Betray

di GStew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.







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PROLOGO



"Basta Edward, questa volta è l'ultima!"
Ti dico portandomi entrambe le mani tra i capelli.
"Certo Bella come tutte le volte. È da tre mesi che lo dici!"
Urli.
Ma cosa ci posso fare? Mi sento troppo in colpa amore mio. Da più di due anni stai tradendo tua moglie, da più di due anni sto tradendo mia sorella. Ti crede ad una riunione fuori città, ma tu sei ancora a Londra, sei a casa mia, nel mio letto dove abbiamo appena finito di fare l’amore.
"Edward, Lauren... tu non capisci, è mia sorella, è tua moglie. Mi sento un verme."
Ti alzi dal letto ancora nudo e mi vieni ad abbracciare.
"Anche per me è lo stesso, ma non la amo, non la amo più! Amo te, dalla prima volta che ti ho vista."
Mi hai conosciuto il giorno in cui insieme a mia sorella entrasti in casa per farti conoscere dai miei genitori, più di sei anni fa.
"Allora perché l'hai sposata?"
Non mi rispondi, non mi rispondi mai quando ti faccio questa domanda. Sospiri prima di entrare in bagno e restarci fino a che i sensi di colpa non spariranno per poi tornare domani quando rifaremo la stessa discussione di oggi.
Ci amiamo troppo, ci siamo sempre amati... Io so perché hai sposato mia sorella. Tu ti volevi levare dalla testa che mi volevi, hai pensato che sposando Lauren tu ti saresti dedicato solo a lei, speravi di dimenticarti di me. Invece il matrimonio ha reso tutto più difficile e ora ci ritroviamo qui, a tradire e prendere in giro le persone più importanti della nostra vita. Ci facciamo schifo da soli ma non riusciamo a smettere. Siamo uno la droga dell'altro.
Esci dal bagno e ti rivesti. Ora devi tornare da lei, è stata una bella settimana. Mi piace quando possiamo stare così tanto tempo da soli. Mi piace quando siamo solo io e te, e il pensiero che tra poche ore bacerai di nuovo le sue labbra mi rende incredibilmente gelosa. Ma tu sei suo non mio e ormai me ne sono fatta una ragione.
"Ci vediamo domani sera per la cena a casa di tua madre?"
"Si, penso di esserci."
Sussurro quasi all'orlo delle lacrime. Lo sai, sai come mi sento perché tu ti senti esattamente come me.
"Ti amo Bella."
Mi dai un lungo bacio sulle labbra e poi esci, te ne torni da lei lasciandomi sola con le mie lacrime che ti rifiuti di vedere poiché odi quando piango e quando soffro per quello che facciamo.

 

 

GStew

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


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CAPITOLO UNO




 
“Allora, com’è il pollo?”
“Mmmh è davvero buono! Non capisco come tu faccia a farlo così buono!”
Lauren parla con la bocca piena. Fa una faccia e una voce davvero buffa, tu ridi e le passi un tovagliolo. Io non ci riesco, non riesco a ridere, non riesco ad essere felice.  Sono felice solo quando sono con te, tra le tue braccia grandi e calde, mentre mi baci o mentre mi sussurri che mi ami, che mi ami più di lei poiché lei hai smesso di amarla appena mi hai incontrato.
“E tu? Bella ti piace?”
Mia madre mi guarda con un gande sorriso, ama quando le vengono fatti dei complimenti.
“È buonissimo mamma, ti è venuto davvero bene stavolta.”
Cerco di sorridere, faccio curvare la mia bocca all’insù ma si vede che è un sorriso di circostanza, un sorriso falso e tirato.
“Ah, quindi le altre volte mi era venuto un schifo eh?”
Mamma, mamma. Tu si che sei felice e riesci sempre a scherzare. Nonostante papà sia morto da più di due anni tu non hai ceduto, sei andata avanti a testa alta e hai continuato la tua vita.
“Eh si, di solito ti viene malissimo.”
Rido prendendola in giro e tu mi guardi e ridi con me della faccia fintamente arrabbiata di mamma.  Mi viene voglia di baciarti e mi è davvero difficile reprimere l’istinto di alzarmi e di buttarmi sopra di te per fare l’amore come tutte le altre volte in cui l’abbiamo fatto.
“Mamma non la stare ad ascoltare, è solo gelosa perché a lei non viene così, anzi a lei non viene proprio!”
Lauren entra nel discorso con le sue solite frasi pungenti. Non mi sopporta, non mi sopporta da quando al liceo il ragazzo che le piaceva invitò me al ballo invece che lei, rifiutai anche se quel ragazzo era davvero carino, ma volevo bene a mia sorella e non le avrei mai potuto fare una cosa del genere. Nonostante tutto da quel giorno diventò più fredda e distaccata e ancora oggi è così. Non oso immaginare cosa potrebbe accadere se sapesse cosa c’è tra me e Edward e cosa accade quasi tutti i fine settimana tra noi.
Non mi scompongo più di tanto alla sua frase e continuo a mangiare dopo averle detto una frase altrettanto pungente.
“Almeno io non vengo tutti i giorni a prendere il cibo già pronto e solo da riscaldare dalla mamma.”
“E con questo cosa vorresti dire?”
Lauren mi guarda con sguardo di sfida. Si mette sempre sulla difensiva quando parla con me, sa che sono più forte di lei, è invidiosa della mia sicurezza e vuole essere sempre migliore di me.
“Voglio dire che io non so fare il pollo fritto ma almeno so friggermi un uovo al contrario di qualcuno.”
La guardo negli occhi senza mai abbassare i miei ma io non la sto sfidando, la mia è solo una questione di educazione.
“Sei l’ultima che può parlare visto che la maggior parte delle volte vai a mangiare in ristoranti. E poi, diciamo la verità! Come fai a pagare se non hai nemmeno un lavoro? Cos’è? La dai ai proprietari?”
Ecco quando Lauren non sa più cosa dirmi mi da della puttana. Non rispondo alle sue provocazioni poiché sono delle stronzate assurde e inventate non avendo altro da dire. Io ho un lavoro, è vero non è un posto fisso ma è pur sempre un lavoro rispettabile come tutti gli altri. E poi ci sei tu che mi dai una mano sai che sto continuando gli studi per potermi laureare e che non riesco a lavorare a tempo pieno quindi ogni tanto mi passi qualcosa anche se contro la mia volontà.
Faccio finta di nulla alla provocazione di mia sorella e continuo a mangiare in silenzio.
Tu non sei dello stesso parere però. Quando Lauren si comporta così con me il sangue ti va al cervello  e non riesci a tenere la bocca chiusa. Penso che sia un senso di protezione il tuo.
“Lauren, smettila! Bella ha un lavoro e continua anche a studiare. Si sta dando molto da fare, non dire cose cattive su di lei.”
Lauren strabuzza gli occhi.
“Ora sei dalla sua parte anche tu?”
Si alza e ti fissa con odio.
“Dai amore mettiti a sedere e facciamo finta di niente.”
“No mamma, me ne vado”
Butta con odio il tovagliolo sulla tovaglia e velocemente prende le sue cose per poi uscire di casa sbattendo la porta.
Sei imbarazzato. Sai che tua moglie è così ma non sopporti il suo modo di fare a volte e sai che se ci fossi io al suo posto non succederebbe mai.
“Scusaci Renèe.”
Sussurri prima di seguire Lauren. Mi guardi prima di uscire con degli occhi davvero dispiaciuti, è il tuo modo di scusarti poiché stasera non potrai venire da me. Scuoto la testa come a dirti che non importa e te ne vai.
“Mi dispiace mamma.”
Mi scuso anche io con mia madre e inizio ad aiutarla a mettere a posto la tavola.
“Non fa niente Bella. Lauren fa sempre così! Vai a casa anche tu, sarai stanca.”
Annuisco e le do un bacio su una guancia per poi andare nel mio appartamento dall’altra parte della città.
 
Sono le tre e mezzo di notte quando qualcuno mi sveglia suonando alla mia porta insistentemente. Quando apro ti ritrovo davanti a me.
“Edward. Che fai qui?”
Entri in casa e mi baci, fai muovere le nostre lingue insieme e mi stringi forte a te.
“Avevo promesso di venire.”
“E Lauren?”
Cosa le puoi aver detto? Cosa ti sarai inventato stavolta?
“Dormiva e così le ho lasciato un biglietto con scritto che ero dovuto scappare a lavoro.”
Rido.
“Ma sono le tre e mezzo di notte!”
Ti stringo di più e affondo la mia testa nel tuo collo.
“Non si sveglierà prima di domani mattina, stai tranquilla amore!”
Annuisco e mi faccio prendere in braccio da te che mi porti sul mio letto nella mia camera che ormai è diventata anche tua. Iniziamo a baciarci e poco dopo avermi spogliato e esserti tolto i pantaloni entri dentro di me facendomi sussultare. Non mi abituerò mai alla tua grandezza… non mi abituerò mai alla tua dolcezza… non mi abituerò mai a te!
Veniamo quasi contemporaneamente dopo alcuni minuti e ci addormentiamo dopo pochi secondi, insieme, abbracciati come dovrebbe accadere sempre.
Hai ritradito tua moglie, ho ritradito mia sorella.
Ma non me ne pento stavolta.

                                                                                                                                                                                      




                                                                                                                                                                                                                                 GStew

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


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     CAPITOLO DUE

     


 
“Amore hai fatto?”
Urlo da fuori il bagno. È da più di mezz’ora che sei là dentro, se non mi rispondi giuro che entro a vedere cosa cazzo stai facendo.
“Edward?!”
Ti chiamo di nuovo e dopo alcuni minuti urlo il tuo nome per la terza volta. Mi sto preoccupando davvero.
Spalanco la porta e mi avvicino al box doccia quando mi sento afferrare da dietro. Sei tu. Scemo!
“Idiota! Mi stavo preoccupando, pensavo fossi morto affogato!”
“Ce n’hai messo di tempo eh!”
Era solo uno stupido scherzo per attirarmi nella tua trappola. Nella tua bellissima trappola. Inizi a baciarmi il collo e fai entrare una mano sotto il mio top che uso per dormire insieme a dei pantaloncini corti davvero ini. Poco dopo entriamo dentro alla doccia e rifacciamo quello che abbiamo fatto questa notte. Non posso credere di averti qui con me, non posso credere di piacerti, ho solo ventitré anni, tu trenta, sei un uomo grande e maturo, più maturo di me, ma  mi hai scelto comunque e io non potrei esserne più felice. Ma c’è mia sorella che  danneggia la nostra bolla di felicità. C’è lei che non ci permette di vivere tranquillamente questa esperienza straordinaria che stiamo vivendo assieme.
“Devo andare.”
Mi sussurri vicino al mio viso dopo aver raggiunto l’orgasmo. Ti sto dando le spalle, le mie mani sono appoggiate alla parete della doccia di fronte, le tue invece sono sui miei fianchi, la mia schiena contro il tuo petto, le mie gambe aperte  uguali alle tue.
Annuisco mentre alcune lacrime scendono dai miei occhi e ringrazio Dio di essere dentro ad una doccia così da non farmi scoprire da te. Non è possibile che tutte le volte che te ne vai io debba piangere. Non ha senso perché so che prima o poi tornerai da me.
Mi stringi forte in uno dei tuoi abbracci speciali che hanno il potere di farmi tranquillizzare. Sorrido, hai capito cosa mi sta succedendo. Mi conosci troppo bene come io conosco benissimo te.
“Ti amo.”
Mi dici prima di uscire.
 
“Casa dolce casa!”
Dico appena chiudo la porta di casa mia e  posso finalmente togliermi i miei fastidiosi tacchi.
Oggi ho sostenuto un altro esame all’università, fortunatamente l’ho passato come tutti gli altri, quel vecchietto ha deciso di farmi tutte domande semplici, si vede che gli stavo simpatica, anche se quell’occhiolino alla fine della mia ultima risposta mi fa pensare ad altro… va beh chissà che si aspettava, da me non avrà nulla sicuramente.
Mi dirigo verso il frigo e prendo una birra, mi siedo sulla  finestra che da su un piccolo parco giochi non adatto ai bambini ma agli ubriaconi che non sanno dove andare e ai ragazzi che si vogliono fumare una sigaretta senza essere visti, proprio come me che ora mi sto fumando una stupenda Winston Blue, se Edward mi vedesse ora mi ucciderebbe. Appena finisco di formulare il pensiero sento la porta aprirsi.
“Bella?”
Cazzo. Butto la sigaretta e finisco velocemente la mia birra, odia anche quelle. Metto la bottiglia sul cornicione per nasconderla e sventolo le mani per mandare via il fumo che è entrato in casa.
“Bella? Ma dove sei?”
“Amore, qui in cucina vieni!”
La tua testa spunta dalla porta scorrevole e appena mi vedi mi sorridi ma quando improvvisamente mentre mi vieni incontro storci il naso capisco che hai capito. Ti sorrido colpevole e mi guardi male.
“Oddio Edward una volta non fa male a nessuno, anzi dovresti fumare anche te qualche volta! Se sei nervoso è perfetta una bella sigaretta.”
“Lo sai che non mi piace, la devi smettere…”
“Neanche fossi mio padre, su Edward… ma come sei entrato?”
Tu non hai le chiavi del mio appartamento.
“La porta era aperta. Comunque sono venuto per dirti una cosa importante.”
Le mie mani iniziano a tremare immediatamente. Lo sapevo, lo sapevo che prima o poi avresti deciso per entrambi. La vuoi finire qui.
“Di… dimmi…”
Ti dirigi verso la finestra e ti sporgi fuori ti guardi intorno, odi anche la posizione della mia casa e quel parco giochi lo vedi come una minaccia, dici sempre che i drogati e gli stupratori vanno li, ma io non ci ho mai visto nessuno di loro quindi…
“Questa cos’è?”
Mi chiedi mostrandomi la mia bottiglia di birra di poco prima.
Stavolta ti guardo innocente e tu sospiri tornando al tuo discorso.
“Bella… Lauren…”
È incinta, sarà sicuramente incinta, lo sapevo cazzo. Mi vuoi lasciare perché è incinta.
“Lauren cosa Edward?”
“Lauren ha deciso che vuole trasferirsi.”
Tiro un sospiro di sollievo, pensavo peggio!
“A Los Angeles.”
Spalanco gli occhi e ti guardo sconvolta.
Cosa?

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


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CAPITOLO TRE



 
Sei partito da una settimana, ti sento per telefono quando sei a lavoro. Ti sei dovuto trasferire a Los Angeles. Lauren voleva cambiare vita, allontanarsi da tutto ciò che ha accompagnato la sua infanzia, la sua adolescenza. Ha lasciato qui a Londra me e mia madre. Non ha senso tutto ciò… non capisco perché abbia preso questa decisione. Che abbia intuito qualcosa? Che sospetti di te? O forse di me? Non lo so fatto sta che non ci sei più e io mi sento vuota. Chissà quando ti rivedrò, quando potrò di nuovo baciarti, accarezzarti o anche solo parlarti. Si perché amo parlare con te. Mi capisci.
Tra un mese verrò a trovarvi. Forse. Io e Renèe vogliamo vedere la vostra nuova casa. Meglio, Renèe e basta vuole vedere come vi siete sistemati.
 
Non ho più un programma, una routine. Non so cosa farò domani, non ricordo cosa ho fatto ieri. Mi sento persa e il tempo è come se si fosse fermato nell’esatto momento in cui sei uscito da casa mia. Mi hai rassicurata, hai detto che avresti trovato un modo, che tutto si sarebbe risolto. Ho pianto, mi sono arrabbiata, ti sei arrabbiato e abbiamo urlato. Ti ho incolpato di non amarmi, che se tu mi avessi amato davvero non saresti partito. È stato tutto inutile perché un’ora dopo sei salito sull’aereo che ti avrebbe portato in America. E ora? E ora sono qui a pensarti come ieri, come due giorni fa, come tre giorni fa e come sicuramente farò domani.
 
Il mio cellulare che ormai vive a contatto con la mia mano ventiquattro ore su ventiquattro vibra. Sei tu, un sorriso rassegnato mi spunta sulle labbra. Cosa vorrai dirmi oggi? Cosa ti inventerai per farmi stare tranquilla?
“Pronto?”
“Amore sono io… come va?”
Come va? Sto morendo dentro, come se mi avessero strappato una parte di me, come un braccio, una gamba, il cuore.
“Bene, tu?”
“Mi manchi…”
Anche tu mi manchi, mi sento rifiutata, come se non valessi niente, come se per te fossi sempre stata un gioco, uno svago. Una botta e via ogni tanto quando ti stancavi di lei. Però so che non è così, tu mi ami davvero…
“Anche tu. Quando ci vedremo?”
“Presto Bella, te lo giuro. Vengo a Londra il prima possibile!”
“Potrei venire anche io…”
Potrei trasferirmi, però qui ho tutto. L’università, il mio lavoro, i miei amici, mia madre, il mio appartamento. Però non ho te. Cosa è più importante? La mia vita e il mio futuro? O tu, il mio amore quello che mi da la forza di andare avanti, l’aria che serve per far funzionare i miei polmoni?
“Vengo io tra due settimane.”
“Come vuoi… ora devo andare…”
“Ti amo Bella.”
“Si.”
Ed ecco che ricomincio a piangere.
 
UN MESE DOPO
 
“È davvero una bella casa amore…”
“Grazie mamma”
Siamo a casa di mia sorella e tua, a Los Angeles. Finalmente ti rivedo. Non sei venuto a Londra come avevi promesso. Lauren non ti ha lasciato partire. Credo davvero che sospetti qualcosa.
“Quanto vi fermate?”
Chiedi educatamente come sempre.
“Bè.. una settimana credo, devo fare alcuni cose importanti, e poi Bella voleva vedere la città e Los Angeles è grande. Possiamo andare tutti insieme da qualche parte  anche, che ne dite?”
Oddio.
“Mamma, frena! Siamo arrivate da due ore, sono stanchissima. Vado in albergo, ci vediamo dopo.”
Saluto tutti e anche tu, con un piccolo abbraccio.
“Oh allora.. io vado al museo, Lauren mi accompagneresti?”
Lauren ti guarda di sfuggita e subito dopo me. E alla fine acconsente ad uscire con Renèe.
Si, ha decisamente intuito qualcosa.



Gaia.

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro ***


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CAPITOLO QUATTRO





 
Mia madre e Lauren sono da qualche parte qui a Los Angeles, mia madre è una patita di musei. Oggi ha deciso di andare al centro della Scienza, e tu, Edward hai deciso di accompagnarmi. Finalmente soli.
“Sono contenta di rivederti..”
Ti dico mentre guidi con velocità presso l’albergo.
“Amore, mi sei mancata tantissimo.”
Ti sorrido. Mi sento a casa con te, protetta.. è una sensazione difficile da spiegare. Sono agitata, so cosa accadrà tra poco. Mi fai venire le farfalle nello stomaco e gli occhi lucidi. E appena accosti mi butto su di te in cerca delle tue morbide labbra. Non ci importa della gente che entra e esce dall’albergo, tu mi accogli tra le tue braccia  e mi stringi.
“Non ce la facevo più Bella. È bellissimo poterti riabbracciare.”
Sussurri inspirando il profumo di fragola dei miei capelli, il profumo che adori.
“Andiamo in camera..”
Scendiamo entrambi e dopo aver preso la chiave dalle mani del signore della reception che ci guarda con divertimento, corriamo all’ascensore. Sembra di essere in un film quando mi prendi in braccio  baciandomi mentre saliamo di piano in piano fino ad arrivare al nono.
“Veloce.”
Ti dico percorrendo lo spazio che ci divide da quello che sarà il nostro nascondiglio per un paio di ore.
“Ho voglia di te Bella. È un mese che ogni notte sogno il tuo viso che mi sorride, le tue labbra che mi parlano e il tuo corpo... “
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e tu le mandi via con dolci baci che mi fanno tremare ancora di più.
“Il tuo corpo che sotto al mio si contorce dal piacere.”
È sempre stato un tuo pregio quello di riuscire a farmi eccitare solo con delle parole.
“Ti amo Bella!”
Quando entri dentro di me, il mio corpo ti riconosce e subito ci adattiamo uno all’altra. E è bellissimo sentirti di nuovo. È la cosa più bella del mondo il tuo respiro affaticato dallo sforzo sul mio collo, e penso sia lo stesso per te, i miei sospiri in sintonia con  tuoi. Di nuovo.
Lauren non esiste più in questo momento. Nessun senso di colpa.
 
Ci siamo solo io e te.
 
Quando cambiamo posizione e sono io a guardarti dall’alto mi sorridi.
E riconoscerei quel sorriso tra mille.
Quando raggiungo il massimo piacere tiro indietro la testa e tu ti tiri su per abbracciarmi e baciarmi mentre con le braccia e le mani accarezzi la mia schiena inarcata.
“Ti amo anch’io.”
Ti sussurro piano mentre mi fai stendere accanto  a te come un marito e una moglie.
“Sarebbe bellissimo se potesse essere davvero così, senza doverci nascondere o raccontare bugie. Non credi?”
Ti dico girandomi per potermi perdere nei tuoi occhi dorati.
“Si bella. E prima o poi sarà così, sempre. Ma ora è difficile, lo sai.”
“Si, ma non perderò la speranza..”
Chiacchieriamo ancora un po’ fino a quando non mi addormento come mi succede la maggior parte delle volte dopo aver fatto l’amore.
E rimango delusa quando a svegliarmi non sei tu ma Renèe che mi avvisa che è arrivata l’ora della cena.
Una settimana vicino a te, Edward.
Potrà bastarmi?




Gaia

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


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CAPITOLO CINQUE






 
Finalmente Bella è qui con me.
Ma non possiamo andare avanti così, a nasconderci, sono già passati degli anni e questa storia deve finire.
Devo divorziare da Lauren, ma come posso, come possiamo fare una simile cosa?
Capirebbe che l’abbiamo presa in giro da praticamente subito dopo il nostro matrimonio. Come farebbe Bella a continuare ad avere dei rapporti con lei, nonostante quest’ultimi non siano dei migliori sono comunque sorelle. Due sorelle si fidano una dell’altra.
Evidentemente il nostro amore è più forte.
E Renèe? Come farebbe la mia Isabella a guardare ancora in faccia sua madre dopo averle mentito per così tanto tempo?
Le cose sono molto complicate. Siamo finiti in una cosa più grande di noi.
Ma ce la faremo, o almeno è quello che dico sempre a lei, forse più per convincere me stesso che altro.
“A cosa pensi tesoro?”
Lauren è seduta vicino a me sul divano, e al suono della sua squillante voce riemergo dai miei pensieri, dalle mie frustrazioni.
“Cosa?”
“Sono più di cinque minuti che guardi i titoli di coda di questo film. Sognavi a occhi aperti?”
Sognavo la mia Bella, tua sorella, la mia amante e l’unica donna che riesco a vedere nel mio futuro.
“Oh.. nulla, pensavo.”
“E a cosa? A quello che pensavo io spero.”
Il suo tono malizioso mi fa intendere che quella è una di quelle sere, una delle sere in cui devo fingere, di nuovo.
Dove al posto del viso di Lauren immagino il chiaro e morbido volto di Bella.
Dove le mani che mi stringono la vita e mi graffiano le spalle sono le minuscole e gentili mani di Bella.
Dove i sospiri affannati che tanto odio ultimamente sono quelli dolci e pieni di amore di Bella.
Inizio a baciare Lauren riportando alla mente l’ultima volta che sono stato con la donna che amo.
Cerco di immaginare il suo profumo ma Lauren ne ha messo uno particolarmente forte che mi rende tutto difficile.
“Ed, andiamo a letto.”
 
Bella.
 
Bella.
 
Bella.
 
Le mani di Bella.
 
Il volto di Bella.
 
La voce, il respiro di Bella.
 
“Edward!”
Apro gli occhi e Lauren è davanti a me.
“Si?”
“Andiamo di sopra..”
Non è più lo stesso, non riesco a fingere.
“Lauren non ci riesco, sono troppo stanco.”
“Sei un vero stronzo.”
È la fine. Lauren non reagisce nel migliore dei modi, e l’ultima cosa che vedo prima di iniziare a bere come se non ci fosse un domani è Lauren che con la sua giacca di pelle esce dal nostro appartamento.



Gaia.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo sei ***


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CAPITOLO 6





 

 
“Si Bella, se n’è andata.. pa-parla più.. più piano amore.. non sono ubriaco.. non ho molto.. intendo bevuto.. non ho bevuto molto.. va bene, ti aspetto..”
Mi guardo intorno, ti aspetto.
Le immagini che mi attraversano il cervello non sono nitide, anzi sono abbastanza sfocate. E vorrei che questo mal di testa finisse. Ti prego Bella aiutami.
 
“Edward, amore sono qui, svegliati.”
Sento qualcosa, o meglio qualcuno che sta giocando con i miei capelli, e il suo profumo mi entra dal naso forte, intenso.
Troppo intenso!
“Oddio Edward! Le ho comprate oggi queste scarpe, non ci posso credere che tu ci abbia vomitato sopra.”
“Be.. Bella sei qui.”
“Sono qui amore, ma cosa è successo?”
Mi schiarisco la gola e cerco di tirarmi in piedi dalla mia posizione quasi fetale che avevo preso sul pavimento. Ma un altro conato mi fa sussultare più volte il petto. Odio farmi vedere in questo modo da lei. Sono io che mi devo prendere cura di lei!
“Amore stai calmo, respira. Ti preparo un caffè.”
Mi aiuti ad alzarmi e mi porti in bagno, poi scompari.
Bella, la mia Bella. Dove sei andata? Non possiamo andare avanti così, non è così che deve andare. Lauren! Non la voglio più nella mia vita.
Sento che ti muovi nel salone di casa, della mia casa, della casa di Lauren, che ho pagato ovviamente solo io. Presto diventerà la casa di Bella, si..
“Bella! Bella! Ho un’idea!”
“Sto pulendo il tuo casino, stai zitto un po’.”
Rido, amo quella donna, ti amo Isabella Marie Swan!
“Forza dimmi la tua splendida idea.”
Mi sorridi con i tuoi bellissimi occhi, che luccicano, sei felice con me anche in questi momenti.
“Lascio Lauren, quando torna, perché tornerà, è casa sua.. io le dico che non la amo più.”
“Mamma mia che ideona amore..”
“Dai non prendermi in giro.. le dico che amo te e che ti voglio sposare.”
“Edward non possiamo farlo.. non sono in grado di sopportare tutto. Non sai quanto vorrei essere io quella che abita in questa casa  ma..”
“Ci abiterai. Te lo prometto. Ne avremo una anche più grande. Ti amo. Ne avremo una grande quanto il mio amore.. no, no non esiste ci vorrebbe più spazio dell’intero pianeta. Ti amo troppo te lo giuro.”
“Edward! Stai calmo e smetti di parlare. Ora vai a letto, se Lauren torna e mi vede non so cosa dirle.. se è andata da mamma e mi cercano non mi trovano nemmeno nella mia stanza. Devo andare, tu dormi”
Mi accompagni di sopra, nella mia stanza.. e di Lauren, ma non riesco a staccarmi da te, dal tuo profumo e dalle tue labbra che appena cerco trovo!
Un bacio bellissimo, con passione, caldo.. un bacio che sa di Bella..  sa di noi.
“Dormi con me, ti prego Bella. Resta con me.”
“Edward non è una buona idea.”
“Si amore, è sempre una buona idea stare con te.”
Mi guardi e mi baci, starai con me. Nel letto dove dorme Lauren, ma tu ci stai di gran lunga meglio.
“Ti amo.”
“Anche io Bella.”

 
“Cosa cazzo sta succedendo qui!?”
“Lauren!”
“Cosa accidenti state facendo nel mio letto!’”
“Ti possiamo spiegare.”
Una lampada finisce a terra e d’istinto stringo Bella, ancora avvolta dal lenzuolo,
 a me.




Gaia.

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Capitolo 8
*** Capitolo sette ***


-Ringrazio tutti per le bellissime recensioni che ad ogni capitolo mi scrivete, grazie davvero, mi spronano a scrivere e mi fanno davvero piacere.

-Ringrazio tutti quelli che mi hanno messa fra le seguite, preferite e ricordate.
 
-E  ringrazio soprattutto Sherazade Angels Efp  per la splendida copertina che mi ha fatto.
 
Anche lei scrive ff  http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=155588
 
Questo è il settimo capitolo.. spero che vi piaccia e.. si, ci sarà un bel colpo di scena.
 
Un bacio a tutti  :*
 
Gaia.



 
 

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CAPITOLO SETTE
 

 
 
Lauren è davanti a noi, le mani sui fianchi, i capelli scompigliati e il mascara sbavato. Avrà pianto tutta la notte pensando che tu non l’amassi. Ed è così. E ora che siamo nel suo letto, nudi, con la carta del preservativo ben visibile infondo al letto lo avrà capito che è vero.
Quando ho sentito la sua voce si è fermato il tempo. Da una parte ero felice, forse ora avremmo potuto vivere la nostra storia d’amore allo scoperto, ma dall’altra avevo troppa paura. Paura del giudizio delle persone, paura del giudizio di mia madre. Come avrei potuto fare? Mi avrebbe capito?
Quando la lampada che è sul comodino viene buttata a terra dalla furia di Lauren riesco a sbloccarmi e sento le tue mani che mi stringono forti a te.
Lauren continua a urlare e io voglio solo sparire.
“Esci da casa mia Isabella!”
“Lauren, ti possiamo spiegare.”
“Sta’ zitto Edward. Sei la persona più spregevole di questo mondo. Come hai potuto farmi questo! Con Isabella.”
Isabella, non mi chiamava mai così, sapeva che lo odiavo.
Si era davvero spezzato quel sottile filo che ci legava? Che ancora ci faceva essere sorelle nel bene e nel male? La sua fiducia in me era sparita. E come biasimarla. Ero nel suo letto. Con suo marito. Nudi. Abbracciati.
“Isabella, non ti era bastato rubarmi il ragazzo al liceo? Volevi anche mio marito? L’unica cosa di cui ero sicura era lui.”
Non avevo mai visto Lauren piangere. Nemmeno da piccola, si arrabbiava, batteva i piedi a terra, si imbronciava ma non aveva mai versato una lacrima. A differenza mia che nonostante fossi molto più sicura e forte di lei avevo pianto spesso.
“Nella mia vita ho avuto un solo punto di riferimento dopo papà, e era lui. E ora, ora… come hai potuto! Dove hai trovato il coraggio di farmi una simile cosa? Dovresti vergognarti. Sparire dalla mia vita e da quella di mamma. “
“Lauren io.. io amo Edward.”
“Non mi importa chi o cosa ami, era mio, è sposato con me, tra tutti quelli che potevi avere proprio lui?!”
Ha ragione, come ho fatto a farvi una cosa simile. Tu non l’amavi già il secondo dopo averla sposata, ma come ho fatto a fare tutto questo.
Mi divincolo da te e cerco di alzarmi dal letto, ma tu mi trattieni.
“Bella, ti prego, dove vai.”
Lauren percorre la stanza avanti indietro piangendo. Sono riuscita davvero a farle così male? Sono stata capace di fare questo a una persona. Quanto può essere forte il suo dolore.
Oddio, sono un mostro.
“Edward, io credo di dover andare – i tuoi occhi luccicano, non potrei sopportare di vedere piangere anche te, no, me ne devo andare subito di qui – sistema tutto, per favore.. e.. e  cerca di dimenticarmi.”
So cosa sto facendo e se non me ne vado subito potrei pentirmene. Scappo da quella stanza con i miei abiti in mano, consapevole di essere la causa del dolore delle uniche due persone che vi sono all’interno.
Chiamo un taxi appena fuori da quella casa. Una casa che devo scordarmi e devo scordarmi di Edward, la vergogna che provo è troppo grande. Il senso di colpa mi fa salire la nausea. Faccio fermare più volte il guidatore per vomitare, davanti alle persone che vivono la loro vita felice, lungo le strade di Los Angeles, ma cosa importa. Non posso vergognarmi più di quanto non lo stia già facendo.
Ti prego perdonami Edward. Per il male che vi ho fatto. Ti auguro una vita felice, senza di me. Lauren saprà perdonarti, ti ama troppo  e io spero che tu possa fingere bene la tua parte.
 
Quando arrivo all’albergo so cosa devo fare e dopo aver preso la valigia corro via. Quando le porte dell’ascensore si aprono c’è mamma che mi guarda confusa.
“Bella che succede? Dove va.. “
“Scusami.”
Dico sussurrando sull’orlo delle lacrime.
Corro più forte che posso e con il primo taxi giallo che riesco a fermare mi dirigo all’aeroporto. Mia madre mi guarda sconvolta dall’ingresso del nostro hotel.
Ho fatto del male anche a lei. Ho tradito anche lei.
Quando arrivo salgo sul primo volo diretto a Londra. Il volo più lungo della mia vita. Pieno di pensieri, di domande, di sensi di colpa, anche di qualche ripensamento che scaccio immediatamente.
Le parole di Lauren rimbombano nella testa fino a fare male.
“Isabella, non ti era bastato rubarmi il ragazzo al liceo? Volevi anche mio marito? L’unica cosa di cui ero sicura era lui.”
“Mi dispiace”
Sussurro piano mettendo le mani sopra agli occhi.
 “… Dovresti vergognarti. Sparire dalla mia vita e da quella di mamma.”
Ha ragione lei, devo sparire. E lasciare che finalmente tutti vivano felici la loro vita. Ce la posso fare. Per la felicità di Edward. Di Lauren. Di mamma.
Ti amo Edward.
Un urlo strozzato mi nasce in gola e ricomincio a piangere, piangere e ancora piangere. Con la musica nelle orecchie ripenso a tutti i momenti passati con Edward. Giusto per farmi ancora più male.
È quello che mi merito.
 
 
 
Gaia.

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Capitolo 9
*** Capitolo otto ***


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CAPITOLO OTTO








 
 
Giro la chiave nella toppa del mio appartamento, quando entro il profumo di menta, fragola, tabacco e birra invade il mio naso. Il mio profumo mescolato al tuo..
So che devo lasciare la mia casa, devo fare le valige, vendere un appartamento pieno di ricordi e andarmene, ci sono troppe cose da sistemare e ho poco tempo.
Edward potrebbe raggiungermi, mamma avrà chiamato Lauren in cerca di spiegazioni.
Cosà potrà averle raccontato?
Che sono una stronza. Giustamente.
Quando accendo il telefonino sul display appaiono diciotto chiamate perse e sei messaggi. Mi ha chiamato molte volte mamma, e quando vedo che tre sono di Edward il mio stomaco si stringe.
Non ce la posso fare.
Lentamente mi siedo sulle piastrelle del bagno, scivolando lungo il termosifone e apro i messaggi. Tutti di Edward.
Li cancello, devo cancellarti dalla mia vita Edward e spero che anche tu ne sia capace.
Sono dura con me stessa, fredda. E devo esserlo, devo essere forte perché quello che ho fatto in due anni è stato quello che di più cattivo non avrei potuto fare. Due anni meravigliosi, pieni di sentimenti, di calore. La maggior parte vissuti qui e poche volte da altre parti.
Ci siamo dovuti nascondere tra queste pareti o tra le pareti di alcuni, molti hotel.
Devo liberarmi di questi ricordi, devo smetterla di farmi ancora più male.
La prima cosa da fare è chiamare l’agenzia che mi ha venduto l’appartamento.
Venti minuti di telefonata per decidere quando firmare dei benedettissimi fogli e per consegnare la chiave. Servirà un notaio e tutto il resto. Qualche settimana e poi tutto potrà ricominciare daccapo.
È difficile fare tutto ciò.. ho l’università, i miei amici. Posso tagliare i ponti con tutti e ricominciare da capo un’altra vita?
Solo ora che mi fermo a pensare più lucidamente capisco che non posso fare tutto quello che ho in mente in meno di un giorno. In più sono stanca, il viaggio, la pressione, la vergogna e il senso di colpa mi opprimono.
Mentre fumo una sigaretta decido di lasciare un messaggio a casa di mia madre.
Digito il numero e aspetto che la segreteria con le voci di mia sorella, di mia madre e la mia mi dicano di lasciare un messaggio.
Piango quando sento Lauren iniziare..
“Salveee questa è la segreteria telefonica di casa Swan!” poi la mia.. “Al momento non siamo in casa, ci dispiace” e infine quella di mia madre.. “Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, arrivederci.”  Le nostre risate si mescolano prima di riuscire a capire quale fosse il pulsante per spegnare quel coso.
Prendo un grande respiro e inizio a parlare.
“Ciao Renèe, non so se saprai già tutto, volevo solo scusarmi e si, ho capito i miei errori e – la mia voce si spezza sto davvero dicendo addio a tutto e tutti -  mi dispiace tantissimo, ma non ce la faccio, voglio ricominciare, muoio dalla vergogna Renèe e mi si spezza il cuore a dirti che voglio ricominciare da capo come se non fosse successo niente, mi trasferisco ovviamente, vendo casa e..  e ti voglio tanto bene e spero che per te sia ancora così.. scusa. “
Le lacrime mi bagnano tutto il viso. Ho detto addio alle persone più importanti della mia vita. Papà non me lo avrebbe permesso.
Conosco mia madre, sarebbe capace di perdonarmi, ma sono io che non voglio. Mi merito l’odio di tutti.
Inizio a fare le valige sono quasi le sei di pomeriggio qui a Londra, tra pochi giorni partirò, credo che l’Italia sia la meta migliore. Lontano quanto basta da tutto e da tutti. Devo ritrovare me stessa, accettare i miei errori e ripartire.



Gaia

 

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Capitolo 10
*** Capitolo nove ***


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CAPITOLO NOVE



 
 
Isabella non può scomparire dalla mia vita, lei è la mia vita.
Salgo velocemente i piani che mi separano dal tuo appartamento, oh Bella come puoi sentirti in colpa? L’amore è amore, è il sentimento più bello che ci possa essere. Bisogna esserne fieri non bisogna nascondersi e vergognarsene.
Ho parlato con Lauren, le ho detto tutto, è impazzita.. avevamo molti vasi in casa, adesso non ce n’è rimasto nemmeno uno. Questo può spiegare molte cose. Ma non poteva davvero più andare avanti così. Due anni. Troppo. E con la distanza tutto si  è complicato maggiormente.
Busso ripetutamente alla tua porta, sono quasi le quattro di mattina, sono partito appena ho potuto e la sensazione che mi ha avvolto appena sono sceso dall’aereo e ho messo piede per terra è stata indescrivibile. Londra. La mia città. La nostra..
Come ho potuto accettare di andarmene?!
La leggera pioggia che mi ha subito inumidito i capelli mi è stata così familiare, il vento che soffiava mi ha scaldato dentro invece che farmi rabbrividire.
Le luci della città che illuminavano la strada mentre l’attraversavo sul taxi nero luccicante mi hanno fatto pensare a tutto ciò che ho vissuto.. da quando sono nato ho sempre abitato qui e è sempre qui che ho trovato il vero amore, Isabella non Lauren.
Isabella..
Perché non mi apri, dove sei finita?
Sento dei passi al di la della porta ma nessuno mi apre..
“So che ci sei Bella, amore aprimi.”
Continuo a bussare e poi come un’illuminazione ricordo di avere le chiavi. Apro lentamente e tutto quello che trovo è una casa immersa nel buio. Mi dirigo in camera ma non ci sei, il letto è sfatto, lo tocco e sento che è caldo, il tuo cuscino odora di fragola, sa di te, vuol dire che ci sei..
“Bella, dove sei?”
“Edward  vattene.”
 

                                                   ______________________________
 
 

Perché Edward è qui? Sapevo che sarebbe potuto succede, ma non doveva succedere, io mi devo dimenticare di lui, lui non è mio. È di mia sorella.
“Te ne devi andare, io non voglio vederti Edward.”
“Bella, ho raccontato a Lauren di noi, le ho raccontato di noi! Sa tutto e io ti amo lo sai..”
“Oh Edward, non essere egoista. Tu non puoi amarmi. Devi amare lei, è lei che hai sposato e io non voglio interferire più. È difficile dire tutto questo Edward, lo sai, ma sappiamo che non può funzionare, cosa direbbe la gente? Reneè. – inizio a piangere, e piango, piango tanto mentre Edward mi accoglie tra le sue braccia e io so nel preciso momento in cui lo stringo che mi sto infliggendo dolore, che mi sto facendo male, e che quella sarà una delle ultime volte in cui sentirò il suo calore, il suo odore di menta – Edward, non voglio più fare soffrire nessuno, non voglio soffrire. Quindi per favore esci da casa mia.”
Mi allontano velocemente mentre una fitta allo stomaco mi fa mancare l’aria per qualche secondo.
“Tu, tu mi stai mandando via Bella. Non vuoi far soffrire nessuno, ma mi stai lasciando per sempre facendomi  soffrire in un modo indescrivibile.”
“Edward, ti prego vattene. Torna da mia sorella, chiedile scusa e fatti perdonare, è lei la donna con cui devi passare il resto della tua vita.”
“No, bella! Sei tu e lo sappiamo entrambi, perché mi fai questo? “
Mi asciugo le lacrime e ti guardo. Ti sto facendo male ma è giusto così. Devi lasciarmi andare come io sto cercando di fare con te.
“Edward, va via.. – ti apro la porta del mio appartamento senza guardarti negli occhi, cambierei idea se lo facessi. – Mi dispiace.. mi dispiace tanto.”
“Isabella, io ti amo, ricordalo ma se è davvero questo quello che vuoi... Stiamo un’ ultima notte insieme, ti prego.”
Oh Edward io ci starei tutte le notti della mia vita con te ma non è questo ciò che è giusto. Lauren, non è giusto per lei, la donna che ti ama, mia sorella che una volta si fidava di me. Reneè, non è giusto nemmeno per lei, la figlia che ha cresciuto non è la stessa di ora, e è sbagliato, la figlia che ha cresciuto sta facendo la scelta giusta. Il rispetto della famiglia che lei e Charlie mi hanno insegnato deve essere preso in considerazione e io non l’ho mai fatto. Charlie, chissà cosa penserà di me, di quello che ho fatto a tutti, del male che ho inflitto a sua figlia. Non merito di fare parte ancora della famiglia che lui ha costruito. Non merito il loro affetto, il loro bene, il loro amore.
“Edward, abbiamo sbagliato, è stato bello, anche io ti amo ma.. ma è giusto far soffrire le altre persone che amiamo e che ci amano come noi stiamo facendo?  Non è giusto e ora è il momento che le cose inizino ad andare come devono andare.. mi dispiace…”
Prima che possa finire la frase le tue labbra sono già sulle mie e il tuo sapore è così buono che ricambio il bacio ma subito dopo ti sposto, a malincuore ma è quello che devo fare.
“Bella, ragiona..”
“No Edward, ragiona tu. Non può continuare, chiudiamo questa parentesi e ripartiamo, tu con Lauren e io in Italia. – ti accarezzo dolcemente la guancia sentendo la tua barba di un giorno che adoro – Addio..”
Abbassi la testa e attraversi la soglia di casa mia.
“Bella ricorda che ti amo e che prima o poi ci potremo amare davvero insieme.. è solo un arrivederci amore.”
E non sai come spero che sia davvero così.
Chiudo la porta, addio Edward, addio.
 


Gaia

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Capitolo 11
*** Capitolo dieci ***


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CAPITOLO DIECI



Capitolo dieci

La vita senza Edward è ogni giorno più difficile, passo le mie giornate nel mio appartamento, alla fine mi sono trasferita davvero in Italia, è stato difficile ma qui nonostante i ricordi che mi tormentano sto bene. Lavoro in una pizzeria proprio sotto casa, e grazie ad un'anziana signora di nome Marta, che è diventata come una seconda mamma per me, sono riuscita ad ambientarmi. È più di un anno che sono qui. Non esco mai,  non ho molti amici ma va bene così.. è la giusta punizione per aver avuto troppo prima.. Non ho più cercato Edward, non ho più sentito Renèe e tanto meno Lauren. So che mi hanno cercata però.. Alice, la sorella minore di Edward, l'unica che sapeva di noi, mi telefonava spesso. Mi diceva tutto quello che succedeva. Mi ha raccontato che Ed e Lauren si sono separati definitivamente, l'ha mandata via da casa, poiché era sua e poi si è trasferito facendo perdere le sue tracce. Da quando le ho chiesto di non chiamarmi più perché volevo riiniziare una nuova vita, mi ha capita e anche se dal suo tono di voce ho potuto intuire che c'era rimasta davvero male, ha fatto come le avevo chiesto. L'apprezzo per questo, e spero che un giorno mi possa perdonare per il mio comportamento.
Ci ha aiutato molto Alice, durante le nostre fughe d'amore, inventandosi spesso che Edward andava a trovarla nei fine settimana a Phoenix dove abita con Jasper e i loro tre figli,  quando invece veniva da me per rendermi la donna più felice del mondo quando mi stringeva a lui. E molte volte ci ha prestato la sua casa a San Francisco. Alice è la persona a cui voglio più bene dopo mamma e Edward, e siamo stati davvero fortunati ad averla dalla nostra parte.
"Signorina.. la pizza?!"
Mi risveglio dai miei pensieri, notando il giovane uomo seduto al tavolo che sto servendo, mi guarda con aria divertita, la mia faccia tutta rossa dall'imbarazzo delle figura appena fatta deve divertirlo parecchio.
"Mi scusi."
Dico dopo aver posato la sua Margherita davanti a lui. Torno in cucina ripetendomi che sono a lavoro e che non devo distrarmi se non voglio essere licenziata, quando entro trovo Marta, che anche lei mi guarda ma con aria pensierosa.
"Cara cosa ti succede?"
Anche lei deve aver notato che oggi non ci sono con la mente ma solo con il corpo, è già qualche giorno infatti che mi perdo tra le nuvole, Edward è sempre tra i miei pensieri ma ultimamente lo è molto di più. La sua mancanza si sente maggiormente rispetto a prima e la voglia di sentirmi a casa tra le sue braccia cresce a dismisura in continuazione.
"Marta, nulla.. sono solo un po' stanca, e ho mille pensieri per la testa.."
"Ancora Edward?"
Quando arrivai qui, raccontai a Marta, dopo che capii che di lei potevo fidarmi, quello che mi era successo. Della mia storia con Edward, di Lauren, dei due anni di tradimento, dei mille sensi di colpa e infine della mia fuga. E le parole  che Marta mi disse spesso mi tornano alla mente, facendomi riflettere, forse con Edward non doveva finire, forse sono ancora in tempo per un futuro insieme. Forse..
"Tesoro devi solamente seguire il tuo cuore, alla mia epoca l'uomo che sarebbe diventato tuo marito, non potevi sceglierlo, ti veniva scelto dalla tua famiglia, e io così non potei mai sposare il mio Antonio. Tu tesoro puoi scegliere, puoi scegliere la tua vita. Segui il tuo cuore e torna dal tuo Edward, segui il tuo cuore e farai sempre la cosa giusta."
Quando ripenso  a quelle parole mi convinco a ritornare sui miei passi, ma poi quando sto per chiamarlo o cercarlo cambio idea. Non so cosa fare.. seguire il mio cuore come dice Marta oppure lasciarmi tutto alle spalle e ricominciare a vivere?
È la decisione che cambierà la mia vita. E prima o poi dovrò prenderla.
"Si Marta.. è sempre Edward."
Sospiro frustrata e torno al mio lavoro ma con una strana sensazione addosso, come se qualcuno mi stesse fissando insistentemente. Quando finalmente finisco il mio turno noto che il ragazzo a cui prima non volevo dare la pizza mi sta guardando, alla fine si alza e viene verso di me.
"Piacere, Tommaso."
Dice porgendomi la mano.

 

Gaia.



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