Dangerous spy.

di youmakemejoyful
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - I ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***



Capitolo 1
*** Prologo - I ***


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Ho sempre amato vivere nel mistero e nelle sorprese ma... in questo caso no.

Le mie amiche mi dicevano che dovevo vivere la mia vita di più, in parole povere passavo più tempo in camera a leggere o a guardare un film invece di uscire e troieggiare nei classici pub che si trovavano nella costa californiana, ma che ci potevo fare? Non mi apparteneva quella vita!
L'estate era appena finita e questo sarebbe stato il mio primo anno, si ero una matricola, mi dirigevo verso la mia aula di filosofia, amavo quella materia, mi faceva capire l'essenza della vita; canticchiavo un motivetto, lo facevo spesso perché credevo che la vita accompagnata dalla musica fosse migliore, amavo la musica, no amare è riduttivo io vivevo di musica e tutto quello che la circondava, ero così presa dalla canzone che cantavo che andai a sbattere con un ragazzo, tenni gli occhi bassi non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo per la vergogna "matricole del cazzo" disse la voce della persona che avevo fatto cadere, e mi sentii ancora più in colpa e in imbarazzo "sc-scusa" riuscì a dire solo questo mentre scappavo, quel giorno fu fatidico, ebbi l'odio di quel ragazzo per tutt i lunghi anni del liceo, non ebbi solo quello, mi prese in giro e mi fece diventare lo zimbello di tutta la scuola, lo odiavo, odiavo Niall Horan.
Quando passarono 5anni dal diploma, mi laureai e feci uno stage da regista, quello che avevo sempre desiderato fare.
Avevo un appuntamento quella sera al 637 un locale sulla statale che avevano appena inaugurato, lui si chiamava Jonh credo me lo aveva presentato la mia amica Cary, ero appena uscita da una relazione disastrosa e lei me lo presentò per compassione; stavamo parlando del più e del meno davanti un piatto di aragoste e sentii uno sparo e vidi Jonh disteso nella sedia privo di sensi, mi sentii tirare e venni portata fuori dal locale, cercavo in tutti i modi possibili di dimenarmi ma non ci riuscì, entrai in una macchina e cominciai ad urlare e a piangere e mi tapparono la bocca e fu in quel momento che vidi lo sguardo del ragazzo che mi rovinò la vita, Niall Horan, di nuovo lui. "Sta tranquilla America - oh wow si ricordava il mio nome - eri solo nel posto sbagliato durante il momento sbagliato, ma sei un testimone oculare di un omicidio e devi stare al sicuro quindi... sei costretta a stare con me" che odio che provavo per lui, il suono della sua voce mi ha sempre dato fastidio "Chi mi dice che con te starò al sicuro?" gli risposi con tono di sfida ma che nascondeva paura e shock, avevo appena visto una persona morire capperi! "Lo sei e basta - mi rispose - ora sarai sotto shock, dobbiamo andare in un luogo sicuro" si lo ero.







 

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Capitolo 2
*** II. ***


II
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Non sapevo che fare, ero un misto di shock, paura e rabbia.
Non sapevo se fidarmi di Niall, dopo tutto quello che mi aveva fatto, mia aveva rovinato gli anni migliori, aveva fatto in modo che tutta la scuola mi prendesse in giro e che non avessi nessun accompagnatore per il ballo. Ripensare a tutto quello che mi aveva fatto in quel momento non fu positivo infatti mentre lui guidava in una lunga ed interminabile autostrada io gli dissi "fermati, voglio scendere!" avevo le lacrime agli occhi, non fu facile superare quello che mi aveva fatto ma ci riuscì dopo tanto tempo e non poteva ritornare dopo che mi aveva prelevato dal ristorante in cui fu ucciso il mio accompagnatore, come potevo rimanere lì?
"vuoi scendere? va bene! Scendi" mi disse offeso, si fermò nel bel mezzo del nulla ed io scesi pensando che avrei trovato qualcosa ma nemmeno il tempo di mettere un piede fuori che una pallottola colpì il finestrino dello sportello, rimasi imbambolata, sentì solo Niall che mi diceva di chiudere lo sportello mentre lui lanciava spari a raffica, tremavo ero spaventata e vedere lui che correva come un pazzo con una mano nel volante e una fuori dal finestrino con la pistola in mano non mi era per niente d'aiuto, capii che l'aveva(mo) ucciso quando Niall sparò nel serbatoio della benzina e tutta la macchina prese fuoco, cominciai a piangere
"Chi sei - urlai - chi cazzo sei?" gli dissi quando ci fermammo più lontano, avevo paura.
"Sanno chi sei, cazzo" disse fra sé e sé, sbattendo le mani nel volante per rabbia, era arrabbiato lui? Bah.
"Ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta" gli dissi fermando le sue mani
"Non posso permettere che tu sappia pure questo, hai già visto troppo! Ti basta sapere che con me starai al sicuro ma se decidi di andare, puoi farlo... ma non vivrai più di 10 minuti!" disse con il suo classico tono presuntuoso ma questa volta anche protettivo, avrei deciso di rimanere con lui anche perchè fino a 10 minuti prima avevo messo un piede fuori e scatenai una carneficina
"Okay, rimango con te ma solo perchè ho una vita davanti e non posso morire, non devo - gli risposi - ma voglio farti almeno una domanda e pretendo che tu mi risponda" dovevo capire cosa stava succedendo
"Va bene Smith - bene ricordava anche il mio cognome, non ci credo - solo una" non rimaneva che scegliere una domanda che poteva racchiudere tutti quelli che erano i miei dubbi.
"Perchè hai ucciso queste persone?" gli domandai, ero fiera della domanda che gli avevo fatto
"Di sicuro non per hobby; vogliono una cosa che ha la mia agenzia" rispose, fece nascere altri dubbi mentre le certezze scomparivano
"Che agenzia?" gli domandai come una se fossi una bambina che chiede ai suoi genitori com'era nata
"Ehi, era solo una domanda" disse ridendo e continuando a guidare quella che una volta era una macchina
"Ti ho mai detto che ti odio Niall Horan?" gli dissi con tutto il rancore che provavo
"Svariate volte Smith, svariate volte - parlò sghignazzando - ma comunque a parte l'odio reciproco abbiamo un problema, ora sanno di te e tu devi imparare a difenderti" mi sembrava quasi premuroso
"Okay, imparerò ma solo se mi concedi una domanda al giorno" gli dissi, dovevo capirne qualcosa
"Okay okay - fece un sospiro - ma te la posso fare io una domanda?" mi chiese
"L'hai già fatta mi dispiace" risi forse per la prima volta da quando ero stata prelevata dal 637 e mi sembrò che anche lui accennò un sorriso
"Ma dai - fece la faccia da cucciolo - ti prego ti prego ti preeeeego" Niall Horan, il ragazzo più odioso che faceva la faccia da cucciolo? No non credevo ai miei occhi.
"Ti dico si solo per farti smettere di dire ti prego" gli dissi ma in realtà mi era sembrato dolce per la prima volta
"Grazie - disse soddisfatto - sei ancora arrabbiata con me? Dopo cinque anni?" perchè mi fece proprio quella domanda? Si aspettava che gli dicevo di no? Che mi fossi dimenticata tutto quello che mi aveva fatto?
"Si e non mi va di parlarne, io voglio solo tornare a casa viva e con i connotati al posto giusto se è possibile" avevo già ricordato troppo per quel giorno
"Okay tornerai a casa sana e salva, è una promessa" mi disse.  
Il tragitto che percorremmo durò più o meno tre ore ed io dormì per la metà di quelle. Speravo che fosse solo un sogno ma quando mi risvegliai ero sempre lì in macchina con lui ma la macchina non era la stessa
"hai cambiato la macchina o sto ancora dormendo?" gli chiesi io con la voce impastata dal sonno
"ho rubato una macchina con quella di prima ci potevano rintracciare troppo facilmente" sussurrò, era stanco ci vedeva  benissimo ma non poteva rubare macchine come se niente fosse capperi.
"hai rubato una macchina?" urlai, un altro shock
"fai peggio per una macchinetta e non per un uomo morto? Sei strana America" disse sempre con tono basso e sbadigliando
"Okay hai ragione ma è stata al goccia che è fatto traboccare il vaso  - risposi - mi sembri stanco vuoi che guidi io?" alla fine si poteva fidare di me, sapevo guidare benissimo.
"Tranquilla fra due minuti arriviamo" infatti arrivammo dopo nemmeno due minuti all'inizio mi era sembrato un condominio normale ma quando finimmo di salire la scale e arrivammo nel piano giusto Niall dovette mettere un codice di sicurezza lunghissimo per poter entrare dentro quella che sembrava un loft
"tu va' a riposarti - mi disse indicandomi la camera da letto - io devo contattare una persona a domani America, che poi sarebbe già oggi" risi ricambiandogli la buona notte, non so come riuscì a dormire quella notte forse solo per pura stanchezza ma non credo dato che ero stata fra le braccia di Morfeo per metà del viaggio.
La mattina seguente mi svegliai con un forte mal di testa e non volevo alzarmi dal letto ma dopo dieci minuti di dolce far nulla nel letto Niall venne a svegliarmi con un rude calcio nella porta, come avevo potuto pensare, anche se per un millesimo di secondo che fosse cambiato?
"Ti dovrebbero premiare per la tua grande delicatezza testa di cazzo" mi scusai con me stessa per la franchezza usata ma quel ragazzo faceva uscire la parte peggiore di me
"Già me lo hanno dato arrivi tardi - rise - comunque ti devo portare in un posto, sei pronta?" no ma lo faceva apposta?
"Con che vestiti mi dovrei cambiare scusa?" dimenticava questo piccolo dettaglio
"Giusto.. dobbiamo pensare anche a questo - sospirò - ora andiamo" ci bastò solo scendere di  cinque piani ed eravamo arrivati, Niall mise il solito codice ed entrammo
"Bentornato signore, la stanno aspettando - disse un uomo indicando una sala con ventri trasparenti - è in ritardo" ci avviammo verso questa sala io avevo un passo molto insicuro e stavo attacca a Niall, in fin dei conti era l'unico che conoscevo in quella stanza. 
"Signorina Smith si sieda qui - mi disse una signora, già il fatto che fosse femmina mi tranquillizzò - e lei signore le sieda accanto" Niall obbedì, ma come sapeva il mio nome?
"Benvenuta nella sede centrale della C.I.A.  - continuò sempre lei - abbiamo avuto l'okay dal nostro superiore per poterle dire cosa sta succedendo" finalmente pensai
"Posso dirglielo io? - Niall interruppe la signora e lei acconsentì con un cenno - America, vedi... sono una spia" UNA CHE?




Non è lunghissimo lo so, ma i primi capitoli saranno così.
Questa è una mini-long ed avrà 15 capitoli c:
grazie per essere rimasto a leggere fino a qui x




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Capitolo 3
*** III. ***


III.

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Avete presente quel momento in cui non sapete cosa dire e cosa pensare? Bene, io ero in quella situazione.
"Ho bisogno di aria" dissi ripercorrendo il percorso fatto per entrare, le guardie mi lasciarono passare quasi abituate, corsi non curandomi di avere un vestito aderente, mi fermai nel parcheggio del condominio. Mi lasciai cadere per terra, volevo spegnere i pensieri che vagavano nella mia testa. Niall era una spia, di quelle che uccidono e che possono essere uccisi ed io ero a rischio stando accanto a lui. Ero spaventata, ero shoccata e ero a rischio di vita.
"America - sentii una voce, la voce, interrompere i miei pensieri - mi dispiace" la sua voce sembrava veramente dispiaciuta, non avevo mai visto quel lato di Niall
"Di che ti dispiaci? E' il tuo lavoro" gli risposi, in fin dei conti io non ero nessuno per farlo smettere o per fargli rinnegare la sua vita
"Mi dispiace averti messo in mezzo, non era prevista la tua presenza quella sera" era destino pensai
"E' assurdo - sospirai - al liceo mi uccidevi con quelle prese in giro e adesso sei la mia unica ancora di salvezza" lui sorrise sentendo quelle parole
"Sai che mi dispiace per quello che ti ho fatto al liceo..." cercò di scusarsi guardando il basso
"Tranquillo, storia vecchia... quando devo cominciare ad addestrarmi?" chiesi, un volta imparato ad uccidere avevo intenzione di menarlo un po' ma amichevolmente... si
"Domani - disse - ora ti devo accompagnare a casa così che tu prenda tutte le cose che ti servono" si avviò verso una macchina, ne aveva le chiavi quindi non era rubata.
"Ho una domanda al giorno, quella di stanotte vale come ieri? Ti prego dimmi di si" eravamo  metà del viaggio e nessuno dei due proferiva parola
"Guarda, per buona condotta te ne concedo una" mi rispose con lo sguardo fisso nella strada
"Grazie - sorrisi anche se lui non mi stava guardando - come sei diventato una spia?" cioè per me era assurdo pensare che lui fosse una spia
"Mi hanno notato al liceo durante una partita di football, schiacciavo nel vero senso della parola gli avversari, mi hanno addestrato e adesso sono cinque anni che lavoro per loro - fece una pausa guardando lo specchietto retrovisore - vedi quelli dietro di noi?" mi chiese
"Si" dissi semplicemente preoccupata
"Bene ci seguono da un bel po' e mi sembrano armati, tieniti" ecco un'altra cosa che odiavo di Niall Horan, le sue spiegazioni, le riteneva tali?
Dopo avermi detto di tenermi io mi aggrappai al sedile come un koala mentre lui faceva inversione ad 'U' e tirando fuori una pistola dal baule della macchina uccise coloro che stavano per farci fuori. Non l'avrei mai ammesso ma, Niall Horan quando uccideva era particolarmente eccitante.
"Puoi per favore smettere di uccidere gente come se niente fosse?" era eccitante si ma ancora non mi ero abituata alla morte di una persona perciò le lacrime scendevano da sole
"America ti prego non piangere - fermò la macchina - sto cercando di difendere me e sopratutto te"
Me, ma che avevo fatto io? Avrei rinfacciato a Cary per tutta la vita per avermi fatto uscire con quello lì.
"Ma perché vogliono anche me? Che cosa gli ho fatto?" lacrimavo non piangevo.
"Sai America io non ho mai salvato nessuno, quando uccido di solito uccido tutti i testimoni oculari ma non ho ucciso te e per questo loro credono che tu sia una persona importante" ..ero stata l'unica che lui aveva mai salvato
"Perchè mi hai salvato? Cioè hai passato cinque anni a farmi stare male avevi l'occasione di uccidermi e non lo hai fatto?" più passava il tempo più non capivo quel ragazzo
"E' una domanda al giorno ricordi?" ed ecco tornato il classico ed odioso Niall Horan.
Arrivammo davanti casa mia verso l'alba ero la reincarnazione della stanchezza e non so con che forza riuscì ad entrare a casa
"Sbrigati" mi disse Niall con una pistola in mano che controllava il perimetro, da un lato faceva ridere
"Posso farmi una doccia o mi è vitata pure quella?" chiesi sarcasticamente perchè qualunque fosse stata la sua risposta io me la sarei fatta comunque infatti la feci.
"Smettila di guadare le mie cose Horan e andiamo che sono pronta" gli dissi quando finì di prepararmi
"Sei brava America, te ne sei occupata tu dell'annuario quasi dimenticavo" si complimentò con me uscendo dallo studio fotografico e videografico che avevo in casa, era la mia passione, la cosa che amavo più fare.
"Grazie - arrossì - andiamo?" abbassai lo sguardo
"Si.." prese la giacca e andammo via
Viaggiamo per altre tre ore circa, passavamo più tempo in macchina che per terra, parlammo della nostra vita e di come proseguì dopo il liceo, più scorrevano i minuti più sentivo che il rancore che provavo per lui si faceva sempre meno nitido.
"Siamo arrivati" disse Niall fermandosi davanti una villa, percorremmo il vialetto ed entrammo
"Bene - proseguì sempre lì - io sono stato addestrato qui, ti può sembrare una semplice casa ma non lo è"
"Se c'è qualcosa che ho imparato in questi due giorni è proprio che l'apparenza inganna" risi interrompendolo
"Esattamente America, vivremo qui fino a quando non riterrò che sei pronta e si sarò il tuo addestratore" sorrise dicendo l'ultima cosa
"Bene - dissi sarcasticamente - ma se ci dovessero attaccare?" chiesi preoccupata solo all'idea di un'altro morto
"Siamo fuori dal gps, non ci dovrebbero trovare, infatti siamo costretti a non poter comunicare con nessuno"
"Ma la mia famiglia?" chiesi ancora più preoccupata
"Abbiamo mandato un messaggio a tutti i tuoi cari dove dici che sei partita per un viaggio di riflessione" avevano pensato proprio a tutto... e questa cosa mi terrorizzava
"Tu mi stai dicendo che..."
"Si siamo isolati - finì la mia frase - ora va a riposarti che domani cominciamo"
Io mi chiedo il perchè di tutto questo, cioè ero così tranquilla nella mia casetta nel centro di Los Angeles e venni trasportata in una dimensione completamente diversa.





SAAAAAALVE.
Questo capitolo è di passaggio e personalmente non mi convince molto ma devo ringraziare Catherine per aver letto il capitolo e per avermi consigliato di pubblicarlo.
Love ya, manu x

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