Chi l'avrebbe mai detto? di CatcatKhad (/viewuser.php?uid=106556)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** E' un lungo viaggio ***
Capitolo 3: *** Ce la farò! ***
Capitolo 4: *** Metamorfosi parte I, e chiamate perse ***
Capitolo 5: *** Shopping, pioggia e imprevisti. ***
Capitolo 6: *** Verdetto finale ***
Capitolo 7: *** Incanti ***
Capitolo 8: *** Certe cose non cambieranno mai ***
Capitolo 9: *** Incontri, scontri e riscontri ***
Capitolo 10: *** Una serata idilliaca, fra balli, chiamate e... ***
Capitolo 11: *** Guastafeste, sogni e partenze scomode ***
Capitolo 12: *** Dentista, pranzetto fuori e la giornata del completo! ***
Capitolo 13: *** Shopping malsano e dubbi che ritornano vivi. ***
Capitolo 14: *** Vecchia fiamma, e temibili mostri di una favola malata. ***
Capitolo 15: *** Pausa vacanza. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Salve
a tutti! Non starò a dilungarmi molto, vi dico solo che la
storia che sta iniziando la sto pensando da molto tempo, ed
è ora di metterla per iscritto!
Buona lettura!
Quando si dice che la bellezza interiore è ciò
che conta, un po' di torto lo si ha. Certo sì, il carattere
e come sei dentro contano molto più di come sei
esteticamente, ma se sei caruccio e gradevole alla vista, ben venga.
Ma si dà il caso che non sia così per le due
sorelle Alice e Bella.
Le due ragazze non sono proprio due splendori, anche se sono
simpatiche.
Alice ha i capelli lunghi fino a metà schiena, neri pece e
con le mèches bionde che la fanno assomigliare ad un'ape,
sempre arruffati e legati in una trecciona o in una coda di
cavallo bassa. Non è tanto alta, ma le forme sono giuste, se
non fosse che le nasconde sotto cannottiere sciatte e fuori moda e
gonnelloni stile hippie-trasandato. Occhi verdi, quelli sì
che sono belli, ma resi quasi invisibili dagli occhiali tondi enormi
che la fanno sembrare più un alieno che una ragazza. E direi
che questo basta e avanza per completare un quadro ben poco grazioso e
femminile.
E sua sorella? Bella di nome, ma meno di fatto.
Anche lei ha i capelli lunghi, meno di sua sorella e di un marrone
insignificante, quasi scontato; poco più alta di sua
sorella, lei indossa solo felpone da uomo e pantaloni alla turca, con
scarpe da ginnastica maschili e perennemente in disordine. Inoltre,
l'apparecchio ai denti e i brufoli non la rendono fantastica.
Ma queste ragazze hanno un pregio. Sono intelligentissime, simpatiche e
dolcissime. E perdutamente innamorate dei migliori amici del loro
fratello maggiore, Emmett.
Ovviamente, lui è tutto il contrario delle sorelle. Bello,
alto, muscoloso, due occhi verdi così luminosi da togliere
il fiato e sempre e solo quasi perfetto.
Un dio, in poche parole. Ma la domanda viene spontanea:
perchè queste differenze fra fratelli? Beh, anche Emmett
prima non era una bellezza, ma dopo aver conosciuto Edward e Jasper
è cambiato radicalmente, diventando ciò che
è ora. Anche se a volte è arrogante, nulla toglie
nemmeno a lui sul carattere.
Ma andiamo a conoscere i due bellimbusti che hanno aiutato il 'bruco'
Emmett a trasformarsi 'nella bellissima farfalla' che è ora.
Edward è un ragazzo dalle origini canadesi, i suoi capelli
biondo ramati, o come chiama affettuosamente la sua ragazza Molly
'rossi fulminati', sono 'coordinati' ai suoi occhioni azzurri; come
muscoli è messo bene, anche se non supera affatto Emmett, ed
è abbastanza alto. Ma la specialità di Edward
sono le dita. Ebbene sì, il nostro bel canadese è
un pianista con i fiocchi e incanta quando le sue dita toccano i tasti
con tutta la passione che lui riesce a metterci.
Eh beh, che dire di Jasper? Il classico ragazzo americano, con i
capelli biondi e riccioluti, così belli che ognuno ci si
sarebbe perso dentro con le dita, occhi azzurri come Edward, ma
più intensi, forse blu.
E quale potrebbe essere la passione di un vero ragazzo americano, se
non il baseball? Oh sì, Jasper è un vero campione
in questo. E anche in altro, ma questo andate a chiederlo alla sua
Heather.
Ma cosa succederebbe a tutti questi ragazzi, se un giorno il loro amico
Dmitrij, senza dire niente a nessuno, facesse apparire quasi dal nulla
una sorella minore?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** E' un lungo viaggio ***
Salve
a tutti! Ecco un
altro capitolo, spero vi piaccia! Qui verranno presentati altri
personaggi, una è molto molto importante, e come ben sapete
è la sorella di Dmitrij, gli altri li conoscerete a breve.
Buona lettura!
P.S. : se avete curiosità, domande o se avete semplicemente
voglia di lasciare un commento a questa storia, sia positivo che
negativo, fatelo! Le recensioni fanno solo piacere ^^
P.P.S : i dialoghi contrassegnati dal segno * (asterisco) sono
originariamente in lingua straniera, soprattutto la lingua madre di
Dmitrij e altri personaggi, cioè il russo, ma anche altre
lingue, anche se meno frequenti, ma vi sarà spiegato nel
corso
del capitolo di che lingua di tratta. Ovviamente tutti i dialoghi sono
in 'inglese'.
Le valigie erano pronte. Le tende c'erano tutte, i sacchi a pelo anche.
Provviste, acqua, torcia e kit di pronto soccorso. Telefoni cellulari,
funzionanti.
- Ok, ragazzi, si può partire! - Emmett si caricò
lo
zaino sulle spalle e guardò i suoi amici, già
sulla porta.
- Solo un momento, devo fare una telefonata. - Dmitrij
afferrò
il suo telefono e si allontanò, arrivando in terrazza.
Due squilli, poi una voce femminile trillò dall'altra parte
del telefono.
- Ciao fratellone. Che bello sentirti, c'è qualcosa che non
va?*
- Una ragazza sul ponte di una nave si appoggiò alla
ringhiera e
fissò il mare davanti a sè.
- Volevo solo sapere se ti ricordi cosa devi fare appena arrivi qui.
Magari ti dimentichi qualcosa.* - Dmitrij si guardò attorno
per
vedere che nessuno lo avesse seguito.
- Scherzi? So perfettamente cosa fare, se no non ti avrei promesso il
mio aiuto.* - La ragazza rise allegramente e tornò sotto
coperta. - Tu parti tranquillo per il campeggio, che io te le
rimetto a nuovo. Meglio di un chirurgo. * - Rise di nuovo e chiuse la
chiamata.
In verità, non aveva la più pallida idea sul come
aiutare
il fratello. Qualche ora prima le aveva inviato una foto dei soggetti,
e la cosa l'aveva preoccupata non poco. Ma per Dmitrij avrebbe fatto
questo e altro. Infondo, lui le aveva dato molto ed era arrivato il
momento di ricambiare.
- Ok, possiamo andare sul serio ora, o non arriveremo mai
più al
campo. - Dmitrij fece capolino dalla terrazza e raggiunse i ragazzi in
macchina.
Julia, fidanzata di quest'ultimo e amica di tutti gli altri, Alice e
Bella rimasero da sole in salotto.
- Beh, ora che si fa? - Alice guardò le due e si
aspettò la solita risposta da Julia.
- Io vado a fare shopping, ma voi non verrete con me come al solito,
siete sempre vestite uguali, chissà se vi verrà
un po' di buon gusto prima o poi. Bye bye. - Julia si alzò e
dopo aver
schernito nuovamente le due sorelle se ne andò con una carta
di
credito.
- Gliela faremo vedere, diventeremo le più belle dell'intero
liceo! - Bella si alzò e strinse i pugni, anche se in cuor
suo sapeva che non sarebbe successo, non così facilmente
almeno.
Alice
la guardò e si rannicchiò sul divano. - E come?
Ci vorrebbe un
miracolo! - Sospirò e accese la Tv, per seguire la sua
telenovela
argentina preferita.
- Quanto la odio, è un'oca montata e
nient'altro! Mi chiedo come possa Dmitrij stare insieme ad una ragazza
del genere. - Bella proseguì, e la sorella
sbuffò. - Ricominci, Bells?
Cos'è, per caso ti piace Dmitrij, che continui a
preoccuparti dei loro
problemi?! - Bella arrossì e si girò verso la
sorella, prese un cuscino
e glielo lanciò. - Ma piantala, non mi piace lui! A me
piac.. - Si
interruppe e si tappò la bocca, ma Alice aveva sentito. -
Oddioooo! Chi
è allora? - La afferrò e la trascinò
sul divano, si buttò sopra di lei
e la tenne ferma. - Avanti, dimmi chi è dimmi chi
è dimmi chi è!! -
Bella
cercò di divincolarsi ma la presa era troppo forte,
così si arrese. - E
va bene.. Facciamo così, io ti dico chi è e tu mi
dici chi piace a te.
- Alice corrucciò la fronte e la guardò. - Chi ti
dice che c'è qualcuno
che mi piace? - Distolse lo sguardo da quello della sorella ma non
mollò la presa. - Dai Al, si vede da lontano un miglio!
Giuro che ti
dico chi è, però anche tu devi farlo. Altrimenti
non lo saprai mai! -
Le fece la linguaccia e riuscì a staccarsi dalla sua presa,
scappando
per casa. Alice la inseguì con un cuscino in mano. - E va
bene! Mi
piace un certo ragazzo biondo, ma lui non mi noterà mai,
stronzo
com'è.. - Bella si fermò e la raggiunse, parando
le cuscinate che la
ragazza le diede. - Anche a me piace un biondo, ma.. non è
Edward,
vero? - Alice scoppiò a ridere sguaiata. - Edward?!?! Oddio,
è un
ragazzo carino ma no, per favore! Tutti tranne Edward! - Bella
tirò un
sospiro di sollievo. - Menomale, se no t'avrei soffocata con un
cuscino. - La guardò e, imitando la camminata di Julia, se
ne andò
verso la cucina.
Alice la seguì continuando a ridere e si sedette
sul bancone. - Beh, diciamo che lo stronzo per eccezione è
Jasper, non
Edward. E tranquilla tesoro, tienitelo pure, a me non piace. Tanto
anche se fosse non mi guarda minimamente, ma va bene così.
Purtroppo
però, nemmeno il biondino mi guarda, e questo è
peggio. - Sospirò e
scese, afferrò un bicchiere e vi versò del latte.
- Beh, tranquilla
Al, riusciremo in qualche modo a cambiare la situazione, e prima
dell'inizio dell'anno saremo delle dee! - Bella appoggiò la
mano sulla
spalla della sorella e sorrise, poco convinta.
- Bella, come fai a
dire così?! Mancano tre settimane all'inizio della scuola, e
se
aspettiamo l'aiuto di quella strega diventiamo vecchie e con la barba,
fidati. - Guardò la sorella e scrollò il capo,
sospirò amareggiata e se
ne andò in camera sua.
Bella la guardò andare via senza dire niente,
poi con l'aria triste mise il guinzaglio a Rudy, il loro pastore
tedesco, e uscì a fare una passeggiata.
La nave sbarcò esattamente dove l'aveva caricata, e
Rosaliya, o come la
chiamano tutti Rose, scese attendendo il suo turno in fila. Era appena
andata a fare un giro in barca e ora doveva prendere l'aereo per volare
dritta dritta a Forks, dove l'aspettava una nuova vita e un compito
affatto facile.
Poi la nuova scuola, il distacco dalla sua Russia,
dalla sua famiglia.. Doveva farlo, nessun rimpianto. Un'auto
parcheggiata poco distante la aspettava, e Rose salì senza
indugi verso
l'aereoporto, cominciava a fare tardi.
Erano le cinque di
pomeriggio, l'aereo sarebbe partito mezz'ora dopo, e lei era ancora in
auto, vicina all'aereoporto ma ancora lontana.
I secondi
passavano, e la ragazza era sempre più in ansia, soprattutto
dopo tutti
gli sforzi che aveva dovuto fare per poter viaggiare senza un
maggiorenne. Sì, Rose aveva solo 16 anni e c'era il problema
della
maggiore età, ma dopo qualche settimana riuscì ad
ottenere tutti i
permessi, e non si sarebbe persa il volo neanche a morire.
Mancavano
venti minuti, e riuscì ad intravedere il suo aereo poco
distante da
lei, e l'ansia crebbe. Il traffico era intenso, ma che diavolo stava
succedendo?
Rose tirò giù il finestrino dell'auto e
guardò fuori.
Un incidente. Allora prese le sue due valigie e aprì la
portiera, pagò
in fretta l'autista e cominciò a correre velocissima verso
l'aereoporto, guardando di tanto in tanto l'orologio.
Mancavano solo
otto minuti. La ragazza senza fiato arrivò vicino al Check
In e porse
il biglietto, rossa in viso, poco prima che gli sportelli dell'aereo si
chiudessero.
Appena fu sull'aereo, andò a cercare il suo posto.
Prima classe, ovviamente. Si sedette e scoprì che vicino a
lei c'erano
un paio di ragazzi che l'avevano seguita con lo sguardo dal suo arrivo
sull'apparecchio.
Si mise comoda sulla poltrona e tirò fuori il suo Mp3, il
viaggio sarebbe stato lungo e stressante.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Ce la farò! ***
Capitolo tre
Salve
a tutti! Eccoci con un altro capitolo, finalmente Rose sta per arrivare
in America, e farà da subito conoscenze importanti.. Vedremo!
Buona lettura!
P.s. Vi faccio una domanda: preferite la storia raccontata in terza
persona o con tutti i POV? Rispondete in una recensione,
così mi baserò in base ai vostri desideri! (:
Le occhiate rivolte verso di lei non la facevano sentire molto a suo
agio. Rose doveva contenersi parecchio per non mandare a quel paese
quei due che non la smettevano di fissarla. Insomma, che c'era di tanto
strano?
Guardò l'orologio per l'ennesima volta. Mancava solo
mezz'ora, e finalmente sarebbe arrivata a Washington, poi il viaggio
con il taxi e alla fine casa dolce casa.
Purtroppo, il suo vocabolario di inglese era scarso, e
già da un paio d'ora continuava a domandarsi come avrebbe
potuto farsi capire. Con suo fratello con lei era pià
facile, ma per qualche giorno sarebbe rimasta sola. Si sarebbe messa
d'impegno.
Il pilota avvisò l'imminente atterraggio, quindi Rose si
allacciò la cintura e attese. Venti minuti dopo era
all'uscita dall'aereoporto, e stava chiamando un taxi.
Si fermò accanto al marciapiede e la ragazza salì
in fretta, prendendo dalla tasca il biglietto con su scritta la via
dove abitava il fratello. Menomale che se l'era scritto, qualche errore
lo faceva ma non era così tanto male.
Si accomodò sul sedile posteriore mentre il tassista, dopo
aver caricato le sue valigie, mise in moto e partì verso
Forks.
Guardò fuori dal finestrino, non era come in Russia, erano
molto diverse le prospettive, ma anche lì non era male.
Prese il cellulare e cercò sulla rubrica il numero di suo
padre.
Due squilli, poi rispose una donna sulla quarantina. - Pronto?* - Rose
sorrise e guardò di nuovo fuori. - Mamma, sono io,
Rosaliya.* - Sentì un rumore strano. - Ah, ciao tesoro mio. Sei
già arrivata a casa?* -
- No, non ancora, ma sono arrivata da poco meno di un'ora in America e
sto andando verso Forks. E' carino, tutto sommato.* - Il tassista ogni
tanto dava un'occhiata allo specchietto retrovisore, quella ragazza gli
ispirava un qualcosa che non sapeva descrivere nemmeno lui.
- Immagino. Mi manchi piccolina, lo sai?*- Rose si fece per un istante
triste, poi scrollò il capo e sorrise. - Anche tu
mamma, mi manchi molto, ma dovevo venire qui. Sai, tutta
quella faccenda..* - Si mise a giocare con una ciocca di capelli. - Lo
so, tesoro, lo so, e se la tua volontà è questa, né io né tuo padre possiamo mettere bocca su nulla. Ma ricordati di stare attenta, sei ancora piccola amore... * -
Rosalie lo interruppe bonariamente. - Mamma, non preoccuparti, infondo non sono da sola, c'è Dmitrij con me, e so cavarmela benissimo. Tu salutami Vadim, e digli che gli voglio bene. E, come procede il resto?* - Una risata cristallina partì dalla parte opposta della comunicazione. - Bene tesoro, sono eccitata ed entusiasta, e anche Vad lo è. Poi va beh, ogni tanto gli attacchi di nausea, ma nient'altro.* - Rosalie sorrise e mise a posto lo specchietto che aveva tirato fuori per darsi una controllata. - Bene mamma, sono davvero contenta, e mi raccomando aggiornami ad ogni piccolo mutamento! Ora ti lascio, devo cercare di non perdermi ancora prima di arrivare a destinazione! * - Sia lei che la madre scoppiarono a ridere, poi chiuse la chiamata.
Il tassista entrò in una via poco trafficata e Rosalie
finalmente vide il cartello con la scritta 'Benvenuti a Forks.' -
Scusi, quanto manca ancora? - La ragazza si avvicinò
all'uomo e lui si mise a posto gli occhiali da sole. - Mancano dieci
minuti, più o meno, non si preoccupi signorina. - Sorrise e
tornò a concentrarsi sulla guida.
Rosalie si guardava attorno per memorizzare la città, e la
trovò graziosa, non molto popolata, ma erano le sei di sera,
non poteva aspettarsi molto.
Qualche minuto dopo, il taxi si fermò davanti a una casa a
due piani, bianca con le persiane rosse, e la ragazza scese tutta
elettrizzata. Il tassita la aiutò a scaricare le valigie e,
dopo esser stato pagato, se ne andò facendo un cenno di
saluto a quella incantevole fanciulla.
Rosalie rimase qualche minuto a guardare il quartiere, era tranquillo,
tutte case con il giardino curato e alcune avevano anche la piscina,
certo che Dmitrij si trattava bene.
Le chiavi di casa sono
nel posto dove tu tenevi le caramelle. Rosalie si
avvicinò alla cassetta della posta e, dentro a una busta con
su scritto il suo nome, trovò un mazzo di chiavi nuovo di
zecca.
Si avvicinò alla porta e posò le valigie accanto
a lei e, dopo qualche tentativo, riuscì a prendere la chiave
giusta e ad entrare in casa.
Subito il profumo di pini le riempì le narici, e socchiuse
gli occhi per un istante, poi a passo svelto entrò dentro e
portò, molto lentamente, le valigie in una camera spaziosa e
soprattutto vuota.
Si buttò poi sul letto, e si fermò qualche minuto.
Non sapeva ancora come trovare le due ragazze, ma in qualche modo lo
avrebbe fatto e, prima dell'arrivo di Dmitrij, sarebbe riuscita a
compiere la sua missione.
Ma prima, un po' di riposo.
Aprì la valigia e tirò fuori un paio di vestiti,
al resto ci avrebbe pensato poi. Si diresse verso il bagno, dopo averlo
cercato, e aprì l'acqua per fare la doccia. Nel frattempo,
prese il telefono e mandò un sms al fratello, per avvertirlo
del suo arrivo.
Entrò nella doccia e si buttò sotto il getto
d'acqua, chiudendo gli occhi e sospirando rilassata. Dopo essersi
insaponata, prese lo shampoo e si fregò delicatamente i
lunghi capelli.
Dieci minuti dopo uscì e si avvolse in un asciugamano, si
sedette sul letto e tirò fuori il phon.
Si asciugò, si mise la camicetta da notte e si
infilò fra le coperte, stravolta, e pochi minuti dopo si
addormentò.
Il campanello suonò, e Rose si svegliò di
soprassalto, guardandosi attorno confusa. Poi si alzò
scocciata, si legò i capelli in una coda di cavallo alta e
andò ad aprire.
Una ragazza bruna e non tanto alta la guardò scioccata e
strinse i pugni. - E tu chi sei scusa?!? - Sbraitò. Rose
subito pensò di essersi ritrovata davanti a una
schizofrenica. - Io vivo qui, chi sei tu invece? - La guardò
alzando un sopracciglio. Idiota. - Io sono la ragazza di Dmitrij, e non
so chi sia tu ma non ti voglio vedere in questa casa un minuto di
più! - Cominciò a urlare più forte
fino a che una vecchietta si fermò a vedere cosa succedeva.
Rose sbuffò sonoramente. - Senti, fammi un favore, vai via
da casa mia. - E rientrò, chiudendo la porta e lasciando la
pseudo-fidanzata di Dmitrij fuori dalla porta a sbraitare ancora un
po', da sola.
Scrollò la testa e rise. Una pazza.
Andò in cucina a prepararsi colazione in fretta e, dopo
essersi preparata e dopo aver preso tutto il necessario, carte di
credito gold incluse, uscì di casa col sorriso e si
avviò all'indirizzo che suo fratello le aveva lasciato
scritto su un bigliettino.
Alice e Bella si erano appena svegliate, quando il campanello
suonò un paio di volte. Alice si alzò per andare
ad aprire scocciata, e quando una biondona incantevole le apparve
davanti le venne quasi voglia di prenderla a pugni.
- Se vuole venderci qualche prodotto per la casa, creme di bellezza o
roba del genere non siamo interessate, grazie! - Fece per chiudere la
porta ma il tacco della ragazza bloccò la porta.
- Tu sei Alice Cullen? - Ok, era una stalker, e le faceva anche paura.
- Come fai a sapere chi sono? Cosa vuoi da me? Sono armata! - Si
guardò attorno e afferrò il bastone che sua nonna
aveva dimenticato lì una settimana prima, dandosi della
ridicola da sola.
La bionda la guardò sconvolta e arretrò di un
passo. - Mio fratello mi ha parlato di te e di tua sorella, mi chiamo
Rosaliya e sono arrivata ieri da Mosca. Sono qui per aiutarvi, mio
fratello mi ha detto di farlo e non lo deluderò. - Sorrise e
allungò una mano verso Alice, che dopo averla guardata
sospettosa per qualche istante, la strinse titubante.
Nel frattempo Bella si era avvicinata per vedere cosa stava succedendo,
e quando vide la ragazza sulla porta rimase a fissarla per un po'.
L'aveva già vista da qualche parte, in una fotografia forse,
e le era familiare. - Ci conosciamo? - Affiancò sua sorella,
guardandola male per il bastone, e tornò con lo sguardo
sulla bionda. - Sì, tu devi essere Isabella, piacere di
conoscerti. Sono la sorella di Dmitrij. Posso entrare? - Strinse la
mano anche a Bella e si accomodò in casa senza attendere
risposta.
Le due sorelle si guardarono senza capire nulla e la seguirono fino in
salotto.
Rose posò una valigetta sul tavolino e si sedette sul
divano, la aprì e tirò fuori una borsetta e dei
tubetti strani, un paio di forbici e dei pettini.
- Mio fratello sa che voi vorreste cambiare aspetto, e mi ha chiesto di
aiutarvi a farlo. Dov'è il bagno? -
Alice sapeva perfettamente che avrebbe dovuto essere arrabbiata con
Dmitrij per aver fatto una cosa del genere, ma la ragazza le ispirava
fiducia ed era davvero molto bella.
- E' la prima porta dopo le scale, ma noi dobbiamo ancora fare
colazione.. - Alice si grattò la testa delicatamente e la
guardò alzarsi.
- Nessun problema, io vado a preparare tutto e voi mangiate con comodo,
quando avete finito venite di sopra. - Sorrise e si dileguò.
- Alice, secondo te dobbiamo fidarci? - Bella era seduta al tavolo in
cucina e stava finendo di bere del caffè. Alice
sorseggiò un po' di thè e guardò
davanti a sè.
- Se devo essere sincera, non lo so. Potrebbe essere una truffatrice,
Dmitrij non mi ha mai parlato di una sorella, nè tantomeno
ho mai visto delle sue foto con lui. Ma il mio istinto dice di fidarmi,
quindi sì, potremmo fidarci. Fammi fare una telefonata, tu
vai di sopra, e se hai bisogno urla. - Bella scrollò il
capo, posò la tazzina e il piatto nel lavandino e
andò su di sopra.
Alice afferrò il cellulare e compose velocemente un numero.
- Pronto? - Si
alzò e appoggiò una mano al bancone della cucina.
- Dmitrij, perchè non ci hai detto niente di questa tua
sorella? - Sperò con tutto il cuore che Rose fosse davvero
sua sorella, o sarebbe entrata nel panico più totale.
- Volevo farvi una
sorpresa, non ti sarai mica arrabbiata, vero Alice? - Sbuffò
lievemente e sorrise. - No, sei il mio migliore amico, lo so che l'hai
fatto per il mio bene. Grazie, non me l'aspettavo! -
- L'ho fatto con
piacere, e mia sorella adora rifare il look alle persone. Trattatela
bene, è preziosa. A presto Al, ti saluta tuo fratello. - Chiuse
la chiamata e prese un lungo respiro.
Ancora non sapeva cosa doveva aspettarsi, ma in fondo al suo cuore
sperava fortemente in qualcosa che le cambiasse la vita.
Spero vi sia piaciuto! Recensite numerosi! A presto, Alba97.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Metamorfosi parte I, e chiamate perse ***
Capitolo quattro
Salve a tutti! Finalmente la
metamorfosi è cominciata, chissà come troveremo
le ragazze.. Bando alle ciance, buona lettura!
P.S. Probabilmente dal prossimo capitolo troveremo i POV
singoli, ancora non so, troverete l'avviso prima del capitolo!
Bella osservava attentamente quello che Rosalie stava facendo. Aveva
preso delle ciotole e stava mescolando dei colori con un pennello da
parrucchiera, e intanto le sorrideva.
La ragazza ancora non sapeva esattamente cosa le avrebbe fatto, ma
credeva fortemente in lei e sperava in qualcosa che la rendesse diversa.
- Bella, tu metti questa. Spalma bene sul tuo viso e aspetta dieci
minuti. - Le porse un tubetto di crema, e Bella la prese e
cominciò a spalmare bene sul viso in modo omogeneo, poi si
sedette su una sedia che aveva precedentemente portato davanti allo
specchio e attese.
Alice comparve dalla porta e Rose le sorrise. - Finalmente! Io credevo
che tu eri morta! - La fece sedere con la testa verso il lavandino e le
pettinò i capelli all'indietro.
- Se ti fa male, dimmi, ok? - Alice le sorrise e fece di no con la
testa.
Poi, ad un tratto, sentì che Rose le stava riempendo i
capelli di colore, ed era curiosissima di sapere che colore avrebbe
usato.
Rose cominciò a massaggiarle i capelli per rendere il tutto
compatto, e li lasciò lì per qualche minuto. Poi,
si sciacquò le mani e aiutò Bella a togliersi la
maschera dalla faccia.
Sbarrò gli occhi quando la vide. - Bella.. hai visto..? -
Bella toccò prima la sua faccia, poi lo specchio, infine la
spalla di Rose. - Dio, è miracolosa quella maschera! - Non
aveva più nemmeno una macchia rossa in faccia, ma per
rendere il tutto ancora meglio, si mise un po' di crema idratante.
Perfetto, la pelle liscia come il culetto di un bambino.
Rose la fece sedere sulla sedia, e le osservò attentamente i
capelli per capire cosa avrebbe potuto fare a lei.
Nel frattempo controllò la tinta di Alice, e sorrise.
Le sciacquò i capelli energicamente, glieli
insaponò un paio di volte e li lavò per bene,
aggiungendo un po' di balsamo alla fine.
Alice ancora non si era vista allo specchio, ma moriva di
curiosità.
Rose afferrò un paio di forbici e il pettine e
cominciò a tagliare i suoi capelli, e lì
cominciò ad avere qualche dubbio, ma non osò
domandare.
Li aveva tagliati fino a poco sotto le spalle, e forse era meglio
così.
Qualche minuto dopo, nel lavandino c'erano un sacco di ciuffi di Alice,
Rose li prese e li mise in un sacchetto, li avrebbe buttati via
più tardi.
Prese il phon, la spazzola e cominciò ad asciugarle i
capelli, mentre lei quasi si rodeva, era impaziente di vedersi.
Rose posò il phon e la spazzola, guardò Alice e
sorrise. - Ora puoi guardarti. - Alice quasi schizzò in
piedi, inforcò gli occhiali e si guardò allo
specchio meravigliata.
- Sono davvero io quella?! - Quasi non ci credeva. Era davvero lei! E
quegli occhiali ora non erano così tanto brutti.. o forse
sì?
Rose scoppiò a ridere e andò a preparare altra
tinta, stavolta per Bella.
Bella si sedette tutta eccitata sulla sedia e cominciò a
battere il piede per terra, fremeva e non vedeva l'ora che Rose facesse
il 'miracolo' anche a lei.
- Ragazze, siete bellissime. - Bella era ancora attonita, era..
fantastica! Un'altra persona!
L'unica pecca, era l'apparecchio ai denti.. Ma ancora per poco! Il
giorno dopo sarebbe andata a fare l'ultima visita dal dentista e
l'avrebbe finalmente tolto!
- Però siamo solo all'inizio, dobbiamo fare ancora molte
cose.. Ma abbiamo ancora tempo! Alice, avrei bisogno dei tuoi occhiali,
più tardi, così andiamo a comprare le lenti a
contatto.. Sei d'accordo? -
Alice non esitò nemmeno un attimo, infondo quella ragazza
era comparsa nella sua vita da poche ore e l'aveva già
miracolata una volta!
Andò in camera, prese il foglio con su scritte le gradazioni
da un cassetto del suo comodino e lo consegnò a Rose.
Tornarono in salotto tutte e tre, Rose posò tutte le
spazzole, i tubetti e le ciotole nela borsa e si sedette sul divano.
Il telefono suonò, e Alice andò a rispondere. -
Pronto? -
Una voce odiosa e squillante le spaccò quasi un timpano. - Alice, tesoro, sono io, Julia.
Senti, in casa del mio
fidanzato c'è una bionda psicopatica che si è
intrufolata in qualche modo, non riesco a rintracciare in nessuna
maniera Dmitrij e sono preoccupata. E se mi stesse tradendo con
quella?! -
Alice sbuffò sonoramente. - Julia, non lo so, ok? Ciao. -
Buttò giù la chiamata e scrollò il
capo. - Non la sopporto più, è ufficiale. Sai
Rose, credo che tuo fratello si sia rincretinito in questi ultimi
tempi, o anche a casa vostra era così.. idiota? - Si sedette
accanto alla bionda e la guardò.
- No, a casa nostra era abbastanza normale, ma se stai parlando di
quella che stamattina è venuta a suonare al campanello e mi
ha aggredita allora mi chiedo come riesce a stare con una
così Dmitrij. -
Bella e Alice notarono che ogni cosa che Rose faceva, sia un minimo
gesto, che ogni sua movenza, ogni suo sorriso, ogni sua parola, lo
faceva con un eleganza innata, era davvero splendida.
Si guardarono per un istante e sorrisero, avevano pensato la stessa
cosa nello stesso istante, e Rose le guardò confusa. - Ho
fatto qualcosa di male? - Era preoccupata, forse in America certe cose
non era carino dirle.
- No Rose, solo ho notato che sei.. non so come dire, sei.. speciale.
Non so, hai un aspetto e un'eleganza talmente raffinati e delicati che
fatico a capire come una come te non sia ancora una modella di fama
come minimo nazionale. - Bella le sorrise.
- Oh, non credo di essere così tanto bella come dite voi, io
sono solo una ragazza che cerca di essere piacevole, e non credo di
essere molto brutta, ma.. -
Alice la interruppe secca. - No, non dirlo nemmeno. Io non
sono niente in confronto a te, e per quanto io possa amare mia sorella
nemmeno lei la è. - Bella annuì, e si
alzò.
- Beh, ragazze, dopo aver constatato che Rose è
davvero bellissima, credo che potremmo andare a fare un giro in
città, così lei si può ambientare
bene, infondo è arrivata solo ieri e credo non abbia visto
molto.. E se troviamo qualcosa di carino lo possiamo prendere, no? -
Si alzarono tutte e due, si prepararono per uscire e Alice prese le
chiavi della macchina. Probabilmente, la giornata sarebbe stata ancora
molto lunga, ma che problema c'era?
Emmett aveva appena acceso il fuoco per il pranzo, dopo circa una
ventina di minuti in cui i ragazzi avevano cercato un bel posto dove
fermarsi a mangiare.
Jasper tirò fuori del pane e della carne, e
cominciò a farla cuocere, aiutato da Edward.
Dmitrij si era allontanato un attimo per cercare dei fiori da
fotografare, appassionato qual'era, e aveva lasciato il cellulare nel
suo zaino.
Emmett si sdraiò sull'erba, appoggiò la testa
sulle braccia e chiuse gli occhi, adorava la montagna e soprattutto
adorava fare l'idiota senza che le sue sorelle lo beccassero ogni
minuto. Insomma, aveva o no il diritto di divertirsi?
Sentì uno squillo, si toccò la tasca.
Non era il suo, così si mise seduto e prese lo zaino di
Dmitrij, lo sentiva ma non riusciva a trovarlo. Frugò per un
po', il telefono smise di suonare nel preciso istante in cui lo prese
in mano. Cazzo.
Non riusciva a capire come vedere le chiamate perse, ovviamente quel
simpaticone aveva il telefono impostato in russo e lui non capiva un
accidente.
Sbuffò e fece per rimetterlo a posto, quando una cosa lo
incuriosì.
La finestra che indicava la chiamata persa era proprio sullo sfondo del
suo cellulare, ed era proprio quello ad aver colpito la sua attenzione.
Vide che fra i tasti principali, vi era raffigurata una casetta.
Ci cliccò sopra, e quello che vide lo
scioccò. Sullo sfondo c'era la foto di una ragazza
bellissima, molto probabilmente una modella, bionda e con due occhi
magnetici.
Forse era russa, una bellezza così in America era
davvero rara.
Росалия (Rosalie in cirillico)
Vicino a quello spettacolo di ragazza, vi era una scritta, per Emmett
illeggibile. Chissà chi era quell'incanto.
Sentì dei passi dietro di lui e posò
immediatamente il telefono dentro allo zaino.
- Emm, che stai facendo? - Troppo tardi.
- Ti suonava il telefono, ma non ho fatto in tempo a rispondere, e non
so affatto usare il tuo telefono, è in arabo! - Emmett si
scusò, ma Dmitrij non era arrabbiato. - Oh, grazie amico.
Ma, ti vedo strano, tutto bene? -
Lo fissò qualche secondo. - Per caso hai visto lo sfondo? -
Ora il russo sembrava preccupato, Emmett lo notò
subito. - Sì, in effetti uno sfondo così non si
può non notarlo. Chi è quello schianto, una
modella russa per caso? - Il suo sguardo era malizioso, il suo sorriso
anche, e Dmitrij in cuor suo sapeva che Rose, ben presto, sarebbe stata
scoperta.
Probabilmente stava sudando, e Emmett lo notò
subito. - Ehi amico, devi dirmi qualcosa? -
Dmitrij non aveva la più pallida idea su cosa rispondergli.
Per fortuna, l'intervento di Jasper lo salvò da una
bruttissima e ingestibile situazione. - Ehi, venite a mangiare,
è pronto! -
Di sicuro Emmett si sarebbe dimenticato presto di Rose, e il russo
tirò un sospiro di sollievo.
Il problema era risolto, per il momento.
Angolino autrice: Bene, spero vi sia piaciuto, nei prossimi capitoli
pubblicherò anche le foto di Alice e Bella, ma solo a
'metamorfosi' completata! Mi raccomando, recensite numerosi! A presto,
un bacio, Alba97.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Shopping, pioggia e imprevisti. ***
Capitolo cinque
Salve
a tutti! Noto con piacere che la storia è sempre
più seguita, grazie *w* In questo capitolo, vedremo la fase
due della metamorfosi e come i ragazzi si destreggeranno in una
situazione piuttosto scomoda... E spero vi facciate due risate! Buona
lettura!
Appena salite in macchina, Alice e Bella era elettrizzate, non vedevano
l'ora di andare a fare del sano shopping, e con una come Rose avrebbero
sicuramente fatto colpo! E menomale che lei aveva regalato un paio di
completi alle sorelle, così non sarebbero uscite con quei..
"cosi", come li aveva definiti Rose.
- Ragazze, mi raccomando seguite me, se vi vedo con un solo..
gonnellone o un paio di pantaloni alla melasonofattaaddosso vi strozzo!
- Scoppiarono a ridere tutte e tre e Alice uscì finalmente
dal vialetto di casa, e vide che vicino a casa della ragazza e di
Dmitrij c'era di nuovo Julia, che suonava furiosamente.
Accostò un attimo, diede un colpo di clacson che fece
sussultare l'oca e scoppiò a ridere. - Julia, è
inutile che suoni, Dmitrij è al campeggio con mio fratello e
un paio di amici! - Poi, ripartì sgommando e lasciando una
ragazza che strillava in mezzo alla strada imprecando chissà
cosa.
Rose scoppiò a ridere, poi sentì il telefono
squillare. Lo afferrò e rispose. - Pronto? * - La voce falsa
e odiosa che la ragazza tanto odiava le risuonò nelle
orecchie.
- Ciao tesoro! Come stai? Mi manchi tanto sai? Soprattutto le nostre
uscite insieme..* -
Alice e Bella notarono che Rose si era irrigidita. - Cosa vuoi, Iryna?
* - La sua voce era scocciata, e avrebbe tanto voluto terminare in quel
momento la chiamata.
- Oh, come sei acidella Rose, forse sei in astinenza? Ma sai che il tuo
papà non lo sa, devo dirglielo io?.. * - Bella, seduta sul
sedile anteriore, vide che Rose strinse i pugni; i suoi occhi erano
come due fessure.
- Avanti, parla. * - Una risata malefica fece stizzire Rose ancora di
più. - Brava ragazzina, portami rispetto. Volevo informarti,
tesorino, che io e tuo padre ci sposiamo, a fine autunno. - Rose si
scrocchiò le dita, nervosa. - Sono felice per voi. * - E
chiuse la chiamata.
Alice e Bella si guardarono per qualche istante, poi guardarono lei. -
Rose, tutto bene? - Rose sbuffò e incrociò le
braccia al petto. - Quella stronza della fidanzata di mio padre crede
di essere la mia padrona, e mi ha detto che si sposano a fine autunno.
- Poi, sempre nervosa, scrisse un messaggio al fratello.
Alice accese la radio e fece partire il CD, quello che Dmitrij le aveva
regalato qualche settimana prima.
Rose si animò sentendo la prima canzone. ( Вика
Дайнеко - Клякса / Vick Dayneko - Macchia ). - Alice, come
fai a conoscere questa canzone? - Spuntò con la testa fra i
sedili e guardò entrambe. - Tuo fratello mi ha fatto un Cd,
e probabilmente ha messo delle canzoni molto conosciute nel vostro
Paese.. - Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Rose, dopo
aver afferrato il suo telefono, si mise a cantare a squarciagola e le
due sorelle, anche se un po' sconcertate, si misero a ridere e la
stettero ad ascoltare, che bella voce aveva!
Arrivarono nei pressi di un grande centro commerciale, e Rose disse a
Alice di fermarsi là. La ragazza, dopo aver cercato
parcheggio, spense l'auto e tutte e tre scesero elettrizzate.
- Siete mai venute qui prima d'ora? - Rose le
guardò e loro, abbassato lo sguardo, negarono con la testa.
- Beh, allora inauguriamo il vostro nuovo look qui! Ma.. Voi avete
delle trousse? - Bella si schiarì la gola e Alice guardava
in giro. Rose sospirò pesantemente. - Allora, dovete
cominciare a farvene una, e come si deve! Menomale che ci sono io! -
Le trascinò verso l'ingresso del centro commerciale e si
diresse subito verso una profumeria.
La commessa le raggiunse. - Salve ragazze, avete bisogno? - Rose la
guardò e le sorrise. - Buongiorno, vorremmo vedere delle
trousse complete di tutto, dai pennelli ai blush, rossetti, ombretti,
mascara, matite, tutto ecco. - Le ragazze notarono che alla commessa si
illuminarono gli occhi e le portò al reparto cosmetica,
mostrò loro il posto di ogni oggetto e le lasciò
scegliere.
Rose afferrò un paio di mascara, cinque o sei matite di
diversi colori, rossetti, dal più chiaro al più
scuro, lipgloss, due palette da 70 ombretti, venti pennelli che
comprendevano quelli per le labbra, occhi, fard, blush, eyeliner e da
sfumatura, quattro flaconcini di fondotinta liquido, sette o otto
palette uniche di blush e terra insieme, della cipria in polvere,
qualche eyeliner liquido, dei glitter per occhi, matite per labbra, del
primer e, ovviamente, degli struccanti.
Bella e Alice erano scioccate, come avrebbero fatto in due giorni a
imparare a mettere tutte quelle cose?
- E vorrei anche comprare un profumo, per me, possibilmente della
Chanel. - La commessa le portò dei campioncini e Rose, dopo
averli provati tutti su dei cartoncini apposta, ne scelse uno e la
donna lo andò a prendere e andò alla cassa.
- Ragazze, volete comprare altro già che siamo qui? - Le
ragazze scrollarono la testa, ancora erano sorprese per la
quantità industriale di cose che Rose aveva preso per loro.
Alice si avviò per pagare alla cassa, ma Bella la precedette
e porse la sua carta di credito. - Questa volta pago io, tu compri i
vestiti sorellina. - Le sorrise e afferrò le numerose borse.
Rose pagò il suo profumo e uscirono, dirigendosi verso il
primo negozio di vestiti. - Questo mi attira, sapete? Entriamo! - Le
tre entrarono e subito videro tre vestiti fantastici in vetrina. -
Rose, sabato organizzano una festa in spiaggia, è il
compleanno di una nostra amica e il suo fidanzato ha detto di invitare
chi vogliamo, ti va di venire? - Bella e Alice la guardarono e lei
sorrise sincera. - Sarei onorata di venire! La mia prima vesta in
America, wow! Dobbiamo comprare un vestito per l'occasione, e altri
venti per tutti i giorni. - Risero tutte insieme e si diressero verso
il reparto donna, al secondo piano.
Un commesso, abbastanza carino, le vide e tutto sorridente
andò loro incontro. - Salve signorine! Come posso aiutarvi?
Avete qualche preferenza? - Rose gli sorrise e si guardò
intorno. - Beh, diciamo che prima di tutto ci servirebbero degli abiti
per una festa in spiaggia, poi per una serata in discoteca e per tutti
i giorni. - Alice e Bella la guardarono; accidenti, lei si che aveva le
idee chiare!
Il commesso sparì e, dopo qualche minuto, riapparve con due
appendini pieni zeppi di vestiti e un altro, trasportato da un collega.
Rose sorrise soddisfatta. - Mmh, già vi adoro. - Li
guardò e sorrise. - Beh che dire, vi ringrazio, ma ora se
permettete faccio io. - Il commesso si scansò e la
lasciò fare. - Se avete bisogno di me, basta chiamare! Io mi
chiamo François. - E si allontanò, lasciando le
tre sole.
- Allora... Alice, tu prova questi.. - Rose le portò
l'appendino al centro, poi diede l'appendino in fondo a Bella e prese
il primo per sè.
- Ragazze, siete una favola! Compriamoli tutti! - Il commesso comparve
da dietro e si sfregò le mani, sereno e soddisfatto. - Sono
felice che i nostri abiti vi siano piaciuti! Ve li porto alle casse
signorine, non preoccupatevi! - E sparì, come era apparso,
con tutti i vestiti.
- Beh, ragazze, direi che per oggi può andare. - Alice
sorrise e Bella corse ad abbracciare Rose. - Grazie, davvero. Se non ci
fossi tu.. - Rose la guardò e la strinse a sè. -
Oh, tesoro, grazie a voi, voi mi avete accolta a casa vostra, io ho
solo voluto aiutarvi. - Scesero verso le casse, pagarono e uscirono dal
negozio. - Ragazze, che ne dite, stasera andiamo a mangiare qualcosa
fuori? - Bella le guardò, e le due annuirono. - Ma, dove
andiamo? - Alice ci pensò un attimo, poi si
illuminò. - Andiamo al locale dove lavora Angela!
Chissà che faccia farà quando ci
vedrà.. - Rose la guardò confusa e
sospirò. - Mi sa che dovete presentarmi un sacco di gente..
Mi sento un po' tonta! - Le ragazze scoppiarono a ridere ed entrarono
dall'ottico, per comprare le lenti a contatto per Alice.
- Ok, ora andiamo a casa, si comincia con le lezioni di trucco! - Alice
e Bella si guardarono per un istante, salirono in macchina e
psicologicamente si prepararono ad un lungo e faticoso 'cammino'.
I ragazzi avevano finito di mangiare da un po', e Dmitrij aveva deciso
di schiacciare un pisolino, non era realmente stanco, ma non voleva che
Emmett gli facesse altre domande su Rose.
Jasper ed Edward avevano notato che prima i due stavano parlando di una
questione 'piccante', e volevano sapere tutto. - Emm, di che parlavate
prima tu e il bello addormentato? - Edward scoppiò a ridere
mentre Jasper ghignava.
In realtà adoravano il loro amico, e proprio per questo si
stuzzicavano tutto il tempo.
- Beh, prima ho visto il suo sfondo.. E non immaginate nemmeno cosa
c'è sopra. - Emmett si era fatto improvvisamente serio, e la
cosa preoccupò realmente i due.
- Sentiamo, cosa c'è di tanto hot su quel telefono? - Emmett
senza rispondere tirò fuori il telefono del russo e
mostrò la foto ai due, che si zittirono all'istante.
- Ammazza, che schianto! E chi sarebbe questa pupa? - Jasper lo
guardò con un pizzico di malizia nello sguardo, ma Emmett lo
fulminò con un'occhiataccia.
- Non lo so, è quello che sto cercando di scoprire. E
diciamo che non è stato il pranzo migliore della mia vita,
soprattutto perchè il mio amico là sotto
scalpitava, e non immagini i pensieri. - Jasper e Edward sghignazzarono.
- Io dovrei tacere, anche perchè sono felicemente fidanzato,
ma a una così una bella ripassata gliela darei! - Edward
diede una gomitata a Emmett, che lo minacciò scherzando.
Nel frattempo, Dmitrij si era svegliato ma aveva tenuto gli occhi
chiusi, ascoltando senza farsi vedere i discorsi dei tre.
E gli vennero i brividi alla schiena, sentendo quelle parole. Lui era
molto geloso della sorella, e in più lei era ancora piccola,
aveva 16 anni e ne avrebbe fatti 17 un paio di mesi dopo.
Probabilmente appena Alice e Bella lo sapranno vorranno organizzarle
una festa grandiosa, pensò, poi decise di aprire gli occhi.
I tre si girarono verso di lui, sentendosi improvvisamente in colpa.
Dmitrij si mise a sedere e guardò Emmett sconsolato.
- Se vuoi farti i filmini fatteli, ma non con il mio telefono! - Il
russo si riprese il telefono e mise un codice segreto per lo sblocco,
ovviamente nella sua lingua madre. Non era arrabbiato, suvvia anche lui
avrebbe fatto così con una bellezza del genere, ma la sua
sorellina.. No, non poteva pensarci.
Ad un tratto, un tuono in lontananza. - Ehm.. Ragazzi, credo che fra
qualche ora pioverà.. - Edward fece una smorfia e
sbuffò.
- Mi sa che stasera sarà meglio rientrare in
città, guardate che nuvoloni! - Emmett si buttò
con la schiena sulla coperta. - Allora dovrò avvisare le mie
sorelle che torno oggi, o mi fanno il mazzo! I miei non tornano ancora,
quindi se volete potete venire da me. - Afferrò il suo
telefono e fece per comporre il numero, ma Dmitrij lo
bloccò.
- Le chiamo io, devo parlarci un attimo. - Emm lo guardò
sorpreso, ma lo lasciò fare.
- Pronto? - La voce di Bella lo fece alzare e allontanarsi. - Bells,
sono io, Dmitrij. C'è un cambio di programma, sta per venire
a piovere e stasera torniamo a casa, puoi avvertire anche le altre? -
Sussurrava, non voleva farsi sentire dagli amici.
- Come stasera?! E noi come facciamo a.. - La sua voce quasi isterica
lo costrinse ad allontanare il telefono dall'orecchio.
- Non strillare! Lo so che è difficile ora, ma non abbiamo
scelta, o torniamo a casa o ci becchiamo il temporale! Io cerco di
distrarre tuo fratello e gli altri , ma voi sbrigatevi! Siete
già tornate dallo shopping? - Bella rimase un attimo in
silenzio. Come faceva a sapere della loro uscita? Rose, ovviamente.
- Sì, stiamo per cominciare, e vedremo di darci una mossa,
ci vediamo stasera. - Dmitrij sorrise, adorava sia lei che Alice.
- Salutami Alice e dai un bacio da parte mia a tusaichi. - Chiuse la
chiamata e guardò gli altri. - Ok, meglio partire se non
vogliamo inzupparci! - Alcune gocce cominciarono a scendere, i ragazzi
fecero su la loro roba in fretta e furia e la caricarono in macchina,
salirono in fretta e Emmett mise in moto. - Beh, almeno abbiamo
mangiato. - Scoppiarono a ridere e accesero la radio.
Bella chiuse la chiamata, cosa potevano fare in... tre ore?! Ci voleva
un altro miracolo! Corse in bagno, dove Rose aveva già
cominciato a truccare Alice. - Ragazze, Dmitrij e gli altri stanno
tornando a casa, sta arrivando un temporale da quelle parti e non
vogliono beccarsi la pioggia! - Rose si bloccò a mezz'aria,
con il pennello del fondotinta fra le mani e la bocca spalancata.
- Accidenti, ci vorrà un miracolo! - Alice entrò
in panico, e ora?!
Angolino autrice: Oh-oh, cambio di programma! I ragazzi stanno
tornando, ma ce la farà Super-Rose a sistemare le ragazze e
a prepararsi in tempo? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Un bacio,
recensite numerosi! A presto, Alba97.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Verdetto finale ***
Capitolo sei
Salve a tutti
ragazzi! Come state? Purtroppo, come ho già detto nelle
altre
FF, pubblicherò i capitoli meno frequentemente, causa scuola
._.
Comunque, passano al capitolo, stavolta incontreremo altri personaggi
(so cosa state pensando, sono daaaavvero tante le persone in questi
capitolo) e le ragazze finalmente saranno trasformate. Siete pronti?!
Buona lettura!
Rosalie non si perse d'animo. - Quanto tempo ci rimane? - Chiese a
Bella, mentre con il pennello passò del fondotinta sulla
faccia
di Alice.
- Tre ore, all'incirca.. - Bella si sedette sul marmo vicino al lavabo,
osservando attentamente le due ragazze. Come accidenti faceva Rosalie
ad essere così.. così bella? Accidenti, lei e sua
sorella
non erano affatto male, ma lei era.. era davvero bellissima.
Un pizzico di invidia le salì, ma lo scacciò via
con un gesto della mano.
- Se vuoi io posso andare a scegliere un vestito di quelli che abbiamo
comprato prima, e tu mi dici con cosa abbinarlo, almeno ci portiamo
avanti con il lavoro! - Rosalie scoppiò a ridere.
- Vedo che impari in fretta Bella! Vai, io finisco con Alice e poi
vieni tu. - Bella corse in camera, dove aveva posato le borse, e
cominciò a osservare i vestiti.
Qualche ora dopo sarebbero andati tutti insieme a mangiare al
ristorante dove lavorava una loro grande amica, Angela, ma non sapeva
come doveva vestirsi. Non era molto elegante, era un ristorante cinese
ma non a cinque stelle, quindi..
- Allora?! - La voce di Rose la fece sobbalzare. - Secondo te cosa ci
si deve mettere ad un ristorante cinese?! - Silenzio.
- Qualcosa di non troppo elegante, ma sexy! - Bella era ancora
più confusa.
Tornò in bagno con la faccia sconvolta e le due si misero a
ridere. - Vengo io ad aiutarti fra poco. - Alice era quasi pronta. Era
uno spettacolo! Rose le aveva contornato gli occhi con una matita nera
e una bianca, poi le aveva fatto delle sfumature sulla palpebra mobile
di tre colori. - Come si chiama questo trucco, Rose? - La russa
finì di passare il rossetto ad Alice e guardò
Bella.
- E' una specie di smokey eyes, una variante che ho trovato tempo fa su
un sito russo di make up. - Sorrise, mentre Alice si guardava incredula
allo specchio.
Era davvero lei?! Non poteva crederci. Non sembrava affatto lei,
accidenti!
- Oddio ma sono fantastica. - Bella e Rose scoppiarono a ridere mentre
Alice avvicinava l'indice allo specchio per capire se era davvero lei o
un'altra.
- Forza, andiamo a scegliere i vestiti per Alice e poi trucchiamo
Bella. - Rose raggiunse la camera. - Di chi è questa camera?
- Si girò verso le sorelle.
- Questa è di nostro fratello, infatti si vede che
è abitata da un troglodita. - Rosalie le guardò
un attimo confusa.
- Voi avete un fratello? E cosa vuol dire troglodita? - Era certa che
fosse una parola poco carina, ma non sapeva esattamente cosa volesse
dire.
- Sìsì, abbiamo un fratello, non te l'ha detto
Dmitrij? - Alice la stava guardando, mentre Bella cercava sul
traduttore la parola russa che corrispondesse più o meno a
troglodita.
- No, Dmitrij mi ha detto che andava a fare campeggio con amici, ma non
ha detto che voi avete un fratello. - Sembrava curiosa, voleva sapere
chi era questo ragazzo e se per caso l'aveva già visto.
- Strano, pensavo te ne avesse parlato. Sono andati lui, nostro
fratello e due loro amici, mentre le loro fidanzate sono a casa. -
Alice e Bella erano livide, e Rose lo notò subito.
- Qualcosa non va? - Le guardò, poi cominciò a
scegliere degli abiti da far indossare loro.
Oh sì, c'erano tante cose che non andavano. Prima di tutto,
loro erano molto più belle delle due oche che stavano con
Jasper ed Edward, e anche più simpatiche. E poi, come
potevano due ragazzi comunque normali a stare con due così
invece che con loro?
La cosa le faceva innervosire, e non sapevano che fare.
Rosalie comprese immediatamente. - Oh ragazze, non preoccupatevi di
questo. - Posò i vestiti che aveva scelto e si
avvicinò a loro.
- Vi do la mia parola, vi aiuterò. - Le abbracciò
e si strinsero qualche istante, poi si staccarono.
- Forza! Alice vestiti e tu, Bella, vieni con me, abbiamo un sacco da
fare ancora! -
La trascinò nel bagno e la fece sedere, poi
cominciò a truccarla. Sarebbe riuscita nel suo intento?
Emmett continuava a guidare in silenzio, quei tre si erano addormentati
da un pezzo e lui doveva restare sveglio per forza, ma non gli
dispiaceva più di molto.
Accese l'autoradio e la abbassò un po', poi
cominciò a scorrere le tracks fino a quella che gli
interessava (Mama Lover- Serebro). Dmitrij gli aveva parlato di una
canzone uguale in russo, ed era curioso di sentirla, magari era la
stessa.
Ma, oltre a quello, il suo pensiero fisso era uno in particolare. Chi
accidenti era quello schianto di ragazza? Avrebbe voluto chiederlo al
suo amico, ma sapeva perfettamente che avrebbe sviato il discorso o non
gli avrebbe proprio risposto, quindi rinunciò in partenza.
Ma doveva scoprilo assolutamente, da ore ormai non faceva che pensare a
quelle gambe e a quel fondoschiena da urlo, anche se era bellissima
dalla testa ai piedi.
Avrebbe fatto qualunque cosa per conoscere quella ragazza, ma forse
Dmitrij gli nascondeva qualcosa.
Il suo telefono vibrò, lo tirò fuori e mise il
vivavoce.
- Emmett, sono Alice. Dove siete? - La sorella sembrava agitata, ma che
avevano tutti quel giorno?! - Non lo so Alice, mancano ancora due ore,
che fretta hai? Non ci vediamo da ieri mattina e già ti
manco così tanto? - La sua voce sprezzante fece sbuffare
Alice.
- Sei sempre simpatico, fratello. Spero ti si incastri il piede in un
buco fino a farti cadere in una pozzanghera di fango, ciaoo! - E chiuse
la chiamata.
Emmett era simpatico e dolce, certo, tranne che con le sue sorelle. Le
adorava, ma adorava ancora di più dare loro fastidio.
E visto che le conosceva forse più di sè stesso,
sapeva perfettamente come fare i dispetti alle sue povere sorelline.
Anche se, accidenti, continuava a chiedersi come faceva ad essere
così diverso da loro, che si curavano poco e niente e che,
infondo, erano belle quanto lui, modestia a parte.
Le aveva viste al mare, l'anno precedente, e non erano per niente
brutte, e lo pensavano anche altri ragazzi, con cui sono usciti un paio
di sere e i quali non facevano che provarci con loro, cosa che dava
molto fastidio ad Emmett; ma che ci poteva fare, infondo le sue sorelle
meritavano quelle attenzioni come le meritava lui.
- Ma che fai, bel pensieroso? Mediti sulla tua futura dolce
metà? - La voce di Jasper lo destò e per poco non
sbandò. Frenò di scatto facendo svegliare gli
altri due.
- Dico ma sei scemo?! - Edward si svegliò bruscamente e lo
guardò male.
- Ma non è colpa mia, 'sto idiota di Jasper m'ha fatto
venire un colpo! - Jasper scoppiò a ridere. - Sei tu che ti
fai viaggi mentali! -
Emmett ripartì e continuò a guidare, stavolta
cercò di pensare il meno possibile alla ragazza misteriosa
anche se gli veniva molto difficile.
- Chi mi dà il cambio fra un po'? - Nessuna risposta. Che
bello Emm, sei fottuto.
- Oh eddai! - Edward fece capolino con la testa. - Va bene bellimbusto,
guido io. -
Emmett sorrise e, appena trovò un posto, accostò
e fece salire Edward al suo posto.
Si buttò sui sedili posteriori accanto a Dmitrij e si
stiracchiò per bene, e stava per appisolarsi beato,
quando...
- Ma cazzo 'sto telefono! - Sbottò, facendo ridere Jasper. -
Emmett, ti amano tutti! -
Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo e rispose.
- Qui Emmett, chi parla? - Una voce dolce e sensuale gli
arrivò fino alle orecchie, facendolo svegliare del tutto.
- Ciao Emmett, ti ricordi di me vero? - Il suo sguardò
s'accese e si mise comodo sul sedile.
- Come posso dimenticarmi di te, dolcezza? - La sua voce era maliziosa,
e Dmitrij gli tirò una gomitata.
Era quello che lo spaventava più di tutto. Emmett e gli
altri erano fatti così, una botta e via. E per nessuna
ragione al mondo doveva succede così con sua sorella, o
avrebbe fatto casino.
L'amava come nemmeno suo padre aveva fatto in tutta la sua vita, e la
considerava come di cristallo, fragile e preziosa.
E in più era pure bellissima, e questo anche se lo rendeva
orgoglioso lo preoccupava, poteva essere preda di qualche ragazzo
montato che non vedeva l'ora di farci cose che non possono essere dette.
- Oh certo tesoro, stasera sono libero. - Appunto, Emmett quella sera
si sarebbe divertito con quella tipa che ha conosciuto settimane prima
in discoteca e avrebbe, forse, lasciato in pace Rosalie.
Dmitrij era più che certo che così non sarebbe
stato.
Un paio d'ore dopo.
- Oddio sei fantastica! - Alice strillò quando vide sua
sorella sfilare, anche se incerta, sui tacchi e con quei vestiti
fantastici.
- Mai quanto voi due! - Si sedette sul letto e fissò
Rosalie. - Come fai a portarli per ore? Io sono già
stanchissima! - La ragazza scoppiò a ridere.
- Abitudine, solo questo. E un po' di fortuna! - Le guardò e
sorrise soddisfatta. - Ora posso prepararmi per uscire, ma avete
avvertito gli altri? - Alice e Bella sgranarono gli occhi.
Quest'ultima afferrò il telefono. - Dmitrij? Si, sono sempre
io. Stasera andiamo a mangiare fuori tutti insieme, vero? - La risposta
la fece subito contenta.
- Sì, viene anche tusaichi e fai venire anche l'oc.. Julia.
Così siamo un po' e cominciamo a fare le presentazioni. -
Poi chiuse la chiamata.
- Sì, li ho avvertiti. - Sorrise a trentadue denti, mentre
Rose si alzava dal letto.
- Venite con me? - Si diresse nuovamente in bagno, prese la trousse e
cominciò a truccarsi sotto lo sguardo attento delle due.
- I RAGAZZI SONO ARRIVATI! - Alice saltò giù dal
letto sentendo la voce della sorella e si agitò.
Cosa avrebbero detto gli altri? E soprattutto, Jasper l'avrebbe
finalmente notata?
Scese lentamente verso il salotto, seguita da Rosalie che forse era
più agitata di lei.
La porta si apriva lentamente, e la mano di Dmitrij si
affrettò a non farla sbattere contro il muro.
E la prima cosa che vide, furono tre angeli caduti dal cielo e quello
più bello, infondo, tutto per lui.
Angolino autrice: Ok ragazzi, eccoci finalmente al momento che stavate
aspettando! Cosa diranno i ragazzi quando vedranno i nostri tre
'angeli'? Spero vi sia piaciuto, alla prossima! Alba97
La nuova Bella
La nuova Alice
Acconciatura Rosalie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Incanti ***
Capitolo sette
Salve a
tutti!
Vedo che la storia è abbastanza seguita, ma mi piacerebbe
tanto
sapere cosa ne pensate, se avete qualche dubbio o avete dei consigli da
darmi. Accetto anche le critiche! (:
Bene, finalmente scopriremo cosa penseranno i ragazzi della
trasformazione e dell'arrivo della nostra biondona :3 Siete pronti?
Buona lettura!!
Alice trattenne il fiato, in attesa. E si accorse, lentamente, di come
la sua vita, in soli due giorni, era cambiata radicalmente; Rosalie era
spuntata nel mondo suo e di sua sorella come dal nulla, e in poche ore
aveva fatto ciò che loro due non avrebbero mai fatto.
Loro fratello probabilmente avrebbe pensato di essere in un sogno, e
per
convincerlo del contrario ci avrebbero dovuto lavorare parecchio, ma
non avevano fretta, nè causava loro problemi. E i loro
genitori?
Chissà, forse si sarebbero sorpresi più che per
il figlio
maggiore.
Dmitrij aveva superato la soglia di casa, aprendo con le chiavi di
Emmett. E guardava verso di loro, incredulo. Rosalie, nel frattempo, si
era mostrata un attimo ed era scomparsa in cucina, voleva lasciare il
giusto spazio alle due.
- Ragazze, ma... ma siete davvero voi? - Il tono di voce del ragazzo
era sorpreso, ma non più di tanto, doveva aspettarselo, con
una
sorella così, un tale cambiamento.
- Sì Dmitrij, che c'è, sorpreso? - Alice era
curiosa,
davvero curiosa di sapere se sarebbe riuscita a conquistare quel bel
fustacchione che stava per varcare la porta.
- Siete bellissime. - Esclamò Dima**, mentre Emmett e gli
altri due posarono gli zaini a terra increduli.
- Chi accidenti sono queste? - Emmett, il solito, se ne uscì
con
questa domanda stupida, e quando si girarono verso di lui
sgranò
gli occhi.
- No, non potete essere le mie sorelle. - Continuava a scrollare il
capo, e intanto si guardava attorno. - E' uno scherzo, dove sono le
telecamere?! - Cominciò a girare per la sala, e
fortunatamente
non pensò di andare verso la cucina.
- Emmett, sei sempre un amore. - Bella gli fece una smorfia e
andò a chiudere la porta, sotto lo sguardo indagatore di
Edward.
- Che vi è successo? - Jasper, dietro di lui, le guardava
come se non avesse mai visto due ragazze prima d'ora.
- Un angelo ci ha aiutate. - Sorrise Alice, e si girò verso
Dmitrij
che aspettava il momento in cui lei si sarebbe fatta vedere.
I tre, invece, sembravano confusi e si sedettero sul divano.
- Emmett, lo sai vero che stasera andiamo tutti a cena fuori? - Alice
incrociò le braccia al petto e lo guardò.
- Sì, e allora? - Lui si stravaccò
tranquillamente,
sfacciato, come sempre; sia Alice che Bella lo detestavano quando
faceva così, pensava di essere superiore e di avere tutti i
lussi, ma non era affatto vero. Ma la loro piccola ripicca sarebbe
arrivata quasi subito.
- Beh, sai, visto che non saremo solo noi sette, ma ci sarà
una
persona in più... - Alice faceva la vaga, voleva attirare la
sua
attenzione e sapeva di esserci riuscita, ma il signore sapeva
nasconderlo bene.
- Alice, Bella, lei dov'è? - Dmitrij aveva perso la pazienza
e, ansioso, le guardò.
- Chiamala, e lei arriverà. - Bella gli sorrise, forse ne
aveva parlato prima con Rose e si erano messe d'accordo.
- Principessa, vieni dal tuo fratellone!* - Nessuno aveva la minima
idea di cosa avesse detto, ma la bionda spuntò dalla cucina
e
corse incontro al russo che, entusiasta, la afferrò per i
fianchi e le fece fare una giravolta, ridendo.
- Dmitrij, mi sei mancato così tanto! Senza di te non
riuscivo
più a vivere con quella famiglia di pazzi. * -
Dmitrij la
strinse a sè, dopo averla appoggiata a terra, e la
guardò
negli occhi.
- Anche tu mi sei mancata, e ti prometto che d'ora in avanti non ci
separeremo più.* - Appoggiò la fronte contro
quella della
sorella, e le baciò dolcemente la guancia, vicino alle
labbra.
Intanto, i tre sul divano erano rimasti spiazzati. Era la ragazza del
telefono, accidenti!
Capirono, troppo tardi, che Dmitrij non aveva avuto la minima
intenzione di dire chi era quello splendore perchè
l'avrebbero
conosciuta, e si pentirono delle parole che avevano detto. Tutti,
tranne Emmett.
- Ok ragazzi, lei è Rosaliya, mia sorella. - Li
guardò,
dopo essersi allontanato di mezzo passo da lei. Il suo sguardo era
molto allusivo, e i tre capirono che il ragazzo, quel pomeriggio, aveva
sentito tutto. Ma proprio tutto.
- Piacere ragazzi, Dmitrij mi ha parlato molto di voi. - Rosalie
allungò una mano verso Edward, poi Jasper e infine Emmett, e
si
chiese quale fosse il fratello di Alice e Bella.
Sperò, per un istante, che fosse quello moro,
perchè lo trovava davvero molto carino. E qualcosa di
più.
- Rose, Emmett è il fratello di Alice e Bella, mentre gli
altri
sono nostri amici.* - La ragazza esultò mentalmente, e
sorrise
soddisfatta a Dmitrij.
Il ragazzo la guardò stranito, ma prima che potesse fare
domande squillò un telefono.
Rosalie guardò sul display del suo cellulare, e
sbuffò sonoramente.
- Dmitrij, rispondi tu, non ho voglia di parlare con lui.* - Lo
passò velocemente al fratello e guardò Alice e
Bella.
- Allora, come avete detto che si chiama questa... ragazza? - Raggiunse
le due ragazze, e i tre rimasero soli dal divano.
Emmett la fissava, in silenzio, e la sua mente viaggiava,
pericolosamente, arrivando a pensieri non bellissimi.
Da ore non faceva che farsi domande su di lei, su come avrebbe potuto
conoscerla, e se mai l'avrebbe vista in vita sua. E in quel momento,
trovandosela così all'improvviso di fronte, pensò
di sognare, o solo che la Provvidenza era stata buona con lui. Molto,
forse troppo buona.
Le sue gambe, scoperte, erano semplicemente perfette; il suo
fondoschiena, fasciato da quella minigonna nera, lo mandava in tilt, e
gli faceva venire in mente certe cose poco fini; il top che indossava,
poi, lo stava stordendo, e una domanda gli frullava in testa: aveva il
reggiseno? Non riusciva a capirlo, ma se non lo avesse avuto, beh
sarebbe letteralmente schiumato.
Emmett stava sudando, e prima che la situazione potesse sfuggirgli, si
massaggiò gli occhi e guardo gli amici di fronte a lui.
- Vado a fare una doccia, se volete farla pure voi usate gli altri
bagni. - E senza sentire la loro risposta, passò velocemente
accanto alla bionda, sfiorandole un braccio, e si avviò
verso il
bagno, sentendosi i pantaloni sempre più stretti e scomodi.
Jasper, in cuor suo, capiva perfettamente lo stato d'animo dell'amico,
non aveva mai visto Alice così... così
decisamente sexy.
Gli occhiali erano spariti, il trucco era ben fatto e le stava
divinamente, e i vestiti poi...
E notò che anche Edward era preso da un senso di ansia, e il
suo
sguardo era fisso sul sedere di Bella. Avanti, erano fidanzati
entrambi, e non avrebbero dovuto avere altri pensieri se non sulle loro
ragazze.
Oh, ma a chi la volevano dare a bere? Avevano avuto per tutto quel
tempo due così sotto il naso, e non le avevano nemmeno
calcolate, e quando finalmente loro diventano veramente belle, ci sono
di mezzo Molly ed Heather.
Si sarebbe preso a sberle da solo, Edward.
Accidenti, Bella era molto, molto meglio di Molly. Anche il nome lo
era, e la simpatia non era nemmeno paragonabile.
Ma per ora non avrebbe potuto fare nulla, aveva tempo.
Dmitrij passò nuovamente il telefono alla sorella che,
scocciata, rispose.
- Che cosa vuoi, papà?* - Si sedette sul divano, osservata
da Edward e Jasper.
- Tesoro, vorrei sapere
perchè sei così astiosa con me e con Iryna.* - Rosalie
avrebbe voluto chiudere la chiamata all'istante, ma non lo fece.
- Perchè mi chiami in piena notte per farmi certe domande?
Non
c'è nemmeno bisogno di chiederlo, sai? Quella ha una
manciata di anni più di tuo figlio, e sta per diventare tua
moglie. E si è infilata in casa tua dopo pochi mesi di
fidanzamento, e ti spilla soldi da sotto il naso, ma tu non te ne
accorgi nemmeno, accecato dal cosidetto 'amore' che provi per lei. Ti
basta, Konstantin?* - La voce di suo padre, lentamente, si
indurì.
- Non chiamarmi per
nome, lo sai che
non lo sopporto! Perchè ti dà così
tanto fastidio,
che cosa ti ha fatto Iryna? Ha sempre cercato di farsi piacere da voi,
e il vostro contributo? Avete cambiato continente!* - Rosalie
sbuffò sonoramente.
- Konstantin, non ho voglia di parlare. Buona notte!* -
Buttò
giù la chiamata, stavolta, e si alzò dal divano.
- Dmitrij, tu non ti prepari? - Lo guardò sorridendo. Alice
e Bella si avviarono, nel frattempo, verso la scarpiera.
- Sì, ora vado a casa a cambiarmi e a fare una doccia, poi
torno
qui. - Si avvicinò alla sorella, e dopo averla presa fra le
braccia le stampò un altro bacio dolcissimo sulla guancia,
fece
lo stesso con le altre due e si avviò verso la porta
d'ingresso.
Appena fu fuori, le ragazze corsero da Rosalie e cominciarono a
tempestarla di domande.
- Rose, ma è vera la cosa che nella tua famiglia si usa
darsi
baci a stampo tra fratelli? -, oppure, - Rose, siete davveri tanto
legati tu e Dmitrij? - o anche, - Credi che ci abbiano guardate in
maniera diversa? - e la ragazza, dopo essere scoppiata a ridere, le
guardò.
- Sì, nella mia famiglia di solito si fa così, ma
mio
fratello ha detto che qui non posso farlo e non lo farò,
anche
se siamo davvero legatissimi. - Ma non rispose all'ultima, anche se
sapeva perfettamente che quei due le avevano mangiate con gli occhi.
Ed Emmett?
- Comunque Dmitrij ha una foto tua sul suo cellulare come sfondo. -
Bella abbassò la testa dopo aver informato Rose, e lei
sorrise.
- Anche io ho una sua foto sul mio cellulare come sfondo. - E la
mostrò loro, facendole arrossire.
- Ma perchè voi russi siete tutti così spigliati
e noi
invece no?! - Alice si lamentò, prendendo dalla scarpiera un
paio di ballerine nuove di zecca.
- Ma non dire così, ci vuole un po' di autostima, tutto qui.
Forza, prova anche tu! - Le fece indossare le ballerine, e la fece
mettere in posa.
Un Click! e la foto era fatta. - Sei fantastica, cavolo! - Bella
guardò sul telefono della ragazza e ne rimase
così
entusiasta da voler provare anche lei.
- Visto? Non è tanto difficile. - Sentirono dei passi, e si
girarono a tempo verso le scale.
Emmett ed Edward stavano scendendo a tempo, e a fatica Bella
riuscì a contenere un'esclamazione di grande piacere nel
vederlo
così... bello.
Anche Rosalie, nascondendolo bene, si mostrò contenta nel
vedere arrivare quel ragazzo così diverso da lei.
- Ok ragazze, noi siamo pronti... Dmitrij dov'è? - Il moro,
cercando di guardare il meno possibile colei che lo aveva portato a
cose che non faceva ormai da tempo, si avvicinò alla porta
di ingresso e prese le chiavi di casa, prima di scordarsele.
- Dmitrij è andato a casa a farsi la doccia.* - Rosalie non
se ne accorse nemmeno, e nemmeno si accorse delle facce sconvolte dei
presenti nella stanza.
- Che c'è? - Li guardò quasi spaventata, che
cos'aveva fatto?
Jasper spuntò dal bagno a piano terra, si era cambiato ed
era pronto per uscire. E ad Alice per poco non schizzarono gli occhi
fuori dalle orbite, ma si abbassò verso la scarpiera
fingendo di indossare dei tacchi.
- Metti quelli neri, stanno benissimo con quel completo! - Rosalie si
avvicinò quasi di corsa verso la ragazza incerta e
afferrò le scarpe giuste, accucciandosi.
E il povero Emmett, di fianco a lei, dovette spostare immediatamente lo
sguardo, per non farsi seriamente male.
- Vado a fumare, sbrigatevi. - E borbottò altre parole, che
nemmeno lui comprese realmente, uscendo velocemente dalla porta dopo
aver afferrato la giacca.
E si rese conto che faceva troppo caldo per indossarla, e anche di aver
preso quella di sua madre.
Tornò indietro a posarla, sbuffando, e si avviò
verso la sua macchina, una Range Rover nera fiammante.
Amava quel gioiellino, che aveva comprato con i soldi accumulati negli
anni e regalati da vari parenti per il sedicesimo compleanno; la
adorava sia per la sua stazza, che per cosa poteva farci dentro.
Le ragazze che frequentava (erano davvero, davvero tante) amavano tanto
quanto lui quel macchinone, perchè quando vi salivamo
sapevano di aver attirato la vera attenzione di Emmett su di loro; e
poi va beh, si sa.
Tirò fuori il pacchetto di sigarette, ne prese una e la
accese, inalando fino in fondo quella che lui considerava quasi una
droga; precisiamolo, lui non fumava spesso, anzi solo ogni tanto, ma
quando lo faceva, doveva essere in uno stato confusionale, o nel pieno
di uno sbalzo umorale davvero drastico.
Le sue sorelle non apprezzavano affatto questo suo piccolo 'sfizio', o
'vizio', come lo chiamavano loro, mentre i genitori non potevano fare
altro che dargli la libertà di farlo, anche se non andava a
genio nemmeno a loro, ma era maggiorenne e doveva decidere lui per il
suo bene.
La sigaretta rimase incastrata fra le sue labbra, mentre lui si
guardava attorno cercando un qualcosa su cui concentrarsi. Ma non ci
riusciva, l'attrazione e il desiderio carnale erano troppo forti da
vincere.
Così, tirò ancora una volta e si beò
dell'aroma che gli lasciò in bocca.
Intanto, gli altri cinque uscirono di casa e Bella chiuse a chiave la
porta, raggiungendo Emmett che, lentamente, stava finendo di fumare.
- Dobbiamo aspettare tuo fratello? - Alice guardò la bionda
che sorrise e strinse la pochette fra le mani.
- No, ha detto che andava a prendere la paz.. la
sua ragazza e ci raggiungeva al ristorante. - Rose si
aggiustò il rossetto chiaro con la punta dell'indice, e
guardò le due sorelle.
- Vi prego, possiamo ascoltare il CD con le canzoni di oggi? - Le
guardò implorante, e Alice andò a prenderlo
dentro alla sua macchina in un attimo.
Emmett le guardò sospettoso, e lo stesso fecero gli altri
due.
- Che cos'è? - Prese il CD cercando di essere il
più delicato possibile, poi lasciò spegnere la
sigaretta e aprì la macchina, si sedette nuovamente al posto
di guida e accese la radio, inserendo il disco.
Intanto Alice, Jasper, Bella ed Edward si infilarono nei sedili
posteriori, lasciando Rosalie davanti con il moro.
Che cominciò a disperarsi, sapendo che nelle condizioni in
cui si trovava avrebbe potuto provocare un incidente in meno di cento
metri.
- Forza Emmett, ce la possiamo fare! - Alice e Bella lo presero in
giro, e lui accese la macchina e fece rombare il rumore in segno di
ripicca.
- Alice, Bella, voi non avete mai fatto quello che facciamo noi in
Russia con vostro fratello? - Rosalie spuntò con la testa
fra i sedili anteriori per poterle vedere bene in faccia, e
scoppiò a ridere nel vederle talmente sconvolte e disgustate.
- Per quanto io possa volergli bene, non oserei mai farlo! E credo che
nemmeno Bella oserebbe. - Le due assunsero una smorfia di ribrezzo non
paragonabile a tutte quelle rivolte a loro negli ultimi tempi.
- Però a me piacerebbe vedervi, secondo me sareste
tenerissimi. - Bella sorrise innocente, e a Rosalie fece davvero
piacere.
- A me non dà fastidio, è mio fratello e lo
adoro. In più, mi ha praticamente salvato la vita tante
volte. - Non aggiunse altro, il CD era partito e la canzone modificata
da Dmitrij rimbombò dentro all'abitacolo, facendo scatenare
tutti, guidatore compreso.
Ovviamente, l'unica che capiva le parole era Rosalie, ma non ci diedero
molto peso. (Nyusha
- Ne Perebivaj).
- Che ne dite se dopo cena andassimo al locale dove si balla, quello
non molto lontano da scuola? - Jasper se ne uscì
così, e a tutti parve una bella idea.
- Vendono vodka in questi locali? - Rosalie fece un sorrisino, ed
Emmett pensò che così era davvero, davvero da
impazzire. Se non ci fossero stati quelli là dietro, non
sarebbe nella condizione di poter fare domande, affermazioni o
semplicemente stare seduta in quella macchina.
- Sì, ma probabilmente non la vendono ai minori di 21 anni.
- Alice sbuffò lievemente, e la guardò.
- Qui in America si diventa maggiorenni così tardi? -
Rosalie li guardò quasi sconvolta, già pensava
che 18 anni fossero troppi.
- No, assolutamente, però con gli alcolici sono molto
severi. - Jasper replicò, dopo essersi accomodato accanto ad
Alice. Che pensieri che aveva in quel momento...
La russa non capiva ancora. Al suo Paese gli alcolici erano abbastanza
liberi, e lì no?!
- Qui in America sai a che età si diventa maggiorenni, vero
Rose? - Alice la guardò, aveva intuito che era confusa.
- Sì, a 18 anni. - Di questo era convinta, visto che suo
fratello non le aveva detto niente. E nel suo Paese, come nella maggior
parte degli Stati europei, era così.
- No Rosalie, a 16 anni. - La ragazza sbarrò gli occhi,
mentre Emmett, dopo aver parlato, continuò a guardare la
strada per non distrarsi con l'immagine delle sue gambe.
Lei era quasi scioccata, possibile che suo fratello abbia dimenticato
di dirle una cosa così importante?! Da un giorno all'altro
era diventata maggiorenne, senza nemmeno saperlo!
- Quindi posso prendere la patente? - La sua voce ora era fredda, quasi
tagliente. E turbò quelli dietro, lasciandoli in silenzio.
Le sue unghie laccate di rosso si attaccarono alle braccia e le strinse
contro il petto.
- Sì, certo che puoi... - Emmett le rispose, con voce quasi
strozzata: l'aveva fatto ammattire quel tono, perchè avrebbe
tanto voluto farle passare la voglia d'essere arrogante come solo lui
sapeva fare...
Rose sorrise, dimenticando per un attimo la voglia di insultare suo
fratello per non averle detto niente.
- Questo posto dov'è? - Guardò fuori dal
finestrino, notando che la maggior parte dei bar o dei negozi stavano
chiudendo.
- Non manca molto, ormai. - Bella diede una gomitata quasi
inavvertibile alla sorella, che gongolò senza farsi vedere
dai due dietro.
Infatti, Emmett rallentò la macchina ed
entrò in una piazzetta, dove parcheggiò abilmente
e spense la radio.
Dopo essere scesa (a fatica, su quei tacchi altissimi), Rose
cercò con lo sguardo il fratello, mentre Jasper ed Emmett si
erano avvicinati a lei.
Alice e Bella stavano accanto ad Edward, che era al telefono con Molly
da ben cinque minuti.
- Sì tesoro, più tardi andiamo al locale vicino
alla scuola, venite anche tu ed Heather? Perfetto tesoro, mi manchi, ci
vediamo dopo. - Le due ragazze, accanto a lui, erano in ansia,
soprattutto Bella, ma Rosalie, che aveva sentito la conversazione,
aveva subito intuito che Edward era leggermente teso, o più
che altro scocciato di stare al telefono con la sua fidanzata.
Cominciamo bene, pensò quindi la russa.
Suo fratello, parcheggiata l'auto poco distante da loro, li raggiunse
dopo pochi minuti assieme alla fidanzata.
- Dmitrij, eccola, è lei! E' quella la pazza che si
è infilata in casa tua stamattina! - Come volevasi
dimostrare, Julia non si perse d'animo e cominciò a
sbraitare verso la bionda che, appoggiando una mano alla fronte e
chiudendo gli occhi ormai sconsolata, si rivolse al fratello, - Vedi di
farla sparire il prima possibile, ti prego.* - Il russo
guardò la sua fidanzata trattenendosi dall'insultarla, poi
sbuffò.
- Julia, lei è mia sorella. - Rosalie trattenne appena una
risata profonda e, mantenendo un contegno degno di un'attrice
professionista, guardò con tale
dignità la ragazza che, nel frattempo, era rimasta
a bocca aperta.
- Oh tesoro, ma io lo sapevo perfettamente, e infatti volevo vedere
come reagivi. - La ragazza, allora, prese per un braccio il povero
Emmett, che non aveva smesso nemmeno per un istante di fissarle il
fondoschiena, e lo trascinò verso il ristorante.
- Dì una cosa che possa sembrare divertente. - Si
fermò poco prima dell'entrata e lo guardò negli
occhi, con una mano davanti alla bocca per trattenere le risate.
Il ragazzo la fissò immobile, che fosse impazzita tutta d'un
tratto?
- Ho fame. - Disse, sparando fuori la prima cosa che gli venne in
mente. E lei lasciò che le risate le percossero il corpo, e
lui la osservò con un sorriso appena accennato.
Pazza o no che fosse, era bellissima. E il ridere la rendeva ancora
più incantevole, la sua ilarità era contagiosa e
rise anche lui, con lei.
Da lontano, tutti e sei li osservavano, Alice e Bella erano sorprese di
come, in poche ore, la ragazza era riuscita a far ridere il fratello.
- Pensa di prendermi in giro, quella. - Rosalie si calmò,
dopo un po', e si mise a posto la matita sotto agli occhi, con uno
specchietto. - Prima mi viene a fare le scenate in casa, poi mi urla
contro a casa tua, e ora mi chiama tesoro?! Ma è normale? -
Guardò negli occhi Emmett, e solo dopo si accorse di
ciò che aveva appena fatto.
- Andiamo a mangiare, è meglio. - Sorrise e fece cenno agli
altri di raggiungerli.
- Sorella, stai diventando tutta scema?* - Dmitrij osservò
come la ragazza si era comportata, e ne era basito.
- No, capisco quando la gente mi vuole prendere in giro.* - E, mentre
diceva queste cose, seguì Emmett che era entrato dentro al
ristorante.
E una voce, le fece gelare il sangue nelle vene.
- Rosaliya, tesoro, che cosa ci fai qui?* - Si girò
lentamente, e con lei Dmitrij, che aveva appena superato la porta.
E il biondo, quello davanti a lei, elargì loro un grande,
bello e falsissimo sorriso.
E lei impallidì.
Bene, spero che vi sia piaciuto, recensite numerosi!P.s. Che ne pensate
del bel Dmitrij? A mio parere, è davvero molto azzeccato. :3
Dmitrij
**Diminutivo di Dmitrij
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Certe cose non cambieranno mai ***
Capitolo otto
Salve
a tutti!
Eccoci con un altro capitolo, e pensare che lo sto scrivendo attorno al
14 novembre, quindi sono tutta scombussolata ç_ç
Ho anche deciso di lasciare le sorprese per il prossimo capitolo, quindi aspettatevi le peggiori cose! :3
Ma spero
vi piaccia lo stesso ^^ Nel capitolo scorso abbiamo incontrato un
biondo misterioso, e chissà che non scopriremo chi
è in
questo? Vi toccherà leggere per saperlo!
Buona lettura!
Rosalie credeva che quella giornata sarebbe finita bene, e invece
qualche pecca doveva pur esserci.
Il biondo, di fronte a lei, continuava a sorridere in maniera
così odiosa da farle venire voglia di proseguire senza
proferire
parola, ma l'educazione le imponeva di rispondere.
- Sono venuta a vivere qui, con Dmitrij. - La sua voce era piatta, e
non si era nemmeno presa la premura di rispondere in russo, e difatti
il ragazzo fece una lieve smorfia.
- Mi fa molto piacere sentirlo, piccola. Potevi avvertirmi, avrei
organizzato una festa in tuo onore! - Il fratello della ragazza si fece
avanti e le mise una mano attorno alla vita, stringendola a
sè
possessivamente.
- Non ha importanza, ci penserò io a dare un caloroso
benvenuto
alla mia sorellina. - Quindi il biondo, dopo aver lanciato un'occhiata
lasciva agli altri, si avvicinò e lasciò un bacio
sulla
guancia di Rosalie, che trattenne una smorfia.
Uscì dal ristorante, dopo averle sorriso un'altra volta, e
alla
fine la ragazza strinse i pugni e guardò il fratello.
- Posso andare a disinfettarmi la faccia, ora?* - Alice e Bella si
stavano fissando, sbaglio o si conoscevano parecchio bene quei due?
- Rose, va tutto bene? Sembri sconvolta... - La ragazza, dopo aver
guardato bene le due, spiegò che era una lunga storia, e
infatti
nessuno osò rivolgere altre domande sull'argomento.
Angela, vicino al bancone della cucina, scorse da lontano quella
montagna di muscoli di Emmett, e dietro di lui Edward e Jasper. Poi
Dmitrij, più avanti, e tre ragazze che non aveva mai visto,
oltre a Julia. E la sua curiosità salì a mille,
facendola
camminare velocemente verso di loro.
- Buonasera ragazzi, che piacere vedervi qui! - E più si
avvicinava, più notava qualche somiglianza nelle due ragazze
accanto ad Emmett, mentre la bionda rimaneva immersa nel mistero.
- Ciao Angie, il solito tavolo? - Emmett le elargì un minimo
sorriso, tutti sapevano infondo che a lui Angela non stava proprio
simpaticissima, e lei alla fine le riconobbe, e per poco la sua
mascella non sfiorò terra.
- ODDIO MA SIETE PROPRIO VOI! - Si portò una mano davanti
alla
bocca, incredula, e alla fine le stritolò in un abbraccio
che
sembrava non finire più.
- Mi dispiace Angela, ma stasera le sorprese non sono finite. - Jasper,
ammiccando a Rose, diede una lieve gomitata al dorso della ragazza che,
dopo essersi ricomposta, volse lo sguardo verso i due russi.
- In effetti... Lei chi è? - Il suo tono gentile fece colpo
sulla bionda, che allungò una mano verso di lei.
- Io sono Rosaliya, la sorella di Dmitrij, ma chiamami pure Rose. -
Angela ricambiò la stretta e si aggiustò gli
occhiali sul
naso, poi scortò i ragazzi al solito posto, il
privè che
veniva sempre occupato da loro alle cene cino-giapponesi.
I ragazzi salirono tre scalini di legno, poi si ritrovarono immersi nel
vero arredamento del posto, e si sedettero attorno ad un tavolo che
ospitava esattamente otto persone. Da come era sistemato, sembrava
esattamente una piccola casetta, e Rose ne rimase ulteriormente
colpita.
Quando arrivò il momento di sedersi, Alice e Bella si
piazzarono
una di fronte all'altra, Edward si sedette accanto alla prima e Jasper
alla seconda, così da poter osservarle senza molti problemi;
Dmitrij si sedette vicino al capotavola, ovvero Rosalie, la sua ragazza
davanti a lui e l'ultimo, Emmett, dall'altro capo del tavolo, per non
avere ulteriori disagi riguardo alla situazione spiacevole creatasi ai
piani bassi.
Le due sorelle, quasi impazienti ai loro posti, qualche minuto dopo,
per spezzare il silenzio che si era creato durante la scelta del cibo
sul menù, si rivolsero ai due russi, in particolare alla
ragazza.
- Rose, perchè non vi fate vedere ora, prima di cominciare a
mangiare? - Le loro voci si unirono fino a diventare una sola, mentre
ponevano la fatidica domanda.
Dmitrij era confuso, ma la sorella con un tenero sorriso gli
schiarì le idee. - Vorrebbero vederci mentre ci facciamo le
coccole, Dima. * - Lui scoppiò a ridere allegro, e
afferrò delicatamente la bionda per le spalle.
- Potevate dirmelo prima, credevo vi avrebbe fatto schifo! - E senza
dare il tempo ai tre latin lover là infondo di capire di
cosa
stesse parlando, posò lievemente le sue labbra su quelle
della
sorella, e lei sorrise, rimanendo appiccicata a lui abbastanza a lungo
da far innervosire Julia, che picchiettava freneticamente l'unghia
dell'indice sul legno nero del tavolo.
Intanto, Emmett era praticamente sconvolto: erano fratelli, e si
baciavano a stampo? Davanti a tutti, e con tutta quella naturalezza,
per giunta? Non credeva fosse possibile una cosa del genere, mai lo
avrebbe fatto con le sue, per quanto potesse provare dell'affetto
profondo nei loro confronti.
Per fortuna la porta è chiusa, pensò, mentre i
due si staccarono e si abbracciarono delicatamente.
- Non sai quanto io possa volerti bene, fratellone mio. * - Rose si
rivolse al fratello con una tale dolcezza da far intenerire anche le
due sorelle, pur non avendo capito esattamente cosa avesse detto la
bionda.
Julia si schiarì la gola, dando una gomitata non di poco
conto
al fidanzato, che con un mugolio tornò composto sul suo
cuscino.
La sorella la guardò scocciata, e dopo averle detto
chissà quale insulto, finì di scegliere i piatti
da
ordinare dal menù giapponese.
Angela, con passo elegante, raggiunse il tavolo dopo aver aperto la
porta, e con fare gentile prese le ordinazioni.
Le casse attaccate al muro diffondevano una piacevole melodia cinese,
suonata con il pianoforte e il violino e cantata da una voce femminile
davvero intensa.
Mentre Julia, con uno sguardo da gattamorta che infastidiva al quanto
le altre tre ragazze, stava cercando di provocare Dmitrij, ottenendo
purtroppo l'effetto contrario, la bionda si rivolse al fratello con una
domanda che ammutolì i bisbigli dall'altro capo del tavolo.
- Dima, quando mi compri la macchina? - Il ragazzo si
strozzò
con la sua stessa saliva, tanto da far preoccupare Alice, accanto a
lui, che gli diede una forte pacca sulla schiena per aiutarlo a
respirare di nuovo.
- Una macchina? Amore, ma è presto per comprarne una... -
Con
voce soffocata le rivolse uno sguardo, e lei di ripicca alzò
un
sopracciglio.
- Presto? Devo solo fare l'esame, e posso superarlo abbastanza bene,
cosa credi? - Appoggiò entrambe le mani sui fianchi, e
così facendo Emmett, dopo essersi messo comodo, si perse fra
i
meandri dei suoi pensieri, che gli annebbiavano sempre più
la
poca lucidità che gli era rimasta.
- Ma tesoro, sei ancora picc... - L'occhiataccia che gli
lanciò,
gli fece intuire che qualcuno aveva spifferato tutto. Eppure, lui
stesso si era ripromesso di non dirle che aveva già la
possibilità di fare quello che voleva, poichè
già
sapeva che dicendole una cosa simile avrebbe scatenato un pandemonio da
cui non asciugarsene più gli occhi, ovvero le sue povere
carte
di credito sarebbero state completamente prosciugate da una shopper
compulsiva in possesso di una macchina con capienza ampia del
bagagliaio a sua completa disposizione.
Alice e Bella, per l'appunto, diedero ragione alla ragazza, capivano
perfettamente com'era sentirsi rimproverare da un fratello maggiore, se
poi quest'ultimo era un elemento come il loro c'era da stare allegri.
- Va bene, sorellina, uno di questi giorni andremo ad un
concessionario. - La ragazza, esultante, fece un sorrisone soddisfatto
e si scansò appena per permettere ad un altro cameriere,
sempre
amico degli altri, di posare le bevande sul tavolo.
- Buonasera ragazzi! - Eric, questo era il suo nome, molto serio e
professionale, appoggiò ogni bicchiere colmo di birra
davanti a
tutti e il resto delle bottiglie al centro del tavolo. Ma il suo
sguardo, allegro come sempre, si fece curioso quando ricadde sulla
ragazza accanto a Dmitrij, ma prima che riuscisse a porre la domanda
lui gliela presentò.
- Eric, questa è mia sorella, Rosaliya. - La bionda gli
allungò una mano, e lui la strinse gentilmente e dopo i
convenievoli si allontanò per continuare a lavorare.
- La voglio bianca e con il tetto che si apre. - Rose
appoggiò
un gomito al tavolo e guardò davanti a sè,
continuando a
pensare quanto fosse bello quel ragazzo, attorniato da un alone di
mistero che lo rendeva attraente e sexy allo stesso tempo.
- Sono le migliori, l'ho sempre detto io! - Alice sbottò e
la
russa, indicandola con una mano, fece notare al fratello come i suoi
gusti fossero comuni alle altre. Poi, ricordandosi dello scherzetto che
avevano ideato poco prima dell'arrivo dei ragazzi con le altre due,
assottigliò lo sguardo.
- Oh sì tesoro, e poi oggi... - Si morse il labbro
inferiore,
cercando di far beccare a tutti la sua maliziosa voce, - E' stato
fantastico, dobbiamo rifarlo più tardi ragazze. - Alice e
Bella
afferrarono subito le redini, e cercando di sembrare il più
credibili possibile, le diedero corda.
- Non credevo che certe cose potessero essere così...
incredibilmente affascinanti, dovremo provare stasera nel bagno,
tesoro. - Bella appoggiò un dito sul suo labbro inferiore,
rivolgendosi alla russa, che ricambiò il suo sguardo.
Intanto, Dmitrij aveva captato lo scherzo e cercò di darsi
un
contegno nel vedere le facce completamente sconvolte dei ragazzi
assieme a loro, compresa Julia.
- Sì, stasera io e te nel bagno di nuovo, però
più
esagerate di oggi Bella... E domani con te, Alice, ti aspetto al posto
di oggi. - Per fortuna Eric uscendo aveva chiuso la porta dietro di
sè, o la gente attorno si sarebbe sconvolta nel sentire le
loro
parole.
Edward e Jasper si fissarono increduli per un tempo indefinito, mentre
Emmett era sempre più perso e cercava di non immaginare
quello
splendore assieme alle sue sorelle, anche se gli veniva molto difficile.
Alla fine le tre ragazze scoppiarono a ridere, tranquillizzando gli
altri commensali che, dopo aver ringraziato tutti i santi del paradiso,
tirarono un sospiro di sollievo.
- Comunque no, vi manca un dettaglio che non va lasciato perdere. -
Rose continuò a ridere, e fece accendere lo sguardo del
ragazzo
di fronte a lei, che non aveva ancora pronunciato parola da quando si
era seduto.
Dmitrij, dopo averla guardata stranito, scrollò la testa. -
Hai
proprio preso da tuo fratello, sì. - Questo fece partire una
risata generale, e Jasper ed Edward non poterono fare altro che
concordare con il loro amico.
- A proposito di questo... - Il ragazzo russo guardò la
sorella, e con un'occhiata un po' scocciata indicò la sua
minigonna. - Non è un po' corta? * - Lei si
osservò, poi con un sorriso scrollò la testa.
- Me l'ha regalata la mamma insieme agli altri regali per il mio
sedicesimo compleanno, quindi va bene. * - Allora il fratello
alzò le spalle, chiudendo il discorso, e cominciò
a parlare tranquillamente con gli altri ragazzi, mentre Alice e Bella
stavano lanciando delle occhiate imploranti nella direzione della russa.
- Ragazze, io ve l'ho detto, vi aiuterò. - I ragazzi si
interruppero a sentirle pronunciare quelle parole, mentre le due
lentamente stavano sbiancando. - Non è così
difficile imparare il reggaeton, vi insegneremo io e Dmitrij, vero? -
Lei si rivolse al fratello, mentre il cuore delle ragazze lentamente
rallentava.
- Avete intenzione di imparare quel fantastico ballo? Sapete vero, che
dovete strusciarvi contro qualcuno? - Emmett, riemerso dal suo girone
d'inferno personale, con un sorriso beffardo si rivolse alle sue
sorelle, che gonfiarono le guance per ripicca.
- Certo, Emm, come se non l'avessimo mai fatto. - Lui
ammutolì, e Rose si diede un cinque da sola, mentalmente,
per essere riuscita a rimbeccare il ragazzo senza muovere nemmeno un
muscolo della faccia o del resto del corpo.
Nello stesso istante, una gentile signora sulla quarantina
entrò con in mano una fila di piatti, che posò
cordialmente davanti ad ognuno, poi con un unchino si
dileguò velocemente.
- Beh, Dima, mangi così poco oggi? - Edward, accanto alla
fidanzata del russo, ammiccò al suo piatto in cui si
trovavano due involtini di gambero.
- Diciamo che conosco bene mia sorella. - E la ragazza, sentendosi
tirata in causa, abbassò lo sguardo mestamente;
afferrò le due bacchette e prese un pezzo di sushi di fronte
a lei, dal piatto, e dopo esserselo ficcato in bocca
cominciò a masticarlo lentamente, in silenzio.
- Perchè dici così? - Stavolta Edward, dopo aver
rotto a metà un raviolo al vapore con una sola bacchetta, si
introdusse e osservò la ragazza, incuriosito.
- Perchè a differenza di voi tre, lei riesce sempre a
rifilarmi praticamente la sua cena o il suo pranzo quasi intatti. -
Julia, rimasta ad ascoltare fino a quel momento, volle cercare di
rimediare alla sua figuraccia.
- Oh non dovresti, cara, sei così magra che se dovessi per
sbaglio cadere ti romperesti come un grissino! - Rose la
guardò scioccata, e lo stesso fecero tutti gli altri. Quindi
lei tornò in silenzio ad occuparsi del suo spiedino saporito.
- Cerca di mangiare tutto amore mio, non ti fa bene saltare
così tante volte i pasti.* - Lei gli sorrise, quindi Dmitrij
continuò a parlare con gli altri riguardo ad un allenamento
stabilito dal mister pochi giorni prima.
- Ragazzi, il coatch mi ha chiamato per dirmi che quest'anno vuole
cominciare prima perchè preferisce non avere brutte sorprese
come l'anno scorso. - Emmett mangiò un boccone di spaghetti,
mentre Jasper cercava di non fare cadere il riso dalle bacchette. Non
aveva mai capito come si usavano, per quanto si sforzasse gli sembrava
impossibile usare quei due bastoncini di acciaio lisci come un rasoio.
- Credo che abbia tutte le ragioni per farlo, la squadra quest'anno se
dovesse ampliarsi deve essere pronta a tutto, vogliamo vincere questo
danno campionato insomma! - Dmitrij sorrise, il football era da sempre
il suo sport preferito e da piccolo andava sempre alle partite con suo
padre e suo zio, ma lì in America, la madre patria di quello
sport, era riuscito a coltivare la sua passione più che in
Russia, visto che il gioco era meno comune.
- Ma gli orari saranno incrociati come l'anno scorso? - Jasper li
guardò, lui ed Edward facevano parte di un'altra squadra,
quella di baseball, e l'annata precedente i loro allenamenti
coincidevano, fortunatamente.
- Credo di sì, ma non ne sono sicuro. - Jasper
sbuffò, quando tutto il riso sulle sue bacchette ricadde sul
piatto, e con fare sconsolato afferrò una forchetta e ne
prese un po' deciso.
- Fortunatamente la squadra di cheerleader fa gli allenamenti assieme a
noi. - Lo sguardo che Edward lanciò agli altri fece ghignare
i quattro, mentre Rose scrollò la testa sconsolata.
- Vorrei tanto vedere quelle ragazze davanti a una verifica di chimica.
- Julia la fissò irritata e incrociò le braccia
al petto, con una smorfia da sciocca in viso.
- Io faccio parte della squadra, sai? - Si pavoneggiò, e
Rose per poco non soffocò a causa delle risate che dovette
trattenere a stento; Alice e Bella, con lei, si tapparono la bocca
ridendo sotto ai baffi, e la russa dopo essersi calmata
mangiò un altro pezzo di sushi.
- Appunto, Julia, appunto. - Sussurrò, così piano
che la sentì solo Dmitrij, ma gli altri avevano intuito
(tranne l'interpellata, ovviamente).
- Comunque, che cosa fate? - La domanda era rivolta soprattutto ad
Emmett, poichè era in squadra con suo fratello, da quanto
aveva capito, e se avesse potuto assistere agli allenamenti sarebbe
stata ben contenta di farlo.
- Football americano, da ben cinque anni. - Il ragazzo sorrise, in un
modo talmente accattivante da far arrossire appena Rose che, cercando
di nasconderlo, afferrò un ultimo pezzo di pesce crudo e
porse il suo piatto a Dmitrij, che con un gesto delle mani indicante un
'Ve l'avevo detto!' lo prese e finì lentamente
ciò che era rimasto.
Continuarono così fino al dolce, fra provocazioni,
stuzzicate esplicite (e non) e soprattutto risate a non finire, fino a
quando anche l'ultimo boccone di gelato al fuoco non fu finito.
- Ho mangiato troppo, sono sicura. * - Rose si posò una mano
sulla pancia, scoperta, e sbuffò lievemente, sebbene aveva
il sorriso stampato in faccia. Dmitrij la osservò con un
sopracciglio alzato, - Ne sei davvero così sicura amore? * -
Lei annuì e si alzò, seguendo le altre ragazze
che già erano in piedi.
- Andiamo a ritoccarci il trucco, ragazze, così loro possono
ordinare il caffè. - Si avviò verso il bagno,
mentre lo sguardo di Emmett era perdutamente fisso sul suo fondoschiena
malamente coperto. Le ragazze, compresa una Julia tutta ancheggiante,
la seguirono, sparendo dalla vista dei ragazzi.
I quattro ordinarono un caffè, e cominciarono a spettegolare
sul loro argomento preferito: donne.
- Avete più visto la Johnson ultimamente? Quella ragazza si
sta sciupando, ormai si veste come una scappata da casa e i suoi
capelli sono come una specie di foresta, credo lo faccia per
distogliere le attenzioni degli altri dalla sua pancia già
cresciuta. - Edward giocò con il mazzo di chiavi di casa che
aveva in mano, mentre faceva notare agli amici che ormai quella ragazza
era additata da chiunque vivesse in quella cittadina.
- Sì, da quando è andata con Pete quella volta
alla tendata di gruppo ormai ha perso ogni minimo entusiasmo per il
divertimento, però credo che sia abbastanza normale,
aspettare un bambino a 16 anni non è il massimo della vita.
- Jasper era scettico, secondo lui era sbagliato non prendere le giuste
precauzioni, soprattutto se la cosa non è duratura o non sei
veramente sicuro delle protezioni dell'altro.
- E perchè, credete che lui sia molto più felice?
Sua madre lo ha praticamente obbligato a trovare un lavoro per
mantenerli entrambi, almeno fino a che lei non sarà in grado
di trovarsene uno per conto suo. - Emmett li guardò negli
occhi uno per uno, e il suo ragionamento non faceva nemmeno una piega.
- E il padre di lei le ha praticamente vietato ogni tipo di diversivo
che non sia finire la scuola, ad ogni costo, anche frequentare i corsi
on line, piuttosto che ritardare il diploma. - Dmitrij alzò
le spalle e spostò lo sguardo sul suo tatuaggio che spuntava
dalla camicia, sul petto. Sua sorella non l'aveva ancora visto, eppure
lui era sicuro che le sarebbe piaciuto davvero molto.
- Beh infondo entrambi sapevano di aver fatto una cavolata, eppure
nessuno dei due si è preoccupato di tentare di risolvere fin
dal principio. - Jasper finì il discorso, cominciando a
parlare di altro.
- E stasera, che avete intenzione di fare, donnaioli da strapazzo? -
Emmett fissò gli amici, anche se sapeva perfettamente che
l'unico ad essere ancora 'scapolo' era lui, ma gli andava bene
così.
- Bah, probabilmente starò attaccato a Molly tutta la sera,
come sempre, Dima starà incollato alle labbra di Julia
oppure a Rose, e Jazz comincerà a fare ammiccamenti con
Heather, le solite cose Emm. - Edward rise, ma infondo la sua era
amarezza; da tempo, quasi un paio di mesi, le cose non erano cambiate
assolutamente, nemmeno di una virgola, ma per fortuna era spuntata la
sorella del loro amico che era riuscita a portare aria nuova in quel
luogo afoso e arido.
- Prima mi ha chiamato Lauren, ha detto che stasera ci incontreremo di
nuovo al pub. - Emmett stava ghignando nuovamente, e stavolta a Dmitrij
corsero dei lunghi brividi sulla schiena, era sempre più
preoccupato per la sua dolce sorellina. Quei tre erano dei suoi grandi
amici, ma non si sarebbe fatto scrupoli a difendere ad ogni costo la
sua Rose, anche mettendosi contro di loro, soprattutto non voleva che
finisse nelle grinfie del moro che, ebbene l'aveva capito pure lui, non
vedeva l'ora di farci chissà cosa.
- Lauren, quella con cui hai un appuntamento fisso nei bagni di ogni
luogo pubblico nel quale vi siete incontrati almeno una volta? - Jasper
sghignazzò ed Emmett, autocompiacendosi con una pacca sulla
spalla, annuì con un sorriso da convinto che altro non fece
che aumentare le angosce del povero russo accanto a loro.
Angela, pochi minuti dopo, comparve dalla porta con un biglietto in
mano. - Volete che vi porti il conto? - Raccolse gli ultimi piatti e
aspettò una risposta.
- Sì dai, dividi per quattro il totale, per favore. - Edward
cominciò a tirare fuori il portafoglio, nessuno di loro
avrebbe permesso che le ragazze pagassero anche solo un centesimo, e
ognuno aveva i suoi motivi. Ma i loro sguardi si scrutarono a vicenda,
dopo che tutti finirono di prendere una banconota da trenta dollari a
testa, e nessuno aveva capito per chi pagassero gli altri, con
l'eccezione di Dmitrij che, credendo di farlo, voleva pagare per sua
sorella.
E alla fine, quando le ragazze tornarono dalla loro mini seduta di
trucco, vollero spiegazioni sul perchè erano già
pronti ad andare via, ma non ne ricevettero, e mai le avrebbero avute.
Una volta nel parcheggio, e salutati i loro amici ancora dentro al
ristorante, gli otto ragazzi si avviarono alle macchine, con una calma
serenità, e scherzando allegramente come se in
realtà si conoscessero tutti da una vita.
Alice e Bella avevano insistito che Rose raggiungesse il locale in
macchina assieme a loro, e nessuno ebbe niente da opporre, quindi si
riaccomodarono sulla Range come erano stati posizionati all'andata, e
lentamente la macchina si infilò nel traffico veloce della
strada di città.
Il club non distava molto, quindi in una decina di minuti arrivarono
elettrizzati, soprattutto le tre ragazze, non sapevano esattamente cosa
aspettarsi da quella serata.
Dmitrij e Julia erano ancora in macchina, e cercavano parcheggio,
mentre gli altri sei erano già davanti al locale, e li
aspettavano.
- Sapete se per caso anche quel ragazzo biondo di prima viene qualche
volta in questo locale? - Rose si rivolse agli altri, che con un
momento di indecisione le risposero.
- Sì, ogni tanto lo incontriamo, ma non sempre.
C'è qualche problema, per caso? - Jasper ed Edward, intuendo
forse una leggera tensione da parte della ragazza, si fecero tutto d'un
tratto protettivi, ma le altre due ragazze non ebbero molti problemi,
poichè era una reazione normale.
- No, ho avuto dei problemi tempo fa ma ora credo che è
tutto a posto. - Il lieve rossore che le colorò le guance
non sfuggì al resto della compagnia, ma non fecero altre
domande.
- Rose, mi sono innamorata delle tue scarpe, te lo giuro. - Bella da
quando aveva messo piede giù dall'auto di suo fratello non
faceva altro che fissare quelle dècolleté
altissime che la russa portava ai piedi.
- Davvero? A me non piacciono tanto... - Si fissò le
calzature e accennò un sorriso, mentre il fratello e la
fidanzata finalmente arrivarono, trafelati.
- Oh, pensavamo aveste deciso di consumare dentro all'auto, veramente.
- Emmett, con le mani in tasca, entrò per primo e fece
accomodare tutti verso il bar.
Il suo sguardo vagava per tutta la sala, ma le luci ad intermittenza di
vari colori e il fumo gli impedivano di vederci granchè, e
lui scocciato sperò che almeno lei potesse scorgerlo e
raggiungerlo non troppo tardi; non riusciva più a resistere,
per quanto avesse cercato di tranquillizzarsi sotto alla doccia la
situazione era comunque molto critica, e probabilmente i suoi sensi e
soprattutto la lucidità lo avrebbero presto abbandonato,
quindi sperava di poter finalmente sfogare le sue frustazioni su colei
che non aveva niente da perdere.
Come se qualcuno avesse ascoltato le sue silenziose preghiere, il
ragazzo si sentì all'improvviso una mano che, con movimenti
languidi, gli accarezzava il petto con fare esperto; e quando il suo
sguardo incontrò quello color nocciola della ragazza di
fronte a lui, non ci pensò due volte e
capitombolò sulle sue labbra, con irruenza, e le sue mani
fra i capelli ricci, e scurissimi, della sua salvezza.
Lei fra le mani stringeva un calice con un cocktail dentro, ma in pochi
istanti venne posato su un tavolo, e i due si ritrovarono in pochissimo
tempo dentro al bagno, e per fortuna che la musica nel locale era alta
abbastanza!
Poco distante, invece, Alice e Bella dovettero fare i conti con una
realtà dura da digerire, ovvero i loro amati fra le braccia
delle loro fidanzate-polipi, che da quando erano entrati in quel posto
non avevano lasciato per un istante, avvinghiati come se dovessero non
rivedersi per chissà quanti anni.
E mentre Dmitrij e Julia si dilettavano, in pista, fra balli e baci
infuocati, Rosaliya cercava di sfuggire alle occhiate languide dei
ragazzi soli che, attorno a tavolini o al bancone del bar, continuavano
a partire dai loro occhi, senza sapere che uno di loro era proprio
colui che avrebbe voluto evitare maggiormente.
Sergej, il biondo misterioso.
Minigonna Rosalie
Top Rosalie
Sergej
Bene, spero vi sia piaciuto, recensite numerosi, a presto, Alba97!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Incontri, scontri e riscontri ***
Capitolo nove
Salve a tutti! Ed eccoci
qui, con il nostro appuntamento ormai mensile - continuo a scusarmi se
sono così lenta ad aggiornare - e un nuovo capitolo, pieno
di intrisi! Come citato in quello precedente, il nostro biondino si
chiama Sergej, ma chi è in realtà?
Perchè Rose ne è così infastidita, e
cosa vuole da lei? E gli altri? Beh, se volete una risposta a queste
domande, vi basterà leggere!
Il bicchiere tintinnante appoggiato sul bancone veniva torturato dal
dito del ragazzo, che passava sul bordo e continuava ininterrottamente,
mentre il suo sguardo vagava in tutto il locale.
Qualche ora prima, quando la figlia dell'uomo che da mesi era sposato
con
sua madre gli aveva annunciato che la sera stessa si sarebbe incontrata
con un ragazzo, non gli interessava particolarmente, anzi le aveva
detto chiaro e tondo che lui ne era indifferente; ma, esattamente nel
momento in cui stava uscendo dal ristorante dopo aver pagato il conto
per il cibo d'asporto, i suoi progetti si scombussolarono completamente.
Lei era lì, nella stessa città in cui si era
trasferito
mesi prima con la madre, ed era più bella che mai, anche se
la
era da sempre infondo.
Allora aveva annunciato alla sorellastra che l'avrebbe accompagnata,
inventando che non si fidava particolarmente di quel ragazzo e voleva
che niente andasse storto; eppure i suoi erano altri piani.
L'avrebbe riconquistata, in un modo o nell'altro, e sarebbe stata di
nuovo, finalmente, e per sempre sua.
Aveva visto come gli altri, sia nel locale che prima al ristorante, non
distoglievano il loro sguardo ammicchevole da lei, e la cosa lo stava
logorando da dentro come un tarlo.
La sua vodka, che lo rendeva sempre più determinato ad ogni
sorso, lo aveva accompagnato da quando si era seduto al bancone con i
suoi due amici più fidati in
attesa del suo arrivo. E quando lei finalmente fece il suo ingresso nel
locale, assieme agli altri, i suoi occhi si illuminarono per un
istante.
Si ricordava perfettamente quello che aveva fatto, sebbene fosse una
cosa spiacevole, e ne era seriamente pentito, perchè quello
che
provava era così forte da fargli dimenticare tutto il resto.
E infatti, un po' per l'effetto dell'alcool, un po' per la bellezza di
lei che lo stordiva completamente, come la droga più potente
in
commercio, non rimuginò nemmeno un attimo, prima di agire.
**********************
Alice e Bella, sedute sul divanetto che Emmett aveva occupato insieme a
tutti gli altri per quella sera, continuavano a osservare come Jasper
ed Edward, perfettamente non curanti del resto del mondo e di quelli
che stavano attorno, fossero ancora completamente avvinghiati alle loro
fidanzate, ancora più di come li erano di solito, e la cosa
non
faceva che far ribollire loro il sangue.
Insomma, da quando avevano messo piede nel locale non si erano staccati
di un millimetro, e comportandosi da maleducate le due non si erano
nemmeno a presentate a Rosalie, non che fosse una grave perdita evitare
di parlare con loro, però era segno di irrispetto.
Oddio, sia Molly che Heather non avevano mai sentito parlare di
rispetto, anche perchè non avevano nemmeno fatto un cenno di
saluto verso gli altri, si erano subito fiondate sui loro fidanzati,
ovviamente contenti di rivederle. Almeno, a loro pareva così.
Infatti la russa, dopo aver intuito che le due erano della stessa forza
di Julia, si era allontanata per un po' scusandosi con le sorelle
Cullen, e si era incamminata a passo svelto e con una certa
curiosità fra i banconi, i tavoli e la pista da ballo.
Ma era tornata da loro, una ventina di minuti più tardi, e
le aveva osservate prima di raggiungerle.
- Ragazze, c'è qualcosa che non va? - La sua voce, bassa per
non
farsi sentire dagli altri, fece scuotere la testa alle due, che
all'unisono indicarono con lo sguardo i ragazzi accanto a loro, intenti
a scambiarsi effusioni sempre più mirate.
Rose scosse la testa, con un lieve sospiro. - Sapete cosa dovreste
fare, secondo me? - Le due non pronunciarono parola, così
lei
andò avanti.
- Rimorchiate qualcuno, divertitevi e non date peso a loro, ora potete
farlo! - La sua voce, leggermente più alta, diede una spinta
alla grinta delle due ragazze, che dopo essersi guardate negli occhi
con un'espressione che dava assenso, si alzarono imperterrite, e
seguirono la russa fino alla pista.
- Allora, conoscete qualcuno qui dentro, no? - Alice si
guardò
attorno, mentre Bella notò subito Jake, non molto distante
da
lei, che strisciava un piede a terra con fare annoiato, e dopo aver
lanciato un cenno alla sorella e alla bionda, lo raggiunse in fretta.
- Ciao Jake! - Il ragazzo, con un lieve sussulto, si girò
verso
di lei, e sgranò gli occhi per la sorpresa. - Bella, sei
davvero
tu? - La sua voce quasi sconvolta fece ridere la ragazza, che gli diede
un lieve pugno sul braccio e sorrise amabilmente.
- Sì, sono proprio io. Sorpreso? - Fece un giro su
sé
stessa, mentre Jacob Black non le distoglieva lo sguardo di dosso.
- Beh, sì molto! Dove tenevi nascosta tutta questa bellezza,
tesoro? - I due erano amici da tempo, ma non così
assiduamente
come lei lo era con Dmitrij, era un buon amico con cui fare un paio di
chiacchiere, nulla di più.
- Credevo di non averla nemmeno, invece è spuntata da dentro
di
me grazie ad un piccolo aiuto esterno. - Con un sorrisino,
indicò con l'indice la russa che, lontano, stava parlando
con un
paio di ragazzi assieme ad Alice.
- Quella? Chi è? - Il suo sguardo, curioso ma non molto
attratto, cadde sulla bionda, e Bella con poche parole gli
spiegò chi fosse.
- Secondo me è rifatta. - Il commento del ragazzo, schietto,
fece scoppiare a ridere Bella.
- Lei può essere tutto quello che vuoi, ma non è
rifatta.
Non avrebbe potuto visto che fino a ieri era minorenne, e Dima non
glielo avrebbe permesso in alcun caso! - Scosse la testa,
spostò
tutto il peso del suo corpo su un piede e incrociò le
braccia al
petto, sorridendo.
- Beh, posso offrirti qualcosa da bere, splendore? - Lui
allungò
un braccio verso di lei, e Bella vi si aggrappò e si fece
trascinare verso il bancone, dove ordinò un cocktail che si
sarebbe gustata assieme al bellissimo fusto che aveva come
accompagnatore.
Alice e Rose, intanto, erano ancora intente a chiacchierare con due
ragazzi che avrebbero frequentato, da lì a una manciata di
settimane, l'ultimo anno di liceo, come d'altronde Jasper, Emmett,
Dmitrij ed Edward.
Tyler e Mike, questi erano i nomi dei due che, da quando avevano messo
piede nel locale, non avevano staccato gli occhi di dosso dalle due
ragazze che, cercando di essere il più provocatorie
possibile,
non si facevano scappare l'occasione.
- Seriamente, Alice, non credevo potessi essere così...
così... - Mike non trovata parole giuste per non sembrare
troppo
volgare, e Tyler lo precedette.
- Così incredibilmente sexy! E anche tu, come hai detto di
chiamarti..? - Rosalie fece un forte, e ironico, sospiro rassegnato e
lo guardò negli occhi.
- Rosaliya, non è molto difficile! - La ragazza
subitò
capì che i due in cui erano incappate non erano certo dei
geni,
anzi... Ma cercò di non darci molto peso, infondo non
avrebbe
dovuto farci niente di particolare.
- E sei la sorella di Demetrio, non è così? -
Rose
trattenne una risata, e lo stesso fece Alice, poi annuirono entrambe.
- Dmitrij, comunque sì... - Il ragazzo, con la faccia
stordita
forse dal troppo alcool (ebbene sì, nessuno rispettava molto
la
legge sugli alcolici), alzò le spalle e sorseggiò
un
altro po' del suo drink.
- Non ho mai capito realmente che accidenti di nome sia... Russia? - La
bionda annuì, mentre Mike prese sottobraccio Alice e la
trascinò in mezzo alla pista, cominciando a ballare con lei
che,
non essendo molto abituata a camminare sui tacchi, faceva fatica a
muoversi liberamente.
Anche Tyler tentava un approccio più diretto con la russa,
ma
lei cercava sempre di sviare, anche se ormai era con le spalle contro
il muro. Lui aveva un obbiettivo preciso, e la ragazza lo aveva capito
dall'inizio, ma si sarebbe opposta senza molti problemi, se fosse stato
necessario.
Ma quando lui si avvicinò per baciarla, non fece nemmeno in
tempo ad appoggiare le sue mani sulle braccia di lei, perchè
la
visione dietro alla ragazza di una figura minacciosa e allo stesso
tempo imperiosa lo bloccò all'istante, facendolo farfugliare
parole senza nesso logico e facendolo quasi fuggire.
Rosalie non si accorse subito di ciò che aveva dietro, ma
pensò che quello fu uno degli effetti del troppo alcool.
Quindi
rimase lì, in una parte remota del locale, a guardarsi
attorno,
fino a che un paio di braccia non la avvolsero da dietro facendola
spaventare non poco; non se lo aspettava assolutamente, e non vedendo
più il fratello in pista pensò giustamente che
fosse lui,
in preda ad un momento di coccole improvvise che a lei piaceva molto,
dunque si appoggiò contro l'ampio petto del ragazzo e chiuse
gli
occhi sorridendo a trentadue denti.
La mano grande ma delicata del biondo dietro di lei finì fra
i
suoi capelli, cercando di non disfare la pettinatura, e ne
accarezzò una parte 'libera', con dolcezza.
- E' bello questo posto, sono contenta che tu mi ci abbia portato,
tesoro.* - Lei appoggiò i polpastrelli all'avambraccio
muscoloso
del probabile fratello, ma quando udì la risposta
trasalì
improvvisamente.
- Non c'è bisogno di ringraziare, amore mio.* - La voce era
inconfondibile, possibile che lei non se ne fosse accorta prima che
c'era qualcosa di diverso?
- Che cosa ci fai tu, qui?* - Si staccò con freddezza,
girandosi
di scatto e vedendo, finalmente, il viso del ragazzo che avrebbe
preferito di gran lunga evitare.
- Ho accompagnato la mia sorellastra, e non volevo tornare a casa a
fare niente, quindi sono qui. E poi sapevo che saresti venuta anche
tu.* - Sergej era di fronte a lei, con un sorriso stampato in faccia,
uno shottino contenente vodka nella mano destra e l'altra allungata
verso
di lei, invano. Lei non la afferrò, anzi la
scostò
malamente e cominciò ad ignorarla, tentando poi di
allontanarsi
da lui.
Ma lui non era affatto d'accordo, infatti la afferrò per un
braccio, senza ira né fretta, e la avvicinò
dolcemente a
sé, con il viso a pochi centimetri dal suo.
- Perchè fai così, tesoro? Ce l'hai ancora con me
per
quella faccenda?*- Le sue labbra sfiorarono la fronte della ragazza,
che abbassò lo sguardo e arrossì appena.
- Sì, Sergej, e credo sia anche plausibile.* - Rose sapeva
che
lui la stava fissando, e la cosa la lusingava molto, da tempo non lo
faceva, e nell'ultimo periodo in cui avevano ancora avuto contatti
erano rarissime le volte.
- Sai che mi dispiace, e anche quanto... Ho fatto una cavolata, ma
voglio rimediare piccola...* - Accarezzò delicatamente la
guancia della russa con l'indice, inclinando la testa di lato per
osservarla meglio.
Lei non lo sopportava, avrebbe voluto dargli un pugno in piena faccia e
andarsene con gli altri in pista, a ballare, eppure dentro di lei un
piccolo desiderio di rimanere lì, fra le sue braccia, era
rinato
dal momento in cui lui le era apparso dietro, bello come il sole.
E lui in effetti lo era veramente, e per lei lo era sempre stato, fin
da piccoli, anche se non lo aveva capito realmente se non negli ultimi
tre anni, quando finalmente realizzò che ciò che
credeva
fosse semplice intesa era molto, molto di più.
- Non c'è rimedio, Sergej, è successo e basta, e
non puoi
cambiare il passato.* - La sua voce, qualche ora prima sicura e
determinata, ora scemava sulle sue convinzioni, che più di
tanto
non erano seriamente, e la rendeva insicura, come pochi mesi prima,
esattamente febbraio dell'anno corrente.
Ma prima che potesse cedere al ragazzo che continuava a mandarla in
tentazione, svincolò dalla sua presa e quasi corse verso il
divanetto, sul quale erano seduti ormai tutti, suo fratello e l'oca
compresi.
Ma prima di raggiungerlo, un paio di ragazzi si misero davanti a lei
con un sorriso abbastanza ammiccante.
-
Ehi bellezza, cos'è tutta questa fretta? Perchè
non rimani qui, con
noi? - Il più basso, a cui Rose non arrivava nemmeno alla
spalla, la
osservò famelico, tentato di allungare una mano verso il suo
sedere,
mentre l'altro sghignazzò.
- E' un peccato che io non sia un
fantino, mi sarebbe piaciuto fare un giro con te, sai tesoro? - La
ragazza lo guardò male, non aveva capito il senso della
frase in
realtà, ma era quasi totalmente certa che fosse una cosa
poco carina.
Così lo scansò con un gomito, e si diresse
velocemente verso suo
fratello e i loro amici, presa da un moto di velocità
improvviso, e
quando li raggiunse per poco non cadde addosso a Jasper.
I loro occhi, confusi, erano puntati su di lei, e Mike e Tyler
continuavano ad accennarle di sedere accanto a loro, ovviamente senza
essere minimamente calcolati.
- Amore, cosa succede?* - Dmitrij, dal canto suo, avrebbe preso un
fucile e sparato a tutti coloro che si sarebbero solo avvicinati alla
sorella, ma non poteva farlo, quindi le fece spazio e lei si
infilò fra lui e una ragazza riccia, e molto, molto
altezzosa.
Troppo, decisamente troppo.
-
Niente, scocciatori di poco conto. Però potevi dirmelo che
Sergej era
qui, a Forks.* - Non era arrabbiata, solo credeva che il fratello
avrebbe potuto comunque avvertirla, così da non essere presa
troppo
alla sprovvista.
Lui allungò un braccio sulle sue spalle, la tirò
a
sé e le stampò un bacio sulla fronte, lungo e
dolce al punto giusto. -
Lo so, tesoro, scusa se non l'ho fatto prima, non credevo fosse
così
importante per te.* - Lo sapeva, lo sapeva benissimo quanto era
importante per lei, ma sperava che qualcosa fosse cambiato, infondo. Ma
da quanto il russo aveva potuto intuire, non era assolutamente cambiato
nulla.
La ragazza si accoccolò fra le braccia del fratello, poi si
voltò verso la mora accanto a lei, domandandosi chi diamine
fosse.
-
Lei è Lauren, un'amica di Emmett. - La ragazza, sebbene con
una stizza
di superiorità che diede poco a vedere, allungò
la mano verso la bionda
e se la strinsero, sorridendo poi maliziosamente al ragazzo accanto a
lei, che le stava accarezzando languidamente una gamba, senza pudore.
-
Quelle scarpe sono della Jimmy Choo, per caso? - Staccò gli
occhi da
quelli di Emmett e li posò sui piedi di Rosalie, quasi
incantata da ciò
che vide.
- Sì, me li ha regalati... - La russa si interruppe un
attimo, schiarendosi la voce con un chiaro tentativo di far capire che
non le piaceva nominare quella persona; - Un ragazzo, ecco. -
Annuì,
accavallando le gambe e posandovi sopra i palmi delle mani.
- Perchè
mio fratello, un paio di mesi fa, ne ha comprate un paio identiche e le
ha regalate alla fidanzata, e l'ho aiutato io nella scelta. - Uno
sguardo superbo, e una nota di vanto nella voce, e Rose capì
subito chi
aveva davanti: una montata.
- Come si chiama tuo fratello? - Alice
la guardò, e Bella notò come Emmett fosse troppo
attaccato alla riccia,
e la cosa diede fastidio ad entrambe le sorelle.
- E' straniero, e
non è proprio mio fratello, ma ormai è come se lo
fosse. Eccolo, è lui,
sta arrivando! - Alzò una mano e indicò un
ragazzo che si stava
avvicinando frettolosamente, con altri due davanti a testa china e mani
tremanti che si stringevano convulsamente. Rosalie trasalì,
e suo
fratello per poco non sputò il suo drink in faccia a Julia.
- Sergej
è il tuo fratellastro?! - Dmitrij fissò Lauren
quasi sconvolto, posando
il bicchiere fra le mani della sua fidanzata, mentre il biondo ormai li
raggiunse.
- Rosalie, tesoro, ho visto cos'è successo poco fa, e ora
i due sono qui a porgerti le loro più sentite scuse. - Diede
una
gomitata molto dolorosa ai due, che gementi guardarono la russa e
abbassarono la testa.
- Scusaci, non sappiamo esattamente cosa ci è
preso. - Sergej li cacciò via, dopo, e rimase di fronte a
tutti, che lo
fissavano come se fosse stata la prima volta che vedevano un ragazzo
fare così.
- Beh, che c'è? - Lauren si appiccicò ancora di
più ad
Emmett, quasi salendogli in braccio, mentre Rose si
avvinghiò al
braccio di Dmitrij, e Sergej si sedette in mezzo, come suggerito dalla
sorellastra. Emmett lo guardò in silenzio, non capiva se il
russo fosse risentito del fatto che lui frequentava, se così
si poteva dire, la sorellastra, eppure lui non aveva accennato ancora
niente a riguardo.
- Ordiniamo qualcosa da bere, vi va? - Edward, accarezzando quasi
svogliato i capelli della sua Molly, prese l'iniziativa, e tutti furono
subito d'accordo con lui. Allora Jasper alzò una mano per
richiamare un cameriere che, girando fra i tavoli, aspettava che
qualcuno si decidesse a consumare qualcosa.
Lui si avvicinò, con un blocchetto in mano e una penna
dietro all'orecchio, e con un tono allegro chiese al gruppo cosa
volevano.
- Io prendo un Long Island, voi cosa volete? - Lauren, dal canto suo,
si fece avanti per prima, e gli altri, a ruota, ordinarono: Alice ed
Edward un Sex On The Beach; Jasper e Julia un Gin; Molly, Heather,
Emmett e Tyler un Invisible; Mike, Bella e Jacob un Cosmopolitan;
Rosalie, Dmitrij e Sergej una VodkaLemon.
Di fronte al divanetto, che riusciva ad ospitare ben quindici persone,
vi era un tavolino su cui le ragazze avevano posato le varie borse, e
poco dopo fu sommerso dai numerosi bicchieri contenenti i vari cocktail.
Julia, sentitasi improvvisamente fuori dalla scena, afferrò
il viso di Dmitrij fra le mani e lo baciò con trasporto,
facendo fare una smorfia schifata a Rosalie che, dopo essersi voltata
verso gli altri, aprì appena la bocca e vi mise due dita
davanti, come se dovesse rimettere. Alice e Bella cominciarono a ridere
fino alle lacrime, mentre i ragazzi divertiti scuotevano la testa.
Gli unici due seri, Lauren e Sergej, si guardavano, e mentre tutti gli
altri erano intenti a parlare fra di loro, lei si avvicinò
all'orecchio del fratello. - Te la fai con la sorella di Dmitrij,
allora. Perchè non me lo hai mai detto? -
Sussurrò, così piano che solo il diretto
interessato la entì, e a malapena.
- Non vedo come possa riguardarti la cosa, Lau. No comunque, io e lei
non stiamo insieme, ci conosciamo da molto, niente più. -
Bugiardo, come sempre, la liquidò, la sua presenza lo
infastidiva molto, ma era la scusante per poter stare insieme agli
altri e controllare le sue
mosse.
Il Dj, Ricky, venne richiamato da una ragazza dalla pelle olivastra,
Paula, e decise di accontentare la sua richiesta, insolita.
Quindi, dalle casse cominciò a risuonare una canzone che
subito attirò l'attenzione di Alice, Bella, Rosalie e le
altre ragazze, e subito la russa si alzò e raggiunse le due
sorelle.
- Ragazze, andiamo a ballare! - Le due scrollarono la testa, non erano
completamente sicure di riuscire ad evitare figuracce su quei tacchi,
ma la bionda non ascoltò obiezioni e, dopo aver bevuto
velocemente un paio di sorsi del suo cocktail, lo porse a Sergej - suo
fratello era ancora impegnato con Julia - che sorridendole le chiese il
permesso di berne un po', avendo già finito il proprio.
- Finiscilo, non ho più voglia di bere oggi.* - Sorrise
appena, poi trascinò Alice e Bella in mezzo alla pista, e le
guardò convinta.
- Ragazze, vi stanno guardando. Volete conquistarli? Seguitemi! - Le
sorelle, ancora timorose, si sorrisero, e decisero di buttarsi a
capofitto nella loro missione 'conquistailmacho'. Ce l'avrebbero fatta?
Angolino autrice: ok, chiedo perdono per aver postato il capitolo solo
adesso, ma ho avuto un sacco di contrattempi, e i dubbi cominciavano ad
attanagliarmi la mente :( Bene, spero vi sia piaciuto, e come avete
passato questa 'fine del mondo'? Io sinceramente non ci credo, comunque
spero bene per voi! Mi raccomando, recensite numerosissimi! Un bacione,
al prossimo capitolo, Alba97.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Una serata idilliaca, fra balli, chiamate e... ***
Capitolo dieci
Salve
a tutti,
gente! Come state? Allora, sono contenta di potervi dire grazie, di
cuore, per tutte le recensioni e per tutti i 'seguiti', 'ricordati' e
'preferiti' alla mia storia ** Mi viziate troppo, ragazze :33 Bene, ora
passiamo al capitolo! Che ne dite, ce la faranno le ragazze a fare
colpo sui nostri bellissimi addormentati sul divanetto? Ahahahaa lo
scoprirete solo leggendo!
Buona lettura!
P.s. Consiglio l'ascolto di Fly Project - Musica durante la lettura del
capitolo, poichè è la canzone che stanno
ascoltando anche
i nostri personaggi! :33
Le note incalzanti della canzone che Ricky, il mitico DJ famoso in
tutta la città, aveva fatto partire si diffusero per tutto
il
locale, e Rosalie, Bella e Alice erano là, in mezzo alla
pista,
sotto gli occhi di tutti, ma proprio tutti, i ragazzi presenti.
- Allora, ragazze? Siete pronte? - Rose le guardò negli
occhi,
con un sorrisino ammiccante, e loro, dopo essersi scambiate un cenno
d'intesa, annuirono convinte.
Allora, la russa si mise fra di loro e cominciò a ballare
ridendo, e le ragazze la seguirono, decise a conquistare quei due
fustacchioni che, sfortunatamente, non riuscivano a vedere in volto,
per riuscire a capire la loro reazione.
Ma Rose, la furbetta, li vedeva benissimo, aveva fatto abitudine a
capire cosa provavano i ragazzi in particolari situazioni, e lei li
scorgeva benissimo, intenti a sgranare gli occhi per la sorpresa.
Infondo, da quello che le ragazze le avevano raccontato in bagno, solo
una volta erano risultate decenti, a detta loro, in tutta la loro
adolescenza, ed era stata l'estate precedente, durante le vacanze in
Italia, in cui la loro cugina preferita le aveva truccate, vestite bene
e portate ad una festa in spiaggia, in una località che
Rose,
non per la prima volta, ancora ricordava bene, grazie ai lunghi
racconti delle due sorelle.: Napoli.
Le sarebbe piaciuto visitarla, magari mano nella mano con un ragazzo
attraente e sensibile, come quel bellissimo... Rose! Non pensarci
nemmeno!
Nel ritornello, decise di osare una mossa pericolosa, che le ragazze
non osarono nemmeno pensare, e si incamminò a passo suadente
verso il divanetto, su cui Sergej faceva le capriole per rimanere calmo.
Emmett, accanto ad una Lauren livida per il gesto che le tre avevano
fatto, la stava osservando e cercava di tornare a respirare
normalmente, perchè dai movimenti dei suoi fianchi e del suo
bacino, là sotto le cose erano peggiorate parecchio, se non
addirittura andate in catastrofe biologica.
Quindi, la bionda si avvicinò al fratello, che finalmente si
era
staccato da Julia e la osservava attento, e con uno sguardo che diceva
tutto lo prese per il colletto della camicia, facendolo alzare di
scatto, e gli appoggiò entrambi gli avambracci sulle spalle,
cominciando a muovere il bacino a destra e a sinistra con un ghigno in
viso, e il fratello scoppiò a ridere, trascinandola verso la
pista da ballo seguendo il suo ritmo.
I rimanenti seduti al tavolo, quasi sconvolti, rimasero ad osservare i
quattro in pista, ognuno con dei pensieri diversi.
Edward, come Jasper d'altronde, cominciava a sentire un peso, accanto a
lui, sotto figura della propria fidanzata. Sì, era un
macigno,
averla accanto, non era seriamente innamorato di lei, lo pensava,
certo, ma non lo era affatto.
Aveva sempre creduto di esserlo, eppure più la guardava
più capiva che stava con lei per altro, quasi per abitudine
ormai, erano quasi due anni che si erano messi assieme, ed era quasi
giunta l'ora, per lui, di cambiare aria.
Jasper, dal canto suo, la pensava allo stesso modo, infondo nella sua
amata California aveva avuto un sacco di ragazze, e da quando era
lì solo Heather aveva avuto la grazia di poter toccare
quelle
labbra incantevoli, e quei capelli biondi come il grano.
Emmett affondava sempre più nel divano, ormai non esisteva
niente accanto a lui, né Lauren che sempre più
inviperita
stava sbuffando senza sosta, né tutto il resto del mondo.
Solo
lei, e il suo lato B da paura, che ogni tanto faceva capolino da sotto
a quel minuscolo tessuto nero che, accidenti a lui, serviva solo a
mandarlo ancora più fuori di testa.
E Sergej? Lui sapeva benissimo cosa c'era sotto, e si stava gustando il
momento in cui avrebbe nuovamente assaporato quelle sensazioni
fantastiche con lei, come ai vecchi tempi. Se lo gustava troppo, forse,
viste le occhiate mangiafuoco che le lanciava, e che lei percepiva
perfettamente, visto il suo dissenso nello sguardo.
Dmitrij, attaccato alla sorella ed entusiasta come non mai, si
scatenava accanto alle sorelle Cullen, che come loro si divertivano
come pazze e, soprattutto, speravano in qualcosa di più.
- Amore, mi sembra di essere tornato a questo inverno, alla 'Fabrique',
ti ricordi quanti balli abbiamo fatto io, te e Viktor?* - Dmitrij
strinse fra le sue braccia la sorellina, che ridendo divertita
annuì.
- E quante volte Vik ha finto di essere il mio ragazzo per far
allontanare tutti quegli allupati, pieni di vodka da fare schifo?* -
Scoppiarono a ridere entrambi, e alla fine si unirono ad Alice e Bella,
a formare un quartetto fantastico.
Mike e Tyler, dopo aver intuito di non essere davvero i benvenuti in
quel posto, si dileguarono velocemente, superando la pista da ballo, ma
spergiurarono di tornare presto, a caccia di femmine. Jacob, invece,
era stato assalito, prima del debutto delle ragazze, da una sua ex, che
ancora risentita per la loro rottura aveva deciso di fargliela pagare
nel migliore dei modi. Almeno per lei, ovviamente. E come vendicarsi
con un uomo, se non ricompensarlo con la stessa moneta? Prima, Bea, la
vittima, l'aveva sedotto con un micro abitino che, essendo sinceri,
poteva essere benissimo considerato un costume da bagno, e poi, nel
pieno dei loro giramenti d'ormoni, lo aveva piantato in asso,
scaricandolo come un barile e umiliandolo, poi, con vari scherni di
ogni genere.
Lauren, seduta accanto ad Emmett, che ormai era perso completamente nei
suoi pensieri più brucianti, livida di rabbia stava
stringendo
le mani a pugno, e cercava in ogni modo di far ricadere l'attenzione
del moro su di lei, inutilmente. Stava mangiando viva la povera ragazza
in mezzo alla pista, e l'avrebbe cacciata fuori molto volentieri.
Sergej, appollaiato sul divanetto con in mano il bicchiere vuoto di
Rosalie e di fronte a sè un White Russian, appena ordinato,
aveva la lucidità offuscata, ma per evitare di ridursi a
fare
certe cose lì, davanti a tutti, spostò lo sguardo
verso
la sorellastra, e subito si calmò, tornando con i piedi a
terra
come se fosse precipitato da un grattacielo in piena New York.
Lauren si scansò appena verso di lui. - E' una smorfiosa, ma
l'hai vista?! Chi si crede di essere, per arrivare qui e rompere le
scatole a me e a loro due? E' una stupida montata, ecco
cos'è. -
Sputò quelle parole con veleno e ferocia ma, seppure
sussurrate,
raggiunsero l'udito di Sergej, che dovette chiudere gli occhi per non
insultarla.
La detestava, l'aveva sempre detestata, in ogni suo comportamento o in
ogni sua parola, ma in quel momento la odiava completamente.
- Non è lei la smorfiosa, sei tu che vuoi essere al centro
del
mondo come al solito, e vorresti che tutti siano ai tuoi piedi, ma
visto che hanno di meglio da fare non la sei e ti rode, ammettilo.* -
Fortunatamente, il suo istinto gli suggerì appena in tempo
di
pronunciare quella frase nella sua lingua madre, o sarebbero stati
problemi amari per lui. Infatti, quella disgraziata si era fatta amica
sua madre, Olga, e ovviamente il padre, Henry, stravedeva per la figlia
dalla separazione dalla sua prima moglie, ed entrambi erano sempre
stati dalla sua parte. Olivia, invece, era ancora troppo piccola ed
innocente, racchiusa nei suoi quattro anni e mezzo, eppure covava una
certa simpatia per lui, seppure non glielo dimostrasse sempre.
- Scusa, cos'hai detto?! - Lauren si girò con uno scatto
rabbioso, dando una gomitata ad Emmett, che si risvegliò dal
torpore in cui era caduto e la squadrò in malo modo.
- Ma che fai, sei ammattita? Che ti prende? - Sergej, per un istante,
fu grato al moro di avergli staccato di dosso quella piaga, mentre lei,
rintanandosi contro di lui, inarcuò il labbro inferiore e
strinse le sopracciglia, in una faccina dispiaciuta.
Lui le sorrise appena, accarezzandole la guancia con la punta
dell'indice.
- Scusa, ma non capivo seriamente cosa avessi intenzione di fare! - Lei
lo guardò con un sorrisino e si avvinghiò contro
di lui,
accarezzandogli l'estesissimo torace muscoloso con le dita.
- Beh, io una piccola ideuccia l'avrei, sai com'è... -
Sergej si
voltò disgustato, mentre Molly ed Heather, aggrappate come
non
mai ai rispettivi fidanzati, pianificavano una vendetta coi fiocchi
verso le due in mezzo alla pista.
Della biondina, a loro non importava assolutamente; ma Alice e Bella,
le sorelle Cullen, gliel'avrebbero pagata, eccome!
Intanto, la canzone cambiò, e le tre ragazze, già
stanche
per via dei tacchi altissimi che Rose aveva imposto a tutte e tre, si
avviarono ridendo verso il divanetto, mentre Dmitrij, allontanandosi a
malincuore, si diresse verso il bancone per ordinare un nuovo giro, da
portare al loro tavolo.
Le due ragazze decisero di cambiare posto ed osare una piccola mossa, a
loro favore, quindi si sedettero accanto alla russa e di fronte ai due
ragazzi, ancora storditi.
Rose, invece, appena si sedette venne subito attaccata da Sergej, che
imperterrito le fissava il fondoschiena senza pudore.
- Beh, tesoro, sei stata fantastica. Sei sicura di non voler andare in
mezzo alla pista con me, come ai vecchi tempi?* - Il fiume di parole
investì la povera ragazza, che estremamente scocciata
incrociò le braccia al petto e girò il capo
dall'altra
parte.
- Fottiti, Sergej. Lasciami in pace.* - Si rivolse alle ragazze,
ignorando i tentativi di un approccio più intimo con il
biondo
accanto a lei, e sorrise.
- Ragazze, sapete che mio cugino vive qui, a Washington? -
Alzò
il sopracciglio per un istante, ed entrambe capirono, perchè
Bella accavallò le gambe molto lentamente e la
guardò
interessata.
- Veramente? Un cugino, da parte di chi? - Fece un sorrisino, mentre
Emmett staccò un attimo gli occhi da quelli di Lauren per
ascoltare la nuova discussione.
- E' il figlio del fratello della mia mamma, e lui è
bellissimo!
Quando ero piccola, mi sono innamorata di lui! - Scoppiò a
ridere, ricordandosi di quando, all'età di sette anni, lei
aveva
tentato di dare un bacino sulle labbra al cugino, allora poco
più che tredicenne, e lui, sebbene divertito da quella
faccenda,
l'avesse lasciata fare, infondo lui la adorava tanto quanto lei adorava
lui.
- Davvero? Hai una sua foto, per caso? - Alice, seguendo il suo istinto
e il consiglio spudorato della russa, prima del ritorno al divanetto,
si allungò verso di lei fino a sovrastare la sorella e, con
una
grazia quasi innata, rimase a mostrare le gambe, scoperte quasi del
tutto, ad un Jasper più che sorpreso e, sì, molto
appagato da quel panorama niente male.
Dunque Rose tirò fuori il telefono dal taschino della
minigonna
che indossava, e nel farlo sollevò il fianco esterno tanto
quanto bastava per permettere al suo sedere, involontariamente, di
sfiorare la gamba di Sergej, che quasi con gli occhi fuori dalle orbite
rimembrava i vecchi tempi, e i bellissimi momenti, passati con lei; Rose
sfogliò tutte le immagini, e quando arrivò a
quella del
cugino, porse il cellulare alle due sorelle, che sbarrarono gli occhi
sconvolte.
- Oddio. Stai scherzando?! Questo è tuo cugino? E' un
grandissimo pezzo di figo, Rosalie! Perchè nella tua
famiglia
siete tutti così belli? - Le due non potevano credere ai
loro
occhi: possibile che Dmitrij avesse un cugino bello così, e
non
gli fosse venuta la brillante idea di presentarlo ad entrambe?
- E' una domanda che mi faccio spesso anche io in realtà, ma
non
ho mai trovato una risposta soddisfacente! - Finalmente, per la gioia
delle tre, il fratello di Rose fece capolino, dopo aver osservato tutta
la scena, a metà fra il divertito e l'infastidito.
Jasper ed Edward, ancora fra le grinfie delle due gonfiate di gelosia
fino al midollo, li osservarono quasi infastiditi, mentre Lauren
allungò per un brevissimo istante lo sguardo verso il
cellulare.
Beh, secondo lei era un ragazzo davvero molto bello, ma Emmett le
pareva molto più... macho, per quanto anche lui non lo fosse.
- Volete conoscerlo? - Rose le osservò con un sorrisino
malizioso, e loro annuirono estasiate alla sua proposta; allora lei
compose un numero, che sapeva ormai a memoria, e attese un paio di
squilli.
Al terzo, una voce maschile calda e tanto adorata rispose, sembrava
quasi assonnato.
- Pronto, Rosaliya? Sei tu?* - La ragazza scoppiò a ridere,
non
si aspettava proprio che quel quasi ventiduenne, sveglissimo e attivo
ventiquattro ore su ventiquattro piene, potesse rivolgerle una domande
del genere. Infondo, non era nemmeno mezzanotte!
- Sì, sono io Vitja!
Possibile che tu non riconosca mai la mia voce?* - Lo
rimproverò
bonariamente, e lui, dall'altra parte del telefono,
ridacchiò
appena.
- Amore, scusami se
alle tre di notte non sono completamente sveglio!* -
Rose si zittì, smorzando il sorriso di un attimo prima.
Quindi,
prese il telefono del fratello dalla tasca posteriore dei suoi jeans,
provocando una smorfia di diniego da parte di Julia, che in tutto quel
tempo era rimasta buona buona ad osservare la scena, e
controllò
l'ora. Oddio, aveva ragione! Come mai lei era convinta che fosse ancora
così presto?
- Scusami, sono ancora sballata per colpa del fuso orario! Tesoro mio,
lo sai che io sono qui in America, e che entro due giorni voglio
vederti assolutamente, per presentarti un paio di persone?* - La
risposta, quasi urlata, le arrivò dopo un paio di minuti
buoni,
in cui lei pensò seriamente di aver perso la connessione, o
di
aver finito il credito.
- Tu sei qui in
America?! Pensavo non
arrivassi prima del mese prossimo! Perchè tuo fratello non
è in grado di darmi delle informazioni giuste, almeno una
volta
nella vita?* - Si interruppe un attimo, prendendo un
respiro.
- Beh, sarei davvero
contento di
conoscere quel paio di persone, sicuramente domani, o dopodomani,
dipende dai punti di vista, verrò giù a Forks,
un'ora di
macchina e sono davanti a casa vostra. Mi raccomando angioletto, stammi
bene! Ti chiamo alle dodici, così ci sistemiamo. Buonanotte
tesoro, salutami quel disgraziato di Mitja!*
- Rosalie schioccò un bacio sul microfono del telefono,
ridendo
sempre più forte, mentre Alice e Bella, con l'aiuto del loro
interprete preferito, avevano seguito tutta la conversazione e, con la
bionda, si divertivano a prendere in giro Dmitrij e la sua adorabile
sbadataggine.
Emmett, rimasto in silenzio tutto il tempo, non faceva che contemplare
quelle labbra carnose che, sinuosamente, si muovevano a formare delle
parole incomprensibili e impronunciabili, ma che rendevano il tutto
molto più sexy ed attraente.
Julia, consapevole del fatto che non era più minimamente
calcolata dal proprio fidanzato, decise di intromettersi, scocciando
prevalentemente Rose, e dopo aver quasi lanciato prepotentemente
Dmitrij lontano dal divanetto, lo raggiunse con due passi, quasi fatti
di corsa, e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio.
Lui, mutando espressione, da confusa e quasi spaventata ad
improvvisamente attenta e ammiccante, le appoggiò entrambe
le
mani sui fianchi e la baciò con trasporto, avviandosi
lentamente
verso i bagni.
Alice e Bella erano sconvolte, come tutti gli altri seduti al
divanetto, d'altronde. Le uniche due indifferenti, guarda caso, erano
proprio Molly ed Heather, che avrebbero seguito molto volentieri
l'esempio della loro amica e avrebbero trascinato i loro bell'imbusti
dritti dritti nelle toilette, dalla scarsa igiene, di quel locale, non
così tanto importante, infondo.
Rosalie, che da quando aveva visto per la prima volta Julia non faceva
altro che pensare che non fosse altro che una stupida sciacquetta che
scodinzolava esaltata dietro a suo fratello senza un motivo preciso e
che ogni secondo che passava con lei faceva aumentare la sua voglia di
lanciarla in un taxi diretto in Argentina pagandole anche il biglietto,
si ritrovò improvvisamente presa da un quasi conato di
vomito,
alla vista di quello spettacolino vergognoso. Oh sì, avrebbe
dato di tutto, pur di cancellare quell'orrida visione.
Mentre la compagnia era immersa nello sbigottimento più
totale,
Mike e Tyler, che non avevano perso nemmeno per un attimo i movimenti
di tutti loro, si rifilarono dietro ad un paio di uomini forzuti e
tarchiati, probabilmente bodyguard, fino a che non raggiunsero il
tavolo e, allungando prontamente una mano, invitarono Alice e Bella in
pista, per un ballo sotto alle note della canzone scatenata che era
stata selezionata. (Hangover - Taio Cruz ft. Flo Rida) Ormai Tyler
aveva capito che Rosaliya, per quanto fosse bellissima e assolutamente
provocante, non era pane per i suoi denti, viste le occhiate che Sergej
le lanciava doveva esserci qualcosa, fra di loro. Le ragazze,
appena si ripresero dal loro shock, lanciarono uno sguardo d'intesa
alla russa accanto a loro, che diventata lievemente verde per il forte
disgusto alzò appena una mano come per dare loro il consenso.
Anche Jasper ed Edward, per ripicca e per dimenticare le immagini
incandescenti che ancora si rincorrevano nelle loro menti ferrate, si
diressero verso la pista, mano nella mano con le rispettive innamorate,
ma in punti diversi, per non infastidirsi o, meglio, per non far capire
l'uno all'altro quali erano le loro vere intenzioni.
Rimasero in quattro, seduti al tavolino. I drink erano arrivati, e
Rose, pur di evitare il minimo discorso con il russo accanto a lei, si
era buttata a capofitto sul suo, scartando immediatamente il Black
Russian e preferendo quello preso dal fratello, un semplice Bacardi.
Solitamente, nei locali che frequentavano lei e tutti i suoi amici, a
Mosca e nei dintorni, il cocktail che veniva consumato prevalentemente
da tutti era la vodka, e lei voleva provare qualcos'altro, per una
volta.
Emmett si guardava attorno, combattuto sul da farsi, e la soluzione di
alzarsi e uscire per andare a consumare una poco sana, ma molto
appagante,
sigaretta era sempre più visibile, fino a che non si decise.
- Vado a fumare, qui in balcone. - Lui, assieme ai suoi amici e a
Lauren, era un frequentatore assiduo di quel locale, e ne conosceva
ogni angolo, e ogni segreto, e quindi sapeva benissimo che si poteva
fumare solo all'esterno, diversamente da altri locali più
'di
manica larga' che permettevano anche quello.
Lauren stava per replicare, ed era già pronta ad alzarsi e a
seguirlo, quando una voce, decisa e determinata, sovrastò
quella
stridula e fastidiosa della riccia.
- Vengo con te. - Tre parole, nessuno si sarebbe mai aspettato che
potessero uscire dalla bocca di Rosalie, ma effettivamente era
così.
Emmett non rispose, diede un'alzata di spalle e le fece strada,
seguendola a tre passi di distanza.
I due fratellastri, rimasti soli, si scambiarono uno sguardo che diceva
tutto, e niente; lei si risedette, inviperita al massimo, e punta nel
suo orgoglio, a gambe accavallate e con un'espressione parecchio
nervosa, mentre lui, battendo ritmicamente il piede a terra, fissava il
tavolino e tutti i drink con la mascella serrata, e i pugni infilati
nelle tasche.
- L'ho detto io, è un'oca senza cervello, e ci sta provando
con
Emmett. - Un'altra volta, il rancore e il risentimento furono scaricati
addosso a lei, ma stavolta Sergej non replicò, rimanendo nel
suo
stato di nervosismo puro.
- Da quanto tempo vi frequentate, tu e Cullen? - Cercava di sviare il
discorso verso una parte meno dolente, e lei tranquillizzandosi rimase
a rimuginare un po'.
- Direi quasi un mesetto, più o meno. Perchè? -
Lo
squadrò, senza riuscire a trarre nemmeno una lieve
contrazione
del viso che le facesse capire le sue vere intenzioni.
- Così, pura curiosità. Sai, ogni tanto Henry mi
chiede dei tuoi inciuci amorosi, e non so mai cosa rispondere. - Bella
scusa, Sergej, davvero. Pensi davvero che sia così stupida?
Lei scrollò le spalle sorridendo, ci credeva veramente! Il
fratellastro, sorpreso, comprese che lei, la riccia abborda uomini, era
veramente caduta in basso, per quanto riguardava l'intelligenza.
Intanto, sul balcone, Emmett stava frugando nella tasca dei jeans per
trovare l'accendino, e Rosalie era appoggiata al muro, accanto al moro,
con lo sguardo rivolto verso destra, in basso, e le braccia incrociate
al petto, sospirante.
Lui non sapeva in realtà perchè lei avesse voluto
seguirlo, ma non gli dispiaceva affatto. L'incredibile
sensualità che emanava da ogni poro era così
intensa, che lui pensava di riuscire quasi a percepirla, a contatto con
la pelle nuda delle sue mani.
Lei lo guardò un istante, sempre più convinta che
era
davvero un bel ragazzo, poi si staccò e si
avvicinò a
lui, che nel frattempo era riuscito ad accendersi la sigaretta.
- Scusa se ti ho seguito, ma non volevo restare da sola di
là. -
Lui alzò le spalle, facendo un tiro che subito gli
calmò
le acque, bollenti, che lo stavano facendo impazzire.
- E' successo qualcosa, per caso? So che non dovrei intromettermi
perchè non ti conosco affatto, ma se hai bisogno... - Lui,
Emmett Cullen, che si rendeva disponibile a parlare con una ragazza?
Lui, che aveva la lista più lunga di ragazze che, in una
maniera
o nell'altra, erano finite fra le sue braccia, chi una volta chi
più, di tutto il liceo? Lui, che del rispetto delle donne se
ne
fregava assolutamente, come quello che non aveva per le sue sorelle?
- E' una cosa difficile da spiegare, ma ti ringrazio per averti
preoccupato per me, Emmett. - Rose sorrise di nuovo, e lui fu costretto
a distogliere lo sguardo, da quel viso ammaliante e bellissimo.
- Non voglio che nessuno faccia del male ai miei amici, o ai loro
familiari, ecco tutto. - Non si preoccupò nemmeno di
correggerla, fece solamente un altro tiro, espirando tutto il fumo in
un attimo, e rimanendo ad osservare la cenere volare via dopo un lieve
colpetto.
Entrambi sentirono dei passi, e si girarono, trovandosi di fronte
Dmitrij ed Alice, che sorridevano allegri, anche se dentro di loro si
stavano domandando perchè i due erano in balcone da soli.
- E' meglio se andiamo a casa, si sta facendo tardi, non credete? -
Alice, dopo essersi avvicinata al fratello, lo guardò male
e,
facendo per ribattere, si beccò in faccia una folata di fumo
che
la fece tossire.
- Sentimi bene, idiota! Se vuoi fotterti la salute, fai quello che
vuoi, ma vedi di non farlo anche a me, grazie! - Rosalie, questa volta,
fu d'accordo con la ragazza, anche se non osò aggiungere una
sola sillaba.
- Se tu la smettessi di rimbeccarmi sempre e comunque, ogni santa volta
che ho voglia di fare un paio di tiri senza rompere le palle a nessuno,
come d'altronde fa Bella, io non ti fumerei in faccia, non credi Alice?
Miseriaccia, sei peggio di mamma quando ti ci metti. - Senza darle il
tempo di replicare, rientrò nel locale spegnendo la
sigaretta
non del tutto finita dentro al posacenere fisso accanto alla porta,
lasciando la sorella sconsolata insieme ai due biondi.
- Cosa devo fare con lui, Dima? Perchè voi due avete un
rapporto
così bello, e io non riesco a parlare con Emmett per
più
di due minuti senza essere insultata come al solito? - Alice
sospirò, e Dmitrij la prese fra le braccia, sorridendo per
confortarla.
- Dai, lo sai che tuo fratello ha un carattere un po' così,
non
farti molti problemi Alice, e lasciagli fare le sue scelte, se
dovrà pentirsene lo farà senza addossare la colpa
a
nessun'altro! - Alice subito sorrise, e nel preciso istante in cui
Dmitrij le stampò un bacio in fronte, fece il suo arrivo
Julia,
imperterrita e decisa su quei trampoli decisamente fuori moda.
- Dimitri, amore mio, cosa stai facendo?! - La sola pronuncia del nome
fece correre i brividi sulla schiena di Rosaliya, che stavolta non si
trattenne.
- Julia, vedi di sparire, te e quell'enorme didietro che ti ritrovi
appresso!* - Le disse, con tutta la calma che possedeva in corpo, ma la
ragazza non comprese e, con una faccia confusa, si rintanò
da
Dmitrij, fingendosi risentita.
- Non mi interessa che Alice è la tua migliore amica, sono
gelosa e lo sai! Tu sei mio, e solo io posso baciarti e abbracciarti.
Io, e basta. - Disse, e mentre il ragazzo si distrasse un attimo a
guardare sconsolato Alice, lei rivolse una delle occhiate
più
fredde possibili alla russa accanto a loro, che strinse i pugni e
alzò i tacchi per non prenderla a calci in faccia.
L'avrebbe solo migliorata, anche se non era ancora in grado di fare i
miracoli. Non fino a quel punto, almeno.
Rientrò, ritrovandosi di fronte Molly ed Heather e i loro
fidanzati, che nonostante tutto non si staccavano minimamente dalle
due, sorridenti e brilli.
- Dobbiamo scambiarci i numeri, cara biondina, ora che sei qui non
sfuggirai tanto presto dall'America! - Edward le appoggiò
una
mano sulla spalla, e lei inclinò appena la testa di lato e
sorrise.
- Domani vado a comprare un numero nuovo, questo non va bene qui,
appena lo prendo ve lo invio! - I due alzarono le spalle e la
guardarono, poi si girarono verso il moro, Emmett, infondo al locale,
che li osservava da lontano.
- Noi ce ne andiamo, Emm ci aspetta, e guai a farlo aspettare troppo! -
Jasper scoppiò a ridere, e dopo un lungo ed appassionato
bacio
alla sua fidanzata, diede un buffetto sulla guancia di Rosalie e con
Edward, dopo che quest'ultimo le diede un bacio sulla guancia, si
diresse verso l'uscita.
Bella era già con Emmett, e stavano discutendo, come al
solito.
- Perchè l'hai fatto, scusa? Non ti ha detto niente e si
stava facendo gli affari suoi. - La ragazza incrociò le
braccia al petto, mentre il fratello sempre più scocciato
non si staccava un attimo da Lauren, che gli teneva appoggiato un
braccio sulla schiena come per fargli sentire il suo conforto e la sua
presenza.
- Bella, devi rompere anche te stasera? Vi siete coalizzati contro di
me per stressarmi anche in piena notte, qui? - Lei gonfiò le
guance, ma, trattenendosi dal mandarlo a quel paese, si ricompose e con
tutta tranquillità lo guardò negli occhi.
- Allora preferisci che io vada a farmi Tyler? Secondo me non gli
darebbe molto fastidio, sai caro fratellino? - Lui strinse la sua presa
sulla vita di Lauren, ben contenta, per non girarsi e correre dietro a
Tyler per mollargli un pugno in pieno viso.
Anche se in quel momento le sue sorelle non gli garbavano molto, era
comunque geloso marcio, soprattutto in quel momento che, grazie a
quello schianto di bionda, erano diventate due bombe.
Rosalie si osservava attorno, doveva ancora salutare quasi tutti, e
infatti si diresse verso i due fratelli bellicosi, accanto all'uscita,
che stavano continuando a discutere, senza scaldarsi troppo
fortunatamente.
- Bellina, vai a casa? - Le chiese, sorridendo apertamente,
ritrovandosi accanto ad Emmett e Lauren, che finalmente riuscirono a
salutarsi come si doveva, ovvero un lungo bacio appassionato, e un
lieve sottofondo di schiocchi per completare il tutto.
- Sì, se il signore si degna di staccarsi vado a casa,
domani ho l'appuntamento dal dentista e finalmente toglierò
l'apparecchio, quindi non voglio arrivare là conciata come
un panda... - Le due scoppiarono a ridere, anche se la povera Rose
aveva capito ben poco del suo ragionamento, ma non volle dare
malcontento alla nuova amica.
Anche Alice rientrò nel locale, subito diretta verso di loro
e seguita a ruota da Jasper ed Edward, che si erano fermati a parlare
con un paio di conoscenti.
- Rose, tuo fratello mi ha detto di dirti che sta parlando al telefono
con un certo... - Si fermò un attimo, a rimuginare sul nome.
- Costantino, può essere? - La russa smorzò
subito il sorriso, guardandola negli occhi, e tutti si zittirono per
osservarla.
- Konstantin? A quest'ora? - Sbuffò, poi scosse la testa e
la lasciò proseguire.
- Dice che arriva fra due minuti, e lo aspettiamo di sicuro,
perchè qui da sola non ti lasciamo nemmeno a morire! - Tutti
annuirono, concordando con le parole di Alice, e infatti si riunirono a
cerchio, poco distanti, e ripresero a parlare.
- Mi ha fatto piacere conoscere persone come voi, siete molto gentili
con me, e simpatici! - Bella ed Alice si intenerirono, e subito le si
gettarono addosso, per abbracciarla; scoppiarono a ridere tutte e tre,
appena si staccarono dalla morsa, mentre Lauren, dopo aver scoccato
un'ultima occhiata ad Emmett, gli posò un bacio sulla
guancia e salutò tutti con un cenno della mano, uscendo.
Jasper ed Edward erano come inquieti, le loro fidanzate sarebbero
tornate a casa insieme poichè vicine di casa ma era come se
entrambi si sentissero che sarebbe successo qualcosa, a breve. Ma non
sapevano cosa.
Rose udì dei passi dietro di sè, e a causa delle
luci basse del locale quando scostò la testa per capire chi
fosse non riconobbe subito il ragazzo di fronte a lei. In effetti, le
erano apparsi un paio di ciuffi biondi e gli occhi azzurri
più belli che avesse mai potuto vedere.
Gli altri non gli diedero molto peso, tutti presi com'erano dal
discutere su chi sarebbe andato davanti assieme ad Emmett, che si
rifiutava categoricamente di stare da solo per paura di sbandare.
Ebbene, si era scolato anche i drink delle sorelle, oltre ai suoi due e
alla birra al ristorante, e non voleva avere sulla coscienza nessuno;
guai, poi, a prendersi una multa o, peggio, a finire per un'intera
notte in una cella fredda e puzzolente alla centrale di Polizia, con il
capitano Swan.
Rosaliya si sentì accarezzare le spalle, in maniera gentile
e delicata, e stava per voltarsi completamente, quasi l'altra mano,
quella libera, del ragazzo le provocò un dolore quasi
lancinante, causato dalla pacca sul fondoschiena che la povera ragazza
ricevette, quasi con violenza.
Trattenne un urlo, con una mano davanti alla bocca, ma
spalancò gli occhi e gli altri, attirati dalla sua
espressione, la osservarono straniti.
La russa si voltò, scoprendo finalmente che dietro di lei
non c'era che Sergej, e la sua mano che non si decideva a staccarsi da
lei, e in preda ad uno scatto rabbioso alzò una mano verso
il suo viso.
Ma lui, sebbene fosse pressocchè ubriaco e poco lucido,
prontamente spostò la faccia in tempo e, ignorando le
proteste di lei, le afferrò il volto fra le mani e la
baciò possessivamente.
Lei era combattuta, una parte di sè aspettava quel momento
da tutta la sera, l'altra ne era disgustata.
Ma prese il sopravvento la seconda, e grazie all'aiuto dei cari Jasper
ed Edward si staccò violentemente da lui e gli
mollò un sonoro schiaffo sulla guancia, tanto da fargli
girare la testa dall'altra parte.
- Come ti permetti, animale?!* - La sua voce, strozzata dai
numerosissimi stati d'animo in cui era piombata, risultò
quasi gracchiante, ma lui venne quasi scaraventato fuori dai due che lo
tenevano per le braccia, e venne raggiunto dalla sorellastra, furiosa.
Alice e Bella raggiunsero la bionda e la controllarono, prima di
domandarle se stesse bene.
- Sì, non preoccupatevi. Sono abituata, ormai. - Con una
lieve smorfia di rabbia, vide arrivare il fratello, con un sorriso
stampato in faccia, e subito si diede un contegno e lo
guardò.
Ma lui, dietro a quell'espressione tirata, aveva visto tutto. E
infatti, non si fermò dagli altri.
Angolino autrice: bene ragazzi, è con immenso piacere che...
vi presento questo. Non mi convince molto la fine, in
realtà, ma sarà il vostro giudizio a proclamarlo
promosso o bocciato! Beh, spero che a voi sia piaciuto, e anche il caro
cuginetto... A presto, mi raccomando recensite numerosi! Un bacio,
Alba97.
Mitija = Altro soprannome di Dmitrij.
Vitja = Soprannome di Viktor.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Guastafeste, sogni e partenze scomode ***
Capitolo undici
Salve
a tutti! Come state? Spero bene! Come avete passato Carnevale, fra
dolci, maschere e balli? Allora sarete sicuramente pronti per leggere
questo capitolo u.u Abbiamo lasciato un fratello maggiore abbastanza
incavolato dopo l'affronto che un ragazzo troppo invadente ha fatto
alla sua Rose, sotto lo sguardo attonito di tutti gli altri. Ma cosa
faranno le sorelle Cullen, ora che la loro vita ha preso una piega
diversa? Aiuteranno la nuova amica? Lo scoprirete prestissimo!
Buona lettura!
Emmett, Jasper ed Edward non avevano mai, mai visto il loro amico
così. Era anche vero che non sapevano dell'esistenza di una
sorella minore, e che lo avevano scoperto da pochissimo, ma non
pensavano che Dmitrij potesse incavolarsi così tanto.
Alice e Bella dal canto loro non osavano nemmeno avvicinarsi per
fermare il ragazzo, che si stava avvicinando lentamente, ma molto
pericolosamente, a Sergej, intontito dall'alcool e trattenuto da
Lauren, spaventata dalla situazione.
Rosalie, invece, sapendo perfettamente che il fratello poteva diventare
una belva affamata di vendetta in quelle circostanze, non
esitò
un attimo a corrergli dietro per fermarlo, appena in tempo.
- Dima, amore, non ne vale la pena davvero.* - Gli disse, non appena il
suo tacco sinistro toccò la gamba di lui per fermarlo e i
suoi
occhi seri, ma dolci e azzurrissimi, sprofondarono in quelli pieni di
ira del fratello.
- Stai scherzando Rosaliya?! Ti ha toccata, e ammettilo che ti ha fatto
del male. Ma stavolta non la passa liscia.* - E mentre tentava di
spostarla per raggiungere il russo, immobile ad attenderlo, lei con un
cenno della mano e un'occhiata quasi implorante si rivolse ad Emmett,
della taglia adatta per aiutarla a bloccarlo.
Lui si mosse alla sua muta richiesta, e quasi corse sul filo del
rasoio, in
effetti non sapeva ormai più quale fosse il vero potere di
Dmitrij arrabbiato, ma sapeva che essendo un giocatore di football
avrebbe picchiato duro per il suo obiettivo.
Alice e Bella, istintivamente, si avvicinarono a Jasper ed Edward che,
dal canto loro, erano ben contenti di essere considerati come una
protezione dalle due ragazze, soprattutto in quel momento in cui erano
liberi di farlo.
- Dai amico, tranquillo. - Emmett non sapeva veramente cosa dire, ma
l'effetto fortunatamente fu come quello di una tisana rilassante;
Dmitrij, sbuffando e grugnendo qualcosa di incomprensibile, si
fermò e ignorò l'idea di mettere le mani addosso
all'altro, senza però trattenersi dall'insultarlo.
- Stronzo pervertito, t'avverto. Toccala un'altra volta e ti faccio
passare la voglia di respirare autonomamente.* - Gli
strillò,
mentre l'altro ghignava soddisfatto e veniva trascinato in macchina da
Lauren, che dispiaciuta guardava Emmett come per dire 'se avessi potuto
scegliere...'
Rosalie si appoggiò una mano sulla fronte come sconsolata,
mentre le sue braccia erano incrociate al petto, e il resto del gruppo
li raggiuse subito, con un velo di agitazione addosso.
- Dima, non è il caso di incazzarti così tanto
ogni
volta, lo so che Sergej è un idiota ma per favore, non farti
rovinare la serata da lui.* - Il fratello sospirò e le
accarezzò la guancia, chiudendo gli occhi e
tranquillizzandosi
poco dopo.
- Hai ragione, ma lo sai amore, quando ti toccano vado fuori di testa e
mi verrebbe voglia di uccidere tutti.* - Lei annuì e
alzò
lievemente le spalle, come per dire che non importava ormai.
Poi si avvicinò ad Alice e Bella e le guardò per
un
attimo. - Ragazze, domani pomeriggio dovete andare via? - Loro
risposero negando e lei dunque le informò che se a loro
fosse
andato bene, sarebbero andate in una città vicina che le
sorelle
avevano proposto, Port Angeles, per poter fare altro shopping e passare
un pomeriggio con il caro Viktor.
- Dmitrij, mi sono dimenticato di dirti che quest'anno dobbiamo
comprare le nuove divise per la squadra e ci tocca andarle ad ordinare
al solito posto, se andassimo domani? - Emmett si infilò le
mani
in tasca e attese la risposta dell'amico, leggermente perplesso.
- Quanto durano le divise qui, nemmeno tre anni? - Era confuso,
perchè ne serviva una nuova se quella che era attualmente in
uso
era in condizioni quasi perfette?
- Perchè abbiamo anche cambiato logo, lo scorso semestre,
non te
lo ricordi già più? - Emmett rise appena,
scuotendo la
testa e ricordandosi che il suo amico, per quanto fosse simpatico,
gentile e altruista, aveva un difetto enorme: una memoria molto, molto
breve.
Infatti il russo annuì, ricordando improvvisamente del
repentino
cambiamento del mister, l'anno scolastico precedente, e non
potò
che accettare la proposta dell'amico.
- Va bene Emm, potremmo andare con le ragazze a Port Angeles domani e
fare un giro con loro, poi ordiniamo le divise e io intanto saluto mio
cugino Vik, ci stai? - Emmett alzò le spalle e sorrise
appena,
poi salutò gli amici e fece cenno alle sorelle di dirigersi
verso la macchina. Infine, si girò per un attimo verso
Rosalie,
impegnata a salutare calorosamente Alice e Bella, e non potè
non
guardare il suo fondoschiena perfetto, alzando lo sguardo poi appena in
tempo per non essere scoperto dalla diretta interessata e facendole
infine un lieve saluto con la mano, e un sorrisino.
La russa arrossì vistosamente, ma fortunatamente il ragazzo
si
era girato poco prima e non la notò, e lei potè
tirare un
sospiro di sollievo.
- Adesso andiamo, che domani tu non ti svegli più altrimenti
amore mio. - Disse Dmitrij, per mano a Julia, e dopo aver salutato
nuovamente tutti attirò la sorella sotto al proprio braccio
e si
incamminò verso la macchina, lentamente.
Jasper ed Edward avevano già raggiunto la Range Rover di
Emmett
e avevano aperto la portiera alle ragazze, poi Jazz aveva deciso di
andare davanti con il suo amico e di lasciare Ed dietro, insieme ad
Alice e Bella, salite poco dopo.
Emmett si aggiustò sul sedile e accese il motore,
partì
quasi sgommando e superò subito Dmitrij, in una guida
molto più spericolata del solito, uscendo poi dal parcheggio
e
dirigendosi velocemente verso la casa di Edward, poco distante.
- Ce la facciamo a fare quattro isolati senza ucciderci, o il tuo
cervello ridotto non ci arriva e devi farci crepare di infarto,
Emmett?* - La cara e dolcissima Alice, dal fondo del sedile in cui era
affondata quando suo fratello aveva superato gli 85 km/h, lo aveva
appena gentilmente ripreso nella lingua che solo lei, lui e Bella
conoscevano: l'italiano.
Infatti la loro madre era italiana, esattamente di Napoli, e loro fin
dalla più tenera età parlavano correttamente due
lingue,
l'americano e l'italiano.
- Guarda se vuoi ti lancio fuori dalla macchina e ti faccio venire a
piedi, che problema c'è?* - Lui con un sarcasmo snervante le
sorrise con scherno, e lei per poco non gli staccò un
orecchio,
ma si trattenne e sbuffò, ricevendo un'occhiata confortante
da
Jasper accanto a lei.
La macchina si fermò, ed Edward scese dopo aver salutato
tutti,
poi ripartì e tutti i passeggeri in silenzio rimasero in
attesa
che anche Jasper arrivasse a casa.
Infine, i tre fratelli raggiunsero la propria dimora, e lentamente
entrarono, travolti dal tornado di casa che era il loro cane Rudy,
rimasto solo a casa tutta la sera a poltrire sul divano al posto di
Emmett.
- Ciao cagnone, andiamo fuori! - Disse il ragazzone non appena accese
la luce del salotto, e l'animale subito si fiondò nel
giardino
sul retro assieme al padrone, mentre le due sorelle andarono
direttamente in bagno a struccarsi.
Rosalie aveva loro detto che, prima di tutto, serviva del cotone e
dello struccante che lei aveva precedentemente lasciato a casa loro,
perchè durante lo shopping di ore prima non avevano
minimamente
pensato al dopo.
Entrambe si misero davanti allo specchio, ed esattamente mezz'ora dopo
riuscirono a togliere quasi tutto il trucco dalla loro faccia, ad
eccezione del mascara, che era praticamente rimasto come prima.
Un rumore di passi e un lieve abbaio, e uscirono dal bagno pronte per
andare a dormire, dopo la loro lunghissima prima giornata da 'divine'.
Rosaliya sbuffò l'ennesima volta, mentre Dmitrij e Julia
continuavano a baciarsi imperterriti davanti a lei per salutarsi, e per
poco non si allungò in avanti per staccarli a forza, ma
visto
che era una ragazza ancora nei limiti della civiltà non lo
fece
e prese il telefono, fingendo di scrivere un messaggio.
Passarono cinque minuti, e quando finalmente i due si staccarono per
riprendere fiato, lei scese dalla macchina e aprì la
portiera
della ragazza, la tirò quasi fuori e si sedette al suo
posto, la
richiuse dietro di sè e disse al fratello di partire,
leggermente nervosa.
- Adesso andiamo, ma stai bene tesoro mio?* - Dmitrij era seriamente
preoccupato, anche se la sorella aveva sempre avuto quei momenti, non
così tanto spesso però.
- Sono stanca, questa qui stamattina mi ha svegliata prestissimo e mi
ha fatto una scenata in mezzo alla strada, Sergej ci ha provato con me
tutto il tempo e mi ha lasciato le cinque dita sul fondoschiena,
papà e quella stronza si sposano, la mamma non è
in
perfetta forma per tusaicosa e ho cambiato continente meno di
quarantotto ore fa. Come pensi che stia, fratellone mio?* - Non c'era
arroganza, nè strafottenza nella voce di Rose, solo pura e
semplice stanchezza, fisica e mentale.
Lui le accarezzò la guancia delicatamente, e
ripartì dopo
aver mandato un altro bacio ad una Julia furente, che subito
ricambiò in modo dannatamente esagerato.
- Dai tranquilla, adesso andiamo a casa a dormire, così
domattina ti svegli che sei un'altra persona!* - Disse lui, ingranando
la marcia e cominciando a percorrere le strade quasi vuote di Forks,
fino a giungere davanti alla loro monofamiliare.
- Se domani non mi sveglio entro mezzogiorno, e dovesse chiamare Vik,
rispondi tu Dima?* - Rose aprì la portiera e si
stirò,
cominciando a sentire seriamente tutta la stanchezza di quella giornata
lunghissima addosso, come un macigno.
- Certo tesoro, non c'è nemmeno da chiedere.* - Lui chiuse
il
garage con la chiave e aprì casa, facendo entrare prima la
sorella, poi subito si diresse in camera da letto, la sua, e si
spogliò, rimanendo in boxer.
Rosalie lo raggiunse lentamente, aveva mal di testa e i suoi occhi si
stavano quasi chiudendo da soli, ma riuscì a struccarsi
velocemente e a rimanere in biancheria intima, striminzita. Infondo,
suo fratello l'aveva già vista nuda un sacco di volte, e poi
era
Dmitrij, che problema c'era?
Lui era già sotto alle coperte, e la stava aspettando
entusiasta, erano ben tre anni che non dormiva più con sua
sorella e gli era mancata da impazzire.
- Vieni tesoro, che ti coccolo per bene ora che sei finalmente qui.* -
Lei gli sorrise, con la faccia impastata di sonno, e si
buttò a
peso morto sul letto accanto a lui, rannicchiandosi fra le sue braccia.
Lui la strinse dolcemente e le appoggiò una guancia contro
la
testa, osservando come nel giro di un paio di minuti fosse nel mondo
dei sogni, in un profondissimo e rilassatissimo sonno ristoratore.
Quella sirena lo
fissava. Ne era quasi completamente sicuro, Emmett, in mezzo a quel
mare in tempesta su quella barchetta precaria che ben presto lo avrebbe
abbandonato al suo destino infelice. Lo fissava intensamente, e dal
modo in cui le sue labbra si stringevano era anche certo che lo stesse
desiderando dal profondo, come lui d'altronde.
Quando un'onda più forte lo colpì in pieno, la
barchetta si spezzò definitivamente e la sirena, dalla
roccia su cui era posata, si buttò in acqua per salvarlo.
Lui non oppose resistenza al mare, sapeva che la sua salvatrice era
lì apposta per lui, e infatti non tardò ad
arrivare.
Due braccia delicate e piccole lo avvolsero per la vita, e un attimo
dopo fluttuava a metri e metri dal livello dell'acqua, sorpreso. Era
bagnato dalla testa ai piedi, e gocciolava come un pulcino, fece appena
in tempo a guardare sopra di sè che un paio di ali
bianchissime gli fecero arrivare un filo d'aria in faccia, ma non si
scompose.
L'angelo che lo sorreggeva senza fatica era nientemeno che la sirena
che poco prima lo aveva salvato da un annegamento, e lo stava portando
in salvo.
Volarono sopra alla città, i suoi vestiti lentamente si
stavano asciugando e un improvviso schianto sopra all'ospedale lo fece
rinsavire, fino a che non si ritrovò sopra ad un letto,
imbardato dalla testa ai piedi con quella vestaglia semi aperta
post-operazione, e una cuffia bianca a nascondergli i capelli. Come ci
era finito lì, dal tetto dell'edificio?
Un vociare di bambini lo fece correre verso la porta, e una fila di
scolaretti della scuola elementare veniva guidata da un paio di gambe
sinuose e seducenti completamente scoperte, un tailleur taglia XS e un
paio di occhiali neri che nascondevano, nell'insieme, un'insegnante di
lettere. A giudicare dall'enorme libro che si portava appresso.
Camminava in fretta e spiegava velocemente ai bambini che 'quella non
era una visita di cortesia, ma una gita d'istruzione sul campo
operativo pratico.' Ora comprendeva perchè da piccolo non
riusciva a seguire i discorsi delle proprie maestre. Non li capiva
nemmeno a quasi vent'anni!
Una dottoressa lo riportò in stanza, e chiuse la porta
dietro di sè in fretta, con uno sguardo stralunato. Lui era
confuso, cosa voleva adesso?
La sua divisa fu lanciata quasi subito chissà dove, e lei si
ritrovò completamente senza veli di fronte al ragazzo, che
incredulo ma ben contento ammirava lo spettacolo in tutta
tranquillità. Il suo viso gli era familiare, e anche le
forme. Soprattutto quelle. Venne catapultato sul letto, e un attimo
dopo la ragazza gli stava sfilando la vestaglia, lasciandolo come mamma
l'avevo fatto immobile su quel materasso scomodo e dalla scarsa
possibilità di movimento. Le loro labbra erano incollate e i
corpi avvinghiati, e finalmente lui capì chi era quella
ragazza fantastica. Rosaliya.
- Emmett, svegliati accidenti! Devi accompagnarmi dal dentista! - La
voce squillante di Bella lo risvegliò bruscamente. Aveva
appena sognato la sorella di uno dei suoi migliori amici, e il
risultato era il bagno di sudore e un enorme problema ai piani bassi.
- Merda, Bella! Potevi aspettare ancora dieci minuti, eh?! - Lui
scostò le coperte scocciato, e si alzò in fretta,
dirigendosi in bagno e nascondendo i suoi disagi fisici e i suoi boxer
fradici con un cuscino premuto sotto agli addominali, inutilmente.
- Che accidenti hai fatto Emmett?! Ti prego non dirmi che hai
ricominciato a toccarti, per poco la mamma mesi fa non ti
beccò in bagno! - La sorella era quasi sconvolta, e
completamente schifata, e lui sbuffò sonoramente.
- No, Bella, non mi serve più fare certe cose, ho abbastanza
pretendenti che mi soddisfano pienamente... - La sua voce non era
più così sicura, ormai da due giorni non faceva
che pensare a quella ragazza e a ciò che avrebbe voluto da
lei, consapevole però di non poterlo avere per nulla al
mondo.
- Sbrigati fratello, devo andare dal dentista e ho appuntamento fra tre
ore, ma ricordati che è a Port Angeles, non a Forks. - Alice
spuntò dal bagno già pronta per uscire, e disse
ai due di muoversi.
Poco prima aveva chiamato Dmitrij e lui le aveva detto di presentarsi
appena pronti a casa loro, cosicchè sarebbero andati in
città già al mattino per svolgere delle
commissioni con la sorella mentre Bella era alla seduta con il dentista.
Il ragazzo, come da richiesta della notte prima, aveva risposto alla
chiamata del cugino sul telefono di Rosalie e si erano accordati,
affinchè verso le tre e mezza si ritrovassero esattamente di
fronte al negozio di abiti sportivi in cui avrebbero ordinato le nuove
divise per i membri ufficiali della squadra.
Però, la sorella ancora dormiva profondamente, e questo lo
aveva riferito alla migliore amica, che già aveva capito che
non c'era fretta di presentarsi velocemente dai due russi.
- Rose ancora dorme poveretta, se penso a come ieri quell'idiota di
Julia l'ha buttata giù dal letto mi viene male! - Disse
Alice, afferrando cautamente un eyeliner in gel nuovo di zecca e
l'apposito pennellino, dopo essersi vestita.
Emmett si era infilato in doccia e stava quasi finendo, almeno aveva la
scusa per potersi cambiare da capo a piedi senza dover inventare
chissà cosa per spiegare la macchia improvvisa sui boxer
grigi.
Bella si era infilata i pantaloncini neri e il top rosso, il suo
preferito fra gli acquisti del giorno precedente, e si stava dando una
veloce aggiustata di fronte allo specchio, accanto alla sorella che era
riuscita miracolosamente a tracciare due linee sottili e abbastanza
dritte nella palpebra inferiore di entrambi gli occhi.
Intanto, il fratello era uscito e aveva indossato la biancheria intima
pulita, poi si era lavato i denti e aveva indossato i bermuda scuri che
tanto adorava, in un attimo. Le sue gambe muscolose erano messe in
risalto dal contrasto con il tessuto dei pantaloni, almeno
così gli aveva detto Lauren la prima volta che lo aveva
visto vestito così.
Lui non ci credeva molto, ma non gli stavano così tanto male
e tanto valeva provarci.
Nel frattempo, Rosalie si stava lentamente svegliando dopo i ripetuti
richiami a bassa voce dell'amorevole fratello, e si era messa a sedere
con calma, stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi.
Aveva deciso di provare uno dei pochi costumi da bagno che si era
portata in America, avendo vissuto a Mosca fino a pochi giorni prima
non aveva molto spesso la possibilità di andare al mare o di
passare una giornata in piscina, perchè le temperature alte
rimanevano per poco tempo e ogni volta doveva rimanere vestita almeno
con una maglia e i pantaloncini.
Infatti già sapeva quale costume indossare, il
più bello che aveva con sè, e voleva farlo prima
che arrivassero i loro amici per mostrarle alle due sorelle e chiedere
loro un parere. Non le sembravano molto belli quei costumi indosso a
lei, soprattutto pensava che il suo sedere fosse esageratamente grande
e poco tonico, con un effetto quindi assolutamente antiestetico.
Allora, mentre il fratello mangiava una brioche al cioccolato
sorseggiando una bella tazza di caffè tiepido in cucina, lei
aprì una delle tante valige ancora da disfare e
frugò al suo interno fino a che non trovò il
costume.
Si spogliò, dunque, e si diede una rinfrescata veloce in
bagno, prima di indossarlo in fretta e di specchiarsi a lungo indecisa.
La parte sopra le piaceva molto, le valorizzava il seno in maniera
quasi perfetta e lo reggeva, soprattutto, ma la parte sotto non la
convinceva molto. Era convinta che i suoi fianchi fossero troppo
grandi, e di essere ingrassata negli ultimi tempi, quindi di non stare
così bene dentro a quelle mutandine che un tempo 'la
calzavano perfettamente'.
Mentre continuava a rimuginare sul da farsi, sentì il
campanello suonare e indossò le scarpe leopardate che
avrebbe poi messo più tardi per uscire e scese in soggiorno.
- Amore, puoi andare ad aprire tu? Mi sto lavando i denti!* - Dmitrij
borbottò queste parole lentamente, e la sorella si mosse
verso la porta, senza aspettarsi assolutamente di ritrovarsi Emmett
Cullen alla sua porta.
Lui, appena vide la ragazza in costume di fronte a lui, per poco non
perse la sensibilità alla mascella e spostò lo
sguardo verso le sorelle, che lo scansarono ed entrarono esaltate.
- Rose, stai alla grande! Ma, hai intenzione di venire così?
- Allo stesso tempo erano preoccupate per lei, anche se probabilmente
sapevano che non si sarebbe nemmeno pensata di uscire in quella maniera.
- No, ragazze, no no! Volevo sapere se mi sta bene costume da bagno! -
Disse, facendo un lento giro su sè stessa ancheggiando e
costringendo il povero Emmett quasi a correre da Dmitrij, uscito dal
bagno rinfrescato e pronto ad uscire.
- Beh, Rose, quando noi lo diciamo che sei una gnoccona, non lo
facciamo così tanto per fare! - Affermarono le sorelle, e
lei, dopo una dovuta spiegazione da parte di un fratello incredulo,
scoppiò a ridere.
- No, il mio sedere è grande ragazze, non sta tanto be... -
L'occhiata truce delle due la fece fermare in tempo, quasi impaurita.
- Tu hai un sedere grande? Cioè Rose, dai! E'
così perfetto che se fossi un uomo ti sarei già
saltato addosso! - Alice sbottò così, facendo
scoppiare a ridere tutti, anche se Emmett in cuor suo era
più che d'accordo con la sorella.
- Allora mi cambio, poi andiamo! - Disse quindi la russa, mentre le
ragazze si accomodarono sul divano assieme a Dmitrij e Emmett la
seguiva con lo sguardo, quasi con la tachicardia. Rose, a causa delle
scarpe e delle scale, ancheggiava pericolosamente, e il povero Emm era
sempre più stretto dentro a quei bermuda che non riuscivano
a contenerlo completamente. Cos'altro gli avrebbe riservato quella
giornata?
Mezz'ora dopo, tutti erano nel garage di casa Dostojevskij in attesa
che Dmitrij aprisse la macchina. Rosalie si era affrettata ad aprire il
portellone del garage con il pulsante automatico, ed Emmett non aveva
perso occasione di osservare quanto il suo fondoschiena fosse
semplicemente fantastico.
- Emm, potresti prestarmi dei soldi? Il dentista non accetta carte di
credito, lo sai meglio di me. - Bella glielo dovette dire ben quattro
volte prima che il fratello comatoso le porgesse una banconota da cento
dollari senza fiatare. "Strano," pensò, "solitamente devo
implorarlo prima che mi sganci venti dollari scarsi."
Finalmente riuscirono a partire, i due ragazzi davanti e le ragazze
dietro, a scambiarsi opinioni sui vari look e pronte per un incontro
molto, molto atteso.
Costume da
bagno Rosaliya
Scarpe di
Rosaliya
Completo
Alice (escluse le maniche)
Completo
Bella
Completo
Rosaliya
Angolino autrice: Bene ragazze! Eccoci alla fine di questo capitolo,
spero che vi sia piaciuto! Mi raccomando, recensite numerosi! A presto,
un bacione, Alba97.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Dentista, pranzetto fuori e la giornata del completo! ***
Capitolo dodici
Salve
a tutti! Come state? Spero bene! Allora, in questo capitolo vedremo
l'uscita speciale, fra le nostre amate ragazze, la super-donna Rose e i
tre ragazzoni! Siete pronti? Spero di strapparvi almeno un sorriso! :D
Buona lettura!
- No Alice, non puoi prendere rossetto scuro e ombretto scuro e
metterli insieme, se lo fai poi sembri una Baba Yaga!(*) - La russa
scosse la testa, mentre Alice con la faccia corrucciata si stampava in
mente quel consiglio. No rossetto e ombretto scuri insieme.
- E prima di mettere il rossetto, dovresti spalmare... - La bionda si
guardò un attimo attorno, ovviamente non le venivano in
mente le
parole, quindi chiese aiuto al fratello.
- Ecco, dovresti applicare del borotalco perchè
così non
va via quando bevi. - Anche Bella si annotò quel dettaglio,
non
aveva mai capito come facevano le ragazze a non sbavare il rossetto sul
bicchiere, o sulla bottiglia.
- Rosalie, cos'è una Baba Gaga? - Emmett girò la
testa
verso i sedili posteriori, approfittando della sua poca conoscenza
della cultura russa per poter osservare per bene le gambe della ragazza.
- Baba Yaga, Emm, non Gaga. E' una strega che vive in Siberia e
assomiglia a un'anziana signora appena alzata dopo una notte di
baldoria, sbronze e droga pesante. - Dmitrij rispose al posto della
sorella, costringendo quindi indirettamente il ragazzo a girarsi di
nuovo, e togliendogli la visuale.
Per
l'ennesima volta, il telefono di Rosaliya squillò, a vuoto,
nella tasca posteriore dei suoi shorts neri, impostato sulla vibrazione
lei non lo sentiva, forse pensava che fosse la strada e mai si sarebbe
sognata che quella telefonata le avrebbe reso la giornata completamente
diversa.
Alla settima chiamata, lei sentì vibrare la gamba, ma la
macchina era ferma ad un semaforo, quindi sollevò il bacino
come
la sera prima e tirò fuori il suo cellulare, sorridendo.
- Questo vibratore è molto noioso, non lo sento quasi mai! -
Sbottò, prima di rispondere a sua madre, tappandosi l'altro
orecchio per sentirla bene.
Intanto, i quattro che viaggiavano con lei erano rimasti di stucco:
aveva detto... vibratore? Dmitrij sapeva che la sorella aveva commesso
un errore, ma purtroppo i fratelli Cullen non ne erano a conoscenza, e
ahimè credevano veramente alla storia del... giocattolo.
- Ciao mamma, che cosa succede?* - Rose si stava preoccupando, era
strano che sua madre la chiamasse così tante volte, ormai
sapeva
che, quando non rispondeva, il telefono della figlia era silenzioso,
quindi riprovava poco dopo o le mandava un messaggio.
- Ciao amore, sono all'ospedale...* - La voce della donna era
emozionata, bassa e appena tremante, e la russa spalancò gli
occhi, trattenendo un singulto.
- Come all'ospedale, mamma? Che cos'è successo, stai male?
Mamma
ti prego dimmi che hai!* - Ora era seriamente allarmata e nel panico, e
anche Dmitrij, dal sedile del guidatore, la stava osservando tramite lo
specchietto con l'ansia, fermo ad un altro semaforo.
La madre non rispose, solo passò il telefono a Vadim, il suo
compagno, che si schiarì appena la voce.
- Non preoccuparti Rosaliya, siamo solo venuti a fare una visita, e...
Dimmi, ti piace Igor?* - Rose, dopo aver notato gli sguardi inquieti
dei suoi compagni di viaggio, fece loro segno di tranquillizzarsi e
sorrise.
- Sì, mi piace... Quindi, è Igor?* - Un sorriso
emozionato apparve sul suo volto, si morse appena un labbro e vi
appoggiò sopra l'indice, mentre con la schiena avanzava in
avanti e Dmitrij tirava un sospiro di sollievo.
- Sì, tesoro, è Igor.* - Questa era di
nuovo la
voce della madre, e Rose trattenne un urlo di gioia, per non far
pensare ai suoi nuovi amici che lei era una pazza, infondo non era
così.
- Un altro piccolo frugoletto da coccolare, ed è un
maschio!* -
Sussurrò, e Dmitrij allentò la presa sul volante,
sorridendo e scuotendo appena la testa, mentre Emmett e le sue sorelle
li fissavano curiosi.
- Nostra madre è incinta, e abbiamo appena scoperto che
è
un maschio. - Disse ai suoi amici, e li vide rallegrarsi alla notizia,
l'arrivo di un bambino era sempre una notizia grandiosa, anche se la
persona in questione non era conosciuta o solo di nome.
- Beh, visto che ora posso dirlo, se quel bambino crescerà
come
il fratello o la sorella, possiamo stare certi che sarà una
bomba ad orologeria! - Alice se ne uscì così, con
una
naturalezza e una spontaneità che fecero scoppiare a ridere
il
suo migliore amico, e sua sorella.
Suo fratello, invece, era rimasto a pensare alle sue parole, e
accidenti se aveva ragione! Il suo povero gioiello, il più
prezioso, era a rischio da tempo, e pur avendolo lustrato per bene,
cercato in ogni modo una cura, non era riuscito a cambiare la
situazione, scomodissima.
- Va bene mamma, glielo dico, e tu vedi di stare a riposo, non vedo
l'ora che arrivi quel giorno, questo già lo sai no?* - Rose
sentì una risata cristallina dall'altra parte, e sorrise.
- Sì amore, è dal momento in cui te l'ho detto
che non
vedi l'ora! Ma, amore siete a casa?* - Dmitrij accellerò
appena,
immettendosi in un tratto di autostrada ormai a lui noto.
- No mamma, siamo in macchina e stiamo andando a fare compere con dei
nostri amici!* - Rose arrossì, quando notò che
dallo
specchietto retrovisore della portiera, Emmett aveva lanciato un paio
di occhiate nella sua direzione, anche se non ne era così
certa,
e aveva sorriso lievemente, nell'esatto momento in cui i loro occhi si
erano incontrati.
- Amici? Che genere di amici, Rosaliya Konstantinova Dostojevskaya?* -
Era una sua allucinazione, o sua madre aveva un nonsochè di
malizioso, nella voce? La cosa la fece arrossire ancora di
più,
e le ragazze lo notarono, insospettendosi subito.
- Amici, mamma, sono solo amici! Sono tre fratelli, due ragazze e un
ragazzo.* - Si soffermò per un istante in più su
quelle
ultime due parole, e a Dmitrij si congelò il sangue nelle
vene,
sgranò gli occhi e quasi gli venne l'istinto di frenare di
botto, riuscendo a placarlo però in tempo. Fortunatamente.
- E come si chiamano, amore?* - Rose si immaginò la madre,
con
gli ormai soliti vestiti prèmaman addosso seduta sopra alla
poltrona, o sul divano, accanto al marito, e le salì una
nota di
nostalgia nella voce, per rispondere alla domanda.
- Le ragazze sono Isabella e Alice, mentre il fratello si chiama
Emmett, poi ho conosciuto tante altre persone mamma, sono tutti
così gentili con me!* - Non le avrebbe raccontato
dell'episodio
con Sergej la sera prima, sapeva che non le era mai piaciuto molto e,
soprattutto dalla loro rottura, cercava di non parlare di lui nemmeno
per sbaglio, anche se sua madre Olga era da sempre una sua grande amica.
- Sono davvero contenta per te amore, ora ti lascio, sicuramente hai di
meglio da fare che stare ad ascoltare una donna in piena tempesta
ormonale! Salutami tutti e ricordati, riempi di baci quel biondino che
ho messo al mondo tanti anni fa! Ti voglio bene stellina.* - Chiuse la
chiamata, e gli occhi di Rose divennero lucidi per un attimo, infatti
non rispose subito alla domanda di Dmitrij, anzi lo fece replicare tre
volte.
- Rose, ma mi ascolti quando parlo?! Che ti ha detto la mamma?* -
Emmett stava guardando il suo amico come se quest'ultimo fosse stato un
pescivendolo, era
parecchio agitato e quasi strillava, infondo non doveva preoccuparsi
più di tanto, lui non le avrebbe mai torto un capello,
nè
ferita o umiliata, quindi avrebbe potuto affidarla a lui in un momento
di crisi.
Al massimo, l'avrebbe fatta rivoltare per un po' fra le lenzuola, che
problema ci sarebbe stato?
Emmett caro,
perchè non fai
altro che pensare a lei, e a cosa le faresti molto, molto volentieri?
Non è che facendo così, migliori tanto la tua
situazione!
La vocina dentro di lui aveva ragione, doveva smettere di pensare a
lei, alle sue gambe ancora in bella vista, al suo balcone da paura che
gli urlava, da quando l'aveva vista in costume prima, quanto fosse
assolutamente ben messa.
Un messaggio sul cellulare, nemmeno lui poteva dire quanto stesse
sperando che fosse Lauren, o un'altra qualsiasi ragazza con cui sfogare
le sue frustrazioni impertinenti e irremovibili.
Effettivamente era una donna, ma molto lontana, forse anni luce, dal
finire fra le braccia di Emmett: la signora Cullen, Esme, aveva appena
avvisato i figli che, entro la sera, lei e il marito sarebbero stati di
ritorno a casa, e che quindi non si sarebbero dovuti preoccupare se,
usciti e una volta rientrati, avessero trovato le luci accese.
- Ha detto che la tua fidanzata non le piace e che ti devo dare tanti
baci. - Detto fatto, si tirò su fino ad arrivare alla
guancia
del fratello, cercando di non sbattere il fondoschiena in faccia alle
sue amiche, e lo sbaciucchiò teneramente, facendolo ridere e
sconvolgendo Emmett, quanto avrebbe voluto essere al suo posto!
Lentamente, la macchina imboccò un parcheggio quasi in
centro, e
si fermò pochi minuti dopo, il parchimetro pagato e tutti i
ragazzi scesi, a guardarsi attorno.
Rose era piacevolmente sorpresa, era veramente graziosa quella
città, e chissà cosa avrebbe incontrato nelle
vie, magari
un negozio in cui poter comprare dell'intimo decente per lei stessa e
le sue amiche, in compagnia di due dei cinque uomini della sua vita e
un ragazzo bello, simpatico e, soprattutto, fratello delle due con lei.
Bella guardò l'orologio, ormai mancava mezz'ora al suo
appuntamento e, dopo aver fatto il punto della situazione con il
fratello, si incamminò a passo spedito verso lo studio
dentistico del dottor R. Jenks(**), noto in tutta la città e
dintorni, dopo aver stampato un bacio sulla guancia a tutti.
Quindi, gli altri si avviarono tranquillamente verso il negozio
sportivo, per le divise dei ragazzi; appena vi misero piede, il
commesso soddisfatto si diresse verso di loro e per poco non svenne,
alla vista di quelle due bombe sexy di fronte alla porta.
La bionda curiosava fra i vari costumi per il pattinaggio sul ghiaccio,
mentre l'altra guardava in giro senza una meta fissa; i due ragazzi
stavano aspettando che lui rivolgesse loro la parola, ma era come
immancabilmente perso nei suoi pensieri.
- David, c'è qualche problema? - Maria, l'altra commessa
sulla
trentina, spuntò dal retro e gli si avvicinò,
seriamente
preoccupata.
- No, Mar, tranquilla. Vado a servire io i clienti, li conosco. - E
detto questo, li raggiunse in un attimo indossando un fantastico
sorriso smagliante.
- Ciao Dmitrij, ehi Emm! Cosa posso fare per voi, ragazzi? -
Allungò appena le braccia in avanti congiungendo le mani e
alzò in modo incredibilmente snaturato entrambe le
sopracciglia,
come se fosse stato davanti a due scemi.
- Dovremmo ordinare altre divise per la squadra, questo è il
nuovo logo da far stampare sopra alle felpe e alla parte superiore. -
Emmett gli consegnò un foglio a colori con il simbolo della
scuola, e il ragazzo lo osservò attentamente per un attimo.
- Beh, c'è una bella differenza con quelle vecchie, entro
quando
vi servono ragazzi? Due settimane e mezzo, al massimo tre vi bastano? -
Lui e il russo si scambiarono un'occhiata, poi annuirono a tempo.
- Mitya, guarda queste cover per i pattini quanto sono belle!* - Rose
si era bloccata da cinque minuti davanti ad un paio di copripattini
azzurri, con degli strass dello stesso colore sul bordo alto:
effettivamente, a lei ne servivano un paio nuovi, per aver consumato
quelli vecchi in ben tre anni di 'ottimo servizio anticaduta'.
Il fratello la raggiunse e le diede ragione, per quanto a lui non
piacessero quelle cose non poteva che concordare con lei sul fatto che,
incredibilmente, erano veramente belle.
- Se vuoi le compriamo amore, a te non servivano?* - Lei
annuì,
mentre Alice li aveva raggiunti e fissava quelle strane cose di cui non
aveva mai capito il funzionamento.
- Cosa sono, ragazzi? Credo di essere l'unica a non averlo mai saputo,
ma io seriamente non capisco. - Dmitrij scoppiò a ridere, la
circondò con un braccio e si allontanò,
cominciando a
spiegarle tutto.
Intanto Emmett stava osservando Rose da vicino alla cassa, e notava
come i suoi capelli lunghissimi le sfiorassero praticamente il sedere,
rendendola ancora più femminile, aggraziata e sensuale.
- Sai pattinare, Rose? - Appoggiò il gomito sinistro al
bancone
mentre il ragazzo era andato sul retro a fare una prova per il logo, e
la testa sul palmo aperto della mano, mentre lei si girò
sorridendo.
- Sì, diciamo che riesco a tenere i pattini per i piedi. -
Non era una ragazza che amava particolarmente vantarsi di
ciò che faceva, ma la rendeva piena d'orgoglio la sua
bravura
nel pattinaggio. Anche se, ovviamente, non lo aveva detto al ragazzo,
non voleva sembrare una montata.
- Ai piedi, intendi dire, non è così...? - Emm
ridacchiò appena per il suo sbaglio, quanto era bella quando
diceva castronerie in inglese cercando di parlare in modo complicato!
- Sì, perdonami. - Lei sorrise, e a lui apparve
così
ammaliante da stordilo, ma fortunatamente gli anni che erano passati
dal primo giorno in cui cominciò quella vita fatta di
sballi,
ragazze ma anche serietà e diligenza, lo aiutarono a non
capitolare fra le braccia della bella russa.
- Un giorno di questi mi piacerebbe vederti pattinare, puoi farlo anche
con i pattini a rotelle, non è così? - Quanto
sarebbe
potuta essere bella, con un costume da pattinaggio, mezza nuda
praticamente, volteggiante per una pista, se già
così era
una dea scesa in terra?
- Ragazzi, Bella mi ha appena chiamata e mi ha detto che è
uscita poco fa dallo studio, ci ha messo stranamente meno del solito! -
Alice apparì alle loro spalle, seguita da Dmitrij che ancora
non
smetteva di ridere.
Ma si interruppe, non appena capì che sua sorella era
rimasta
sola insieme ad Emmett, in una zona isolata del negozio, e soprattutto
non visibile dalle altre parti.
- Allora andiamo a prenderla, poi mangiamo qualcosa in giro e
aspettiamo vostro cugino! - Emmett non ci mise un attimo in
più
a decidere, e tutti furono d'accordo con lui; uscirono dal negozio dopo
aver pagato tutto ciò che avevano preso, e Dmitrij si
offrì di portare le borse per la sorella, da vero gentiluomo.
- Mio fratello me le lancia in faccia, se gli chiedo gentilmente di
aiutarmi a portarle. Non è così, Emmett? - Lui
fece una
faccia da cucciolo che fece scoppiare a ridere i due russi, e scuotere
la testa alla sorella.
Dunque tornarono indietro fino allo studio del dentista, di fronte al
quale vi era già Bella, pronta ed eccitata all'idea di
mostrare
agli altri il suo look definitivo.
Appena la raggiunsero, lei sorrise a trentadue denti... liberi da
quella gabbia di ferro che li imprigionava da così tanto
tempo!
- Oh, Bella, sei... sei... piccante! - Rose si raccolse le mani al
petto e la guardò, mentre gli altri corrucciarono un momento
la
fronte alla sua esclamazione.
- Grazie Rose, sei gentile... - Neanche Bella aveva capito
l'affermazione della russa, ma contava il pensiero, infondo se lei
fosse andata a Mosca non avrebbe capito un accidente e
chissà
cosa avrebbe detto agli abitanti.
- Beh, sorella mia, ora sei veramente perfetta! - Alice
stritolò
la povera Bella, dopo averle fatto i complimenti, poi fu il turno di
Dmitrij che la sollevò in aria; Emmett, invece, non fece
granchè, la osservò solamente e fece un cenno con
la
mano. Non era mai stato tanto bravo ad esprimere i propri sentimenti
alle persone attorno a lui, per quanto a volte si fosse sforzato
veramente, non ci riusciva e ci rinunciava sempre. Quasi sempre.
- Allora, andiamo? - Dmitrij cinse le spalle della sorella con un
braccio e la attirò a sè, stampandole un bacio
fra i
capelli e facendola arrossire appena, e gli altri annuirono alla sua
domanda.
Poco più in là, vi era un bar che da sempre era
la meta
dei ragazzi che andavano a Port Angeles per fare un giro, shopping o
chissà cosa; Emmett e le sue sorelle lo riconobbero quasi
subito, e proposero agli amici di andare là.
Mezz'ora dopo, era tutti seduti attorno ad un tavolino rotondo nel
dèhors del bar, con un menù in mano e un paio di
birre,
fanta, coca light e una bottiglia d'acqua naturale; ognuno di loro
ordinò qualcosa, e dopo un piatto di pasta all'italiana per
i
ragazzi, due cotolette alla milanese con contorno e un'insalata greca
per le sorelle Cullen e Rosaliya, tutti e cinque si alzarono, pagarono
il conto e continuarono a fare un giro per i negozi.
Dmitrij sentì arrivare un messaggio sul suo cellulare, e
appena
lo lesse ridacchiò sotto i baffi, prese per mano la sorella
e
fece l'occhiolino agli altri.
- Andiamo da Victoria's Secret amore, voglio che tu ti compri dei
completini carini, ho notato che ne hai lasciati parecchi a Mosca. -
Rose lo guardò quasi sconvolta, da quando a suo fratello
andava bene che lei indossasse quel tipo di completi intimi? E
soprattutto, che addirittura arrivasse al punto di indurla a comprarne
altri?
Ma non replicò, anzi approfittò ben volentieri di
quell'occasione ghiotta per una ragazza che, come lei, amava fare
shopping sfrenato.
Emmett, dopo quelle parole, afferrò malamente per il polso
le due sorelle e si incamminò davanti ai due russi, quasi
correndo, per evitare di guardare Rosaliya che, altrimenti, avrebbe
fatto una bruttissima fine. Non gli importava assolutamente niente che
Dmitrij fosse lì assieme a loro, l'avrebbe presa in un
istante, magari tornando alla macchina quasi volando e rompendo le
portiere. Oh sì, sarebbe servito il meccanico, se non lo
sfasciacarrozze.
Emmett, ancora? Non sei
un po' troppo masochista, figliolo? Sarebbe il caso di smettere, non
credi? Hai già Lauren, mettiti insieme a lei e sei a posto.
Maledetta vocina della coscienza, pensò il
ragazzo stufo marcio, poi lasciò le sue sorelle e
infilò le mani in tasca, con lo sguardo basso.
Arrivarono al negozio, dopo un po', e Rose subito arrivò
davanti alle vetrine tutta agitata, adorava quella marca e appena
poteva faceva scorta di completini che, infondo, venivano usati molto
spesso; le due sorelle la seguirono e la raggiunsero, esaltate forse
come lei, e subito entrarono dentro, seguite dai due ragazzi.
Intorno a loro, vi erano parecchie commesse intente ad aiutare vari
clienti, e quattro modelli a petto nudo che scattavano foto con le
ragazze esaltate dai loro muscoli quasi perfetti.
Dmitrij era geloso, aveva già capito che uno di quei quattro
aveva adocchiato la sorella, ma... Quando lo riconobbe, dovette
trattenere a stento una risata, mentre la sorella confusa gli stava
chiedendo cosa ci fosse stato di così divertente.
Emmett li aveva raggiunti mentre le sorelle, dettate dalle sagge parole
di Rose, avevano afferrato un paio di completi molto carini, ancora nei
'limiti della decenza' che il fratello delle due esigeva.
Dmitrij alla fine scoppiò a ridere, e la sorella con le
braccia al petto lo guardò corrucciata, fino a che un paio
di mani sui suoi fianchi la fecero girare di scatto, e sorridere a
trentadue denti.
- Viktor! - Urlò, poi gettò le braccia al collo
del cugino che, senza maglia ma con un colletto nero e papillon
incorporato, la strinse subito, riempendola di baci.
- Ma cosa ci fai qui, mezzo nudo?!* - Appena si staccarono lei lo
osservò dalla testa ai piedi, e lui scosse la testa
ridacchiando.
- Mia madre lavora qui come direttrice e oggi è la giornata
'compra intimo e porta a casa un modello!', allora mi è
venuta l'idea di presentarmi qui.* - Disse, ad una Rose più
che sconvolta.
Intanto, Alice e Bella li avevano raggiunti...
Angolino autrice: allora, cari lettori, vi ho strappato un sorrisino?
Spero tanto di sì, vi va di comunicarvi ciò che
vi ha suscitato questo capitolo tramite recensione? A presto, un
bacione, Alba97.
Viktor nel negozio
(*) Baba Yaga: nota strega nelle favole russe, si dice che mangi i
bambini e abbia un aspetto orripilante.
(**) R. Jenks: fratello dentista del dottor J. Jenks, avvocato da
grido.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Shopping malsano e dubbi che ritornano vivi. ***
Capitolo tredici
Salve a tutti,
ragazzi! Pasqua è passata, e Pasquetta l'ha seguita (e
ora tutti mi diranno, 'Ma va?' xD), e siamo già tornati a
scuola
:( Voglia zero, ma infondo non manca molto all'estate! (Magari...)
Allora, passando al capitolo... Abbiamo lasciato i nostri amici nel
negozio, assieme al caro cuginetto figo Viktor, ma... le sorelle Cullen
ancora non l'hanno conosciuto :3 E lui, che ne penserà?
Questa
sarà la prova vivente che loro sono veramente cambiate?
Infondo
non le ha mai viste prima d'ora...
So che non è molto lungo, ma contiene un elemento molto
importante della storia, speriamo possiate coglierlo!
Buona lettura carissimi!
- Ehi Rose, allora quando fai conoscere tuo cugino? - Bella stava
osservando la taglia scritta sul reggiseno, e non si accorse di averlo
di fronte, in effetti.
- E' proprio qui. - Allora alzò lo sguardo, e si
ritrovò
davanti un paio di pettorali da urlo, un colletto bianco accompagnato
da un papillon in contrasto, nero, e un sorriso mozzafiato.
Era il più bello che avesse mai visto, dopo quello di Edward
ovviamente. - Oh... - Sussurrò, spalancando gli occhi e
osservandolo con molta curiosità, e provocandogli una risata
contagiosa. Almeno, da parte della cugina.
- Bella, hai preso tu il mio cellula... - Alice stava camminando
tranquillamente con un paio di slip fra le mani, quando si
fermò
di colpo per osservare il fondoschiena quasi perfetto del ragazzo di
fronte a lei.
Vide che il braccio di quest'ultimo era appoggiato alle spalle di
Rosalie, e quando entrambi di girarono, le rivelarono davanti
l'immagine di sua sorella praticamente sconvolta, da cotanta bellezza.
- Oh mio Dio. - Disse, e lo ripetè ben quattro volte,
scatenando altre risate da parte dei due russi.
- Ecco ragazze, questo è mio cugino, Viktor Borisovich
Pavlov. -
Annunciò Rose, presentandolo ufficialmente sia alle ragazze
che
al loro fratello, basito.
Come faceva quel ragazzo ad essere più grande di lui, se lui
stesso lo superava di minimo cinque centimetri ed era almeno grosso il
doppio?
- E' un vero piacere conoscervi, ragazze. - Disse il russo, afferrando
galantemente la mano di entrambe e posandovi un lievissimo bacio,
facendo dunque arrossire entrambe.
- Non cominciare a fare il galletto, Vitjusha! Lo vedi il ragazzone qui
dietro di me? E' il fratello maggiore, e come vedi potrebbe romperti la
faccia solo con un'occhiataccia!* - Viktor lo squadrò per un
attimo, assieme alla cugina, ed entrambi si osservarono, un attimo
dopo, comprendendosi all'istante.
- Io però direi che lui preferirebbe fare altro, con una
persona
che conosciamo entrambi molto bene, sai tesorino mio?* -
Sussurrò così piano che Dmitrij, fortunatamente,
non
potè sentire, ma Rose finse di non averlo sentito e
lanciò al ragazzone un'altra occhiatina. Infondo lui non
avrebbe
mai fatto un incesto con una delle sue sorelle, no?
Emmett li guardò confuso, che aveva fatto ancora? Si
osservò un attimo, magari aveva qualcosa addosso di strano
o...
No, nemmeno. Alzò le spalle e si osservò attorno,
notando
quante belle ragazze dotate di gambe fantastiche vagassero nello stesso
negozio in cui si trovava l'oggetto del suo desiderio più
nascosto.
Non gli davano nessun effetto, non più ormai; se le avesse
viste
qualche giorno prima, forse si sarebbe avvicinato e avrebbe flirtato
come sempre, rimediando decine di numeri di telefono da sfruttare con
gioia, ma in quel preciso momento lui non stava pensando a loro, non
stava fantasticando su una meravigliosa uscita a sei, con lui come
unico membro di sesso opposto a tutte le altre, cercava solo di non
dare troppo a vedere il suo essere felice di stare con lei.
Possibile che in così pochi giorni l'avesse preso
così
tanto, quella ragazza? Cosa aveva di così tanto speciale, da
farlo capitombolare ai suoi piedi con una facilità
così
estremamente fastidiosa? Infondo, aveva centinaia di ragazze che
avrebbero venduto un rene per stare con lui, e invece di esserne
contento e approfittarne, lui continuava a torturarsi nel volere quella ragazza.
- Cosa stiamo aspettando? I camerini aspettano noi, ragazze! - Rosalie
afferrò le ragazze per mano, e insieme a tutti i completi
che
aveva preso in quei due minuti le trascinò con sè
verso
la zona di prova, e i ragazzi le seguirono, accomodandosi sulle tre
poltrone di fronte ad un tappeto rosso su cui chi provava dell'intimo
si sarebbe
mostrato.
- Ehi, amico, non sarebbe il caso di mettere una maglietta? - Emmett,
seduto sulla poltrona centrale, osservò per un attimo il
vicino,
Viktor, e alzò un sopracciglio; era tale e quale al cugino,
un
po' esibizionista, infondo i geni di famiglia si ritrovavano ovunque.
- Giusto, non ci faccio più molto caso ormai. - Disse, e si
fece
passare una T-Shirt bianca da una commessa che stava passando di
lì proprio in quel momento, sorridendole e facendole
l'occhiolino.
- Alice, puoi aiutarmi per favore? - Rose si affacciò nel
camerino dell'amica, già con indosso il primo completino,
tenendosi la parte davanti del reggiseno attaccata al petto per non
doverlo perdere, non riuscendo ad allacciarlo e quindi alla ricerca di
aiuto.
- Certo Rose, lo vuoi stretto o largo? - Alice le sorrise e si mise
dietro di lei, chiudendo i gancetti nell'ultimo posto, come chiesto
dalla diretta interessata.
- Non ti strizza un po', cara? - Le disse, dopo che la russa si fu
girata per chiederle un parere.
- No, non tanto. - Disse lei, sorridendole e uscendo dal camerino per
dirigersi in quello di Bella, tutta allegra. - Sei pronta, Bella? -
Spuntò con la testa, trovando la ragazza intenta ad
osservarsi,
incerta, davanti allo specchio che rivelava la sua figura.
- Non lo so, mi sento così... strana. - Sussurrò,
come
sconsolata, e si girò verso la sorella e l'amica, indicando
la
propria pancia e le gambe, magre al punto giusto.
- Perchè, Bells? - Alice la osservò incuriosita,
spostando tutto il suo peso dalla gamba destra a quella sinistra e
incrociando le braccia al petto.
- Sai com'è, Al, non ho mai indossato completi del genere, e
non
sono nemmeno così sicura che mi stia bene. Anzi. - Si
guardò di nuovo allo specchio e scosse la testa sconsolata,
con
un'espressione intristita sul volto.
Rose incrociò le braccia al petto, chiuse gli occhi e fece
un
lungo respiro, prima di risponderle, per non risultare troppo volgare.
- Non conosco molte cose brutte in inglese, ma potrei dirtele in russo,
anche se non è molto carino! - Disse, scuotendo l'indice
verso
di lei e inclinando appena la testa, mentre Bella aveva iniziato a
ridere nel vedere il buffo comportamento della nuova amica.
- Guarda Rose, se invece di insultarmi mi dessi un po' delle tue tette
sarebbe fantastico, non carino! - Esclamò, e Alice
concordò in pieno con le parole della sorella.
- Oh, magari! Sembra che ti stiano strizzando come un pulcino Rose,
come fai ad
avere quasi diciassette anni e due tette da venticinquenne incinta? -
Alice la fissò negli occhi incuriosita, mentre lei si mise a
ridere come una matta, con le lacrime agli occhi.
- Dmitrij, perchè tua sorella è una tettona
assurda, e io
ne ho metà, se non meno, delle sue? - Bella uscì
dal
camerino e si sporse con la testa per scorgere i ragazzi, che stavano
chiacchierando tranquillamente: a quelle parole, i tre ammutolirono e
per poco Viktor non cadde a terra per le risate, mentre Dima la
guardò sgranando gli occhi ed Emmett si girò
dall'altra
parte e accavallò le gambe, per tenere a freno i suoi
bollori.
- Ehi, mia cugina non è tettona, peggio! Ha due bombe
atomiche
che rischiano di esplodere da un secondo all'altro! Quando l'abbraccio
ho sempre paura che mi scoppino addosso! - Viktor, fra le lacrime per
il troppo ridere, riuscì a pronunciare quella frase, e
allora
anche Rose raggiunse Bella e, coprendosi il petto con una mano,
spuntò appoggiando il fianco esterno contro il muro,
fissando il
fratello.
- Scusate... Cos'è una tettona? - Emmett nascose il viso fra
le
mani, e avrebbe voluto sprofondare sulla poltrona per non guardarla, il
discorso che era cominciato lo stava facendo uscire dal seminario, ma
non sapeva come fare a darsi una calmata. Se non...
- Vado al bagno, scusate. - Disse, con voce strozzata, e Bella subito
comprese quale fosse stato il suo problema: tornò al
camerino,
mentre Dmitrij rabbrividiva per la reazione di Emmett e Viktor cercava
di spiegarle cosa fosse una tettona.
- Allora... Beh... Ecco vedi Rose, tu hai molte tette, no? Quindi sei
una tettona, cioè... - Scosse la testa, racchiuse le dita a
coppa e se le appoggiò al petto, in un chiarissimo gesto che
implicava nient'altro che...
Rose arrossì e si chiuse nel camerino, osservandosi
attentamente e accarezzando con l'indice l'elastico degli slip.
Si stava sfilando il reggiseno, aveva capito che l'unica maniera era
prima togliere le braccia dalle spalline e poi girarlo, per slacciarlo
in maniera più confortevole senza doversi incriccare in una
strana posizione con le braccia, quando una voce familiarissima le
giunse fino ai timpani, facendola immobilizzare sul colpo.
- Ci conosciamo?* - La voce vellutata di quella donna, che per mesi
l'aveva accolta calorosamente a casa propria e che in quel momento
avrebbe evitato di gran lunga di vedere, era rivolta in
realtà
al fratello, che effettivamente la stava osservando come se l'avesse
già vista, da qualche parte.
Allora prese alla rinfusa un altro completino, se lo infilò
velocemente e si sedette sul mini sgabello dentro al camerino, tirando
su le gambe e tenendo le ginocchia attaccate al petto, per non farsi
vedere da quella donna.
Un paio di piedi, qualche minuto dopo, percorsero lentamente il
corridoio con i camerini, fermandosi qualche istante davanti ad ognuno
di quelli, come se fossero stati sul punto di entrare.
Ma fortunatamente procedettero per il loro cammino, e lei
tirò un sospiro di sollievo.
- Ehi, amico, va tutto bene? - Fra le strade di Port Angeles, i sei
ragazzi stavano procedendo tranquillamente sotto il sole ancora caldo
di fine estate, le tre fanciulle di fronte stavano chiacchierando
allegramente e le loro risate mettevano di buon umore chi passava loro
accanto, sebbene non durasse nemmeno un istante.
Dmitrij era al telefono con il padre, la solita chiamata
intercontinentale con la lontana Russia, mentre Viktor stava scrutando
confuso Emmett, che camminava con le mani in tasca, che spingeva in
avanti, e la testa bassa, a tirare calci ai piccoli sassolini che
incrociava nel suo cammino.
- Oh. - Tirò su il viso, e lo rimise immediatamente
giù,
dopo un'occhiata velocissima al russo che gli aveva appena rivolto la
parola, e alle gambe scoperte della bellissima cugina.
- Sì, tutto bene. - Si stava rendendo conto, da quando aveva
messo piede in quel negozio assieme a tutti gli altri, che la sua fissa
per le ragazze era quasi una malattia, e Rosaliya ne era una prova. Non
riusciva a smettere di immaginarsi insieme a lei, a fare cose che mai
aveva fatto con nessuna, torture e quant'altro, e si tormentava per
questo.
- Sicuro? - Viktor gli mise un braccio davanti e lo costrinse a
fermarsi, facendogli cenno di fare silenzio: i quattro davanti non se
ne accorsero nemmeno, e proseguirono per la loro strada come se nulla
fosse accaduto.
- Da quello che posso notare, con la mia esperienza da ragazzo di
ventitrè anni, hai lo sguardo un po' troppo fisso su mia
cugina... - Emmett scrollò le spalle e cambiò
espressione, da bugiardo cronico.
- No, sarà solo una tua impressione, sicuramente. -
Infilò le mani in tasca e tentò di proseguire, ma
il
russo rimase imperterrito di fronte a lui.
- Guarda che non ti accuso di niente, e non ti sto nemmeno dicendo che
fai male, se intendi questo. Nel senso, so perfettamente l'effetto che
lei provoca sugli uomini, ne ho avuto conferma fin troppe volte, io
penso che se lei non fosse mia parente me la sarei già
sposata, probabilmente. Hai gli occhi lucidi e stralunati, cerchi di
nascondere il tuo disagio nelle maniere più incredibili che
ci
siano, beh direi che sei attratto da lei in maniera quasi... -
Gesticolò, cercando di non farsi notare troppo dagli altri,
e
proseguì.
- Quasi maniacale, direi. - Emmett scosse la testa e
ricominciò
a camminare, superandolo a passi lunghi, e lui si rimise al suo fianco
nel giro di due falcate, ostinato nel suo discorso.
- Sono cose che non facevo da tempo, non c'è nulla di strano
mi
pare, no? - Il moro lanciò un'occhiata al russo accanto a
sè, poi volse lo sguardo verso le ragazze che procedevano
intente a scambiarsi il numero di telefono. Vorresti
averlo anche tu, non è così mattacchione? Pensi
che lei
voglia dartelo, spero solo che non lo faccia o per te sarà
la
fine! Per poco non si tirò un pugno in pieno
viso da
solo, tanta era la voglia di far star zitta quella vocina maledetta che
aveva in testa.
- No, non credo ci sia nulla di male... Ma ti avverto, sai? Se io fossi
Dmitrij, tu saresti a posto, ma visto che lui è ben peggio
di
me, se tu provi ad avvicinarti con delle intenzioni poco eleganti, te
la fa pagare con gli interessi. - Un brivido di freddo corse sulla
schiena di Emmett, e il russo dopo aver alzato le sopracciglia lo
superò, lasciandolo ai suoi pensieri.
- Mi sono ricordata di cambiarlo, vi chiamo così lo salvate!
- Rose fece un paio di squilli ad entrambe, che memorizzarono il suo
numero immediatamente, e venne raggiunta subito dal cugino: aveva
appena finito di scambiarsi un cenno d'intesa con Dmitrij, e ora
dovevano mettere in pratica il tutto, quindi mentre Dima aveva fatto
capire alle sue migliori amiche di raggiungerlo, Viktor stava
intrattenendo la bionda.
- Tesoro, a proposito... Sei riuscita a superare quel problema, no? -
Le appoggiò una mano sulla spalla, mentre lei lo
guardò confusa e i quattro dietro confabulavano.
- Dovete aiutarmi ragazzi, mia madre mi ha appena parlato di un
problema e non so cosa fare. Insomma, non ho mai avuto a che fare con
persone così... -
Alice scosse la testa, dopo aver sentito la richiesta dell'amico.
- Insomma Dima, non fate conclusioni affrettate... A me sembra che stia
bene, eccome! Guardala, ha le forme messe bene e al posto giusto,
quindi... -
Bella alzò le spalle e si attaccò al braccio del
fratello, per poterla osservare meglio senza essere vista e trarre le
sue conclusioni soggettive.
- Sono d'accordo con mia sorella, non credo che sia... Cioè,
si vedrebbe con il tempo, dopo un po' è ovvio che si cominci
a notare dai segni, ne ho viste un paio della sua età e se
lei fosse così, beh diciamo che si comporterebbe in
maniera strana. -
Emmett strinse appena a sè la sorella, facendola sorridere
dolcemente, e diede un buffetto sulla guancia di Alice, provocandole
una buffa smorfia che fece ridacchiare il russo.
- Magari è solo un'impressione, amico, aspetta un po' e se
noti dei cambiamenti comincia a prendere dei provvedimenti, ma prima...
- Dmitrij li guardò e si sentì felice di
ritrovarsi con loro, di ricevere consigli su quel dilemma che lo stava
torturando da mesi e che avrebbe potuto confermare finalmente, dopo
tanto tempo.
- Sì, Vik, perchè? - Rose aveva intuito che i
quattro dietro di loro erano intenti a scambiarsi opinioni che, per un
attimo, temeva potessero ferirla in qualche modo.
Ma tesoro, come potrebbe
il tuo caro fratellone cercare di farti del male in alcun modo? Non
pensare certe cose, avanti! Aveva ragione, che le era
venuto in mente?
- Ti vedo... Diversa, Rose, ecco tutto. - E alla fine, lei
capì a cosa stessero alludendo tutti: appoggiò la
mano sinistra sul fianco, scostò i capelli sulla schiena e
si sfiorò la pancia con le dita della mano libera,
sospirando appena. Lo avrebbero mai capito?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Vecchia fiamma, e temibili mostri di una favola malata. ***
Capitolo quattordici
Salve
a tutti,
carissimi lettori! State per caso diminuendo? Ho notato così
fra
le varie recensioni :( Spero che sia una cosa passeggera, ricordate che
io scrivo prima di tutto per me, ma anche per voi eh!
Bene, passando al capitolo, ho letto nelle varie recensioni diverse
versioni sul cosa possa essere successo a Rose, e mi sono sorpresa
perchè sono tutte belle ipotesi, brave le mie care lettrici
adorate! :33 Ma ora, volete sapere? Ecco a voi il capitolo!
Buona lettura!
Rose scosse la testa e fece finta di nulla, mentre il cugino la
osservava apprensivo e aspettava una sua risposta.
- Che cosa stiamo aspettando? - Disse lei, mentre Emmett, Alice e Bella
già avevano rimosso l'eventualità del caso,
infondo
Dmitrij era così tanto ossessivo nei suoi confronti che
avrebbe
visto mostri pronti ad attaccarla ovunque.
- In realtà non lo so, ma... Ehi, Bella, quello non
è...?
- Alice indicò alla sorella un ragazzo di fronte
all'edicola,
con le mani in tasca e i capelli corvini sparpagliati a causa del vento.
- Chi? Oh, intendi quello? Beh... - Bella arrossì
improvvisamente, e il fratello accanto a lei si irrigidì e
strinse i pugni, turbando Rosalie che, effettivamente, dal primo
momento in cui l'aveva visto temeva che si potesse alterare.
- Sì Al, ma infondo sono passati quattro mesi, non penso che
si
ricordi ancora... - Alice la guardò scettica e
incrociò
le braccia al petto, mentre gli altri le guardavano ignari di tutto.
- Abbiamo capito che gli uomini sono tutti uguali, ma non per questo
devono essere proprio come nostro fratello, no? - Bella trattenne una
risata, mentre Emmett corrucciò ancora di più le
sopracciglia e sbuffò sonoramente, finendo per ignorare
completamente le sorelle.
- Bella, è come credo? - Rosalie fece un sorrisino malizioso
verso le due sorelle, che impacciate non risposero. La russa
scoppiò a ridere allegra, e le altre due fecero lo stesso
dopo
un po', ricevendo sempre più occhiate confuse.
- E' carino però... - Disse dopo un po', rimanendo a
squadrare
il misterioso ragazzo che si era rimesso a camminare tranquillamente
con lo sguardo fisso sul telefonino.
- Beh, non è solo carino... - Bella abbassò lo
sguardo
ancora più imbarazzata dopo aver detto quella frase, e Alice
e
Rose spalancarono gli occhi sorprese.
- Bella, da quando sei così volgare scusa? - Alice
scoppiò a ridere e Bella nascose il viso dietro alle mani,
facendo intenerire Dmitrij.
- Ha fatto male, Bells? - Le parole uscirono dalla bocca di Alice
all'improvviso, e lei sgranò gli occhi un istante, e li
abbassò subito dopo.
- Un po', Al, è stato più che altro molto
fastidioso il
dopo. - Rose fece un sorriso e appoggiò la mano sulla spalla
dell'amica, poi in un momento di distrazione del fratello si
avvicinò alle due sorelle, accorgendosi solo dopo che anche
Emmett era rimasto ad ascoltare.
- Ti capisco, Bella, io anche ho avuto male, e ho perso anche sangue
sai? - Alice annuì con gli occhi alzati al cielo, segno che
anche lei non era nuova da quelle esperienze.
- Secondo voi se vado a parlargli, cosa mi risponde? - Rosalie le diede
un colpetto sulla spalla e la incoraggiò ad andare, e lei
dopo
essersi aggiustata un istante si incamminò verso di lui,
cambiando completamente umore da un momento all'altro, e passando
dall'agitazione alla sicurezza più invalicabile.
Tom aveva appena riposto il cellulare nella tasca posteriore dei jeans,
quando si trovò di fronte una ragazza bellissima, che
sorrideva
nella sua direzione e gli stava facendo un cenno di saluto con la mano.
- B-Bella? Sei veramente tu? - Sgranò gli occhi appena la
riconobbe, e lei si sentì gratificata dalla reazione a cui
aveva
appena assistito.
- Sorpreso, eh? Non pensavo ti ricordassi di me, Tom. - Lui si stava
massaggiando la nuca e le stava rivolgendo un dolce sorriso, scuotendo
la testa.
- Come potrei, Bella? Non sono così meschino, a volte ci
ripenso
e sono contento di ciò che ho fatto, non me ne pento e
faccio
bene, a quanto vedo. - Lo affermò con tanta enfasi da far
ridere
Bella, che era rimasta così sorpresa dalle sue parole che
per
poco non gli era saltata al collo.
- Le cose sono cambiate da allora, ma vedo che sei sempre un bravo
ragazzo, Tom. Ne sono contenta, sai? A proposito, com'è
andata
alla fine con Rebecca? - Lui alzò le spalle, e i suoi occhi
si
fecero cupi per un istante, poi elargì un largo sorriso alla
ragazza di fronte a lui e le si avvicinò.
- Mah, ha preferito Steve, ma con il senno di poi penso che sia meglio
così. E' abbastanza ipocrita e narcisista, l'ho scoperto
appena
in tempo fortunatamente. - Bella non rispose subito. Si girò
verso la sorella e la russa, e dopo essersi congedata per un istante da
Tom, le raggiunse velocemente.
- Ragazze, vi dispiace se vado a prendere un caffè con lui?
-
Rose ridacchiò, e Alice facendo un sorrisino malizioso le
fece
cenno di sbrigarsi, e lei non se lo fece ripetere due volte.
- Rose, secondo te se io rubo lo schianto che hai vicino, il fratello
mi mangia vivo?* - Viktor si affacciò sulla spalla della
cugina,
che ridendo gli diede un leggero schiaffo dietro alla nuca.
- Non ti assicuro niente, a me incute una paura che non immagini!* -
Mentre Rosalie pronunciava quelle parole, Dmitrij aveva intravisto da
lontano la sua Julia, piena di borse con i nuovi acquisti della
settimana e un'aria da chi vive sulle nuvole stampata in faccia, oltre
ad un paio di tacchi su cui camminava a malapena, e la stava
raggiungendo a passi spediti, più che convinto che sarebbe
caduta nel giro di un paio di minuti.
- Pensa, tu a lui non incuti affatto paura...* - Viktor aveva
sussurrato quell'affermazione così piano, che Rose non
potè comprendere a pieno il significato nascosto. Emmett li
stava osservando, sempre più rapito dalla bellezza dello
sguardo
della bionda che lo stava logorando, e pensava ad un modo per rimanere
solo con lei.
- Alice, bella come sei potresti diventare una modella, sai? - Lui le
aveva avvicinato un braccio alla vita, e lei aveva sorriso a trentadue
denti alla sua affermazione.
- Viktor, probabilmente hai bisogno di una visita oculistica caro, tu
non ci vedi affatto! - Il russo scosse la testa, ridendo, e la
agguantò sotto braccio, facendo ridere anche lei, poi si
avvicinarono ad una vetrina poco più in là.
Emmett sogghignò fra sè e sè,
perchè senza
nemmeno farlo apposta era riuscito ad avere un paio di minuti di
intimità con la donna oggetto dei suoi desideri.
- Rosalie, tu hai seguito un corso di inglese in Russia, per caso? - Il
suo cervello, che da giorni ormai non riusciva più a
ragionare
razionalmente e continuava a spingere i pensieri del ragazzo su
ciò che il suo corpo desiderava, gli aveva suggerito una
scusa
banalissima per poter cominciare una conversazione.
- No, non ho fatto corsi perchè non so scrivere tanto bene
in
inglese... - Rose abbassò appena gli occhi, ancora
intimorita
dalla stazza del moro. In fondo non era abituata a stare vicino a
ragazzi forzuti che non avessero pretese su di lei, non pienamente
gentili.
- Come no? Dmitrij non ti ha insegnato a scrivere? - Emmett era
sorpreso, non pensava che il fratello avesse potuto dimenticarsi di
aiutare la ragazza almeno nelle basi.
Rose scosse la testa e alzò le spalle, si sarebbe arrangiata
come poteva per i primi tempi, fino a che non avrebbe imparato
correttamente l'ortografia inglese.
- Sai, c'è un corso serale a Forks, per gli stranieri che
non
sanno parlare bene l'inglese, anche mia madre lo frequentò
per
un paio d'anni quando venne in America la prima volta. - La sua
affermazione incuriosì Rosalie, che attentamente si fece
spiegare nei dettagli in cosa consistesse quell'iniziativa.
- Accidenti, guarda che ora si è fatta! - Viktor aveva
lanciato
un'occhiata all'orario segnato sul suo telefono, dopo essere riuscito a
farsi dare il numero di Alice dopo meno di un quarto d'ora.
- Quando si sta bene con una persona il tempo passa così in
fretta... - Il tono da falsa innocente e alludente ad altro di Alice
fece spuntare un sorrisino furbetto sulle labbra di Viktor, che non
perse tempo per sussurrarle all'orecchio cose da non dover far sentire
al fratello poco distante.
- Viktor, vedi di rigare dritto.
- Emmett si era fatto serio, ma dal tono scherzoso che assunse la sua
voce si potè intuire che, almeno per quel momento, tutti
filava
liscio per lui.
Rosalie stava ridacchiando, ma
per un istante le parve di sentire una strana voce, in lontananza, che
ripeteva una cantilenta. Si girò di scatto e si
guardò
attorno.
- Scegli, Rosalie. Sei pronta? -
Un istante di puro terrore la invase, ma si riprese appena in tempo per
non far sospettare nulla a nessuno, tantomento ad Emmett che l'aveva
affiancata di nuovo, e la osservava.
- Carlisle, te lo giuro su
quello che vuoi, questi occhiali sono di Alice, ed è
impossibile
che lei stia andando a zonzo per chissà dove senza, non
riesce a
vedere un palmo dal suo naso! - La voce di Esme risuonò per
tutta la casa, semi deserta e stranamente in ordine. Carlisle scuoteva
la testa, mentre entrambi fissavano quel paio di occhiali spessi come
fondi di bottiglia, appoggiati con cura al centro del tavolo, e
l'elastico nero che avvolgeva sempre e comunque i capelli della figlia.
- Magari è uscita mezz'ora e se li è dimenticati,
tesoro,
non agitarti inutilmente, lo sai che è grande abbastanza da
cavarsela da sola! - La donna scosse la testa in replica alle parole
del marito, e sospirò sconsolata, cominciando a girovagare
per
casa mentre Rudy la seguiva scondinzolante e contento di rivedere
entrambi.
Carlisle rimase ad osservarla per qualche istante, poi le si
parò davanti e le posò dolcemente le mani sulle
spalle,
guardandola dritto negli occhi e sorridendole appena. - Per cortesia,
Esme, rimani tranquilla e serena! - Lei si posò una mano sul
petto, osservandolo con il collo inclinato verso l'alto.
- Ma sono i miei figli, Carl, come posso non preoccuparmi per loro
quando non li vedo per troppo tempo e fanno cose che non hanno mai
osato pensare prima? Li ho messi al mondo, io, e in fondo se sono la
madre devo essere apprensiva! - Lui stava per ribattere, ma il rumore
delle chiavi dentro alla serratura li fece zittire all'istante,
impazienti di rivedere i tre figli.
Emmett entrò per primo, accarezzando subito la testa del
cane e
facendogli i complimenti, e nel preciso momento in cui Bella ed Alice
misero piede dentro casa, Esme sentì scendere lacrime di
commozione dai propri occhi, e uno strano calore all'altezza del cuore
la invase completamente.
- Lo sapevo! Ne ero sicura che prima o poi anche voi sareste sbocciate,
bambine mie! - Allargò le braccia, e loro vi si gettarono
affettuosamente, dopo aver posato la borsa al solito posto.
- Con una madre del genere, non sarebbero potuti uscire meglio, cara la
mia dolce mogliettina! - Emmett scoppiò a ridere assieme al
padre, biondo e dalla pelle chiara come il latte.
- Da dove è uscito questo cambiamento, figliole? Sono
veramente
curioso di sapere chi è l'artefice di questa meravigliosa
trasformazione. - Cinse le spalle di entrambe le figlie con le braccia
e le guardò, una dopo l'altra, ripetutamente, fino a che
loro
non decisero di confessare.
- Abbiamo scoperto che Dmitrij ha una sorella fantastica, gentile e
disponibile, che ci ha aiutate non appena è arrivata in
America
e ci ha aperto le porte per un mondo incredibile, direi proprio
così. - Alice annuì energicamente, stringendosi
al
braccio del padre, mentre Bella li osservava e sorrideva a trentadue
denti.
- Se sapessi che sorpresa che abbiamo avuto quando l'abbiamo vista
entrare in casa! Cavolo, è più piccola di tutti
noi
eppure sembra una ventenne fatta e finita! E non l'ho notato solo io...
- Prima che Bella potesse finire la frase, Emmett, che
già aveva capito dove la sorella sarebbe andata a parare,
stava
salendo gli ultimi due scalini che lo avrebbero portato di
sopra, e si stava dirigendo verso camera sua, dimenticandosi di tutti
coloro che si trovavano al piano sotto di lui.
- Stai per caso parlando di una ragazza tutta carina, bionda e con gli
occhi azzurri, molto chiari? - Con molta grazia Esme si
spostò
verso la cucina e, dopo essersi infilata il grembiule, aprì
subito il frigo, mentre il marito si
accomodò sul divano e accese la TV sul canale dei
documentari e
le figlie avevano raggiunto la madre.
- Come fai a saperlo, mamma? - Alice accese il fornello sotto richiesta
della donna e la guardò confusa, mentre Bella stava posando
la
tovaglia sul tavolo.
- Beh, ricordate quando sono andata a casa di Dmitrij per aiutarlo a
mettere in ordine, visto l'arrivo dei suoi nuovi mobili? Quel giorno
aveva il computer acceso, e mentre ci stavo camminando di fronte ho
notato una ragazza sullo schermo, che si muoveva e lo chiamava
abbastanza preoccupata. Allora mi sono avvicinata e ho visto che mi ha
squadrata, poi mi ha fatto una domanda ma non ho assolutamente capito
cosa mi ha chiesto, quindi le ho fatto intendere che non parlavo la sua
lingua e ho ripreso il mio lavoro. -
Bella era rimasta sbalordita mentre finiva di mettere le posate a
tavola, accanto ai piatti. - Quindi intendi dire che tu hai visto
Rosaliya e non sapevi chi fosse, ma ci hai "parlato" senza dirci nulla?
- Mimò le virgolette con le dita e fissò la
madre, mentre
Alice la aiutava a porre i bicchieri in ordine.
- Sì, diciamo che è così, ma visto che
non sapevo
chi fosse non ho nemmeno voluto dirvi nulla. - Esme tirò
fuori
il testo di lasagne al pesto che aveva preparato appositamente per
quella sera, e accese il forno per farle cuocere.
- Devo ringraziare il cielo per avermi dato una moglie italiana che sa
cucinare come si deve! - Carlisle, alle prese con un interessante
documentario sulla medicina, urlò con voce divertita quelle
parole che fecero ridere le sue donne.
- Ma Alice, come fai a stare senza occhiali, amore di mamma? - La donna
si pulì le mani sul grembiule e cominciò ad
affettare
dell'insalata e a metterla dentro ad una ciotola.
- Beh, siamo andate al centro commerciale assieme a Rose e ho comprato
delle lenti a contatto, non pensavo fossero così comode e
pratiche. - Le due spostarono un paio di sedie poco più in
là e si sedettero per fare compagnia alla madre.
- Ragazze, io non vorrei sembrare una persona che fa conclusioni
affrettate, ma... Emmett è per caso interessato a questa
Rosaliya? - Le due sorelle si scambiarono uno sguardo di intesa, e con
un sorrisino furbetto stampato in viso si avvicinarono alla madre, e
cominciarono a confidare tutto ciò che avevano potuto vedere
fino a quel momento.
- Ma Dima, sei sicuro di quello che stai dicendo?* - Rose aveva appena
finito di rispondere ai messaggi del cugino, quando il fratello le
annunciò che la festeggiata di sabato, Katrina Denali, aveva
esplicitamente invitato qualche festeggiato a passare la notte a casa
sua, e loro due erano compresi in quella ristretta cerchia.
- Sì, amore, mi ha appena chiamato Garrett, il suo ragazzo,
e mi
ha detto che lei si aspetta che noi rimaniamo là,
così
possiamo approfittare per farci un bel bagno prima che cominci a venire
l'autunno, no?* - Lei ascoltò attentamente la proposta del
fratello, e non potè rifiutare ad un invito così
gentile.
- Katrina... Per caso è slava, come noi?* - Dmitrij
annuì
con un sorriso, chiudendo il frigo. Aprì la bottiglia di
succo e
ne bevve un sorso, prima di rispondere alla sorella.
- Sì, piccola, lei e le sue sorelle vengono dalla
Slovacchia,
quindi se vorrai potrai parlare con loro in russo, se ancora non ti
senti molto sicura.* - Lui era perfettamente consapevole del fatto di
essere in torto, e che sicuramente se l'avesse come costretta a parlare
solo in inglese avrebbe imparato più in fretta, ma sapeva
molto
bene, poichè lo aveva sentito sulla propria pelle, quanto
potesse essere difficile
trovarsi in un posto completamente diverso dalla propria terra natale e
doversi ambientare in fretta per capire ciò che gli altri
dicevano.
- Dovremo portarci una borsa con il cambio, allora? - Rose si
avvicinò ai fornelli su cui in una pentola cuocevano a fuoco
medio dei varenyki(*), e accanto una ciotola con dentro della
smetana(*), mentre Dmitrij riponeva un coltello pulito nell'apposito
cassetto.
- Sì tesoro mio, e soprattutto non dimenticare di portarti
un paio di costumi in più, e della biancheria che sia
legalmente accettabile per cortesia!* - La ragazza scoppiò a
ridere, mentre spense il fuoco sotto alla pentola e prese due piatti
dalla mensola poco distante.
- Sei tu che mi hai portato in quel negozio oggi, sapevi perfettamente
che avrei scelto quel tipo di completi!* - Dmitrij attese la sua dose
abbondante di ravioli e vi mise sopra un paio di cucchiai di panna, poi
si sedette a tavola e aspettò la sorella, dopo di che
cominciò a mangiare con gusto.
- Wow, stasera ci dedichiamo all'Ucraina eh Rose? Non è che
per caso, una certa Olga oggi ti ha fatto venire la nostalgia di casa,
o delle belle scampagnate che ti sei fatta per le vie di Kiev con
quell'idiota?* - La bionda abbassò lo sguardo, posando la
forchetta nel piatto e sospirando pesantemente.
- Potresti semplicemente evitare di ricordarmi tutto quello che ho
passato con lui, Dima? Non è così piacevole
rivedere queste immagini nella mia testa e pensare che un tempo era
tutto così reale da mancarmi troppo.* - Il fratello rimase
in silenzio, addentando un raviolo e masticandolo qualche secondo per
pensare, riflettere.
- Lo so amore, lo so che con lui hai passato il periodo migliore e che
ti fa male, lo so. Ma non puoi ridurti a certi livelli, non voglio
vederti tornare come qualche mese fa, sai?* - Rosaliya si
alzò e prese dal frigo una bottiglia di vino rosso, se ne
versò un po' in un bicchiere e lo bevve tutto d'un sorso,
posando il bicchiere con un sospiro soddisfatto.
- Non ho mai fatto niente di male, eppure continui ad ostinarti che
nella mia mente ci sia qualcosa che mi faccia andare fuori non appena
raggiungo la soglia massima di tristezza, ma non è
così Mitya. Io sono veramente contenta che tu sia
così protettivo nei miei confronti, sai perfettamente il
perché, ma non puoi fissarti, poi convinci anche me di cose
che non sono affatto reali!* - La ragazza si versò un altro
po' di vino, mentre il fratello posò il tovagliolo di stoffa
accanto al piatto ormai vuoto.
- Allora vieni qui, e dimostrami che la mia teoria è
sbagliata. Se è così, prometto che non ti
dirò mai più niente su ciò che mangi,
ma se ciò che dico è vero, dovrai ascoltarmi una
buona volta e smetterla di fare cretinate assurde per un coglione che
non merita nemmeno un tuo sputo!* - Rivolse la mano verso la sedia su
cui poco prima era seduta la sorella, e rimase in attesa che lei si
rimettesse al suo posto.
Ce la puoi fare, Rose,
sei forte. Rimani forte.
La ragazza deglutì, posando il bicchiere sporco nel
lavandino e tornando seduta davanti al suo piatto ancora pieno di
ravioli ormai freddi.
Ne addentò uno, lo morse dritto al centro e lo
masticò lentamente, in maniera così snervante da
far agitare il fratello, che cominciò a battere i
polpastrelli delle dita sul legno del tavolo.
- Sia chiaro, Dima, che non lo faccio per dimostrarti che hai torto.* -
Odiava mentirgli, ma l'unica cosa logica che l'istinto le suggeriva di
fare era quella. Al resto, ci avrebbe pensato più avanti.
Angolino autrice: buonasera (o notte, dipende xD), cari lettori! Anche
se con un giorno di ritardo, ho pubblicato! Spero che tutti voi abbiate
capito qual'è il mostro che Dmitrij vuole sconfiggere,
intanto aspetto le vostre recensioni! Un bacione, a presto, Alba97.
(*)Varenyki: tipici ravioli di origine ucraina con un ripieno salato,
come patate, formaggio o carne, o dolce, come ciliegie o mirtilli.
(**) Smetana: tipica panna acida di origine russa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Pausa vacanza. ***
Buonasera a tutti! Volevo solo avvisarvi che il capitolo verrà postato per i primi di luglio, il 18 partirò per una vacanza all'estero e non potrò affatto connettermi, nè scrivere o aggiornare. A presto cari lettori, Alba97. |
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1232127
|