Il portale di Atlantide

di Sabriel Schermann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Hello! Immagino voi pensiate di non conoscermi. E invece sono io, Gigi Chan!

Il fatto è che su quell'account ho avuto qualche problema, così ho creato questo e adesso posso finalmente pubblicare le mie adorate fanfiction! *-*

Essendo questa la prima long che scrivo su Huntik, la dedico interamente al Fandom Huntik, che in questi mesi ha rallegrato le mie giornate e le ha fatte diventare migliori! Grazie!

Detto questo, ecco una piccola premessa: questa fanfiction è ambientata (ancora) nella prima serie, quando Zhalia uccide Klaus e salva Dante dalla morte certa.

Non rispecchia la realtà del cartone, ma è soltanto frutto della mia fantasia, infatti Atlantide verrà poi nominato nella seconda serie (che io non ho visto interamente!)

Ho solo tentato di analizzare il lato sentimentale delle coppie presenti, proprio perché questo nel cartone è spesso messo in ombra.

Spero vi piaccia e apprezziate almeno un po' il mio stile.

Grazie, buona lettura a tutti! :)



CAPITOLO 1 – I'm falling to pieces



Zhalia, che cosa hai fatto...?”

Spostai lo sguardo sul suo viso.

Un mare di ricordi mi investì improvvisamente.


No, non posso più vivere con queste colpe.

Non sono degna di stare insieme a loro.

Non ora. Non dopo tutto questo.


Zhalia, tu non puoi uccidermi...”

Zhaal...”

Sei sempre stata come una figlia per me...”

Mi dispiace”

Poi abbassai lo sguardo e lo colpii.


Una lacrima ribelle mi scivola sul viso.

Attraversa tutta la guancia destra, per arrivare sul mento e cadere nel vuoto.

Come me: ora che ho ucciso il mio mentore e tradito i miei unici amici, non mi resta altro che cadere nel vuoto.

Scomparire nel nulla senza lasciare traccia.

Mi libererei soltanto di un enorme peso sulla coscienza.


Dante, forse ho fatto la scelta sbagliata...”

Non importa. Io mi occupo di Klaus, tu pensa agli altri”

Poi si allontanò, invocando Caliban.

Lo osservai combattere. Era agile e veloce, forte e imponente, come il suo titano.


Un singhiozzo mi esce involontario dalla gola: copro la bocca con una mano;

Devo fare attenzione a non farmi sentire da nessuno.


I veri eroi non piangono mai” mi disse.

Gli sorrisi.

Quando avrò vinto questa missione, tutti mi apprezzeranno, vero Klaus?”

Ma certo, mia cara Zhaal”, sorrise.

Tutti”


Un altro singhiozzo rompe il silenzio.

Avrei voglia di urlare al mondo il mio dolore, di renderlo partecipe di ciò che ho fatto e di ciò che sono.

Di quello che sono stata.

Ma non posso. Così decido di soffocare questo dolore, per l'ennesima volta, nella parte più profonda di me stessa.

Quella che difficilmente viene a galla.

Quella che poche persone riescono a tirar fuori.


Il costo delle nostre azioni è molto caro”

Ma a volte non siamo noi che scegliamo chi essere”

Sorrise. Un sorriso caldo, rilassato, comprensivo.

Avevo amato il suo sorriso fin dalla prima volta che l'avevo visto.

Non avrei mai voluto che scomparisse.

Poi mi poggiò sul letto, rimboccandomi le coperte.

Buonanotte Zhaal”


Mille lacrime scendono silenziose sul mio viso.

Una dopo l'altra, le osservo suicidarsi.

Poi chiudo gli occhi.


Zhalia, c'è una cosa che devo dirti...”

Cosa?” domandai, con voce carica di aspettative.


Riapro gli occhi.

Una lacrima solitaria scende ancora lungo la guancia bagnata.

Ma questa volta, una mano la raccoglie.

Una mano non le permette di suicidarsi.

Una mano la salva, racchiudendola nel suo calore.

Alzo lo sguardo sorpresa.

Dante...”

mi asciugo velocemente le ultime lacrime, cercando di mantenere un minimo di decoro, per quanto mi sia possibile.

Abbasso lo sguardo, ma una mano morbida e calda mi costringe ad osservare quegli splendidi occhi color ambra.

Zhalia, c'è qualche problema?”

No, non c'è nessun problema. Sto piangendo, ma non c'è nessun problema.

Ho ucciso Klaus, ma non importa. Ho tradito l'unica persona che si fidava di me, ma non c'è nessun problema.


Lo sapevo che non dovevo fidarmi!”

Sei solo una stupida traditrice” urlò Sophie.

È questa la verità! Sai solo deludere le persone che più ti amano!”

Ma io non mi sono mai fidata di te, Zhalia! E soprattutto, non ti ho mai amato!”


Improvvisamente, scoppio in un rumoroso pianto.

Invoco il nome di Klaus, Dante, Sophie, Lok.

Penso a Cherit e alla sua voce squillante e fastidiosa.

Penso a Lok e alla sua ingenuità.

Penso a Sophie e alle sue parole taglienti.

Ma non ho il coraggio di pensare a Dante.

Non ho il coraggio di pensare ai miei sentimenti.

Preferisco pensare a ciò che non ho dato quando ne ho avuto l'occasione.

A quello che non ho fatto.

A quello che non ho detto.

Mi alzo improvvisamente.

Zhalia”

No, non dire nulla”

Mi dirigo verso la porta. Ma lui si alza, trattenendomi per un braccio.

Sento la sua presa scottante penetrarmi fin nelle ossa.

Zhalia, ascoltami-”

Dante, ti prego...lasciami andare” sussurro.

I secondi passano veloci.

Poi lui allenta la presa, lasciandomi andare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2 - I'm coming home



Cammino per le strade di Amsterdam, tra i mille colori delle case che si fondono con quelli del cielo.

Passo per le strade che un tempo sono state la mia casa, cammino per quelle in cui ho vissuto cose che vorrei dimenticare.

Passo per la strada in cui mi maltrattarono, passo per quella in cui un tempo, qualcuno mi tese la mano, strappandomi dalla povertà.

Tento di ricacciare indietro le lacrime.

Sapevo che venire in Olanda non sarebbe stata proprio una buona idea.

Ma questo è l'unico posto in cui ho un lavoro ed una casa.

Un lavoro che forse posso ancora riprendere e una casa che non è mia.

Ma non importa.

Proseguo la strada, sbucando in un angolo proprio davanti ad un ristorante.

Restaurant Haesje Claes”

Il nome non mi suona estraneo. Per niente.

Decido di entrarci.

Non tanto per la fame quanto per il bisogno economico.

Appena varcata la soglia, mi dirigo verso il bancone.

“Oh, ma guarda chi si rivede!”

“Ehi, bella misteriosa!”

Per un attimo, il mio cuore smette di battere.

Non avevo pensato che qualcuno mi avrebbe potuto riconoscere.

Non qualcuno della Fondazione.

Un mezzo gridolino mi esce dalla bocca.

Cerco di mantenere un'espressione normale, nonostante io non la possa assolutamente sopportare.

Ah ~

“Scarlett!”

“Che ci fai qui?”

Osservo il suo viso con un lieve sorriso stampato sulle labbra.

“Oh, che ci fai tu qui! Pensavo fossi a Venezia con la squadra”

Anch'io pensavo fossi a Venezia. Speravo fossi a Venezia.

“Tu almeno puoi ancora stare con loro...” sussurro abbassando lo sguardo.

“Eh?”

“Eh?”

Alzo la testa, spaesata.

“Zhalia, che stai dicendo?”

Improvvisamente, un'illuminazione mi colpisce.

Lei non sa. Non sa nulla.

Sorrido.

Così sarà più facile giocare le carte a mio favore.

“Ecco, Dante mi ha affidato una missione” dico toccandomi istintivamente la nuca.

“Oh, grazie al cielo! Pensavo di essere sola in questo ristorante!” sorride.

“Che aspetti, vai a cambiarti!”

Senza capire una parola, mi giro, dirigendomi verso il retro.

Cosa significa che pensava di essere sola?

Dante le aveva davvero affidato una missione?

E perché proprio a lei? E soprattutto, perché proprio qui?

Senza rendermene conto, mi cambio indossando lo stesso grembiule di Scarlett.

Sovrappensiero, di ritorno dal camerino, osservo attentamente le persone presenti in quel ristorante.

Spalanco gli occhi davanti all'evidenza.

Sono tutti membri della Fondazione!

Alcuni li conosco di vista, altri non so chi siano.

Ma la Fondazione è grande e vasta, sono tante le persone che non conosco.

È strano però...non c'è nessuna traccia di Dante, né di Lok e Sophie.

Possibile che sotto tutto questo ci sia qualcosa di più grande?

Incuriosita da questa domanda, decido di mettermi al lavoro: prendo un piccolo block notes e mi avvio verso alcuni clienti.


Ogni volta che provo a volare

cado senza le mie ali

mi sento così piccola

credo di aver bisogno di te

[Everytime – Britney Spears]


Dante...dove sei adesso? Perché mi hai lasciato andare?

Ora non posso più tornare indietro...

“I signori desiderano...?”

Alzo lo sguardo sui loro volti. Poi sui vestiti.

Un sospiro di sorpresa mi raggiunge.

Muovo istintivamente un passo indietro.

L'Organizzazione!”

Velocemente, invocano i loro titani.

Non sono pronta a combattere, ma mi devo adattare.

E ovviamente, risolvo il problema nel peggiore dei modi possibili.

“Gareon!”

“King Basilisk!”

K.O. Era prevedibile.

Un calcio potente mi raggiunge il costato.

Vorrei replicare, vorrei combattere adesso, ma non mi è possibile.

Posso solo piegarmi su me stessa e piangere.

Piangere per il dolore causato da quel calcio, piangere a causa di un dolore più profondo.

Quello causato dalla consapevolezza di aver tradito i tuoi amici.

Quello di essere, oramai, una nullità.

Quando avrò vinto questa missione tutti mi apprezzeranno, vero Klaus?”

Ma certo, mia cara Zhaal” sorrise.

Tutti”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3 – I don't wanna have to go



Quando apro gli occhi, mi trovo in una piccola stanza dalle pareti bianche, sdraiata su un letto singolo.

Indosso un morbido pigiama rosa, caldo e comodo.

Muovo il braccio, notando dei leggeri graffi vicino al polso.

Il petto mi fa ancora male, ma sto decisamente meglio.

Sposto lo sguardo all'altro lato della stanza, trovando due occhietti curiosi a fissarmi.

“Dante...”

“Hai avuto un calo di zuccheri, tutto qui.

Il costato ti farà male per qualche giorno, ma per fortuna non c'è nulla di rotto”

Osservo il suo viso. La sua espressione sembra fredda, distaccata.

“Dante-”

“No, Zhalia, adesso mi lasci parlare. Mi spieghi perché devi sempre metterti nei casini? Perché?”

“Non è la prima volta che rischio la vita. E poi io non sapevo nulla”

“Allora perché sei scappata? Perché sei tornata in Olanda? Perché sei andata via da me?”

Il suo tono è alto. È arrabbiato. Ed è arrabbiato con me.

Lentamente, mi prende il viso tra le mani.

Sono calde e morbide, si muovono gentili sulla mia pelle.

Soltanto in quel momento osservo meglio il suo volto.

Ci sono numerosi graffi accennati, deve aver combattuto molto nelle ultime ore.

“Perché sono qui, Dante?”

“Perché mi hai salvato?” sussurro.

“Perché io rivolterei il mondo per te, Zhalia...”

Improvvisamente, provo il bisogno di abbracciarlo.

Lo stringo tra le mie braccia, poggiando la testa sul suo petto.

E mi accorgo di non averlo mai fatto prima.

Né con lui, né con nessun altro.

Ascolto il battito lento del suo cuore.

Poi alzo la testa.

“Dante, mi dispiace”

“Mi dispiace per tutto quello che ho fatto...”

“Zhalia...”

Sento il suo respiro sulle labbra.

Siamo così vicini che basterebbe soltanto un soffio per far accadere la magia.

Poi la porta si spalanca, scoprendo una bionda e magra figura trafelata.

“Dante, c'è Metz che...oh!”

“...arrivo”

Mi poggia delicatamente sul letto, baciandomi la fronte.

Poi scompare dietro la porta.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4 – I already know everything



Poggio la testa sul cuscino, scivolando sotto le coperte.

Osservo Lok, ancora sulla soglia, in piedi davanti a me.

“C'è qualche problema, ragazzino?”

Sento il suo sguardo curioso, scottante sul mio corpo.

“Entra, Lok”

Probabilmente è quello che aspetta di fare da quando è qui.

Chiude velocemente la porta e avvcina una vecchia sedia di legno al letto.

Osservo i suoi occhi azzurri come il cielo, bassi e traboccanti di vergogna e disagio.


Io lo so che in fondo sei una persona buona”


Sospiro, abbassando la testa.

“Mi dispiace Lok. Quello che mi disse Sophie è vero. Sono solo una stupida traditrice”

“Anche tu ti vergogni di me, vero? Faccio schifo.

Io...non merito di stare con voi. Non sono degna di stare con te, Dante, Sophie, Cherit”

Alzo la testa, il volto ormai bagnato dalle lacrime.

“Tu non sei stupido, Lok. Sei un piccolo angelo

Sussurro, con voce rotta e roca.

“Mi dispiace”

“Mi dispiace”

Lo abbraccio, rimanendo in silenzio.

Passa qualche minuto, tre, forse.

“Io lo so che in fondo sei una persona buona”

“Senza di te la squadra Huntik non sarebbe la stessa”, sorride.

“Zhalia, io sono non sono mai stato bravo in queste cose, ma ti voglio bene.

E anche Sophie te ne vuole. Tutti ti vogliamo bene”

Alzo la testa, quando un suo dito mi asciuga le lacrime.

“Sappiamo ciò che hai passato e capiamo quanto dev'essere stato difficile fare la scelta che hai dovuto fare”

“...grazie Lok...”

Sei una persona speciale

Poi poggio nuovamente la testa sul cuscino.

Lui si alza, dirigendosi verso la porta.

“Ah, Zhalia! Ma cosa stavate facendo prima tu e Dante?”

Gli lancio instintivamente uno sguardo assassino.

Lui ride divertito, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta dietro di sé.

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Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! ^-^

Innanzitutto, mi scuso per il ritardo, ma ho avuto qualche impegno e non mi è stato possibile aggiornare in questi giorni.

Ringrazio infinitamente quelli che leggono sempre, recensiscono e seguono la storia, mi fa un immenso piacere! :)

Capisco che forse questi capitoli troppo corti, monotoni e un pò noiosi, ma il colpo di scena ci sarà e arriverà presto!

Grazie ancora a tutti e al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5 - Now all we ever seem to do is fight



La mattina successiva, con non poco dolore al costato, scendo dal letto ed esco dalla mia stanza.

Mi dirigo lentamente verso la cucina, scoprendo che c'è qualcuno insieme agli altri.

“Metz!”

“Zhalia, è un piacere vederti! Stai bene?”

“Perché non mi avete chiamato prima?” domando al resto della squadra.

Dante è seduto dietro ad un tavolo, in mano una tazza di tè e il volto preoccupato.

“Oh, non preoccuparti, sono qui già da ieri sera” sorride Metz.

Per un attimo i nostri sguardi si incrociano.

Un breve e profondo silenzio invade la stanza.

“Metz...” azzarda Sophie.

Perché sei qui?” conclude Lok.

Lo sguardo allegro e vivace dell'uomo scompare, sostituito da uno più cupo e preoccupato.

Lentamente, si siede su una delle tante poltrone presenti nella stanza.

Osservo Dante: la tazza di tè mezza piena ancora in mano, lo sguardo basso e preoccupato.

Quasi...triste.

Ma per cosa? Qual è la causa di tutta questa preoccupazione?

Perché il mio Dante è triste?

Sposto lo sguardo su Metz, che finalmente inizia a parlare.

“Esiste un luogo, in mezzo all'oceano indiano, dal nome sconosciuto ed un passato oscuro e misterioso.

Secondo alcune leggende sviluppatesi nei dintorni, sotto il mare si troverebbe un gigante, mangiatore di teste. Secondo altre, là sotto si celerebbe una città, la città perduta, l'origine dei titani.

Se questa fantasia è vera, è possibile che lì sotto si trovino altri mille titani destinati a non vedere mai luce; ma se la prima ipotesi non è soltanto puro divertimento...beh, in questo caso nessuno può pensare di uscire vivo da lì”

Di nuovo, solamente per un attimo, i nostri sguardi si incontrano.

“Quindi?” chiede Lok, sedendosi su una sedia di fronte a Dante.

“Questa potrebbe essere la chiave per trovare tuo padre, Lok! E per recuperare altri migliaia di titani, magari potentissimi! Quel potere immenso potrebbe sconfiggere la Spirale di Sangue e l'Organizzazione contemporaneamente!”

“...e la fondazione Huntik

Metz sospira silenziosamente, poi annuisce, “Esatto, se non stiamo attenti”.

“Ma nessuno ha mai detto che tutto questo esiste davvero” sussurro.

Osservo i suoi occhi scuri, come se all'interno potessi scovare la chiave di questo misterioso indovinello.

C'è sempre un fondo di verità, anche nelle bugie”

Sospira, rimanendo in silenzio. Una pesante tensione si avverte nell'aria.

Poi riprende: “Ragazzi, vi rendete conto che se ci impadroniamo di tutto quel potere possiamo sconfiggere sia l'Organizzazione, sia la Spirale di Sangue?”

È tutta la vita che combattiamo come se fosse una guerra, Metz!” sbotta Dante.

“Non possiamo rischiare di morire per delle stupide leggende!” si alza, avvicinandosi al suo mentore.

“Il nostro obiettivo principale è trovare nuovi amuleti e contrastare l'Organizzazione, non sconfiggerla e uccidere tutti i suoi membri!”

Un silenzio innaturale invade ora la stanza. Dante e Metz si guardano intensamente negli occhi.

“Sei stato tu ad insegnarmi che il rispetto per l'avversario è fondamentale in un combattimento”

“...sei stato tu a insegnarmi che ai nostri vinti dobbiamo riservare cure, e non preghiere sulla tomba”

Poi apre la porta e la chiude dietro di sé.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6 - You are everything I need to survive



Sto scrivendo sul mio diario, quando qualcuno bussa alla porta.

Lo ripongo velocemente nel cassetto insieme alla penna, chiudendolo silenziosamente e sussurrando un flebile:”Avanti”

Quando la porta si apre, un uomo dalla maglia nera compare sulla soglia.

“Entra”, lo invito.

Mi alzo in piedi, tentando di raggiungerlo.

“Sei ancora troppo debole, Zhalia”, mi dice, avvicinando una mano al mio petto ancora dolorante.

Improvvisamente, sento un tiepido calore scaldarmi piacevolmente dal collo in giù.

Senza rendermene conto, mi ritrovo tra le sue braccia, come in un piccolo cantuccio caldo e confortevole.

Alzo lo sguardo sui suoi occhi: li osservo attentamente, analizzandone ogni più piccola sfumatura.

Zhalia...”

Gli prendo il viso tra le mani, poggiando la sua fronte contro la mia.

Restiamo così per qualche secondo, fino a quando le nostre labbra non si scontrano in un leggero e dolce bacio.

Ci stacchiamo, per fissarci negli occhi intensamente.

Posso sentire ogni mio senso completamente sveglio e all'avanguardia, pronto a godersi ogni più piccola sensazione che possa ricevere.

“Da quanto aspettavo questo momento, Zhalia...ora nessuno ci può disturbare”

Improvvisamente, mi spinge leggermente indietro, ricadendo sulle morbide coperte del letto con me.

Sento il suo respiro bruciare sulla mia pelle, scottandone ogni centimentro: non riuscendo più a trattenermi, lo bacio con rinnovata passione.

Le nostre lingue si scontrano in un bacio lungo e intenso, un bacio che aspettavo da tanto tempo.

Sento le sue labbra sul collo, tracciando linee non ben definite.

Poi lo sento sulle braccia, sul ventre, sulle coscie, sul mio corpo intero, bruciante di passione.

Lo bacio ancora e ancora, affondando le unghie in quei capelli rossicci, stringendoli e sentendoli morbidi sotto i miei polpastrelli.

Una passione nuova e sconosciuta ci possiede, portandoci a scoprire con curiosità ogni cosa dell'altro e di noi stessi.

Una passione intensa ci porta al culmine, facendoci cadere stremati dalla bolla d'amore che ci eravamo creati, spezzando quell'intenso flusso di piacevoli relazioni.

Senza dire una parola, mi accovaccio al suo fianco, stretta al suo petto.

Mi prende una mano e ne bacia ogni parte. Percorre le dita lunghe, le unghie curate e le fragili ossa al di sotto.

Poi la posa nuovamente sul suo petto, abbandonandola da ogni attenzione.

“Dante...cosa volevi dirmi sul treno?”

Non so neppure come ho fatto a fare questa domanda.

So solo che è un dubbio che mi perseguita da tempo e che finalmente, ho trovato il coraggio di svelare.

Ti amo, Zhalia”

Spalanco gli occhi, il cuore prende a battere forte.

Per un attimo rimango interdetta, non so bene cosa fare e come rispondere.

Così decido di far parlare il cuore e di rivelare i miei sentimenti.

Ti amo anch'io, Dante”

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7 – All the right things in all the wrong places



Mi stendo lentamente sul letto, poggiando la testa sulle braccia incrociate e allungando le gambe sulle morbide coperte.

Questa è stata una giornata particolamente pesante: ci siamo dovuti alzare molto presto a causa della nostra missione sperduta e misteriosa.

Abbiamo raggiunto l'isola di Europa non senza difficoltà, invocando titani e combattendo cercatori nemici.

Non è stato semplice metter piede su questa terra, ma alla fine mi posso ritenere soddisfatta.

Quello che successe la notte precedente non è da accantonare: ora sono...felice.

O forse il termine più appropriato sarebbe “realizzata”.

Un lieve sorriso mi si forma sulle labbra.

Sono sicura che d'ora in poi, la mia vita sarà molto più semplice.

O meglio, senza preoccupazioni.

Ora non ho più paura. Non ho paura di non essere accettata, di non essere amata.

Ci sono ancora tante cose da fare e tanti misteri da risolvere, ma sono sicura che con la squadra Huntik al mio fianco, nessun nemico sarà più così invincibile.

Nemmeno le mie paure.

Così, rilassata da questi positivi pensieri, mi addormento.


~


Mi trovo su un palco di legno di un grande teatro;

La platea è vuota, ma il palcoscenico è debolmente illuminato.

Spostando lo sguardo, noto accanto a me una ballerina che, indossando tutù e scarpette, danza in punta di piedi sulle note di una dolce e piacevole melodia.

Sembra quasi una farfalla che tenta di prendere il volo.

È magra e abbastanza alta, con lunghi capelli raccolti in una retina rosa pallido.

Una sottile ciocca però, ricade sulle spalle, seguendola nella sua piacevole danza.

Improvvisamente, la musica termina e lei torna lentamente sui suoi passi.

Prendendosi la ciocca tra le mani, si gira nella mia direzione, osservandomi attentamente in viso.

Nella vita c'è un punto in cui non si può tornare indietro.

E poi c'è un punto, ma i casi sono molto più rari, in cui non è più possibile andare avanti.

Quando questo accade, che sia un bene o un male, l'unica cosa che possiamo fare è accettarlo senza proteste”

Segue un minuto di silenzio, poi riprende: “Il tempo grava su di te con il suo peso, come un antico sogno dai tanti significati. Tu continui a spostarti, tentando di venirne fuori. Forse non ce la farai, a fuggire dal tempo, nemmeno arrivando ai confini del mondo. Ma anche se il tuo sforzo è destinato a fallire, devi spingerti fin laggiù. Perché ci sono cose che non si possono fare senza arrivare ai confini del mondo.”

Poi riprende in silenzio la sua danza sinistra, questa volta priva di musica.

Fa una giravolta, alza un piede, gira su stessa, muove un braccio e compie un'altra giravolta.

Balla senza melodia, soltanto muovendosi da una parte all'altra del palcoscenico illuminato.

Poso lo sguardo ancora una volta sulla bionda ciocca di capelli fuori dalla retina.

Essa la segue, come un cane fedele al suo padrone.

Poi la ragazza torna indietro, fermandosi e carezzando quella morbida ciocca.

Mi guarda un'istante, poi riprende: “Ormai non puoi più tornare indietro. Sappiamo entrambi quale sarà il tuo destino. La differenza è che tu l'hai appena capito, o forse no, mentre io lo sapevo fin dall'inizio.”

Poi si avvicina, abbassando le braccia, incrociandole al ventre.

Mi tira su il mento, come per assicurarsi che la guardi bene negli occhi.

Tu non sai chi sei. Non puoi saperlo. E forse non l'hai mai saputo.

Ma io lo so. Lo so perché io sono in te. Sono la tua ragione, la tua anima. Sono te stessa.

E il mio compito non è nient'altro che assumere la tua forma.”

Poi abbassa la mano, senza spostare un attimo lo sguardo dai miei occhi.

Ormai il tuo destino è compiuto. Ora non puoi più tornare indietro. Hai firmato la tua condanna e scavato la tua fossa. Ora, è davvero finita”

Poi sposta lentamente lo sguardo, esaminando attentamente la platea vuota.

Mi fa voltare, prendendomi per la vita e accompagnandomi lentamente nella sua danza.

Ancora una volta, nessuna melodia conduce questo meraviglioso ballo inquietante.

Danziamo in silenzio, voltandoci e girando su noi stesse.

Sento il suo respiro sul collo, il suo viso accanto al mio.

Ormai il tuo destino è compiuto” ripete.

Ormai la tua preghiera è inutile, Zhalia”

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8 – I love you above everything



Dopo aver finito di vestirmi e lavarmi, scendo le scale, dirigendomi verso il salotto caldo e appartato.

Lì trovo Metz e Dante che chiacchierano tranquillamente, come se nulla fosse successo.

Devono aver chiarito. In effetti, Dante è molto affezionato a Metz, e raramente l'ho visto adirato con lui.

“Buongiorno Zhalia!”, mi salutano.

Ricambio il saluto, chiedendo di Sophie, Lok e Cherit.

“Oh, i ragazzi stanno ancora dormendo. Ieri è stata una giornata piuttosto pesante, e domani lo sarà ancora di più, è giusto che si riposino” dice Dante.

“Cherit invece è in cucina, credo stia ancora analizzando alcuni titani recuperati una settimana fa da alcuni cercatori”, aggiunge Metz.

Mi siedo sull'unico divano presente in questo rifugio.

È abbastanza modesto come albergo, ma è comodo e accettabile.

Per una che ha ottenuto poco dalla vita, un bagno in camera è un grande lusso.

Sedendosi accanto a me, Dante mi porge una tazza di tè verde, sorseggiando il suo.

Bevo lentamente il mio tè, scoprendo un dolce sapore dietro queste misteriose foglie.

Improvvisamente, squilla un telefono. È di Metz.

Scusandosi, si allontana dalla stanza.

Tra noi cala un silenzio carico di tensione.

È Dante a romperlo per primo.

“Sai che il tè verde aumenta la velocità con cui l'organismo brucia i grassi, contribuendo a dimagrire, senza causare alcun effetto collaterale?” dice tutto d'un fiato.

“Stai dicendo che dovrei dimagrire?” scherzo.

“Ah, no no! Tu...sei bellissima così” sussurra imbarazzato.

Arrossisco a quelle parole senza neanche rendermene conto.

Poi, un profondo silenzio cala nuovamente tra noi.

Questa volta sono io a prendere parola.

“Dante...forse dovremmo parlare”

“Forse...”

“Sì, forse”

“O forse no” mormora deciso.

“Voglio dire...di cosa dovremmo parlare? Pensavo fosse già tutto chiaro”

È proprio questo il punto. Cioè...”

Non riesco a continuare. Sono troppo imbarazzata.

Non credo di essere mai stata così emozionata in vita mia.

Forse perché non mi sono mai capitate situazioni del genere.

O forse sì. Ma quel che è certo è che non mi è mai capitata questa situazione.

Non so più cosa pensare. Dopo quella notte, dopo quel sogno, dopo questo momento.

Sento la mano di Dante prendere dolcemente la mia.

“Zhalia, io...”

Nemmeno lui riesce a continuare. Allora è questo che voleva dire la ragazza nel sogno.

È questo che è finito.

“Zhalia...io...”, balbetta imbarazzato.

Poi abbassa la testa, stringendo la mia mano.


Il tempo grava su di te con il suo peso, come un antico sogno dai tanti significati. Tu continui a spostarti, tentando di venirne fuori. Forse non ce la farai, a fuggire dal tempo, nemmeno arrivando ai confini del mondo. Ma anche se il tuo sforzo è destinato a fallire, devi spingerti fin laggiù. Perché ci sono cose che non si possono fare senza arrivare ai confini del mondo.”


Ci sono cose che non si possono fare senza arrivare ai confini del mondo.

Così decido di arrivare ai confini del mondo.

Dante...tu per me sei più di una semplice notte di passione. Tu sei la persona a cui tengo di più al mondo. Sei il mio eroe, l'unico che mi ha mostrato davvero fiducia e amore”

Dante...io ti amo” sussurro.

Forse adesso sono ancora più imbarazzata di prima. Sento il suo sguardo bruciante su di me, osservare attentamente ogni mio particolare.

La presa sulla mia mano si alleggerisce leggermente.

Me l'hai già detto.”

Alzo la testa, sorpresa.

Poi volto lo sguardo sul suo viso sorridente.

Cosa?”

Me l'hai già detto. Lo hai detto quella notte

Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso. Da quel sorriso quasi irritante.

Poi mi riprendo, sorseggiando lentamente il mio tè.

La sua mano stringe ancora la mia.

Zhalia...ti amo anch'io” sorride.

Nel giro di dieci secondi i nostri volti si avvicinano drasticamente.

Dante...

Ormai siamo così vicini che solo un soffio di vento può separarci.

Dante!”

Ci allontaniamo velocemente.

Lok, Sophie, buongiorno!” li saluta.

Buongiorno Dante, buongiorno Zhalia!” sorride il ragazzo.

Poi mi guarda intimorito.

P-Perché hai quell'espressione? Ho qualcosa di strano in faccia?”

Una smorfia si dipinge sul mio viso.

Mpf!”

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9 – The masks I wear will never change me



Appena apro la porta della mia camera, decido di farmi un bel bagno rilassante.

Metz disse che domani sarà una giornata faticosa: questa mi è parsa stancante come una passata a combattere centinaia di titani.

Chiudo la porta dietro di me e comincio a spogliarmi, poggiando i morbidi vestiti sul letto.

Cerco di ricordare l'ultima volta che ho fatto un bagno rilassante, tranquilla e liberando la mente.

Non lo ricordo nemmeno più. Dev'essere passato così tanto tempo.

Lascio scorrere l'acqua sulla ceramica fredda della vasca, versandoci un po' di bagnoschiuma alla fragola e qualche petalo di rosa.

Non so perché lo sto facendo. So solo di averne bisogno, molto bisogno.

Ho bisogno di rilassarmi e non pensare a nulla. Aprire la mente e godermi ogni attimo del silenzio attorno a me.

Poggio l'ultimo petalo sull'acqua, quando improvvisamente un rumore proveniente dalla camera da letto mi fa tendere l'orecchio.

Tornando velocemente nella stanza, mi infilo l'accappatoio e vado ad aprire la porta.

“Dante...che ci fai qui?”, domando stupita, trovandomi davanti un Dante stanco e esausto, con in volto un'espressione sfinita.

Non risponde, ma entra nella stanza e chiude la porta dietro di sé.

Mi prende il viso tra le mani, baciandomi la fronte.

Poi le poggia sul mio collo, sulla clavicola, fino ad arrivare alle spalle e far scivolare lentamente l'accappatoio a terra.

Accarezza la mia pelle, annusa il mio collo, bacia le guancie, afferra i fianchi.

Mi trascina lentamente in bagno, spogliandosi davanti a me e facendo scivolare con grazia sublime i suoi vestiti al pavimento.

Lo osservo in tutta la sua nudità. Il suo corpo è così bello e incantevole che mi sembra di non averlo mai visto prima.

Poi si infila nella vasca, invitandomi ad entrare insieme a lui.

Poggio la testa al petto, ascoltando il suo cuore battere a ritmo regolare.

Una sua mano mi accarezza la testa, baciandomi di tanto in tanto i capelli.

L'acqua calda accarezza i nostri corpi come una madre il suo bambino: mi lascio cullare nelle sue braccia, quasi sprofondando nel sonno.

Ma non mi addormento. C'è qualcosa che mi tiene sveglia.

Forse il rumore del suo cuore. O forse l'ansia nel mio.

Le sue mani non smettono di accarezzarmi la testa, tracciando sempre lo stesso percorso.

Rimaniamo così, in silenzio, per quelle che mi sembrano ore.

Poi la sua voce sottile e sussurrata rompe il silenzio.

Chiudi gli occhi e lasciati andare. Sii te stessa per una volta, Zhalia”

Così chiudo gli occhi, quando l'altra sua mano mi accarezza una guancia.

E rimaniamo così, in silenzio, fino alla fine del giorno.


~


Sono appena le otto di mattina quando usciamo dall'albergo.

Metz era stato chiaro il giorno precedente: dovevamo raggiungere il misterioso luogo al più presto, prima dell'Organizzazione.

Stiracchiandomi, mi strofino gli occhi, per poi aprirli, rimanendo basita.

Il mio cuore comincia a battere forte, e le mie membra si svegliano improvvisamente.

Davanti a me si trova una fila di uomini, tutti vestiti rigorosamente uguali, con lo stesso marchio.

Dietro di loro ci sono un paio di cercatori intrappolati da un'energia magica che non conosco, probabilmente fanno parte della Fondazione, e sono stati catturati.

Senza perdere tempo, Dante invoca Maelstrom che, posizionandosi davanti a noi, ci protegge.

Mi stringo all'uomo che amo, agitata e sorpresa. Mi sento come se fossi già stata sconfitta.

“Dante...sono troppi, non ce la faremo mai”

Lui mi guarda preoccupato, per poi spostare lo sguardo sul suo mentore, che in lontananza lo rassicura:”Ragazzi, contiamo su di voi”

Dante lo osserva di rimando, per poi spostare lo sguardo sulla fila infinita di cercatori, immobili.

Nei suoi occhi vedo la voglia di combattere, di sconfiggerli, con l'impazienza di un bambino.

Anche a costo della vita. Così comincia la battaglia.

Dante si lancia contro di loro, e tutti i cercatori invocano i propri titani.

Compresa io.

Ma come dissi a Dante, i nemici sono troppi e in poco tempo rimaniamo senza alcuna energia.

Quando tutti i nostri titani sono stati sconfitti, corro in direzione di Dante, a terra, esausto.

Ma un uomo mi ferma, spingendomi nella direzione opposta.

Poi gli uomini diventano due, forse tre, e la possibilità di raggiungere Dante è quasi impossibile ormai.

Osservo Lok e Sophie dietro di me, seduti a terra doloranti.

Osservo Metz, trattenuto come me da alcuni uomini.

Poi sposto di nuovo lo sguardo su Dante, osservando una figura nascosta sotto un mantello, avvicinarglisi lentamente.

Lui è steso a terra, probabilmente con gli occhi chiusi, e si tiene la spalla, ferita profondamente.

Ormai capisco che non ha nemmeno più la forza di alzare lo sguardo.

Ma l'uomo non esita, e con un sorriso trionfante, scatena un'energia luminosa e letale contro di lui.

Improvvisamente, mi dimeno, cercando di impedire tutto questo.


Ormai il tuo destino è compiuto. Ora non puoi più tornare indietro. Hai firmato la tua condanna e scavato la tua fossa. Ora, è davvero finita”


Osservo il suo corpo immobile e pallido.

È incredibile la velocità con cui una vita può essere spezzata, penso.

Forse sono l'unica che ha ancora la forza di piangere.

Silenziosamente, una miriade di lacrime scende sulle mie guance.

Ancora una volta, come l'ultima, le osservo suicidarsi.

Ma questa volta, nessuna mano verrà a salvarle. Ormai più nessuno potrà farlo.

A terra, con il cuore in mano, continuo a piangere il mio dolore muto, fino a quando il sole non tramonta, lasciando spazio ad una luna bianca e piena.

Rimango lì, fino quando il corpo di Dante non viene portato via, fino a quando il cielo non si scurisce, cominciando a piangere con me.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10 – It's a cold and it's a broken hallelujah



Tutte le battaglie nella vita

servono ad insegnarci qualcosa,

anche quelle perdute.

[P. Coelho]

Sono su una spiaggia bellissima.

La sabbia è bianca e fine, il mare azzurro e pulito e il cielo di un terso color celeste.

Questo ambiente mi mette subito a mio agio: mi siedo sulla sabbia morbida, ascoltando il rumore dell'infrangersi delle onde e osservando il cielo aperto senza nuvole.

Mi rilasso a questa vista, così mi stendo e chiudo gli occhi.

Lascio che la sabbia mi si infili tra i capelli, lascio andare il mio corpo in un luogo così perfetto.

Improvvisamente, una voce appare nitida al mio orecchio, come se fosse proprio qui, vicino a me.

È familiare, ne riconosco il timbro e l'accento.

Mi raccomanda di stare tranquilla, di non preoccuparmi più, perché ogni problema ormai è giunto al suo termine.

Poi a questa voce se ne aggiunge un'altra, e un'altra ancora.

Si sovrappongono, ma capisco perfettamente ciò che dicono.

Quasi come se i caratteri delle parole fossero scritti ordinatamente nella mia mente.


Ci sono cose che non si possono fare senza arrivare ai confini del mondo.


Ormai non puoi più tornare indietro. Sappiamo entrambi quale sarà il tuo destino.


Rimango con gli occhi chiusi, ascoltando queste voci accavallarsi tra di loro.

Poi improvvisamente, tutte tacciono, lasciando spazio ad una sola voce.

Una voce sicura, autoritaria, ma estremamente dolce come mi era sempre parsa.

Apro gli occhi.

E tutto ciò che vedo è una figura semitrasparente, con contorni leggermente indistinti, con indosso il suo inseparabile impermeabile giallo.

Vorrei che tu ti ricordassi di me. Perché se tu ti ricordassi di me, non mi importerebbe nulla nemmeno se tutti gli altri mi dimenticassero.”


~


Apro improvvisamente gli occhi, osservando quel campo tristemente vuoto e bagnato dalla pioggia.

Mi alzo da quell'ammasso di pioggia e terra, raggiungo la mia camera e mi cambio velocemente.

Poi scendo in cucina, osservando gli altri, con sguardo vuoto.

Non provo dolore, non provo rimorsi, non provo paura.

Semplicemente...non provo nulla. Più nulla.

Osservo gli sguardi stanchi e spenti di Lok e Sophie, Metz e gli altri cercatori presenti.

So che provano pena per me. Dolore, forse.

Per la mia perdita. Per la morte del mio grande amore.

Ma io odio questa pena. Odio quegli sguardi, quegli occhi pieni di compassione per me.

Mi siedo sul divano, con in mano una tazza di tè caldo.


Sai che il tè verde aumenta la velocità con cui l'organismo brucia i grassi, contribuendo a dimagrire, senza causare alcun effetto collaterale?” dice tutto d'un fiato.

Stai dicendo che dovrei dimagrire?” scherzo.

Ah, no no! Tu...sei bellissima così” sussurra imbarazzato.


Non piango, non parlo, non sorrido.

Lo ricordo semplicemente. Come mi ha chiesto lui.

Quando finisco di bere il tè, esco fuori dall'albergo, nel campo di battaglia.

Ricordo ancora il giorno precedente, ricordo il suo sguardo, l'ultimo sguardo che mi rivolse.

Ricordo tutto perfettamente. Ma ancora, non piango e non mi dispero.


Dante...sono troppi, non ce la faremo mai”

Lui mi guarda preoccupato, per poi spostare lo sguardo sul suo mentore, che in lontananza lo rassicura:”Ragazzi, contiamo su di voi”


Quando l'imbarcazione è pronta, volgo un ultimo sguardo su quel paesaggio vuoto, pieno di ricordi e tristezza.

Sono consapevole che forse non tornerò più qui.

Forse non riuscirò a tornare, o forse sì.

Poi mi volto, e di quel campo, dentro di me, non rimane che il triste ricordo.


~


Seduta sulla poppa dell'imbarcazione, ripenso al mio passato. Al mio presente, al mio futuro.

A Klaus, a Metz, a Dante. E poi a Lok, a Sophie, a Cherit.

A ogni persona che nella mia vita lasciò un segno profondo.

Rifletto sugli avvenimenti delle ultime ore, del giorno precedente e di quello prima ancora.

So di essere in uno stato vegetativo, so di non reagire e non rispondere a nessuno stimolo.

So di essere morta.

E se non lo sono ancora fisicamente, la mia vita è finita quel giorno, quando quell'uomo dall'accento leggermente straniero si avvicinò a Dante e lo uccise brutalmente.

Dunque, l'obiettivo dell'Organizzazione e della Spirale era solo quello.

Eliminare il grande detective, il potente cercatore.

Il migliore.

Ma loro non sanno che, insieme a lui, hanno ucciso anche me.

Loro non sanno e non sapranno mai.

Improvvisamente, sento Sophie e Lok chiamare il mio nome.

Mi alzo, raggiungendoli.

Abbiamo trovato il portale, Zhalia! Un mondo nuovo!”

Forse non scopriremo nulla. Forse non usciremo nemmeno più da lì”

Oh, Sophie! Non fare la pessimista! C'è sempre un inizio!”, esclama Lok.

C'è sempre un inizio.

Ha ragione. Poi non perde tempo, e si butta euforico.

Sophie lo osserva leggermente timorosa, decisa a seguirlo.

Prima di buttarsi, si gira verso di me, guardandomi negli occhi.

Per la prima volta, in essi scopro una sincerità sconosciuta tra noi.

Non aver paura, Zhalia. Il tuo non è mai stato un addio

La più grande testimonianza d'amore che si possa dare ad una persona cara che ci ha lasciato, è tenere viva dentro di noi una parte di lei”

Poi si gira, osservando il vortice nero poco distante da noi.

Lok ha ragione: la pace ha un sapore amaro e il futuro è solo un brutto presentimento”

Poi si volta verso di me un'ultima volta, gettandosi infine oltre il portale.

Rifletto sulle sue parole.


Vorrei che tu ti ricordassi di me. Perché se tu ti ricordassi di me, non mi importerebbe nulla nemmeno se tutti gli altri mi dimenticassero.”


Ci sono cose che non si possono fare senza arrivare ai confini del mondo.


Osservo il vortice sotto al mio sguardo.


Chiudi gli occhi e lasciati andare. Sii te stessa per una volta, Zhalia”


Così chiudo gli occhi. E quando li aprirò, sarò in un mondo nuovo.


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