Chi l'avrebbe mai detto?

di CatcatKhad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** E' un lungo viaggio ***
Capitolo 3: *** Ce la farò! ***
Capitolo 4: *** Metamorfosi parte I, e chiamate perse ***
Capitolo 5: *** Shopping, pioggia e imprevisti. ***
Capitolo 6: *** Verdetto finale ***
Capitolo 7: *** Incanti ***
Capitolo 8: *** Certe cose non cambieranno mai ***
Capitolo 9: *** Incontri, scontri e riscontri ***
Capitolo 10: *** Una serata idilliaca, fra balli, chiamate e... ***
Capitolo 11: *** Guastafeste, sogni e partenze scomode ***
Capitolo 12: *** Dentista, pranzetto fuori e la giornata del completo! ***
Capitolo 13: *** Shopping malsano e dubbi che ritornano vivi. ***
Capitolo 14: *** Vecchia fiamma, e temibili mostri di una favola malata. ***
Capitolo 15: *** Pausa vacanza. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti! Non starò a dilungarmi molto, vi dico solo che la storia che sta iniziando la sto pensando da molto tempo, ed è ora di metterla per iscritto!

Buona lettura!

Quando si dice che la bellezza interiore è ciò che conta, un po' di torto lo si ha. Certo sì, il carattere e come sei dentro contano molto più di come sei esteticamente, ma se sei caruccio e gradevole alla vista, ben venga.
Ma si dà il caso che non sia così per le due sorelle Alice e Bella.
Le due ragazze non sono proprio due splendori, anche se sono simpatiche.
Alice ha i capelli lunghi fino a metà schiena, neri pece e con le mèches bionde che la fanno assomigliare ad un'ape, sempre arruffati e legati in una trecciona o in una coda di cavallo bassa. Non è tanto alta, ma le forme sono giuste, se non fosse che le nasconde sotto cannottiere sciatte e fuori moda e gonnelloni stile hippie-trasandato. Occhi verdi, quelli sì che sono belli, ma resi quasi invisibili dagli occhiali tondi enormi che la fanno sembrare più un alieno che una ragazza. E direi che questo basta e avanza per completare un quadro ben poco grazioso e femminile.
E sua sorella? Bella di nome, ma meno di fatto.
Anche lei ha i capelli lunghi, meno di sua sorella e di un marrone insignificante, quasi scontato; poco più alta di sua sorella, lei indossa solo felpone da uomo e pantaloni alla turca, con scarpe da ginnastica maschili e perennemente in disordine. Inoltre, l'apparecchio ai denti e i brufoli non la rendono fantastica.
Ma queste ragazze hanno un pregio. Sono intelligentissime, simpatiche e dolcissime. E perdutamente innamorate dei migliori amici del loro fratello maggiore, Emmett.
Ovviamente, lui è tutto il contrario delle sorelle. Bello, alto, muscoloso, due occhi verdi così luminosi da togliere il fiato e sempre e solo quasi perfetto. 
Un dio, in poche parole. Ma la domanda viene spontanea: perchè queste differenze fra fratelli? Beh, anche Emmett prima non era una bellezza, ma dopo aver conosciuto Edward e Jasper è cambiato radicalmente, diventando ciò che è ora. Anche se a volte è arrogante, nulla toglie nemmeno a lui sul carattere.
Ma andiamo a conoscere i due bellimbusti che hanno aiutato il 'bruco' Emmett a trasformarsi 'nella bellissima farfalla' che è ora.
Edward è un ragazzo dalle origini canadesi, i suoi capelli biondo ramati, o come chiama affettuosamente la sua ragazza Molly 'rossi fulminati', sono 'coordinati' ai suoi occhioni azzurri; come muscoli è messo bene, anche se non supera affatto Emmett, ed è abbastanza alto. Ma la specialità di Edward sono le dita. Ebbene sì, il nostro bel canadese è un pianista con i fiocchi e incanta quando le sue dita toccano i tasti con tutta la passione che lui riesce a metterci.
Eh beh, che dire di Jasper? Il classico ragazzo americano, con i capelli biondi e riccioluti, così belli che ognuno ci si sarebbe perso dentro con le dita, occhi azzurri come Edward, ma più intensi, forse blu.
E quale potrebbe essere la passione di un vero ragazzo americano, se non il baseball? Oh sì, Jasper è un vero campione in questo. E anche in altro, ma questo andate a chiederlo alla sua Heather.


Ma cosa succederebbe a tutti questi ragazzi, se un giorno il loro amico Dmitrij, senza dire niente a nessuno, facesse apparire quasi dal nulla una sorella minore? 

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Capitolo 2
*** E' un lungo viaggio ***


Salve a tutti! Ecco un altro capitolo, spero vi piaccia! Qui verranno presentati altri personaggi, una è molto molto importante, e come ben sapete è la sorella di Dmitrij, gli altri li conoscerete a breve.
Buona lettura!
P.S. : se avete curiosità, domande o se avete semplicemente voglia di lasciare un commento a questa storia, sia positivo che negativo, fatelo! Le recensioni fanno solo piacere ^^
P.P.S : i dialoghi contrassegnati dal segno * (asterisco) sono originariamente in lingua straniera, soprattutto la lingua madre di Dmitrij e altri personaggi, cioè il russo, ma anche altre lingue, anche se meno frequenti, ma vi sarà spiegato nel corso del capitolo di che lingua di tratta. Ovviamente tutti i dialoghi sono in 'inglese'.







Le valigie erano pronte. Le tende c'erano tutte, i sacchi a pelo anche. Provviste, acqua, torcia e kit di pronto soccorso. Telefoni cellulari, funzionanti.
- Ok, ragazzi, si può partire! - Emmett si caricò lo zaino sulle spalle e guardò i suoi amici, già sulla porta.
- Solo un momento, devo fare una telefonata. - Dmitrij afferrò il suo telefono e si allontanò, arrivando in terrazza.
Due squilli, poi una voce femminile trillò dall'altra parte del telefono.
- Ciao fratellone. Che bello sentirti, c'è qualcosa che non va?* - Una ragazza sul ponte di una nave si appoggiò alla ringhiera e fissò il mare davanti a sè.
- Volevo solo sapere se ti ricordi cosa devi fare appena arrivi qui. Magari ti dimentichi qualcosa.* - Dmitrij si guardò attorno per vedere che nessuno lo avesse seguito.
- Scherzi? So perfettamente cosa fare, se no non ti avrei promesso il mio aiuto.* - La ragazza rise allegramente e tornò sotto coperta. - Tu parti tranquillo per il campeggio, che io te le rimetto a nuovo. Meglio di un chirurgo. * - Rise di nuovo e chiuse la chiamata.
In verità, non aveva la più pallida idea sul come aiutare il fratello. Qualche ora prima le aveva inviato una foto dei soggetti, e la cosa l'aveva preoccupata non poco. Ma per Dmitrij avrebbe fatto questo e altro. Infondo, lui le aveva dato molto ed era arrivato il momento di ricambiare.

- Ok, possiamo andare sul serio ora, o non arriveremo mai più al campo. - Dmitrij fece capolino dalla terrazza e raggiunse i ragazzi in macchina.
Julia, fidanzata di quest'ultimo e amica di tutti gli altri, Alice e Bella rimasero da sole in salotto.
- Beh, ora che si fa? - Alice guardò le due e si aspettò la solita risposta da Julia.
- Io vado a fare shopping, ma voi non verrete con me come al solito, siete sempre vestite uguali, chissà se vi verrà un po' di buon gusto prima o poi. Bye bye. - Julia si alzò e dopo aver schernito nuovamente le due sorelle se ne andò con una carta di credito.
- Gliela faremo vedere, diventeremo le più belle dell'intero liceo! - Bella si alzò e strinse i pugni, anche se in cuor suo sapeva che non sarebbe successo, non così facilmente almeno.
Alice la guardò e si rannicchiò sul divano. - E come? Ci vorrebbe un miracolo! - Sospirò e accese la Tv, per seguire la sua telenovela argentina preferita.
- Quanto la odio, è un'oca montata e nient'altro! Mi chiedo come possa Dmitrij stare insieme ad una ragazza del genere. - Bella proseguì, e la sorella sbuffò. - Ricominci, Bells? Cos'è, per caso ti piace Dmitrij, che continui a preoccuparti dei loro problemi?! - Bella arrossì e si girò verso la sorella, prese un cuscino e glielo lanciò. - Ma piantala, non mi piace lui! A me piac.. - Si interruppe e si tappò la bocca, ma Alice aveva sentito. - Oddioooo! Chi è allora? - La afferrò e la trascinò sul divano, si buttò sopra di lei e la tenne ferma. - Avanti, dimmi chi è dimmi chi è dimmi chi è!! -
Bella cercò di divincolarsi ma la presa era troppo forte, così si arrese. - E va bene.. Facciamo così, io ti dico chi è e tu mi dici chi piace a te. - Alice corrucciò la fronte e la guardò. - Chi ti dice che c'è qualcuno che mi piace? - Distolse lo sguardo da quello della sorella ma non mollò la presa. - Dai Al, si vede da lontano un miglio! Giuro che ti dico chi è, però anche tu devi farlo. Altrimenti non lo saprai mai! - Le fece la linguaccia e riuscì a staccarsi dalla sua presa, scappando per casa. Alice la inseguì con un cuscino in mano. - E va bene! Mi piace un certo ragazzo biondo, ma lui non mi noterà mai, stronzo com'è.. - Bella si fermò e la raggiunse, parando le cuscinate che la ragazza le diede. - Anche a me piace un biondo, ma.. non è Edward, vero? - Alice scoppiò a ridere sguaiata. - Edward?!?! Oddio, è un ragazzo carino ma no, per favore! Tutti tranne Edward! - Bella tirò un sospiro di sollievo. - Menomale, se no t'avrei soffocata con un cuscino. - La guardò e, imitando la camminata di Julia, se ne andò verso la cucina.
Alice la seguì continuando a ridere e si sedette sul bancone. - Beh, diciamo che lo stronzo per eccezione è Jasper, non Edward. E tranquilla tesoro, tienitelo pure, a me non piace. Tanto anche se fosse non mi guarda minimamente, ma va bene così. Purtroppo però, nemmeno il biondino mi guarda, e questo è peggio. - Sospirò e scese, afferrò un bicchiere e vi versò del latte.
- Beh, tranquilla Al, riusciremo in qualche modo a cambiare la situazione, e prima dell'inizio dell'anno saremo delle dee! - Bella appoggiò la mano sulla spalla della sorella e sorrise, poco convinta.
- Bella, come fai a dire così?! Mancano tre settimane all'inizio della scuola, e se aspettiamo l'aiuto di quella strega diventiamo vecchie e con la barba, fidati. - Guardò la sorella e scrollò il capo, sospirò amareggiata e se ne andò in camera sua.
Bella la guardò andare via senza dire niente, poi con l'aria triste mise il guinzaglio a Rudy, il loro pastore tedesco, e uscì a fare una passeggiata.





La nave sbarcò esattamente dove l'aveva caricata, e Rosaliya, o come la chiamano tutti Rose, scese attendendo il suo turno in fila. Era appena andata a fare un giro in barca e ora doveva prendere l'aereo per volare dritta dritta a Forks, dove l'aspettava una nuova vita e un compito affatto facile.
Poi la nuova scuola, il distacco dalla sua Russia, dalla sua famiglia.. Doveva farlo, nessun rimpianto. Un'auto parcheggiata poco distante la aspettava, e Rose salì senza indugi verso l'aereoporto, cominciava a fare tardi.
Erano le cinque di pomeriggio, l'aereo sarebbe partito mezz'ora dopo, e lei era ancora in auto, vicina all'aereoporto ma ancora lontana.
I secondi passavano, e la ragazza era sempre più in ansia, soprattutto dopo tutti gli sforzi che aveva dovuto fare per poter viaggiare senza un maggiorenne. Sì, Rose aveva solo 16 anni e c'era il problema della maggiore età, ma dopo qualche settimana riuscì ad ottenere tutti i permessi, e non si sarebbe persa il volo neanche a morire.
Mancavano venti minuti, e riuscì ad intravedere il suo aereo poco distante da lei, e l'ansia crebbe. Il traffico era intenso, ma che diavolo stava succedendo?
Rose tirò giù il finestrino dell'auto e guardò fuori. Un incidente. Allora prese le sue due valigie e aprì la portiera, pagò in fretta l'autista e cominciò a correre velocissima verso l'aereoporto, guardando di tanto in tanto l'orologio.
Mancavano solo otto minuti. La ragazza senza fiato arrivò vicino al Check In e porse il biglietto, rossa in viso, poco prima che gli sportelli dell'aereo si chiudessero.
Appena fu sull'aereo, andò a cercare il suo posto. Prima classe, ovviamente. Si sedette e scoprì che vicino a lei c'erano un paio di ragazzi che l'avevano seguita con lo sguardo dal suo arrivo sull'apparecchio.
Si mise comoda sulla poltrona e tirò fuori il suo Mp3, il viaggio sarebbe stato lungo e stressante.

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Capitolo 3
*** Ce la farò! ***


Capitolo tre Salve a tutti! Eccoci con un altro capitolo, finalmente Rose sta per arrivare in America, e farà da subito conoscenze importanti.. Vedremo!
Buona lettura!
P.s. Vi faccio una domanda: preferite la storia raccontata in terza persona o con tutti i POV? Rispondete in una recensione, così mi baserò in base ai vostri desideri! (:



Le occhiate rivolte verso di lei non la facevano sentire molto a suo agio. Rose doveva contenersi parecchio per non mandare a quel paese quei due che non la smettevano di fissarla. Insomma, che c'era di tanto strano?
Guardò l'orologio per l'ennesima volta. Mancava solo mezz'ora, e finalmente sarebbe arrivata a Washington, poi il viaggio con il taxi e alla fine casa dolce casa.
Purtroppo, il suo vocabolario di inglese era scarso, e già da un paio d'ora continuava a domandarsi come avrebbe potuto farsi capire. Con suo fratello con lei era pià facile, ma per qualche giorno sarebbe rimasta sola. Si sarebbe messa d'impegno.

Il pilota avvisò l'imminente atterraggio, quindi Rose si allacciò la cintura e attese. Venti minuti dopo era all'uscita dall'aereoporto, e stava chiamando un taxi.
Si fermò accanto al marciapiede e la ragazza salì in fretta, prendendo dalla tasca il biglietto con su scritta la via dove abitava il fratello. Menomale che se l'era scritto, qualche errore lo faceva ma non era così tanto male.
Si accomodò sul sedile posteriore mentre il tassista, dopo aver caricato le sue valigie, mise in moto e partì verso Forks.
Guardò fuori dal finestrino, non era come in Russia, erano molto diverse le prospettive, ma anche lì non era male. Prese il cellulare e cercò sulla rubrica il numero di suo padre.
Due squilli, poi rispose una donna sulla quarantina. - Pronto?* - Rose sorrise e guardò di nuovo fuori. - Mamma, sono io, Rosaliya.* - Sentì un rumore strano. - Ah, ciao tesoro mio. Sei già arrivata a casa?* -
- No, non ancora, ma sono arrivata da poco meno di un'ora in America e sto andando verso Forks. E' carino, tutto sommato.* - Il tassista ogni tanto dava un'occhiata allo specchietto retrovisore, quella ragazza gli ispirava un qualcosa che non sapeva descrivere nemmeno lui.
- Immagino. Mi manchi piccolina, lo sai?*- Rose si fece per un istante triste, poi scrollò il capo e sorrise. - Anche tu mamma, mi manchi molto, ma dovevo venire qui. Sai, tutta quella faccenda..* - Si mise a giocare con una ciocca di capelli. - Lo so, tesoro, lo so, e se la tua volontà è questa, né io né tuo padre possiamo mettere bocca su nulla. Ma ricordati di stare attenta, sei ancora piccola amore... * - Rosalie lo interruppe bonariamente. - Mamma, non preoccuparti, infondo non sono da sola, c'è Dmitrij con me, e so cavarmela benissimo. Tu salutami Vadim, e digli che gli voglio bene. E, come procede il resto?* - Una risata cristallina partì dalla parte opposta della comunicazione. - Bene tesoro, sono eccitata ed entusiasta, e anche Vad lo è. Poi va beh, ogni tanto gli attacchi di nausea, ma nient'altro.* - Rosalie sorrise e mise a posto lo specchietto che aveva tirato fuori per darsi una controllata. - Bene mamma, sono davvero contenta, e mi raccomando aggiornami ad ogni piccolo mutamento! Ora ti lascio, devo cercare di non perdermi ancora prima di arrivare a destinazione! * - Sia lei che la madre scoppiarono a ridere, poi chiuse la chiamata.


Il tassista entrò in una via poco trafficata e Rosalie finalmente vide il cartello con la scritta 'Benvenuti a Forks.' - Scusi, quanto manca ancora? - La ragazza si avvicinò all'uomo e lui si mise a posto gli occhiali da sole. - Mancano dieci minuti, più o meno, non si preoccupi signorina. - Sorrise e tornò a concentrarsi sulla guida.
Rosalie si guardava attorno per memorizzare la città, e la trovò graziosa, non molto popolata, ma erano le sei di sera, non poteva aspettarsi molto.
Qualche minuto dopo, il taxi si fermò davanti a una casa a due piani, bianca con le persiane rosse, e la ragazza scese tutta elettrizzata. Il tassita la aiutò a scaricare le valigie e, dopo esser stato pagato, se ne andò facendo un cenno di saluto a quella incantevole fanciulla.
Rosalie rimase qualche minuto a guardare il quartiere, era tranquillo, tutte case con il giardino curato e alcune avevano anche la piscina, certo che Dmitrij si trattava bene.
Le chiavi di casa sono nel posto dove tu tenevi le caramelle. Rosalie si avvicinò alla cassetta della posta e, dentro a una busta con su scritto il suo nome, trovò un mazzo di chiavi nuovo di zecca.
Si avvicinò alla porta e posò le valigie accanto a lei e, dopo qualche tentativo, riuscì a prendere la chiave giusta e ad entrare in casa.
Subito il profumo di pini le riempì le narici, e socchiuse gli occhi per un istante, poi a passo svelto entrò dentro e portò, molto lentamente, le valigie in una camera spaziosa e soprattutto vuota.
Si buttò poi sul letto, e si fermò qualche minuto.
Non sapeva ancora come trovare le due ragazze, ma in qualche modo lo avrebbe fatto e, prima dell'arrivo di Dmitrij, sarebbe riuscita a compiere la sua missione.
Ma prima, un po' di riposo.
Aprì la valigia e tirò fuori un paio di vestiti, al resto ci avrebbe pensato poi. Si diresse verso il bagno, dopo averlo cercato, e aprì l'acqua per fare la doccia. Nel frattempo, prese il telefono e mandò un sms al fratello, per avvertirlo del suo arrivo.
Entrò nella doccia e si buttò sotto il getto d'acqua, chiudendo gli occhi e sospirando rilassata. Dopo essersi insaponata, prese lo shampoo e si fregò delicatamente i lunghi capelli.
Dieci minuti dopo uscì e si avvolse in un asciugamano, si sedette sul letto e tirò fuori il phon.
Si asciugò, si mise la camicetta da notte e si infilò fra le coperte, stravolta, e pochi minuti dopo si addormentò.




Il campanello suonò, e Rose si svegliò di soprassalto, guardandosi attorno confusa. Poi si alzò scocciata, si legò i capelli in una coda di cavallo alta e andò ad aprire.
Una ragazza bruna e non tanto alta la guardò scioccata e strinse i pugni. - E tu chi sei scusa?!? - Sbraitò. Rose subito pensò di essersi ritrovata davanti a una schizofrenica. - Io vivo qui, chi sei tu invece? - La guardò alzando un sopracciglio. Idiota. - Io sono la ragazza di Dmitrij, e non so chi sia tu ma non ti voglio vedere in questa casa un minuto di più! - Cominciò a urlare più forte fino a che una vecchietta si fermò a vedere cosa succedeva.
Rose sbuffò sonoramente. - Senti, fammi un favore, vai via da casa mia. - E rientrò, chiudendo la porta e lasciando la pseudo-fidanzata di Dmitrij fuori dalla porta a sbraitare ancora un po', da sola.
Scrollò la testa e rise. Una pazza. Andò in cucina a prepararsi colazione in fretta e, dopo essersi preparata e dopo aver preso tutto il necessario, carte di credito gold incluse, uscì di casa col sorriso e si avviò all'indirizzo che suo fratello le aveva lasciato scritto su un bigliettino.



Alice e Bella si erano appena svegliate, quando il campanello suonò un paio di volte. Alice si alzò per andare ad aprire scocciata, e quando una biondona incantevole le apparve davanti le venne quasi voglia di prenderla a pugni.
- Se vuole venderci qualche prodotto per la casa, creme di bellezza o roba del genere non siamo interessate, grazie! - Fece per chiudere la porta ma il tacco della ragazza bloccò la porta.
- Tu sei Alice Cullen? - Ok, era una stalker, e le faceva anche paura. - Come fai a sapere chi sono? Cosa vuoi da me? Sono armata! - Si guardò attorno e afferrò il bastone che sua nonna aveva dimenticato lì una settimana prima, dandosi della ridicola da sola.
La bionda la guardò sconvolta e arretrò di un passo. - Mio fratello mi ha parlato di te e di tua sorella, mi chiamo Rosaliya e sono arrivata ieri da Mosca. Sono qui per aiutarvi, mio fratello mi ha detto di farlo e non lo deluderò. - Sorrise e allungò una mano verso Alice, che dopo averla guardata sospettosa per qualche istante, la strinse titubante.
Nel frattempo Bella si era avvicinata per vedere cosa stava succedendo, e quando vide la ragazza sulla porta rimase a fissarla per un po'.
L'aveva già vista da qualche parte, in una fotografia forse, e le era familiare. - Ci conosciamo? - Affiancò sua sorella, guardandola male per il bastone, e tornò con lo sguardo sulla bionda. - Sì, tu devi essere Isabella, piacere di conoscerti. Sono la sorella di Dmitrij. Posso entrare? - Strinse la mano anche a Bella e si accomodò in casa senza attendere risposta.
Le due sorelle si guardarono senza capire nulla e la seguirono fino in salotto.
Rose posò una valigetta sul tavolino e si sedette sul divano, la aprì e tirò fuori una borsetta e dei tubetti strani, un paio di forbici e dei pettini.
- Mio fratello sa che voi vorreste cambiare aspetto, e mi ha chiesto di aiutarvi a farlo. Dov'è il bagno? -
Alice sapeva perfettamente che avrebbe dovuto essere arrabbiata con Dmitrij per aver fatto una cosa del genere, ma la ragazza le ispirava fiducia ed era davvero molto bella.
- E' la prima porta dopo le scale, ma noi dobbiamo ancora fare colazione.. - Alice si grattò la testa delicatamente e la guardò alzarsi.
- Nessun problema, io vado a preparare tutto e voi mangiate con comodo, quando avete finito venite di sopra. - Sorrise e si dileguò.


- Alice, secondo te dobbiamo fidarci? - Bella era seduta al tavolo in cucina e stava finendo di bere del caffè. Alice sorseggiò un po' di thè e guardò davanti a sè.
- Se devo essere sincera, non lo so. Potrebbe essere una truffatrice, Dmitrij non mi ha mai parlato di una sorella, nè tantomeno ho mai visto delle sue foto con lui. Ma il mio istinto dice di fidarmi, quindi sì, potremmo fidarci. Fammi fare una telefonata, tu vai di sopra, e se hai bisogno urla. - Bella scrollò il capo, posò la tazzina e il piatto nel lavandino e andò su di sopra.
Alice afferrò il cellulare e compose velocemente un numero.
- Pronto? - Si alzò e appoggiò una mano al bancone della cucina. - Dmitrij, perchè non ci hai detto niente di questa tua sorella? - Sperò con tutto il cuore che Rose fosse davvero sua sorella, o sarebbe entrata nel panico più totale.
- Volevo farvi una sorpresa, non ti sarai mica arrabbiata, vero Alice? - Sbuffò lievemente e sorrise. - No, sei il mio migliore amico, lo so che l'hai fatto per il mio bene. Grazie, non me l'aspettavo! -
- L'ho fatto con piacere, e mia sorella adora rifare il look alle persone. Trattatela bene, è preziosa. A presto Al, ti saluta tuo fratello. - Chiuse la chiamata e prese un lungo respiro.
Ancora non sapeva cosa doveva aspettarsi, ma in fondo al suo cuore sperava fortemente in qualcosa che le cambiasse la vita.





Spero vi sia piaciuto! Recensite numerosi! A presto, Alba97.







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Capitolo 4
*** Metamorfosi parte I, e chiamate perse ***


Capitolo quattro Salve a tutti! Finalmente la metamorfosi è cominciata, chissà come troveremo le ragazze.. Bando alle ciance, buona lettura!
P.S. Probabilmente dal prossimo capitolo troveremo i POV singoli, ancora non so, troverete l'avviso prima del capitolo!



Bella osservava attentamente quello che Rosalie stava facendo. Aveva preso delle ciotole e stava mescolando dei colori con un pennello da parrucchiera, e intanto le sorrideva.
La ragazza ancora non sapeva esattamente cosa le avrebbe fatto, ma credeva fortemente in lei e sperava in qualcosa che la rendesse diversa.
- Bella, tu metti questa. Spalma bene sul tuo viso e aspetta dieci minuti. - Le porse un tubetto di crema, e Bella la prese e cominciò a spalmare bene sul viso in modo omogeneo, poi si sedette su una sedia che aveva precedentemente portato davanti allo specchio e attese.
Alice comparve dalla porta e Rose le sorrise. - Finalmente! Io credevo che tu eri morta! - La fece sedere con la testa verso il lavandino e le pettinò i capelli all'indietro.
- Se ti fa male, dimmi, ok? - Alice le sorrise e fece di no con la testa.
Poi, ad un tratto, sentì che Rose le stava riempendo i capelli di colore, ed era curiosissima di sapere che colore avrebbe usato.
Rose cominciò a massaggiarle i capelli per rendere il tutto compatto, e li lasciò lì per qualche minuto. Poi, si sciacquò le mani e aiutò Bella a togliersi la maschera dalla faccia.
Sbarrò gli occhi quando la vide. - Bella.. hai visto..? - Bella toccò prima la sua faccia, poi lo specchio, infine la spalla di Rose. - Dio, è miracolosa quella maschera! - Non aveva più nemmeno una macchia rossa in faccia, ma per rendere il tutto ancora meglio, si mise un po' di crema idratante.
Perfetto, la pelle liscia come il culetto di un bambino.
Rose la fece sedere sulla sedia, e le osservò attentamente i capelli per capire cosa avrebbe potuto fare a lei.
Nel frattempo controllò la tinta di Alice, e sorrise.
Le sciacquò i capelli energicamente, glieli insaponò un paio di volte e li lavò per bene, aggiungendo un po' di balsamo alla fine.
Alice ancora non si era vista allo specchio, ma moriva di curiosità.
Rose afferrò un paio di forbici e il pettine e cominciò a tagliare i suoi capelli, e lì cominciò ad avere qualche dubbio, ma non osò domandare.
Li aveva tagliati fino a poco sotto le spalle, e forse era meglio così.
Qualche minuto dopo, nel lavandino c'erano un sacco di ciuffi di Alice, Rose li prese e li mise in un sacchetto, li avrebbe buttati via più tardi.
Prese il phon, la spazzola e cominciò ad asciugarle i capelli, mentre lei quasi si rodeva, era impaziente di vedersi.

Rose posò il phon e la spazzola, guardò Alice e sorrise. - Ora puoi guardarti. - Alice quasi schizzò in piedi, inforcò gli occhiali e si guardò allo specchio meravigliata.
- Sono davvero io quella?! - Quasi non ci credeva. Era davvero lei! E quegli occhiali ora non erano così tanto brutti.. o forse sì?
Rose scoppiò a ridere e andò a preparare altra tinta, stavolta per Bella.
Bella si sedette tutta eccitata sulla sedia e cominciò a battere il piede per terra, fremeva e non vedeva l'ora che Rose facesse il 'miracolo' anche a lei.


- Ragazze, siete bellissime. - Bella era ancora attonita, era.. fantastica! Un'altra persona!
L'unica pecca, era l'apparecchio ai denti.. Ma ancora per poco! Il giorno dopo sarebbe andata a fare l'ultima visita dal dentista e l'avrebbe finalmente tolto!
- Però siamo solo all'inizio, dobbiamo fare ancora molte cose.. Ma abbiamo ancora tempo! Alice, avrei bisogno dei tuoi occhiali, più tardi, così andiamo a comprare le lenti a contatto.. Sei d'accordo? -
Alice non esitò nemmeno un attimo, infondo quella ragazza era comparsa nella sua vita da poche ore e l'aveva già miracolata una volta!
Andò in camera, prese il foglio con su scritte le gradazioni da un cassetto del suo comodino e lo consegnò a Rose.
Tornarono in salotto tutte e tre, Rose posò tutte le spazzole, i tubetti e le ciotole nela borsa e si sedette sul divano.
Il telefono suonò, e Alice andò a rispondere. - Pronto? -
Una voce odiosa e squillante le spaccò quasi un timpano. - Alice, tesoro, sono io, Julia. Senti, in casa del mio fidanzato c'è una bionda psicopatica che si è intrufolata in qualche modo, non riesco a rintracciare in nessuna maniera Dmitrij e sono preoccupata. E se mi stesse tradendo con quella?! -
Alice sbuffò sonoramente. - Julia, non lo so, ok? Ciao. - Buttò giù la chiamata e scrollò il capo. - Non la sopporto più, è ufficiale. Sai Rose, credo che tuo fratello si sia rincretinito in questi ultimi tempi, o anche a casa vostra era così.. idiota? - Si sedette accanto alla bionda e la guardò.
- No, a casa nostra era abbastanza normale, ma se stai parlando di quella che stamattina è venuta a suonare al campanello e mi ha aggredita allora mi chiedo come riesce a stare con una così Dmitrij. -
Bella e Alice notarono che ogni cosa che Rose faceva, sia un minimo gesto, che ogni sua movenza, ogni suo sorriso, ogni sua parola, lo faceva con un eleganza innata, era davvero splendida.
Si guardarono per un istante e sorrisero, avevano pensato la stessa cosa nello stesso istante, e Rose le guardò confusa. - Ho fatto qualcosa di male? - Era preoccupata, forse in America certe cose non era carino dirle.
- No Rose, solo ho notato che sei.. non so come dire, sei.. speciale. Non so, hai un aspetto e un'eleganza talmente raffinati e delicati che fatico a capire come una come te non sia ancora una modella di fama come minimo nazionale. - Bella le sorrise.
- Oh, non credo di essere così tanto bella come dite voi, io sono solo una ragazza che cerca di essere piacevole, e non credo di essere molto brutta, ma.. -
 Alice la interruppe secca. - No, non dirlo nemmeno. Io non sono niente in confronto a te, e per quanto io possa amare mia sorella nemmeno lei la è. - Bella annuì, e si alzò.
 - Beh, ragazze, dopo aver constatato che Rose è davvero bellissima, credo che potremmo andare a fare un giro in città, così lei si può ambientare bene, infondo è arrivata solo ieri e credo non abbia visto molto.. E se troviamo qualcosa di carino lo possiamo prendere, no? -
Si alzarono tutte e due, si prepararono per uscire e Alice prese le chiavi della macchina. Probabilmente, la giornata sarebbe stata ancora molto lunga, ma che problema c'era?


Emmett aveva appena acceso il fuoco per il pranzo, dopo circa una ventina di minuti in cui i ragazzi avevano cercato un bel posto dove fermarsi a mangiare.
Jasper tirò fuori del pane e della carne, e cominciò a farla cuocere, aiutato da Edward.
Dmitrij si era allontanato un attimo per cercare dei fiori da fotografare, appassionato qual'era, e aveva lasciato il cellulare nel suo zaino.
Emmett si sdraiò sull'erba, appoggiò la testa sulle braccia e chiuse gli occhi, adorava la montagna e soprattutto adorava fare l'idiota senza che le sue sorelle lo beccassero ogni minuto. Insomma, aveva o no il diritto di divertirsi?
Sentì uno squillo, si toccò la tasca.
Non era il suo, così si mise seduto e prese lo zaino di Dmitrij, lo sentiva ma non riusciva a trovarlo. Frugò per un po', il telefono smise di suonare nel preciso istante in cui lo prese in mano. Cazzo.
Non riusciva a capire come vedere le chiamate perse, ovviamente quel simpaticone aveva il telefono impostato in russo e lui non capiva un accidente.
Sbuffò e fece per rimetterlo a posto, quando una cosa lo incuriosì.
La finestra che indicava la chiamata persa era proprio sullo sfondo del suo cellulare, ed era proprio quello ad aver colpito la sua attenzione.
Vide che fra i tasti principali, vi era raffigurata una casetta.
 Ci cliccò sopra, e quello che vide lo scioccò. Sullo sfondo c'era la foto di una ragazza bellissima, molto probabilmente una modella, bionda e con due occhi magnetici.
 Forse era russa, una bellezza così in America era davvero rara.
  Росалия (Rosalie in cirillico)
Vicino a quello spettacolo di ragazza, vi era una scritta, per Emmett illeggibile. Chissà chi era quell'incanto.
Sentì dei passi dietro di lui e posò immediatamente il telefono dentro allo zaino.
 - Emm, che stai facendo? - Troppo tardi.
- Ti suonava il telefono, ma non ho fatto in tempo a rispondere, e non so affatto usare il tuo telefono, è in arabo! - Emmett si scusò, ma Dmitrij non era arrabbiato. - Oh, grazie amico. Ma, ti vedo strano, tutto bene? -  
Lo fissò qualche secondo. - Per caso hai visto lo sfondo? -  Ora il russo sembrava preccupato, Emmett lo notò subito. - Sì, in effetti uno sfondo così non si può non notarlo. Chi è quello schianto, una modella russa per caso? - Il suo sguardo era malizioso, il suo sorriso anche, e Dmitrij in cuor suo sapeva che Rose, ben presto, sarebbe stata scoperta.
 Probabilmente stava sudando, e Emmett lo notò subito. - Ehi amico, devi dirmi qualcosa? -
Dmitrij non aveva la più pallida idea su cosa rispondergli. Per fortuna, l'intervento di Jasper lo salvò da una bruttissima e ingestibile situazione. - Ehi, venite a mangiare, è pronto! -
Di sicuro Emmett si sarebbe dimenticato presto di Rose, e il russo tirò un sospiro di sollievo.
Il problema era risolto, per il momento.




Angolino autrice: Bene, spero vi sia piaciuto, nei prossimi capitoli pubblicherò anche le foto di Alice e Bella, ma solo a 'metamorfosi' completata! Mi raccomando, recensite numerosi! A presto, un bacio, Alba97.





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Capitolo 5
*** Shopping, pioggia e imprevisti. ***


Capitolo cinque Salve a tutti! Noto con piacere che la storia è sempre più seguita, grazie *w* In questo capitolo, vedremo la fase due della metamorfosi e come i ragazzi si destreggeranno in una situazione piuttosto scomoda... E spero vi facciate due risate! Buona lettura!


Appena salite in macchina, Alice e Bella era elettrizzate, non vedevano l'ora di andare a fare del sano shopping, e con una come Rose avrebbero sicuramente fatto colpo! E menomale che lei aveva regalato un paio di completi alle sorelle, così non sarebbero uscite con quei.. "cosi", come li aveva definiti Rose.
- Ragazze, mi raccomando seguite me, se vi vedo con un solo.. gonnellone o un paio di pantaloni alla melasonofattaaddosso vi strozzo! - Scoppiarono a ridere tutte e tre e Alice uscì finalmente dal vialetto di casa, e vide che vicino a casa della ragazza e di Dmitrij c'era di nuovo Julia, che suonava furiosamente. Accostò un attimo, diede un colpo di clacson che fece sussultare l'oca e scoppiò a ridere. - Julia, è inutile che suoni, Dmitrij è al campeggio con mio fratello e un paio di amici! - Poi, ripartì sgommando e lasciando una ragazza che strillava in mezzo alla strada imprecando chissà cosa.
Rose scoppiò a ridere, poi sentì il telefono squillare. Lo afferrò e rispose. - Pronto? * - La voce falsa e odiosa che la ragazza tanto odiava le risuonò nelle orecchie.
- Ciao tesoro! Come stai? Mi manchi tanto sai? Soprattutto le nostre uscite insieme..* -
Alice e Bella notarono che Rose si era irrigidita. - Cosa vuoi, Iryna? * - La sua voce era scocciata, e avrebbe tanto voluto terminare in quel momento la chiamata.
- Oh, come sei acidella Rose, forse sei in astinenza? Ma sai che il tuo papà non lo sa, devo dirglielo io?.. * - Bella, seduta sul sedile anteriore, vide che Rose strinse i pugni; i suoi occhi erano come due fessure.
- Avanti, parla. * - Una risata malefica fece stizzire Rose ancora di più. - Brava ragazzina, portami rispetto. Volevo informarti, tesorino, che io e tuo padre ci sposiamo, a fine autunno. - Rose si scrocchiò le dita, nervosa. - Sono felice per voi. * - E chiuse la chiamata.
Alice e Bella si guardarono per qualche istante, poi guardarono lei. - Rose, tutto bene? - Rose sbuffò e incrociò le braccia al petto. - Quella stronza della fidanzata di mio padre crede di essere la mia padrona, e mi ha detto che si sposano a fine autunno. - Poi, sempre nervosa, scrisse un messaggio al fratello.
Alice accese la radio e fece partire il CD, quello che Dmitrij le aveva regalato qualche settimana prima.
Rose si animò sentendo la prima canzone. ( Вика Дайнеко - Клякса / Vick Dayneko - Macchia ). - Alice, come fai a conoscere questa canzone? - Spuntò con la testa fra i sedili e guardò entrambe. - Tuo fratello mi ha fatto un Cd, e probabilmente ha messo delle canzoni molto conosciute nel vostro Paese.. - Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Rose, dopo aver afferrato il suo telefono, si mise a cantare a squarciagola e le due sorelle, anche se un po' sconcertate, si misero a ridere e la stettero ad ascoltare, che bella voce aveva!
Arrivarono nei pressi di un grande centro commerciale, e Rose disse a Alice di fermarsi là. La ragazza, dopo aver cercato parcheggio, spense l'auto e tutte e tre scesero elettrizzate.
 - Siete mai venute qui prima d'ora? - Rose le guardò e loro, abbassato lo sguardo, negarono con la testa. - Beh, allora inauguriamo il vostro nuovo look qui! Ma.. Voi avete delle trousse? - Bella si schiarì la gola e Alice guardava in giro. Rose sospirò pesantemente. - Allora, dovete cominciare a farvene una, e come si deve! Menomale che ci sono io! -
Le trascinò verso l'ingresso del centro commerciale e si diresse subito verso una profumeria.
La commessa le raggiunse. - Salve ragazze, avete bisogno? - Rose la guardò e le sorrise. - Buongiorno, vorremmo vedere delle trousse complete di tutto, dai pennelli ai blush, rossetti, ombretti, mascara, matite, tutto ecco. - Le ragazze notarono che alla commessa si illuminarono gli occhi e le portò al reparto cosmetica, mostrò loro il posto di ogni oggetto e le lasciò scegliere.
Rose afferrò un paio di mascara, cinque o sei matite di diversi colori, rossetti, dal più chiaro al più scuro, lipgloss, due palette da 70 ombretti, venti pennelli che comprendevano quelli per le labbra, occhi, fard, blush, eyeliner e da sfumatura, quattro flaconcini di fondotinta liquido, sette o otto palette uniche di blush e terra insieme, della cipria in polvere, qualche eyeliner liquido, dei glitter per occhi, matite per labbra, del primer e, ovviamente, degli struccanti.
Bella e Alice erano scioccate, come avrebbero fatto in due giorni a imparare a mettere tutte quelle cose?
- E vorrei anche comprare un profumo, per me, possibilmente della Chanel. - La commessa le portò dei campioncini e Rose, dopo averli provati tutti su dei cartoncini apposta, ne scelse uno e la donna lo andò a prendere e andò alla cassa.
- Ragazze, volete comprare altro già che siamo qui? - Le ragazze scrollarono la testa, ancora erano sorprese per la quantità industriale di cose che Rose aveva preso per loro.
Alice si avviò per pagare alla cassa, ma Bella la precedette e porse la sua carta di credito. - Questa volta pago io, tu compri i vestiti sorellina. - Le sorrise e afferrò le numerose borse.
Rose pagò il suo profumo e uscirono, dirigendosi verso il primo negozio di vestiti. - Questo mi attira, sapete? Entriamo! - Le tre entrarono e subito videro tre vestiti fantastici in vetrina. - Rose, sabato organizzano una festa in spiaggia, è il compleanno di una nostra amica e il suo fidanzato ha detto di invitare chi vogliamo, ti va di venire? - Bella e Alice la guardarono e lei sorrise sincera. - Sarei onorata di venire! La mia prima vesta in America, wow! Dobbiamo comprare un vestito per l'occasione, e altri venti per tutti i giorni. - Risero tutte insieme e si diressero verso il reparto donna, al secondo piano.
Un commesso, abbastanza carino, le vide e tutto sorridente andò loro incontro. - Salve signorine! Come posso aiutarvi? Avete qualche preferenza? - Rose gli sorrise e si guardò intorno. - Beh, diciamo che prima di tutto ci servirebbero degli abiti per una festa in spiaggia, poi per una serata in discoteca e per tutti i giorni. - Alice e Bella la guardarono; accidenti, lei si che aveva le idee chiare!
Il commesso sparì e, dopo qualche minuto, riapparve con due appendini pieni zeppi di vestiti e un altro, trasportato da un collega.
Rose sorrise soddisfatta. - Mmh, già vi adoro. - Li guardò e sorrise. - Beh che dire, vi ringrazio, ma ora se permettete faccio io. - Il commesso si scansò e la lasciò fare. - Se avete bisogno di me, basta chiamare! Io mi chiamo François. - E si allontanò, lasciando le tre sole.
- Allora... Alice, tu prova questi.. - Rose le portò l'appendino al centro, poi diede l'appendino in fondo a Bella e prese il primo per sè.

- Ragazze, siete una favola! Compriamoli tutti! - Il commesso comparve da dietro e si sfregò le mani, sereno e soddisfatto. - Sono felice che i nostri abiti vi siano piaciuti! Ve li porto alle casse signorine, non preoccupatevi! - E sparì, come era apparso, con tutti i vestiti.
- Beh, ragazze, direi che per oggi può andare. - Alice sorrise e Bella corse ad abbracciare Rose. - Grazie, davvero. Se non ci fossi tu.. - Rose la guardò e la strinse a sè. - Oh, tesoro, grazie a voi, voi mi avete accolta a casa vostra, io ho solo voluto aiutarvi. - Scesero verso le casse, pagarono e uscirono dal negozio. - Ragazze, che ne dite, stasera andiamo a mangiare qualcosa fuori? - Bella le guardò, e le due annuirono. - Ma, dove andiamo? - Alice ci pensò un attimo, poi si illuminò. - Andiamo al locale dove lavora Angela! Chissà che faccia farà quando ci vedrà.. - Rose la guardò confusa e sospirò. - Mi sa che dovete presentarmi un sacco di gente.. Mi sento un po' tonta! - Le ragazze scoppiarono a ridere ed entrarono dall'ottico, per comprare le lenti a contatto per Alice.

- Ok, ora andiamo a casa, si comincia con le lezioni di trucco! - Alice e Bella si guardarono per un istante, salirono in macchina e psicologicamente si prepararono ad un lungo e faticoso 'cammino'.





I ragazzi avevano finito di mangiare da un po', e Dmitrij aveva deciso di schiacciare un pisolino, non era realmente stanco, ma non voleva che Emmett gli facesse altre domande su Rose.
Jasper ed Edward avevano notato che prima i due stavano parlando di una questione 'piccante', e volevano sapere tutto. - Emm, di che parlavate prima tu e il bello addormentato? - Edward scoppiò a ridere mentre Jasper ghignava.
In realtà adoravano il loro amico, e proprio per questo si stuzzicavano tutto il tempo.
- Beh, prima ho visto il suo sfondo.. E non immaginate nemmeno cosa c'è sopra. - Emmett si era fatto improvvisamente serio, e la cosa preoccupò realmente i due.
- Sentiamo, cosa c'è di tanto hot su quel telefono? - Emmett senza rispondere tirò fuori il telefono del russo e mostrò la foto ai due, che si zittirono all'istante.
- Ammazza, che schianto! E chi sarebbe questa pupa? - Jasper lo guardò con un pizzico di malizia nello sguardo, ma Emmett lo fulminò con un'occhiataccia.
- Non lo so, è quello che sto cercando di scoprire. E diciamo che non è stato il pranzo migliore della mia vita, soprattutto perchè il mio amico là sotto scalpitava, e non immagini i pensieri. - Jasper e Edward sghignazzarono.
- Io dovrei tacere, anche perchè sono felicemente fidanzato, ma a una così una bella ripassata gliela darei! - Edward diede una gomitata a Emmett, che lo minacciò scherzando.
Nel frattempo, Dmitrij si era svegliato ma aveva tenuto gli occhi chiusi, ascoltando senza farsi vedere i discorsi dei tre.
E gli vennero i brividi alla schiena, sentendo quelle parole. Lui era molto geloso della sorella, e in più lei era ancora piccola, aveva 16 anni e ne avrebbe fatti 17 un paio di mesi dopo.
Probabilmente appena Alice e Bella lo sapranno vorranno organizzarle una festa grandiosa, pensò, poi decise di aprire gli occhi.
I tre si girarono verso di lui, sentendosi improvvisamente in colpa. Dmitrij si mise a sedere e guardò Emmett sconsolato.
- Se vuoi farti i filmini fatteli, ma non con il mio telefono! - Il russo si riprese il telefono e mise un codice segreto per lo sblocco, ovviamente nella sua lingua madre. Non era arrabbiato, suvvia anche lui avrebbe fatto così con una bellezza del genere, ma la sua sorellina.. No, non poteva pensarci.
Ad un tratto, un tuono in lontananza. - Ehm.. Ragazzi, credo che fra qualche ora pioverà.. - Edward fece una smorfia e sbuffò.
- Mi sa che stasera sarà meglio rientrare in città, guardate che nuvoloni! - Emmett si buttò con la schiena sulla coperta. - Allora dovrò avvisare le mie sorelle che torno oggi, o mi fanno il mazzo! I miei non tornano ancora, quindi se volete potete venire da me. - Afferrò il suo telefono e fece per comporre il numero, ma Dmitrij lo bloccò.
- Le chiamo io, devo parlarci un attimo. - Emm lo guardò sorpreso, ma lo lasciò fare.

- Pronto? - La voce di Bella lo fece alzare e allontanarsi. - Bells, sono io, Dmitrij. C'è un cambio di programma, sta per venire a piovere e stasera torniamo a casa, puoi avvertire anche le altre? - Sussurrava, non voleva farsi sentire dagli amici.
- Come stasera?! E noi come facciamo a.. - La sua voce quasi isterica lo costrinse ad allontanare il telefono dall'orecchio.
- Non strillare! Lo so che è difficile ora, ma non abbiamo scelta, o torniamo a casa o ci becchiamo il temporale! Io cerco di distrarre tuo fratello e gli altri , ma voi sbrigatevi! Siete già tornate dallo shopping? - Bella rimase un attimo in silenzio. Come faceva a sapere della loro uscita? Rose, ovviamente.
- Sì, stiamo per cominciare, e vedremo di darci una mossa, ci vediamo stasera. - Dmitrij sorrise, adorava sia lei che Alice.
- Salutami Alice e dai un bacio da parte mia a tusaichi. - Chiuse la chiamata e guardò gli altri. - Ok, meglio partire se non vogliamo inzupparci! - Alcune gocce cominciarono a scendere, i ragazzi fecero su la loro roba in fretta e furia e la caricarono in macchina, salirono in fretta e Emmett mise in moto. - Beh, almeno abbiamo mangiato. - Scoppiarono a ridere e accesero la radio.


Bella chiuse la chiamata, cosa potevano fare in... tre ore?! Ci voleva un altro miracolo! Corse in bagno, dove Rose aveva già cominciato a truccare Alice. - Ragazze, Dmitrij e gli altri stanno tornando a casa, sta arrivando un temporale da quelle parti e non vogliono beccarsi la pioggia! - Rose si bloccò a mezz'aria, con il pennello del fondotinta fra le mani e la bocca spalancata.
- Accidenti, ci vorrà un miracolo! - Alice entrò in panico, e ora?!




Angolino autrice: Oh-oh, cambio di programma! I ragazzi stanno tornando, ma ce la farà Super-Rose a sistemare le ragazze e a prepararsi in tempo? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Un bacio, recensite numerosi! A presto, Alba97.

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Capitolo 6
*** Verdetto finale ***


Capitolo sei Salve a tutti ragazzi! Come state? Purtroppo, come ho già detto nelle altre FF, pubblicherò i capitoli meno frequentemente, causa scuola ._. Comunque, passano al capitolo, stavolta incontreremo altri personaggi (so cosa state pensando, sono daaaavvero tante le persone in questi capitolo) e le ragazze finalmente saranno trasformate. Siete pronti?! Buona lettura!


Rosalie non si perse d'animo. - Quanto tempo ci rimane? - Chiese a Bella, mentre con il pennello passò del fondotinta sulla faccia di Alice.
- Tre ore, all'incirca.. - Bella si sedette sul marmo vicino al lavabo, osservando attentamente le due ragazze. Come accidenti faceva Rosalie ad essere così.. così bella? Accidenti, lei e sua sorella non erano affatto male, ma lei era.. era davvero bellissima.
Un pizzico di invidia le salì, ma lo scacciò via con un gesto della mano.
- Se vuoi io posso andare a scegliere un vestito di quelli che abbiamo comprato prima, e tu mi dici con cosa abbinarlo, almeno ci portiamo avanti con il lavoro! - Rosalie scoppiò a ridere.
- Vedo che impari in fretta Bella! Vai, io finisco con Alice e poi vieni tu. - Bella corse in camera, dove aveva posato le borse, e cominciò a osservare i vestiti.
Qualche ora dopo sarebbero andati tutti insieme a mangiare al ristorante dove lavorava una loro grande amica, Angela, ma non sapeva come doveva vestirsi. Non era molto elegante, era un ristorante cinese ma non a cinque stelle, quindi..
- Allora?! - La voce di Rose la fece sobbalzare. - Secondo te cosa ci si deve mettere ad un ristorante cinese?! - Silenzio.
- Qualcosa di non troppo elegante, ma sexy! - Bella era ancora più confusa.
Tornò in bagno con la faccia sconvolta e le due si misero a ridere. - Vengo io ad aiutarti fra poco. - Alice era quasi pronta. Era uno spettacolo! Rose le aveva contornato gli occhi con una matita nera e una bianca, poi le aveva fatto delle sfumature sulla palpebra mobile di tre colori. - Come si chiama questo trucco, Rose? - La russa finì di passare il rossetto ad Alice e guardò Bella.
- E' una specie di smokey eyes, una variante che ho trovato tempo fa su un sito russo di make up. - Sorrise, mentre Alice si guardava incredula allo specchio.
Era davvero lei?! Non poteva crederci. Non sembrava affatto lei, accidenti!
- Oddio ma sono fantastica. - Bella e Rose scoppiarono a ridere mentre Alice avvicinava l'indice allo specchio per capire se era davvero lei o un'altra.
- Forza, andiamo a scegliere i vestiti per Alice e poi trucchiamo Bella. - Rose raggiunse la camera. - Di chi è questa camera? - Si girò verso le sorelle.
- Questa è di nostro fratello, infatti si vede che è abitata da un troglodita. - Rosalie le guardò un attimo confusa.
- Voi avete un fratello? E cosa vuol dire troglodita? - Era certa che fosse una parola poco carina, ma non sapeva esattamente cosa volesse dire.
- Sìsì, abbiamo un fratello, non te l'ha detto Dmitrij? - Alice la stava guardando, mentre Bella cercava sul traduttore la parola russa che corrispondesse più o meno a troglodita.
- No, Dmitrij mi ha detto che andava a fare campeggio con amici, ma non ha detto che voi avete un fratello. - Sembrava curiosa, voleva sapere chi era questo ragazzo e se per caso l'aveva già visto.
- Strano, pensavo te ne avesse parlato. Sono andati lui, nostro fratello e due loro amici, mentre le loro fidanzate sono a casa. - Alice e Bella erano livide, e Rose lo notò subito.
- Qualcosa non va? - Le guardò, poi cominciò a scegliere degli abiti da far indossare loro.
Oh sì, c'erano tante cose che non andavano. Prima di tutto, loro erano molto più belle delle due oche che stavano con Jasper ed Edward, e anche più simpatiche. E poi, come potevano due ragazzi comunque normali a stare con due così invece che con loro?
La cosa le faceva innervosire, e non sapevano che fare.
Rosalie comprese immediatamente. - Oh ragazze, non preoccupatevi di questo. - Posò i vestiti che aveva scelto e si avvicinò a loro.
- Vi do la mia parola, vi aiuterò. - Le abbracciò e si strinsero qualche istante, poi si staccarono.
- Forza! Alice vestiti e tu, Bella, vieni con me, abbiamo un sacco da fare ancora! -
La trascinò nel bagno e la fece sedere, poi cominciò a truccarla. Sarebbe riuscita nel suo intento?



Emmett continuava a guidare in silenzio, quei tre si erano addormentati da un pezzo e lui doveva restare sveglio per forza, ma non gli dispiaceva più di molto.
Accese l'autoradio e la abbassò un po', poi cominciò a scorrere le tracks fino a quella che gli interessava (Mama Lover- Serebro). Dmitrij gli aveva parlato di una canzone uguale in russo, ed era curioso di sentirla, magari era la stessa.
Ma, oltre a quello, il suo pensiero fisso era uno in particolare. Chi accidenti era quello schianto di ragazza? Avrebbe voluto chiederlo al suo amico, ma sapeva perfettamente che avrebbe sviato il discorso o non gli avrebbe proprio risposto, quindi rinunciò in partenza.
Ma doveva scoprilo assolutamente, da ore ormai non faceva che pensare a quelle gambe e a quel fondoschiena da urlo, anche se era bellissima dalla testa ai piedi.
Avrebbe fatto qualunque cosa per conoscere quella ragazza, ma forse Dmitrij gli nascondeva qualcosa.
Il suo telefono vibrò, lo tirò fuori e mise il vivavoce.
- Emmett, sono Alice. Dove siete? - La sorella sembrava agitata, ma che avevano tutti quel giorno?! - Non lo so Alice, mancano ancora due ore, che fretta hai? Non ci vediamo da ieri mattina e già ti manco così tanto? - La sua voce sprezzante fece sbuffare Alice.
- Sei sempre simpatico, fratello. Spero ti si incastri il piede in un buco fino a farti cadere in una pozzanghera di fango, ciaoo! - E chiuse la chiamata.
Emmett era simpatico e dolce, certo, tranne che con le sue sorelle. Le adorava, ma adorava ancora di più dare loro fastidio.
E visto che le conosceva forse più di sè stesso, sapeva perfettamente come fare i dispetti alle sue povere sorelline.
Anche se, accidenti, continuava a chiedersi come faceva ad essere così diverso da loro, che si curavano poco e niente e che, infondo, erano belle quanto lui, modestia a parte.
Le aveva viste al mare, l'anno precedente, e non erano per niente brutte, e lo pensavano anche altri ragazzi, con cui sono usciti un paio di sere e i quali non facevano che provarci con loro, cosa che dava molto fastidio ad Emmett; ma che ci poteva fare, infondo le sue sorelle meritavano quelle attenzioni come le meritava lui.
- Ma che fai, bel pensieroso? Mediti sulla tua futura dolce metà? - La voce di Jasper lo destò e per poco non sbandò. Frenò di scatto facendo svegliare gli altri due.
- Dico ma sei scemo?! - Edward si svegliò bruscamente e lo guardò male.
- Ma non è colpa mia, 'sto idiota di Jasper m'ha fatto venire un colpo! - Jasper scoppiò a ridere. - Sei tu che ti fai viaggi mentali! -
Emmett ripartì e continuò a guidare, stavolta cercò di pensare il meno possibile alla ragazza misteriosa anche se gli veniva molto difficile.
- Chi mi dà il cambio fra un po'? - Nessuna risposta. Che bello Emm, sei fottuto.
- Oh eddai! - Edward fece capolino con la testa. - Va bene bellimbusto, guido io. -
Emmett sorrise e, appena trovò un posto, accostò e fece salire Edward al suo posto.
Si buttò sui sedili posteriori accanto a Dmitrij e si stiracchiò per bene, e stava per appisolarsi beato, quando...
- Ma cazzo 'sto telefono! - Sbottò, facendo ridere Jasper. - Emmett, ti amano tutti! -
Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo e rispose.
- Qui Emmett, chi parla? - Una voce dolce e sensuale gli arrivò fino alle orecchie, facendolo svegliare del tutto.
- Ciao Emmett, ti ricordi di me vero? - Il suo sguardò s'accese e si mise comodo sul sedile.
- Come posso dimenticarmi di te, dolcezza? - La sua voce era maliziosa, e Dmitrij gli tirò una gomitata.
Era quello che lo spaventava più di tutto. Emmett e gli altri erano fatti così, una botta e via. E per nessuna ragione al mondo doveva succede così con sua sorella, o avrebbe fatto casino.
L'amava come nemmeno suo padre aveva fatto in tutta la sua vita, e la considerava come di cristallo, fragile e preziosa.
E in più era pure bellissima, e questo anche se lo rendeva orgoglioso lo preoccupava, poteva essere preda di qualche ragazzo montato che non vedeva l'ora di farci cose che non possono essere dette.
- Oh certo tesoro, stasera sono libero. - Appunto, Emmett quella sera si sarebbe divertito con quella tipa che ha conosciuto settimane prima in discoteca e avrebbe, forse, lasciato in pace Rosalie.
Dmitrij era più che certo che così non sarebbe stato.



Un paio d'ore dopo.


- Oddio sei fantastica! - Alice strillò quando vide sua sorella sfilare, anche se incerta, sui tacchi e con quei vestiti fantastici.
- Mai quanto voi due! - Si sedette sul letto e fissò Rosalie. - Come fai a portarli per ore? Io sono già stanchissima! - La ragazza scoppiò a ridere.
- Abitudine, solo questo. E un po' di fortuna! - Le guardò e sorrise soddisfatta. - Ora posso prepararmi per uscire, ma avete avvertito gli altri? - Alice e Bella sgranarono gli occhi.
Quest'ultima afferrò il telefono. - Dmitrij? Si, sono sempre io. Stasera andiamo a mangiare fuori tutti insieme, vero? - La risposta la fece subito contenta.
- Sì, viene anche tusaichi e fai venire anche l'oc.. Julia. Così siamo un po' e cominciamo a fare le presentazioni. - Poi chiuse la chiamata.
- Sì, li ho avvertiti. - Sorrise a trentadue denti, mentre Rose si alzava dal letto.
- Venite con me? - Si diresse nuovamente in bagno, prese la trousse e cominciò a truccarsi sotto lo sguardo attento delle due.


- I RAGAZZI SONO ARRIVATI! - Alice saltò giù dal letto sentendo la voce della sorella e si agitò.
Cosa avrebbero detto gli altri? E soprattutto, Jasper l'avrebbe finalmente notata?
Scese lentamente verso il salotto, seguita da Rosalie che forse era più agitata di lei.
La porta si apriva lentamente, e la mano di Dmitrij si affrettò a non farla sbattere contro il muro.
E la prima cosa che vide, furono tre angeli caduti dal cielo e quello più bello, infondo, tutto per lui.



Angolino autrice: Ok ragazzi, eccoci finalmente al momento che stavate aspettando! Cosa diranno i ragazzi quando vedranno i nostri tre 'angeli'? Spero vi sia piaciuto, alla prossima! Alba97




La nuova Bella


La nuova Alice






  Acconciatura Rosalie




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Capitolo 7
*** Incanti ***


Capitolo sette Salve a tutti! Vedo che la storia è abbastanza seguita, ma mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate, se avete qualche dubbio o avete dei consigli da darmi. Accetto anche le critiche! (:
Bene, finalmente scopriremo cosa penseranno i ragazzi della trasformazione e dell'arrivo della nostra biondona :3 Siete pronti?
Buona lettura!!




Alice trattenne il fiato, in attesa. E si accorse, lentamente, di come la sua vita, in soli due giorni, era cambiata radicalmente; Rosalie era spuntata nel mondo suo e di sua sorella come dal nulla, e in poche ore aveva fatto ciò che loro due non avrebbero mai fatto.
Loro fratello probabilmente avrebbe pensato di essere in un sogno, e per convincerlo del contrario ci avrebbero dovuto lavorare parecchio, ma non avevano fretta, nè causava loro problemi. E i loro genitori? Chissà, forse si sarebbero sorpresi più che per il figlio maggiore.
Dmitrij aveva superato la soglia di casa, aprendo con le chiavi di Emmett. E guardava verso di loro, incredulo. Rosalie, nel frattempo, si era mostrata un attimo ed era scomparsa in cucina, voleva lasciare il giusto spazio alle due.
- Ragazze, ma... ma siete davvero voi? - Il tono di voce del ragazzo era sorpreso, ma non più di tanto, doveva aspettarselo, con una sorella così, un tale cambiamento.
- Sì Dmitrij, che c'è, sorpreso? - Alice era curiosa, davvero curiosa di sapere se sarebbe riuscita a conquistare quel bel fustacchione che stava per varcare la porta.
- Siete bellissime. - Esclamò Dima**, mentre Emmett e gli altri due posarono gli zaini a terra increduli.
- Chi accidenti sono queste? - Emmett, il solito, se ne uscì con questa domanda stupida, e quando si girarono verso di lui sgranò gli occhi.
- No, non potete essere le mie sorelle. - Continuava a scrollare il capo, e intanto si guardava attorno. - E' uno scherzo, dove sono le telecamere?! - Cominciò a girare per la sala, e fortunatamente non pensò di andare verso la cucina.
- Emmett, sei sempre un amore. - Bella gli fece una smorfia e andò a chiudere la porta, sotto lo sguardo indagatore di Edward.
- Che vi è successo? - Jasper, dietro di lui, le guardava come se non avesse mai visto due ragazze prima d'ora.
- Un angelo ci ha aiutate. - Sorrise Alice, e si girò verso Dmitrij che aspettava il momento in cui lei si sarebbe fatta vedere.
I tre, invece, sembravano confusi e si sedettero sul divano.
- Emmett, lo sai vero che stasera andiamo tutti a cena fuori? - Alice incrociò le braccia al petto e lo guardò.
- Sì, e allora? - Lui si stravaccò tranquillamente, sfacciato, come sempre; sia Alice che Bella lo detestavano quando faceva così, pensava di essere superiore e di avere tutti i lussi, ma non era affatto vero. Ma la loro piccola ripicca sarebbe arrivata quasi subito.
- Beh, sai, visto che non saremo solo noi sette, ma ci sarà una persona in più... - Alice faceva la vaga, voleva attirare la sua attenzione e sapeva di esserci riuscita, ma il signore sapeva nasconderlo bene.
- Alice, Bella, lei dov'è? - Dmitrij aveva perso la pazienza e, ansioso, le guardò.
- Chiamala, e lei arriverà. - Bella gli sorrise, forse ne aveva parlato prima con Rose e si erano messe d'accordo.
- Principessa, vieni dal tuo fratellone!* - Nessuno aveva la minima idea di cosa avesse detto, ma la bionda spuntò dalla cucina e corse incontro al russo che, entusiasta, la afferrò per i fianchi e le fece fare una giravolta, ridendo.
- Dmitrij, mi sei mancato così tanto! Senza di te non riuscivo più a vivere con quella famiglia di pazzi. * - Dmitrij la strinse a sè, dopo averla appoggiata a terra, e la guardò negli occhi.
- Anche tu mi sei mancata, e ti prometto che d'ora in avanti non ci separeremo più.* - Appoggiò la fronte contro quella della sorella, e le baciò dolcemente la guancia, vicino alle labbra.
Intanto, i tre sul divano erano rimasti spiazzati. Era la ragazza del telefono, accidenti!
Capirono, troppo tardi, che Dmitrij non aveva avuto la minima intenzione di dire chi era quello splendore perchè l'avrebbero conosciuta, e si pentirono delle parole che avevano detto. Tutti, tranne Emmett.
- Ok ragazzi, lei è Rosaliya, mia sorella. - Li guardò, dopo essersi allontanato di mezzo passo da lei. Il suo sguardo era molto allusivo, e i tre capirono che il ragazzo, quel pomeriggio, aveva sentito tutto. Ma proprio tutto.
- Piacere ragazzi, Dmitrij mi ha parlato molto di voi. - Rosalie allungò una mano verso Edward, poi Jasper e infine Emmett, e si chiese quale fosse il fratello di Alice e Bella.
Sperò, per un istante, che fosse quello moro, perchè lo trovava davvero molto carino. E qualcosa di più.
- Rose, Emmett è il fratello di Alice e Bella, mentre gli altri sono nostri amici.* - La ragazza esultò mentalmente, e sorrise soddisfatta a Dmitrij.
Il ragazzo la guardò stranito, ma prima che potesse fare domande squillò un telefono.
Rosalie guardò sul display del suo cellulare, e sbuffò sonoramente.
- Dmitrij, rispondi tu, non ho voglia di parlare con lui.* - Lo passò velocemente al fratello e guardò Alice e Bella.
- Allora, come avete detto che si chiama questa... ragazza? - Raggiunse le due ragazze, e i tre rimasero soli dal divano.
Emmett la fissava, in silenzio, e la sua mente viaggiava, pericolosamente, arrivando a pensieri non bellissimi.
Da ore non faceva che farsi domande su di lei, su come avrebbe potuto conoscerla, e se mai l'avrebbe vista in vita sua. E in quel momento, trovandosela così all'improvviso di fronte, pensò di sognare, o solo che la Provvidenza era stata buona con lui. Molto, forse troppo buona.
Le sue gambe, scoperte, erano semplicemente perfette; il suo fondoschiena, fasciato da quella minigonna nera, lo mandava in tilt, e gli faceva venire in mente certe cose poco fini; il top che indossava, poi, lo stava stordendo, e una domanda gli frullava in testa: aveva il reggiseno? Non riusciva a capirlo, ma se non lo avesse avuto, beh sarebbe letteralmente schiumato.
Emmett stava sudando, e prima che la situazione potesse sfuggirgli, si massaggiò gli occhi e guardo gli amici di fronte a lui.
- Vado a fare una doccia, se volete farla pure voi usate gli altri bagni. - E senza sentire la loro risposta, passò velocemente accanto alla bionda, sfiorandole un braccio, e si avviò verso il bagno, sentendosi i pantaloni sempre più stretti e scomodi.
Jasper, in cuor suo, capiva perfettamente lo stato d'animo dell'amico, non aveva mai visto Alice così... così decisamente sexy. Gli occhiali erano spariti, il trucco era ben fatto e le stava divinamente, e i vestiti poi...
E notò che anche Edward era preso da un senso di ansia, e il suo sguardo era fisso sul sedere di Bella. Avanti, erano fidanzati entrambi, e non avrebbero dovuto avere altri pensieri se non sulle loro ragazze.
Oh, ma a chi la volevano dare a bere? Avevano avuto per tutto quel tempo due così sotto il naso, e non le avevano nemmeno calcolate, e quando finalmente loro diventano veramente belle, ci sono di mezzo Molly ed Heather.
Si sarebbe preso a sberle da solo, Edward.
Accidenti, Bella era molto, molto meglio di Molly. Anche il nome lo era, e la simpatia non era nemmeno paragonabile.
Ma per ora non avrebbe potuto fare nulla, aveva tempo.
Dmitrij passò nuovamente il telefono alla sorella che, scocciata, rispose.
- Che cosa vuoi, papà?* - Si sedette sul divano, osservata da Edward e Jasper.
- Tesoro, vorrei sapere perchè sei così astiosa con me e con Iryna.* - Rosalie avrebbe voluto chiudere la chiamata all'istante, ma non lo fece.
- Perchè mi chiami in piena notte per farmi certe domande? Non c'è nemmeno bisogno di chiederlo, sai? Quella ha una manciata di anni più di tuo figlio, e sta per diventare tua moglie. E si è infilata in casa tua dopo pochi mesi di fidanzamento, e ti spilla soldi da sotto il naso, ma tu non te ne accorgi nemmeno, accecato dal cosidetto 'amore' che provi per lei. Ti basta, Konstantin?* - La voce di suo padre, lentamente, si indurì.
- Non chiamarmi per nome, lo sai che non lo sopporto! Perchè ti dà così tanto fastidio, che cosa ti ha fatto Iryna? Ha sempre cercato di farsi piacere da voi, e il vostro contributo? Avete cambiato continente!* - Rosalie sbuffò sonoramente.
- Konstantin, non ho voglia di parlare. Buona notte!* - Buttò giù la chiamata, stavolta, e si alzò dal divano.
- Dmitrij, tu non ti prepari? - Lo guardò sorridendo. Alice e Bella si avviarono, nel frattempo, verso la scarpiera.
- Sì, ora vado a casa a cambiarmi e a fare una doccia, poi torno qui. - Si avvicinò alla sorella, e dopo averla presa fra le braccia le stampò un altro bacio dolcissimo sulla guancia, fece lo stesso con le altre due e si avviò verso la porta d'ingresso.
Appena fu fuori, le ragazze corsero da Rosalie e cominciarono a tempestarla di domande.
- Rose, ma è vera la cosa che nella tua famiglia si usa darsi baci a stampo tra fratelli? -, oppure, - Rose, siete davveri tanto legati tu e Dmitrij? - o anche, - Credi che ci abbiano guardate in maniera diversa? - e la ragazza, dopo essere scoppiata a ridere, le guardò.
- Sì, nella mia famiglia di solito si fa così, ma mio fratello ha detto che qui non posso farlo e non lo farò, anche se siamo davvero legatissimi. - Ma non rispose all'ultima, anche se sapeva perfettamente che quei due le avevano mangiate con gli occhi.
Ed Emmett?
- Comunque Dmitrij ha una foto tua sul suo cellulare come sfondo. - Bella abbassò la testa dopo aver informato Rose, e lei sorrise.
- Anche io ho una sua foto sul mio cellulare come sfondo. - E la mostrò loro, facendole arrossire.
- Ma perchè voi russi siete tutti così spigliati e noi invece no?! - Alice si lamentò, prendendo dalla scarpiera un paio di ballerine nuove di zecca.
- Ma non dire così, ci vuole un po' di autostima, tutto qui. Forza, prova anche tu! - Le fece indossare le ballerine, e la fece mettere in posa.
Un Click! e la foto era fatta. - Sei fantastica, cavolo! - Bella guardò sul telefono della ragazza e ne rimase così entusiasta da voler provare anche lei.
- Visto? Non è tanto difficile. - Sentirono dei passi, e si girarono a tempo verso le scale.
Emmett ed Edward stavano scendendo a tempo, e a fatica Bella riuscì a contenere un'esclamazione di grande piacere nel vederlo così... bello.
Anche Rosalie, nascondendolo bene, si mostrò contenta nel vedere arrivare quel ragazzo così diverso da lei.
- Ok ragazze, noi siamo pronti... Dmitrij dov'è? - Il moro, cercando di guardare il meno possibile colei che lo aveva portato a cose che non faceva ormai da tempo, si avvicinò alla porta di ingresso e prese le chiavi di casa, prima di scordarsele.
- Dmitrij è andato a casa a farsi la doccia.* - Rosalie non se ne accorse nemmeno, e nemmeno si accorse delle facce sconvolte dei presenti nella stanza.
- Che c'è? - Li guardò quasi spaventata, che cos'aveva fatto?
Jasper spuntò dal bagno a piano terra, si era cambiato ed era pronto per uscire. E ad Alice per poco non schizzarono gli occhi fuori dalle orbite, ma si abbassò verso la scarpiera fingendo di indossare dei tacchi.
- Metti quelli neri, stanno benissimo con quel completo! - Rosalie si avvicinò quasi di corsa verso la ragazza incerta e afferrò le scarpe giuste, accucciandosi.
E il povero Emmett, di fianco a lei, dovette spostare immediatamente lo sguardo, per non farsi seriamente male.
- Vado a fumare, sbrigatevi. - E borbottò altre parole, che nemmeno lui comprese realmente, uscendo velocemente dalla porta dopo aver afferrato la giacca.
E si rese conto che faceva troppo caldo per indossarla, e anche di aver preso quella di sua madre.
Tornò indietro a posarla, sbuffando, e si avviò verso la sua macchina, una Range Rover nera fiammante.
Amava quel gioiellino, che aveva comprato con i soldi accumulati negli anni e regalati da vari parenti per il sedicesimo compleanno; la adorava sia per la sua stazza, che per cosa poteva farci dentro.
Le ragazze che frequentava (erano davvero, davvero tante) amavano tanto quanto lui quel macchinone, perchè quando vi salivamo sapevano di aver attirato la vera attenzione di Emmett su di loro; e poi va beh, si sa.
Tirò fuori il pacchetto di sigarette, ne prese una e la accese, inalando fino in fondo quella che lui considerava quasi una droga; precisiamolo, lui non fumava spesso, anzi solo ogni tanto, ma quando lo faceva, doveva essere in uno stato confusionale, o nel pieno di uno sbalzo umorale davvero drastico.
Le sue sorelle non apprezzavano affatto questo suo piccolo 'sfizio', o 'vizio', come lo chiamavano loro, mentre i genitori non potevano fare altro che dargli la libertà di farlo, anche se non andava a genio nemmeno a loro, ma era maggiorenne e doveva decidere lui per il suo bene.
La sigaretta rimase incastrata fra le sue labbra, mentre lui si guardava attorno cercando un qualcosa su cui concentrarsi. Ma non ci riusciva, l'attrazione e il desiderio carnale erano troppo forti da vincere.
Così, tirò ancora una volta e si beò dell'aroma che gli lasciò in bocca.
Intanto, gli altri cinque uscirono di casa e Bella chiuse a chiave la porta, raggiungendo Emmett che, lentamente, stava finendo di fumare.
- Dobbiamo aspettare tuo fratello? - Alice guardò la bionda che sorrise e strinse la pochette fra le mani.
- No, ha detto che andav
a a prendere la paz.. la sua ragazza e ci raggiungeva al ristorante. - Rose si aggiustò il rossetto chiaro con la punta dell'indice, e guardò le due sorelle.
- Vi prego, possiamo ascoltare il CD con le canzoni di oggi? - Le guardò implorante, e Alice andò a prenderlo dentro alla sua macchina in un attimo.
Emmett le guardò sospettoso, e lo stesso fecero gli altri due.
- Che cos'è? - Prese il CD cercando di essere il più delicato possibile, poi lasciò spegnere la sigaretta e aprì la macchina, si sedette nuovamente al posto di guida e accese la radio, inserendo il disco.
Intanto Alice, Jasper, Bella ed Edward si infilarono nei sedili posteriori, lasciando Rosalie davanti con il moro.
Che cominciò a disperarsi, sapendo che nelle condizioni in cui si trovava avrebbe potuto provocare un incidente in meno di cento metri.
- Forza Emmett, ce la possiamo fare! - Alice e Bella lo presero in giro, e lui accese la macchina e fece rombare il rumore in segno di ripicca.
- Alice, Bella, voi non avete mai fatto quello che facciamo noi in Russia con vostro fratello? - Rosalie spuntò con la testa fra i sedili anteriori per poterle vedere bene in faccia, e scoppiò a ridere nel vederle talmente sconvolte e disgustate.
- Per quanto io possa volergli bene, non oserei mai farlo! E credo che nemmeno Bella oserebbe. - Le due assunsero una smorfia di ribrezzo non paragonabile a tutte quelle rivolte a loro negli ultimi tempi.
- Però a me piacerebbe vedervi, secondo me sareste tenerissimi. - Bella sorrise innocente, e a Rosalie fece davvero piacere.
- A me non dà fastidio, è mio fratello e lo adoro. In più, mi ha praticamente salvato la vita tante volte. - Non aggiunse altro, il CD era partito e la canzone modificata da Dmitrij rimbombò dentro all'abitacolo, facendo scatenare tutti, guidatore compreso.
Ovviamente, l'unica che capiva le parole era Rosalie, ma non ci diedero molto peso.  (Nyusha - Ne Perebivaj).
- Che ne dite se dopo cena andassimo al locale dove si balla, quello non molto lontano da scuola? - Jasper se ne uscì così, e a tutti parve una bella idea.
- Vendono vodka in questi locali? - Rosalie fece un sorrisino, ed Emmett pensò che così era davvero, davvero da impazzire. Se non ci fossero stati quelli là dietro, non sarebbe nella condizione di poter fare domande, affermazioni o semplicemente stare seduta in quella macchina.
- Sì, ma probabilmente non la vendono ai minori di 21 anni. - Alice sbuffò lievemente, e la guardò.
- Qui in America si diventa maggiorenni così tardi? - Rosalie li guardò quasi sconvolta, già pensava che 18 anni fossero troppi.
- No, assolutamente, però con gli alcolici sono molto severi. - Jasper replicò, dopo essersi accomodato accanto ad Alice. Che pensieri che aveva in quel momento...
La russa non capiva ancora. Al suo Paese gli alcolici erano abbastanza liberi, e lì no?!
- Qui in America sai a che età si diventa maggiorenni, vero Rose? - Alice la guardò, aveva intuito che era confusa.
- Sì, a 18 anni. - Di questo era convinta, visto che suo fratello non le aveva detto niente. E nel suo Paese, come nella maggior parte degli Stati europei, era così.
- No Rosalie, a 16 anni. - La ragazza sbarrò gli occhi, mentre Emmett, dopo aver parlato, continuò a guardare la strada per non distrarsi con l'immagine delle sue gambe.
Lei era quasi scioccata, possibile che suo fratello abbia dimenticato di dirle una cosa così importante?! Da un giorno all'altro era diventata maggiorenne, senza nemmeno saperlo!
- Quindi posso prendere la patente? - La sua voce ora era fredda, quasi tagliente. E turbò quelli dietro, lasciandoli in silenzio.
Le sue unghie laccate di rosso si attaccarono alle braccia e le strinse contro il petto.
- Sì, certo che puoi... - Emmett le rispose, con voce quasi strozzata: l'aveva fatto ammattire quel tono, perchè avrebbe tanto voluto farle passare la voglia d'essere arrogante come solo lui sapeva fare...
Rose sorrise, dimenticando per un attimo la voglia di insultare suo fratello per non averle detto niente.
- Questo posto dov'è? - Guardò fuori dal finestrino, notando che la maggior parte dei bar o dei negozi stavano chiudendo.
- Non manca molto, ormai. - Bella diede una gomitata quasi inavvertibile alla sorella, che gongolò senza farsi vedere dai due dietro.
Infatti, Emmett rallentò la macchina ed entrò in una piazzetta, dove parcheggiò abilmente e spense la radio.
Dopo essere scesa (a fatica, su quei tacchi altissimi), Rose cercò con lo sguardo il fratello, mentre Jasper ed Emmett si erano avvicinati a lei.
Alice e Bella stavano accanto ad Edward, che era al telefono con Molly da ben cinque minuti.
- Sì tesoro, più tardi andiamo al locale vicino alla scuola, venite anche tu ed Heather? Perfetto tesoro, mi manchi, ci vediamo dopo. - Le due ragazze, accanto a lui, erano in ansia, soprattutto Bella, ma Rosalie, che aveva sentito la conversazione, aveva subito intuito che Edward era leggermente teso, o più che altro scocciato di stare al telefono con la sua fidanzata.
Cominciamo bene, pensò quindi la russa.
Suo fratello, parcheggiata l'auto poco distante da loro, li raggiunse dopo pochi minuti assieme alla fidanzata.
- Dmitrij, eccola, è lei! E' quella la pazza che si è infilata in casa tua stamattina! - Come volevasi dimostrare, Julia non si perse d'animo e cominciò a sbraitare verso la bionda che, appoggiando una mano alla fronte e chiudendo gli occhi ormai sconsolata, si rivolse al fratello, - Vedi di farla sparire il prima possibile, ti prego.* - Il russo guardò la sua fidanzata trattenendosi dall'insultarla, poi sbuffò.
- Julia, lei è mia sorella. - Rosalie trattenne appena una risata profonda e, mantenendo un contegno degno di un'attrice professionista, guardò con tale dignità la ragazza che, nel frattempo, era rimasta a bocca aperta.
- Oh tesoro, ma io lo sapevo perfettamente, e infatti volevo vedere come reagivi. - La ragazza, allora, prese per un braccio il povero Emmett, che non aveva smesso nemmeno per un istante di fissarle il fondoschiena, e lo trascinò verso il ristorante.
- Dì una cosa che possa sembrare divertente. - Si fermò poco prima dell'entrata e lo guardò negli occhi, con una mano davanti alla bocca per trattenere le risate.
Il ragazzo la fissò immobile, che fosse impazzita tutta d'un tratto?
- Ho fame. - Disse, sparando fuori la prima cosa che gli venne in mente. E lei lasciò che le risate le percossero il corpo, e lui la osservò con un sorriso appena accennato.
Pazza o no che fosse, era bellissima. E il ridere la rendeva ancora più incantevole, la sua ilarità era contagiosa e rise anche lui, con lei.
Da lontano, tutti e sei li osservavano, Alice e Bella erano sorprese di come, in poche ore, la ragazza era riuscita a far ridere il fratello.
- Pensa di prendermi in giro, quella. - Rosalie si calmò, dopo un po', e si mise a posto la matita sotto agli occhi, con uno specchietto. - Prima mi viene a fare le scenate in casa, poi mi urla contro a casa tua, e ora mi chiama tesoro?! Ma è normale? - Guardò negli occhi Emmett, e solo dopo si accorse di ciò che aveva appena fatto.
- Andiamo a mangiare, è meglio. - Sorrise e fece cenno agli altri di raggiungerli.
- Sorella, stai diventando tutta scema?* - Dmitrij osservò come la ragazza si era comportata, e ne era basito.
- No, capisco quando la gente mi vuole prendere in giro.* - E, mentre diceva queste cose, seguì Emmett che era entrato dentro al ristorante.
E una voce, le fece gelare il sangue nelle vene.
- Rosaliya, tesoro, che cosa ci fai qui?* - Si girò lentamente, e con lei Dmitrij, che aveva appena superato la porta.
E il biondo, quello davanti a lei, elargì loro un grande, bello e falsissimo sorriso.
E lei impallidì.









Bene, spero che vi sia piaciuto, recensite numerosi!P.s. Che ne pensate del bel Dmitrij? A mio parere, è davvero molto azzeccato. :3


Dmitrij




**Diminutivo di Dmitrij

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Capitolo 8
*** Certe cose non cambieranno mai ***


Capitolo otto Salve a tutti! Eccoci con un altro capitolo, e pensare che lo sto scrivendo attorno al 14 novembre, quindi sono tutta scombussolata ç_ç Ho anche deciso di lasciare le sorprese per il prossimo capitolo, quindi aspettatevi le peggiori cose! :3 Ma spero vi piaccia lo stesso ^^ Nel capitolo scorso abbiamo incontrato un biondo misterioso, e chissà che non scopriremo chi è in questo? Vi toccherà leggere per saperlo!
Buona lettura!



Rosalie credeva che quella giornata sarebbe finita bene, e invece qualche pecca doveva pur esserci.
Il biondo, di fronte a lei, continuava a sorridere in maniera così odiosa da farle venire voglia di proseguire senza proferire parola, ma l'educazione le imponeva di rispondere.
- Sono venuta a vivere qui, con Dmitrij. - La sua voce era piatta, e non si era nemmeno presa la premura di rispondere in russo, e difatti il ragazzo fece una lieve smorfia.
- Mi fa molto piacere sentirlo, piccola. Potevi avvertirmi, avrei organizzato una festa in tuo onore! - Il fratello della ragazza si fece avanti e le mise una mano attorno alla vita, stringendola a sè possessivamente.
- Non ha importanza, ci penserò io a dare un caloroso benvenuto alla mia sorellina. - Quindi il biondo, dopo aver lanciato un'occhiata lasciva agli altri, si avvicinò e lasciò un bacio sulla guancia di Rosalie, che trattenne una smorfia.
Uscì dal ristorante, dopo averle sorriso un'altra volta, e alla fine la ragazza strinse i pugni e guardò il fratello.
- Posso andare a disinfettarmi la faccia, ora?* - Alice e Bella si stavano fissando, sbaglio o si conoscevano parecchio bene quei due?
- Rose, va tutto bene? Sembri sconvolta... - La ragazza, dopo aver guardato bene le due, spiegò che era una lunga storia, e infatti nessuno osò rivolgere altre domande sull'argomento.
Angela, vicino al bancone della cucina, scorse da lontano quella montagna di muscoli di Emmett, e dietro di lui Edward e Jasper. Poi Dmitrij, più avanti, e tre ragazze che non aveva mai visto, oltre a Julia. E la sua curiosità salì a mille, facendola camminare velocemente verso di loro.
- Buonasera ragazzi, che piacere vedervi qui! - E più si avvicinava, più notava qualche somiglianza nelle due ragazze accanto ad Emmett, mentre la bionda rimaneva immersa nel mistero.
- Ciao Angie, il solito tavolo? - Emmett le elargì un minimo sorriso, tutti sapevano infondo che a lui Angela non stava proprio simpaticissima, e lei alla fine le riconobbe, e per poco la sua mascella non sfiorò terra.
- ODDIO MA SIETE PROPRIO VOI! - Si portò una mano davanti alla bocca, incredula, e alla fine le stritolò in un abbraccio che sembrava non finire più.
- Mi dispiace Angela, ma stasera le sorprese non sono finite. - Jasper, ammiccando a Rose, diede una lieve gomitata al dorso della ragazza che, dopo essersi ricomposta, volse lo sguardo verso i due russi.
- In effetti... Lei chi è? - Il suo tono gentile fece colpo sulla bionda, che allungò una mano verso di lei.
- Io sono Rosaliya, la sorella di Dmitrij, ma chiamami pure Rose. - Angela ricambiò la stretta e si aggiustò gli occhiali sul naso, poi scortò i ragazzi al solito posto, il privè che veniva sempre occupato da loro alle cene cino-giapponesi.
I ragazzi salirono tre scalini di legno, poi si ritrovarono immersi nel vero arredamento del posto, e si sedettero attorno ad un tavolo che ospitava esattamente otto persone. Da come era sistemato, sembrava esattamente una piccola casetta, e Rose ne rimase ulteriormente colpita.
Quando arrivò il momento di sedersi, Alice e Bella si piazzarono una di fronte all'altra, Edward si sedette accanto alla prima e Jasper alla seconda, così da poter osservarle senza molti problemi; Dmitrij si sedette vicino al capotavola, ovvero Rosalie, la sua ragazza davanti a lui e l'ultimo, Emmett, dall'altro capo del tavolo, per non avere ulteriori disagi riguardo alla situazione spiacevole creatasi ai piani bassi.
Le due sorelle, quasi impazienti ai loro posti, qualche minuto dopo, per spezzare il silenzio che si era creato durante la scelta del cibo sul menù, si rivolsero ai due russi, in particolare alla ragazza.
- Rose, perchè non vi fate vedere ora, prima di cominciare a mangiare? - Le loro voci si unirono fino a diventare una sola, mentre ponevano la fatidica domanda.
Dmitrij era confuso, ma la sorella con un tenero sorriso gli schiarì le idee. - Vorrebbero vederci mentre ci facciamo le coccole, Dima. * - Lui scoppiò a ridere allegro, e afferrò delicatamente la bionda per le spalle.
- Potevate dirmelo prima, credevo vi avrebbe fatto schifo! - E senza dare il tempo ai tre latin lover là infondo di capire di cosa stesse parlando, posò lievemente le sue labbra su quelle della sorella, e lei sorrise, rimanendo appiccicata a lui abbastanza a lungo da far innervosire Julia, che picchiettava freneticamente l'unghia dell'indice sul legno nero del tavolo.
Intanto, Emmett era praticamente sconvolto: erano fratelli, e si baciavano a stampo? Davanti a tutti, e con tutta quella naturalezza, per giunta? Non credeva fosse possibile una cosa del genere, mai lo avrebbe fatto con le sue, per quanto potesse provare dell'affetto profondo nei loro confronti.
Per fortuna la porta è chiusa, pensò, mentre i due si staccarono e si abbracciarono delicatamente.
- Non sai quanto io possa volerti bene, fratellone mio. * - Rose si rivolse al fratello con una tale dolcezza da far intenerire anche le due sorelle, pur non avendo capito esattamente cosa avesse detto la bionda.
Julia si schiarì la gola, dando una gomitata non di poco conto al fidanzato, che con un mugolio tornò composto sul suo cuscino.
La sorella la guardò scocciata, e dopo averle detto chissà quale insulto, finì di scegliere i piatti da ordinare dal menù giapponese.
Angela, con passo elegante, raggiunse il tavolo dopo aver aperto la porta, e con fare gentile prese le ordinazioni.
Le casse attaccate al muro diffondevano una piacevole melodia cinese, suonata con il pianoforte e il violino e cantata da una voce femminile davvero intensa.
Mentre Julia, con uno sguardo da gattamorta che infastidiva al quanto le altre tre ragazze, stava cercando di provocare Dmitrij, ottenendo purtroppo l'effetto contrario, la bionda si rivolse al fratello con una domanda che ammutolì i bisbigli dall'altro capo del tavolo.
- Dima, quando mi compri la macchina? - Il ragazzo si strozzò con la sua stessa saliva, tanto da far preoccupare Alice, accanto a lui, che gli diede una forte pacca sulla schiena per aiutarlo a respirare di nuovo.
- Una macchina? Amore, ma è presto per comprarne una... - Con voce soffocata le rivolse uno sguardo, e lei di ripicca alzò un sopracciglio.
- Presto? Devo solo fare l'esame, e posso superarlo abbastanza bene, cosa credi? - Appoggiò entrambe le mani sui fianchi, e così facendo Emmett, dopo essersi messo comodo, si perse fra i meandri dei suoi pensieri, che gli annebbiavano sempre più la poca lucidità che gli era rimasta.
- Ma tesoro, sei ancora picc... - L'occhiataccia che gli lanciò, gli fece intuire che qualcuno aveva spifferato tutto. Eppure, lui stesso si era ripromesso di non dirle che aveva già la possibilità di fare quello che voleva, poichè già sapeva che dicendole una cosa simile avrebbe scatenato un pandemonio da cui non asciugarsene più gli occhi, ovvero le sue povere carte di credito sarebbero state completamente prosciugate da una shopper compulsiva in possesso di una macchina con capienza ampia del bagagliaio a sua completa disposizione.
Alice e Bella, per l'appunto, diedero ragione alla ragazza, capivano perfettamente com'era sentirsi rimproverare da un fratello maggiore, se poi quest'ultimo era un elemento come il loro c'era da stare allegri.
- Va bene, sorellina, uno di questi giorni andremo ad un concessionario. - La ragazza, esultante, fece un sorrisone soddisfatto e si scansò appena per permettere ad un altro cameriere, sempre amico degli altri, di posare le bevande sul tavolo.
- Buonasera ragazzi! - Eric, questo era il suo nome, molto serio e professionale, appoggiò ogni bicchiere colmo di birra davanti a tutti e il resto delle bottiglie al centro del tavolo. Ma il suo sguardo, allegro come sempre, si fece curioso quando ricadde sulla ragazza accanto a Dmitrij, ma prima che riuscisse a porre la domanda lui gliela presentò.
- Eric, questa è mia sorella, Rosaliya. - La bionda gli allungò una mano, e lui la strinse gentilmente e dopo i convenievoli si allontanò per continuare a lavorare.
- La voglio bianca e con il tetto che si apre. - Rose appoggiò un gomito al tavolo e guardò davanti a sè, continuando a pensare quanto fosse bello quel ragazzo, attorniato da un alone di mistero che lo rendeva attraente e sexy allo stesso tempo.
- Sono le migliori, l'ho sempre detto io! - Alice sbottò e la russa, indicandola con una mano, fece notare al fratello come i suoi gusti fossero comuni alle altre. Poi, ricordandosi dello scherzetto che avevano ideato poco prima dell'arrivo dei ragazzi con le altre due, assottigliò lo sguardo.
- Oh sì tesoro, e poi oggi... - Si morse il labbro inferiore, cercando di far beccare a tutti la sua maliziosa voce, - E' stato fantastico, dobbiamo rifarlo più tardi ragazze. - Alice e Bella afferrarono subito le redini, e cercando di sembrare il più credibili possibile, le diedero corda.
- Non credevo che certe cose potessero essere così... incredibilmente affascinanti, dovremo provare stasera nel bagno, tesoro. - Bella appoggiò un dito sul suo labbro inferiore, rivolgendosi alla russa, che ricambiò il suo sguardo.
Intanto, Dmitrij aveva captato lo scherzo e cercò di darsi un contegno nel vedere le facce completamente sconvolte dei ragazzi assieme a loro, compresa Julia.
- Sì, stasera io e te nel bagno di nuovo, però più esagerate di oggi Bella... E domani con te, Alice, ti aspetto al posto di oggi. - Per fortuna Eric uscendo aveva chiuso la porta dietro di sè, o la gente attorno si sarebbe sconvolta nel sentire le loro parole.
Edward e Jasper si fissarono increduli per un tempo indefinito, mentre Emmett era sempre più perso e cercava di non immaginare quello splendore assieme alle sue sorelle, anche se gli veniva molto difficile.
Alla fine le tre ragazze scoppiarono a ridere, tranquillizzando gli altri commensali che, dopo aver ringraziato tutti i santi del paradiso, tirarono un sospiro di sollievo.
- Comunque no, vi manca un dettaglio che non va lasciato perdere. - Rose continuò a ridere, e fece accendere lo sguardo del ragazzo di fronte a lei, che non aveva ancora pronunciato parola da quando si era seduto.
Dmitrij, dopo averla guardata stranito, scrollò la testa. - Hai proprio preso da tuo fratello, sì. - Questo fece partire una risata generale, e Jasper ed Edward non poterono fare altro che concordare con il loro amico.
- A proposito di questo... - Il ragazzo russo guardò la sorella, e con un'occhiata un po' scocciata indicò la sua minigonna. - Non è un po' corta? * - Lei si osservò, poi con un sorriso scrollò la testa.
- Me l'ha regalata la mamma insieme agli altri regali per il mio sedicesimo compleanno, quindi va bene. * - Allora il fratello alzò le spalle, chiudendo il discorso, e cominciò a parlare tranquillamente con gli altri ragazzi, mentre Alice e Bella stavano lanciando delle occhiate imploranti nella direzione della russa.
- Ragazze, io ve l'ho detto, vi aiuterò. - I ragazzi si interruppero a sentirle pronunciare quelle parole, mentre le due lentamente stavano sbiancando. - Non è così difficile imparare il reggaeton, vi insegneremo io e Dmitrij, vero? - Lei si rivolse al fratello, mentre il cuore delle ragazze lentamente rallentava.
- Avete intenzione di imparare quel fantastico ballo? Sapete vero, che dovete strusciarvi contro qualcuno? - Emmett, riemerso dal suo girone d'inferno personale, con un sorriso beffardo si rivolse alle sue sorelle, che gonfiarono le guance per ripicca.
- Certo, Emm, come se non l'avessimo mai fatto. - Lui ammutolì, e Rose si diede un cinque da sola, mentalmente, per essere riuscita a rimbeccare il ragazzo senza muovere nemmeno un muscolo della faccia o del resto del corpo.
Nello stesso istante, una gentile signora sulla quarantina entrò con in mano una fila di piatti, che posò cordialmente davanti ad ognuno, poi con un unchino si dileguò velocemente.
- Beh, Dima, mangi così poco oggi? - Edward, accanto alla fidanzata del russo, ammiccò al suo piatto in cui si trovavano due involtini di gambero.
- Diciamo che conosco bene mia sorella. - E la ragazza, sentendosi tirata in causa, abbassò lo sguardo mestamente; afferrò le due bacchette e prese un pezzo di sushi di fronte a lei, dal piatto, e dopo esserselo ficcato in bocca cominciò a masticarlo lentamente, in silenzio.
- Perchè dici così? - Stavolta Edward, dopo aver rotto a metà un raviolo al vapore con una sola bacchetta, si introdusse e osservò la ragazza, incuriosito.
- Perchè a differenza di voi tre, lei riesce sempre a rifilarmi praticamente la sua cena o il suo pranzo quasi intatti. - Julia, rimasta ad ascoltare fino a quel momento, volle cercare di rimediare alla sua figuraccia.
- Oh non dovresti, cara, sei così magra che se dovessi per sbaglio cadere ti romperesti come un grissino! - Rose la guardò scioccata, e lo stesso fecero tutti gli altri. Quindi lei tornò in silenzio ad occuparsi del suo spiedino saporito.
- Cerca di mangiare tutto amore mio, non ti fa bene saltare così tante volte i pasti.* - Lei gli sorrise, quindi Dmitrij continuò a parlare con gli altri riguardo ad un allenamento stabilito dal mister pochi giorni prima.
- Ragazzi, il coatch mi ha chiamato per dirmi che quest'anno vuole cominciare prima perchè preferisce non avere brutte sorprese come l'anno scorso. - Emmett mangiò un boccone di spaghetti, mentre Jasper cercava di non fare cadere il riso dalle bacchette. Non aveva mai capito come si usavano, per quanto si sforzasse gli sembrava impossibile usare quei due bastoncini di acciaio lisci come un rasoio.
- Credo che abbia tutte le ragioni per farlo, la squadra quest'anno se dovesse ampliarsi deve essere pronta a tutto, vogliamo vincere questo danno campionato insomma! - Dmitrij sorrise, il football era da sempre il suo sport preferito e da piccolo andava sempre alle partite con suo padre e suo zio, ma lì in America, la madre patria di quello sport, era riuscito a coltivare la sua passione più che in Russia, visto che il gioco era meno comune.
- Ma gli orari saranno incrociati come l'anno scorso? - Jasper li guardò, lui ed Edward facevano parte di un'altra squadra, quella di baseball, e l'annata precedente i loro allenamenti coincidevano, fortunatamente.
- Credo di sì, ma non ne sono sicuro. - Jasper sbuffò, quando tutto il riso sulle sue bacchette ricadde sul piatto, e con fare sconsolato afferrò una forchetta e ne prese un po' deciso.
- Fortunatamente la squadra di cheerleader fa gli allenamenti assieme a noi. - Lo sguardo che Edward lanciò agli altri fece ghignare i quattro, mentre Rose scrollò la testa sconsolata.
- Vorrei tanto vedere quelle ragazze davanti a una verifica di chimica. - Julia la fissò irritata e incrociò le braccia al petto, con una smorfia da sciocca in viso.
- Io faccio parte della squadra, sai? - Si pavoneggiò, e Rose per poco non soffocò a causa delle risate che dovette trattenere a stento; Alice e Bella, con lei, si tapparono la bocca ridendo sotto ai baffi, e la russa dopo essersi calmata mangiò un altro pezzo di sushi.
- Appunto, Julia, appunto. - Sussurrò, così piano che la sentì solo Dmitrij, ma gli altri avevano intuito (tranne l'interpellata, ovviamente).
- Comunque, che cosa fate? - La domanda era rivolta soprattutto ad Emmett, poichè era in squadra con suo fratello, da quanto aveva capito, e se avesse potuto assistere agli allenamenti sarebbe stata ben contenta di farlo.
- Football americano, da ben cinque anni. - Il ragazzo sorrise, in un modo talmente accattivante da far arrossire appena Rose che, cercando di nasconderlo, afferrò un ultimo pezzo di pesce crudo e porse il suo piatto a Dmitrij, che con un gesto delle mani indicante un 'Ve l'avevo detto!' lo prese e finì lentamente ciò che era rimasto.
Continuarono così fino al dolce, fra provocazioni, stuzzicate esplicite (e non) e soprattutto risate a non finire, fino a quando anche l'ultimo boccone di gelato al fuoco non fu finito.
- Ho mangiato troppo, sono sicura. * - Rose si posò una mano sulla pancia, scoperta, e sbuffò lievemente, sebbene aveva il sorriso stampato in faccia. Dmitrij la osservò con un sopracciglio alzato, - Ne sei davvero così sicura amore? * - Lei annuì e si alzò, seguendo le altre ragazze che già erano in piedi.
- Andiamo a ritoccarci il trucco, ragazze, così loro possono ordinare il caffè. - Si avviò verso il bagno, mentre lo sguardo di Emmett era perdutamente fisso sul suo fondoschiena malamente coperto. Le ragazze, compresa una Julia tutta ancheggiante, la seguirono, sparendo dalla vista dei ragazzi.
I quattro ordinarono un caffè, e cominciarono a spettegolare sul loro argomento preferito: donne.
- Avete più visto la Johnson ultimamente? Quella ragazza si sta sciupando, ormai si veste come una scappata da casa e i suoi capelli sono come una specie di foresta, credo lo faccia per distogliere le attenzioni degli altri dalla sua pancia già cresciuta. - Edward giocò con il mazzo di chiavi di casa che aveva in mano, mentre faceva notare agli amici che ormai quella ragazza era additata da chiunque vivesse in quella cittadina.
- Sì, da quando è andata con Pete quella volta alla tendata di gruppo ormai ha perso ogni minimo entusiasmo per il divertimento, però credo che sia abbastanza normale, aspettare un bambino a 16 anni non è il massimo della vita. - Jasper era scettico, secondo lui era sbagliato non prendere le giuste precauzioni, soprattutto se la cosa non è duratura o non sei veramente sicuro delle protezioni dell'altro.
- E perchè, credete che lui sia molto più felice? Sua madre lo ha praticamente obbligato a trovare un lavoro per mantenerli entrambi, almeno fino a che lei non sarà in grado di trovarsene uno per conto suo. - Emmett li guardò negli occhi uno per uno, e il suo ragionamento non faceva nemmeno una piega.
- E il padre di lei le ha praticamente vietato ogni tipo di diversivo che non sia finire la scuola, ad ogni costo, anche frequentare i corsi on line, piuttosto che ritardare il diploma. - Dmitrij alzò le spalle e spostò lo sguardo sul suo tatuaggio che spuntava dalla camicia, sul petto. Sua sorella non l'aveva ancora visto, eppure lui era sicuro che le sarebbe piaciuto davvero molto.
- Beh infondo entrambi sapevano di aver fatto una cavolata, eppure nessuno dei due si è preoccupato di tentare di risolvere fin dal principio. - Jasper finì il discorso, cominciando a parlare di altro.
- E stasera, che avete intenzione di fare, donnaioli da strapazzo? - Emmett fissò gli amici, anche se sapeva perfettamente che l'unico ad essere ancora 'scapolo' era lui, ma gli andava bene così.
- Bah, probabilmente starò attaccato a Molly tutta la sera, come sempre, Dima starà incollato alle labbra di Julia oppure a Rose, e Jazz comincerà a fare ammiccamenti con Heather, le solite cose Emm. - Edward rise, ma infondo la sua era amarezza; da tempo, quasi un paio di mesi, le cose non erano cambiate assolutamente, nemmeno di una virgola, ma per fortuna era spuntata la sorella del loro amico che era riuscita a portare aria nuova in quel luogo afoso e arido.
- Prima mi ha chiamato Lauren, ha detto che stasera ci incontreremo di nuovo al pub. - Emmett stava ghignando nuovamente, e stavolta a Dmitrij corsero dei lunghi brividi sulla schiena, era sempre più preoccupato per la sua dolce sorellina. Quei tre erano dei suoi grandi amici, ma non si sarebbe fatto scrupoli a difendere ad ogni costo la sua Rose, anche mettendosi contro di loro, soprattutto non voleva che finisse nelle grinfie del moro che, ebbene l'aveva capito pure lui, non vedeva l'ora di farci chissà cosa.
- Lauren, quella con cui hai un appuntamento fisso nei bagni di ogni luogo pubblico nel quale vi siete incontrati almeno una volta? - Jasper sghignazzò ed Emmett, autocompiacendosi con una pacca sulla spalla, annuì con un sorriso da convinto che altro non fece che aumentare le angosce del povero russo accanto a loro.
Angela, pochi minuti dopo, comparve dalla porta con un biglietto in mano. - Volete che vi porti il conto? - Raccolse gli ultimi piatti e aspettò una risposta.
- Sì dai, dividi per quattro il totale, per favore. - Edward cominciò a tirare fuori il portafoglio, nessuno di loro avrebbe permesso che le ragazze pagassero anche solo un centesimo, e ognuno aveva i suoi motivi. Ma i loro sguardi si scrutarono a vicenda, dopo che tutti finirono di prendere una banconota da trenta dollari a testa, e nessuno aveva capito per chi pagassero gli altri, con l'eccezione di Dmitrij che, credendo di farlo, voleva pagare per sua sorella.
E alla fine, quando le ragazze tornarono dalla loro mini seduta di trucco, vollero spiegazioni sul perchè erano già pronti ad andare via, ma non ne ricevettero, e mai le avrebbero avute.
Una volta nel parcheggio, e salutati i loro amici ancora dentro al ristorante, gli otto ragazzi si avviarono alle macchine, con una calma serenità, e scherzando allegramente come se in realtà si conoscessero tutti da una vita.
Alice e Bella avevano insistito che Rose raggiungesse il locale in macchina assieme a loro, e nessuno ebbe niente da opporre, quindi si riaccomodarono sulla Range come erano stati posizionati all'andata, e lentamente la macchina si infilò nel traffico veloce della strada di città.
Il club non distava molto, quindi in una decina di minuti arrivarono elettrizzati, soprattutto le tre ragazze, non sapevano esattamente cosa aspettarsi da quella serata.
Dmitrij e Julia erano ancora in macchina, e cercavano parcheggio, mentre gli altri sei erano già davanti al locale, e li aspettavano.
- Sapete se per caso anche quel ragazzo biondo di prima viene qualche volta in questo locale? - Rose si rivolse agli altri, che con un momento di indecisione le risposero.
- Sì, ogni tanto lo incontriamo, ma non sempre. C'è qualche problema, per caso? - Jasper ed Edward, intuendo forse una leggera tensione da parte della ragazza, si fecero tutto d'un tratto protettivi, ma le altre due ragazze non ebbero molti problemi, poichè era una reazione normale.
- No, ho avuto dei problemi tempo fa ma ora credo che è tutto a posto. - Il lieve rossore che le colorò le guance non sfuggì al resto della compagnia, ma non fecero altre domande.
- Rose, mi sono innamorata delle tue scarpe, te lo giuro. - Bella da quando aveva messo piede giù dall'auto di suo fratello non faceva altro che fissare quelle dècolleté altissime che la russa portava ai piedi.
- Davvero? A me non piacciono tanto... - Si fissò le calzature e accennò un sorriso, mentre il fratello e la fidanzata finalmente arrivarono, trafelati.
- Oh, pensavamo aveste deciso di consumare dentro all'auto, veramente. - Emmett, con le mani in tasca, entrò per primo e fece accomodare tutti verso il bar.
Il suo sguardo vagava per tutta la sala, ma le luci ad intermittenza di vari colori e il fumo gli impedivano di vederci granchè, e lui scocciato sperò che almeno lei potesse scorgerlo e raggiungerlo non troppo tardi; non riusciva più a resistere, per quanto avesse cercato di tranquillizzarsi sotto alla doccia la situazione era comunque molto critica, e probabilmente i suoi sensi e soprattutto la lucidità lo avrebbero presto abbandonato, quindi sperava di poter finalmente sfogare le sue frustazioni su colei che non aveva niente da perdere.
Come se qualcuno avesse ascoltato le sue silenziose preghiere, il ragazzo si sentì all'improvviso una mano che, con movimenti languidi, gli accarezzava il petto con fare esperto; e quando il suo sguardo incontrò quello color nocciola della ragazza di fronte a lui, non ci pensò due volte e capitombolò sulle sue labbra, con irruenza, e le sue mani fra i capelli ricci, e scurissimi, della sua salvezza.
Lei fra le mani stringeva un calice con un cocktail dentro, ma in pochi istanti venne posato su un tavolo, e i due si ritrovarono in pochissimo tempo dentro al bagno, e per fortuna che la musica nel locale era alta abbastanza!
Poco distante, invece, Alice e Bella dovettero fare i conti con una realtà dura da digerire, ovvero i loro amati fra le braccia delle loro fidanzate-polipi, che da quando erano entrati in quel posto non avevano lasciato per un istante, avvinghiati come se dovessero non rivedersi per chissà quanti anni.
E mentre Dmitrij e Julia si dilettavano, in pista, fra balli e baci infuocati, Rosaliya cercava di sfuggire alle occhiate languide dei ragazzi soli che, attorno a tavolini o al bancone del bar, continuavano a partire dai loro occhi, senza sapere che uno di loro era proprio colui che avrebbe voluto evitare maggiormente.
Sergej, il biondo misterioso.


Minigonna Rosalie


Top Rosalie


Sergej

Bene, spero vi sia piaciuto, recensite numerosi, a presto, Alba97!


   

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Capitolo 9
*** Incontri, scontri e riscontri ***


Capitolo nove Salve a tutti! Ed eccoci qui, con il nostro appuntamento ormai mensile - continuo a scusarmi se sono così lenta ad aggiornare - e un nuovo capitolo, pieno di intrisi! Come citato in quello precedente, il nostro biondino si chiama Sergej, ma chi è in realtà? Perchè Rose ne è così infastidita, e cosa vuole da lei? E gli altri? Beh, se volete una risposta a queste domande, vi basterà leggere!



testo



Il bicchiere tintinnante appoggiato sul bancone veniva torturato dal dito del ragazzo, che passava sul bordo e continuava ininterrottamente, mentre il suo sguardo vagava in tutto il locale.
Qualche ora prima, quando la figlia dell'uomo che da mesi era sposato con sua madre gli aveva annunciato che la sera stessa si sarebbe incontrata con un ragazzo, non gli interessava particolarmente, anzi le aveva detto chiaro e tondo che lui ne era indifferente; ma, esattamente nel momento in cui stava uscendo dal ristorante dopo aver pagato il conto per il cibo d'asporto, i suoi progetti si scombussolarono completamente.
Lei era lì, nella stessa città in cui si era trasferito mesi prima con la madre, ed era più bella che mai, anche se la era da sempre infondo.
Allora aveva annunciato alla sorellastra che l'avrebbe accompagnata, inventando che non si fidava particolarmente di quel ragazzo e voleva che niente andasse storto; eppure i suoi erano altri piani.
L'avrebbe riconquistata, in un modo o nell'altro, e sarebbe stata di nuovo, finalmente, e per sempre sua.
Aveva visto come gli altri, sia nel locale che prima al ristorante, non distoglievano il loro sguardo ammicchevole da lei, e la cosa lo stava logorando da dentro come un tarlo.
La sua vodka, che lo rendeva sempre più determinato ad ogni sorso, lo aveva accompagnato da quando si era seduto al bancone con i suoi due amici più fidati in attesa del suo arrivo. E quando lei finalmente fece il suo ingresso nel locale, assieme agli altri, i suoi occhi si illuminarono per un istante.
Si ricordava perfettamente quello che aveva fatto, sebbene fosse una cosa spiacevole, e ne era seriamente pentito, perchè quello che provava era così forte da fargli dimenticare tutto il resto.
E infatti, un po' per l'effetto dell'alcool, un po' per la bellezza di lei che lo stordiva completamente, come la droga più potente in commercio, non rimuginò nemmeno un attimo, prima di agire.

                                            **********************

Alice e Bella, sedute sul divanetto che Emmett aveva occupato insieme a tutti gli altri per quella sera, continuavano a osservare come Jasper ed Edward, perfettamente non curanti del resto del mondo e di quelli che stavano attorno, fossero ancora completamente avvinghiati alle loro fidanzate, ancora più di come li erano di solito, e la cosa non faceva che far ribollire loro il sangue.
Insomma, da quando avevano messo piede nel locale non si erano staccati di un millimetro, e comportandosi da maleducate le due non si erano nemmeno a presentate a Rosalie, non che fosse una grave perdita evitare di parlare con loro, però era segno di irrispetto.
Oddio, sia Molly che Heather non avevano mai sentito parlare di rispetto, anche perchè non avevano nemmeno fatto un cenno di saluto verso gli altri, si erano subito fiondate sui loro fidanzati, ovviamente contenti di rivederle. Almeno, a loro pareva così.
Infatti la russa, dopo aver intuito che le due erano della stessa forza di Julia, si era allontanata per un po' scusandosi con le sorelle Cullen, e si era incamminata a passo svelto e con una certa curiosità fra i banconi, i tavoli e la pista da ballo.
Ma era tornata da loro, una ventina di minuti più tardi, e le aveva osservate prima di raggiungerle.
- Ragazze, c'è qualcosa che non va? - La sua voce, bassa per non farsi sentire dagli altri, fece scuotere la testa alle due, che all'unisono indicarono con lo sguardo i ragazzi accanto a loro, intenti a scambiarsi effusioni sempre più mirate.
Rose scosse la testa, con un lieve sospiro. - Sapete cosa dovreste fare, secondo me? - Le due non pronunciarono parola, così lei andò avanti.
- Rimorchiate qualcuno, divertitevi e non date peso a loro, ora potete farlo! - La sua voce, leggermente più alta, diede una spinta alla grinta delle due ragazze, che dopo essersi guardate negli occhi con un'espressione che dava assenso, si alzarono imperterrite, e seguirono la russa fino alla pista.
- Allora, conoscete qualcuno qui dentro, no? - Alice si guardò attorno, mentre Bella notò subito Jake, non molto distante da lei, che strisciava un piede a terra con fare annoiato, e dopo aver lanciato un cenno alla sorella e alla bionda, lo raggiunse in fretta.
- Ciao Jake! - Il ragazzo, con un lieve sussulto, si girò verso di lei, e sgranò gli occhi per la sorpresa. - Bella, sei davvero tu? - La sua voce quasi sconvolta fece ridere la ragazza, che gli diede un lieve pugno sul braccio e sorrise amabilmente.
- Sì, sono proprio io. Sorpreso? - Fece un giro su sé stessa, mentre Jacob Black non le distoglieva lo sguardo di dosso.
- Beh, sì molto! Dove tenevi nascosta tutta questa bellezza, tesoro? - I due erano amici da tempo, ma non così assiduamente come lei lo era con Dmitrij, era un buon amico con cui fare un paio di chiacchiere, nulla di più.
- Credevo di non averla nemmeno, invece è spuntata da dentro di me grazie ad un piccolo aiuto esterno. - Con un sorrisino, indicò con l'indice la russa che, lontano, stava parlando con un paio di ragazzi assieme ad Alice.
- Quella? Chi è? - Il suo sguardo, curioso ma non molto attratto, cadde sulla bionda, e Bella con poche parole gli spiegò chi fosse.
- Secondo me è rifatta. - Il commento del ragazzo, schietto, fece scoppiare a ridere Bella.
- Lei può essere tutto quello che vuoi, ma non è rifatta. Non avrebbe potuto visto che fino a ieri era minorenne, e Dima non glielo avrebbe permesso in alcun caso! - Scosse la testa, spostò tutto il peso del suo corpo su un piede e incrociò le braccia al petto, sorridendo.
- Beh, posso offrirti qualcosa da bere, splendore? - Lui allungò un braccio verso di lei, e Bella vi si aggrappò e si fece trascinare verso il bancone, dove ordinò un cocktail che si sarebbe gustata assieme al bellissimo fusto che aveva come accompagnatore.
Alice e Rose, intanto, erano ancora intente a chiacchierare con due ragazzi che avrebbero frequentato, da lì a una manciata di settimane, l'ultimo anno di liceo, come d'altronde Jasper, Emmett, Dmitrij ed Edward.
Tyler e Mike, questi erano i nomi dei due che, da quando avevano messo piede nel locale, non avevano staccato gli occhi di dosso dalle due ragazze che, cercando di essere il più provocatorie possibile, non si facevano scappare l'occasione.
- Seriamente, Alice, non credevo potessi essere così... così... - Mike non trovata parole giuste per non sembrare troppo volgare, e Tyler lo precedette.
- Così incredibilmente sexy! E anche tu, come hai detto di chiamarti..? - Rosalie fece un forte, e ironico, sospiro rassegnato e lo guardò negli occhi.
- Rosaliya, non è molto difficile! - La ragazza subitò capì che i due in cui erano incappate non erano certo dei geni, anzi... Ma cercò di non darci molto peso, infondo non avrebbe dovuto farci niente di particolare.
- E sei la sorella di Demetrio, non è così? - Rose trattenne una risata, e lo stesso fece Alice, poi annuirono entrambe.
- Dmitrij, comunque sì... - Il ragazzo, con la faccia stordita forse dal troppo alcool (ebbene sì, nessuno rispettava molto la legge sugli alcolici), alzò le spalle e sorseggiò un altro po' del suo drink.
- Non ho mai capito realmente che accidenti di nome sia... Russia? - La bionda annuì, mentre Mike prese sottobraccio Alice e la trascinò in mezzo alla pista, cominciando a ballare con lei che, non essendo molto abituata a camminare sui tacchi, faceva fatica a muoversi liberamente.
Anche Tyler tentava un approccio più diretto con la russa, ma lei cercava sempre di sviare, anche se ormai era con le spalle contro il muro. Lui aveva un obbiettivo preciso, e la ragazza lo aveva capito dall'inizio, ma si sarebbe opposta senza molti problemi, se fosse stato necessario.
Ma quando lui si avvicinò per baciarla, non fece nemmeno in tempo ad appoggiare le sue mani sulle braccia di lei, perchè la visione dietro alla ragazza di una figura minacciosa e allo stesso tempo imperiosa lo bloccò all'istante, facendolo farfugliare parole senza nesso logico e facendolo quasi fuggire.
Rosalie non si accorse subito di ciò che aveva dietro, ma pensò che quello fu uno degli effetti del troppo alcool. Quindi rimase lì, in una parte remota del locale, a guardarsi attorno, fino a che un paio di braccia non la avvolsero da dietro facendola spaventare non poco; non se lo aspettava assolutamente, e non vedendo più il fratello in pista pensò giustamente che fosse lui, in preda ad un momento di coccole improvvise che a lei piaceva molto, dunque si appoggiò contro l'ampio petto del ragazzo e chiuse gli occhi sorridendo a trentadue denti.
La mano grande ma delicata del biondo dietro di lei finì fra i suoi capelli, cercando di non disfare la pettinatura, e ne accarezzò una parte 'libera', con dolcezza.
- E' bello questo posto, sono contenta che tu mi ci abbia portato, tesoro.* - Lei appoggiò i polpastrelli all'avambraccio muscoloso del probabile fratello, ma quando udì la risposta trasalì improvvisamente.
- Non c'è bisogno di ringraziare, amore mio.* - La voce era inconfondibile, possibile che lei non se ne fosse accorta prima che c'era qualcosa di diverso?
- Che cosa ci fai tu, qui?* - Si staccò con freddezza, girandosi di scatto e vedendo, finalmente, il viso del ragazzo che avrebbe preferito di gran lunga evitare.
- Ho accompagnato la mia sorellastra, e non volevo tornare a casa a fare niente, quindi sono qui. E poi sapevo che saresti venuta anche tu.* - Sergej era di fronte a lei, con un sorriso stampato in faccia, uno shottino contenente vodka nella mano destra e l'altra allungata verso di lei, invano. Lei non la afferrò, anzi la scostò malamente e cominciò ad ignorarla, tentando poi di allontanarsi da lui.
Ma lui non era affatto d'accordo, infatti la afferrò per un braccio, senza ira né fretta, e la avvicinò dolcemente a sé, con il viso a pochi centimetri dal suo.
- Perchè fai così, tesoro? Ce l'hai ancora con me per quella faccenda?*- Le sue labbra sfiorarono la fronte della ragazza, che abbassò lo sguardo e arrossì appena.
- Sì, Sergej, e credo sia anche plausibile.* - Rose sapeva che lui la stava fissando, e la cosa la lusingava molto, da tempo non lo faceva, e nell'ultimo periodo in cui avevano ancora avuto contatti erano rarissime le volte.
- Sai che mi dispiace, e anche quanto... Ho fatto una cavolata, ma voglio rimediare piccola...* - Accarezzò delicatamente la guancia della russa con l'indice, inclinando la testa di lato per osservarla meglio.
Lei non lo sopportava, avrebbe voluto dargli un pugno in piena faccia e andarsene con gli altri in pista, a ballare, eppure dentro di lei un piccolo desiderio di rimanere lì, fra le sue braccia, era rinato dal momento in cui lui le era apparso dietro, bello come il sole.
E lui in effetti lo era veramente, e per lei lo era sempre stato, fin da piccoli, anche se non lo aveva capito realmente se non negli ultimi tre anni, quando finalmente realizzò che ciò che credeva fosse semplice intesa era molto, molto di più.
- Non c'è rimedio, Sergej, è successo e basta, e non puoi cambiare il passato.* - La sua voce, qualche ora prima sicura e determinata, ora scemava sulle sue convinzioni, che più di tanto non erano seriamente, e la rendeva insicura, come pochi mesi prima, esattamente febbraio dell'anno corrente.
Ma prima che potesse cedere al ragazzo che continuava a mandarla in tentazione, svincolò dalla sua presa e quasi corse verso il divanetto, sul quale erano seduti ormai tutti, suo fratello e l'oca compresi.
Ma prima di raggiungerlo, un paio di ragazzi si misero davanti a lei con un sorriso abbastanza ammiccante.
- Ehi bellezza, cos'è tutta questa fretta? Perchè non rimani qui, con noi? - Il più basso, a cui Rose non arrivava nemmeno alla spalla, la osservò famelico, tentato di allungare una mano verso il suo sedere, mentre l'altro sghignazzò.
- E' un peccato che io non sia un fantino, mi sarebbe piaciuto fare un giro con te, sai tesoro? - La ragazza lo guardò male, non aveva capito il senso della frase in realtà, ma era quasi totalmente certa che fosse una cosa poco carina. Così lo scansò con un gomito, e si diresse velocemente verso suo fratello e i loro amici, presa da un moto di velocità improvviso, e quando li raggiunse per poco non cadde addosso a Jasper.
I loro occhi, confusi, erano puntati su di lei, e Mike e Tyler continuavano ad accennarle di sedere accanto a loro, ovviamente senza essere minimamente calcolati.
- Amore, cosa succede?* - Dmitrij, dal canto suo, avrebbe preso un fucile e sparato a tutti coloro che si sarebbero solo avvicinati alla sorella, ma non poteva farlo, quindi le fece spazio e lei si infilò fra lui e una ragazza riccia, e molto, molto altezzosa. Troppo, decisamente troppo.
- Niente, scocciatori di poco conto. Però potevi dirmelo che Sergej era qui, a Forks.* - Non era arrabbiata, solo credeva che il fratello avrebbe potuto comunque avvertirla, così da non essere presa troppo alla sprovvista.
Lui allungò un braccio sulle sue spalle, la tirò a sé e le stampò un bacio sulla fronte, lungo e dolce al punto giusto. - Lo so, tesoro, scusa se non l'ho fatto prima, non credevo fosse così importante per te.* - Lo sapeva, lo sapeva benissimo quanto era importante per lei, ma sperava che qualcosa fosse cambiato, infondo. Ma da quanto il russo aveva potuto intuire, non era assolutamente cambiato nulla.
La ragazza si accoccolò fra le braccia del fratello, poi si voltò verso la mora accanto a lei, domandandosi chi diamine fosse.
- Lei è Lauren, un'amica di Emmett. - La ragazza, sebbene con una stizza di superiorità che diede poco a vedere, allungò la mano verso la bionda e se la strinsero, sorridendo poi maliziosamente al ragazzo accanto a lei, che le stava accarezzando languidamente una gamba, senza pudore.
- Quelle scarpe sono della Jimmy Choo, per caso? - Staccò gli occhi da quelli di Emmett e li posò sui piedi di Rosalie, quasi incantata da ciò che vide.
- Sì, me li ha regalati... - La russa si interruppe un attimo, schiarendosi la voce con un chiaro tentativo di far capire che non le piaceva nominare quella persona; - Un ragazzo, ecco. - Annuì, accavallando le gambe e posandovi sopra i palmi delle mani.
- Perchè mio fratello, un paio di mesi fa, ne ha comprate un paio identiche e le ha regalate alla fidanzata, e l'ho aiutato io nella scelta. - Uno sguardo superbo, e una nota di vanto nella voce, e Rose capì subito chi aveva davanti: una montata.
- Come si chiama tuo fratello? - Alice la guardò, e Bella notò come Emmett fosse troppo attaccato alla riccia, e la cosa diede fastidio ad entrambe le sorelle.
- E' straniero, e non è proprio mio fratello, ma ormai è come se lo fosse. Eccolo, è lui, sta arrivando! - Alzò una mano e indicò un ragazzo che si stava avvicinando frettolosamente, con altri due davanti a testa china e mani tremanti che si stringevano convulsamente. Rosalie trasalì, e suo fratello per poco non sputò il suo drink in faccia a Julia.
- Sergej è il tuo fratellastro?! - Dmitrij fissò Lauren quasi sconvolto, posando il bicchiere fra le mani della sua fidanzata, mentre il biondo ormai li raggiunse.
- Rosalie, tesoro, ho visto cos'è successo poco fa, e ora i due sono qui a porgerti le loro più sentite scuse. - Diede una gomitata molto dolorosa ai due, che gementi guardarono la russa e abbassarono la testa.
- Scusaci, non sappiamo esattamente cosa ci è preso. - Sergej li cacciò via, dopo, e rimase di fronte a tutti, che lo fissavano come se fosse stata la prima volta che vedevano un ragazzo fare così.
- Beh, che c'è? - Lauren si appiccicò ancora di più ad Emmett, quasi salendogli in braccio, mentre Rose si avvinghiò al braccio di Dmitrij, e Sergej si sedette in mezzo, come suggerito dalla sorellastra. Emmett lo guardò in silenzio, non capiva se il russo fosse risentito del fatto che lui frequentava, se così si poteva dire, la sorellastra, eppure lui non aveva accennato ancora niente a riguardo.
- Ordiniamo qualcosa da bere, vi va? - Edward, accarezzando quasi svogliato i capelli della sua Molly, prese l'iniziativa, e tutti furono subito d'accordo con lui. Allora Jasper alzò una mano per richiamare un cameriere che, girando fra i tavoli, aspettava che qualcuno si decidesse a consumare qualcosa.
Lui si avvicinò, con un blocchetto in mano e una penna dietro all'orecchio, e con un tono allegro chiese al gruppo cosa volevano.
- Io prendo un Long Island, voi cosa volete? - Lauren, dal canto suo, si fece avanti per prima, e gli altri, a ruota, ordinarono: Alice ed Edward un Sex On The Beach; Jasper e Julia un Gin; Molly, Heather, Emmett e Tyler un Invisible; Mike, Bella e Jacob un Cosmopolitan; Rosalie, Dmitrij e Sergej una VodkaLemon.
Di fronte al divanetto, che riusciva ad ospitare ben quindici persone, vi era un tavolino su cui le ragazze avevano posato le varie borse, e poco dopo fu sommerso dai numerosi bicchieri contenenti i vari cocktail.
Julia, sentitasi improvvisamente fuori dalla scena, afferrò il viso di Dmitrij fra le mani e lo baciò con trasporto, facendo fare una smorfia schifata a Rosalie che, dopo essersi voltata verso gli altri, aprì appena la bocca e vi mise due dita davanti, come se dovesse rimettere. Alice e Bella cominciarono a ridere fino alle lacrime, mentre i ragazzi divertiti scuotevano la testa.
Gli unici due seri, Lauren e Sergej, si guardavano, e mentre tutti gli altri erano intenti a parlare fra di loro, lei si avvicinò all'orecchio del fratello. - Te la fai con la sorella di Dmitrij, allora. Perchè non me lo hai mai detto? - Sussurrò, così piano che solo il diretto interessato la entì, e a malapena.
- Non vedo come possa riguardarti la cosa, Lau. No comunque, io e lei non stiamo insieme, ci conosciamo da molto, niente più. - Bugiardo, come sempre, la liquidò, la sua presenza lo infastidiva molto, ma era la scusante per poter stare insieme agli altri e controllare le sue mosse.
Il Dj, Ricky, venne richiamato da una ragazza dalla pelle olivastra, Paula, e decise di accontentare la sua richiesta, insolita.
Quindi, dalle casse cominciò a risuonare una canzone che subito attirò l'attenzione di Alice, Bella, Rosalie e le altre ragazze, e subito la russa si alzò e raggiunse le due sorelle.
- Ragazze, andiamo a ballare! - Le due scrollarono la testa, non erano completamente sicure di riuscire ad evitare figuracce su quei tacchi, ma la bionda non ascoltò obiezioni e, dopo aver bevuto velocemente un paio di sorsi del suo cocktail, lo porse a Sergej - suo fratello era ancora impegnato con Julia - che sorridendole le chiese il permesso di berne un po', avendo già finito il proprio.
- Finiscilo, non ho più voglia di bere oggi.* - Sorrise appena, poi trascinò Alice e Bella in mezzo alla pista, e le guardò convinta.
- Ragazze, vi stanno guardando. Volete conquistarli? Seguitemi! - Le sorelle, ancora timorose, si sorrisero, e decisero di buttarsi a capofitto nella loro missione 'conquistailmacho'. Ce l'avrebbero fatta?




Angolino autrice: ok, chiedo perdono per aver postato il capitolo solo adesso, ma ho avuto un sacco di contrattempi, e i dubbi cominciavano ad attanagliarmi la mente :( Bene, spero vi sia piaciuto, e come avete passato questa 'fine del mondo'? Io sinceramente non ci credo, comunque spero bene per voi! Mi raccomando, recensite numerosissimi! Un bacione, al prossimo capitolo, Alba97.
 


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Capitolo 10
*** Una serata idilliaca, fra balli, chiamate e... ***


Capitolo dieci Salve a tutti, gente! Come state? Allora, sono contenta di potervi dire grazie, di cuore, per tutte le recensioni e per tutti i 'seguiti', 'ricordati' e 'preferiti' alla mia storia ** Mi viziate troppo, ragazze :33 Bene, ora passiamo al capitolo! Che ne dite, ce la faranno le ragazze a fare colpo sui nostri bellissimi addormentati sul divanetto? Ahahahaa lo scoprirete solo leggendo!
Buona lettura!
P.s. Consiglio l'ascolto di Fly Project - Musica durante la lettura del capitolo, poichè è la canzone che stanno ascoltando anche i nostri personaggi! :33






Le note incalzanti della canzone che Ricky, il mitico DJ famoso in tutta la città, aveva fatto partire si diffusero per tutto il locale, e Rosalie, Bella e Alice erano là, in mezzo alla pista, sotto gli occhi di tutti, ma proprio tutti, i ragazzi presenti.
- Allora, ragazze? Siete pronte? - Rose le guardò negli occhi, con un sorrisino ammiccante, e loro, dopo essersi scambiate un cenno d'intesa, annuirono convinte.
Allora, la russa si mise fra di loro e cominciò a ballare ridendo, e le ragazze la seguirono, decise a conquistare quei due fustacchioni che, sfortunatamente, non riuscivano a vedere in volto, per riuscire a capire la loro reazione.
Ma Rose, la furbetta, li vedeva benissimo, aveva fatto abitudine a capire cosa provavano i ragazzi in particolari situazioni, e lei li scorgeva benissimo, intenti a sgranare gli occhi per la sorpresa.
Infondo, da quello che le ragazze le avevano raccontato in bagno, solo una volta erano risultate decenti, a detta loro, in tutta la loro adolescenza, ed era stata l'estate precedente, durante le vacanze in Italia, in cui la loro cugina preferita le aveva truccate, vestite bene e portate ad una festa in spiaggia, in una località che Rose, non per la prima volta, ancora ricordava bene, grazie ai lunghi racconti delle due sorelle.: Napoli.
Le sarebbe piaciuto visitarla, magari mano nella mano con un ragazzo attraente e sensibile, come quel bellissimo... Rose! Non pensarci nemmeno!
Nel ritornello, decise di osare una mossa pericolosa, che le ragazze non osarono nemmeno pensare, e si incamminò a passo suadente verso il divanetto, su cui Sergej faceva le capriole per rimanere calmo.
Emmett, accanto ad una Lauren livida per il gesto che le tre avevano fatto, la stava osservando e cercava di tornare a respirare normalmente, perchè dai movimenti dei suoi fianchi e del suo bacino, là sotto le cose erano peggiorate parecchio, se non addirittura andate in catastrofe biologica.
Quindi, la bionda si avvicinò al fratello, che finalmente si era staccato da Julia e la osservava attento, e con uno sguardo che diceva tutto lo prese per il colletto della camicia, facendolo alzare di scatto, e gli appoggiò entrambi gli avambracci sulle spalle, cominciando a muovere il bacino a destra e a sinistra con un ghigno in viso, e il fratello scoppiò a ridere, trascinandola verso la pista da ballo seguendo il suo ritmo.
I rimanenti seduti al tavolo, quasi sconvolti, rimasero ad osservare i quattro in pista, ognuno con dei pensieri diversi.
Edward, come Jasper d'altronde, cominciava a sentire un peso, accanto a lui, sotto figura della propria fidanzata. Sì, era un macigno, averla accanto, non era seriamente innamorato di lei, lo pensava, certo, ma non lo era affatto.
Aveva sempre creduto di esserlo, eppure più la guardava più capiva che stava con lei per altro, quasi per abitudine ormai, erano quasi due anni che si erano messi assieme, ed era quasi giunta l'ora, per lui, di cambiare aria.
Jasper, dal canto suo, la pensava allo stesso modo, infondo nella sua amata California aveva avuto un sacco di ragazze, e da quando era lì solo Heather aveva avuto la grazia di poter toccare quelle labbra incantevoli, e quei capelli biondi come il grano.
Emmett affondava sempre più nel divano, ormai non esisteva niente accanto a lui, né Lauren che sempre più inviperita stava sbuffando senza sosta, né tutto il resto del mondo. Solo lei, e il suo lato B da paura, che ogni tanto faceva capolino da sotto a quel minuscolo tessuto nero che, accidenti a lui, serviva solo a mandarlo ancora più fuori di testa.
E Sergej? Lui sapeva benissimo cosa c'era sotto, e si stava gustando il momento in cui avrebbe nuovamente assaporato quelle sensazioni fantastiche con lei, come ai vecchi tempi. Se lo gustava troppo, forse, viste le occhiate mangiafuoco che le lanciava, e che lei percepiva perfettamente, visto il suo dissenso nello sguardo.
Dmitrij, attaccato alla sorella ed entusiasta come non mai, si scatenava accanto alle sorelle Cullen, che come loro si divertivano come pazze e, soprattutto, speravano in qualcosa di più.
- Amore, mi sembra di essere tornato a questo inverno, alla 'Fabrique', ti ricordi quanti balli abbiamo fatto io, te e Viktor?* - Dmitrij strinse fra le sue braccia la sorellina, che ridendo divertita annuì.
- E quante volte Vik ha finto di essere il mio ragazzo per far allontanare tutti quegli allupati, pieni di vodka da fare schifo?* - Scoppiarono a ridere entrambi, e alla fine si unirono ad Alice e Bella, a formare un quartetto fantastico.
Mike e Tyler, dopo aver intuito di non essere davvero i benvenuti in quel posto, si dileguarono velocemente, superando la pista da ballo, ma spergiurarono di tornare presto, a caccia di femmine. Jacob, invece, era stato assalito, prima del debutto delle ragazze, da una sua ex, che ancora risentita per la loro rottura aveva deciso di fargliela pagare nel migliore dei modi. Almeno per lei, ovviamente. E come vendicarsi con un uomo, se non ricompensarlo con la stessa moneta? Prima, Bea, la vittima, l'aveva sedotto con un micro abitino che, essendo sinceri, poteva essere benissimo considerato un costume da bagno, e poi, nel pieno dei loro giramenti d'ormoni, lo aveva piantato in asso, scaricandolo come un barile e umiliandolo, poi, con vari scherni di ogni genere.
Lauren, seduta accanto ad Emmett, che ormai era perso completamente nei suoi pensieri più brucianti, livida di rabbia stava stringendo le mani a pugno, e cercava in ogni modo di far ricadere l'attenzione del moro su di lei, inutilmente. Stava mangiando viva la povera ragazza in mezzo alla pista, e l'avrebbe cacciata fuori molto volentieri.
Sergej, appollaiato sul divanetto con in mano il bicchiere vuoto di Rosalie e di fronte a sè un White Russian, appena ordinato, aveva la lucidità offuscata, ma per evitare di ridursi a fare certe cose lì, davanti a tutti, spostò lo sguardo verso la sorellastra, e subito si calmò, tornando con i piedi a terra come se fosse precipitato da un grattacielo in piena New York.
Lauren si scansò appena verso di lui. - E' una smorfiosa, ma l'hai vista?! Chi si crede di essere, per arrivare qui e rompere le scatole a me e a loro due? E' una stupida montata, ecco cos'è. - Sputò quelle parole con veleno e ferocia ma, seppure sussurrate, raggiunsero l'udito di Sergej, che dovette chiudere gli occhi per non insultarla.
La detestava, l'aveva sempre detestata, in ogni suo comportamento o in ogni sua parola, ma in quel momento la odiava completamente.
- Non è lei la smorfiosa, sei tu che vuoi essere al centro del mondo come al solito, e vorresti che tutti siano ai tuoi piedi, ma visto che hanno di meglio da fare non la sei e ti rode, ammettilo.* - Fortunatamente, il suo istinto gli suggerì appena in tempo di pronunciare quella frase nella sua lingua madre, o sarebbero stati problemi amari per lui. Infatti, quella disgraziata si era fatta amica sua madre, Olga, e ovviamente il padre, Henry, stravedeva per la figlia dalla separazione dalla sua prima moglie, ed entrambi erano sempre stati dalla sua parte. Olivia, invece, era ancora troppo piccola ed innocente, racchiusa nei suoi quattro anni e mezzo, eppure covava una certa simpatia per lui, seppure non glielo dimostrasse sempre.
- Scusa, cos'hai detto?! - Lauren si girò con uno scatto rabbioso, dando una gomitata ad Emmett, che si risvegliò dal torpore in cui era caduto e la squadrò in malo modo.
- Ma che fai, sei ammattita? Che ti prende? - Sergej, per un istante, fu grato al moro di avergli staccato di dosso quella piaga, mentre lei, rintanandosi contro di lui, inarcuò il labbro inferiore e strinse le sopracciglia, in una faccina dispiaciuta.
Lui le sorrise appena, accarezzandole la guancia con la punta dell'indice.
- Scusa, ma non capivo seriamente cosa avessi intenzione di fare! - Lei lo guardò con un sorrisino e si avvinghiò contro di lui, accarezzandogli l'estesissimo torace muscoloso con le dita.
- Beh, io una piccola ideuccia l'avrei, sai com'è... - Sergej si voltò disgustato, mentre Molly ed Heather, aggrappate come non mai ai rispettivi fidanzati, pianificavano una vendetta coi fiocchi verso le due in mezzo alla pista.
Della biondina, a loro non importava assolutamente; ma Alice e Bella, le sorelle Cullen, gliel'avrebbero pagata, eccome!
Intanto, la canzone cambiò, e le tre ragazze, già stanche per via dei tacchi altissimi che Rose aveva imposto a tutte e tre, si avviarono ridendo verso il divanetto, mentre Dmitrij, allontanandosi a malincuore, si diresse verso il bancone per ordinare un nuovo giro, da portare al loro tavolo.
Le due ragazze decisero di cambiare posto ed osare una piccola mossa, a loro favore, quindi si sedettero accanto alla russa e di fronte ai due ragazzi, ancora storditi.
Rose, invece, appena si sedette venne subito attaccata da Sergej, che imperterrito le fissava il fondoschiena senza pudore.
- Beh, tesoro, sei stata fantastica. Sei sicura di non voler andare in mezzo alla pista con me, come ai vecchi tempi?* - Il fiume di parole investì la povera ragazza, che estremamente scocciata incrociò le braccia al petto e girò il capo dall'altra parte.
- Fottiti, Sergej. Lasciami in pace.* - Si rivolse alle ragazze, ignorando i tentativi di un approccio più intimo con il biondo accanto a lei, e sorrise.
- Ragazze, sapete che mio cugino vive qui, a Washington? - Alzò il sopracciglio per un istante, ed entrambe capirono, perchè Bella accavallò le gambe molto lentamente e la guardò interessata.
- Veramente? Un cugino, da parte di chi? - Fece un sorrisino, mentre Emmett staccò un attimo gli occhi da quelli di Lauren per ascoltare la nuova discussione.
- E' il figlio del fratello della mia mamma, e lui è bellissimo! Quando ero piccola, mi sono innamorata di lui! - Scoppiò a ridere, ricordandosi di quando, all'età di sette anni, lei aveva tentato di dare un bacino sulle labbra al cugino, allora poco più che tredicenne, e lui, sebbene divertito da quella faccenda, l'avesse lasciata fare, infondo lui la adorava tanto quanto lei adorava lui.
- Davvero? Hai una sua foto, per caso? - Alice, seguendo il suo istinto e il consiglio spudorato della russa, prima del ritorno al divanetto, si allungò verso di lei fino a sovrastare la sorella e, con una grazia quasi innata, rimase a mostrare le gambe, scoperte quasi del tutto, ad un Jasper più che sorpreso e, sì, molto appagato da quel panorama niente male.
Dunque Rose tirò fuori il telefono dal taschino della minigonna che indossava, e nel farlo sollevò il fianco esterno tanto quanto bastava per permettere al suo sedere, involontariamente, di sfiorare la gamba di Sergej, che quasi con gli occhi fuori dalle orbite rimembrava i vecchi tempi, e i bellissimi momenti, passati con lei; Rose sfogliò tutte le immagini, e quando arrivò a quella del cugino, porse il cellulare alle due sorelle, che sbarrarono gli occhi sconvolte.


- Oddio. Stai scherzando?! Questo è tuo cugino? E' un grandissimo pezzo di figo, Rosalie! Perchè nella tua famiglia siete tutti così belli? - Le due non potevano credere ai loro occhi: possibile che Dmitrij avesse un cugino bello così, e non gli fosse venuta la brillante idea di presentarlo ad entrambe?
- E' una domanda che mi faccio spesso anche io in realtà, ma non ho mai trovato una risposta soddisfacente! - Finalmente, per la gioia delle tre, il fratello di Rose fece capolino, dopo aver osservato tutta la scena, a metà fra il divertito e l'infastidito.
Jasper ed Edward, ancora fra le grinfie delle due gonfiate di gelosia fino al midollo, li osservarono quasi infastiditi, mentre Lauren allungò per un brevissimo istante lo sguardo verso il cellulare.
Beh, secondo lei era un ragazzo davvero molto bello, ma Emmett le pareva molto più... macho, per quanto anche lui non lo fosse.
- Volete conoscerlo? - Rose le osservò con un sorrisino malizioso, e loro annuirono estasiate alla sua proposta; allora lei compose un numero, che sapeva ormai a memoria, e attese un paio di squilli.
Al terzo, una voce maschile calda e tanto adorata rispose, sembrava quasi assonnato.
- Pronto, Rosaliya? Sei tu?* - La ragazza scoppiò a ridere, non si aspettava proprio che quel quasi ventiduenne, sveglissimo e attivo ventiquattro ore su ventiquattro piene, potesse rivolgerle una domande del genere. Infondo, non era nemmeno mezzanotte!
- Sì, sono io Vitja! Possibile che tu non riconosca mai la mia voce?* - Lo rimproverò bonariamente, e lui, dall'altra parte del telefono, ridacchiò appena.
- Amore, scusami se alle tre di notte non sono completamente sveglio!* - Rose si zittì, smorzando il sorriso di un attimo prima. Quindi, prese il telefono del fratello dalla tasca posteriore dei suoi jeans, provocando una smorfia di diniego da parte di Julia, che in tutto quel tempo era rimasta buona buona ad osservare la scena, e controllò l'ora. Oddio, aveva ragione! Come mai lei era convinta che fosse ancora così presto?
- Scusami, sono ancora sballata per colpa del fuso orario! Tesoro mio, lo sai che io sono qui in America, e che entro due giorni voglio vederti assolutamente, per presentarti un paio di persone?* - La risposta, quasi urlata, le arrivò dopo un paio di minuti buoni, in cui lei pensò seriamente di aver perso la connessione, o di aver finito il credito.
- Tu sei qui in America?! Pensavo non arrivassi prima del mese prossimo! Perchè tuo fratello non è in grado di darmi delle informazioni giuste, almeno una volta nella vita?* - Si interruppe un attimo, prendendo un respiro.
- Beh, sarei davvero contento di conoscere quel paio di persone, sicuramente domani, o dopodomani, dipende dai punti di vista, verrò giù a Forks, un'ora di macchina e sono davanti a casa vostra. Mi raccomando angioletto, stammi bene! Ti chiamo alle dodici, così ci sistemiamo. Buonanotte tesoro, salutami quel disgraziato di Mitja!* - Rosalie schioccò un bacio sul microfono del telefono, ridendo sempre più forte, mentre Alice e Bella, con l'aiuto del loro interprete preferito, avevano seguito tutta la conversazione e, con la bionda, si divertivano a prendere in giro Dmitrij e la sua adorabile sbadataggine.
Emmett, rimasto in silenzio tutto il tempo, non faceva che contemplare quelle labbra carnose che, sinuosamente, si muovevano a formare delle parole incomprensibili e impronunciabili, ma che rendevano il tutto molto più sexy ed attraente.
Julia, consapevole del fatto che non era più minimamente calcolata dal proprio fidanzato, decise di intromettersi, scocciando prevalentemente Rose, e dopo aver quasi lanciato prepotentemente Dmitrij lontano dal divanetto, lo raggiunse con due passi, quasi fatti di corsa, e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio.
Lui, mutando espressione, da confusa e quasi spaventata ad improvvisamente attenta e ammiccante, le appoggiò entrambe le mani sui fianchi e la baciò con trasporto, avviandosi lentamente verso i bagni.
Alice e Bella erano sconvolte, come tutti gli altri seduti al divanetto, d'altronde. Le uniche due indifferenti, guarda caso, erano proprio Molly ed Heather, che avrebbero seguito molto volentieri l'esempio della loro amica e avrebbero trascinato i loro bell'imbusti dritti dritti nelle toilette, dalla scarsa igiene, di quel locale, non così tanto importante, infondo.
Rosalie, che da quando aveva visto per la prima volta Julia non faceva altro che pensare che non fosse altro che una stupida sciacquetta che scodinzolava esaltata dietro a suo fratello senza un motivo preciso e che ogni secondo che passava con lei faceva aumentare la sua voglia di lanciarla in un taxi diretto in Argentina pagandole anche il biglietto, si ritrovò improvvisamente presa da un quasi conato di vomito, alla vista di quello spettacolino vergognoso. Oh sì, avrebbe dato di tutto, pur di cancellare quell'orrida visione.
Mentre la compagnia era immersa nello sbigottimento più totale, Mike e Tyler, che non avevano perso nemmeno per un attimo i movimenti di tutti loro, si rifilarono dietro ad un paio di uomini forzuti e tarchiati, probabilmente bodyguard, fino a che non raggiunsero il tavolo e, allungando prontamente una mano, invitarono Alice e Bella in pista, per un ballo sotto alle note della canzone scatenata che era stata selezionata. (Hangover - Taio Cruz ft. Flo Rida) Ormai Tyler aveva capito che Rosaliya, per quanto fosse bellissima e assolutamente provocante, non era pane per i suoi denti, viste le occhiate che Sergej le lanciava doveva esserci qualcosa, fra di loro. Le ragazze, appena si ripresero dal loro shock, lanciarono uno sguardo d'intesa alla russa accanto a loro, che diventata lievemente verde per il forte disgusto alzò appena una mano come per dare loro il consenso.
Anche Jasper ed Edward, per ripicca e per dimenticare le immagini incandescenti che ancora si rincorrevano nelle loro menti ferrate, si diressero verso la pista, mano nella mano con le rispettive innamorate, ma in punti diversi, per non infastidirsi o, meglio, per non far capire l'uno all'altro quali erano le loro vere intenzioni.
Rimasero in quattro, seduti al tavolino. I drink erano arrivati, e Rose, pur di evitare il minimo discorso con il russo accanto a lei, si era buttata a capofitto sul suo, scartando immediatamente il Black Russian e preferendo quello preso dal fratello, un semplice Bacardi.
Solitamente, nei locali che frequentavano lei e tutti i suoi amici, a Mosca e nei dintorni, il cocktail che veniva consumato prevalentemente da tutti era la vodka, e lei voleva provare qualcos'altro, per una volta.
Emmett si guardava attorno, combattuto sul da farsi, e la soluzione di alzarsi e uscire per andare a consumare una poco sana, ma molto appagante, sigaretta era sempre più visibile, fino a che non si decise.
- Vado a fumare, qui in balcone. - Lui, assieme ai suoi amici e a Lauren, era un frequentatore assiduo di quel locale, e ne conosceva ogni angolo, e ogni segreto, e quindi sapeva benissimo che si poteva fumare solo all'esterno, diversamente da altri locali più 'di manica larga' che permettevano anche quello.
Lauren stava per replicare, ed era già pronta ad alzarsi e a seguirlo, quando una voce, decisa e determinata, sovrastò quella stridula e fastidiosa della riccia.
- Vengo con te. - Tre parole, nessuno si sarebbe mai aspettato che potessero uscire dalla bocca di Rosalie, ma effettivamente era così.
Emmett non rispose, diede un'alzata di spalle e le fece strada, seguendola a tre passi di distanza.
I due fratellastri, rimasti soli, si scambiarono uno sguardo che diceva tutto, e niente; lei si risedette, inviperita al massimo, e punta nel suo orgoglio, a gambe accavallate e con un'espressione parecchio nervosa, mentre lui, battendo ritmicamente il piede a terra, fissava il tavolino e tutti i drink con la mascella serrata, e i pugni infilati nelle tasche.
- L'ho detto io, è un'oca senza cervello, e ci sta provando con Emmett. - Un'altra volta, il rancore e il risentimento furono scaricati addosso a lei, ma stavolta Sergej non replicò, rimanendo nel suo stato di nervosismo puro.
- Da quanto tempo vi frequentate, tu e Cullen? - Cercava di sviare il discorso verso una parte meno dolente, e lei tranquillizzandosi rimase a rimuginare un po'.
- Direi quasi un mesetto, più o meno. Perchè? - Lo squadrò, senza riuscire a trarre nemmeno una lieve contrazione del viso che le facesse capire le sue vere intenzioni.
- Così, pura curiosità. Sai, ogni tanto Henry mi chiede dei tuoi inciuci amorosi, e non so mai cosa rispondere. - Bella scusa, Sergej, davvero. Pensi davvero che sia così stupida?
Lei scrollò le spalle sorridendo, ci credeva veramente! Il fratellastro, sorpreso, comprese che lei, la riccia abborda uomini, era veramente caduta in basso, per quanto riguardava l'intelligenza.
Intanto, sul balcone, Emmett stava frugando nella tasca dei jeans per trovare l'accendino, e Rosalie era appoggiata al muro, accanto al moro, con lo sguardo rivolto verso destra, in basso, e le braccia incrociate al petto, sospirante.
Lui non sapeva in realtà perchè lei avesse voluto seguirlo, ma non gli dispiaceva affatto. L'incredibile sensualità che emanava da ogni poro era così intensa, che lui pensava di riuscire quasi a percepirla, a contatto con la pelle nuda delle sue mani.
Lei lo guardò un istante, sempre più convinta che era davvero un bel ragazzo, poi si staccò e si avvicinò a lui, che nel frattempo era riuscito ad accendersi la sigaretta.
- Scusa se ti ho seguito, ma non volevo restare da sola di là. - Lui alzò le spalle, facendo un tiro che subito gli calmò le acque, bollenti, che lo stavano facendo impazzire.
- E' successo qualcosa, per caso? So che non dovrei intromettermi perchè non ti conosco affatto, ma se hai bisogno... - Lui, Emmett Cullen, che si rendeva disponibile a parlare con una ragazza? Lui, che aveva la lista più lunga di ragazze che, in una maniera o nell'altra, erano finite fra le sue braccia, chi una volta chi più, di tutto il liceo? Lui, che del rispetto delle donne se ne fregava assolutamente, come quello che non aveva per le sue sorelle?
- E' una cosa difficile da spiegare, ma ti ringrazio per averti preoccupato per me, Emmett. - Rose sorrise di nuovo, e lui fu costretto a distogliere lo sguardo, da quel viso ammaliante e bellissimo.
- Non voglio che nessuno faccia del male ai miei amici, o ai loro familiari, ecco tutto. - Non si preoccupò nemmeno di correggerla, fece solamente un altro tiro, espirando tutto il fumo in un attimo, e rimanendo ad osservare la cenere volare via dopo un lieve colpetto.
Entrambi sentirono dei passi, e si girarono, trovandosi di fronte Dmitrij ed Alice, che sorridevano allegri, anche se dentro di loro si stavano domandando perchè i due erano in balcone da soli.
- E' meglio se andiamo a casa, si sta facendo tardi, non credete? - Alice, dopo essersi avvicinata al fratello, lo guardò male e, facendo per ribattere, si beccò in faccia una folata di fumo che la fece tossire.
- Sentimi bene, idiota! Se vuoi fotterti la salute, fai quello che vuoi, ma vedi di non farlo anche a me, grazie! - Rosalie, questa volta, fu d'accordo con la ragazza, anche se non osò aggiungere una sola sillaba.
- Se tu la smettessi di rimbeccarmi sempre e comunque, ogni santa volta che ho voglia di fare un paio di tiri senza rompere le palle a nessuno, come d'altronde fa Bella, io non ti fumerei in faccia, non credi Alice? Miseriaccia, sei peggio di mamma quando ti ci metti. - Senza darle il tempo di replicare, rientrò nel locale spegnendo la sigaretta non del tutto finita dentro al posacenere fisso accanto alla porta, lasciando la sorella sconsolata insieme ai due biondi.
- Cosa devo fare con lui, Dima? Perchè voi due avete un rapporto così bello, e io non riesco a parlare con Emmett per più di due minuti senza essere insultata come al solito? - Alice sospirò, e Dmitrij la prese fra le braccia, sorridendo per confortarla.
- Dai, lo sai che tuo fratello ha un carattere un po' così, non farti molti problemi Alice, e lasciagli fare le sue scelte, se dovrà pentirsene lo farà senza addossare la colpa a nessun'altro! - Alice subito sorrise, e nel preciso istante in cui Dmitrij le stampò un bacio in fronte, fece il suo arrivo Julia, imperterrita e decisa su quei trampoli decisamente fuori moda.
- Dimitri, amore mio, cosa stai facendo?! - La sola pronuncia del nome fece correre i brividi sulla schiena di Rosaliya, che stavolta non si trattenne.
- Julia, vedi di sparire, te e quell'enorme didietro che ti ritrovi appresso!* - Le disse, con tutta la calma che possedeva in corpo, ma la ragazza non comprese e, con una faccia confusa, si rintanò da Dmitrij, fingendosi risentita.
- Non mi interessa che Alice è la tua migliore amica, sono gelosa e lo sai! Tu sei mio, e solo io posso baciarti e abbracciarti. Io, e basta. - Disse, e mentre il ragazzo si distrasse un attimo a guardare sconsolato Alice, lei rivolse una delle occhiate più fredde possibili alla russa accanto a loro, che strinse i pugni e alzò i tacchi per non prenderla a calci in faccia.
L'avrebbe solo migliorata, anche se non era ancora in grado di fare i miracoli. Non fino a quel punto, almeno.
Rientrò, ritrovandosi di fronte Molly ed Heather e i loro fidanzati, che nonostante tutto non si staccavano minimamente dalle due, sorridenti e brilli.
- Dobbiamo scambiarci i numeri, cara biondina, ora che sei qui non sfuggirai tanto presto dall'America! - Edward le appoggiò una mano sulla spalla, e lei inclinò appena la testa di lato e sorrise.
- Domani vado a comprare un numero nuovo, questo non va bene qui, appena lo prendo ve lo invio! - I due alzarono le spalle e la guardarono, poi si girarono verso il moro, Emmett, infondo al locale, che li osservava da lontano.
- Noi ce ne andiamo, Emm ci aspetta, e guai a farlo aspettare troppo! - Jasper scoppiò a ridere, e dopo un lungo ed appassionato bacio alla sua fidanzata, diede un buffetto sulla guancia di Rosalie e con Edward, dopo che quest'ultimo le diede un bacio sulla guancia, si diresse verso l'uscita.
Bella era già con Emmett, e stavano discutendo, come al solito.
- Perchè l'hai fatto, scusa? Non ti ha detto niente e si stava facendo gli affari suoi. - La ragazza incrociò le braccia al petto, mentre il fratello sempre più scocciato non si staccava un attimo da Lauren, che gli teneva appoggiato un braccio sulla schiena come per fargli sentire il suo conforto e la sua presenza.
- Bella, devi rompere anche te stasera? Vi siete coalizzati contro di me per stressarmi anche in piena notte, qui? - Lei gonfiò le guance, ma, trattenendosi dal mandarlo a quel paese, si ricompose e con tutta tranquillità lo guardò negli occhi.
- Allora preferisci che io vada a farmi Tyler? Secondo me non gli darebbe molto fastidio, sai caro fratellino? - Lui strinse la sua presa sulla vita di Lauren, ben contenta, per non girarsi e correre dietro a Tyler per mollargli un pugno in pieno viso.
Anche se in quel momento le sue sorelle non gli garbavano molto, era comunque geloso marcio, soprattutto in quel momento che, grazie a quello schianto di bionda, erano diventate due bombe.
Rosalie si osservava attorno, doveva ancora salutare quasi tutti, e infatti si diresse verso i due fratelli bellicosi, accanto all'uscita, che stavano continuando a discutere, senza scaldarsi troppo fortunatamente.
- Bellina, vai a casa? - Le chiese, sorridendo apertamente, ritrovandosi accanto ad Emmett e Lauren, che finalmente riuscirono a salutarsi come si doveva, ovvero un lungo bacio appassionato, e un lieve sottofondo di schiocchi per completare il tutto.
- Sì, se il signore si degna di staccarsi vado a casa, domani ho l'appuntamento dal dentista e finalmente toglierò l'apparecchio, quindi non voglio arrivare là conciata come un panda... - Le due scoppiarono a ridere, anche se la povera Rose aveva capito ben poco del suo ragionamento, ma non volle dare malcontento alla nuova amica.
Anche Alice rientrò nel locale, subito diretta verso di loro e seguita a ruota da Jasper ed Edward, che si erano fermati a parlare con un paio di conoscenti.
- Rose, tuo fratello mi ha detto di dirti che sta parlando al telefono con un certo... - Si fermò un attimo, a rimuginare sul nome. - Costantino, può essere? - La russa smorzò subito il sorriso, guardandola negli occhi, e tutti si zittirono per osservarla.
- Konstantin? A quest'ora? - Sbuffò, poi scosse la testa e la lasciò proseguire.
- Dice che arriva fra due minuti, e lo aspettiamo di sicuro, perchè qui da sola non ti lasciamo nemmeno a morire! - Tutti annuirono, concordando con le parole di Alice, e infatti si riunirono a cerchio, poco distanti, e ripresero a parlare.
- Mi ha fatto piacere conoscere persone come voi, siete molto gentili con me, e simpatici! - Bella ed Alice si intenerirono, e subito le si gettarono addosso, per abbracciarla; scoppiarono a ridere tutte e tre, appena si staccarono dalla morsa, mentre Lauren, dopo aver scoccato un'ultima occhiata ad Emmett, gli posò un bacio sulla guancia e salutò tutti con un cenno della mano, uscendo.
Jasper ed Edward erano come inquieti, le loro fidanzate sarebbero tornate a casa insieme poichè vicine di casa ma era come se entrambi si sentissero che sarebbe successo qualcosa, a breve. Ma non sapevano cosa.
Rose udì dei passi dietro di sè, e a causa delle luci basse del locale quando scostò la testa per capire chi fosse non riconobbe subito il ragazzo di fronte a lei. In effetti, le erano apparsi un paio di ciuffi biondi e gli occhi azzurri più belli che avesse mai potuto vedere.
Gli altri non gli diedero molto peso, tutti presi com'erano dal discutere su chi sarebbe andato davanti assieme ad Emmett, che si rifiutava categoricamente di stare da solo per paura di sbandare. Ebbene, si era scolato anche i drink delle sorelle, oltre ai suoi due e alla birra al ristorante, e non voleva avere sulla coscienza nessuno; guai, poi, a prendersi una multa o, peggio, a finire per un'intera notte in una cella fredda e puzzolente alla centrale di Polizia, con il capitano Swan.
Rosaliya si sentì accarezzare le spalle, in maniera gentile e delicata, e stava per voltarsi completamente, quasi l'altra mano, quella libera, del ragazzo le provocò un dolore quasi lancinante, causato dalla pacca sul fondoschiena che la povera ragazza ricevette, quasi con violenza.
Trattenne un urlo, con una mano davanti alla bocca, ma spalancò gli occhi e gli altri, attirati dalla sua espressione, la osservarono straniti.
La russa si voltò, scoprendo finalmente che dietro di lei non c'era che Sergej, e la sua mano che non si decideva a staccarsi da lei, e in preda ad uno scatto rabbioso alzò una mano verso il suo viso.
Ma lui, sebbene fosse pressocchè ubriaco e poco lucido, prontamente spostò la faccia in tempo e, ignorando le proteste di lei, le afferrò il volto fra le mani e la baciò possessivamente.
Lei era combattuta, una parte di sè aspettava quel momento da tutta la sera, l'altra ne era disgustata.
Ma prese il sopravvento la seconda, e grazie all'aiuto dei cari Jasper ed Edward si staccò violentemente da lui e gli mollò un sonoro schiaffo sulla guancia, tanto da fargli girare la testa dall'altra parte.
- Come ti permetti, animale?!* - La sua voce, strozzata dai numerosissimi stati d'animo in cui era piombata, risultò quasi gracchiante, ma lui venne quasi scaraventato fuori dai due che lo tenevano per le braccia, e venne raggiunto dalla sorellastra, furiosa.
Alice e Bella raggiunsero la bionda e la controllarono, prima di domandarle se stesse bene.
- Sì, non preoccupatevi. Sono abituata, ormai. - Con una lieve smorfia di rabbia, vide arrivare il fratello, con un sorriso stampato in faccia, e subito si diede un contegno e lo guardò.
Ma lui, dietro a quell'espressione tirata, aveva visto tutto. E infatti, non si fermò dagli altri.





Angolino autrice: bene ragazzi, è con immenso piacere che... vi presento questo. Non mi convince molto la fine, in realtà, ma sarà il vostro giudizio a proclamarlo promosso o bocciato! Beh, spero che a voi sia piaciuto, e anche il caro cuginetto... A presto, mi raccomando recensite numerosi! Un bacio, Alba97.

 






Mitija = Altro soprannome di Dmitrij.
Vitja = Soprannome di Viktor.




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Capitolo 11
*** Guastafeste, sogni e partenze scomode ***


Capitolo undici Salve a tutti! Come state? Spero bene! Come avete passato Carnevale, fra dolci, maschere e balli? Allora sarete sicuramente pronti per leggere questo capitolo u.u Abbiamo lasciato un fratello maggiore abbastanza incavolato dopo l'affronto che un ragazzo troppo invadente ha fatto alla sua Rose, sotto lo sguardo attonito di tutti gli altri. Ma cosa faranno le sorelle Cullen, ora che la loro vita ha preso una piega diversa? Aiuteranno la nuova amica? Lo scoprirete prestissimo!
Buona lettura!




Emmett, Jasper ed Edward non avevano mai, mai visto il loro amico così. Era anche vero che non sapevano dell'esistenza di una sorella minore, e che lo avevano scoperto da pochissimo, ma non pensavano che Dmitrij potesse incavolarsi così tanto.
Alice e Bella dal canto loro non osavano nemmeno avvicinarsi per fermare il ragazzo, che si stava avvicinando lentamente, ma molto pericolosamente, a Sergej, intontito dall'alcool e trattenuto da Lauren, spaventata dalla situazione.
Rosalie, invece, sapendo perfettamente che il fratello poteva diventare una belva affamata di vendetta in quelle circostanze, non esitò un attimo a corrergli dietro per fermarlo, appena in tempo.
- Dima, amore, non ne vale la pena davvero.* - Gli disse, non appena il suo tacco sinistro toccò la gamba di lui per fermarlo e i suoi occhi seri, ma dolci e azzurrissimi, sprofondarono in quelli pieni di ira del fratello.
- Stai scherzando Rosaliya?! Ti ha toccata, e ammettilo che ti ha fatto del male. Ma stavolta non la passa liscia.* - E mentre tentava di spostarla per raggiungere il russo, immobile ad attenderlo, lei con un cenno della mano e un'occhiata quasi implorante si rivolse ad Emmett, della taglia adatta per aiutarla a bloccarlo.
Lui si mosse alla sua muta richiesta, e quasi corse sul filo del rasoio, in effetti non sapeva ormai più quale fosse il vero potere di Dmitrij arrabbiato, ma sapeva che essendo un giocatore di football avrebbe picchiato duro per il suo obiettivo.
Alice e Bella, istintivamente, si avvicinarono a Jasper ed Edward che, dal canto loro, erano ben contenti di essere considerati come una protezione dalle due ragazze, soprattutto in quel momento in cui erano liberi di farlo.
- Dai amico, tranquillo. - Emmett non sapeva veramente cosa dire, ma l'effetto fortunatamente fu come quello di una tisana rilassante; Dmitrij, sbuffando e grugnendo qualcosa di incomprensibile, si fermò e ignorò l'idea di mettere le mani addosso all'altro, senza però trattenersi dall'insultarlo.
- Stronzo pervertito, t'avverto. Toccala un'altra volta e ti faccio passare la voglia di respirare autonomamente.* - Gli strillò, mentre l'altro ghignava soddisfatto e veniva trascinato in macchina da Lauren, che dispiaciuta guardava Emmett come per dire 'se avessi potuto scegliere...'
Rosalie si appoggiò una mano sulla fronte come sconsolata, mentre le sue braccia erano incrociate al petto, e il resto del gruppo li raggiuse subito, con un velo di agitazione addosso.
- Dima, non è il caso di incazzarti così tanto ogni volta, lo so che Sergej è un idiota ma per favore, non farti rovinare la serata da lui.* - Il fratello sospirò e le accarezzò la guancia, chiudendo gli occhi e tranquillizzandosi poco dopo.
- Hai ragione, ma lo sai amore, quando ti toccano vado fuori di testa e mi verrebbe voglia di uccidere tutti.* - Lei annuì e alzò lievemente le spalle, come per dire che non importava ormai.
Poi si avvicinò ad Alice e Bella e le guardò per un attimo. - Ragazze, domani pomeriggio dovete andare via? - Loro risposero negando e lei dunque le informò che se a loro fosse andato bene, sarebbero andate in una città vicina che le sorelle avevano proposto, Port Angeles, per poter fare altro shopping e passare un pomeriggio con il caro Viktor.
- Dmitrij, mi sono dimenticato di dirti che quest'anno dobbiamo comprare le nuove divise per la squadra e ci tocca andarle ad ordinare al solito posto, se andassimo domani? - Emmett si infilò le mani in tasca e attese la risposta dell'amico, leggermente perplesso.
- Quanto durano le divise qui, nemmeno tre anni? - Era confuso, perchè ne serviva una nuova se quella che era attualmente in uso era in condizioni quasi perfette?
- Perchè abbiamo anche cambiato logo, lo scorso semestre, non te lo ricordi già più? - Emmett rise appena, scuotendo la testa e ricordandosi che il suo amico, per quanto fosse simpatico, gentile e altruista, aveva un difetto enorme: una memoria molto, molto breve.
Infatti il russo annuì, ricordando improvvisamente del repentino cambiamento del mister, l'anno scolastico precedente, e non potò che accettare la proposta dell'amico.
- Va bene Emm, potremmo andare con le ragazze a Port Angeles domani e fare un giro con loro, poi ordiniamo le divise e io intanto saluto mio cugino Vik, ci stai? - Emmett alzò le spalle e sorrise appena, poi salutò gli amici e fece cenno alle sorelle di dirigersi verso la macchina. Infine, si girò per un attimo verso Rosalie, impegnata a salutare calorosamente Alice e Bella, e non potè non guardare il suo fondoschiena perfetto, alzando lo sguardo poi appena in tempo per non essere scoperto dalla diretta interessata e facendole infine un lieve saluto con la mano, e un sorrisino.
La russa arrossì vistosamente, ma fortunatamente il ragazzo si era girato poco prima e non la notò, e lei potè tirare un sospiro di sollievo.
- Adesso andiamo, che domani tu non ti svegli più altrimenti amore mio. - Disse Dmitrij, per mano a Julia, e dopo aver salutato nuovamente tutti attirò la sorella sotto al proprio braccio e si incamminò verso la macchina, lentamente.
Jasper ed Edward avevano già raggiunto la Range Rover di Emmett e avevano aperto la portiera alle ragazze, poi Jazz aveva deciso di andare davanti con il suo amico e di lasciare Ed dietro, insieme ad Alice e Bella, salite poco dopo.
Emmett si aggiustò sul sedile e accese il motore, partì quasi sgommando e superò subito Dmitrij, in una guida molto più spericolata del solito, uscendo poi dal parcheggio e dirigendosi velocemente verso la casa di Edward, poco distante.
- Ce la facciamo a fare quattro isolati senza ucciderci, o il tuo cervello ridotto non ci arriva e devi farci crepare di infarto, Emmett?* - La cara e dolcissima Alice, dal fondo del sedile in cui era affondata quando suo fratello aveva superato gli 85 km/h, lo aveva appena gentilmente ripreso nella lingua che solo lei, lui e Bella conoscevano: l'italiano.
Infatti la loro madre era italiana, esattamente di Napoli, e loro fin dalla più tenera età parlavano correttamente due lingue, l'americano e l'italiano.
- Guarda se vuoi ti lancio fuori dalla macchina e ti faccio venire a piedi, che problema c'è?* - Lui con un sarcasmo snervante le sorrise con scherno, e lei per poco non gli staccò un orecchio, ma si trattenne e sbuffò, ricevendo un'occhiata confortante da Jasper accanto a lei.
La macchina si fermò, ed Edward scese dopo aver salutato tutti, poi ripartì e tutti i passeggeri in silenzio rimasero in attesa che anche Jasper arrivasse a casa.
Infine, i tre fratelli raggiunsero la propria dimora, e lentamente entrarono, travolti dal tornado di casa che era il loro cane Rudy, rimasto solo a casa tutta la sera a poltrire sul divano al posto di Emmett.
- Ciao cagnone, andiamo fuori! - Disse il ragazzone non appena accese la luce del salotto, e l'animale subito si fiondò nel giardino sul retro assieme al padrone, mentre le due sorelle andarono direttamente in bagno a struccarsi.
Rosalie aveva loro detto che, prima di tutto, serviva del cotone e dello struccante che lei aveva precedentemente lasciato a casa loro, perchè durante lo shopping di ore prima non avevano minimamente pensato al dopo.
Entrambe si misero davanti allo specchio, ed esattamente mezz'ora dopo riuscirono a togliere quasi tutto il trucco dalla loro faccia, ad eccezione del mascara, che era praticamente rimasto come prima.
Un rumore di passi e un lieve abbaio, e uscirono dal bagno pronte per andare a dormire, dopo la loro lunghissima prima giornata da 'divine'.

Rosaliya sbuffò l'ennesima volta, mentre Dmitrij e Julia continuavano a baciarsi imperterriti davanti a lei per salutarsi, e per poco non si allungò in avanti per staccarli a forza, ma visto che era una ragazza ancora nei limiti della civiltà non lo fece e prese il telefono, fingendo di scrivere un messaggio.
Passarono cinque minuti, e quando finalmente i due si staccarono per riprendere fiato, lei scese dalla macchina e aprì la portiera della ragazza, la tirò quasi fuori e si sedette al suo posto, la richiuse dietro di sè e disse al fratello di partire, leggermente nervosa.
- Adesso andiamo, ma stai bene tesoro mio?* - Dmitrij era seriamente preoccupato, anche se la sorella aveva sempre avuto quei momenti, non così tanto spesso però.
- Sono stanca, questa qui stamattina mi ha svegliata prestissimo e mi ha fatto una scenata in mezzo alla strada, Sergej ci ha provato con me tutto il tempo e mi ha lasciato le cinque dita sul fondoschiena, papà e quella stronza si sposano, la mamma non è in perfetta forma per tusaicosa e ho cambiato continente meno di quarantotto ore fa. Come pensi che stia, fratellone mio?* - Non c'era arroganza, nè strafottenza nella voce di Rose, solo pura e semplice stanchezza, fisica e mentale.
Lui le accarezzò la guancia delicatamente, e ripartì dopo aver mandato un altro bacio ad una Julia furente, che subito ricambiò in modo dannatamente esagerato.
- Dai tranquilla, adesso andiamo a casa a dormire, così domattina ti svegli che sei un'altra persona!* - Disse lui, ingranando la marcia e cominciando a percorrere le strade quasi vuote di Forks, fino a giungere davanti alla loro monofamiliare.
- Se domani non mi sveglio entro mezzogiorno, e dovesse chiamare Vik, rispondi tu Dima?* - Rose aprì la portiera e si stirò, cominciando a sentire seriamente tutta la stanchezza di quella giornata lunghissima addosso, come un macigno.
- Certo tesoro, non c'è nemmeno da chiedere.* - Lui chiuse il garage con la chiave e aprì casa, facendo entrare prima la sorella, poi subito si diresse in camera da letto, la sua, e si spogliò, rimanendo in boxer.
Rosalie lo raggiunse lentamente, aveva mal di testa e i suoi occhi si stavano quasi chiudendo da soli, ma riuscì a struccarsi velocemente e a rimanere in biancheria intima, striminzita. Infondo, suo fratello l'aveva già vista nuda un sacco di volte, e poi era Dmitrij, che problema c'era?
Lui era già sotto alle coperte, e la stava aspettando entusiasta, erano ben tre anni che non dormiva più con sua sorella e gli era mancata da impazzire.
- Vieni tesoro, che ti coccolo per bene ora che sei finalmente qui.* - Lei gli sorrise, con la faccia impastata di sonno, e si buttò a peso morto sul letto accanto a lui, rannicchiandosi fra le sue braccia.
Lui la strinse dolcemente e le appoggiò una guancia contro la testa, osservando come nel giro di un paio di minuti fosse nel mondo dei sogni, in un profondissimo e rilassatissimo sonno ristoratore.

Quella sirena lo fissava. Ne era quasi completamente sicuro, Emmett, in mezzo a quel mare in tempesta su quella barchetta precaria che ben presto lo avrebbe abbandonato al suo destino infelice. Lo fissava intensamente, e dal modo in cui le sue labbra si stringevano era anche certo che lo stesse desiderando dal profondo, come lui d'altronde.
Quando un'onda più forte lo colpì in pieno, la barchetta si spezzò definitivamente e la sirena, dalla roccia su cui era posata, si buttò in acqua per salvarlo. Lui non oppose resistenza al mare, sapeva che la sua salvatrice era lì apposta per lui, e infatti non tardò ad arrivare.
Due braccia delicate e piccole lo avvolsero per la vita, e un attimo dopo fluttuava a metri e metri dal livello dell'acqua, sorpreso. Era bagnato dalla testa ai piedi, e gocciolava come un pulcino, fece appena in tempo a guardare sopra di sè che un paio di ali bianchissime gli fecero arrivare un filo d'aria in faccia, ma non si scompose.
L'angelo che lo sorreggeva senza fatica era nientemeno che la sirena che poco prima lo aveva salvato da un annegamento, e lo stava portando in salvo.
Volarono sopra alla città, i suoi vestiti lentamente si stavano asciugando e un improvviso schianto sopra all'ospedale lo fece rinsavire, fino a che non si ritrovò sopra ad un letto, imbardato dalla testa ai piedi con quella vestaglia semi aperta post-operazione, e una cuffia bianca a nascondergli i capelli. Come ci era finito lì, dal tetto dell'edificio?
Un vociare di bambini lo fece correre verso la porta, e una fila di scolaretti della scuola elementare veniva guidata da un paio di gambe sinuose e seducenti completamente scoperte, un tailleur taglia XS e un paio di occhiali neri che nascondevano, nell'insieme, un'insegnante di lettere. A giudicare dall'enorme libro che si portava appresso.
Camminava in fretta e spiegava velocemente ai bambini che 'quella non era una visita di cortesia, ma una gita d'istruzione sul campo operativo pratico.' Ora comprendeva perchè da piccolo non riusciva a seguire i discorsi delle proprie maestre. Non li capiva nemmeno a quasi vent'anni!
Una dottoressa lo riportò in stanza, e chiuse la porta dietro di sè in fretta, con uno sguardo stralunato. Lui era confuso, cosa voleva adesso?
La sua divisa fu lanciata quasi subito chissà dove, e lei si ritrovò completamente senza veli di fronte al ragazzo, che incredulo ma ben contento ammirava lo spettacolo in tutta tranquillità. Il suo viso gli era familiare, e anche le forme. Soprattutto quelle. Venne catapultato sul letto, e un attimo dopo la ragazza gli stava sfilando la vestaglia, lasciandolo come mamma l'avevo fatto immobile su quel materasso scomodo e dalla scarsa possibilità di movimento. Le loro labbra erano incollate e i corpi avvinghiati, e finalmente lui capì chi era quella ragazza fantastica. Rosaliya.

- Emmett, svegliati accidenti! Devi accompagnarmi dal dentista! - La voce squillante di Bella lo risvegliò bruscamente. Aveva appena sognato la sorella di uno dei suoi migliori amici, e il risultato era il bagno di sudore e un enorme problema ai piani bassi.
- Merda, Bella! Potevi aspettare ancora dieci minuti, eh?! - Lui scostò le coperte scocciato, e si alzò in fretta, dirigendosi in bagno e nascondendo i suoi disagi fisici e i suoi boxer fradici con un cuscino premuto sotto agli addominali, inutilmente.
- Che accidenti hai fatto Emmett?! Ti prego non dirmi che hai ricominciato a toccarti, per poco la mamma mesi fa non ti beccò in bagno! - La sorella era quasi sconvolta, e completamente schifata, e lui sbuffò sonoramente.
- No, Bella, non mi serve più fare certe cose, ho abbastanza pretendenti che mi soddisfano pienamente... - La sua voce non era più così sicura, ormai da due giorni non faceva che pensare a quella ragazza e a ciò che avrebbe voluto da lei, consapevole però di non poterlo avere per nulla al mondo.
- Sbrigati fratello, devo andare dal dentista e ho appuntamento fra tre ore, ma ricordati che è a Port Angeles, non a Forks. - Alice spuntò dal bagno già pronta per uscire, e disse ai due di muoversi.
Poco prima aveva chiamato Dmitrij e lui le aveva detto di presentarsi appena pronti a casa loro, cosicchè sarebbero andati in città già al mattino per svolgere delle commissioni con la sorella mentre Bella era alla seduta con il dentista.
Il ragazzo, come da richiesta della notte prima, aveva risposto alla chiamata del cugino sul telefono di Rosalie e si erano accordati, affinchè verso le tre e mezza si ritrovassero esattamente di fronte al negozio di abiti sportivi in cui avrebbero ordinato le nuove divise per i membri ufficiali della squadra.
Però, la sorella ancora dormiva profondamente, e questo lo aveva riferito alla migliore amica, che già aveva capito che non c'era fretta di presentarsi velocemente dai due russi.
- Rose ancora dorme poveretta, se penso a come ieri quell'idiota di Julia l'ha buttata giù dal letto mi viene male! - Disse Alice, afferrando cautamente un eyeliner in gel nuovo di zecca e l'apposito pennellino, dopo essersi vestita.
Emmett si era infilato in doccia e stava quasi finendo, almeno aveva la scusa per potersi cambiare da capo a piedi senza dover inventare chissà cosa per spiegare la macchia improvvisa sui boxer grigi.
Bella si era infilata i pantaloncini neri e il top rosso, il suo preferito fra gli acquisti del giorno precedente, e si stava dando una veloce aggiustata di fronte allo specchio, accanto alla sorella che era riuscita miracolosamente a tracciare due linee sottili e abbastanza dritte nella palpebra inferiore di entrambi gli occhi.
Intanto, il fratello era uscito e aveva indossato la biancheria intima pulita, poi si era lavato i denti e aveva indossato i bermuda scuri che tanto adorava, in un attimo. Le sue gambe muscolose erano messe in risalto dal contrasto con il tessuto dei pantaloni, almeno così gli aveva detto Lauren la prima volta che lo aveva visto vestito così.
Lui non ci credeva molto, ma non gli stavano così tanto male e tanto valeva provarci.

Nel frattempo, Rosalie si stava lentamente svegliando dopo i ripetuti richiami a bassa voce dell'amorevole fratello, e si era messa a sedere con calma, stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi.
Aveva deciso di provare uno dei pochi costumi da bagno che si era portata in America, avendo vissuto a Mosca fino a pochi giorni prima non aveva molto spesso la possibilità di andare al mare o di passare una giornata in piscina, perchè le temperature alte rimanevano per poco tempo e ogni volta doveva rimanere vestita almeno con una maglia e i pantaloncini.
Infatti già sapeva quale costume indossare, il più bello che aveva con sè, e voleva farlo prima che arrivassero i loro amici per mostrarle alle due sorelle e chiedere loro un parere. Non le sembravano molto belli quei costumi indosso a lei, soprattutto pensava che il suo sedere fosse esageratamente grande e poco tonico, con un effetto quindi assolutamente antiestetico.
Allora, mentre il fratello mangiava una brioche al cioccolato sorseggiando una bella tazza di caffè tiepido in cucina, lei aprì una delle tante valige ancora da disfare e frugò al suo interno fino a che non trovò il costume.
Si spogliò, dunque, e si diede una rinfrescata veloce in bagno, prima di indossarlo in fretta e di specchiarsi a lungo indecisa.
La parte sopra le piaceva molto, le valorizzava il seno in maniera quasi perfetta e lo reggeva, soprattutto, ma la parte sotto non la convinceva molto. Era convinta che i suoi fianchi fossero troppo grandi, e di essere ingrassata negli ultimi tempi, quindi di non stare così bene dentro a quelle mutandine che un tempo 'la calzavano perfettamente'.
Mentre continuava a rimuginare sul da farsi, sentì il campanello suonare e indossò le scarpe leopardate che avrebbe poi messo più tardi per uscire e scese in soggiorno.
- Amore, puoi andare ad aprire tu? Mi sto lavando i denti!* - Dmitrij borbottò queste parole lentamente, e la sorella si mosse verso la porta, senza aspettarsi assolutamente di ritrovarsi Emmett Cullen alla sua porta.
Lui, appena vide la ragazza in costume di fronte a lui, per poco non perse la sensibilità alla mascella e spostò lo sguardo verso le sorelle, che lo scansarono ed entrarono esaltate.
- Rose, stai alla grande! Ma, hai intenzione di venire così? - Allo stesso tempo erano preoccupate per lei, anche se probabilmente sapevano che non si sarebbe nemmeno pensata di uscire in quella maniera.
- No, ragazze, no no! Volevo sapere se mi sta bene costume da bagno! - Disse, facendo un lento giro su sè stessa ancheggiando e costringendo il povero Emmett quasi a correre da Dmitrij, uscito dal bagno rinfrescato e pronto ad uscire.
- Beh, Rose, quando noi lo diciamo che sei una gnoccona, non lo facciamo così tanto per fare! - Affermarono le sorelle, e lei, dopo una dovuta spiegazione da parte di un fratello incredulo, scoppiò a ridere.
- No, il mio sedere è grande ragazze, non sta tanto be... - L'occhiata truce delle due la fece fermare in tempo, quasi impaurita.
- Tu hai un sedere grande? Cioè Rose, dai! E' così perfetto che se fossi un uomo ti sarei già saltato addosso! - Alice sbottò così, facendo scoppiare a ridere tutti, anche se Emmett in cuor suo era più che d'accordo con la sorella.
- Allora mi cambio, poi andiamo! - Disse quindi la russa, mentre le ragazze si accomodarono sul divano assieme a Dmitrij e Emmett la seguiva con lo sguardo, quasi con la tachicardia. Rose, a causa delle scarpe e delle scale, ancheggiava pericolosamente, e il povero Emm era sempre più stretto dentro a quei bermuda che non riuscivano a contenerlo completamente. Cos'altro gli avrebbe riservato quella giornata?

Mezz'ora dopo, tutti erano nel garage di casa Dostojevskij in attesa che Dmitrij aprisse la macchina. Rosalie si era affrettata ad aprire il portellone del garage con il pulsante automatico, ed Emmett non aveva perso occasione di osservare quanto il suo fondoschiena fosse semplicemente fantastico.
- Emm, potresti prestarmi dei soldi? Il dentista non accetta carte di credito, lo sai meglio di me. - Bella glielo dovette dire ben quattro volte prima che il fratello comatoso le porgesse una banconota da cento dollari senza fiatare. "Strano," pensò, "solitamente devo implorarlo prima che mi sganci venti dollari scarsi."
Finalmente riuscirono a partire, i due ragazzi davanti e le ragazze dietro, a scambiarsi opinioni sui vari look e pronte per un incontro molto, molto atteso.


Costume da bagno Rosaliya





Scarpe di Rosaliya




Completo Alice (escluse le maniche)




Completo Bella




Completo Rosaliya






Angolino autrice: Bene ragazze! Eccoci alla fine di questo capitolo, spero che vi sia piaciuto! Mi raccomando, recensite numerosi! A presto, un bacione, Alba97.
















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Capitolo 12
*** Dentista, pranzetto fuori e la giornata del completo! ***


Capitolo dodici Salve a tutti! Come state? Spero bene! Allora, in questo capitolo vedremo l'uscita speciale, fra le nostre amate ragazze, la super-donna Rose e i tre ragazzoni! Siete pronti? Spero di strapparvi almeno un sorriso! :D
Buona lettura!


- No Alice, non puoi prendere rossetto scuro e ombretto scuro e metterli insieme, se lo fai poi sembri una Baba Yaga!(*) - La russa scosse la testa, mentre Alice con la faccia corrucciata si stampava in mente quel consiglio. No rossetto e ombretto scuri insieme.
- E prima di mettere il rossetto, dovresti spalmare... - La bionda si guardò un attimo attorno, ovviamente non le venivano in mente le parole, quindi chiese aiuto al fratello.
- Ecco, dovresti applicare del borotalco perchè così non va via quando bevi. - Anche Bella si annotò quel dettaglio, non aveva mai capito come facevano le ragazze a non sbavare il rossetto sul bicchiere, o sulla bottiglia.
- Rosalie, cos'è una Baba Gaga? - Emmett girò la testa verso i sedili posteriori, approfittando della sua poca conoscenza della cultura russa per poter osservare per bene le gambe della ragazza.
- Baba Yaga, Emm, non Gaga. E' una strega che vive in Siberia e assomiglia a un'anziana signora appena alzata dopo una notte di baldoria, sbronze e droga pesante. - Dmitrij rispose al posto della sorella, costringendo quindi indirettamente il ragazzo a girarsi di nuovo, e togliendogli la visuale.
Per l'ennesima volta, il telefono di Rosaliya squillò, a vuoto, nella tasca posteriore dei suoi shorts neri, impostato sulla vibrazione lei non lo sentiva, forse pensava che fosse la strada e mai si sarebbe sognata che quella telefonata le avrebbe reso la giornata completamente diversa.
Alla settima chiamata, lei sentì vibrare la gamba, ma la macchina era ferma ad un semaforo, quindi sollevò il bacino come la sera prima e tirò fuori il suo cellulare, sorridendo.
- Questo vibratore è molto noioso, non lo sento quasi mai! - Sbottò, prima di rispondere a sua madre, tappandosi l'altro orecchio per sentirla bene.
Intanto, i quattro che viaggiavano con lei erano rimasti di stucco: aveva detto... vibratore? Dmitrij sapeva che la sorella aveva commesso un errore, ma purtroppo i fratelli Cullen non ne erano a conoscenza, e ahimè credevano veramente alla storia del... giocattolo.
- Ciao mamma, che cosa succede?* - Rose si stava preoccupando, era strano che sua madre la chiamasse così tante volte, ormai sapeva che, quando non rispondeva, il telefono della figlia era silenzioso, quindi riprovava poco dopo o le mandava un messaggio.
- Ciao amore, sono all'ospedale...* - La voce della donna era emozionata, bassa e appena tremante, e la russa spalancò gli occhi, trattenendo un singulto.
- Come all'ospedale, mamma? Che cos'è successo, stai male? Mamma ti prego dimmi che hai!* - Ora era seriamente allarmata e nel panico, e anche Dmitrij, dal sedile del guidatore, la stava osservando tramite lo specchietto con l'ansia, fermo ad un altro semaforo.
La madre non rispose, solo passò il telefono a Vadim, il suo compagno, che si schiarì appena la voce.
- Non preoccuparti Rosaliya, siamo solo venuti a fare una visita, e... Dimmi, ti piace Igor?* - Rose, dopo aver notato gli sguardi inquieti dei suoi compagni di viaggio, fece loro segno di tranquillizzarsi e sorrise.
- Sì, mi piace... Quindi, è Igor?* - Un sorriso emozionato apparve sul suo volto, si morse appena un labbro e vi appoggiò sopra l'indice, mentre con la schiena avanzava in avanti e Dmitrij tirava un sospiro di sollievo.
- Sì, tesoro, è Igor.* -  Questa era di nuovo la voce della madre, e Rose trattenne un urlo di gioia, per non far pensare ai suoi nuovi amici che lei era una pazza, infondo non era così.
- Un altro piccolo frugoletto da coccolare, ed è un maschio!* - Sussurrò, e Dmitrij allentò la presa sul volante, sorridendo e scuotendo appena la testa, mentre Emmett e le sue sorelle li fissavano curiosi.
- Nostra madre è incinta, e abbiamo appena scoperto che è un maschio. - Disse ai suoi amici, e li vide rallegrarsi alla notizia, l'arrivo di un bambino era sempre una notizia grandiosa, anche se la persona in questione non era conosciuta o solo di nome.
- Beh, visto che ora posso dirlo, se quel bambino crescerà come il fratello o la sorella, possiamo stare certi che sarà una bomba ad orologeria! - Alice se ne uscì così, con una naturalezza e una spontaneità che fecero scoppiare a ridere il suo migliore amico, e sua sorella.
Suo fratello, invece, era rimasto a pensare alle sue parole, e accidenti se aveva ragione! Il suo povero gioiello, il più prezioso, era a rischio da tempo, e pur avendolo lustrato per bene, cercato in ogni modo una cura, non era riuscito a cambiare la situazione, scomodissima.
- Va bene mamma, glielo dico, e tu vedi di stare a riposo, non vedo l'ora che arrivi quel giorno, questo già lo sai no?* - Rose sentì una risata cristallina dall'altra parte, e sorrise.
- Sì amore, è dal momento in cui te l'ho detto che non vedi l'ora! Ma, amore siete a casa?* - Dmitrij accellerò appena, immettendosi in un tratto di autostrada ormai a lui noto.
- No mamma, siamo in macchina e stiamo andando a fare compere con dei nostri amici!* - Rose arrossì, quando notò che dallo specchietto retrovisore della portiera, Emmett aveva lanciato un paio di occhiate nella sua direzione, anche se non ne era così certa, e aveva sorriso lievemente, nell'esatto momento in cui i loro occhi si erano incontrati.
- Amici? Che genere di amici, Rosaliya Konstantinova Dostojevskaya?* - Era una sua allucinazione, o sua madre aveva un nonsochè di malizioso, nella voce? La cosa la fece arrossire ancora di più, e le ragazze lo notarono, insospettendosi subito.
- Amici, mamma, sono solo amici! Sono tre fratelli, due ragazze e un ragazzo.* - Si soffermò per un istante in più su quelle ultime due parole, e a Dmitrij si congelò il sangue nelle vene, sgranò gli occhi e quasi gli venne l'istinto di frenare di botto, riuscendo a placarlo però in tempo. Fortunatamente.
- E come si chiamano, amore?* - Rose si immaginò la madre, con gli ormai soliti vestiti prèmaman addosso seduta sopra alla poltrona, o sul divano, accanto al marito, e le salì una nota di nostalgia nella voce, per rispondere alla domanda.
- Le ragazze sono Isabella e Alice, mentre il fratello si chiama Emmett, poi ho conosciuto tante altre persone mamma, sono tutti così gentili con me!* - Non le avrebbe raccontato dell'episodio con Sergej la sera prima, sapeva che non le era mai piaciuto molto e, soprattutto dalla loro rottura, cercava di non parlare di lui nemmeno per sbaglio, anche se sua madre Olga era da sempre una sua grande amica.
- Sono davvero contenta per te amore, ora ti lascio, sicuramente hai di meglio da fare che stare ad ascoltare una donna in piena tempesta ormonale! Salutami tutti e ricordati, riempi di baci quel biondino che ho messo al mondo tanti anni fa! Ti voglio bene stellina.* - Chiuse la chiamata, e gli occhi di Rose divennero lucidi per un attimo, infatti non rispose subito alla domanda di Dmitrij, anzi lo fece replicare tre volte.
- Rose, ma mi ascolti quando parlo?! Che ti ha detto la mamma?* - Emmett stava guardando il suo amico come se quest'ultimo fosse stato un pescivendolo, era parecchio agitato e quasi strillava, infondo non doveva preoccuparsi più di tanto, lui non le avrebbe mai torto un capello, nè ferita o umiliata, quindi avrebbe potuto affidarla a lui in un momento di crisi.
Al massimo, l'avrebbe fatta rivoltare per un po' fra le lenzuola, che problema ci sarebbe stato?
Emmett caro, perchè non fai altro che pensare a lei, e a cosa le faresti molto, molto volentieri? Non è che facendo così, migliori tanto la tua situazione!
La vocina dentro di lui aveva ragione, doveva smettere di pensare a lei, alle sue gambe ancora in bella vista, al suo balcone da paura che gli urlava, da quando l'aveva vista in costume prima, quanto fosse assolutamente ben messa.
Un messaggio sul cellulare, nemmeno lui poteva dire quanto stesse sperando che fosse Lauren, o un'altra qualsiasi ragazza con cui sfogare le sue frustrazioni impertinenti e irremovibili.
Effettivamente era una donna, ma molto lontana, forse anni luce, dal finire fra le braccia di Emmett: la signora Cullen, Esme, aveva appena avvisato i figli che, entro la sera, lei e il marito sarebbero stati di ritorno a casa, e che quindi non si sarebbero dovuti preoccupare se, usciti e una volta rientrati, avessero trovato le luci accese.
- Ha detto che la tua fidanzata non le piace e che ti devo dare tanti baci. - Detto fatto, si tirò su fino ad arrivare alla guancia del fratello, cercando di non sbattere il fondoschiena in faccia alle sue amiche, e lo sbaciucchiò teneramente, facendolo ridere e sconvolgendo Emmett, quanto avrebbe voluto essere al suo posto!
Lentamente, la macchina imboccò un parcheggio quasi in centro, e si fermò pochi minuti dopo, il parchimetro pagato e tutti i ragazzi scesi, a guardarsi attorno.
Rose era piacevolmente sorpresa, era veramente graziosa quella città, e chissà cosa avrebbe incontrato nelle vie, magari un negozio in cui poter comprare dell'intimo decente per lei stessa e le sue amiche, in compagnia di due dei cinque uomini della sua vita e un ragazzo bello, simpatico e, soprattutto, fratello delle due con lei.
Bella guardò l'orologio, ormai mancava mezz'ora al suo appuntamento e, dopo aver fatto il punto della situazione con il fratello, si incamminò a passo spedito verso lo studio dentistico del dottor R. Jenks(**), noto in tutta la città e dintorni, dopo aver stampato un bacio sulla guancia a tutti.
Quindi, gli altri si avviarono tranquillamente verso il negozio sportivo, per le divise dei ragazzi; appena vi misero piede, il commesso soddisfatto si diresse verso di loro e per poco non svenne, alla vista di quelle due bombe sexy di fronte alla porta.
La bionda curiosava fra i vari costumi per il pattinaggio sul ghiaccio, mentre l'altra guardava in giro senza una meta fissa; i due ragazzi stavano aspettando che lui rivolgesse loro la parola, ma era come immancabilmente perso nei suoi pensieri.
- David, c'è qualche problema? - Maria, l'altra commessa sulla trentina, spuntò dal retro e gli si avvicinò, seriamente preoccupata.
- No, Mar, tranquilla. Vado a servire io i clienti, li conosco. - E detto questo, li raggiunse in un attimo indossando un fantastico sorriso smagliante.
- Ciao Dmitrij, ehi Emm! Cosa posso fare per voi, ragazzi? - Allungò appena le braccia in avanti congiungendo le mani e alzò in modo incredibilmente snaturato entrambe le sopracciglia, come se fosse stato davanti a due scemi.
- Dovremmo ordinare altre divise per la squadra, questo è il nuovo logo da far stampare sopra alle felpe e alla parte superiore. - Emmett gli consegnò un foglio a colori con il simbolo della scuola, e il ragazzo lo osservò attentamente per un attimo.
- Beh, c'è una bella differenza con quelle vecchie, entro quando vi servono ragazzi? Due settimane e mezzo, al massimo tre vi bastano? - Lui e il russo si scambiarono un'occhiata, poi annuirono a tempo.
- Mitya, guarda queste cover per i pattini quanto sono belle!* - Rose si era bloccata da cinque minuti davanti ad un paio di copripattini azzurri, con degli strass dello stesso colore sul bordo alto: effettivamente, a lei ne servivano un paio nuovi, per aver consumato quelli vecchi in ben tre anni di 'ottimo servizio anticaduta'.
Il fratello la raggiunse e le diede ragione, per quanto a lui non piacessero quelle cose non poteva che concordare con lei sul fatto che, incredibilmente, erano veramente belle.
- Se vuoi le compriamo amore, a te non servivano?* - Lei annuì, mentre Alice li aveva raggiunti e fissava quelle strane cose di cui non aveva mai capito il funzionamento.
- Cosa sono, ragazzi? Credo di essere l'unica a non averlo mai saputo, ma io seriamente non capisco. - Dmitrij scoppiò a ridere, la circondò con un braccio e si allontanò, cominciando a spiegarle tutto.
Intanto Emmett stava osservando Rose da vicino alla cassa, e notava come i suoi capelli lunghissimi le sfiorassero praticamente il sedere, rendendola ancora più femminile, aggraziata e sensuale.
- Sai pattinare, Rose? - Appoggiò il gomito sinistro al bancone mentre il ragazzo era andato sul retro a fare una prova per il logo, e la testa sul palmo aperto della mano, mentre lei si girò sorridendo.
- Sì, diciamo che riesco a tenere i pattini per i piedi. - Non era una ragazza che amava particolarmente vantarsi di ciò che faceva, ma la rendeva piena d'orgoglio la sua bravura nel pattinaggio. Anche se, ovviamente, non lo aveva detto al ragazzo, non voleva sembrare una montata.
- Ai piedi, intendi dire, non è così...? - Emm ridacchiò appena per il suo sbaglio, quanto era bella quando diceva castronerie in inglese cercando di parlare in modo complicato!
- Sì, perdonami. - Lei sorrise, e a lui apparve così ammaliante da stordilo, ma fortunatamente gli anni che erano passati dal primo giorno in cui cominciò quella vita fatta di sballi, ragazze ma anche serietà e diligenza, lo aiutarono a non capitolare fra le braccia della bella russa.
- Un giorno di questi mi piacerebbe vederti pattinare, puoi farlo anche con i pattini a rotelle, non è così? - Quanto sarebbe potuta essere bella, con un costume da pattinaggio, mezza nuda praticamente, volteggiante per una pista, se già così era una dea scesa in terra?
- Ragazzi, Bella mi ha appena chiamata e mi ha detto che è uscita poco fa dallo studio, ci ha messo stranamente meno del solito! - Alice apparì alle loro spalle, seguita da Dmitrij che ancora non smetteva di ridere.
Ma si interruppe, non appena capì che sua sorella era rimasta sola insieme ad Emmett, in una zona isolata del negozio, e soprattutto non visibile dalle altre parti.
- Allora andiamo a prenderla, poi mangiamo qualcosa in giro e aspettiamo vostro cugino! - Emmett non ci mise un attimo in più a decidere, e tutti furono d'accordo con lui; uscirono dal negozio dopo aver pagato tutto ciò che avevano preso, e Dmitrij si offrì di portare le borse per la sorella, da vero gentiluomo.
- Mio fratello me le lancia in faccia, se gli chiedo gentilmente di aiutarmi a portarle. Non è così, Emmett? - Lui fece una faccia da cucciolo che fece scoppiare a ridere i due russi, e scuotere la testa alla sorella.
Dunque tornarono indietro fino allo studio del dentista, di fronte al quale vi era già Bella, pronta ed eccitata all'idea di mostrare agli altri il suo look definitivo.
Appena la raggiunsero, lei sorrise a trentadue denti... liberi da quella gabbia di ferro che li imprigionava da così tanto tempo!
- Oh, Bella, sei... sei... piccante! - Rose si raccolse le mani al petto e la guardò, mentre gli altri corrucciarono un momento la fronte alla sua esclamazione.
- Grazie Rose, sei gentile... - Neanche Bella aveva capito l'affermazione della russa, ma contava il pensiero, infondo se lei fosse andata a Mosca non avrebbe capito un accidente e chissà cosa avrebbe detto agli abitanti.
- Beh, sorella mia, ora sei veramente perfetta! - Alice stritolò la povera Bella, dopo averle fatto i complimenti, poi fu il turno di Dmitrij che la sollevò in aria; Emmett, invece, non fece granchè, la osservò solamente e fece un cenno con la mano. Non era mai stato tanto bravo ad esprimere i propri sentimenti alle persone attorno a lui, per quanto a volte si fosse sforzato veramente, non ci riusciva e ci rinunciava sempre. Quasi sempre.
- Allora, andiamo? - Dmitrij cinse le spalle della sorella con un braccio e la attirò a sè, stampandole un bacio fra i capelli e facendola arrossire appena, e gli altri annuirono alla sua domanda.
Poco più in là, vi era un bar che da sempre era la meta dei ragazzi che andavano a Port Angeles per fare un giro, shopping o chissà cosa; Emmett e le sue sorelle lo riconobbero quasi subito, e proposero agli amici di andare là.
Mezz'ora dopo, era tutti seduti attorno ad un tavolino rotondo nel dèhors del bar, con un menù in mano e un paio di birre, fanta, coca light e una bottiglia d'acqua naturale; ognuno di loro ordinò qualcosa, e dopo un piatto di pasta all'italiana per i ragazzi, due cotolette alla milanese con contorno e un'insalata greca per le sorelle Cullen e Rosaliya, tutti e cinque si alzarono, pagarono il conto e continuarono a fare un giro per i negozi.
Dmitrij sentì arrivare un messaggio sul suo cellulare, e appena lo lesse ridacchiò sotto i baffi, prese per mano la sorella e fece l'occhiolino agli altri.
- Andiamo da Victoria's Secret amore, voglio che tu ti compri dei completini carini, ho notato che ne hai lasciati parecchi a Mosca. - Rose lo guardò quasi sconvolta, da quando a suo fratello andava bene che lei indossasse quel tipo di completi intimi? E soprattutto, che addirittura arrivasse al punto di indurla a comprarne altri?
Ma non replicò, anzi approfittò ben volentieri di quell'occasione ghiotta per una ragazza che, come lei, amava fare shopping sfrenato.
Emmett, dopo quelle parole, afferrò malamente per il polso le due sorelle e si incamminò davanti ai due russi, quasi correndo, per evitare di guardare Rosaliya che, altrimenti, avrebbe fatto una bruttissima fine. Non gli importava assolutamente niente che Dmitrij fosse lì assieme a loro, l'avrebbe presa in un istante, magari tornando alla macchina quasi volando e rompendo le portiere. Oh sì, sarebbe servito il meccanico, se non lo sfasciacarrozze.
Emmett, ancora? Non sei un po' troppo masochista, figliolo? Sarebbe il caso di smettere, non credi? Hai già Lauren, mettiti insieme a lei e sei a posto.
Maledetta vocina della coscienza, pensò il ragazzo stufo marcio, poi lasciò le sue sorelle e infilò le mani in tasca, con lo sguardo basso.
Arrivarono al negozio, dopo un po', e Rose subito arrivò davanti alle vetrine tutta agitata, adorava quella marca e appena poteva faceva scorta di completini che, infondo, venivano usati molto spesso; le due sorelle la seguirono e la raggiunsero, esaltate forse come lei, e subito entrarono dentro, seguite dai due ragazzi.
Intorno a loro, vi erano parecchie commesse intente ad aiutare vari clienti, e quattro modelli a petto nudo che scattavano foto con le ragazze esaltate dai loro muscoli quasi perfetti.
Dmitrij era geloso, aveva già capito che uno di quei quattro aveva adocchiato la sorella, ma... Quando lo riconobbe, dovette trattenere a stento una risata, mentre la sorella confusa gli stava chiedendo cosa ci fosse stato di così divertente.
Emmett li aveva raggiunti mentre le sorelle, dettate dalle sagge parole di Rose, avevano afferrato un paio di completi molto carini, ancora nei 'limiti della decenza' che il fratello delle due esigeva.
Dmitrij alla fine scoppiò a ridere, e la sorella con le braccia al petto lo guardò corrucciata, fino a che un paio di mani sui suoi fianchi la fecero girare di scatto, e sorridere a trentadue denti.
- Viktor! - Urlò, poi gettò le braccia al collo del cugino che, senza maglia ma con un colletto nero e papillon incorporato, la strinse subito, riempendola di baci.
- Ma cosa ci fai qui, mezzo nudo?!* - Appena si staccarono lei lo osservò dalla testa ai piedi, e lui scosse la testa ridacchiando.
- Mia madre lavora qui come direttrice e oggi è la giornata 'compra intimo e porta a casa un modello!', allora mi è venuta l'idea di presentarmi qui.* - Disse, ad una Rose più che sconvolta.
Intanto, Alice e Bella li avevano raggiunti...



Angolino autrice: allora, cari lettori, vi ho strappato un sorrisino? Spero tanto di sì, vi va di comunicarvi ciò che vi ha suscitato questo capitolo tramite recensione? A presto, un bacione, Alba97.







Viktor nel negozio




(*) Baba Yaga: nota strega nelle favole russe, si dice che mangi i bambini e abbia un aspetto orripilante.
(**) R. Jenks: fratello dentista del dottor J. Jenks, avvocato da grido.




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Capitolo 13
*** Shopping malsano e dubbi che ritornano vivi. ***


Capitolo tredici Salve a tutti, ragazzi! Pasqua è passata, e Pasquetta l'ha seguita (e ora tutti mi diranno, 'Ma va?' xD), e siamo già tornati a scuola :( Voglia zero, ma infondo non manca molto all'estate! (Magari...)
Allora, passando al capitolo... Abbiamo lasciato i nostri amici nel negozio, assieme al caro cuginetto figo Viktor, ma... le sorelle Cullen ancora non l'hanno conosciuto :3 E lui, che ne penserà? Questa sarà la prova vivente che loro sono veramente cambiate? Infondo non le ha mai viste prima d'ora...
So che non è molto lungo, ma contiene un elemento molto importante della storia, speriamo possiate coglierlo!
Buona lettura carissimi!


- Ehi Rose, allora quando fai conoscere tuo cugino? - Bella stava osservando la taglia scritta sul reggiseno, e non si accorse di averlo di fronte, in effetti.
- E' proprio qui. - Allora alzò lo sguardo, e si ritrovò davanti un paio di pettorali da urlo, un colletto bianco accompagnato da un papillon in contrasto, nero, e un sorriso mozzafiato.
Era il più bello che avesse mai visto, dopo quello di Edward ovviamente. - Oh... - Sussurrò, spalancando gli occhi e osservandolo con molta curiosità, e provocandogli una risata contagiosa. Almeno, da parte della cugina.
- Bella, hai preso tu il mio cellula... - Alice stava camminando tranquillamente con un paio di slip fra le mani, quando si fermò di colpo per osservare il fondoschiena quasi perfetto del ragazzo di fronte a lei.
Vide che il braccio di quest'ultimo era appoggiato alle spalle di Rosalie, e quando entrambi di girarono, le rivelarono davanti l'immagine di sua sorella praticamente sconvolta, da cotanta bellezza.
- Oh mio Dio. - Disse, e lo ripetè ben quattro volte, scatenando altre risate da parte dei due russi.
- Ecco ragazze, questo è mio cugino, Viktor Borisovich Pavlov. - Annunciò Rose, presentandolo ufficialmente sia alle ragazze che al loro fratello, basito.
Come faceva quel ragazzo ad essere più grande di lui, se lui stesso lo superava di minimo cinque centimetri ed era almeno grosso il doppio?
- E' un vero piacere conoscervi, ragazze. - Disse il russo, afferrando galantemente la mano di entrambe e posandovi un lievissimo bacio, facendo dunque arrossire entrambe.
- Non cominciare a fare il galletto, Vitjusha! Lo vedi il ragazzone qui dietro di me? E' il fratello maggiore, e come vedi potrebbe romperti la faccia solo con un'occhiataccia!* - Viktor lo squadrò per un attimo, assieme alla cugina, ed entrambi si osservarono, un attimo dopo, comprendendosi all'istante.
- Io però direi che lui preferirebbe fare altro, con una persona che conosciamo entrambi molto bene, sai tesorino mio?* - Sussurrò così piano che Dmitrij, fortunatamente, non potè sentire, ma Rose finse di non averlo sentito e lanciò al ragazzone un'altra occhiatina. Infondo lui non avrebbe mai fatto un incesto con una delle sue sorelle, no?
Emmett li guardò confuso, che aveva fatto ancora? Si osservò un attimo, magari aveva qualcosa addosso di strano o... No, nemmeno. Alzò le spalle e si osservò attorno, notando quante belle ragazze dotate di gambe fantastiche vagassero nello stesso negozio in cui si trovava l'oggetto del suo desiderio più nascosto.
Non gli davano nessun effetto, non più ormai; se le avesse viste qualche giorno prima, forse si sarebbe avvicinato e avrebbe flirtato come sempre, rimediando decine di numeri di telefono da sfruttare con gioia, ma in quel preciso momento lui non stava pensando a loro, non stava fantasticando su una meravigliosa uscita a sei, con lui come unico membro di sesso opposto a tutte le altre, cercava solo di non dare troppo a vedere il suo essere felice di stare con lei.
Possibile che in così pochi giorni l'avesse preso così tanto, quella ragazza? Cosa aveva di così tanto speciale, da farlo capitombolare ai suoi piedi con una facilità così estremamente fastidiosa? Infondo, aveva centinaia di ragazze che avrebbero venduto un rene per stare con lui, e invece di esserne contento e approfittarne, lui continuava a torturarsi nel volere quella ragazza.
- Cosa stiamo aspettando? I camerini aspettano noi, ragazze! - Rosalie afferrò le ragazze per mano, e insieme a tutti i completi che aveva preso in quei due minuti le trascinò con sè verso la zona di prova, e i ragazzi le seguirono, accomodandosi sulle tre poltrone di fronte ad un tappeto rosso su cui chi provava dell'intimo si sarebbe mostrato.
- Ehi, amico, non sarebbe il caso di mettere una maglietta? - Emmett, seduto sulla poltrona centrale, osservò per un attimo il vicino, Viktor, e alzò un sopracciglio; era tale e quale al cugino, un po' esibizionista, infondo i geni di famiglia si ritrovavano ovunque.
- Giusto, non ci faccio più molto caso ormai. - Disse, e si fece passare una T-Shirt bianca da una commessa che stava passando di lì proprio in quel momento, sorridendole e facendole l'occhiolino.
- Alice, puoi aiutarmi per favore? - Rose si affacciò nel camerino dell'amica, già con indosso il primo completino, tenendosi la parte davanti del reggiseno attaccata al petto per non doverlo perdere, non riuscendo ad allacciarlo e quindi alla ricerca di aiuto.
- Certo Rose, lo vuoi stretto o largo? - Alice le sorrise e si mise dietro di lei, chiudendo i gancetti nell'ultimo posto, come chiesto dalla diretta interessata.
- Non ti strizza un po', cara? - Le disse, dopo che la russa si fu girata per chiederle un parere.
- No, non tanto. - Disse lei, sorridendole e uscendo dal camerino per dirigersi in quello di Bella, tutta allegra. - Sei pronta, Bella? - Spuntò con la testa, trovando la ragazza intenta ad osservarsi, incerta, davanti allo specchio che rivelava la sua figura.
- Non lo so, mi sento così... strana. - Sussurrò, come sconsolata, e si girò verso la sorella e l'amica, indicando la propria pancia e le gambe, magre al punto giusto.
- Perchè, Bells? - Alice la osservò incuriosita, spostando tutto il suo peso dalla gamba destra a quella sinistra e incrociando le braccia al petto.
- Sai com'è, Al, non ho mai indossato completi del genere, e non sono nemmeno così sicura che mi stia bene. Anzi. - Si guardò di nuovo allo specchio e scosse la testa sconsolata, con un'espressione intristita sul volto.
Rose incrociò le braccia al petto, chiuse gli occhi e fece un lungo respiro, prima di risponderle, per non risultare troppo volgare.
- Non conosco molte cose brutte in inglese, ma potrei dirtele in russo, anche se non è molto carino! - Disse, scuotendo l'indice verso di lei e inclinando appena la testa, mentre Bella aveva iniziato a ridere nel vedere il buffo comportamento della nuova amica.
- Guarda Rose, se invece di insultarmi mi dessi un po' delle tue tette sarebbe fantastico, non carino! - Esclamò, e Alice concordò in pieno con le parole della sorella.
- Oh, magari! Sembra che ti stiano strizzando come un pulcino Rose, come fai ad avere quasi diciassette anni e due tette da venticinquenne incinta? - Alice la fissò negli occhi incuriosita, mentre lei si mise a ridere come una matta, con le lacrime agli occhi.
- Dmitrij, perchè tua sorella è una tettona assurda, e io ne ho metà, se non meno, delle sue? - Bella uscì dal camerino e si sporse con la testa per scorgere i ragazzi, che stavano chiacchierando tranquillamente: a quelle parole, i tre ammutolirono e per poco Viktor non cadde a terra per le risate, mentre Dima la guardò sgranando gli occhi ed Emmett si girò dall'altra parte e accavallò le gambe, per tenere a freno i suoi bollori.
- Ehi, mia cugina non è tettona, peggio! Ha due bombe atomiche che rischiano di esplodere da un secondo all'altro! Quando l'abbraccio ho sempre paura che mi scoppino addosso! - Viktor, fra le lacrime per il troppo ridere, riuscì a pronunciare quella frase, e allora anche Rose raggiunse Bella e, coprendosi il petto con una mano, spuntò appoggiando il fianco esterno contro il muro, fissando il fratello.
- Scusate... Cos'è una tettona? - Emmett nascose il viso fra le mani, e avrebbe voluto sprofondare sulla poltrona per non guardarla, il discorso che era cominciato lo stava facendo uscire dal seminario, ma non sapeva come fare a darsi una calmata. Se non...
- Vado al bagno, scusate. - Disse, con voce strozzata, e Bella subito comprese quale fosse stato il suo problema: tornò al camerino, mentre Dmitrij rabbrividiva per la reazione di Emmett e Viktor cercava di spiegarle cosa fosse una tettona.
- Allora... Beh... Ecco vedi Rose, tu hai molte tette, no? Quindi sei una tettona, cioè... - Scosse la testa, racchiuse le dita a coppa e se le appoggiò al petto, in un chiarissimo gesto che implicava nient'altro che...
Rose arrossì e si chiuse nel camerino, osservandosi attentamente e accarezzando con l'indice l'elastico degli slip.
Si stava sfilando il reggiseno, aveva capito che l'unica maniera era prima togliere le braccia dalle spalline e poi girarlo, per slacciarlo in maniera più confortevole senza doversi incriccare in una strana posizione con le braccia, quando una voce familiarissima le giunse fino ai timpani, facendola immobilizzare sul colpo.
- Ci conosciamo?* - La voce vellutata di quella donna, che per mesi l'aveva accolta calorosamente a casa propria e che in quel momento avrebbe evitato di gran lunga di vedere, era rivolta in realtà al fratello, che effettivamente la stava osservando come se l'avesse già vista, da qualche parte.
Allora prese alla rinfusa un altro completino, se lo infilò velocemente e si sedette sul mini sgabello dentro al camerino, tirando su le gambe e tenendo le ginocchia attaccate al petto, per non farsi vedere da quella donna.
Un paio di piedi, qualche minuto dopo, percorsero lentamente il corridoio con i camerini, fermandosi qualche istante davanti ad ognuno di quelli, come se fossero stati sul punto di entrare.
Ma fortunatamente procedettero per il loro cammino, e lei tirò un sospiro di sollievo.

- Ehi, amico, va tutto bene? - Fra le strade di Port Angeles, i sei ragazzi stavano procedendo tranquillamente sotto il sole ancora caldo di fine estate, le tre fanciulle di fronte stavano chiacchierando allegramente e le loro risate mettevano di buon umore chi passava loro accanto, sebbene non durasse nemmeno un istante.
Dmitrij era al telefono con il padre, la solita chiamata intercontinentale con la lontana Russia, mentre Viktor stava scrutando confuso Emmett, che camminava con le mani in tasca, che spingeva in avanti, e la testa bassa, a tirare calci ai piccoli sassolini che incrociava nel suo cammino.
- Oh. - Tirò su il viso, e lo rimise immediatamente giù, dopo un'occhiata velocissima al russo che gli aveva appena rivolto la parola, e alle gambe scoperte della bellissima cugina.
- Sì, tutto bene. - Si stava rendendo conto, da quando aveva messo piede in quel negozio assieme a tutti gli altri, che la sua fissa per le ragazze era quasi una malattia, e Rosaliya ne era una prova. Non riusciva a smettere di immaginarsi insieme a lei, a fare cose che mai aveva fatto con nessuna, torture e quant'altro, e si tormentava per questo.
- Sicuro? - Viktor gli mise un braccio davanti e lo costrinse a fermarsi, facendogli cenno di fare silenzio: i quattro davanti non se ne accorsero nemmeno, e proseguirono per la loro strada come se nulla fosse accaduto.
- Da quello che posso notare, con la mia esperienza da ragazzo di ventitrè anni, hai lo sguardo un po' troppo fisso su mia cugina... - Emmett scrollò le spalle e cambiò espressione, da bugiardo cronico.
- No, sarà solo una tua impressione, sicuramente. - Infilò le mani in tasca e tentò di proseguire, ma il russo rimase imperterrito di fronte a lui.
- Guarda che non ti accuso di niente, e non ti sto nemmeno dicendo che fai male, se intendi questo. Nel senso, so perfettamente l'effetto che lei provoca sugli uomini, ne ho avuto conferma fin troppe volte, io penso che se lei non fosse mia parente me la sarei già sposata, probabilmente. Hai gli occhi lucidi e stralunati, cerchi di nascondere il tuo disagio nelle maniere più incredibili che ci siano, beh direi che sei attratto da lei in maniera quasi... - Gesticolò, cercando di non farsi notare troppo dagli altri, e proseguì.
- Quasi maniacale, direi. - Emmett scosse la testa e ricominciò a camminare, superandolo a passi lunghi, e lui si rimise al suo fianco nel giro di due falcate, ostinato nel suo discorso.
- Sono cose che non facevo da tempo, non c'è nulla di strano mi pare, no? - Il moro lanciò un'occhiata al russo accanto a sè, poi volse lo sguardo verso le ragazze che procedevano intente a scambiarsi il numero di telefono. Vorresti averlo anche tu, non è così mattacchione? Pensi che lei voglia dartelo, spero solo che non lo faccia o per te sarà la fine! Per poco non si tirò un pugno in pieno viso da solo, tanta era la voglia di far star zitta quella vocina maledetta che aveva in testa.
- No, non credo ci sia nulla di male... Ma ti avverto, sai? Se io fossi Dmitrij, tu saresti a posto, ma visto che lui è ben peggio di me, se tu provi ad avvicinarti con delle intenzioni poco eleganti, te la fa pagare con gli interessi. - Un brivido di freddo corse sulla schiena di Emmett, e il russo dopo aver alzato le sopracciglia lo superò, lasciandolo ai suoi pensieri.
- Mi sono ricordata di cambiarlo, vi chiamo così lo salvate! - Rose fece un paio di squilli ad entrambe, che memorizzarono il suo numero immediatamente, e venne raggiunta subito dal cugino: aveva appena finito di scambiarsi un cenno d'intesa con Dmitrij, e ora dovevano mettere in pratica il tutto, quindi mentre Dima aveva fatto capire alle sue migliori amiche di raggiungerlo, Viktor stava intrattenendo la bionda.
- Tesoro, a proposito... Sei riuscita a superare quel problema, no? - Le appoggiò una mano sulla spalla, mentre lei lo guardò confusa e i quattro dietro confabulavano.
- Dovete aiutarmi ragazzi, mia madre mi ha appena parlato di un problema e non so cosa fare. Insomma, non ho mai avuto a che fare con persone così... -
Alice scosse la testa, dopo aver sentito la richiesta dell'amico.
- Insomma Dima, non fate conclusioni affrettate... A me sembra che stia bene, eccome! Guardala, ha le forme messe bene e al posto giusto, quindi... -
Bella alzò le spalle e si attaccò al braccio del fratello, per poterla osservare meglio senza essere vista e trarre le sue conclusioni soggettive.
- Sono d'accordo con mia sorella, non credo che sia... Cioè, si vedrebbe con il tempo, dopo un po' è ovvio che si cominci a notare dai segni, ne ho viste un paio della sua età e se lei fosse così, beh diciamo che si comporterebbe in maniera strana. -
Emmett strinse appena a sè la sorella, facendola sorridere dolcemente, e diede un buffetto sulla guancia di Alice, provocandole una buffa smorfia che fece ridacchiare il russo.
- Magari è solo un'impressione, amico, aspetta un po' e se noti dei cambiamenti comincia a prendere dei provvedimenti, ma prima... - Dmitrij li guardò e si sentì felice di ritrovarsi con loro, di ricevere consigli su quel dilemma che lo stava torturando da mesi e che avrebbe potuto confermare finalmente, dopo tanto tempo.
- Sì, Vik, perchè? - Rose aveva intuito che i quattro dietro di loro erano intenti a scambiarsi opinioni che, per un attimo, temeva potessero ferirla in qualche modo.
Ma tesoro, come potrebbe il tuo caro fratellone cercare di farti del male in alcun modo? Non pensare certe cose, avanti! Aveva ragione, che le era venuto in mente?
- Ti vedo... Diversa, Rose, ecco tutto. - E alla fine, lei capì a cosa stessero alludendo tutti: appoggiò la mano sinistra sul fianco, scostò i capelli sulla schiena e si sfiorò la pancia con le dita della mano libera, sospirando appena. Lo avrebbero mai capito?






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Capitolo 14
*** Vecchia fiamma, e temibili mostri di una favola malata. ***


Capitolo quattordici Salve a tutti, carissimi lettori! State per caso diminuendo? Ho notato così fra le varie recensioni :( Spero che sia una cosa passeggera, ricordate che io scrivo prima di tutto per me, ma anche per voi eh!
Bene, passando al capitolo, ho letto nelle varie recensioni diverse versioni sul cosa possa essere successo a Rose, e mi sono sorpresa perchè sono tutte belle ipotesi, brave le mie care lettrici adorate! :33 Ma ora, volete sapere? Ecco a voi il capitolo!

Buona lettura!


Rose scosse la testa e fece finta di nulla, mentre il cugino la osservava apprensivo e aspettava una sua risposta.
- Che cosa stiamo aspettando? - Disse lei, mentre Emmett, Alice e Bella già avevano rimosso l'eventualità del caso, infondo Dmitrij era così tanto ossessivo nei suoi confronti che avrebbe visto mostri pronti ad attaccarla ovunque.
- In realtà non lo so, ma... Ehi, Bella, quello non è...? - Alice indicò alla sorella un ragazzo di fronte all'edicola, con le mani in tasca e i capelli corvini sparpagliati a causa del vento.
- Chi? Oh, intendi quello? Beh... - Bella arrossì improvvisamente, e il fratello accanto a lei si irrigidì e strinse i pugni, turbando Rosalie che, effettivamente, dal primo momento in cui l'aveva visto temeva che si potesse alterare.
- Sì Al, ma infondo sono passati quattro mesi, non penso che si ricordi ancora... - Alice la guardò scettica e incrociò le braccia al petto, mentre gli altri le guardavano ignari di tutto.
- Abbiamo capito che gli uomini sono tutti uguali, ma non per questo devono essere proprio come nostro fratello, no? - Bella trattenne una risata, mentre Emmett corrucciò ancora di più le sopracciglia e sbuffò sonoramente, finendo per ignorare completamente le sorelle.
- Bella, è come credo? - Rosalie fece un sorrisino malizioso verso le due sorelle, che impacciate non risposero. La russa scoppiò a ridere allegra, e le altre due fecero lo stesso dopo un po', ricevendo sempre più occhiate confuse.
- E' carino però... - Disse dopo un po', rimanendo a squadrare il misterioso ragazzo che si era rimesso a camminare tranquillamente con lo sguardo fisso sul telefonino.
- Beh, non è solo carino... - Bella abbassò lo sguardo ancora più imbarazzata dopo aver detto quella frase, e Alice e Rose spalancarono gli occhi sorprese.
- Bella, da quando sei così volgare scusa? - Alice scoppiò a ridere e Bella nascose il viso dietro alle mani, facendo intenerire Dmitrij.
- Ha fatto male, Bells? - Le parole uscirono dalla bocca di Alice all'improvviso, e lei sgranò gli occhi un istante, e li abbassò subito dopo.
- Un po', Al, è stato più che altro molto fastidioso il dopo. - Rose fece un sorriso e appoggiò la mano sulla spalla dell'amica, poi in un momento di distrazione del fratello si avvicinò alle due sorelle, accorgendosi solo dopo che anche Emmett era rimasto ad ascoltare.
- Ti capisco, Bella, io anche ho avuto male, e ho perso anche sangue sai? - Alice annuì con gli occhi alzati al cielo, segno che anche lei non era nuova da quelle esperienze.
- Secondo voi se vado a parlargli, cosa mi risponde? - Rosalie le diede un colpetto sulla spalla e la incoraggiò ad andare, e lei dopo essersi aggiustata un istante si incamminò verso di lui, cambiando completamente umore da un momento all'altro, e passando dall'agitazione alla sicurezza più invalicabile.
Tom aveva appena riposto il cellulare nella tasca posteriore dei jeans, quando si trovò di fronte una ragazza bellissima, che sorrideva nella sua direzione e gli stava facendo un cenno di saluto con la mano.
- B-Bella? Sei veramente tu? - Sgranò gli occhi appena la riconobbe, e lei si sentì gratificata dalla reazione a cui aveva appena assistito.
- Sorpreso, eh? Non pensavo ti ricordassi di me, Tom. - Lui si stava massaggiando la nuca e le stava rivolgendo un dolce sorriso, scuotendo la testa.
- Come potrei, Bella? Non sono così meschino, a volte ci ripenso e sono contento di ciò che ho fatto, non me ne pento e faccio bene, a quanto vedo. - Lo affermò con tanta enfasi da far ridere Bella, che era rimasta così sorpresa dalle sue parole che per poco non gli era saltata al collo.
- Le cose sono cambiate da allora, ma vedo che sei sempre un bravo ragazzo, Tom. Ne sono contenta, sai? A proposito, com'è andata alla fine con Rebecca? - Lui alzò le spalle, e i suoi occhi si fecero cupi per un istante, poi elargì un largo sorriso alla ragazza di fronte a lui e le si avvicinò.
- Mah, ha preferito Steve, ma con il senno di poi penso che sia meglio così. E' abbastanza ipocrita e narcisista, l'ho scoperto appena in tempo fortunatamente. - Bella non rispose subito. Si girò verso la sorella e la russa, e dopo essersi congedata per un istante da Tom, le raggiunse velocemente.
- Ragazze, vi dispiace se vado a prendere un caffè con lui? - Rose ridacchiò, e Alice facendo un sorrisino malizioso le fece cenno di sbrigarsi, e lei non se lo fece ripetere due volte.
- Rose, secondo te se io rubo lo schianto che hai vicino, il fratello mi mangia vivo?* - Viktor si affacciò sulla spalla della cugina, che ridendo gli diede un leggero schiaffo dietro alla nuca.
- Non ti assicuro niente, a me incute una paura che non immagini!* - Mentre Rosalie pronunciava quelle parole, Dmitrij aveva intravisto da lontano la sua Julia, piena di borse con i nuovi acquisti della settimana e un'aria da chi vive sulle nuvole stampata in faccia, oltre ad un paio di tacchi su cui camminava a malapena, e la stava raggiungendo a passi spediti, più che convinto che sarebbe caduta nel giro di un paio di minuti.
- Pensa, tu a lui non incuti affatto paura...* - Viktor aveva sussurrato quell'affermazione così piano, che Rose non potè comprendere a pieno il significato nascosto. Emmett li stava osservando, sempre più rapito dalla bellezza dello sguardo della bionda che lo stava logorando, e pensava ad un modo per rimanere solo con lei.
- Alice, bella come sei potresti diventare una modella, sai? - Lui le aveva avvicinato un braccio alla vita, e lei aveva sorriso a trentadue denti alla sua affermazione.
- Viktor, probabilmente hai bisogno di una visita oculistica caro, tu non ci vedi affatto! - Il russo scosse la testa, ridendo, e la agguantò sotto braccio, facendo ridere anche lei, poi si avvicinarono ad una vetrina poco più in là.
Emmett sogghignò fra sè e sè, perchè senza nemmeno farlo apposta era riuscito ad avere un paio di minuti di intimità con la donna oggetto dei suoi desideri.
- Rosalie, tu hai seguito un corso di inglese in Russia, per caso? - Il suo cervello, che da giorni ormai non riusciva più a ragionare razionalmente e continuava a spingere i pensieri del ragazzo su ciò che il suo corpo desiderava, gli aveva suggerito una scusa banalissima per poter cominciare una conversazione.
- No, non ho fatto corsi perchè non so scrivere tanto bene in inglese... - Rose abbassò appena gli occhi, ancora intimorita dalla stazza del moro. In fondo non era abituata a stare vicino a ragazzi forzuti che non avessero pretese su di lei, non pienamente gentili.
- Come no? Dmitrij non ti ha insegnato a scrivere? - Emmett era sorpreso, non pensava che il fratello avesse potuto dimenticarsi di aiutare la ragazza almeno nelle basi.
Rose scosse la testa e alzò le spalle, si sarebbe arrangiata come poteva per i primi tempi, fino a che non avrebbe imparato correttamente l'ortografia inglese.
- Sai, c'è un corso serale a Forks, per gli stranieri che non sanno parlare bene l'inglese, anche mia madre lo frequentò per un paio d'anni quando venne in America la prima volta. - La sua affermazione incuriosì Rosalie, che attentamente si fece spiegare nei dettagli in cosa consistesse quell'iniziativa.
- Accidenti, guarda che ora si è fatta! - Viktor aveva lanciato un'occhiata all'orario segnato sul suo telefono, dopo essere riuscito a farsi dare il numero di Alice dopo meno di un quarto d'ora.
- Quando si sta bene con una persona il tempo passa così in fretta... - Il tono da falsa innocente e alludente ad altro di Alice fece spuntare un sorrisino furbetto sulle labbra di Viktor, che non perse tempo per sussurrarle all'orecchio cose da non dover far sentire al fratello poco distante.
- Viktor, vedi di rigare dritto. - Emmett si era fatto serio, ma dal tono scherzoso che assunse la sua voce si potè intuire che, almeno per quel momento, tutti filava liscio per lui.
Rosalie stava ridacchiando, ma per un istante le parve di sentire una strana voce, in lontananza, che ripeteva una cantilenta. Si girò di scatto e si guardò attorno.
- Scegli, Rosalie. Sei pronta? - Un istante di puro terrore la invase, ma si riprese appena in tempo per non far sospettare nulla a nessuno, tantomento ad Emmett che l'aveva affiancata di nuovo, e la osservava.



- Carlisle, te lo giuro su quello che vuoi, questi occhiali sono di Alice, ed è impossibile che lei stia andando a zonzo per chissà dove senza, non riesce a vedere un palmo dal suo naso! - La voce di Esme risuonò per tutta la casa, semi deserta e stranamente in ordine. Carlisle scuoteva la testa, mentre entrambi fissavano quel paio di occhiali spessi come fondi di bottiglia, appoggiati con cura al centro del tavolo, e l'elastico nero che avvolgeva sempre e comunque i capelli della figlia.
- Magari è uscita mezz'ora e se li è dimenticati, tesoro, non agitarti inutilmente, lo sai che è grande abbastanza da cavarsela da sola! - La donna scosse la testa in replica alle parole del marito, e sospirò sconsolata, cominciando a girovagare per casa mentre Rudy la seguiva scondinzolante e contento di rivedere entrambi.
Carlisle rimase ad osservarla per qualche istante, poi le si parò davanti e le posò dolcemente le mani sulle spalle, guardandola dritto negli occhi e sorridendole appena. - Per cortesia, Esme, rimani tranquilla e serena! - Lei si posò una mano sul petto, osservandolo con il collo inclinato verso l'alto.
- Ma sono i miei figli, Carl, come posso non preoccuparmi per loro quando non li vedo per troppo tempo e fanno cose che non hanno mai osato pensare prima? Li ho messi al mondo, io, e in fondo se sono la madre devo essere apprensiva! - Lui stava per ribattere, ma il rumore delle chiavi dentro alla serratura li fece zittire all'istante, impazienti di rivedere i tre figli.
Emmett entrò per primo, accarezzando subito la testa del cane e facendogli i complimenti, e nel preciso momento in cui Bella ed Alice misero piede dentro casa, Esme sentì scendere lacrime di commozione dai propri occhi, e uno strano calore all'altezza del cuore la invase completamente.
- Lo sapevo! Ne ero sicura che prima o poi anche voi sareste sbocciate, bambine mie! - Allargò le braccia, e loro vi si gettarono affettuosamente, dopo aver posato la borsa al solito posto.
- Con una madre del genere, non sarebbero potuti uscire meglio, cara la mia dolce mogliettina! - Emmett scoppiò a ridere assieme al padre, biondo e dalla pelle chiara come il latte.
- Da dove è uscito questo cambiamento, figliole? Sono veramente curioso di sapere chi è l'artefice di questa meravigliosa trasformazione. - Cinse le spalle di entrambe le figlie con le braccia e le guardò, una dopo l'altra, ripetutamente, fino a che loro non decisero di confessare.
- Abbiamo scoperto che Dmitrij ha una sorella fantastica, gentile e disponibile, che ci ha aiutate non appena è arrivata in America e ci ha aperto le porte per un mondo incredibile, direi proprio così. - Alice annuì energicamente, stringendosi al braccio del padre, mentre Bella li osservava e sorrideva a trentadue denti.
- Se sapessi che sorpresa che abbiamo avuto quando l'abbiamo vista entrare in casa! Cavolo, è più piccola di tutti noi eppure sembra una ventenne fatta e finita! E non l'ho notato solo io... - Prima che Bella potesse finire la frase, Emmett, che già aveva capito dove la sorella sarebbe andata a parare, stava salendo gli ultimi due scalini che lo avrebbero portato di sopra, e si stava dirigendo verso camera sua, dimenticandosi di tutti coloro che si trovavano al piano sotto di lui.
- Stai per caso parlando di una ragazza tutta carina, bionda e con gli occhi azzurri, molto chiari? - Con molta grazia Esme si spostò verso la cucina e, dopo essersi infilata il grembiule, aprì subito il frigo, mentre il marito si accomodò sul divano e accese la TV sul canale dei documentari e le figlie avevano raggiunto la madre.
- Come fai a saperlo, mamma? - Alice accese il fornello sotto richiesta della donna e la guardò confusa, mentre Bella stava posando la tovaglia sul tavolo.
- Beh, ricordate quando sono andata a casa di Dmitrij per aiutarlo a mettere in ordine, visto l'arrivo dei suoi nuovi mobili? Quel giorno aveva il computer acceso, e mentre ci stavo camminando di fronte ho notato una ragazza sullo schermo, che si muoveva e lo chiamava abbastanza preoccupata. Allora mi sono avvicinata e ho visto che mi ha squadrata, poi mi ha fatto una domanda ma non ho assolutamente capito cosa mi ha chiesto, quindi le ho fatto intendere che non parlavo la sua lingua e ho ripreso il mio lavoro. -
Bella era rimasta sbalordita mentre finiva di mettere le posate a tavola, accanto ai piatti. - Quindi intendi dire che tu hai visto Rosaliya e non sapevi chi fosse, ma ci hai "parlato" senza dirci nulla? - Mimò le virgolette con le dita e fissò la madre, mentre Alice la aiutava a porre i bicchieri in ordine.
- Sì, diciamo che è così, ma visto che non sapevo chi fosse non ho nemmeno voluto dirvi nulla. - Esme tirò fuori il testo di lasagne al pesto che aveva preparato appositamente per quella sera, e accese il forno per farle cuocere.
- Devo ringraziare il cielo per avermi dato una moglie italiana che sa cucinare come si deve! - Carlisle, alle prese con un interessante documentario sulla medicina, urlò con voce divertita quelle parole che fecero ridere le sue donne.
- Ma Alice, come fai a stare senza occhiali, amore di mamma? - La donna si pulì le mani sul grembiule e cominciò ad affettare dell'insalata e a metterla dentro ad una ciotola.
- Beh, siamo andate al centro commerciale assieme a Rose e ho comprato delle lenti a contatto, non pensavo fossero così comode e pratiche. - Le due spostarono un paio di sedie poco più in là e si sedettero per fare compagnia alla madre.
- Ragazze, io non vorrei sembrare una persona che fa conclusioni affrettate, ma... Emmett è per caso interessato a questa Rosaliya? - Le due sorelle si scambiarono uno sguardo di intesa, e con un sorrisino furbetto stampato in viso si avvicinarono alla madre, e cominciarono a confidare tutto ciò che avevano potuto vedere fino a quel momento.

- Ma Dima, sei sicuro di quello che stai dicendo?* - Rose aveva appena finito di rispondere ai messaggi del cugino, quando il fratello le annunciò che la festeggiata di sabato, Katrina Denali, aveva esplicitamente invitato qualche festeggiato a passare la notte a casa sua, e loro due erano compresi in quella ristretta cerchia.
- Sì, amore, mi ha appena chiamato Garrett, il suo ragazzo, e mi ha detto che lei si aspetta che noi rimaniamo là, così possiamo approfittare per farci un bel bagno prima che cominci a venire l'autunno, no?* - Lei ascoltò attentamente la proposta del fratello, e non potè rifiutare ad un invito così gentile.
- Katrina... Per caso è slava, come noi?* - Dmitrij annuì con un sorriso, chiudendo il frigo. Aprì la bottiglia di succo e ne bevve un sorso, prima di rispondere alla sorella.
- Sì, piccola, lei e le sue sorelle vengono dalla Slovacchia, quindi se vorrai potrai parlare con loro in russo, se ancora non ti senti molto sicura.* - Lui era perfettamente consapevole del fatto di essere in torto, e che sicuramente se l'avesse come costretta a parlare solo in inglese avrebbe imparato più in fretta, ma sapeva molto bene, poichè lo aveva sentito sulla propria pelle, quanto potesse essere difficile trovarsi in un posto completamente diverso dalla propria terra natale e doversi ambientare in fretta per capire ciò che gli altri dicevano.
- Dovremo portarci una borsa con il cambio, allora? - Rose si avvicinò ai fornelli su cui in una pentola cuocevano a fuoco medio dei varenyki(*), e accanto una ciotola con dentro della smetana(*), mentre Dmitrij riponeva un coltello pulito nell'apposito cassetto.
- Sì tesoro mio, e soprattutto non dimenticare di portarti un paio di costumi in più, e della biancheria che sia legalmente accettabile per cortesia!* - La ragazza scoppiò a ridere, mentre spense il fuoco sotto alla pentola e prese due piatti dalla mensola poco distante.
- Sei tu che mi hai portato in quel negozio oggi, sapevi perfettamente che avrei scelto quel tipo di completi!* - Dmitrij attese la sua dose abbondante di ravioli e vi mise sopra un paio di cucchiai di panna, poi si sedette a tavola e aspettò la sorella, dopo di che cominciò a mangiare con gusto.
- Wow, stasera ci dedichiamo all'Ucraina eh Rose? Non è che per caso, una certa Olga oggi ti ha fatto venire la nostalgia di casa, o delle belle scampagnate che ti sei fatta per le vie di Kiev con quell'idiota?* - La bionda abbassò lo sguardo, posando la forchetta nel piatto e sospirando pesantemente.
- Potresti semplicemente evitare di ricordarmi tutto quello che ho passato con lui, Dima? Non è così piacevole rivedere queste immagini nella mia testa e pensare che un tempo era tutto così reale da mancarmi troppo.* - Il fratello rimase in silenzio, addentando un raviolo e masticandolo qualche secondo per pensare, riflettere.
- Lo so amore, lo so che con lui hai passato il periodo migliore e che ti fa male, lo so. Ma non puoi ridurti a certi livelli, non voglio vederti tornare come qualche mese fa, sai?* - Rosaliya si alzò e prese dal frigo una bottiglia di vino rosso, se ne versò un po' in un bicchiere e lo bevve tutto d'un sorso, posando il bicchiere con un sospiro soddisfatto.
- Non ho mai fatto niente di male, eppure continui ad ostinarti che nella mia mente ci sia qualcosa che mi faccia andare fuori non appena raggiungo la soglia massima di tristezza, ma non è così Mitya. Io sono veramente contenta che tu sia così protettivo nei miei confronti, sai perfettamente il perché, ma non puoi fissarti, poi convinci anche me di cose che non sono affatto reali!* - La ragazza si versò un altro po' di vino, mentre il fratello posò il tovagliolo di stoffa accanto al piatto ormai vuoto.
- Allora vieni qui, e dimostrami che la mia teoria è sbagliata. Se è così, prometto che non ti dirò mai più niente su ciò che mangi, ma se ciò che dico è vero, dovrai ascoltarmi una buona volta e smetterla di fare cretinate assurde per un coglione che non merita nemmeno un tuo sputo!* - Rivolse la mano verso la sedia su cui poco prima era seduta la sorella, e rimase in attesa che lei si rimettesse al suo posto.
Ce la puoi fare, Rose, sei forte. Rimani forte. La ragazza deglutì, posando il bicchiere sporco nel lavandino e tornando seduta davanti al suo piatto ancora pieno di ravioli ormai freddi.
Ne addentò uno, lo morse dritto al centro e lo masticò lentamente, in maniera così snervante da far agitare il fratello, che cominciò a battere i polpastrelli delle dita sul legno del tavolo.
- Sia chiaro, Dima, che non lo faccio per dimostrarti che hai torto.* - Odiava mentirgli, ma l'unica cosa logica che l'istinto le suggeriva di fare era quella. Al resto, ci avrebbe pensato più avanti.



Angolino autrice: buonasera (o notte, dipende xD), cari lettori! Anche se con un giorno di ritardo, ho pubblicato! Spero che tutti voi abbiate capito qual'è il mostro che Dmitrij vuole sconfiggere, intanto aspetto le vostre recensioni! Un bacione, a presto, Alba97.









(*)Varenyki: tipici ravioli di origine ucraina con un ripieno salato, come patate, formaggio o carne, o dolce, come ciliegie o mirtilli.
(**) Smetana: tipica panna acida di origine russa.

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Capitolo 15
*** Pausa vacanza. ***


Buonasera a tutti! Volevo solo avvisarvi che il capitolo verrà postato per i primi di luglio, il 18 partirò per una vacanza all'estero e non potrò affatto connettermi, nè scrivere o aggiornare. A presto cari lettori, Alba97.

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