Creatures Lie Here

di Purelove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** In need... ***
Capitolo 3: *** Obsession ***
Capitolo 4: *** Hunt ***
Capitolo 5: *** Inconvenient Truth ***
Capitolo 6: *** The Servant of Nature ***
Capitolo 7: *** Escape ***
Capitolo 8: *** I'm a Gilbert ***
Capitolo 9: *** Revelation ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


BTE


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PROLOGO


«Ti prometto, non ti accadrà nulla.» giura il ragazzo accucciato davanti a me porgendomi la sua mano. Tenta di catturare il mio sguardo ma i miei occhi sono attratti da due del color del ghiaccio che mi scrutano dalla porta della cantina.
«Ti proteggeremo noi» continua il ragazzo dagli occhi verdi.
«Ammaliala Stefan, non abbiamo tempo da perdere con queste schiocchezze.» sibila l'altro avanzando di qualche passo, «Se non te la senti lo posso fare io»
Si ferma al confine con il piccolo campo di verbena coltivata da mia madre e dove solo qualche ora prima mi aveva nascosta per proteggermi.
«Damon, è una bambina e dubito che avrebbe effetto» dice tenendolo dietro.
«Chi siete?» chiedo finalmente ritrovando la voce.
«Amici. I tuoi genitori...ci hanno chiesto di prenderci cura di te. Ora esci da lì»
«Qui sono al sicuro.» gli spiego ripetendogli le istruzioni di mamma.
Il ragazzo dai capelli neri supera il confine camminando tra le piante fino a raggiungermi quasi al centro prima di chinarsi afferrandomi la mano per condurmi fuori.
«Soffri?» domando guardandolo l'altra sua mano sfiorare le piantine alte. I miei genitori mi hanno sempre ripetuto di temere le persone che sono allergiche o non sopportano la verbena, la pianta preferita di mamma. È una cosa che fin da quando ho iniziato a parlare mi è stata ripetuta fino alla sfinimento e questa è una di quelle volte in cui quell'insegnamento doveva essere il mio mantra per quella notte.
«No.»
Solo qualche anno dopo avrei scoperto che mi aveva mentito, aveva sfidato il dolore della verbena senza battere ciglio pur di mettermi al sicuro.



Ciao a tutti!
Questa è la mia prima storia in questa sezione ma ho voglia di mettermi alla prova con questo fandom che tra l'altro adoro. Forse sto iniziando a sentire la mancanza della serie tv.
Ecco, vi avviso, ho letto solo i primi tre libri quindi qualsiasi nozione che ho appreso e che forse ci sarà in questa storia, è presa solamente della serie tv. Mi sembra giusto specificarlo anche se questa è la sezione "serie tv", potrebbe dar fastidio a qualcuno, non ne ho idea.
Ok, mi sembra di aver ciarlato fin troppo ora XD
Un bacione enorme e al prossimo capitolo (spero!) 





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Capitolo 2
*** In need... ***


BTE


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CAPITOLO 1


Non è facile vivere nell'ombra di nessuno, soprattutto non in quella della grande assassina Katherine. Sempre un passo avanti a tutti, sempre una via di fuga migliore e pronta anche quando le cose sembrano mettersi male per lei.
Le danno la caccia da anni a quanto ne so e gliela stavano dando anche quando mi hanno trovato nascosta nella cantina dei miei genitori all'età di otto anni. Ha ucciso tutta la mia famiglia prima che riuscissero a metterla in fuga e salvarmi. Da quel momento si sono presi cura di me crescendomi come se fossi una di loro anche se con sostanziali differenze, loro sono più forti, più veloci, non invecchiano nè si ammalano. Loro sono vampiri e io sono l'unica umana in mezzo a questi esseri soprannaturali che sono diventati ormai la mia quotidianità.
Non si sono limitati a crescermi però, Klaus, il loro capo, ha deciso che sarei potuta diventare un'arma fondamentale così hanno fatto di tutto per rendermi quanto più possibile forte e indipendente perché non avrei potuto far sempre affidamento su di loro nonostante ci fosse comunque sempre qualcuno pronto a proteggermi perfino da una misera caduta.
Dopo gli otto anni non mi sono mai più sbucciata un ginocchio nè una sola goccia di sangue è stata versata; solo dopo parecchi anni ho capito quanto, in caso contrario, potesse rendere l'interazione con me...beh, difficoltosa.
Per quanto riguarda Katherine invece è come se fosse sparita dal loro radar anche se i fratelli Salvatore e molti altri vampiri sono costantemente sulle sue tracce cercando di stanarla e riportarla da Klaus, l'unico che potrebbe veramente fermarla una volta per tutte e farle pagare per i suoi crimini.
Caroline, la vampira che principalmente si occupa di me da quando ho dodici anni, una volta mi ha confidato di aver collaborato con lei e di stare ancora scontando le sue colpe attraverso l'influenza che Klaus può avere sui vampiri essendo una sorta di re tra loro, un vampiro originale.
Uno tra i primi ad essere creati dal potere di una strega insieme ai suoi fratelli.
Dovrei essere terrorizzata a vivere in una casa abitata da vampiri millenari con a guardia dei lupi mannari fedeli a Klaus, ma questa ormai è la mia casa, la mia vita...e un giorno avrò la mia vendetta, in un modo o in un altro.
«Sicura di stare bene?» domanda ansiosa Caroline pronta ad aprirsi nuovamente la vena per darmi il suo sangue. Annuisco tenendomi il braccio al petto.
È la figura femminile più vicina a una madre che abbia mai conosciuto dopo la dipartita dei miei genitori; anche se ora ad occhi esterni potremmo sembrare solo delle semplici amiche coetanee; uno dei tanti privilegi di essere una vampira trasformata nel fiore degli anni.
«Quando riuscirò a venire anche io?»
Mi schiocca un'occhiata dispiaciuta mettendosi il suo giubotto di pelle nero: «Lo sai che Klaus è protettivo con te soprattutto dopo averti prelevato il sangue per analizzarlo. Non puoi rischiare di...»
«Diventare un vampiro?» finisco al suo posto sbuffando.
Ogni mese Klaus preleva un pò del mio sangue per cercare di capire cosa mi rende così tanto importante per Katherine da arrivare al punto di uccidere tutta la mia famiglia per arrivare a me, qualcosa dovrà pur cambiare e in attesa di quel cambiamento, progetto la mia vendetta.
«La tua umanità è preziosa Elena.» mi ripete forse per la millesima volta, «Klaus vuole solo proteggerti»
«Tutti ormai ne siete diventati ossessionati, terrorizzati all'idea che possa diventare come voi»
«Smaltisci il mio sangue, vai da Elijah e allenati» dice smorzando qualsiasi replica.

Ogni volta che assumo del sangue vampiro, tutti fanno in modo di farmelo smaltire il più velocemente possibile in qualsiasi modo perché per diventare come loro non serve essere morsi -come fanno vedere in molti film o telefilm- ma avere del sangue di vampiro nell'organismo.
Klaus ha dato vita alla stirpe di Caroline che a sua volta è stata creata da Stefan. I fratelli Salvatore, Stefan e Damon, sono le persone fisicamente più legate a Katherine, la mia nemesi, perché sono stati creati direttamente da lei.
«Vai ad allenarti con Elijah, ti sta aspettando e sai che odia i ritardi» ripete.
«Gioca pulito, non mi serve più a nulla.» sbuffo guardando in lontananza uno dei tanti lupi posti a difesa della villa, sembrano cani da guardia umani e forse non è poi così lontano dalla realtà.
Sembra che stanno sempre fiutando una qualche pista.
A poca distanza su un albero i miei occhi vengono attirati dal luccichio delle piume del corvo che ormai per me è diventato una sorta di animale domestico.
Sembra avere una vera e propria propensione per la villa di Klaus e in qualche modo dev'essersi anche affezionato a me e me soltanto dato che sono l'unica da cui si lascia avvicinare. Se adesso rimane appollaiato sull'albero è solo per la presenza di Caroline che sta passeggiando su e giù con i suoi alti tacchi sull'erba; se andasse via in questo momento sono sicura che planerebbe fino a me.
Sapevo che i corvi erano animali intelligenti ma questo corvo sembra comprendere ogni singola parola o comando. È questo che lo rende così speciale.
«So cosa stai tentando di fare, ma Damon non lo farà mai.» grugnisce Caroline, nella sua classifica il fratello maggiore di Stefan non è nemmeno tra le sue prime venti persone preferite.
Ha un odio viscerale per lui che non mi ha mai spiegato nè intende farlo, si assicura solamente che non entri mai troppo in contatto con me.
«Prefirisci Damon a Elijah?»
«Mille volte» sbuffo.
«Beh, lui no. Non riesce nemmeno a guardarti, ficcatelo bene in testa» sbotta Caroline iniziando a spazientirsi. Odia parlare di Damon e le poche volte che li ho visti insieme, non fanno altro che punzecchiarsi, Damon forte della sua supremazia fisica data dall'anzianità, Caroline sicura di essere al sicuro da lui sia per il suo legame con Stefan che tende sempre ad impersonare il principe sul cavallo bianco, sia per l'innegabile debole che prova Klaus nei suoi confronti.
«Non c'è bisogno che mi guardi. Ho bisogno di confrontarmi con l ex pupillo di Katherine!»
«Allora chiamiamo Stefan!» propone entusiasta come ogni volta che si parla di lui. No, non ne è innamorata, semplicemente si comporta come una figlia che adora il padre e forse è causato proprio perché è il suo sangue che l'ha trasformata e non quello di Damon.
Mi domando come sarebbero state le cose se le parti quel giorno si fossero invertite e fosse stato Damon a salvarla dalla morte.
«Lo sai che Stefan non riesce ad impegnarsi veramente con me, sono più le volte che lo impaletto che quelle in cui vince. Non ho bisogno di qualcuno che mi lascia vincere. Sono cresciuta abbastanza da poter affrontare vampiri...»
«Pazzi? Schizzofrenici?» mi interrompe usando gli aggettivi che secondo lei meglio definiscono Damon. «Sai perché nessuno lavora insieme a lui? Perché non si fa problemi a sacrificare la vita degli altri per raggiungere i suoi scopi. Ora finiamola qui e vai.»
Entro in casa sbattendo la porta a vetri e dando un chiaro segnale anche a Elijah sul mio umore. Sono sicura che mi sta aspettando con tutti i sensi al massimo quindi avrà sentito anche il nostro breve piccolo bisticcio; mi sento quasi in colpa per le parole dette a Caroline, sicuramente deve aver sentito anche la parte della mia stupida preferenza verso un vampiro che come ben so non si farebbe troppi problemi a staccarmi il cuore dal petto o dissanguarmi.
«Il mio angelo è infelice?»

Mi volto trovando Klaus in mezzo al corridoio con il suo classico mezzo sorriso e le mani dietro la schiena. Sembra che per ogni ragazza importante nel suo cammino affibi un qualche soprannome, il mio angelo, quello di Caroline è tesoro o amore, dipende dai casi e da quanto vuole cercare di farla cedere alle sue lusinghe.
«Cosa hai bisogno?» continua.
«Damon»

Si mette a ridere unendo le mani in preghiera davanti alle labbra. «Angelo e perché mai avresti bisogno di un vampiro pazzo e impulsivo come lui?»
Gonfio le guance arrabbiata puntando i piedi, Caroline mi aveva avvertito che non sarebbe stato facile convincerlo: «Sono diventata grande abbastanza da potervi aiutare con Katherine»
«Non sei pronta» replica seriamente.
Incrocio le braccia al petto aspettando di mettere a segno il mio colpo: «E la colpa di chi sarebbe? Affrontare Damon...mi renderebbe più forte»
Fa qualche passo in avanti valutando attentamente la situazione. Per fortuna il cervello di un vampiro ragiona mille volte più velocemente di uno umano e Klaus sa valutare i rischi e i vantaggi in così poco tempo che gli bastano una manciata di secondi per decidere le miei sorti.
«Lo richiamerò a Mystic Falls se per te è così importante ma ti avviso, Damon distrugge tutto quello che tocca o chi gli rimane accanto.» mi mette in guardia, «Vai ora, mio fratello ti sta aspettando.»

Corro verso la palestra sentendomi rinvigorita. Mi devo trattenere sia dall'urlare a squarciagola la mia piccola vittoria su Klaus, sia tentare di mascherare l'eccitazione che sento crescere nello stomaco alla sola idea di incrociare nuovamente quegli occhi glaciali che tanto tempo fa erano riusciti a stregarmi con un solo sguardo.



Ed ecco il primo vero capitolo di questa storia.
Ovviamente è un capitolo introduttivo per darvi un po' l'idea del mondo alternativo in cui ho inserito Elena, spero di essere stata abbastanza esaustiva e di non avervi annoiato ma soprattutto che darete una chance a questa storia.
Fatemi sapere se come inizio vi piace o....non so, tutto quello che vi passa per la testa! Mi fa sempre piacere sentire le opinioni dei lettori (belle o brutte che siano!), non fatevi problemi con me che ho le spalle larghe! ^^
Un bacione grande grande, al prossimo capitolo!







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Capitolo 3
*** Obsession ***


BTE


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CAPITOLO 2

I lupi nel corso degli anni sono diventati più accondiscendenti nei miei confronti, soprattutto quando i miei viaggi dalla casa a Mystic Falls finivano nella casa dei Salvatore, sapevano che comunque alla loro tenuta ci sarebbe stato Stefan ad accogliermi ed era quel tanto che gli bastava da permettersi di prendere un po' di "ferie" dalla sottoscritta.
Dubito comunque che a Klaus sarebbe piaciuto, ma siamo a Mystic Falls...nulla di brutto succede qui da quando c'è lui a vegliare sulla città, o su di me.
Quando ero piccola venivo sempre alla tenuta dei Salvatore a giocare nell'ampio giardino sul retro. Era uno dei miei posti sicuri a Mystic Falls, il mio piccolo ritaglio tranquillo e a quel tempo eravamo solo io e Stefan. Quattro anni dopo è subentrata Caroline spodestandolo in tutto e per tutto, sarebbe stato imbarazzante parlare di argomenti strettamente umani e femminili con lui, e lei è una vampira solo da una manciata di anni quindi dovrebbe ricordarsi più facilmente com'è sentirsi profondamente umani.
Mi lancio sul letto di Damon rimbalzando più volte al centro, una delle tante cose che non sono cambiate nella mia vita. Ho sempre avuto una predilizione per la sua stanza, non solo perché era la tripla di quella di Stefan o di qualsiasi altra camera da letto presente, ma per il favoloso bagno che ospitava dotato di qualsiasi comodità e modernità umana.
Non male per un vampiro ultra centenario.
Mi ricordo di pomeriggi passati nella stanza a saltare sul letto o spulciare tra le sue cose e nella libreria. Molti libri che ho letto vengono proprio da questa stanza.
Immagino che Stefan si occupava ogni volta di rimettere in sesto la stanza per non far scoprire al fratello delle mie bravate, eppure non si è mai stufato nè mi ha mai rimproverato. Deve aver rifatto il letto del fratello almeno un migliaio di volte per quante volte ci saltavo sopra, ma chiunque avrebbe avuto quel desiderio guardando quella maestosità.
È largo almeno due letti matrimoniali, un sogno e in qualche modo era diventata anche la mia seconda camera da letto visto che Damon restava lontano dalla tenuta a detta di Stefan.
Se fossi stata al suo posto invece non avrei mai lasciato la casa.
Il gracchiare del corvo mi riporta bruscamente alla realtà facendomi scattare seduta sul letto, è appollaiato come se nulla fosse sulla finestra mezza aperta della camera, «Non provare ad entrare» lo avviso guardandolo spostare il peso da una zampetta all'altra come se stesse valutando i pro e i contro di entrare nella stanza.
Anticipando una sua qualsiasi decisione mi alzo velocemente cercando di scacciarlo ma invece di andarsene gracchia infastidito fino a trovare un modo per entrare nella stanza. «Esci fuori!» grido cercando di prenderlo ma prevedendo le mie mosse continua a spostarsi da un ripiano all'altro.
«Mi farai finire nei guai!» sbraito ma ancora una volta mi sfugge volando fuori nel corridoio.
Lo seguo a rotta di colla rischiando perfino di cadere per le scale di legno.
«Vieni qui!» urlo fino a scontrarmi contro qualcuno tanto da finire a terra.
«Come inizio non ci siamo proprio» sbotta l'intruso tirandomi in piedi e solo quando mi specchio nei miei occhi riconosco il vampiro.
«Damon» sussurro quasi incredula di averlo ad un palmo dal naso.
«Dov'è mio fratello?» domanda scocciato superandomi per andare verso il carrello bar dove Stefan tiene i suoi liquori con i quali tiene a bada la fame.
«Nel bosco.» gli rispondo notando per la prima volta quanto Caroline avesse ragione, «Penso» aggiungo sentendo il peso sullo stomaco. Si vede che mi odia e io l'ho trascinato ancora qui a Mystic Falls per qualcosa -che ai suoi occhi- è soltanto un capriccio. Fantastico.
«E ti ha lasciata qui da sola?»
Annuisco iniziando a sentire il mio cuore martellare temendo una sua sfuriata non appena metterà piede nella sua camera e vedrà il letto sfatto.
Manda giù l'intero bicchiere con un'unica golata.
«Allora? Cosa ci fa qui la bambolina di Klaus?» chiede tagliente venendo verso di me solo per superarmi e percorrere il corridoio fino a raggiungere le scale. Con il cuore in gola lo seguo cercando di articolare una frase decente per non irritarlo troppo. Dubito che gli piacerebbe sapere che considero casa sua come la mia vera casa, una via di fuga.
«Non sono la sua bambolina.» "Addio i buoni propositi."
Trattiene una risata di scherno a stento voltandosi appena.
«Ossì, si diverte a giocare a fare il papà con te, altrimenti non mi spiegherei il motivo per cui un'umana è così ben protetta dai suoi lupi.» mi schernisce entrando nella sua camera e in quell'istante sento un tuffo nello stomaco. Rimango sulla porta con il cuore che tenta di uscire fuori dal petto per l'ansia. Chiudo gli occhi aspettando l'imminente sfuriata che però non arriva.
Accende la televisione sul canale del telegiornale iniziando a slacciarsi la camicia.
«Ora o ti godi lo show o te ne vai.»
Sarei voluta rimanere per dimostrare che non sono più la bambina trovata tra la verbena, che sono cresciuta e che non mi lascio intimorire così facilmente, purtroppo mi ritrovo ad abbassare lo sguardo percorrendo all'indietro il corridoio fino a correre fuori dalla casa.
«Qualche problema?» chiede un lupo comparendo dal nulla scrutando attentamente la facciata della casa. "Si diverte a giocare a fare il papà con te", le parole di Damon mi rimbombano nella testa mentre guardo una delle tante guardie di Klaus scortarmi durante il viaggio a piedi verso casa.


Caroline non ha preso bene la notizia del ritorno di Damon, è schizzata fuori dalla stanza e sta urlando da almeno dieci minuti con Klaus accusandolo di avermi messo in pericolo inutilmente, ma non è l'unica a non aver gradito il cambio di rotta delle abitudini di Damon, perfino suo fratello non è entusiasto del suo ritorno.
«È qui» c'informa Caroline digrignando i denti uscendo fuori subito dopo dal salotto in un battito di ciglia. Inutile dire che il mio senso di colpa si è ingigantito.
Stefan mi fa un cenno per invitarmi a seguire Caroline probabilmente nello studio di Klaus dato che chiunque per sostare in questa casa deve farsi una "chiaccherata" con lui. In realtà molto probabilmente obbliga semplicemente chiunque sosti a meno di un metro da me a non nutrirsi del mio sangue. Damon ha ragione, si comporta da padre superprotettivo.
«Vampiri? Si è sempre confrontata con i tuoi lacchè. Non ha mai combattuto veramente per la sua vita...ne ho visti di cacciatori e lei non potrebbe nemmeno pulirgli gli stivali.»
La voce tagliente di Damon rimbomba fuori dal corridoio facendomi bloccare sulla porta poco prima di ricevere un paletto tra le mani. Guardo Stefan con gli occhi di fuori mentre lui si limita a spiare l'interno attraverso la fessura della porta.
Discosto lentamente la porta lanciando il paletto nella schiena abbastanza lontano dal cuore per non correre inutili rischi ma in un battito di ciglia si sposta quel tanto che basta da schivarlo lasciando Klaus scoperto e permettere al paletto di entrargli all'altezza dello stomaco.
«Mancato!» sibila voltandosi con occhi furenti ma i miei occhi vengono attratti dal paletto ancora conficcato dentro Klaus.
«Questa è una seccatura» sbotta togliendosi il paletto e lasciandolo cadere sulla sua scrivania.
«Non è nemmeno in grado di colpire un vampiro alle spalle, cosa vuoi che ci faccia con lei?» mi schernisce Damon mentre si avvicina fronteggiando suo fratello con lo sguardo prima di girarci intorno con fare predatorio.
«Proprio per questo sei qui» replica Stefan incrociando le braccia al petto, sento la sua presenza proprio dietro di me.
Damon mi studia appena stando ben attento a non incrociare nemmeno per sbaglio i miei occhi: «Non m'interessa, quindi grazie, no. Rifiuto l'incarico»
Klaus è in un attimo di fronte a lui, «Forse la cosa non ti è chiara. Non te lo sto chiedendo»
«Bene!» ringhia, «Ma si fa come dico io. Si usano i MIEI metodi e sono io che prenderò le decisioni per lei. Il primo che interferisce fa saltare l'accordo»
«Non esiste!» interviene Caroline entrando dalla porta finestra con la sua falcata felina prendendo il posto di Klaus di fronte a Damon.
«Oh, ci mancava anche la vampira chioccia» sbuffa Damon ridendo apertamente di lei.
«Conosco i tuoi metodi e non posso permetterti di...»
«Non le farà del male Caroline» tenta di rassicurarla Stefan.
«Se fossi al tuo posto non ne sarei tanto sicura» esplode Caroline e se non fosse già morta penso che sarebbe sull'orlo di un tracollo coronarico.
Damon è evidentemente divertito e guardandolo da fuori capisco che sta cercando di mettere zizzania tra tutti noi solo per levarsi dall'impiccio: «Se non volete rischiare...»
«No!» urlo cercando di sovrastare il loro battibecco mettendomi in mezzo.
«Qualsiasi siano i suoi metodi funzioneranno di più se tu li temi tanto.» dico guardando Caroline, «Tira fuori pure il peggio di te. Non mi spavento facilmente. Non più.»
Damon assottiglia lo sguardo guardandomi forse per la prima volta nell'arco di nove anni.
«Elena...» mi chiama Caroline tentando di dissuadermi ma non è una decisione presa sul momento. È qualcosa che ho progettato con molta cura e sono sempre stata consapevole dell'imprevedibilità di Damon ma soprattutto della sua reputazione.
Katherine non si farà uccidere facilmente, non mi sta aspettando per essere impalettata tranquillamente proprio da me per prendermi la mia vendetta. Ha sempre lottato per la sua vita e per rimanere in vita, scappa in continuazione sfuggendo addirittura a Klaus e a tutti i vampiri a lui leali.
Non posso permettermi di sottovalutarla o sfuggire ad un allenamento massacrante con Damon solo perché mi porterà costantemente al limite delle mie capacità...Devo farlo.
«Sono pronta»
Si morde il labbro inferiore corrugando appena le sopracciglia. «Come vuoi» acconsente alla fine prendendomi per un braccio e tirandomi fuori nel corridoio fino a raggiungere camera mia seguiti a rotta di collo da Caroline che ci insegue come un falco.
«Ehy! Come facevi a sapere dov'era?»
Rotea gli occhi all'indietro sbuffando prima di farsi da parte per far entrare Caroline.
«Ancora domande stupide?» sbotta ricambiando lo sguardo omicida che gli sta rivolgendo da quando è entrata, «Arricciale i capelli»
«No!» replica immediatamente Caroline.
«Come?» domando spiazzata dalla sua richiesta. «Perché?»
Pensavo di aver chiesto un vampiro, non un cambio di look.
«Fallo» ordina Damon ignorandomi platealmente. Dev'essere diventato di moda ignorarmi.
«E magari anche un trucco da gatta, giusto?» sibila Caroline digrignando i denti.
Accenna un sorriso sghembo prima di buttarsi sul letto in attesa: «Caroline Forbes, hai iniziato a leggere nel pensiero?»
«Se tornerà a casa anche solo con un graffio...ti giuro che il mondo per te diventerà molto piccolo» lo minaccia prima di mettermi seduta di fronte alla specchiera iniziando a suddividermi i capelli prima di arricciarli velocemente sotto lo sguardo attento di Damon che non si perde una sola mossa.
«Voglio vedere come te la cavi questa sera. Andremo a fare una piccola battuta di caccia» sghignazza pensando probabilmente di mettermi in difficoltà.
Caroline continua a scuotere la testa infastidita dalla sua presenza, «Tutta una scusa per andarti ad ubriacare in qualche squallido locale di terz'ordine»
I nostri sguardi si incrociano per un breve istante ma stavolta tocca a me abbassare lo sguardo imbarazzata dal suo sguardo. Per la prima volta mi ritrovo a pregare di vederlo uscire presto dalla stanza per tornare a respirare normalmente, ma non sembra volersene andare nemmeno quando Caroline spulcia nel mio guardaroba alla ricerca di vestiti "adatti"per il piano di Damon che alla fine sembra comprendere solo lei.
«Esci!» gli ordina lanciandogli una spazzola che afferra al volo. Si stringe nelle spalle uscendo proprio mentre Caroline inizia a truccarmi pesantemente gli occhi.
«C'è qualcosa che non mi stai dicendo?» le domando guardando la sua reazione perché sembra sempre sul punto di dire qualcosa e mordersi la lingua un secondo dopo.
Quello che però non mi aspettavo era di assistere ad una vera e propria sfuriata: «Sì. Non approvo. Non approvo per nulla e voglio che in qualche modo rimani scottata dai suoi metodi così tornerai in te e lo lascerai perdere una volta per tutte!»
«"Lo"?» ripeto.
«Elena ne sei come ossessionata! Fin da quando ti conosco hai sempre cercato un modo di attirare la sua attenzione o stanarlo a casa Salvatore. L'unica cosa che ha fatto di buono fino adesso è stata quella di girarti al largo il più possibile!»
La guardo spiazzata ritrovandomi senza parole. Scuote le spalle lasciando cadere il discorso e facendomi voltare verso lo specchio a muro dove vedo un'immagine totalmente diversa di me stessa, più aggressiva e...sexy?
Caroline mi ha fatto indossare un paio di jeans neri aderenti con un top molto scollato del medesimo colore coprendomi le spalle con un giubotto anch'esso nero. Per non farmi mancare proprio niente mi ha addirittura messo ai piedi un paio di altissimi stivaletti, dubito che sia l'abbigliamento più appropriato per andare a caccia.
«E tutto questo a cosa dovrebbe servire?» domando con un filo di voce ancora spiazzata dalla sua reazione eccessiva.
«Devo ancora capire se ti vuole proteggere o metterti alle calcagna ogni vampiro che incontrerete.»




Ed eccomi di nuovo qui con il secondo capitolo!
Finalmente è arrivato Damon e immagino che già molti di voi hanno sentito puzza di bruciato...giustamente! XD
Devo ringraziarvi tanto per l'accoglienza che avete dato a questa storia, sono emozionata di intraprendere questo nuovo viaggio con voi e spero che pian piano anche i più timidi si faranno avanti ;) ringrazio infinitamente chi ha dato una chance a questa storia inserendola già tra le preferite o nelle seguite (mi fate commuovere così!) , ai lettori silenziosi e a chi ovviamente ha già commentato esprimendomi le prime opinioni ^^
Spero di non deludervi e di ritrovarvi di volta in volta
Un bacione e al prossimo capitolo =D







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Capitolo 4
*** Hunt ***


BTE


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CAPITOLO 3


«Se mi volessi morta lo sarei già.»
Mi lancia solo una breve occhiata mentre ci dirigiamo verso il pub che dovrebbe contenere almeno qualche vampiro: «Sì, lo saresti»
«Ma non lo sono» constato cercando di darmi un tono.
«Non ancora.» replica mostrando i denti per coprirli subito dopo.
Arrivo alla porta con i nervi ancora più tesi di quando siamo usciti fuori dalla zona di Mystic Falls, decisamente molto più lontano di quanto Klaus mi permettesse di andare. Come se fuori dalla cittadina avrei potuto incontrare Katherine dietro ogni singolo angolo, cosa che alla fine spero, ecco perché non ho aperto bocca quando Damon ha illustrato il suo semplice quanto efficace piano.
«Masticale per tutto il tempo, ti impediranno di essere soggiogata. Sai come funziona il gioco, faglielo credere, penseranno di avere una preda facile.» mi spiega tirando fuori un fazzoletto contenente delle foglie di verbena.
Le metto in bocca iniziando a masticarle velocemente per poter iniziare il più velocemente possibile questa prova. Mi sposta leggermente la giacca di pelle guardando i due paletti che uso di solito con Elijah: «Dovrai essere veloce.»
«Lo sono.» mi difendo mettendogliene uno a contatto con lo stomaco.
«Questo non lo ucciderà»
«Ma rallenta i suoi movimenti quel tanto che basta da estrarre di nuovo il paletto e ficcarglielo nel cuore» gli spiego. Fa spallucce disinteressato guardandosi intorno.
«Ho già ucciso dei vampiri»
«Oh immagino come...» mi schernisce invitandomi a prendere un'altra foglia di verbena finendo così la sua scorta. «Con mamma chioccia pronta a mettersi in mezzo. Non hai mai sentito la vera paura scorrerti nelle vene, l'adrenalina che inizia a circolare nel sangue obbligandoti a scappare o a reagire per metterti in salvo.
Sei stata cresciuta dai vampiri...non li temi. E non lo farai mai.»
«Un vampiro ha ucciso i miei genitori.» sibilo. Mi sorprendo di come si sia potuto scordare quella fatidica notte in cui mi hanno trovato tra la verbena nella cantina di casa, e dire che è stato proprio lui a trascinarmi fuori da lì sfidando la naturale repulsione dei vampiri per quella pianta.
Eppure dovrebbe ricordarsi di come all'inizio sia stato l'unico che riusciva ad avvicinarsi a me, l'unico a cui permettevo di prendersi cura di me...in qualche modo la storia si sta ripetendo.
«Com'è quell'erba ora?» domanda lasciando cadere il discorso.
Una cosa che ho imparato bene è la loro assoluta indifferenza per i sentimenti umani e il loro egoismo, più passano gli anni, più sembrano scordarsi di essere stati a loro volta degli umani.
«Poltiglia.» rispondo mandando giù un po' di saliva mista alla verbena.
Fa qualche passo verso di me con fare predatorio mettendosi esattamente davanti a me.
«Ora facciamo un piccolo test...» sussurra prendendomi il mento tre due dita e obbligandomi a guardarlo, o forse più a obbligare sé stesso a farlo. «Tanto per vedere se sei pronta per quei cattivoni dentro il locale.»
Le sue pupille si allargano iniziando la sua influenza sulla mia psiche, «Baciami.»
Sollevo una mano quel tanto che basta da permettermi di afferrare i capelli sulla nuca tirandolo leggermente verso di me con una calma quasi esasperante mentre sento i suoi muscoli irrigidirsi sotto il mio tocco dimostrandomi del tutto rapita da lui e dal suo comando.
«Damon...» sospiro.
È una lenta e calcolata discesa verso le mie labbra che stoppo ad un respiro di distanza: «Vedi? Posso cavarmela egregiamente senza che loro si accorgano di nulla» dico articolando velocemente la frase per evitare di mostrargli quanto in realtà questa prova di forza sia stata destabilizzante.
«Allora aumento la tua resistenza a cinque minuti. Non uno di più»
«Scommetti contro?» gli domando indispettita.
«Almeno so di vincere» mi provoca aprendo la porta del pub facendomi passare. Il locale ospita la più ampia sfaccettatura di clienti, dai più giovani a quelli più anziani messi in un angolo a parlare dei vecchi tempi davanti a una birra e un mazzo di carte.
Mi volto verso Damon ma, e forse me lo aspettavo, non lo trovo accanto a me. Inizio quasi a pensare che non sia nemmeno entrato.
"Forza Elena, dimostragli quello che sai fare", mi ripeto all'infinito mentre attraverso il locale raggiungendo il bancone per ordinare il mio drink ovviamente analcolico. Devo rimanre lucida ma devo sembrare anche abbastanza vulnerabile da attirare qualche stupido vampiro alla ricerca di un po' di sangue facile.
Cerco di guardarmi intorno alla ricerca di una potenziale vittima accorgendomi nel contempo di avere alcuni occhi puntati addosso, ma sono in qualche modo...diversi.
Mi stanno valutando? Hanno capito il mio bluff e verranno già preparati? O Damon gli ha avvertiti per mettermi i bastoni nelle ruote?
Prendo un respiro profondo arrivando così a toccare di più i paletti che mi danno al solo contatto una maggiore tranquillità; sempre meglio di essere consapevoli di essere totalmente inermi.
Faccio scorrere nuovamente lo sguardo tra i presenti nel pub alla ricerca di Damon accorgendomi però di essere veramente rimasta sola. Potrebbe essersene anche andato...

«Elena?» mi chiama qualcuno da dietro. «Elena Gilbert?»
Sussulto sentendo un cognome che ormai non uso più da anni. Sollevo lo sguardo verso il barista che si rivela essere un ragazzone biondo con grandi labbra e uno sguardo da bravo ragazzo.
Il classico boyscout con il corpo di un giocatore di football.
«Matt!» esordisce sfoderando probabilmente il suo miglior sorriso, «Matt Donovan!»
«Abbiamo fatto le elementari e le medie insieme!» aggiunge come se questo potesse farmi ricordare di lui improvvisamente.
«Scusami, non...non riesco proprio a ricordare quei giorni»
Ed è così. La mia mente si focalizza solamente sui ricordi legati prettamente la famiglia dando una cancellata con una spugna a tutto il contorno eppure ero qualcuno prima di essere la povera bambina con i genitori morti.
Avevo una vita normale prima dell'arrivo dei vampiri nella mia vita. Ero Elena Gilbert e quella parte di me è sotterrata da qualche parte tenuta al sicuro dal cognome Mikaelson, una garanzia e una sicurezza che quella bambina è protetta.
È la prima volta che me ne rendo realmente conto e Damon -anche se non voglio ammetterlo- ha ragione, non riesco a vedere i vampiri come delle vere minacce perché Klaus mi tiene sotto la sua campana di vetro dove ogni vampiro che prova anche solo ad avvicinarmi è tenuto sotto strettissimo controllo. Da quando i Salvatore mi hanno tratto in salvo non ho mai dovuto preoccuparmi di nessun vampiro nonostante i continui insegnamenti dei miei genitori...forse in qualche modo li ho traditi.
«E qualche corso al liceo.» continua irrompendo nei miei pensieri.
Sorride timidamente buttandosi lo strofinaccio sulla spalla. «Tranquilla» mi rassicura facendomi sentire ancora di più una persona orribile.
«Storia, giusto?» provo ricordando una testa bionda vicino alle finestre dove di solito il mio sguardo vaga agognando l'aria aperta.
Il suo sguardo si illumina e capisco di aver fatto centro.
«Ehy!» lo chiama un cliente dall'altro capo del bancone.
«Rimani qui, arrivo subito!» dice allontanandosi con un sorriso smagliante sulle labbra.
Prendo un respiro profondo tornando a masticare la verbena quando un'ombra nera sulla sinistra mi affianca. «Pensavo che gli umani non fossero sulla lista» sbuffa Damon buttando giù l'ultimo sorso di liquore.
«Forse sulla tua.» sbotto sentendo gli occhi di Matt da lontano.
Arriccia il naso guardandosi intorno con disinteresse, «E quello?»
«Uno del mio liceo»
«Non va affatto bene.» replica prendendomi per un braccio obbligandomi a scendere dallo sgabello.
«Ehy!» mi lamento trovando l'equilibrio sui tacchi.
«Cambio piano.» dice trascinandomi fuori.
«Perché?»
«Ti conosce. Non può vederti con un vampiro che dovresti uccidere poco dopo!» dice trascinandomi fuori nel parcheggio. Volto la testa quel tanto che basta da incrociare lo sguardo di Matt che aveva già fatto il giro del bancone per sincerarsi che andasse tutto bene.
Lo tranquillizzo con un gesto della mano ottenendo un altro strattone da parte di Damon scocciato dal nostro inseguitore.
Una volta arrivati alla macchina tira fuori un coltello dalla tasca porgendomelo.
«Tagliati»
Strabuzzo gli occhi guardando prima lui poi la lama: «Stai scherzando?»
«Un taglio. Sul braccio, non interferirà con le tue capacità e attirerà i vampiri.» mi spiega dimostrandosi abbastanza contrariato dalla mia reticenza. Come se fosse una cosa del tutto normale o da sani di mente squarciarsi un braccio per attirare il più possibile dei vampiri a caccia.
«O lo fai o ce ne torniamo a casa e chiudiamo qui»
Gli sfilo il coltello dalle mani alzando la manica del giubotto quel tanto che basta da scoprire una buona porzione di braccio tentando di farmi inutilmente coraggio per appoggiare la lama sulla carne. «Un aiutino?»
«Potrei usare troppa forza e reciderti il braccio, non hai paura che abbia uno scatto della famosa follia che mi contraddistingue dal mio fratellino?» mi provoca sfilandomi velocemente il coltello dalle mani provocandomi un lieve graffio sulla mano sinistra da cui iniziano a sgorgare delle piccole gocce di sangue.
«Non lo farai» replico senza scompormi.
Raddrizza le spalle guardandomi bene dall'alto della sua statura: «Sembri esserne piuttosto sicura»
«Non mi hai uccisa o ferita nove anni fa. Non lo farai nemmeno ora.» dico porgendogli il braccio.
Inspira profondamente e per un attimo il suo sguardo muta diventando quello di un vampiro; un attimo ma sono più che sufficienti per ricordarmi la sua vera natura.
«Quello può bastare» mormora guardando la lieve ferita sul mio palmo prima di abbassarsi per afferrare qualcosa da sotto la macchina. Estrae una bottiglia di birra aprendola facendo saltare il tappo di metallo.
«Rimani nei paraggi del bar, fiuteranno presto la tua scia.» mi spiega allungandomi la bottiglia.
«E tu?»
Dondola appena sui piedi prima di fare qualche passo indietro: «Non sarò mai troppo lontano.»
Scompare quasi subito dopo andando probabilmente a celare la sua presenza per non insospettire altri vampiri che potrebbero sentire la puzza di bruciato.
Torno indietro verso la porta camminando poi lentamente sulla strada che costeggia il bosco. Non voglio dovermi preoccupare di possibili spettatori umani e i vampiri dovrebbero vedermi come un pasto comodo e veloce.
Continuo a camminare in cerchio sulla strada formando un grosso ovale in modo da intensificare la scia aumentando il loro appetito. Il gracchiare di un corvo mi fa sussultare trovandolo poco dopo appollaiato sul ramo più esterno di un albero che si protende verso la strada su cui in pratica sto creando un solco.
Pensavo si sarebbero precipitati rispondendo al richiamo del sangue.
«Scappa finchè puoi!» esclamo verso l'uccello enfatizzando le parole con un gesto del braccio. Mi ricordo che a volte Stefan si nutriva di animali, non mi ricordo se in quella sua strana dieta erano nel menù anche loro, ma non vorrei che l'unica sorta di animale domestico che possiedo finisse tra le fauci di qualche vampiro.
Mi fissa inclinando la testa da una parte all'altra più volte prima di emettere nuovamente il suo fastidiosissimo verso. «Fai come vuoi» borbotto dandogli le spalle per continuare il mio stupido percorso in attesa di qualche vampiro abbastanza affamato da provare a mangiarmi.
«Hai fatto un grosso errore a tornare qui.»
Mi volto trovandomi di fronte un ragazzo apparentemente gracile ma che in realtà nasconde la forza di un vampiro, l'unico motivo per cui uno simile dovrebbe aggirarsi per queste strade.
«Come?» gli domando cercando di guadagnare tempo e prepararmi all'inevitabile scontro. È la prima volta che assisto ad un approccio così diretto, di solito sono più sottili e intervengono sulla psiche per non innescare una "caccia ai vampiri".
Potrebbe piacergli il gusto dell'adrenalina e il gioco della caccia.
«Potrei portarti da Rose e ricevere la mia ricompensa» sghignazza aqquattandosi come se fosse un felino pronto ad uno scontro.
«Cosa diavolo stai dicendo?» sibilo iniziando a sentire gli effetti dell'adrenalina nel corpo che mi renderanno più svelta nelle azioni.
Ride di gusto cercando di girarmi intorno: «Per una che continua a scappare sei poco informata sui tuoi inseguitori...»
«Katherine?»
Il suo nome esce fuori così facilmente dalle mie labbra che forse contagio il vampiro che sgrana gli occhi guardandomi confuso. «A che gioco stai giocando?» ringhia mostrandomi il suo volto trasformato dalla sete di sangue.
Percepisco solo l'improvviso cambiamento dell'aria e in un misero battito di ciglia il vampiro sarebbe arrivato dritto a me se non fosse per l'intercessione di un altro vampiro tra di noi che riesce a bloccare la sua roccambolesca avanzata impalettandolo direttamente al cuore. Stefan.
Si sbarazza velocemente del corpo buttandolo oltre il ciglio della strada ben nascosto dagli alberi e dagli sguardi dei possibili passanti in automobile prima di voltarsi verso di me con quello sguardo che deluso che ogni volta mi fa sentire di averlo tradito.
«Avevo la situazione sotto controllo.»
Non è arrabbiato, di più.
Mi guarda abbassando subito dopo lo sguardo verso la ferita aperta nel palmo della mano bloccando l'impulso a respirare come fa ogni volta che c'è di mezzo del sangue che per lui è particolarmente appettibile. Una volta mi ha confessato che il profumo del mio gli causava non pochi problemi.
«E Damon è qui.» aggiungo guardandomi intorno sperando di vederlo spuntare da un momento all'altro, anche Stefan si guarda intorno fermando lo sguardo verso il mio corvo rimasto appollaiato sull'albero ad assistere al mio fallimento.
«Non mangiare il mio corvo» lo supplico bisbigliando leggermente imbarazzata dalla richiesta.
Si volta guardandomi sorpreso incrociando le braccia al petto: «Il tuo...corvo?»
Annuisco sentendo l'irresistibile voglia di sprofondare sotto terra pur di evitare il suo sguardo indagatore. «È molto intelligente»
«Oh, lo immagino» mormora voltandosi verso l'uccello che inizia a gracchiare.
«Da quanto...» inizia prendendosi come del tempo per completare la domanda, «Hai un corvo?»
«Sempre?» rispondo cercando di ricordare il vero primo momento in cui mi sono accorta che mi seguiva e che era sempre lo stesso corvo.
Inarca le sopracciglia guardando l'asfalto. «Andiamo a casa. Per stasera c'è stato abbastanza movimento» dice prendendomi per un braccio ma la sua presa è talmente blanda che riesco facilmente a liberarmi.
«Non ho finito. Siamo qui per un motivo, non mi preparerà se non ucciderò un vampiro stanotte» gli spiego facendo un passo indietro. Ci possono essere altri vampiri nelle vicinanze.
«Ti ha usato Elena!» sbraita infiammandosi. «Ti ha usato come esca per Katherine!»
«No» bisbisglio confusa.
«È quello che fa!» ringhia venendomi incontro, «Non credere che con te sarà minimamente diverso. Si approfitta delle persone e le manipola a suo piacimento.»
«Non mi ha manipolato» lo difendo. Sono stata io in realtà a intrappolarlo in questo compito e lui ha fin da subito dimostrato di essere disintiressato al mio destino.
«No? E questa messinscena?» chiede prendendomi un boccolo tra le dita.
«Non è una messinscena. Sono sempre io.»
Corruga un attimo la fronte perso in chissà quali pensieri.
«Ti prego, ora andiamo avanti...ci saranno altre notte dove potrai fare la cacciatrice.»



Eccomi di nuovo qui!
scusatemi per l'attesa ma ho dovuto prepare un esame e non avevo davvero tempo per finire il capito anche se era pronto per l'ottanta%. Spero vi sia piaciuto ^^
Abbiamo scoperto che Elena ha adottato il cognome di Klaus, forse perché lui credeva che sarebbe stata più al sicuro? e che il corvo ha fatto sempre parte della sua vita =3
Cosa ne pensate del comportamento di Damon?
Alla fine sappiamo bene perché l'ha..."trasformata" per andare in quel locale. Aveva ragione Katherine a domandarsi se la voleva proteggere facendole impersonare una vampira temuta o per metterla ancora di più in difficoltà mettendole alle calcagna i vampiri che stanno cercando Katherine per ingraziarsi Klaus...cosa ne pensate?
lasciatemi un commentino-ino-ino *modalità Ned Flanders??* ahahah

ps: per chi volesse leggere degli spoiler sulla storia può cercarmi su FB: Valentina Purelove. ^^

Al prossimo capitolo
un bacione enorme e grazie ^^

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Capitolo 5
*** Inconvenient Truth ***


BTE


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CAPITOLO 4

Accosto la finestra quel tanto che basta da lasciar entrare il corvo nel caso si ripresenti; infondo è quello che si merita Damon dopo avermi mollato come una stupida in mezzo a una strada deserta lasciando che Stefan interferisse e mi portasse via.
Spero soltanto che il corvo si ripresenti e inizi a fare un po' di casino nella sua stanza super perfetta.
Non volevo tornare da Klaus e nemmeno da Caroline, odierei dover affrontare i loro sguardi alla "te lo avevo detto" che sicuramente mi avrebbero riservato al mio rientro.
È già abbastanza difficile sopportare Stefan con il suo cipiglio e lo sguardo tormentato che continuano a farmi sentire in colpa, come se tutto dipendesse esclusivamente da me.
«Pensi di trasferirti in pianta stabile qui?» chiede Stefan appoggiandosi allo stipite della porta.
Mi stringo nelle spalle cercando con lo sguardo qualsiasi presenza del corvo. Stavolta gli lascerò fare tutto quello che vuole in questa stupida camera.
«È un problema?» replico più duramente di quanto si meriti in realtà.
Fa spallucce, «Hai sempre passato più tempo qui che in qualsiasi altra parte della casa»
«E con questo?»
«Non farti coinvolgere troppo da lui. Tende a distruggere le persone» mi mette sull'avviso forse per la millesima volta nei confronti di suo fratello. Non c'è nessuno, e dico proprio nessuno che ha una buona parola per lui. Mi sembra un cane continuamente bastonato che ricambia morsicando chiunque gli si avvicini.
«Lo odiate. Lo so.» sbuffo lanciandomi al centro del letto. Quando tornerà voglio essere qui per impalettarlo come si deve e riavere la mia rivincita. Non lo ucciderò ma gli farà male e questo tanto mi basta da prendermi la mia piccola vendetta, poi per amplificarla ancora di più, continuerò ad obbligarlo a prepararmi per Katherine.
Alza le braccia in segno di resa andandosene e lasciandomi finalmente da sola. Per ripicca inizio anche a saltare sul letto con le scarpe in modo da vederlo andare fuori di testa quando tornerà e penserà di rientrare comodo comodo nella sua camera. Il gracchiare del corvo mi spaventa così tanto da farmi cadere di schiena sul materasso.
Gli lancio un'occhiataccia per avermi interrotto poco prima di vederlo zampettare sulla finestra come se non sapesse cosa fare. Effettivamente non mi ricordo come abbia fatto ad uscire o per quanto tempo è rimasto prima di trovare una scappatoia; probabilmente ha paura di rimanere un'altra volta intrappollato.
«Entra.» lo invito, «Entra e distruggi tutto quello che vuoi in questa stanza. Se lo merita»
Prendo il libro lasciato sul comodino e lo getto a terra verso la televisione. Vorrei urlare per il nervoso e per la figura da idiota che mi ha fatto fare Damon di fronte a suo fratello.
Immagino già Stefan raccontare tutto a Klaus che come al solito pur di proteggermi, farà in modo che non veda un paletto nemmeno da lontano o che Damon si avvicini.
Purtroppo la camera è decisamente più spoglia rispetto a quella di suo fratello, così ben presto finisco per ritrovarmi con le mani in mano guardando il corvo che si è deciso finalmente ad entrare appollaiandosi sopra la mensola del camino.
Forse anche lui ha capito che può aiutarmi ben poco: «Sei l'unico che mi capisce qui dentro.»
Inclina la testa da destra a sinistra fissandomi con i suoi grandi occhioni neri. «Più o meno.» aggiungo sorridendo tra me e me.
Mi sistemo meglio sul letto ammassando i cuscini dietro la schiena, non ho intenzione di andarmene prima del suo ritorno e se vuol dire che dovrò rimanere a casa Salvatore per giorni interi, allora accetto la sfida. Purtroppo mi ritrovo a cedere ben presto alla stanchezza appisolandomi.



«Sei il mio tormento personale, vero?»
Apro gli occhi lentamente cercando di abituarmi alla luce che irrompe dalla finestra specchiandomi però negli occhi glaciali di Damon che mi scrutano dall'alto fermandomi quasi il respiro.
Con uno scatto cerco di schiaffeggiarlo ma ancora una volta lui è più veloce e riesce facilmente a bloccare il colpo imprigionandomi la mano nella sua. «E questo? Per cos'è?»
«Mi hai lasciato nel bosco da sola. Stefan è arrivato e mi ha portato qui» sibilo contrariata cercando di liberarmi dalla sua presa. Mi tiene facilmente bloccata sotto di lui intrappollandomi tra le sue ginocchia e sono del tutto inutili i tentativi di spostarlo.
«Oh, non sapevo di avere a che fare con cappuccetto rosso. Il grande lupo cattivo dovrebbe essere mio fratello?» mi prende in giro bloccandomi i polsi sopra alla testa fermando così la mia "tempesta" di pugni. Non sto dando proprio l'idea di una persona che potrebbe sconfiggere un vampiro, ma la sottile differenza è che -a dispetto di come mi sentivo qualche ora fa- non riesco a tollerare l'idea di vedere lui o a Stefan soffrire a causa mia, in qualsiasi modo.
«No, quello sei tu» sibilo dando un altro strattone.
Stringe le labbra guardando per alcuni secondi le mie labbra: «Per una volta hai ragione.»
«E tu che scusa per quello che hai fatto qui?» aggiunge poco dopo stringendo appena la presa.
«È quello che ti meriti dopo ieri notte!» esclamo sollevandomi quel tanto che mi permette di fare la posizione per fronteggiarlo meglio, ma è ovvio che detiene ancora una posizione di dominanza e mi ributta facilmente indietro sul cuscino.
«Allora lo schiaffo per cos'era?» domanda toccandosi la mascella che non sono riuscita nemmeno a sfiorare ma sembra leggermi nella mente perché subito dopo si affretta ad aggiungere con uno dei suoi sorrisi migliori: «Punisco anche l'intenzione.»
«Questo vuol dire che sei in debito e c'è un solo modo per farti perdonare...» sussurra piegandosi verso di me e sfiorandomi il collo con il naso. Sento il suo respiro sulla pelle bruciarmi nelle vene e il mio corpo agognare molto di più di quello che mi è possibile desiderare.
Mi tendo involontariamente verso di lui sciogliendomi ad ogni suo respiro e opponendo sempre meno resistenza fino ad arrivare ad una completa resa.
«Delizioso» sussurra sulla giugolare facendomi propendere verso di lui offrendogli il collo.
Sento i suoi denti strisciare lungo il collo mentre il mio cuore batte furiosamente amplificando molto di più l'odore del mio sangue. Lo sento mugolare soddisfatto aderendo per la prima volta contro il mio corpo lasciandomi in trepidante attesa di sentire i suoi denti affondare nella carne.
«Fallo» bisbiglio sentendo il mio corpo liquefarsi.
«Stavolta chi è stato fregato?» esulta alzandosi velocemente tenendomi ugualmente con le ginocchia ferma sul letto. Impiego qualche secondo prima di elaborare le sue parole e in quel momento vorrei solo sprofondare sotto terra. La mia mente continua a farmi rivivere il momento in cui ho ceduto con quella voce languida contro la quale non posso difendermi.
Sogghigna vittorioso prendendosi la sua dannata rivincita, prendendomi a sberle mentalmente mi siedo guardandolo bene negli occhi ripensando come questa sia comunque una piccola vincita.
«Bene!» esclamo come se la cosa non mi avesse toccato minimamente, «Ora che siamo pari forse potremo fare i seri e concentrarci su Katherine.»
Se prima i suoi occhi erano vispi e divertiti, ora si fanno più cupi creando una barriera invisibile tra di noi che tuttavia riesco chiaramente a sentire.
«Cos'è che mi stai nascondendo?»
«Elena Elizabeth Morrow Gilbert!» urla Caroline spalancando la porta della stanza entrando come una furia. Damon è abbastanza furbo da usare la sua velocità per portarsi da andare dall'altra parte della camera vicino alla finestra.
Caroline può anche sembrare una bambola con fattezze umane ma riesce a trasformarsi in pochissimi secondi in un vero e proprio carro armato e nonostante sia decisamente più giovane di Damon, se fossi in lui non la sottovaluterei troppo. Dà anima e corpo per difendere i propri amici e sulla sua lista io occupo un bel primo posto, aggiungerei purtroppo in questo caso.
«Hai passato qui tutta la notte?» sbotta mettendosi le mani sui fianchi arrabbiata.
«Barbie calmati, è al sicuro qui. Non le è successo nulla» interviene Damon cercando nel suo particolarissimo modo di calmarla.
Si avvicina a grandi falcate verso il letto squadrandomi da capo a piedi notando purtroppo la breve striscia rosa sul palmo della mia mano. «E questa?» sbraita guardando in cagnesco Damon con ancora la mia mano.
«Sono caduta. Colpa mia.» mi affretto a dire cercando di calmarla. Se non fosse già morta sarebbe sul punto di farsi venire un infarto.
«Possiamo risolverla facilmente...» dice Damon azzannandosi il polso da cui inizia a sgorgare del sangue.
«Non ci provare.» sibila tirandomi giù dal letto. «Faremo tardi a lezione. Muoviamoci.»
Riesco solo a guardarlo di sfuggita prima di venire trascinata a rotta di collo fuori dalla casa e possibilmente il più lontana possibile dal maggiore dei Salvatore.
Saliamo sulla sua macchina in religioso silenzio, so che si sta trattenendo dal farmi una delle sue romanzine e per questo gliene sono grata e, beh, una piccola parte la ringrazia anche per avermi tirato fuori da quel momento imbarazzante.
«Pensavo saresti tornata.» dice aprendomi lo sportellino del cruscotto rivelandomi così tutto il contenuto per sistemarmi e togliermi l'alone nero sotto gli occhi. Guardando il mio riflesso nello specchietto ricevo un altro schiaffo mentale per essermi sentita minimamente desiderabile.
«Damon è restio a collaborare.» sbuffo saltando sul sedile posteriore per cambiarmi velocemente i vestiti fin tanto siamo isolate.
«E questo cosa vorrebbe dire? Che senso ha mettersi nel suo letto?»
Bene. È entrata nella modalità schizzofrenica. «Lo stavo aspettando e mi sono addormentata.»
Sospira pesantemente immettendosi sulla strada principale. Non mi chiede altro ma è chiaro cosa le sta frullando per la testa, è preoccupata e non c'è nulla che possa fare per calmarla. Anzi, forse sì se solo lasciassi perdere sia Katherine che Damon.
Quando arriviamo al parcheggio incontriamo subito Stefan, ha deciso di unirsi a noi durante il periodo del liceo in caso Katherine si facesse viva dato che non ho modo di riconoscerla. Non ci sono fote di lei nè suoi ritratti dell'epoca in cui è arrivata qui in America. Nulla di nulla.
Le sue descrizione da parte di chi l'ha realmente conosciuta sono un punto morto, potrebbe essere chiunque ed è proprio questo il pericolo per me.
Se mi trovasse e non fossi preparata non avrei nemmeno un briciolo di speranza.
Si può dire che ho solo un nome: Katherine Petrova.
Stefan si avvicina sorridendomi raggiante allungandomi il caffè con un muffin nella busta bianca ma poco prima di passarmi il sacchetto vedo il suo sguardo superarmi puntando in un punto dietro di me. Mi volto automaticamente fremendo rirovandomi a fissare un uomo dai capelli ricci che ci sta fissando apertamente sfoggiando un sorriso smagliante.
«Vampiro?» sussurro mentre i miei due amici mi affiancano dandogli un chiaro segnale. Con la coda dell'occhio vedo Stefan scuotere lentamente la testa sostenendo lo sguardo dell'intruso.
L'uomo dondola per un attimo sui piedi ficcandosi le mani in tasca senza mai smettere di sorriderci, è una sfida. Ci sta provocando e non capisco il motivo per cui loro rimangono fermi, quasi paralizzati al loro posto.
«Sai chi è?» domanda Stefan a Caroline ma dal suo tono capisco che conosce già la risposta.
«Sì.»
Alza il braccio salutandoci da lontano prima di allontanarsi tranquillamente salendo su un SUV nero guidato da un ragazzo che probabilmente deve avere la nostra età.
«Chi sono?» chiedo attaccandomi al suo giubotto per richiamare l'attenzione di Stefan.
«È qui.» m'interrompe Caroline iniziando a guardarsi intorno agitata. «Dobbiamo chiamare Klaus.»
«No.» replica pacatamente lui evitando di attirare attenzione su di noi. «Sta giocando.»
«Katherine?» azzardo sentendo un nodo allo stomaco. È qui, è arrivata per me. Sento l'adrenalina iniziare a scorrermi nelle vene e il mio corpo iniziare a prepararsi come se dovessi scattare da un momento all'altro.
Non rispondono ma il loro sguardo è abbastanza chiaro.
«Devo andare» bisbiglia Stefan iniziando a trafficare con il suo cellulare.
«Cosa?» esplode Caroline piazzandosi davanti a lui. «Sei impazzito?»
«Non ti preoccupare. Se la conosco bene starà andando da mio fratello.» tenta di rassicurarla provocando invece a me una fitta allo stomaco. «Ed Elena è sicuramente più al sicuro in questo momento con noi due lontano.»
«Non possiamo più fidarci di lui!» esplode fermandolo nuovamente mettendogli una mano sul petto. Stefan ruota la testa verso di me prima di tornare a guardare nella sua direzione.
«È mio fratello»
«E quella è Katherine. Lo sai bene l'effetto che ha su di lui.» gli ricorda e per me è come ricevere dei calci in pieno stomaco leggendoci dietro i loro silenzi e le loro parole non dette molto più di quello che in realtà vorrebbero che sapessi.
"L'effetto che ha su di lui", Damon è innamorato di lei, penso trattenendo le lacrime. Ecco perché l'odio per lui, ecco perché si è sempre tenuto lontano da Klaus e dal suo stesso fratello.
Non mi vuole addestrare per sconfiggere Katherine perché questo mi permetterebbe di avere una chance di ucciderla e lui non vuole perderla.
E se fosse stato tutti questi anni insieme a lei? Quando Klaus l'ha chiamato per me, l'ha portata con sé e ora troverà il modo per finire il lavoro iniziato anni fa.
Guardo Stefan e Caroline parlottare senza afferrare una sola parole sentendo la testa girare al ricordo del mio risveglio e di come mi sono sentita ogni volta che incrociavo il suo sguardo anche solo per sbaglio quando lui cercava in tutto e per tutto di evitare di guardarmi.
Ammissione di colpevolezza, ecco cos'era quel distacco.
Stefan si allontana fino alla sua macchina sfrecciando via velocemente dal parcheggio della scuola.
«Lei sa chi sono...» sussurro guardandomi intorno e tenendomi strette le braccia intorno al corpo come se quel gesto potesse creare una barriera tra me e il mondo esterno.
Stupida, sciocca, Elena.
Per la prima volta affronto una scomoda realtà: morirò e sarà per mano di Katherine.


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Capitolo 6
*** The Servant of Nature ***


BTE


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CAPITOLO 5


La villa di Klaus brulica di persone ma nello stesso tempo non è mai stata così silenziosa come lo è ora. Si avverte l'aspettativa che è nell'animo dei presenti, pronti a proteggere il loro leader ad ogni costo e quella sottospecie di figlia che si ritrova, ossia la sottoscritta.
Stefan, che prima passava la maggior parte del tempo qui, è scomparso da più di tre giorni e con lui Caroline che per ovvi motivi preferisce rimanere accanto al proprio creatore in un momento del genere piuttosto che fare da balia ad una ragazzina. Quello che mi sorprende però è la calma di Klaus -capisco che la sua duplice natura lo protegga da qualsiasi minaccia, ma credo di scorgere qualcosa di più profondo dietro quegli occhi, una trepidante attesa.
Come se sapesse che all'arrivo di Katherine mancano soltanto una manciata di minuti.
Andare a scuola invece si è rivelato essere più difficile di quanto pensassi. Senza Caroline e Stefan sono seguita dagli ibridi di Klaus e sono strettamente sotto il loro sguardo mentre un altro gruppo si diverte a setacciare l'intero edificio scolastico alla ricerca di qualche intruso. Almeno si sono evitati l'iscrizione al liceo, ma dubito che sarà così ancora per molto. Alla minima avvisaglia Klaus aumenterà le misure di sicurezza e forse in quel caso non mi sarà nemmeno permesso di tornare a scuola, perfino la strega di Klaus è stata messa sotto protezione ma a dirla tutta, è l'ultima persona che potrebbe avere bisogno l'aiuto di licantropi o vampiri.
«Non ti sei stancata di averli sempre intorno?»
Sussulto spaventata ritrovandomi Kol ad un palmo dal naso. In meno di un secondo mi ritrovo schiacciata contro il suo corpo dalla sua stretta salda mentre l'altra mano mi obbliga a guardarlo dritto negli occhi. «Vedo che sei cresciuta piccola Elena Gilbert.»
«Mikaelson.» lo correggo prima di venire trafitta dai suoi occhi.
«Mikaelson?» ripete ridendo di me lasciandomi andare con una spinta. Vedo gli ibridi di Klaus intorno a noi che assistono impotenti al siparietto e questo è quel tanto che basta da farmi ribollire il sangue. Sento il paletto premermi sul fianco, ma con un vampiro originale come Kol è perfettamente inutile.
«Non sei mia sorella.» sibila tornando vicinissimo al viso.
«Kol.»
Lo vedo fare una smorfia prima di voltarsi verso suo fratello Elijah. «Lascia stare la ragazza.» continua sospirando come se solo dover pronunciare quelle parole fossero uno sforzo.
«Ora adottiamo i randagi?» chiede disgustato rivolgendomi un'occhiata schifata prima di allontanarsi da me lasciando via libera agli ibridi che si affrettano a riacciuffarmi per riportarmi indietro da Klaus. «Perché vuole la mia strega?» chiede ad Elijah.
«Conosci bene gli antenati di Bonnie Bennett. Non ne esiste un'altra che può attingere a quel potere» gli spiega pragmaticamente.
«Lei è mia e non permetterò che diventi il nuovo burattino di Klaus.» dice enfervorato.
«Oh ma siamo sicuri che l'hai portata con te.»
È l'ultima cosa che sento prima di essere portata troppo lontano per sentire di più.
Per tutto il ritorno non faccio altro che ripensare a Kol e a quel breve dibattito con suo fratello, e non posso fare a meno di chiedermi se anche lui ha come tutti un punto debole.
Una strega.
Bennett, Bonnie Bennett.

«Perché non posso andare?»
Klaus smette per un attimo di dipingere per guardarmi; mi sono accoccolata sul divano osservandolo dipingere sapientemente con tratti decisi ma tuttavia delicati. Non un errore, ha creato una perfetta armonia di colori.
«Sai perché Damon Salvatore si è sempre tenuto alla larga da noi?» domanda retorticamente, perché è più che evidente che non ne ho la più pallida idea. Certo, non ha mai dimostrato una forte simpatia nei mie confronti ma dubito che sia solo per colpa mia.
«Ha paura di essere soggiogato.» mi spiega molto semplicemente ricordandomi come i vampiri originari sono nettamente superiori alla loro progenie tanto da poter avere un'influenza assoluta sulla loro psiche. «Si avvelena con la verbena piuttosto di correre il rischio, ma come per gli umani con il sangue di vampiro, è abbastanza semplice liberarsi della sua protezione quindi rimane a debita distanza.»
Annuisco portandomi le ginocchia al petto: «Deve ringraziare Stefan se gli ho permesso di essere un cane sciolto.»
«Hai paura che mi faccia del male?» domando sinceramente curiosa.
«Ho paura che il suo amore per Katherina possa portarlo sulla rotta sbagliata.» mi spiega. Lui e i suoi fratelli sono gli unici a chiamarla in quel modo più europeo.
Torno in camera amareggiata più che arrabbiata continuando a sentire nella mia testa le parole di Klaus ed è lì che trovo Damon seduto placidamente sul divanetto sotto la finestra in apparente attesa. «Sei qui per uccidermi?»
Inclina leggermente la testa sogghignando: «In quel caso non dovresti urlare?»
«Come sei riuscito ad arrivare qui senza farti prendere?»
Fa spalllucce alzandosi lentamente arrivando a un passo da me: «Ho i miei metodi»
«Hai una strega» ribatto. Sono stata abbastanza tempo con Klaus da carpire alcuni segreti, come i vari oggetti a cui sono legati per poter camminare sotto la luce del sole e per farlo c'è bisogno di una strega che acconsenta.
«Perspicace.»
«Lo so.» ribatto fronteggiandolo, «Hai incontrato Katherine?»
«Ha importanza?» chiede, «Vuoi incontrarla?»
«Voglio ucciderla.» chiarisco estraendo il paletto appoggiando la punta nel suo stomaco.
«Damon!» lo chiama con mia grande sorpresa Stefan accucciato sulla finestra guardando il fratello con disapprovazione ma anche con complicità visto che si guarda intorno alla ricerca di eventuali fonti di disturbo come possono essere gli ibridi di Klaus. È come ricevere una pugnalata in pieno petto, il tradimento forse più grande anche se capisco che a volte bisogna porre davanti la famiglia anche davanti ai propri ideali. Credevo fosse dalla mia parte ma evidentemente tutto era dovuto all'influenza di Klaus. Deve aver trovato un modo per baypassarlo e posso scommettere che c'entra la strega che hanno assoldato.
I nostri sguardi si incontrano per un breve secondo e dai suoi occhi capisco che non si aspettava di trovarmici dentro, «Elena.»
Sento le lacrime salirmi agli occhi ricordandomi brevemente la prima volta che li ho incontrati. Dovevo decidere se affidarmi a loro o restare nella verbena come protezione dagli esseri come loro, ma Damon è riuscito a trascinarmi fuori sfidando il nemico naturale dei vampiri.
Mi sembra di essere precipitata ancora una volta in quello stallo, ma stavolta Damon non si avvicinerà per salvarmi dalla minaccia al contrario, potrebbe portarmi dritto dritto da lei.
«Non è come sembra» si affretta a dire.
«No?» chiede Damon inarcando le sopracciglia come se fosse sorpreso ricevendo in cambio un'occhiataccia da parte del fratello.
«Vieni con noi.» mi propone Stefan allungando una mano invitandomi ad uscire dalla finestra. Non avrei paura di saltare dal secondo piano sapendo che c'è lui a proteggermi, almeno non avrei avuto paura un tempo, prima di vederlo sparire per Katherine.
La proposta però dura molto poco e i loro sguardi vengono attratti da qualcosa fuori dalla finestra: «Non ora.» borbotta Stefan guardando in tralice Damon.
«Nè mai.» specifico.
Potrei urlare e scappare fuori dalla porta, sicuramente troverei qualcuno pronto a sabotare il piano dei Salvatore, eppure rimango qui in apparente attesa, quasi come se volessi vedere fino a che punto arriveranno a tradirmi.
«Lucy non ha più tempo.» continua Stefan.
Damon annuisce brevemente: «Vai. Ti seguo.»
Dopo alcuni secondi di reticenza Stefan si lascia andare cadendo nel giardino retrostante della villa.
«Non raccontarlo a Klaus.» mi avverte.
«Oh, certo. Perché non dovrei? Siete venuti qui per...» inizio a dire prima di rendermi conto che non ho la più pallida idea delle loro intenzioni. «Cosa diavolo volevate fare?» sbotto esasperata.
«Non dirglielo, sarebbe pericoloso.»
«Ammaliami allora.» lo sfido, «Klaus non ha fatto altro che tenermi al sicuro.»
Alza le spalle: «O sfruttarti.»
«Mi ha protetto.»
«Ti ha usata.» replica guardandomi con i suoi occhi glaciali, «Gli servivi per i suoi stupidi ibridi e se scoprirà che siamo arrivati così vicini a te, sarà la fine.»
«Mi ha cresciuta.» bisbiglio ripensando a come per buona parte della mia vita è stato un punto fermo, un riferimento. Ha sostituito la figura paterna che mi era stata tolta, esattamente come Caroline si comportava come una madre nei miei confronti sin da quando è entrata nella mia vita.
«Ti porteremo al sicuro»
«No. Non posso fidarmi di voi. Eravate e siete innamorati di Katherine»
Avanza nuovamente prendendomi per le spalle: «Ti sbagli su di lei»
Tento di divincolarmi ma la sua forza supera nettamente la mia impedendomi qualsiasi movimento: «Ne sei innamorato. L'ho capito.» sibilo infastidita.
Rimane in silenzio per attimi che sembrano un'eternità, «Un tempo sì. Qual'è il punto?»
«Che non eri qui a Mystic Falls per stare con quella puttana assassina.» sbotto arrabbiata reprimendo la voglia di urlare a squarciagola.
«Non l'ho mai lasciata.»
«Oh questo l'ho capito bene.»
«Non lei. Mystic Falls.» sussurra ad un soffio dalle mie labbra fissandomele ardentemente.
È sbagliato e insensato, ma vorrei che mi baciasse. Ora, in questo esatto momento.
«Impossibile. Stefan era solo e ho passato sicuramente molto più tempo di te in camera tua.» gli rivelo, ormai cos'ho da perdere? Katherine si è portata via prima la mia famiglia e ora anche loro.
Nulla tornerà come un tempo; purtroppo ho capito troppo tardi che non ci sarebbe mai stato un futuro per me finché quella vampira sarebbe stata in vita.
Pensavo davvero di potermi ricreare degli affetti?
Sono stata cresciuta vivendo dell'odio che nutro per lei. Non c'è posto per tutte e due su questa faccia del Pianeta, o me o lei. Non c'è un'altra scelta.
«Lo so bene. Il tuo profumo era ovunque» bisbiglia chinandosi su di me respirando l'odore del sangue sul mio collo.
«Vuoi uccidermi per conto di Katherine? Provaci.»
Lo sento sorridere sulla mia pelle prima di lasciare un bacio sulla vena del collo.
«Non lo farò mai, nè lei vuole vederti morta.»
Mi rivela lasciandomi di stucco prima di usare la sua velocità da vampiro per raggiungere la finestra: «Ti porteremo al sicuro quanto prima.» dice prima di lasciarsi scivolare fuori.
Corro verso la finestra guardando il giardino sul retro praticamente vuoto, solo al limitare con il bosco scorgo due figure nere. È Caroline accompagnata da un ibrido di Klaus, Tyler.
Guardano entrambi nella mia direzione aspettando l'arrivo di Damon che non tarda di certo ad arrivare. Scompaiono velocemente tra gli alberi, solo Tyler rimane a guardare nella mia direzione.
Rimango per un tempo incalcolabile davanti alla finestra aspettando di vederli spuntare nuovamente per spiegarmi meglio cosa sta succedendo perché ora ci sono più domande che risposte.
Klaus non può essere pericoloso...non potrebbe mai farmi del male o usarmi, casomai sono io che ho approfittato fin troppo della sua generosità.
Si è fatto carico di me senza mai chiedermi nulla in cambio.
Cosa hanno fatto i fratelli Salvatore per me? Mi hanno trascinato fuori di casa quando mi hanno trovato, ma sono stati proprio loro a portarmi da Klaus per la mia sicurezza. C'è solo un'altra spiegazione possibile per averlo fatto, ed è perché proprio lui ha usato la sua influenza come vampiro originario su di loro, ma perché farlo?
Perché Katherine si è presa la briga di uccidere la mia famiglia? Sarà anche psicopatica e crudele come mi ha sempre detto sia Stefan che Caroline, ma una cosa di lei l'ho capita chiaramente.
Non si sporca le mani inutilmente nè si metterebbe in pericolo per una sciocchezza.
Deve aver visto nella mia famiglia una vera minaccia per lei, ma quale? Cosa avevano i miei genitori da farle temere per la sua vita tanto da voler sterminare la mia famiglia?
«Quindi tu sei...» dice una voce femminile alle mie spalle, «Elena?»
Sulla porta c'è una ragazza afroamericana con grandi ricci che le cadono sulle spalle.
«Tu sei Bonnie. La strega.»
China la testa di lato reprimendo una risata. «Posso dire di te molto peggio.»
«Non pensavo che nel mondo in cui vivamo fosse un insulto.» tento di scusarmi stringendomi nelle spalle. Così è lei che Kol ha così tanto a cuore da tenere lontano da suo fratello.
«Preferisco una definirmi una serva della natura...»

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Capitolo 7
*** Escape ***


BTE


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È ormai chiaro che Katherine si trova qui fuori, nascosta da qualche parte insieme ai fratelli Salvatore; perché ormai è ovvio che loro sono stati soggiogati da lei.Un comportamento del genere me lo sarei aspettata da Damon, il fratello che se ne è sempre restato fuori da Mystic Falls e da qualsiasi problema dei vampiri. Non è mai stato un vero vampiro, non ha mai voluto avere niente a che fare con me. La piccola guastafeste che ha recuperato in un campo di verbena troppi anni prima. Nella sua vita sono semplicemente un battito di ciglia, nulla più.
Un fastidio che ben presto sarà svanito dalla sua vita come chissà quante altre persone.
L’unico elemento costante sembra essere quella vampira: Katherine.
È ovvio che non gli sono mai andata a genio, come gran parte dei vampiri che ho conosciuto, sono devota alla sua completa distruzione e lui…ne era innamorato. O meglio, lo è ancora.
Dentro di me ho sempre saputo che qualsiasi cosa avessi fatto, nulla avrebbe potuto smuovere un qualsiasi sentimento nei miei confronti.
Non l’ho mai ammesso nemmeno con me stessa così apertamente, eppure questi pensieri sono stati sempre lì, appena sotto la mia scorza dura fino a esplodere nel momento meno opportuno.
La verità è che quel vampiro ha rubato una parte di me dal momento esatto in cui ho incrociato i suoi occhi per la prima volta tra la verbena. Non poteva esistere luogo più perfetto e nello stesso tempo più sbagliato al mondo.
Tutto in lui non può essere più sbagliato di così.
Stefan invece, beh…Stefan è semplicemente Stefan.
Non credo di aver mai conosciuto un vampiro con così tanta umanità come lui. È esattamente l’esatto opposto di suo fratello che invece non può essere più vampiro di così.
Egoista ed egocentrico, non ha altri pensieri se non quelli strettamente legati alla sua persona.
Non c’è posto nel suo cuore per nessuno. Probabilmente Katherine occupa i suoi pensieri solo perché è un retaggio della sua vita umana.
Quello che mi domanda è come Stefan si sia potuto alleare con lei dopo tutto quello che abbiamo passato insieme. Pensavo che ci tenesse a me, che mi avrebbe protetto sempre da tutto e da tutti.
Evidentemente è una delle tante cose di cui mi sono sbagliata.
A questo punto non credo di potermi fidare nemmeno di Klaus. Cosa gli impedisce di scambiarmi in cambio di qualche favore? o per raggiungere i suoi scopi?
Ho imparato a conoscerlo, so che non si lascia sfuggire una buona opportunità quando gliene si presenta davanti una. Io sono una sorta di debolezza per lui, l’unica parte vulnerabile della sua vita. Per quanto accetterà questa situazione.
Devo andarmene.
«Non riusciresti a fare nemmeno tre metri senza il permesso di Klaus.»
Mi volto sorpresa trovandomi di fronte la strega di Kol, Bonnie. Da quando è arrivata pare che le misure di sorveglianza siano state leggermente allentate fuori dalla casa ed è per questo motivo che pensavo di avere qualche chance nella mia piccola fuga improvvisata.
Sono stata stupida a pensare anche solo per un secondo che avrei potuto avere una qualche chance con lei nei paraggi; dopotutto gli Originali si circondano solo di pezzi rari.
Collezionano persone e talenti come ulteriore vantaggio.
È evidente che la strega deve aver fatto qualche incantesimo.
«Io non…»
«Oh ti prego, non prendermi per una stupida. Nessuno ha mai avuto il coraggio di farlo e trovo che sia assurdo che una ragazzina insulsa come te possa davvero credere di potermi prendere in giro.»
Chiudo la bocca zittendomi forzatamente. Nulla di quello che potrei dire mi salverebbe dal suo sproloquio: «Per fortuna il tuo piccolo desiderio sembra coincidere con i piani»
«Piani?» ripeto guardinga drizzando le spalle.
Mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa ma c’è ben poco che posso fare contro una strega.
«Sì. Piani.»
«Cosa vuoi fare?»
Inutile girarci troppo intorno. Nei suoi occhi vedo la stessa determinazione che vedo ogni mattina nei miei. «Voglio farti uscire da questo posto»
«Cosa vuoi in cambio?»
«Nulla che tu potresti darmi restando qui con Klaus.» replica pacatamente stringendosi nelle spalle, «Ora, possiamo proseguire? Abbiamo una finestra di tempo molto limitata»
Annuisco incerta. Non ho molte altre opzioni.
Posso fidarmi e vedere dove mi porta questa alleanza o rimanere qui ad attendere.
«Fallo.»
Si avvicina toccandomi la fronte con due dita. «Non credere che sia pericoloso. Corri alla tenuta dei Salvatore e restaci, dovrebbero riconoscerti dall'odore, ma non posso esserne sicura. Attendi fino a che...beh, lo capirai.»
Un improvviso capogiro mi fa vacillare quel tanto che basta da farmi finire appoggiata alla finestra, «Capirai chi è il vero nemico» sussurra la strega avvicinandosi pericolosamente a me.
Cado, ma non finisco a terra come mi sarei aspettata. Come in un sogno sto correndo nel bosco che tuttavia è familiare, è il sentiero dei Salvatore. Proprio quando mi rendo conto di dove sono finisco a terra graffiandomi i palmi delle mani con i vari sassolini e legnetti sul suolo.
Fisso con improvviso terrore quelle piccole gocce di sangue far capolino dalla mia pelle. Istintivamente mi guardo intorno aspettandomi di vedere comparire Caroline con il suo fare materno per farmi smettere di sanguinare, ma ovviamente non può venire da me.
D'un tratto è come se la bolla fosse scoppiata facendomi rendere pienamente conto degli ultimi avvenimenti. Cosa mi aveva fatto quella strega?
In un battito di ciglia due braccia mi circondano spingendomi fuori tutta l'aria dai polmoni lasciandomi boccheggiante mentre i denti lacerano la pelle tenera del mio collo facendomi sanguinare copiosamente. I miei tentativi di liberarmi sono del tutto inutili; non avevo mai provato la sensazione di sentire il sangue fluire fuori dal corpo.
Con le braccia ancora bloccate e nessuna possibilità di arrivare ai paletti che tengo sempre con me, la consapevolezza di essere arrivata alla fine si fa largo nella mia mente come un fulmine a ciel sereno. Non si sarebbe fermato e io non sarei riuscita a uccidere Katherine.
Sono vissuta tutti questi anni solo per morire nello stesso identico modo.
L'ondata di vento freddo segna la mia caduta. Non avrei mai pensato di poter vedere gli ultimi secondi della mia vita, credevo fosse tutto più veloce, invece si acquista una consapevolezza della propria morte che mi lascia terrorizzata.
Non è la morte che temo, ma quello che viene subito dopo.
Due figure nere saltellano davanti a me troppo veloci per poterle distinguere. Altri vampiri, sicuramente attirati dall'odore fresco di sangue.
Improvvisamente Damon si palesa davanti a me chinandosi al mio fianco. «No, no, no!» sbotta tirandomi su a sedere mentre si porta l'altro braccio alla bocca mordendosi il polso.
«Non provare a morire. Mi hai sentito?» ringhia spingendo il suo polso ancora di più sulle mie labbra forzandomi a inghiottire il suo sangue.
Quasi senza rendermene conto inizio a suggere come assettata sentendo una forza completamente nuova entrare dentro di me e scorrere in ogni fibra del mio corpo. Man mano che il tempo passa mi ritrovo addossata a lui, le sue labbra mi sfiorano la guancia e sento il suo respiro farsi più pesante -come il mio. Lo divorerei, ora, in questo bosco.
«Vacci piano» bisbiglia roco Damon allontanandomi appena dalla sua vena aperta.
Apro gli occhi forse per la prima volta, dietro di lui Stefan con lo sguardo contrito.
Le sue labbra sono macchiate di sangue che arriva a sporcargli anche il mento. Mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite inginocchiato a qualche metro di distanza da noi. È sconvolto, forse i nostri sguardi ora come ora si assomigliano più che mai.
Mi ha aggredito. Stefan.
«Non può essere» sussurra alzandosi in piedi ma Damon è più veloce e lasciandomi a terra contrasta la sua avanzata con una furia tale da spingerlo via di parecchi metri.
«Avresti dovuto riconoscerla! Avresti dovuto sapere che era lei! L'odore Stefan! L'odore!»
«Siete per caso impazziti entrambi? È perfetto!» esulta una voce vicina scostandosi dal tronco di un albero, prima non l'avevo notata.
La guardo a bocca spalancata avanzare di qualche passo, completamente identica a me. La mia copia sputata; mi guarda con disprezzo mal celato dall'alto dei suoi vertiginosi tacchi.
«Tu...» sussurro spaesata guardandola avanzare.
«Non osare a toccarla» sibila Damon facendomi scudo con il suo corpo. Sento i suoi muscoli tendersi, pronti a scattare in qualsiasi momento, ma con mia grande sorpresa non è l'unico, anche Stefan si mette a fianco del fratello formando una sorta di barriera che mi divide dalla mia gemella.
«Chi sei? Perché sei identica a me?»
Sorride appena ravvivandosi i lunghi capelli boccolati, «Quante domande inutili. Potresti limitarti semplicemente a morire una volta per tutte?»
Tutti i tasselli si compongono. Caroline che mi arriccia i capelli, la strega...«Katherine» sibilo.
Il suo ghigno è la sola conferma che mi serve. In men che non si dica riesco a sganciare il paletto dal mio braccio e lanciarlo con tutta la potenza che possiedo grazie al sangue di Damon verso di lei.
In un battito di ciglia Damon mi prende per le braccia trattenendomi mentre Stefan blocca l'avanzata minacciosa della vampira che, essendo scappata per un soffio al mio attacco al suo cuore, tenta nuovamente la sua vendetta.
«Uccidimi pure.» la sfido, «Tornerò più forte di prima»
«Non se ti smembro prima» sibila poco prima di fermarsi inghiottendo a vuoto. Stefan estrae il pugnale che avevo lanciato poco prima dalla schiena di Katherine che ora giace a terra sputando sangue.
«Perché siamo identiche?» sbotto tentando di liberarmi dalla presa ferrea di Damon. Tutto il mio odio si sta riversando come fiele dentro di me. Kathrine solleva appena la testa guardandomi dritta negli occhi. «Siamo le discendenti di Tatia. Il suo sangue ha permesso a Klaus di diventare ciò che è. Dobbiamo distruggerlo.»

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Capitolo 8
*** I'm a Gilbert ***


BTE


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Nemmeno nei miei peggiori incubi mi sono mai ritrovata imparentata con Katherine Pierce, o meglio, Katherine Petrova. Il mio aspetto, tutto di me è una sua chiara copia.
Doppelganger.
Sono l'esatta copia della persona che ha ucciso i miei genitori. Tento di metabolizzare tutto quello che ho scoperto, ma è troppo e la mia mente si rifiuta anche solo per un attimo di soffermarsi troppo a lungo su un determinato pensiero per analizzarlo.
Tatia...tutto è nato con lei. Gli Originali sono stati creati grazie ad un potente incantesimo che gli ha permesso di acquistare delle abilità tali da essere invincibili, ma per qualche motivo Klaus è diverso e ha bisogno del nostro sangue.
No, non del nostro sangue. Quello delle doppelganger umane, l'unico modo per creare il suo personale esercito di ibridi, metà vampiri e metà licantropi. Un mix letale e ciecamente fedele al suo creatore; eppure sono riuscita facilmente a sfuggire alle guardie poste intorno alla villa di Klaus.
La nebbia sale velocemente creando quasi una sorta di cerchio intorno alla magione infiltrandosi nel bosco che la circonda creando un'atmosfera tutt'altro che tranquilla.
Ormai Klaus deve essersi accorto della mia assenza, non ha mai passato troppo tempo lontano e solo in casi eccezionali mi lasciava nelle mani di un'attentissima Caroline. Evito di pensare alla sua reazione nei suoi confronti quando si accorgerà della mia “fuga”; mi chiedo soltanto quanto tempo ci vorrà prima che si presenti alla porta di questa casa.
I fratelli Salvatore sono stati i primi a trovarmi e sono sempre stata seguita da Stefan passo dopo passo. Anche la sua scomparsa non può passare inosservata, non a lui.
Se tutto quello che mi hanno raccontato è vero, io non ero né più né meno di una sacca di sangue per lui. Una garanzia per assicurarsi il potere che desidera tanto ardentemente.

Mi spoglio prendendo una camicia di Damon dal suo armadio da usare per dormire nel suo gigantesco letto. Questa camera è da sempre stata il mio rifugio e comunque per come sono andate le cose nessuno avrà qualcosa da dire se la occupo.
Non ho nemmeno bisogno del loro permesso; sono loro ad avermi trascinato qui in attesa di chissà cosa. Davvero non si aspettano l'arrivo di Klaus? Sono così sicuri di loro da rimanere nella sua stessa città con la sola persona che può garantirgli il suo esercito?
Prendo il paletto che avevo nascosto qualche tempo fa dietro un ripiano di libri antichi mettendolo sotto il cuscino tenendolo stretto con una mano. La casa è avvolta nel silenzio più totale ma è solo una messinscena. È palpabile la tensione che aleggia nei nostri animi; mi sfioro il collo dove solo qualche ora prima Stefan aveva affondato i denti bevendo il mio sangue, ma il ricordo più vivido è la sensazione del sangue di Damon dentro di me.
É stato qualcosa di completamente diverso dalle rare volte in cui Caroline mi guariva.
So che Damon si tiene il più lontano possibile, ma è come se fosse tutto intorno a me. Nella stanza, nell'aria, nella testa e in ogni mia fibra muscolare. Forse chiudermi dentro la sua stanza non è stata la migliore delle mosse, ma dopo tutto quello che è successo, non riesco a guardarli più come prima.
I sogni inoltre non aiutano a rilassarmi, tutto quello che ho provato e tenuto in un angolo recondito della mia mente per Damon esplode in una miriade di sogni tutt'altro che tranquilli risvegliando desideri che non ho mai avuto intenzione di ammettere nemmeno con me stessa; nonostante le mie azioni inconsce rivelassero già più di quello che avevo intenzione di rivelare.
Non è mai stato giusto cercare Damon o rifugiarsi nella sua stanza come se fossi autorizzata a rimanerci; non mi stupisco del fatto che si fosse allontanato così tanto.
Dovevo sembrargli oltremodo patetica per i miei stupidi tentativi di incontrarlo quando lui restava a fianco della donna che ha massacrato la mia famiglia.
Ha sempre preferito lei a me, nonostante sono la sua esatta copia, rimango ancora la bambina nascosta tra le piante di verbena...la sacca di sangue di Klaus, nulla più.
Scalcio le coperte rabbiosamente cercando di fermare il flusso di pensieri e riprendermi dagli ultimi sogni. Non posso continuare così.
Sposto lo sguardo verso la finestra scoprendo di essere ancora nel bel mezzo della notte. Potrei trovare anche un'altra stanza, di certo non ne mancano, probabilmente mi aiuterebbe a prendere più facilmente sonno e magari sbarazzarmi della presenza di Damon dalla mia testa.
È il sangue, non c'è altra spiegazione logica.
Per tornare alla vaga apparenza di normalità devo trovare il modo di liberarmene entro la mattina.
Mi siedo al centro dell'enorme letto guardando dritto verso la porta in silenzioso ascolto di un qualsiasi rumore, ma i vampiri sono abili ad arrivare di soppiatto o parlare in modo tale che le orecchie umane non possono percepire il suono; non mi stupisco di trovare a poca distanza una figura maschile avvolta dall'oscurità.
Per la prima volta nella mia vita non è né Caroline né Stefan a raggiungermi, ma il mio corpo sembra già sapere l'identità dell'ombra rispondendo alla sua presenza pulsando.
Dalla finestra entra solo un debole fascio di luce -talmente debole da non riuscire a tagliare in due l'oscurità. Posso solo sentire il mio respiro nella stanza, ma è come se non rispondessi più dei miei pensieri ormai completamente indirizzati verso Damon.
«Cosa vuoi?» sibilo cercando di mascherare l'emozione.
«Mi hai chiamato.» risponde semplicemente restando nell'ombra, «E con Katherine sotto lo stesso tetto non è una cattiva idea avere qualcuno che ti protegge quando sei più vulnerabile»
«Non ti è mai importato nulla di me. Non posso credere che ti senti di punto in bianco ti senti responsabile per me» sbotto tagliente stringendo forte le lenzuola nei pugni.
Si avvicina al letto lentamente sedendosi appena sul bordo lasciandomi il mio spazio, «Ci sono momenti in cui odio la memoria umana mentre io sono condannato a conservare ogni singolo ricordo della mia vita»
Ancora prima che posso dire qualcosa annulla la distanza: «Bevi» mi ordina con tono perentorio aprendosi una ferita sul polso.
«Sto bene. Sono guarita» gli faccio notare spostando i capelli in modo da potergli mostrare la linea del collo. Il morso di Stefan è guarito completamente senza lasciare alcun segno; mi sono già assicurata di togliere qualsiasi traccia di sangue rappreso prima di andare a letto.
«Voglio che tu abbia in circolo da ora in poi sempre un po' del sangue di un vampiro» continua Damon ignorando platealmente le mie proteste.
«Cosa? No!» tuono allontanandomi da lui, ma non sembra volermela dare vinta. Si allunga sul letto prendendomi per la vita e riportandomi al punto di partenza.
«Qualsiasi cosa accada, voglio accertarmi che tornerai in vita. In un modo o in un altro» dice scuro in volto aprendo di nuovo la ferita che nel frattempo si era rimarginata.
«Non diventerò mai un vampiro»
«Allora questo non farà altro che spingerti a rimanere in vita e non arrenderti»
In un battito di ciglia mi ritrovo il polso di Damon premuto sulle labbra obbligandomi ad ingerire il suo sangue. Di nuovo.
Il suo profumo m'invade le narici mentre il mio corpo inizia a desiderare sempre più sangue inghiottendone più del reale bisogno. Mi ritrovo a cavalcioni sulle sue gambe schiacciata contro di lui spingendo il polso contro le labbra. «Elena...» sussurra con il viso tra i miei capelli e la bocca estremamente vicina al mio collo.
Per la prima volta in tutta la mia vita desidero il morso di un vampiro ed è probabilmente per questo motivo che espongo ancora di più il collo lasciandogli la possibilità di mordermi staccandomi appena dal suo polso. Sento il suo sangue bagnarmi ancora le labbra e non posso trattenermi dal raccogliere quelle ultime gocce con la lingua.
Quando riapro gli occhi trovo i suoi alterati dalla brama di sangue.

«Vedo che siete entrambi svegli, perfetto» sghignazza Katherine. Rotolo immediatamente via dalle sue gambe recuperando il paletto da sotto il cuscino.
«Ancora questa storia?» sbuffa la vampira alzando gli occhi al cielo. Non riesco ancora ad abituarmi al suo aspetto, né credo di potermi specchiare senza ricordarmi di lei.
«Scendete. Abbiamo alcune cose da discutere prima che sorga il sole» dice infine uscendo dalla stanza seguita subito dopo da Damon.
Infilo il paletto nella manica della camicia ringraziando l'altezza del maggiore dei Salvatore in modo tale che la camicia arriva a coprirmi almeno fino a metà coscia. Non che ci sia probabilmente qualcosa che i due vampiri non hanno visto in riflesso di Katherine dato che entrambi sono stati i suoi amanti. Trattengo un conato di vomito quando la vedo davanti al camino flirtare con Stefan.
Sul tavolino un plico di fogli bianchi con una penna posata sulla prima pagina.
«Quello è per te» mi spiega Stefan seguendo il mio sguardo allontanandosi dalla vampira.
«Per me?» ripeto sedendomi sul divano e sporgendomi quel tanto che basta da poter leggere quello che risulta essere un contratto.
«Ma...mi state cedendo la proprietà della casa?»
Guardo i due vampiri posti davanti a me dall'altra parte del tavolino annuire in sincrono.
«Avrai il completo controllo di questa casa. Sarai al sicuro» spiega Stefan calmo. Mi rannicchio sul divano portando le gambe sotto la camicia alla ricerca di un po' di calore; con il camino principale della casa spento, le stanze sono più fredde che mai ma, essendo l'unica umana presente, sono anche l'unica a soffrire il freddo. Mi sciolgo i capelli cercando un ulteriore scudo per il freddo che aleggia in tutta la magione.
«Firma, Klaus non potrà entrare se non sarai tu stessa ad invitarlo» m'incita Damon abbassando lo sguardo nascondendo ancora una volta la brama di sangue. Stefan si volta verso il camino toccandosi gli occhi; un gesto che fa ogni volta che il richiamo del sangue diventa troppo per lui, come se voltandosi mi chiudesse al di fuori di una stanza.
Entrambi trattengono il respiro agitati, «Cosa diavolo sta succedendo?» sbotto iniziando a spaventarmi nonostante Katherine rimane immune a qualsiasi tentazione possa dare il mio sangue.
So anche che nel caso di bisogno non potrei lasciare la mia sicurezza nelle sue mani. Non riesce a nascondere il disprezzo che prova verso di me. Se l'istinto di vampiro dovesse prevalere su uno dei due o su entrambi, sono sicura che non li fermerebbe.
«Oh ragazzina, entrambi stanno fremendo di desiderio.» dice Katherine mettendosi in un secondo davanti a me. Mi porta i capelli davanti allacciandomi bene la camicia fino a quasi l'ultimo bottone;«Stefan ha assaggiato il tuo sangue, una cosa che si era ripromesso di non fare dal momento stesso in cui ha riconosciuto in te le mie fattezze.» spiega arricciando il naso.
«Katherine...» la riprende Damon, ma è ovvio che la vampira non intende fermarsi.
«E Damon...oh già, lui ti ha dato il suo sangue per guarirti.» ridacchia allontanandosi in modo felino guardandoci come se fossimo una specie di caso umano.
«C'è uno spareggio per entrambi. Il tuo caro Stefan, il vampiro che ti ha visto crescere ora dovrà controllarsi ancora di più in tua presenza. Il sangue delle Petrova è molto zuccherino, una vera tentazione per qualsiasi vampiro.»
Damon scatta in avanti prendendola per il collo e sbattendola contro la libreria. L'impatto è talmente cruento da far cadere alcuni libri dagli scaffali più in alto. Katherine però non sembra affatto turbata anzi, ride di gusto liberandosi un secondo dopo della sua presa.
«Dille la verità, dille che vorresti affondare i denti nella sua tenera pelle assaggiando il suo sangue mentre spingi dentro di lei» sussurra non curandosi minimamente di me.
Gli occhi di Damon diventano per pochi istanti quelli di un vampiro prima di sopprimere qualsiasi istinto suscitato dalle parole della vampira in qualche parte recondita del cervello.
«Basta!» sbotto non riuscendo più a sopportare oltre questa situazione.
Katherine sorride soddisfatta nella mia direzione. Non impiego molto ad arrivare al plico di fogli e firmare velocemente l'atto che mi rende proprietaria di questa casa ponendo così fine a tutto. I tre vampiri mi guardano con gli occhi di fuori trattenendo il fiato prima di scappare fuori dalla porta fermandosi di colpo solo quando raggiungono l'esterno.
«Elena» mi chiama Stefan apprensivo tentando di entrare senza successo.
Li raggiungo camminando lentamente verso di loro.
«Credo che farebbe bene a tutti schiarirsi un po' le idee» dico chiudendo la porta in faccia prima che possano leggere il turbamento di quelle parole sul mio volto.
Non sono solo loro che devono tornare in sé, anche io devo riprendere il controllo della mia mente respingendo qualsiasi desiderio riguardante un certo vampiro.
Sono una Gilbert.
L'ho scordato per troppi anni.
Non sono mai stata una Mikaelson e non diventerò nemmeno una Salvatore.
Sarò per sempre una Gilbert, non si può cambiare ciò che si è e nel sangue ho i geni di una delle famiglie che hanno costruito Mistyc Falls proteggendola dai vampiri, non posso continuare a tradire la mia famiglia.
«Sono una Gilbert...» sussurro spostandomi dalla porta.


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Capitolo 9
*** Revelation ***


BTE


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CAROLINE POV

L'unico motivo per cui la nostra testa non è impalata ed esposta al Mondo è solo perché Klaus segue una pista su per gli Appalachi su un gruppo di lupi che dovrebbero arricchire le file del suo esercito.
Se solo sospettasse il tradimento, ci ritroveremmo tutti con un bel pugnale piantato nel cuore.
Sento la presenza di Stefan sul retro della casa ancora prima di vederlo, si volta appena nella mia direzione prima di tornare con lo sguardo verso la casa. «Cosa stai facendo?»
«Elena è diventata la proprietaria» spiega stringendosi nelle spalle.
«Perché sei qui fuori? Non mi dire che...»
«Esattamente.» dice con un mezzo sorriso sulle labbra, «Si rifiuta di invitarci. Forse è meglio così dopotutto»
Fissiamo la casa per un tempo imprecisato guardando la linea del sole illuminarla interamente poco a poco e dissipando la nebbia che aleggiava come una cortina impenetrabile intorno.
«Katherine?» domando guardandomi intorno. Ho intravisto Damon un paio di volte nella sua ronda, mai una volta la copia di Elena.
«Si sta preparando» risponde atono Stefan avanzando di qualche passo verso la casa.
«Se Klaus trova un nuovo branco, avrà bisogno di Elena e non di quello della sua copia guastata» gli faccio presente. «Toglieteli Elena e...non voglio nemmeno pensare alle conseguenze»
Questo piano non farà altro che portarli tutti dritti verso la loro distruzione, non c'è un modo per sfuggire a Klaus e anche se le streghe si sono unite alla nostra causa, cosa non le impedirà di farci fuori non appena avranno trovato un modo per cancellare Klaus dalla faccia di questo pianeta?
Per loro siamo degli abomini della natura da eliminare. Nulla più, un errore.
Gli Originali sono gli unici che riescono a tenerle a bada, senza di loro, senza Klaus soprattutto, diventeremmo solo loro vittime.
«Ti prego Stefan. Non potrei sopportare che ti facesse del male» lo prego prendendogli il volto tra le mani. Questa follia deve finire.
Non mi sembra che Klaus la stava trattando male. Probabilmente è la ragazza più viziata del mondo. L'ha trattata come una figlia sin dal primo momento e con lui Stefan che non si è mai tirato indietro quando si trattava di lei. L'ossessione per le Petrova non sembra conoscere fine.
«Utile avere asservita la bambolina di Klaus, vero fratellino?» mi schernisce Damon unendosi a noi nel giardino sul retro appena sotto la gradinata.
Damon Salvatore, la mia spina nel fianco e probabilmente quella di qualsiasi vampiro con cui abbia mai avuto a che fare.
«Vi prego...» sospira Stefan pizzicandosi la base del naso.
«Elena è lì dentro, dobbiamo trovare un modo per entrare in casa e parlarle»
«Vado io, dopotutto l'ho cresciuta io» mi offro volontaria ma la mia avanzata viene bloccata proprio da Stefan.
«No, hai troppi contatti con Klaus ed è meglio se non hai la capacità di entrare. È diventato il suo rifugio dai vampiri, non posso permetterti di metterla in pericolo»
«Non lo farei mai. Lo sai benissimo» gli ricordo offesa dalle sue parole. Come può anche solo pensare che potrei farle del male?
«Non volontariamente. Klaus potrebbe usare la compulsione su di te» dice tremendamente serio.
«E voi due invece?»
I due fratelli si guardano per un breve attimo, «Sono riuscito a resistergli già una volta e Damon è stato fuori dal suo radar per anni e così intende continuare»
«La fate troppo semplice» barbotto aspettando la loro prossima.
«Almeno uno di noi due deve entrare in quella casa» dice Stefan incrociando le braccia al petto guardando il fratello come se si aspettasse qualcosa da lui.
«È ancora arrabbiata con voi, non vi farà ancora entrare» gli ricordo. Elena è ormai una donna, e come ogni donna è capace di portare rancore a lungo.
«Odio ammetterlo ma stavolta avrò bisogno del tuo aiuto» replica Damon ignorandomi completamente. Bene, me ne starò ben comoda ad osservare il loro fallimento.
Stefan si tocca una spalla facendo ruotare il braccio -prima il sinistro, poi il destro. È come se si preparasse a...
L'oscurità cala su entrambi svanendo nella notte, ora solo un corvo e un'aquila s'alzano in volo diretti verso le finestre della magione.


ELENA POV

Lo ammetto.
Con i fratelli Salvatore fuori dai piedi odio stare qui sola sapendo che non mi scontrerò per caso con nessuno di loro. Tutti i vampiri della mia vita sono fuori da queste pareti e per la prima volta mi rendo conto di quanto ogni aspetto della mia vita si stato fortemente influenzato dalla loro presenza.
Con loro sono cresciuta sotto una campana di vetro, come se fossi una bambola da proteggere a tutti i costi. Forse non mi sono mai nemmeno ammalata a causa loro. Le esperienze umane mi sono state quasi del tutto precluse e in tutto questo, non mi sono nemmeno accorta di quanto mi avessero plagiato, come Klaus.
Si è trasformato come un padre sotto i miei occhi poco a poco mentre per lui ero semplicemente una busta di sangue vivente su due gambe. Anche Stefan mi è sempre stato accanto coccolandomi e ammorbidendo i rapporti Caroline ogni volta che ci trovavamo in disaccordo dato che si è sempre comportata come una chioccia nei miei confronti.
Avevo ritrovato una famiglia a modo mio, anche se erano tutti dei vampiri e non esisteva nessun rapporto di parentela tra di loro. Beh, tutti tranne per i Salvatore.
Stefan la mia luce, Damon l'oscurità che ho imparato ad apprezzare e a bramare man mano che crescevo anche se ancora adesso evito accuratamente di pensarci anche solo per più di cinque secondi perché no, non ci si può innamorare di un vampiro.
Soprattutto non di Damon Salvatore, il vampiro meno umano che conosca e privo di qualsiasi scrupolo. Non ha legami, e la verità è che nessuno è importante per lui, nemmeno Stefan.
Il mio cellulare squilla rivelando l'ennesimo messaggio di Matt Donovan che, come da reputazione, non si tira mai indietro quando si tratta di fare una festa in grande stile.
La magione Salvatore è stata l'unica ad essersi finora salvata dalle feste liceali dato che i proprietari se ne stavano ben lontano da qualsiasi attività che potesse riguardare anche solo lontanamente i cittadini di Mystic Falls.
A quanto pare la loro unica ossessione era la sottoscritta.
Spero che il baccano della festa e le persone riescano a farmi scappare senza essere vista dai Salvatore. È l'unico modo per lasciare Mystic Falls e mettermi alla ricerca di una strega; la mia strega che mi permetterà di porre fine all'esistenza di Klaus.
Tiro ogni tenda della stanza di Damon in modo da evitare che i loro sguardi capiscano cosa sto facendo, ma non appena ci riesco un sonoro tonfo fa tremare i vetri come se fossero stati colpiti da qualcosa.
«Stupidi vampiri» sbotto digrignando i denti per riversare tutta la mia frustrazione al vento, perché sono sicura che si stanno ancora nascondendo nella boscaglia qui intorno.
Di certo non mi sarei aspettata di vedere una lotta furiosa tra un aquila e il corvo. Il mio corvo.
Colpisco il vetro cercando di spaventare l'aquila e permettere al corvo di volare via e per un attimo sembra funzionare; se non ché la lotta si sposta in aria in un disperato inseguimento.
Apro la finestra lanciando nella direzione del rapace un libro aiutando il corvo a prendere più distanza mentre continua a girare davanti alla mia finestra.
«Qui!» gli urlo sperando che capisca il mio tentativo di aiutarlo. In qualche modo sembra finalmente accorgersi della mia presenza rivolgendo il suo becco verso di me, «Entra stupido uccello!» urlo nuovamente sbracciandomi.
Non appena vedo la macchina nera volare sopra la mia testa chiudo di scatto la finestra impedendo all'aquila di continuare la sua caccia che rassegnata sparisce nel fitto del bosco alla ricerca di qualche altro povero animale di cui nutrirsi.
Quando mi volto è una questione di un battito di ciglia prima di vedere il corvo prendere le fattezze di Damon proprio al centro della stanza. Le piume lucenti del corvo si dissipano ricomponendo la camicia nera e i jeans del medesimo colore, mentre gli occhi assumono la colorazione del ghiaccio, quegli occhi così inconfondibili...

«Tu...» dico sbigottita non riuscendo però a dire anche solo una sillaba in più. Gli sferro un pugno che lo colpisce in pieno sulla guancia e il suo volto scatta di lato. Inutile dire che la vittoria è minima, soprattutto quando il dolore alla mano risalire per tutto il braccio.
«Fammi vedere» mi ordina prendendomi il polso per evitare di farmi ancora più male. Dubito che potrebbe farmene di più di quello che sento ora dentro mentre ripenso a tutti i momenti che ho passato con quello che credevo essere un semplice corvo nero che in qualche modo mi riconosceva.
La mia mente arranca alla ricerca di qualsiasi minima cosa detta che potrebbe compromettere irrimediabilmente il nostro rapporto. Mi ha sempre seguito restando con me anche in questa stanza frugando tra le sue cose e probabilmente guardando il mio affetto crescere di lui sempre di più.
Quanto devo essergli sembrata ridicola?
«Come hai potuto?» sussurro tenendo lo sguardo incollato sulle nostre mani. Tutto questo tempo credendolo lontano e del tutto disinteressato a questa piccola cittadina mentre non c'è mai stato un giorno in cui non l'ho visto scrutarmi anche solo da lontano.
«Perché l'hai fatto?»
Si stringe nelle spalle dimostrandosi annoiato e scatenando ancora di più la mia furia. Inizio a colpirlo sul petto e in qualsiasi parte del corpo a cui riesco ad arrivare mentre si difende neanche troppo bene lasciandomi sfogare. Nemmeno mi rendo conto di tutti gli insulti che gli sto lanciando; arretra sotto i miei colpi fino a quando non è costretto a fermarsi dal muro.
«Hai finito?» dice infine. Questa volta tocca a me stringermi nelle spalle, ma non resterò a farmi prendere in giro un momento di più. Gli sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans ignorando l'inevitabile vicinanza che ha causato.
«E ora cosa pensi di fare?»
«Me ne vado. Non rimarrò a Mystic Falls un secondo di più» gli dico rivelandogli il mio piano senza nemmeno accorgermene.
«Bene. Vengo con te» replica immediatamente.
«Assolutamente no» ribatto andando dritta verso il suo armadio aprendo la scatola di legno dove tempo fa avevo trovato molti soldi nascosti sotto alcune carte. Non ho idea di quanti sono, ma di sicuro abbastanza da trovare un posto in cui dormire e darmi un po' di tempo per riorganizzare la mia vita. Damon si mette davanti alla porta con tutta l'intenzione di non farmi passare; forse vuole replicare lo scontro di poco fa.
«L'hai sempre saputo»
Sorpresa commetto il grave errore di guardarlo nei suoi splendidi occhi glaciali che come sempre riescono a farmi perdere la poca lucidità che già manca quando è nelle vicinanze.
«Cosa?»
«Solo che non lo ricordi» continua ignorando la domanda.
«Cosa non dovrei ricordare? Che mi hai mentito? Che hai finto di essere una sorta di strano animale domestico per tutti questi anni?» ringhio.
Non posso credere di essere stata così stupida da affezionarmi a un corvo. Chi cavolo si affeziona a un animale selvatico che non dimostra mai alcun affetto.
«Serve troppo potere per mantenere quella forma. Hai iniziato a passare troppo tempo con il corvo, ho dovuto ben presto perdere quelle fattezze ma nella tua mente ho sostituito la mia immagine con quello del volatile» mi spiega come se stesse leggendo la lista della spese.
Come posso essere stata così stupida?
«Hai usato la compulsione su di me» sussurro più a me stessa che a lui. Tutti questi anni pensandolo lontano quando non è mai stato troppo lontano da me. Mi manca il respiro e il cuore batte talmente tanto veloce da non lasciarmi pensare lucidamente e attingere ai ricordi e alle confidenze fatte a quel corvo che credevo fosse il mio diario.
«Rivoglio tutto indietro. Tutta la verità! Mi hai capita?» strepito furiosa. Ho bisogno di fare un bagno nella realtà e ricordarmi ogni cosa senza la nebbia che la compulsione porta.
«Non penso sia una buona idea»
«Fallo o giuro che...»
«Che cosa farai? Sentiamo...» mi mette alla prova incrociando le braccia al petto sfidandomi.
«Mi perderai.» dico senza pensarci due volte, «Per sempre.»
Non so nemmeno io da dove riesco a tirare fuori tutta questa sicurezza; so solo che nel profondo di me qualcosa mi dice che questa è l'ultima cosa che vorrebbe anche se non lo ammetterebbe mai.
«Non mi interessa perderti se so che sei al sicuro e posso darti la chance di vivere una vita normale» sbotta prendendomi i soldi dalle mani e mettendosi nella tasca dei jeans.
«Normale?» ripeto, «Pensi che la mia sia stata una vita normale?»
«L'avrai. Niente più vampiri non appena avremo finito con Klaus»
A quelle parole è come se respirassi d'un tratto sott'acqua: «Cosa...no!»
«Elena...» mi ammonisce come se mi stesse già leggendo dentro.
«Fottiti, ok?» sbotto infuriata, «Non puoi fare così! Non puoi entrare e uscire dalla mia vita come ti fa più comodo!»
Questa volte è il suo turno quello di perdere le staffe: «Non sono umano! Non lo sarò mai!»
Come un flash dal passato quelle parole rimbombano ancora dentro di me rivelandomi che questa non è la prima volta che affrontiamo questo argomento ma non è questo che mi lascia ammutolita...è il significato implicito in quella conversazione.
«Damon...» sussurro cercando di aggrapparmi a quel tenue ricordo. “Forti emozioni possono rompere la compulsione”, mi aveva spiegato un tempo Caroline.
«Elena, non sapevo avessi compagnia.»
Ci guardiamo entrambi straniti da quell'intrusione mentre la strega di Kohl entra nella stanza.
«Sono venuta a prenderti.» continua mentre Damon si frappone facendomi da scudo.
«Hai un compito. Fermare Klaus liberando l'umanità dai suoi vampiri»
«Avevamo un piano» interviene Damon, ma Bonnie non lo degna nemmeno di un'occhiata.
«Non dovresti fidarti dei vampiri. Tuo padre lo vorrebbe»
In un attimo Damon cade sulle ginocchia tenendosi la testa con entrambe per le mani gemendo per il dolore, «Abbiamo poco tempo» dice Bonnie tenendo una mano rivolta verso di lui bloccandolo a terra con il dolore che gli sta infliggendo.
«Elena! No!»
«Lo fermerete?» chiedo ritrovandomi a tentennare davanti a quella opportunità.
Non è quello che volevo?
Tende l'altra mano verso di me incoraggiandomi ad afferrarla: «Vendicali. Vendica i tuoi genitori» mi sprona e io non ho bisogno di sentire altro.

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