Growing up

di curlyhazlover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Piccolissima nota iniziale, al momento adatto ascoltate questa canzone ;)


Prologo

"La Sylvester ti ucciderá questa volta Anderson" gli aveva urlato Quinn mentre stava correndo a cambiarsi.
Era in ritardo per gli allenamenti, di nuovo e anche se sapeva che era il preferito della coach ogni volta aveva paura di essere sbattuto fuori dalle cheerios e di tornare alla vecchia vita.
 
"Scusi coach dovevo fare delle prove extra con il glee club " disse Blaine entrando nell'enorme palestra del McKinley sotto lo sguardo compassionevole di tutti.
"Quel club mi costeranno le nazionali! Tornate ai vostri esercizi fannulloni" urló la Sylvester fuori di sé.
Avrebbe fatto meglio a non nominare il glee, sapeva quanto Sue lo odiasse e anche quanto stava cercando di farlo crollare, difatti si era trovato più volte a dover rifiutare agevolazioni e regali da parte della coach in cambio di qualche segreto o diceria che potesse far crollare il glee club, non che non ce ne fossero, anzi, ma  nella sua natura gi era impossibile tradire, fare il doppiogiochista o solo mentire.
 
Fortunatamente gli allenamenti finirono prima di quanto potesse immaginare e soprattutto non era stato cacciato dalla squadra, non ancora almeno.
Erano a mala pena le cinque del pomeriggio quando Blaine tornò a casa e aveva ancora un mucchio di compiti da studiare, relazioni da scrivere e canzoni da provare per le provinciali.
L'anno precedente non si erano nemmeno classificati nei primi 10 alle nazionali e quest'anno dovevano riscattarsi e vincere finalmente così i suoi amici non sarebbero piú stati attaccati da fredde e appiccicose granite ogni santo giorno.
C'era stato un tempo in cui anche lui subiva questo trattamento, al suo primo anno dopo il trasferimento a Lima.
Fortunatamente dopo un anno e mezzo era riuscito ad entrare nelle cheerleader e così aveva ottenuto una sorta di immunità anche se a volte gli scherzi non mancano, perchè infondo faceva parte del glee club e che cosa poteva esserci di più umiliante?? Per Blaine il canto coreografato non era affatto stupido o da sfigati come dicevano gli altri, cantare era la sua vita e un giorno sarebbe riuscito ad esibirsi a Broadway, il suo piú grande sogno.
Essendo all'ultimo anno questo suo sogno si stava per realizzare, se fosse riuscito ad esser uno dei finalisti per la prestigiosa scuola di arte drammatica newyorkese, la NYADA.
Era solo all'inizio di novembre e doveva ancora spedire la lettera di iscrizione ma il solo pensiero di potersene andare gli faceva tremare le gambe.
Fortunatamente per lui era sempre attento alle lezioni e prima di cena riuscì a terminare le relazioni di letteratura per il giorno seguente e gli esercizi di matematica per i due giorni successi.
L’ultima cosa che gli mancava era una canzone da cantare al glee per il compito della settimana di mr. Schue, canzoni a coppie, e a Blaine sarebbe anche andato bene, avrebbe cantato con Sam come al solito oppure con Tina, ma il professore voleva delle coppie diverse dalle solite e lui era finito con la Berry, non che la odiasse, anzi a dire la verità un po’ la odiava, ma solo perché era una rompiscatole di prim’ ordine e ogni qualvolta che parlavano finiva per litigare su chi conoscesse meglio tutte le canzoni dei maggiori show di Broadway.
 
Durante la cena mentre sua madre gli chiese come andasse a scuola, come ogni giorno e suo padre lo ignorava come sempre, sentì alla radio una canzone che si adattava perfettamente al compito per il glee club.
 
“Hey dove vai? Non hai finito la cena!” gli urlò sua madre mentre lui correva su per le scale.
Non si prese la briga di rispondere troppo occupato al cercare un numero sul suo cellulare.
“Berry, ho trovato la canzone.” Disse non appena dall’altra parte della cornetta rispose qualcuno.
 
Il mattino successivo dopo le solite noiose lezioni finalmente era arrivata l’ora del glee, il giorno della settimana che tutti attendevano era finalmente arrivato, quel giorno avrebbero dovuto esporre i loro compiti ma non solo per quello erano tutti in agitazione, tutti volevano vincere il misterioso premio che Mr. Schuster aveva messo in palio.
Le prime ad esibirsi furono Brittany e Santana con una spettacolare esibizione in “I wanna dance with somebody”, dopo di loro fu il turno di Quinn e Puck, che stranamente non avevano ancora litigato, i quali si esibirono con “Oh love” dei Green Day, un pezzo sicuramente scelto da Puck anche se Quinn non sembrava affatto dispiaciuta; dopo la loro esibizione Sam e Mercedes cantarono “Human Nature” e Blaine notò che Sam guardava con fare sognante Mercedes per tutta la canzone e quando tornarono al loro posto gli lanciò uno sguardo che diceva ‘devi per caso dirmi qualcosa?’.
Tutte le esibizioni erano state fantastiche e il professore era molto soddisfatto del risultato del suo compito settimanale, come sempre.
 
“Ora per finire in bellezza il duetto tanto atteso, Rachel, Blaine a voi il palco” disse Will indicando i ragazzi.
“Vorrei dire qualche parola prima di iniziare” disse Rachel impossessandosi del primo microfono disponibile.
“Eee ci risiamo” disse Finn scatenando le risate delle nuove direzioni.
“Fatela parlare ragazzi” disse pacatamente Schuester zittendoli.
“Volevo soltanto dire che abbiamo provato questa canzone solo ed esclusivamente per telefono, perché qualcuno aveva troppi impegni” disse Rachel squadrando Blaine, “ma comunque sarà una delizia per il vostro udito. Enjoy” concluse portando il secondo microfono al compagno, più che portaglielo glielo lanciò, e si sistemarono al centro del palco.
Blaine si mise di fianco a lei e non appena le prime note partirono  la sua voce risuonava nell’auditorium.
 

I don't know you
But I want you
All the more for that
Words fall through me
And always fool me
And I can't react
And games that never amount
To more than they're meant
Will play themselves out

 
Quando Rachel si unì alla sua voce, Blaine pensò che avevano la vittoria in tasca, le loro voci si fondevano perfettamente nella melodia della canzone, come aveva già constatato per telefono, ma li, sul palco era tutta un’altra storia, stava seriamente rivalutando la sua antipatia per lei, perché ragazzi aveva talento e chi ha talento a volte dovrebbe essere sanamente egoista.
 

Take this sinking boat and point it home
We've still got time
Raise your hopeful voice you have a choice
You'll make it now

Falling slowly, eyes that know me
And I can't go back
Moods that take me and erase me
And I'm painted black
You have suffered enough
And warred with yourself
It's time that you won

 

Anche Rachel sembrava entusiasta della voce di Blaine, dato che spesso mentre si voltava, la sorprendeva a fissarlo con ammirazione, forse potevano essere amici infondo no?
 

You've made it now
Falling slowly sing your melody
I'll sing it loud

 
E ultime note della canzone sfumarono  e entrambi si ritrovarono sorpresi, non dal successo dell’esibizione, quello era assicurato, ma dal fatto che istintivamente si abbracciarono.
Era una bella sensazione, pensò Blaine mentre scioglieva l’abbraccio e si voltava a sorridere al pubblico, era raro che abbracciasse o soprattutto che si lasciasse abbracciare, ma forse poteva fare un tentativo, nel caso avessero vinto, disse una vocina nella sua testa, ma che subito fu zittita dal suo buon senso, poteva provare ad essere amico di qualcuno, oltre che di Sam, poteva e doveva provarci.
 
“Bene, direi che è giunto il momento delle votazioni!” disse Mr. Schuester consegnando ad ognuno un foglietto bianco e una penna.
Blaine era fiducioso nel giudizio dei compagni, anche se conoscendoli bene sapeva che la maggior parte avrebbero votato per se stessi, e sia lui che Rachel sapevano di aver la vittoria in tasca.
Dopo che tutti ebbero consegnato i loro voti, ci fu il verdetto finale, lui e Rachel avevano vinto, anche se di un voto, ma era pur sempre una vittoria.
 
“Ecco a voi il vostro premio” disse il professore consegnando a Blaine due fogli di carta, due buoni per Breadstix.
Perfetto aveva un appuntamento con Rachel, forse anche il destino stava cercando di farli diventare amici, solo quello pensò, perché grazie al cielo gli piacevano i ragazzi.
Santana era decisamente adirata dalla loro vittoria ma fortunatamente Britt disse una battuta stupida che solo Santana riuscì a sentire e capire dato che poco dopo scoppiò a ridere come non mai.
Sam invece guardò Mercedes dispiaciuto, ma lei non se ne accorse dato che era di spalle.
“Hey dovresti chiederle di uscire, secondo me direbbe di si” gli disse avvicinandosi.
“Non  lo so amico, non mi sono mai sentito così… così” disse Sam prima di essere interrotto da Blaine, “innamorato?” , “credo proprio di si Blaine” rispose Sam con un sospiro.
“Forza! Vai e chiedile di uscire, la cosa peggiore che possa succedere è che ti dica di no!” lo incoraggiò Blaine dandogli una pacca sulla spalla.
“Se dice di no però mi offri da bere tu venerdì sera!” gli sussurrò prima di alzarsi a raggiungere Mercedes senza dare il tempo a Blaine di replicare.
Sam per lui era più di un semplice amico, era come un fratello, era il primo ragazzo che aveva conosciuto appena arrivato e subito avevano legato, forse soprattutto perché i primi tempi Sam lo proteggeva sempre quando veniva circondato dai bulli,  spesso si era beccato una granita per questo, ma non glielo aveva mai rinfacciato, non lo aveva mai messo da parte per la popolarità, non lo aveva mai discriminato soltanto per il fatto che fosse gay, Sam era speciale e Blaine era stato davvero fortunato a trovare un amico come lui.
Mentre dalla sua sedia stava assistendo all’atto di coraggio di Sam, Rachel si sedette accanto a lui.
“Quando vuoi andarci?” disse indicando i biglietti che aveva dimenticato di mettere nello zaino.
“Quando sei libera, mio padre mi lascerà uscire quando vorrò se gli dico che è con una ragazza” le rispose sconsolato.
Erano anni che suo padre tentava di ‘normalizzarlo’ come diceva lui e ogni tanto questa cosa giocava a  suo favore.
“Io sono libera anche stasera, anzi sarebbe  perfetto stasera, ho davvero bisogno di uscire perché sai dopo che io e Finn ci sia-” disse Rachel prima di essere interrotta da Blaine, “ok ok Berry, stasera alle 8, ci vediamo là” disse prima di alzarsi e andarsene, non prima di aver salutato il resto del gruppo e mimato a Sam di scrivergli o chiamarlo per sapere come era andata la sua missione.
 
Il pomeriggio passò lentamente, appena tornato a casa decise di mettersi al lavoro portandosi avanti con i compiti ma non ne aveva, allora decise di scrivere  a Sam come fosse andata ma dopo mezzora che attendeva una risposta decise di iniziare a prepararsi per la sua uscita, non che la cosa lo emozionasse particolarmente ma ci teneva ad avere un aspetto accurato quando poteva indossare qualcosa che non fosse la divisa da cheerios.
 
Durante la doccia fece tutto con molta più calma del solito, non perché non volesse uscire con Rachel, non che la cosa lo entusiasmasse molto ma si era ripromesso che ci avrebbe provato, ma perché doveva spiegare a suo padre che era solo un’amica, che lui era sicuro al 100 per cento di essere gay e che questa uscita non avrebbe cambiato nulla.
Ovviamente quando ne parlò con suo padre la parte del ‘è solo un’amica, sono e resterò sempre gay’ non fu ascoltata, perché troppo occupato a gioire della notizia.
Almeno per qualche giorno avrebbero parlato, pensò Blaine.
Dopo essere tornato in camera sua controllò il cellulare e notò di avere delle chiamate perse da parte di Sam, così decise di chiamarlo, dato che non aveva fretta di prepararsi.
 
“Pensavo fossi morto amico!” rispose Sam dopo appena due squilli.
“Scusa ero sotto la doccia e poi ho dovuto dire ai miei che staserò esco con Rachel, soprattutto ho cercato di fargli capire che è solo un’amica ma come al solito non mi hanno ascoltato” gli disse sospirando prima di ricordarsi il motivo della chiamata.
“Come è andata con Mercedes??” chiese con impazienza mentre cercava una camicia da abbinare ai pantaloni che pensava di indossare.
“Venerdì sera usciamo!” esordì Sam dall’altra parte della cornetta e Blaine poteva immaginarsi il suo amico saltellare per la stanza dalla felicità.
“Te l’avevo detto!! Sarete la più bella coppia del McKinley, ma non dire a Santana che te l’ho detto!” disse prima di scoppiare a ridere coinvolgendo anche l’altro.
“Ora vado a finire quell’esercizio di trigonometria per domani B., anche se non ci capisco nulla, almeno ci provo” gli disse prima di aggiungere “ Ah Blaine, grazie, senza il tuo incoraggiamento non credo che ce l’avrei fatta”.
“Di nulla Sam, voglio solo vederti felice” gli disse in risposta Blaine  cercando di non far cadere il telefono mentre cercava di recuperare una camicia che gli era caduta.
“Buon fortuna per stasera!” lo salutò Sam prima di chiudere la chiamata.
 
Ne avrebbe davvero avuto bisogno.
 
Quando arrivò  al ristorante anche se era in anticipo, Rachel era già li fuori ad aspettarlo.
“Hey starai gelando! Perché non sei entrata?” le domandò Blaine mentre la accompagnava all’interno del locale.
“Pensavo non venissi e per evitare di fare la figura dell’abbandonata un’altra volta ho preferito aspettare di fuori, così almeno se non fossi venuto sarei potuta andare direttamente a casa senza umiliazioni” gli rispose Rachel togliendosi il cappotto e cercando uno spazio libero.
“Ecco un tavolo libero!” le disse Blaine anticipandola, “andiamo a sederci prima che qualcun altro ci rubi il posto” continuò prendendola per mano e raggiungendo il tavolo che si trovava quasi infondo alla stanza.
“Rachel non ti avrei mai lasciata qui da sola, non è nel mio carattere” le disse Blaine quando entrambi si erano accomodati.
“Dovrebbero esserci più persone come te nel mondo, Blaine Anderson, sicuramente sarebbe un posto migliore” gli disse Rachel guardandolo per un secondo per poi gettarsi alla ricerca di un primo piatto da ordinare, magari qualcosa di vegano ce l’hanno, aveva detto mentre ispezionava il menù.
Blaine si trattenne dal ridere cercando anche lui qualcosa da mangiare, qualcosa che non fossero i pessimi grissini che si trovava di fronte, certo che per un posto che si chiama ‘il bel grissino’ i grissini facevano schifo, pensò Blaine spostando il cestino dei grissini al lato del lato che si trovava verso il muro.
 
La cena proseguì tranquillamente, Blaine scoprì di avere un sacco di interessi comuni con Rachel e che infondo non era poi cosi irritante come pensava.
Mentre stavano discutendo su quale musical si sarebbe dovuto svolgere quest'anno a scuola, Chicago o West side story, dalla porta principale entrarono dei ragazzi vestiti tutti con una divisa, molto probabilmente frequentavano la Dalton, pensò Blaine mentre questi gli passavano di fianco per raggiungere il tavolo poco distante da quello che lui e Rachel occupavano al momento.
Stava per tornare a parlare con Rachel quando sempre dall’entrata principale non entrò un ragazzo, un angelo pareva a Blaine, anch’ esso con la stessa divisa dei ragazzi di prima anche se lui sembrava nettamente diverso rispetto a quei ragazzi, era molto silenzioso, più composto e a detta di Blaine molto affascinate.
 
"Hey.. Blaine?!" disse Rachel schioccandogli le dita davanti agli occhi e facendolo rinsavire.
"Lo consumerai se lo continuerai a guardare così" gli disse quando finalmente era riuscito a distogliere l attenzione dal ragazzo.
"se te lo stai domandando e so che lo stai facendo, loro sono gli warblers, molto probabilmente li incontreremo alle regionali, pensa che il loro leader è diventato tale dopo pochi mesi che frequentava quella scuola! Deve essere bravissimo..." disse Rachel sospirando.
"Vedremo in gara Rachel" disse semplicemente Blaine cercando di pensare a qualcosa che non fosse un usignolo.
 
Dopo la loro rumorosa comparsa gli warblers si erano improvvisamente zittiti e Blaine poté  continuare la cena senza distrazioni, o almeno cosi cercava.
 
Alla fine della serata aveva concordato con Rachel che il giorno seguente avrebbero detto a Schuester che il musical di quell’ anno sarebbe stato west side story e ovviamente loro dovevano avere le parti principali.
 
"Posso considerarti un amico Blaine?" gli chiese Rachel mentre stavano raggiungendo la sua auto, sorprendendolo.
"Direi di si" le rispose prima di abbracciarla e aprirle la portiera dell’ auto.
Quando ebbe la certezza che Rachel fosse diretta a casa Blaine raggiunse la sua auto ma mentre cerca le chiavi della sua auto si accorse di non avere più la sciarpa, molto probabilmente l’aveva lasciata all’ interno del ristorante e se si sbrigava forse la trovava ancora, così corse verso la porta d’entrata che però nello stesso istante si apri facendo quasi cadere Blaine.
 
" Tutto okk?" chiese una bellissima voce.
"Sisi sono io che sono sbadato mi perdoni io-" Blaine non riuscì a terminare la frase perché i suoi occhi si scontrarono con due profondi oceani, due occhi cosi perfetti da far male.
"Hai dimenticato questa e ho pensato di portartela nel caso fossi stato ancora qui fuori" disse il ragazzo arrossendo leggermente, cosa che Blaine non notò a causa dell’ oscurità che li circondava.
"Grazi mille ..." disse Blaine prendendo la sciarpa dalle mani del ragazzo.
"Kurt piacere!" disse il ragazzo porgendogli la mano.
"B-Blaine" rispose Blaine stringendo la mano di Kurt, era così morbida, pensò.
"Bene ora sarà meglio che torni dentro altrimenti chi li  tiene d’ occhio i bambini " disse ridendo e facendo sorride anche Blaine.
" Ci si vede Blaine" lo salutò velocemente con la mano prima di scomparire alla vista di Blaine.

 
Non appena sali in auto scrisse un sms a Sam.
 
"cos'è quella sensazione di completezza che ti fa venire i brividi alla schiena e uno sfarfallio allo stomaco?"
 
"amico ti stai innamorando".





NDA

Salvee! Siete arrivati fin quà ? Wow! 
Bando alle ciance, come vi sembra questa storia?  Appena ho visto 
questo giftset sulla mia dash mi sono detta "devo scriverci una storia, subito!" difatti l'ho scirtta in nemmeno due giorni *-* Ora voi direte "non aggiorna l'altra long e ora ne inizia una nuova, questa è matta", si sono matta ma non ho potuto resistere, DOVEVO scrivere questa storia, prometto che al più presto aggiornerò anche l'altra fanfiction *pinkie promise*

Vorrei ringraziare Valentina per avermi ricordato questo fantastico duetto Learren ( di cui vi hio lasciato il link a inizio storia ;) ), grazie mille alla mia beta di sempre Angelica senza la quale questa storia sarebbe un pullulare di errori e infine grazie a voi che avete letto, una recensione, anche piccina piccina, non guasterebbe, i feedback sono sempre graditi :D

Credo di aver terminato, anche se sono certa di essermi dimenticata qualcosa...

Ha! Ecco la mia pagina autrice 
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 ed ecco anche il mio Ask  http://ask.fm/gleeklaine95 

Al prossimo capitolo!

Sophie 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.
 
 
Per tutta la settimana successiva Blaine aveva pensato a Kurt, ai suoi occhi, alla sua voce, al modo in cui i colori della divisa gli donassero, insomma pensava a tutto di lui e i suoi amici non tardarono nel notarlo.
"Blaine tutto bene?" gli chiese Tina poggiandosi di fianco al suo armadietto.
" C-certo Tina" le rispose velocemente prima di chiudere l armadietto e dirigersi a passo spedito verso la sua prossima lezione, letteratura inglese, sperando che non fosse la stessa di Tina, non era decisamente pronto ad affrontare anche lei; si anche perché dopo la sua fantastica idea di chiedere consiglio a Sam egli aveva voluto sapere di chi stessero parlando.
 
"Non sarà Finn vero ?", chiese preoccupato Sam, “no perché non voglio raccogliere i cocci del tuo cuore quando ti dirá che per lui sei un buon amico ma che non-" non riuscì a terminare la frase perchè Blaine lo interruppe.
"Nono non è Finn assolutamente, è un ragazzo che ho incontrato all’appuntamento con Rachel, si chiama K..." disse Blaine ma il nome del ragazzo gli morì in gola.
"Come?" chiese ingenuamente Sam.
"Kurt" gli rispose velocemente  sperando che Sam non avesse capito, ma l’amico una volta tanto aveva capito benissimo.
"Nessun cognome?" chiese Sam.
"No, per ora è solo un nome e una divisa" gli rispose pentendosi subito di aver aggiunto quel dettaglio.
"Una divisa?? Non sará per caso un soldato??" chiese preoccupato Sam
"È un modo di dire Sam!" gli mentì Blaine.
“Forza torniamo in classe, il fantastico mondo della matematica ci aspetta” disse Sam sorridendo e tirandolo per una manica, facendolo quasi inciampare.
Al momento opportuno gli avrebbe detto la veritá ma quel giorno non lo era e non lo sarebbe stato nemmeno i giorni seguenti.
Se fosse stato più attento si sarebbe accorto che non erano propriamente soli mentre parlavano.
 
“Anderson voi dirmi di cosa stiamo parlando? ” Blaine ritornò al presente, per l’esattezza durante l’ora di letteratura, la sua materia preferita, e guardandosi attorno si accorse che tutti lo stavano fissando.
“Allora Anderson?” chiese di nuovo il professor Daniels impaziente.
“Scusi non ero concentrato” rispose Blaine cercando di sembrare il meno imbarazzato possibile, non gli capitava mai di essere sovrappensiero durante le lezioni, tutta colpa di Tina e della sua curiosità, pensò mentre il professore gli rispondeva, “per questa volta passi, ma la prossima volta ti manderò in punizione”.
Blaine lo ringraziò e sorrise, sapeva di essere uno dei preferiti del professore, della maggior parte a dir la verità e quando poteva ne approfittava, chi non lo avrebbe fatto?.
Chi non ne avrebbe approfittato?
Blaine però spesso non ne andava fiero, lui i meriti voleva guadagnarseli e cosi anche i castighi, ma non si lamentava mai perchè infondo che gli piacesse o meno aveva bisogno di tutta la protezione possibile.
 
Le lezioni passarono velocemente e ne Tina ne Sam ne nessun altro a dir la verità gli chiese più nulla riguardo a Kurt, ma a fine giornata ricevette un sms da parte di Rachel.
 

dobbiamo parlare, incontriamoci al lima bean alle 16
-Rach.

 
 
Cosa diamine voleva Rachel da lui?
Si sentiva pero che non gli avrebbe chiesto un aiuto con i compiti.
 
 
Kurt oramai non ce la faceva più, Nick e Jeff mancavano solo da due giorni e tutti erano andati nel panico.
"Se non guariscono in tempo per le regionali chi li eseguirà il loro duetto??" chiese un  warbler preoccupato.
"Solo la voce di Nick riesce a rendere bene quella canzone, siamo rovinati!" disse un altro sedendosi pesantemente su un divanetto della stanza.
" Calma, calma ragazzi!" disse il più pacatamente possibile Kurt mettendosi al centro dell’aula e attirando l’attenzione di tutti.
"le provinciali sono a una settimana di distanza" disse venendo interrotto da un brusio che placò con un occhiataccia, "stamani sono passato a controllare come stessero Nick e Jeff e le loro condizioni sono ottime e nell’arco di due giorni dovrebbero tornare come nuovi" continuò sorridendo per la lieta notizia.
"L’unica cosa che ci manca è una canzone da farmi cantare!" disse con allegria mentre gli altri warblers  tiravano un sospiro di sollievo, come sarebbero andati avanti se non ci fosse stato Kurt? Non riuscivano nemmeno ad immaginarsi la risposta.
 
Le prove durarono meno del solito quel giorno, un po’  perché  tutti erano troppo felici per la notizia della guarigione dei propri amici per poter provare, un po’ perchè Kurt era poco presente dato che aveva solo una settimana per preparare il suo assolo e il consiglio non aveva ancora scelto una canzone, e questo non andava affatto bene.
 
"Io dico che dovresti sceglierla tu la canzone Kurt" disse Wes accogliendo l’approvazione degli altri membri della commissione e degli usignoli.
"Come volete, domani vi farò sapere quale canzone ho scelto" rispose velocemente Kurt alzandosi dalla seggiola afferrando la propria tracolla uscendo non prima di aver salutato i suoi amici.
Non appena raggiunse la sua stanza chiuse la porta e controllò di essere solo, non voleva essere disturbato da Sebastian e dai suoi odi un tantino ortodossi, a detta di Kurt.
Non che lo odiasse, anzi lo poteva considerare uno dei suoi amici più stretti se non il migliore  da quando appena trasferitosi alla Dalton l’aveva conosciuto.
I primi tempi la convivenza era estremamente difficile, spesso si trovava chiuso fuori dalla propria stanza perchè  Sebastian era 'occupato' con qualche ragazzo che aveva rimorchiato allo Scandals, a volte era Sebastian stesso  a restare chiuso fuori, perché  quelle poche volte che Kurt riusciva a raggiungere la stanza prima di lui  alla fine delle lezioni voleva gustarsi un po’ di sana vendetta, “chissá come faceva sempre Sebastian ad apriva per primo anche quando Kurt era a poche aule di distanza dall’alloggio e le lezioni finivano alla stessa ora??” si domandava spesso Kurt e subito si rispondeva che molto probabilmente non frequentava molto le lezioni e spesso aveva ragione, Sebastian saltava le lezioni ma non per il motivo che pensava.
Alla fine dopo mesi di liti e battibecchi vari improvvisamente si trovarono d’accordo su delle canzoni al glee club, poi successivamente Sebastian non si portava più in camera nessuno, non almeno quando Kurt era nei paraggi e le cose iniziarono ad andare bene tra di loro.
Tutta la scuola era lieta la mattina in cui Kurt e Sebastian si presentarono in aula, si sedettero vicini e non si lanciarono battutine per tutta la giornata, il più felice di tutti era Kurt, anche se non lo dava molto a vedere, perché si erano confidati a vicenda, si erano sfogati l’un l’altro e secondo Kurt si erano un pò salvati a vicenda.
 
 
Appena raggiunse la caffetteria Blaine scorse Rachel seduta al tavolino che dava sulla vetrata principale del Lima Bean che lo stava intimando ad entrare.
"Ciao Rachel, come mai questa fretta di incontrarci?? "chiese Blaine sedendosi al tavolo e assaporando il caffè che Rachel gli aveva fatto portare.
"perchè non mi ha detto di Kurt?" gli chiese senza giri di parole, tipico di Rachel.
Blaine per poco non si strozzò con il caffe.
"Chi??" chiese cercando di sembrare indifferente con il risultato di sembrare impaurito.
"Non fare il finto tonto Blaine! Sai di chi parlo e per chiarire sono qui per aiutarti quindi non fuggire prima di avermi ascoltata" disse Rachel guardandolo negli occhi e stringendogli la mano in una carezza.
"Come vorresti aiutarmi?" chiese sospirando Blaine, sarebbe stato totalmente inutile discutere con lei, avrebbe vinto sicuramente.
"Per prima cosa li dobbiamo battere alle provinciali!” esordì lei facendo trasalire una coppia di anziani seduti dietro di loro.
“E questo come mi sarebbe d’aiuto?” chiese Blaine concentrando lo sguardo sulla tazza che aveva fra le mani.
“Beh innanzitutto toglierebbe di torno il problema della competizione e nessuno nel glee ti vieterebbe di uscirci!” gli rispose Rachel stavolta mantenendo un tono di voce normale.
“Si ma se loro perdono non posso andare da lui e chiedergli di uscire, non mi sembra il momento adatto…” disse con un sospiro, questa cosa stava diventando molto più complicata di quanto sembrasse.
“A questo non devi pensare, ho un piano” disse Rachel sorridendogli.
“E quale sarebbe?” chiese Blaine perplesso.
“Vedrai” gli rispose lei alzandosi e dirigendosi verso l’uscita, voltandosi prima per continuare, “Ci vediamo domani prima degli altri per provare la canzone, ho trovato quella adatta!” e lasciando un Blaine ancora più confuso di prima uscì.
Mentre pensava, a fin troppe cose per un adolescente come lui ,e finiva il caffè che oramai si era raffreddato completamente il telefono vibrò.
 

Amico, Puck e Finn vogliono fare una maratona ai video game,
ti unisci?
Sam

 
Doveva smettere di pensare e quale miglior modo se non una nottata insonne passata davanti ad un televisore?
 
 

Si ma questa volta io sto con Puck! Finn bara! :)

 
 
 
 
Dopo una, a parere di Blaine, lunghissima ed estenuante settimana, le provinciali erano alle porte e tutti stavano impazzendo di gioia.
 
Quel venerdì mattina tutti i membri del glee club entrarono a lezioni molto piàù euforici del solito e soprattutto molto più rumorosi, difatti sia Sam che Puck si erano beccati vari richiami solo alla prima ora e quello non era certamente il giorno adatto per farsi sospendere perché c’era la loro vittoria in ballo, e non solo quella, pensò Blaine mentre raggiungeva la classe successiva con Tina e Mercedes.
 
Le lezioni  a dispetto del resto della settimana passarono velocemente, troppo velocemente, e in men che non si dica Blaine stava raggiungendo il pullman che lo avrebbe portati a Defiance, dove si sarebbe svolta la gara canora.
 
“Se non torniamo con il trofeo del primo posto dovrete comprarmi tutti i waffle che voglio” li minacciò bonariamente Puck mentre salivano sul mezzo.
“Ragazzi muoviamoci altrimenti non ci sarà nessuna gara per noi se arriveremo tardi” urlò il professor Shuster facendo sedere tutti ai loro posti e facendo salire gli ultimi arrivati, Blaine, Sam e Rachel la quale prese la mano di Blaine e lo fece accomodare accanto a lei.
“Emozionato??” chiese eccitata mentre si sistemava sul piccolo sedile.
“A dir la verità credo di aver un attacco di panico in questo preciso momento” le rispose Blaine.
“Andrà tutto bene, tutto” gli disse marcando  il secondo ‘tutto’.
“Lo spero” disse Blaine con un sospiro prima di appoggiare la testa contro il sedile e cercare di riposare, una cosa praticamente impossibile dato che i sedili sembravano fatti di pietra.
 
Il viaggio si rivelò più breve del previsto e soprattutto più silenzioso, un po’ perché i più chiassosi erano troppo occupati a sonnecchiare, un po’ perché tutti si sentivano abbastanza tranquilli, non avevano mai perso le provinciali e i gruppi avversari erano descritti da tutti come innocui.
 
Blaine giocava con il cellulare che ogni minuto rischiava di cadere dato che lo faceva roteare fra le sue mani.
 
 
“Benvenuti alle provinciali di canto corale del Mead West Ohio, i primi ad esibirsi sono i padroni di casa, gli  Unitards” annunciò una voce che si sparse per tutto l’auditorium mentre le nuove direzioni si sedevano ai loro posti.
Se Blaine avesse guardato bene e se le luci non si fossero spente subito, avrebbe notato che qualcuno lo stava fissando.
 
Il gruppo si esibì in un’ eccezionale performance di Buenos Aires da Evita e sia Rachel che Blaine restarono basiti, erano stati veramente bravi.
 
“Ragazzi non fate quelle facce, con il vostro duetto li battiamo tutti di sicuro!” cercò di rassicurarli Sam sorridendogli.
“Ovviamente” disse Rachel con convinzione, nessuno avrebbe fatto fallire il suo piano, nulla poteva fermare Rachel Berry.
Non appena la platea si placò sul palco comparve un gruppo di ragazzi, tutti vestiti allo stesso modo, tra cui Blaine notò Kurt, a dir la verità sarebbe stato impossibile non notarlo dato che era il solita e mentre le prime note di una canzone famigliare si espandevano per la sala, iniziò a cantare.
 
 
 

It won't be easy, you'll think it strange
When I try to explain how I feel
That I still need your love
After all that I've done

 
Aveva una voce così bella, pensò Blaine non distogliendo lo sguardo da Kurt.
 
 

You won't believe me
All you will see is a girl you once knew
Although she's dressed up to the nines
At sixes and sevens with you

 
 

Blaine notò che non aveva sostituito la parola ragazza con ragazzo e una scintilla di speranza si accese in lui velocemente e tanto velocemente si spense, come poteva mai pensare che fosse gay solo perché cantava una canzone originariamente cantata da una donna? Spesso anche Finn e Puck le cantavano eppure non lo erano.
 

Don't cry for me, Argentina
The truth is I never left you
All through my wild days, my mad existence
I kept my promise, don't keep your distance

 
Mentre cantava il ritornello Kurt alzò lentamente le braccia, un gesto un po’ esibizionista a detta di Blaine che comunque non riusciva a distogliere lo sguardo dall’usignolo.
 
 

Have I said too much? There's nothing more
I can think of to say to you
But all you have to do
Is look at me to know that every word is true
 

In men che non si dica le ultime note sfumavano lentamente e Kurt si univa al resto del gruppo pronto ad eseguire la canzone successiva.
Dopo Kurt gli warblers si esibirono in un numero di gruppo, se si poteva definire così dato che le voci principali erano due, molto movimentato e ritmico.
Le nuove direzioni per la durata di tutta la canzone ballarono nelle loro seggiole e alla fine della performance applaudirono agli avversari perché ‘erano stati veramente bravi’ aveva detto Sam cercando di fare un’imitazione di un qualche attore che Blaine non riuscì ancora a capire.
 
“Ragazzi tutti dietro le quinte che dopo la pausa tocca a noi!” esordì Mr. Schue facendo strada verso il palco.
Dopo pochi minuti di pausa il pubblico iniziò a tornare ai propri posti e quando tutti furono seduti il sipario si alzò e Blaine e Rachel raggiunsero i due microfoni posti al centro del palco e dopo le prime note Rachel inizi
ò a cantare.
 

The smell of your skin lingers on me now
You're probably on your flight back to your home town
I need some shelter of my own protection, baby
To be with myself and center
Clarity, peace, serenity

 
Dopo la prima strofa la voce di Blaine si aggiunse alla sua creando una perfetta armonia, ma non solo lui si aggiunse.
 

I hope you know,
I hope you know
That this has nothing to do with you
It's personal, myself and I
We've got some straightenin' out to do

 
Kurt si accorse in tempo di star leggermente cantando con un tono troppo alto per uno spettatore e fortunatamente nessuno se ne accorse, tranne Sebastian che infatti gli aveva lanciato un sguardo interrogativo.
 

And I'm gonna miss you like a child misses their blanket
But I've got to get a move on with my life
It's time to be a big girl now
And big girls don't cry Don't cry, don't cry, don't cry

 
Blaine era incerto inizialmente sulla scelta di quella canzone da parte di Rachel, non perché fosse cantata da una donna, lui cantava quasi ed esclusivamente canzoni femminili, non era colpa sua se adorava Katy Perry, ma prova dopo prova aveva capito che con quella canzone cercava di farsi forza, perché voleva far vedere al mondo che non era più una bambina, che nonostante tutto, nessuno la spezzerà.
 

But it's time for me to go home
It's getting late, dark outside I need to be with myself, and center
Clarity, peace, serenity
I hope you know, I hope you know

That this has nothing to do with you It's personal, myself and I
We've got some straightenin' out to do
And I'm gonna miss you like a child misses their blanket

But I've got to get a move on with my life
It's time to be a big girl now
 And big girls don't cry
Don't cry, don't cry, don't cry
 

 
 
Non appena le ultime note della canzone si dispersero Rachel abbracciò, con un grande sorriso sul volto, Blaine, il quale ricambiò fortemente l’abbraccio prima di essere raggiunto dagli altri componenti delle nuove direzioni pronti ad esibirsi in We are Young.
 
L’esibizione fu un successo, la platea si alzò ad applaudire e tutti si abbracciarono, avevano la vittoria in tasca.
 
I tre gruppi ora si trovavano sul palco in attesa del verdetto finale, chi sarebbe andato alle regionali?
“Al terzo posto gli Unitards!” urlò il presentatore consegnando il trofeo ad una ragazza che doveva essere la leader del gruppo, il quale scese dal palco subito dopo.
“Ora senz’altri indugi, il vincitore di queste provinciali e che di conseguenza proseguirà il suo cammino verso le nazionali è… entrambi!” urlò l’uomo gettando all’aria i fogli che teneva per le mani.
Rachel, Blaine, Sam e Finn si abbracciarono in grande abbraccio a cui si aggiunsero ben presto tutti gli amici e anche un entusiasta professor Schue.
 
Quando furono tutti nei camerini i festeggiamenti non finirono, anzi si moltiplicarono, Blaine convinto da Sam e Joe, saltellava sul divanetto, che rischiava seriamente di cedere, Finn e Puck escogitavano un modo per andare a prendere dell’alcool senza farsi notare dal professore e le ragazze, che si trovavano al centro della stanza, continuavano a canticchiare e urlare e di nuovo canticchiare, tutte tranne Rachel che con la scusa di andare al bagno era sgattaiolata fuori dal camerino.
Ci mise qualche minuto per trovare i camerini degli avversari e sperò intensamente che fossero ancora li o che almeno ci fosse ancora lui.
Non appena si affacciò alla porta spalancata poté notare che la stanza era vuota e con uno sbuffo girò i tacchi e si mise sulla strada per  tornare dai suoi compagni quando udì una voce vicino all’entrata principale.
“Ragazzi, ragazzi, smettetela di fare i bambini, non potete litigare per delle patatine, non avete cinque anni! ”
Era Kurt, ne era certa, quella voce acuta poteva essere solo la sua.
Con passo svelto si avvicinò all’uscita e chiamò Kurt, il quale si voltò sorpreso.
“Ciao?...” disse Kurt incerto sul da farsi, che diamine voleva quella ragazza?
“Piacere sono Rachel Berry delle nuove direzioni, volevo congratularmi con te e il tuo gruppo per la vittoria!” gli rispose Rachel stringendogli fortemente la mano.
“Piacere mio, mi chiamo Kurt Humm-” disse Kurt che fu interrotto da Rachel, “oh lo so chi sei! Uhm buona fortuna allora e ci vediamo alle regionali!” continuò lei abbracciandolo inaspettatamente per poi andarsene subito dopo.
 
Ancora leggermente scosso Kurt salì sul bus che lo avrebbe riportato alla Dalton, ma se fosse stato più attento avrebbe notato che la sua tracolla pesava un po’ di più.











NDA:

*schiva le pietre* Salveeee! C'è qualcuno? Spero di si! Perdonate il mio immenso ritardo ma ho avuto un problema dietro l'altro con questo capitolo, prima non mi funzionava più il pc, poi per errore ho cancellato il capitolo ( ho pianto giuro ç_ç) ma alla fine eccolo qua! 
Spero tanto vi sia piaciuto e vi ricordo che le recensioni sono sempre gradite, sono davvero importanti per chi è alle prime armi come me! :)
Grazie mille alla mia beta Angelica senza la quale dovreste subirvi i miei innumerevoli errori,
grazie alle 17, DICIASSETTE (non riesco ancora a crederci) persone che seguono questa storia, alle persone che l'hanno recensita la scorsa volta, a chi l'ha messa nelle preferite e nelle ricordate e ha chi legge e basta, grazie mille davvero! 
Il prossimo capitolo arriverà sabato prossimo dovessi andare sulla Luna per pubblicarlo voi l'avrete!

Alla prossima
un bacio

Sophie <3



 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Al fantastico gruppo Crisscolferateci il Mister dei Crisscolfer, ha!, il più bel gruppo di cui abbia mai fatto parte <3





Capitolo 2.


“Hey Tina, hai visto il mio telefono?” chiese Blaine non appena vide l’amica davanti agli armadietti.
“No Blainie mi spiace, da quant'è che non lo trovi?” chiese, dispiaciuta, mentre insieme si dirigevano verso la prima lezione della giornata.
“Da sabato, dopo essere tornato a casa dai festeggiamenti per la vittoria alle provinciali.” disse Blaine guardando in tutte le direzioni, sperando di trovare il telefono: i suoi genitori si sarebbero arrabbiati molto se l’avessero scoperto, cosa che sarebbe successa prima poi, perché la scusa del telefono scarico non poteva durare per sempre.
“Hai già provato a controllare nella choir room*?” chiese Tina sottovoce, mentre entravano in classe e si sedevano ai rispettivi posti.
“Avevo intenzione di andarci al prossimo cambio d'ora, ti va di accompagnarmi?” chiese Blaine mentre preparava i quaderni per la lezione.
“Non posso, dopo ho Daniels e se arrivo tardi mi metterà in punizione, non sono Blaine Anderson!” gli rispose Tina, sarcastica.
Blaine sorrise e si concentrò su ciò che stava dicendo il professor Richardson, ma di cui capiva davvero ben poco: dannata matematica applicata!**

Non appena la lezione finì, Blaine corse verso l’aula del glee club, per cercare il suo cellulare disperso, ma la trovò chiusa a chiave.
“Dannazione!” imprecò, dopo vari inutili tentativi di aprire la porta.
“Faresti bene a non romperla, perché dopo saresti sicuramente sospeso” disse piano Rachel, avvicinandosi.
“Non dovresti avere lezione?” le chiese Blaine spostandosi dalla porta e incamminandosi verso la caffetteria.
“Potrei chiederti la stessa cosa…” gli rispose Rachel, seguendolo velocemente.
“Ho un’ora buca, tu invece?” disse, accelerando il passo e sperando di incontrare un professore che avrebbe rimandato Rachel in classe.
“Dovrei consegnare questi moduli al preside Figgins, ma se solo tu ti fermassi, dovrei parlarti!” gli urlò in risposta senza fiato, Blaine la stava letteralmente facendo correre per tutta la scuola.
Blaine notando che lei era rimasta indietro si fermò e si voltò aspettando che Rachel lo raggiungesse. 'Sto solo perdendo tempo' pensò: doveva infatti utilizzare quell’ora per trovare il telefono perduto.
Dopo pochi secondi Rachel lo raggiunse con calma e, senza nemmeno farlo parlare, tirò fuori dalla tasca un cellulare.
“Intanto che non trovi il tuo puoi usare questo, non ti preoccupare, non è un regalo ma un prestito” gli disse appoggiando il telefono nella mano di Blaine, il quale era rimasto basito.
“Scusa, tu come facevi a saperlo?” le chiese Blaine guardando con attenzione l’oggetto, era molto simile al suo vecchio telefono, finchè non ritrovava il suo poteva dire ai suoi genitori di aver perso la scheda telefonica, pensò.
“Facebook? Hai scritto che non lo trovavi più e che speravi tanto i tuoi non lo scoprissero” disse Rachel.
“Ah…” sospirò Blaine mettendosi le mani in tasca, lui e la sua mania quasi compulsiva di scrivere tutto su quel dannato social network, doveva decisamente smetterla.
“Quindi ora tu mandi un messaggio al tuo telefono e spera che qualcuno risponda, magari a fortuna è dalla tua parte!” lo esortò Rachel prima di dover ritornare a lezione.

“Mandiamo questo messaggio…” si disse Blaine componendo il suo numero.

Un problema era quasi risolto, pensò Blaine dirigendosi verso la biblioteca dopo aver spedito l’sms, in qualche altro modo doveva pur sfruttare quell’ora buca no?





All’incirca due ore da Blaine, qualcuno era impegnato con un difficile compito di inglese, qualcuno che la sera prima aveva fatto decisamente tardi.

“Dai Kurt ti prego aiutami, se entro domani non consegno questa relazione la Umbridge mi uccide” lo implorò Sebastian evidentemente frustrato.
“Uno: non si chiama Umbridge ma Brent; due: hai avuto due settimane di tempo, e se invece di tornare sempre tardi dallo scandals in condizione pietose, ti applicassi di più, non rischieresti così spesso la bocciatura nelle sua materia, Bas!” lo ammonì Kurt, continuando a sfogliare i suoi spartiti di musica alla ricerca di un bel brano da eseguire quella settimana alla riunione degli Warblers.
“Ti scongiuro Kurt, sistemerò la tua parte di stanza per un mese se mi aiuti!” disse Sebastian implorando Kurt.
“Neanche morto! Tu non toccherai mai le mie cose! Saresti capace di rovesciare tutte le mie creme, e non costano poco Smythe!” gli disse severo Kurt, interrompendo la sua ricerca e avvicinandosi all’amico.
“Giuro che questa è l’ultima volta che ti aiuto” sussurrò Kurt mentre prendeva fra le mani il libro di Sebastian e aspettando che il ragazzo prendesse carta e penna.
“Questo argomento è facilissimo, forza: “L’influenza letteraria di William Shakespeare sulla società inglese dell’epoca; diamine, questo argomento è elementare!” lo incalzò Kurt leggendo con passione le pagine.
“Forse per te che, ti ricordo, l’hai studiato l’anno scorso.” gli rispose Sebastian iniziando lentamente a scrivere.
“Sempre a precisare signorino! Forza e coraggio che non ho tutto il giorno.” disse Kurt prendendo una matita e iniziando a sottolineare alcune delle frasi più importanti.
“Che fai?” chiese Sebastian, che si era già fermato per una pausa.
“Ti sottolineo le cose più importanti, perché io a dispetto di qualcun altro, non vado a lezione solo quando ho da consegnare saggi importanti!” gli disse concitatamente, finendo il suo lavoro e poggiando il libro sulla scrivania della loro stanza.
“Qualche volta potresti anche fare il cattivo ragazzo, Hummel!” gli urlò Sebastian mentre usciva dalla porta.
“Credo che la mia parte cattiva sia stata donata a te!” gli rispose Kurt sorridendo, mentre si dirigeva a lezione.
Mentre stava per aprire la porta della classe -anche se era in anticipo di 10 minuti non voleva aspettare di fronte alla classe, come facevano quasi tutti quelli che arrivavano in anticipo, ovvero veramente, veramente pochi ragazzi- qualcosa nella sua tracolla vibrò.
“No è possibile…” sussurrò Kurt cercando la fonte delle vibrazioni, non poteva essere il suo telefono, lo aveva lasciato al solito posto, sul comodino della sua stanza.
Quando trovò il telefono rimase scioccato, non era il suo, sicuramente, non avrebbe mai messo come cover la foto di un bowtie arcobaleno!
Non appena distolse lo sguardo dalla cover notò che le vibrazioni che aveva sentito prima erano causate dall’arrivo di un sms al quale decise di rispondere.


“Se qualcuno trova questo telefono è pregato di chiamarmi, così mi dirà dove posso andare a recuperarlo -anche se so che sarà improbabile che qualcuno mi risponderà, e non mi ruberà semplicemente l’Iphone.”

“Sembra essere il tuo giorno fortunato perchè non sono quel genere di persona.”

“Grazie al cielo, se sei di Lima posso passare a prenderlo pure ora”

“Sono di Westerville, ma ora non posso, dammi un indirizzo e domani te lo porto io”

“Conosci il McKinley High School?”

“Sì…”

“Perfetto, domani alle 10.30 circa nel cortile: sarò quello con la divisa da cheerleader.”

“Seriamente?”

“Niente domande, a domani.”

“A domani.”



Perfetto, le sue buone azioni quotidiane le aveva compiute, anche se si continuava a domandare perché quel telefono fosse nella sua borsa. Sicuramente non poteva dire al proprietario che l’aveva trovato lì, avrebbe dovuto inventarsi qualcosa al momento.
Per tutta la lezione non fece altro che pensare a quel maledetto telefono e alla sensazione che aveva alla bocca dello stomaco, la stessa che aveva avuto qualche giorno prima alle provinciali e qualche settimana prima, quando aveva incontrato quel ragazzo…Blaine.
Un brivido gli percorse la schiena, ma cercò di non farci troppo caso, non aveva tempo per queste cose.
La sua attenzione si focalizzò di nuovo sulla lezione, anche se quella sensazione non se ne voleva andare.
Fortunatamente per lui, Sebastian quel giorno non aveva avuto intenzione di presentarsi a lezione, perché altrimenti non sarebbe riuscito a spiegargli quel suo strano comportamento.

Le lezioni della mattina finirono incredibilmente presto per Kurt, il quale si avviò velocemente verso la mensa non appena suonò la campanella, pronto ad accaparrarsi i primi posti che avesse trovato, uno per lui e uno per Sebastian, che si era degnato di mandargli un sms dicendogli che si sarebbero visti, forse, a mensa e che doveva tenergli il posto, ovviamente il tutto senza un minimo di cortesia, ma oramai Kurt era abituato a questo lato poco sopportabile del migliore amico.
Mentre aspettava che la sala si riempisse e che le cuoche della mensa iniziassero a servire il pranzo, controllò di avere ancora il telefono dello sconosciuto, ma dopo aver appurato che fosse ancora al suo posto non lo rimise a posto, ma iniziò ad esaminarlo.
Era un bellissimo Iphone bianco, con una bizzarra cover e una bellissima foto di una scena di Wicked come sfondo.
Era tentato di sbirciare fra le immagini, per vedere se ce ne fossero altre tratte da musical, dato che forse aveva avuto la fortuna di aver trovato un telefono di un appassionato di musical come lui, 'Perché non approfittarne?', pensò Kurt, ma non ebbe nemmeno il tempo di cliccare l’icona del menù che Sebastian gli si sedette accanto.
“Hummel stai trasgredendo alle regole, credo che finalmente la mia cattiva influenza stia facendo effetto” gli sussurrò in un orecchio.
“Ma che dici, non riuscirai mai a traviarmi!” gli rispose Kurt, indignato, mettendo via il telefono.
“Sarà, ma io quel telefono l’ho visto, non sono stupido” disse Sebastian alzando un poco la voce notando che una signora della mensa si stava avvicinando a loro.
“Ma davvero? Chissà se qualcuno ti aiuterà ancora con i tuoi compiti dell’ultimo minuto” disse Kurt con aria di sfida.
“Uff, questa volta hai vinto tu” sbuffò Sebastian prima di iniziare a rimpinzarsi.
Kurt sorrise soddisfatto e iniziò anch’egli a mangiare.
Sebastian poteva dire quello che voleva, ma alla fine vinceva sempre lui: nessuno mette al muro gli Hummel.



Dopo pranzo Sebastian tornò in camera sua dicendo a Kurt di scusarsi con gli altri Warblers per non poter essere alle prove, ma doveva finire quel dannato compito, e forse per una volta sarebbe andato a fare quello che aveva detto, pensò Kurt quando lo accompagnò fuori dalla loro stanza, per poi salutarsi.
Non appena Kurt raggiunse la sala comune degli usignoli, notò che qualcosa non andava, non sentivano i soliti schiamazzi di Nick e Jeff che si rincorrevano come pazzi, o le urla di Wes che cercava di calmarli, oppure il rumore del suo adorato martelletto.
Dopo aver aperto le porte constatò le sue supposizioni, non c’era nessuno.
'Dove diamine sono finiti tutti?' Si domandò, sistemandosi su un divanetto in attesa dei suoi amici.

Dopo circa un quarto d’ora iniziarono ad arrivare tutti i ragazzi, e anche Sebastian.
“Ma tu non avevi un compito da fare?” gli chiese Kurt, facendogli segno di sedersi accanto a lui.
“Qualcuno è venuto a rapirmi” disse guardando Thad che dall’altra parte della stanza se la rideva.
“Uhm… allora son arrivati tutti in ritardo perché sono venuti a rapirti?” chiese Kurt sistemando la tracolla nel posto vuoto sul divanetto accanto a sé.
“N- Si, si ovvio, sai sono un osso duro, quando dico che devo fare una cosa la faccio” gli rispose Bas passandosi una mano tra i capelli.
“Si, come no, questa raccontala a qualcun altro Smythe!” gli disse Kurt ridendo e dandogli un pugno leggero sulla spalla.
“Allora, chi vuole esibirsi per primo oggi?” esordì Wes, accompagnando la frase ad un colpo di martelletto.
“Se non vi dispiace io avrei preparato qualcosa” rispose Sebastian lasciando perplessi tutti, specialmente Kurt.
L’ultima volta che aveva eseguito un assolo era stato “Sexy Back” e dopo quell’episodio Kurt lo pregò di non azzardarsi più a cantare simili canzoni, altrimenti sarebbe stato cacciato e lui non voleva questo.
Senza aspettare la risposta degli altri inserì una cassetta nel registratore e iniziò a cantare.

 




 

Don't do love, don't do friends
I'm only after success
Don't need a relationship
I'll never soften my grip


La canzone non era certamente come la prima che aveva cantato, anche se non era ancora nel pieno dello stile degli Warbler.
Nonostante ciò pian piano anche gli altri usignoli iniziarono a cantare insieme a lui, chi meglio perché sapeva le parole e chi un po’ meno, come Kurt, che però sosteneva l’amico.

 

I know exactly what I want and who I want to be
I know exactly why I walk and talk like a machine
I'm now becoming my own self-fulfilled prophecy
Oh, oh no, oh no, oh no


One track mind, one track heart
If I fail, I'll fall apart
Maybe it is all a test
Cause I feel like I'm the worst
So I always act like I'm the best


I'm gonna live, I'm gonna fly,
I'm gonna fail, I'm gonna die,
I'm gonna live, I'm gonna fly
I'm gonna fail, gonna die, die, die, die


Da-da-dum...
Oh, oh no, oh no, oh no


Quando le ultime note del sottofondo musicale creato dalla cassetta svanirono, Sebastian si guardò intorno in attesa di un qualche giudizio o altro, ma tutti erano rimasti senza parole: certo, la canzone non era delle più adatte, ma c’aveva messo impegno, si sentiva, quella canzone esprimeva i suoi sentimenti al momento. Anche Kurt l’aveva capito, difatti fu il primo ad applaudire all’amico e correre ad abbracciarlo.
“Sono fiero di te, anche se per il fatto del genere musicale dobbiamo fare una chiacchierata!” gli disse all’orecchio mentre lo stringeva forte.
Tutti gli altri applaudirono e si complimentarono con lui non appena Kurt lo lasciò libero.
Un passo alla volta lo stava aiutando a crescere, ma dentro di sé, spesso si domandava, chi avrebbe aiutato lui a crescere?


Dopo la performance di Sebastian anche altri usignoli presero coraggio e si esibirono e tutti si divertirono molto.
Quel pomeriggio, come la mattina, passò in un lampo per Kurt che in men che non si dica si ritrovò nella sua stanza, con il suo pigiama preferito, pronto per andare a dormire.
Dopo essersi lavato i denti e aver applicato tutte le sue creme serali, controllò di aver preparato tutto l’occorrente per le lezioni del giorno seguente e, mentre controllava, il telefono dello sconosciuto cadde sul tappeto.
“Oh cavolo, speriamo non si sia rotto” disse, raccogliendolo immediatamente e controllando i danni.
Fortunatamente il tappeto ero alto e morbido e il telefono non si era fatto nemmeno un graffio.
Mentre lo stava controllando notò che c’era un nuovo sms e decise di leggerlo, dato che il mittente era lo stesso di quella mattina.

 

“Ciao, volevo solo ricordarti il nostro incontro di domani, spero davvero ci sarai.
Ah, Mi chiamo Blaine, nel caso servisse.
Ciao e grazie ancora.”


Il suo cuore prese a battere velocemente: quanti Blaine potevano esserci a Lima?
Quante possibilità aveva di rincontrare quel Blaine?
Quella sera il sonno non venne da lui con facilità, e quando arrivò sognò due occhi dorati e verdi che lo aspettavano da tutta la vita.












NDA:

Salve a tutti! Eccoci qua! Questo capitolo come avrete notato è molto concentrato sugli Warblers (la mia anima da usignolo ne è molto felice) e soprattutto sulla friendship Kurtbastian, non preoccupati è un'amicizia e tale rimarrà, la storia è Klaine no?
Anyway vorrei ringraziare tantissimo le persone che seguono, leggono, recensiscono la storia, davvero siete delle persone fantastiche, non pensavo che questa storia potesse paicervi così tanto :'')

Vorrei ringraziare anche Chaira Gleek Longo per avermi betato questo capitolo, senza di lei ora sareste sommersi dai miei innumerevoli errorri ahahah <3

Le recensioni sono sempre gradite, i feedback sono molto importanti per una 'scrittrice' alle prime armi come me :D

A sabato con il prossimo capitolo

Un abbraccio

Sophie <3





 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.

 
Biiip Biiip Biiip

 
Kurt ci mise un attimo ad accorgersi che era la sua la sveglia che stava suonando.
 
8.30
 
Non era possibile, pensò Kurt accendendo la abatjour  per poter veder meglio l’orario.
Purtroppo per lui era esatto.
Come diamine aveva fatto a sbagliare a regolare la sveglia? Pensò mentre il più velocemente possibile si fiondava in bagno, doveva fare tutti i suoi rituali mattutini che di solito lo tenevano occupato per una mezzora, in dieci minuti.
Decise di saltare alcuni passaggi non essenziali e in 11 minuti aveva finito, ora ne aveva solo 4 per vestirsi e optò per mettersi la divisa altrimenti non sarebbe mai riuscito ad arrivare in tempo a Lima.
 
Alle 10.45 raggiunse finalmente il parcheggio del McKinley e appena scese dall’auto corse verso quello che gli sembrava il cortile ma non ci trovò nessuno.
“Bravo Kurt, ora se né andato e penserà tu sia una sorta di-” disse Kurt prima di essere interrotto dalla voce senza fiato di un ragazzo che stava correndo verso di lui.
“Oddio dimmi che sei tu il ragazzo del telefono! Perdona il ritardo ma sono dovuto andare dalla Silvester per un-” disse Blaine raggiungendo il ragazzo velocemente per poi interrompersi quando vide chi era.
“Oh ciao!” disse stupito Blaine.
“Ciao, Blaine giusto? ” chiese Kurt facendo finta di non ricordarsi il suo nome.
“Sisi” riuscì a rispondere Blaine.
Non sapeva se il cuore gli battesse così forte per la corsa o per la presenza di Kurt, molto probabilmente per la seconda.
“Kurt” si presentò l’usignolo allungando la mano verso Blaine.
“Lo so, cioè me lo ricordo! Ci siamo visti da Breadstix” disse Blaine stringendo la mano di Kurt, che era ancora così morbida.
“Oh wow, pensavo non ti ricordassi” disse Kurt sorridendo, era lui, era quel Blaine, ancora non poteva crederci.
“Come potrei?” disse istintivamente Blaine per poi rendersi conto di ciò che aveva implicitamente detto.
“Uhm hai ancora il telefono vero?” cercò di rimediare Blaine leggermente imbarazzato.
“Oh si certo, il cellulare” gli rispose Kurt aprendo la sua tracolla e cercando il telefono.
“Dove diamine si è cacciato” sussurrò Kurt mentre imbarazzato continuava a cercare, non poteva averlo lasciato a scuola, sarebbe stato il colmo.
Fortunatamente per lui lo trovò nella taschina anteriore della borsa.
“Eccolo!” gli disse porgendogli il telefono.
“Grazie mille davvero, non so come ho fatto a perderlo alle provinciali, sono così sbadato” lo ringraziò Blaine mettendo via il suo adorato cellulare.
“Ah, già giusto, alle provinciali, sisi l’ho trovato li, poco prima di andar via, stavo per portarlo alla polizia quando ho visto il tuo messaggio” si inventò Kurt al momento e Blaine sembrò crederci.
“Beh direi che il destino voleva farci rincontrare, visto il corso delle cose” disse Blaine.
“Già” concordò Kurt sperando che il suo rossore in viso non si notasse troppo.
“C’è un sole terribile! Ti va di entrare in auditorium? Se puoi ovviamente, magari devi tornare a scuola” chiese velocemente Blaine.
“No, no, ho la giornata libera, diciamo, quindi si mi piacerebbe volentieri” rispose Kurt sorpreso.
“Perfetto seguimi, conosco una scorciatoia” gli disse Blaine prima di prendergli la mano e trascinarlo per i corridoio vuoti del McKinley.
Non appena raggiunsero l’auditorium Kurt lasciò a malavoglia la mano di Blaine, il quale prese da dietro dei teli due sgabelli e li sistemò accanto al pianoforte.
“È bellissimo questo posto ” esclamò meravigliato Kurt guardandosi intorno.
L’aula del glee club alla Dalton era molto decorata, ma la semplicità di quel luogo era così affascinante che a Kurt sembrava un posto perfetto, un posto normale.
“Credo che alla Dalton ci siano posti molto più belli” disse Blaine tirando fuori qualche spartito dalla borsa e appoggiandoli sul leggio del pianoforte.
“Sarà…” disse Kurt poggiando la sua tracolla accanto a quella di Blaine e sedendosi di fianco a lui.
“Cosa ti ha portato a fare il cheerleader, Blaine?” chiese  Kurt tranquillamente.
“Io? Ehm… una storia lunga e abbastanza noiosa” rispose brevemente Blaine, evidentemente a disagio.
“Scusa, non volevo essere sfrontato, se non ne vuoi parlare ti capisco, anche io preferisco non parlare di alcune cose, perdonami” si scusò in fretta Kurt abbassando lo sguardo, a volte la sua curiosità era inappropriata.
“Tranquillo, non lo potevi sapere… io stavo per chiederti una cosa simile ma ho paura sia una delle cose di cui non vuoi parlare…” disse Blaine premendo qualche tasto del pianoforte.
“Se non chiedi non lo saprai mai” disse Kurt sorridendogli.
“Non mi sembri il tipo da scuola privata… come mai sei alla Dalton?” gli chiese fissandolo.
“Beh per farla breve, nella mia vecchia scuola mi pestavano tutti i giorni e così mio padre ha deciso di mandarvi via da lì e di trasferirmi alla Dalton, pensa che ha utilizzato i soldi che aveva messo da parte per la sua luna di miele con la mia matrigna per farmi entrare in quella scuola, ma quella è un’altra storia” gli rispose Kurt tranquillamente.
“Quindi i tuoi sono divorziati?” chiese ingenuamente Blaine.
“No, mia mamma è morta quando avevo otto anni” gli rispose Kurt passando e le dita sui tasti senza premerli.
“Oddio, mi spiace non volevo ricordartelo…” disse Blaine guardandolo negli occhi, così come Kurt stava fissando i suoi.
“Ehi, non lo potevi sapere” gli disse Kurt ricordandogli la frase che aveva detto prima, e anche cercando di imitare la sua voce ed entrambi scoppiarono a ridere.
“A cosa ti servono questi spartiti” chiese Kurt non appena smisero di ridere.
“Canzoni che devo provare, prima di portarle questo pomeriggio al glee, di solito approfitto dell’ora libera del martedì per  provare” gli rispose gentilmente Blaine.
“Allora ti sto rubando del tempo prezioso, non vorrei mai che mi accusassero di non aver fatto provare abbastanza il leader del glee club avversario per farlo perdere!” disse Kurt alzandosi per prendere la sua tracolla ma la mano di Blaine prese il suo braccio e lo fermò.
“Non andare… mi piace parlare con te e poi io non sono il leader del glee club, quella è Rachel, alle provinciali è stata la prima volta che ho cantato un assolo, di solito io sono sullo sfondo” disse Blaine facendo tornare a sedere Kurt.
“Ma hai una voce fantastica, e te lo dice uno che di talento se ne intende, cioè mi hai sentito cantare no?” gli disse Kurt sfogliando gli spartiti che Blaine aveva portato e poggiandone uno sul leggio.
“Ora voglio che canti questa, il piano lo suono io se vuoi, sono certo che ti farà capire quando sei grandioso” disse Kurt incitando Blaine ad iniziare.


Do you ever feel like a plastic bag,
drifting through the wind
wanting to start again?
Do you ever feel, feel so paper thin
like a house of cards,
one blow from caving in?
 
Do you ever feel already buried deep?
6 feet under screams but no one seems to hear a thing
Do you know that there's still a chance for you
'Cause there's a spark in you

 
 
Blaine pian paino prendeva sempre più coscienza del testo, l’aveva cantata tante volte prima, ma mai riusciva a sentirla così, come se le parole gli entrassero nelle ossa e la musica nelle vene, Kurt era veramente bravo, pensò Blaine.

 
You just gotta ignite, the light, and let it shine
Just own the night like the 4th of July
 
'Cause baby you're a firework
Come on, show 'em what you're worth
Make 'em go "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky-y-y
 
Baby, you're a firework
Come on, let your colors burst
Make 'em go "Oh, oh, oh"
You're gonna leave 'em falling down-own-own
 
You don't have to feel like a waste of space
You're original, cannot be replaced
If you only knew what the future holds
After a hurricane comes a rainbow
 
 
Maybe your reason why all the doors are closed
So you could open one that leads you to the perfect road
Like a lightning bolt, your heart will blow
And when it's time, you'll know
 

Blaine chiuse gli occhi preparandosi a terminare la canzone, ma se li avesse tenuti aperti avrebbe visto che Kurt aveva gli occhi lucidi.

 
Baby, you're a firework
Come on, let your colors burst
Make 'em go "Oh, Oh, Oh"
You're gonna leave 'em falling down-own-own
 
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon

 
Kurt premette l’ultima nota e gli occhi di Blaine si aprirono e sorrise, sorrise perché Kurt era riuscito a fargli capire, almeno un po’ più di prima, che anche lui aveva talento e che si meritava un po’ più di considerazione.
Kurt dal canto suo era rimasto sbalordito, Blaine era un avversario davvero temibile, ma quello che lo aveva sorpreso di più era il suo modo di fare schivo e timido a momenti e da leader in altri, specialmente mentre cantava.
“Dovresti essere tu il leader del tuo glee Blaine, l’hai capito vero?” chiese Kurt stringendogli delicatamente la mano che aveva posato sul pianoforte e notò che Blaine si irrigidì.
“Scusa…” disse lasciandogli la mano e abbassando lo sguardo.
“No scusami tu Kurt è che non sono abituato… sei veramente molto gentile Kurt e anche tu hai molto talento…” disse Blaine riappoggiando la mano sui tasti del pianoforte, nella speranza che Kurt gliela prendesse di nuovo, ma purtroppo non lo fece.
“Difatti sono il leader del mio glee club Blaine, mi sono fatto valere!”  disse Kurt lanciando dei pugni nell’aria e facendo ridere Blaine.
“Non voglio rubarti tutto il tuo tempo libero Blaine” disse Kurt alzandosi per raggiugere la parte opposta del pianoforte dove vi erano appoggiate le loro tracolle.
“Non è certamente un disturbo se vuoi stare qui un altro po’” disse tristemente Blaine, non voleva che se ne andasse di già.
“Purtroppo devo andare, ho due intensissime ore di viaggio che mi attendono e due temi di letteratura inglese da preparare, se potessi resterei qui per sempre” disse Kurt arrossendo verso la fine della frase, l’aveva detta davvero?, pensò.
“Uhm è stato un vero piacere parlare e cantare con te, spero succederà di nuovo” disse Blaine tutto d’un fiato, sperando che Kurt avesse capito.
“Piacerebbe anche a me, ecco” disse Kurt tirando fuori dalla sua tracolla una penna e scrivendo qualcosa sulla mano di Blaine.
“Questo è il mio numero, quando vuoi scrivimi pure, ora devo scappare è stato davvero bello Blaine” disse Kurt poco prima di correre verso l’uscita e scomparire.
Blaine si annotò immediatamente il numero prima che il sudore avesse potuto cancellarlo e per prova fece partire una chiamata.
 

“Pronto?” rispose la voce affannata di Kurt
“Sono Blaine, volevo solo farti avere il mio di numero, a presto” disse Blaine felice.
“A presto Blaine”

 
 
 
Non appena arrivò alla Dalton Kurt si rifugiò nella sua stanza per finire il suo compito e anche quello di Sebastian, che glielo aveva gentilmente lasciato sulla scrivania la sera prima con un post-it nel quale gli chiede, cortesemente, di aiutarlo a finirlo perché lui aveva un impegno improrogabile.
Quel pomeriggio i compiti sembravano più facili, le ore più veloci e il suo cuore gli pareva più leggero.
La sera arrivò in un baleno e durante la cena non parlò, troppo preso a pensare alla mattina vissuta allegramente con Blaine, diamine quanto voleva che gli avesse chiesto di uscire, non sapeva nemmeno se fosse gay o comunque attratto da lui.
La sera prima di andare a dormire, dopo i suoi rituali serali extra per recuperare i passaggi che aveva saltato quella mattina, scrisse un sms a Blaine e poi spense il cellulare, avrebbe visto domani se Blaine avesse risposto o meno, non voleva rovinarsi la nottata perché era certo che quella notte avrebbe sognato i suoi occhi.
 
 
 

Grazie della bellissima mattinata, sei una persona stupenda
Kurt
 
 
Grazie a te per avermi fatto capire le mie potenzialità, sogni d’oro
Blaine.

 
 
Quella notte fecero entrambi dei bellissimi sogni, quello di uno aveva come sfondo il colore dell’oceano, quello dell’altro un colore non definito fra l’oro e il verde.
Se qualcuno li avesse visti, avrebbe notato che entrambi sorridevano.























NDA:
Eccoci qua! per una volta riesco ad aggiornare di sabato yeaaah *si batte il cinque*
Bando alle ciance, come avrete notato questo capitolo è leggermente più breve rispetto agli altri ma ho preferito lasciare il loro incontro in un capitolo a se, così si può gustare meglio diciamo :D
Dal prossimo capitolo ritornerà anche il punto di vista di Blaine che in questi ultimi capitolo si è un po' perso.
Ringrazio tutte e 23 (oddio davvero?? *__*) persone che seguono la storia, a chi la ricorda e chi la legge silenziosamente e chi recensisce, grazie mille davvero, senza di voi non saprei cosa fare <3
Grazie mille anche alla mia adorata beta Angelica <3

Vi lascio il mio 
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A sabato prossimo!

Un abbraccio 
Sophie

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.
 
Blaine quella mattina era felice come non lo era mai stato, per un giorno aveva messo da parte la divisa da cheerios e si era messo uno dei suoi adorati papillon, per l’esattezza uno giallo, non troppo appariscente, con delle piccole striature che partivano dall’arancio scuro fino ad arrivare ad un arancio chiarissimo.
Era felice e nulla al mondo poteva fargli cambiare idea.
Nulla tranne quelle teste di cavolo dei giocatori di football che non persero l’occasione di fare battutine sul suo outfit.
“Hey Anderson, mio nonno vuole i suoi vestiti indietro!” gli urlò Azimio spingendolo contro il muro per poi andarsene, come al solito senza controllare che Blaine stesse bene.
Fortunatamente quell’essere, come lo chiamava lui, non l’aveva spinto forte come faceva un tempo, era pur sempre sotto l’ala protettiva della coach, non potevano fargli male più di tanto altrimenti ne avrebbero pagato le conseguenze.
L’unico che si accorse di tutto fu Sam che immediatamente corse a controllare lo stato di Blaine, il quale si era subito ripreso e si stava incamminando verso la sua prima lezione.
“Amico tutto bene? Ho visto cosa è successo con Az-” disse Sam raggiungendolo ma Blaine lo bloccò.
“Sono felice Sam, nulla potrà rovinarmi questa giornata, o le prossime, nulla, nemmeno degli stupidi giocatori di football senza cervello” disse guardando l’amico negli occhi prima dargli una pacca sulla spalla e entrare in classe.
L’ottimismo di Blaine, quel giorno gli avrebbe portato davvero fortuna.
 
 
 
 
“E tu cosa ci fai sveglio?” chiese un assonnato Kurt ad un stranamente iperattivo Sebastian.
“Secondo te? Gioco a biglie!” rispose il ragazzo ironicamente.
“No seriamente Bas, che cosa hai preso, è grave questa cosa, tu sveglio prima di me, vestito e pronto per andare a lezione” disse Kurt mentre si dirigeva al bagno.
“Nulla, lo giuro, solo sono felice, tu no? Ieri non ti ho visto per tutto il giorno…” gli chiese Sebastian aspettandolo fuori dalla porta del bagno.
“Certo che sono felice, cioè perché mai non dovrei esserlo?” chiese Kurt ringraziando il cielo ci fosse la porta a dividerli, altrimenti Sebastian avrebbe notato che gli tremavano leggermente le mani.
“Perché magari il tuo incontro di ieri non è andato come speravi” rispose tranquillamente Sebastian aprendo la porta.
Kurt, che aveva già terminato i suoi rituali di bellezza mattutini, sbiancò. Come diamine faceva a saperlo? Non l’aveva detto ad anima viva, si domandò Kurt uscendo dal bagno senza riuscire a proferire parola.
“Allora? È andato così male? Puoi sempre venire a fare un giro con me, ci sono tantissimi ragazzi che  ti  farebbero” disse il ragazzo voltandosi verso un Kurt alquanto imbarazzato.
“Oddio santo Sebastian, cosa dici! Non so di cosa stai parlando comunque” disse Kurt  cercando di non balbettare.
“Hai scritto sulla tua agenda una cosa tipo ‘incontro con Blien’ grande tutta la pagina, pensavo fosse un incontro importante, ma a quanto pare non è stata nemmeno una bella scopata” replicò Sebastian con nonchalance.
“SEBASTIAN!” urlò Kurt e molto probabilmente tutta la scuola lo aveva sentito.
“Possibile che pensi solo a quello?? Avevi smesso di comportarti così, non ricominciare, ti prego” continuò Kurt leggermente alterato, non affrontava una discussione così con Sebastian da oramai mesi.
“Scusami Kurt, non volevo metterti a disagio, non leggerò mai più la tua agenda, promesso, se vuoi possiamo fare quella stupida cosa dei mignoli se proprio vuoi” disse Sebastian evidentemente dispiaciuto.
Kurt alzò lo sguardo e di fronte all’espressione di Sebastian non poté fare altro se non abbracciarlo e sussurrargli un ‘non fa nulla’ seguito da un altro ‘mi dispiace’ di Sebastian.
Dopo pochi minuti sciolsero l’abbraccio e il silenziò piombò tra loro.
Pochi secondi di silenzio sembravano un’eternità per Kurt che decise di rompere il ghiaccio.
“Blaine” disse sedendosi sul letto.
“Eh?” chiese Sebastian restando vicino alla scrivania.
“Ieri avevo un incontro con Blaine non Blien come hai detto tu” continuò Kurt giocherellando con il lembo della divisa.
“Uhm bene” disse Sebastian senza aggiungere altro e Kurt si stupì.
“Non vuoi sapere nient’altro? Davvero?” chiese Kurt stupito.
“Non vorrei che ti arrabbiassi come prima, sono sensibile anche io sai!” gli rispose Sebastian sorridendo.
“Certo, solo quando ti pare Smithe!” disse Kurt scoppiando a ridere e facendo ridere anche il compagno di stanza.
“Dato che tu non vuoi fare la parte dell’amico impiccione ti racconterò tutto io” e Kurt gli raccontò tutto, della scoperta del telefono, dei messaggi, dell’incontro e del fatto che Blaine avesse una voce fantastica.
Ovviamente non gli disse che mentre Blaine cantava, lui suonava, oppure che il telefono non l’aveva trovato per strada ma nella sua borsa e specialmente non gli disse che quando aveva rivisto quegli occhi color miele, qualcosa si era mosso dentro di lui, all’altezza dello stomaco, qualcosa che pensava non avesse mai potuto provare.
 
 Dopo quella chiacchierata dovettero andare a lezione, ma a Sebastian sembrò che Kurt non gli avesse raccontato tutto e pensò che gliel’avrebbe chiesto più tardi nel pomeriggio, il suo amico sembrava davvero felice e non voleva che nessuno lo ferisse, specialmente un tizio che lui non conosceva.
 
 
A due ore da lì qualcun altro era occupato in un intenso interrogatorio con Rachel Berry.
“Rachel, questo è tutto, non è successo niente altro, cosa doveva succedere secondo te?” chiese Blaine esasperato, era almeno un’ ora che Rachel lo seguiva per la scuola continuando ad importunarlo.
“Ma non vi siete nemmeno baciati??” chiese Rachel quasi urlando.
“C-come?? Baciati?? Ma sei pazza? Mi ha riportato il telefono e basta! E poi non so nemmeno se è come me…” gli rispose Blaine abbassando lo sguardo verso la fine della frase, ecco un altro problema, non sapeva quasi nulla di lui.
“Per quello basta chiedere a me, in quanto capitano del glee club mi sono dovuta in formare sugli avversari, oggi pomeriggio, casa mia, ti racconterò quello che vuoi sapere!” urlò Rachel allontanandosi da Blaine per raggiungere la classe successiva.
“Non puoi dirmi qualcosa ora??” chiese invano Blaine, Rachel era già entrata in aula.
Un  giorno avrebbe ripagato quella nanetta con la stessa moneta, pensò Blaine raggiungendo la sua classe.
 
Le lezioni sembravano non finire mai per Blaine e quando finalmente l’ultima campanella della giornata suonò, fu il primo ad uscire dalla classe e dalla scuola.
 
Il tempo non era dalla sua parte, non appena mise piede fuori dal cortile del McKinley iniziò a diluviare, proprio il giorno in cui aveva deciso di venire a scuola in bici.
 
Non appena raggiunse l’abitazione di Rachel, posteggiò malamente la bicicletta sotto il portico e bussò freneticamente alla porta.
 
“Un attimo, un attimo!” urlò Rachel dall’interno.
“Come mai tutta questa fret- o mio dio Blaine entra!” disse Rachel non appena aprì la porta trovandosi un Blaine fradicio e tremante.
“P- piove” disse lui mentre Rachel lo accompagnava all’interno.
“Vedo” disse lei guardando attentamente Blaine.
“Ora tu stai qui fermo un attimo e io nel frattempo ti vado a prendere una coperta e dei vestiti asciutti” continuò Rachel massaggiando le braccia gelide di Blaine e sorridendogli.
“Arrivo subito!” disse mentre saliva le scale.
 
Dopo quelli che per Blaine parvero secoli Rachel scese con una pila di indumenti quasi più alta di lei.
“Questi sono alcuni degli abiti dei miei papà, ne ho presi un po’ nel caso alcuni non ti andassero bene” disse appoggiando gli abiti sulla seggiola che si trovava accanto a Blaine, non l’aveva nemmeno notata.
“Poi eccoti alcuni asciugamani e una copertina, purtroppo ho trovato solo questa” continuò la ragazza mostrando a Blaine una coperta rosa Schiapparelli con il disegno di un animale, che non riusciva a riconoscere, al centro.
“N- non ti p-p-preoccupare R-ach, g-grazie-e” la ringraziò Blaine aspettando che se ne andasse per cambiarsi.
“Oh, giusto, uhm ti aspetto di sopra, fai pure con calma” disse Rachel dopo aver finalmente capito  e poi  risalì le scale diretta in camera sua.
 
Una decina di minuti più tardi, Blaine stava bussando leggermente alla porta socchiusa della camera dell’amica.
“Entra pure B.” gli disse dolcemente Rachel che stava armeggiando con il suo lettore cd.
“Ti serve una mano?” le chiese Blaine notando che non riusciva a far partire il suo tanto adorato disco di Funny Girl.
“Oggi la tecnologia mi odia!” disse Rachel scansandosi e lasciando spazio a Blaine che semplicemente girò il cd dalla parte giusta e lo fece partire.
“Ecco fatto” disse Blaine sistemando la custodia sullo scaffale accanto all’entrata della stanza, oramai la conosceva a memoria quella camera, con tutte le volte che in quelle settimane Rachel lo aveva invitato per studiare o provare.
Non appena ebbe sistemato il tutto si sedette accanto a Rachel sul suo letto estremamente rosa, tutto in quella stanza era troppo rosa, pensò Blaine la prima volta che vi entrò, ma ora si era quasi abituato alla passione di Rachel per quel colore.
“Allora…” iniziò Blaine provando a rompere il ghiaccio, non voleva aggredire Rachel con un mucchio di domande su Kurt ma in qualche modo dovevano pur iniziare.
“Innanzitutto rispondo alla più grande delle domande che ti frulla per la testa, si lo è” disse tranquillamente Rachel mentre si sistemava meglio su quell’immenso letto.
“È gay? Sicura? ” chiese Blaine sorpreso.
“Oh eccome se lo è, si è trasferito alla Dalton per quello” gli rispose Rachel.
“Si è trasferito? Da dove? Come fai ad essere così calma Rach!” disse leggermente stizzito Blaine.
“Sono calma perché non ci voglio uscire io mio caro, e poi si è trasferito da una qualche scuola dall’altre parte dell’ Ohio, non ne ho ancora scoperto il nome purtroppo, ma so il motivo, era vittima di bullismo…” gli rispose Rachel stavolta guardandolo negli occhi e dicendogli una frase sottintesa, come te .
“Uno non è vittima di bullismo solo perché è gay, Rachel, potrebbe essere per un qualsiasi motivo…” puntualizzò Blaine.
“Il suo fratellastro me lo ha confermato Blaine, non creati montagne da scalare dove c’è pianura!” ribatté Rachel.
“E tu conosci il suo fratellastro?” chiese Blaine sempre più confuso, come faceva lei ha sapere sempre tutto.
“È Finn, Blaine.” Disse Rachel in sussurro, Finn era ancora un tasto dolente per lei.
“Oh…” Blaine riuscì a dire solo quello, non voleva far star male la sua amica, non ne sapeva molto della sua storia con Finn, ma da quello che vedeva e sentiva alle prove del glee, non era finita bene.
“Scusami, se non te l’ho detto prima, ma non riuscivo nemmeno ha pronunciare il suo nome senza scoppiare a piangere… perdonami” disse Rachel con gli occhi lucidi, era ancora molto legata a lui, si vedeva e Blaine voleva aiutarla, così le si avvicinò e l’abbracciò e dopo pochi secondi Rachel scoppiò a piangere contro la spalla di Blaine mentre lui le massaggiava delicatamente la schiena.
“Andrà tutto bene Rach, le cose si aggiusteranno te lo prometto” le disse Blaine lasciandole un leggero bacio fra i capelli e continuando a tenerla stretta a sé.
“G-grazie Blaine, in questo momento vorrei essere un maschio solo per essere il tuo ragazzo…” disse Rachel facendo ridere Blaine che fece ridere anche lei.
“Oh Rachel” le disse continuando ad abbracciarla.
 
Quando Rachel si riprese cambiarono discorso e ne Kurt, ne Finn furono più nominati per tutto il pomeriggio finché il telefono di Blaine non vibrò sul comodino.
 
“Su rispondi Blaine!” lo incitò la ragazza non appena sentì il rumore.
“Ok, ok, ma non pensare che questo ti salvi dalla mia domanda, devi scegliere mia cara, Don’t rain on my parade o Funny girl !” disse Blaine alzandosi a prendere il cellulare.
“Non è giusto!” ribatté Rachel fintamente indignata.
Blaine non appena vide il mittente dell’ sms pensò di avere le traveggole.
“È Kurt…” disse a Rachel voltandosi verso di lei  e facendole vedere lo schermo.
“Oddio, che dice? Dai apri, apri!” lo incitò la ragazza euforica.
“Ok, ok” disse Blaine prima di leggere il messaggio.
 

Ciao! Volevo chiederti se fossi libero venerdì sera perché c’è uno spettacolo del rocky horror e pensavo ti potesse piacere…
Fammi sapere se ti va :)
 
Kurt.
 

 
Rachel preoccupata dal fatto che da qualche minuto l’amico non proferiva parola,  si alzò e lesse il messaggio.
 
“Oddio! Ti ha praticamente chiesto di uscire! Blaine, Blaine, devi accettare, devi assolutamente dire di si, al diavolo la serata karaoke con i ragazzi, tu ci vai!” disse, anzi urlò una Rachel estremamente euforica.
“Va bene, va bene Rach, ora calmati però, inizi seriamente a preoccuparmi ” disse Blaine rispondendo velocemente al messaggio e sorridendo mentre lo inviava.

 
 
Mi piacerebbe moltissimo, ci incontriamo là alle otto?
Blaine.
 
 

La risposta di Kurt non tardò ad arrivare.

 
Uhm, non è al teatro di Lima, forse non lo conosci, facciamo così, ti passo a prendere al McKinley verso le 19.30, ok? :)
 
Kurt.
 
 
Perfetto, a venerdì :)
Blaine.
 
 

Per il resto del pomeriggio Blaine non fece altro che pensare a quanti giorni mancassero a venerdì.







NDA:
Oggi le mie note saranno brevissime, ringrazio tutti coloro che recensiscono, seguono e leggono la storia, davvero senza di voi non cred continuerei :D
Un grazie infinito alla mia beta, che oggi ha dovuto fare un lavoraccio dato che mentre scrivevo questo capitolo avevo una febbre assurda ç_ç 
Spero davvero tanto vi sia piaciuto e le recensioni sono sempre ben accette! :D

Per chi non mi seguisse anche sulla pagina facebook aggiorno anche sabato per farmi perdonare dell'immenso ritardo <3

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A sabato! <3
Sophie.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.
 
Si era ammalato, Blaine si era ammalato.
Non poteva crederci, venerdì aveva quella specie di appuntamento con Kurt e ora era completamente sommerso da fazzoletti nella sua stanza, il karma ce l’aveva con lui, se lo sentiva.
Passò tutta la mattinata a guardarsi e riguardarsi i suoi musical preferiti come Moulin  Rouge, il fantasma dell’opera e si era rivisto anche west side story per prepararsi per bene per le audizioni, che si sarebbero aperte settimana prossima.
Non aveva ancora deciso se portare Maria oppure something’s coming, perché si, voleva fare l’audizione per il ruolo di Tony, dopo la chiacchierata con Kurt e aver cantato quella canzone aveva deciso di farsi notare, era bravo tanto quanto gli altri, ogni tanto poteva avere un po’ di visibilità no?
 
La mattina passò in un lampo, un po’ perché Blaine adorava i musical, un po’ perché dopo la morte di Satine, e il conseguente pianto che se avesse visto qualcuno avrebbe giurato di non aver mai fatto, si era addormentato.
 
Quando nel pomeriggio sua madre venne a svegliarlo perché aveva visita, Blaine non fece nemmeno in tempo a dire una parola che Tina era già accanto a lui.
“Ciao Tina…” disse Blaine prima di crollare nuovamente sul cuscino.
“Hey Blainey, ti ho portato questo brodo di pollo, non appena ho saputo da Rachel che stavi male sono corsa a casa e l’ho preparata, bevilo e ti sentirai subito meglio” disse Tina appoggiando uno strano termos sulla scrivania, non poteva semplicemente darlo a sua madre e poi andare, pensò Blaine.
“Gfasie…” riuscì a dire Blaine da sotto il cuscino.
“Uhm… ti lascio i compiti sulla scrivania ok? Ho un appuntamento con Mike e non vorrei tardare” chiese Tina mentre sistemava dei fogli sulla scrivania.
Blaine rispose con un verso di assenso e la salutò con un sussurro.
Proprio quando pensava di essere in pace, la porta della sua stanza si aprì nuovamente e  con uno scatto Blaine si mise seduto e senza badare chi fosse entrato disse: “Tina cosa vuoi ancora??”.
“Lei non lo so, io sono venuta a vedere come stavi e a portarti una medicina per farti star meglio entro venerdì, ma se disturbo vado immediatamente” disse una Rachel leggermente arrabbiata.
“Oddio scusa Rachel, pensavo fosse ancora Tina, sai com’è fatta…” disse immediatamente Blaine passandosi una mano sulla fronte, aveva ancora la febbre alta dannazione.
“Dovrei essere io a scusarmi, è per colpa mia che sei malato…” disse Rachel sedendosi sul letto accanto a Blaine ma tenendo lo sguardo abbassato.
“Ma che dici Rach! Non è certamente colpa tua se pioveva e se io non avevo l’ombrello! Non devi scusarti di nulla ok?” la ammonì Blaine.
“Ok, ok ho capito, ora però riposati e quando tua mamma ti porterà la medicina che le ho dato tu la prenderai e vedrai che ti sentirai meglio e per venerdì sarei come nuovo!” disse Rachel prima di dargli un bacio sulla fronte e sistemarsi meglio accanto a lui.
“Rachel Berry che non fugge da una stanza piena di germi, pensavo non avrei mai visto questo giorno!” disse Blaine ridendo.
“Ha ha, che divertente…. Magari se rimango qui mi ammalo anche io e almeno per un po’ di giorni non dovrò vedere certa gente…” rispose lei con tono triste, parlava del fatto di vedere Finn e Quinn tutti i santi giorni che si risucchiavano l’anima a vicenda, intuì Blaine.
“Vieni qua” le disse Blaine facendole segno con la mano di mettersi accanto a lui dalla parte opposta del letto e lei obbedì immediatamente.
“Oh west side story! Io farò sicuramente l’audizione per Maria, potrei anche cambiarmi il nome se fosse necessario…” disse Rachel non appena vide il cofanetto del dvd tra le lenzuola.
“Saresti una Maria perfetta” disse Blaine mentre Rachel armeggiava con il lettore dvd.
“E tu un Tony perfetto, perché tu farai l’audizione per Tony, vero? ” chiese Rachel mentre, dopo aver finalmente inserito il dvd, lo fece partire.
Blaine non fece nemmeno in tempo a rispondere che lei disse: “Non era una domanda, tu sarai il mio Tony. Punto.”
 
Passarono gran parte del pomeriggio a cantare, o almeno Blaine ci provava, tutte le canzoni del film e a commentare le scelte dei personaggi e a cantare nuovamente. Inutile dire che Blaine, alla fine di quel pomeriggio, non era guarito ma era sicuramente più che contento.
 
Purtroppo la sera arrivò in fretta e Rachel dovette tornare a casa, così Blaine dopo aver salutato l’amica, prese la famosa medicina di Rachel e poco dopo si addormentò.
 
Quando si risvegliò era quasi sera, ma dato che si sentiva già molto meglio decise di scendere al piano di sotto a cenare .
Non appena mise piede in cucina sua madre corse ad abbracciarlo.
“Il mio piccino! Ti senti meglio??” chiese la donna controllando il viso del figlio e sentendogli la febbre.
Blaine non fece in tempo a rispondere che sua madre iniziò di nuovo a parlare.
“La febbre è quasi passata, quella medicina che ti ha portato la tua amica sembra aver funzionato!” .
“Si mamma, in effetti mi sento decisamente meglio…. C’è qualcosa da mangiare?” disse Blaine mentre il suo stomaco faceva dei rumori strani, aveva decisamente bisogno di mangiare.
“Certo caro, siediti pure a tavola, la cena è quasi pronta… Ah tuo padre è a una conferenza e tornerà settimana prossima” gli disse sua madre indicandogli di andare nella sala da pranzo.
Suo padre era sempre molto occupato con il suo lavoro, specialmente fuori dallo stato, e spesso diceva “fare l’avvocato in Ohio è come essere uno squalo in un acquario“
 
Tornò in camera sua, ma non per riposarsi, aveva già riposato per più di 12 ore.
Si distese sul letto e prese il cellulare che aveva abbandonato e quando accese il telefono, che era finito non sapeva come tra il lenzuolo e il piumone, gli arrivarono subito un sacco di messaggi da parte dei suoi amici.
 

 
Hey amico, come stai?
Sam-
 
Mi ha detto Rachel che è passata da te e che stai meglio, sono contento…
Sam-
 
Però potresti rispondere al telefono eh
Sam-
 
Blaine rispondi a Sam, ti prego ci sta torturando.
Rach.
 
Sono passato a casa tua ma tua madre mi ha detto che dormivi da un sacco di tempo, scusa per il tremila messaggi, a presto bro!
Sam-
 
Ah! Blaine hai per caso ancora quel gioco per il pc? Call of nuty?
 

 
Non appena vidi che erano quasi tutti di Sam scoppio a ridere, anche se così gli faceva ancora più male la gola, e gli rispose subito.

 
È Call of duty, e si ce l’ho ancora, e ora sto bene, scusa se ti rispondo solo ora ma non trovavo il telefono :).
Blaine.
 

La risposta dell’amico non tardò ad arrivare.

 
Bene! Allora domani ci si vede a scuola? Così mi spieghi come diamine funziona… credo di averlo rotto…
Sam.
 
Uhm domani non credo verrò, ci vediamo direttamente lunedì, così nel pomeriggio passo da te e vedo cosa hai combinato! ;)
Blaine.
 
Va bene amico!
Ora riposa! Notte Blaine.
Sam.
 
Notte.
Blaine.

 
Dopo aver risposto a Sam e aver rispento il cellulare non se la sentiva di giocare al pc dato che il tempo era letteralmente volato, erano oramai quasi le 22 e se voleva prepararsi al meglio domani doveva dormire almeno 8 ore, altrimenti il mattino seguente avrebbe avuto delle terribili occhiaie e non voleva sembrare uno zombie agli occhi di Kurt.
Il sonno fortunatamente lo prese velocemente, ma a dispetto delle sue speranze, non sognò nulla.
 
 
Nonostante si fosse dimenticato di attivare la sveglia, Blaine si svegliò non appena sua madre uscì di casa per andare a lavorare.
Dopo essere sceso in cucina per prepararsi la colazione, una tazza enorme di caffè e latte e due muffin  che sua madre doveva aver preparato il giorno prima, decise che avrebbe passato la mattina sistemando la sua stanza, facendosi la doccia e preparando il pranzo e nel pomeriggio, dopo aver detto a sua madre che la sera sarebbe uscito con degli amici, per non destare troppi sospetti, avrebbe scelto l’outifit per la serata, anche se mentre metteva la tazza da lavare già ci pensava.
 
Non appena sua madre tornò a casa, Blaine servi il pranzo per entrambi e lei, notando lo strano comportamento del figlio gli chiese con tono gentile: “Come mai tutto questo?”
“Uhm volevo ripagare il favore, sai mentre ero malato tu mi portavi il pranzo in camera e la maggior parte delle volte non lo mangiavo nemmeno, mi sembrava giusto” le rispose sorridente.
“Ma non ce n’era bisogno caro, sono tua madre è mio dovere no?” disse la donna aiutandolo a  lavare i piatti.
“Non c’è niente altro che devi dirmi?” continuò lei mentre asciugava e stoviglie che il figlio puliva.
“Uhm… stasera… dovrei, uhm uscire con- con dei miei amici… me l’hanno detto solo poco fa e dato che mi sento molto meglio pensavo di andare…” confessò Blaine tenendo lo sguardo sul lavandino e sperando che sua madre non gli proibisse di uscire, non era mai successo, ma la fortuna non era una sua grande amica.
“Se tu te la senti figliolo, certo che puoi uscire! Ti serve un passaggio?” gli disse dolcemente la donna accarezzandogli la spalla.
“No, no, ci incontriamo a scuola e mi ricordo ancora come si giuda!” le rispose scoppiando a ridere sul finale e facendo ridere anche su mamma.
“Io volevo aiutarti ma hai fatto tutto tu! Vorrà dire che me ne andrò a riposare in salotto, tu vatti pure a preparare!” gli disse prima appoggiare lo strofinaccio sul mobile li vicino e dirigersi verso il salotto.
 
Quel pomeriggio Blaine lo considerò il più breve della sua esistenza, non aveva nemmeno fatto in tempo a farsi la doccia e a scegliere i vestiti che l’orologio segnava già le 19.10 e dato che solitamente impiegava 15 minuti ad arrivare a scuola doveva partire immediatamente.
Corse letteralmente giù per le scale, salutò velocemente sua madre e in men che non si dica era sulla strada per il McKinley.
 
Tredici minuti dopo era nel parcheggio del McKinley, in attesa di Kurt.
“Forse sono troppo in anticipo” disse fra sé e sé controllando ogni 10 secondi l’orologio e accendendo ogni tre per due il riscaldamento dell’auto.
Dopo una decina di minuti d’attesa vide un auto, una bellissima berlina, entrare nel parcheggio e scorse alla guida un Kurt fantastico più che mai.
 
 
 
 
"Ciao!" disse Blaine dopo essere salito in auto e essersi velocemente allacciato la cintura.
"Ciao anche a te" gli risponde Kurt arrossendo leggermente in viso e Blaine si domandò il perché.
"Ciao a tutti!!" urlò Sebastian dai sedili posteriori facendo spaventare Blaine e Kurt, il quale sbandò leggermente.
"Uhm Blaine lui è Sebastian, il mio compagno di stanza alla Dalton, Sebastian lui è Blaine... un amico"
 disse Kurt mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.
"Piacere" disse Blaine porgendo la mano a Sebastian, il quale la strinse a malavoglia senza rispondere con cortesia.
Kurt lo voleva fulminare con lo sguardo ma al momento doveva guidare, ci avrebbe pensato dopo a teatro.
 
 
Il viaggio non fu molto lungo per loro fortuna perchè la tensione all'interno dell'abitacolo si poteva tagliare solo con un'ascia probabilmente.
Sebastian continuava a fissare Blaine che fissava Kurt, il quale non distoglieva nemmeno per un secondo lo sguardo dalla strada.
Non appena Kurt parcheggiò l'auto, il primo a scendere fu proprio il guidatore, il quale dopo essersi accertato che sia Blaine che Sebastian fossero usciti, chiuse il veicolo
e con passo spedito si avviò verso la biglietteria.
Nel tragitto non poté fare a meno di pensare a come si era cacciato in quella situazione.
 
 
"Come mai così ben vestito di venerdì sera, Kurt??" chiese Sebastian entrando nella stanza.
"P-pensavo fossi allo Scandals..." rispose Kurt cercando di finire di prepararsi.
"Non hai risposto alla mia domanda" gli disse Sebastian avvicinandosi.
"Devo uscire" disse semplicemente Kurt raccogliendo le chiavi dell'auto e aprendo la porta della stanza.
"E non mi aspetti? O è un appuntamento segreto??" chiese l'amico con un sorrisetto furbo sul volto.
"Ehm-Che?? Nono, cioè vado a teatro, con un amico... a te non credo piaccia Bas..." disse Kurt pronto a fuggire non appena Sebastian gli avesse dato ragione.
"5 minuti e sono da te Hummel, aspettami pure in auto!" disse Sebastian aprendo l'armadio e iniziando a frugare tra i vestiti.
"Ok" sussurrò Kurt chiudendosi la porta alle spalle.
 
 
Perchè non aveva detto semplicemente che andava da suo padre, si ripeteva mentalmente mentre si metteva in fila per i biglietti.
Sebastian e Blaine lo raggiunsero poco dopo, ma continuarono tutti e tre a stare in silenzio.





















NDA:

Salve! 
Lo so, lo so, Sebastian non doveva esserci, ma si è intrufolato, ha voluto esserci, non sono riuscita a fermarlo...perdonatemi çç
okk dopo questa posso dire che nessuno leggerà più questa storia hahahah
vi prometto che il prossimo capitolo non avrà un filo di angst, pinky promise <3
Uhm ringrazio tutte le persone che leggono, seguono e recensiscono la storia, mi migliorate sempre la giornata :'))
Un grazie infinito alla mia beta Angelica, senza la quale questo capitolo sarebbe stato un totale disastro hahah :D 
Come al solito le recensioni sono sempre ben accette, anche critiche, possono solo aiutarmi a migliorare :)
Vi lascio i link della mia pagina autrice e di ask nel caso avreste domande e/o dubbi :D


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Al prossimo capitolo!
Sophie. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.
 
Non appena entrarono in sala, Sebastian scoppiò a ridere.
“Perché ridi?” chiese Kurt cercando di non sembrare arrabbiato, già gli stava rovinando la serata, ora si metteva pure e ridere?
“Siamo gli unici… normali qua, guardati intorno Kurtie, sembrano usciti da un assurdo film horror” gli rispose Sebastian indicando alcuni tizi travestiti.
“Non mi chiamare così!” urlò esasperato Kurt facendo voltare alcuni spettatori che si erano già seduti e soprattutto facendo sollevare lo sguardo a Blaine il quale sorrideva, quanto era bello quando sorrideva, pensò Kurt prima di tornare a concentrarsi sull’amico.
“Ti avevo detto che non ti sarebbe piaciuto Bas, non ti ho costretto a venire con me, anzi…” gli sussurrò Kurt prima di scendere i pochi gradini che li separavano dai loro posti e indicando a Blaine dove sedersi.
Erano seduti in terza fila, negli ultimi posti accanto al muro, e Sebastian continuava a lamentarsi perché non gli piaceva stare nelle prime file e dopo 10 minuti di continui ‘giuro che farò causa a chiunque abbia inventato questi posti’ e di ‘ora me ne vado veramente’ si alzò, salutò Kurt e Blaine, quest’ultimo, nonostante il ragazzo l’avesse salutato in malo modo, sorrise e lo salutò gentilmente e Kurt sorrise pensando a quanto fosse maturo quel ragazzo.
“Aspetta Bas! Io come torno a scuola?” gli chiese Kurt ricordandosi che erano arrivati insieme.
“Io prendo un taxi, non vado a scuola a quest’ora, lo sai” gli rispose Sebastian tranquillamente.
“Ah, giusto, allora ci vediamo lunedì” disse Kurt alzandosi ad abbracciarlo e sussurrandogli : “stai attento, come al solito”.
Sebastian in risposta gli diede un buffetto sulla guancia e uscì dal teatro mentre Kurt tornava al suo posto, accanto a Blaine.
“Allora…” disse Blaine, per rompere il ghiaccio, ma fu subito interrotto da Kurt.
“Perdonami, Sebastian si è auto invitato, come al solito, e non riesco mai a dirgli di no, fortunatamente si è stancato prima che iniziasse lo show, altrimenti non ci saremmo goduti lo spettacolo, quando ci si mette sa essere una vera e propria spina nel fianco quello stupidone” disse tutto d’un fiato l’usignolo prendendo involontariamente la mano di Blaine, il quale non oppose resistenza, anzi non voleva che Kurt la lasciasse ma la gente iniziò ad occupare i posti accanto e dietro di loro e Kurt tolse la mano da quella di Blaine, che sembrava essere fatta apposta per la sua.
“Non devi scusarti tu Kurt” disse Blaine sistemandosi meglio sulla poltroncina e continuando, “Non è di certo colpa tua se Sebastian è un tipo… particolare diciamo” concluse.
“Idiota direi” disse Kurt scoppiando a ridere e facendo ridere anche Blaine.
“Cambiamo argomento, non voglio che Seb sia il centro della nostra serata” disse tranquillamente Kurt e Blaine alla parola nostra si illuminò, poteva considerarlo un appuntamento ora? O semplicemente si stava immaginando tutto?
I suoi pensieri furono interrotti dalla mano di Kurt che gli passò davanti agli occhi.
“Blaine?  Tutto ok?” chiese il ragazzo sorridendo.
“Si si, mi ero perso un attimo nei miei pensieri… uhm stavamo dicendo di cambiare discorso… uhm come va a scuola?” domandò Blaine pentendosene immediatamente, quale domanda più stupida di questa poteva fare, pensò mentre cercava di non arrossire troppo allo sguardo sorpreso che Kurt gli lanciò.
“Bene! Cioè non sono un secchione, ma diciamo che me la cavo, anche se a dir la verità, l’unico momento scolastico che amo è il tempo passato in aula musica, fin da piccolo ho preso lezioni di piano e ogni volta che sfioro quei tasti è come se entrassi in un altro mondo…” disse Kurt con aria trasognante e Blaine lo guardò attentamente per tutto il tempo finché Kurt non si rese conto della cosa e arrossendo vistosamente si zittì.
“Sto parlando troppo di me… scusa” riuscì a dire infine Kurt non alzando ancora lo sguardo.
“Ti scusi troppo Kurt, e poi a me piace molto di più ascoltare” gli disse Blaine.
“Ora però devi raccontarmi qualcosa di te!” trillò Kurt sorridendo.
“Uhm non saprei nemmeno da dove iniziare… io-” iniziò Blaine ma fu interrotto da una forte pacca sulla spalla che lo fece voltare di scatto.
“Blaine! Amico, stai alla grande!” disse Sam abbracciando il ragazzo, che era a malapena riuscito a mettersi in piedi.
“S-sam! Cosa ci fai qui??” chiese Blaine notando come fosse vestito l’amico, indossava praticamente solo un paio di boxer alquanto aderenti e soprattutto dorati.
“Sono il mooooostroooo” disse Sam facendo una bizzarra imitazione di Frankestein.
“Vorrai dire la creatura, Rocky, no?” lo corresse Blaine.
“Si, si Blaine quello che è, non mi presenti al tuo amico??” gli rispose velocemente Sam facendogli l’occhiolino mentre pronunciava la parola amico.
“Oh, uhm si certo, Kurt questo Sam, Sam lui è Kurt” disse Blaine facendo velocemente le presentazioni.
I due fecero appena in tempo a stringersi la mano che Sam fu chiamato da Mercedes perché lo spettacolo stava per iniziare.
“È stato un piacere conoscerti Kurt!” urlò Sam mentre raggiungeva la ragazza.
Non appena Blaine tornò a sedersi gli vibrò la tasca dei pantaloni.

 
 
Non pensare di averla scampata, dopo mi devi raccontare tutto.
Sam.

 
Dopo aver letto il messaggio, rimise immediatamente il cellulare in tasca e si concentrò sullo schermo, che stava iniziando a trasmettere lo spettacolo e a i vari personaggi che si preparavano a dar vita allo spettacolo.
 
Entrambi, non appena inizia lo spettacolo, sono molto presi sia dal ripetere la battute a memoria, sia dal ridere vedendo le varie persone (anche non più giovanissimi) travestite come i personaggi e recitare, o almeno cercare di ripetere le battute a tempo.
 
Non appena i personaggi principali, Brad e Janet, che erano entrati precedentemente nel castello del temibile dottor Frank-N-Furter, si ritrovano al centro di uno scatenato ballo e gli invitati del padrone di casa, tutti nel teatro si alzarono in piedi e si misero a cantare e a ballare, e anche Kurt, che secondo Blaine non sembrava il tipo di persona che facesse certe cose, non solo si alzò ma iniziò anche a cantare, a voce leggermente più alta degli altri.
 

It's astounding, time is fleeting
Madness takes its toll

 
Kurt era un fantastico Riff Raff, pensò Blaine, che nel frattempo si era unito a quella banda di scalmanati.
 

I remember doing the TIme Warp
Drinking those moments when
The blackness would hit me and the void would be calling
Let's do the time warp again...
Let's do the time warp again!
 
It's just a jump to the left
And then a step to the right
With your hands on your hips
You bring your knees in tight
But it's the pelvic thrust that really drives you insane,
Let's do the Time Warp again!

 
Non appena la canzone finì entrambi tornarono ai loro posti.
“Wow!” esclamò Kurt felice.
“Non credo di essermi mai divertito tanto in vita mia!” disse Blaine sorridendo.
 
Passarono i minuti e altri numeri, ed entrambi non si accorsero che, non appena tornavano a sedersi, le loro mani erano quasi l’una nell’altra.
 
Sia Blaine che Kurt rimangono piacevolmente sorpresi quando, all’ingresso di  Frank-N-Furter, notano che è Mercedes che questa volta impersonerà il dottore e rimangono ancora più stupiti quando il volume del film viene abbassato e la ragazza, accompagnata da altri ragazzi e ragazze, inizia ad intonare la famosa canzone sweet transvestite.
 
 

How do you do
I see you've met my faithful handyman
He's just a little brought down because
When you knocked
He thought you were the candyman
Don't get strung out by the way I look
Don't judge a book by its cover
I'm not much of a girl by the light of day
But by night I'm one hell of a lover
I'm just a sweet transvestite
From Transexual, Transylvania
 
 
 
I could show you my favorite obsession
I've been making a man
With blonde hair and a tan
And he's good for relieving my tension
I'm just a sweet transvestite
From Transexual, Transylvania
Hit it! Hit it!
I'm just a sweet transvestite
 
So come up to the la
And see what's on the sla
I see you shiver with anticipation
But maybe the rain
Isn't really to blame
So I'll remove the cause
But not the symptom
 

 
Tutto il teatro esplose in un applauso fragoroso, che durò per molti minuti.
 
Il Film fini e Blaine ,per evitare di parlare con Sam,accellera il passo raggiungendo cosi ,insieme a Kurt, l'auto.
 
“Grazie mille dell’invito Kurt, è stata una delle più belle serate di sempre” disse Blaine non appena l’usignolo avviò il motore.
“Anche per me, di solito ci vengo da solo, ma non è lo stesso, qualche volta avevo pensato di chiedere a Seb, ma come hai visto non è molto a suo agio con queste cose” disse Kurt ridendo leggermente e facendo sorridere Blaine.
“Io invece, se avessi portato Rachel, non avrebbe smesso di parlare per tutto il film, broadway e i musical sono il suo unico amore praticamente”.
“Rachel… Berry giusto?” chiese Kurt perplesso.
“Si, si lei, era con me al bel grissino quella sera” rispose Blaine sperando che Kurt si ricordasse.
“Si, si mi ricordavo, ma l’ho vista anche alle provinciali, ci siamo incrociati all’uscita, più che incrociati, scontrati” disse Kurt scoppiando a ridere sul finale.
Blaine, perplesso, si domandò cosa ci facesse Rachel a zonzo per l’auditorium dove si erano appena esibiti, ma all’improvviso capì, era stata lei a mettere il telefono nella borsa di Kurt, tutto tornava, tutti i suoi non ti preoccupare, lo rivedrai sicuramente e tutta la sicurezza con cui diceva quelle frasi.
All’inizio si arrabbiò e decise che non le avrebbe più parlato, ma immediatamente capì che era un comportamento stupido e infantile, senza Rachel non sarebbe nemmeno uscito con Kurt, doveva soltanto ringraziarla.
“Ho detto qualcosa che non dovevo dire?” le parole di Kurt lo riportarono alla realtà.
“Cosa? No, no è che ho un compito importante a giorni e ogni tanto mi perdo via a pensarci, scusa” cercò di scusarsi Blaine in fretta.
“Tranquillo, anche a me capita spesso, ancora un po’ di mesi e poi diploma, finalmente” disse Kurt entrando nel parcheggio che nel frattempo avevano raggiunto.
“Anche tu sei all’ultimo anno? Non so perché ma pensavo fossi al penultimo anno” disse Blaine mentre l’auto si fermava a qualche metro di distanza dalla sua.
“Di solito mi dicono che sembro più grande, quindi ti ringrazio, e per la cronaca anche io pensavo fossi al penultimo anno” disse Kurt arrossendo leggermente.
“Dato che siamo in tema di confessioni” disse Kurt ridendo, “devo dirti che adoro i musical, come hai visto, la moda e, se non si fosse capito, sono totalmente gay” continuò tranquillamente e Blaine pensò di non aver capito l’ultima parola.
“Anche tu? Cioè, ho sempre voluto chiedertelo, ma avevo, non so, paura credo… comunque dopo tutto questo mio discorso senza senso, anche io adoro i musical, mi piace molto anche il football però e sono gay” disse Blaine dopo essersi slacciato la cintura, si sentiva leggermente soffocare li dentro, ma non di certo per la temperatura dato che all’esterno ci saranno stati 2 gradi.
“Oh ma anche io adoro il football, le sciarpe sono stupende!” ironizzò Kurt ridendo con Blaine.
“Sarà meglio che scenda non voglio farti fare tardi al tuo rientro a scuola, grazie della bellissima serata” disse Blaine aprendo la portiera e scendendo dall’auto.
“Grazie a te” sussurro Kurt al vento dato che Blaine aveva già chiuso la portiera e si stava dirigendo alla sua auto.
“BLAINE!” urlò Kurt e velocemente uscì dal veicolo e corse a raggiungere Blaine, il quale non appena si era sentito chiamare, si era fermato.
“Si?” chiese Blaine pensando di essersi dimenticato qualcosa nell’auto di Kurt.
“Non mi hai fatto rispondere prima” disse Kurt avvicinandosi.
“Grazie a te per la bella serata, l’avrei passata da solo come al solito altrimenti” continuò Kurt abbassando lo sguardo e sperando che Blaine non notasse che le sue guance si erano tinte di rosso, e non solo per il freddo.
“Se ci fossero altri spettacoli, scrivimi o chiamami pure Kurt, sarò più che felice di accompagnarti” disse Blaine strofinandosi le mani cercando di scaldarsele.
“Grazie…” disse Kurt, il quale si era fatto sempre più vicino.
“A presto” continuò, avvicinando le sue labbra alla guancia fredda di Blaine e lasciandogli un leggero bacio prima di tornare alla sua auto e ripartire.
Improvvisamente Blaine non aveva poi così freddo.
 







NDA:

Perdonate davvero l'assurdo ritardo, ma la sfortuna mi perseguita ç_ç
Spero tantissimo vi sia piaciuto il capitolo e le recensioni, come dico sempre sono più che gradite :D
Un grazie infinito a voi che leggete, recensite, seguite, davvero, senza di voi non so cosa farei.
Un altro grazie infinito alla mia adorata Beta(si con la maiuscola) Angy <3
E infine un grazie al Brian del mio Chris, che nonostante tutto mi ha spinta a continuare a scrivere <3

A sabato prossimo (o forse anche prima? :D)
Sophie. <3

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