Ghosts from the past

di The_Ruthless
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: vecchie conoscenze ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno: passato, novità e pizza ***
Capitolo 3: *** capitolo due ***



Capitolo 1
*** Prologo: vecchie conoscenze ***


Ghosts from the past


Prologo: vecchie conoscenze




Tamara's pov

Mi svegliai sulle note di “Moments”, aprii gli occhi e lo vidi, nella penombra, steso accanto a me: la bocca socchiusa, il respiro pesante e gli occhi serrati. Il mio Zayn. Erano passati più o meno tre mesi, ora abitavamo insieme in un appartamento a Milano, dove lui stava registrando con i ragazzi il suo nuovo album. Erano riusciti a convincere la casa discografica a farli restare qui per registrarlo, cosicché Harry potesse rimanere con Gaia e Zayn con me. Ma sapevo che, una volta messo in vendita, sarebbero dovuti partire per un altro tour mondiale. Cercavo solo di non pensarci e di godermi il momento.
Mi accostai di più a lui e lo cinsi con un braccio, socchiuse gli occhi e mi fece il sorriso sghembo che tanto adoravo. Si mise supino e io gli poggiai la testa sul petto, passando una mano sui suoi addominali, mentre lui lasciava un leggero bacio fra i miei capelli. Mi leccai le labbra, facendo scivolare la mano in basso, si fece sfuggire un grugnito. «Forse è meglio alzarsi.»commentò, scostandosi.
Ridacchiai, divertita. «Cos'è, sei diventato improvvisamente impotente?»chiesi, ironica.
Fece una smorfia, dandomi un buffetto su una guancia. «No, bambina
, sono in formissima. Ma tu oggi hai un esame, piccola, e io devo andare al lavoro, non c'è tempo per le distrazioni.»
Annuii di malavoglia, mi alzai e indossai un paio di shorts e la prima maglia che mi capitò sottomano; eravamo a luglio e si moriva letteralmente di caldo. Lui scoppiò a ridere, guardandomi. Io gli lanciai un'occhiata stupita, ma lui continuò imperterrito. Schioccai la lingua: «Si può sapere cosa c'è?!»sbottai, scocciata.
«Hai...hai...»ansimò, senza riuscire a fermarsi. «Ma ti sei vista?! Sei ridicola, hai una mia maglietta! E per di più al contrario!»
Mi fiondai davanti allo specchio, aveva ragione: era una delle sue magliette, nera, semplice ma mi stava talmente lunga che mi copriva i pantaloncini e sembrava avessi addosso una camicia da notte improvvisata. Mi cambiai all'istante, indossando una canottiera nera della taglia giusta. «Va meglio così?»domandai, irritata.
Scosse la testa, con espressione seria. «No, non va bene. Nessuno dovrebe essere così sexy e provocante. Protesto!»esclamò, cingendomi la vita.
Sbuffai. «Mi devo mettere una camicia? Non voglio che il docente si infuri.»chiesi, leggermente preoccupata.
Rise. «Tamara sei un'idiota.»commentò con affetto.
Gli lanciai un'occhiata in tralice. «Ha parlato il coglione...» Ridemmo insieme e ci dirigemmo in cucina, pronti per una bella colazione.

Sospirai, mettendo l'ultimo punto alla frase, finalmente avevo finito quel cavolo di esame. Una traduzione dall'inglese allo spagnolo, mi era parsa infinita. Giusto in tempo, le quattro ore si erano appena concluse, uscii dall'aula e mi diressi verso il bagno. La porta del bagno delle donne era accanto a quella degli uomini, dal quale sbucarono di colpo due ragazzi. Mi scontrai con loro finendo quasi a gambe all'aria. «Ops, scusate...»cominciai, ma non finii la frase. Mi sorridevano in maniera familiare, mi bastò un istante per capire chi erano. Il mio cuore sprofondò. Ero tornata all'inferno. Il mio piccolo inferno personale.


Harry's pov

Ero in un ristorante con Gaia, avevo da poco finito di lavorare ed ero in pausa pranzo. Ridevamo insieme, sorridendoci a vicenda quando mi squillò il telefono. Guardai il numero chiamante: Zayn. Strano, ci eravamo salutati solo quindici minuti prima.
«Sì?»risposi, stupito.
«Harry, chiedi a Gaia se oggi all'università ha visto Tamara, per favore.»disse, parlando in fretta. Confuso, lo chiesi ma lei parve sorpresa quanto me e scosse la testa. «No»risposi a Zayn. «Non l'ha vista.» Sentii il suo respiro accelerare dall'altro capo del telefono. «Malik? Che succede?»domandai, preoccupato.
«Dovevamo vederci per pranzare insieme ma non si è fatta viva, l'esame è finito da un pezzo, nessuno l'ha vista e il suo cellulare non è raggiungibile.»mi spiegò, sempre più nervoso.
«Strano.»commentai. «Forse è meglio andare all'università per cercarla, non credi?»proposi, titubante.
«Sì, hai ragione.»concordò lui, un po' più tranquillo. «Speriamo solo che stia bene.»


 

Angolo della follia

Uellà ragazze!!!
Sono tornata MOOOLTO prima del previsto con la serie! Contente? Diciamo che questo capitolo è una intro...per ora accontentatevi! ;)
A presto con il prossimo! Un abbraccio, Tea

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Capitolo 2
*** Capitolo uno: passato, novità e pizza ***


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Capitolo uno: passato, novità e pizza




Zayn's pov

Arrivai all'università in un baleno, erano già tutti lì: Harry, Gaia, Liam, Jade, Louis e Niall; Eleanor probabilmente era a fare un qualche servizio da modella. Quando mi videro si rabbuiarono, dovevo avere un'espressione molto tesa. Liam mi si avvicinò: «Tranquillo, Zayn, la troveremo.»mi consolò, dandomi una pacca sulla spalla. Poi si rivolse a tutti: «Ci divideremo in gruppi: Harry e Gaia cercheranno nella mensa, io e Jade nell'aula dove doveva fare l'esame, Louis e Niall andranno alle macchinette mentre Zayn la cercherai nei bagni. Teniamo i cellulari accesi, ci rivediamo qui fra mezz'ora, ok?»
Annuimmo tutti e ci avviammo in fretta verso le varie mete, percorsi il corridoio che portava ai bagni quasi correndo e mi fiondai in quello femminile: era vuoto. Feci un sospiro, frustrato, mi girai e andai verso quello maschile. All'improvviso mi sentivo nervoso, voltai l'angolo e la vidi: era seduta per terra, le gambe allungate e la schiena appoggiata al muro; teneva la testa reclinata all'indietro, gli occhi chiusi. Il sangue mi si ghiacciò nelle vene, gli shorts erano abbandonati in un angolo insieme alle Superga e lei era in uno stato pietoso: le mutandine di pizzo erano state squarciate violentemente, il top era sollevato e si scorgeva il reggiseno; un rivolo di sangue le colava dal naso, l'ombra di un livido sul suo zigomo sinistro e un altro sulle costole completavano l'opera. Quei bastardi che l'avevano ridotta così dovevano essersene andati da poco. Non mi mossi, sperando con tutto il cuore che fosse ancora viva, mi feci coraggio e avanzai di un passo; spalancò gli occhi e si portò velocemente le gambe al petto, scoprendo i denti in un ringhio muto. Ci volle un attimo affinché mi riconoscesse, ma non abbandonò la posa aggressiva; capii che dovevo solo aspettare, quindi mi sedetti per terra a gambe incrociate e pazientai, in silenzio.
Dopo alcuni attimi si rilassò e sul suo volto angelico apparve un'espressione stanca, come di un'anziana, qualcuno che ha visto troppe ere. Mi avvicinai cautamente, le sfiorai il viso con le dita, addolorato e parlai sottovoce, per paura di spaventarla: «Amore? Stai bene? Chi è stato? Chi è lo stronzo che ti ha fatto questo?»domandai, apprensivo.
Scosse la testa, cercò di parlare ma si bloccò, mettendosi una mano davanti alla bocca; capii al volo e l'aiutai a raggiungere in fretta il water più vicino, scostandole i capelli dal viso, si chinò e vomitò una fontana di sangue. Sentii la rabbia crescermi dentro, se avessi beccato il colpevole, gliel'avrei fatta pagare, questo era sicuro. Sollevò lentamente il viso, uno sguardo desolato negli occhi: «Voglio...»cercò di dire, ma le mancava la voce. «Voglio parlare con Niall, ne ho bisogno.»
Corrugai la fronte, non capivo quella richiesta; sapevo che Niall era il suo migliore amico ma perché voleva parlarne con lui e non con me? Decisi di assecondarla, le infilai gli shorts e le superga, le sistemai il top e le sciacquai il viso con un po' d'acqua fresca. Non sembrava in grado di muoversi, perciò la presi in braccio, mormorò un ringraziamento e abbandonò la testa sul mio petto.
Diedi un'occhiata all'orologio, fra dieci minuti ci sarebbe stato il ritrovo davanti all'università con gli altri; sperai che non arrivassero in ritardo.



Tamara's pov

Mi sentivo svuotata, raggiungemmo in fretta il parcheggio e gli altri erano tutti lì; mi raggomitolai in braccio a Zayn tentando di diventare invisibile. Avevo un disperato bisogno di sfogarmi con Niall, era l'unico a parte Harry a sapere tutto. «Fammi scendere.»sussurrai, lui eseguì sostenendomi per il braccio.
Sentivo gli sguardi di tutti puntati su di me, cercai ansiosamente gli occhi celesti di Niall e finalmente li incontrai; mi venne incontro e mi afferrò l'altro braccio, conducendomi verso la sua auto.

Entrammo nel suo appartamento e mi fece gentilmente accomodare sul divano, coprendomi con la sua giacca. Si avviò verso la cucina, dopo un paio di secondi tornò con due bicchieri di caffè freddo e mi sorrise, sedendosi accanto a me. «Avanti, Tamy, sfogati.»mi incitò, scrutandomi attentamente.
Presi un respiro profondo, preparandomi ad affrontare tutto. «Dopo aver fatto l'esame, sono andata ai bagni e lì ho incontrato...ho incontrato...»balbettai, senza riuscire a trovare il coraggio di dirlo.
Mi prese le mani, stringendole fra le sue e fissandomi negli occhi. «Chi Tam? Chi era?»chiese, ansiosamente.
Abbassai lo sguardo, sentivo che le guance mi stavano diventando bollenti. «Rudy e Lallo.»bisbigliai. «Anche se sono passati molti anni, li ho riconosciuti. Mi hanno trascinato nel bagno degli uomini e poi...mi hanno picchiata e stuprata, come hai vecchi tempi, e come allora ridevano di gusto.» mi mordevo il labbro, nervosa e piena di vergogna.
Mi mise una mano sotto il mento, sollevandomi il viso, l'espressione tormentata.
«Mi dispiace davvero Tamara... Te li terremo lontani, lo prometto, non ti sfioreranno nemmeno con un dito!»dichiarò, un fuoco bruciava nei suoi occhi.
Scossi la testa, terrorizzata. «No! Non devi dire niente a nessuno, nemmeno a Liam o Zayn, chiaro? Ti prego! Me la caverò da sola, non preoccuparti ma non voglio che si preoccupino per niente...e conosci Zayn meglio di me, sei uno dei suoi migliori amici, sai perfettamente come reagirebbe. Si ficcherebbe nei casini solo per vendicarmi. Non può permetterselo, non con la vostra carriera che va a gonfie vele! Per favore Niall, se sei davvero mio amico...non dirgli nulla, ti prego...»lo implorai, stringendogli la mano.
Restò un attimo in silenzio, poi, controvoglia, annuì. «Ma se ti succede qualcosa, di nuovo, ti riterrò personalmente responsabile, capito? E a quel punto non potrò fare altro che dire tutto a Zayn, Gaia e gli altri, intesi?»mi avvertì, con uno sguardo severo.
Ci fissammo per un attimo, poi annuii a mia volta, rincuorata. Mi abbandonai contro lo schienale, sfiancata per il discorso. Lui restò seduto con i gomiti appoggiati alle ginocchia, a rimuginare su quanto gli avevo raccontato.
«Cosa ne diresti di trovarti una ragazza, Niall?»dissi, per distrarlo.
Fece una smorfia. «E come cazzo dovrei fare? Sono sempre circondato dalle fans, se provo a prenderne una in disparte per conoscerla le altre mi assalgono...sono fantastiche, per carità, ma non riesco a trovarne una un po' meno...esuberante. E non ho il tempo di trovarmela, devo lavorare, Tam!»mi rimproverò, suonava tanto adulto.
Risi. «Andiamo finto biondino, ammettilo che ti piacerebbe avere una storia...ne avresti bisogno, secondo me!»gli sorrisi, ammiccando. Riflettei un attimo. «Se ti organizzassi un incontro con una tipa...che è anche una vostra fan, accetteresti?»domandai, speranzosa.
Si mise subito sulla difensiva. «E quanti anni ha? Tredici?»chiese, ironico.
Gli feci la linguaccia. «No, uomo di mala fede, è una mia compagna nel corso di giapponese e anche in quello di inglese...è molto carina, capelli biondo-rossicci, lunghi e lisci come spaghetti, e grandi occhi a mandorla color nocciola.» Gli feci l'occhiolino. «È il tuo tipo?»ridacchiai.
Arrossì leggermente. «In effetti non mi sembra niente male...so già che con te mi ficcherò nei casini ma...va bene, voglio conoscerla!»esclamò, una scintilla speranzosa nello sguardo.
Gli lanciai un'occhiata sorniona. «Si chiama Elisa.»aggiunsi, alzandomi.
«Te ne vai già?»domandò, deluso.
Gli stampai un bacio sulla guancia. «Devo andare, domani mi devo alzare presto, c'è il corso. E devo controllare che Zayn non si sia affogato sotto la doccia.»ridacchiai. «Ci si vede domani alle due fuori dall'aula 16, al primo piano, ok? Sii puntuale o non la beccherai in tempo!»
Annuì, ridendo. «A domani, Tamy, e stai attenta a Zayn!»mi ammonì ironico.
Lo salutai con la mano, uscendo. «Ciao piccolo!»gridai.



Niall's pov

La osservai mentre se ne andava, meditabondo. Aveva ragione, dovevo girare pagina. Sapevo che era inutile restare innamorato di lei, forse era meglio che conoscessi questa sua amica. Mi morsi il labbro, avrei dovuto mantenere davvero la promessa e non dire niente a nessuno? Restai a fissare il telefono, indeciso. Presi in mano il cellulare e composi il numero; lo cancellai e dopo cinque minuti lo ricomposi. Sospirai e rifeci il numero di Liam, lasciai squillare per tre volte, poi attaccai. No, non potevo tradire la sua fiducia, dovevo mantenere la promessa. Se si fosse ficcata nei guai, non avrei avuto altra scelta.
Sentii lo stomaco brontolare, in quel momento mi ricordai che avevo saltato il pranzo per cercarla. Adesso nel mio cervello campeggiava una sola parola: CIBOOOOO!!! Presi le chiavi di casa, il portafoglio e uscii; non avevo tempo di ordinare qualcosa e nemmeno di chiamare una guardia del corpo. Me la sarei cavata da solo. Entrai in una delle tante pizzerie italiane del centro, dio come amavo la pizza di questa nazione! Niente a che vedere con quella irlandese, inglese o americana! Questa era
vera pizza! Ordinai una margherita e una coca, appena me le diedero cominciai a ingozzarmi, gustandola in estasi. «Niall!»gridò una voce femminile.
Oh, dannazione! Che fossero delle fans? Non ebbi il tempo di voltarmi che qualcuno mi si aggrappò da dietro, soffocandomi in un abbraccio strettissimo, il boccone mi andò di traverso.


Harry's pov


«Piano Gaia, così lo soffochi!»la rimproverai, ridendo. Il biondo faceva fatica a respirare, gli diedi un forte pacca sulla schiena e sputò un boccone di pizza nel tovagliolo. Arricciai il naso. «Sei il solito mangione, Horan!»ghignai, mentre, ripresosi dallo spavento e capito che non eravamo fans, tornava a sbafarsi beatamente la sua pizza.
«Cosa ci fate qui?»chiese, a bocca piena, guardando ora me, ora Gaia.
«Siamo venuti a mangiare qualcosa.»gli rispose la rossa, sorridendo. «Possiamo unirci a te? Fra poco dovrebbe arrivare anche Lou, poverino ora che Ellie lavora spesso è sempre solo.»commentò, imbronciandosi.
«Ma come ho fatto a trovare una ragazza così dolce e sensibile?»le sussurrai all'orecchio, baciandole il collo.
Ridacchiò, arrossendo. «Perché tu invece sei pieno di difetti, eh, Styles?»domandò, sarcastica, baciandomi a sua volta.
«Vi prego, sto mangiando!»si lamentò Niall. «Voi piccioncini, non potreste fare queste smancerie da un'altra parte?»chiese, sbuffando.
«Zitto e mangia.»lo apostrofai, facendogli la linguaccia.
«Tornando ad argomenti seri...»disse Gaia, sedendosi accanto a lui. «Chi credete che abbia fatto una cosa del genere a Tamy? Voglio dire...non saranno mica di nuovo loro? Quelli che la molestavano quando era una ragazzina?»una ruga di preoccupazione le si formò sulla fronte.
Scossi la testa. «Non credo, voi non abitavate mica qui no? Sarebbe il colmo della sfortuna se si fossero trasferiti anche loro e l'avessero incontrata...»con la coda dell'occhio notai il biondo abbassare lo sguardo, smettendo di mangiare. Cosa davvero bizzarra, niente faceva mai smettere di mangiare Niall.
Anche lei se n'era accorta. «Niall, devi dirci qualcosa?»chiese, sospettosa.
Alzò la testa di scatto. «Be'...Io...»balbettò.



To be continued...



Angolo della follia

Sera dolcezze!
Vi sono mancata? A me no, non sono mancata...wow sono pazza completa già alle nove di sera! Devo farmi ricoverare! Piaciuto il capitolo? Sìììì? Lasciate un commentino please? Per favore? Por favor? S'il vous plaît?
Il titolo del capitolo è spastico ma non sapevo come cazzo chiamarlo -_-
Grazie mille, come al solito, a tutte quelle che mi recensiscono, seguono, ricordano e preferiscono;)
Scusate il ritardo ma ho avuto e ho attualmente molti problemi, quindi sono più lenta del solito a scrivere -.-
Al prossimo entusiasmante (se, come no) capitolo!
Lots of love,
Tea xxx


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Questo è Rudy;)  (lo stesso che c'è nel banner)

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Questo è Lallo:)
 

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Capitolo 3
*** capitolo due ***


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Capitolo due: consulente di amici




Niall's pov

Tossicchiai, sentivo le mie guance infiammarsi; spostai lo sguardo in giro per il ristorante, senza avere il coraggio di guardare i due fidanzatini. «Io...ecco...»balbettai di nuovo, indeciso. In fondo Gaia era la sua migliore amica, gliel'avrei dovuto dire? «No, niente, non ha voluto dirmi nulla. Ma credo sia stato uno stupro occasionale. Oppure si è fatta dei nuovi nemici all'università...»ipotizzai, poco convinto.
Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi di Gaia, che mi fissarono per un rapido istante. Decise che stavo dicendo la verità, ma la piccola ruga di preoccupazione in mezzo alla fronte restava.
«Niall, ci stai dicendo la verità?»chiese Harry, sospettoso. Mi conosceva molto bene.
Mi stampai una maschera sincera in faccia e annuii, serio. «Sì, lo giuro. Perché dovrei mentirvi?» Fece spallucce e io cambiai argomento a gran velocità. «Allora, volete mangiare le vostre pizze o vi devo dare una mano io?»domandai, speranzoso.
Risero entrambi. Il riccio scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. «Non cambierai mai, Horan.»commentò, sorridendo.
In quel momento ci raggiunse Louis e la conversazione proseguì rilassata, tra scherzi e risate.



Tamara's pov

Non andai subito a casa, come avevo detto a Niall. Avevo bisogno di stare da sola, di pensare a me stessa altrimenti a Zayn sarebbe bastato poco per farmi parlare. Ero in pezzi e dovevo tornare intera. Camminai senza una meta per diverse ore e quando tornai a casa erano le sei di sera passate. Non feci in tempo a togliere la chiave dalla toppa che la porta si spalancò: davanti a me c'era Zayn, mandava lampi.
«
Tamara! Dove diavolo sei stata?!»ringhiò, gli occhi spiritati.
Restai allibita per un attimo. «In g-giro.»risposi, la voce tremolante.
Si lasciò sfuggire un sibilo. «Ma lo sai cosa mi hai fatto passare?! Ho chiamato tutte le persone che conosci per sapere se ti avevano vista, ti ho cercata ovunque, ti ho chiamata mille volte e mandato moltissimi messaggi! Perché non mi hai risposto?! Pensavo ti avessero aggredita di nuovo, potevi essere da qualsiasi parte, in fin di vita, picchiata nuovamente...»le parole gli morirono in gola, mentre gli occhi gli diventavano lucidi. Mi afferrò per i fianchi, sbattendoci la porta alle spalle, e mi strinse a sé con forza, come se stessi per evaporare.
Gli gettai le braccia al collo, rischiando di soffocarlo. «Mi dispiace, mi dispiace tanto.»mormorai, piangendo con lui.
Mi strinse ancora di più, affondando il viso tra i miei capelli, respirando a fondo il mio odore. «Ti amo, non farmi mai più una cosa simile.»sussurrò al mio orecchio.

Mi staccai leggermente, scrutando il suo volto le lacrime luccicavano sulle sue guance, con il pollice gliela asciugai delicatamente. «Non piangere. Ti amo anch'io, Zayn, non piangere.»lo implorai, lo sguardo addolorato.
Sfoderò il sorriso da mafioso che tanto adoravo e mi diede un leggero bacio sulle labbra. «vai pure a sistemarti, ti aspetto qui. Che ne dici se stasera mangiamo kebab?»propose, ammiccando.
Scoppiai a ridere. «Certo, kebbabbaro! Tu come cucinare kebab?»chiesi, imitando l'accento pakistano.
Fece una smorfia. «Ma quanto sei scema...»disse, scuotendo la testa.
Ghignai. «Cosa fare tu? Amazi botilia, spachi familia?»domandai, sarcastica.
Mi scompigliò i capelli. «Vai a lavarti, piccola, devi schiarirti le idee, stai delirando.»ridacchiò, sospingendomi verso le scale. Obbedii docilmente, avevo proprio bisogno di una doccia.

Tornai in cucina venti minuti dopo, con addosso un semplice vestito e i capelli gocciolanti; anche lui si era cambiato: aveva un paio di pantaloncini larghi che mettevano in risalto le gambe magrissime e una canottiera. Restai a fissarlo appoggiata alo stipite, cominciavo a preoccuparmi, da un po' di tempo stava cominciando a dimagrire visibilmente. Sembrava quasi anoressico. Scacciai quel pensiero, il giorno dopo ne avrei parlato con Liam ma intanto lo avrei convinto a mangiare di più. A qualunque costo.
«Cosa c'è per cena?»domandai con un'espressione innocente.
Rifletté un attimo. «Non saprei, tu cosa vorresti mangiare?»chiese a sua volta.
Sorrisi. «Siediti mentre cucino qualcosa all'italiana.»dissi, dandogli un bacio leggero su una guancia.
Feci una spaghettata al ragù coi fiocchi, rabbrividendo al ricordo della pasta che cucinavano gli inglesi. Con che coraggio la chiamavano pasta! Gli misi il piatto sotto il naso mentre lui lo fissava, con un'espressione vacua. «Che c'è? Non hai fame?»domandai, preoccupata. «Zayn...cosa c'è che non va ultimamente? Ho visto che sei dimagrito tantissimo e mi preoccupa...»mormorai, posando la mano sulla sua.
Sospirò. «Niente, non ho fame e basta.»rispose, scrollando le spalle. Mi stava nascondendo qualcosa, ne ero certa. Ma non avevo il diritto di chiederglielo dato che anch'io non ero esattamente limpida; il momento di parlarne sarebbe arrivato. Sentii la rabbia ribollirmi dentro, perché non voleva dirmelo?
Infilai scherzosamente una mano fra i suoi capelli, sulla nuca, e gli misi a forza la faccia nel piatto. «Mangia!»ordinai, ridendo.
Sollevò il capo, il viso arancione di ragù, ci guardammo un attimo e scoppiammo a ridere, piegandoci in due. Per ora la lite era posticipata.


Il giorno dopo...

Uscii dall'aula dell'università insieme a Sandy, chiacchierando sull'esame di giapponese. Stavo tentando di trovare un modo per bloccare Elisa, la chiamai a gran voce: «Ehi, Eli! Aspetta un attimo!»lei si fermò, voltandosi a guardarmi, curiosa.
Mi avvicinai a lei, seguita da Sandy che mi scrutava, confusa.
«A te piacciono gli One Direction, vero?»chiesi, guardandomi nervosamente intorno nella speranza di veder sbucare Niall.
Inarcò un sopracciglio, l'espressione improvvisamente fredda e sospettosa.
«Sì, perché? Se hai intenzione di prendertela con me per questo, ti avviso che finiresti male.»sibilò, lanciandomi un'occhiataccia.
Scossi la testa, con espressione innocente. «No, ti assicuro che non voglio prenderti in giro.»la rassicurai, con un sorriso. «Però ti piacerebbe conoscerli...o conoscere uno di loro, giusto?»insistei, socchiudendo gli occhi.
Mi lanciò un'occhiata incredula. «Certo che li vorrei conoscere!»rispose, con un sorriso ironico. «Ma tanto a cosa serve? Non li incontrerò mai!»si intristì leggermente.
Feci un sorriso a trentadue denti. «Chissà...»ribattei, misteriosa. Avevo visto una testa bionda dirigersi verso di noi alle sue spalle.
«Ciao, Tamy!»mi salutò lui alle sue spalle, ovviamente in inglese. Lei si voltò e rimase impietrita, vidi gli occhi diventarle lucidi e le scappò un gridolino.
Sorrisi, facendo cenno a Niall di avvicinarsi. Li presentai: «Elisa, lui è Niall. Niall, questa è Elisa.»ammiccai verso di lui, entusiasta.
Lui le sorrise gentilmente. «Piacere. Stai bene?»domandò preoccupato, dandole delle piccole pacche sulla schiena.
«C-come..»cercò di dire lei, ma perse la voce. Si schiarì la gola. «Come fate a conoscervi?»chiese, guardandoci sbalordita.
Ridacchiai, ripensando al nostro primo incontro. «Ci siamo conosciuti quasi due anni fa...in maniera piuttosto strana, non eravamo precisamente...amici.» Scambiai uno sguardo con il biondo e scoppiammo a ridere entrambi.
«Vi lascio da soli, per conoscervi
a fondo...»sghignazzai, lanciando un'occhiata eloquente a Niall. «Ci vediamo domani, ciao ragazzi!»li salutai, trascinando via Sandy.
Lei sbuffò appena ci allontanammo, alzando gli occhi azzurri al cielo. «Cosa ci troveranno mai negli One Direction! Sono i classici tipi stile Justin Bieber! Bah, non capirò mai certe ragazze...»
Risi, osservandola mentre si imbronciava. «Non sono tanto male, sai, cantano bene...quando vogliono. Sono riuscita a diventare loro amica anche se disprezzavo la loro musica, il pakistano -hai presente, quello moro- è il mio ragazzo.»
Mi guardò, incredula. «
Zayn è il tuo ragazzo?!»fu quasi un urlo.
«Ssssh!»la zittii, scrutandomi attorno. «Non strillare!»
Scosse la testa. «Di tutti quelli con cui potevi metterti proprio lui, Tam?»domandò, sospirando.
«E tu? Hai intenzione di continuare a rimanere sola per molto tempo? Lo sai che i ragazzi sono fantastici, mica te li devi sposare, puoi uscirci e basta!»la rimproverai, aggrottando le sopracciglia.
Si torturò i capelli castani dalle punte rosse, mordendosi il labbro. «Non saprei, Tamara...Lo sai che non sono capace di amare.»
Sbuffai sonoramente. «Questa è la più grande cazzata del mondo! Andiamo, prova solo a rimorchiarne uno, tanto per divertirti un po'...»la stuzzicai, tirandole una gomitata nelle costole.
Fece spallucce. «Va bene, va bene, ci penserò...»disse, indifferente.
Ci salutammo e lei si diresse verso l'uscita mentre io percorrevo il corridoio. Arrivata all'angolo mi fermai di colpo, dietro sentivo delle voci conosciute.
«Allora è vero,
lei sta in questa università?»chiese la voce di Jacopo. Rabbrividii, stavano parlando di me.
«Sì, ci siamo divertiti tantissimo ieri, come ai vecchi tempi.»rispose Rudy, ridacchiando.
Ingoiai a vuoto, terrorizzata. «A quando la prossima rimpatriata?»domandò Federico, potevo quasi vederlo ghignare.
«Presto, molto presto, intanto fatele un salutino. Vi chiameremo noi quando andremo a divertirci.»replicò Lallo.
Indietreggiai di alcuni passi, mi girai e cominciai a correre lungo il corridoio, ma sbattei contro qualcuno. Alzai lo sguardo: era Alessio, che mi fissava sbalordito.
«Tamara? Cosa ci fai tu qui?»esclamò, confuso.
Mi tremò il labbro e tentai di colpirlo con un pugno, ma mi bloccò con facilità. «Non mi toccare!»sbottai, fulminandolo. Sentimmo dei passi alle nostre spalle, lui mi trascinò dentro un ufficio vuoto. «Ma cosa credi di...?!»esclamai, infuriandomi ancora di più.
Mi fece cenno di tacere, posandomi due dita sulla bocca. Dalla fessura della porta socchiusa vedemmo passare i quattro ragazzi; quando la sorpassarono il moro mi lasciò andare, continuando a scrutarmi.
Ricambiai l'occhiata. «Dobbiamo parlare.»dissi, seria.



Angolo della follia

Ciao Ragazze! Il capitolo fa schifo ma sono di fretta e sto perdendo l'immaginazione... Vi lascio con le foto di Jaco, Fede e Alessio. Vi piace il nuovo banner? Non mi pare troppo brutto, no? Recensite please!!! Grazie di tutto, un abbraccio immenso.
-Tea



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Alessio

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Fede

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Jacopo

 

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