Basta un attimo per cambiare le cose

di giusy8690
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** immersi fra i ricordi ***
Capitolo 2: *** Saluti o adii? ***
Capitolo 3: *** Cambiamenti ***
Capitolo 4: *** Non posso fare a meno di te ***
Capitolo 5: *** Ricominciare ***
Capitolo 6: *** Comprensioni ***
Capitolo 7: *** Amori ed errori ***
Capitolo 8: *** Imprevisti ***
Capitolo 9: *** sorpresa ***
Capitolo 10: *** Scappatoie ***



Capitolo 1
*** immersi fra i ricordi ***


1 IMMERSI FRA I RICORDI

Ieri sera Naozumi è venuto a casa mia per dirmi che la nostra storia era finita. “ La nostra storia finisci qui Sana!”. Queste sono state le sue parole. Mi sono state schiaffeggiate in pieno volto, ma non riesco a capire dove ho potuto sbagliare. Ok, non ero innamorata di Nao, però gli volevo molto bene e per me era come un fratello…fratello, forse questo era il problema e lui se ne era accorto.
Ho tanti pensieri per la testa e in più Fuka mi ha detto che ha rotto con Akito. Già Akito l’unico ragazzo che mi ha fatto battere e fermare il cuore allo stesso tempo.
“Sana lo sai che domani è la Vigilia di Natale? Perché non mi dici che pranzetti devo preparare per te e i tuoi amici?” Era la sig. Shimura che mi svegliava dai miei pensieri, ed era moto eccitata per la giornata seguente. Peccato che le rovinerò questo momento. “Veramente quest’anno i miei amici sono impegnati, faremo una festa intima solo io, lei, la mamma e Rei.”
“Cosaaaa? E Naozumi?” Ecco l’urlo di mia madre. “Perché non lo hai invitato?”
Bene adesso dovrò raccontare tutto alla mia mamma senza tralasciare niente, inserendo anche la parte su Akito.
Finito il rimprovero di mia madre salgo in camera mia e mi butto sul letto. Nel cadere faccio volare un foglietto quadrato. Mi alzo e lo raccolgo e i miei occhi si soffermano su quell’immagine. Era la foto del pupazzo di neve che l’anno precedente Akito me lo regalò per la nostra festa di metà compleanno. Si portò la foto vicino al suo petto, e iniziarono a gonfiarsi gli occhi di lacrime.
Mi manca moltissimo, pensavo di averlo dimenticato, o per lo meno ci speravo sostituendolo con Naozumi ma è stato tutto inutile.
Mentre piangeva chiuse gli occhi per la stanchezza, infatti si addormentò tra le braccia di Morfeo.
 
 
Invece a casa Hayama…
“Ragazzi avete degli impegni per domani sera? È la vigilia!!” mio padre sempre euforico per questi eventi.
La vigilia, me ne ero dimenticato “ No papà non ho impegni”. “ Nemmeno io. Cosa avevi pensato di fare?” Ecco Natsumi, continuando a leggere una rivista.
“Vorrei festeggiare per bene visto che l’anno scorso mi avete lasciato solo…” È vero l’anno scorso ho festeggiato la Vigilia con Lei. “Ed è per questo che ho comprato un vestito di babbo Natale con tanto di renne e canteremo tutte le canzoni di Natale!” Oh mio dio mio padre è impazzito, lo guardo con aria perplessa. Anche mia sorella lo sta guardando in modo strano.
Natsumi per cambiare argomento ebbe la brillante idea di chiedermi Lei. “ Non ci parliamo più molto spesso e non so cosa dirti”. Detto questo vado in camera mia prima che mia sorella inizia a farmi domande su Lei e su Fuka. Dovrei aggiornarla e dirle che ho rotto con Fuka, ma adesso non ho prprio voglia.
Inizio a dare calci alla parete facendo cadere qualcosa. Oh è il dinosauro, quel dinosauro che mi regalò Lei un anno fa. Ricordo che mi fece cosi felice quel giorno ma anche triste perchè come uno stupido non le avevo regalato niente e cosi decisi di farle un pupazzo di neve. Lei lo accettò subito e mi ricambiò con il suo bellissimo sorriso, il mio preferito.
Oh Sana, com’è potuto cambiare tutto in anno? Finalmente sono riuscito a nominarla. È vero le cose sono cambiate, io sono cambiato, non sono più il ragazzino chiuso e cupo di una volta, tu mi hai cambiato, mi hai dato luce nella mia vita e io non ti ho mai ringraziato, ti ho solo fatta soffrire. Ma ora hai Kamura che ti consola e io non posso fare altro che augurarti tutta la felicità di questo mondo perché te la meriti. Sono io quello destinato a soffrire.
DRIN DRIN. Il telefono. “Chi sarà mai!?”. Che scocciatura!

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Capitolo 2
*** Saluti o adii? ***


2 SALUTI O ADDII?
 

“Chi sarà mai?”.
“Pronto chi parla?”. “Hayama sono io Naozumi”.
Che diavolo vuole ancora questo da me?! “Che vuoi Kamura?”
“Ti ho telefonato per dirti che io e Sana ci siamo lasciati”.
“E a me cosa importa? Io sto con Fuka adesso…” Stavo con Fuka vorrei dire ma non è il caso di dirglielo.
“Bè io ti ho solo aggiornato, poi partirò e non credo di tornare molto presto. Andrò per la mia strada senza Sana.”.
“…”
“Ora devo andare, prendilo come un regalo di natale da parte mia. Buona fortuna.”
“Anche a te”.
TU TU TU. Non capisco cosa volesse ottenere. È tardi ora dovrei andare a dormire ma non ho molto sonno, forse dovrei fare una corsa per schiarirmi un po’ le idee.
Si mise le scarpe e corse fuori senza notare che stava iniziando a nevicare.
Corse fino allo sfinimento e senza rendersene conto finì davanti al grande cancello di casa Kurata. Alzò lo sguardo con la speranza di vedere quella testolina rossa affacciata alla finestra ma non c’era nessuno. Le luci sono spente. Do un ultimo sguardo a quella finestra e sospiro. Come vorrei rimediare a tutto il casino che ho combinato…
Decido di tornare a casa prima che diventi un pupazzo di neve, farmi una bella doccia calda e cadere nel mondo dei sogni dove tutto è diverso.

 
Pov Sana

SANA SVEGLIATI! SANA SVEGLIATI!
“Uffa ma che ore sono? Oggi non devo andare a scuola!”.
Fece per spegnere la sveglia ma all’improvviso si ricordò che giornata fosse.
Oggi è la vigilia. Ecco che mi prende la malinconia e non posso permetterlo. Quindi mi alzo, faccio colazione e mi preparo per questa bellissima giornata. Arrivata davanti lo specchio notò che non era la solita Sana ma bensì una Sana con delle occhiaie viola, capelli smorti e arruffati e il viso di un colore spento. Era spenta e vuota.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAh!” Ecco ci voleva. Ho preso colore e ora sorrido. Posso affrontare anche oggi!
“Che succede? Sana stai bene?” arrivò un Rei preoccupato ma credo di più che fosse spaventato.
“Si Rei sto bene. Volevo solo farmi ritornare la grinta. Ah ah ah!”.
Spero che se la sia bevuta. Bene iniziamo la giornata.
 

Pov Akito

CRASH! “Akito è possibile che tutte le mattine devi rompere una povera sveglia!?!”
“Mmh”
“Dai scendi che ho preparato la colazione. Stamattina c’è anche papà e non so cosa ci aspetta.”
Natsumi scese le scale e tornò in cucina. Mia sorella è diventata molto premurosa, forse un po’ troppo per i miei gusti.
Andò in bagno e si mise davanti lo specchio. Sono troppo pallido, spero di non aver preso l’influenza. Etciù! “ Lo sapevo! Non vedo l’ora che questa giornata finisca”.
 

Pov Sana

La cena sta per finire quando sento che devo fare qualcosa prima della mezzanotte. Voglio augurare ad Akito un Buon Natale, ma non so cosa inventare per uscire di casa.
“Sana, tesoro, non vuoi chiamare tutti i tuoi amici per augurarli un Buon Natale?”
“ Si mamma però…”
“Però cosa?”.
DRIN DRIN. Dopo qualche minuto arriva la sig. Shimura che porge il telefono a Misako. “Si pronto!”
“Sig. Kurata sono il sig. Fuyuki, ho chiamato per dare gli auguri a lei e alla sua famiglia”
“Oh grazie sig. Fuyuki auguri anche a voi!”
“Mi scusi un attimo ma mio figlio vorrebbe parlare con Sana, si può?”
“Si certo. Sana vieni è per te”.
“Arrivo!!”
Prese la cornetta e rispose “Si chi è?”
“Sana sono io Akito”.
Akito. Non riesco più a parlare, forse dovrei comportarmi come una semplice amica e far finta di niente, oppure dirgli che non sto più con Nao...
“Sana ci sei?”
“Si si scusami. Volevi dirmi qualcosa?”
“Si. Buon Natale” Semplice e diretto, non ha avuto nessun tipo di problema a parlare. Io invece ho la lingua attaccata al palato e riesco solo a dire un flebile grazie.

Sono passati giorni da quando l’ho sentito l’ultima volta e da domani inizia la scuola e io non ci sarò. Partirò con Rei per Buenos Aires e starò via per alcuni mesi, il tempo di girare una telenovela.
Ho il bisogno di vederlo per l’ultima volta. “Mamma io esco ho una commissione da fare urgentemente”
“Ok tesoro. Hai bisogno che Rei ti accompagni?”
“No mamma vado sola, ho voglia di passeggiare un pò”.
Detto questo vado fuori e mi dirigo verso la casa del mio amore tanto desiderato.

Casa Hayama mi fa venire molti ricordi. Mi mancherà, come mi mancheranno i coinquilini che ci abitano e mi mancherà soprattutto lui.
Ho le dita tremolanti e non riesco a suonare il campanello, ma devo farmi coraggio. Fatto. Ora devo solo sperare che lui sia in casa.
 

Pov Akito

Il campanello. “Natsumi apri tu?” Nessuna risposta da parte di mia sorella. Scendo le scale e trovo un biglietto attaccato al frigorifero. Sono uscita. A stasera. Mi tocca ad andare alla porta. Spero che non sia Tsuyoshi.

Apro la porta e ho davanti la ragazza dei miei sogni. Indossa un vestitino verde acqua con sopra un soprabito bianco che le arriva alle ginocchia. È sempre bellissima. Sono rimasto a bocca aperta, non mi aspettavo di certo lei.
“Ciao Hayama, posso entrare?”
“Cosa? Si certo entra pure”. Mi sposto per farla passare e la faccio accomodare sul divano. Mi sta fissando ed è diventata tutta rossa. Mi do un’occhiata e capisco il motivo.
“Scusami ma mi sono appena fatto la doccia. Mi stavo vestendo…” Divento rosso per l’imbarazzo.
“Non ti preoccupare è colpa mia, sono venuta senza avvisarti”.
“Allora cosa ti porta da queste parti?”
La guardo dritto negli occhi perdendomi in quel cioccolato e quasi ignoro le sue parole, ma una parola mi fece riprendere il suo discorso. Partire. Queste 7 lettere mi hanno fatto sobbalzare e cerco di capire cosa mi sono perso.
“Scusa ma non ho capito bene, puoi ripetere?”
“Domani sera ho un aereo che mi aspetta. Starò via per non so quanti mesi. Non verrò più a scuola”.
Lo dice tutto di un fiato e con lo sguardo a terra. Io non so cosa dirle, ormai mi sono arreso, so che non potrà essere mai mia. Non posso competere con il suo lavoro, non posso perché lei non prova più niente per me e questo lo devo accettare anche se a malavoglia. Riesco solo a emettere un sibilo senza significato niente di più.
“Non dici niente?”
“Cosa dovrei dirti? Ah si, dove andrai?”
“Buenos Aires”. Argentina, staremo cosi lontani. Sento il cuore creparsi. Devo alzarmi prima di scoppiare a piangere davanti a lei come un bambino.
“ Buona fortuna allora”. Ora vattene ti prego, avrei voluto anche aggiungere.


Pov Sana

“Akito…mi mancherai cosi tanto”
Non so come ma gliel’ho detto e senza rendermi conto sono corsa ad abbracciarlo. Lo stringo forte come se fosse l’ultima volta che potessi toccarlo, sentire il suo profumo dolce. Sto bagnando i suoi pettorali con le mie lacrime ma a lui non importa perché mi tiene stretta e io vorrei che il tempo si fermasse in questo momento.
A malincuore ci separiamo e guardo quei suoi occhi ambrati che mi dicono tutto ciò di cui ho bisogno. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Un bacio morbido e pieno di amore. Con questo bacio mi fa capire che mi ama quanto io amo lui. Le nostre lingue iniziano in una danza senza fine e io mi sciolgo come neve al sole.
Si stacca da me e mi dice “Sana io ti aspetterò, anche se dovessero passare anni. Ma tu non mi dimenticare.”
Come faccio a dimenticarti amore mio? “Ci sentiremo spesso e ti prometto che farò di tutto per tornare presto da te.”

Dopo un ultimo saluto torno a casa. Mi sento più leggera perché Akito mi ha fatto capire che ci tiene ancora a me. Ma ho un brutto presentimento, chissà sarà solo un brutto scherzo del mio cervello.

  Ciao vorrei ringraziare a tutti quelli che seguono o leggono la mia storia! Aspetto i vostri consigli :-)

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Capitolo 3
*** Cambiamenti ***


3 CAMBIAMENTI

È arrivato il momento di salutare Tokyo. Mi trovo in aereoporto con Rei, mia madre e la sig. Shimura stanno singhiozzando per la nostra partenza. Sono anch’io commossa dal dolore ma non posso farmi vedere triste altrimenti la mamma capirà che non voglio partire e farà di tutto per impedirmelo.
Devo andare, ho preso un impegno e lo porterò a termine. Non devo essere pessimista, andrà tutto bene e tornerò presto. Al mio ritorno ci sarà Akito ad aspettarmi.

Ho salutato tutti i miei amici e pregato di non venire qui a vedermi partire, sembrerebbe un addio e non voglio che lo sia.
“Sana il nostro aereo ci aspetta dobbiamo andare. Sei pronta?” Rei ma che razza di domande fai certo che non sono pronta! Sono sempre cosi alle partenze e non cambierò mai. Ma sono costretta a dire il contrario.
“Si sono pronta. Ciao mammina ti voglio bene!” Bacio mia madre e la sig Shimura con dolcezza. Mi allontano da loro e vado verso il corridoio che mi porterà a quell’aereo. Rei mi raggiunse e subito saliamo.

Partiti. Arrivederci Tokio mi mancherai.
Ecco che mi scappa una piccola lacrima.

 
Pov Akito

È mezzanotte. Sana sicuramente sarà partita. Io mi trovo qui nel mio letto a pensare al domani. Non so cosa farò ora che lei non è più con me. Forse tornerò ad essere il ragazzo di una volta, chiuso e freddo. Non che io sia diventato tanto aperto e solare…bè è meglio che io dorma un po’ visto che domani ho gli ultimi allenamenti di karate.
 

Intanto una ragazza stava atterrando in un altro paese…
“Sana svegliati, siamo arrivati” “Si Rei sono sveglia.”
Eccomi qui, Buenos Aires. Lontano mille miglia da casa. C’è una cartello con una scritta: BIENVENIDO A BUENOS AIRES.
 

Pov Akito

Sono passati 2 anni dall’ultima volta che l’ho sentita. Ricordo perfettamente quelle parole, mi ferirono profondamente…
Inizio flashback
“Pronto?”
“Hayama, ciao sono io Sana!”
Sana, non sai come sono felice di sentirti. Ma non rispondo.
“Come stai? Io ho finito di girare il film”
Lo dice in un modo strano, non sprizza gioia e sicuramente c’è qualcosa che non va.
“Sana cosa c’è? Ti sento strana”
“Non so come dirtelo, vedi io…” Inizia a balbettare e non è da lei. Ok mi sto davvero preoccupando.
“Ehi Sana puoi dirmi tutto non preoccuparti. Se hai fatto qualche pazzia ti capirò. In fondo siamo amici no?” Purtroppo è la verità siamo solo amici e mi fa male dirlo.
“Spero che non ti arrabbierai…abbiamo deciso di stabilirci qui in Argentina, non so se e quando tornerò…non mi aspettare”
Un rombo sordo mi scoppia nelle orecchie. Lei non tornerà. Ma come poteva dire una cosa del genere dopo tutto quello che abbiamo passato? Dopo quello che ci siamo detti alla sua partenza. È solo una bugiarda egoista e non cambierà mai.
“Kurata sai che ti dico? Avrei non voluto mai incontrarti” Chiudo il telefono e scoppio in una crisi di pianto. Mi raggomitolo su me stesso, singhiozzando e mi rendo conto che è davvero finita.

Fine flashback

Da quel giorno tra me e lei era finita. Non mi ha più chiamato e io ho fatto lo stesso. Non volevo sentirla ero troppo deluso.
Sono passati altri 4 anni da quella stupida chiamata. Ora ho 19 anni, sono cresciuto molto in tutti gli aspetti. Non ho una ragazza fissa perché dopo di lei non mi sono più innamorato e mai mi innamorerò di nuovo. Cambio ragazza ogni settimana proprio per non farle legare a me. I miei amici mi sono stati molto vicini, soprattutto Tsuyoshi. Lui e Aya andranno insieme all’università e stanno cercando un appartamentino. Li invidio molto ma sono contento per loro.
Fuka dopo l’estate raggiungerà il suo Takashi a Oklama, e io invece sto per aprire una palestra di karate. Mia sorella si è sposata qualche mese fa, quindi siamo rimasti solo io e mio padre.
 

Nel frattempo in un altro continente…
“Sana sei sicura?”
“Si Rei sono sicura. Ho finito il collegio e ora posso tornare e Tokio. Tu sei libero di fare quello che vuoi, anche di raggiungere la tua Asako”
“Mah…si hai ragione. Siamo stati lontani da tutti per troppo tempo. Forse è meglio ritornare a casa.”
“Quindi andrai a Londra da lei?”
“Si visto che tu vuoi prenderti una pausa. Ma se cambi idea io prenderò il primo volo per Tokio.”
“Non cambierò idea Rei. Voglio riposarmi e vivere la mia vita privata” Devo riconquistare un cuore a tutti i costi!
Arrivati in aereoporto saluto Rei “Rei fai buon viaggio, salutami Asako” E ci abbracciamo con le lacrime agli occhi. Mi mancherà tantissimo ma è giusto che ognuno va per la propria strada.
“Ciao piccola Sana, ci sentiremo presto. Salutami la sig. Misako e la sig. Shimura. Ti voglio bene”
“Lo farò. Anch’io ti voglio bene”
Rei è partito e io sto sull’aereo che mi porterà a casa, da lui, da Akito. Perdonami se ti amo ancora.


Grazie ancora a Giugy00 :-) alla prossima!!

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Capitolo 4
*** Non posso fare a meno di te ***


4 NON POSSO FARE A MENO DI TE
Sento l’altoparlante che comunica l’arrivo a Tokio. Apro gli occhi e vedo le luci della mia città. Finalmente a casa.
Ecco mia madre. Scendo dall’aereo e corro ad abbracciarla. Oh dio quanto mi è mancata! “Mamma” inizio a piangere a dirotto fino a quando non mi arriva una martellata in testa.
“Ahia mamma, mi hai fatto male!”
“Smettila di fare la bambina, ora sei diventata una donna e comportati come se lo fossi”
“Uffa mamma io sono solo contenta di essere tornata”
“Lo so tesoro anch’io sono contenta” E mi prende tra le sue braccia.
In lontananza qualcuno ci spiava e infatti mi ritrovo in tv il giorno stesso. “I giornalisti sono dappertutto. Forse dovrei comunicare alla stampa il mio ritiro almeno mi lasceranno in pace”
Ora tutta la città saprà del mio ritorno. Anche lui. Devo chiamarlo subito.
 
Pov Akito
L’attrice Sana Kurata ha fatto il suo ritorno proprio questa mattina. Eccola che esce dall’aere…
Cosi è tornata. “Papà io esco vado a correre”
“Va bene a stasera…aspetta Akito”
Sento il telefono squillare. Sarà per me e sicuramente è Tsuyoshi.
“Si pronto?”
“Akito sono io Tsuyoshi”
Lo sapevo, ora mi dirà di Sana ecc…
“Dimmi Tsu”
“Tutto bene? Hai sentito la notizia?”
Già so di che notizia parla. “Si e non mi interessa più di tanto…ma ora devo scappare ho un impegno con mio padre”
“Oh si scusami. Allora ci sentiamo presto. Ah Akito ricordati che puoi contare sempre su di me”
“Lo so grazie Tsu. A presto”
Ho dovuto dire una bugia perché non mi andava di parlare di lei. Esco e inizio a correre. Correndo arrivo al nostro gazebo. Quanti ricordi, ora mi fanno cosi male. Perché è tornata proprio ora? Dopo tutti questi anni non sono riuscito a dimenticarla; forse odiarla un pochino per tutto il male che mi ha fatto. Si è ragazzina egoista.
Mi sveglio di soprassalto grazie a dei rumori fastidiosi, infatti il gazebo si è riempito di gente. C’è una donna di fronte che cerca di scrutarmi, non riesco a riconoscerla perché indossa dei grandi occhiali da sole scuri e un cappello. Si avvicina a passo lento.
“Hayama sei tu?”
Quella voce la riconoscerei fra un milione, non potrei mai dimenticarla. ”Kurata? Quale buon vento ti riporta nella tua patria?”
Si toglie gli occhiali per guardarmi meglio. È cosi bella da togliere il fiato. Aveva un abito azzurro che pareva esserle stato dipinto addosso; lo indossava come poche donne avrebbero saputo fare rendendolo sexy. Lei era sexy ed era diventata una donna, con quelle sue forme piccole ma perfette. Ma aveva qualcosa nei suoi occhi, forse tristezza.
“Sono arrivata questa mattina e volevo dirtelo di persona”
“Sei arrivata tardi perché la televisione già ti ha preceduto”
“Lo so…allora come stai? Gli altri?”
“Kurata è inutile che cerchi di farmi dialogare. Io e te non abbiamo più niente da dirci” E con questo mi alzo e cerco di andare via ma lei mi ferma per un braccio. Quel suo tocco mi fa rabbrividire. Abbassa lo sguardo. “Sai ho lasciato il lavoro. Sono qui perché ho deciso di vivere la mia vita senza fare l’attrice. Ho capito che non ho bisogno di girare il mondo per stare bene e poi…” Fa un respiro e poi prosegue “Mi mancava qualcosa…”
Cosa? Non riesco a seguirla. “E perché lo dici a me? Io cosa c’entro?”
“Bè tu c’entri molto perché se sono qui è per te…non ne posso più di vivere in questa sofferenza” Oh no sta per mettersi a piangere e io odio vederla in questo stato.
“Perdonami Akito, so che non ti merito perché ho pensato solo a me stessa in questi anni però mi sono sempre pentita di non averti aperto i miei sentimenti e ho vissuto nel rimpianto quindi ora voglio dirti ciò che penso” La fermo prima che lei prosegua mettendole l’indice sulle labbra. “Sana anch’io ho fatto degli errori tempo fa, ma sono stato malissimo. È troppo tardi per ricominciare. Scusa.”
“Si…forse hai ragione. Scusami ancora.”
 
Pov Sana
Scappo via da quel luogo, da lui. Ha ragione non posso pretendere che di punto in bianco lui mi perdoni. Tornai a casa e corsi in camera mia piangendo fino ad addormentarmi.
Passano i giorni e mi rendo conto di essere caduta in depressione. Ogni mattina mi alzo e ripeto a me stessa di non aspettare nessun tipo di contatto da parte di Akito. Non mi vuole più e devo farmi una ragione.
Dopo una lunga conversazione con Aya e Tsuyoshi, loro iniziarono a preoccuparsi per il mio comportamento. Oggi Aya ha avuto la brillante idea di portarmi fuori a pranzo e io le ero molto grata per l’impegno che ci metteva. Cosi prendo il telefono e la chiamo:
“Aya sono Sana, voglio accontentarti e ringraziarti per tutto quello che state facendo per me tu e Tsu.”
“Oh amica mia non sai quanto mi rallegri sentirti cosi”
“Allora ci vediamo a mezzogiorno al parco cosi andiamo insieme in quel ristorantino”
“Si certo avviso anche il mio pasticcino che ha tanta voglia di vederti. A dopo allora.” Ho accettato perché adoro passare il tempo con loro e detesto vederli preoccupati per me, ma dentro di me ho un buco che nessuno può riempire. Sono pronta per andare all’appuntamento.
 
Pov Akito
Vedere Sana mi ha scombussolato tutto. Ogni mattina cerco di affrontare le mie giornate in modo da non pensare a lei. Vado in palestra a insegnare e quando non insegno mi alleno, torno a casa e guardo la tv e cerco di ignorare il vuoto che ho dentro.
Oggi invece ho voglia di fare qualcosa di diverso. Infatti chiamo Tsu: “Pronto?”
“Tsuyoshi sono Akito”
“Ciao Akito è successo qualcosa?”
Ma perché deve pensare sempre che sia successo qualcosa di terribile?! “No Tsu niente di preoccupante. Ho voglia di uscire con un amico tutto qua. Ti va?”
“Mmh si solo che ci dobbiamo vedere dopo pranzo perché sto con il mio cioccolatino ripieno…”
“Ok Tsu non preoccuparti dimmi dove sei che ti raggiungo più tardi.”
“Ehm veramente forse è meglio che ti raggiunga io”
Mi nasconde qualcosa sono sicuro ma faccio finta di niente. “Va bene ti aspetto” E riattacco sgarbatamente.
Dopo un paio di ore decido di uscire e chissà incontro gli altri.
Arrivato in centro  mi accorgo che mi trovo difronte al ristorante di sushi dello zio di Fuka e riconosco tre teste familiari. Mi avvicino e vedo Lei. La mia testa urla di parole senza senso ma riesco a catturare e dire a voce bassa una sola frase: “Non posso fare a meno di te!”
 
Vorrei dire che nel capitolo 3 la città in cui si sarebbe trasferita Fuka è inventata. Nel prossimo capitolo racconterò cosa hanno fatto i nostri protagonisti senza l’altro…alla prossima e ringrazio ancora chi mi segue, a chi mi fa recensioni e a chi mi ha messo tra i preferiti.   J

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Capitolo 5
*** Ricominciare ***


5 RICOMINCIARE

“Allora Sana raccontaci com’è andata in Argentina, siamo curiosi visto che non ci siamo sentite molto spesso…” Aya vuole sapere come me la sono passata in quel posto, ma io sinceramente non so cosa dirle visto che ho pensato ogni giorno alla stessa persona.  “Bè era meraviglioso però mi sentivo sola. Ho girato una telenovela e io facevo la parte di una studentessa ricca e viziata. Ho conosciuto molte persone e fatto amicizia con una ragazza di nome Camilla.” Infatti mi è stata molto vicina Cami e grazie a lei riuscivo a non deprimermi.
Ma Aya è curiosa e vuole sapere se ho avuto anche qualche ragazzo… “E che mi dici dei ragazzi?”
“Erano molto carini però non ho avuto niente di serio con nessuno…ho sempre pensato ad Akito” Detto questo divento rossa come un peperone.
“Sana, Akito mi ha raccontato che sei stata tu a dirgli che doveva andare avanti senza di te, non sai quanto ha sofferto.” Tsu ha ragione è colpa mia se ora Akito non vuole più avere a che fare con me, l’ho solo fatto soffrire. “Non gli hai dato nessuna spiegazione.”
“E io vorrei sapere il motivo”
Mi giro e vedo due occhi color del miele che mi incatenano alla sedia. Akito vuole delle spiegazioni e dovrò dargliele prima o poi però ho paura di peggiorare le cose.
“Oh Akito come mai da queste parti? Sarei venuto io tra un po’.
“Stavo facendo una corsa e vi ho trovati…ragazzi potete lasciarmi solo con lei?” Si riferisce ad Aya e Tsuyoshi. “Certo. Sana ci sentiamo dopo ok?” Saluto i miei amici e Akito si accomoda difronte a me. Il mio cuore iniziò a martellare e il mio respiro si fece più veloce. Lui sembra tranquillo.
“Allora? Ti ho fatto una domanda e io voglio delle risposte!”
“Si hai ragione…” Era arrivato il momento. “Quando ho finito di girare il film Rei mi ha fatto un’iscrizione per entrare in un collegio. Ho accettato perché per me era molto importante e avrei imparato cose nuove ma sapevo che dovevo rinunciare a te per altri 4 anni. Cosi decisi di non farti più aspettare perché non volevo che tu stessi male a causa mia.” Faccio una pausa e aspetto una sua risposta che tarda ad arrivare.
“Perché non me l’hai detto che dovevi frequentare una scuola? Io ti avrei aspettato lo stesso”
“Ma non ti volevo illudere. Non sapevo per quanto tempo fossi rimasta lì e tu avresti aspettato giorni infiniti.” Chiudo gli occhi per non guardare i suoi occhi freddi su di me. “Poi un giorno decisi di finire tutto e lasciare il lavoro. Ho mandato Rei a Londra. Devo solo comunicarlo alla stampa che lascio la mia carriera cosi mi lasceranno tutti in pace”
“Perché hai lasciato il tuo lavoro?”
“Avevo i miei motivi e non cambierò idea.” Penso di essere stata vaga ma non mi va di dire che ho lasciato per non rinunciare più a lui. Akito abbassa lo sguardo e una ciocca dei suoi capelli biondi gli cade sugli occhi. “Io ti ho aspettato comunque.”
Cosa? Nel sentire quelle parole mi percorre un brivido lungo la schiena. Devo farmi perdonare assolutamente, non riesco a vivere bene con questo peso addosso. “Akito so che ormai è tardi per cambiare le cose ma io voglio solo il tuo perdono. Voglio che torniamo ad essere amici…dammi un’altra chance!”
 
Pov Akito

Vuole una chance? Io vorrei solo abbracciarla e sentire il suo profumo su di me. Ma non dobbiamo correre forse tornare amici è una buona idea. “Sana noi non siamo mai stati amici, c’è sempre stato qualcosa di più. Forse dovremmo iniziare da zero e diventarlo.”
“Ok. L’importante che tu non ce l’abbia con me” Mi risponde con un bel sorriso. Sono contento che si sia rallegrata, non sopportavo che stesse male per colpa mia.
“Non ce l’ho più con te” E cerco di sorridergli.
 
Da quel giorno sono passati mesi fino ad arrivare al giorno degli innamorati. San Valentino.
In occasione di questa festa Tsu ha organizzato una cena per la sua Aya e mi ha consigliato di fare lo stesso con Sana. “Tsu io non sono il tipo che porta una donna a cena e fa tutte queste cose romantiche”
“Amico, so che vuoi tornare con Sana e il modo più giusto è questo che ti consiglio io. La mia tortina alla frutta mi ha detto che la devi portare prima a cena in un bel locale lussuoso, poi al cinema a vedere un bel film romantico, dopo tanti fiori…” “Tsu non ho bisogno dei tuoi consigli. Poi voi mi fate venire il mal di stomaco per quanto siete zuccherosi.”
“Sei sempre il solito non cambierai mai”
“Sto bene cosi. Ora devo andare ho lezione e una serata da organizzare, ci vediamo”
Allora devo pensare dove portare Sana. Finite le lezioni di karate vado dal fioraio per ordinare un mazzo di rose rosse. L’idea mi è venuta pensando a quello che mi ha detto Tsuyoshi con i fiori. Dopo una mattinata a girare Tokio non mi è venuta nessuna idea per la sera. Torno a casa e mi ricordo che mio padre è andato da mia sorella quindi ho casa libera. Si ho deciso cucinerò per lei qui almeno staremo tranquilli e nessuno ci disturberà. Ora la chiamo e la invito.
Dopo un paio di squilli mi risponde. “Pronto qui è casa Kurata”
“Sana sono io, ascolta hai degli impegni per stasera?”
“No nessuno impegno.”
Forza Akito prendi coraggio e invitala a casa tua. “Allora mi chiedevo che se fossi libera potresti venire da me” ma lei non mi fa finire nemmeno la frase che accetta su due piedi. “Benissimo a stasera e non fare tardi. Ti aspetto alle otto.”
Chiudo il telefono e mi metto a preparare tutto. Deve essere perfetto stasera.
 
Pov Sana

Sono cosi entusiasta che non smetto di sorridere. Non so che vestito indossare, voglio essere molto sexy ma non devo sembrare una donna facile. Voglio farlo cadere ai miei piedi ma non posso indossare qualcosa di troppo eccessivo. Uffa!
Dopo ore e ore a scegliere il vestito adatto vado a farmi una doccia.
Ho scelto un abito rosso corto con la scollatura molto ampia, infatti si vede il solco fra i seni. In vita c’è una cinta argentata e dietro c’è la schiena nuda. Spero che impazzirà. Ho messo delle scarpe argentate con tacchi molto alti e i capelli li ho mossi un po’. Un leggero trucco e sono pronta.
Prendo la macchina e arrivo in dieci minuti davanti casa Hayama.
Sono anche puntuale e sorrido fra me e me.
Sto per suonare quando sento la porta aprirsi. Ho davanti a me un dio greco, bello come sempre. Indossa una camicia bianca con i primi bottoni sbottonati che fanno intravedere i suoi muscoli, e un jeans molto stretto e casual. Mi toglie il respiro.
“Ciao…sono stata puntuale?” rompo il silenzio che sta diventando un po’ imbarazzante.
“Oh si. Sono meravigliato.” E non so se lo è da me o dalla mia puntualità.
Entro e trovo la casa ordinata come sempre, mi porta in salotto e c’è una tavola con al centro un mazzo di rose rosse e candele. È tutto cosi romantico e so che per lui queste cose sono delle sciocchezze ma ha fatto tutto questo per me e lo apprezzo moltissimo. Mi da le rose e io inizio a commuovermi per la troppa felicità. Insieme ai fiori c’è un bigliettino. Lo apro e leggo: Ricominciamo?
Sono al settimo cielo.
 
Allora come vi sembra? Aspetto i vostri giudizi :-)
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Comprensioni ***


6 COMPRENSIONI

Ricominciamo?
Rileggo questo piccolo foglietto mille volte fino a stropicciarlo. Non riesco a credere che Akito Hayama vuole ritornare con me, Sana Kurata, la ragazza che lo ha fatto tanto soffrire. Per me è un sogno che si realizza.
Con gli occhi pieni di lacrime lo guardo e lui aspetta una mia risposta. Mi avvicino a lui e faccio diminuire la nostra distanza fino a sentire il suo calore su di me. Non riesco a dargli una risposta vocale quindi mi alzo in punta di piedi e vado incontro alle sue labbra morbide.
Sento il suo battito accelerare, sicuramente non si aspettava questa reazione. Dopo un attimo di esitazione risponde al bacio. Le sue mani iniziano ad accarezzarmi la schiena nuda, tremanti e inquete. La sua lingua si attorcigliava alla mia, il suo respiro diventava sempre più veloce mescolandosi con il mio. Ma all’improvviso allenta la presa, ansimante e mi guarda sbalordito.
“Kurata se continui cosi credo che salteremo la cena, sono sempre un uomo datti un contegno!” Me lo dice con un sorriso beffardo e mi fa arrossire fino alla punta dei capelli.
“Hayama non ti ho mica violentato!? Poi pensavo che ti piacesse...ma non preoccuparti farò la brava e starò al mio posto.” E gli faccio la linguaccia. Vado a sedermi a tavola e inizio a mangiare facendo l’offesa.
“Kurata non ti ha insegnato nessuno l’educazione? E comunque a parte gli scherzi dovremmo parlare.” Si siede anche lui e mi fa cenno di continuare a mangiare. Ovviamente c’è il suo piatto preferito: il sushi. È tutto buonissimo, è proprio un ottimo cuoco. Se ci sposassimo non dovrei pensare alla cucina…
“Cos’è quella faccia? A cosa stai pensando?” Come fa a conoscermi cosi bene meglio di quanto io conosca me stessa? Ma non posso dirgli che sto pensando al nostro futuro matrimonio.
“Bè niente solo al fatto che sei proprio bravo in cucina e mi piacerebbe diventare brava come te.”
“Ma se non sai nemmeno cucinare un uovo!? Sei negata per la cucina Kurata!”
Si è vero non sono proprio capace di cucinare devo ammetterlo… “Ma imparerò prima o poi!”
“Lo spero per te e per il tuo futuro marito…povero uomo!” Meglio cambiare argomento altrimenti mi incavolo e finisce male. “Allora perché non mi racconti cosa hai fatto senza di me in tutti questi anni…”
Ora scoprirò se Hayama ha avuto altre donne, mi ha sempre raccontato che non si è mai innamorato di nessuna ma questo non significava che non ne avesse avuto.
 


Pov Akito

Ecco ancora con questa storia. Non saprei da dove iniziare visto che ne cambiavo una a settimana. Non ricordo nemmeno i loro nomi. “Si ho avuto delle ragazze ma non mi chiedere quante perché non ti risponderei.”
Non avevo dubbi sulla sua reazione, infatti sta cambiando colore per la rabbia. “Sana non sono affari che ti riguardano e ora non riguardano nemmeno me. È passato tanto tempo.” E mi arriva una martellata in piena fronte.
“Ahi, pazza quando butti quel coso?” E mi massaggio la fronte.
“Ho il diritto di sapere” Sbotta puntandomi un dito.
“Mmh, non che non ce l’hai, non eravamo fidanzati e io ero libero di stare con chi volevo. A te non ho chiesto niente perciò taci!” Anch’io vorrei sapere se ha avuto qualcuno ma al solo pensiero che un tizio qualunque avesse avuto il permesso di baciarla, toccarla e…non ci voglio nemmeno pensare, mi sale una rabbia accecante. Perciò lei non mi racconterà le sue avventure e io le mie.
“COME OSI DIRMI DI TACERE?” È scoppiata. Io continuo a gustarmi il mio sushi e devo ammettere che non mi dispiace affatto. Sana continua a sbraitare parole senza senso, io la ignoro, non posso rovinare questo momento gustandomi il mio sushi. Si stancherà e quando l’avrà fatto continueremo la nostra serata tranquilla.
Dopo il sushi Sana iniziò a calmarsi. Meno male altrimenti le avrei dato un pugno in testa come quello che davo a Tsuyoshi per farlo calmare. Avrebbe funzionato anche su di lei.
“Hai finito?” Chiedo portando una portata di involtini primavera a tavola.
“Io non ho avuto storie serie in Argentina. Ho conosciuto molti ragazzi ma non mi sono mai innamorata di nessuno, solo con una ragazzo è successo qualcosa...” Non mi ero accorto di aver contratto i muscoli e digrignato i denti.
Non ha avuto nessuna storia seria, fortunatamente per me, ma qualunque cosa fosse successa e non volevo saperlo. Le sorrido come per farle capire che sto bene.
“Con questo ragazzo ci sono andata a letto ma lui non mi piaceva.” Lo dice come per giustificarsi. “L’ho fatto perché volevo dimenticarti ma non ci sono riuscita. Mi pento ogni miserabile giorno di aver fatto quell’errore.” Credo di essere svenuto, ho un vuoto e le mie orecchie non stanno più ascoltando. Sento solo dei colpi al viso.
Apro gli occhi e mi ritrovo a terra e Sana è su di me che tira schiaffi al mio viso. Ho davvero perso i sensi.
“Aki ti prego svegliati! Aki mi senti? Sono Sana! Aki!” Sana è inginocchiata vicino a me che mi schiaffeggia e mi strattona per il bavero della camicia.
Inizio a borbottare qualcosa ma se lei mi sta cosi addosso non riesco nemmeno a respirare. “Sa-na, togli-ti mi fai ma-le!” Finalmente mi lascia andare e io cerco di alzarmi.
“Come stai? Sei svenuto e mi sono spaventata. Ti porto in ospedale.”
“No no sto bene. Ho avuto un mancamento scusami.” Ho reagito in un modo un po’ esagerato, mi immagino la sua reazione dopo averle detto di tutte quelle donne che mi sono portato a letto. Forse non mi perdonerà ma io l’ho fatto per non pensare a lei. Akito Hayama che razza di scusa è? Dare la colpa a lei per aver fatto il don Giovanni con molte donne! Non te lo perdonerà mai!
Questa vocina ha ragione, le dirò la verità ma non tutta.
“Akito spero che non sei arrabbiato per quello che ho fatto…”
“Cosa? No no…anch’io ho avuto da fare…” Mi vergogno tantissimo per aver ingannato quelle ragazze. Ho sfruttato il mio fascino e le ho usate.
“Parla!” Mi trafigge con lo sguardo.
Sapevo che mi avrebbe chiesto questo. Resto in silenzio prima di rispondere.
Mi sussurra “Dovresti sapere che puoi dirmi qualsiasi cosa”
Sospirai e scossi la testa “Sono stato con delle ragazze e le ho usate per dimenticarti. Ho cercato in tutti i modi ma niente, mi sentivo ancora più una merda” Cerco di capire se sta reagendo bene o male a questa rivelazione ma lei sembra tranquilla e mi fa cenno di continuare.
“Una volta finito le liquidavo e non avevo più contatti. Mi divertivo solo per una notte poi niente più. Se ci penso mi faccio schifo da solo…” La fisso e noto un imbarazzo sotto forma di sfida. Voleva sapere di più.
Abbasso lo sguardo per la vergogna. Lei mi mette una mano sulla guancia e mi accarezza. Il suo tocco è cosi leggero ma allo stesso tempo mi lascia una scia di fuoco.
“Sana perdonami, mi sento un vero stronzo…è come se ti avessi tradita.” Ribadisco con fermezza. Mi solleva da terra e si volta in modo da fronteggiarmi. Gira la testa di lato per appoggiarla contro al mio petto. Io aggrotto la fronte, confuso e allargo le braccia per farla aderire meglio al mio corpo. Con questo abbraccio mi fa capire che sono stato perdonato.
 

Pov Sana

Lascio cadere la testa all’indietro con un gemito. Poi gli prendo le mani e gli sussurro “Non ti devi vergognare, anch’io ho sbagliato ma voglio lasciare tutto alle spalle e andare avanti insieme a te” Mi ci volle molto tempo per trovare le parole giuste. Mi tiro indietro, osservandolo e aspettando mentre chiaramente lottava contro se stesso. Io avevo accettato la cosa e doveva farlo anche lui.
Akito dopo un lungo silenzio inizia a rilassarsi visibilmente. Mi prende la vita e mi attira a se stringendomi ancora al suo petto. Il suo abbraccio mi dava la sensazione più bella del mondo.
“Non voglio mentirti, ma vorrei prendere a cazzotti tutti gli uomini che ti hanno avuta e desiderata…faresti meglio a tenermeli e tenerteli lontani.”
“Anch’io potrei dire lo stesso.” Confessai in fretta.
“Vorrei poter cancellare tutti questi anni.” Mi appoggia il mento sulla testa. Io gli stringo le braccia attorno alla vita, dandogli conforto e accettazione. E ricevo in cambio gratitudine.
 
Finita la cena Akito mi accompagna a casa ma prima di scendere dalla mia auto mi chiede di parcheggiare la macchina e mi invita a passare la notte da lui, dato che suo padre tornerà in fine settimana. Scendiamo e andiamo a citofonare mia madre. Anche se avevo quasi 20 anni vivevo ancora con lei e dovevo chiederle il permesso. Uscita mia madre, fu Akito a parlare per primo: “Signora Misako, Sana può stare da me questa notte?” Oh ma che vergogna! Meno male che ho una madre particolare…
“Oh ma certo andate. Potevate anche soltanto chiamare…ah ma aspettate!” Dopo 5 minuti esce con una borsa con dei miei vestiti. Prendo la borsa e ci chiude la porta in faccia. Questa donna non cambierà mai.
Ci incamminiamo verso casa Hayama, Akito ha voluto lasciare la mia macchina a casa cosi siamo costretti a fare una passeggiata sotto un cielo pieno di stelle.
 

 
Ringrazio tutti i miei lettori!! Spero di non aver deluso dalmata e ringrazio anche megghi01! A presto con un altro capitolo! :-)
Giusy8690

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Capitolo 7
*** Amori ed errori ***


 7 AMORI ED ERRORI

Arrivati in casa Hayhama, Akito mi porta in camera sua e sul suo letto trovo una vestaglia di seta bianca, con i bordi argentati, è stupenda. “È per me? Mi piace molto!”
Guardo Akito infilarsi un paio di pantaloni del pigiama e stringerseli in vita con un cordoncino. “Perché tu hai un pigiama e io una vestaglia?”
Lui mi lancia un’occhiata attraverso una ciocca di capelli biondi “Forse perché qui abito io, è già molto che hai trovato quella altrimenti dormiresti nuda.”
“Scordatelo e poi ho qui la mia borsa con i vestiti” E gliela faccio notare prendendola in mano.
“Mpf” Borbotta qualcosa indecifrabile. Akito scende giù in cucina e io intanto approfitto per cambiarmi.
Arriva con due tazze fumanti: una piena di caffè nero e l’altra piena di caffè macchiato. Ovviamente quello macchiato è il mio, e Akito sa esattamente come mi piace. Era molto attento a tutto ciò che mi riguardava. “E questi per cosa sono?”
“Ci serviranno.” Mi risponde con un ghigno.
Si avvicina e mi prende fra i capelli facendomi piegare la testa all’indietro “Sai pensavo al bacio che mi hai dato questa sera, non sai quanto significhi per me…”
Abbassa la testa e preme le labbra sulle mie. Inizia piano come per provocarmi, poi la sua lingua mi accarezza il labbro inferiore. Cedo e apro la bocca in cerca della sua lingua, risvegliando in me un desiderio ormai assopito da tempo.
Faccio scivolare le dita tra i capelli, alzandomi sulle punte per approfondire il bacio. Mi divora con la sua bocca e io ansimo di desiderio per lui, lasciandomi sfuggire dei gemiti.
I baci di Akito sono pieni di passione e amore. Non trattiene nulla, ma mi mostra tutto.
I miei sensi sono invasi da lui, dal suo sapore, dal suo odore. Mi gira la testa per le troppe emozioni che solo lui mi sa dare. Lo voglio cosi tanto cosi come lui vuole me.
Sento Akito gemere tra le mie labbra. Scioglie il nodo della mia vestaglia, la apre e afferra i miei fianchi. Mi attira a sé con forza fino a sentire la sua erezione bruciare la pancia. Mi porta sul suo letto e io inizio a spogliarlo. Sento i suoi brividi e i suoi gemiti che si diffondono sulla mia pelle. Si mette sopra di me pronto ad unire i nostri corpi. Il mio cuore martella all’impazzata.
Spinge delicatamente contro di me ma il mio corpo oppone resistenza. “Non ti farò del male…sei fantastica.” Mi sussurra. Sentendo le sue parole la mia frustrazione scompare, fino a portarci all’apice del piacere. È stata la prima volta che facevo l’amore con il mio Akito.
Dopo una nottata molto movimentata. Ci addormentiamo abbracciati sentendo il respiro dell’altro. “Grazie amore per questa bellissima serata. Ti amo!” E chiudo gli occhi per la stanchezza.
 
Pov Akito

Apro gli occhi e trovo una testolina rossa sul mio petto. Accarezzo i suoi capelli attento a non svegliarla.
Penso alla nottata che abbiamo passato e mi viene da sorridere. Finalmente Sana è mia e nessuno può dividerci ora. La sento mugugnare qualcosa, segno che si sta per svegliare. “Buon giorno dormigliona!” E le do un bacio sui capelli.
Lei apre quei bei occhi color cioccolato e mi guarda. “Buon giorno anche a te” mi sussurra sbadigliando.
“Dai alzati e andiamo a fare colazione, stanotte hai speso troppe energie”
“Chissà di chi è la colpa! Si vado prima in bagno e scendo. Aspettami giù.”
Esce dal letto coprendosi con la vestaglia. Io metto i boxer e vado a preparare la colazione.
Dopo aver preparato un uovo e una zuppa di miso aspetto che la mia ragazza scenda.
Ad un tratto sento una chiave nella serratura. Vado ad aprire e trovo mio padre. “Papà che ci fai qui?”
“Bè io ci vivo qui no?” Risponde confuso.
“Si ma pensavo che saresti tornato nel week-end.” Spero che Sana non scenda proprio adesso, sono ancora in mutande e non so come può prenderla il mio vecchio.
“Sono tornato prima perché mi mancava casa mia. Hai preparato la colazione. Ottimo ora arrivo, vado a lasciare le mie cose.” Nel momento che mio padre inizia a salire le scale, Sana le scende e vedo perfettamente l’imbarazzo sul suo volto.
“Oh Sana ci sei anche tu!” Guarda prima lei e poi me per non so quante volte. Sta cercando di capire cosa stesse succedendo e forse è meglio spiegare tutto. “Vedi papà io e Sana siamo tornati insieme e…” Non mi lascia finire di parlare che corre da Sana per abbracciarla.
“Sono cosi felice per voi due, ora mi fate commuovere…” E si commuove veramente. Mio padre l’ha presa bene, ma in fondo ha sempre desiderato che io stessi con lei e finalmente si è esaudito il suo desiderio.
Sana invece non spiccicava parola, è rimasta sulle scale e non sa cosa dire. “Sana vieni ho preparato la colazione. Dai papà avrai tempo per abbracciare la mia ragazza.” E sottolineo MIA.
“Oh si si, vai cara ci vedremo spesso d’ora in poi.” Molla la presa e si dirige verso sopra con un sorriso a 32 denti. Intanto lascio Sana da sola sulle scale e torno in cucina.
“Si può sapere perché non mi hai detto che tuo padre sarebbe arrivato questa mattina? Sarei tornata a casa e evitato tutto.”
“Ma cosa dici?! Prima di tutto non ne sapevo niente del suo ritorno anticipato e seconda cosa è stato un bene che ti abbia trovata qui. Almeno ora lo sanno le nostre famiglie.” E saranno contente.
“Ah ok, se lo dici tu, forse hai ragione.” E iniziamo a mangiare.
“Certo.”
 

Passano i giorni e io e Sana siamo sempre più felici. Però questa mattina mi sono svegliato con un brutto presentimento. Sento che sta arrivando qualcosa di brutto, spero di sbagliarmi.
Oggi la signora Kurata mi ha invitato a pranzo a casa sua, anche perché è il compleanno di Sana e compie 20 anni. Fortunatamente per me non ha voluto festeggiare come gli anni passati, vuole una festa tranquilla con la sua famiglia e me ovviamente. A pranzo verrà anche mio padre, dice che un posto in più esce e che le farebbe piacere se il suocero partecipasse.
Dopo pranzo andremo al luna park, ha voglia di ritornare bambina e io devo accontentarla. L’idea non mi alletta per niente soprattutto se nelle vicinanze ci sarà la ruota panoramica.
“Figliolo sono pronto, andiamo?” Mio padre si affaccia nella mia camera per vedere se possiamo andare. Mi alzo e prendo le chiavi della mia auto.
Metto in moto e ci dirigiamo verso la grande villa dei Kurata. Alla porta ci aspetta una signora Shimura molto ospitale.
“Aki finalmente!” Arriva Sana e mi salta addosso dandomi un bacio sulle labbra.
“Ehi, buon compleanno!” E la bacio. Mio padre le porge il regalo e lei come una bambina piccola lo apre con tanta foga.
“Grazie signor Fuyuki. È bellissima!” È una collanina in oro bianco con la lettera S. Bella e semplice. Mio padre ha saputo scegliere.
Sana mi prende per mano e mi porta in sala da pranzo.
Dopo chiacchiere assurde e risate per me poco umoristiche, finalmente arriva la torta. Sana è bellissima, indossa un vestitino giallo con dei lacci legati al collo. Semplice e bella. È cosi emozionata che le guance sono tinte di rosso e risalgono sulla sua pelle color avorio.
“Sana esprimi un desiderio, forza!” Dice Misako incoraggiando la figlia.
Kurata chiude gli occhi e dopo un attimo soffia le candeline. Chissà cosa ha desiderato…
La festa è finita e ora io devo accompagnare mio padre a casa. “Sana io torno a casa ad accompagnare papà. Tu mi aspetti qui o vieni con noi?”
“Vengo con voi…Ciao mamma a stasera.” Salutiamo tutti e ci mettiamo in macchina.
Arrivati a casa, davanti la porta c’è una donna con un bambino.
“Chi è quella?” Dice Sana con aria preoccupata.
Ci avviciniamo ma non riesco a ricordare chi sia anche se ha un viso già visto. “Non lo so. Vediamo chi cerca.”
“Signorina ha bisogno di qualcosa?” Chiede mio padre. Ma la ragazza continua a fissarmi.
“Si, stavo aspettando il signore Akito Hayama.” E questa qui cosa vuole da me?
“Sono io. Tu chi sei?” Rispondo in maniera sgarbata.
“Possiamo parlare in privato?” Indica Sana ma io le prendo la mano per far capire che Sana non va da nessuna parte. Mio padre intanto stava entrando in casa lasciandoci da soli.
“Bene puoi parlare ora” Lei mi fa capire con gli occhi che Sana è di troppo.
“Lei è la mia ragazza. Non ho segreti quindi parla.”
“Bene come vuoi ma ti ho avvisato.” Fa una lunga pausa e poi inizia a dirmi il motivo di questo incontro.
“Prima di tutto mi dispiace che non ti ricordi di me. Sono Luz e questo è nostro figlio. L’abbiamo concepito un anno e mezzo fa ricordi?”
 

Con questo capitolo volevo far capire che a volte il passato ritorna sempre e che non possiamo cancellarlo con delle parole…ma seguitemi ancora!!! Ringrazio ancora tutti! Alla prossima un bacio :-)

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Capitolo 8
*** Imprevisti ***


8 IMPREVISTI

“L’abbiamo concepito un anno e mezzo fa ricordi?”
Sto sognando, non può essere vero. Mi sento male, vorrei morire.
Guardo Akito ma lui è rimasto immobile, non dice una parola e nemmeno contraddice le parole di questa donna.
“Allora Akito ti sei ricordato di me?” Insiste la ragazza. Ma Akito non parla, non da cenni di vita. Io non so che fare, ho solo gli occhi che mi bruciano per le lacrime.
Dopo non so quanto tempo Akito riesce a guardarmi, mi prende per mano e me la stringe senza farmi male. Vuole farmi capire che ha bisogno di me e io gliela stringo a mia volta e gli faccio un sorriso falso. Devo reagire e anche lui deve farlo. So che Akito ha avuto molte donne, me l’ha detto e io devo fidarmi ciecamente di lui. Tutto questo è una conseguenza dei nostri errori. Un incubo.
“Siamo stati insieme una sola volta, com’è potuto succedere?” Si riferisce a lei.
“È successo mio caro. Lui è tuo figlio. Si chiama Thomas.” La donna prende il bambino dal passeggino e se lo porta in braccio mostrandolo ad Akito. Io non posso più reggere, vedere lui con un’altra e con il loro figlio. Cerco di lasciare la mano del mio ragazzo per entrare in casa. Ho bisogno di sedermi perché mi sento svenire.
Akito però non lascia la mia mano. “Aki per favore lasciami. Ti aspetto dentro. Non sono affari miei.” Gli sussurro a un orecchio. Lui mi guarda senza rispondere e molla la presa.
Entro in casa e salgo in camera di Akito. Il signor Fuyuki non dice una parola, annuisce solo e mi lascia passare, forse perché stava vedendo la scena dietro la finestra.
Mi butto sul letto e inizio a piangere come una sciocca.
 

Pov Akito
 
Sana mi dispiace tanto. Vederti cosi senza poterti spiegare…ma ho sbagliato tutto. Sono stato cosi coglione da fare il puttaniere. Davo la colpa a te in quel periodo, volevo punirti per ciò che mi avevi fatto lasciandomi solo, ma ora mi accorgo che ho fatto male anche ad altre persone, te più di tutte e non posso perdonarlo. Trattengo la rabbia e cerco di rimanere lucido il più possibile.
“Senti…” Non so nemmeno come si chiama.
“Luz, mi chiamo Luz.”
“Luz, io non capisco perché sei venuta ora a dirmi di avere un figlio. Poi dovresti dimostrarlo, anche perché non mi somiglia.” Guardo quel bambino innocente che non c’entra nulla. Somiglia molto alla mamma, capelli castano chiaro e occhi scuri. Non ha niente di mio.
“Sono venuta oggi perché Thomas vuole conoscere suo padre…io non sapevo che avevi una donna.” Che razza di giustificazione è?!
“No senti lui non è mio figlio. Faremo dei test ma prima d’allora non voglio vederti. Ora vattene !” Devo vedere Sana e capire come sta. Sicuramente starà soffrendo come una martire. Sono capace solo di farla star male, anche oggi che è il suo compleanno. Non me lo perdonerà mai, ne sono certo.
“Akito hai ragione forse non è stato un buon momento.” Mette le mani nella sua borsa per cercare qualcosa. Mi porge un bigliettino, lo leggo e c’è un numero.
“È il mio numero. Quando sarai pronto a fare il test del DNA chiamami.” Mette il bambino nella carrozza e se ne va.
Resto per altri minuti, per me infiniti, davanti al cancello. Non ho il coraggio di guardare Sana negli occhi. Le ho rovinato la giornata.
Dopo mille insulti che mi do, faccio un lungo respiro e entro. Trovo mio padre sulle scale, seduto. Ci guardiamo, non so cosa dirgli e per la vergogna abbasso lo sguardo nascondendomi con il ciuffo di capelli. Nello sguardo del mio vecchio c’è solo delusione. Anch’io sono deluso da me stesso. Si alza e viene verso di me. Io ancora impalato vicino alla porta. Mi mette le mani sulle spalle e mi dice “Figliolo vedrai che troveremo una soluzione. Non angosciarti.” È il suo modo per consolarmi e io lo accetto. Alzo lo sguardo e lui mi lascia andare. Ora devo affrontare la mia ragazza e so che non sarà facile.
Salgo in camera e trovo Sana sul mio letto. Sta dormendo ma ha tutto il viso rigato di lacrime. La bacio sulla fronte e mi distendo affianco a lei. Dopo un po’ Sana apre gli occhi ancora arrossati. Non dice una parola ma leggo nei suoi occhi tutte le sue domande.
“Ciao. È andata via. Farò il test per la paternità perché non credo che quel bambino  sia mio figlio. Non mi assomiglia.” Rispondo a tutte le domande a cui lei non ha avuto il coraggio di chiedermi. Mi guarda e scoppia di nuovo a piangere. Io la stringo ancora e me. “Scusami di aver rovinato la tua giornata.” Le sussurro.
Stiamo cosi abbracciati a pensare a mille cose fino a quando non arriva il sonno.
 

Pov Sana
 
Apro gli occhi e mi trovo con la testa sul petto di Akito. Lui dorme e non voglio svegliarlo. Resto cosi e aspetto che lui apra gli occhi.
“Sana. Ti prego non mi lasciare. Perdonami. Ti amo. Ti prego SANA!” Inizia a urlare nel sonno e cerco di chiamarlo.
“Akito svegliati. Stai sognando!” Apre gli occhi sconvolto.
Non dice niente, resta lì a fissarmi ma vedo delle goccioline scendere dagli occhi.
“Cosa stavi sognando?” Non risponde e chiude gli occhi come se stesse cancellando quel sogno. Aveva bisbigliato qualcosa prima di urlare. Forse stava sognando me che lo lasciavo. Ma questo non sarebbe mai successo.
“Aki non ti lascio. È vero sto male per questa storia ma se voglio stare con te devo accettarlo e affrontarlo.”  È vero devo accettarlo anche se è a malincuore. Poi non sappiamo nemmeno se è veramente figlio suo e non dobbiamo prendere decisioni affrettate.
“Sana io non ti merito, non so nemmeno come fai a stare ancora con me…”
Se sarebbe successo qualche anno fa sicuramente sarei scappata di nuovo da lui. “Sono cresciuta Aki, sono stata tanti anni senza di te…ma ora che sei di nuovo mio non mi farò mettere ko da nessuna!” E lo bacio sulle labbra.
“Starò con te finché lo vorrai, promesso.” Aggiungo.
Mi immobilizza con il suo sguardo magnetico e mi da un lungo bacio, dove mi trasmette tutto il suo amore. “Sana io ti amo. Non sono mai riuscito a dirtelo perché ho sempre avuto paura che tu non ricambiassi, ma mi ha dimostrato il contrario ogni giorno, anche oggi.” Ho sempre saputo che lui mi amasse anche se non me l’ha mai detto. Inizio a commuovermi per il bellissimo regalo che mi ha fatto, mentre lui abbassa lo sguardo.
“Grazie per questo regalo meraviglioso. Ti amo anch’io.” Gli alzo il mento e lo bacio, fino a divorarlo completamente. Ho bisogno di sentirlo e so che anche lui lo vuole. Prendo l’iniziativa e comincio a sbottonargli la camicia. Lui fa lo stesso e in un batter d’occhio ci ritroviamo nudi ad assaporare i nostri corpi. Non ci preoccupiamo nemmeno che in un momento all’altro potrebbe venire il signor Fuyuki. Non ci interessa perché ora siamo solo io e lui, Sana e Akito.
 

Pov Akito
 
Dopo aver fatto l’amore con Sana mi sento molto meglio. Se ne sono andate tutte le paure, sono sicuro che nessuno ci potrà più dividere e ringrazio non so quale dio per aver fatto cambiare Sana in meglio. È diventata proprio una donna a tutti gli effetti e io sono sempre più sicuro che lei sia quella giusta per me.
Scendo dal letto e inizio a vestirmi. “Sana vestiti, dobbiamo uscire.” Voglio portarla al luna park come le avevo promesso. Devo ancora darle il mio regalo.
“Cosa? No dai restiamo qui a coccolarci” Mi dice facendo gli occhi dolci.
“No usciamo. Devo darti il mio regalo e qui non posso…” Gli rispondo arrossendo. Ma lei mi interrompe subito.
“Un regalo? Per me? Non ci posso credere, pensavo che il tuo regalo fosse stato dirmi che mi ami.” La guardo in cagnesco. Pensa davvero che io sia cosi freddo da non pensare a un regalo fattibile per la mia ragazza?
“Guarda dopo avermi detto questo mi sono proprio offeso. Ho cambiato idea non ti darò più niente d’ora in poi.” Recito mettendo il broncio e aspetto una sua reazione.
“Ma no amore, so che tu non sei un tipo romantico e non mi aspettavo di certo un regalo. Dai non fare cosi” Viene vicino e si struscia contro la mia schiena. Conosce i miei punti deboli, ma non mi faccio imbambolare. Mi irrigidisco, visto che è ancora nuda potrei saltarle addosso di nuovo ma non devo cedere. Mi alzo bruscamente e mi esprimo chiaramente. “Se vuoi il regalo devi vestirti e venire con me altrimenti fa niente.” Si decide ad alzarsi e va in bagno. Io intanto metto in ordine la camera per non far capire niente a mio padre.
Sana esce dal bagno vestita e pettinata, prende la sua borsa e mi aspetta sull’uscio della porta. Io mi godo tutta la vista ghignando sotto i baffi.
Mi avvicino la prendo per la vita e la strattono a me “So di non essere un tipo romantico ma sono molto passionale soprattutto a letto” Le sussurro sulle labbra e poi la bacio fino a farmi mancare l’aria nei polmoni.
Vedo Sana un po’ intontita e arrossata per il bacio. “Che c’è?” Chiedo.
“Mi fai girare la testa.” Buon segno significa che ho ancora effetto su di lei. Le sorrido e le prendo la mano.
Scendiamo in cucina e trovo mio padre sul divano. “Papà noi usciamo, andiamo in quel famoso posto.” Parlo in codice con mio padre, tanto lui sa di cosa si tratta. Guardo Sana confusa ma non dice niente, fortunatamente.
 


Allora vi è piaciuto? Non è la solita Sana che fugge per ogni problema senza essere ragionevole. Lei è cresciuta e volevo far vedere la sua maturità. Aspetto come al solito i vostri consigli…un bacio! Grazie di cuore a tutte!

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Capitolo 9
*** sorpresa ***


9 SORPRESA

Sono curiosa di vedere il regalo che mi ha fatto Akito. Lui non è mai stato cosi serio e non il tipo da regali, non vuole dirmi nemmeno una parola. Ha detto solo che quando arriveremo scoprirò di cosa si tratta. In fondo sono contenta che lui mi abbia fatto un regalo cosi misterioso…sono cosi curiosa. A parte questo discorso non abbiamo nominato la faccenda ‘figlio’. Non ho avuto il coraggio di chiedere cosa vorrà fare ora che sa che forse, e sottolineo il forse, ha un figlio con un’altra donna che non sia io. Mi fa male solo pensare a lui con quella e con il loro bambino.
“Sana a cosa stai pensando?” Mi distoglie dai pensieri. Lo guardo e sono sicura che anche lui è preoccupato di questo ma non vuole farmelo pesare.
“Sto pensando al tuo regalo misterioso.” Mento spudoratamente.
Non mi risponde, mi sorride spensierato. Non voglio fargli pesare che questa storia mi da tremendamente fastidio.
Arriviamo davanti al luna park. Scende e viene al mio lato per aprirmi la portiera della macchina.
“Come sei elegante amore mio.” Scherzo dandogli un bacio sulla guancia.
“Per te questo e altro.” Mi prende per mano e mi trascina al luna park.
“Dove andiamo?” Chiedo. “Bè volevi passare un po’ di tempo qui e ti ci ho portata.” Risponde con indifferenza. Ma io voglio il suo regalo!
“È qui il regalo?” Domando senza trapelare la mia curiosità.
“Più o meno. Ancora non è arrivato il momento. Ce la fai ad aspettare un altro po’?” Cosa? Ma che diavolo sarà, non resisto più.
“Mmh…penso di no.” Inizia a ridere prendendomi in giro.
“Kurata oggi hai compiuto 20 anni ma sei ancora una bambina curiosa e capricciosa.” Metto il broncio e gli do le spalle. Come osa darmi della bambina. Sono solo una ragazza curiosa tutto qui.
“E io di questa bambina me ne sono innamorato.” Aggiunge. Mi rigiro verso di lui e diminuisco la nostra distanza. Stiamo cosi vicini che sento il suo respiro su di me che mi da alla testa. Ho un gran desiderio di saltargli al collo e farlo mio, qui davanti a tutti per dimostrare al mondo intero che Akito Hayama è il mio uomo, la mia metà e nessuno me lo porterà via nemmeno quella donna.
Per questo pensiero inizio a scaldarmi, tocco le mie guance e le sento accaldate.
“Sei diventata tutta rossa, a cosa stai pensando?” Oh no, devo togliermi questi pensieri di lui tutto nudo su di me che mi fa impazzire…
“Ehi Sana ci sei?” Mi colpisce con un dito in fronte. Dannato Hayama e al suo corpo. Mi fa perdere la cognizione del tempo.
“Si ci sono scusami. Non pensavo a niente di interessante.” Continuo con la mia recita.
“Non si direbbe. Secondo me pensavi a come sono sexy al letto” Colpita e affondata. Prendo fuoco dall’imbarazzo. Ma come fa a leggermi nel pensiero?
“Ma cosa stai dicendo? Secondo me ti sei montato la testa. Non stavo assolutamente pensando a te.” Lo prendo per mano e andiamo in giro per le giostre. Non voglio dargli il tempo di controbattere, so già che perderei.
Dopo lunghe file ci ritroviamo fuori il parco. Akito mi ha regalato un grosso dinosauro a peluche, vinto in quelle bancarelle di tiro a segno. Ora è arrivato il momento di mostrarmi il suo vero regalo.
“Come ti ho detto prima ora dovrei farti vedere il mio regalo ma devo dirti una cosa prima” Ci accomodiamo su una panchina. Lui è molto nervoso e lo sono anch’io.
“Dimmi.” Lo incoraggio. Mi prende per mano e continua.
“Si…vedi io ci ho pensato molto e sono sicuro della mia scelta…vorrei che tu venissi a vivere con me.” Non posso credere che vuole vivere con me, il mio desiderio si avvera.
“Allora che ne dici? Se non vuoi capirò, oggi ho cercato in tutti i modi di renderti felice ma so che ti ho rovinato un po’ la giornata.” Si fa cupo e vedo la tristezza nei suoi occhi.
“Aki tu non hai rovinato niente. Quello che mi hai detto è stato per me un sogno. Ho desiderato proprio questo, di vivere con te e non vedo l’ora di iniziare la nostra vita insieme.” Mette le sue mani sul mio viso e lo porta a se per baciarlo. Mi da un bacio e poi mi mostra un mazzo di chiavi.
“E queste?” Chiedo.
“Queste sono di casa nostra. Vuoi vederla?”
“Certo!” E inizio a saltare per la gioia. Non ci posso credere che andrò a vivere con il mio Akito.
Torniamo in macchina e lui si dirige verso la nostra nuova casa.
“Perché hai già le chiavi? Non mi dire che l’hai scelta senza di me?” Inizio a parlare a raffica fin quando non mi azzittisce con un bacio.
“Zitta! La casa è vuota, tutto il resto lo sceglieremo insieme.”
Ci fermiamo vicino una villetta. È circondata da un ampio prato verde. L’esterno mi piace, sembra casa mia.
Entriamo e vedo che è tutta di legno. La casa è a due piani ed è molto spaziosa.
“Dobbiamo arredarla. Ho avuto una buona offerta e con l’aiuto di mio padre l’ho comprata. Che ne dici?” Mi chiede tra una stanza all’altra.
“È bellissima Aki, non vedo l’ora di venirci a vivere. Quando iniziamo?” Domando sorridendogli.
“Bè inizieremo quando vuoi.”
“Ok.” Continuo a girovagare per la casa. Una volta finito il giro trovo Akito in giardino seduto su una panchina.
“Amore che c’è?” Cerco di capire cosa gli preoccupa.
“Domani inizierò a lavorare con mio padre. Non riusciremo a vivere solo con la palestra.” Dice con lo sguardo rivolto a terra.
“Bè allora ti aiuterò anch’io.” Si gira verso di me guardandomi storto.
“Non inizierò con la mia carriera di attrice ma voglio continuare con quella di scrittrice. Io e mia madre ne abbiamo già parlato e lei mi aiuterà a entrare nel suo mondo. Potrò lavorare in casa senza separarmi da te, che ne dici?”
“Se non ci dovremmo più separare per me va bene. Voglio trovarti a casa al mio ritorno.”  Affare fatto.

Passarono i giorni e iniziammo a traslocare, comprare mobili nuovi e occuparci dei nostri nuovi lavori. I nostri amici ci aiutarono molto nel trasloco, io intanto nel tempo libero prendevo lezioni di cucina dalla signora Shimura. Volevo essere una brava donna di casa per Akito. Più passavano i giorni e più tralasciavamo quella faccenda in sospeso. So bene che un giorno dovremmo affrontare questa realtà ma per ora ci prendemmo tutto il tempo necessario per noi.
Finiti i lavori arrivò il giorno di andare a vivere nella nostra nuova casa.
“Tesoro abbiamo finito. Che ne dici di battezzare il nostro letto nuovo?” Il solito pervertito. Ma ha ragione da oggi possiamo vivere qui e fare quello che vogliamo.
Dopo una lunga notte insonne a causa del mio convivente, posso dormire nel mio nuovo lettino. Ripenso a tutto il tempo passato nella mia vecchia casa fino ad addormentarmi. Mi mancherà.
 

Pov Akito
 
Mi sveglio dalla luce del sole che filtra le finestre. Affianco a me c’è la mia Sana. Non voglio svegliarla perciò mi alzo, metto i boxer e scendo giù in cucina.
Preparo la colazione e vado a sedermi sul divano. Sento lo sciacquone del bagno, segno che Sana si è svegliata. Infatti dopo un po’ la vedo scendere le scale. È bellissima anche con un pigiama molto ridicolo arancione e quelle pantofole con la testa di un cane.
“Buon giorno amore mio, dormito bene?” La prendo per un braccio e la faccio cadere sulle mie ginocchia.
“Buon giorno anche a te, sono stanca per colpa tua…” Mi dice sbadigliando.
“Dovevamo inaugurare il letto nuovo.” Dico ghignando. Lei mi guarda assonnata ma non dice niente, si mette comoda su di me e io la abbraccio ancora più forte.
Vorrei dirle che sto pensando di voler fare il test di paternità. Voglio togliermi questo dubbio ma ho paura di rovinare il nostro rapporto. So che è stata male per questa cosa e ringrazio ogni giorno Dio che Sana è ancora qui con me. Ha accettato tutti miei sbagli e significa che si fida molto di me, ma voglio una conferma per assicurarmi che andrà tutto bene.
“Aki che hai? Ti vedo molto pensieroso.” Mi chiede perplessa.
“Stavo pensando a te. Sai che ti amo vero?” Chiedo anche se so già la sua risposta ma voglio sentirmelo dire da lei.
“Certo che ti amo.”
“E ti fidi di me?” Devo dirglielo e so che lei capirà.
“Si. Akito cosa vuoi dirmi?” Avrà capito dove voglio arrivare. Devo trovare un modo chiaro per farle capire che ho bisogno di fare quel test. Anche se quel bambino è mio figlio non cambierà niente tra me e lei.
“Non so come dirtelo…vedi stavo pensando che forse dovrei fare il test di paternità.” Aspetto che lei mi risponda ma mi annuisce solamente. Brutto segno.
“Ho bisogno di togliere questo dubbio dalla mia testa. Anche se sarà mio figlio non cambierà niente fra di noi.” Cerco di rimediare a quello che ho detto. È vero non cambierà mai quello che provo per lei.
“Si ti capisco. So che farai la cosa giusta e so che questo momento prima o poi sarebbe arrivato. Io non posso e non voglio impedirti niente perciò fai quello che devi fare.” Mi dice accarezzandomi il viso.
“Credimi lo faccio solo per sentirmi meglio, sto male se penso a tutto ciò che ho fatto” Mi blocca mettendomi l’indice sulle labbra.
“Chiama quella donna e dille che sei pronto a fare il test. Io verrò con te se vuoi.”
“Grazie.” Le sussurro.
Ci alziamo e facciamo colazione. Dopo aver sciacquato le tazze del latte vado sopra a cercare il numero di Luz. Una volta trovato lo digito sul cellulare e guardo quel numero che mi potrà cambiare la vita. Sana mi raggiunge e mi prende per mano.
“Chiamala.” Mi incoraggia. Digito la cornetta verde e aspetto la risposta della donna.
Luz risponde dopo un paio di squilli. “Pronto?”
“Luz, sono Akito. Accetto di fare il test.” Non voglio girare intorno a mille parole, perciò meglio parlare direttamente.
“Ciao Akito. Oh si va bene. Ci possiamo vedere domani in ospedale alle 9.”
“Ok a domani.” E chiudo senza aspettare una sua risposta.
Guardo Sana per capire cosa sta pensando ma è indecifrabile con quello sguardo da donna comprensiva.
“Mi accompagni?” Riesco a chiederle solo questo. Senza di lei non ce l’avrei fatta.
 
Scusatemi per il ritardo, spero di avervi entusiasmato con questo capitolo. Credo che il prossimo capitolo sarà l’ultimo. A presto e grazie per tutte le recinsioni che mi mandate. Un bacio :-)

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Capitolo 10
*** Scappatoie ***


10 SCAPPATOIE

Eccoci davanti l’ospedale. Sana mi è vicina ma ho la sensazione di sentirla molto lontana. È appoggiata allo schienale della macchina con la testa rivolta all’uscita dell’ospedale. Io ho parcheggiato l’auto ma ho paura di scendere e oltrepassare la soglia dell’edificio. Kurata non spiccica parola e io faccio lo stesso, ma per me è un bene perché non saprei cosa dirle. Forse non è stata una buona idea farla venire, sicuramente avrà il cervello in fiamme per i troppi pensieri, proprio com’è il mio di cervello. Ad un certo punto vedo sbucare la testa scura di Luz da un angolo della strada.
Luz è una donna molto carina e attraente, ma mai come la mia Sana. Ha un caschetto di capelli neri che le cadono sul collo, occhi verdi e pelle leggermente abbronzata. Indossa un jeans blu chiaro e una camicetta gialla. Tempo fa mi attirò proprio perché non somigliava a Sana e per me andava benissimo. Quando la lasciai lei sapeva bene che sarebbe stata solo un’avventura con me, ma non avrei mai pensato che dopo tutti questi anni si sarebbe ripresentata in casa mia con un bambino che potrebbe essere mio figlio.
“Dai scendiamo è arrivata.” Mi dice Sana molto distaccata. Apre la portiera e scende dall’auto. Io la seguo e aspetto che faccia il giro intorno la macchina per poter proseguire dentro l’ospedale insieme. Salutiamo Luz con un semplice ciao e andiamo su in reparto.
Mi siedo per aspettare il mio turno e cerco di tranquillizzare la mia ragazza.
“Kurata smettila di torturarti il cervello!”  Le ordino prendendola per mano. Cerca di ribattere ma non lo fa perché sa che ho ragione. Dopo un paio di minuti arriva il mio turno.
 

Finito l’esame mi accomodo di nuovo in sala d’attesa per aspettare l’esito. Luz sembra troppo tranquilla, è convinta che quel bambino sia anche mio figlio. Ricordo a malapena quella notte ma sono sicuro al 100% di aver usato tutti i contraccettivi possibili. Non ho mai avuto rapporti con altre donne senza di quelle cose, tranne da quando sto con la mia Sana. Con lei è diverso, è la donna della mia vita e se un giorno dovesse venirmi a dire che fosse incinta forse, e ribadisco il forse, non mi dispiacerebbe creare una famiglia con lei.
Vedendo tutta quella sicurezza in quella donna inizio a innervosirmi.
“Io vado a prendere qualcosa al bar. Torno subito.” Dice Sana alzandosi.
“Ok.” Riesco a pronunciare solo due parole ma lei non è riuscita nemmeno a sentirle perché già si era allontanata.
Rimaniamo solo io e Luz. Lei mi guarda e inizia a dialogare. “Senti Akito mi dispiace di aver rovinato il vostro rapporto ma io dovevo dirtelo che avevi un figlio. Thomas voleva conoscere suo padre e io l’ho accontentato.”
“Dovevi pensarci prima, ma ora è troppo tardi.” Rispondo in maniera da far trasparire la mia sicurezza, ma con risultati molto scarsi. Spero solo che questa storia finisca subito non ne posso più.
Dopo tanti tentativi di farmi parlare, Luz capisce che è inutile e si arrende. Io mi godo quel poco silenzio che resta. Sana ancora non arriva e so che si sta prendendo del tempo.

Dopo un paio d’ore finalmente esce l’infermiera con i risultati. Il cuore inizia a battermi, Sana è rimasta giù al bar e Luz ha gli occhi che le brillano per la felicità. Se non fosse una donna le avrei tirato un pugno in faccia, non la sopporto più.
Prendo la busta e la apro. Inizio a leggere e mi blocco all’improvviso. In quel momento arriva anche Sana con gli occhi lucidi, sicuramente deve aver pianto. Rileggo di nuovo l’ultima frase e non riesco a credere che il test sia uscito positivo. Quel bambino è mio figlio e io sono padre. Com’è possibile? Sento il cuore fermarsi e il respiro si fa più affannoso. Mi sento soffocare.
 

Pov Sana

Dopo una testa di pianti decido di tornare da Akito, non vorrei che sospettasse che questa storia proprio non mi va giù.
Salgo e trovo Akito intendo a leggere qualcosa. Saranno i risultati. Mi guarda per un attimo e poi ritorna sul foglio.
Dallo sguardo che ha capisco che non va tutto bene. Mi avvicino a lui e aspetto che mi dica che il test sia uscito negativo, ma non lo fa.
Richiude la busta e la mette in tasca. “Poi ci sentiamo, ho bisogno di tempo.” Dice riferendosi a Luz.
Poi mi guarda e mi prende per mano. “Andiamo.”
Io lo seguo e attendo che lui mi parli di quello che ha letto, ma non lo fa. Stringe lo sterzo della macchina fino a farsi vedere le nocche. Faccio un grande respiro e cerco di trovare il coraggio di chiedere.
“Allora, cosa è uscito?” Chiedo il più tranquilla possibile.
Lui non risponde, sembra che non mi senta. Io cerco di insistere ma nessuna risposta. Lo prendo per il viso e lo costringo a guardarmi. I suoi occhi ambrati mi fanno capire tutto, il test è positivo e non ha il coraggio di dirmelo, ma i suoi occhi parlano da soli. Ora ha un figlio con un'altra che non sono io. Il mio peggior incubo si sta avverando.
Sento il cuore farsi in mille pezzi e credo che non reggerò per molto ancora. Cerco di trattenere le lacrime ma sono troppo debole per avere questo tipo di forza, infatti mi cadono dagli occhi veloci come cascate. Non riesco ad accettare questa situazione, credevo di essere più forte ma non lo sono. Sto troppo male anche solo guardarlo.
Lascio il suo viso e lo abbraccio per l’ultima volta. Akito perdonami ma non posso farcela… sarei falsa a starti vicino e ho bisogno del tempo.
Lui mi stringe forte a se ma io mi allontano da lui. “Scusami Akito ma non posso più reggere. Addio. Non cercarmi.” Dico singhiozzando e scendendo dall’auto. Inizio a correre il più veloce possibile e lontano da quel luogo. So bene che se lui mi dicesse di non lasciarlo lì da solo io tornerei indietro per abbracciarlo. Ho infranto la promessa…

Luz hai vinto tu, è tutto tuo. Io mi faccio da parte.

Senza rendermi conto arrivo al nostro gazebo. Questo posto è pieno di ricordi. Ricordo la prima volta che venni in questo posto e lui era qui con me e io gli feci da mamma. A pensarci mi viene da sorridere, è passato cosi tanto tempo da quel giorno. Abbiamo fatto molti progressi d’allora. Ma oggi si è rovinato tutto, grazie a quella donna. Perché proprio ora che io e il mio Akito stavamo passando il periodo più bello della nostra vita? Non è più il mio Akito, devo farmi una ragione.

Dopo essermi sfogata decido di tornare a casa dalla mia mamma. Arrivata a casa mia madre mi accoglie subito dentro. Le spiego la situazione e anche lei è convinta che se uscissi da questa città per un po’ mi farebbe bene. Ordino alla sig. Shimura di andare a casa nostra a prendere le mie cose, io non ce la farei a tornare in quella casa.
Cerco il numero di Fuka e la chiamo. “Pronto?”
“Fuka, ciao sono Sana. Come stai?”
“Oh amica mia! Bene bene e tu? È da tanto che non ci sentiamo, è successo qualcosa?”
La mia amica mi conosce troppo bene, meglio dire il motivo di questa chiamata. “Si hai ragione. Ascolta vorrei venire da te per un po’ che ne dici?”
“Certo casa mia è sempre aperta per voi due.”
“No Fuka verrò sola, Akito non può venire. Poi ti spiego.”
“Ok ma ora mi sto preoccupando. È successo qualcosa di brutto fra voi due?”
Scoppio in lacrime e vorrei tanto confidarmi con lei ma non è il momento adatto e soprattutto non al telefono.
“Oh Sana raccontami. Perché piangi? Che ti ha fatto?”
“No niente scusami. È una lunga storia e ho bisogno di parlare con un’amica.”
“Certo io ci sono per te. Quando vieni ne parleremo.”
“Si. Senti ma non è che darò fastidio a te e Takashi? Non voglio creare disturbi”
“Ma no che dici! Fai le valige e parti. Noi ti aspettiamo ok?”
“Ok grazie Fuka. Ti voglio bene.” “Anch’io amica!” E chiudiamo la telefonata.
 
Il giorno dopo preparo tutte le mie cose in valigia, chiamo Aya e le racconto la storia. Anche lei mi consiglia di andare un po’ fuori Tokio, basta che faccia ritorno.
 
Arrivata in aeroporto saluto mia madre e la sig. Shimura. In lontananza sento delle voci, sono Aya e Tsu. Corro incontro ai miei amici e inizio a piangere di nuovo come una fontana.
“Ehi Sana non piangere. Vai da Fuka e divertiti. Qui ci penseremo noi.”
“Grazie Tsu. Un’ultima cosa…” Akito non deve sapere che a causa sua sto scappando da Tokio.
“Dimmi Sana.”
“Lui non deve sapere che andrò da Fuka.”
“Si non preoccuparti. Ora vai” Do un ultimo abbraccio al mio amico e vado verso l’aereo.
“Sana salutaci Fuka!” Mi urla Aya dietro.
“Certo. Ciao ragazzi ci sentiamo presto!” Detto questo sparisco tra la folla e mi dirigo verso l’aereo che mi porterà da Fuka.
 

Pov Akito
 
Sono rimasto immobile senza fare e dirle niente. Lei mi ha lasciato e io non ho tentato nemmeno di farla restare con me.
Non potevo dirle niente, io ho sbagliato tempo fa e queste sono le conseguenze che devo sopportare. Forse avrei fatto anch’io la stessa cosa, l’avrei lasciata come una stupida, sola senza pretendere nessuna spiegazione. Non ci sono spiegazioni. Io e Luz abbiamo un figlio e Sana si è solo messa da parte.
Torno a casa e non trovo nessuno. Prendo una nostra fotografia e mi vengono a galla tanti ricordi. Forse una parte di me avrebbe voluto trovarti qui, in casa nostra, a dirmi che saresti stata al mio fianco dopotutto quello che ti sto facendo passare. Vorrei essere cosi egoista da chiederti di non scappare da me e che passeremo anche questo momento. Sembra di vivere in un incubo, nel mio peggior degli incubi. Salgo in camera e mi butto sul letto.
Non voglio piangere, un momento fa l’ho persa e quando chiudo gli occhi, il mio amore è sempre qui. Mi addormento con questa fantasia di avere la mia Sana affianco.

Il giorno dopo vado a farmi una passeggiata per pensare a tutto quello che è successo con Sana e con Luz. Qualsiasi luogo che percorro ha che fare con Sana, a ogni passo ci sono stati testimoni che io e lei condividevamo il nostro amore che ormai è andato. Ricordo quella parola, addio, ho avuto un tuffo al cuore e ho capito che è stata la fine della nostra storia.

Cerco di non pensare a quelle parole e torno a casa con la stessa speranza di ritrovarla. Niente, non c’è traccia di Sana. Noto che mancano le sue cose. Salgo in camera da letto e apro l’armadio. I suoi vestiti non ci sono più, ha portato via tutto. Sul cuscino c’è un biglietto rosa. Lo apro e inizio a leggerlo:
Caro sig. Hayama, la sig.na Sana ha deciso di prendersi una pausa da Lei e da questa città. Non la cerchi, se sarà il destino tornerà da lei. Saluti dalla sig. Shimura.

Mi siedo scioccato da quello che ho appena letto. Sana partirà e non posso fare niente per impedirlo. La sig. Shimura ha ragione, se è destino lei tornerà da me.
Non posso continuare cosi con queste false speranze, so già che non tornerà, è inutile sperare in un suo ritorno, mi dovrò accontentare del suo ricordo.
Ok Akito riprenditi e non guardare indietro. Ora hai un figlio da conoscere e da mantenere.
 
Ciao a tutti, sono ritornata con questo ultimo capitolo di questa storia. Farò un seguito non vi preoccupate! Perdonatemi per tutto questo ritardo e spero che vi piaccia! Un bacio e grazie a tutte! :-*
 

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