Dieci giorni per non sposare Zayn Jawaad Malik

di Marcy_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordici ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindici ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedici ***
Capitolo 17: *** Capitolo Diciassette ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


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Capitolo Uno

 

 

Non so bene a che età abbia cominciato ad aspettare con ansia i diciotto anni. Ogni ragazza li attende con le farfalle allo stomaco. L’età in cui si può fare ciò che si vuole, quando lo si vuole e come lo si vuole.

Insomma, l’età in cui tutto è concesso. Quella che nei film viene considerata la migliore di tutta la vita. La figlioletta che smette di fare la trasgressiva perché ormai può comportarsi in determinate maniere senza dover tenere conto dei genitori e di stupide regole da loro imposte.

L’età in cui è possibile farsi piercing, tatuaggi, comprare le sigarette o bere alcolici senza doverlo fare di nascosto o con carte d’identità false.

Si, i diciotto sono una vera liberazione. 

Ma forse non per tutti è così, almeno non per me.

Solo a sedici anni mi hanno rivelato la triste verità  dicendomi che, quando li avrei compiuti, tutto sarebbe cambiato.

E non in meglio.

 

Era il mio compleanno e tutti erano felici. I parenti erano venuti da tutta l’europa e dintorni per festeggiare il mio compleanno e tutti portavano con sé regali. Uno più bello dell’altro. Amavo i doni che portavano loro perché erano particolari, caratteristici dei paesi da cui provenivano. Della mia terra madre.

E tutti ridevano, scherzavano, giocavano e si divertivano. Grandi feste, come solo la mia famiglia riusciva ad organizzare.

Stare al centro dell’attenzione mi piaceva. Giocare con i miei cugini, conoscere parenti che non avevo mai visto prima dall’ora e ascoltare storie che sembravano uscite dalle fiabe.

Si respirava un’aria di festa, di allegria. Tutti erano spensierati, tranne  le povere donne di casa che dovevano occuparsi di sfamare quella caterba di persone che comprendeva Zio Joe, un tipo che ogni maledetta volta che si trattava di ingurgitare cibo lo faceva così bene da finire in ospedale per indigestione.

Erano passate si e no due ore dall’inizio dei festeggiamenti –che si preannunciavano molto lunghi- quando ero entrata in cucina per prendere da bere e sentii mia zia parlare con mia madre.

‘’Ho visto le foto, è diventato un bel ragazzo! Ma gliel’avete già detto a Laila?’’ mi ero bloccata di colpo quando avevo sentito pronunciare il mio nome. Che diavolo c’entravo io?

Zia Maddy, una donnona dai capelli scuri e la pelle olivastra, era la madre di Jennifer, nonché una delle cugine più insopportabili ed egoiste che io avessi mai conosciuto. Solo in quel momento, dal suo tono di voce, capii da chi aveva preso la figlia. Un’arrogante giovane che si sentiva una modella. Si, di abiti per rospi.

‘’No, pensiamo di dirglielo in questi giorni..’’ la voce calma di mia madre sarebbe stata perfettamente credibile se non avesse poggiato i piatti in malo modo dall’ansia.

‘’ahia ahia, più aspetti più sarà dura!’’ polemizzò l’altra portandosi alle labbra un altro bicchiere di limonata fresca.

Irruppi con una freddezza inumana nella camera, se mi stavano nascondendo qualcosa avrebbero dovuto rivelarmelo subito ‘’Dirmi cosa?’’ sentenziai rivolgendomi solamente a mia madre, senza nemmeno rivolgere lo sguardo alla vipera/uomo.

‘’Io penso di dover andare ad aiutare in sala’’ e così scomparì l’unica persona presente in cucina, lasciandoci sole a parlare.

Non avevo mai avuto problemi con mia madre, ci eravamo sempre dette tutto e scoprire che mi aveva tenuto nascosto qualcosa mi feriva profondamente. Di qualsiasi cosa si trattasse non aveva il diritto di tenermi allo scuro. Tanto meno se si trattava di qualcosa di brutto o, ancor peggio, che avrebbe influenzato il resto della mia vita in  modo così permanente.

‘’Tesoro..te l’avremmo detto non appena sarebbe finita la festa. Non volevamo te la rovinassi. Torna dagli altri’’ un sorriso a labbra strette le comparì in volto, cercando di spezzare l’agitazione facilmente palpabile in quella situazione.

Respirai a fondo chiudendo gli occhi per poi tornare a fissare il volto stanco e dispiaciuto di mia madre.

‘’Dirmi cosa, mamma?’’

 

 

‘’Quindi domani è il gran giorno, eh?’’ Sofia mi guarda da sotto le lunghe ciglia viola ricoperte da due chili di mascara mentre finisce la sua sigaretta e strofina le mani sui jeans scuri per togliere dei pelucchi inesistenti, comparsi magicamente per colpa di quella domanda pungente.

‘’Vorrei non arrivasse mai. Insomma, conosci i miei genitori. Non mi hanno mai obbligata a far nulla e adesso…guardami,non porto neanche il velo!’’ sbuffo finendo l’ultima patatina del pacchetto che ho appena comprato e le rivolgo uno sguardo di intesa che lei coglie al volo.

‘’Hai già provato a parlargliene? Cioè, domani sono diciotto! Non possono obbligarti!’’spiega lei prendendo il libro di diritto tra le mani indicandolo come se li dentro ci fosse scritto tutto quello di cui lei sta parlando. E’ buffa vederla con quel libro tra le dita, lei che è la reincarnazione di un asino a scuola che parla come un’intellettuale nerd. Che di nerd, poi, non ha proprio niente.

Sorrido appena ‘’Certo che ho provato a parlargli, non puoi neanche immaginare le lunghe litigate finite con tutti belli e stanchi a piangere. E’ così e non posso farci niente.’’ sospiro ormai rassegnata guardando due bambini giocare sul prato.  Mi ricordano me da bambina, non ero mai stata la tipetta timida o esclusa dal gruppo. L’unica differenza è che loro possedevano il loro destino nelle proprie mani. Io no. O almeno, non da due anni a questa parte.

‘’Bè allora sai che ti dico? Fanculo alle tradizione, fanculo alla religione e fanculo a chi vuole dettarci la strada! Domani si scappa e andiamo…dove vuoi andare?’’ Sofia ride, alzandosi in piedi mentre mi tende una mano.

La guardo un po’ titubante ‘’New York!’’ urlo raggiante mentre mi alzo con lei saltellando e ridendo come una pazza.

‘’Bene, allora domani si va a New York!’’ strilla mettendo a tutto volume il cellulare e iniziando a cantare a squarciagola –senza curarsi minimamente del fatto che è una stonata cronica-  facendo scappare tutti i piccioni che ci circondano.

La seguo a ruota e, per pochi istanti, non mi sembra tanto male quell’idea pur sapendo che è una pazzia che non avremmo mai avuto il coraggio di fare.

Ridiamo e scherziamo finchè non cala il sole e diventiamo due sagome indistinte. Tanto diverse da aver fatto subito amicizia all’asilo, io l’appena arrivata dal Pakistan che non spiaccicava nemmeno una parola e lei la bambina inglese modello estroversa e pazza. Perfino le maestre si erano stupite della nostra amicizia. Alla faccia loro, stronze.

 

 

L’odore caldo e soave del latte appena scaldato accompagnato da quello più dolce dei croissant alla crema fa capolineo alle mie narici facendomele dilatare involontariamente. Faccio finta di non sentire il peso di Farrah far abbassare leggermente il materasso e quello dei miei genitori che ridacchiano continuando a dire di non far rumore per non svegliarmi.  Troppo tardi, direi.

Conosco bene quel giorno, ogni anno è sempre lo stesso e spero che non cambi mai ancora per molto tempo. Aspetto ancora qualche secondo prima di aprir stanca e assonnata gli occhi facendo la faccia da sorpresa e stupita, come se non mi fossi accorta della mandria di bufali che era spuntata magicamente in camera mia.

‘’BUON COMPLEANNO!’’ Farrah mi salta addosso abbracciandomi e cingendomi la vita con le sue piccole gambine mentre mamma e papà ridono divertiti ripetendole di darmi il tempo di svegliarmi per bene.

‘’Oh, è il mio compleanno?! Davvero?!’’ rido spostando un ricciolo ribelle della folta chioma di Farrah dietro un orecchio. Ho sempre invidiato quei capelli nero e perfetti, al contrario dei miei sempre in disordine e spettinati.

‘’Si, ora sei grande’’ ridacchia lei indicando con un ditino mamma ‘’e ti ha preparato i croissant fatti in casa. Quelli con lo zucchero di sopra’’continua annuendo con la testa.

‘’Bè allora cosa ne dici di mangiarli?’’ propongo afferrandone uno e mordendolo con foga.

Mi accorgo subito dell’occhiata di assenso che si lanciano i miei genitori e subito il mondo mi crolla addosso. Rimango con il cornetto a mezz’aria guardandoli torvi, senza più curarmi della piccolina che parla a raffica di qualcosa che ha sognato quella notte.

Papà si volta a guardarmi ‘’Non oggi.’’ Sibillo verso di loro ricevendo un’abbassata di capo come risposta.

Fanculo.

 

 

‘’Per favore, almeno sorridi’’ mi spavento sentendo la voce di mamma sull’uscio della porta che mi fissa con disapprovazione.

‘’Scusami tanto se sto per conoscere il mio futuro…coso.. e non ne ho proprio voglia!’’ mi guarda con rimprovero mentre mi si avvicina per sistemarmi l’orlo della gonna del vestito bianco panna lungo fino al ginocchio ‘’e poi guarda cosa mi stai facendo mettere! Nemmeno nonna indossava questa roba!Pace all’anima sua!’’ mi dimeno cercando di sfuggire alla sua presa e mi volto incrociando le braccia al petto indispettita. E’ uno dei miei più grandi difetti, ogni volta che mi sento attaccata o sottopressione divento acida e diffidente. Sembra che abbia appena morso un limone e me la prendo con chiunque mi capiti a tiro fregandomene se non c’entra nulla. Insomma, la miglior difesa è l’attacco. No?

‘’La famiglia Malik ha fatto molto per noi. Se non fosse stato per loro a quest’ora saremmo ancora in Pakistan, non dimenticarlo. Dovresti esserle grato. Se non fosse stato per loro tu non avresti avuto il genere di istruzione che hai ricevuto, né tutti i permessi per essere così libera di fare ciò che ti pare e per di più comportarti in questa maniera nei miei confronti. Ricordatelo’’tagliente solo come lei riusce ad essere quando si sente delusa. Con quelle parole si dilegua dalla mia camera lasciandomi completamente sola con me stessa, davanti uno specchio troppo grande per la mia figura.

Mi mordo il labbro tanto forte da farlo arrossare, avrei dovuto accettare tutto senza dire una parola anzi, avrei dovuto ringraziarlo. Lo so, lo avevo capito già da tempo e invece mi sto comportando come una bambina viziata. Magari, in quel momento, nemmeno quel Malik ha voglia di incontrarmi. Magari, nemmeno lui vuole sposare una perfetta estranea che non ha mai visto. Magari, suo nonno prevedeva che il povero nipote sarebbe stato un cesso allucinante ragion per cui aveva preferito prevenire che curare. In fin dei conti, tutti gli anziani vogliono assicurarsi di avere pronipoti e…

Oh vaffanculo, siamo nel ventunesimo secolo!

 

‘’Allora, come te lo immagini?’’ la voce rauca che si sente dall’altro lato del telefono mi fa sorridere. Le undici passate e Sofia stava ancora dormendo, prima che decidesse di chiamarmi per farmi gli auguri in perfetto stile pazza psicopatica.

‘’Come me lo immagino? Vecchio, con un paio di occhiali con due fondi di bottiglia al posto delle lenti, una barba nera e lunga fino al petto e i peli che escono da fuori la camicia. Allergico a qualsiasi cosa mangiabile nel mondo moderno e con una grande dedizione al Corano. Ecco come me lo immagino!’’ sbraito sedendomi sul tappeto davanti allo specchio e continuando a guardarmi come se non l’avessi mai fatto prima.

Per quell’occasione mamma aveva deciso di legarmi i capelli con un perfetto chignon ordinato e il trucco più casto possibile.

Insopportabile, soprattutto per me che odio tenere i capelli legati.

La sento ridacchiare e mi stupisco nel sentire in sottofondo una voce maschile, dimenticandomi del soggetto in questione ‘’Con chi hai dormito?!’’ urlo ridacchiando senza far troppo rumore.

Sento la mia amica urlare e poi il respiro affannato di qualcun altro far capolineo sulla linea telefonica ‘’Ciao Laila..’’ la voce troppo familiare di un ragazzo dalla voce impastata mi fa scoppiare a ridere come un’isterica ‘’Marck?!’’ urlo senza poter credere a ciò che sto sentendo.

Lui, il tipo che Sofia odia a morte.

Quello che continua a prenderla in giro per lo strano colore dei capelli né troppo rossi né troppo arancioni. Colore uscito dal miscuglio di svariate tinte.

Lo stesso con cui litiga ogni santissimo giorno durante l’ora di storia.

Quello che conosciamo fin dall’asilo.

Loro due insieme?!

Oh. Mio. Dio.

‘’Si piccola, Marck. Prima di tutto volevo farti gli auguri…’’ sento Marck allontanare il telefono dalle labbra per urlare un ‘’Micetta se non stai ferma giuro che dopo te la faccio pagare’’ seguito da un risolino malizioso verso Sofia.

Rabbrividisco immaginandomi quella scena.

‘’Vi prego, tenetevi i vostri commenti per dopo!’’ urlo sperando di essere sentita con poco risultato visto che nessuno dei due sta ascoltando il cellulare .

Marck riavvicina l’iphone di Sofia all’orecchio per continuare ‘’Sono contento per i tuoi diciotto e giuro che starei ore ed ore ad ascoltare la tua storia simil Beautiful sul fatto che sei prossima alle nozze…’’ sto per ribattere quando lui mi precede alzando la voce ‘’MA.. abbiamo problemi più grossi da risolvere in questo momento io e la tua amichetta qui presente’’ la sua voce si fa sempre più bassa fino a diventare quasi un sussurro orgasmico mentre il respiro gli si mozza in gola. Capisco che con –problemi- intende qualcosa in particolare ma, probabilmente per lo shock di sentirlo nella camera di Sofia o forse semplicemente per lo shock di tutto ciò che è successo in quelle poche ore, non riesco a collegare a cosa si riferisce.

‘’Che genere di problemi?’’ chiedo  ingenuamente sentendo Marck sospirare

‘’Mai sentito parlare di erezione mattutina? Può risultare molto…ingombrante’’ riesce a trattenere a stento una risata mentre sussurra quella frase in modo provocante.


***Spazio Autrice***

Lo so, lo so. Avevo promesso che non  le avessi finite sul mio pc ma...sapete come sono fatta -.-

allora, sappiate già che il secondo capitolo è pronto (lol) ma per adesso non lo pubblico, voglio prima vedere se questa storia piace!

spero vivamente che vi intrighi (?) come inizio e sappiate già che non è proprio lunghissima come FF.
penso una decina di capitoli (disse quella che dice questa frase ogni santa volta e poi si ritrova con fanficion di 30 capitoli...) 
Okay, basta!

Voglio solo ricordarvi che potete seguirmi su twitter (sono Bubu______ , trovate il profilo sulla mia pagina efp in alto a sinistra ^^)

alla prossima ragazze ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


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Capitolo Due






Mi sento le gambe molli come gelatina, il viso pallido e tirato e le mani sudate e tremanti. Giuro che se potessi scapperei via,fuggirei a gambe levate in qualsiasi maniera, pure strisciando se fosse necessario.
Non mi sono mai sentita così sopraffatta dalle emozioni in vita mia, non vorrei  trovarmi in quel posto, in quel momento, con quelle persone che sarebbero diventate la mia futura famiglia.
Avrei passato con loro le feste, i compleanni, le vacanze. I momenti più importanti della mia vita li avrei trascorsi in quella casa con gente a me del tutto estranea. Avrei dovuto amarli per ciò che sono. Avrei dovuto tacere e subire in silenzio, perché non è della mia felicità ciò di cui stiamo parlando, ma quella della mia famiglia. Sono accordi, accordi presi moltissimo tempo prima e che ricadranno sulla MIA vita e su quella di un altro.
Non ho chiesto nemmeno ai miei genitori di parlarmi di loro. Non gli ho chiesto di raccontarmi qualcosa di quella famiglia così ricca, dei loro hobby o la loro provenienza.
Ma soprattutto ho paura di conoscere lui.
Lui, la persona che mi dovrà accompagnare  all’altare e con cui dovrò costruire una famiglia (e questo comporta un’unione sotto le coperte…merda),  persona che dovrò amare incondizionatamente  per il resto della mia vita.
Tutto per uno stupido accordo.
Non ho nemmeno chiesto ai miei genitori il suo nome, o la sua età. Potrei benissimo ritrovarmi un tredicenne in piena crisi ormonale o un adulto quarantenne con problemi di disfunzione erettile. Anzi, probabilmente sarebbe stato un bene se non gli funzionasse più il…
‘’Laila?!’’ sento mia madre chiamarmi più ad alta voce per farsi sentire e smetto di pensare a quelle assurdità ‘’Sistemati il vestito’’ aggiunge con un tono di voce più dolce, mandandomi un sorrisetto di intesa.
Mi sistemo le pieghe dell’abito guardando la casa enorme davanti alla quale ci troviamo.
‘’E’ questa la casa?’’ chiedo con la bocca spalanca in una perfetta ‘o’ come se mi trovassi davanti a Disney World.
‘’A quanto pare’’ ridacchia mamma avvicinandosi sempre più a me.
Una villetta singola enorme, dai muri bianco latte e gli infissi color legno. Un grande giardino che la circonda del tutto e un’arcata ricoperta da rampicanti che ti accoglie prima della vera porta d’ingresso.
Papà suona, sistemandosi ancora una volta il suo vestito.
Non l’avevo mai visto così agitato eppure nemmeno lui si era agghindato con gli abiti tradizionali pakistani. Sembra un perfetto inglese, anzi.
Bo, vai a capirli.
Anche lui, probabilmente, è ansioso di conoscere la persona che sposerà la sua primogenita.
Mamma sembra perfettamente a suo agio, nasconde la sua poca calma sotto un sorriso tirato che parte da un orecchio e finisce all’altro.  Fortuna che Farrah non è venuta, non sarei riuscita a rispondere al suo terzo grado da perfetta indagatrice. Sarebbe riuscita a farmi piangere nel giro di due minuti, anzi, di due domande.
Alla porta compare una donna minuta ma elegante, magra al punto giusto e con dei lunghi capelli scuri, sulla quarantina ma con un viso davvero bellissimo, accompagnata da un uomo di qualche anno più grande ma altrettanto sorridente e sobrio.
‘’Salve! Vi stavamo aspettando! Entrate pure!’’ dopo i primi saluti e le prime presentazioni (accompagnate da un ‘’ragazza sei uno splendore!’’ squittito raggiante dalla donna di casa e marcato anche dal marito) ci fanno accomodare su dei maestosissimi divani di pelle bianca.
Mi sarei aspettata una casa in perfetto stile arabo,coperta di tappeti e cuscini ricamati e invece ci troviamo in una perfetta casa moderna con tavolini bassi di vetro e tappeti a tinta unita, tutto sopra un parquet scuro e le pareti di un rosso così acceso che mi fanno girare ancora di più la testa.
Forse avrei dovuto mangiare qualcosa di più prima di venire.
‘’Perdonatemi per il ritardo di Zayn. Quel ragazzo mi farà impazzire!’’ si scusa la donna porgendo a tutti una tazza di the verde. Bè, almeno ho appena scoperto che non è un quarantenne con disfunzioni erettili, peccato.
Gli adulti cominciano a parlare del più e del meno e io non faccio che annuire o rispondere a qualche domanda che mi rivolgono, tutto abbastanza semplice. Quesiti per cui non devo spremere le meningi per trovare la risposta più adatta ma domande elementari come –che scuola frequenti-, -ti sei già diplomata-, -cosa vuoi fare da grande-. Nulla di impossibile, per fortuna. Ma la mia mente sta completamente pensando ad altro. Le mie membra si stanno contorcendo dall’ansia e continuano a contrarsi dall’agitazione
Sono pronta a vedere mister sono-un-cesso-ma-tanto-arrogante-da-farmi-pure-attendere?
No, direi proprio di no.
Ed è proprio nel momento in cui mi immagino i suoi immensi brufoli o la sua barba incolta e pungente che dalla porta spunta un ragazzo che sembra uscito dalla rivista Vogue.
Jeans scuri, stivali di pelle nera e giacca dello stesso tessuto. Pelle olivastra, occhi scuri ed impenetrabili, capelli neri come la pece, un filo di barba sul bordo delle guance e del mento e una gomma da masticare in bocca tutto accompagnato da un sorrisetto beffardo che compare sul suo volto non appena posa lo sguardo su di me.
Rimango allibita per qualche secondo con la tazza a mezz’aria quando la donna lo presenta dicendo che si tratta di suo figlio Zayn Jawaad.
Merda, non porta nemmeno gli occhiali.




Sono esattamente due minuti che fisso lo stesso punto indefinito che va dal pavimento agli stivali color della notte che porta il ragazzo ancora in piedi sulla soglia di casa.
‘’Zayn non essere maleducato e presentati!’’
Finalmente mi decido ad alzare lo sguardo per guardare cosa diavolo sta succedendo e lo vedo avvicinarsi impercettibilmente a mia madre, nonché la prima della fila, prendendole  la mano destra e avvicinandola alle labbra dandole un leggerissimo bacio ‘’Piacere di conoscerla, signora. Sa di avere una pelle davvero morbidissima?’’ sorride  guardandola negli occhi e giuro di poter vedere le se guance arrossarsi sotto quello sguardo ‘’Sei un ragazzo molto gentile’’ mormora mamma sorridendo sotto lo sguardo infuocato di papà.
Leccaculo.
Il moro porge, ora, la mano a mio padre stringendola forte, riesco a vedere le vene delle mani dei due gonfiarsi a dismisura ‘’Molto lieto’’ dice a mio padre senza smettere di guardarlo ricevendo un ‘’Piacere mio’’ abbastanza freddo e distaccato.
No, a quanto pare a papà non piace per niente quel ragazzo.
Probabilmente si aspettava un tipo tutto perfettino.
Sto per vomitare, le farfalle nello stomaco si sono trasformate in pterodattili impazziti che svolazzano per tutto il mio petto. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi ma faccio il fatale sbaglio di alzare lo sguardo verso di lui.
Mi guarda da sotto le lunga ciglia nere e devo avere una faccia davvero buffa visto che non smette di sorridere neppure per un istante, nemmeno avesse una paralisi facciale, avvicinandosi più a me per stamparmi un bacio sulla guancia ‘’Finalmente ci conosciamo, bellezza’’ sussurra tanto a bassa voce che solo io posso sentirlo, in modo tanto sensuale da farmi diventare bordeaux in faccia.
Abbasso di istinto il viso a fissarmi i piedi, non riesco più a guardare in faccia nessuno.
Gli adulti riprendono i loro discorsi riguardanti le nozze, la luna di miele, gli addobbi, la chiesa.
Tutto intorno a me vortica così velocemente che quasi perdo i sensi ma cerco di stare buona ancora per qualche minuto. Fortuna che nessuno mi chiede nulla così posso solamente concentrarmi sul mio respiro, tentando di regolarizzarlo. Probabilmente sono pervasa da una sottospecie di mini attacco di panico perché non riesco a pensare ad altro se non a respirare.
Alzo appena lo sguardo per vedere Zayn che mi fissa palesemente, senza preoccuparsi di essere visto, ma lo riabbasso dopo pochi istanti sentendo il rossore farsi nuovamente largo nella mia faccia.
‘’La luna di miele è prenotata per la Spagna, cosa ne dite? Vi piace?’’ la voce calda della mia futura suocera mi fa risvegliare ‘’E’..bellissima…davvero’’ rispondo tra gli affanni cercando di mantenere la calma.
‘’Ti senti bene?’’ chiede mio padre poggiandomi una mano sul ginocchio, scommetto più per sistemare il vestito che si era alzato lasciando libero un lembo di pelle della coscia che per infondermi coraggio.
Annuisco appena alzandomi in piedi ‘’Scusatemi..ho bisogno di prendere aria’’ sussurro a voce bassa scappando via come una gazzella, dritta verso il giardino.
Ricomincio a respirare a pieni polmoni solo dopo essermi richiusa la porta alle spalle ed essere uscita all’aria aperta. Mi sembra di essere stata in apnea per tutto il tempo che ho trascorso in quella casa e respirare nuovamente mi brucia i polmoni.
Mi siedo su una panca a dondolo cercando di calmare tutto il corpo che trema involontariamente come se avessi le convulsioni. Poggio i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani, chiudendo gli occhi per concentrarmi sul nulla più totale quando sento qualcosa sedersi accanto a me.
Salto in aria ritrovandomi Zayn al mio fianco ‘’Mi hai fatta spaventare!’’ urlo strozzata  portandomi una mano al petto ‘’Oh, mi spiace’’ sorride lui accendendosi una sigaretta.
Fuma, fantastico.
Io odio il fumo.
Benissimo.
Scuoto la testa cercando di non pensare a quelle assurdità, sarà la persona con cui dovrò condividere il resto della mia vita e mi soffermo su questo stupido particolare del fumo. Bello.
‘’Sembravi sorpresa quando mi hai visto entrare’’ è lui a spezzare per primo il silenzio imbarazzante creatosi tra di noi.
‘’Non..non sapevo come fossi’’ mugolo guardando l’immenso prato che circonda l’abitazione.
‘’Nemmeno in foto?’’ sembra alquanto stupito della mia risposta.
Scuoto la testa più volte e lui ridacchia divertito.
‘’Cioè, tra dieci giorni ci sposiamo e mi vieni a dire che è la prima volta che vedi la mia faccia?’’
Rimango basita. Ferma. Immobile.
La bocca spalancata e gli occhi sgranati mentre lui continua.
‘’Io ho visto la tua foto, e devo dire che sembrava che tu avessi più tette…’’ si accorge solamente in quel momento della mia faccia sconvolta, non tanto per la sua ultima affermazione ma per la data delle nozze.
Si affretta a correggersi ‘’Cioè, non che tu non ne abbia..anzi.. ma…si, hai capito’’ si gratta la testa soffiando via il fumo dai polmoni notando che la mia espressione non è mutata ‘’Hai qualche disturbo psichico, per caso?’’
‘’Dieci…giorni?!’’ urlo senza pesare minimamente le parole e sbattendogliele in faccia senza curarmi della vicinanza dei nostri volti.
Scoppia a ridere convulsamente ‘’Vedo che ti sei fermata a otto frasi fa’’
Mi alzo in piedi continuando a camminare avanti e indietro, parlando da sola e dicendo cose senza senso ‘’No, no, no, no non può essere! Dieci giorni. Con te! In abiti da cerimonia. Con tutti i parenti. E poi il ricevimento. Lo scambio degli anelli. E la luna di miele. e poi tornare a vivere qua e….’’
Mi interrompe ancora ridendo ‘’Hai dimenticato la prima notte di nozze, mia futura donna’’
Mi fermo di scatto battendo i piedi al suolo e incrociando le braccia al petto ‘’Non chiamarmi in quel modo!’’ gli urlo puntandogli un dito contro al petto cercando di mantenere la calma.
Si alza in piedi facendomi notare di quanti (troppi) centimetri è più alto di me e facendomi passare tutta l’audacia che avevo fino a pochi secondi prima. Mi afferra il polso che poco prima lo stava indicando prendendolo tra le mani e portandoselo più vicino a toccare il suo petto ‘’Cosa c’è? Non ti piace che io ti definisca la mia donna? Ma è ciò che sarai tra meno di dieci giorni’’ una frase soffiata a fior di labbra e sussurrata a pochi centimetri dal mio viso, con la mano che riesce a sentire il suo cuore pulsare da sotto i vestiti.
Mi mordo il labbro inferiore socchiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo sussurrando ‘’Io non ho intensione di sposarti’’ ancora ad occhi chiusi.
‘’I nostri genitori non la pensano alla stessa maniera.’’ mi sussurra ad un orecchio come se mi stesse confidando un segreto.
‘’I nostri genitori posso fottersi’’ spalanco gli occhi subito dopo aver pronunciato quella frase, non riuscendo a credere che sia stata io a dirla.
Lo sento ridacchiare ‘’Più che altro, direi che saremmo noi due a fotterci. E anche molto presto’’ mi libera la mano lasciandola ricadere lungo il fianco e voltandosi dall’altra parte aggiungendo ‘’Se mia madre chiede di me dille che sono andato a sbrigare delle cose’’
Non riesco a elaborare la frase detta poco prima ma mi soffermo subito sull’ultima‘’Che genere di cose?’’ chiedo senza pensarci due volte, maledicendomi all’istante.
‘’Non cominciare già da adesso a comportarti come una perfetta mogliettina che si rispetti’’ ridacchia mettendosi il casco e salendo su una moto nera ‘’..abbiamo tempo per le scenette di gelosia. Fammi godere i miei ultimi giorni da scapolo libero’’ conclude facendomi l’occhiolino e sfrecciando via come un fulmine dal giardino, lasciandomi sola come una baccalà.
Fotterci? Noi? Mogliettina gelosa? Scenate di gelosia? Lui non ha proprio capito un emerito cazzo!





Spazio Autrice

Ma buongiorno!:)
avendo visto che la storia è piaciucchiata(?) e avendo ricevuto 4 recensioni mi sono detta-perchè non mettere subito anche il secondo capitolo?- per cui eccovi accontentate :D

Vorrei ricordarvi che, se volete, potete seguirmi su twitter! (ricambio:)) https://twitter.com/#!/Bubu______

Bè, spero che mi facciate sapere cosa ne pensate!:D un bacione <3







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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


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Capitolo Tre






Rientro in casa ancora frastornata e i miei genitori si fermano  di colpo nel discutere con i miei futuri suoceri, rivolgendomi uno sguardo stranito.
‘’Tutto bene?’’ mi chiede mamma facendomi segno di sedermi accanto a lei.
Annuisco impercettibilmente sotto il loro sguardo indagatore ‘’Che fine ha fatto mio figlio?’’ mi chiede dolcemente la madre di Zayn mentre mi risiedo sul divano, sprofondandoci letteralmente ‘’Ha detto di avere delle commissioni da fare ed è andato via..’’ sussurro con un’alzata di spalle notando con ribrezzo che la cosa di cui stavano parlando, prima che li interrompessi, era la scelta dell’abito da sposa.
‘’Oh bene, meglio.’’ sorride lei facendomi vedere due foto ‘’Quale preferisci?’’ mi chiede porgendomi entrambi i pezzi di carta su cui sono raffigurati due bellissimi abiti in perfetto stile arabo. Il primo, un due pezzi, completamente bianco con ghirigori dorati mentre il secondo di un blu così splendente da riuscire ad accecarmi semplicemente con una foto.
Inorridisco all’istante rispondendo balbettando un ‘’Non…lo so’’ ma venendo subito interrotta da mamma che mi sorride felice ‘’Oh ma non preoccuparti! Non devi decidere adesso. Andremo a provarli molto presto, nel caso servano dei ritocchi’’ mi dice riprendendo a parlare di fiori, rinfreschi ma soprattutto della nostra futura casa.
Solo in quel momento capisco quanto siano pochi dieci fottuti giorni, quanto tutto quello sarebbe diventato realtà molto presto, quanto tutto era ormai deciso.
‘’Abbiamo deciso di regalargli come dono di nozze una delle nostre villette, non molto lontano da qui. Zayn ne è entusiasta! Ama quella casa soprattutto per la piscina’’ spiega la donna e i miei occhi si sgranano di colpo.
Alla faccia del regalino di nozze!
‘’A proposito di regali! Mi hanno detto che oggi è il tuo compleanno. Giusto, Laila?’’la donna continua sorridendomi, ancora. Ma non si stanca mai di essere così maledettamente …gentile?
Annuisco con poca enfasi mentre lei si alza andando verso un armadio per poi tornare con un pacchettino regalo.
‘’Questo è per te’’ esordisce porgendomelo felice.
‘’Oh, non posso accettare!’’ scuoto la testa intenzionata a non aprire quel maledetto pacco. Considerando la casa, il regalo di nozze e la luna di miele ci sarebbe sicuramente stato qualcosa di troppo costoso. E non ho nessuna intenzione di accettare altri regali costosi.
‘’Oh su, non farti pregare! E’ una cosa che ti avremmo fatto avere comunque molto presto!’’ insiste lei lasciandomi il pacchettino rosso sulle gambe.
Lo prendo tra le mani e lo apro molto lentamente trovandoci dentro un astuccio di velluto blu molto elegante. Deglutisco ancora sapendo già cosa avrei trovato e lo apro prendendo prima un profondo respiro.
Una collana semplicissima, di diamanti. Quel piccolissimo filo splendente costa molto più di tutta la mia casa, con arredi compresi. Un regalino, eh?
‘’E’…è bellissimo’’ quasi ansimo senza staccare gli occhi da quel dono.
‘’Sappiamo che sei una ragazza semplice, non volevamo regalarti nulla di pacchiano’’ ammette abbracciando il marito che aggiunge ‘’Speriamo che tu possa indossarlo alle nozze’’ sorride e mi si scioglie il cuore.
‘’Certo, ci mancherebbe altro’’
‘’E cosa hai intenzione di fare per festeggiare i tuoi diciotto anni?’’ continua la donna bevendo (ma quanto bevono?!) un altro sorso di te.
‘’La mia migliore amica è riuscita ad avere due biglietti per un nuovo locale che ha aperto in centro…Delirium o qualcosa del genere’’ spiego sorridendo a labbra strette.
‘’Sul serio?! Mi pare che anche Zayn dovesse andarci questa sera! Almeno, credo. Ne parlava ieri al telefono ma non ne sono sicura, sai com’è, quel ragazzo non mi dice mai nulla!’’ ridacchia rivolgendo uno sguardo di intesa a mia madre come se tutti i ragazzi fossero uguali.
‘’Bè meglio, almeno potrete salutarvi. No?’’ aggiunge mamma con entusiasmo, mentre anche l’altra donna si agita nel divano contenta.
‘’Certo…se lo vedo’’ e giuro su qualsiasi cosa a me cara che in quel momento desideravo con tutta me stessa che si rompesse un polso e che non potesse andare a quella maledetta discoteca!
 
 
Schiaccio il campanello di casa Moore per un secondo, lo lascio e lo rischiaccio per meno tempo per poi rischiacciarlo per la terza ed ultima volta provocando un suono ancora più lungo.
Sento il cancelletto aprirsi senza nemmeno udire la voce gracchiata di Sofia chiedere chi sia ed entro come se fosse casa mia.
E’ il nostro modo di suonare ai campanelli fin da bambine, in modo da non dover nemmeno rispondere al citofono. Azione troppo complicata al mattino, quando si è appena svegli.
Entro nel piccolo bilocale, una casetta carina e stravagante, in cui vive da poco più di cinque mesi, dal giorno in cui ha compiuto diciotto anni. Mi piace quel modesto appartamento, la rispecchia alla perfezione. Dai quadri astratti alle pareti ai tappeti stravaganti sul pavimento. In vero stile Sofia, insomma.
‘’Ma buongiorno diciottenne!’’ sorride abbracciandomi non appena entro in casa mentre lei, ancora in pigiama e con i capelli da leone in pieno periodo di umidità, sembra uscita da un telefilm americano.
‘’Buongiorno’’ sussurro prima di vederla staccarsi da me e guardarmi dall’alto al basso con occhio critico.
‘’Ma come diavolo sei vestita?!’’ domanda notando il mio, a dir poco, casto vestito panna per poi indicare le scarpe beige.
Me lo stavo chiedendo anche io come cavolo mi avesse fatta vestire mia madre!
‘’Mia madre’’ alzo gli occhi al cielo buttandomi sul divano e poggiando la testa al muro in modo melodrammatico. Lei cambia discorso seguendomi.
‘’Allora?! Come è andata?? Voglio sapere tutto!’’ saltella andando verso la cucina ed uscendone con un pacco di popcorn e una lattina di birra in mano. Si, è la ragazza più strana di questo pianeta ma come faccio a non amarla?
Alzo un sopracciglio guardandola male ‘’I popcorn addirittura?’’ chiedo sorridendo della sua improvvisa eccitazione.
Annuisce e mi fa segno di raccontare ogni singola cosa ‘’Ad un patto’’ le dico incrociando le braccia al petto.
‘’Qualsiasi cosa, babe’’ sorride incrociando le gambe e cominciando a mangiare come se non vedesse del cibo da giorni.
‘’Poi tu mi spieghi come hai fatto a finire a letto con Marck!’’ la minaccio inchiodandola con lo sguardo più severo ed incredulo che possa avere.
Le cade un popcorn dalla bocca ed annuisce appena ‘’D’accordo’’ risponde realmente imbarazzata, e mi stupisco nel vederla in difficoltà per la prima volta in molto tempo.
‘’Bè, posso cominciare col dirti che è arrivato in ritardo…e che non ha la barba incolta’’ comincio spiegando la sua ‘apparizione’ da divo del cinema super sexy, tralasciando i particolari più imbarazzanti.
‘’Wo, wow! Se dici così significa che è un figo, giusto?’’ chiede divertita bevendo un sorso di birra che le va di traverso non appena dico ‘’Figo?! Nono…sembra uscito da una rivista di PlayGirl! E non va bene. Ah, e fuma’’
‘’Bè, cosa vorresti di più, allora?! Sempre a lamentarti tesoro mio!’’ si agita sul divano come se fosse scossa da un’improvvisa crisi epilettica, eccitata come non mai. Manca poco e le viene un orgasmo dalla contentezza.
‘’E’ arrogante! E presuntuoso, e cinico, e si diverte a mettermi in imbarazzo! Mi ha chiamata –la sua donna-. Ma ti rendi conto?!’’ continuo il mio monologo nello spiegargli tutta la faccenda e lei non fa altro che ridere come una pazza.
Alla faccia del sostegno morale, insomma.
‘’Ma io sono invitata al matrimonio, vero?’’ chiede all’improvviso e, sono certa al centodieci percento, che sta pensando a quale fantastico abito colorato dovrà comprare per l’occasione.
‘’Non ci sarà nessun matrimonio!’’ urlo sbattendo le braccia contro il divano, cercando di auto-convincemi.
Decido di cambiare totalmente argomento ‘’Adesso sputa il rospo. Marck!’’
Abbassa lo sguardo e giuro di vederla arrossire come un peperone. Lei che arrossisce? Si, ora ne sono certa. Il mondo sta andando a puttane.
‘’E’ successo tutto ieri. Sono andata al centro commerciale per prendere quella borsa fantastica che abbiamo visto insieme. La ricordi? E’ stupenda…’’ vedo che sta cercando di deviare la mia domanda quindi la interrompo con un urlo ‘’Ho detto Marck, non borsa!’’ rido e lei continua ‘’Si insomma, era lì con degli amici e quando mi ha vista mi ha salutata molto gentilmente, direi, con un –ciao capelli carota- molto da Marck. Non l’ho nemmeno considerato. Ero stanca e non avevo voglia di stare a giocare con lui. Circa un’oretta dopo sono andata in bagno. E sai quanto odio quei bagni misti. Mi fanno letteralmente schifo. Bè, comunque dopo due minuti è entrato anche lui, da solo. E abbiamo cominciato a battibeccare, come al solito e poi…’’
‘’Non dirmi che avete scopato in bagno!’’ le grido con occhi sgranati dalla sorpresa.
‘’No! In bagno gli ho solo fatto un servizietto di bocca’’ ridacchia mordendosi il labbro inferiore, ricordandosi della giornata precedente ‘’Bè, alla fine gli ho detto di venire a casa mia ed è successa una cosa strana…mi ha confessato che gli piaccio!Ti rendi conto? Anni di insulti per poi dirmi che ha sempre avuto una cotta per me!’’
La mia bocca sta per toccare il suolo dalla sorpresa e giuro che non mi sarei mai aspettata una cosa simile. Mi fermo un attimo a guardarla meglio e noto che sorride come una quattordicenne innamorata, sorride in modo strano. Non che ci sia un modo normale di sorridere o uno strano, ma è quel modo particolare delle persone che sono completamente pazze per qualcosa. Le gote arrossate, gli occhi lucidi, il sorriso timido ma mai troppo evidente per paura che tutto possa dissolversi in pochi istanti.
‘’Ma stiamo parlando dello stesso Marck?’’ chiedo ancora sconvolta.
Il bambino che all’asilo aveva messo un verme nel panino di Sofia, quello che in prima elementare le aveva riempito i capelli di colla vinilica, lo stesso che in seconda media aveva fatto avere a tutta la scuola una foto a dir poco imbarazzante di Sofia, colui che alle superiori si divertiva a rubarle il reggiseno dallo spogliatoio.
Fa spallucce come se non potesse crederci nemmeno lei ‘’Però è da ammettere, lui è bello. E come si è comportato ieri…non è mai stato così dolce! Anzi, nessuno è mai stato così romantico con me. Nemmeno Buch!’’
Buch, il sue ex fidanzato, avrei scommesso che sarebbero convolati a nozze visto che stavano insieme da due anni, prima che lui le facesse le corna, ovviamente.
‘’E..allora? com’è?’’ chiedo mordicchiandomi la guancia e cercando di mascherare un sorriso.
‘’A letto dici? Oh, insaziabile! E maledettamente bravo!’’ scoppio a ridere come una psicopatica.
No, non riesco proprio ad immaginarmelo lui che fa il sexy. Si, un bel ragazzo, ma proprio no!
Vedo Sofia alzarsi e dirigersi verso la sua camera per poi tornare con un pacchettino rosa fluo.
‘’Tanti auguri!’’ sorride porgendomi il pacco con  in bella vista la scritta ‘Victoria’s secrets’
Ho una paura assurda di aprire quella busta ma mi faccio coraggio e la scarto velocemente ritrovandomi con in mano un reggiseno di pizzo e un tanga dello stesso colore blu scuro.
‘’Per la prima notte di nozze!’’ mi dice molto semplicemente con tono che non ammette repliche.
‘’Scordatelo!’’
‘’Allora stasera!’’
‘’A proposito mi sono scordata di dirti una cosa’’ faccio un respiro profondo cercando di far riposare le orecchie per l’ultima volta, sapendo le urla che avrebbe fatto Sofia da li a pochi istanti.
‘’Stasera al Delirium ci sarà anche Zayn’’
Un secondo di sorpresa, un altro di stupore ed infine l’ultimo di sconcerto prima di cominciare a gridare come una pazza.
 
 
Sono, letteralmente, due ore che mi trovo nelle grinfie di quelle mani fin troppo abili che giocano col mio povero corpo inerme sul letto.
‘’Mi spieghi perché devo fare la ceretta?’’ chiedo sbuffando non appena strappa l’ennesima striscia.
‘’Perché stasera metterai un abito davvero molto corto’’ dice come se fosse una cosa normalissima e alquanto ovvia ‘’e nessuno vuole vedere la tua foresta pluviale’’.
‘’E potrei sapere il motivo?’’
‘’Devi far girare la testa al tuo futuro fidanzato e magari farlo ingelosire!’’ dice strappando l’ultima striscia mentre io soffoco un urlo di dolore.
‘’Ora và a farti la doccia. Si esce tra due ore!’’
Mi faccio una lunga doccia bollente, mi asciugo i capelli e li piastro mentre Sofia è già intenta a truccarmi.
Infilo, di malavoglia, l’intimo che mi ha appena regalato e vado dritta in camera dove mi ha preparato un abito da prestarmi per l’occasione.
‘’Ti starà da dio!’’ dice vedendo il mio sguardo confuso che cerca di capire se si tratta solo di una maglietta o di un intero abito.
‘’Ma non manca la gonna?’’ chiedo ancora fissando l’indumento poggiato sul materasso.
Ride cristallina come se avessi fatto una battuta e rientra in bagno divertita.
Ma io sono seria! Voglio davvero capire dove diavolo è finita la gonna!
Guardo sotto i cuscini, sotto il vestito, sotto la coperta ma niente. Della parte sotto nessuna traccia.
Infilo il vestito azzurro acqua e  mi guardo allo specchio notando come esalta la mia pelle non proprio chiara e i miei capelli scuri.
Aderente, corto, scollato sulla schiena.
Da troia, insomma. Soprattutto aggiunto al trucco nero e dorato che mi incornicia gli occhi creando uno sguardo da pantera in calore.
Se Zayn mi avesse vista in quello stato avrebbe sicuramente rifiutato di sposarmi.
Ne sono certa.



Spazio Autrice

Allora, prima di tutto vorrei ringraziare le ragazze che hanno recensito *-*
Volevo solo dirvi che il motivo per cui sto aggiornando così velocemente è che sono a casa malata e non avendo niente da fa...quindi non pensate che aggiornerò sempre così in fretta LOL

Altra comunicazione importante: ho cambiato Nickname. non sono più Muffinalcioccolato :)


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alla prossima ^^

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


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Capitolo Quattro
 



Avrei dovuto capire già dal nome che ‘’Delirium’’ non è una discoteca tranquilla. Ne ho avuto la conferma subito dopo essere riuscita ad entrare tra la calca di gente che spingeva come degli assatanati per accalappiarsi un posto abbastanza in avanti nella fila per poter entrare all’interno del locale.
Fortuna che abbiamo i pass se no sarei come minimo morta soffocata tra la gente. Sia benedetta Sofia, per una volta.
‘’Allora, cosa te ne pare?’’ mi chiede ridendo la mia amica, stretta in un abito color panna, il quale le risalta la terza abbondante di seno che si ritrova, schizzandogliele verso l’alto.
Mi guardo intorno per poter definire quel posto.
Gabbie con cubiste al soffitto, pali da lap dance qua e là, divani di pelle nera già occupati da ragazzi sballati e luci sul pavimento.
‘’Particolare’’ ridacchio cercando di concentrarmi su qualsiasi cosa non sia la musica assordante o la tipa poco lontano che sta praticamente scopando su uno dei divanetti con un tizio che continua ad alzarle sempre di più la minigonna, che è ormai arrivata fin sopra i fianchi della bionda.
‘’Dai, è fantastico! Altro che quella robaccia  in cui potevamo andare prima che tu compissi i diciotto!’’ mi spinge con un gesto scherzoso e sto per cadere a terra, ma riesco ad evitare una figuraccia per un pelo.
‘’Stai dicendo che è colpa mia?!’’ ribatto facendo la finta offesa, constatando che i locali che frequentavamo prima non erano poi così male. Niente ragazzi ubriachi che barcollano in giro o, ancora peggio, che vomitano agli angoli della sala. Niente ragazze seminude che sbattono il culo in faccia a degli arrapati o file di animali ammassati per cercare di entrare. Se lei considerava questi posti robaccia..
‘’Su, vieni a ballare!’’ ride cambiando argomento e prendendomi per mano, trascinandomi verso la calca di ragazzi che si strusciano tra di loro.
Si alza una nebbiolina di vapore colorato, la musica inizia a farsi più alta (sintomo che ci stiamo avvicinando alle casse) e il ritmo comincia ad impossessarsi dei nostri corpi facendoci muovere quasi convulsamente. Impiego poco ad amalgamarmi alla massa, non è così difficile come immaginavo.
Cominciamo a muoverci agitando le mani verso il cielo e, per un istante, riesco a sentirmi libera, quasi immortale. Come quando non hai nulla di cui preoccuparti, solo la musica che ti pompa nelle orecchie annebbiandoti la percezione sensoriale e annullandoti la capacità di qualsiasi ragionamento.
Rido, così forte da scommettere che mi sarei svegliata la mattina successiva senza la voce, e faccio la maliziosa con Sofia che sembra trovarsi a suo agio in quella strana situazione. Non penso più che il vestito sia troppo corto, anzi, lo trovo stretto ed insopportabile da tenere addosso, la temperatura corporea del mio corpo si alza, causa della massa di ragazzi che ci ballano attorno creando una strana danza fatta di salti, urla e spinte. Ma non è spiacevole, anzi.
E balliamo, balliamo per un’infinità di tempo, ridendo e scherzando. Prendendo in giro qualcuno o maledicendo qualcun altro.
Mi sventolo con una mano cercando di creare aria e di riprendere fiato , guardandomi intorno per vedere ciò che mi circonda. Oltre la massa di ragazzi impazziti; oltre il pogo che, ogni volta che la musica si abbassa per poi ricominciare più potente, sembra accendersi cominciando a spingere più freneticamente; oltre la coppia di ragazzi addossati ad u pilastro che si scambiano saliva; oltre al bancone del bar che serve alcolici.
 Oltre.
E lo vedo.
Noto Zayn bellamente seduto su un divano riservato e delimitato da delle transenne di velluto rosso che parla animatamente con dei ragazzi, sorridendo e bevendo da un bicchiere di plastica trasparente un liquido giallo scuro simile a della birra corretta.
Mi fermo di colpo cercando di deglutire.
La bocca si secca all’improvviso e Sofia deve essersene accorta perché mi chiede, ancora sorridendo, cosa succede.
‘’Hai detto di voler vedere il mio futuro marito?’’ chiedo seria per un momento.
‘’Certo! L’hai trovato?’’ esulta tutta felice mentre saltella come un pinguino impazzito.
Oh, aspetta.
I pinguini non saltano. Forse è la musica a farmi fare questi strani ragionamenti poco consoni alla situazione.
‘’Guarda l’area riservata, è il ragazzo con la maglietta blu scuro’’ dico semplicemente puntandolo con lo sguardo.
Vedo il suo viso allegro cercarlo tra la folla prima di bloccarsi di colpo ‘’E’ quello con i capelli scuri e la barbetta?’’ chiede seria, smettendo di colpo di ridere.
Annuisco ‘’Perché fai quella faccia? Lo conosci?’’ chiedo notando la trasformazione del suo visto ma, soprattutto, dei suoi occhi.
Torna felice e sorridente, tenendo ancora occhi lucidi ‘’No, ovvio! Ma è proprio un figo!’’ ride cristallina alzando le mani al cielo per evitare di guardarmi in faccia.
Forse la musica avrebbe potuto annebbiarmi i sensi, o forse la calca di gente, forse anche l’atmosfera ma non sono ancora ai livelli di non capire che Sofia sta nascondendo qualcosa. Qualcosa che riguarda Zayn.
Lo guardo un’ultima volta e lo vedo alzare gli occhi verso la mia direzione guardando un punto non molto definito ma capisco che mi ha notata, visto che mi manda un bacio volante e mi fa l’occhiolino.
Decido di far finta di niente, sposto lo sguardo e smetto completamente di pensare che lui è lì.
A guardarmi.
Perché ne sono certa, mi sta fissando. Non ho nemmeno bisogno di controllare perchè ne sono sicura.
Continuo a ballare più provocante di prima, strusciandomi anche più del dovuto e ridendo con Sofia come se nulla fosse, pur vedendo che si è leggermente irrigidita più di prima.
Alle mie spalle sento qualcuno cingermi la vita, mi giro di colpo ritrovandomi davanti Marck che mi urla all’orecchio per sovrastare la musica ‘’Auguri per i tuoi diciotto anni e un giorno!’’ ride lasciandomi un bacio leggero sulla guancia per poi avvicinarsi a Sofia.
Lo ringrazio ridendo ma sembra che  io non esista nemmeno visto che ha occhi solo per la mia amica.
Roteo gli occhi al cielo e lo prendo per un orecchio avvicinandolo alla mia bocca per non dover urlare ‘’Vedi di non farla soffrire o saranno le tue palle a risentirne’’ gli dico facendolo smettere di ridere prima di rivolgermi a Sofia ‘’Vado a prendere qualcosa da bere’’ le sussurro e capisce che lo faccio solamente per lasciarla sola con Marck, quindi mi ringrazia con una stretta di mano ed un sorriso pieno di gratitudine.
Mi  avvicino al bancone dove ordino un drink a caso tra i tanti nomi presenti e comincio a trangugiare quel liquido azzurro, anche se mi brucia la gola ad ogni sorso, ma non ne posso fare a meno e mi accorgo solo in quel momento di avere una sete pazzesca.
Non soddisfatta del primo drink ne ordino un secondo, di un colore meno acceso. Mi lascio ingannare dal liquido meno fluorescente e più tenue ma me ne pento subito notando (a spese della mia povera gola) che è molto più forte e bollente al tocco con la parete dell’esofago.
Sento una mano stringermi il fianco con poca gentilezza e mi va di traverso un sorso di bevanda.
‘’Attenzione a non abusarne’’ sorride al mio orecchio Zayn, divertito come non mai.
‘’Sono brava, a reggerlo’’ mento spudoratamente senza voltarmi, lasciando che il suo corpo si spinga contro il mio e cominci a muoversi  senza un ritmo preciso, senza seguire il tempo della musica e andando completamente contro corrente. Lo lascio fare, probabilmente troppo frastornata a causa dell’alcool e dell’atmosfera.
‘’Chi era quel ragazzo che ti ha toccata, prima?’’ chiede mordendomi il lobo dell’orecchio e facendomi rabbrividire all’istante.
‘’Geloso, per caso?’’ domando ridendo visibilmente della sua insicurezza nascosta dalla spavalderia ed evitando di rispondere.
‘’Non voglio che si tocchi la roba che è mia, molto semplice’’ scandisce stringendomi maggiormente a sé e facendomi rabbrividire nuovamente.
‘’Vorrei ricordarti che non sono ancora tua’’ ansimo staccandomi da lui (con non poca fatica) e allontanandomi  senza nemmeno voltarmi.
Barcollo in giro per il locale cercando qualcosa da fare, qualcosa che non comporti troppo ragionamento mentale perché non ne sarei per niente capace.
Esco nell’area fumatori trovandola brulicante di persone -ma non troppo esageratamente- e mi siedo confusa su un muretto basso, accavallando bene le gambe per evitare di far vedere qualche spettacolino gratuito ai ragazzi presenti.
Respiro più volte cercando di riordinare le idee per poi prendere il cellulare e controllare l’ora.
2.23.
Troppo presto per tornare a casa, troppo tardi per chiamare qualcuno.
E perché avrei dovuto chiamare qualcuno, poi?
Per chiedere come sta? Oppure avrei potuto chiamare Jenny e dirle che mi dispiace di averle ucciso il pesce rosso a otto anni. O a Demi per confessarle che sono stata io a romperle la penna che le piaceva tanto a dieci anni. O magari Peter per confessargli che il motivo per cui l’avevo lasciato non era perché non mi piaceva più ma perché avevo scoperto che mi faceva le corna.
Scuoto il capo cercando di tornare a ragionare lucidamente ma me ne pento immediatamente sentendo la testa leggera e poco propense a rimanermi sopra il collo.
‘’Hei ciao!’’ sento la voce calda di qualcuno che richiama la mia attenzione ed alzo il volto per capire di chi si tratta.
Metto bene a fuoco la sua figura che si trova contro luce, cercando di capire chi diavolo è.
Capelli castano chiaro che gli ricadono sulla fronte, naso ritto e lentiggini su tutto il viso, bel sorriso e labbra carnose.
Capisco dopo pochi secondi che si tratta di un mio vecchio caro amico e gli sorrido di rimando.
‘’Andrew!’’ cinguetto felice di aver trovato qualcuno con cui parlare, alzandomi in piedi per salutarlo meglio. Barcollo per un paio di secondi ma lui, prontamente, mi afferra per le spalle in modo da non farmi inciampare. Lo abbraccio calorosamente stampandogli un bacio sulla guancia.
‘’Wow! Quasi non ti riconoscevo! Sei uno splendore!’’ mi sorride guardandomi dall’alto al basso.
‘’Grazie, nemmeno tu sei male! Sono anni che non ci vediamo’’ gli rispondo leggermente più su di giri del dovuto. Maledetta adrenalina.
‘’Dall’ultimo anno di medie, anno in cui tu portavi costantemente la treccia ai capelli e io ero il brufoloso Andrew’’ sorride ricordando i vecchi tempi andati e non posso fare a meno di notare quanto sia cambiato e di quanto sia diventato bello, tra l’altro.
‘’Allora, cosa mi racconti?’’ gli chiedo veramente curiosa di sapere che fine abbia fatto in città.
‘’Ho cominciato a studiare, ora sono al primo anno di college ma intanto lavoro alla caffetteria in centro! Quella dalle inferriate rosse e le pareti bianche! Tu?’’
‘’Ho finito con la scuola, per adesso. Forse riprenderò l’anno prossimo ma non ne sono sicura..’’ faccio spallucce con nonchalance evitando di dirgli –no, non riprenderò gli studi considerando che sono prossima alle nozze-.
‘’Mi pare che amassi viaggiare, no?’’
Mi stupisce che lui se ne ricordi ancora e ne rimango piacevolmente sorpresa ‘’Si, esatto!’’ ridacchio convulsamente e non ne capisco nemmeno il motivo. Forse era meglio se il secondo drink non lo  bevevo così velocemente.
Continuiamo a parlare ancora per qualche minuto del più e del meno. Mi chiede chi mi accompagna e gli rivelo della nuova e scottante coppia di cui anche lui ne rimane sorpreso fino alla punta dei capelli e ribatte che è sicuro che io lo stia prendendo in giro.
Guardo il cellulare e noto che sono le tre passate. Sono stanca e quei tacchi mi stanno letteralmente uccidendo quindi chiedo ad Andrew se vuole accompagnarmi all’entrata.
Si offre più volte di accompagnarmi lui in macchina a casa ma rifiuto categoricamente dicendogli più che preferisco cento volte prendere un taxi e lo saluto dandogli un bacio sulla guancia proprio all’ingresso del locale, tra le bodyguard che ci guardano con indifferenza.
Vengo assalita da una ventata di aria gelida e mi maledico di non essermi portata una fottutissima giacca. Mi sento leggermente nuda sotto lo sguardo dei ragazzi che passano per quella strada in macchina ma non ce ne faccio caso.
Prendo il cellulare pronta a chiamare un taxi quando sento un conato di vomito salirmi su per la gola e mi piego, letteralmente, in due sputando fuori l’anima,
La testa mi gira quindi mi appoggio con una mano al palo della luce per poi essere scossa nuovamente dal secondo conato di vomito più violento di prima che mi costringe a piegarmi di nuovo su me stessa. Stavolta sento una mano raccogliermi abilmente i capelli per evitare di sporcarli e con l’altra mano strapparmi il cellulare dalle mani per cercare di non farlo cadere tra la pozzanghera di roba che sto sputacchiando. Ringrazio di chiunque si tratti, capendo solo dopo pochi secondi di chi sono quelle mani.
‘’Ti avevo detto di non abusare di quella roba’’ mi rimprovera severo Zayn, trattenendo una risata.
‘’Fottiti, Zayn’’ biascico tra un conato ed un altro cercando di spostarlo con un braccio.
‘’Sbrigati a vomitare l’anima che ti porto a casa, mi scoccia che tutti quelli che passano ti vedano mezzo culo per colpa di questo vestito assurdo’’ sbuffa abbassando la stoffa del vestito verso la coscia.
‘’Ti stai comportando come un maritino geloso e perfettino…’’ ripeto –più o meno- le sue parole della mattina, imitando la sua voce bassa e rauca, sputando nuovamente prima di continuare ‘’..lasciami almeno vivere i miei ultimi giorni da scapola libera’’
L’alcool mi rende stranamente audace, forse fin troppo.
‘’La frase non era proprio così ma..direi che è un punto per te, che vale il doppio considerando che stai vomitando’’ ride passandomi un fazzoletto per pulirmi la bocca, prima di prendermi in braccio a forza sotto i miei insulti affannati e sommessi mentre mi trascina verso chissà dove.
Presente la foto dei due uomini delle caverne, in cui l’uomo trascina la donna per i capelli? Ecco, mi sento così, più o meno.

 


My Corner.
ma buongiorno! passando il sabato sera a casa (-.-) ho avuto il tempo di scrivere il quarto capitolo!
sono davvero entusiasta delle 9 recensioni ricevute nell'ultimo, grazie mille *-*

Vi ricordo che potete seguirmi su Twittah (ditemi chi siete che ricambio :) sono @Bubu______ e come nome ho be my Patch.

cosa pensate succederà adesso?
come mai Sofia sembra essersi 'irrigidita' non appena ha visto zayn? cosa sta nascondendo?
Bo, tanto non ve lo dico u.u

alla prossima lol 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


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Capitolo Cinque

 

Mi trovo in quello stato di totale benessere che si prova poco prima di svegliarsi. Quel limbo di beatitudine che precede il risveglio malsano del mattino. Una sensazione dolce e soave, che sei conscio durerà poco perché minimi istanti e sai che prenderai i sensi e tutto terminerà. Come quando ti lasci cadere nel vuoto, pochi momenti di esaltazione in cui ti sembra di volare, prima di toccare il pavimento e tornare a sentire tutto normalmente.
Sento la stoffa di una coperta pesante ma morbidissima coprirmi interamente il corpo, l’odore caldo del caffè accompagnato di quello più pesante di qualcosa di fritto non molto lontano e la sensazione di stare in Paradiso pervadermi le membra.
Prima di rendermi conto di essere all’inferno.
Un dolore lancinante alla testa mi scuote il corpo come un martello pneumatico acceso sul mio cranio. Sbarro gli occhi ricordandomi qualcosa della sera prima, capendo di non trovarmi a casa mia. Nella mia stanza. La mia piccola fortezza.
Tante lenzuola bianche e blu stropicciate al mio fianco come una massa informe, un armadio immenso e nero proprio davanti a me e un comodino pieno zeppo di fogli di carta, sigarette spente e bottiglie di birra.
‘’Finalmente la principessina si è svegliata!’’ Zayn ridacchia dall’altro lato della stanza, seduto accanto ad  un bancone da cucina.
Mi alzo di scatto (pentendomene all’istante visto il mal di testa) e urlo come impazzita un ‘’Dove sono?!’’ strozzato e sommesso. Mi accorgo immediatamente della domanda stupida che ho appena fatto ma non posso fare a meno di essere sconvolta.
Mi guarda con un sopracciglio alzato ‘’A casa mia?’’ chiede, bevendo un sorso di caffè, continuando a guardarmi troppo intensamente, dall’alto della sua posizione strategica che dà direttamente sul letto.
Abbasso lo sguardo accorgendomi di essere solamente in intimo e che la coperta mi arriva alla pancia lasciando completamente in bella vista il reggiseno di pizzo blu. Ora capisco perché mi guarda in quella maniera e divento completamente bordeaux.
Mi copro alla velocità della luce, fulminandolo con lo sguardo e guardandomi intorno circospetta.
Un monolocale.
Zayn, il riccone Zayn, che vive in un monolocale. Ma mi sta prendendo per il culo? Probabilmente è il suo posto segreto in cui porta le  ragazze. Magari tenta di far colpo su di loro mostrandogli quella piccola casetta. Mi accorgo che è davvero minuscola e spartana, eppure particolare nella sua semplicità. Mobili semplici, asciutti e moderni.
‘’Tu vivi…qui?’’ domando evitando il suo sguardo mentre continua a fare quello che stava facendo prima. Annuisce serio con un cenno del capo ‘’I miei non volevano darmi una casa, quindi me ne sono preso una per conto mio’’ sorride appoggiando la testa sulle braccia. Forse anche lui si è appena svegliato. Noto solo in quel momento che porta una canottiera nera che lascia completamente libere  le braccia muscolose, consentendo di vedere la miriade di tatuaggi che le ricoprono. A papà non sarebbero per niente piaciuti. Un altro elemento a mio vantaggio.
‘’Ah, e dove hai dormito?’’ chiedo senza connettere la bocca al cervello, maledicendomi all’istante. No, la mattina non mi fa per niente bene. Non riesco nemmeno a mettere in moto il cervello.
Fanculo.
Ridacchia alzando la testa verso di me ‘’Levati dalla testa che ho dormito a terra e fai due più due’’
Abbiamo dormito insieme, figo, grandioso, fantastico. E perché diamine io non mi ricordo niente?!
Sembra mi abbia letto nel pensiero perché precede la mia domanda ‘’Quando ti sei messa a letto io sono andato a fare una doccia, al mio ritorno stavi già dormendo’’ lo ringrazio mentalmente per non avermi fatto porre quel quesito facendomi fare l’ennesima figuraccia, prima di aggiungere ‘’Dai vieni a mangiare, ho fatto le uova’’
‘’Se pensi che mi alzi conciata così hai sbagliato persona’’ sbuffo cercando con lo sguardo il mio semi-vestito ‘’Che poi vorrei capire perché diavolo me lo sono tolta!’’ dico dando vita ai miei pensieri senza nemmeno accorgermene e parlando più con me stessa che con lui.
‘’Era sporco della schifezza che continuavi a vomitare’’ mi spiega continuando ‘’Nell’armadio ci sono delle magliette’’
Alzo un sopracciglio ‘’Già ma per arrivare all’armadio devo alzarmi e non so se hai capito ma non ho nessuna intenzione di farti godere il panorama che ho là sotto’’ tagliente e fredda. Sto facendo progressi.
‘’Oh, ma non ce ne sarà di bisogno visto che ho già fatto il pieno ieri sera, mentre eri ancora in mezzo alla strada’’ trattengo un gridolino sbattendo i pugni sul letto ed alzandomi in piedi trascinandomi con me la coperta.
Rimane sorpreso, non si aspettava che avrei trovato una soluzione.
Un altro punto per me, stronzo.
Sono appena sveglia e mezza rincoglionita, ma quando mi fisso con una cosa è quella. Punto.
Prendo la prima maglietta che trovo e ma la metto all’istante andando verso il bancone dove mi aspetta una tazza di caffè fumante e due uova fritte.
Zayn mi toglie il piatto da sotto la faccia e mi guarda con fare severo ‘’Prima vatti a lavare la faccia, mi fai paura. Sembri uno zombie’’ sbuffa ridacchiando ed aggiungendo ‘’se vuoi c’è uno spazzolino nuovo sotto al lavandino, usalo’’
Apro la bocca un paio di volte per poi richiuderla, senza riuscire a proferire nessun suono se non uno sbuffo che esce dalle mie labbra mentre alzo il mio culo dalla sedia per andare verso il piccolo bagno. Non ho mai pensato così intensamente a quanto mi stia antipatica una persona, prima di quel momento.
Entro e mi ci chiudo a chiave, gridando non appena vedo la mia figura riflessa sullo specchio.
Mascara colata, matita a puttane, rossetto rosso sbavato ed ombretto a ‘mo di panda. Tutto bello ed incorniciato da una massa informe di capelli. Per una volta do ragione a Zayn nel dire che sembro un mostro.
Mi lavo velocemente la faccia prendendo lo spazzolino ancora confezionato e lavandomi velocemente anche i denti. Perché diavolo un ragazzo dovrebbe avere uno spazzolino nuovo in casa? Mi faccio l’ennesima domanda a cui non posso dare una risposta e mi pettino i capelli cercando di dargli una forma almeno decente per poi uscire ed andare nuovamente in cucina.
‘’Molto meglio’’ dice semplicemente Zayn, rimettendomi il piatto che era stato in forno per evitare che si raffreddasse sul tavolo. Non proferisco parola. Non posso dargli torto ma questo non significa che gli darò ragione.
 Il mio stomaco fa una doppia capriola all’indietro e la nausea mi invade il corpo.
‘’Fidati, dopo che hai dato il primo morso non avrai più nausea’’ la seconda volta che riesce a leggermi nel pensiero. O nella mia fronte compare, con caratteri led, ciò che sto pensando o lui è un mago.
Metto in bocca un pezzo di pane lottando contro la voglia malsana di sputarlo e correre in bagno a vomitare. Ne finisco una fetta, bevo un’abbondante sorso di caffè e mi sento già meglio, così bene che in pochi minuti trangugio tutto ciò che ho nel piatto per poi stiracchiarmi come un gatto appena svegliato, portando le mani al cielo e sbadigliando.
‘’Che ore sono?’’ domando ancora assonnata mentre lui continua a mangiare.
‘’Le tre e mezza’’ sbarro gli occhi non appena sento quelle parole ma evito di andare in panico, ricordandomi che adesso ho diciotto anni. Ghigno malefica e penso che lui mi abbia presa per malata mentale.
‘’Io l’ho detto che tu hai dei problemi psichici’’ ridacchia abbassando il viso e scuotendolo. Gli faccio la linguaccia e una smorfia mentre lo guardo attentamente.
‘’Ah Zayn..’’ la mia voce si fa più bassa, ridotta quasi ad un sussurro ‘’..grazie. Per ieri, intendo’’ dico alzando le spalle con noncuranza.
‘’Di niente’’ sorride vittorioso levandomi il piatto da davanti la faccia e portando il tutto sul lavabo.
Il mio sguardo cade proprio sul suo culo e rimango un paio di secondi a fissarlo, noto solo in quel momento che, pur avendo la canottiera, è ancora in boxer. Scommetto che sta per uscirmi la bava alla bocca visto che quando si gira per guardarmi ghigna.
‘’Ah, dovresti richiamare Sofia. Hai tipo sessanta chiamate perse’’ dice rivoltandosi dall’altro lato mentre io cerco di riprendermi dalla vista del suo fondoschiena.
Mi fiondo sul letto afferrando il cellulare poggiato sul comodino e mi metto a gambe incrociate stando attenta a non far alzare troppo la maglietta.
‘’Non sessanta, quarantanove’’ sbuffo mentre schiaccio il tasto ‘chiama’ notando che il su nome sul cellulare è ‘Honey’. Rimango a pensarci per un attimo, cercando di far rifunzionare i neuroni che mi corrono nel cervello in lungo e in largo senza una meta ben precisa.
Come diavolo fa a sapere che si chiama Sofia?!
Sto per porgli la domanda quando sento la voce preoccupata della mia amica rispondermi come una pazza, cominciando il suo solito monologo.
‘’Perché diavolo non mi hai chiamata prima?!Dove minchia sei?! Ero convinta fossi morta! Stavo per chiamare la polizia. Dove caspita hai dormito?! Ti hanno violentata?! Anzi, prima di tutto. Sto parlando con te o con i tuoi rapitori?!’’ continua a gridare tanto forte che mi allontano il cellulare dalle orecchie per evitare che mi perfori il timpano.
‘’Sofia!’’ grido per farla zittire ‘’Sto bene. Mi spiace tanto..’’ la sento prendere un respiro profondo e cominciare a recitare qualche strana formula per far riequilibrare il suo chakra interiore (o qualcosa del genere) prima di riprendere a parlare ‘’Mi hai fatta preoccupare..’’ sussurra flebilmente ‘’Dove hai dormito?’’ continua cercando di calmarsi.
‘’Da Zayn’’ rispondo semplicemente e la sento perdere un respiro.
Tento di cambiare argomento senza nemmeno aspettare una risposta ‘’Tu, con Marck?’’
Ride sommessamente, forse per via della strana situazione in cui ci troviamo ‘’Lui era intenzionato ad avere una magica notte di passione con la sottoscritta. Io ero così in ansia per te che al momento clou ho urlato –fanculo Marck, devo trovare quell’idiota!- fai un calcolo veloce..’’ ridacchia continuando ‘’alla fine è rimasto con me tutta la notte a consolarmi’’
Sorrido felice per lei immaginandomi la scena di Sofia che sclera per trovarmi (senza riuscire a contattarmi) e Marck che tenta di calmarla. Povero Marck, ha dovuto rinunciare a una notte di sesso sfrenato per colpa mia. Avrei dovuto chiedergli scusa in ginocchio.
‘’A proposito! Non indovinerai mai chi ho incontrato! Andrew’’ le dico alzando il tono di voce in modo che senta tutto anche Zayn, potrebbe giocare a mio favore fargli crescere qualche domanda anche a lui.
‘’Ah si?! Brufoloso Andrew intendi?’’
‘’Proprio lui ma alla faccia del brufoloso! E’ diventato un bellissimo ragazzo!’’ e, quella frase, non è solo un modo per far ingelosire Zayn bensì la pura verità.
Scambio ancora qualche battuta con Sofia prima di chiudere definitivamente la chiamata, trovando Zayn in piedi e a braccia incrociate che mi guarda con un sopracciglio inarcato.
‘’Chi è Andrew?’’ è il momento di mettere in atto il mio piano.
La mi unica possibilità di fargli sputare il rospo è arrivata e, sicuramente, non me la farò sfuggire ‘’Come fai a conoscere  Sofia?’’
Sembra che quella frase lo coglie alla sprovvista perché annaspa un secondo ma sembra solo un riflesso momentaneo visto che si  ricompone e torna con la solita faccia da schiaffi ‘’Me l’hai detto tu ieri sera’’ soffia sicuro di sé, facendomi vacillare un secondo.
‘’Non è vero’’ dico convinta, sicurissima che c’è sotto qualcosa. Chiudo gli occhi per un istante ‘’Come fate a conoscervi?’’ domando nuovamente intenta a scoprire la verità.
‘’Chiedi a lei di raccontartelo se ci tieni tanto’’ dice tagliente voltandosi dall’altro lato, chiudendo definitivamente il discorso.
Rimango pochi minuti ferma ed immobile, guardandomi attorno per cercare qualcosa da dire.
‘’Bè, io devo andare…’’ sussurro semplicemente alzandomi dal letto per raccattare le mie cose.
Si volta nuovamente verso di me, tornando il solito ragazzo col ghigno che gli ho visto portare praticamente sempre, come un tatuaggio sul volto, stampato sulla  faccia ed avvicinandosi all’armadio aprendolo con un gesto veloce.
‘’Non mi pare il caso che tu esca col tuo abitino..’’ cerca sotto una pila di vestiti, uscendo fuori un paio di pantaloni di tuta rosa ‘’..metti questi’’ mi dice porgendomeli.
Li prendo tra le mani e lo guardo divertita ‘’Perché diavolo hai un paio di pantaloni femminili nell’armadio?’’ cerco di trattenere le risate ma giuro, è impossibile non ridere di quella scena!
Si porta una mano dietro la testa, accarezzandosi i capelli da barbone che si ritrova ‘’Li ha lasciati qua una ragazza…la vera domanda è capire come abbia fatto lei, poi, ad andare via!’’ sorride al ricordo di quella tipa.
‘’Magari ti ha fregato un paio dei tuoi jeans per ricordo’’ dico alzandomi in piedi e mettendomi velocemente quei pantaloni. Sembro appena uscita da uno dei peggiori film che possano esserci. Una casalinga disperata si veste meglio di me. Anzi, un senzatetto si veste meglio di me. Ma sicuramente è meglio indossare quei vestiti anti stupro che il pezzo di stoffa attira violentatori che portavo il giorno prima.
Lo saluto in fretta, scappando via da quella casa troppo piccola per entrambi.
Pochi giorni e sarebbe stata una routine. La colazione al mattino, il pranzo e poi la cena. Sempre insieme, sempre vicini. Troppo vicini.
Esco fuori dalla sua casa ma mi ritrovo in un posto che non ho mai visto prima. Una via piena zeppa di condomini tutti uguali, di un colore simile al grigio topo non proprio ben messi, che si estende davanti a me.
E adesso dove caspita vado?!
Mi guardo intorno cercando di capire in che via mi trovo ma sembra di essere in una strada fantasma.
Sento il portone di ingresso che si trova dietro di me aprirsi e la figura di Zayn con un paio di chiavi, in mano avvicinarsi a me.
‘’Si, non hai idea di dove siamo e hai bisogno di un passaggio. Vieni’’ mi passa un casco nero mentre si avvia verso al parcheggio non molto lontano.
E’ la terza volta che mi legge nel pensiero e non posso fare altro che preoccuparmi, seriamente.
Lo seguo in silenzio, riflettendo.
Forse sono troppo prevedibile, come un libro aperto.  O forse sono semplicemente rincoglionita ed era facile capire che non avrei saputo dove andare.
Concentro la mia attenzione sul casco, ripenso al giorno prima e alla sua moto, ma non la metto bene a fuoco finchè non me la ritrovo davanti nella sua intera grandezza.
‘’Io dovrei salire su quel coso?!’’ chiedo strozzata, fissando malamente quell’aggeggio, più che preoccupata della mia vita. Prima il matrimonio e adesso la morte in giovane età. Qualcuno vuole rovinarmi la vita per poi farla finita a diciotto anni.
‘’Paura?’’ domanda mordendosi il labbro inferiore e guardandomi a ‘mo di sfida.
Mi sforzo di deglutire prendendo un respiro profondo ‘’Affatto’’ sussurro, cercando di apparire il più tranquilla possibile, quando in realtà sono terrorizzata.
‘’Sei mai salita su una moto?’’ domanda ancora sghignazzando.
Rido più forte del necessario in modo stridulo ‘’Certo!’’ no. Vorrei urlargli un NO così forte da farlo indietreggiare ma non ci riesco.
Metto velocemente il casco nel modo più fluido possibile, cercando di apparire a mio agio. Mi complimento con me stessa per averlo indossato senza essermi fatta male o aver fatto una figuraccia.
‘’E’ al contrario’’ mi informa trattenendo una risata che minaccia di uscirgli dalle labbra.
Ditemi che è una Candid Camera.
 
Scendo dall’arnese malefico ancora frastornata, rischiando di cadere a causa dei capogiri ma venendo subito trattenuta in piedi da Zayn.
Strattono il braccio in modo da fargli mollare la presa e gli porgo velocemente il casco.
‘’Grazie per aver cercato di farmi morire!’’ gli grido lasciandogli sulle braccia il copricapo, voltando le spalle ed andando dritta dritta a casa mia senza nemmeno voltarmi per salutarlo.
Non ho idea del colore della sua faccia ma me la immagino molto simile al violetto.
Entro in casa dove mamma sta spolverando il soggiorno.
‘’Bentornata! Come è andata?’’ mi guarda e mi sorride e non posso fare altro che fare una faccia tra il confuso e sorpreso.
Ero convinta mi avrebbe urlato addosso i peggiori insulti, che mi avrebbe fatto una sceneggiata o una ramanzina di quelle che non si dimenticano più e invece niente di niente.
‘’Bene’’ sorrido lasciando in sospeso la frase e cominciando a salire le scale che portano alla zona notte della casa. Sono così stanca che potrei dormire per due giorni consecutivi.
‘’Ah, Laila’’ mamma mi fa bloccare col piede ancora a mezz’aria tra un gradino e l’altro. Sono convinta mi stia per dare qualche cattiva notizia, porta proprio la faccia da ‘cattiva notizia’. Le faccio segno col capo di continuare a parlare e lei prende un sospiro prima di aprire nuovamente la bocca ‘’Domani c’è la prova abito’’ mi informa sorridente e con l’entusiasmo che trapela da tutti i pori.
Vorrei tanto essere contenta almeno la metà di quanto lo è lei ma proprio non ci riesco.
‘’Grandioso’’ rispondo tagliente e fredda, continuando a salire le scale verso la mia camera in cui entro, richiudendomi la porta alle spalle sbattendola con forza.
Mi lascio cadere sul letto soffocando un grido di rabbia e frustrazione contro il cuscino.
Per Zayn.
Per Sofia.
Per quel fottuto vestito.
Per quel maledetto matrimonio.
Per mamma.
Per papà.
Per i miei suoceri zucchero e miele.
Per quella diavolo di situazione, insomma.
Afferro il mio I-pod mettendo le cuffie alle orecchie e la musica a tutto volume.
Musica al massimo, sogni a mille, strani contratti fuori dalla porta, problemi da risolvere a fanculo, libertà a portata di mano ed addio mondo.



Spazio autrice.

Ma buongiorno! scusatemi se scrivo solamente adesso ma ho avuto una settimana davvero da incubo! Vi lascio immaginare -.-

Allora devo essere sincera, non mi piace moltissimo questo capitolo. speravo che uscisse meglio ma bo..

Ho fatto un piccolo conto veloce e penso proprio che usciranno una quindicina di capitoli! (o magari qualcuno in più :))
Vi ricordo che potete seguirmi su twitter ^^ (menzionatemi che ricambio!) sono @SheIsMarcy_ :)
Ultima cosa! vorrei ringraziarvi tantissimo per le recensioni *-*
Un bacio!:D

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo Sei


 
Mi sveglio di soprassalto. Non è un buon modo per cominciare la giornata. Mamma ha spalancato le finestre e mi ha tolto le coperte di dosso con la forza. E non è una bella sensazione, anzi.
No, c’è qualcosa che non va.
Ora sta gridando come una matta, sta cercando qualcosa in mezzo al casino della mia camera.
Ha aperto l’armadio, sta buttando in aria qualsiasi cosa le capiti sottomano per non parlare del fatto che si sta facendo un monologo da psicopatica schizzofrenica da sola. Finalmente capisco da chi ho preso. Lo devo dire a Sofia.
Già Sofia, devo avvisarla dell’orario dell’appuntamento. Visto che ci sono, magari, riesco a scoprire qualcosa. Qualcosa di chi? Ah giusto, Zayn.
Si, Zayn. Marito. Padre. Stronzo. Bello. Coglione. Porca troia.
Ma ci penserò più tardi, non adesso. Sono troppo rintronata. Non ho né voglia nè  tempo di pensare a loro. Mi fa male la testa. La devo smettere di dormire con le cuffie alle orecchie e la musica a tutto volume. Sento gli occhi impastati ed appiccicosi. Fanculo alle lacrime post-rabbia. E anche a quelle pre-sclero. Anzi, fanculo proprio a tutto.
Mi sono quasi scordata di mia mamma, non la sto nemmeno ascoltare e mi ributto sul letto, portandomi le lenzuola fin sopra la testa. Afferro il cellulare che si trova sotto il cuscino, sbadigliando e strofinandomi gli occhi, controllo l’ora.
7.32.
Quale essere malvagio sveglia una figlia in quel modo?!
Ma soprattutto, quale creatura malata di mente la sveglia a quell’ora?!
No, non va bene. Non va bene per niente! Ci sono orari ed orari. E questo non è né l’orario per pensare né per urlare.
E’ solo quello per dormire.
D-O-R-M-I-R-E.
Quell’azione che si fa in un fottuto letto, in un maledetto silenzio e con gli occhi dannatamente chiusi.
E io sono a letto, con mia madre che urla e i miei occhi che lottano contro la luce del sole.
Questo non è dormire!
Mi metto seduta di scatto gridando ‘’MAMMA, CHIUDI LA BOCCA!’’ la sua faccia mi fa capire che non si aspettava quell’affermazione da parte mia e la sua bocca sta per toccare il suolo.
‘’Volevo dire…’’ tento di correggermi ammorbidendo la voce ‘’abbassa il volume’’ dico infine sbattendo le mani sul materasso, rassegnata.
‘’Alzati subito! Abbiamo appuntamento tra quaranta minuti in un negozio molto chic di Londra. Chiedi anche a Sofia di venire, ci sarà anche la prova del suo vestito’’ è felice. Dannatamente felice. E sorridente. Tra poco le viene una paralisi facciale. Che Miss sono-la-mamma-felice-di-Zayn l’abbia contagiata? Per carità divina, no…
Reprimo un urlo sbattendomi il cuscino in faccia alla disperata ricerca di una via di scampo.
Quante probabilità ci sono che un fulmine colpisca la mia stanza?
Uccidetemi, in qualsiasi maniera.
 
 
 
 
Il negozio è enorme, coperto da tende rosa confetto e parquet bianco. Ci sono abiti colorati dappertutto, ricamati in qualsiasi materiale possibile ed immaginabili.
Vestiti corti, lunghi, a due pezzi, a pezzo unico, super casti o super provocanti.
Per non parlare della miriade di veli. Corti, lunghi, colorati, ricamati, con perline, senza perline, pizzo, rifiniture, con disegni, lisci…
Mi sta venendo da vomitare. Mi sento come dopo essere stata dall’oculista, quando non riesci a vedere niente per colpa delle gocce che ti hanno messo.
La donna alla reception ci accoglie calorosamente e saluta la mia futura suocera con un bacio affettuoso per poi rivolgersi a mia madre ed infine a me.
‘’Tu devi essere la futura sposa!’’ la guardo abbassando lo sguardo ed arrossendo.
‘’Già’’ sussurro a denti stretti con un moto di ansia, rabbia e frustrazione attraversarmi il corpo.
‘’Oh, non vergognarti. Ci siamo passate tutte! L’ansia dopo passa’’ la donna cerca di rassicurarmi stringendomi la spalla. Se non la smette di parlare con quella voce stridula ed acuta le infilo un manichino nel culo. E sono seria.
Ah, ci siamo passati tutte?! Non mi pare che lei sia stata obbligata a sposare un perfetto sconosciuto. Anzi, un semi sconosciuto. Considerando che lo conosco da due giorni!
Sento la porta d’ingresso aprirsi e fiondarsi verso di noi una testa arancione piena di capelli.
In ritardo, come al solito.
Si scusa un centinaio di volte, dopo avermi salutata con un abbraccio, mentre aspettiamo che la tipa della reception torni con i miei abiti.
‘’Ah ma li hanno già scelti?’’ Sofia mette il broncio. Le sarebbe piaciuto da morire girovagare per il negozio alla ricerca dell’abito perfetto. Me ne avrebbe fatti provare a centinaia solo per il gusto di vedermi con quella roba addosso. Grazie al cielo, una tortura in meno. Non so se avrei potuto sopportare la ricerca dell’abito. Passare ore ed ore a provare vestiti non è proprio il mio ideale di ‘bella giornata’.
Ci fanno accomodare su delle poltroncine morbidissime e Sofia si mette a parlare con mia madre riguardo alla cerimonia mentre io me ne sto come una deficiente a fissare il camerino, quando vedo la commessa venirci incontro con due buste coperte.
Mi faccio forza e mi alzo dalla poltrona mentre Sofia sbatte i piedi per terra incitandomi e palpandomi il culo come se con quel gesto potesse infondermi forza. La sua solita finezza da ippopotamo.
Entro in camerino e apro la zip del primo vestito.
Blu elettrico.
Come quello che avevo visto in foto.
Un due pezzi che lascia scoperta un piccolissimo lembo di pelle. Tutto ricamato da ghirigori argentei ed accompagnato da un velo del medesimo colore.
Lo metto velocemente e mi guardo allo specchio integrale che è presente su una parete.
Sembro una bambolina.
Una cazzuta bambolina.
E io non mi sono una bambolina. La bambolina lasciamola fare a chi lo è sul serio.
La commessa apre di scatto la porta del camerino e per poco non le grido di andarsene al diavolo. Reprimo un urlo stringendo così forte le mani da conficcarmi le unghie nella carne del palmo.
Devo stare calma.
Esco di malavoglia sotto lo sguardo indagatore delle mie accompagnatrici. Luccicano gli occhi a tutti.
Che culo, solo a me fa schifo?
‘’Non mi piace’’ lo dico convinta, guardandole dritta negli occhi e facendogli capire che non mi sarei mai messa quella roba per il mio stramaledetto matrimonio.
‘’Ma guardati! Ti sta benissimo!’’ mamma cerca di convincermi, ha le lacrime agli occhi da quanto è contenta. Sembra una di quelle foche bianche e batuffolose e io sto facendo la parte del cacciatore che vuole spaccarle la testa. Perché devo sempre passare per la cattiva quando in realtà sono la vittima?
Sofia mi guarda e capisce al volo che quel coso non fa per me ‘’Non potrebbe provare qualcos’altro? Insomma, questo vestito le fa il culone. E lei non ha il culo grosso!’’ capisco al volo che lo sta dicendo solo per non far insistere mia madre ma la guardo comunque sbalordita. È  un modo per aiutarmi? Alla faccia dell’amica  con tatto! Un elefante è più delicato di lei.
La fulmino con lo sguardo mentre lei mi strizza l’occhio. Acconsentano alla mia seconda prova e, con poca finezza, me ne torno in camerino maledicendoli. Apro la seconda busta.
Un abito lungo, bianco, un solo pezzo. Molto più semplice. Senza nessun ghirigoro ma con la schiena completamente libera e coperta da un sottilissimo strato di pizzo. Scollo a cuore, corpetto aderente che si apre in una gonna più ampia e una spilla puntata sul fianco, più moderno e meno tradizionale. Rimango di sasso. È magnifico, non so chi l’abbia scelto ma deve avere un gusto eccellente in fatto di vestiti.
Lo infilo velocemente e rimango incantata a guardare la mia figura allo specchio. Sembro una principessa uscita dalle fiabe. Non mi sono mai sentita tale, ho sempre odiato le principessine viziate, ma quell’abito è qualcosa di…wow.
Esco dal camerino senza proferire parola.
Nessuno dice niente.
Sono tutti incantati a fissare allibiti il mio abito. La bocca spalancata e gli occhi gonfi.
‘’Questo va già meglio’’ sussurro sistemando il corpetto, pur non avendo nulla da sistemare ma per fare qualcosa che non sia guardare i loro volti.
‘’E’ lui’’ sussurra raggiante Sofia mentre mamma prende un fazzoletto per asciugarsi le lacrime che le stanno sgorgando dagli occhi.
‘’Sarai una sposa bellissima’’ aggiunge la madre di Zayn annuendo felice.
Peccato che bellissima non sia sinonimo di felice.
Bè, si dice che metà matrimonio è basato sulla scelta dell’abito,almeno fin qui ci siamo. Per il resto meglio stendere un velo pietoso.
Passiamo un’altra ora e mezza all’atelieur per scegliere gli abiti delle damigelle. Hanno optato per qualcosa di semplice. Un due pezzi fucsia fluo con stampe dorate. Alla faccia del sobrio, insomma.
Non ho mai visto Sofia così felice per la scelta di un abito che, seppur lungo, è sexy da morire.
Probabilmente durante la cerimonia saranno tutti intenti a fissare lei senza curarsi minimamente di me ed è una buona cosa perché così io avrò il tempo per fuggire indisturbata.
Che idea geniale! Se non fosse che  il tacco delle scarpe che mi hanno scelto, è così alto che non riuscirò mai a scappare o fare qualsiasi altra cosa che non sia camminare con molta cautela.
 
 
 
Torno a casa distrutta e salgo velocemente nella mia camera.
Afferro il pacco di patatine di riserva che tengo sotto il letto ed accendo la televisione sperando che cominci qualche film decente. Dopo una giornata di shopping estenuante, stare stravaccati sul letto come bradipi è la cosa migliore che possa esserci. Faccio zapping col telecomando senza stare a badare a che film ci sia.
‘’Matrimonio a Parigi’’ sbuffo alzando gli occhi al cielo ‘’Se scappi ti sposo’’ ma mi stanno prendendo per il culo?! Qualcuno si diverte a sfottermi.
Ah, ah, ah
Finalmente trovo una commedia dal titolo anonimo, che si preannuncia banale ma che è perfetta per la situazione. La inizio a guardare continuando ad ingurgitare patatine al formaggio.
Se ingrasso e prendo due chili l’abito non mi starà più quindi potrò  non presentarmi alla cerimonia. Giusto? Dovrò fare una scorta più abbondante di cibo.
Finisco di mangiare, senza più guardare la televisione.
‘’Io non ti voglio sposare!’’ la voce della ragazza alla televisione mi fa sussultare.
‘’Ma non siamo noi a deciderlo’’ il ragazzo biondo la guarda con gli occhi tristi ‘’Sono loro che ci obbligano’’ .
Mi viene la pelle d’oca. Ma che diavolo…?!
Afferro il telecomando e spengo con forza la televisione. Non sono io che sono paranoica. No. È qualche forza mistica che continua a prendersi gioco di me!
Guardo l’orologio, è ora di cena.
Mi alzo di malavoglia dal letto, già sazia prima ancora di essere scesa in cucina, e mi avvicino alla porta quando la mia attenzione viene catturata da un segno rosso molto evidente sul calendario di Gatti&Co appeso al muro.
Mi avvicino notando un enorme cuore rosso vivo su uno dei quadratini che segna il giorno prestabilito per le nozze.
Ci mancava solo che mia madre si comportasse come una quattordicenne in piena crisi ormonale!
Conto velocemente i giorni.
Otto. Otto giorni e la mia libertà andrà a farsi fottere.
Centonovantadue ore.
Undicimilacinquecentoventi minuti.
Seicentonovantunmiladuecento secondi.
Prendo un respiro profondo afferrando il calendario e buttandolo malamente sul pavimento.
Scendo velocemente le scale ed arrivo in cucina dove Farrah sta parlando con mia madre e mio padre sta leggendo il giornale.
‘’Lailaaaaa’’ appena mi vede mi urla e mi viene incontro afferrandomi per la gamba.
‘’Cosa succede?’’ domando preoccupata vedendola imbronciata.
‘’Posso vedere l’abito? Per favooooooore’’ mi fa gli occhioni da super cucciolo indifeso e l’espressione da musona che mi piace tanto. Come posso dirle di no?
‘’Dopo cena, d’accordo?’’ le carezzo i capelli sperando che la smetta di parlare di vestiti e lei comincia ad urlare come una matta felice.
‘’A me non piace’’ sentenzia mio padre poggiando il giornale sul tavolo.
Farrah si zittisce mentre mamma smette di mescolare il sugo che bolle in pentola.
‘’Ma se nemmeno l’hai visto!’’ dico incrociando le braccia al petto indispettita.
‘’Non il vestito, a te starebbe bene anche un sacco di patate…sto parlando di Jawaad’’
Mi si mozza il respito in gola per un istante e l’unica cosa che riesco a dire è un ‘’Oh’’ strozzato.
‘’Ne abbiamo già parlato! Non darle man forte su questa storia’’ mamma lo rimprovera puntandogli il mestolo contro mentre lui sbuffa alzando gli occhi al cielo.
‘’Ma hai visto come si comporta?! Non è un bravo ragazzo.’’ Si difende senza perdere minimamente il controllo della sua voce.
‘’Mai sentito parlare del –non giudicare le persone dalle apparenze-?’’ battibecca mamma portandosi entrambe le mani ai fianchi.
Litigata in arrivo.
‘’Mai sentito parlare di esperienza? E per esperienza so cosa cercano i tipi come lui. Considerando che alla sua età io ero lo stesso.’’
Farrah interviene nella conversazione ‘’E cosa vogliono?!’’ chiede piena di curiosità.
Ci zittiamo tutti.
La patata, Farrah.
‘’Divertirsi’’ risponde papà dopo avermi guardata per un secondo negli occhi.
I miei ormoni si mettono a ballare la macarena. Qualcuno è della mia parte!



Spazio autrice.

ma buonasera!:)
allora, prima di tutto vorrei scusarmi per il ritardo colossale ma ho avuto due settimane a dir poco estenuanti!

poi vorrei scusarmi perchè so che in questo capitolo non succede nulla di ''wow'' ma è solo perchè è un capitolo di passaggio!
SAPPIATE CHE NEL PROSSIMO SUCCEDERà UNA COSA O.O

ahahahahha vi ricordo che potete seguirmi su twitter! sono @SheIsMarcy_ (e il nome è )

Spero di trovare delle recensioni (eddai almeno mi invogliate a continuare! è.è ahahahahhah) no dai, sto scherzando...o forse no? lol

Ok, la smetto! al prossimo capitolo :)

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


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Capitolo Sette

*Lo so, vi avevo detto che in questo capitolo succedeva una cosa molto 'wow' ma la cosa 'wow' è stata spostata D: perdonatemi*


Sono sul divano a mangiare patatine al formaggio mentre guardo uno stupido programma alla televisione quando mamma parla, girata verso la tv ma ricolta a me. Non mi guarda negli occhi, come se volesse evitare il mio sguardo. Non c’è nulla che mi possa far pensare a qualche cattiva notizia o a qualcosa di sconvolgente, almeno è quello che penso ma ancora per poco.
‘’Stasera  hai un appuntamento col tuo fidanzato in un bellissimo ristorante’’ mi cade una patatina dalle mani e la bocca si placa di colpo di mastica. Impiego qualche secondo a metabolizzare la sua frase, con gli occhi sgranati e le mani a mezz’aria.
Non mi risulta strano che io debba uscirci, né tantomeno che il posto sia chic o stronzate simili. È come ci ha definiti che mi inquieta.
‘’Cos’hai detto?’’ chiedo sconvolta, convinta che mi sia immaginata tutto, quella strana affermazione compresa.
‘’Stasera hai un appuntamento’’ ripete lei con nonchalance tornando a guardarmi.
‘’No, dopo’’ rispondo scuotendo appena il viso per farle capire che non è quello che intendevo.
‘’Che andrete in un bellissimo ristorante’’ sta sorridendo, sta già pensando alla serata che mi attende. Prima ancora che io riesca ad elaborare tutte le informazioni. Prima ancora che anche io riesca ad elaborare lemie emozioni.
‘’No, mamma. Come ci hai definiti?!’’ chiedo strozzandomi con qualche residuo di patatina che mi finisce in gola malamente. Tossisco appena, fermandomi prima che riprenda a parlarmi.
‘’Il tuo fidanzato! Come dovrei definirlo, se no?’’ il suo sguardo si fa truce e l’espressione si indurisce sotto il mio sguardo sconvolto. Non vuole sentire storie. Vuole solamente che faccia buon viso a cattivo gioco. Mi sento come un palloncino troppo gonfio. Troppe emozioni tutte insieme e, cosa succede se l’aria contenuta in esso è troppa? Bè, esplode.
‘’Spero che tu stia scherzando!’’ urlo inferocita contro di lei, nella disperata ricerca di farla ragionare. Manca solo una settimana al mio matrimonio e lei e l’altra comare hanno avuto una delle loro brillanti idee. Una bell’appuntamento galante con l’uomo delle caverne.
E si permette anche di definirlo il mio fidanzato! Come se non bastasse il nomignolo di futuro marito. Aggiungiamoci un’altra etichetta, tanto per completare l’opera!
Mi sembra tutto così stupido, così irreale. Ho sempre ‘rimandato’ l’idea che mi sarei sposata così presto. Non ho mai voluto veramente pensarci. Ma ora che si avvicina il giorno, ora che tutto si fa più concreto. Mi impaurisce. Non voglio, non riesco nemmeno ad immaginare una vita con quel ragazzo.
‘’Affatto. Ti passerà a prendere per le otto. Vedi di essere pronta’’ finisce di spolverare una dannata cassettiera, sbattendo un libro sulla mensola con poca delicatezza.
Mi scappa una risata isterica ‘’ Mi passa a prendere? Papà non mi farà mai andare in moto con lui!’’ protesto incrociando le braccia al petto. Se ho qualcuno dalla mia parte, tanto vale tirare acqua al mio mulino. Non ho ben capito il motivo per cui ce l’abbia tanto con Zayn. Si insomma, togliendo il fatto che fuma, che ha una miriade di tatuaggi, che ha la faccia più stronza del pianeta e che (molto probabilmente) è il ragazzo più puttaniere dell’universo, ma a parte questo non è molto male. Certo, questo è quello che pensi non appena lo vedi esteriormente. Poi, quando lo conosci meglio, i difetti aumentano a dismisura e la lista dei Pro e dei Contro diventa un vero elenco di difetti. Stronzo, egocentrico, presuntuoso, irritante…devo andare avanti con gli aggettivi?
‘’Tuo padre se ne farà una ragione. Non può fare altro che accettarlo. Fine’’ da come parla deduco che abbiano litigato la sera prima. Grandioso. Passano trent’anni della loro vita ad amarsi senza mai litigare e poi arriva lui e fa un casino. Ecco, un altro aggettivo da aggiungere alla lista: rovina coppie.
Esco dal soggiorno incazzata nera, se rimango un altro minuto in quella stanza potrei alzarmi e prenderla per i capelli. Vado in giardino e chiamo Sofia. Ho bisogno di sfogarmi. Non la vedo dal pomeriggio prima e già mi manca la sua presenza. Devo andare a farmi curare da uno bravo.
‘’Ohi amore, dimmi!’’ la sua voce è squillante e più acuta del solito. Nervosa, forse.
‘’Sofia? Cosa succede?’’  si trova in un posto al chiuso visto che la voce rimbomba, intuisco che c’è qualcuno vicino a lei considerando i sospiri di sottofondo.
Si, quando voglio riesco ad essere più intuitiva di una stalker.
‘’Nulla! Solo che ora non posso parlare. Cosa dovevi dirmi?’’ parla velocemente, agitata e confusa. Come se si sentisse il fiato sul collo. Come se volesse chiudere all’istante quella chiamata.
‘’Volevo chiederti un consiglio in fatto di vestiti ma non preoccuparti..ci risentiamo appena hai tempo..’’ mi invento una scusa a caso e lascio la frase in sospeso.  Lei coglie l’occasione al volo per salutarmi velocemente e riagganciare il telefono con nonchalance.
Giuro che se non mi spiega che cavolo sta succedendo la mando da uno psicologo.
Anzi, ne avrei prenotato uno per entrambe.
Mancano ancora un paio d’ore prima dell’appuntamento combinato quindi decido di andare a fare un bel bagno caldo e rilassante. Un’ora nell’acqua bollente è il rimedio migliore quando ti sta scoppiando la testa a furia di ragionare. Perché si sa, i miei neuroni non sono abituati a sforzi simili.
Sto per entrare in bagno quando Farrah mi ferma afferrando i miei pantaloni della tuta, facendomi segno di volermi parlare.
‘’Cosa succede?’’ domando abbassandomi per poterla sentire meglio. Quando vuole riesce ad essere una perfetta koala, si aggrappa alle gambe e non si sposta più e, pur essendo leggera, riesce a tenerti piantata al suolo.
‘’Laila, ma tu ti sposi tra poco. Giusto?’’ mi chiede con la sua solita voce da bambina ingenua.
Mi siedo su una poltrona che si trova proprio accanto a me e le faccio segno di avvicinarsi.
‘’Si, Farrah, tra una settimana. Ma se lo sai, perché me lo chiedi?’’
‘’Ma io non lo conosco!’’ protesta incrociando le braccia al petto indispettita.
Scoppio a ridere ‘’E’ questo che vuoi? Incontrarlo? Bè, allora oggi te lo presento!’’ il suo volto si illumina come se gli avessi appena rivelato che Babbo Natale sta venendo a farle visita, ed inizia a saltellare felice, urlacchiando parole senza senso nella sua lingua elfica a noi del tutto sconosciuta.
La lascio in sala da pranzo dove si mette a disegnare principi e principesse, immaginandosi matrimoni e avventure con draghi e maghi malvagi.
Se solo avesse saputo tutta la verità!
Entro, finalmente, in bagno dove (dopo aver riempito la vasca d’acqua bollente fino all’orlo) mi lascio cullare dal liquido caldo che mi immerge completamente il corpo. E chiudo gli occhi, immaginandomi mondi incantati, pianure estese e vegetazione incolta. Il mio mondo nelle fiabe. Come l’ho sempre immaginato. La mia vita. Libera da ogni pensiero. Libera da ogni obbligo morale. Libera da qualsiasi regola. Libera da tutto e tutti.
Vibra il cellulare che si trova sul pavimento, non lo prendo ma guardo lo schermo.
Per fortuna ho messo la sveglia così  ho il tempo per lavarmi ed uscire dalla vasca. C’è qualche modo per evitare quell’uscita? Oltre ad affogarmi con le mie stesse mani, ovviamente.
 
 
 
Odio i vestiti.
Cioè, non odio proprio i vestiti. Odio doverli scegliere. Dover decidere cosa indossare. È uno dei drammi peggiori della vita. Pantaloncini viola? No, troppo sportivi. Jeans e t-shrit? Troppo informali. Mini gonna? No, da troia.
E che minchia mi metto?! Come diavolo ci si veste per un ‘primo appuntamento’? si, tra virgolette. Perché non ha senso definirlo un primo appuntamento. Anche se ne ha tutte le sembianze. Non lo è e basta. È solo una truffa, un escamotage per far divertire mia madre e mia suocera. Per veder realizzati i loro sogni di avere i propri figli in una relazione. Avrebbero dovuto trovarsi un hobby, quelle due. Pittura, scultura, musica, bricolage, danza, qualsiasi cosa! E, se non lo avessero fatto in fretta, avrei detto ai rispettivi mariti di trombarsele più spesso per non dover, poi, subirmele io. Ecco. L’acidità fatta persona.
Butto da tutte le parti gli indumenti che trovo nel mio armadio, mettendo sul letto solo ciò che potrebbe andar bene.
Sono le 19.15 e io sono ancora in accappatoio, senza capelli fatti e senza trucco.
Oh, al diavolo!
Afferro un paio di pantaloncini neri alti ed una maglia larga di pizzo, infilo la maglia dentro i pantaloncini e metto i tacchi (non troppo alti). Mi sistemo velocemente il trucco e faccio i capelli alla meno peggio, cercando di domare la chioma folta e mossa.
Sento qualcuno suonare  mamma rispondere con un ‘’Chi è?’’ felice, al citofono.
E’ completamente pazza per Zayn, sarà il suo fascino da stronzetto del quartiere, ma è come se l’avesse ammaliata. Perché non convola lei a nozze con lui invece di usare me come agnello sacrificale?
Sbuffo sentendo la porta di ingresso chiudersi, delle risate e dei saluti riecheggiare per tutto il corridoio.
‘’Laila, è arrivato!’’ papà  mi urla poco gentile e io alzo gli occhi al cielo spruzzandomi qualche goccia di profumo e prendendo la borsa.
Cominciamo bene. Sento la tensione attanagliarsi al mio stomaco senza alcuna intenzione di lasciarlo tanto facilmente, se poi ci si mette anche mio padre siamo apposto.
Scendo velocemente le scale trovandomi mamma, papà e Zayn seduti a tavola che bevono un caffè.
‘’Oh, amore. Stai benissimo!’’ mamma si alza e mi gira attorno alla ricerca di chissà quale difetto, sistemando una parte della maglietta, come se avessi otto anni ‘’Mamma, che diavolo stai facendo?!’’ bisbiglio in modo che possa sentirmi solo lei, mentre Zayn si sta presentando a Farrah.
‘’Ma tu non sei biondo e con gli occhi azzurri!’’ la voce squillante di mia sorella mi fa passare l’attenzione da mia madre alla scena che si sta svolgendo proprio davanti ai miei occhi.
Zayn alza un sopracciglio confuso mentre mamma la sgrida con voce calma ‘’Chi ti ha detto che doveva essere biondo e con gli occhi azzurri?’’ le chiede mamma visibilmente alterata da quell’informazione.
Gli occhi di Farrah si fanno lucidi, prima di aggrapparsi alla mia coscia e piangere ‘’Non è un principe lui! Mandalo viaaa!’’ urla continuando a piangere mentre io non posso fare a meno di ridere, cercando di trattenermi.
Avremmo dovuto far vedere meno cartoni della Disney a quella povera bambina! Ora capisco perché il colore azzurro e quello giallo sono sempre i primi a finire!
Mi metto quasi in ginocchio per guardarla in faccia, le sposto le mani dal viso sorridendole.
‘’Ma lo sai che non tutti i principi hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi?’’ le dico a bassa voce sotto lo sguardo di tutti i presenti.
‘’Eh ma..nella storie che mi racconta mamma è sempre così! E tu non puoi non sposare un principe! Devi essere una principessa!’’ sbuffa indispettita.
Ecco di chi è la colpa. Lancio un’occhiata accusatoria a mamma che non riesce a trattenere una risata.
‘’Ma non importa che aspetto ha. Un principe è sempre un principe! Anche se ha gli occhi viola e la pelle verde. Sempre principe rimane’’ le dico scuotendola e facendola ridere.
‘’Ok, allora mi stai simpatico!’’ grida rivolgendosi a Zayn con un ditino puntato. Solo in quel momento capisco quanto ci assomigliamo e rabbrividisco all’idea di avere davanti una mini-me.
Zayn ghigna divertito ‘’Meno male, non avrei potuto dormire per molto tempo se avessi saputo che non ti stavo simpatico!’’ le risponde prendendola scherzosamente in giro, mentre lei va via tutta impettita e contenta della sua piccola vittoria.
Papà sprizza allegri da tutti i pori. Si, come un uomo che ha appena scoperto di essere impotente.
Mamma e Zayn si scambiano ancora qualche battuta veloce, li salutiamo dicendo che si sta facendo tardi e che la prenotazione potrebbe saltare. Zayn ringrazia dell’ospitalità mentre si sorbisce la predica di mio padre sull’orario, la guida e le mani da tenere nelle tasche (le sue, ovviamente).
Usciamo nel vialetto e lo seguo fino al parcheggio che si trova ad una decina di metri dalla mia casa, fermandoci proprio davanti un’auto nera.
‘’Dov’è finita la moto?’’ gli chiedo mentre lui apre lo sportello anteriore.
Si ferma un attimo a guardarmi  ‘’Ero convinto che ti fossi messa la gonna, non volevo che mezza Portland si godesse un altro spettacolino’’ ridacchia guardandomi a mo’ di sfida.
Lo fumino con lo sguardo salendo in macchina senza ribattere alle sue parole, e metto velocemente la cintura.
Prima che sarebbe finita la serata l’avrei ucciso.
‘’Dove andiamo?’’ sta imboccando una strada di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza, il minimo che possa fare è chiedergli dove mi sta portando.
‘’Mia madre ha prenotato in un ristorante ma non ci sono mai stato’’ e con un segno del capo indica il navigatore satellitare già impostato su una via che dista un quarto d’ora in macchina.
‘’Andrà a finire che ci programmano tutto loro! Non basta il matrimonio, i vestiti, gli invitati. Adesso anche il luogo di quest’assurdità! Manca solo che ci organizzino anche la prima notte di nozze.’’ Urlo come una pazza, sbattendo malamente la borsa sul sedile e incrociando le braccia al petto.
E lui ride, ride così forte che tra poco gli arriva un pugno.
‘’Cosa ridi?!’’ gli urlo, abbaiandogli contro come se avessi la rabbia.
‘’In effetti, direi che hanno programmato anche quella’’ spalanco la bocca alla ricerca disperata di un segno della sua faccia che mi faccia capire che sta scherzando, ma oltre il ghigno non riesco a vedere nulla.
‘’COSA HAI DETTO?!?’’ sto arrivando al limite della sopportazione. Sto per scoppiare, sto esaurendo la mia scorta di pazienza. E la serata non è nemmeno cominciata.
Si ferma cercando di smettere di ridere, riprendendo fiato e guardandomi negli occhi ‘’Non hanno proprio programmato i minimi dettagli…cioè, ne abbiamo parlato ieri. E ti posso assicurare che è stata una cosa molto imbarazzante..’’
Mi scappa una risata  nell’immaginarmi loro tre, seduti attorno ad un tavolo, a discutere sulle dinamiche dell’atto.
Gli faccio un cenno del capo, segno di continuare, e lui riprende a parlare ‘’..non mi hanno detto come fare, ovviamente, anche perché ne sono più che capace. Mi hanno solo imposto di non usare il preservativo visto che vogliono un bel nipotino’’
La mia bocca si spalanca mentre gli occhi si sgranano a dismisura.
Non ci siamo nemmeno sposati e già questi qua pensano di avere un nipotino?! Ma che diavolo si sono fumati?! Cosa mettono nelle loro strane tisane?! Non posso crederci. Siamo nel ventunesimo secolo e mi sembra di vivere nel Medioevo. Matrimoni combinati, viaggio di nozze programmato e ora anche nipotini.
‘’Oh, mio Dio. Manca solo che chiedano di vedere le lenzuola sporche di sangue per accertarsi che io sia vergine!’’ grido in piena crisi isterica, non sapendo se ridere per quell’assurdità o piangere per tutto ciò che si aspettavano che facessimo.
‘’Ne sarebbero capaci’’ ridacchia a labbra strette svoltando in un vicolo bel illuminato.
‘’Allora vedi di procurarti della pittura rossa’’ sbuffo appoggiandomi sconfitta al sedile e mordendomi l’interno guancia tanto forte da sentire il sapore salato sul palato.
‘’Perché non sei vergine?’’
‘’Perché non te la do’’
E questa volta ho vinto io, stronzo.
 
 
Ci troviamo di fronte ad un immenso ristorante. Bello, elegante, di lusso e dall’apparenza troppo costoso.
Troppo costoso anche per i modi da io-posso-permettermelo della sua famiglia.
Non mi avrei potuto pagare il conto della cena in quel posto nemmeno con un intero stipendio da giornalista. E giornalista, io, non lo sono nemmeno diventata.
Sono ferma ed immobile a fissare quel luogo, non ne ho voglia. Non voglio comportarmi bene per tutta la sera. Mi sento in imbarazzo, forse lui sa come comportarsi in quelle situazioni ma non io. Io non sono cresciuta in quella vita. Niente cene ufficiali, niente pranzi di beneficenza, niente feste eleganti. La festa più formale a cui abbia partecipato è stato al matrimonio di mia cugina Dely!
Si avvicina a me, dopo aver parcheggiato l’auto subito fuori l’ingresso.
Manca solo il tappeto rosso e saremmo stati davanti ad un locale per soli Vip.
Mi fermo a guardarlo assorta nei miei pensieri: jeans scuri e camicia nera. Se non fosse che ci troviamo in quell’assurda situazione l’avrei anche considerato quasi bello. Sottolineo nel mio cervello la parola ‘quasi’ ma i miei ormoni si ribellano a quel piccolo particolare, cominciando a farmi pensare a cose non molto pudiche.
Ok, ok. Non quasi. Mi sarebbe sembrato un figo. Anche altamente scopabile.
Basta ormoni, datemi una tregua almeno per stasera!
‘’Dimmi che è un incubo’’ sbuffo senza muovermi di un millimetro.
‘’Ok, so che mi odi che preferiresti banchettare con delle tigri e bla bla bla ma cosa ne dici se prendiamo cinese e lo mangiamo in macchina senza dover stare attenti a formalità scassa palle?’’ parla a voce basa, cercando di apparire calmo e tranquillo.
‘’Possiamo farlo davvero?’’ domando speranzosa.
Sbuffa ridacchiando ‘’Facevo prima a non parcheggiare. Sali in macchina’’ mi ordina ghignando, aprendo con il telecomando l’auto.
Per una volta sono d’accordo con lui, strano ma vero.
‘’Apri il cruscotto, dovrebbe esserci il depliant del ristorante cinese’’ mi dice non appena sono salita in auto. Cerco nel punto da lui indicato, in mezzo ad una marea di scartoffie, quando mi trovo con un quadratino argenteo e un paio di mutandine proprio fra le mani.
‘’Zayn!’’ urlo così forte da farlo frenare di colpo, facendolo spaventare.
‘’Cosa succede?’’ chiede guardandomi confuso mentre io tiro fuori quella roba dal cruscotto.
‘’Ma cazzo!’’ gli grido buttando a terra il tanga di pizzo rosso.
Alza gli occhi al cielo cercando di mascherare un sorriso ‘’E io che pensavo chissà cosa!’’ ridacchia riprendendo a guidare.
‘’Bè, qui il depliant non c’è!’’ gli dico chiudendo a forza il cassettino.
‘’Oh, è vero. Lo tengo da quest’altra parte. Scusami, piccola’’ infila una mano nel portaoggetti situato nella sua portiera, estraendone velocemente il menu.
Lui lo sapeva! E io che cominciavo a pensare che non fosse poi tanto male. Mi sarei dovuta scrivere sulla mano di non abbassare mai la guardia con lui nei paraggi.
‘’IO TI AMMAZZO!’’ gli grido spingendolo malamente per una spalla, rischiando di farci uscire fuori strada facendoci morire entrambi.
‘’Era solo uno scherzo! Dai piccola permalosona!’’
‘’Piccola ci chiami la troia a cui hai fottuto le mutandine!’’ gli ringhio immaginandomi chissà quale biondona gliele ha lasciate come souvenir.
Mette il broncio guardandomi in faccia e distogliendo lo sguardo dalla strada.
‘’In realtà le ho comprate per te’’ ammette mordendosi il labbro inferiore in modo seducente.
‘’A quale gioco stai giocando, Zayn?’’ non so più se ridere perché sta facendo lo stupido e prenderlo a sberle fino a fargli uscire gli occhi fuori dalle orbite.
Avvicina la mano destra alla mia gamba, carezzandomi piano la coscia, facendomi fremere involontariamente.
‘’A quello in cui io ti provoco e tu diventi così rossa da sembrare un peperone’’ mi sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio.
‘’E, posso saperne il motivo?’’ gli domando senza smettere di fissare la sua manogigante poggiata sulla mia gamba. Si dice che la mano sia proporzionale al…
Basta, basta, basta!
Fa spallucce ‘’Dovrai sopportarmi per tutta la vita, tanto vale cominciare da adesso, piccola’’ lo stesso soprannome, la stessa presunzione nella voce.
Ora lo castro. Ora lo castro. Giuro, ora lo castro.

Spazio autrice!

so che non aggiorno da molto, è per questo che questo capitolo è più lungo del solito!
anche se non succede la cosa 'wow' che vi avevo promesso nello scorso capitolo (causa cambiamento deciso durante la scrittura) spero comunque che vi sia piaciuto!
spero di trovare tante recensioni come nell'ultimo capitolo *-* dire che ero felice è poco!

Vi ricordo che potete seguirmi su twitter! sono @Sheismarcy_ (menzionatemi che ricambio :D)
alla prossima!

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo Otto

Il tempo è scandito solo dal rumore dei nostri respiri,i nostri corpi distesi sul cofano dell’auto a fissare le stelle sopra mentre finiamo di mangiare ciò che abbiamo appena comprato. In silenzio, stranamente.
Non c’è tensione o imbarazzo. Non perche non abbiamo argomenti di cui parlare o discutere. È solo silenzio. Non pesante. Non come quei mutismi imbarazzanti. È leggero. Ci avvolge come un alone, entrambi perse nei propri pensieri.
Sono sdraiata a guardare quei puntini nel  cielo, così lontani da sembrare irraggiungibili ma così reali da poter immaginare di toccarli con un dito. È da così tanto tempo che non mi fermo a guardare le stelle, da piccola mi piaceva tantissimo coricarmi sul prato e fare film mentali, immaginando di poterne, una volta, acchiappare una. Ma poi tutto è cominciato, la vera vita intendo. I problemi adolescenziali, i litigi, i casini con gli amici e i genitori che non capisco mai nulla. Non capiscono come ti senti, non capiscono ciò che stai passando. Come se loro non fossero mai stati ragazzi. Come se, diventando adulti, avessero dimenticato come ci si sente. Felici un attimo prima e tendenti al suicidio quello dopo. Non ricordano come un semplice gesto e una stupida parola possa cambiarti la giornata in bene o in peggio. E, le serate a guardare le stelle, sono sempre diventate meno, i pomeriggi sul prato si sono sempre fatti più rari e i momenti liberi passati sola con me stessa più radi. In fondo, mi spiace, mi dispiace moltissimo. E mi manca. Mi mancano da morire.
Sento Zayn muoversi e ritorno sulla terra ferma. Accanto a lui, sulla sua auto. E rabbrividisco al pensiero del perché mi trovo con lui.
Sette giorni. Sette giorni e la mia vita sarà del tutto cambiata. diventerò la brava mogliettina che se ne sta a casa, che non lavora e che rispetta il marito. Io. Io che sono sempre andata contro ogni forma di restrizione. Io che avrei voluto girare il mondo. Io che volevo diventare una giornalista. Io che fino a due anni fa non avevo nemmeno la minima intenzione di sposarmi. Io che non ho mai creduto lontanamente nel genere maschile!
Io.
Che a quanto pare conto ben poco nel casino in cui sono invischiata.
Perché io non esisto più.
Ormai parlano solo di noi.
E mi spaventa.
Mi scappa dalle labbra uno sbuffo sommesso, chiudo le palpebre per impedire agli occhi di appannarsi a causa delle lacrime che minacciano di rigarmi il viso.
Io sono forte.
Io non piango.
Penso, penso ad un qualsiasi modo per evitare quella situazione. Ma sembra tutto così assurdo ed irreale che se mi mettessi ad urlare come una pazza, in mezzo alla folla, che qualcuno mi vuole costringere a sposare uno sconosciuto nemmeno mi considererebbero.
‘’A cosa stai pensando?’’ la voce di Zayn interrompe i miei pensieri. Prendo un respiro profondo, indecisa se rispondergli con la verità o dicendogli una balla.
Opto per la terza opzione e gli dico la verità, omettendo qualche particolare. Non mi importa se sto aspettando più del dovuto nel rispondere, abbiamo ancora un po’ di tempo.
Sento il suo sguardo sul corpo e mi decido ad aprire la bocca per dar voce ai miei pensieri ‘’A tutto e a niente’’ mi giro per guardare la sua reazione e lo vedo confuso.
Un sopracciglio alzato ed un’espressione incerta sul viso ‘’Un po’ vaga come risposta, non pensi?’’
‘’E’ questo il problema. Sto pensando fin troppo. Sto pensando a troppe cose tutte insieme con la consapevolezza che mischiare tutti i pensieri in modo caotico non mi porterà a nulla!’’ per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva, cercando di ricacciare indietro il nodo alla gola che minaccia di farmi scoppiare. E fa male, fa male da morire. Ma è meglio, molto meglio dover sopportare il dolore fisico che quello morale. Anche le persone forti alcune volte cedono, no?
Mi afferra la mano con gentilezza per poi stringerla come se potesse infondermi coraggio, nel continuare a parlare, forse.
Prendo un altro respiro, con il labbro inferiore che mi trema e la voce balbettante ‘’Come fai a non ribellarti? Perché non obbietti a tutto questo? È tutta una farsa! E’ un’assurdità! Perché non fai nulla?’’ la mia voce lo investe con forza, quasi rabbia.
Penso che mi sta per dire qualcosa di profondo perché il suo viso si incupisce per un attimo ma poi torna con la solita faccia da schiaffi e capisco che sta per sparare un’altra delle sue solite battute squallide ‘’Principalmente per due ragioni…’’ porta la mia mano vicino alle labbra, baciando leggermente una delle nocche. Rabbrividisco a quel tocco ma non ho la forza interiore di ritrarla. Sta così bene tra le sue mani che mi sembrerebbe un omicidio spostarla di un solo centimetro.
E’ così forte e morbida e delicata al tempo stesso che mi stupisco.
Dischiudo le labbra cercando di non perdere la lucidità, sotto i suoi occhi che continuano a fissarmi ‘’La prima, perché sarebbe inutile. La seconda, perché tu lo fai già per entrambi’’ rimango ferma immobile prima di capire cosa ha appena detto ed allontanarmi all’istante da lui, ritraendo la mia mano dalla sua. Non so se sentirmi più arrabbiata o offesa ma opto per la seconda perché sono stanca. Stanca di lottare.
‘’Bè, allora ti conviene provvedere a muovere il culo perché mi arrendo’’ mi metto seduta avvicinando le gambe al  petto, nascondendovici il viso, alla ricerca di un po’ di sollievo da quel mal di testa che mi sta divorando.
‘’Perché te la prendi tanto? Sai già da due anni che avresti dovuto sposarmi, no? Ne hai avuto di tempo per metabolizzare la questione!’’ non è arrabbiato, né infastidito. Anzi, risulta più neutrale del solito.
‘’Non capisci!’’ sbotto stizzita senza guardarlo ‘’E’ diverso! Ho dei sogni, ho degli obbiettivi. Li ho sempre avuti e adesso…adesso mi si stanno sgretolando nelle mani come creta! Si, è vero, sono due anni che so di questa storia ma mi sono sempre detta –tanto c’è tempo per pensarci- ed ora eccomi qua. E mancano sette fottuti giorni!’’
‘’E mezzanotte passata, direi che ne mancano sei’’ sempre quel solito tono saccente ed arrogante. Non lo sopporto nemmeno dopo due ore, come farò a non strozzarlo prima ancora di finire la luna di miele?
‘’E tu, non hai dei sogni?’’ faccio finta di non aver sentito la sua ultima affermazione e torno a guardarlo con aria quasi di sfida.
Fa spallucce con indifferenza ‘’Mi è sempre e solo importato di divertirmi e, fino ad ora, è ciò che ho fatto. Niente di più niente di meno’’
Sbatto un pugno contro il cofano, noncurante del fatto che potrebbe rovinarsi ‘’Sei impossibile! Tu, loro. Siete tutti pazzi!’’ lo urlo con così tanta foga da spaventarmi da sola. Non ce la faccio più. Non riesco più a trattenermi. Non è possibile.
Mi accorgo solo quando sento il suo pollice sulla mia guancia ad asciugarmi una lacrima che sto piangendo come una fontana. Mi scosto come se mi avesse scottata e scendo dall’auto infuriata e ferita ‘’Portami a casa, per favore’’ no, non è una richiesta ma un ordine.
Entro in auto senza dire più nemmeno una parola, e aspetto che lui faccia lo stesso, smettendo di guardare qualsiasi cosa perché tanto è inutile. Ho la vista completamente appannata.
Sento il suo sportello sbattere e la sua figura mettersi accanto a me. Faccio perfino fatica a respirare tanto sono colta dai singhiozzi violenti. Fanculo anche a questo.
 Non lo sopporto già più. Prima mi deride, poi mi asciuga le lacrime,  poi mi prende in giro, poi fa lo stronzo e poi mi prende la mano. Basta. Non sono un fottuto giocattolo. Non voglio essere un burattino nelle loro mani.
Si, è bello. È un bel ragazzo non c’è che dire ma il carattere. Dio, il carattere! E poi sono le donne ad essere complicate!
Come fa a rassegnarsi? Come fa a non combattere? Come fa a non sentire il bisogno di ribellarsi?
All’improvviso lo sento vicino a me, troppo vicino, troppo attaccato al mio corpo.
Il suo addome sul mio fianco e il suo respiro che mi solletica il viso.
Lo guardo con gli occhi sgranati dallo stupore e lui deve averla presa come paura perché mi sussurra semplicemente un ‘’Cintura’’ per rassicurarmi. Lo lascio fare mentre mi allaccia la cintura di sicurezza con abilità, senza spiccicare più parola. Il mio cuore accelera all’improvviso e non so se si tratta più solo della rabbia che provo nei suoi confronti o per la voglia matta che i miei ormoni hanno nel volergli saltare al collo.
Si, sempre colpa degli ormoni. Ovvio.
Se non ci fossimo trovati in quella situazione, se solo lui mi avesse chiesto di uscire come un qualsiasi ragazzo, se solo ci fossimo conosciuti in una circostanza diversa, forse…
Ma chi voglio prendere in giro? Una ragazza come me non si innamorerebbe mai di uno come lui ma, soprattutto, uno come lui non si interesserebbe ad una come me.
 
Il tragitto è stato lungo e silenzioso. Se fino a poco prima pensava che il silenzio fra di noi fosse leggero come una piuma, in quel momento pesa più di un macigno di trecento tonnellate.
‘’Siamo arrivati..’’ la sua voce è bassa, quasi un sussurro appena udibile. Siamo parcheggiati davanti casa mia, le persiane sono abbassate e le luci spente. Guardo l’orologio, mezzanotte e mezza passata. Sono tutti a dormire, ne sono felice almeno non devo subirmi mia madre che mi fa il terzo grado su come è andata la serata. Non avrei nemmeno la forza di controbattere o di oppormi alle sue domande.
Mi guardo nello specchietto dell’auto constatando, senza sorprendermi più di tanto, che il trucco è andato a farsi benedire e che gli occhi sono ancora gonfissimi.
Alla faccia del primo appuntamento, insomma.
Il peggior primo appuntamento della storia. Avrebbero potuto scriverci una bella storia! Una tragedia che comincia con un fatto dolce e soave ma che termina con la catastrofe più totale.
‘’Ascolta..’’ mi riprendo dai miei pensieri appena sento le sue parole colpirmi con esitazione.
‘’Mi dispiace’’ lo dico quasi con vergogna, perché è la verità. Mi dispiace per come mi sono comportata. Come se la colpa di tutto ciò sia sua. Come se lui fosse il carnefice quando in realtà è solo la vittima, come me.
Ne rimane di sasso per un paio di secondi prima di riprendersi ‘’No, è stata colpa mia. E hai ragione. Ed è per questo che voglio aiutarti’’ dice quelle parole come se stesse leggendo un copione, come se le avesse imparate a memoria, come se ci avesse rimuginato  per tutto il tragitto.
‘’Cioè..tu..vuoi..’’ le parole mi escono indistinte dalle labbra, ancora sconvolta per ciò che mi sta dicendo.
‘’Io non voglio sposarti, Laila. Non che tu non sia una brava ragazza. E sei anche bella. Sei anche più di quanto mi aspettassi. Ma io non voglio sposarmi! Non con qualcuno che non conosco nemmeno. So che il sogno di ogni genitore è vedere i propri figli sistemati e stronzate varie ma andiamo, io non sono fatto per i matrimoni. Ti farei le corna il giorno dopo la prima notte di nozze, se non durante la cerimonia stessa!’’
Alla faccia della sincerità.
Penso abbia visto il mio viso passare dalla confusione allo stupore per poi atterrare sullo sconvolto perché aggiunge velocemente ‘’Non sto dicendo che lo farei ma..insomma..io seguo gli istinti! Se l’istinto mi dice di fare qualcosa la faccio, fine. Non sono fatto per tutti quelle cose.’’ Io l’avevo detto che un uomo delle caverne sarebbe stato meno propenso a comportarsi da…uomo delle caverne.
‘’Come pensi di far saltare il matrimonio, allora? Sei specializzato in kamikaze per caso?’’ mi passo una mano sotto gli occhi cercando di cancellare la sbavatura di nero che mi fa sembrare un panda.
Lui guarda dritto davanti a sé prima di rivolgermi uno strano sorriso, tra il divertito e il soddisfatto.
È bello, si. Bello tanto. Ma inquietante allo stesso tempo.
Un brivido mi percorre la schiena.
‘’Un modo lo troviamo, piccola’’ mi passa una mano tra i capelli come se avessi due anni. Ancora quel soprannome ma non mi dispiace, anzi. Gli sorrido appena ‘’Chiamami ancora piccola e sarà qualcos’altro di altrettanto piccolo  che si trova nei tuoi pantaloni a fare una brutta fine’’ potrei anche abituarmici a quel nomignolo ma sicuramente non glielo farò sapere adesso!
 
Quando arrivo in camera trovo mia madre stesa sul mio letto che abbraccia un mio peluche Tobby.
Sta dormendo così profondamente che nemmeno i rumore della borsa che cade al suolo e quello delle scarpe che sbattono contro l’armadio riescono a svegliarla.
Le vado vicina e le rimbocco le coperte, sbuffando.
Avrà sicuramente tentato di rimanere sveglia ad aspettarmi. Risultato? Che lei si è addormentata e adesso a me tocca dormire sul divano!
Afferro il pigiama (che poi consiste in una canottiera e un paio di leggings) facendo più rumore possibile ma, nemmeno un terremoto potrebbe svegliarla quindi filo in bagno alla disperata ricerca di uno struccante.
Tolgo il trucco dalla faccia, mi infilo il pigiama e vado soggiorno dove mi butto sul divano sotto la coperta calda calda.
Prendo il cellulare controllando che in quelle poche ore nessuno mi abbia scritto e rimango sorpresa nel trovare quattro messaggi.
Tutti di Sofia.
Li leggo velocemente.
‘’Mi sa che ho fatto una stronzata’’
‘’No, scherzavo’’
‘’Lo sai che ti voglio bene?’’
‘’jksjmsclòsn’’
Mi alzo a sedere con la schiena dritta, in ansia come non mai.
Che diavolo mi stava cercando di dire?!
Provo a chiamarla, i battiti del mio cuore accelerano all’improvviso, senza un motivo logico.
Insomma, mi ha solo scritto che mi vuole bene, che ha fatto una stronzata ma che stava scherzando.
Che cavolo sta dicendo?! No, c’è qualcosa d’altro. Chiamatelo come vi pare, sesto senso, istinto fraterno, ma c’è qualcosa sotto.
Sono al decimo squillo ma ancora nessuna risposta. Parte la segreteria.
Fanculo.
Mi alzo, vado in cucina e prendo un bicchiere d’acqua. Ne bevo due senza nemmeno accorgermene.
Richiudo il frigo. Un bigliettino giallo ‘’Ha chiamato Sofia. Richiamala. P.s. domani pomeriggio hai un appuntamento con Zayn’’ il tutto affiancato ad un cuoricino.
Mi viene la nausea, un conato di vomito mi parte dallo stomaco ma lo ricaccio sul fondo con forza. Vedo delle macchie ma tento di concentrarmi. È solo dello stupido sangue che si è deciso a giocare a nascondino non andando al cervello. Devo stare calma. Devo respirare. Lentamente.
Un respiro.
Deglutisco.
Due respiri.
Mi siedo sulla sedia.
Tre respiri.
Afferro il cellulare.
Rubrica.
Chiama.
Ho bisogno di aiuto.
Adesso.
Non per me, per lei.
Quattro respiri.
Chiudo gli occhi.
Uno squillo.
Cinque respiri.
Ti prego, rispondi.
Due squilli.
Sei respiri.
‘’Pronto?’’



Spazio autrice

Ma buonaseraaaaa! okay lo ammetto, mi sono affrettata ad aggiornare perchè domani ci devono dare i pagellini e..insomma...diciamo che ci saranno delle sorprese per i miei genitori ed è meglio assicurarsi che il capitolo sia stato scritto e postato prima che mi tolgano il computer ahahahhahahah

allora, vorrei ringraziare come al solito coloro che recensiscono :') grazie!

chi avrà chiamato Laila? cosa sarà successo a Sofia? siete curiose? :D
si, lo ammetto. mi piace lasciare i capitoli con della suspance ahahahahhaha
 Vi ricordo di seguirmi su twitter e menzionarmi per ricevere il follow back :D sono @sheismarcy_
spero di ricevere qualche recensione *-* alla prossima :D

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


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Capitolo Nove

‘’Ho bisogno del tuo aiuto’’ la voce mi esce dalle labbra in modo affannato,come se avessi appena smesso di correre per interi chilometri. Tengo il cellulare con due mani, ho perfino paura che possa cadermi e scivolarmi sul pavimento. Non so come possa succedere ma, considerando che sto tremando, direi che è molto possibile.
‘’Cosa c’è?’’ la voce rauca, stanca ma preoccupata.
‘’Sofia. Ti prego, vienimi a prendere’’ ormai sto piangendo, senza un motivo ben preciso ed è stupido perché magari non è successo nulla. Magari stava sul serio scherzando, magari ha semplicemente bevuto più del dovuto. Eppure sono preoccupata. È da qualche giorno che si comporta in modo strano. E non conoscerne il motivo mi distrugge. Perché è la mia migliore amica. È l’unica persona che mi è sempre stata vicina. Si, ci siamo sfanculizzate a vicenda. Si, abbiamo litigato. Abbiamo discusso. Ci siamo mandate a cagare svariate volte. Ma insieme abbiamo passato ostacoli impossibili da superare se fossimo state da sole. Abbiamo vissuto insieme esperienze importanti della nostra vita. Non è più un’amica, per me. Ormai è una sorella. Una parte di me. Un mio prolungamento, quasi.  Le devo moltissimo e so che lei farebbe  lo stesso per me se fossi io a trovarmi nella sua situazione.
‘’Arrivo’’
Spengo il cellulare e non aspetto nemmeno un secondo perché mi fiondo in camera mia, facendo attenzione a non far rumore, ed afferrando la prima felpa che trovo nell’armadio.
Non ho tempo di cambiarmi quindi rimango semplicemente in leggings neri e felpona verde. Afferro un paio di scarpe da ginnastica e lego abilmente i capelli in una crocchia disordinata, tornando velocemente in salone.
Fortuna che hanno il sonno pesante.
Non ho il tempo di dirmelo due volte che dalle scale intravedo la figura esile di Farrah, che mi guarda tenendo il suo orsacchiotto di peluche tra le braccia.
‘’Cosa succede?’’ si stropiccia gli occhi cercando di mettermi a fuoco. Mi si gela il sangue nelle vene, cercando il modo migliore (e più semplice) per rimandarla a dormire.
Mi avvicino a lei ‘’Ascolta Farrah, devo andare da Sofia ma devi farmi un favore’’ la guardo negli occhi mentre le tengo le spalle con entrambe le mani.
‘’Che favore?’’ chiede sbadigliando ancora assonnata.
‘’Devi tornare a dormire e non devi dire niente a mamma e papà. Puoi farlo per me?’’ continuo a fissarla mentre lei annuisce ‘’D’accordo’’ sussurra dandomi un bacio sulla guancia e correndo via in camera sua mentre le sussurro un ‘’Buonanotte’’ a bassa voce.
Esco in cortile, aspettando con ansia di veder spuntare la sua auto.
I secondi passano lentamente, i minuti scorrono come se fosse ore. Sento gli occhi gonfi, le labbra arrossate e le gote rosate. Devo essere un vero disastro. Ma non importa.
L’aria fredda mi investe il viso facendomi rabbrividire, avrei dovuto prendere una giacca più pesante. Ma ormai non c’è più tempo, non posso rischiare di svegliare i miei tornando in casa soprattutto considerando la mia delicatezza pari a quella di un elefante. Sono praticamente in mezzo alla strada quando l’auto nera si ferma proprio davanti a me. Salgo senza troppi convenevoli sotto il suo sguardo teso. Come se si aspettasse qualcosa. Come se volesse dire qualcosa ma allo stesso tempo ha paura di dire la frase sbagliata. E, fra migliaia e migliai di cose che potrebbe dirmi, sceglie la peggiore.
‘’Sembri appena uscita da un manicomio’’ mi dice dopo avermi fatta un’attenta radiografia che partiva dai piedi e finiva alla testa.
‘’Non importa. Mi vedrai anche in stati peggiori’’ lo rassicuro rispondendo acidamente alla sua frecciatina.
‘’Ora mi spieghi perché cavolo mi hai fatto tornare indietro dopo che ero appena arrivato  a casa?’’ non è duro, né freddo. È solo stanco e curioso. Si, forse anche preoccupato.
‘’Mi ha inviato dei messaggi strani. Ti prego, portami da lei. Voglio solo essere sicura che stia bene’’ lo guardo con occhi supplicanti mentre lui mi guarda ricominciando a guidare.
‘’E io cosa ci guadagno?’’ chiede senza dar conto minimamente alla strada.
Roteo gli occhi al cielo, stanca. È inutile che gli rispondo con qualche frase che potrebbe lasciarlo allibito, lui sa già dove andare a parare e io sono troppo rincoglionita per ragionare. E poi, è lui ad avere il coltello dalla parte del manico. Mi maledirò fino alla fine dei miei giorni di aver chiamato proprio lui, ma ormai.
‘’Tu cosa vuoi?’’ gli chiedo facendogli un cenno del capo.
Ridacchia, forse per alleggerire la tensione inutile che si è creata fra di noi ‘’Oh, da te vorrei moltissime cose’’ sussurra a voce bassa continuando a guidare tranquillamente.
‘’Zayn, non ho tempo per queste stronzate’’ torna serio e smette di sorrider.
‘’Fidati di me’’ lo dice convinto, senza batter ciglio o cambiare espressione sul suo viso.
Sono confusa, tra tutto ciò che potrebbe chiedermi se ne esce con questa frase ambigua? Non sembra nemmeno una proposta ma una minaccia.
‘’A proposito di cosa dovrei fidarmi di te, Zayn?’’ marco l’ultima parola in modo da fargli capire quanto sia realmente confusa, rinvigorendomi il ciuffo con una mano.
‘’Ti sto chiedendo di fidarti di me. Anche quando pensi che io stia sbagliando..fidati di me. Almeno per stavolta’’ ora mi sta guardando, non ha più il sorriso beffardo. È maledettamente serio e convinto delle sue parole. Socchiudo appena gli occhi cercando di ragionare. Per cosa dovrei fidarmi? Per Sofia? Lui sa qualcosa?
‘’Io vorrei fidarmi di te, ma non sto capendo a cosa tu ti stia riferendo’’ sussurro prendendo un respiro profondo per poi espellere tutta l’aria dai polmoni.
Irrigidisce la mascella e contrae i muscoli del viso.
‘’Non dovresti immischiarti negli affari che non ti riguardano’’ le sue parole mi colpiscono come uno schiaffo e mi manca il respiro per qualche istante.
‘’Cosa?’’ chiedo allibita senza smettere di guardarlo.
‘’Forse sarebbe meglio che tu non indagassi, tutto qua’’
‘’E’ la mia migliore amica! Mi spieghi come faccio a non indagare, sapendo che potrebbe essere nei guai?’’ chiedo indignata dalle sue parole, rendendomi conto solo in quel momento che l’auto si è fermata proprio davanti casa di Sofia.
Apro velocemente lo sportello prima di fermarmi di scatto con un piede già fuori dalla macchina ‘’Come facevi a sapere dove abita Sofia, Zayn?’’ mi volto a guardarlo e lo vedo spaesato.
‘’Io..’’ sta balbettando, è la prima volta che glielo vedo fare.
‘’Lascia perdere’’ soffio a denti stretti scendendo definitivamente dalla macchina ed andando verso il citofono. Suono premendo il bottoncino del suo appartamento ma nessuno mi risponde, provo un’altra volta quando sento la presenza alquanto ingombrante di Zayn al mio fianco.
‘’Magari sta dormendo’’ ipotizza mettendomi una mano sulla spalla.
‘’No, mi ha scritto l’ultimo messaggio venti minuti fa’’ dico, scostandomi da lui con lelacrime agli occhi.
‘’Laila non volevo dire che…’’ sta cominciando una frase ma lo blocco sul nascere. Non sono in vena di starlo a sentire. Non adesso.
‘’Chiudi la bocca’’ gli dico incazzata nera.
Lui non mi conosce. Non conosce la mia storia, non conosce la nostra storia. Non può nemmeno permettersi di parlarmi in questo modo! Sono la sua migliore amica da praticamente tutta la vita e non può permettersi di dirmi ciò che dovrei o non dovrei fare. È amica mia, non sua. È la mia vita, non la sua.
Prendo dalla tasca della felpa la chiave dell’appartamento di Sofia, fregandomene se sto per entrare in proprietà privata senza il suo consenso. Benedico quella volta che me la diede per puro caso.
Saliamo velocemente le scale, trovando la porta di ingresso già aperta. Un brivido mi attraversa la schiena ed è il mio sesto senso che torna a farsi sentire. Lancio un’occhiata furtiva a Zayn che sta fissando la porta imbambolato e –finalmente- preoccupato. Sofia non si trova in soggiorno quindi deve essere in camera da letto. Ci avviamo in silenzio, sperando che sia già a dormire. È stesa a pancia in su, gli occhi spalancati e le mani appoggiate in grembo mentre fissa il vuoto con la bocca schiusa. Il suo sguardo si posa su Zayn e  poi su di me riprendendosi subito dal suo stato comatoso e alzandosi a sedere. Urlando un ‘’Cosa ci fai tu qui?’’ strozzato.
La ignoro guardando nello stato pietoso in cui si trova la sua camera. Vengo attirata  da qualcosa d’altro, una bustina trasparente contenente una polverina bianca proprio poggiata sul comodino.
Mi sento bene per un secondo. Sofia è al sicuro in casa sua. Non è nei guai. Sta bene.
Prima di rendermi conto di cosa sia la polverina bianca. Prima di guardare lo stato in cui è ridotta la sua faccia. Gli occhi arrossati, le labbra gonfie, il viso contratto in una smorfia innaturale.
‘’Dimmi che non è quello che penso!’’ le urlo andandole incontro ma lei, di riflesso, l’afferra prima di me nascondendola dalla mia visuale.
‘’No!’’ urla scoppiando a piangere come una pazza e alzandosi in piedi, dimostrando di quanti centimetri è più alta di me. Barcolla per un paio di secondi ma riprende subito il controllo del suo equilibrio.
Cocaina. La mia migliore amica fa uso di cocaina e io non mi sono accorta di nulla.
‘’Tu non dovevi portarla qua!’’ ora sta parlando a Zayn, ignorandomi del tutto.
‘’Non sono stato io!’’ è arrabbiato e duro. Molto. sembra anche ferito. Mi spavento, sentendolo urlare e, di riflesso, faccio un passo indietro al contrario di Sofia che ancora in lacrime continua a guardarlo a ‘mo di sfida.
‘’Volete spiegarmi che cavolo succede?!’’ adesso sono io ad urlare ma come risposta ricevo un’occhiataccia da entrambi che mi fa ammutolire. Capisco che è una questione fra i due. Capisco dai loro sguardi che stanno facendo un intero discorso senza nemmeno aver bisogno di aprir bocca.
‘’Vado a bere un bicchiere d’acqua’’ Sofia ci lascia così, di punto in bianco, dirigendosi frettolosamente verso la cucina e mollandomi sola con Zayn.
Non trovo un senso logico a tutto questo. Fa uso di droga, si, ma da quanto tempo? Perché ha cominciato? Perché non mi ha mai detto nulla? E cosa c’entra tutto ciò con Zayn? È il suo spacciatore, forse?
Mi siedo sul bordo del letto prendendomi la testa fra le mani e appoggiando i gomiti sulle ginocchia. In questo momento penso di aver capito tutto. Si, ho capito tutto senza davvero aver compreso nulla.
Mi sfugge un singhiozzo strozzato e Zayn viene a sedersi al mio fianco ‘’Non sapevo avesse ripreso’’ mi dice seriamente dispiaciuto.
‘’Io non sapevo nemmeno che avesse cominciato’’ replico senza smettere di fissare un punto non definito davanti a me.
‘’E’ stato molto tempo fa’’  lo dice come se tutto ciò dovrebbe rassicurarmi, giocando distrattamente con un filo del piumino giallo canarino.
‘’Ma io sono sempre stata con lei. Capisci?! Non è possibile che non mi sia mai accorta di nulla! Sono una pessima amica’’
‘’Non dire così, lei è..’’ finalmente sta per dirmi tutto. Il mio cuore sta per scoppiare, mi dirà la verità. Renderà anche me partecipe di cosa si cela dietro quel sorriso che ha sempre sul volto e che è riuscito ad ingannarmi per tutto questo tempo. Che in realtà non so nemmeno da quanto tempo va avanti. Pensavo di conoscere tutto di lei. Pensavo di essere a conoscenza di tutti i suoi segreti. E invece mi ha tenuto nascosto qualcosa di enorme.  Anche più grande di lei.
Sentiamo il rumore di qualcosa che cade rovinosamente sul lavabo del lavandino e ci guardiamo di scatto.
Ci alziamo velocemente dirigendoci nell’altra stanza dove troviamo Sofia stesa al suolo, con un sorriso  beffardo a labbra strette stampato in volto e un rivolo di sangue che le parte dal polso e arriva al pavimento. Non ne ho mai visto così tanto tutto insieme.
‘’Oh mio dio!’’ urlo portandomi una mano alla bocca correndo verso di lei.
‘’Cosa stai combinando?!’’Zayn le urla in faccia. Quasi le ringhia contro. E prende una salvietta in modo da poterle fermare il rivolo di sangue che continua a colarle dal polso.
Lei ride.
E, per la prima volta, ho paura della sua risata.
Sono spaventata. Sembra una bambina indifesa. E io non so come comportarmi. Non so cosa fare per aiutarla. Lei che ha sempre aiutato me, adesso è in difficoltà. La stessa ragazza che mi è sempre stato affianco adesso appare debole e impaurita davanti ai miei occhi.
‘’Non l’ho superato Zayn. Non l’ho mai superato. Ti ho mentito. Ho infranto la tua promessa e mi spiace’’ parla piano, in modo flebile. Si vede che non ha forze in corpo, sembra che faccia fatica perfino a respirare.
Zayn la guarda per poco meno di due secondi prima di rivolgersi a me con gli occhi lucidi ‘’Chiama un’ambulanza! Il sangue non si ferma!’’ corro in camera da letto dove afferro il telefono e digito le poche cifre dell’ospedale. Una voce gracchiata mi risponde e, balbettando, le dico cosa sta succedendo, dandole la via dell’appartamento e il numero.
Rimango in linea con l’infermiera che mi ha risposto, mentre cerca di calmarmi. Sono sconvolta, non riesco nemmeno ad articolare una frase di senso compiuto. Torno in cucina dove c’è Zayn ancora chino su Sofia e seguo le istruzioni che mi da la donna. Prendo una tovaglia, la bagno e la porgo a Zayn ‘’Legala strettissima’’ gli dico mentre lui sostituisce le due bende improvvisate. Sofia è svenuta a causa del tutto il sangue che ha perso e io non riesco a smettere di piangere. Poco meno di cinque minuti e dei paramedici entrano in casa con una barella. Qualche minuto di frastuono, di persone che parlano animatamente e che urlano. Ancora meno tempo e ci ritroviamo  da soli, seduti a terra, a fissare un punto non definito davanti a noi mentre a terra il sangue sporca il pavimento bianco formando vari ghirigori. Siamo esausti.
‘’Se dovesse succederle qualcosa io..’’ sono la prima a interrompere quel silenzio mentre lui mi afferra per le spalle e mi avvicina al suo petto, stringendomi a sé ‘’Hai fatto tutto il possibile. Ti sei comportata come una vera amica’’ e in quel momento scoppio in un pianto liberatorio e non posso pensare di quanto non si stia bene tra le sue braccia.
 
Sta bene.
Non mi sono mai sentita meglio sentendo queste semplici due parole.
Il medico si è avvicinato a noi con la solita faccia che hanno i dottori. Quella neutrale. La stessa che usano quando devono dirti che il tuo più caro amico è morto e la stessa che hanno quando devono rassicurarti dicendo che l’intervento è andato per il meglio.
Sette punti di sutura e una sacca di trasfusione ma, poteva andare peggio. Così dice.
Ora è in camera e sta risposando. Non possiamo disturbarla e, in questo momento, non so quanto potrei essere d’aiuto.
Ho passato le ultime tre ore seduta su una scomoda sedia d’ospedale, continuando a ripetere a Zayn di tornare a casa senza molto risultato. Ma non abbiamo parlato. Sono perfino arrivata al punto di pregare pur di non pensare a qualsiasi cosa potesse riguardare la nostra amicizia. Cosa avrei fatto se non si fosse salvata? Come avrei fatto a vivere senza di lei? Come è possibile che io sia stata un’amica così stupida da non accorgermi di nulla? Sono le quattro e mezza, tra un paio d’ore devo chiamare i miei genitori per avvisarli di cosa è successo.
Un peso dal cuore mi si scrolla di dosso, e deve essere così anche per Zayn perché si rilassa visibilmente non appena il medico ci dice come sta Sofia.
‘’E’ cominciato tutto l’anno. Era estate…’’ Zayn comincia a parlare mentre io ascolto in silenzio. Non gli ho più chiesto nulla, non volevo essere troppo pesante ma, vedere che è lui a parlare con me, mi rincuora.
‘’Forse tu non c’eri. Eri in vacanza o qualcosa del genere..’’ annuisco appena facendogli segno di continuare. È stato l’unico anno in cui sono partita per ben due mesi durante le vacanze estive.
‘’Frequentavo un gruppo non molto apposto. Era il periodo in cui andavo contro tutti e tutto. Avevo vent’anni  e avevo scoperto da poco che mi sarei dovuto sposare entro un anno. Ero così incazzato..’’ ride appena scuotendo la testa ‘’…passavo le sere con questi ragazzi, era tutto fatto di sesso, feste e droga. Non eravamo molti. Sette o otto persone. Dai diciannove ai ventitrè anni. E c’era questo tipo qua, una sottospecie di boss del gruppo. E lei era la sua nuova fiamma. La piccola Sofia. Diciassette anni lei, ventidue lui. La metteva in mostra come fosse il suo premio di chissà quale conquista e vantava il fatto che lei era vergine. Sapevo fin dall’inizio che sarebbe finita male..’’ sospira durante il racconto mentre io non mi ero nemmeno accorta di aver trattenuto il respiro per tutto quel breve racconto ‘’…dopo tre settimane che stavano insieme lui è riuscito a portarsela a letto smettendo di farsi sentire già dal giorno dopo. Quella sera lei è venuta, era arrabbiatissima con lui. È entrata in casa come un uragano, i capelli sempre rossi e gli occhi verde brillanti. Eravamo tutti insieme ma avevamo fumato di tutto per non parlare di tutta la roba di cui ci eravamo fatti. Ha fatto il diavolo a quattro ma..quella sera … è finita male. Nessuno riusciva a ragionare lucidamente. Tutti si sentivano in estasi ed esaltati. Potenti ed invincibili come se nessuno avrebbe potuto fermare quell’attimo di euforia. L’hanno presa, in tre, obbligandola. La sentivo gridare e sentivo loro ridere. È stato orribile’’ si tiene la testa con le mani mentre io ho la bocca spalancata, il suo sguardo si alza di scatto , continuando’’Avrei dovuto fermarli, avrei dovuto dire qualcosa. E invece non ho fatto nulla. Ed è l’unica cosa di cui mi sono sempre pentito. Ho fato un sacco di cose sbagliate nella mia vita ma questa è la peggiore. Poche ore dopo l’ho portata via e le sono stato accanto finchè è stata lei a dirmi di non volermi più vedere. Voleva dimenticare tutto. Non voleva più ricordare nulla di quel periodo. Penso sia per questo che si è comportata in modo strano in questi giorni. Subito dopo avermi visto. È stata tutta colpa mia, le ho ricordato l’unica cosa che lei tentava di dimenticare’’
‘’Cosa intendeva con la promessa?’’ visto che ne stiamo parlando, tanto vale capire tutto fino in fondo.
‘’Uscendo con quel tipi ha cominciato a drogarsi, anche se per poco tempo. Ci eravamo promessi a vicenda di smettere di far uso di quella robaccia.’’
‘’E tu, ci sei riuscito?’’
Annuisce alla mia domanda diretta.
Mi alzo in piedi sotto il suo sguardo confuso.
‘’Vado a vedere come sta’’ non riesco più a stargli accanto. Ho bisogno di vedere lei, ho bisogno di aria. Non riesco a respirare. Troppe emozioni tutte insieme. Mi sarei immaginata di tutto ma mai una cosa simile.
‘’Che senso ha parlargliene? Ormai è passato. È tutto finito’’
‘’Una ferita non si rimargina a meno che qualcuno non la curi. E, a quanto pare, la sua ferita è ancora aperta’’ fa strano parlare di ferite in questa situazione, è quasi ironico.
Zayn mi afferra per un polso ‘’Laila, mi sbagliavo’’
‘’A proposito di cosa?’’mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
‘’Hai fatto bene ad indagare. Se non ci fossi stata tu magari sarebbe morta. Sei un’amica importante per lei. Mi parlava sempre di te e lo pensavo già prima, prima ancora di conoscerti. Ho capito subito dopo averti visto on Sofia che eri tu la persona di cui mi parlava sempre’’
‘’Grazie, Zayn’’
‘’Per cosa?’’ sembra confuso.
‘’Per esserle stata accanto quando io non c’ero, per esserti preso cura di lei’’ un sorriso timido affiora dalle mie labbra, gliene sarò riconoscente a vita.


NOTE FINALI

ma buonasera! come state?:D

allora, finalmente si scopre perchè Sofia si comportava in modo strano con Laila da quando aveva scoperto chi era Zayn! 

ma un dubbio rimane! di chi era il respiro che aveva sentito il giorno prima Laila? cosa dirà Mark di tutto questo? eheh, lo scoprirete presto!:D
spero che il apitolo vi sia piaciuto!:D e sono contenta di aver smentito le voci che dicevano che Sofia e Zayn avevano fatto friki friki bang bang perchè...no! non l'hanno fatto! ahahhahahahah

se volete seguirmi su twitter sono @sheismarcy_ menzionatemi che ricambio!

ultima cosa! mi piacerebbe avervi tra gli amici di facebook quindi se volete aggiungermi chiedetemelo che vi mando il link per messaggio privato ^^

un bacione!

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


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Capitolo Dieci
 

Non vado subito da Laila, ho bisogno di stare un po’ sola con me stessa e ritrovare la piccola e ingenua bambina scappata e nascostasi dietro chissà quale emozione.
Esco da una porta anti-incendio, l’aria fresca e pungente di inizio febbraio mi sferza sul viso facendomi rabbrividire, quel poco che basta per farmi capire che riesco ancora a percepire le sensazioni derivanti da ciò che mi circonda. Il tutto viene contrastato dalle lacrime calde che mi sgorgano dagli occhi andando a bagnare le guancie ormai prive di fondotinta, tutte appiccicose dal pianto precedente.
Sfilo il cellulare dalla tasca e controllo l’ora.                                  
4.25.
Sospiro, mordendomi il labbro inferiore, e decido di lasciare un messaggio nella segreteria dei miei genitori per avvisarli del perché non sono tornata a casa.
Parte la segreteria telefonica, non l’ho mai odiata così tanto in vita mia. La voce squillante di mia madre dice tutta felice ‘’Se non rispondiamo non siamo in casa, oppure siamo troppo occupati. Lasciate un messaggio dopo il bip’’ e a quel punto parte la mia voce e quella di mia sorella che urliamo un ‘bip’ tanto forte da farmi rizzare i peli delle braccia. Appena torno a casa la prima cosa che farò sarà cambiare quella maledetta segreteria. Mi scuso con tutti i poveri disgraziati che si sono sorbiti quella tortura.
Ricordo alla perfezione il pomeriggio afoso in cui abbia fatto quella registrazione. Due intere ore per scegliere la frase, per non parlare del tempo impiegato a registrarla senza scoppiare a ridere come ebeti. Il tutto mentre papà trafficava in cucina nella disperata ricerca di preparare un dolce per tutta la famiglia.
‘’Ehi ciao mamma. Ehm, so che ti stai chiedendo dove sono. È successo un problemino, abbiamo accompagnato Sofia in ospedale. Ma non preoccuparti, sta bene. Okay, ciao’’ rimango sul vago cercando di fornirgli meno informazioni possibili ma comunque in modo da avere la coscienza apposto, quindi decido di rientrare e dirigermi dritta dritta nella camera 608.
Faccio un respiro profondo prima di abbassare la maniglia della piccola camera in cui hanno sistemato la mia amica. Un forte odore di disinfettante mi fa arricciare il naso, facendomi salire un conato di vomito dallo stomaco alla gola.
Mi fermo un secondo tra l’uscio e l’ingresso, prima di decidermi a varcare la soglia ed entrare nella stanza. Un letto, un piccolo armadio e un comodino. Il tutto con uno sfondo di un colore molto simile al giallo vomito. Se una ragazza sopravvive al suicidio, quella camera le fa venire voglia di togliersi la vita per quanto è triste. Né un tocco di colore, né un filo d’allegria. Al contrario, secondo me, gli ospedali dovrebbero darti forza, speranza, energia. L’unica cosa che trasmette questa camera è il voltastomaco. Seconda cosa da fare non appena avrò tempo: indurre una petizione per far cambiare colore a quelle stanze.
‘’Ciao’’ gli occhi chiari di Sofia appaiono maledettamente spenti, i capelli tirati indietro e il viso pallido e stanco.
Mi chiedo perché non me l’abbia detto prima, perché non si è confidata con me. Me e tutti quei problemi che sembrano stupidi e futili paragonati ai suoi. Mi sento così stupida, egoista.
‘’Ciao’’ rispondo chiudendomi la porta alle spalle, avvicinandomi al suo letto.
Cosa bisognerebbe dire in certe situazioni? Come ci si comporta? Cosa bisognerebbe far sapere all’altra persona?
Vorrei piangere, abbracciarla, finchè tutte le lacrime non hanno finito di sgorgare dai miei occhi. Vorrei proteggerla e dirle che andrà tutto bene.
Perché tutto andrà bene.
A qualsiasi costo.
Vorrei dirle che è solo un brutto incubo da cui si sveglierà presto. Vorrei cancellare gli ultimi avvenimenti. Vorrei essere stata con lei quando ne aveva bisogno.
Ma non  so se è il caso di riversarle addosso tutti i miei pensieri. Allora potrei dirle –Hei, mi hai fatta prendere uno spavento, sai? Sei una grandissima stronza!- si, una stronza. Una stronza del cazzo per cui darei la vita, però. Perché non l’ho mai odiata e amata tanto, allo stesso tempo.
È una cosa che ho sempre pensato: l’odio e l’amore vanno a braccetto. Non puoi amare una persona senza odiarla allo stesso tempo. La odi per come ti fa sentire, anche indirettamente. Ma non puoi fare a meno di amare ogni singola parte di lei, incondizionatamente.
Forse è per questo che la gente preferisce starsene zitta. Parlare è inutile un certe situazioni, si sta in silenzio e ci si guarda in faccia. Come se gli occhi riescano a fare un intero discorso. Senza fraintendimenti, pause o parole inutili. Il minimo indispensabile per capirsi è rinchiuso li, dentro quello sguardo arrossato e stanco dalla notte insonne.
Mi avvicino al suo letto, sedendomi sul bordo, mentre lei mi esamina, osservando ogni singolo movimento.
‘’Avrei voluto ucciderti, sai?’’ sorrido guardandola, non è il momento per deprimersi più di quanto non lo siamo già.
‘’Almeno mi avresti evitato il dolore atroce dei punti’’ ribatte lei sorridendo appena ‘’Non mi lamenterò mai più della ceretta brasiliana’’
‘’Azzardati a fare una cosa simile e vedi cosa ti faccio! Mi hai fatto venire i capelli bianchi dalla paura!’’ stiamo sorridendo, apparentemente sarebbe stata una conversazione come un’altra se non fosse che in quelle poche frasi ci sono più discorsi seri di quanti ne abbiamo fatti negli ultimi tre anni.
‘’Bè, tu non eri quella che a sedici anni voleva farsi i capelli biondo platino?’’
Alzo gli occhi al cielo sorridendo come se non ci trovassimo in quel luogo, in quel momento.
‘’Allora, come è andato l’appuntamento?’’ cerca di sviare il mio discorso, puntando a qualcosa di più leggero.
‘’Oh, da Dio..’’ rispondo  ironica, portando le mani al cielo ‘’Ho appena avvisato i miei del fatto che sono in ospedale. Sai, so quanto mia madre lo speri da morire ma non voglio che pensino che sia rimasta sola con Zayn tutta la notte’’ glielo spiego gesticolando, mentre lei tenta di trattenere una risata.
‘’Ma lascia sognare un po’ quella povera donna!’’ mi risponde ridendo mentre una smorfia di dolore le compare in volto.
‘’Ti fa molto male?’’ le chiedo puntando con lo sguardo la fasciatura che parte dalla mano e finisce al gomito.
‘’Un po’’’ ammette facendo spallucce.
‘’Promettimelo’’  non c’è nemmeno bisogno che finisca la frase –promettimi che non lo rifarai più. Promettimi che non tenterai più di toglierti la vita-
Mi guarda riluttante prima di sospirare ‘’Te lo prometto’’
Le stringo la mano cercando di farle capire che ormai è tutto passato. Non sarà semplice, ma tutto passerà. In qualche modo.
Con me, con Zayn, con i suoi amici. L’aiuteremo tutti.
‘’Non l’hai detto a Marck, vero?’’ chiede allarmata dopo qualche secondo di tranquillità, mentre un luccichio le attraversa gli occhi.
Scuoto la testa un paio di volte ‘’Pensavo che avresti dovuto esser tu a informarlo..’’
‘’Laila, non voglio dirglielo’’ mi confessa abbassando lo sguardo e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
‘’Non penso servirà che tu glielo dica. È evidente’’
‘’Oh andiamo, mi conosci! Lo sai che sono sbadata. Gli dirò che sono inciampata o qualcosa del genere.’’alza il tono di voce di qualche ottava.
 La guardo di traverso, sa benissimo quanto odio le persone che all’interno di un rapporto dicono stronzate, eppure, so anche che, da una parte, lo fa solo per proteggere lui.
Per proteggere lui dal suo passato.
‘’Non penso ci crederà’’ le rispondo senza lasciar trapelare nessuna emozione.
‘’Ti ricordo che stiamo parlando di quello che ha tentato di unire tutti i puntini delle mie lentiggini con un pennarello, in quarta elementare’’ mi torna alla mente quel pomeriggio e scoppio involontariamente a ridere.
‘’Oh mio dio…si, ci crederà!’’ acconsento battendo le mani in stile foca in calore.
Avrei dovuto essere io a farla ridere e invece stava avvenendo esattamente il contrario.
Stiamo qualche secondo in silenzio, solo il rumore di un macchinario nella stanza di fianco è udibile da quella camera.
‘’Non avrebbe potuto capitarti ragazzo migliore, Laila’’ so che si sta riferendo a Zayn, ma quelle parole mi svegliano quasi da un sogno, facendomi tornare sulla terra ferma.
La guardo seria ‘’Lo so’’ annuisco assorta nei miei pensieri mentre lei sospira nuovamente.
Potrei dirle quanto mi stia antipatico, quanto sia insopportabile, quanto avrei preferito di gran lunga andare a letto con l’uomo delle caverne. Ma se lo facessi, mentirei. Perché infondo è un bravo ragazzo.
‘’Spero ancora sia impotente, comunque’’ sospiro ironica mentre tento di mantenere una risata.
‘’Oh fidati di me, non lo è per niente!’’ ride lei dandomi una pacca sulla spalla con la mano sana.
‘’E tu come fai a saperlo?!’’ la punto con lo sguardo, minacciandola ‘’Non è convenevole che la testimone sia andata a letto con lo sposo!’’
‘’Eh?! Non ci sono andata a letto!’’ urlacchia come al solito, facendo diventare la sua voce più stridula del dovuto ‘’Mi offende il fatto che tu abbia anche il dubbio di ciò!’’ la situazione si è ribaltata e adesso è lei a puntare me con un dito.
Ci voltiamo verso la porta quando sentiamo qualcuno aprirla lentamente.
‘’è permesso?’’ la voce di Zayn ci arriva affievolita dalla stanchezza, anche lui ha bisogno di una notte di risposo.
Entra chiudendosi la porta alle spalle e guardandoci come se avesse davanti due mostri.
Mi schiarisco la voce tornando in una posizione da persona normale, non penso sia roba da tutti i giorni entrare in una stanza di un ospedale e trovare una tipa mezza stravaccata sul letto dell’infortunata e la malata con le gambe in aria.
‘’Voi si che siete strane..’’ dice ironico grattandosi la testa, come se avesse davanti due alieni.
Gli faccio la linguaccia e un gestaccio poco carino, mentre lui mi risponde con una smorfia che gli deforma il viso.
No, non dormire non ci fa per nulla bene!
‘’Stavamo parlando proprio di te’’ Sofia lo guarda con gli occhi da foca indifesa mentre lui si avvicina al letto.
‘’Stavate parlando di quanto sono bello?’’ chiede mettendosi in posizione di supermodello sexy.
Che poi, non ha nulla da invidiare ai supermodelli sexy.
‘’No, Laila spera che tu sia impotente..’’ Sofia fa la spia, sperando, forse, di assistere a una bella scenetta comica. Le sarebbero mancati solamente i popcorn a quel punto.
‘’O gay’’ aggiungo mettendo in chiaro la situazione.
Mi blocco di scatto, iniziando a fissare un punto fisso davanti a me.
Gay.
Comincio a ragionare su questa parola.
‘’Ai gay piacciono i ragazzi’’ dico ad alta voce, ancora assorta nei miei pensieri.
‘’Hai scoperto l’acqua calda’’ mi schernisce Zayn con un ghigno.
‘’Porca troia!’’ grido alzandomi in piedi tutta saltellante e felice.
Se Zayn fosse gay il matrimonio non si farebbe! Non si potrebbe fare. Tutto all’aria. perché è ovvio, se a un ragazzo piace il pene e non la vagina, non va bene che si sposi con una che ha la vagina. No?
Spiego velocemente la mia idea geniale ai ragazzi, sotto lo sguardo divertito di Laila e quello contrariato di Zayn che mi risponde con un ‘’Assolutamente no’’ prepotente.
‘’Zayn sei un egoista! Oggi mi hai detto che mi avresti aiutata!’’ piagnucolo con la voce di una bambina di cinque anni.
‘’Voi due romperete il servizio di piatti entro tre ore dal matrimonio’’ ci ride in faccia Laila, ricevendo come risposta un’occhiata furiosa da parte di entrambi.
Continuiamo a litigare mentre Laila se la ride come una psicopatica e io mi agito in stile bambina delle elementari a cui non hanno concesso di mettere la mini gonna, finchè un’infermiera non ci caccia, urlandoci di smammare perché è tardi (o presto, dipende dai punti di vista) e che abbiamo tutti bisogno di risposare.
Parole sante!
Usciamo dalla camera ancora battibeccando sulla mia idea geniale, salutando velocemente Laila con un cenno della mano.
‘’Ah a proposito, io e te abbiamo un appuntamento domani’’ sbuffo aprendo furiosa la portiera dell’auto e correggendomi ‘’..cioè, oggi’’
Saliamo in auto, l’odore di sigaretta mi investe le narici e per poco non tossisco.
‘’Se mai ci sposeremo, perchè tanto non ci sposeremo, giuro che ti farò smettere di fumare. Costi quel che costi.’’
‘’Buona fortuna, allora.’’ Ridacchia mentre mette in moto l’auto e mi riporta dritta a casa.
Il sole sta sorgendo, la vista è mozzafiato. Non si può dire lo stesso della musica metallara che mi sta obbligando ad ascoltare e della scarsa compagnia che è capace di dare. Un vegetale sarebbe più loquace del mio cavaliere dai capelli scuri.
Sento il cellulare vibrare perciò lo prendo alla svelta poggiandomi al finestrino e leggendo velocemente il messaggio.
‘’SONO UN GENIO! DOPODOMANI APPUNTAMENTO A QUATTRO. AVVISA IL TUO AMMMMORE.p.s. non puoi dirmi di no o mi avrai sulla coscienza a vita’’ ero seriamente intenzionata a dirle di no, un bel no di quelli secchi e decisi…prima di leggere l’ultima frase.
Sbuffo, chiudendo gli occhi e massaggiandomi le tempie.
‘’Che succede?’’ mi chiede Zayn, lanciandomi un’occhiatina furtiva.
‘’Non prenderti impegni domani sera, Sofia ci costringe a fare un’uscita a quattro’’ liquido velocemente il discorso cercando in qualche modo di alleviare il mal di testa che oramai mi perseguita da tutta la notte.
Arriviamo davanti casa, sto per scendere ma Zayn mi blocca per un braccio, facendomi rimbalzare –letteralmente- sul sedile, e ritrovandomi a pochi millimetri dal suo viso.
‘’Ma sei coglione?’’ gli chiedo ancora con la faccia davanti alla sua, cercando di ricordarmi come si respira.
Prendere l’aria, buttarla dai polmoni. Prendere l’aria, buttarla dai polmoni.
Non è così difficile dopotutto.
‘’Tu, mi devi una cosa’’ mi sussurra, abbassando la voce e facendola uscire dalle sue labbra in modo rauco e seducente.
Cosa gli devo? Oh, gli darei qualsiasi cosa in questo momento.
Dove sono? Chi è lui? Come mi chiamo?
Ok, stiamo calme.
Fottuti ormoni.
Gli devo qualcosa. Non si riferisce alla patata, vero?
‘’Mi sfugge qualche dettaglio’’ sussurro a denti stretti, cercando di non inalare più del dovuto il suo odore ipnotizzante.
L’avrei visto benissimo nella pubblicità della Dior mentre, ricoperto d’oro, dice con voce seducente ‘’J’adore, Dior’’
Laila, riprenditi. Cazzo.
‘’Mi devi dire chi è quello là…’’ fa un gesto alquanto sensuale col viso, riferendosi a qualcuno di cui probabilmente gli ho parlato.
Faccio mente locale di chi possa essere prima che una lampadina mi si accendi nel cervello:Andrew!
Lo guardo male spingendolo via. Prima mi guarda con la faccia da –ti prego, scopiamo senza levarci neanche i vestiti- e poi mi chiede stronzate tipo Andrew?!
‘’è un mio vecchio compagno di classe che non vedevo da molti anni ma che si è trasformato dal secchione quattr’occhi cesso a figo da paura. Contento?’’ concisa e schietta. Ho sonno e non ho intenzione di dirgli più del necessario.
‘’Contento’’ risponde soddisfatto della mia domanda.
‘’Non sei tipo..preoccupato che possa provarci con me?’’ chiedo alzando un sopracciglio. Io che  speravo che si ingelosisse o qualcosa del genere… e invece sembra la persona più tranquilla del mondo!
Ma che futuro marito mi sono trovata?
‘’Nah, hai detto che è intelligente e anche bello. Non mi preoccupo’’  ridacchia guardandomi da sotto le lunga ciglia, in modo ironico.
Spalanco la bocca mentre lui sorride vittorioso.
Impiego qualche minuto a capire cosa intende con quelle parole, prima di comprendere fin troppo bene.
Mi ha praticamente appena data della cessa?!
Brutto figlio…
Afferro la prima cosa che mi capita a tiro –non so se si tratta di un libro o del libretto delle istruzioni dell’auto- e glielo lancio addosso urlando come una iena, uscendo dall’auto infuriata nera e mandandolo a quel paese gridando ai quattro venti tutti gli insulti possibili ed immaginabili mentre lui se la ride di gusto.
Figo o non figo rimane uno stronzo di sto cazzo.
 
 
 
 
 
 spazio autrice



buonasera ragazze! lo so, il mio ritardo è imperdonabile ma GIURO che ho delle buone giustificazioni!

-ho avuto due settimane pienissime di studio causa verifiche
-mi sono beccata un virus che non mi ha fatto accedere al pc
-sono stata in punizione: niente computer
-ho scritto una OS per un concorso ( tra l'altro se vi va potete passarla a leggerla :) 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1724930&i=1
-
ho vinto il concorso e di conseguenza il libro, quindi mi sono messa a leggere quel libro lol
-ho perso la bozza che tenevo sul cellulare con tutta la scaletta della storia, oi non potete capire la tragedia!
insomma, sono stata un pò impegnata, scusatemi :(

volevo solo dirvi che il prossimo capitolo sarà molto ehehehehhe

ok, basta ahahah se volete seguitemi su twitter, ricambio! ( @sheismarcy_ )

spero vi piaccia e che recensiate! un bacione!

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici ***


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Capitolo Undici
 

 
Mi trovo davanti allo specchio stretto e lungo della camera da letto, una grande e luminosa stanza completamente bianca. La mia figura viene completamente riflessa. Una maglietta verde acqua molto larga mi ricade sul corpo, arrivando fino a metà coscia, i capelli scuri sono scompigliati, sono completamente senza trucco e a piedi scalzi. Il viso stanco eppure estremamente sereno e rilassato. Mi porto una mano sul ventre notando all’istante la sporgenza pronunciata, mentre dietro di me si materializza Zayn che mi cinge la vita avvicinando le sue labbra al mio orecchio. Spalanco gli occhi, la bocca asciutta e le mani che sembrano inermi poggiate sul mio addome. Continuo ad accarezzarmi alzando la stoffa della maglia per accertarmi che quella che sto toccando sia sul serio la mia pancia, quando sento qualcosa muoversi dentro di me.
Impallidisco come se fossi posseduta da chissà quale essere.
Un bambino.
Schiudo le labbra, socchiudo gli occhi mentre il respiro di Zayn mi solletica il collo. Al contempo, io inizio a respirare a fatica, come se in quella camera non ci fosse aria per entrambi.
‘’Buongiorno signora Malik’’ mi soffia all’orecchio, poggiando una delle sue enormi mani sul mio pancione.
Signora malik
Malik.
Figlio.
No.
No.
NO!
All’improvviso tutto è buio, un attimo di scombussolamento, sento le gambe molli come gelatina e con fatica riesco a riaprire gli occhi, ritrovandomi nel salone di casa mia, sul divano dove la sera prima mi sono accasciata stanchissima.
Mi alzo di scatto, il respiro corto e la testa che scoppia, mentre Farrah saltella urlando qualcosa di incomprensibile. Sono completamente sudata e i vestiti sono tutti stropicciati.
Un sogno, un maledettissimo sogno!
Porto le mani alle tempie, cercando di alleviare il pulsare della testa.
Sembrava tutto così realistico che non sono riuscita a capire che fosse un sogno, così finto eppure così vero. Quasi come se fosse una premonizione.
Mi calmo e faccio mente locale su tutto ciò che è accaduto in queste ultime ore.
Sofia in ospedale, Zayn che si prende gioco di me, io che dormo sul divano perché mamma mi ha fottuto il letto. Sto immobile a fissare un punto del divano, respirando e cercando di calmarmi.
Sento mia madre entrare in sala, con in mano una tazza di the bollente che poggia sul tavolinetto della stanza.
‘’Buongiorno’’ mi dice stampandomi un baio sulla guancia, mentre i miei pensieri girovagano ancora per capire tutto ciò che è successo. Sembra tutto così irreale, come se ancora mi trovassi in un sogno. O meglio, un incubo.
‘’Che ore sono?’’ chiedo sbuffando, senza smettere spostare lo sguardo.
‘’Le due del pomeriggio, ti abbiamo lasciata dormire e…’’ mamma continua a blaterare qualcosa sul fatto che l’ho fatta stare in pensiero ma non sto a sentirla perché il mio cervello è rivolto ad altro.
Sono già le due del pomeriggio e io sono ancora stanchissima, con la testa che sta per scoppiarmi e con gli occhi già gonfi pronti a riempirsi di lacrime.
Mi asciugo velocemente una lacrima che è sfuggita dall’occhio sinistro e prendo in braccio Farrah che per tutto il tempo se ne era stata al mio fianco senza proferire parola.
‘’Perché Sofia è in ospedale?’’ mi chiede Farrah giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
Lancio uno sguardo accusatore a mia madre mentre lei fa spallucce con noncuranza.
‘’Non stava bene ma adesso è guarita!’’ le sorrido mentre il suo volto si rilassa visibilmente.
‘’Meno male, mi sta simpatica Sofia!’’ ridacchia incartocciandosi con le parole.
Prendo il thè bevendolo alla velocità della luce con la conclusione di scottarmi interamente la bocca:lingua, palato e gola.
Mi maledico mentalmente mentre mamma si guarda un po’ in giro alla ricerca delle parole da dire ‘’Come sta?’’
Ecco, e adesso cosa le dico? Se le rivelo la verità lei lo andrà a dire ai genitori di Sofia ed è l’ultima cosa che la mia amica vuole.
‘’Sai com’è Sofia, si è fatta male e per lo spavento mi ha chiamata.. tutto qua’’ mi invento la prima scusa che trovo sentendomi subito un mostro. Non ho mai mentito ai miei genitori e adesso l’ho fatto due volte nel giro di poche ore.
Grandioso.
Il suo volto mi fa capire che non ci crede minimamente ma, probabilmente, nemmeno lei è capace di affrontare un discorso così pesante, ragion per cui non controbatte la mia risposta, prendendola per veritiera.
‘’Oh, mamma?’’ sventolo una mano per attirare la sua attenzione, con un cenno del capo mi fa capire che posso parlare e io continuo ‘’Cambia segreteria telefonica. Quella che abbim adesso è irritante’’
Mi guarda male e si alza, lasciandomi sola con Farrah che è presa (anzi, direi ipnotizzata) dalle punte dei miei capelli. Afferro il cellulare trovando un messaggio.
Mittente: Zayn
Faccio un respiro profondo prima di leggerne il contenuto, meglio che mi prepari al peggio.
‘’Ti passo a prendere alle quattro.’’ Capisco al volo che si riferisce all’appuntamento di cui gli ho parlato la sera prima e mi maledico mentalmente.
Sono stanca, affamata, distrutta sia fisicamente che mentalmente. L’ultima cosa che voglio è uscire con lui.
Mi butto all’indietro sbattendo violentemente la testa contro il bracciolo del divano e impreco come un camionista sotto lo sguardo divertito e sorridente di Farrah. Fortuna che non conosce la metà delle parole che dico se no si scandalizzerebbe.
Al diavolo.
 
Di solito sono le ragazze ad essere sempre in ritardo. Insomma, devono vestirsi, truccarsi, acconciarsi i capelli. E i poveri tipetti sono costretti ad aspettare intere ore che loro siano pronte. Bhè, per me non è così. Ho indossato il primo paio di jeans che ho trovato, ho infilato la mia amata felpa azzurra, pettinato i capelli e passato appena uno strato sottile di fondotinta tanto per coprire qualche brufoletto del cazzo. Pronta per la quattro spaccate. Quindi sono uscita fuori, è febbraio e se ve lo state chiedendo, no, non fa caldo per niente. Fa freddo, fresco.  C’è quell’arietta che, seppur leggera, ti fa rizzare tutti i peli possibili ed immaginabili. E sono immobile, sto congelando, mentre aspetto che quello stronzo si presenti davanti alla porta.
 I minuti passano ma dell’auto (o della moto) di Zayn nemmeno l’ombra. Continuo a guardare il cellulare aspettando che prenda vita sotto i miei occhi, sperando in un messaggio o in una chiamata. Qualsiasi cosa. Mi va bene anche un semplice –sono in ritardo, scusami-, -ho avuto un contrattempo-, -mi sono impigliato la pelle del mio pisello nella cerniera dei jeans- ma niente di niente. Il cellulare continua a starsene fermo ed immobile con lo schermo completamente nero.
Sbuffo impettita, partiamo bene come appuntamento!
Sbatto i piedi a terra consapevole che lui non possa vedermi.
Sono già le sedici e venticinque. Cosa lo aspetto fuori a fare?
Mi giro, pronta ad entrare di nuovo in casa quando il suono di un clackson mi fa saltare in aria, facendomi spaventare.
Mi volto di scatto vedendo la moto nera accostata proprio davanti al cancello. Maledetto Jawaad!
Gli corro incontro, furiosa come una bestia.
‘’Alla buon’ora!’’ gli urlo puntandogli un dito contro. Riesco a vedere ben poco visto il suo casco integrale ma posso scommettere centinaia di euro che sta sorridendo divertito.
‘’Ho avuto da fare’’ risponde facendo spallucce come se la cosa fosse normale.
‘’Da fare?! Sono stata venticinque fottuti minuti fuori ad aspettarti al freddo! E tu vieni a dirmi che hai avuto da fare?! Va al diavolo!’’ gli tiro una pacca sulla spalla, ms riesco a prenderlo di sfuggita  perché lui si sposta velocemente.
‘’Sindrome premestruale?’’ chiede bloccandomi il polso con la mano destra, forte ma delicato al tempo stesso.
Gli ringhio contro come un cane con la rabbia ma non me ne importa un bel niente. Mi divincolo dalla sua stretta e afferro il casco mettendomelo il più velocemente possibile sotto il suo sguardo.  Mi sento fin troppo osservata, i suoi occhi vagano da una parte all’altra del mio corpo con fare critico e circospetto.
‘’Vuoi una foto? Almeno te la appendi in camera’’  gli dico acida, salendo sulla moto, stando bene attenta a non toccarlo troppo.
‘’Tieniti forte’’ mi sussurra divertito, prima di sgommare verso la strada, facendo alzare un polverone di polvere e costringendomi ad attaccarmi al suo torace. Una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo, da quanto andiamo veloci quasi ho paura che mi si stacchi la testa. Il vento mi sferza addosso facendomi rabbrividire e, ad ogni curva, mi sento sempre più vicina all’asfalto. Mi riesco già a vedere spiaccicata come un gelato al lampone.
Chiudo gli occhi concentrandomi sul mio respiro ma questo non basta, e man mano passa il tempo, la mia presa sui suoi fianchi si fa sempre più salda. Sento distintamente i muscoli del suo corpo. Mi viene quasi voglia di portare una mano all’altezza del suo cuore per vedere se riesco a sentire i battiti ma mi trattengo, ho troppa paura di perdere il controllo e volare fuori da quell’arnese malefico.
Appunto da tenere in testa: rifiutarsi categoricamente di prendere quell’affare.
Riesco a rilassare i muscoli solo quando sento la moto rallentare per poi fermarsi del tutto. Scendo velocemente  pentendomene subito dopo. La testa comincia a girarmi, tengo le mani sospese pronta a reggermi nel caso dovessi cadere a terra ma Zayn mi tiene prontamente per le spalle. Non mi sentivo in questo modo dall’ultima volta in cui sono salita sulle montagne russe. O meglio, non mi sentivo in questo modo da quando, pochi giorni prima, mi ero ritrovata a vomitare accanto ad un palo della luce. Tolgo lentamente il casco, alla ricerca disperata di aria fresca e limpida.
‘’Stai bene?’’ la voce di Zayn mi ristabilizza quel tanto che basta per riprendere possesso delle mie facoltà mentali.
‘’Chiudi il becco’’ gli rispondo facendolo ridacchiare.
Da quando trattare male qualcuno è divertente? Il mio unico obiettivo è farlo incazzare e lui se la ride!
Aspetto qualche minuto prima di rimettermi del tutto, insulto ancora Zayn per la sua guida del cazzo e solo in quel momento decido di guardare dove diavolo mi ha portata. Avrebbe anche potuto portarmi in un campo deserto, violentarmi e poi uccidermi tanto io non mi sarei accorta di nulla, preoccupata com’ero di non morire.
Ci troviamo in un parco gigantesco. Molto raffinato e ben curato. Gli alberi si stanziano su tutto il prato ma non sono de tutto verdi considerando il periodo. Vista la bella giornata (seppur fredda) ci sono alcune famiglie che fanno un picnic ed altri ragazzi che giocano a palla o ascoltano la musica. È davvero un posto incantevole, molto romantico.
C’è qualche panchina qua e là e una fontana non funzionate proprio al centro.
‘’Un’altra idea  dei nostri genitori?’’ chiedo convinta che quel posto non fosse minimamente vicino ai modi di fare di Zayn.
Lui annuisce facendo spallucce, come se la cosa gli importasse ben poco.
Ci avviamo verso un albero e ci accasciamo al suolo senza troppi convenevoli. Il sole colpisce i nostri corpi senza però scaldarci. Il clima è piacevolmente freddo anche se avrei preferito di gran lunga passare quelle inutili ore stravaccata al sole ad abbronzarmi.
‘’Hai sentito Sofia?’’ mi chiede per parlare di qualcosa,  mentre io tengo ancora gli occhi chiusi, schiena poggiata contro il tronco dell’albero e mani sul grembo.
Scuoto la testa.
‘’L’ho lasciata riposare e poi, mi sono svegliata un paio d’ore fa. Spero stia bene’’ gli confesso senza aprire gli occhi.
‘’E tu?’’ chiede senza penarci, con calma.
Apro gli occhi per vederlo. Si è acceso una sigaretta mentre guarda verso il resto del parco.
‘’E io cosa?’’ chiedo leggermente confusa da quella domanda.
‘’Tu come stai?’’ finalmente mi guarda, rivolgendomi uno sguardo misterioso ed intrigante.
Non capisco come uno come lui possa minimamente preoccuparsi dei sentimenti altrui. Mi stupisco di quella domanda così personale.
‘’Non sono io quella che si è conficcata una lama sù per il braccio’’ gli ricordo, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Odio da morire quando cominciano a farmi il terzo grado. Soprattutto quando ho la coda di paglia. Perché si, non mi sento per niente bene. Vorrei urlare, scalpitare, rompere qualche piatto e finire col piangere. Ma ormai sono stanca di fare qualsiasi cosa.
‘’Vedi di non mentirmi’’ mi ammonisce soffiandomi addosso del fumo passivo. Rimango immobile a fissarlo.
‘’Cosa ti fa pensare che ti stia mentendo?’’ chiedo alzando appena il mento, in segno di sfida.
‘’Quando dici una bugia cominci a guardare un punto fisso, ti perdi quasi nei tuoi pensieri ma rimani concentrata su ciò che devi dire e diventi tesa. Per non parlare del fatto che inizi a giocare con i capelli ’’ mi accorgo della ciocca di capelli che sto tenendo in mano e la lascio di scatto riportandomi le mani in grembo.
Non sapevo di essere di così facile interpretazione!
Mi stupisco ancora di più del fatto che lui si sia ricordato tutte quelle cose. Maledizione. Come facevo a resistere a un tipo come lui? È matematicamente impossibile!
‘’Oh e va bene! Sto di merda. Ok? Sono confusa! E tu non mi aiuti’’ sbuffo.
‘’Perché sei confusa?’’
Perché la mia testa mi dice di ucciderti e i miei ormoni di scoparti con tanta violenza da far invidia ad un film porno.
‘’Non so cosa fare per evitare di sposarti’’ mento, ma allo stesso tempo dico la verità
Stiamo in silenzio per un po’, ognuno assorto nei propri pensieri, nelle proprie faccende private e nei propri sentimenti.
Cosa provo per lui? Ovvio, non posso ammettere che non sia un bel ragazzo. E anche il carattere. Si, mi fa incazzare. Ma incazzare proprio tanto. Eppure mi intriga. Forse mi piace,anche. Non posso mica negarlo a me stessa.
Zayn fissa un punto non molto lontano da noi, guardo nella sua stessa direzione notando due giovani – un ragazzo e una ragazza- giocare a palla con n bambino piccolo. Rabbrividisco ma allo stesso tempo ne rimango affascinata. Vedo i loro volti felici, sorrisi sinceri, il bimbo che urla e ride come se fosse festa mentre rincorre il pallone, inciampando di tanto in tanto. Immagino me e Zayn al loro posto. Felici. Ma come potremmo mai esserlo se non andiamo nemmeno d’accordo?
‘’Ti ricordi quando ti avevo detto che ti avrei aiutato ad evitare il matrimonio?’’ non smette di guardare la piccola combriccola felice ma intanto si rivolge a me.
Ha finito la sigaretta e adesso sta giocherellando con l’erba del prato.
Annuisco in senso di assenso mentre lui continua ‘’So come fare ad evitarlo’’
‘’Davvero?!’’ penso di non aver mai usato un tono così entusiasta in sua presenza.
Lo guardo più attentamente. Gli occhi gli brillano al sole, la barba appena accentuata gli conferisce un non so che di misterioso, per non parlare della massa di capelli neri che avrei volentieri toccato solo per vedere se sono morbidi come me immagino che siano.
Annuisce a sua volta ‘’ma non posso rivelarti nulla, devi solo fidarti di me. In ogni situazione’’
Mi risulta difficile fidarmi di lui, soprattutto per  ciò che potrebbe implicare quella piccola parola.
Fiducia.
È già tanto se mi fido di me stessa! Figuriamoci di lui.
Deve aver visto il mio volto leggermente contrariato perché aggiunge ‘’Dovrai fare quello che ti dico. Anche se ti sembra stupido e insensato…’’ spiega guardandomi negli occhi.
‘’Zayn, non ho intenzione di fare cose che mi sembrano stupide e insensate!’’ protesto battendo i pugni sull’erba.
E se mi avesse chiesto di buttarmi da un ponte? Mica potevo dirgli di si!
‘’Vuoi sposarmi, per caso?!’’ tocca un tasto dolente e mi costringo a mantenere la calma, mordendomi il labbro inferiore con tanta forza da farmi male da sola. Cosa si fa pur di non saltare addosso ad un ragazzo e picchiarlo fino allo sfinimento.
‘’D’accordo!’’ sbuffo incrociando le braccia al petto. Capisco il in quel momento quanto siamo vicini e da quanto tempo ci stiamo guardando negli occhi. Probabilmente, alla vista degli sconosciuti, potremmo apparire perfino una bella coppia felice che si gode la bella giornata all’aperto.
‘’Alza la mano?’’
‘’Eh?’’
‘’Visto? Non fai quello che ti dico!’’
Alzo la mano, senza capire il perché di quel gesto.
‘’Abbaia’’ mi ha preso per un giocattolo?! Cosa gli passa per la testa?!
‘’Zayn, non ho intenzione di…’’
Mi interrompe, parlando un po’ più forte per sovrastare il rumore della mia voce ‘’Abbaia!’’
Alzo gli occhi al cielo ‘’Bau?’’
‘’Dì che sono bello’’ chiudo gli occhi ringhiando sommessamente.
‘’Sei bello’’  dico facendo una smorfia. Serve per non sposarlo o per alzare la sua autostima?
‘’Ora, non gridare. Qualsiasi cosa accada’’
‘’Perché mai dovrei…?’’ meno di un secondo dopo lo sento troppo vicino, il suo petto a contatto col mio, la sua mano che mi prende dolcemente il viso e mi avvicina alle sue labbra. Sono tesa come un tronco. Immobile, quando sento le sue labbra sfiorare piano le mie, prima di premerle di più, staccandosi di tanto in tanto per riprendere fiato e spostarsi su altri punti. Approfondisce il bacio, cominciando a leccarmi leggermente le labbra, fino a farsi spazio nella mia bocca. Non mi muovo, non obietto. Non faccio nulla che non sia seguire quel leggero prendi e dai creato dalle nostre bocche. Non capisco se non mi rifiuto perché è stato lui a dirmelo o perché sono io a volerlo. Sento il sapore di menta contrastato a quello della sigaretta ma non penso faccia schifo, anzi. Mi avvicino verso a lui in modo da facilitargli i movimenti, sento le sue labbra staccarsi da me e spostarsi verso il mento e poi giù verso il collo dove lascia baci leggeri. Mi trattengo dal non ridere ma non posso fare a meno di fremere sotto quei tocchi. È estasiante, ipnotizzante. Starei in quella posizione per ore intere. Ho ancora gli occhi chiusi mentre lui gioca con la pelle del mio collo. La lecca, la succhia, la bacia, gli soffia facendomi rabbrividire. La leggera barba mi solletica ma faccio finta di non sentirla. Sembra saperla lunga su come far andare in iperventilazione una ragazza, insomma. Penso di aver proprio perso la testa perché mi decido a muovermi, affondando le mani tra i suoi capelli e costringendolo a tornare sulle mie labbra dove, finalmente, si decide a darmi nuovamente attenzioni. Si, i suoi capelli sono esattamente morbidi proprio come me l’aspettavo.
Potrebbe seriamente scoppiare una bomba atomica che non mi accorgerei di nulla, sono completamente persa in quel limbo eccitante e non ho alcuna intenzione di uscirne.
Continuo ad essere inghiottita da quel turbine di emozioni contrastanti. Non solo la mia  bocca è in estasi, tutto il mio corpo sta gioendo di quei baci caldi. D’un tratto vorrei togliermi la felpa, la sento quasi insopportabile sulla mia pelle, come se scottasse. Tutti i miei muscoli si contraggono ad ogni suo minimo movimento. Si muove prima piano, poi in modo più passionale, e io lo seguo, senza spiegarmene neanche il motivo. Forse era questo che mi serviva. Una spinta per capire i miei sentimenti. E se lo stessi respingendo solo perché, in realtà, ne sono più che attratta?
Possono essere passati pochi minuti come tante ore, quando finalmente ci stacchiamo e decido di aprire gli occhi. Zayn sta sorridendo e io non ho idea dell’espressione che ho in faccia. Spero solo di non avere completamente i capelli arruffati. Mi immagino con gli occhi leggermente lucidi e le labbra gonfie ma non ci faccio caso.
‘’Brava piccola, sei stata bravissima’’ mi dice scompigliandomi i capelli.
Sono stata brava? Si complimenta con tutte le ragazze che bacia? Forse pensava che baciassi male? Voleva accertarsene prima di sposarmi?
Sono confusa, non so a cosa si stia riferendo, così fa un cenno del capo, indicandomi qualcosa dietro di me.
Mi volto vedendo sempre le solite famigliole ma questa volta vengo attratta da altre persone.
Mia madre e la mi futura suocera accompagnate dai rispettivi mariti.
Spalanco la bocca, mi giro nuovamente verso di lui che sta ridendo come se tutto ciò fosse divertente.
‘’Ma cosa…’’
‘’Dobbiamo fargli credere che tra di noi vada a meraviglia’’ mi spiega portandosi una mano tra i capelli ‘’e tu sei stata proprio brava come attrice’’ ammicca lanciandomi un bacio volante e in quel momento non so nemmeno io come mi senta.
Mi alzo in piedi senza nemmeno dargli spiegazioni. Non so se sono incazzata perché mi ha mentito, delusa che sia stata tutta una fottuta farsa o semplicemente sorpresa che quel bacio mi sia maledettamente piaciuto.
‘’Dove stai andando?’’ mi grida mentre mi allontano dal posto in cui ci troviamo.
‘’Vaffanculo!’’
‘’Aspetta, ti riporto a casa!’’
Mi volto verso di lui e lo punto con lo sguardo più truce che possa avere ‘’NON.TI.AZZARDARE.AD.AVVICINARTI’’ e con quelle parole scappo via, conscia del fatto che non ho idea di dove io debba andare.


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SPAZIO AUTRICE
ma buongiorno :D come state? vi ringrazio infinitamente per le recensioni (a cui risponderò adesso). cosa ne dite di quest'immagine? è un piccolo regalino *-*
sappiate che il prossimo capiolo sarà dal punto di vista di Zayn e...*rullo di tamburi* FORSE più avanti verrà scritta una mini long su SOFIA! (dovete sapere che io amo quel personaggio lol) ma sono ancora in fase di progettazione (?) voi, cosa ne dite di quest'idea?
cosa ve ne pare di quello che è successo in questo capitolo? succedono un paio di cosucce importanti!
vi ricordo che mancano solo sei giorni al matrimonio! ahia ahia ahia! lol

bè, alla prossima :D

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***


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Capitolo Dodici

Le donne sono strane.
È una cosa che ho sempre pensato e non smetterò sicuramente oggi di ribadirlo. Insomma, non sono mai contente! Qualsiasi cosa tu faccia è quella sbagliata. Le ignori: sei uno stronzo perché non le consideri abbastanza. Gli dai attenzioni: sei un sicuramente gay. Te le scopi:sei uno stronzo perché te la sei portata a letto. Fai l’amico: sei stronzo perché usi l’amicizia solo per scopartela.
E che coglioni!
Sarebbe tutto più semplice se dicessero chiaro e tondo ciò che vogliono, come si sentono e cosa si aspettano da te. Ma è troppo facile, in questo modo. E quindi giocano a complicarti la vita.
Non capisco cosa sia preso oggi  a quella ragazza. Mi farà impazzire ancor prima di arrivare al quello stramaledetto matrimonio.
Insomma, era solo un bacio. Non mi pare di averla ingannata in chissà quale maniera. Da quanto in qua un bacio è un simile oltraggio? L’avessi, poi, obbligata a fare chissà quale atto osceno!
Certo, forse col mio piano di non sposarla non c’entrava molto quel bacio. Ma ne avevo voglia. Cosa c’è di strano?
Chiudo gli occhi inalando a pieni polmoni l’ultimo respiro di nicotina. Non posso dire che non sia una gran baciatrice anche se forse era un po’ tesa. Ha le labbra morbide e sapeva di cioccolato. Dopo qualche secondo, poi, si è anche sciolta…le sue mani tra i miei capelli, i suoi respiri irregolari e…
Oh, cazzo. Devo smetterla di farmi certe seghe mentali!
Butto dal finestrino la sigaretta e mi passo una mano sulla faccia cercando di riprendermi (senza molto risultato).
Se si è surriscaldata per un semplice bacio non immagino le urla che farà non appena si accorgerà del succhiotto che gli ho lasciato sul collo. Sarà meglio che mi vada a comprare un bel parapalle, non voglio rischiare di rimetterci i miei gioielli.
Scendo dalla macchina, cominciano a sudarmi le mani dall’ansia. Conosco già la risposta, ormai ne sono sicuro da un paio d’anni, ma avercela scritta, su delle carte ufficiali, mi fa un certo effetto. Entro velocemente all’interno della clinica privata e saluto con un occhiolino Jenny, la ragazza che lavora alla reception.
Alta, capelli scuri, smalto rosso fuoco e due tette che tra poco traboccano da quel camice troppo scollato. L’incarnazione dell’infermierina sexy di un qualsiasi film porno, insomma.
‘’Zayn! Finalmente!’’ mi saluta con fare malizioso. E dire che, all’inizio, l’idea di fare il cascamorto con la prima segretaria che passava mi faceva ribrezzo. Quando poi mi sono ritrovata lei davanti, ho del tutto cambiato idea.
‘’Jenny’’ voce bassa, sorrisetto malizioso e un cenno del capo. Si bagna le labbra con la lingua, sto facendo un gran lavoro.
‘’Prendo le tue cose’’ mi sussurra voltandosi dall’altro lato e cominciando a sfilare verso l’archivio, ancheggiando anche più del necessario. La realtà supera di gran lunga i ricordi di quando me la sono sbattuta nello stanzino. Cosa non si fa per ottenere ciò che si vuole!
Torna dopo pochi secondi con la cartelletta blu in mano. Faccio per prenderla ma lei la ritira indietro, guardandomi vittoriosa.
‘’Come si dice?’’ mi chiede mordendosi il labbro inferiore come una bambina piccola.
La mia voglia dei suoi stupidi giochetti è pari a zero ma sto al gioco tanto per farmi dare quei fottuti documenti.
‘’Grazie?’’ chiedo avvicinandomi maggiormente al suo viso.
Si avvicina pericolosamente e mi stampa un bacio sulla guancia, lasciando cadere la cartelletta sul bancone.
Finalmente.
Vedo una delle capo infermiere che ci guarda di sottecchi con sospetto quindi decido di togliere il disturbo alla velocità della luce. La saluto con un cenno del viso, afferro la cartelletta e scappo via. Mi rifugio nuovamente in macchina, pulendomi la guancia da quell’assurdo lucidalabbra appiccicoso.
Che schifo. Spero vivamente che Laila non ne faccia uso.
Non so perché ma indugio nell’aprire la cartella. Me ne sto fermo, come un ebete imbambolato, a guardare quella cosa che tengo tra le mani. Solo dopo qualche minuto decido finalmente di aprirlo, trovandoci dentro tutto ciò che confermava la mia tesi.
ADOTTATO.
 
 
Saluto con una stretta di mano Alex che è già seduto al nostro solito tavolo del bar poco lontano dalla stazione.
‘’Come va?’’ mi chiede continuando a bere la sua birra ghiacciata.
Faccio spallucce ‘’Niente di che, tu?’’ fermo una cameriera e le chiedo una birra mentre Alex mi risponde con un ‘’Al solito’’
Prendo il cellulare, decidendomi ad accenderlo dopo una giornata intera in cui l’ho tenuto spento.
Non avevo voglia di sentire nessuno, né amici né parenti. Loro che mi hanno sempre mentito. Volevo solo starmene da solo, in silenzio. Non che non avessi avuto tempo di metabolizzare la cosa ma, renderla ufficiale è tutt’altro discorso.
Poggio il cellulare sul tavolo e continuo a rivolgermi ad Alex ‘’Hai scoperto qualcosa?’’ chiedo, andando subito al sodo.
Lui sorride annuendo ‘’Ma prima, sei andato in clinica?’’ chiede speranzoso di aver avuto ragione sulla sua teoria ideata quattro anni prima.
Alzo gli occhi al cielo ‘’Si, eri un piccolo detective già da adolescente. Contento?’’ chiedo mentre ringrazio con un sorriso veloce la cameriera che mi lascia sul tavolo la birra. Alex sta per ribattere ma viene interrotto dal mio cellulare che comincia a vibrare come se mi stessero arrivando una raffica di messaggi al secondo.
Tento di aprirne uno ma, ancora prima di riuscire a leggerlo, me ne arriva un altro con la conclusione di tenere in mano un aggeggio che funziona meglio di un vibratore.
‘’Sei molto richiesto..’’ sghignazza il biondino. Aspetto ancora qualche secondo che il cellulare smetta di essere posseduto da chissà quale spirito e finalmente riesco ad aprire il menu dei messaggi.
Trentadue messaggi
Leggo ad alta voce i mittenti ‘’tre messaggi di mamma, uno di Holly la stalker e il resto di Laila’’
Dire che sono sconvolto è poco.
Ma che diavolo..?
Scorro velocemente i messaggi di Laila e non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
Insulti vari riguardanti il succhiotto, minacce di morte e scleri su quanto sia stato stronzo a lasciarle quel piccolo segno sul collo.
Quante storie!
Alex mi chiede perché sto ridendo ma non riesco a spiegarglielo quindi gli passo il cellulare e mi guarda male senza riuscire a trattenere una risatina.
‘’Zayn! Ma cosa hai combinato?’’
‘’Ti ricordi del mio piano…?’’ chiedo lasciando in sospeso la frase. Lui annuisce con un cenno del capo, confuso e aggiunge ‘’Non mi pare fossero presenti baci e succhiotti!’’
‘’No, infatti. In realtà non c’entra molto con il piano ma ne avevo voglia..’’ faccio spallucce con noncuranza, prendendo un altro sorso di birra.
Scuote la testa e si siede meglio sulla sedia, quindi lo guardo serio ‘’Adesso dimmi tutto quello che hai scoperto’’
Fruga nel suo zainetto nero e ne esce fuori un foglio A4 stampato.
‘’Ho creato quest’albero genealogico per farti capire meglio. È tutto abbastanza complicato quindi vedi di stare attento’’
‘’Quando mai io non sto attento?!’’
Mi guarda con la faccia da –a me non puoi prendermi per il culo- e torna ai suoi fogli.
‘’Questo è tuo nonno, Adam. A diciotto anni ha sposato la bella Safaa’’ mi indica due figurine alla base di questo strano albero genealogico, annuisco per invitarlo ad andare avanti ‘’Tuo nonno e sua moglie hanno provato più volte ad avere figli ma non ci sono mai riusciti…’’ lo blocco con una mano ‘’Aspetta, aspetta aspetta. E tu come fai a saperlo?!’’ chiedo alzando leggermente il tono della voce. E mio padre chi l’ha portato? La cicogna?!
‘’Lasciami finire di parlare!’’ mi rimprovera ‘’Ho detto, i tuoi nonni non riuscivano ad avere figli e non sono mai riusciti ad averne. Purtroppo non sono in possesso dei certificati medici visto che ehm..il Pakistan è un po’ lontano e comunque in quei periodi non sono nemmeno sicuro che esistessero ma ho fatto delle ricerche..’’ estrae dallo zainetto altri fogli e me li porge. Fonti come Wikipedia ed enciclopedia varia ‘’Non esistendo tecniche abbastanza innovative per avere figli, decidono di attuare un metodo abbastanza semplice e naturale. Uno dei loro più grandi amici è Salem, ovvero il nonno di Laila. Sapendo che lui e la moglie sono in grandi difficoltà economica decidono di proporgli un patto: Salem avrebbe messo incinta la moglie di Adam in cambio di danaro. Inoltre, come d’accordo, i tuoi nonni avrebbero aiutato economicamente la famiglia di Laila e il figlio del figlio di Adam (ovvero tu), si sarebbe spostato con la prole del figlio di Salem (ovvero Laila).’’ Mentre parla mi porge documenti su documenti ma deve essersi accorto che sono rimasto imbambolato a fissare un punto non molto definito perché smette di raccontare il suo racconto e tace semplicemente.
‘’Tu stai scherzando!’’ dico scuotendo la testa ‘’Mi stai dicendo che mio padre, che poi non è il vero padre, e il padre di Laila sono fratellastri? Che mia nonna è andata a letto con suo nonno?’’ Non so se ridere o piangere! Ringrazio tutti i santi del cielo di essere stato adottato, se così non fosse stato mi sarei sposato con una mia  parente. Rabbrividisco al solo pensiero. Ma quali problemi avevano i nostri nonni? Che razza di infermi mentali non erano?
‘’Pensi che i vostri genitori le sappiano tutte queste cose?’’
Scuoto la testa incerto ‘’Se tu me l’avessi chiesto pochi giorni fa ti avrei detto di no, ma visto come sono andate le cose..non so più a cosa pensare!’’ rispondo rassegnato, poggiando la testa sul tavolo, disperato.
‘’E’ un casino’’ aggiungo.
Mio padre e suo padre sono fratellastri. Io sono stato adottato e mia nonna s’è scopata suo nonno. Non poteva andare peggio di così!
‘’Dimmi che non c’è dell’altro’’ dico senza nemmeno guardarlo, tenendo ancora la testa poggiata sul tavolino.
Tossisce un paio di volte ‘’Non penso che tua nonna sia rimasta subito incinta..’’ sta per ridere e capisco quello che vuole dire quindi alzo lo sguardo per incenerirlo. Se non la smette lo ammazzo.
‘’Cooooomunque. Hai già pensato all’addio al nubilato?’’ cambia discorso, mi sa che ha capito che non gli conviene scherzare in questo momento. Faccio spallucce come se non me ne importasse niente.
‘’Sei tu a doverlo organizzare, no?E poi, non mi sposo. Lo sai’’
‘’Ho già prenotato qualcosa’’ mi rassicura ‘’tante belle fighe disponibili…’’ ridacchia mentre io lo seguo a ruota. Segue un momento di silenzio e aggiunge ‘’Hai preparato tutto per il famoso piano?’’
Rido come se mi avesse preso per scemo e alzo gli occhi al cielo ‘’Ovvio. È tutto pronto deve solo arrivarmi la pozione magica’’ lo rassicuro sorridendo.
Per fortuna che un suo amico del college mi ha fornito la famosa ‘pozione’, non avrei saputo dove andarla a trovare, altrimenti.
‘’Ammettiamolo, se non fosse stato per me tu saresti finito con quella sull’altare!’’ fa finta di pulirsi dalla polvere la spalla della giacca, dandosi arie.
Gli do una sberla dietro la nuca ridendo ‘’Sei un piccolo genio del male!’’
In effetti, se non fosse stato per lui io sarei rimasto fottuto dal matrimonio e completamente all’oscuro di tutto. Hei, non è colpa mia se col cervello non ci so fare! Preferisco dilettarmi in altre cose molto pi interessanti, io.
‘’Stasera, Delirium?’’ mi chiede dopo qualche secondo.
Ci penso qualche secondo prima di annuire annoiato.
 
 
La bionda che ho adescato in discoteca ora è in casa mia. O meglio, la bionda che mi ha adescato in discoteca adesso è in casa mia. Non so nemmeno come abbia fatto a convincermi a portarla nel mio appartamento ma, soprattutto, non so come io abbia fatto a guidare ubriaco come sono. Mi siedo sulla poltrona, portandomi una mano alle tempie e cercando di riuscire a fare un ragionamento lucido.
Sento la risata acuta della ragazza che si avvicina sempre di più a me.
Agghiacciante è l’aggettivo giusto.
Si siede su di me in modo da essermi perfettamente di fronte. Porta un tubino nero in latex che le schiaccia le tette contro il petto, facendone fuoriuscire una buona parte dall’alto.
Si avvicina maggiormente al mio viso guardandomi maliziosamente sotto le lunghissime ciglia nere. Non so se è il mio subconscio o semplicemente il fatto che sia completamente sbronzo ma all’improvviso i capelli biondi diventano scuri, gli occhi azzurri si trasformano in color cioccolato e la pelle leggermente più ambrata.
Laila.
Le porto una mano sulla guancia, avvicinandola a me. Le sfioro il naso con le labbra e poi passo alla sua bocca. La bacio con passione, gioco con la sua lingua. Sa di fumo, e il suo lucidalabbra alla ciliegia è insopportabile sulla lingua. All’improvviso tutto si trasforma. Il sorriso timido e ingenuo diventa malizioso, gli occhi tornano ad essere azzurro vivo e i capelli biondo platino come quello delle barbie.
La allontano di scatto, riesco a ragionare e mi sposto lontano da lei.
Che diavolo sto facendo?
‘’No!’’ ansimo.
‘’Cos’hai?’’
‘’Io..’’ comincio a parlare. Come diavolo si chiamava? Susan? Sandy? Landy? ‘’..non posso, Jenny’’
‘’Mi chiamo Benny’’ sottolinea a fior di labbra, abbassando la voce per renderla più sensuale ‘’è per la tua ragazza? Tranquillo, non sono gelosa’’
‘’In realtà sto per sposarmi’’ ammetto da perfetto ubriaco che non riesce a dire stronzate.
La sua bocca forma una perfetta ‘o’ e i suoi occhi si sgranano.
Che faccia da pompinara navigata.
Si alza in piedi, e mi dà una schiaffo che mi fa andare in confusione per un paio di secondi.
‘’Mica non eri gelosa?!’’ uro portandomi la mano destra sulla guancia dolorante. Che roba!
Prima fanno le troie e poi diventano le vittime!
‘’Tra le ragazze esiste un codice, non lo sai?!’’ mi grida raccattando la sua roba.
‘’Ah, andare a letto con il ragazzo di qualcuno va bene ma non se si stanno per sposare?’’ Mi alzo a mia volta e lei mi lancia uno sguardo minaccioso.
Sta per andarsene quindi, com’è buona educazione, la saluto.
‘’Adios, Betty!’’ lei si ferma sulla soglia, immobile.
Okay e ora che le prende?
Si gira di scatto afferrando il libro poggiato sul comodino e lanciandomelo  in piena faccia, urlando come una indemoniata ‘’MI CHIAMO BENNY’’ ed uscendo dalla porta, sbattendola con tanta forza da farmi spaventare.
Quante storie!
 
 
 
 
 
 Spazio autrice

Buonasera! ok, comincio col dire che questo capitolo fa cagare.
Ne sono conscia quindi davvero, scusatemi :'( non mi piace per niente ma bo...non sono riuscita a scrivere di meglio :(
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni! siamo arrivate a cento recensioni totali! *balla la conga* lool
Bè comunque avete scoperto un paio di cose nuove! allo stesso tempo vi ho messo in testa altri dubbi lol

Vi ricordo che potete seguirmi su twitter! ricambio :D https://twitter.com/SheIsMarcy_

alla prossima!

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici ***


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Capitolo Tredici

Mi trovo davanti allo specchio, intenta ad esaminare puntigliosamente il collo. Quasi due giorni e ancora quella dannata macchia rossa non si è decisa a smammare dalla mia pelle. Che odio!
Vibra il cellulare quindi leggo velocemente il messaggio che mi è appena arrivato –ci vediamo alle 21.00 davanti al soldato- sorrido leggendo quella parola in codice. Il soldato è una statua che si trova proprio nella via in cui è situata la pizzeria che hanno scelto per la serata. Quando eravamo piccole passavamo interi pomeriggi nei paraggi di quel posto, la consideravamo il nostro punto di incontro. Una prassi.
Continuai a mettere fondotinta su fondotinta sul collo, sperando che almeno coprisse qualcosa.
Per fortuna, quel giorno, ero riuscita a prendere un autobus per tornare a casa e , ancora per fortuna, il giorno dopo mia madre non fece parola di ciò che aveva visto anche se continuava a lanciarmi occhiatine di vittoria e soddisfazione al contrario di mio padre che per tutto il tempo non mi aveva nemmeno guardato. Nemmeno mi avesse beccata in pieno mentre mi sbatteva al muro.
Mi siedo a gambe incrociate sul letto, fissando un punto a caso nella stanza. Ho pensato a tutta la notte a ciò che è successo il giorno prima. Mi è piaciuto? si. Ci sono rimasta male quando ho scoperto che  era tutta una farsa? Si. Mi sono sorpresa quando ho capito quanto baci maledettamente bene? Diavolo, si. All’improvviso sento le sue labbra di nuovo sulle mie. La sua lingua che mi accarezza le labbra e i denti che stringono dolcemente il mio labbro inferiore. Socchiudo gli occhi immagino la sua mano sulla mia vita, e l’altra tra i miei capelli.
Oh, i capelli!
Mi ritrovo a mordermi il labbro inferiore tanto forte da farlo arrossare.
Basta, la devo smettere. Non posso pensare a cose peccaminose col nemico!
Lui è il nemico,eppure più tempo passo con lui più capisco quanto sia maledettamente affascinante il peccato. Il male. Satana. La mela nel giardino dell’Eden. È  la cosa più sbagliata che potrebbe esserci ed io sono una stupida a pensare di poter anche solo lontanamente cambiare un carattere come il suo.
Afferro il portatile che si trova ai piedi del letto e lo accendo annoiata. Sono quasi due settimane che non accedo a Facebook, mi aspetto qualche notifica o alcuni messaggi ma quello che trovo non appena riesco ad entrare mi spiazza.
Trentasette notifiche, cinquantacinque messaggi, otto richieste di amicizia.
Ma che diavolo…?
Per prima cosa controllo le richieste di amicizia notando che non ho la più pallida idea di chi siano.
Leggo qualche messaggio alla svelta. Sono tutti auguri per il matrimonio. Amici, parenti e perfino persone che non ho mai visto in vita mia che mi augurano di vivere una vita felice col mio fidanzato e non vedono l’ora di partecipare al matrimonio che si terrà tra pochissimi giorni.
Rimango a fissare con la bocca spalancata lo schermo del pc, senza riuscire a rispondere o a cancellare quei messaggi scritti in bacheca.
‘’Oh, la mia nipotina sta finalmente per sposarsi!’’
‘’Voglio conoscere il poveretto che ha accettato di convolare a nozze con te, cuginetta’’
‘’Non vedo l’ora di vedere il tuo abito da sposa! Sono così felice!’’
‘’Ci vediamo alle nozze! Mi è appena arrivato l’invito,sono così entusiasta!’’
Qualcuno bussa alla porta e quest’ultima si apre mostrando mia madre con in mano svariati vestiti freschi di stiratura.
‘’Cos’hai?’’ mi chiede non appena si accorge della mia espressione attonita, mentre si dirige verso il comò per sistemare la roba.
‘’Ma avete già inviato gli inviti?’’ chiedo. Che stupida. Mancano pochissimi giorni, cosa speravo? Che non li avessero ancora inviati?
Mi guarda alzando un sopracciglio ‘’Già da parecchio.’’ Sorride innocente. E io dove diavolo ero? Perché non ho scelto il colore della carta, le immagini o lo stemma per chiudere la busta?
Mi sono proprio stufata dei loro comportamenti! Il matrimonio dovrebbe essere mio, cazzo!
‘’E come facevate a sapere chi invitare?’’ appare più come una minaccia che come una domanda ma non mi importa. Mi sento letteralmente presa per il culo. Come se il mio giudizio non contasse assolutamente niente in quella cazzo di situazione.
‘’Ho chiesto a Sofia di farmi una lista. Non volevo metterti ulteriormente sotto pressione’’  non sembra un tono di scuse, al contrario ora sono io quella che viene minaccia.
Ringhio sommessamente mentre lei esce dalla mia camera, tirando addosso alla porta il cuscino con soprala foto di me e Sofia fatta due anni prima.
Che coglioni!
Riprendo il computer e digito il nome e il cognome del mio ‘’’’’fidanzato’’’’’ sulla barra di ricerca, trovando appena un paio di risultati. Clicco il suo profilo. Foto di copertina: lui con i suoi amici.
Foto del profilo:lui avvinghiato a una bionda dalle tette rifatte. Ringhio nuovamente e dallo stomaco mi sale una brutta –anzi, bruttissima- sensazione. Mi si serra la gola e il cuore perde un battito.
Cosa è? Gelosia? Per quel pezzo di plastica coperto da strati e strati di trucco?
Apro la foto maledicendo in tutte le lingue da me conosciute quel dannato sorriso che ha stampato in faccia.
285 mi piace, una trentina di commenti a dir poco disgustosi.
Procedo con le foto, sembra un catalogo di prostitute a cui lui fa da accompagnatore.
Fantastico.
Vado sulla sua bacheca notando che non condivide quasi nulla, sono gli altri che lo taggano o gli scrivono stati. Noto l’ultimo post. Una certa Ely gli ha fatto un paio di cuoricini accompagnandoli  da una frasetta che lascia poco all’immaginazione -mi manchi, baby-
Lui non ha risposto, ha semplicemente messo mi piace al post.
Ora si che mi sta per salire il crimine addosso.
L’unica parola che mi passa per la testa è puttano. Allo stato puro.
Chiudo di scatto il computer notando che sono già le otto quindi mi trascino in bagno alla ricerca di conforta tra l’acqua bollente e la mini stufetta che spara aria calda, i miei soli unici veri amici.
 
 
Sono le 20.44 quando sento un clacson che suona proprio mentre cammino per la strada deserta. Lo ignoro continuando a camminare lungo il marciapiedi, cercando di non dar peso alle maledette scarpe alte che mi stanno facendo andare a fuoco i piedi. E non sono nemmeno arrivata al punto di incontro. Faccio finta di niente non accorgendomi che la macchina che poco prima mi ha suonato e che mi ha sorpassata si è adesso fermata a pochi metri da me. C’è buio pesto e i lampioni devono essere (per chissà quale motivo) fuori uso quindi non veedo un bel niente se non che sembra un’auto nera. E, il mio non vedere niente, comporta che nessuno vede niente. Il che non va bene. Nella mia testa suona subito il campanello accompagnato dalla scritta rossa fluorescente con scritto a caratteri cubitali –PERICOLO-
Infilo la mano in borsa, afferrando lo spray al peperoncino che porto sempre con me.
Dovevo accettare il passaggio da mio padre, e che diamine! Faccio finta di non notare la macchina e continuo il mio percorso con noncuranza, accelerando leggermente il passo.
La supero, pensando a quanto sia stata stupida a pensare che quell’auto avesse accostato proprio per me e sorrido delle mie paranoie quando sento due mani enormi afferrarmi per le spalle. Non faccio in tempo a ragionare che mi dimeno, urlando e voltandomi di scatto,  spruzzando alla cieca lo spray e scalciando come una pazza, quando sento i mugolii di dolore e gli insulti da parte dell’uomo che adesso si trova piegato in due con le mani sulla faccia. Sono pronta a correre stile Bolt quando lo sento parlare.
‘’Ma che ti è saltato in mente?’’
È Zayn.
Respiro a fatica. L’adrenalina sta andando via dalla circolazione e il mio cuore non cessa di battere all’impazzata.
‘’Cazzo Zayn! Potevi dirmi che eri tu!’’ mi avvicino leggermente a lui, in colpa per tutto ciò che gli ho fatto. Un paio di calci negli stinchi e un chilo di spray sulla faccia. Non deve essere piacevole per niente.
‘’Bruciaaaaa’’ urla lui continuando a sfregarsi le dita sulla faccia. Mi scappa un risolino strozzato ma tento di non farglielo notare.
Faccio per aiutarlo quando torno a ricordarmi cosa è successo due giorni prima e mi fermo di scatto.
‘’Ti sta bene!’’ gli urlo puntandogli un dito contro, mentre riprendo spedita la mia camminata. Si, adesso sembro veramente una pazza psicotica. Mi sa che il ruolo di bipolare si è appena invertito.
‘’Dove pensi di andare?’’ mi grida senza muoversi dalla sua posizione alquanto ridicola.
‘’Ero convinta che tu fossi un maniaco stupratore, magari la prossima volta usa la bocca’’
Corre per raggiungermi, mi afferra per un braccio.
‘’Preferisco fare altro con quella, comunque vieni. Ti do un passaggio.’’
‘’Non ho intenzione di venire in auto con te.’’
Sembra spazientito, continua a spostare il peso da un piede all’altro ‘’E se non fossi stato io? Se fosse stato sul serio un violentatore? Diavolo, sempre con ‘sti vestitini tu, eh? Adesso sali in macchina’’ il suo tono di voce mi intimorisce un tantino ma continuo a tenere il volto alto.
Ha ragione, non avrei dovuto mettere proprio quel vestito sapendo che dovevo farmi parecchi isolati a piedi. Ma da quando in qua adesso una ragazza non può uscire come cavolo le pare?
Il suo tono di voce è così autoritario che mi si rizzano i capelli sulla nuca, ma non ho intenzione di cedere.
‘’Scordatelo. Ci vediamo in pizzeria’’ strattono il braccio e ricomincio la mia camminata mentre lo sento sbuffare e far cadere le braccia lungo i fianchi in modo teatrale.
‘’Ora dico, tra tutte le ragazze proprio lei dovevi darmi?’’ grida, probabilmente rivolto al Cielo.
‘’è il karma!’’ gli grido senza smettere di camminare.
‘’è il karma’’ borbotta a sua volta Zayn, cercando di imitare la mia voce.
Sento la ghiaia muoversi e le mani di Zayn cingermi la vita.
‘’Che diavolo pensi di fare?’’ non ho il tempo di finire la frase che mi ha già preso in braccio, bloccandomi i polsi con una mano e tenendomi con l’altra.
Comincio a scalciare con tutta la forza che ho in corpo. Come si permette?!  Le sue mani mi stringono i fianchi e lo trovo, stranamente, eccitante. Sarebbe potuto essere un bell’inizio di film porno.
‘’Ora stai zitta o giuro che trovo un modo di tapparti quella bocca che ti ritrovi!’’ mi minaccia andando verso l’auto che si trova a un centinaio di metri.
‘’Tipo?!’’ urlo tirandogli una gomitata in pieno costato, notando che si sta mordendo il labbro inferiore per evitare di dirmi tutti gli insulti possibili ed immaginabili.
‘’Tipo infilandoti la mia lingua in gola’’ mi spiazza con quella risposta. Rimango un attimo a pensare se continuare ad urlare oppure no. Non sarebbe male come idea…
Arriviamo alla macchina e lui mi infila nel posto del passeggero. Non ho più la forza di insistere, tanto l’avrebbe comunque vinta lui e poi sono troppo stanca. Mi esamino i polsi arrossati e sbuffo. Entra in macchina e sotto la luce della piccola lampadina noto i suoi occhi completamente arrossati ed irritati a causa del peperoncino. Ha anche le labbra gonfie e il naso roseo. Chissà come deve essere baciarlo..un po’ come mangiare la pasta piccante?
Mette in moto l’auto, gli occhi ancora lucidi e le mani che gli tremano ‘’Non sarebbe meglio che guidi io? Insomma, non sei molto affidabile in queste condizioni’’
Mi rivolge uno sguardo truce e quasi mi pento di aver detto quelle cose, ma poi il suo sguardo si addolcisce  fino a far comparire l’ombra di un sorriso ‘’Sarei più affidabile di te anche se fossi cieco’’
Lascio cadere il discorso, alzando semplicemente gli occhi al cielo.
‘’Mi dispiace’’ dico, ad un tratto, spiazzandolo.
‘’Per lo spray? Non importa. Hai fatto bene, avrei potuto essere chiunque’’
Scoppio a ridere, scuotendo la tesa energicamente ‘’No, quello te lo sei meritato! Mi dispiace per essere scappata via in quel modo e per averti riempito di insulti.’’ Stranamente, sono sincera. Lui non ha fatto nulla che non mi aspettassi. Insomma, cosa potevo pensare? Che in un tratto  diventasse un vero romanticone inguaiato di carinerie?
‘’Non importa, hai ragione tu. È stato un colpo basso..’’
‘’Oh, sapessi quanti colpi bassi avrei voluto darti ieri’’ ridacchio, guardando sempre dritto davanti a me finchè non arriviamo al luogo prestabilito.
A noi due, appuntamento a quattro!
 
Sofia e Marck sono già seduti al tavolo che abbiamo prenotato, si guardano romanticamente e si tengono per mano.
La fasciatura spicca da sotto la manica dell’abito nero semi trasparente di Sofia, mi chiedo se Marck sia stato così stupido da credere alle sue balle o meno.
Ci avviciniamo, primi saluti, baci e presentazioni. Nella mia testa la serata sarebbe stata noiosa e piena di silenzi imbarazzanti. Invece non fu per niente così.
I ragazzi passano tutto il tempo a parlare animatamente di calcio mentre noi ci dilettiamo nel commentare qualsiasi cosa dicano. E se, per caso, si preannuncia un argomento imbarazzante o ‘scottante’ ci pensava Sofia ad alleggerire la tensione, uscendosene con battutine alquanto squallide.
‘’Hei Laila, non assomiglia per niente alla tua descrizione!’’ mi minaccia Marck, puntandomi con un trancio di pizza. Alzo gli occhi al cielo ‘’Purtroppo non è impotente!’’ sbuffo, facendo la finta delusa.
‘’Ancora con questa storia?!’’ mi ammonisce ridendo Zayn. Gli faccio una linguaccia mentre noto lo sguardo di intesa che Sofia lancia al suo ragazzo, e quello con cui lui ricambia.
Le tiro una gomitata in piena pancia.
So a cosa stanno pensando, conosco quello sguardo e se si azzarda a pensare che io mi stia prendendo una cotta per quell’essere si sbagliano di grosso.
Marck mi rivolge ancora una domanda, che mi spiazza ‘’Perché non togli quel foulard? Non hai caldo?’’ Zayn scoppia a ridere mentre Sofia si strozza con la cocacola.
‘’Oh, perché non chiedi al tuo caro amico del perchè tengo il foulard?’’ rispondo minacciosa, tirando un altro calcio negli stinchi a Zayn che si morde la lingua per non urlare di dolore.
‘’Storia lunga, amico’’ gli sussurra in modo sensuale.
‘’Vi vedrei benissimo all’altare, voi due’’ sentenzia Sofia, con occhi sognanti.
Zayn cinge le spalle di Marck, lanciandogli uno sguardo pieno di erotismo ‘’Almeno qualcuno me lo darebbe!’’  mugola mentre anche Marck lo guarda sognante.
‘’Sarebbe la storia d’amore più bella di sempre, altro che Romeo e Giulietta!’’ acconsente il biondo lascivo.
‘’Peccato che io mi stia per sposare’’ ridacchia Zayn all’altro ragazzo.
‘’Fuggi via con me, amore mio!’’ grida Mark, prendendo le mani del moro.
‘’Ok, ok, basta! Siete inquietanti!’’ ridiamo io e Sofia, mentre Zayn lancia uno sguardo veloce a Sofia.
E adesso che cavolo mi stanno nascondendo quei due?!
 
 
 
 
 
 
 Spazio autrice!

Buonasera ragazze! come state?!
Come già mi immaginavo, lo scorso cappitolo ha ricevuto poche recensioni. lo capisco, era davvero scritto maluccio D:
Comunque avete scoperto cose nuove u.u

SAPPIATE CHE IL PROSSIMO CAPITOLO SARà PIENO DI COLPI DI SCENA E MOLTO MLMLMLMLMLML CHIARO? AHAHAHAHAHAHHAHA
cosa pensate dello sguardo tra zayn e sofia? 
come pensate stiano maturando i sentimenti di quei due deficienti?
fatemelo sapere lol

ci terrei tantissimo se mi seguiste su twittaaahhhh! ricambio  :D Twitter

un bacione <3

 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordici ***


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Capitolo Quattordici


Dopo tutto ciò che sta succedendo, ho solo voglia di starmene sola. In pace. Senza nessuno che mi ronzi intorno come una zanzara fastidiosa che non riesci ad ammazzare.
Niente mamme in fibrillazione.
Niente padri che ti guardano come se ti avesse sgamata a letto col tuo ragazzo.
Niente amiche esaltate.
Niente futuri mariti irritanti.
Completamente sola con i miei pensieri. Sono le quattro del pomeriggio quando esco di casa senza una meta precisa. Prendo l’autobus e mi dirigo in centro, un posto vale l’altro quindi non mi curo più di tanto della fermata a cui devo scendere. Svariati pensieri mi affollano la mente, prendendosi a pugni e calci su chi debba essere preso in considerazione per primo. Ormai mancano solamente tre giorni al matrimonio e tutto ciò che sta succedendo mi sta letteralmente esaurendo. Sono così stanca che non ho nemmeno la forza di controbattere o di far valere le mie opinioni davanti a quelle teste dure. Mi sono arresa, ed è una delle cose che non avrei mai penato di fare. Ieri sera, poi mi ha confuso maggiormente. È stata una serata tranquilla, come se fossimo sul serio due coppie che escono a mangiare una pizza. In effetti, una coppia c’era. Il problema eravamo io e Zayn. Ho passato la serata ad intenerirmi, guardando le mani di Sofia e Marck che si avvicinavano, i baci leggeri a fior di labbra, lui che le mordicchiava l’orecchio. Si, forse sono stata perfino gelosa della loro fortuna. Perché è una fortuna che quei due si siano trovati. Sono il mix perfetto. Una cosa che io e Zayn non saremo mai. Perché siamo troppo diversi. Io sono io e lui…bè, lui è lui. Non provo amore nei suoi confronti, attrazione fisica. Quello si. Ma anche emotiva. Pur essendo esasperante, seccante e fastidioso.
Mi fa male la testa, mi concentro sull’asfalto, facendo attenzione e non inciampare. Cammino lentamente senza curarmi del fatto che tutte le persone che si trovano al mio fianco sono visibilmente di fretta. Camminano svelti, col cellulare attaccato all’orecchio, mentre si guardano intorno senza curarsi di niente e nessuno.
Passeggio  davanti ai negozi pieni di cartelloni che indicano i gran saldi. Il rosso del tramonto comincia a diventare sempre più forte, solo in quel momento mi accorgo di avere i piedi doloranti e che il cielo si sta facendo nuvoloso. Decido di entrare nel primo bar che trovo, alla ricerca di calduccio, ricordandomi subito dopo aver varcato la soglia che è proprio il posto in cui lavora Andrew. Faccio per uscire a cambiare locale quando sento la voce calda e piena di allegria del barista che mi chiama.
Mi faccio forza, non sono proprio in vena ma quattro chiacchiere con un vecchio amico non mi uccideranno di certo.
Mi volto, stampandomi il sorriso più allegro che possa fare ‘’Andrew!’’ mi avvicino al bancone, per mia sfortuna non c’è nessuno quindi lui è lì a non far niente. Diamine.
‘’Cosa ci fai da queste parti?’’
Faccio spallucce ‘’ Stavo facendo un giro..’’ sorrido forzatamente, forse crede che sia andata in quel posto proprio per lui.
‘’Io stacco adesso. Ti va di prendere qualcosa? Mi piacerebbe parlare con te’’ vorrei dirgli di no, vorrei rifiutare in modo gentile la sua offerta ma nei suoi occhi vedo così tanta speranza che non riesco a non annuire con poca enfasi.
Sorride raggiante mentre si toglie di dosso il grembiule nero, per poi rinvigorirsi i capelli, passandosi una mano tra i folti capelli chiari.
 
Il tempo, insieme ad Andrew, è letteralmente volato tra risate, storielle divertenti e vecchi aneddoti.
Mio dio, sembrano passati decenni da quelle avventure!
Per fortuna non abbiamo mai toccato l’argomento ‘ragazzi’ e, dal canto mio, non ci ho pensato minimamente. Per un pomeriggio mi sono completamente dimenticata che sono imminente alle nozze e , bè, mi ci voleva proprio. Accanto a lui tutto sembra semplice. Nulla di complicato o di brutto, solo pensieri felici.
Gli enormi bicchieri da caffè sono ormai vuoti davanti a noi, il bar e deserto e mi sa proprio che fra poco chiude. Andrew appoggia il palmo della mano sulla mia coscia, guardandomi negli occhi.
Oh, oh, oh.
L’allarme mi scatta in testa come se la sua mano fosse fatta di acido. Non riesco a muovermi da quanto sono sorpresa e non posso fare a meno di fissarla.
Andrew ci sta provando con me.
Impiego due minuti buoni ad elaborare quella pensiero. Il suo corpo è troppo vicino al mio, così come il suo volto. Riesco a sentire distintamente il profumo del suo dopobarba, mischiato ad un leggerissimo retrogusto di sudore.
Gli appoggio la mano sul torace e lo allontano dolcemente. Abbasso lo sguardo per evitare i suoi occhi tristi ‘’Andrew, ehm…io non..’’ sto per finire la frase ma il tintinnio della porta d’ingresso mi fa alzare lo sguardo. Una figura imponente e minacciosa si avvicina a noi.
‘’Vedi di togliere quelle manacce dalla coscia Laila’’ parla piano, ma è come se avesse urlato.
Zayn.
Gli occhi di Andrew si sgranano mentre ritrae la mano di scatto e mi guarda confuso.
‘’Zayn, stai calmo. Stavamo solo parlando’’ il cuore comincia a martellarmi a mille, avrebbe potuto prendere a pugni Andrew in qualsiasi momento. Non che Zayn fosse tanto più robusto del mio amico, ma la su stazza incute terrore. Ogni particella del suo corpo grida minaccia. Cerco di mantenere la calma ma dentro di me sto ribollendo di rabbia.
‘’Con te faremo i conti più tardi’’ trasalgo a quelle parole.
Sto per controbattere, tagliente come una iena, ma Andrew mi precede alzandosi in piedi mentre il barista ci guarda pronti ad intervenire ‘’Non rivolgerti a lei con quel tono’’ cerca di apparire il più forte possibile ma senza molto risultato.
Zayn gli punta un dito direttamente sul petto.
Cazzo, cazzo, cazzo.
‘’Stai.Lontano. Da. Lei’’
‘’E tu chi saresti per dirmi questo?’’
‘’Il suo fidanzato’’ marca con rabbia l’ultima parola, nemmeno fossi di sua proprietà. Guarda Andrew come un insetto. Uno stupido animaletto insignificante di cui non vede l’ora di liberarsi.
Andrew mi guarda perplesso, si sta chiedendo perché diavolo non gliel’abbia detto prima. In realtà, non so nemmeno io per quale motivo non gliel’abbia subito detto. Forse, volevo semplicemente che qualcuno mi trattasse normalmente, come al solito.
‘’Io…’’ Andrew comincia a balbettare.
‘’Ecco’’ conclude Zayn afferrandomi per un polso.
Mi dimeno finchè non mi lascia, sento gli occhi diventare lucidi.
‘’Sei un coglione!’’ gli grido con rabbia. Il barista comincia a surriscaldarsi quindi lo supero dandogli una spallata ed esco fuori dal locale.
I cielo è scuro e sta piovendo. Mi sto completamente bagnando ma non mi importa. L’acqua ghiacciata mi sferza sul viso, nascondendo le mie lacrime. Non sono lacrime di tristezza. Semplicemente di delusione e rabbia.
Zayn mi afferra nuovamente il braccio costringendomi a girarmi verso di lui.
‘’Che diavolo ti è preso?! Adesso non posso più uscire per i fatti miei?!’’ sto urlando senza motivo, sono incazzata nera. Ho bisogno dei miei fottutissimi spazi, non di un baby-sitter.
‘’E’ tutto il pomeriggio che ti cerchiamo e che continuiamo a chiamarti. Ci hai fatto prendere un accidenti! E chi diamine è quello là?!’’
Gli scoppio a ridere in faccia ‘’Quello là è quello di cui tu non ti preoccupavi perché è bello ed intelligente. È un miofottuto amico!’’
‘’Gli amici non mettono le mani su posti in cui non dovrebbero metterle!’’
‘’Ma per favore!’’  sono intenzionata a voltargli le spalle ed andarmene a casa a piedi ma lui mi precede.
‘’Torniamo a casa, ti prenderai un malanno’’ la sua voce è perentoria. Non è né una richiesta né un consiglio. È un ordine. Sbuffo ma decido di seguirlo nell’auto nera parcheggiata poco lontana. Mette in moto la macchina ed accende la stufa al massimo. Nessuno dei due spiccica parola, gli unici rumori sono quelli dei miei denti che continuano a battere come se avessi le convulsioni.
Stringe il volante con tanta forza da far vedere distintamente le nocche bianche, tenendo la mascella serrata e rigida.
È maledettamente bello anche da arrabbiato.
Mi porge il cellulare ‘’Chiama tua madre e dille che stai a dormire da Sofia’’
‘’No, voglio andare a casa’
Mi lancia uno sguardo di disapprovazione ‘’Sono appena arrivati i tuoi parenti. Hai la casa completamente infestata da pazzoidi quindi a meno che tu non voglia essere sbranata ti conviene venire a dormire da me’’
Ci penso per un paio di secondi, una mandria di bufali o un arrogante? Punto sulla seconda scelta.
Chiamo mia madre dicendole che sto bene, subendomi una ramanzina via telefonica. In sottofondo riesco a sentire mio cugino che chiede a mia madre se mi ha trovato e qualcun altro che sbuffa.  Quando spengo il telefono noto che Zayn mi sta guardando con la faccia di un cane bastonato ‘’Cosa ti prende?’’
‘’Mi chiedo come tu faccia ad essere così ingenua’’
‘’Zayn, è un mio amico! Non avrei fatto un bel niente con lui’’
‘’Tu no ma lui si’’ sta ringhiando.
Arriviamo in fretta nel suo appartamento, mi tratta in modo freddo e distaccato. Mi sta facendo letteralmente saltare i nervi. È una cosa insopportabile. Soprattutto visto che io e lui non siamo proprio un  bel niente. Niente di niente.
Posa le chiavi sul bancone da cucina e si avvicina al letto. Ha la maglietta nera completamente attaccata al corpo i capelli gli ricadono sul viso.
‘’Zayn ma che cavolo! Devi spiegarmi perché cazzo ti comporti in questa maniera. Non siamo nemmeno sposati, e che cazzo!’’ ho la voglia matta di prenderlo a pugni ma mi trattengo, stringendo i pugni tanto forte da conficcarmi le unghie nella pelle.
‘’Mi hai fatto preoccupare per tutto il pomeriggio e come se non bastasse ti ritrovo con quello attaccato alla faccia!’’
Ora sta urlando, mi abbaia contro la faccia. Sento il suo alito. Menta e un leggero sentore di fumo.
‘’Sembra quasi che tua sia geloso! Ho visto le tue foto di face book! Cosa dovrei dire allora io?’’ gli urlo anche io, di getto, sputando tutto ciò che mi passa per la testa.
Mi afferra per le spalle, portandomi a pochi centimetri dal suo viso ‘’Da quando ti conosco non mi sono scopato nessuno, che cavolo pensi?’’
‘’Oh, sette giorni di astinenza sessuale! Che grande uomo. Ti faranno santo’’
Un suono gutturale gli parte dal petto, provocando un rumore simile ad un ringhio.
‘’Sei la persona più irritante che io conosca!’’ è a pochi centimetri dal mio viso, mi tiene ancora per le spalle mentre mi urla addosso quella frase.
‘’E tu sei uno stronzo!’’
Mi guarda ancora per qualche secondo, senza spiccicare parola. Le labbra serrate e gli occhi infiammati da un sentimento a dir poco ardente. Sta bruciando dentro, ed io con lui.
Mi muove di scatto, avvicinando con forza il mio volto al suo e stampandomi le sue labbra sulle mie con un movimento ruvido, quasi violento.
Vengo sbattuta su un altro pianeta, all’istante. Le sue labbra premono sulle mie, la sua lingua si fa spazio con forza nella mia bocca marcandone il territorio. Come se gli appartenesse.
Sto immobile, devo ricordarmi di respirare. Mi stacca in fretta, lasciandomi le spalle di colpo.
Sono frastornata ma non posso fare a meno di parlare ‘’E questo?’’ domando ‘’Non mi pare ci siano genitori che ci guardano’’ dico ironica, lanciandogli un’occhiataccia.
Fa spallucce ‘’Ne avevo voglia’’
‘’Oh già, l’uomo degli istinti’’
Mi prende il viso con una mano, avvicinandolo al suo e guardandomi ipnotizzante ‘’Dimmi che non ti è piaciuto’’
‘’Fottiti, tu sei il nemico’’ mi accorgo in ritardo di aver parlato ad alta voce e lui ridacchia, prima di fiondarsi su di me.
Sembra che stia pensando, come se stesse riflettendo sul da farsi, come se stesse combattendo una battaglia interiore ‘’Al diavolo’’ ringhia ricacciando la sua lingua nella mia bocca.
Una delle sue mani finisce tra i miei capelli mentre l’altra sul mio fianco.
Ricambio il bacio con enfasi. Non mi importa di nulla. Sono incazzata nera, confusa e ho voglia di lui. Nient’altro.
Affondo le mani tra i suoi capelli scuri, tirandoli appena per avvicinarlo maggiormente a me, con forza.
Vaga con la mano lungo la mia schiena prima di stringere con forza una natica. Sussulto mordendogli il labbro di riflesso e lui sorride sulle mie labbra.
Mi spinge all’indietro fino ad arrivare al bordo del letto, mi siedo e mi sfilo velocemente la maglietta rimanendo solamente in reggiseno. Mi semi-distendo e lui appoggia le braccia tese al mio fianco, avvicinandosi al mio corpo.
Si ferma e mi guarda in faccia ‘’Si, sono geloso’’ sorrido leggermente e torno a baciarlo. Le sue mani vagano sul mio corpo e i suoi baci si spostano verso il mio collo, le mie spalle, il mio sterno.
Inarco involontariamente il bacino, arrivando a toccare il cavallo dei suoi jeans, già fin troppo gonfio. Mi scappa un gemito di approvazione. La sua mano mi spinge nuovamente contro il materasso.
‘’Stai buona’’ mi sussurra mordicchiandomi il lobo dell’orecchio.
Prendo un attimo il respiro prima di guardarlo negli occhi ‘’Si, mi piace’’ ammetto visto che siamo in vena di rilevazioni, mordendomi il labbro inferiore.
Gli sfilo la maglietta con un gesto veloce per poi sistemarmi meglio sul letto. I suoi muscoli sono appena accentuati, ogni fibra del su corpo guizza al minimo movimento, i tatuaggi lo fanno sembrare ancora più misterioso ed eccitante.
Mi guarda appena, prima di levarmi i pantaloni. Le sue mani esplorano il mio corpo, facendomi fremere ad ogni singolo movimento. Ho i muscoli completamente contratti, in modo piacevole e distruttivo. La sua mano si avvicina al mio interno coscia, non posso fare a meno di fremere, di aspettarlo. Non sono la tipa che segue gli istinti ma in quel momento non sto pensando ad altro. Voglio solo lui. Adesso.
Mi sta facendo impazzire, mi bacia, mi accarezza, una lentissima tortura. Sento il mio intero colpo pulsare sotto i suoi tocchi.
Si ferma e si riavvicina al mio viso, guardandomi come se mi stesse chiedendo il permesso. Da quando uno come Zayn è titubante? ‘’Oh andiamo Zayn, non guardarmi così. È solo sesso’’
Non penso minimamente che sia solo sesso. Sto dicendo una balla. Non penso nemmeno che sia amore. Provo qualcosa per lui ma non riesco a definirlo. Rimando ad un altro momento quei monologhi interiori e mi concentro sul suo viso.
Annuisce, più a se stesso che a me.
Comincia a prendersi cura del mio corpo nel miglior modo che conosce, comportandosi in modo premuroso. Come fossi un gioiello prezioso. Il più prezioso.
 
Mi sveglio, sentendomi schiacciata da qualcosa, ho il braccio di Zayn completamente spalmato sul corpo e mi trovo appiccicata al suo corpo come se fossi un peluche.
Sorrido al pensiero di ciò che è successo poche ore prima. Pur stando benissimo tra le sue braccia sento quasi di non poter respirare. Gli accarezzo i capelli ancora umidi e tento molto delicatamente di spostarlo.
‘’Buongiorno’’ sussurra con voce impastata, al mio orecchio.
‘’Buongiorno’’ sorrido stiracchiandomi.
Mi giro guardando la sveglia. Sono già le dieci del mattino e io sento i muscoli dolcemente doloranti.
‘’Devo andare’’ gli sussurro all’orecchio.
Mugola di disapprovazione ‘’Non puoi rimanere qui? Magari a per fare il secondo round..’’ mi accarezza la schiena con la punta di un dito, facendo la voce da bambino piccolo.
Scuoto la testa ‘’Mamma mi aspetta’’
Sono tentata di dirgli di si ma è meglio non avere distrazioni per la testa.
Alza gli occhi al cielo. Mi metto seduta, afferrando la maglietta rimasta sul letto.
Mi prende un braccio, mi guarda serio ‘’Laila?’’
‘’Uhm?’’
’Quella di questa notte è la cosa più simile all’amore che abbia mai fatto’’
Il cuore sta per scoppiarmi, sorrido involontariamente. Non mi sarei mai aspettata nulla di più romantico da parte di un ragazzo come lui, niente di più dolce. Niente di meglio
Mi sto innamorando di quel ragazzo, merda.

 
 
 
 
 Spazio autrice!

ma buonasera!

ok, lo ammetto. il capitolo come al solito non doveva uscire così perchè nella mia testa non era così ma alla fine è uscito questo D: lol

spero vi piaccia :')

allora un'altra cosa...mi aspetto tante recensioni. chiaro? ù.ù IO TI VEDO QUINDI TU, PICCOLA BAMBINA CHE STAI DAVANTI AL PC E LEGGI QUESTE PAROLE, RECENSISCI è.è

cooooooomunque manca davvero poco alla fine della storia *piange* lol
scusate, devo dirlo...hanno scopatooooooooooooooooooooooooooooooooo lalalalalalala ok basta.


ci terrei tantissimo se mi seguiste su twittaaahhhh! ricambio  :D Twitter
ditemi cosa ne pensate, un bacio <3

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Capitolo 15
*** Capitolo Quindici ***


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Capitolo Quindici



Dopo essere uscita dall’appartamento di Zayn mi sento stranamente felice. Leggera e spensierata. Forse un po’ stanca per l’esercizio fisico fatto quella note ma sicuramente molto soddisfatta, e non solo dal punto di vista fisico. Sono così allegra che non mi scoccia nemmeno dover prendere l’autobus infestato da anziani esaltati per la classica giocata a bingo della domenica mattina. Il suo sguardo, i suoi baci, le sue carezze. Sono stata così presa dalle emozioni che mi sono completamente dimenticata di chiedere a Zayn a proposito di Laila.
Ogni cosa è avvenuta, quella notte, in modo completamente naturale e perfetto. Anche lui sembrava sorpreso, come se non si fosse mai comportato così con nessuna ragazza, come se non si fosse mai davvero curato di un corpo femminile.
Non dico di essere una grande esperta di sesso e compagnia bella, ma un paio di ragazzi con cui sono andata ‘a fondo’ ci sono stati e, nessuno, mi ha mai fatta sentire come lui. Forse perché nessuno di loro significava qualcosa per me, forse perché quei ragazzi avevano fatto diventare il sesso una cosa imbarazzante e meccanica fatta di ‘tum tum’ e nient’altro. Fatto sta che ciò che è successo con Zayn mi ha letteralmente lasciata spiazzata.
Sento tutti i muscoli stanchi eppure tornerei velocemente nel suo appartamento per il ‘secondo round’.
Oh, se lo farei! E non solo quello. Anche il terzo, ed il quarto!
Sono così schiava dei miei dannati ormoni che la mia incazzatura nei suoi confronti è svanita in un batter di ciglia. Cancellata e dimenticata sotto strati e strati di voglia di averlo ancora, fino allo sfinimento.
Attraverso velocemente la città a bordo del mezzo pubblico che mi lascia a poche centinai di metri dal casa. Sono così felice che non mi incazzo nemmeno quando un’auto mi passa di fianco facendo schizzare ovunque l’acqua di una pozzanghera, inzuppandomi tutta. Non perdo il sorriso nemmeno quando un deficiente mi suona il clacson urlandomi un ‘’ciao bella gattina’’ dal finestrino, ho ancora il volto sereno anche quando mi accorgo che ho una decina di chiamate perse sul telefono. Forse, quest’ultima cosa, mi fa spaventare (e non poco).
Sono davvero gioiosa almeno, finchè non arrivo davanti casa.
Il parcheggio che si trova di fronte la mia piccola villetta a schiera (di solito sempre deserto) è stracolmo di auto, riesco a sentire le urla di svariate persone provenienti dall’interno già da quella distanza e intravedo perfino mio cugino che esce dal cancello per andare chissà dove.  Solo in quell’istante mi ricordo delle parole dette da Zayn la sera prima e mi maledico mentalmente per non essere rimasta con lui al calduccio, sotto le coperte.
Mi avvicino fino ad arrivare all’ingresso, l’ansia mi sale sempre di più in corpo.
Non so come comportarmi. Odio quel tipo di cose. Si metteranno a farmi gli auguri, ad abbracciarmi, a farmi milioni di domande ed io non sono proprio in vena di tenere testa a quei pettegoli. Non sono pronta, né psicologicamente né fisicamente. Sono fottutamente stanca, in entrambi i sensi. Dormirei volentieri fino alla fine del matrimonio e manderei il mio cervello in stanby anche per il resto della vita.
Spero solo con tutta me stessa che ci sia la mia amata cugina Desy in modo che possa levarmi fuori dalla cerchia di ciarlatane che ti fissano come se si trovassero al tribunale delle inquisizioni spagnole.
Non ho il tempo di elaborare una teoria valida sul mio ritardo che due braccia forti mi prendono da dietro i fianchi e mi alzano da terra, facendomi fare due giri di trecentosessanta grandi. Lancio un urlo acuto mentre mio cugino ride come un deficiente. Ma non è appena uscito?!
‘’James! Mettimi giù, testa di…’’ mi fermo mentre lui mi appoggia al suolo, stando attento a non farmi cadere a terra. Mi gira un attimo la testa ma mi riprendo all’istante, cercando di rilassare i muscoli del viso.
‘’Si, confermo la mia idea. Come caspita farà a sopportarti quel povero ragazzo?!’’ chiede, alzando gli occhi al cielo, come se si aspettasse sul serio una risposta dal grande Creatore.
Gli tiro un pugno in piena spalla, conscia che l’armadio che mi trovo di fronte non sentirà minimamente quel gesto.
‘’Scemo’’ rido, buttandomi tra le sue braccia.
‘’Mi sei mancata’’ sussurra, aspirando tra i miei capelli.
Socchiudo gli occhi beandomi del calore del suo corpo ‘’Anche tu, scimmione’’
‘’Hei, ci lasci un po’ quel bel bocconcino? Non vorrai mica consumarlo!’’ l’accento francese alquanto calcato di Desy mi risveglia dal mio piccolo sogno ad occhi aperti e mi ritrovo una mezza pazza che mi si fionda addosso come una montagna. Piccola e fragile è più forte di un lottatrice di sumo!
‘’Ma guarda chi si rivede!’’ le grido ridendo.
‘’Ci siamo sentite poco, in effetti’’ nota sorridendo a labbra strette.
‘’Già, come ti va la vita?’’.
Sta per dirmi qualcosa, ma qualcuno richiama la nostra attenzione dall’interno della casa quindi rimandiamo la nostra conversazione ad un momento più tranquillo.
Appena varco l’ingresso vengo completamente sopraffatta dall’odore fortissimo di spezie di vario genere. Dolci, piccanti, amari. Un mix che manda il mio olfatto a farsi benedire. Non posso concentrarmi su un odore che già un altro mi attanaglia le narici facendomi venire il voltastomaco.
Ma, non faccio in tempo ad uscire che mi ritrovo circondata dal mio peggiore incubo. Una decina di persone tra zii e cugini che mi scrutano, ridendo e sparandomi una raffica di domande a cui non riesco a dare nessuna risposta visto che già me ne hanno posta un’altra. Mi giro a destra e a manca, mani che mi stringono le spalle, altre che mi danno buffetti divertiti sulla nuca e ancora altre che mi accarezzano il braccio.
In soccorso a quella confusione totale arriva mia madre che comincia con una delle sue sfuriate epiche, grazie al cielo c’è lei che mi salva! Non ho mai amato in vita mia una ramanzina come in quel momento.
Per mia (s)fortuna dura poco, e nemmeno quindici minuti dopo mi ritrovo a tavola, con trenta occhi puntati addosso. Mi sento molto un alieno in una bella combriccola di umani ma evito di farglielo notare.
‘’Ma invece di concentrare l’attenzione su di me, perché non pensate tipo a uhm, qualcosa d’altro?’’ tutti scoppiano a ridere, nemmeno avessi fatto una delle battute più divertenti dell’ultimo secolo.
Cominciamo bene.
 
 
Sono sul letto, a gambe incrociate mentre guarda distrattamente Desy che continua a fare zapping, alla ricerca di qualcosa da guardare.
‘’Allora, cuginona. Cosa mi stavi dicendo prima?’’ cuginona, mica tanto. Appena un anno in più di me. La invio tantissimo, mi racconta sempre del suo paese che si trova a pochi passi da Parigi e sembra bellissimo.
All’improvviso si irrigidisce sulla schiena, come se l’avessi colta con le mani nel vasetto della marmellata. Mi guarda, accenna l’ombra di un sorriso a labbra strette.
‘’Mamma e papà hanno seriamente pensato di uccidermi’’ fa spallucce, è una battuta ma penso che abbia seriamente combinato qualcosa. Cosa potrebbe mai fare incazzare quei due bonaccioni dei suoi genitori? Sono le persone più dolci che conosca!
Mi avvicino a lei ‘’Sputa il rospo’’ le dico, pronta ad ascoltare ogni parola che esce dalla sua bocca.
‘’Presente Tommy?’’
Lo ricordo vagamente, in effetti. So che stavano insieme due anni fa ma che ai miei zii lui non andava a genio perché li consideravano troppo diversi. Non è musulmano, vive da spirito libero, più grande di qualche anno e fin troppo ‘trasgressivo’ per i gusti tradizionalisti dei miei zii.
Annuisco , assorta nei miei ricordi. Le telefonate di lei disperata, mia madre che cercava di far ragionare i suoi genitori e io che provavo a tirarle su il morale. Alla fine, erano stati costretti a lasciarsi, ma a quanto pare si tratta solo della versione ufficiale. Non riesco ad immaginarmi una Desy che infrange le regole imposte dai suoi genitori.
Si morde il labbro inferiore, cercando di calmarsi ‘’Siamo stati insieme due anni anche se tutto non andava a genio ai miei, infatti lo vedevo di nascosto…’’
‘’E ti hanno beccata?’’
Scuote la testa, chinando il capo ‘’Ultimamente anche i suoi gli hanno fatto storie. Sai, non sono cristiana. Ma non ci siamo persi d’animo. Solo che..l’abbiamo fatto un paio di volte senza preservativo e, adesso sono incinta’’
Spalanco le palpebre, la bocca sta per arrivarmi al suolo. Non riesco a credere a ciò che sta dicendo. Desy incinta?! Non pensavo nemmeno che avesse mai scopato! È una delle persone più frizzanti che conosca ma in fatto di sesso…è come un bambino in un negozio di antiquariato!
‘’Loro…loro lo sanno?’’ chiedo deglutendo rumorosamente. Ora capisco perché i suoi volevano ucciderla! Non riesco ad immaginarmi la scena.
Annuisce, poco convinta.
Non capisco quale sia il problema allora. Ma poi capisco, capisco fin troppo bene.
‘’E lui?’’ chiedo, conoscendo già la risposta.
Questa volta scuote la testa. Come immaginavo.
‘’Desy, devi dirglielo! Ha il diritto di saperlo e l’obbligo di aiutarti!’’ le prendo la mano e la stringo, cercando di darle conforto.
‘’Non sono certa di..’’ le trema la voce, ho paura che stia per piangere ‘’..volerlo tenere’’
Oh.
Questo mi spiazza ancora di più. Non me lo aspettavo.
‘’Ah’’
‘’Non guardarmi così’’
‘’Non ti sto giudicando. È una scelta tua. Ho tirato conclusioni affrettate’’
Mi sorride ‘’Bè, cambiamo argomento. Parlami di Jawaad’’
All’improvviso tutto si fa cristalli, la verità mi si para davanti alla faccia come uno schiaffo in pieno volto.
‘’Porca troia!’’ grido come una pazza. Mi alzo in piedi, mentre Desy mi guarda preoccupata.
Cazzo, cazzo, cazzo!
‘’Cosa succede?’’ è allarmata, come se pensasse che abbia seriamente bisogno di uno psicologo.
 Non riesco a collegare i pensieri in modo chiaro, le frasi mi si ingarbugliano nella mente ‘’ Incinta. Preservativo. Non usato.’’
Lei alza gli occhi al cielo ‘’Conosco la procedura’’
Mi paro davanti alla sua faccia ‘’Ieri sera! Non l’abbiamo usato!’’ ringhio, afferrando il cellulare.
Compongo velocemente il numero mentre Desy mi guarda con la bocca cucita,probabilmente terrorizzata dal mio comportamento.
La voce metallica di Zayn risponde ma lo precedo, urlando di tutto e di più ‘’Sei un coglione! Cosa ti salta in mente?! Dio, siamo due imbecilli!’’  correi dire di più, vorrei insultarlo pesantemente ma è già tanto se riesco a respirare. Figuriamoci a dire frasi di senso compiuto.
‘’Si, buon pomeriggio anche a te’’ sbuffa lui, ma posso giurare che se la sta ridendo come un deficiente.
‘’Zayn, sono seria!’’
‘’Io no’’ in qualsiasi altra situazione l’avrei insultato pesantemente, ma adesso non sono proprio in vena.
‘’Non abbiamo usato il preservativo!’’ non urlo, parlo a bassa voce per evitare che qualcuno in corridoio possa sentirmi. Aspetto che lui mi prenda in giro, che mi dica che prima di andare a letto ha fatto un incantesimo preventivo o perfino che è sterile ma tutto ciò non succede.  Non sento nulla. È zitto.
‘’Dimmi qualcosa’’ piagnucolo, sedendomi sul bordo del letto.
‘’Passo a prenderti, andiamo in farmacia. Fatti trovare fuori’’ dice, staccandomi il cellulare in faccia.
Grandioso, insomma.
 
 
Sono passati meno di venti minuti quando l’auto di Zayn accosta davanti alla villetta. Ho detto ai miei che il mio fidanzato voleva vedermi per parlare. Rabbrividisco solo al pensiero delle loro risate e delle battutine maliziose che mi hanno lanciato. Soprattutto quelle poco fini di mio cugino. Un incubo.
Salgo in macchina alla velocità della luce. Il viso di Zayn è teso. Ricomincia a guidare, senza nemmeno salutarmi.
‘’Hai perso l’uso della lingua? Non mi sembrava, stanotte’’ dico acida, incrociando le braccia al petto.
‘’Pensavo prendessi la pillola’’ è l’unica cosa che riesce a dire, senza nemmeno guardarmi negli occhi.
‘’Ma ti pare?! E poi, mica erano i tuoi genitori che volevano che restassi incinta già la prima notte di nozze?!’’ sbraito alzando le braccia verso l’alto. Mi farà impazzire.
Non faccio in tempo a ricevere una risposta che siamo già davanti al consultorio e Zayn esce dall’auto, aspettando che io faccia lo stesso.
Facciamo una velocissima visita dove, dopo un paio di domande veloci (del tipo: quando l’avete fatto?) ci prescrivono la ricetta ci fiondarci alla farmacia più vicina.
Entriamo, in un silenzio a dir poco imbarazzante. La farmacia pullula di persone. Anziani e genitori che aspettano il loro turno. Attendiamo una quindicina di minuti, sposto il peso da un piede all’altro per la tensione.
Finalmente è il nostro turno, Zayn si sporge verso la farmacista che ci sorride non appena ci vede.
‘’Cosa posso fare per voi, ragazzi?’’ il suo sguardo è fin troppo malizioso.
Il ragazzo al mio fianco si schiarisce la gola, parlando a voce bassa ‘’ Ci servirebbe la pillola del giorno dopo’’ dice, come se le stesse rivelando un segreto di importanza nazionale.
La ragazza sembra non capire, quindi Zayn è costretto a ripetere il tutto a voce più alta.
Un paio di teste si voltano nella nostra direzione, alcuni ci guardano curiosi mentre altri alzano gli occhi al cielo.
Vorrei sprofondare. Sento le gote completamente in fiamme. Sto letteralmente andando a fuoco.
‘’Oh, certo!’’ esclama la ragazza, senza perdere minimamente il sorriso.
Venti minuti dopo ci ritroviamo in macchina con una scatolina contenente una pastiglia. La prendo velocemente e Zayn tira un sospiro di sollievo.
‘’Dobbiamo parlare’’ la voce di Zayn è un po’ più tranquilla, non ho la più pallida idea di ciò che vuole dirmi il che mi preoccupa.
Gli faccio segno di continuare. Evita il mio sguardo, guardando ovunque tranne che nella mia direzione.
‘’Ho scoperto delle cose..’’ comincia, guardandosi le mani ‘’Sapevi già che è una cosa che hanno deciso i nostri nonni, no?’’ mi chiede, guardandomi appena.
‘’Si, quei vecchi pazzi’’
‘’I miei nonni non riuscivano ad avere un figlio, ecco perché hanno chiesto l’aiuto dei tuoi nonni. In poche parole tuo nonno è andato a letto con mia nonna. Secondo l’accordo, poi i due nipoti si sarebbero sposati’’
Spalanco gli occhi. Ma che cavolo sta dicendo?!
Gli scoppio a ridere in faccia ‘’Zayn, questa si che è bella!’’
Mi guarda male, il volto senza ombra di un sorriso.
‘’Sono serio, Laila’’
Merda.
Mi sta praticamente dicendo che c’è stato un intreccio peggio di Beautiful e spera che io gli creda così,sulla parola?
‘’No no, aspetta. Stai dicendo che io e te siamo lontani parenti?!’’ grido, mettendomi sull’attenti.
 Non posso crederci, no dai. Non puo’ essere vero!
‘’No, io sono stato adottato.’’
Non so se dirgli che mi dispiace o urlargli che tutto ciò non ha nessun senso. È completamente sbagliato, lo definirei malato. Delle menti perverse, ecco cosa erano i nostri nonni!
Penso di essere sotto shock. Le mani cominciano a tremarmi e la bocca mi si secca. Mi accorgo di essermi incantata a fissare un punto del sedile solo quando Zayn mi sventola davanti alla faccia la sua mano. Non so quanti minuti sono stata in quella posizione ma direi almeno un po’. Non riesco a collegare. È tutto così fottutamente sbagliato che rasenta il limite del possibile.
‘’Hai perso la lingua?’’ Zayn imita la mia voce, facendomi sorridere appena. Mi accarezza la guancia con la punta di un dito. Socchiudo gli occhi concentrandomi unicamente su quel movimento lento e calmante.
‘’Tutto questo è assurdo’’ sussurro senza aprire gli occhi, mentre le sue dita si spostano sul mio collo.
‘’Lo so’’ risponde a fatica, come se si stesse trattenendo dal saltarmi addosso in seduta stante.
‘’Ma noi non ci sposeremo. Giusto?’’
‘’Mh, mh’’ non so se non mi risponde perché la risposta è –si, noi ci sposeremo- o perché è troppo impegnato a tracciare il percorso dal mio collo alla mia spalla con le sue labbra leggere come piume, fatto sta che sono troppo rintronata per obiettare o chiedere migliori spiegazioni.
‘’Cosa ha organizzato Sofia per domani?’’ riesce a riprendere il controllo della sua voce, forse per evitare di finire a scopare sui sedili dell’auto, e si allontana da me lasciandomi all’improvviso vuota.
Faccio spallucce ‘’Non ho idea di cosa abbia in serbo. Voi?’’ chiedo, riferendomi all’addio al celibato.
‘’Un paio di birre, un paio di fighe. Al solito’’ ridacchia, mentre io gli lancio di riflesso un pugno in piena spalla.
‘’Non scoparti nessuna’’ sbuffo, sistemandomi meglio sul sedile, facendo la finta offesa.
Si sporge verso di me, lasciandomi un leggerissimo bacio sull’angolo delle labbra ‘’Gelosa, per caso?’’
‘’Si, troppo’’
‘’E perché mai?’’ sorride mentre mi stuzzica.
‘’Non voglio che qualcuno tocchi la mia roba’’
‘’Che bambina cattiva. Non sai che bisogna condividere con gli altri?’’
Alzo gli occhi al cielo ‘’Sono sempre stata una bimba egoista e possessiva. Cosa vuoi farci?’’
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Spazio Autrice.

buonasera ragazzuole! come state? io sto letteralmente impazzendo con la scuola :/

devo essere sincera, questo capitolo mi piace ben poco. perdonatemi D:

Allllora, mancano solamente TRE capitoli alla fine di questa storia AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH lol

Cosa pensate della coppia ZAILA/LAYN? lol mi diverto a chiamarli così :') dite che si sposeranno? o che troveranno un modo per far saltare le nozze? kdnlkanaskcnk ditemi le vostre ipotesi u.u

ci terrei tantissimo se mi seguiste su twittaaahhhh! ricambio  :D Twitter
Un bacione! <3
 
 

 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Capitolo Sedici ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo Sedici

IMPORTANTE: leggendo delle storie in giro ho notato che molte persone criticano coloro che mettono di mezzo l'islamismo. ora, vorrei precisare che con questa FF non sto insinuando che tutti i musulmani fanno matrimoni combinati 8so benissimo che succede nei paesi che professano l'islamismo, soprattutto gli estremisti e quelli particolarmente poveri) ma vorrei precisare che questa FF è fatta per ridere. insomma, una situazione anomala che guarda caso succede alla protagonista. Quindi non sto dicendo che i musulmani fanno determinate cose. chiaro? Volevo precisarlo per non sembrare, bo, che ne so io! Volevo solo precisarlo lol un bacio <3


 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Al mio risveglio mi sento leggermente osservata. Tengo ancora gli occhi chiusi ma un senso inquietante di respiri e battiti cardiaci che non mi appartengono mi fanno rizzare la pelle. È così che si sentono i tizi dei film horror? Poveracci, loro.
 Non appena apro gli occhi mi ritrovo sei occhi puntati addosso. Lancio un grido strozzato mentre Sofia, Desy e mio cugino James mi guardano ridendo.
‘’Ma siete impazziti?’’ urlo, cercando di riprendermi  con calma.
Mi faranno prendere un infarto prima o poi!
Mi controllo addosso per accertarmi di aver messo il pigiama, non che me ne freghi tanto ma meglio conservare un minimo di quel senso del pudore che mi è rimasto. Sempre che ne sia rimasto.
‘’ E’ la vigiliaaaaaa!’’ urla Sofia, prendendomi per le spalle e cominciando a sballattolarmi un po’
Alzo gli occhi al cielo. Mi parla come se quella fosse una gran notizia, bene.  Sono riusciti a convertire anche lei, grandioso.
Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio, cercando di fargli capire che non li voglio in camera.
‘’Preparati. Da adesso comincia il tuo addio al nubilato’’ Desy sta sorridendo, mentre guarda maliziosamente James che le ricambia un sorriso inquietante.
Che diavolo hanno organizzato?
‘’Ditemi che tutto ciò non comporta ragazzi nudi’’
‘’Quella è la parte principale della serata, ovviamente!’’ riesco a vedere Desy arrossire e James fare una smorfia di disgusto.
Mi intimano di preparami e lo faccio, di controvoglia. Dopo una doccia veloce e una sistemata di trucco scendo al piano inferiore che sembra infestato da pazzi psicopatici quando  Desy mi ferma prendendomi per un polso. Ci appartiamo vicino alle scale dove possiamo parlare in tranquillità.
‘’Cosa succede?’’ chiedo dolcemente, mentre lei si sta torturando il labbro inferiore.
‘’Ho chiamato Tommy’’ dice tutto d’un fiato, come se avesse paura di non riuscire a pronunciare quelle parole ad alta voce.
All’improvviso mi sento tesa, ho paura di chiederle come l‘ha presa ma sono comunque contenta che abbia seguito il mio consiglio. ‘’E..?’’
Sorride, è preoccupata da morire ‘’Non ha detto nulla. Solo –ci sentiamo presto-’’ fa spallucce cercando di mascherare il leggero imbarazzo. La afferro per un braccio e la stringo forte a me ‘‘Vedrai che andrà tutto bene..’’ la rassicuro, carezzandole i capelli.
‘’No Laila, non andrà bene per niente’’ all’improvviso scoppia a piangere sulla mia spalla, singhiozzi strozzati le escono dalle gola forzatamente.
‘’Shh,  non preoccuparti. Fidati di me’’ non so cosa dirle. Vorrei che non ci stesse male. Vorrei quasi che quel bambino fosse mio in modo da non vederla soffrire in quel modo. Si stacca velocemente dal mio petto e si asciuga alla svelta le lacrime che le hanno rigato il viso, facendo attenzione a non far sbavare il trucco. In meno di tre minuti è tornata la solita ragazza serena quindi decidiamo di inoltrarci nell’antro del lupo: il soggiorno.
Sono le dieci passate ma ancora tutti i parenti si trovano spaparanzati sul divano a fare colazione. Chi pulirà tutto il casino che lasceranno in giro?!
Sofia si è ambientata benissimo, sembra più di famiglia lei che io. Col suo sorriso contagioso e i capelli color carota geneticamente modificata farebbe ridere perfino il più serio dei monaci buddhisti. Per non parlare del suo carisma contagioso, seppur rompi palle ogni tanto.
Non appena mi vedono tutti cominciano ad urlare, contenti che manchi davvero poco al suddetto matrimonio.
‘’Ma cos’è quel muso lungo?’’ la zia mi lancia un’occhiata di fuoco ma si vede che sta scherzando, visto che ride sotto ai baffi. Non ho il tempo di rispondere che mio zio mi precede ‘’Ma sarà agitata! Lasciala stare, poveretta. Tu eri peggio di lei, quel giorno’’.
Si lanciano un’occhiatina piena di sentimento, ricordando i loro giorni di gloria, e sorridono amabilmente.
Sto per vomitare.
La voce di Sofia sovrasta le altre ‘’PRONTA PER LA PRIMA NOTTE DI NOZZE?! FORSE è MEGLIO RINFORZARE LE DOGHE DEL MATERASSO’’.
Le lancio un’occhiataccia, se non sta zitta le taglio la lingua!
A proposito di tagli, la garza della sua ferita sbuca dal maglioncino color crema che porta, per fortuna non attira l’attenzione più del dovuto.
Una risatina di alza nella stanza, facendomi sprofondare dalla vergogna ‘’Io e te dobbiamo parlare.’’  Sputo tra i denti, mentre lei continua a ridersela.
La prendo per un braccio e la trascino fuori in giardino dove lei mi guarda con gli occhi da cucciola indifesa, sperando che non me la prenda con lei. Si meriterebbe una di quelle paternali che non finiscono più ma ho bisogno di parlare con lei.
‘’La scorsa notte  sono andata a letto con Zayn’’ le parole mi escono dalle labbra veloci, senza il minimo di emozione o risentimento. Il sorriso svanisce dalle sue labbra lasciando spazio  alla faccia più stupita che gli avessi mai visto.
‘’C-cosa?!’’ sembra non riuscire a capire ciò che le ho appena detto. Perché si scandalizza tanto? In fondo, l’avremmo comunque fatto domani sera.
 Cazzo, domani sera.
Rabbrividisco al pensiero. Bè, almeno so cosa dovrei aspettarmi. I nostri genitori non vogliono sul serio avere le prove, giusto? Cioè, è una cosa da antiquati, no?
Alzo gli occhi al cielo, sto per spiegarle la situazione ma vediamo un ragazzo sospetto aggirarsi per i cancelletti delle villette e fermarsi proprio davanti al nostro, analizzando puntigliosamente i nomi presenti sul citofono.
Capelli castani e pelle chiarissima, un tatuaggio spunta sul collo e un paio di piercing in faccia gli danno l’aria di bad boy patentato. Collego subito la faccia e i lineamenti del viso al suo proprietario e non posso fare a meno di rimanere immobile come una stupida.
È Tommy.
‘’Oh. Mamma. Mia’’
Comincio a correre come una pazza, andando incontro al ragazzo visibilmente spaesato. Non appena mi avvicino noto che è più alto di quello che mi aspettassi eppure non incute paura. Per come lo descrivevano i miei zii doveva essere un vero puttano/spacciatore di cocaina negli oratori, invece sembra quasi un angelo.
‘’Tommy!’’ grido a pieni polmoni.
Lui si gira per guardarmi, il volto leggermente sorpreso e stanco probabilmente dal lungo viaggio.
Si porta una mano dietro la testa, rinvigorendosi i capelli mossi.
È proprio bello, e brava la mia Desy!
È visibilmente in imbarazzo quindi gli risparmio i convenevoli ‘’Desy è in casa. È preoccupata e sta per scoppiare come un palloncino. Vedi di non tirarla scema’’ cerco di parlare lentamente, in modo che possa capire il mio inglese, ed annuisce sorridendo.
‘’Voglio starle accanto. Avrei voluto essere al suo fianco dal primo momento’’ dice, preoccupato da morire. Come nel caso di Desy,anche nel suo modo di parlare si sente benissimo il suo accento francese. È così sexy!
Sorrido ‘’Mi stai già simpatico. Aspettami qua’’
Fremo dalla voglia di vedere la faccia di mia cugina, voglio che lei sia felice. Voglio che loro siano felici e lui sembra proprio un ragazzo d’oro. Pur con i suoi tatuaggi e i suoi  piercing, si vede che ci tiene a lei. Corro in casa mentre Sofia mi guarda ancora con la bocca spalancata, borbottando cose come ‘’Chi è quel figaccione al cancello?’’ ma non ci faccio caso perché entro in casa e afferro Desy per un braccio.
‘’Chiudi gli occhi’’ le dico trattenendo una risata, mentre usciamo dalla porta.
Mi guarda male ma si fida, quindi socchiude le palpebre aspettando un mio segnale. Faccio cenno a Tommy di avvicinarsi per poi allontanarmi da loro, in modo da lasciargli un po’ di privacy. Quando Desy apre gli occhi scoppia a piangere, abbracciandolo forte.
‘’Ahhh, l’amour’’ rido, usando un perfetto francese. Andrà tutto bene, ne sono certa.
‘’Come sono carini!’’
‘’E lei è incinta’’
‘’Oh. Questo è un piccolo problema’’
‘’Forse’’
 
Quando la luce lascia spazio alle tenebre, mi ritrovo con Desy, Sofia ed alcune amiche del college in un locale.
Non siamo moltissime, una decina in tutto. Sono contenta, mi sarei sentita troppo sottopressione circondata da persone che conosco appena e che unico motivo per cui sono venute sia solo la curiosità.
Per volere di quelle pazze ho indossato una fascia in stile reginetta di bellezza con la scritta ‘’MISS POSO’’ e una coroncina provvista di velo nuziale in testa. Dire che sono in imbarazzo è poco.
Considerando quello di cui parlavano, mi sarei aspettata un locale di spogliarellisti e coniglietti di playboy in giro per la sala, invece ci troviamo in un posto abbastanza sobrio. La luce è soffusa, i camerieri portano ancora i vestiti e i clienti non sembrano iene in calore che attendono la loro fetta di spogliarello. Anzi, c’è anche un numero considerevole di ragazzi. Ci hanno già servito l’aperitivo, il primo ed il secondo il che significa che fra poco si passa al dolce.
Continuano a farmi domande tipo –come l’hai conosciuto?-, -bacia bene?-, -che tempo ci sarà domani?-. per fortuna interviene Sofia, cambiando argomento e salvandomi da quel terzo grado fin troppo impiccione e quasi all’altezza di quello che mi hanno fatto i miei parenti. La serata procede alla grande, insomma sono già le undici e ancora sono viva. Non male, no?
Alle undici e mezza in punto scocca una sotto specie di dong. In sala si leva un brusio eccitato, fin troppo rumoroso. Le luci si scuriscono maggiormente lasciando spazio a dei bagliori colorati. Noi stiamo ancora aspettando il dolce il che non mi illumina su ciò che sta per succedere. Una band che canta? Il karaoke? Qualche spettacolo dal vivo?
Sofia mia guarda, un sorrisetto malizioso è padrone del suo volto. All’improvviso qualcuno sale sul palco adiacente al nostro tavolo e  prende il microfono.‘’E adesso,’’ esordisce un ragazzo biondo sui venticinque che porta un paio di pantaloni di pelle aderenti e nessuna maglietta  ‘’inizia la vera festa’’ sorride malizioso, incrociando per un istante il mio sguardo.
Comincia a camminare per il palco, in sala c’è un silenzio ricco di tensione. ‘’Sappiamo che in questa sala si trova una ragazza che domani si sposerà…’’ un coro di fischi di leva e il mio imbarazza arriva alle stelle. Voglio sprofondare.
Io la ammazzo, giuro che la ammazzo!
Vorrei togliermi dalla testa quella maledetta coroncina ma sono troppo sconcertata per muovermi.
Sofia saltella sulla sedia, fremendo dalla felicità e battendo le mani.
I camerieri ,che poco prima erano nella loro divisa bianca, escono dalla cucina portando il dolce, l’unica pecca è che questa volta indossano unicamente dei boxer (fin troppo aderenti) leopardati.
Il biondo, che non smette di ridere mi punta con lo sguardo ‘’La promessa sposa è pregata di alzarsi’’ imita la voce metallica dei supermercati.
Che?! Ma è impazzito? Quello è tutto scemo.
‘’Non se ne parla!’’ urlo, cercando di sovrastare la musica sensuale che è appena iniziata.
‘’Dai, lì sopra c’è il TUO dolce!’’ con rammarico noto che è stata servita a tutta la clientela lo stesso dolce: mousse al cioccolato.
Sul palco spunta un ragazzo. Proprio un bel ragazzo. Capelli scuri, occhi azzurri e sorriso mozzafiato. Anche lui porta solamente un paio di boxer ma ha il petto muscoloso completamente ricoperto di cioccolata. Oh. Mio. Dio.
I pensieri cominciano ad offuscarmi, l’incitamento delle mie amiche mi manda completamente in palla.
Se non la smettono di urlarmi addosso le picchio.  Fanculo, non avrei dovuto bere quel vino a tradimento!
Il ragazzo col microfono mi porge la mano, continuando a sorridere. No, dai, seriamente. Non possono farmi questo!
 Notando che non do segni di voler collaborare mi prende in braccio di forza, subendosi i miei peggiori insulti compresi di scalciate e pugni, eppure tutto sembra inutile vista la sua massa muscolare. D’un tratto, come se stessi per morire, mi passa davanti la mia intera vita.
Capisco che quella è sul serio l’ultima notte. Tutto diventa fin troppo concreto. Zayn, il matrimonio, i miei parenti, il tipo completamente ricoperto di cioccolata.
E che tipo!
Immagino Zayn insieme ai suoi amici che se la ride e se la scherza mentre si diverte con una qualche super modella troia dalle tette giganti. Un impeto di gelosia si impadronisce di me.
È la mia ultima notte? Perfetto. Se le cose bisogna farle tanto vale impegnarsi.
Smetto di scalciare solo quando il tizio mi lascia tornare con i piedi ben saldati al suolo, mentre l’altro ragazzo è comodamente seduto su una sedia.
Gambe leggermente aperte, mani poggiate sulle cosce, sorrisetto saccente sulla faccia. Alzo un sopracciglio. Bè, visto da più vicino direi che può proprio permettersela quella faccia da strafottente!
Mi fa cenno con un dito di avvicinarmi. Sento le voci di invidia di tutte le ragazze che ammazzerebbero il proprio cane pur di essere al mio posto. Ah, per una volta sono io quella invidiata, eh?
Mi siedo sulle sue gambe
‘’Sembra buona’’ urlo, per farmi sentire dal ragazzo, rivolgendomi al cioccolato.
Sorride ‘’Oh, altrochè se è buona!’’
La musica comincia a pompare più forte mentre il ragazzo si muove lentamente sotto di me con movimenti fin troppo espliciti.
Devo smetterla di abusare degli alcolici, ultimamente mi sto lasciando trasportare troppo.
Continuiamo a guardarci quando all’improvviso i suoi occhi diventano castani, la sua pelle si abbronza e i suoi lineamenti mutano d’un tratto prendendo le sembianze di Zayn.
Zayn, riempito di cioccolata.
Zayn, che si muove lentamente sotto di me.
Zayn, che mi fa cenno si chinarmi a leccargli via la mousse che ha sul corpo.
 Zayn, che continua a guardarmi ammiccando maliziosamente.
Zayn, che si sta mordendo il labbro inferiore.
Lo guardo, sorridendo, e mi chino sul suo bicipite scolpito, baciandone la superficie mentre lo guardo negli occhi. Il sapore del cioccolato è dolce sul palato ma il tutto ha un retrogusto di sapone e profumo amarognolo.
Chiudo gli occhi e quando li riapro mi ritrovo nel locale di prima, il ragazzo sotto di me non è più Zayn ma il cameriere che fa da cavia come mio dessert.
Mi ritiro immediatamente mentre un applauso si leva nella sala. Un mucchio di camerieri si sono messi a ballare in modo sensuale nelle grinfie di pazze in crisi ormonale. Benissimo. Vedo distintamente le mie amiche prese dai loro nuovi giocattolini, perfino Desy si lascia sfuggire qualche sorrisetto malizioso e allungata di mano di troppo.
Il ragazzo mi lascia una carezza sulla guancia ‘’Non è considerato tradimento, non preoccuparti’’ sembra che mi stia confortando pur avendo sorrisetto.
La parola tradimento non mi era nemmeno passata per l’anticamera del cervello, figuriamoci se mi sono ritirata per quello!
‘’Lui chissà cosa starà combinando’’ non mi accorgo di aver detto quelle cose ad alta voce.
‘’E chissene frega? È la tua ultima notte, diamine!’’.
È la mia ultima notte, si ma diamine un corno, non voglio mica tradirlo sul serio!  Certo, dubito che lui sia della stessa idea.
‘’Mi ha fatto piacere conoscerti…’’
‘’Josh’’
‘’Josh, ma adesso devo andare o domani mi ritroverò con due occhiaie da far invidia ad un panda’’
Sorride, lasciandomi andare.
‘’Sempre al tuo servizio’’ ridacchia, mostrandomi palesemente il suo corpo.
Ecco come mandare a puttane i miei ormoni.
 


SPAZIO AUTRICE

BUONASERAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA


ok, la smetto di chidervi come state perchè tanto ve lo chiedo sempre ma voi non mi rispondete mai :(

allora, lo so, vi avevo detto che avrei fatto una parte POW zayn MA siccome il capitolo veniva già lungo di suo e poi non volevo appesantirlo ed infine non avevopoi tante idee ho deciso di lasciarlo così lol

ho aggiornato tardi perchè ho scritto una OS su Justin Bieberrrrr :) vi andrebbe di leggerla? ci terrei un casotto!:D  
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1866548&i=1"">Show me your scars.

NEL PROSSIMO C'è LA GIORNATA DEL MATRIMONIO ALNCACNKJDSVBLASDBVLADVBNSLDVBSLDCNBLKNDLKDSNVLKDSNAKNAòNCAKCNAKL

ok, la smetto lol

vorrei ringraziare le 18 ragazze che hanno recensitooo awww *-*



ci terrei tantissimo se mi seguiste su twittaaahhhh! ricambio  :D Twitter

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Capitolo 17
*** Capitolo Diciassette ***


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Capitolo Diciassette

VI RICORDO CHE QUESTO è IL PENULTIMO CAPITOLO, IL PROSSIMO SARà L'EPILOGO OVVERO IL CAPITOLO CHE CHIUDE LA STORIA E CON CUI SI SPIEGHERANNO MOLTE COSE! CI VEDIAMO INFONDO <3


Urla.
È questo che sento non appena riemergo dal mondo dei sogni.
‘’Dov’è il mio vestito?’’
‘’Perché il ferro da stiro non funziona?’’
‘’I miei capelli!’’
‘’Il fotografo è in ritardo!’’
La porta della mia camera si spalanca di colpo, facendomi sobbalzare dalla paura.
Mamma, alla soglia, urla come una pazza ‘’Su Laila! Svegliati! È il gran giorno!’’
Mugugno di disapprovazione, portandomi il cuscino sopra il viso, sperando di riuscire a suicidarmi attraverso il soffocamento. Mi gira la testa vorticosamente e scommetto che tra poco vomiterò l’anima. Fottuto addio al nubilato. Chi è stato quel pazzo ad inventare una cosa del genere? Dovrebbe essere illegale fare le trasgressive pazzerelle il giorno prima di un evento importante. Soprattutto quando l’evento in questione è il tuo matrimonio.
Dannata Sofia!
Posso giurare di sentire mamma impettita che si porta le mani sui fianchi, esausta prima ancora di cominciare la giornata ‘’A mali estremi..’’ sussurra, prima di urlare ‘’Jameeeess!’’.
Pochi secondi dopo sento due mani possenti prendermi per i fianchi a mò di sacco di patate. Grazie a Dio mio cugino non vive con noi, se no mia madre lo userebbe tutte le mattine più che volentieri per di obbligarmi ad alzarmi!
‘’Mettimi giù, idiota!’’ voglio capire perché cavolo tutti pensano di potermi prendere in braccio quando gli pare e piace! E che palle, non sono un pupazzo che possono portare dove gli pare! Prima Zayn, poi il tipo del locale, adesso James. Diamine, vorrei essere più in carne solo per fargli prendere un accidenti al sol tentativo di  prendermi in spalla. Da oggi, ci si abbuffa!
Scambia due parole veloci con la mamma e poi (sempre ridendo come un idiota) mi trascina al piano inferiore.
La casa sembra un delirio. Appena arrivo in cucina Tommy mi guarda leggermente sconvolto ma gli faccio cenno che va tutto bene. Come sono carini lui e Desy accoccolati e sorridenti! Non potrei anche io avere una relazione, che so io, normale? Una di quelle storie in cui la cosa ‘peggiore’ che possa capitare è la rottura del preservativo durante un rapporto o lo sgamo dei tuoi genitori che vi trovano a letto insieme?
‘’Allora, pronta?’’
Sbuffo, incazzata nera, per poi tirare un pugno in pancia a quello sfigato di mio cugino non appena mi lascia al suolo ‘’Come non mai’’ rispondo, palesemente ironica.
Infatti, sono proprio pronta.
Insomma, sto per fare la cosa più idiota della mia vita, è come se fossi io stessa a decidere di andare al patibolo. Mi riesco già ad immaginare il boia che innalza la sciabola e la riabbassa proprio sul mio collo non appena pronuncerò il fatidico –si-. Vedo già la mia testa mozzata in bella mostra.
Loro come pensano che possa sentirmi?! Ma è questo il punto, sono troppo stupidi per pensare.
Faccio colazione tra le urla di disperazione dei miei parenti e le risatine dei miei amati cugini. C’è qualcosa che non quadra.
Dove diavolo è Sofia?! Perché non mi è accanto proprio in questo giorno di totale pazzia? Mi ha promesso che sarebbe arrivata a casa mia al mattino presto. Allora, perché non è qui? E perché mi sto incazzando per una cosa così stupida?
Torno nella mia camera e mi metto a cercare il cellulare per poi chiamare la mia amica non appena lo afferro dalla matassa informe dei vestiti usati la sera prima.
‘’Pronto?’’ la voce bassa e leggermente affannata di Marck mi fa riemergere dai miei pensieri.
‘’Marck?! Sei a casa di Sofia?!’’ sto praticamente urlando. Questo è il delirio! Lei dovrebbe essere da me, non con lui. Preferisce il suo ragazzo alla sua migliore amica. Non va bene per niente!
Che qualcuno mi procuri del Valium, porca troia!
Il tutto mi ricorda molto la conversazione di dieci giorni prima, quando avevo chiamato Sofia e, per la prima volta, mi aveva risposto lui. Sembrano passati decenni da quel giorno in cui tutto sembrava un sogno lontano, dai contorni sfocati.
‘’Si, uhm, Sofia doveva aiutarmi a vestirmi’’ si giustifica, quasi facendo fatica a parlare.
Come se parlare non fosse la sua prerogativa principale.
‘’Mancano ancora quattro ore al matrimonio..’’ sbuffo ‘’..comunque, me la potresti passare?’’
Un sospiro, fin troppo profondo, esce dalla sua bocca ‘’Laila, io e te dobbiamo fare un discorsetto sul tempismo..’’ si ferma un attimo, cercando di riprendere fiato ‘’..diciamo che adesso Sofia ha la bocca piena, cosa ne dici di riprovare più tardi?’’
Un pompino, perché non c’ho pensato prima?
‘’Dì a quella stronzona di pensare a me e non al tuo cazzo!’’ e, con quelle parole, chiudo la conversazione, buttando per terra il cellulare.
Ho seriamente bisogno di un calmante.
 
 
Dopo essermi fatta la doccia mi ritrovo alle prese con una parrucchiera che continua ad armeggiare con i miei poveri capelli. È già la terza volta che le dico di volerli lasciare sciolti ma lei continua a dire che legati starebbero benissimo. Giuro che adesso le infilo quelle forcine dove non batte il sole!
Per fortuna, nel frattempo, è arrivata Sofia con una perfetta acconciatura legata in testa e un trucco che farebbe invidia ad una make-up artist di grande successo, con colori che vanno dal rosa al bianco.
Si è messa a parlare animatamente con la parrucchiera, litigando su come procedere. Alla fine siamo arrivati ad una conclusione: i capelli vengono lasciati sciolti ma le ciocche davanti vengono tirate indietro in modo da non finirmi davanti alla faccia.
‘’Ti odio’’ dico a Sofia, un po’ per scherno, un po’ no. Lei mi sorride, come se la giornata sia davvero troppo lunga per soffermarsi su quei piccoli particolari, e riprende la sua conversazione con la parrucchiera. Dopo una mezz’ora abbondante i miei capelli ricadono sulle spalle, lunghi e mossi, e i ciuffi davanti sono tenuti indietro da alcuni fermacapelli ornati da pietre blu. Sono fantastici.
‘’Ora si passa al trucco’’ Sofia saltella come un pinguino in calore, battendo le mani e cominciando il suo capolavoro sulla mia faccia.
‘’Non farmi sembrare un trans’’ sbuffo, sorridendo appena. Sofia ama truccarmi, lo fa sempre prima di una serata importante e io mi lascio sempre cullare dalle sue mani esperte sul mio viso. Non ha mai sbagliato un make-up, tranne quella volta in cui sembravo una vera troia e l’occasione era un cena di fidanzamento.
Fuori dal bagno sentiamo ancora persone che urlano da tutte le parti. Mancano solo un paio d’ore all’evento e tutti sembrano trovare difetti in tutto. Papà sta sistemando i vestiti dei miei cugini, mamma è alle prese con gli abiti stirati male. Un vero casino, insomma.
La cerimonia comincerà alle 11.00 del mattino e si prolungherà per tutta la giornata con pranzo e cena compresa.
Sto per vomitare.
‘’Ho paura di non riuscire ad arrivare all’altare’’ mormoro a voce bassa, verso Sofia.
Lei sorride, gli occhi le luccicano maliziosi ‘’Non preoccuparti, andrà tutto a meraviglia’’. È così sicura delle sue parole che mi viene da piangere. Per fortuna aggiunge ‘’E poi, stasera ti scoperai quel figo!’’ le lancio una sberla sulla coscia mentre lei se la ride.
‘’Stavate parlando di me?’’ dalla porta del bagno sbuca Marck con un completo di giacca e cravatta semplice. Spalanco la bocca.Wow.
‘’Ovviamente’’ risponde Sofia, baciandogli lievemente le labbra. Non capisco se quei due stanno insieme perché si piacciono o perché pensano che il sesso sia una parte molto importante della loro intera esistenza.
‘’Mio dio, tu mi hai bloccato la crescita!’’ gli urlo, facendo finta di trattenere un conato di vomito.
Si morde il labbro inferiore ‘’Sei tu che hai un tempismo del cazzo’’
‘’è colpa vostra se non riuscite a tenere a freno i vostri dannati ormoni!’’
Dal bagno si affacciano Desy e Tommy già pronti, vestiti ed acconciati. Desy porta un abito tradizionale azzurro acceso mentre Tommy giacca e cravatta completamente bianco. Mi chiedo dove l’abbia trovato un abito con così poco preavviso! Il vestito gli copre completamente tutti i tatuaggi, se non fosse per quello che sbuca dal colletto della camicia. Mi chiedo se adesso i miei zii lo vedano più di buon occhio accanto alla loro amata figlia.
‘’Oddio, comincia ad esserci troppa gente!’’ ansimo, facendomi aria con una mano. Quel bagno è decisamente troppo piccolo per tutte quelle persone.
‘’Stai calma!’’ Sofia mi prende il viso tra le mani, stando attenta a non rovinare il suo capolavoro ‘’Andrà tutto bene’’ mi sorride, lasciandomi un bacio sulla fronte ‘’Adesso io vado a vestirmi. Tu rimani qua e non ti muovere’’
E chi si muove? Sono troppo terrorizzata ed impegnata  a ricordarmi come si respira per fare anche solo un passo! Nel frattempo che lei va in camera mia a preparasi io cerco di infilarmi il mio vestito, aiutata da Desy che non la smette di guardarmi sognante.
‘’Se vuoi te l cedo volentieri’’ mormoro, alzando gli occhi al cielo.
‘’Sei divina!’’ urla, in estasi.
Scommetto che si sta immaginando al mio posto, con un abito altrettanto bello, che percorre la moschea diretta verso il suo amato da Tommy. Il tutto non mi infastidisce, anzi. Vorrei che quella fosse sul serio la sua giornata speciale.
Esco dal bagno alla ricerca di aria fresca, passo davanti allo specchio e ne rimango incantata.
I capelli indomabili sembrano darmi un’aria ancora più affascinante, i fermacapelli risaltano contro il nero che, a sua volta, fa sembrare il bianco del vestito ancora più bianco. Il trucco è semplice ma elegante. I miei occhi sembrano brillare  sotto quell’ombretto perlato blu scuro appena accentuato e quella riga di eye-liner. Il vestito è qualcosa di magico che mi fascia completamente il corpo. È perfetto, ogni singola curva del mio corpo viene coperta morbidamente e i dettagli in pizzo fanno sembrare il tutto ancora più irrealistico.
Scendo le scale, stando attenta a non inciampare e, al mio arrivo, cala il silenzio in quella sala che fino a poco prima era un casino enorme.
‘’Wow’’ James si lascia sfuggire un sibilo appena udibile. Papà ha le lacrime agli occhi e intanto mamma l’abbraccia, cercando di non sorridere troppo.
Mia zia mi guarda quasi con invidia e qualcun altro sta trattenendo il fiato.
‘’Vabbè, avete finito di guardarmi? Volete una foto?’’ il momento magico è finito, mamma mi lancia un’occhiataccia ironica ‘’La solita ragazza fine è tornata’’
Sbuffo, trattenendo un sorriso. Sono tutti pronti, i vestiti brillano come luci colorate che adornano l’albero di Natale. C’è chi porta un abito giallo canarino, chi rosa fluo, chi blu notte. Eppure, pur non seguendo la tradizione araba, il mio vestito bianco sembra risaltare in quella massa di colori sgargianti. Sarà il fatto che è semplice paragonato a quei ghirigori colorati, essenziale ma pieno di particolari al tempo stesso.
Un diamante circondato da pietre false. Mi sento il puntale dell’albero, la parte più luminosa, la più invidiata.
Usciamo di casa e mi ritrovo con una schiera di persone che mi seguono lungo il giardino. In poche decine di minuti arriviamo nella location scelta come luogo della cerimonia, il tutto non è stato per niente semplice visto il mio lungo strascico ma alla fine, dopo insulti ed urla varie, ce l’abbiamo fatta. Chi ha mai detto che il matrimonio è il giorno più bello della propria vita? È stressante, incasinato. È un suicidio!
Appena arrivati vengo subito fatta appartare in una delle sale riservate alle sposa, come da tradizione lo sposo non deve vedermi e, essendo in anticipo, mi toccherà starmene appartata e nascosta da occhi indiscreti.
Comincio già a sentire gli invitati brulicare  nella lussuosissima moschea. Riesco ad udire le loro risate felici, i saluti dopo anni che non si vedono e i miei amici che si guardano spaesati attorno a loro.
Ogni parte di quel luogo sembra magico. Quasi un sogno. È enorme, ogni angolo della moschea è un inno alla bellezza artistica.
Mi siedo su una poltrona cercando di non iniziare a sudare per l’agitazione, l’ultima cosa che manca è che mi metta a puzzare. Chiudo gli occhi, riesco a sentire i battiti del mio cuore che battono all’impazzata, tra meno di mezz’ora io e Zayn saremo ufficialmente sposati. Vedo me, che percorro la navata centrale, sotto lo sguardo di troppe persone che mi fissano sorridenti. Poi vedo lui, bello come il sole, che mi aspetta per celebrare la funzione.
Sembra tutto così giusto e invece è fottutamente sbagliato.
Mi accascio, la testa leggera e un velo di sudore mi imperla il viso.
In dieci minuti entrano a salutarmi i miei futuri suoceri e qualche parente alla lontana che non vedevo da tempo, per poi lasciarmi sola con me stessa ad aspettare la mia condanna a morte.
‘’Hei’’ la voce di Sofia mi risveglia ‘’Stai rovinando il mio capolavoro’’ scherza, facendomi un sorriso.
‘’Sofi, non ce la faccio’’ sibilo, a labbra strette.
‘’Tranquilla, si che ce la fai. Andrà tutto bene’’
Gli occhi mi si riempiono di lacrime ‘’No, Sofia, non andrà bene. Sto per sposarmi, porca troia!’’
Alzo la voce più del necessario ma il suo viso non fa una piega. È certa delle sue parole come se nella sua mente tutto stesse andando come deve andare, come se io sia l’unica cogliona a non sapere cosa succederà. Come se io fossi solamente una comparsa all’interno di quello spettacolo teatrale.
‘’Guardami, Laila. Ti voglio bene. Ok? Ti voglio bene più della mia stessa vita’’ e , con quelle parole, mi lascia un leggerissimo bacio sulla fronte.
‘’Ho bisogno di aria’’ mormoro, alzandomi dalla sedia.  Sofia mi confonde fin troppo.
Esco dalla piccola stanza e mi ritrovo in un grande corridoio praticamente deserto.
Tutti gli invitati stanno già prendendo posto quindi quel luogo si è trasformato da magico ad inquietante. Le parenti sono completamente ornate, i pavimenti ricoperti da tappeti persiani decorati e ad ogni angolo si trovano oggetti che vedrei benissimo in un museo. È un posto immenso eppure sento che è troppo stretto, come se mancasse aria, come se le pareti si stessero richiudendo su se stesse e io non possa impedirlo. Non mi soffermo sul fatto che quel luogo deve essere costato un cifro ai miei parenti, perché vedo Zayn avvicinarsi frettolosamente a me. Non mi importa più del fatto che secondo la tradizione io e lui non dovremmo vederci perché mi fiondo sul suo corpo, cominciando a tirargli pugni.
‘’Mi avevi detto..’’ un singhiozzo sordo mi sale dalla gola. Nessuna lacrima, solo il dolore lancinante alla gola ‘’…mi avevi detto che non ci saremmo sposati. Che avremmo trovato una soluzione!’’ l’ultima frase praticamente la urlo ma non mi importa, nessuno può sentirmi in quel posto. Le parole rimbombano, rimanendo sospese nell’aria come schegge di ghiaccio.
‘’Shh’’ mi abbraccia, tenendomi forte a sé. Riesco a sentire il suo cuore battere più velocemente del normale e scommetto che anche lui sente il mio.
Mi allontana un po’, prendendo il mio viso tra le mani.
‘’Laila, sei bellissima’’ lo dice, come se quasi gli dispiacesse. Come se volesse sul serio vedermi sull’altare, al suo fianco. Gli occhi gli brillano, se non fosse che ci troviamo in questa situazione probabilmente sorriderebbe malizioso per poi propormi una bela gita sul tavolo della cucina.
‘’Non aiuta!’’ sbraito, battendo un piede al suolo, facendomi male da sola a causa dei tacchi vertiginosi.
Sorride ‘’Quando ho detto che non ci saremo sposati ero serio. Devi fidarti di me, Laila. Devi fidarti di me in tutto e per tutto. Capisci?’’
Lo guardo, come se mi stesse prendendo in giro. Mancano una manciata di minuti e mi chiede di fidarmi ancora di lui? Ma gli sembro così idiota?
‘’Zayn, l’ultima volta che mi sono fidata di te mi hai fatto abbaiare!’’ non è il momento giusto per fare ironia ma non riesco a trattenermi nel lanciargli quella frecciatina. Certi vizi sono troppo forti per poter essere cancellati in poco tempo.
Sorride appena, senza smettere di guardarmi negli occhi. Prende dalla tasca dei pantaloni una bottiglietta di Gatored contenente un liquido che va sull’arancione sbiadito ‘’Bevi’’ mi dice, porgendomi la bottiglietta.
‘’Se la bevo poi mi viene da far pipi. Non è il caso!’’ sbuffo, incrociando le braccia al petto.
‘’Hai bisogno di zuccheri, fidati di me. Ti prego’’ quindi è questo che vuole? Che non svenga nel bel mezzo della cerimonia?
Afferro la bottiglietta trangugiando il liquido amarognolo.
Bleah! Ma che schifo mi ha fatto bere?! Finisco il liquido, preferisco quel saporaccio alla gola secca.
‘’Devo andare’’ sussurro, conscia che manca troppo poco tempo all’inizio della cerimonia ‘’se qualcuno ci becca siamo morti’’. In effetti, meglio morti che sposati.
Mi volto e faccio per andarmene ma Zayn mi blocca per un polso, avvicinandomi a sé
‘’Sei splendida’’ ripete, come una ninna nanna, carezzandomi una guancia e lasciandomi un leggerissimo bacio a fior di labbra. Come riesce a far sembrare tutto così semplice?
Torno a camminare, ancora barcollando e rientro nella mia piccola camera, nell’attesa che qualcuno mi dia un segno di vita. Sembra che io sia solo un piccolissimo dettagli insignificante.
Mi siedo sulla sedia e noto Sofia che cammina in lungo e in largo per la camera. Tende le orecchie, controllando di non sentire chissà quale rumore, e continua a guardare l’ora dal suo cellulare.
Sento la testa leggera, all’improvviso la camera comincia a vorticare. Mi sembra di essere sulle montagne russe.
‘’Sofia?’’ la voce impastata, troppo debole per essere normale. Le gambe molli e il respiro corto. Non riesco a tenere il capo dritto, il collo continua a piegarsi a causa della testa troppo pesante. È come se la mia testa fosse piena zeppa di nebbia ed elio. Non riesco più a tenere gli occhi aperti, come se mancasse poco al mio svenimento. Non capisco cosa succede, sto forse avendo un calo di pressione? Mi sento proprio come quella volta in cui mi hanno operato all’appendice e mi hanno fatto l’anestesia: un attimo prima ti senti benissimo e quello dopo ti ritrovi nel mondo dei sogni.
Sofia si avvicina a me, sorridendomi e piegandosi verso il mio corpo.
‘’Andrà tutto bene’’ sussurra dolcemente, come se volesse tranquillizzarmi.
Non capisco le sue parole. Vorrei chiederle spiegazioni, vorrei dirle che mi sto sentendo male. Vorrei farle sapere che forse sto morendo ma le mie labbra sembrano serrate e troppo pesanti per essere usate al fine di parlare. Raccolgo tutta la forza di volontà che mi è rimasta e riesco a dischiudere le labbra ma la voce non ha nessuna intenzione di uscire dalla mia bocca.
L’ultima cosa che vedo è Sofia che lancia un sorrisetto d’intesa a Zayn che, a sua volta si è materializzato alla porta. Guardo il viso del ragazzo con cui dovrei andare all’altare e non capisco cosa mi sta facendo.
Perché lo sta facendo proprio a me?
Perché tenta di farmi del male?
E, all’improvviso, il buio totale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 SPAZIO AUTRICE

buonaseraaaaaaaaaaaaaaaa :D

oddio, sono troppo gasata!
ahahahahahha
SO CHE VOLETE UCCIDERMI PER QUESTO FINALE ABBASTANZA SCONVOLGENTE MA SAPPIATE CHE NELL'ULTIMO CAPITOLO(OVVERO L'ULTIMO) VERRà SPIEGATO TUTTO!

tornando a noi, cosa ne pensate? cosa credete che stia succedendo? ehehe, io lo so lol

Molte di voi mi hanno chiesto cosa abbia fatto Zayn al suo addio al celibato: bè, non lo so nemmeno io lol

sappiate che vi voglio bene <3 vi amo!

ci terrei tantissimo se mi seguiste su twittaaahhhh! ricambio  :D Twitter

un bacio <3

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


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Epilogo





Flashback
 
Sento la testa pulsare e le palpebre pesanti come se le avessi incollate con l’attack.
Qualcosa non va.
Non riesco a pensare a nient’altro, se non a questa semplice frase che continua a vorticarmi per la mente.
Sono seduta in una posizione alquanto scomoda, la testa riversa in modo innaturale sulla spalla sinistra e qualcosa mi stringe il petto –proprio fra i due seni- e la pancia. La luce del giorno mi arriva dritta in faccia facendomi male agli occhi ancora chiusi. Mi sento come la mattina successiva ad una sbronza colossale. Una di quelle che ti spiazzano in due per intere giornate,  facendoti maledire l’aver bevuto così tanto.
Cosa mi sta succedendo?
Comincio a cercare nei meandri della mia mente qualche informazione, frugando tra tutti i cassetti pregni di ricordi che trovo nella mia testa. Spalanco gli occhi di scatto quando mi riaffiorano tutto come un’immagine viva, reale.
La bottiglietta, il liquido aranciato-amarognolo, il sorrisetto malizioso di Sofia e lo sguardo perso nel vuoto di Zayn, la confusione nella mia mente, la testa leggera, le gambe molli.
Mi fa ancora male tutto ma non ho intenzione di starmene in  compagnia di quelcoso che ha avuto il coraggio di drogarmi.
Non mi sarei mai aspettata che la persona che fino ad un paio di minuti prima mi aveva tenuta fra le sue braccia, potesse arrivare fino  quel punto. Fino al punto di farmi perdere i sensi per chissà quale strano scopo.
Spalanco gli occhi, mettendo tutto ciò che mi circonda a fuoco. Zayn tiene le mani strette sul volante, sta sorridendo, mentre dai finestrini vedo il paesaggio scorrermi veloce.
Sembra tranquillo, rilassato. Come se trovarmi in auto con lui fosse una cosa del tutto normale. Come se stessimo andando a fare una scampagnata con gli amici quando in realtà dovremmo trovarci sull’altare. A sposarci. A scambiarci le promesse di matrimonio. Ad unirci per il resto della nostra vita. A maledirci a vicenda prima ancora di cominciare la nostra convivenza, probabilmente per niente civile ed armoniosa.
Lo stomaco mi si contra in un modo per niente piacevole. Come quando il prof scorre il dito sul registro per decidere chi interrogare e tu, povera studentessa indifesa, non hai studiato un cazzo.
Come fa a sorridere sornione? Perché non mi dice nulla?! Vorrei gridare, vorrei prenderlo a calci e poi uscire da quell’auto incazzata nera. Sarei capace di mettere in atto una di quelle sceneggiate che farebbero invidia ai miei parenti e invece non riesco a connettere tutti i pensieri. Non riesco a far funzionare quei quattro neuroni che mi ritrovo.
C’è qualcosa che non mi ha detto. Perché diamine sono sempre l’ultima a scoprire le cose?!
-Fidati di me- certo, mi fido di te e svengo per poi rivenire in auto diretti chissà in quale destinazione! Maledetta me quando c’ho visto lungo nella sue parole.
Slaccio velocemente la cintura, respirando in modo affannoso, come se avessi corso per interi chilometri.
‘’FAMMI SCENDERE!’’ la testa continua a pulsare proprio come se avessi uno squarcio aperto sul cranio, ma non importa. Non ho la minima intenzione di passare ancora del tempo con lui.
Non so come dovrei sentirmi ma l’unica cosa che riesco a provare fa male. Un dolore che parte dallo stomaco e arriva al cuore. È così che ci si sente quando si pensa di essere stati traditi?
Zayn alza gli occhi al cielo ‘’Cos’hai? Ti sei svegliata con la luna storta? E dire che nel sonno continuavi a ripetere il mio nome..’’
Divento paonazza in viso, forse dalla rabbia o forse dall’imbarazzo. Non è una novità che io parli nel sonno ma mi fa incazzare sapere che è l’unica parte della mia vita in cui non posso controllare il flusso delle parole che esce dalle mie labbra. Un conto è saperecosa e come stai dicendo qualcosa, un altro è non sapere come lo  stai dicendo ma soprattutto cosa.
Mi muovo sul sedile, facendo attenzione a non stropicciare l’abito.
Il mio amato abito.
Sembra un vero e proprio omicidio usarlo per stare in quell’auto per chissà quanto tempo. Povero abito! Non si merita tutto questo trattamento! Dovrebbe essere trattato con adorazione!
‘’Zayn, perché mi hai drogata?’’ la mia voce è tranquilla, urlando non concludo niente e, avere delle risposte, mi è necessario.
Voglio smettere di essere quella che fa da comparsa e diventare la fottuta protagonista della mia dannatissima vita.
‘’Se ti avessi detto della mia idea non avresti mai accettato’’ fa spallucce, come se far bere un intruglio con chissà quali schifezze fosse una cosa normalissima. Chissà quali sostanze chimiche mi ha fatto ingurgitare!
Mi viene da piangere per l’ansia che ho addosso. Risposte, pretendo solo quelle. Vorrei che tutto si sistemasse con uno schiocco di dita ma so che questo non è possibile.
‘’E Sofia sapeva tutto’’ concludo, facendo due più due. Ora, il senso di tradimento è nettamente aumentato. Riesco a sentirmi persino ferita.
‘’In realtà, è stata proprio lei a darmi l’idea’’ ridacchia, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada dinanzi a noi.
Per un attimo mi sento mancare.
Perché Sofia ha voluto parlarne con lui e non con me? Pensava forse che non sarei stata in grado di mettere in atto quel piano? Ma, un attimo, con la precisione in cosa consiste questo piano? Rapirmi e farmi fare un giretto in macchina?  Non ci sto capendo proprio niente.
Zayn accosta in un parcheggio nel bel mezzo dell’autostrada, proprio davanti ad un Autogrill infestato da famiglie in viaggio e camionisti alla ricerca di riposo.
Si gira per guardarmi e, ancora una volta, mi sento in fibrillazione per la vicinanza della sua figura possente. Ad un tratto tutte le mie confusioni mi sembrano futili e stupide.
Ogni parte di lui mi attrae, offuscandomi ogni minimo ragionamento. Dal più complicato al più semplice ed elementare. Perfino respirare mi sembra maledettamente complicato.
Porta una mano sul mio viso, costringendomi ad avvicinarmi. ‘’Non volevo che ti sentissi esclusa ma tutto sarebbe stato più credibile se tu avessi avuto delle reazioni naturali. Non sei un granchè come attrice’’.
Mi sento quasi offesa ma faccio un sorrisetto malizioso conscia del fatto che ha ragione, che faccio proprio schifo a mentire ‘’Strano, due sere fa ero convinta di essere stata bravissima a farti credere di aver avuto molteplici orgasmi’’ dico, innocentemente, guardandolo con gli occhi da cucciolo indifeso.
Sorride, abbassando per un istante lo sguardo sul mio corpo fasciato dall’abito bianco ‘’So per certo che non stavi fingendo, Laila’’ mi sussurra all’orecchio, poggiando la mano che teneva sulla mia guancia, alla base della mia schiena ed obbligandomi ad avvicinare maggiormente il mio torace morbido al suo duro come il marmo. Si è tolto la giacca del suo vestito, rimanendo unicamente in camicia bianca e cravatta allargata sul collo. È sexy, maledettamente sexy.
‘’Mmmh. Quando torneremo ci faranno sposare lo stesso’’ mi mordo il labbro inferiore, cercando di far rallentare il mio battito cardiaco che sicuramente lui riesce a sentire.
Maledetto freno a mano che ostruisce l’avvicinarsi dei nostri corpi!
La sua mano continua a carezzarmi la base della schiena, disegnando movimenti circolari. Come fa un movimento così semplice ad accendermi una fiamma nel corpo tanto potente da farmi fremere così spudoratamente? Odio il modo in cui tutta la mia razionalità e buon senso vada a farsi benedire al suo fianco.
Scuote la testa ‘’Spero che l’Irlanda ti piaccia. Ho degli amici che ci ospiteranno. Poi viaggeremo. Mica ti piaceva viaggiare? Visiteremo tutta l’Europa e poi andremo in America’’ sembra così sicuro di se, come se non ci fosse nessun intoppo nel suo piano geniale. Gli occhi luminosi, pieni di fiducia nel futuro.
Viaggiare, quella parola mi illumina visibilmente il viso. Non sono ma stata fuori dal mio paesello, se non per una gita a Londra, quindi l’idea che avremmo viaggiato mi esalta tantissimo anche se, allo stesso tempo, mi terrorizza a morte.
Ma, poi, la realtà mi si para davanti come uno sguardo in faccia.
‘’Ti sei dimenticato un particolare importante, dove li troviamo i soldi?’’
Il suo volto è ancora a pochi millimetri dal mio viso e mi distrae. Mi distrae fin troppo dai miei pensieri. Mi balena in testa, l’idea che lui lo faccia di proposito. Allearsi coi miei ormoni per potermi controllare!
‘’Col nostro matrimonio abbiamo ereditato una caterba di soldi, useremo quelli per quanto dureranno e poi lavoreremo. Qualcosa da fare saltuariamente, stando attenti a non usare carte di credito. Laila, siamo maggiorenni. Non possono cercarci o chiamare la polizia. Siamo liberi’’
Liberi, quella parola sa di dolce. Sa di gelato in una giornata calda. Sa di cioccolata bollente in inverno. Sa di zucchero filato. Di una pesca fresca mangiata sotto al sole. Di tè ghiacciato sulla spiaggia. Di pancake e caramello a colazione.
All’improvviso mi vengono in mente i miei genitori, i miei amici, mia sorella, Sofia, Marck. Ma non posso basare la mia vita su di loro, no? Devo prendere in mano il mio futuro e pensare solo ed unicamente a me stessa.
‘’Liberi’’ ripeto, come se non potessi crederci, gustandomi quella sensazione fantastica.
Sorride ‘’Ovviamente, sempre che tu voglia stare con me. Nel caso contrario sono disposto a darti metà dei soldi e…’’
‘’Zayn, smettila. Certo che voglio stare con te ma..’’. dire che sono stordita è poco. È successo tutto così in fretta che mi sta letteralmente spiazzando. Nel giro di dieci giorni l’ho odiato, disprezzato. Ho cominciato ad amarlo, anche. Ci sono andata a letto. Siamo stati così vicini ad essere sposati che mi vien da ridere al pensiero che adesso mi ritrovo qua, a fuggire come due perfetti pazzi. Dove pensa di andare? Come pensa che troveremo il denaro necessario per sopravvivere? È tutto così maledettamente… pazzo! Non ho mai infranto le regole in vita mia e adesso..adesso mi chiede di fuggire con lui. Chissà dove. Chissà per quanto tempo. Chissà come.
All’improvviso scoppio a ridere, ridere così forte da sembrare una psicopatica.
Mi ha appena proposto di scappare, proprio come io l’avevo proposto dieci giorni prima a Sofia. È tutto così strano! Sono terrorizzata dai piedi alla punta dei capelli. Non voglio che i nostri genitori vengano a riprenderci –ovunque ci troviamo- per i capelli e ci costringano a sposarci con la forza. Eppure, voglio che capiscano la nostra indipendenza. Il nostro distacco dalla casa dei genitori.
Mi siedo composta sul sedie, portandomi una mano davanti al viso, cercando di non ridere troppo forte ‘’Cosa ci trovi di così tanto divertente?’’ chiede, alzando un sopracciglio.
‘’Abbiamo mandato a monte il matrimonio! Chissà quanti soldi buttati nel cesso! Per non parlare di come saranno arrabbiati…’’
‘’Ecco la parte migliore..’’ mi porge il suo Iphone nero, mostrandomi un messaggio il cui mittente è Sofia –L’amore trionfa sempre :D- e una foto allegata di Tommy e Desy che si abbracciano mostrando le loro bellissime fedi nuziali.
‘’Oh. Mio. Dio’’
Gli occhi mi si riempiono di lacrime ‘’Sono bellissimi!’’ quasi grido, davvero felice. È una cosa fantastica. Che loro due si siano sposati, che il matrimonio non è stato annullato del tutto.
‘’Insomma, il matrimonio non è stato del tutto un fiasco’’.
Rimaniamo qualche secondo a guardarci negli occhi, è così bello. È proprio vero, l’amore trionfa sempre.
Zayn riprende la parola ‘’Ti va di mangiare qualcosa? Devi essere affamata’’
Il cuore mi batte, come se fossi una quattordicenne alla sua prima cotta. Ogni suo sguardo mi infiamma l’anima. È così che ci si sente a stare accento alla persone giusta? In un perenne limbo tra la pazzia e la felicità più totale?
‘’Zayn, hai notato il modo in cui siamo conciati? Non ho intenzione di andare in giro in questa maniera!’’ seppur quei vestiti siano meravigliosi non mi pare il caso di dar bello spettacolo di noi agli sguardi di camionisti affamati.
Rotea gli occhi al cielo, trattenendo un sorriso ‘’Prendi il calendario che è sotto il cruscotto e guarda la data’’.
Faccio come mi dice o meglio, mi ordina, e prendo tra le mani il mini-calendario.
Faccio scorrere le dita prima di fermarmi –Domenica 10 Febbraio 2013-
Zayn tenta di trattenere una risata ma io non capsico. Cosa sta cercando di dirmi? ‘’Zayn…’’
‘’Guarda le persone che sono in giro’’
Volto lo sguardo verso il parcheggio notando un paio di bambini vestiti da principesse e qualcun’ altro da pirata.
Scoppio a ridere capendo a cosa si riferisce ‘’è CARNEVALE!’’ grido, senza smettere di ridere.
‘’Quindi, non ci prenderanno per pazzi se per oggi andremo in giro conciati in questo modo. Intanto che troviamo degli altri vestiti, ovviamente’’
Lo guardo di sbieco ‘’Potevi anche  aggiungere al tuo piano geniale qualche vestito!’’ lo rimprovero bonariamente.
‘’Preferisco le fughe più improvvisate che si concludono con i protagonisti che fanno tanto esercizio fisico in mezzo al bosco, completamente nudi e, possibilmente, sotto la pioggia’’
Rido cristallina, guardandolo negli occhi per dimostrargli che quella frase così poco pudica non mi tocca minimamente. Con chi pensa di parlare? ‘’Non vedo l’ora di fare tanto esercizio fisico’’ dico, mentre sorrido maliziosamente.
Zayn fa per scendere dall’auto ma lo blocco per un polso ‘’Zayn?’’
‘’Uhm?’’
‘’Penso che possa funzionare’’ sorrido, imbarazzata nell’ammettere quelle parole.
‘’Lo penso anche io’’ sussurra, prendendo a baciarmi dolcemente sulle labbra.
 
 
 
Cinque anni dopo
 
‘’Allora, ne sei sicura?’’ la voce calda di Zayn mi solletica il viso mentre le sue mani mi cingono la vita in modo più che possessivo. Negli ultimi anni quel gesto è diventato familiare, eppure riesce sempre a suscitare in me le stesse emozioni che mi provocavano le prime volte:eccitazione e felicità allo stato puro. Come se mi iniettassi in vena una dose di adrenalina.
Non che la nostra ‘convivenza’ fosse stata del tutto pacifica, anzi, ma non era andata poi tanto male. Se si escludono gli oggetti lanciati contro al muro e frantumati, ovviamente.
Le sue mani possenti, il suo fisico scolpito, la mandibola pronunciata, gli occhi profondi e i capelli morbidi. Tutto di lui mi piace, ogni singolo tratto. Del suo aspetto fisico ma anche del suo carattere. Il modo in cui riesce a farmi arrabbiare e farmi sorridere nel giro di pochi istanti. Del prendermi in giro e farmi sentire la persona più bella del pianeta. La più adorata e allo stesso tempo la più ingenua.
‘’Sono sicura di te, del resto non mi importa proprio nulla’’ sorrido portando le braccia intorno al suo collo. Mi alzo sulle punte in modo da riuscire a lasciargli un leggerissimo bacio a fior di labbra carico di emozioni. Quelle labbra che a lungo ho baciato, morso, succhiato. Labbra che ho imparato a conoscere come se appartenessero a me in tutto e per tutto. Labbra che hanno più volte marchiato la mia pelle con evidenti succhiotti, ma che io stessa ho marchiato con graffi provocati dalla passione.
E che passione!
‘’Quando i nostri genitori lo sapranno..’’
‘’Quando i nostri genitori lo sapranno ci uccideranno. E indovina? Non vedo l’ora di dirglielo’’.
Non so da quando ho acquisito tutta quella consapevolezza di me stessa. So solo che lo amo e che voglio stare con lui. Adesso e per il resto della mia vita.
‘’Che bambina cattiva’’ mormora, mordendomi il lobo dell’orecchio mentre le sue mani si poggiano alla base della mia schiena proprio sopra il sedere. So che è tentato di palparmi il culo ma si trattiene.
‘’Non sai quanto’’ rispondo, maliziosamente mentre i nostri sguardi si legano con un filo invisibile fatto di amore e passione.
Da quando siamo fuggiti abbiamo passato il nostro tempo  viaggiare. Siamo stati in ogni posto possibile ed immaginabile. Ci siamo divertiti da matti, abbiamo visitato città bellissime ma allo stesso tempo è stata dura abituarsi a tutti quei cambiamenti. Lavori saltuari, hotel non sempre confortevoli e persone davvero strane trovate in giro. Abbiamo avuto i nostri momenti di debolezza in cui l’unica cosa che volevamo era strozzare l’altro, eppure siamo sopravvissuti. E ci siamo amati. Ci siamo amati così tante volte che ne ho perso il conto. E baciati. E toccati. Ci siamo vissuti fino alla fine, come dovrebbero fare tutte le coppie innamorate. Abbiamo imparato a sopportare l’altro, a comprenderlo, a minacciarlo di morte quando tenta di rubarti l’ultima patatina fritta e offrirgliela spontaneamente non appena riuscivi a riconquistartela.
Ci stacchiamo, quando sentiamo la voce di ometto basso e minuto che tenta di attirare la nostra attenzione. Porta uno smoking azzurro cielo e gli occhiali gli ricadono sul naso aquilino dandogli l’aria di un lillipuziano.
Mi stacco da Zayn, sorridendo appena e guardando il mio abito bianco che arriva appena a metà coscia.
Non è sicuramente paragonabile a quello che indossavo cinque anni prima, ma anche questo, con la gonna fatta di piume sintetiche ed il corpetto cosparso di perline, ha un non so che di particolare.
‘’Possiamo cominciare?’’
Guardo Zayn. Sorridendo come se avessi vinto alla lotteria, come se il luogo, il momento, l’abito e qualunque altra cosa fosse del tutto irrilevante paragonato a lui. Perché è lui il mio unico premio.
Mi ritrovo a ringraziare mentalmente quegli strambi dei nostri nonni che fino a poco tempo prima avevo odiato a morte. Se non fosse stato per loro, non avrei mai conosciuto l’amore della mia vita. Non l’avrei mai odiato a morte per poi amato alla follia.
Zayn mi guarda, sorridendo appena ‘’E chi l’avrebbe mai detto?’’
‘’Las Vegas è sempre stata la mia prima scelta, in fatto di matrimonio’’ rido, intrecciando la mano alla sua.
Si avvicina per sussurrarmi ad un orecchio ‘’Non vedo l’ora di trascorrere con te la nostra prima notte di nozze da signora Malik’’ lasciandomi un leggero bacio sull’incavo del collo mentre io mi crogiolo di felicità nell’udire quell’appellativo.
Si, grazie mille, nonno.
Spero solo che ai nostri genitori siamotantotradizionalisti non venga un infarto quando gli comunicheremo tuta la verità.
Ops.
 
 
 
Cara mamma, Caro Papà, Cara Farrah.
 
So che sono passati ben due mesi dalla mia ultima lettera e so che starete per chiamare degli investigatori privati per andare alla ricerca della vostra amata (e sprovveduta) figlioletta, ma non preoccupatevi! Sto benone.
Ci troviamo in America, vi rendete conto? Il mio sogno più grande si è realizzato!
A proposito di sogni. Un altro sogno si è realizzato, questa volta, però, il vostro.
Forse non nel modo in cui speravate che succedesse ma, finalmente, è accaduto.
Il 10 Febbraio 2018 io e Zayn siamo convolati a nozze. Da oggi sono la Signora Malik. Non arrabbiatevi del fatto che non vi abbiamo invitati, non avreste gradito per niente la cerimonia. È stata molto informale. I testimoni li abbiamo raccattati in un casinò di Las Vegas e il nostro ‘Parroco’ ( sempre che si possa considerare tale un individuo che compra la sua carica su internet) è stato un uomo basso, paffuto e alquanto buffo. Scommetto che Farrah l’avrebbe adorato. Ma sapete, è stato bellissimo. Lo amo davvero tanto e (seppur i vostri sforzi siano stati immensi) non avrei potuto immaginare un matrimonio migliore!
Non vedo l’ora di rivedervi, magari faremo un salto da voi presto! Chissà come deve essere cambiata Farrah! Si sarà fatta una bella signorina! Zayn è pronto a comportarsi da fratellone maggiore per proteggerla da qualsiasi individuo di sesso maschile di azzardi a provarci con lei.
Ma, bando alle ciance, se siete arrivati a questo punto significa che non avete avuto ancora nessun infarto e ne sono contenta.
 
Spero di rivedervi presto, mi mancate moltissimo!
 
La signora Malik (si, ho intenzione di scriverlo ovunque!)
 
P.s. Visto che siete così forti di cuore vi devo dare un’altra notizia. Fra otto mesi la nostra fuga dovrà fermarsi e stabilirsi da qualche parte visto che avremo tra i piedi un piccolo Malik che girerà per casa!
 
P.p.s. Farrah, conosci la procedura in caso di infarto, vero?
 
 
 
Spazio autrice.

Postando questo capitolo si concretizza il fatto che la storia è conclusa *piange e si dispera*.

ok, torniamo seri.
Vorrei davvero ringrazirvi. vorrei ringraziarvi uno per uno ma -detto tra di noi- sono troppo pigra lol

Quindi, tu, ragazza che stai leggendo questo sclero. sappi che ti ringrazio infinitamente per aver letto questa storia!

So che some storia non è 'lunghissima' ma che senso ha 'allungare il brodo'? secondo me diventa noioso lol

spero che il finale non vi abbia deluso! 

un bacione <3

p.s. non è in programma un continuo di questa FF ma se vi piace come scrivo tenete d'occhio la mia pagina, non riesco a stare a lungo senza scrivere lol
 
ci terrei tantissimo se mi seguiste su twittaaahhhh! ricambio  :D Twitter
 
 
 
 
 
 
 
 

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