Nine Kingdoms

di TheGodOfThunder__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La leggenda di Scadi ***
Capitolo 2: *** Fuggitivi ***
Capitolo 3: *** E' per il caldo o.. ? ***



Capitolo 1
*** La leggenda di Scadi ***


Ciao ragazze/i,
siamo _Harreh_ e Lovatics1998 e questa è la nostra prima Thorki.. abbiate pietà!
Questa ff si ispira al poema della  Lokasenna in particolare all’episodio nel quale Loki viene incatenato ad una roccia, destinato alla sofferenza a causa del veleno di un serpente.
Speriamo che vi piaccia, buona lettura!

Seguì il profilo della goccia di sangue finchè essa non si estinse contro la roccia. Da quanto tempo era giunto all’Inferno? Ma soprattutto: com’era successo? Avrebbe mai rivisto quegli occhi profondi, gli unici nei quali riusciva a scorgere il suo vero sé stesso?
Il suo sogno era stato infranto, in un battito di ciglia: dominare Midgard con il suo amato,Thor. Già, ma lui mi ha abbandonato, pensò, sentendo fredde lacrime di impotenza sfiorargli il viso, si è schierato con quegli stupidi Midgardiani, lui e il suo cuore maledettamente generoso. E adesso eccomi: solo.
La luna stava ormai tramontando, scomparendo dietro il velo argenteo delle nubi, un’altra notte era passata.
Come consuetudine, il serpente apparve sopra di lui, viscido strisciò tra le rocce, veloce e sinuoso come un fiume in piena.
“Scadi*…” sputò tra i denti con amarezza. La serpe sibilò, la lingua biforcuta vibrava impaziente di ferire con il suo veleno. Una goccia di esso cadde leggera e colpì il viso già martoriato di Loki, che esalò un grido straziante, il quale echeggiò tra i massi.
Un altro giorno era giunto, più spietato che mai.
 
Più veloce, dannazione, più veloce! Mai il suo martello, Mjollnir, gli era sembrato così lento. Loki è in pericolo, mi hanno mentito! Niente bruciava più del tradimento di suo padre, più doloroso di una pugnalata ricevuta in battaglia. Infatti, da quanto Odino gli aveva detto, Loki riposava in pace, nel Valhalla, nel rimpianto dei suoi errori. Invece, Sif, che gli era rimasta fedele (forse l’ultima Asgardiana a credere ancora in lui), aveva svelato quella che era la verità: Loki era vittima di Scadi, il serpente dannato che lo deperiva giorno dopo giorno, in seguito a ciò che era accaduto a New York.
E questo, Thor, non lo poteva sopportare. Non se c’era di mezzo Lui, il suo fratellastro.
Ecco, in lontananza, sotto la pioggia, l’isola di Klippestrand.
Sentiva le grida di Loki raggiungerlo, attraverso la tempesta, come un eco ovattato e intriso di dolore.  Atterrò sulla spiaggia, e si inoltrò nella vegetazione, guidato dai lamenti strazianti. Giunto in uno spiazzo nel cuore dell’isola, scorse il corpo cadaverico di un uomo, abbandonato alla deriva della morte. No, magari si fosse trattato di morte: qualcuno ferito così tanto l’avrebbe accolta a braccia aperte. E invece quella aspettava gioendo dietro le quinte, godendosi l’orribile spettacolo.
Impotente e atterrito, avanzò di un passo. Gli occhi dello sconosciuto saettarono verso di lui, verdi. Per quanto i suoi lineamenti fossero deformati dal veleno ustionante, sapeva per certo che si trattava di Loki. Il suo Loki. Sarebbero dovute passare ancora molte guerre e molte catastrofi prima che Thor potesse dimenticarlo.
“Thor…” ansimò il Dio delle misfatte “cosa.. cosa ci fai…” le parole gli morirono in gola, soffocate da un gemito di dolore.
Senza proferir parola, Thor gli si avvicinò, un’espressione addolorata sul viso. Accarezzò il volto ferito del fratello, lasciò che le sue lacrime lo bagnassero, poi, quando i suoi occhi blu non riuscirono più a sopportare la vista di Loki torturato, si voltò, serrando le palpebre. Alzò il martello e un tuono risuonò nel cielo, selvaggio e impetuoso. Loki pensò che il Dio volesse ucciderlo per liberarlo dalla sua eterna maledizione. Invece il fratello colpì le catene con forza, i chiodi di diamante che lo arpionavano alla pietra si spezzarono sotto la sua violenza. E la serpe, mentre cercava di fuggire, morì folgorata, all’istante.
“Il tempo di Scadi è scaduto” mormorò Thor, ormai inginocchiato davanti al fratellastro. Il petto di Loki sussultò in una risata affaticata.
“Nonostante il momento critico, riesci sempre e comunque a scherzare”.
Thor fece una smorfia, “Nonostante il momento critico, tu riesci sempre e comunque a ribattere”.
Risero insieme, come non facevano da troppo tempo.
“E adesso?” chiese Loki, guardingo.
“E adesso…” Thor sorrise “Non lascerò mai, mai più che ci dividano”.
“Resterai con me, quindi?”.
“Sempre”.
“Sempre”, ripetè Loki, prima di svenire, esausto, tra le braccia di Thor. Quest’ultimo agitò il martello in aria e partì per Jotunheim, stringendo Loki a sé.
 
*nome mitologico del serpente




Eccoci qua! Il primo di dieci fantastici episodi! Mi raccomando lasciate una recensione! Il nome dell’isola ci è stato suggerito da google traduttore, quindi prendetevela con lui ahaha
Avrete sicuramente notato la nostra ‘fantastica’ ironia, (colpa di Lovatics1998 e.e)
Ora togliamo il disturbo,
Bye <3

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Capitolo 2
*** Fuggitivi ***


"Turista, prima di ritornartene dai tuoi amici Dei ..." Tony gli afferrò il polso e lo costrinse a girarsi "Prendi questo, nel caso tu abbia voglia di farci un'altra visitina …" sorrise beffardo, porgendogli uno strano oggetto metallico "Tieni però lontano il piccolo cervo, non sia mai che abbia ancora voglia di distruggere un'intera città"

"Cos'è?" chiese a quel punto Thor, rigirandosi quel coso scintillante tra le mani.
"Lo so che tu e la tecnologia non siete esattamente in buoni rapporti, ma questo è un cellulare" ridacchiò "ad altissima recezione (ovviamente, l'ho costruito io), così che tu … possa tenerti in contatto con noi" l'atmosfera si fece pesante, c'era un qualcosa di allarmante nelle ultime parole di quel genietto miliardario, ma ogni accento di preoccupazione svanì con l'arrivo di Steve.

"Che diavoleria è?" esordì quello.
"Ecco Capitan Ghiacciolo che avendo dormito troppo si è perso un po' di cosucce" i due si guardarono torvi "parecchie cosucce" lo provocò.

Al che i due iniziarono un litigio giocoso e Thor ritornò da Loki, riponendo il cellulare in tasca.

 

Un gemito di Loki lo costrinse a ritornare con i piedi per terra.

"Fratello, tutto bene?" chiese, avvicinandosi. Ma nessuno rispose. Loki stava dormendo, il viso perfetto contratto in una smorfia di dolore. Il Dio del tuono afferrò dal suolo umido della grotta il mantello e coprì il suo amato per proteggerlo dal vento tagliente. Era notte fonda, ma le rocce di Jotunheim furono illuminate a giorno da un potente fascio di luce, che Thor riconobbe subito: suo padre, Odino, era arrivato. Restò in ascolto, nel silenzio innaturale delle ore notturne che precedono il sorgere del sole. Il vociare di soldati concitati giunse alle sue orecchie, ma una voce sovrastò tutte le altre, roca e profonda.
"Li voglio! Vivi o morti!".
Non c'erano più dubbi, quel traditore di suo padre era giunto sul pianeta dei Giganti di Ghiaccio. Ed era lì per loro.

In preda ad una preoccupazione crescente, dovuta non al timore di perdere la propria vita, ma quella del fratello -troppo debole per combattere-, lo svegliò.

"Che succede?" fece lui, ancora mezzo addormentato.

"Sono venuti a prenderci" spiegò, mentre dolcemente lo aiutava ad alzarsi. Bastò uno sguardo e Loki capì.

"Dobbiamo andarcene" disse, infatti, recuperando la lucidità.

Zoppicarono verso l'uscita dell'antro, Loki cercò di seguire il fratello con tutte le forze rimaste, nonostante le ferite. Rimasero impietriti quando scorsero nella notte non solo, sulla destra, i soldati di Odino, ma anche, sulla sinistra, una dozzina di giganti. Thor, istintivamente, fece scudo al fratello con il suo corpo, mentre il capo dei giganti disse, furioso: "Sono nostri! Sono nelle nostre terre, non vi è consentito cercarli qui!".
"Sono i miei figli!" sbraitò Odino, dalle prime file del suo esercito "E devono pagare per ciò che hanno fatto!".
"Forse" sibilò un altro gigante "non ricordi che uno di loro è nativo di questo pianeta".
Loki abbassò il capo, una serie di ricordi dolorosi riaffiorarono potenti. Thor lo guardò preoccupato, sapeva quanto le sue origini lo avessero segnato, ma non parlò, nel rispetto del suo tormento.

"Io sono colui che li ha cresciuti!" e dopo questa affermazione colpì con il suo scettro uno dei nemici.
Lo scontro divampò, l'istinto battagliero di Thor lo guidò all'attacco, con il suo martello scagliò saette luminose contro i giganti, sconfiggendone la metà in meno di un istante.

"Che cosa stai facendo?!" ansimò Loki "Loro ci hanno aiutato!".
"E' pur sempre nostro padre!" rispose, prima di lanciare altre folgori. Ma questa volta, nessun gigante cadde al suolo, perché Loki con la sua magia deviò i fulmini, facendoli ricadere sugli Asgardiani. Esausto, si aggrappò avidamente alla spalla forte del fratello.
Thor lo guardò negli occhi, accesi di disappunto.

"Loki …" mormorò "stai uccidendo il nostro popolo!".
"Il tuo popolo, vorrai dire".

Restarono a fissarsi, senza che nessuno comprendesse le ragioni dell'altro.

"Forse è meglio andarcene" sussurrò Loki, dopo un silenzio di pochi istanti.

Ma dopo un altro fascio accecante, i giganti furono sconfitti. Fu allora che Odino si avvicinò ai propri figli, le braccia spalancate in un segno di pace.

"Thor, perché lo hai liberato?" chiese il Padre degli Dei.
"E tu perché lo hai imprigionato, perché mi hai mentito?".

Ormai pochi passi li separavano.

"Era la cosa giusta da fare" lo sguardo di Odino era circospetto.

"No! Non venirmi a dire che torturare mio fratello fosse giusto! Non è stato giusto, è stato abominevole, criminale!".
Odino lo afferrò per il collo, sollevandolo da terra.
"Le mie decisioni sono sempre giuste!"
Loki cercò inutilmente di avvicinarsi, per soccorrere l'amato, ma ricadde al suolo esausto. Gli occhi di Odino incrociarono i suoi, lasciò cadere Thor e si avvicinò minaccioso al figlio adottivo.

"Non avrei mai dovuto salvarti da questa feccia di giganti! Porti solo sventure!".

"Stagli lontano, padre!" il Mjollnir brillò alla luce del sole che stava sorgendo, e una saetta colpì Odino in pieno petto. Thor prese il fratello, e volò via, verso un altro pianeta, mentre il padre urlava: "Ve ne pentirete! Vi ritroverò, ovunque vi nascondiate!".

Non avrebbero mai potuto sfuggirgli da soli, questo era ovvio.

Estrasse dalla tasca il piccolo cellulare donatogli da Tony, e compose un numero.

"Pronto turista! Ti sei deciso a chiamarmi?"
"Tony.." fece, con voce smorzata "abbiamo bisogno di voi".

 

Note delle autrici: Ecco il secondo capitolo! Se vi è piaciuta, lasciate una recensioncina? Non vogliamo annoiarvi troppo, al prossimo capitolo!! :D

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Capitolo 3
*** E' per il caldo o.. ? ***


È per il caldo o..?


Atterrarono con poca grazia su uno spiazzo di terreno brullo, appena la polvere alzata dal loro atterraggio si diradò si guardarono attorno incuriositi: nonostante il bifrost, ed ora, il tesseract, non avevano mai avuto occasione di viaggiare su altri pianeti, a parte Midgard.
Ciò che si presentava innanzi a loro, però, non sembrava molto piacevole nè accogliente: il terreno arido coperto da uno strato sottile di sabbia rossa e asciutta, roccie spigolose di un rosso scuro ruvide al tatto, nessuna traccia di vegetazione, anche l’aria era secca e sfiorava la loro carne viva, calda e soffocante, infastidendoli.
“Accogliente..” scherzò Loki, allontanandosi dal fratello zoppicando “Su quale pianeta ci troviamo?”
“Muspelheim, il regno dei giganti di fuoco.” Rispose Thor avvicinandosi al fratello che intanto si era seduto su una roccia.
Sul viso di Loki comparve un sorrisetto malizioso, piegò il capo di lato per osservare meglio il fratello acquisito.
“Perché lo hai fatto?” inspirò un po’ di aria calda “Perché mi hai liberato?”
Thor lo guardò dritto nei suoi occhi verdi per qualche secondo, ancora in piedi: “Perché sei mio fratello.”
Mentiva, sapeva di mentire. Distolse lo sguardo da quello del moretto, Thor non sapeva recitare, era Loki il Dio degli Inganni. Lui non sapeva fingere. Loki si sarebbe presto accorto che qualcosa non andava.
In più si conoscevano da una vita intera, ogni sua minima espressione, Loki, la sapeva interpretare.
 “Io non sono tuo fratello.” Gli scappò una piccola risata. “Qual è la vera motivazione?Che cosa può indurre il grande Thor, il sincero Thor, a fingere?” mentre pronunciava quelle parole non distolse gli occhi un solo attimo da quelli del Dio di fronte a lui, che serrò la mascella sostenendo il suo sguardo.
“Non vuoi rispondere?” si alzò e con un passo riempì la distanza che li divideva. Sapeva benissimo perché il fratello lo aveva liberato, sapeva benissimo perché era adirato con il loro padre, in fondo il Padre degli Dei, per quanto benevolo possa essere, non poteva accettare ciò che il suo erede provava per il figlio criminale.
Loki portò una mano alla guancia del fratello, accarezzando la sua pelle liscia e calda, resa rude solo dalla barba che pizzicava, passò un dito sulle sue labbra che ebbero un fremito involontario.
Thor si sentiva accaldato, non per il luogo in cui si trovavano, non per il vento bollente capace di prosciugare ogni piccola goccia d’acqua.
Si sentiva accaldato per colpa del suo tocco.
Ogni lembo di pelle che era sfiorato dalla mano di lui bruciava, fremeva per avere di più.
Thor si allontanò da Loki con un gesto fulmineo, aveva sentito un rumore.
“Sarà meglio spostarsi” disse Thor “non mi è piaciuto questo rumore”.
Si guardarono per un’istante, preoccupati, e si incamminarono.

Arthur correva più che poteva all’interno della reggia bollente del suo sovrano, doveva comunicare al più presto ciò che gli avevano riferito.
“Fatemi passare, ho una notizia per il sovrano da parte della Regione del Sud.” Disse alle due figure che facevano da guardia alla sala del trono. Esse tolsero dal passaggio i loro giavellotti, con minimi movimenti e la porta si aprì.
Arthur si mise a correre nuovamente, inginocchiandosi appena fu davanti al suo sovrano.
“Signore, mi spiace disturbarla, ma devo riferirle un’orrenda notizia da parte del Popolo del Sud”
“Faccia in fretta.” Lo bloccò il Sommo non degnando il messaggero di uno sguardo.
“Due stranieri sono appena atterrati sul nostro pianeta, e” la voce gli si smorzò in gola non appena la forte mano del suo sovrano gli strinse il collo.
“Chi osa invadere il mio pianeta?Chi osa infastidire Surtur, il potente Surtur?” urlò, stringendo di più la presa sul collo del misero messaggero.
“Due principi” sospirò il povero Arthur non appena fu lasciato cadere da Surtur “due Asgardiani, per l’esattezza. Non sembrano armati, ma uno di loro ha un martello.”
Surtur superò il corpo del messaggero con un passo, strinse i pugni continuando a camminare. Improvvisamente si fermò, girando il volto minacciosamente di tre quarti, un soffio di vento passò in quell’istante nella sala facendo alzare di poco il mantello nero.
“Asgardiani..” disse in un lieve sussurro macabro il sovrano “Thor e Loki..” alzò una mano, voltandosi, la puntò contro il messaggero ancora a terra terrorizzato. “uccideteli.. E PORTATEMI LE LORO TESTE”urlò, disintegrando con una palla di fuoco colui che gli aveva portato la notizia, mentre la sua voce giungeva nei più remoti angoli di Muspelheim.
 
 
Camminavano ormai da un tempo che sembrava interminabile, tra i gyser e le rocce pupuree.
Ogni tanto si trovavano ad attraversare rivoli di lava incandescente che scorrevano in quel paesaggio infernale, e proprio osservando uno di questi, Thor, ripensò a come si era sentito pochi attimi prima, quando il tocco di Loki era sembrato così piacevole ed era bastato ad infiammarlo. Si riebbe dai suoi pensieri e si accorse di quanto Loki fosse andato avanti rispetto a lui. Lo vide voltarsi, i suoi occhi verdi scintillavano in contrasto con il rosso che li circondava.
“Qualcosa non va, Thor?” chiese il Dio degli Inganni.
“N-no.N-nulla.Sbrighiamoci” preso da un imbarazzo improvviso, Thor agitò il Mjollnir e lo raggiunse.
“Okay” Loki lo guardò con circospezione “Ma mentre tu eri perso nei tuoi pensieri, io ho trovato un luogo dove possiamo accamparci e riprendere le forze.” disse, e indicò un piccolo spiazzo circolare tra le rocce.
In pochi attimi si ritrovarono tra le rocce, Thor si passò una mano tra i capelli biondi scuotendoli un po’ cercando refrigerio,  lanciò un’occhiata a Loki che tastava il masso accanto a lui.
Si sdraiarono esausti, appoggiando la schiena a quei massi che li sovrastavano, uno accanto all’altro. Fu  allora che Thor cerco di sfilarsi il mantello pesante per alleviare il caldo, ma questo si impigliò nell’armatura e vedendolo in difficoltà, Loki si avvicinò.
“Lascia che ti aiuti” mormorò. Sorridendo, appoggiò la mano destra sulla sua spalla e tirò il mantello con uno strattone. D’istinto, Thor si irrigidì, cercando di contenersi il più possibile. Ma poi, sentendo il peso del corpo di Loki contro il suo, cercò la sua mano, la sfiorò delicatamente rabbrividendo al contatto fresco della pelle del gigante di ghiaccio e lo sentì sospirare in atteggiamento arrendevole sul suo collo, un altro brivido percorse il Dio del Tuono. Con uno scatto fulmineo, Thor si alzò in piedi e lo attirò a sé.
“Fermami, ti prego” mormorò Thor, a pochissimi centimetri dal viso dell’amato.
“Non posso. Non voglio.”
Allora le labbra di Thor raggiunsero  quelle di Loki e ne scaturì un bacio intenso. Percorse lentamente le labbra fresche del compagno, socchiudendole. Era uno di quei baci irrefrenabili che non hanno niente di casto o puro. Thor si staccò un secondo, quanto bastava per riprendere fiato, ma subito Loki lo riattirò a sé, bramoso del contatto delle sue labbra su quelle del fratellastro. Quante volte Thor aveva immaginato, sperato e sospirato quel momento? Troppe. Ed ora: eccoli lì, sul pianeta dei Giganti di Fuoco. Non esattamente dove lo aveva sempre sognato, ma stupendo e passionale quanto le sue illusioni. Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò a terra, su quel suolo caldo e tagliente.
Loki sotto di lui, le sue mani ad accarezzargli il viso, delicate.
Thor passò una sua mano sulla coscia del fratello, percorrendola frettoloso di altro contatto, quando dei rumori quasi impercettibili li disturbarono.
Thor allarmato si staccò da suo fratello, cercando con gli occhi il Mjollnir.
“Dolci, veramente dolci” una voce profonda, roca e terrificante raggiunse le orecchie degli dei “vostro padre Odino sa come passate il tempo in sua assenza?” quella battuta risvegliò risate di altre voci spaventose quanto quella.
Thor, osservando l’essere di un colore rosso acceso che li scrutava interessato con un sorrisetto maligno sul volto, si alzò dopo aver richiamato a se il martello.
“Chi sei?” chiese ricambiando lo sguardo cupo.
“Mh, non credo t’interessi, Thor” rispose l’altro aggirando il dio “non perdiamoci in chiacchiere inutili, veniamo al dunque.. come mai sei venuto qui, Dio del Tuono?”
“Non credo che t’interessi,” s’intromise Loki seduto a gambe incrociate a terra “Essere.”
Ciò che ottenne in risposta Loki fu un ringhio e una spada puntata alla gola, “Non ti conviene scherzare con me, mezoniero. Non ho paura dei tuoi incantesimi inutili.”
“Ah si?Inutili?Vogliamo verificare?” chiese inarcando un sopracciglio con aria di sfida, lanciò uno sguardo a Thor, quasi per avvertirlo di ciò che stava per fare.
L’essere però fu svelto, portò la mano di lato per acquistare forza e con un taglio secco affondò la lama nel collo di Loki, che non si mosse di un centimetro: guardava il suo assassino inespressivo.
Thor non urlò.
Nessuno parlò, in verità.
Fino a quando l’assassino non si accasciò a terra, con una mano premuta sul ventre e l’altra libera dalla spada, rubatagli da colui che doveva essere morto.
Loki sfilò la spada dal corpo ormai morto del suo avversario mentre la sua sagoma seduta a terra svaniva, nel nulla.
“Niente urla, niente pianti.. Non eri mica quello passionale tu?” sorrise divertito Loki affiancando il fratello.
“Sono ormai abituato ai tuoi trucchetti, fratello.”
“Mh.. ne dubito.”
Osservarono la folla inferocita intenzionata a scagliarsi su di loro al minimo passo falso. Si scambiarono un’ultima occhiata luminosa prima di combattere.
“BU!” fece Thor, scaglaindo il Mjollnir contro due loro avversari.
“Sempre il solito.”
Erano di nuovo insieme, più uniti che mai.
Erano di nuovo insieme, a combattere uno accanto all’altro.
Erano di nuovo insieme, e questo era tutto ciò che contava.

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