Beside him.

di itspaola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22. ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26. ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27. ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28. ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29. ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30. ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31. ***
Capitolo 32: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


#Sophie.
 
Mi ritrovo qui, dopo tre anni.
Il mio viso appoggiato sul finestrino di un treno e le cuffiette alle orecchie. Un'altra volta qui, in questa città che tre anni fa sono stata costretta a lasciare. Colpa del lavoro dei miei. Sono stata in Italia, ho conosciuto molte persone nuove, anche se sono stata costretta a lasciare i miei vecchi amici, per poi farmene di nuovi. 
E sono stata costretta a lasciare anche quelli nuovi per tornare indietro, alla mia vita passata. 
I miei dicevano che le scuole in Italia non erano adatte per me. Che a Londra erano più specializzate e molto più complete.
Londra, 3 p.m.
A quest'ora lì a Roma, dove sono stata per questi tre anni, c'era un cielo azzurro, un sole che spaccava le pietre, tanta voglia di divertirsi.. e qui che trovo? Un cielo grigio piombo, odore di pioggia e taxi gialli che schizzavano l'acqua delle pozzanghere.. pff.
Mancavano ancora due fermate, la musica scorreva nel mio i-pod e io morivo di sonno, nonostante avessi riposato due ore abbondanti.
Mentre cerco di chiudere gli occhi penso a questi tre anni in Italia, a quante persone ho conosciuto. Persone che sono uscite e che sono entrate nella mia vita. Ai "treni sbagliati, quelli mai presi". Al mio sogno da cantante. Già, quel sogno che mai realizzerò a causa della mia paura; sì, paura di non piacere agli altri, la mia voce non è un granchè. Chiudo gli occhi. Non sento più niente, se non le utlime note di 'Stereo Hearts'. 
 
 
#Louis.
 
Ero sul treno, insieme ai ragazzi. Stavamo tornando dal Tour appena concluso. Non vedevo l'ora di tornare dalla mia famiglia, dalla mia ragazza. Sul treno non facevamo il solito casino, eravamo tutti stanchi, ed era strano per un tipo come me. Harry dormiva sulla mia spalla, Niall ascoltava musica insieme a Liam, tutti e due con gli occhi socchiusi, e Zayn dormiva.
Io dovevo alzarmi per andare in bagno, così adagio chiedo ad Harry di spostare la testa dalla mia spalla. Silenziosamente mi incammino verso il bagno: perché li facevano così stretti, porca carota? Una volta finito esco di lì e vedo una ragazza con la testa appoggiata al finestrino, con le cuffie nelle orecchie, e una lacrima che usciva dai suoi occhi socchiusi.
Non mi avvicino, ma mi faceva tanta tenerezza.
La lasciai lì, a piangere su se stessa, anche perché non avevo il diritto di invadere la sua privacy. Tornai dai ragazzi.
Harry: Dove sei stato?
Io:  In bagno.. tu stavi dormendo! Ti ho svegliato?
Harry: No no, tranquillo!
Il viaggio proseguì. Mancavano solo due fermate. Io ed Harry ci addormentammo, solo che nei miei pensieri c'era quella ragazza che piangeva. Non sopporto le ragazze piangere.
 
La signorina dell'altoparlante avvertì che eravamo arrivati.
Passammo davanti quella ragazza, che continuava a piangere e tenere gli occhi socchiusi.
Mandai avanti i ragazzi e mi fermai ad osservare quel piccolo corpicino fragile. Mi sedetti vicino a lei e le accarezzai i capelli.
 
 
#Sophie.
 
Mi sentii accarezzare i capelli e aprii gli occhi che si immersero in un azzurro cristallino.
In un primo momento mi spaventai. Chi era quello sconosciuto?
'Non dare confidenza agli sconosciuti..' diceva mia mamma. E seguii il suo consiglio.
Io: Cosa vuoi da me?
Louis: Piacere, sono Louis.. 
Io: Non hai risposto alla mia domanda.
Louis: Questa è l'ultima fermata che fa questo treno, rischi di tornare indietro.. Ti eri addormentata.
Io: Oh.. 
Mi chinai per prendere il mio zaino. Posai le cuffiette e il cellulare. Quando alzai il viso, questo certo.. Louis mi sfiorò la parte appena sotto gli occhi.
Louis: Una bella ragazza come te non dovrebbe piangere.
Ma questo ci stava provando? Ma non aveva di meglio da fare? Ci mancava solo questo ragazzo, che cercava di provarci..
Io: Grazie, ma.. adesso devo scendere, mi aspettano a casa.
Presi le cose di corsa e mi alzai in fretta e furia.
Louis: Okay. - sentii dire. 
Scesi di corsa e mi diressi verso casa mia.
'Doncaster sono tornata!' non ero nè felice, nè triste.
 
Non era cambiata di una virgola! Misi la chiave nella serratura, girai ed entrai in casa.
Sentivo un profumino. 'Chi c'è?' pensai.
Posai il borsone all'entrata e mi diressi in cucina e trovai una signora di spalle.
Io: Nonna?!
Nonna: Piccola mia.
Mi viene ad abbracciare. Aveva un'ottantina di anni, ma sembrava una giovanotta. Unghia tinte con un rosa delicato. Labbra carnose e capelli brizzolati. Era come un'amica per me. La mia confidente.
Io: Come stai?
Nonna: Io bene, tu? Come è andato il viaggio? - ci accomodiamo in salotto.
Io: Mah, bene nonna. Mi è dispiaciuto molto lasciare l'Italia, Roma. E' una città pazzesca, i ragazzi hanno un bel senso dell'umorismo, sono molto simpatici e disponibili. Mi sono trovata bene.
Nonna: Hai fatto amicizie?
Io: Si, ho lasciato molti amici lì. Soprattutto Serena, che è stata la prima ad accogliermi! Mi sono tanto affezionata a lei, ma adesso, con il mio ritorno a Doncaster ho paura che si possano dimenticare di me, di ciò che abbiamo passato in questi tre anni..
Nonna: Se è stata davvero tua amica non ti dimenticherà. Stai tranquilla tesoro.


**

Buonaseraaa. 
Eccomi qui. E' la prima volta che scrivo una fan fiction sui One Direction qui su Efp. :)
Anyway, questo è il primo capitolo, tra un po' posterò il secondo.
Spero di ricevere qualche recensione :3 ci tengo.
Baci. :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***



Io: Ma tu che ci fai qui?
Nonna: La mamma mi ha chiamato dicendomi di farti trovare il pranzo pronto. Ecco, a proposito, devo sfornare il riso. - si alza e va verso la cucina.
Io: Nonna, mentre tu sei lì io salgo su a fare la doccia.
Nonna: Ti aspetto.
Detto questo salgo e vado in camera mia. 
Apro la porta e trovo il mio mondo, quello di tre anni fa. Sempre lo stesso, sempre luminosa la mia camera. Le tendine arancioni, le mura giallo pesca e quel letto a una piazza  e mezza. Insomma, non era una super stanza, ma era la mia stanza, semplice, che mi aveva vista crescere. 
 
Entrai in bagno. Aprii l'acqua della doccia e dopo essermi levata i vestiti entrai. Mi feci 'colpire' da quel getto d'acqua. Mi rilassava. Di solito cantavo, ma questa volta non lo feci. Volevo assaporare il silenzio. C'era calma. 
 
 
#Louis.
 
Ero arrivato a casa. Ad aprirmi la porta c'erano le mie sorelle. Le abbracciai forte, mi mancavano da morire. Mi dispiaceva lasciarle per poter cantare in tour, ma loro mi dicevano sempre di andare su quel palco, spaccare e cantare per loro.
Si facevano sempre più belle. Poi abbraccio mia mamma.
Mamma: Andato bene il tour?
Io: Si, le fan sono sempre fantastiche. Tante emozioni, sempre diverse. Beh, sono felice di quel che faccio! - le sorrisi.
Mamma: Ti ho preparato il pranzo. Cambiati e mangiamo.
Io: Agli ordini capitano! - saltai giù dalla sedia e appena arrivai sulla soglia della porta mia mamma mi chiamò.
Mamma: Lou! - mi voltai - Stasera siamo invitati da una mia vecchia amica, beh sarebbe amica della nonna.
Io: No, ti prego.. non dirmi che devo venire anche io!
Mamma: Le farebbe piacere, non ti vede da tanto tempo. Eri piccolino. 
Io: Sono tornato oggi dal tour. Ti prego, ho bisogno di riposarmi. Le dirai che andrò da lei un'altra volta molto volentieri.
Mamma: Sei proprio sicuro? Sua nipote è arrivata oggi da Roma. Te la voleva far conoscere.
Io: beh, sarà per un'altra volta. Devo pure passare da El a salutarla.
Mamma: Capisco, allora andrò io e porterò le tue scuse.
Io: Grazie mamma! 
Andai a darle un bacio sulla guancia e salii definitivamente in camera. Una volta aperta la porta mi buttai sul letto lasciando il borsone a terra.
Tzz.
'Amore, sei già arrivato? Baci. x' un messaggio di El. Rispondo.
'Sì, stasera ti passo a prendere e andiamo a cenare insieme. Ti va?'
Poso il cellulare sul comodino e vado a fare una doccia fredda. Ne avevo bisogno.
 
 
#Sophie.
 
Una volta finita la doccia e vestita con abiti comodi scendo in cucina a mangiare.
Nonna: Stasera vieni a cena da me, viene la figlia di una mia carissima amica e porta pure suo figlio, potrebbe essere un'ottima occasione per fare nuove amicizie qui. 
Io: Nonna, ne ho abbastanza di amicizie, però non voglio essere scortese, quindi okay. A che ora?
Nonna: Alle otto e mezza ..
Io: Okay, allora vengo da te mezz'ora prima e adesso.. - mi siedo a tavola - ..buon pranzo!
Nonna: Buon pranzo anche a te.



**

Ed eccomi di nuovo qui.
Stavolta è un capitolo abbastanza corto çç spero di scrivere capitoli molto più lunghi.
Anyway, spero che i due che ho pubblicato siano di vostro gradimento. :)
Baci.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***




Erano le otto meno un quarto e dovevo solo pettinare i capelli.
Non ero vestita elegantissima, ma nemmeno ero uno straccio. Un filo di matita sotto gli occhi, lucidalabbra ed ero pronta ad uscire.
Percorro la strada a piedi, tanto mia nonna abitava vicino, e arrivai in meno di 5 minuti. Suonai al campanello e mi aprì.
Io: Ciao nonna.
Nonna: Ciao tesoro. Vieni, entra.
Io: Oddio, quanto tempo è passato dall'ultima volta che sono entrata qui.
Nonna: Si, piccola mia che tanto piccola ormai non sei più. -le sorrisi.
La aiutai a preparare gli ultimi piatti, apparecchiai, misi le bottiglie in tavola e andai a vedere se mia nonna aveva bisogno ancora di aiuto.
D'un tratto il campanello suonò.
Mi guardai. Stavo bene?
Nonna: Tesoro, stai benissimo così.
Aprì la porta.
MammaLou: Buonasera carissima! -la nonna ricambiò. Salutò tre piccole ragazzine, ma non vedevo nessun ragazzo.
Nonna: E tuo figlio?
MammaLou: Perdonami, ti porta le sue scuse, ma stasera non è potuto venire. E' tornato oggi dal tour e doveva salutare la sua ragazza.
Nonna: Capisco, beh sarà per un'altra volta. Lei -indica me- è mia nipote Sophie.
Io: Salve. - strinsi la mano a tutte e quattro.
Peccato, chissà chi era questo ragazzo. Ci accomodammo a tavola.


#Louis.

'Si, ceniamo insieme che ti devo parlare.. xx'
Diceva così il messaggio di Eleanor. Chissà cosa doveva dirmi.
Misi appena un po' di profumo, presi le chiavi della macchina, la giacchetta e misi a moto.
Passai a prendere El.
Io: Ciao tesoro.
El: Ciao. -mi sorrise.- dove mi porti?
Io: Sorpresa. - sgommai. Volevo passare molto più tempo con lei, era una ragazza davvero fantastica, ma il mio lavoro e il suo non lo permettevano.
Arrivati al locale, presi la sua mano ed entrammo. Era un po' strana, chissà cosa le è successo.
Ci sedemmo ed ordinammo la cena.
Io: Amore, cosa ti succede?
El: A me? Nulla, perché?
Io: Sei strana.
El: Ecco, io.. - le presi la mano, ma lei la ritrasse. La guardai sorpreso. - Non dovresti stare più con me. - disse a mezza voce.
Io: Cos... non capisco!
El: Io.. non ti amo più Louis!
Un colpo al cuore.
Non mi amava più?
El: Louis, sì. Non ti amo più.. non riesco più a guardarti negli occhi e a dirti ti amo.
Io: Perché El? Perché?
El: Ho baciato un altro. Me ne vergogno a morte. Ma ho voluto dirti tutto io, prima che lo scoprissi dai giornali..
Io: Credo che... me ne andrò a casa. Tieni, questi sono i soldi per il taxi. Non mi cercare più, capito? MAI PIU'.
Scappai da lei, scappai da tutto. Come poteva aver fatto una cosa simile? Io che in lei avevo riposto massima fiducia.
A questo punto preferivo andare a quella stupida cena con l'amica di mamma.
No, non sarei stato abbastanza felice. Ci sarei andato volentieri un altro giorno.
Rientrai in casa!


#Sophie.

MammaLou: Allora, come ti sei trovata in Italia? Tua nonna mi ha detto che sei stata a Roma.
Io: Si, sono stata lì per tre anni. Sono stata davvero bene, non mi aspettavo tanta accoglienza. E poi lì c'è sempre il sole! -stavo iniziando ad immaginarlo quando la mattina i raggi mi sfioravano il viso e mi svegliavano.
MammaLou: L'Italia è sempre piena di sole.-rise.
Io: Si,è vero. Ahah, pensi che a maggio le mie compagne volevano portarmi a mare.
MammaLou: Ah ah! Non darmi del lei, mi fai sentire vecchia.
Io: Okay :)
MammaLou: Comunque .. a Maggio, a mare.. oddio, non oso pensarci.
Io: Beh, ma alla fine non ci sono andata. Sono rimasta a casa mia perché mi è venuta la febbre.
Scoppiammo tutte a ridere.
MammaLou: Se ci fosse stato mio figlio, avrebbe fatto una battuta delle sue. E' davvero simpatico.
Io: Presto lo conoscerò. Ma quindi, prima ha detto che oggi è tornato da un tour. E' un cantante famoso, suona?
MammaLou: Si, fa parte dei One Direction. Non so se li conosci..
Io: No, sinceramente ascolto altro.. non li ho mai sentiti nominare e a questo punto nemmeno cantare. Come si chiama?
MammaLou: Si chiama Louis, dovresti ascoltare la loro musica.

Louis. Dove lo avevo sentito questo nome? Comunque era un bel nome.

Alla fine della cena, che era stata davvero divertente, salutai tutti e tornai a casa mia, perché ero davvero stanca.
Tolsi i piccoli tacchetti che avevo ai piedi e mi stesi sul letto con tutti i vestiti. Mi voltai su un fianco.
'Louis. Chissà chi era questo Louis dei One Direction..' mi addormentai.



**

Sciaooo belle. 
Stamattina è uscita Little Thing ajsdkfòasj meravigliosa. Sembra essere scritta apposta per me :3
Ed Sheeran è il poeta più grande del ventunesimo secolo e i One Direction non scherzano mica! u.u 
Anyway, ecco un altro capitolo, è sempre corto, ma.. farò del mio meglio çç
Fatemi sapere che ne pensate, e a proposito vorrei ringraziare cha_Directioner e Beliectioner_Forever!
Baci, xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***



#Louis.

Mi scoppiava la testa. Mi guardai in giro. C'era mia madre che puliva la mia stanza.
Io: Mamma!
Mamma: Che cosa sono tutte queste bottiglie di birra?
Io: Eh?
Mamma: Non dirmi che ti sei ubriacato!!
Io: Ma chi? Io? Naaah, solo un pochino..
Mamma: LOUIS!
Io: Si, beeeh.. un po' troppo per i miei gusti.
Mamma: Che ti è successo?
Io: Eleanor.. - mi incitò a parlare.- ..beh ci siamo lasciati.
Mamma: Ma come?
Io: Mi ha tradito.. e, eccomi qui. -mi venne ad abbracciare.
Mamma: Sei grande e forte. Supererai pure questa!
Io: Speriamo.. lei per me era speciale.
Mamma: Lo so, Lou. Ma la vita va avanti. Se ad esempio venivi con me ieri sera...
Io: Sarà stata una totale noia!
Mamma: No, non è vero. Sophie è molto simpatica, ma anche molto timida.
Io: Sophie?
Mamma: La nipote di questa mia amica.
Io: Ahh.. beh, la conoscerò un'altra volta. Volevo passare , ma non ero dell'umore.
Mamma: Dai, tranquillo! Sarò per un'altra volta. Cambiati e vai a buttare tutte queste bottiglie di birra..
Io: Va bene.
Mi alzai contro voglia e col mal di testa che avevo presi tutte le bottiglie di birra e le buttai nella busta.
'Ma quante ne ho bevute?' pensai. Erano circa una decina, se non di più.
Io: Mamma, io esco.
Forse un po' d'aria mi avrebbe fatto bene. Fuori da casa mia c'erano alcune fan e con molta pazienza rimasi lì a firmare autografi e fare foto. Poi mi scusai con loro e andai in centro a vedere alcune vetrine.
Entrai in un negozio, quella maglia a righe doveva essere mia. Era fantastica.
La vidi indosso a una ragazza.
Io: Ti sta male, non credo faccia per te.
La ragazza si voltò.
Ragazza: Ma chi ti credi di essere?


#Sophie.

Mi aveva chiamato mamma dicendomi che la valigia, che mi aveva spedito, con alcuni miei vestiti era stata smarrita. Non mi importava più di tanto. Alla fine riguardava la mia vita passata in Italia.
Ora era tempo di cambiare, volevo essere una nuova Sophie.
Così uscì di casa ed entrai in un negozio e quella maglia a righe doveva essere mia; la commessa mi aveva detto che era l'ultima e così andai a provarla. Mi guardai allo specchio.
Ragazzo: Ti sta male, non credo faccia per te.
Mi voltai.
Io: Ma chi ti credi di essere?
Non potevo crederci, era il ragazzo del treno.
Louis: Oh sei tu.
Io: Beh, si. Adesso se non ti dispiace devo prendere questa maglia.
Louis: Eh no! Questa maglia la voglio io. –che maleducato!
Io: Ma se l'ho provata prima io.
Louis: Te lo ripeto, ti sta male.
Io innervosita mi tolsi quella maglietta (meno male che avevo la canottiera!) e gliela tirai addosso.
Io: Eccoti la maglietta. Spero tu sia contento. -mi misi la mia maglietta, girai i tacchi e uscii da quel negozio.
Ma chi si credeva di essere? Prima ci prova con me sul treno, poi mi dice che quella maglia mi sta male..


#Louis.

Quella ragazza uscì. Rimasi con quella maglia in mano. Che cosa mi stava prendendo?
Commessa: C'è qualche problema?
Io: No, prendo questa maglietta.
Pagai e  uscii da lì. La giornata iniziava bene devo dire. Non avrei desiderato altro, direi.
Mi fermai al parco, sotto l'ombra di un albero.
Credo di essere stato un po' egoista con quella ragazza. Ma in fondo non la conoscevo nemmeno..
Il cellulare mi vibrò.
'Hey amico, stasera usciamo? Siamo tutti i ragazzi, manchi solo tu! Fammi sapere! Harry. x'
Mi sa che avrei accettato.
'Dove andiamo?'
'In un pub.. ti va?'
'Ma si, dai. Ti passo a prendere io, a che ora?'
'Alle nove!'
'Va bene, a stasera. Ciao. x'
Si, ci voleva un'uscita con i ragazzi. Loro mi facevano stare bene. Facevamo tutti gli scemi, ed era questo che ci rendeva inseparabili.
Rientrai in casa.
Mamma: Dove sei stato?
Io: In giro. Ah mamma, stasera esco con i ragazzi.
Mamma: Tranquillo, non devi dare conto a me, hai i tuoi 21 anni.
Io: Io te lo dico per non farti preoccupare.
Mi abbraccia e mi sussurra di stare tranquillo.


#Sophie.

Nonna: Trovato qualcosa?
Io: Si, solo uno stupido ragazzo, prepotente che mi ha fregato la maglietta. Era l'ultima in negozio.
Nonna: Che maleducato.
Io: Ma va beh, ci sarà di meglio in giro, no? Speriamo.
Mia nonna sorrise sotto i baffi.

Andai in camera, misi in carica il cellulare e accesi il pc.
Entrai su Facebook, c'erano le solite notizie, i soliti link, fino a quando non mi cercò in chat Serena.
'Hello babe!'

'Quante volte ti ho detto di non parlarmi in inglese? ahah ciao splendore!'

'Lo sai che mi piace! ahah alloraaa..che mi racconti? Novità?'

'Mah, a parte un ragazzo prepotente che prima ci ha provato sul treno e dopo mi ha detto in un negozio che una maglietta mi stava male per poi prendersela lui.. no, nulla da raccontarti.'

'Ahah un ragazzo? Ti lascio da due giorni e già fai conquiste!'

'Ma che stai dicendo scema!'

Continuammo a chattare per un po'. Poi la salutai e decisi di uscire a fare due passi, anche se era sera: il tempo era volato.
Andai a buttare la spazzatura e poi mi incamminai verso il parco. Si respirava la solita aria..
Mi sedetti su una panchina e rimasi lì per un po'.
'Ma hai sentito? I One Direction saranno a Londra il prossimo mese. Non vedo l'ora!'
Sentii parlare una ragazza. Era strano perché non avevo mai sentito parlare dei One Direction fino alla sera prima, ma sicuramente era la solita boyband inglese, montata e piena di soldi.
Mi alzai, anche perché avevano messo una musica house non molto lontano di lì, ma..



**

Saaalve. Okay, non avevo intenzione di postare il capitolo, ma non ne ho potuto fare a meno :3
Non sono una che ama aspettare e far aspettare, così eccomi qui.
Cosa succederà? 
Scrivetemi tutte le vostre ipotesi! :)
Prima di andare ci tengo a ringraziare Beliectioner_ForeverAliceTomlinson235 e cha_Directioner per le loro recensioni :3 siete meravigliose.
Detto questo, buonanotte a tutte.
Baci. xx

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


X: Sophie? -mi voltai.
Io: Sam?
Sam: Non ci credo! Sei tornata! -si fiondò su di me, riservandomi un suo mega abbraccio che non ricevevo da tempo.
Io: Sì, sono tornata ieri. Mio dio, è passato un casino di tempo dall'ultima volta che ci siamo viste. Come sei bella!
Sam: Babe, tu non scherzi nemmeno! Perché non mi avvisavi del tuo arrivo? Sarei corsa subito da te.
Io: Ho perso tutti i contatti, purtroppo..
Sam: Cavolo, peccato.
Io: Dove vai vestita così?
Sam: Stavo andando in un pub, dopo un certo orario mettono musica da discoteca..
Io: Oh, allora ti lascio andare.. ci sentiamo qualche altra volta.
Sam: Vuoi venire? Dai, recuperiamo tutto il tempo perduto.
Io: Io, in realtà..
Sam: Non mi dire che la mia Sophie l'hai lasciata a Roma.. su, andiamo!
Mi trascinò con lei. Mi scappò un sorriso. Non cambiava mai.
Sì, lei è stata ed è la mia migliore amica.
Purtroppo abbiamo perso i contatti un anno dopo che mi sono trasferita in Italia, colpa di un mio amico che mi buttò in piscina con tutto il cellulare.
Ma sono dettagli. Adesso l'avevo davanti a me. Era diventata più bella del solito. Capelli lunghi neri, occhi color del cioccolato, alta, fisico perfetto, testarda. Sì, era il mio opposto, ma ci completavamo!


Entrammo in questo pub. C'era molta confusione.
Io: Sam, io odio la confusione..
Sam: Lo so, ma dai.. ci divertiremo.
Sì, l'ho detto. Eravamo proprio l'opposto. Lei era più casinara, mentre io ero più tranquilla, preferivo leggere un libro piuttosto che andare a ballare.
Ma va beh. Per riprendere i rapporti avrei fatto di tutto, in fondo ci conoscevamo da molto tempo.
Ci sedemmo a un tavolino e ci facemmo portare due lattine di coca: insomma, avevamo pur sempre diciassette anni.
Il mio occhio cadde sulla pista da ballo: ragazzi che si strusciavano, altri che facevano i cretini, altri invece ci provavano con delle ragazze, altri semplicemente cercavano di seguire la musica.
Sam: Andiamo a ballare, su. -la guardai male. -Non vorrai mica fare la muffa qui. Daaaii. -mi prese mano e ci buttammo in pista.
La musica man mano cresceva. Era martellante e iniziava a farmi male la testa. Sembravo più un sacco di patate che una normale ragazza diciassettenne. No, non c'ero per niente abituata!
Sam invece era abbastanza brava, i suoi movimenti erano abili, decisi, attirava i ragazzi su di se, infatti.. stava ballando con un ragazzo.
Così tornai al tavolino.
Dovevo sembrare un bradipo, perché tutti mi guardavano male.
Ma cosa volevano? Non avevo mai ballato in vita mia, ho sempre odiato la danza. Ne tanto meno andavo in discoteca.
Mi stavo annoiando e uscii di lì, ma mi scontrai con due ragazzi.
Io: Scusa, non ti avevo visto.
X: Tranquilla, scusami tu.
Y: Amico, capisco che vuoi fare colpo ahah ma non le colpire in questo modo!
Guardai in faccia quei due ragazzi.


Non potevo crederci!
Io: Un'altra volta tu, ma sei una persecuzione!
Louis: Si da il caso che io abito qui.
Y: Vi conoscete già?
Io: Purtroppo sì.
Louis: Credo che questa ragazza, di cui ancora non conosco il nome, si sveglia ogni mattina con la luna storta.
Io: Ma chi ti credi di essere eh?
W: Mio dio. -mi volto. C'era Sam con la bocca spalancata che guardava dietro di me.
Io: Hey Sam, hai visto un fantasma per caso?
Sam: No, ho solamente visto due membri dei One Direction!
Li squadrai.
Io: Ecco, adesso spiegata tanta arroganza. -alludendo a Louis.
Sam: Li conosci?
Louis: Diciamo che ci siamo scontrati più di una volta.
Sam: Che fortuna!
Io: Sì guarda. Tantissima fortuna -dissi sarcastica- andiamo a casa adesso?
Sam: Ma..
Io: Niente ma, Sam. Sono abbastanza stanca e non voglio passare un altro minuto qui fuori insieme ad individui come Louis.
Sam: Non sai quello che stai dicendo.. Ma va bene, andiamo. Ciao ragazzi.
 Loro salutarono.

Una volta lontano da loro..
Sam: Cè, erano lì davanti a me e non mi hai fatto passare del tempo con loro.
Io: Non ci riesci a farmi sentire in colpa, tanto potrai incontrarli quanto e quando vuoi, ma lo farai in mia assenza.
Sam: Se li conoscessi di più non parleresti così.
Io: Li conosci solo tramite un computer. Sono solo montati, non lo vedi? Si credono di essere chissà chi. Pff, per favore.
Sam: Sei proprio testarda.
Io: Non ti posso battere..
Scoppiammo a ridere. Arrivammo davanti casa mia.
Io: Va beh, allora vado a letto.
Sam: Ti mando poi un sms così ti salvi il mio numero, ok? Ciao splendore.
Io: Ok, buonanotte.
Entrai in casa.

'Che strano tipo quel Louis!'
Adesso avevo collegato tutto al discorso fatto con l'amica di nonna.
Figlio in tour.. One Direction..
Louis era suo figlio.
Simpatico? Su quello avrei avuto serii dubbi.





**


Sciaaaao belliii. 
Eccomi qui, con un altro capitolo.. sempre corto, ma è di passaggio (?) 
Vorrei ringraziare le tre ragazze che puntualmente mi inviano recensioni. Siete fantastiche :3
Adesso però, fatemi sapere che ne pensate di questo! E magari, chissà, aumentano anche le lettrici :3
Baciii. xx

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***



#Louis.


Le ragazze andarono via.
Y: Hey amico, tutto bene?
Io: Niall, quella ragazza è.. impossibile!
Niall: Certo che tu non sei stato da meno -rise- non ti sei mai rivolto così ad una ragazza. Che ti prende?
Io: El.. Eleanor mi ha lasciato ieri sera. Mi ha tradito. -si portò una mano all'altezza della bocca.- già amico, non ci credo nemmeno io.
Niall: Però non dovresti diventare sgarbato con le altre ragazze. La vita va avanti, evidentemente con El non poteva funzionare più. Magari qualcuno l'ha resa più felice..
Io: Niall, così non mi sei di sostegno.
Niall: Volevo solo dirti che la distanza è una brutta bestia.  E' difficile stare con qualcuno con il lavoro che ci ritroviamo. Devi continuare ad andare avanti ed essere sempre te stesso. Non devi cambiare per nessuno.
Io: Grazie amico. -lo abbracciai.
X: Heey, vi abbracciate e non mi chiamate?
Era Harry, che corse verso di noi. Io e Niall ci guardammo e scoppiammo a ridere ottenendo una faccia di Harry sconvolta.
Poi rientrammo e raggiungemmo gli altri ragazzi che si erano seduti al tavolino.
Niall aveva ragione, dovevo andare avanti ed essere me stesso.
Ringraziavo Simon, ogni giorno, per averci unito e avermi fatto conoscere dei colleghi di lavoro, ma soprattutto degli amici che mi sognavo di avere. Senza loro, adesso, sarei niente. Non parlo dei One Direction, ma della persona che sono adesso.
Era assurdo il rapporto che avevamo. Ci capivamo al volo, con uno sguardo. Eravamo come fratelli. Forse anche di più.
Liam: Che ne dite di rientrare a casa?
Io: Direi di sì. Sono un po' stanco.
Così, non ci pensammo due volte e uscimmo dal locale.

Io: Grazie della serata ragazzi. Alla prossima.
Entrai in casa. C'erano tutte le luci spente. Beh, era più che normale alle due di notte.


#Sophie.


Mi svegliai, stranamente presto; in quella casa c'era troppo silenzio.
Un'altro giorno era cominciato e la fine di agosto si avvicinava. Tra un po' sarebbe cominciata la scuola.
Guardai il cellulare e trovai un sms da un numero sconosciuto. Lo visualizzai.
'Hey dormigliona, questo è il mio numero! x'
Sì, era Sam. Scesi giù in cucina, preparai una tazza di latte e tornai in camera a cambiarmi. Sarei andata a trovare Sam e la sua famiglia, dato che è da un po’ che non li vedevo.
Presi cellulare, telefono, chiavi e uscii da quella casa. Passai un attimo da mia nonna per un saluto, ma con mia grande sorpresa trovai ospiti.
Io: Ciao nonna.
Nonna: Buongiorno cara. Entra, ci sono persone.
Entrai in salotto. Di fronte a me, c'era la mamma di Louis e un ragazzo di spalle. Ecco, sapevo sarebbe arrivato questo momento.
MammaLou: Ciao Sophie!
Il ragazzo si voltò. Sì, era proprio Louis, che rimase incredulo.
Io: Ciao.
Louis: Ah, ma allora il tuo nome è Sophie.
Nonna: Vi conoscete già?
Io: Purt..
Louis: Sì sì. -mi interruppe. -Ci siamo incontrati un paio di volte, ma non credevo fosse tua nipote.. -aveva un sorrisetto stampato in faccia. Odioso.
Nonna: E perché non me l'hai detto Sophie?
Io: Che sapevo io! Non pensavo fosse lui il Louis di cui parlavate.. Nonna, ricordi il ragazzo arrogante della maglietta? -annuì- Ecco, era lui!
Guardai male Louis. Lui si imbarazzò. Sua mamma non capiva.
MammaLou: Vedo che andate molto d'accordo ahah
Io: Sembriamo fratelli direi.. adesso nonna scusa, scusate anche voi, ma devo andare da Sam. Alla prossima.. - cercai di essere il più gentile possibile.
Non potevo vederlo, lo odiavo.
L’odio è un sentimento. Vuol dire che non ti è indifferente, cara Sophie.
Cacciai via dalla mente quel pensiero.

Uscii da quella casa, non pensavo di vederlo già di mattina. Mi ha rovinato la giornata.
X: Heeey. Tu.
Alzai lo sguardo e c'era Sam che mi chiamava da lontano.
Io: Stavo venendo proprio da te.
Sam: Come mai quella faccia?
Io: Indovina chi c'era da mia nonna!
Sam: Emm, non lo so. Dimmelo tu.
Io: C'era Louis.
Sam: L..Louis?
Io: Ah già, non sai la storia. In pratica sembra che sua mamma e mia nonna si conoscano da tanto..
Sam: Te lo ripeto ragazza mia, tu hai un culo enorme! Quanto vorrei essere al tuo posto..
Io: Guarda, te lo concedo volentieri se vuoi!
Sam: Ma smettila di fare l'idiota. -mi sorrise.
Iniziammo a passeggiare. Andammo a fare colazione insieme, anche se l'avevo già fatta, facemmo shopping, eravamo sclerate e facevamo le sceme come una volta. Non passavo una giornata  del genere con la mia migliore amica da tempo.
Poi, stremate, ci sedemmo su una panchina.
Sam: Sai, in questi anni mi sei proprio mancata, pensavo non saresti più tornata.
Io: E invece sono qui. - le sorrisi. - Con Mark come va?
Sam: Mark? E' andata male, mi ha lasciata per una barbie super rifatta. Sinceramente con i ragazzi per ora ho chiuso. Sono tutti stronzi. Ci sono rimasta davvero male quando l'ho scoperto. Ma adesso è passata e sono qui. Piuttosto, tu con i ragazzi?
Io: Parli di ragazzi.. con me? Chi starebbe con me? ahah no, seriamente. Ho diciassette anni, ma ancora il ragazzo giusto deve arrivare!
Sam: Non cercare il ragazzo perfetto, magari il ragazzo giusto è la persona che odi più al mondo.. cosa puoi saperne?
Il pensiero andò a Louis. Ma che cosa stavo pensando? Mi stupivo da sola. Così scoppiai a ridere.
Sam: Ma che ti ridi? Sei fuori?
Io: Scusami ahah comunque la vita è imprevedibile.
Dopo di che non parlammo più di ragazzi. La invitai a mangiare a casa mia. Non volevo passare un altro giorno da sola. Così, la portai con me.
Sam: Allora, nuove conoscenze in Italia?
Io: Sì.. presto te la presento. E' un'amica fantastica.
Sam: Hey, io sono gelosa ahahah
Io: Che scema, vieni che ti mostro una sua foto..
Così salimmo in camera mia. Accesi il computer ed entrai su Facebook. Entrai nel mio profilo e le feci vedere tutte le foto. Quelle con Serena erano fatte per lo più a scuola.
Sam: E' davvero una ragazza carina!
Io: Sì, è stata la prima ad accogliermi a scuola. Sono stata sua compagna di banco per due anni.
Iniziammo a parlare dei miei compagni, dei professori e soprattutto parlammo poi della scuola che avrei frequentato a Doncaster. Scoprii che sarei stata nella sua stessa scuola.
Poi sentimmo un 'glurp'
Mi voltai di scatto verso Sam.
Sam: Scusami, è la mia pancia, sto morendo di fame. -disse imbarazzata. Poi scoppiammo a ridere. Così scendemmo in cucina e iniziai a preparare un po' di pasta, mentre lei accese la tv.
Dopo nemmeno cinque minuti..
Sam: ODDIOOO, ODDIOOO.. CORRIIII! - io preoccupata lasciai cadere il cucchiaio con cui stavo mescolando la pasta e corsi da lei.
Io: Che è successo? -lei stava indicando lo schermo della tv. Guardai pure io.
Sam: Ci sono i One Direction!!
La guardai malissimo. Per poco non imprecai. Mi calmai un attimo.
Io: E tu.. mi chiami perché.. ci sono i Quan Direction in tv?
Sam: ONE Direction.. e comunque siiiii!
Io: Tu sei completamente malata.
E tornai in cucina, blaterando qualcosa che non capii nemmeno io.
Tornai alla pentola, spensi il fuoco e scolai la pasta. Dalla porta sbucò Sam, che si sedette a tavola.
Sam: Scusami se ti ho fatta spaventare ahahah ma ogni volta che li vedo la mia reazione è..
Io: ..da pazzi, esagerata? Sì. Hai ragione.
Sam: Che scema ahah
Io: Buon pranzo cara Sam! - dissi convinta.


**

Okay guys, non me ne voglio proprio andare da efp. Mi piace scrivere, e quindi ho postato un altro capitolo!
Ma vi giuro che per stasera non ne metto più :)
Aspetto taaante recensioni :3
Adesso torno ad ascoltare Little Thing. Byee.
Baci. xx

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***




Finito di pranzare, lei andò a casa perché la cercava sua madre e io mi rilassai sul divano. Solo che a interrompere il mio relax ci pensò il campanello..
Mi alzai svogliatamente e, trascinando rumorosamente le ciabatte a terra, arrivai fino alla porta.
La aprii.
Louis: Ciao..
Io: Che vuoi dalla mia vita?
Louis: Lo dico io che tu la mattina ti svegli con la luna storta!
Io: Se sei venuto a farmi tanti complimenti puoi anche portare via di qui il tuo bel sederino..
Louis: Oh, ma allora ti casca l'occhio lì. -disse con un sorriso malizioso.
Io: Louis.. è un modo di dire.
Louis: Certo certo, tutte così dicono.
Io: Allora, hai interrotto il mio riposo pomeridiano, quindi sii abbastanza veloce a dirmi ciò che devi dirmi!
Louis: Non mi fai entrare?
Io: Perché dovrei?
Louis: Perché dobbiamo parlare seriamente..
All'inizio esitai. Poi lo feci entrare.
Louis: Carine le tue ciabatte ahah
Io: LOUIS! -lo richiamai.
Louis: Ok ok, scusa.-si sedette sul divano del salotto.
 
Mi sedetti di fronte a lui, in attesa che aprisse bocca. Aveva una busta in mano. La aprì e ne uscì una cosa colorata a righe.
Louis: Allora.. ecco, intanto questa.. questa è giusto che sia tua! -me la passò.
Era la maglietta. Quella maglietta per la quale abbiamo litigato. Non capivo il suo gesto.
Io: Perché la dai a me? In fondo hai detto anche tu che mi sta male.-gli feci l'occhiolino.
Louis: No, non era vero. Te l'ho detto perché ero seccato, seccato con le ragazze. Sai, la mia ragazza, dopo che sono tornato dal tour, mi ha lasciato. Ci sono rimasto malissimo, ci tenevo a lei.-lo ascoltavo- E sono diventato un altro. Me la sono presa con te più di una volta, che non c'entravi nulla. Poi una sera, Niall, il ragazzo biondo che era con me fuori dal pub, mi ha detto che la vita continua, e di tornare a essere me stesso. Gli ho dato ascolto e per questo sono venuto qui. A chiederti scusa per tutto perché non sono il ragazzo che mi sono mostrato in questi giorni.. e per ricominciare da capo.
Io: Louis che mi chiede scusa? Abbiamo mai cominciato? ahah -mi guardava serio- ok. Beh, mi dispiace per te per quello che è successo con la tua ragazza.. –ci riflettei un po’ su- Sì, si può ricominciare in fondo..
Louis: Allora.. -tossì- piacere, sono Louis Tomlinson.
Io: Piacere mio, sono Sophie Smith. -ci stringemmo la mano, scoppiando a ridere- ..voglio solo chiarire un'ultima cosa..
Louis: Dimmi..
Io: Perché nel treno ci stavi provando con me?
Louis: Ma chi, io? Ahaha, non ci stavo provando! Devi sapere che odio vedere le ragazze piangere e per questo quella volta mi sono avvicinato a te..
Lo osservavo attentamente.. quando suonarono al campanello.
Io: Oh, scusami, vado ad aprire. -annuì.
 
Era Sam.
Sam: Ciao scema, ho dimenticato qui il mio bracciale e...- si bloccò appena vide Louis. -Che ci fa Louis qui? -mi disse a bassa voce, tenendo gli occhi fissi su di lui.
Io: Abbiamo chiarito.. 
Sam: C..ciao Louis.
Louis: Ciao.. Sam, giusto? -lei annuì.
Io: Vado a prenderti il bracciale.. sto tornando.
Li lasciai da soli e corsi in camera mia a prendere questo benedetto bracciale.
Ma dove l'aveva lasciato? Ah, eccolo lì. Lo presi e lo portai con me.
Tornai da quei due. Prima di entrare però li spiai, non so bene per quale motivo e li sentì parlare.
Louis: Siete amiche da tanto?
Sam: P..praticamente sì. Eravamo p..piccoline e..
Louis: Hey, rilassati. Sono un ragazzo normale, non mi considerare come uno dei One Direction per favore..
Sam: E' un po' difficile.. scusami..
Louis: Dai, provaci. -le sorrise.
Forse, mi dovevo ricredere su Louis. Forse non faceva parte di una boyband montata e lui non era poi così antipatico..
Tossii ed entrai nel salotto.
Io: Eccolooo.
Sam: Grazieee. 
Ora che ci stavo facendo caso nel bracciale c'era scritto '1D
Io: Per cosa sta '1D'? 
Sam e Louis scoppiarono a ridere.
Io: Non mi prendete per scema. -piagnucolai.
Sam: '1D' sta per One Direction.. -scoppiò nuovamente a ridere.
Io: Figura di merda.
Louis: Naaah. -scoppiò a ridere pure lui.
Io: Se avete intenzione di sfottermi per il resto della giornata potete anche uscire da casa mia.
Louis: Io devo uscire lo stesso di qui perché mia madre mi aspetta a casa..
Sam: Lo stesso mia madre..
Sam e Louis: Ciaoo.
E uscirono da casa mia.

Di botto ci fu silenzio. Un silenzio che mi fece quasi paura dopo quelle tante risate. Così presi il mio amato i-pod e mi accucciai sul divano. 
 
Avevo una strana sensazione.. sentivo uno strano peso nello stomaco, così lasciai che il sonno si impossessasse di me, non pensando a quella sensazione.



**


Sciaaao bellii. Eccomi qui, ieri non ho postato perché era Halloween e sono stata fuori: ho visto The Possession, cosa avete fatto voi, invece? :)
E i nostri ragazzi stasera saranno ad xfactor: non vedo l'ora di vederli e sentire le loro voci. Per vederli in streaming andate qui!
Anywaaay. Ringrazio le cinque persone che hanno recensito il sesto capitolo :3 siete meravigliose.
Invece mi rivolgo a coloro che magari leggono questa fan fiction, ma non hanno un account: se volete commentare la ff seguitemi su twitter (@MissCarrot_1D)!
Okay, basta, non vi rompo più :P
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapereee!
Byee.
Baci, Paola. xx 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***




Mi svegliai l’indomani con il telefono di casa che squillava insistentemente.
Guardai la sveglia. Cavolo, avevo dormito un casino. Mi stiracchiai e il telefono continuava a squillare.
Ma chi era alle sette di domenica mattina?
Scesi velocemente giù in cucina e, cercando di non inciampare e cadere dalle scale, presi il telefono.
Io: Pronto? –dissi con la voce impastata dal sonno.
X: Sophie, meno male!  
Io: Chi parla? –chiusi confusa.
X: Sono Johannah..  è da un po’ che provo a chiamarti.
Io: Cosa è successo?
La sua voce era preoccupata e mi stava mettendo ansia, facendo preoccupare anche me.
Johannah: Tua nonna.. sta male.
Io: Cosa? Mio dio. Cos'ha?
Johannah: Vieni, sono qui con lei. 
Io: Mi cambio e arrivo subito da lei. 
Riattaccai la chiamata e  alla velocità della luce andai a cambiarmi, raccolsi i miei capelli ricci in una coda di cavallo, presi lo stretto necessario e correndo andai verso casa di nonna.
Ero abbastanza preoccupata.
 
Suonai al campanello e ad aprirmi fu proprio Johannah.
Johannah: Eccoti finalmente..
Io: Dov’è nonna?
Johannah: E’ su in camera sua.
Così  salì in tutta fretta, seguita dalla donna, in camera sua.
La trovai sdraiata sul letto. Mi venne d’istinto precipitarmi su di lei e abbracciarla.

 
Io: Nonna! -lei si girò verso di me. Aveva delle occhiaie enormi sotto gli occhi. Era senza forze.-che ti è successo?
Nonna: Tesoro mio -faceva fatica a parlare. -non ti preoccupare. Nonna sta bene, deve solo riposare un pochettino di più.
Io: Nonna, per qualsiasi cosa, lo sai, io ci sono. Non esitare a chiamarmi!
Nonna: Tranquilla piccola mia.
 
Mi accarezzò la guancia e poi presi la sua mano e a  mia volta la accarezzai. Dopo nemmeno dieci minuti di silenzio si addormentò. Entrai nel panico più totale. Non potevo perderla. Era l'unica persona a starmi vicino..  
Le lasciai la mano per raggiungere Johannah.
Io: Ma cosa le è successo?
Johannah: Eravamo al telefono insieme e ad un tratto non sentii più la sua voce. -deglutii- Così mi preoccupai e sono venuta qui, in casa sua. L'ho trovata senza forze, sdraiata sul divano e così chiamai il suo dottore, diciamo l'unico dottore disponibile qui a Doncaster di domenica.-
Io: E.. e cosa ha detto il dottore?
Johannah: Beh, l'ha visitata. Ha detto che ha avuto un enorme calo di pressione e le è salita la febbre. -mi sedetti sulla poltrona.
Io: Speriamo le passi in fretta, non la riconosco più. Lei che era tutta pimpante. 
Ridemmo. La conoscevamo proprio bene.
Johannah: Beh, adesso devo proprio scappare -mi disse dispiaciuta.- devo andare a preparare per il pranzo della  domenica, Louis ha invitato i suoi quattro amici e non ci arrivo per l'una se non mi sbrigo.
Io: Tranquilla, anzi, grazie per avermi chiamata! Buona domenica!
Johannah: Buona domenica anche a te, cara!
 
Così la donna prese delle buste ed uscì di casa. D'un tratto.. silenzio. 
E questo, come ho già detto, mi metteva tanta paura e molto disagio. Così salii un'altra volta da mia nonna e mi sedetti nella poltrona accanto al suo letto! Non smettevo di fissarla!
Nonna, rimettiti presto, sarei persa senza la tua allegria. 
Presi il cellulare e digitai il numero del cellulare di mia mamma: era a lavoro a quest'ora, ma poco importava, la nonna stava male ed era nel suo interesse saperlo.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, segreteria telefonica. 'Dannazione!' pensai.
Riprovai.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, segreteria telefonica. 'Al diavolo mamma!'
Sì, ero parecchio incavolata e nervosa. Quando si trattava di mia nonna non ci vedevo più.
Poggiai la testa nello schienale della poltrona e finì per addormentarmi.
 
X: Tesoro, svegliati. -sentivo un buon profumo di thè alla pesca. In quel momento pensai 'Cavolo, la nonna si è svegliata!
Io: Nonna! -così, aprii gli occhi, ma.. mi ritrovai la faccia di Johannah.
Johannah: No tesoro, sono sempre Johannah. La nonna è ancora nel letto. -la indicò. - ti ho portato un po' di thè, dato che sono le cinque inoltrate, e dalla tua faccia deduco che non hai mangiato a pranzo.
Io: N..no, credo di essermi addormentata dopo che te ne sei andata tu!
Johannah: Tieni, prendi queste. -mi porse un vassoio con sopra una tazza di thè e qualche biscotto.
Mangiai, si e no, un biscotto e mezzo e bevetti appena un goccio di thè; non che non fosse buono, ma il mio stomaco impediva di fare entrare qualsiasi sostanza, in poche parole era chiuso.
Io: Johannah, ti dispiace se esco un attimo? Torno subito.. -la donna annuì, comprensiva.
Così, scesi le scale e uscii fuori di casa e mi sedetti sulla panchina non tanto distante da lì.

L'aria era un po' fresca, ma poco importava.
Presi il cellulare e provai a richiamare mia madre.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, linea caduta.
Riprovai.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, segreteria telefonica.
Decisi di mandarle un messaggio vocale: "Mamma, controlla ogni tanto il tuo carissimo cellulare. E' da questa mattina che provo a chiamarti senza avere una risposta! Richiamami appena puoi, è urgente ed importante!" subito dopo chiusi la chiamata.
Riposai il cellulare in tasca e mi accucciai su me stessa (?) 
Perché la nonna non si era ancora svegliata? Perché non dava segni di miglioramento? Era davvero solo un calo di pressione?
Tutto questo mi faceva scoppiare la testa, non erano problemi di cui si doveva occupare una ragazza di diciotto anni, che diversamente doveva pensare alle amiche, al ragazzo che non la calcolava, problemi di cuore e tutte quelle robe lì. Per me era diverso, non avevo nessuno lì, e Johannah sembrava un angelo caduto dal cielo apposta per me. Santa donna.
La nonna si doveva riprendere. Scoppiai a piangere, ma mi zittii quando vidi una persona avvicinarsi nella mia direzione.


**

Sciaaao belle! :D
SONO VIVA AHAHAHAH!
Non ho trovato tempo di scrivere se non ieri sera! çç Bene, oggi esce Take Me Home!
Sono parecchio eccitata asdhjkgdfl inoltre sto scrivendo di mattina, perché entro a scuola alle dieci :')
Anyway, passiamo al capitolo. 
Diciamo che è un capitolo di passaggio, se vogliamo chiamarlo così..
Ringrazio le due persone che hanno recensito il capitolo 7, davvero!
Adesso scappo a fare colazione! ahahah
Un bacio a tutte, Paola. xx 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***




Alzai lo sguardo. 
A causa delle lacrime non vedevo bene la persona che era davanti a me.
X: Hey, perché stai piangendo?
Misi a fuoco e vidi, non una, bensì cinque ragazzi vicino a me: Louis, il biondino dell'altra sera di cui non ricordavo il nome, un altro con un ciuffo buffissimo, uno con dei ricci meravigliosi e un altro ancora che sembrava il più normale.
Lì capii che dovevo smettere di piangere, asciugarmi in fretta gli occhi e sembrare il più normale possibile. Sì, certo.
 
Io: Ah, sei tu..
Louis: Come mai sei qui, da sola e per giunta a piangere?
Io: Non... non stavo piangendo. -finsi e mi girai dall'altro lato.
Louis: Dai smettila, siamo stati in cinque ad averti vista. -si sedette accanto a me. Abbassai lo sguardo.
Io: Scusa, ma non mi va di parlarne davanti a cinque estranei.
Louis: Io sarei un estraneo?
Io: Ti conosco da pochissimo..
X: Hey amico, vas happenin? -alzai lo sguardo e a parlare fu proprio quello col ciuffo bizarro.
Louis: Ecco, lei è..
Y: ..Sophie! Mi ricordo il tuo nome! -stavoltà parlo il biondino.
Io: Cavolo, sto parlando con degli estranei che sembrano sapere tutto di me e io niente di loro.
Y: Io sono Niall, piacere! -ecco come si chiamava; mi mostrò un sorriso stupendo.
Z: Io invece sono Harry, piacere mio. -mi rivolse un sorriso mozzafiato e mi fece l'occhiolino.
T: Io sono Zayn!- strinsi la mano pure a lui.
X: Ed io invece sono Liam. -disse imbarazzato. L'ho detto, lui sembrava il più normale di tutti.
Louis: Io invece sono Louis, piacere! -mi porse la mano serio.
Non resistetti e gli scoppiai a ridere in faccia.
Io: Che idiota che sei!
Louis: Heeey, non offendere! - si finse offesso, incrociando le braccia al petto.
Io: Te l'ho detto che sei idiota, caro Tomlinson? -alzai un sopracciglio.
Louis: Però questo idiota ti ha fatto ridere. -disse entusiata.
Okay, aveva serii problemi, ma era vero: mi aveva fatta ridere.
 
 
Io: Quindi voi.. siete i famosi One Direction.. -annuirono.- Penso che se ci fosse stata la mia amica sarebbe morta.- allusi a Sam.
Scoppiarono a ridere.
Niall: Chi è, la ragazza dell'altra sera? - lo guardai negli occhi e annuii. I suoi occhi erano un'immenso oceano, ti ci potevi perdere.
Zayn: Hey, ma qui vi conoscete tutti già? In quale mondo sono stato fino ad ora?
Louis: Amico, pensa che eravamo tutti sullo stesso treno ahahah
Lo guardarono sconvolti. 
Io cercai di non ridere davanti a loro, anche perché mi passò in mente il pensiero che avevo fatto la prima volta su Louis, che ci provava con me; Louis mi guardò e cercò di trattenere una risata perché anche lui aveva pensato la stessa cosa mia!
 
 
Passammo un po' di tempo al parco.
Scoprii che erano dei ragazzi talmente idioti che mi dovetti ricredere sui One Direction.
Non erano ragazzi montati, avevano i piedi per terra. Erano ragazzi semplici, con della pazzia in più rispetto ad altri ragazzi. A quel pensiero sorrisi.
Poi guardai l'orologio del cellulare.
Io: Cazzo! -mi portai una mano alla bocca, riposando il telefono in tasca e alzandomi da terra.
Harry: Heey, e poi siamo noi quelli fini. -scoppiò a ridere, contagiando il resto del gruppo.
Niall: Che succede?
Io: Io.. io devo tornare a casa.
Louis: Ti accompagno.
Io: No, non c'è bisogno. Sei con loro, non sarebbe carino lasciarli.
Zayn: Invece non sarebbe carino lasciare da sola una fanciulla. -mi corresse mister ciuffo, facendomi l'occhiolino.
Louis: Dai, ragazzi, ci vediamo domani in studio.. ciao.
I ragazzi ricambiarono il saluto e andarono dalla parte opposta alla nostra.
 
 
Louis: Allora, che succede?
Io: Ni..niente.
Louis: Lo sai che non mi convinci..
Io: Ecco.. mia nonna.. sta male.
Louis: Co.. cosa?
Io: Sì, tua mamma mi ha detto che ha avuto un calo di pressione e ha la febbre, ma so che non è così.. c'è qualche altra cosa, perché.. -tirai su col naso- ..perché ancora non si è svegliata. Ero uscita per prendere aria, ma..siete arrivati poi voi e ho perso la cognizione del tempo, dovevo rientrare a casa immediatamente. Ho lasciato tua mamma lì, e non è giusto, dovevate godervi la domenica in famiglia e non occuparsi di me e di mia nonna. -dissi abbastanza agitata. Non raccontai delle chiamate a mia madre.
Louis: Hey, calmati, cosa stai blaterando?! 
Nel frattempo arrivammo a casa di mia nonna, infilai la chiave nella toppa della porta ed entrammo.
Johannah: Sophie dov... Louis. -sussurrò.
Io: Scusami, scusami, scusami. Ero con lui e i suoi amici, ho perso la cognizione del tempo. Perdonami.
Johannah: Tranquilla tesoro, perché sei agitata? 
Io: Ti ho lasciata da sola qui.
Johannah: Guarda che ero in buonissima compagnia.
In quel momento non capii. Con chi era?
Lei vedendo la mia faccia alquanto perplessa continuò a parlare. 
Johannah: Tua nonna si è svegliata.
Io: Oh dio. 
Corsi su, in camera sua. Aprii la porta e la vidi sveglia e mi precipitai ad abbracciarla.
 
Io: Nonna. Mio dio. Mi hai fatto prendere un bel colpo. Non lo fare MAI più, intesi? 
Scoppiai a piangere, ma dalla gioia.
Poi, entrarono in camera anche Louis, che si appoggiò allo stipite della porta, e Johannah, che si sedette nella poltrona, con un sorriso stampato in faccia.
Nonna: Piccola mia. La nonna sta bene. - mi sorrise.
Il suo sguardo era ancora stanco, ma finalmente riuscivo a vedere il suo sorriso e la solita luce nei suoi occhi azzurri.
 
Dopo che restammo lì a parlare mi squillò il cellulare.
Uscii dalla camera e risposi immediatamente appena lessi 'Mamma.'

 
#Louis.
 
Sophie uscì dalla camera e rispose al cellulare.
Involontariamente la seguii.
 
Sophie: Finalmente ti degni di chiamarmi! Non sai come sono stata. La nonna è stata male e tu non hai risposto ad una sola chiamata. No, adesso sta bene, stiamo bene. 
 
Chi era?
 
Sophie: No, mamma. Torna a lavoro, ma per favore, non tenere il cellulare spento.. e TOGLI QUELLA CAZZO DI SEGRETERIA! -riattaccò.
 
Cavolo, era abbastanza seccata! 
Mi feci vedere da lei e mi rivolse un sorriso... abbastanza forzato, notai.
Io: Che succede? -mi fissò- T..ti ho sentita parlare al telefono.. per sbaglio.
Sophie: Si, per sbaglio -ripeté e sorrise, poi tornò seria.- Era mia madre.
Io: Tua madre.. non è qui, vero?
Sophie: No, è rimasta in Italia, per fortuna. Abito da sola, qui a Doncaster, la mia città natale.
Io: Non scorre buon sangue tra voi due?
Sophie: Mette il lavoro sempre prima di tutto. Mi fa imbestialire questa cosa. annuii- Ho sempre dovuto fare tutto da sola. TUTTO. Dovrei essere una diciottenne spensierata, o almeno.. con i suoi problemi. Invece no.
La fissai. Ero abbastanza sicuro di quello che avrei detto.
Io: Se vuoi, Sophie, io.. ci sono, per qualsiasi cosa. Insomma, non esitare a chiamarmi.
Sophie: Grazie, ma credo che hai già fatto abbastanza, sarebbe.. un peso in più. Poi hai il tuo lavoro, che è già abbastanza pesante. Ma grazie comunque , adesso io.. io dovrei andare. Avverti tu mia nonna? Grazie mille.
 
Andò via, uscì di casa correndo. 
Forse non avrei dovuto dirlo, chissà cosa ha pensato!
Stupido Louis.
 
Andai ad avvertire mia madre e sua nonna, e poi uscii pure io, tornando a casa, dove venni accolto dall'abbraccio di Lottie.
Passammo il resto della serata a raccontare storie di paura, come piacevano a lei.
Poi ci addormentammo nello stesso letto, abbracciati, come non capitava da molto.



**

Eccomii, avevo pensato di non postare se prima il capito precendente non avesse raggiunto un minimo di cinque recensioni, ma non ho saputo resistere e.. eccomi qui. :D
Allora, cosa ne pensate? Fatemi sapere per favore, ci tengo davvero. (Se ci sono errori, scusatemi, ma non ho riletto! çç)

Se c'è da criticare, non esitate, accetto di tutto!  :)
Buon pranzo a tuttiii.
Love you all. xx

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***




#Sophie.
 
Cavolo. Erano già passati tre giorni.
Dopo quello che mi ha detto Louis, sono rimasta un po' sconcertata (?).
Non riuscivo ancora a fidarmi pienamente, ma non perché avevo idee sbagliate su di lui, ma perché avevo un carattere schifoso. 
Insomma, non è facile fidarsi a primo impatto dei ragazzi, specialmente se già hai avuto esperienze.
Appunto per questo quando mi ha offerto aiuto ho subito rifiutato. Chissà cosa avrà pensato!
 
 
"Hey babe, ti va di andare a fare colazione insieme? Sam. x" era questo il messaggio che avevo appena ricevuto da Sam.
Così uscii di casa e andai verso il bar dove c'eravamo date appuntamento. Dice che doveva raccontarmi delle cose.
Mi sedetti in uno di quei tavolini fuori dal bar e aspettai Sam, che come suo solito era sempre in ritardo. Controllai ripetutamente il cellulare, magari aveva avuto un imprevisto, ma appena alzai nuovamente lo sguardo mi trovai proprio Sam, con un fiatone enorme.
Sam: Buon.. buongiorno!
Io: Buongiorno a te, ma prendi fiato! Non ti voglio vedere morire sotto i miei occhi! -scoppiai a ridere.
Sam: Guarda, sei stata fortunata che non mi hai trovata morta ieri sera!
Io: Che è successo?
Sam: Prendiamo qualcosa e ti racconto!
Così ordinammo un cappuccino e una spremuta d'arancia. 
Il cameriere fu abbastanza veloce a portare le ordinazioni. Sam iniziò a raccontare.
Sam: .. e così ieri sera.. -si bloccò. 
Era.. emozionata? Aveva una strana luce negli occhi.
Io: ieri sera.. ? -la incitai a parlare, potevo mettere la mano sul fuoco che a momenti sarebbe svenuta, collassata.
Sam: ..hoincontratoLiamNiallZaynedHarry! -disse tutto d'un fiato.
Io: chee? Ti prego, scandisci le parole.
Si mise una mano sul cuore per calmarsi, poi continuò.
Sam: ieri sera ho incontrato Liam, Niall, Zayn ed Harry.  O meglio, ci siamo scontrati. Non potevo credere ai miei occhi..
In quel momento volevo picchiarla per avermi fatta preoccupare, ma diciamo che mi stavo abituando?
Dai, era la mia migliore amica e comunque doveva parlare con qualcuno no? E chi se non con me? Così continuai ad ascoltarla. Doveva essere davvero una fan sfegatata e quei cinque pazzi dovevano essere davvero importanti per lei.
 
Sam continuava a picchiettare le dita contro il tavolo.
Io: Hey, rilassati Sam! Sono cinque ragazzi normali ahah
Sam: Tu non puoi capire Sophie! E non sai cosa è successo dopo!
Io: Sono qui per saperlo no? -dissi, lei mi sorrise e continuò a parlare.
Sam: In pratica ci siamo scontrati, e per scusarsi mi hanno invitata a prendere qualcosa da Nando's. E' stato tutto stupendo. Loro sono stupendi. E Niall.. Niall si ricordava il mio nome, si ricordava di me!-
Parlava di Niall come se fosse.. un principe azzurro. Ecco, principe era la parola adatta! Le brillavano gli occhi, gesticolava troppo ed era nervosa.
Io: Ma non è che ti piace Niall? - d'un tratto smise di parlare e abbassò lo sguardo. Era imbarazzata. -Per caso.. colpita e affondata, cara Sam?
Sam: Già, colpita e affondata Sophie! Però non è una cotta, purtroppo. Mi piace sul serio, diciamo.. colpo di fulmine, amore a prima vista.. insomma, qualcosa di simile! 
Io: La mia cara Sam innamorata. -inizia a sfotterla.
Sam: Dai Sophie, smettila. -io nel frattempo ridevo- Non sei divertente.
 
 
#Louis.
 
Ero uscito con i ragazzi quella mattina, anche se sembravo uno zombie: la sera prima non avevo dormito un granché.   
Pensai continuamente a cosa avevo potuto dire di male a Sophie. 
Ma più ci pensavo, più non mi veniva nulla in mente. Le avevo semplicemente offerto un aiuto.
Liam: Heey, terra chiama Louis, terra chiama Louis. Louis risponde? Passo. -a riportarmi alla realtà ci penso Liam. Notai tutti e quattro i ragazzi ridere.
Louis: Scusate ragazzi, stavo pensando..
Harry: Sì, l'abbiamo notato! Che ti succede? 
Louis: Mah, nulla ragazzi. Mi ero solamente perso tra i miei pensieri.. tutto qui ahah -cercai di essere il più convincente possibile.
 
Niall: Heeey, ma quelle non sono Sam e Sophie?
Sentendo l'ultimo nome alzai di scatto lo sguardo.
Zayn: Guardate come si alzano le antenne del nostro caro Louis! -altra risata generale.
Louis: Che scemo! 
Niall: Perché non le andiamo a salutare, su! 
Così mi prese la mano destra e mi trascinò con lui.
Louis: No, Niall, Niall. Aspetta. -si voltò- Non mi sembra il caso.
Niall: Daai, stiamo pochissimo!
Louis: No, non voglio. Vai.. andate voi. Mi raggiungerete al parco.
Harry: Ma..
Louis: No, davvero -cercai di sorridere, ma ne uscì solamente una smorfia- andate pure.
Così i ragazzi andarono verso Sam e Sophie.
Sophie. Un nome e mille complessi. Mi stava facendo diventare pazzo quella ragazza!
Mi diressi verso il parco, con le mani dentro le tasche dei miei carissimi jeans.
 
 
#Sophie.  
 
Mentre parlavo con Sam vidi avvicinarsi quattro ragazzi, che riconobbi subito dal modo buffo di camminare.
Niall: Buongiorno splendoriii!
Gi girammo e vedemmo un sorriso a 32 denti del biondino. Il mio pensiero andò a Sam, che appena lo video diventò rossa rossa.
Salutai il resto dei ragazzi.
Io: Ma.. Louis?




**


Bene, bene, bene. Eccomi quiiii.
Inizio col dirvi GRAZIE, grazie per le 41 recensioni, è davvero un traguardo per me!  :')
Grazie, grazie davvero. 
Anyway, passiamo al questo capitolo; che cosa succederà  secondo voi? e.e
Su, voglio tante recensioniii *-*
(Scusate se ci sono errori, ma non ho riletto çç)
Bacioni, Paola. xx

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***





Io: Ma.. Louis?
 
I ragazzi si guardarono.
Zayn: Non è voluto venire qui con noi..
Io: E perché?
Harry: Non lo sappiamo, era.. abbastanza strano, direi! -guardò gli altri per cercare conferma.
Che se la fosse presa per il mio rifiuto? Giuro che non volevo! Fatto sta che comunque non pensavo potesse arrivare persino a non salutarmi.
Abbassai lo sguardo, ma nemmeno pochi secondi mi alzai.
Io: Scusatemi tutti, ma.. io devo andare da mia nonna. Ci si vede, ciaaoo.
Ricambiarono il saluto e andai via di lì. 
Non sapevo cosa pensare.
 
'Poi mi fai sapere che ti è preso. Ti chiamo più tardi! S. xx '
Cacciai un sorriso, non si smentiva mai, la mia Sam aveva capito che qualcosa non andava.
 
Arrivai a casa di mia nonna. Suonai al campanello e mi aprì lei stessa; si era già rimessa in piedi.
Nonna: Tesoro bello!
Io: Nonna, ti sei già rimessa! Come stai? 
Mi fece entrare, e mi accomodai in cucina, seguita da lei.
Nonna: Eh sì, oggi sto abbastanza bene, e tu invece? Ti vedo strana..
Non si poteva nascondere nulla alla propria nonna. 
Io: Oh, beh.. nulla, certi comportamenti di certe persone ti lasciano riflettere un po', lasciandoti completamente spaesata, incredula..
Nonna: Non si finisce mai di conoscere le persone..
 
Restai lì con mia nonna a parlare per un po', mi dava sempre ottimi consigli, era davvero unica.
Non mi meravigliavo se al momento di scegliere tra lei e mia mamma avrei scelto proprio lei. C'era sempre, quando ero in Italia mi chiamava ogni santo pomeriggio, lasciavo stare i compiti e mi mettevo lì a parlare, anche di cose banalissime. Mi piaceva passare del tempo con lei insomma.
 
Tornai a casa, ma non avevo fame. Così accesi il pc e mi collegai su Facebook.
Nemmeno dopo cinque minuti sentii il blip della chat!
Era Serena!
'Ciao bellaaa!'
'Hey bellezza, ciao, come stai?'
'Bene, dai. Manchi tantissimo. Tu?'
'Potrei stare bene, ma non lo sono.
Mia nonna è stata male, anche se ora
si è ripresa..'
'Oh, mi dispiace. L'importante,
appunto, è che si è ripresa :)'
'Sì sì :)'
 

Tzz.
 
'Hey babe, allora? Che è successo? Sam xx'
'Magari vieni a casa mia e ne parliamo?'
'Va bene, dieci minuti e sono da te. Ciao. x'
'Ti aspetto. xx'
 
Tornai al pc. Ma Serena non mi rispondeva più, così staccai Facebook, misi in stand-by il pc e scesi giù in cucina. 
Suonò il campanello e andai ad aprire. Feci entrare Sam e iniziammo a parlare.
Sam: C'entra Louis, vero?
Io: No, ma cosa dici! E' che..
Sam: Inutile mentire con me! Che ha fatto?
Io: Non.. non è venuto a salutarmi oggi,al bar.. ce l'ha con me.
Sam: No, non credo.
Io: Ieri sera ho rifiutato.. -mi interruppe bruscamente.
Sam: Oddio, hai rifiutato un suo bacio? - mi chiese incredula.
Io: Scema, NO! Fammi finire di parlare! Stavo dicendo..  ho rifiutato il suo aiuto, e penso se la sia presa, e poi cavolo, non bacerei mai Louis! -dissi schifata.
 
 
#Louis.

 
I ragazzi mi raggiunsero al parco.
E in silenzio andammo in sala prove. Dopo aver provato un bel po' di canzoni, accompagnate dalle coreografie, ci riposammo un po': chi si era buttato a terra, chi sulla sedia, e chi, come me, stava in piedi davanti al microfono!
Zayn: Heilà, innamorato depresso! - mi riportò alla realtà Zayn.
Io: Smettila scemo, non sono innamorato! 
Niall: E allora cos'è successo con Sophie?
Io: Niente.. ha rifiutato il mio aiuto!
Niall: E te la prendi per questo?
Liam: Hey brò, hai mai pensato che magari ti considera ancora un estraneo? Hai pensato al fatto che non conosce nulla di te a parte il fatto che tu faccia parte dei One Direction?
Liam aveva perfettamente ragione, non c'avevo pensato per niente. 
Ci conoscevamo si e no da due giorni. Non avevamo parlato delle nostre vite, o meglio conoscevo io qualcosa della sua vita, mentre lei di me non sapeva nulla di nulla.
Io: Beh.. non ci avevo riflettuto, in effetti.
Liam: Come previsto.. 
Io: Ma.. invece vogliamo parlare di Niall? ahahah
Tutti si voltarono verso di lui. Quattro paia di occhi puntati su di lui, che arrossì.
Niall: Che c'é? Non ho nulla da direee.
Io: Il nome Sam ti dice qualcosa per caso?
Niall: Non sono discorsi da fare.-disse convinto. Tutti scoppiammo a ridere.
Almeno avevo spostato il centro della discussione su Niall. Non mi andava per ora parlare di me e quello che era successo con Sophie. 
 
Ultimammo le prove e poi andammo ognuno per la nostra strada.
Mentre camminavo per strada ricevetti la chiamata di mia mamma. Mi chiedeva se gentilmente potessi passare dal supermercato a prendere una confezione di uova. Così, andai a casa a prendere le chiavi della mia auto e sgommai in direzione del supermercato. Era abbastanza lontano da casa.
 
Nessuno mi aveva riconosciuto, o forse ci conoscevamo tutti in quella cittadina che ormai non facevano più caso al Louis famoso.
 
Percorsi nuovamente la stessa strada, ma mi vennero un sacco di pensieri appena passai davanti casa di Sophie. Costeggiai la strada, scesi dalla macchina e percorsi il vialetto fino alla porta d'ingresso. Stavo per suonare..
Dovevo andare da lei? Dovevo pur farmi perdonare!
Ma perdonare che cosa? Aveva rifiutato il mio aiuto! Aveva sicuramente dei pregiudizi su di me. Mi vedeva ancora come quello spaccone, famoso, orgoglioso.
Già, ero orgoglioso, abbastanza direi. E fu proprio l'orgoglio a far muovere le mie gambe verso la macchina, salire e sgommare via, senza aver suonato a quella porta, senza aver chiarito con Sophie.
 
 
#Sophie.
 
 
Sam: Secondo me, dovresti fidarti un po' di più..
Io: Ti giuro, vorrei, ma ho un carattere schifoso. E poi, non lo conosco nemmeno.
 
Mi avvicinai, affranta, alla finestra. Sbuffai, ma mi stupii immediatamente vedendo un ragazzo attraversare il mio vialetto. 
Un ragazzo era appena stato sotto casa mia, senza aver suonato.
Quel ragazzo era salito in macchina ed era sgommato via.
Quel ragazzo era Louis.
Cosa era venuto a fare qui? 




**

Sciaaamo bellezze!
Ed eccomi di nuovo a rompervi :3 che sono dolce ahah
Allora intanto vorrei ringraziare tutte quante per le 46 recensioni in totale. Siete fantastiche, non sapete quanto mi faccia piacere!
 E adesso tocca a questo capitolo essere recensito, che ne pensate? Fa un po' schifo, ma è di passaggio, perché il meglio deve ancora venire *canticchia la canzone di Ligabue* ahah okay, basta, sono fusa, è l'ora!
Prima di andare, volevo dirvi un'altra cosa: ho scritto una One Shot, la trovate tra le mie storie, mi farebbe piacere se la leggeste :3 non è il massimo, però..

Ok, adesso vado sul serio, un bacio grande grande!
Paola. :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***




Io: Hey Sam.. Sam ascoltami un attimo. -si bloccò- C'era Louis qui sotto! -mi sedetti accanto a lei.
Sam: E secondo te che era venuto a fare?
Io: Non lo so, so solo che se n'è andato!
 
 
Passaronoun paio di giorni da quella situazione.
Non l'avevo più visto Louis, chissà dov'era!
 
Andai da mia nonna. Con mia sorpresa trovai pure Johannah.
Io: Ciao nonna, ciao Jay. -le sorrisi.
Jay: Ciao cara, ero venuta a fare visita alla tua cara nonnina!
Nonna: Sì, mi stava parlando di Louis!
Le guardai curiosa.
Jay: Sì, è partito per Milano.
Milano? Era così lontano da qui! E soprattutto perché non me l'aveva detto?
Io: Milano? Oh.. io non lo sapevo. Ecco perché non vedo più in giro quelle pesti.- la buttai sul ridere.
Jay: Sì, ahah, hanno una o due interviste lì.. -mi stava spiegando la situazione, io annuivo solamente. Dopo aver bevuto il caffè, Jay andò via.
Calò il silenzio in cucina. Soprattutto il mio silenzio, che mia nonna notò.
Nonna: Ci sei rimasta male, vero? -la guardai sorpresa.
Io: Per cosa, nonna?
Nonna: Per il fatto di quel giovanotto, Louis..
Io: Non aveva motivo di dirmi della sua partenza.. non sono nessuno io, non ci conosciamo nemmeno, non deve dare conto a me, è il suo "lavoro" -feci il segno delle virgolette- no?
Nonna: Ma ci sei rimasta comunque male, si vede tesoro mio..
Io: Nonna la colpa purtroppo è la mia -evitai il suo sguardo e sospirai.
Lei non parlò più, forse aveva anche capito, non c'era bisogno delle parole. Lei sapeva come stavo, sapeva quello che mi era successo a Roma, ed io dovevo far di tutto per non farlo accadere di nuovo.
 
 
Stavamo insieme da un mese, o almeno era così per me.
Si chiamava Alex, o meglio Alessandro.
Era alto, biondo, occhi azzurri. Quegli occhi di cui mi ero profondamente  innamorata.
Lui non mi dava l'amore che gli davo io, anzi io pensavo che fosse troppo timido o riservato e che sarebbe stata solo questione di tempo; ma non sapevo che stavo sbagliando, troppo accecata dall'amore.
Quel giorno eravamo a scuola, stavo parlando con Serena.
Serena: Lui non ti ama, lo devi lasciar stare, prima che sia troppo tardi.
Io: Sere, stai tranquilla! Ci amiamo!
 
Lo vidi passare accanto a me e ci andai incontro.
Io: Ciao Alex! -ci sorridemmo. Lui si avvicinò immediatamente per baciarmi, ero abbastanza sorpresa per quel gesto.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare. Quando li riaprii , mi accorsi che lui mentre mi baciava guardava oltre me. Mi staccai, mi voltai dandogli le spalle e trovai Vittoria, che stava guardando verso di noi con delusione, gelosia, rabbia, frustrazione..
Io: Mi fai schifo! - gli tirai uno schiaffo in faccia e me ne andai via.
Avevo capito tutto. Ora si spiegava perché sembrava così distaccato, ma allo stesso tempo voleva stare con me: voleva far ingelosire quella ragazza; mi aveva usata.
Per un intero mese mi aveva usata! Serena aveva ragione!
Ero troppo accecata dall'amore per capirlo; mi facevo schifo. 
A lui avevo dato il primo bacio.
A lui avevo dato massima fiducia.
A lui, in quel momento, volevo spaccare la faccia, ma ero troppo debole per farlo.
 
Serena, una volta tornata da lei, mi abbracciò.  Sicuramente aveva visto tutta la scena.
Io: Ti prego, non dire niente! -scoppiai a piangere.
Da quel momento diventai più chiusa, scontrosa, diffidente verso i ragazzi, anche quelli che potevano sembrare gentili.
A questo si unì anche il rapporto che avevo con i miei genitori.
 
 
#Louis.
 
 
Eravamo arrivati da poco a Milano.
C'era tantissimo caldo. Posammo le nostre cose in hotel, e dopo esserci cambiati e rinfrescati, andammo al centro di Milano, seguiti dal nostro amato e fidato Paul.
C'erano molti turisti lì, una coppia addirittura chiese ad Harry di fare una foto a loro due.
Inizialmente Harry aveva capito che quelle due persone volevano fare una foto con lui e noi scoppiammo a ridere solo quando vedemmo arrossire Harry, che si trovò in totale imbarazzo.
Figura di merda epica!!
 
Passeggiammo un po' per la Galleria, dove venimmo fermati spesso e volentieri da alcune ragazze, che timidamente ci chiedevano un autografo o di fare una foto.
Era incredibile la gentilezza delle directioners italiane.
Niall: Paul, dovremmo venire molto più spesso qui in Italia, le ragazze sono fantastiche. -Paul sghignazzò.
Liam, Harry, Zayn: Sì, concordo!
Io mi limitai a sorridere e ad annuire.
Tornammo in hotel per cena e stanchi morti ci ritirammo nella nostra super camera.
Harry: Hey Lou, oggi hai parlato pochissimo, il che è impossibile per Louis Tomlinson! -lo fissai.
Zayn: Esatto, dov'è finito il re delle risate?
Liam: Da quando conosci Sophie sei cambiato!
Io: Perché credete che sia per lei? Non è niente per me, è un periodo brutto, lo sapete che El mi ha lasciato, quindi...
Niall: Amico, El ti ha lasciato tempo fa!
Io: Ragazzi, vi prego, non ne voglio parlare! ... Harry, sei sporco qui! -gli indicai la maglietta, lui abbassò lo sguardo e io, con un colpetto abbastanza agile, gli toccai il naso, scoppiando a ridere, provocando la risata di tutti -visto? Non sono cambiato!
 
 
#Sophie.

 
Quella mattina Sam era da me, mi aveva detto che trasmettevano l'intervista dei One Direction su Radio Kiss Kiss.
Così ci posizionammo sul divano; io non ero interessata, stavo solo facendo compagnia a Sam.
 
x: Benveeeenuti a "00k"! Oggi qui con noi ci sono i Oneeee Diiiiirectioooon! -si sentivano applausi.
L,L,N,H,Z: Ciao a tutti!
x: Come state?
Liam: Tutto bene, grazie e tu?
x: Bene bene.. allora, voi siete tornati qui in Italia per promuovere il vostro nuovo cd che si chiama 'Take Me Home'...
 
Così iniziarono a parlare del cd, delle canzoni, del tour.. cose che mi facevano letteralmente annoiare, tanto che chiusi gli occhi, stavo quasi per addormentarmi.
Poi un urlo dello speaker mi fece risvegliare.
x: Beeentornati, amici ascoltatori di Radio Kiss Kiss, ci sono ancora qui con noi i Oneee Directiooon! - altri applausi. - Bene, adesso la fatidica domanda..
Liam: Ahi ahi ahi ahahah
x: .. ahahah, siete fidanzati? Vi piace qualche ragazza? Insomma, come va la vostra vita sentimentale?
Zayn: Io sono felicemente fidanzato con Perrie.. ne approfitto per salutarla!
Liam: Io sono single.
Harry: Lo stesso io..
Niall: Io pure sono single, però.. credo che mi piaccia una ragazza -questa dichiarazione scaturì le risate dei ragazzi e un simpatico "ooh!" da parte dello speaker! 
Mancava solo Louis.
Louis: Io sono stato lasciato da poco, ma questo non significa che il mio cuore non può tornare ad amare un'altra ragazza! C'è chi, dopo una rottura, si chiude in se stesso creandosì una corazza, chi invece si butta giù. Ammetto che anche io ero diventato così, ma fortunatamente mi sono ripreso subito!
Immaginavo Louis, adesso, sorridere dopo la sua dichiarazione. Quel sorriso così bello, quel sorriso che avrei voluto vedere sempre, quel sorriso che... STOOOOP! Sophie, frena questi pensieri!
 
L'intervista finì con una domanda sulle fan italiane, dopo di che mandarono una loro canzone, Little Things. Ne ascoltai le parole, poi mi voltai verso Sam che cantava con le lacrime agli occhi. 
Sì, in effetti il testo era meraviglioso, ma a quanto avevo capito non era stato scritto da loro, ma da un certo Ed Sheeran.
Sam: Davvero meravigliosi!
Io: Che effetto ti fa sentirli in radio dopo che ci hai parlato realmente?
Sam: E'... abbastanza strano! -scoppiammo a ridere. Poi andò via.
 
 
#Louis.
 
 
Una volta usciti dagli studi di Radio Kiss Kiss...
Louis: Allora ti piace sul serio Sam!
Niall: Eh? .. On, beh, sì. Ragazzi, inutile mentirvi... sì, mi piace, non ci posso far nulla!
Liam: E bravo amico! - gli dammo tutti pacche sulle spalle.
Niall: Sono pur sempre un ragazzo, non posso rimanere single a vita!
Louis: Certo ahahaha, cosa farai quando tornerai a Doncaster?
Niall: La conquisterò! -scoppiammo a ridere.
 
E tu Louis cosa farai? 
Già, cosa avrei fatto? Sarei andato da Sophie?
Perché, cavolo, era in cima ai miei pensieri?
 
[..] ché, come fior di fronda,
così de la mia mente tien la cima. [..] 
diceva Dante.
 
Insomma, mi aveva completamente rifiutato, aveva rifiutato il mio aiuto.
Ma davvero me la stavo prendendo?
Niall: Vi prego, entriamo in quel ristorante? Ho una fame!
Tutti annuimmo e andammo a mangiare, compreso Paul!
 
 
#Sophie.
 
 
I’m out of touch, I’m out of love I’ll pick you up when you’re getting down. And out of all these things I’ve done I think I love you better now..
 
Sì, lo ammetto, stavo cantando una canzone di Ed Sheeran; mi ero troppo incuriosita e mi stavo cercando tutte le sue canzoni.
Era davvero un poeta! 
Nel frattempo stavo chattando con Serena, che mi stava aggiornando sulla situazione lì in Italia; mi stava dicendo che c'erano molti cortei  lì per i diritti allo studio, per i lavoratori... che situazione!
 
Tzz.
 
'Hey babe!! Ti devo parlare urgentemente. Ti sto chiamando a casa! Sam. x"
Mi precipitai a prendere il telefono e mi buttai a peso morto sul letto, in attesa della chiamata di Sam.
Appena squillò una volta, risposi.
Ci salutammo a modo nostro, ma poi tornammo serie.
Io: Dimmi, che succede?
Sam: Devo partire! I miei, prima che cominci la scuola, vogliono fare un viaggio..
Io: Oh, e dove andrai? Quanto starai via?
Sam: Andrò a Dublino! Mancherò una settimana!
Io: Oddio, beh, almeno sarai in Irlanda! -feci l'occhiolino, consapevole che Sam non potesse vedermi, ma lei capì.
Sam: Oh, bej, almeno quello ahah ma Niall tornerà lì a Doncaster, ed io sarò ancora lì..
Io: Magari gli dirò di raggiungerti a Dublino! -dissi per scherzare.
Sam: Oh, grazie! Gentilissima.. -disse sarcastica- Tu però, nel frattempo, non ti fare trovare fidanzata e incita di due bimbi! -scoppiammo a ridere.
Io: Magari mi faccio trovare anche sposata ahah!
 
Continuammo a parlare per un bel po', poi dovetti salutarla perché doveva preparare la valigia. Sarebbe partita l'indomani pomeriggio!



**

Tadààààà.
Ed eccomi qui, dopo poco più di 24 ore posto un altro capitolo!
Non abituatevi, perché è stato un caso! ahah
Sono stata ispirata oggi e così ho scritto questo capitolo!
Spero sia di vostro gradimento, questo fa parte dei capitoli di passaggio (forse ahah)
La finisco qui con l'angolo autrice perché si sta scaricando la batteria del computer çç
Grazie ancora a tutti per le recensioni, siete fantastiche :)

Baci, Paola. :)

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***




Avevo da poco salutato Sam e i suoi genitori. Poi l'avrei rivista il giorno prima dell'inizio della scuola.
Mi mancava già, ma era solo a qualche ora da Doncaster.

Tornando verso casa vidi delle ragazze correre; erano caricate di macchine fotografiche, cartelloni e quant'altro.
Io: Scusa, ma che succede?
Ragazza: Non lo sai? Sono tornati i One Direction dall'Italia e Louis è a casa! Ciaooo.
Corse via.
'Corri o perderai il primo posto!' pensai.
Quindi erano tornati. Lui era tornato.
Oh, benissimo direi.

Come mi sarei comportata se l’avessi visto per strada?
Oh, Sophie! Ma di che ti preoccupi? Mica siete fidanzati. E’ stato lui a non salutarmi quella mattina, è stato lui a non dirmi della partenza per Milano, è stato lui a creare questa strana situazione tra noi, è stato lui.
Solo lui.

Purtroppo, per andare da mia nonna, dovevo passare per forza da casa sua.
Ma quanta confusione c’era? Mamma mia.
Ragazze che piangevano, ragazze che si strappavano i capelli (ovviamente in senso metaforico!).
D’un tratto le urla si fecero sempre più intense, mi girai per vedere ed era proprio come pensavo: Louis era uscito di casa.
I nostri occhi si incontrarono per pochi secondi, fino a quando una fan non lo tirò verso di se, costringendolo a guardare il suo I-Phone.

Non avevo motivo di stare lì, così continuai per la mia strada, con le mani in tasca. Arrivai a casa di mia nonna e pranzai da lei.
Mi disse lei stessa che Louis era tornato.
Io: Lo so nonna, perché mi parli sempre di lui?
Nonna: Perché, piccola mia, Louis è un ragazzo d’oro. Andreste d’accordo, lo sai. Perché non lasci in Italia i tuoi problemi passati? Qui devi cominciare una nuova vita.

Sapevo che mia nonna aveva ragione. Super ragione.
Io: Non ce la faccio. –mia nonna poggiò la forchetta nel piatto e strinse la sua mano con la mia.
Nonna: Tesoro, è impossibile abbandonare i tuoi problemi di colpo. Pian piano ti accorgerai che la tua vecchia nonna ha ragione.
Io: Ci farò caso cara nonna ahah


Tzz

Oh, un sms da Sam.
“Hey scemotta, sono arrivata da un po’ e qui l’hotel è.. wow. Non so se mi spiego. Anche se vorrei essere lì. Tu, novità? Un bacio, S. xx”
“Saaammy. I tuoi amati sono tornati, come sai, per il resto tutto normale.”

Non ricevetti risposta, probabilmente era impegnata.
Accesi il computer. Andai su Facebook.
1 richieste di amicizia. 0 messaggio. 20 notifiche.
Le visualizzai tutte, nulla di importante.
Aprii la richiesta di amicizia.
The Tommo.
What the fuck?
C’era una foto di Louis. Saranno i soliti fake, così premetti il tasto non ora.

Misi in stand-by, e mi buttai a peso morto sul letto. Occhi rivolti verso il soffitto, mani sulla pancia.
Tipica posizione per pensare.
 Chiusi gli occhi e la prima cosa che mi venne in mente fu: Se vuoi, Sophie, io.. ci sono, per qualsiasi cosa. Insomma, non esitare a chiamarmi.

Avevo rifiutato il suo aiuto, come avevo potuto?
Ma ora mia nonna stava bene, non avevo bisogno di nessun aiuto.
Però cavolo, era questione di principio.
Dovevo andarmi a scusare, subito.
Uscii di casa e mi diressi verso quella di Louis.


#Louis.


Salutai tutte le fan e mi rinchiusi in casa. Avevo incontrato, quella mattina, per pochi secondi, i suoi occhi.
Non si era fermata.
Mi era mancata.

Perché si era creata quella strana situazione tra noi? Seriamente, dovevo andare da lei a scusarmi per il mio comportamento, così uscii di casa e andai verso casa di Sophie.
Suonai il campanello, aspettai un po’ ma non rispondeva nessuno. Dov’era a quell’ora? Erano le otto di sera.
Suonai un’altra volta per sicurezza, ma ancora niente. Silenzio più totale.
Le luci all’interno erano spente, quindi non c’era sicuro.
Così, come una persona senza speranze andai via, ma non andai a casa, ma al parco. Lì avrei trovato sicuramente i ragazzi che giocavano a calcio.
Non esitai a raggiungerli.

Liam: Hey brò, bentornato. Dove sei stato che sei scomparso tutto il giorno?
Io: Fatele voi le foto con centinaia di fan. –dissi ironico. Loro scoppiarono a ridere. –Sì, ridete, ridete. Chi sta vincendo?
Harry: Ovviamente io e Niall. –disse convinto.
Niall: Sì, ma.. Louis dammi il cambio perché mi è venuta fame ahahah
Io: Sei sempre il solito tu ahah
Alzo il dito medio e andò a prendere il panino che si era portato da casa. Quel ragazzo non cambiava mai.
Così “entrai in campo” e iniziammo a giocare, passando una serata normalissima. Risate, calcetto e ancora risate.
Con quei quattro ragazzi le risate non mancavano mai. Si rideva per ogni cosa, e la perversione era alle stelle.
Poi stanchi, esausti ci buttammo sdraiati a terra.
Solo che, sapevo che quel momento sarebbe stato basato solo su chiacchiere e discorsi personali, infatti…
Liam: Sei andato da Sophie, oggi?
Mi voltai verso di lui.
Io: No. Ci siamo visti di sfuggita stamattina. Stava andando sicuramente da sua nonna.
Niall: E’ molto legata a sua nonna vero?
Io: Diciamo che si comporta come una madre con lei..
Harry: Oddio, perché.. sua madre….
Io: NO HARRY! Diciamo che.. sua madre è rimasta in Italia. Vi basta sapere questo. Insomma, non vado a spifferare segreti ai quattro venti!
Zayn: Saremmo noi i quattro venti? –risata generale.

Poi cambiammo discorso.


#Sophie.


Non era in casa.
Jay mi aveva detto che era uscito da poco. Dov’era andato alle otto di sera?
Sicuramente in qualche discoteca. Che idiota che sei Sophie!
Mani in tasca, sguardo basso. Direzione? Casa.
Mentre camminavo, mi squillo il cellulare.
Era mia nonna.
Non mi chiamava mai al cellulare, esclusi casi estremi.
Risposi subito.
Io: Nonna, che è successo?
Nonna: Sophie.. sto.. un po’ maluccio. Potresti venire? –la sua voce tremava. Mi prese il panico.
Io: Maccerto, stai tranquilla. Sto venendo. Sono qui vicina.
Attaccai e corsi verso casa di mia nonna, aprii il portone con le chiavi di riserva che mi portavo dietro.

Io: Nonna?
Nonna: Piccola sono qui.
Salii le scale, era sdraiata a letto.
Io: Nonna, che ti succede?
Nonna: Scusa se ti ho disturbata, molto probabilmente eri impegnata! Comunque niente, mi gira leggermente la testa..
Io: No, tranquilla, non stavo facendo nulla. Ti prendo un’aspirina?
Nonna: Ho chiamato il dottore, dovrebbe essere qui a momenti.
Io: Vuoi un po’ d’acqua?
Nonna: No, stai tranquilla. Ho te qui, mi basti. –mi sorrise e le strinsi la mano.

Negli ultimi giorni mia nonna non era più la stessa. Cosa le prendeva?
Non dovevo lasciarmi prendere dal panico.




**

Buonsalve (?) ragazze! ♥
Sì, sono ancora viva ahahah scusate se non ho postato prima, ma la mia fantasia si era andata a fare un giretto insieme a One Direction a Nwe York ahah 
Però è tornata, ed ecco qui questa schifezza che ho postato çç
Diciamo che non sapevo un po' come chiudere il capitolo ahah
Cosa ne pensate?
Vorrei ringraziare tuuuutte le ragazze che hanno commentato il capitolo precedente: siete meravigliose! ♥
Adesso scappo a leggere altre FF u.u
Baci, Paola. ♥

Ps. E oggi che giorno è? 8 DICEMBRE 2012. 
Hanno aperto il primo store ufficiale dei One Direction a Catania, nella mia città :')
Oggi ero lì fuori, mi sono fatta 5 ore di fila sotto la pioggia, solo per un negozio, il LORO negozio :') era tutto stupendo. E ho fatto pure la foto con Marco Morini. Quel ragazzo è alto due metri ed è magrissimo o.o ahah
Okay, so che non ve ne frega nulla, quindi scappo davvero. 
Adios. ♥

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***




Erano passati già due giorni e mia nonna non accennava nessun miglioramento, anzi.. purtroppo sembrava peggiorare.
Non ero più tornata a casa, mi spaventavo a lasciarla sola in quelle condizioni. Chissà cosa sarebbe successo?

Louis non l’avevo più visto dopo quella mattina; Jay passava a trovare la nonna, ma non volevo chiederle di Louis, non mi sembrava il caso.

Anche quella mattina mi ero ‘svegliata’ sulla poltrona della camera da letto di mia nonna. La schiena mi faceva male e non volevo guardarmi allo specchio perché sapevo che avevo delle occhiaie da paura.
Mi stiracchiai e mi avvicinai alla nonna; le poggiai la mano sulla fronte per vedere se avesse febbre e così fu. Andai a prendere il termometro dal bagno e in tutta fretta lo poggiai sotto la sua ascella.
Aspettai cinque minuti, guardai la temperatura e il termometro segnava 38.5
Cavolo, era abbastanza alta.
Il dottore aveva detto che le sarebbe passata presto, ma erano passati ormai due giorni e non si era abbassata di un solo fottuto grado.
“Stia tranquilla signorina, sua nonna starà bene presto!” aveva detto il dottore.
Ci credevo poco, ultimamente non si può più credere nemmeno alle parole dei dottori. Non ci si può fidare ormai più di nessuno.
Nessuno.

Avevo troppe responsabilità addosso, troppe per una diciassettenne.
Volevo essere una diciassettenne spensierata, con i suoi soliti problemi di cuore.
In un certo senso avevo bruciato le tappe.
In un certo senso ero cresciuta ‘da sola’.
Avevo paura di crollare, e forse lo stavo per fare.
Non volevo sembrare fragile, ma cavolo, non ce la facevo più.
Volevo urlare, ma era come se non avessi abbastanza voce per farlo.
Sì, avevo bisogno di aiuto.
Del suo aiuto.
Ne ero più che certa.

Suonarono alla porta.
Diedi un’ultima occhiata alla nonna: dormiva ancora, così scesi ed aprii.
Era Jay.
Jay: Ciao cara, come sta la nonna?
Io: La febbre non scende, e adesso sta dormendo.
Salimmo insieme verso la camera e la nonna si stava lamentando.
Io: Nonna, sono qui, tranquilla.
Le accarezzai il viso. Scottava.
Corsi in bagno a bagnare una tovaglietta. Poi tornai in camera, poggiai le ginocchia a terra e cautamente le poggiai la tovaglietta sulla fronte.


Mi sentivo sola.
Anche se avevo Jay affianco a me, mi sentivo sola. Completamente sola.
Mamma continuava a non chiamare. Louis non cercava più, ma questo era solo per colpa mia. Non uscivo più di casa e non incontravo gli altri quattro ragazzi e Sam era ancora in Irlanda, mi mancava terribilmente.


Le ore lì in casa della nonna passavano. E non ce la facevo più a respirare quell’aria angosciosa. Avevo bisogno di uscire, non demoralizzarmi.
Io: Hey Jay, potresti rimanere con la nonna ancora per un po’? Ho bisogno di prendere aria.
Lei annuì e io uscii di casa.

Percorsi tutto il vialetto e arrivai nel marciapiede.
Mi voltai verso sinistra e il mio sguardo cadde sulla casa di Louis. Sì, proprio la sua.
Mi avvicinai con l’intenzione di suonare, scusarmi con lui e chiedere aiuto.
Mi avvicinai al portone, il mio dito arrivò a sfiorare il campanello.
Immaginatevi la scena a rallenty.
Poi scoppiai a piangere, non chiedetemi perché. Non lo sapevo nemmeno io.
Mi sedetti sullo scalino dell’entrata e mi piegai su me stessa.

Perché la mia vita doveva essere così complicata?
Piangevo, piangevo.
Sophie, calmati adesso. Perché stai piangendo? Continuavo a domandare a me stessa.
Non trovavo una risposta.


#Louis.


Avevo appena finito di cenare, erano appena le otto e mezza.
Mandai a letto le mie sorelle, dandogli la buonanotte, gli rimboccai le coperte e spensi le luci del piano superiore, scendo in cucina a sparecchiare la tavola.
Mamma era dovuta andare dalla nonna di Sophie, non so. Era parecchio agitata.
Sophie.
Sophie non l’avevo più sentita, né vista.
Che le fosse successo qualcosa?

Misi i piatti nella lavastoviglie, piegai la tovaglia, spensi le luci della cucina e andai verso il salotto.
Prima di sedermi sul divano e fare zapping, sentii singhiozzare.
Da dove proveniva?
Fuori?
Mi avvicinai alla porta. Era una ragazza.
Una ragazza che piangeva. Un pianto spezzato.
Aprii la porta e mi avvicinai alla ragazza.
Io: Hey è succes.. –la ragazza si voltò. – Sophie? 



**

Tadààààà.

Buonseraa ragazzee :D dai, stavolta ho aggiornato presto!
Ero ispirata e ho scritto subito, visto che ne ho avuto l'occasione.
Allora, che ne pensate? La storia si fa più interessante, la nostra Sophie inizia a cedere.. Fatemi sapere nelle recensioni u.u
Vorrei ringraziare le ragazze che recensiscono sempre, siete fondamentali per me, okay? Okay.

Anyway, domani esce Kiss You, ci sarà da ridere, me lo sento ahahahah. Sono abbastanza in ansia!

Adesso vado a letto, che domani c'è scuola çç pff.
Buonanotte ragazze,
#loveyouall.


xtommosmile.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. ***



#Louis.
 
Io: Hey è succes.. -la ragazza si voltò. - Sophie?
Aveva gli occhi pieni di lacrime; si alzò di scatto e mi venne incontro.
Si strinse al mio petto e inizialmente non ricambiai l'abbraccio, perché colto di sorpresa. Poi la strinsi a me ancora più forte.
Singhiozzava ancora, così la feci entrare in casa, ci sedemmo sul divano uno accanto all'altra e sì calmò.
Sophie: Sc..scusami, ti ho bagnato tutta la maglietta! - si passò le mani sulla faccia per asciugarsi le ultime lacrime.
Io: Non me la prendo per questo, tranquilla. Che è successo? Che ci facevi qui fuori?
Sì, era da un po' che non la vedevo, ed era più bella del solito, ma non potevo vederla piangere. Mi si stringeva il cuore.
Sophie: Scusa, non dovevo venire a quest'ora, però io.. ecco.. - abbassò lo sguardo - ho bisogno del tuo aiuto!
Sì, lo aveva detto. 
Aveva bisogno del mio aiuto.
Aveva bisogno di me.
Le strinsi le mani. 
Io: Vuoi spiegarmi cosa è successo?
Sophie: Mia nonna sta male, non le scala la febbre e io ho troppe resonsabilità addosso. Cazzo, sono ancora una diciassettenne, troppo giovane per prendersi certe responsabilità, io non ce la faccio a fare tutto da sola. Non posso reggere ancora per molto, rischio di scoppiare. Mi sento completamente sola, anche se ho tua mamma, che ogni tanto viene a far visita a mia nonna..
Pensai che di lì a poco sarebbe scoppiata nuovamente a piangere, ma non lo fece. Si portò solo le mani tra i capelli, abbassando lo sguardo.
Io: Hey, ascoltami. Non sei sola, ricordalo! Io ci sono, perché non hai accettato il mio aiuto quando te l'ho offerto?
Sophie: Sì, lo so, scusami, ma ecco, vedi.. - e iniziò a raccontarmi tutta la sua storia. 
Tutto quello che era successo a Roma, di Alex, di quanto ha sofferto, dei suoi genitori, e della sua partenza.
In un certo senso, si stava confidando con me; avevo capito che si stava lasciando andare. Mi stava dando fiducia e la lasciai fare. In fondo, era questo che volevo.
Doveva fidarsi di me, se no non avrei potuto aiutarla.
Certo che quel Alex è stato proprio un bastardo a usarla in quel modo: chiederei ai ragazzi di fare una visitina a Roma, solamente per spaccare la faccia a quel coglione.
Sì, forse c'avrei fatto un pensierino.
Ma adesso il problema non era Alex, ma Sophie.
Io: Hey, adesso ci sono qui io, okay. Non sarai più da sola, promesso. Parola di Tommo!
 
 
#Sophie.
 
 
Lo guardai. Tommo, che soprannome era? 
Mi catapultai tra le sue braccia e poi scoppiai a ridere.
Louis: Hey, che ridi? Ero serio io.
Io: Sì, non sto ridendo per quello, ma per il soprannome che hai usato. Che è?
Louis: Ah sì, il soprannome. Mi è stato affibbiato da Zayn e adesso i ragazzi, spesso, mi chiamano così..
Scoppiammo entrambi a ridere.
Tommo, facilmente scambiabile con tonno. No, frena Sophie, che stai blaterando?
STOOOOOOP TUTTI.
La mia mente arrivò a pensare a quella famosa richiesta di amicizia: The Tommo.
Louis: Perché hai cambiato faccia?
Io: Per caso sei su facebook tu?
Louis: Certo, ma non mi chiamo Louis Tomlinson, mi chiamo The Tommo!
Io: Allora eri tu ad avermi inviato la richiesta di amicizia..
Louis: Certo! -quasi scoppiava a ridere.
Io: L'ho rifiutata! - stavolta scoppiai a ridere io vedendo che la sua espressione tornava seria.
Louis: Stai scherzando vero?
Io: No, sono seria. Che ne potevo sapere che eri veramente tu! Pensavo fosse un fake.
Louis: Invece non lo sono - disse convinto - appena torni a casa corri ad accettarla subito, se no mi offendo!
Scoppiammo a ridere nuovamente, poi tornai seria.
Io: Grazie Louis, davvero. E scusami per come ti ho trattato ultimamente, non lo meritavi.
Louis: Stai tranquilla, sarei passato io comunque a scusarmi. - mi passò una mano tra i capelli, scompigliandomeli.
Io: Okay, credo che adesso sia ora di tornare da mia nonna. Si è fatto tardi e tu devi andare a dormire.
Louis: Ti sembro un ragazzo che va a dormire alle dieci di sera?
Lo squadrai dalla testa ai piedi, poi lo guardai fisso negli occhi, esclamando un sonoro 'NO'.
Poi gli diedi la buonanotte e quando uscii di casa mi sentii richiamare. Mi voltai.
Io: Che c'è ancora?
Louis: Voglio il tuo numero.. - disse con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Così tornai da lui e gli dettai il mio numero, infine lo lasciai definitivamente.
 

Tornai da mia nonna.
Io: Grazie Jay. Sei stata gentilissima.
Jay: Di nulla cara. Mmh, vedo che prendere aria ti ha fatto tornare il sorriso..
Io: Diciamo di sì.. - le sorrisi e poi salutai anche lei.
 
Guardai mia nonna, che aveva l'espressione in viso più serena. Meglio così. 
Mi addormentai subito sulla solita poltrona.
 

L'indomani a svegliarmi furono due messaggi.
Il primo era di Louis che mi augurava il buongiorno, dicendomi che sarebbe passato da mia nonna dopo le prove.
L'altro era di Sam, che mi chiedeva come stavano andando le cose lì, e che sarebbe tornata i n anticipo perché suo padre doveva tornare prima a lavoro.
Non risposi a nessuno dei due messaggi, perché non ebbi il tempo.
Mi chiamò mia nonna.
Io: Oddio, nonna. - mi avvicinai a lei.
Gli occhi non li apriva, ma mi chiedeva gentilmente se potevo portarle un po' d'acqua.
Così feci.
Dopo aver bevuto un sorso d'acqua, iniziò a parlare a bassa voce.
Io: Nonna, non ti sforzare, parleremo un'altra volta su!
In un sussurro mi disse 'raccontami le novità'. Non cambiava mai la mia cara nonnina.
Così dovetti raccontarle di aver fatto pace con Louis e della partenza di Sam.
Nonna: Tieniti.. stretta .. quel ragazzo! 
Io: Lo conosci così bene, nonna?
Nonna: Beh, l'ho visto.. crescere! So che tipo è.
Poi non parlò più, si stava sforzando troppo.
Io: Riposati, parleremo un'altra volta. -le sorrisi, consapevole che non potesse vedermi.
 
Andai un attimo in cucina a cercare qualche biscotto, avevo una fame trmeneda.
Mentre aspettavo che bollisse il latte, presi il cellulare e risposi ai due.
"Hey, buongiorno a te. Tranquillo, fai bene le prove,vengono prima di tutto. x" destinatario: Louis.
"Saaammy, buongiorno! Sono stra felice del tuo ritorno! Potremmo passare un altro paio di giorni da ragazze spensierate lol fatti sentire appena arrivi! Ciaoo. x" destinatario: Sam.
 
 
Tutto sembrava andare per il verso giusto, adesso.




**


Ayeaaaah.
Eccomi qui, scriverò poco qui perché sto andando a vedermi il concerto di Laura Pausini su canale 5 lol
Che ne pensate? Vorrei leggere tante recensioni *occhi dolci*
Sapete che vi amo, vero? 
Ieri ho pubblicato una nuova One Shot, mi piacerebbe se passaste a darle un'occhiata.
Anyway, chiudo adesso. Se avete da farmi leggere qualche FF basta dirmelo per messaggi di posta, l'importante è che ricambiate c:
Basta.
Ciaooo principese. 
#Loveyouall.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. ***




All’ora di pranzo mi raggiunse, a casa della nonna, Jay carica di buste.
Io: Hey, dà qui, che ti aiuto.
Jay: Ma no cara, lascia stare, c'è già qualcun'altro che mi sta aiutando.
Guardai dietro di lei e notai Louis che mi sorrideva. Non potei fare a meno di ricambiare il sorriso. Sì, era meraviglioso quando sorrideva.
Louis: Dove le poggio?
Io: Sul tavolo in cucina, grazie.
Jay: Ho pensato di fare la spesa, visto che tu per ora a casa non ci stai tornando e..
Io: Ti sei disturbata. Grazie mille, ma non sto mangiando molto.
Louis: Appunto perché non stai mangiando molto... -mi guardò.
 
Nel pomeriggio mi sedetti esausta sul divano, Louis era rimasto con me.
Lo fissai.
Io: Non sei stanco?
Louis: No, perché?
Io: Insomma, le prove.. stare appresso una ragazza come me..
Louis: Ma smettila. -si fece una sana risata.
Io: Shh, che svegli mia nonna! -gli tirai una manata sulla pancia.
Louis: Ohio! Ma sei matta?
Io: Così impari! - dissi fintamente seccata. Lui si massaggiò la pancia e io buttai la testa all'indietro.
Poi sentii squillare un cellulare. Il mio cellulare.
Risposi senza vedere il mittente.
Io: Pronto?
X: Ciao tesoro, sono la mamma!
Come poteva avere quel tono di voce così tranquillo, come se tutto tra noi fosse rose e fiori?
Come poteva? Chiamava me come se il nostro rapporto fosse uguale a quello di due amiche?
Io: Ciao mamma. -vidi Louis voltarsi preoccupato verso di me.
Mamma: Come va lì?
Io: Dovrei risponderti "cara mammina, va tutto bene, mi manchi tanto, presto ci vedremo", ma nulla di tutto questo è vero. La nonna sta male e tu sparisci per giorni, non mostrando interesse per lei. E poi chiami come se nulla fosse successo. E' tua madre, ma come fai? 
Mamma: Tesoro, il lavoro occupa parte delle mie giornate.
Io: Non ti giustifica.
Mamma: Soph..
Io: No, basta mamma. Se ti importasse qualcosa di me, della nonna.. avresti preso il primo aereo e saresti venuta qui, a farmi compagnia e a darmi quel supporto che mi è sempre mancato. Ma non l'hai fatto. La discussione finisce qui. Ciao mamma, stammi bene.
Allontanai il telefono dal mio orecchio e premetti il tasto rosso.
Chiamata terminata.
Ormai sentire soltanto la sua voce mi dava sui nervi.
Buttai il telefono sul tavolino.
Presi la testa con le mani e la portai fino alle ginocchia. Volevo scoppiare e sparire. Proprio come una bolla di sapone. Ecco, in quel momento volevo essere proprio una bolla di sapone.
 
Poi un tocco sulla mia schiena mi portò alla realtà. 
Mi voltai ed era Louis.
Louis: Hey. 
Io: Lou, come si fa ad essere così.. così.. menefreghisti come lei?
Louis: A volte i grandi mettono sempre il lavoro al primo posto, dimenticandosi della famiglia e di tutto il resto.
Io: Lei non dovrebbe farlo..
Louis: Nessuno dovrebbe farlo, e intanto..
 
Poggiai la testa sul suo petto.
 
 
#Louis.
 
 
Poggiò la testa sul mio petto.
Non aveva aperto più bocca. Così le accarezzai i capelli. Forse sì era addormentata.
Jay: Ragazzi io..
Io: Shhh, Sophie si è addormentata.. 
Jay: Ops, scusa.. Che carina che è!
Io: Ha avuto una discussione con sua madre, si è sfogata un pò.
Jay: Immagino, però adesso dobbiamo andare a casa. Si è fatto tardi e in casa chiederanno di noi..
Louis: Già, okay. Tu inizia ad andare che ora ti raggiungo.
Così, mia madre uscì e io rimasi lì, tenendo tra le braccia il corpo esile di Sophie.
Cercai di fare il più piano possibile, la feci distendere sul divano e poi salii al piano di sopra a cercare una coperta. La trovai e tornai da lei che nel frattempo si era abbracciata al cuscino.
Mi scappò un sorriso. In fondo aveva ragione, aveva solo diciassette anni, non le avevano addossato troppe responsabilità. Era ancora una 'bambina'.
Stesi la coperta sopra di lei, le accarezzai ancora una volta i capelli, le diedi un bacio in fronte e, spegnendo la luce del salotto, uscii anche io da quella casa.




**


Vas happenin girls?
Sì, eccomi qui. Posto questa schifezza solo per farvi gli auguri di Natale, perché sicuramente il 25 non posterò.
Scusate se il capitolo è cortissimo çç aspetto comunque delle recensioni.

Prima di andare vi chiedo di guardare questo video: è stato fatto oggi per il compleanno di Louis, da alcune mie amiche allo Store Ufficiale a Catania. c:

Okay, sono le 23.56, scappo su twitter così mi preparo gli auguri da inviare a Louis.
Ah, se non mi seguite su twitter, io sono @MissCarrot_1D :)

Ancora, auguri di Buon Natale. c:

xtommosmile.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. ***



#Sophie.
 
 
Mi svegliai.
Ero stranamente riposata. Mi guardai intorno, ed ero stesa sul divano.
Non ricordavo di essermi addormentata qui, lasciando la nonna sola nella sua camera.
Poi mi venne in mente la telefonata di mia madre e l'abbraccio di Louis.
Era stato Louis.
Che dolcezza. 
Mi stiracchiai e salii da mia nonna. La trovai che respirai affannosamente.
Io: Nonna, nonna. 
Non mi rispondeva. Capitan ovvio Sophie!
 
Che facevo? Stavo entrando leggermente nel panico.
Se qualcuno avrebbe visto l'espressione del mio viso non sarebbe stato bravo a decifrarla.
Presi il cellulare, stavo per digitare il numero di Jay, ma mi fermai pernsando che magari a quell'ora disturbavo e che non potevo sempre cercare sempre lei. Oh, ma insomma! Avevo bisogno di lei, era questione di vita o di morte..
Sì, ma prima dovevo chiamare il dottore.
Ok, Sophie. Sta' calma. Respira profondamente.
Inspira ed espira. Inspira ed espira. Inspira ed espira. 
E' così facile. 
Digitai il numero del dottore; gli spiegai la situazione e mi disse che sarebbe arrivato il prima possibile.
Poi chiamai Jay.
 
Uno squillo, due squilli..
Jay: Pronto, Sophie?
Io: Sì, Jay. Sono io. Puoi correre qui velocemente?
Jay: E' successo qualcosa? Arrivo. -attaccò lei.
Amavo la disponibilità di quella donna.
 
Mi avvicinai a mia nonna e le toccai la fronte, era ancora calda, scottava.
E che cavolo!

 
#Louis.
 
 
Mi svegliai molto presto quella mattina.
Ero già in studio, le prove sarebbero iniziate da lì a momenti. 
C'erano tutti i ragazzi, tranne Zayn.
Niall: Sapete qualcosa di Zayn?
Liam: Al suo solito si starà ancora preparando.
Louis: Sempre il solito.
Scoppiammo tutti a ridere.
Dopo 5 minuti mi arrivò un sms da Sophie. Lo lessi e mi preoccupai abbastanza.

"Hey Lou, non sono nè a casa di mia nonna, nè a casa mia. Sono in ospedale. Ci sentiamo stasera, un bacio."

Mi misi seduto e iniziai a picchiettare contro il piano.
In ospedale? Che ci faceva lì? Sua nonna si era sentita male per caso?
Liam: Hey brò, tra un poco quel piano si romperà..
Lo fissai, poi guardai le mie dita e mi fermai ridendo istericamente.
Mi facevo paura.
Niall: Che ti succede?
Io: Mah, nulla.
Harry: Certo, e io sono la Regina Elisabetta. Uhm.. non mi dispiacerebbe. - disse con tono malizioso. Scoppiai a ridere.
Io: Nulla, Sophie è in ospedale. Penso per sua nonna.
La discussione venne interrotta da Zayn che entrò nella stanza col fiatone.
 

#Sophie.

 
Il dottore aveva consigliati di portare la nonna in ospedale, per tenerla sotto controllo, e così la ricoverarono quella stessa mattina.
Io nel frattempo mandai un sms a Louis, non facendolo preoccupare.
Appena posai il cellulare in tasca mi squillò.
Io: Pronto?
Sam: Bellezzaaa.
Io: Sammy caraaa!
Sam: Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così? 
Io: Ma è carino.
Sam: Certo! .. Allora, dove sei?
Io: Sono in ospedale!
Sam: Che ti è successo?
Io: Mia nonna sta male, molto male. E il dottore ha preferito portarla qui.
Sam: Ow, mi dispiace. Vuoi che venga?
Io: No, tranquilla.. c'è Jay qui con me.
Sam: Sicura che non ti serve aiuto o cose del genere?
Io: No, tranquilla davvero. Cambiamo discorso che se no mi deprimo.. com'è andata  a Dublino?
E così passammo più o meno mezz'ora a parlare del suo viaggio e della sua vacanza.
Poi venimmo interrotte da Jay. Chiudemmo la chiamata e mi avvicinai a lei.
Jay: E' entrato il dottore e ha detto che devono tenerla qui per un po'..
Annuii e poi mi sedetti nella poltrona lì vicino.
Ormai avevo una stretta relazione con le poltrone ahahah okay, basta.
 
Le ore lì in ospedale passavano lentamente. Fra un po' mi cresceva la barba.
Era possibile? Forse.
Stavo pure iniziando a sclerare. Jay era andata via, non poteva di certo stare lì, gliel'avevo raccomandato io.

 
 
#Louis.
 

Finite le prove, uscimmo dallo studio e venimmo fermati da una ragazza.
Sì, era Eleanor.
El: Louis.. possiamo parlare?
La fissai. Poi fissai i ragazzi. 
Vi prego, non lasciatemi da solo.
Harry: Credo sia meglio se noi andiamo.. ciao brò.
Ecco, come non detto. 
Se ne andarono, lasciandomi solo con lei.
Iniziammo a camminare in silenzio.
Non sopportandolo più parlai io.
Io: Eleanor, cosa vuoi da me?
El: Chiarire.. - mi guardò con quei suoi occhi color del cioccolato, di cui mi ero perdutamente innamorato. 
Io: Non c'è nulla da chiarire. - borbottai.
El: Invece sì, mi sono comportata da stronza..
Io: Ma no, davvero? -dissi sarcastico.
El: Lou, smettila. Sono seria. Quello che ti ho detto quella sera.. 
Io: Ormai è passata, ci siamo lasciati e sei apposto così no?
El: No, vedi Lou.. quello che ti ho detto quella sera era tutto una balla. Non ti ho tradito







**


Saaaalve ragazze!
Okay, ho postato, ma ammetto che fa un po' schifo. Non mi soddisfa abbastanza. çç
Voi cosa ne pensate?
Lo so che per ora i capitoli sono mooolto noiosi! Spero la situazione cambi.
Adesso vado.
Ciao bella genteee c:

xtommosmile.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18. ***



Io: Che cosa? -la guardai scioccato.
El: Hai capito bene Lou.
Io: Quindi tu mi stai dicendo che ho sofferto per una cosa non vera? 
El: La distanza mi stava uccidendo. Pensavo che inventandomi tutto sarei stata meglio, e invece mi manchi terribilmente.
Mi sedetti su una panchina lì vicino.
Io: Tu non puoi dirmi queste cose. Io sto cercando di ricominciare, senza di te. Ho conosciuto persone nuove.. non puoi tornare dicendomi queste cose.
El: Lo so, ho sbagliato e mi sono pentita. -abbassò lo sguardo- .. non potremmo ricominciare?
Io: El, spero tu stia scherzando.. come faccio a ricominciare? Sei una bugiarda.
El: Da amici.. -strinse la sua mano con la mia. Quel contatto gelato provocò brividi lungo la mia schiena.
Ma che cosa pretendeva? 
Non potevo di certo tornare con lei..
 

#Sophie.
 

Dovevo tornare a casa per prendere un cambio. Non potevo stare con quella misera maglietta, anche perché iniziava a far freddo, e in quell'ospedale accendevano 24 ore su 24 l'aria condizionata.
Che cavolo l'accendevano a fare? Pff.
Ma comunque, mi incamminai, tanto la casa non era molto lontana da lì e così, mani in tasca, auricolari alle orecchie e sguardo basso.
Mentre camminavo, le canzoni scorrevano nel mio i-pod, ma non le stavo ascoltando realmente, ho messo play solamente per avere un po' di compagnia.
Non vi capita mai di sentirvi così soli, accendere la musica, mettere play alla vostra playlist preferita e non ascoltare completamente perché avete la testa piena di pensieri?
Ecco, mi stava capitando la stessa cosa.
Primo semaforo. Rosso per i pedoni.
Mentre aspettavo alzai lo sguardo e non molto distante da lì notai Louis con.. una ragazza.
Si tenevano per mano.
Si era fidanzato? Ma non si era lasciato da poco con la sua ragazza? Perché si tenevano per mano?
Hey Sophie cara, sei gelosa?
No, sto solo osservando bene la scena. Insomma, Louis non mi mentirebbe mai, giusto?
Li osservai, si stavano allontanando, ma non si tenevano mano nella mano. Potevano essere anche solo amici.
Scattò il verde.
Passai dall'altro lato della strada e dopo una cinquantina di metri arrivai ed entrai a casa per cambiarmi.
Sciacquai velocemente il mio viso e poi sistemai il piccolo borsone che dovevo portarmi in ospedale.
Una volta preparato, presi il cellulare che avevo lasciato in carica, lo infilai in tasca e uscii da casa.
Dopo aver fatto pochi passi sento un clacson.
Mi volto e trovo Harry con un braccio poggiato sul finestrino.
Harry: Hey bellezzaaa.. - gli sorrido e mi avvicino a lui, che nel frattempo accosta.
Io: Ciao riccio.
Harry: Dove vai di bello?
Io: Torno da mia nonna in ospedale, ho preso il mio borsone.
Harry: Dai sali che ti dò un passaggio. 
Non me lo feci ripetere due volte. Salii in macchina e chiusi lo sportello. Harry mise in moto.
Io: Avete finito le prove?
Harry: Sì sì, da un po'.
Io: Ho visto Louis con una ragazza, prima. - azzardai. Lui frenò di botto.
Harry: Era ancora con lei?
Io: Ma chi è? - lui ripartì.
Harry: Eleanor, la sua ex.
Oh.
Cosa ci facevano insieme? Non l'aveva lasciato lei?
Io lo dico che tu sei gelosa.
No, non sono gelosa. Sto solo cercando di capire.
Harry: L'ha fermato quando abbiamo finito le prove. Pensavo che non lui non volesse avere più  niente a che fare con lei.
Io: Li ho visti mano nella mano.
Harry: No, è impossibile. Non possono essere tornati insieme, avrai visto sicuramente male. Insomma, lui non la vuole più, ha sofferto e sta cercando di ricominciare..
Arrivammo subito e scesi, lasciando Harry con quel dubbio.
Io: Grazie del passaggio, ci si vede.
 

#Louis.

 
Riaccompagnai a casa Eleanor, in fondo non ero così cattivo da lasciarla sola a quell'ora.
Sì, si erano fatte le sette e lì c'era già buio.
El: Grazie mille, insomma, spero che tra noi le cose si possano risolvere una volta per tutte. -mi sorrise. Quel sorriso che amavo tanto, che mi provocava piacevoli brividi sulla schiena, adesso non aveva alcun effetto su di me.
Annuii.
Io: Buonanotte El. -mi schioccò un bacio sulla guancia ed entrò in casa sua.
Non l'avevo perdonata, ma potevo provare a darle una possibilità, ma da amici.
Mi incamminai verso casa.
Passai di fronte la casa della nonna di Sophie.
Sophie.
Cavolo, non l'avevo nemmeno cercata. 
Chissà come stava sua nonna e come stava lei.
Entrai in casa e salutai mamma.
Mamma: Dove sei stato? Ti cercava Harry, ha detto di richiamarlo appena saresti tornato a casa!
Io: Sono stato con Eleanor. Adesso lo richiamo.
Mamma: Ma come con El...
Presi il telefono di casa e salii in camera mia senza far finire la frase a mia madre.
Mi stesi sul letto e digitai il suo numero.
Harry: Pronto?
Io: Harry, sono Louis. Mia mamma ha detto che hai chiamato.
Harry: Sì, oggi ho incontrato Sophie, le ho dato un passaggio in ospedale.
Io: Oh, come sta?
Harry: Non abbiamo avuto modo di parlare di lei. Mi ha detto solamente che ti ha visto con Eleanor...
Io: Oh..
Harry: ... mano nella mano.
Io: Ma no! Non eravamo mano nella mano. Non crederai che sono tornato insieme a lei, vero?
Harry: Ma da come vi ha descritti Sophie sembravate una coppia.
No, no, no, no, no!
Io: Cazzate! Mi ha cercato per.. - e così gli raccontai perché era venuta a cercarmi, fino a quando l'ho riaccompagnata a casa.
Harry: Che stronza! Ma dai. Da amici? Due che sono stati insieme non possono ritornare amici, è fuori legge.
Io: Si può provare, in fondo io non provo più niente per lei. Sto ricominciando..
Harry: Ma lei prova qualcosa..
Io: Non mi interessa. Le ho spiegato com'è la situazione. Se le sta bene okay, se no può farsi fottere.
Harry: Come sei aggressivo amico!
Scoppiammo a ridere.
Parlammo un altro poco, ma poi visto l'orario, decidetti di chiudere per cercare Sophie.
Non ci sentivamo dalla mattina.

Crea messaggio. Sophie.

"Ciao Sophie. Scusa se non ti ho cercata oggi, sono stato un po' impegnato. Come stai? L. xx"

Posai il cellulare sul comodino, andai a sciacquarmi la faccia e mi infilai il pigiama.
Tornai in camera e controllai il cellulare.
"Hey, chi non muore si rivede! Lo so che sei stato impegnato :) Comunque io sto bene, la nonna non sembra migliorare!"
 
Mi affrettai a rispondere.

"Volevo chiarire una cosa: io ed El non siamo tornati insieme. Non provo più niente per lei. Hai capito male! Comunque mi spiace per tua nonna, passerò domattina per farle una visita!"

"Hey, non mi devi spiegazioni, è la tua vita :) Comunque ti aspetto! Adesso metto in carica il cellulare che la batteria mi sta abbandonando! Un bacio, buonanotte! S. xx"

"Buonanotte bellezza! L. x"
 
Misi anche io in carica il cellulare e mi infilai sotto le coperte.






**


HOLAAAAAA!

Sono viva! AHAHAHAH sono riuscita a postare il capitolo!
Vi giuro che ero senza idee. Ma fortunatamente ho avuto ispirazione oggi e ho buttato giù questo capitolo.
Non è il massimo vero?
Voi cosa ne pensate?
Il nostro Louis non si è lasciato persuadere (?) dalla nostra Eleanor. Che impressione ha su di voi lei?
Dai, dai, dai. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Prima di andare, vorrei ringraziare tutte quelle persone che hanno messo la fan fiction tra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto chi l'ha recensita. Mi fa davvero un piacere immenso c:
Inoltre volevo dirvi che ho cambiato nick di twitter: non sono più @MissCarrot_1D ma @_xtommosmile 

Okay, sono le 00.28 e io dovrei andare a nanna.
Un bacione a tutte meraviglie.
#Loveyouall.

xtommosmile.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19. ***



#Sophie.

 
Ed ecco sorgere un altro giorno a Doncaster.
Non avevo dormito molto quella notte. Troppi pensieri per la testa.
Erano le otto passate, già da un po' e in ospedale c'era già un viavai di dottori.
La nonna era inerme sul letto.
Non capivo cosa le stava succedendo. I dottori non mi volevano spiegare, ma io speravo con tutto il cuore che la nonna guarisse di lì a poco, perché volevo vederla ancora sorridere, volevo ancora sentire i suoi ottimi consigli, mi mancava.
 
TocToc.
 
Entrò una dottoressa con una cartellina in mano. 
Dott.ssa: Devo fare dei solo alcuni controlli..
Io: Certo, faccia pure, io esco un attimo.
 
Andai fuori, in corridoio, ma con mia sorpresa mi trovai un Louis sorridente avanzare verso di me.
Louis: Eccoti, finamente ho indovinato il piano.
Io: Buongiorno anche a te Louis. -scoppiai a ridere per il fiatone che aveva e per la faccia buffa.
Louis: Buongiorno. -mi schioccò un bacio sulla guancia.
Quel tocco mi riempì di calore, tanto calore. Che fossi arrossita? Spero di no.
Io: Come stai?
Louis: Io.. bene direi. Invece tu? Tua nonna?
Io: Non ho chiuso occhio stanotte, ma sto bene. Mia nonna invece nulla. E' entrata una dottoressa adesso per fare dei controlli.
Louis: Speriamo bene.
Io: Io sono molto preoccupata. -mi buttai a peso morto sulla sedia lì vicino. Lui mi fece compagnia.
Louis: Stai tranquilla, su! Passerà tutto in fretta, basta crederci!
Già. Bastava crederci. 
 
La porta della camera si aprì e uscì la dottoressa.
Dott.ssa: Signorina, ho finito i controlli.
Io: Allora, come sta mia nonna?
Dott.ssa: Sua nonna sta solo dormendo, direi che la sua condizione è migliorata. Si sveglierà presto! -mi sorrise e tornò a fare il suo lavoro.
Io felice dalla felicità e con le lacrime agli occhi abbracciai Louis, che mi strinse a lui così forte che sarei rimasta volentieri tra le sue braccia.
Mi sentivo così bene con lui, è vero, ci conoscevamo da poco, ma si sa quando ti affezioni ad una persona come va a finire. 
Louis: Visto? Te l'avevo detto che sarebbe migliorata. -mi sorrise. Lo fissai. Quel sorriso era.. era.. che aggettivo potevo utilizzare per descrivere quel sorriso?
Bellissimo?
Fantastico?
Meraviglioso?
No, ancora di più. Mi faceva sciogliere. Il bello è che rideva spessissimo, quel sorriso faceva parte di lui e nessuno glielo avrebbe tolto dalle labbra.
Louis: Hey..?
Mi riportò alla realtà. Oddio, che vergogna. Mi staccai dall'abbraccio.
Io: Ehm.. sì. Avevi ragione. Adesso entriamo. -gli sorrisi.
 
 

#Louis.
 
 
Quando arrossiva era stupenda. E quando sorrideva era meravigliosa.
Ok, ok, ok. Frena Louis.
Non potrà mica piacermi? No, non può.
Siamo amici, avevo un'amica meravigliosa. Sì, ecco tutto.
La seguii nella stanza.
Mi sedetti nella sedia che stava di fronte alla sedia in cui si era seduta Sophie.  
La fissavo. 
Non smettevo di perdermi nei suoi occhi azzurri.
Fissavo il suo viso. Si vedevano i segni della stanchezza. Povera, volevo fare di più per aiutarla, ma non sapevo come fare.
Fissavo i suoi movimenti leggeri, delicati. 
Sophie: Hey nonna, svegliati presto. -sussurra.
Ascoltavo la sua voce.
Era così cristallina, così dolce, così... E BASTA LOUIS.
Quanto sei mieloso.
Ammiravo solamente la forza con cui affrontava la vita, le difficoltà.. ne aveva tanta di forza.
Sophie: Hey Louis.. Louis.. - mi risvegliai.
Io: Che c'è?
Sophie: Ti sta squillando il cellulare. -ridacchiò.
Oddio, non avevo sentito nemmeno il cellulare. 
Io: Ehm.. sì. - risposi.
 
Io: Pronto?
Niall: Hey brò, dove sei?
Io: Sono in ospedale da Sophie, perché?
Niall: Le prove sono iniziate da un po'. Ci chiedevamo dove fossi finito..
Io: Ma perché, che ore sono?
Niall: Sono le nove brò.
Io: Oddio, com'è passato in fretta il tempo. Arrivo, il tempo della strada.
Niall: Ok, ti aspettiamo. -chiudemmo la chiamata.

Sophie mi guardava curiosa.
Io: Devo andare.. -dissi dispiaciuto- .. mi aspettano le prove pure oggi!
Sophie: Tranquillo, anzi.. mi ha fatto piacere la tua visita.
Io: Torno quando posso, te lo prometto. - le diedi un bacio sulla fronte e uscii dalla stanza, correndo verso il parcheggio.
 
 

#Sophie.
 

Quel suo bacio sulla mia fronte. Poteva mandarmi in tilt.
Era davvero un ragazzo dolcissimo, ne ero sicura.
 
Guardai ancora mia nonna, speravo si svegliasse quella stessa mattina.
Uscii un attimo dalla stanza per andare a prendere una ciocciolata calda alla macchinetta.
Mi ci voleva proprio.
 
Tornai in camera e non credetti ai miei occhi.
Mia nonna, mormorava e aprì gli occhi di colpo.
Io: Mio dio, mio dio. Nonna!
Quasi non buttavo il bicchiere con tutta la cioccolata a terra. Mi avvicinai a lei correndo.
Io: Nonnina. 
Mi veniva da piangere. Potevo farlo?
I suoi occhioni azzurri mi fissavano. Quanto mi erano mancati. La abbracciai fortissimo.
Nonna: P..piccola mia!
Io: Nonna, finalmente ti sei svegliata. Dio, non ci credevo più ormai.
Mi accarezzò il viso delicatamente.
Nonna: Sto bene, sto bene! -mi sorrise.
Passammo molto tempo a parlare. Le raccontai tutto quello che era successo.
Era felice per la mia amicizia con Louis, e gli altri ragazzi. Non poteva fare altrimenti, direi.
 

#Louis.
 
 
Io: Eccomi ragazzi, ho fatto il prima possibile. C'era un po' di traffico!
Harry: Tranquillo..
Zayn: Prima è venuto Paul.. ci ha dato una notizia.
Io: Quale?
Niall: Vedi.. tra un paio di giorni dovremmo partire.
Io: Dove andiamo? 
Liam: In America. Siamo stati candidati per i Video Music Awards.
Io: Oh, beh, staremo pochi giorni no?
Harry: In realtà dovremmo stare circa due settimane, perché dobbiamo girare un video di non so cosa.
Due settimane? 
Il mio pensiero andò a Sophie. Non potevo lasciarla adesso.
Non ora che le avevo promesso che sarei rimasto affianco a lei.
Io: E quando si parte?
Liam: Dopo domani.
Il cellulare mi vibrò.
Guardai l'sms che era arrivato. Era di Sophie.

 
"Hey Lou.
Sono felicissima, mia nonna si è svegliata!
Sta molto meglio. Buone prove. S. x"


 
Louis: EVVAAAAI.
Zayn: Hey brò, non pensavo che fossi così felice di partire.
Io: Ma no idiota, la nonna di Sophie si è svegliata! - ero felicissimo pure io, nemmeno se avessi vinto una partita di calcio vah.
I ragazzi applaudirono felici (?)

Forse adesso, potevo partire con un peso in meno.
Forse adesso Sophie aveva una responsabilità in meno.
Le sarei stato accanto comunque.
 
"Sono felicissimo,
finalmente, era ora!
Ci sentiamo dopo, un bacio a te
e a quella splendida donna. L. x"


 
**

HOLAAAAAAA!

Si, eccomi qui :D sono riuscita a postare! Invece di studiare storia dell'arte (che schifo di materia è?) ho scritto il capitolo e l'ho postato. Amatemi.
AHAHAHAHAHAHAHAH
Detto questo, parliamo del capitolo. Allora, finalmente diciamo che non è più un capitolo depresso, forse lol ero stufa di deprimermi e quindi ho dato un po' di felicità a Sophie, e anche a Louis lol 
A parere mio, la parte dei pensieri di Sophie e Louis è molto bella *w*
Cosa ne pensate voi?
Infine, prima di andare, volevo ringraziare tutte le meravigliose ragazze che recensiscono e quelle che hanno messo la mia fanfiction nelle seguite/preferite/ricordate. Grazie, grazie e ancora grazie! <3

#Loveyouall.

xtommosmile.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20. ***



"Hey Sophie, devo parlarti!"
 
Quel messaggio, quelle parole continuavano a frullarmi in testa.
Cosa doveva dirmi?
Che era tornato con la sua ragazza? 
Dio, speravo di no. Insomma, non che mi piaceva. 
Non poteva piacermi.
Però speravo non fosse nulla del genere e soprattutto nulla di grave.
«Hey, sei pensierosa?» sussultai.
Come faceva? Mi leggeva per caso nel pensiero?
«Sì nonna, ma nulla di preoccupante. Tranquilla. Tu piuttosto, hai dormito bene?»
«Sì, grazie.» mi sorrise. «Ho un po' di sete, però.» così mi alzai e andai a versare nel bicchiere un po' di acqua naturale.
 
Toc Toc.
 
«Si può?» nella stanza entra una Sam con sorriso sulle labbra.
«Saaaammy! Da quanto tempo!» vado ad abbracciarla.
«Come stai?»
«Bene, e tu?»
«Bene, sono passata a vedere come stava tua nonna!» poi si rivolge a mia nonna, avvicinandosi al letto «Signora,come sta?»
«Cara, tutto bene per fortuna.»
 
Ci mettiamo a parlare del più e del meno fino a quando..
«Lo sai che tra due giorni dobbiamo tornare a scuola vero?»
«Non me lo ricordare ti prego..» mi porto le mani sulla fronte.
«Domani vieni a casa mia e ripassiamo alcune cose, ci stai?»
«Non me lo devi nemmeno chiedere!»
Eh già. 
Avevo completamente dimenticato la scuola. Troppi problemi.
Avrei conosciuto nuove persone, avrei passato nuove esperienze.
L'unica domanda che mi frullava nella testa era 'sei pronta?'
No, non lo ero affatto. Ma se c'era Sam con me, forse tutto era più semplice.
Sapeva come prendere ogni cosa col sorriso.
Ero felice di averla accanto a me.
 
«Adesso devo andare. Ci vediamo domani mattina Sophie. Arrivederci signora!» io e mia nonna la salutiamo, pronte a salutare altre due persone.
 
«Ehilà, ragazza!» entra Louis, sprizzando gioia.
«Louis, ma ti sembra il momento di urlare?» lo richiama Jay.
«Ciao a entrambi!» scoppio a ridere.
Louis mi stampa un bacio sulla guancia, per poi andare a salutare mia nonna, lo stesso fa Jay.
Anche con loro parliamo per un po' fino a quando Louis mi chiede di uscire per poter parlare.
Okay.
Dovete sentire il mio cuore adesso. Aspettate, ma batte ancora?
 
Scendiamo le scale, lui mani nelle tasche dei jeans, io sguardo diretto verso di lui.
 
Attraversiamo l'area break e usciamo in un giardino. Ci sediamo in una panchina.
«Allora? Cosa mi dovevi dire?» sfrego le mani, l'una contro l'altra, sudavo fredda.
«Ecco vedi.. tra due giorni devo partire!» dice tutto d'un fiato.
Lo guardo. Il mio cuore tornava a battere.
Guardava le sue scarpe. Gli accarezzo i capelli e lo faccio continuare a parlare.
«E dove sta il problema? E' il tuo lavoro.»
«Ti devo lasciare per un po', proprio in questo momento che, diciamo, tra noi le cose andavano bene..» mi guarda con un'espressione malinconica.
«Hey, ma di che ti preoccupi?»
No, non volevo che partisse proprio in questo momento, ma che potevo dire? Che potevo fare?
Non gli potevo dire nulla. Era il suo lavoro. Sapevo sarebbe successo. 
«Non voglio lasciarti da sola, adesso.» gli sorridi. Quelle parole ti rincuoravano.
«Ma ci saranno skype, facebook, twitter.. insomma, hai capito -sorridi - e poi io tanto tra due giorni comincio la scuola -faccio il segno della pistola sulla fronte- quindi sarà abbastanza occupata!» 
Scoppiamo a ridere.
 

#Louis.
 

La sua risata.
Ero felice che non c'era rimasta male. Sarei partito con un peso in meno.
E poi aveva ragione: c'erano i social network, e poi le cominciava la scuola, quindi..
Il tempo, poi, sarebbe passato in fretta, sì.
 
Restammo lì, in quella panchina per un bel po'.
Mi sarebbe mancata tanto.
A un certo punto mi squillò il cellulare.
«Pronto?»
«Ciao Louis, sono Eleanor!» lei? Che voleva ora?
«Ciao Eleanor, dimmi..» guardo Sophie, che cambia espressione e mi allontano un po'.
«Nulla, ti chiamavo per sapere come stavi..»
«Sto bene, tu?» la nostra discussione si taglia quando le dico che dovevo aiutare mia madre a preparare il pranzo. 
Ancora non riuscivo a 'digerire' la sua falsità.
 
Torno da Sophie.
«Hey..» alza lo sguardo. «Scusami, era Eleanor.»
«Sì, l'avevo capito!» mi sorride. «Sarà meglio rientrare se non devi dirmi più niente.» si alza e va verso l'entrata, ma io la blocco dal polso.
«Verrai a salutarmi a casa?» 
«Può essere..» fa la vaga, ma capisco subito che verrà, perché il sorriso che ha sulle labbra tradisce la sua frase.
 
 
L'indomani..
 

#Sophie.
 
Mi sveglio. Io e la nonna avevamo riposato bene, come non facevamo da tanto.
Le dò il buongiorno e vado a prendere un bicchiere di cioccolata dalla macchinetta.
Al mio ritorno, trovo l'infermiera che parlava allegramente con mia nonna.
«Buongiorno!» dico.
«Buongiorno a lei signorina! Ci sono buone notizie. Da oggi pomeriggio, sua nonna può tornare a casa! Sta molto meglio e devo dire che è un miracolo.» 
«Oddio, grazie. E' una bellissima notizia.» dico abbastanza euforica.
«Una buona giornata!» e così l'infermiera esce.
 
Invio un sms a Sam.
'Hey Sammy, buongiorno!
Purtroppo stamattina non posso venire, perché ancora mia nonna sta in ospedale, ma oggi pomeriggio esce e passo verso le 3, ti va bene?'
 
Poso il cellulare in tasca e inizio a preparare il borsone con i vestiti miei e di mia nonna.
Ero felice.
«Finalmente si torna a casa! Non ce la facevo più!»
«Scusami..» la guardo incredula.
«E di che?»
«Per averti fatta preoccupare..»
«Ma no, nonna!» vado ad abbracciarla.
Mi strinse di più a sè mi sentii d'un tratto ancora meglio di prima.
Avevo già detto che mia nonna era tutto per me?
 
Nella mia tasca vibra il cellulare.
'Non ti preoccupare, ti aspetto
per quell'ora. A dopo <3'
 
Arriviamo a casa.
Apro la porta e la prima cosa che faccio dopo aver posato il borsone a terra è aprire le finestre.
La casa era stata per troppo tempo chiusa e non era abituata a tutto questo, anche perché mia nonna teneva sempre aperto. Adesso che ci penso non andavo a casa mia da un bel po' con tutto quello che era successo.
 
«Hey piccola, perché non vai un po' a casa a riposarti? Qui ci penso io.» 
«Inizi a farmi paura, sai nonna?» scoppiamo a ridere.
Così, prima di andare via, l'aiuto a riposare i suoi vestiti nei cassetti e a rifare il letto.
Dopo di che la saluto dicendo che ci saremmo sentite per telefono!
 
Rientrai in casa mia, ed era tremendamente sporca.
Guardai l'orologio e avevo solamente 3 ore per:
- pulire casa.
- cercare tutti i libri per la scuola.
- fare una doccia rilassante.
Ce la potevo fare.
 
Apro le finestre, lego i capelli in una coda e inizio a passare l'aspirapolvere da tutte le parti.
Perchè mia madre mi ha lasciato una casa con due piani? Argh!
Dalla cucina passo al salotto e da lì passo al piccolo bagnetto. Poi salgo su e la passo nella mia camera e nel mio bagno. Dopo di che.. STOP!
Avevo finito.  
 
Pulire casa, fatto!
 
Adesso dovevo cercare i miei libri, ma dove li avevo messi?
Guardo nel camerino vicino al salotto. C'era un bel po' di confusione, non sapevo da dove cominciare a cercare.
Sicuramente dovevano essere dentro gli scatoloni.
Aprii il primo che mi capitò sotto gli occhi. 
Tagliai lo scotch e.. niente da fare. C'erano cianfrusaglie varie.
Lasciai stare.
 
'Hey, che fai? L. xx'
Mi spuntò un sorriso. Risposi subito.
'Sto cercando i miei libri. Non li trovo, aiutamiiiiii..'
 
'Sto venendo!'
 
'Hey, ma io scherzavo! O.o stai venendo sul serio?'
 
Non mi rispose più.
Era pazzo quel ragazzo.
E ho fatto pure una rima del cazzo, che non so cosa c'entra, ma volevo finirla in bellezza. AHAHAH
 
Dlin dlon.
 
Andai ad aprire.
Era venuto davvero!
«Ciao!» mi sorrise.
«Te l'ho già detto che sei pazzo?» 
Mi sorrise. «Volevo solo aiutarti, a casa mi stavo annoiando!»
«Non avete i preparativi per il viaggio?»
«No, abbiamo già risolto ieri sera. Siamo tutti pronti, dobbiamo aspettare solo che arrivi domani!» annuisci.
«Allora seguimi, e aiutami a cercare questi maledetti libri!»
Così sia io che lui ci mettiamo a cercarli. 
Ma non potevano essere spariti nel nulla, dai.
«TROVATIIIII!» Louis inizia a sventolare all'aria un libro. Mi catapulto vicino a lui e fisso il libro.
«SEI UN GENIO!» urlo.
«Heeey, per poco non mi spaccavi un timpano!» 
«Eh, per così poco, sei abituato al peggio.» dissi convinta, alzandomi e uscendo dallo stanzino e andando verso la cucina a posare quei libri.
 
Cercare i libri, fatto.
 
«Adesso, scuami ma sono nettamente in ritardo, devo andare su a fare la doccia.»
«Ti aspetto, così ti accompagno..»
«Ma distur..»
«Ti ho già detto che non ho nulla da fare.»
«Allora sarò velocissima.»
Così corro su per le scale chiudedomi in bagno.
 
 
#Louis.
 
Va su ed io rimango in cucina.
Quella casa era enorme per una ragazza come lei. Chissà come si sentiva la notte, al solo pensiero mi venivano i brividi. Brrr!
Andai in salotto, e notai alcune foto che la prima volta non vidi.
Era lei, suppongo, da piccola insieme ai suoi genitori.
Che tenera che era.
Poi, affianco, ce n'era un'altra, sempre sua, ma in spiaggia e da sola.
Poteva avere si e no 15 anni, ed era messa in posa, in costume.
Presi la foto tra le mani e la osservai bene. 
Era una ragazza stupenda, l'avevo già detto?
«Hey, che fai?»
La foto fa un volo, ma per fortuna riesco a riprenderla.
«Mi hai fatto spaventare, ma sei pazza?» riposo la foto sul mobile e mi metto una mano sul cuore.
Lei, di colpo, mi abbraccia.
Rimango immobile. «Come mai questo abbraccio?»
«Per ringraziarti!» mi sorrise. BLOCCATE IL TEMPO! Ricambiai il sorriso.
«Sei pronta?»
«Prendo la sacca e andiamo.»
Mentre lei si dirigeva in cucina a prendere la sacca mi arrivò un sms da Niall.
'Hey brò, cambio di programma! Chiama quando puoi.'
Così digitai il suo numero e aspettai.
«Louis! Non ci sei mai a casa!»
«Lo so, sono da Sophie, che succede?» nel frattempo Sophie torna da me.
«Cambio di programma. Partiamo stasera, per domani è previsto un casino in aereoporto. Casino, alias fan accanite!» scoppia  a ridere.
«Ma no, come stasera? Okay brò, allora accompagno Sophie e poi vado ad avvertire mia madre.» chiudiamo la chiamata.
 
«E' successo qualcosa?» disse preoccupata.
«Partiamo stasera..»
Attimo di silenzio. Mi fissava.
«Come mai?»
«Ci saranno moltissime fan domani in aereoporto!»
«Ah, capisco!»
«Dai, andiamo adesso!» le dissi sorridendo.
Così lei chiuse casa, salimmo in macchina e ci dirigemmo a casa di Sam.
Lungo il tragitto non parlammo molto.
Arrivammo troppo presto.
«Verrai allora?» le ripetei nuovamente sorridendo.
«Certo sciocco!» mi spettinò i capelli e scese dalla macchina schioccandomi un bacio di fuoco sulla guancia. «A più tardi.» 
Chiuse lo sportello e aspettai che entrasse a casa.
 

#Sophie.
 
 
«Ciao Sammy!» miguardò malissimo e io scoppiai a ridere. «Lo sai che ti voglio bene» dissi convinta.
«Certo, certo!» 
«Lo sai che i tuoi amati partiranno stasera?»
«Non dovevano partire domani?»
«Cambio di programma, vuoi venire con me dopo,a salutarli?»
«E che me lo chiedi a fare se sai già la risposta?» disse con uno sguardo trasognante.
«Giusto, era scontato!» borbotto tra me e me. «Allora, cominciamo?»
«Sìssignore!» 
Andammo in camera sua e lei si buttò nel suo letto ed io mi sdraiai a terra.
Se dovevamo studiare, dovevamo farlo comodamente no?
«Allora, iniziamo da questa equazione qui!» prese il suo libro di matematica e mi indico un'equazione che a prima vista sembrava difficile.
La matematica mi urtava parecchio.
«No, non ce la faccio!» dissi buttando la penna all'aria.
«Nemmeno io!»
«Nella mia vita la matematica non serve a nulla!» giusto?
«Passiamo avanti vah.. l'estate fa male! Passiamo alla letteratura!»
«Sì, Shakespeare!» il mio autore preferito.
E iniziai a ripetere. Alla fine, Sam mi applaudì e io feci un inchino; però visto che mi stavo atteggiando troppo, mi lanciò un cuscino. E quel lancio si trasformò in lotta con i cuscini.
Sembravamo due bambine piccole. 
«Hey hey, basta!» dissi col fiatone.
Ci buttammo sfinite a terra.
«In questi anni mi sei mancata..» disse d'un tratto. Mi girai verso di lei. «Mi è mancato divertirmi in questo modo con te. Nessuno qui è come te.» mi intenerì.
«Come mai questa nostalgia?»
«Perché non ti voglio perdere!»
«Ma no scemottola!» l'abbracciai.
A volte era la ragazza dal cuore di pietra, strafottente e altre volte  era da stritolare, ti dava tutto l'affetto di questo mondo.
 
 
Ore 7 pm.
 
Avevamo appena finito di studiare inglese e ci stavamo sistemando per andare dai ragazzi.
'Arrivo tra un pochino. S. xx'
 
«Come sto?» mi disse Sam.
«Un incanto, come sempre.» le sorrisi.
 «Adesso andiamo?» dissi impaziente.
Avevo paura di non arrivare a salutarlo, e per di più dovevamo andare a piedi anche, quindi ci mettevamo un po' ad arrivare.
 
 
Erano le 7.20 pm. e stavamo quasi per arrivare.
«Agitata?» dissi a Sam, ma forse quella agitata ero io.
«No, però vederli è sempre un'emozione!»
 
Arrivammo a casa di Louis. C'era già la Range Rover di Harry parcheggiata lì fuori.
«Hey bellezze!» ci salutò.
Pian piano spuntarono fuori gli altri quattro.
Mi si avvicinò Louis.
«Allora state partendo..»
«Già, ma tornerò presto!» 
«Mandalo qualche sms quando avrai tempo!»
«No, non te ne invierò nemmeno uno!» gli tirai una manata sul braccio e poi mi abbracciò.
«Sei scemo!» gli sorrisi.
«Ragazzi, dobbiamo andare o perderemo l'aereo!» disse Paul.
«Preferisco perderlo..» disse a bassa voce Louis e io sorrisi sotto i baffi.
Purtroppo dovettimo salutarci tutti.
Sarebbero tornati poi tra due settimane. Chissà come avrei fatto senza di lui..
Salirono tutti nella Range Rover e sgommarono via. 
Io guardai Sam e poi la macchina, allontanarsi sempre di più.
«Diventa sempre più dura..» sussurro.
«Non dirlo a me.» sorpresa alzo lo sguardo e Sam mi sorrise malinconica.
Ci incamminammo verso casa sua, di nuovo.
 
'Hey schricchiola. Mi manchi già. L. x'



**

AIEAAAAAH.

*schiva i pomodori*
Saaaalve ragazzuole. Finalmente sono riuscita a postare, pensavo di non farcela.
Questo capitolo non mi convince molto, a voi che ve ne pare? Però è il capitolo più lungo, alleluja.
*applauso*

Secondo voi cosa succederà? Voglio rendervi partecipi di questa fan fiction e quindi mi piacerebbe sapere le vostre idee, insomma.

*A Extreme Make Over Home Italian Edition hanno messo One Thing e What Makes You Beautiful :')*

Prima di andare vorrei scusarmi con voi per non aver risposto alle recensioni, ma non ho avuto proprio il tempo. SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!
Vi ringrazio qui, siete meravigliose e non sapete quanto piacere mi fa leggerle :') 

Ps. Quando mi dite di leggere qualche vostra fan fiction io passo immediatamente a leggerla e recensire perché mi piace farlo, però mi dà fastifio quando non ricambiate, perché ci metto tutto l'amore di questo mondo. Detto questo, non voglio far polemica. 
#peaceandlove.

Buonanotte, baci,
xtommosmile.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21. ***




Io e il computer eravamo diventati una cosa sola: non perdevo mai l'occasione di sentire Louis e i ragazzi.
Erano partiti da soli due giorni e mi mancavano. Già..
Io e Sam avevamo già iniziato la scuola e devo dire che il primo giorno è stato abbastanza noioso, ma c'era da aspettarselo.
 
Secondo giorno di scuola.
Zaino in spalla, occhiali da sole sugli occhi per coprire le occhiaie, pronta per cominciare un altro giorno di scuola.
Non passavo a prendere Sam perché ci saremmo incontrate lì.
Danum Academy.
Non mi lamentavo della mia scuola, era un edificio molto carino, la gente era molto socievole e vi chiederete se c'erano i tipici gruppetti?
Sì, c'erano. Il team del basketball e la rispettiva squadra di cheerleaders.
Ma non creavano disturbo. Invidiavo le cheerleaders: avevano un corpo da paura, ovviamente in senso positivo, gambe esili, sorriso smagliante ogni mattina e coda di cavallo altissima e lunga.
Non dico che mi sarebbe piaciuto entrare a far parte del loro gruppo, ma almeno avere il loro fisico.
«Hey bella addormentata nel bosco!» a riportarmi alla realtà ci pensò una Sam sorridente.
«Ehm, sì, scusami! Buongiorno!»
«Che facevi?»
«Guardavo le cheerleaders!»
«Oh, approfittane!» la guardai con la testa piena di punti interrogativi «Perché tra qualche giorno arriverà una nuova cheerleader. Viene dal South Carolina e dicono che è moooolto vipera.»
«Oh benissimo direi no?» scoppiamo a ridere.
 
Entriamo nel corridoio. C'erano ancora pochi ragazzi.
Apro il mio armadietto, ci butto dentro tutti i libri, lasciando fuori solo quello di tecnologia.
Lo richiudo e io e Sam ci incamminiamo al secondo piano, dove c'era la nostra aula.
«Allora, hai sentito i ragazzi?» mi chiede speranzosa.
«Certo. Stanno bene. Hanno molti impegni, prove per il programma..»
«Immagino. E che mi dici di Louis?»
«Ma sei fissata tu!» scoppio a ridere istericamente, ma vedendo che lei era molto seria mi fermo un attimo e ragiono su quello che le avrei detto. «Louis cosa?» beh direi che non potevo far altro che rispondere a mia volta con una domanda no? 
«I ragazzi vi lasciano da soli quando parlate?»
«Ma cosa ti metti in testa, mia cara Sammy?» rido. «Senti,  a me Louis non piace. Sì, è un ragazzo carino, simpatico e tutto, ma non mi piace.»
«Suvvia Sophie, si vede lontano un miglio che siete fatti l'uno per l'altro.»
«In realtà la sua ex sta tornando..» lei rimane incredula.
Entriamo in classe  e ci sedemmo al solito posto, in fondo!
«Dai, non può essere!»
«Ti dico di sì!»
Continuiamo a parlare per un po', tanto che non ci accorgiamo dell'arrivo della professoressa Johnson.
«Sophie! Sam! Ne avete ancora per molto?» riceviamo un sorriso beffardo da parte sua, ma non mi stava antipatica. Anzi, a differenza di tutti gli altri professori, lei ci chiamava per nome.
«Ci scusi!» così apriamo il libro, pronte ad ascoltare quella noiosissima lezione.
 
 
 
 
Quando tornai a casa la prima cosa che feci fu mandare un messaggio instantaneo a Louis.
"Buongiorno Lou, come va lì? Io sono uscita da scuola. xx"
Metto il cellulare in carica e scendo in cucina a prepararmi un po' di pasta.
Prendo la pentola, metto l'acqua e accendo il fuoco. Mentre bolliva chiamo mia nonna, per sapere come stava.
Parliamo un pochettino,  poi gli augurai una buona giornata e inizio a mangiare.
Ero sola, in casa c'era un silenzio tombale.
Che brutta la solitudine. A volte mi veniva quella voglia di avere accanto qualcuno: un fratello o una sorella, un ragazzo o semplicemente un'amica.
Spesso per la testa mi era passata quella pazza idea di vendere questa casa enorme e comprarmi un appartamentino in periferia di Londra, anche se questo mi portava a stare lontano da mia nonna.
 
Finisco di mangiare la poca pasta che mi ero preparata, sparecchio e salgo in camera a studiare.
Apro il diario e controllo che compiti ho da fare.
Per fortuna, o purtroppo, solo due esercizi di matematica. Apro il libro. Cavolo, le funzioni: argomento più odioso di questo non l'ho mai affrontato!
 
Squilla il mio cellulare.
«Hey bellezza!»
«Ciao Sam!»
«Ti va se andiamo a fare shopping? Ho bisogno di un vestitino da mettere per il diciottesimo di mia cugina!»
«Certamente, tanto questa matematica non l'ho capita, al solito!» ridacchia.
«Allora ci vediamo tra 15 minuti davanti al centro commerciale okay?»
Così inizio a prepararmi, poso tutti i libri nello zaino e, una volta chiusa la casa, mi incammino verso il centro commerciale. L'aria stava diventando abbastanza fredda.
 
Louis ancora non mi aveva risposto, chissà cosa stava facendo lì.
 
Arrivo al centro commerciale con cinque minuti di anticipo, e dubito che Sam fosse già lì.
Così mi siedo in una panchina lì vicina e l'aspetto.
Nel frattempo, involontariamente, inizio a pensare, ma a nulla di particolare.
Ero solita perdermi tra i miei pensieri, facilmente direi.  
Una volta, ricordo, ero a scuola, ed ero nell'ora di scienze. Iniziai a fantasticare sin dal primo minuto in cui la prof mise piede in classe. Sognavo di incontrare il mio attore preferito, Leonardo Di Caprio - capitemi, ero ancora una dodicenne in preda agli ormoni - sognavo almeno di incontrarlo e abbracciarlo e dirgli quanto era bravo a recitare. Pensai così tanto a lui, ai suoi occhi, ai suoi capelli, al suo fisico che non mi accorsi che la lezione era finita e che quasi tutti i miei compagni erano usciti fuori dalla classe. Ero un caso disperato.
E adesso che ci penso, nel film 'Titanic' c'è una parte dove assomiglia a Louis.
Ma cosa c'entra Louis adesso? Argh.
«Hey bella addormentata nel bosco?» Sam mi stava passando una mano davanti agli occhi.
In quel momento potevo sembrare Raven quando aveva le visioni. Dio.
«Scusa.» dico imbarazzata. 
Entriamo dentro al centro commerciale e giriamo per molti negozi, non c'era molto in quel periodo lì.
«Guarda quel vestito!» quando pensavamo di essere a corto di idee e senza speranze, ecco che a Sam viene l'ispirazione. 
Un vestito blu elettrico, con un scollo a V, lungo fino al ginocchio.
Col fisico perfetto di Sam quel vestito le sarebbe stato un incanto. Avrebbe fatto il suo figurone.
 
Una volta fuori il centro commerciale decidiamo di andare a mangiare da Burger King.
Erano le 7 passate e stavamo morendo di fame.
«Ti va di rimanere a dormire da me?» dico speranzosa mentre finisco di addentare il mio panino.
«Certamente. Poso la busta a casa, prendo i libri e vengo da te!»
«Grazie mille, non volevo passare un'altra nottata da sola. Quella casa inizia ad inquietarmi un po'.» scoppiamo a ridere. 
Poi.. ognuno per la sua strada.
 
Non avevo ancora notizie di Louis e i ragazzi, dovevo preoccuparmi?
No, magari erano pieni di prove. Sì!
 
Mi cambio e metto una tuta per casa, per stare più comoda.
Sam arrivò dopo poco, carica di zaino e borsone. 
«E quel borsone?»
«Ne ho parlato un po' con mia madre e ho pensato di venire qui da te per un po' a farti compagnia, sempre se per te va bene..»
L'abbraccio d'istinto. Lei mi capiva al volo.
Davvero, in quel periodo che ho passato in Italia non so come ho fatto a stare senza di lei. Insomma, era l'amica più lunatica, testarda, ma perfetta che si potesse avere.
«Sono felicissima!» le sussurro.
Se fossi stata una moooolto sensibile, le sarei scoppiata a piangere in faccia, ma mi trattenni.
«Hey, non mi fai entrare? Basta smancerie!» ride. Ecco la mia Sam.
La faccio entrare e le faccio posare il tutto in camera mia. L'accompagno e mentre parliamo della sua fantastica idea di venire a stare per un po' da me, sento un blip provenire dal mio computer.
Ci voltiamo contemporaneamente e, dato che era in standby, illumino lo schermo col mouse e mi trovo la casella di Skype aperto e un messaggio di Louis che mi diceva che erano tornati in hotel e che avevano finito di fare le prove.
Sam salta in piedi, piena di gioia. E iniziò a fare la stupida solo quando inviai la chiamata a Louis.
«Non ti sei ancora abituata a vederli?» scosse il capo. Io scoppiai a ridere.
 
RICHIESTA INVIATA. IN ATTESA CHE LOUIS RISPONDE.
 
RICHIESTA ACCETTATA. CARICAMENTO...
 
«Ccciiiaaaooo!» un Louis sorridente ci saluta dall'altro lato dello schermo. Non era da solo, c'erano anche Harry e Niall.
«Ciao ragazzi! .. Sam riprenditi per favore!» le sussurro. Stava facendo la figura dell'idiota! «Come sono andate le prove?»
«E' stato un po' stressante, ma tutto sommato bene, domani abbiamo le prove generali.»
«Che bello -batto le mani- volevo tanto essere presente.»
Nel frattempo, dall'altro lato dello schermo vediamo Zayn -a petto nudo- e Liam -con una tovaglia in vita- che si avvicinano alla webcam e ci salutano.
«Ragazzi -si sventola con la mano Sam- mi volete far morire per caso?» ridacchio.
«Ragazzi, ma vi sembra modo? Ci sono due donzelle che vi stanno guardando!» li rimprovera Louis.
Io scoppio a ridere. 
«Tranquillo Lou, qui l'unica imbarazzata è Sam!» la sfotto. Continuo a ridere.
«Grazie Sophie!» dice sarcastica Sam.
«Sophie, Sam..quando torniamo lì dobbiamo uscire a mangiare insieme!» afferma Niall.
«Come mai mi aspettavo questa tua proposta?»
«Sono prevedibile?»
«Sì, Niall!» scoppia a ridere anche Sam, che finalmente si era risvegliata da quel coma in cui era caduta.
Niall mette un broncio finto.
Parliamo un altro poco, poi però ai ragazzi viene la felice idea di lasciare Louis da solo.
«Ehm.. ehm.. io devo andare un attimo in bagno, torno subito!» dice Sam, svignandosela.
Anche lei mi aveva lasciata sola.
«Ed eccoci qui, ci hanno lasciati da soli..»
«Già..» ok, adesso ero parecchio imbarazzata.
«Carino il tuo pigiama!» afferma.
Ero diventata rossa fino alla punta dei capelli.
Faceva uno caldo strano in camera mia. L'estate era passata o sbaglio?
«G-Grazie!»
 
«Tua nonna come sta?»
«Direi bene, per fortuna! Incontro spesso tua mamma.. io la amo! E' una splendida donna!»
«Hai ragione!» sorride.
«Ehm..quando tornate?» 
Ok, mi mancava, problemi? L'avevo ammesso.
Beh, diciamo che l'ho ammesso nei miei pensieri, ma l'ho pur sempre ammesso. Vederlo da un computer e vederlo di presenza era differente, non era la stessa cosa e sinceramente volevo averlo accanto a me e non a chilometri e chilometri di distanza.
«La prossima settimana, non so ancora bene quando!»
 
Parliamo per un bel po' , tanto che si erano fatte le 11.
Poi lo dovetti salutare per il semplice fatto che dovevo svegliarmi presto per andare a scuola.
Che palle, eh?
«Allora buonanotte!»
«Buonanotte Soph, ti voglio bene!»
Sentirlo dire era qualcosa di... qualcosa di... posso scrivere 'awkjbfiwyevfcaliwhr' ?
«Anch..» non arrivo a rispondere completamente perché si era staccata la connessione, dannazione!
 
Sam rientra in camera.
«Non dovevi tornare presto?» la osservo attentamente.
«Ehm -inizia a balbettare-»
«Sii sincera!»
«Volevo lasciarti da sola con Louis, ero d'intralcio! -mi fissa- Cosa vi siete detti?»
«Nulla di che Sam!» inizio a togliere il lenzuolo e a infilarmi dentro. «Mi ha detto che mi vuole bene.»
«E tu?»
«Stavo rispondendo, ma non mi si è avviato più internet!» era dispiaciuta, forse quanto me. Chi la capiva era bravo! «Adesso dormiamo che domani ci dobbiamo svegliare presto!» annuisce e si mette nell'altra met del mio letto.
«Buonanotte.»




**

AAAAAAAAAHHHH, THE LIIIIGHT!


Buon salve (?) a tutte voi. Eccomi qui con questo nuovo capitolo, scusate il ritardo çç.
Cavolo, sono già arrivata al 21 esimo!
Capitolo interamente scritto dal punto di vista di Sophie.. il prossimo capitolo, invece, sarà dedicato per metà al punto di vista di Louis.
Allora, che ve ne pare? 
Aspetto taaante recensioni. Prima di andare volevo ringraziare di cuore tutte le ragazze che hanno recensito: memezzola, Giulia_994ever, cha_Directioner (perdonami se non ti voglio dire cosa succede nel capitolo 23 ahahah ti voglio bene :3), niallersmyall, eledifra (ho apprezzato davvero la tua recensione e ho cercato di seguire i tuoi consigli, spero di esserci riuscita!), 1Direction23July2010 e infine Let it Be_ (sostenitrice accanita (?) di Souis - Sophie+Louis - ahahah)! 
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

Adesso vado via ahah spero di tornare presto col capitolo 22!
Adiossss.

xtommosmile.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22. ***




Vedevo due figure in lontananza. 
Una era una ragazza, dai capelli lunghi, castani. Rideva, aveva una bella risata.
L'altra figura invece non riuscivo a vederla bene. Mi avvicino ancora di più. I due si tenevano per mano. Era un ragazzo, aveva una risata cristallina.
Quella risata potevo riconoscerla, era di Louis.  Mi avvicino ancora di più.
«Louis!» lo chiamo, col sorriso stampato in faccia.
Le due figure si voltano verso di me. Ridono, ridono, ridono.
Riconosco finalmente chi è la ragazza: Eleanor.
Ridono ancora, e non so per quale strano motivo.
«Pensavi che Louis potesse interessarsi a una ragazza come te? -inizia Eleanor- Io e Louis siamo fatti per stare insieme!»
Si avvicinavano loro stavolta, io indietreggio, fino a sbattere contro un muro spuntato lì, dal nulla.
Mi accovaccio a terra, col viso pieno di lacrime. 
Le risate rimbombavano nella mia testa.

Mi svegliai di botto.
Buio. Il buio della mia stanza.
Mi volto verso il lato di Sam, che dormiva beatamente. Mi girai poi verso destra: la sveglia segnava le 6.30!
Non riuscivo più a prendere sonno, così metto le pantofole e senza far rumore, mi avvio verso la cucina.
Perché avevo sognato Louis? Con Eleanor poi! Che significato aveva?
Mentre pensavo a tutto questo, misi su l'acqua per il thè e mi sedetti sulla sedia, in attesa che si svegliasse Sam.
Non possono tornare insieme, Louis mi ha detto chiaramente che non c'è la possibilità che succeda. E poi perché mi stavo facendo tutti quei problemi se a Louis non interessavo e lui non interessava a me? Eravamo buoni amici: io, una ragazza comune, studentessa della Danum; lui, un cantante internazionale, componente di una boyband.
Facevamo parte di due mondi assolutamente diversi, non potevamo mai incontrarci.
 
Un fischio mi fece sussultare, l'acqua stava bollendo.
Così mi alzai e, strascindando le pantofole a terra, mi avvicinai al fornello e spensi.
Presi la scatola con l'infuso di thè e lo preparai in due tazze, una per me e una per Sam.
 
«Hey buongiorno!» una Sam addormentata si avvicinò a me e mi abbracciò.
«'Giorno.» dissi con un sorriso tirato.
«Come mai questa faccia? E come mai ti sei alzata così presto?»
Mentre mi riempiva di domande, presi le due tazze e gliene passai una a Sam.
«Niente, brutto sogno.» mi buttai quasi sconfitta sulla sedia.
«Cosa hai sognato?»
«Louis..»
«E lo chiami brutto sogno?» saltò sulla sedia.
«..con Eleanor!» continuai. La sua faccia passò dall'espressione stupita all'espressione incredula. «Si tenevano per mano, ridevano insieme, si guardavano negli occhi e poi Eleanor mi ha detto che Louis non poteva stare con una come me e si sono messi a ridere di me. Poi mi sono svegliata.»
«Vedrai che è solo un brutto sogno. E' impossibile. Tu sei una ragazza stupenda, quale ragazzo non ti vorrebbe?»
«Sì, infatti c'è una fila piena di ragazza che cercano di stare con me!» dissi sarcastica.
Ultimammo la colazione andammo a prepararci per iniziare un altro noioso giorno alla Danum.
 

 
Una volta pronte, prendemmo l'autobus e dopo una serie di fermate arrivammo a scuola.
Era ancora un po' presto, ma c'era qualche ragazzo nel giardino che ripassava qualche materia, con un libro aperto sulle gambe incrociate, seduto su un muretto.
Altri (alias le cheerleaders) invece ripassavano qualche passo di uno dei loro tanti balletti. 
 
Nel corridoio non c'era anima viva ancora, così posai con tutta la calma i libri nel mio armadietto e intrapresi una discussione con Sam, alla quale sembrava non essere molto interessata.
«Hey Sam.» canzonai. Le passai una mano davanti agli occhi. «Sei sulla terra?»
«S-sì, scusa. Pensavo a..»
«A Niall!» 
«Ma n-no!» iniziava a balbettare il che significava che avevo azzeccato il punto. Risi, ma non continuai la discussione perché non volevo mettere in imbarazzo lei.
Una a fianco all'altra, andammo verso la nostra classe, pronte ad ascoltare la spiegazione della professoressa Brown.
 

 
#Louis.

 
 
Le prove andavano alla grande. Ognuno di noi dava il meglio di se stesso.
A volte mi facevo prendere dallo sconforto, perché non mi riusciva una parte di una canzone. Allora Zayn, Harry, Liam e Niall si avvicinavano a me e mi abbracciavano.
Quanto potevo volergli bene? Questo non lo so.
So solo che senza di loro sarei stato perso.
 
 
Tornammo in hotel. Zayn corse a farsi la doccia (adesso non usciva più dal bagno!), Niall corse in cucina e Liam ed Harry si buttarono nel divano.
Io mi sedetti a fianco a loro.
 
«Stasera andiamo al pub qui vicino?» chiese Harry.
«Io vorrei rimanere qui! Devo sentire Sophie.» mi ritrovai due paia di occhi mi stavano scrutando attentamente. «Che c'è? Che ho detto?» chiesi innocentemente.
«Amico, ma ti senti quando parli?» mi guardò divertito Liam.
«Che ho d..» Harry mi bloccò.
«Sophie, Sophie, Sophie. In ogni tua frase c'è sempre il suo nome. Quando ti dichiarerai?»
Ok, non sapevo di che stavano parlando! O forse sì.
Non mi ero mai accorto che in ogni frase la nominavo. Insomma, eravamo amici ed era normale parlare di lei. Ma ne parlavo così tanto? Dio.
Bloccatemi quando lo faccio, vi prego.
E poi, dichiararmi?
«A me Sophie non piace.» dissi quasi sussurrando.
«Amico, non ci convinci.» nella stanza ci aveva raggiunti anche Niall, con in mano un pacco di patatine, gliene fregai una.
«E' una bella ragazza, ma..»
«E quindi che aspetti? Siete fatti per stare insieme!»  dice Liam.
 
La discussione si tagliò lì perché dovetti prendere il pc, solo perché avevo sentito il bip della mia finestra di Skype. Controllai e c'era Sophie collegata.
«Ooookay. Noi ti lasciamo solo. Buonanotte Boo.» dice Harry, seguito dagli altri tre.
Gli sorrisi e gli mandai la richiesta di videochiamata.
 
 
 
«Ciao Lou!» mi sorrise.
Amavo il suo sorriso. Amavo le fossette che si formavano agli angoli della sua bocca.
Aspettate... ho detto che amavo?
No, no.. non poteva essere.
«Ciao schricchiola! Come stai? Ti vedo giù.» sì, in effetti aveva un'espressione strana.
«Insomma, oggi mi sento giù.. ma sono cose che passano.»
«Vuoi dirmelo?»
«Preferisco di no, o almeno, non adesso!» qualcosa la turbava, ed era compito mio, suo amico, scoprire cosa avesse. Magari non adesso, solo quando avrebbe voluto lei.
«Però quando parli con me voglio un mega sorriso sulle tue labbra, okay?» di colpo mi sorrise, sentii il mio petto andare a fuoco e il mio cuore iniziava a battere a ritmo di 'She's not afraid' (?) 
«Ti salutano tua mamma e le tue sorelle, gli manchi tantissimo.»
«Anche a me mancano molto, salutale appena le vedi.. A te non manco invece?» la vidi un attimo in imbarazzo.
«Mi manchi ogni singolo secondo!» cos'è che stavo dicendo sul mio cuore? Che batteva a ritmo di 'She's not afraid'? Bene, adesso non lo sentivo quasi più.
Guardai la sua espressione, e forse quello che aveva detto sembrava più una cosa pensata ad alta voce, infatti era parecchio imbarazzata. Volevo abbracciarla.
 
Parlammo di molte cose, mi piaceva passare il tempo con lei, anche se attraverso una webcam. Mi rendeva felice e mi faceva dimenticare la stanchezza che mi ritrovavo addosso.
Ci salutammo, mi mandò un bacio e mandò un saluto anche da parte di Sam a  tutti i ragazzi.
Schermo nero.
Era ora di andare a letto.
Spengo la luce della camera principale, e vado nella camera che dividevo con Harry.
«Pensa a quello che ti abbiamo detto prima io e i ragazzi!» sussultai quando lo vidi sveglio. Pensavo stesse dormendo.
Annuii solamente. Mi infilai sotto le coperte e mi girai dalla parte opposta.
 
«Ci penserò.» sussurrai, più a me stesso che a lui.
 
Chiusi gli occhi e la prima cosa che mi spuntò davanti fu proprio Sophie.
Non se ne voleva andare dai miei pensieri o forse non volevo proprio che se ne andasse.
Forse i ragazzi avevano ragione, forse mi dovevo dichiarare, forse era arrivato il momento.. ma mi sembrava così presto per farlo. Forse non la conoscevo abbastanza, forse lei non si fidava ancora del tutto dei ragazzi dopo quello che era successo con Alex in Italia, quel bastardo...
Avrei aspettato, come ho sempre fatto. Nel frattempo l'avrei conosciuta di più.
Quella ragazza aveva bisogno di un affetto sincero, un affetto che non aveva mai avuto in diciassette anni. Quell'affetto forse gliel'avrei potuto dare io.
 
Mi rigirai ancora nel letto.
«Mi manchi ogni singolo secondo!»
Ripensai alla sua frase. Lo pensava davvero? Perché quel che aveva detto mi aveva reso felice. Eleanor non me l'aveva mai detto, e siamo stati insieme per più di un anno.
Sophie era una ragazza tutta da scoprire, lunatica, testarda, ma anche dolce nel profondo e anche sensibile, debole all'apparenza, ma aveva una forza incredibile dentro.
Sophie stava diventando tanto per me.
 
Pensando a quello mi addormentai.




**

AND LET ME KIIIIISS YOOOOU.


Scusate, ma ha una serata che ascolto e ballo questa canzone. Sono stata allo store perché c'era una festa in maschera, che cosa stupenda *^*
Okay, non ve ne frega niente, ma volevo dirvelo ewe
Parliamo del capitolo: che ne pensate? A me fa un po' schifo.
Comunque qui già si inizia a capire qualcosa, almeno da parte di Louis. E Sophie? Nel prossimo capitolo succederanno delle cose cjbefbncefkuhr all right? :)
Anyway, vorrei ringraziare con tutto il cuore le otto ragazze che hanno recensito: Laowyn, 1Direction23July2010, cha_Directioner (dai che nel prossimo capitolo saprai quello che non ti ho voluto dire ahahahah), jawaadsbotilia, danhausers, jawaadskebab, Tomlinson_My_Life e infine EleLoveHarry! E inoltre ringrazio anche chi ha messo questa fan fiction tra le seguite/preferite/ricordate. GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
#loveyouall.

Un bacio,
xtommosmile. 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23. ***




#Sophie.

 
 
Erano già passate due settimane dalla partenza di Louis, e ancora non mi sapeva dire quando sarebbe tornato.
Mi mancava, sì.
In queste due settimane erano cambiate un po' di cose: Louis mi stava sempre vicino, nonostante la distanza. Mi aveva tirato su il morale quando mi sentivo giù, perché ripensavo ancora a quello stupido sogno, che tra l'altro non avevo raccontato a Louis e forse mai l'avrei fatto.
Mi faceva ridere, mi faceva stare bene. 
Era bellissimo quando sorrideva, arricciava il naso e abbassava lo sguardo.
Era bellissimo quando parlava con la sua voce roca, ma tenera.
Era bellissimo quando gli si illuminavano gli occhi.
Era bellissimo quando, annoiato, si metteva con i gomiti sul tavolo con le mani chiuse a pugni e poggiate sulla faccia.
Era bellissimo quando...
Era bellissimo, stop.
Perché dico così? Perché Louis iniziava ad essere importante per me, iniziava ad essere qualcosa di più di un amico.
Ulltimamente, quando parlavamo su skype mi faceva notare spesso che ero con lo sguardo perso nel vuoto, ma in realtà lui non sapeva che stavo osservando ogni piccolo particolare del suo viso.
 
 
Quella mattina mi svegliai di cattivo umore. 
Forse era stato il modo brusco con cui Louis aveva chiuso la video-chiamata. 
Forse perché avrei affrontato il primo test di chimica, il che mi urtava molto visto che di quella materia non ci capivo nulla e per giunta non avevo studiato! In più ci si metteva pure il ciclo.
 Fatto sta che arrivai a scuola imbronciata, dietro ad una Sam sempre sorridente.
«Ma come fai ad essere sempre sorridente tu?» le chiedevo. Lei mi rispondeva a sua volta con un sorriso.
Ma che si rideva? Me lo chiedevo sempre.
 
A un certo punto vado a sbattere contro una persona.
«Hey, stai attenta a dove vai ragazzina!»Ci mancava solo che qualcuno mi faceva seccare.
Alzai lo sguardo: era una bella ragazza, troppo bella. Capelli biondo ossigenato legati in una coda di cavallo, maglietta mooolto aderente, e una gonnellina lunga fin sopra al ginocchio.
E lei da dove sbuca? 
Lei mi guardò in cagnesco «Ragazzina a chi?»
«A te, adesso se non ti dispiace dovrei andare in classe.» non gli diedi il tempo di rispondere perché Sam mi tirò verso di sè.
«Ma sei scema o cosa?»
«Sono alterata oggi okay? Okay.»
Sì, ero abbastanza agitata. Entrai in classe e mi buttai completamente sulla sedia.
Sam continuava a ripetermi di stare calma. Ci provavo, ma non ci riuscivo.
 
 
 
 
Cinque ore stressanti di lezione si erano appena concluse, il test era andato decentemente e adesso io e Sam stavamo uscendo dal cancello principale, che dava al cortile.
Stavo parlando con lei, mi ero calmata un pochettino, ma avevo ancora l'umore nero, eh sì.
A un certo punto la sua espressione in viso cambia, diventa scioccata e sorpresa e guarda dietro di me.
Io mi volto e per poco non muoio lì stecchita!
«Sorpresa!» 
Mi cascarono i libri a terra e spalancai la bocca. No, non potevo crederci.
Mi venne un colpo al cuore. Mi sentivo svenire. Ok, calmati Sophie.
Respira profondamente.
«L..Louis?» sussurrai.
Mi venne ad abbracciare. Non ricambiai all'inizio, perché colta di sorpresa, ma poi lo strinsi forte a me. Mi era mancato terribilmente. Mi era mancato il suo profumo. Mi era mancato il suo sorriso.
Portava i rayban neri, una maglietta bianca molto aderente che lasciavano intravedere i suoi pochi muscoli, delle bratelle nere e dei jeans.
Era più bello del solito. 
«Sei molto più bella di presenza!» mi sussurrò nell'orecchio. Diventai un pomodoro.
«Ma che ci fai qui? Mi avevi detto che non lo sapevi quando tornavi.» gli tirai una leggera manata sul petto.
«Se te l'avessi detto che sorpresa sarebbe stata?» ovviamente. Sorrisi. Lui, Louis Tomlinson, aveva fatto una sorpresa a me, Sophie Smith.
Okay, potevo morire felice. «Andiamo»
«Dove?» chiesi sorpresa.
«Ti porto a mangiare.» disse convinto. Io indicai Sam.
«Tranquilli, io vado a casa. Ci vediamo stasera Sophie, ciao Louis!» mi sorrise. Quel sorrisetto malizioso non glielo toglieva nessuno dal suo viso. Così si incamminò verso casa  mia.
Io invece seguii Louis, che mi stava portando verso il parco.
A quell'ora per fortuna non c'era molta confusione, perché i ragazzi erano già usciti tutti da scuola.
 
Mentre camminavamo Louis mi raccontava di quello che avevano fatto in America, anche se lo sapevo a memoria, visto che me lo raccontava ogni volta che ci vedevamo in web.
Mi era mancato davvero, nessuno ci poteva credere.
Ci sedemmo sul prato, lui con sè aveva un cestino, proprio come nei film, con all'interno molte cose da mangiare.
«Non mi dire che hai cucinato tu!»
«No, infatti ha cucinato mia madre.» scoppiammo a ridere. 
Che scemo che era.
Ora che ci stavo facendo caso mi aveva fatto cambiare umore. 
 
 
Finito di mangiare, Louis si stende sul prato.
Io lo seguo a ruota. 
Mi metto con la testa vicino la sua. 
«Guarda quella nuvola, assomiglia ad un cuore.» la fissai, non era un cuore perfetto, anzi non ci somigliava per nulla, ma lui aveva tanta immaginazione devo dire. Sorrisi. «Vorresti fare una passeggiata?» annuii solamente.
Così aiutai Louis a mettere le cose dentro il cestino e uscimmo dal parco.
Posò il cestino dentro la sua macchina, che aveva lasciato poco più in là e.. mi prese la mano.
A me quel contatto rabbrividii.
Non c'ero abituata, non l'aveva mai fatto.
Lo fissai per dire 'e questo gesto?',  ma lui mi sorrise e iniziammo a passeggiare. Mi piaceva quel contatto. L'idea delle sue dita intrecciate alle mie mi rendeva felice. Il cuore mi batteva talmente forte, che me lo sentivo in gola.  Iniziavo seriamente a sentirmi male.
Mi piaceva. Mi piaceva seriamente e avevo paura di essermi innamorata di Louis.
Non potevo essermi innamorata! Ma che spiegazione potevo dare a un cuore scalpitante dall'emozione, alle mani sudate, agli elefanti che ballano la conga nello stomaco, agli occhi pieni di luce.. alla voglia di averlo accanto, di sentire le sue braccia attorno alla mia vita, alle sue dolci parole.. ?
Sì, mi ero innamorata, non si era capito?
Continuavo a guardare le nostre mani e un brivido percosse tutta la mia schiena. Tremai. D'istinto mi avvicinai di più a lui, in modo da farmi abbracciare.
«Hai freddo?» mi chiese, premuroso. Come volevo, mi abbracciò. 
«No, tranquillo.» gli sorrisi. Ma nonostante la mia risposta fosse stata negativa, mi tenne fra le sue braccia.
 
Ci sedemmo su un muretto, e lui mi fissò.
«Che hai da fissare?» sorrisi.
Avevo qualcosa fuori posto? Oddio, e se avevo i capelli scombinati? E se avevo qualcosa frai i denti? E se ..
«Mi piaci quando sorridi.» cosa? Gli piacevo? Io gli piacevo. Okay, ma solamente quando sorridevo, non era nulla di che! «Soph, io devo dirti una cosa.»
Inspira ed espira. Inspira ed espira.
«Dimmi.» cercai di essere il più tranquilla possibile. Dentro ero un miscuglio di agitazione, ansia, nervosismo.
Lui mi accarezzava la mano, che era ancora intrecciata alla sua.
«Io credo di essermi innamorato di te Sophie.» alzò lo sguardo che in quel momento era  dolcissimo. Mi guardava con quei suoi occhi cristallini che mi facevano impazzire.
Aspettate! Aveva detto che si era innamorato di me? No, forse avevo sentito male.
«Cosa?» chiesi conferma.
«Mi piaci Sophie. Mi piace passare del tempo con te, mi piace il tuo sorriso, io sono innamorato di te.» mi accarezzò la guancia. Mi lasciò una striscia di fuoco.
«Io..»
«Lo so, tu magari non ricambi. Però avevo il bisogno di dirtelo. In queste due settimane mi sei mancata più del dovuto e.. lì ho capito cosa provo per te.»
«No! Io credo che.. credo che forse anche io sono.. innamorata di te!» abbassai lo sguardo verso le nostre mani. Sorrisi. Lui mi prese il mento e mi costrinse a guardarlo negli occhi. 
Si avvicinò a poco a poco verso le mie labbra, sentivo il suo repiro sulla mia pelle. 
Annullò la minima distanza che c'era. 
Il cuore mi scoppiò dentro al petto. 
Mi baciò delicatamente le labbra, per poi approfondire il bacio. Dischiuse le labbra, e fece scontrare la sua lingua con la mia. Il cuore non lo sentivo più davvero. Avevo raggiunto la mia massima felicità, o quasi. 
Mi staccai da quel bacio, un po' a malincuore e lui mi guardò contrariato. Presi un bel respiro e iniziai a confessargli tutto. «Mi piace stare in tua compagnia. Mi piace stare accanto a te, essere abbracciata. Sento di ricevere l'affetto  che non ho ricevuto. Mi sento protetta con te, però..»
«Però?»
«In queste due settimane non ti ho raccontato una cosa.» lui mi fissava, in attesa di una spiegazione. «Ho fatto un sogno. C'eravate tu ed Eleanor. Ridevate di me, e lei mi diceva che tu non potevi stare con me e io credo che forse aveva ragione.»
«Ma cosa dici? Io ed Eleanor non potremmo mai tornare insieme. Mi ha solo preso in giro.. adesso ci sei tu nel mio cuore, non potrei desiderare altre ragazze. Voglio darti l'affetto che non hai mai avuto. Voglio starti vicino come un fratello, come un migliore amico, come il tuo ragazzo e come un padre. Voglio stare accanto a te.»
Non sapevo cosa rispondere. Era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento.
Lo presi dalla maglietta e lo baciai, mentre lacrime di gioia rigavano il mio viso.
Lui se ne accorse mi guardò negli occhi e col pollice mi asciugò le lacrime.
«D'ora in poi voglio vedere solo splendidi sorrisi da parte tua.»
«Grazie Lou.» lo abbracciai forte a me.
Adesso sì, ero felice.
La ragazza più felice del mondo.






**

MENTRE IL MONDO CADE A PEZZI, IO COMPONGO NUOVI SPAZI E DESIDERIIII CHEEEE..

Ok, scusate, sono felice perché Marco Mengoni ha vinto Sanremo, aw.
Non ve ne frega niente, okay.


Passiamo al capitolo.
Diciamo che questo è un capitolo bum AHAHAHAH finalmente i due si sono dichiarati, era ora! e.e
Capitolo scritto interamente dalla parte di Sophie, credo fosse più adatto.
Cosa ne pensate? Per me fa schifo, nella mia testa avevo in mente un capitolo più bello, ma ne è uscita questa cosa, non so come definirla lol
Fatemi sapere nelle recensioni.
Volevo ringraziare di cuore: _Debora, cha_Directioner, niallersmyall, 1Direction23July2010, Swag Masta from Doncasta, eledifra, MartyLoveMusic, Giulia_994ever e infine heimalik! Siete fantastiche ragazze, vi amo. 
Ringrazio infine le ragazze che seguono/preferiscono/ricordano questa fan fiction. GRAZIE.


xtommosmile.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24. ***




#Louis.

 
 
Ero innamorato di lei.
Lei era innamorata di me.
Eravamo innamorati l'uno dell'altro.
Ok, mi potevo ritenere il ragazzo più felice del mondo. Adesso il mio compito era quello di non deluderla. Volevo darle tutto l'affetto che potevo e che meritava.
L'unica cosa di cui mi preoccupavo erano i giornalisti, ma di questo ne avrei parlato con lei.
 
Mentre pensavo a tutte queste cose, arrivai a casa. Stranamente non c'era nessuno, ed erano già le sette passate.
Non preoccupandomi più di tanto, salii in camera e solo quando aprii la porta mi ricordai di aver lasciato il mio telefono all'abbandono, sul mio letto.
Sorrisi e lo presi tra le mani. In quel momento si illuminò lo schermo.
Sgranai gli occhi, quando vidi che c'erano quattro chiamate senza risposta e due messaggi. Erano tutti di Harry.
Composi il suo numero per scusarmi.

 
«Finalmeente. Chi non muore si risente!» disse sarcastico. Scoppiai a ridere.
«Scusami brò, sono stato.. leggermente occupato!»
«Me lo immagino, appena siamo arrivati sei subito scomparso! Che hai combinato tutto il pomeriggio?»
«Sono stato con Sophie.»
«Guarda caso mi aspettavo questa risposta!»
«Che simpatico ahah. Mi sono dichiarato.» mi immaginai la sua faccia sconvolta e sorpresa. 
«Era ora! E lei?» e perciò iniziai a raccontargli quello che avevamo fatto e anche della mia preoccupazione, alias giornalisti.
Parlammo per un bel po', poi chiusi. Ci saremmo visti il giorno dopo alle prove.
Misi il cellulare in carica e prima di abbandonarlo totalmente sul comodino, mandai un messaggio a Sophie.
 
"Sono stato bene con te oggi. Buonanotte dolcezza.  L. x"
 
Ok, forse non era un messaggio decente, ma non volevo scrivere cose che magari l'avrebbero portata a pensare male.
 
Spensi il cellulare e mi misi a dormire, felice della giornata appena passata.
 

 
L'indomani mi svegliò l'assordante bipbip della sveglia, che segnava appena le sei del mattino.
Ancora mi chiedo perché ci facevano svegliare così presto, mi veniva da piangere! Avevo bisogno di riposo, sì.
Mi stiracchiai e andai a sciacquarmi il viso. Presi dei vestiti puliti, infilai il cellulare in tasca e andai a dare il buongiorno alla mia fantastica mamma, che sicuramente a quell'ora stava preparando la colazione.
Ok, ero di buon umore, nonostante il mio risveglio.
 
Scendo le scale e trovo mia mamma, appunto, in cucina, che di dava da fare ai fornelli.
«Buongiorno mamma!» dissi con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
«Buongiorno tesoro. Come mai questa felicità?» mi chiese, scrutandomi attentamente.
«Ma niente mamma, ti spiegherò poi.. adesso devo andare!» le diedi un bacio in guancia e uscii di casa, lasciandola interdetta con il pentolino del latte in mano.
Sorrisi. Quella mattina non facevo altro che sorridere. 
Persino il cielo nuvoloso mi sembrava fantastico. Ok, stavo seriamente male, ma che potevo farci? 
 
Arrivai in studio, dove trovai già tutti i ragazzi, stranamente. Mi salutarono.
«Buongiorno ragazzi! Ohw, Zayn, oggi il ciuffo ti sta meglio del solito, sai?»   
Mi guardò sconvolto. In effetti non facevo mai complimenti, ma quella mattina ero così.. strano.
«Lou, stai bene?»
«Certo.» con un sorriso da ebete mi avvicinai al piano e guardai gli altri, che smisero di fare ciò che stavano facendo per fissarmi attentamente.
«So io cosa succede al nostro caro Lou!» mi si avvicinò Harry, che con un braccio mi cinse le spalle. «Ieri si è dichiarato a Sophie.» lo guardai male.
«Grazie Harry, ma potevo benissimo dir..» venni interrotto da gli altri tre ragazzi che si buttarono addosso a me, riempendomi di complimenti.
«Ragazzi. Ragazzi non respiro! Aiuto. Harry ti ringrazio, davvero!» dissi sarcastico.

 
 
#Sophie.
 
 
 
Ore 7.30 am.
 
La sveglia era suonata già da cinque minuti, ma non volevo per niente alzarmi da quel letto così comodo.
Mi girai dalla parte di Sam. Ieri sera la trovai già a letto quando rientrai a casa, non potendo raccontarle ciò che era successo.
Presi il cellulare e trovai un messaggio di Louis. Era così semplice, mi fece un piacere enorme. 
Anche io ero stata bene con lui. Mi ha fatta sentire una principessa e quando mi prendeva per mano e mi abbracciava a lui mi faceva sentire in Paradiso.  Ero praticamente cotta di lui.
 
Ok, si stava facendo tardi e io dovevo assolutamente alzarmi e soprattutto svegliare Sam.
Alle otto dovevamo entrare a scuola, e avevamo solo 15 minuti per sbrigarci.
Quella mattina eravamo tanto prese dalla fretta, che non parlammo per nulla.
Solo a scuola, nei corridoi Sam si accorse del mio insolito sorriso stampato in faccia e così la domanda sorse spontanea.
«Come mai quel sorriso?» 
«Ieri sera Louis si è dichiarato!» per poco non le caddero i libri a terra.
«Racconta, racconta!» così presi un bel respiro e le raccontai tutto, con un sorriso da ebete, gesticolando con le mani.
Quando finii lei cacciò un urlo, blaterando un 'lo sapevo, lo sapevo'. Iniziò a saltare dalla gioia e nel momento in cui fece una pirouette (?) finì per sbattere con una persona.
Con la stessa persona del giorno prima.
Quella bionda ossigenata, che oggi, a differenza di ieri, aveva il completino da cheerleader. 
Ecco, forse era quella ragazza che veniva dal South Carolina. Sì, può darsi.
«Hey ragazzina, stai attenta! Mi hai scompigliato tutti i capelli! Non ti azzardare più!» sì, in effetti la sua coda perfetta adesso era un.. porcospino (?)
Sam si scusa e la ragazza passa avanti.
«Quella la mattina al posto del latte si beve tre litri di acido?» disse seria, io scoppiai a ridere e, al suono della campana, mi trascinò in classe.







**

BONJOOOOOUUUR.

E oggi è l'ultimo giorno di febbraio. E tra due settimane devo partire per la gita.
Come sta passando in fretta il tempo cc
Voglio scusarmi per l'enorme ritardo, ma la scuola occupa gran parte del mio tempo cc
Basta, passiamo al capitolo. Diciamo che è un capitolo di passaggio perché è nel prossimo capitolo che succederanno molte cose. Cosa ne pensate? Me la lasciate qualche recensione? Basta che non sia più corta di dieci parole, please cc
Vorrei ringraziare le quattro persone che hanno recensito il capitolo 23 (siete diminuite? cc).
Ringrazio anche le 28 persone che hanno insierito questa fan fiction tra le preferite, le 9 persone che l'hanno insierita tra le ricordate e le 39 persone che l'hanno inserita tra le seguite! Infine ci tengo a ringraziare le ragazze che mi hanno inserita tra gli autori preferiti.
Siete tutte meravigliose!
#Loveyouall.


xtommosmile.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25. ***






"Ti va di pranzare insieme?"
 
Ero rimasta colpita dal bigliettino che mi sono trovata all'entrata di casa mia, a terra.
Era di Louis, ne ero sicura. Quanto poteva essere dolce, romantico, ma soprattutto semplice?
Sorrisi, e mi guardai intorno, alla ricerca del mio cellulare. Sicuramente era nella mia camera.
Salii sopra e posai lo zaino, presi il cellulare sul mio comodino e mandai un messaggio di risposta a Louis.

"Buongiorno, ho trovato un bigliettino a casa mia, è da parte sua signor Tomlinson?"

Mi feci una coda di cavallo. La risposta arrivò subito.
"Può darsi. Accetta o no, signorina Smith?"
"Sì, può essere. Devo vedere nella mia agenda, sà sono molto desiderata! Ahahah no, scherzo, devo passare da mia nonna, poi possiamo andare."
"Tanto ti facevo disdire qualsiasi impegno che avevi per uscire con me! Ahah allora ti passo a prendere da tua nonna, a dopo bella!"
Mi stavo ammazzando dalle risate. Era un ragazzo simpaticissimo.
Presi gli occhiali, borsa, cellulare e andai a casa di mia nonna.
 
 
 
 
«Nipotina mia. Questa è la notizia più bella che potessi darmi.»
Avevo appena raccontato a mia nonna ciò che era successo con Louis. Le brillavano gli occhi, forse più dei miei.
L'aveva detto sin dall'inizio che Louis era il ragazzo giusto!
«Ma nonna, non stiamo ancora insieme definitivamente!»
«Vedrai che presto ti chiederà di diventare la sua ragazza! Ne sono sicura. Tuo nonno era un tipo come Louis, sai?» le sorrisi. Ricordo com'era simpatico e dolcissimo il mio caro nonno. «Comunque sai dove ti porterà?»
«No, non ne ho proprio idea!»
Suonò il campanello. Mia nonna andò ad aprire e io restai in cucina a curiosare dentro la pentola che mia nonna aveva riempito di cose buone.
«Hey Sophie, c'è qualcuno per te.» mi fece l'occhiolino e lì capii subito chi fosse.
La salutai e lei, prima che chiudessi la porta, mi disse 'divertitevi!'
 
 
Sorrisi, e poi mi persi in quelle pozze azzurre. Mi ci persi davvero.
«Buonasera signorina.» allargò il suo sorriso e io non feci altro che ricambiare.
Era insicuro sul da farsi. Voleva abbracciarmi, ma non lo fece.
«Vieni qui!» così lo abbracciai io.
Sapevo perché non l'aveva fatto, ma ormai mi fidavo di lui, la storia di Alex era passata e adesso volevo ricominciare. Mi guardò e continuò a sorridermi, rischiavo di morire tra le sue braccia seriamente.
 
 
«Dove stiamo andando signor Tomlinson?» gli chiesi curiosa. Eravamo nella sua macchina, da più di un'ora. «Mi è quasi passata la fame!»
«Ma quanto ti lamenti?» lo fissai male. Molto male. Lui scoppiò a ridere «Tranquilla, siamo arrivati.»
Ecco, appunto. Parcheggiò la macchina e mi fece scendere. Dal cofano prese una cesta e una tovaglia. Poi mi prese per mano.
 
 

#Louis.

 
 
Appena arrivati in riva al mare Sophie mi guardò sorpresa e giurai di aver visto i suoi occhi luccicare. Si portò le mani davanti la bocca. Era seriamente stupita. 
Bravo Tomlinson, hai fatto un buon lavoro!
Iniziai a stendere la coperta sulla sabbia e mi ci buttai di sopra, provocando le risate di Sophie.
Ti prego, non smettere di ridere..
Si stese di fianco a me.
«E' bellissimo qui. Sai..» mi misi in una posizione più comoda e la ascoltai. «..è da molto tempo che non vengo qui. Ero molto piccolina l'ultima volta che misi piede in questa spiaggia. Un giorno, ero qui con mia nonna e mia mamma, mi allontanai un secondo dal mio ombrellone per andare a vedere un castello di sabbia che aveva creato un bambino che poteva avere più o meno la mia età! Mi avvicinai a lui e ci mettemmo a giocare. Poi però tornando al mio presunto ombrellone mi spaventai perché non vidi nè mia nonna nè mia mamma, ma solamente una ragazza giovane che leggeva un libro. Li mi prese il panico. Alla fine scoprii che avevo perso il senso dell'orientamento, e siccome ero molto piccola scoppiai in lacrime, ma alla fine mi trovò mia madre. Da quel momento in poi non sono più tornata qui!» le sorrisi. Mi immaginai tutta la scena e così mi venne d'istinto abbracciarla.
Rimanemmo così per un poco di tempo.
«Hey, non hai più fame?»
«No, mi è passata! Colpa tua Tomlinson che mi hai fatto fare tanta strada per pranzare!» mi diede una dolce manata sul braccio.
«Allora meno male che non ho portato molte cose.» scoppiai a ridere.
Visto che non avevo fame anche io ci stendemmo lì, sulla tovaglia.
 
 
 
Poi mi alzai, la guardai serio.
«Io devo dirti una cosa.» sì, ci stavo pensando da un pò ed era ora di condividere il mio pensiero con lei. Non se era il momento, ma volevo farlo. La sua espressione in viso era abbastanza preoccupata, così la rassicurai subito. «Tranquilla, nulla di grave.» le presi le mani.
«Cosa devi dirmi?»
«Vedi, è da un po' che ci penso.. ehm.. non sono bravo con le parole, quindi vado al sodo.. vorresti diventare la mia ragazza?»
Okay, il mio cuore batteva tanto forte che avevo paura che uscisse dal petto.

Ormai la mia mossa l'avevo fatta, avevo fatto un passo avanti verso lei, adesso era il suo turno. Rimase colpita dalla mia domanda, e speravo con tutto il cuore che non rifiutasse.









**

Okaaaay *schiva i pomodori*
Salve ragazze, sì, ho il coraggio di presentarmi dopo un casino di tempo e soprattutto con uno schifo di capitolo.. 
Ma non ho avuto proprio tempo, seriamente: sono stata in gita per cinque giorni, e non mi collego dal pc da un po' di tempo, infatti scusate se non sono arrivata a leggere i messaggi di posta che mi avete lasciato ed eventuali recensioni alle mie fan fiction (a proposito: ho postato il primo capitolo della mia seconda fan fiction, fatemi sapere cosa ne pensate. Ecco il link: Like a star. )
Ringrazio tutte le ragazze che hanno inserito la fan fiction in:

Nei preferiti  
Nelle seguite  
Nelle ricordate 

Comunque fatemi sapere cosane pensate di questo capitolo cwc
Alla prossimaaaa..
Ps. alla fine mancano circa quattro o cinque capitoli! 

Peace&Love.



xtommosmile.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26. ***




#Sophie.



Avevo sentito bene?
Mi aveva appena chiesto se volevo diventare la sua ragazza.
E non capivo perché stavo aspettando tutto questo tempo per rispondere.
Abbassai lo sguardo e misi una mano all’altezza del cuore.
Sapevo quello che dovevo dirgli, solo che sentivo un peso tra il cuore e la gola.
«Sì..» dissi, sussurrando, tanto che Louis mi guardò, preso alla sprovvista.
«Cosa?»
«Sì, sì e sì!» gli sorrisi. Lui di risposta si avvicinò a me e mi baciò.
Quello era il secondo bacio.
Iniziavo già ad amare le sue labbra fini poggiate sulle mie.
Iniziavo ad amare la sua lingua che cercava la mia.
Iniziavo ad amare lui, e basta.

Mi accarezzò la guancia, e mi guardò negli occhi.
«Lo sai che sei bellissima quando sorridi?» arrossì violentemente «E anche quando arrossisci.»
«Smettila Tomlinson!» scoppiai a ridere e lui insieme a me.
Avevo già detto che amavo il suo sorriso? Era qualcosa di meraviglioso, era contagioso, era uno spiraglio di luce per il mio cuore, che stava tornando a sorridere finalmente, dopo un brutto periodo.
Gli diedi un bacio sulla guancia e tornai a sdraiarmi. Lui mi seguì.
Mi strinse la mano e guardai prima le nostre mani unite e poi guardai lui. Ogni volta i suoi occhi erano una trappola.
Il suo viso angelico andava oltre ogni immaginazione, ogni oltre limite di bellezza. Esprimeva tutta la solarità, la purezza. Ma la cosa che più mi colpiva, che mi bloccava il respiro, erano i suoi occhi.
I suoi fantastici occhi.
Azzurri, azzurri come il mare più puro, azzurri come il cristallo più lucido.
Due distese attraenti e seducenti di incantesimi complessi, di pianure sterminate, di pace e di gioia.
Quelle iridi piene di riflessi solari erano quasi impossibili da guardare, perché mi sentivi opprimere, affogare dall'oceano limpido che vi traboccava dentro.


«Sai, sono davvero felice di averti conosciuto!» bene, stava uscendo il mio lato dolce, che avevo soppresso per molto tempo. «Ringrazio quel momento in cui ho preso quel treno per tornare qui e quando sono entrata in quel negozio!» sorrisi quando ricordai il motivo per il quale avevamo litigato: la maglietta a righe.
Avevamo molte cose in comune e tra queste c’erano pure le righe!
Poi avevamo entrambi gli occhi azzurri ed eravamo abbastanza orgogliosi.
Mi accarezzò i capelli.
«Certo che eri parecchio seccata quella volta!»
«E tu eri piuttosto nervoso eh! Pensavi solo a te stesso!» sorrisi ancora.
«Tu sei arrivata ad odiarmi, poi..»
«Non ci posso fare nulla se il primo giorno che arrivo a Londra incontro un imbecille come te che mi dice ‘Ti sta male, non credo faccia per te!’ -gli feci il verso- Che razza di uomo sei?» gli dissi scherzando.
«Hey, ‘imbecille’ a chi? Inizia a correre.» disse lasciandomi la mano e alzandosi.
Io scattai in piedi e iniziai a correre per tutta la spiaggia.
Non ero tanto brava in educazione fisica, avevo sempre una sufficienza regalata, e quello che successe fu la dimostrazione che ero proprio una frana.
Mi voltai solo un attimo per vedere dove fosse Louis, ed era abbastanza lontano, fino a quando ai miei piedi venne voglia di abbracciarsi e così caddi a terra, sporcando i miei vestiti di sabbia. Cercai di alzarmi, ma non feci in tempo perché Louis mi raggiunse e mi bloccò dai polsi.
«Adesso non scappi più. Chiedi scusa!» disse convinto. Scossi la testa. «Chiedimi scusa!» gli diedi un bacino sul naso. Per un attimo sembrò lasciarmi e invece.. «Hey, mica te la cavi con un bacino sul naso! Chiedimi scusa!»
«Sei il mio imbecille preferito!»
«Non funziona. Chiedi scusa!» rise e io dissentii. «Va bene, se non lo hai fatto con le buone, lo farai con le cattive!» uuh, che paur..
NO! «Il solletico no! Ti prego!» iniziai a ridere come una scema e il mio respiro si faceva sempre più pesante, perché addosso a me avevo il peso di Louis, e non era una piuma. «Da-ai, p-per favo-ore!» avevo le lacrime. «Bas-staaa! Scusa, scusa, scusa!» si fermò di botto; lo guardai con gli occhi di un cucciolo di cane bastonato «Ti ho chiesto scusa, sei contento?»
«Adesso sì!» mi guardò soddisfatto, solo che non si alzava.
«Bene, adesso puoi anche alzarti e lasciarmi respirare!» ma non lo fece e scosse il capo. «Che significa ‘no’?»
«Che non mi alzo!» lo squadrai attentamente e poi capii.
«Mmh, vediamo.. magari potresti alzarti dopo che io faccio una cosa..» gli sorrisi. Avvicinai il mio viso al suo e annullai la distanza che c’era. Mi liberai dalla presa e passai le mie mani tra i suoi morbidi capelli.
Le nostre labbra si incontrarono e lottarono debolmente mordendosi, le nostre lingue giocarono a rincorrersi e le nostre mani tornarono ad essere intrecciate.
Mi staccai e lo fissai, con un sopracciglio all’insù.
«Credo che forse adesso posso anche alzarmi!» il suo sguardo era parecchio malizioso.
«Scemo che sei!» scoppiai a ridere e poi, porgendogli le mie mani, mi fece alzare e tornammo alla tovaglia.


«Comunque anche io!» ok, era impazzito? Lo guardai strana.
A cosa si riferiva? «Nel senso che pure io sono felice di averti conosciuta! Davvero!» gli sorrisi. «Su quel treno mi facevi tanta tenerezza.. avevo capito che c’era qualcosa che non andava in te.. »
«Adesso però va tutto bene.. o quasi!»
«Cosa c’è che non va?»
«Mia madre..»
«Con lei si risolverà tutto. Dalle tempo.. prima o poi tornerà da te, sentirà la tua mancanza!» mi tenne stretta al suo petto. Io annuii.



Dopo un’ora.
Inizia a tirare un brutto venticello e così siamo costretti a tornare a casa.
Peccato, stavamo così bene abbracciati sulla spiaggia..

«Ti va stasera di pranzare da me? Invitiamo pure tua nonna!»
«Mangiare a casa tua?» annuii.
Okay, era una semplice cena, ma stavolta sarei entrata a casa sua in veste di ‘ragazza di Louis Tomlinson’ «V-va bene..»
«Oh, sono felice!» mi diede un bacio leggero sulle labbra e poi mise in moto!
Arrivammo prima del previsto in paese, ci salutammo «Grazie per questo pomeriggio!»
«Grazie a te! A stasera.» mi mandò un bacio volante ed io entrai a casa.







**

Okay, sono tornata a postare prima del solito :') 
*applauso*
Ma ho approfittato di queste vacanze per scrivere il capitolo, che sono brava!
Non è il massimo, ma trovo questo capitolo dolcissimo, non so voi *w*

Ma che, me la lasciate qualche recensione in più? :3 mi renderebbe ancora più felice.
Detto questo, ringrazio ancora una volta le ragazze che hanno recensito e che hanno messo la fan fiction in: seguite/preferite/ricordate. Siete fantastiche!
Grazie, senza di voi questa fan fiction non si troverebbe a questo punto.

Ps. Sono le 0.00 ! HAPPY EASTEEEER!


Se volete contattarmi privatamente mi trovate su:
Ask: Paola.
Twitter: @_xtommosmile


#Loveyouall.

xtommosmile.


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Capitolo 27
*** Capitolo 27. ***



Un anno dopo.
 

 
Io e Sam avevamo finito da poco la scuola.
Adesso toccava solo trovarmi un lavoro, ma cosa potevo fare?
Per il momento oltre ai giornali non poteva aiutarmi nessuno, perché Sam era partita una settimana con la sua famiglia in Italia e Louis era in giro con il resto dei ragazzi, se non sbaglio in America e ci sentivamo solamente tramite computer quando potevamo.
Nonostante si fosse creata involontariamente questa distanza, eravamo sempre più legati.
I ragazzi mi avevano accolta nel loro gruppo come una loro sorella minore, possiamo dire; la stessa cosa con Sam.
E a proposito di Sam, in quest'anno si era avverato quello che aveva da sempre sognato.
In pratica mentre eravamo nella casa comune dei ragazzi, ci siamo messi a giocare ad obbligo e verità. Quando fu il turno di Niall, che scelse verità, Louis diciamo che lo mise in imbarazzo chiedendogli «Sei innamorato di qualcuno?» 
In quel momento penso che voleva ucciderlo con lo sguardo, però presosi di coraggio guardò Sam e disse «Sì, sono innamorato perso di una ragazza che conosco ormai da qualche mese. E' bella, il suo carattere mi intriga molto, quando passo del tempo con lei mi sento al settimo cielo..»
«Hey amico, ti avevo chiesto solamente se eri innamorato!» tutti scoppiarono a ridere, mettendo sempre di più in imbarazzo Niall, che poverino abbassò lo sguardo portandosi le mani davanti la faccia, comprendo il suo rossore.
«Amore, smettila!» tirai una gomitata a Louis.
Vidi Sam alzarsi e uscire fuori a prendere aria, Niall la seguì e non so cosa si dissero, ma l'unica cosa che so è che tornarono dentro dopo una buona mezz'ora mano nella mano, tutti e due sorridenti, annunciandoci che Niall si era dichiarato completamente a Sam e che stavano insieme. 
Ero davvero felice per loro, sapevo quanto Sam fosse innamorata di Niall e speravo che non la facesse soffrire, ma non era il tipo, quindi ero abbastanza tranquilla.

 
Tornando a me.
Ero nella mia stanza, presa da un attacco isterico per la scelta del lavoro.
Nessun lavoro andava bene per me, che cavolo.
Così pensai di uscire e prendere un pò d'aria fresca.
 
Ricordate la cena a casa di Louis? Andò benissimo, sua madre era felicissima, per non parlare delle sue sorelle, che appena seppero della notizia corsero addosso a me felici, abbracciandomi.
Ero felice della loro reazione, e pure per quella di mia nonna.
E a proposito, lei qualche settimana dopo morì di infarto, lasciandomi un vuoto terribile.
Adesso, non contando Louis, la sua famiglia e Sam, ero completamente sola. Il giorno del funerale è stato uno strazio, piangevo, non smettevo. Louis accanto a me, mi stringeva forte la mano e quando mi sentiva singhiozzare mi abbracciava sussurrandomi 'hey, tua nonna resterà per sempre vicino  a te, con l'unica differenza che ti guarderà da lassù!'.
Quel giorno in lontananza vidi pure mia madre, non ebbi nemmeno il coraggio di avvicinarmi a lei, nè lei lo fece con me.



 
Pian piano, grazie ai miei amici, mi ripresi, ma fu molto difficile. 


 
 
Passai di fianco a un'edicola e mentre girai l'angolo finii per sbattere contro una ragazza.
«Ops, scusami!»
«No, scusami tu, ero con la testa fra le nuv.. oh, ma tu sei la r-ragazza di L-Louis..» 
«Sì, sono io!» dissi sorridente.
«State troppo bene insieme... quella troia ha rovinato tutto!» sussurrò l'ultima parte, appunto non capii molto bene. 
«Scusa, cosa hai detto?»
«Ehm..no, non vorrei fare la guastafeste, ma evidentemente non hai letto i giornali!»
«No, cosa ci deve essere scritto sui giornali?»
La ragazza uscii dalla sua borsa enorme una rivista. Iniziò a sfogliarla, fino a quando si fermò in una pagina ben precisa.
«E-Ecco..» 
Guardai le due pagine dedicate ai One Direction, solo che la mia attenzione andò ad una foto in particolare: Louis... e una ragazza!
 
"E mentre i One Direction si concedono una pausa dalle quattro tappe qui in America, ecco trovato Louis in un pub, in compagnia di una ragazza. Sarà un flirt?"

Mi cadde il mondo  addosso vedendo le labbra del mio Louis poggiate sulle labbra di un'altra ragazza.
Quella ragazza che ci faceva lì con lui? Oppure lui che ci faceva lì con lei? Il resto dei ragazzi dov'era?
La vista divenne leggermente sfocata. Chiusi gli occhi e mi portai una mano sulla fronte, per riprendermi.
«S-Scusa, io non..»
«No, t-tranquilla.. -le tornai la rivista- .. scusa io adesso ho fretta, ciao!» la lasciai lì.
Gli avevo dato fiducia, gli avevo dato tutto l'amore di questo mondo e lui? Ci prova con la prima ragazza che gli si avvicina.
Che idiota che sono stata a riprovarci con un ragazzo!
Che stupida che sono stata a credere che con lui potesse funzionare!
Come ho fatto a dimenticare che lui comunque era un cantante famoso?

 
Tornai a casa e appena chiusi la porta alle mie spalle, scoppiai in lacrime. Sentivo il cuore in mille pezzi, che provocavano un dolore lacerante al mio petto.
 
Dovetti sedermi nel divano, non mi sarei retta più in piedi.
Louis, perché mi hai fatto questo? Avevi promesso che non mi avresti fatta soffrire. Perché Louis?
Mi addormentai sul divano.
 
 
 
 
Da quella brutta notizia erano passati due  giorni e stavo malissimo, anche perché Louis non si era degnato nemmeno di chiamarmi, nè mandarmi un messaggio.
Era scomparso nel nulla, e la cosa mi faceva incazzare ancora di più.

 
Stavo sul divano, da quel maledetto giorno e mi alzavo solo per andare in bagno. Non rispondevo nemmeno al postino.
Sam ancora non era tornata dall'Italia e io nemmeno l'avevo cercata.
Arrivai a chiudere gli occhi che il campanello suonò.
Chi era alle otto di mattina?

 
Aprii di scatto la porta, senza controllare prima e mi trovai di fronte ad una donna con una valigia in mano e l'aria distrutta, un pò come me: l'unica differenza era che lei era presentabile, io ero in pigiama e con gli occhi gonfi.
Signori e signore.. mia madre.
«Che ci fai qui?» ci mancava solo lei in questo momento.
«Non m-mi fai entrare?» non avevo voglia di discutere con lei, perciò senza dirle niente mi spostai e la feci entrare «Grazie. Come mai è tutto chiuso? C'è anche una brutta aria..»
«Mamma, che sei venuta a fare qui?»
Poggiò la valigia a terra. «Mi h-hanno licenziata..»
«Ti dovevano licenziare per accorgerti di avere una figlia, da sola, a Londra?»
«Scusami, io ho sbagliato, sin dall'inizio.. ma in quel momento sentivo che il lavoro era importante.. quando ho visto che mi pagavano anche bene, ho pensato solo al lavoro..»
«Pff, che dici?» dissi sarcastica.
«Adesso che però mi hanno licenziata ho pensato 'cavolo, io non posso aver perso tutto questo tempo con mia figlia..' e sono qui.. lì a Roma si è sentita la tua mancanza e non lo dico tanto per dire, credimi.. sto malissimo. Mi sento.. tremendamente sola.»
In quel momento era così simile a me.. La vidi per la prima volta piangere, così mi avvicinai a lei e la abbracciai.
«Ti capisco mamma..»
«Perdonami, ti prego..» mi supplicò con gli occhi. La strinsi ancora di più a me.
«Tutto apposto, tranquilla mamma..» tirai su col naso. «Mi sei mancata pure tu!» 
 
Non so cosa mi spinse a fare quel gesto e a perdonarla.
So solo che avevo tremendamente bisogno di affetto e di qualcuno che stesse vicino a me e che mi consolasse, e in quel momento forse mia mamma era l'unica.













**

Buonasera ragazzeeee!
Eccomi, sono viva :') AHAHAHAH
Sono tornata con questo capitolo (che nella mia testa era venuto stupendo, ma quello che ho scritto è un venuto davvero vomitevole!) :s ma è sempre così.
Beh, che dire? Allooora: abbiamo la solita ragazza odiosa guastafeste e il ritorno della madre!

Tra tre capitoli circa la storia raggiungerà la sua fine :')

Volevo ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, le ragazze che leggono solamente e le ragazze che hanno inserito la fan fiction in seguitepreferitericordate.

Vi ricordo i link dove potete contattarmi:

Twitter: @_xtommosmile.

Buona serata a tutte, love u all!


xtommosmile. 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28. ***




Mi svegliai nel mio letto.
Non mi ricordavo di essere andata a letto; in realtà non ricordavo nulla dopo il ritorno di mia madre.
Avevo la testa troppo confusa.
Mi stiracchiai e sentii un dolore al petto. Avete presente quel dolore che si sente all’altezza del cuore quando hai pianto tanto, quando senti che ti manca qualcuno di importante? Ecco.
Lui mi mancava.
Mi mancava come l’aria.

Mi alzai dal letto e mi guardai allo specchio: avevo un aspetto tremendo, ma decisi comunque di scendere giù in cucina.
Mentre scendevo le scale sentivo un buon profumino di bacon.
Trovai mia madre ai fornelli.
«Buongiorno!» ricambiai il saluto con un sorriso forzato.
Mi avvicinai a lei «Stai preparando la colazione..» dissi sorpresa, lei annuì «Non me la preparavi da molto tempo..» dissi malinconica.
«Già, sto recuperando tutto il tempo perduto! Dai, dai. Siediti che è già tutto pronto!» mise il bacon nel mio piatto e mi sedetti, seguita da lei.
Guardavo quel piatto, ma fame non ne avevo proprio, avevo lo stomaco chiuso.
«Non ti vanno? Non ti piacciono?»
«No, è che..»
«Hai lo stomaco chiuso!» esclamò. «E’ successo qualcosa?»
La guardai sorpresa, come aveva capito? «Sono sempre tua madre eh! Ti capisco!»
«Beh..» mi grattai la testa, non sapendo da dove cominciare. «Hai presente i One Direction?»
«Ma certo che li conosco! Lì in Italia sono molto famosi. Non hai soldi per andare a un loro concerto? Te li do io.. no problem!»
«No, no mamma. E’ ancora peggio di questo. –lei vedendo che dovevo continuare a parlare non domandò nulla più- Li ho conosciuti, per caso qui a Londra. Louis, hai presente quello che ama le righe? –annuì- Ecco, diciamo che all’’inizio eravamo cane e gatto, non potevamo vederci. Poi però sono cambiate molte cose, mi è stato vicino insieme agli altri quattro quando la nonna stava male, era così dolce con me e.. sono finita per innamorarmene. –lei non era per niente sorpresa, avevo l’impressione che già avesse capito sin da quando ho cominciato a raccontare- Ci siamo messi insieme, davvero mamma, è un ragazzo fantastico.. se non..» sentivo le lacrime pronte ad uscire dai miei occhi. Non potevano uscire adesso, no!
Lei mi si avvicinò «Mi ha tradita con una, in America.. ho visto la foto in una rivista. E’ stato bruttissimo, non si è fatto più sentire.. e questo mi fa pensare che forse non sono più nulla per lui.. mi ero dimenticata che era un cantante famoso..» dissi quasi in un sussurro.
Lei mi abbracciò. Scoppiai a piangere, non ce la facevo a tenere dentro quelle lacrime che minacciavano di uscire.
«Shh, tranquilla. Vedrai che non è come sembra. A volte i giornali scrivono cose false.. facendo stare male la gente. Quando tornerà qui a Doncaster sistemerete tutto.»
«Non lo voglio nemmeno vedere, mamma.» mi asciugai le lacrime.
Basta piangere. Non ne potevo più. Mi aveva tradita? Non meritava le mie lacrime. Chi era lui? Nessuno, solo un ragazzo come gli altri.
«Dai, adesso basta piangere, vai a cambiarti che usciamo a fare shopping!» uh, non ne facevo da quando Lou.. NO, BASTA! E’ sempre nei miei pensieri, porca miseria.
«Va bene.» accennai un sorriso e salii in camera mia a vestirmi.



Stavamo camminando ormai da due ore, e avevamo già tre buste ciascuno.
Non ricordavo che passare del tempo con mia madre fosse così.. divertente, rilassante..

«Sono esausta!» dissi buttandomi su una panchina e scoppiando a ridere.
«Anche io!» lei continuava a ridere. «Ti è tornato il sorriso.»
«Sto cercando di.. lasciarmi la situazione alle spalle.»
«Fai bene per il momento.» mi sorrise. «Bisogna essere forti e andare avanti.»
«Comunque.. quel vestito ti stava d’incanto.» dissi riferendomi ad un vestitino che avevamo visto poco prima in un negozio.
«Ma smettila, ormai non ho più l’età per portare un vestitino di quel genere. Semmai tu potresti metterne uno del genere.»
«Non metterò mai vestitini, i love jeans!» scoppiammo a ridere.
Poi andammo a mangiare qualcosa da Nando’s.
«Questo è il ristorante preferito di Niall, vero?» mi domandò. Già, mi mancava il biondino e mi mancava anche la sua risata. Chissà come andava la storia con Sam. Spero bene.
«Ma come fai a sapere tutte queste cose? Sto rimanendo scioccata!»
«Haha una mia collega aveva un’amica directioner, è così che si chiamano le loro fan, vero? –annuii- e perciò ogni volta che veniva a trovare sua mamma, si portava la testa, raccontando vita/morte/miracoli!» sembrava proprio Sam.
Ricordo quando mi fece spaventare solo perché c’era una loro canzone alla tv.
A quel ricordo risi.



Tornammo a casa davvero stanche.
«Io vado a fare una doccia. Non mi sento più i piedi.» così salutai mia madre, perché sicuramente mi sarei addormentata nel mio letto.



#Louis.



Ero tornato da pochi minuti a Doncaster e sentivo un peso sul petto.
In quei giorni non avevo sentito Sophie. Dovevo assolutamente andare a trovarla, chissà cosa pensava.
Prima di passare da lei, andai a casa, posai le mie valige, salutai mia madre, mi disse qualcosa che non capii e dissi che dovevo assolutamente andare da Sophie.
Arrivato davanti casa sua, suonai al campanello e ad aprirmi la porta fu una donna.
«Lei è.. ?»
«Sono Laura, la madre di Sophie, tu sei Louis, vero?» sua madre? Era tornata? Suppongo che avevano chiarito.
«S-sì, sono io. Sophie è in casa?» dissi imbarazzato. Non sapevo come comportarmi.
«Intanto entra, non stare sulla porta..» entrai «Comunque Sophie è di sopra a fare la doccia e.. non credo che ti voglia vedere.»
«Come mai?» mi sedetti sul divano.
«Ha visto la foto.. come hai potuto?» foto, foto.. quale fot.. ah, quella foto.
Quella dannata foto.
No, non può averla vista, quello che hanno scritto non era assolutamente vero. «Era disposta a chiarire se solo tu ti fossi fatto vivo. Non l’hai nemmeno chiamata..» lo so, mi sentivo uno schifo. «Non ti è mancata per nulla?»
«Signora..»
«Laura, chiamami Laura..» sorrise, aveva lo stesso sorriso di Sophie.
«Sì, ehm.. Laura, sua figlia mi è mancata più di chiunque altro. Purtroppo non ho avuto modo di usare il telefono. Sembrerà assurdo, ma è così.»
«Io non voglio intromettermi nelle vostre cose..»
«Posso salire a parlarle?»
«Se poi ti caccia via non dare la colpa a me eh!» scoppiò a ridere.
«Correrò questo rischio.»

Salii le scale. La sentivo canticchiare dalla sua camera.
“If I am a louder, ..”
Era ‘more than this’.

Bussai.
«Sì, entra mamma.»
Entrai e appena mi vide rimase a bocca aperta.
Mi guardava, senza un’espressione chiara in viso.
«Ciao Sophie.»
«Oh, sei tornato..»
«Sì, sono venuto a trovarti.»
«Con quale coraggio?» si alzò dal letto.
«Ho saputo che hai visto..»
«..la foto? Sì, l’ho vista! Non ti dovevi nemmeno presentare a casa mia, nella mia camera. Mi fai schifo.»
«Io ti posso spiegare..»
«Non c’è nulla da spiegare, mi fai schifo.» cercai di accarezzarla, ma lei tolse la mia mano con una specie di schiaffo. «Non osare toccarmi.»
«Ma..»
«Mi fai schifo capito? Credevo fossi diverso, invece sei come tutti i ragazzi. Ti ho dato tutta la mia fiducia, mi hai promesso amore, giudicavi anche Alex per il suo comportamento e poi? Ti comporti come lui. Approfitti anche della tua fama per farti le ragazze, te la sei portata anche a letto scommetto..» disse con una risata isterica, stavo per rispondere, ma mi bloccò «Non lo voglio nemmeno sapere. Adesso esci da questa camera. Sparisci dalla mia vista!»
Urlò, stava per piangere, me lo sentivo.
No, non potevo lasciarla così, io dovevo spiegare.
«Non farti più vedere! Sparisci dalla mia vita!»













**

BUONASEEEEEERA GIIIRLZZ.


Ed eccomi qui, ce l'ho fatta a postare. Scusate il ritardo çç

Bene, allora Sophie ha raccontato tutto alla madre (che è molto informata sui ragazzi OuO), Louis è tornato e Sophie lo vuole fuori dalla sua vita.
Eh, Louis non ci si comporta così! è.é
Secondo voi cosa succederà nel prossimo?
Volevo dirvi che ho già fatto lo schema degli altri capitoli e rimangono il 29, il 30 più l'epilogo. Sta giungendo a termine questa fan fiction :')
Prima di andare vorrei ringraziare tutte le ragazze che leggono e recensiscono!
Basta, non scrivo più nulla. Mi polverizzo (?)
Mi raccomando, recensite in tante. 
Vi amo.


xtommosmile.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29. ***


Perdonate il mio ritardo cc




Dopo due settimane.

 
 
Erano passate due settimane da quando avevo parlato con Laura e Sophie.
Sophie non mi voleva ancora vedere e io ci stavo male.
«Tesoro, vuoi mangiarla qualcosa?» mia mamma mi ripeteva questa frase da quel giorno.
«No mamma, devo fare una cosa.»
«Lou, è da due settimane che devi fare una cosa..»
«Mamma, lasciami in pace!» okay, forse non dovevo farlo. Vidi mia madre abbassare lo sguardo e intenta ad uscire dalla mia camera. «Mà.. scusami –la raggiunsi e la abbracciai- ultimamente sono un po’ giù.»
«Tranquillo, l’ho notato. Ancora non hai chiarito con Sophie?»
«No..» mi buttai a peso morto sul letto e lei mi seguì. «Sono stato un’idiota.. non so cosa fare per farmi perdonare.»
«Sai, a me piaceva quando un ragazzo mi dedicava una canzone, mi faceva sentire speciale, unica..»
Ma certo! Le canzoni. Come ho fatto a non pensarci prima?
«Grazie mamma, tu si che sei un genio!»
«Almeno qualcuno in questa famiglia si salva!» disse, uscendo.
Scoppiai a ridere e mi misi a lavoro.
Dovevo cercare delle canzoni. 
Forse avrei utilizzato anche quelle mie e dei ragazzi. Erano perfette, sì.
Avrei fatto una sorpresa a Sophie unica. Speravo vivamente che almeno con questo mi perdonasse.
 
Presi la giacca e uscii di casa.
Unica direzione: studio di registrazione.
Mentre camminavo, passai davanti ad un fioraio.
Pensai che una rosa avrebbe fatto piacere a Sophie. Così la comprai e la portai a casa sua; la poggiai solamente nel tappetino d'ingresso. Suonai e scappai via.
Nessun bigliettino, nessun segno di riconoscimento.
 
 
Suonai il campanello di casa Styles.
Ad aprirmi venne la signora Anne, in vestaglia.
«Buongiorno Anne, scusa se disturbo. Harry è in casa?»
«Sì, è in camera sua.. raggiungilo!»
«Grazie.»
Oramai ero di casa, diciamo che era la mia seconda casa, in fondo Harry era il mio migliore amico.
Bussai alla porta della sua camera e aprii.
«Hey.»
«Ciao Haz.»
«Che ci fai qui?» mi chiese sorridendo. «Non ti vedo da.. una settimana! Quella ragazza ti ha proprio buttato giù..»
«Sono stato un coglione, e adesso voglio rimediare.»
«Cosa vorresti fare?»
«Mi servirebbe la tua camera..» mi guardò confuso «..sala di registrazione!»
Dovete sapere che Harry in casa aveva una stanza insonorizzata dove aveva strumenti e apparecchi per registrare, e spesso con i ragazzi venivamo qui per divertirci.
«Aaah. Okay, vuoi una mano?»
«Sì, devi aiutarmi a scegliere alcune canzoni.»
«Agli ordini capo!»
Entrammo nella stanza e ci mettemmo a lavoro.
 

 
#Sophie.

 
 
Quella mattina avevo pochissima voglia di alzarmi.
Mi sentivo uno schifo, ancora vuota.
Avevo detto a Louis di sparire dalla mia vita, come avevo potuto dirlo?
Lui per me era ed è tutto.
Orgoglio e rabbia, Sophie.
Già, l'orgoglio e rabbia.
 
Sospirai.
 
Poi mia madre bussò in camera mia.
«Buongiorno tesoro.» mi dovevo ancora abituare alla sua presenza in casa mia e nella mia vita.
«Ciao mamma.» 
«Oggi non ti alzi?»
«Non ne ho proprio voglia..» aveva le mani dietro la schiena. «Cos'hai lì dietro?»
«Ho trovato questa a terra, davanti la porta.» si avvicinò e quello che aveva tra le mani era una rosa, una splendida rosa.
Me la porse e la annusai.
«Chi l'ha mandata?»
«Non c'era nessun bigliettino. Però.. io avrei una certa idea..»
«No, mamma, ti prego..»
«Secondo me è stato Louis..» abbassai lo sguardo «Sophie, lui ci tiene a te. Tutti commettono degli errori.»
«Lui doveva pensarci prima.» buttai la rosa a terra e mia madre uscì senza dire nulla.
Mi raggomitolai sotto le coperte.
Dannazione a Louis!
Una lacrima biricchina rigò il mio viso. 
Mi ero ripromessa di non piangere per lui, ma era davvero importante.
Era diventato la mia vita, il suo sorriso era uno spiraglio di luce per il mio cuore, sincero, affascinante, dolce..
Ahh, dannazione ancora Louis!
Mi tolsi le coperte di dosso e andai a raccogliere quella rosa, la poggiai delicatamente sul letto e poi andai a riempire un vaso d'acqua, lo portai in camera, lo poggiai sul comodino e ci misi dentro la rosa.
Era davvero molto bella. Tornai a letto e piansi, piansi senza mai fermarmi. 
Volevo lui a consolarmi, volevo lui che mi stringeva tra le sue braccia e mi dava dolci baci sulla guancia, e mi sussurrava nell'orecchio che tutto andava bene e che era un brutto pensiero.
 
 
**
 
 
Ero scesa solo per prendere un bicchiere d'acqua, mia madre stava preparando delle cose per la domenica e non avevo molta voglia di parlare.
Apro il frigo e mi verso un po' d'acqua, poso la bottiglia e mentro ero intenta a salire le scale per tornare in camera mia suona il campanello.
Non volevo andare ad aprire..
«Sophie, vai tu un attimo? Ho le mani occupate..» ecco, come non detto.
Aprii, ma non c'era nessuno, poi però vidi un oggetto quadrato sul tappetino, lo presi in mano ed era un cd.
Chiusi la porta con il piede, perché avevo tutte e due le mani occupate.
Mi misi in salotto e poggiai il bicchiere nel tavolino. Inserii il cd nel lettore musicale e iniziai ad ascoltare le canzoni.
 
 
"Girl I see it in your eyes you’re disappointed
Cause I’m the foolish one that you anointed with your heart
I tore it apart
And girl what a mess I made upon your innocence
And no woman in the world deserves this
But here I am asking you for one more chance.."

 
Ne ascoltai le parole, e capii subito che quel cd l'aveva portato Louis.
La cosa che mi colpii di più era che non solo erano le sue canzoni ma in più erano live, in acustic. E i brividi iniziarono a percorrermi tutta la schiena.
Le canzoni non erano tutte, c'erano solo piccoli spezzoni. Quelli più significativi.
 

"Hello,hello, i know it’s been a while but baby,
i got something that i really wanna let you know, yeah
something that i wanna let you know.
You say, you say, to everybody that you hate me.
Couldn’t blame you ’cause i know i left you all alone, yeah
i know that i left you all alone.
Now i’m back at your door, you’re
looking at me unshure, i should have seen it before.
You’re all i think about, baby.
I was so stupid for letting you go,
but i-i-i know you’re still the one.
You might have moved on, but, girl
you should know: that i-i-i know
you’re still the one. 
 
I know i’m saying too much, but i will
never give up, i was so stupid
for letting you go, but i-i-i know
you’re still the one.. "

 
«Louis..» le lacrime tornarono sul mio viso.
E avevo appena smesso di piangere.
Cosa vuoi Louis?
 

Stava iniziando la terza canzone quando..
«Tutti meritano una seconda possibilità..» mi voltai di scatto e smisi per un attimo di piangere. «E' vero, Louis ti ha fatto soffrire, però è il ragazzo che ami, non farti scappare ciò che ti fa stare bene, chi ti regala un sorriso. A volte l'amore è così..»
Stavo riflettendo su quelle parole, poi non ci pensai due volte: mi alzai di scatto presi la giacca e corsi fuori di casa.
Avevo solo una cosa in testa: andare da Louis. 
Avrei chiarito una volta per tutte, sì, mi mancava da morire, e non avrei aspettato un giorno di più per farlo.
Corsi, non feci caso a com'ero vestita, non era importante in quel momento.
 

Arrivai col fiatone davanti casa sua, suonai al campanello e mi aprii Jay.
«Ciao cara..» mi sorrise. Era felice di vedermi.
«C-ciao Jay, c'è L-Louis?»
«Sì, è in camera sua..» salii su e senza bussare aprii la sua porta.
Lo trovai sul letto con il viso coperto dalle mani, che poggiavano sulle ginocchia, piegate.
«Lou?»
Ad un tratto mi ritrovai persa e intrappolata dal suo sguardo. Era sorpreso, sicuramente non si aspettava che fossi venuta così presto, o forse non si aspettava proprio che venissi. 
«Sophie..» si alzò lentamente da lì. «Che ci fai qui?»
«Ho ascoltato il cd..» abbassai lo sguardo. Ci fu un attimo di silenzio. «Se sono importante come dici, perché non ti sei fatto sentire in queste settimane? Perché mi hai tradita con quella ragazza?» strinsi i denti e i pugni per non piangere.
«Posso spiegarti..»
«Quindi è vero che mi hai tradita..» faceva ancora più dolore saperlo.
«No, non ti ho tradita.. quella ragazza.. quella sera..»
«Louis, dimmelo se mi hai tradita.. non peggiorare le cose, ti prego.»
«Ti giuro che non c'è stato nessun contatto fisico con quella ragazza.. tranne quel bacio.. ma ero ubriaco, quella ragazza girava intorno a me e  quando ha visto che non ero più in me...» non sentivo più il cuore, continuavo a stringere di più i pugni fino a farmi diventare le nocche bianche. «Non ero solo in quel pub, c'erano pure i ragazzi.. possono dirtelo loro se non ci credi.»
Senza chiedere il permesso a Louis, mi sedetti sul suo letto, dandogli le spalle.
«Tu lo sai che mi fa molto male sapere queste cose vero?»
Si alzò dal letto e si accovacciò davanti a me.
«Ci sei solo tu per me.» in quel momento non ci visti più dalla rabbia.
«Che motivo avevi di ubriacarti? Anche da ubriaco comunque potevi respiengere quella barbie; io ti aspettavo qui, con molta ansia, sarei stata felice di abbracciare il mio ragazzo, che non vedevo da tanto.. e poi però scopro che non mi cerca e che se la fa con una ragazza..» piansi e gli tirai uno schiaffo. «Tu non sai come sono stata in questi giorni.» mi resi conto dopo poco del mio gesto. Non avevo mai alzato le mani a nessuno, non ne ero mai stata capace. Lo guardai incredula e piansi ancora di più. Lui però mi abbracciò, più forte che poteva. Quanto mi erano mancati i suoi abbracci, il suo dolce profumo..
«Scusami, sono stato un coglione..» mi sussurrò. «Scusami, scusami.» stavolta fui io ad abbracciarlo più forte. 
Lo amavo, dopo tutto, non potevo lasciarlo andare per questo. Gli diedi un bacetto nel collo.
Lui prese il mio viso tra le sue mani grandi e iniziò ad asciugarmi le lacrime col pollice e poi mi baciò.
Una serie di emozioni mi investii. Mi era mancato da morire, mi morse il labbro superiore e sorridemmo.
Fece scontrare la sua lingua con la mia e iniziarono a giocare, a rincorrersi, a cercarsi e trovarsi dopo un tempo che sembrava infinito.
«Ti amo Sophie.»
«Ti amo anche io.»
Mi stese sul letto e iniziò a lasciarmi piccoli bacetti sul collo mentre io gli scompigliavo i capelli, sapevo quanto gli dava fastidio.

 
**

 
«Ti va di cenare con me stasera?» eravamo ancora stesi nel letto a farci coccole, erano passati minuti, forse ore.
«Se cucini tu, no!» scoppiai a ridere.
«Così mi offendi nel profondo.» disse, portandosi una mano sul cuore.
«Scherzo sciocchino.. va bene, accetto il tuo invito.» gli sorrisi, lui sorrise. Glli accarezzai la guancia, nel punto dove gli avevo dato lo schiaffo.
«Certo che me l'hai dato proprio forte eh!» disse divertito.
«Scusami.» gli diedi un bacetto. 
Poi si alzò e disse che doveva andare a prendere le cose per la cena.
Uscì dalla camera e io chiamai mamma dicendole che avevo chiarito con Louis e che rimanevo da lui a mangiare.
Andai nel frattempo in bagno  a sciacquarmi la faccia, avevo sicuramente il trucco sbavato.
 

**

 
Quando tornai nella stanza non credetti ai miei occhi.
Per terra, accanto al letto c'era una coperta, due candele accese e nella radio era inserito il cd che Louis aveva fatto per me.
«Wow..» sussurrai.
«Ti piace?»
«Sì, ma sei pazzo?» mi abbracciò da dietro.
«Questo è il minimo per te.» gli diedi un bacio a stampo. 
Poi ci sedemmo e mise a terra la pizza che aveva prenotato poco prima e parlammo.
 


A fine cena ero talmente esausta che mi stesi sulla coperta.
«Sto scoppiando.»
«Fai storie pure per due tranci di pizza?»
«Non mangio da un po' di tempo, capiscimi!»
«Si, ti capisco.» mi accarezzo la guancia. Poi si mise sopra di me.
«Così non aiuti la mia digestione» scoppiammo a ridere.
«Ma sono leggerissimo, pft.»
«Forse una volta.» gli baciai il naso.
Ci guardammo, come non facevamo da tempo, mi accarezzò ancora la guancia.
«Sei.. bellissima.» col pollice mi sfiorò le labbra e le baciò. 
Senza staccarci, ci alzammo e mi sfiorò le braccia scoperte, mi buttò nel letto.
Iniziò a baciarmi il lobo del mio orecchio, gli diede un morso e mi fece sorridere, iniziò a scendere, sempre più giù. Mi tolse la magliettina che avevo e continuò a scendere fino ad arrivare ai seni. Avevo capito ormai le sue intenzioni, ma era troppo tardi per fermarmi, c'ero dentro pure io e la voglia di sentirlo mio era troppa.
Invertimmo le posizioni e iniziai a sbottonargli la camicetta, accarezzai i suoi addominali e gli morsi il labbro. Iniziò a giocare con il laccio dei pantaloni della tuta ed io con la sua cintura.
I miei e i suoi pantaloni finirono a terra. Ci scambiammo baci di fuoco.
Lui invertì nuovamente le posizioni e iniziò a giocare con il gancio del mio reggiseno, mi abbassò le bratelle mentre continuavo a baciarlo e mi tolse il reggiseno, non provai vergogna.
Mi accarezzò la pancia e baciò l'ombellico. Altri brividi.
Le sue mani arrivarono alle mie mutandine.
Bene, e ora? Avevo una paura tremenda.
Tempo di cinque minuti e il mio e il suo intimo erano spariti.
«L-Lou..» lui mi guardò.
Mi guardò negli occhi e mi accarezzava la guancia «Ti fidi di me?» sussurò.
«S-Sì..» la mia voce flebile, le mie labbra tremano.
Entrò dentro di me, gemetti dal dolore, in quel momento eravamo una cosa sola ed ero sua.
La mia testa si svuotò e c'era solo lui, il suo profumo, il suo corpo unito al mio.
La fiamma ardeva dentro di noi, le nostre gambe intrecciate, i corpi abbandonati sotto le lenzuola, sfiniti. 
Mi accarezzò delicatamente i capelli, sospirai, mi baciò a stampo e mi strinsi a lui.
Ero felice. Felice di aver chiarito con lui, di aver fatto l'amore con lui.
Adesso niente e nessuno ci avrebbe separati, ne ero sicura.
Mi addormentai.









**


Okaaay, mi sto vergognando! Sto postando il capitolo solo ora, ma volevo che questo capitolo venisse bene, ma non so se sono riuscita nel mio intento. Volevo mettere qualche altra canzone, ma quando ho letto la traduzione di Still the one ho detto 'questa è perfetta!' 
Beh, come avete letto, Louis e Sophie hanno chiarito e pure bene ahahah.
Adesso secondo voi cosa succederà nell'altro capitolo? Vi ricordo che è l'ultimo prima dell'epilogo :( non ci credo che sta per finire.

Vorrei ringraziare le  persone che hanno letto e recensito il capitolo precedente. Siete fantastiche afjnd ok? Ok.
Inoltre vorrei ringraziare le Little Mix, perché senza la loro Turn You face non avrei completato questo capitolo.

Grazie, grazie, grazie.

Ah, se non avete letto ancora il quinto capitolo della mia Like a star. passate :) aspetto tante recensioni.

Adesso scappo, buon sabato a tutti!


xtommosmile.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30. ***


Accetto volentieri qualche recensione in più e mi piacerebbe se almeno a fine fan fiction collaboraste con me, facendomi sapere le vostre sensazioni, ipotesi e simili.
Buona lettura c:





Dopo due anni.




Dopo quella volta io e Louis eravamo sempre più uniti. Ci eravamo promessi massima fiducia, se non l’avrebbe mantenuta, sarebbe finita, stavolta per sempre.
Ci sentivamo ogni giorno, prima o dopo i concerti. I ragazzi erano sempre allegri, felici del loro lavoro, dei traguardi raggiunti, delle fans..
Io e mia mamma stavamo recuperando man mano il tempo perso.
Ero ormai una ventenne e certi problemi me li lasciavo benissimo alle spalle. Stavo crescendo.



Ero a casa di Sam, stavamo parlando del suo lavoro.
Sì, lavorava come dog-sitter, amava i cani e poterci giocare, portarli a spasso era qualcosa di meraviglioso per lei.
«E tu invece?»
«Io sto ancora cercando.. presto lo troverò, spero. Non mi va bene nessun lavoro ultimamente..»
«Su, magari poi ti aiuto io.»
«Grazie mille Sam.» ci eravamo messe da poco davanti al computer, un po’ per cazzeggiare, un po’ per vedere che stavano combinando quei cinque cialtroni in tour.

Vedemmo una foto di Niall dove era praticamente davanti a delle fan e stava cercando di fare la foto.
Sorridemmo.
«Con Niall come va?» chiesi ad un tratto.
«Va bene, non ci vediamo praticamente da quando sono partiti, però.. ci sentiamo ogni giorno, ogni volta, prima di un concerto mi dice ‘amore, questo concerto sarà dedicato a te, sei speciale.’ E lì come faccio a non sciogliermi e a non amarlo sempre di più?»
«Siete la dolcezza voi due, aww!»
«Anche tu lo sei con Louis.. le cose stanno andando a gonfie vele!»
«Sì, per fort…» mi portai violentemente una mano sulla pancia. Avevo avuto delle fitte.
Un senso di nausea mi pervase e per un attimo vidi girarmi tutto attorno. Chiusi gli occhi.
Li riaprii, vedendo la faccia di Sam preoccupata.
«Tesoro, tutto bene?» quel senso di nausea lo avevo ancora, ma non volevo farla preoccupare.
«Sì, tutto passato, sarà questo strano caldo..» annuì, poco convinta.
E’ stato bruttissimo.
Continuammo a guardare le ultime news sui One Direction e poi mi incamminai vero casa.
Eravamo a fine aprile, e i pomeriggi diventavano sempre più caldi.


Arrivai a casa.
Ebbi il tempo di chiudere la porta che dovetti correre subito in bagno.
«Sophie..» non salutai nemmeno mia madre.
Quel senso di nausea lo avevo ancora, vomitai.
Che cosa avevo mangiato la sera prima? Non ci pensavo.
Sicuramente qualcosa mi aveva fatto male. Sì, sicuro.
Ma continuavo a vomitare. Mia madre preoccupata corse in bagno.
«Piccola, hey, tirati su. Respira profondamente.» mi mise una mano sulla fronte e mi fece sedere sul bordo della vasca.
«Ho nausea..» mi guardò, come dire?, Strana, preoccupata..
«Hai avuto ritardi?»
«Sì..»
«Tesoro.. non vorrei arrivare a conclusioni affrettate, ma hai avuto rapporti con Louis? Capisci quel che intendo..»
In effetti non glielo avevo detto. Non gli avevo detto che quella volta, due anni fa, l’avevamo fatto a casa sua, dopo aver chiarito.
Non le avevo detto dell’ultima volta, di averlo fatto prima che lui partisse.
«Io..»
«Amore, sei grande, hai vent’anni e la vita è la tua.. tranquilla, con tua madre puoi parlare..» guardai un attimo giù. A questo punto dovevo dirglielo.
«Sì.. più di una volta..»
Si portò una mano davanti la bocca. «Sophie..» la guardai «Lo sai che potresti essere incinta?» mi allarmai.
Cosa?
Io, incinta? No, non poteva essere. Questo non era previsto.
«Ma sei sicura? Può essere che ti stai sbagliando.. potrebbe essere di tutto.»
«No, non credo.» si alzò «Io vado un attimo in farmacia e torno, vado a prendere il test.» così senza che io replicassi, uscì.
E se fossi stata veramente incinta? Come lo avrei detto a Lou? E soprattutto, come avrebbe reagito?
Lui era un cantante famoso in tutto il mondo, sempre accerchiato da molti paparazzi, giornalisti, telecamere.. questo del bambino sarebbe stato uno scoop enorme.
Mi portai la testa tra le mani. Che casino!
E se mi avesse lasciata?
Un bambino è troppo nella mia vita..’ cacciai via quella frase dalla mia testa. No, Louis non si sarebbe comportato così.. spero.


**


Mia madre tornò con il test.
Mi disse come farlo e aspettai; guardavo mia madre preoccupata e lei mi rassicurava con i suoi sguardi.
«Stai tranquilla, alla fine è una cosa meravigliosa diventare mamma.» mi accarezzava le mani.
A me veniva solamente voglia di piangere.
Aspettai altri cinque minuti e andai a controllare, ma non avevo il coraggio di farlo.
«Mamma, controlla tu, ti prego.» tornai a sedermi sul letto. Mia madre si alzò, prese il test e fissò il piccolo schermo.
Guardava prima quello e poi me, poi quello e poi me.
«Sophie..»
«Si?!»
«Il test è risultato..» deglutii rumorosamente «..positivo! Bambina mia, sei incinta!»
«Non ci credo..» sussurrai.
Era una cosa impensabile. Sono ancora troppo giovane per avere un bambino.
«Tesoro.. devi dirlo a Louis.»
«E se il test avesse sbagliato? E se non sono realmente incinta? E se..»
«Hey, calmati. – mi accarezzò la guancia; ero parecchio agitata – Probabilmente adesso hai paura, sei preoccupata, scommetto che non sai come dirlo a Louis, starai pensando a quel mondo orribile fatto di giornalisti.. ma credimi, se Louis ti ama veramente, beh, riuscirete a superare tutto, credimi.» sospirai.
«Da quanto sono incinta?»
«Il test diceva da più di una settimana..» abbracciai mia mamma, che mi accarezzò i capelli.
Mi venne ancora un giramento di testa e mia madre se ne accorse.
«Conviene riposarti. Io scendo giù a sistemare la cucina.. se hai bisogno chiama okay?» mi sorrise, uscì dalla camera e chiuse la porta alle sue spalle.
Mi sdraiai sul mio letto mi addormentai.



**



Mi svegliai con la suoneria del mio cellulare.
Sussultai e cercai di prenderlo.
Risposi.
Era Louis.
Louis.
Prima di accettare la chiamata, presi un bel respiro.
«Pronto?»
«Amoreee ciaao.»
«Ma buonaseraaa.» okay, dovevo sembrare più convinta quando parlavo.
«Disturbo?»
«Mi sono svegliata adesso. Mi stavo riposando.»
«Scusami, non volevo.»
«Tranquillo. Avevo voglia di sentirti.» sorrisi involontariamente.
«Come stai? Oggi non ci siamo proprio sentiti.»
Sono incinta. Aspetto un bambino da te, non so se lo accetterai, ma muoio dalla voglia di abbracciarti.
«Sto bene, tu? Avete un concerto stasera?»
«Sì, tra un’ora. Abbiamo già fatto il soundcheck.»
«Capisco..»
«Sophie..»
«Si?!»
«Sei sicura che stai bene? A me non sembra..»
Dannazione!
«Sì, cioè.. no.»
«Sì o no?»
«No, Louis non sto bene, ma ne parliamo quando torni. Non voglio per telefono.»
«Ma così mi fai preoccupare però..»
«Tu stai tranquillo, okay? Me lo prometti?»
«Va bene. Adesso scusa ma devo chiudere; mi raccomando, se hai bisogno chiama okay?»
«Okay, stasera spacca e fai vedere a tutti chi sei.» sorrisi.
«Promesso. Buonanotte amore.»
«Notte, ti amo.»
«Ti amo anche io.»
Chiamata conclusa.

Mi alzai per posare il mio cellulare nella scrivania e passai davanti il io specchio.
Mi fissai.
Fissai poi la mia pancia.
Mi immaginai con un fagottino lì dentro, la accarezzai.
Mi immaginai subito dopo il parto, a casa, che tenevo in braccio il bambino, lo coccolavo e mentre Louis era in tour, gli raccontavo quanto era speciale il suo papà, come ci erano conosciuti..
Mi immaginai le nottate a cambiare i pannolini, ad allattarlo, a farlo addormentare nel lettone tra me e Louis..
Mi immaginai poi il primo giorno di scuola del mio bambino, lo avrei accompagnato e poi mi sarei fatta trovare lì davanti, all’uscita.
Le prime amicizie, i primi amori..
Okay, stavo immaginando troppo, ma credo sia normale no?
In fondo, avere un bambino credo che forse è la cosa più bella che possa capitare ad una donna giusto?

Sarebbe andato tutto bene, avrei solo dovuto parlare con Louis. Avrebbe capito..
Avrebbe capito, no?



**



Louis mi aveva chiamata la mattina e mi aveva detto che sarebbero tornati nel pomeriggio.
Okay, iniziavo ad agitarmi seriamente.
Dovevo prepararmi un discorso?
Naaah, non facevano per me quei lunghi discorsi che mettevano ansia.
Cosa avrei potuto fare?
Dei disegni. Certo.

Presi dei fogli, e mi misi all’opera.
Nel primo disegnai due omini, uomo e donna, che si tenevano per mano e tra le loro teste disegnai un cuore rosso.
Nel secondo disegnai delle scarpette di lana.
Mi immaginai le prime scarpette indosso al bimbo. Sarebbe stata un’emozione unica.
Nel terzo disegnai un biberon.
Okay, non avevo fantasia, ma erano disegni chiave che magari avrebbero fatto capire a Louis.
In caso contrario, sarei stata io a dire tutto, prendo un po’ più di coraggio.


Disegnando non mi ero accorta che ormai si erano fatte le sei del pomeriggio.
Appunto, suonò il campanello.
Sicuramente aprì mia madre e tempo di due minuti mi ritrovai nella stanza un Louis, dall’espressione felice, preoccupata, ansiosa..
«Ciao piccola.» mi abbracciò e io mi accucciai tra le sue braccia, lo strinsi a me.
Quanto mi era mancato..
Mi diede un lungo bacio e poi mi fissò negli occhi.
«Ciao..» sussurrai felice. «Com’è andato il viaggio?»
«Bene, non vedevo l’ora di riabbracciarti.»
«Mi sei mancato tantissimo, Louis.»
«Pure tu!» mi baciò nuovamente e poi mi accarezzò la mano. «Allora.. cosa dovevi dirmi? A proposito, come stai?»
«Ti conviene sederti..»
«Devo pensare al peggio?» mi fissò preoccupato.
«Mmh, non lo so..» dissi incerta. Così mi avvicinai alla scrivania e presi i tre fogli. «Guarda questi.» li prese e li fissò.
Li sfogliò ad uno ad uno, ed io morivo d’ansia.
Speravo in qualche modo, che attraverso quelli capisse il mio ‘problema’, ma.. forse avevo dimenticato che Louis era particolarmente idiota, lol
«Carini, ma.. cosa significano?»
«Immaginavo non ci arrivassi con questi..» presi un respiro profondo e mi sedetti vicino a lui nel letto, prendendogli le mani.
«Quel giorno, quando mi hai chiamata, stavo male. La mattina ho avuto dei piccoli giramenti di testa, ho vomitato e..» e iniziai a raccontargli cos’era successo. «E poi ho scoperto che.. –chiusi gli occhi- ..sono incinta! ...Louis, io aspetto un bambino da te!»

Li riaprii e fissai Louis, che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Mi lasciò la mano, non diceva nulla.
Iniziai a preoccuparmi.
Avevo forse sbagliato a dirglielo? No, aveva il diritto di sapere.
Hey Lou, allora? A cosa stai pensando?












**



BUONASEEEERAAAA!


Eccomi qui a postare, finalmente.
Ho trovato un po' di tempo per scrivere e postare il capitolo, beh in realtà non ho studiato, ma sono dettagli ahaha.
Cosa ne pensate?
Louis come reagirà?
Sapete, ho aggiunto un altro capitolo prima dell'epilogo, così non la faccio finire subito, per la vostra felicità ahaha
Ma secondo voi finirà bene, o male? Vista la titubanza di Louis....
Beh. Ditemi quello che pensate nelle recensioni :)

Ringrazio le ragazze che puntualmente recensiscono. ♥
Un bacione a tutte quante.

Love you all.

Se volete contattarmi:
Twitter: @hiwilljam
(seguo tutte c:)




xtommosmile.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31. ***




#Louis.



Cosa? Aspettava un bambino?
Il mio bambino?
Guardavo un punto fisso nella sua stanza, non connetteva più il mio cervello.
Che cosa dovevo fare? Non era previsto un bambino nella mia vita. No!
«Ti prego Lou, dì qualcosa.. mi stai facendo preoccupare.» fissai gli occhi azzurri della mia ragazza.
Aspettava una mia risposta, ma che cosa potevo dirle?
«S-sei incinta? –annuì- Cavolo, un bambino.. non era previsto nella mia vita..»
«Se tu non..» la interruppi.
«Sai cosa significa un bambino per un cantante famoso?  Gli cambia la carriera.. sempre in giro per il mondo..» iniziai a torturarmi le mani.
«Louis ascoltami! Se mi vuoi lasciare fallo, lo so che un bambino è troppo, non era previsto nemmeno nella mia vita. Lo crescerò da sola.. tanto ho sempre fatto così nella mia vita..» si era alzata e stava facendo avanti e indietro come una pazza. Poi si fermò davanti la finestra dandomi le spalle.
Non potevo abbandonarla. Le avevo promesso che insieme avremmo superato tutto.
Mi alzai dal letto e andai ad abbracciarla da dietro, le cinsi la vita con le mie braccia e poggiai il mio mento nell’incavo della sua spalla.
«Sophie, io lo voglio questo bambino.»
«Cosa?»
Si voltò, trovandomela a pochi centimetri dal mio viso.
La voglia di baciarla era troppa. Volevo donarle la gioia che non aveva mai avuto. Volevo essere anche io far parte di quella gioia.
«Lo voglio. Voglio un bambino da te. Ti amo e cresceremo questo bambino insieme. Non sarai più sola, ci sarò io, ci saranno i ragazzi, noi tutti amiamo tanto i bambini.»
«E con il lavoro?» mi sorrise.
«Di quello, beh, non ti devi preoccupare –mi grattai la testa- riuscirò a conciliare le cose!»
«Me lo prometti?» disse con le lacrime agli occhi.
«Sì amore, te lo prometto!» e unii le mie labbra alle sue. Gli accarezzai le guance, asciugandole le lacrime.
Era fragile e forte allo stesso tempo, e per questo l’amavo. Era una ragazza fantastica, sicuramente.



#Sophie.


«Ma mi ci vedi con un bambino, mentre cerco di cambiargli il pannolino, dargli la pappa, portarlo al parco.. ?»
«Sarai un bravo papà.» gli sorrisi, passando le mie dita tra i suoi capelli. Eravamo sul mio letto abbracciati, e stavamo fantasticando sul nostro futuro.
Ero felice che aveva accettato di avere un bambino con me. Pensavo se la prendesse, e invece.. tutto il contrario.
Chissà come sarebbe stato come padre, e soprattutto come sarei stata io come madre. Sicuramente sempre presente, ma non impicciona. So come ci si sente, e soprattutto avrei fatto, nel possibile ovviamente, tutto ciò che avrebbe voluto mio figlio.
«Ne sei proprio sicura?»
«Sarai il padre e il compagno migliore del mondo. Se riesci a rendere felice il piccolo riuscirai a rendere felice pure me.» sorrisi a quella mia affermazione e lo stesso fece Louis.
Mi accarezzò i capelli «Lo sai che ti amo tanto vero?»
«E tu lo sai che io ti amo più della mia stessa vita vero?»
E unimmo nuovamente le nostre labbra, in un bacio appassionato, carico di amore, di gioia..
Stavo bene con lui, nessuno me l’avrebbe portato via.

«Che ne dici se.. stasera venissi a mangiare da me? Così diamo la notizia a mia madre..» disse entusiasta.
«Certo, prima o poi dovrà saperlo, no?»
«A meno che non si voglia trovare in giro per casa un nipotino..» scoppiammo a ridere.
Gli diedi un bacio in guancia.
«Adesso vado, così avverto mia madre. Ti aspetto stasera per le otto, okay?» lasciò la mia mano, che fino a quel momento era stata unita alla sua.
«Va bene signore, alle otto sarò puntuale a casa sua.» gli sorrisi.
Mi salutò con un altro bacio e andò via.
Dopo di che il silenzio calò in quella stanza.

Adesso ero felice. Non avevo più paura di una sua eventuale reazione. Ero sicura che questo bambino ci avrebbe uniti ancora di più.
Non avevo paura della reazione dei fotografi o delle fan che impazzivano specialmente per Louis. Mi ci ero abituata, e se amavano davvero Louis, dovevano lasciargli vivere la sua vita, e la sua felicità doveva diventare la loro felicità, come lo era diventata per me.
Ormai dipendevo completamente da lui. Era il mio punto di riferimento.


**


Suonai al campanello di casa Tomlinson e un Louis sorridente mi venne ad aprire, si fiondò su di me e mi abbracciò.
«Hey, mi stai soffocando!»
«E’ da troppo che non ci vediamo.»
«Sono da tre ore amore.»
«Mi sei mancata lo stesso!» mi sorrise e mi diede un bacio sul naso.
Poi dietro di lui c’era una figura, era Jay che guardava la scena divertita.
Arrossii di brutto.
«Buonasera Jay.»
«Ciao cara, vieni entra! La cena è quasi pronta..» sorrisi.
Nel frattempo mi raggiunse Louis, che mi cinse la vita con le sue braccia.
«Sei bellissima stasera!» mi sussurrò all’orecchio.
«Naah, non ho messo nulla di che.»
In effetti era vero: avevo un semplice jeans attillato, delle all star e una magliettina a maniche corte.
«Tu sei sempre bellissima!»
«Smettila..» scoppiammo a ridere.
«Ragazzi, qui è pronto!» annunciò Jay. Così mano nella mano ci spostammo in cucina.
«Comunque vedi che io non scherzavo.» mi disse all’orecchio. Sorrisi, era fantastico, l’avevo già detto?


La cena andava bene, nel frattempo ci avevano raggiunto le sorelle di Louis. Erano uno splendore, davvero.
Louis mi lanciava delle occhiate, per vedere quando ero pronta per dare la notizia.
Avevo un peso nello stomaco, ma lui da sotto il tavolo stringeva la mia mano per darmi la forza e il coraggio.
Annuii verso Louis per dire ‘hey, sono pronta’
Louis capì e interruppe sua madre che stava spiegando una cosa a Felicity riguardo l’ecosistema e cose varie, diceva che era per un compito..
«Mamma.. Sophie deve dirti una cosa.» okay, Louis così non mi aiuti mica eh!
Gli occhi azzurri della donna simili a quelli del figlio si posarono su di me, mentre Lou aumentava la stretta sulla mia mano.
«Dimmi..» lei sorrideva, io sorridevo ma dentro stavo morendo.
Presi un bel respiro «L’ho scoperto solo oggi e.. ecco vedi, io aspetto un bambino da Louis!» voltai il mio sguardo verso il ragazzo che mi guardava sorridente.
«Veramente? Oddio, sono felicissima per voi!» Jay si alzò dalla sua sedia e venne ad abbracciare prima me e poi Louis. «Auguri, davvero.» adoravo quella donna, per me era come una seconda madre.
Le sorelle di Louis erano altrettanto felici, iniziarono a sclerare tra di loro, dicendo frasi del tipo ‘oddio, diventerò zia, così giovane’ ‘e il nostro caro fratellino diventa padre’
Poi mi vennero ad abbracciare. Erano la dolcezza, seriamente.
La cena passò tranquillamente, poi salutai tutti e Louis si offrì di accompagnarmi a casa, anche perché era abbastanza tardi.



I giorni passavano, Louis aveva detto tutto ai ragazzi e io a Sam.
La pancia si intravedeva appena e purtroppo iniziavo ad avere le voglie.
E Louis era la mia povera vittima.
Quella sera erano tutti a casa mia, a cena. Mia madre si era offerta di preparare qualcosa di originale e voleva tutti in casa.
Eravamo adesso nel salotto a parlottare del più e del meno.
Mi toccai la pancia.
«Lou..» mi avvicinai pian piano al suo orecchio. Lui si voltò.
«Dimmi piccola..»
«Ho voglia di cioccolato..» lui mi guardò, stava pensando.
«Chiedo a tua madre se ha un po’ di gelato al cioccolato.»
Così si alzò e andò in cucina.
Tornò dopo poco con una vaschetta di gelato al cioccolato e un cucchiaio.
«Ehm.. mi è passata..»
«Louis, se Sophie non lo vuole, dallo a me il gelato!» esclamò Niall dall’altra parte della stanza. Era sempre il solito, infatti tutti scoppiammo a ridere.
«Ho voglia di.. di.. fragole.»
«E io dove le trovo le fragole ora?» mi guardò come per dire ‘ti prego, risparmiami questa’
In effetti mi dispiaceva, ma non potevo farci nulla.
Si alzò, si mise il giubbotto e uscii di casa, intento a cercare le mie amate fragole.
Era questo che amavo di lui, era sempre disponibile, pronto ad accontentarmi. Solo che mi dispiaceva veramente, non volevo farlo affaticare, aveva pur sempre le prove del tour, interviste ovunque.. ci mancavo solo io, con le mie voglie.

Louis tornò dopo poco, con una busta intera di fragole.
Sorrisi a quella vista, ma non gli avrei mai detto che mi era passata la voglia di fragole.
Così me ne porse una e la mangiai. Si sedette vicino a me, e notò la mia espressione.
«Hey piccola, che succede?»
«Non voglio essere un peso per te..» abbassai lo sguardo.
«Hey.. –mi posò il suo indice sotto il mio mento, facendomi alzare lo sguardo- tu non sei e non sarai mai un peso per me. Intesi?»
«Solo che vederti mentre cerchi di soddisfare le mie voglie…»
«Mi fa solo piacere. E poi mi diverte.»
In quel momento ci eravamo scordati pure che eravamo in compagnia. Ci succedeva spesso, entravamo in un mondo tutto nostro. E questo mi piaceva di noi.
Mi appoggiai la testa sulla sua spalla, mentre lui con una mano mi accarezzava i capelli e con l’altra accarezzava la mia pancia.
Dopo non so cosa successe, forse mi addormentai.













**


Eccoooomi, ce l'ho fatta ad aggiornare, amatemi OuO
No, okay, in effetti merito i pomodori in faccia: primo, per la bruttezza del capitolo. Secondo, perché non aggiorno da troppo tempo, ma capitemi, colpa della scuola.
Ma comunque sono qui ora, con questo penultimo capitolo (dolcissimo direi *-*). Il prossimo sarà l'epilogo :)
Cosa ne pensate? Che succederà nel prossimo? Lasciate tante recensioniiii :')
Volevo aggiungere che il capitolo l'ho scritto con in sottofondo 'Don't let me go' di Harry e Sam McCathy ksdjfhkse bellissima, davvero.



xtommosmile.

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Capitolo 32
*** Epilogo. ***



Dopo nove mesi..




La pancia era ben evidente, avevo fatto le ecografie e la dottoressa mi aveva detto che era un bel maschietto.
Io e Louis ne eravamo davvero felici.
Quando lo venne a sapere, mi disse ‘finalmente crescerò qualche maschietto’ . In effetti non aveva tutti i torti, aveva cresciuto le sue sorelline.
Lui, nonostante i suoi impegni, non mi faceva mancare nulla.
Mia madre gli aveva permesso di dormire a casa nostra, e la sera ci ritrovavamo abbracciati, nel mio lettone.
Era un ragazzo unico.
I ragazzi, con Sam, venivano sempre a farmi visita a casa e non si facevano mancare mai una serata di giochi e divertimento: mi facevano dimenticare il peso del pancione e tutte le preoccupazioni possibili. Ero stata davvero fortunata a trovare un gruppo come loro. Erano come l’arcobaleno dopo la pioggia, la quiete dopo la tempesta, insomma.. avete capito.
Erano ormai diventati importanti. Non potevo immaginare la mia vita senza Sam, Niall, Liam, Zayn, Harry e soprattutto Louis.. il mio Louis.
Ultimamente mi faceva un sacco di coccole, mi piaceva troppo quando la sera ci mettevamo sdraiati nel letto, la mia schiena contro il suo petto e lui, con la sua mano accarezzava la mia pancia. Mi sentivo protetta e mi faceva impazzire quando in questi momenti mi sussurrava ‘i’m here for you, maybe you’ll love yourself like i love you..
Se mi avessero chiesto se conoscevo la felicità, gli avrei risposto di sì.
Avevo tutto ciò di cui avevo bisogno: Louis, un bambino in grembo e un gruppo matto di amici.

Ormai nove mesi stavano quasi per passare e sapevo che il momento tanto atteso, e soprattutto quello che mi avrebbe messo una grande paura, stava per arrivare.
Louis in questi ultimi giorni stava rinchiuso insieme agli altri ragazzi nella sala di registrazione, doveva uscire il loro cd a fine anno.
Mentre io, ora stavo a casa di Jay, insieme a mia madre e Sam.
Le due donne si erano ormai conosciute ed erano diventate grandi amiche.. meglio così!
Mi appoggiavano in tutto, mi avevano anche aiutata a scegliere i completini per il bambino, la culla, i ciucci, i biberon, il passeggino..
Ci tenevo molto.
Mi avevano anche aiutata nei momenti di difficoltà, quando entravo nel panico, quando mi mancava Louis perché era in tour, quando tutto sembrava andare storto.. loro c’erano e non mi abbandonavano mai.

Stavamo prendendo un thé, come ogni pomeriggio e stavamo fantasticando sul bimbo. Ormai si parlava solo ed esclusivamente di questo.
Ne parlavano pure le riviste, ma non esageravano mai. In un certo senso, i giornalisti avevano capito che era una cosa abbastanza privata, era comunque un bambino.
Nel frattempo stavamo sfogliando un album pieno di foto di Louis, ripetevo che mi sarebbe piaciuto se il piccolo avesse preso le somiglianze di Louis. Vi immaginate due Louis correre per casa?
Louis junior e Louis senior. Che cosa cariiiina!

A un certo punto mi arrivò la chiamata di Louis, risposi immediatamente.
«Amoreee.»
«Amore mio, buon pomeriggio. Come stai?»
«Io bene..»
«E il bambino?»
«Anche lui bene, non vede l’ora di sentire la voce del suo papà. Scalcia sempre.» istintivamente mi toccai la pancia e mi immaginai il sorriso di Louis.
«Aw, dì al piccolino che presto sarò lì a cantargli la ninna nanna..» stavolta sorrisi io.
«Va bene..»
«Volevo farti sentire una cosa.. l’abbiamo fatta oggi pomeriggio, non è completa, ma.. è per il bambino.» mi emozionai prima del tempo. Sentii delle note, provenienti dal piano, sembrava una dolce ninna nanna e poi.. la sua voce, la voce di Louis che sussurrava dolci parole. Mi emozionai, e le donne in casa mi guardavano come per dire ‘che sta succedendo?’ insomma, stavo piangendo davanti a loro. Sembravo una pazza.
Ascoltando quella dolce melodia, sentivo qualcosa muoversi dentro me.. non come le altre volte. Era una cosa insolita, e mi stava salendo un’ansia pazzesca.
E subito il dolore.
Urlai come non avevo mai urlato in vita mia.
«Ai-iuto!» mi cadde il telefono dalle mani e Sam, Jay e mia madre corsero verso di me. Ero preoccupatissima, che mi stava succedendo? Dannazione, in un secondo mi dimenticai tutte le lezioni che mi avevano dato mia madre e Jay. O forse facevo finta di non sapere e ricordare.
C’era un’unica spiegazione a tutto questo: mi si erano rotte le acque. Era arrivato il momento tanto atteso. Era arrivato il mio momento.
Mi accasciai a terra e mia madre cercò di spingermi su aiutata da Sam, mentre Jay prendeva il telefono, probabilmente per spiegare a Louis ciò che stava succedendo.


#Louis.


Avevamo finito di suonare quella splendida canzone che avevamo appena composto per il piccolo.
Tornai a prendere il telefono, che avevo lasciato su una sedia, col vivavoce.
«Allora..?» non mi rispose nessuno.
Sentivo persone parlare, urlare, persone che correvano, ‘stai calma, respira’.
«Che succede?»
«Pronto? Louis?»
«Ma’?!»
«Sì Louis ehm.. Sophie.. a Sophie le si sono rotte le acque.. stiamo andando in ospedale. Corri
Attaccai la chiamata e guardai i ragazzi sconvolto e immobile.
«Hey brò, che ti succede?» mi si avvicinò Harry che mi diede una pacca sulla spalla.
«Se non le è piaciuta la canzone, si rifà.» affermò Zayn.
«No.. n-no. Sophie, sta.. sta per partorire!» dissi ancora in stato di trance.
«Amico, che stiamo aspettando? Andiamo in ospedale, non vorrai perderti la nascita di tuo figlio!» affermò Liam.
«Sì.. sì, andiamo!» okay, ero scombussolato.
Prendemmo la macchina di Harry e partimmo verso l’ospedale.
Ero abbastanza agitato: la mia ragazza stava per partorire e io sarei diventato a tutti gli effetti padre.
Mi salirono le calorie.
«Hey, rilassati!» mi sorrise Harry.
«Pensa al fatto che non devi correre a destra e a manca per soddisfare Sophie.» la buttò sul ridere Niall.
Scoppiammo tutti a ridere.

Arrivammo dopo poco in ospedale e l’ansia saliva sempre di più.
Ci informammo nella reception, e l’infermiera mi disse che Sophie si trovava al secondo piano.
Così, di tutta fretta io e i ragazzi salimmo al secondo piano fino a incontrare Laura.
«Louis, finalmente.»
«Sophie dov’è?»
«L’infermiera l’ha portata già in sala parto.»
«P-posso entrarci?»
«Devi chiedere!» proprio in quel momento vidi uscire dalla porta un’infermiera, le andai incontro, fermandola.
«Mi scusi, sono il ragazzo di Sophie, posso entrare?»
«Louis Tomlinson? –sorrise ed io annuii- Certo, metti il camice che trovi all’entrata.» le sorrisi e la ringraziai.
Poi di corsa entrai dentro la sala, munito di camice, e cercai con gli occhi la mia ragazza.
La trovai e appena mi vide mi sorrise.
La mia piccolina aveva le lacrime, stava piangendo.



#Sophie.



Finalmente era arrivato, gli sorrisi.
Avevo le lacrime che mi rigavano il viso, ma ormai non ci facevo più caso, il dolore era diventato parte di me.. adesso dovevo mettere tutta la forza che potevo.
Louis mi si avvicinò e con una mano mi accarezzò la guancia, mentre con l’altra mi strinse forte la mano.
Lui mi infondeva sicurezza, forza.
Quella forza di cui avevo bisogno in questo momento.
«Sophie, allora.. devi prendere un grande respiro e spingere, okay?»

Feci più volte come mi disse la dottoressa, ma nulla.
Il dolore aumentava, ed erano già passate due ore, forse tre. Ero sfinita, non ce la facevo più.
«Amore, coraggio. Io sono qui.» guardai gli occhi azzurri di Louis, mi sorrideva, ma sapevo che allo stesso tempo era agitato e preoccupato per me. Annuii e continuai a spingere.
Louis continuava a stringere la mia mano e ad accarezzarmi i capelli, ormai sudati.
Dopo altri vari tentativi, la dottoressa urlò «Eccolo, dai Sophie, spingi più forte! Fai un ultimo sforzo! Vedo la testa!»
In quel momento misi tutta la forza possibile, non ce la facevo più a stare in quella situazione. Volevo darci un taglio e mi dovevo impegnare al massimo. Così, decisa, diedi un ultima spinta e.. sentii piangere, il mio bambino stava piangendo.
Era nato.
«E’ nato..» sussurrai a Louis, eravamo entrambi in lacrime.



Non sentivo più nessun muscolo del mio corpicino. I medici mi avevano portato in camera, per riposare.
Louis invece era andato dagli altri ad informarli.
Ero stanca sì, ma anche felicissima.
Louis rientrò poco dopo con un sorriso stampato in faccia e mi si avvicinò.
«Piccola..» mi strinse la mano e mi baciò. «Sei stata bravissima!» gli sorrisi. Non avevo la forza per parlare.
Poi vidi la porta aprirsi ed entrare un ‘sacco’ di gente: mia madre, Jay, Sam, Niall, Liam, Harry e Zayn.
Erano tutti felici, ma io non volevo farmi vedere in quelle condizioni, ero un orrore.
«Tesoro mio, sei diventata mamma! E sei bellissima!» mi venne ad abbracciare mia madre.
Poi tutti gli altri mi fecero gli auguri.


**


Entrò nella stanza un’infermiera, che teneva in mano un fagottino.
Mi emozionai appena me lo mise tra le braccia.
Quel fagottino era mio figlio, mio figlio e di Louis.
Guardai l’unico ragazzo che mi rendeva felice e si avvicinò a me.
«Nostro figlio..» sussurrò.
Ci sorridemmo. In quel momento non sapevo cosa dire. Mi era scomparsa ogni tipo di parola.
I ragazzi al momento erano usciti tutti, volevano lasciarmi riposare, ma mi avevano detto che sarebbero tornati prestissimo a rompere, come sempre.
«Sai.. sai che potrebbe somigliare tutto a te? Sai che bello trovarsi due Louis in giro per casa..» dissi sarcastica.
«Molto simpatica sai? Invece sarebbe bello se somigliasse a te, due Sophie in casa non mi dispiacerebbero!» lo guardai e sorrisi.. un sorriso da ebete. «Sei bellissima amore.» mi stampò un bacio.
Entrò nuovamente l’infermiera che ci chiese il nome del piccolo.
Thomas. Si sarebbe chiamato Thomas.


Guardammo un altro po’ il piccolo, poi però Louis mi fissò.
«Che hai da fissare?» chiesi divertita.
«Stavo pensando che non potevo trovare una ragazza migliore, che nonostante le nostre prime discussioni mi sei sempre stata dentro il cuore e sempre tra i miei pensieri. Ero e sono sicuro che tu sei la donna della mia vita.»
«Louis, penso le stesse cose. Non so cosa mi ha spinto verso di te, forse il tuo sorriso, forse la tua simpatia.. tu sei diventato fondamentale per me. Non vorrei perderti per nulla al mondo.»
«Nemmeno io amore..» mi baciò. Poi adagiò il piccolo nella culla lì vicino al letto. Io gli feci spazio nel letto e si sdraiò accanto a me.
«Ti amo.» sussurrai.
«Ti amo anche io!» sorrisi.



**


I ragazzi stavano guardando il piccolo, meravigliati. Aveva appena aperto gli occhi ed erano rimasti colpiti dai suoi occhi. Erano precisi a quelli di Louis. Ne ero felicissima.
Nel frattempo io parlavo con Jay e mia madre, mi spiegavano che il peggio ancora doveva arrivare.
Il cambio dei pannolini, allattarlo.. sì, immaginavo perfettamente.
«Ehm ehm..» Louis tossì. «Scusate, ma io devo dire delle cose a Sophie.» tutti ci voltammo verso di lui.
Cosa voleva dirmi? Si avvicinò sempre di più a me.
«Sappiamo entrambi che un bambino non era previsto nella nostra vita, era troppo per me che ho il tour e sono famoso e per te che ancora sei giovane. Però ci siamo promessi di crescerlo insieme, di esserci l’uno per l’altro.. prima ti ho detto che sono sicuro che tu sia la donna della mia vita, con i difetti ma con i tantissimi pregi. Forse questa decisione è un po’ affrettata e so che probabilmente tu non accetterai, ma io spero di sì, voglio solo dirti comunque che sei fantastica e sono felice di averti al mio fianco..»
«Sì, Lou ma vai al sodo che mi stai facendo morire.» sghignazzai. Si avvicinò sempre di più a me e si inginocchiò.
«Vuoi sposarmi?»
La stanza fu riempita da un ‘oooh’ di stupore.
Cosa? Louis Tomlinson voleva sposare me?
Era uno scherzo vero? Dov’erano le telecamere?
No, seriamente.. mi aveva appena chiesto di sposarlo?
Dai, su Sophie, rispondi. La sai la risposta!
«Mio Dio –mi portai una mano a coprire la bocca- troppe cose in una volta. –sorrisi- Beh, che posso dirti? Sei un ragazzo fantastico, il ragazzo che ho sempre desiderato. Ti sei rivelato molto diverso dalla prima volta che ti ho conosciuto, mi hai aiutata anche se non mi conoscevi bene –sorrisi a quei ricordi- Adesso abbiamo anche un figlio insieme e.. sono sicura che sarai un padre fantastico. Sì, è vero. Non era previsto un bambino nella nostra vita, però.. forse è il regalo più bello che la vita potesse farci.. e tu sei il regalo più bello che la vita potesse farmi. Sì, sì, sì e mille volte sì. Non ti voglio perdere!»
Louis, sorridendomi, forse quel sorriso non glielo avevo mai visto, si avvicinò sempre di più a me e mi baciò, prendendomi delicatamente il viso e attirandomi a sé.
Tutti i presenti in stanza applaudirono e il piccolo sentendo tutto quel rumore si svegliò e pianse. Tutti sorridemmo, Louis lo prese in braccio e me lo porse con delicatezza.
Erano la gioia dei miei sorrisi.
Ero davvero felicissima, non avrei mai creduto di arrivare fino a questo punto.
Ero cresciuta, e al mio fianco avevo delle persone fantastiche.
Senza di loro molto probabilmente non sarei diventata ciò che sono ora e gliene sono molto grata.
Sarei diventata anche la signora Tomlinson, e chi l’avrebbe detto?!
Non potevo desiderare altro, solo una vita accanto a lui.












**



Okay, non ci credo ancora. Purtroppo o per fortuna (dipende dai vostri punti di vista) la fan fiction è finita, mi viene da piangere. Sembra ieri che l'ho cominciata a scrivere, e invece sono passati otto mesi :')
Beh, ecco a voi l'epilogo: cosa vi aspettavate? Io me la sono immaginata così la fine. ** gli ultimi due capitoli sono stati la dolcezza, e scrivendo questo mi sono pure emozionata, non so voi.. :')
Vi avverto subito, non ci sarà il continuo, anche perché  non ho la trama e la storia non si centrerebbe più su Louis e Sophie. Quindi.. no!
Prima di andare, I just wanna say a massive thank you to all my amazing readers ♥ siete stati tutti meravigliosi.
Adesso continuerò la mia 'Like a star.' e tornerò con altre one shot (anche perché mi sono accorta che su Harry non ne ho fatta nemmeno una, povero! çç)! :)
Adesso vado sul serio, non vi rompo più.
A presto!
#Loveyou.


xtommosmile.

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