba andai nello spogliatoio maschile e mi cambiai.. i ragazzi erano in campo ma l’allenamento stava per finire. Misi un pantaloncino e la canotta di Colton che rubai dal suo armadietto ( lo avevo fatto di proposito per far ingelosire Colton ). Iniziai a pulire lo spogliatoio e fra poster di donne nude e calzini sporchi i ragazzi della squadra vennero a cambiarsi. Fecero un cerchio attorno a me e cominciarono a sfottermi ma Colton non c’era. Entrò per ultimo e quando entrò tutta la squadra si girò verso lui per complimentarlo e stuzzicarlo. Con la faccia estraniata Colton mi vide e mi prese dal braccio portandomi lontano da tutti quei maschi. Strinse la mascella e mi chiese << cosa stai facendo Paris? Questo è lo spogliatoio dei maschi non la tua cameretta che ti metti a pulire con un pantaloncino.>> gli sorrisi era sexy la mascella, accarezzandogli le braccia gli dissi << hai degli amici molto simpatici, m hanno fatto un sacco di complimenti.>> gli tolsi la maglia e ripresi a dire << questa è da lavare… il coach non ve lo ha riferito? Ho 10 ore da sprecare nella palestra per certificarmi le attività sportive che ho fatto.>> << merda.. vieni con me >> mi riprese di forza dal braccio e mi portò dai suoi amici << ragazzi chi di voi la tocca se la deve vedere con me.. non fate stronzate! >> gli presi la faccia con una mano e lo baciai bisbigliando << faranno i bravi >> feci un occhiolino alla squadra e poi uscii dallo spogliatoio e andai ad aspettare Colton nel corridoio. Ero lì che lo aspettavo e si avvicinò Dylan, il ragazzo della mattina a lezione di biologia << ciao Paris, faccio gli anni venerdì mi farebbe piacere se ci venissi >> mise le mani nella borsa e uscì il suo invito e me lo diede, lo accettai e sorridendo gli dissi che gli avrei fatto sapere. << Eccomi, con chi parlavi? >> mi chiese Colton affannato uscendo dallo spogliatoio ancora un po’ umido per la doccia e con un forte odore di bagnoschiuma << Era al cellulare >> risposi, abbracciai con un braccio il suo girovita mentre lui appoggiò il suo sulla mia spalla, mi strinse e mi diede un bacio in fronte. Andammo in biblioteca, prendemmo posto e accesi il mio portatile… eravamo lì a studiare e poi Colton mi chiese il perché della mia reazione alla scenetta della mattina in laboratorio << era solo caduto il liquido e l’ho raccolto, tutto qui >> mi giustificai << si ma non credo c’era bisogno di mettersi in quella posa sotto il banco >> << almeno io Colton l’ho fatto con una persona che conosco di vista solo così per scherzare, tu invece, sembrava non ti dispiacesse che Andrea ti ha rovesciato il composto sul jeans, eri più attento a vedere come te li puliva sfiorandoti il pene. >> presi il portatile e come se fosse un muro lo misi avanti a me per stoppare la conversazione. Si alzò abbasso lo schermo del pc e mi disse << se non hai notato bene, ho preso la sua mano e gli ho detto basta! Non devi dubitare su ogni minima cosa che faccio >> e mi baciò. Lui andò via prima di me io invece rimasi con Bonnie e poi la riaccompagnai.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Basta ragazzi, forse solo te! ***


<< Pronto?... Cristo Paris, abbassa la musica.. mi hai stonato un timpano >>.. mi disse Colton quando lo chiamai per chiedergli cosa aveva da fare, mi rispose che doveva studiare con degli amici. Stavo guidando e chiesi molto dolcemente : << chi amici amore? >> << guarda non so. Penso un ragazzo della mia classe e qualche suo amico! Come mai? >> ok ero tranquilla, tra ragazzi, al massimo avrebbero parlato delle loro prestazioni sessuali << così volevo sentirti parlare! >> gli dissi con voce tenera, che fu seguita da un veloce << sto guidando devo andare. A dopo >>. Rimasi a casa. Aiutai mia madre con la cena e quando finimmo di mangiare andai di sopra in camera, accesi il pc e mi sdraiai sul letto. Da normale teen passavo un paio di minuti su facebook e proprio quando entrai col mio account trovai una richiesta di amicizia “Dylan”.. curiosa aprii il suo profilo. Era il ragazzo del compito di biologia, e lo stesso del invito per il suo compleanno. Accettai la richiesta e subito mi cercò con un semplice “ ehilà tutto bene?” di lì chattammo tutta la sera. Andai a fare la doccia e poi andai a dormire. La mattina dopo andai a scuola con Alis e Bonnie. Eravamo nel corridoio e incontrai Dylan… (Bonnie lo conosceva già mentre io ed Alis no se non dopo quella prova di biologia) << Buongiorno ragazze, siete belle tutte e tre insieme.. delle meraviglie… meravigliose, già >> io sorrisi girandomi verso Alis e Bonnie e riprendemmo a camminare anche con Dylan. Bonnie mi disse che voleva provarci con me ma Dylan non era proprio il mio tipo. Certo era simpaticissimo e anche carino, ma non era proprio l’uomo che avrei voluto accanto e poi Colton? Dopo le lezioni andai a trovare Colton e lo vidi con i suoi amici di basket. Arrivai e lo salutai e chiesi se ieri avesse studiato e mi annuì. Eravamo lì a parlare con i suoi amici e ad un tratto si avvicina Andrea e dice a Colton << Colton chiamami quando sei libero, vorrei anche io ripetizioni da te, Valerie ha capito tutto >> se ne andò e mi fece un occhiolino. << Scusami? Colton ieri mi dicesti che eravate solo tu e due amici maschi a studiare.. perché mi hai detto un bugia? >> << Paris non volevo farti arrabbiare e non te l’ho detto! credevo che quella troia si sarebbe fatta i cazzi suoi! >> era lì, pronto ad abbracciarmi, ma mi scansai e misi la mia mano nella tasca posteriore del jeans di Dylan ,che stava passando di lì, << ci vengo alla festa stasera. Dove ci vediamo? >> camminammo avanti e poi mi girai verso Colton per fargli un occhiolino mentre mi guardava verde dalla gelosia. Presi il pullman con Bonnie e Alis e mi dissero che sarebbero venute anche loro alla festa stasera. << venite a prepararvi a casa e poi amore andiamo tutti insieme con una sola macchina ok? >> << va bene a più tardi allora >> mi disse Bonnie. Quando vennero ovviamente parlammo un pò dei fatti nostri, ci sistemammo per la festa, e fra odore di lacca e profumo di smalti, chiusi la porta della mia camera e scendemmo in garage per prendere la macchina. Bonnie ci guidò alla location e una volta arrivate vedemmo che non c’era poi molta gente, gli invitati erano massimo 50. << chiudi la bocca e dammi un bacio >> dissi a Dylan che quando mi vide rimase fermo a fissarmi. Ci presentò i suoi amici e poi iniziammo con il buffet. << posso invitarla a ballare bellissima ragazza? >> mi chiese Dylan sorridendomi quando finimmo di mangiare, e io risposi con un << certo >>. Mentre eravamo lì a ballare si aggiunsero anche Alis e Bonnie che portavano sempre quattro bicchieri di vodka liscia. Sembrava di essere in un video musicale, c’era chi rollava la canna, chi rovesciava, chi ballava con gli amici e chi come me aveva un bicchiere in mano e guardava tutta la scena con di fronte una luce strobo e che ride e si diverte con gli amici! La festa stava ormai per finire e quando tutti erano andati via rimasero solo 6 persone cioè noi quattro e due amici di Dylan. Io ero ubriachissima, ridevo e piangevo senza motivo. Avevo gli occhi rossi e gonfi per quanto avevo pianto piangevo anche se non mi davano una sigaretta. Mentre tutti gli amici di Dylan ci provavano con me lui era l’unico che mi stava affianco senza approfittarsene della mia sbronza. Mi sdraiai sul letto, erano le 5 di mattina. Presi il cellulare e con il flash mi aiutai a vedere chi ci fosse con me nella stanza. Bonnie era sdraiata per terra mentre Dylan era seduto per terra con la testa appoggiata sullo stesso cuscino dove stavo io. Vidi loro per terra e scoppiai a ridere dicendo << voi vi siete fatti >> urlavo e ridevo così tanto che di corsa vennero Alis e i due amici di Dylan. Scoppiamo tutti a ridere su come ero mal ridotta. Poi barcollando e scalza scesi dal letto e chiesi a Tyler ( uno degli amici di Dylan ) di accompagnarmi fuori per chiamare Colton. Volevo sentire la sua voce, non facevo altro che pensare a lui. Tyler mi afferrò, mi teneva ben stretta… presi il cellulare e chiamai Colton. << Paris? Dove sei? >> mi rispose con voce assonnata << ti ho svegliato? >> gli chiesi << tu cosa ne pensi? Sono le 5 e mezzo di mattina Paris.. sei ancora a quella fottuta festa? >> mi misi a ridere senza motivo, guardai Tyler negli occhi e gli diedi un bacio… << Paris? Chi c’è lì con te? Passami Bonnie >> ripeteva Colton al telefono tolsi le mie labbra dalle sue quando sentii la voce di Colton al cellulare. Poi presi il cellulare e guardando Tyler negli occhi dissi a Coltn << amore, perché mi hai presa in giro ieri? >> e cominciai a piangere. Mi allontanai da Tyler e camminai lungo la strada a piedi nudi mentre ero al telefono con Colton a parlare, o meglio a piangere. Disse che mi sarebbe venuta a prendere allora entri dentro rimisi i tacchi e presi le mie cose mentre Bonnie cercava di rimettermi in sesto col trucco. Salutai Dylan e lo ringrazia per la festa, salutai tutti gli altri e uscii. Tyler mi accompagnò alla macchina e quando mi sedetti lo salutai e rientrò. << Paris mi vuoi dire cosa cazzo vuol dire questa storia? Puzzi di alcool hai i capelli sporchi e poi chi cazzo era quello? >> sentivo solo una persona che non smetteva più di parlare e nella mia testa sentivo solo un rumore fastidiosissimo. << non farmi tornare a casa, dormiamo in macchina >> gli dissi ad occhi chiusi << ti porto da me >>. Andammo a casa sua, mi prese in braccio e mi portò sul suo letto << non vieni qui affianco a me? >> gli chiesi con voce provocante << si arrivo, cerca di dormire, vado a prenderti un’aspirina. >> scese e poi salì di nuovo, la camera era buia, ma riuscii a vedere che si stava spogliando per venire a letto. Ci svegliammo il pomeriggio la madre ci portò la colazione a letto e poi mi alzai dal letto. Avevo solo un leggero mal di testa, riuscivo a tenere gli occhi aperti e vidi Colton che era già sveglio, mi toccava i capelli e con l’indice faceva su e già sul mio collo. << Buongiorno! Vuoi fare un bagno? >> accennai un si e con la coperta mi diressi verso il bagno, aprii l’acqua calda e mi misi nella vasca. << puzzo di vodka anche io c’è spazio? >> lo provocai giocando con le gambe tra la schiuma, si accertò che la porta fosse chiusa a chiave e si tolse i boxer ed entrò nella vasca con me.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15. Piccolo segreto con Tyler ***


Dopo il pranzo a casa dei genitori di Colton, mi chiamò Bonnie << Paris dove sei? Dobbiamo parlare! Hai lasciato la tua macchina da Dylan, se vuoi ti vengo a prendere io ti accompagno da Dylan e poi torniamo insieme >> ero di fronte a Colton che era al pc, gli stavo guardando le labbra, mentre scriveva o aveva la testa piegata verso il basso tendeva a tenere la bocca socchiusa. Dissi a Bonnie che le facevo sapere, ero ansiosa per cosa avrebbe dovuto dirmi di così urgente. << ehi >> dissi a Colton abbracciandolo da dietro mentre scriveva, gli baciai il collo e continuai a dirgli << mi accompagneresti a casa di Dylan, devo solo andare a prendere la macchina e riaccompagnare Bonnie a casa! >> Colton si alzò dalla sedia della scrivania e mi baciò << prometti che vai solo a prendere la macchina e torni >> mi disse stringendomi al suo petto << giuro >> e lo bacia. Non avevo vestito con me se non quello della festa ma era tutto pieno di vodka, così Colton mi diede una sua canotta larga, la misi con tacchi alti e un tuppo arrangiato e occhiali da sole. Sembravo una ragazza molto trash con uno stile di strada. Colton mi accompagnò a casa di Dylan e prima che scesi dalla macchina mi baciò e disse << ricordati che hai solo una culotte che ti copre il sedere >> << sono una brava ragazza io >> gli risposi con un occhiolino mentre scesi dalla macchina. Mi sistemai e poi bussai alla porta. << Paris stai meglio? >> mi chiese Dylan e dopo che gli diedi un bacio sulla guancia disse << io ti vedo una favola anche dopo i postumi, no che io ci stia provando con te.. forse un po’ non so se è per la vodka che mi dalla alla testa o cosa ma.. >> << zitto Dylan >> disse Bonnie interrompendolo e mi abbracciò. Dietro di loro appoggiato con un braccio alla porta, c’era Tyler, aveva un fisico perfetto e i suoi occhi che tendevano al giallo socchiusi dal sonno. Lo guardai e gli feci un sorrisino e mi fermai per un po’ a guardarlo. << Paris ma cosa fai? È di questo che voglio parlarti… ieri eri ubriaca e hai baciato Tyler. Ho sentito parlare lui e il suo amico e ha detto che ci vuole provare con te. Paris capisci cosa vuol dire questo? Lui non lo sa che stai con Colton ma allo stesso tempo loro si conoscono. Succederebbe un casino! Ma perché hai bevuto? >> << ieri ho fatto la stupida Bonnie ma Tyler mi guardava con certi occhi.. mi ricordo solo quello di tutta la serata, non mi ricordo nient’altro ne di stamattina! Merda cosa faccio ora? >> chiesi a Bonnie e mi disse che dovevo parlare con Tyler! Così feci, presi due bicchieri di succo mango e pesca e gli porsi il suo << posso? >> chiesi per sedermi affianco a lui. << allora? Come va? a me gira ancora un po’ la testa >> gli dissi sorridendo, anche lui si mise a ridere << volevo chiederti perché mi hai baciato >> quando me lo disse smisi di ridere e guardai in basso, quando la rialzai gli dissi << Non so perché l’ho fatto Tyler, credimi… non abbiamo neanche la stessa età, non ti conosco e sono fidanzata >> mi portai il ciuffo verso dietro sbuffando, lui era di poche parole << sei fidanzata? >> mi chiese << si e lo conosci, se ti dico chi è per favore non dirgli del nostro bacio >> << ci tieni a lui? >> mi chiese interrompendomi. Non sapevo perché mi fece quella domanda << più di qualsiasi altra cosa ora come ora >> gli risposi, lo guardai dritto in faccia e dissi << è Colton >> spalancò gli occhi e stupito mi chiese << stai con Haynes? >> annui e mi disse che non avrebbe detto niente. Finimmo quel succo e poi accompagnai Bonnie alla casa, e rientrai anche io. Mi misi a dormire per tutta la sera e solo alle 20:00 ricevetti la chiamata di Colton. Mi aveva invitata ad uscire con lui. Scesi in cucina ad aspettare Colton quando finii di prepararmi e lì per lì mia madre mi chiese << Paris, esci con il ragazzo dalla Jeep rossa? >> allontanai la fragola che avevo vicino la bocca e dissi << perché me lo chiedi? E poi siamo solo amici, non indagare >> << è un bel ragazzo >> guardai mia madre e dissi << mamma, per favore! Non è il ragazzo che piace a me, c’è di meglio >> mi salvai in calcio d’angolo quando finalmente Colton arrivò. Scese dalla macchina e suonò al campanello e da vera sfigata mia madre andò ad aprire << ciao Colton vuoi entrare? >> gli disse, sbucai di corsa dalla cucina quando sentii il suo nome << no mamma stiamo uscendo vero? >> chiusi la porta di casa e ce ne scappamo dal viale o mia madre si sarebbe sicuramente affacciata. Mentre mi abbracciava lungo il viale disse << hai parlato di me a tua madre? >> lo guardai e dissi << no, non mi sono ancora ubriacata con lei, perché? >> << cosa vuoi dire che parli di me solo da ubriaca? Comunque, te lo chiedo solo perché mi ha chiamato per nome, ed io non mi sono mai presentato >> sorrisi e lo spinsi in avanti << andiamo a mangiare scemo >> gli dissi. Entrammo in macchina ma la macchina non voleva saperne di accendersi. Vidi i miei che uscirono di casa e dissi a Colton che saremmo rimasti da me quella sera. Così facemmo, ordinammo del cibo cinese e poi sul divano a guardare un bel film. Eravamo lì sul divano, e io lo guardavo << cosa guardi?? >> mi chiese, << la persona più brutta che ho davanti a me >> gli risposi ridendo. Sapeva che soffrivo il solletico e iniziò a solleticarmi, mi alzai di scatto dal divano e mi misi a correre per tutta casa mentre lui mi rincorreva per farmi il solletico. Mentre salivo le scale correndo dal suo solletico caddi, mi stesi a terra a pancia in su e lui si fermò a ridere con me. << fatta male? Posso soccorrerla? >> mi chiese sdraiandomi sopra di me e facendo sfiorare le nostre labbra gli dissi << sapresti sanare almeno il mio povero piedino? Solo quello, il resto non lo potrà guarire nessuno >> vediamo prese il mio piede e mi iniziò a solleticare la pianta,ridevo a squarciagola e così mi disse << signorina, si contenga, mi sveglierà i pazienti se strilla in questo modo.. il suo piede ha bisogno di una visita approfondita che si fa in quella stanza >> indicando la mia stanza da letto, << lì c’è il dottor Haynes che sarà felice di visitarla >> guardandolo sorridendo gli dissi di accompagnarmi dal dottor Haynes e mi stese sul letto << attenda per il dottore >> disse scherzando correndo in bagno. << allora è lei Paris? Dovrei fare una visita approfondita >> mi disse uscendo dal bagno con una camminata mafiosa indossando solo un paio di slip Armani, << oh si la prego, il suo collega era incompetente, mi dia lei una scossa per farmi riprendere >>. Mi sfilò il leggings a vita alta e poi mi tolse anche la camicia trasparente nera, mi baciò tutto il corpo da sotto a sopra. Mi alzai e gli tolsi la cinta e sbottonai il suo pantalone nero skinny << ah ah.. si rilassi signorina Paris, mi prenderò io cura di lei >> accese la radio e spense la luce da soffitto e accese quella da tavolo che avevo sulla scrivania. Mi spogliò e iniziammo col sesso. Eravamo nel bel mezzo dell’atto quando ad un tratto sentii i ciondoli delle chiavi di mia madre, erano rientrati..

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Capitolo 17
*** Capitolo 16. Oh Tyler. drug for my eyes ***


<< Nasconditi presto >> dissi a Colton con il fiatone e la paura che i miei salissero in camera. Colton era nell’armadio e mentre raccoglievo i suoi vestiti e li lanciavo nel bagno della mia camera, bussò mia madre << Paris? Non sei uscita più? >> ero nel panico non volevo far entrare mia madre in camera nella paura che si sarebbe accorta della presenza di Colton che nel frattempo spiava dall’ armadio, << ehm, no mamma, Colton è tornato a piedi a casa sua! Mi ha lasciato da mangiare e poi è tornato >> dissi a mia madre mentre ero appoggiata all’arco della porta e la porta era socchiusa << va bene, noi andiamo dai vicini, siamo venuti perché abbiamo visto le luci accese >> diedi un’occhiata alla mia camera e poi chiusi la porta, scesi con mia madre giù per accompagnarla alla porta e prima che lei uscisse mi disse << ah, Paris abbassa la musica >> << la mu…? Ah oh si si tranquilla mamma, divertitevi a dopo >> chiusi la porta dell’entrata a chiave spensi le luci del piano inferiore e salii da Colton. << puoi uscire >> gli dissi ridendo, uscii dall’armadio e disse << cazzo devo andare in bagno, stavo per fare pipì nell’armadio >>. Colton si allontanò e io vidi che il mio cellulare vibrò e in seguito si accese il display. Andai vicino alla scrivania per vedere di chi fosse il messaggio e vidi un numero che non avevo fra i contatti della mia rubrica, il messaggio diceva “ Paris lo so che fra noi è iniziato tutto male ma vorrei parlarti un’altra volta.. Tyler”. Solo aver letto il suo nome alla fine del messaggio, suscitò in me una grande emozione e quando ero lì con il cellulare in mano, Colton uscì dal bagno << Perché sorridi al cellulare? >> mi disse. Mi avvicinai a lui, tolsi la tovaglia che gli copriva il membro e lo baciai << i miei Dottor Haynes sono andati nella clinica affianco, che ne dice di chiudere le tende e continuare la sua visita? >> e così eccitato Colton si sdraiò sul letto, io chiusi le finestre e poi mi stesi sul suo corpo che emanava calore e passione. Gli leccai il lobo e poi lungo il collo per poi scendere giù. Quando finimmo andammo nel balcone della mia camera, nudi o meglio, coperti solo dalla coperta che avevamo su di noi. Si accese una sigaretta, e mentre lui fumava io appoggiai la mia testa sul suo petto pensando a Tyler. Colton andò via ed io mi misi a letto. Non avevo la più pallida idea del perché di quel messaggio “la notte mi porterà consigli” dissi tra me e me. La mattina dopo decisi di non andare a scuola, volevo vedere Tyler. Chiesi a Bonnie dove abitasse << cosa ci vai a fare da lui Paris? Devi stargli lontano, ti ricordo che tu stai ancora lottando per un rapporto stabile con Colton >> mi ricordò Bonnie << ha il mio portafoglio e voglio andarlo a prendere, tutto qui, sta tranquilla amore! >> dissi cercando di rasserenare Bonnie. Presi la macchina, fuori faceva vento ed era anche nuvoloso. Mi recai verso casa di Tyler, abitava non proprio lontano da me, vicino un bosco. Andai lì, fra tutte le difficoltà che trovai nel guidare sullo sterrato, arrivai, scesi e bussai… nessuno aprì. Continuai a bussare più forte e niente. Per controllare se fosse in casa o meno, con molta discretezza andai a fare il giro delle finestre che illuminavano appena la casa. Trovai la finestra della sua camera da letto e quando pulii un po’ il vetro dall’esterno, mi accorsi che lui era lì, stava dormendo con quei fiochi raggi che battevano sullo specchio della camera. Iniziò a girarsi e rigirarsi nel letto e di lì andai a bussare ancora. Mi aprì. Era senza maglia, aveva solo un pinocchietto largo che forse aveva messo nella fretta di venire a vedere chi fosse a bussare alla sua porta << Paris.. scusami, sei da molto qui? >> mi disse toccandosi i capelli e poi passando la sua mano sulla faccia, il tutto con aria molto stanca e assonnata << non molto, scusami se ti ho svegliato ma oggi pomeriggio ho da fare e ho deciso di passare ora.. spero non sia un problema >> mi sorrise e disse << al contrario, hai fatto colazione? >> mi fece entrare e poi mi tolse la giacca e la borsa. Ero al tavolo con lui a fare colazione e ad un tratto gli chiesi << cosa volevi dirmi? >> estraendo il cucchiaio con delicatezza dalla mia bocca. al contrario di Colton, Tyler aveva un fisico piuttosto massiccio, più da uomo dato che era più grande di Colton. << non volevo parlarti, volevo solo vederti. >> << Tyler sai che sono fidanzata n… >> mi interruppe << non so perché ma quando ti ho vista mi sono invaso di te, sembrerà strano ma è così >> si alzò e mise la sua tazza nella lavastoviglie e sbadigliò allungandosi con le braccia verso l’alto. Mi ero bloccata a guardare il suo statutario fisico, mi incuriosivano i suoi peli che scendevano dal petto e andavano sotto l’ombelico. Sono sporco? >> mi chiese, forse si era accorto che lo guardavo << ehm, oh no no scusami >> gli dissi togliendo il mio dal suo torso. Andammo a fare una passeggiata nel bosco e lui raccolse un po’ di legna per il camino. Mentre camminavamo iniziammo a flirtare, o megli flirteggiare ( flirtare e scherzare ). << mi apriresti la porta >> mi chiese quando tornammo a casa sua << mi scoppiano le braccia >> aggiunse, i muscoli delle sue braccia erano super gonfi con i pesi della legna che trasportava << si certo >> gli dissi gettandomi immediatamente sulla porta per aprirla. Entrò in casa, mise la legna in cantina e poi disse << vado a fare una doccia, mi aspetti? >>

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Capitolo 18
*** Capitolo 17. L'ho fatto con lui ma amo te ***


guy + girl !!!


I  miei occhi si persero in una serie di domande che ponevo a me stessa, un sacco di complessi! << si ti aspetto qui sul divano >> gli dissi facendo finta di essere a mio agio, ma non lo ero << se vuoi accendi la tv nel frattempo << mi disse iniziandosi a spogliare << si, ok >> gli risposi. Mentre guardavo la tv sul divano vidi sentii che Tyler era uscito dalla doccia, mi sistemai e lui venne in salone, copriva la sua mascolinità con un asciugamano. Aveva il corpo bagna, lasciava le traccie dei suoi piedi sul pavimento mentre si dirigeva dalla doccia alla cucina, ed io ero lì a fissarlo ancora. Si avvicinò a me e prese il telecomando della tv che spense con un colpo secco, mi guardò, lasciò cadere il telecomando sul divano e si mise d’avanti a me contemplarmi. Lo guardai e contorsi le mie labbra, per far capire che non avevo capito cosa volesse da me, mi misi in piedi e portando il mio ciuffo dietro l’orecchio dissi << Tyler, forse dovrei andare >> prendendo la mia borse e il trench in mano. Andai verso la porta e quando la aprii Tyler mi spinse dentro, chiuse la porta e mi spinse sopra di essa togliendomi tutto di mano mi acchiappò il viso con le sue mani e mi baciò. Mentre mi diede quel bacio avevo gli occhi aperti, fissavo la luce che entrava dalla vetrata della camera da letto << Tyler no… >> gli dissi mentre cercavo di evitare il sesso e lui mi rispose a quel rifiuto dicendomi<< Paris, so che lo vuoi, questo non deve impaurirti >> << Tyler sono fidanzata, non…. >> mi prese in braccio mi aggrappai con le gambe ai suoi fianchi e avvolsi le mie braccia al suo collo, mi portò in camera da letto e mi stese sul suo letto, mi spogliai e mi feci avvolgere da quell’atmosfera di piacere che si era creata. Si appoggiò su di me e molto selvaggiamente mi baciava, mi leccava e poi iniziò a penetrarmi. Il mio corpo non riusciva a dire no a quella persona che sprigionava testosteroni da ogni parte del suo corpo, non facevo altro che lasciarmi trasportare dalla sua lunga prestazione e dalla sua espressione di massima goduria che aveva sul viso. Dopo 30 minuti circa di sesso con Tyler di mise al mio fianco sul letto e continuava a sedurmi. Vide che una lacrima scese lungo la mia guancia e subito con tono allarmato mi chiese >> Paris stai bene? >> dopo quella domanda mi alzai di scatto, presi tutte le mie cose e me ne andai di corsa in macchina a piangere. Tyler mi seguì, capì che mi sentivo male nei confronti di Colton per quello che avevamo fatto, chiusi le portelle e i finestrini con la sicura e non facevo altro che piangere << Paris, Paris apri per favore… parliamone Paris >> continuava ad urlare Tyler picchiando sul finestrino della mia macchina. Scesi in un fascio di nervi e andai contro Tyler lo spinsi e urlando mentre ero lì che piangevo gli gridai << sei felice? Mi sento malissimo, è la seconda volta che faccio una cosa con te alle spalle di Colton! Cosa vuoi che faccia? Mi sento una merda, una ragazza stupida che non sa tenersi stretto un ragazzo! Ecco come mi sento >>. Tyler era incredulo alla mia reazione, capì che ci tenevo molto a Colton e non avrei voluto perdere per del sesso occasionale che feci quella mattina, e cercò di placare il mio pianto a singhiozzo a con un abraccio. Nonostante tutto le sue possenti braccia mi facevano sentire tranquilla, a mio agio, mi estraniavano dal mondo e da tutti gli altri problemi. << sta calma, vuoi entrare a parlarne? >> vidi l’orario e dissi a Tyler che avrei preferito tornare a casa, così mi misi in macchina, misi in moto e prima che me ne andassi lui mi disse << chiamami quando torni >> annui e a retromarcia andai via da quel posto. Ero indecisa se chiamare Colton o meno, volevo parlare con qualcuno e non sapevo chi. Alis e Bonnie erano a scuola e sicuramente anche Colton, quindi tornai a casa  trattenendo la rabbia che avevo con me stessa. Non pranzai, non avevo fame, aspettavo solo che quelle maledette ore passassero e Colton sarebbe uscito dagli allenamenti ma mancavano ancora due ore, così mi vestii e truccai, e andai io da lui. Prima che entrassi in palestra il coach mi vide nel corridoio << Lei! perché non è… >> vide la mia faccia, il mio dolore e interrompendo la ramanzina mi chiese << sta bene? >> gli dissi di si e che volevo solo parlare con Colton, mi diede il libero accesso alla palestra e così entri. << ehi Colton hai visite >> disse un so amico indicandomi << oggi niente pulizie Paris? >> dicevano sfottendo i suoi amici di squadra.  Colton si accorse subito che c’era qualcosa in me che non andava, mi venne incontro correndo e al suo << cosa è successo? >> lo abbraccia e scoppiai in un mare di pianti. I loro amici, se prima avevano tutta l’aria di scherzare, ora avevano smesso di giocare e si misero in un angolo a blaterare in silenzio. << andiamo a parlare, ti va? >> mi disse Colton stringendomi a lui, dissi di si e mi portò nello spogliatoio, mi sedetti sulla panchina e lui invece si inginocchiò d’avanti a me a guardarmi e a consolarmi senza che sapesse il motivo, e una volta che lo avrei detto, dubito si sarebbe rimasto li a consolarmi. << Colton, ti ricordi la festa di compleanno di Dylan? >> gli dissi asciugando le lacrime sul mio polso  << si certo 2 giorni fa >> << baciai Tyler >> vidi che fece una smorfia negativa << io.. io non so perché l’ho fatto te lo giuro, ero ubriaca ma lui in quel momento mi ha fatto dimenticare di tutto di ogni minima cosa, anche cosa sarebbe successo dopo >> Colton si mise in piedi e portando le mani ai capelli disse << anche di me? >>
 “cavoli si, anche di lui mi ero dimenticata, ero estraniata da tutte le cose che mi circondavano e non, avevo solo voglia di baciarlo in quel momento, lo sai che ti amo, ma non so perché l’ho fatto”
Questo avrei voluto dirgli ma invece gli dissi un semplice << si >> guardandomi le scarpe. Dopo la mia risposta Colton sembrava si stesse trasformando in Hulk, era arrabbiatissimo lo vedevo bene e lo capivo anche abbastanza bene. << ecco perché non sei venuta stamattina a scuola? >> << no stamattina sono andata da lui a parlargli, gli ho detto che è stato un bacio post sbronza e che io amo te Colton, per favore cerca di perdonarmi >>.  Volevo tentare a calmarlo e quando mi alzai per andargli vicino allungano il mio braccio, lui tolse la mia mano dal suo braccio con forza << lasciami Paris, porca puttana >> getto un armadietto per terra e poi lanciò un paio di scarpe allo specchio e riprese a dire a tono alto << sei tornata da lui? Che cazzo ci sei andata a fare Paris? >> mi venne vicino e mi prese con la mano la testa facendo sfiorare la mia faccia con la sua. I suoi occhi erano lucidi dalla rabbia e non faceva altro che tremare, ero spaventata, non sapevo come potesse reagire dato che un minuto fa aveva buttato a terra un armadietto, eppure lo abbraccia, ma anche questa volta tolse le mie braccia dal suo corpo un pò sudaticcio e di corsa uscì dallo spogliatoio… << No Colton torna per favore torna >> urlai mentre mi accasciavo a piangere lì in quel camerino, mentre immaginavo la scena di qualche settimana prima, mentre lui mi abbracciava e gelosamente mi proteggeva dai suoi amici e poi ricordai quel bellissimo bacio. Mi diedi una carica e mi alzai da lì, andai in palestra ma gli amici mi dissero che era andato via, correndo lo cercai per i corridoi ma niente, e fu allora che mi venne in mente di uscire fuori nel parcheggio della scuola, e proprio lì mi accorsi che la sua Jeep rossa non c’era più...

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Capitolo 19
*** Capitolo 18. Big girls don't cry- tutto daccapo ***


Presi la mia macchina e mentre guidavo provavo a chiamarlo, niente rispondeva la sua segreteria. Passai da casa sua e chiesi alla madre se era lì ma mi disse che non era ancora tornato. Provai a chiamare e richiamare al suo cellulare ma non mi rispondeva. Mi venne in mente di passare da casa di Tyler e così presi la strada verso casa sua. Il tempo non prometteva sereno, un po’ come la mia giornata, faceva vento e il sole era completamento nascosto dietro le nuvole che minacciavano pioggia. Quando ero nella stradina vicino al bosco per andare da Tyler e vidi la Jeep di Colton e lui che scendeva dalla portella. Accelerai e lasciai la macchina dietro quella di Colton, e proprio lui era fuori alla porta di Tyler a bussare. << Colton fermo >> sapevo sarebbe andata a finire che Colton le avrebbe di nuovo prese e allora andai io vicino a Colton per convincerlo a fermarsi, ma purtroppo, Tyler aprì la porta ed io mi trovai in mezzo tra due corpi muscolosi che volevano esplodere in una rissa << cosa cazzo fai sei un vecchio, potresti essere il fratello di Paris e la baci? Devi stargli lontano >> iniziò a gridare Colton mentre era sul ciglio della porta e cercava di allontanarmi di lì per saltare addosso a Tyler che nel frattempo gli rispose a tono. Quando le parole iniziavano a farsi più pesanti, e io iniziai a subire sfrattoni, spinsi Colton fuori dal pianerottolo e iniziai a gridare anche io << Colton smettila, abbiamo sbagliato eravamo ubriachi, non cacciarti nei guai, parliamone io e te… ti prego >> e ad un tratto la pace, il silenzio più totale. Eravamo tutti e tre con il fiatone, Colton era rimasto lì fermo dopo che lo spinsi e mi guardava incredulo per quello che avessi fatto, io ero ferma davanti a lui con le lacrime agli occhi e Tyler, invece, dietro di me alla soia della porta che guardava impassibile. << stai difendeno… lui? Paris cosa cazzo ti prende? Sto sbattendo la testa per starti dietro, ho fatto cose che non tutti fanno per una ragazza e tu mi ripaghi facendo queste stupidaggini con altri uomini? >> mi disse Colton rimanendo lì a guardarmi << Colton ti ho spiegato che eravamo ubriachi, stiamo facendo una cosa che di certo non farà del bene alla nostra relazione >> gli risposi con tono dispiaciuto << non importa, non voglio più avere niente a che fare con te Paris >> mi disse andando verso la macchina e una volta dentro, se ne andò a tutta velocità. Guardai Tyler e me ne andai. Ero disperata, tutto quello che non volevo che finisse finì, in un momento per colpa di un momento. Me ne tornai in macchina, mi fermai a fare il pieno e poi andai verso casa di Colton. La luce della sua camera era accesa e la macchina era fuori. Gli mandai un messaggio ma ancora una volta non mi rispose e allora decisi di affrontare di persona la situazione, scesi dalla macchina e andai a suonare al campanello, la madre mi aprì la porta << ah Paris, Colton è tornato ma ha detto che non vuole assolutamente vedere nessuno, mi spiace >> << signora la prego è urgente, la prego >> supplicai la madre di Colton << no Paris, non posso andare contro il volere di mio figlio, magari passa domani >> mi disse chiudendo la porta. Tornai verso la macchina e voltando la testa verso la finestra della casa di Colton vidi che era lì, appoggiata con la testa al vetro, a guardarmi mentre andavo via con la mia maglia rossa e bretelle, con la mia Ford ( una delle mie 2 macchine ). Mi fermai in macchina a chiamare Bonnie << ehi amore dimmi >> mi rispose non sapendo nulla di quanto accaduto << Colton… Colton mi ha lasciata >> gli dissi in lacrime << amore come ti ha lasciata? Cosa è successo? Per favore vieni da me e ne parliamo o magari dimmi dove sei! >>. Bonnie era incredula, e così gli dissi di venire a casa mia e ne avrei parlato con lei. Quando rientrai mia madre mi vide tutta frastornata e subitò si preoccupò ma gli dissi che non volevo parlarne e che preferivo rimanere sola ( anche se stavo aspettando Bonnie ) che non tardò ad arrivare. Senza dirmi niente Bonnie si sedette sul letto al mio fianco e mi abbracciò, mi spostò i capelli in dietro e accarezzandomi il viso mi disse << Amore non merita stare con te, tutto qui. Io te lo dissi che di lui non c’era da fidarsi >> << no Bonnie non è vero, me la sono cercata. Perché cazzo non posso stare con un ragazzo che subito se ne intromette un altro? Mi sento una troia perché lui pur essendo bello non ci ha provato con altre ragazze, se le altre ragazze andavano da lui, lui le allontanava! Non merito di stare con lui, non merito di stare con nessuno… >> dissi piangendo come una bambina. Ero arrabbiata con me stessa, e le lacrime di certo non mi avrebbero aiutata a risanare la situazione. Decisi così di parlare con Tyler…

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Capitolo 20
*** Capitolo 19. Il rovescio delle carte ***


Mi sembrava un idea assurda ma volevo parlare a Tyler, ache se era notte fonda, anche se era stato il nostro bacio la causa di tutto, volevo parargli. Lo chiamai << ehi stai bene? >> mi chiese con un tono un po’ triste, << va meglio, aspetto solo di parlargli ma ora come ora è impossibile. Volevo ringraziarti per aver mantenuto la calma oggi e anche per non averlo preso a botte… >> gli dissi mentre ero stesa a letto << non voglio darti altri dolori, sapevo che se lo avrei picchiato mi sarei messo contro di te. >> mi rispose Tyler. Tirai un sospiro e dissi << tutto questo per un bacio, quando ero ubriaca >> sentii un suo sorrisino e poi disse << non è un semplice bacio Paris, Colton è un ragazzo e si è accorto che per un altro ragazzo quello non era un semplice bacio, almeno per me no. Vorrei starti accanto ora >> la sua voce un po’ scura mi facevano ricordare il suo volto, i suoi occhi e quel maledetto bacio. Quando diceva di volermi stare accanto o che voleva vedermi, mi sentivo coccolata, mi sentivo bene, sentivo un senso di sicurezza che forse era dato dal fatto che lui fosse più grande di me. << sai Tyler io penso che dovremmo allontanarci per un po’, insomma, se voglio tornare con Colton non posso stare accanto a te in questa rapporto. Cosa mi dici? >> gli dissi, e lui molto sconfortato disse << Si… forse dovremmo, ma sai Paris, così avvicinerai Colton ma perderai me >> mi disse e poi riattaccò il cellulare. “la notte porta consigli” o almeno era quello di cui avevo bisogno, ma poi più che consigli, quella notte fu dominata da incubi e insonnia. La mattina dopo andammo a scuola. Fu un’impresa passare quella giornata scolastica, era interminabile. Stavo camminando nel corridoio per andare in bagno e vidi Colton, era da solo, era ancora arrabbiato e lo vedevo dalla sua cera. Quando lo vidi sentii qualcosa dentro di me, doveva essere la reazione che non ebbi il primo giorno, quando lo vidi e non mi piacque. indossava una maglia a tinta unita grigia, molto aderente che metteva in risalto ma massa muscolare, indossava un pantalone e poi un paio di converse bianche, ed era lì che metteva i libri nel suo armadietto per andare a fare educazione fisica. Feci un respiro profondo e mi incamminai verso lui, ma quando ero quasi arrivata al suo armadietto, lo chiuse col lucchetto e poi si incamminò verso lo spogliatoio. << Colton >> lo chiamai e quando sentii la mia voce si fermò, si girò guardandomi con la coda degli occhi e riprese a camminare verso lo spogliatoio << no Colton aspetta! >> esclamai seguendolo. << Cosa c’è? >> mi disse girandosi di scatto vicino alla porta dello spogliatoio. Non sapevo che dire, mi guardava con la faccia sdegnata << volevo sapere come stavi, sono preoccupata >> gli dissi dispiaciuta << Non dovrebbe importarti di come sto io, ma di come sta Tyler! >> ed entrò nello spogliatoio. << Paris? Non stavo spiando, mi trovavo a passare di qui >> mi disse Dylan rimanendo dietro l’angolo. Lo guardai e gli feci un sorrisino prendendo la mia camminata verso il corridoio. Nel pomeriggio chiamai Dylan, gli chiesi se era libero per studiare con me, in realtà volevo parargli, e molto contento mi disse che se volevo potevo raggiungerlo alla casa. Abitava in un condominio senza ascensore e lui abitava al quinto piano. Quando arrivai al portone del palazzo lo trovai giù. Era contento come un bambino che scartava il suo regalo di natale e così gli chiesi << come mai così felice? Magari lo fossi io! >> << ah è vero sei triste.. bè io non sono felice, o meglio sono felice di vederti ma non felice di vederti infelice. Ok scusa saliamo? >> gli dissi si e salimmo. Lui era sempre allegro, sempre in movimento e anche un po’ irritante.. insomma il tipico nerd. Aveva sempre un profumo terribile che puzzava di fiori appassiti, e spesso beveva caffè. Quando parlava si correggeva sempre in caso facevi un smorfia, e dopo continuava a parlare, infatti mentre stavamo salendo per andare alla casa, mi raccontò anche dell’architetto del palazzo, oltre che la vita di ogni singolo condomino. Finalmente arrivammo. Studiammo un po’ e poi mi portò ella sua camera per parlare di quello che era successo già che lui era amico di Colton ma anche di Tyler. << non sederti sul letto non l’ho neanche sistemato stamattina, e poi se entrasse mio padre non so cosa direbbe, anche se mi farebbe piacere, pensa che io sia un nerd con l’orientamento sessuale confuso solo perché non ho mai portato una ragazza a casa. Non è neanc…. >> << non fa niente Dylan, mi siedo affianco a te sul letto così magari aiuto a convincere tuo padre che non hai il sesso confuso ok? >> gli dissi interompendo la sua parlantina. Dylan aveva l’atteggiamento da persona un po’ sempre fra le nuvole, ma mi fece ragionare molto su quello che avevo fatto e su come avrei potuto risolvere il tutto. Mi arrivò un messaggio di Bonnie e mi disse che aveva sentito in giro che Colton sarebbe andato ad un rave party che ci sarebbe stato nel ex centro commerciale del paese, lo dissi subito a Dylan che era lì con me e mi disse che mi avrebbe accompagnato lui.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20. I remember all our things ***


<< Fai veloce Paris sono da circa un’ora qui ad aspettarti >> << Dylan ti ricordo che devo andare ad un rave a riconquistare un ragazzo non al supermercato.. scendo subito mi sto già vestendo >> dissi a Dylan col vivavoce mentre ero sotto la doccia a prepararmi per quel rave. In realtà non era la festa che mi interessava in quanto la maggior parte delle persone vanno per poter ballare con la musica a tutto volume mentre sono sotto effetto di stupefacenti, in questo paese però, tutti ci andavano solo perché dove c’erano feste c’erano i ragazzi del paese. misi un vestito con la base trasparente che dava sul color perla, con delle pietre di swarovski che coprivano le parti intime. Misi i tacchi glitterati in argento come la pochette e scesi. << wow Paris, stai benissimo >> disse Dylan << ok Dylan ma adesso parti >> gli dissi ridendo. Mise a moto il suo 4 per quattro, si era messo una colonia che faceva venire il mal di testa << Dylan ma oltre la colonia cosa sarebbe questo.. “profumo”? >> << oh ehh.. sarà il deodorante della macchina, sai l’ho lavata, ho pensato che volessi scendere da diva dalla macchina e così l’ho lavata.. non si sa mai, no? >> mi disse con lo sguardo concentrato sulla strada << ah bene, aprimi il finestrino allora >> gli risposi. Quando arrivammo alla festa intuimmo che ci sarebbero state molte persone, il parcheggio era pieno e proprio quando stavamo girando intorno al parcheggio per trovare un posto dove lasciare la macchina, vidi la jeep di Colton << veloce Dylan, lui è già qui >> << eccolo! >> esclamò Dylan poggiando il piede sull’acceleratore, << tieniti Paris o quello ci ruba il posto >>. Era ufficiale, non solo dovevo entrare in una discoteca piena di ragazzi sotto effetto di droghe, stavamo anche facendo una corsa clandestina per parcheggiare la macchina, ma per fortuna parcheggiammo e dopo che Dylan controllò per ben 7 volte se la macchina fosse chiusa, entrammo. Eravamo a fare la coda al botteghino, Dylan sembrava preso dalla musica, non faceva altro che muoversi goffamente durante l’attesa, ma ecco che finalmente era il nostro turno. << sono 50 euro >> disse il ragazzo al botteghino e veloce come una saetta Dylan si infilò le mani in tasca e uscì la banconota da 50 euro e appoggiandola sul bancone disse con aria snob << ecco tenga pure il resto >>. Il ragazzo si mise a ridere quando vide che Dylan lasciò 50 euro e quindi il resto non c’era. Mi misi a ridere << credevo avessi preso di più >> disse Dylan cercando di rimediare alla figuraccia e ridendo anche io presi la banconota la misi nel jeans di Dylan e misi la mia banconota << Paris devono pagare i maschi >> << si Dylan ma Colton me lo devo riprendere io non tu, dai entriamo >> gli dissi e prendendogli la mano ci incamminammo verso l’entrata. << sai Paris, non credo tu abbia il vestito adatto per questo posto >> disse Dylan cercando di scansare le bottiglie di birra per terra << Non è per il posto che ho messo gli Swarovski, è per il ragazzo >> gli dissi facendo l’occhiolino. Nel frattempo, Colton era diventato invisibile, ed io, incontrai Giuseppe che allungano la mano verso la mia bocca disse << tira >> << questa è erba >> gli dissi facendo uscire il fumo aspirato. Proprio mentre toglievo lo spinello dalle mie labbra con la coda dell’occhio vidi Colton, era fermo sulla pista a guardarmi, ricambiai lo sguardo ma poi lo persi a causa delle persone che si misero avanti a lui. Presi il mio drink, un braccialetto fluorescente << vieni con me >> dissi a Dylan. Lo presi per mano e lo spinsi in pista e poi mi avvicinai a lui portandomi i capelli sulla testa con un braccio e con l’altro avevo il mio cocktail in mano << sei stupenda Paris >> mi disse Dylan gridando nell’orecchio a squarcia gola, lo abbraccia e gli feci un sorrisino. << Paris andiamo a fumare una sigaretta? Mi sto sentendo male qui, c’è aria consumata >> mi chiese Dylan ed accettai. << Piuf finalmente aria >> mi disse una volta usciti << se vuoi puoi tornare a casa amore, io rimango qui a vedere dove può stare >> << no no assolutamente, voglio starti accanto, non si sa mai >> mi disse accendendomi la sigaretta. << senti freddo? >> mi disse un ragazzo alto con i capelli arruffati biondo cenere << no sto bene, certo potevo coprirmi di più.. ma sto bene >> disse Dylan. Il ragazzo scoppiò a ridere e disse << in realtà stavo parlando con la ragazza >> e mi indicò, << ho sentito più freddo in realtà, comunque sono Paris e lui è il mio ragazzo, Dylan >> appena dissi così per allontanare il ragazzo Dylan spalancò gli occhi e disse << si certo sono il ragazzo, la sigaretta che sta fumando è… è la mia, già! Dopo andiamo a fare sesso in macchina baby? >> spalancando gli occhi come se volesse dimostrare che stava improvvisare. Tutta via il ragazzo se ne andò. Dissi a Dylan di accompagnarmi in bagno per poter ripassare un po’ di trucco e disse ok. << ehi ti aspetto qui, il bagno è unico >>. Entrai in bagno e dopo che tirai lo sciacquone, mi misi di fronte allo specchio per ripassare il trucco. Sentivo dei lamenti, dei gemiti che provenivano da dentro una delle gabbiette dove stava il wc ma vidi che in qulle gabbiette non c’era nessuno e quando andai all’ultima gabbietta, mi affaccia alla parete esterna all’ultima gabietta. Mi cadde la trousse con i trucchi, vidi Colton che baciava una ragazza con la lingua. Appena sentirono il rumore alle loro spalle smisero di baciarsi e Colton si girò. Io rimasi senza parole, non sapevo cosa fare, volevo ucciderli tutti e due ma poi mi piegai e di fretta raccolsi i trucchi e li misi nella trousse e uscii di corsa dal bagno. Lascia anche Dylan dietroe scappai fuori nel parcheggio. << Paris aspetta… Paris >> sentivo gridare Dylan alle mie spalle mentre si lanciava addosso alle persone pur di raggiungermi. Ero appoggiata alla jeep di Colton, ero in lacrime. Vidi Dylan che uscì di corsa dall’ex centro commerciale, di guardò intorno e poi corse verso di me. Mi abbracciò senza sapere il motivo per il quale ero lì a piangere e poi mi diede un bacio sulla fronte mentre mi stringeva a sé. << lui era con un’altra sciacquetta a limonare dietro i cessi, aveva la sua lingua in gola quella stronza… andiamocene Dylan, non ho più speranze, mi ha già rimpiazzata con un’altra. Mi ha dimenticata! >> gli dissi stringendo il mio fazzolettino ormai pieno di lacrime << dai Paris non fare così. Lascialo stare tornerà lui, sa di aver sbagliato a fare questo! >> << no Dylan non è vero. Non mi vuole più. Sono stata una stupida a prepararmi per 3 ore, a credere che gli sarebbe importato dei miei sentimenti, di come mi sento dopo quello che ho fatto.. ma non è cos’, lui sta facendo sesso con una ragazza in bagno ora, mentre io sono qui a piangere al freddo con le gambe al vento e lui lo sa, ma se ne frega >>. Tyler si convinse, mi voleva accompagnare a casa e mentre tornavamo in macchina mi disse << Tyler ti ha salutata mentre correvi via, ma forse non hai sentito, voleva uscire per vedere cosa avevi ma l’ho fermato >> << Tyler è dentro? Dobbiamo entrare, Colton lo sta facendo con una adesso? Io mi porto Tyler a letto per la seconda volta e gli faccio vedere io chi starà male dopo. Dai sii veloce >> gli dissi tirandolo dal braccio << Paris Pa.. Paris aspetta! >> e mi fermai << se fai così starete allo stesso livello e tu continuerai a stare male domani quando tutta questa carica di vendetta se ne và, ascoltami per favore >>. Lo guardai dritto negli occhi, anche gli occhi non facevano che muoversi o sbattere come il resto del corpo. Era serio, e sapevo che lui ci teneva a me e così ascoltai il suo consiglio e andammo in macchina. Rimanemmo fermi per un po’ e poi Dylan iniziò a prendere la strada verso casa << Paris… Paris >> sentii fuori dal finestrino, mi affacciai e vidi Tyler, mi stava aspettando vicino all’ingresso << fermati >> dissi a Dylan che però, mise la seconda e mi portò a casa.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21. Da Tyler ***


Un tuono mi fece saltare dal letto alle 9:45 quella mattina dopo la festa. Avevo pianto tutta la notte e non mi davo pace. Mi andai a mettere sotto la doccia cercando di distogliere la mente da tutto quello che era successo e rilassarmi un po’. << Paris… oh santo cielo.. cosa è successo? >> mia madre mi sentii piangere nella doccia mentre era nella mia camera a sistemare il letto << sono sempre la persona sbagliata per i ragazzi >> e abbracciai mia madre tutta bagnata. << dai scendi vieni a fare colazione, è domenica ci sarà la nonna oggi con noi, non vogliamo vederti triste >> mi disse mia madre accarezzandomi i capelli. Scesi. Eravamo io, la tazza di latte e caffè calda e i miei pensieri. Sorseggiavo il cappuccino mentre la mia mente era altrove, era a pensare perché Tyler mi avesse cercata ieri sera quando Dylan mi portò via dalla festa, era a pensare il perché Colton stava baciando un’altra ragazza nel bagno se disse di amarmi. Salii di sopra in camera a vestirmi, le tende erano ancora chiuse così le aprii per far entrare quella fioca luce bianca del cielo nuvoloso. Aprii l’armadio e allo specchio che era appeso all’anta, vidi il bosco, subito alla mente mi tornò l’immagine di quella mattina quando andai a casa di Tyler e lui mi portò a letto. Mi vestii, misi una gonna nera con le calze e una maglia marroncina. A tavoli con i nonni ero assolutamente assente, pensavo e ripensavo di andare da Tyler, non volevo vedere Colton dopo che la sera prima lo vidi baciarsi con un’altra. Mi alzai dalla tavola di scatto, andai a prendere la borsa, infilai gli stivaletti e un sciarpa e uscii di casa con la macchina. Faceva un vento che alzava le foglie da terra e le faceva girare in cerchio per la strada, mancava poco che non faceva una tempesta di pioggia. << Paris dove vai? >> gridò mia madre affacciata dalla porta di casa e abbassando il finestrino gli dissi << torno fra poco >>. Arrivai a casa di Tyler e quando vide le luci della macchina aprì la porta e mi aspettò lì. Scesi dalla macchina e corsi da lui ad abbracciarlo << ehi ehi.. và tutto bene >> mi disse quando mi gettai su di lui ad abbracciarlo. << mi sei mancato >> gli dissi. Mi accarezzava i capelli e mi stringeva a lui, il fatto che stesse incominciando a piovere non mi preoccupava, ero lì e tutto il resto non contava. << perché Dylan ti ha portata via di corsa ieri? >> mi disse chiudendosi la porta alle spalle con un il piede mentre con le mani mi sfilò via la sciarpa. << siediti >> disse spostando lo sgabello della cucina e quando mi sedetti lui si mise dall’altra parte in piedi a braccia conserte. Appoggiai la mia testa su un braccio e guardando il ripiano della cucina dissi << ieri vidi Colton che stava limonando con un’altra ragazza nel bagno all’ex centro commerciale >> spostai i capelli dietro la testa. << stava limonando con un’altra? allora perhcè ti ha fatto un romanzo per un bacio? Spero per lui di non incontrarlo per strada >> disse Tyler alterandosi << no Tyler per favore… promettimi di non fargli nulla e di non dirgli niente >> << ti fai mettere sotto da quello, insomma Paris..tu sei.. sei fantastica, sei bella, attraente e intelligente. Meriti di meglio >> mi disse mentre riscaldava l’acqua per una tisana, non gli risposi. << preferisci il finocchio o frutti di bosco? >> << il secondo grazie >> gli risposi. Ci mettemmo a bere la nostra tisana nella veranda, avvolti ad una coperta a guardare la pioggia che bagnava gli alberi e rilasciava un profumo di pulito e fresco. << come mai vivi qui e non in paese? >> domandai a Tyler << questa era la casa dei miei genitori, mio padre morì quando ero piccolino e mia madre invece è andata via qualche anno fa e viveva in questa casa con mio padre perché odiava la città e mentre mia madre andava ogni giorno in città, mio padre rimaneva qui a finire la casa e allora quando sono andati via mi hanno lasciato questa casa. Non voglio andarmene, i miei hanno fatto tanto per finirla. >> mi rispose << perché ci sono della parti non finite >> << si >> mi rispose, e mi disse di aspettarlo lì, ed entrò in casa. Uscì dopo qualche minuto con un telone e disse << dai vieni ti faccio vedere una cosa >> ci mettemmo a correre sotto la pioggia verso il bosco. Poco distante dalla casa c’era una piccola casetta incompleta, tutta in legno con una piccola finestrella << è deliziosa >> dissi quando vidi quella costruzione << visto? La costruii con le mie mani, quando volevo stare solo venivo qui >> mi disse Tyler e dopo che ci fermammo ad osservarla da fuori disse << entriamo? >> dissi << si >> ed entrammo. Era ancora una costruzione grezza ma accogliente, c’erano alcuni complementi di arredo mancava solo la carta da parati e una porta che non fosse una pedana di legno. << uno specchio, finalmente >> gli dissi sorridendo. Mi sedetti a terra già che lo specchio non era fissato alla parete, e mi sistemai, Tyler si avvicinò alla finestra e disse << cavolo sta diluviando >> << anche prima stava piovendo Tyler >> gli risposi sistemandomi i capelli << no è peggio ora >> si allontanò dalla finestra e si sedette sul materasso che era steso per terra dietro lo specchio, lo guardai dallo specchio dicendogli << cosa guardi? Ho i capelli inzuppati d’acqua >> non parlò, con le labbra accennava solo un sorriso. Mi girai e lo guardai, << cosa c’è? Mi fai ridere >>, con l’indice mi fece segno, voleva che andavo lì da lui, così mi alzai e lo raggiunsi, mi portò i capelli in dietro e disse << non hai bisogno di Colton, posso darti io quello che vuoi da lui >> al suo nome spalancai gli occhi mi irrigidii. << cosa stiamo facendo Tyler? >> gli chiesi mentre ero seduta su di lui. Sentivo il suo membro vicino alle mie parti intime << ci lasciamo abbandonare ai nostri desideri >> mi rispose, mi baciò, i suoi baci erano travolgenti e pieni di sentimenti che era facile lasciarsi andare. << no aspetta Tyler, finiamola. Non me la sento >> gli dissi allontanandomi << ok >> disse. aspettammo che la pioggia ci lasciasse uscire per rientrare in casa.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22. My party, my B-day ***


Capitolo 21: My party, my B-day “sono impegnato lasciate un messaggio e vi richiamo” era la segreteria di Colton quando lo chiamai << so che questo è il mio trilionesimo messaggio ma per favore rispondimi Colton, io…. Io non ce la faccio più, ho bisogno di parlarti, di stringerti. Ti prego rispondimi >> gli dissi dopo quel fastidiosissimo messaggio acustico. Le notti erano lunghe e insonnie senza la sua voce che vagava nei miei pensieri. Mi svegliai il giorno dopo quella chiamata e trovai un messaggio in segreteria, ansiosa presi il cellulare e ascoltai il messaggio << Tanti auguri amore mio! Ci vediamo a scuola, fatti bella.. a dopo un bacio! Bonnie >> già, era il mio compleanno.<< corri giù Paris, guarda quante rose >> gridò mia madre. Dopo la doccia, e dopo aver scartato il regalo di mia madre e mio padre andai a scuola con la macchina << Aspetta Paris >> mi disse mio padre in garage << papà dimmi >> << senti amore, se non ti piace il tuo regalo puoi sceglierlo tu >> ma gli dissi che non mi sentivo molto bene ecco la causa della mia rigidità. Quando entrai in classe vidi che i miei compagni prepararono una ciambella con su scritto “ auguri Paris”, certo questo non era il tipo di compleanno che tutti si aspettano dal momento in cui avevo immaginato di passarlo con Colton ma dopo tutto questo lui non mi parlava più e neanche io volevo farlo dopo che lo scoprii nel bagno con un’altra mentre si baciavano mezzi nudi , ma infondo c’erano i miei amici pronti a fare festa e a tirarmi su il morale così decisi di invitarli tutti a casa mia la sera per festeggiare. << lo dovresti dire a Colton della tua festa >> mi disse Dylan cercando di starmi a passo lungo il corridoio mentre beveva un succo di frutta che emanava puzza di avariato. << com’è quel succo? >> gli dissi cambiando discorso << l’ha fatto mio padre, è un po’ acido ma va bene, almeno così penso >>. Aprii il mio armadietto e trovai tante letterine di auguri << Paris sono serio, dovresti invitare Colton alla tua festa, è pur sempre il tuo ragazzo >> riprese Dylan mentre le sfogliavo per leggere gli emittenti << a quanto pare non più, non ci salutiamo neanche… ah e comunque stasera sei invitato! >> Dylan fece una mossa di vittoria con il braccio destro e ripresi << vabbè ci vediamo stasera ciao un bacio >> gli dissi di fretta a Dylan e andai via. Stranamente quel giorno era abbastanza soleggiato, così prima di partire verso casa, accesi l’aria condizionata ed aspettai che la macchina si rinfrescasse. << ok vai a cambiarti Haynes o farai tardi >> sentii gridare il coach della squadra di basket e alla minima pronuncia di quel cognome mi girai di scatto e vidi che Colton era lì. Beveva alla fontana e con una mano si manteneva gli occhiali da sole alla testa per non farli cadere. Quando lo vidi sentii una sensazione strana allo stomaco, eppure ero li a fissarlo. << posso farti gli auguri? >> mi disse lorenzo spaventandomi << che ci fai qui? Non sei tornato con il pullman? >> gli dissi abbracciandolo… dopo unna chiacchierata tornai a casa e trovai un cuscino a forma di cuore sulla mia scrivania. Era grande tanto da non lasciare un piccolo spazio sulla scrivania, ma non sapevo chi me lo avesse regalato. Feci un sacco di film mentali e dopo un paio di ore passate a spettegolare con l’estetista tornai a casa dove mi aspettavano Alis e Bonnie per la festa. << amore dai esci il vestito, devi ancora truccarti… veloce manca mezz’ora! >> ripetevano Alis e Bonnie girovagando per la stanza. A quanto pare quella mezz’ora passò subito perché non feci in tempo a truccarmi, che il primo invitato era già alla porta. << oh finalmente, è da mezz’ora che aspetto, dov’è Paris? >> disse Dylan a Bonnie che scese per aprire la porta << ma se hai appena suonato! >> << lo so ma ero seduto nel vialetto da mezz’ora per essere il primo >> rispose Dylan a Bonnie. Gli invitati erano di sotto ad aspettarmi e non feci tardi a prepararmi e scendere da loro. Scesi. Una serie di brindisi con baci di augurio aprirono la serata che si annunciava super animata. Dopo 2 ore dall’inizio della festa salii sopra in camera per controllare il cellulare, ma niente nessun messaggio di Colton. Mi demoralizzai, mi ero illusa di poterlo avere al mio fianco ma niente, sparì. Scostai la sedia della postazione trucco e mi guardai allo specchio “ma chi voglio prendere in giro?” mi dissi, scesi le scale per tornare alla festa quando vidi dietro la porta c’era un’ombra, pensai fosse la polizia ma quando la aprii, vidi Colton << posso entrare? >> mi disse serio con una orsacchiotto da fidanzatini che stringeva un cuoricino con su scritto “tanti auguri”. Rimasi immobile, una parte di me diceva di non farlo entrare ma poi gli dissi << di certo perderai la festa se rimani nella veranda >>. Uscì in giardino, tutti lo guardarono perché tutti sapevano quello che aveva fatto nel bagno la notte del rave nel vecchio centro commerciale. << un bicchiere di succo Colton? >> gli chiese Alis cercando di farlo sentire a proprio agio << si grazie >> gli rispose Colton e poi tutti ripresero a ballare. Mentre tutti mi fermavano per parlare o per fare un brindisi spiavo Colton con la coda dell’occhio, era lì come una statua con un bicchiere di succo di frutta a guardarmi o a vedere le cretinata che facevano gli invitati. Ero curiosa della sua reazione allora gli passai d’avanti ma lui non fece niente se non guardarmi. Entrai in cucina per prendere altre due bottiglie di vodka e mi sentii una presenza dietro, era lui, << possiamo parlare? >> mi chiese. Lasciai le due bottiglie, tirai un sospiro e gli dissi di si. Mi prese per braccio e mi portò in camera << cosa ci succede Paris? Sto rischiando di impazzire! >> mi disse chiudendo la porta a chiave << perchè hai chiuso la porta? >> gli chiesi preoccupata ma non mi parlò. << non mi sembra che tu sti uscendo pazzo, almeno, sai qual è la cura per non arrivare al manicomio, o sbaglio? >> gli dissi a tono di sfida << tipo? >> << tipo la ragazza in bagno la notte del rave. Credo non ti stia facendo mancare nulla >> ripresi. << cosa centra quella? >> mi fece capire che lei era solo un passatempo << dici la stessa cosa di me? Mi fai schifo, fai sesso con una ragazza pur essendo in queste condizioni? Mi sei scaduto Colton, mi farebbe schifo avvicinarmi a te anche solo per un bacio già che a te piace usare le ragazze, manipolarle… ti sbagli! Anche a me non manca niente sai? >> gli dissi e proprio quando stava per aprir bocca, fu interrotto da uno spintone che aprì la porta, era Tyler. << cosa ci fa lui qui? >> disse Colton.. io guardai stupita Tyler mentre lui che ci interruppe disse << che cosa vuoi da lei ancora? >>. << Colton sembrava parecchio nervoso e di scatto si alzò dal letto, una serie di sguardi minacciosi riempivano l’aria di sfida, Tyler guardò la scrivania dove c’era l’enorme cuscino a forma di cuore e quando Colton seguì la direzione dei suoi occhi disse << l’hai regalato tu? >> con un si che si deciso Tyler fece uscire Colton dalla camera. vidi che andò verso la sua jeep e decisi di seguirlo << cosa c’è? Potevi dirmelo che non sei rimasta sola in mia assenza >> mi disse Colton entrando in macchina << cosa intendi Colton? Tyler e gli altri sono stati gli unici ad esserci quando tu eri a cercare altre ragazze dopo il nostro litigio, erano loro che mi aiutavano a mettere un passo giù dal letto ogni giorno. Cosa avrei dovuto fare? Uccidermi? Non mi calcolavi più ed io morivo dentro >> mi interruppe scendendo dalla macchina e urlando << merda Paris te lo sei limonato cosa avrei dovuto fare? Sei la ragazza più bella e più problematica che abbia conosciuto, ho cercato e sto cercando di ritentare a starti dietro ma è difficile! >> << no Colton non lo è. Io ero ubriaca quel giorno ed era uno stupido bacio, tu ci stavi dando dentro, da ubriaco o no, con o senza scrupoli tu mi hai ferita… >> presi un fiatone e prima di tornare alla mia festa dissi << ah comunque credo Tyler conosca più posizioni di te >>. Mi veniva da piangere da uccidermi e qunat’altro ma non so perché quella frase di menefreghismo e sfida mi uscì dalla bocca. << ci hai fatto sesso? >> mi disse Colton ma non gli risposi e proseguii avanti per tornare alla festa. Tutti andarono via, io invece ero lì a piangere mentre raccoglievo tutti i residui della festa. << serve una mano? >> sentii da dietro, era Tyler << no va pure, finisco io >> e proprio quando finii di dire quella frase mi scivolò la bottiglia di spumante dalla mano. Mi sedetti per terra, ero distrutta ed in lacrime. << PARIS!! >> gridò Tyler correndomi incontro. Si sedette affianco a me e mi disse << ehi… è tutto ok >> tra le sue braccia. Ancora una volta a starmi vicina, anche tra la forte puzza di spumante che feci cadere, era Tyler!

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Capitolo 24
*** Capitolo 23. " Devo cambiare " ***


<< ma che ora è ? >> fu la mia prima frase quando mi risvegliai sulle gambe di Tyler sistemandomi i capelli. << saranno le 8:00 >> mi rispose stiracchiandosi. Tyler era seduto per terra e aveva dormito con la spalla appoggiata al ripiano della cucina mentre io ero sdraiata per terra con la testa appoggiata sulle sue gambe. << preparo la colazione tu corri a fare una doccia o farai tardi a scuola >> mi disse Tyler guardandomi e spostandomi i capelli dalla faccia. Andai di sopra e per caso mi affacciai dalla finestra della mia camera giù in giardino. Era tutto un caos, c’erano costumi, bicchieri e fiori in tutta la piscina, ai bordi invece c’erano bottiglie e resti di ogni genere. Entrai sotto la doccia e quando stavo per vestirmi sentii gridare Tyler da giù << scendi Paris, è pronta la colazione >>. Scesi con un asciugamano a modo di vestito e facemmo colazione: una mela e un caffè. Eravamo seduti a tavola e Tyler mi chiese cosa era successo con Colton la sera prima e gli dissi che avevamo parlato di quello che stava succedendo tra noi ed altro. << ora vado a vestirmi, tu rientri a casa o mi aspetti? >> chiesi a Tyler alzandomi dalla tavola evitando l’argomento << ti accompagno io, non ci sono pullman e sei in ritardo di 15 minuti.. fai veloce però >> mi rispose continuando la sua colazione. Mi vestii, scesi e poi salimmo in macchina sua, aveva una mini nera cromata e quando arrivammo a scuola lo salutai dicendogli << corro in classe ci sentiamo dopo, ah e grazie per essere rimasto stanotte >> e poi cominciai a camminare verso l’entrata di scuola. << signorina ma è orario di entrare? Deve aspettare la prossima ora. Vada nella sala relax! >> mi disse la portinaia della scuola. Scesi al piano inferiore nella sala relax degli studenti, era piena di divani computer e c’era anche la wii. Era una stanza dove tutti gli studenti passavano qualche minuto per riposare il proprio cervello, scambiare qualche chiacchiera e poi continuare le ore scolastiche. Aprii la porta di quella stanza e vidi che c’erano un sacco di persone una delle quali era Giuseppe, che alzò il braccio sorridendo per salutarmi, ma appena vidi tutta quella gente mi allontanai e decisi di andare in biblioteca per stare un po’ in pace. Prima che chiudessi la porta della sale relax vidi Colton, appena mi vide spalancò gli occhi e si alzò dal divano sul quale era sdraiato. Chiusi immediatamente la porta e camminai a passo veloce verso la biblioteca, salii le scale, e aprii la porta della biblioteca. Mi girai di fretta per andare a sedere a un banco e per sbaglio urati una ragazza, gli caddero i libri e dispiaciuta la aiutai << scusami tanto sono di fretta e non ti avevo vista >> gli dissi piegandomi aiutandola a raccogliere i suoi libri e con un sorriso lei mi rispose << non fa niente >>. Anche la biblioteca era non molto vuota e mentre ero piegata vidi passare Dylan, lo afferrai per la caviglia e lo feci piegare al mio fianco dicendogli << devi aiutarmi Colton mi sta seguendo, non so perché >> << pronto? Fin ora eri tu a seguirlo Paris, ora lo sta facendo lui, perché ti spaventi? >> mi disse cadendo sulle ginocchia, e a quel botto la bibliotecaria lanciò un << shh, silenzio lì giù >>. Le risatine che sentivamo per la caduta furono interrotte dal << io avrei lezione >> che disse la ragazza guardandoci negli occhi e come quando suonano all’improvviso il campanello mentre dormi, Dylan ebbe uno scatto e disse << sei dei nostri nella compagnia anti stupro del giorno >> e poi riprese << hai degli occhi davve… >> << sta zitto Dylan, non è il momento di cuccare >> gli dissi tirandogli un pizzico sulla coscia per catturare la sua attenzione. E così avevamo un piano, la ragazza lo distraeva facendo finta di essere una giornalista della scuola, mentre Dylan doveva bloccare la porta della biblioteca creando confusione. << eccolo >> disse Dylan alzandosi di scatto da terra << ok seguiamo il piano >> risposi correndo verso gli scaffali per nascondermi. << salve un’intervista per la scuo… >> << non mi interessa >> disse Colton alla ragazza guardando dritto, i suoi occhi cercavano me. “non ce l’ha fatta” mi scrisse Dylan per messaggio e quando Colton si sbarazzò anche di lui, mi vide e mi raggiunse. << è vero che sei andata a letto con Tyler? >> mi disse da serio dall’altra parte dello scaffale della biblioteca << dove vuoi arrivare? >> dissi sfogliando il primo libro che trovai << non rispondermi con un’altra domanda Paris, ho sentito questo e volevo sapere se è vero >> mi rispose spostando i libri che ostacolavano i miei occhi dai suoi. Alla sua domanda dalla mia bocca non uscì un minimo fiato, capì che era un si. << davvero? dopo tutte le prediche che mi hai fatto? Che relazione è la nostra Paris? >> mi sentivo in colpa, i rimorsi si facevano spazio dentro di me. << Paris.. non piangere >> mi disse << cosa vuoi che faccia Colton, ho provato a dare tutto ma non ce l’ho fatta ok? Come vuoi che mi sia sentita con me stessa, come? Ogni giorno cercavo di evitare un tuo “sei bellissima” un tuo bacio o carezza. Ogni maledetta notte i rimorsi si facevano sentire e non riuscivo neanche a dormire Colton. >> gli spiegai disperata. << per favore! >> esclamò la bibliotecaria, e poi ripresi << Ho sbagliato lo so ma stiamo sulla stessa barca, quindi se pensi sia colpa mia, se non ti piace il mio modo di esserci nei tuoi confronti, smettiamo di combattere. Finiamola con questi incontri che finiscono il lacrime, litigi e altre domande. >> non aggiunsi più niente, lui anche. Liberai le mani lasciando quel libro e andai via. Non fu detta parola, me ne andai tra gli sguardi curiosi degli altri ragazzi e le occhiate della bibliotecaria. Proprio quando appoggiai la mano sulla maniglia della porta per uscire dalla biblioteca, mi girai verso Colton, era fermo immobile tra un mare di perché e di rabbia che cedette quando uscii di lì buttando per terra i primi libri che vide su quello scaffale. << Paris perché stai piangendo? >> mi domando Dylan sulle scale mentre scendevo correndo, gli accennai un no con la testa e continuai a scendere. L’unico posto lontano da tutti era il bagno e così andai lì a continuare il mio sfogo. Trovai una ragazza che conoscevo e gli chiesi una sigaretta << va tutto bene? >> mi chiese accendendomela << magari.. va tutto malissimo. >> quando finii di fumare andai di fronte allo specchio e ripassai il trucco dicendo << devo cambiare! >> .........Per vedere le immagini di ogni capitolo, aggiungetemi su facebook; Paris Lovecolton :)

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Capitolo 25
*** Capitolo 24. Shame.Less ***





3:23 a casa di Paris

<< Paris Edwards? >>  << si, con chi parlo? >>  risposi alla chiamata alzandomi di scatto dal letto  << sono lo sceriffo Adam Mcenzi >> . Mio padre conosceva tutta la statale di polizia del paese, e la voce dello sceriffo alle tre e mezza di notte mi preoccupò. Il tempo era inquietante da per sé, c’erano lampi e tuoni e pioveva a dirotto. << Ciao Adam cosa è successo? >>  gli chiesi preoccupata, << c’è stato un incidente il ragazzo dice di chiamarsi Colton e mi ha chiesto di chiamare te. >>.  Una doccia fredda non credo avrebbe avuto la stessa forza di farmi saltare giù dal letto in quel modo appena sentii quella frase. Misi il vivavoce e mentre cercavo di infilare un jeans chiesi allo sceriffo dove si trovavano << raggiungici in ospedale, sta calma non è nulla di grave >>. Presi le chiavi della macchina, il portafoglio con i documenti e scesi giù in garage ma la mia macchina era senza benzina, non sarei arrivata al pronto soccorso. La prima persona che chiamai fu Tyler, gli spiegai la situazione e venne di corsa a prendermi. Mi feci trovare fuori casa nel vialetto con un ombrello che non mi riparava di sicuro dalla tempesta che dominava quella notte. Vidi le luci di un 4x4 lampeggiare, e neanche arrivò al vialetto che Tyler già aprì la portella per farmi salire. << scusami Tyler, non sapevo chi chiamare >> gli dissi piangendo << ehi ehi Paris, sta calma, se Mcenzi ha detto che non è grave, cosa piangi? Ora andiamo in ospedale e vedi come sta Colton! >>. La corsa verso l’ospedale fu brevissima e quando arrivammo lì Tyler mi disse << Scendi, io vado a trovare parcheggio >>. Scesi ed entrando di corsa chiesi all’infermiera che trovai alla reception di Colton. Mi condusse alla sua stanza, fuori c’erano i genitori che parlavano con lo sceriffo e due infermieri. << Paris! >> esclamò la mamma di Colton quando mi vide, andai da lei, era sconvolta e cercai di rasserenarla con un abbraccio. Entrai nella sala dove c’era Colton, era sdraiato sul lettino con il collare che gli bloccava il collo e una gamba sospesa e bendata. Andai da lui e lo abbracciai. Quando sentì la mia voce chiamarlo aprì gli occhi e cercò di girare la testa per guardarmi << sono qui, sono qui >> gli dicevo. << perché piangi, non sto mica morendo, è solo una botta >> mi disse guardandomi con la coda dell’occhio. << ma come hai fatto? >> gli chiesi accarezzandoli il volto, e tra qualche smorfia di dolore mi disse << avevo bevuto un po’. mi sono sentito un coglione quando ti ho risposto così male in biblioteca, sono stato stupido ad insistere e allora sono andato al pub >>. Eravamo soli in stanza. Io ero seduta su uno sgabellino affianco al letto e fuori continuava a diluviare. << non mi hai risposto male, è tutta colpa mia, perdonami. Sono stata una stupida a fare quello che ho fatto, credevo di fare del bene e invece ecco cosa ho provocato >>. I miei occhi erano gonfi e rossi per le lacrime e iniziavo a singhiozzare mentre piangevo e parlavo con Colton. << vedi cosa faccio, ti faccio piangere. Ma tu… >>. Fummo interrotti dalla voce dell’infermiera che irruente entrò nella stanza e disse << signorina Edwards deve uscire, dobbiamo portarlo a medicare la gamba >>. Spostarono Colton sul lettino e lo trasportarono  verso la sala operatoria. << Mi ami ancora Paris? >> mi chiese Colton con la voce un po’ stordita, << si amore mio, non ho mai smesso di farlo >> gli risposi correndo dietro la barella << dimmelo ancora >> riprese, << ti amo Colton, ti amo! >> la porta della sala  operatoria si chiuse ed io le rimasi di fronte piangendo. I genitori di Colton andarono a prendere delle provviste per poter passare la notte lì così io e Tyler rimanemmo soli seduti nel corridoio, lui che mi consolava fra le sue braccia ed io lì, a pretendermi tutte le colpe. << torniamo? >> mi chiese Tyler poco dopo, quando vide che stavo per addormentarmi,  e accennando un si andammo via. Tyler mi accompagnò a casa. << riuscirai a dormire? >> mi chiese Tyler quando mi riaccompagnò a casa << ci proverò >> gli risposi passando la mano sugli occhi. << sai di poter contare su di me vero? Ci sono per te Paris. >> disse Tyler guardandomi dritta negli occhi << hai visto quanti casini ho portato? Non dovevo venire quel giorno  da te. È stato tutto sbagliato, tutto… >> risposi a Tyler che mi guardava con gli occhi pieni di lacrime pronte a venir fuori << cosa vuoi dire Paris? >> mi chiese. Guardarlo in quello stato mi faceva male, eravamo affezionati l’uno all’altra, ma prendendo un respiro gli dissi << dobbiamo allontanarci, ma questa volta davvero >>. Come se qualcuno avesse staccato la spina ad una radio, tutto tacque, Tyler tolse gli occhi da me e iniziò a mordersi le labbra. Scesi dalla macchina e rimanendo fuori guardai Tyler dal finestrino e sbattendo gli occhi verso il basso, mi incamminai verso la porta. La mattina al posto della sveglia a tirarmi giù dal letto furono le chiamate di Bonnie, che era allarmata per l’incidente di Colton. Non avevo molta voglia di prepararmi per la scuola, così molto velocemente, misi un leggings e una maglia larga. A scuola ovviamente tutti parlavano dell’incidente di Colton. Mentre eravamo in classe, guardavo fuori dalla finestra estraniandomi dalla lezione ma poi il mio cellulare vibrò, vidi il numero dello sceriffo Mcenzi, chiesi al professore di uscire, e senza farmi finire la frase mi disse di si. << pronto? >> << Ciao Paris sono lo sceriffo Mcenzi, volevo dirti che Colton sta benone, deve solo portare per qualche giorno il collare, mentre per quanto riguarda la gamba, ha solo una piccola contusione. >> quelle parole mi portarono il sorriso, mi rassicurarono. Ringraziai lo sceriffo per la chiamata e poi di corsa tornai in classe e dissi a Bonnie quello che lo sceriffo mi aveva riferito, e vedendomi felice Bonnie mi abbracciò dicendomi << devi parlargli, non perdete l’opportunità di stare ancora insieme. Avete sbagliato entrambi e insieme dovete rimediare! Oggi ti accompagno io all’ospedale ok? >> e senza pensarci due volte dissi a Bonnie di si. A pranzo mangiai un panino al volo, feci una doccia e mi vestii. Subito arrivò Bonnie a casa. << cosa gli dirai? >> mi disse Bonnie mentre guardava fissa la strada, << non lo so. Non so neanche da dove iniziare >> gli risposi guardando fuori dal finestrino.  << c’è qualcos’altro? Mi richiese Bonnie più tardi lungo la strada, << del tipo?  >> << non so. Sembra che non sia solo Colton il problema >> la guardai e toccandomi i capelli dissi << mi dispiace per Tyler. Ieri parlammo ma gli ho chiesto se potevamo allontanarci. Io non voglio allontanarlo da me, sto così bene quando gli sto accanto, ma è proprio per questo che tutto sta andando a rotoli! >>. Arrivammo in ospedale, stranamente trovammo anche Dylan e quando gli chiesi cosa ci facesse lì, mi rispose che sua madre lavorava lì e che era andato da lei per portarle il pranzo. Bonnie rimase a parlare con Dylan mentre io raggiunsi Colton. << toc toc.. posso? >> dissi entrando nella stanza dove c’era Colton << ehi >> mi disse lui sorridendo. Gli chiesi come aveva passato la notte e poi gli appoggiai un caffè sul comodino. << mi accompagneresti fuori a fumare? >> mi chiese. Dissi di si, lo aiutai ad alzarsi e uscimmo fuori. Per il corridoio zoppicava e sorridendo cominciammo a fare battutine sul modo in cui camminava. Nel giardinetto alle spalle dell’ospedale dove avevamo deciso di sedere non c’era nessuno, Colton uscì il suo pacchetto di sigarette offrendomene una e parlando gli chiesi << mi dispiace Colton per quello che è successo. >> mi guardò fece un tiro e mi disse << non devi dispiacerti… so che abbiamo sbagliato tutti e due, ecco perché ho fatto una cazzata del genere. So anche che ti sei sentita male quando mi vedesti con un’altra a quella dannata festa e me ne prendo le colpe. >> << si devi prendertele, ma è stata colpa mia. Andai da Tyler e come se fossi single ci siamo spinti oltre l’amicizia… non so perché, ero lì e pensavo solo a te. È stato stranissimo! A me ora importa solo sistemare tutto con te, se tu non lo vorrai non ti costringerò a stare con me, ma voglio dirti scusa, farti capire quanto mi dispiace. >> gli dissi guardandolo << chi ti dice che non voglio stare con te? >>. Iniziò a piovere Dylan e Bonnie erano in sala d’attesa che mi aspettavano, e Colton sembrava stanco dopo la nottataccia, così decidemmo di andare via e tornare a casa. Presi la borsa che aveva Colton vicino ai piedi sul letto e mettendola sulle mie spalle gli dissi << vado… >> sorridendo. Mi allontanai dal suo lettino ma mentre stavo per uscire Colton mi disse << non me lo dai un bacio? >>. Ero di spalle a lui e senza che mi vide portai gli occhi verso l’alto gioendo << certo >> gli dissi girandomi. Andai da lui lo baciai e andammo via.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25. Night OUT ***




Stranamente c’era un sole caldo quella mattina. Bonnie dormì a casa mia, e mentre giravamo a destra e sinistra per tutta la stanza, decidemmo di andare a fare colazione da Lorenzo. << fatti più là >> mi disse Bonnie sedendosi per terra di fronte allo specchio dove ci truccavamo di solito, e una volta che prese la sua trousse mi disse << sono contenta che tutta è andato per il meglio fra te e Colton >> << già anche io >> gli risposi passando il gloss. Difficilmente uscivamo senza trucco. Ci alzammo prendemmo la mia macchina e andammo al bar. << Ah ah. Guarda un po’ che miraggio >> disse Lorenzo ridendo quando entrammo nel suo bar. Ogni persona che entrava nel suo bar doveva sentirsi lieta di entrare, soprattutto gli amici. << dammi un bacio e poi facci 2 espressini e 2 cornetti alla marmellata >> gli dissi avvicinandomi al bancone. Io e Bonnie ci sedemmo ai tavolini fuori per stare un po’ al sole. La nostra colazione arrivò ancor prima che ci togliessimo le giacche e Lorenzo venne a sedersi affianco a noi accendendosi una sigaretta. << ti vedo bene Paris. Passato tutto? >> mi chiese Lorenzo fissandomi, tolsi il cornetto dalla bocca e dissi << ora và tutto bene >>.  Lorenzo era mio amico da sempre, ci fidavamo l’un dell’altro e parlavamo di tutto. Uno smile fece illuminare il display del mio cellulare che era lì sul tavolo mentre parlavamo di fronte alla nostra colazione e al fumo della sigaretta di Lorenzo, era Colton mi inviò un bacio. Gli risposi dicendogli che sarei passata a salutarlo, infatti fu proprio Bonnie a chiedermi di portare un cornetto a Colton.  Finimmo la nostra colazione, passai il gloss e salutammo Lorenzo per poi dirigerci all’ospedale. Presi un cornetto alla crema per Colton e salii nella sua stanza in ospedale. C’era molta calma di mattina.  Aprii la porta, era lì sul letto a leggere una rivista sportiva, e quando sentii la porta aprirsi subito cercò di girare la testa. << Buongiorno amore >> gli dissi lasciandoli il cornetto sul comodino affianco al letto. << ciao piccola >> . lo baciai e poi gli diedi il cornetto. Si sedette su letto e tirando il primo morso mi chiese << sei venuta sola? >> << no, Bonnie è andata un attimo al tabacchino qui giù >>. Finì di ingoiare e poi mi chiese << Cosa pensano di me i tuoi amici? >>. Sollevai le sopracciglia e gli chiesi << perché me lo chiedi? >> << no così! >> disse. << non mi importa di quello che pensano loro >> Bonnie ci raggiunse e fra qualche risata si fece ora di pranzo. Andammo via. Tornai a casa per pranzare ma non trovai nessuno se non un bigliettino sul frigorifero che diceva “Paris siamo dalla nonna, raggiungici”. Mandai un messaggio a mia madre avvisandola che stavo raggiungendoli. << Ciao nonnina bella >> abbracciai mia nonna e la baciai quando venne ad aprirmi la porta. Mi salutò entusiasta di vedermi. In cucina c’erano mia madre con le zie e poi salii di sopra e trovai mia cugina, Sara. Capelli rasta castani con la lunghezza tinta in turchese, magrolina e poco alta con occhi grandi e azzurri. Quando mi vide mi corse in contro per abbracciarmi. << come stai? >> mi chiese e sorridendole le dissi << tutto bene >>. Ci sdraiammo sul letto e ovviamente anche lei aveva sentito parlare di me e Colton. Le dissi dei nostri alti e bassi. Eravamo cresciute insieme e parlavamo sempre delle nostre cose anche intime. << ragazze è pronto! >> fummo interrotte dalla nonna. Finimmo di mangiare e con mia cugina Sara tornammo di sopra a bere un caffè. Qualche chiacchiera di troppo ci fece annoiare allora decisi di chiamare Bonnie << amore salvaci dalla noia. Che si fa stasera? >> le dissi in vivavoce mentre Sara era indaffarata a leggere un libro, << amore c’è la serata al Golden Side… e poi il nulla >>. Confermai per il Golden Side e invitai anche mia cugina, sarebbero venute a casa mia a prepararsi. << io non metto i tacchi >> << neanche io Sara, solo Paris penso >>. E infatti ero l’unica. Arrivammo lì, era pieno. Pienissimo. La serata scorreva fra cocktail e saluti. << Paris! >> sentii urlare da dietro, era Dylan. Sempre sorridente e pronto a far baldoria. Mi avvicinai a lui ridendo e quando lo salutai Dylan mi disse << ti sei sbronzata senza di me? >> << no ma che dici? Al massimo sarò brilla. Ma andiamo a prenderlo un altro drink >> dissi afferrandogli la mano. << Ieri Colton chiamò a Tyler te lo ha detto? >> mi chiese Dylan sorseggiando il suo cocktail ormai finito, << figurati. Fa di tutto per allontanarmi da lui >> << lo so. Gli hai raccontato tutto? >> << per filo e per segno >> dissi. Il bar non era più un posto tranquillo dove poter parlare, allora tornammo in pista. << non strusciarti Paris >> mi implorò Dylan << su via non puoi eccitarti per questo >> >> volevo vedere te. Sono anche ubriaco >> disse. Eravamo lì che ballavamo, avevo perso mia cugina e Bonnie ma trovai qualcun’altro, Tyler. Dylan vide la mia faccia quando vidi Tyler. << oh no >> aggiunse. << devo trovare Bonnie e mia cugina >>. Afferrai il braccio di Dylan e lo portai via con me. << eccovi, Bonnie è ubriaca e sta parlando con un suo amico della biblioteca >> disse mia cugina ridendo. << siete tutte sbronze.. e belle anche >>. Il mio sguardo fece azzittire Dylan. Prendemmo Bonnie e la portammo via. La porta d’entrata era bloccata da tutta la folla delle persone ma riuscimmo ad uscire, faticando. << Scappi? >> sentii esclamare da dietro. Mi girai, sembravo scioccata, era la voce di Tyler. << è tardi >>. Scuse. << la festa è iniziata all’incirca 1 ora fa. E lo so che ti piace chiuderle le serate. >> disse Tyler avvicinandosi. Dylan mi chiamava da dietro mentre cercava di tenere Bonnie in piedi. << i tuoi amici ti staranno chiamando >> cercai di rovesciare la frittata dalla mia parte, e poi aggiunsi << sono ubriaca, meglio che torni insieme agli altri >> << se vuoi ti accompagno io >> mi disse, ma dissi un no con la testa e tornai dagli altri. << sembri più magra da sobria >> disse Dylan a Bonnie, concludendo la serata.

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26. Sweet dreams or a beautiful nightmare? ***


 

 

Gli tolsi la camicia bianca, lui senza pensarci due volte mi prese in braccio, misi le mie gambe dietro la sua spalla sudata. Quella calda notte univa i nostri corpi in uno scambio di passione e calore così perfettamente. Delicatamente mi appoggiò su letto, mi sfilò via il mio perizoma preferito e lo fece cadere sul tappeto in camera. Le luci erano spente, solo la luna illuminava la stanza e lasciava intravedere i nostri volti, i nostri corpi reciprocamente. Si gli tolsi il pantalone e lo feci cadere lungo le sue gambe muscolose e pian piano iniziò a sdraiarsi su di me. Presi la sua faccia nelle mie mani e lo baciai, ma mi fermò quando con la bocca scese ancora più giù del mio bacino. Ero intrappolata su quel letto. Non potevo fare niente per bloccare lui, il piacere. La voglia. Questa volta fu lui che baciò le mie labbra quasi secche dopo i gemiti. Mi sedetti sul letto mentre lui era inginocchio. Le coperte poggiavano per terra. La seduzione era il mio gioco preferito. Gli leccai il collo e automaticamente scesi in basso. Troppo. Il suo gemere a bassa voce era ipnosi. Mi faceva impazzire. Mi prese di nuovo in braccio, posò di nuovo la mia schiena sul letto scombinato. Mi strinse i fianchi con le sue braccia. Sentii qualcosa spingere. Chiusi gli occhi. Era magia,sembrava quasi amore.

 

<< aaaaahh >> mi svegliai di scatto sudata. mi guardai attorno, luci spente, luna accesa, e caldo pazzesco… mancava soltanto la persona del mio sogno. dicono che se tocchi i capelli quando ti svegli dopo un sogno, dimentichi i particolari di quel sogno. io l’avevo fatto, ma non avevo dimenticato la persona del sogno, ne lui ne i particolari che mi fecero svegliare di colpo… già quella persona era Tyler. Corpo muscoloso, peli scuri e sempre intrigante. Scesi a prendere un bicchiere d’acqua ghiacciata per riprendermi un po’, e una volta che lo feci, mi sedetti su uno degli sgabelli della penisola in cucina. Mi affaccia in veranda, c’era un venticello piacevole e la luna era davvero enorme. Grandissima. Mandai un messaggio a Colton, anche se erano le 3:00 di notte. Non mi rispose, stava riposando sicuramente, così tornai sopra in camera, aprii la porta del balcone per far entrare un po’ di aria e poi tornai a letto. La sveglia suonò, dovevo andare a scuola, ma la notte avevo dormito poco, così mi concessi una giornata libera. Avvisai Bonnie con un messaggio e poi ripresi a dormire. Mi risvegliai intorno alle 10:00 ben riposata. Scesi in cucina, ma tutti erano a lavoro. Accesi il computer e trovai un messaggio in posta elettronica. “ti ricordi questa foto?” era la foto mia e di Tyler quando ci incontrammo alla festa, infatti era suo il messaggio. Mi fermai per qualche secondo a fissare lo schermo del computer, quei secondi sembrarono ore. Scrollai la faccia e chiusi il pc di scatto. Avrei preferito preparare la colazione.  infatti presi un succo di frutta, e riscaldai un toast e sopra ci spalmai un po’ di miele. Quando finii di fare la doccia e di vestire, decisi di uscire a piedi. Avrei fatto un giro per le vetrine dei negozi. “cosa è successo stanotte?” era il messaggio di Colton. “buongiorno” gli risposi. Comprai il nuovo maglioncino H&M sponsorizzato da Lana del Rey, lo comprai rosa, sotto ci avrei messo un leggings e converse bianche. Finii lo shopping. Non avevo che fare. Presi un taxi e andai in ospedale da Colton, oggi lo avrebbero dimesso. << buongiorno cucciolo >> gli dissi quando entrai in quella stanza di ospedale, ormai la conoscevo a memoria. << buongiorno piccola >> fra poco mi lasciano uscire… colazione? >> gli annuii sorridendo. Era da molto che non facevamo colazione insieme! Aspettammo un’ora ancora, finalmente arrivò l’infermiere. Lo portò con se e disse che gli avrebbero parlato, così aspettai sulle sedie in sala d’attesa. Per fortuna c’era il mio android che cercava di soffocare l’ansia per l’attesa. << ehi. Sono ancora affascinante? >> uscì Colton con le stampelle e aveva ancora un braccio fasciato.La gamba passò.  Scoppiai a ridere, non dissi niente, lo raggiunsi alzandomi e lo bacia. << mi sei mancato Colton Haynes >> gli dissi in ascensore. << hai la macchina? >> mi domandò Colton quando uscimmo dall’ospedale, << no. Chiameremo un taxi e ci facciamo lasciare a casa. anche perché devo lasciare queste buste. >> << hai fatto shopping eh? >> mi chiese. Annuii. Alzai la mano << taxi! >>. Salimmo sul taxi che ci portò a casa. << sei sola la mattina >> mi disse Colton con occhi ambigui quando entrammo in casa. l’odore del toast era ancora percepibile in cucina. << si >> gli risposi. Salii per lasciare le buste in camera e prendere le chiavi della macchina. << mi è mancata la tua stanza >>. Mi girai di scatto, Colton si era seduto sul mio letto mentre ero nella cabina armadio. << cazzo Colton. Che spavento >> risposi. Mi avvicinai a lui. era da tanto con passavamo del tempo solo io e lui. così mi sedetti affianco a lui e gli lascia un bacio delicato sulle sue labbra. Sapevano di quel succo acido di ospedale. Misi la mia mano dietro il suo collo e mi sedetti sulle sue gambe. << cosa fai? >> mi chiese sorridendo mentre gli toglievo la sua felpa color borgogna. Sorrisi anche io. Sapevamo benissimo come sarebbe andata a finire, e quando tutto finì, ci rivestimmo e tornammo in centro con la mia macchina per fare colazione insieme. << mi hanno momentaneamente preso la patente, sai? >> mi disse quando ordinammo un caffè io mentre lui un cappuccino con un cornetto. << era scontato. Eri ubriaco al volante. Quando sei sobrio già non c’è da fidarsi >> ironizzai. << stasera vuoi venire con me al pub? Ci saranno tutti i miei amici e voglio andare a salutarli, così un piccolo saluto e se ti va poi potremmo uscire solo io e te. Recuperiamo un po’ di tempo perso >>. Lui non poteva di certo guidare con un braccio fasciato e senza patente, così gli dissi di si, lo avrei accompagnato. E poi, volevo passare un po’ di tempo da sola con lui. << è ora di pranzo. I miei non sanno neanche che oggi uscivo >> disse Colton. << come? >> << già >> mi rispose. Non persi tempo e lo accompagnai subito alla casa. salutai la mamma e poi tornai a casa.  “è uscito Colton?” mi chiese Bonnie massaggiando, era di sicuro sul pullman per il ritorno, “si.. sono emozionatissima!” gli risposi. Ma cosa avrei messo per la serata con i suoi amici al pub? Certo avevo un armadio enorme, ma per ogni occasione volevo indossare qualcosa di diverso.

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27. L'incontro ***


<< cosa metto? >> ero in vivavoce con Bonnie, avevo bisogno di consulenza.

<< non lo so.. vestito? >> consigliò << vestito. Certo! >> risposi entusiasta. Mandai un messaggio  a Colton e gli dissi che ero pronta. << come sei bella a mamma >> disse mia madre prendendo la mia mano per farmi girare su me stessa. Gli diedi un bacio, salutai mio padre e presi la macchina. Per fortuna non faceva freddo. Arrivai a casa di Colton e con un colpo di clacson lo feci scendere. La mamma salutò dal vetro, era legatissima al figlio, forse perché Colton era figlio unico. << ehilà >> Mi salutò Colton entrando in macchina << hai messo la camicia! Che classe >> gli dissi. Sorrisi. Avvicinò la sua faccia alla mia molto dolcemente e mi diede un bacio per salutarmi. << allora? Dov’è questa festa? >> chiesi. Mi indicò lui la strada, era un piccolo locale vicino alla piazza, niente male tutto sommato. Parcheggiai e scendemmo. Mi prese per mano e da bravo ragazzo fece strada verso il locale. << entriamo? >> mi chiese fuori la porta << mancava poco che tua madre ci vedesse fare sesso e mi chiedi se sono pronta per vedere i tuoi amici? >> gli risposi sorridendo. Quando entrammo i suoi amici alzarono i bicchieri per festeggiare. Tra loro c’era anche Dylan, anche lui faceva parte della squadra di basket, così andai ad abbracciarlo. << stai bene >> affermò guardandomi << il solito >> gli risposi. La festa non durò molto c’è chi doveva tornare a scuola la mattina seguente. << facciamo un giro?  >> propose Colton quando tornammo in macchina. Annuii. << grazie per esserci sempre >> poi continuò. Un colpo secco aveva colpito il mio stomaco, che bello sentire queste parole da lui dopo tutto quello che era successo, che avevo combinato. Chi si sarebbe mai aspettata da lui questo comportamento? << Dylan mi ha baciata >> gli dissi scherzando << ok >> << sulla bocca intendo >>. Si girò di colpo e strinse le sopracciglia. << come? >> << dai ti prendo in giro… volevo vedere la tua reazione >>. Gli accarezzai i capelli.  “devi venire da me il prima possibile” era un messaggio di Dylan. Cambiai espressione all’improvviso. << cosa c’è? >> mi chiese Colton << niente.. un messaggio un po’ strano >> risposi.  Si era fatta ormai notte così accompagnai Colton a casa sua e chiamai Dylan << cosa è successo? >> gli dissi appena aprì la chiamata << Ah buonasera anche a te >> rispose sarcastico, << devi assolutamente parlare con Tyler. Non so cosa abbia  intenzione di fare, ma lo vedo cambiato, strano. >>. Parlare con Tyler, come se fosse facile parlare con una persona che ti attrae sessualmente e che per avevo già litigato con Colton per questo morivo  << non voglio >>  << dai Paris, non fare così. Non so cosa voglia fare ma è meglio se gli parli! >> rispose Dylan. Chiusi la chiamata e tornai a casa tra i mie mille pensieri. Un altro giorno iniziò,  oggi scuola! Il sole era caldissimo così misi un vestito a fantasie e le ballerine. Presi il pullman quella mattina, volevo parlare con Bonnie della chiamata tra me e Dylan.  << Paris dovevi allontanarti da lui, ora cosa vuole? >> mi chiese Bonnie << non so, ma qualunque cosa sia tra me e lui non ci sono state cose buone, abbiamo solo flirtato, pomiciato e fatto sesso a parte qualche notte insieme e delle passeggiate >> dissi ansiosa. Quelle cinque ore furono di inferno, non vidi Colton entrare a scuola e per di più l’ansia aumentava ogni ora di più. Colton mi scrisse che era a scuola, ero più sicura, se sarebbe successa qualcosa potevo essere presente. << forza fuori fuori, dobbiamo pulire l’aula >> dissero le bidelle alla fine delle 5 ore. Uscii, trovai la ford gt di Tyler. Nera, il contrario di come era la mia faccia in quel momento. Corsi fino alla sua macchina, lui era appoggiato fuori. << cosa ci fai qui Tyler >> gli chiesi << non potrei starci? >> << si. Voglio sapere se sei venuta per me >> <> rispose guardando altrove. << Tyler… cosa è successo? >> non mi rispose. Era strano, avvertivo come un senso di bastardaggine e avarizia in lui, strano, già che era stata una di quelle poche persone a starmi sempre accanto. Sempre. << sarebbe educato da parte tua guardarmi in faccia mentre parlo >> dissi, non rispose di nuovo, guardava al di là delle mie spalle. Girai la testa per curiosità, c’era Colton. Per sbrigare la faccenda in modo che Colton non mi avrebbe vista con Tyler strinsi la mia borsa e andandomene dissi << fottiti Tyler, questo atteggiamento non ti si addice >>. Mi incamminai verso Colton, o almeno volevo farlo, ma appena gli diedi le spalle mi afferrò il braccio << perché non mi hai risposto ai messaggi e alle chiamate? Perché quando mi hai visto per strada giravi la testa facendo finta di guardare le vetrine. Non è educazione questa? >>. Colpita e affondata. << mi fai male così, lasciami…. E poi non so cosa tu sia venuto a fare qui ma stai perdendo del tempo. Và via >> questa volta non mi afferrò il braccio, raggiunsi Colton. << ehi dov’eri? >> <> dissi. La Ford era ancora lì, Tyler aveva già messo a moto la macchina che partì non appena le mie labbra poggiarono su quelle di Colton. << Paris, perderemo il pullman per tornare >> urlò Bonnie da lontano. Salutai Colton e andai da Bonnie, pronta per raccontarle tutto.

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Capitolo 29
*** capitolo 28. Non piangere per ciò che perdi, ridi per ciò che hai! ***




<< Paris! Scendi >>. Chi sarà mai? Erano le tre di pomeriggio, di solito non ricevevo visite a quell’ora.
Misi una maglia lunga e scalza scesi giù. All’entrata non vidi nessuno ma sentivo parlare in cucina, così mi affaccia, vidi mia madre che offriva un caffè a Tyler. Corsi in camera mia a mettere un leggings e converse. Gli dovevo parlare fuori casa, mia madre non doveva sapere di quello che c’era stato fra me e Tyler, e che forse ancora c’era. << eccoti. Ce ne metti per scendere >> mia madre era l’unica che ridava quando i miei occhi con quelli di Tyler si incrociarono. << siediti a prendere un caffè con noi >> << non bevo >> dissi non staccando gli occhi da Tyler che si era improvvisamente ammutolito. << cosa ci fai qui? >> gli bisbigliai mentre mia madre parlava di cose su a Tyerl, che era troppo preso dalla voglia di parlarmi per ascoltare le vicende di mia madre. << io devo parlarti. Questa volta sul serio. Mi hai stancata Paris >> mi disse guardandomi nervoso. << ok mamma noi usciamo fuori un momentino, quando è pronto il caffè chiama >> dissi prendendo Tyler dalla mano e trascinandolo fuori nel giardinetto del cortile. Zz cosa cazzo credi di fare eh? Ti presenti a casa mia senza preavviso e dopo quello che ti avevo chiesto e mi rivolgi la parola in questo modo? >> urlai spingendolo << cazzo Paris non capisci che io voglio starti accanto? Siamo stati bene a casa mia. E poi perché mi hai chiamato quando Colton ha fatto l’incidente? >> << cosa centra Tyler? Io ti vedo come una persona che mi starà accanto ma non come fidanzato >> << schiavetto allora… tu non capisci Paris! Chiudo gli occhi pensando a te di notte e ora mi tiri merda dopo che ti sono stato dietro tutto questo periodo >> disse afferrandomi le spalle. Nel frattempo mi vibrò il cellulare, ma ero troppo presa a parlare con Tyler per visualizzare il messaggio. << lo sai cosa ho provato per te. Ma ora sto cercando di amare un’altra persona! Sai quanto è stato difficile per me riavvicinarmi a Colton, perché mi fai questo? Perché mi confondi così Tyler? >>. Guardò in giù, non sapeva cosa dire, sapeva solo cosa avrebbe voluto fare, e infatti non tardò a strapparmi un bacio. << allontanati da me Tyler, ti prego >> dissi. << non te lo prometto >>. Tyler si allontanava piano camminando all’indietro in modo da poter guardare la mia faccia, una volta ancora. Mamma chiamò il suo nome da dentro, ma quando si affacciò dalla finestra percepì cosa c’era nell’aria. Vidi una sagoma rossa alle spalle di Tyler, una Jeep. Corsi verso la macchina di Colton superando Tyler. Colton voleva uscire a tutti i costi dalla macchina, anche se ancora ferito dall’incidente, voleva sfogare i suoi cattivi pensieri su Tyler, anche se sapeva che sarebbe andato a finire male, anche se sapeva che era tutta gelosia, fece di tutto per scendere da quella macchina. La mia corsa non fu inutile, andai a bloccare la sportella della macchina dall’esterno per non farlo scendere. Tyler era ancora lì, voleva far scendere Colton da quella macchina ma non voleva picchiarlo, non sarebbe stato da uomo. << Colton fermati >> dissi quando vidi che repentino uscì dall’altra portella della macchina. Non mi stesse a sentire. << se mi ami devi fermarti >> dissi stringendo i pugni. Si girò, mi fissò e poi proseguì verso Tyler. << ti ho detto di stare lontana da lei hai capito? Vecchio arrapato del cazzo >> gridava Tyler che gli rimaneva fermo d’avanti a un capello di distanza. << Colton! >> lo afferrai dalle spalle e mi appoggiai a lui. Tyler andò via nella sua macchina guardandomi. << cosa cazzo ci faceva quello qui Paris? >> << scopi con quel vecchio coglione? >> mi gridò. Il vicinato per la maggior parte, stava assistendo alla scena. Umiliata gli tirai uno schiaffo. << tu non capisci Colton, non vuoi capire… al centro della tua mente ci sei solo tu >> << entra in macchina sbrigati >> mi disse prendendomi la mano. << le stampelle? >> chiesi. Non mi rispose. Zoppicando mi portò vicino alla sua macchina per farmi salire. << cosa ti dice la testa Colton? Stai guidando senza patente >> << cazzo devo parlarti! Vuoi salire o no? >> mi chiese infuriato. << alle tue condizioni no >> dissi tornando in casa. la mia testa scoppiava, era successo un caos in meno di 15 minuti. << Paris stai bene? >> chiese mia madre quando entrai >> si voglio solo stare sola >> dissi a mamma rifugiandomi in camera mia tra un mare di lacrime. Mi affaccia in balcone, Colton era andato via. Mi accesi una sigaretta e spensi il cellulre, non sapevo di cosa avrebbe voluto parlarmi Colton. Volevo solo restare in pace tra i miei pensieri. << Paris? >> mi chiese mia madre preoccupata  dopo qualche ora. Le aprii la porta ed entrò. << amore! >> esclamò trovandomi nel letto. << perché sono sbagliata? >> << no amore non sei sbagliata. È solo che hai un carattere diverso dalle tue aspettative. Tutti vorremmo essere migliori e non commettere errori. >> mi disse accarezzandomi i capelli. << non vorrei essere migliore… solo più forte e più decisa a non sbagliare a non cadere di nuovo negli sbagli che ho già fatto. >> << non devi punirti per gli altri >> mi disse << ho ancora molte lezioni da imparare mamma >> << lo farai.. forse ancora non è tempo. Forse Colton non era il ragazzo giusto >>. Mia madre mi proteggeva, ma non sapeva di quello che era successo tra me e Tyler. << vorrei sparire e non apparire più. >> dissi a mia madre stringendole il braccio alla mia guancia. << non pensarlo neanche… >> << xhe senso ha tutto questo ora? Ho perso tutto.. Colton, Tyler! Sono un’illusa >> << no amore mio. Non devi piangere per ciò che hai perso… ora devi gioire per ciò che ti è rimasto alla fine di questa tua battaglia. Piangere i morti non ha senso se sai che sono in un posto migliore ora >>. La sua voce era angelica, poesia. Dovevo imparare dalle parole di mia madre, mi rimaneva da fare solo quello. << guarda c’è ancora il sole, devi andare da lui e dirgli tutto quello che vorresti dirgli. Tutte le cose, anche quelle più intime e nascoste >> mi disse mamma << ho paura >> gli confessai << di cosa? >> << di un’altra delusione, un’altra perdita >>. Strinsi il fazzolettino in mano. << ricorda quello che ti ho detto Paris, vedi cosa ti rimane intorno… nuove persone, la tua famiglia e gli amici di sempre. Le persone che ci sono state fin’ora continueranno ad esserci, sempre se davvero vogliono il meglio per te >>. Strinsi mia madre forte a me, era un carica di energia e speranza. Mi vestii e presi la macchina. Non potevo lasciare la situazione con Colton irrisolta.

                                                                                                                                

                                                                                                                                                 la FF sta per finire, penso posterò solo altri 2 o 3 capitoli. 

                                                                                                                         baci al prossimo capitolo!
 
      

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Capitolo 30
*** Capitolo 29. For the last time... Let it be ***


sex !!

Armata di chiavi, discorsi mentali e tanta rabbia presi la macchina e guidai fino a casa di Tyler. Non la scampava liscia. Arrivai da lui, era in casa, al solito. << apri! >> urlai bussando << cosa ci fai qui? >> mi chiese << cosa ci faccio? Bè vediamo. Sei venuto a casa, sei entrato in casa mia per fare cosa? Per poi far succedere tutto questo? Cosa ti è successo Tyler? >> dissi prendendo fiato << Paris calmati. Non volevo che succedesse di nuovo un casino. voglio solo parlarti, come lo facevamo tanto tempo fa. Sei cambiata! >> disse fissando i miei occhi. << no tu lo sei. Perché sta succedendo tutto questo? Perché mi sento trascurata da tutto? Non voglio nessuno accanto a me eppure ne ho bisogno. >> confessai. << tu vieni da me e mi aggredisci solo perché sai che non posso farti niente, non riesco a risponderti male, e ti sfoghi con me. Ma qui il problema sei tu Paris! Ora ti dirò una cosa che non voglio, ma…. >> prese fiato << và da lui e digli tutto quello che senti, digli cosa ne pensi di lui come ti fa stare, come ti piace che le sue labbra bagnino le tue >> mi aprì la porta e rimase lì a fissarmi. Uscii da casa sua era confusa << cosa devo fare Tyler? >> << diglielo >> e chiuse la porta. Ma dirgli cosa? Presi la macchina, andai a casa sua. La madre mi fece salire in camera sua. Bussai e affacciandomi con la testa vidi che era sdraiato sul letto a riposare. << ehi >> dissi, ma non mi sentii, dormiva baciato dai fiochi raggi di sole, capii cosa dovevo dirgli e prima che i suoi occhi potessero stregare la mia mente, mi sdraiai al suo fianco e e gli sussurrai ancora una volta << ehi >> si svegliò. Strizzò gli occhi e sbadigliò. << Paris… >> focalizzò, chinai la testa ed accennai un sorriso triste, quello che di solito di chiedono “tutto bene?”… si sedette sul letto mi accarezzò la faccia << volevo parlarti oggi. >> << lui centra più di quel che tu pensi nella nostra situazione, nella nostra storia… ma tu riesci a vedere solo quello che hai fatto tu, solo il tuo lato positivo. >> abbassò lo sguardo << quante cose sono successe tra noi? Potrebbero farne una pellicola, ma siamo ancora una volta qui a parlarne per poi rimanere sulle stesse fondamenta, dobbiamo cambiare Paris, una volta buona, dobbiamo dire basta alle cazzate >> << i miei amici non sono cazzate eppure gli ho allontanati per te… Tyler non è una cazzata eppure mi sono allontanata da lui per te. Lo so di essere io il problema, per questo…. Voglio allontanarmi anche da te Colton  >>. I suoi occhi erano ormai invisibili ai miei, aveva la testa chinata in basso, quei raggi di sole poi non permettevano una buona vista. Ma l’arancione del tramonto, lui sul suo letto disfatto ed io, lì seduta a prendere la decisione più difficile, rimandavano a uno di quei film strappa lacrime. Lacrime, quelle che caddero dai miei occhi quando alla mia scelta lui non rispose ed io presi la borsa per uscire da quella camera. Prima di chiudere la porta lo guardai ancora, mi guardò. Appoggiai la mano sulla maniglia << Paris! Dovevo dirti una cosa… >> socchiusi la porta << sono stato preso per il servizio militare >>. Un colpo al cuore. Lacrime. Andai via… chiusi la porta della sua camera, ma rimasi un attimino fuori nel corridoio per prendere fiato, per poter realizzare ciò che gli avevo detto e cosa lui aveva detto a me. Quell’attimo fu lungo almeno due ore. Che colpo… sentii aprire la porta della sua camera, mi girai e vidi lui. mi prese il collo con le mani e mi baciò intensamente. Non avevo mai provato un sentimento di abbandono così forte. Appena la sua lingua si intromise nella mia bocca avevo gli occhi aperti, non realizzavo quello che stava succedendo. “è un addio” pensai. Vidi una lacrima scendere dal suo occhio, avevo scattato una fotografia mentale. Senza staccare la sua bocca dalla mia mi prese in braccio e mi portò sul letto. Non voleva perdere neanche un secondo. Abbassò le veneziane della vetrata affianco al letto, giusto quel poco di luce che fa intravedere i colti entrava di lì. Ci spogliammo senza staccare le nostre labbra. Lo accarezzavo, mi sarebbe mancato. Fu intenso, liberatorio, uno sfogo. Forse era questo il motivo che ci aveva legati, era questo il tipo di amore che ci faceva stare spesso in conflitto. Quando finimmo, appoggiai la testa sulla sua pancia, baciai i suoi addominali e dandogli la mano gli dissi << saremo lontani, ma vici >>. 

Anche se era un addio sentivo di essermi liberata, non di lui, ma delle parole che giravano nella mia mente sin dal primo momento che finimmo di fare sesso in macchina da ubriachi la prima sera che lo conobbi. Tornai in macchina. Durante il tragitto mi scorrevano in mente tutti i momenti con lui. << le parlate in corridoio, le gelosie negli spogliatoi, i giochi di gelosia a lezione di biologia. I momenti di rabbia, tutti i pianti e le notti in piedi a pensare a lui, a quello che avrei voluto dirgli. L’incidente… il suo primo ti amo e la mia corsa verso l’ospedale. E come dimenticare la litigata con Alis alle giostre per lui? o la sera del mio compleanno? Oppure la lite alla festa quando lo accompagnai al pronto soccorso e poi lo feci dormire da me di nascosto? Tutti i nostri rapporti sessuali, i baci e gli schiaffi, ma più di tutto in mente avevo ancora il suo ciao che mi aveva detto qualche minuto prima quando uscii dalla porta di casa sua. Non mi disse addio, ma ciao. Avrei potuto rivederlo, avrei potuto sentire il suo profumo una volta ancora. Arrivai a casa, trista ma anche contenta… mi chiusi in camera, mandai un messaggio a Tyler con scritto “grazie” e poi mi abbandonai ancora una volta ai ricordi di me e lui. Mi faceva viaggiare.

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Capitolo 31
*** Capitolo 30. Footprint in the sand ***




Non riuscivo a capire perché Colton avesse fatto iscrizione per i servizi militari. Mi mancava già il suo messaggio di prima mattina, mi mancava non averlo affianco a me. Era ormai tutto finito. << Paris, fai colazione con noi? >> mi chiese mia madre, dopo averle detto di si, scesi in cucina. Mi chiese cosa era successo già che gli dissi tutto tra me e Colton. Parlammo molto, lei era comprensiva nei miei confronti. Salii in camera per vestirmi. Presi la macchina e andai in spiaggia per stare da sola seduta al nostro posto. Il vento era forte e il solo c’era a tratti, mi riparai dietro una collinetta di sabbia con il mio telo azzurro. Il tempo scorreva, ero lì sola a pensare se avevo fatto la scelta giusta o no, cosa sarebbe successo, se chiamarlo… ma non feci nulla, pensavo ed aumentavo i miei “e se?”. Nessun rumore di macchina, nessuna famiglia dato il vento, solo io e il rumore del mare. Ma poi sentii un motore acceso, non badai a chi fosse era in sovrappensiero. Sentii dei passi venire verso di me,ma non potevo guardare dietro già che vedevo solo la sabbia così rimasi sulle mie. << ehi >> vidi Colton che si affacciò sotto il mio “rifugio”. << Colton? Cosa ci fai qui? >> chiesi stupita << sono passato da te per lasciarti il portafoglio, ti sarà caduto ieri a casa mia  >> disse. Come cenerentola e la scarpetta. << ah grazie >> si fece spazio affianco a me e una volta seduto si mise a fissare il mare. << a cosa stai pensando? >> mi domandò << a te >> dissi sincera << starò bene >>. Quando mi rispose così, mi girai verso di lui per guardarlo, era sicuro di sé, come il suo solito. Il cielo era grigio quasi nero e i temporali anche se lontani si sentivano già. << ci prenderemo l’acquazzone >> << è rilassante stare qui >> dissi fissando il cielo. Lui si alzò, andò in macchina per prendere un telo in plastica e lo mise su quello mio in modo da non bagnarci in caso di pioggia, che sicuramente sarebbe arrivata. Fra sguardi e sorrisi la pioggia arrivò, più forte che mai. Nonostante il rinforzo in plastica che Colton aveva preso dalla sua macchina, qualche goccia ci bagnò. Una soprattutto andò sul suo naso e con il dito la asciugai. << fa freddo qui >> dissi cercando di coprirmi con il mio maglioncino << vieni >> disse Colton allungando le braccia con la sua felpa. Lo guardai, accennò un sì che significava “vieni qui” e così feci. Mi misi tra le sue braccia a condividere con lui la sua caldissima e profumatissima felpa. Dal suo zaino ( dal quale prima aveva uscito il suo telo ) uscì due birre. Mi venne da ridere << queste non te le fai mancare mai >> << neanche le sigarette >> scherzò. Eravamo lì a bere la birra e poi lui mi chiese << ci credi all’amore? >> aprii gli occhi di scatto e ingoiai la birra così velocemente che il solletichio salì al mio naso e agli occhi. Mi grattai il naso e guardai in basso, avevo la sua birra in mano, guardai proprio alla birra. << non lo so…  ogni persona che ho provato ad amare mi ha lasciata >> dissi. Guardò di scatto d’avanti a lui, se non gli avessi detto di allontanarsi da me, anche lui mi avrebbe lasciata per il militare. Tornammo alla macchina, mi girai a guardare le sue orme sulla spiaggia, i nostri piedi erano incrociati, vicini.  Mi riaccompagnò a casa, scesi dalla macchina sorridendoli, non sapevo cosa dirgli. << passo a prenderti tra un’ora >> mi disse Dylan. Mi preparai di corsa, avevo tante cosa da raccontare. 59 minuti dopo Dylan era già fuori casa, uscii e mi misi in macchina. Mi portò al Golden side e ordinò due caffè macchiati. << allora? Racconta! >> disse soffiando nella tazza per raffreddare il suo caffè << Colton parte per il militare >> << cosa? >> urlò incredulo. << gia! >> dissi demoralizzata << merda! >> << ed io l’ho lasciato prima che lo dicesse >> << sei stata onesta Paris >>. Come avrei voluto essere stata onesta sin dall’inizio. Passammo più di un’ora al bar, Lorenzo il mio amico, non c’era al bar, anche se avrei voluto salutarlo! << vuoi tornare a casa? >> mi chiese Dylan, dissi di si… ero stanca! Entrai in camera e accesi il computer, lo sfondo del desktop io e Colton. Ancora non mi davo pace, non sapevo se avevo fatto la cosa giusta o no, ma tutto sommato sarebbe andata a finire con la lontananza.


La FF sta finendo!

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 Colton and Bonnie! ( penultimo capitolo ) ***


Penultimo capitolo!

Domenica mattina presto:  pulii la mia camera, mi sentivo triste più degli altri giorni. Avevo un brutto presentimento. Scesi dai miei per la colazione, quella della domenica era come un ritrovo in famiglia già che in settimana ero sempre di corsa per la scuola. Quella domenica la passai a casa con Bonnie. Alis tornava la sera e saremmo uscite tutte insieme come prima. << Paris, scendi giù guarda chi c’è! >> disse mia madre dal piano inferiore tutta felice. L’ultima volta che disse così c’era Tyler di sotto e Colton che arrivò dopo qualche minuto. Presi Bonnie per mano e scesi, vedemmo Alis con le valigie. << cosa ci fai qui? >> dissi scendendo le scale di corsa quando la vidi. Ci abbracciammo, ci eravamo lasciate con quel poco di tensione per Colton ma ora era tutto acqua passata. Alis e Bonnie si prepararono a casa mia, ci chiudemmo in camera con un po’ di biscotti e succo alla pesca. Amiche e pettegolezzi: avevo sempre saputo che erano la cura migliore contro la depressione quotidiana, infatti il sorriso mi tornò subito. Ci preparammo ed uscimmo a piedi, era una bella serata per mettere un pantalone attillato e un bel top nero, scarpe? Shocking, moda dell’anno. << tutte e tre insieme, di nuovo! >> ci disse Lorenzo appena arrivammo al Golden Side. Di solito nel week end il bar più vivo era quello. Ci salutammo e ci sedemmo fuori per un aperitivo. << allora cosa mi raccontate? >> chiese Alis emozionata. << non parliamone, a scuola arretrati e compiti a volontà >> disse Bonnie. Senza nominare ne Colton ne la mia vita sentimentale acconsentii a quello che disse Bonnie. Prendemmo il nostro aperitivo, il bar si stava riempiendo e la musica trovava sempre più voce. << e con Colton? >> mi chiese Alis. << oh, ehm… è tutto finito ormai >> dissi abbassando lo sguardo. Alis rimase stupita, non poteva crederci, ma infondo lei non aveva assistito a tutto quello che era successo tra di noi. << mi dispiace, non sapevo >> disse Alis accarezzandomi il braccio. Parlammo un po’ riguardo Colton e le scommesse che avevamo fatto all’inizio della nostra relazione. << io voglio un drink voi? >> chiesi alle ragazze, mi dissero di si, così mi alzai e andai al bancone facendomi spazio tra la confusione. << ehi Lorenzo tre malibù e cola >> gli urlai, annuii e si diede da fare a prepararli. << ehi >> sentii da dietro << Dylan, mi hai fatta spaventare >> dissi abbracciandolo << con chi sei? >> mi chiese << con Alis e Bonnie >> << Alis è tornata? Bene, se non sarò imbarazzato la saluto dopo >> disse. Presi i cocktail mandai un bacio a Dylan e tornai dalle ragazze. << dai che oggi offro io… dobbiamo tornare a casa a gattoni per tutto l’alcool che berremo >> disse Alis alzando il bicchiere. Brindammo a noi, alla nostra amicizia e al futuro. << vedo un cretino con la maglia grigia attillata, è Dylan! >> mi lanciai su di lui << Ma.. Paris sei ubriaca, di nuovo >> disse Dylan prendendomi senza farmi cadere << si si si. Tu baciami e non farmi cadere, chi se ne frega di Colton Haynes, va a sparare al militare, si sparasse una sega per quello che mi riguarda. Ho chiuso, vuole partire? Che facia pure io… >> Dylan mi mise la mano avanti alla bocca << sta zitta, lui è lì >> con la mano destra mi spostò la testa verso Colton, era appena entrato nel bar e tutti già li stavano addosso, la voce che lui partiva si era già diffusa. << salutiamolo >> dissi tirando Dylan con me << sei pazza, ah no, ubriaca.. noi ci allontaniamo da lui ok?  >> << << stai zitto un po’ Dylan sei il papà del cazzo? Bè fottiti >> disse Alis ridendo un po’ troppo ad alta voce. << mettetevi a sedere io vado a cercare Bonnie >> disse Dylan aiutandoci a sedere. Corse verso i bagni. << Bonnie! >> gridava. << ehi questo è il bagno delle signore >> disse una ragazza chiudendoli la porta in faccia. Io ed Alis di certo non rimanemmo sedute come due mummie al museo, prendemmo ancora da bere contro volere di Lorenzo. Ballavamo e bevevamo, i vecchi tempi sembravano essere tornati. << andiamo da Colton e diciamone due >> propose Alis. Risi senza fermarmi mentre lei dal braccio, barcollando mi trascinò da lui. << ehi Haynes vuoi fare una missione con la bionda pivellina Paris? >> disse Alis a Colton cercando di far capire che aveva esperienza con la terminologia militare. << siete ubriache >> << solo quanto basta, andiamo Alis, Haynes preferisce stare largo stasera >> dissi portandomela via. Dylan era ancora nei bagni ad aspettare che Bonnie si sentisse meglio. << ehi Paris >> era la voce di Colton. << cosa? >> dissi girandomi, ma mentre mi girai caddi sui tacchi << cazzo >> esclamai << vieni, dammi la mano >>  disse Colton allungandomi la mano. Lo guardai, scosse il braccio come volesse dire “afferralo” << faccio da sola, non ho bisogno di te >> cercai di alzarmi, ma nulla. << dai non ti cambia la vita farti aiutare >> << da te si, quando te ne andrai rimarrò sola e puoi giurarci che mi ubriacherò, chi me la darà una mano? Nessuno… farò da sola come sto facendo adesso >> dissi. Arrivarono Dylan e Bonnie, erano i sobri delle situazioni. << allontanati da lei Colton, la aiutiamo noi >> disse Bonnie eroicamente << sta calma, volevo solo dargli una mano mentre tu non c’eri, non c’è bisogno di fare l’acida del cazzo >> alzò la voce Colton << ok tornai dai tuoi amici Colton >> disse Dylan. Colton lo guardò male, come se lo stesse sfidando. << non ha bisogno di te solo quando è ubriaca >> aggiunse Bonnie. Velocemente Colton si avvicinò a Bonnie, sembrava la volesse picchiare, stava per arrabbiarsi << cosa cazzo ne sai tu di tutte le volte che ci sono o non ci sono stato? Chi ti credi di essere? La sua ombra? >>  << no, solo l’amica che le sta accanto >> << se sei davvero “l’amica che le sta accanto” (disse facendo delle virgolette immaginarie con le due dita ) saprai anche tutto quello che ho fatto per lei, tutte le volte che ci sono stato >> disse Colton e aprendo la porta con furia tornò dentro. << Quando ti ubriachi è sempre un casino >> mi rimproverò Bonnie. Rimanemmo lì a mangiare uno spuntino e bere dell’acqua per mandare via la sbronza. << vi accompagno io e poi torno  >> disse Dylan. Salutai Lorenzo e tornai dagli altri in macchina. << lascio prima Alis e poi te Bonnie >> << no dormono tutte  da me >> disse Bonnie. Arrivammo a casa sua e Bonnie aiutò Alis a scendere dalla macchina e a portarla in casa. stavo per scendere ma Dylan mi fermò << Paris, so che è successo quel che è successo, e so anche che sarebbe più facile a dirsi che a farsi, ma cerca di rimanere forte, non voglio che si spenga il tuo sorriso, mi fa star bene.. perché so che tu stai bene >> << perché ti preoccupi sempre per me, non credo di meritarmi tutto questo da te, non ti ho mai ricambiato tanti favori eppure sei qui >> << io… >> si fermò.. voleva dire qualcosa ma poi sorrise e disse << entra o ti daranno per dispersa >>. Lo bacia sulla guancia augurandogli buonanotte e poi tornai dentro, prima che aprissi la porta salutai con la mano.

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Capitolo 33
*** Capitolo 32. But i have the heart full of... YOU ( ultimo capitolo ) ***


    

<< non voglio alzarmi >> sentii dalla camera, io ero già in bagno a sistemarmi, oggi Colton sarebbe partito. << Paris? Dove sei? >> era Bonnie << sono in bagno tesoro, mi sto dando una sistemata. >> << poi scendi giù con Alis, vado a preparare la colazione >>. Mi lanciai sul letto dove era sdraiata Alis. << ehi… andrà tutto bene >> mi disse accarezzandomi i capelli. << non è facile. Ogni cosa mi ricorda lui, anche la sala fotografica della scuola! >> rimanemmo in silenzio lì sul letto. << svegliati che o faremo tardi a scuola >> dissi poco dopo mettendomi su di lei a peso morto per farla svegliare. << no. Con tutto l’alcool di ieri sei pesante >> scherzò Alis facendomi cadere dal letto. Andammo a fare colazione. La nonna di Bonnie era seduta sul divano a guardare la tv. << ragazze guardate la colazione? >> la nonna di Bonnie ci aveva preparato dei pancake con nutella. Prendemmo la macchina di Bonnie e andammo a scuola. Non sapevo se avrei visto Colton o meno, se lo avrei potuto salutare o sarebbe andato via svanendo. Durante la lezione accumulavo solo ansie e pensieri così chiesi di uscire. Uscii dalla classe, mi sentivo male, scoppiai a piangere, la situazione era troppo delicata. Non sapevo se sarebbe venuto da me o meno prima di partire dopo il disguido che era successo la sera prima tra lui e Bonnie sempre per colpa mia. Andai a cercarlo in classe sua ma la classe era vuota, così scesi in palestra e lo vidi. Chiesi di farlo uscire. << ehi ehi cosa ti è successo? >> mi chiese quando mi vide piangere << volevo abbracciarti. >> mi lanciai su di lui a braccia aperte come se il mondo stesse per finire. << sono qui >> disse << solo ora! >> << starai bene Paris. Ci sentiremo sempre >> << scusami per quello che ti ho detto ieri, anche se non lo ricordo >> sorrise << va tutto bene >>.  Non riuscivo ad allontanarmi da lui anche se era sudato. << dov’è Haynes? >> gridò il coach da dentro. << devo tornare >> dissi un si con la testa ed entrò correndo, ci teneva ad essere il migliore a basket. Rimasi fuori dalla classe per la maggior parte del tempo, magari sarebbe passato, ma niente. << dai torniamo tutti a casa >> disse Bonnie cercando di farmi riprendere, ma dentro me c’era un baratro…  stavo male soprattutto perché io stessa non credevo di potermi innamorare di quel ragazzo. Non toccai il pranzo a casa, rimasi in camera con la porta chiusa e canzoni strappa lacrime. Mi arrivò un messaggio, era di Tyler, diceva << ho saputo, mi spiace >>.  Era tramonto, luce calda arancione. Sentii un clacson famigliare ma non ci speravo. << Paris scendi.. corri >> gridò mia madre. “è lui” mi dissi. Non misi neanche le scarpe, uscii di casa con i calzini e una maglia lunga. Uscii dalla porta, la jeep rossa era fuori casa e Colton era appoggiato alla portella. mi si riempì il cuore quando lo vidi. << non ci speravo >> gli dissi quando mi lanciai su di lui ancora una volta << mi fai così spregevole? >> scherzò. Anche la battuta più stupida mi avrebbe stesa a terra per ridere in quel momento. << volevo lasciarti questo >>. Mi lasciò un piccolo pupazzetto di dinosauro che vinse alle giostre. << magari quando sarai triste o sola, o avrai voglia di picchiare qualcuno questo sarà la carica giusta per te >>. presi il pupazzo e abbassando la testa lo guardai stringendolo in mano. << ehi >> mi disse a bassa voce alzandomi la testa con le sue mani attorno al mio collo. Con il pollice asciugò la mia lacrima. << mi lasci in un mare di rimorsi e sbagli >> << li facciamo tutti >> disse, << non pensavo di potermi innamorare di uno stronzo come te, pensavo che i ragazzi come te davano solo problemi e invece il problema sono stata io, ti ho picchiato, baciato, lasciato e preso a parole, e ora non immagini quanto mi pento di tutto questo. In questo preciso momento mi sento morire, tutto girava intorno a noi >> gli dissi… sistemai i capelli e abbassai la maglia ancora un po’. << sei e sarai il mio più bel problema >>. Lo guardai e accennò un sorriso, non era ne di felicità ne di dispiacere, ma era un sorriso di quelli che ti mettono voglia di andare avanti, ma nostalgia allo stesso tempo perché sai che stai chiudendo in un cassetto tutto quello che hai cercato di tenere stretto, tutte le battaglie, vinte e perse, i dolori e le emozioni. Lo baciai, la voglia era forte, e lui ricambiò. Mi misi in punta e mi ressi al suo collo e guardandolo negli occhi gli dissi << so di non averti dato tanti bei ricordi, ma cerca di non dimenticarmi >> << come faccio? Paris nel mio cuore hai lasciato una scritta indelebile, anche se con scarabocchi e cancellature, tu fai parte di me… sei ancora mia >> mi disse. Lo baciai ancora. Anche a lui scappò qualche lacrima. << comportati bene… e pensami di tanto in tanto >> disse allontanandosi. << non lasciarmi mai Colton, in qualunque momento, la notte al mattino presto o quando tu ne hai voglia, chiudi gli occhi e pensa a me, a noi… >> abbassò lo sguardo e accennò un si con la testa, era triste, neanche lui voleva lasciare tutto questo, abbandonare questo momento. << mi daresti un altro bacio cadetto? >> gli chiesi sorridendo in lacrime. Si avvicinò correndo e mi strinse forte, mi prese in braccio e stringendo le mie gambe alla sua schiena ci baciammo. << ora và hai il treno tra mezz’ora >> dissi mentre mi lasciava scendere da lui. salii in macchina, si fermò a guardarmi un altro po’ e poi mise in moto e andò via. Non avrei sentito il rumore della sua jeep rossa chissà per quanto a lungo, non avrei potuto stringerlo o baciarlo. Andai in camera, mi stesi sul letto e abbracciai il suo pupazzo che profumava di lui. << ehi amore >> era mia madre, << è venuto da me mamma >> dissi abbracciandola << hai visto, è stata una storia di alti e bassi, è difficile trovare una storia come la vostra, ma sarebbe difficile trovare anche un amore come il vostro. Vi siete voluti bene davvero, avete lottato e oggi non tutti lo fanno, alle prime difficoltà sarebbe facile lasciare tutto e dire basta, ma voi avete combattuto, avete creduto in voi e nel vostro amore >> mia madre aveva sempre le parole più efficaci di una medicina. Mia madre scese giù per preparare la cena. Rimasi in camera. Sentii bussare dopo poco e la porta si aprì. Vidi Bonnie, Alis e Dylan… supporto morale. Portarono un film e 5 buste pop corn. << serata tra amici, non puoi stare chiusa qui per sempre >> dissero scuotendo le provviste. Feci spazio sul letto, Dylan mise il film e lo iniziammo a guardare. Era un film drammatico una storia d’amore, rimasi sveglia solo io. Proprio mentre stavo per chiudere gli occhi mi arrivò un messaggio “scendi nel retro” era Tyler. Mi affacciai dal balcone della mia camera nel giardino sul retro e vidi Tyler che guardava. Scesi di corsa in silenzio. << cosa ci fai qui? >> chiesi a bassa voce << magari penserai che sono venuto per dirti ciò che provo per te, ma ti sbagli… sono venuto perché ho saputo di Colton e volevo vedere come stavi >> mi disse mettendo le mani in alto. << è partito >> dissi. Mi guardò con sguardo dispiaciuto. << non so cosa farò senza lui, ho i miei amici, te… ma lui… lui mi completava, sapevo da chi andare se mai avrei avuto bisogno di qualcuno su cui contare, uno con cui potevo sfogarmi >> dissi triste << starai bene >> << no non è vero Tyler, non posso star bene. Tu meglio di chiunque sai quello che ho fatto a Colton, infondo lo abbiamo fatto insieme. Come posso sentirmi meglio, con… con tutti i rimorsi che ho dentro e tutti li sbagli che ammetto di aver fatto? >> << si ma avete sbagliato in due Paris >> disse smettendo di parlare a bassa voce. << Tyler tu non mi capisci forse. Io sono venuta a letto con te, io ti ho baciato, io sono venuta a casa tua… lui non ha fatto niente di tutto questo >> chiarii. << dai non piangere >> disse accarezzandomi la schiena. << e cosa dovrei fare? Ho perso tutto, quello in cui speravo, quello per cui lottavo… andato! È come se un getto d’acqua abbia spento un fuoco di colpo senza neanche farlo fumare! È finita coaì>> << Paris devi andare avanti per te e per lui,  il tuo mondo non è finito.. sei bella intelligente e brava, sai quanti ragazzi ti cercano e ti vogliono? Sei la ragazza che prende più mi piace ad una foto di facebook e hai paura di rimanere sola? >> << si Tyler sola, come te >>. Avevo esagerato, me ne pentii e chiesi scusa. << tutti quei ragazzi di tutti quei “mi piace” non mi conquisteranno mai come ha fatto Colton! >> << si hai ragione >> disse. Anche lui ci aveva provato con me, ma dopo aver capito il grosso errore che avevo commesso con Tyler lasciai perdere. << sai che ci sono Paris >> mi disse lasciandomi il suo profumo sulla guancia e andò via. Rientrai in camera, Alis, Bonnie e Dylan erano sdraiati sul mio letto addormentati. Gli amici ci saranno sempre se tu ci sei sempre per loro, e se magari tu non ci sei, loro ti faranno accorgere che manchi.. come la sveglia di prima mattina che ti ricorda che un nuovo giorno per te ha inizio, e che potranno succedere tante cose in quel giorno, come per me ogni sveglia è stata sinonimo di nuovo giorno con lui. nuovi discorsi, nuove uscite, e nuovi sentimenti… quanti casini avevo combinato con Colton, dal sesso a scuola alle liti, baci, abbracci e scuse. Avevo ancora il suo pupazzo tra le mani, ed una scritta indelebile nella mente e nel cuore: FULL OF YOU

 

Lottate per ciò che credete, per ciò che amate, per tutto quello che avete sempre desiderato e che vedete si sta allontanando come una barca al porto: senti il rumore, ma una volta che và via, la barca non ci sarà più… ma il rumore si… proprio come Colton.

 

Note dell’autore:

Ragazzi io spero di cuore la mia fanfiction vi sia piaciuta. So che ce ne saranno diverse che raccontano di amore e così via ma io Colton Haynes non sapevo neanche chi fosse, così un giorno facendo zapping vidi la nuova stagione di Teen Wolf, dissi: “quello è l’attore di arrow, che sta nel video di Leona Lewis” e di lì ho immaginato questa storia un po’ incasinata ma molto molto dolce e divertente. Per favore recensite e fatemi sapere cosa avreste voluto che sarebbe successo, cosa avreste fatto o magari ditemi solo se vi è piaciuta o meno. Io sono già alle prese con una nuova ff totalmente diversa da questa; la protagonista è mora e con problemi legati al passato fatto di alcool e droghe, il rating sarà rosso e il titolo è: “Tacchi, rossetto e guai. A Nic diary!” se volete potete leggere un piccolo teaser che ho pubblicato poco tempo fa! Grazie a tutti i coloro che hanno seguito la mia ff e che mi hanno stimolato a continuarla! Un bacio a tutti alla prossima!

 

P.S.
Presto pubblicherò qualcosa riguardo “sei il mio più bel problema” … restate sintonizzati!

                                                                                                               

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