So disrespectful on that guitar

di famehookertime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


- cosa? Dimmi che non l’hai fatto davvero!
- ah sì sì te lo giuro! Avevo 9 anni, Matt 12 e Julian 13, passavamo tutta l’estate davanti alla casa del vecchio Harris a fargli imboscate e trappole solo per vederlo arrabbiarsi e sbuffare come un bue, e quando rientrava in casa inciampava automaticamente nel suo vecchio labrador cieco – le disse con tono gioioso.
-non ci credo, neanche per un secondo – esclamò lei, incredula – sono sicura che avete fatto impazzire vostra madre, voi tre – rise di colpo in un modo molto seducente, discreto.
- ah ma facevamo anche delle stupidate sulla riva del buon vecchio lago! Abbiamo messo Murphy, un coniglio enorme, su una zattera e l’abbiamo lasciato scivolare fino alla riva più bassa -.
Un’immagine apparì nella testa di Gaga, una foto di Taylor, bambino, a 5 anni, una testona bionda, che teneva tra le braccia un enorme coniglio stretto al petto per non farlo scivolare via.
- e poi? – domandò Gaga illuminata da un sorriso. Arrivò il cameriere e le posò davanti un’insalata.
- poi? Ah poi, il pazzo furioso sull’altra riva è uscito dalla sua capanna e ha provato a spararci con la pistola, senza successo, siamo scappati in un nanosecondo! E abbiamo recuperato Murphy un po’ più… bah, era veramente coraggioso quel coniglio, appena uscito dall’acqua ci ha seguito fino a casa saltellando come sempre. Mio padre diceva sempre che era stupido e buono solo sul piatto, ma non gli abbiamo mai lasciato neanche torcergli un pelo -.
- mi sarebbe piaciuto conoscerti in quei tempi – sospirò Gaga, mangiando una foglia d’insalata.
-oh, non sarei stato interessato a te, se non avevi delle caramelle o un pony da lasciarmi montare, non m’interessavano le ragazze, fino al liceo. Volevo solo un cappello da cowboy di paglia e partire per l’avventura nella foresta – rispose lui tranquillamente. Prese la forchetta e incominciò a mangiare il piatto di lasagne che il cameriere gli aveva appena portato.  Versò il vino nel bicchiere di Gaga. Lei mormorò un “grazie”, sollevò il bicchiere e lo portò alle labbra.
-e tu hai sicuramente qualcosa da raccontarmi, su di te e la tua sorellina – disse, facendo l’occhiolino.
- ah, ma sai, Natali era troppo piccola, le facevo degli scherzi, ma il problema era che diceva tutto ai miei genitori e se la prendevano sempre con me. Ti ho raccontato della volta in cui ho messo il suo criceto nella lavatrice?
-no, mai – rispose lui con gli occhi ridenti, appoggiando il bicchiere di vino sul tavolo – non vedo l’ora di sentire questa storia! -.
-allora va bene, ma non ridere! Avevo circa 10 anni e Natali aveva ricevuto questo minuscolo criceto, ma era così brutto che non osavo guardarlo. Ma ero gelosa del suo regalo. Era Crispy di qua, Crispy di là, che palle! Tutti non avevano occhi che per lui. Allora una sera, i miei genitori erano usciti, avevo provato guardato Frankenstein da sola, ma avevo così paura che avevo subito cambiato canale. Ero capitata su un episodio della Pantera Rosa, dove metteva il suo amico nella lavatrice… -
Taylor continuava a fissarla con i suoi occhi dolci, guardava le sue labbra muoversi senza sentire il suono che ne usciva, non sentiva neanche più la piccola orchestra in sottofondo e la gente che parlava nel ristorante. Ammirava lo sguardo di Gaga illuminarsi ai ricordi d’infanzia, era così incantato dal suo modo unico di sbattere le ciglia per riflettere, quel tic di alzare le labbra sulle gengive, lasciando scoperti i suoi bei denti bianchi.
- sono così innamorato di te – mormorò
Si rese conto solo in quel momento che non aveva più ascoltato il suo racconto e che l’aveva interrotta.
- cosa? – chiese lei.
Lui si schiarì la gola e si riprese – no no continua – fisse, un po’ confuso.
- ah, stavo dicendo…
S’interruppe di nuovo quando sentì un tocco delicato sulla mano. Taylor le aveva preso la mano e continuava a fissarla, completamente perso.
Lei strinse le labbra, non sapendo come reagire. Arrossì leggermente, presa alla sprovvista da tutte quelle sensazioni. Lui guardò la sua manina dentro la sua enorme zampa.
-posso farti una domanda?- bisbigliò con un sorriso, come un bambino pronto a svelare i suoi sentimenti per la bambina di cui si era innamorato. La felicità e l’eccitazione nella sua voce erano palpabili.
-ma certo- balbettò lei.
-non hai mai pensato di far su famiglia, tu ed io?- la guardò teneramente, come se fosse una neonata.
-non è una proposta di matrimonio, spero – sbuffò Gaga.
-no, assolutamente – rispose lui – pensavo a cosa dovremo fare, se siamo d’accordo entrambi – sospirò.
- non mi vorrai far mettere al mondo un povero angioletto fuori dal matrimonio, Taylor – esclamò lei.
Taylor non rispose, il suo sorrisetto dava sui nervi a Gaga.
Alla fine della cena, stavano per uscire dal ristorante per prendere una boccata d’aria e fumare una sigaretta, quando all’improvviso sentirono una voce chiamare Taylor.
-guarda, guarda – diceva – mi avevi dimenticato, miss Stefani?-
Gaga si voltò per vedere da dove provenisse quella voce familiare, e notò un ciuffo di capelli nero come il carbone. Riconobbe subito il viso cui apparteneva.
-Lucas Patrick Carl – sospirò lei.
Non lo voleva vedere. Ancora meno alla presenza di Taylor, cui aveva raccontato ogni dettaglio della loro storia.
Taylor si alzò di scatto. Luc si mise davanti al loro tavolo.
-salve bellezza – le sussurrò nei capelli bruni al profumo di frutta di quella donna deliziosa.  Taylor digrignò i denti, vedendo quell’approccio troppo familiare, dopo quel museo degli orrori che le aveva causato. Gaga non aveva niente da ridire, apprezzava il suo modo di fare.
-possiamo parlare in privato, senza di lui?- chiese, lanciando uno sguardo di disprezzo a Taylor come fosse dello sporco sulla sua scarpa.
Tuttavia Taylor non si sentiva assolutamente intimidito da lui.
-parlerai con me o posso toglierti la parola per il resto dei tuoi giorni – disse lui, con un tono più provocatorio che aggressivo.
Luc fece un passo verso di lui, puzzava d’alcol e la sua capacità di capire le cose era quasi al limite.
-non t’insulterò qui, ma se vuoi che ci spieghiamo – fece una pausa e gli mostrò l’uscita con un gesto ampio – vieni fuori con me -. Fece un sorrisetto, seguito da un singhiozzo.
-che cosa facciamo, non vorrete picchiarvi, vero? – disse Gaga; i suoi gesti ormai tradivano il panico e la paura che provava.
-non avere paura, bambola, ci penso io – disse Luc, provando a baciarla sulle labbra, ma lei si distolse subito. Luc alzò le spalle e si avviò verso l’uscita.
Gaga si avvicinò a Taylor e lo aiutò ad allacciarsi la giacca.
Sbuffò – Taylor, resta qui. Non sa cosa sta facendo, e non voglio che tu ti faccia male.
-non ti preoccupare, amore. Gli farò pagare gli anni di miseria che ti ha fatto subire – la sua voce tremava di collera.
-stai attento – lo baciò sulle labbra, Taylor sentì il gusto di ribes del suo gloss. La strinse a sé e la baciò con passione.
-promettimi di non dimenticarmene, una volta rientrati – gli disse con un sorriso di una donna sedotta, lo sguardo pieno di malizia nei suoi occhi brillanti.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Uscirono dal ristorante; la notte aveva rinfrescato la città con una dolce brezza che soffiava nei loro capelli. Gaga tuttavia era preoccupata, afferrò la mano di Taylor, che la strinse forte. Lui non aveva paura, era più che altro preoccupato. Non voleva nè arrendersi e deludere la sua amata, nè battersi e farle credere che non era altro che un bruto. Ma voleva dimostrarle che voleva prima di tutto regolare i conti con quella bestia infame di Luc.
 
Gaga restò indietro, guardava la scena da lontano. Taylor si avvicinò a Luc a passo lento. Aveva lasciato la giacca sulle spalle di Gaga, che tremava.
-allora? – disse, sfregandosi le mani – vuoi parlarmi o no?-
Si trattenne dal saltargli addosso e rompergli i denti, ma mantenne la calma.
-ascolta – sospirò alla fine Luc, - sono stato un deficiente. Siamo partiti male entrambi, vorrei che rimanessimo amici.
Taylor lo fulminò con lo sguardo, aprì la bocca lentamente, si schiarì la gola e disse:
-Sei l’ex della mia fidanzata, no, sei il peggior ex che la mia fidanzata avesse potuto trovare… sei stato un inferno per lei! Non perdonerò mai chiunque le ha fatto del male!
-Tu non la conosci!
Taylor si lanciò su di lui e lo prese per il colletto della giacca.
-credi che ci sia una scusa per picchiare una donna senza ragione? – urlò – e ora la rivuoi? Che razza di riufiuto sei?!-
-Non sai chi è lei veramente! – insistette Luc.
-E’ da due anni che stiamo insieme e mi dici che non la conosco?! – urlò, e lo colpì al fianco. Luc si piegò in due dal dolore. Poco più indietro, Gaga chiuse gli occhi e cercò di trattenere le lacrime.
-Ascolta- disse Luc, in un soffio – Io la amo. E non smetterò mai!-
Taylor lo guardò strabuzzando gli occhi. Certo che lo sapeva, ma Luc non avrebbe mai dovuto dirglielo. Lo colpì al ventre, e Luc cadde a terra. Taylor si chinò ancora. –Avresti dovuto pensarci prima!- gli sussurrò. Luc, deciso, approfittò della sua posizione per colpirlo alla fronte. Taylor si alzò tenendosi l’occhio, che sanguinava. Aveva la vista offuscata. Arrabbiato, gli diede dei calci al ventre con tutte le sue forze. Gaga si lanciò su di lui per fermarlo e impedirgli di fare una cazzata. Piangeva a calde lacrime. Provò a calmarlo. La luce della luna si rifletteva sul sangue sul suo viso, che dava a Taylor un’aria spaventosa. Lo supplicò di fermarsi, ma la lui la sentiva come una voce di sottofondo, coperta dall’odio. Luc aveva perso conoscenza da un attimo, Gaga si accovacciò su di lui piangendo, guardò Taylor che si fermò prima di colpirla in pieno. Si fermò e si spostò, non faceva che guardare la sua ragazza che piangeva sul suo ex, si sentiva tradito. Ma lei si alzò e si avvicinò a lui. Prese il suo viso tra le dita fredde e lo coprì di baci.
-E’ la cosa migliore che qualcuno abbia mai fatto per me – pianse sulla sua camicia. Le sue lacrime raggiunsero anche il suo viso. Taylor, stordito, la abbracciò e la baciò, la amava.
-Ti amo- le sussurrò teneramente. Lei sorrise e lo abbracciò a lungo. Poi si staccò e prese il telefono.
-Dobbiamo chiamare i soccorsi – disse, componendo il numero.
-no! Non puoi. Se non si risveglia, potrebbero denunciarmi – disse.
Gaga scoppiò di nuovo a piangere.
-Ehi, piccola! Shh, è finita, non piangere – la prese ancora tra le braccia e la baciò nei morbidi capelli bruni.
-allora lo lasciamo qui? – chiese
-No, chiamo Russell, lui saprà cosa fare.-
 
 
 
 Russell era passato a cercare Luc, e lo aveva portato via nel suo pick up. Gaga e Taylor si ritrovarono soli nella notte, nell’auto di Taylor. Erano rimasti in silenzio per venti minuti, al buio, a fumare sigarette. Il fumo aveva riempito l’auto. Gaga singhiozzava in silenzio. Non sapeva più a cosa pensare. Amava Taylor, sicuramente, ma il suo comportamento l’aveva stupita all’improvviso. Sentì lo sguardo di Taylor posarsi su di lei, girò la testa e sospirò.
-lo ami?- chiese Taylor con un mormorio delicato. Gaga sussultò violentemente.
-C…cosa? N… no!- rispose, col viso pieno di lacrime.
-puoi dirmelo, lo sai- continuò Taylor.
-Taylor!- disse Gaga, guardandolo profondamente negli occhi – non ho che te! Ti amo più di quanto tu non possa immaginare! – gli prese la mano e infilò le dita tra le sue, e la strinse forte.
-allora perché piangi?- domandò Taylor. Sembrava una domanda fatta da un bambino. Gaga sentì le lacrime tornare, e provò a trattenerle.
-sai, Taylor – rispose con calma –l’ho amato per sei anni; rivederlo e sentire che non ho più alcun sentimento per lui è stato uno shock. Ho scelto te, sei tu quello che voglio fino alla fine della mia vita -.
Taylor aveva le labbra che tremavano dal desiderio di gustare quelle di Gaga. Era così felice di aver trovato una donna come lei. Era formidabile, bella, fragile e il suo ruolo era quello di proteggerla; un ruolo che aveva sempre desiderato.
-Stefani…- cominciò, ma lei posò le sue labbra sulle sue, Taylor la prese per la vita e la strinse forte a sé. Le loro labbra ardenti si baciarono più teneramente che mai. Gaga all’improvviso si staccò e interruppe il bacio; entrambi sorridevano. Gaga aveva asciugato le lacrime, si sentiva di nuovo bene. Taylor le teneva la mano mentre metteva in moto l’auto.
-Taylor? – mormorò Gaga.
-no – rispose lui – mi dispiace per stasera…-
-no! Ho passato una splendida serata – lo interruppe. Lui voltò la testa verso di lei, la guardò profondamente nei grandi occhi ambrati alla luce della luna. Taylor sorrise. Si guardarono a lungo senza dire una parola. Alla fine Taylor sospirò: -Ti amo, principessa –.
Il viso di Gaga s’illuminò, e sorrise anche lei. Lui la amava, lo sapeva, la amava più di ogni altra cosa - e anche lei. Gli strinse forte la mano, come se non la volesse più lasciare. Lui la abbracciò e poi guardò la strada.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Un movimento. Un movimento frenetico che sembrava non smettere mai. Dune che si spostano sotto la forza dei venti della sera. Onde agitate dalla tempesta. Tessuto di seta viola che ondula in una danza infinita, accompagnato e modellato da ciascuno dei loro gesti. Una scena d’amore immersa nell’oscurità totale per meglio apprezzare il corpo dell’altro, al tocco. La mano di Taylor percorreva dolcemente e pienamente le curve del corpo di Gaga. Un Taylor senza fiato e paralizzato dall’orgasmo tanto atteso di quella notte. Poi un lungo gemito riempì la stanza. Ne seguì un altro, più rauco, da parte di Taylor. Gaga gemette di nuovo, ma non era per esclamare il suo piacere, ma piuttosto un dolore tenuto nascosto per troppo tempo. Un cuore ferito da una sofferenza troppo densa, animale, selvaggia. Un cuore che ci aveva messo troppo tempo a guarire appieno e che aveva riaperto brutalmente le cicatrici, da cui il sangue colava copiosamente. Quel gemito: la richiesta d’aiuto di un cuore in frantumi.
 
Lei era là, sotto il peso del corpo di Taylor che era dentro di lei, e lei non poteva pensare ad altro che agli avvenimenti della notte precedente. Completamente assente, tornò brutalmente alla realtà quando Taylor finì, si alzò cercando di non sporcare le lenzuola con lo sperma che le colava lungo le gambe, e andò in bagno. Tornò a letto; Taylor stava fumando una sigaretta, con aria cupa. La strinse tra le braccia e si addormentò prima di aver spento la sigaretta. Ma Gaga non riusciva a dormire. Non pensava ad altro che a Luc. Il suo viso pieno di sangue le tornava in mente ogni volta che chiudeva gli occhi. Poi, verso le 4 del mattino, tra le lacrime e quei pensieri orribili, si addormentò profondamente.
 
Alle 10 del mattino, aprì con difficoltà gli occhi rossi e gonfi. Taylor era già uscito. Trovò una rosa bianca accanto a sé, e un foglio. C’era scritto: “Non mi aspettare, passa una buona giornata, ti amo”. Gaga si strofinò gli occhi, si stiracchiò e si alzò, infilò le pantofole e andò a cercare del caffè. Lesse il giornale del mattino fumando una sigaretta. Una Marlboro rossa. Continuava a rigirarla tra le dita. Pensò a Luc che le scriveva dei messaggi sulle sigarette di quella marca, scriveva cose che facevano ridere entrambi, come “Taylor Swift…” o “X-Tina, shut up!” e lei scoppiava ridere ogni volta che ne fumava una. Gaga rise a quel ricordo lontano. Prese il telefono e cercò tra i contatti. Asshole. Era il suo numero. Selezionò “messaggi”. Iniziò a scrivergli un messaggio. “dove ti posso trovare?” aspettò un attimo. Chiuse gli occhi, poi inviò il messaggio. Provò immediatamente a dimenticare quello che aveva fatto, e lanciò il telefono il più lontano possibile da lei. Ma due minuti più tardi lo sentì vibrare. Era lui. “vieni a casa mia, va meglio da ieri”. Allora Gaga, senza esitare, infilò un paio di stivali presi dalla borsa e corse in strada urlando “TAXI!”. Salì sul primo che si fermò. Urlò l’indirizzo all’austista, che mise in moto.
 
 Scese dal taxi e fece un respiro profondo prima di entrare nell’appartamento. Una strana eccitazione s’impossessò di lei mentre saliva le scale quattro a quattro. Si trovò davanti a quella porta nera, quella di Luc. Una porta che aveva aperto in mille modi diversi. Furiosa, con lui, senza di lui, baciandolo, avendo paura di trovarlo nella stanza con un’altra, sbronza, drogata e l’aveva anche chiusa, sbattuta. Con la mano tremante, Gaga bussò tre volte. Chiuse forte gli occhi sperando che nessuno aprisse la porta. Quando si aprì piano, lo vide là, a venti centimetri dal suo viso, pieno di lividi e ferite in via di guarigione. Lo guardò negli occhi, poi aprì la bocca per dire qualcosa. “ciao” disse, con la voce timida e acuta. Lui le sorrise, e lei sapeva che gli faceva male sorridere a causa delle ferite. “entra, non stare lì!” le fece un cenno con la testa, lei entrò e chiuse la porta dietro di sé. Entrò e vide il divano in mezzo alla stanza, e pensò a quante volte avevano fatto l’amore là sopra, per notti intere, senza fermarsi mai. “vuoi qualcosa?” domandò Luc. Lei si girò e disse “caffè, se possibile?”. “arrivo subito” disse Luc, lasciandola sola nella sala. Si sedette sul divano. La televisione era accesa. Una serie di dvd sparsi davanti, in disordine, la maggior parte film porno, due o tre video giochi che conosceva. Ancora una cosa che aveva dovuto sopportare durante la loro vita di coppia. Quando Luc ritornò, si sedette affianco a lei. “come stai?” gli chiese. “potrebbe andare meglio” disse lui. Come amava il suo odo di prendere le cose alla leggera, il suo cinismo. Alzò la mano per toccare il suo viso, vicinissimo al suo. Lo sfiorò. Lui la lasciò fare, non si lamentò. Continuò ad accarezzargli il viso e poi disse, con le lacrime agli occhi “era vero, no? Noi due, quello che abbiamo passato”. Luc sorrise e annuì. “certo, cara”. Gaga distolse lo sguardo e cambiò discorso. “come va il bar?” ma Luc le prese la mano. Lei posò di nuovo lo sguardo su di lui, nei suoi occhi. Lui la tirò verso di sì, le mise una mano sui fianchi. Gaga guardò le labbra di Luc, le aveva desiderate per troppo tempo. Non pensava a niente, a nessuna conseguenza, a Taylor, niente, la sua testa era focalizzata sul suo desiderio per Luc.
Chiuse gli occhi e un attimo dopo le labbra di Luc furono sulle sue, le baciò, un bacio ardente, pericoloso. Ne voleva ancora, gli afferrò i capelli, affondò la piccola mano nella zazzera nera di Luc. I loro corpi si toccarono, Luc le mise la mano sulla schiena, le slacciò il vestito e il reggiseno. Passò violentemente un ginocchio sopra i fianchi di Luc, era sopra di lui. Senza staccare le labbra un secondo. Gaga aveva l’impressione di essere nata per farlo, gli tolse la camicia e Luc le passò lentamente una mano su un seno. Luc si alzò di colpo, Gaga chiuse le gambe attorno ai suoi fianchi. Lui camminò malamente verso in muro contro il quale Gaga si ritrovò incollana, i piedi nel vuoto. Tra le cosce sentì l’erezione di Luc che si alzava nei suoi jeans. Luc la afferrò per il collo, serrò la mascella tra le dita e incominciò a baciarla sul collo. Gaga sospirò di piacere. Lui passò una mano sotto il vestito e le afferrò le natiche. Gaga infilò le dita nei pantaloni di Luc e poi ci mise la mano intera. Era caldo e duro. Prese il suo pene in mano, Luc gemette. La portò in camera. La gettò sul letto. Al posto di rimbalzare debolmente, Gaga si raddrizzò e si gettò sul suo membro. Gli baciò i pantaloni e senza esitare un secondo prese il suo cazzo tra i denti. Luc le disse di non smettere e le carezzò i capelli.
 
Si alzò dopo aver sonnecchiato un po’. Luc era sdraiato vicino a lei e rollò una sigaretta. Lo guardò per attimo. “ma cosa stai facendo della tua vita, Gaga?!” pensò al dolore che avrebbe causato a Taylor, se lo fosse venuto a sapere. Si morse un labbro. Andare a letto con il suo ex fidanzato, quando amava Taylor con tutto il cuore, c’era qualcosa che non andava. Carezzò il braccio di Luc. La sua pelle abbronzata nei toni del bruno e dorato. Il muscolo sotto la pelle. “vuoi fumare?” interruppe i suoi pensieri. Vedendo gli occhi rossi e vitrei di Luc, capì che aveva già fumato una canna mentre lei aveva dormito. Tese la mano e prese la sigaretta che era in realtà una canna. La fumò per metà, si sentiva bene, rilassata. Sentì l’odore di Luc sdraiato accanto a lei. Non era come Taylor, sempre profumato di Versace o Prada, un odore piacevole. Lui aveva invece un odore più aggressivo, di sudore, di fumi dell’alcol. Senza pensare, si diresse verso la cucina e trovò del pane al latte, e lo mangiò. Sentì Luc entrare. Aveva coperto il corpo solo fino al petto; Luc la spogliò, toccò le sue curve. Lei tornò a sorridere. Concentrò lo sguardo sul pane e poi su Luc. La vista si fece offuscata. “come ai bei vecchi tempi” sogghignò.
 
 

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