You know, is a Thriller

di WizardSdaughter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 Midnight
 
 
 
Mezzanotte. L’ultimo rintocco del campanile lì vicino svanì nell’aria, lasciando un alone di mistero su Night StChapole.
Resta a casa, non ti muovere e fai la brava. Noi torniamo subito.Le avevano detto così, i suoi genitori. Sì, subito. Erano partiti alle sette e mezzo e a mezzanotte non erano ancora tornati.
E lei rimaneva lì, da sola, in quella casa buia. Era in ansia, dei suoi non c’era neanche l’ombra e non sapeva cosa stavano facendo. Non combinare guai. Un po’ di guai li aveva fatti, come rompere per sbaglio la sua tazza e rovesciare il latte sul divano, ma se lo poteva permettere, con l’agitazione che aveva.
E poi, siamo sinceri, quando mai aveva obbedito seriamente a qualche ordine? Quando la mamma le aveva proibito di tingersi i capelli, lei lo aveva fatto, oppure quando le avevano ordinato di non portare “bestie schifose” in casa, lei aveva adottato due lucertole.
E a volte si stupiva della sua ribellione, era tanto per una bambina di sette anni.
L’ultima frase che i suoi le avevano detto era “non ti avvicinare al barattolo dei biscotti”.
Al solo pensiero della pastafrolla con le gocce di cioccolato, le gambe si mossero per farla ritrovare in cucina. Fece per accendere la luce, ma si accorse che si era fulminata.
Eppure ci vedeva. Vedeva tutto come se fosse illuminato da una lucina rossa.
Poi capì. Appoggiata alla finestra, c’era una figura scura con due occhi cremisi, di fuoco.
- Chi sei?-
- Prima dimmi chi sei tu- la voce era strascicata, simile ad un sibilo.
- Mi chiamo Gwen. Tu cosa sei?-
- Molti sognano di essere come me, ma non possiedono le caratteristiche giuste- sorrise mostrando due canini affilatissimi – Non so se capisci-
- Sei un vampiro- sussurrò Gwen eccitata – Riconosco gli occhi, i denti e le tattiche: qualunque vampiro avrebbe fatto saltare la luce-
- Brava, sei perspicace. Diventerai un’ottima vampira-
- Cosa? Ma i miei genitori…-
- Loro si sono opposti, ma hanno fatto una brutta fine. Sei destinata ad essere un vampiro, non hai scelta-.
Poi Gwen vide tutto nero e svenne. Quando si risvegliò, vide un’enorme stanza, illuminata da torce di fuoco.
Intorno a lei c’erano un’altra ventina di persone, accompagnate da vampiri, che sembravano aver vissuto la sua stessa avventura.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Gwen si guardò intorno, mentre il suo cuore pareva esplodere dal battito troppo forte.

Accato a lei c'era una ragazza castana, che non aveva la minima intenzione di restare in quel posto. Divincolandosi dalla presa del vampiro, ormai esausto, gridò - Fatemi uscire di qui! CHiamerò il mio avvocato! CHIAMERO' IL MIO AVVOCATO!-

- Zitta! Per favore, zitta!- la pregò il vampiro.

- LASCIATEMI!-

Ok, quella ragazza la spaventava leggermente. Dall'altro lato era seduto un punk, con una cresta verde. Guardava con interesse la ragazza castana, tanto che Gwen si trattenne dal dire "uhuh".

Al centro della sala c'era invece un lussuoso trono, occupato da un uomo moro e dal sorriso smagliante.

- Benvenuti!- esclamò - Sono lieto di sapere che siete in tanti! E siete tutti vampiri!-

Nessuna risposta. Nella stanza calò un silenzio carico di sarcasmo e indignazione.

- Ehm, bene- continuò il moro - io sono Chris! Vi chiamerò per nome e voi verrete davanti a me- concluse rassegnato e sconfitto dal poco entusiasmo.

- Izzy!- Una ragazza con i capelli rossi si fece avanti, tentando invano di vedersi i canini. Si sedette nella panca che riportava la scritta ragazze.

- Geoff- Un biondo non molto entusiasta del suo nuovo aspetto, si avvicinò alla panca dei maschi, per poi sedersi sbuffando e aggiustandosi il cappello da cowboy.

Venne poi il turno di Heather, una ragazza poco affabile, Alejandro, spagnolo e non troppo contento dei canini, Bridgette, bionda e fin troppo calma, e Noah, un ragazzo con i capelli scuri ed un'aria da "sotuttoio".

Dopo un'attesa infinita, Chris pronunciò "Gwen" e la piccola dark si mise a sedere.

Courtney, la castana agitata, Duncan, il punk, Trent, un chitarrista, Cody, il classico sfigato ma non troppo e Sierra, una ragazza che si divorava Cody con lo sguardo.

Venti minuti dopo si trovavano nelle rispettive stanze, condivise da due persone ciascuna.

- Ciao io sono Gwen- disse la gotica alla sua nuova compagna.

- Courtney. Odio questo posto, a te piace?-

- Non saprei, è presto per dirlo-

- Già...speriamo bene-. Detto questo la bella castana si sdraiò sul letto, giocherellando con i capelli.

Nelle altre camere, tutti pensavano la stessa cosa: ho solo sette anni, perchè tutto questo?

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

-Me lo ricorderò per tutta la vita- mormorò Gwen a Trent, quando vide arrivare circa tredici ragazzi, tutti addormentati. Ogni nuovo vampiro era accompagnato da un vecchio vampiro, che si era occupato di far nascere nuove creature come lui.

Erano passati nove anni, e ancora i ragazzi si ricordavano di come era stato il loro arrivo.

La mattina dopo il loro arrivo, avevano affrontato la lezione, per alcuni fichissima, per altri disgustosa, più strana del mondo.

Avevano imparato a succhiare sangue, e si erano accorti che non era poi così male essere un vampiro.

Perfino Courtney, la più disgustata dal fatto di essere una creatura oscura, l'aveva accettato, diventando la più brava del corso.

Tutti erano cresciuti in modo senzazionale e avevano provato nuove emozioni. Era da otto anni che Duncan ci provava con Courtney, troppo presa a rimbeccarlo per le sue bravate, da accorgersene.

Trent aveva stabilito qualcosa di molto profondo con Gwen, la dark. Izzy si era stranamente innamorata di Owen, un ragazzo simpaticissimo ma con seri problemi col sangue, che non semtteva mai di bere. Geoff si era preso un enorme cotta per Bridgette, che però, come aveva rivelato alle sue amiche, non era ancora pronta per fidanzarsi.

Beh, comunque di tempo ne avevano ancora parecchio, considerato che non avrebbero conosciuto mai la morte.

- Wow, sono pochi quest'anno!- esclamò Beth, una ragazza simpatica e castana.

- Già- rispose Courtney, attenta ad osservare i nuovi arrivati.

Dopo una decina di minuti si erano tutti svegliati: non erano molto preoccupati e alcuni avevano assunto un'aria del tipo "lo sapevo fin dalla nascita".

Chris, per nulla cambiato, assegnò un nuovo vampiro a ogni gruppo di vecchi vampiri.

Lindsay, la bionda, Heather, Gwen, Courtney e Bridgette, si riunirono in gruppo e aspettarono la loro nuova amica.

- Dawn, tu vai con loro- disse Chris, mentre una ragazza pallida e bionda si avvicinava.

- Ciao- disse piano, scrutando dei punti molto vicini alle teste delle ragazze, ma che di certo non erano le teste delle ragazze - Le vostre anime sono a posto, però- si rivolse a Heather - dovresti smetterla di pensare tanto a quello spagnolo-

Ci fu una risata generale e Heather arrossì, balbettando qualche scusa.

- Io sono Gwen- si presentò la gotica.

- Courtney-

- Bridgette-

- Heather...ma come hai fatto?-

- Io so leggere le anime-

- Oh...ok- la mora rimase spiazzata, ma si riprese subito. Ci aveva provato anche lei, ma con scarsi risultati.

- E tu?- domandò Dawn a Lindsay.

- Dici a me? Io sono Lindsay-

- Vieni facciamo un giro del palazzo, ti divertirai moltissimo. Le sole lezioni che dovra affrotare sono due: mordere e bere. Il resto ti verrà naturale- spiegò Bridgette incamminandosi verso l'ala sud del castello.

- Ok- e la nuova arrivata iniziò un giro turistico, vedendo con la coda dell'occhio un rosso che la fissava.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


capitolo 3

- Quindi questa è la mia camera- disse Dawn squadrando la nuova stanza.

- Esatto, allora noi ti lasciamo qui, ok?- disse Heather

- Sì, ma chi sarà la mia compagana?-

Una ragazza con i capelli rossi scuri legati in due pennelli corti, entrò nella stanza.

- Credo di essere io- disse.

- Sì, sei tu. Io sono Dawn-

- Zoey, piacere-

Certe che le due sarebbero diventate presto amiche, le altre vampire uscirono dalla stanza.

- Allora come vi sembra la biondina?- chiese Gwen.

- Simpatica anche se un po' strana- rispose Courtney, mentre le altre annuivano.

Le cinque scesero l'enorme scala di marmo ed incrociarono Duncan e Trent.

- Ciao Trent!- disse Gwen, arrossendo.

- Ciao bellissima- rispose il chitarrista.

Duncan si avvicinò a Courtney e le sussurrò piano - Vieni con me a cacciare Principessa?-

- Duncan, quante volte te l'ho detto che non possiamo cacciare senza permesso?-

- E chi se ne frega! Oh avanti, è sabato chissà quante coppiette ci sono in giro- si leccò le labbra.

- No, Duncan, invece me ne frego!-

- Sempre la solita rompipalle, eh?-

- Smettila!-

- Sei carina quando ti arrabbi- sorrise malizioso.

Gwen e Trent si scambiarono una rapida occhiata e dissero - Ehm, Courtney, Duncan? Venite a fare un giro?-

- Ok-mormorò il punk, che fu trascinato via da Trent.

- Andiamo al lago ok?- chiese Courtney alle ragazze.

- Sì- rispose Bridgette.

Il lago era sempre tranquillo, nero come la pece e abitato da un sacco di strane creature.

Le vampire si sedettero sull'erba fresca e umida, poi videro qualcosa che non andava.

Una ragazza passeggiava, da sola, sul bordo del lago.

- Ragazze...- mormorò Heather - Quella non è una vampira-

- Non ci deve vedere, tecnicamente il castello non c'è!- sussurrò Courtney, mentre si trasformava rapida in un pipistrello.

Cinque pipistrellini volarono sull'albero lì vicino.

E poi fu disfatta totale: la ragazza si sbucciò e il sangue le coprì il ginocchio. L'odore si diffuse rapido e le ragazze scesero rapide dall'albero, in una sorta di trans.

Il sangue dell'innocente vittima si espanse piano sull'erba, mentre le vampire se ne andavano.

Non sapevano in che guai erano.

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4

- Bridgette! Che hai fatto?- gridò Geoff disperato, appena vide tornare le vampire, totalmente sporche di sangue.

- E' ovvio, cowboy- disse Duncan eccitato - Hanno cacciato-

- Ma lo sapete che è vietato!- sbottò Trent.

- Lo sappiamo chitarrista dei miei stivali!- si difese Heather.

- Non abbiamo resistito...e adesso?- moromorò Gwen.

- Adeso siete todos in guai seri- disse lo spagnolo Alejandro.

Chris non le avrebbe perdonate, un'aggressione del genere. Che orrore.

Lindsay non riusciva a credere di averlo fatto, odiava bere troppo sangue.

Heather non si sentiva bene, ma almeno era sazia.

Gwen si stramalediceva per averlo fatto.

Bridgette era schifata, non era una grandissima amnte del sangue.

Courtney si sentiva in colpa per aver spinto tutte ad andare al lago, che stupida.

E adesso?

Non riuscivano a pensare ad altro.

 

_________________________________________________________

Ok questo capitolo è un po' corto (cortissimo),

ma ho poca ispirazione per il momento.

Vi piace? Io sono indecisa, ho il blocco dello scrittore e

non so se cestinarla, quindi datemi un parere.

*si eclissa, mangiando patatine*


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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 Capitolo 5
 
 
Si sentivano in colpa, tanto. Erano preoccupate, e nemmeno la compagnia dei ragazzi le tirava su di morale.
Chris ancora non sapeva nulla, ma la bomba sarebbe esplosa di lì a poco.
Duncan era uscito a vedere se il corpo della vittima era ancora sul lago, e non era ancora tornato.
Poi, una cresta color smeraldo, apparve, tra la porta e il muro.
- E’ sempre lì- annunciò – Non respira-
- Fantastico!- esclamò Heather, prima di cadere pesantemente sul letto – Adesso siamo ancora più nei guai!-
- E se ci cacciano da qui?- disse Lindsay.
- Non possono, potremmo fare stragi. Noi siamo vampiri, non possiamo tornare indietro- spiegò Geoff.
Prima che Lindsay potesse dire altro, entrarono Beth, Izzy, Owen e Noah.
- Che cosa...?- iniziò Noah.
- Abbiamo aggredito una ragazzina che probabilmente adesso è morta, contento?- lo aggredì Gwen, alzandosi in piedi.
- Ok, calma-
- Vi capisco ragazze- disse Owen – Non sono arrabbiato con voi, succede-
- Speriamo che Chris dica la stessa cosa- pregò Courtney.
- Oh, non lo dirò, puoi starne sicura- Chris apparve alle spalle dei ragazzi, seguito da una ragazza gongolante che, probabilmente, aveva spifferato tutto a Chris. Aveva i capelli induriti dalla lacca e portava un chilo di profumo.
Il moro fece entrare le cinque nel suo ufficio: era molto spazioso, illuminato dalle stelle che si vedevano chiaramente dall’enorme finestra. Al centro della stanza, una poltrona soffice e una scrivania.
In altri momenti, il posto sarebbe stato piacevole e carino, ma adesso emanava freddo e paura.
- Allora, potrei cacciarvi?- iniziò Chris.
- No! La prego!- sbottò Bridgette.
- Allora, cosa potrei farvi?- l’uomo la ignorò. Si guardò lentamente intorno.
Stette in silenzio per due o tre minuti, che parvero due o tre ore, poi schioccò le dita e decise – Ecco la vostra punizione: per tre mesi, alle dieci in punto, dovrete recarvi da Chef, per fare lezione di autocontrollo e ripassare, anzi no, imparare a memoria tutte le regole dei vampiri. Inoltre…dovrete fare una ricerca lunga almeno trenta pagine, su come dovete comportarvi-.
Evviva. Regnava l’allegria nella stanza. Gwen guardò prima Courtney, poi Bridgette e Lindsay, e infine Heather. La ragazza pareva stare per scoppiare. Si stava trattenendo, ma si capiva chiaramente a cosa stava pensando.
- E adesso…fuori di qui- concluse Chris.
*** 
 
 
- Lurido idiota!- tuonò Heather – ma vi rendete conto?! La sera stare con quello psicopatico di Chef! Per tre mesi!-
- Io lo strozzerei! Niente serate con i ragazzi, niente risate, niente chiacchiere!- elencò Gwen, rossa di rabbia.
La notizia era circolata in tutto l’edificio, e quasi tutti i vampiri erano nella stanza di Gwen e Courtney, col tempo mutata e adesso piena di foto, poster e oggetti.
 I nuovi arrivati, tra cui Dawn e Zoey, erano seduti a gambe incrociate sul pavimento, mentre i vecchi compagni erano seduti, o sdraiati, dipendono i casi, sui letti.
- Beh, almeno non vi ha cacciato- disse Cody.
- Già, poteva andarvi peggio- lo appoggiò Sierra, scuotendo al testa e facendo oscillare la lunga coda.
- Tenete una tartina sanguinolenta- disse Izzy, porgendo alle ragazze una specie di tramezzino rosso sangue.
Le ragazze accettarono, abbozzando un sorriso.
La sera volò via, tranquilla. Trent suonò la chitarra, Bridgette si sedette sulle gambe di Geoff, rendendolo molto felice, e Courtney rimase accanto a Duncan tutta la sera, senza litigare.
- Vedrai che si sistemerà tutto Principessa- le disse Duncan prima di andare a dormire.
Tutti i ragazzi se n’erano andati, tranne Trent e Duncan.
E quando, per ringraziare Duncan, Courtney gli diede un bacio sulla guancia, la dark e il chitarrista fecero finta di non guardare.
 
*** 
 
 
La mattina dopo, le ragazze si alzarono in anticipo, per iniziare la ricerca.
La presentazione venne molto bene, anche se dovettero rifarla per molte volte perché Heather, arrabbiata, scriveva parole non troppo adatte sulle righe libere.
Dawn, Zoey e un ragazzo di nome Scott, si erano offerti di aiutarle nella grammatica, mentre i ragazzi, portavano loro qualcosa da bere ogni mezzora per tirare su il morale del gruppo.
Izzy, Owen, Beth e Tyler, un loro amico innamorato di Lindsay, le coprivano quando andavano nelle stanze degli amici, perché era stato vietato loro anche quello.
Courtney stava cominciando ad ignorare le regole e spesso la vedevano con Duncan.
Bridgette passava il suo tempo libero con Geoff e Gwen disponeva della compagnia di Trent e anche di Dawn, che nutriva dei sospetti su Scott.
Lindsay non si preoccupava un granché della ricerca, ma dava il suo contributo anche lei.
Heather, infine, lavorava come una matta, incitata sempre da Alejandro, che per farla andare più veloce, aveva fatto una ricerca anche lui. La mora lo voleva battere a tutti i costi, e si impegnava, così, al massimo.
Ogni sera però le aspettava la lezione con Chef.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


 Capitolo 6
 
 
Chef era un uomo dalla corporatura muscolosa, simile ad un armadio. Era di colore ed un ex-sergente militare.
Non permetteva scorrettezze ed era l’unico non vampiro in tutto il castello. Preparava il cibo, sempre a base di sangue, e a volte sostituiva Chris nelle assemblee.
Le sue lezioni erano, a parere di Heather, una barba.
La mora lo definiva uno psicopatico, non poteva sopportare di passare il sabato con lui anziché con Alejandro.
Cavolo, lo spagnolo, l’aveva fatta impazzire. Quello sguardo la trafiggeva sempre, ma non poteva farlo vincere. Era Alejandro a bruciare, non lei.
Lei vinceva in tutto.
Ma quella volta, con Chef, non ce l’aveva fatta. Il sergente la faceva scrivere e scrivere, e anche se tutte le ragazze avevano imparato a memoria tutte le regole, lui non era soddisfatto.
Gwen, dal canto suo, si divertiva a farlo impazzire consegnando l’eventuale compito prima delle altre e dicendo che era stato una sciocchezza.
Courtney all’inizio non aveva approvato questo suo comportamento, ma col passare delle settimane, si era divertita anche lei con Chef, conquistandosi la simpatia di Duncan.
 
Un mese passò in fretta, e Chris, dopo che le ragazze gli avevano furbamente portato la colazione nello studio, decise di dare loro una settimana di pausa.
- Fantastico piccola!- esclamò Geoff, quando Bridgette glielo comunicò. La bionda gli sorrise e provò un profondo rimorso nell’aver declinato la richiesta di fidanzamento. Era pronta, doveva esserlo anche lui, però.
Gwen passò la giornata con Trent, che suonò varie volte la chitarra per lei.
- Sai, non ne potevo più. Chef ci ha torturate durante queste quattro settimane!-.
- Adesso ti rilassi però- le rispose Trent, facendola appoggiare a lui e accarezzandole i capelli.
 
La castana però non voleva passare la settimana con nessuno, se non con le sue amiche.
- Oh andiamo Principessa- le disse Duncan – Vieni a fare un giro-
- No Duncan, non voglio più tornare al lago-
- Non dobbiamo per forza andare al lago. Se vuoi andiamo da qualche altra parte-
- Non lo so…-
- Senti Court, nessuno ce l’ha più con te per quello che hai fatto. Dimenticalo, ti aiuto io se vuoi-
- Davvero? Che dolce…-
- Non chiamarmi dolce, per favore-
- Oh dai, Duncan, lo so che hai il cuore tenero-
- No…-
- Sì, mio caro. E per dimostrartelo…io non ti parlo più!-
- Cosa? No Principessa per favore!-
- Ah-ah! Visto che tieni a me?-
- Quello è un altro discorso-
- Quindici tieni a me?- Courtney fece gli occhi dolci. Il punk non resistette e la baciò, facendola arrossire, o meglio, farla diventare rossa come un pomodoro.
**
 
- Allora, come è stato?- chiese Gwen sorridente.
- Strano…ma bello- ammise la castana.
- Eheh, lo sapevo- disse la gotica.
- Sì, ma parliamo d’altro. Tu e Trent?-
- Noi tutto bene…ehi, non cambiare discorso-
- Non lo sto cambiando!-
- Sì, certo. Ora mi racconti tutti i particolari-
Bridgette entrò – I particolari di cosa?- Heather la seguì, poi Lindsay.
- Oook, sarà una lunga storia- Courtney prese un bel respiro e raccontò tutto per filo e per segno.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

La notizia che Courtney aveva ceduto al fascino di Duncan, vagò felice nel palazzo, giungendo anche alle orecchie di Chris e Chef.

Le vampire scoprirono presto chi aveva spifferato il loro guaio al capo, e per vendicarsi riempirono la stanza della spia, Anne Maria, di un liquido verdognolo.

Intanto una nuova coppia si stava formando: Dawn era stata adocchiata da Scott, che però negava tutto, con quella sua aria da "strafottente". Spesso lo sorprendevano a seguirla mentre lei se ne andava a meditare al lago, oppure le portava la colazione, offrendole la sua quando il cibo che voleva era finito.

Ultimamente nel palazzo aleggiava un'aria di pura tranquillità. Nessuno si preoccupava più del fatto della ragazza morsa, anzi, Chris aveva ritirato la punizione, quando le cinque avevano consegnato la ricerca con due mesi d'anticipo.

Heather aveva accettato il fatto di non poter resistere allo spagnolo Alejandro ed era uscita con lui ben tre volte in tutta la settimana.

Insomma andava tutto bene.

Oh almeno così sembrava: precisamente alle undici di notte (o giorno, lì era sempre buio), Chris convocò un'assemblea nella sala più grande del castello.

I vampiri presero posto nelle comode poltroncine rosse e ascoltarono le parole dell'uomo, che furono le più serie di tutta la sua esistenza.

- Allora, ricordando quello che è successo al lago tempo fa- guardò le cinque vampire che arrossirono e abbassarono il capo - io e altri vampiri sparsi nel mondo, di cui probabilmente ignorate l'esistenza, abbiamo deciso di farvi capire che gli umani mortali (Heather sbuffò) non sono poi così diversi da noi. Pertanto ogni vampiro seguirà come un angelo custode, ma senza aiutarlo e senza mostrarsi, un umano scelto appositamente per voi-

Dal nulla apparvero circa quaranta foto di umani, ognuno diverso dall'altro.

Il capo chiamò uno ad uno tutti i vampiri, che si ritrovarono un'insignificante foto tra le mani.

- Chi ti è toccato?- chiese Gwen a Trent.

- Un ragazzo che a quanto pare suona la chitarra elettrica- le mostrò la foto.

- Sembra Duncan! Beh, a me è toccato questo qui- Trent osservò la foto e vide con orrore che il ragazzo era simile come gusti a Gwen, ma era uguale a lui.

- Non mi piace-

- Ehi, sembra te!-

- E' questo che mi spaventa-

La Dark fece per dire un "non preoccuparti", quando fu interrotta da Courtney e Duncan.

- Chi vi è toccato? A me questo ragazzo- disse la castana. Sembrava uno studioso, solo non uno di quelli sfigati che vivono solo per i libri. Anzi, era piuttosto carino.

Duncan, invece, doveva seguire una bambina di sei anni, vestita tutta di rosa.

- Fantastico- sbuffò.

Agli altri non era andata meglio: Geoff doveva fare i conti con un uomo sui sessant'anni, Bridgette con una donna di finanza, Izzy con un bambino piccolo.

Heather, però, non diceva niente.

- Ehi, bella, chi ti è toccato?- le chiese Alejandro mentre sventolava la foto di un uomo molto brutto.

- Non so, qui c'è scritto Josè Burromuerto-

Alejandro fece cadere la foto, stupito di vedere il fratello nelle mani del suo amore.

 

__________________________

*arriva con una lucertola sul ditino*

Salveee, eccomi qua che aggiorno

supervelocemente. Le mie idee scappano spesso.

*sigh*

Allora, questo lo definisco un capitolo di passaggio,

perchè dal prossimo arriveranno seri problemi.

Se ve l'immaginate ditemelo.

VAdo AdIoS

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
- Heather, sai chi è quello?- chiese Alejandro.
- No, tu lo sai?-
- Ehm, è mio fratello-
- Cosa?!-
Era la verità: Josè Burromuerto, il perfetto fratello dello spagnolo, sarebbe stato seguito da Heather.
E questa cosa infastidiva un po’ Alejandro.
Fino ad allora Heather era rimasta lì, tutta per lui, ma cosa avrebbe detto conoscendo Josè?
Non sarebbe stata la prima volta, se il fratello gliel’avesse portata via.
Da quando erano piccoli, le femmine andavano sempre da Josè.
Alejandro durante quegli anni era cambiato, in meglio ovviamente, ma provava ancora quella rognosa amica, la gelosia.
D’altro canto, Trent era piuttosto preoccupato del fatto che la sua ragazza dovette seguire uno identico a lui, per di più con i suoi stessi gusti.
Temeva che Gwen, una volta conosciuto il mortale, l’avrebbe preferito a lui.
Non ci pensare,si ripeteva. Ma era molto difficile. Per un attimo pregò persino di dover seguire una ragazza, per fare ingelosire la dark. Ma niente lo poteva togliere da quella brutta situazione.
L’unica che era veramente contenta del suo nuovo “protetto”, era Courtney. Fissò la foto del mortale a lungo: aveva i capelli biondi e due occhi come il mare, che spiccavano sulla pelle chiara. Nell’immagine, aveva in mano un libro e un quaderno per gli appunti.
La castana, impressionata dalla sua fortuna, non poté fare a meno di pensare che il ragazzo era molto carino.
L’umano che invece doveva seguire Gwen, era un ragazzo moro con un ciuffo rosso. Indossava una maglia nera e in mano teneva un blocco per disegnare.
La dark ne rimase impressionata, tanto che pensò che Chris avesse pianificato tutto.
***
 
 
La mattina dopo i ragazzi si trasformarono in pipistrelli e volarono silenziosamente vicino ai mortali assegnati.
Bridgette si avvicinò cautela alla donna di affari. Era circondata da segretarie e assistenti che scrivevano frettolose tutto ciò che dettava.
Alla vampira parve molto triste, non solo perché sembrava che non si riposasse da un secolo, ma perché secondo lei chi lavorava nella finanza aveva una vita triste.
La donna aveva i capelli rossi, molto corti e indossava giacca e pantaloni del colore dei pipistrelli.
La bionda la seguì fino al suo ufficio, una stanza piccola piena di documenti, che la rendevano opprimente.
La donna congedò le segretarie e si sedette sulla sedia girevole.
Aspettò che la porta sbattesse, poi mise i piedi sulla scrivania e si immerse in un libro rosso e nero.
Bridgette si avvicinò silenziosamente e scorse il titolo: Vampiri: cosa vorresti sapere e come diventarlo.
Anche se sapeva che tutte le informazioni contenute in quel libro erano probabilmente false, la vampira provò un moto d’affetto per la donna, che forse non era così male.
***
 
Gwen si avvicinò di soppiatto al gruppetto di amici, tra i quali c’era anche il suo protetto.
Scorse il ciuffo rosso e lo raggiunse. Stava mostrando a tutti i suoi amici uno stupendo disegno, che lo fissavano sbalorditi.
Era proprio bello, in effetti.
La dark si avvicinò ancora di più, tanto che rischiò di cadere.
Poi l’umano salutò gli amici e si avviò verso casa.
Gwen lo seguì, col fiato sospeso. Era proprio carino, quello. E certo, era uguale a Trent.
Pensa a Trent, si ripeteva Gwen.
Trent. Lui cominciò a canticchiare la sua canzone preferita.
Trent. Si sedette e disegnò uno schizzo sul blocco.
Trent. Il disegno volò via, atterrando nelle mani di Gwen,che corse via.
Chi era Trent?
***
 
Courtney, cercò di usare un approccio diverso: si travestì da umana e raggiunse il mortale.
- Che cosa leggi?- chiese.
- Non ti può piacere- rispose lui, arrossendo.
- Oh, dai. Dimmi, io amo leggere-
- Vita delle creature della notte- spiegò lui.
- Bello!- esclamò la castana, sinceramente colpita.
- Io sono Tom -
- Bella- Il nome se l’era inventato, per sicurezza.
I due iniziarono a chiacchierare dei libri e della scuola, approvando diversi metodi di studio.
Duncan si sarebbe scocciato, Tom no.
Duncan l’avrebbe lasciata lì sbuffando, Tom no.
Duncan non era Tom.
***
 
Burromuerto, Burromuerto. Heather vagava per la Norton Street, alla ricerca di Josè.
Poi finalmente il suo cognome apparve sul cartellino di una villetta in pietra.
Un ragazzo dalla carnagione olivastra, stava innaffiando le piante nuove sull’erba.
Per un attimo la mora fece per gridare “Al!”. Poi si accorse che quello non era Alejandro, ma suo fratello che gli assomigliava moltissimo.
La vampira ebbe la stessa idea di Courtney, ma fu più acida.
- Ehi tu1-
- La signoritas se revolge a me?-
- Esatto, spagnolo dei miei stivali! Mi dici dov’è il cinema?-
- Per di là, ma una chica come te non dovrebbe camminare tutta sola-
- Oh, ma per favore-
- Oh avanti, ti ci porto io al sinema-
La guardò con due occhi penetranti, scuri e misteriosi.
- Ehm…ok…- acconsentì Heather, dimenticandosi che quello non era Alejandro.
  

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
 
- E quindi?- disse Courtney, avida.
- E quindi siamo andati dentro il cinema, lui mi ha offerto del cibo, ma l’ho rifiutato, e alla fine abbiamo visto un film- le rispose Heather sbrigativa.
- Ma Heather, non sei andata troppo oltre?- continuò la castana.
- Già, non ti devi far vedere!- l’appoggiò Bridgette.
- Ok, mettetevelo in testa: non sono andata troppo oltre, né mai lo farò. Non mi piace quel Josè, non mi fido. E poi, mia cara vampira, sei andata anche tu troppo oltre con quel mortale-
- Cosa? Io? No, assolutamente no!- replicò Courtney.
- Oh, lo sappiamo che ci hai parlato!- si intromise Sierra, che era stata tutto il giorno con un bambino di quattro anni.
- Ma andiamo! Io non farei mai una cosa del genere!-
- Sì che la faresti- disse Dawn, a gambe incrociate sul letto di Sierra, tenendo gli occhi chiusi.
- AH!- la schernì Heather. La castana sapeva che non poteva mentire, non con la veggente nei paraggi.
- Questo non vuol dire che tu, Heather, non abbia torto- continuò Dawn.
- Come sarebbe a dire?-
- La tua aura è viola, stai mentendo. Quando parli di Josè, invece, diventa rossa. Ti piace- spiegò la bionda con voce atona.
- Io…io…vado, ciao!- Heather si alzò in fretta e corse fuori dalla stanza, cremisi.
- E tu Gwen? Come è andata?-
La dark stava contemplando il disegno del suo protetto. Raffigurava una ragazza, scura di capelli, con occhi tristi.
Era curato in ogni particolare, anche le lentiggini sul viso bianco e nero erano perfettamente uguali, realistiche.
- Gwen? Terra chiama Luna-
- Ehm...cosa?-
- Come è andata?- articolò Courtney.
- Oh, bene- e fissò nuovamente il disegno.
- Il disegno di chi è?- chiese Sierra, mentre Bridgette lo guardava da vicino.
- Di quell’umano-
- Ah…- Dawn lo studiò, da molto vicino – Disegna bene-
- Lo so-
La veggente la fissò a lungo: non era questione di aure, era diventata veramente rossa.
Courtney la guardò interrogativa, poi Gwen si rivolse a lei – E tu?-.
- Io…gli ho parlato. E’ simpaticissimo, sai? Legge come un pazzo ed è gentile-
- E Duncan? Non te lo ricordi più?-
- Potrei dire lo stesso a te, nel caso di Trent – ribatté indignata la castana.
La dark le rivolse un’occhiataccia, poi le comunicò – Oh, Trent ed io siamo fantastici insieme. Anzi, adesso vado proprio da lui. Io andrei dal punk, se fossi in te. Si sentirà un po’ dimenticato-. Si alzò e, dopo aver fatto un cenno di saluto, uscì dalla stanza.
- Ha ragione, vado-. E anche Courtney se ne andò.
Sierra fissò per un attimo Bridgette e le chiese – Invece a te come è andata? Io odio gli umani, cavolo. Quel bambino è pazzo, letteralmente pazzo. Corre come un pazzo solo se vede il biberon!-.
- Ehm… Sierra…tu fai la stessa cosa con Cody. Comunque a me è andata bene, sai non sono poi così diversi da noi. Chris aveva ragione- borbottò Bridgette.
- Mah, a me sembra solo una gran perdita di tempo- ribatté decisa l’altra.
***
 
 
- Allora, ti sei divertita?-
- Beh, insomma-
- Ti è piaciuto o no?-
- Sì…-
Trent rimase in silenzio.
- Oh, non ti ho rimpiazzato-
- Lo spero bene- disse il chitarrista alla dark.
Il lago era leggermente agitato: il vento faceva increspare l’acqua, dando origine a piccole onde.
La luna spiccava tra il cielo scuro, circondata da tante stelle luminose.
- E invece tu? Cosa mi dici?- chiese Gwen.
- Niente, il ragazzo se la cava con la chitarra, ma non è il massimo-
- Beh, in fondo, nessuno può batterti-
Trent le sorrise, sollevato. Non l’aveva rimpiazzato.
Gwen, però, tra le mani stringeva ancora quel disegno.
***
 
 
- Come sarebbe a dire che ti ha portato al sinema? Quello estupido!-
- Al, datti una calmata. Mi ha solo accompagnato e mi ha offerto del cibo-
- E ti sembra poco? Mio fratello, Josè…è già tanto se non te ha portato a letto-
- Oh avanti! E’ ridicolo! Non può essere così tremendo!-
Alejandro guardò Heather, stupito di ciò che aveva detto.
- Mio fratello è un maiale! Tu non lo conosci! Non sai chi è!-
Heather lo guardò torva. Josè non era così, lo sapeva.
- Io vado ciao- gli disse acida.
- Heather…- mormorò lo spagnolo.
Lei però si era già allontanata.
***
 
A cena, quasi tutti erano scuri in volto.
- Com’è andata?- chiese Scott a Dawn.
- Bene, quella ragazza si è dimostrata un’ottima veggente-
- Contenta tu…vuoi un po’ di torta?- Scott sapeva che la bionda amava le torte. Ottima mossa.
- Oh sì!- esclamò Dawn, felice. Mangiarono in silenzio, poi per ringraziarlo la veggente baciò il rosso sulla guancia.
Scott si pulì, facendo vedere che le faceva schifo. Ma con Dawn era impossibile mentire.
- La tua aura è rosa, ti è piaciuto- cinguettò. Poi si alzò e saltellò via contenta.
 
Al tavolo più in là, Courtney implorava Duncan – Mangia qualcosa!-
- No, quella bambina mi ha tolto completamente la voglia di vivere!- si lamentò il punk.
- Oh andiamo, non può essere così male!-
- Tu non la conosci! Non ci hai passato tutta la giornata!- continuò Duncan brandendo una forchetta.
- Mi sembri scemo…-
- Cazzo, Courtney! Non dirmi che ti sei divertita!-
- Può darsi! Lui è molto gentile!-
- Non mi piace per niente! Se lo becco…-
- …non gli fai niente- finì la castana, riprendendo l’attacco alla sua bistecca.
 
 
  

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
 
 
- Mamma! Ho perso la mia pinza rosa!-
- E dove l’hai messa?- gridò la mamma, esasperata.
- Non lo so!-
Duncan guardò soddisfatto la scena, mentre si rigirava tra le mani una pinza tutta bruciacchiata.
Ah, com’era stupida quella bambina!
Se Courtney l’avesse vista, quanto avrebbe riso! E perché non chiamarla?
Era una cosa bellissima usare la telepatia! Duncan ringraziò il cielo di essere un vampiro.
Courtney…ci sei?
Duncan?! Non posso adesso!
Cosa c’è che non va?
Sono con Tom! Non mi interrompere! Il mio lavoro deve essere portato a termine!
Ah, ho capito. Tom è più importante. Scusa, non devo disturbare la sua principessa. Ciao.
Quell’umano aveva chiuso.
***
 
- Dai! Ce la puoi fare!- esclamò Gwen nella sua mente.
Il mortale stava disegnando ad una gara ambitissima.
- Non pensavo che Chris ti avesse detto di fare anche questo- sibilò un moro dietro la gotica.
- Trent!- Gwen sorrise imbarazzata.
- Che fai?- chiese lui duramente.
- Guarda…- lo fece avvicinare – sta disegnando…deve vincere-
- Perché lo vuoi?-
- E’ simpatico- mormorò Gwen.
- Ah…giusto, questo sistema tutto- ribatté Trent, sarcastico.
- Dai Trent! Non sarai mica geloso?-
- Sai che ti dico? Sono geloso! E molto! Ma tu resta pure qui, non ti preoccupare!- si trasformò in un pipistrello e volò via.
Merda.
 
 
 
 
Le lacrime correvano, simili a go-kart.
- Trent?- Dawn sbucò dall’atrio.
- Che ci fai qui?- singhiozzò lui.
- La mia protetta non c’è – rispose lei semplicemente – Problemi con Gwen vero?-
- Sì-
- La sua aura è azzurra, è sincera con te-
- Non mi sembra-
- Sei tu quello che non si fida, pensaci-
Il chitarrista la guardò. Aveva ragione.
- Grazie Dawn!- le sorrise e corse via.
Che stupido che era stato.
 
Dawn saltellò via, fino alla sala da pranzo.
- Ehi Dawn!- esclamò Scott vedendola – Ti ho preso una cosa!-
Non erano fiori, mica era scemo. Chissà che reazione. Era una collana, fatta di tappi tutti riciclati. Non era il massimo, ma alla bionda piacque tantissimo.
- Grazie Scott!-
- Di niente!- le sorrise.
- Sai anche io ho una cosa per te- sorrise maliziosa.
- Davvero? Che cos…- non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò attaccato alla veggente. Se possibile, dopo il bacio, Scott diventò ancora più rosso.
***
 
- Olà Heather!-
- Ciao Josè – la mora si avvicinò allo spagnolo e fece scorrere il suo dito sul suo petto.
- Ohoh, la chica me vuol far empazzire!- ridacchiò esaltato.
- Precisamente-
 
Cinque minuti dopo i vestiti di Heather erano per terra, insieme a quelli di Josè. Il letto, intanto cigolava paurosamente.
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
 
Il lago si muoveva lentamente, mentre la luna lo guardava.
Tutto silenzioso. Strano.
Heather corse silenziosa verso il castello, mentre il leggero vento le scompigliava i capelli scuri.
Chiuse gli occhi un attimo e respirò profondamente: sapeva cosa aveva fatto. E non se ne vergognava. Sì, era stata troppo precipitosa, ma Alejandro l’aveva fatta arrabbiare, troppo.
- Dove sei stata?- lo spagnolo le si parò davanti. In trappola.
- Sono cazzi miei- rispose duramente Heather, notando il tono accusatorio di Al.
- Frena, ora mi dici dov’eri-
- Non ho il guinzaglio! Sveglia! Sono un vampiro, posso andare e fare ciò che voglio!-.
- Eri da Josè, vero?- continuò lo spagnolo.
La mora non rispose.
- Heather -
- Sì- e detto questo corse via, la sagoma scura che si perdeva nel cielo blu.
 
Alejandro rimase a fissare il vuoto, come bloccato al suolo da quelle parole.
Era stata con Josè. Cosa le aveva fatto? Non cose belle, sicuramente.
La rabbia ribollì nelle vene del ragazzo. Non poteva uccidere suo fratello, ma nemmeno lasciarlo libero. Si leccò i canini. Forse un modo c’era. Ma aveva bisogno anche degli altri.
 
***
 
- Ehi Gwen! Ti devo parlare!- le gridò Trent.
- Dimmi- si avvicinò.
- Ecco…mi dispiace per prima…dovevo fidarmi. Hai ragione, sono stato scemo ad essere geloso-
- Oh Trent! Non ero arrabbiata con te!-
- Davvero?-
- Certo! Vieni, mangiamo qualcosa- si avvicinò al buffet di carne cruda.
- Beh, allora, come è andata?-
- Oh benissimo. Il mortale ha vinto la gara, così ho adottato la tecnica di Courtney e mi sono avvicinata- Trent sbiancò.
- E’ molto simpatico!- continuò la gotica.
- Bene…ehm…adesso devo andare da Duncan. Devo dirgli una cosa-
- Ah ok, fai pure- lo salutò con la mano.
Il chitarrista corse al tavolino del punk e mormorò un “dobbiamo parlare”.
***
 
- E quindi volete fare fuori quelli là- concluse Scott, dopo una lunga chiacchierata.
- Esattamente- rispose Duncan, scuro in volto.
- Ma ci cacciano se lo facciamo- disse Trent.
- Non dobbiamo per forza farci scoprire- intervenne Alejandro.
- Sì, ma quante possibilità abbiamo di non farci scoprire?-
- Poche…- ammisero i ragazzi.
- Non mi frega se veniamo cacciati, l’importante è mordere quello stronzo- ringhiò Duncan.
- Beh, vi ci vorrà un bel piano- disse Scott.
 
 
Il castello era deserto. Alejandro si mosse silenziosamente verso la porta, seguito poi da Trent e Duncan.
Il cielo era coperto da qualche nuvola passeggera, che li avrebbe tenuti abbastanza nascosti.
- Allora, ripassiamo il piano: Trent cercherà quel tizio, Al andrà da suo fratello ed io raggiungerò quel Tom- spiegò Duncan
- E come facciamo a trovarli?- chiese lo spagnolo.
- Oh, il tizio mortale sarà sicuramente a disegnare in uno dei posti preferiti da Gwen-
- Tom sarà in biblioteca-
Alejandro annuì sicuro, ben sapendo che stava correndo uno dei rischi più grandi della sua esistenza.
 
***
 
Josè stava lavando i piatti. Chi viveva da solo doveva arrangiarsi. Ma quando Heather l’avrebbe scelto, li avrebbe lavati lei i piatti. Solo questione di pazienza.
 
Alejandro entrò silenzioso dalla finestra aperta. Nel vedere anche solo le spalle del fratello provò un senso di odio, ma anche di nostalgia. Per uno stupido, brevissimo momento pensò anche di abbracciarlo, ma scacciò via quel pensiero.
Poi Josè si girò e lo vide.
- Al?- lo spagnolo non rispose, ma si limitò ad annuire.
- Che ti succede? Hai gli occhi rossi…dove sei stato durante tutto questo tempo?-.
- Non è affar tuo-
- Suscettibili come sempre, eh? Mah…sei stato con delle ragazze?-
- Non è affar tuo-
- Oh cavolo che caratterino…io ho conosciuto questa Heather. Non sai quanto è brava a…-
Josè cadde a terra, ricoperto di sangue. Il viso pietrificato, ancora impresso l’ultimo ghigno della sua vita.
E Alejandro non aveva rimpianti. Nemmeno uno.
 
  

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
 
Tom scriveva frettoloso i suoi appunti. Accanto a lui una pila enorme di libri. Era notte fonda, eppure lui non andava a divertirsi con gli amici, né andava alle feste.
Insomma è una noia totale, pensò Duncan, vedendolo.
Tom non poteva vederlo, ma il punk si sarebbe fatto vedere tra poco. Sbirciò tra i suoi libri, silenziosamente, poi gli capitò tra le mani qualcosa di molto più interessante: il diario di quello scemo era tra le sue mani fredde. Lo sfogliò distrattamente, per poi posare gli occhi su una foto che spiccava in mezzo alle pagine.
Courtney: capelli marroni, occhi scuri, penetranti. La sua, e solo sua, Courtney.
Il punk guardò furioso la foto, ma la scritta sottostante lo fece arrabbiare ancora di più.
Caro diario, questa ragazza è una vera bomba. Belle si chiama, o almeno così dice lei. Quanto darei per averla tra le braccia per un solo secondo.
Duncan strappò la pagina, conservando gelosamente solo la foto. Tom alzò gli occhi, infastidito dal rumore provocato dalla pagina. Solo allora Duncan decise di mostrarsi.
- Chi sei tu?- sbottò Tom, sbiancando nel vedere gli occhi rossi del ragazzo.
- Pensi che lo venga a dire a te?- il punk rise, una risata glaciale – prima dimmi perché fai il cretino con la mia ragazza-
Tom lo guardò curioso, poi notò la foto tra le sue mani.
- Rendimi la foto! Quella è mia!-
- Ed è qui che ti sbagli caro. Lei è mia, solo mia. Lascia in pace la mia ragazza. Capito?- si fermò un attimo – Beh, tanto non potrai più darle noia-
- Cosa vuoi dire?-
- Beh, noi vampiri non possiamo farci vedere. E tu mi hai visto, perciò devo eliminare le prove. Rilassati, stai solo per morire- rise di nuovo, mostrando i canini affilati. Si avventò sul ragazzo, facendolo cadere a terra.
Una scia di sangue uscì dal suo collo. Non era morto però. Il vampiro continuò a mordere, a tirare, fino a ridurre Tom in una macchia sanguinolenta.
Corse via, la luna piena alle sue spalle, il dodicesimo rintocco del campanile vicino.
 
***
 
- Ehi amico!- il mortale si avvicinò a Trent – Non è molto sicuro girare per queste strade a quest’ora. Ci sono i ladri in giro, sai-
- Tu lo stai facendo, quindi non rompere- Trent vide i disegni – Fammeli vedere- ringhiò.
L’umano gli porse i disegni: raffiguravano tutti la stessa ragazza, con i capelli corti e i vestiti scuri.
- Dove l’hai vista questa qui?- tuonò il chitarrista.
- L’ho conosciuta per qua. Si chiama Gwen-
- So come si chiama. E ti dico di lasciarla in pace, ora e per sempre. Ma tanto, per te, il per sempre non esisterà-
- In che senso? So che non sono immortale, ma ho ancora un bel po’ di vita davanti!- rise, un sorriso che si congelò sul suo viso un instante dopo.
Non era più lui, era morto. Sanguinava, un sangue che non avrebbe fatto vivere più nessuno.
Il cuore smise di battere, mentre una figura scura se ne andava. Trent si leccò i canini mentre guardava il ragazzo un’ ultima volta. Le luci della sirena della polizia si fecero nitide. Un pipistrello volò via.
***
 
Il giorno dopo i ragazzi raggiunsero le scale che portavano alla Sala. Poteva non essere successo niente, a giudicare le loro facce, ma non era così.
E Chris lo sapeva, lo sapeva benissimo. Per una volta, aveva peggiorato la situazione, anziché migliorarla.
Duncan, Trent e Alejandro erano rimasti zitti per tutta la mattina, ma questo non impedì loro di esclamare un “OH” sorpreso, quando videro la Sala trasformata in una specie di processo Mortale.
Chris era seduto al centro della sala, aveva accanto Gwen, Heather e Courtney.
Piangevano, piangevano lacrime amare. Guardarono con odio i ragazzi che si sedevano nella panca di fronte.
- Cos’è successo? Come fanno a saperlo?- sussurrò Al agli altri due. Una gomitata di Trent bastò a fargli capire. Al centro della sala c’erano tre corpi, orribilmente straziati.
- Che abbia inizio il Processo- tuonò Chris.
  

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