Kiss me, one last time

di ibelieveinbullshits
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Harry camminava avanti e dietro nel corridoio bianco dell'ospedale da ormai quasi un'ora, più o meno da quando erano entrati lì. Non si era calmato un attimo, non aveva ascoltato Zayn o Liam che gli chiedevano di calmarsi, né Niall che gli aveva ripetuto più e più volte che Louis si sarebbe svegliato, che sarebbe finito tutto per il meglio. Lui era rimasto in piedi, a mangiarsi le unghie per l'agitazione, sentendosi schifosamente inutile e terribilmente in colpa per quello che Louis aveva fatto una settimana prima.
                                                                                               
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"Loooooooooooou, sono a casa!" Aveva urlato Harry, gettando le chiavi di casa sul comodino all'ingresso del loro appartamento, schivando Dusty, il loro gatto, e tenendo in alto le pizze che aveva comprato per cena. "Lou, ci sono le pizze, sbrigati, non posso tenerle lontane da Dusty ancora per molto"  Rise, poi.
Aspettò qualche minuto, poi cominciò a preoccuparsi.
"Louis?" Aprì la porta della loro camera: vuota.
"Louis William Tomlinson, esci fuori" Aprì la porta della stanza che usavano come ripostiglio: vuota.
"Louis, ti prego, non è divertente" Aprì la porta del bagno, le ginocchia cominciarono a tremargli violenetmente, e cadde in ginocchio sul pavimento freddo del bagno. Louis era steso a terra, pillole di ogni forma, colore erano sparse intorno a lui, evidentemente cadute dallo scatolo arancione che teneva in mano.
"No, Louis, no, dimmi che è tutto uno scherzo e che queste non sono quelle che credo siano" Pregò Harry, scuotendo il corpo freddo e senza vita del compagno. Afferrò il telefono con le mani tremanti, compose il numero del 911 e aspettò che rispondessero, tenendo una delle mani gelide di Louis stretta tra le sue. Quando una voce finalmente gli rispose, Harry quasi urlò per il sollievo mentre dava all'infermiera il suo indirizzo.
"Vi prego, vi prego, fate in fretta, non so quanto ancora potrà resistere, vi prego" Pianse Harry, ma avevano già attaccato. "Vedrai, arriveranno presto...ti aiuteranno, Lou...perché tu non puoi morire...non puoi..." Mormorò Harry tra le lacrime, mentre si stendeva al finaco di Louis, tenendogli sempre la mano stretta tra le sue, molto più grandi. Chiuse gli occhi, cercando di fermare le lacrime. Un rumore di passi, seguito dallo scatto della maniglia della porta del bagno, lo fecero sussultare.
"Harry, ci è arrivata una chiamata dal pronto soccorso, cos'è- oh mio dio" Liam barcollò, coprendosi la bocca con una mano, mentre Zayn e Niall rimasero bloccati davanti la porta, gli occhi spalancati. Paul li spinse di lato, entrando nel bagno e staccando Louis dalla presa di Harry, e aiutando i medici del pronto soccorso a metterlo su una barella. Harry si alzò di scatto dal pavimento freddo è li seguì correndo, ma Paul lo bloccò quando cercò di entrare nell'ambulanza.
"No, tu vai con Liam, Niall e Zayn" Disse, deciso, nonostante le proteste di Harry, che se avesse avuto la forza, si sarebbe messo perfino a correre sotto la pioggia inseguendo l'ambulanza pur di stare accanto a Louis.
Salì nella macchina di Niall, nel sedile posteriore, rannicchiandosi contro il sedile e cominciando a singhiozzare silenziosamente, evitando gli sguardi degli altri tre.

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Harry ancora stentava a capire perché Louis avesse provato ad uccidersi, proprio ora che erano riusciti a dire al mondo che si amavano, che la loro era più di una semplice amicizia, proprio ora che tutto sembrava andare bene, proprio ora che erano felici. Certo, non era esattamente tutto rose e fiori per loro, ma Harry era sicuro che insieme ce lavrebbero fatta.
E poi tutto era crollato.
Il riccio si avviò per il corridoio, senza sapere esattamente dove si stesse dirigendo, sapeva solo che doveva andarsene. Salì innumerevoli rampe di scale, prima di ritrovarsi sul tetto dell'ospedale. Si accovacciò a terra, i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani, sospirando e cercando di non piangere. Improvvisamente si alzò, e si diresse verso un muro.
"Perché. A. Louis." Urlò, scandendo ogni parola con un pugno.
Continuò così finché non si sentì più le nocche, che sanguinavano, e finché la mano non prese a fargli un male terribile. Si lasciò cadere a terra, e comicniò a piangere. Faceva solo questo, ormai, da quando aveva trovato Louis nel bagno.
Si sentiva inutile. 
"Non dovrebbe essere qui, signor Styles" Disse una voce femminile, rompendo il silenzio dei suoi singhiozzi. Harry si alzò piano: era un'infermiera, sulla trentina, lunghi capelli neri le incorniciavano il viso sottile, le labbra sottili incurvate in un sorriso timido e grandi occhi azzurri. 
"Mi chiami pure Harry" Mormorò il riccio, con la voce più roca del solito per via del pianto.
"Perché sei qui, Harry?" Chiese la donna. Harry alzò il viso, lentamente, fino a ritrovarsi faccia a faccia con l'infermiera.
"Perché dovevo distrarmi, e lì - indicò le scale che l'avevano portato fino al tetto - ...lì giù sono inutile" La donna fece un piccolo sorriso, scosse il capo, e spostò l'attenzione sulla mano di Harry.
"Posso dare un'occhiata alla tua mano?" Harry annuì piano, e la donna si avvicinò a lui, prendendo la sua mano tra le sue, minuscole. Gli ricordavano tanto quelle di Louis, così piccole in confronto alle sue. "Mi chiamo Sarah" Disse, mentre faceva strada ad Harry per le scale, e portandolo in infermeria. "Siediti pure qui, prendo qualcosa per fasciarla" Harry si sedette sul lettino e aspettò che Sarah tornasse con il kit per le medicazioni.
"D-da quanto lavori qui?" Chiese Harry, timido, tanto per sciogliere quell'atmosfera di silenzio imbarazzante che si era creata.
"Sette anni" Rispose lei sorridendo. 
"Immagino avrai anche figli, no?" Sarah si bloccò, all'improvviso, lasciando la mano di Harry fasciata solo per metà, poi aggrottò le sopracciglia.
"Io avevo...lui...è morto due settimane dopo il parto" Harry avrebbe voluto prendersi a schiaffi in quel preciso istante. "Io e mio marito avevamo scelto il nome appena avevamo saputo che era un maschietto, Jackson, come mio padre. Mi ricordo i suoi occhi, anche se a volte li ricordo grigi, a volte azzuri, credo dipenda da come mi sento in quel momento" Poi riprese a fasciargli la mano. 
"S-sei sposata?" Chiese Harry, sperando di non peggiorare la situazione.
"Da dieci anni" Rispose Sarah, con un grande sorriso. "Credimi Harry, quando ami qualcuno, non c'è modo che quel qualcuno scivoli via da te"
"Louis..." Harry mormorò.

"Louis? Il ragazzo della 109?" Chiese Sarah, ed Harry annuì debolmente. "E' il tuo ragazzo?" Chiese poi, marcando la parola 'tuo'. Harry annuì di nuovo, stavolta con un debole sorriso sul volto. "Promettimi che farai una cosa, Harry. Quando Louis si sveglierà, perché lo farà, vai da lui e fagli capire che lo ami davvero, che non è solo. Ne ha bisogno." Harry le sorrise, il primo sorriso dopo una settimana, e le guance quasi gli facevano male, come se avesse perso l'abitudine. "Bene, Harry, uhm...potrai utilizzare di nuovo la tua mano tra una settimana, più o meno" Harry scese dal lettino, fece per uscire dalla piccola stanza, ma si girò prima verso Sarah:
"Grazie, per tutto"
"Vai da lui, Harry, e figurati" Sorrise lei.

*nella sala d'aspetto*

Niall guardava Zayn dormire sulla sua spalla, giocherellando col suo ciuffo ed aspettando che Liam tornasse con il cibo. Si voltò verso la poltrona dove Harry si era addormentato. O meglio, osservava i ricci di Harry, ovvero l'unica cosa che riusciva a scorgere dallo schienale della poltrona. Sbloccò il cellulare e cominciò a scorrere i Tweet sul suo profilo, poi lo ripose in tasca e chiuse gli occhi, buttando la testa all'indietro.
'Quando diavolo arriva Liam, potrei mangiare Zayn per la fame che ho' Pensò il biondino, girandosi verso Zayn, che aveva nascosto completamente il viso nell'incavo del suo collo e un piccolo sorriso che gli increspava le labbra. La porta della sala d'aspetto si aprì all'improvviso e ne entrò Liam, che reggeva la loro 'cena'. Niall scattò in piedi, facendo sobbalzare Zayn che protestò ad alta voce contro il biondino, che forse si era alzato con non troppa grazia. Proprio mentre Niall stava per tornare a sedersi accanto al moro, un medico entrò in sala, e tutti e tre si bloccarono, lasciando perdere quello che stavano facendo.
"Siete qui per il signor Tomlinson?" Chiese. Tutti trattennero il fiato. "Volevo solo dirvi che è sveglio e sta bene, e che potete fargli visita" Detto questo, si allontanò, scomparendo nel corridoio.
"Svegliate Harry, presto!" Disse Liam a Zayn e Niall, mentre lui si avviava verso la camera di Louis.
"Harry" Mormorò Niall. Niente.
"Harry, sveglia"
"Cinque minuti"
"Harry, Louis è sveglio" Il riccio scattò in piedi, perdendo l'equilibrio e cadendo di nuovo seduto sulla poltrona. "Ehi, ehi, calma" rise Niall, posandogli una mano sulla spalla. "Vieni, è di là" disse poi, facendogli strada nel corridoio.

*Louis POV

La testa mi faceva un male cane, non riuscivo a vedere nulla, a parte qualche figura sfocata.
Sbattei ripetutamente le palpebre, per mettere a fuoco, e provai a muovermi, ma una mano si posò sulla mia spalla e mi spinse di nuovo giù.
"Non si muova"
"D-Dove sono?" Mormorai, cercando di far uscire la mia voce, che sembrava intrappolata da qualche parte in fondo alla mia gola. E mi faceva anche male la faccia.
"In ospedale" Rispose la voce secca di un'infermiera.
Mi voltai, cominciavo a vederci, finalmente. Il rumore che faceva il monitor che controllava il battito del mio cuore non aiutava il mio mal di testa, e non aiutava me, facendomi ricordare che ero ancora lì, che ero ancora vivo, che il mio cuore batteva ancora. Il che era tutto l'opposto di quello che desideravo io. Era tanto difficile da capire che io non volevo essere più lì? Insomma, se avevo fatto quello che avevo fatto doveva esserci un motivo, no? Perché mi ritrovavo lì, vivo?
Qualcuno bussò alla porta e, senza che io dessi il permesso per entrare, la porta si aprì, e Liam, Niall, Zayn ed Harry furono nella mia camera. Harry.
Era in un angolo della stanza, un sorriso forzato e gli occhi lucidi, spenti, quasi. Era spaventato, conoscevo quello sguardo. Spaventato di me? Non potevo biasimarlo, naturalmente, avevo visto il mio riflesso nello specchio del bagno poco prima, e dire che ero spaventoso era poco: profonde occhiaie violacee circondavano i mei occhi, avevo il volto del colore di un cadavere, e le labbra quasi blu. Mi facevo quasi paura da solo, quindi la reazione di Harry era comprensibile. Abbassai lo sguardo sulle mie mani, evitando gli sguardi degli altri.
"Lou" Mormorò Liam, posandomi una mano sulla spalla. "Stai bene, ora?"
Annuii, non riuscendo a trovare la voce.
"Davvero? Perché tu...semplicemente...non sembra che tu stia bene, Louis" Disse Harry, secco.
"Cosa vuoi che ti dica, Harry? Cosa volete che vi dica? Che non voglio più vivere? Che non voglio più provare nulla? Che non voglio più sentire questo - indicai il mio petto, in direzione del mio cuore - battere più dentro di me? E' questo che volete sentirvi dire?" Dissi, scoppiando in lacrime. "U-uscite" Nessuno dei ragazzi si mosse. "P-per favore, u-uscite" Mormorai, chiudendo gli occhi e nascondendo il viso tra le mani. Sentii i loro passi allontanarsi, e poi la porta aprirsi e chiudersi.
"Lou" Harry si sedette sul bordo del mio letto. "Ti amo, lo sai questo, vero?" Mi chiese. Mi sentii improvvisamente in colpa per quello che avevo fatto, per aver rischiato di lasciarlo solo.
"T-ti amo a-anch'io, Ha-Hazz" Mormorai. "T-ti a-amo t-tanto" Ricominciai a piangere, quando sentii le forti braccia di Harry stringersi intorno a me, e mi lasciai andare nel suo abbraccio. Lui si stese accanto a me nel piccolo letto, nascosi il viso nel suo petto, continuando a singhiozzare.
"Shh, shh" Sussurrò Harry, spostandomi i capelli e baciandomi una tempia, mentre disegnava cerchietti con le dita sulla mia schiena. "E' tutto okay ora, tutto okay, shh"
Speravo che fosse così, speravo che fosse tutto okay.
Lo speravo davvero.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Louis rifiutava ancora l'idea di essere lì, ancora vivo, a guardarsi allo specchio della grande camera da letto che condivideva con Harry.
Solo lui conosceva il motivo del tentato suicidio, e non aveva mai pensato che fosse stato esagerato o che avrebbe potuto evitarlo, non era Harry quello che si ritrovava le menzioni intasate da insulti, ragazze che per strada lo fermavano solo per ridere di lui e del suo orientamento sessuale. Louis sapeva che era sempre stato quello visto sempre come l'antipatico ed il menefreghista per il tipo di comportamento che manteneva quasi sempre prima del coming out, ma non avrebbe mai immaginato che la sua situazione sarebbe peggiorata in questo modo. Lui ed Harry erano finalmente usciti allo scoperto, credeva che le reazioni delle fans sarebbero state delle migliori, ma si sbagliava. E non capiva perché avessero reagito in questo modo, almeno la maggior parte.
Louis sbuffò, premendo una mano sul ventre non esattamente piatto che tanto odiava. Era ricoperto di cicatrici, alcune più scure, altre di un rosso acceso, altre di un rosa pallido che tendeva al bianco, ed erano quelle che più spiccavano sulla pelle del moro. Strinse le braccia al petto, e si lasciò scivolare lungo la parete fredda. Fece per chiudere gli occhi, ma notò qualcosa a cui non aveva mai fatto caso prima, sul comodino di Harry: un'agenda. Louis si alzò lentamente, si avvicinò al comodino e prese in mano l'agenda rivestita di cuoio, rovinata dal tempo e piena di scritte e disegni. Il moro sorrise, si stese sul letto e cominciò a sfogliarla: Harry lo usava per sfogarsi, c'era scritto di tutto, frasi di canzoni, date importanti, alcune fotografie che ritraevano loro due ad XFactor incollate alla meno peggio, e anche cosa aveva provato prima, durante e dopo il coming out, dicendo di sentirsi finalmente libero dopo essere uscito allo scoperto, libero di amare chi aveva rubato il suo cuore dal primo giorno. Louis sorrise, puntellandosi sui gomiti e poggiando il mento sulla mano. Arrivato all'ultima pagina, Louis notò un pezzo di carta strappato, con quello che probabilmente era il testo di una canzone e il numero della traccia per ascoltarla. Scese silenziosamente in salone, si avvicinò al divano dove Harry dormiva ormai da un paio d'ore, e sfilò lentamente il suo cellulare dalla tasca dei jeans scuri, poi baciò il riccio sulla fronte e tornò in camera. Prese le cuffiette e le mise nelle orecchie, facendo partire la canzone.


Now you were standing there right in front of me, 
I hold on it's getting harder to breathe. 
All of a sudden these lights are blinding me. 
I never noticed how bright they would be. 



La voce roca di Harry provocò brividi lungo la schiena del moro, che alzò il volume al massimo, sedendosi sul letto con il testo poggiato sulle ginocchia. Aveva sempre pensato che Harry avesse una voce magnifica, ma non si era mai reso conto di quanto fosse unica l'emozione che provava sentendola senza le voci degli altri tre che facevano da coro.

I saw in a corner there is a photograph, 
no doubt in my mind it's a picture of you. 
It lies there alone in its bed of broken glass. 
This bed was never made for two. 


Louis sorrise, alzando lo sguardo verso la parete che gli stava difronte, piena di loro foto insieme, ad XFactor, durante l'Up All Night ed il Take Me Home Tour, e dopo il tanto atteso coming out.

I'll keep my eyes wide open, 
I'll keep my arms wide open. 
Don't let me, Don't let me, Don't let me go. 
Cause i'm tired of feeling alone. 
Don't let me, Don't let me go. 
Cause i'm tired of feeling alone. 


Il moro sentì improvvisamente gli occhi bruciare, ricordò di cosa aveva pensato prima di ingerire l'intera bottiglia di pillole, e si sentì terribilmente in colpa, si pentì di essere stato così stupido ed egoista, si pentì di aver pensato solo a quanto stesse male lui, invece di pensare a quanto sarebbe stato male Harry se l'avesse perso. 


I promised that one day i'd bring you back a star. 
I caught one and it burned a hole in my hand oh 
Seems like these days I watch you from afar 
Just trying to make you understand, 
I'll keep my eyes wide open,
I'll keep my arms wide open, yeah.


Le lacrime cominciarono a scorrere lente sul viso di Louis, bruciando la sua pelle ogni volta che la sfioravano. Aveva fatto credere ad Harry che l'avrebbe lasciato solo, ed era tutta colpa sua. Strinse le ginocchia al petto, tenendo stretto il testo della canzone nella mano tremante.

Don't let me, Don't let me, Don't let me go. 
Cause i'm tired of feeling alone. 
Don't let me, Don't let me go. 
Cause i'm tired of sleeping alone.


Louis lasciò cadere il foglio, nascose il viso tra le ginocchia e cominciò a singhiozzare in modo incontrollato. Harry non aveva mai voluto parlare di ciò che Louis aveva fatto, né tanto meno aveva mai voluto sapere il motivo del suo gesto, aveva sempre sviato il discorso e a Louis era sembrato quasi spaventato ogni volta che lui, Liam, Niall e Zayn ne parlavano. Aveva forse paura che parlandone, Louis potesse provare di nuovo ad andarsene, a lasciarlo solo? ll moro non l'avrebbe mai fatto, tutto ciò che voleva in quel momento era scendere giù da Harry e dirgli che era con lui, che era stato una grandissima testa di cazzo e che non l'avrebbe mai e poi mai lasciato solo, perché il riccio era l'unica cosa che contava davvero nella sua vita, il resto faceva tutto da cornice, Louis di tutto il resto se ne fotteva, se aveva Harry. Nonostante le sue buone intenzioni, l'unica cosa che riusciva a fare era piangere, incolparsi e lasciare che i singhiozzi gli squarciassero il petto, impedendogli di riprendere fiato.
"Lou, sei qui dentro? Avevo sentito dei rumo- oh dio, piccolo, stai bene?" Harry salì velocemente sul letto, avvicinandosi al moro e facendolo girare verso di lui, per poi prendere il suo viso rigato dalle lacrime tra le mani. "Amore, che succede?" Disse poi. Louis prese il testo della canzone e lo porse ad Harry con le mani che gli tremavano violentemente, senza guardarlo negli occhi.
"Mi dispiace tanto, Haz" Sussurrò con voce debole il maggiore, cominciando a torturarsi le dita. Harry prese il foglio che Louis gli porgeva, aggrottando le sopracciglia. Lesse il primo verso e immediatamente lo gettò dietro le sue spalle.
"Non è colpa tua" Mormorò Harry, stringendo Louis delicatamente a sè. Il moro scosse la testa contro il suo petto.
"Non cercare di difendermi, tentare il suicidio per degli stupidi insulti senza pensare che ora potevo essere davvero felice con te, è stata la cazzata più grande che io possa aver mai fatto... e di cazzate ne ho fatte tante. Mi sono sentito in colpa come non mai, giuro che farti sentire solo era l'ultima cosa che volevo, ma non l'ho fatto apposta, non vole-" Harry posò un dito sotto il mento di Louis e lo baciò. Il moro avvolse le braccia intorno al collo del minore e schiuse la bocca in modo che Harry potesse approfondire il bacio. Ogni volta che le loro lingue si sfioravano, Louis rabbrividiva e si stringeva sempre di più al corpo caldo del riccio, che sorrideva contro le sue labbra. Harry lo baciò un'ultima volta sulle labbra, per poi poggiare la sua fronte a quella del maggiore.
"Ti amo Lou, e quello che hai fatto non può fare altro che convincermi sempre più di questo, non ti avrei mai abbandonato nemmeno per un momento, sei tutto ciò che conta per me, non mi sono mai sentito così legato ad una persona come con te, Boo Bear, e nulla, né insulti, né prese per il culo, né ragazzini con gli ormoni a palla che credono di offenderci chiamandoci 'froci', potranno separarmi da te. Ti amo Louis William Tomlinson, non provare più a scappare via da me, intesi?" La voce di Harry tremò ma sorrise al ragazzo dagli occhi blu, che lo fissava mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di piangere di nuovo.
"Ti amo anch'io, Harry Styles, e non puoi immaginare quanto"









☺ Occhi a me  
OOOOkk, credo di dovere delle scuse a tutte coloro che mi seguono per l'immenso ritardo, ma capitemi, anch'io vado in vacanza, lol. No ok, potevo risparmiarmela, questa.
Anyway, spero che il capitolo vi piaccia.

yours,
ibelieveinbullshits

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