Love: online

di Baka_Chan12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Offline ***
Capitolo 2: *** Assente ***



Capitolo 1
*** Offline ***


Corse verso la sua camera con le lacrime agli occhi. Entrando sbattè la porta dietro alle sue spalle e chiuse a chiave la serratura. Si sedette in un angolo della camera e iniziò a singhiozzare piano. 

Anche oggi era stata una giornata di merda. 

Quegli stronzi dei suoi compagni di classe lo avevano picchiato di nuovo. Hayato si portò il pollice verso il labbro inferiore e asciugò le goccioline di sangue che scendevano da esso.

 Si alzò e si sedetta alla sua scrivania e accese il mac. Si collegò ad internet e lui c'era.

 Il suo volto si illuminò. Il suo nome comparse luminoso sullo schermo. REN. Il suo meraviglioso nome che voleva dire proprio amore. 

Si erano incontrati online da due anni e hayato si era innamorato di lui. Abitando lontani, non si erano mai visti di persona, ma lui sentiva dì amarlo in ogni caso. 

La luce soffusa dello schermo illuminava quasi un quarto della sua stanza, della quale il resto era completamente buio. Le sue dita iniziarono a scorrere sulla tastiera repentinamente, guidate solo dalle parole che gli uscivano dal cuore.

Hayato: ciao!-

REN: ciao cucciolo, come va?- Ren aveva iniziato a chiamare Hayato cucciolo da un paio di mesi, perché postava sempre foto di cuccioli di gatti e pangolini.

Hayato:tutto bene, per fortuna che la scuola è finita non trovi? ;) durante le vacanze mi piacerebbe tanto poterti vedere…..<3-Il suo cuore aveva iniziato a battere forte. Voleva veramente incontrarlo.

REN: Si, anche a me farebbe piacere. Vedrò se riesco a passare da te ^.^ ora scusami tanto ma i miei rompono perché dicono che sto troppo attaccato al pc. Ci sentiamo prossimamente, eh?- Prima che Hayato potesse cercare di inviargli un nuovo messaggio lo stato di Ren passò offline.

 Si  lasciò andare sullo schienale della poltroncina sospirando. Il suo cuore iniziò a palpitare fortissimo, forse come mai in vita sua.

Si mise a fantasticare su come sarebbe potuto essere Ren. Di sicuro bellissimo…..

Si addormentò pensando a lui, con il mac ancora acceso sulla scrivania.

-HAYATO!!- la voce squillante e fastidiosa di sua madre lo svegliò da dolci sogni. Ma porca putt…-HAYATO SVEGLIATI! FAI TARDI A SCUOLA!- continuò lei.

 Hayato si alzò e spense il mac dopo aver controllato se gli fossero arrivate notifiche. Prese la chiave e aprì la porta, trovandosi davanti la sua figura. -Hayato! Sbrigati o farai tardi!- lo riprese lei. -Io non ci vado in quel inferno.- Le rispose secco lui. 

Sua madre lo seguì giù per le scale dicendo cose del tipo 'devi andare per istruirti' dcc. -basta dirmi minchiate testa di cazzo.- Hayato uscì chiudendole la porta in faccia.

Decise che avrebbe bigiato. -Hayatoo!!!- no vi prego no penso lui. La sua odiosa (o almeno così pensava lui) vicina di casa gli stava correndo incontro. 

Con lei attaccata al braccio che chiedeva se potessero fare la strada insieme non avrebbe più potuto non andare a scuola. Sakura era la ragazza più bella della scuola, era anche molto intelligente. Tutti le facevano il filo, ma lei era innamorata persa di Hayato da quando erano piccoli.

Arrivati a scuola Hayato non sapeva se ringraziare il cielo per non dover sentire le inutili chiacchere di Sakura, o bestemmiare per essere arrivato nel posto che odiava di più al mondo.

Optò per la seconda.


Salve. Mi scuso per errori ed eventuali imprecisione. Dedico questa storia a chibi, mi sono  ispirata alla nostra storia per scriverla.

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Capitolo 2
*** Assente ***


Hayato esitò un momento davanti all'enorme edificio grigio, ma quando  suonò la seconda campanella, si fece strada per un tratto di selciato fino a raggiungere l'ingresso con una smorfia sul volto. 

I suoi capelli neri gli coprivano la fronte e andavano a cadere sui i suoi occhi azzurri, anche quella mattina truccati pesantemente di nero. Era un ragazzo abbastanza basso, un metro e sessantasei, esile e di salute cagionevole. 

Il suo corpicino fragile veniva sempre coperto da lunghe felpe e da jeans larghi. Hayato trascinò le scarpe da ginnastica usurate fino al corridoio centrale. Davanti alla sua classe c'erano quattro ragazzi, molto più alti e robusti di Hayato. -oh, guardate è arrivato il frocetto!- esclamò uno di loro. Aveva un piercing sul labbro e i capelli rasati. 

Alla sua vista Hayato impallidì e cercò di indietreggiare, finché un altro di loro non si avvicinò a lui. Gli altri lo raggiunserò e quello che aveva parlato prima si tolse la sigaretta di bocca. -dove pensi di andare frocio?-

Hayato cercò di arrivare alla fine del corridoio. Si lasciò cadere all'indietro sbattendo la schiena contro il distributore automatico arrugginito. Si asciugò il sangue che colava dalla fronte e poi si sfilò lo zaino dalla spalla dolorante, da cui prese delle garze che teneva lì da almeno tre mesi, abituato al solito 'trattamento' che gli riservavano i compagni di classe.

-Merda…- disse stringendo forte la garza sul ginocchio. Aveva i pantaloni strappati e la t-shirt bagnata di sudore e sangue. La felpa se l'era legata sul gomito, per lenire il dolore della ferita. 

All'improvisso sentì i suoi occhi bagnarsi, ma non era sangue. Erano lacrime. 

Non se la sentì più di rimanere in quel posto orribile, dove nessuno lo aveva mai aiutato, quindi si alzò lentamente, attento a non farsi ulteriore dolore, e iniziò a zoppicare verso l'uscita.

Hayato odiava la scuola. Lì dentro tutti erano sempre pronti a fargli del male, ognuno pensava solo a se stesso. Ma d'altronde anche fuori.

Il vento lo sfiorava appena. Dentro un parco i bambini giocavano allegri assieme ai genitori sorridenti. FINTO. Dall'altro lato della strada due ragazze si salutavano e ridevano. FINTO. Tutta la città, tutto intorno a lui, TUTTO ERA FINTO. 

Hayato lo sapeva. Gli scappò da ridere. Poi una fitta all'altezza del cuore lo obbligò a fermarsi nel mezzo del marciapiede. 'Che mondo di merda.' pensò 'Tu sei il solo, il solo che con me non finge, Ren.' Con questo pensierò si fermò davanti alla sua piccola casetta.

Cercò di trovare la forza di entrare, devastato dall'idea che l'unico posto in cui si sarebbe dovuto sentire al sicuro potesse renderlo così triste. Sua madre con i suoi soliti attacchi di frustrazione, sua sorella prostituta, suo padre. Suo padre morto.

Si sentì la gola secca ed entrò in casa. -Sono tornato- disse con una punta di irritazione nella voce. Nessuna risposta. Pensò che probabilmente sua madre fosse stata in camera a fumare. Sbattè lo zaino per terra e si recò verso le scale, fino alla sua camera. Diede un calcio alla porta imprecando per i dolori derivati da questo gesto. Entrando si levò le scarpe e si diresse verso il mac per accenderlo.

-Hey.- una voce calda dietro di lui lo fece trasalire. Si girò di scatto cercando di ignorare le ferite sulle gambe, trovandosi davanti ad un ragazzo seduto sul suo letto. Aveva i capelli rossi e gli occhi verdi, la sua faccia era ricoperta di lentiggini. Hayato arrossì, non aveva mai visto un ragazzo bello come lui.

-scusate se ti ho fatto spaventare, cucciolo-gli sorrise. Hayato rimase esterrefatto per qualche secondo.

-R-REN?!-



grazie infinite a tutti quelli che hanno recensito la mia storia o che l'hanno anche solo letta. Vorrei sapere i vostri pareri. Arigatou. Questo capitolo lo dedico a Love Maker, grazie per i tuoi complimenti, a gatta12 (grazie mille per averla messa nei seguiti :3) e a Davide432 per la tua gentilezza. Un bacione a tutti, Dede

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