Nuovi incontri

di Sara_Chuck
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo arrivo. ***
Capitolo 2: *** Un ritorno inaspettato. ***
Capitolo 3: *** Rivelazioni. ***



Capitolo 1
*** Un nuovo arrivo. ***


Salve a tutti. :)
Come avevo già anticipato nell'introduzione, questa è la mia prima fanfiction, anche se scrivo ormai da qualche anno, quindi non preoccupatevi. xD
La storia tratterà principalmente l'arrivo di questa misteriosa ragazza e di tutti gli avvenimenti che accadranno successivamente al suo arrivo, come il ritorno inaspettato di Itachi a Konoha, l'interesse che Sasuke sembra provare verso di lei.
Il motivo che spinge il maestro Kakashi a tacere le sue origini, pur essendo l'unico che sembra effettivamente conoscerle.
E l'inspiegabile somiglianza tra la ragazza e i genitori di Naruto, infatti lei ha gli stessi occhi di Minato e i capelli rosso fuoco, proprio come Kushina.
Che altro dire, spero di avervi incuriosito e che la storia vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio e buona lettura. <3
 

 

 

Quella mattina la luce del sole sembrava essere molto più intensa del solito, questo fu il primo pensiero della ragazza con splendidi capelli rossi, non appena i suoi occhi si aprirono.
Il suo sguardo vagò per la stanza, alla ricerca di un qualsiasi oggetto che per lei poteva essere familiare, ma era inutile, era nuovamente in viaggio verso un altro villaggio, nella stanza di un albergo che non aveva mai visto.
Come poteva sentirsi a casa?
La sensazione di trovarsi in un posto da chiamare casa, circondata di amici e di persone che le volevano bene, lei non l'aveva mai provata.
Si alzò dal letto sbuffando leggermente, facendo attenzione a non fare rumore, per non svegliare la figura ancora addormentata sull'altro lato del letto.
Camminando sulle punte, si recò in bagno, aprendo il il getto d'acqua fredda della doccia in un unico, semplice gesto.
Si tolse i vestiti e lasciò che i piccoli getti d'acqua le scivolassero sulla pelle diafana, accarezzandola. Mentre lei si perdeva tra i suoi pensieri, chissà dove il destino l'avrebbe condotta questa volta.
Uscì dal bagno gettando i vestiti vicino al bordo del letto, mentre dava una rapida occhiata al ragazzo disteso sul morbido materasso, il petto che si alzava e si abbassava a ritmo del suo respiro.
Non aveva idea di come potesse dormire così beatamente, una strana morsa le stringeva lo stomaco e l'ansia l'aveva accompagnata per tutta la giornata, non lasciandole nemmeno la possibilità di dormire tranquillamente.
Infatti aveva passato la notte appena trascorsa a rigirarsi nel letto, senza chiudere praticamente occhio.
Aprì il cassetto afferrando un reggiseno e un paio di mutandine, che si infilò, richiudendo poi il cassetto, che le scivolò di mano, facendo più rumore di quanto lei avesse voluto.
Si morse il labbro inferiore, voltandosi lentamente verso il letto, ma rimase stupita nel vedere che era completamente vuoto.
Com'era possibile?
L'aveva visto fino a pochi secondi prima, ne era sicura, eppure..
Non fece in tempo a farsi altre domande, che sentì delle mani calde e sicure cingerle i fianchi, non dovette nemmeno voltarsi per sapere di chi si trattava, ma lo fece ugualmente e come aveva immaginato si ritrovò a fissare degli splendidi occhi color ossidiana, che a loro volta la fissavano divertiti.
“Ti ho fatto paura?” Le chiese il ragazzo, il tono di voce calmo e sensuale, che stonava appena con la piccola traccia di divertimento che gli si leggeva sugli occhi.
“Affatto, ma se il tuo scopo era quello, allora avresti fatto meglio ad indossare una maschera.” Scherzò la ragazza, mentre poggiava la mano su quella di lui, ma senza intrecciare le loro dita.
“Grazie per il suggerimento, ma il mio intento era leggermente diverso.” Chiarì lui, afferrandola per i fianchi più saldamente, per farla voltare, in modo che i suoi occhi incrociassero quelli di lei.
La ragazza schiuse le labbra per replicare, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, le labbra calde di lui si posarono sulle sue, lasciandole una scia di brividi su tutto il corpo, mentre lei rispondeva al bacio con maggiore interesse.
Senza staccare le labbra da quelle del ragazzo, andò ad intrecciare le dita tra i suoi capelli, mentre lui la trascinava verso il letto, facendola sdraiare su di esso, mentre lui le si posizionava sopra.
“Dove siamo diretti questa volta?” Riuscì a chiedere lei tra un gemito e l'altro, mentre le labbra di lui le sfioravano il collo, la spalla, il petto.
“A Konoha, al villaggio della foglia. Vedrai, ti piacerà.” Rispose lui a un soffio dalle sue labbra. Prima di impossessarsi di nuovo di quelle di lei, facendola ansimare.
“Quando dovremmo partire?” Chiese curiosa, prima di sentire le abili mani di lui slacciarle il reggiseno, scoprendo così il seno prosperoso e le dita premere sul capezzolo ormai turgido.
“Mmh..dovremmo metterci in cammino per le nove di questa mattina.” Sussurrò appena il ragazzo, prima di posare le labbra sul seno di lei e succhiarne il capezzolo.
Un gemito le scappò dalle labbra, che le impedì di rispondere, o persino di articolare un pensiero.
Chiuse gli occhi, assaporando le sensazioni che ogni volta lui le faceva provare, poi voltò il capo in direzione della finestra e il suo sguardo si posò inevitabilmente sul comodino.
La sveglia segnava le 9:08, a quanto pare dovevano rivedere i loro progetti.
“Non vorrei rovinare il momento, ma credo che siamo in ritardo sulla tabella di marcia.” Fece notare lei, un sorrisino prepotente dipinto sul viso d'angelo.
Prima che lui potesse ribattere, o dire qualsiasi cosa, ribaltò la situazione con un colpo di reni e si posizionò sopra di lui, abbassandosi per baciare il suo collo, la clavicola e il ventre piatto e muscoloso.
“Sono certo che ci divertiremo a Konoha.” Garantì lui, uno sguardo malizioso e tutt'altro che rassicurante dipinto sul volto pallido, mentre la afferrava per i fianchi e la trascinava nel baratro del piacere.

* * * * *

“Non cambierai mai, testa quadra.” La voce di Sasuke rimbombò attraverso le sottili pareti della stanza, e non bastò altro per scatenare una vivace risata di gruppo, che coinvolse praticamente tutti, tutti tranne Sasuke.
Il tono sprezzante ma divertito che aveva usato, non lo aveva di certo fatto uscire di proposito, era serio quando diceva che Naruto sarebbe rimasto sempre lo stesso e non era certo che fosse un fattore positivo ai suoi occhi.
Nonostante tutto evitò di aggiungere altro, fingendosi divertito dalla situazione quanto i suoi compagni di allenamento.
Ino e Sakura provavano alcune tattiche illustrate da Kakashi, Neji e Inata rafforzavano il Byakugan, Rock Lee e Ten Ten provavano nuove tecniche di arti marziali assieme al maestro Gai e il resto del gruppo composto da Temari, Shikamaru, Kiba e Choji, si affrontavano in lotte corpo a corpo cercando di capire le loro debolezze, per renderle minime e fare in modo che non li ostacolassero durante il combattimento.
Sasuke aveva accettato, anche se sotto costrizione di Kakashi, di allenarsi assieme a Naruto, almeno per quella sessione, ma non riusciva ad imparare niente di nuovo.
Naruto faceva sempre gli stessi errori, perciò era impossibile per lui riuscire a migliorare, se Naruto non riusciva nemmeno a capire dove sbagliava.
Come se non bastasse i suoi errori erano futili, era impossibile non individuarli e se lo scopo di questo allenamento era usare lo Sharingan per un periodo continuato, era certo che stesse solo perdendo tempo.
Non ci voleva di certo l'abilità dello Sharingan per accorgersi degli errori di Naruto, la sua tecnica era decisamente scarsa, ma d'altronde Kakashi non poteva che metterlo in coppia con un pivello, così poteva evitare che imparasse troppo in fretta grazie allo Sharingan e diventasse da subito superiore ai compagni.
Ma era proprio questo il suo scopo, lui voleva essere il migliore e dimostrare a se stesso che poteva riuscire in tutto, qualsiasi sfida, contro qualsiasi avversario gli si presentasse davanti.
Scosse la testa, scacciando quei pensieri dalla sua mente, ritornando inevitabilmente alla realtà.

Naruto ancora a terra sembrava il più divertito di tutti e non la smetteva più di ridere, ma stranamente la cosa non irritò Sasuke più di tanto, non più del solito almeno.
“Allora, vogliamo continuare?” Chiese a Naruto, mentre gli porgeva una mano per aiutarlo ad alzarsi.
 

* * * * *

“Eccoci arrivati.” La avvertì, posando a terra entrambe le valigie, per respirare a pieni polmoni il vento che gli soffiava sul volto e gli faceva venire in mente una marea di ricordi.
La ragazza si ritrovò ad osservare un panorama che aveva già visto, non sapeva precisamente quando o come, ma sapeva che non era la prima volta in cui i suoi occhi si posavano su quelle case, sulla montagna scolpita da quei cinque volti, o sui palazzi più alti.
Senza rendersene conto, si ritrovò a fissare le figure scolpite sulla montagna che si stagliava dinanzi a loro, in particolare sul quarto viso, che a lei sembrava quasi famigliare.
Un'ondata improvvisa di tristezza la avvolse, facendole quasi perdere l'equilibrio, ma se ne rese conto in tempo, tanto che non si mosse più di tanto, indietreggiò solo di un piccolo passo.
“Qualcosa non va?”
La voce preoccupata del ragazzo accanto a lei la fece risvegliare dal suo stato di semi incoscienza, si voltò verso di lui sorridendo e scosse la testa con fare sicuro.
“Ve bene, allora andiamo.”
Queste furono le ultime parole che gli sentì pronunciare, prima di mettere piede in quel villaggio, che per le prima volta nella sua vita, sentiva di poter definire come la sua casa.
 

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Capitolo 2
*** Un ritorno inaspettato. ***


Avanzarono a passo lento per le strade del villaggio, ogni passo rappresentava per lei uno sforzo, come se avanzare in quell'atmosfera tranquilla, fosse sbagliato, innaturale.
Era ormai pomeriggio inoltrato e la luce del sole scaldava il paesaggio circostante, rendendo le mura degli edifici e la terra su cui camminavano più calda di quanto lei fosse abituata a sopportare.
Non aveva idea del motivo che avesse spinto il ragazzo accanto a lei a voler arrivare fino a questo villaggio, che tra l'altro si trovava molto lontano da dov'erano partiti, ma era certa che non fosse un caso, dato che un leggero sorriso beffardo aveva accompagnato il viso di lui, per tutta la durata del loro tragitto.
Naturalmente aveva preferito non indagare, fare finta di niente era stata la cosa migliore, almeno aveva potuto godersi il viaggio in santa pace.
Era una ragazza simpatica e allegra, ma amava anche il silenzio, proprio quello che mancava in questa ridente cittadina, o almeno, così le sembrava.
Continuò ad avanzare al fianco del suo compagno di viaggio, fino a che non lo vide fermarsi in prossimità di un albergo.
Un altro.
Non sarebbe mai cambiato niente.
“Hai intenzione di rimanere li impalata ancora a lungo?”
Il tono sarcastico nella voce di lui era evidente, tanto che lei lo fulminò con un'occhiata, prima di alzare gli occhi al cielo e seguirlo all'interno dell'edificio.
Se non gli aveva risposto per le rime, era solo perchè non aveva nessuna voglia di discutere, lei sapeva perfettamente com'era fatto e aveva imparato che questo era il suo modo di fare, non lo faceva apposta.
Non sempre, ecco.
Si guardò intorno e studiò l'ambiente circostante, molto sobrio, anche se un po impersonale per i suoi gusti.
“Ti dispiace se ti aspetto fuori?” Gli chiese, la voce ridotta quasi ad un sussurro.
Le mancava l'aria.
Probabilmente lui se ne accorse, perchè scosse immediatamente la testa, così lei si defilò, uscendo velocemente dalla porta d'ingresso.
Fece qualche passo in avanti e attraversò la strada, poggiando la schiena alla staccionata in legno, alzando poi gli occhi verso il cielo limpido, azzurro, proprio come i suoi occhi.
Due bambini le passarono accanto, ma erano troppo concentrati a discutere, per notare la sua presenza.
“Ho sentito che molti dei ninja del villaggio si stanno ancora allenando con Kakashi, all'arena di combattimento.” Disse con entusiasmo il più alto tra i due.
“Non pensarci nemmeno. Non ti accompagno fino all'arena, tanto non ci faranno nemmeno entrare, siamo troppo piccoli.” Rispose prontamente l'altro, sbuffando sonoramente.
Un piccolo sorriso comparve sulle labbra della ragazza, ma si spense subito, non appena ripensò alle parole di quei due bambini.
Kakashi.
Da quanto non sentiva pronunciare quel nome?
Da un sacco di tempo ormai, ma non abbastanza perchè dimenticasse il suo viso.
“A cosa stai pensando?” Le chiese il suo compagno di viaggio, avvicinandosi a lei, quanto bastava perchè lei riuscisse a sentire il suo respiro caldo sul collo.
“A niente a dire il vero.” Mentì prontamente, non le piaceva raccontare i fatti suoi a nessuno, figuriamoci rendere qualcuno partecipe dei suoi pensieri.
Lui sorrise, un sorriso furbo, ma non replicò, lasciando scivolare il discorso, come se non avesse importanza e in fondo era così.
“Dove andiamo?” Domandò, voltandosi verso di lui.
I suoi occhi la scrutavano, ma lei non riuscì ad intravedere niente nella sua espressione, sentiva solo che si stava perdendo nei suoi occhi scuri, secondo dopo secondo.
“Mi fa piacere che tu l'abbia chiesto, ma credo che in fondo tu l'abbia già intuito.” Si sentì rispondere, gli occhi di lui ancora proiettati nei suoi, che come una calamita l'attiravano verso l'oscurità infinita, nient'altro si celava dietro quelle pozze nere come il petrolio.
La ragazza inarcò un sopracciglio, non aveva capito a cosa si stesse riferendo.
Lui le accarezzò una guancia, abbassando il capo verso di lei, in modo che le loro labbra quasi si sfiorassero.
“La nostra prossima meta è l'arena dei combattimenti.” Chiarì lui, dandole un bacio decisamente poco casto sulle labbra.
L'ombra di un sorriso aleggiava chiaramente sulle sue labbra, fu la prima cosa che lei notò quando lui interruppe quel contatto.
“Credo che siamo abbastanza grandi per poter entrare.” Concluse lui, ammiccando leggermente con fare divertito.
Facendole chiaramente capire, che era presente quando i due bambini le erano passati accanto.
 

* * * * *
 

“Andiamo lumaca, vuoi darti una mossa?” La voce spazientita del minore degli Uchiha venne udita in maniera forte e chiara da Kakashi, che pigramente sfogliò una pagina del libro che stava leggendo, abbassandone appena la copertina, per riuscire a vedere come se la cavavano i suoi allievi.
Si alzò in piedi, poggiando il libro sulle gradinate, che fino a pochi secondi prima gli facevano da materasso.
Si avvicinò ai due ragazzi, le braccia conserte, ma sul volto era dipinta un'espressione di finta sconfitta.
Sapeva che quei due non sarebbero mai riusciti a lavorare da soli lasciandolo riposare in santa pace, ma se non altro era divertente rimproverarli, proprio come quando erano bambini.
Sasuke teneva i piedi ancorati al soffitto e guardava in basso, verso il suo compagno di allentamento, che al contrario di lui, era seduto a gambe incrociate sul pavimento e si rifiutava di muoversi.
“Insomma Naruto, non mi dirai che dopo tutti questi anni, io ti debba ancora paragonare a Sasuke, per ottenere dei risultati da te.”
Il biondo non rispose, voltando la testa dall'altra parte, facendo finta di non ascoltare la voce del suo maestro, ma pochi secondi dopo il suo silenzio fu interrotto dal brontolio del suo stomaco.
Questo scatenò una furiosa risata del giovane, che si strinse l'addome e finse un'espressione di dolore, al continuo brontolio provocato dal suo stomaco vuoto.
“Siamo sempre alle solite.” Confermò Kakashi, alzando il palmo delle mani verso l'alto, come a voler invocare un aiuto divino, che sapeva non sarebbe mai arrivato.
“Dobe, vuoi fare una pausa?” Domandò Sasuke, squadrando Naruto con lo sguardo.
La risposta era ovvia, tanto che il ragazzo non l'aspettò nemmeno.
Bastava guardarlo, era distrutto, per oggi era arrivato al limite.
“Sasuke puoi andare per oggi, è inutile che rimani qui.” Lo informò Kakashi, viste le condizioni di Naruto, era inutile trattenerlo ancora.
Il moro sbuffò, lanciando il kunai in direzione di alcuni manichini in legno posti all'altro lato della stanza e centrandone uno al petto.
Sorrise soddisfatto e si lasciò cadere verso il pavimento, atterrando in perfetto equilibrio.
Era strano tornare a vedere normalmente, senza lo sharingan, ultimamente lo utilizzava così frequentemente durante le sessioni di allenamento, che ormai era più difficile abituarsi alla vista normale.
Sapeva che ogni giorno che passava stava facendo progressi, usare lo sharingan lo infastidiva sempre meno e questo era un buon segno.
“Io vado, a domani.” Disse rivolgendosi a tutti i suoi compagni, che lo salutarono calorosamente, mentre si incamminava verso le gradinate.
“A domani, testa quadra.” Continuò, dando una pacca sulla spalla a Naruto, che si era preparato a rispondere e lo avrebbe fatto, se un altro gorgoglio sonoro non glielo avesse impedito.
Sospirò, non vedeva l'ora di farsi una bella doccia.


* * * * *

Una leggera brezza soffiava tra gli alberi, regalando una piacevole sensazione di freschezza ai due ragazzi, che si stavano incamminando verso l'arena di combattimento, per la prima volta dal loro arrivo al villaggio.
La rossa ne approfittò per guardarsi intorno, era certa di essere già stata in questo posto, di aver già visto questo edificio, più passavano i minuti, più questa consapevolezza le metteva addosso una profonda agitazione.
Non poteva essere già stata qui, perchè lei aveva passato la sua vita lontano da questo villaggio, aveva cominciato a viaggiare da qualche anno, ma non ricordava assolutamente di essere venuta nei dintorni.
Probabilmente quelle immagini che comparivano nella sua mente di tanto in tanto, erano solo frutto della sua fantasia.
Non c'era altra spiegazione.
“Siamo arrivati?” Chiese, passandosi una mano tra i lunghi capelli.
Lui annuì, allungando la mano per aprire la porta, ma proprio in quel momento il suo cellulare squillò.
Lo prese in mano e rispose alla chiamata, era strano, solitamente lo lasciava squillare a vuoto ogni volta che poteva.
“Va bene, arrivo subito.”
Chiuse la chiamata e circondò la vita della ragazza con un braccio.
Le mani di lei si posarono sul suo petto, mentre lo fissava con un'espressione interrogativa dipinta nello sguardo.
“Vai avanti tu, io devo tornare un attimo al villaggio. Ho dimenticato di lasciare i documenti alla padrona dell'hotel, torno tra poco.” Mormorò lui, le labbra poggiate sui capelli di lei, la voce attutita da quel contatto.
“Preferisco aspettarti qui fuori.” Ammise lei, sentendosi imbarazzata solo all'idea di dover entrare da sola in mezzo a perfetti sconosciuti.
“Come preferisci.” Le rispose, la voce calda e rassicurante, come a volerle fare capire che non c'era niente da temere.
Le diede un bacio sulla fronte e si incamminò verso la strada del ritorno.
“Bene, ora che faccio qui da sola?” Si domandò la ragazza, guardandosi intorno solamente per accertarsi che non ci fosse nessuno ad osservarla.


* * * * *
 

Era passata circa mezz'ora da quando Kakashi gli aveva permesso di uscire, così Sasuke ne aveva approfittato per fare una lunga doccia rilassante, ne aveva proprio bisogno per sciogliere i muscoli.
Con tutti gli esercizi che i due Jonin gli facevano fare ogni giorno, non avrebbe retto a lungo, ed era l'ultima cosa che voleva.
Non poteva permettersi di stancarsi più del dovuto, per dare il meglio durante gli allenamenti, doveva mettere da parte il suo divertimento personale.
Era per questo che ultimamente non usciva spesso di casa, se non per andare all'arena con Naruto e gli altri.
Voleva dimostrare di essere uno dei migliori.
Non solo perchè si chiamava Sasuke Uchiha, il suo cognome non significava nulla e per ottenere dei risultati doveva sudare, esattamente come chiunque altro.
Molti tremavano solo sentendo il suo nome, nessuno pensava che se era così forte il merito era anche suo.
Appartenere alla casata degli Uchiha era un privilegio, questo non lo metteva in dubbio, ma lui per primo sapeva quanto aveva sofferto per arrivare dov'era ora.
Quanto avessero sofferto anche tutti quelli che gli stavano attorno.
I suoi compagni di squadra prima di tutto e non gli era mai importato più di tanto, non fino a quando non era tornato al villaggio.
Solo in quell'occasione aveva cominciato a capire cosa i suoi amici dovevano aver provato a causa della sua lontananza, prima non avrebbe potuto nemmeno volendo, non era in se.
Era perso.
Nella sua sete di vendetta.
Nell'odio verso suo fratello, che con il tempo si era tramutato, fino a svanire quasi completamente.
Si rivestì con calma, tanto non aveva alcuna fretta.
A giudicare dall'ora, i suoi amici avrebbero avuto da fare ancora per un po e lui aveva tutto il tempo che voleva a disposizione.
“Sarei dovuto rimanere dentro.” Sussurrò con tono pacato, gli occhi chiusi, la testa poggiata ad una colonna situata nel corridoio principale.
Si stava annoiando e non aveva intenzione di continuare così ancora per molto.
Dato che non aveva voglia di tornare al villaggio, si diresse verso l'uscita dell'edificio, se non altro avrebbe fatto una passeggiata nei dintorni.
Nell'attesa che il suo vecchio maestro si decidesse a lasciare liberi anche i suoi compagni.
Spalancò la porta d'ingresso, voltando lo sguardo verso una figura appostata a pochi metri da lui.
Stava per dire qualcosa, ma si bloccò, fissando con interesse la ragazza che aveva davanti.
Aveva lunghe gambe sottili, lasciate scoperte da un delizioso vestitino che le arrivava a metà coscia, fianchi perfetti e seno prosperoso, semi nascosto da quel pezzo di stoffa facilmente sfilabile.
Il viso era incorniciato da splendidi capelli rossi come il fuoco, che le ricadevano sulle spalle sottili, e occhi azzurri come l'acqua del mare.
Di una cosa era certo, non l'aveva mai vista prima.
“Cerchi qualcuno?” Le domandò, cercando di capire chi fosse.
La ragazza rimase in silenzio per un paio di secondi, prima di cominciare a parlare.
“No, a dire il vero. Sto aspettando una persona, che mi deve accompagnare dentro.”
Era leggermente imbarazzata, difficile non notarlo.
Le guance avevano assunto una tonalità più rosea, mentre il suo sguardo era puntato verso il basso, non di certo verso gli occhi del moro, che al contrario la stava fissando.
“Sei nuova di qui, vero?”
La ragazza annuì quasi impercettibilmente.
Ecco spiegato il motivo, per cui non l'aveva mai vista in giro.
Una bellezza tale, sarebbe stato difficile per lui dimenticarla.
“Non trovo per niente educato lasciarti qui fuori da sola, ti accompagno io dentro. Chiunque tu stia aspettando, non farà di certo fatica a trovarti.” Le propose, porgendole la mano, che lei afferrò titubante, lasciandosi condurre all'interno dell'edificio.
Rimasero entrambi in silenzio mentre camminavano uno a fianco all'altro, per un periodo indefinito di tempo, fino a che Sasuke non si decise a parlare.
“Come ti chiami?” Domandò infine, notando immediatamente che non glielo aveva ancora chiesto.
“Mi chiamo Riley, tu invece?”
“Sasuke.”
Si stiracchiò leggermente, facendo guizzare così i muscoli delle spalle.
“Non ho idea di dove ti volessero portare, però la stanza più interessante qui dentro, è senz'altro questa.” Continuò, voltando la testa verso di lei e calamitando gli occhi nei suoi.
Si sentirono delle urla provenire dall'interno e Sasuke sbuffò, riconoscendo immediatamente le due voci.
“Sei sicuro di avermi portata nella stanza più interessante?” Domandò lei, il tono leggermente malizioso nascosto dal suo dolce e innocente battito di ciglia.
Non doveva giocare in questo modo con lui.
Non era di certo il tipo che si tirava indietro, soprattutto se provocato e lei lo istigava già abbastanza così, senza aprire bocca, figuriamoci cosa avrebbe potuto fare usando le parole.
O per meglio dire, la bocca.

Lo sguardo che Sasuke gli lanciò, le provocò un brivido lungo la schiena. Facendola tremare leggermente.
Ma non aveva assolutamente freddo, anzi.
Era incredibile come riuscisse a scatenarle una simile reazione solamente con un semplice sguardo e si ritrovò a domandarsi, che sensazione le avrebbero potuto provocare le dita di lui sulla sua pelle.
Scacciò subito quel pensiero, non era da lei.
Non con un perfetto sconosciuto, comunque.
Lo aveva appena incontrato, eppure le sembrava di conoscerlo da sempre.
Quegli occhi color ossidiana non le erano nuovi, nemmeno i capelli neri come la pece, ne quello sguardo.
Era davvero un bel ragazzo e per di più assomigliava in modo impressionante a...
Sasuke interruppe i suoi pensieri, posandole delicatamente una mano davanti agli occhi, mentre la faceva avanzare a piccoli passi all'interno della stanza.
Tutti i rumori si erano arrestati e lei aveva la sensazione che molti dei presenti avessero puntato lo sguardo su di loro, i nuovi arrivati.
La nuova arrivata, a dire il vero.
Quando il ragazzo dietro di lei, si decise a togliere la mano da davanti i suoi occhi, si ritrovò a fissare una decina di facce incuriosite, esitanti, come se non sapessero bene cosa fare e in effetti nemmeno lei ne aveva la minima idea.

“Lei è Riley, era qui fuori che aspettava una persona, così l'ho accompagnata dentro.”
Sasuke prese in mano la situazione, spiegando come si erano incontrati poco prima.
Nessuno rispose, tranne Naruto, che con un sorriso sornione si avvicinò a Sasuke.
“Teme, ma a chi la dai a bere.” gli diede una leggera gomitata all'altezza delle costole. “Se volevi trovare un modo originale per presentarci la tua nuova ragazza, potevi fare di meglio.”
“Testa quadra, è mai possibile che non capisci mai niente?”
Sbuffò, restituendo la gomitata ricevuta, anche se con forza leggermente maggiore.
Naruto non riusciva mai a tenere la sua boccaccia chiusa, almeno così gli sarebbe mancata l'aria per qualche secondo.
Nemmeno questo bastò.
“Hai idea di chi sia?” Chiese il biondo, rivolto all'amico, che invece di ascoltarlo, teneva lo sguardo fisso sulla ragazza, o per meglio dire, sul suo fondoschiena, dato che aveva avanzato di qualche passo rispetto a lui.
“Non ne ho idea e non so cosa ci faccia qui.” Ammise, chiudendo gli occhi per un breve secondo, un sorriso aleggiava sul suo volto.
Lo avrebbe scoperto presto, su questo non c'era alcun dubbio.

* * * * *

Kakashi e Gai rimasero in disparte ad osservare la scena, l'attenzione di quest'ultimo era concentrata sul suo rivale, che al contrario osservava la scena.
Sul volto dipinta un'espressione a dir poco stupita.
Fin troppo, secondo il giudizio di Gai, che conoscendo il Jonin che gli stava di fianco, sapeva che era difficile riuscire a sorprenderlo.
“Qualcosa non va, Kakashi?” Gli domandò, nessuna ombra del fastidioso sorriso che solitamente gli brillava sul volto.
Questo particolare bastò perchè Kakashi si rendesse conto della reazione esagerata che aveva avuto.
Esagerata non proprio, ma per lui che solitamente non mostrava nessuna emozione o sentimento, si.
“Non preoccuparti, ho solo avuto una strana impressione.”
“Sarebbe?”
Il tono palesemente curioso utilizzato dal suo collega, fece scappare un sospiro di rassegnazione dalle labbra di Kakashi, ma nessuno lo notò, dato che come al solito portava la maschera sul viso.
La consapevolezza delle parole che stava per pronunciare, lo colpì nel preciso istante in cui le pronunciò.
“Io conosco quella ragazza.”
 


 

Ecco a voi il secondo capitolo, scusate il ritardo, spero vi piaccia. :)
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto e apprezzato il primo capitolo della storia e soprattutto Kate_fu_panda che è stata la prima a recensire e Sereyra per la bellissima recensione che mi ha fatto.
Grazie mille davvero. *-*

 

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Capitolo 3
*** Rivelazioni. ***


Lo sguardo di Maito Gai vagò più volte dal suo rivale alla ragazza, dalla ragazza al suo rivale, sotto l'occhio vigile di quest'ultimo, che inarcò un sopracciglio, come a voler mostrare il suo disappunto per la reazione che aveva avuto, ripromettendosi mentalmente che d'ora in avanti avrebbe tenuto la bocca chiusa.
Purtroppo però era tardi per i ripensamenti.
Gli occhi di Maito Gai brillavano di una strana luce e questo stava a significare, che la sua rivelazione, aveva catturato l'interesse del suo vecchio amico e questo non era un bene, perchè quando Gai si metteva in testa una cosa, riusciva davvero a essere più insopportabile di quanto già non fosse, se mai questo fosse stato possibile.

Ora si che sei nei guai, Kakashi.
Si disse mentalmente, facendo finta di non notare lo sguardo incuriosito dell'amico, che era posato ancora insistentemente su di lui.
“Fortuna che era solo un'impressione, vecchio mio.”
Sussurrò Gai al suo orecchio, in modo che nessuno a parte lui potesse sentirlo.
Kakashi non rispose, si limitò ad alzare svogliatamente le spalle, guardando davanti a se, senza incontrare gli occhi del Jonin che lo fissavano con interesse.
“Lo era, infatti.” Chiarì, spostando finalmente lo sguardo sul suo interlocutore.
Gai sorrise come al suo solito, rendendolo ancora più nervoso di quanto già non fosse.
“Come siamo passati da 'Ho avuto una strana impressione', a 'Io conosco quella ragazza', in meno di un minuto?” Una risatina gli uscì dalle labbra, che alle orecchie di Kakashi suonò fastidiosa.
Non ribatté, cosa avrebbe dovuto dire?
Aveva sbagliato sin dall'inizio, non avrebbe dovuto farsi scappare nulla, ma ormai era troppo tardi per rimediare all'errore commesso.

“Hai intenzione di spiegarmi l'intera faccenda, o preferisci startene li a fissare il vuoto?” Chiese Maito Gai, in quella che suonò una domanda retorica.
Kakashi era certo che avrebbe accettato solo una risposta.
“Più tardi, ma non ora.” Rispose il Jonin prontamente, indicando con un gesto veloce il gruppo di ragazzi, che si trovavano poco distanti da loro e che probabilmente stavano facendo conoscenza con la nuova arrivata.


* * * * *

“Non so cosa Sasuke ti abbia detto di me, ma sappi che sono il più simpatico.” Disse sicuro il biondo, puntando il pollice verso se stesso, sul volto dipinto un sorriso che metteva allegria solo a guardarlo.
Era impossibile non credere alle sue parole, quel ragazzo sprizzava energia da tutti i pori e aveva un'espressione piuttosto buffa, che scatenava il buon umore.
“Non gli ho detto proprio nulla, testa quadra.” Chiarì il moro, incrociando le braccia al petto, senza lasciarsi sfuggire nemmeno l'accenno di un sorriso.
“Come ti ho già detto più volte, l'ho incontrata qui fuori poco fa e mi dispiace deluderti, il mio primo pensiero non si è rivolto a te.”
Riley osservò il ragazzo biondo, che aveva detto di chiamarsi Naruto, fare una boccaccia in direzione di Sasuke, che rispose con uno sguardo omicida, facendo scappare dalle labbra della ragazza una piccola risata.
“Come mai ti trovi qui?”
“Da quale villaggio vieni?”
“Sei venuta da sola?”
“Ragazzi..”
“E' la prima volta che vedi questo villaggio?”
“Sei una
Kunoichi?”
“Quanto ti fermi?”
“Ragazzi..”
La rossa tentò di parlare, ma poi ci rinunciò, ascoltando le miriadi di domande che le venivano poste ad una velocità a dir poco sorprendente.
Naruto le aveva elencato velocemente i nomi di tutti i ragazzi presenti, ma era difficile riuscire a focalizzarli tutti, non li aveva osservati abbastanza, per ricordarne i nomi.
Non tutti, comunque.
“Perchè non lasciamo che sia lei a raccontarci del suo arrivo qui, così facendo risponderà anche alle vostre domande.” Propose una voce in lontananza, i ragazzi annuirono, facendo slittare lo sguardo sul loro maestro, fino a farlo ritornare su di lei.
La ragazza sbarrò gli occhi, era così presa dalla splendida accoglienza ricevuta, che non aveva nemmeno notato due figure più alte, che guardavano la scena in lontananza.

Era proprio lui...
Riley posò lo sguardo sul Jonin che aveva parlato, i capelli grigi leggermente scompigliati, la maschera sul viso, un occhio coperto dal coprifronte.
Erano passati anni, eppure non aveva il minimo dubbio, quell'uomo appariva sempre uguale, lei sembrava l'unica ad essere cambiata nel corso degli anni, ma era normale, era cresciuta, mentre lui aveva superato questa fase da un pezzo.
“Maestro Kakashi.” Sussurrò a voce bassa, ma non abbastanza per non essere udita da qualche suo coetaneo, come Naruto, che sbatté velocemente le palpebre, come se non avesse potuto credere alle sue orecchie.
La rossa si rese conto troppo tardi, che effettivamente lei non avrebbe dovuto conoscere il Jonin, o comunque, non avrebbe dovuto chiamarlo maestro.
Si morse leggermente il labbro, come faceva sempre quand'era nervosa, aspettandosi altre domande, magari riguardanti ciò che le era appena scappato di bocca.
“Vi siete già conosciuti?”
Fu Sasuke a porre questa domanda, gli occhi ridotti a due fessure, come se sentisse che c'era qualcosa che non andava.
“A dire la verità..” Cominciò a dire la ragazza, cercando di sembrare il più naturale possibile, ma Kakashi la precedette, finendo la frase al posto suo.
“Non proprio.” Concluse il Jonin, facendo uno dei suoi soliti sorrisini, come se cercasse di far scivolare il discorso.

Grazie.
Lo ringraziò mentalmente non era ne il momento, ne il luogo adatto, per qualsiasi genere di rivelazione.
“Allora, cercherò di rispondere a tutte le vostre domande, sarò breve perchè non mi va di annoiarvi con la mia storia, non c'è niente di interessante.” Cominciò la rossa, facendo un piccolo sorriso, mentre cercava di organizzarsi un discorso.
“Sono venuta in questo villaggio dopo aver viaggiato molto, purtroppo non so con precisione per quanto rimarrò qui, probabilmente fino a che il mio..
..
il mio cosa?
c
ompagno di viaggio, deciderà di fermarsi.” Concluse, cercando di ricordare la altre domande che le avevano posto.
“Sono una Kunoichi, vengo dal villaggio della sabbia, o meglio, i miei primi ricordi sono legati a quel villaggio, ed è la prima volta che vengo qui.” Concluse, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
“Se è la prima volta che vieni qui, come fai a conoscere Kakashi?” Le chiese Sasuke, appoggiandosi con la schiena al muro, un sopracciglio alzato, come se qualcosa all'interno della storia non gli fosse del tutto chiaro.
“In che senso i tuoi primi ricordi sono legati a quel villaggio?”
La ragazza si voltò verso Naruto, che incuriosito, si era seduto a terra con le gambe incrociate, grattandosi la testa con fare confuso.
La rossa ignorò volutamente la domanda del moro, sarebbe stato meglio rispondere per ultima a questa domanda, anzi, sarebbe stato ancora meglio non dover rispondere affatto.
“Non so da quale villaggio provengo, una coppia che viveva li mi ha adottata quando ero molto piccola, ma non mi hanno mai rivelato da dove provenissi.” Ammise lei, sospirando appena.
Le sarebbe piaciuto sapere chi erano i suoi veri genitori, non perchè non fosse stata amata nel corso degli anni, ma per semplice curiosità.
Naruto sembrava soddisfatto della spiegazione e senza saperlo, la salvò dal rispondere ad una domanda, a cui non sapeva nemmeno quale risposta dare.
“Che ne dici di fare un ripasso dei nomi?” Le chiese il biondo sorridendo raggiante, la kunoichi annuì, sorridendo a sua volta.

* * * * *

Approfittando di quel momento di distrazione generale, Kakashi indietreggiò lentamente, guardando di sottecchi la porta, doveva uscire di lì alla svelta, prima che Gai si accorgesse della sua idea.
Indietreggiò di un altro paio di passi, tenendo lo sguardo puntato davanti a se, verso i ragazzi, che non la smettevano di parlare tra loro, le voci sempre più affievolite dalla lontananza sempre maggiore, che stava appositamente mettendo tra lui e loro.
Nessuno si accorse di lui, raggiunse la porta, sospirando con fare sollevato, ma quando si voltò, andò a sbattere contro Maito Gai, che lo fissava con aria interrogativa, facendo spuntare sul viso il suo solito sorriso trionfante.
“Dove pensi di andare, Kakashi?”
“Da nessuna parte, volevo solo controllare che in corridoio non ci fosse nessuno.” Rispose prontamente, assumendo un'espressione da finto innocente.

Pessima bugia, davvero pessima.
“Non ti disturbare vecchio mio, ci ha già pensato il sottoscritto.”
Se l'era davvero bevuta?
Si chiese, sorpreso che Gai si facesse infinocchiare così facilmente, da una scusa così banale.
“Sei sicuro di aver controllato bene? L'Hokage si è raccomandato di non far entrare nessuno che sia esterno agli allenamenti.” Gli ricordò, insistendo sulla stessa linea.
“Ma a chi la vuoi dare a bere, Kakashi?” Rispose Maito Gai, mentre delle fiamme gli accendevano gli occhi.
Tipico di quando era convinto di aver ragione e niente e nessuno poteva fargli cambiare idea.
Il Jonin alzò il sopracciglio che non era coperto dalla sua solita maschera, assumendo un'espressione accigliata.

Bene, ora come faccio a liberarmi di questo scocciatore?
Si domandò mentalmente, mentre Gai gli puntava un dito contro, successivamente chiuse gli occhi e lo mosse da una parte all'altra in segno di negazione.
“Inoltre, da quando in qua ti preoccupi di chi assiste o non assiste agli allenamenti?
Allenamenti che tra l'altro non si stanno nemmeno svolgendo, dato che sono stati interrotti da una visita inattesa.” Gai smise di parlare, e portandosi le mani ai fianchi, si avvicinò di un passo verso il suo rivale di sempre.
“Non sono affatto stupido come credi tu.”

Certo, come no...
Facciamo finta per un attimo, che io abbia abboccato all'amo.” Propose, mettendo le labbra come facevano i bambini per imitare il pesce.
Kakashi incrociò le braccia al petto, non capendo il succo di questa assurda conversazione.

Dove vuole arrivare, adesso?
“Dovresti andare a dire alla signorina..Riley, se non sbaglio, che per ordine dell'Hokage, sarebbe meglio che lei non stia in questa stanza, dove si svolgono allenamenti privati.”
L'Hatake non si mosse, spostando lo sguardo solo di pochi millimetri, mentre Gai si metteva una mano dietro l'orecchio, con fare palesemente teatrale, facendo finta di voler provare ad ascoltare una risposta che non era arrivata.

Accidenti a lui.
Accidenti a lei.
Accidenti a me.

Concluse il Jonin, rendendosi conto di non avere nessuna via di scampo questa volta.
“E' una storia piuttosto lunga da spiegare.” Disse infine, maledicendo Gai per la sua curiosità morbosa.
“Non preoccuparti compare, abbiamo tutto il tempo” Rispose prontamente quest'ultimo, dandogli una pacca sulla spalla, mentre si allontanava di qualche passo da lui, andando verso i ragazzi.
“Per oggi abbiamo finito, io e Kakashi abbiamo delle faccende importanti da sbrigare, voi rimanete pure a chiacchierare se volete.
A domani ragazzi.”
Li salutò Maito Gai, avviandosi verso l'uscita assieme all'altro Jonin.
Kakashi non poté fare a meno di notare un sorriso di vittoria, ancora stampato sul suo volto.

* * * * *

Riley osservò la scena con la coda dell'occhio, mentre i due uomini si allontanavano verso la porta, fino a sparire completamente dal suo raggio visivo.
Fece finta di niente, tornando ad osservare i suoi nuovi amici, se così li poteva definire, sembravano tutti simpatici, chi più e chi meno, ma li aveva conosciuti soltanto da poco, perciò era un po presto per giudicare.

Dove diamine si è cacciato?
Si domandò, rendendosi conto solo in quel momento, che il suo compagno di viaggio non si era ancora fatto vivo.
“E' un vero peccato che non ti abbia conosciuta prima, sei l'unica che ride delle mie battute.” Disse il biondo, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Sorrise al ragazzo, ma Sasuke si intromise, dando a Naruto un leggero pugno sulla testa.
“Per forza, è appena arrivata, dalle due giorni di tempo e ti troverà insopportabile. Sono anni che noi sopportiamo la tua presenza, ti assicuro che è solo questione di tempo, testa quadra.” Chiarì il moro, scatenando una risata di gruppo, che coinvolse anche la Kunoichi del villaggio della sabbia, che osservava divertita la scena, mentre a Naruto usciva il fumo dalle narici per la rabbia.
“Fossi in te non riderei, Teme.” Lo avvisò il biondo, sghignazzando con fare divertito, nessuna traccia della rabbia di pochi secondi prima.
“Un giorno ti racconterò la storia di questo individuo, allora si che ci sarà da ridere.” Continuò facendo la linguaccia in direzione di Sasuke, che invece di sorridere, si accigliò, i suoi occhi sembravano come piccoli spilli.
“Dimmi Naruto..” Cominciò Sasuke, abbassando leggermente la testa, così che il suo sguardo si posasse sul pavimento.

Qui si mette male, da quando sono entrata in questa stanza, non avevo mai sentito Sasuke chiamare Naruto per nome.
Pensò la ragazza, fissandoli entrambi, mentre incrociava le braccia appena sotto il seno, quasi come gesto di protezione.
“Quale parte della storia della mia famiglia ti sembra divertente?
La morte dei miei genitori?
L'odio che ho provato verso colui che gli ha uccisi?
Il fatto che sia stato mio fratello?
Che l'ho odiato per anni, prima di scoprire le motivazioni per cui l'aveva fatto?
O il fatto che io abbia rinunciato a tutto quello a cui tenevo, per seguire la sete di vendetta, che negli anni aveva finito per consumarmi?
Perchè non mi illumini?”
Concluse Sasuke, rialzando velocemente lo sguardo sul biondo.
La luce dello Sharingan brillava ferocemente nei suoi occhi, in quel momento sembrava che non aspettasse altro che colpire.

Quello sguardo...
La rossa fissò Naruto, che sbarrò gli occhi, sapeva di averla combinata grossa e sembrava dispiaciuto per quello che aveva fatto rivivere al suo amico, eppure lui con quell'affermazione di poco prima stava solo scherzando, se n'erano accorti tutti, anche lei.
Il moro mosse un passo verso Naruto, ma proprio in quel momento, un leggero fruscio catturò l'attenzione di tutti, che si posò sulla figura perfettamente immobile, che distanziava da Sasuke di qualche passo, gli occhi fissi nei suoi.

* * * * *

“Perchè non ti dai una calmata, sei sempre stato troppo impulsivo.” Una voce fin troppo familiare risuonò alle orecchie di Sasuke, provocandogli una stretta allo stomaco, sensazione che non provava più da un pezzo, da quando...

Non è possibile...
Sbarrò gli occhi, che si chiusero a fessura, mentre sentiva lo sharingan scomparire, sotto lo sguardo attento del nuovo arrivato.
Un piccolo sorriso aleggiava sulle labbra di quest'ultimo, ma Sasuke non seppe dire se era divertito o provocatore, forse entrambe le cose, forse esprimeva più di quanto lui stesso riuscisse a vedere.
Strinse le mani a pugno, lasciandole cadere lungo i fianchi, mentre alcuni flashback si facevano strada nella sua mente, facendo comparire immagini che preferiva dimenticare.
“Sei tornato.” Sussurrò in tono di sfida, un piccolo accenno di sconfitta impresso nella voce ferma.
Solo il suo interlocutore sembrò rendersi conto di questo, doveva immaginarlo, a lui non sfuggiva mai nulla.
Il nuovo arrivato si avvicinò al moro, gli occhi di quest'ultimo ancora accesi di sfida, solo che ora il destinatario di quello sguardo era cambiato, non era più Naruto, bensì il ragazzo che gli stava difronte.
Rimase immobile ad osservarlo, senza muovere un solo muscolo, mentre un sorriso, che Sasuke non seppe interpretare, si faceva strada su quel viso familiare, facendo sembrare quasi stupida la reazione che aveva avuto.

Quasi...
Una mano si posò sui suoi capelli, scompigliandoli appena in una carezza quasi affettuosa, mentre si imponeva di cambiare espressione, con scarso successo.
Dovevo provarci, potevo riuscirci.
Forse.

“E' un piacere rivederti, fratellino.”
L'ultima parola calcata appositamente, anche se Sasuke, in quel momento, non seppe spiegarsi il perchè.






















Ecco a voi un nuovo capitolo, perdonatemi per il ritardo, ma tra gli esami per il recupero dei debiti e le vacanze improvvisate a cui sono stata praticamente trascinata, non ho avuto un attimo di tempo per aggiornare la storia.
Ma non voglio annoiarvi con i miei problemi esistenziali (?) u.u
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, tanto quanto è piaciuto a me scriverlo, mi sono proprio divertita, soprattutto quando Maito Gai è entrato in azione come detective e spero mi scuserete per non aver ancora svelato il mistero che lega Kakashi a questa ragazza, lo farò nel prossimo capitolo. ;)
Per farmi perdonare vi ho chiarito un po le idee a proposito delle origini di Riley.
*
in realtà sa di averli messi ancora più in confusione*

Ringrazio chi mi segue, chi ha aggiunto la storia tra le preferite o le ricordate, e un grazie speciale a chi ha recensito la storia, facendomi sapere il suo parere.
Al prossimo capitolo. <3

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