My Brother Austin - Destroyed by a brother.

di emotionaustin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo.1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo.2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo.3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo.4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo.5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo.6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo.7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo.8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo.1 ***


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28 Maggio 1998

Nasce alle ore 12:00 la piccola Paris Josephina Mahone.

Eccola lì, quella dannata sorella, quella sorella che non volevo, quella sorella chia già odiavo prima che nascesse.
Perchè provavo odio nei suoi confronti? perchè ora che era nata lei tutte le attenzioni, che prima avevano su di me, sarebbero state su di lei.
-Austin, amore di mamma.- la voce dolce di mia madre mi chiamò in quella stanza di ospedale. - Vieni a vedere la sorellina.- continuò lei accennando un sorriso.
Mi avvicinai a mia madre e, appoggiando le manine sul letto, mi alzai in punta di piedi per vedere quel piccolo essere tra le braccia di mia madre, feci una faccia schifata per quanto fosse adorabile, io lo ero di più. - Piccolo, vuoi prendere la sorellina in braccio?- mi richiamò di nuovo quella dolce voce. - No.- indietreggiai - Non voglio.- incrociai le braccia al petto e vidi la mamma sospirare per poi sorridere a quell'essere che aveva tra le braccia.

Avevo solo tre anni e lei qualche ora di vita, ma già la odiavo, la odiavo da morire, e so che l'avrei odiata per il resto della vita.

16 anni dopo


Paris POV

Prima settimana di vacanza estiva, le strade di Los Angeles erano molte affollate di turisti. Per fortunata abitavo in una villetta di un piccolo quartiere fuori città e li regnava la pace. Abitavo con mia madre Michele e Mio fratello Austin.

Mia madre era una donna davvero bella, buona e dolce, era anche sola visto che mio padre morì quando mamma era incinta di me, così mi aveva raccontato lei.
Aveva fatto davvero tanti sacrifici per me e mio fratello, per fortuna avevamo un'agenzia di famiglia che mio padre ci lasciò prima di morire e grazie a quella facevamo un vita più o meno lussuosa confronto ad altra gente. Non eravamo ricchi da far invidia ma nemmeno poveri, eravamo normali.
Io ero una ragazza normale, amavo essere me stessa, non ero popolare ma nemmeno una nerd.
Poi stava mio fratello Austin, con lui i rapporti erano solo 'Buongiorno' e 'Buonappetito'. Era un ragazzo freddo, fatto di ghiaccio, usava sempre la violenza su di me, anche se non facevo nulla lui mi picchiava e non chiedeva nemmeno scusa, anzi, minacciava che se lo avrei detto a mamma non sapeva ciò che mi avrebbe fatto e perciò dovevo stare zitta e subire tutto. Mi ha sempre picchiata, avevo paura di lui e cercavo sempre di evitarlo perchè infondo era meglio così, per me.

Mi trovavo nella mia chamera, ancora in pigiama, quando mia madre mi chiamò chiedendo di scendere un attimo. Scesi e la trovai lì, tutta sorridente, come al solito, mi madre poi aveva uno dei sorrisi più belli al mondo, giuro.
-Mamma, dimmi.- dissi buttandole le braccia al collo e riempendola di baci sulla guancia, amavo troppo quella donna.
-Tesoro, puoi andare con Austin a prendere le pizze?Ho invitato anche Alex e Jazmine.- disse accennando un sorriso, non avevo voglia di stare con..mio fratello.
-Mamma, perchè non può andare solo?- dissi dondolandomi sul piede speranzosa di farle cambiare idea, ma  quando decideva una cosa era quella e basta.
-Paris..- sospirò. -Sai che tuo fratello non è capace di niente senza una 'guida'.- disse ridacchiando.
Sospirai - Solo per te.- accennai un sorriso. - Ora vai a cambiarti, non puoi andare in slip e maniche corte a prendere le pizze.- disse ridendo, per un attimo la guardai confusa, ma solo quando abbassai lo sguardo ricordai di essere ancora in 'pigiama'. - Si vado a cambiarmi.- dissi ridendo. Salii le scale per andare in camera mia e mentre camminavo nel corridoio mi scontrai con qualcosa, anzi, qualcuno. Alzai il viso e trovai davanti un Austin arrabbiato, mi guardò dalla testa ai piedi e fece una faccia schifata notando il mio abbigliamento, facevo davvero così schifo? e mentre ero presa tra i pensieri su di quanto potevo fargli schifo, mi arrivò uno schiaffo in pieno viso e mi strattonò a terra -Sgualdrina- disse a denti stretti per poi scendere al piano di sotto. Rimasi lì, a terra, a fissare il vuoto. Una lacrima silenziosa percorse la mia guancia ma l'asciugai in tempo prima di alzarmi e andare in camera mia a cambiarmi. Ero ormai abituata alle sue violenze, a volte erano peggio di un solo schiaffo e di una spinta. Non ho mai capito perchè mi trattava cpsì, non ho mai capito tutto quell'odio verso di me. Misi un paio di pantaloncini e una maglietta a maniche corte, diedi una spazzolata ai capelli per poi scendere giù.

-Bhè ti muovi?.- disse Austin vicino la porta d'ingresso, non lo risposi perchè tanto era inutile con un tipo come lui, presi il telefono e lo sorpassai uscendo fuori in giardino e andando nella sua auto.
Era un Audi nera, l'aveva da più di un anno ma era come nuova. 'tratta meglio le macchine che le persone' pensai tra me e me. Dopo un pò arrivò lui mettendosi al posto di guida. Mi lanciò un'occhiataccia per poi mettere in moto e iniziare a guidare. Nell'auto regnava il silenzio, nemmeno un pò di musica, era davvero così noioso?.
Arrivati scesi io andando a prendere le pizze prenotate, pagai e dopo tornai in auto mettendole nei sedili posteriori. Lui era rimasto li, nella stessa posizione di come lo avevo lasciato, a fissare il vuoto, sembrava come incantato. Appena si accorse che ero in macchina si schiarì la voce e mise in moto tornando a casa. In dieci minuti eravamo già arrivati.
-Mamma sono arrivato.- urlò lui entrando in casa con in mano le pizze. Io stavo dietro di lui ma dire 'siamo arrivati' era un vero sforzo per lui. -Mamma forse ci sarei anche io eh!.- dissi ironica, lui mi guardò male ma feci finta di non averlo visto.- Bene, ora aspettiamo Alex e Jazmine- disse mamma sorridendo, annuii e andai a sedermi al tavolo della cucina prendendo il mio telefono iniziando a messaggiare con il mio ragazzo, Justin.
Justin era il fratello della mia migliore amica, nonchè Jazmine. Stavamo insieme da più di tre mesi, era il capitano della squadra di FootBall, figo no?. Era davvero dolce e simpatico, c'era sempre per me ed è questa una delle cose che più amavo. Era anche uno dei più desiderati della scuola, ma mi fidavo di lui.
Suonarono alla porta, ciò significava che Alex e Jazmine erano arrivati, li salutaii e iniziarono a raccontare del più e del meno, ridendo e scherzando mentre mangiavamo le nostre pizze. L'unico a non 'divertirsi' era Austin, come al solito, stava lì in silenzio a mangiare la sua pizza mentre mi fissava, era dannatamente fastidioso e lui lo sapeva.
Finirono la pizza e tutti andarono in salotto, rimanemmo io e lui in cucina a continuare a mangiare la pizza mentre lui continuava a fissarmi.
-Ma cosa mi fissi?- dissi irritata, lui non rispose, si alzò e andò in salotto insieme agli altri. La serata finì allegramente , e stanca da morire, decisi di andare a dormire.

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Capitolo 2
*** Capitolo.2 ***


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Era un caldo pomeriggio estivo e avevo deciso di fare una passeggiata al parco con il mio ragazzo, Justin. Passare del tempo con lui  mi faceva stare bene. Non mi faceva mai pensare ai miei 'problemi',  eravamo solo io, lui e il nostro amore.
Non ci importava nulla del resto del mondo in quei momenti. Eravamo seduti sul prato di quello splendido parco naturale, lui con le gambe sull'erba e la schiena appoggiata al tronco di un albero, io tra le sue gambe con le spalle appoggiate al suo petto. -Amore.- dissi girando il viso e ritrovando quei splendidi occhi color miele nei miei semplici marroni . Sentii le sue braccia stringermi forte a se lasciandomi un bacio sulla testa. - Dimmi piccola.- sussurrò lui accarezzandomi il viso con un tono un pò troppo da far perdere la testa ad ogni ragazzina, beh avevo già perso la testa per lui ma cercavo di resistere all'impulso di saltargli addosso e farci cose proibite ai minori. -Devo dirti una cosa..- mi morsi il labbro e abbassai il viso pensando se dirgli o no ciò che aveva fatto Austin, Justin sapeva che Austin a volte era un pò duro con me, ero riuscita a confidarmi solo con lui, ma non gli dicevo quando ci andava pesante, preferivo non dirgli i dettagli delle nostre litigate, anche se quando trovava qualche livido sul corpo mi chiedeva sempre come me li ero procurati ma riuscivo a inventare sempre qualcosa di credibile. Lui serrò la mascella come arrabbiato e sospirò rumurosamente stringendo l'erba che stava sul prato in un pugno e strappandola via, lo faceva per restare calmo, sapeva benissimo che mi riferivo ad Austin, molte volte mi aveva supplicato di dargli il permesso per picchiarlo ma era meglio evitare che succedesse, non volevo poi aver problemi anche con mamma che poi avrebbe insistito sul fatto di lasciar Justin solo perchè aveva picchiato Austin, meglio evitare. - Cosa ti ha fatto questa volta?.- disse con tono freddo e duro, faceva paura certe volte.- Io non so perchè mi odia.- dissi con gli occhi lucidi e la voce che mi tremava, mancava poco per scoppiare a piangere, le lacrime minacciavano di uscire dai miei occhi ma feci in tempo a tirarle indietro, solo una mi cadde giù per la guancia ma Justin alzò il viso asciugandola in tempo - Sh piccola, non piangere. - mi baciò a stampo per poi tornare a guardarmi negli occhi mentre con una mano accarezzava la mia guancia - Lui non sa quanto speciale sei, lo capirà.- disse lui in modo più dolce. Una cosa che odiava Justin era vedermi stare male e infatti quando stavo male diventava più dolce del solito. Annuii guardandomi le mani mentre lo ascoltavo, ad un tratto mi sento solleticare la pancia, il solletico era qualcosa che non sopportavo, cercai di resistere ma scoppiai a ridere cadendo sull'erba. Justin continuava a farmi il solletico ridendo con me, era divertende per lui, lo supplicai chiedendo di smettere e dopo un pò smise. Cercai di recuperare aria ridendo, lui si avvicinò pericolosamente a me e mi baciò con passione. -Ti amo.- dissi cercando di recuperare aria mentre sorridevo come una cogliona, - io da morire piccolina.- disse lui continuando a baciarmi. Dopo un pò ci sollevammo da terra, stava il tramondo e da li a poco tempo sarebbe arrivato il buio, quindi meglio se mi accompagnasse a casa, e così fece, mi prese per mano e dopo aver raggiunto la sua auto sfrecciamo fino casa mia. Arrivata gli diedi un bacio prima di scendere e salutarlo, sorpassai il cancello e poi andai alla porta, controllai nella borsa per prendere le chiavi, le trovai e aprii la porta entrando dentro. Forse mamma era in casa, ma stava troppo silenzio..
-Mamma.- urlai appena entrata. -Mamma ci sei? sono a casa.- urlai di nuovo ma nessuna risposta, meglio così.
Raggiunsi la cucina, ero fuori orario, lo so, ma avevo davvero fame, stava troppo silenzio in casa, forse non stava nemmeno Austin. Mi avvicinai al frigo, feci per aprirlo quando delle mani mi afferraroni i polsi voltandomi e sbattendomi alla porta del frigo, chiusi gli occhi dal dolore alla schiena, era una sensazione di dolore allucinante mischiato con la paura, aprii gli occhi e mi trovai un Austin divertito, rideva, era maledettamente spaventoso. Senza darmi tempo di parlare, o fare qualsiasi cosa, iniziò a tirarmi schiaffi su schiaffi e continuava a ridere. Mi stava facendo male da morire, mi sentivo stordita per tutti quelli schiaffi in viso, non avevo la forza difendermi o dire qualcosa quando una forza improvvisa mi diede il coraggio di tirargli una ginocchiata in pancia, ero stordita e vedevo sfuocato per colpa dei troppi schiaffi in viso, lui si inginocchiò a terra per il dolore alla pancia e presi questa opportunità per scappare al piano di sopra. Iniziai a correre su per le scale fino a raggiungere camera mia e chiudermi a chiavi dentro. Sospirai per essere scampata a quella furia e scoppiai a piangere. Perchè mi faceva tutto questo? Questa volta non avevo fatto nulla. Perchè era così? Perchè mi odiava? Perchè faceva di tutto per farmi stare male da morire? Perchè mi stava distruggendo?
Asciugaii le mie lacrime e sospirai passando una mano tra i capelli per la frustazione, decisi che quello che ci voleva adesso era un bel bagno caldo. Presi dei vestiti puliti e raggiunsi il bagno che avevo in camera, preparai la vasca e dopo esser pronta mi ci misi dentro, mi sentivo come rinata, era un relax totale.
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Era fatta sera, erano le nove passate e mamma continuava a chiamarmi per dirmi di andare a mangiare, ma la voglia di cenare con quell'essere a tavola era sotto zero. Non avevo fame, ero stanca per colpa del pianto  non volevo vedere quel pazzo. Non sentii più mia madre chiamarmi e così pensaii che aveva smesso perchè aveva capito che non sarei scesa, ma pensai male perchè subito dopo si spalancò la porta della mia camera facendo entrare un Austin furioso, si avvicinò pericolosamente a me che stavo seduta a gambe incrociate sul letto - Brutta stronza.- dissi a denti stretti afferrandomi dai polsi e tirandomi costringendomi ad alzarmi dal letto - Ha detto mamma di scendere a mangiare.- disse sotto voce - Muoviti!.- mi urlò in viso.- E inventati una scusa.- iniziò a tirarmi verso la porta per uscire dalla mia stanza - Lasciami!.-  dissi a denti stretti cercando di liberarmi dalla sua presa, avevo davvero paura di quello che poteva succedere -Stronzetta.- disse avvicinando il mio viso al suo - Non ti metto le mani addosso perchè mamma è di sotto, ma questa me la pagherai presto, e lo sai!.- disse minaccioso aumentando la stretta delle sue mani intorno ai miei polsi - Sei solo una poco di buono!.- a quelle paroli non resistetti più, si avevo paura di lui ma avevo anche una dignità, era più forte di me, non riuscii a fermarmi e lo sputaii in faccia - Ti odio Austin, ti odio.- lo spinsi facendolo cadere sul letto e scesi sotto da mamma. Ero abbastanza furiosa e scossa allo stesso momento e mamma se ne accorse ma decise di non dire niente, mi abbracciò sorridendomi e dicendomi - Vieni a mangiare.- annuii e andai a sedermi al mio posto, dopo un pò scese anche Austin ma non disse una parola, si sedette al suo posto e iniziò la nostra amata cena di 'famiglia'.


La cena era finita da un bel pò, mamma stava lavando i piatti, Austin si era ritirato in camera sua a fare non so cosa e io aggiustavo un pò il salotto che era pieno di sacchetti di patatine vuoti e carte di merendine ovunque, Austin e l'ordine non andavano molto daccordo, anzi, lui non andava daccordo con nessuno tranne che con se stesso e i suoi amici. Dopo mezzora decisi che era meglio andarmi a rifugiare nella mia stanza così diedi la buonanotte a mamma e salii le scale per arrivare al secondo piano della casa.  Mentre attraversavo il corridoio, per raggiungere camera mia, vidi la porta di Austin socchiusa e sentii una dolce melodia, presa dalla curiosità andai a spiare e vidi Austin con una chitarra in mano che suonava mentra cantava queste dolci paroli :

Aye shawty shawty don't you wanna be
Mine we can cruise the world I need you by my side
We can dance all night and party like yeah
Wake up in the mornin do it do it again
Aye shawty shawty don't you wanna be
Mine we can cruise the city if your ready to ride
We can live for the moment we yellin out ya
Wake up in the morning do it do it again like


Lo ascoltavo come incantata. Non sapevo che , oltre al Basket e lo Skate, Austin avesse anche la passione per la musica, o passatempo. Quante cose non sapevo di lui?
Quel momento di magia durò poco visto che i vide che lo stavo spiando dalla porta, si alzò di scatto e mi prese dal braccio trascinandomi del tutto in camera sua - Che stavi facendo dietro la porta? spiavi?- mi urlò in pieno viso, in quel momento mi sentivo davvero debole e scoppiai a piangere senza un vero motivo, non c'è la facevo più - Io..io.. non volevo.- dissi tra i singhiozzi. - Non picchiarmi per favore.- continuai a piangere coprendomi il viso con le mani pronta ai colpi. Rimasi in quella posizione per non so quanto. - Perchè non mi picchi?.- dissi asciugandomi le lacrime con i palmi delle mani. Lui non rispose, abbassò il viso senza guardarmi, come se fosse in un altro luogo. - Austin?.- lo richiamai per avere la sua attenzione. Lui alzò il viso e mi guardo -dimmi.- disse senza guardami in faccia
-Mi abbracci?.- dissi sottovoce, non chiedetemi con quale coraggio sono riuscita a dire quelle due parole, non lo so nemmeno io ma c'ero riuscita.
Lui fu come si fosse svegliato da un momento di trans, mi guardò confuso così pensai di aver esagerto - Scusa io..- non riuscii a finire di parlare che mi prese la mano, mi tirò tra le sue braccia e mi strinse forte a se. Lo strinsi forte anche io appoggiando il viso sul suo petto, lo strinsi ancora più forte a me, come se avessi paura che sarebbe andato via per sempre dopo quell'abbraccio, come se fosse il primo e l'ultimo, non era mai successo tra me e lui, quello era davvero il nostro primo abbraccio. Potevo sentire il suo dolce
profumo di cocco da vicino, il suo respiro calmo che solleticava la pelle del mio collo, non volevo sciogliere quell'abbraccio senza essere sicura che c'è ne fossero stati altri in futuro.
Quella magia durò poco visto che si stacco da me e con tono freddo e distaccato disse - Vai a dormire, è tardi e non dire a nessuno ciò che è appena successo, se vuoi dimenticalo pure.- mi prese dal braccio e mi tolse fuori dalla sua camera sbattendomi la porta in faccia. Sinceramente ci avevo capito poco e niente di quello che mi aveva detto, rimasi lì, ferma  fissare il legno della porta, come se fosse in uno stato di trans
-Buonanotte Austin.- sussurrai da dietro la sua porta..
-Buonanotte Paris.- rispose lui, sorrisi, non mi aveva mai dato la buonanotte e poi come aveva fatto a sentirmi? doveva essere ancora dietro la porta della sua camera e doveva essere scosso quanto me per ciò che era appena successo.
Decisi che era meglio riandare in camera mia. Chiusi la porta e mi buttai sul letto, provai a dormire e dopo un pò ci riuscii.
Si ci sentiva così quando si abbraccia un fratello?

 

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Capitolo 3
*** Capitolo.3 ***


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-Io non so cosa hai in quel cervello che ti ritrovi.- disse Austin lanciandomi una maglietta , era nervoso e stavamo litigando di brutto, come sempre.
-Ma cosa cavolo vuoi eh? fatti una vita.- dissi rilanciandogli la maglietta.
-Sei una poco di buono, che si diverte con quel Bieber ,io non so come ci sta ancora con te. chissà come sei brava eh? - disse tutto rosso in viso dai nervi.
-Che problemi hai?.- dissi quasi sull'orlo di scoppiare a piangere, perchè continuava a farmi stare così male..quelle parole mi stavano uccidendo..
Io con Justin non avevo mai fatto nulla, lui aveva rispettato la mia scelta di aspettare perchè non mi sentivo pronta, era troppo presto ed ero troppo 'piccola' per certe cose. Ma Austin aveva ormai questa idea di me, credeva che ero una poca di buono ,che mi divertivo con Justin e che ero la vergogna della famiglia, quando invece non era vero nulla ma siccome lui mi odiava e doveva inventare qualcosa per farmi del male.
-Sei una poco di buono.- disse avvicinandosi pericolosamente, mi tirò uno schiaffo che mi fece cadere a terra facendomi sbattare i fianchi agli spigoli delle sedie. Mi feci male e iniziai a piangere.
-Ora piangi ma sei solo una vittima, sei solo una poco di buono. Io mi vergogno di essere tuo fratello.- disse tirandomi un calcio in pancia facendomi mancare l'aria per secondi. Recuperai l'aria e iniziai a piangere a singhiozzi,mi stava facendo male,malissimo, sia le paroli che le azione.
-Tu..tu non sei mio fratello.- dissi tra i singhiozzi rimanendo a terra, non riuscivo a muovermi dal dolore che mi aveva procurato.
-Tu non sei mio fratello..mio fratello è morto il giorno che sono nata.- continuai a dire tra i singhiozzi mentre sapevo che lo stavo provocando -Tu..tu sei un mostro, no mio fratello.- dissi continuando a piangere..
Mi lancio' la maglia di prima -Asciugati queste lacrime da coccodrillo e rialzati, non voglio che mamma a ritorno ti veda qui a fare la vittima e guai se gli dici qualcosa- disse prima di lasciarmi li a terra in cucina.
Rimasi li continuando a piangere, non riuscivo a non smettere, mi stava facendo male da morire.
E non solo per le botte che mi aveva dato, che mi stavano procurando dolore da per tutto tanto da veder tutto annebbiato e la testa che mi girava, ma anche per le parole che diceva , mi stava distruggendo giorno per giorno.
Non so per quanto sarei riuscita a sopportare tutto
Non so per quanto sarei riuscita a restare forte.
Dopo un po' mi alzai da terra, sentivo ancora il dolore nella pancia e sui fianchi, camminai faticosamente fino alle scali quando la porta dell'ingresso si apri' e arrivò mamma che corse subito da me
Avevo gli occhi gonfi, riuscivo a muovermi a fatica e avevo male da per tutto.
-che succede?- disse mamma tutta preoccupata.
-Mam..mamma.-scoppiai a piangere mentre lei mi abbraccio a se cercando di calmarmi accarezzandomi i capelli.
-Amore,che cosa è successo?.- disse con la voce spezzata, mia madre mi amava e quando stavo male io stava male lei, come se anche lei sentisse il mio dolore, quella donna era il mio tutto.
-Mamma..portami in ospedale, sono caduta dalle scali, ho male da per tutto, ci vedo annebbiato e mi gira la testa.- dissi piangendo.
-Si subito..aspetta che chiamo Austin.- nemmeno il tempo di fermarla che gia' aveva chiamato Austin e lui era gia' sceso giu' vicino a mamma.
-Mamma dimmi.- disse sorridendogli evitando il mio sguardo.
-Tesoro tua sorella sta male, e' caduta dalle scali e ora le gira la testa, le fa male tutto e ci vede sfuocato.Prendila in braccio e portala in macchina.Io arrivo.- disse mamma con un tono di comando che non accetta obiezioni.
Lui annuii e mi prese in braccio.. io continuai a piangere in silenzio stando tra le sue braccia come una neonata, le mie lacrime li stavano bagnando la maglietta, arrivati vicino l'auto lui aprì lo sportello dei sedili posteriori e mi appoggio li, delicatamente.
Ci guardammo intensamente negli occhi per pochi secondi senza dire nulla mentre mamma entro' in auto.
Lui distolse lo sguardo e ando' a sedersi al posto del passeggiero vicino l'auto.
Nel tragitto nessuno dei due disse nulla tranne la mamma che mi chiedeva ogni cinque secondi come stavo.


In ospedale dopo 2 ore....

-La ragazza deve stare nel letto per una settimana, ha preso una bella botta dalle scali e ci è mancato poco che non si è rotta qualche costola o che non ha abbia avuto un trauma cranico. - Disse il dottore con tono serio ad Austin e a mia madre mentre, io, ero ancora sdraiata su una barella dove mi era stata fatta una flebo e dove avevo riposato in quelle due ore.
Loro annuirono, filmarono qualche carta e dopo tornarmmo a casa.
In macchina il viaggio dall'ospedale a casa era silenzioso, nessuno aveva detto nulla.
Arrivati a casa mamma prima di scendere ordino' ad Austin di portarmi in camera mia e così fece.
Mi prese in braccio come una neonata e mi porto' in camera mia, mi poggio' sul letto e mi accese la tv, ordine di mamma.
Prima di uscire ci fissammo negli occhi per qualche secondo..
i miei erano pieni di odio, i suoi erano freddi, non trasmettevano niente e tutto questo mi faceva venire la pelle d'oca.
Chiuse la porta e scese al piano di sotto.
Lo stavo odiando con tutta me stessa, mi aveva quasi uccisa, era un mostro. Lo odiavo da impazzire in quel momento
non so perchè ancora non avevo raccontato nulla a mamma, ma forse piu' per lei, non volevo che stesse male nel scoprire che aveva
un figlio così violento con sua sorella.


Le ore passarono, era ora di cena.
Mamma aveva preso delle pizze e io mangiai la mia in camera
avevo parlato ad Alex,Jazmin e Justin di cio' che mi era accaduto e mi avevano creduto, tranne Justin
Lui sapeva, lui sapeva che stavo mentendo e voleva dare una lezione ad Austin ma sa che io non l' avrei accettato e non lo avrebbe fatto per me.

Dopo un pò la porta si aprii ed entro' Austin con una chitarra, nessuno dei due disse nulla.
Chiuse la porta e venne a sedersi vicino a me sul letto
-La mamma ha detto che devo stare qui con te, quindi non disturbarmi.- disse con tono serio, annuii senza dire nulla.
Non volevo parlare con lui, no dopo cio' che mi aveva fatto.
Inizio' ad accordare la sua chitarra mentre, con fativa e qualche smorfia di dolore, mi spostai dall'altro lato del letto lasciandogli il giusto spazio.
Iniziai a guardare la tv finendo la pizza che avevo rimasto prima, lui senza chiedermi il permesso ne prese un pezzo, ma non dissi nulla perchè :
1- non avevo voglia di parlargli
2- lo stavo odiando
3- non lo sopporto piu'
4- non volevo che mi picchiasse di nuovo.

E mentre pensavo a tutte ste cavolate senti' un suono famigliare, stava suonando la canzone dell'altro giorno, quella dove io l' avevo sorpreso e dopo abbiamo avuto il nostro primo abbraccio, gia', quell'abbraccio che mi aveva mandato in confusione ma che oggi mi ero ricreduta..
sara' stato un momento di debolezza.
Suonava solo la base da piu' di 15 minuti, finiva quella base e la ripeteva sempre, non ne potevo piu'.
Avevo voglia di sentire la sua voce
Avevo voglia di sentirlo cantare
e non so' il perchè.
-Me la canti?.- dissi sottovoce guardandomi le mani imbarazzata. Forse non mi aveva sentito.
-Mm?.- disse lui capendo che avevo aperto bocca, presi un bel respiro e guardai verso la mia finestra evitando il suo sguardo -Ho detto se mi cantavi la canzone dell'altra volta.- abbassai il viso ormai rosso, ero imbarazzata al massimo anche se non ne avevo il motivo.
Lui annuii e inizio' a suonare cantanto quella dolce canzone, aveva una voce stupenda, quando cantava non sembrava lui, non credevo avesse questo talento.
-Come si chiama la canzone?.- dissi guardandomi le mani.
Lui sospiro' e mi guardò con un espressione strana,come se fosse..timido? impossibile.
-Shawty Shawty- disse schiarendosi la voce, lo guardai e notai che era imbarazzato, era tenero.
Non avevo mai notato questo lato di lui, non è solo un violento al quanto vedo.
-Ah..ehm..bella canzone.- dissi torturando le mie mani guardando altrove.
-Dici davvero?.- disse lui con uno strano tono di 'gioia'. Austin felice? scherziamo?
-Si mi piace.- dissi mordicchiandomi il labbro imbarazzata mentre cercavo di non guardarlo.
Lui sorrise, era la prima volta che lo vedevo sorridere per causa mia, aveva un sorriso stupendo.
I suoi occhi emanevano una luce strana ma forse era solo preso dal momento.
-Grazie.- disse grattandosi la testa in segno di imbarazzo.
Ridacchiai e tornai a vedere la tv.
Quella serata era passata tra lui che suonava e io che cercavo di guardare la tv
era strano il suo comportamento,ma appena sarei tornata a stare bene gia' sapevo che lui sarebbe ritornato quello di prima.
FREDDO,VIOLENTO E CATTIVO.

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Capitolo 4
*** Capitolo.4 ***


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Austin Pov

 

Erano le 3 di notte e non riuscivo a dormire

erano passati 4 giorni da quando Paris aveva avuto quell'incidente

gia', incidente, perchè tutti dovevano sapere che era stato un incidente

non si doveva scoprire che ero stato io

Mamma aveva chiesto se dormivo con lei finchè non si sarebbe ripresa e così fui costretto a dormire con lei, in camera sua, nel suo letto

Avevamo la finestra aperta e la luna illuminava il suo piccolo corpo

Aveva un respiro leggero, calmo, tranquillo

Sembrava un angelo accanto a me

un angelo che odiavo

la odiavo da quando era nata

ma nessuno sa il vero motivo del mio odio nei suoi confronti

e nessuno deve saperlo

La odio perchè lei non è una Mahone, e non so nemmeno perchè mamma le ha dato il MIO cognome

il cognome di MIO padre

Mio padre morì quando io avevo solo 16mesi e lei era nata quando avevo solo 3anni

La mamma era rimasta incinta di un bastardo che poi l'aveva abbondanata incinta e che non era mai tornato, si diceva in giro che fosse morto, ma poco me ne sarebbe interessato.

e così decise di dire che avevamo lo stesso padre e che eravamo fratelli di sangue, ma di sangue avevamo solo quello di mamma

io ero un vero Mahone, lei no, e odiavo il fatto che la conoscessero come Paris Josephina Mahone, lei non deve portare quel cognome

lei non è mia sorella

mio padre ha solo me come figlio

la odiavo da quando mamma era incinta, la odiavo perchè non era figlia di mio padre, la odiavo perchè porta il mio cognome,

la odiavo perchè non potevo sopportare la sua allegria

anche se aveva un sorriso stupendo

io la odiavo

ma credo che tutto quest'odio arriva dal fatto che non sia figlia di mio padre e che la trattono come figlia sua, le parlano di lui

e questo mi da fastidio

lui era solo mio padre

non il suo, non merita di sapere di lui.

Ma poi rimanevo li, incantato a guardarla, era bellissima, per fortuna somigliava alla mamma e no a quell'essere che le ha abbandonate

a volte pensavo che l'avrei potuta accettare e basta

infondo è pur sempre mia sorella anche se abbiamo padri diversi

ma era più forte di me

non riuscivo

il suono della sua risata mi innervosiva

non doveva essere allegra

e non so perchè.

Mi ritrovai ad accarezzare il suo viso mentre lei dormiva con la testa sul mio petto

Si era girata nel sonno e me l'ero ritrovata addosso senza saperne nulla

Il suo respiro caldo e leggero accarezzava il mio petto

aveva un profumo delizioso, di vaniglia

abbassai il viso per guardarla meglio, era così buffa e tenera.

Mentre dormiva si strinse più forte a me e questo provocò uno strano sorriso sul suo viso

Accarezzai i suoi capelli, poi le sue braccia e poi la strinsi a me.

Chiusi gli occhi per godermi quel momento accanto a lei, questi momenti potevo averli solo mentre dormiva.

Perchè io la odiavo e lei non doveva affezionarsi a me, perchè un giorno sarei andato via da li, sparito..

Non so per quanto tempo sarei riuscito a sopportare quella situazione

Quella voglia di urlarle che non scorreva lo stesso sangue nelle nostre vene

Sospirai cercando di scacciare via quei pensieri, respirai il suo profumo, un profumo che mi rilassò, poi mi addormentai con lei abbracciata a me.

 

Paris Pov

La luce del sole picchiava forte contro il vetro della finestra, quei raggi accecanti mi fecero svegliare, grugni chiudendo forte gli occhi

Sentì qualcosa di liscio sotto la pelle del mio viso, solo dopo aver aperto gli occhi notai che stavo dormendo abbracciata a Austin.

Mi alzai di scatto evitando di svegliarlo, non volevo farlo innervosire di primo mattino

Usci in silenzio dal letto mantenendomi il fianco, avevo ancora qualche dolore.

Raggiunsi il bagno della mia stanza ed entrai dentro, spiai fuori la porta per vedere se Austin dormiva ancora ed era come pensavo.

Mi chiusi in bagno e tolsi i vestiti entrando in doccia. Mi lavai in fretta e uscii dalla doccia. Asciugai i miei capelli e misi la biancheria intima.

Solo dopo aver messo l'intimo mi ricordai di non aver preso altri vestiti. Uscii in punta di piedi dal bagno cercando di non svegliare Austin.

Aprii i cassetti dove stavano i vestiti e cercai qualcosa da mettere. Ad un tratto sentii della mani sui miei fianchi che mi voltarono.

Mi ritrovai viso e viso con Austin, lui in pantaloncini ed io in intimo, mi tremavano le gambe e mi sentì prendere fuoco.

Vidi il suo sguardo percorrermi per tutto il corpo, si morse il labbro e mi guardò con un sorrisetto che ti faceva svenire

-Buongiorno sorellina.- disse con voce roca.

-ehm..ehm..buon..buongiorno.vado a cambiarmi- lo scansai nervosa ma mi afferrò da dietro sbattendo con la schiena contro il suo petto, sospirai rumorosamente chiudendo gli occhi.

Appoggiò le labbra sul mio collo lasciando dei piccoli baci, sentivo l'aria mancarmi.

Mi liberai e corsi in bagno chiudendomi la porta dietro, lo sentìì ridacchiare, appoggiai la schiena alla porta e passai una mano tra i capelli confusa

Perchè faceva così? cioè.. un fratello non si comporta così

Anzi, Austin non si è mai comportato come un fratello con me.

Mi vestii e restai 10minuti chiusa in bagno aspettando di rimanere sola in camera. Quando sentì l'altra porta chiudere rientrai nella mia camera trovando il letto gia' fatto, a qualcosa serve il fratellino.
Scesi giù e lo trovai con mamma in cucina a fare colazione, non so perchè ma mi sentii nervosa, imbarazzata, non sapevo come comportarmi

-Buongiorno tesoro- mamma sorrise porgendomi un piatto con delle uova

-Buongiorno mamma- finsi un sorriso prendendo le uova e andando a sedermi sullo sgabello in cucina accanto ad Austin.

Mentre mangiavo sentii il suo sguardo su di me, io cercavo di evitare di guardarlo ma posso scommetterci qualsiasi cosa che in quel momento

stava facendo uno dei suoi strani sorrisetti.

Continuando a mangiare sentì la sua mano accarezzarmi la gamba scoperta dal pantaloncino corto, davvero corto, si chinò e mi diede un bacio sul collo, poi si alzò e andò in salotto

Rimasi per circa un minuto pietrificata sullo sgabello.

Che gli succedeva?
Era dal giorno della litigata che era strano con me

e non sò davvero cosa aspettarmi in questi giorni.

 


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Capitolo 5
*** Capitolo.5 ***


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Quella mattina ero rimasta in cucina a preparare le crepes. Austin era seduto in salotto alla tv, non era nemmeno venuto ad aiutarmi, stronzo. Era successo qualcosa di inaspettato tra me e austin e diciamo che avrei preferito evitare di parlarlo mentre ero sola.

Decisi di invitare anche Alex, Jazmin e Justin a mangiare le crepes. Justin mi aveva detto di no perchè era impegnato, Jaz mi aveva detto che sarebbe stata poco e invece Alex aveva detto di conservergliene qualcuna che sarebbe passato pomeriggio.

Iniziai a fare le crepes facendole saltare in padella, mi divertiva cucinare.

Misi la nutella sulle prime quattro e le conservai ad Alex nel forno e dopo feci le altre.

La porta suonò ma ero troppo incasinata in cucina

-Austin aprì please.- urlai dalla cucina..

Lo vidi alzarsi e andare ad aprire , senti un 'buongiorno' squillante e sorrisi.. era Jazmin.

Arrivò in cucina e corse ad abbracciarmi - tesoro mio- mi strinse forte a se - ehi - dissi io ridendo.

Lei mi guardò e sorrise - come ti sentì dall'incidente? - Austin entrò in cucina mentre Jaz stava parlando e mi guardò in modo strano.. - bene dai, sta passando - forzai un sorriso e tornai alle mie crepes mentre lei si sedette sullo sgabello del tavolo della cucina - ma come hai fatto? - continuò lei - Nulla - alzai le spalle -sono scivolata dalle scale come una cretina- risi cercando di essere più convincente possibile e fù così..

Misi tre crepes ciascuna in un piatto - Austin vieni a mangiare? - gli accennai un sorriso cercando di nascondere il nervosismo , lui annuii e venne a sedersi vicino me, che ero vicino Jaz.

Iniziammo a mangiare in silenzio quando Jaz interruppe urlando - sono buonissime!- risi - lo so - la guardai,aveva il viso pieno di nutella e anche Austin, risi guardandolo , lui mi guardò - perchè ridi?- mi chiese - nulla, hai il viso pieno di nutella - Jaz rise e lo prese in giro - anche tu Jazmin eh- smise di ridere e fu Austin a scoppiare a ridere.

Continuammo a mangiare - Jaz ma Justin? - chiesi io, subito la vidi innervosirsi e cambiare colore di viso.. - Jaz? - la richiamai - ehm, non lo so..è uscito.- Disse lei. -Ah!..- mi morsi il labbro e abbassai il viso.

Justin negli ultimi giorni era lontano da me.. non si faceva sentire se non lo contattavo io e questo faceva male, infondo era pur sempre il mio ragazzo, perchè si comportava così?

-Buone cavolo.- disse Austin prendendosi la crepes dal mio piatto - Ehy è miaaaa-  mi alzai cercando di prenderla ma lui allungò il braccio e per me , nana , era difficile arrivare a certe altezza. Sbuffai e mi risedetti, lui rise e divise la crepes a metà - Tieni- mi porse la metà, la presi e gli diedi un morso - grazie - risposi mangiando, lui rise.

Jaz si alzò - Bene, crepes buonissime ma io ora devo andare, ti avevo detto che non potevo stare molto.- Annuii, la salutai e andò via.

- Me la pagherai. - dissi ad Austin mentre eravamo ormai rimasti soli in cucina, anzi,in casa.

-Mmh è buonissima - disse lui ridendo mangiando la mia metà.

 

Era così bello stare così uniti, anche solo per pochi momenti, io e lui come se avessimo dimenticato il passato per pochi minuti
che era strano da giorni? si lo era ma amavo quando si comportava così.Di solito quando eravamo tra amici e scherzavamo lui doveva sempre offendermi o se ne stava fuori, invece adesso si era messo a ridere e scherzare con me come se fossimo amici da tempo, come se le cose vecchie erano state dimenticate ma so, lo so che non durerà tanto.

- Paris - disse lui mentre ero immersa nei miei pensieri.. - Si? - alzai il viso e i miei occhi si scontrarono con i suoi , mi prese il viso tra le mani e lo avvicino al suo.. che cosa stava fac--- , mi mise un dito sul labbro per pulire la nutella e dopo lo infilò in bocca, rimasi pietrificata a quel tocco, mi sentivo calda, ero diventata rossa al massimo, lo sentì ridere e lo guardai con viso interrogativo - sei così bella quando arrossisci - disse lui , nascosi il viso tra le mani, che cazzo succedeva? non potevo cavolo.

-smettila..- sussurai. -cosa?- disse lui. -siamo fratelli- abbassai il viso. lui non rispose, mi sorrise e si alzò per andar via ma lo fermai tirandolo da un braccio - No- dissi alzando il tono di voce, lui mi guardò stranito - Tu ora non te ne vai finchè non mi aiuti qui. - dissi incrociando le braccia al petto. - Lo sentì ridere e si voltò aiutandomi a pulire la cucina.

Finito di pulire andai a sedermi sul comodo divano della cucina , stava per iniziare 'Glee' la mia serie tv preferita.

Lui venne a sedersi vicino me e iniziò a fissarmi , sbuffai e lo guardai - Sei fastidioso quando mi fissi - lui rise e poi mi guardò serio.. wtf? - Paris..io devo dirti una cosa - abbassò il viso. - cosa? - dissi con un filo di voce, era davvero troppo serio per scherzare.. - Paris non odiarmi - mi guardò triste. lo guardai confusa e lui continuò - Ho visto justin con... - sospirò - con? - lo incitai a continuare.. -Ho visto justin baciarsi con un'altra ragazza e l'ho preso a pugni.- abbassò il viso.

Sentì il mio cuore farsi in mille pezzi, i miei occhi iniziarono a perdere lacrime silenziose, sentì un vuoto dentro il petto

-sei serio?- dissi con voce spezzata.. lui annuì ed è li che scoppiai a piangere..

Lui si avvicinò a me e mi abbracciò forte

non posso crederci,il ragazzo che amo come ha potuto tradirmi mentre stavo male? e poi..perchè austin lo ha preso a pugni? mi ha difesa?e jaz? lei sapeva,per questo si era comportata in quel modo.. non posso crederci.

ma in quel momento stavo troppo male per pensare , continuai a piangere tra le sue braccia, cercava di consolarmi ma nulla poteva consolarmi in quel momento.

 

scusate per gli errori ma non me ne accorgo mai, me ne accorgo sempre dopo aver messo il capitolo. lol

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Capitolo 6
*** Capitolo.6 ***


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Austin POV
Cullavo Paris tra le mie braccia che, dopo ore interminabili di pianto, si era addormenta.
Vederla in quello stato era come un colpo al cuore, sembra strano detto da me visto che ero la causa della sua sofferenza da ormai anni. Avevo davvero visto Justin baciarsi con una ragazza, e quella ragazza era la mia ex.
No che provassi ancora qualcosa per lei  ma mi faceva schifo vederla baciarsi con il ragazzo della mia ragazza  sorellina(?). Lei con mia sorella non andava daccordo per niente e solo perchè Paris le diceva in faccia ciò che pensava davvero di lei, cioè che sembrava una ragazza di strada, e cavolo se non aveva ragione. Era divertende perchè anche se a quei tempi l'odiavo, no che adesso sia cambiato qualcosa, faceva sempre la sorella gelosa.
Queen, la mia ex, lo aveva fatto apposta a Paris, lo so e ne ero sicuro, non la sopportava da tempo e quando l'avevo lasciata mi aveva detto che si sarebbe vendicata, ma che senso ha vendicarsi su mia sorella ?. Conoscendo Paris non avrebbe mai fatto capire che ci stava male e sinceramente si era sfogata solo con me perchè al momento non aveva nessuno, ma se invece di dirglielo in faccia le avevo scritto una lettera lei avrebbe pianto al momento e davanti a tutti non l'avrebbe mai fatto capire.
Un'altra cosa che mi preoccupava era Jazmin, perchè lei lo sapeva ma non aveva detto nulla a Paris, io lo avevo scoperto solo ieri quando invece la storia andava avanti da più tempo e non so come avrebbe reagito Paris dopo aver saputo che Jaz lo sapeva ma non aveva detto nulla.
Mi spostai lentamente  cercando di non svegliare Paris, presi il telefono e andai dall'altra parte della stanza per non farmi sentire. Lo sbloccai e composi il numero di Justin.
-Pronto- disse lui dall'altra parte del telefono.
- Justin, sono Austin , ti fa male ancora il mio pugno in faccia? - dissi trattenendo le risate.
-Stronzo, non ti azzardare a dire qualcosa a Par..- non gli diedi il tempo di continuare che.. -Ops- dissi ridendo - Mi dispiace così tanto ma Paris sa già tutto.- risi - Ah, Bieber, sta lontano da mia sorella, non ti permetterò di farla soffrire, stronzo.- Staccai il telefono e lo lancia sulla poltrona che avevo vicino. Mi girai e alzai il viso trovandomi davanti Paris che sorrideva timidamente mordendosi il labbro "Calma Austin, è tua sorella" mi ripetei più volte nella testa.


Paris POV
Sentì una mancanza al mio fianco, aprì di scatto gli occhi cercando Austin.
Lo vidi girato di spalle e lo sentivo parlare con.. Justin?.
Anche se stavo male ne sarei uscita, ho una vita davanti a me. Sentì le parole che Austin disse a Justin e non potei far altro che sorridere. Quando staccò la chiamata e mi vide si trovò in imbarazzo.
-Ehm.- si passò una mano tra i capelli imbarazzato. -Grazie- dissi io, lui mi accennò un sorriso. - Non ho fatto nulla.- disse - Invece si, hai lasciato quel coglione da parte mia , così non deve nemmeno vederlo.- il sorriso sul suo viso si allargò mostrando delle piccole fossete ai lati della bocca che si vedevano solo se ci facevi attenzione , e io avevo fatto attenzione a quel sorriso -Bhè prego - scoppiò a ridere. Se solo eravate li a guardarlo, solo la sua risata ti faceva innamorare ridere senza motivo.
-Dove gli hai rovinato il suo bel faccino?- dissi ridendo , lui si avvicinò e mise un dito contro la mia guancia abbassandosi alla mia altezza da trovare il mio viso vicino , molto vicino al suo
-Proprio qui!- sussurrò leccandosi le labbra, sentivo l'aria mancarmi - Hai fatto bene.- sussurrai per poi voltare il viso. Lui sorrise e dopo salì le scali andando in camera sua. Sospirai mettendomi una mano sul petto , per un momento ho temuto che mi baciasse , magari. Mi buttai a peso morto sul divano iniziando a pensare...
Quindi ora ero single? senza mai più il ragazzo che mi aveva fatto innamorare, a cui avevo dato il mio primo bacio, a cui avevo detto le parole "ti amo" per la prima volta, quel ragazzo che mi aveva promesso che sarebbe stato sempre li a proteggermi e che mi avrebbe amata per sempre. Solo parole, solo stupide parole.
Si, ci stavo male da morire ma non l'avrei mai fatto vedere , ne a Justin, ne a Jazmin o Alex e Austin, anche se Austin mi aveva gia' vista stare male.
Il primo amore non è sempre quello con cui passare il resto della vita.
Ma, ad essere sincera, la cosa che mi faceva più male era il tradimento e giuro che strapperò i capelli a chiunque sia stata e no per vendetta o perchè volevo tornare con Justin, cosa che non succederà mai, ma solo per vederla un pò soffrire sotto le mie mani. Non ero una tipa violenta o altro ma, per non farmi mettere mai più i piedi in testa, dovevo cambiare.

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Capitolo 7
*** Capitolo.7 ***


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Paris POV

Mi ero ritrovata in cucina difronte ad Alex che mangiava come un affamato le mie crepes e io che ridevo come una pazza a vederlo tutto pieno di nutella.
Era pomeriggio ed era passato a mangiare le crepes che gli avevo conservato.
Faceva delle facce davvero buffe mentre mangiava e io stavo davvero per morire dal ridere.
Era l'unico che con piccoli gesti mi faceva dimenticare la tristezza.
Era il migliore amico di Austin ma anche il mio, una cosa in comune con Austin.

-Bhè allora?- dissi io, lui mi guardò confuso e alzai gli occhi sbuffando
-Mi copri per questa stasera e mi dai il documento falso? - dissi io, lui mi guardò preoccupato - Se Austin lo scopre ci uccide.- sussurrò lui per non farsi sentire da Austin che stava sopra nella sua stanza - Se stai zitto Austin non saprà nulla.- sussurrai io , lui mi guardo per poi riprendere la sua crepes - che scusa userai?- disse lui, ci pensai un pò sopra, ero nella merda più totale, non avevo nessuna scusa, sono un genio o no?
-Non posso usare la scusa che vado a dormire da Jazmin, Austin non ci crederebbe, sa che non voglio vedere Justin.- dissi sospirando -Bhè e allora?- disse lui

Iniziai a pensarci un attimo e mi venne una bella idea..- Dico a mamma che vado a chiarire con Justin e..- -Austin non ti manda- -Austin non comanda- dissi sul tempo
Lui annuì e sospirò - vabbè tu pensa, io vado a prepararti il documento falso, tu attenta.- mi baciò la guancia ed andò via.
Mi misi a pensare fissando un punto indefinito nella stanza, dovevo trovare una scusa adatta o forse c'è l'avevo, avrei potuto dire che andavo a dormire da Marie, una ragazza con cui avevo legato a scuola.
L'avrei chiamata più tardi per chiedere se poteva coprirmi.
Dovevo organizzarmi per bene, nessuno avrebbe rovinato questa serata.

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La puzza d'alcol riempì le mie narici appena entrata in quella discoteca. Il controllore ci fece passare dopo aver controllato i documenti. Mi sentivo strana, non ero mai entrata in discoteca ma appena fui li dentro sentii l'adrenalina alle stelle.
Avevo voglia di scatenarmi e dimenticare, dimenticare tutto..
Austin e le violenze passate
Justin e il tradimento
Io e Marie ci buttammo tra la folla di ragazzi e ragazze, ballavamo tutti tra di noi.
Dopo che avevo parlato con Marie le chiesi se sarebbe voluta venire con me, infondo andare da sola non era una buona idea e lei era di ottima compagnia. Era una ragazza davvero simpatica e schietta.
Ci scatenavamo tra la folla quando una donna ci chiese  di seguirla, io e Marie ci guardammo confuse ma prese dalla curiosità seguimmo quella donna. Ci portò in un angolo del locale dove stava una porta con delle camere e nel centro un lungo corridoio bianco. Mi fermai nel corridoio - Mi scusi ma dove ci stai portando? - chiesi confusa, la donna si voltò sorridendoci e potei notare i suoi occhi grandi, un sorriso meraviglioso e una lunga chioma di capelli biondi e mossi - Siete delle belle ragazze, avete un bel fisico e lo sapete muovere.- disse lei osservando entrambe dalla testa ai piedi
-Come si chiama?.- disse Marie, lei sorrise e ..- Britney, Britney Spears, piacere. Sono la proprietaria del locale - disse sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio -ho bisogno di ragazze come voi sul cubo, le ragazze che dovevano venire non sono arrivate e non so come fare.- disse sospirando.

rimasi un pò scioccata da quella proposta, infondo volevo cambiare e sarebbe stato per una sola sera quindi.. - io ci sto!- esclamò Marie. Ci pensai un pò e mordendomi il labbro -Anche io!- sorrisi a Britney.
-Bene, venite in camerino a cambiarvi!- disse la donna con un tono di felicità. Camminammo per un altro metro ed entrammo a cambiarci.
Per questa sera la ragazzina innocente sarebbe sparita del tutto.

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Erano ormai le cinque del mattino, per tutta la sera ci eravamo scatenate sul cubo con tutti i ragazzi che ci sbavavano dietro. Quell'enorme discoteca era ormai vuota, stavano solo donne che pulivano. C' erano state date dei felponi che ci coprivano fin sopra le ginocchia e stavo seduta con Marie sul cubo aspettando Britney che si era offerta di accompagnarci a casa, voleva anche pagarci ma avevamo rifiutato perchè infondo ci eravamo divertite.

Britney arrivò e ci fece segno di uscire dietro il locale, di sicuro aveva parcheggiato lì la sua auto per portarci a casa.
Mentre camminavamo si fermò vicino ad un tavalo vecchio messo fuori da quel locale, tirò fuorì una bustina di erba con delle cartine.. -Volete?- disse , io e Marie ci scambiammo uno sguardo di desiderio ma anche di preoccupazione.
Desiderio di provare.
Paura di essere scoperte.
Mandai a fanculo la paura e io e Marie annuimmo. Britney ci diede una canna ciascuna in mano, ci spiegò come fare e dopo che l'accese la portai alle labbra aspirando il fumo in bocca. Iniziai a tossire e lo stesso Marie.. dopo il secondo e terzo tirò ci abituammo fino a finirla.
Ridevamo senza motivo e mi sentivo libera e leggera , come se non avessi nessun problema.  Stavo davvero bene.
Britney ci riportò a casa , c'eravamo scambiate i numeri di telefono, adoravamo gia' quella donna. Arrivate a casa andammo subito a dormire, eravamo davvero stanche.


Austin POV.
Era Domenica mattina e mamma non lavorava, mi ero appena alzato dal letto e stavo facendo colazione con lei in cucina, Paris era andata a dormire da una sua amica, forse per distrarsi un pò.
Finita la colazione, come ogni mattina di quell'estate, andai a buttarmi sul divano a guardare la tv. Stavo guardando " Geordie Shore " non capivo con quale coraggio facevano certi tipi di programmi, cioè.. facevano le troie e gli stronzi davanti tutto il mondo, ma i loro genitori non si vergognavano?
E mentre ero immerso nei miei pensieri negativi di quel programma sentì suonare il mio telefono, era Robert , lo presi e risposi
-Pronto Brò.- dissi io
-Pronto Cart, ti va di andare a prendere qualcosa da mangiare insieme? - disse lui
-Certo, solito posto? - dissi io. -Si che dobbiamo parlare- disse lui
-Ok arrivo a tra poco.- staccai il telefono e andai in camera a cambiarmi velocemente per poi uscire di casa. Raggiunsi il bar a piedi visto che non era molto lontano da casa mia.Andavo spesso con i ragazzi in quel bar, era il nostro luogo di ritrovo.Entrai e vidi Robert che fece segno di sedermi vicino a lui, come se non lo sapessi. Appena seduto lo trovai che si stava strafogando di cornetti - Vuoi?.- disse lui, cercai di non ridere. - No, già mangiato.- sorrisi. Aspettai che finisse di mangiare per chiedergli cosa volesse e infatti.. -Come mai mi hai chiamato?.- dissi io , lui mi guardò per un attimo per poi distogliere lo sguardo -Non voglio girarci intorno quindi te lo dico subito.- io annuii aspettando che continuasse. - Ieri sera con i ragazzi eravamo in discoteca e abbiamo visto tua sorella in un completino abbanstanza provocante che ballava su un cubo insieme a Marie, la sorella di Cristal.- quelle paroli mi fecero scattare una rabbia bestiale dentro, in quel momento se Paris sarebbe stata vicino me sarebbe morta davanti a tutti. Mi alzai di scatto
-Dove vai?- disse Robert guardandomi confuso. - A prendere Paris.- Dissi tutto nervoso, uscì di corsa da quel bar e andai a prendere la macchina a casa. Mentre guidavo avevo acceso la musica a mille per cercare di calmarmi accellerando sempre di più. Arrivato difronte casa di Marie feci qualche respiro profondo per calmarmi prima di scendere.
Dovevo fargli credere che ero calmo, tranquillo, come se non sapessi niente. Scesi dall'auto e andai a suonare al gran portone di quella casa, dopo qualche secondo venne ad aprirmi Cristal che mi salutò invitandomi ad entrare ma rifiutai e chiesi se poteva dire a Paris che ero andata a prenderla. Appena scese le scali notai le punte bagnate dei capelli e gli abiti profumati, si era appena cambiata, mi sorrise e per stare al gioco sorrisi di ricambio

-Non doveva venire a prendermi mamma?.- disse con quell'aria così innocente e angelica, che poi così innocente non era. - Ciao anche a te sorellina.- dissi alzando gli occhi al cielo, la vidi sorridere, per un momento dimenticai tutto, non potevo farla star male ma, solo punendola, avrebbe imparato a rispettare.
- Andiamo.- dissi calmo, lei salutò le due sorelle e poi mi raggiunse in Auto.
Appena misi in moto le tirai uno schiaffo che la lasciò immobile, notai un rossore sulla sua guancia.
Iniziai a guidare - O confessi cosa hai fatto ieri sera o ti farò più male di quello che ho in mente.- dissi lanciandogli uno sguardo che l'aveva terrorizzata . Presi una strada che non portava a casa.. per punirla non doveva vedermi nessuno.

 

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la fine della storia è vicina.

molto vicina

 

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Capitolo 8
*** Capitolo.8 ***


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Prima di iniziare volevo ringraziere mia madre, perchè le ho parlato della storia e non sapevo come continuare e mi ha ispirata per questo capitolo.lol

spero che vi piaccia e che alla fine lasciate una piccola recensione per farmi sapere cosa ve ne pare. un bacione (:


Paris POV

Austin mi sembrava impazzito, correva come non mai su quell'autostrada, era rosso in viso.
Mi tirò uno schiaffo chiedendomi di confessare ma non riuscii a dire nulla, ero più che terrorizzata, non sembrava nemmeno lui. -Co..cosa vuoi farmi?- dissi tra i singhiozzi. Lui mi guardò con un sorriso maledettamente malvagio.
-Immaginalo e dopo moltiplica la tua immaginazione per cento - disse a denti stretti accellerando sempre di più sull'auto.

Sarebbe stato davvero capace di uccidermi?
sentivo uno strano presentimento, non so ma presi il telefono e mandai un messaggio a mamma. Qualsiasi cosa sarebbe successa doveva sapere che le volevo bene, perchè sentivo dentro di me che stava per succedere qualcosa di molto grosso.

A mamma:
Ti voglio bene, non dimenticarlo mai.
Inviai il messaggio, alzai il viso verso la strada e vidi un camion venirci addosso mentre Austin stava perdendo il controllo dell'auto
-Paris!- urlò prima dello schianto e dopo il buio più totale.

Michele POV

Era una splendida Domenica, non lavoravo e stavo preparando il pranzo per Austin e Paris, entrambi amavano il cibo italiano e per questo avevo preparato delle squisite lasagne. Sentii suonare il telefono, lo presi per vedere chi era e mi ero ritrovata un messaggio della mia piccola

Da Paris: Ti voglio bene, non dimenticarlo mai.

sorrisi al messaggio ma decisi di non rispondere visto che tra meno di trenta minuti sarei dovuta andarla a prendere da una sua amica visto che aveva dormito lì.
Preparai la tavola con le lasagne e tutto, guardai l'orario, era quasi l'una e tra poco sarebbe arrivato anche Austin che era uscito con Robert, uno dei suoi migliori amici. Uscii di casa e andai verso la mia auto, l'aprii entrando, misi la cintura e partii verso casa di Marie. Arrivata scesi dall'auto e andai a suonare alla porta, venne ad aprirmi Cristal tutta sorridende - Salve signora, Paris ha dimenticato qualcosa?- chiese, rimasi un pò confusa -Ehm no, io ero venuta a prenderla- lei mi sorrise dolcemente, era davvero una bella ragazza, bionda, occhi verdi e con il viso angelico - No signora, è passato Austin a prenderla, non so se lo sapeva.- disse sempre con quel bel sorriso stampato in viso. -Oh scusa, allora torno a casa, forse sono già tornati.- sorrisi a quella splendida ragazza e la salutai tornanto in auto. Nel tragitto, da casa di Marie a casa mia, mi suonò il telefono, era Paris, forse mi stavano aspettando..
-Pronto tesoro.- dissi io, ma dall'altra parte del telefono rispose la voce di un uomo e fuori si sentiva un gran chiasso - Pronto signora, è lei la madre di Paris Josephina Mahone? - disse, accostai l'auto confusa e preoccupata - Si, perchè? - chiesi con un filo di voce, non so perchè ma sentivo che qualcosa non andava, avevo uno strano presentimento, come un vuoto nel petto
 -Sua figlia ha avuto un incidente  stradale, stava anche un ragazzo con lei in auto ma non abbiamo i documenti per riconoscerlo, sappiamo solo che l'auto è un Audi nera.-
i miei occhi divennero lucidi e la voce spezzata, la macchina di Austin, Austin e Paris..
non poteva essere vero, era uno scherzo, non volevo crederci. - Come stanno? Dove si trovano? - dissi tra le lacrime. Sentii un sospiro dall'altro lato del telefono e un 'mi dispiace tanto signora'. Il telefono mi cadde dalle mani e scoppiai in un pianto isterico, scesi dall'auto e iniziai a tirare pugni su di essa per sfogarmi continuando a piangere. Non poteva essere vero, non volevo crederci, non potevo aver perso i miei bambini, il mio sorriso, quei due che mi davano la forza di lottare e andare avanti. La mia piccola e il mio principe, non volevo crederci, non poteva essere vero. Non potevo aver perso anche loro, prima mio marito, poi mia madre e adesso l'unica cosa per cui vivevo. Risalii in macchina e partii verso l'ospedale, dovevo vedere i miei figli, magari era uno scherzo di cattivo gusto. E l'ultimo messaggio di Paris? Dovevo dirle che anche io le volevo bene, non potevo non farlo. Se c'è un Dio lassù che allora mi faccia trovare i miei angeli vivi. Come sarei sopravissuta senza di loro? Senza le coccole di Austin e il suono della risata di Paris?. Come sarei sopravissuta senza i baci della mia piccola e senza le battutine di Austin? Come sarei sopravvisuta senza i miei angeli?

Ci misi poco ad arrivare al pronto soccorso, li trovai Alex, cosa ci faceva li? Appena mi vide mi corse incontro abbracciandomi, piansi tra le sue braccia. -Come l'hai saputo?.- dissi tra le lacrime, lui con gli occhi rossi di uno che aveva appena finito di piangere e stava trattenendo altre lacrime rispose - Ero tra le ultime chiamate di Austin e hanno chiamato me, e lei?- disse con voce spezzata. -Tra le ultime chiamate di Paris.- dissi tra i singhiozzi
Alex mi strinse ancora più forte tra le sue braccia piangendo in silenzio. Dopo un pò arrivò un uomo che dall'abbigliamento capii che era un dottore - Dove sono i corpi dei miei figli?.- dissi con tono disperato, mi sentivo distrutta, fatta in piccoli pezzi.
Il Dottore mi guardò confuso - Signora non sono morti, il ragazzo è fuori pericolo e adesso è nella sua stanza, ha avuto qualche frattura e una botta in testa ma nulla di grave.- a quelle paroli mi sentii sollevata, il mio principe stava bene, ma la mia piccola?
-E mia figlia?.- dissi con timore, quasi impaurita da ciò che avrebbe potuto dirmi, il dottore mi guardò per poi abbassare il viso - la ragazza..-fece un sospiro e mi guardò negli occhi - la ragazza è in coma, è abbastanza grave la sua situazione e stiamo facendo del nostro meglio.- rimasi spiazzata ricominciando a piangere in silenzio guardando Alex che mi strinse forte a se -Quando possiamo vederli?.- disse Alex al posto mio, ero fin troppo scioccata.
-Il ragazzo anche adesso, ma la ragazza per ora nessuno, solo i dottori e gli infermieri.-  annuimmo e ci indicò la stanza dove stava Austin. Camminammo fino la porta e prima di entrare feci un lungo respiro e aprii la porta. Aveva la testa fasciata, una mano ingessata e una flebo al braccio con qualche livido sul viso e sulle braccia. Mi sentii svenire al pensiero che se lui era fuori pericolo ed era in quelle condizioni allora figuriamoci Paris che era ancora più grave.
-Mamma..- sussurò Austin quasi senza forze. - Sh, riposa, chiudi gli occhi.- e così fece, chiuse gli occhi e si addormentò.

Austin POV

"Mi ritrovai in un giardino pieno di fiori bianchi, un ruscello più avanti e un albero con degli uccellini che cinguettavano. In quel posto regnava la pace e la tranquillità. sembrava il paradiso. Sentì dei passi dietro di me, mi voltai per vedere chi era, ci misi un pò a fuocalizzare l'immagine dell'uomo che avevo difronte a me e solo dopo poco lo riconobbi, era mio padre. Non lo ricordavo bene visto che quando morì avevo solo 16 mesi ma grazie a qualche foto lo riconobbi - Papà? Sei tu?.- i miei occhi diventarono lucidi, corsi subito ad abbracciarlo e lui mi strinse tra le sue braccia - Figlio mio, come mi sei mancato!.- esclamò lui - Papà che ci faccio qui? - mi guardai intorno - E' un sogno Austin, tra poco ti sveglierai ma prima devo parlarti..- disse con tono serio, annuii per lasciarlo continuare - Nell'incidente vi abbiamo protetti io e la nonna, con te ci siamo riusciti bene ma con tua sorella solo Dio potrà fare qualcosa. Ma promettimi che qualsiasi cosa succeda tu resterai forte e guarderai la mamma.- disse con difficiltà - Tu dovrai cambiare.- si schiarì la voce.- So perchè la tratti così, perchè non l'hai mai trattata da sorella. Ma anche se non è mia figlia lei mi prega sempre, lei mi ama senza conoscermi e poi , anche se non è figlia mia, è pur sempre tua sorella, goditela finche Dio te la concede perchè se un giorno lei non ci sarà piu tu starai male e diventerai chi non ti saresti mai aspettato.- disse abbassando il viso, ero abbastanza confuso - papà cosa vorresti dire?- lui mi guardò con gli occhi lucidi - Per favore, aiuta la mamma a superare il dolore!.- disse allontandosi, cercai di avvicinarmi a lui ma più mi avvicinavo e più diventava lontano -Papà cosa significa?- urlai correndogli dietro - Dove vai?.- cercai di raggiungerlo ma come se qualcosa mi stesse bloccando -La sofferenza ti insegnerà ad essere forte figlio mio, resta forte a ciò che succederà.- disse accennandomi un sorriso tristemente per poi scomparire in una luce accecante che mi costrinse a chiudere gli occhi perchè era troppo forte"

Aprii gli occhi e mi ritrovai nella mia camere d'ospedale con la mamma ed Alex vicino a me.
-Paris?.- chiesi sussurrando, la mamma non rispose, rispose Alex con 'ancora non possiamo vederla' e si lasciò sfuggire un sospiro

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