Ten Days

di the princess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 10 Giorni ***
Capitolo 2: *** 9 Giorni... ***
Capitolo 3: *** 8 Giorni... ***
Capitolo 4: *** 7 Giorni... [Prima Parte] ***



Capitolo 1
*** 10 Giorni ***


10 giorni.

 

Questo vociare incessante mi farà uscire di testa… odio tutti questi schiamazzi, questo assordante chiasso… queste insopportabili risate, che mi fanno tamburellare le tempie.

Sono anni, che in questa maledetta sala grande, sono costretta a sopportare tutto ciò.

Fortunatamente manca poco alla fine di questo.

Solo dieci giorni, dieci fottutissimi giorni, e tutti questi idioti saranno solo cenere.

Il guardarli mi fa venire il vomito… avrei voglia di uccidere ognuno di loro, con le mie stesse mani…

Chissà cosa farebbero nel sapere che manca poco alla fine delle loro insignificanti vite?

Cosa farebbero se sapessero che neanche il loro sfregiato preferito potrà salvarli?

Mi viene da ridere, nel pensare ai loro visi piangenti, pieni di sgomento e terrore…

Forse sono troppo cattiva? La verità… è che sono stati loro a ridurmi in questo stato… mi chiamano “Faccia da Carlino”, mi insultano, e a volte quando a qualcuno viene ripetuto di esser cattivo… quello lo diventa…

Beh questa è la mia storia, la storia della tanto odiata Pansy… la ragazza di Draco, che non si rende conto che quest’ultimo le fa le corna tutte le notti, la malvagia Serpeverde che diventerà mangiamorte, sempre se non lo è già… sono tanti gli appellativi che in questi sei anni, mi sono stati addossati… ma adesso sarò io quella che riderà per ultima ai loro scherni… finalmente la mia vendetta è vicina…

 

Dio… la testa mi esplode, ho voglia solo di tornare in camera mia, e coricarmi sul letto, nella più totale oscurità…

Mancano ancora alcuni corridoi per arrivare all’entrata nei sotterranei…

Oh guarda guarda chi si vede.

Circa all’angolo che si trova d’innanzi a me, ecco il vistosissimo, amato delle ragazzine…

-Harry Potter…- rido, nel notare che quest’ultimo è goffamente occupato a raccogliere dei libri che gli erano scivolati di mano.

Quello fa finta di non sentirmi e continua a prendere appunti che per colpa degli spifferi si erano allontanati dall’altro ammasso di cartacce.

-Che maleducato… potresti rispondere…- dico, prima di impugnare la bacchetta, e dispettosamente, fare allontanare sempre di più i foglietti.

-Pansy te lo ha mai detto nessuno che sei una stronza del cazzo?- mi domanda, voltandosi, fissandomi con rabbia.

-Oddio… Potter… non ti credevo così… cattivo… vado dalla mammina a piangere…- fingo, strofinandomi gli occhi, fingendo di piangere, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

Mentre, mi sistemo la frangia, che per le risa, si era spostata, mi accorgono che il santarellino si era avvicinato.

-Beh tanto che vai da tua mamma, potresti pure dirgli che Harry ti ha minacciato, cacciandoti la bacchetta dalle mani…- narrando le sue azioni, mi fa avvicinare alla parete.

Ma cosa gli prende?

Si sta avvicinando troppo per i miei gusti…

Per poco non cado sul pavimento, per colpa di un suo passo troppo ravvicinato, fortunatamente c’è il muro a sostenermi.

-Ora potresti anche finirla non credi…- mi sussurra, all’orecchio destro, facendo spostare delle ciocche di capelli.

Non so come reagire, di certo non sarò la prima ad abbassare lo sguardo… non sono stata abituata a cedere.

Quello appoggia le mani vicino alla mia testa… aspetta qualche secondo, e poi con uno scatto si tira indietro, lasciando cadere la bacchetta ai miei piedi.

Ridendo tra i denti, si allontana scuotendo la capigliatura folta e nera.

 

*

 

Entro nel dormitorio, dove alcune ragazzine del primo anno, intimorite, mi salutano.

-Portami dell’acqua!- sbraito, sedendomi sul divano, appoggiando con forza i piedi sul tavolino di vetro, che per poco non va in frantumi.

Un piccolo ragazzo biondo annuisce al mio ordine, e sparisce dietro una colonna di fredda pietra.

Distendo le braccia, e faccio ricadere la testa sullo schienale verde.

Sbuffo profondamente ancora pensando a quella ridicola scena.

Come si è permesso quell’ignobile Grifondoro a comportarsi in quel modo, con me… con me!

Stringo i pugni… le unghie graffiando la pelle, creano un acuto stridio.

-Ecco, Pansy…- il biondino è accanto a me, e mi porge un bicchiere colmo di fresca acqua.

Io mi siedo, e dopo aver preso la bevanda dalle sue mani sussurro: -ora sparisci…-.

Quello annuisce, e va via…

La sala comune e stranamente vuota, o forse non troppo stranamente, dato che ogni volta che mi innervosisco tutti spariscono nell’aria.

Bevo tutto d’un sorso quell’acqua ghiacciata, che mi arriva al cervello…

Sistemo il bicchiere sul tavolino, e mi passo una mano intorno alla frangetta, gemendo per il dolore al capo.

Riesco a resistere solo alcuni secondi prima di tornare a pensare a quella scena.

Sento un calore imperversarmi il volto, son sicura di esser diventata rossa, e questo mi fa imbestialire ancora di più.

Che mi è successo?

Per quale cazzo di motivo non ho reagito come al mio solito?

Mi isso e continuando a ripetermi queste domande mi caccio la cravatta pronta per dirigermi nella mia stanza, dove spero di trovare un po’ di pace.

 

 

 

 

Fine primo capitolo.

Fatemi sapere quello che ne pensate tramite numerosi commenti.

Un bacio

La vostra *The Princess*

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Capitolo 2
*** 9 Giorni... ***


9 giorni.

 

La sveglia, eccola che col suo irritante trillo, cerca di destarmi… peccato che io non abbia chiuso gli occhi tutta la notte.

Guardo d’avanti a me la finestra che dà sul giardino ancora immerso nel sole mattutino e bagnato dalla fresca rugiada.

Ho passato la notte peggiore degli ultimi 2 anni, e ora il mio cervello ne risente.

Ogni santa volta che chiudevo gli occhi la faccia di quell’idiota appariva dal buio.

Risentivo la sua voce ripetermi quelle parole, e percepivo il calore del suo fiato.

-Pansy ti vuoi alzare?- la voce della mia compagna mi rincoglionisce più di quanto io non lo sia già.

-Ora, ora… perché non ti fai un po’ i fatti tuoi…- le rispondo acida, sedendomi appoggiando il cuscino sulle cosce.

-Scusa se volevo evitarti l’ennesimo ritardo nell’ora della McGranitt…- mi punzecchi lei, mentre si spruzza un profumo che appesta immediatamente la stanza.

-Saranno pure cazzi miei, no?! E saresti pregata di evitare di impuzzolentire tutta la stanza con quel coso che ti ostini a metterti…-.

Intanto mi alzo, e mi vado a specchiare, mi passo la mano sotto gli occhi e sbadiglio fortemente.

-A tutti piace questo profumo, invece…- quella stupida oca continua a blaterare, come se quello che dice potesse mai interessarmi.

-A quanto pare sono l’unica con un ottimo senso dell’olfatto… e dimmi chi sarebbero questi “tutti”?-.

Prendo la divisa da dentro l’armadio e dopo aver stirato le pieghe con un colpo di bacchetta, l’appoggio sul letto, che avevo provveduto a rifare secondi prima.

Non mi sembra di aver sentito nessuna risposta da quell’idiota… meglio così, oggi non sono in vena di parlare proprio con nessuno.

-A Draco per esempio…-.

-Cosa?- avevo parlato troppo presto.

-Ho solo detto che a Draco questo profumo piace, e pure molto…- la sua espressione mutata fa intravedere un ripensamento troppo tardivo.

Sorrido malignamente.

Draco… non che me ne sia mai interessato molto di lui… direi che la nostra storia, se così la vogliamo chiamare, è solo un modo per accontentare le famiglie, e far parlare di noi in giro.

So che lui non mi è mai stato fedele, e mai lo sarà, ma con questo non voglio dire che una stupida puttanella si può permettere di dire ciò.

Mi avvicino a lei, e le appoggio il mento sulla spalla destra, sento che è molto tesa.

-Emily, spero che ti sia resa conto di quello che hai detto e del torto che mi hai fatto…-.

Alzo la bacchetta e inizio a giocare con i suoi capelli.

-Ti sembrano cose carine da dire?-.

Scuote il capo.

-Allora facciamo così: tu stai lontana da lui, ed eviti di dire altre di queste cazzate ed io… beh io mi limiterò a non distruggerti l’esistenza… perché tu sai che io posso farlo, vero?-.

La vedo annuire con gli occhi languidi nello specchio che abbiamo davanti.

-Brava…-.

Mi allontano, ma prima di chiudermi in bagno, con un colpo di bacchetta faccio esplodere il vetro di fronte alla mia cara compagna.

Quella urla e si allontana, dalle schegge che si erano sparse sul pavimento.

Sbatto la porta, e apro l’acqua per rilassarmi sotto la doccia.

 

*

 

Arrivo in sala grande, non ho incontrato nessuno nei corridoi, sarà che sono tutti a fare colazione, ed io come al solito sono in ritardo.

Entro, e vado con passo spedito e mento alto verso il mio posto, fra Draco e Blaise.

Vorrei tanto vedere se San Potter è seduto con il suo gregge di lecchini, ma so di essere osservata da tante persone, e non vorrei che queste mi sorprendessero a guardare verso lui.

E poi, perché dovrei vedere se è lì? Cosa mi interessa? Se c’è o non c’è a me non cambia nulla…

Giungo al mio posto e mi siedo tra i due ragazzi.

-Pansy…- mi saluta Blaise, chinando il capo.

Draco fa come se io non ci fossi, o forse per lui davvero non ci sono e non ci sono mai stata.

Allungo la mano per afferrare un pezzo di pane ed ecco che il ragazzo dagli occhi di ghiaccio si degna di rivolgermi la parola.

-Sempre in ritardo…- esclama, prima di addentare un muffin.

-Non mi smentisco mai…- mentre aspetto la sua risposta, mi guardo intorno per vedere se la cara Emily sia venuta a colazione, ma non la trovo seduta da nessuna parte, a chiarirmi i miei dubbi… ecco Draco che continua.

-Cos’è successo sta mattina in camera? La McGranitt è venuta ad avvertirci sulle situazioni di Emily, è in infermeria…-.

Scuoto i capelli e con espressione sconvolta dico: -Oddio e perché?-.

-Dice di essere accidentalmente caduta contro il vetro e di essersi tagliata, ma non è grave…-.

-Oh povera… dopo le lezioni vado a controllare come sta, deve essere accaduto mentre ero sotto la doccia…-.

-Sicuramente…- accenna Draco, non avendo creduto a neanche una sillaba del mio discorso.

Passano alcuni secondi nei quali io faccio in tempo ad imburrarmi un panino e concedergli un primo morso.

-Cambiando discorso, perché sta notte non sei venuta?-.

Questa volta, si volta per guardarmi in volto.

-Beh, l’ultima volta non eri in camera, e non volevo svegliare i tuoi compagni …- rispondo.

Lui mugola, non ammettendo il minimo risentimento, o la minima dimostrazione di aver capito di essere in torto.

-Comunque sta sera verrò io da te, a scanso d’equivoci…-.

-Fa come vuoi…-.

Ormai non ricordo più se un tempo a queste parole avrei reagito diversamente, se sarei stata eccitatissima di avere vicino il mio Draco.

Se pure fosse stato mai così, ormai non lo ricordo più.

Ormai nelle nostre notti l’amore veniva dopo tutto, quello che c’era tra entrambi era un semplice rapporto di solo sesso… e credo mi andasse bene.

Avevo rinunciato a sperare in un Draco dolce e premuroso… anzi non ci avevo mai creduto.

Il resto della colazione non aveva avuto svolti imprevisti, mangiai ed evitai di pronunciar parola su Emily o su qualunque altro argomento.

Ora mi dirigo verso l’aula di quella befana, i ragazzi sono partiti prima di me, ma io avevo l’impellente bisogno di andare a ricordare alla mia compagna di camera di mantenere il silenzio.

So che anche oggi arriverò in ritardo, che quella strega megera mi rimprovererà e mi beccherò un’insignificante punizione, come se tutto questo potesse interessarmi…

Apro la porta dell’aula, e tutte le teste si voltano per guardarmi.

La Granger si gira verso la sua compagna per bisbigliare qualche malignità sul mio conto.

Mi avvicino al mio banco, l’ultimo della fila di destra per precisare, e mi accomodo.

La McGranitt che continua a scrivere una qualche formula, ma ad un tratto appoggia il gesso alla cattedra e dice:

-Signorina Parkinson, non so più cosa fare con lei… è il quarto ritardo in due settimane,  ho cacciato punti alla sua casa, le ho assegnato noiose punizioni, ma lei si ostina ad arrivare in ritardo…-.

-Beh allora ci rinunci, no?- non mi interessa più niente, mancano solo nove giorni.

-Non le permetto di usare questo tono con me, venticinque punti in meno, e domani passerà un intera serata a sistemare i fascicoli degli studenti… dal primo anno, ad ora…- detto ciò, girò sui i tacchi e continuo ad esporre la sua lezione.

-Potresti evitare di far perdere punti ai Serpeverde ogni giorno??- mi rimprovera Draco voltandosi.

-Signor Malfoy vuole fare compagnia alla sua compagna domani pomeriggio?- domanda la professoressa, ricevendo come risposta il voltarsi lesto di Draco.

 

Le ore fortunatamente passarono velocemente.

Dovetti subire numerose occhiatacce non solo dai quei stupidi Grifondoro, ma anche dai miei stessi compagni.

Uscita dalla classe, mi fermai davanti ad una vetrata, che rappresentava una donna china con un fiore bianco in mano.

Chissà per quale motivo questa è inginocchiata…

Non riesco a percepire ragioni per le quali un essere umano si debba chinare di fronte ad un altro…

 Quella donna deve essere stata molto stupida…

-Aspetti una manna dal cielo che ti possa liberare dalla punizione, serpe?-.

Mi volto, ed ecco l’incubo delle mie notti, Potter.

-Oh Potter, non hai paura di essere visto con una fuorilegge come me?- rido, per poi continuare a fissare quella vetrata.

Cerco di far rallentare il battito del cuore, che sta aumentando di secondo in secondo.

-Beh… non te lo hanno detto i tuoi amici… non sei la sola a dover affrontare quella punizione…-.

La saliva mi si blocca in gola, non è possibile… non è possibile…

-A quanto pare mi hanno beccato a fare qualcosa di più grave del parlare con una fuorilegge…-.

-E cosa? Hai rubato le caramelle a pel di carota, che si è messo a piangere…?-.

Lo sento appoggiarsi a me, quasi sapesse che tutto questo mi fa morire.

-Non lo saprai mai…-.

Mi volto per guardarlo, ed ecco che mi scontro nelle sue stupende iridi verdi.

Sorride, con un sorriso che non gli avevo mai visto…

-Sento il tuo cuore fin da qui, dovresti calmarti…- mi prende in giro, alzando leggermente il mento.

Io sospiro e allontanandomi dico: -è la tua presenza tanto indesiderata ad innervosirmi.-.

-Se lo dici tu… ci vediamo Parkinson…- si sgancia da me, e allargandosi il nodo della cravatta si volta.

Ed ecco che il battito inizia rallentare.

 

Nove giorni Pansy, nove giorni…

 

 

Ciao a tutti!

Beh allora grazie a tutti quelli che hanno letto.

Comunque vorrei spendere due parole per rispondere a MabyChan, beh non si può

dire che non ho preso spunto, se devo essere sincera, una mia amica aveva chiamato

Pansy, “faccia da cane”, poi ho letto la tua fan fiction, e allora ho pensato che forse ci fosse

qualche connesso… comunque se ti da fastidio posso tranquillamente cambiarlo!^^

Un bacio… la vostra The Princess

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Capitolo 3
*** 8 Giorni... ***


8 giorni.

 

Il sole sta sorgendo… ed io sono seduta su un giaciglio vicino alla finestra per vedere tutto ciò.

La luce inizia ad essere sempre più forte, e tutta la scuola, compresa la mia camera ne è invasa.

Socchiudo gli occhi leggermente per farli abituare a questo cambiamento.

Mi guardo intorno: il letto di Emily è ancora vuoto…. La mia compagna ha deciso di trattenersi un altro po’ di giorni in infermeria… non che mi dispiaccia non poter godere della sua compagnia.

Allungo le mani per prendere la bacchetta che avevo appoggiato prima ai miei piedi, e facendole fare un ampio movimento faccio apparire un foglio di pergamena.

Lascio scivolare la bacchetta vicino al mio fianco, e riappoggiò la testa alla parete.

Avvicino agli occhi il foglio.

L’inchiostro nero pece era sbavato in alcuni punti.

Ormai la conoscevo quasi a memoria, e sapevo benissimo che il rileggerla mille volte non avrebbe avvicinato quel momento, ma ero comunque lì a leggerla per l’ennesima volta.

Forse quelle cattiverie che gli altri mi sputano addosso, hanno un fondo di verità.

Strofinando il braccio sinistro, torno a guardare quell’astro che rischiara l’etere scuro.

Faccio passare due ore nel più totale e assoluto silenzio, fino a quando le sveglie delle mie altre compagnie di stanza trillano.

Heather e Christine si alzano.

La prima, nel vedermi sveglia a quell’ora sussulta leggermente, ma preferisce non chiedermi nulla e continuare a fare quello che stava facendo.

Christine invece, la docile Serpeverde dai capelli d’orati mi si affianca.

-Pansy tutto bene?- domanda, buttando un occhio fuori, quasi a cercare ciò che mi aveva fatto destare così presto.

-Tutto benissimo, boccoli d’oro…- rispondo, ghignando, senza rivolgerle uno sguardo.

Quella capisce l’antifona, e inizia a vestirsi.

Aspetto che entrambe spariscano dalla stanza senza salutare, e mi inizio a vestire.

Sbadiglio vigorosamente, sono notti ormai che non chiudo occhio…

Ieri il mio adorato Malfoy e venuto a farmi visita come promesso.

Una notte simile a molte altre.

Come al solito l’unica ad essere sveglia ero io, apro la porta della stanza, cercando di non fare eccessivo rumore.

Lui era lì ad aspettarmi, con indosso ancora la divisa.

Né una parola, né un sorriso e alcune ore dopo rieccolo sullo stipite pronto per riuscire dalla stanza senza dire nulla.

Non so il perché, ma dopo che uscì mi venne una grande voglia di piangere, e alcune lacrime riuscirono a sgorgare vergognosamente contro il mio volere.

In questi giorni non riesco quasi più a riconoscermi… la vecchia Pansy non avrebbe mai fatto uscire una lacrima per una faccenda del genere, e la vecchia Pansy, non avrebbe permesso a Potter di avvicinarsi così a lei.

Se chiunque, solo alcuni mesi fa mi avesse raccontato ciò sono sicura che avrei riso di gusto, prima di infliggergli atroci dolori.

È arrivato il momento di scendere sotto.

Lentamente, arrivo nei grandi corridoi illuminati.

Mentre scendo le scale, riesco ad intravedere la testa della piccola Weasley che controlla alcuni libri.

Non riesco a trattenere un sorriso nel pensare che lei e il suo dolce Harrino si siano lasciati circa un mese fa.

Erano una coppia così estremamente… patetica.

Lei avvolta nel suo lurido vestiario, e lui avvolto nell’ego smisurato e nella fama.

Ricordo di averla vista piangere il giorno della loro “separazione”, mi trattenni dal scoppiarle a ridere in faccia, e mi limitai a qualche frecciatina… di pessimo gusto, devo ammettere… ma che mi rallegrarono un po’.

-Weasley…- la chiamo, scendendo gli ultimi gradini.

Quella si volta, e chiude il libro che teneva tra le braccia.

-Sai che passerò il mio pomeriggio col tuo adorato Harry…-.

Noto immediatamente che il suo colorito cambia decisamente.

-Saremo soli… io e lui…- mi avvicino, sottolineando le ultime parole.

Vedo che gli occhi le guance diventano sempre più rosse, e che la rabbia la sta facendo infuriare.

-Beh che è successo? Niente da ridire zecca?- le chiedo, amabilmente, avvicinando le dita al suo viso.

Quella si sposta all’istante, per evitare il contatto.

-Che sgarbata… non ti mangio mica… comunque ora vado…-.

Prima di iniziare a camminare, le scocco un bacio da lontano dicendo: -Ti saluterò il tuo amato!-.

Ed ecco varcata la porta della sala grande.

Noto molti sguardi voltarsi e fermarsi su di me, a quanto pare la sfuriata con la McGranitt si è diffusa.

Senza darci molto peso, mi siedo al mio posto, dove nessuno si gira a degnarmi di un saluto.

-Salve, comunque…- pronuncio, versandomi un po’ di aranciata.

Blaise, che era del tutto concentrato nella lettura, mi bofonchia un –ciao-.

Draco, si gira e mi fissa per qualche secondo.

Io lo guardo stranita finché  lui non si avvicina velocemente e mi bacia.

-‘he fai?- chiedo, staccandomi.

-Non volevi che io ti salutassi? Beh ti ho salutato…- rispose, ribaciandomi.

Mentre Draco ritorna alle sue occupazioni, io rimango immobile a chiedermi cosa fosse successo.

Avevo perso sicuramente qualche passaggio… non era possibile che il signor Malfoy, mi avesse baciato senza alcun motivo… solo per baciarmi…

Tamburello sulla spalla di Zabini.

-Che c’è?- mi domanda lui scocciato.

-Che gli è preso al tuo amico qua?- domando, come se fossimo soli.

-Perché mi chiedi questo?- ride Blaise… come se non sapessi che aveva osservato tutta la scena.

-Zabini, evita di farmi innervosire di prima mattina…- lo fisso, e quello scuote la testa.

-Il proprio ragazzo non può essere tenero con la propria ragazza?- mi chiede.

-Certo, se non stessimo parlando di me e di Draco…-.

-Eh?- il biondino si voltò, sentendomi chiamarlo.

-Niente…- dico, guardarlo.

-E con te… ne riparleremo…- continuò rivolta all’altro Serpeverde al mio fianco.

 

*

 

-Beh io è meglio che vada…- le due stressanti ore di “Storia della Magia” sono finalmente finite.

Mancano solo pochi minuti all’inizio della mia insulsa punizione.

-Okay… ma fammi il favore di comportarti bene questa volta…- sospira Teodore.

-Certo papy!- lo schernisco io, per poi voltarmi e andare verso la mia strada.

L’unica vera cosa che potrebbe mai pesarmi di questa punizione è che ci sarà quell’insulso coglione a rompermi le palle... ma dovrò solo cercare di non calcolarlo più di tanto… i tipi come lui, credono di avere il diritto di comportarsi così solo perché qualche ragazzina sussulta al suono del suo nome.

Ma dopo tutto è questa la fama… anche io non potrei comportarmi come mi comporto nel sapere che non ci sono più ragazzini che mi temono, ma per fortuna non devo preoccuparmi di ciò… a conferma di questa ipotesi al mio passaggio due Tassorosso chinano il capo, evitando quasi di respirare.

-5 punti in meno a Tassorosso…- pronuncio calma, continuando a camminare.

-Perché??- sbraita uno dei due.

Io mi volto, speravo che rispondesse.

-Cosa… mi sembra di aver capito male… tu hai osato replicare la mia decisione?- mentre torno indietro, noto che l’amico di questo gli tira una potente gomitata.

-Mi scusi signorina Parkinson… ma non capisco cos’è che abbiamo fatto…- continua quello.

Mentre io mi preparavo a rispondere la voce della Granger mi fa voltare.

-Parkinson, ho visto quello che hai fatto… 5 punti in più a Tassorosso…- dice. I due del primo anno, annuiscono soddisfatti.

-Oddio l’eroina dei poveri…!.- la prendo in giro, sorridendo.

-A quanto pare il privilegio di essere Prefetto lo danno ormai a chiunque…- insinua.

-Infatti… lo penso anche io… non credevo che anche gli sporchi Mezzosangue potessero occupare ruoli rispettosi…-.

La vedo sussultare.

-Ed ora che vuoi fare? Chiamare a Lenticchia? Se vuoi lo faccio io…- avvicinò le mani ai lati della bocca e urlo: Lenticchia, ho chiamato la tua fidanzata mezzosangue… sono qui!! Aspetto la tua furia…!- scoppio a ridere, prima di allontanarmi.

-Mi fai schifo, Parkinson…- la sento inveire alle mie spalle.

-Oh, non farmi arrossire…!-.

 

Arrivo davanti all’ufficio della McGranitt con qualche secondo d’anticipo.

Mentre mi sistemo la cravatta verde e argentata, la porta dell’ufficio si spalanca, prendendomi quasi in volto.

-Ah, eccola…non speravo di trovarla qui in anticipo, per giunta…-.

-Sto cercando di rimettermi dai miei peccati…- alzo le sopracciglia ed entro.

Potter è già lì, seduto su una sedia, e mi saluta chinando il capo.

-Allora… vedete questi scaffali…?- ciò che lei indicava erano più di 150 mensole colme di fascicoli di tutte le misure.

Io e il Grifondoro annuiamo all’unisono…

-Beh sono vostri… avete tutto il pomeriggio, e se servirà tutta la notte, per sistemarli in ordine di anno e per ogni anno, in ordine alfabetico…- un sorriso si fa spazio tra tutte quelle rughe.

Io , scrollando le spalle, prendo dalla tasca la mia bacchetta.

-Molto divertente signorina Parkinson, molto divertente… l’uso della magia è vietato…- detto ciò mi sfila dalla mano la bacchetta.

-Potter mi dia la sua…- Harry gliela consegna senza fiatare e si alza per avvicinarsi alla prima scaffalatura.

-Anche se il vedervi occupati per ore mi avrebbe molto divertito… ho delle cose da fare.. quindi, buon lavoro…-.

La vecchia megera usce dalla porta, sbattendola.

-Beh io direi prima di raggrupparli tutti in anno…- inizia Potter.

-Sfregiato lascia fare a me, qui non si tratta di combattere contro signori oscuri, quindi credo che tu ne sia incapace…- comincio a leggere gli anni sui libricini.

-Ma posso chiederti il perché sei così scontrosa?-.

-Se io posso chiederti il perché sei cosi rompipalle…-.

Al sentire quelle parole, San Potter evita di rivolgermi altre esclamazioni e si volta a fare il suo lavoro.

Io non riesco ad evitare di buttargli gli occhi addosso.

Il corpo evidentemente cresciuto si vede perfettamente sotto la divisa da grifone.

Si passa una mano tra i capelli, scompigliandoli più di quanto non lo siano già.

Ride silenziosamente.

-Guarda che ti vedo…- mi dice.

Io repentinamente mi giro rossa.

-Con questo non intendo dire che mi dava fastidio essere fissato da te… anche se sarebbe meglio se potessi ricambiare il favore…-.

Sembrava così strano il tono di quelle frasi, uscito dalla sua bocca.

Non avevo mai visto questo lato di Potter.

-Potter da quando sei così…- inizio.

-Così…?-.

-Espansivo…- faccio per dire, facendogli apparire un sorriso.

-Io sono sempre stato così, mia cara Pansy…-.

Quel cara mi rimbomba in testa… un brivido mi attraversa la schiena a sentire pronunciare il mio nome da quelle labbra.

Per tutto il resto della punizione ci rivolgemmo solo poche parole… niente di più.

Ormai era calata la sera e avevamo finalmente concluso.

-Non ci credo che abbiamo finito… - esclamo, asciugandomi la fronte.

-Certo un po’ mi dispiace che questa punizione sia terminata…-.

-Lo so dove vuoi arrivare quattrocchi… ti consiglio di rinunciarci…- mentre pronuncio ciò, noto che il Grifondoro mi si è affiancato.

-Non credo che lo farò…- mi sussurra, per poi appoggiare le labbra alla mia guancia.

In quell’istante la porta si spalanca.

-Harry..!- la Mezzosangue e il portatore di pulci entrarono nella stanza.

Io divenni fucsia in volto, e mi staccai da Harry… quel semplice bacio mi ha mandato nel pallone.

-Oh…- sospirò Ron, guardando shockato la scena.

-Pinco Panco e Panco Pinco avete l’intenzione di stare qui a fissarmi finché l’inferno non si geli o possiamo tornare a farci ognuno i cavoli nostri…-.

-Emh… Harry… la McGranitt ci ha detto di dirvi che la punizione è finita, e le vostre bacchette sono tra i vostri effetti personali nei dormitori…-.

-Okay, grazie Herm…-.

-Beh…- continuò Potter rivolto a me –Io vado… ci vediamo…-.

Non lo guardo neanche e aspetto che il trio delle meraviglie sparisca dietro la porta.

Mi accascio sulla sedia, e mi sfioro la guancia destra.

-Ma che sto facendo?- mi chiedo, sentendo bruciare il punto dove quelle labbra si erano appoggiate con delicatezza.

Fra la rabbia e lo stupore, il desiderio che quel momento si ripetesse non perse tempo ad emergere.

Scuoto la testa.

 

Mancano solo otto stupidi giorni…

 

 

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Capitolo 4
*** 7 Giorni... [Prima Parte] ***


Sette Giorni [Prima Parte]

-Lurido uccello del malaugurio spostati dalla mia divisa prima che ti faccia diventare cenere…- la voce per nulla soave di Millicent mi sveglia… la felicità di aver chiuso finalmente occhio mi fa passare la voglia di sbraitare contro quella gallina.

-Successo qualcosa?- domando, facendo spuntare la testa da sotto le coperte.

-Da qualche minuto questo stupido gufo ha deciso di appollaiarsi su i miei vestiti…ed io non so cosa fare…-.

-Farlo spostare, no?- domando, stropicciandomi gli occhi assonnati.

-Ti sembro così idiota?-io sta mattina sono di buon umore, ma se le cose me le tirano di bocca…

-Ho cercato di farlo andare via, ma non mi ha neanche lasciato prendere la busta che ha legata alla zampa….-

Mentre la mia compagna continua con le sue lamentele io mi dirigo davanti allo specchio e noto con mio estremo dispiacere, che se anche questa notte sono riuscita a dormire per qualche ora, la stanchezza non ha abbandonato il mio volto.

Mi passo una mano sulla guancia dove la sera prima, quelle labbra si erano posate…

-Ehi principessa! Ci sei??- mi urla quella, schioccando le dita accanto alle mie orecchie.

-Sì, sì, ci sono… ma potresti evitare di fare tutto questo chiasso di prima mattina…-.

-Facciamo così, tu cacci questo pennuto dalla mia divisa, ed io ti prometto di non romperti più, ci stai?-.

-Per un’offerta del genere ucciderei anche mia madre…- la sento sbuffare alle mie spalle.

Ora capisco perché Millicent si lamenti tanto, questo piccolo gufo, sembra appena uscito da una battaglia di fango… è estremamente sporco e conciato male, non ci capita mai di ricevere lettere da animali del genere… solitamente riceviamo civette bianche o comunque uccelli in condizioni migliori di questo.

Al contrario di come diceva quella, non reagisce malamente nel vedere avvicinare la mia mano alla zampa, anzi lo vedo propenso a farsi staccare la lettera giallognola.

Sfilo la busta, do alcune pacche sulla testolina del gufo, per poi immediatamente pulirmi la mano sulla divisa di Millicent.

-Ecco vedi… non era poi così difficile…- la vedo arrossire di rabbia.

Non so perché ma credo che quella ragazza soffra di invidia acuta nei miei confronti, e forse non posso darle torto. Mezza scuola mi invidia il ragazzo, bello, altezzoso e ricco… molte delle mie compagne si sconvolgono nel vedere che al contrario loro rendo in quasi tutte le materie, e non solo in pozioni…ed infine la maggior parte dei Serpeverde mi viene dietro, e me lo fa notare anche spudoratamente… in ogni caso, questa loro invidia non mi tocca minimamente, mi hanno sempre insegnato a farmi scivolare le cose addosso… ed io lo faccio.

-Io, comunque… mi preparo, oggi abbiamo la gita ad Hogsmade se non ricordi, e preferirei non arrivare in ritardo…-.

Io la liquido con un gesto di mano e quella, imbufalita, entra in bagno.

Fra tutti questi pensieri, mi era quasi passato di mente l’aprire la lettera.

Strappo la busta e ne esco fuori un foglio di pergamena, questo è quasi completamente bianco, solo al centro esatto appare una scritta con inchiostro nero pece.

11.30 Testa di Porco

L.M.

Serro la lettera per poi farle prendere fuoco con un colpo di bacchetta.

11.30… ripeto guardandomi allo specchio.

E chi crederebbe mai che una ragazza così giovane potesse fare ciò, ancora mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, o tutto ciò sarà soltanto un gravissimo errore che mi rovinerà la vita, quella vita che tutti invidiano… e che per me è solo una prigione… forse è per questo che son sicura di non perdere nulla…

In questo momento la porta del bagno si spalanca, facendomi sussultare, la figura imponente di Millicent mi guarda innervosita.

-Non riesco a trovare la mia biancheria…-.

-Ma chi te lo ha chiesto?- rispondo sgarbata… a volte mi chiedo, come sarebbe essere una docile ragazzina di Tassorosso…

-In ogni caso, ora vado io in bagno…- prendo i vestiti e mi infilo in bagno, sbattendo la porta.

-E mi lasci così??- sbraita lei, giustamente l’avevo lasciata in accappatoio, ma oggi non potevo fare tardi…

*

-Pansy…- Dopo qualche minuto scendo sotto nella sala di ritrovo, ad aspettare il resto dei ragazzi.

Draco coricato sul divano di pelle, con voce soave, mi saluta.

-Draco…- rispondo io, sempre più insospettita da quel suo comportamento, la sera prima, non avevo avuto né voglia né tempo per discutere di ciò con Blaise, ma oggi cercherò di provvedere.

-Passata bene la notte?- mi domanda il biondino, facendomi posto accanto a lui.

-Sì… ma se posso, perché ti interessa?-.

La sua espressione si tende immediatamente al suono delle mie parole.

-A quanto pare è inutile cercare di fare l’educato con quelle come te…- sussurra.

-Quelle come me? E mi scusi… chi sarebbero quelle come me?-.

-Ah… non ho tempo da sprecare a parlare con te… Tiger, Goyle andiamo…-. Quello si alza e si allontana.

Io guardo la divisa sparire dietro l’angolo con un’espressione sconvolta sul viso.

-Ma stanno tutti impazzendo in questa cazzo di scuola??- impreco issandomi, per poi tirare un calcio ad uno zainetto lasciato a terra da un ragazzino, che nel vedermi decide saggiamente di allontanarsi e lasciarmi sfogare.

Sento la rabbia salirmi tanto da farmi arrossire le orecchie, ma cosa è preso a tutti? Il mio per così dire ragazzo è più lunatico di una donna col ciclo, e mi tratta come un’idiota, il ragazzo col quale dovrei avercela a morte solo per essere vivo mi fa provare tutt’altre sensazioni… ed io, non sono più la stessa!

Inizio a camminare con la mia solita eleganza verso la sala comune.

Evito di rispondere a qualsiasi persona che mi rivolga un qualunque gesto di saluto, volgo lo sguardo solo ad alcuni giovani studenti che con le loro risate mi fanno innervosire ulteriormente.

Avrei solo voglia di prendere una di quelle stupide oche starnazzanti e strangolarla…

Ed ecco che gli iracondi sentimenti che mi hanno fatto partecipare a quello che avverrà mi avvolgono.

Darei oro a chiunque mi desse il permesso di far sparire la gioia da quei visi beffardi… di far appannare i loro occhi luminosi e poi vederli chiusi nel loro bozzo di tristezza ed amarezza… così come sono chiusa io…

Sento gli occhi appesantirsi per le lacrime che si concentrano per uscire, le mani sono strette in saldi bugni che scivolano lungo la mia longilinea figura.

Ma non saranno loro a farmi cedere… io Pansy Parkinson, la donna glaciale, che rispecchia in tutto e per tutto l’anima dei Serpeverde, non piangerà davanti a questi idioti, solo per aumentare il loro ego.

-Parkinson…?- la mezzosangue che speravo di aver scansato indenne mi richiama.

-Ha detto la professoressa che dovremmo controllare i ragazzi del primo anno oggi…- continua, senza che io mi volti.

-Fottiti Granger… quei marmocchi te li guarderai tu… io ho ben altro da fare…- rispondo, mentre sento le lacrime rientrare e le guance ritornare al loro pallore originale.

-Stupida puttana…- la sento inveire…

Avevo bisogno solo di un pretesto per liberarmi da questa rabbia…

-Cosa hai detto, mezzosangue?-.

-Ho detto che sei una stupida puttana…- risponde, sussultando al sentirsi pronunciare quelle parole.

-Hai scelto la giornata sbagliata per diventare così intraprendente…- non finisco neanche di pronunciare la frase che con un movimento di bacchetta faccio schiantare la Granger contro parete alle sue spalle.

Rimango quasi sconvolta da me stessa… così sconvolta ma anche così soddisfatta, era tanto che desideravo farlo.

Vedo la Grifondoro stesa ansimante a terra, passano solo alcuni secondi, e noto numerosi ragazzini che le si affiancano.

-Hermione… Hermione…- Finnigan, alza il volto della Granger.

-Che diavolo è successo?- la voce della McGranitt risuona alle mie spalle.

-Signorina Parkinson le ordino di spiegarmi immediatamente ciò che è successo?-.

Sento gli occhi di tutti quelli che mi stanno intorno, fissarmi insistentemente.

-Per sbaglio ho fatto scivolare la ragazza…- rispondo, infilando velocemente la bacchetta dentro i jeans.

La McGranitt nota il movimento, e vedo le sue labbra arricciarsi in un’espressione quasi di disgusto.

-Non è vero, professoressa!! Ho visto cos’è successo realmente!! Quella ragazza di Serpeverde ha schiantato Hermione contro la parete…- un insulso ragazzino rivela tutto respirando affannosamente.

Lo guardo furiosa, preannunciandogli con il solo sguardo quello che gli accadrà appena tutto sarà finito.

Lui inghiottisce la saliva, e torna a fissare la professoressa.

-Parkinson venga con me…- dice quella, cercando di rimanere più tranquilla possibile. Io annuisco e la donna mi volta le spalle ed inizia a camminare velocemente.

Io la seguirla, ma prima di sparire scocco un’ultima occhiata alla scena pietosa che si era formata attorno al capezzale della Mezzosangue, chissà se qualcuno avrebbe fatto lo stesso per me…

Immersa in questi pensieri, quasi senza accorgermene arriviamo nell’aula di trasfigurazioni.

La professoressa si avvicina alla cattedra e si volta di scatto.

-Questo è troppo, signorina… la mia pazienza ha raggiunto il massimo di sopportazione, il suo comportamento ha superato ogni limite… usare gli schiantesimi contro un altro studente… ma cosa le è passato per la testa?? Mi dica! Le sembra una cosa normale?- la voce pacata ha lasciato il posto ad acuti di prima categoria.

Io la guardo assente, come se quelle parole non mi sfiorassero neanche.

-Bene… poiché non la sento pronunciare parola… 100 punti in meno a Serpeverde…-.

-Ma…- cerco di ribattere, gesticolando.

-E oggi niente gita… e da domani, tutti i pomeriggi dei due mesi che verranno, per lei saranno dediti solo alle punizioni che le assegnerò giorno per giorno…-.

-Non crede di esagerare?- erudisco.

-Esagerare? Esagerare? Non so se si renda conto di quello che ha fatto… la signorina Granger poteva farsi molto male…-.

Ma secondo lei, avrei mai fatto schiantare quella Grifondoro se infondo non desiderassi farle del male.

-Vedo che questo non la tocca minimamente… sono molto triste di ciò… l’infrangere delle regole posso tollerarlo, ma l’assenza di umanità, mi scusi signorina, ma mi fa solo rabbrividire-.

Come se già non lo sapessi? Come se avessi bisogno che una professoressa mi spieghi cosa sono?

-Beh se ora posso andare nel mio dormitorio… credo che lei non abbia nient’altro da dirmi…-.

La vedo scuotere la testa.

-Un’ultima cosa… spero solo che qualcuno riesca a cambiarla, signorina… lo spero veramente…-.

Fine prima parte


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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

Ed ora un po’ di ringraziamenti…

mary_zabini: Beh GiNNy mia che dirti!!! Grazie per tutto il tuo supporto e le tue minacce!!! Sei un mito!!! _GiNNy & PaNsy_

furbacchina : eh chi non lo adora a questo harry!!! Spero ti piaccia questo capitolo!! Kisses!

Summers84: c’è sempre qualcuno che deve rompere le uova nel paniere, no? Comunque un bacio!!!

Kel: carissima!! La tua recensione mi ha fatto felicissima!!!! Grazissime!!! E comunque non sei stata disattenta tu… ancora non ho detto niente, o quasi!! Baci!!!

Ed un bacione a tutti quelli che leggono senza recensire!!!

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