Occhi azzurri al primo scontro

di Lisa458
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era un giorno come gli altri, mi alzai alle sette del mattino, mi feci la doccia, mi vestì come al solito con uno dei miei tanti jeans attillati, felpa larga nera e scarpe da tennis. Scesi giù in cucina dove c'era mia madre che lavava i piatti, presi una mela, la salutai dando gli un bacio sulla guancia. Mi misi le cuffie, accesi la musica dal cellulare ed uscì di casa mangiando la mia mela. Andai alla fermata dall'autobus, dove mi aspettava la mia migliore amica Carmela, eravamo amiche da una vita, mi era sempre stata accanto, è una persona tranquilla, paziente e molto dolce. Siamo alte uguali, entrambe fisico atletico, io capelli ricci e biondi, lei capelli lisci castani, io occhi color nocciola con lunghe ciglia, zigomi alti e una bocca piccola(porto l'apparecchio), lei occhi verdi, guance morbidissime e bocca a cuoricino. Mi abbracciò e mi disse.... C:" ciao baby, come va?" Mi fece l'occhiolino. G:" io bene tu?" Le sorrisi. C:"bene, finalmente è arrivato l'autobus, era ora". Arrivate a scuola scendemmo dall'autobus, Carmela andò col suo ragazzo Federico, mentre io mi diressi verso l'entrata di scuola. Mi distrai due secondi per staccare le cuffie dal cellulare, per sbaglio mi scontrai con un ragazzo. Alzai lo sguardo, era molto alto, ben piazzato, capelli corti neri leggermente tirati verso su, occhi tremendamente belli ed azzurri, come un oceano, così belli che mi ci persi. Vedevo che muoveva la bocca ma non ci feci caso. Mi toccò il braccio e mi disincantai, mi disse:" hei bella, la prossima volta che ci scontriamo evita di aprire la bocca, rischi che ti entrino le mosche dentro, comunque piacere Salvatore". G:" oh! Scusa n...non l'ho fatto apposta, comunque piacere Gemma" mi aggiustai una ciocca dei miei capelli ribelli dietro l'orecchio, ero incredibilmente bassa in confronto a lui, ma non mi interessava. S:" non ti ho mai vista qui, sei nuova?". G:" no, sono in terza superiore, e tu?" S:" io in quarta, adesso vado ci si vede bella, ciao" mi sorrise. G:" ciao" anch'io sorrisi dimenticandomi del mio orribile apparecchio. Quando ormai si era già allontanato suonò l campana, entrai a scuola e mi diressi verso la mia classe. Trascorsi una mattinata semplice ma pur sempre noiosa.... Ciao, so che i primi capitoli vi sembreranno noiosi, ma vi assicuro che è una bella storia. Spero la seguirete, è la prima che scrivo quindi mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate. Grazie, baci, ciao.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Rientrata a casa pranzai con mia madre e mio padre(sono figlia unica), e quando finì salì in camera a fare i compiti, dovevo finirli in fretta, perché alle quattro doveva venire Carmela a casa, ed erano già le tre. Si sono fatte le quattro in punto e il campanello suona, vado ad aprire la porta, è Carmela puntuale come al solito. Saliamo in camera mia per truccarci e raggiungere Marta e Annalisa(nostre due amiche) al bar. Arrivate al bar ci sedemmo al tavolo dove erano sedute le nostre due amiche, Marta come sempre attaccata al cellulare a messaggiare, è una bella ragazza, alta, fisico da modella, capelli rossi lisci perfetti come le sue sopraciglia e il suo guardaroba, occhi neri a mandorla. Mentre Annalisa era bassa un po’ più di me, robusta, capelli castani corti, porta gli occhiali da vista e ha gli occhi di un azzurro che mi fa ricordare lo scontro tra me e quel ragazzo ….. Io ordinai una coca cola e un pacchetto di patatine rustiche, Carmela un succo alla pera, Marta una coca cola e Annalisa un tramezzino, Marta disse …. M:” che ne dite se questo fine settimana dò una festa casa mia? Mi aiutate a preparare? Tanto i miei non ci sono”. G:” io ci stò”. A:” anch’io ci stò” C:” io forse devo uscire con Federico”. M:” beh! Ma che problemi ci sono lo porti alla festa no?!”. C:” va bene, ci parlerò per vedere se è d’accordo”. G:” ragazze io vado in bagno, torno subito” tutte risposero ok. Mi alzai e mi diressi in bagno …. Mentre tornavo sentì la voce di un ragazzo che urlava il mio nome, mi girai di scatto, ed ecco di nuovo quel ragazzo dai bellissimi occhi, com’è che si chiamava?... a si Salvatore. Stupita dal fatto che si ricordasse il mio nome non riuscì a spiccicare parola come la prima volta dello scontro, solo che questa volta la bocca era chiusa …. S:” ciao, vedo che hai seguito il mio consiglio” disse con un sorriso smagliante. Io con un espressione confusa gli chiesi:” quale consiglio?” S:” il consiglio che ti ho dato stamattina, cioè di tenere la bocca chiusa se ci saremmo rincontrati, anche se devo ammettere che il tuo apparecchio è carino e ti stà bene”. Non riuscì a non arrossire dopo quella frase, lui mi disse:” che ci fai qui?”. G:” sono con le mia amiche e tu?” S:” io vivo al piano di sopra e il bar è di mio zio sono venuto ad aiutarlo col lavoro” G:” a capito ….. adesso devo andare, ciao” S:” senti questo è il mio numero, se volessi chiacchierare con qualcuno cercami” mi disse dandomi un foglietto con il suo numero scritto sopra. Io arrossii di nuovo e dissi:” a ok, grazie” S:” mi piaci quando arrossisci” e se ne andò. Tornai al tavolo dove erano sedute le mie amiche, ancora con le mie guancie rosse …

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


E le mi amiche mi chiesero ….. M:” di quando in qua tu arrossisci?”. G:”emm …. C’è solo caldo,e sono stanca, torno a casa, buonanotte ragazze”. Diedi un bacio sulla guancia a tutte e mentre stavo uscendo dal locale sentì la voce di Salvatore che mi urlava:” ciao” ma non ci feci caso, mi stavo prendendo una cotta per lui …. E non mi andava bene …. Arrivata a casa andai a dormire. Mi svegliai tardi, andai in cucina, per far colazione, la casa era completamente vuota. Presi una tazza, ci versai dentro del latte e presi i cereali, accesi il telefono e mi arrivò un messaggio era Carmela, nel messaggio c’era scritto: “ che fine hai fatto? Sei in ritardo” Le risposi:” scusa mi sono svegliata adesso, quindi non vengo a scuola”. Mi arrivò subito la sua risposta:” stasera ti do i compiti, ciao”. Finita la colazione mi feci una doccia e mi vestii per andare a fare una passeggiata al parco. Arrivai al parco e mi sedetti su una panchina e incominciai a osservare i grandi alberi vicino a me, si sentiva il cinguettio degli uccellini, mi rilassava stare lì, tanto che chiusi gli occhi. Infilai le mani nelle tasche del capotto, trovai il bigliettino col numero di Salvatore. Decisi di mandargli un messaggio: “ ciao sono Gemma, sei a scuola?”. Mi arrivò la sua risposta:” ciao, no sono a casa mia, ieri sono rimasto a lavorare al bar sino a tardi e tu?”. Gli risposi:” no sono al parco, mi sono svegliata tardi e per questo non sono andata a scuola”. La sua risposta fu:” dai ti raggiungo per farti compagnia”. Feci un sorriso a trentadue denti quel ragazzo mi stava facendo cambiare. Lo vidi arrivare, si stava avvicinando, sinchè non si sedette vicino a me, mi scompigliò i capelli e mi disse .... S:” ciao gnomo da giardino” con il suo solito sorriso. G:”buongiorno gigante dai bei occhi” gli sorrisi. S:” questa non è una grande offesa, lo sai?”. G:” lo so” S:” ti và se passeggiamo? Sai il mio sedere sta prendendo la forma della panchina”. G:” se proprio vuoi”. Ci alzammo e mentre camminavamo lui mi fissava e io mi sentivo sempre più a disagio. A un certo punto, una ragazza si mise a correre verso Salvatore e gli saltò addosso abbracciandolo, poi si staccarono e Salvatore incominciò a parlare:” cosa ci fai qui pestifera?”. X:” oggi non ho scuola e sono con le mie amiche in giro, e tu?” la ragazza era molto più bella di me e stavo incominciando ad essere gelosa. S:” io e lo gnomo …” disse indicandomi “… ci siamo svegliati tardi e siccome eravamo entrambi soli ci stiamo facendo compagnia” poi si avvicinò a me e mi mise un braccio attorno alle spalle(io ero rossa come un peperone). X:” ah! Capito adesso ti saluto ciao”. S:” ciao Benny!” e la tipa se ne andò. Ci incamminammo verso il laghetto, poi si mise davanti a me e disse: “ sabato devo andare alla festa di mia cugina Marta …. Insomma …. Vuoi venire con me?” e si guardò le scarpe. G:” Marta è tua cugina?” dissi esterrefatta. S:” si la conosci?”. G:” si devo aiutarla a preparare la festa”. S:” stai tranquilla le ho trovato delle persone che la aiuteranno, sono degli esperti” e mi fece l’occhiolino. G:” va bene allora vengo con te” dissi sorridendo. S:” vuoi venire a prendere mia sorellina alla scuola materna? Poi se vuoi vieni a pranzo al bar” mi sorrise. G:” emm ….. ok tanto oggi sono sola, i miei sono fuori per lavoro penso”. Arrivammo alla scuola materna e …..

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Lui entrò a prenderla, io lo aspettavo fuori camminando avanti e indietro davanti all’entrata …… Dopo un quarto d’ora finalmente uscirono dalla grande porta bianca, la sorellina era bellissima, bassa, capelli lunghi neri, con due occhioni azzurri come Salvatore, e con due guancie rosse e pacioccone. S:” ecco questa è mia sorella Janel”. Io mi abbassai, gli porsi la mia mano destra e lei me la strinse, le dissi:” ciao, piacere io sono Gemma”. Janel mi sorrise dicendo:” hai dei capelli bellissimi”. G:” e tu invece hai degli occhi bellissimi” le sorrisi. Poi Salvatore la prese a cavallino e ci incamminammo verso il bar, durante il tragitto ci furono molte risate e chiacchere. Arrivammo al bar mi sedetti in un tavolino, Salvatore portò sua sorella al piano di su, dove viveva con la sua famiglia, poi scese con due coca cole e due panini già pronti. S:” spero ti piaccia il salame” mi sorrise. G:” per tua fortuna si” mi misi a ridere. Incominciai a mangiare il panino, cercai di aprire la mia coca cola, ma non ci riuscivo, finalmente riuscì ad aprirla, ma la coca cola spruzzo fuori e fin in faccia a Salvatore, cominciai a ridere . S:” ti fa tanto ridere eh?!” Si pulì la faccia con un tovaiolo, si alzò, venne verso di me, io mi alzai e incominciai a correre, lui mi venne dietro, ma io ero molto più veloce, non so come ma riuscì a raggiungermi, forse ero io che avevo rallentato, mi prese per i fianchi e incominciò a farmi il solletico, era una cosa insopportabile. G:” dai ti prego basta!”. S:” mh! Dai va bene hai sofferto abbastanza!” G:”che m…. Malvagio che sei” gli sorrisi. S:” guarda che rincomincio” mi sorrise. Era molto vicino a me, i suoi occhi mi attraevano, erano come una calamita per me, poi di colpo si staccò da me e si sedette in una sedia, mi guardò e mi disse.. S:” sono felice che ci siamo visti, mi piace stare con te” e si riguardò le scarpe. Io arrossì e dissi:” anche per me è la stessa cosa” poi si alzò dalla sedia, si avvicinò e mi abbracciò. Era bello ascoltare il battito del suo cuore,e il suo petto che si alzava e si abbassava, il suo profumo era buona, di solito non mi piacciono i profumi da uomo, ma il suo si. Mi staccai gli sorrisi dicendogli:” devo andare, ci sentiamo, ciao” e corsi via, senza sentire la sua risposta. Arrivai a casa, mi feci una doccia e cenai, mi arrivò il messaggio di Carmela con i compiti, mi misi subito a farli, mi addormentai sopra i libri, mi svegliò un messaggio, era Salvatore! “buonanotte gnomo” mi scappò un sorriso gli risposi:” buonanotte begli occhi” poi mi misi sotto le coperte. La mattina dopo mi madre mi svegliò, alzai le serrande, fuori c’era brutto tempo, mi lavai, mi misi: leggins, felpa e scarponcini da ginnastica. Accesi il cellulare, nessun messaggio, uscì di casa salutando tutti, andai alla fermata, come sempre c’era Carmela, corsi verso lei e lei verso me e ci abbracciammo. C:” come mai sei felice?” G:” qualche giorno fa ho conosciuto un ragazzo, Salvatore; il cugino di Marta e mi ha invitata ad andare alla festa sabato e ieri ci siamo visti” dissi sorridendo. Anche lei mi sorrise:” non pensavo ti potesse succedere a te”. G:” cosa?” di arrossendo. C:” non pensavo potessi prenderti una cotta”. G:” quale cotta scusa?!” dissi indifferente. C:” quindi Salvatore non ti piace?” G:” diciamo che ancora non lo conosco bene, guarda è arrivato l’autobus”. Salimmo in autobus, stavo pensando a Salvatore, e ai suoi occhi indimenticabili… l’autobus si fermò, io e Carmela scendemmo, nessuna traccia di Salvatore, suonò la campana, presi a braccetto Carmela e ci dirigemmo verso la nostra classe. Avevo la testa tra le nuvole tutta la mattina, che è una cosa normale, mentre stava per suonare la campanella d’uscita mi arrivò un messaggio era….

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