So Out Of Reach

di Nanek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Teenage Life ***
Capitolo 2: *** Let me be the one to save you ***
Capitolo 3: *** Easy: Hula Hoop ***
Capitolo 4: *** All of my bridges burned down ***
Capitolo 5: *** Tell me why does it hurt so bad? ***
Capitolo 6: *** Now all I see is you ***
Capitolo 7: *** I’ll be standing right next to you ***
Capitolo 8: *** Electricity in the air ***
Capitolo 9: *** 5 Seconds Of Summer ***
Capitolo 10: *** Firework ***
Capitolo 11: *** Can I have this dance? ***
Capitolo 12: *** This is the truth ***
Capitolo 13: *** Nothing is fine ***
Capitolo 14: *** Tonight I’m gonna hold you so close ***
Capitolo 15: *** If you are alone say my name ***
Capitolo 16: *** It’s so hard to say goodbye ***
Capitolo 17: *** Complicated ***
Capitolo 18: *** Six Degrees of separation ***
Capitolo 19: *** Wherever you are ***
Capitolo 20: *** Unpredictable ***
Capitolo 21: *** Thinking of you ***
Capitolo 22: *** I wish I was beside you ***
Capitolo 23: *** Drowing in our memories ***
Capitolo 24: *** Bring me back to you ***
Capitolo 25: *** It always will be you ***
Capitolo 26: *** Over Again ***
Capitolo 27: *** We can both remove the masks ***
Capitolo 28: *** We own the night ***
Capitolo 29: *** Wake up the happiness ***
Capitolo 30: *** We just wanna have fun ***
Capitolo 31: *** Be mine, I’ll be yours ***
Capitolo 32: *** Back in High School ***
Capitolo 33: *** So out of reach ***



Capitolo 1
*** Teenage Life ***


Capitolo 1

Teenage Life



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*ASHTON'S POV*

-Ash! Muovi quel culo, siamo già in ritardo!-

Quella voce mi fa sobbalzare, perfetto insomma: sporcarsi di dentifricio la maglia rossa era proprio quello che mi ci voleva, il buongiorno si vede dal mattino.
Sposto lo sguardo verso l’orologio appeso sopra la porta: le 7:40, che cosa vuole quell’altra da me? Non sono in ritardo! Mai stato più in anticipo di così!
Raccolgo le mie cose al volo, per precipitarmi dentro la macchina.

-Buongiorno anche a te, sorellona- dico acido, accennando una smorfia.
-Era ora! Cos’è? Lo specchio ti parla e devi avere una conversazione con lui ogni mattina? Mi sto rompendo le palle Ashton, quando ti fai questa cazzo di patente?!- mi risponde lei, con la sua solita grazia di un camionista.

Sbuffo, e mi limito a stare zitto, non la sopporto quando fa così, non è mica colpa mia se mamma non mi stipendia la patente perché ho accidentalmente sfondato macchina, cercando di tirarla fuori dal garage: c’era la mia bici da tirar fuori!
-Sei sempre così carina June, santo quell’uomo che deciderà di portarti lontana da me- sputo nervoso, mentre mia sorella, vent’anni, uno in più di me, universitaria e barista da quattro soldi, mette in moto e parte alla velocità della luce verso scuola.
Maledetto quel giorno che ho deciso di farmi bocciare e ripetere un anno.
A quest’ora sarei già a lavorare, magari come modello per qualche ditta importante, girare con la mia bella macchina modesta, e prendere a super velocità una pozzanghera, in modo tale da lavare mia sorella, che sarebbe sul ciglio della strada a implorarmi per un passaggio: illusa.
E illuso io, che sono ancora un liceale sfigato, all’ultimo anno, e che si fa accompagnare ogni mattina dalla sorella maggiore, che si diverte a sbatterti in faccia la sua bellissima vita da universitaria perfetta, che ha un lavoro abbastanza figo, visto che lavora in una discoteca fin troppo frequentata, e che ogni mattina si diverte a spaccarti le palle se arrivi in ritardo o in anticipo.
Perché i miei dovevano farmi un torto simile? Una sorella più grande di un anno, è una tragedia, è un incubo.
Inchioda davanti al cancello, e prima che io possa scendere, la vedo spegnere la macchina.

-Che fai June? Il liceo ti manca?- domando accennandole un sorriso.
-Devo ritirare delle carte. E devo mettere un annuncio- mi spiega lei, chiudendo la macchina e incamminandosi verso il portone con passo veloce.

La guardo camminare, sotto gli occhi di tutti: l’unica ragazza con i pantaloncini corti, la canottiera e le infradito, dato che nella mia scuola si usa la divisa; i capelli castani, come i miei, sciolti e al vento, tra le mani dei fogli: ecco, mia sorella, June Julie Irwin, la mia rovina, chiamata da tutti “JuJu”, ma da me è “la strega”, “il rospo”, “il mio incubo”.
Spalanca il portone e sparisce dentro.
Sento la campanella suonare, mi avvio anche io.

-Ciao Ash!-
-Ehy Irwin!-

Sento voci che mi salutano: ragazze che mi fissano, e mi fanno cenno con la mano, o con lo sguardo.
Il problema è.. ma chi le conosce?
Sembrano tutti conoscere me, ma io non conosco nessuno, tranne qualcuna.
Avanzo verso il mio armadietto, prendo i libri che mi servono, sento ancora qualcuno che mi saluta, e mi giro, noto la ragazza, arrossisco, sorrido appena, -Ehy bellissima- la saluto, e lei sorride, avvicinandosi a me e lasciandomi un bacio sulla guancia.
-Ciao amore- mi risponde, la mia lei, la mia adorata Sue: i capelli biondi raccolti in una coda questa mattina, gli occhi marroni che mi sorridono con le labbra, la mia piccola Sue, incontrata cinque mesi fa a una festa, ed ora, la mia ragazza, nella squadra di danza della scuola, all’ultimo anno anche lei, ma lei non è una ripetente come me, lei è brava a scuola, è brava e bella, non potevo trovarne una migliore di così.

-Che hai fatto alla maglietta? Sbrodolone- mi deride, notando la macchia bianca sulla maglia.
-Mia sorella aveva, come sempre, le palle girate, e mi è caduto il dentifricio- ammetto, e lei ride divertita.
-Povera June, sarà nervosa per gli esami- la giustifica, e io mi limito a fulminarla con lo sguardo: possibile che sia sempre povera June e mai povero Ash?
-Sue, dovresti imparare la regola “dai sempre ragione ad Ashton”- la riprendo, e lei ride ancora.
-Magari un altro giorno amore- mi risponde, per poi avvicinarsi alle mie labbra, lasciarmi un bacio veloce e scappare verso la palestra per l’allenamento.
-Ti aspetto all’uscita- le urlo, lei si gira verso di me, e mima con la bocca un “a dopo”, per poi riprendere la sua corsa per il corridoio.

Richiudo l’armadietto dietro di me e mi incammino verso l’aula di matematica.
Mi guardo in giro e la mia attenzione cade su un tipo dalla maglia color evidenziatore, che quasi mi acceca: il solito tipo, imbambolato davanti alla bacheca della scuola: Luke Hemmings, il nanetto del 96 più popolare di tutto il liceo, cantante di una band dal nome insopportabile, composta da lui, Michael Clifford e Calum Hood, e io, loro tre, semplicemente li odio, e odio tutte le ochette che strillano come pazze alle loro messe in scena fuori da scuola: patetici.
Lo guardo, mentre lui continua a fissare la parete, con gli occhi spalancati e la bocca aperta per metà.
Mi avvicino, sono un tipo curioso: chissà che guarda.
Sta fissando un foglio giallo, la scritta in blu è quasi impossibile da non notare “MI OFFRO”, continuo a leggere per scoprire chi possa essere l’idiota che scrive “mi offro”, a caratteri cubitali, in un annuncio: la tipa, sì perché scrive che è studentessa, “si offre” di dare ripetizioni di.. tipo una lista infinita di materie, a prezzi economici, e a risultati “stellari”.
Rido dentro di me, e giuro che se la incontro le rido in faccia: colei che scrive tale scemenze merita la derisione.
Arrivo alla parte finale dell’annuncio, dove la tipa rilascia numero di telefono e il suo nome.
E qui sbianco.
Perché l’idiota in questione è “June Irwin”, e quel numero in questione è sia il suo numero di cellulare, sia quello di casa: credo di vergognarmi di lei, mia sorella è un’autentica cretina.
Sospiro rumorosamente, e Luke Hemmings, notandomi, si gira verso di me.

-Cosa intende tua sorella per “prezzo economico”?- mi domanda.
Alzo lo sguardo verso di lui, sto per rispondere, come fa a sapere che è mia sorella?!, ma lui mi precede –Intendo, quanti soldi vuole? Più o meno..- si corregge.
Noto un lieve rossore sulle sue guance, e un leggero sorrisetto gli sta marcando le fossette.
-Boh- mi limito a rispondere, facendo spallucce –non sapevo neanche di questa sua idea, mi spiace- concludo, notando nello sguardo di lui una strana delusione.
Sento una mano toccarmi la spalla, sento la presa stringere, mi sta facendo male, e non sto neanche a indovinare chi sia la bestia, perché la sua voce stridula mi distrugge un timpano.

-Ash! Fratellino, ma cosa dici bugie ai tuoi amici- ecco, ciao a te June, di nuovo.
Mia sorella mi rivolge uno sguardo glaciale, per poi passare a Luke, porgendogli la mano.
-Piacere, io sono June, se hai bisogno lì c’è il mio numero- annuncia entusiasta, mentre il biondino passa dal color latte al rosso acceso, mentre avvicina con timidezza la mano e stringe appena quella di mia sorella.
-Sono L-Luke.. sì, avrei bisogno.. di una mano- riesce a dire, arrossendo ancora.
Decido di intervenire –Sicuro Hemmings? Non hai paura di questa bestia?- e mia sorella mi pesta il piede.
-Ahia! Vedi? È brutale mia sorella- continuo io, ma Luke non sembra farci troppo caso, come se io non avessi parlato, rimane imbambolato a fissarla.
-Posso sapere quanto vorresti.. più o meno.. solo per sapere- continua lui, rivolgendosi a June, che spiega fin troppo precisamente ogni singolo dettaglio.

Luke pende dalle sue parole, ha un’espressione seria, attenta, come se lei stesse dicendo qualcosa di importante: sono solo ripetizioni insomma.
Lei conclude, lui sembra interessato, si annota il suo numero di telefono, la saluta, saluta me, e ci lascia.
-Ma, è in classe tua?- mi chiede June, fissandomi.
-No, anzi, non ci ho mai parlato prima di adesso, mi sta in culo da morire-
-Che ti stia in culo o meno, mi paga, e io ho bisogno di soldi- conclude lei, salutandomi con un bacio sulla testa, che io odio, e avviandosi fuori: complimenti sorellona, pure un cretino del genere dovevi far venire in casa nostra.

 



Note di Nanek
Ehy there!
Avevo detto che sarei tornata con una long no? XD ed eccomi infatti, a proporre questa storia!
Che cos’abbiamo qui? Beh, prima di tutto, è chiaro che siamo abbastanza fuori dai personaggi, Ash non è stato insieme a una certa Sue (o almeno credo lol ), e non ha una sorella più grande, ma io sono fatta così, e mi diverto a contorcere la vita a tutti lol
Che ve ne pare di questa June? Spacca palle eh? E Luke? Eheh, Ashton lo “odia”, o forse è solo gelosia del loro gruppetto? ;) beh lo scopriremo più avanti insomma!
So che è corto come primo capitolo, ma spero basti a invogliarvi a continuare a leggere =)
Se riuscite a lasciare due paroline.. un commentino, mi farebbe davvero piacere =)
A presto! E grazie sin d’ora per aver letto <3
Nanek

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Capitolo 2
*** Let me be the one to save you ***


Capitolo 2

Let me be the one to save you



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*JUNE’S POV*

-June! Voglio un'altra birra! Muoviti!- urla un uomo che non ho mai visto prima d’ora.

Come cazzo fa a sapere come mi chiamo?
Beh, qui tutti sanno il mio nome, ma magari si rivolgono a me con un minimo di cortesia, non come questo cretino.
Comincia bene la serata, un maniaco, il casino, e pure una band che suona: tornerò a casa esausta, addio studio notturno, sta notte solo io e il mio bel lettone.
Verso la birra e la metto davanti agli occhi del tipo, sento la sua mano prendermi per il polso.

-Ti offro da bere!- mi urla nell’orecchio, tento di togliermi la sua presa di dosso.
-Devo lavorare, scusami- cerco di dire, ma le sue dita stringono più forte la mia pelle.

Guardo negli occhi colui che mi sta facendo un po’ troppo male, ha gli occhi spalancati e fissi su di me.
Non mi è mai successa una cosa del genere prima d’ora a lavoro: questa discoteca è sempre affollata, ma mai nessuno ha osato prendermi per il polso, di solito sono tutti troppo indaffarati a ballare, a ubriacarsi o a offrire da bere a qualcun altro, per la prima volta sto avendo paura.
Dovevo ascoltare mia madre e non accettare di lavorare in una discoteca.
Aveva ragione, dedicarmi solo allo studio e a lavoretti occasionali, non lavorare in un posto come questo, dove può succedere di tutto e nessuno può sentirti.
Sento la sua presa, sento il mio cuore battere più forte, i suoi occhi puntati su di me, la sua voce che si ostina a urlarmi dietro di sedermi e di bere con lui, non riesco a rispondergli.
Un’altra mano, poi, si appoggia a quella del cliente invadente.
Alzo lo sguardo, e vederlo qui mi sorprende.

-Credo che non voglia bere una birra, sta lavorando- gli urla all’orecchio, stringendo la mano dell’ubriacone che si affretta a lasciare il mio polso.
-Ora sparisci- lo minaccia, ma il mio cliente gli ride in faccia.
-E tu chi saresti moccioso?- lo sfida, dandogli un colpetto sulla spalla.
-Vedi quei due che ci stanno fissando?- continua il mio salvatore, indicandogli due uomini, robusti, dai pettorali sporgenti, che alzano lo sguardo verso di noi.
-Ecco, sono i miei fratelli, se vuoi essere preso a pugni da loro basta dirlo.- continua il mio cavaliere, spaventando a morte il cliente, che senza aggiungere altro si alza, e se ne va, quasi correndo.

Lo guardo sorridere divertito, prendere posto, e rivolgermi la parola –A me però potresti offrire da bere, June Irwin- dice malizioso, rivolgendomi un sorrisetto fin troppo convinto.
-Luke Hemmings, che ci fai qui?- domando, versando un succo alla pesca in un bicchiere –lo sai che i minorenni non sono ammessi in discoteca?- continuo, mettendo del ghiaccio.

Lui continua a sorridermi, vedo le sue fossette formarsi sulle guance, gli occhi fissi su di me.

-Certo che lo so, ma tra poco devo suonare- mi spiega, sorseggiando un po’ dalla cannuccia –ma avevo sete, e sono venuto a scroccarti da bere, visto che ti ho pure salvato la vita- annuncia soddisfatto, facendomi ridere.
-è solo perché i tuoi fratelli sono ben messi e l’hanno spaventato, se no quello lì ti tirava una sedia in testa.- gli rispondo, indicando i due uomini.
-E chi ha detto che sono veramente i miei fratelli?- mi chiede, sorridendo ancora, facendomi l’occhiolino e alzandosi dalla sedia –grazie ancora del succo, June- e si volta, per poi incamminarsi verso la folla.

La sua testa sparisce in mezzo a tante altre e lo perdo di vista.
Tipo strano quello lì, e ci dovrò passare parecchio tempo insieme, lui e la matematica non vanno d’accordo neanche sotto incantesimo.
Abbasso lo sguardo, e comincio a raccogliere i bicchieri vuoti appoggiati al bancone; ma poi, le luci si abbassano, quasi buio, so che vuol dire: è il momento della band.
Il piccolo palco viene illuminato da una luce chiara, intravedo tre figure sopra, tre ragazzi, tre chitarre, la folla urla, li acclama, come se fossero chissà chi; li guardo da lontano, e quel viso da bambino lo riconosco, il mio “salvatore”, Luke.
Prende la chitarra, se la sistema all’altezza giusta, prova le corde, lo sguardo basso; dura solo un istante, e lo rialza verso il suo pubblico, le urla lo travolgono, si fanno sentire più forte quando un mezzo sorriso gli compare sul viso, e le sue immancabili fossette lo fanno sembrare ancora più tenero.

Saluta con la mano, mentre un altro ragazzo, moro, presenta la band: 5 Seconds Of Summer; il moro di chiama Calum, l’altro biondino Michael, e poi lui, Luke.
Quando il boato si calma, i ragazzi cominciano a suonare; l’atmosfera si riempie delle note musicali delle loro chitarre, corde che vibrano, dita che si muovono a ritmo, e poi, quella voce: una voce familiare al mio udito, che ho sentito fino a pochi istanti fa, ma che ora, sembra quasi cambiare, sembra prendere più energia, più sicurezza, una voce armoniosa, una voce che mi mette i brividi.
Fisso il biondino che mi ha aiutata con il cliente, lo fisso, e quasi non lo riconosco: lì, in quel palco, Luke sembra un’altra persona, non più timido, ma più sicuro di sé, più a suo agio, come se si stesse isolando, come se fosse finito in un altro mondo, dove può essere se stesso, dove quello che lo circonda non lo spaventa.
Mi incanto a fissarlo, come se quella voce fosse una calamita, come se fossi sotto ipnosi: mi lascio dondolare, e poi travolgere da quella canzone.

Lo sguardo di Luke si sposta, e si volta verso il bancone.
Forse me lo sto sognando, forse sono troppo stanca, ma mi sembra che mi stia fissando; mi fissa e accenna un sorrisetto, sembra giocare, un mezzo sorriso, che si accenna e poi svanisce, lo sento fissarmi, mi sento fin troppo osservata.
Lui non cede, e continua a guardare dalla mia parte.

-Ehy stupida- mi richiama una voce, sobbalzo dallo spavento.

Rivolgo lo sguardo verso l’idiota: mio fratello Ashton.
-Che cazzo ci fai qui?- chiedo, guardandolo sorpresa, non viene mai a trovarmi, e con i suoi amici di certo non viene a ballare dove lavoro io.
Mio fratello mi sbandiera le chiavi di casa davanti agli occhi.
-Le hai dimenticate a casa, come tuo solito, stupida- mi risponde, appoggiandole sul bancone.
-Oh, grazie- riesco a dire, prendendole, e rivolgendo lo sguardo verso il palco: i suoi occhi non stanno più guardando dalla mia parte.

Una mano si sventola davanti al mio naso –Ehy? June?- continua mio fratello.
-Che c’è ancora?- sbuffo.
-Ma che è? Ti sei incantata?- continua lui.
-Va a casa Ash, è tardi- lo liquido, senza togliere lo sguardo dal palco.
Sento la sua mano scuotermi le spalle –Ehy? June! Non fissare così! Sei ridicola-
-Ashton vai a farti i cazzi tuoi altrove?- che rompi palle.
-Mi spieghi chi stai fissando?- continua lui, ma io, continuo per la mia strada, fino ad arrivare al mio intento, riavere gli occhi di Luke Hemmings verso i miei.

Lo vedo sorridere di nuovo, abbassa lo sguardo solo un secondo, poi lo rialza.
Solleva la mano, e mi saluta.
Mi sento arrossire, distolgo lo sguardo, ricomincio a pulire il bancone.
Altri occhi mi stanno fulminando: Ashton.

-Ma dimmi un po’, da quando in qua tu vai dietro ai minorenni?- ammicca, io non rispondo: idiota.
-June Irwin, per l’amor del cielo, Luke Hemmings ha tre anni in meno di te, ha solo diciassette anni, non ti sembra di essere un tantino nonna per lui?-
-Ashton Irwin, perché invece di rompermi le palle su cose che non esistono, non vai a dormire?- che scocciatura di fratello.
-June, lo stavi spogliando con lo sguardo-
-Tu invece dovresti guardare meno siti porno e più libri di scuola, va a casa ora, mi stai scocciando, io sto lavorando.- rispondo nuovamente, dando le spalle a mio fratello, sistemando le bottiglie.
-Ci vediamo a casa- mi urla, o almeno credo, il rumore di una chitarra lo copre, ma non ci faccio caso.
 
Non so esattamente da quanti minuti io stia lavorando sotto ipnosi, come se fossi in trans, ma la cosa non è affatto spiacevole.
Faccio tutto senza pensarci, continuo a servire cliente dopo cliente, a versare bibite su bibite, ho le mani che fanno tutto da sole: sono stanca.
Do un’occhiata all’orologio, quasi le due, la discoteca si sta svuotando, meglio, così tra pochi minuti posso andarmene senza problemi.
Non ho più alzato lo sguardo verso il palco dopo quel saluto: Luke Hemmings mi imbarazza, chissà come farò con le ripetizioni.
Però.. sarà passata una settimana e lui non mi ha ancora chiamato, quindi magari non gli serviva davvero il mio aiuto, o magari era solo per sembrare gentile, o magari per provarci con me.
June Julie Irwin. Ma che razza di pensieri fai? Ma dico sei scema? Hai bevuto? Ma che razza di discorsi. Vergogna, un bambino di diciassette anni, piccolo e immaturo, che non capisce nulla, uno zuccone a scuola, che ha bisogno di ripetizioni, un bamboccio, addirittura più piccolo di tuo fratello!
June, non devi più pensare una cosa del genere, ma guarda te!
Alludere davvero a una cosa del genere, sono stanca, non connetto più troppo bene.
-Ehy Karl, io vado, sono fusa- accenno al mio collega, se così si può chiamare.
Senza aspettare la sua risposta mi metto la giacca, mi dirigo verso l’uscita.

 
Resto fuori casa mia, seduta sulla sedia sotto al portico, mi prendo una sigaretta.
L’odore di fumo mi invade.

-Lo sai che fumare fa male?- mi rimprovera una voce, sobbalzo dallo spavento.
-Chi sei?- chiedo, non vedendo nessuno, alzandomi in piedi.
-Io sono- continua, sento una risatina –Colui che fissi mentre lavori, piccola June- il fumo mi va di traverso, tossisco nervosa.
Mi do colpi al petto con la mano: vai così June, le figure da chilo sono tue.
-Sei ancora tra noi? Mi servono le ripetizioni sai- riprende la voce, la sento più vicina a me.

Una mano mi batte piano sulla schiena –Ci sei June?- domanda di nuovo.
-Certo che ci sono, sto benone- rispondo, respirando a fondo, che figura da idiota.
-Te l’avevo detto che il fumo fa male- mi canzona di nuovo, e io sbuffo.
-Ho vent’anni, so cosa fa bene e cosa no alla mia salute, Luke Hemmings- dichiaro, e solo in questo momento mi rendo conto di quanto acida io appaia agli occhi della gente.
-Tu piuttosto, che ci fai ancora in giro di notte? Mammina non si preoccupa?- accidenti a te June, di male in peggio con la gentilezza, se non viene più a ripetizioni sappi che è solo colpa tua, da quando sei così acida? Povero ragazzo, sarà libero di fare quello che gli pare no? No, tu devi sempre essere l’antipatica di turno.
-Mammina dorme, e sapeva che stavo fuori fino a tardi per la band, e io, so badare a me stesso: non fumo, non bevo, non ha da preoccuparsi- mi risponde lui –ad ogni modo sono passato perché dopo il concerto eri già andata via, e volevo chiederti per le ripetizioni- conclude.

Faccio un tiro con la sigaretta, butto fuori il fumo.
Mi alzo in piedi e accendo la luce, in modo tale da vedere in faccia con chi sto parlando.
-Sì hai ragione- continuo –ma potevi anche chiamarmi, non era un problema-
-Perché spendere soldi per nulla quando si può discuterne di persona?- mi sorride, e sì, brava June, accendi la luce e lasciati travolgere dalle fossette di Luke, bel lavoro.

Gli faccio segno di sedersi su una sedia, gli chiedo se vuole da bere, ma lui rifiuta gentilmente.
Si siede davanti a me, e comincia a parlare: mentre io, con la mia testa, comincio a perdermi.
Devo constatare che ha delle gambe lunghe e magre il ragazzo, quei jeans sono da svenimento, poi quella camicia mica male, mi pare di averla vista in una vetrina in centro, al manichino stava bene, ma su di lui.. devo dire che è uno spettacolo.
June mi raccomando continua a fare pensieri strani che tanto nessuno ti scoprirà mai.

-Ehy June? Mi stai ascoltando?- mi richiama lui, ehm, no non ti stavo proprio calcolando di striscio, ma sono dettagli.
-Bella camicia- è la mia risposta, e qui vorrei sprofondare.
Luke resta impietrito, gli occhi spalancati, si morde con nervosismo il labbro: beh insomma, che ho detto di male? È un complimento mica una critica.
-G-grazie- taglia corto lui, abbassando lo sguardo –ma io stavo parlando dei miei pessimi voti in matematica- continua a dire.
Forse l’ho messo in imbarazzo, povero piccino, sarà abituato solo ai complimenti della mamma e della nonna.
-Scusa non volevo metterti a disagio, è che volevo regalarne una ad Ashton- mento, ma almeno ha rialzato lo sguardo e la sua faccia è meno imbarazzata, faccio un altro tiro con la sigaretta.
Lo sento deglutire, e poi riprende –Mia mamma insegna matematica, e sarebbe una delusione dirle che faccio schifo in quella materia, mio padre mi ha consigliato di chiedere aiuto a qualcuno, senza farglielo sapere, così siamo tutti contenti e posso finire l’anno in pace-
-Sei un tipo tenero, carino da parte tua- confesso, ed ecco che Luke riabbassa nuovamente lo sguardo: non è un tipo molto abituato a questi complimenti insomma, devo annotarmelo da qualche parte.
-Sai, Ashton non si sarebbe mai sognato di fare una cosa del genere per compiacere nostra madre- continuo, cercando di sdrammatizzare un po’, il biondino davanti a me alza nuovamente lo sguardo.
-Quindi, mi darai una mano? Pagherò quanto vorrai, ma almeno insegnami, quella materia è la mia spina nel fianco- afferma, e io annuisco.
-Me la cavavo bene in matematica, non c’è nessun problema, te lo garantisco- lo rassicuro, e lui mi sorride.
-Grazie June- quasi sussurra.
Sorrido, e spengo la sigaretta sul posacenere –Dai allora, raccontami di questa band, sono curiosa- incrocio le braccia, mi metto in ascolto.

Lui sorride nuovamente, e come se avessi finalmente beccato un argomento giusto, comincia a parlare a raffica.
5 Seconds of Summer, il nome del gruppo, fondato da lui, e ora composto da un bassista, il ragazzo moro, Calum, il suo migliore amico da sempre, una persona simpatica e fenomenale quando si tratta di scrivere canzoni, e un chitarrista, Michael, l’altro biondo, anche lui amico suo, il più divertente del gruppo, l’unico che sa parlare alle ragazze senza sprofondare nell’imbarazzo, l’amico che tutti vorrebbero, entrambi più grandi lui, di pochi mesi; e poi, c’è lui, chitarrista e cantante.
Suona da sempre, se la cava con le parole delle canzoni, e suona pure il piano: un piccolo talento insomma.
Mi spiega che inizialmente “lavorava” da solo, facendo cover, e postando i suoi video in youtube.
-Ma ti supplico June, non andare a vederli, faccio paura- mi dice, e la prima cosa che farò appena se ne andrà sarà andare a curiosare.
Mi spiega ogni cosa, tutto quello che combinano all’interno della band, dei loro video, del loro modo di ridere in continuazione, e della loro necessità di trovare un batterista.

-Ci vuole un po’ di batteria, ma non troviamo mai quello giusto- mi dice, e mi illumino.
-Mio fratello suona la batteria- annuncio –Ash se la cava, puoi chiedere a lui- e mi mordo la lingua: a mio fratello questi tre stanno in culo da morire.
Luke sembra leggermi nella mente –Noi e tuo fratello.. beh, diciamo che non scorre troppa simpatia sai.. non per offenderlo, ma si crede troppo chissà chi- abbassa lo sguardo.
-Lui pensa lo stesso di voi- annuncio, e Luke ride.
-Immaginavo- e si alza –credo andrò a dormire, domani ho scuola- e sorride nuovamente.
Mi alzo anche io –Io vado a vedere i tuoi video- sorrido, e lui alza gli occhi al cielo.
-Ci vediamo domani alle quattro allora?- chiede conferma, io annuisco –Puntuale mi raccomando- gli dico, e lui fa un cenno con la testa, per poi salutarmi ed allontanarsi.
-Buonanotte June-
-Buonanotte Luke- lo saluto, e appena lo vedo voltare l’angolo, entro in casa: ho dei video da guardare.
 


 
 
Note di Nanek
Eccoci qua con il capitolo 2 care lettriciiii =)
Ma che abbiamo qui? Insomma: un Luke molto tenero a quanto pare, molto bravo a suonare (ma che novità :D ) ma meno bravo in matematica; una June alquanto bizzarra, che non si fa problemi a fantasticare sul biondino Lol io la stimo questa ragazza, e un Ashton che non sta troppo simpatico ai 5SOS e che da della vecchietta alla sorella XD che fiol!
Detto questo, spero vi sia piaciuto =) e detto questo, passiamo ai ringraziamenti, perché io VI ADORO!

Grazie mille a voi che avete messo la mia storia tra le preferite <3 irwinsmile  Niallerswife  wayland vi adoro <3
Grazie mille a voi che avete messo la mia storia tra le seguite <3 hishelley_  MonyMOFO  perfectouis vi adoro <3
Grazie mille a voi che avete recensito <3  Niallerswife   Tommos_girl93  irwinsmile  dnalife vi adoro <3
Grazie mille a voi che avete letto e avete lasciato la vostra visita <3 vi adoro <3


Bene, vi prometto che posterò prima il prossimo capitolo =) e vi suggerisco di non perdervelo ;) perché sarà mooooooolto interessante ;)
Aspetto i vostri commentini <3
A presto!
Nanek

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Capitolo 3
*** Easy: Hula Hoop ***


Capitolo 3

Easy: Hula Hoop



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*LUKE’S POV*

“Ehy Hemmo, vieni da me oggi? Torneo di Fifa. Cal”

Ne sono convinto: Calum Hood non sa che vuol dire la parola “memoria”.
Proprio non ce la fa, è più forte di lui, gli dico che non posso andare perché ho ripetizioni e lui fa entrare la notizia da un orecchio e uscire dall’altro.
Mi lego l’asciugamano in vita, e gli rispondo.

“Cal, non posso. Te l’ho detto questa mattina: allenamento e poi di corsa a ripetizioni di matematica, e dopo prove! Cerca di ricordartelo, ti taglio le corde del basso se arrivi in ritardo”

Ecco, speriamo che sia più chiaro il concetto ora.
Mi vesto velocemente, sono già le 15:30, e devo essere da June per le 16.
Mi avvio verso la fermata del bus quasi correndo, il cellulare vibra l’arrivo di un altro messaggio.

“ripetizioni di matematica o di anatomia? Lol. Fai il bravo Lukey”

Idiota.
Rimetto il cellulare in tasca, non merita risposta.
 

Sono le 15:59, e sono esattamente davanti alla porta di casa Irwin, più puntuale di me non c’è nessuno.
Suono il campanello, e quasi immediatamente, la porta si apre, ad accogliermi: Ashton Irwin.

-E tu che vuoi?- mi chiede con la sua solita faccia da sberle.
-Ciao, ehm, ripetizioni..- mi limito a rispondere.
Una voce in sottofondo ci interrompe –Ash! Fa entrare Luke e vai fuori dai coglioni!- sorrido: June.

Ashton alza gli occhi al cielo,  mi fa cenno di entrare, per poi andarsene sbattendo la porta.
Resto fermo all’entrata, imbarazzato come non mai, dei passi si fanno sentire sulle scale.
June scende, le mani sui capelli, si fa una coda veloce; indossa una maglia bianca, con disegnata una zebra verde con gli occhiali da sole: fa sorridere; i pantaloni della tuta grigi, e le pantofole.
-Scusami, mio fratello doveva essere fuori anni fa- mi dice, prendendo gli occhiali da vista appoggiati sul tavolo –Ciao comunque, vieni avanti, non essere timido- mi indica il salotto.
-Ehm, dove posso lasciare questa?- faccio riferimento alla mia borsa di calcio.
-Dammi qua, la metto dove nessuno può toccartela- e la prende in mano –Tu va a sederti, torno subito- mi dice, e mi avvio verso il tavolo già pronto: calcolatrici, matite, libri di matematica, tutto l’occorrente, che tipa organizzata.
Sto per sedermi, ma noto la sfilza di fotografie che caratterizzano ogni salotto: le foto degli Irwin.
June da piccola con Ashton, Ashton con un altro bambino che giocano, June e sempre quel bambino biondo con gli occhi verdi: assomiglia ad Ashton, ma per niente a June, chissà chi è.

-Eccomi- mi fa sobbalzare dallo spavento.
-Che guardi?- chiede, e indico le foto.
-Chi è questo bambino?- e lei sorride.
-Il mio fratellino preferito, è Harry- annuncia, ecco un’altra cosa da sapere su June: ha due fratelli, e nessuno dei due le assomiglia.
-Non ti assomiglia per niente, come Ashton- annuncio, e lei sorride.
-Me lo dicono tutti-
-Cioè, guardatevi: loro due con gli occhi verdi.. marroni, tu blu.. azzurri, sì insomma, non come loro-
-I capelli però hanno lo stesso colore, più o meno, però sì, Ash e Harry si somigliano molto di più; io assomiglio ai parenti di mio padre, sono una Irwin a tutti gli effetti- dice soddisfatta, per poi annunciare che  è tempo di darsi da fare.

 
Non riesco a toglierle lo sguardo di dosso.
Se avessi uno specchio riderei per la faccia da ebete che ho sicuramente in questo momento: guance rosse, viso serio, “concentrato” su quello che June dice, gli occhi che non sanno dove guardare perché passano dalla sua bocca, sulla quale potrei fiondarmi senza accorgermene, ai suoi occhi che mi fanno arrossire ancora di più.
Devo dire che è brava, rende tutto molto più semplice dei professori, come se fosse tutto alla portata di tutti: fa esempi che restano impressi nella mente, o almeno con me sta avendo questo effetto, spiega le regole più usate, e fa esempi per ricordarle tutte, con una facilità tale che ti viene voglia di amare la matematica.
Ora mi sta correggendo un esercizio svolto al momento.
E io mi perdo nuovamente a fissarla, mentre guarda con attenzione ogni mio singolo passaggio, seguendo il tutto con la punta della matita, il viso concentrato: quanto sei bella June Irwin.
Ecco che ha trovato un errore, verso la fine.

-Luke.. era tutto perfetto: non puoi sbagliarmi un calcolo alla fine- mi rimprovera, e io arrossisco.
-S-scusa- balbetto, è questo l’effetto che mi fa.
-Cerca di evitare errori di distrazione, sono quelli che mandano tutto in rovina- alza lo sguardo verso l’orologio –vuoi fare una pausa? Vuoi mangiare? Ti vedo stanco- chiede.

Effettivamente sono distrutto, dopo un’ora di allenamento senza pause l’ideale era andare a casa e dormire, magari un bel bagno e poi relax allo stato puro; ma come potevo darle buca? Sto così bene vicino a lei, invaso da questo suo profumo, osservato dai suoi occhi fissi sui miei..
-Ehy? Ci sei?- mi chiede di nuovo, scuotendomi appena la spalla, arrossisco, che figura di merda, mi sono incantato.
-S-sì, ci sono- rispondo velocemente, abbasso lo sguardo –ma non serve nulla, davvero, sto bene così, grazie- sento il calore invadermi, ecco la tremarella al piede, Luke respira, calmati.
-Dai su, non essere timido- mi prende la mano –vieni, ti faccio vedere cosa abbiamo da mangiare- e si alza dalla sedia, trascinandomi: credo che questa notte resterò sveglio a fissarmi la mano che mi sta tenendo.
 

Il frigo di casa Irwin straborda: dolci, gelati, yogurt, succhi a non finire, bibite, biscotti gelato, e chi più ne ha più ne metta.
June afferra il cartone del succo all’arancia rossa –Un po’ di questo, così il cervellino riparte- annuncia, poi prende una torta: cioccolato puro con le fragole, metterebbe fame anche dopo un pasto completo.
-E direi pure questa, che è di Ashton, e noi la mangeremo per fargli un dispetto- mi dice, facendomi l’occhiolino, e io mi limito a sorridere.
Ci sediamo in cucina, ognuno con la propria fetta, il silenzio invade la stanza, vedo che è a disagio: non fa per lei stare zitti, lei è una tipa socievole, vuole parlare con le persone, il più possibile, tenta sempre di trovare un punto di aggancio, per poter avere una conversazione, riesce a collegarsi con ogni cosa: June oltre ad essere così carina, ha sempre qualcosa di nuovo da dire.
-Tu cosa studi, June?- riesco a chiederle, di getto, senza pensarci troppo.
Alza lo sguardo su di me, e sorridendo, mi fa campire che ho finalmente trovato l’argomento giusto.
-Sono all’Università, studio Lingue- mi spiega, e da qui, cominciano le solite domande di routine che scommetto tutti le fanno, ma alle quali lei risponde con gentilezza, senza sembrare superficiale, mi dice ogni cosa.
June studia due lingue principalmente: spagnolo, visto che sogna di poter andare in Spagna almeno una volta nella vita, e la Lingua dei segni australiana.

Questa seconda lingua mi fa spalancare gli occhi –Davvero? Cioè, parli con le mani?- chiedo stupito, e lei ride.
-Sì, “parlo con le mani”, è la lingua per le persone sorde- mi spiega.
-Ma è difficile? Dai fammi vedere qualcosa- la incito.
-E cosa ti devo dire?-
-Boh, quello che vuoi, presentati!- credo di sembrare un bambino.

June sorride, si mette dritta sulla schiena, e accompagnando ogni segno con le parole, per farmi capire ogni cosa, comincia a presentarsi: il suo nome, la sua casa, la sua famiglia, l’età, tutto segnato con le mani.
È qualcosa di affascinante: le sue mani sono affascinanti, scorrono leggere, toccandole il viso, a volte unendosi tra loro, a volte muovendosi semplicemente davanti a lei, quelle mani così affusolate diventeranno la mia ossessione.
-Oddio è così bello, puoi darmi ripetizioni pure di questa lingua?- chiedo quando finisce la sua piccola presentazione.
June sorride, dicendomi che è meglio se per il momento mi godo le materie del liceo –Ma magari tra qualche anno, si può fare- annuncia, per poi alzarsi dalla sedia e farmi cenno di tornare in salotto.
 

Dopo circa un’altra mezz’ora passata sopra ai numeri, il mio cervello va in tilt.

-June, pausa- esclamo esausto, e lei mi guarda male.
-Ma abbiamo appena cominciato!- mi rimprovera, ma io sono davvero esaurito.
-Perché non ci prendiamo un’altra pausa?- suggerisco –dai giochiamo con.. – lascio a metà la frase, per poi cominciare a guardarmi intorno.

Il mio occhio cade sulla foto di Ashton ed Harry, mentre giocano: Hula Hoop.

-Ecco, che ne dici di Hula Hoop?- riprendo, e lei scoppia a ridere.
-Ma sei serio? Hula Hoop? Come i bambini- mi prende un giro, e io arrossisco.
-Beh, vedremo chi riderà quando ti straccerò, bambina- complimenti Luke, hai appena firmato la tua condanna alla derisione.

June arrossisce, forse ho davvero trovato un suo punto debole.

-Su Irwin, non avrai mica paura di perdere- ammicco, e lei abbassa lo sguardo, per poi alzarsi di scatto dalla sedia e annunciare un –Hemmings, preparati a tornare a casa sconfitto- in tono di sfida, che io accolgo con un sorriso.
Chiudo il libro e aspetto che lei ritorni con il cerchio azzurro; spostiamo i divani, li mettiamo appiccicati alla parete, il tavolino che c’è in mezzo lo spostiamo del tutto: abbiamo lo spazio perfetto per la nostra sfida.

-Bene, Hemmings, faremo così: più tempo stai, più vinci; facile ed efficace, sei pronto?-
-Nato pronto, comincia pure, signorina Irwin- la incito, prendendo il cellulare per cronometrarla.

June si posiziona in mezzo, il cerchio posizionato all’altezza del bacino, la sento deglutire rumorosamente.
-Pronta?- chiedo, rivolgendole lo sguardo, lei annuisce –Tre.. due.. uno.. via col tempo!- esclamo, e appena il cronometro segna il quinto secondo, June fa cadere il cerchio azzurro.
-Scarsa!!- le urlo ridendo –appena cinque secondi!- e il viso di June è qualcosa di unico: rossa in viso, gli occhi glaciali che mi fulminano, la mascella quasi contratta, dovevo starmene zitto.
La vedo porgermi l’Hula Hoop con fare quasi violento, la sua voce mi fa quasi paura –Ride bene chi ride ultimo, Hemmings- e mi prende il cellulare dalle mani.
Deglutisco, e mi posiziono.
June fa partire il cronometro, e come se fosse una dote nascosta, il mio bacino da buoni risultati: venti secondi.
Lei mi guarda sconcertata, mentre io mi lascio andare ai festeggiamenti.

-Ti ho battuto! Ti ho battuto!- le canzono, saltellando come un bambino, sotto il suo sguardo.
-Non abbiamo finito di giocare, Luke- mi blocca lei, riprendendo il cerchio azzurro, e posizionandoselo di nuovo sul bacino.
Continuiamo la nostra sfida per ben dieci round, ma i risultati non cambiano di una virgola: June si ferma sempre sotto i dieci secondi, io raggiungo il mio limite sfiorando i trenta.
E più andiamo avanti, più lei vorrebbe solo lanciarmi fuori casa sua, me lo sento, il suo sguardo fa trasparire chiaramente i suoi pensieri.

-Dai se vuoi smettiamo..- propongo, sperando che non mi colpisca, ma lei in risposta, mi sorride.
-Insegnami- dice, e io spalanco gli occhi.
-Insegnarti?- rispondo, e credo di avere una faccia da idiota.
-Sì, insegnami a usare questo affare, sono impedita!- si spiega meglio.
-E cosa ti insegno? Devi muovere il bacino.. nulla di più. E te l’assicuro, non sapevo di cavarmela così bene..- ammetto, abbassando lo sguardo.
-Facciamo una prova in due?- propone lei: ho sentito bene?

Ha detto veramente “proviamo in due”?
In due.
E quindi significa.. lei davanti o dietro di me.
Deglutisco.
Sento il rossore assalirmi, e sento troppo caldo.
Avanti Luke, non ti farai mica scappare una cosa simile?!
Sarebbe da perfetto idiota, muoviti a risponderle.
-Va bene- grazie al cielo sono riuscito a dire qualcosa di giusto.
Alzo lo sguardo, e vedo June avvicinarsi a me.
Deglutisco ancora.
Siamo dentro al cerchio azzurro, mi fa cenno di tenerlo attaccato al mio bacino, lei si appoggia su di me: la sua schiena aderisce al mio petto, e io sento di nuovo quel formicolio alle gambe.

-Quando vuoi partiamo- mi dice, e non riesco a capire come può essere così calma.
O forse il motivo è semplice: io per lei sono solo uno come tanti, che motivo ha di agitarsi?
-A-allora, cominciamo- annuncio, balbettando.

Con dei movimenti goffi cominciamo a muovere i bacini, all’unisono, le mani si sono già staccate dal cerchio azzurro, i nostri corpi si muovono circolarmente, e devo ammettere, piuttosto bene.
Ecco June che velocizza, perdiamo l’equilibrio, tutto si scoordina, blocco l’Hula Hoop con le mani.
-No June, non devi accelerare- la rimprovero –segui me, se no cade- le spiego.
Lei risponde con un flebile “okay”.

Ripartiamo.
Ed ecco di nuovo che i nostri movimenti coincidono.
Sembra quasi strano che funzioni così bene, non credevo possibile una cosa del genere.
Ed ecco che ho pensato troppo: June si allontana di un passo.
Cerco di riavvicinarmi, prendendola per i fianchi, cercando di riprendere il ritmo: ma ecco che lei sobbalza, devo annotarmi che lei soffre il solletico lungo i fianchi, mi viene addosso, e il colpo di grazia me lo da il cerchio azzurro, che cade lungo le mie caviglie nel momento in cui faccio un passo indietro, ed ecco il risultato.
Una bella caduta libera di culo. Ahia.
E June è sopra di me.
Beh, la caduta non si è rivelata così disastrosa allora.

-Oddio Luke! Stai bene?!- mi chiede lei, girandosi verso di me.
-Io sì, il mio didietro un po’ meno, ma se la caverà non preoccuparti- la rassicuro.
-Oddio scusami! Non volevo lo giuro- continua lei, parlando a raffica, il rossore sulle guance più evidente, le sue mani che mi toccano le braccia come per controllare se sono integro.

Le prendo una mano, alla sua ennesima domanda sulla mia salute fisica.
-June- la chiamo, e lei mi fissa –Sto bene, okay? Non sono caduto da un grattacielo, sto bene, e no, non mi hai schiacciato, sei una piuma, quindi, non preoccuparti- la rassicuro.
La vedo abbassare lo sguardo, la vedo mordersi un labbro, come se si fosse appena resa conto che è proprio in braccio a me.
Sorrido al vederla così rossa in viso, fa tenerezza, sembra una bambina, è così carina…
Il mio cellulare comincia a suonare, vibrando nella tasca dei miei pantaloni.
June si alza di scatto, e si allontana da me, prendendo l’Hula Hoop e avviandosi su per le scale.
Io rispondo, e la voce di Mike mi spacca un timpano.

-Spiegami: dove cazzo hai messo quel culo che ti ritrovi?!-

Mi urla, la finezza non è di famiglia.
-Abbiamo le prove alle 18:15 Mike, non serve arrabbiarsi così- rispondo, senza guardare minimamente l’orologio.

-“alle 18:15 Mike non serve arrabbiarsi”. Ma dico, tu vivi dove?! Ma hai idea di che ore sono?!-

Continua ad urlare; alzo lo sguardo verso l’orologio appeso alla parete: merda, le 18:55. Mi uccidono.
-Oh. Merda. Ehm, scusate, sto arrivando! Volo lì!- e riattacco, devo scappare, più veloce di un fulmine.
Vedo June ritornare al piano di sotto, con sé ha la mia borsa di calcio, me la porge.

-Scusa non volevo origliare, ma credo tu sia in ritardo- mi dice, e io annuisco.
-Sì scusami, devo volare, o gli altri due mi tagliano le corde della chitarra!- sdrammatizzo, e lei sorride.

Cerco il portafogli nella tasca dei pantaloni, mi metto a fare due conti su quanti soldi le devo dare: sono cinque all’ora, sono qui dalle 16..
-Ecco: 15 in tutto- annuncio, porgendole le banconote.
June però, prende solo quella da 10.
-Prof che fa? Sono stato qui tre ore, non due- la riprendo, lei sorride.
-L’ultima ora abbiamo giocato, diciamo che non era lezione, era.. tempo libero- annuncia, sorridendomi, e facendo l’occhiolino.
-Ora vai, stanno tutti aspettando il loro cantante- mi dice, facendomi cenno con la mano di muovermi.

Sorrido, e prima che ci ripensi ancora due volte, mi avvicino alla sua guancia, cogliendola di sorpresa.
Le lascio un bacio veloce, e le sussurro un –Grazie mille June- per poi darmela a gambe levate per l’imbarazzo.
Esco da casa Irwin più veloce della luce, passo il loro giardino, chiudo dietro di me il cancello, imbocco velocemente la via principale; con la coda dell’occhio però, noto una cosa: June non è ancora rientrata, e sta ancora fissando il mio tragitto.
 

 


Note di Nanek

Ehy there a tutte voi! =)
Eccomi, come promesso, a postare un po’ prima del solito =)
Spero la cosa non vi dispiaccia!! <3
Che dire allora?! Vi piace questo capitolo numero 3?? =) l’idea dell’hula hoop.. pensare che questo capitolo l’ho scritto un po’ di tempo fa, e di recente i 5SOS hanno fatto un keek giocando con questo giochino!!!! Sono rimasta a bocca aperta appena l’ho visto :D e devo dire che ho indovinato… Luke muove bene quel bacino eh…. *persa*
Bene, intanto che io mi perdo con Luke che gioca all’Hula Hoop, passiamo a voi, che semplicemente ADORO <3 ma quanto carine siete?! Aumentate, e la cosa non può che farmi piacere!! =) <3 vi voglio bene <3
Ringrazio sin d’ora tutte quelle che stanno seguendo questa storia <3 ma ora passiamo a ringraziare anche le nuove arrivate =)

Grazie a voi che avete messo la storia tra le preferite <3 Shatts PinkSpark_ ILoveMrHazza needlukeshug _marzapayne _LUDO_00_vi adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le seguite <3 irwinsdimples haroldsmile_ Potatoes99  DNAChangeYourLifevi adoro <3
Grazie a voi che avete recensito <3 ILoveMrHazza needlukeshug  _marzapayne irwinsmilevi adoro <3
Grazie a voi che avete anche solo letto in silenzio e lasciate le vostre visite <3 vi adoro <3


Che dire ancora? Che posterò presto, o almeno lo spero, e spero sempre di trovare i vostri commentini =) mi fanno davvero tanto piacere, siete adorabili <3
A presto care lettrici! =)
Nanek

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Capitolo 4
*** All of my bridges burned down ***


Capitolo 4

All of my bridges burned down



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*ASHTON’S POV*

Un mese dopo.

-Auguri amore mio- annuncio, abbracciandola da dietro, e facendole trovare davanti agli occhi la rosa rossa che ho comprato e miracolosamente mantenuto integra fino all’ora di pranzo.
Oggi io e Sue festeggiamo sei mesi insieme, mezzo anno con lei, mi sembra di aver raggiunto il Paradiso.
La vedo girarsi, mi accoglie con un sorriso, mi da un bacio leggero, la stringo a me.
-Felice mesiversario Ash- mi sussurra, per poi abbracciarmi –quasi non ci credo che siamo arrivati a mezzo anno, sai, per me è un record- sghignazza: lei prima di me, non ha mai avuto nessuno.
-Nessuno si è mai reso conto cosa si perdeva Sue, meno male che sono arrivato io- le accarezzo la schiena; la campanella suona nuovamente, è tempo di pranzare, ma oggi noi, per questo bellissimo giorno, pranzeremo a casa mia, dove ho già preparato tutto l’occorrente.
Prendo la mano di Sue, e ci dirigiamo verso l’uscita, cercando di passare inosservati.

 
Dopo circa dieci minuti di passeggiata, tra abbracci, baci e carezze, arriviamo a casa: il tavolo già preparato, tutto perfetto, tutto come l’ho lasciato, nulla può essere più perfetto di così.
-Devo credere che sia tutta opera tua, Ash?- mi prende in giro lei, e per risposta, le faccio il solletico lungo i fianchi, lei ride, e io potrei ascoltare la sua risata all’infinito.
-Basta Ash per favore!- mi strilla, e io porto le mani al suo viso, appoggiandomi nuovamente alle sue labbra.

Lo sbattere della porta d’ingresso ci fa sobbalzare.
Alzo lo sguardo, e vederla qui, mi fa girare i nervi a mille: che cazzo ci fa June a casa?! Oggi avevo detto chiaramente: nessuno a casa, neanche per andare in bagno, nessuno, solo io e Sue, possibile che in questa famiglia nessuno mi dia retta?! La ammazzo se non se ne va all’istante.

-Che cazzo ci fai qui?!- quasi ringhio contro mia sorella, che con la sua solita calma, mi rivolge un saluto, come se niente fosse.
-Oggi non avevo lezione, perché?- mi domanda, per poi notare Sue, vicino a me, che la saluta con la mano.

June spalanca gli occhi, arrossisce.
-Oh cazzo. È oggi?- chiede nervosa, e io mi limito ad annuire.
-Oh, oddio, giuro Ash non l’ho fatto apposta. Mi chiudo in camera lo prometto!- esclama, andando verso la cucina.
-Un cazz..- sto per reclamare, ma Sue mi tappa la bocca con la mano.
Si avvicina al mio orecchio, la sento sussurrare –Niente litigate oggi, per nessun motivo, lasciala fare, staremo bene lo stesso, e guai se ti lamenti Fletcher- mi fa l’occhiolino, e io sospiro rumorosamente.
-Tu stai sempre dalla parte di mia sorella- mi lamento, e lei in cambio mi bacia la guancia.

Sentiamo il telefono di casa suonare, mi avvicino alla cornetta, e una voce femminile mi stimpana.

-June Julie Irwin. Tu mi devi raccontare-

La voce di Abby, amica di mia sorella.
-Spiacente Abby, sono Ash, mia sorella.. adesso te la passo- annuncio, per poi strillare a June che la sua amica la desidera al telefono con urgenza.
Mia sorella esce dalla cucina con dei piatti pieni di cibo, mi passa accanto, dicendo che risponde dal telefono portatile che abbiamo al piano superiore, e corre su per le scale, con un sorriso alquanto strano.
Riattacco il telefono, e sento la voce di June quasi strillare: strana.

-Tua sorella è di buon umore- mi dice Sue, abbracciandomi –oggi ha proprio un viso.. così.. non lo so, ma non scontroso, piuttosto felice- ipotizza.
-Dici?- le chiedo, e lei si limita ad annuire.
-Ha lo stesso sorriso che hai tu quando mi parli- conclude, mi volto, e le do un bacio sulla testa.
-Esce con qualcuno?- chiede curiosa, io faccio spallucce –Non ne ho idea Sue- annuncio, e la curiosità comincia a salire.

Rivolgo lo sguardo verso il telefono fisso, per poi guardare gli occhi di Sue: anche lei è curiosa quanto me, e anche lei, sta fissando la cornetta.
-Dici che dovremmo scoprirlo?- diciamo all’unisono, e ci mettiamo a ridere: siamo due ficcanaso fatti per stare insieme.
Ci avviciniamo alla cornetta, la alziamo lentamente, sperando che June non se ne accorga, avviciniamo le orecchie, e sentiamo la risata di Abby invaderci.

-Cioè io non ho parole June! Ma com’è successo?!-

Chiede a mia sorella, che quasi balbetta la sua risposta.
Dice che è successo tutto per caso, non sa neanche lei come spiegarlo, ma, l’ha guardato negli occhi ed è rimasta colpita dalla profondità del suo sguardo.
Io e Sue ci guardiamo: abbiamo fatto centro, c’è di mezzo un ragazzo, e a quanto pare, piace davvero molto a June, dato il suo alto tasso di zucchero nel raccontare ogni cosa.

-Oddio June innamorata!-

La deride Abby, e June sospira: afferma che è una storia impossibile.

-June, ma da quando ti fai problemi di questo tipo? Chissene frega dell’età! Se uno ti piace, c’è poco da fare!-

La incoraggia l’amica: a quanto pare a June piace un ragazzo, e deve avere un’età diversa dalla sua, forse è troppo grande, dato che mia sorella dice di non sentirsi a suo agio, di non sentirsi parte del suo mondo.

-Sei stupida quando fai così, per fortuna che sei la ”matura”, sei peggio dei bambini. Ma quindi viene da te una volta a settimana?-

Hai capito mia sorella: fa venire qui il ragazzo di nascosto, senza che noi ce ne accorgiamo.
June ride, e descrive ogni singolo momento speciale con lui: riescono a parlare di ogni cosa, anche se all’inizio non era proprio facile, perché, appunto, hanno età diverse e sogni differenti, e lui, a parole di June, è troppo maturo a confronto di lei, che è una bambina che sogna cose impossibili, mentre lui, ha i piedi ben saldi per terra.
June poi, comincia a lodare ogni cosa del tipo in questione: i capelli, gli occhi, le mani, tutte le smancerie che le ragazze si raccontano, e che a me annoiano molto.
-Poi Abby.. dovresti vedere come muove il bacino..- ammicca mia sorella, ridacchiando, e qui, credo di voler sprofondare: pervertita di una Irwin, che figure di merda mi fai fare?! Sue ascolta e arrossisce.

-June Julie! Non mi dire che sei già arrivata al punto!-

La rimprovera Abby, quasi urlando, ma mia sorella, comincia a difendersi.
-Ma no stupida! Non fraintendermi..- comincia a giustificarsi, e io decido di chiudere la questione abbassando nuovamente la cornetta.
-Credo possa bastare: June è innamorata, non serve che ci becchiamo i dettagli di come “muove il bacino” Mister Mistero- annuncio, e Sue ride.
-Paura di sentirti un pivello amore?- mi sfida, sorridendomi.
Io alzo gli occhi al cielo –Va in cucina Amore, che ho fame- taglio corto, spingendola verso il pranzo perfetto.

 
Alle 14 in punto, io e Sue siamo già nel corridoio della scuola, pronti a finire la giornata.
-Grazie mille Ash, era tutto perfetto- mi sussurra, lasciandomi un bacio sulle labbra, tenendomi le mani.
-Dopo vieni a fare un giro vero?- mi chiede, e io annuisco: a costo di non fare i compiti per domani, oggi passerò tutta la giornata con lei.
La vedo sorridere, mi abbraccia, appoggiando il viso sul mio petto.
Le accarezzo i capelli, inspiro il suo profumo.
Il corridoio è come sempre molto affollato, ma non ci faccio troppo caso, mi sento come su una bolla, dove sento solo la voce di Sue, dove vedo solo Sue, dove tutto il resto scompare con una facilità tale che quasi mi stupisce.
Chiudo gli occhi, come per potermi isolare ulteriormente, sento quella sensazione di pace invadermi completamente.

-Sì, lo ammetto: June Irwin è davvero.. stupenda!- esclama una voce davanti a me.

E proprio quella voce mi catapulta sulla realtà, in modo piuttosto brusco: ho sentito bene?
Chi ha osato fare apprezzamenti su mia sorella?
In questa scuola?
Chi può essere così.. idiota?
Spalanco gli occhi giusto in tempo per vedermi passare davanti l’ultima persona che sopporto a questo mondo: Luke Hemmings, cammina lentamente, vicino a Calum, e parla di mia sorella, come se non si fosse reso conto della mia presenza.
Fulmino il suo tragitto con lo sguardo, e lo vedo fare capolinea vicino all’armadietto di Hood, si fermano, e continuano a parlare.
-Che c’è Ash?- mi chiede Sue.
-Parlano di June- taglio corto –vorrei proprio sentire che dicono, i bambini- annuncio, e prima che lei si metta a protestare, mi avvio vicino a loro, fermandomi quanto basta per poter origliare: c’è un annuncio sulla parete, fingerò di essere interessato.
Sento Calum ridere, e canzonare il biondino, il quale lo incita ad abbassare i toni.

-Non vorrai mica dirmi che tu, Luke Hemmings, dopo appena un mese, ti sei innamorato della sorella del faccia da culo?- domanda Calum, e qui gli vorrei tanto sbattere quel faccino che si ritrova contro il muro.
Non oso voltare lo sguardo, aspetto la risposta del suo amico.
-I-innamorato magari non so.. però.. mi piace, molto- confessa balbettando, trattengo una risata.
Luke continua –E… sì insomma, credo di piacerle- conclude, e qui, non resisto più: scoppio in una rumorosa risata.

Mi accascio, portando le mani sulla pancia, rido come non ho mai riso prima: Luke Hemmings crede davvero di piacere a mia sorella?! Ma come si può essere davvero così idioti? Cioè ma, si è mai guardato allo specchio? Ma io mi chiedo come possano venirgli in mente certe idee.

-Qualche problema, Irwin?- mi richiama Calum, volto lo sguardo verso di loro, increduli di vedermi lì, così vicino: Calum mi guarda male, Luke, beh, un autentico peperone, gli occhi incollati al pavimento.
-Scusami Hood, ma sono di risata facile, soprattutto quando le persone fanno certe battute così divertenti!- rispondo ricomponendomi, noto Luke alzare lentamente lo sguardo.
-E da quando origli le nostre conversazioni? Siamo diventati interessanti ai tuoi occhi? Oddio che bello!- continua in tono sarcastico Calum, mentre il suo amico lo incita a stare zitto, a denti stretti.
-Sono conversazioni degni dei pagliacci: mi fanno ridere, siete un bel modo per sentirsi subito meglio- annuncio acidamente, e Luke tira appena la maglia di Calum, continua a sussurrargli di andare via, mentre lui, continua a fissarmi quasi con aria di sfida.

Sento una mano che si intreccia alla mia, Sue mi ha raggiunto, e pure lei, mi dice che è ora che l’accompagni in classe.
Le cingo le spalle, e senza togliere lo sguardo da Luke, le do ragione, e le faccio cenno di camminare verso l’aula.
Appena arrivo a fianco del biondino, mi blocco –Ah, un’ultima cosa, Hemmings- comincio, nonostante Sue mi stia spingendo via –Mia sorella esce con un altro, ti conviene togliertela dalla testa, piccino mio- ridacchio appena, al pensiero di Luke che scrive biglietti d’amore per June e glieli lascia nella cassetta della posta.
Sue mi pizzica il fianco, e io trattengo un urletto di dolore, prima di salutare definitivamente i due idioti della scuola ed avanzare verso l’aula di Informatica.

 
Alle 16:30 sono pronto per uscire nuovamente: sono riuscito a correre a casa finita scuola, farmi una doccia, sistemare i capelli, pure studiare cinque minuti ed essermi preparato per uscire con Sue.
Scendo le scale dirigendomi verso la porta, e noto mia sorella distesa con poca femminilità sulla poltrona: il cellulare in mano, l’aria pensierosa, mi sente scendere, alza lo sguardo.

-Ash?- mi chiede.
-Che c’è?-
-Ma.. so che a te sta in culo e magari non lo sai, ma io ci tengo ai soldi che mi da: Luke sta male per caso?- mi chiede, inarco il sopracciglio.
-Non credo, oggi era più che in salute- ridacchio al pensiero della nostra breve conversazione –Perché June?-
Lei sbuffa –Perché mi ha detto che oggi non viene a fare matematica, senza darmi un motivo, uffa: soldi persi- mi risponde, e la vedo mettere il broncio.
-Mi spiace..- riesco a dire, ma lei cambia subito argomento.
-Esci?- domanda.
-Sì, con Sue..-
-E quando torni?-
-Non so, per cena credo.. perché?-
Lei fa spallucce –Boh, chiederò a Abby se vuole venire qui a studiare, visto che sono a casa da sola- annuncia, e io sorrido.
-Oh.. certo, con Abby- sottolineo per bene quel nome.

Furba la mia sorellona: vuole che me ne vada, così lei può avere via libera con Mister Mistero.
Sorrido ancora prima di salutarla ed uscire di casa.
Mentre mi avvio verso casa della mia ragazza, immagino quello che sta combinando mia sorella: la vedo prendere il telefono, la vedo che, con aria entusiasta, chiama il suo Mister Bacino Perfetto e lo invita a casa nostra, dato che è completamente sola fino all’ora di cena; chissà, magari quando torno stanno ancora combinando qualcosa di losco e lei lo farà calare dalla finestra lanciandogli i vestiti.
Chissà com’è fatto questo tipo, chissà come si chiama, spero che June si decida presto a presentarcelo, la curiosità ormai, mi ha travolto completamente.
 



 
Note di Nanek

Eccomi quiiiii =)
In ritardo, molto ritardo, sono pessima, chiedo/imploro perdonooooooo!!
Cos’abbiamo qui? Un bel casino direi u.u Ash e Sue sono dei ficcanaso adorabili :D e hanno scoperto che June si sente/vede con un ragazzo, più grande di lei.. ma sarà davvero così? Beh, loro dicono di sì, e Ash è andato a spezzare il cuoricino a Lukey =( povero piccino =( --> da qui il titolo del capitolo u.u
Che dire, vediamo come si evolve la cosa, non può finire così u.u
Passiamo a voi care lettrici, perché io semplicemente vi adoro e non mi stancherò mai di ripeterlo <3

Grazie a voi che avete messo la storia tra le preferite <3 abbeyna Australian boys robylp95 listenedsmusic vi adoro <3
Grazie a te che hai messo la storia tra le ricordate <3 listenedsmusic ti adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le seguite <3 listenedsmusic  edsmile BoobleEf  MichelaDirectioner  LoveDayDreams vi adoro <3
Grazie a voi che avete recensito <3 Niallerswife  irwinsmile  MichelaDirectioner  LoveDayDreams vi adoro <3
Grazie a te per il commento breve <3 _LUDO_00_  ti adoro <3
Grazie a voi che leggete questa storia, lasciando la vostra visita <3 vi adoro <3


Spero questo capitolo vi piaccia, spero di trovare le vostre recensioni <3
A presto!
Nanek

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Capitolo 5
*** Tell me why does it hurt so bad? ***


Capitolo 5

Tell me why does it hurt so bad?



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*JUNE’S POV*

"Questo pomeriggio non vengo a ripetizioni. Luke”

Sono distesa sul letto, il cellulare in mano, e rileggo questo messaggio, il messaggio che Luke, esattamente una settimana fa, mi ha inviato per darmi buca.
Senza neanche un motivo, senza dirmi il perché, senza nemmeno scusarsi, dato che mi ha fatto aspettare per niente.
Che sarà successo?
Quello stesso giorno Ash mi ha confermato che era a scuola, in salute, quindi male non stava.
Forse avrà avuto un contrattempo.. ma perché non scrivermelo?
Forse è in punizione e non vuole dirmelo perché si vergogna.. ma in punizione per cosa? No, no, mi sembra tutto così ridicolo.
Poi perché non mi ha più scritto?
Ci sentivamo quasi ogni giorno ormai.. anche solo per un saluto, anche solo per messaggiare fino a notte fonda, invece da quando mi ha dato buca, sparito.
Scomparso nel nulla, più nessuna traccia di Luke Hemmings.
Eppure gli ho mandato un messaggio, per sapere come stava, nessuna risposta dal biondino.

-Ehy June! Terra chiama June Julie che continua a fissare il telefono- mi richiama Abby, seduta sulla mia sedia, vicino alla scrivania, gli occhiali indossati, il libro di Spagnolo ancora aperto, oggi ci siamo trovate per studiare un po’.
-Ci sono Abby, ci sono- rispondo, uscendo dalla cartella “messaggi ricevuti”.
-Ancora con quel telefono June, ti stai distraendo in maniera esagerata- mi rimprovera, e io sbuffo, mettendomi a sedere a gambe incrociate sul letto.
-Perché non mi scrive?- domando per l’ennesima volta, la mia amica sbuffa rumorosamente, alza gli occhi al cielo, si siede con me sul letto, prendendomi le mani.
-June, capiscimi, a breve abbiamo degli esami, ho capito che tu sei una secchiona, ma pure le secchione hanno bisogno di essere concentrate, e tu non lo sei, quindi, puoi dimenticarti del moccioso di diciassette anni e rimetterti in pari?- ecco che fa di nuovo l’acida, d’altronde come può capirmi lei? Impegnata con uno di due anni più grande da millenni?
Sospiro, abbasso lo sguardo.

-Non riesco a studiare ora, non capisco perché sia sparito, mi sembrava ci trovassimo bene.. più o meno- continuo a lamentarmi.
-June, non è che perché un ragazzo ride alle tue battute, che diciamocelo, sono orribili, allora è innamorato di te- che nervi quando fai così Abby.
-Ma non è solo quello! Ti pare che ci sentivamo dall’alba a notte inoltrata e ora neanche risponde più?? Non capisci che sono giusto un po’ confusa?- ecco che ripeto le stesse cose, sto diventando logorroica.
Abby sospira ancora, mi accarezza le mani –Magari è solo uno scemo-
-Lui non è scemo, è solo.. non lo capisco- annuncio, riprendendo il cellulare tra le mani, ritornando alla cartella di prima, scorrendo tutti i suoi messaggi, come se potessero tirarmi su di morale.
-“Sogni d’oro JuJu, non vedo l’ora di esercitarmi con la matematica”- cito ad alta voce.
-“LOL solo tu puoi fare battute del genere, sei speciale xx”- continuo.
-“Buenos dìas JuJu =) visto? Sto pure imparando lo spagnolo xx”- sospiro.
Abby mi prende il telefono dalle mani, lo appoggia alla scrivania.
-Com’è possibile che ora non mi scriva più? Ha incontrato una più giovane di me, me lo sento- mi butto con la faccia sul cuscino.
La mia amica ride, e mi dice che sono proprio scema –Non hai ottantacinque anni June, lo sai vero?-
-Ho già le rughe sulla fronte- borbotto, e la mia amica continua a prendermi per i fondelli.

E se avesse davvero incontrato un’altra?
Se qualcuna della sua scuola si fosse avvicinata?
D’altronde Luke è Luke: è il classico ragazzo che spii dal tuo armadietto, lo stai ad ammirare durante la pausa pranzo, nascondendoti con il vassoio; il classico ragazzo che passa per i corridoi credendo che nessuno lo fissi, mentre tu stai lì, ad ammirare ogni cosa di lui: il suo modo di camminare, le sue gambe lunghe, i suoi jeans così perfetti, i suoi capelli color dell’oro che a volte si mette a sistemare con un tale fascino da farti svenire; poi le sue mani, che prendono lo zaino e lo portano alla spalla, e con la calma di sempre si avvia verso la classe; poi durante la lezione è la fine: sempre lì ferma a fissarlo, a fantasticare su quello che potrebbe succedere tra di voi, e tutti sogni che ogni ragazza fa, e poi ovviamente la prof ti becca in pieno e tu arrossisci al suo rimprovero.
Se fosse davvero così? Se esistesse davvero una ragazza che lo ha spiato per tutto questo tempo e ora ha trovato il coraggio di farsi avanti?

-June! Sveglia ragazza dai, non perderti nei tuoi pensieri- mi tira un pizzicotto Abby, ahia.
-Lasciami morire di solitudine. Non mi vuole nessuno- sembro una lagna.
-Oh su adesso! Sei una pappamolle!-
-Lo so- dichiaro, e mi metto il cuscino sopra alla testa.
-Ti prego, chiunque tu sia, rimandami la mia amica June, questa non sei tu- dichiara lei.

No, non sono io, e non serve che me lo fai notare Abby, me ne rendo conto da sola che sono ridicola.
Una ventenne che è depressa perché un diciasettenne non le scrive più, perché ho vent’anni e non mi do pace per questo silenzio, ma cosa ci posso fare?
Non so neanche io perché mi sia lasciata travolgere così, non lo so neanche io, e me lo sto chiedendo da una settimana ormai.
Sono ossessionata da quel ragazzo, sono ossessionata dai suoi occhi azzurri, sono sempre lì a pensarci su, trovo sempre qualcosa che mi porti a quel pensiero, basta guardare il mio evidenziatore: azzurro, azzurro come le sue iridi, le sue iridi perfette, che non mi dispiaceva fissare, anche di nascosto, mentre lui svolgeva qualche esercizio.
Sono ossessionata pure dalle sue mani, mi sono resa conto che sono perfette, sono affusolate, sono belle, impugnano la penna con tale delicatezza da farmi sciogliere.
Le ho sfiorate qualche volta, quelle mani, quando mi rubavano la penna per la correzione, quando non mi lasciavano controllare il risultato di un esercizio, io adoro quelle mani, e vorrei tanto che sfiorassero le mie guance, vorrei tanto che si intrecciassero alle mie.
E quella bocca, perché è così carnosa e attraente?
Mi capita di accarezzarmi la guancia, nel punto in cui, l’ultima volta che l’ho visto per le ripetizioni, mi ha lasciato un bacio, come fa sempre quando mi saluta: quelle labbra baciano la mia guancia e divento la ragazza più rimbambita del mondo, non connetto bene, non capisco quello che mi chiedono, sono persa nei miei pensieri.
Ed ora eccomi, da rimbambita a depressa.

Mi alzo di scatto, e sbuffo rumorosamente –Uffa! Accidenti! Ma ti par possibile una cosa del genere?!- sembro una matta.
La mia amica ride, e noto solo ora che ha il mio cellulare in mano.
-Che stai facendo con il mio cellulare in mano?- domando, l’agitazione a mille, Abby sa essere pericolosa.
-Voglio chiamarlo e dirgliene quattro, nessuno si comporta da stronzetto con la mia June- ecco, lo sapevo.
Prendo il cuscino, e glielo tiro addosso, lei lascia scappare un urletto di protesta, ma almeno riesco a riprendermi il mio cellulare, allontanandolo dalla diabolica Abby.
-Punto primo: oggi è a scuola; punto secondo: provaci un’altra volta e ti ammazzo- la minaccio, e lei ride di me, ancora.
-Te ne stai qui a lamentarti, scusa agisci invece di deprimerti- mi consiglia lei.
-Gli ho scritto tre giorni fa, e non mi ha risposto-
-Magari è senza soldi, magari ha avuto problemi con il cellulare e il tuo messaggio non è arrivato..-
-Magari tu stai dicendo tante idiozie e lui vuole solo evitarmi per sempre-

Abby sbuffa.
La vedo posare lo sguardo sul mio calendario, lo fissa attentamente, poi si rivolge di nuovo a me.

-Ma.. oggi non dovrebbe essere “giorno di ripetizioni”?- domanda, e io mi limito ad annuire.
-Già, ma come puoi vedere, sono le 16:07 e di Luke Hemmings non c’è traccia- sospiro.
-Beh, io non mi farei mettere i piedi sulla testa in questo modo- dichiara la mia amica, alzo lo sguardo su di lei, -June, hai dei soldi da prendere, e quel moccioso ti sta facendo perdere tempo- continua lei, e io non la capisco.
-June, dovresti fargli notare che tu non sei la sua professoressa personale, per quanto la cosa a te piaccia molto- ridacchia.

Effettivamente però.. ha ragione.
Chi è lui per farmi aspettare così tanto? Chi è lui per credere di avere l’esclusiva delle mie lezioni? Eh no caro Hemmings.
Ora so quello che devo fare.
O forse no, meglio farsi aiutare.

-Allora, spara, che gli scrivo?- entro nella casella messaggi, preparo il testo vuoto, la mia amica ci pensa su.
-Semplice “Questo pomeriggio ti degni di venire o no? Ho una vita oltre alle tue stupide ripetizioni, quindi dimmi se vieni o no”-
-Abby, sei acida quanto un limone.. povero piccino, magari è stato davvero male.. o ha avuto un imprevisto..-
-Ecco che ritorna la June pappamolle, smettila di giustificarlo, è un cretino!- mi rimprovera lei, e io sospiro.
-E va bene- annuncio e comincio a digitare alla velocità della luce il messaggio.
Cerco di non sembrare troppo cattiva, ma lascio intendere di essere abbastanza scocciata.

“Ehy Hemmings, questo pomeriggio ti degni di venire o no? Perché se mi dai buca magari vado a studiare. Fammi sapere, entro.. no, fammi sapere al momento!”

Ecco, semplice e non troppo acidello, premo il tasto “invio” senza pensarci due volte.
-E adesso?- domando.
-Adesso vediamo che dice: se non si fa vivo, mi sa che dobbiamo organizzare una festa di consolazione, magari ti trovi un ragazzo più maturo- annuncia soddisfatta Abby.
Fisso lo schermo del cellulare, continuo a sbloccarlo, piena di ansia, piena di agitazione.
Ripenso alle parole di Abby “se non si fa vivo, ne trovi un altro”.
Ora come ora, i miei pensieri non sono mai stati più chiari di così.
Ripenso alle parole di Abby, e l’unico pensiero che mi assilla in questo momento è: che Luke mi risponda e che mi dica che verrà qui.
Voglio che succeda.
Non desidero altro al mondo.
 

 

Note di Nanek
Ehy there =)
Ma.. ma.. ma cosa vedono i miei occhi? *-* 8 recensioni allo scorso capitolo??!?!!? Ma state dicendo davvero?! Ma.. ma.. io VI ADORO!! <3 <3 <3 voi non sapete quanto sia felice care lettrici!! =) =) 8 recensioni, siete delle persone meravigliose <3 grazie grazie e grazie <3
Torniamo al capitolo: ma cos’abbiamo qui? Il casino che va avanti direi.. povera June, Lukey non si fa più vivo e lei non sa il perché =( povera =( che dite Lukey le risponderà? Si vedrà nel prossimo capitolo ;)
Passiamo ai ringraziamenti, perché io vi adoro <3

Grazie a voi che avete messo la storia tra le preferite <3  LARA_LOVELOVE fjfty shades Carlotta Horan  vi adoro <3
Grazie a te che hai messo la storia tra le ricordate <3 Carlotta Horan  ti adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le seguite <3 LARA_LOVELOVE  barriex meplusonedirection Diddl9  vi adoro <3
Grazie a voi che avete recensito <3 Niallerswife  irwinsmile  Lukespenguin abbeyna Australian boys LARA_LOVELOVE Diddl9 Carlotta Horan  vi adoro <3
Grazie a voi che avete anche solo letto in silenzio e avete lasciato la vostra visita <3 vi adoro <3


Care lettrici, spero che questo capitolo vi sia piaciuto <3 e spero di trovare ancora le vostre recensioni <3
A presto!
Nanek

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Capitolo 6
*** Now all I see is you ***


Capitolo 6

Now all I see is you




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*LUKE’S POV*

L’arrivo di un messaggio fa vibrare il mio cellulare nella tasca.
Lo prendo, non mi sorprende vedere il suo nome come mittente: June.

“Ehy Hemmings, questo pomeriggio ti degni di venire o no? Perché se mi dai buca magari vado a studiare. Fammi sapere, entro.. no, fammi sapere al momento!”

Sospiro nervoso, le rispondo velocemente.

“Alle 4 sono lì”

Non una parola di più, non una di meno.
“Vado a studiare”, come no June, a studiare: già ti vedo con la tua faccia delusa e arrabbiata perché non puoi uscire con il tuo amichetto, mi spiace, ma ho saltato una volta, e non succederà una seconda.
Quanto ti sto detestando June Irwin.
Eppure non sono uno che arriva a conclusioni affrettate, tu mi hai illuso, tu ti sei comportata come una che ci prova, ne sono sicuro diamine!
E cosa vengo a sapere invece? Che esci con un altro.
Bel colpo basso cara June, davvero, non potevi trovare modo migliore per farmi del male.
Mai passata una settimana come questa, notti insonni, fissare tuo fratello sperando di sentirlo dire “Mia sorella è di nuovo single”, ma lui non ti nomina mai.
Pomeriggi passati a passeggiare e cercare in tutti i modi di non venire a bussare a casa tua per.. per, non lo so, magari parlarti, dirti su tutto quello che trattengo dentro, tutta l’antipatia che sto facendo crescere dentro di me, sfogarla su di te, farti sentire colpevole di tutto questo.
Ma a chi lo sto a raccontare? Magari sono io l’illuso che ha frainteso tutto.
Quanti castelli che mi sono fatto, per niente, sono un idiota, ho frainteso tutto.
Come potevo davvero pensare che June Irwin ci stesse provando con me? Come mi è potuto saltare in testa mi chiedo?!
Sono un bambino, un illuso, aveva ragione Calum: affretto troppo le cose, e poi, ecco il risultato, divento una sottospecie di depresso cronico che si isola dal mondo, scrivendo a raffica canzoni deprimenti.
Beh, almeno questo è un punto a favore per la band, ma non possiamo passare da “5 Seconds Of Summer” a “5 Seconds Of Sadness” non sarebbe proprio carino.
Che ore sono a proposito? Non ho neanche guardato l’ora prima di risponderle.
Le 16:15.
Sono proprio un cretino, dovevo essere lì un quarto d’ora fa, mi avrà preso per idiota. Corri Luke, o ti incenerisce appena arrivi.

 
16:40, eccomi davanti al portone di casa Irwin.
Busso e la porta si apre immediatamente: gli occhi glaciali di June mi fulminano, le mani incrociate sul petto, il piede che si muove nervoso.

-Hai qualche problema con l’orologio, Hemmings?-
-Ero impegnato, Irwin, non guardavo l’ora mentre ti rispondevo- rispondo a tono.

June continua a fissarmi, sospira, e mi fa cenno di entrare.
Butto per terra lo zaino, mi siedo sulla sedia fin troppo bruscamente, sbuffando, ho un nervoso addosso che neanche si immagina, che provi solo a dirmi qualcosa e esplodo, lo garantisco.
Lei si posiziona vicino a me, prende il solito libro degli esercizi, apre una pagina a caso e comincia a segnare due esercizi da fare al momento: difficili e lunghi chilometri.

-Troppo lunghi- mi lamento, e lei fa spallucce.
-Questi fai, non possiamo fare quelli che non ti metteranno mai in un compito, avanti ora- mi mette il libro davanti.

Sospiro rumorosamente.
Comincio a copiare, per poi iniziare i vari passaggi.
Faccio tutto sotto ipnosi quasi, non do troppa importanza a quello che scrivo, ai calcoli che faccio, vado a caso, non riesco a concentrarmi, soprattutto perché June sembra troppo intenzionata a messaggiare.
Arrivo alla fine dell’esercizio, e glielo passo per correggerlo, la vedo spalancare gli occhi.

-Luke, ma la testa ce l’hai oggi? Errore di calcolo, e tutto l’esercizio è saltato! Da quando tre alla seconda fa sei?!- mi cerchia l’errore.
-Guarda che pasticcio! È da rifare tutto- conclude, passandomi nuovamente il foglio, e riprendendo a giocare con il telefono.

Sospiro di nuovo, prendo un altro pezzo di carta, ricomincio l’esercizio.
June mi guarda con la coda dell’occhio, e appena vede l’ennesimo errore, lascia il cellulare e mi  si avvicina.
-Luke, no. Radice di 144 è 12 per l’amor del cielo! Usa la calcolatrice se non te lo ricordi!- e me la mette sotto gli occhi.
Stringo la penna. Riprendo.
June sospira, mi interrompe di nuovo –Luke, i segni! Li stai sbagliando tutti!- mi rimprovera di nuovo, io abbasso ancora di più lo sguardo.
Mi mette la mano sulla mia.
-Stai male? È successo qualcosa?- mi chiede vicina all’orecchio.
Mi sento arrossire, la sua mano a contatto con la mia, ma allo stesso tempo, la rabbia che ho dentro, comincia a sfogarsi.

-Sto benone, mamma- e allontano la mano dalla sua –perché mai dovrei stare male!- tono ironico a mille.
-Ti vedo strano, non fai mai errori di questo tipo- risponde lei, continuando a fissarmi.

Alzo lo sguardo, punto ai suoi occhi azzurri, credo di avere un’espressione abbastanza strana, la vedo quasi spaventata.

-Vuoi davvero sapere cosa c’è che non va?- ecco, maledizione al mio stato di depresso cronico.
-Il mio problema sei tu!- continuo, e vedo June arrossire, il viso che sembra quasi triste.

Prendo lo zaino, cerco tra i fogli, le sbandiero sotto gli occhi le mie verifiche di matematica, tutte senza un segno rosso, tutte perfette, con voti che vanno solo da “A” ad “A+”.

-Credi che io, Luke Hemmings, con una madre che insegna matematica, abbia davvero bisogno delle tue ripetizioni June?! Non prendo una “B” da anni!- lei mi guarda incredula.
-L’unico motivo per cui ho deciso di mettere in scena questa pagliacciata del ragazzo che vuole compiacere la madre, sei tu! Io di ripetizioni non ne ho proprio bisogno!- continuo, sento il rossore salire sempre di più.
-E il motivo per cui oggi non ho proprio la voglia di starti a sentire è lo stesso che mi ha fatto saltare la scorsa lezione! Tuo fratello me l’ha detto!- esclamo, la mia voce si alza sempre di più.
-Mio fratello ti ha detto cosa?!- spalanca gli occhi lei, guardandomi incredula, il rossore sulle guance.
-Mi ha detto che esci con un altro- taglio corto, e lei inarca il sopracciglio.
-Stupido io, a credere che tu ci stessi vagamente provando con me- concludo, per poi rimettere le mie cose nello zaino, alzarmi in piedi e dirigermi verso la porta.

Ma la mano di June, ancora una volta, mi ferma, prendendo la mia.
Si alza, e si mette davanti a me, lascia la mia mano, per portarla sul fianco, lo sguardo interrogativo, il sopracciglio ancora inarcato, abbasso lo sguardo, mi sto vergognando da morire.

-Sentiamo, e con chi starei uscendo io?- mi domanda con tono di sfida.
-Se non lo sai tu, mica lo posso sapere io- abbasso i toni.
La sento sospirare.
-Credi di più a mio fratello che ti odia, o a me?- mi chiede, io alzo lo sguardo, ha un sorriso strano.
Mi sento arrossire.
-Perché, se vuoi credere a mio fratello, fai pure, ma posso assicurarti che non sto uscendo con nessuno, piccolo geloso- ridacchia appena.
-E con chi messaggi durante le nostre lezioni?- curiosità portami via.
-Con Abby, è una mia amica, è con lei che studio quando mi dai buca- sorride, distogliendo solo per un attimo lo sguardo.

La guardo con aria un po’ diffidente.
Lei alza gli occhi al cielo, come se avesse capito.
Prende il cellulare, me lo porge, mi dice che sono libero di guardare ovunque io voglia.
Resto con il suo cellulare in mano, la guardo, mi sento quasi un impiccione a farmi gli affari suoi: prendo il mio cellulare, e glielo porgo –Almeno così siamo pari- dico, e lei non ci pensa due volte a togliermelo dalle mani e cominciare a curiosare: poi sono io il bambino.
Guardo tra i messaggi, ed effettivamente, l’unico mittente è “Abby”, altri, sono i miei messaggi, tutti quelli che ci siamo scambiati in questo mese, non ne ha cancellato uno, il mio nome è salvato come “Lukey =)".
Guardo la conversazione con Abby, parla di me: parla della mia mancanza d’attenzione di oggi, scrive che se continuo a fare errori mi fa giocare all’Hula Hoop, solo per vedere come mi muovo, scrive a Abby di quanto sia carino quando sono arrabbiato, l’ultimo messaggio dice “mi piace troppo”.
Arrossisco brutalmente, alzo lo sguardo verso di lei, che sta leggendo i miei messaggi, che scambio con Calum e Mike, e sicuramente avrà già notato tutti i miei messaggi paranoici, sul mio stato di pessimismo nel pensare che lei esca con un altro, sul mio nervosismo, legge ogni cosa.


-“Se becco il tipo con cui si sente, mentre esce da casa sua, gli tiro la chitarra in faccia”- legge ad alta voce il mio messaggio, sorridendo, facendomi vergognare ancora di più.
-“Mi sembra tutto un errore, in questo mese mi sembrava ci fosse qualcosa di più, questa notizia mi ha spiazzato, diamo pure inizio all’era della tristezza”- continua lei, per poi porgermi nuovamente il cellulare, dicendo di aver letto anche troppo.

Restiamo in silenzio, entrambi imbarazzati per la scoperta appena fatta.
Quindi non mi ero sbagliato: tutti quei sorrisi, tutto quel contatto, tutte quelle conversazioni, quel gioco di sguardi non erano frutto della mia mente, erano veri.
Oddio, erano VERI!
Potrei cominciare ad urlare da un momento all’altro dalla felicità.
Mi limito a stamparmi un sorriso da ebete sul viso, mi limito a stare in silenzio, con gli occhi di June che non sanno da che parte guardare, anche lei imbarazzata come non mai, ma con un sorriso che mi mette calma, che mi rende felice.

-Se devo essere sincera, non ho mai provato tanto imbarazzo prima d’ora- mi confessa, fissando lontano.
-A chi lo dici, devo avere le guance rossissime- rispondo.
-Quindi sei un genietto della matematica..- annuisco.
-Quindi ti devo ridare i soldi che mi hai dato- sposta lo sguardo verso il suo portafoglio, appoggiato sul tavolo.
Le prendo la mano, le dico che non ce n’è bisogno, che quelle ore le ha fatte, lavorando, e che le sue lezioni mi sono piaciute tantissimo, che non sono state tempo sprecato.
-Hai dei bei modi di far ricordare le cose alle persone- confesso.
-Lo dici solo perché ora devi farti piacere di più, vista la pessima performance di oggi- ride.
Alzo gli occhi al cielo –Non è vero.. lo penso davvero! Le ho consigliate a Calum, e se le ricorda!- mento, che pessimo attore.
-Sei bravo in matematica, ma come attore.. hai bisogno di ripetizioni- colpito e affondato, grazie June.
-Beh, puoi sempre aiutarmi tu allora- ammicco, guardandola negli occhi, la vedo distogliere lo sguardo, sorride timida, le mani che si muovono con fare nervoso.
-Non credo di essere un’attrice neanche io- dice velocemente –visto che ti sei reso conto che ci sto provando spudoratamente con te- confessa, volgendomi lo sguardo.

Non ho il tempo di rispondere, che la porta di casa Irwin si apre.
June si gira di scatto, quasi spaventata, una testolina bionda corre verso di lei, e si lancia tra le sue braccia: Harry Irwin.

-Ciao campione! Già a casa sei?- chiede June, lasciandogli un bacio sulla testa.
-Hanno finito prima, sono andato io a prenderlo- le risponde una voce all’ingresso: Ashton Irwin.

Harry mi saluta con la mano, si presenta, e chiede che ci faccio qui.
-Ripetizioni Harry- dice June al posto mio, e lui annuisce, non è un tipo troppo loquace.
Ashton ci raggiunge, e appena mi vede, sghignazza, quanto vorrei tirarti qualcosa sui denti caro Irwin.
-Ancora qui sei Hemmings?- mi domanda, e quanto vorrei dirgli quello che ho appena scoperto.
-Sempre a rompere le palle, Fletcher?- interviene June, facendomi ridere.
Suo fratello arrossisce, la guarda con aria minacciosa, volge lo sguardo sul più piccolo, e gli dice di andare con lui a suonare la batteria; il piccolo Harry annuisce, mi saluta e prende la mano di Ashton.
Appena spariscono, chiudendo la porta alle loro spalle, raccolgo lo zaino.

-Vai già via?- mi chiede June.
-Ho le prove, e meglio non arrivare tardi- sorrido, vedo un’espressione quasi triste nei suoi occhi.
-Ma se vuoi possiamo sentirci appena finisco, e anche domani, e perché no, anche tutti i giorni- sorrido, e lei ricambia, arrossendo ancora, e spingendomi verso l’uscita.
-Dai vai cantante, hanno bisogno di te- mi saluta, per poi riprendere –un giorno vorrei sentirti anche io però..- mette il broncio.
Piccola June, fortuna che sei tu quella più grande.
Mi avvicino al suo viso, le lascio un bacio sulla guancia –Un giorno, allora, ti porterò con me- le faccio l’occhiolino, per poi avviarmi lungo il vialetto.

 
Appena mi trovo abbastanza lontano da casa Irwin, l’entusiasmo prende il sopravvento: faccio un salto, come uno scemo, salto e urlo di gioia.
-Avevo ragione!!!- urlo a squarciagola, e spero tanto che nessuno mi noti troppo, ma questo giorno non lo scorderò mai.
Dopo un mese di giochetti, dopo una settimana di incomprensione, ecco il giorno tanto atteso: June me l’ha detto, June ci sta provando me! E la cosa non potrebbe essere più perfetta di così: io piaccio a lei e lei piace a me! Ma grazie cielo! Grazie a chiunque abbia fatto in modo che questa cosa accadesse!
Comincio a correre, sono troppo agitato, devo dirlo agli altri, devo dire a Calum che io avevo ragione, devo suonare, devo cantare, devo sfogarmi, tutta questa felicità non merita di essere condivisa solo con me stesso.
 
Arrivo al garage di Michael correndo, vedo i miei due amici intenti a bere qualcosa, messi di spalle: gli salto addosso, rovesciano le bevande.
-Ciao a voi amici miei!- saluto con troppo entusiasmo.
-Ciao a te idiota, ora i miei piedi profumano di Coca Cola- si lamenta Calum.
-Hai bevuto qualcosa Luke? Sei troppo sveglio per essere te stesso, di solito a quest’ora dormi già ad occhi aperti- mi deride Mike.
-Che ci posso fare, June Julie Irwin è meglio di una RedBull- rido, che gran cazzata che ho appena detto.
-Oddio che ha combinato?- domanda Calum, alzando gli occhi al cielo.
-Io avevo ragione, e tu torto, io le piaccio, e un giorno la voglio portare alle prove- annuncio con aria soddisfatta, i miei amici a bocca aperta, increduli.
-Quindi, muoversi ragazzi, abbiamo delle prove da fare, non voglio sfigurare!- annuncio, prendendo la chitarra di Michael, e cominciando a suonare per conto mio: questa giornata non poteva essere più bella di così!
 

 


Note di Nanek

Ehy!! =) ciao a tutte care lettrici!
Awww *-* ma allora vi piace questo capitolo? Ma quanto teneri non sono questi due piccioncini?? <3 finalmente June e Luke si sono “dichiarati” in qualche modo, nel peggiore dei modi XD ma l’importante è essere arrivati a questo risultato no? ;)
Ash sempre molto simpatico :P e Cal e Mike compaiono un po’ verso la fine XD increduli XD me li immagino a bocca aperta mentre il pinguino fa i salti di gioia XD
Che dire ancora? Spero vi piaccia, e spero che seguiate pure il prossimo capitolo ;)) vi suggerisco di non perdervelo ;)))
Passiamo a voi care lettrici, e vi ripeto: VI ADORO.
Grazie grazie e grazie a voi, perché aumentate, perché mi rendete l’autrice più felice del mondo e non mi stancherò mai di ringraziarvi <3
Ringraziamo le nuove arrivate:

Grazie a voi che avete messo la storia tra le preferite <3 Karol_payne  Cri_Directioner  __nofeelings   xsmilemahone  vi adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le seguite <3 samsnipples  AustinHug  Hurr1cane   Alice1999   ehi_william  Vero_mora  hellohello  Esterina vi adoro <3
Grazie a te che hai messo la storia tra le ricordate <3 xlarryshugs ti adoro <3
Grazie a voi che avete recensito <3 Diddl9   Hemmo1996sgirl  irwinsmile ashtonsdimples  Australian boys  dnalife  abbeyna vi adoro <3
Grazie a voi che avete anche solo letto, lasciando la vostra visita <3


Bene insomma, che dire ancora? Che aspetto le vostre recensioni <3 che amo leggere, quindi non temete! Potete lasciare qualche parolina, Nanek è felice a mille di trovarle ve l’assicuro ;) e ci vediamo al prossimo capitolo! ;) non perdetevelo! <3
A presto!
Nanek

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Capitolo 7
*** I’ll be standing right next to you ***


Capitolo 7

I’ll be standing right next to you



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*JUNE’S POV*

“Ehy JuJu, che dici di andare al mare? Passo a prenderti? Luke xx”

Al mare.
Io e Luke al mare.
Oddio, non poteva avere idea migliore!
Effettivamente si potrebbe andare, ormai le giornate si stanno allungando, non fa più così tanto freddo, si può fare.
Accetto l’invito, gli dico che non serve che passi a prendermi, ci vediamo direttamente in corriera, e che mi tenga un posto, dato che passa prima per casa sua.

“Perfetto =) la prima che passa è alle 10, puntuale Irwin ;) a dopo”

Gne, gne e gne caro Hemmings, sei sempre tu quello che ha problemi di puntualità, non la sottoscritta.
Lascio il cellulare sul letto, prendo lo zaino, e comincio a riempirlo con tutto l’occorrente: asciugamano, crema solare, occhiali da sole..
Che bella domenica che mi aspetta, tra sabbia, mare, sole, un po’ di caldo, e quel biondino niente male.
Do un’occhiata all’orologio, sono appena le 9, posso prendermela con calma, che bello, amo prendere le cose con calma.
Ma dove sono le mie infradito? Sparite nel nulla.
Comincio a frugare nel mio armadio, ma delle mie ciabatte non c’è traccia.

-Che cerchi June?- mi domanda una voce all’entrata di camera mia: Ashton.
-Che ci fai sveglio? Ti ho svegliato io?- domando allarmata, eppure non mi sembra di aver fatto chissà che rumori, eppure Ashton è in piedi.
-Ho promesso a Sue una giornata al parco- mi sbadiglia contro, stropicciandosi gli occhi.

Mi chiede di nuovo che sto cercando, gli rispondo, e lui mi fa cenno di guardare sotto al letto: come fa a sapere che sono lì??
Mio fratello ha dei poteri speciali, ne sono sicura: i poteri del rompi palle.
-Esci anche tu?- mi domanda con un sorrisetto strano.
Ora capisco le sue frecciatine, le parole di Luke mi rimbombano in testa: Ashton crede che io esca con qualcuno, e non sospetta minimamente sia Luke.
Colgo la palla al balzo.

-Ash, ma.. si può sapere che hai detto a Luke?- domando, e mio fratello scoppia a ridere.
-Io?? Che ho detto??- domanda con la sua voce da papera che si fa avanti quando finge di essere innocente, lo vedo alzare le mani verso l’alto, come per dire “non ho fatto nulla io”, idiota.
-Gli hai detto che esco con un ragazzo- rispondo secca, cercando di non fargli intendere quanto lo vorrei rasare a zero.
Mio fratello sghignazza –Oh sì, vero!- annuncia, volge lo sguardo verso di me, si avvicina, mi mette una mano sulla spalla, e quasi sussurra –Vuoi ridere?- mi domanda, e io inarco il sopracciglio.
-Luke Hemmings ha una cotta per te!- ed esplode a ridere –Non è divertente? Un marmocchio del genere! Oh, e aspetta: crede che pure tu gli vada dietro! Che idiota!- continua a sghignazzare, si mette la mano sulla pancia, ride proprio di gusto, mio fratello, e non so come reagire.
-Lo sai che per averglielo detto, Luke non verrà più a fare ripetizioni da me?- ecco, brava June, chissà che Ash si senta un autentico idiota.
Mio fratello si blocca, non ride più.
Mi guarda stranito, io continuo –I miei soldi sono andati a quel paese, perché tu dici cose che non dovrebbero interessarti- continuo, che pessima attrice che sono, ma almeno basta a far zittire Ashton.
-M-mi dispiace- confessa, mordendosi il labbro –Non credevo ci fosse rimasto così male- continua, grattandosi la nuca: colpito e affondato fratellino, mille punti per June.
Ashton non aggiunge altro, continua a cercare un punto da fissare, evitando il mio sguardo fulmineo; si avvia verso la porta, continuando a sussurrare le sue scuse, e poi sparisce dietro l’angolo.
Bene insomma, mio fratello ride di Luke, c’è solo una cosa da fare: mantenere la storia del ragazzo misterioso con cui esco intatta, e vedere Luke di nascosto, almeno per il primo periodo, onde evitare che Ashton si metta a ridere come una scimmia e metta in imbarazzo il mio piccolo Lukey.
Do un’altra occhiata all’orologio, le 9:45, cazzo June muoviti!

 
Riesco a prendere la corriera per miracolo, salgo e timbro il biglietto.
Mi avvio verso il fondo, non c’è nessuno, tranne una testa bionda seduta negli ultimi posti.
Appena mi trovo davanti a lui, mi sorride –Ma che atletica corsetta, ritardataria- mi deride Luke, e io mi limito a tirargli lo zaino contro.

-Ho avuto un mini discorsetto con Ash- annuncio, e lui continua a sorridermi, -Non mi avevi detto che mio fratello deride questa nostra bellissima.. come definirla, cotta- mi siedo vicino a lui.
-è idiota, deride le cose più sceme, senza offesa- risponde Luke, sempre con il suo sorriso, -Ma se ti imbarazza tanto, per il momento possiamo tenercelo per noi- conclude, avvicinandosi alla mia guancia, lasciandomi un bacio.
-Non è che mi imbarazza, ma Ash sa essere uno spacca palle- affermo, ed è vero: l’ultima volta uscivo con un tipo che a lui non andava a genio, ha rotto le scatole per mesi, fino alla nostra rottura.
Racconto a Luke questo piccolo episodio, e scoppia a ridere, dicendo che mio fratello è il principe dell’idiozia.
-Allora direi che, potremmo vederci di nascosto, a me piace avere segreti con il mondo- conclude il biondino, sorridendomi ancora, e proprio non capisco dove lo trovi tutto questo entusiasmo.
-Voglio vederti June, e anche se a me non importa un accidenti di quello che esce dalla bocca di Ashton, voglio che tu non abbia problemi, dato che vive sotto il tuo stesso tetto- annuncia, per poi sistemarmi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
-L’importante siamo io e te- mi sussurra, per poi tirare fuori dallo zaino il giornaletto dei cruciverba e due matite, me ne porge una.
-Sappi però che Calum e Michael lo sanno- mi sussurra, cerco di calmarlo.
-L’importante è che non lo sappia Ashton- annuncio, sorridendogli a mia volta: il mare ci aspetta.
 

La spiaggia è letteralmente deserta, non un uomo in giro, solo io e Luke.
D’altronde non è ancora estate, siamo appena all’inizio della primavera, c’è ancora l’acqua fredda e quel venticello da raffreddore assicurato.
E poi c’è Luke, che dopo aver sistemato il suo asciugamano vicino al mio, si toglie la maglia, prende la rincorsa e si butta tra le onde: un pazzo.
Si prenderà qualcosa, me lo sento, ma lui non sembra farci troppo caso, si immerge, nuota, passa sotto le onde: un autentico pesciolino, e io mi guardo lo spettacolo spalmandomi la crema, sono piuttosto bianca, meglio non ustionarsi.
Vedo Luke tornare verso di me.
Il costume aderisce alle sue gambe, le mani sistemano all’indietro i capelli, tiene lo sguardo basso, mentre io fisso ogni singolo dettaglio del suo corpo: le spalle larghe, le gambe lunghe e magre, da farmi invidia, gli addominali che cominciano a farsi vedere, potrei perdermi in troppi pensierini, ma cerco di restare in me.
Appena è a due passi di distanza, gli chiedo se può mettermi la crema sulla schiena, prima di andare a sciacquarsi sotto la doccia.
Luke annuisce, mi dice di distendermi a pancia in giù.
La crema fredda mi fa rabbrividire, e il tocco finale me lo da la sua mano, anzi, le sue mani, che cominciano a spalmare il tutto sulla mia pelle.
Le dita di Luke scorrono sulla mia schiena, sulle mie spalle, lo sento slacciarmi il reggiseno del costume, e continua a spalmare, come se niente fosse, mente io sto cercando di non svenire qui, sotto le sue mani, dannatamente perfette, che mi stanno facendo venire brividi ovunque.
Sento il rumore del barattolo della crema, appena stato chiuso, poi le dita di Luke, giocano di nuovo con il mio costume, me lo riallaccia, per poi alzarsi, dicendomi che va a togliersi il sale dalla pelle.
Annuisco, chiudo gli occhi, e mi lascio travolgere dal sole.
Dopo pochi minuti lo sento tornare, si distende accanto a me, lo spio con un occhio, ed è meraviglioso.
Poggia sui suoi gomiti, il viso verso l’alto, per farsi asciugare dal sole, le goccioline d’acqua scivolano per tutto il suo corpo.
Sorrido, mi sento arrossire, chiudo nuovamente gli occhi.
Sento l’odore di crema invadermi, Luke se la sta spalmando evidentemente.
Comincio a immaginarmi di nuovo le sue mani, che scorrono sulle sue braccia, sul suo petto, sulle sue gambe, e su questo pensiero mi perdo..
Le sue mani, grandi, affusolate, che accarezzano la mia pelle, un sensazione fin troppo piacevole, mi danno i brividi, mi fanno arrossire, quelle mani così morbide.
Penso ai suoi occhi, che grazie a questo sole, sono ancora più azzurri, ancora più profondi, ancora più irresistibili; vedo ancora le goccioline d’acqua scendere dai suoi capelli biondi, scendono lungo il suo collo, lungo il suo petto, per poi sparire, risucchiate dai raggi del sole, che avvolgono la sua pelle.

 
I miei pensieri vengono interrotti da qualcosa di freddo, per non dire congelato, che si è spiaccicato sulla mia schiena, qualcosa di freddo, e bagnato.

-Aaah!- esclamo dai brividi –Luke Hemmings sei un pezzo di ghiaccio! Che freddo! E sei tutto bagnato!- continuo a lamentarmi, mentre lui ride, disteso sopra di me.
-Stai dormendo da mezz’ora, mi sento solo, cattiva- si lamenta lui, oddio, ho preso davvero sonno? Che cretina.
-Ma svegliarmi senza bagnarmi no?- chiedo.
-Mi sono fatto una doccia, avevo caldo, e ho pensato avessi caldo pure tu, sei bollente- annuncia, continuando a schiacciarmi.
-Non per insultare il tuo peso piuma, ma sei un grattacielo che schiaccia una tenda per il campeggio..- continuo, sentendolo ridere ancora, per poi spostarsi sul suo asciugamano.

Si mette a pancia in giù, il viso girato verso di me.
Ecco quegli occhi azzurri sui quali stavo fantasticando.

-Scusa, non volevo dormire- sussurro, che pessima che sono, dormire con un ragazzo del genere accanto.
Luke sorride, sussurra un “non importa”, e continua a fissarmi.
La sua mano poi, prende la mia, facendo intrecciare le nostre dita.
Sorrido, e credo di essere arrossita.
Le sue dita giocano con le mie, le nostre mani si accarezzano, si uniscono, si allontanano, le nostre mani sì che sanno comportarsi tra loro, a differenza delle nostre bocche che continuano a stare a una distanza chilometrica, le mie chiuse, le sue mordicchiate a volte dai suoi denti.
Lo vedo nervoso, poi propone –Ti va di andare in acqua? Non fa freddo lo giuro- e si porta la mano sul cuore.
Alzo gli occhi al cielo, -Va bene, dopo però andiamo a mangiare che ho fame, sempre se non muoio ibernata tra le onde- rido, e lui si alza in piedi, porgendomi la mano e facendomi alzare a mia volta.

 
Ci avviamo verso la riva, ed ecco di nuovo Luke che corre in acqua, coraggioso non c’è che dire.
Io tasto l’acqua con la punta del piede, e una scia di brividi mi travolge: gelata, l’acqua del Titanic era più calda a mio parere.
Sento Luke che mi urla di muovermi, io gli rispondo che dentro quel gelo non ci entro, non voglio ammalarmi.

-Se non entri ti immergo io- mi minaccia lui, e la voglia di correre via è tanta, ma lui ha le gambe lunghe, riuscirebbe a prendermi.

Faccio un passo avanti, mi ritrovo l’acqua fino alle caviglie, il gelo mi travolge.
Faccio altri passi avanti, fino ad avere l’acqua all’altezza del bacino, ho la pelle d’oca, in più queste cavolo di onde mi arrivano all’improvviso e mi tocca saltare per evitarle, schizzandomi, e rabbrividendo ancora di più.
Luke si guarda la scena divertito, mi si avvicina pericolosamente, che non provi a bagnarmi.

-Dai buttati!- mi dice a un passo di distanza.
-Scordatelo, è gelida-
-Allora ti butto io..- annuncia, avvicinandosi con le braccia aperte.
-No! Fermo lì dove sei! Mi butto, aspetta!- sospiro, lui si mette in attesa.

Mi metto con le mani in avanti, per buttarmi, ma il freddo ha la meglio sul mio coraggio, e continuo a ritardare la mia immersione.
Conto sempre fino al due, ma quando arrivo al tre, un brivido mi blocca.
Delle mani si avvolgono sulla mia pancia, delle braccia mi circondano, il suo petto bagnato combacia con la mia schiena asciutta e calda.
-Trattieni il fiato, si va sotto!- esclama Luke, e senza darmi il tempo di reagire, mi trascina sott’acqua.
Sento l’acqua fredda invadermi, entrarmi nelle orecchie, congelare la metà di me ancora al sicuro e all’asciutto, dura un attimo, e riemergo.
-Me la paghi Hemmings- sputo fuori l’acqua, mentre lui continua a tenermi stretta a sé, ridendo come un bambino.
Mi giro di scatto, e prima che lui si alzi in piedi, appoggio le mani sulle sue spalle, e con tutte le forze che ho in corpo, lo spingo nuovamente sott’acqua.
Riemerge, e ride ancora.
-Ora siamo pari- annuncio, e lui mi sorride.

Ho i brividi, la pelle d’oca è più che evidente, lui sembra accorgersene, e mi trascina nuovamente vicino al suo petto.
Avvolgo le gambe intorno alla sua vita, le braccia attorno al suo collo, lui tiene la mani sulla mia schiena, stiamo con l’acqua all’altezza delle nostre spalle, mi trascina ancora più vicina, fino a far combaciare i nostri petti.
-Hai ancora tanto freddo, bambina?- mi sussurra quasi.
Annuisco –Ho la pelle d’oca- mi lamento, e le sue mani mi stringono ancora di più.
Facciamo combaciare le nostre fronti, distolgo lo sguardo dai suoi occhi chiari, che in questo momento mi fanno arrossire, fisso le sue labbra, finalmente non troppo distanti dalle mie, noto che se le mordicchia di nuovo, con fare fin troppo nervoso.
Con le mani gioco con i suoi capelli.
Alzo lo sguardo, staccando la fronte da quella di Luke, fisso i suoi occhi color cielo, che stanno fissandomi a loro volta, vedo Luke farsi più vicino, fino a far fiorare i nostri nasi, lo vedo chiudere gli occhi, faccio lo stesso, e finalmente sento le sue labbra appoggiarsi alle mie.
Le sento calde, a contrasto con le mie, le sento baciarmi delicatamente, per poi schiudersi, e sentire la sua lingua cercare la mia.
Sento il mio cuore battere troppo forte, non sento più il freddo che mi avvolgeva fino a qualche istante fa, sento solo lui, le sue mani che giocano sulla mia schiena, sfiorandola, accarezzandola, sento i suoi capelli tra le dita, sento le sue labbra, così morbide, così delicate, i suoi denti che toccano appena i miei, o che mordicchiano piano il mio labbro inferiore.
Non posso richiedere un bacio migliore di questo.
Dura tutto troppo poco, o forse, mi sono persa come mio solito, e il tempo mi è come sfuggito dalle mani, è passato senza che io me ne accorgessi.
Ci stacchiamo, le nostre fronti combaciano ancora, lo sento sussurrarmi sulle labbra –Andiamo al sole, sei un pezzo di ghiaccio- .
Le sue mani, le sento avvolgermi le gambe, mi sollevano di peso: mi porta in braccio fino ai nostri asciugamani; mi distende, sono a pancia in su, lui poi, si appoggia a me, come per scaldarmi, unisce il mio petto al suo, continua a starmi vicino, per poi avvicinare ulteriormente le sue labbra e unirle nuovamente alle mie.
Non so per quanto tempo rimaniamo così, sulla spiaggia deserta, solo io e lui, avvinghiati, abbracciati, ci scambiamo baci che durano a lungo, baci che mi fanno diventare le labbra più rosse, baci che mi tolgono il fiato, labbra dalle quali non mi vorrei mai allontanare, se non per specchiarmi nei suoi occhi; le nostre mani giocano ancora tra loro, a volte, le mie si fanno spazio sulla sua schiena, l’accarezzano, e lasciano una scia di brividi, la mani di Luke invece, si limitano solo ad accarezzarmi la guancia, a passare il contorno della mia bocca.
Non so per quanto tempo rimaniamo così, ma di una cosa sono certa: vorrei che il tempo si fermasse, vorrei vivere per sempre in questo momento, vivere in questa spiaggia, solo io e lui, per sempre.
 
 

Alle 18:30 in punto, io e Luke stiamo camminando per la via principale, verso casa mia: siamo scesi alla fermata prima, giusto per camminare un po’, in corriera si moriva di caldo, e l’autista non sembrava apprezzare le nostre coccole innocenti.

-Ci guardava come se fossimo alieni!- ride Luke, tenendomi stretta a sé, con la mano che mi avvolge le spalle, la mia sulla sua schiena.
-Che ci vuoi fare, sarà invidioso- annuncio io, sorridendo.

Ci fermiamo a distanza di sicurezza da casa mia, per evitare di trovare Ashton, ci mettiamo dietro il tronco di un albero, io appoggiata con la schiena, lui davanti a me.
-Mi sa che dobbiamo salutarci- dice con viso triste, io gli tengo le mani.
-Dai, ci possiamo vedere quando vuoi- lo rassicuro, e mi avvicino alla sua bocca: troppo irresistibile.
Delle risatine quasi interrompono questo momento, sento Luke staccarsi dal nostro bacio, apro gli occhi: sta guardando in giro, ha le guance piuttosto rosse, un sorrisetto imbarazzato.
Vicino a noi, passano due ragazzi, e solo ora, capisco chi sono: il moro, il bassista della band di Luke, e l’altro biondo, il chitarrista.
Ci passano affianco, e si fermano, sorridono come due idioti, e a me sfuggono i loro nomi.

-Lukey! Ma cosa ci fai da queste parti?!- chiede il biondino, ridendo a quella domanda.
Il moro sghignazza –Oh, ma qua più avanti.. c’è casa Irwin, sbaglio?- e ride, Luke abbassa lo sguardo dalla vergogna, povero piccino, questi due qua sono pessimi.
-Ciao a voi ragazzi- sussurra Luke, dando il cinque ad entrambi.
Il biondo poi, si rivolge a me, ancora appoggiata al tronco dell’albero, con aria spaesata, mentre fisso con sguardo interrogativo i due nuovi arrivati.
Mi porge la mano, gliela stringo –Tu devi essere June Julie Irwin, giusto?- domanda, e io spalanco gli occhi, come fa a sapere pure il mio secondo nome?
-Sì, sono io.. mentre tu sei.. un chitarrista!- annuncio, facendolo sorridere.
-Sono Michael, piacere di conoscerti June, Luke ti tiene sempre nascosta- ammicca, e io sorrido appena.
-Io invece sono Calum- interviene il moretto, dandomi a sua volta la mano, stringendomela appena.
-Tu sei il bassista giusto?- chiedo, e lui annuisce.
-L’ho istruita bene- dice Luke, portando il braccio attorno alle mie spalle, e lasciandomi un bacio sulla testa.
-Sono geloso adesso- si lamenta Calum, mettendo un finto broncio, mentre Michael lo abbraccia per consolarlo, io rido.
-Quindi qui ho i 5 Seconds Of Summer al completo, mi sento onorata- annuncio, cercando di cambiare discorso: non lo avessi fatto.

Calum e Michael cominciano a parlarmi della band, delle canzoni nuove che Luke ha scritto, lo imbarazzano, dicendo che secondo loro sono tutte ispirate a me, io rido, e Luke diventa sempre più rosso.

-Ci devi venire a sentire!- propone Michael, e io accetto, dato che Luke me l’aveva pure promesso.
-Magari un’altra volta, ora ho sabbia e sale di mare da togliere- annuncio, e Calum guarda Luke.
-Oooh, sono andati al mare questi due- ammicca con tono malizioso, facendo esplodere Michael in una risata.
Alzo gli occhi al cielo, sorrido, dopo aver lasciato un bacio sulla guancia a Luke, e salutato con la mano gli altri due, mi avvio verso casa.
Non oso girarmi, anche perché i commentini scemi li sento fin troppo chiaramente.
-Non oso chiedere che avete combinato in spiaggia-
-Sporcaccioni-
-Luke basta fissarle il didietro!-
-Ci devi raccontare, piccolo innocente-
Trattengo le risate, e mi immagino il viso di Luke: quei due lì lo faranno impazzire, ma non sono male, sembrano simpatici, e non vedo l’ora di sentire le loro canzoni.
Varco la porta di casa, e sento il cellulare vibrare l’arrivo di un messaggio.

“Quanto vorrei tornare su quella spiaggia.. oggi è stato bellissimo, sei speciale JuJu. Xx Luke”

Sorrido, un sorriso da ebete, come sempre quando Luke mi manda messaggi di questo tipo.
Sento qualcuno tossire di proposito, alzo lo sguardo: vedo Ashton e Harry davanti a me, entrambi ridono, e poi scappano su per le scale, sento il maggiore urlare -June ha una faccia da ebete grazie a Abby- ironizza, marcando per bene quel nome.
Caro fratellino, tu non saprai mai chi è la vera causa del mio sorriso.
 

 


Note di Nanek

Ma cosa vedono i miei occhi?? 11 RECENSIONI?!?!? Ma state scherzando? Sembrerò anche scema ma ho un sorrisone da ebete che va da un orecchio all’altro!! Ma quanto dolci siete?? Ma io VI ADORO!!  Ma vi abbraccerei tutte se potessi!! *abbraccio virtuale*
Grazie mille lettrici <3 io non so che dire per ringraziarvi, sono senza parole, davvero!!
Passiamo al capitolo.. devo essere sincera, quando l’ho scritto mi sono persa tante volte: Luke e la crema solare, Luke in costume, Luke in acqua, Luke in acqua che ti avvolge e ti bacia.. che qualcuno mi aiuti mi sto perdendo un sacco di nuovo :D
E cmq: si sono baciatiiiii che bello che bello si sono baciati e sono tanto carini <3 no? :3
Poi Mike e Cal, che personaggi :D vi sono simpatici? ;) e Ash e Harry che ridono di June ahah che carini :3 e cmq, Ashton crede sempre che June si veda con qualcuno.. avete notato la conversazione iniziale? June l’ha zittito U.U e lui ha fatto una figura da scemo ahah
Care mie, passiamo a voi, perché in questo spazio autrice meritate di essere nominate SEMPRE!

Grazie a voi che avete messo la storia tra le preferite <3 MyBlueGuitar maliks_hugs I will become Miss Devine  Emma_x  oOKanameOo  lukeshair  Imlovinit  vi adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le seguite <3 louishope__proud_of_them  JenniferK  _hazzeleh  irwinsmile   vi adoro <3
Grazie a voi che avete recensito <3 MyBlueGuitar  LoveDayDreams  calumseyes  Diddl9  Niallerswife  Carlotta Horan  ILoveMrHazza  irwinsmile  Cri_Directioner  abbeyna  Australian boys   vi adoro <3
Grazie a voi che leggete questa storia <3 <3 <3


Aspetto come ad ogni capitolo le vostre recensioni <3
A presto!
Nanek

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Capitolo 8
*** Electricity in the air ***


Capitolo 8

Electricity in the air



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*ASHTON’S POV*

Un’ora buca.
Di solito a leggere che la lezione è saltata perché il prof non c’è, faccio salti di felicità, ma oggi no: potevano avvisarmi prima magari, no? No, facciamo andare gli studenti in classe, facciamoli svegliare all’alba, arrivare a scuola, ancora mezzi assonnati, e poi annunciamo che il professore è assente per un contrattempo, idioti.
Sono davanti alla macchinetta del caffè, il mio bicchiere fumante mi ustiona la mano, ma ne ho bisogno, sono addormentato, la scorsa notte dovevo andare a dormire prima.. dannazione a me e al mio essere sveglio e attivo fino a notte fonda, devo cominciare a bere camomilla ed eliminare il caffè.
Cammino per il corridoio, deserto, sento le voci dei vari professori intenti a spiegare la lezione quando passo davanti alle porte aperte; non mi fermo a spiare in giro, oggi non ne ho proprio voglia.
Di cosa ho voglia oggi?
Una porta rossa attira la mia attenzione: la porta del teatro, dove si tengono le assemblee scolastiche, dove i ragazzi del coro si esibiscono per le feste, o dove semplicemente, ballerini e attori improvvisati, provano e danno vita al loro spettacolo.
Entro dentro, butto il bicchiere di plastica nel cestino.

I posti a sedere, dove c’è il pubblico, sono al buio, l’unica luce accesa è quella del palco: illumina una batteria.
Come preso da una strana ipnosi, mi avvicino: io e le batterie abbiamo un amore che ci lega che è degno di gelosie da parte di Sue, povera piccola.
Che ci posso fare? La batteria è la mia droga, e ora, ho bisogno della mia dose di suoni, ho bisogno di impugnare delle bacchette, sentirne il profumo, sentire come riescano due semplici bastoncini di legno a dar vita a note musicali da brivido.
Salgo i pochi gradini, mi avvicino alla batteria, prendo posto, e come sempre, lascio che le mie mani facciano il loro dovere.
Cominciano a toccare quei tamburi, accompagnate dai miei piedi, la mia testa va a ritmo con quella melodia che sto improvvisando: una melodia lenta, non posso scatenarmi troppo, sono a scuola in fin dei conti, ma che basta a soddisfarmi.
Questo strumento mi regala emozioni che non so descrivere, mi da quel ritmo nel sangue di cui ho bisogno, mi fa sorridere, mi isola da tutto, mi travolge, e tutto questo è meraviglioso.
Fermo le mie mani, decido di creare una melodia ancora più bassa, mi piace davvero tanto cambiare tonalità all’improvviso, mi piace saper riprodurre quello a cui sto pensando con queste semplici bacchette.
Nel farlo, però, qualcosa si unisce a me.
Mi fermo di colpo, come preso da uno spavento, ma quel rumore è scomparso, e riprendo con la mia musica.
Però poi, ecco di nuovo quel rumore.

Vado avanti, cercando di non fermarmi, e quel rumore si fa più chiaro alle mie orecchie.
Il rumore è un suono.
Sembrano delle corde.
Corde di una chitarra.
Corde che seguono il mio ritmo, o almeno cercano di seguirlo.
Mi fermo un’altra volta.
Non sono solo qui dentro, e la cosa mi imbarazza.
-Va avanti, ti sto dietro- mi dice una voce, sobbalzo dallo spavento: ma chi può essere?
Mi guardo attorno, cercando di scorgere una figura, ma non vedo nessuno: davanti a me, il pubblico è al buio, non vedo nulla.
Devo sembrare un idiota, perché chiunque sia qui, si lascia scappare una risatina.
Respiro a fondo, e controllando sempre con lo sguardo, riprendo a suonare.
Le note della mia batteria si intrecciano con quelle della chitarra dello sconosciuto, in un modo così perfetto che mi sembra quasi strano: siamo in sintonia tra di noi, come se fossimo fatti per suonare insieme, c’è quella complicità che si cerca tra i membri di una band, e con colui che sta suonando ora, beh, sembro averla.
È bravo, chiunque lui sia, gli è bastato sentirmi per pochi secondi e già capisce come mandare avanti questa melodia, è tutto incredibile, quasi non ci credo.
Sorrido, e continuo a suonare, perdendomi in queste note musicali, che mi travolgono, e mi fanno sentire completo.
La musica finisce, sia io che lo sconosciuto ci fermiamo.

-Bel lavoro!- gli dico.
-Già, proprio niente male- mi risponde lui.
-Sembra che ci conosciamo da una vita! Mai trovata così tanta sintonia con qualcuno con cui suono!- annuncio, e sento dei passi avvicinarsi al palco, passi che vengono dal fondo della sala.

Una figura longilinea si avvicina, si fa avanti, e viene illuminata dalla luce del palco.
I capelli biondi spiccano con la sua maglietta grigia, la chitarra sulla schiena, i suoi soliti jeans stretti, la sua faccia da culo che alza lo sguardo verso di me.
Non ci posso credere che sia davvero lui.
Lo guardo mentre sale i gradini, con quel sorrisetto da idiota, si avvicina a me, e si ferma davanti alla batteria.

-Ciao a te, Ashton Fletcher Irwin- mi saluta con quel suo tono di sfida.
-Luke Hemmings, che delusione- sputo acido, e lui sorride ancora, sistemandosi i capelli con una mano.
-Oh, se non lo sai, il mio secondo nome è Robert, così hai il nome al completo- si crede simpatico per caso? Beh, non lo sei, caro Hemmings.
-Mi ero illuso di aver trovato la persona ideale per formare una band, non sai che amaro ho in bocca in questo momento- gli dico, e lui continua a fissarmi, a sorridermi, sta male?
-Io invece, sono onesto: sono contento di aver trovato uno bravo come te- mi dice, e spalanco gli occhi.
Luke Hemmings mi sta facendo un complimento? Luke Hemmings che fa il gentile? Che vuole da me? Una mano con June? Illuso.
-Sappi che non ti darò nessun aiuto con mia sorella, se è questo quello che cerchi, lei sta già con un altro- dico, e lui ridacchia.
-Non sto andando in cerca di favori: per quanto riguarda le ragazze, so cavarmela da solo, Ashton, non sono mica come te, pivello- ride ancora, e qui vorrei tirargli un tamburo addosso.
-Ad ogni modo, io sto andando in cerca di un batterista- conclude, continuando a fissarmi.
-E per quanto mi costi dirtelo, data la tua bella faccia da sberle: sei bravo, e sì, mi sono trovato bene a suonare con te- continua, volgendo lo sguardo alla batteria.
Sospira a fondo.
-E gli altri mi uccideranno per avertelo chiesto ma: se ti va, questa sera ci troviamo a casa mia, per provare con Calum e Michael, se vuoi venire, potremmo provare a suonare insieme, tanto ho casa libera e le pareti del garage insonorizzate- conclude, in attesa di una mia risposta.
-Sei ubriaco?- domando sconcertato.
-Magari lo fossi, secondo me sono proprio stupido di mio, per averti proposto una cosa simile- ride appena –ma.. credo tu sia il batterista che cerchiamo, e.. saresti perfetto- conclude, per poi voltarsi e avviarsi verso i gradini per scendere dal palco.
Senza voltarsi alza la mano, e mi saluta –E pensa alla proposta che ti ho fatto- mi ripete, per poi allontanarsi sempre di più ed uscire dal teatro.
Sono senza parole.
 
 
La giornata è andata avanti piuttosto velocemente, e io sono ancora in una forma di trance, non capisco nulla, sono scioccato: Luke mi ha davvero chiesto di andare a provare con la sua band, ha detto che sono bravo, e tra noi, c’è davvero una buona sintonia.
Non so cosa fare, non so se andare a casa sua, sono confuso, è come se la cosa più improbabile del mondo si fosse avverata davanti ai miei occhi: la persona che più detesto a questo mondo, mi ha proposto di far parte della sua band, di collaborare, di passare delle giornate insieme per le prove.
Una mano si sbandiera davanti ai miei occhi.

-Ash, dammi una mano a preparare la tavola per la cena!- mi richiama June, incitandomi ad alzarmi dalla poltrona.
La raggiungo in cucina, dove c’è Harry che cerca di sistemare la tovaglia, mi avvicino e gli do una mano.
Mia sorella tira fuori tre piatti, li sistema ai nostri posti.

-Mamma non c’è?- domando, stranamente non è a casa.
-Ha avuto problemi a lavoro, tornerà più tardi- mi spiega June, passandomi i bicchieri.
Harry tira fuori le posate, io prendo le bottiglie dell’acqua.
-Che mangiamo sta sera?- chiede il piccolino, e June fa spallucce.
-Non ne ho idea, che proponete?- risponde mia sorella, e Harry non aspetta un secondo di più per proporre una pasta: ossessionato.
Prendo la pentola e la riempio d’acqua, la posiziono per farla bollire, per poi sedermi nuovamente su una sedia, le mani sul viso, i pensieri rivolti alle prove a casa Hemmings, mi invadono.
-Ash? Ma ci sei?- mi domanda June, scuotendomi le spalle, borbotto un “sì”.
-Che ti prende? Problemi con Sue?- è l’ora dell’interrogatorio e non me ne sono accorto?

Borbotto un “no”, e mia sorella comincia nuovamente con le domande.
Sospiro rumorosamente, e la voglia di mandarla al diavolo è tanta, ma per sta sera, decido di non farlo e l’accontento: le spiego della proposta di Luke.
Mia sorella al sentire quel nome diventa rossa in viso, povera June, non vorrei essere nei suoi panni: sta con un ragazzo e ne ha un altro che le va dietro, e per giunta minorenne, spero che Luke non le scriva biglietti di nascosto, se no quella chitarra gliela distruggo colpendolo in testa.

-Tranquilla June, se mai entrassi in quella band, non farei mai venire Luke qui, so che ti imbarazza- la rassicuro, e lei toglie lo sguardo dal mio, per girarsi a mettere il sale nell’acqua.
-Non c’è problema- mi dice tutto d’un fiato, e io sorrido.
-Non so che fare però- confesso e Harry mi da la risposta –Vai e fai vedere quanto sei bravo!- esclama il piccoletto, gli sorrido dolce e gli accarezzo i capelli.
Mi rivolgo a mia sorella, vorrei avere un suo parere: lei si limita a fare spallucce, e a suggerirmi di provare.
-Magari poi scopri che ti stanno simpatici- ipotizza, e io rido appena.
-No, questo è impossibile!- ribatto, e lei alza gli occhi al cielo.
-Per me diventerete inseparabili- continua June, e le chiedo il motivo di tale convinzione.
-C’è elettricità tra di voi- mi risponde, e io spalanco gli occhi, ma che ha detto?
Elettricità? Quando mai ho parlato di corrente elettrica?
June riprende –Pensaci: non hai mai suonato con Luke, eppure, sono bastati due minuti per entrare in sintonia, questo vorrà pur dire qualcosa, non è casuale, ne sono sicura- si spiega meglio.
Ed effettivamente ha ragione.
Non è stata una coincidenza, forse c’è davvero qualcosa di più profondo che ci lega, per quanto riguarda la musica, qualcosa che ci unisce, da subito, come se fossimo destinati a suonare insieme.

C’è elettricità tra di noi.

-Qualcosa mi dice che Ash andrà alle prove- sento bisbigliare June verso Harry, che ride.
Volgo lo sguardo verso di loro, sorrido, e con un fil di voce annuncio –Sì, ci andrò- ricevendo come risposta dagli altri due un urlo di felicità.
-Siete due scemi- li derido.
-Siamo fratelli infatti- si giustifica June, mostrandomi la lingua.
-Possiamo accompagnarti?- chiede Harry, e io annuisco.
-June, effettivamente mi servirebbe un passaggio.. e dovrei portare la batteria con me- le dico, e la sento sbuffare: smontare la batteria e rimontarla è un casino, e soprattutto, è pesante.
-E va bene- risponde lei, sorrido, mi avvicino e l’abbraccio, sussurrandole un “grazie”, so benissimo che lei non vuole andare a casa di Luke, eppure, per me, lo sta facendo.
-Tanto devo solo accompagnarti, poi ti passo a prendere quando hai finito- dice lei, e io annuisco.
Prendo il cellulare in mano, per avvisare Luke del mio arrivo, e in questo istante mi rendo conto di non avere il suo numero.
Sbianco, e lo dico a June, che scoppia in una risata insieme a Harry.
-Forse ce l’ho io- mi rassicura –quando non veniva a ripetizioni mi avvisava- aggiunge, e scorrendo tra i suoi numeri in rubrica arriva al numero che cerco, e comincia a dettarmelo.

Formulo il messaggio, dico a Luke che ci sarò, che mi porto dietro la batteria, e come ultima riga, gli dico che mi accompagnerà June, di non fare quindi, la figura dell’idiota, o io non mi presenterò.
Invio il messaggio, e dopo appena un minuto mi arriva la risposta di Luke, un semplice “Non preoccuparti, a dopo”.
-Bene allora, mangiamo! Abbiamo una batteria da smontare- annuncio, e mi precipito a versare la pasta nell’acqua che bolle.
Dentro di me, qualcosa si impossessa del mio battito cardiaco: un misto tra felicità e agitazione, sensazioni che non capisco perché si stiano presentando in questo momento.

Perché sono felice? Quei tre lì, li ho sempre odiati a morte.
Perché sono agitato? La batteria è parte di me, so suonarla a occhi chiusi.
Eppure sento l’adrenalina andarmi in circolo, eppure sento quest’ansia nelle vene invadermi, eppure sorrido a questa situazione.
D’improvviso, realizzo il motivo di tali emozioni, un motivo che fino a qualche giorno fa non mi passava neanche per l’anticamera del cervello.
D’improvviso, voglio piacere anche agli altri due componenti dei 5 Seconds Of Summer.
D’improvviso, non desidero altro che far parte di quella band.






Note di Nanek
Ehylaaaaaaaaaaaaaaaaa =) ehyoooooooooooo =)
Salve a tutte care lettrici! =) ma alloraaaa, vi piace questo capitolo?? È un pov di Ash.. e come possiamo notare.. sta cominciando a cambiare idea ;) ;) che dite lo prenderanno a far parte della band? ;) lo scopriremo nel prossimo capitolo ;) ;)
Oggi non sono di molte parole lol quindi passiamo subito a voi <3

Grazie a voi che avete messo la storia tra le preferite <3 Aleran Sabry1701  irwinsmile  vi adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le ricordate <3 zaynstrength aryanns  vi adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le seguite <3 gimmetherapy  londongirl12  _WelcometoSofytown   smileeh theTommo_  xhoranking  xRowag  vi adoro <3
Grazie a voi che avete recensito <3  AustinHug calumseyes  LoveDayDreams  irwinsmile Sabry1701  Carlotta Horan  Diddl9  Australian boys  MyBlueGuitar vi adoro <3
Grazie a voi che leggete questa storia e lasciate la vostra visita, vi adoro <3 mi rendete felice, tutte voi!! <3


Per il momento è tutto, spero di trovare le vostre recensioni =)
A presto!
Nanek

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Capitolo 9
*** 5 Seconds Of Summer ***


Capitolo 9

5 Seconds Of Summer



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*LUKE’S POV*

Il messaggio di conferma da parte di Ashton è arrivato circa dieci minuti fa, e da dieci minuti, i miei timpani hanno cessato di esistere.
Ma chi me l’ha fatto fare a chiedergli di venire alle prove? Devo farmi curare.
Ma chi me l’ha fatto fare a scegliere due amici spacca palle come Mike e Cal? Solo il mio subconscio lo sa.
Sono loro la ragione per cui mi fa quasi male la testa da quanto stanno brontolando: che dovevo aspettarmi? Che accogliessero Ashton a braccia aperte? Sono un grande illuso ad aver anche solo sfiorato il pensiero, questi due qui non mi perdoneranno mai per questo.
Come da copione, li ho avvisati del grande avvenimento: ho trovato un batterista, li ho avvisati che avrebbe preso parte alle prove, dato che mi ha mandato un messaggio.
Ma poi, la domanda cruciale: chi è?
E appena il nome “Ashton Irwin” è scivolato dalla mia bocca: il putiferio.
Mi correggo, prima della tempesta sono scoppiati in una risata colossale, credevano scherzassi, Calum si è pure rotolato a terra ridendo come un pagliaccio, Michael a momenti piangeva; poi però, hanno notato i miei occhi seri, e da lì, il finimondo.

-Non dirai sul serio..?- aveva chiesto Mike, Calum mi fissava con gli occhi spalancati: mi sono limitato ad annuire, e a dire loro che Ashton Irwin è il batterista che fa al caso nostro, e ho firmato la mia condanna.
Hanno cominciato a insultarmi in tutti i modi possibili, hanno cominciato con i “non ci posso credere”, e continuano con questa lamentela da dieci minuti.

-Avanti ragazzi, non glielo avrei proposto se non ne fossi convinto! Ashton è bravo ve l’assicuro!- esclamo esasperato all’ultimo “sei un idiota” da parte di Calum.
-Non capisco come tu possa aver proposto a quella faccia da culo di far parte della nostra band! Quanto mi sta in culo non puoi saperlo!- continua a lamentarsi il moro.
-Abbiamo bisogno di lui- dichiaro, e mi sento fulminato dagli occhi di Michael.
-Tu lo fai perché è fratello di June!- mi accusa il biondo, e spalanco gli occhi a tale scemenza.
-Se fosse davvero così, non credo l’avrei accolto, dato che lui non sa nulla di me e sua sorella, non trovi Michael?- domando, e lo vedo abbassare lo sguardo –E guai a voi se glielo dite, o perdete anche il cantante non solo il batterista- li minaccio –e per una volta, fidatevi porca miseria! Siete due bambini!- mi sembra di essere mia madre quando vuole dare lezioni di maturità a noi fratelli.
Calum e Michael si guardano, sospirano a fondo quasi all’unisono; il moro fa spallucce, mentre l’altro sibila un “e va bene”, facendomi sorridere appena.
-Ma se suona da culo non lo teniamo- precisa Calum ed io annuisco: cosa impossibile, Ashton è bravo, li lascerà a bocca asciutta.
-E vi prego, non una parola su me e June, Ashton non deve sapere- ripeto, sperando che non si dimentichino di questo particolare quando la vedranno entrare.
-Quindi lui crede che tu vada dietro alla sorella.. ma la sorella non ti vuole, giusto?- mi domanda Michael, con sorriso beffardo, io annuisco.
Calum sghignazza –Allora sarà divertente- dice, e io non lo capisco.

 
Sentiamo una macchina inchiodare, vado ad aprire il garage, so bene chi è appena arrivato, i miei amici ridacchiano dietro di me, la luce del lampione illumina i nuovi arrivati: vedo Ashton, intento a tirar fuori qualcosa dai sedili posteriori della macchina, vedo Harry Irwin, che si avvicina verso di me con uno sgabello: è dove si siederà Ashton per suonare, vedo il bagagliaio della macchina aperto, e un sedere all’aria, sorrido appena, sono più che sicuro sia June.

-Lukey! Cominci già a fare il guardone?- esclama a voce troppo alta Mike, giusto per farmi imbarazzare e quasi uccidere dall’occhiataccia di Ashton, che si avvicina verso di noi con un pezzo di batteria.
-Vi serve una mano?- gli chiedo.
-Aiuta mia sorella se vuoi, è impedita- me la indica con lo sguardo, intenta a tirare fuori qualcosa di più grande di lei.
-Ci vado io, o il nostro Lukey ti riempie la macchina di bava- annuncia Calum, ridacchiando con Michael e avviandosi verso June; guardo Ashton, sperando di non essere fulminato ancora, ma a mia sorpresa, ha un sorriso divertito, come se fosse davvero divertente prendermi in giro.
-Dove mi metto?- mi chiede Irwin, e gli faccio segno con la mano, per poi aiutarlo a sistemare.
June ci raggiunge accompagnata da Calum, saluta Michael, e con viso basso, saluta me: che situazione, faccio un cenno con il viso.
-Oh Lukey, sei così misterioso e sexy quando saluti con un cenno- mi prende in giro Mike, e io gli tiro una gomitata sullo stomaco –Sei ancora più eccitante ora- ridacchia, accompagnato dalla risata di Calum.

Giro lo sguardo su Ashton, come se fosse la mia preoccupazione principale, e lo ritrovo sempre con un sorriso stampato in viso; lo raggiungo e gli do una mano a montare la batteria.
Mentre sua sorella e suo fratello parlano con gli altri, io mi limito a bisbigliare ad Ashton un –Mi spiace, non voglio mettere June in imbarazzo, ma gli altri due sono fatti così- tengo lo sguardo basso.
-L’unico che è in imbarazzo sei tu, June è abituata ad essere derisa da me, e comunque, piace pure a me prenderti in giro, non preoccuparti, piccolo dal cuoricino infranto- mi prende in giro, ridacchiando.
Quindi l’unico idiota che lo voleva realmente qui, cioè io, è anche l’unico che verrà deriso fino all’esaurimento per una cosa che non è vera.
Ashton, quel giorno in cui ti dirò che tua sorella esce con me, ti prenderò così tanto per il culo che neanche immagini, idiota.

-Noi abbiamo finito, cominciamo?- domando, dopo aver montato la batteria.
June avvolge le spalle di Harry –Noi andiamo allora- annuncia, mentre il piccolo saluta con la mano.
-Ma come? Non resti?- chiede Michael, e qui vorrei ucciderlo: June non può restare qui ora, non con suo fratello Ashton qui presente! Dannazione.
-Sì June resta! Ci divertiamo!- insiste Calum, ma nessuno nota che li sto fulminando?
June mi volge lo sguardo, non sa che fare, e neanche io so che dirle, mi sento imbarazzato a mille.
-Se per Luke non è un problema, resta June, così non serve che rifai la strada- le suggerisce Ashton, guardandomi a sua volta, facendomi diventare ancora più rosso: della serie, dipende tutto da me.
-Per me.. non ci sono problemi- riesco a dire, facendo urlare tutti dalla felicità.
-Vado a prendere due sedie- annuncio, andando verso la cucina, ho bisogno di stare lontano dagli occhi di tutti che mi vedono solo come una valvola di sfogo per i loro scherzi.

 
Le prove procedono piuttosto bene, ma a chi lo sto a raccontare: le prove procedono nel migliore dei modi, mai suonato così bene!
Ashton sembra nato per imparare le nostre canzoni, se la cava fin troppo bene, Mike e Cal lo guardano stupiti, gli sorridono, gli fanno i complimenti che lui ricambia, suoniamo le poche canzoni fatte da noi, quali Beside You, Heartbreak Girl, Out Of My Limit, per ora siamo fermi a tre canzoni scritte da me e Calum, per il resto, ci diamo alla pazza gioia con le cover, e anche qui, Ashton dimostra di sapersela cavare, le canzoni che cantiamo sono abbastanza conosciute, e il suo orecchio è abituato al loro ritmo.
Qualche volta balbetto e sbaglio, magari confondo una canzone per un’altra o semplicemente dimentico le parole, gli occhi di June mi fanno arrossire, il mio cuore batte a mille appena fisso le sue labbra che vorrei solo baciare, e mi perdo con la canzone, facendo fermare tutti, e dando inizio alle prese in giro.

-Lukey non va bene essere distratti- mi rimprovera Mike.
-Cosa fissi eh? Guardone- ricomincia Calum.
-June, chi l’avrebbe mai detto che sei fonte di distrazione?- interviene qualche volta Ashton, facendo imbarazzare me e sua sorella, e facendo scoppiare a ridere gli altri, che gli danno il cinque e gli dicono di continuare così perché “prenderlo in giro è la cosa più bella del mondo”, e lui ride con loro, sghignazza, è a suo agio, l’atmosfera sembra tipica di un ritrovo tra grandi amici.
-Ho bisogno di una pausa- annuncio stremato, togliendomi la chitarra di dosso –Volete da bere?- domando ai presenti, e tutti accettano.
-Io esco, ho bisogno di una sigaretta- annuncia June, guardandomi, sorride strana, forse ho capito.
-Calum, vieni a darmi una mano con le bibite- lo trascino per la maglia con me, nonostante le sue lamentele.

 
Chiudo la porta della cucina alle mie spalle.
-Ora, caro Hood, tu mi fai un favore, dato che vi piace tanto prendermi per il culo- gli dico con tono deciso –June è fuori, mi sta aspettando, tu porta queste due bottiglie di Coca Cola, e agli altri dici che sono andato in bagno, niente “ma” caro mio- gli dico, prendendo le bottiglie e mettendogliele sotto gli occhi, per poi uscire dall’altra porta.

Faccio il giro della casa, per arrivare dal lato del garage, June è appoggiata al muro, fuma la sua sigaretta, appena mi sente arrivare mi assicura di aver chiuso il garage prima di uscire.
-Fumare ti fa male.. io pensavo fosse una scusa la sigaretta- dico deluso, e lei sorride.
-Nell’attesa, me la sono fumata- si giustifica, porgendomi il pacchetto.
-Dai fumatene una- mi propone.

Prendo il pacchetto, mi avvicino a lei, le tolgo la sigaretta dalla mano e la spengo per terra, mi avvicino alle sue labbra, la bacio con voglia.
Il timore dell’essere beccati è tanto, ma forse è proprio questo a rendere il tutto più eccitante, più intenso, come se dovessi prendermi ciò di cui ho bisogno velocemente, la cosa mi piace.
Sento le mani di June sui capelli, sento le sue labbra che cercano le mie in fretta, come se fossero assetate di me, come se volessero assaporarmi del tutto.
Sento la sua lingua che si intreccia alla mia, sento il sapore di sigaretta.
Le mie mani le cingono la vita, vorrei tanto perdermi in questo bacio, ma meglio non essere beccati, mi allontano.

-Meglio andare- sussurro sulle sue labbra, baciandole nuovamente, lei annuisce.
-June, seriamente, dovresti smetterla di fumare, sembra di baciare una sigaretta non una ragazza- le dico prima di allontanarmi, e lei mi fa la linguaccia.
-Trovati un’altra lingua da assaporare allora- mi dice ridendo, per poi avviarsi verso il garage.

Faccio il giro della casa in corsa, entro dalla cucina e mi precipito dagli altri, che cominciano a chiedermi se ho avuto problemi con il bagno.
-Ci sei caduto dentro?- mi deride Calum, e gli altri ridono, facendomi arrossire.
Bevo un bicchiere di Coca Cola, tutto d’un fiato per poi annunciare che le prove devono ricominciare.
E le note delle nostre canzoni riprendono, alla grande, con gli occhi di June che puntano dritti ai miei, che mi guardano con sguardo furbo; la vedo passarsi le labbra con la lingua, con una lentezza tale da farmi sbagliare qualcosa; accavalla le gambe, e sbaglio il mio assolo in Out Of My Limit, tutti ridono, sghignazzano, compreso Ashton, e mi accusano di essere un bambino bisognoso di un riposino.
Sbaglio pure quando vedo June con il cellulare in mano: suo fratello le chiede curioso con chi messaggia, e lei risponde –Con chi mi pare- facendo sorridere Ashton.
-Con Abby immagino- dice ironico suo fratello, alludendo al fatto che lei sta messaggiando con un ragazzo, facendomi innervosire: June non è di un ragazzo, June è mia.
E lei deve aver notato il mio nervosismo, dato che mi guarda e sorride divertita, sistemando il cellulare nella tasca.

 
-Bene ragazzi, direi che basta così- annuncio, appena concludiamo Heartbreak Girl.
-Che ve ne pare allora?- domando, rivolgendomi ai ragazzi, che puntano il loro sguardo su Ashton.
-Per quanto tu sia una faccia da culo, c’è sintonia, lo ammetto, sei bravo- gli dice Calum.
-Anche voi lo siete, devo ricredermi- risponde lui, fingendo di non aver sentito la prima parte della frase di Cal.
-Quindi? Che dite? È dentro?- continuo a chiedere, Mike ci pensa su, per poi annunciare –è dentro sì!- facendo sorridere tutti.
-Ci vuole un brindisi!- esclama June, con un sorriso meraviglioso in volto.
Annuiamo all’unisono, e prendiamo i bicchieri, riempiendoli di Coca Cola.
-Ai 5 Seconds Of Summer!- esclamo io, seguito dalle voci degli altri che ripetono dopo di me.
 

A quasi mezza notte, sono già disteso sul letto: gli altri sono tutti andati a casa.
Il mio cellulare vibra l’arrivo di un messaggio: June.

“Stavo davvero messaggiando con Abby, te lo assicuro!”

Sorrido, le rispondo.

“Ci mancherebbe altro Irwin :P sei contenta? Tuo fratello è dentro!”

La risposta arriva all’istante.

“Era tutto contento quando siamo tornati a casa, fidati, lo avete reso felice, cercava da un po’ qualcuno per formare una band.. siete meravigliosi tutti e quattro, siete.. davvero unici! Tranne il cantante che sembra essere sempre su un altro mondo :P ”

Mi sento le guance arrossire.

“Colpa di una ragazza che accavalla le gambe, gioca con la sua lingua sulle labbra, messaggia a caso.. colpa tua :P ”

Sbadiglio appena, il sonno comincia a farsi sentire.

“Sei speciale Luke, mi rendi felice. Buonanotte Xx”

Sorrido come un ebete..

“Sei speciale anche tu, non vedo l’ora di vederti. Buonanotte piccola Xx”

Appoggio il cellulare al comodino, porto le mani dietro la nuca, sospiro, sorrido.
Ho una band perfetta.
Degli amici unici.
E ho June.
Chiudo gli occhi pensando a lei, a lei che mi avvolge in un abbraccio, penso al profumo dei suoi capelli, penso alle mie mani che le cingono la vita, che le accarezzano il viso, penso ai suoi occhi azzurri, al suo sorriso meraviglioso, penso a June e sospirando, sento i muscoli rilassarsi, il respiro più lento, mi addormento.

 



Note di Nanek

Ehyooooooooo =)
Ommioddio Ashton è entratooooooooooooo wohooooooooooooo!!! I 5SOS sono al completo gente!! Che bello che bello!! Io sono felicissima u.u
Vi siete divertite con Calum e Mike? Sti due scemi che prendono in giro Lukey, povero piccinoooo!!! E Ash che li segue!! Poveretto, lui non sa la verità u.u
Piccolo momento Lune (ossia Luke e June) c’è stato sia durante le prove sia a fine capitolo, e spero vi sia piaciuto :D
Che dire ancora? Passiamo a voi =)

Grazie a voi che avete messo la storia tra le preferite <3 crazyforgaskarth   AustinHug  emblemthree  hollyyep  hjsjuliet_  they don t know about us  VaneDirectioners  Giorgia Silvia Styles  xniallsfreehugs Bieabah  theflirt  marty_hazza vi adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le ricordate <3 they don t know about us  Lulu_screams_in_silence  conorsconcert  _Becks  theflirt  vi adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le seguite <3  Zaynlove  franci_yonca  Sasy241D  MorrisonJ   FrenkLoveJONAS  VaneDirectioners  theflirt  clifford hollyyep  _Becks  vi adoro <3
Grazie a voi che avete recensito <3  calumseyes  LoveDayDreams  Australian boys  ILoveMrHazza  xRowag  AustinHug  irwinsmile  Sabry1701 VaneDirectioners vi adoro <3
Grazie anche a tutte voi che leggete, e lasciate la vostra visita <3 vi adoro <3


Bene, per ora è tutto! =) spero di trovare le vostre recensioni <3
A presto!
Nanek 

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Capitolo 10
*** Firework ***


Capitolo 10

Firework


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*JUNE’S POV*

Sono in piedi con Sue alla mia destra, siamo all’Hyde Park, è la notte del 31 dicembre: Capodanno.
Il palco è illuminato, c’è un po’ di gente che ci circonda, ma io e Sue stiamo aspettando solo loro.
Il presentatore improvvisato li annuncia, li chiama, e io e Sue ci lasciamo andare a un grido: l’adrenalina è troppa da poter trattenere dentro di noi.
Eccoli, loro, i 5 Seconds Of Summer al completo, che entrano in fila indiana: Mike in testa, con la sua chitarra nera già legata e posizionata, poi Luke, che si posiziona al centro, anche lui con la sua chitarra bianca e nera, poi Ashton, con le bacchette in mano, e va a sedersi dietro la batteria, ed infine Calum con il suo basso.

-Vai Ashton! Sei un figo!- mi stimpana Sue, lasciandosi prendere dalla troppa emozione; mio fratello sembra averla sentita, dato che sorride appena.

Luke alza lo sguardo, mi vede, io e Sue siamo praticamente incollate al palco, alza la mano in cenno di saluto, e io mi sento arrossire, ricambiando il gesto.
Ricevo una piccola gomitata da parte della ragazza di mio fratello, la quale, mi sussurra appena all’orecchio –Ah.. ma ti piace il cantante insomma- ridacchia, e io avvampo.
-Sta solo salutando la folla- mi giustifico, e Sue alza gli occhi al cielo continuando a sussurrare un –Certo, certo la folla- con un tono piuttosto ironico.
Calum saluta a sua volta, un lieve applauso si innalza dal pubblico, la batteria di Ashton prende a suonare, e comincia a riempire l’atmosfera del parco con le note di Teenage Dream.
Sue ed io ci scateniamo un po’, come per smuovere quell’atmosfera da funerale: è il loro primo concerto all’Hyde Park, e io voglio che sia qualcosa di bello, che si ricorderanno, e non permetterò che questi cinque vecchietti li demoralizzino: questi quattro ragazzi sono bravi, hanno talento, e non lo dico perché uno è mio fratello e l’altro il mio.. il mio.. beh, quello con cui mi vedo, loro hanno davvero qualcosa di speciale, e sono più che sicura che andranno lontano.
Sue balla, canta, urla, mai vista così scatenata, e io la seguo: sembriamo due sceme, ma almeno i presenti si degnano di battere le mani a ritmo.
Luke incita infatti, a battere le mani, durante il ritornello.

Fa poi una cosa, che meriterebbe di ucciderlo: quando comincia a dire –You make me feel like I’m living a teenage dream- mi punta il dito contro.

Spalanco gli occhi, e già sento Sue ridacchiare: è diventato idiota? Vuole per caso farmi scoprire?
Meno male che Calum e Mike intervengono, puntando anche loro il dito contro le prime persone che vedono, in modo da dissimulare: scampato pericolo.
Dopo due cover, è il momento di due canzoni scritte da loro, e per la serata, hanno optato per: Beside You e Heartbreak girl.
Sulle note della prima canzone, io e Sue ci cingiamo le spalle a vicenda.
Michael incita la folla a muovere in aria qualcosa di luminoso, in modo da creare l’atmosfera: fortunatamente, le persone presenti, decidono di farlo.
C’è chi punta in aria la lieve fiamma dell’accendino, chi come me e Sue mette in aria il cellulare: è tutto così semplicemente stupendo.
Questa canzone è davvero bella, e mi fa venire le lacrime agli occhi.
È bella, ma anche fin troppo triste: i miei pensieri al sentire queste parole, navigano, si perdono in mille cose; comincio a pensare a un futuro non troppo lontano, in cui Luke e gli altri riescono davvero ad affermarsi in qualche modo, nel mondo della musica.
Se succedesse davvero? Se dovessero davvero lasciare l’Australia per raggiungere il loro obiettivo? Che ne sarà di me? Mi limiterò a cantare questa canzone distesa su un letto, con le lacrime che mi rigano il volto?
Questa canzone è davvero il mio punto debole.

-Ehy June? Stai bene?- mi chiede Sue, e io mi affretto ad asciugarmi la lacrima che mi è scivolata sulla guancia.
Annuisco, e la sua stretta mi avvolge di più, senza dire nulla.
-è solo che.. è una canzone triste, mi fa questo effetto- mi giustifico.
-Fa lo stesso effetto anche a me- mi dice, alzando lo sguardo verso la persona che lei potrebbe lasciare un giorno: mio fratello Ash.
Le accarezzo la testa, sussurrandole di scacciare quei pensieri.

 
A venticinque minuti dalla mezza notte, i 5SOS finiscono la loro esibizione e scendono dal palco.
Ashton, Mike e Calum si avvicinano a noi, ancora pieni di adrenalina ed entusiasmo.
Sue si butta tra le braccia di mio fratello, baciandogli le labbra, lui l’avvolge a sé; io mi complimento con gli altri due membri del gruppo, e Calum, mi si avvicina all’orecchio, sussurrandomi di andare dietro al palco.
Annuisco e dico ad Ashton che torno più tardi.
-Devo andare da Abby- mento, e lui capisce che sto andando dal “tipo misterioso senza nome”, e senza aggiungere altro, me ne vado.
Appena raggiungo il posto indicato da Calum, una mano mi prende il polso, e mi tira verso il petto di un ragazzo, il suo profumo mi avvolge.
-Ciao- mi dice a bassa voce, baciandomi le labbra.
-Sei stato bravissimo- mi complimento, e lui sorride; mi prende la mano, e mi trascina lontana da quel posto.
 

-Sai arrampicarti su un albero vero?- mi chiede, quando arriviamo ai piedi di un albero piuttosto grande, deglutisco appena, e spero di non uccidermi.
-Al massimo ti aiuto io JuJu- mi rassicura, cominciando a salire.
Mi maledico per aver optato per una gonna corta, ma fa caldo, e volevo avere le gambe un po’ scoperte.
Sospiro, e cerco di seguire l’uomo scimmia.
Non va troppo in alto, per mia fortuna, si ferma su un ramo piuttosto spesso.

-Prendi la mia mano- mi dice, e io mi aggrappo a lui, che riesce ad aiutarmi a salire e a posizionarmi davanti a lui.
-Da quando sei diventato una scimmia?- gli chiedo, e Luke sorride, appoggiato con la schiena al tronco dell’albero, io davanti a lui.
-Dai appoggiati a me- mi incita ancora, e io, con poca femminilità, getto la mia schiena sul suo petto, e alzo le gambe lungo il ramo.
Le sue mani mi avvolgono, e si intrecciano sulla mia pancia, gliele prendo, e mi lascio scappare un sospiro fin troppo rumoroso.
-Qualcosa non va?- mi chiede gentile, e io non so cosa rispondere.
-Sto solo.. pensando- gli dico.
-A cosa?-
-A Beside You- rispondo velocemente, e lui sbuffa.
-Mi sono illuso, per un istante, di essere io il tuo pensiero fisso- si lamenta, facendomi sorridere.
-E lo sei- confesso, sospirando ancora –Pensa se un giorno succede davvero che tu e gli altri dovete andarvene, perché siete troppo speciali per restare segregati qui in Australia- dico tutto d’un fiato, e lo sento ridere.
-No, non succederà- afferma convinto delle sue parole.
Io sbuffo –Ma se dovesse succedere, Beside You si avvererà- mi fermo, e lui sospira, deve aver capito dove voglio andare a parare.
-Avanti, voltati- mi dice, e io mi alzo dal suo petto, girandomi, cercando di non cadere, e ritrovandomelo faccia a faccia.
-Pensi davvero che se succedesse, non ti porterei con me?- mi chiede.
-è il tuo sogno, non il mio, perché dovresti farlo?- rispondo con una nuova domanda.
-Non ti abbandonerò mai June, sei troppo importante per me- continua a replicare, convinto delle sue parole –Ti voglio al mio fianco se dovesse succedere, non posso lasciarti da sola, farebbe male anche a me, non solo a te, o a Sue- afferma, qualcosa mi dice che deve averci visto.
-Dal palco si vedono tante cose, soprattutto chi è in “braccio al palco”- mi sussurra, accarezzandomi la guancia con il pollice –E non voglio più vedere quell’espressione triste nei tuoi occhi- sussurra sulle mie labbra –Mi ha fatto sentire la persona più orribile del mondo- unisce le sue labbra alle mie, e io mi sento sciogliere.

Le sue labbra si intrecciano alle mie velocemente, come se la lentezza mi tenesse lontana, ha bisogno di sentire le mie labbra sulle sue per scacciare quel pensiero, per scacciare dalla sua mente i miei occhi tristi mentre lo guardavano cantare, i miei occhi che avevano lasciato scappare una lacrima, e che è bastata a farlo sentire in colpa.
Le sue mani, dietro la mia schiena, mi spingono verso di lui, mi aiuto e mi ritrovo in braccio, seduta sul suo bacino, le mie mani sul suo viso, le sue sulle mie gambe scoperte, dannazione alla gonna troppo corta che è salita ancora di più.

-June..- mi richiama –Certe gonne, magari, un tantino più lunghe per evitare di far perdere la dentiera a qualche nonnetto..- mi rimprovera, e io rido.
-Hemmings- lo richiamo io –Voce un po’ meno sensuale per evitare di mettere incinta qualche bambina- lui ridacchia, avvicinandomi ancora alla sua bocca.
Manca esattamente un minuto alla mezza notte.
-Questo è il momento allora- dice, e io non capisco.
-Sappi che se dici di “sì”, vale tutto l’anno- continua, e io sorrido.
-Vuoi già chiedermi di sposarti Hemmings?- lo prendo in giro.
-Sposarti.. credo di non poterlo ancora fare, sono, purtroppo, minorenne- dice, e io rido, è vero.
-Però, nessuno mi vieta di chiederti di essere la mia ragazza- annuncia, e io sorrido.
-Che modo originale di chiedermelo, proprio il limite del romanticismo- lo derido.
-Siamo su un albero, avvinghiati, e a breve ci saranno i fuochi, cosa vuoi di più da me? Ho pure qualcosa da darti se dici di “sì”- io continuo a ridacchiare, amo prenderlo in giro.
-Okay, allora ti dico di “sì” solo perché voglio la cosa che devi darmi- annuncio, e lui sbuffa divertito.
-Sto scherzando Luke- annuncio a bassa voce, avvicinandomi alla sua guancia, lasciandogli un bacio –Sì voglio essere la tua ragazza, anche se pensavo fosse scontato dato che ci frequentiamo da un  po’- gli dico.
-Lo so, ma mi emozionava chiedertelo- sorride, e avvicinandosi alla mia bocca, mi bacia.

Sentiamo i fuochi d’artificio cominciare a scoppiare in cielo.
Mi rimetto con la schiena appoggiata al suo petto, e ci godiamo lo spettacolo.
Fuochi di tutti i colori dominano il cielo, dal blu, al rosso, dal verde al giallo, ricorrono anche delle forme, forme di cuori, i cerchi, alcuni fanno soltanto tanto rumore, e il loro scoppio rimbomba nel mio petto, e in quello di Luke, che mi tiene per mano.
Mi sento bene tra le sue braccia, mi sento al sicuro, mi sento in pace con me stessa.
La mano di Luke si toglie dalla mia per un istante, abbasso lo sguardo, e la vedo tornare, con qualcosa tra le dita: un bracciale.
Lo vedo legarmelo al polso, e mi sento emozionata come non mai: un braccialetto con dei brillantini, che con le luci dei fuochi brillano, sono azzurri, sono bellissimi, e un ciondolo: una stella.
Mi stringo di più a lui.
-Sei speciale June- mi dice lui all’orecchio.
-Sei importante Luke- dico io, e in quelle parole metto tutto l’affetto che provo per lui.

 
Camminiamo mano nella mano, mentre ritorniamo dagli altri, e a distanza di sicurezza, ci fermiamo.
-Meglio che Ash non sia al corrente per il momento- mi sussurra all’orecchio, annuisco.
-Mi spiace per questa situazione- dico a bassa voce, abbassando lo sguardo, lui mi accarezza la guancia.
-June..- mi alza il viso –so che è meglio così, tuo fratello mi guarda ancora un po’ storto, non essere triste, arriverà quel momento te lo giuro-
-E se non lo accettasse neanche in quel momento?- dico quasi spaventata.
-Beh, lo manderemo a fanculo- risponde schiettamente, facendomi spalancare gli occhi.
-Dovresti lavarti quella lingua con il sapone- lo rimprovero, e lui ridacchia, avvicinandosi a me, alle mia labbra, cominciando a cercare la mia lingua con la sua, fino a farle sfiorare tra di loro.
-Sì, ti voglio bene anche io June- risponde, per poi allontanarsi da me, avviandosi verso il gruppo a passo più spedito del mio.
 

Avanzo da sola verso Ashton e gli altri, e nel farlo, mi prendo una sigaretta, cammino lentamente.
-Sempre a fumare- mi rimprovera una voce, appena sono a un passo di distanza: sempre lui, sempre Luke a lamentarsi del mio vizio.
-Dove sei stata June?- mi chiede mio fratello, con Sue avvinghiata su di lui.
-A fare un giro- taglio corto, e Sue ridacchia, passando lo sguardo da me a Luke: merda.
-Sì, a fare un giro, perché non dici a tuo fratello che combinavi su un albero?- mi chiede Luke, e quasi mi soffoco con il fumo: che sta facendo??
Ashton mi guarda storto, Calum e Mike non sembrano capire, io non so cosa rispondere, guardo Luke, cercando di fulminarlo, e lui riprende il discorso.
-L’ho vista con il tipo misterioso mentre salivano su un albero- ammicca Luke, e forse ho capito il suo gioco: vuole disorientare Sue, si deve essere reso conto pure lui che ci guarda con fare curioso.
Io continuo a fumare la mia sigaretta, sotto gli occhi spalancati di mio fratello.
-E non potevi presentarmelo??- domanda Ash, sconvolto.
-No- rispondo secca, portando la sigaretta alla bocca.
-E quel braccialetto??- chiede Mike curioso, anche se la sua voce sembra tradirlo un po’: non è nato per fare l’attore.
Io faccio spallucce, e Sue si precipita a prendermi la mano, e per poco non faccio cadere la sigaretta.
-Oddio che bello!! Te l’ha regalato il tuo tipo??- chiede super curiosa.
-Sì- mi limito a dire, e a lei luccicano gli occhi.
Ashton continua a guardarmi con aria stravolta –Ma perché non l’hai fatto venire qui?! Oh insomma June io voglio conoscerlo!- si lamenta.
-Magari quando le cose sono più serie- gli rispondo, e lui ringhia appena.

Guardo di sfuggita Luke, mi sta sorridendo appena, il “suo” piano è andato bene, e ha fatto credere a mio fratello, ancora di più, che questo “tipo misterioso” esiste.
Tiro un sospiro di sollievo mentre ci dirigiamo insieme al chiosco per brindare al nuovo anno, e nel farlo, Sue mi lancia un’occhiata, per poi tornare ad ammirare il suo “amorino” Ashton.
Forse ho convinto anche lei con questa storia.

 



 
Note di Nanek

Ehyooooooooooo =)
Eccomi tornataaaa!! =)
Care lettrici, ho tante cose da dirvi: la prima: MA VI SIETE RESE CONTO DI QUANTE SIETE?? No perché se non lo sapeste, vi informo io!! Siete tantissime!! Le visite a questa storia aumentano sempre, ho sempre nomi nuovi da aggiungere e ringraziare.. e io.. oddio mi emoziono troppo!!! *-* GRAZIE DI CUORE dalla prima all’ultima, siete davvero speciali <3
Seconda cosa: grazie a voi, questa storia è prima tra le popolari di questa sezione! Cioè ma vi rendo l’idea? L’ho notato per caso (pessima) e sono rimasta così O.O cioè non ci credevo!! Ma io vi amo <3 tutte tutte!! <3 vi ringrazio, sono l’autrice più felice del mondo <3
Terza cosa: passiamo al capitolo; Sue è un pericolo per la nostra coppietta insomma, che abbia capito qualcosa? Beh, questo argomento verrà approfondito anche più avanti, vedrete che la ragazza di Ash è molto più sveglia di Irwin LOL
In questo capitolo June e Luke si mettono insieme “ufficialmente”.. lei lo dava già per scontato ma lui ha voluto rendere le cose più chiare.. patatosoooo asdfghjk e poi.. che altro succede? Primo concerto dei 5SOS al completo *-* e.. beh è tutto :D
Spero vi sia piaciuto e perdonatemi se vi annoio con questi capitoli di passaggio, ma vedrete che la storia sta inoltrandosi sempre più nel momento cruciale ;))

Passiamo a voi <3

Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le seguite <3 ashtonsdimples  Peter_Pan  emanuelesfl0wers  francesh96  Lux31  JalisseStyles  vale_bubu98  Eleanor_Rigby louisjvoice  BradipoHoran  Apple_ice  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le preferite  <3  marty_hazza   calumstattoo  oOKanameOo  5sostshirt  ilcucchiainodiPayne  Horan_love  vale_bubu98  yolo_91   PicturesThis  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le ricordate <3  franci_yonca  Dinde  nutellina_  Zaccaria  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver lasciato le vostre recensioni <3 MyBlueGuitar   itsrowag  Sabry1701  Australian boys  calumseyes  oOKanameOo  5sostshirt  Dinde  LoveDayDreams  irwinsmile  vi adoro <3

 
Questo per ora è tutto! =) vi ringrazio per ogni cosa che fate, sono davvero felice, e spero di non deludervi mai <3 <3
A presto!
Nanek

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Capitolo 11
*** Can I have this dance? ***


Capitolo 11

Can I have this dance?



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*LUKE’S POV*

Due mesi dopo.

 

“Continuo a credere che non sia una grande idea andare al ballo insieme, ci scopriranno”

“June, te l’ho ripetuto circa venti volte: il ballo, a Febbraio, è in MASCHERA. Tu spiegami come fanno a scoprirci se abbiamo qualcosa sugli occhi, non hanno poteri speciali quelli della mia scuola, dai per favore, vieni al ballo con ME.”

Santa pazienza.
June a volte sa essere davvero cocciuta: è solo un ballo mica chissà che!
Ma lei no, deve fare la testarda, farsi mille paranoie inesistenti: e se ci vedono? E se Ash mi riconosce? E se, e se, sono stufo di tutti questi “e se”.
Sono pare inutili poi: è un ballo in maschera, come possono riconoscerla? Mah, a volte proprio non la capisco.
Solo io vedo la normalità della cosa?
È Febbraio, c’è il ballo, ci sono le maschere, l’atmosfera sarà così meravigliosa che la ricorderò in eterno: cosa c’è di male?
Certo, ci sarà pure Ashton con Sue, ma di tutte le persone che ci saranno in quella sala, dobbiamo essere proprio noi due gli sfigati che verranno riconosciuti da lui?
Direi di no.
Poi ho già il vestito pronto, e non ho uno straccio di accompagnatrice, ci mancherebbe anche altro che chiedessi a un’altra di andare al ballo!
Voglio andarci con lei, a qualsiasi costo.
Il cellulare vibra, nuovo messaggio.

“Okay. Andiamo a questo ballo. Se qualcuno ci scopre spetta a te inventare qualcosa. E vienimi a prendere, ma non a casa, aspettami nel vialetto, cavaliere. A più tardi. Xx June”

“Ai suoi ordini maestà. A più tardi, ci divertiremo!! Xx Luke”

Finalmente!!
Quasi tutta una mattinata persa a convincerla, sa essere peggio dei bambini quando si mette.
Bene, ora che ho il vestito, e pure la dama, ci vuole qualcosa per questi capelli, andare al ballo con il ciuffo potrebbe essere figo, ma potrei anche fare qualcosa di diverso, magari me li taglio per bene e ritorno alla cresta alzata con chili di gel, non sarebbe male.
Butto l’occhio all’orologio, ora di pranzo, meglio che mi muova, il parrucchiere sarà pieno di vecchiette come al solito.
 
Mi guardo allo specchio in camera mia, appena tornato dal salone del parrucchiere dal quale vado sempre, mi fisso e mi trovo parecchio strano senza capelli che sfiorano le mie guance.
Un taglio netto non c’è che dire, le mie orecchie si vedono per bene ora, e pure il mio viso: dai, sì, ha fatto un bel lavoro, speriamo che a June piacciano, deglutisco, al massimo ricrescono.
Mi arriva un messaggio.

“Ehy Lukey! Ci sei questa sera vero? Mike”

Ovvio che ci sono amico mio, come potrei perdermelo?! Chissà chi si porta dietro lui..

“Ehy Mikey! Ovvio che ci sono ;) vengo con J. Tu invece chi ti porti? E Cal? Non mi avete piùaggiornato”

Entro nel bagno di casa mia, ho bisogno di farmi una doccia, senza bagnare i capelli: ho bisogno di rilassarmi un po’, questa cosa del ballo mi agita.
 
Sotto il getto d’acqua la mia mente si perde, il mio flusso di pensieri è concentrato solo su June.
Chissà che vestito si metterà.
Chissà di che colore.
Facciamo delle ipotesi: sicuramente qualcosa che non si noti troppo, quindi no colori come arancione, rosso o verde acido; magari qualcosa che faccia brillare di più i suoi occhi, magari senza brillantini, magari blu, magari azzurro.
Blu mi piacerebbe molto.
E magari lei mi frega e arriva con un vestito fucsia, sarebbe da ridere.
Le scarpe..
Si lamenta sempre di essere troppo bassa, metterà sicuramente dei trampoli che le faranno male ai piedi, povera piccina.
I capelli: li terrà sciolti o no?
Qui sono indeciso: se sono sciolti mi divertirò a toccarglieli, ma quando li raccoglie..
Chi resiste al suo collo scoperto? Mi ci fionderei in ogni istante su quella pelle così morbida, che profuma di lei.
Sotto il getto dell’acqua tengo gli occhi chiusi, vedo l’immagine di June nella mia mente, e quasi sento quel suo profumo.
Sarà bellissimo tenerla per mano, sarà bellissimo stare con lei, magari in mezzo alla pista e ballare insieme.
E se Ash la riconosce?
Ecco, mi sono fatto influenzare da lei: non ci devo pensare, insomma, non siamo così sfigati no?
E poi, abbiamo le maschere, come può riconoscere sua sorella, che la vede praticamente ogni giorno, ogni ora, a casa, da diciannove anni?
Siamo fottuti se Ash la riconosce.
-Luke! Datti una mossa! L’acqua è un bene comune!- mi urla Jack fuori dal bagno, risvegliandomi dai miei nuovi tormentati pensieri.
 
Alle nove in punto, sono fermo ed immobile ad aspettare June.
Ho intravisto Ashton, mentre usciva di casa, e si avviava con nervosismo verso casa di Sue immagino, fortunatamente non mi ha visto, ed ha tirato dritto per la sua strada, grazie mille buio, mi hai salvato anche questa volta.
Sento dei passi venire nella mia direzione, dei tacchi: non può che essere lei.
-Ciao- la saluto, e lei mi si avvicina ancora, prendendomi la mano.
Mi bacia la guancia, avevo indovinato: si è messa i tacchi, dato che il suo viso è quasi all’altezza del mio.
-Vieni sotto la luce, voglio vederti- mi dice, portandomi sotto il lampione.
Quando siamo entrambi illuminati da quella luce fioca, resto senza parole.
Come se avesse accolto le mie richieste: indossa un vestito blu, lungo a una mano dal ginocchio, ha le scarpe beige, e alte, altissime, i capelli raccolti in uno chignon, una maschera blu chiaro che le lascia scoperta solo la bocca rosea.
La incito a girare su se stessa: sulla schiena, la sua cerniera, è una fascia verticale, beige anche quella, con dei fiocchi che le cadono fino al fondo schiena, è meravigliosa.
Si volta verso di me, e mi sorride.
-Luke, sei meraviglioso! Che hai fatto ai capelli?- mi chiede, avvicinandosi, e cominciando a toccarmeli, facendomi rabbrividire.
-Sei.. diverso, sei bellissimo vestito così- e io arrossisco, non sono ancora troppo abituato ai suoi complimenti.
-Sei bellissima che tu- riesco a sussurrarle, cercando di non sprofondare.
L’avvicino a me, e faccio combaciare le sue labbra con le mie, il suo profumo mi invade.
-Dai andiamo a questo ballo- mi sussurra, io annuisco, e ci incamminiamo.
 
Ci fanno entrare dopo aver mostrato i biglietti, camminiamo lungo il corridoio che ci porterà alla sala dove si terrà il ballo: June mi tiene stretta la mano, è in ansia, e io non vedo l’ora di confondermi tra la folla per darle un po’ di pace.
Riconosco, nonostante la luce fioca che ci circonda, Cal e le sue immancabili bretelle, intento a camminare con una tipa rossa di capelli, lo chiamo.
Lui si gira, e ci impiega un secondo a riconoscermi, mi viene incontro, lasciando la ragazza da sola: idiota, non dovrebbe abbandonarla così!
-Lukey!- mi urla, e mi avvolge in un abbraccio, poi guarda June e le fa l’occhiolino, complimentandosi per il vestito, facendola sorridere.
-Chi ti sei portato dietro? Mike mi ha scritto che si chiama Izzie, ma non so chi sia!- annuncio, e lui mi spiega: è del primissimo anno, l’ha trovata in biblioteca, una classica timidona, e lui, cuore d’oro, aveva pensato che sarebbe stato carino invitarla.
-Che dolce che sei- commenta June a bassa voce, e Cal arrossisce, grattandosi la nuca.
-Buonasera signori- ci saluta un’altra voce, Mike, accompagnato da una ragazza dai capelli neri e gli occhi verdi smeraldo, che mi fissano dalla maschera scura.
June saluta con la mano, la ragazza di Mike si presenta: Sophie, un’amica di Sue, ballerina.
Sto per presentarle June, quando un’ulteriore voce arriva alle nostre orecchie: Ashton.

Merda.

-Ciao a tutti!- saluta solare, portandomi una mano sulla spalla e pietrificandomi.
Rivolgo lo sguardo al nuovo arrivato: il vestito scuro, il ciuffo di capelli perfetto, la cravatta bianca, la maschera mezza bianca e mezza nera, accompagnato da Sue, che indossa un vestito giallo lungo fino ai piedi, i capelli raccolti in una coda, gli occhi coperti dalla maschera rosa chiaro.
Sento la mano di June stringere ancora di più la mia.
Mike irrigidisce, come se avesse capito il nostro stato di disagio e di preoccupazione, Calum, cerca di dissimulare, chiamando la sua accompagnatrice, che si affretta ad abbracciarlo.
-Lei è Izzie ragazzi, è al primo anno- la presenta, e tutti noi salutiamo, tranne June, che si limita a fare un cenno con la mano, senza dire nulla.
Mike interviene, presentando a sua volta Sophie, che sorride dolce a tutti noi.
Ovviamente anche Ash presenta la sua ragazza, e ora, logicamente, manco solo io a farlo!
Gli occhi curiosi della coppia Ashton e Sue sono puntati su June, che cerca in tutti i modi di non fissarli troppo, e io spero che queste luci fioche mi aiutino a fare in modo che non la riconoscano.
Le rivolgono lo sguardo, le chiedono il suo nome, e June continua a stare zitta.
Il suo silenzio, però, mi fa venire un’idea.

-Lei non può parlare, ragazzi, per questo non risponde- dico tutto d’un fiato, sperando che June non si offenda per averle appena dato della muta.
Ashton mi rivolge lo sguardo, quasi confuso.
-è muta- gli spiego –ha.. subito.. un trauma, vi sente ma non parla- continuo abbassando lo sguardo.
-Oddio, mi dispiace, non volevo offenderti- si scusa lui, guardando June, che sorride appena, cominciando a dire con le mani di non preoccuparsi: ha capito il mio piano, e sta usando quella lingua affascinante, la lingua dei segni.
Sue la guarda stranita, e io mi precipito a spiegare –Non potendo parlare, lei ha studiato la lingua dei segni australiana, è il suo unico modo per esprimersi- e June annuisce, per darmi ragione.
-Lingua dei segni australiana? Anche mia sorella la studia!- annuncia Ashton salutandola come June deve avergli insegnato.
Sua sorella si complimenta, dicendogli che è bravo, e io tiro quasi un sospiro di sollievo.
-Ma tu la capisci Luke?- mi chiede Sue, e vorrei sprofondare.
-Sì.. lei sa scrivere, e mi sente, riusciamo a trovarci, non è troppo difficile- spiego e la ragazza di Ash mi rivolge uno sguardo dolce, dicendomi che sono un amore di ragazzo, molto tenero.
-Ma quindi come si chiama?- interviene nuovamente Irwin, chiedendomelo.
-Ju….- sto per rispondere il nome vero, ma non posso dire che si chiama come sua sorella! –Ju.. Juliette!- annuncio, facendo scoppiare Calum in una risata.
-Tu sei il suo Romeo quindi? Dolce Lukey- commenta Ashton, ridendo forte.
June trattiene un sorriso, e ripete il suo nuovo nome in lingua dei segni, sotto lo sguardo incantato di suo fratello.
-Ma non viene a scuola qui.. dove l’hai incontrata?- chiede curiosa Sue, e io non so più che bugia inventare.
-Due mesi fa, al nostro concerto- mi salva Michael, e tiro un sospiro di sollievo.
-Ma ne parleremo un altro giorno magari, andiamo, il ballo è cominciato!- interviene anche Calum, e io sono felice di avere due amici come loro.
 
-Juliette eh? Sei così originale Lukey, bella trovata, darmi della muta- mi dice June all’orecchio, quando siamo finalmente da soli, in mezzo alla folla, e senza gli occhi indiscreti di Ashton e Sue a fissarci.
-Stavi in silenzio, mi è sembrata la cosa più.. beh insomma, ci siamo salvati anche sta volta- dico e lei annuisce.
-Te la sei cavata, devo ammetterlo, l’ansia ti fa dire cose geniali, Romeo- mi ride dietro, per poi fissare la pista da ballo: una melodia lenta avvolge la sala, tutte le coppie si uniscono, pronti a dar inizio al momento più speciale della serata, il lento.
-Mi concedi un ballo, mia Juliette?- le porgo la mano.
June sorride –Aspettavo questa richiesta- e mi mette la mano sulla mia, lasciandosi portare in mezzo alla sala.
 
Mi porta le braccia attorno al collo, io porto le mie sulla sua vita, mi sorride, e vedo i suoi occhi brillare sotto quella maschera.
Le luci basse creano un’atmosfera perfetta, e si mescolano alle note musicali della canzone “Every Breath You Take”, e noi due, cominciamo a muoverci piano.
La vedo sorridere, e la tengo vicina a me, inspiro il suo profumo, che mi avvolge dolcemente, e con la bocca, canto insieme ai The Police quella canzone meravigliosa.
Lei tiene lo sguardo fisso su di me, il suo sorriso non scompare mai, quelle parole gliele canto perché esprimono al meglio quello che provo per lei.
June è importante per me, è la cosa più bella che mi sia mai capitata, la cosa più preziosa che ho, e non riesco ad immaginarmi senza di lei, lei è parte di me, lei è il mio mondo, lei è la ragione per cui scrivo canzoni.
Si appoggia al mio petto, e spero di non spaventarla con il mio cuore, che batte all’impazzata nell’averla così vicina, le mie mani si intrecciano sulla sua schiena, e io mi sento in pace.
Quando alza lo sguardo, mi avvicino al suo viso, e assaporo le sue labbra morbide, che non vedevo l’ora di sentire sulle mie.
Mi avvolgono, le sue labbra, mi fanno sentire migliore, mi fanno sentire speciale, nessuno mi ha mai dato certe sensazioni, June è unica.
Le sue mani giocano tra i miei capelli, mi tengono vicino a lei, le mie le accarezzano la spina dorsale, nell’intento di farla rabbrividire.
Quando la canzone finisce, ci allontaniamo un poco, per guardarci negli occhi e sorriderci.
June sta per dire qualcosa, ma ci compaiono intorno Ashton, Mike, Calum e rispettive accompagnatrici: tempismo d’oro.
La mia ragazza non apre bocca, si limita a sorridere.
Ash ci guarda, e temo che abbia capito qualcosa, dato che fissa June, che continua a fissarsi le scarpe, ma, fortunatamente, i miei amici lo travolgono via, incitandolo a scatenarsi.

-Dai balliamo! Questa musica è forte!- annuncia Mike, con finto entusiasmo, dato che la canzone che sta andando è orribile, ma basta a trascinare via i suoi occhi curiosi, e quelli di Sue, lontani dalla mia June.
Sorrido ai tentativi dei miei amici, sorrido e sono grato, per tutto l’aiuto che mi danno.
Intreccio la mano di June, lei mi guarda, sorrido, incitandola a sciogliersi: dobbiamo ballare ancora, io sono carico a mille.
-Andiamo a divertirci- la incito, trascinandola vicina a me e facendola girare: il mio petto sulla sua schiena.
Comincio a ballare a ritmo di quella musica strana, le cingo i fianchi con le mani, lei prende un po’ di coraggio e comincia a muoversi davanti a me.
Ridiamo, ci lasciamo andare a qualche bacio, ci lasciamo andare a quell’atmosfera, come se non avessimo paura di essere scoperti da qualcuno.
Mentre ballo, a volte, mi chiedo cosa dirà Ashton quando saprà di noi.
Senza scherzi, senza mandare a quel paese qualcuno: sono agitato.
Che cosa potrebbe fare?
Ci dividerà?
Riuscirà a sopportare questa cosa?
Domande di tutti i tipi si creano nella mente, e l’unica cosa che so, è che ho davvero paura: paura di perdere June, paura della reazione di Ashton, paura che mi privi dell’unica cosa che conti davvero per me, paura del suo giudizio, paura di soffrire senza di lei.
Solo in questo momento realizzo una cosa.

Non voglio davvero sapere che cosa direbbe Ashton sulla mia relazione con sua sorella.

 


 
Note di Nanek

Ehyyyyyooooo =)
Ma ciao a tutte voi!!!
Ma alloraaaaa ma cosa combinano questi due piccioncini??
Parliamone: Luke è un amore, vuole portarla al ballo ad ogni costo, non è asdfghjkl? Per me sì u.u
June, la nostra povera June si fa convincere e va, e per poco non viene scoperta dal fratello!!! Meno male che Luke ha questo “piano” che lui ritiene “geniale”, ossia fingere che June, o meglio “Juliette” non sappia parlare: povera ragazza ahahaha
Mike e Cal sono Amici preziosi, e anche in questa occasione hanno dato una mano a Luke..
Però, però, siamo davvero convinti che Ash e Sue si siano bevuti questa farsa?
Sue è sempre molto scettica, fa domande su domande, lei è intelligente u.u
Ma Ashton? Avrà capito qualcosa?
Beh, posso solo dirvi che lo scopriremo ;)
Ennesimo capitolo di passaggio, ma spero che vi piaccia =)
Vi consiglio di non perdervi il prossimo invece, perché sarà una vera bomba, stiamo arrivando al clou care mie!! Non perdetevelo!!
Passiamo a voi ora <3

Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le seguite <3 NeneHoran  Cami 1D  holly_octopus  horanscherry  DirectionersLove  Jaredseyes_  _AmandA_  mrsjamesxx  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le preferite <3  ehishrader  Birdy  beez  GraceDirectioner  chevy  DiRECTiONER_4F  vi adoro <3
Grazie a te per aver messo la mia storia tra le ricordate <3  xgreeneyes  ti adoro <3
Grazie a tutte voi per aver lasciato le vostre recensioni <3 xniallsfreehugs  Australian boys  irwinsmile  MyBlueGuitar   itsrowag  oOKanameOo  beez  Lukespenguin  Eleanor_Rigby  vi adoro <3

Aspetto come sempre le vostre recensioni <3
Spero di non deludervi <3
A presto!
Nanek

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Capitolo 12
*** This is the truth ***


Capitolo 12

This is the truth


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*ASHTON’S POV*

Un mese dopo.

È da un mese ormai, che non mi do pace.
È passato un mese dal ballo di Febbraio, e da quella sera, non riesco a togliermi quel pensiero dalla testa.
Eppure Sue me lo diceva che c’era qualcosa di strano, prima di quel ballo, ma non ho voluto darle ascolto, non voglio credere che sia tutto… vero.
Non voglio crederci, è una cosa che mi dà una rabbia tremenda.
Eppure, quella notte, ci sono state troppe coincidenze.
Juliette.
Com’è possibile che Luke non ce ne abbia parlato prima?
Juliette.
Pure questo nome non sembra troppo reale.
Lingua dei segni australiana.
Casualmente pure lei l’ha studiata.
E poi quel vestito blu.
Sono quasi sicuro che fosse uguale a quello che compare in una foto in casa mia.
E poi quel sorriso.
Troppo familiare per essere confuso.
In questo mese, tormentato da questi dubbi, ho studiato il comportamento di mia sorella.
Sempre chiusa in camera, sempre con l’aria spaesata, i suoi voti a scuola sono alti, come se studiare le venisse più semplice, non è più nervosa, ha il viso rilassato, e sta sempre al cellulare a messaggiare.
Quando le parlo, non si rivolge più con fare scontroso, quando le urlo di muoversi, lei non stacca quel sorriso da ebete dalla sua faccia.
Lo stesso sorriso di Juliette.
Esce spesso di casa, e torna alla sera tardi per cenare, come se stare sotto lo stesso tetto le desse fastidio, come se la mia presenza la tormentasse.
La stessa ansia che notavo in Juliette quando la guardavo, quella sera.
No.
Non voglio credere che sia vero.

-Ehy Ash.. a che pensi?- mi toglie dai miei pensieri Sue, appoggiando la sua bocca alla mia: sono disteso per terra, al sole, insieme a lei.
-Sono.. confuso- ammetto, e lei mi ride dietro, prendendomi in giro.
-Sto pensando a quello che mi hai detto. Riguardo June- mi spiego meglio, e lei riprende la sua espressione seria.
-è da un mese che ci penso- continuo, e lei annuisce.
-Dici che June sia davvero Juliette?- domando, titubante, e nervoso per la risposta.
Sue sospira, si appoggia al mio petto.
-Diciamo che.. boh- dice lei,  e io trattengo una risata.
-Perché pensi sia lei?- le chiedo ancora.
Sue ci pensa un attimo.
-Hai mai visto come guarda Luke?-
-Non lo vede mai- rispondo, ed è vero –e quelle poche volte che l’ha visto è stato per.. non so, cinque minuti-
-Al vostro concerto, a Capodanno, ha quasi pianto- confessa, e io mi irrigidisco.
-Pianto? Per cosa?- sono nervoso.
-Stavate cantando Beside You-
-è una canzone triste, commuove tanti- tento di trovare giustificazioni.
-Stava fissando Luke- insiste lei.
-O magari pensava al “tipo misterioso”, magari hanno avuto una crisi- cosa probabile.
-E chi ti dice che il “tipo misterioso” non sia Luke?- deglutisco.
-Non capisco- sussurro.
-Ash, pensaci: l’abbiamo sentita parlare al telefono di un ragazzo che le piace, e che ha un’età diversa dalla sua, ma questo non significa che debba essere per forza più grande di lei, Luke ha tre anni di meno, è più piccolo, vive in un altro mondo, diverso dal suo- mi spiega Sue, ma io so come rispondere.
-Durante quella conversazione June ha detto che si sente immatura a confronto con lui..-
-E Luke non ti sembra più maturo della sua età? June è un po’ bambina rispetto a lui- colpito a affondato.
-June, inoltre, non vuole fartelo conoscere, chiediti il perché- continua lei, e io sospiro.
-Perché io ho sempre deriso Luke per la sua cotta- annuncio.
Sue annuisce, mi rivolge lo sguardo.
-Poi a Capodanno, June e Luke sono spariti nello stesso momento- commenta ancora.
-Luke l’ha vista salire su un albero con il tipo- mi difendo.
-E chi ti dice che non sia lui ad averla portata su un albero? Ash a volte sei talmente cieco, è così palese che sia Luke il tipo misterioso!!- alza il tono di voce.
-Non capisci che lo tengono nascosto per te? Come puoi non averlo capito? Al ballo, “Juliette” aveva lo stesso vestito di June, lo stesso vestito che indossa in una foto, mi sembra il giorno del tuo compleanno, “Juliette” casualmente sapeva usare la lingua dei segni, “Juliette” sembra un nome inventato per non dire “June”, oh insomma! Sei suo fratello! Possibile che tua sia così cieco?-
Sospiro.
Trattengo la rabbia che ho dentro.
-No, io non ci credo, perché se fosse davvero così, sarebbero problemi- taglio corto, alzandomi da terra, avviandomi verso casa.

Sue mi cammina dietro, cerca di stare al passo.
Quando arrivo vicino casa mia, mi blocco.
-Perché ti sei ferm..-
-Shh!- faccio segno con il dito a Sue di stare in silenzio.
Siamo nascosti dietro il tronco di un albero, dall’altra parte della strada, davanti casa mia, e spalanco gli occhi al vederlo lì.
Luke Hemmings sta uscendo in questo momento, sotto i miei occhi, dal cancello di casa mia, la chitarra sulle spalle, un sorrisetto da idiota.
Si rivolge verso una figura, che sta sotto il portico di casa, e vederla lì mi fa raggelare il sangue.
June.
Dentro di me cerco di calmarmi: magari è solo passato per vedere se c’ero, facciamo parte della stessa band, è normale che passi a casa mia, e io non avevo avvisato nessuno che sarei uscito con Sue.
Cerco di convincermi delle mie parole, e sono quasi rilassato al pensiero che Sue si sia solamente sbagliata: guarda troppe serie Tv, ne sono convinto.
Poi, sotto i miei occhi, anche l’ultimo briciolo di speranza che mi è rimasto, mi crolla.
Luke saluta mia sorella, con le mani.
Ma non un saluto qualsiasi, lui la saluta usando la lingua dei segni, e mia sorella ricambia.
-Visto? Ne sei convinto ora?- chiede Sue in un bisbiglio, ma subito mi balza alla mente un’altra possibilità: Luke va da mia sorella per imparare la lingua dei segni, per poter parlare con Juliette.
Quando il biondino si trova piuttosto distante, e mia sorella rientra, sospiro.
-Magari va da lei per Juliette- dico alla mia ragazza, che alza gli occhi al cielo.
-Tu sei proprio un emerito idiota sai? Cosa devono fare per fartelo capire che stanno insieme? Fare sesso sul tuo letto?!- e io rido a sentire queste parole.
-Non stanno insieme- affermo.
-Tu dici? Fossi in te chiederei in giro, sei così rincitrullito che non ti accorgi dei pettegolezzi della gente: non è la prima volta che li vedono girare da soli sai- dice acidamente Sue, facendomi stringere le mani a pugno.
-E tu che ne sai?- la istigo.
Sue abbassa lo sguardo –Mia mamma li ha visti passeggiare- confessa, e io non rispondo, non ci credo, sono assurdità.
-Facciamo così, adesso vado da Mike, lui svuota il sacco con niente, vediamo che dice lui- propongo, e Sue annuisce.

 
Nascondo il mio stato di nervosismo, nascondo agli occhi di Sue la mia preoccupazione, fingendo di essere calmo, convinto delle mie idee, convinto che Luke non mi farebbe mai un torto del genere, con mia sorella per giunta.
Continuo a nascondere il mio disagio anche davanti agli occhi di Mike, che mi accolgono come se niente fosse, quando raggiungo il suo garage, trovandolo seduto su una sedia a provare con la sua chitarra.
-Qual buon vento- mi saluta gentile, e io fingo un sorriso tranquillo.
Dentro di me c’è l’ansia, dentro di me ci sono sentimenti di tutti i tipi.
Non so come cominciare il discorso, non so come fare per incastrare Mike, lo fisso, mentre parla del più e del meno con Sue, lo fisso e mi esplode la testa: ho bisogno di un piano per farlo parlare, ho bisogno di qualcosa di efficace, lui è la mia unica possibilità; Calum non tradirebbe mai il suo migliore amico Hemmings, Luke non mi confesserebbe mai una cosa del genere dopo tutte le mie prese in giro, June non ammetterebbe mai di uscire con uno così piccolo: Michael è l’unico che può darmi risposte, risposte di cui ho bisogno, senza le quali sto andando nel caos più totale.

-Gli altri che fine hanno fatto?- domando di getto, cercando di andare sul generale.
-Calum è a fare shopping con sua sorella, Luke.. credo sia da Juliette- mi risponde, e lo vedo abbassare lo sguardo mentre mi dice dove si trova il biondino.
-Ah.. con Juliette.. non con mia sorella June- continuo io, affrettando le cose, nonostante avessi promesso a me stesso di andare con calma: maledizione alla mia impazienza.
Mike arrossisce, e questo è un brutto segno, l’ho colpito in pieno.
-Lo abbiamo visto uscire da casa Irwin, che ci faceva lì?- interviene Sue, dandomi una mano.
Mike passa lo sguardo da me e lei, confuso, disorientato, balbetta parole senza senso: è in difficoltà.
-I-io non saprei- dice tutto d’un fiato, ma la sua farsa regge poco.
-Andiamo Mike, dicci se è vero o no quello che bisbiglia la gente..- ammicca Sue, e il biondo davanti a noi impallidisce, spalancando gli occhi.
-C-cosa dice la gente?- domanda balbettando, e Sue comincia a spiegare.

Gli dice che la gente fa pettegolezzi poco carini su mia sorella e Luke, gente che li ha visti insieme, a camminare mano nella mano, alcuni dicono di averli visti isolati, nascosti, mentre si scambiavano effusioni, gli dice che la gente non li vede di buon occhio, che dà a June della poco di buono, dicendo che dovrebbe vergognarsi a frequentare un minorenne, che è una depravata, gli dice che sua madre stessa li ha visti passeggiare insieme, e io mi sento male al sentirla pronunciare quelle cattiverie su mia sorella.
Non capisco se le sta inventando, non capisco se sta fingendo, ma mi fa male al cuore al pensiero che mia sorella sia additata come “depravata” o “prostituta” per colpa di uno come Luke Hemmings: no, non riesco proprio a sopportarlo.
Michael ha la bocca serrata, i lineamenti tirati, la pelle impallidita, al sentirla dire quelle cose, e quando Sue ripete di nuovo quelle cattiverie, esplode.
-La gente è stupida, Luke e June stanno benissimo insieme, si vogliono bene, e June non è una depravata, ma che cazzo gliene frega alla gente se Luke è minorenne?!-
E io, al sentire quelle parole, mi sento le gambe molli.
Mike mi rivolge lo sguardo, aria preoccupata invade i suoi occhi, il segreto è stato svelato.
Comincia a chiedermi scusa, per avermelo detto, dato che non era una cosa che doveva fare lui, mi dice di non dargli retta, mi dice che Luke l’ha tenuto nascosto per paura della mia reazione.
Mi garantisce però, che la gente è stupida, che la gente non capisce nulla di amore, che la gente giudica senza sapere, che Luke e June stanno bene, stanno bene per davvero, sono felici, e lui non ha mai visto Luke così preso da qualcuno; mi chiede di non farne parola con nessuno, mi chiede di non reagire male a quella scoperta, che quella storia non deve interessare a nessuno, ma solo a June e Luke.

-Ma vaffanculo Michael!- esplodo, e la mia rabbia ha inizio –Non dovrebbe interessarmi?! Ma cosa cazzo stai dicendo?! Ma tu hai sentito quello che la gente pensa di mia sorella?!- sbotto, e lui spalanca gli occhi alla mia reazione.
-Porca puttana Michael! Mia sorella passa per la “poco di buono” di Sidney e tu mi dici che non sono cazzi miei?!- urlo ancora, in preda da emozioni violente, che se avessero davvero libero sfogo, sotterrerebbero Luke a colpi di chitarra in testa.
-Da quanto cazzo di tempo quel coglione frequenta mia sorella?! Eh?! Avanti dimmelo!- chiedo aggressivo, lui ci impiega un po’ a rispondere.
-Da.. un bel po’- sospira –Da prima che formassimo la band- conclude, e io resto senza parole.
Come hanno potuto tenermelo nascosto?
Come hanno solamente pensato che non l’avrei scoperto?
Sospiro rumorosamente.
-Avanti Ashton, tua sorella sa quello che fa, e Luke non è un bambino- cerca di tranquillizzarmi, ma l’effetto finale è solo l’opposto.
-Per colpa di quel coglione, mia sorella è lo zimbello di questo quartiere!- urlo ancora, e sento Sue prendermi per il braccio.
-Calmati Ash.. avanti, non vorrai davvero dar retta a quei pettegolezzi? Non è importante quello che dice la gente.. noi volevamo solo sapere la verità- dice quasi in un sussurro.
-Questa storia deve finire- dico secco, stringendo i denti.
-Non fare l’idiota adesso, non sono affari tuoi quello che sceglie tua sorella, Ashton non fare il bambino- mi rimprovera Sue, facendomi girare ancora di più i nervi.
-Non fare il bambino?! Certo, ovvio, tanto mica è tua sorella quella che viene derisa, logicamente! Voi, tutti voi, non capite un cazzo! June è mia sorella, e non si merita quelle cattiverie-
-Ma tu non puoi farci niente per evitarle, la gente parla sempre..- interviene Michael.
-Posso eccome, basta far finire questa storia- concludo, cominciando a camminare verso casa, lasciando Sue e Michael impalati.

No, non permetterò a nessuno di commentare ancora.
No, non permetterò a nessuno di deridere o di additare mia sorella.
No, nessuno si può permettere di offendere chi più mi è caro.
No, questa cosa deve finire, non la posso sopportare.
E no, caro Luke Hemmings, non sarai di certo tu a farmi cambiare idea.

 


 
Note di Nanek

Ehyoooo!
Ed eccoci qui con il capitolo che io definisco “BOMBA!”, bomba perché finalmente, ASHTON HA SCOPERTO LA VERITà!! E finalmente, la sua tanto attesa reazione è stata svelata!
Chiedo scusa a chi si aspettava un Ash ragionevole, benevolo che avrebbe accolto i due piccioncini a braccia aperte, ma sfortunatamente, non è così, però però però, c’è un motivo di fondo, che negli scorsi capitoli, a nessuno è mai importato (neanche a me): l’opinione della gente.
Ash è perso nei suoi pensieri per farci caso, mentre i due fidanzatini sono troppo presi l’uno dall’altro per accorgersene, però la gente, a parole di Sue, parla, e parla male di loro, ma in particolare, parla male della nostra povera June: spero che questo Ash arrabbiato vi faccia un po’ di tenerezza (per ora) dato lui vuole solo “il bene di sua sorella”.
Bene insomma, quello che avevo da dire l’ho detto, concludo dicendo che.. siete in 70 magnifiche persone a seguire questa storia, le visite sono tantissime, infatti vi ringrazio per le 1141 visite al primo capitolo <3 ma quello che volevo chiedervi era.. visto che siete così tante.. non è che potreste lasciarmi giù qualche pensierino anche voi, lettrici fantasma? Ormai siamo al clou della storia, e vorrei sapere davvero che ne pensate! =)
Passiamo alle nuove arrivate =)

Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Preferite <3 leasmjle  Lamy_hemmo1996 martinadimeglio00   Panda_Elefante   hellopayne  HUGME_1D  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Ricordate <3 _lolly_lol  ForeverYoung_1D  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Seguite <3  fakesmile_  Verityfelicity  jamesupra  stabilo  MovesLikeLiam  Justin_is_swag  xnjallsfood  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver lasciato le vostre Recensioni <3 calumseyes  irwinsmile  Australian boys  fakesmile_  GraceDirectioner  itsrowag  Eleanor_Rigby  Sabry1701
vi adoro <3


Per ora, questo è tutto! Spero di trovare le vostre recensioni, e spero di non deludervi <3
A presto care mie!
Nanek

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Capitolo 13
*** Nothing is fine ***


Capitolo 13

Nothing is fine, I’m torn



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*JUNE’S POV*

Dimenticare il cellulare a casa è stata proprio una genialata.
A volte so essere davvero la persona più sbadata del mondo: dopo aver salutato Luke mi sono rifugiata in biblioteca a studiare, e siccome avevo il turno in discoteca, mi sono portata via la cena al volo, in modo da non fare tardi: mentre cucinavo ascoltavo l’ipod, le canzoni registrate da Luke, e con quella voce nelle orecchie mi sono persa.
Rincitrullita al massimo, tanto da farmi uscire di casa senza telefono, lasciato a marcire in camera, sopra la scrivania.
Fortunatamente c’era un bel po’ di movimento questa sera, la discoteca strabordava di gente, non restavo ferma ad annoiarmi neanche un minuto, era tutta una corsa per servire i ballerini assetati.
Luke non è molto felice del mio lavoro, me l’ha detto chiaramente prima di salutarmi: anche lui, peggio di mia madre, da quando mi ha “salvata” dal maniaco, ha paura a lasciarmi andare lì, ha paura che possa accadere di nuovo, e teme che io finisca in qualche guaio, vista la sua assenza; io rido al sentirlo così in pena per me, ho vent’anni, so cavarmela, e i soldi mi servono, lui lo sa, non mi piace fare la mantenuta di casa, i miei capricci vorrei potermeli pagare da sola, mia madre ha altri due figli da mantenere, e io non sono nessuno per costringerla a pagarmi tutti i miei sfizi, ho braccia e gambe funzionanti, un cervello sveglio, un lavoro posso gestirlo.
Appena varco la porta di casa, noto la luce fioca della lampada appoggiata al tavolino in soggiorno, accesa.
Sorrido, dev’essere opera di mia mamma, mi lascia sempre quella luce accesa, dice che è per farmi entrare in casa con più tranquillità, senza farmi intimorire dalle ombre notturne.
La luce fioca però, illumina qualcosa.
Vedo delle gambe, vicino a quella luce, mi sale in cuore in gola.
In un movimento rapido, mi affretto ad accendere la luce più grande, che illumina l’intero salotto, e vedermelo lì davanti, mi fa spaventare a morte.

-Ashton! Cazzo, mi hai fatto perdere dieci anni di vita! Ti pare il modo di mettersi lì?!- porto una mano all’altezza del cuore, batte all’impazzata, che spavento.
Mio fratello Ash siede sulla poltrona, le braccia incrociate sul petto, il viso serio, come se mi stesse aspettando.
-Che hai?- gli chiedo, e lui mi rivolge uno sguardo glaciale.
Ho paura di quello sguardo, non promette mai nulla di buono.
-Non hai nulla da dirmi, June Julie?- domanda.
Perfetto insomma, l’intero nome di battesimo, qua dev’essere successo qualcosa di grave.
Che abbia scoperto che gli ho fregato i suoi biscotti?
Eddai, erano pochi, saranno stati cinque o sei, e dovevo andare in biblioteca, avevo bisogno dello spuntino, non può essersi arrabbiato così tanto per questo, o almeno, è esagerato ad avermi aspettato fino alle tre di notte per questo.

-Eddai, non sarai mica arrabbiato per via dei biscotti..- cerco di dire, e lui spalanca gli occhi: qualcosa mi dice che non è questo l’argomento.
-Che hai fatto ai miei biscotti?!- chiede scontroso, e io rido.
-Erano buoni- gli rispondo, e lui mi guarda stupito, per poi riprendere la sua espressione seria.
-Non è questo che intendevo- la sua voce è fredda, e io non capisco dove vuole andare a parare.
-Che è successo? Dai Ash muoviti, vorrei andare a dormire- dico sbadigliando, sono leggermente stanca.
-Quando avevi intenzione di dirmi che tu e quel coglione di Luke state insieme?-
Mi manca il respiro.
Al sentire quelle parole, mi si raggela il sangue.
Come fa a sapere?
Chi gliel’ha detto?
La sua espressione mostra chiaramente quanto sia arrabbiato.
Perché la sta prendendo così male?
Oddio ma che è successo?
Abbasso lo sguardo, non so che rispondergli.
-Ti ho fatto una domanda June, abbi almeno il coraggio di rispondere-
Ah, fa pure lo strafottente? Beh, caro Ash, hai trovato pane per i tuoi denti.
-Non sono cazzi tuoi- rispondo a tono, da quanto tempo non mi rivolgevo così ad Ashton? Tanto tempo, e solo grazie a Luke, che riesce sempre a tirare fuori il meglio di me.
-Non sono cazzi miei dici?!- dice a voce più alta, e io temo che svegli la mamma e Harry.
-Non urlare, idiota, usciamo- suggerisco, e lui, alzandosi brutalmente, si dirige fuori casa, seguito da me, che deglutisco appena, sperando di riuscire a chiarire tutto.

Ci mettiamo poco distanti da casa, nel vialetto, e non appena Ashton si ferma, sospiro, pronta ad accogliere le sue parole.
-Non voglio che tu ti veda con quel coglione- dice freddamente, e io sorrido.
-Credi che io ti dia anche ascolto? Fatti gli affari tuoi- rispondo con tono tranquillo, come se le sue parole non mi avessero sfiorato neanche di striscio.
-Questi sono affari miei June! Cazzo, sei così cretina da non accorgerti dell’opinione della gente!- mi ringhia contro, e io ancora una volta, riesco a non agitarmi.
-A me non importa quello che dice la gente, io sto bene così-
-Oh ma certo, sei solo considerata la depravata del quartiere che si porta a letto un minorenne, tanto, a te cosa importa- ribatte ancora, nel tentativo che la cosa mi sfiori veramente.
-Possono dire quello che vogliono, Ashton, ma a me, non importa nulla-
-La tua immagine è sporcata da quel coglione- gli tirerei volentieri un sasso in testa se non la smette di offendere Luke.
-E a te cosa cazzo importa della mia immagine Ashton?! È la mia vita, sono le mie scelte, e decido io cosa fare, non sarai di certo tu a farmi cambiare idea! Io sto bene con Luke, sto benissimo, e la gente può dire quello che le pare, se sono tutti all’antica e credono che la donna debba essere sempre accoppiata a un uomo più grande, sono cazzi loro, non miei, lo vuoi capire o no?! Che problema hai con questo eh? La pensi anche tu come loro? È per questo che ti comporti così?-

Nel pronunciare queste domande, il sangue mi si raggela, e una parte di me mi fa provare paura mentre aspetto la sua risposta.
Ashton abbassa lo sguardo, non dice niente, e io mi sento trafitta da qualcosa, qualcosa di orribile, che mi fa male, un male tremendo, un male mai provato prima.
Il suo silenzio è una risposta, la risposta che speravo di non dover sentire.
Mio fratello la pensa come tutta la gente che ci circonda, dà ascolto ai loro pettegolezzi, dà ascolto alle loro cattiverie, le considera vere.
Mio fratello, con il suo silenzio, mi sta dando della depravata, della prostituta che si frequenta con un minorenne.
Mio fratello, con il suo silenzio, è riuscito a farmi più male di tutte le persone che mi additano, lui, da solo, ha l’effetto più potente di un’intera folla di idioti, a cui io non do ascolto.
Mio fratello, a cui voglio un bene dell’anima, è riuscito a farmi venire le lacrime agli occhi dall’odio che provo per lui in questo momento.
-Ringrazia Luke se ti fa stare ancora nella tua adorata band, perché se fosse per me, meriteresti di stare da solo, da solo con la tua ignoranza- un singhiozzo mi fa fermare.
-Sappi che d’ora in poi, non voglio più sentire la tua voce rivolgersi a me, in nessun contesto, tu per me, non esisti più- dico freddamente, per poi voltarmi e correre verso casa, con le lacrime che mi rigano il viso.

Salgo le scale di casa, piangendo piano, non voglio che mia mamma mi senta, non voglio nessuno in questo momento.
Mi chiudo in camera, chiudo a chiave, e mi butto sul letto.
Mio fratello la pensa come loro.
Mio fratello, l’unica persona che dovrebbe proteggermi, la pensa come loro.
Mio fratello, invece di fare finta di non sentirli, mi chiede di lasciare Luke.
Luke, il mio Luke, la persona più importante che ho.
Secondo mio fratello, colui che “rovina la mia immagine”.
Come può davvero credere una cosa del genere?
Come può credere davvero che il mio Luke sia una rovina per la mia immagine?
Luke è il mio mondo.
Luke è la persona più importante che ho.
Luke, quanto lo amo, quanto amo lui e la vita che mi fa vivere.
Come può Ashton chiedermi di lasciarlo?
Da quando è così importante l’età tra due persone?
Da quando, mio fratello è diventato così stupido?
Lui non vuole la mia felicità, lui vuole privarmi della mia felicità.
Ma io non glielo permetto.
Non lo permetterò a nessuno di mettersi tra me e Luke, per nessuna ragione al mondo.
Luke è troppo importante per me, e non saranno di certo le opinioni delle persone idiote a fermarmi.
Io sono felice con lui.
Lui è felice con me.
Perché alla gente non può bastare questo?
Perché la gente si diverte a sporcare le storie altrui con cose senza senso?
Depravata.
Perché dovrei essere una depravata?
Perché amo qualcuno?
Perché provo sentimenti anche io?
È per questo che sono una poco di buono?
Perché provo sentimenti umani?
Ma vaffanculo a tutti.
Compreso te, caro Fletcher.
Mi alzo dal letto, in cerca di un fazzoletto, l’occhio  mi cade sul cellulare appoggiato sulla scrivania: lampeggia.
Lampeggia all’impazzata il mio telefono, e mi affretto a prenderlo: 28 nuovi messaggi, 36 chiamate perse.
Il mittente principale è sempre lui: Luke <3
Alcuni messaggi sono di Mike, saranno cinque-sei, si scusa, dice che non voleva dirlo ad Ashton ma che lui e Sue sono andati apposta per fargli svuotare il sacco.
“Hanno cominciato a dirmi quello che la gente pensa di voi, e io non ci ho più visto =( ti prego scusami, io volevo solo difendere i miei amici, ti prego perdonami!!”
Dolce Mike, non devi preoccuparti di nulla, sono felice che almeno tu, mi voglia bene.
Mi affretto a rispondergli, dicendo di aver scordato il cellulare a casa.
“è per questo che non ho risposto! Stai tranquillo Mike <3 grazie invece, almeno tu mi capisci =) non essere triste, è tutto a posto =)”
Le chiamate perse sono solo di Luke.
Apro alcuni messaggi.
“June rispondi per favore! È successo un casino! Io taglio la lingua a Mike”
“June per favore rispondi!!”

“June ti prego, non evitarmi, lo giuro Mike non voleva dirglielo! Ma Ash è andato lì con Sue e l’hanno messo in difficoltà!”
“JuJu ti scongiuro, Mike non è cattivo, non l’ha fatto apposta, ti prego rispondimi =(“

“JuJu, tuo fratello è venuto a dirmi su, vuole che non ci vediamo più, ma io l’ho gentilmente mandato a quel paese. Ma ti prego, non abbandonarmi, ti prego”

“JuJu, tu sei importante per me, sei la cosa più importante che ho, non lasciarmi, non abbandonarmi, Ashton se ne farà una ragione! Ti scongiuro June rispondimi!”

“June.. ti prego, sto impazzendo, rispondimi”
Cazzo.
Premo il tasto verde, mi porto il cellulare all’orecchio.
Il telefono squilla solo due volte, poi una voce, dall’altra parte, mi risponde.
-Sì?-
-Luke?-
-June? June sei tu? Oh grazie al cielo.. ma dove cazzo eri finita?!-
-Luke scusa, scusa, sono idiota, non volevo abbandonarti, ho lasciato il cellulare a casa e oggi avevo il turno in discoteca, perdonami Luke, lo giuro non l’ho fatto apposta..- e su queste parole, vengo travolta nuovamente dalle lacrime, senza un perché.
-JuJu? Ehy? No piccola non piangere, ti prego non piangere, si sistema tutto, te lo giuro-
-H-ho bisogni di te- riesco a dire nei singhiozzi.
-Non piangere, ti prego-
-I-io non capisco perché lui fa così.. io non.. – e non riesco più a parlare.
-June, June ascoltami, dove sei? Sei a casa?-
-Sì, scusa, non volevo chiamare a quest’ora..- singhiozzo ancora.
-Vieni giù, arrivo tra poco, ti aspetto June, non ti lascio-
Riattacco.
Sospiro, sento i singhiozzi calmarsi un poco, mi guardo allo specchio, e i miei occhi rossi mi fanno solo ancora più male.
Metto il cellulare in tasca, apro la porta e mi dirigo giù per le scale.
Vado in cucina, devo lasciare due righe alla mamma, non voglio che si preoccupi per me, un piccolo post it giallo non mi porta via troppo tempo.

 
“Mamy, non dormo a casa, torno domani, sto da Abby così domani ripassiamo di brutto insieme, non preoccuparti per me. June”
 
Lo lascio sopra al tavolo, spero riesca a vederlo quando farà colazione.
Quando alzo lo sguardo, noto mio fratello Ashton, mi sta fissando.
Vorrei solo sotterrarlo in questo momento, prenderlo a schiaffi, fargli provare tutto quel male che sto provando io, ma mi limito a passargli accanto, senza neanche sfiorarlo, il mio silenzio e la mia indifferenza sono armi potenti.
Sospiro mentre apro la porta di casa, sospiro ancora quando la richiudo alle mie spalle, sospiro perché so che sto per crollare di nuovo.

Cammino veloce, raggiungo il cancello di casa, esco, e mi siedo sul marciapiede, le gambe attaccate al petto, avvolte dalle mie braccia, il viso sulle ginocchia, gli occhi che mi bruciano, l’ennesima lacrima che mi riga il viso e dà inizio ad un nuovo pianto.
Non so quando tempo passo così, a singhiozzare, da sola, ma non passa troppo tempo, quando due braccia mi avvolgono da dietro, quando delle labbra mi sfiorano l’orecchio, e una voce calda mi dice di non piangere.
Mi giro verso di lui, e quasi balbetto il suo nome.
Mi fa alzare in piedi, e mi stringe al suo petto, il suo profumo mi avvolge, il suo calore mi avvolge, e io mi sento più protetta.
Stringimi ti prego, più del solito.
Stringimi, perché sei l’unica cosa che in questo momento mi fa bene.
Stringimi, perché mi sento sola.
Stringimi, perché per la prima volta mi sento fragile e spaventata.
Stringimi, perché ti amo, e sono una vigliacca a non dirtelo.
Stringimi, perché non ho mai avuto così bisogno di te prima d’ora.
Stringimi Luke, perché sei l’unica persona che conta per me.



 
Note di Nanek

Ehyoooooooo =)
Beh, non vi ho avvisate, ma non credete che pure questo capitolo sia una bomba? :D
Ebbene sì care mie, la nostra June ha.. come dire.. “chiuso” con Ashton! Se nel precedente capitolo la maggior parte di noi credeva che Ash lo facesse solo per il “bene” della sorella, in questo capitolo June lo ha fatto apparire come un emerito idiota che CONDIVIDE (dannazione a te Ash) il parere della gente.. o almeno, lui e il suo silenzio, hanno fatto in modo che la sua immagine risultasse così, cioè un perfetto idiota; June, povera June, lascia il cellulare  a casa una giornata ed esplode il putiferio: Mike che chiama e chiede perdono, Luke disperato che crede che sia finita, un bel casino insomma, ma che si conclude con questo abbraccio finale, che mi ha fatta un po’ commuovere.. povera June, non è bello amare qualcuno e oltre ad essere additata dagli altri, pure chi ti sta più a cuore (il fratello) ti dà contro.
Speriamo che la situazione riesca a mettersi un po’.. a posto diciamo. Voi che ne pensate cmq? Aspetto i vostri commenti u.u
Passiamo a voi <3

Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Preferite <3 valentina_lovesidols  Geo7bello  Directioner_02  1Dmyreasontobe  NJHoranslastfirstkiss  stylesnewdoll  ZaynMaliklove4ever xholyshjt vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Ricordate <3 Gemmi  NJHoranslastfirstkiss isn_t_she_lovely  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Seguite <3 Nerhs  phenda  Bree Blake  NJHoranslastfirstkiss  niallhugssme  xradicalchic  LittleStyles_J_   isn_t_she_lovely  liamstoys  Smile_LWWY  Sarayolo  ZaynMaliklove4ever MuchBetter  HelloNialler  __cannonball vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver lasciato le vostre Recensioni <3 _lolly_lol  Giorgia Hemmings  Xfreehugs5sos  Carlotta Horan  Sabry1701  Eleanor_Rigby  DiRECTiONER_4F  calumseyes  AustinHug  Geo7bello  irwinsmile  Smile_LWWY  La ragazza riccia vi adoro <3
Grazie a voi per i vostri commenti brevi <3 Geo7bello   NeneHoran  vi adoro <3

Per ora è tutto ;)
Al prossimo aggiornamento! ;) grazie di tutto <3
Nanek

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Capitolo 14
*** Tonight I’m gonna hold you so close ***


Capitolo 14

 
And when the daylight comes I’ll have to go, but tonight I’m gonna hold you so close



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*LUKE’S POV*

Questo posto.. da quanto tempo non ci vengo più.
Un posto isolato, ma non troppo distante dalla città, eppure così silenzioso da farti sembrare in un altro pianeta, dove il rumore delle macchine non arriva, dove le chiacchiere delle persone sono solo un’illusione, dove solo gli alberi e il cielo sono a tenerti compagnia.
Questo posto, questo piccolo bosco, dove è decisamente impossibile perdersi, era il mio rifugio: ci venivo spesso per trovare pace, ci venivo quando tutto andava male, ci venivo quando con Aleisha le cose andavano in peggiorando, ci venivo quando la musica non riusciva più a soddisfarmi e volevo solo vendere la mia chitarra, per donarla a qualcuno che la sapesse usare meglio di me.
Eppure, da quando ho incontrato lei, questo posto non l’ho più raggiunto, l’ho dimenticato, come se mi ricordasse solo le cose tristi che vivevo prima di stare con lei, come se lei fosse un raggio di sole sulla mia vita, che mi dà la forza di non cercare questo piccolo rifugio, perché lei, mi dà la forza necessaria per andare avanti.
Eppure, a distanza di mesi, eccomi di nuovo qui, seduto sui teli mare che ho portato, eccomi di nuovo qui, a notte fonda, circondato dal profumo degli alberi, osservato dalle stelle, puntini piccolissimi in questo cielo blu, eccomi di nuovo qui, ma con lei, seduta davanti a me, ancora un po’ singhiozzante; l’avvolgo, e cerco di calmarla, ma lei ha bisogno di tempo, lei è triste.
Il mio raggio di sole è triste, sconvolto, tormentato, e io non sono in grado di fare nulla.
Suo fratello è un autentico idiota, e se fosse per me, dovrei frantumargli la sua batteria in testa, solo per fargli provare un po’ di dolore, solo per fargli capire quanto June stia soffrendo a causa sua, perché non è tanto la gente a preoccuparla, ma lui.
Possibile che non si renda conto di quanto June gli voglia bene?
Possibile che non si renda conto quanto la sua opinione valga per lei?
Possibile che non possa accettare le cose come stanno e farsi i cazzi suoi?
Se Ashton Irwin cominciava a piacermi, ha perso tutti i punti che gli avevo dato, e l’odio verso di lui sta ricominciando a farsi sentire.
Lo odio perché ha ferito June, lo odio perché ha ferito l’unica persona di cui mi importa davvero, ha offeso lei, che non merita le cattiverie e l’opinione stupida e contorta della gente, lei che non merita di essere additata da nessuno, lei che dovrebbe essere difesa dalle persone che le stanno accanto, e non essere ulteriormente ferita da queste: possibile che Ashton non lo capisca?
E io lo odio, lo odio con tutto me stesso, perché la mia June piange, perché la mia June non sa che pensare, perché io e lei stiamo bene insieme, e non abbiamo bisogno di ulteriori casini.
Le ho asciugato le lacrime cercando di trattenere le mie, l’ho avvolta a me e ho cercato di farle sentire tutto quello che provo per lei, le ho sussurrato parole d’affetto all’orecchio, nella speranza di calmarla un po’.
Ed infine, l’ho portata qui, nel mio angolo segreto, nella speranza che questa pace che ci circonda, scacci via le nuove preoccupazioni che dovremo affrontare.
Il vento ci sfiora le guance, muove appena i nostri capelli, ci stringiamo ancora di più, avvolti dalle coperte pesanti che ho portato.
June si gira verso di me, il suo viso non lascia spazio al suo solito sorriso, il sorriso che amo di June; l’avvicino a me, facendo toccare le nostre labbra, facendola avvicinare ancora di più, distendendoci per terra, l’uno accanto all’altra.

Mi accarezza il viso con le sue dita, così fine, così morbide, mentre io lascio passare la mia mano sotto la sua felpa, sotto la sua maglia, fino a sfiorare la sua pelle calda, e quasi la sento sobbalzare, a causa delle mie dita fredde.
La mia mano, in seguito, va a slacciare la cerniera di quella felpa, lentamente, interrompendo il silenzio di questo posto, unendosi al rumore delle nostre labbra che si intrecciando tra di loro; le sfilo la felpa, la maglietta, e non appena la sua pelle rimane coperta solo dal reggiseno, l’avvolgo ancora di più a me, cercando di tenerla al caldo, avvolgendo la coperta a noi.
Le sue mani si allontanano dalle mie guance, e con una lentezza quasi straziante, vanno a compiere lo stesso gesto delle mie, sfilandomi felpa e maglietta, facendomi restare a petto nudo, cominciando a sfiorarmi, a passare i contorni del mio petto, per poi scendere, e disegnare cerchi sul mio ombelico, facendomi rabbrividire.
Le mie mani sfiorano il suo corpo, le sue fanno lo stesso con il mio, fino a togliere ogni pezzo di stoffa che ci separa.
June passa sotto di me, quando anche l’ultimo indumento è tolto, e cerco di avvolgerla, ha freddo, ha la pelle d’oca, e queste coperte sembrano non essere abbastanza; le nostre labbra non si lasciano mai, le nostre mani giocano sui capelli, sulle braccia, sulla schiena, per poi intrecciarsi a volte, e lasciarsi di nuovo, per procurare l’uno all’altro quei brividi di cui abbiamo bisogno.
I nostri respiri cambiano, i nostri baci sono più veloci, siamo tesi, i muscoli sono corde di violino pronte a cedere; le accarezzo la gamba, lei la scosta appena dall’altra, porto le mie labbra al suo collo, e la sento lasciarsi andare ad un gemito più forte non appena entro in lei.
Ci muoviamo mano a mano più velocemente, i nostri gemiti, le nostre labbra che sfiorano le nostre pelli, sono l’unica melodia in questo posto; la notte ci protegge, le stelle sopra di noi, la luna nascosta da una nuvola, come se non fosse il momento per farsi vedere, il buio ci avvolge, ma l’immagine di June è ben chiara ai miei occhi, ogni singola parte di lei è nella mia mente, è nel mio cuore.
Raggiungiamo l’apice, lasciandoci andare, lei dice il mio nome, io dico il suo, per poi baciarla, e distendermi accanto a lei, raccogliendola in un abbraccio, coprendola il più possibile con la coperta, mentre il suo viso si appoggia al mio petto, i nostri piedi, le nostre gambe, si intrecciano ancora, come a non voler perdersi mai.
Bacio i capelli di June, la sento intrecciare la mano con la mia.
-Dormi JuJu- le sussurro appena, senza ricevere risposta, mentre io fisso il cielo, e mi perdo in quelle stelle.
Le unisco con il pensiero, quei puntini bianchi, così lontani dai miei occhi, e cerco di creare la lettera “J”, sorridendo, non appena riesco nel mio intento.
Ti amo June, riesco a pensare, ma senza neppure sussurrarglielo, per la troppa paura di sembrare uno scemo, eppure, mi sembra la cosa più naturale del mondo.
Chiudo gli occhi appena, e mi lascio travolgere da un finto sonno, che viene cancellato dalle prime luci del mattino, che arrivano fioche ai miei occhi: June dorme ancora, la mia mano non si è tolta dalla sua, il mio braccio l’avvolge ancora, e io comincio a bearmi della sua immagine mentre dorme; gli occhi chiusi, il viso tranquillo, la bocca leggermente aperta, i capelli in disordine, sembra una bambina, una bambina bellissima, che io amo, e che non vorrei mai lasciare.
Le bacio la testa, e la sento muoversi appena.

Mi guarda, con gli occhi ancora mezzi travolti dal sonno, socchiusi, ma che lasciano trasparire appena quel colore, quegli occhi blu, che mi hanno fatto innamorare; sorride appena, e mi bacia la punta del naso, per poi cominciare a stiracchiarsi.
Ci rivestiamo, per poi sederci ancora insieme, gli ultimi minuti, prima di tornare verso casa: io devo farmi trovare nel letto, o passerò dei guai, ne sono certo.
Ma non è ancora il momento, c’è ancora tempo, e io ho voglia di stare qui, con lei, ho voglia di starmene in pace.
-A me non importa quello che pensa la gente- le confesso, sentendola irrigidire, non si aspettava che riprendessi questo argomento.
-Non mi importa, io sto bene così, e non permetterò a nessuno di ostacolarci- continuo, appoggiando il mento sulla sua spalla –Sei troppo importante per me, June- le bacio il collo.
-Cosa facciamo con Ash?- chiede titubante.
-E chissenefrega di Ash, a me importa solo di una Irwin, e sei tu- la sento ridacchiare appena.
-E con la band?- domanda ancora.
-Lo caccerei volentieri, se non fosse così dannatamente bravo, tu non puoi sostituirlo?- scherzo, e lei ride, facendo di “no” con la testa.
-Se ne farà una ragione, gli serve solo tempo- concludo, abbracciandola ancora.
-Perché vedi sempre il lato più positivo della situazione?-
-Perché le persone che ci vogliono bene non vogliono davvero il nostro male, Ash è tuo fratello, magari deve solo abituarsi all’idea, ne sono convinto June, non farebbe mai nulla per dividerci, fa lo strafottente, ma non è cattivo, è un orsetto- e su questa frase, June ride ancora.
 
-Dove vai tu adesso?- le chiedo, non appena siamo dietro casa mia, dove da perfetto atleta mi arrampicherò sull’albero per rientrare in camera.
-Vado al bar dell’Università, sperando sia già aperto, anche se sono le 6:50, ma ci impiego un po’ ad arrivare, andrò con calma- mi spiega lei, e se casa mia fosse nuovamente deserta, la farei stare volentieri con me, ancora un po’.
-Vuoi stare qui?- chiedo lo stesso, sfidando il destino.
-Sei pazzo? Meglio di no, tua madre non la voglio conoscere per ora..- dice ridendo, le chiedo il motivo.
-Vi assomigliate un casino, solo che lei mi guarda con aria cattiva, ne sono certa- mi spiega, e io non capisco quando possa averla vista.
-Ero al supermercato, non è stato difficile riconoscerla, e mi ha fulminato per aver preso l’ultima scatola di cereali, temevo mi uccidesse-
-Ah ecco perché sono rimasto senza cereali per una settimana intera! Ladra!- rido io, e lei ricambia con la sua risata, per poi avvicinarsi a me, lasciarmi un bacio sulle labbra, e sussurrarmi che ci vediamo più tardi.
La guardo camminare lontana, la guardo camminare, con una coda improvvisata, la sua borsa più leggera del solito, dato che le mancano alcuni libri di cui ha bisogno, la guardo camminare e sorrido.
Credo che come June non ci sia nessuno.
Temevo davvero tanto la reazione di Ashton, e questa svolta, tuttavia, non ha fatto altro che farmi attaccare ancora di più a sua sorella.
Non la voglio lasciare, non la voglio perdere, per nessuna ragione al mondo, e solo il cielo sa quanto farei per lei, pur di vederla sempre felice, pur di trovare i suoi occhi sempre lieti di vedermi, pur di trovare sul suo viso il suo sorriso.
Il cellulare mi vibra nella tasca, è arrivato un messaggio.
“Sì, anche a me non importa quello che dice la gente, l’importante siamo noi. Sei importante Luke. Xx June”




Note di Nanek

Sono in mega anticipo direi, dopo pochi giorni eccomi di ritorno!
Ma a tutto c’è un perché, care lettrici!
Ho una doppia brutta notizia da darvi, e spero non mi odierete per questo, spero inoltre che questo capitolo un po’ tendente al rosso vi piaccia e mi garantisca il vostro perdono..
Parto! Nel senso che: vado in vacanza (lo so è appena cominciata la scuola ma io sono una bad girl e me ne vado a LONDRA!)
Ho aspettato tutta l’estate questo momento, ed è arrivato! Starò via un po’, e non mi porterò dietro il pc per postare, per un semplicissimo motivo: il mio pc fa scherzi, e ha bisogno di un controllo dal tecnico! Quindi, io vado in vacanza, lui va dal dottore, e quindi, ci assenteremo un po’, ma torneremo presto, ve lo prometto =)
Il capitolo.. vi lascio con un po’ di speranza, un capitolo pieno di dolcezza, e di positività, spero vi piaccia, e spero possa tenervi compagnia nella mia assenza <3
Passiamo a voi <3

Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Preferite <3 directionermixer99  itshoranbabe  Lou_Live vi adoro <3
Grazie a te per aver messo la mia storia tra le Ricordate <3 Tati98  ti adoro <3
Grazie a tutte voi per aver messo la mia storia tra le Seguite <3 Tati98 5sosvoices _Vale99Vale_ niallspringles fletchersdrums_  mcassyunicorno  Ciaociaopaiipi  vi adoro <3
Grazie a tutte voi per aver lasciato le vostre Recensioni <3 Xfreehugs5sos Mashton _lolly_lol Australian boys irwinsmile Smile_LWWY  Carlotta Horan  fakesmile_  Eleanor_Rigby  ZaynMaliklove4ever vi adoro <3


Per concludere: mi hanno chiesto di mettere una foto di June..
Allora, devo essere sincera, ho provato a cercare June nelle varie modelle castane dai capelli mossi, e gli occhi blu.. ma se devo essere sincera: non sono la mia June.
June è una ragazza qualunque, la sua bellezza non è simile a quella delle ragazze da copertina, June è semplice, una ragazza qualunque, genuina, la classica che si trova per strada, o in biblioteca, June è una ragazza normale, come tutte noi ;)
Ed è per questo, che io voglio lasciare a voi la decisione di immaginarvela come più vi piace <3 siete libere di farlo, la vostra immaginazione è la cosa migliore ;)
Al prossimo aggiornamento! Spero di riuscire a tornare presto! <3
Grazie di cuore a tutte <3
Nanek

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Capitolo 15
*** If you are alone say my name ***


Capitolo 15

But if you are alone say my name



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*JUNE’S POV*

Sono passate diverse settimane da quella notte, sono passate diverse settimane da quando io e Ashton abbiamo litigato.
Non mi parla più, neanche per chiedermi di passargli il sale a tavola, neanche per chiedermi semplicemente come sto: esattamente come gli ho ordinato di fare.
Non sto quasi mai a casa, o almeno, ci resto il meno possibile, non voglio vederlo, non voglio stare nella stessa stanza con lui per più di dieci minuti; ringrazio la sua scuola, che lo fa pranzare via, ringrazio le sue materie extra, che lo tengono lontano anche di pomeriggio, così io, posso incrociare i suoi occhi solo alla sera, magari all’ora di cena, quando non ho il turno in discoteca, o quando non ho impegni con Abby o Luke.
Luke e Ashton si parlano, perché Luke è una persona meravigliosa, e lo vuole tenere nella band, nonostante le lamentele da parte di Michael e Calum, che vorrebbero solo far evaporare il batterista, ma Luke non è cattivo, Luke sa quanto mio fratello sia indispensabile, e Luke, in fondo in fondo, gli vuole bene, a mio fratello; vuole bene ad Ashton, nonostante gli abbia detto chiaramente di essere contro la nostra relazione, Luke perdona, abbassa lo sguardo, e va avanti, sopporta, e non gli interessa quello che pensa, perché secondo lui, mio fratello ha solo bisogno di tempo per pensarci, per abituarsi.
Quando sono alle prove poi, non parlano di noi, non parlano di me, loro sono una band, e come tale, devono essere uniti, e lasciare i problemi della vita fuori dalla musica, fuori dal loro gruppo, perché tutti e quattro mirano a qualcosa di grande, qualcosa di bello, e i problemi tra fratelli non saranno di certo ostacoli impossibili da superare.
E io, in cuor mio, sono felice che ci sia questa pace tra di loro, perché anche io, in fondo, voglio solo che Luke, Ashton, Mike e Calum, riescano a realizzare i loro sogni, perché so benissimo che possono farcela, perché loro hanno talento, ne hanno da vendere, e un giorno, avranno quel che vogliono.

Sospiro, mentre penso a queste cose, e delle labbra mi baciano la spalla nuda, facendomi rabbrividire.
Sento le sue mani, che mi tirano verso di lui, facendo combaciare la mia schiena nuda con il suo petto, sento i suoi piedi intrecciarsi ai miei, sento il suo profumo che mi invade, e io mi sento in paradiso.
Mi giro, verso di lui, per unire le mie labbra alle sue, mentre le mie mani vanno a giocare tra i suoi capelli.
Il buio che ci circonda, la quiete della sera ci avvolge, è appena scoccata la mezza notte, e siamo nel suo letto, la casa deserta.
I genitori di Luke sono partiti lo scorso pomeriggio, i suoi fratelli si sono rintanati a casa delle rispettive compagne, e lui, piccolo e indifeso, mi ha gentilmente chiesto di andare da lui, per tenergli compagnia, per stare insieme, da soli, dato che nell’ultimo periodo, abbiamo avuto diversi impegni, io con l’Università, lui con il gruppo e la scuola.

-Mi piace fare l’amore con te- mi bisbiglia all’orecchio, e io mi sento arrossire, sperando di non illuminare la stanza con le mie guance; gli accarezzo la guancia, e gli bacio il naso, mentre lui resta immobile, forse a fissarmi, nascosto anche lui dalle ombre notturne.
-Oggi contavo i secondi per arrivare qui- rispondo io, appoggiando il viso sul suo petto, sentendo le sue mani accarezzarmi i capelli.
-Ti aspettavo anche io- sussurra –ho pure un annuncio da farti- conclude, e io mi alzo di scatto, presa dalla curiosità.
-Dai parla!- lo incito, ma lui ride appena, senza aggiungere altro.

Lo sento scappare dal letto, scappa dalle lenzuola, lo sento cercare qualcosa per terra, il cigolio della porta, e i passi di Luke che scappano giù per le scale.
Sbuffo, e tastando intorno a me, cerco la luce del comodino, che mi acceca, ormai abituata al buio; cerco velocemente la mia roba, il mio intimo almeno, ma della mia maglietta non c’è traccia: opto per quella di Luke, la sua preziosa maglietta bianca con uno smile giallo gigante, che se su di lui cade a pennello, a me fa da comodo vestito.
Inspiro il suo profumo, e arrossisco al sentirlo, mentre con gli occhi cerco le mie scarpe: idiota che sono, le ho lasciate al piano di sotto.
Scendo le scale, cercando di non uccidermi, dato che in questa casa c’è più buio di una grotta, e appena il mio indice sente qualcosa di vagamente simile a un interruttore della luce, lo schiaccio, e il salotto di casa Hemmings, da caverna, diventa luminoso, come se il sole stesso fosse dentro questa casa.
Noto le mie scarpe, e mi siedo nel divano per infilarmele, ma non vedo Luke, faccio spallucce.
 
Sento un rumore, proveniente dal garage, il suono di una chitarra: seguo quella melodia, piuttosto strana, dato che non l’ho mai sentita, e avanzo, raggiungendola.
Luke è seduto su una sedia, la sua amata chitarra in mano, indossa solo i pantaloncini della tuta, le sue infradito nere, mentre le sue mani giocano su quelle corde, che creano quella melodia stupenda.
Lo vedo sorridere, sa benissimo che lo sto fissando, e quando si degna di alzare lo sguardo verso di me, smette di suonare, mettendo la chitarra per terra, con delicatezza.
Mi osserva, per niente serio, un sorrisetto malizioso, la mano sul mento, come se stesse pensando, mentre i suoi occhi mi scrutano ovunque.
-Direi che..-dice, arrossendo un po’ –Quella maglia ti rende ancora più eccitante, quindi, dovresti toglierla, così non ti salto addosso ancora- ride –Però, sono fregato lo stesso, perché se la togli, è ancora meglio quello che vedo- hai capito il pervertito.
-Stupido- gli dico io, avvicinandomi, sedendomi sulle sue gambe.
Le sue mani quasi corrono sulle mie gambe nude, e cominciano ad accarezzarmi.
-Luke Robert Hemmings, hai diciassette anni, vuoi controllarti un po’?- lo rimprovero, mentre lui ride, e continua a torturarmi con le sue mani, con le sue dita morbide.
Gli prendo i polsi.

-Qualcuno fa resistenza? Mi piace- ammicca, avvicinandosi al mio collo, sfiorandolo appena, facendomi quasi il solletico.
-Dai smettila. Io voglio sapere che è successo- mi lamento, mentre una sua mano, liberatasi dalla mia presa, passa sulla mia schiena, e scende lentamente.
-Magari te lo dico quando abbiamo finito..- sussurra, tentando di apparire sensuale, cercando di rubarmi un bacio.
-Luke dai.. tu sei dolce e tenero, mi sembri Calum ora- lo derido, ma lui continua a fare il ragazzo sexy al quale non si può resistere.

Decido di non sottostare, e di comportarmi come ha fatto lui pochi istanti fa: alzandomi in piedi e scappando, tornando dentro casa, lasciando le scarpe nella mia corsa, sperando che lui inciampi: sono diabolica.
Salgo in camera sua, nascondendomi dietro la porta, aspettando con il cuore a mille il suo arrivo, che, guarda caso, tarda ad arrivare.
- È casa mia questa JuJu, ti troverò ovunque- lo sento urlare dal piano di sotto, e io mi mordo il labbro, rimanendo in silenzio, aspettando, cercando di farmi passare il leggero fiatone dovuto alla corsa.
Quando il biondino si degna di entrare in camera sua, esco dal mio nascondiglio, saltandogli sulla schiena, lo sento sobbalzare un pochino, lo spavento se l’è preso eccome.
Mi fa cadere sul letto, a pancia in su, e si mette su di me, cominciando a farmi il solletico, e io parto a ridere come una scema, con il fiato che se ne va mano a mano, il rossore che si accentua sulle guance, e le dita di Luke che continuano a torturarmi.
-Basta! Ti prego dai, basta!- lo imploro ma lui, si diverte così.
-Tu scappi? Io ti torturo- si giustifica, guardandomi mentre mi dimeno, per poi fermarsi, e baciarmi, lasciandomi nuovamente senza fiato.
Le sue mani continuano a toccarmi, ovunque, nonostante io cerchi di fermarle; passano sulle gambe, sulla pancia, sempre più in alto.
-Luke, per favore, dai, dimmi che è successo- cerco di dire, nei momenti in cui la sua bocca è impegnata sul mio collo –Dopo ti darò tutto quello che vuoi- ammicco maliziosa, e lui, sorridendo, si ferma, volgendomi lo sguardo.
-Tutto quello che voglio?- domanda, facendomi alzare gli occhi al cielo: annuisco, e lo vedo leccarsi le labbra.
Si alza, e si mette a sedere, le gambe incrociate, lo sguardo serio, mi metto davanti a lui, in ascolto, finalmente la mia curiosità sarà soddisfatta.
-Ti ricordi.. quando ti ho detto che un ragazzo degli One Direction ci ha notato?- domanda, e io annuisco, come potrei scordarmi quel giorno? Sembravano dei bambini felici per aver visto Babbo Natale, tutti emozionati, e solo perché uno di questi cinque tipi ha ritwittato un loro video.
-Beh, oggi.. è venuta a parlarci una persona, durante le prove, dicendo di aver ascoltato i nostri EP, e.. proponendoci.. una cosa- sta in silenzio, coraggio Luke dillo!
-Ci hanno proposto di fare da band di supporto per il loro tour mondiale- dice tutto d’un fiato, abbassando lo sguardo, ed io, mi fiondo su di lui.
-Oddio Luke ma è meraviglioso! Oddio ma che bella notizia! Perché non me l’hai detto subito?! Sei idiota?! Finalmente qualcuno ha capito quanto siete bravi!- gli dico all’orecchio, emozionata come non mai, un tour mondiale, e loro canteranno le loro splendide canzoni, non posso essere più felice di così, il loro sogno si sta avverando.
Luke però, sembra appena tornato da un funerale.

-Che hai Lukey? Non sei felice?- gli accarezzo la guancia.
-Non voglio- dice a denti stretti.
-Non vuoi?-
-Non voglio perderti, non voglio andarmene così lontano, non voglio lasciarti qui June- alza i suoi occhi, puntando dritto ai miei, li vedo tremare, i suoi occhi, vedo la sua espressione tesa, preoccupata come non mai, il mio Lukey.
-Non dire scemenze. Questo è il tuo sogno, e io non ti lascio, non devi neanche pensarci- cerco di rassicurarlo, baciandogli le labbra, ma lui, continua ad avere quell’espressine preoccupata, che mi fa piangere il cuore: non voglio che lui sia triste, non voglio che il suo sogno sia rovinato perché sto con lui.
-Non voglio ricevere un tuo messaggio dove mi scrivi che non puoi sopportare la distanza, non voglio pensare che tu sarai qui da sola, a piangere perché me ne sono andato, non voglio che finisca, io voglio stare con te June- continua ancora –E so benissimo che se ti chiedessi di venire tu non lo faresti, tu hai la tua Università, i tuoi sogni, e portarti con me significherebbe distruggerli. Ma io non voglio partire, non voglio lasciarti- e quasi intravedo una lacrima pronta a scendere sulla sua guancia.
-Luke, non piangere ora, non devi neanche pensare di non cogliere questa possibilità, te lo proibisco: aspetti da una vita questa occasione, e tu ci vai, o ti spedisco io con un calcio fino in Inghilterra!-
-Non..- sta per riprendere, ma io lo fermo.
-Io sarò qui ad aspettarti, sempre. Non pensare neanche per scherzo che non può funzionare, io sono qui Luke, e qualche volta magari posso venire a trovarti, possiamo sentirci, abbiamo cellulari e computer, se tu credi che possiamo farcela, non sarà questo ad ostacolarci. Ricordi? L’importante siamo io e te, June e Luke, nessun altro- lo vedo abbassare lo sguardo.
-Lune- bisbiglia, e io inarco il sopracciglio.
I suoi occhi puntano di nuovo ai miei –June e Luke, Lune. I nostri nomi insieme sono Lune- si spiega meglio, e io lo avvolgo in un abbraccio, fino a farci distendere sul letto.
-Dovresti essere tu a dirmi che andrà tutto bene, sei tu il ragazzo, non io- quasi mi lamento, cercando di sopprimere quelle paure che Luke mi sta contagiando; lo sento avvolgermi ancora di più, come se temesse di perdermi, come se lasciandomi io potessi scappare via.
-Cosa cantavi prima?- chiedo, cercando di allontanare il pensiero di un tour mondiale pronto a dividerci.
-Girls love Beyoncé, Drake- sussurra appena al mio orecchio, per poi intonare quella melodia.
-But if you are alone, say my name, say my name. When no one is around you, say “Baby I love you”- per poi fermarsi, baciandomi i capelli –E io dicevo il tuo nome- sussurra ancora.
-Tu non sei solo Luke, non ti lascerò mai solo- accarezzo la sua schiena, quasi lo trascino più vicino a me, il mio Luke, ancora una volta, mi fa quasi stare in pena, sempre a pensare a me, sempre a pensare a quello che nuoce a me, pure al suo sogno sarebbe pronto a rinunciare, perché lo porta troppo lontano.
Ma io, non voglio che lui lasci tutto.

Le sue mani riprendono a toccarmi, riprendono a sfiorarmi, e mi sfilano la maglia, le sue labbra si fanno più frettolose, hanno bisogno di me, delle mie, del mio collo, hanno bisogno di sfiorarmi, in questo momento come non mai.
-Ti amo June- lo sento sussurrare, e non appena le mie labbra si staccano dalle sue, confesso pure io quella cosa così tanto nascosta.
-Ti amo anche io Luke, e non ti lascio- lo rassicuro, mentre pure i suoi pantaloni della tuta raggiungono il pavimento.
Amo Luke, amo il mio Luke, e in questa notte, i problemi del tour mondiale non mi sfiorano nemmeno.
Voglio essere forte, voglio essere colei che lo rassicura, voglio dimostrargli che possiamo farcela, voglio renderlo sicuro, voglio che parta, sicuro che io resterò qui ad aspettarlo, voglio che si fidi di me e delle mie parole, voglio che questa storia non abbia un punto, e metterò tutta me stessa per non lasciarmi abbattere da niente e nessuno.
Questa è una promessa, e tu Luke, sei la ragione per cui la manterrò ad ogni costo.

 

 
Note di Nanek

Ed ecco che Nanek torna da Londra e vi posta un capitolo asdfghjkl XD
Che dire care mie?
Allora, questo capitolo è l’inizio della svolta diciamo: finalmente i 1D hanno notato i 5SOS e li vogliono come band di supporto per il loro tour!! Che bellooo!
Ci tenevo a sottolineare che: come tempo siamo avanti di un anno, è come se il Take Me Home Tour fosse stato ritardato di un anno e diversi mesi, il fatto è che non volevo mettere Luke appena 16enne, mi piaceva di più l’idea di averlo già di 17 anni che quando parte per il Tour ne sta per compiere 18.. il motivo? Boh non lo so, mi piaceva così :D spero mi perdoniate.
Ad ogni modo, ennesimo ostacolo per la nostra coppia preferita: il tour mondiale.
Luke è disperato, non vuole partire, ma June, grazie al cielo, lo assicura che non si lasceranno mai.
Cosa posso dirvi? La canzone è di Drake cmq: Girls love Beyoncé , è davvero bella, e fatta come cover da Conor Maynard è ancora meglio, se volete ascoltarla ve la consiglio.
Altro: il banner.
Vi piace? Chiedo scusa se eravate abituate al cambio di foto ad ogni capitolo, ma ormai, più andiamo avanti, più le immagini adatte scarseggiano -.- spero quindi che vi piaccia =)) e magari ne faccio anche un altro ;)
Poi, poi, care mie, la svolta è iniziata, e io vi consiglio caldamente di prepararvi psicologicamente ai prossimi capitoli, ce ne saranno delle belle, voi non potete immaginare =)
Spero che continuerete a seguire questa storia e spero di non deludervi.
Passiamo a voi <3

Grazie a voi, per aver messo la storia tra le preferite <3  ILoveThey  Tomma_Ash  vi adoro <3
Grazie a voi, per aver messo la storia tra le ricordate <3 phenda  abbeyna  vi adoro <3
Grazie a voi, per aver messo la storia tra le seguite <3 cammello gio bianca2203  softy  VedoITuoiOcchiEMiPerdo  Shot it out  vi adoro <3
Grazie a voi, per aver recensito <3 Eleanor_Rigby calumseyes  _Vale99Vale_ Ilovenialler  Tomma_Ash  _lolly_lol  irwinsmile Australian boys  Mashton  vi adoro <3
Grazie a te, per il commento breve <3   Lou_Live   ti adoro <3

Sperando di ricevere le vostre bellissime recensioni, al prossimo aggiornamento ;)
Nanek

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Capitolo 16
*** It’s so hard to say goodbye ***


Capitolo 16

It’s so hard to say goodbye

 

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*ASHTON’S POV*

Un tour mondiale.
Un eccitante tour mondiale mi sta aspettando.
Manca poco, per non dire pochissimo, poche settimane, e lascerò l’Australia, per andare a Londra, nella bellissima Londra, dove incontrerò niente meno che la band più famosa al mondo, e grazie alla quale mi esibirò insieme agli altri, davanti milioni di persone.
Quasi non ci credo, eppure, il contratto da firmare ce l’ho proprio qui davanti.
Il mio sogno, si sta materializzando così velocemente davanti ai miei occhi che quasi sembra impossibile.
Eppure, nonostante questa bella notizia, mi sento vuoto.
June.
La mia June, la mia sorellona rompi palle.
È lei la causa di questo vuoto.
Chi l’avrebbe mai detto?
Quando una persona ti parla e ti porta all’esaurimento, non vedi l’ora che la smetta di rivolgerti la parola, poi però, quando lei non ti parla più davvero, ti vorresti solo mangiare le mani, vorresti solo riavvolgere il tempo, tornare a quei giorni nei quali tua sorella ti parla, anche solo per dirti quando sei cretino, ma ti parla, ti guarda, non passa la maggior parte del tempo fuori casa per evitarti, per evitare il tuo sguardo.
Mi fa male vederla così distante, ma allo stesso tempo, mi fa rabbia.
La gente parla, e l’ho sentito pure io, e lei continua per la sua strada.
Si farà del male, già lo so, eppure non sembra volermi ascoltare.
Il pensiero di un tour mondiale senza di lei, già mi spaventa.
Passare tutto quel tempo lontano da casa, e senza avere lei pronta ad ascoltarmi in quei giorni in cui mi sentirò solo, quei giorni in cui, penserò a casa mia, e mi immaginerò lei, mentre studia, a chilometri di distanza da me, con un oceano a dividerci.
Avrò poi, Luke, sempre con me, e lo sentirò spesso mentre le parla al telefono o su Skype, e lì, crollerò: mi pentirò di ogni cosa, piangerò fino all’esaurimento, mi odierò per non aver fatto la cosa giusta.
E se invece io fossi dalla parte della ragione?
Perché June non vede quello che voglio per lei?
Luke è troppo.. piccolo per lei.
Luke sta.. per partire per un tour mondiale, non sarà più così presente.
Perché non vuole capire che prima si mette il cuore in pace, meglio sarà per entrambi?
Non capisco proprio perché si comporti così, come una bambina, come una sciocca che non vede mai il lato negativo delle cose.
Il mio cellulare vibra, è arrivato un messaggio: Sue.
“Sono fuori casa tua, ti devo parlare”
Che succede ora?
Mi affretto a mettermi le scarpe, un messaggio così freddo da parte di Sue non l’ho mai ricevuto.
Scendo le scale in velocità, apro la porta, e vedo la mia ragazza nel vialetto, una felpa grigia, il cappuccio sulla testa, i jeans stretti, l’aria quasi assente.
Mi avvicino a lei, abbracciandola da dietro, ma lei non ricambia il mio abbraccio, anzi, quasi lo evita, spingendomi via, aumentando la distanza tra di noi.

-Ehy- mi saluta, tenendo lo sguardo sempre lontano dal mio.
-Ciao amore- la saluto io, cercando di accarezzarle la guancia, ma lei, sposta il viso.
-Credo che.. dobbiamo parlare- mi dice freddamente, e continuo a non capire cosa stia succedendo.
Sue non mi guarda, si fissa i piedi, sospira, lascia passare più di un minuto senza dire nulla, facendomi penare, senza farmi capire il motivo di tale freddezza nei miei confronti.
-Cosa stavi aspettando a dirmelo?- mi domanda, e io inarco il sopracciglio.
-Dirti cosa?- intervengo, e finalmente, i suoi occhi, puntano ai miei.
-Che hai deciso di andartene, che hai deciso di accettare- risponde secca, e io non la capisco: cosa credeva? Che avrei strappato il contratto? Che avrei rinunciato alla mia occasione?
-Credevo avessi capito quando fosse importante per me questa opportunità- dico, cercando di non innervosirmi troppo.
-Ah quindi tu decidi di andartene e basta vero? Non te ne frega un cazzo se io resto qui a marcire!- urla, è irritata, è arrabbiata.
-Non ti lascio a marcire Sue, ma non puoi chiedermi di..- cerco di dire qualcosa, ma lei, veloce come un lampo, mi precede.
-Credo sia finita, Ashton- dice secca, diretta, facendomi spalancare gli occhi, mi sento il mondo cadermi addosso, di peso, mi sento malissimo.
-C-cosa?- balbetto appena, ma lei non ci pensa due volte a ripetermelo, guardandomi negli occhi, sicura delle sue parole, senza neanche rendersi conto di quanto male mi stia facendo.
-Non sei più quello di un tempo- comincia così il suo discorso, un discorso che dura quasi dieci minuti.

Non sono più quello che ero un tempo, da quando ho scoperto la storia tra Luke e June sono cambiato, sono scontroso, sono insensibile, come se il mondo girasse attorno a quei due, come se la mia nuova ragione di vita fosse trovare il modo di dividerli.
Mi dice che da quando l’ho scoperto, non sono più il suo Ash, il suo ragazzo che la chiama ogni mattina, che la passa a prendere a casa ogni sera, pur di vederla in ogni occasione, non sono più il suo Ashton che la fa sorridere, non sono più il suo Ashton che quando passa del tempo con lei, la travolge con la sua voglia di vivere, con la sua risata.
Sono un’altra persona, che lei però, non ama.
Lei non ama il nuovo Ashton, che nonostante assomigli fisicamente a quello vecchio, è insopportabile quando si tratta di rapporti umani: quando lei esce con il nuovo Ashton si sente a disagio, non sa mai cosa dire al nuovo Ashton, perché lui è sempre perso nel suo mondo, è sempre perso in due pensieri, la band o la questione June e Luke, non esiste altro per questo Ashton, non esiste più la sua Sue.
-Poi ora, te ne vai, non ha senso continuare così- dice, cominciando a pensare al fatto che la distanza ci ucciderà entrambi, o forse, ucciderà solo lei, perché il nuovo Ashton, ha altri pensieri, ha altri obiettivi.
Ho la gola secca, la lingua impastata, il mio cuore batte fin troppo forte, e il mio cervello è in tilt: la mia Sue, mi sta lasciando, mi sta lasciando davvero.
Non so cosa dirle, non so cosa fare, e tutto questo mi sembra solo un incubo.
-T-tu non puoi lasciarmi- balbetto –I-io, tu, noi, io ti amo Sue- confesso, cercando la sua mano, intrecciando le mie dita alle sue, ma lei, si allontana, nascondendo le mani dentro la tasca della felpa.
-No, tu non mi ami più, Ash, e io.. l’ho capito- dice abbassando lo sguardo, sussurrandomi appena un “buona fortuna per il tour”, e senza aggiungere altre parole, trova il coraggio di avviarsi verso il cancello di casa mia, senza mai voltarsi, senza esitazione, come se io, non fossi più così importante per lei.
La guardo mentre se ne va via, lontana, la guardo andarsene, con un groppo in gola, una sensazione strana in corpo, la testa che pulsa, le lacrime che cominciano ad impossessarsi dei miei occhi.
Quando la vedo sparire definitivamente, due figure si fanno avanti nel vialetto: June, con la sua sigaretta in bocca, mentre con l’altra tiene quella di Luke, che le sorride, non sanno che li sto guardando.
Mia sorella poi, non appena abbassa lo sguardo per spegnere la sigaretta con il piede, mi intravede, e in quell’istante, le lacrime si impossessano delle mie guance.
Vedo June e Luke fissarmi, mi giro velocemente, mi vergogno perché sto piangendo come un bambino: scappo in camera mia.
 
Sul letto, bagno il cuscino di lacrime.
La mia Sue se n’è andata.
La mia Sue non mi ama più.
Come farò senza di lei?
Come farò ora? Che ho perso lei e June?
Come posso credere di riuscire a sopportare un tour mondiale, lontano da casa, senza le due persone più importanti che ho?
Ho perso Sue.
Ho perso June.

E i singhiozzi si fanno più forti.
I ricordi di Sue mi travolgono quasi con violenza, come a voler farmi ancora più male.
E davanti a me, passano quei ricordi, che hanno lasciato il segno dentro di me.

Rivedo il nostro primo incontro.
Rivedo me stesso a quella festa, seduto su una poltrona, annoiato a morte, neanche volevo andarci in quel posto.
Poi i suoi occhi, comparsi dal nulla, il suo corpo avvolto da quel vestito verde chiaro, fin troppo corto, fin troppo scollato, ma che mi aveva fatto alzare, mi aveva fatto arrivare da lei, e nel più semplice dei modi, le avevo chiesto di ballare con me.
Il suo viso così timido, i suoi occhi così incerti, il rossore delle sue guance mentre la trascinavo in pista, mentre mi lanciavo in un balletto quasi ridicolo.
Le sue gambe, il suo corpo che si muovevano davanti al mio, in un modo così sensuale, così perfetto, e solo dopo mi disse che faceva la ballerina.
“Mi chiamo Sue” si presentò “Piacere di conoscerti Ashton Irwin” mi disse, lei mi conosceva già, perché tutta la scuola sapeva il mio nome.
Poi il nostro primo bacio, un bacio dato sulla porta di casa sua, dopo un appuntamento passato al cinema, a vedere un film dell’orrore: ero più spaventato io di lei.
E chi si lascia scappare il ricordo della prima volta che abbiamo fatto l’amore?
Lei alla sua prima esperienza, io teso come ad un’interrogazione, spaventato di farle del male, spaventato per ogni cosa.
Il corpo così bello, così perfetto, la sua voce che mi sussurrava cose dolci all’orecchio, la mia Sue.
La mia dolce Sue, la sua risata, i suoi abbracci spontanei, le sue labbra che si univano alle mie, le sue mani che mi cercavano sempre, ora non mi appartengono più.

-Sue!- urlo, preso dalla disperazione, dall’esaurimento, la mia Sue, la mia amata Sue, non mi vuole più, non mi ama più, ed è solo colpa mia.
All’improvviso, sento qualcuno sedersi sul mio letto.
Riconoscerei il suo profumo tra mille.
Le faccio posto, non smettendo di  piangere, di singhiozzare.
La sento distendersi al mio fianco, e sento le sue mani avvicinarmi a lei, al suo petto, avvolgendomi, abbracciandomi, dandomi baci tra i capelli.
-J-June- balbetto, e lei mi accarezza la testa.
-Non piangere Ash- mi sussurra appena, e io la stringo più forte, l’abbraccio più forte.
-È finita. Non mi vuole più- le dico tutto d’un fiato, e lei poggia la guancia sulla mia fronte.
La mano di June cerca il pacchetto di fazzoletti che ho sul comodino, la sento prenderne uno, per poi spostarsi un po’ da me, per vedermi in faccia.
Mi asciuga le lacrime, mi accarezza le guance, il naso, mi lascia baci sulla fronte, mi sussurra di non essere triste, perché lei è qui con me, e lei, ci sarà sempre.
-Perché lo fai?- chiedo, dato che non meriterei neanche la sua presenza.
-Siamo una famiglia, e io, ti voglio bene davvero- mi risponde, per poi abbracciarmi ancora.
Il profumo di June mi avvolge, le sue mani che mi accarezzano i capelli sembrano fatte per calmarmi un poco, abbracciato a June, io mi sento protetto.
Come quando eravamo piccoli, e un bambino mi rubava qualcosa, lei c’era sempre, e mi abbracciava, e in quell’abbraccio, io mi sentivo a casa, mi sentivo al sicuro, lontano da ogni pericolo o paura.
In questo abbraccio, credo davvero di non essere pronto per un tour mondiale, così lontano da casa, così lontano dalla mia famiglia, da mia madre, da Harry, da June; sono conscio del fatto che sarà dura, che mi mancheranno da morire, che passerò le ore al telefono pur di non sentire la loro mancanza, che aspetterò la sera con impazienza pur di vederli su Skype.
Ma nonostante tutto, in questo abbraccio, trovo la forza di reagire, trovo la forza di dire “ce la puoi fare”, e sono grato a June in questo momento, per essere qui, per non aver chiesto nulla, per non aver neanche esitato a venire a salvarmi di nuovo, per essersi comportata da sorella, Sorella vera, che nonostante la delusione nei miei confronti, non ha aspettato un secondo a venire a darmi il suo conforto, a essere presente, a dimostrarmi ancora una volta quanto bene mi vuole.
-Ti voglio bene- sussurro appena.
Ti voglio bene davvero June, ti voglio bene, e mi manchi da morire, mi manca il tuo tono antipatico quando ti rivolgi a me, mi manca guardarti negli occhi e parlare insieme, odio la tua indifferenza, odio questo silenzio tra di noi.
Sei mia sorella June, e mi manchi da morire, e io ti chiedo perdono, perché solo in questo momento, ho capito quanto tu sia importante per me.

 


Note di Nanek

Ehyooo =)
Eccomi qui che torno e vi sforno un capitolo che di felice ha ben poco.
Volevate che i due fratellini tornassero ad essere in buoni rapporti? Beh, ecco a voi! Ma a tutto c’è un piccolo prezzo da pagare: Sue lascia Ashton e chiude la loro storia.
Non preoccupatevi, non siete voi ad aver “deciso” quindi non sentitevi in colpa: questo capitolo l’avevo già scritto, e già prevedevo la separazione tra questi due personaggi, però poi, notando appunto le vostre richieste su un possibile chiarimento tra June ed Ash, beh, quale occasione migliore di questa? Un Ash triste e disperato che ha bisogno di conforto, che ha perso la sua Sue, e non sa a chi rivolgersi: meno male che June, santa ragazza, riesce sempre ad abbassare la testa, a perdonare e ad andare dal fratello.. che ci sia pure un piccolo aiutino da parte di Luke? Mah, a voi le idee ;)
Che dire ancora? Beh, io vi avevo avvisate: preparate i fazzoletti, la storia è nel pieno del suo corso, siamo al 16esimo capitolo e in teoria la storia termina al 31esimo ;) che brava eh? Ho già preparato una griglia, e in teoria, vengono 31 capitoli compreso l’epilogo!

Avrei un annuncio da fare, sperando che voi leggiate queste note autrice: dal nulla, mi è venuta in mente un’altra ff sui 5SOS, una FF alquanto.. insolita, dato che di solito io non mi butto mai nel mondo Fantasy, ma Luke Hemmings sa giocare brutti scherzi con me: ho iniziato a scrivere una ff sui 5SOS MA nel mondo di Harry Potter! Vi giuro, è una cosa che mi prende un casino, la sto scrivendo facendomi aiutare da una Potteriana DOC e devo dire che.. ci tengo a questa ff; quindi, se qualcuna di voi è fan di Harry Potter, beh, se avete voglia di passare a leggere, vi informerò non appena posto il primo capitolo ;)
Vi avviso già da subito: è “lunga” solo 4 capitoli, lo so, è corta da morire, ma.. vorrei prima vedere cosa ne pensate: se vedo che vi piace, è interessante e vi intriga, state pur certe che ci impego due secondi a mettermi a lavoro ;) anche perché ripeto: a me piace scriverla =)

Inoltre, dato che sono in tema “pubblicità”, se avete voglia di leggere una OS su Luke Hemmings, beh, io ne ho una, un po’ vecchiotta, ma che vorrei far conoscere pure a voi, si intitola “Catching Feelings” e se avete voglia di passare a curiosare, lei è lì, nel mio profilo ;)
Detto ciò, un papiro di roba, passiamo a voi, che siete delle meraviglie <3

Grazie a voi, per aver messo la storia tra le preferite <3  CeceHope_forever  underwater_  Martillaaa  Igarzabal_smile  AnotherWorld1D  giudirectionerforever  TheGorgeous  ehjdevonne  RiKa_Dhampir  vi adoro <3
Grazie a te, per aver messo la storia tra le ricordate <3 HoransCoffee ti adoro <3
Grazie a voi, per aver messo la storia tra le seguite <3 CeceHope_forever  Igarzabal_smile  _VER0NICA_  Feliciana_1D  Chloe_Iole  JulieFF  marghe_oned01  vi adoro <3
Grazie a voi, per aver recensito <3 mcassyunicorno  Mashton Tomma_Ash Carlotta Horan Australian boys Smile_LWWY yheababes AustinHug _lolly_lol Eleanor_Rigby calumseyes  vi adoro <3


Sperando di trovare sempre le vostre recensioni (e magari mi fate sapere se la nuova ff vi intriga), vi aspetto al prossimo aggiornamento =)
Vi adoro tutte! <3
Nanek
 
 

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Capitolo 17
*** Complicated ***


Capitolo 17

Complicated
 
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*JUNE’S POV*

Due settimane dopo.

-Come sta Ash?-
Chiede Luke, mentre passeggiamo mano nella mano verso casa mia.
-Diciamo che, queste due settimane senza Sue, non sono andate troppo bene- rispondo io, rattristandomi un po’ all’immagine di Ash sempre chiuso in casa, a fissare il cellulare, in attesa che Sue torni indietro.
-Mi spiace davvero che sia finita, tra di loro- commenta triste Luke.
-Già, anche a noi.. ormai Sue era di famiglia- continuo, per poi sfoggiare un sorriso –Ma adesso entrerai in famiglia pure tu! Non sei contento?- gli chiedo, e lo sento ridere appena.
Questo è il momento tanto atteso, questa sera, presenterò a mia mamma Luke, il mio adorato Luke; una cena tranquilla, solo Irwin e il nuovo acquisto Hemmings, sono emozionata.
Luke invece, è nervoso come non mai, da quando ci siamo trovati a metà strada, non ha più staccato la sua mano dalla mia, continua a sospirare, a chiedermi se i capelli gli stanno bene, se la camicia azzurra è troppo elegante, se i jeans strappati non lo fanno sembrare un teppistello.
Io rido alle sue domande, perché io lo trovo semplicemente adorabile, e semplicemente bellissimo: mia madre lo accoglierà a braccia aperte, gli vorrà bene, ne sono sicura, la mia mamma è una persona dolcissima, ed ha sempre accolto bene i miei ragazzi.

-Eccoci, pronto?- chiedo, appena arriviamo al portone di casa.
-Un bacio per calmarmi?- chiede lui, chinandosi su di me, intrecciando le sue labbra alle mie, lentamente, come se volesse perdere tempo.
-Dai respira, andrà tutto bene, si mangia pizza sta sera, meglio di così- cerco di calmarlo, non lasciando la sua mano e aprendo il portone.
Le luci di casa mia ci avvolgono, il profumo di pizza appena sfornata entra nelle nostre narici e quasi fa brontolare il mio stomaco.
Ad accoglierci: Ashton.
Gli sorrido, salutandolo, ma lui, non ricambia il mio sorriso.
-June, ti prego, non pensare che sia colpa mia- dice a denti stretti, e io inarco il sopracciglio.
-June, respira a fondo e non lasciarti intimorire, ma ti giuro, non è colpa mia, è venuta qui da sola, non l’ho invitata io- dice ancora, e Luke lo guarda con fare curioso.
È venuta da sola, ma chi?
Non lasciarti intimorire?
Ma da chi?
Ashton mi dice di andare in cucina, e io avanzo, non lasciando mai la mano di Luke, che mi segue ancora più nervoso.
Non appena arrivo in cucina, i miei occhi si spalancano al trovarla qui, e il mio istinto, mi porta a lasciare la mano di Luke, di colpo, e indietreggio, andando contro il suo petto.
Di fronte a me, c’è mia madre, il grembiule indossato, si mordicchia le unghie, nervosa, e vicina a lei, in piedi, c’è niente meno che una donna bionda, gli occhi color del ghiaccio, l’espressione fin troppo uguale a quella di suo figlio, le braccia conserte, l’aria arrabbiata, che appena mi vede, quasi mi uccide con lo sguardo.
Niente meno che Liz Hemmings, la mamma di Luke, è nella mia cucina.
-Mamma? Che cosa.. perché sei qui?- chiede Luke, incredulo.
Sua madre non ci pensa di volte ad avvicinarsi a noi, e io, presa da una paura assurda, mi scanso, mettendomi il più lontana possibile da loro, mi avvicino a mia mamma, come se potesse proteggermi.
Liz abbraccia Luke, gli tocca la faccia, le guance, lo scruta per bene, come se a suo figlio mancasse un pezzo; lui diventa color pomodoro, e con le mani, cerca di divincolarsi dalla sua presa.

-Cosa ti ha fatto questa depravata? Oddio Luke, ma cosa combini?- gli domanda infine, e io, al sentire quelle parole, sbianco, e Luke con me, che mi rivolge lo sguardo, sconvolto, confuso, non capisce.
-Luke, amore mio, perché vuoi fare un dispiacere così grande a tua mamma?- continua a chiedere Liz, e io, passo lo sguardo da Luke a mia madre, e poi, cade su Ashton, che ci ha raggiunto, e che mi mima di stare calma, di respirare.
-Mamma? Mi spieghi che ci fai qui? Non avevi una riunione o che so io..?- chiede Luke, e Liz con aria ancora più arrabbiata, si affretta a rispondere.
-Io che pensavo fossero solo voci. Me l’hanno detto sai, i miei colleghi, che questa depravata passa troppo tempo con te! Io non ci volevo credere, invece tu sei qui! Luke, perché? Perché?- domanda esasperata, e io sospiro.
-Mamma, lei è June, non è una depravata, lei è la mia ragazza- risponde lui secco, e Liz sbianca, quasi percepisco il suo sudare fretto, quasi la vedo svenire, ma si affretta a sedersi su una sedia, portando le mani sulla faccia, per poi rivolgermi la parola.
-Tu! Che hai fatto al mio bambino? Ma non ti vergogni neanche un po’? Un minorenne! Ma non ti senti un po’ ridicola? Perché proprio Luke eh?- e io non oso rispondere.
-Signora Hemmings, le ricordo che questa è casa mia, questa è mia figlia, e lei, come minimo, dovrebbe portare un po’ di rispetto- interviene la voce di mia madre, accanto a me, che mi accarezza il braccio.
-Sua figlia è una depravata! Il mio Luke è sulla bocca di tutti per colpa sua!- esclama ancora Liz.
-Lei invece è una gran maleducata, ma come si permette? Mia figlia non è una depravata, è la ragazza più buona del mondo, e suo figlio, dovrebbe solo baciare dove cammina!-

Mamma, sempre ad esagerare.

-Per colpa di sua figlia, mio figlio viene deriso da tutto il quartiere!-
-Ma mamma! Non è vero! Ma chi dice queste puttanate? Io sto benissimo con June- interviene Luke, facendo spalancare gli occhi alla madre.
-Figlio mio ma che ti ha fatto questa qui? Senti come parli! Come ti rivolgi a me!- Liz è fuori di testa.
-Questa qui, ha un nome, si chiama June, June Julie Irwin, se lo ficchi in quella testa da idiota bionda- ribatte mia madre, e io trattengo una risata di disperazione.
Non bastava la gente, ma pure la mamma di Luke a mettersi in mezzo.
-Ma come si permette?!- risponde Liz.
-Mi permetto eccome! È mia figlia! E lei si crede chissà chi per poterla additare come più le piace! Ma si guardi allo specchio!- mamma, ti prego non urlare così.
-Mio figlio, da quando esce con sua figlia non è più lo stesso! Sua figlia è un impedimento per mio figlio! Mio figlio ha un tour mondiale a cui pensare, e sua figlia lo distrae, lo porta lontano da quello che lui vuole davvero!- ma, cosa?!
-Ma non è vero!- urliamo all’unisono io e Luke.
-Beh, mia figlia vincerà la borsa di studio, e secondo me, è suo figlio che la trattiene qui, June punta in alto, a girare il mondo, e suo figlio è il motivo per cui June è ancora qui!-
-Mamma! Non dire idiozie! Luke non è questo! Per piacere, non diciamo idiozie, Luke è importante per me, lui è il primo a spingermi verso i miei sogni- quasi bisbiglio, ma questa mia confessione, se fa sorridere dolcemente Luke, fa imbestialire ancora di più Liz.
La vedo rivolgersi a Luke.
-Tu, questa qui, non la devi più vedere, chiaro il concetto Luke? Non la devi più vedere. Rovina la tua immagine- e io sbianco, al sentire quelle parole.
-E tu June, vale lo stesso per te, questo cretino biondo, guai se lo frequenti ancora, rovina la tua carriera, la tua vita- dice una voce accanto a me.

No mamma, no.

-E tu credi che io ti dia ascolto mamma?- domanda Luke, guardando sua madre, con aria di sfida –Io rinuncio pure al tour, solo per June, e tu non mi ostacolerai, né ora, né mai, io la amo-
-La ami, cosa vuoi saperne tu, di amore, hai solo diciassette anni!- lo rimprovera Liz, e dentro di me, succede qualcosa, come un impulso, come una scossa elettrica, che mi porta a scappare, fuori da quella cucina, abbandonando Luke, lasciandolo lì, corro su per le scale, e mi chiudo in camera, sbattendo la porta.

Sento la voce di Luke che mi chiama, mi chiama esasperato, ma quella di Liz lo sovrasta, fino a non sentirli più, se ne sono andati via, e quasi sento dalla finestra le loro voci, mentre brontolano qualcosa.
Presa da una strana sensazione, scoppio a piangere, e mi rendo conto, che sto piangendo per esasperazione, per stanchezza.
Sono sempre stata quella forte, sono sempre stata quella che non si faceva fermare da niente e nessuno.
Ho sempre lottato, per le persone che amo.
Ho sempre lottato, per la mia storia con Luke.
Ho lottato contro mio fratello.
Ho lottato contro l’opinione della gente.
Eppure ora, su questo letto, mi sento esausta.
Davanti a Liz, non riesco a reagire, non riesco ad essere forte.
Non so spiegarmi questa sensazione, non so darmi un motivo preciso, ma so, che sono stanca.
Sono stanca di dover lottare, sono stanca di dover sempre difendere il mio rapporto dalle opinioni altrui, sono stanca di dover sempre stare sull’attenti ed esser distrutta dalla tensione di questa vita, che non appena mi distraggo un secondo, sembra sempre volermi pugnalare alle spalle, voltarmisi contro.
E questa sera, io non trovo un motivo valido pronto a dirmi “è questa la ragione per cui devi avere la forza di lottare”.
Ho esaurito tutti i miei motivi, li ho consumati, ho consumato me stessa, mi sento distrutta, mi sento fragile, mi sento fuori posto.
Con gli occhi che lacrimano ancora, prendo il mio computer.
Mentre si accende, cerco la mia carta di credito.
Piango, mentre digito quelle parole sul motore di ricerca.
Piango, mentre inserisco la data di domani.
Piango, mentre prenoto un bagaglio in stiva.
Piango, quando vedo che il volo è alle due di pomeriggio.
Piango, quando clicco sul tasto di prenotazione.
Piango, mentre digito i numeri della carta.
E piango ancora, quando vedo che la mia prenotazione è stata confermata, e i biglietti sono solo da stampare.
Nell’istante in cui Ash riesce ad entrare in camera mia, usando la chiave di riserva, io sto piangendo, mentre metto nei miei due bagagli tutti i miei vestiti.

-June? Che stai facendo?!- mi domanda, cercando di svuotare la valigia.
-Me ne vado- rispondo secca, rimettendo dentro la roba, senza neanche piegarla, senza darci troppa importanza.
-Te ne vai?! Ma dico sei scema?! June per favore, perché? Perché fai questo?- mi assilla di domande, e quasi sento la sua voce tremare sempre di più.
-Perché sono stufa Ashton! Sono stufa! Non ho motivo di stare qui! Tutti mi danno contro, tutti! Sono stufa di questa vita che mi opprime e cerca solo di farmi del male! Io sono stanca Ash, io devo andare via- un singhiozzo mi blocca.
Ash mi guarda incredulo.
-Ma non puoi andartene! Abbiamo ancora così poco tempo da passare insieme! E poi.. Luke! Che ne sarà di Luke? Lo lasci così? Dal nulla? A lui non ci pensi?- dannazione a te Ashton, questo colpo basso te lo potevi risparmiare.
-Luke merita di stare senza di me, lui.. ha bisogno di pace, io non sono la sua pace, sono solo colei che lo mette contro la sua famiglia, non se lo merita, lui.. si merita di più- mi asciugo le lacrime con la mano.
-Non dire sciocchezze June! Luke ti ama, non sei nulla di quello che hai appena detto! Per favore June, non lo fare, ti prego- e mio fratello, per la prima volta, mi avvolge in un abbraccio, sussurrandomi di non andarmene.
-Ti prego JuJu, c’è sempre una soluzione- quasi singhiozza, tenendomi stretta a lui, nascondendo il viso sulla mia spalla.
-Ash, per favore, non rendere tutto più.. difficile- gli accarezzo i capelli, e lo sento stringermi ancora di più.
-Luke ti ama davvero- singhiozza.
-Anche io lo amo davvero, ed è per questo, che me ne vado- concludo, per poi ricominciare a preparare le mie cose.

Mia madre, ci raggiuge poco dopo, e quando nota i miei bagagli, non osa commentare, non osa dire nulla, si sente quasi in colpa, si sente la causa della mia partenza, e non osa chiedermi di restare.
Avvolge me ed Ashton in un abbraccio, un abbraccio triste e silenzioso, interrotto dai bisbigli di mio fratello, che dice che non è giusto, che dice che non devo andare via.
Mi addormento quasi all’alba, ormai esausta di piangere e singhiozzare da sola, prendo sonno, senza neanche pensare a Luke, penso solo al fatto che in poche ore sarò in un aereo, che mi porterà lontana, distante da questo posto, che mi sta stretto, e che non mi rende felice.
Non penso a Luke, non penso alla sua sofferenza, non mi sforzo neanche di avvisarlo, voglio solo sparire, voglio solo andarmene.
Solo così facendo, la vita delle persone, la vita di Luke, tornerà ad essere perfetta.



 
Note di Nanek

Ehyoooooooo =)
Eccomi tornata!
… altro capitolo molto allegro noto, complimenti Nanek, se volevi far scoppiare un’inondazione di lacrime ci sei riuscita: sono in lacrime per qualcosa che ho scritto io vi pare?!?!?
Non sto bene.
Che dire.. veramente poco da dire: June è esplosa, la sua pazienza è andata a quel paese, e lei, è andata via di testa, esaurita, confusa, e vuole andarsene.
Ci tenevo a precisare: lo so, negli altri capitoli è forte, è June quella che non si lascia mai sopraffare, eppure in questo capitolo cede.. spero di aver fatto capire un po’ il motivo: in questo caso, è diverso, perché non è la gente a parlare, non è Ashton, che lei sa evitare come abbiamo visto, ma a parlare contro di lei, è Liz, la mamma di Luke. (in questo capitolo è "Liz la matta", esagerata da morire, che si lancia a capofitto nei pettegolezzi degli altri... spero per lei che nella realtà non sia così, o giuro che io non prenderò un aereo per andarmene, perchè rapisco suo figlio LOL torniamo seri....)
Non so se si è capito, ma June, ha paura di Liz, non nel senso che la spaventa, ma nel senso che.. il parere di Liz conta per lei, conta davvero tanto, perché è mamma di Luke, è la sua famiglia, è parte di lui, una parte che lei, non ha il coraggio di sfidare, non ha il coraggio di attaccare, non vuole che Luke discuta con la propria famiglia a causa sua, perché la famiglia per June, è una cosa importante, e noi, spero, lo abbiamo capito e visto negli scorsi capitoli.
Tutto ciò, la porta a prenotare un aereo e ad andarsene..
Ma Luke? Beh, prossimo capitolo vediamo che combina eh? ;)
Non piangete, dai.. piango anche io altrimenti!! =((
Domanda riguardante lo scorso capitolo: leggevo le vostre recensioni.. ma come mai tutte contro Sue?? :D povera piccina!! Non vi piaceva davvero? Devo quindi abbandonare l’idea di farla tornare con Ash? Fatemi sapere ;)
Detto questo, sono un po’ di fretta oggi, quindi, passiamo direttamente a voi <3

Grazie per aver messo la storia tra le preferite <3 gabrygleek RickySummer  xbossnjhoran  susyy vi adoro <3
Grazie per aver messo la storia tra le ricordate <3 SheISmine_ shelovesheridol vi adoro <3
Grazie per aver messo la storia tra le seguite <3 SheISmine_  xbossnjhoran  yheababes luce_ghiaccio  susyy vi adoro <3
Grazie per aver recensito lo scorso capitolo <3 Mashton ILoveMrHazza  irwinmuffin  Tomma_Ash  Eleanor_Rigby  Smile_LWWY  CeceHope_forever  HoransCoffee  _Vale99Vale_  5soscover  Australian boys   vi adoro <3


Sperando di non avervi deluso, spero di ricevere le vostre recensioni <3
Al prossimo aggiornamento!
Vi adoro tutte <3
Nanek

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Capitolo 18
*** Six Degrees of separation ***


Capitolo 18

Six Degrees of separation
 
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*LUKE’S POV*

-Dove credi di andare tu?- mi chiede mia madre, mentre mi dirigo verso l’uscita di casa.
-Dalla mia ragazza, da June- rispondo secco, aprendo la porta, e sbattendola alle mie spalle.

Sento già mia madre urlarmi contro, anche se mi sto allontanando; quando torno a casa mi aspetta un’altra ramanzina, come quella di ieri, ma vaffanculo a tutto, io devo andare da June, devo starle vicino, ieri sera è scappata via con la paura negli occhi, ho letto chiaramente il suo timore, la sua ansia: ha bisogno di me.
Ho provato a chiamarla, ma ha il cellulare staccato, ieri sera le ho inviato mille messaggi, nessuna risposta, chissà se ora dorme, chissà se sta bene.
Ci mancava un’altra cosa da aggiungere alla lista del nostri problemi: i nostri genitori.
Ma chi l’avrebbe mai detto che mia madre avrebbe reagito in questo modo?
A lei non importa mai niente delle persone con cui esco, mi è sempre sembrata una tipa intelligente e pronta ad accettare il prossimo, è colpa dei suoi colleghi, chissà che le hanno detto per farla impazzire in questo modo, chissà quanto saranno stati idioti per ridurla così, ad urlare, ad insultare, la mia June, la mia piccola June.
Cammino velocemente verso casa sua, sono ansioso di vederla, voglio tenerla tra le mie braccia, voglio stare con lei, il tour comincerà tra pochissimo tempo, e io, non voglio sprecare neanche un secondo di più senza di lei.

Non appena arrivo al cancello di casa Irwin, noto i due “uomini” di casa seduti sotto al portico: il piccolo Harry è tra le braccia di Ashton, la testa nascosta sulla sua spalla, mentre il maggiore lo accarezza, le sue mani gli toccano la schiena, a volte i capelli, ha lo sguardo perso, Ashton, come se fosse triste.
-Ash!- lo chiamo, facendogli alzare lo sguardo, mentre lo raggiungo.
Solo avvicinandomi ancora di più, riesco a sentire i singhiozzi del piccolo Harry, sta piangendo.
Pure Ashton sembra triste, sembra reduce di un pianto: gli occhi rossi, gonfi, il viso tirato, le labbra che puntano verso il basso, mi saluta con voce roca, e solo ora, noto che in mano, tiene un fazzoletto.
-Che succede Ash?- chiedo allarmato, inginocchiandomi alla sua altezza, portando una mano sulla sua spalla.
-J-June..- balbetta, distogliendo lo sguardo –è andata via- dice ancora, ma io non capisco.
-Andata via? Dove?- inarco il sopracciglio.
-Ha deciso di andarsene, andare via dall’Australia-
No.
Sta mentendo.
-Su Ash, non dire idiozie!- mi innervosisco.
-Ti sembra che sia nella condizione di mentire? June se n’è andata- tenta di alzare la voce, ma una lacrima gli solca la guancia.
Come preso dal panico, entro in casa Irwin, la porta è aperta.
Salgo le scale, tremo, e punto alla camera di June.
Dentro non c’è nessuno.
Il suo computer non è più sulla sua scrivania, la camera è in ordine, ma sembra.. vuota.
Apro l’armadio, e sbarro gli occhi al trovarlo vuoto, cerco tra i cassetti, mi sento un ladro, ma è tutto dannatamente vuoto.
Mi porto le mani tra i capelli, mi sento la rabbia crescere, mi fa diventare rosso in viso, me lo sento.
Butto l’occhio sul suo cuscino, e intravedo un foglio bianco, sporcato appena da un po’ di inchiostro.
“Scusa Luke. June”
La rabbia, mi porta a strapparlo in mille pezzi, e a correre al piano di sotto.
-Ash! Dove cazzo è? Dimmi dove cazzo è!- sbraito, sono su tutte le furie.
-In aeroporto- risponde flebile, e io gli tocco le spalle, voglio che si alzi.
-Alza il culo Irwin, devi portarmi da lei- continuo ad urlare.
-Non credo lei voglia…- non gli do il tempo di finire.
-Ashton! Cazzo, alza quel culo! Datti una mossa! O giuro che strappo tutti i nostri contratti e dichiaro la band sciolta perché me ne vado! Muoviti Ashton!- e vedo il piccolo Harry spaventarsi di fronte alla mia rabbia, tanto da riprendere a singhiozzare.
Suo fratello ci pensa un attimo, prima di alzarsi di peso, sollevando anche il fratellino, quasi porgendomelo.
Prendo Harry in braccio, anche se sembra piuttosto diffidente e spaventato a morte, mentre Ash si ritira per pochi minuti in casa: quando torna, ha in mano delle chiavi.
-Convincila a restare- mi dice a denti stretti, e insieme, ci dirigiamo verso la macchina nera degli Irwin, direzione: aeroporto.
 
Non mi è difficile vederla, trovarla seduta, il gate a un passo dalla sua sedia, mentre legge un libro, gli occhiali indossati, una tuta grigia, il bagaglio a mano accanto a lei, i capelli raccolti in una coda: June, la mia June.
Le arrivo vicino, mi chino su di lei, sfiorando la sua guancia con le dita.
La vedo muoversi di scatto, l’ho spaventata, si volta verso di me, i suoi occhi blu mi fissano, quasi sorpresi, sono gonfi, sono rossi, quanto hai pianto piccola mia? Perché sei qui?
-L-Luke?- balbetta, alzandosi dalla sedia, cercando di sfuggire alla mia presa, ma le mie mani sono veloci, io ho bisogno di lei, e la trascino vicina a me, al mio petto, ho bisogno di sentire il suo corpo unito al mio, ho bisogno di sentire il suo profumo, ho bisogno di June.
-Non fare idiozie- le sussurro, per poi prenderle il viso con le mani, unire le sue labbra alle mie, farle sentire quanto sia importante per me.
Ma June, non appena ci stacchiamo leggermente, non mi accoglie con il suo solito sorriso, i suoi occhi si riempiono di lacrime, che scendono sul suo viso, facendomi sentire male.

-Non piangere June, io sono qui- le sussurro, asciugando quelle lacrime con le dita, ma lei, continua, singhiozza più forte, non si vuole fermare.
-Vattene Luke- mi dice a denti stretti, ma io non la voglio ascoltare.
-Perché scappi June? Perché sei qui?- avvolgo le sue mani nelle mie.
-Perché è meglio così, io.. noi.. non credo che sia possibile continuare questa storia- dice freddamente, allontanandosi un poco da me.
Non lascia le mie mani.
-June, si sistemerà tutto..- cerco di rassicurarla, ma lei mi urla contro.
-No, non è vero cazzo! Luke ma lo vedi? Lo vedi come siamo ridotti? Nessuno ci vuole insieme, tutti sono contro di noi, non lo capisci che non può più funzionare?!- e io sento che sta mentendo.
-Ma cosa te ne frega di quello che dicono gli altri June?! L’importante siamo io e te! Questo te lo sei dimenticato?- e quasi tremo, perché per la prima volta, sono sicuro di perderla.
-Sono stanca Luke, sono stanca- distoglie lo sguardo, e dentro di me, comincia a sfogarsi quella rabbia che mi ha accompagnato fino a qui.
-Sei stanca? Sei stanca di cosa June?! Cosa credi? Che per me sia tutto normale? Beh, novità del giorno: non sei l’unica a dover sopportare tutto questo!- urlo, e quasi la spavento, la sento lasciare la mia mano.
-Cosa credi June? Che per me sia divertente dover sempre andare contro tutto e tutti? Credi che per me sia semplice convivere con il fatto che mia madre non ci vuole vedere insieme?! Beh, no cara! Anche per me è difficile! Ma non ho prenotato un volo per l’Europa!- sono quasi incredulo, ma sono davvero io a parlare?
-E allora perché stiamo insieme? La nostra storia è solo un problema! Tanto vale finirla qui! Tu hai il tuo tour, io ho i miei progetti! Lo hai detto tu stesso: questa storia è solo una lotta persa!- urla lei, e quasi non la riconosco.

Ma cosa siamo diventati?
Ma cosa stiamo facendo?
Perché ci stiamo urlando dietro?
Perché stiamo reagendo così?
La nostra storia, non è una lotta persa.
La nostra storia, è la nostra storia e basta.
Eppure.. perché ci stiamo urlando contro?
Perché?
A peggiorare le cose, è la voce che rimbomba in tutto l’aeroporto, che annuncia l’apertura del gate del volo di June.
La vedo prendere la valigia, ma io le afferro il polso.
-È così che hai deciso? Parti e mi lasci così? Dal nulla? Non ti vergogni neanche un po’? non hai un minimo di sentimento nei miei confronti?!- le urlo ancora, e mi rendo conto che troppe persone ci stanno fissando.
June non risponde.
-Non lotti neanche un po’ per noi due? Cazzo June! Io ti amo! E tu mi stai abbandonando senza un motivo!- ma lei continua a fissarsi i piedi.
-Rispondimi!- e sono sull’orlo di una crisi di nervi, tanto che ho le lacrime agli occhi, pronte a scendere.
-Io ti amo Luke- la sento bisbigliare, mentre alza lentamente gli occhi verso i miei –Ed è proprio per questo, che me ne devo andare- conclude, facendomi restare immobile, impalato, confuso da morire.

La vedo prendermi le mani, intrecciare le sue dita alle mie, mi si avvicina, e quando siamo a un respiro di distanza, la vedo mettersi in punta di piedi, fino ad appoggiare le sue labbra alle mie.
Questo bacio dura a lungo.
Le sue mani lasciano le mie, per poter prendermi il viso, mentre le mie mani, vanno sulla sua schiena, fino a tenerla il più vicino possibile a me.
Le sue labbra si intrecciano con le mie, il suo profumo mi invade, la morbidezza delle sue dita mi fa quasi piangere.
È triste, questo bacio.
E so benissimo che in seguito, June non resterà.
È triste questo bacio.
E io so, che non appena lei mi lascerà, piangerò.
È triste questo bacio, che sa tanto di addio.
È triste questo bacio, e io mi sento male.
Dura un’eternità, e mi lascia con una tristezza soffocante addosso, non appena il corpo di June si allontana dal mio, non appena le sue labbra mimano, ma senza rumore, un “ti amo”, al quale non so rispondere.
La guardo prendere la valigia, la guardo allontanarsi da me, non si volta, non osa guardarmi ancora, va dritta per la sua strada, verso il suo futuro, senza di me.
La mia paura più grande, era quella di perdere June.
La mia paura più grande, si è appena materializzata sotto i miei occhi, e io, non ho potuto fare niente per fermarla.
June se n’è andata, e con lei, se n’è andata quella parte di me che mi rende quello che sono.
 
Ritorno al parcheggio dell’aeroporto con gli occhi spenti, le labbra serrate, le lacrime pronte a rigarmi il viso, ho le mani che tremano.
Ashton è appoggiato al cruscotto, e non appena mi vede, solo, senza sua sorella, mi accoglie in un abbraccio.
Non ho mai pianto con qualcuno che non fosse Calum o Mike, ma non appena appoggio il viso sulla spalla di Ash, crollo.
Singhiozzo piano, le lacrime scendono, gli occhi mi bruciano, il cuore che si frantuma in mille pezzi.
-Mi dispiace- balbetto ad Ashton, che mi accarezza la schiena, senza dire nulla, senza tentare di rassicurarmi.
La mia June se n’è andata, la persona più importante che avevo se n’è andata, lontana da me, per colpa mia.
Colpa mia, perché dovevo lottare di più per lei.
Colpa mia, perché dovevo fare di più.
Colpa mia perché se lei è arrivata a questo, si è sentita sola.
Colpa mia, perché l’ho abbandonata senza volerlo.
Colpa mia, perché non l’ho amata abbastanza.
-Scusa Ash, è colpa mia- continuo a sussurrare, ma il fratello della mia June, non dice nulla, non dice nulla per darmi contro.
-È colpa di tutti noi, non tua Luke- mi dice accarezzandomi i capelli.
Un aereo sopra di noi si fa sentire, in tutto il suo rumore, non oso alzare gli occhi al cielo, non oso rivolgere lo sguardo alle nuvole.
June se n’è appena andata, lasciando dentro di me un vuoto enorme, un vuoto dentro il quale rimbomba il motore di quell’aereo, l’aereo che la sta portando lontana da me.

 
 

Note di Nanek

Okay, sono pronta per essere uccisa, colpita con pomodori o pietre, torturata fino all’estremo per aver fatto soffrire in questo modo il piccolo Luke Hemmings: vi prego perdonatemi!!!
Perdonami tu Luke, ti giuro non volevo, o meglio volevo perché la storia va così ma insomma non odiarmi!! =(
Che dire? Proprio nulla da dire, se non che questo capitolo è la tristezza.
Non so cosa dire, se non perdonatemi!
Spero che però, non abbandoniate questa storia: sì, è vero, June è andata via, ma ricordiamoci che i capitoli sono 31, e ne devono passare ancora delle belle ;)
Credo che per oggi mi trattengo dall’aggiungere altro, perché mi rendo conto della botta tristezza che ho appena pubblicato.
Passo direttamente a voi e poi mi dileguo, ve lo prometto!

Grazie a voi, per aver messo la storia tra le preferite <3 xniallersmile_  beacarli  HoransCoffee  Erika_9493  Im_an_insecuremess  odairseyes  vi adoro <3
Grazie a voi, per aver messo la storia tra le ricordate <3 Bree Blake  Erika_9493   vi adoro <3
Grazie a voi, per aver messo la storia tra le seguite <3 Fr_ _little things_  Erika_9493 vi adoro <3
Grazie a voi, per aver recensito <3 Tomma_Ash  Mashton  irwinmuffin  CeceHope_forever  NeneHoran  Smile_LWWY  Eleanor_Rigby  beez  Australian boys  niallhugssme  odairseyes vi adoro <3


Sperando di non avervi deluso troppo, vi adoro tutte! <3
Al prossimo aggiornamento!
Nanek

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Capitolo 19
*** Wherever you are ***


Capitolo 19

Wherever you are
 
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*LUKE’S POV*

Londra 2014, Take Me Home tour.

-Grazie di tutto Londra! Noi siamo i 5 Seconds Of Summer!- urlo alla folla davanti a me.

La guardo un’ultima volta, con la chitarra sollevata in aria, come faccio sempre, quando saluto le fan, quando un altro show finisce.
Quasi tremo, ritrovando davanti ai miei occhi tante, tantissime figure, che urlano, piangono, alzano i cellulari e creano un’atmosfera meravigliosa nel buio che ci circonda, tremo perché sono emozionato, lo sono sempre troppo quando salgo su questo palco, e a distanza di sette mesi, ancora non mi sono abituato a tutto questo.
Sono già passati sette mesi, sette mesi da quando abbiamo incominciato il Take Me Home Tour, sette mesi che sto lontano da casa, dal mio letto, dai miei fratelli e da mio padre, mia madre ha voluto venire con me: non glielo perdonerò mai, è come un impedimento per me.
I One Direction sono formidabili, sono persone carine, ci coinvolgono nella maggior parte delle loro attività, ci divertiamo con loro, perché assomigliano a noi, in qualche modo: sono ragazzi come tutti, che amano prendersi in giro, scherzare, lanciarsi caramelle addosso, fare video stupidi, e noi, ci siamo trovati a casa con loro, come se fossimo amici da anni.
Certo, i loro concerti sono più emozionanti dei nostri, noi abbiamo poche canzoni, e comunque, non siamo noi i protagonisti dello show.
Il manager ci ha assicurato che presto faremo anche noi dei piccoli concerti, solo noi, e nessun altro, parla di tour, parla di M&G, parla di cose sensazionali per noi, parla di un futuro splendente, dove la nostra musica, un giorno, arriverà a livelli degni di nota.
I miei followers su Twitter crescono giorno dopo giorno, e io ormai, non riesco più a rispondere ad ogni fan, e la cosa, mi rattrista un po’.
Usciamo dal palco in fila indiana, salutando con la mano, accogliendo gli urli finali della folla, per poi sparire, dietro le quinte, verso i nostri camerini, dove quel boato si abbassa un po’.
Mi butto sulla poltrona, e sospiro, sono distrutto.

Prendo il cellulare, Twitter, e ringrazio le fan, lo faccio sempre.
Ed ecco che le mie interazioni esplodono ancora di più, ed ecco che le poche fan che seguo riempiono la mia home.
Butto l’occhio sulle menzioni, lo faccio spesso, quando ho voglia di leggere quello che pensa la gente di me, lo faccio perché se qualcuno scrive cose divertenti lo seguo, senza problemi.
Una fan, in particolare, attira la mia attenzione.
Già il suo nome è un tonfo al cuore, già quello mi spinge a leggere il suo tweet.
Il tweet di una certa: “June is me”.
So benissimo che non è la mia June, ma leggere quel nome mi fa sempre un certo effetto.


@Juneisme: Luke e June, indovinate chi è il più grande LOL” e segue il link per una foto.

La apro, e vedermi di nuovo in quella foto mi fa male.
Io e June Irwin.
Lei che fa una faccia buffa, le sue solite smorfie che facevano ridere solo me, le guance gonfie d’aria, gli occhi che guardano la punta del naso e sembrano incrociarsi, mentre con le mani si tira in avanti le orecchie: la mia June.
Io, in questa foto, la guardo serio, con un sorrisetto appena accennato, mi ricordo bene quel momento, mi passa davanti agli occhi velocemente: io che dico a June di fare la pagliaccia, lei che risponde con quella faccia, io che sorrido, e non appena scatto la foto, le bacio le labbra.


@Juneisme: Luke e June, best couple ever” continua la fan, e ancora posta una foto, una più normale, dove io e June stiamo sorridendo: lei mi avvolge da dietro, ha il viso sulla mia spalla, il suo solito sorriso meraviglioso, i suoi occhi azzurri che mi fanno ancora arrossire, mentre io, con le braccia tese in avanti, scatto la foto, sfoggiando, miracolosamente, il sorriso più bello che ho, le mie fossette si vedono perfettamente, i miei occhi sembrano brillare: ero felice.
 
@Juneisme: Fate tornare insieme questi due, voglio vederlo sorridere così” scrive ancora, e io sorrido.
@Juneisme: Come si fa ad odiarla? È così dolce! @JuJu_Irwin ti voglio bene <3” scrive direttamente a June, e io sorrido ancora, decidendo poi di premere il tasto “Segui”.

@Luke5SOS: @Juneisme =)” le scrivo.
 
Sono proprio negato con le parole, potevo sprecarmi un po’ di più, ma ormai il Tweet è andato.
La fan comincia a impazzire, comincia a scrivermi grazie a non finire, a scrivere che è senza fiato, che non sa che dire, che è felice.
Passano pochi secondi, quando un’altra persona, le scrive qualcosa.


“@JuJu_Irwin: @Juneisme ti voglio bene anche io xx” ed ecco che la poveretta impazzisce ancora, dato che June le ha appena riposto e ha cominciato a seguirla: la telepatia che lega me e June non si è ancora dissolta.
Sorrido ancora, ma un vuoto dentro, mi rattrista un po’.
Resto a fissare lo schermo, con le mani che cominciano piano piano a tremarmi un poco, e non mi rendo neanche conto che pure i 1D hanno finito di suonare, e ci hanno appena raggiunti.
-Mike! Direi che offri da bere! Non si compie gli anni tutti i giorni- esclama Niall, dandogli una pacca sulla schiena.
Michael annuisce –Vi stavamo aspettando infatti- annuncia, e tutti esultano, impazienti di uscire ad ubriacarsi.
Calum mi si avvicina –Avanti Lukey, alzati che andiamo- mi tocca la spalla, ma io, voglia di uscire, non ne ho, sono tormentato.
-Io.. vado in hotel, non mi sento bene- dico piano, e tutti mi prendono in giro, dicendomi che ho raggiunto la maggiore età per bere, e che una balla mi farebbe bene.
-No davvero, sono.. non so, ma.. meglio se per sta sera salto- continuo a dire, e senza aspettare ulteriori prese in giro, mi dirigo verso la macchina nera, ho davvero bisogno di stare solo.
 
June Julie Irwin.
Sette mesi abbondanti senza di te.
Da quel giorno in aeroporto, non ti ho più vista, non ti ho più sentita, non ti ho più cercata, e ti rivedo, se così si può dire, solo grazie ad uno schermo, perché tu hai risposto ad una fan.
Non scrivi mai niente in Twitter, June.
Perché non aggiorni? Perché non mi dici dove sei? Perché non mi dici come stai?
Perché sei riuscita a cancellarmi così facilmente, mentre io, sono ancora qui che penso a te?
Qualche volta vedo tuo fratello isolarsi con il computer, sparisce e va in giardino o in camera, non vuole che io ci sia quando tu lo chiami su Skype, non vuole che io senta la tua voce: perché?
Ho capito sai, che sei tu che gli chiedi di non farmi sentire quello che dici, lo so sai, che sei tu che non vuoi che io passi per sbaglio dietro la webcam: perché June? Perché mi fai questo?
Non so niente, non so se hai finito gli studi, non so se lavori, non so se sei tornata in Australia, non so se sei rimasta in Spagna o stai a pochi metri da me, non so se mi pensi, non so se hai già incontrato qualcun altro.
Dove sei June?
Mi manchi June, io manco a te?
Perché June?
Perché non mi cerchi? Perché mi hai lasciato così?
Sono stufo ormai, sono stanco di farmi sempre le solite domande, sono esasperato, perché nessuno può darmi delle risposte, o meglio, tuo fratello potrebbe, ma non lo fa, ma so che sei tu a bloccarlo, so che sei tu che gli chiedi di tacere sulla tua vita, lo so June, perché per quanto Ashton sia stato cattivo in passato, ora non mi tiene nascosto nulla, nulla.
Si giustifica con un “Non posso, se potessi te lo direi”, e io so che è sincero, e io June, vorrei tanto sapere quello che vi dite.
Perché mi tratti così? Perché June?
-Cazzo June!- urlo, lanciando il cuscino, che tenevo sotto la testa, contro il muro della camera.
-Maledizione a te! Perché sto ancora qua a pensare a te! Coglione io!- urlo ancora, e ringrazio che gli altri non siano ancora tornati, ringrazio di essere solo nella mia stanza, con i miei pensieri, con te e i nostri dannati ricordi a torturarmi, a farmi sentire debole, a farmi sentire vuoto, triste, solo.
Guardo in Twitter, come a tentare di calmare i miei nervi, che se continuano ad avere via libera mi porteranno a lanciare l’intero letto fuori dalla finestra.
Un tuo Tweet, cara June.
@JuJu_Irwin: Quando sei solo, di’ il mio nome, ovunque tu sia
Colpo basso June.
Basso, bassissimo, maledizione a te!
Lo sto urlando il tuo nome, lo urlo con disperazione, lo urlo in queste pareti, e mi sento ancora più abbandonato, ancora più solo, perché tu non sei qui.
Le mie menzioni esplodono ancora, hai dato inizio alla mia tortura: foto, foto, e ancora foto di noi due, della “sorella di Ash” e “Hemmo”, foto che le fan pubblicano e non so come abbiano fatto a trovarle, foto mie e tue, mentre ci sorridiamo, mentre mi baci la guancia, mentre mi abbracci, mentre ci teniamo la mano, foto dove è ritratta la mia felicità, foto che ritraggono quello che ero, foto dove io sorrido sincero, dove il mio sorriso è vero, è puro, e non sai quanto mi manca quel sorriso, quel che ero, quel lato di me che era in pace con il mondo e con se stesso.
Maledizione a te June, perché mi dicevi che noi eravamo la cosa più importante.
Maledizione a te June, perché mi dicevi che non sarebbe mai finita, perché non era per noi far finire tutto.
Maledizione a te June, perché hai smesso di lottare per me, hai smesso così, all’improvviso, senza darmi un motivo: hai semplicemente rinunciato a me, come se fosse la via più semplice, come se fosse più semplice adattarsi ad una vita senza di me piuttosto che lottare con me.
Maledizione a te June, perché io sono ancora qui ad aspettarti, perché io sono ancora qui ad aspettare il tuo ritorno, sono ancora qui, ad aspettare un tuo messaggio che non arriva mai, sono ancora qui, con il mio amore per te, sempre più vivo che mai, come se questo, fosse il mio unico modo per non sprofondare, perché io, ti amo, perché ti penso, e non posso rinunciare a te.
-Ovunque tu sia June, torna da me- sussurro ancora, mentre una lacrima mi solca il viso.
E dentro di me, riprende vita quell’ultima immagine che ho di te, l’immagine di noi all’aeroporto, il nostro bacio, il nostro saluto, le tue lacrime, le tue parole, il mio animo vuoto.
Accendo la luce del comodino, e prendo la mia chitarra, con tanto di blocchetto e penne, ho bisogno di sfogarmi.
E tu, sei la mia musa, e forse hanno ragione Mike e Calum, quando dicono che sei tu che mi fai scrivere, e pure in questo momento, nonostante tu sia lontana da me, tu mi stai ispirando ancora.
For a while we pretended
That we never had to end it
But you knew we had to say goodbye
 
No, non posso scrivere che lo sapevi solo tu, in aeroporto, io sapevo che sarebbe finita.
 
But you we knew we had to say goodbye

You were crying at the airport
When they finally closed the plane door
I could barely hold it all inside
 
Torn in two
And I know I shouldn’t tell you
But I just can’t stop thinking of you, June.
Wherever you are
June
You
Wherever you are
 
Everynight I almost call June  you
Just to say it always will be us  you
Wherever You are
 
I could fly a thousand oceans
But there’s nothing that compares to
What we had so I walk alone
 
No, non posso scrivere il tuo nome, non posso, non mi permetterebbero di pubblicarla, non mi permetterebbero di far arrivare queste note a te, troppe persone magari ne soffrirebbero, non posso scrivere il tuo nome, non posso.
Non posso parlare di noi, non posso dire così esplicitamente che questa canzone l’ho scritta pensando a te, a noi, alle tue lacrime, al nostro ultimo ricordo insieme in aeroporto, non posso farmi vedere così disperato e debole, non posso, non posso renderla così ovvia.

 
I wish I didn’t have to be gone
Maybe you’ve already moved on
But the truth is I don’t want to know
 
Torn in two
And I know I shouldn’t tell you
But I just can’t stop thinking of you, June
Wherever you are
June
You
Wherever you are
Everynight I almost call June you

Just to say it always will be us  you
Wherever you are
 
Maledizione a te June, continuo a scrivere il tuo nome, continuo a scrivere di te, continuo perché sono triste, perché penso a te, perché in questa canzone ci sei solo tu, ci siamo solo noi, e non posso fare a meno di nominarti.
 
You said we’ll be together
 
Sì, me lo dicevi eccome, me lo dicevi sempre, mi dicevi che non sarebbe mai cambiato niente tra di noi, mi dicevi che non mi avresti mai lasciato, mi dicevi che non ti importava niente della gente, della sua opinione, mi dicevi che l’importante eravamo io e te, solo June e Luke, e nessun altro, me lo dicevi di continuo, e io lo dicevo a te, come se fosse il nostro modo di rassicurarci, l’unico modo per stare in pace, perché entrambi, volevamo solo essere felici, insieme; eppure, questa frase non è servita, non è bastata, si è consumata troppo velocemente, e ti ha portata lontana da me, non hai più ascoltato questa frase, hai voluto sopprimerla, hai voluto cancellarla, e questa frase, non è servita a farti restare con me.
 
Però ancora una volta, non posso essere così esplicito. Ci vuole dell’altro.

 
You said can say we’ll be together
 
Someday
Nothing lasts forever
Nothing stays the same
So why can’t I stop feeling this way
 
Torn in two
And I know I shouldn’t tell you
But I just can’t stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Everynight I almost call “June” you
Just to say it always will be you
Wherever you are
 
-Wherever you are June!- urlo, dopo aver concluso, una nuova canzone.
La ricanto per due ore, la canto e la suono, e le lacrime stanno per farsi vedere ancora sul mio volto.
All’ennesima prova, vengo interrotto dalla porta della camera, che si apre, e un Michael piuttosto preso bene si fa avanti, mentre regge da solo, due ragazzi più brilli: Calum e Ashton, che borbottano qualcosa, camminano goffamente, ed emettono suoni ancora più strani non appena Mike li avvicina ai rispettivi letti.
Non riesco a sorridere nel vedere Ashton che si coccola il suo Pony rosa, o nel sentire Calum che chiama Mike “mamma”.
-Ti ho sentito, da fuori- mi dice Michael, rivolgendomi lo sguardo, e raccogliendo il mio cuscino da terra.
-È bella quella canzone- continua ancora –potrebbe sembrare per le fan.. ma so benissimo che è indirizzata alla nostra June Julie Irwin- sospira.
-Che dici di venire giù con me? Me la fai sentire per bene- propone, e io annuisco, cercando le mie infradito.

 
- Everynight I almost call you. Just to say it always will be you. Wherever you are..- finisco di cantare, bloccato bruscamente da un singhiozzo, le mie mani che reggono la chitarra per miracolo, i miei occhi che mi pizzicano, guardo i miei piedi e non li vedo più troppo nitidi, le labbra spingono verso il basso, un nuovo singhiozzo si fa sentire un po’ di più, fino a raggiungere il suo scopo: una lacrima, che riga la mia guancia, e sfiora l’angolo della mia bocca.
Mi porto la mano al viso, e quasi me lo copro, come se mi vergognassi di mostrarmi così debole davanti al mio amico, come se mi sentissi la persona più fragile del mondo, come se in questo momento, l’unica cura possibile fosse June.
Sento le mani di Michael prendermi la chitarra, l’appoggiano lontana, e poi, ecco che mi avvolge, sento le sue braccia stringermi a sé, e io mi appoggio a stento sulla sua spalla, continuando a piangere.
-È una bellissima canzone Luke- mi sussurra, accarezzandomi la testa, ma senza ricevere una risposta concreta da parte mia.
-Vedrai che si sistema, ne sono sicuro Luke- continua a rassicurarmi, ma io so che non è vero.
-Lei non è qui, lei mi ha già dimenticato- dico, tossendo un po’, e continuando a disperarmi, perché nella mia testa, l’immagine di June è sola, vedo lei, ma non vedo me stesso con lei, vedo lei e una vita diversa dalla mia, vedo lei in un mondo diverso, dove non c’è spazio per me.
Vedo June, e vedo una figura in ombra con lei, che non rappresenta per niente la mia immagine.
-Lei starà già con un altro, perché se no, che motivo avrebbe Ashton per non dirmi dove si trova? Lei ha un altro, ne sono certo- comincio a dire a vanvera, vedendo l’immagine di lei allontanarsi sempre più da me.
-Non dire scemenze, June non ha un altro, ne sono sicuro- commenta Mike.
-E tu come lo sai? Cosa sai Michael? Ashton ti ha detto qualcosa? Ti prego dimmelo!-
-No Luke, non mi ha detto niente. Ma non è con un altro, ne sono sicuro- e io sospiro, perché delle sue ipotesi me ne faccio ben poco.
Mi asciugo le guance con la mano, per poi alzarmi di scatto, incitando Mike a tornare in camera.
 
-Buonanotte Lukey- mi dice Mike, ritirandosi sotto le lenzuola.
-Notte Mike, grazie, per prima-
-Dovere- sorride, per poi spegnere la luce.
Io fisso di nuovo lo schermo del cellulare, fisso la mia home di Twitter, e guardo i tweet di alcune fan.
Sempre lei poi, formula una domanda, rivolta a me, sempre la solita fan, sembro sintonizzato solo sui suoi messaggi.

 
@Juneisme: @Luke5SOS Ti manca June? Almeno un pochino? =( ”
 
Da morire, vorrei rispondere.
Eppure non lo faccio, eppure, il desiderio di far capire a June quanto mi manchi c’è, è all’estremo, potrei esplodere da un momento all’altro.
Decido di non rispondere direttamente a questa fan, decido di scrivere un Tweet, nella speranza, che lei, la mia June, capisca il mio intento.

 
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Buonanotte June, mi manchi.
 
 
 
Note di Nanek

Care lettrici, Caro Luke, Cari 5SOS
spero che voi tutte, e tu Luke, e voi Mike, Cal e Ash, mi possiate perdonare per tale cosa: ho modificato il testo della bellissima Wherever you are per far capire che è dedicata a June anche se questo non è affatto vero, e chiedo umilmente perdono per aver osato tanto LOL
Vi avviso: la mia lettrice beta non può più ascoltarla senza pensare a questo capitolo, e io mi sento responsabile, perdonatemi se vi succederà lo stesso!!
Ma non pensate che in fondo, in fondo, ci stia davvero?!?!?!?!?!?!?!
La prima volta che l’ho ascoltata mi sono vista June in aeroporto T,T Luke Hemmings in realtà mi spia e legge questa ff, in italiano, perché google translate lo usa spesso… sono fusa ragazze, perdonatemi!!
Cmq, che ve ne pare allora?
Questo capitolo è ambientato direttamente durante il tour, sono già mesi che i 5SOS mancano da casa, e diversi mesi che Luke non sente più June =((((
E in un momento di tristezza, ecco che le scrive questa canzone, modificandola poi, per diventare quella che noi tutte conosciamo, la bellissima ”Wherever you are” <3
L’ultimo tweet che ho messo cmq, esiste!!!!!! Luke lo aveva scritto per davvero, e la foto messa è la prova U.U e io l’ho usato a mio piacimento perché mi sento libera di farlo u.u lol
Perdonatemi.
Non so che mi prende oggi XD
Da quel che capiamo cmq, è che Luke è ancora perso per la giovane Irwin, mentre lei.. fa un po’ la stronzetta(?), non vuole sentirlo, chiede ad Ash di isolarsi quando lo chiama…. Perché? Qualcuna di voi ha qualche idea? Beh, pensateci ;) a tutto c’è sempre un perché! ;)
 
Passiamo a voi, che siete meravigliose <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3 alesara  harrystylesw  Horangirl  vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 harrystylesw  Icantchangee  nojimmyprotested5 vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 harrystylesw  Eliisa_  Marysalzano SaMiNa  vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 Erika_9493  irwinmuffin  Eleanor_Rigby  beez  Eliisa_  luce_ghiaccio  harrystylesw  Smile_LWWY  Tomma_Ash  odairseyes  Australian boys  Mashton  NeneHoran  CeceHope_forever  vi adoro <3


In attesa del prossimo aggiornamento, spero di trovare le vostre recensioni <3
Grazie per ogni cosa, a voi tutte, WHEREVER YOU ARE! <3
Nanek

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Capitolo 20
*** Unpredictable ***


Capitolo 20

Unpredictable
 
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*ASHTON’S POV*

Scende la neve, qui a Londra.
È il 5 dicembre 2014, manco da casa da più di mezzo anno.
Sento mia madre e mio fratello quasi tutti i giorni, con un messaggio, su Skype, la mia famiglia mi manca, il fuso orario che ci ostacola, tutto più difficile, tutto così triste.
Pensare che a Sidney ora, c’è il sole che splende, ci saranno minimo 30°C, è già tempo di vacanze estive, è tempo di bagni al mare e costumi colorati da sfoggiare.
Eppure io, sono a Londra, dove regnano il freddo e i maglioni pesanti.
Mi manca il clima di casa mia, mi manca da morire la mia terra, vorrei tanto essere con le persone a me care in questo momento, anche perché, Natale si avvicina fin troppo velocemente, e il pensiero di dover trascorrere pure questa festa lontano, mi rende nervoso e triste.
June.
June sono diverse settimane che non la sento, tranne qualche inutile messaggio: ci sentivamo ameno tre volte a settimana con Skype, aspettavo quei momenti con ansia, ma in questi ultimi giorni, più sentita, nessuna traccia di mia sorella, nessuna videochiamata.
Mi dice che è occupata, che ha tanto da fare, ma non specifica nulla, non mi dice che cosa la tiene impegnata, non mi dice niente, e mia madre, sono sicuro, la sta coprendo, mi sta nascondendo qualcosa, perché quando chiedo a lei che fine ha fatto June, mi sa dire solo “ha poco tempo libero”.
E io non ci credo che June abbia poco tempo per me, sono suo fratello, sono lontano chilometri, ha sempre trovato una mezz’oretta da dedicarmi: cos’è cambiato ora?
Deve essere successo qualcosa, ne sono certo, e mi sto preoccupando.
Gioco con il cellulare, guardo Twitter.
La nuova canzone che Luke ha scritto in una notte ha già superato un milione di visualizzazioni, la cosa è davvero bella, le fan ne sono entusiaste, anche perché lui, ha voluto dire di averla scritta per loro.
Stupido idiota.
Se avesse detto la vera destinataria, forse, le cose avrebbero preso una piega diversa.
Magari June l’avrebbe chiamato, gli avrebbe scritto un messaggio, ma lui no, non mi ha ascoltato, e ha dato retta alla sua testa.
Si nota lontano un miglio che è per June, lo ha capito pure Liz, cosa crede, che June non lo capisca?
Noto una fan, che scrive su Twitter, e mi cita: mi chiede se invece, questa nuova canzone sia indirizzata a Sue.
Leggere il suo nome mi fa ancora un effetto strano.
Leggere il suo nome mi fa rabbrividire, irrigidisco, e la mente si riempie di lei.
Sue.
Chi l’ha più sentita lei?
Sono mesi che non la vedo più, sono mesi che se ci penso, ho ancora il magone.
Mi manca.
E non riesco a scordarmi di lei.
Mi sento vuoto senza di lei, mi sento perso, come se mi mancasse qualcosa.
I miei pensieri da autentico depresso svaniscono, perché il mio cellulare, vibra l’arrivo di un messaggio.
“Ash, skype?”
Porca miseria, ti sei proprio sprecata mia cara.
Mi precipito a prendere il computer, accendo Skype, e la sua chiamata non tarda ad arrivare, facendo rimbombare le pareti di camera mia con la musichetta stupida di Skype.
Accetto la chiamata, mi metto a sedere, sono pronto a vederla, finalmente.

-Qual buon vento June! I tuoi messaggi sono sempre più corti! Devo preoccuparmi?- le domando, non appena il viso di mia sorella si materializza nello schermo.
Mia sorella ha una coda alta, ha il viso stranamente più gonfio, una luce fioca la illumina, la vedo mentre si sistema una coperta: ma, ha freddo?
-June stai male? Hai freddo?- le chiedo, per poi darmi dello sciocco: lei è in Spagna, è logico che non faccia caldo come in Australia, la geografia non è mai stata il mio forte.
-Non è una coperta pesante Ash, è un lenzuolo, è notte fonda qui..- mi risponde lei, lasciandomi un tantino perplesso: in Spagna non c’è solo un’ora di differenza dall’Inghilterra?
Sono appena le sei del pomeriggio qui da me.. com’è possibile?
-Ash, sei solo?- mi riprende June: solita domanda, come ogni volta.
-Sì June, Luke e gli altri sono fuori, tranquilla- la rassicuro, e la sento sospirare.
-Come ti va la vita fratellino? Scusa, sono stata impegnata in questi giorni- voglio proprio sapere che hai combinato.
-Sto bene JuJu, tu? Effettivamente mi stavo chiedendo che cosa ti stesse portando via così tanto tempo- mia sorella sospira.
-Sai, il lavoro, da trovare.. sto bene comunque- fa una pausa –ti diverti allora?-
Cosa stai facendo June? Queste domande sono davvero stupide, sta sviando, sta cambiando discorso.
-Ti piace la nuova canzone JuJu?- domando diretto, senza esitare, e la vedo che spalanca un po’ gli occhi.
-Prova a chiamarmi al cellulare- mi dice, e io eseguo.
Dall’altra parte dello schermo sento le note di “Wherever you are”, mia sorella mi mostra il cellulare, ha messo questa canzone come suoneria.
-Quanto siamo dolci JuJu, ti piace quindi!- esclamo contento, lei sorride.
-Sì, è molto.. ti sento vicino, mi fa sentire meno la tua mancanza- abbassa lo sguardo.
-Quindi senti la mancanza anche di Luke, sì anche tu manchi a lui sai? L’ha scritta per te- dico tutto d’un fiato, sono un genio del male, chissà che questi due tornino insieme prima che arrivi la fine del mondo.
Mia sorella non mi risponde, anzi, i suoi occhi mi fulminano, sospira rumorosamente, mi sta maledicendo in qualche lingua strana.
-Non sei simpatico Ashton- sputa infine, facendomi scoppiare a ridere.
-Non intendevo esserlo, sto solo dicendo come stanno le cose- dico serio.
-No, stai solo facendo il cretino- mi risponde ancora, con occhi fulminei.
-Anche Try Hard è molto dedicata a te, non so se hai sentito le parole, “She’s seventeen, I’ve told her I’m twenty”- comincio ad intonare.
-Wow Ashton, da quando io ho diciassette anni? Vado indietro con l’età? Questa mi è nuova- June, è inutile che tenti di fare la stupida.
-Sai benissimo che si riferisce a voi due, solo che Luke non può sbandierare al mondo quanto stia ancora in pena per te, ficcatelo in testa. June io non capisco perché ti ostini a..- ed ecco che mia sorella alza la voce.
-Cazzo Ashton la vuoi smettere?! Stai zitto! Che hai oggi? La sindrome di Cupido? Beh fatti i cazzi tuoi! Non è proprio il momento, e non lo sarà mai!- si inalbera, per poi bloccarsi di colpo.
Vedo il viso di mia sorella, piuttosto strano, i suoi lineamenti sono tirati, come se si fosse appena fatta male, la vedo portarsi una mano al ventre, sospira, dice qualcosa in un sussurro, e non capisco cosa stia dicendo.
-June, ma stai male? Ti vedo strana- continuo, e lei non alza lo sguardo sul mio.
-June? Ti prego, cos’hai? Stai male? Che succede?- intervengo ancora, e sento dei singhiozzi farsi avanti.
-June..- la chiamo ancora, e quasi mi ritrovo ad accarezzare lo schermo.
-Ash.. io.. è tutto così.. complicato-
-Dimmi cos’è complicato, io ti posso aiutare- la rassicuro, mentre la guardo asciugarsi le lacrime con la mano.
-Non credo tu possa..- mi dice, per poi mostrarmi la fonte di tutte le sue preoccupazioni, la causa della sua assenza, la causa di tutto questo silenzio tra noi.

Spalanco gli occhi, incredulo, quando lei accende anche la luce grande, e la camera è illuminata: la camera di June, a casa nostra, in Australia; la luce illumina il buio del nostro silenzio, e io, con gli occhi fermi e sorpresi, ascolto quello che mia sorella ha da dire.
Dice che è tutto difficile, complicato, dice che non è rimasta in Spagna per troppo tempo, perché, non appena la notizia le è arrivata, ha avuto paura, si è sentita sola, e stare così lontana da casa, non è il massimo, per quella situazione.
Mi dice che ha chiesto a nostra madre di coprirla, di non farmi sapere niente, quel segreto doveva svelarmelo lei stessa, quando sarebbe stato il momento giusto.
Mi dice che trovare lavoro è difficile, mi dice che deve anche riprendere gli studi, e che non sa come fare: i suoi sogni sono in bilico, sono incerti, sono più difficili da raggiungere con questo nuovo “ostacolo”, e lei si sente persa.
Attorno a lei non riesce a vedere uno spiraglio di luce, si sente inerme e senza speranza di successo, si sente sola, e di notte, resta sveglia a pensare a lui, lui che è l’unico a farla sentire protetta, lui che le manca da morire, lui che era il mondo per lei, e che ora, è così lontano.
Mi confessa di essere esausta, di avere gli occhi sempre troppo rossi per le numerose lacrime versate per lui, mi dice che la voglia di chiamarlo è tanta, eppure, non osa farlo, anche perché lei sa, che Liz è con noi, che Liz, non le permetterebbe mai di riavvicinarsi a suo figlio.
Mi dice che sa benissimo che molte canzoni sono frecciatine per lei, perché non è stupida, lo capisce, le parole non sono mai state così dirette a lei, ma non può farci niente, se non ascoltarle e addormentarsi con la voce di Luke nell’orecchio, per avere un po’ di quella felicità che sembra aver perso del tutto.
Mi dice che io non posso fare niente per cambiare le cose, mi dice che nessuno potrebbe davvero fare qualcosa di utile.

-Devi dirglielo June- dico di getto io, quando lei smette di parlare, e fissa il vuoto.
-Devi dirglielo, non puoi vivere il tutto da sola- continuo, e June, scuote la testa.
-No, non posso- sussurra, alzando lo sguardo verso lo schermo –lui, voi, state vivendo il vostro sogno, e io.. non sono più nessuno per obbligarlo a sottostare a tale responsabilità- sentenzia.
-Ma io spero tu stia scherzando! June lui è parte di te! Non lo vedi che continua a essere un depresso cronico?! Lui deve saperlo- esplodo, di fronte a tale idiozia.
-Non devi dirglielo Ashton, non sono affari tuoi- mi dice seria, e io sospiro rumorosamente.
-Quando sarà il momento, glielo dirò io, non tu- continua lei, e sbadiglia appena.
-Devi dormire June, o domani non ti reggi in piedi- le dico, e lei annuisce.
-Mi canti una canzone?- mi chiede, e io sussurro un “sì”.

June posiziona il computer sul comodino, la guardo spegnere le luci, distendersi sul fianco, il viso rivolto verso lo schermo, gli occhi blu, gonfi, pieni di lacrime ancora da versare.
Riempio la sua camera con le note di “Beside you”, e la vedo quasi sorridere, non appena chiude gli occhi.
Guardo il suo viso, mentre l’accompagno nel sonno, vedo i suoi lineamenti rilassarsi, la bocca che si apre leggermente, un respiro più profondo: la mia June che dorme, davanti ai miei occhi.
La mia June, che tanto vorrei abbracciare.
La mia June, che vorrei accarezzare, vorrei toccare quelle guance rosse che ho davanti agli occhi, sussurrarle che andrà tutto bene, che si risolverà tutto, cercare di rassicurarla e non farla sentire sola.
Odio vedere mia sorella in queste condizioni, odio averla così distante, odio essere lontano da casa quando lei sta male.
-Buonanotte JuJu- le sussurro, prima di chiudere la chiamata, per poi distendermi sul letto, sospirando profondamente.
Chi se l’aspettava una cosa del genere?
Come faccio ora a tenere nascosta una cosa così importante?
Come faccio a mentire a Luke?
Come faccio a vivere tranquillo, sapendo che lei, dall’altra parte del mondo, sta cercando in tutti i modi di non crollare, sta cercando di non far svanire tutti i suoi sogni, sogni per il suo futuro?
Come faccio a stare così distante?
E quando lo dirà a Luke?
Tra un mese? Un anno?
Quanto tempo dovrà aspettare, prima che lei prenda il coraggio necessario a confessare una cosa simile?
E cosa succederà quando lui saprà tutto?
Si arrabbierà con me?
Quello è certo.
Si incazzerà come una bestia, ne sono sicuro.
Ma cosa farà con June?
Ritornerà da lei?
E su questo pensiero, tuttavia, sorrido.
Non è neanche da chiedere una cosa del genere.
Lui la ama.
Lui tornerà da lei.
Ora, e sempre.

 

Note di Nanek

Ehyoooooooo =)
Ma ciao a tutte care lettrici! ;)
Che cosa abbiamo qui? Finalmente una mezza comparsa da parte di June!!! È viva è viva!! Ed è tornata a Sidney… il motivo? Eheh, sono cattiva, e non l’ho svelato apertamente ;) ci vuole un altro po’ di mistero insomma.. però da quel che capiamo, June non se la passa troppo bene, è in crisi, e Ash non può aiutarla.. MAH.
Non mi  dilungo troppo, lascio a voi idee/pensieri/ipotesi, che potete sempre condividere con me nella vostre recensioni se volete ;)
Passiamo a voi, faccio veloce perché ho internet che va a colpi e rischio non riuscire a postare XD

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3 anirbas1D  Ale_directioner98  lunatic1D vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 AriLove  lukesvojce_  irwinshug vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 _Hakuna_Matata_  i_need_your_love vi adoro <3
Grazie a te per il commento breve <3  Marysalzano ti adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 odairseyes  Smile_LWWY  _Hakuna_Matata_  Mashton Australian boys CeceHope_forever  beez  Tomma_Ash  luce_ghiaccio  Eleanor_Rigby  NeneHoran vi adoro <3


In attesa del prossimo aggiornamento ;) a presto!
Nanek

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Capitolo 21
*** Thinking of you ***


Capitolo 21

Thinking of you
 
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*JUNE’S POV*

Diversi mesi dopo: Agosto 2015.

Luke, oh Luke, sei davvero qui?
Io, oddio, devo correre verso di te.
Luke, Luke! Luke guardami!
Sto urlando come una pazza, lo spaventerò, ma non mi importa.
Luke! Luke!
Luke perché non ti volti?
Luke! Luke!
Sono qui!
Sto correndo verso di lui, lo riconoscerei tra mille: quei pantaloni stretti, quella camicia azzurra, i capelli biondi, quel profilo perfetto, quel nasino all’insù che amo toccare, quanto mi sei mancato Luke.
Luke! Luke!
Continuo ad urlare, ma lui non si volta, non si muove.
Luke! Sono io! Sono June! Voltati!
Le braccia che mi fanno male a sforza di sbandierarle all’aria, pur di farmi vedere.
Luke! Luke!
Possibile che lui non mi senta?
Continuo a correre verso di lui.
Però lo vedo allontanarsi sempre di più.
Ecco che si volta, ecco, mi sta guardando!
Luke! Luke! Sono qui amore mio!
Oddio, mi sta sorridendo, oddio quanto sei bello Luke, quanto mi sei mancato.
I tuoi occhi, le tue fossette, voglio accarezzarti, voglio toccarti Luke, è da più di un anno che non ti tocco, non sai cos’ho passato in tutto questo tempo.
Luke?
Luke perché hai voltato lo sguardo oltre a me?
Vedo al mio fianco una ragazza, non la conosco, ha i capelli castani, scuri e lunghissimi, gli occhi verdi smeraldo, e sta correndo anche lei verso di te.
E tu, perché le stai sorridendo?
Luke chi è lei?
Luke cosa stai facendo?
La ragazza al mio fianco mi supera, corre troppo veloce, io non riesco a seguirla, non riesco a riprendere il passo, mi sento debole, mi sento le gambe pesanti, sono senza fiato.
La ragazza ti arriva vicinissima, e tu, l’avvolgi in un abbraccio.
Le sorridi, lei ti avvolge a sua volta, vi guardate negli occhi.
Tu appoggi le labbra sulle sue.
Non riesco più a correre.
Non riesco più a fare nulla.
Sento le lacrime scendermi lungo le guance.
Le prendi la mano, e ti volti, camminate lontani da me.
La ragazza però, mi guarda, lei mi vede.
Mi sorride maligna, un sorriso bastardo, e sento le sue parole, sento che mi dice qualcosa.
“Acacia vince sempre, vecchia June!”
No, no, no.
Cos’è questa cosa?
Luke!
Luke ti prego voltati!
Amore mio ti prego guardami!
Luke!
La ragazza ride di me, si gira anche lei, e avanza con te, attaccandosi ancora di più al tuo braccio.
Luke!
Luke ti prego!
Luke guardami!

Luke..

-June? Svegliati amore, sono le sette- una voce mi entra nell’orecchio, svegliandomi.
Spalanco gli occhi, ho il fiatone, il cuore che batte a mille, davanti a me, la figura di mia madre, che mi sorride, accarezzandomi i capelli.
-Mamma, oddio, che incubo- confesso di getto, alzandomi dal letto, mettendomi a gambe incrociate.
-Ti dimenavi tutta amore, stai bene?- mi mette la mano sulla fronte.
-Sto bene mamma, devo solo smetterla di interessarmi di gossip prima di addormentarmi- sospiro.
-Gossip riguardanti Luke Hemmings e una certa Acacia?- ridacchia appena.
-Ho nuovamente parlato nel sonno?- mia mamma annuisce, devo imparare a tacere.
Volgo lo sguardo verso il letto che sta nella mia stessa stanza.
-Non ho svegliato nessuno vero?- chiedo ancora, allarmata: se si sveglia è la fine.
-No, dorme come un angioletto, tranquilla- sorride ancora mia mamma, dicendomi di alzarmi, devo vestirmi, devo andare all’Università, e poi andare a lavoro, la settimana è cominciata, devo darmi nuovamente da fare.
 
Cammino per le vie di Sidney, lo zaino pieno di libri in spalla, il sonno che ancora mi invade, ma l’ansia causata dall’incubo, è finalmente sparita del tutto, che spavento.
Devo smetterla di dare retta a tutti i pettegolezzi riguardanti Luke, devo smetterla di farmi gli affari suoi, lui non deve più interessarmi: come se fosse vero.
Devo dire che, tranne questo piccolo tormento, la mia vita è ricominciata piuttosto bene, dopo che ho svelato il mio segreto ad Ashton.
Da quella conversazione, tutto ha cominciato a girare per il verso giusto, in qualche modo.
Ho ripreso l’Università, i miei esami non sono andati persi, ho ancora una possibilità di vincere la borsa di studio, e cosa ancora più meravigliosa: ho trovato lavoro, non come barista in una discoteca, dato che a casa ho un bel po’ da fare, e di notte devo dormire, ma come “ragazza delle ripetizioni”.
Ringrazio la mia professoressa per questo, perché lei, ha portato alle persone giuste, i miei buoni risultati: mi hanno notata, e ora, ogni pomeriggio dalle quattro alle sei, aiuto gli studenti del liceo con la matematica, o con lo spagnolo, con qualsiasi cosa, e la scuola, mi paga come insegnante, è stata una manna dal cielo questa cosa, non la credevo possibile quando sono tornata dalla Spagna, eppure, qualcuno mi ha voluto molto bene insomma.
Sono felice, sono davvero felice.
Il mio futuro ha di nuovo una luce potente che riesco a vedere, riesco ad immaginarmi qualcosa di bello, riesco finalmente a dire: i miei sogni possono ancora realizzarsi.
Poi la mia laurea non è troppo lontana, manca un anno, solo uno, e poi avrò concluso tutto, non sarò più una studentessa, e avrò ancora più tempo da dedicare alle mie aspettative.
Arrivo al cancello dell’Università, e il cellulare squilla, mi affretto a rispondere.
-Dimmi tutto cara- la saluto, la voce di lei, ancora mezza addormentata, mi fa quasi ridere.
-June, oggi, a che ora devo venire?-
-Mia mamma riprende lavoro alle tre, solito orario.. hai da fare?- speriamo di no, ti prego non puoi abbandonarmi ora, io alle quattro sono a scuola!! Baby sitter se mi abbandoni ti uccido.
-No tranquilla non ho da fare, era per essere sicuri, possiamo andare al parco o dobbiamo stare segregati in casa?-
Possibile che non possa stare a casa? Fa freddo per uscire, siamo ad Agosto, e qui, non è come in Spagna che in Agosto c’è un caldo afoso, siamo a Sidney! A momenti nevica!
Sospiro.
-Copritevi bene però, non voglio gente ammalata, per piacere-
-Tranquilla June, è solo per respirare un po’ d’aria, non ci farà male. Grazie per avermi dato questo lavoro June, ne ho bisogno. A dopo!-
La saluto.
Che carina però che è, mi ringrazia ogni volta per averle dato il lavoro: e dico la verità, non mi pento di nulla, è brava e mi dà una mano enorme, non saprei dove mettere l’amore mio se lei non ci fosse.
Entro in classe, mi prendo il solito posto in terza fila, è giunta l’ora di stare attenta.
 
L’ora di pranzo arriva fin troppo velocemente.
Mangio seduta al bar dell’Università, mentre con l’indice faccio scorrere la mia home di Twitter.
Ma chi me l’ha fatto fare di tenere questo profilo?
Le mie menzioni sono troppe, e troppa gente è cattiva, certo, ci sono anche quelle buone e tenere che io adoro, ma quelle antipatiche.. non sanno cosa si aspettano, giuro, se le incontro le sotterro con lo sguardo.
Perché non possono farsi gli affari loro?
Perché devono ancora darmi della troia?
Il loro Luke è libero, cosa vogliono ancora da me?
Quando stai insieme a qualcuno di famoso, sei troia perché ci stai insieme; quando invece sei una ex, beh, sei troia perché sei una ex.
Ma che discorsi sono??
Giuro, le metterei tutte in castigo queste cretine, ma le loro madri dove sono? Un po’ di controllo no? Non si rendono conto che le lingue delle loro figlie sono da lavare con l’ammoniaca? Sono senza parole.
A distogliermi dai miei pensieri, è un ragazzo, che si materializza vicino a me, dal nulla.
Alzo lo sguardo verso di lui, lo riconosco, è a letteratura spagnola con me.
-Ciao- mi saluta, e io sorrido cordiale.
-Sei June, giusto?- continua lui.
-Sì, e tu sei..?- inarco il sopracciglio.
-Lucas, piacere, sono a letteratura spagnola con te- sorride, porgendomi la mano.
Lucas.
Cos’è? Uno scherzo per caso?
-Tu per caso, hai gli appunti della lezione scorsa? Credo di non aver capito una cosa..- balbetta.
Tra poco scoppio a ridere, ci sta veramente provando con me?
Lo vedo sorridere ancora di più, per poi scoppiare in una risata.
-Scusami- mi dice –Sono pessimo a volte- si gratta la nuca –In realtà, volevo chiederti un’altra cosa- abbassa lo sguardo.
-Ti ascolto- dico tranquilla.
-Ti va.. non so, questo sabato, di andare al cinema? Potremmo andare a mangiare fuori, poi un bel film, così, se hai voglia- è rosso come un pomodoro.
Io sono senza parole invece.
In questo anno, nessuno mi ha mai chiesto di uscire, date anche le mie condizioni, e dato il mio poco interessamento: io non voglio nessuno, non ne ho bisogno, non ho tempo, ho troppo da fare, ho troppo a cui pensare.
Poi questo qui si chiama Lucas!
No, non si può fare, io.. non ce la faccio.
-Verrei volentieri Luke.. ehm, Lucas- bene, ho pure sbagliato nome –Ma, la mia baby sitter il week end non lavora, e in più, non credo di poter uscire con te- devo inventarmi una scusa potente.
-Perché una mia amica, credo che.. sì, abbia una cotta per te, se uscissi con te, anche solo per un cinema, mi ucciderebbe- rido imbarazzata –Grazie per avermi detto il tuo nome comunque! Lei ne sarà contenta- pessima attrice, pessima attrice.
Lucas diventa ancora più rosso.
-Oh, beh, sì, capisco, gli amici sono preziosi- cerca di formulare, l’imbarazzo sta crescendo sempre di più, devo andarmene.
Guardo l’orologio, e fingendo di essere in ritardo pazzesco, comincio a prendere le mie cose.
-Sai, Abby, un’altra mia amica, è in biblioteca, mi sta aspettando- mi giustifico, velocizzando il tutto, salutandolo e cominciando a correre lontana, con il panino ancora da finire in bocca.
 
Mi rifugio al parco vicino all’Università, mi sistemo su una panchina, e continuo a mangiare.
Rivedo la scena appena accaduta davanti ai miei occhi, e quasi mi spavento davanti al mio comportamento.
Ho appena rifiutato un povero ragazzo, e nel peggiore dei modi, e per di più, senza sapere il vero motivo.
O forse il motivo lo so, mi è chiaro come il sole il motivo per cui non voglio uscire con nessuno, eppure, faccio finta di non saperlo.
Dannato Luke Hemmings.
Tu non sai che vuol dire guardarsi in giro e vedere solo il tuo faccino adorabile al posto dei visi altrui, io non sopporto questa cosa, tu sei così stressante, sei ovunque, pure la canzone che hai scritto, ci mancava solo quella guarda!
-June Irwin?- mi distrae una voce femminile.
-Presente!- dico ironica, alzando lo sguardo: una ragazzina, di fronte a me, dai capelli rossi, mossi, gli occhiali neri e rotondi, gli occhi marroni e spalancati, oddio, che ha? Perché mi guarda così?
-Stai.. bene?- le domando, sistemandomi meglio sulla panchina.
La ragazza annuisce, e prende posto vicino a me.
-Mi chiamo Emma, sono fan dei 5SOS!- dice velocemente, con un sorrisone da paura.
-Oh, beh, piacere Emma, io sono.. la sorella di Ash..- cerco di dire.
-June Julie Irwin, anno 1993, Università di Sidney, sì lo so chi sei!- spalanco gli occhi.
-Questo è inquietante- annuncio, e lei ride, dicendomi che sono proprio simpatica, mentre io continuo a fissarla incredula.
-Sei come tuo fratello, siete divertenti- conclude, mentre io accenno una smorfia che dovrebbe vagamente sembrare un sorriso.
-Sai quando tuo fratello e gli altri torneranno qui? Intendo, per un tour in Australia?- chiede curiosa, e io, purtroppo, non so darle una risposta.
-Non ne ho idea, mi spiace- abbasso lo sguardo, anche perché il pensiero di riavere Luke qui in zona mi fa raggelare il sangue.
-Così torna anche Luke! Non sei felice?- una botta allo stomaco questa frase.
Sto in silenzio, credo di non avere proprio voglia di rispondere a lei, loro fan, e pronta a spifferare tutto in Twitter.
Però se sto zitta, dopo scrive che sono antipatica.
Questo bivio è orribile, passare per l’antipatica o raccontare i fatti miei?
Ma al diavolo tutto, optiamo per la sincerità.
-Sì, sarebbe carino- annuncio con il rossore che mi invade, mentre la ragazza di fronte a me, senza chiedere, senza pensarci due volte, si affretta ad abbracciarmi, mentre io mi irrigidisco di fronte a tale gesto.
-Sei forte June- mi sussurra all’orecchio, per poi allontanarsi da me, alzandosi in piedi e salutandomi con la mano, avviandosi per la sua strada come se niente fosse.
Che tipa strana.
Molto strana.
Se n’è andata senza dire nulla, senza chiedere nulla, sono un tantino confusa.
 
A mezza notte meno dieci, eccomi in camera mia, nuovamente: la giornata è finita, le ripetizioni sono andate piuttosto bene, e l’amore mio dorme, sogna, mentre la mia mano passa tra i suoi capelli.
Mi allontano, e mi distendo sul letto con il computer.
Ripenso alla giornata appena passata, ripenso a tutto quello che mi è successo.
Ho avuto un incubo, su Luke.
Un ragazzo mi ha chiesto di uscire, Lucas.
Una loro fan, mi ha abbracciata senza motivo.
Oggi, come non mai, ho pensato a Luke: ho consumato la sua immagine a forza di proiettarla nella mia mente.
Luke è la mia ossessione.
Luke è il mio pensiero principale.
E lo resterà sempre, e io so il perché.
Non posso girare per casa tranquilla, che il suo ricordo mi balza davanti agli occhi.
Non posso andare all’Università, senza pensare a lui, lui che mi compare ovunque, in ogni ragazzo biondo che incrocio per i corridoi, in ogni ragazzo con le fossette, in ogni ragazzo che sorride.
Luke, quanto mi manchi Luke.
La tua voce è la cosa più preziosa che ho.
Il mio Ipod lo tengo sempre stretto, per paura di perderlo, perché dentro ci sei solo tu.
Il mio cellulare, quando qualcuno mi chiama, mi mette pace con la tua canzone, la canzone che hai scritto per me.
Luke, quanto mi manchi.
Quanto vorrei tornare indietro per poter essere più forte, per poter dimostrare a tua madre che io non sono quello che lei pensa, per dimostrare a lei quanto ci tengo a te, invece di abbandonarti, come ho fatto.
Ti ho abbandonato in quell’aeroporto, ti ho abbandonato senza motivazioni valide, senza pensare a te, a come ti saresti sentito, ho solo considerato la mia stanchezza, ho considerato solo me stessa, e sono partita, rinunciando a te.
Eppure, eccomi qui, di nuovo, a pensarti, a implorare il tuo perdono, senza però, dirti nulla.
Mia madre, mio fratello, tutti quelli che sanno il mio segreto, mi dicono di scriverti, di dirti cos’è successo, perché tu meriti di sapere, tu meriti di essere al corrente, eppure io, ho una paura folle della tua reazione.
Ho paura di te.
Ho paura della tua rabbia.
Ho paura che tu mi dica “no”.
Ho paura del tuo abbandono.
Ho paura Luke, ed è per questo che sto esitando ancora a scriverti.
Sospiro, mentre con il mouse entro nella posta elettronica.
So che non è più tempo di ripensamenti, tu lo devi sapere e basta.
È giunto quel momento, non posso più vivere così, devo dare una svolta a questo silenzio.
Devo essere forte, devo essere coraggiosa, devo rischiare.
Inserisco il tuo indirizzo di posta, inserisco l’oggetto, e cercando di non farmi prendere dalla codardia, comincio a scriverti.
Dopo mezz’ora, credo di aver finito, dopo mezz’ora, trovo il coraggio di spedirti il tutto.
Invio un messaggio ad Ashton
.
“È il momento. Ti voglio bene Ash, abbraccialo per me. June xx”
Sospiro, e la tensione si crea attorno a me.
Sospiro, e  vado in twitter, sperando di non trovare nuovi gossip su Luke.
Scrivo un tweet, sperando che possa arrivare a lui.
@JuJu_Irwin: Thinking of you”
E il primo commento che trovo, mi fa sorridere, perché lei, mi ha dato quell’ultima spinta per fare quello che ho fatto pochi istanti fa.
@EmmaHemmo: @JuJu_Irwin anche lui ti pensa ;) x”
E questo tweet, mi convince che andrà tutto bene.
 



Note di Nanek

Ma allora…. Dai si capisce che ha June vero?? =)
Già dallo scorso capitolo vi ho dato indizioni da chilo (?) e con questo.. direi che si è capita bene la situazione, o no? ;) fatemi sapere se ci siete arrivate XD
Dunque dunque
Ciao a tutte intanto XD
Finalmente un POV di June, tanto per capire cosa succede nella sua vita!! Ed è ambientato diversi mesi dopo ;)
Il capitolo comincia con un sogno, e scusate se Acacia non è esattamente come appare nella realtà, ma essendo un sogno, volevo che June non la riconoscesse, e che capisse chi è quella “simpaticona” solo quando le rivolge la parola.. per darle della vecchia. Sta stronzetta.
Poi poi.. altri avvenimenti: Lucas invita June, e lei rifiuta ahahah povero.
E poi Emma, fan importante e inquietante, che dà la spinta finale a June: finalmente Luke verrà avvisato di quel segreto che June tanto nasconde XD
Sappiate che il prossimo capitolo è una bomba e che minimo ci vogliono 20 recensioni per farmi contenta u.u LOL scherzo dai..
Cmq e la baby sitter ovviamente: qualcuno ha qualche idea su chi possa essere? ;)
Ditemelo voi insomma, le recensioni sono sempre un piacere trovarle <3
Vorrei ringraziarvi, come faccio sempre, perché siete davvero importanti per me, e volevo chiedervi scusa, se questa storia sta diventando un po’ noiosa/pesante/una rottura di balle assurda, non so perché ma ho l’impressione che vi stia stancando, e mi dispiace molto, mi spiace se sono finita sul banale e se vi ho deluso in qualche modo.
Passando ad altro, ringrazio le nuove arrivate e poi me la svigno ;)

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3 nicknamefigo scheggedime _Vale99Vale_   vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 Nanalol__  Harry_tatoos vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 irwinshug  odairseyes  _Marziuz_  vi adoro <3
Grazie a voi per il commento breve <3 GraceDirectioner  yheababes   vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 odairseyes  Smile_LWWY  _Hakuna_Matata_  Mashton CeceHope_forever  beez  Tomma_Ash  luce_ghiaccio  NeneHoran vi adoro <3


Al prossimo aggiornamento care mie, e per cercare di farmi perdonare in qualche modo, per sta volta, o se volete anche per le prossime volte se lo desiderate, vi lascio una piccola anticipazione ;)
Nel prossimo capitolo: Si limita ad abbassare lo sguardo. 
-Cosa cazzo stavi aspettando a dirmelo?!-

 
Sperando di avervi incuriosito, alla prossima care <3 vi adoro tutte <3
Nanek

 

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Capitolo 22
*** I wish I was beside you ***


Capitolo 22

I wish I was beside you

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*LUKE’S POV*

Mi fidavo di te, Ashton.
Mi fidavo come ci si fida tra fratelli.
Siamo diventati amici inseparabili, condividiamo ogni cosa, siamo parte della stessa band, stiamo vivendo un sogno insieme, condividiamo la stessa camera, condividiamo tutto, compresa la nostra vita.
Mi stavi in culo da morire, ma ho voluto conoscerti, renderti partecipe di qualcosa che ho creato io, mi sono fidato del mio istinto, mi guidava a volerti bene, nonostante a volte, ti sei comportato da autentico stronzo.
Ti ho voluto bene, ti ho sopportato, quando eri contro la mia relazione con tua sorella.
Ti ho perdonato, e ti sarò sempre grato per quello che, poi, hai fatto per me in questo periodo.
Mi hai consolato, hai tentato di curare le mie ferite, hai tentato di farmi scordare di lei, ti sei comportato come l’amico migliore del mondo.
Ora però, spiegami Ashton, come posso perdonarti ancora.
Spiegami come posso, ancora una volta, abbassare la testa e non colpirti con tutta la forza, tutta la rabbia che ho in corpo.
Non dovevi farlo Ashton, non dovevi privarmi di questa notizia, con che diritto mi hai tenuto nascosto questa cosa?
No Ashton, il mio perdono, non te lo meriti, non sta volta.
Rileggo davanti ai miei occhi, la mail che June Irwin mi ha inviato circa tre ore fa, e le lacrime che ho agli occhi non avranno fine, fino a quando non la riavrò tra le mie braccia.

 
“Caro Luke,
sono June.. so benissimo che sai chi sono, forse hai ancora la mia mail, forse te la ricordi ancora, o semplicemente, non è difficile confondermi, dato che sono “JuJuIrwin”.
Sono talmente sciocca che non riesco a formulare qualcosa di serio.
Come stai Luke? Domanda idiota: ovvio che stai bene, sei un cantante meraviglioso, fai impazzire tutte quelle fan che urlano il tuo nome, o che cantano le tue canzoni.
Fai impazzire pure le ragazze un po’ famose.. ti vedo sai, nei siti di gossip.. ogni volta con una ragazza diversa.. e non sai che incubi ho di notte, perché continuo a leggere e a credere quello che scrivono su di te.
Sono gelosa?
.. ma sì dai, ammettiamolo, voglio rendermi ridicola ai tuoi occhi: sono gelosa da morire, vorrei solo tagliare le mani a tutte quelle persone che possono toccarti, abbracciarti, che possono baciarti le guance, che possono farsi foto con te, mentre io sto qui, a marcire dietro uno schermo, a piangere e a credere di averti perso.
Ma il motivo per cui ti sto scrivendo, è un altro Luke..
Sai oggi.. sono successe tante cose, e queste cose, mi hanno spinto a scrivere questa mail.
Oggi mi sono alzata, svegliata da un incubo, dove tu non mi sentivi, io ti chiamavo e tu non mi sentivi, e te ne andavi felice con un’altra ragazza, Acacia.. mamma mia quanto la odio.
Poi all’Università, un ragazzo mi ha chiesto di uscire, e indovina un po’, si chiama Lucas: ho rifiutato il suo invito nel peggiore dei modi, e mi sono sentita crudele.
Il colpo di grazia l’ha dato una tua fan, la quale mi ha abbracciata, senza motivo, e mi ha chiesto se sono felice di riaverti qui in Australia, quando farete quel piccolo tour già tutto sold out: io le ho detto che.. sì, mi fa piacere averti almeno nella stessa fascia oraria, senza ore a non finire di differenza, e.. boh Luke non lo so, non so perché ti stia scrivendo tutto questo, cose molto stupide e ridicole, ma.. sono queste cose che mi hanno dato la forza di scriverti, perché quello che ho da dirti Luke, non è semplice, anzi, mi fa paura da morire.
Ho paura della tua risposta, ho paura di quello che mi aspetta, ho paura di sbagliare, ho paura di ferirti ancora.
Luke, io.. sono stata in Spagna per appena quattro settimane, ma posso assicurarti, che volevo tornare in Australia dopo appena due giorni, per poter stare con te, per chiederti scusa per averti abbandonato, per dirti che sono stata stupida, per implorarti di perdonarmi e di vivere insieme quei pochi giorni rimasti prima del tour.
Ma purtroppo Luke, c’è stato qualcosa a bloccarmi, c’è stato un imprevisto che mi ha costretta a non tornare, a non chiamarti, a cancellarti (come se fosse possibile) dalla mia testa.
Luke io.. ho avuto un ritardo.
Quando ero in Spagna, l’ho notato.
Non sono mai stata troppo puntuale, ma un ritardo di diverse settimane, non è cosa da niente.
Sono andata a comprarmi un test, e da sola, ho scoperto la verità.
Ero incinta Luke, ed ero dall’altra parte del mondo, da sola; sapevo però, che non potevo tornare a casa: dovevo assicurarmi che tu fossi partito.
Una volta tornata, ho provato a cavarmela.
Tua figlia è nata otto mesi fa, il 25 dicembre, a mezza notte in punto.
È bella, da morire, e.. ti assomiglia troppo: ha i capelli biondi, un nasino piccolo piccolo, gli occhi blu però, come me; è tanto buona, e non dà troppi problemi in casa, è in salute, e io le voglio un bene dell’anima, è la mia bambina, ed è l’unico ricordo che ho di te.
Certo, non ne abbiamo passate delle belle, inizialmente, dato che nessuno assume una ragazza incinta, e l’Università, non è esattamente una soluzione possibile: troppo faticosa; ma nonostante tutto, ce l’abbiamo fatta, io ho ripreso gli studi e lavoro, e lei cresce serena, sotto gli occhi vigili della nonna e dello zio Harry, e ovviamente, sono aiutata da una baby sitter speciale, che la adora, e farebbe qualsiasi cosa per lei.
Ti prego ora, Luke, non.. non arrabbiarti.
Non andare fuori di testa, e ti prego, perdonami.
Perdonami per non avertelo detto, perdonami per aver aspettato così tanto per dirtelo, ma cerca di capirmi: avevo paura, da morire.
Tua madre era riuscita a dividerci perché eri minorenne e non potevi stare con una come me, una depravata che se la faceva con i più piccoli; se aveva (o forse ha tutt’ora) queste idee riguardo al nostro rapporto, come potevo dirti che ero incinta?
Non avevi neanche diciotto anni, con che diritto potevo venire a bussare a casa tua e metterti di fronte a tale responsabilità? Sapendo, inoltre, che stavi per partire per un tour, stavi per coronare il tuo sogno: no Luke, scusami se non me la sono sentita di rovinarti la vita.
Con questo, non intendo dire che tua figlia sia una rovina, sappilo, ma io.. ho solo voluto fare la cosa più giusta per te.
Perdonami Luke, perdonami per aver cercato di proteggerti, perdonami per aver voluto solo il meglio per te, perdonami per tutte le colpe di cui sono responsabile: perdonami per le lacrime che ti ho fatto versare, perdonami per le notti insonni che ti ho fatto passare, perdonami per essere sparita, cercando di convincerti di averti dimenticato, anche se così non è, e perdonami per essere scappata da te, perdonami per il mio abbandono, perdonami Luke, anche se so di non meritarlo.
Non sai quanto fa male tutto questo Luke, non sai che vuol dire pensarti, e non poterti dire nulla, per paura, per paura di tutto, per paura dell’odio che provi nei miei confronti, per paura della tua reazione, per paura di essere io, sta volta, ad essere abbandonata.
Non ti chiedo di rispondere a questa mail, ma io.. volevo che tu lo sapessi, volevo dirtelo, e credo che questo, sia il momento adatto.
Ti chiedo inoltre, di non prendertela con Ashton: lui lo sapeva, ma gli ho proibito io di dirtelo, perché sono affari nostri e lui non c’entra proprio nulla.
Ti prego quindi, non arrabbiarti con lui, arrabbiati con me, sono io la causa di tutto, e lui non si merita la tua ira, lui ha solo ascoltato sua sorella, lui voleva dirtelo, te l’assicuro.
Credo di aver detto tutto, Luke.
Spero.. non so cosa spero, ma sei libero di non rispondere, sei libero di cancellare questa mail e fingere di non averla vista, non ti obbligo a fare nulla, non ti obbligo a tornare per la bambina, tu sei libero Luke, e io, so benissimo di non essere più niente per te.
Ti auguro ogni bene possibile Luke, perché te lo meriti, e sei davvero speciale.
Ciao cantante,
June Julie Iriwn”

 
Le mani strette a pugno.
Gli occhi che lacrimano, bruciano.
Il viso rosso.
L’animo pieno di rabbia.
Come puoi pensare di non essere più niente per me, June?
Come puoi anche solo pensarlo?
Come puoi pensare che ora io cancellerò questa mail?
A volte mi chiedo se sei ubriaca quando scrivi certe idiozie.
Ho urlato al mondo il mio amore per te.
L’ho cantato di fronte a milioni di persone.
E ancora ti ostini a considerarti nulla?
Preso da uno strano nervosismo, mi alzo di scatto dalla sedia, facendola cadere.
Mi porto le mani tra i capelli, sono sull’orlo di una crisi, tra poco urlo, tra poco non so cosa combino.
Respiro velocemente, cammino nervoso, avanti e indietro per la stanza, e le parole di June rimbombano nella mia testa come un’ossessione.
I miei pensieri vanno ovunque: da June, alla bambina, ad Ashton, a June da sola che affronta il tutto senza di me, a June che crede di essere solo un vecchio ricordo per me.
Apro la porta della stanza, esco, e la sbatto forte, tanto che temo di romperla.
Scendo le scale, seguo quelle voci, persone che ridono, scherzano, urlano, sono nella Hall dell’hotel gli altri, compreso lui.
Cammino con passo pesante, e quando li vedo, seduti sulle poltrone, Calum si spaventa: mi guarda con occhi spalancati, serio, sa benissimo che non sto bene.
-Luke? Che faccia.. che hai?- chiede infatti, alzandosi appena, mente Mike e Ashton si voltano verso di me.
Irwin capisce bene cos’è successo, dato che mi guarda spaventato.
-L-Luke..- balbetta, ma io non gli do il tempo di rispondere.
-Avanti ora, dimmi come si chiama mia figlia, zio Ashton- ringhio, mentre gli altri due componenti spalancano gli occhi.
-Avanti Ashton! Abbi il coraggio di rispondermi!- urlo, ridendo isterico.
Ma lui, si limita ad abbassare lo sguardo.
-Cosa cazzo stavi aspettando a dirmelo?! Che diventasse maggiorenne e si chiedesse dove cazzo è suo padre?!- urlo ancora più forte, ma non ricevo risposta.
-Abbi il coraggio di guardarmi in faccia, Ashton- dico a denti stretti, avvicinandomi a lui, alzandogli il viso con la mano, di forza, fulminandolo, e incrociando i suoi occhi, che sembrano un misto tra dispiacere e paura.
Che la tempesta, abbia inizio.

 




Note di Nanek
…..
VI HO FREGATEEEEEE AHAHAHHAHAHAHAHAHAH
Me la sto ridendo sì perché con quell’anticipazione vi ho un po’ imbrogliate eh? ;)
“Luke e June si vedono e ci sarà l’Apocalisse” e invece no ;) Luke si arrabbia con un altro Irwin, ossia il nostro povero Ashtoooooon ahahaha vi ho imbrogliate yey :D
Che cattiva che sono.. scusatemi dai <3 sono scema, ma allo stesso tempo felice di proporvi questa sorpresa insomma!!! ;)
Ecco a voi la mail che June ha inviato a Luke, un po’ bizzarra dato che gli parla di tutto e di più, ma alla fine, il mistero (non troppo misterioso) è stato svelato! UN BAMBINOOO!!!
Mi correggo: UNA BAMBINAAAAA  *-*
Sono aperte le scommesse per il nome u.u se avete qualche idea, e avete voglia di condividerla, potete scriverla nelle recensioni ;)
Bene insomma, la litigata con Ash sta per avere inizio! Yuppi, ma la affronteremo la prossima volta dai ;) in questo capitolo c’è la mail che è già una batosta non trovate? ;)
Passiamo a voi dai <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  _Verity_ TheBlueRose  loveniallsHUG  Valecalum  morgana_vitale  pazza_di_hazza99  izzswhip  vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 Valecalum  pazza_di_hazza99 vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 GirlCanRock  hemmingsdimples _Malik_ vi adoro <3
Grazie Valecalum  Virgy1D per le bellissime parole che mi avete lasciato per messaggio privato <3 siete dolcissime e vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 TheBlueRose Eliisa_  irwinsmile  Carlotta Horan  ILoveMrHazza Eleanor_Rigby luce_ghiaccio   odairseyes  Smile_LWWY  _Hakuna_Matata_  Mashton CeceHope_forever  beez  Tomma_Ash  luce_ghiaccio  NeneHoran vi adoro <3


Cioè 15 recensioni per lo scorso capitolo… siete adorabili davvero <3 e per questo che è un capitolo bomba a quante arriviamo? :D beh, io guardo u.u se riuscite a battere questo record non so.. organizzo un festone sicuramente!!!
Care lettrici inoltre: altro annuncio! Quante cose devo dirvi oggi??? Troppe.
Beh in primis sempre vi ringrazio per ogni cosa che fate <3 vi ringrazio perché questa storia ha 2559 visite al primo capitolo <3 e io sono felice a 2559 *-* ma altra news!!!
Ho riguardato la griglia: e per voi, sperando che la cosa vi piaccia, ho deciso che la continuo fino a 33 capitoli ;) ne ho aggiunti due.. ci tenevo a fare due episodi particolari ;))
Detto ciò, non credo di avere altro….
Spero vi piaccia questo capitolo, e dai.. vi metto un’altra anticipazione :D giusto per farvi fantasticare un bel po’ :D anche perché poi su Twitter, mi piace venire a chiedere cosa vi aspettate ;) (Se non vi seguo in Twitter basta che mi diciate il vostro nome e corro a pigiare il tasto “follow” ;) )

 
Nel prossimo capitolo: -Come si chiama?- balbetto, con l’adrenalina che scorre.
-Oh, posso assicurarti che puoi arrivarci-
 
Questa anticipazione è un altro modo per spronarvi ad indovinare il nome della bimba ahahah :D
Ci vediamo al prossimo aggiornamento belle <3 vi voglio bene, I wish I was beside you all <3
Nanek

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Capitolo 23
*** Drowing in our memories ***


Capitolo 23

Drowing in our memories

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*LUKE’S POV*

-Ti decidi a parlare o no, Irwin?- ringhio, mentre lui continua a fissarsi i piedi.
-June mi ha chiesto di non dirtelo- bisbiglia, ma a me poco importa cosa ha chiesto June: mia figlia è nata senza di me, mia figlia ha vissuto i suoi primi mesi di vita senza di me, mia figlia non mi ha avuto con sé quando piangeva, quando mi cercava, mia figlia è stata privata del suo papà perché questo idiota non me l’ha detto.
-Non me ne frega un cazzo di quel che ha detto June! È mia figlia! Io meritavo di saperlo dannazione!- urlo, diventando rosso in viso.
Michael e Calum sono sconvolti, mi guardano con occhi spalancati, bocche serrate, non osano intervenire.
-June è mia sorella, non volevo intromettermi- si giustifica, come se in passato non lo avesse mai fatto!
-Parli proprio tu cazzo! Tu che volevi solo dividerci! Quello non era intromettersi Ashton?!- più lui parla, più mi dà sui nervi, ogni cosa che dice è contro di lui.
Le mie urla, rimbombano per l’hotel, ed ecco che altre persone si aggiungono alla discussione: niente meno che mia madre, con il nostro manager, avanzano verso di noi, con viso preoccupato.
-Che hai da urlare Luke? La tua voce serve questa sera, non sforzarla in questo modo- dice lui, mentre mia mamma avanza verso di me, accarezzandomi il braccio, ma mi sposto, non è proprio il momento che lei venga a toccarmi.
-Che è successo Lukey? Perché sei arrabbiato?- chiede con voce dolce: non sono arrabbiato, sono incazzato nero.
-June mi ha mandato una mail- rispondo secco e al sentire quel nome, mia madre irrigidisce, sospira rumorosamente, so bene a cosa sta pensando.
-Che vuole ancora da te?- sussurra e io sorrido nervoso, quel suo tono arrogante, quando parla della mia June, non l’ha perso e continua a darmi sui nervi.
-Glielo dici tu Ashton? O parlo io?- lo sfido, ma lui abbassa lo sguardo: codardo, falso, come ho potuto credere di essere diventato tuo amico?
In questo momento di tensione, Calum decide di intervenire, alzandosi in piedi e avvicinandosi a me, rivolgendo la parola a mia madre, vuole essere lui a dirglielo, perché sa benissimo in che condizioni sono, sa benissimo che potrei esplodere nel peggiore dei modi.
-Liz... siediti, per piacere- la guida, appoggiando la mano sulla sua spalla, allontanandola da me.
Fisso il mio amico, che si mette seduto sul bracciolo della poltrona, sospira e cerca le parole adatte da dire: il solito tenero Calum che non vuole ferire nessuno, che non vuole far cadere nel panico tutta questa situazione.
Ed eccolo che comincia il suo discorso, spiegando che June mi ha appena svelato una cosa importante.
Calum non ha troppe informazioni a riguardo e notando il nervosismo di mia madre, che continua a battere il piede per terra, decide di arrivare diretto al punto.
-Luke è diventato papà- dice in un sorriso, perché lui, forse, è felice di questa notizia.
Mia madre si alza in piedi di scatto, il viso pallido e quasi inorridito, mi guarda, come per cercare una conferma e io annuisco: il mio gesto, la porta a mettersi le mani tra i capelli.
-Quella… quella... quella lì è tornata per dar vita a nuovi problemi!- esclama, la sua reazione è fin troppo scontata.
Comincia a riempirmi di domande, molte delle quali, sono piuttosto imbarazzanti: ma com’è potuto succedere? Ma non sono stato attento? Ma non ho usato la protezione necessaria? Ma lei non usa la pillola? Ma io e lei, arrivavamo ad andare pure a letto insieme?
Ma la domanda che mi fa imbestialire, è rivolta a mia figlia.
-Ma sei sicuro sia figlio tuo? Quella lì vuole solo imbrogliarti-
Ma come ti permetti mamma?
Ma come puoi pensare una cosa del genere?
Come puoi pensare che June mi voglia mettere nei casini?
Lei che ha aspettato prima di dirmelo, lei che ha esitato prima di scrivermi, lei che ha fatto tutto da sola, senza di me: se avesse voluto imbrogliarmi, forse si sarebbe fatta sentire prima, o no?
Mia madre sa essere davvero ignorante a volte.
-È figlia di Luke, June non ha avuto nessuno tranne lui. Ma se vuoi Liz, possiamo ricorrere al test del DNA..- interviene un timido Ashton, che riceve uno sguardo fulmineo da parte mia: ma cosa sta dicendo? Io credo a June! Non ho bisogno di un test per esserne certo, io mi fido di lei, io ricordo perfettamente l’ultima volta insieme e ricordo, di non aver usato protezioni, ricordo di essermi spaventato, ricordo di aver pensato “Non ho fatto danni”, non ho mai dato troppo peso alla cosa.
-Ma posso assicurarti che è di Luke, Liz... è uguale a lui- dice ancora Ashton, accennando un sorriso: quindi lui l’ha vista mia figlia, lui l’ha vista e io no, io sono il padre e devo ancora vedere i suoi occhi.
-Tutto questo è un grande problema!- esclama mia madre, presa dall’agitazione, ma non aggiunge altro, perché non c’è niente da dire.
-Voglio andare da lei- dico secco, fissato dallo sguardo di tutti i presenti.
-Devo farlo, mi spiace- continuo, incamminandomi verso camera mia, ho bisogno di stare da solo, ho bisogno di riposare almeno un’ora, ho la testa che esplode.
 
Immagini di noi, scorrono nella mia mente.
Ti vedo June, ti vedo davanti ai miei occhi come se fossi davvero qui con me.
Vedo i tuoi occhi blu, il tuo sorriso dolce, che mi fa arrossire, ti vedo con quei capelli mossi, castani, che stanno voluminosi perché li hai appena lavati, ti vedo, con i soliti occhiali indossati, mentre siedi su una sedia, a casa tua, in salotto e ti stai mettendo lo smalto.
Davanti ai miei occhi, scorrono le immagini di un pomeriggio passato insieme, un pomeriggio come tanti, che magari non ha un senso preciso, ma che dal nulla, è arrivato ad invadermi, a riempirmi i pensieri.

Ti vedo, mentre siedi sulla sedia, con la tua solita maglia bianca e i pantaloni grigi della tuta.
Tuo fratello Ash mi ha appena aperto, questo ricordo è ambientato in quei pochi giorni, quei giorni in cui Ashton aveva accettato la nostra storia, quei giorni che mi avvicinavano sempre di più alla partenza per Londra, giorni felici, nei quali non avevamo ancora problemi con i nostri genitori.
Ti vedo, mentre ti dipingi le unghie, devi fare la mano destra e il tuo viso è ancora più concentrato, perché la mano sinistra trema e hai paura di sbagliare.
Ti osservo da lontano June e tu neanche ti sei accorta della mia presenza, ed è meglio così: mi piace guardarti June, mi piace osservarti in tutti i tuoi dettagli, in tutti i tuoi piccoli gesti.
Sei bella June, sei bella da morire e con poco, riesci a farmi arrossire, riesci a farmi sentire una nullità vicino a te.
Sto fermo ad osservarti e mi chiedo perché ti sei innamorata di me, June.
Sei così unica, sei così speciale, perché accontentarti di me?
Di un liceale qualunque, che non ha ambizioni normali, che sogna di girare il mondo, di cantare di fronte a milioni di persone, sogni che stanno per realizzarsi, ma che potrebbero sfumarsi senza che io me ne accorga.
Perché June, stai con me?
Perché non uno studente che viene all’Università con te?
Perché non un ragazzo dai sogni più simili ai tuoi?
Perché non uno migliore di me?
Non ti capirò mai June, sei sempre da scoprire, hai sempre qualcosa di nuovo che riesce a stupirmi e riesci ad azzerare la mia povera autostima: io senza musica, senza chitarra, non valgo niente, non ho qualità di riserva; mentre tu, mia June, sei piena di qualità, hai una lista infinita di doti che ti porteranno ovunque, più lontana di me, ti faranno diventare importante: e tu, non te ne accorgi neanche, non sai neanche di averle, tendi sempre a sminuirti.
Non ti capirò mai June, non capisco perché mi ami così tanto, mi ami a tal punto, che hai passato intere settimane senza rivolgere lo sguardo a tuo fratello: sei una pazza Irwin, perché mi metti sempre al primo posto e non me lo merito, perché credo sempre di essere troppo poco per te.
Per quanto io mi sforzi, mi sento sempre un passo indietro a te, per quanto io provi ad aprirti il mio cuore, tu riesci sempre ad avere più amore di me.
Ma nonostante questo, June, sappi che non ti lascerò mai, sappi che non potrei vivere senza il tuo amore incondizionato per me, sappi che per quanto io possa essere una briciola, in confronto a te, io non troverò mai la forza di lasciarti andare, lotterò per te June, sempre, con le mie deboli forze.
E questi pensieri che ho appena fatto, non te li racconterò mai, June: mi daresti dello stupido, mi diresti che sei tu quella che non si merita il mio amore, mi diresti che sei tu quella che deve ringraziare il cielo se io sto ancora con te e non voglio sentirti dire queste cose, non voglio sentire la tua voce che ti sminuisce di fronte a cose non vere.
Non ti dirò mai quello che penso June, perché voglio vivere con questa convinzione: la convinzione di non meritarti mai abbastanza.

E adesso, che sto disteso su questo letto, a chilometri da te e ho ripensato a quei pensieri che scorrevano nella mia testa quel giorno, la mia mente non può far altro che continuare a rivivere quel momento: il momento il cui, terminato il mio monologo interiore, mi sono scostato dal muro e mi sono avvicinato a te.
Mi sono avvicinato e ti ho avvolto in un abbraccio, baciandoti la guancia, sentendoti sussultare appena dallo spavento.

-Luke! Mi hai fatto venire un infarto!- mi richiami, volgendo lo sguardo verso il mio e io mi affretto a baciarti, perché i tuoi baci sono uno dei tanti motivi per cui sorrido sincero e non riesco a trovare traccia di tristezza nella mia vita.

Ho i brividi a pensare a questo ricordo, ho una strana sensazione all’altezza dello stomaco, ho il cuore a mille perché nella mia mente ho quest’immagine di noi che non voglio far svanire, non voglio aprire gli occhi per essere catapultato nella realtà, dove tu non ci sei.
Ma una voce, torna a svegliarmi, la voce di Calum rimbomba dentro di me e lo sento, mentre si distende accanto a me e mi abbraccia come se fossi il suo orsetto.
-Lukey, Lukey.. pure papà sei diventato, il mio piccolo Lukey- sussurra e lo abbraccio anche io, come per trovare conforto.
-Voglio andare da lei Cal... ne ho bisogno- bisbiglio.
-Sta notte, dopo il concerto andiamo Luke... te lo prometto- mi rassicura e io sorrido.
-Com’è la situazione giù?- chiedo curioso, lo sento ridacchiare appena.
-Tua madre è andata fuori di testa... il termine “nonna” non le piace molto. Continua a dire che June è una bugiarda... però in compenso, Ash ha detto che è felice di essere zio di quella bella bambina: bionda, dagli occhi blu, un nasino piccolo piccolo e dal nome strano- dice stringendomi forte.
-Come si chiama?- balbetto, con l’adrenalina che scorre.
-Oh, posso assicurarti che puoi arrivarci... il suo nome l’hai inventato tu- odio quando Calum mi tiene nascosto il tutto perché io devo indovinare.
 -Dammi un indizio almeno- lo incito e lui sembra pensarci.
-Il suo nome è... importante, perché dentro al suo nome ci sei tu, ma c’è anche June. Siete in lei, in tutto e per tutto- conclude, e io comincio a pensarci.
Ci sono io, ma c’è anche June...
L’ho inventato io...
Un nome che racchiude entrambi…
Spalanco gli occhi, quando un pensiero mi passa per la testa, fisso il mio amico e balbettando, cerco di dare la mia risposta.
Una risposta che mi lascia brividi lungo la schiena, una riposta che mi fa emozionare, una riposta che mi dà sollievo e la voglia di tornare da lei sale ancora di più.
-Lune- riesco a dire e il mio amico sorride, annuendo.
Lo abbraccio forte, incredulo che June abbia voluto mettere a nostra figlia quel nome, inventato quella notte, la notte in cui ho svelato la notizia del tour mondiale.
Lune Hemmings, non avere paura, non piangere più, papà arriva e giuro, non ti lascia più andare.

 


Note di Nanek

“Papà arriva”… non so voi ma a me fa tanto strano.
Cioè.. ho capito che qua Luke ha 19anni e non 17 come adesso ma… mi fa un certo che lo stesso!! A voi no??
Ciao a tutte cmq :D
La tanto attesa tempesta.. alla fine non è stata così catastrofica non trovate? ;) ma perché dai insomma.. ho capito che Luke è arrabbiato, ma.. non volevo un Luke esagerato da morire.. in fin dei conti Ash è suo amico, non voglio vederli litigare troppo.
Poi, la parte del ricordo: vi è piaciuta? Spero di sì: all’inizio non sapevo cosa scrivere, volevo mettere qualcosa di diverso.. non so, un pomeriggio tra Luke e June mentre si scambiano tenerezze ecc cc.. poi però.. non so, mi stavo mettendo lo smalto :D e qualcuno si è divertito a farmi prendere un colpo facendomi “bu” da dietro -.- ovviamente non era Luke (peccato!) ma da qui, ho iniziato a pensare a questa scena, ossia June di spalle e Luke che la fissa da dietro, lasciandosi andare a quei pensieri che qualche volta ci balzano in testa: l’idea di non essere mai abbastanza, l’incertezza, la paura di non dare troppo amore.. sì insomma, il nostro Luke si sente un po’ così.. e non so voi, ma a me piace quando dice “queste cose non te le dirò mai” perché ovviamente, se una persona te le dice, ti viene spontaneo negare e ribattere, invece così è più.. boh non so :D sto parlando a vanvera, ed è meglio andare avanti :D
Il nome della bambinaaaa :D ringrazio tutte voi che avete recensito e dato la vostra idea: mi è piaciuto notare il nome Juliette, vedo che quel capitolo vi è rimasto impresso ;) carino Lucy, ma mi ricorda troppo quella tipa che è andata a LA dai 5SOS… non potevo mettere questo nome!! Ho visto tante “Hope” anche ;) ma la bimba si chiama Lune ;) nome bizzarro ma che racchiude i due nomi più “importanti” in questa storia ;)
Bene, direi che per oggi ho parlato anche troppo, ma ci tenevo a ringraziare le nuove arrivate e anche le 18 persone che hanno recensito lo scorso capitolo!! Io vi amo. Non c’è storia, vi amo.

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  _hood itsirwinsdimples 5_Seconds_Of_Direction SecsiHamburger   vi adoro <3
Grazie a te per aver messo la storia tra le ricordate <3 _Alexandra98_ ti adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 _hood diciassette fjreworks la ragazza del pane vi adoro <3
Grazie Valecalum  per le bellissime parole che mi hai lasciato per messaggio privato <3 ti adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 TheBlueRose  Eliisa_  warrjor_  Carlotta Horan  Eleanor_Rigby michaelcookiess  yheababes luce_ghiaccio   odairseyes  Smile_LWWY  _Hakuna_Matata_  Mashton  Cece_writes  beez  Tomma_Ash  IdolsDimples HUGME_1D   _hood vi adoro <3


Come premio per avermi lasciato 18 recensioni, che ho semplicemente adorato, vi lascio un’anticipazione per il prossimo capitolo ;)

Nel prossimo capitolo:
-Vuoi prenderla tu?- mi chiede e io irrigidisco, arrossendo violentemente, annuendo appena.
-Meglio che mi sieda- balbetto, prendendo posto sul letto di June, sul quale mi fiondo velocemente e con poca grazia: sono emozionato da morire.
Mi porge la bambina, mi suggerisce di tenerle la testa, in modo da non farla penzolare, mi sussurra che non mi mangia, di rilassarmi, che Lune è buona e non mi metterà in difficoltà.


Aweee :3 beh dai è anche più lungo del solito non trovate? :D
Spero davvero che questa storia continui a piacervi, aspetto sempre le vostre recensioni e vi informo che: ho pensato a una cosa, io penso troppo spesso lol ossia, il motivo per cui vi chiedo il contatto Twitter, oltre al fatto che ci tengo ad avere le mie lettrici tra i followers perché vi adoro semplicemente <3 ho pensato che.. beh, se vi va, se la cosa vi sembra carina, quando questa storia finirà(quindi tra un bel po’ di tempo lol), ci tenevo a fare un hashtag tipo “SoOutOfReachMemories” dove potete scrivere quale ricordo avete dentro di voi di questa long… se volete, a me farebbe piacere fare questa cosa, se per voi è troppo.. boh non so, se semplicemente come idea vi fa ribrezzo basta dirlo u.u io non mi offendo, è solo per.. boh, così! Mi è venuto in mente, dato che questa storia è seguita da davvero tante persone, ed è una cosa nuova per me ;) ma se non volete farlo, ripeto, non importa u.u
Ora vado, oggi ho scritto un papiro!!! Grazie per ogni cosa, siete importanti per me <3
Al prossimo aggiornamento! <3
Nanek
 

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Capitolo 24
*** Bring me back to you ***


Capitolo 24

Bring me back to you

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*ASHTON’S POV*
 
Sospiro.
Guardo fuori dal finestrino, il buio ci avvolge, è notte fonda.
Sono passate già dieci ore di volo, manca ancora molto per arrivare a Sidney.
È successo tutto così in fretta, i bagagli preparati in velocità, tutti i miei vestiti stropicciati, neanche il tempo di controllare di aver preso tutto; la corsa verso la macchina, appena finito il concerto, la corsa in aeroporto, la corsa per trovare un volo adatto, i controlli fatti velocemente: Michael, talmente stanco, si è fatto fermare perché non ha tolto la cintura… gli occhi di Luke che hanno puntato al cielo, il suo sospiro rumoroso, la sua impazienza che ha travolto tutti noi.
Non ha voluto aspettare un secondo di più, non ha voluto esitare neanche un momento: il tour europeo non lo dobbiamo fare, perché aspettare due settimane per tornare a casa? Non serve aspettare, bisogna correre a casa, bisogna sbrigarsi, bisogna tornare da June.
Non ho neanche avuto il tempo di avvisarla e se devo essere sincero, meglio che io non mi intrometta: lo sguardo di Luke mi basta a farmi sentire uno schifo, a farmi sentire un pessimo amico.
Ma perché non lo capisce? Perché non capisce che l’ho fatto per June?
Cosa dovevo fare? Non ascoltarla? Darle contro? La decisione spettava solo a lei, non a me; ma alla fine, quello falso, ipocrita e stronzo sono io.
Sospiro.
Non riesco a dormire, sono troppo agitato.
Fisso Luke, davanti a me, che avvolto dalla sua coperta bianca, dorme: la bocca un po’ aperta, i muscoli rilassati, quel respiro profondo.
Sospiro.
Voglio che mi perdoni sta volta, non merito di essere trattato così, io voglio bene ad entrambi, io cerco solo di aiutarli.
  
Quando atterriamo a Sidney, sono le quattro e un quarto di pomeriggio: il sole splende come non mai, l’aria di casa ci avvolge, nessuno però, ad aspettarci in aeroporto, neanche una fan, neanche un viso familiare, nessuno sa del nostro ritorno, nessuno sa della nostra improvvisata, faremo una sorpresa a tutti.
Michael si regge in piedi per miracolo, lui e Calum prendono un taxi per andare verso casa; io, Luke e Liz, restiamo insieme, a guardarci, o meglio, i due biondi mi fissano, come se dovessi dare io ordini o informazioni, ma io non so nulla, non so se mia sorella è a casa, non so se è a lavoro, sono appena arrivato anche io e l’ultima volta che l’ho sentita, risale a una settimana fa.
-Andiamo a casa allora, Luke- dice Liz, rivolgendosi al figlio, appoggiando una mano sulla sua spalla, ma lui si sposta.
-Vai tu a casa, io vado da Ashton- dice secco e lei non osa neanche rispondere: hanno litigato fino all’esaurimento, hanno urlato anche troppo, sono stanchi di ripetere le stesse cose, sono stanchi di voler difendere le proprie idee.
La mamma di Luke annuisce, gli dice che lo aspetta per cena.
-O almeno, se non torni avvisami per favore- il tono di voce di Liz mi fa pena, è fragile, è stanca, è triste, quasi implora il figlio di avvisarla, quasi si sente in colpa per ogni cosa che ha detto; ma se a me fa pena, a Luke non importa nulla, troppo preso dal suo pensiero fisso, troppo preso a cercare le parole adatte da dire, troppo preso a preoccuparsi.
Liz ci saluta, e si allontana verso un taxi diverso dal nostro, rimaniamo soli e il mio amico, mi porta una mano sulla schiena, per incitarmi ad avanzare.
-Scusa Luke- dico senza pensarci, sospirando, e in risposta, ricevo un sorriso.
Luke sta sorridendo.
-Dai Ash veloce- mi incita, senza togliere quel sorriso enorme che ha in volto: fino a due secondi fa, era la persona più musona del mondo, ora è quasi raggiante, capire Luke Hemmings è un’impresa, è peggio di una donna, capirlo è sempre una grande vittoria.
 
Camminare per le vie vicine a casa mia è strano.
È una sensazione davvero strana, diversa, sento che c’è qualcosa di nuovo.
L’ultima volta che ho camminato per questo quartiere, era prima della partenza per il tour, troppi mesi fa, troppi giorni passati lontano dalla mia terra, da questi posti che mi hanno visto crescere, da questi posti che nascondono qualche mio ricordo.
L’ultima volta che ho passeggiato in queste vie, ero Ashton, Ash, quello che è stato bocciato, quello che girava con Sue e che poi è stato lasciato, quello che suona la batteria e fa parte di una band dal nome strano, Ash il ragazzo dai capelli strani, Ash che passeggia sempre con il sorriso sulla faccia: ero solo Ashton, non ero Ashton Irwin dei 5 Seconds Of Summer.
Non ero famoso, non venivo fermato per un autografo, non venivo travolto da decine di ragazze per una foto, nessuno mi assillava per un “follow” in Twitter, nessuno mi spediva così tanti regali come adesso.
Quante cose sono cambiate, quante ne cambieranno ancora, ma dentro di me, ci sarà sempre posto per il ragazzo che ero, il ragazzo che ha sempre passeggiato per queste vie.
-Pensieroso Ash?- mi distoglie dai miei pensieri il mio amico, che si guarda in giro, anche lui sorpreso di essere qui, a casa: abbiamo girato così tanto, non siamo mai tornati a casa da quando è cominciato il tour, sembra quasi impossibile essere stati assenti per così tanti mesi.
-Fa strano anche a me- bisbiglia, continuando a camminare, chiudendosi di nuovo nel suo silenzio: casa mia è vicina, la tensione sale.
 
Suono io il campanello e l’abbaiare di Indie rimbomba da dentro casa: una voce le dice di fare silenzio, una voce che non riconosco.
La porta di casa mia si apre e ad accoglierci, c’è l’ultima persona che avrei voluto vedere: pantaloni della tuta grigi, una maglia bianca a maniche corte, le mie ciabatte, i capelli biondi raccolti in una coda, il viso sempre così dannatamente perfetto anche senza un filo di trucco.
-C-ciao… ragazzi- balbetta, la sua voce non è più così tanto nuova al mio orecchio.
-Ciao a te... Sue- saluto io, abbassando lo sguardo, capendo molte cose: June non ha mai osato dirmi il nome della baby sitter di sua figlia, grazie mille sorellona, è sempre bello avere la sorpresa, trovare la propria ex come baby sitter, il colmo.
-Che ci fai qui?- chiede Luke, inarcando il sopracciglio: lui di sicuro non sa che è la baby sitter di sua figlia.
-È la baby sitter di...- sto per spiegargli, ma lei, solito vizio che non ha perso a quanto pare, mi parla sopra e conclude la frase al posto mio.
-Di Harry! Lo sto aiutando con i compiti sai- e io la guardo male, ma cosa sta dicendo? È stupida?
Il mio amico non ci fa caso, si prepara l’altra domanda –Dov’è June?-
-A scuola, oggi lavora fino alle sei- risponde pronta e sicura Sue.
-Quale scuola?- interviene ancora il biondo.
-La nostra, l’altra la stanno ristrutturando, quindi usano le classi del nostro liceo...- si perde in chiacchiere, ma Luke non ha tempo per ascoltare, ci saluta e comincia a camminare lontano: bell’amico che sei, abbandonami pure con Sue! Sottospecie di idiota.
Il silenzio che cala tra noi è imbarazzante da morire.
Mi faccio avanti, senza chiedere permesso, dato che è casa mia e preso da una stanchezza assurda, mi butto sul divano, inspirando il profumo di casa.
-Bentornato Ash- annuncia lei, chiudendo la porta, piano, parlando a voce bassa.
-Grazie- mi limito a rispondere, mentre Indie si appoggia con il muso sulla mia pancia, in attesa delle mie carezze.
-Vuoi... qualcosa da bere?- chiede titubante e scuoto il capo: l’unica cosa che vorrei è che lei sparisse e se ne andasse, ma June mi ucciderebbe se lo facessi, quindi cerchiamo di respirare, o la faccio volare fuori dalla finestra.
Si siede anche lei sul divano, distante da me.
-Cavoli, sei stato via più di un anno da casa! Come mai questo tour è così lungo?- cara Sue, il tuo tentativo di fare conversazione rasenta il ridicolo.
-Non abbiamo avuto solo il tour… siamo partiti prima anche per cominciare l’album: il tour è iniziato a settembre, poi a dicembre abbiamo avuto quasi tutto il mese libero, anche maggio e giugno sono stati così- spiego a grandi linee.
-Ma perché non siete tornati?- insiste, vorrei tanto risponderle di farsi gli affari suoi.
-Perché ti ho detto, avevamo l’album, poi tutto un casino... tornare non era la scelta migliore, sono venuti i nostri genitori da noi, penso tu lo sappia- la guardo.
-Sì, quei giorni eravamo io, June, Harry e la piccola... tuo fratello voleva la mamma, povero piccolo- racconta con voce quasi triste.
-Poi con il casino “June e Luke”, tornare era l’ultimo dei nostri pensieri- ammetto: Luke non l’ha mai ammesso, ma tornare significava stare male, ed era lui il primo a dire di restare, di non andare a casa, nonostante il mese vuoto e libero.
-Ora lui sa... della bambina?- chiede incerta, io annuisco.
-Sì, infatti non capisco perché hai detto quella balla. È tornato per questo, non serviva mentire- quasi la rimprovero.
-Meglio che la veda insieme a June, credo che lei voglia così- si spiega e un pianto interrompe la nostra imbarazzante discussione.
Sue si alza di scatto, corre al piano di sopra.
Curioso come non mai, mi alzo anche io: non ho mai visto mia nipote, se non in Skype, voglio vederla davvero, vorrei prenderla in braccio.
Arrivo al piano di sopra, seguo la voce di Sue che intona una canzone, come per calmare la bambina: sono in camera di June.
La canzone che sta cantando la riconosco, è una nostra canzone, che suoniamo ad ogni concerto, è “Beside You” e sembra calmare l’animo inquieto della piccola; mi avvicino ancora, e finalmente, davanti ai miei occhi, scorgo quel visino, quel nasino piccolo, quei capelli biondi, quegli occhi blu che ancora lacrimano un po’, il ciuccio in bocca, avvolta da una coperta: la mia nipotina, la mia Lune.
Sue si volta verso di me, gli occhi blu della piccola mi fissano interrogativi: non posso far altro che sorriderle, accarezzarle la mano che stringe a pugno e notare un sorriso dolce sul viso di Sue, che la tiene stretta tra le sue braccia.
-Saluta lo Zio Ash, Lune. Non piangere dai- la incita e la bambina non emette un suono.
-Vuoi prenderla tu?- mi chiede e io irrigidisco, arrossendo violentemente, annuendo appena.
-Meglio che mi sieda- balbetto, prendendo posto sul letto di June, sul quale mi fiondo velocemente e con poca grazia: sono emozionato da morire.
Sue sorride appena, forse sono veramente da deridere, chissà che faccia mi ritrovo, chissà cosa sembro ai suoi occhi.
La ragazza bionda, mi porge la bambina, mi suggerisce di tenerle la testa, in modo da non farla penzolare, mi sussurra che non mi mangia, di rilassarmi, che Lune è buona e non mi metterà in difficoltà.
Averla tra le mie braccia è una sensazione unica e speciale: mi guarda, mi fissa, mi mette a disagio con quelle iridi blu, sembra una piccola June, in grado di far arrossire chiunque con il suo sguardo sicuro e deciso, ma poi le guardo il naso, le guardo le guance e riconosco quei lineamenti, i lineamenti uguali a quel bambino, il bambino della foto che Liz tiene nel portafoglio: Lune assomiglia anche al suo papà, in maniera impressionante.
Lune alza la mano, come se volesse toccarmi, le porgo l’indice, che lei afferra decisa, lo stringe forte, con la sua manina così morbida, così fragile.
La alzo appena, per darle un bacio sulla fronte, inspiro quel profumo così buono, profumo di bambino piccolo, un profumo così dolce: lei mi sorride, facendo cadere il ciuccio e facendomi notare i suoi dentini.
-Credo tu le piaccia- dice Sue, raccogliendo l’oggetto.
-Dice qualcosa?- le chiedo, senza togliere lo sguardo da mia nipote.
-Qualche parolina sì e gattona un po’, ma è pigra e non lo fa troppo spesso- mi spiega ridacchiando.
-Sei pigra come lo Zio? Brava piccolina mia, sono fiero di te- le dico, lei sorride ancora, battendo le mani e cominciando a farmi sentire la sua voce.
Emette suoni tutti suoi, mi fa sorridere e più rido, più lei parla, senza fermarsi.
-Sei una macchinetta come la mamma: il papà sarà felicissimo!- le dico, mentre lei continua con il suo monologo, facendomi ridere troppo.
-Tata- mi dice infine, voltando lo sguardo verso Sue, io alzo lo sguardo verso di lei, che con il cellulare in mano, mi dice di sorridere.
Scatta una foto e me la mostra, la prima foto mia e di Lune.
-Siete bellissimi- dice arrossendo, dandomi le spalle, come se fosse in imbarazzo.
-Che dite di andare in giardino? Con il bau?- continua, e la piccola, al sentire quella parola “bau”, scalcia e si agita: Sue sa bene cosa vuole.
-Credo che… sì, andiamo- annuncio, in attesa che prenda la bambina in braccio.
-Non è difficile Ash, puoi portarla tu- mi sorride, vedendomi preso dal panico.
Deglutisco e guardo Lune negli occhi: mi sorride anche lei.
Goffamente, mi alzo in piedi, tengo la testa della piccola con delicatezza, ho paura di farle male, ma a quanto pare, ho una dote nascosta, che si mostra in questo momento e mi aiuta a non fare danni: sono in piedi, con la piccola in braccio, mi sento lo Zio perfetto.
-Lune? Ti senti alta ora? Aspetta di andare in braccio a papà!- le dice Sue, toccandole il naso, ricevendo in risposta un urletto niente male.
-Ha la voce degna di una cantante insomma- dico io, facendo ridere Sue, che rivolgendomi ancora lo sguardo, mi incita ad andare giù: mi aspetta un bel pomeriggio in giardino con la bambina più bella del mondo.
 
 

Note di Nanek

Sono in ritardo pure qui yuppi a me!
Vi sono mancata? Spero un po’ :D
È che… ho deciso di cambiare i giorni di aggiornamento u.u e So Out Of Reach sarà aggiornata al sabatooooooooo =)
Che cos’abbiamo qui? Beh la tenerezza *.*
Ash e la bambinaaaaaaaaaaaaaaaaaa *-* non sono adorabili? Lui è un amorinooooooooooooo <3
E poi….. SUE IS BACK GIRLS!!! AHAHAHHAHAHAHAH
La nostra “amata” (amata solo da me a quanto pare) Sue è la BABY SITTER DI LUNEEEEE <3 e Ashton è felice come una Pasqua *ironia a mille* povero piccino… cosa non deve trovare a casa sua dopo un anno di assenza :D
A questo proposito: lo so lo so… i tour di solito non fanno stare così tanto tempo lontani da casa propria, ma come dice Ash, sono stati moooooooooooooooooolto impegnati, e dato che Luke non se la sentiva di affrontare June, hanno deciso di stare lontani dall’Australia u.u spiegazione semplice ma efficace u.u
Io qui non ho molto da dire, è un capitolo di passaggio, forse inutile, ma volevo trasmettere un po’ di dolcezza tra Zio e nipote <3
E tutte voi state imprecando contro di me, lo so lo so, lo so che volete sapere che succede tra Luke e June ;) beh, vi accontento lasciandovi un’anticipazione, ma prima, passiamo ai ringraziamenti ;)

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  Mrs_Stypayhorlikson mara_123 vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 michaelcookiess 2OMAGGIO2O13 you_i calumstattoo  mahonesfan vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 TheBlueRose giudirectionerforever Carlotta Horan  Eleanor_Rigby michaelcookiess  luce_ghiaccio   Smile_LWWY  _Hakuna_Matata_  Mashton  Cece_writes  beez HoransCoffee  Tomma_Ash  ILoveMrHazza vi adoro <3


Grazie mille davvero dalla prima all’ultima <3
Parliamo del prossimo capitolo dai ;)

Nel prossimo capitolo:
-Dimmi tu come devo cominciare il discorso- dice diretto, facendomi arrivare il cuore in gola.
Faccio spallucce.
-Sono pronta a tutto, ho avuto tempo per esaminare ogni tipo di reazione, dalla più pazza alla più... – vorrei tanto dire dolce e da film romantico, dove tutti sono felici e si amano di nuovo, ma meglio evitare -…normale- concludo, lui abbassa lo sguardo.
-Definisci normale- mi sfida, sospiro.
-Non ho voglia di giocare Luke... sii diretto, sto impazzendo- confesso, arrossendo.

Beh dai amatemi ;) è lunga questa anticipazione no??? <3
Beh, nell’attesa, se avete voglia si intende, ho scritto una OS su ZAYN MALIK ragazze ;) chi è una Zayn’s girl??? Beh, se vi va, la OS si intitola Remember Me , è messa lì e pronta per essere letta da occhi curiosi ;)
Vi adoro tutte care mie <3 al prossimo aggiornamento! Spero di trovare le vostre recensioni <3
Nanek

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Capitolo 25
*** It always will be you ***


Capitolo 25

It always will be you

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*JUNE’S POV*

-Avete altri dubbi?- chiedo, rivolgendomi ai sette ragazzi che ho davanti a me oggi a lezione.
Tutti scuotono il capo, non hanno domande a quanto pare.
-Se avete domande chiedete, sono qui per voi- li incito ancora, ma il silenzio tombale invade la classe.
Butto l’occhio sull’ora, manca un minuto alle sei: vogliono andare a casa, è palese, non ne possono più di stare a scuola.
-Ci vediamo allora, la lezione è finita- li saluto, posando il gesso e cominciando a sistemare il tutto.
Due ore di pura noia oggi: filosofia sulla libertà, siamo partiti dal loro concetto di libertà e poi abbiamo esaminato i filosofi che propone il libro, interessanti certo, ma due ore solo su questo sono da suicidio.
Sento i loro passi, li sento andarsene uno ad uno, li sento bisbigliare un saluto: ma hanno così tanta paura di me? Non sono così vecchia, non sono così… antipatica come le professoresse della loro scuola, sono paziente e non urlo mai... perché mi temono? Non do voti, non richiedo compiti, sono a loro disposizione per aiutarli.
Forse sono noiosa? Forse parlo troppo e non mi seguono?
Mi faccio davvero troppi problemi.
Comincio a cancellare la lavagna, e nel farlo, rileggo quella frase, detta dallo studente dai capelli corvini.
La sua idea di libertà: essere fuori da tutto, fuori dal confine, da ogni possibilità: impossibile da raggiungere davvero.
So out of reach.
L’unica cosa che mi viene in mente rileggendo queste parole, anche se la canzone non c’entra nulla: ma tanto basta ad assillarmi, a riempirmi la testa di quelle note musicali, che mi spingono a canticchiarla a bassa voce.
-She’s seventeen...- dico, per poi sorridere e cambiare di proposito le parole –He’s seventeen, I’ve told him I’m twenty, I couldn’t take him out cause mum’s...- e mi metto a pensare a una parola decente da mettere al posto di “got no money”.
Ma mentre mi perdo in questo pensiero, una voce alle mie spalle, mi fa sobbalzare.

-Hai dimenticato le parole?- e mi volto di scatto.
Ritrovarmelo qui davanti, peggiora solo la situazione, perché oltre allo spavento che mi sono presa, lo stupore nel vederlo qui, mi fa indietreggiare e sbattere la schiena contro la lavagna: ahia.
-Ti sei fatta male?- chiede, seduto dietro a un banco, le mani che tengono il viso.
-U-un po’- balbetto, l’agitazione a mille.
Non sorride.
Se ne sta seduto, come e niente fosse, non parla.
Continuo a mettere via le mie cose, alzando lo sguardo qualche volta, e ritrovandolo lì, a fissarmi, a farmi sentire in imbarazzo in modo assurdo.
-Che hai fatto ai capelli?- mi chiede, alludendo al mio nuovo colore: fasce bionde, un’idea di Sue, cambiare colore di capelli per dare una svolta a qualcosa, cambiare un po’, cambiare per andare avanti.
-Volevo essere bionda- dico, portandomi un ciuffo ribelle dietro l’orecchio, sistemandomi meglio gli occhiali, sono nervosa da morire.
-Rovini i capelli- è venuto qui per farmi da mamma? Non ne ho bisogno.
-Mi piacciono, essere castana mi dava sui nervi- rispondo, questa risposta è proprio senza senso.
-Anche a me piacciono, ma mi piacevano anche castani- annuncia, sempre con quel viso serio, sempre con quello sguardo freddo.
-Anche tu hai tagliato, ancora, i capelli- questa conversazione è inutile.
-Sì, ma i miei non si rovinano perché li taglio- dove andremo a parare continuando così? Mi sembra di essere scema.
-Un punto per te- abbozzo un sorriso, che sembra una smorfia: eppure dentro, sono così felice di averlo qui.
Lo sento sospirare.
-Dimmi tu come devo cominciare il discorso- dice diretto, facendomi arrivare il cuore in gola.
Faccio spallucce.
-Sono pronta a tutto, ho avuto tempo di esaminare ogni tipo di reazione, dalla più pazza alla più... – vorrei tanto dire dolce e da film romantico, dove tutti sono felici e si amano di nuovo, ma meglio evitare -…normale- concludo, lui abbassa lo sguardo.
-Definisci normale- mi sfida, sospiro.
-Non ho voglia di giocare Luke… sii diretto, sto impazzendo- confesso, arrossendo.
-Mi hai fatto penare. Non lo meritavo- ecco che comincia: mi riempirà di parole, mi urlerà contro, prepariamoci al peggio.
-Ho pensato a te e a quello che mi hai fatto, ogni giorno. Ti ho dedicato tutte le canzoni che mi venivano in mente nella speranza che tu cambiassi idea, nella speranza che tu mi chiamassi, nella speranza che tu tornassi da me- voglio nascondere la testa sotto terra.
-Ho aspettato le tue chiamate, ho sperato con le lacrime agli occhi che il mio cellulare suonasse, che il tuo nome apparisse nello schermo. Ho vissuto in questo incubo per mesi, sono diventato una sottospecie di depresso cronico, che nascondeva il proprio dolore, perché nessuno meritava di essere influenzato da me- è ufficiale sono un mostro.
Ma adesso come stai Luke? Ma adesso cosa pensi di noi? Ti prego arriva al punto, so che mi stai facendo penare, so quanto sai essere vendicativo, ma ho sofferto anche io, ho sofferto quanto te, non è stato facile neanche per me.
-Poi... è arrivata la tua mail, dove tu mi dicevi... ogni cosa- e cosa ti ha fatto pensare? Dai Luke ti prego...
-E io... ho capito che... dovevo tornare da te- alzo gli occhi verso di lui, lo vedo sorridere.
Lo guardo alzarsi dalla sedia, venire più vicino a me, lo sguardo basso, quel sorriso tenero in volto, quasi imbarazzato.
Viene dietro la cattedra, viene davanti ai miei occhi, mi guarda e quelle iridi bellissime, che mi sono mancate da morire, mi fanno quasi piangere.
-Cosa potevo fare? Se non tornare dall’unica persona importante per me? L’unica persona che assilla i miei pensieri, quando mi sveglio, quando vivo la giornata, quando sogno. Sarei tornato da te in ogni circostanza June- quella voce, quelle labbra, alzo gli occhi per fissarle, perché Luke è più alto dall’ultima volta che l’ho visto, mi fa sentire davvero piccola.

Le sue mani mi avvicinano a lui, il mio viso si nasconde nel suo petto, inspiro quel profumo che non ha perso, che mi è mancato come l’aria; quell’abbraccio, è così unico e speciale, è così… voluto, che mi fa scendere le lacrime, perché non può neanche immaginare da quanto tempo lo stessi aspettando, perché non può sapere cosa significa vivere senza di lui, senza i suoi abbracci, senza le sue parole, senza tutto quello che mi fa provare.
-Ti prego June, non andartene più- mi sussurra, baciandomi i capelli, stringendomi ancora di più a lui –Non scappare più da me- quasi mi implora, e io non so cosa dire, sono quasi bloccata, sono troppo felice e ogni parola sembra così insignificante da dire in questo momento.
-L’importante siamo io e te, June e Luke- bisbiglio, sentendo il mio cuore battere più forte.
-Siamo io e te, June e Luke… e la nostra piccola Lune- mi corregge lui, facendomi scendere un’altra lacrima.
-Sì, e la piccola Lune- dico più convinta, sorridendo appena.
Luke si stacca un po’ da me, mi asciuga le lacrime con le sue mani, mi sorride con quel sorriso che lo caratterizza, quel sorriso che vedevo sempre troppo spento in questi mesi, quel sorriso che mi mancava da morire, e che ora è qui, davanti a me, è di nuovo... mio.
-It always will be you, June- mi canta appena, facendomi arrossire –Sempre- accarezza le mie guance.
-Wherever you are, Luke- bisbiglio io, continuando a sorridere come una scema, continuando a fissargli quelle labbra, notando quell’affare che si è messo mesi fa, quel piercing alla bocca che mi ha lasciato senza fiato per ben dieci giorni, perché gli sta dannatamente bene, mi fa sognare mille cose, fa crescere dentro di me quel desiderio di volerlo ancora più vicino a me.
-Lo so, devo darmi una mossa a baciarti- mi dice, facendomi spalancare gli occhi: l’ha detto davvero? Rido.
-Non hai perso le tue doti nel rovinare un momento romantico, Hemmings- lo prendo in giro.
-Ho imparato da lei, Irwin- ribatte sorridendomi.
-Bugiardo- sorrido ancora, lui si abbassa verso di me.
-Perché stai ancora parlando June?- le sue labbra sono così vicine alle mie.
-Quando sono nervosa parlo di conti...- e non riesco a finire la frase.

Eccole, di nuovo, quelle labbra sulle mie.
Ecco, di nuovo, quella sensazione che tanto mi mancava.
Eccole, di nuovo, le braccia di Luke che mi tengono stretta a lui.
Eccoli, di nuovo, i suoi dannati denti che mordicchiano il mio labbro inferiore.
Eccole, di nuovo, le mie mani che gli toccano i capelli.
Ecco, di nuovo, la sua lingua che cerca la mia con impazienza, come se non volesse sprecare un solo secondo di più.
Eccomi, di nuovo, finalmente felice, con lui.
Eccolo, di nuovo, che lo sento sorridere in questo bacio, e sento che il mio Luke è tornato: non il Luke che ho visto in questi mesi, un Luke dall’animo turbato e dagli occhi spenti.
Lui, il vero lui, è qui con me, in questa classe, in questa scuola, dove ci siamo conosciuti, dove lui ha avuto il coraggio di chiedermi informazioni per le ripetizioni, la scuola dove lui teneva nascosto il nostro segreto, la scuola dove lui ed Ashton si sono conosciuti, per diventare quello che sono oggi, la scuola dove si nascondono i ricordi di quei giorni in cui stavamo insieme, e lui non era ancora quel che è ora.
Dura a lungo questo bacio, ma non sa di addio.
Dura a lungo questo bacio, e mi riempie l’anima.
Dura a lungo questo bacio, e non vorrei finirlo mai.
Dura  a lungo questo bacio, e cancella tutte le sofferenze di questi mesi.
Dura a lungo questo bacio, e io quasi non ci credo.
Questo bacio sarebbe durato ancora di più, ma il mio cellulare comincia a suonare e la canzone “Wherever you are” invade la classe, facendo sobbalzare me e Luke, facendoci dividere.

A rispondere è lui, che mi ruba il cellulare, e dopo avermi bisbigliato il nome “Ash”, preme il tasto verde.
-Mi dica tutto cognato- ridacchia, giocando con il piercing.
-Sì June è viva, è qui- mi fissa, sorridendo.
-Come non ci credi?! Sei idiota?- esclama, incitandomi a dire qualcosa.
-Ash salvami! Mi vuole uccidere!- recito, ricevendo un’occhiataccia da parte di Luke.
-Ora sì, è in pericolo di vita, tua sorella ha i secondi contati- mi minaccia e io, sorridendo, mi allontano da lui, cominciando a correre, uscendo dalla classe.

Sento i nostri passi rimbombare per il corridoio, sento che mi sta correndo dietro, io rido, la mia risata rimbomba in questo silenzio, la mia felicità rimbomba in questa scuola.
Lui è più veloce di me, mi prende, mi ferma, sorride con quel sorriso che io amo, quel sorriso che non mi stancherò mai di fissare; i suoi occhi sono bellissimi, i suoi occhi… quanto mi sono mancati.
Sento sui miei, le lacrime farsi un po’ avanti: sono troppo felice, sono emozionata, ancora non ci credo di averlo di nuovo qui con me, con l’affetto di sempre ancora a legarci, ancora ad unirci, ancora a rendermi la ragazza più felice al mondo.
Lo abbraccio forte, nascondo il viso sul suo petto, sento il suo cuore che batte forte, all’impazzata, lui non osa neanche immaginare com’è preso il mio di cuore, che credo si sia ingrandito un po’ a causa di tutta questa gioia che mi circonda.
-Non piangere JuJu, sono qui- mi sussurra lui, accarezzandomi i capelli, baciandomi la testa.
Oh Luke, tu non puoi neanche immaginare quanto io sia al settimo cielo.
Tu non puoi neanche immaginare cosa voglia dire averti di nuovo qui.
Tu non sai che significa aver perso un anno di vita senza di te.
Ho passato tanti di quei brutti momenti, ho dovuto superare ostacoli che andavano al di fuori delle mie capacità, ho pianto così tanto, ho pianto quasi ogni sera prima di addormentarmi, ho pianto e sussurrato il tuo nome, ho pianto e ascoltato la tua voce che proveniva dalle mie cuffiette, ho pianto mentre cullavo tua figlia, ho pianto e mai avrei creduto di poterti riavere qui.
Alzo lo sguardo verso di lui, una lacrima mi ha rigato la guancia, lo vedo avvicinarsi a me, sento le sue labbra sul mio viso, sui miei zigomi: mi lascia una scia di baci, che termina sulle mie labbra.
-Ti amo Luke- bisbiglio, queste parole scivolano via con facilità, queste parole dovevo dirgliele.
Lo sento sorridere nel nostro bacio, lo sento bisbigliare –Ti amo anche io June- e quanto vorrei piangere davvero, un pianto liberatorio, un pianto per far scorrere via le mie paure, i miei giorni bui, le mie insicurezze, i miei ostacoli ormai lontani.
-Andiamo a casa JuJu, credo di voler vedere nostra figlia- dice ancora e io annuisco: sua figlia, la nostra bambina, che lui non ha mai visto.
-Prendo la borsa e andiamo- lo rassicuro, mentre lui intreccia la sua mano alla mia, incamminandosi con me verso la classe, stringendo le mie dita alle sue, come se io potessi scappare di nuovo, come se io potessi sfuggirgli ancora.
-Non ti lascio più Luke, te lo giuro- dico sicura, rendendomi conto di aver dato voce a uno dei miei tanti pensieri.

 


Note di Nanek

Quante di voi si sono sciolte? *parla quel che resta di me, ossia una pozzanghera di lacrime  e fa ciao*
Ciao a voi carissime <3
Beh, dai, si sapeva che sarebbero tornati insieme ;) Luke e June sono destinati ad essere felici, sono destinati e bla bla bla, ma spero di aver scritto un capitolo decente e non troppo banale :D ho voluto mettere in evidenza tante cose: 1- il PIERCING DI LUKE! OH GOD. Fermiamoci qui. 2- la paura di June, che non si aspettava troppe rose e fiori, perché lei stessa si rende conto di quanto male ha fatto al povero Hemmo. 3- la gioia estrema di June: le sue lacrime, che scorrono via come a voler lasciar andare i giorni bui che ha passato, le insicurezze provate, gli ostacoli, il timore di non farcela, la sola consolazione trovata nella voce di Luke attraverso le cuffiette: diciamo che June… volevo far sì che rispecchiasse un po’ come reagisco io… quando anche io mi sento un po’ persa, quando mi sento davvero troppo piccola per la grandezza del mondo, io mi rifugio così, tra le “braccia” del mio Ipod, ascolto Luke, I 5SOS o Nek cantare e… non so, ma trovo la forza di dire “bene, oggi è una giornata di merda ma domani sarà wow!” lol quindi June boh, è me insomma, in molti casi, tranne nel fatto che ha una figlia con quel figo micidiale di un pinguino ;) beata te June! Non sai quanto darei per essere te <3 e la mia June… boh, è un incoraggiamento a tutte voi insomma, un incoraggiamento a non abbattersi mai, a non perdere mai la speranza che qualcuno di importante, come Luke, arrivi davvero a salvarvi… in qualche modo; con questo, la smetto di farmi gli affari degli altri/comportarmi come una mamma (ma June mi ha contagiata con il suo animo da mamma lol) e passo a voi <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  _GreenEyes__  Smile_LWWY Virgi_HazzMonteith la98horan vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 Virgi_HazzMonteith Marta____ bulol SmileMe  vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 yheababes TheBlueRose michaelcookiess  luce_ghiaccio   _Hakuna_Matata_  Mashton  Cece_writes  beez  Tomma_Ash  ILoveMrHazza Mrs_Stypayhorlikson vi adoro <3

Visto che siete delle tipe curiose, per chi avesse voglia di un’altra OS, ma sui 5SOS, qui c’è Give me love OS su Mike <3 che se volete leggere è lì ad aspettarvi ;)
Altre due news da dire: 1. Ho partecipato ad un concorso di fan fiction :D e presto, la storia che ho proposto, ve la metto in EFP ;) vi posso solo dire che è un Crossover, e ci saranno come protagonisti due biondoni da chilo: un applauso per Niall James Horan *urla come una matta* e Luke Robert Hemmings!! *si lancia su Hemmo* la storia si intitola “Believe” e non appena la pubblico sarete le prime a saperlo ;)
2. quante di voi sono Calum’s girl? Beh mie care, ho una sorpresa pure per voi sia chiaro ;)) sto scrivendo una long sul nostro piccolo Kiwi <3 e anche quella, non appena sarà finita, verrà messa qui in EFP ;)
Credo di aver finito le news :D
Bene, siccome so che questo capitolo non mi ispira per niente, e non so perché, vi lascio un’anticipazione da colpo al cuore :D

Nel prossimo capitolo:
-E io vi lascio soli un pomeriggio… e voi fate del sesso in presenza di mia figlia! Come ti giustifichi ora, Fletcher?- domanda dal nulla, facendo sbiancare il fratello.
-Non abbiamo fatto del sesso!- esclama, mentre io gli dico di abbassare i toni: al piano di sopra tentano di dormire.
-Come lo vuoi chiamare allora? Oh aspetta… avete fatto l’amore in presenza di mia figlia!- cambia parole June, ma Ashton diventa rossissimo, distoglie lo sguardo, non l’ho mai visto così tanto imbarazzato.
-Non abbiamo… fatto l’amore. Stavamo giocando- balbetta.
-Giocavate a dottore per caso?- intervengo io, facendo ridere June, che si appoggia alla mia spalla.

Buahahahaha ma cosa vi aspetta la prossima volta??? Ahahahah vi lascio così u.u fino al prossimo sabato :D
Spero di trovare imprecazioni di ogni tipo :D no dai, spero di trovare le vostre care recensioni <3 vi adoro tutte, e non sapete quanto io vi voglia bene, ad ognuna di voi <3
Grazie di tutto <3
ps: vi piace il banner nuovo? *-* aweeee
Nanek

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Capitolo 26
*** Over Again ***


Capitolo 26

I will give you all my heart, so we can start it all over again

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*LUKE’S POV*

Credo di essere appena rinato.
Credo di esser stato avvolto dall’oscurità per tutto questo tempo e, ora, la luce splende di nuovo nella mia vita, nel mio cuore.
Sto passeggiando per le strade di Sidney e tengo per mano la persona più importante della mia vita.
Mi ritrovo a fissarla più di una volta, per essere sicuro di essere sveglio, per essere sicuro che tutto questo sia reale, non frutto della mia immaginazione: eppure, è tutto vero, è tutto concreto, sto tenendo la mano alla mia June, la persona che ho sempre sognato, la persona che ho sempre cercato tra la folla, la mamma della mia bambina, la ragazza che è riuscita ad entrare nella mia vita per non andarsene più.
Lei si accorge dei miei occhi.
-Che c’è?- chiede, io mi limito ad abbracciarla di più, a tenerla più stretta a me.
-Nulla, sei bellissima- confesso, lei ride.
-È buio, ecco perché dici così: non vedi bene- ecco, la mia solita June.
-Ho la possibilità di vedere al buio, tipo i gatti- ribatto, lei ride ancora: quanto mi è mancata la sua risata, che tanto, troppo, assomiglia a quella di Ashton.
-Sei sempre il solito scemo, quando crescerai?- mi domanda, io sbuffo, sorridendo.
-Fai sempre questa strada da sola?- inarco il sopracciglio, notando, effettivamente, la mancanza di luce in questa via: i pali della luce sono quasi spenti, non servono a tanto, non si vede quasi nulla.
-Già, la macchina serve a mia mamma- mi spiega.
-E quindi vieni a piedi? Dico: sei matta?- sì lo è, mi rispondo da solo: girare da sola non è il massimo.
-Luke, non ho dieci anni, non mi rapisce nessuno posso assicurartelo: chi vorrebbe mai una rompi palle come me?- ride ancora.
-Io- ammetto, baciandole la testa: quanto mi sono mancate le nostre passeggiate, quanto mi è mancata lei, non riesco a crederci, è passato più di un anno dall’ultima volta che l’ho vista, eppure, ora sembra tutto così normale, così naturale, che i miei giorni bui si sono volatilizzati dalla mia mente.
I miei pensieri sono rivolti solo a lei, lei e la nostra bambina.
Credo di essere emozionato, non vedo l’ora di vederla, non vedo l’ora di abbracciarla, non vedo l’ora di sentirla parlare, non vedo l’ora di essere il suo papà.

Arriviamo davanti casa Irwin, June suona il campanello.
-Un momentooo!- urla una voce maschile, una voce che sembra piuttosto… strana.
-Che cos’ha combinato quell’altro…- sospira June, facendomi sorridere: Ash è nei guai, ne siamo quasi certi.
La porta viene aperta da Sue, ancora: ha i capelli scompigliati, il viso rosso, una faccia piuttosto sconvolta, sembra reduce da una corsa, si sistema la maglietta dentro i pantaloni.
-Ciao June! Ciao Luke!- esclama con voce piuttosto acuta.
Ridacchio appena, tento di scacciare un pensiero.
-Che state facendo voi due?!- domanda June, avanzando, portandomi con sé.
Il salotto di casa Irwin è un autentico disastro: coperte, sedie, molette, tutto concentrato in mezzo, un tentativo di costruire capanne venuto piuttosto male.
-Capanne, venute un po’ male- sussurra infatti Sue: notiamo un Ashton sbucare dal nulla.
È messo a gattoni, i capelli scompigliati, un viso quasi indemoniato da quanto è rosso, ha un sorriso grande come l’intera casa: gattona fuori e si alza in piedi.
Ha il bottone dei pantaloni slacciato.
Oddio.
-Ashton Fletcher Irwin!- esclama June, gli occhi spalancati, la bocca a “O” dallo stupore: che hanno combinato questi due sotto quell’ammasso di coperte?
-Due cuori… una capanna…- sussurro io, ridacchiando, mentre Ash si avvicina alla sorella, avvolgendola in un abbraccio caloroso: anche lui è da troppo tempo che non la vede.
-June Julie Irwin oddio che bello vederti!- esulta, baciandole la guancia, ma la mia JuJu, sembra piuttosto… turbata.
-Dove hai messo la bambina? Che hai combinato? Perché hai il bottone dei pantaloni aperto?! Pervertito!- e io parto a ridere come non mai: June è una mamma a tutti gli effetti.
I visi di Sue ed Ashton passano dal bianco al rosso, lui la fissa, poi fissa il bottone dei pantaloni, comincia a giustificarsi: non è come pensiamo noi, per nessuna ragione al mondo, è che i pantaloni gli stanno stretti da morire e si è sbottonato un po’…
-Chissà perché erano stretti…- inarca il sopracciglio June, io continuo a ridere, ho male alle guance a forza di ridere, questa situazione è unica e irripetibile.
-June! Pervertita!- la riprende il fratello, mentre Sue comincia a cercare le scarpe e il giubbotto: non vuole stare qui in minuto di più insomma… chissà perché.
-June io… passo domani!- la saluta velocemente, sbattendo la porta.
Ashton è senza parole, sempre rosso in viso, imbarazzato come non mai.
-Vi giuro non è come pensate voi- sussurra, June mi guarda, sorride complice, per poi avvolgerlo in un altro abbraccio –Bentornato Ash- gli bacia la testa.
Nel silenzio di questo momento, una vocina si fa sentire, proviene dall’ammasso di coperte: ed ecco che un esserino minuscolo, gattonando appena, si fa vedere ai miei occhi, la sua vocina urla, è potente, cattura la mia attenzione.
Ed ecco che quell’esserino, mi fa arrossire dall’emozione: un esserino dai capelli biondi, gli occhi blu, il nasino piccolo piccolo, che sorride a noi tre, che urla per farsi notare, che avanza lentamente, ancora un po’ incerta, sotto i miei occhi.
-Lune! Vieni qui piccola mia- la chiama Ashton, la bambina batte i piedi al sentirlo parlare e quando lui la prende in braccio, si porta le mani in bocca.
Mia figlia.
-Saluta il papà Lune, fagli “ciao”- la incita, mi sento le gambe molli e il cuore a mille.
La mano di June afferra la mia, come se avesse capito il mio stato, la sento baciarmi la guancia, la sento portarmi più vicino alla bambina: Ashton me la porge, le mie mani tremano come non mai, lei mi sorride e si lascia avvolgere.
-Luke siediti, sei bianco da far paura- mi dice il mio amico, io mi lascio guidare, sono sotto ipnosi, sono catturato dal colore degli occhi di mia figlia.
Appoggio la schiena sul cuscino del divano, tengo stretto la mia bambina, la quale si appoggia alla mia spalla, mentre con la manina mi tocca il mento: il suo profumo da bambina mi avvolge, potrei pure mettermi a piangere, perché quello che sto provando adesso è qualcosa di unico e speciale, è qualcosa che non scorderò mai.
-Lune, non dormire, parla al papà dai- la incita lo zio, che si siede vicino a me, mentre June, resta in piedi, a fissarci, gli occhi lucidi e la mano chiusa a pugno sulle labbra.
La guardo, la imploro con lo sguardo di venire vicino a me, ho bisogno di lei in questo momento, mi sento così strano, mi sento così impacciato.
Lei mi si avvicina, si siede alla mia destra, mi bacia la guancia nuovamente: la bambina, vedendola, lascia uscire un urletto dalla sua bocca.
-Ecco, è già gelosa di te, Luke- annuncia la mia June, che le accarezza il naso, la mano, mentre lei sorride, ride, quanto è bella la mia bambina.
-Credo sia uguale a te June, è più Irwin che Hemmings- sussurro, fissandola, beandomi della bellezza delle due donne più importanti della mia vita.
-Quando dorme, fidati, è una piccola Luke, ha i lineamenti dolci…- arrossisce June, Ashton, sentendosi giusto un po’ il quarto incomodo, si fa avanti.
-Invece è uguale allo zio: pigra, di talento, è una piccola Ashton- fa la linguaccia, tutti ridiamo, pure la piccola Lune, che si volta verso lo zio, e notando il suo viso quasi imbronciato, tende le mani verso di lui, si fa avvolgere dalle sue braccia.
-Sapevo che ti piacevo più del papà, stellina dello zio- la stringe, le bacia la fronte e sollevandola, tornano a giocare sotto l’ammasso di coperte.
Porto il braccio attorno al collo di June, lei si appoggia alla mia spalla, appoggia la mano sul mio petto.
Le bacio la testa, le accarezzo la mano, lei mi rivolge lo sguardo, le bacio le labbra e la mia vita non potrebbe essere più perfetta di così…
-Che schifo! Lune non guardare- esclama Ashton, facendole il solletico, la flebile risata di nostra figlia mi fa balzare il cuore in gola.
 
Anne Marie Irwin, la mamma di June ed Ashton, fortunatamente, non mi ha cacciato fuori casa quando mi ha visto: mi ha ospitato per la cena, ricordandomi che lei mi doveva ancora quella vecchia pizza che ho saltato; una volta finito, si è offerta lei di mettere a dormire Lune e un contrariato Harry, assicurandomi, che il divano potevo usarlo come letto: almeno lei è riuscita ad accettare tutto questo, il mio ritorno, la mia “ricominciata” relazione con June, ringrazio il cielo perché esistono persone come lei.
Io, June ed Ash sediamo sul divano: abbiamo tante cosa da raccontarle, abbiamo così tanto da confessare, lei ascolta, dice anche lei qualcosa, parla del lavoro, parla di Lune… parla di Sue e di quanto le sia affezionata.
Sue si è presa cura della piccola Lune da quando è nata, non è mai mancata un giorno, ha seguito la piccola in ogni cosa, si è comportata sempre molto bene con loro, si è sempre offerta per ogni cosa, per una passeggiata, per una giornata al Luna Park, si è offerta di tenere pure Harry, di aiutare June, quando mamma Irwin è venuta a Londra: Sue si è rivelata un angelo, un aiuto indispensabile per la loro famiglia, nonostante lei, fosse la ex di Ashton, nonostante lei fosse il motivo della distruzione del povero Ashton.
-E io vi lascio soli un pomeriggio… e voi fate del sesso in presenza di mia figlia! Come ti giustifichi ora, Fletcher?- domanda dal nulla, facendo sbiancare il fratello.
-Non abbiamo fatto del sesso!- esclama, mentre io gli dico di abbassare i toni: al piano di sopra tentano di dormire.
-Come lo vuoi chiamare allora? Oh aspetta… avete fatto l’amore in presenza di mia figlia!- cambia parole June, ma Ashton diventa rossissimo, distoglie lo sguardo, non l’ho mai visto così tanto imbarazzato.
-Non abbiamo… fatto l’amore. Stavamo giocando- balbetta.
-Giocavate a dottore per caso?- intervengo io, facendo ridere June, che si appoggia alla mia spalla.
-Dai smettetela, tutti e due: non abbiamo fatto nulla!- da quanto rosso è potrebbe essere usato come faro per le navi.
-Avevate delle facce da manicomio, capelli disastrosi, tu con il bottone slacciato e lei con la maglietta fuori: dimmi cosa dobbiamo pensare- spiega June, lui sospira.
-Stavamo giocando con Lune, giuro, abbiamo fatto anche una battaglia con i cuscini, solo io e lei, la piccola non merita di essere presa a cuscinate; il bottone te l’ho detto, questi jeans sono stretti da morire- sua sorella gli sorride maliziosa, intervengo io.
-Povera Gemma… manchi da poche ore da Londra e già la dimentichi, Harry ti uccide- annuncio, mentre June mi rivolge lo sguardo, sbalordita.
-Gemma chi?!- domanda, mi sento fulminare da Ashton.
-Grazie Hemmings, è bello poterti considerare un mio amico- mi dice a denti stretti.
-Gemma chi?! Rispondete!- continua June, io fisso Ash: è lui a dover spiegare, non io, anche perché noi della band sappiamo ancora meno.
-Ma niente…- annuncia, facendo spallucce.
-Chi è Gemma? La conosco? Di dov’è? Quanti anni ha? Parla Fletcher- l’interrogatorio di June può avere inizio, sorrido divertito, abbracciandola, portando le mani sulla sua pancia.
Ma suo fratello non sembra voler parlare.
Le bisbiglio all’orecchio –Sorella di Harry Styles amore, hai presente?- e June parte in quarta.
-Tu Ashton Irwin sei andato a letto con la sorella di Harry Styles?!- io rido di fronte al suo stupore.
-Gemma Styles non è del 91?!- domanda, lui annuisce, volgendole lo sguardo –E allora?- chiede.
-E allora?! Ha tre anni più di te! Quella: depravata, poco di buono, che se la fa con uno più piccolo, la pervertita di tutta Londra!- lo prende in giro, perché non lo pensa davvero, ma usa su di lui tutte le cose che le sono state dette per troppe volte.
-Beh… ma lei è Gemma Styles, non c’è proprio paragone tra voi due: lei bella, simpatica, dolce… tu… una vipera, acida zitella, sessualmente frustrata- Ash scoppia in una risata, June sta per partire all’attacco, ma la tengo ferma, potrebbe ucciderlo: le bacio la guancia, le sussurro di stare calma, mentre la risata di Ashton invade la stanza.
-Luke mollami! Mi ha appena insultato!- mi dice, ma io fermo le sue parole, baciandola, ridendo, facendo sentire Ashton in più.
-Le camere sono di sopra eh- propone infatti, per poi fissare il vuoto, pensieroso.
Non appena June si calma un po’, gli si rivolge tenera –Ma è una cosa seria per davvero Ash?- lui scrolla le spalle.
-Non lo so- sibila, la stessa cosa che dice a noi.
-Dai Ash parla, non farti pregare- insite June, lui sembra pensarci un po’.
-Non lo so JuJu, siamo usciti qualche volta… ci teniamo per mano… viene ai nostri concerti… ma non lo so…- sospira –a me non manca lei- e tutti sappiamo a chi sta alludendo.
-Fa male ancora, Ash?- June mi si allontana, per accoglierlo in un abbraccio affettuoso.
-Troppo- sibila, io sospiro: lo sapevo che c’era ancora di mezzo Sue, ma ci voleva June per riuscire a farglielo ammettere.
-Poi sono io quella sessualmente frustrata- lo deride ancora, baciandogli la testa: Ashton non l’ascolta neanche, si limita a stringerla, si limita a godersi sua sorella, si limita a lasciarsi avvolgere dal suo calore.
-Ti voglio bene JuJu- le dice, mentre lei gli accarezza i capelli e gli sussurra qualcosa di tenero per rassicurarlo.
-Però sappi che i tuoi bellissimi complimenti me li ricorderò- gli pizzica un po’ la pelle, ricevendo un lamento flebile da parte di lui.
-Mi farò perdonare- risponde e notando che June sbadiglia appena, la incita ad andare a dormire, facendo cenno anche a me di seguirla –Il letto è grande, ci state- mi fa l’occhiolino, io sorrido imbarazzato come non mai.

Saliamo le scale in silenzio, entrambi un po’ turbati per Ashton, entrambi ancora un po’ preoccupati per lui: fa male vederlo così, fa male non poter fare nulla, fa male davvero, perché è una persona importante per entrambi.
Entriamo in camera di June, lei chiude la porta: mi avvicino al lettino di Lune, la osservo dormire, mi chino per baciarle la testa.
June fa lo stesso, per poi prendermi la mano e guidarmi verso il letto.
Ci abbracciamo forte, sotto le coperte, ci abbracciamo come se avessimo paura di perderci, ci stringiamo cercando di scacciare il viso triste di Ashton dalle nostre menti, ci baciamo, lei mi accarezza il viso.
-Sono felice che tu sia qui, ho avuto paura quando ti ho inviato la mail- sussurra sulle mie labbra.
-Paura di cosa June? Che ti lasciassi per davvero? Sciocca a pensarlo- la bacio ancora, lei mi stringe forte.
-Perdonami per ogni cosa Luke-
-Ti perdonerò sempre June, sei nata per stare con me- ancora un bacio.
E ci addormentiamo così, l’uno vicino all’altra, consapevoli che d’ora in poi, più nulla ci dividerà, perché io sono il suo Luke, lei è la mia June, perché l’importante siamo solo noi…
Noi e la piccola Lune.

 
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Note di Nanek

Volevate una foto di Lune? Beh, ecco a voi la bambina più bella del mondooo <3 ho trovato foto davvero carine, mano a mano che andiamo avanti ve le faccio vedere ;)
Ciao a tutte mie care!! <3
Allora allora: questo capitolo è bello tosto insomma, perché oltre ad aver, finalmente, fatto incontrare Luke e Lune, che sono papà e figlia più dolci del mondo <3 abbiamo pure questa parte finale un po’ più… seria.
Che dirvi, la storia Ashton e Sue è un autentico casino, ho letto che molte di voi vorrebbero solo ucciderla/seppellirla viva ecc, altre invece la adorano (come me <3 ) e rivogliono la coppia insieme… beh, che dirvi? Che la decisione che ho preso è stata molto drastica, e la vedremo a breve...
Ma cmq, vi è piaciuta la mini conversazione tra fratelli? Ash che prende in giro June, come ai vecchi tempi, June che lo vuole uccidere, Luke che è sempre così asdfghjk <3 e poi, l’amore tra fratelli, che si abbracciano, che confessano i propri pensieri: e qui, il nostro Ash crolla, con quella risposta alla domanda di June: “Fa male ancora, Ash?” “Troppo” T.T ma fatemi piangereeeeeeeeee T,T ma come potete non amare Sue???? Lui è triste, è disperato, è così piccinoooo T.T
E poi, la parte finale: June e Luke che sono sul letto, insieme, di nuovo <3
Ringraziamo in modo speciale Smile_LWWY perché è lei che ha creato la frase “Sono il suo Luke e lei la mia June” <3 una frase… speciale <3
Bene, ho scritto il mio solito papiro, passiamo ai ringraziamenti e poi a un’anticipazione importante <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  sheloveyouridol blackbharry Ilciuffodijustin chocoliam Noemi99 vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 Joy4ever When The Sun Goes Down blackbharry vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 TheBlueRose michaelcookiess  luce_ghiaccio   _Hakuna_Matata_  Mashton  Cece_writes  Tomma_Ash  ILoveMrHazza Mrs_Stypayhorlikson blackbharry Joy4ever _hood Smile_LWWY  vi adoro <3

Sappiate che vi adoro <3 siete davvero troppo, ma troppo, gentili <3
Passiamo al capitolo 27 ;)

Nel prossimo capitolo:
-Proprio non lo vuoi capire Sue? Proprio non capisci che tutta questa mia confusione è dovuta al fatto che sono ancora innamorato di te? Te ne rendi conto, almeno? Ti accorgi che arrossisco come un bambino davanti ai tuoi occhi? Ti accorgi che balbetto ancora quando ti rivolgo la parola? Ti rendi conto che ti ho appena baciata perché mi manchi da morire?- ecco, complimenti a me, sputtaniamoci per bene, mostriamoci deboli davanti ai suoi occhi, mostriamoci ancora dipendenti da lei, stupido idiota che non sono altro.

Il prossimo capitolo sarà… molto particolare, e come avrete già capito: sarà un Ashton’s pov… e… volevo dirvi che: dopo questo capitolo, sono finiti, ufficialmente, i capitoli dove il POV è di Ashton, l’ultimo è il prossimo purtroppo, e chissà cosa vi riserva!! :D
Che cattiva che sono, lasciarvi un po’ in sospeso, ma vabbè dai ;) mi piace far crescere la curiosità altrui u.u
Se avete voglia, potete scrivere nella vostra recensione la vostra opinione: Ash e Sue, che succederà? A voi la parola, io sarò lieta di leggere ;)
Per concludere il tutto, mi faccio un po’ di pubblicità, come mio solito, dato che siete delle tipe curiose ;)
Ho scritto un’ennesima OS, dove c’è come protagonista Niall Horan e, udite, udite, Luke Hemmings!!!! Non è la storia del contest, è una OS a parte, si intitola  Story Of My Life  e se avete voglia di leggerla, è lì  per voi ;)
Credo di non avere altro da aggiungere, se non che vi do appuntamento al prossimo capitolo <3
Vi adoro tutte, dalla prima all’ultima, e non so voi, ma sono triste, manca davvero poco alla fine… e ci sono ancora troppe cose da sbrigare!!!!! <3
Grazie di tutto, siete importanti <3
Nanek

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Capitolo 27
*** We can both remove the masks ***


Capitolo 27

We can both remove the masks

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*ASHTON’S POV*

Tre settimane dopo.

Sono già passate tre settimane dal nostro ritorno a casa.
Sono tre settimane che dormo nel mio letto, nella mia camera; mi sveglio e vedo mia mamma, vedo Harry, vedo June e la piccola Lune, essere a casa è una cosa bellissima, è una cosa unica e speciale, i miei pensieri non si focalizzano mai sui concerti che dobbiamo fare, non penso al mio lavoro, ma solo alla mia famiglia, ai miei amici, mi comporto come un qualsiasi ragazzo di ventun’ anni, che ha voglia di vivere, che ha voglia di essere solo se stesso.
June continua a lavorare e studiare, quando torna a casa alla sera è sempre stanca, ma il suo sorriso è incollato al suo volto, perché ad aspettarla, c’è sempre Luke.
È quasi incredibile rivederli di nuovo insieme, è come se non si fossero mai lasciati per davvero, è come se Luke fosse partito per poco tempo e fosse tornato semplicemente, con lei qui pronta ad aspettarlo.
Fa ancora molto strano credere che siano entrambi genitori, fa strano pensare che questa bambina dai capelli biondi sia figlia di mia sorella e del mio migliore amico: loro sono così giovani, hanno ancora quell’atteggiamento così immaturo nei confronti della vita, eppure, quando si parla di Lune, diventano le persone più serie al mondo.
Lune impara a riconoscere il suo papà giorno dopo giorno, lui è sempre qui che gira per casa nostra, la segue in ogni cosa che fa: ha voluto imparare a cambiarle il pannolino, ha voluto imparare a lavarla, a vestirla, a darle da mangiare, il suo nuovo lavoro è fare il papà perfetto; la piccola gli sorride, tende le mani verso di lui per essere presa in braccio, lui la coccola, la bacia, le canta tante canzoni, soprattutto per farla addormentare: Luke è rinato, è nuovamente il ragazzo che tutti conosciamo, con quel sorriso prezioso, con quegli occhi azzurri che mettono gioia, Luke sta bene, Luke è finalmente tornato.
Sua madre poi, non sembra più mettersi troppo in mezzo a questa storia: Liz non ha ancora messo piede in casa nostra, dal nostro arrivo, Liz deve ancora vedere Lune, e chissà quando lo farà: ma la cosa non turba Luke, che anzi, più sta distante da lei, meglio è.
Di recente gli ho chiesto quando ha intenzione di svelare il tutto alle nostre fan: ci sono state troppe foto in circolo di Luke, mentre passeggia con Lune al parco, foto in cui lui la tiene in braccio, foto dove spinge il passeggino, in presenza di Sue, di Harry, o mia, troppo spesso con June.
Ma lui, come risposta, alza le spalle, non legge quello che chiedono in Twitter, non risponde a nessuno quando qualche fan lo riconosce per strada, si ferma per una foto, due parole e poi riprende la sua passeggiata, trascinando lontane le sue donne da quel mondo così incasinato, nel quale non le vuole portare.
-Questa è la mia vita, a loro non deve importare nulla- dice a volte, ma non può reagire in questo modo, è famoso, non è più un ragazzo qualunque, deve saper affrontare anche il resto.
Io sbuffo a quello che dice, lascio perdere in partenza, perché tanto, lui non mi ascolta e fa sempre di testa sua: la sua mente è avvolta da due soli pensieri, ossia Lune e June; la musica, i concerti, le fan, sembra averli accantonati, per poter recuperare quel tempo che ha perso lontano da loro.
Un’altra persona, che vedo ormai tutti i giorni, è Sue.
June continua a farla venire per badare a Lune, nonostante Luke si sia offerto di prendere il suo posto: ma mia sorella non vuole sentire ragioni, gli ha detto che lui non deve prendersi tutte le responsabilità, lui deve rilassarsi, deve concentrarsi sulla sua carriera e non solo su sua figlia, June gli proibisce di distruggere il lavoro di un intero tour mondiale.
-Mi sentirei in colpa, hai i tuoi doveri, devi rispettarli- gli dice sempre, facendolo sbuffare: possibile che lei non capisca quanto si sente inutile? Ma lei sorride, gli bacia la guancia, lo rassicura dicendo che non è inutile, ma che anzi, sta dando più del dovuto.
E il mio amico, non può far altro che assecondare la sua amata June…
E grazie alla sua amata, la mia ex è sotto i miei occhi ogni giorno: la vedo arrivare con una coda alta, o una treccia, o uno chignon; la vedo arrivare in tuta, o con i jeans, o con quelle felpe che conosco fin troppo bene, soprattutto una, dato che gliel’ho regalata io anni prima; le solite converse, i soliti stivali, ormai conosco l’intero armadio di Sue, neanche quando stavamo insieme la vedevo così spesso.
E mentre io siedo sul divano, la vedo gironzolare per casa, la vedo inseguita da Luke con Lune in braccio, vanno in cucina a preparare da mangiare, vanno in camera per cercare dei vestiti puliti da metterle, li vedo scegliere il cartone animato da guardare, la vedo che mi fissa mentre mette in ordine i giocattoli che Lune si diverte a lanciare.
Ed io, sospiro ogni volta, quando mi ritrovo i suoi occhi puntati su di me, sospiro e non so cosa dirle, le parole da far uscire diminuiscono giorno dopo giorno, facendo crescere l’imbarazzo.
Una volta sola sono uscito con lei e Lune, mentre Luke era da Calum, siamo usciti per fare una passeggiata, io spingevo il passeggino, lei mi affiancava: è stata la cosa più strana del mondo, essere soli, io e lei, con una bambina così piccola.
Il tutto però, è fortunatamente durato meno di un’ora, dato che delle ragazze mi hanno riconosciuto e si sono avvicinate a noi: ho lasciato il passeggino a lei, le ho detto di tornare indietro, Luke non vuole ancora rendere tutto pubblico.
Da quella passeggiata, ho sempre cercato di non uscire più con lei.
Mi fa troppo strano averla al mio fianco, mi fa troppo strano vedermi nuovamente in sua presenza, mi fa troppo strano provare ancora dei sentimenti nei suoi confronti.
Sentimenti contrastanti, sentimenti di mille tipi, che vanno dall’odio e la rabbia, alla nostalgia, alla voglia di abbracciarla e sentire quel suo profumo.
Ho il cuore che batte ogni volta che suona il campanello di casa mia, ho le gambe molli ogni volta che mi sento osservato da lei, sento il rossore salirmi sulle guance ogni volta che la sfioro, anche per sbaglio.
Di notte, prima di dormire, perdo ore in mille pensieri, perdo ore a riflettere, a pensare, a decidere cosa fare di questa situazione, che peggiora sempre di più.
Peggiora perché io sono davanti ad un bivio, peggiora perché c’è anche un’altra persona ad essere coinvolta in tutto questo: Gemma infatti, continua a scrivermi, continua a cercarmi, continua a farmi sentire così stupido.
Messaggio con lei, di notte, ma nello stesso momento penso a Sue, penso a lei e ai giorni passati insieme, penso a lei e a quanto male mi ha fatto lasciandomi, penso a lei e mi chiedo perché non può essere tutto semplice anche per me, come June e Luke: perché io ho la situazione più difficile? Perché non so fare una scelta? Perché non so chiudere il capitolo “Sue” una volta per tutte? Dopo tutto quello che ho passato, sarebbe l’ideale cominciare a puntare a qualcosa di diverso, verso una persona che mi vuole bene, una persona in grado di farmi dimenticare.
Eppure Gemma, non è quella persona, non è lei quello di cui ho bisogno, dato che continuo a guardare Sue con occhi innamorati della sua persona, occhi che fissano quei capelli lunghi e biondi, che tante volte ho accarezzato, che ho preso tra le dita per creare una treccia; occhi che guardano le sue mani così piccole, mani che nelle mie hanno sempre trovato calore, perché quello è il loro posto; occhi che guardano quelle iridi marroni con intensità tale, da perdersi in queste; occhi che fissano quelle labbra, labbra che continuano a tormentare i miei pensieri.

-Ash? Sveglia fratello!- mi richiama una voce, mentre un mano mi si sbandiera davanti al viso: June, mi sono incantato di nuovo.
-Dimmi sorella- quasi sibilo.
-Ti ho chiesto: vieni anche tu in discoteca con me, Abby, Luke, Mike e Calum?- ripete lei, ridacchiando appena sul mio stato di rincoglionito cronico.
-Discoteca?? Ma… e Lune? La porti con te?- chiedo confuso.
Lei alza gli occhi al cielo: devo essermi perso mezza conversazione.
-La tiene Sue, rimbambito, è per divertirsi un po’, ne ho bisogno- dichiara, per poi incitarmi ad andare al piano di sopra con la bambina, senza neanche aspettare una mia risposta.
In camera sua, mi siedo sul letto, con Lune in braccio che si diverte a giocare con il mio orecchio; davanti a noi, June, in mutande e maglietta da casa, armadio aperto, circa tutti i vestiti lanciati fuori, scarpe sparse sul pavimento: un autentico casino.
-Ash allora? Meglio il vestito blu o quello nero? Dici che mi sta bene? Santi numi devo andare a nuotare, ho perso i miei muscoli!- mi chiede con quella voce fin troppo acuta.
-June, ma ti sembro la persona adatta per queste cose? Mettiti quello che vuoi- che palle, a me deve chiedere consiglio? Io che di abbinamenti ne so meno di zero?
-Dai Ash, guarda: se tu non fossi mio fratello, se mi mettessi questo vestito rosa, cosa diresti?- e si porta il vestito davanti a sé.
-Mmm, confetto- annuncio, ridendo da solo, ma accompagnato in seguito dalla piccola Lune.
June sbuffa, mette via il vestito rosa; si posiziona davanti un vestito nero, fin troppo corto.
-Sai che i One Direction mi hanno confessato, che una loro canzone, si intitolerà “Little Black Dress”? ecco, questo vestito dice One Direction!- continuo a ridere da solo alle mie battute.
-Questo vestito, una volta, urlava “sesso estremo”, caro Irwin- si vanta mia sorella, mentre io continuo a riderle in faccia.
-E lo sfigato che lo ha urlato chi è? No, aspetta, non dirmelo, per piacere- mi metto la mano davanti agli occhi –Stai pur certa comunque, che Luke vuole sesso estremo anche senza bisogno di vestiti- la rassicuro, mentre lei mi rimprovera: abbiamo una bambina piccola che ci ascolta, solita scusa.
-Che dici di questo? È nuovo, più o meno- e mi sbandiera davanti un vestito verde acido.
-Ma eri ubriaca quando lo hai comprato? Questo urla “che schifo!”- dico inorridito, mentre mia sorella diventa rossa in faccia, giustificandosi che era in saldo, che era carino, per poi passare ad insultarmi e a dirmi che di moda non so un accidenti.
-Cosa mi metto allora? Sono in alto mare! Non voglio sembrare… poco carina, almeno decente non sarebbe male- mette un’espressione triste, che non appena è captata dalla piccola Lune, questa si mette a frignare, a tendere le mani verso la sua mamma.
June la prende in braccio, le sussurra di non piangere, le sorride, la piccola si rifugia nel suo petto, balbetta la parola “Ma-ma” come fa sempre.
-Se piangi lei piange, quindi sorridi June: a Luke piaci anche con un sacchetto in testa, non farti troppe pare- la incoraggio, mentre lei mi passa di nuovo la bambina, e sospirando, ricomincia a cercare qualcosa di adatto.
-Tu vieni quindi, Ash?- mi chiede di nuovo.
-Sono… un po’ stanco ad essere sincero, posso tenere io Lune, non ho problemi- propongo, ma l’indice di mia sorella mi fa segno di “no”.
-Sue non si sostituisce, è in grado di far addormentare la mia stellina, cosa che a te non riesce troppo bene, Zio giocherellone- ride, condannandomi a una scelta: andare con loro, o passare nuovamente la serata con Sue?
 
Alle dieci e mezza in punto, June esce di casa: ad aspettarla fuori c’è Abby, insieme vanno verso casa di Michael, dove tutti si trovano per andare a divertirsi.
Alle dieci e mezza in punto, Sue fa il suo ingresso a casa nostra.
Alle dieci e mezza in punto, inizia la mia serata con mia nipote… e la mia ex.
Mi do dello stupido ad essere rimasto, mi do dello stupido per la pessima scelta, ma la mia voglia è sotto i piedi, non ho voglia di ballare, non ho voglia di andare in mezzo a troppe persone, non ho voglia di scatenarmi, ho solo voglia del mio divano e di un cartone della Disney.
La piccola Lune opta per “La Bella e la Bestia”, il vestito dorato di Belle la fa sorridere tantissimo: la scelta si basa sui suoi sorrisi; la sistemo in braccio a me, mentre Sue fa partire il tutto, per poi raggiungerci sul divano, con un sorriso raggiante che mi fa arrossire.
Deglutisco a fatica, perché ho Sue al mio fianco.
La piccola Lune sta tranquilla e silenziosa, incantata da quelle immagini.
Mi ritrovo spesso a spiare Sue con la coda dell’occhio, arrossisco ogni volta che vedo il suo viso.
Tiene una mano appoggiata al bracciolo del divano, mentre l’altra sta vicino al suo fianco, sola, bisognosa di riparo, quella mano così piccola, così bella, così morbida…
Che cos’ho appena combinato?
Merda.
Cazzo.
Stupido idiota!
Senza neanche rendermene conto, ho appena appoggiato la mia mano su quella di Sue, l’ho appoggiata e ho intrecciato le mie dita con le sue, ed ora, quella vecchia sensazione che provavo quando stavamo insieme, si fa viva, ancora: quel battito del cuore che accelera, quella sensazione strana sul petto, sullo stomaco, il rossore che aumenta ogni secondo di più, il respiro che quasi mi manca, quelle dita, così piccole, così familiari al mio tatto, solo il cielo sa quanto mi sono mancate.
La spio ancora con la coda dell’occhio e lei mi becca, fissandomi a sua volta, con lo sguardo serio, non lascia trasparire la minima emozione, la cosa mi spaventa, mi agita.
A metà cartone, la piccola Lune si lascia cullare dal sonno, ed io, delicatamente, la metto a dormire sul divano, mettendo per bene i cuscini, non voglio portarla di sopra, non voglio allontanarmi da Sue ora, ora che forse, qualcosa sarà più chiaro.
Continuiamo a fissare lo schermo della televisione, come se fosse l’unico modo per non guardarci negli occhi.
Ma lei cede, la sento voltarsi verso di me e io non posso che fare lo stesso, girandomi verso di lei, notando quanto siano vicini i nostri visi, notando quanto sia bello starle di nuovo a questa distanza minima, a osservare ogni lineamento del suo viso, ogni singolo lineamento che mi è mancato da morire.
I nostri nasi si sfiorano, c’è un respiro a dividerci, c’è dentro di me la pazzia necessaria a compiere questo gesto: avvicinarmi ancora a lei, appoggiare le mie labbra alle sue, toccarle  la guancia con la mano.
Sono disperato, sono bisognoso di lei come non mai, sono dipendente dalle sue labbra così morbide, sono dipendente da questo suo profumo che mi avvolge; la sua mano mi spinge più vicino, il mio corpo avanza ancora, fino a toccare il suo petto, fino ad essere finalmente così vicini; la sua lingua poi, sfiora la mia, questo contatto mi procura una lacrima, che non voglio far scendere, ma è qui, pronta a tradirmi da momento all’altro, perché sono così… completo in questo momento, sto così bene in questo bacio, è come se la metà di me si fosse nuovamente riempita; ma per quanto perfetto possa essere, mi rendo conto dell’idiozia del mio gesto.
Mi separo da lei, le bisbiglio sulle labbra –Che sto facendo Sue? Sono… un idiota- e mi rimetto lontano, porto le mani sul volto, sto per scoppiare, dentro di me c’è troppa confusione.
-Non… non è successo nulla Ash… tranquillo- bisbiglia lei, e neanche sa quanto mi fa arrabbiare.
-Lo chiami niente questo?!- la aggredisco, ma lei non sembra spaventata dal mio tono, anzi, sul suo viso c’è rabbia, c’è tensione.
-Sì, nulla. Non è niente di grave, stai pur certo che non andrò a dire a Gemma Styles dell’accaduto, non sono così stronza come puoi pensare tu- ecco la fonte di tanto astio: Gemma.
-Gemma non c’entra nulla- tento di dirle, ma lei ribatte ancora, con gli occhi che perdono sicurezza, con gli occhi che tremano e io so che significa: è sull’orlo di un pianto.
-Lo so che ti vedi con lei, non sono così addormentata, ho Twitter anche io. Dimenticati tutto, non è così difficile- sbotta ancora e in queste parole, io scorgo un altro messaggio: dimenticati di tutto, ma io non lo farò, io non ci riesco.
-Proprio non lo vuoi capire Sue? Proprio non capisci che tutta questa mia confusione è dovuta al fatto che sono ancora innamorato di te? Te ne rendi almeno conto? Ti accorgi che arrossisco come un bambino davanti ai tuoi occhi? Ti accorgi che balbetto ancora quando ti rivolgo la parola? Ti rendi conto che ti ho appena baciata perché mi manchi da morire?- ecco, complimenti a me, sputtaniamoci per bene, mostriamoci deboli davanti ai suoi occhi, mostriamoci ancora dipendenti da lei, stupido idiota che non sono altro.
-E tu non ti accorgi che ho continuato ad aiutare la tua famiglia, solo perché volevo rimediare al mio errore? Cosa credi Ashton? Che sia semplice stare in casa tua con tua madre che mi guarda male per quello che ti ho fatto? Credi che ti abbia dimenticat…- si blocca –Ma perché sto anche qui a parlare- si alza dal divano, ha il viso rosso, i suoi occhi non osano rivolgersi a me, scappa via da me, scappa via prendendo il suo giubbotto, uscendo di casa senza rivolgermi più la parola.
E nel silenzio che mi circonda, avrei voglia di urlare, avrei voglia di scoppiare davvero, ma il leggero pianto di Lune mi richiama: la bambina urla appena, i suoi occhi fanno scendere quelle lacrime così piccole, lacrime che le rigano le guance morbide.
La prendo in braccio, cullandola, cercando di farla sentire al sicuro, perché lo zio è qui con lei, non deve avere paura di nulla, ci sono io, non deve piangere.
-Non essere triste Lune, sono qui… sono qui- sussurro, facendole appoggiare la testa sulla mia spalla, mentre mi alzo in piedi per cullarla meglio, canticchiando piano le note di “Beside you”.
La sento calmarsi un po’, mentre dentro di me, si scatena la mia tristezza.
Cullo mia nipote, mentre i miei occhi lasciano scivolare quelle lacrime che ho trattenuto.
Lacrime piene di odio per me stesso, lacrime piene di amore per lei.
Possibile che io non possa avere un lieto fine?
Possibile che io sia destinato ai punti interrogativi e alle cose irrisolte?
Possibile che per me e Sue non possa essere tutto più semplice?
Possibile che dentro di me, sono certo di amarla, ma poi i ricordi del male che mi ha fatto, si fanno più vivi che mai e mi conducono ad allontanarla?
Come posso continuare così?
Come posso dichiararmi innamorato di lei, se dopo pochi secondi ricomincio ad odiarla?
Possibile che non possa prendere una decisione una volta per tutte?
Perdonarla o no?
Ricominciare o dimenticare?
Qual è la via da prendere?

Qual è la via più facile?
 
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La nostra Lune con il vestito comprato dallo Zio Ashton ;) non è un amore? :))

 

Note di Nanek

Mi sento in colpa a lasciarvi prima delle feste con un capitolo così triste, dico davvero, e volevo chiarire: QUESTO NON è L’ULTIMO CAPITOLO, la storia finisce al capitolo 33, questo è solo l’ultimo capitolo narrato dal punto di vista di Ash =(
Un capitolo davvero triste, un capitolo che… beh insomma, lascia la questione Ash e Sue in sospeso, aperta, libera di essere considerata come più vi piace, non ho avuto il coraggio di prendere una decisione, e questo è il risultato.
Si parlerà ancora di loro due, lo posso assicurare, ma mai in modo troppo dettagliato purtroppo…
Oltre a questo, passiamo ad informarvi anche voi di una cosa: allora, come molte di voi non sanno, io faccio l’Università, lo so sembra incredibile ma è così lol sono vecchia come June, quindi, per me le vacanze di Natale, non sono così felici e spensierate perché per me con queste vacanze inizia il periodo “Studio pazzo e disperato” per la sessione d’esami di Gennaio: con questo sto cercando di dire che, non so quando avrò tempo per aggiornare, e lo so, non vi meritate tutto questo, ma vorrei chiedervi scusa sin d’ora per i ritardi catastrofici che dovrete subire, ma purtroppo, gli esami sono davvero dietro l’angolo, e devo dare il meglio di me se non voglio passare le pene dell’inferno lol
Vi chiedo scusa se questa notizia vi farà arrabbiare, vi chiedo di essere pazienti con me e di non abbandonare la storia proprio ora, manca davvero poco, il capitolo 33 è vicinissimo, e mi dispiacerebbe perdere alcune di voi.
Io lo giuro, appena posso aggiorno, sia qui che in Love is magic, non vi abbandono, e da febbraio, posso garantirvi che riprenderò con la mia puntualità di sempre, lo giuro <3 abbiate quindi pazienza, io conto su di voi, e cercherò davvero di non assentarmi per troppo tempo.
Detto questo, passo ai ringraziamenti, all’anticipazione e agli auguri che vi faccio <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  irresistiam_ Faith_NH I hate and love you AliTommo_24 ImDiamond sickofirwin vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 StayStrongForMe just close your eyes_ michyceli Faith_NH xpaynedurex Smilla98 vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 TheBlueRose beez michaelcookiess  luce_ghiaccio   _Hakuna_Matata_  Mashton  Cece_writes  Tomma_Ash  Mrs_Stypayhorlikson Smile_LWWY  vi adoro <3

Nel prossimo capitolo:
-Geloso- esclama, ma a me poco importa.
-Parla lei, vero signorina “Quanto mi sta in culo Acacia non lo puoi sapere”- i suoi occhi si spalancano, colpita e affondata, uno pari.
-Beh, almeno io, quando ti vedevo firmare autografi sulle tette delle tue fan, mica sono arrivata ad ammazzarle- la sua punta di gelosia è così evidente.
-Vuoi anche tu un autografo lì, piccola June?- ammicco, spostando lo sguardo sul suo petto, la sento spintonarmi via.
-Hemmings! Osa firmare ancora autografi sulle tette altrui e giuro che non so cosa ti faccio!- io scoppio a ridere, l’avvolgo a me, la bacio perché è unica, perché amo la sua gelosia, perché amo tutto questo, perché amo vivere questa storia con lei.

Spero che questa anticipazione sia un modo per farmi perdonare, vi giuro mi sento davvero triste al pensiero di lasciarvi in sospeso per troppo tempo, ma lo ripeto, farò tutto quello che posso per non sparire del tutto. Lo giuro <3
Con questo, vi saluto, vi lascio alle meritate feste di Natale, vi auguro tutto il bene possibile, spero che Babbo Natale vi porti quello che desiderate (basta che non chiediate Luke Hemmings perché lui è già qui con me e mi spiace ma sono una tipa gelosa lol) e… davvero, vi auguro tanta felicità, ad ognuna di voi <3
Vi voglio bene, ci vediamo presto, e grazie per ogni cosa, grazie davvero di cuore <3
Nanek

 

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Capitolo 28
*** We own the night ***


Capitolo 28

 
We own the night

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*LUKE’S POV*

-Luke! Finalmente ti fai vivo!- la voce di Mike mi accoglie in casa sua, il mio amico dai capelli bianchi con la parte centrale nera si fa vedere ai miei occhi, l’ultima volta che ci siamo visti è stato più di otto giorni fa.
-Sei tu che quando torni a casa vai in letargo Mike- lo prendo in giro, entrando in casa, salutando anche l’altro mio amico che siede sul divano: Cal.
-Papà Luke è arrivato!- mi prende in giro, venendomi incontro, chiedendomi mille cose riguardo la mia bambina, riguardo June.
-Stanno bene, sono vive, felici e belle da morire- ammetto, sentendo il rossore farsi avanti, sentendo Calum ridacchiare, per poi avvolgermi in un abbraccio.
Saliamo in camera di Mike, deve ancora vestirsi e come suo solito, peggio di una ragazza, non sa cosa mettersi: per andare in discoteca Mike ha sempre mille problemi, ha sempre mille dubbi sul cosa mettersi, si sente a disagio con ogni cosa, si lamenta ogni cinque secondi, alza gli occhi al cielo, sbuffa, chiede di andare da un’altra parte; ma non posso lasciare June da sola, non posso rinunciare, non posso lasciarla in mezzo a tutta quella folla, non posso e basta.
-Mike: una camicia e un paio di jeans dai. È una discoteca, non un ristorante di lusso- gli propongo, tirando fuori dal suo armadio la camicia nera che ha indossato solo una volta in vita sua.
-Per piacere, ha mille anni quella cosa lì- dice lui, mentre Calum la prende in mano e se la porta davanti a lui: sembra piacergli.
-È bella Mike! Posso metterla io? Ti do la mia maglia- propone, ma Michael sembra disgustato dalla maglietta viola con uno strano simbolo in verde acido, che indossa Cal.
-Eri ubriaco quando l’hai presa? Fa schifo, devo fare colpo, non far venire un colpo a qualcuno- il suo gioco di parole ci fa ridacchiare: da quando Michael vuole fare colpo su qualcuno?
-E chi sarebbe la fortunata?- ammicca Calum, con tanto di gomitata curiosa sul fianco di Mike, che abbassando lo sguardo, arrossisce, un sorriso tenero e imbarazzato si fa avanti.
-Michael Gordon Clifford! Ti sei preso una cotta e non ci dici nulla? Pessimo- commento ad alta voce, mentre lui continua a frugare tra i suoi vestiti nell’armadio.
-Non c’è nulla da raccontare. È… una cosa vecchia- dice, tirando fuori una maglietta bianca, orribile e neanche stirata: mi affretto a prendergliela dalle mani.
-Questa no. Per piacere Mike, la camicia è più bella- Calum gliela porge, annuendo, ma Mike sbuffa, sospira profondamente.
-Non è nel mio stile… la camicia mi sa tanto da… non so, figlio di papà- e io inarco il sopracciglio: io ho addosso una camicia bianca, cos’ha contro la mia camicia bianca??
-Ehy!- mi lamento, dandogli una pacca sulla spalla, mentre lui ride, mi prende in giro.
-A te sta bene Luke, sembri una specie di modello Hollister- e ride con Calum, di me, sempre così gentili.
-A June piacciono le camicie su di me!- mi giustifico, loro esplodono in una risata.
-Mi sa che alla ragazza piace far aspettare…- ammicca il moro, mentre l’altro continua a ridere come un pazzo.
-Bottone dopo bottone… la temperatura sale, sale…- ammicca ancora, mentre io divento rosso sempre più acceso: pervertiti.
-Siete due stupidi- li rimprovero, mentre loro mi fissano con occhi curiosi.
-Vorresti insinuare che con la tua dolce metà non hai ancora reso il tutto molto… caliente?- ecco, si mettono pure a parlare spagnolo, l’imbarazzo continua a salire: possibile che debbano sempre prendermi in giro?
-No- dico secco, guardando altrove –Quando mi fermo da lei, dormiamo in camera con Lune, non sarebbe una bella cosa, la mia bambina!- non voglio neanche pensare ad una cosa simile: no, mai.
-Non è giunto il momento di comprare casa, Hemmo?- suggerisce Calum, facendomi voltare lo sguardo sul suo: parla sul serio?
-Insomma, tu e June avete una figlia, vi volete bene e tutte le smancerie possibili; non credi sia il momento di salutare mamma Liz?- sono senza parole: lo pensa davvero a quanto pare.
-Non… non ci ho mai pensato- ammetto, ricevendo un “addormentato” da parte di Mike.
-I soldi non ti mancano Luke, pensaci!- mi dice ancora Calum, ma quel che dice è stupido.
Comprare una casa? Per me, June e Lune? Una casa? Noi che a gennaio dobbiamo partire per l’America, per il tour con i 1D? Noi che staremo via per almeno due mesi? Che senso ha allontanare June da casa sua? Che senso ha farla vivere in una casa da sola?
-No Calum, è una scemenza: abbiamo un tour noi…- tento di spiegare, ma lui sembra avere una soluzione a tutto.
-E quindi?- inarca il sopracciglio.
-June e Lune, da sole in una casa? Almeno in casa Irwin c’è Harry, c’è Anne Marie…- spiego, ma lui ricomincia a parlare.
-Luke, non per essere invadente: ma non credi sia il momento di rendere tutti partecipi del fatto che hai una figlia? Che hai una ragazza, che è la mamma della tua bimba? Cosa credi? Di poter tenere ancora tutto nascosto?- ma… ha cambiato argomento?
-Cosa c’entra tutto questo con la casa??- sono confuso, ed ecco che si mette Mike in mezzo.
-Quello che Calum tenta di dire Luke è che: June ha ormai finito l’Università, tu hai un lavoro, ma hai anche una figlia… lasceresti davvero Lune qui, mentre tu sei dall’altra parte del mondo?- ecco, un colpo al cuore.
-State dicendo che… dovrei… portare June e Lune con noi? In tour?- i miei amici si guardano complici.
-Il suo cervello funziona ancora- dice Michael, dando il cinque al moro, lasciandomi senza parole, lasciandomi pieno di pensieri.

Il campanello di casa Clifford ci richiama al piano di sotto, ma nella mia testa, quella piccola conversazione mi assilla, mi dà il tormento.
Ma non appena scorgo la figura di June, la mia mente si ferma, il mio cuore batte più forte: un vestito blu, a fascia, corto, corto da morire, le scarpe con il tacco, le gambe scoperte, i capelli biondi raccolti in una coda alta, gli occhi blu che mi fissano.
-Luke, hai bisogno anche tu del bavaglino? Neanche Lune perde così tanta bava- dice Calum, facendo scoppiare tutti i presenti in una risata: grazie amico, sempre bello poter contare su di te e sulla tua sincerità.
-Come siamo carini Mike, non ti ho mai visto con la camicia- dice Abby, rivolgendosi al nostro amico: ed ecco di nuovo quel rossore, quel sorrisetto imbarazzato.
Ecco chi è la “storia vecchia”.
Ma non ci posso credere: è seriamente Abby? L’amica di June? No dai, non può essere vero, no è impossibile!
Mike le sorride, bisbiglia un “grazie”, non riesce a guardarla negli occhi: Mike ha una cotta per Abby!! La cosa si fa interessante, la cosa è troppo strana, cioè insomma, Michael, il nostro misterioso e tenebroso Michael, ha una cotta per Abby, l’elegante, raffinata e dolce Abby! Il colmo, devo parlarne con June, il prima possibile.
-Beh, andiamo?- suggerisce Calum, è tempo di andare a ballare.
 
Il caldo della discoteca ci avvolge, il rumore assordante ci travolge, le luci colorate in questo buio fitto sono quasi insopportabili: noi non amiamo troppo la discoteca, non ci piace stare troppo in mezzo ad un ammasso di persone che tentano di ballare, non ci piace, e ora che siamo abbastanza conosciuti, la cosa ci turba un po’, la paura di essere riconosciuti alle stelle, non sarebbe l’ideale farsi beccare, non sarebbe bello rovinare questa serata per “colpa” della nostra identità.
Poi sono qui con June, poi si scatenano mille casini, mille polemiche, mille “drama time” in Twitter: quanti che ne ho visti, quanti ho cercato di evitare, ma ci sono foto, foto ovunque che mi ritraggono con lei, che mi ritraggono pure con Lune e gli interrogativi delle fan crescono, aumentano, è chiaro che June sia tornata ad essere qualcosa di importante per me, non sono stupide, ma chi è Lune? “bambina misteriosa”, “cugina di June”, “cugina di Luke”, “ma la tiene pure Ashton”, la mia bambina è sotto l’occhio curioso di troppe persone e questo mi turba, mi assilla, ho paura, voglio proteggerla, voglio tenerla al sicuro dal casino che si crea troppe volte nella mia vita, Lune è il mio segreto, che a fatica, continuo a nascondere.
-A che pensi Luke?- sento la mano di June stringere la mia, capisce che sono turbato da più di un pensiero, ma questo, non è il momento adatto, è la nostra serata, è il nostro momento per comportarci come dei ragazzi qualunque, che “amano” la discoteca, che hanno voglia di ballare, di essere assordati dalla musica a tutto volume, che hanno voglia di vivere a pieno.
L’avvolgo più vicina a me, la sento leggermente fredda, il giubbotto non l’ha riparata abbastanza, il vestito è troppo corto.
-Sei un pezzo di ghiaccio- le dico, mentre lei sorride, baciandomi la guancia.
-Esagerato come sempre Hemmo. Bella camicia- ammicca lei, facendomi arrossire e a tal proposito, le rivolgo quella domanda.
-Ma… da quando Abby e Michael si guardano in modo meno amichevole?- lei inarca il sopracciglio, non capisce, forse neanche lei è al corrente della situazione.
-Dopo te ne devo parlare- dico ancora, lei annuisce, trascinandomi con sé in mezzo alla pista, in mezzo a troppe persone, la tengo stretta, non voglio perderla, non voglio che si confonda tra la folla.
-Dai saliamo sul cubo!- urla June, sotto il mio sguardo contrariato: assolutamente no, già è imbarazzante ballare, figuriamoci ballare sopra un cubo, giusto per essere derisi da tutti.
-Noioso- mi prende in giro, cercando la mano di Abby, che non esita un secondo di più.
Michael mi si avvicina, come a non voler perdersi la scena, ma all’appello, manca Calum: guardo Mike in cerca di risposta, e i suoi occhi, mi indicano di fissare alla mia destra.
-Calum si è già dato da fare- mi urla all’orecchio, mentre noto il moro ballare con una ragazza particolarmente sorridente: ubriaca o brilla di sicuro; ballano vicini, sembrano in sintonia tra di loro, meglio non andare a rovinargli i piani.
I miei occhi si spostano sulla figura di June, che balla con Abby.
Questo vestito è troppo corto, ne sono sempre più convinto.
La coda alta poteva evitarla, insomma, quel collo così scoperto… così attraente…
Poi quelle gambe, si prenderà un’influenza! Deve vestirsi di più! Ma sono così belle, sono così perfette…
I suoi movimenti poi: non può sembrare un po’ più impacciata? Perché deve muoversi così bene? Non è mica una ballerina lei, potrebbe sembrare un po’ più comune, potrebbe smetterla con questi movimenti così attraenti che fanno venir voglia di trascinarla via, per poter ballare con lei, per privare agli altri di tale spettacolo.
Quanto sei bella June…
Ma a quanto pare, non sono l’unico a pensarla così.
-Chi cazzo è quello?!- urlo a Michael, che deve essersi svegliato bruscamente anche lui dai suoi mille pensieri su Abby, dato che le  due ragazze, sono affiancate da due “ballerini”: questi due ballano fin troppo vicini a loro, questi due dovrebbero stare distanti minimo due metri e quello lì, dai capelli neri, dovrebbe allontanare quella mano dal fianco di June in questo momento!
Mi metto anche io sopra il cubo, mi metto dietro la schiena di June, con fare fin troppo protettivo, fulminando con lo sguardo quell’essere che ha osato tanto.
-Stavamo solo ballando- dice innocente, alzando le mani all’aria: solita scusa, cosa crede? Che sia nato ieri?
-E io ti sto solo mandando via, più semplice di così- sorrido malefico, mentre il ragazzo scende dal cubo, seguito dall’amico.
Con mia grande sorpresa, mi ritrovo pure Michael accanto: Mike che sale su un cubo, in una discoteca, per allontanare un ragazzo da Abby? Questo è il colmo.
Gli rivolgo un sorriso complice, i nostri sguardi si dividono perché lui torna a fissare Abby, la quale non aspetta un secondo di più per prendergli le mani e cominciare a ballare con lui, che è in imbarazzo, che si sente fuori luogo, ma che si lascia trasportare.
Le labbra di June mi richiamano, il suo sguardo vispo, mi sorride, mi prende in giro.
-Geloso- esclama, ma a me poco importa.
-Parla lei, vero signorina “Quanto mi sta in culo Acacia non lo puoi sapere”- i suoi occhi si spalancano, colpita e affondata, uno pari.
-Beh, almeno io, quando ti vedevo firmare autografi sulle tette delle tue fan, mica sono arrivata ad ammazzarle- la sua punta di gelosia è così evidente.
-Vuoi anche tu un autografo lì, piccola June?- ammicco, spostando lo sguardo sul suo petto, la sento spintonarmi via.
-Hemmings! Osa firmare ancora autografi sulle tette altrui e giuro che non so cosa ti faccio!- io scoppio a ridere, l’avvolgo a me, la bacio perché è unica, perché amo la sua gelosia, perché amo tutto questo, perché amo vivere questa storia con lei.
 
-Che serata niente male!- esclama June, mentre camminiamo verso casa Irwin, soli, abbracciati, la sento tremare.
-Chi l’avrebbe mai detto? Michael e Abby, giuro, sono sconvolta!- commenta ancora, mentre io la stringo a me.
-Chissà da quanto tempo questa cosa ci è sfuggita di mano- dice ancora, mentre io continuo a pensare a un modo decente per proporle di…
-Luke? Mi ascolti? Sei assente- chiede preoccupata, fermandosi d’improvviso, ha capito che qualcosa non va, lo ha capito e non ho più modo di giustificarmi, devo essere sincero, devo essere diretto, ora o mai più.
-Voglio vivere con te- confesso tutto d’un fiato, vedendola inarcare il sopracciglio, andando avanti con la mia spiegazione –Voglio vivere in una casa, solo noi tre, una casa nostra, una casa che ci divertiremo ad arredare, con le pareti dipinte da noi, con le nostre foto messe ovunque, con nostra figlia che cammina da una parte all’altra: una casa nostra, casa Hemmings e Irwin- June è letteralmente senza parole, credo sia un miracolo, sono riuscito a farla stare in silenzio, ma vorrei una risposta, vorrei che parlasse.
-Non… ti piace l’idea?- balbetto, mentre lei distoglie lo sguardo, facendomi balzare il cuore in gola.
-June…- la richiamo, mentre sul volto di lei si crea un sorriso.
-Credo sia l’idea più bella del mondo- dice d’un fiato, e il mio cuore si sente sollevato –Ma come… il tour? Cioè è tutto così…- riprende lei, ma la blocco.
-Incasinato, lo so. Ma… June: noi siamo una famiglia, ne sono consapevole- affermo, mentre lei continua a sorridermi.
-E come farai con le tue fan? Io, lo sai, non voglio costringerti a…- so bene quello che intende.
-Loro capiranno, e fidati, hanno già capito fin troppo: su Twitter ci saranno già le nostre foto June. Ma io… io voglio questo, voglio una famiglia, la nostra famiglia- lascio che il silenzio ci invada per pochi istanti –E voglio che tu e Lune, veniate con me in tour. Non posso lasciarvi qui, non posso, non voglio, quindi hai poco da lamentar…- non finisco la frase, le labbra della mia June sulle mie, a zittirmi, a farmi capire che non ribatterà, a farmi capire che accetterà ogni cosa: la casa, il tour, noi.
-Continuo a credere che tu sia più maturo di me- mi sussurra sulle labbra, io evito di dire che è grazie a Mike e Cal se sono arrivato a questo: per una volta, mi prendo il merito di tutto, mi prendo il merito perché quello che le ho appena proposto, è ciò che ho sempre tenuto nascosto a me stesso.
Amo June.
Amo Lune.
Sono le persone più importanti della mia vita.
Stare lontano da loro è una sofferenza, vivere in case diverse è come perdere attimi importanti di loro, vivere sotto due tetti diversi è come avere un oceano tra noi, quindi figuriamoci durante il tour: con davvero oceani e ore a dividerci… no, non posso, non vivrei, non resisterei, loro sono la mia famiglia, loro sono le mie “donne”, loro sono la mia vita.
-Voglio essere felice, e questo, è solo l’inizio- le sussurro ancora, baciandola, rendendomi conto di essere eternamente grato a Mike e Calum.
Grazie amici miei, grazie per avermi svegliato, grazie per aver dato voce ai miei pensieri più nascosti, grazie per avermi capito.
Grazie davvero, perché la felicità che sto provando ora mi fa sentire il ragazzo più completo al mondo.



 
Note di Nanek

Ma chi ritorna dall’oltre tomba? Nanek?
Sì care mie sono ioooooooooooo :D
Ciao a tutte mie adorate lettrici! <3 *si mette uno scudo davanti per paura di essere presa a pesci in faccia o quant’altro per l’immenso ritardo*
Vi sono mancata? Spero di sì, perché a me voi siete mancate un casino =( purtroppo però, ve l’avevo detto che sarei arrivata tardi =( e continueremo con queste assenze immense almeno fino a febbraio =( ma oggi, giusto perché oggi è una bellissima giornata, eccomi qui, a postare un capitolo di questa storia che amo <3
Giusto per informarvi, oggi è una bella giornata perché oggi compie gli anni NEK *-* il quale ha voluto farmi morire d’infarto rispondendomi su Twitter *-* il mio cuore si è fermato ve lo giurooooooooo <3 <3 ed inoltre ringraziate la Emy se sono qui, perché oggi sono talmente contenta che ho deciso di prendermi un po’ di minuti per venire qui a postare So Out Of Reach ma posterò anche Love Is Magic all’istanteeeeee <3
Quante di voi sono felici? =) spero in tante, ve lo giuro, sono dispiaciuta quanto voi per i ritardi che vi faccio subire, lo giuro =(
Passiamo al capitolo ;) come potete notare, Mike e Cal non sono proprio spariti ;) anzi sono dei geni assurdi dato che hanno aiutato Luke in questa decisione ;)) e soprattutto: quante si aspettavano Abby e Mike?!?!?!?! ;)))) nessuna spero, perché questa deve essere una sorpresona da chilo ;)))
Questo capitolo è… non so, di passaggio, lo so, ma… boh, mi piace abbastanza :D mi piace la gelosia di Luke, di June, mi piace l’imbarazzo di Mike, mi piace il nostro piccolo Clifford innamorato, e mi piace Calum, il nostro saggio Calum che dà consigli d’oro ;)
Non mi dilungo troppo perché devo aggiornare anche l’altra storia ;)) passo direttamente a voi <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3 ilovejustindrewbieber 0mgisbiebs Universe JawyMalikhugsme i am a mixer Hope Destyne vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 loulouhazza1994 0mgisbiebs vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 avicii_ loulouhazza1994 zaynismyhero_ 0mgisbiebs edward_69 vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 Smile_LWWY irwinsmile Eleanor_Rigby just a trjbute TheBlueRose michaelcookiess  luce_ghiaccio     Mashton  Cece_writes  Tomma_Ash  Mrs_Stypayhorlikson  vi adoro <3

Nel prossimo capitolo:
Mi giro di scatto, come presa dal panico, mi giro di scatto e spalanco gli occhi al vederli qui, all’entrata della mia cucina, il cuore quasi mi si ferma, perché lei, l’ultima persona al mondo che pensavo di vedere oggi, è qui.
-Buonasera- dice quella voce, la voce che mi mette ancora i brividi, che mi mette ancora paura, la voce che mi fa deglutire a fatica, perché la persona che ho davanti, ha saputo solo insultarmi, ha saputo solo allontanarmi da Luke: niente meno che Liz Hemmings, con Andrew, il papà di Luke, e i suoi fratelli Jack e Ben, sono nella nostra cucina.
-Buon Natale- annunciano, sotto lo sguardo incredulo di tutti i presenti.

Il prossimo capitolo sarà una cosa moooolto… non ho un aggettivo adatto :D ma sarà molto natalizio, giusto perché Natale è già finito T.T
Grazie a tutte coloro che ci sono ancora, grazie perché non mi abbandonate proprio ora =( grazie per tutto, grazie per le 3307  visite al primo capitolo di questa storia, visite che non credo proprio di meritare. Grazie per aver portato questa storia al secondo posto tra le popolari, grazie per le 292 recensioni ricevute, grazie per le segnalazioni per le scelte, grazie semplicemente di essere così dolci e meravigliose <3
Vi voglio bene, dalla prima all’ultima <3
Buon rientro a scuola ;) (io sto ancora a casa ad uccidermi di studio D: ) se avete voglia di sentirmi qualche volta, ci sentiamo in Twitter ;)
Al prossimo aggiornamento, che non so quando sarà purtroppo =(
Speriamo a presto <3
Nanek

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Capitolo 29
*** Wake up the happiness ***


Capitolo 29

Wake up the happiness

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*JUNE’S POV*

25 dicembre 2015.

Da quella proposta, da quella serata, sono passati dei mesi, le giornate si sono fatte più lunghe, il sole ci accompagna con il suo caldo estivo, batte su Sidney e ci ustiona, se non ci mettiamo la crema solare, ma nel complesso, ci dà quella felicità, quel buonumore che mette l’estate.
La prima estate di Lune, la nostra Lune, che proprio oggi, compie un anno.
Da quella serata in discoteca, quando al ritorno abbiamo trovato Ashton dormire con la bambina sul suo letto, zio e nipote l’uno vicino all’altra, due angeli, così dolci, così teneri, abbiamo scattato loro pure una fotografia, erano il ritratto della perfezione, da quella sera, sono passati giorni, sono successe tante, troppe cose.
Luke si è deciso a mettere in luce alcune cose che alle fan sfuggivano, ha voluto informarle del suo segreto e l’ha fatto nel modo più diretto, organizzando una twitcam, senza bisogno di giornalisti, senza bisogno di pubblicità: una twitcam, una cosa più intima con le sue ragazze, una twitcam dove i 5SOS hanno aggiornato le fan sulle loro faccende, hanno annunciato il breve tour australiano tenutosi il novembre scorso, dove si sono esibiti a Sidney, Melbourne, Adelaide e Brisbane, tutto sold out; le hanno informate che a fine gennaio riprenderanno il tour con i 1D, hanno cercato di rassicurarle sul fatto che l’album uscirà presto, ne sono sicuri; e poi Luke, infine, ha confessato quello che aveva nascosto per troppo tempo: ha puntato lo sguardo sulla webcam, e come se stesse parlando con delle amiche, ha annunciato di essere il padre della bambina che tutte hanno visto in foto: Lune, la piccola Lune, figlia mia e sua; dire ad alta voce di essere padre a diciannove anni, lo ha fatto arrossire, ha confessato di sentirsi davvero giovane per essere chiamato “papà”, ma la cosa non lo turba, anzi, lo emoziona, da morire.
E da quel giorno, non ci sono state sempre rose e fiori, logicamente alcune fan si sono sentite tradite, hanno dato libero sfogo agli insulti, alle solite cose che Luke mi ha proibito di vedere, dicendomi di lasciar scorrere, dicendo che le sue Fan, quelle vere, sono quelle che condividono con noi questa gioia immensa: ed io, non ho potuto far altro che ascoltarlo, l’Università si avvicina alla fine, il lavoro sembra sempre troppo, poi c’è Lune, c’è Luke, c’è Ash con i suoi problemi di cuore, ho tanto da fare, non ho tempo di stare a preoccuparmi per quello che pensa la gente, anche perché, a questa lista infinita di cose, si è aggiunta la casa che io e Luke abbiamo comprato.

Una casa che dista fin troppo poco da casa Irwin, dato che mia mamma e i miei fratelli sembrano installati da noi; una casa non troppo grande, a schiera, abbiamo dei vicini di casa teneri con noi: una famiglia composta da genitori e due bambini di nove anni, e dall’altra parte una coppia di anziani, ci sentiamo davvero dei ragazzini, due ragazzini con una bambina, di un anno.
La nostra casa è ancora un po’ un casino, lo ammettiamo: scatoloni che ancora dobbiamo sistemare, in salotto manca tutto, le camere dobbiamo finire di colorarle, le uniche stanze che sembrano davvero complete sono la cucina e i due bagni, il resto è ancora tutto da sistemare, è ancora tutto da finire: ma come dice Luke, abbiamo una vita davanti per metterla a posto, per renderla ancora più nostra, per far crescere la nostra Lune tra queste pareti.
Pure l’albero di Natale sembra incasinato quanto noi, è alto, fin troppo, ma almeno occupa quel vuoto che c’è in salotto in mancanza dei mobili, è un albero strano, a mio parere è storto, a parere di Luke è dritto, secondo me ha poche decorazioni dietro, secondo Luke io ho bisogno di nuovi occhiali da vista, secondo me le luci stanno per smettere di funzionare, secondo Luke sono nuove di zecca e funzionano fin troppo bene: forse siamo noi ad essere incasinati, non l’albero.
Oggi, 25 dicembre 2015, primo compleanno di Lune, noi siamo tutti qui, a festeggiare il suo compleanno: ci sono gli zii Ashton, Harry, Michael e Calum, è venuta la nonna Anne Marie, è venuta la zia Abby, e pure l’immancabile Sue, tutti con tanto di pacchetto regalo, tutti che le sorridono e la trattano come una principessa, fanno a gara per prenderla in braccio, fanno a gara di chi la fa ridere per primo, e lei, si lascia travolgere, regala sorrisi a tutti, dà baci sulla guancia, parla a manetta e alcune cose le capisce solo lei.
Papà Luke la guarda, cerca sempre di tenerla per sé, cerca sempre di essere lui il preferito agli occhi della bambina, è un geloso assurdo e la cosa fa sorridere tutti.
Quand’è il momento dei regali, gli occhi di mia figlia si illuminano, lei sa bene che significa, lei sa bene che sta per ricevere cose che desidera e si sistema per terra, seduta, in attesa di ricevere i suoi doni.
Gli zii Michael e Calum hanno un regalo fin troppo grande, un regalo che è più grande di Lune, che alzandosi in piedi, comincia a strappare la carta regalo rosa, impaziente di scoprire cosa c’è sotto: e niente meno che una bambola, con tanto di passeggino, si mostra ai suoi occhi, la bambola che ha visto alla televisione, la bambola che chiama di continuo ogni volta che la pubblicità richiama la sua attenzione, gli zii non potevano farle regalo migliore di questo.
Nonna Anne Marie e lo zio Harry hanno optato per una cosa più seria, regalandole un banco con tanto di sedia, colori di tutti i tipi e fogli di mille dimensioni: la mia bambina deve iniziare già a studiare, secondo mia mamma, per diventare brava quanto me, povera piccola.
Abby è la zia delle scarpe: ha sempre regalato a Lune delle scarpe bellissime e anche in questa occasione, la sua scelta è azzeccata.
Sue ha invece pensato di comprarle un vestitino, che io semplicemente adoro perché sta bene con i suoi occhi blu: un vestito estivo, azzurro, semplice ma perfetto, non vedo l’ora di metterglielo; Ashton invece, è andato a spendere soldi perché è un testone e nonostante gli abbia detto di non fare l’esagerato, le mie parole sono andate al vento, dato che lo zio Ash, ha comprato un braccialetto d’oro, alla sua nipotina, fatto con tanti cuoricini e in uno di questi, c’è incisa la “L” di Lune.

-Sempre il solito Ash- lo rimprovero, mentre la mia bambina si butta su di lui, abbracciandolo felice, chiamandolo “Zio” e baciandogli la guancia: mio fratello si lascia fare, arrossisce quasi, non si può negare quanto siano dolci insieme.
-Lune, fai vedere allo zio il regalo del papà- interviene Luke, come preso dalla solita gelosia.
-Papà e mamma, amore- lo correggo, ricevendo da lui un sorriso e un bacio sulle labbra.
Nostra figlia si fa prendere in braccio, con l’indice indica il piano superiore; i presenti, incitati da noi, li portiamo a vedere la camera di Lune, la camera che io e Luke abbiamo finito di sistemare per il suo compleanno: abbiamo dipinto le pareti, abbiamo optato per colori accesi, come l’arancio e il giallo, abbiamo appeso qualche foto di tutti noi, abbiamo montato la culla e sistemato il piccolo armadietto, sul cuscino abbiamo messo due orsetti nuovi, comprati per il suo compleanno, la camera di nostra figlia è pronta… è camera nostra quella ancora ridotta ad uno stato pietoso, dato che c’è solo il letto e l’armadio ancora da sistemare.
-Siete due barboni, datevi una mossa a mettere in ordine!- ci riprende Ashton, mentre noi facciamo spallucce: lui non ha idea di che voglia dire sistemare una camera, è faticoso e difficile, dato che io vorrei le pareti di camera mia gialle, azzurre o verdi, mentre Luke le vuole nere, grigie o blu scuro, colori molto simili insomma.
-Siete peggio dei bambini- alzano gli occhi al cielo tutti, mentre Sue ed Abby ridacchiano.
-Dai scendiamo, c’è la torta da mangiare e: i regali di Natale per tutti voi- suggerisco io, ci sono ancora tanti pacchetti da aprire, non sanno che belle cose abbiamo comprato, sono emozionata al massimo.
Mentre scendiamo le scale, però, il campanello di casa nostra si fa sentire.
-Beh, voi andate in cucina, apro io- si offre Luke, porgendo la bambina a Calum, che tenendola stretta a sé, le fa facce buffe, le lascia baci sulla fronte.
La nostra cucina è seriamente la stanza che amo, perché oltre ad essere finita, è davvero bella, grande, spaziosa, abbiamo cenato qui con la mia famiglia, poi si sono aggiunti i nostri amici più cari, è una stanza così calda e accogliente, mi sono divertita a preparare da mangiare, è davvero… speciale, e non so perché, ma mi piace, mi piace da matti.

Tutti si siedono ai propri posti, io, cercando di non farmi vedere da Lune, comincio a tirare fuori la torta, posiziono la candelina nel centro, sto per accenderla, quando sento una voce, quella voce, provenire dal salotto.
Mi giro di scatto, come presa dal panico, mi giro di scatto e spalanco gli occhi al vederli qui, all’entrata della mia cucina, il cuore quasi mi si ferma, perché lei, l’ultima persona al mondo che pensavo di vedere oggi, è qui.
-Buonasera- dice quella voce, la voce che mi mette ancora i brividi, che mi mette ancora paura, la voce che mi fa deglutire a fatica, perché la persona che ho davanti, ha saputo solo insultarmi, ha saputo solo allontanarmi da Luke: niente meno che Liz Hemmings, con Andrew, il papà di Luke, e i suoi fratelli Jack e Ben, sono nella nostra cucina.
-Buon Natale- annunciano, sotto lo sguardo incredulo di tutti i presenti.
Mia mamma mi si avvicina, deve aver visto il mio colorito, devo essere pallida, mi appoggio a lei come se stessi per cadere.
La figura di Luke, poi, si fa vedere ai miei occhi: mi raggiunge, mi sorride, sembra… tranquillo?
Cosa che io non sono per niente, sto tremando, mi sto vergognando a morte, l’imbarazzo mi assale.
Mi prende la mano, incita i nuovi arrivati a farsi avanti.
-Servono altre quattro sedie- commenta Ashton, alzandosi in piedi, ma noi non abbiamo altre quattro sedie: ne abbiamo solo due, in salotto.
-Michael prenditi Abby in braccio- suggerisce Calum, per poi continuare -Tu Ash prenditi Sue in braccio, Luke e June stanno su una, così abbiamo tre sedie libere- il suo ragionamento non fa una piega, ma mio fratello, al contrario di Mike che non vede l’ora di avere la mia amica tra le braccia, non vuole neanche osare avvicinarsi a Sue: tanto che va in salotto e prende le due sedie rimaste, facendo accomodare i fratelli di Luke; Andrew prende la sedia di Abby, mentre Liz… le porgo la mia.
Lo sguardo della mamma di Luke si perde nel mio, mi fissa, ho le iridi chiare di Liz contro le mie, mi sento paralizzata, mi sento spaventata a morte, spaventata anche se sono a casa mia, spaventata perché oggi, è Natale, è il compleanno della mia bambina e temo che la giornata finisca nel peggiore dei modi.
Ma Liz Hemmings, continuando a fissarmi, continuando a stare così vicina a me, porta le braccia su di me, tanto che chiudo gli occhi per paura di quello che mi aspetta: ma da lei, ricevo solo un abbraccio.
Sono incredula, sono senza parole, Liz Hemmings, la mamma di Luke, mi sta abbracciando, in questa cucina, davanti a tutti i presenti: mi sta abbracciando, mi stringe a sé, mi sento arrossire, mi sento così confusa e senza parole.

Liz Hemmings mi sta abbracciando, non mi sta insultando, non mi sta aggredendo, mi sta abbracciando e la cosa mi fa quasi commuovere, tanto che una lacrima mi solca la guancia, una lacrima che scivola via, perché è davvero tutto così… bello.
-Ti devo non una, ma infinite scuse, June- la sento dire e le mie braccia ricambiano quell’abbraccio: perché lei è la mamma di Luke, perché lei è l’unica persona di cui mi importa l’opinione, perché Lune ha un anno e non ha ancora conosciuto l’altra sua nonna, perché molte volte ho pensato alla nostra situazione, molte volte ho pensato a Luke, al suo stare lontano dalla sua famiglia a causa mia, molte volte mi sono sentita responsabile per tutto questo e prima di trovare il coraggio di inviargli quella mail, Liz era il motivo che mi bloccava un po’, perché non volevo allontanarlo dalla sua famiglia.
Ma ora Liz è qui e mi sta abbracciando, mi ha chiesto scusa, è qui con noi, con Andrew, Ben e Jack e il tutto non potrebbe essere più perfetto di così.
-Mamma!- urla poi quella vocina, la voce di mia figlia, che messa in braccio a Calum, mi chiama, richiamando l’attenzione pure di Liz, la quale si allontana da me e le volge lo sguardo: la mia bambina sorride, poi si nasconde sul petto di Calum, torna a spiarci, fa la pagliaccia, porge le mani in avanti, vuole essere presa in braccio.
E nonna Liz sorride tenera alla mia bambina, la bambina che Luke prende in braccio e l’avvicina, la bambina che sorride e finge di essere timida, nascondendosi appena.
-Lune fai “ciao” alla nonna- la incita lui, mentre lei sorride, lascia scappare qualche urletto, per poi tendere le mani verso la figura di Liz.
Liz prende in braccio Lune per la prima, le parla con fare dolce, le bacia la fronte e mia figlia sembra felice di conoscerla; Luke mi si avvicina, mi avvolge in un abbraccio, mi bacia le labbra, sento in questo bacio così veloce la felicità che gli scorre dentro, perché la sua famiglia è qui, unita alla mia, è qui e non sta ostacolando nessuno, perché siamo tutti insieme, perché finalmente la nostra famiglia è al completo, non ci sono insulti o urla, ma solo sorrisi e finalmente quella tanto attesa felicità.
Andrew poi, fa vedere alla piccola il regalo che le hanno portato, Lune batte le mani e si sente ancora più felice.
E io sorrido davanti a tutto questo, stringendomi più vicina a Luke, il mio Luke che sorride, che guarda la nostra bambina tra le braccia di sua mamma, che guarda suo papà e i suoi fratelli che sorridono con i presenti.
E io sorrido, perché sono certa che non esisterà mai un Natale migliore di questo.

 
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Luke e Lune passione occhiali da sole ;)
 


Note di Nanek

Here we go again!
Ciao a tutte lettrici =) ecco qui il capitolo non troppo atteso ;) non ho molte cose da dire, è un capitolo felice, è un capitolo che spero susciti tanti “finalmente!” dato che Liz si è dimostrata intelligente e ha abbassato i toni con la nostra June, e… basta, non ho altro da aggiungere a questo. Posso solo dire che… la storia sta finendo, da scrivere a me manca solo il fatidico capitolo 33, solo che noto… che molte di voi mi stanno abbandonando: è per i ritardi? Lo so, ma ho chiesto sempre scusa per questo, ho davvero tanto da fare, e oggi è un miracolo essere qui a postare… volevo solo chiedervi di non arrabbiarvi, di non lasciare questa storia, e non perché sta finendo, ma perché ho un annuncio.
Posso solo dirvi che quando questa storia sarà finita, ci sarà una specie di “continuo”, posterò una storia che riprende questi personaggi, una storia davvero… speciale (credo) che è nata da una iniziale OS (non pubblicata) e che ha dato origine quindi a una continuazione di “So out of reach” ;) io… ci terrei davvero che voi continuaste a seguire gli ultimi capitoli, che sono un po’ l’introduzione alla storia che verrà =) e che spero vivamente vi piacerà <3
Detto questo, sperando di aver suscitato un po’ di curiosità in tutte voi, passo ai ringraziamenti per le nuove arrivate <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  Bya99 figh _phenomeniall Horan_is_panda Yleniaa1D <3
Grazie a te per aver messo la storia tra le ricordate <3 vodkvja ti adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 F r e e Horan_is_panda hissmilemakemehappy vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 Cece_writes  _Hakuna_Matata_ michaelcookiess luce_ghiaccio TheBlueRose Tomma_Ash Mashton Mrs_Stypayhorlikson vi adoro <3

Nel prossimo capitolo:
-Scrivete due domande, quelle che volete, fate due foglietti, piegateli, metteteli nel mio berretto e… beh, a turno dobbiamo pescarne uno e rispondere alla domanda- dico come se fosse la cosa più semplice del mondo –Non ci si tira indietro però, in nessun caso- e guardo Michael, il quale sospira, comincia a lamentarsi, a brontolare, mentre io lascio comparire un sorrisetto divertito in viso.

Posso assicurarvi grandi risate per il prossimo capitolo, mi sono davvero divertita tantissimo a scriverlo ;)
Spero di trovare le vostre recensioni, spero di rendervi ancora felici quando leggete questa storia <3
A presto, sperando che i prossimi esami non mi uccidano <3
Nanek

 

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Capitolo 30
*** We just wanna have fun ***


Capitolo 30

We just wanna have fun

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*LUKE’S POV*

Gennaio 2016.

-Calum non farla cadere! Tienila! L’altalena può essere pericolosa!- urlo come un pazzo: quello lì farà cadere la mia bambina, me lo sento, la fa andare troppo forte, rischia di cadere, rischia di farsi male e non è proprio il momento di distruggersi la testa, tra una settimana si parte per le ultime date del tour, June e Lune devono venire possibilmente sane con noi, possibile che Calum non lo capisca? Maledizione a me e alle mie idee di portarli insieme al parco giochi.
-Luke, respira, va più lento di una lumaca- mi riprende Michael, ridendo di me, mentre sediamo su una panchina, a fissare zio Calum e Lune.
-La mia bambina rischia la vita con quello là- rispondo, continuando a non distogliere di un solo centimetro lo sguardo.
-Sei un papà esagerato Lukey- ride ancora di me, ma faccio spallucce: mia figlia ha bisogno di tutte le attenzioni possibili.
Con la coda dell’occhio però, noto Mike al cellulare, digita troppo velocemente il suo messaggio, lo vedo quasi sorridere, ma chissà con chi sta messaggiando…
-Allora Mike… con Abby come va?- chiedo dal nulla, guardandolo, vedendo il rossore invadergli le guance e non per il caldo australiano.
-Abby? Che cosa c’entra…?- si finge caduto dalle nuvole, il nostro innamorato preferito finge di non sapere, finge sempre che non gli importi nulla, ma non sa che noi ci vediamo piuttosto bene, lo si nota lontano chilometri che stanno combinando qualcosa, hanno gli occhi a forma di cuore, stanno sempre insieme, girano da soli troppo spesso: eppure Mike, non si è ancora confidato con noi.
-Quando mi sono preso una cotta per “la sorella del faccia da culo” sei stato il primo a saperlo- affermo, ridendo a quel ricordo lontano.
Mike continua a stare in silenzio: tra lui e Ashton sono davvero due furbi, non ci dicono mai nulla, si tengono tutto dentro, non hanno mai nulla da dire, antipatici.
Michael non vuole ammettere che sta uscendo con Abby, mentre Ashton… Ashton è un autentico casino, Sue non la guarda neanche in faccia, se la guarda lo fa di nascosto, lo trovo spesso a spiare il profilo Twitter di lei, ma lo vedo anche messaggiare con Gemma, quel ragazzo non lo capirò mai, ha poche idee e anche confuse.
-Questa sera c’è anche lei a cena, sappilo- lo metto in guardia, perché sta sera, inauguriamo un’altra stanza completa in casa nostra: il salotto; sono arrivati i divani, abbiamo dipinto le pareti, c’è il tavolo per cenare, bisogna festeggiare, assolutamente, e non c’è niente di meglio che una serata tra amici: mia mamma si è offerta di tenere Lune, siamo liberi e giovani, ci ritroveremo tutti mezzi ubriachi a ridere e a fare battute.
-Bene- dice sussurrando Michael e io sorrido un po’ maligno: neanche si immagina cosa lo aspetta.
 
Ed eccoci riuniti, nel salotto di casa nostra, casa mia e di June, Hemmings e Irwin, mi fa ancora uno strano effetto tutto questo, sembra quasi impossibile, sembra così surreale, non ho ancora vent’anni e vivo già con la ragazza che più amo al mondo, con lei e la mia bambina; siamo tutti seduti sui divani, siamo tutti particolarmente allegri: le birre fanno questo effetto, mettono allegria, fin troppa.
Michael e Abby sono seduti vicini, Ashton e Sue anche, Calum è tra queste due coppie, ma non sembra farci caso, mentre io e June sediamo davanti a loro, ridiamo con loro, li incitiamo a non urlare, hanno la tendenza ad alzare troppo la voce, soprattutto Michael.
-I vecchietti che abitano qui stanno dormendo!- li riprende June, facendo scoppiare tutti in una risata, mentre lei si sente non ascoltata, come se non avesse voce.
Ma io, so bene come farli stare zitti.
-Ho un’idea- butto lì, catturando l’attenzione dei presenti –Che ne dite di… fare un gioco?- propongo, mentre il silenzio si innalza nella stanza –Un gioco… intrigante- dico ancora, e Mike mi fulmina: lui ha già capito di essere in trappola, dato che lui sarà la vittima che voglio colpire.
-Che tipo di gioco?- chiede Calum: la birra non lo fa connettere bene.
-Ve lo spiegherei volentieri ma… dovete assicurarmi che poi non vi tirerete indietro- istigo i presenti, che continuano a guardarmi con occhi strani.
June è la prima ad accettare, non ci pensa neanche troppo, è coraggiosa la mia ragazza.
Abby la segue, si fida della sua migliore amica e fa molto male.
Sue fa spallucce, accetta anche lei, è solo un gioco: certo Sue, solo un gioco.
I ragazzi invece sembrano esitare: Calum si fa avanti per primo, è brillo e non capisce bene, decide di accettare, ignaro di quello che lo aspetta.
I due rimasti, sono coloro che voglio in questo gioco, mi sono spremuto le meningi fino all’ultimo, questo gioco è l’unico modo che ho per farli parlare, se non si fanno avanti non c’è più divertimento.
-Accetto- dice Ashton, prendendo coraggio: il mio sguardo va su di Mike, che continua a stare in silenzio, non vuole accettare, è palese, ha paura, fifone.
-Avanti Mikey, sii uomo- lo istigo, guardandolo maligno.
Abby poi gli tocca il braccio, sussurra un “sarà divertente”, lui non osa guardarla.
Tutti noi poi, cominciamo a far sentire la nostra voce: lo incitiamo ad accettare, lo incitiamo ad essere coraggioso e lui, preso dall’esaurimento, accetta quasi balbettando: si è già pentito.
 
Porto delle penne, dei pezzi di carta, li consegno ad ognuno: il gioco è molto semplice.
-Scrivete due domande, quelle che volete, fate due foglietti, piegateli, metteteli nel mio berretto e… beh, a turno dobbiamo pescarne uno e rispondere alla domanda- dico come se fosse la cosa più semplice del mondo –Non ci si tira indietro però, in nessun caso- e guardo Michael, il quale sospira, comincia a lamentarsi, a brontolare, mentre io lascio comparire un sorrisetto divertito in viso.
Ma oltre a lui, adesso anche le ragazze si sentono preoccupate.
-Domande di qualsiasi tipo?- chiede incerta Sue, io annuisco.
-Ma se uno dice una balla?- chiede Abby.
-Beh, se sei una brava attrice puoi mentire, ma qui dentro c’è chi ti conosce meglio di chiunque altro- e mi riferisco a June: nessuno dei presenti ha scampo, nessuno può raccontare balle, vi ho fregati, tutti quanti.
-Non posso ritirarmi?- chiede Ashton, ma il mio indice si scuote davanti al suo nasino.
-Troppo tardi Irwin, che il gioco cominci- e non appena dico queste parole, mi rendo conto che dovrò essere sincero anche io.
 
La prima a cominciare è June, che estrae il primo biglietto, lei è la più grande, lei comincia.
-“Sei innamorato/a?”- dice ad alta voce e, guardandomi, dà la sua risposta –Eh, direi di sì- facendomi sorridere, appoggiando le sue labbra alle mie; spio velocemente il foglietto: calligrafia femminile, non di June, Sue o Abby volevano colpire qualcuno in particolare, la cosa si fa interessante.
Tocca ad Abby, che sotto lo sguardo spaventato di Michael, legge ad alta voce la sua domanda.
-“A quanti anni hai dato il tuo primo bacio? E a chi?” ma qui ci sono due domande!- si lamenta, guardando June, deve essere suo quel biglietto, ne sono quasi certo.
-Avanti Abby, non è così difficile come domanda- la incoraggia infatti, facendola sospirare.
-Avevo dodici anni e l’ho dato a Eric Lee, contenta June?- la fulmina, non andando troppo nel dettaglio, June mi deve raccontare.
È il turno di Ashton.
-“La cosa più stupida che hai fatto davanti al/alla ragazzo/a che ti piace/piaceva?” mi sembra di essere al liceo, domande idiote queste- e guarda Calum, il quale parte a ridere da solo.
-La cosa più stupida…- ci pensa, alzando gli occhi al cielo –Ho fatto così tante figure di merda che non mi ricordo la più stupida… forse il fatto che ho sbagliato nome, ho chiamato quella ragazza con il nome sbagliato- ammette, ridendo da solo: grazie Ashton, ma con chi l’hai fatta la figura di merda? Calum maledizione, potevi essere più dettagliato, una domanda persa.
Tocca a Sue.
-“Hai mai baciato qualcuno del sesso opposto al tuo?” no… direi di no- ammette tranquilla, e guardo Michael, questa domanda è sua, ne sono convinto.
Tocca a lui ora. Che la fortuna mi assista.
-“Sei mai uscito con qualcuno, solo per far ingelosire un’altra persona?”- e questa domanda, non può essere che di Sue, la quale abbassa lo sguardo, non doveva finire a Michael questa domanda, ma ad Ashton, sfortuna assurda!
-No, non l’ho mai fatto- risponde lui sincero, per poi passare il berretto a Calum.
-“Quanti/e ragazzi/e hai baciato in vita tua?”- ride – Allora, ragazzi neanche uno, ragazze… credo quattro- troppo semplice questo gioco, tocca a me ora.
La calligrafia di Ashton si mostra ai miei occhi.
-“Perdoneresti mai qualcuno che ti ha fatto soffrire?”- sono la persona sbagliata a dover rispondere, dovrebbe rispondere lui stesso, non io.
-Sì, sempre e comunque, se amo quella persona- affermo, cercando di fargli arrivare il mio messaggio, sentendo June appoggiarsi di più a me, le bacio la guancia.
Il primo giro di domande, è stato un’autentica presa in giro: domande davvero troppo semplici per i miei gusti, che il secondo giro abbia inizio.
Sta volta però, si comincia dal più giovane tra i presenti, bene, tocca ancora a me.
Ed ecco che la calligrafia di Michael si fa vedere, ecco che la domanda più bastarda del mondo arriva a me: la sua vendetta sarà compiuta.
-“Con chi hai fatto sesso per la prima volta?”- e i miei amici ridono, loro sanno con chi, ma credo lo sappiano anche le ragazze, ma il punto è: perché devo per forza nominarla? Davanti a June? In casa nostra? Perché??
-Credo sappiate già la risposta- cerco di sviare il discorso, ma ecco che lo sguardo maligno di Michael si fa vedere: vuole sentirmelo dire, grazie amico.
-Aleisha McDonald, contento Michael?- e lui ride, mentre June mi fulmina con lo sguardo; è sempre stata troppo, senza esagerare, gelosa di Aleisha: perché Aleisha ha la mia età, perché sa suonare la chitarra, perché ha una bella voce, perché abbiamo gli stessi gusti e tutte quelle paranoie che mi fanno solo ridere. Aleisha è il passato, non la vedo da anni, eppure, la gelosia di June c’è sempre.
Ma Ashton, decide di arrivare in mio aiuto.
-Dai June, non fare quella faccia, tu ti sei fatta mezzo liceo- e io sbianco, guardando June arrossire, fulminandola a mia volta.
-Mezzo liceo?- balbetto quasi, mentre Abby scoppia a ridere, come a confermare quell’affermazione da parte di Ash.
-Ma non è vero!- cerca di negare June, mentre il fratello, accompagnato dall’amica, la tartassano di allusioni.
-Su June… lo sappiamo tutti che tutti quelli del corso di spagnolo, hanno reso la cosa caliente…- ride Abby.
-Nei bagni maschili ci sono dediche rivolte a te, o sbaglio sorellona?- continua Ashton e io sono senza parole: ma fanno sul serio?
-Ma non è vero!! Non dite stronzate!- continua June, guardandomi, supplicandomi di non credere ad una sola parola.
-Con te parliamo dopo, amore mio- dico, fingendomi offeso, questo gioco si è appena rivoltato contro di me, questo è ingiusto.
La parola passa a Calum.
-“Il sogno più strano che hai fatto?”- guarda June, forse questa domanda è sua.
-Ho sognato che ero innamorato proprio di te, June- confessa, facendola sbiancare, facendomi diventare rosso fuoco: si stanno prendendo gioco di me, accidenti!
-Andiamo avanti- dico secco, questa si chiama sfortuna.
È il turno di Michael.
-“Mi abbracceresti?”- guarda Calum –Assolutamente no- e scoppiamo tutti a ridere.
Sue legge la sua domanda, incerta –“Quanti/e ragazzi/e hai avuto?”- colui che ha scritto questa domanda è un genio.
-Uno- confessa, senza esitare e tutti sappiamo a chi si sta rivolgendo, tanto che il diretto interessato diventa rosso come non mai, finalmente il gioco si fa interessante.
Ashton prende il berretto.
-“L’ultima volta che hai fatto sesso?”- alza gli occhi al cielo, un altro genio, questa domanda ci sta troppo bene, dai Ash, confessa.
-È passato così tanto tempo che non me lo ricordo- fa il vago, mi confonde: quindi con Gemma? Nulla di nulla? E Sue? La capanna? Non ha davvero combinato nulla? Che delusione.
-Bugiardo, sputa il rospo!- esclama June, come se mi avesse letto nel pensiero, mentre il fratello arrossisce.
-Sono sincero! Fatti i cazzi tuoi- la liquida, mentre June continua a passare lo sguardo tra lui e Sue: anche lei vuole sapere, anche lei vuole capire, sono troppo misteriosi.
-Dato che sei così leale June, rispondi a questa domanda- ed Ashton infila la mano nel berretto, estraendo un altro foglietto.
-Ma tocca ad Abby!- si lamenta lei, ma lui comincia a leggere.
-“Con chi hai fatto il miglior sesso della tua vita?”- June diventa di mille colori.
-Ma chi ha scritto questa domanda?! Non ci credo stai improvvisando!- ma Ashton le passa il foglietto, è sincero e lei… deve rispondere.
-Abby, sei pessima- annuncia, guardando l’amica, che scoppia a ridere.
-Su June, fai il nome di colui che “Dio, il suo bacino è unico nel suo genere”- la deride,  questa storia del bacino non mi è nuova…
-Luke Robert Hemmings, felice ora?- dice tutto d’un fiato, mentre io arrossisco, mentre Abby continua a ridacchiare, ma tra poco, non riderà più, perché la domanda che manca è la mia e giustizia sarà fatta.
-Tocca a te Abby- dico sorridendo.
Lei tira fuori l’ultimo foglietto, lo legge e spalanca gli occhi.
-“Ti piacerebbe baciare qualcuno tra i presenti? Se la riposta è “sì”, fallo.”- Michael tossisce, come se si fosse appena soffocato con la sua stessa saliva: gli occhi spalancati, increduli, mi guarda, mi fulmina, vuole uccidermi, è in trappola.
-Avanti Abby, rispondi- la incita June, con un sorrisetto.
La ragazza deglutisce, annuisce con la testa, si volta verso Michael, il quale non osa alzare lo sguardo: lei gli prende il viso con le mani e, senza indugiare troppo, ecco che le loro labbra si uniscono, davanti a tutti noi; mentre noi battiamo le mani e ci lasciamo andare a qualche urletto, loro arrossiscono, con un sorriso stampato in volto.
Il mio piano ha funzionato.
 
-Sicuri che non volete restare a dormire qui?- urla June, salutando i nostri amici dalla porta di casa, loro ormai lontani, intenti ad incamminarsi per la via.
-No! Tranquilla JuJu!- urlano quasi all’unisono, facendomi sorridere: sono brilli, speriamo non si perdano.
June fa spallucce, chiude la porta, mi guarda: ha già capito che ho diverse domande da farle.
-Non sono andata a letto con mezzo liceo, te lo giuro- risponde ancora prima di sapere la domanda, arrossendo, abbassando lo sguardo.
-Voglio un numero- dico io, mettendola in difficoltà, sentendola sospirare a fondo –Facciamo così, io ti mostro una cosa, poi tu confessi i tuoi errori- suggerisco e lei inarca il sopracciglio.
La porto al piano di sopra, verso camera nostra: abbiamo festeggiato perché abbiamo sistemato il salotto, ma quello che lei non sa, è che mentre lei era impegnata a studiare in biblioteca, io e gli altri abbiamo sistemato anche la nostra camera, abbiamo finito il lavoro cominciato da me e June, Ashton ha finito di dipingere la parete che mancava, mentre io, Mike e Calum abbiamo sistemato l’armadio, poi il letto, tutto sotto lo sguardo di Lune, che dopo averci guardato lavorare per più di quattro ore, si è meritata un giretto al parco.
Quando June apre la porta della camera, resta senza parole: le pareti, metà gialle con sfumature arancioni, metà blu con sfumature in grigio, i colori che abbiamo scelto, l’armadio messo in ordine, non ci sono scatoloni, non c’è più quel casino: casa nostra è completa, la nostra camera è finalmente completa.
Come una bambina, la vedo saltare sul materasso, si lascia scappare un urletto: credo sia brilla anche lei, o forse, è solamente la mia solita June.
-Dai vieni- mi incita, io la raggiungo, guardandomi intorno, abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro.
-Chi ha fatto tutto questo? È… meravigliosa- annuncia, baciandomi le labbra quando le sono vicino, facendomi distendere, baciandomi sempre più velocemente, con più foga, è impaziente la mia June.
-Frena, frena. Tu hai qualcosa da dirmi- la rimprovero, nonostante lei cerchi di distrarmi, baciandomi il collo, baciandomi le labbra, passando la mano sotto la mia maglietta.
-Dai Luke… non è importante- si lamenta, riuscendo a togliermi l’indumento, ma io voglio sapere, non mi piacciono i segreti.
-Neanche Aleisha lo è… eppure, appena la nomino diventi verde- ed ecco che si ferma, immobile, paralizzata, ecco l’effetto del nome “Aleisha”.
June si allontana da me, si gira di lato, distendendosi sul letto, mi dà le spalle: è offesa.
Alzo gli occhi al cielo, sospiro quasi divertito, la mia bambina.
L’abbraccio, la tengo stretta a me, la sento bisbigliare quelle parole.
-Non è importante, perché è stato un po’… brutto: prima di te l’ho fatto solo con un ragazzo, quello che Ashton odiava, Sam Harris, frequentava tanti corsi con me a liceo… ma non credo tu lo conosca- si volta verso di me e cerco di non lasciar trasparire la gelosia che provo, perché quel nome me lo ricorderò a vita, perché quello lì… so benissimo chi è.
-Ma… non è stata una bella esperienza: eravamo a casa mia… sapevo che Ashton doveva tornare, con Harry, ma lui non ha voluto ascoltarmi e ci siamo fatti beccare in pieno…- il rossore sulle guance di lei è più che evidente –avevo diciassette anni, è stata davvero l’esperienza più brutta della mia vita, quindi per piacere, dimentichiamolo, era un imbecille- conclude e io non posso essere più d’accordo di così.
-Mentre tu invece, sei andato a letto con quella lì, a sedici anni e hai avuto il ricordo più bello della tua vita- ecco che porta le braccia intrecciate sul petto, ecco che mette il broncio.
-Infatti su questo letto sono proprio con lei, hai ragione- mi fingo pensieroso –Infatti ho dedicato a lei tipo duecento canzoni, infatti ho una figlia con lei, infatti ho comprato una casa per stare con lei, infatti porterò lei in giro per il mondo con me, sì, hai proprio ragione Irwin, come Aleisha non c’è proprio nessuno- la derido, mentre lei mi tira il cuscino in faccia, mi colpisce dicendomi parole, dicendo che vuole ammazzarmi, che me la farà pagare.
Le faccio il solletico, per vendicarmi, la sento ridere, la sento quasi senza fiato, è sotto di me e non aspetto un solo secondo a baciarla, a riprendere quello che io stesso ho interrotto.
-Io amo June Julie Irwin- le sussurro sulle labbra –Amo lei e basta, è lei l’unica persona che conta, è lei l’unica che non sarà mai un ricordo- dico sincero, dico sicuro, mentre lei sorride, mi stringe a sé, ricambia i miei baci, la sento felice quando mi risponde –Io amo Luke Robert Hemmings- la sento mia.
Sei tu June, l’importante.
Sei tu e nessun’altra.
Quante volte te lo dovrò ripetere? Infinite.
Ma sai una cosa? Non mi importa.
Perché so che non mi stancherò mai di ripeterti queste parole, so che non sarà mai monotono ripeterti quanto amore provo dentro solo per te, sei sempre da scoprire June, sei sempre una novità per me, sei sempre più speciale, ogni giorno che passa.
Io ti amo June, e tu ami me, siamo una famiglia, abbiamo la nostra Lune, la nostra casa, il nostro amore, il nostro affetto e giuro, non c’è altro a rendermi più felice di così.

 


Note di Nanek

Ehy there =)
Questo capitolo è stato un autentico spasso :D quante risate che mi sono fatta da sola lol una cosa è certa, June e Luke sono la coppia più forte del mondo, sono adorabili, e June mi assomiglia così tanto… vi sfido a dire che voi non siete gelose di Aleisha McDonald. Avanti alzi la mano chi NON è gelosa di lei, perché io lo sono, da morire, certo si solo lasciati, ma l’avete mai vista? È una specie di bellezza sovrannaturale con la voce di un angelo e le capacità di un genio! Mentre io… sono quello che sono, non suono strumenti, la mia voce è degna solo del Karaoke un po’ sfigatello, sono piena di inquietudini, e soprattutto: io e Luke Hemmings abbiamo gusti ultra diversi in fatto di musica LOL
Dopo tutta questa bella riflessione che non interessa a nessuno, passiamo a parlare delle altre due coppie: 1- Ash/Sue. Questo gioco non è stato troppo incentrato su di loro perché sfiga vuole che le domande giuste non siano capitate a loro; fatto sta però, che Sue dopo di Ashton non ha più avuto nessuno, e che lui… sembra un pochetto in astinenza u.u 2-Mike/Abby: beh loro sono l’amore <3 si sono pure baciati *-* che ve ne pare allora? ;)
Ma parliamo del povero Calum ahahah povero il mio kiwi, so che lo sto trascurando ragazze, ve lo assicuro che me ne rendo conto MA: non temete, perché anche lui avrà il suo spazio, anche lui avrà la sua storia…. Magari non in questa FF… magari sto alludendo a qualcosa per farvi incuriosire….. magari chi lo sa? ;)

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  givemebiebs  _ILoveMusic_ Little_smjle frankliin Megan99 AbigailDarkness crazy_mofos2000 <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 givemebiebs crazy_mofos2000 vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 givemebiebs anirbas1D hexvenly AbigailDarkness crazy_mofos2000 vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 Cece_writes  fight_till_its_over Eleanor_Rigby irwinsmile _ michaelcookiess luce_ghiaccio TheBlueRose Tomma_Ash Mashton frillippi vi adoro <3

Nel prossimo capitolo:
E pensare che mi sembra passato così poco tempo da quando ho conosciuto Luke.
E pensare, che aveva solo diciassette anni quando si è presentato, quella notte, a casa mia, mentre fumavo, per chiedermi di aiutarlo in matematica; e pensare che io avevo solo vent’anni, andavo all’università, mio fratello non lo considerava un tipo simpatico e viveva la sua vita con Sue.
E pensare che sono successe così tante cose da quel giorno: ci sono stati fraintendimenti, Luke che credeva che io uscissi con un altro, la sua confessione in un pomeriggio pieno di tensione, la mia felicità nello scoprire che piacevo a lui, che ero ricambiata, quel primo bacio dato sulla spiaggia, quella storia iniziata di nascosto…
 
Vi lascio con un po’ di suspance ;) care mie sono davvero felice che l’idea della continuazione vi piaccia ;) vi prometto grandissimi colpi di scena ;)
Grazie per ogni cosa che fate <3 a presto!
Nanek 

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Capitolo 31
*** Be mine, I’ll be yours ***


Capitolo 31

Be mine, I’ll be yours

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*JUNE’S POV*

*Tre anni dopo*
Dicembre 2019.


E pensare che mi sembra passato così poco tempo da quando ho conosciuto Luke.
E pensare che aveva solo diciassette anni, quando si è presentato, quella notte, a casa mia, mentre fumavo, per chiedermi di aiutarlo in matematica; e pensare che io avevo solo vent’anni, andavo all’università, mio fratello non lo considerava un tipo simpatico e viveva la sua vita con Sue.
E pensare che sono successe così tante cose da quel giorno: ci sono stati fraintendimenti, Luke che credeva che io uscissi con un altro, la sua confessione in un pomeriggio pieno di tensione, la mia felicità nello scoprire che piacevo a lui, che ero ricambiata, quel primo bacio dato sulla spiaggia, quella storia iniziata di nascosto, ma che poi, è stata scoperta da Ashton, il quale non ha preso la notizia con gioia, o almeno così è stato all’inizio, poi è stata scoperta da Liz, che ci ha portato alla nostra separazione.
Sembra passato così poco tempo, quando in quell’ostello in Spagna, ho fatto il test di gravidanza, scoprendo di essere incinta, scoprendo di avere dentro di me un piccolo puntino che sarebbe diventata la mia Lune, che tra poco compie già cinque anni.
Mi sembrano ieri, quei giorno bui senza di Luke, senza lui al mio fianco: quei giorni in cui mi sentivo sola e senza speranza, sola, senza l’unica persona importante per me, che si trovava in tour, a chilometri di distanza, che soffriva facendomelo capire in tutti i modi, ma che io… fingevo di non notare, perché io dovevo crescere Lune, dovevo cavarmela da sola, dovevo capire che lui non poteva prendersi quel tipo di responsabilità.
Ma ecco che la mia vita ha avuto una svolta, ed ecco che Luke è tornato di nuovo da me, è tornato per non lasciarmi più, è tornato per prendersi cura di me e della sua bambina.
Sembra ieri, quando mi ha chiesto di comprare quella che è casa nostra, sembra ieri che mi ha convinto ad andare in tour con lui, sembra ieri che Liz si è presentata in casa nostra chiedendomi scusa, accettandomi per quella che sono, accettando la mia storia con Luke senza dover essere convinta da nessuno, se non da se stessa.
Sembra ieri che termino i miei studi, e comincio una nuova avventura.
Sembra ieri che vivo un tour mondiale con Luke, mio fratello, Mike, Calum e la piccola Lune, sembra quasi incredibile che quel tour sia già finito, incredibile che i 5 Seconds Of Summer abbiamo già pubblicato un album e abbiano già concluso un altro tour, tutto loro, in giro per il mondo, al quale io, ho partecipato, l’ho vissuto, sulla mia pelle, ho vissuto tante di quelle emozioni che non riesco a ricordarmele tutte, ma è stata l’esperienza più bella della mia vita.
E… mi sembra ieri, quando invece sono passati già due mesi, quando Luke ha varcato la porta di casa: è entrato con un viso fin troppo strano.
Io ero in cucina, stavo preparando la cena, Lune guardava la televisione, e non appena l’ha visto entrare ha iniziato a chiamarlo in tutti i modi, attirando la mia attenzione.
Si sono presentati entrambi sotto i miei occhi, lei che sorrideva, lui che non riusciva a guardarmi in faccia: la cosa mi preoccupava e non poco, non lo avevo mai visto così, sembrava nascondere qualcosa, sembrava custodire quelle parole dentro di sé, parole a me ignote, parole che temevo non promettessero nulla di buono.
Ma il suo sorriso, poi, l’ha tradito.
E l’ho visto chinarsi, per appoggiare per terra la nostra bambina e ha continuato a stare a quell’altezza, perché inginocchiandosi sotto i miei occhi, ha cercato qualcosa nella tasca del giubbotto che non si era ancora tolto, e ci ha mostrato quella scatoletta nera.
L’ha aperta sotto i miei occhi, l’ha aperta mostrando la bellezza di quell’anello, un anello d’oro, così semplice, così perfetto, così fatto per me.
E quelle parole, mi rimbombano in testa da due mesi.
-June Julie Irwin, il romanticismo non è il mio forte e lo sai- la sua risatina soffocata dall’agitazione, le sue guance che diventavano rosse ogni secondo che passava, i miei occhi increduli per quel gesto.
-Ma… a costo di sembrare ripetitivo, ti amo- ha continuato, mentre Lune lo guardava meravigliata, il suo papà in ginocchio, la sua mamma paralizzata, la sua mamma che si sentiva così emozionata ma anche un po’ stupida, perché quello che l’aspettava era così bello, così importante, che si trovava vestita in modo pessimo, avevo i capelli appena asciugati, il viso senza un filo di trucco, il pigiama indossato, mi sentivo così sciocca, mi sentivo davvero insufficiente.
-E credo che debba darmi una mossa- ha continuato lui –A chiederti di sposarmi- ha confessato, prendendomi la mano, infilandomi quell’anello all’anulare sinistro, lasciandomi senza parole.
-Dicono che “chi tace acconsente”, quindi il tuo silenzio, lo prendo come un “sì”- mi ha preso in giro, per poi baciarmi le labbra, mentre io, cercando di farmi forza, mi sono stretta a lui, bisbigliando più che potevo quel “Sì” che lui stava aspettando, abbracciandolo, baciandogli il viso, chiedendogli scusa per ogni cosa, chiedendogli scusa per essermi presentata nel peggiore dei modi rovinando un momento così importante.
E lui, mi ha guardata, mi ha osservata attentamente per poi annunciare –Sei la June che amo, non voglio altro- e le mie guance si sono lasciate andare al rossore, mentre le mie labbra, hanno cercato le sue, Luke era riuscito a stupirmi ancora una volta.

E da quella sera, sono passati due mesi, ed oggi, è il giorno tanto atteso, il giorno del nostro matrimonio.
-E vi sembra possibile che siamo in piena estate e io mi sia beccata il raffreddore oggi?!- esclamo all’ennesimo starnuto, tutto mi aspettavo: la pioggia, il vento, una bufera, ma non il raffreddore, non il giorno del mio matrimonio dannazione!
-Sposa raffreddata… sposa fortunata?- cerca di sdrammatizzare Ashton, l’unico ragazzo presente in questa stanza: c’è Abby, c’è mia mamma, che mi danno una mano con il vestito, c’è Lune che sta sulle gambe di Ashton e ci sono io, che starnutisco ogni cinque secondi.
-Voglio una sigaretta- dico esaurita, non appena la cerniera del vestito è allacciata perfettamente, andando a cercare nella borsa di Abby.
Ma Ashton, mi nega questo mio desiderio.
-Luke dopo dice che sai di ciminiera. Dai June, ormai non hai più il vizio da anni, non lasciarti tentare da questa merda- e lo fulmino.
-Cos’è “merda”, Zio?- chiede ingenuamente Lune, ed ecco il motivo per cui vorrei soffocare mio fratello: mia figlia è nella fascia d’età in cui ripete ogni cosa, dalla più sussurrata alla più urlata, ripete tutto e nei momenti meno opportuni.
-Ashton ti metterei una carota su per il naso!- cerco di trattenermi con le parolacce, mentre mia figlia scoppia a ridere: l’idea di una carota nel naso la diverte, piccola pagliaccia che non è altro.
-Scusa June, colpa mia- ridacchia il colpevole, facendomi sospirare, facendomi guardare lo specchio.
Il mio riflesso.
Questo vestito bianco è davvero bello, è davvero… unico: lungo, senza spalline, bianco ma nonostante la mia pelle chiara, non stona, ringrazio il cielo per non sembrare un fantasma, ringrazio mia mamma e Abby che hanno saputo consigliarmi nel migliore dei modi, anche in fatto di scarpe, dato che, nonostante i tacchi alti, mi fanno camminare decentemente.
I capelli biondi sono “semi raccolti”, o almeno così li ha definiti la parrucchiera, dato che li ha raccolti davanti, mentre dietro scendono lunghi e mossi, sono meravigliosi, non li ho mai trattati così bene, mi piacciono, davvero tanto.
I miei occhi truccati appena, Luke ha espresso chiaramente di non volere un panda al posto della sua sposa, il rossetto che mi ha comprato mia mamma è davvero bello, non la ringrazierò mai abbastanza, tutto questo è meraviglioso, l’immagine allo specchio mi ritrae davvero così… bella, non mi sono mai sentita così, non mi sono mai sentita così bene con me stessa.
Eppure, il mio riflesso mi rende ancora incerta.
-Siete sicuri che sto bene? Non mi manca qualcosa?- e tutti alzano gli occhi al cielo.
-Il cervello sicuramente, ma per quello… ti conviene arrenderti- dice Ashton, facendo ridere tutti i presenti, abbracciandomi e facendomi arrivare quel profumo che si è spruzzato fino a pochi istanti fa: mio fratello è emozionato, è inutile negarlo, è emozionato da morire, lo sento quasi tremare mentre mi accarezza la schiena, lo sento balbettare mentre mi dice quanto sia bella oggi, lo sento che gli manca il fiato al pensiero che sarà lui ad accompagnarmi all’altare.
-Non svenire- gli chiedo in un sussurro, mentre Abby ci avvisa che è ora di andare.
 
Lune, accompagnata da Harry, entra per prima, sarà lei a portare al suo papà le fedi, in seguito, tocca a me.
Stringo il mazzo di fiori che tengo tra le mani, torturo il gambo di queste rose, ed Ashton se ne rende conto, tanto che mi prende sotto braccio quasi bruscamente, come a volermi svegliare.
-Puoi sempre scappare se vuoi- e io spalanco gli occhi.
-Sei pazzo? Mai, io non sono una codarda- e lui ridacchia, prendendosi gioco di me.
-Chi l’avrebbe mai detto: l’acida zitella ha trovato chi la sopporta e neanche uno qualunque, ma Luke Hemmings dei 5 Seconds Of Summer!- gli pizzico il braccio.
-Giuro, prendimi ancora in giro e su per il tuo…- non mi lascia finire.
-June! Per l’amor del cielo: stiamo entrando in chiesa!- mi rimprovera come se fossi una bambina, sospiro rumorosamente e il mio cuore perde un battito, non appena la marcia nuziale ci incita ad entrare.
Tutti i presenti si alzano in piedi non appena ci vedono all’entrata della chiesa, tutti ci fissano, mi fissano e mi sento le gambe molli, mi sento svenire, le mani fredde, nonostante il caldo, il rossore che compare sulle mie guance, le mie gambe che non vogliono avanzare.
Sento Ashton, che mi trascina, quasi mi spinge, io seguo i suoi movimenti.
-Ti prego non mollarmi- dico a denti stretti, mentre lui sorride, cercando di non scoppiare in una risata delle sue.
-Ci sosteniamo a vicenda- bisbiglia lui, facendomi sorridere di più, facendomi sorridere al fotografo davanti a noi, che scatta la foto di noi due che avanziamo.
Il mio sguardo poi, punta dritto a colui che mi sta aspettando.
E io giuro, di non aver mai, mai, visto nulla di più bello in vita mia.
Il mio Luke è meraviglioso, lui e quel completo elegante sono una combinazione perfetta, unica, meravigliosa, quel viso così bello, così unico, i suoi occhi puntano ai miei come se non stessero aspettando altro, quegli occhi che sorridono con le sue labbra, labbra che non sorridono troppo spesso, ma che mai come oggi hanno sfoggiato il sorriso che si ritrova, un sorriso che marca le sue fossette, la sua felicità; i capelli biondi tagliati appena, le mani unite tra di loro che non riescono a stare ferme, è agitato quanto me, il mio piccolo Luke.
Niente meno che Michael e Calum dietro di lui, testimoni a tutti gli effetti, anche loro vestiti così eleganti per la cerimonia, cose mai viste, dato che si definiscono una band “punk rock”, sono bellissimi, sono adorabili, ma niente riesce a distrarmi da quelle iridi azzurre.
-Ciao- lo sento bisbigliare, non appena ci troviamo a un passo di distanza.
La mano di Ash mi guida più vicina, Luke mi porge la mano, l’afferro, ed è così calda a differenza della mia, che è un autentico pezzo di ghiaccio.
Ashton raggiunge Abby, loro sono i miei testimoni, e dopo aver guardato ancora una volta quegli occhi azzurri, mi sento pronta a cominciare.
 
E nuovamente, il tempo sembra sfuggirmi di mano, il tempo sembra voler prendersi gioco di me.
È già passato anche l’attimo dello scambio delle fedi, l’attimo in cui io e Luke ci siamo uniti ancora di più di quel che eravamo.
Luke Robert Hemmings ha detto di “sì” a June Julie Irwin.
June Julie Irwin ha detto di “sì” a Luke Robert Hemmings.
E le nostre labbra non sono mai state così timide, perché baciarsi davanti a tutte quelle persone che conosciamo, è stata la cosa più strana al mondo.
Ed ora eccoci, in spiaggia, a festeggiare questo giorno, abbiamo tagliato la torta, abbiamo ricevuto regali a non finire, la nostra Lune ha fatto tantissime foto con noi, i nostri amici ci hanno tenuti lontani per quasi tutto il tempo, ho ballato più di una volta con Ashton ed Harry, ho ballato con Michael sotto lo sguardo divertito di Abby, ho ballato con Calum, ho ballato con i fratelli e il padre di Luke, mentre il mio sposo, ha ballato con mia mamma, con la mia migliore amica, con Liz, con la cara Sue e ovviamente, con la sua piccola Lune, che tra le braccia del suo papà si sentiva più felice di una principessa.
Ma ora, è il nostro turno, dobbiamo aprire le danze per il lento che tutti stanno aspettando, ma non faccio in tempo a prendere la mano di Luke, che tutti mi dicono di aspettare.
-Lancia il bouquet June!- giusto, come dimenticarsi una cosa così importante, dato che voglio che Abby lo prenda, giusto per far sbiancare Michael.
-Non possiamo farlo dopo?- si lamenta Luke, ma tutte le donne presenti lo fulminano.
Ed ecco che le ragazze si mettono dietro di me, a dovuta distanza: le guardo divertita, i loro occhi sono un mix di emozione e divertimento, non prendono la cosa troppo sul serio, mi incitano a girarmi.
-Mi raccomando Abby!- urlo, incrociando lo sguardo sconvolto di Mike che mi fa ridere.
-Uno…- comincio a contare –Due- sorrido –E tre!- e le mie mani lanciano in aria il bouquet.
Dura tutto pochi secondi e quando mi giro per il risultato, a mia grande sorpresa, spalanco gli occhi, sorrido, per poi trattenere la mia risata, perché la fortunata che tiene in mano i fiori non è Abby, ma Sue, che guardata dagli occhi sconvolti di Ashton, arrossisce come non mai, mentre le altre battono le mani.
Ma mio fratello, imbarazzato fino all’estremo, dato che tutti i ragazzi lo stanno guardando come a studiare una sua possibile reazione, comincia a lamentarsi sul fatto che dovremmo dare inizio alle danze, ricevendo da Luke mano forte, è impaziente il mio piccino.
E finalmente, le mie mani si intrecciano dietro il collo di lui, e finalmente, le sue mani sono sulla mia schiena, e finalmente, sulle note di quella canzone che ha un posto speciale nel mio cuore, perché è la stessa che abbiamo ballato a quel lontano ballo in maschera di Febbraio, io e Luke diamo inizio al ballo avvolti dalle note di “Every breath you take”.
E dopo di noi, i nostri occhi vedono altre coppie raggiungerci: vediamo Liz ed Andrew, vediamo mia mamma con Calum, che si è offerto di ballare con lei, per non farla sentire sola, tenero il nostro Calum; vediamo Harry, il mio piccolo ed innocente Harry con la sua accompagnatrice, la piccola Kate, ci raggiungono anche un imbarazzato Michael che non ballerebbe mai, ma che per amore della sua Abby, farebbe questo e molto altro, sono teneri i nostri amici, sono davvero una coppia adorabile.
Ma ovviamente, i miei occhi e quelli di Luke, studiano il comportamento di un’altra coppia che non si potrebbe proprio definire così: Sue ed Ashton.
Lei, sembra intenta a tenere in braccio la piccola Lune, le fa vedere i fiori che ha preso, glieli mette tra i capelli, mente Ashton, siede vicino a loro, non parla, non si muove, sembra incantato di fronte a quell’immagine.
Ma la nostra bambina, sembra più sveglia dei due “rincitrulliti”, dato che spinge Sue a guardare lo zio, dato che i due arrossiscono, perché, deduco, Lune abbia detto loro di ballare insieme, e sempre con questa punta d’imbarazzo, li vediamo prendersi la mano, quasi incerti, quasi insicuri, ma riescono a far intrecciare le loro dita, e dopo aver lasciato Lune a giocare con la figlia di Jack, il fratello di Luke, riescono finalmente ad unirsi a questo ballo, riescono a mettersi ad ondeggiare, a tenersi così vicini, ma entrambi, si negano lo sguardo.
-Quei due lì, non li capirò mai, lo giuro- mi sussurra all’orecchio Luke –Sono passati anni da quando si sono baciati per “sbaglio” e guardali: non hanno ancora trovato una soluzione, ti sembra normale?- ed effettivamente è vero: è passato così tanto tempo, sono successe così tante cose, eppure, nulla tra di loro è cambiato.
Abbiamo visto Ashton dire addio a Gemma, sempre se di addio si può parlare, dato che sul suo cellulare, arriva ancora qualche messaggio da parte di lei; abbiamo visto Sue uscire solo una volta con un ragazzo diverso da mio fratello, è durato solo un giorno, ventiquattro ore: abbiamo sentito Ashton urlare e imprecare contro di lei, e di quel ragazzo, neanche l’ombra, in compenso abbiamo trovato una Sue triste per un mese intero; vediamo ogni giorno che passa loro due sempre più insieme, li vediamo uscire, li sentiamo chiamarsi al cellulare, ma mai li abbiamo beccati a fare qualcosa di più.
“Siamo amici” ha osato bisbigliare mio fratello, ma chi ci crede? Sicuramente non noi.
Gli amici sono un’altra cosa, gli amici non si comportano come loro, gli amici non si ingelosiscono se si esce con un’altra persona, gli amici non si scambiano quello sguardo complice che fa arrossire, gli amici non hanno paura a toccarsi o a stare vicini: loro non sono amici, loro sono qualcosa di più, ne siamo sicuri, io in primis lo sono, sono convinta che ci sia stato qualche altro bacio dato “per sbaglio”, sono sicura di essere all’oscuro di qualcosa, ma io, come tutti gli altri, ho imparato a non intromettermi più, a non chiedere più nulla, loro non risponderanno mai, non daranno mai risposte concrete, e finché sono felici, noi ci accontentiamo di non sapere.
-Loro due hanno ancora tanto da dirsi… hanno tanto da capire- sussurro a Luke, il quale alza gli occhi al cielo, perché è la frase che uso sempre quando mi riferisco a quei due: secondo me il perdono di Ashton è la cosa più dura da raggiungere, secondo me hanno davvero bisogno di tempo, hanno bisogno di conoscersi ancora di più, hanno bisogno di stare da soli, di capirsi, di approfondire la cosa, e nonostante siano passati così tanti anni… credo che ognuno si meriti il tempo che più ritiene necessario, si parla di sentimenti, di parla di due persone con emozioni che scorrono dentro di loro, il tempo non deve essere importante, non bisogna affrettare nulla.
-Meno male che noi abbiamo le idee chiare- mi dice Luke sulle labbra, facendomi arrossire: mi avvicino per dargli un bacio, e non posso essere più d’accordo, io e lui ci apparteniamo, non abbiamo bisogno di pensarci sopra, io amo lui, lui ama me, non abbiamo dubbi, non abbiamo ripensamenti.
-Non vedo l’ora di passare il resto della mia vita con te- mi confessa e questa frase mi fa sorridere.
-Mio fratello ti definisce coraggioso per questa scelta- alludo alle sue prese in giro.
-Tuo fratello non capisce niente e la sua situazione di single perenne ne è la prova- lo deride per poi avvolgermi ancora più vicino a lui, appoggiando le labbra alle mie.
Sorrido in questo bacio, mi sento davvero la ragazza più felice al mondo, bacio Luke e do inizio a quella vita che ci aspetta insieme, la vita che si apre davanti ai nostri occhi, la vita che noi, abbiamo cominciato molti anni fa, quando quella sera, lui è venuto a chiedermi informazioni per le “ripetizioni”.
 

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June voleva immortalare Luke così elegante :D
 

Note di Nanek

La verità è che non so più che scusa usare per giustificare i miei ritardi: gli esami sono finiti, avrei tempo, ho già scritto i capitoli mancanti… ma quello che manca a me è il coraggio di postare questi ultimi capitoli di questa storia, sto andando già in crisi, la piccolina sta per finire, è in assoluto la storia più lunga mai scritta, la storia che più mi ha reso felice e soddisfatta e, fidatevi, pensare che manca così poco mi distrugge.
Abbiamo i nostri sposi finalmente <3 abbiamo Abby e Mike, abbiamo Sue ed Ashton con il loro casino, abbiamo Lune che cresce, abbiamo Calum che continua nel suo essere single lol e abbiamo questo POV che mi fa venire un po’ un groppo in gola, perché June riassume tutto quello che hanno passato insieme, riassume la loro storia, ricordando quel capitolo, quando Luke le chiede aiuto per le ripetizioni.
Sono davvero triste di annunciare che questo June’s Pov è l’ultimo di questa lunga storia: il prossimo capitolo sarà un Luke’s Pov con tanto di groppi allo stomaco anche lì, e poi c’è il capitolo finale, che sarà un po’ diverso rispetto a tutti questi capitoli ;)
Passiamo a voi <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3  Angel_With_A_Shotgun amorelove Believe_in_yourself  LoveNiallsSmile Happinessforya_<3
Grazie a te per aver messo la storia tra le ricordate <3 __lovezayn__ ti adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 Hi Hood ljttlethjngs Dreamle vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 fight_till_its_over Luke_Hemmo She loves writing Eleanor_Rigby michaelcookiess luce_ghiaccio TheBlueRose Tomma_Ash Mashton Mrs_Stypayhorlikson SadDakota vi adoro <3

Nel prossimo capitolo:
-Sai Luke- dice Ashton dal nulla –Mi sono sempre chiesto una cosa- lo blocco.
-Non stiamo giocando a verità o penitenza, non risponderò- lo zittisco, facendolo ridacchiare.
-Giuro non è nulla di sconcio, è solo pura curiosità, devo farti questa domanda da… una vita!- esclama, richiamando l’attenzione di tutti –Dai ti prego, non voglio morire con questo dubbio!- alzo gli occhi al cielo.
-Avanti Irwin malefico, parla- e lui sorride come un bambino.
-Giuro non è davvero nulla di che… ma pensavo: tu ti sei preso questa cotta per June l’ultimo anno di liceo; ma… dico, lei è venuta nella tua stessa scuola, hai avuto la possibilità di vederla per un po’, possibile che tu l’abbia notata, per caso, solo quando lei è tornata per appendere un foglietto per le ripetizioni? Quando lei era già all’Università?- la sua domanda è un tonfo al cuore, è un salto nel passato, mi fa arrossire, fa ridacchiare Mike e Cal, mi fa sentire osservato da Abby e dalla diretta interessata: questa domanda è davvero molto interessante, perché nessuno me l’ha mai chiesta, perché a nessuno è mai saltato in mente di chiedere, perché…
-No Ash, non l’ho notata solo quel giorno-
 
Credo di avere i brividi, preparatevi, non sarà nulla di che, ma ci sarà un bellissimo episodio da raccontare ;)
Bene, altro da aggiungere? Dai ve lo dico anche a voi: vi ricordate la storia che ho proposto ad un contest con protagonisti Niall Horan e Luke Hemmings? *no* vabbè, ho cominciato a postarla ;) si intitola Believee se vi va di leggerla… è lì ;)
Non vi ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che abbiamo passato insieme, vi assicuro che sto già lavorando al sequel di questa storia, e che uscirà non appena la storia sarà terminata ;) circa una settimana dopo ;) saranno 15 MA INTENSI capitoli, ve lo posso assicurare, quella storia è un ammasso di feels incredibile :D
Ora vado, ci vediamo presto, sempre che il coraggio non mi manchi lol.
Vi adoro tutte <3
Nanek

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Capitolo 32
*** Back in High School ***


Capitolo 32

Back in High School

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*LUKE’S POV*

Gennaio 2020.

-Lune! Pinguina del papà vieni qui! Devo metterti la crema!- la rincorro per la spiaggia, il mio scricciolo dalla pelle fin troppo bianca e il costumino rosso a pallini bianchi, i capelli biondi in una treccia, la sua risata mentre corre più veloce che può per sfuggirmi.
-Non sono una pinguina! Sono una tigre!- si ribella, continuando a correre, facendomi ridere.
-Invece sei una pinguina e appena ti prendo non sai quanta crema ti metto!- quasi la minaccio, mentre lei continua a correre, ridendo, quasi chiedendo aiuto, mentre June, siede sull’asciugamano sotto l’ombrellone e ci guarda stupita: si starà chiedendo chi è il più piccolo tra i due, già lo so.
Oggi è davvero una bella giornata, il sole picchia come non mai e quella pelle così bianca si ustionerà!
-Dai Lune per piacere! Non vorrai diventare un pomodoro?!- e mia figlia si dirige verso la madre, nascondendosi dietro la sua schiena.
-Su Lune, ascolta il papà, prima che collassi per la corsa degna di una maratona- mi deride, mentre nostra figlia scoppia a ridere, si posiziona davanti a lei –Mi fai il massaggio mamma?- hai capito la furbetta.
June le sorride, mi chiede di darle la crema e comincia a massaggiare la pelle della nostra bambina.
Mi stendo sull’altro asciugamano, guardo la mia June, mia moglie, guardo Lune, la mia bambina con gli occhi chiusi e il viso più rilassato che mai, guardo le due persone più importanti della mia vita e sorrido.
Sorrido perché sono davvero la persona più felice al mondo, sorrido perché questa giornata ci voleva proprio: io e le mie due donne, nessun altro, al mare, cosa posso volere di più?
-Mamma posso andare a raccogliere le conchiglie?- chiede la piccola, June annuisce, dicendole di non entrare in acqua, di non allontanarsi troppo, le solite cose che Lune non ascolta neanche dato che corre verso la riva facendo sbuffare la mamma.
-Uguale a te, mai che mi ascoltate- borbotta, seguendo nostra figlia con lo sguardo: non l’avrà ascoltata, ma Lune non si azzarderà ad andare lontana, eseguirà quello che le ha chiesto, è una brava bambina.
Intreccio la mano di June alla mia, per poi alzarmi, andandomi a sedere dietro di lei, avvolgendola con le mie braccia, facendo combaciare il mio petto con la sua schiena.
Le bacio le spalle e vedo formarsi sulla sua pelle quei brividi.
-Luke… siamo in spiaggia- mi riprende subito, mentre io continuo, baciandole il collo, bisbigliando sulla pelle che a me poco importa essere in spiaggia o in casa, ho una moglie troppo irresistibile per poter stare fermo a fissarla, non sono mica un liceale sfigato costretto ad ammirarla da lontano: sono suo marito ora, lei è mia.
-Dai mi fai il solletico- si lamenta ancora, quando sente le mie mani scendere sui suoi fianchi: il suo punto debole che io mi diverto a stuzzicare.
-Ribellati Irwin, sto aspettando- la istigo ancora, mordicchiando appena la spalla e ricevendo da lei uno sguardo divertito e una spinta: ecco che mi fa distendere, le mani sul mio petto, il viso che si avvicina velocemente per unire le nostre labbra e togliermi il fiato.
Le sue mani che mi stuzzicano, le mie che le sfiorano la schiena, quelle labbra di cui ho sempre bisogno e…

-Ma che schifo ragazzi! Insomma!- sentiamo esclamare, sobbalzando dallo spavento, diventando rossi come se il sole ci avesse ustionato d’un tratto: e le figure di Ashton, Michael con in braccio la piccola Lune e la mano davanti ai suoi occhi per evitarle “traumi”, Abby e Calum si mostrano ai nostri occhi, imbarazzati come non mai.
Proprio qui dovevano venire?!
-Ciao a voi ragazzi, che ci fate qui?- balbetta June, ricomponendosi, mentre i ragazzi arrossiscono un po’ e Abby la riprende.
-June, hai una tetta scoperta, copriti, anche se le hai minuscole- e la mia June diventa di mille colori, sistemandosi per bene, facendomi sorridere appena.
-Possibile che voi due siate sempre a limonare? Un po’ di contegno- esulta zio Ashton, che si becca una fulminata da parte della sorella: ed ecco che Lune chiede il significato della parola “limonare”.
-Ashton, sei una zucchina!- lo rimprovera June, facendo scoppiare a ridere i presenti, compreso me.
-Possiamo unirci a voi? Così evitiamo a questa bimba eventuali traumi- domanda Mike, coccolandosi la piccola Lune, che ha la testa appoggiata alla sua spalla e lo tiene stretto.
-Da quando tu, Michael Gordon Clifford, vai al mare? Credo sia un miracolo- annuncio e la mia risposta arriva in seguito a una risatina da parte di Abby: ecco la motivazione di tutto, persuasione.
Si siedono vicino a noi, piantando il loro ombrellone, sotto il quale si piazza, logicamente, il signor Clifford, che con la sua pelle così candida potrebbe brillare di luce propria: bianco cadaverico, tanto che Abby gli suggerisce minimo una protezione 50, che si diverte a spalmargli sulla schiena, massaggiandolo così lentamente, così sensualmente, che Michael per me ha bisogno del bagno in pochi minuti; ma lui, arrossendo, la invita a essere più veloce, come se avesse letto nei miei  pensieri.
-Sue dove l’avete lasciata?- chiede June verso Ashton, il quale, mentre si spalma la crema fa spallucce, borbottando qualcosa che capisce solo lui.
-Oggi è via con le sue vecchie compagne di ballo- spiega meglio Calum, guardando Ashton come in segno di approvazione: lui annuisce.
-Dove andavano di bello?- chiede ancora, curiosa.
-Qua in spiaggia- confessa Calum, assicurandosi uno sguardo fulmineo da parte di Ashton: ecco svelato il motivo per cui sono qui, spionaggio, ne sono quasi sicuro, non hanno altri motivi.
-Ahn, quindi qui nei paraggi…- allude June, intuendo pure lei il loro piano nascosto, sorridendomi e facendomi l’occhiolino.
-Zio Ash non la puoi chiamare la zia Sue? Così facciamo il bagno insieme- propone la piccola Lune, con la sua tenera ingenuità, ma in risposta, riceve un viso triste da parte dello zio, che decide di giocare la carta della vittima.
-Ma non ti basto io? Non ti piace più stare solo con me?- ecco, la solita espressione da cucciolo bastonato, le labbra verso il basso, gli occhi super tristi e la mia bambina, presa dal senso di colpa, lo avvolge in un abbraccio, cingendogli il collo e baciandogli la guancia.
-Ma no Zio. Ti voglio bene, va bene anche se ci sei solo tu- piccolina mia, ma cosa mi tocca vedere?
-Ma lo Zio Ash può soddisfare la tua richiesta, non essere triste Lune- puntualizzo, sentendomi fulminare: ma poco importa, mi piace mettere Ash in difficoltà.
-Magari dopo la chiamo, va bene Lune?- le chiede guardandola negli occhi, guadagnandosi la parte sua un altro bacio sulla fronte, le manine di mia figlia sulle guance.
-Lune, allo zio Ashton dai così tanti bacini, ma lo zio Calum?- ecco, un altro qua che gioca a fare la vittima: li ucciderei tutti, povera la mia piccina.
Ed eccola che gli si avvicina, andandogli in braccio, coccolandolo e giocando a tracciare il bordo del tatuaggio, facendolo ridere dal solletico.
-Dai andiamo in acqua!- le suggerisce sollevandola, facendola sorridere di gioia: ci guardano e ci sfidano –L’ultimo che arriva paga i gelati!- e la mia bambina non può essere più felice di così, i miei amici la usano tipo bambola, la riempiono di mille attenzioni, ne sono quasi geloso.
Corriamo tutti in acqua, l’ultimo, è Michael, che voglia di correre non ne ha per niente: sempre il solito pigro, il nostro Clifford, il quale entra in acqua con una lentezza tale da farmi comparire la prima ruga sul viso, ci impiega un’eternità.
Ma per fortuna esiste la cara Abby, sempre pronta a dargli una botta di vita: tanto che si avvicina e comincia a bagnarlo, ricevendo uno sguardo prima fulmineo, poi divertito, che lo conduce a prenderla in braccio e a immergerla sott’acqua, la bacia, ride, il nostro Mike innamorato è la cosa più bella al mondo da vedere, è dolce, è tenero, è il nostro piccolo innamorato.
-Anche voi ragazzi, contengo!- li riprende Calum, pronto a coprire lo sguardo alla piccola Lune, che si lamenta, perché sembriamo sempre nasconderle qualcosa.

Siamo immersi nell’acqua tutti insieme, io tengo la mia bimba, finalmente, tutta per me: mi pace giocare con lei, mi piace fissare questi occhioni blu che tanto mi ricordano sua madre, mi piace baciarle queste guance così morbide, queste guance che quando ride, danno vita a una piccola fossetta: mi piace la sua risata, mi piace sentirmi chiamare “papà”, mi piace quando si aggrappa a me e mi fa capire di non volermi lasciare andare mai.
-Ma quanto siete uguali voi due?- domanda Ashton, immerso con June aggrappata dietro di lui, sembra un koala, è sempre così appiccicata a suo fratello: sembra quasi strano pensare che molti anni fa riuscivano a scambiarsi solo insulti gratuiti.
-La piccola Lune ti somiglia molto Luke, però, è molto più bella- commenta Calum, ricevendo da parte mia un sorrisetto maligno: sempre così dolce il mio caro Hood.
-Per me è uguale a June, soprattutto come carattere, parla già tanto- commenta Abby, ricevendo una schizzata da parte dell’amica.
-Voglio vedere come sarà tuo figlio Abby, mi auguro un tipetto come Mike, se no, prego per il povero Clifford!- la prende in giro June, facendo spalancare gli occhi a tutti noi.
-Sei incinta?!- esclama Calum, notando che Mike accarezza con troppa tenerezza il ventre di lei.
-No! O almeno… non ancora- dice a voce un po’ più bassa, arrossendo, facendomi respirare di nuovo: questa sorpresa mi stava già sconvolgendo un po’.
-Che significa non ancora, Michael e Abby?- interviene Ash, guardandoli così attentamente da consumarli.
-Non sono incinta, ma… diciamo che… è una cosa alla quale stiamo pensando…- commenta ancora, lasciandoci spiazzati: chi l’avrebbe mai detto? Mike che vuole diventare papà, Abby vuole diventare mamma, la cosa mi spiazza davvero.
-Perché queste cose le dobbiamo scoprire solo perché June parla troppo?!- commenta Ash, ricevendo dalla sorella uno schizzo con l’acqua, dando origine alla loro mini lotta, nella quale Ashton tenta di affogarla, lei urla, beve acqua e mi supplica di intervenire, mentre io… continuo a ridere di lei occupandomi di Lune.
-Hemmings, sta sera facciamo i conti- mi minaccia, facendo ridere tutti.
-Attento Luke, sta sera ti frusta!- allude Calum, mentre Lune interviene ancora, con il suo animo così tenero e ingenuo.
-Ma le fruste non le abbiamo! E la mia mamma vuole bene al mio papà- gli dice convinta, sorridendo e incitandolo a prenderla con sé, allungando le braccia verso di lui, il quale la accoglie con un sorriso tenero, cominciando a giocare come un bambino.
Mi avvicino a June, la quale, offesa, mette il broncio e incrocia le braccia al petto –Vai via, stupido Hemmings- mi dice, mentre io la avvolgo, portandola più vicina possibile a me, baciando quelle labbra che si ostina a tenere chiuse per dispetto, ma che io bacio comunque, le sue labbra sono così irresistibili.
-Dai piccioncini, usciamo che ho freddo: ho anche dei gelati da pagare, mi sembra- commenta Mike, richiamando l’attenzione della piccola Lune, la quale lo guarda super contenta.
-Voglio un bacio però, Lune, non me ne dai mai- la incita lui, mentre mia figlia, tende le mani nella sua direzione, per essere presa in braccio e per lasciargli baci sulle guance.
-Mia figlia non è fornitrice di baci gratuiti, ficcatevelo in testa- commento, mentre tutti scoppiano a ridere.
-Papà geloso- commenta June, prendendomi la mano, incitandomi ad andare con loro, Mike offre il gelato: è una specie di miracolo.
 
-Calum, mia figlia si sta sporcando tutta, sei pessimo- commento, notando che la piccolina ha tutta la mano sporca del ghiacciolo sciolto, la bocca tutta rossa per il gusto scelto, fragola come sempre, e lui, invece, perde tempo a fissare le ragazze in bikini che passano, lo guardano e sorridono: il fascino di avere un bambino con sé.
-Vieni qui piccolina- la chiama dolce Abby, trascinandola via, cominciando a pulirla, con l’aiuto di June.
-Sai Luke- dice Ashton dal nulla –Mi sono sempre chiesto una cosa- lo blocco.
-Non stiamo giocando a verità o penitenza, non risponderò- lo zittisco, facendolo ridacchiare.
-Giuro non è nulla di sconcio, è solo pura curiosità, devo farti questa domanda da… una vita!- esclama, richiamando l’attenzione di tutti –Dai ti prego, non voglio morire con questo dubbio!- alzo gli occhi al cielo.
-Avanti Irwin malefico, parla- e lui sorride come un bambino.
-Giuro non è davvero nulla di che… ma pensavo: tu ti sei preso questa cotta per June l’ultimo anno di liceo; ma… dico: lei è venuta nella tua stessa scuola, hai avuto la possibilità di vederla per un po’, possibile che tu l’abbia notata, per caso, solo quando lei è tornata per appendere un foglietto per le ripetizioni? Quando lei era già all’Università?- la sua domanda è un tonfo al cuore, è un salto nel passato, mi fa arrossire, fa ridacchiare Mike e Cal, mi fa sentire osservato da Abby e dalla diretta interessata: questa domanda è davvero molto interessante, perché nessuno me l’ha mai chiesta, perché a nessuno è mai saltato in mente di chiedere, perché…
-No Ash, non l’ho notata solo quel giorno-


*Flashback*
L’unica ragione per cui Luke Hemmings riusciva ad alzarsi ogni mattina alle sei e mezza, faceva colazione e si dirigeva verso quel vecchio liceo, era l’avere Calum e Mike ad aspettarlo: le borse nere sotto gli occhi, la poca voglia di chiacchiere, gli sguardi spenti e ancora un po’ troppo assonnati, ma loro erano lì, per il loro primo giorno di liceo e anche per l’ultimo, erano lì ad aspettarlo, sempre.
Luke se lo ricorda bene quel fatidico primo giorno.
Non erano emozionati, non si guardavano intorno come tutti gli altri, loro avevano solo tanto sonno, non vedevano l’ora di tornare a dormire, non interessava loro stare lì, il liceo non era niente di che, solo una scuola ancora più complicata, la scuola che li vedrà crescere, che vedrà spuntare sulla loro faccia brufoli e acne a non finire, il liceo non era una cosa troppo emozionante.
La loro divisa poi, la odiavano già, ridicola.
A dare il colpo di grazia a tutta quell’atmosfera, era il fatto di aver incrociato con lo sguardo quel cretino di Ashton Irwin, che camminando a testa alta per i corridoi, sfoggiava il suo sorriso per far collassare ogni ragazza che incontrava: non c’era ancora Sue a bloccare il suo atteggiamento da autentico idiota, Sue a quel tempo, era troppo presa dal ballo e dalla sua squadra.

Ashton Irwin era più grande di loro, di due anni rispetto a Luke e Calum, di uno rispetto a Michael: era già un “veterano” in quel liceo, aveva già la sua fama, le sue oche che gli andavano dietro e aveva un faccino troppo perfetto per non essere notato, i brufoli su di lui non stonavano, a lui la divisa cadeva a pennello, a lui i capelli stavano bene anche con una bufera, Ashton Irwin era impeccabile.
Impeccabile e stronzo, dato che a Luke, Mike e Calum non rivolgeva neanche un cenno con il capo: anche loro, nel loro piccolo, erano un po’ conosciuti, ma niente di che, anzi, la loro “fama” era un po’ derisa: i video che giravano su Youtube non erano esattamente qualcosa di cui vantarsi, erano fonte di prese in giro, la maggior parte delle quali, provenienti solo dalla bocca di Irwin, questo era il suo lavoro, prenderli in giro, far ridere le ragazzine che gli andavano dietro, mentre loro, troppo assonnati per ascoltarlo, facevano spallucce e camminavano per i corridoi, volevano raggiungere i loro banchi per poter dormire un po’.
Si abituarono presto ad Ashton e ai suoi giochetti e, presto, cominciarono anche a difendersi un po’ di più, giusto per non sembrare davvero i tre sfigati dell’intero liceo: anche perché Luke, nonostante la faccia sempre assonnata, cominciava ad avere un viso sempre più bello che attirava lo sguardo delle ragazze; Mike, nonostante la poca voglia di studiare, appariva molto più simpatico di Ashton senza bisogno di prendere in giro qualcuno e Calum, era semplicemente così adorabile che tutti ci tenevano ad averlo come amico.
Sempre nel corso del primo anno, successe quella cosa che Luke conserva sempre nei suoi ricordi, quell’incontro un po’ strano, quell’incontro che conoscono solo Mike e Calum e che, fino ad ora, non ha mai condiviso con nessun altro.

Si ricorda bene quel giorno, si ricorda bene la sua noia durante l’ora di matematica, si ricorda bene di aver chiesto di uscire con la scusa del “credo di non sentirmi bene” e di essere uscito, avviandosi alle macchinette.
Aveva sonno, non era una novità, ma quel giorno più del solito: era andato a dormire alle tre del mattino, si era perso a giocare a Fifa e, dopo tre ore e mezza, la sveglia l’aveva riportato nel mondo reale in modo fin troppo brusco: necessitava di un caffè, necessitava di qualcosa di forte.
In coda però, c’era già qualcuno, il che lo fece sbuffare.
Si avvicinò, mettendosi dietro quella che doveva essere una studentessa: la treccia castana scendeva lunga sulla schiena, la gonna come tutte le studentesse, ma la grazia di un camionista.
-Porca puttana dammi i miei soldi!- imprecava, dando colpi alla macchinetta, facendo sospirare Luke, che continuava ad assistere alla scena senza muovere un muscolo.
Solo quando la ragazza indietreggiò e gli pestò il piede, diede un segno di vita, urlando quel “ahia!” che fece spaventare a morte la tipa davanti a lui.
-Scusami! Non ti avevo visto!- cercò di giustificarsi lei, guardandolo negli occhi, puntando le sue iridi blu contro le sue, facendolo arrossire un po’, facendolo balbettare un –Non fa niente, vuoi una mano?- si offrì, senza sapere che fare per davvero.
La macchinetta non si decideva a restituire i soldi, il pulsante non funzionava, non c’era molto da fare.
-Cosa volevi prendere?- chiese lui.
-Un cappuccino, ma mi mancano dieci centesimi, per questo tento di riavere i miei soldi- spiegò lei, con il viso un po’ imbronciato, un viso che portò Luke a sospirare e a compiere quel gesto: inserì lui quei dieci centesimi mancanti, privando a se stesso del caffè di cui aveva bisogno, schiacciò il bottone del cappuccino e la macchina cominciò a funzionare, preparando quella bevanda.
-Ciao- la salutò in seguito, senza neanche aspettare i suoi ringraziamenti: le diede le spalle e si incamminò per i corridoi, tornando in classe, senza aggiungere altro.

Destino però, volle far sì che Luke vedesse quella ragazza ovunque: per i corridoi, in giardino, in palestra, la vedeva ovunque, come se fosse un’ossessione, ma lei… non vedeva lui: non l’aveva mai beccata a ricambiare il suo sguardo, non l’aveva mai salutato, mai degnato di un cenno, si era già dimenticata di quel ragazzo che le aveva offerto un cappuccino dal nulla, senza un perché, e la cosa, nel cuore di Luke, lo feriva e non poco: se inizialmente non ci faceva caso, in seguito divenne una vera e propria ragione di vita, il non essere notato o semplicemente ricordato da lei era come una lama sullo stomaco, gli faceva male, lo rendeva triste e neanche lui capiva il perché.
Parlò di questa ragazza con Michael e Calum, la descriveva come la sua nuova ossessione, come se non ci fosse nessuna ragione al mondo se non lei: quante volte la incrociava per i corridoi, quante volte lo sguardo di lei appariva così spento e indifferente, come se non notasse lo sguardo di lui, quanto male gli faceva non ricordandosi della sua gentilezza.
-Ti sei preso una cotta, complimenti- esultò Calum al sentirlo, mentre Mike, mangiando il suo pranzo, borbottò un –Ma chi è? Come si chiama?- e Luke fece spallucce: non sapeva il suo nome, non aveva avuto modo di scoprirlo.
In quell’istante, come se il destino stesse davvero giocando con la sua vita, la ragazza tanto misteriosa fece la sua comparsa in mensa: la solita treccia lunga, i soliti occhiali da vista, il vassoio davanti a sé, accompagnata da un’altra ragazza, che le parlava a raffica, che la faceva sorridere e annuire.
-Lei- bisbigliò Luke, indicandola ai suoi amici, che si voltarono all’unisono per fissarla –Idioti! Magari senza essere beccati subito!- li rimproverò, vedendoli girarsi nuovamente verso di lui.
-Carina sì, credo di averla vista da qualche parte- commentò Calum –Se vuoi mi informo- propose, ricevendo da parte di Luke un –Grazie- il più serio possibile: l’agitazione provata al sentire quelle parole era davvero tanta, ma con lei nello stesso posto, era meglio evitare manifestazioni di pura gioia rendendosi ridicolo.

E le informazioni che Luke cercava, arrivarono verso la fine del suo primo anno: i suoi informatori erano della autentiche lumache, ma d’altronde, non bisognava dare troppo nell’occhio, erano già presi in giro da troppa gente, un altro motivo per deriderli non era l’ideale.
E quella mattina, i visi di Michael e Calum erano davvero i più tristi in assoluto: si avvicinarono a Luke, borbottavano tra di loro, lo fissavano ed avanzavano, incerti sul da farsi: ma Luke non ha mai avuto troppa pazienza e li costrinse ad arrivare al sodo.
-Abbiamo… una notizia buona e… due cattive- disse di getto Michael, facendo inarcare il sopracciglio al biondo, il quale, optò subito per le due cattive notizie.
-Così quella buona mi tira su di morale!- disse in un sorriso, un sorriso che però, non venne ricambiato dai due amici.
Fu Calum a cominciare il discorso.
-Sappiamo chi è la ragazza misteriosa: è più grande di noi, ha tre anni più di te, diciassette- deglutì, mentre Luke sorrise un po’ stupito: una più grande, bel colpo!
-Si chiama June Julie… Irwin- confessò Michael e Luke sbiancò.
-Irwin… che brutto cognome…- balbettò appena, ma l’amico lo precedette –Luke, è la sorella maggiore di Ashton Fletcher Irwin, il rompi coglioni- e le gambe di Luke quasi tremarono: non poteva essere vero, non lui, non proprio Ashton, come ha potuto prendersi una cotta proprio per sua sorella?! Il colmo.
-Dio…- rispose soltanto, dandosi dell’idiota, sospirando, cercando di non pensare al fatto che lei e Ashton condividessero la stessa casa: era così diversa, era così… non come Ashton! O forse sì? O forse era davvero come lui? Data la sua mancanza di gentilezza nei suoi confronti, dato che non lo degnava neanche di uno sguardo.
-Avanti, spara l’ultima brutta notizia- disse ancora e Calum sospirò, prima di confessare.
-Hai presente… quell’idiota di Sam Harris?- domandò incerto.
-Sì, come dimenticare lui e il suo caloroso benvenuto qui a scuola?- commentò Luke ironico: questo ragazzo, giusto per accogliere quelli del primo anno, aveva deciso di organizzare scherzetti per tutti loro: e Luke, si era ritrovato la sua povera chitarra con due corde tagliate e una scritta con l’indelebile sul dietro “Hemmo1996 sfigato”, il che fece infuriare Luke come una bestia, la sua chitarra, guai a chi la toccava.
-Ecco lei… lei e Sam stanno… insieme- concluse Calum velocemente, mentre il cuore di Luke si fermava, non batteva più, incredulo, senza parole, sconvolto: quella ragazza non solo era sorella del più idiota della scuola, ma era pure la fidanzata del re dei Cretini, l’animo di Luke era passato a miglior vita.
-Ma la bella notizia è: sai Aleisha? Quella in classe con noi: bionda, occhi azzurri, bella da far paura?- chiese Michael, Luke si limitò ad annuire, ancora troppo sconvolto.
-Beh, lei ha una cotta per te! Non sei felice? Lei vale mille volte di più di quella June, sorridi Luke!- continuò Calum, mentre Luke annuì appena e senza aggiungere altro, se ne andò verso la classe, con June Julie Irwin in testa e nel cuore.

*Fine Flashback*

Raccontare questo vecchio episodio, scatena nei presenti facce piuttosto strane: Ashton con gli occhi spalancati, Abby che sospira e quasi non ci crede, Calum e Mike che ridono divertiti e June… che si affretta ad abbracciarmi.
-E-eri tu?- mi domanda sussurrando –Eri tu quel ragazzino delle macchinette? Io… oddio, non ci credo!- commenta, mentre io le bacio la guancia.
-Ti giuro Luke non volevo… io… ti ricordavo diverso, lo giuro. Abby vero?- chiede alla sua amica, come ulteriore aiuto.
-Sì mi ricordo. Me ne avevi parlato, me lo ricordo- interviene e il silenzio cala.
-Beh, poi il resto della storia lo sapete immagino- commento.
-Mi dispiace Luke- bisbiglia June.
-Dovevi vedere la sua faccia quando ti sei diplomata June, era sconvolto- mi deride Michael.
-Ma per fortuna sei tornata, con quel foglietto delle ripetizioni- le bacio la fronte.
-Ecco perché sapevi chi era mia sorella! Hai capito il giovane Hemmings!-esclama Ashton, come se si fosse ripreso dallo shock.
-Già. E meno male che il destino ha voluto darmi una mano- dico ancora, portando le labbra su quelle di June –E chi l’avrebbe mai detto? Sposati e con una figlia, il destino è strano- sorrido, mentre la piccola Lune si siede in braccio a me.
-Ti devo un caffè, Luke- dice June, baciandomi le labbra, sorridendo con me in questo bacio.
Il destino è davvero strano a volte, ma guarda dove ci ha portato, guarda quanta felicità ci avvolge.
Questo è per sempre June, te lo giuro.

 


Note di Nanek
Hey…
Che dire lettrici? Sono già depressa: questo è il penultimo capitolo T.T
Vi giuro, non so cosa dire, non so davvero che parole usare, ma è davvero quasi finita, la mia piccina è quasi finita e sono già in paranoia =(
Questo capitolo è… un tonfo al cuore, come lo è per Luke mentre racconta questo episodio: Luke e June quando non si conoscevano, lei che non se lo ricordava neanche!! June ha bisogno di occhiali nuovi, si sa! Luke invece è davvero tanto dolce, il nostro piccino <3
La giornata in spiaggia è davvero awww :3 voglio l’estate sigh. Poi Lune è un amore di bimba <3 tutti gli zii le vogliono bene <3 e uno in particolare, mi fa uno strano effetto… meglio non divagare :D
Care lettrici, oggi non vi metterò anticipazioni, il prossimo è il gran finale, la sorpresa ci sta, non credete?
Non sto qui a dilungarmi oltre: vi ringrazierò tutte nel prossimo e ultimo capitolo, dalla prima all’ultima ;)
Vi ringrazio cmq, per ogni cosa che avete fatto per questa storia, ringrazio le recensioni per lo scorso capitolo, vi ringrazio per le visite che continuo a ricevere e che mi fanno venire le lacrimucce =( vi ringrazio davvero di cuore, spero che il finale vi possa far emozionare tanto quanto lo faccia a me, spero di trovarvi nel continuo, e: non dimentichiamoci che su Twitter, quando posterò l’ultimo capitolo, darò inizio all’hashtag #SoOutOfReachMemories e spero di trovarvi anche lì <3
Vi lascio una OS su Ashton sfornata da poco, che se avete voglia di leggere, è questa qui ;) È come non sembra spero vi piaccia <3
Con questo chiudo, vi prometto che settimana prossima avrete il grande finale, lo giuro ;)
Grazie davvero di tutto <3 vi voglio bene <3
Nanek
 

 

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Capitolo 33
*** So out of reach ***


Capitolo 33

So out of reach

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Settembre 2020.
 
Una cosa che Luke ama, oltre alla sua amata June e la sua piccola Lune, è cantare davanti a tutte quelle ragazze che urlano il suo nome, ragazze che cantano le canzoni che lui stesso ha scritto, piangono davanti alla sua immagine, scattano foto, sono felici, lo rendono il ragazzo più fortunato al mondo.
Ma la cosa che ama in assoluto, è il fatto che Cal, Mike e Ash, qualche volta, lo lasciano andare sul palco da solo, a cantare quella canzone che tanto gli è cara, quella canzone che fa parte della sua vita, più delle altre, perché quella canzone ha fatto sì, che June tornasse da lui: Wherever you are.
E Luke, ora sale su quel palco con la sua chitarra tra le mani e viene avvolto da un boato non appena le luci vanno sulla sua figura, la figura del solito ragazzo che loro hanno visto crescere, la figura di quel ragazzo che di “punk rock” ha solo la maglia e il piercing al labbro, quel ragazzo che sembra un pinguino adorabile, che quando sorride fa sciogliere gli animi, che quando sorride mette in evidenza quelle fossette che tutte loro vorrebbero toccare, accarezzare, baciare, ma che sono riservate solo a June e Lune; Luke fa il suo ingresso, salutando con la mano, annunciando quella canzone, sorridendo a tutte, cercando di non tremare troppo dopo l’ennesima ondata di urla.
E Luke comincia a suonare la sua chitarra, il brusio in sottofondo delle fan che cantano prima di lui, lo fanno sorridere quasi divertito, ma poi ecco, che la sua voce comincia, la sua voce, che tutte amano, va a riempire quel posto, entra dentro di loro, raggiunge i loro cuori.
Voce così unica e perfetta, voce che però, viene interrotta.
Luke si ferma di scatto, non appena sente una manina toccargli i pantaloni, all’altezza del ginocchio: un brusio si innalza ancora, gli occhi di Luke vanno a guardare verso il basso, le fan urlano quel nome, quella bambina che l’ha raggiunto si nasconde dietro di lui, presa da una strana paura.
-Lune- dice Luke, sorridendole, scusandosi con le fan per l’interruzione, ma loro, sembrano fin troppo emozionate per potersi arrabbiare: Lune Hemmings è sul palco con il suo papà, si nasconde dietro di lui e scatena, con la sua innocente paura, sorrisi nel volto di tutti i presenti.
Luke appoggia la chitarra a terra, avvolge tra le sue braccia la sua bambina, prendendola in braccio, sussurrandole parole dolci, assicurandole che non succederà nulla di brutto.
-È tutto buio papà!- la bambina esclama, facendo ridacchiare le fan.
-Saluti queste ragazze per me? Usi il microfono! Uno vero- la incita il biondo, mentre lei lo abbraccia baciandogli la guancia, facendo emozionare ancora di più le ragazze che li stanno fissando.
Luke prende il microfono in mano, lo porta verso la bocca della bambina, la quale, perdendo quasi magicamente la sua paura iniziale, comincia a salutare, a commentare il buio pesto di quel posto, canta cose che solo lei conosce, Luke sorride come non mai, le fan la chiamano e lei si guarda intorno perché non capisce chi, tra le tante persone in quel posto, la stia chiamando.
E poi, un altro boato generale si fa avanti, facendo tremare un po’ Lune, che torna ad abbracciare Luke, il quale non capisce il motivo di tanta agitazione.

Ma la risposta alla sua domanda, è data dalla figura di Ashton, che fa la sua comparsa sul palco, il braccio attorno alle spalle di quella ragazza che tutti conoscono, quella ragazza che porta il suo stesso cognome: June Irwin, che avanza imbarazzata da morire, lo sguardo verso il basso, il passo incerto, mentre il fratello saluta disinvolto tutti i presenti, scatenando grida di ogni tipo, grida trattenute, dato che Lune cerca in tutti i modi di nascondersi.
-Ash ma che state facendo?- chiede Luke, non appena sono a un passo da loro; ma ecco che un altro boato si alza e le due figure mancanti si fanno avanti: Mike e Cal, con tanto di chitarra e basso e sorrisi da svenimento, fanno il loro ingresso, raggiungendo il gruppetto.
A parlare, però, è Ashton.
-Questa interruzione è… speciale- sorride alle fan, senza fiato, senza parole, non si aspettavano di certo tutto questo –Dovete sapere che… oggi è un giorno davvero importante per la mia sorellina e il mio cognatino qui presente, perché diversi anni fa, proprio in questo giorno, si sono conosciuti- confessa, facendo arrossire ancora di più June, che continua a fissarsi i piedi, imbarazzata come non mai, mentre Luke le va vicino, avvolgendola in un abbraccio.
-Dato che questo giorno coincide con una data del tour… abbiamo pensato di farvi una sorpresa… a tutti voi- fa l’occhiolino Ash, lasciando Luke senza parole, senza nulla da replicare: se volevano fargli una sorpresa, ci sono riusciti, a pieni voti.
-Quindi ora, piccioncini, sedetevi e guardate con noi quello che abbiamo preparato- li incita a sedersi per terra, mentre Mike si rivolge alle fan, chiedendo se sono disposte a condividere con loro quel momento: domanda insensata, dato che un urlo generale fa rimbombare un “sì” pieno di emozione.
Lune si siede tra le gambe di June, che siede a sua volta tra quelle di Luke; non vogliono dare le spalle alle fan, si mettono un po’ laterali, mentre gli altri prendono posto: Ash alla batteria, Cal e Mike davanti ai microfoni.
Uno schermo bianco si illumina dietro il batterista, pochi secondi e compaiono delle parole: “Luke & June”.

Non appena questi nomi scompaiono, Michael comincia a suonare, comincia a intonare di nuovo quella melodia che Luke aveva cominciato e bruscamente fermato: le note di Wherever you are riprendono il possesso di quel posto, si fanno sentire, avvolgono quell’atmosfera e ,quello schermo, decide di accompagnare quelle note, cominciando a proiettare foto che Luke e June non avrebbero mai pensato di far vedere davanti a così tante persone.
Calum comincia a cantare, la sua voce si unisce a quelle note, a quelle foto, June e Luke si sentono il cuore in gola, sono senza parole: lei trema, presa dall’emozione e dall’agitazione, lui la stringe, baciandole la guancia, tenendola vicina a sé, come a volersi sentire sicuro, come se l’agitazione lo stesse travolgendo a tal punto.
Le foto che scorrono sullo schermo sono foto di loro due.
Alcune foto girano in internet da sempre, ma altre, nessuno le ha mai viste, perché June e Luke le hanno sempre nascoste: foto di loro due, foto che li ritraggono esattamente come sono ora, insieme, felici, completi, foto che fanno emozionare June, a tal punto che si lascia scappare una lacrima sulla guancia, mentre la piccola Lune sorride davanti a tutto quello che la circonda.
Foto dove Luke abbraccia June, foto di June e Luke a quel ballo in maschera, foto delle loro mani che si intrecciano, foto dove Luke bacia la guancia alla sua June, foto che hanno un ricordo impresso, un ricordo che si nasconde dentro di loro, dentro i loro cuori, ricordi che mai cancelleranno, ricordi che fanno parte della loro storia, ricordi indelebili che neanche il tempo potrà mai rovinare.
E mentre i loro ricordi passano davanti ai loro occhi, quella melodia, quella canzone, accompagna il tutto, rendendo quel momento unico e indimenticabile.
Luke sorride, avvolge le mani davanti a June, appoggia il viso sulla sua spalla, le sussurra all’orecchio quelle parole, che mai si stancherà di ripeterle –Ti amo- e la sente arrossire, senza bisogno di guardarla, la sente irrigidirsi, sente le mani di lei intrecciarsi alle sue, talmente fredde, congelate, l’agitazione la invade.
Il viso di lei, poi, si gira lentamente, i suoi occhi puntanti su quelli di lui, le labbra di lei che non aspettano un solo secondo di più prima di appoggiarsi alle sue, facendolo sorridere.
E la loro bambina, guardandoli, decide di unirsi anche lei a quelle coccole che tanto la fanno sorridere e avvolge June, la sua mamma, appoggiando il viso sul petto di lei che, richiamata da questo gesto, le bacia la testa, sentendo le braccia di Luke avvolgerle entrambe.
Michael, Calum e Ashton si guardano complici davanti a quella scena, sorridono tra di loro, continuando a cantare quella canzone, lasciando che quel momento raggiunga il culmine della sua perfezione quando, all’ultimo ritornello, sullo schermo si mostra l’ultima foto: una foto che ritrae tutti loro, al mare, June e Luke al centro con delle facce buffe e imbarazzanti, che fanno ridere i presenti; Mike che abbraccia Abby con un sorriso così unico che lo fa arrossire mentre canta; Ashton vicino a Sue, le loro mani così vicine, che se si prendessero non si lascerebbero mai andare; Calum con in braccio la piccola Lune, lui le bacia la guancia, lei sorride, la sua manina appoggiata al tatuaggio di lui.
E quando la canzone finisce, urla che si innalzano, lacrime che scendono: Calum prende in braccio la piccola Lune, Luke che non sembra voler lasciare la mano di June, Mike e Ashton che avvolgono tutti in un abbraccio, un abbraccio tra amici, un abbraccio che racchiude tutto quello che hanno passato insieme, in quegli anni, anni fatti di così tante emozioni che sono davvero difficili da dimenticare.

Perché loro non si scorderanno mai l’odio iniziale provato nei confronti di Ashton, odio che però, è servito ad avvicinarli, a farli diventare amici inseparabili, amici che ora condividono lo stesso sogno; non scorderanno mai l’amore di Luke nei confronti di June, amore così puro, così forte, che ha saputo superare gli ostacoli incontrati nel loro cammino, un amore così unico che è riuscito a superare quel “She’s so out of reach”, perché June non era così impossibile da raggiungere, perché la felicità che stanno provando, non è così impossibile da vivere, perché se quella felicità è destinata a loro, nonostante le difficoltà, riusciranno sempre a raggiungerla; non si scorderanno mai tutto quello che hanno passato insieme, non si scorderanno mai quanto importante è la loro amicizia, amicizia vera, amicizia che li ha portati a vivere esperienze indimenticabili, sempre nuove, sempre uniche.
Amicizia che li accompagnerà per sempre.
Amicizia che li porterà ancora più lontano, nel loro viaggio, nella loro vita; vita appena iniziata, vita che non è nemmeno a metà del suo percorso, sono ancora così giovani, hanno ancora così tanto da vedere, da vivere, da provare.
La vita di Luke, June, Michael, Abby, Ashton, Sue, Calum e Lune è solo all’inizio.

 
THE END


 
Note di Nanek

*nuota in un oceano di lacrime perché la mia piccola è finita*

Ditemi voi cosa devo dire, perché sono senza fiato, senza parole, sono sconvolta tanto quanto June e Luke per questa sorpresa finale, sono come una mamma che lascia andare via di casa il proprio bambino: So out of reach è finita, e mi sembra surreale: ma l’ho cominciata l’altro ieri!!!!! E invece sono già nove mesi (una gravidanza lol) che ci sto dietro, nove mesi che vivo con questi personaggi a me tanto cari, personaggi che, diciamocelo, ne hanno passate di tutti i colori!! Ma non stiamo qua a fare una sintesi di tutti i loro guai sennò piango ancora e affogo.
È finita.
È finita questa storia, la storia che più mi ha reso orgogliosa, perché questa storia è stata davvero un boom per me: l’avete accolta, apprezzata, riempita di così tante recensioni che a volte mi chiedo “ma parlano proprio di me? Della mia storia?”, sono letteralmente SENZA PAROLE.
Che dire oltre al fatto che sono triste? Due cose direi…

Uno, DAAAAAAAAAAAI lo sappiamo tutti che in realtà non è finita qui ;) questa storia andrà avanti ;) non qui, ma in un’altra storia, non lunga come questa, ma che sarà una specie di continuo ;) una storia che ora vi posso svelare insomma U.U allora, chi si ricorda del mio annuncio nel voler postare una ff su Calum? *nessuno* allora, diciamo che quella storia che avevo accennato è un’altra :D e che ho deciso di postare più avanti, quando pure il sequel di “So out of reach” sarà finito ;) MA!! Care Calum’s girls, non dovete essere tristi perché…… il sequel di So out of reach avrà proprio IL NOSTRO POVERO E ISOLATO CALUM COME PROTAGONISTA PRINCIPALEEEEEEEEEEE *stappa lo champagne per brindare* siete felici? *-* io siiiii da morire!!! Mi sentivo troppo in colpa per il nostro KIWI, il sequel se lo merita davvero!!! ;)
E di questa storia, questo sequel, vorrei lasciarvi il banner, che metterò qui sotto ;) giusto per suscitare la vostra curiositààààààà ;) il titolo è "No Heroes Allowed" una canzone meravigliosa che vi suggerisco di ascoltare <3

 
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Cosa numero due: il sequel verrà postato a brevissimo ve lo giuro, ma! Non dimentichiamoci di un’iniziativa che avevo proposto millenni fa ;) : su Twitter darò inizio all’hashtag #SoOutOfReachMemories …. E per chi avesse voglia… mi farebbe davvero piacere trovare quali ricordi di questa storia vi sono rimasti più impressi <3 se volete partecipare, è gratuito, prende solo qualche minuto del vostro tempo ;)

Detto anche questo, credo di essere senza parole LOL e passo a ringraziare tutte voi, dalla prima all’ultima, voi che avete portato questa storia al secondo posto tra le popolari, voi che l’avete riempita d’attenzioni, voi che meritate tutto il mio affetto, voi che mi mancherete da morire =( voi che siete così speciali per me che… vorrei davvero non perdervi, e se volete “farvi vive” nel sequel di questa storia, beh, io sarò lì ad aspettarvi con gli occhi a cuore <3

Grazie a tutte voi, per le TROPPE recensioni che avete sempre scritto, per le troppe parole che avete lasciato, grazie per aver recensito questa storia, vi adoro, dalla prima all’ultima <3 icanmakethestarsdance Luke_Hemmo fight_till_its_over SadDakota frillippi AbigailDarkness strawbhoran melaniekay96 She loves writing
Eliisa_ luce_ghiaccio harrystylesw _Hakuna_Matata_ TheBlueRose
_hood warrjor_ michaelcookiess yheababes HUGME_1D
Mrs_Stypayhorlikson giudirectionerforever blackbharry Joy4ever just a trjbute
Mashton MyBlueGuitar 5soscover itsrowag VaneDirectioners horanmuffin
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IdolsDimples mashtonsconcert fakesmile_ GraceDirectioner  Smile_LWWY
 La ragazza riccia Geo7bello DiRECTiONER_4F Tomma_Ash ZaynMaliklove4ever  Cece_writes
mcassyunicorno _Vale99Vale_ Ilovenialler HoransCoffee yheababes odairseyes NiallHugsMe_ NeneHoran mrs_horan_94
irwinsmile dnalife hemm0 needlukeshug ILoveMrHazza LoveDayDreams Lukespenguin Diddl9
Cri_Directioner abbeyna Australian boys Laralara ashtonsdimples Carlotta Horan Tommos_girl93 RescuemeCal


Grazie a voi, per aver messo questa storia nelle preferite, facendola arrivare al secondo posto tra le popolari <3 vi adoro tutte <3 0mgisbiebs 1Dmyreasontobe 1D_Gomez 5sostshirt 5_Seconds_Of_Direction 
AbigailDarkness Aleran  alesara  Ale_directioner98 Sapsa 1D  amoilsorrisodiluke Le3psicopatiche sjdolsx Fede9756  AliTommo_24 alwaysss amorelove Angel_With_A_Shotgun AnotherWorld1D
 Australian boys beacarli beez Believe_in_yourself Birdy bi_styles blackbharry 
calumstattoo Carlotta Horan Cece_writes chevy chocoliam DiRECTiONER_4F 
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Grazie anche a voi, per aver messo la storia tra le ricordate <3 vi adoro tutte <3
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Grazie anche a voi, per aver messo la storia tra le seguite <3 vi adoro tutte <3
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_Malik_ _Orchidea _proud_of_them _Verity_ 


Spero di non aver dimenticato nessuna di voi, in tal caso: VI ADORO SAPPIATELO!!

PRIMA DI PASSARE ALLA FINE FINE: QUANTE DI VOI VANNO A MILANO IL 3 APRILE?!?!? Se ci siete vi cercherò sappiatelo U.U

Comunque…
La parola GRAZIE non è mai abbastanza per dimostrare la mia gratitudine a tutte voi, ma spero che in questi mesi insieme, io sia riuscita a farvi capire quanto abbia apprezzato ogni singola cosa fatta per me, fatta per questa storia <3
Vi voglio bene <3

Per concludere, dedichiamo questa ennesima long terminata al mio idolo Nek <3 perché lui c’è sempre, in ogni cosa che faccio, c’è poco da fare <3 ;) ma dedichiamola anche ai quei 4 idioti che hanno saputo rovinarmi la vita ;)
Grazie ad Ashton, perché lui è davvero il fratello rompi coglioni perfetto che tanto vorrei <3
Grazie a Mike, perché è il migliore amico che io sogno, e perché è un patato che io adoro <3
Grazie a Calum, perché nonostante compaia poco, ha un ruolo importante anche lui u.u perché io lo adoro, e il sequel se lo merita <3
Ma grazie soprattutto a Luke <3 Luke! Tu! Essere diabolico che hai saputo farmi sciogliere, perché MAI avrei pensato di essere dipendente da un nanetto del 96, ma ecco che arrivi tu e distruggi tutte le mie convinzioni, tu e le tue fossette, tu e il tuo essere biondo occhi azzurri e dannatamente tenero, tu pinguino dei miei stivali, che continui a farmi penare ma che hai saputo rendermi felice tante volte, come la nostra June, June che in realtà, è l’esatta copia di me <3

A presto care lettrici <3 (perdonatemi lo sclero finale, ma l’emozione gioca brutti scherzi :D)
Nanek

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