La Promessa di Naruto.

di Beby_Be
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


LA PROMESSA DI NARUTO
 

Capitolo 1
 

Dalla porta della sala da ballo di Lady Shizune, Naruto Uzumaki osservava la scena. La dama aveva dato il meglio di sé per rendere memorabile la serata e, a quanto pareva, i suoi sforzi venivano premiati. Da quando il Sabaku no Gaara , era diventato comandante supremo della coalizione, tutti i paesi si davano convegno nelle città per divertirsi agli innumerevoli ricevimenti, concerti, picnic, e feste da ballo. Naruto si domandò per quanto tempo sarebbe durata quell’intensa attività mondana.
Si impose tuttavia di dimenticare, almeno per il momento, la preoccupazione nata dalle notizie giunte al confine, poiché era preciso compito suo e degli altri ninja comunicare fiducia e sicurezza. Guardò di nuovo la sala e sorrise. Tutto pareva uguale al solito. Neji Hyuga, per quanto fosse di solito distaccato e riluttante nel fare amicizie nuove, ballava con entusiasmo una danza popolare, mentre Kiba Inuzuka fissava negli occhi la bella moglie di un diplomatico del villaggio della Pioggia, come se fosse l’unica donna al mondo; e lo era davvero, penso Naruto con ironia, almeno per la prossima mezz’ora. Tutti loro,  in quanto rappresentanti del comandate supremo al ballo, erano per così dire, in servizio e indossavano uniformi da cerimonia. Era una sera molto afosa; Naruto si sentiva a disagio con l’alto colletto rigido, dell’uniforme, mente Neji era arrossato per l’esercizio fisico; Kiba, invece, sfoggiava la sua aria sicura e disinvolta nella sua splendida divisa. Sotto gli occhi di Naruto, offrì il braccio alla sua dama, la condusse oltre la grande porta finestra e sparì insieme a lei nel giardino.
«Lord Uzumaki!»
Naruto si voltò. Una signora anziana, scintillante di diamanti, gli afferrò con ansia il gomito. Lui la salutò con un cortese baciamano e un sorriso rassicurante. «Vi posso essere d’aiuto, Contessa Chiyo?».
«Il comandante non è venuto?»
«Non ancora, contessa, ma arriverà da un momento all’altro.»
«È  vero quel che dicono, che Tobi ha attraversato il confine? Il comandante lo sa? Ci conviene fuggire finché possiamo?»
Maledicendo tra sé chi aveva carpito le ultime notizie e si era affrettato a diffondere il panico, Naruto sorrise ancora e le rispose: «Contessa, potete stare tranquilla, il generale è al corrente di tutto e la città non corre rischi.»
«Belle parole, milord» intervenne il figlio della signora, giunto in quel momento. «Ma Tobi è un genio! E, da quanto ne so, il Comandante Gaara non l’ha mai affrontato in battaglia. Come potete essere così sicuro?»
«Contessa , Tobi sarà pure un genio come dite voi, ma vi assicuro che il nostro comandante è alla sua altezza. Fareste meglio a dimenticare la guerra e a godervi la festa. Il comandante ha la situazione in pugno. Posso portarvi del vino, contessa?»
Servito il vino ai due ospiti, Naruto trovò un pretesto per allontanarsi. Conosceva il suo dovere, ma ne aveva abbastanza: ormai lo disgustava anche solo l’idea di rassicurare l’ennesimo aristocratico venuto a divertirsi in città con il rischio di pentirsene ben presto. Durante l’ora appena trascorsa aveva sostenuto almeno una dozzina di conversazioni simili a quella, e ormai faticava a nascondere l’ansia che lo tormentava.
Notò Kiba e la sua nuova conquista stavano tornando nella sala e decise di uscire a prendere una boccata d’aria. Ma anche in giardino, alle dieci di sera, la temperatura era soffocante. Naruto si soffermò a guardare le coppie che volteggiavano nella sala attraverso le ampie vetrate. Era una scena splendida, dominata dal rosso e oro delle decorazioni, dal verde delle uniformi e i colori pastello degli abiti delle signore. Le risate, però, erano più stridule e nervose del solito e un senso di angoscia trapelava dai volti.
Nonostante le parole rivolte alla contessa, Naruto sapeva che la situazione era più allarmante di quanto sospettasse. La notizia dell’improvvisa avanzata del nemico era giunta tardi nel quartier generale degli alleati e il comandante non stava cenando: da ore era chiuso in biblioteca con i suoi più stretti collaboratori a studiare mappe e preparare nuovi ordini. Presto Naruto e altri ufficiali sarebbero partiti per consegnarli in tutti gli accampamenti  militari. Sembrava che Tobi fosse riuscito a battere sul tempo il comandante supremo...
Stranamente, però, Naruto non aveva dubbi: dopo sette anni al fianco del comandante Gaara, aveva un’assoluta fiducia nelle sue capacità. Ma la battaglia che si profilava sarebbe stata sanguinosa. Sospirò: era forse l’ultima che avrebbe combattuto. Godeva di un ottima reputazione nell’esercito e, soli trent’anni, era entrato a far parte dello stato maggiore del comandante. Una volta finita la guerra, però, sarebbe dovuto tornare a Konoha. La ricca tenuta ereditata dallo zio Jiraya rappresentava una fortuna inattesa, ma avrebbe richiesto un notevole impegno dato che veniva trascurata da tempo. Inoltre era il momento di iniziare a pensare al matrimonio.
Dopo dieci anni di battaglie e di bivacchi per tutto il paese del fuoco, la vita civile gli sarebbe sembrata un po’ strana. Quando si era arruolato, Naruto era un giovane senza un titolo e senza prospettiva di un’eredità, poiché il padre era morto quando lui era piccolo e non aveva nessuno a parte lo zio Jiraya. Senza averlo previsto si era ritrovato con delle proprietà terriere e un sostanzioso patrimonio. L’avventura, il pericolo, l’ebbrezza della vittoria sarebbero terminati dopo quest’ultima battaglia.
Si voltò di nuovo verso il salone e sussultò notando una giovane coppia che veniva verso di lui. Erano belli a vedersi: la divisa blu delle Guardie Reali indossata dal ragazzo contrastava a meraviglia l’abito bianco e capelli biondi della sua dama.
Si fermarono sulla porta e il cuore di Naruto mancò di un battito.
Ino!
Che cosa ci faceva lì? Per un attimo non riuscì neppure a pensare, travolto da i ricordi.
Rivide se stesso a vent’anni, appena uscito dall’accademia e innamorato pazzo di Ino Yamanaka. Si era spesso dato convegno con lei nei boschi che separava i terreni delle rispettive famiglie e la segretezza rendeva ancora più struggenti quegli incontri. Il loro rapporto era di una commovente innocenza. Un giorno, però, l’aveva baciata con l’ardore di un vero amante, e subito dopo si erano fissati negli occhi, meravigliati e smarriti, impreparati all’intensità di quella passione.
Con voce malferma, le aveva sussurrato: «Non avrei dovuto; perdonami, Ino ».
Ma lei, con scintillanti occhi azzurri, aveva ribattuto: «Non osare pentirti, Naruto Uzumaki! Come ci si può pentire di amarsi così...? Baciami ancora!».
Naruto sorrise tra sé. A vent’anni era stato così serio, così idealista! Stupito della sua reazione, ricordava di averle risposto: «No..non ora. Non prima che tu mi prometta di sposarmi».
E lì è giunta la delusione. Ino aveva sbarrato gli occhi e domandato: «Sposarti? E perché mai?».
«Ma certo! Non è ciò che abbiamo sempre desiderato? Io mi sono innamorato di te fin dalla prima volta che ti ho vista. Forse tu non mi ami?».
«Si» l’aveva rassicurato lei gettandogli le braccia al collo. «Sai bene che ti amo!»
Come era stato difficile ignorare quell’abbraccio! Eppure era riuscito con dolcezza a sottrarsi. «E dunque?»
«Ma il matrimonio è una cosa diversa. Di che cosa vivremo? Io devo trovare un marito ricco!»
Ricordava con bruciante chiarezza la proprio incredulità. Lei non aveva mai cambiato idea, anche se avevo continuato a incontrarsi: Ino Yamanaka era decisa a sposare un uomo ricco e, sebbene amasse Naruto –per quanto fosse in grado di amare qualcuno- teneva ostinatamente fede ai suoi propositi. E così in quella breve estate, Naruto Uzumaki aveva perduto in un solo colpo l’amore e la fiducia nei propri ideali, ed era stato costretto a crescere. Ma non volle rimanere a guardare la donna dei suoi sogni dare la caccia a un marito facoltoso, e aveva convito suo zio a procurargli un brevetto da ufficiale per lasciare Konoha. Per sua fortuna, il reggimento che aveva scelto si era rivelato di prim’ordine.
Lanciò un occhiata furtiva alla giovane che ancora stava sulla soglia. Che sciocco che era stato! Non poteva essere Ino. Sembrava al massimo una diciottenne, mentre Ino aveva tre anni meno di lui. Adesso doveva averne ventisette e si era di sicuro sistemata con un ottimo partito. Scosse la testa, irritato con se stesso. Com’era possibile che qualche ricciolo biondo e un visino a forma di cuore avesse ancora il potere di disorientarlo? Eppure era convito di aver dimenticato Ino Yamanaka. In effetti, durante gli ultimi anni, aveva pensato ben poco a colei che lo aveva spinto alla carriera militare.
Con un sorriso ironico, si domandò come sarebbe andate le cose se Ino e suo padre avessero previsto l’eredità che era toccata. Ma si convinse che non sarebbe cambiato nulla: una ragazza di diciassette anni non può rimanere ad aspettare per un intero decennio. Lui stesso, del resto, era mutato. Non era più il giovane idealista che si era arruolato per una delusione d’amore e che, da allora, aveva intrattenuto diverse relazioni non impegnative. Ora, a trent’anni, era pronto a cercarsi una moglie con cui instaurare un rapporto maturo, meno passionale ma più stabile. Sperava di trovare affetto e rispetto reciproco, non la follia del primo amore. Ino Yamanaka faceva ormai parte del passato.
Guardò di nuovo la giovane che si allontanava tra le braccia del suo cavaliere, poi, ignorando una fitta al cuore, scosse la testa e rientrò.
Gli andò incontro Neji Hyuga. Le danze erano terminate e il giovane tenente brillava di entusiasmo.
«Non è una festa magnifica? Un perfetto saluto per le truppe in partenza!»
Naruto sorrise all’amico. Alto più della media, con capelli scuri e lunghi che spesso ricadevano scompigliati su un occhio, forse da fuori faceva un effetto sbagliato alle altre persone ma per lui era solo un simpatico cucciolo e suscitava un divertito affetto, misto al rispetto  del suo valore militare. Era nella divisione di Naruto sin dai  primi tempi e gli dimostrava una devozione paragonabile soltanto a quella che provava per l’esercito in generale.
«Nessuna novità?» gli domandò Naruto.
«No, mi sono appena informato. Il nostro è ancora chino sulle cartacce insieme al Capitano Kankuro e gli altri. Non vedo l’ora che si decidano.»
«Il nostro non è il termine corretto per riferirsi al comandante supremo, disgraziato! Sei pronto a partire, non appena arriveranno gli ordini? A quanto vedo, il tuo abbigliamento è inadeguato quanto il mio per una battaglia notturna.»
«Impiegherò un attimo a cambiarmi. E tu, Naruto?»
«Forse qualche secondo in più, ma ce la farò. Mi dispiace che il comandante non abbia scelto un altro per fare le sue veci al ballo. Non è un gran divertimento per me.»
Tacquero per qualche istante, poi Neji annunciò:«Quando tutto questo sarà finito, dovrò lasciare l’esercito. Non che sia entusiasta, però. La vita mi sembra così noiosa!»
«Mi rendo conto che sei nato per la vita militare, ma la morte di tuo zio ha cambiato tutto.»
«In effetti sarei dovuto tornare a casa mesi fa per occuparmi della tenuta, e anche di mia cugina. Sa Dio cosa le succederebbe se la abbandonassi a se stessa. Le occorre un marito.»
Naruto scoppiò a ridere. «Che coincidenza! Ho appena preso la decisione di tornare in patria e cercare moglie!»
«Stai pensando di dare le dimissioni? Anche se non ne sei costretto?» l’espressione di Neji era incredula.
«Ma sono costretto. Non sei l’unico ad avere delle responsabilità, tenente Neji. E io non sono più giovane di te. Per tutti e due è giunto il momento di dimostrare ancora una volta il nostro valore, per poi adattarci a una vita più calma in patria.» Rise ancora, notando la sua aria disgustata. «Non sarà poi così terribile. In ogni caso, una volta sistemato Tobi, verrà la pace e, in quei periodi la vita militare diventa assai monotona.»
«Ci sarà sempre da combattere, Naruto! Sai, i bei discorsi non sono il mio forte, però non mi sono mai sentito tanto felice, tanto bene inserito come ora.»
Naruto lo guardò con attenzione. Aveva ragione: Neji rappresentava il soldato ideale. Tuttavia non era sicuro che avrebbe fatto carriera, perché era più un uomo d’azione che non di pensiero. In battaglia era il combattente più ardito, più leale.  Nei momenti di inattività, però si annoiava a morte e tendeva a restare da solo, facendolo sembrare sempre arrabbiato o comunque di cattivo umore.
Forse la sua forza e il suo coraggio si sarebbero mutati in un atteggiamento violento e sconsiderato. O magari sarebbe finito a Konoha, dove era ancor più facile lanciarsi coinvolgere in avventure pericolose. Da quando Naruto sapeva della sua famiglia, non c’era nessuno che potesse tenerlo sotto controllo: i due cugini Hyuga erano rimasti soli al mondo.
Era così immerso nelle sue riflessioni, che quasi non udì la voce esitante dell’amico.
«Naruto, sei sicuro di voler lasciare l’esercito?»
«Penso proprio di si.»
«Ti posso chiedere un favore? Rispondi pure di no, se non vuoi...»
Naruto conosceva quel tono implorante: Neji stava per rivolgergli una richiesta assurda. «Avanti!» lo invitò con un sorriso. Non era preparato a quello che lo seguì.
«Se permetti...se intendi davvero cercare moglie, prenderesti in considerazione la mia cuginetta? Non potrei immaginare un marito migliore per lei!»
Lui resto senza parole. «Neji Hyuga! Sei per caso impazzito?»
La disperazione diede al giovane tenente i coraggio di rispondere: «Si, mi rendo conto che la dovresti prima conoscere.. Ma se per caso dovreste piacervi... L’hai detto tu stesso che ti vuoi sposare. E lei non è niente male: è divertente, ha un buon carattere, è paziente. Negli ultimi tre anni ha avuto una vita dura; Mio zio era malato e io ero  qui nel paese della Pioggia. Ha bisogno di un uomo come te, che si prenda cura di lei.»
«Credevo fosse compito tuo.»
«Certo, che lo è. Ma prima o poi si deve accasare.» Notando lo sguardo severo di Naruto, continuò: «E’ carina, dolce, competitiva e tollerante». Si interruppe e fissò l’amico con l’aria di un cucciolo affamato in cerca di un osso. Naruto cominciò a divertirsi per la sua insistenza.
«Perché hai tanta fretta di sistemarla?»
«Be’, se trovassi una persona di fiducia, magari potrei pensare di arruolarmi ancora.»
«E’ un idea insensata, Neji! Lascia perdere!» Naruto cominciò a camminare speditamente. «Andiamo adesso, è ora di tornare al nostro dovere.»
«Sareste comunque disposto a venire alla villa della mia famiglia per conoscerla?»
«D’accordo, Neji, ma senza pensare a tua cugina come una possibile moglie. Ti farò volentieri visita, una volta tornati a Konoha. Vieni.»
Un po’ abbattuto. Neji seguì il suo superiore attraverso la sala e su per le scale che portavano alla stanzetta assegnata ai rappresentanti del comandante.
Qui si trovarono molti altri ufficiali pronti alla partenza, Naruto si voltò , sentendo  entrare Kiba Inuzuka. «Sembri accaldato, Kiba» confermò.
«Si, fa caldo, ma non è questo il problema. Sono rosso in volto per la fatica che ho fatto a convincere le signore presenti che Tobi non ha intenzione di rapirle in massa e ucciderle.»
«Sono sicuro che sei riuscito nel tuo intento. Madame Karui della Nuvola era particolarmente colpita, ma sa che i nemici non rappresentano  l’unica minaccia per lei?»
Scoppiò una risata generale. Il capitano Inuzuka era il noto donnaiolo di Konoha e le sue avventure galanti, con signore più che compiacenti, erano ormai leggendarie. Naruto conosceva il suo coraggio e il suo valore sul campo, ma nessuno avrebbe sospettato simili qualità vedendo la sua figura indolente all’opera nei salotti della buona società. Naturalmente aveva molti  punti a suo favore: non solo era ricco e imparentato con le più nobili famiglie del paese del fuoco, ma era anche di bell’aspetto, alto, con i capelli castani scuro e occhi castani chiari e un seducente  sorriso che portava immediato scompiglio tra la popolazione femminile.
Forse, però, quella facilità nelle conquiste lo aveva reso un po’ cinico nei confronti del gentil sesso. Nessuna donna era mai riuscita a trattenere la sua attenzione, e quanto al matrimonio era considerato un caso disperato. Ma, sebbene non condividesse il suo atteggiamento, Naruto era suo amico e notava con piacere il rispetto che suscitava tra i suoi subalterni.
«Come mai sei ancora qui, Neji?» Chiese Inuzuka. «Credevo che avessi deciso di lasciarci combattere senza di te. Oppure hai cambiato idea?»
Il tenente arrossì. «Non sono stanco di combattere...» spiegò in tono difensivo, ma si interruppe e Naruto intervenne in suo aiuto.
«Lascialo in pace, Kiba! Ha davvero bisogno di tornare in patria, ma ha deciso di rimandare la partenza quando ha saputo le ultime notizie. Non era sicuro che saremmo riusciti a concludere l’opera senza di lui, vero, Neji?»
Ancora rosso in viso, Neji ignorò lo scherzo e disse: «Questa sarà la più grande battaglia di tutti i tempi! Tobi perderà, ma pensate alla sfida! Non potevo perdermi un avvertimento simile. Adesso scendo a vedere se è saltato fuori qualcosa di nuovo. Non credo che sia ancora molto da aspettare. Con il vostro permesso, signori» e, con un rapido saluto militare, uscì.
I sue ufficiali  sorrisero per il suo entusiasmo. «Comunque, Naruto» commentò Kiba, «Neji ha ragione: sarà una lotta tra titani. Speriamo solo di sopravvivere per raccontarla ai posteri.»
«Certo, Kiba, sopravvivremo. Soltanto i migliori se ne vanno giovani. Tuttavia spero che Neji riesca a mantenere la testa a posto e non si lanci in qualche impresa impossibile.»
«Mentre tu, come sappiamo, resterai nelle retrovie a mandare avanti gli altri, vero?» scherzò l’amico.
«Io non perdo la ragione. Sono abbastanza vecchio, ormai. Neji invece... il problema è che gli dispiace a tal punto lasciare l’esercito, che potrebbe decidere di chiudere in bellezza con un azione eroica.»
«Ma perché vuol partire? Oppure sono indiscreto?»
«Per nulla; non fa mistero delle proprie motivazioni, e mi stupisce che non te ne abbia mai parlato. Lui e sua cugina sono stati allevati dal padre di lei; questi però, è morto l’anno scorso e Neji non ha scelta che tornare in Inghilterra per occuparsi della ragazza e delle proprietà, che sono, a quanto dice, piuttosto cospicue. Ma ha rimandato la partenza quando è giunta la notizia dell’improvvisa avanzata di Tobi.»
«E sua cugina?»
«Ha un’istitutrice o qualcosa del genere che occuperà fino al ritorno di Neji.»
«Speriamo che torni...»
Naruto aggrottò la fronte.  «Lo voglia Dio! La tenuta dei Hyuga è soggetta al vincolo di inalienabilità. Se Neji dovesse morire senza un erede, andrebbe a un lontano parente. Mi chiedo che cosa succederebbe, in questo caso a sua cugina.»
«Se ha almeno la metà del fascino di Neji, si sposerà con un signorotto locale e vivrà felice e contenta.» concluse ironico Kiba. Poi con uno sbadiglio, aggiunse: «Dove diavolo sono questi ordini?»
Trascorse ancora mezz’ora prima che Neji tornasse. Accompagnava il colonnello Hatake, comandante del loro gruppo, e aveva assunto un atteggiamento rigido e formale, sotto cui traspariva un raggiante entusiasmo.
«Gentiluomini, a quanto pare domani entreremo in azione» annunciò il colonnello. «Si stanno effettuando gli ultimi controlli e, non appena ci consegneranno gli ordini, partirete a tutta velocità. Nel frattempo, vogliamo brindare alla caduta di Tobi? Neji?»
Il giovane tenente andò al tavolo, riempì i calici e li servì ai presenti, che brindarono solennemente ai Kage, a loro stessi e per finire, ma con maggiore partecipazione emotiva, alla sconfitta di Tobi e delle sue truppe. Poi Hatake fece un cenno con il capo e tutti si sedettero. Seguì una pausa, in cui ognuno cercò di pensare a qualcosa da dire per rompere il silenzio. Il comandante emanava un’aura di autorità che non derivava soltanto dal suo grado. Naruto sapeva che aveva soltanto cinque o sei anni più di lui, ma i suoi capelli erano striati d’argento e nel suo sguardo severo si intravedeva un ombra di dolore, seppure contenuta e disciplinata. Veniva generalmente considerato un uomo freddo, e di sicuro era austero. Godeva della piena fiducia dei suoi subalterni e tutti sapevano quanto fosse giusto e imparziale, ma non era facile provare simpatia per lui. Di certo era difficile intrattenere con lui una conversazione informale. Naruto, però, lo conosceva ormai da tempo ed essendo al corrente di alcuni episodi della sua vita, capiva e rispettava il suo riserbo. Quella sera però, forse a causa della tensione accumulata, Kakashi Hatake sembrava più loquace del solito.
«Che cosa pensate di fare quando sarà finita? Ho sentito che volete dare le dimissioni, seppure a malincuore» chiese il colonnello Hatake, rivolgendosi a Neji.
«E’ cosi, colonnello»
«Anche voi, Naruto?»
«Temo di si, colonnello»
«E voi, Kiba, parteciperete all’esodo di massa? In questo caso i mariti di mezzo Paese del Fuoco tireranno un sospiro di sollievo!»
Tutti risero, Kiba compreso. Poi abbassò gli occhi sul bicchiere e rispose: «A dire la verità, non lo so. Ho un paio di faccende da regolare a Konoha; tanto per iniziare, devo affrontare la questione di mio padre»
«Ottimo! Lord Inuzuka sarà felice di rivedervi.»
«Credete? Al nostro ultimo incontro urlava che non voleva più posare gli occhi su un mostro a par mio.»
«Non lasciatevi impressionare: a volte ci si lascia trascinare dalla collera e si dicono cose insensate.» il colonnello Hatake si interruppe, poi aggiunse, come parlando a se stesso: <>. L’istante di silenzio che seguì fu interrotto dall’arrivo di un aiutante del campo del comandante supremo che porse alcuni fogli al colonnello. Lui li lesse e poi li distribuì ai presenti. Quasi tutti dovevano raggiungere i propri reggimenti con i nuovi ordini.
«Le notizie sono pessime, gentiluomini. Tobi ha attaccato in forze le truppe al confine ed è probabile che questi non siano in grado di resistere. Per salvare i paesi della coalizione, dobbiamo concentrare le nostre truppe vicino al Paese della Pioggia.»
Kiba fu il primo a partire, diretto al Paese della Pioggia, dove si trovava il grosso dell’esercito della coalizione. Subito dopo venne il turno di Neji, a cui fu assegnato il compito che Naruto aspettava per se stesso: consegnare gli ordini alle divisioni con armamento leggero accampate a più di un chilometro dal confine.
«Aspettate fuori, tenente. Il maggiore Uzumaki vi raggiungerà tra un attimo.»
Naruto rimase in attesa mentre il suo superiore scorreva con lo sguardo i documenti rimasti. «A voi affido l’incarico più delicato, Naruto. Dovete trattare con i villaggi circostanti; i generali dei Kage diventano molto suscettibili quando temono quando temono che i loro Kage vengano relegati in secondo piano. Occorrono tatto e savoir-faire, soprattutto bisogna convincerli ad agire in fretta.» Nei duri occhi neri del colonnello comparve un lampo divertito. «Avrei mandato Kiba, ma dopo la sua avventura con la Contessa Mabui non è molto gradito alla corte della Nuvola. Voi, comunque, siete perfetto per questo compito. Convinceteli ad accettare le decisioni del comandante generale: non abbiamo tempo per le discussioni oziose.»
«Sissignore!»
«Inoltre... voi e Neji cavalcherete insieme per parte del percorso. Fate quello che potete per calmarlo. Mi sembra troppo in vena di eroismi inutili.»
Naruto rispose con un cenno di assenso, salutò e uscì.
Galopparono in silenzio per un po’, concentrandosi sulla via più breve per uscire dalla città. Poi rallentarono al trotto, per permettere ai cavallo di riposare. L’aria fresca della campagna parve esercitare un effetto tranquillizzante sul tenente, che di punto in bianco, dichiarò: «Non sono uno scellerato egoista».
L’affermazione colse di sorpresa il suo compagno. «Non ho mai pensato che lo fossi. Cosa ti salta in mente, Neji?»
«Se ti ho chiesto di occuparti di mia cugina, non è soltanto perché voglio sentirmi libero di tornare ad arruolarmi. Ma... se mai mi dovesse capitare qualcosa... Lo so che è improbabile, però...Nessuno la proteggerebbe dai miei cugini.»
«Ha bisogno di protezione dai membri della tua stessa famiglia?»
«Naruto, le spetta una cospicua eredità e si io dovessi morire il patrimonio sarebbe ancor più notevole. La tenuta tocca a un lontano cugino, ma non il denaro. Ko Hyuga riceverebbe la terra e la casa, ma non abbastanza soldi per mantenerle. Mio zio non si è mai fidato di lui, e neanch’io. inoltre ha un figlio della mia età, scapolo e libero di sposare una donna come Hinata. L’ho conosciuto a una festa: è un verme.»
«Caspita!» esclamò Naruto. «E allora perché metti a repentaglio la tua vita? Dovresti affrontare di persona simili problemi!»
Neji era in preda al rimorso. «Hinata dice sempre che io scherzo troppo e penso troppo poco. Tornerò a Konoha non appena otterrò il congedo. Ma se dovesse succedermi qualcosa, tu...» Fissò sull’amico uno sguardo ansioso. «Ti prego! Il matrimonio con te la salverebbe.»
Naruto era esasperato. «Non ti posso promettere di sposare tua cugina. E, a parte tutto, forse lei non vorrebbe affatto diventare mia moglie. Ci hai pensato? Comunque mi farò carico di proteggerla. E adesso dobbiamo sbrigarci. Io svolto al prossimo incrocio.»
Ripartirono a tutta velocità, fermandosi soltanto per un istante dove le loro strade di separavano. Naruto avrebbe voluto consigliare a Neji prudenza, ma si trattenne: non è così che saluta un ninja pronto a combattere. Si limitò invece ad augurare buona fortuna e si diresse verso il villaggio della Nuvola.

 
 

 
Fine capitolo 1.




Ciaoo, questa è la mia nuova fanfiction dedicata al NaruHina.
Ok, questo è un capitolo di introduzione. Spero che vi piaccia. Non sapete quanto ci ho messo per metterlo sul sito, sono praticamente sfinita! 
Visto che è la mia primissima fanfiction, ogni critica e ben accetta, se non capite qualcosa, chiedete tranquillamente e c'è qualche errore di grammatica, ditemelo che lo aggiusto immediatamente.

Grazie a tutti di cuore. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Capitolo 2

 

Un mese dopo.

 

Con una lettera in mano, Hinata Hyuga guardava dalla finestra del salotto privato. Il locale le apparteneva sin da quando suo padre aveva deciso che era abbastanza grande per lasciare la camera dei bambini e disporre di una serie di stanze al primo piano.

Fino a quel momento, anche nei periodi più difficili o dolorosi, aveva sempre trovato conforto nella vista del giardino e nei campi che si stendevano nella sua tenuta. Quel giorno però non vedeva neppure le aiuole fiorite, né gli alberi rari piantati dal suo trisavolo, né i grandi prati in verde intenso.

Neji era morto, ucciso in battaglia.

Lo sapeva ormai da settimane, ma mentre sbrigava le indispensabili pratiche burocratiche, si consultava con i notai e avvocati di famiglia e si occupava di tutto il resto, non si rendeva veramente conto della tragedia. Si aspettava quasi che il cugino si presentasse sorridente alla porta, prendendola in giro perché aveva creduto a uno dei suoi soliti scherzi.

Ma quella lettera confermava l’amara verità. Neji non sarebbe tornato a casa, mai più. Lasciò cadere il foglio e si portò le mani in volto.

«Hinata, mia cara!»

Udendo la voce di miss Kurenai, raddrizzò le spalle.

«Stai tranquilla, Kurenai-chan» la rassicurò con fermezza voltandosi «Non sto per crollare.»

«Sfogarti ti farebbe bene» rispose lei. «Non puoi andare avanti così, Hinata. »

«Lo so, devo reagire, prendere delle decisioni. »

«Non è quello che intendevo. È vero, però, che dovresti cominciare a pensare al futuro. » si avvicinò e raccolse la lettera dal pavimento. «E’ questa che ti ha turbata? »

«Si. È un amico di Neji: il maggiore Uzumaki, anzi Lord Uzumaki. Mi ricordo che Neji ne parlava. È ... molto gentile. Portava grande affetto per mio cugino ».

«Era presente quando Neji..»

«No, ma conosce qualcuno che era con lui. Mi riferisce che...è morto con grande coraggio.» Fece una paura, poi riprese: «Lord Uzumaki lo ha visto per l’ultima volta la sera prima della battaglia. Hanno parlato di me...». Di nuovo si interruppe, ma trovò la forza per continuare: «Tornerà a Konoha tra breve e gli farebbe piacere venirmi a trovare. Sa che non ho più nessuno e si offre di aiutarmi, per quanto gli sia possibile.»

Era in preda al più profondo sconforto, ma miss Kurenai resistette alla tentazione di abbracciarla. Conosceva fin troppo bene la sua allieva di un tempo: se soffriva, ogni tentativo di conforto veniva rifiutato all’istante, accettarlo le sarebbe parso un segno di debolezza. Così si mantenne a una certa distanza e le chiese: «Quando lo riceverai?».

«Non lo riceverò affatto. Apprezzo la sua offerta, ma cosa potrebbe fare?»

«Hinata, si è preso la briga di scrivere. Lo devi vedere.»

«No, Kurenai-chan! Non lo sopporterei. Naturalmente gli risponderò per ringraziarlo del suo nobile gesto.»

«Ma non rifiutarlo del tutto. Magari in futuro potresti avere bisogno del suo aiuto. Perché non gli proponi di venire tra qualche settimana, quando ti sarai un po’ ripresa? »

«Non credo che potrà. Da quanto afferma, fa ancora parte dello stato maggiore del comandante supremo ed è in servizio insieme a lui al villaggio della Nebbia. Comunque, non riesco a immaginare che tipo di aiuto mi possa offrire un perfetto estraneo. Ma se pensi che sia più educato, farò come dici tu.»

Tornò a guardare il paesaggio fuori dalla finestra e nel salotto cadde il silenzio.

Poi miss Kurenai domandò a voce bassa: «Quando arriverà tuo zio? »

«Da un giorno all’altro.»

«I tuoi tutori hanno preso qualche decisione?»

«Il generale Danzo mi ha detto di aspettare finché zio Ko non si stabilirà qui a Villa Hyuga. Naturalmente, Sir Sarutobi è d’accordo con lui.» Con una punta di amarezza, aggiunse: «Da quanto ho capito, quei due anziani signori sperano che lo zio mi offrirà un alloggio. Altrimenti non saprebbero proprio cosa farsene di me».

«Queste regole sull’eredità inalienabile sono insensate!» esclamo Kurenai con insolita veemenza. «Hai sempre gestito tu villa Hyuga, non solo quanto tuo padre era ammalato, ma anche per tutto il tempo in cui Neji era lontano.» Si fermò un istante a riflettere. «E adesso che ci penso, Hinata, te ne occupavi persino se tuo cugino era qui! Lui aveva sempre per la testa l’esercito e le battaglie. E adesso, soltanto perché sei femmina, rimani senza casa e la tenuta va nelle mani di una persona che non se ne è mai interessata. Non è giusto!»

Hinata le rivolse un mesto sorriso. «Non è solo colpa dello zio Ko se non è mai venuto qui. Mio padre glielo impediva.»

«E perché?»

«Non lo ho mai capito. Ko Hyuga non è veramente uno zio, ma un lontano cugino; io e Neji non l’abbiamo mai conosciuto. Credo che corresse cattivo sangue tra i due rami della famiglia. Mio padre lo definiva quella canaglia di Ko.»

«E guarda cosa va a capitare! Tutto diventa suo: i terreni, le fattorie, persino questa casa.»

Il volto di Hinata si irrigidì. «Sì. Ho perso la casa, oltre che un cugino che consideravo un fratello.» disse in un tono così distaccato, che soltanto chi la conosceva bene era in grado di cogliere la disperazione nascosta in quelle parole.

Dopo una pausa, Kurenai notò: «Cerchiamo di vedere il lato buono, Hinata. In realtà, sai ben poco di Mr. Ko Hyuga; forse non è poi la canaglia dipinta da tuo padre. Mi hai detto che ha un figlio e una figlia più o meno della tua età. Potreste fare amicizia. Da troppi anni ti manca la compagnia dei tuoi coetanei.»

«Non l’ho mai desiderata. Tu sei per me una compagna ideale, Kurenai-chan.»

«Ma sono soltanto un istitutrice !»

«Adesso siamo amiche.» la guardò con affetto. «Non so esprimerti quanto ti sia grata per avere deciso di ritornare da me dopo la morte del nonno. So quanto ami il tuo cottage al villaggio.»

«C’è ancora. E non appena Mr. Hyuga e famiglia verranno a stabilirsi qui, tornerò ad abitarci poiché non avrai più bisogno di me e tuo zio sarà ben contento che me ne vada. Adesso perché non rispondi alla lettera di Lord Uzumaki? Sei sicura di non volerlo vedere?»

«Certo. Ho già due tutori che mi spiegano cosa devo fare. Non ho alcun bisogno di consigli da parte di un altro vecchio gentiluomo, per quanto cortese sia.»

«Hinata! Lord Uzumaki è un ufficiale in servizio attivo. Non può essere tanto anziano.»

«E’ un membro dello stato maggiore del comandante supremo. Hai notato che non era al fianco di Neji durante la battaglia? Probabilmente se ne stava al sicuro al quartier generale. Neji descriveva lo stato maggiore come una banda di vecchiette, quando parlava in toni educati! Non voglio che un azzimato maggiore venga a raccontarmi come è morto eroicamente mio cugino. E non riesco neppure a immaginare in che modo potrebbe essermi d’aiuto.»

 

Una settimana dopo, Hinata attendeva nel salone insieme a miss Kurenai, tendendo le orecchie a ogni minimo rumore proveniente dall’esterno. Mr. Ko Hyuga, infatti, aveva comunicato che quel pomeriggio sarebbe arrivato a Villa Hyuga per prenderne possesso. Infine si udì lo scalpiccio dei cavalli sulla ghiaia, seguito da un certo trambusto nell’ingresso; poi la porta della sala si spalancò e fece ingresso un robusto gentiluomo, Hinata notò affascinata che suo zio, come Neji, aveva gli occhi chiarissimi e un colorito pallido, e i capelli grigi portavano ancora tracce del nero di suo cugino. I lineamenti però. Erano duri e volgari, nonostante il largo sorriso.

Si fece avanti e prese le mani di Hinata tra le sue. «Ecco la piccola Hinata! Sono felice di fare finalmente la vostra conoscenza.» con espressione solenne, aggiunse: «Sebbene mi renda conto che le circostanza siano per voi molto tristi, così come tutti noi! Come state, mia cara?»

«Bene, zio Ko, grazie. Ma dov’è Mrs. Hyuga? Non è venuta con voi?»

«Vostra zia Kami e i ragazzi arriveranno domani. Muoiono dalla voglia di vedere la loro nuova casa. Ma non sono potuti partire insieme a me.» Si voltò verso miss Kurenai con aria interrogativa. «E questa è..?»

«La mia istitutrice e cara amica miss Kurenai Yuhi.»

«La vostra istitutrice? Non siete abbastanza grande?»

«Non ci siamo capiti, Zio Ko, Kurenai non si occupa più della mia educazione, ma è tornata a vivere qui dopo la morte di mio padre.»

«Ah! La vostra dama di compagnia! Ebbene, adesso non ne avrete più bisogno. Miss Kurenai sarà libera di cercarsi un altro impiego non appena arriverà vostra zia, cioè domani.» Le guardò raggiante, come se avesse concesso loro un grande favore, quindi aggiunse: «Sedetevi, mia cara, non c’è bisogno di formalità con me. Anche voi, miss... Kuruma, a meno che non vogliate ritirarvi nella vostra camera per preparare i bagagli.»

Hinata era profondamente offesa, sia per lo sgarbo rivolto a Kurenai, sia per l’invito ad accomodarsi in quella che era sempre stata casa sua. Riuscì però a rispondere con calma: «Miss Kurenai non ha bisogno di trovare un altro posto di lavoro: è una amica, non una domestica retribuita, e ha una casa propria. »

Ma Ko Hyuga non la ascoltava. Camminava infatti per la stanza esaminando quadri e ornamenti con l’occhio del nuovo padrone. Dopo qualche minuto, commentò: «Qui ci sono oggetti di un certo valore, sapete. Mia moglie ne sarà felice. Domani, appena arriverà, ci mostrerete il resto della casa. Sceglierà le camere per i ragazzi e per se stessa. Comunque non vi preoccupate, mia cara: se desiderate rimanere insieme a noi, troveremo dove sistemarvi».

 

Dopo avere conosciuto suo zio, Hinata era preparata all’incontro con la consorte. Questa arrivò la mattina successiva in una vistosa carrozza, con la figlia al fianco. Numerosi stallieri in livrea erano al loro servizio bisognosa di sostegno morale, aveva convinto Kurenai a rimandare di un giorno il trasferimento a villa Hyuga e adesso aspettava insieme a lei sui gradini d’ingresso, qualche passo dietro lo zio Ko.

Quando la vettura si fermò, i servitori si affrettarono ad aprire le porte e Mrs. Kami Hyuga discese. Era piuttosto robusta e non molto alta, ma ugualmente imponente. Indossava un vistoso abito di seta blu, guarnito di gale e imbottiture. Due piume enormi ornavano il cappellino in tinta. Sostò un attimo e, con occhi freddi azzurri, studiò l’elegante facciata, l’ampia scalinata e le finestre ai lati.

Infine aggrottò la fronte e, in tono di profonda disapprovazione, sentenziò: «Ko, non mi ero resa conto che fosse così piccola! La dovremo ampliare.»

«Come desideri, amore mio. Ma avremo tempo per elaborare progetti di ogni genere. Vieni, ti presento nostra nipote Hinata.»

Ma al suo lieve inchino rispose soltanto esclamando: «Hinata! No, non è possibile: è simile al nome di mia figlia! Voi diventerete Hina-chan. Ecco invece Hinaka.» Si voltò e le fece segno di venire avanti. Hinaka Hyuga era vestita di bianco, con più fiocchi e pizzi di quanto ammettesse il buongusto. Ma il viso e il corpo erano assai graziosi. Era di piccola statura, ma ben proporzionata, e in confronto a come erano di solito i membri della sua famiglia, aveva grandi occhi blu, carnagione rosea e riccioli d’oro pallido raccolti attorno al visino a forma di cuore. Rivolse alla cugina un sorriso delizioso, accompagnato da un grazioso inchino. Hinata, che si sentiva un elefante di fronte a lei, ricambio il saluto e presentò miss Kurenai.

I Hyuga la ignorarono completamente ed entrarono.

«Qui non è niente male!» concesse Kami Hyuga, osservando il doppio salone e il soffitto a cassettoni dorati. «Ha bisogno di restauri, essendo stato piuttosto trascurato, ma le potenzialità ci sono. Mi piacerebbe vedere le camere, Hina-chan» aggiunse rivolta alla nipote, «prima che portino i bagagli.»

«Certo. Faccio chiamare la governante?» rispose con freddezza lei.

Kami Hyuga accennò un sorriso. «Non tocca forse a me far chiamare la governante, mia cara? Comunque è un’ottima idea. Ehi, voi!» gridò a un domestico rimasto nell’atrio. «Mandatemi...come si chiama questa donna, Hina?»

«Mrs. Shion.»

«Mandatemi Shion!» il domestico esitò un istante e lanciò un’occhiata a Hinata, che annuì.

«Credo che sia al piano di sopra, Utakata» lo informò con calma. «Chiedetele per favore di scendere per fare conoscenza con la sua nuova padrona.»

«È ancora da vedere se resterà al mio servizio» la corresse Mrs. Hyuga. «Hina-chan, preferirei che mi accompagnaste voi: sarà più facile discutere delle modifiche da apportare. Dopo avere assegnato le camere ai membri della mia famiglia, ne dovremo trovare una per voi, no? Da quanto mi ha riferito vostro zio non avete altri parenti.»

«È vero» confermò Hinata, «ma...» esitò. Non aveva nessuna intenzione di rimanere ad abitare a loro, ma le pareva scortese dichiararlo al primo incontro. Per cui scelse di tacere.

La zia non pareva entusiasta. «Già! Vedremo che cosa si potrà fare. La vostra dama di compagnia, però, se ne andrà. La sua camera servirà a noi».

«Miss Kurenai tornerà a casa sua oggi stesso.»

«Ottimo! Allora, dove sono queste camere?»

Kurenai andò a preparare i bagagli, lasciandola sola con la zia.

 

Hinata avrebbe preferito dimenticare l’ora che seguì. Villa Hyuga non era un palazzo, ma una bella e comoda residenza familiare. Le diverse generazioni vi avevano aggiunto tocchi personali, ma nell’insieme rimaneva un’armoniosa collezione di idee e gusti. Non corrispondeva, però, al concetto di lusso coltivato di Mrs. Hyuga, che, tra critiche e commenti negativi, progettava di abbattere pareti, erigere tramezzi, aggiungere porte e finestre. Nulla suscitava la sua approvazione, finché non giunsero all’appartamento della stessa Hinata.

«Questi si che sono dei bei locali» commentò quando entrarono. Hinata era sorpresa e compiaciuta. Avevo scelto lei stessa quell’arredamento e le decorazioni, semplici ed eleganti. Non credeva che avrebbero incontrato i gusti della zia.

«Dalle finestre si gode di un’ambia visuale» sentenziò Mrs. Hyuga, «e anche se la camera da letto è un po’ piccola, il salotto è abbastanza spazioso. A Hinaka piacerà.»

«Hinaka?»

«Certo qualche modifica sarà necessaria per alloggiare degnamente mia figlia. I mobili sono un po’ tristi, ma con nuovi accorgimenti più alla moda, immagino che andrà bene. Quelle librerie non servono e al loro posto metteremo un altro armadio e un tavolo da toilette più grande.»

Lei rimase così sconvolta che non riuscì ad aprire bocca, ma intervenne la governante: «Mi vogliate perdonare, signora, ma è l’appartamento privato di miss Hinata.»

I gelidi occhi azzurri la scrutarono. «Forse volete dire che lo era, Shion. Le cose sono cambiate. Miss Hina si sistemerà altrove.»

«Mrs. Hyuga ha ragione» disse Hinata, «Villa Hyuga ora ha dei nuovi proprietari, e noi ci dobbiamo adattare come meglio possiamo.» Poi si rivolse alla zia: «Sono gli ultimi locali disponibili in questo piano, quindi, se mi volete scusare, ho promesso a miss Kurenai di aiutarla per il trasloco».

«Ottimo. Adesso sono stanca» concluse allontanandosi.

Mrs. Shion scosse la testa.

«Non dite nulla, vi prego!» la supplicò Hinata. «Non fareste che peggiorare la situazione. Pensate piuttosto al vostro futuro.» e aggiunse a mezza voce. «Io devo sicuramente pensare al mio».

 

Quella sera a tavola lo zio Ko parlò dei rinnovamenti che intendeva apportare. Si dilungò su semine, raccolti e nuove tecniche agricole, ma Hinata non lo trovava convincente. Ponendo qualche domanda ben mirata, si rese conto che lo zio aveva ben poca esperienza nel settore e aveva l’impressione che puntasse più che altro a uno sfruttamento intensivo. Scoprì inoltre che qualche anno prima i Hyuga avevano venduto i terreni ereditari e che, vivendo nel lusso, avevano sperperato la somma ricavata. Adesso erano pieni di idee su come utilizzare le ricchezze piovute su di loro dopo l’improvvisa scomparsa di Neji.

«Mia cara Hina-chan» annunciò lo zio. «domani voglio andare al centro per parlare con gli avvocati. Tra l’altro, ho notato che ne pomeriggio avete preso la carrozza scoperta per accompagnare la vostra istitutrice e non vi è venuto in mente di chiedermi il permesso. In futuro, però, lo dovete fare, prima di servirvi di una vettura. Lo stesso vale per i cavalli.»

«Non tutto. I cavalli...»

«Non sopporto di essere interrotto o contraddetto alla mia tavola, Hina-chan!»

«Ma...»

«Silenzio!» Zio Ko sorrideva ancora, ma nessuno osò aprire bocca. «Una volta che avrò conferito con gli avvocati occuperemo del vostro futuro. Sarò equo e ragionevole, ma fino a quel momento, non voglio sentire discussioni in proposito.» Guardò gli altri commensali. «Adesso parliamo d’altro.»

Se Ko Hyuga avesse dimostrato una natura più nobile Hinata lo avrebbe preparato alla brutta sorpresa che lo attendeva dai notai. Ma, troppo triste e disgustata per affrontare l’argomento, ascoltò in silenzio zia Kami che spiegava la nuova distribuzione delle camere da letto. E quando infine stabilì di assegnare a Hinata una stanzetta dell’ultimo piano, ogni caso non aveva nessuna intenzione di rimanere a lungo.

Giunta a questa conclusione, Hinata decise di consultare con i suoi tutori l’indomani stesso, se zio Ko non avesse annunciato di recarsi al centro dai notai; ma semplice idea di viaggiare insieme a lui la infastidiva talmente, che decise di rimandare al giorno successivo. Al momento, sembrava una decisione piuttosto innocua, ma se avesse potuto prevedere i problemi che sarebbero sorti nelle settimane a venire, avrebbe di gran lunga preferito sopportare la sua sgradevole compagnia.

Ko Hyuga tornò di pessimo umore, maltrattò lo stalliere, poi respinse in malo modo il domestico che gli aprì la porta. Infine si chiuse in biblioteca e ricomparve soltanto quando lo chiamarono per cena.

Hinata immaginava le ragioni del suo malumore, ma rimase lo sesso sorpresa di quel cambiamento. L’aria fiduciosa e benevola dello zio era completamente sparita. Chiuso in un mutismo ostile, mangiò e bevve in abbondanza e, a parte qualche sguardo preoccupato nella direzione della nipote, ignorò il resto della famiglia. Dall’altro capo della tavola, la zia sembrava affatto colpita dal comportamento del marito e discorreva con i figli, seduti ai suoi lati.

Tokuma Hyuga, il rampollo di Ko, era arrivato soltanto quel pomeriggio e quella era la prima possibilità che Hinata aveva di osservarlo. Quando la madre glielo aveva presentato, le aveva baciato la mano dichiarando, con un radioso sorriso, che era felice di conoscerla, ma subito si era distratto e non le aveva quasi più rivolto la parola. Hinata aveva l’impressione che, dopo un rapido esame della povera cugina senza casa, l’avesse considerata indegna di ulteriore attenzione.

Tokuma era alto, come suo padre, ma corporatura più snella e, come gli Hyuga, era con i capelli neri con gli occhi chiarissimi e la carnagione chiara. Osservandolo, lei provava una strana sensazione: era simile a Neji, ma, allo stesso tempo, completamente diverso. Gli assomigliava nel fisico e, come lui, era pronto al riso e pieno di fascino; eppure la differenza era profonda, anche se non era facile definire la natura di quella diversità. Neji era aperto e trasparente, non mascherava mai nulla; poteva essere irritante e privo di tatto, ma era sempre sincero. I modi di Tokuma, invece, sembravano studiati e dava l’impressione di nascondere qualcosa. Appariva affettato e privo di spontaneità.

Le sue riflessioni vennero bruscamente interrotte dalla voce dello zio, che all’improvviso sbottò: «Tokuma” Perché ignori tua cugina? Ti considererà un villano!»

Padre e figlio si fissarono in silenzio per un istante, poi Tokuma alzò le spalle e rispose in tono neutro: «Scusate padre, non mi ero reso conto della mia mancanza di tatto.» poi, rivolto a Hinata: «Vi ho trascurata, cara cugina? Mi dovete perdonare: mia madre e mia sorella mi stavano raccontando tutto su Villa Hyuga. Sono piene di progetti per migliorare la casa, anche se, da parte mia, credo che sia perfetta così com’è. Vi rattristerà certamente l’idea di andarvene.»

«Si, è vero» confermò lei. «Ho vissuto qui tutta la mia vita e qualunque altro luogo mi parrà estraneo, almeno all’inizio.»

A quel punto intervenne Hinaka Hyuga. «Tutta la vostra vita? Sareste almeno stata a Konoha!»

«No, non mi sono mai allontanata da Villa Hyuga.»

«Volete dire che vostro padre non vi ha mai introdotta in società?» notò scandalizzata la zia Kami.

«Credo che ci abbia pensato prima di ammalarsi. Poi, però non si è presentata l’occasione» rispose rigida lei, offesa per la critica rivolta all’amato padre.

«Che peccato! Guardate come siete ridotta! A diciotto anni, in quanto miss Hyuga, avreste trovato certamente un buon partito, ma ormai...Quanti anni avete? Ventitré?»

«Ventuno, signora.»

«Davvero? Comunque, adesso che siete più vecchia e non possedete nulla, non vi sarà facile trovare marito. E spero che non contiate sul mio aiuto: l’anno prossimo abbiamo già intenzione di presentare Hinaka a Konoha e impegnerò per questo tutte le mie energie. Coltiviamo ottime speranze per lei, non è vero tesoro? Non credo che si veda spesso una bellezza simile. Avremo anche parecchie spese da sostenere.»

Hinaka si toccò compiaciuta i riccioli dorati. «Quando papà ci ha riferito che avremmo ereditato villa Hyuga, ci siamo lanciati su grandi piani. Prenderemo una casa in città per la stagione delle feste e io avrò bisogno di un nuovo guardaroba per il debutto. Non vedo l’ora!»

Sussultò allorché il pugno di suo padre si abbatté sul tavolo. Finalmente la tempesta stava per scoppiare.

«Tieni a freno la lingua, non sai cosa stai dicendo!»

Offesa e stupita, la ragazza fissò il padre. Poi, con gli occhi pieni di lacrime, domandò alla madre: «Cosa ho fatto di male? Papà aveva promesso che saremmo andati a Konoha, no?»

La signora Hyuga non si scompose: «Non preoccuparti, cara. Puoi stare sicura che manterrà la parola.» Quindi si rivolse al marito: «Cosa c’è che non va, amore mio?»

Ignorandola, lui guardò accigliato Hinata. «La scena vi diverte?» le chiese brusco.

«Come, zio?»

Ko si alzò e la squadrò da capo a piedi. «Non fingetevi innocente! Avete ascoltato impassabile mia moglie che progettava innovazioni di ogni sorta e mia figlia che raccontava i suoi sogni per il debutto, pur conoscendo che non abbiamo neanche metà della cifra necessaria! Chissà quanto ve la ridete sotto i baffi!»

«Cosa?» gridò Kami Hyuga. «Che stai dicendo, Ko?»

Hinata rimase un istante senza fiato, poi rispose con fermezza: «Sir, vi state sbagliando. Naturalmente conoscevo i termini dell’eredità, ma non era compito mio informarvene. E vi assicuro che non ho affatto riso. Non ho nessuna voglia di ridere da quando mi è giunta notizia della morte del mio amato cugino...e della perdita di casa mia».

Incapace di continuare, si alzò e se andò dalla finestra. I campi e i giardini erano imersi nella dolce luce del tramonto: Villa Hyuga non le era mai parsa tanto bella. Si disse che sarebbe sopravvissuta a quell’incubo, ma che se ne doveva andare al più presto.

«Ko, ci vuoi per favore spiegare cos’è questa faccenda?» lo interrogò la moglie.

«La casa e i terreni sono miei, così come le rendite che producono» rispose infine «Gli avvocati, però, mi hanno appena comunicato che il patrimonio appartiene a un altro ramo della famiglia. La nonna materna di vostra cugina era una ricca erede e i suoi soldi spettano a Hina-chan».

«A lei!» Zia Kami la fissò sbalordita. «Non ci posso credere! Ci deve essere un errore!»

«Temo che non ci siano errori. Mio padre era libero di lasciare il denaro del nostro ramo a chi desiderava» spiegò Hinata.

«Ma allora di che cosa vivremo?»

Tokuma, che era rimasto zitto e immobile durante l’intera conversazione, lanciò al padre uno sguardo d’intesa, poi si alzò e raggiunse la cugina alla finestra. «Dobbiamo sembrarvi tanto gretti! Ci dovere scusare: abbiamo subito un duro colpo. Immagino comunque che i terreni forniscano rendite più che sufficienti per vivere.»

«Ma non nel lusso» Protestò sua madre.

Dopo una rapida occhiata dell’espressione chiusa di Hinata, Tokuma aggrottò la fronte e disse alla madre: «Sono sicuro che la situazione non è disperata come sembra, madre. Ora, però, tempo che mia cugina ne abbia avuto abbastanza di simili discorsi. È diventata pallida... Mi vorreste mostrare il giardino, Hina- chan?».

La prese a braccetto e la condusse fuori. Lei, troppo abbattuta per protestare, lo segui senza obiezioni.

 

Fine del secondo capitolo.

 

 

 

Ciaoo, ecco il secondo capitolo.

Forse vi aspettavate la guerra e quindi la morte di Neji. Ma no. Ci sarà il momento in cui spiegherò la guerra ma non adesso. Spero che non vi abbia deluso.

Qui vediamo Hinata alle prese con la sua nuova "famiglia". Nel prossimo vedremo come si comporterà, cosa deciderà, e immagino che sperate che incontri Naruto, immagino. Beh, vedremo.

Volevo, inoltre, fare alcuni ringraziamenti:

A coloro che l'hanno aggiunto ai preferiti, leggendo solo il primo capitolo. Mi avete scaldato il cuore.

A coloro che l'hanno messa nelle seguite, che mi fate venire voglia di continuare.

A Vaius, per il tuo commento, mi ha commosso. Scusa, non ho potuto mettere scene di sangue in questo capitolo, forse ci saranno più in là. Grazie per il tuo entusiasmo e supporto.

A Sky_Storm, che spero di averti incuriosito ancora di più, e aver esaudito il tuo desiderio di leggere il continuo tanto presto. Voglio sapere il titolo del film, che adesso sono curiosa xD !

A iaele santin, mi dispiace per il problemi che ti ho causato leggere il primo capitolo. Spero che adesso riesca a leggere meglio.

 

E infine..

A chi solamente abbia letto la mia storia.

 

Grazie a tutti di cuore. Un Bacio e alla prossima!

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

Il giorno dopo, Hinata andò su tutte le furie quando scoprì che lo zio Ko aveva già portato fuori la carrozza scoperta. Fu così che costretta a modificare i suoi piani e, invece di recarsi a Konoha per consultare i tutori, decise di andare a piedi al cottage per vedere Kurenai-chan. Era comunque una buona idea discutere con lei della situazione.

L’amica l’accolse con gioia e la condusse nel giardino senza inutili formalità. Il cottage era stato mantenuto in buone condizioni durante la sua assenza e il giardinetto del retro era pieno di colori e di profumi. Si accomodarono sotto un albero di melo.

«Adesso, Hinata, spiegami che cosa ti turba.»

Lei le riferì in breve gli avvenimenti e concluse affermando:

«Una cosa è certa. Io non potrei mai vivere con mio zio e la sua famiglia. Devo vedere i miei tutori e andarmene al più presto.»

Kurenai fu, come sempre, molto diretta. «Non hai altri posti dove andare.»

«Non potrei rimanere qui con te?»

L’amica sorrise, «Mi farebbe un enorme piacere, ma, come vedi, non c’è spazio. Inoltre i tuoi tutori non darebbero mai il loro consenso.»

«Parlerò con loro domani. Devono essere d’accordo! Mi rifiuto di rimanere con i Hyuga!»

Si alzò e prese a camminare nervosamente per il giardino, sotto lo sguardo preoccupato di miss Kurenai.

«Se fossi in te» le consigliò, «aspetterei un momento prima di affrontare la questione con Sir. Sarutobi e il generale Danzo. Saranno più disposti ad ascoltarti se ti esprimerai con calma, dimostrando che sei ragionevole. Si devono convincere che, perlomeno, hai provato a vivere con i tuoi parenti.»

«Kurenai-chan, temo che non saranno mai disposti ad ascoltarmi con obbiettività. Sono ormai vecchi e stanchi, non hanno idea di che farsene di me. Perché mio padre mi ha affibbiato tutori simili?»

Sebbene fosse d’accordo, Kurenai preferì non esprimerti in proposito. «Forse è ancora presto per giudicare» dichiarò. «Non conosci ancora bene gli Hyuga. A volte le persone hanno reazioni spropositate, quando subiscono una grave delusione.»

«Sono diventati padroni di Villa Hyuga! Che altro vogliono?» gridò Hinata.

«Non tutti la considerano, come te, una grande fortuna. E tu devi smetterla di pensarci tanto: la tenuta non è più affar tuo. Devi accettare questo dato di fatto e concentrarti invece su cosa intendi fare della tua vita.»

« È vero. Posso soltanto tenere conto della nuova situazione.» dopo una pausa, aggiunse in tono volutamente più allegro: «Hai ragione come sempre, cara Kurenai; è meglio aspettare e cercare di essere paziente. So di non potere fare nulla senza consenso dei tutori. La cifra mensile che mi accordano e davvero ridicola.»

«Avresti dovuto chiedere di aumentarla, con la morte di tuo padre.»

«Lo so, ma quando c’era Neji, ero autorizzata a prevalere fondi della tenuta, e così facevo. Non avrei mai pensato che...» si interruppe un istante, poi riprese: «Forse ero soltanto pigra. Avrei dovuto occuparmi da tempo della faccenda. Quei due vecchi mi considerano ancora una bambina, per giunta femmina! Sarebbe bello avere un uomo di fiducia in grado di rappresentarmi, qualcuno che susciti rispetto...».

«E l’amico di tuo fratello, che ti ha scritto una lettera?»

«Lord Uzumaki?»

«Ti ha offerto aiuto e sembrava sincero. Perché non gli scrivi ancora? Mi pare esattamente il tipo d’uomo che il generale e Sir. Sarutobi sarebbero disposti ad ascoltare.»

«Già, hai ragione» ammise. «Mi domando se si trovi ancora a Konoha. Kurenai sei un genio! Gli scriverò stasera e gli domanderò di venire a farmi visita.»

 

Quando scese le scale la mattina dopo, Hinata si ricordò delle parole dell’amica. Lo zio Ko sembrava essersi ripreso dal dispiacere del giorno prima e la salutò con un sorriso benevolo. L’accompagnò di persona in sala da pranzo, dove la moglie era già a tavola per la colazione. Tokuma e Hinaka, invece, non si vedevano ancora.

«Mia cara Hina-chan» esordì la zia quando si sedette, «chissà cosa avrete pensato di noi! Temo che non ci siamo comportati molto bene. Ci perdonerete?»

«Certo» mormorò a disagio lei.

Lo zio si schiarì la voce, «Ieri è stata una giornata dura. Non mi avete preso sul serio, vero?» Hinata scosse la testa senza dire nulla e lui continuò ridendo: «Certo che no! L’ho detto anche a Tokuma: Hina-chan è troppo intelligente per lasciarsi sconvolgere da un piccolo sfogo. Era preoccupato per voi».

«Che caro ragazzo» commentò con affetto la signora Hyuga. «Sapete, Hina-chan, quando sono stanca a volte non ragiono bene. Credetemi, potete rimanere nelle vostre stanze finché volete. Non mi sognerei neppure di sottrarvele.»

«Siete molto gentile, Mrs Hyuga» rispose. «Ma ho intenzione di consultare i miei tutori riguardo al mio futuro. Io e miss Kurenai stiamo considerando l’idea di vivere insieme.»

«Volete abitare con un’istitutrice?» esclamò lo zio.

«Come vi ho spiegato, Kurenai è un’amica.»

«Sarà pure una bravissima amica, ma non rappresenta la compagnia ideale per una giovane di buona famiglia. Non riesco neppure a immaginare che i vostri tutori possano dichiararsi d’accordo.»

«Certo che no! È un idea insensata!» si affrettò a confermare la moglie. «Ragazza mia, vi rendete conto di cosa significherebbe? L’ostracismo sociale! Non se ne parla neppure! Dovete rimanere con noi. In fondo, noi siamo la vostra famiglia, la sola che vi è rimasta.»

«Grazie, ma preferisco consultarmi prima con i tutori.» Hinata era determinata.

Ko insistette: «Mia cara, discutere di affari con due anziani gentiluomini non si confà a una signorina. Lasciate che tratti io con loro.»

«Grazie, zio, ma il vostro intervento non è necessario. Li conosco da quando ero piccola.» e, modificando un po’ la realtà, aggiunse: «in ogni caso, c’è già una persona disposta ad aiutarmi qualora si rendesse necessario»

«Si? E chi è?»

«Un grande amico di Neji, Lord Uzumaki. Gli ho già scritto.» Non specificò che la missiva non era stata ancora spedita ma si trovava nell’atrio, pronta per essere consegnata all’ufficio postale.

Lo zio la scrutò pensieroso. «Comunque i vostri tutori mi hanno ricevuto ieri, con grande cordialità.»

«Sembravano anzi inclini a vedere con favore i progetti di vostro zio» spiegò Kami con un sorriso soddisfatto.

Hinata sentì una vampata di collera, ma domandò con freddezza: «Quali progetti, zio?»

«La mia idea, come ho appena specificato in linea con i desideri dei vostri tutori, e quella che rimaniate qui nel prossimo futuro, e poi si vedrà...»

Lei si alzò da tavola. «Siete stato gentile a pensare a me, ma preferisco decidere io stessa della mia vita, insieme a loro. Quando li avete visti?»

«Ieri mia cara. Considerando corretto presentarmi. Ho portato con me Tokuma e abbiamo trascorso una piacevole mezz’ora sia con Sir. Sarutobi sia con il generare Danzo.»

«Trovo curioso che non mi abbiate neppure invitata, sir. Questo colloquio avrebbe riguardato sicuramente più me che vostro figlio.»

«Ci risiamo, Hina-chan! Vi renderete mai conto che non è conveniente per una signorina dimostrare tanta indipendenza? Ormai non siete più sola al mondo: io e zia Kami siamo qui per occuparci di voi.»

«O intendete forse dire del mio patrimonio? Scusatemi, ma ho l’impressione che vi dimostriate molto più premurosi da quando avete scoperto i termini dell’eredità.»

Ko Hyuga le rivolse un debole sorriso. «Non vi sbagliate, ma che c’è di male? Possedete una somma notevole. Preferireste ritrovarvi allo sbando in un mondo egoista e senza pietà?»

Kami le prese una mano, «Noi intendiamo soltanto provvedere al vostro bene, Hina-chan. Poverina, non avete nessun altro al mondo.»

«Mi sottovalutate, signora» ribatté lei sottraendo la mano. «Sono anni che mi occupo di me stessa e di questa tenuta. Non ho bisogno di protezione e la cosa che più desidero al mondo è sentirmi libera di decidere il mio futuro.»

Lo zio scosse la testa. «Il Sir. Sarutobi, in effetti, mi ha detto che siete ostinata e che fate in modo vostro da troppo tempo. Spero proprio che vi convincerà ad accettare la nostra proposta. Andate a parlare con lui, vi prego. Non vi dirà cose molto diverse.»

Hinata provò un brivido di inquietudine, «Certo, la mentalità di Sir. Sarutobi è piuttosto antica» ammise disperata, «ma mi ha sempre voluto bene. Non riesco a credere che mi voglia costringere a una scelta che mi renderebbe infelice. Andrò a trovarlo oggi stesso e parlerò anche con il generale.»

 

 

Hinata richiese la carrozza scoperta, si cambiò in fretta d’abito e, senza perdere un minuto, partì in direzione del centro. Il ritardo le era già costato fin troppo. Non potevano ignorarla così. Per lei era impensabile rimanere con gli Hyuga.

Appena giunta in città, ebbe qualche difficoltà a farsi ricevere dal Sir. Sarutobi; il suo domestico, infatti, le spiegò che non stava bene. Ma lei lo conosceva anche troppo: appena si profilava un problema di qualunque genere, si rifugiava nella malattia. Insistette dunque per vederlo.

«Non capisco perché mi abbiate disturbato, Hinata. Che problema c’è?» le domandò stizzito Sir. Sarutobi.

Lei comunico la sua intenzione di lasciare Villa Hyuga e andare a vivere altrove insieme a miss Kurenai.

«Come diavolo vi è passata per la testa una simile assurdità?»

«Non...non credo che io e mio zio convivremmo felicemente.»

«Che sciocchezze! Mr. Hyuga mi sembra un’ottima persona e suo figlio è un piacevolissimo giovanotto.»

«Vi prego, credetemi! Io e mio zio non siamo d’accordo su nulla. Mi rifiuto rimanere a Villa Hyuga con loro.»

«Vi rifiutate? Cosa intendete dire, signorina? Non credo che vi sarà possibile.»

«Ma io...»

«Non aggiungete altro, Hinata! Il problema è che avete fatto troppo a lungo ti testa vostra. Ho sempre pensato che occupavi della gestione di Villa Hyuga vi avrebbe fatto male. Non è un lavoro da donne!»

Lei si sentì profondamente offesa. «Non ho scelto io di occuparmene, sir. Quando mio padre era ammalato e Neji era via, non c’era nessun altro in grado di farlo» ribatté con veemenza. Sir. Sarutobi le lanciò un’ occhiata severa e lei tentò di calmarsi. «Ma avete ragione. Mi sento ferita vedendo mio zio appropriarsi della tenuta che pensavo sarebbe toccata a Neji. Quindi non sarebbe più saggio andare altrove?»

«Niente storie! È ora che impariate un briciolo di umiltà. Una ragazzetta come voi dovrebbe essere felice di affidare gli affari di famiglia a qualcun altro! Voi dovreste pensare alla moda e alle feste da ballo!»

«Ma a me non interessano!» sbottò di nuovo, accalorandosi.

«E invece dovrebbero. E sarebbe anche ora di iniziare a pensare al matrimonio. Se vostro padre vi avesse insegnato a prendere in maggiore considerazione l’argomento, non ci ritroveremmo nel pasticcio in cui siamo. Tuttavia, vostro zio ha avuto un’idea interessante in proposito, ma ne riparleremo a tempo debito.»

«Quale idea avrebbe suggerito? E con che diritto? Vi prego, lasciatemi andare via da Villa Hyuga...»

«Basta così, Hinata. Ho già preso una decisione. Io e il generale siamo due vecchi scapoli, è vero, ma comprendiamo il punto di vista di vostro zio. I Hyuga hanno due figli e capiscono i giovani, inoltre si sono già affezionati a voi. Sono convinto che vi possano dedicare il tipo di attenzione di cui ha bisogno una ragazza della vostra età.»

«Vorreste almeno aumentare la mia somma mensile?» chiese infine, disperata.

Lui appoggiò allo schienale, si portò una mano alla fronte e, con l’altra, suonò il campanello. «No, non se ne parla. Vi prego, mi fa male la testa.» Indirizzò un vago cenno alla sua pupilla. «Tornate un’altra volta, Hinata, quando vi sentirete più ragionevole. Intanto siate grata a vostro zio. Umino, vi prego, accompagnate fuori miss Hyuga, poi tornate subito da me. Mi devo sdraiare, non sto affatto bene!»

Uscita in strada, Hinata si sentiva adirata e soprattutto preoccupata. Suo zio era riuscito a conquistarsi le simpatie di uno dei tutori, ma, si disse, il generale Danzo non altrettanto facile da convincere. Partì quindi alla volta della casa sua, ma all’arrivo l’attendeva una delusione ancora più grave: il generale era partito quella mattina stessa per il villaggio della Roccia, dove si sarebbe intrattenuto per parecchie settimane. Cadde nella disperazione. Forse zio Ko era al corrente della partenza, ma non le aveva detto nulla. Il ritardo nel venire al centro della città le stava costando caro.

Rientrando a Villa Hyuga, però, ritrovò un po’ di calma e di risolutezza. Forse ci sarebbe voluto più tempo del previsto, ma era determinata a ottenere, prima o poi, il permesso di andarsene. Sir. Sarutobi era sempre stato ipocondriaco e non amava affrontare le difficoltà. Sarebbe tornata da lui non appena le fosse parso opportuno; non poteva rifiutarsi in eterno di considerare la situazione con obbiettività. E il villaggio della Roccia non si trovava certo al capo del mondo; avrebbe scritto subito al generale Danzo.

Ma l’estate finì, giunse l’autunno e già si scorgevano i primi segni di inverno. Hinata non aveva ancora trovato una via di fuga.

 

 

 

Tre mesi dopo.

 

 

In una cupa giornata di fine ottobre, Hinata stava alla finestra del suo salotto privato a osservare accigliata il giardino. Anch’esso denunciava la trascuratezza che caratterizzava ormai l’intera tenuta. Chiuse gli occhi e colpì leggermente il vetro con il pugno chiuso. Non doveva abbandonarsi allo sconforto ma per quanto tempo sarebbe stata ancora in grado di resistere? In vita sua, non si era mai sentita tanto triste, tanto sola. La possibilità di andarsene si faceva sentire sempre più remota, e ormai il piano dello zio, a cui aveva accennato Sir. Sarutobi, si stava facendo evidente: avrebbe dovuto sposare Tokuma, risolvendo in un colpo solo il problema della sua situazione e quello del patrimonio degli Hyuga, che sarebbe così tornato nelle casse di Villa Hyuga. La semplice idea le faceva orrore. Ma, sebbene per lei fosse inconcepibile, gli altri abitanti della casa sembravano ormai darlo per scontato.

La invogliavano a trascorrere tempo con lui, ad accogliere di buon grado le offerte di aiuto, i suoi tentativi di seduzione. All’inizio, era vero, aveva accettato la sua compagnia, ma ben presto si era accorta che la comprensione, l’affetto che le dimostrava erano solo apparenti. In realtà era una persona fredda, che perseguiva soltanto i propri interessi personali. Una volta capite le intenzioni dei Hyuga, Hinata fece di tutto per evitarlo. Non era però facile: Tokuma era molto vanitoso e gli pareva impossibile che lei non fosse soggiogata dal suo fascino.

Per un certo periodo aveva continuato a corteggiarla, prendendola in giro per la sua ritrosia. Ma negli ultimi tempi aveva capito che il rifiuto era reale e, senza lasciarsi scoraggiare, aveva cambiato tattica. Era diventato più insistente e, allo stesso tempo, faceva meno sforzi per mascherare il suo vero carattere. Avendo scoperto che il miglior sistema per stargli alla larga era rimanere il più lungo possibile nel suo appartamento, lei scendeva solo all’ora dei pasti. Ma tutto ciò non faceva che aggravare il suo isolamento.

Hinata sentì bussare alla porta, poi il battente si aprì. Tokuma entrò nella camera e lei lo guardò con freddezza. Come sempre era abbigliato in maniera appropriata, nello stile più adatto all’occasione. In quel momento indossava un’impeccabile tenuta da gentiluomo di campagna, con i calzoni scamosciati, gli stivali lucidi e una camicia. Un ciuffo gli ricadeva ad arte su un sopracciglio e sfoggiava un sorriso brillante.

Lei sussultò ricordando all’improvviso suo cugino che faceva ingresso in quella stessa stanza, solo un anno prima. Il contesto era terribile. Neji era appena tornato da una cavalcata, e i capelli neri e lunghi, arruffati dal vento, circondavano il suo viso ridente. Gli stivali e i calzoni erano chiazzati di fango, e Hinata lo aveva rimproverato per essere entrato in casa in quelle condizioni. Lui aveva reagito ridendo, e, alla fine, era esplosa anche lei in una fragorosa risata... Quante volte avevano riso insieme...

Perché non era qui per aiutarla? Neji era morto in battaglia, e lei era rimasta sola ad affrontare le conseguenze della sua scomparsa, comprese le sgradite attenzioni del cugino Tokuma.

Ritrovò l’autocontrollo e disse in tono glaciale: «Quante volte ve lo devo ripetere, Tokuma? Queste stanze sono mie e voi non siete il benvenuto. Vi prego di andarvene.»

«Siete la ragazza più scorbutica che abbia mai incontrato Hina-chan» rispose senza perdere il buonumore. «Un autentico istrice. Dove altro potrei parlare con voi in privato, se non qui? Su, siate carina con me! Morivo dalla voglia di vedervi.»

Hinata si irrigidì mentre lui si avvicinava. «Ve l’ho spiegato, mi piace stare da sola.»

«Non è gentile da parte vostra, Hina-chan.»

Lei non rispose e tornò a guardare dalla finestra. Tokuma andò alle spalle e le cinse la vita con un braccio. «Che cosa ho che non va, dolcezza?»

Hinata si divincolò e lo respinse. «Smettetela adesso! Non mi piacciono simili effusioni e non mi piacete voi!»

Tokuma aggrottò la fronte. «Vorrei tanto capire che cosa vi passa per la testa, Hina-chan. Perché mi trattate male? Avete per caso un altro uomo? In questo caso, non so proprio dove abbiate potuto conoscerlo.» la squadrò da capo a piedi, poi scosse la testa. «No, giurerei che non avete nessuno. Eppure c’è qualcosa...»

«Tokuma, statemi lontano!»

Lui sorrise. «Sembrate tanto feroce, come un animaletto selvatico. La tentazione di addomesticarvi è quasi irresistibile. Non avete bisogno di lottare contro di me, io sto dalla vostra parte. Sarei vostro amico, se solo me lo concedeste.»

«Un amico mi aiuterebbe ad andarmene di qui!»

«Vi porterò via non appena me lo chiederete: basta che mi sposiate.»

«E’ una soluzione che non prendo in esame neppure per un istante. Adesso, per favore, uscite dalla mia camera e lasciatemi in pace.»

Il cugino la guardò pensieroso. «Avete coraggio e vi ammiro per questo. Ma prima o poi dovrete cedere. A parte quella vecchia signora al villaggio. Non avete amici, per quanto io sappia. E, con tutto il vostro patrimonio, non disponete di molti contanti. Come credete di cavarvela? Non riporrei troppe speranze nei vostri tutori: non hanno intenzione di lasciarvi andare via. Dovrebbero intanto trovarvi un altro posto, e Sir. Sarutobi non ha nessuna voglia di affrontare grattacapi. Inoltre, stimano me e mio padre. No, Hina-chan, guardate in faccia la realtà. Alla fine dovrete cedere. Perché allora non lo fate subito? Sareste molto più felice.»

«Scordatevelo! Io sono combattiva quanto mio cugino Neji, pur essendo una donna. Non mi lascerò sconfiggere da esseri spregevoli come voi e vostro padre.»

«Povera illusa!» Tokuma ridacchiò. «Ma sono capace di aspettare. Non vedo l’ora di combattere. Non sarete la prima donna che riesco ad ammansire.»

«Ve ne andate o devo chiamare i domestici?»

Gli occhi chiari di Tokuma brillavano di divertimento. «Me ne vado, bellezza. Ma voglio qualcosa in cambio...» Senza preavviso, la strinse a sé con un braccio e le tirò con crudeltà i capelli per costringerla ad alzare il viso. La baciò con forza sulla bocca, poi la respinse, sbattendola contro la finestra. Dal suo volto era scomparsa ogni pretesa di buonumore.

«Mia cara Hina-chan, dovete imparare un paio di cose su di me. Non mi piace affatto che una stupida femmina mi definisca un essere spregevole. Rischia di rendermi violento. Non fatelo più.» Detto ciò si voltò e uscì, lasciandola scossa e tremante.

Per qualche minuto rimase ferma a guardare sconvolta nel vuoto. Nulla di simile le era mai capitato in vita sua. Gli uomini che aveva frequentato fino ad allora erano forse disattenti e si dimenticavano troppo spesso che lei apparteneva al gentil sesso, ma nessuno l’aveva mai umiliata. In un certo senso, era molto innocente per la sua età. A sedici anni era stata costretta ad abbandonare la normale vita sociale per dedicarsi al padre, che era diventato sempre più solitario. Nei pochi contatti con il mondo esterno, aveva volontariamente represso la propria femminilità, preferendo trattare con gli uomini da pari a pari. Con quel gesto, però, Tokuma l’aveva resa consapevole della propria vulnerabilità di donna. E nella sua armatura di coraggio si era insinuata la paura.

Per la prima volta considerò con obbiettività la situazione. Lo zio Ko aveva chiaramente espresso il desiderio, anzi la volontà, di darla in sposa a suo figlio. Non poteva dimenticare la spietata rapidità con cui aveva agito: non appena scoperto che il patrimonio di famiglia sarebbe restato nelle mani di Hinata, aveva convinto i tutori a farla rimanere a Villa Hyuga, sotto le sue cure. E già al primo colloquio aveva portato con sé Tokuma, con il suo fascino e le sue buone maniere, per suscitare una buona impressione. Padre e figlio speravano che la solitudine la spingesse a cedere al corteggiamento. Ma se il piano non avesse funzionato. Avrebbero escogitato un sistema di persuasione più diretto, meno scrupoloso.

E a chi avrebbe potuto chiedere aiuto?

Era sempre più abbattuta, la paura si mescolò a sentimenti di rabbia e frustrazione, non solo nei confronti dei vivi, ma anche, cosa ancor peggiore, nei confronti dei morti. Aveva il suo amato cugino e suo padre, e ancora soffriva per la loro perdita, ma l’avevano lasciata sola al mondo, senza nessuno disposto a difenderla da Ko Hyuga e da suo figlio. Nuvole di risentimento iniziarono a oscurare la memoria delle due persone a cui aveva più voluto bene al mondo. Le sfuggì un gemito di dolore. Doveva uscire di casa! Sarebbe andata da Kurenai. Insieme dovevano trovare il modo per salvarla dalla catastrofe!

 

 

Era una giornata fredda e grigia e il vento faceva volare le foglie. Mentre Hinata camminava a grandi passi verso il cottage di miss Kurenai, il clima pareva in sintonia con il suo umore. La sensazione di subire un’ingiustizia si faceva sempre più acuta. Aveva soltanto ventun anni, ma il peso del mondo minacciava di schiacciarla. I suoi tutori erano del tutto inutili! Perché mai suo padre non li aveva sostituiti con uomini più giovani, come lei gli aveva chiesto? Magari l’avvocato o l’amministratore. Quei due vecchi gentiluomini non erano adatti ad affrontare un intrigante calcolatore come Ko Hyuga, né quel verme di suo figlio! Nel nome del cielo, dove poteva trovare di cui aveva tanto bisogno?

Quando arrivò vicino al templio, un improvviso soffio le gonfiò il mantello e minacciò di portarle via il cappellino. Brontolando tra sé, cerco disperatamente di trattenerlo e andò a urtare contro quello che le parve un muro. Per il contraccolpo, cadde all’indietro e si sedette a terra

«Scusatemi, miss! Vi siete fatta male? No, non muovetevi, fatemi prima controllare che sia tutto a posto.» Un uomo alto si accovacciò al suo fianco e iniziò a tastarle le gambe. Era davvero troppo!

«Non mi toccate, sir!» reagì con ferocia.

Ma lo sconosciuto ignorò la protesta e, afferrandole le braccia , la rimise in piedi. «Lasciate che vi accompagni a casa, signora. Non starò tranquillo finché non sarò sicuro che state bene.»

Non appena Hinata ritrovò l’equilibrio, scostò le braccia e lo fissò adirata. Notò che era un viso interessante, non proprio bello, ma attraente. In quel preciso momento esprimeva soltanto preoccupazione, ma nella bocca e nella mascella si leggevano una disposizione alla disciplina e alla fermezza, mentre le leggere rughe attorno agli occhi di un blu intenso dimostravano l’amore per gli scherzi e le risate.

Ma lei si limitò a ribattere, in preda all’ira: «Vi ho già detto che sto bene, grazie! E adesso vorreste gentilmente togliervi dai piedi?»

Senza concedergli un altro sguardo, gli voltò le spalle e se ne andò, ripulendosi il mantello dalle foglie e dal fango. Ma il destino non era dalla sua parte: il cappello fu colpito da un altro soffio di vento e volò via.

Il gentiluomo scatto in avanti con agilità e, dopo un breve inseguimento, lo afferrò. Poi tornò sui suoi passi e glielo offrì con un inchino. Nei suoi occhi brillò un lampo di divertimento.

«Scusate di nuovo la mia invadenza, ma vi posso aiutare?»

Lei annodò con rabbia i nastri del mantello, poi agguantò il cappellino. Era quasi in lacrime: cadendo, si era fatta male più di quanto volesse ammettere a se stessa. E adesso quest’uomo si permetteva di prenderla in giro!

«Io...io...» le dita tremavano.

«Permettetemi.» lui riprese il cappello, glielo mise in testa e glielo legò sotto il mento con gesti abili e impersonali. «E adesso vi accompagnerò dove state andando» annunciò prendendola sottobraccio. Lei provò una sensazione indifesa femminile che la turbò. Avrebbe desiderato appoggiarsi a quell’estraneo. Quanto le sarebbe piaciuto affidare alle sue spalle il peso di tutte le proprie preoccupazioni! Subito, però, si irrigidì: non poteva permettersi di cedere alla debolezza.

Di nuovo lo respinse e, in tono ostile, rispose: «Vi ringrazio ma non ho più bisogno del vostro aiuto. Addio». Partì a passo di marcia, ma, una volta giunta al cancello del cottage di Kurenai gli lanciò un’ultima occhiata.

Lo sconosciuto era rimasto a guardarla, forse per accurarsi che arrivasse sana e salva a destinazione.

Che ficcanaso!

Le rivolse un educato cenno del capo, che lei deliberatamente ignorò, entrando in casa.

 

Fine capitolo tre..

 

 

 

 

Ciaoooooo, grazie a tutti di nuovo per aver letto il nuovo capitolo!

Sto finalmente riuscendo a capire come funziona l' HTML. Sono un imbranata totale! Perdonate la mia inefficienza. .-.

Nel prossimo ci sarà l’entrata di un altro personaggio. Molto importante per la storia.

Diciamo che per la fanfiction l’ho fatta resuscitare. :P

Immagino che tutti avete capito chi è il ragazzo che incontra Hinata alla fine. Se no, lo scoprirete presto (ma immagino che non siate completamente sciocchi :P)

 

Volevo ringraziare di nuovo chi ha messo la fan fiction nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate.

 

Per chi ha commentato:

A Sky_Storm: Si, anche io mi sarei aspettata un Hinata docile e carina. Ma pensa a quello che ha affrontato. Per forza è diventata così “indipendente”. E poi è più grande e quindi più determinata e forte. Credo che si vedrà il suo vero carattere andando avanti con la storia, quindi spero che seguirai questa fanfiction ancora a lungo.  Si anche io detesto questi “parenti”. Li farò morire tra atroci sofferenze (?). nah scherzo..

 

A Vaius: MA come devo fare con te?! Ahah non credo che ci saranno scene di sangue. Forse più in là si spiegherà nei dettagli la guerra. Ma per il momento non c’è guerra. Grazie, comunque, per averla ancora commentata e che ti sia piaciuta così tanto. Grazie *-*

A iaele santin: Si il cugino è uno St***o! Ma non è finita qui! Grazie per aver commentato ancora! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!


Spero che continuerete a leggere, e scoprire che fine farà Hinata.

E cosa sarà successo a Naruto???


Grazie a tutti di cuore..

Baci Beatrix

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 
Nel caminetto di Kurenai ardeva il fuoco. Hinata andò a scaldarsi le mani mentre l’amica appendeva il mantello.
«Hinata, e tutto pieno di fango! Cos’hai fatto? Sei scivolata?»
«No, ho urtato contro una persona e ho perso l’equilibrio. Non ti preoccupare, mi riprenderò tra un istante. Ho solo un po’ freddo.»
«Ti preparo subito una bevanda calda. La signora della locanda, mi ha regalato una bottiglia del suo cordiale al lampone. Intanto siediti.» si affrettò a porre un pentolino d’acqua sul fuoco e prendere la bottiglia e due bicchieri. Poi prese posto di fronte a lei e le chiese: «Cosa ti è saltato in mente di venirmi a trovare oggi, mia cara? Sono felice di vederti, ma non mi sembra il clima adatto per una passeggiata.»
«Dovevo uscire di casa, Kurenai-chan. Di colpo la situazione mi è parsa insostenibile.» Si capiva dalla voce che stava per scoppiare a piangere.
«Povera piccola! È colpa di Tokuma o di suo padre?»
«Non è facile capire chi dei due sia più malvagio. Mi sento intrappolata. Oh, Kurenai-chan, non avrei mai pensato di desiderare tanto ardentemente andare via da Villa Hyuga!»
«Immagino che tu non abbia notizie del generale Danzo.»
«No. Mi ha promesso di venirmi a trovare al ritorno dal villaggio della Roccia, ma non si è ancora fatto vivo.»
«Ormai è via da tre mesi!»
«Il problema è che non si rende conto dell’urgenza e della gravità della situazione. Come sono stupida! Se tre mesi fa avessi capito quanto è subdolo e astuto mio zio, sarei subito corsa a parlare con lui.»
«Non essere troppo severa con te stessa, Hinata. La morte di Neji era ancora troppo recente e tu avevi le idee confuse. Non ti si può biasimare in questo.»
«In ogni caso, ho permesso a Ko e Tokuma Hyuga di esercitare il loro fascino, affettato ma efficace, prima che io avessi la possibilità e i mezzi per sbugiardarli. Così sono riusciti a fare colpo, non solo sui due vecchi, ma anche sugli estranei. E  tutti sono convinti che io faccia soltanto i capricci perché non mi rassegno alla perdita di Villa Hyuga. Mi raccomandano soltanto di adattarmi alle nuove condizioni.»
«Perché non provi a insistere?»
«A che servirebbe? Mio zio ha bendato loro gli occhi e adesso non sono più disposti ad ascoltarmi.»
«Il Sir. Sarutobi è malato e il generale Danzo è lontano. Non li puoi biasimare se credono alle sue parole.»
«Io non biasimo loro ma mio nonno, perché non li ha voluti sostituire con due tutori più giovani, e mio cugino, perché mi ha lasciata qui da sola, senza nessuno a cui rivolgermi...» Hinata si alzò in piedi e iniziò a camminare per il minuscolo locale. «Giorno dopo giorno sono costretta, impotente, a vedere quell’avido bifolco che spreme Villa Hyuga, finché non ne resterà più nulla. Nessuno si cura di riparate i recinti o piantare nuove semenze. Eppure basta che Mr. Ko Hyuga sorrida, sia qualche pacca o racconti una storiella buffa, perché i vicini lo considerino una brava persona! Kurenai-chan, non ne posso più!»
«Calmati, piccola.» La abbracciò e la ricondusse a sedersi, poi versò il cordiale e glielo porse. «Bevi questo e ascoltami. Devi smetterla di considerarti personalmente responsabile per la tenuta. So che è difficile, ma non c’è altro da fare. Se continui così finirai con l’ammalarti. Io però ho il sospetto che siano anche altri problemi. Forza, tesoro, non avere vergogna. Sai che puoi raccontarmi tutto.»
Hinata raddrizzò le spalle e cercò di parlare con tono tranquillo. «Zi Ko ha deciso di farmi sposare suo figlio e ha ottenuto l’approvazione dei tutori. E adesso Tokuma... avanza pretese e diventa ogni giorno più spavaldo. Io non ho nessuna intenzione di cedere, ma se tu sapessi com’è faticoso resistere! Ho paura di impazzire e di ritrovarmi sposata con lui contro la mia volontà. Di notte ho gli incubi.» Si alzò di nuovo, troppo agitata per rimanere ferma. «La cosa peggiore è che mio padre e Neji...» si interruppe, poi riprese. «Ho sempre trovato consolazione nel ricordo dei tempi felici trascorsi insieme, adesso invece riesco solo a provare risentimento. Perché mi hanno lasciata sola con questa gente malvagia? Oh, Kurenai-chan, mi sento tanto ingrata! Cosa posso fare?»
Sul volto dell’amica si dipinse l’angoscia. «Devi andartene, mia cara! E alla svelta.»
«Non posso. Non ho il denaro sufficiente per vivere. E fino ai venticinque anni la mia somma mensile non potrà essere aumentata senza consenso dei tutori. Mancano ancora quattro anni.»
«Peccato che tu non abbia trovato marito prima che succedesse tutto questo. Non è piacevole non poter contare sull’aiuto di nessuno.»
Hinata scosse la testa. «Prima che mio padre si ammalasse, avrei potuto incontrare qualcuno. Io e Neji andavamo spesso a far visita ai vicini. Però, Kurenai-chan, mi sembravano insignificanti e scialbi! Nessuno di loro avrebbe potuto reggere il confronto con mio cugino. E mio padre non gli permetteva mai di invitare i suoi amici a casa nostra.»
«Il vecchio Mr. Hyuga» commentò con tatto Kurenai-chan. «era una persona di grande valore. Ma purtroppo, soprattutto in vecchiaia, tendeva a dare la precedenza alle proprie esigenze, senza tenere conto di quelle degli altri.»
«Vuoi dire che non desiderava che io incontrassi un uomo? No, non è possibile. Sono sicura che ne sarebbe stato felice. Mi voleva bene. Ma, con la sua malattia, le cose sono cambiate. Io stessa non ero disposta a lasciarlo solo e non avevo tempo da dedicare alla mondanità. Così ho perso il contatto con i nostri amici e adesso... mi rimani solo tu.»
Tornò a sedersi e bevve un sorso di cordiale, trovando conforto nel suo calore. Kurenai-chan la osservò sconsolata: era magra e più pallida del solito, così diversa dalla ragazza vivace e piena di energia che pochi mesi prima gestiva la tenuta in attesa del ritorno di Neji. Adesso sembrava invecchiata e il suo radioso sorriso pareva svanito per sempre. Inoltre, il rancore che dimostrava per le persone amate era preoccupante.
Kurenai si spremette le meningi in cerca di una soluzione che avrebbe potuto rimettere le cose a posto. «Perché non scrivi ancora a Lord Uzumaki?» le propose infine.
Il suggerimento produsse una reazione, ma non quella sperata. «Già!» commentò amareggiata. «Un altro bel tipo, quello! Con quella sua lettera tanto cortese! Addolorato per la morte di Neji...pronto a offrirmi i suoi servigi, eccetera eccetera. Belle parole, che sembravano degne della massima fiducia. Ma dove è andato a finire, adesso che avrei davvero bisogno di lui?»
«Gli avevi risposto che preferivi aspettare...»
«Ma poi ho scritto ancora.»
«Mi ricordo: poco dopo l’arrivo di Ko Hyuga e famiglia.»
«E’ stato del tutto inutile. Non mi è giunto neppure un sussurro dal nostro amato gentiluomo.»
«Magari la lettera è andata smarrita. Non eri sicura dell’indirizzo.»
«Forse» rispose abbattuta lei. «Però ne dubito. L’ho inviata al Ministero della Guerra, a Konoha, come mi aveva indicato. No, è probabile che Lord Uzumaki abbia trovato la vita a Konoha troppo divertente per occuparsi di me. In fondo il suo grande amico era morto a giugno, un intero mese prima. Un mese basta e avanza a far dimenticare a un ufficiale indaffarato promesse e buoni propositi. E poi, perché avrebbe dovuto venire a trovare me, una perfetta estranea? Forse anche lui pensava che i miei parenti mi fornissero una protezione adeguata.»
«Non mi piace sentirti parlare in questo modo, Hinata. Di solito non sei così dura. Inoltre, è molto probabile che Neji non gli abbia parlato a fondo della nostra famiglia e dei pericoli che avresti potuto correre, nel caso lui fosse morto. Sicuramente non si rende conto della situazione reale.»
«Quand’anche ne fosse a conoscenza, non credo proprio che gli importerebbe. Non parliamone più, Kurenai-chan,. Rappresenta soltanto una delusione in più. Ma se solo gli potessi parlare...»
Abbassò gli occhi, poi annunciò: «Adesso devo rincasare, sta calando il buio. Mi dispiace di essermi mostrata tanto triste. A presto, cara amica!» si chinò a baciala. Kurenai abbracciò per un istante il suo corpo snello, poi l’accompagnò all’uscita.
«Prendi in considerazione l’idea di scrivere ancora a Lord Uzumaki» le raccomandò. «Ma questa volta, penserò io a consegnare la busta all’ufficio postale.»
Hinata la fissò sorpresa. «Che cosa vuoi insinuare?» Quando l’amica ricambiò lo sguardo ma non rispose, le chiese incredula: «Intendi forse dire che zio Ko avrebbe impedito la spedizione?».
«Io non intendo nulla, ma ti prego di riprovare a scrivere... e di affidare la lettera a me. A presto, mia cara. Vedrai, qualcosa succederà...»
E, rientrando nel cottage, aggiunse tra sé: «Preghiamo gli Dei che succeda presto!»
 
Nel frattempo, lo sconosciuto che aveva scontrato Hinata poco prima era entrato in un templio. Qui si era avvicinato alle tombe degli Hyuga, sulla destra del coro, e stava leggendo la nuova lapide scritta su un muro.
 
Dedicato alla memoria di
Neji Hyuga
Ucciso in azione in gloriosa battaglia.
Unico figlio del compianto Hizashi Hyuga e amato nipote del compianto Hiashi Hyuga di Villa Hyuga.
Meritò l’affetto dei suoi colleghi ufficiali e il rispetto dei suoi comandanti per il suo coraggio in guerra e la sua lealtà agli amici nelle dure battaglie.
Dolorosamente rimpianto della cugina Hinata che perde il migliore dei cugini e un caro amico.
 
Naruto Uzumaki si trattenne per qualche minuto di fronte al silenzioso tributo di Neji, al ridanciano e spericolato Neji. In più di un occasione si erano salvati reciprocamente la vita durante i combattimenti. E tante volte lui lo aveva tenuto fuori dai pasticci, lontano dal campo di battaglia. Gli era sembrata un’irreparabile colpa di non essere stato presente nel momento in cui il destino lo aveva colpito...
Il matrimonio con te la salverebbe.
Le parole di Neji gli riecheggiarono nella mente mentre osservava la semplice targa funebre. Non credeva che avrebbe potuto commuoversi tanto. Gli ultimi mesi erano stati così densi di novità, che la vita militare prima della battaglia era relegata in un angolino della sua memoria. Ma adesso che si trovava in quella cappella, rammentava la vivace personalità di Neji, la sua risata, il suo coraggio, il pentimento quando il suo pronto umorismo lo aveva spinto troppo oltre...
E poi la festa da ballo di Lady Shizune, la sera prima della grande battaglia.
Per la maggior parte della nottata, Neji era stato allegro ed entusiasta, ma poi, appena prima che le loro strade si separassero, si era dimostrato stranamente serio, preoccupato per le serio, preoccupato per le sorti della sorella.
Il matrimonio con te la salverebbe...
Quella era stata l’ultima volta in cui lo aveva visto.
Kiba glia aveva comunicato la notizia due giorni dopo. La battaglia era quasi conclusa e le truppe nemiche stavano ormai battendo in ritirata, quando un proiettile aveva colpito Neji, uccidendolo all’istante.
«Non dimenticherò mai quel momento, Naruto. Noi eravamo tutti esausti, lui galoppava avanti e indietro, incitando i suoi uomini, fresco e riposato come niente fosse. E rideva! Neji Hyuga è morto facendo ciò che più amava.»
«Già...» aveva risposto con tristezza Naruto. «Era un ninja nato e prometteva grandi cose. Mi addolora profondamente che se ne sia andato.» Dopo un istante di silenzio, aveva aggiunto: «So che sua cugina è nei guai. La sua morte le porterà gravi problemi, oltre che una pena straziante. Le scriverò subito.»
E così aveva fatto, una, due, tre, quattro volte in tutto. Ma a parte un cortese ringraziamento per la prima lettera, che declinava la sua proposta di renderle visita nel giro di breve tempo, non aveva più ricevuto notizie da miss Hyuga.
Era tornato a Konoha più tardi del previsto, poiché il comandante supremo gli aveva chiesto soltanto settembre, spiegando che le proprietà ereditate avevano bisogno urgente delle sue cure. Da allora, era rimasto quasi sempre nella tenuta per affrontare, insieme gli avvocati e amministratori, i problemi legali sorti per la sua lunga assenza e l’improvviso decesso dello zio.
Eppure non aveva mai dimenticato le sue responsabilità verso Hinata Hyuga e, notando che neppure la quarta lettera aveva ricevuto risposta, aveva espresso alla madre le sue preoccupazioni.
«Mi sembra chiaro, Naruto! Devi partire subito per Villa Hyuga. La povera ragazza potrebbe essere in pericolo
«Madre, non date troppo ascolto alla fantasia! Hinata Hyuga abita a casa sua, circondata dai suoi parenti. Che pericoli potrebbe correre? Il vecchio generale Danzo mi sembra soddisfatto della situazione.»
«Cosa c’entra il generale Danzo?»
«E’ uno dei suoi tutori.»
«Davvero? E tu come lo sai?»
«Me ne aveva parlato una volta Neji. Così, quando sono andato al Villaggio della Roccia per affari, gli ho fatto visita. Visto che lo conoscevo già, ma non mi è parso inopportuno rivolgergli qualche domanda su miss Hyuga. Forse la sua memoria inizia a vacillare, ma le sue opinioni sono più che rispettabili.»
«Cosa ti ha detto?»
«Crede che possa stare tranquilla. Naturalmente, adesso è giù di morale per la morte del cugino. Inoltre ha sempre avuto una volontà di ferro e abbandonare la gestione di Villa Hyuga le dispiace. Ma il generale ha conosciuto Ko Hyuga e gli è sembrato un uomo ragionevole e gentile, oltre che rispettato dai vicini. Anche suo figlio Tokuma gli ha fatto un’ottima impressione. Eppure...» Si era interrotto.
«Che cosa?»
«A Neji non era affatto simpatico, ma non mi ha mai spiegato il perché. Comunque nulla sembra far temere che questi parenti tanto a modo possano tenere segregata l’infelice Hinata Hyuga! Mi pare più probabile che si sia sistemata abbastanza bene da non avere bisogno di aiuti esterni.»
«Non ne sono convinta, Naruto. A meno che non sia una gran maleducata, avrebbe dovuto almeno scriverti per rassicurarti.»
«Si questo preoccupa anche me. Neji era un po’ sbadato, ma conosceva le buone maniere. In effetti, avrei voglia di andare a Villa Hyuga e verificare di persona. Farò una visita, adesso che le nostre questioni di famiglia sembrano in buona parte risolte. L’unico problema è...»
«Che non vuoi imporre la tua presenza a una ragazza che non dimostra nessun desiderio di vederti? Caro figliolo, ti fai troppi scrupoli! Non capisco perché non dovrebbe accoglierti volentieri, in fondo sei bello e piaci molto alle donne.»
Lui aveva sorriso. «Forse non siete abbastanza obbiettiva.»
«Ti sbagli, è proprio così.» Mrs. Uzumaki lo aveva baciato sulla guancia. «Come sono felice che tu sia tornato sano e salvo dalla guerra, Naruto. A adesso vorrei tanto che ti sposassi. Provo un insensato desiderio di diventare nonna.»
«Vi assicuro, madre, che ho tutte le intenzioni di cercare moglie.» Si era fatto serio. «E’ strano, ma la sera prima della battaglia Neji mi aveva proposto di prendere  in considerazione sua cugina.»
«Così, di punto in bianco? Che idea balzana! Non vi siete mai neppure incontrati, no?»
«No, ma Neji era molto preoccupato per lei. Gli avevo appena riferito la mia idea si sposarmi e, secondo lui, questo avrebbe risolto ogni problema.»
«Spero che tu non prenda una decisione avventata soltanto per aiutare una persona che non conosci nemmeno. Perché poi suo cugino era ridotto a cercarle marito tra i suoi amici? Questa Hinata deve essere proprio bruttina.»
«Non credo proprio. Neji era un ragazzo molto bello, scuro con gli occhi chiarissimi e lineamenti regolari.» diceva sempre che sua cugina gli assomigliava. Inoltre ha ereditato una fortuna e non credo proprio che con queste caratteristiche avrà difficoltà a trovare un buon partito.» Si era soffermato a riflettere un istante. «Eppure Neji, per qualche motivo che non capisco, continuava a insistere.»
Erano passati ad altri argomenti, ma il giorno dopo la madre era tornata al discorso. «Credo di avere risolto il tuo problema, Naruto. La tenuta degli Hyuga è poco lontano da Konoha, vero? Ho degli amici nei dintorni, che sarebbero felici riceverci. Potremmo rimanere qualche giorno in tempo per festeggiare il Natale. Sai, mi piacerebbe trascorrere le feste nella nostra vecchia casa. La tenuta Uzumaki è splendida, ma non sarà mai una vera dimora finché non ci sarà una  padrona. Tuo padre mi condusse là quando ci sposammo e ci sono tanto affezionata. Avresti voglia di trascorrevi il Natale con me?»
«Ma certo. I....Yamanaka abitano sempre lì vicino?»
«Si, e in pompa magna. Dacché Ino ha sposato ChojiAkimichi, Inoichi Yamanaka ha ampliato la villa per farla assomigliare a un vero castello. Ino però viene di rado dai suoi genitori, preferisce di gran lunga starsene a Konoha.»
Scacciando dalla mente il ricordo del suo primo amore, Naruto aveva commentato: «Trascorrere il Natale a Villa Uzumaki è un ottima idea, e anche far visita agli Sato lungo la strada. In questo modo parrà naturale che io vada a Villa Hyuga e miss Hyuga non avrà nulla da ridire.»
«Gli scriverò stasera stessa. È più di un anno che mi invitano ad andarli a trovare.»
 
Tutto si era svolto nel migliori dei modi. Il giorno dopo il loro arrivo, Mrs. Sato aveva inviato Mrs. Uzumaki  a trascorrere il pomeriggio a chiacchierare. Suo marito, invece si era scusato con Naruto perché era impegnato con alcune questioni importanti. Lui si era affrettato ad assicurargli che non aveva problemi a intrattenersi da solo ed era montato subito in sella per Villa Hyuga. Aveva lasciato il cavallo alla stalla della locanda ed era andato a piedi al templio, sul cui muro era affisso tutto ciò che rimaneva del suo amico: una lapide di marmo bianco.
Il matrimonio con te la salverebbe...
Era un idea assurda, che Neji aveva concepito per la paura di lasciare sua cugina sola al mondo. Ma Naruto si era comunque impegnato a prendersi cura di lei. Sua madre aveva ragione: scrivere quattro lettere e consultarsi con il generale Danzo non era sufficiente. Entro un paio di giorni sarebbe andato a Villa Hyuga. Intendeva chiedere alla madre di accompagnarlo, per evitare eventuali imbarazzi. Poi, se la ragazza si fosse dimostrata contenta e al sicuro, lui avrebbe considerato assolto il suo dovere. Era giunto il momento di tornare dai Senju. Quella era soltanto una prima ricognizione dei luoghi. Villa Hyuga si trovava ad almeno dieci miglia di distanza dalla casa dei suoi ospiti e intendeva dedicare alla visita parecchie ore. Tornò alla locanda e, prima di ripartire, decise di scambiare qualche parola con Dan Sato, il padrone.
Questi non seppe dirgli dei Hyuga. Da quando il vecchio era morto, li si vedeva poco da quelle parti, ma miss Kurenai Yuhi, l’istitutrice di Hinata, abitava in paese.
«Credo di averla vista oggi» notò Naruto, «Vive in un cottage vicino a una grande casa bianca.»
«Si, Miss Kurenai abita proprio lì.»
 
Quella sera a cena cercò di capire qualche  ulteriore informazione ai Sato.
«La famiglia Hyuga?» disse Mrs. Sato. «Sì, che tristezza! Abbiamo tentato di andare a trovare quella povera ragazza dopo la morte di Neji, ma in quel momento non era disposta a ricevere nessuno. Poi devo ammettere che non abbiamo più provato. Non se ne sente parlare molto, Lord Uzumaki.»
«I due ragazzi erano agli antipodi da piccoli» intervenne il marito. «Lui faceva scherzi di ogni genere, lei arrossiva ed era timida. Poi, lei ha cercato sempre di più di assomigliargli  fino a diventare un allegra ragazza. Ci facevano tanto ridere! Ma quando Neji è morto, non l’abbiamo più vista.»
«Vostra madre mi ha riferito che oggi siete andato a Villa Hyuga. Avete ricevuto qualche informazione su Hinata?»  chiese la signora Sato.
«Ho parlato solo con due persone: il locandiere e un certa miss Kurenai. A dire il vero, l’ho quasi buttata a terra!»
I commensali domandarono notizie sul piccolo incidente e Naruto raccontò nei minimi dettagli l’accaduto.
«Spero che ti sia assicurato che stesse bene!»
«Ho tentato, madre. Ho verificato che non si fosse fatta male e poi l’ho seguita con lo sguardo finchè non è entrata nel cottage. Non credo che mi avrebbe ringraziato se avessi tentato di fare di più. Anzi, mi ha quasi morso una mano quando le ho recuperato il cappello.»
Tra le risate generali, Mrs Uzumaki commentò: «Questa faccenda diventa sempre più curiosa. Cos’è successo al suo cappello?»
Naruto le spiegò.
«Che ingrata! Sembra una vera bisbetica.»
«Potete ben dirlo!»
«Se doveva far rigar dritto i due cugini Hyuga, non c’è da stupirsi.»
«Mi sembrava soltanto un po’ troppo giovane per essere la loro istitutrice. Non l’ho guardata bene, ma non dimostrava più di trent’anni. In ogni caso, spero di non essere costretto mai più a correre in suo aiuto! Una volta mi è bastata.»
 
 
Fine del capitolo quattro..
 
 
 
 
Ciaooo! Finalmente un nuovo capitolo.
È arrivato Naruto! Alleluia. 
Hinata che viene definita “bisbetica” è stata la cosa più esilarante che abbia mai scritto!
E ovviamente direte, ma è impazzita?!  No ci sono sempre e solo delle motivazioni valide del comportamento di lei.
Diciamolo, Naruto fa innervosire di più, anche perché è ottuso come al solito.
Spero che vi piaccia, e continuerete a leggere per vedere come andrà a finire la storia dei due. 
 
Comunque passiamo ai ringraziamenti sempre dovuti!
 
In primis, a coloro che hanno messo la mia storia nei preferiti, nelle ricordate e nelle seguite che anche se siete tantissimi vorrei ringraziarvi sempre  uno ad uno. Grazie!
 
Poi anche a voi che come sempre avete commentato e avete reso felice le mie giornate:
 
A Di4ever: Grazie per aver commentato per la prima volta. E grazie per gli accorgimenti per degli errori di battitura. Spero che il questo capitolo ti sia piaciuto.
 
A Sky_Storm: Sei sempre gentile nei commenti dei miei capitoli *-*  Spero che ti piaccia anche questo e non abbia deluso le tue aspettative.
 
A sashinaru: Mi dispiace che non ti sia piaciuto. Spero che questo non ti abbia deluso come l’altro.
 
A Vaius: Sempre gentilissimo  ti ringrazio molto per aver commentato di nuovo. Non mi sta antipatico Sarutobi, assolutamente no, ma in quel momento quando scrivevo il capitolo avevo in mente solo il suo nome e quindi che tutore sia ù___ù. Il cugino avrà quel che si merita, te lo prometto.
 
A Sparkles of words: Graziee per aver commentato, mi ha fatto veramente piacere. Ti ringrazio anche per i complimenti, non me l’aspettavo, giuro. Anche io penso che quel carattere a Hinata addica, e come continuo sempre a dirlo, è l’esperienza e tutte le perdite che l’hanno “trasformata” in questo modo. Spero che continuerai a leggere e a commentare, perché mi fa veramente piacere. Spero che quest’ultimo capitolo ti sia piaciuto.
 
E infine ringrazio chi ha solo letto. Perché anche quel gesto per me è molto apprezzato..
 
Vi prometto che il cinque arriverà presto. Spero che questo vi sia piaciuto e non vi abbia deluso. Mi aspetto molte domande, quindi se volete commentate...
 
Continuate a seguirmi.
 
Al prossimo  capitolo!
 
Un Bacio Bea.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Capitolo 5



Due giorni dopo, mentre arrivava a Villa Hyuga insieme a sua madre Kushina, Naruto non potè fare a meno di notare che, come la sua recente esperienza a Villa Uzumaki gli aveva insegnato, la tenuta dava chiari segni di abbandono, anche se in precedenza doveva essere ben curata. Sulla strada erano spuntate le erbacce e sotto maestosi filari di olmi che la fiancheggiavano erano cresciuti rovi e cespugli selvatici; i sentieri, che un tempo si inoltravano piacevolmente tra gli alberi, erano diventati quasi impraticabili. Scosse la testa. Forse Ko Hyuga era una brava persona, ma non sapeva certo amministrare i propri terreni.
Qualcosa all’improvviso catturò il suo sguardo: un lampo bianco su un sentiero. La donna che sue giorni prima aveva incrociato accanto alla chiesa, stava camminando in fretta lungo il viale. Un uomo, che evidentemente la stava seguendo, la trattenne afferrandola per un braccio. Lei lo scrollò con impazienza ma l’uomo la fece voltare con forza e la strinse a sé. La situazione sembrava al punto di precipitare e Naruto ordinò il vetturino di frenare. Ma, mentre saltava a terra, vide che la donna assestava un bel destro sul naso dell’aggressore.
«Lasciatemi in pace, Tokuma Hyuga! Mi avete sentita?»
Naruto si blocco subito. Quella fanciulla, apparentemente in difficoltà, non sembrava in realtà di aver bisogno del suo aiuto e, almeno in quel momento, l’uomo era ridotto in condizioni peggiori di lei. Gocce di sangue gli colavano dal naso e gli chiazzavano il soprabito. Lui cercò di tamponare il flusso con un elegante fazzoletto, ma fu tutto inutile.
«Santo cielo! Che bisogno avevate di colpirmi, Hinata?» biascicò Tokuma Hyuga. «Non intendevo farvi male! Guardate!» indicò le macchie di sangue.
«E’ colpa vostra!»
«Colpa mia? Stavo soltanto cercando di parlarvi. Mi avete rovinato il soprabito! Questa volta non intendo farvela passare liscia. Ci rivedremo!»
Se ne andò in preda alla collera, mentre la donna si lasciava cadere su un vicino tronco e nascondeva il volto tra le mani. Naruto decise che era giunto il momento di intervenire.
«State bene, miss?» le chiese gentilmente.
Lei scattò in piedi, spaventata.«Oh, no, ancora voi! Che cosa volete da me adesso?»
«Vi ho soltanto domandato se state bene.»
«Si, certo! Mi diverte venire maltrattata!» rispose infuriata. «Pensate che possa andare bene come risposta?»
«Quello che penso, miss, è che avete un destro formidabile. Quello che non so, invece, è se quell’uomo meritava una punizione simile.»
«Forse no» ammise lei. «Temo infatti di avere avuto una reazione eccessiva. Ma ho avuto paura... Immagino che non lo abbiate considerato un gesto molto femminile.» Le tremò la voce e si portò una mano alla fronte.
Naruto fu al suo fianco. «Mi dispiace. Ma posso permettermi di darvi un consiglio? È pericoloso colpire un uomo quando è alterato. La prossima volta potreste essere meno fortunata.»
Lo guardò con disprezzo. «Come vi ho già detto, non desidero il vostro aiuto, né tanto meno i vostri consigli.»
Lui mantenne la calma. «Molto bene, dimenticate quello che vi ho detto. Ma ora accettate che vi accompagni da qualche parte.»
«No grazie! Ormai posso stare tranquilla, non credo che oserà più ripresentarsi.»
Naruto dovette ammirare il suo coraggio. Bianca in volto e spaventata com’era, non cedeva di un passo.
«Cosa succede, Naruto?» Mrs. Uzumaki non aveva seguito la scena, ma adesso si era sporta da finestrino della carrozza.
«Rimanete dentro, madre!» le gridò. «Fa freddo.» poi si rivolse all’istitutrice: «Siete ancora pallida. Non vi posso lasciare così. Possiamo almeno darvi un passaggio fino alla casa?» Poi, si corresse: «Oppure al villaggio, se preferite», Vedendola esitare aggiunse: «Non dovete temere miss Kurenai. C’è con me mia madre e non correte alcun rischio. Mi presento sono Naruto Uzumaki.»
Lo fissò senza espressione, ma dopo una breve pausa chiese: «Siete davvero Naruto Uzumaki? E...chi vi ha detto il mio nome?»
«Qualcuno in paese mi ha riferito che abitate nel cottage vicino al dottore. Vi ho vista entrare lì. Volevo soltanto assicurarmi che steste bene.»
 «Davvero?» mormorò quasi tra sé. «Meglio tardi che mai.» Naruto non era sicuro di avere capito bene. Lei continuò «Grazie, Lord Uzumaki, ma preferisco camminare.» Lo guardò e gli rivolse un sorriso. «Arrivederci. Non è detto che non ci incontriamo di nuovo.»
Naruto le fece un inchino e la osservò allontanarsi. Che persona strana! Era chiaramente una gentildonna e, quando non era irritata aveva una bella voce e dei lineamenti aggraziati e in uno strano modo assomigliava a Neji, ma forse era solo la sua immaginazione. Ma se perdeva le staffe era una bisbetica di prim’ordine. Aveva pronunciato l’ultima frase in un curioso tomo semiserio, come se qualcosa la divertisse ma non volesse darlo a vedere. Miss Kurenai era un bel miscuglio di contraddizioni e Naruto si sentiva, allo stesso tempo, attratto e respinto da lei.
«Naruto, arrivi? Sto per morire di freddo e di curiosità! Chi era quella signora? Perché non le hai offerto un passaggio?»
Lui tornò alla carrozza. «Credo che fosse miss Kurenai, madre. E, se non sbaglio, l’ultimo posto dove vorrebbe andare è valla Hyuga, per più di una ragione.» quando sua madre domandò altre informazioni, lui rispose come meglio potè. Miss Kurenai, però, rimaneva un enigma per entrambi.
Arrivarono nel girò di pochi minuti. Villa Hyuga era un elegante edificio di vecchio stile, costruito poco più di cent’anni prima. Non era grande, ma aveva proporzioni armoniose ed era circondato da giardini che in passato dovevano essere ben tenuti.
Vennero accolti da una governante piuttosto nervosa. «Vorreste cortesemente attendere? Vi annuncerò ai padroni di casa, Lord Uzumaki, avete detto?»
«E Mrs. Uzumaki.»
«Desiderate vedere miss Hyuga?»
«Esatto.»
Poco dopo si presentò un gentiluomo che li salutò con un affidabile sorriso. «Entrate! Sono felice di fare la vostra conoscenza, Lord Uzumaki. E anche la vostra, signora.»
Strinse loro la mano con entusiasmo, ma aggrottò la fronte quando la governante gli chiese in tono incerto: «Devo andare a chiamare miss Hinata, sir?»
«Non è necessario» rispose lui. «Fateci invece servire due tazze di tè. Potete andare!» poi si rivolse a Mrs. Uzumaki: «Vi prego, venite, fa più caldo in salotto». Li accompagnò in una sala bene arredata, riscaldata da un grande camino. Qui trovarono la padrona di casa, seduta su un divano accanto alla ragazza più graziosa che Naruto avesse visto da molto tempo.
Riccioli dorati incorniciavano un visino delizioso, le lunghe ciglia si sollevavano appena per rivelare due occhi blu gerzeana, poi si riabbassavano pudicamente; il rosa delicato delle guance si armonizzava al colore più intenso delle labbra, che sembravano fatte apposta per essere baciate. Osservandola, Naruto considerò che quella fanciulla aveva molti punti a suo vantaggio.
«Kami, amore mio, ti presento Mrs. Uzumaki e suo figlio.»
La signora scambiò con lui una rapida occhiata, poi inclinò cortesemente il capo, ma senza sorridere. A dire la verità, sembrava piuttosto seccata.
«E questa è la nostra Hinaka Hyuga.» La Venere in miniatura si alzò e rivolse agli ospiti un grazioso inchino, accompagnato da un sorriso che rivelò una perfetta fila di dentini simili a perle. Naruto era deliziato. La cugina di Neji era completamente diversa da lui, ma era un vero gioiello.
«Accomodatevi, prego» Mr. Hyuga sorrise cordialmente. «Mio figlio Tokuma è in giro da qualche parte. Ve lo vorrei presentare, Lord Uzumaki. Ha trascorso parecchio tempo a Konoha.»
Naruto sorrise, ma in realtà non aveva nessun desiderio di fare la sua conoscenza e sperava che non comparisse affatto. Il tè venne servito e il gruppo intraprese una conversazione un po’ stentata. Poi, quando Ko Hyuga iniziò a chiacchierare con la madre di Naruto, lui si rivolse alla ragazza, che si limitò ad ascoltarlo a capo chino. Dalla descrizione di Neji, Naruto si era aspettato una ragazza più vivace, in ogni caso non certo nulla da criticare a quell’affasciante creatura. Sorrise a sua madre, ma si stupì notando che aggrottava la fronte con aria preoccupata. In quel momento la porta si aprì, lasciando in un silenzio imbarazzato la famiglia Hyuga.
«Hinata! Che sorpresa!» esclamò alla fine Kami. «Non vi vediamo mai a quest’ora del giorno!»
Quando Naruto si alzò per salutarla, rimase sorpreso quanto gli altri. Conosceva già questa donna. Il vecchio mantello e le scarpe robuste erano state sostituite da un ampio vestito e un paio di pantofole; i capelli erano ben pettinati e lisci, anche se in un’acconciatura piuttosto modesta, ma la giovane che stava ora richiudendo la porta era indubbiamente miss Kurenai. Si guardò intorno, poi posò lo sguardo su Naruto.
«Mi hanno detto che alcuni ospiti desideravano vedermi» rispose con un gelido sorriso.
«Certo. Anzi, stavo per mandarvi a chiamare.» si affrettò a precisare la zia. «Mrs. Uzumaki, posso presentarvi miss Hinata Hyuga?»
La madre di Naruto rimase stupita. «Miss Hinata Hyuga?» chiese e lanciò un’occhiata alla ragazza seduta sul divano. «Curioso... Due membri della stessa famiglia con un nome simile! Non genera un po’ di confusione?»
Mrs. Hyuga rispose con una risata forzata: «No, vi assicuro. Il nome di mia figlia si scrive con la K finale, e la chiamiamo Hinaka, mentre la nostra cugina con la T e viene chiamata Hina-chan.» esitò un istante, infine spiegò: «E’ anche la cugina di Neji».
Naruto era dotato di grande autocontrollo, qualità che gli aveva consentito di sopravvivere nello stato maggiore dell’esercito e di affrontare pericoli e imprevisti di ogni sorta, eppure ebbe difficoltà a mascherare la propria delusione. La sorella di  del suo amico non era splendida fanciulla che credeva, ma l’acida bisbetica! Non era stupito che non si trattasse di un’istitutrice, in effetti non ne aveva l’aria, ma che fosse la cugina di Neji...!
Perché diavolo non gli aveva rivelato subito il suo nome? Per il puro piacere di confondergli le idee? Sembrava quasi che si volesse vendicare, ma di cosa? Non riusciva a capire.
Guardò di nuovo con rimpianto la splendida fanciulla seduta sul sofà. Il destino gli stava giocando un brutto tiro. Quella ragazza era un sogno: graziosa, elegante, delicata... corrispondeva all’immagine che si era fatto della cugina di Neji ed era pronto a prendere in considerazione l’ardita proposta dell’amico. E invece non era lei!
Il contrasto tra le due era stridente. La ragazzona magra e mal vestita non aveva nulla a che vedere con la dolce creatura descritta da Neji. Si, gli assomigliava, adesso che ci faceva caso. Ma di quella fanciulla seduta sul quel sofà con i capelli d’oro e i limpidi occhi azzurri, era in netto contrasto con i capelli neri e lisci, quasi ispidi, dell’altra! E non sembrava affatto una persona tollerante e amante dei divertimenti , ma un’arpia.
Tuttavia non potè dimenticare le buone maniere. Notando che nessun altro sembrava disposto a cederle il posto, le indicò la propria sedia, vicino a sua madre. «Miss Hyuga?»
Lei accettò. «Grazie, Lord Uzumaki, molto gentile. E molto gentile a rispondere alle mie lettere...finalmente.»
Lui aggrottò la fronte, pronto a domandarle che cosa intendesse dire, ma Ko Hyuga lo interruppe: «Vi tratterrete a lungo da queste parti, Lord Uzumaki?».
Per pura cortesia, dovette rispondere: «Non so ancora. Mia madre desidera trascorrere il Natale a casa nostra, quindi credo che resteremo al massimo per due settimane.»
«Così ci potremo riposare» intervenne lei. «La tenuta Uzumaki era trascurata per anni, quindi ho aiutato mio figlio a rimetterla in sesto. Ci lavoriamo fin quando è tornato a Konoha, in settembre. Ma, per me, non è l’ambiente ideale per passare le festività.»
«Settembre?» notò Hinata. «Ero convinta che foste ritornato molto prima, Lord Uzumaki.»
«Dopo la guerra, sono rimasto quasi tre mesi al villaggio della Pioggia, miss Hyuga.»
Sua madre continuò: «Non potete immaginare quanto ci sia da fare! Non c’è da stupirsi se mio figlio si presenta solo ora. Non ve lo ha spiegato?» aggiunse con un sorriso a Hinata.
«Non ha avuto la possibilità, Mrs. Uzumaki.»
Naruto fece per parlare, ma venne bruscamente interrotto da Kami Hyuga.
«Avete amici in zona, Mrs. Uzumaki?» chiese.
«Siete per caso ospiti di Mr. Ito, il capocaccia?» si affrettò a intervenire il marito.
Naruto si insospettì, rendendosi conto che, fin da quando era arrivato, i Hyuga facevano di tutto per impedirgli di parlare con Hinata. «Stiamo dai Sato, dall’altra parte della città. La signora è un vecchia amica di mia madre» rispose educatamente e subito aggiunse: «Spero che mi scusiate, ma vorrei tanto scambiare quanche parola con miss Hyuga. Conoscevo molto bene suo cugino e, se la signorina non ha nulla in contrario, preferirei una conversazione privata.»
Dopo una pausa imbarazzante, Ko Hyuga rispose: «Prego, fate pure!»
Naruto si rivolse allora a Hinata. «Vi posso proporre una breve passeggiata? Non è ancora calato il buio.»
«Mi farebbe molto piacere» accettò lei, sbirciando suo zio.
Mr. Hyuga non sembrava entusiasta dell’idea, ma non poté opporsi.
Hinata andò a prendere il mantello, calzò un paio di stivali, poi si incamminò con Naruto per il viale.
 
«Ci sono molte cose che vi vorrei domandare, miss, per esempio perché non mi avete  rivelato chi eravate quando ci siamo visti, poco fa» disse Naruto. «Però non possiamo parlare di tutto ora, fa freddo ed è quasi sera.»
«Non capisco per quale motivo vi dovrei spiegazioni, sir, e sono d’accordo che sia meglio non sprecare tempo. Visto che siete qui, vi dovrei...chiedere un favore. A dire la verità, vi vorrei chiedere aiuto!»
Naruto provò un certo divertimento notando il tono aggressivo, che contrastava con le parole. «Continuo ad avere l’impressione che mi vogliate  rimproverare per avervi trascurata e non capisco perché.»
«Pensavo che fosse chiaro: mio cugino è morto a giugno e siamo già in novembre. Lo so, tempo fa vi ho chiesto di non venire. Forse vi siete offeso? È per questo che non mi avete più scritto? Credevo che avreste dimostrato più comprensione, Lord Uzumaki.»
«Vi sbagliate, non mi sono affatto offeso e ho capito i vostri sentimenti.»
«E allora perché non avete risposto alla mia seconda lettera?»
«La seconda lettera?»
«Vi domandavo esplicitamente di venire. Speravo che mi ascoltaste.»
Naruto la fissò per un istante, poi rispose con freddezza: «Miss Hyuga, so che non mi conoscete e non avete particolari motivi per fidarvi di me, ma ero amico di vostro cugino. Spiegatemi perché dovrei dimostrate una simile sfiducia nei miei confronti».
Hinata sbarrò gli occhi. «Non ho il diritto di aspettarmi nulla da voi, ma Neji vi stimava tanto. E dopo la sua morte mi avete scritto parole così confortanti. Al momento non riuscivo a parlare con nessuno, ma poi, quando più avevo bisogno di aiuto, mi avete abbandonata.»
«Che dite?» Naruto adesso era adirato.
«Vi ho scritto ad agosto e questa è la prima volta che vi fate vivo!»
«Vi assicuro sul mio onore che non ho mai ricevuto una seconda lettera.»
Lei lo studiò in volto per capire se fosse sincero. Poi ammise: «Forse è andata persa. Non conoscevo il vostro recapito, quindi l’ho indirizzata al ministero a Konoha.»
«Può darsi, eppure ho quasi sempre ricevuto la posta inviatami là. Comunque sia, perché affermate che non mi sono fatto più sentire? Vi ho scritto per ben quattro volte!»
Lei si fermò sui suoi passi. «Quando?»
«A intervalli, durante i mesi trascorsi dalla morte di Neji.»
«Quattro volte! A questo indirizzo, a Villa Hyuga?»
«Certo, dove altrimenti?»
«Davvero strano!»
«Quindi avete ricevuto soltanto la prima lettera?»
Si fissarono in silenzio, poi Hinata disse con un certo nervosismo: «E’ incredibile che siano andate tutte perse...». Si interruppe, poi riprese: «Kurenai-chan mi aveva consigliato di scrivervi ancora e di affidare a lei la busta. Al momento mi rifiutavo di accettare i sottintesi.»
«Temo invece che i suoi sospetti fossero fondati. Qualcuno ha...intercettato la vostra corrispondenza, miss» La guardò preoccupato. Era pallida e, per la prima volta, suscitò in lui compassione. Le cinse le spalle con un braccio, aspettandosi la solita sdegnosa reazione di rifiuto, invece lei si voltò e, con un singhiozzo, gli appoggiò il volto al petto. Quasi senza accorgersene, Naruto alzò anche l’altra mano, chiudendo l’abbraccio e, per un istante, si istaurò tra loro un’inattesa confidenza. Poi Hinata emise un’esclamazione e si scostò.
«Vi ho già detto di non toccarmi!»
Naruto era preparato. Era evidente che quella donna non era come tutte le altre e non ammetteva di essere considerata il sesso debole! Dopo una pausa, le domandò con calma: «Che posso fare per voi?»
«Quello che più desidero è andare a vivere altrove. I miei parenti sono... E con quello che abbiamo appena scoperto...» Sembrò vacillare, poi ritrovò le forze. «Posso affermare che esiste una certa incompatibilità tra noi.»
«L’ho notato» rispose serio.
«Forse Neji vi ha spiegato che non sono povera, ma non potrò usufruire liberamente del mio denaro finchè non compirò venticinque anni, e ne mancano ancora quattro.»
Naruto rimase sorpreso: dunque aveva soltanto ventun anni. Hinata continuò. «Avrei bisogno di voi per convincere i miei tutori ad aumentare la mia somma mensile. Mi basterebbe poco di più per vivere modestamente insieme alla mia istitutrice, lontano da Villa Hyuga. Ho già scritto al generale Danzo, ma senza ottenere risultati. È convinto che Ko Hyuga sia una brava persona e che i miei siano soltanto capricci.»
«Ho parlato con lui al villaggio della Roccia, in effetti ha un’ottima opinione di Mr. Hyuga.»
«Immagino che condividiate le sue impressioni.»
«Non dite assurdità! Certo che no, soprattutto adesso. E per quanto riguarda Tokuma...»
«Stanno tentando di convincermi a sposarlo e miei tutori  non sono affatto contrari.»
«Dite sul serio? Non è possibile, è un’assurdità!»
«Sono contenta che siate d’accordo con me, sir» rispose lei con una punta di ironia. «A molti l’idea di riunire ricchezze e i terreni degli Hyuga, senza riguardo per i sentimenti, sembra perfettamente ragionevole.»
«Non possono costringervi a sposare qualcuno!»
«No, non possono, ma la pressione che esercitano sta diventando ogni modo insopportabile. Per questo, oggi pomeriggio, ho reagito in quel modo un po’... brusco. Tokuma tenta in tutti i modi di persuadermi, convinto che prima o poi cederò. Sa che sono da sola. Kurenai-chan è l’unica persona con cui mi posso confidare.»
«La vera miss Kurenai, immagino?»
«Era un tempo la mia istitutrice, poi è diventata una cara amica. Non so cosa avrei fatto senza di lei.»
Naruto rifletté per un istante, poi chiese: «Conosco il generale Danzo. Chi è l’altro tutore?»
«Sir Hiruzen Sarutobi. Abita poco lontano dal centro della città, ma è malato e non riceve visite. O, perlomeno, non vuole ricevere me. Anche lui è d’accordo con Ko Hyuga.» La sua voce si incrinò.
Naruto respinse l’impulso di confortarla: ormai aveva capito che non lo avrebbe accettato. Ma era preoccupato per lei. I suoi occhi chiarissimi parevano enormi nel volto pallido ed era chiaro che da mesi viveva in condizioni insostenibili. Prese una decisione. Anche senza la promessa fatta a Neji, avrebbe aiutato qualunque donna a sottrarsi dalla tirannia di quel furfante senza scrupoli.
Dopo una breve riflessione, disse: «Mi domando si gli Sato conoscano Sir Sarutobi». Le prese una mano con un gesto rassicurante. «Andrò da lui appena possibile. Cercate di non preoccuparvi: troveremo una soluzione.»
Per un istante Hinata si aggrappò forte alle sue dita e lo guardò con gli occhi supplicanti. Erano belli, notò sorpreso Naruto. Non erano freddi come il ghiaccio, ma erano di uno strano colore che andava dal grigio chiaro al lilla, simile alla luna. Poi gli lasciò la mano e parlò a voce bassa: «Grazie. Non avete idea di quanto significhi per me.»
Era la massima espressione di gratitudine che ci si potesse aspettare da lei, non si sarebbe mai lasciata andare a lacrime di gioia o disperate invocazioni. Per quanto fosse prossima al crollo, Hinata Hyuga si mostrava sempre forte e dignitosa, facendo mostra di un temperamento fiero e orgoglioso, sicuramente ammirabile, ma, secondo Naruto, poco attraente in una donna.
«Da quanto mi avete riferito, vostro zio non sarebbe felice di vedervi andare via. Vi posso consigliare di non parlare con nessuno dei nostri piani? Sarebbe inutile allarmarlo prima del necessario. Andate spesso a trovare la vostra istitutrice?»
«Una o due volte alla settimana.»
«Potreste renderle visita domani pomeriggio? È una persona discreta?»
«Di assoluta fiducia.»
«Quindi resteremo in comunicazione tramite lei. Magari ci vedremo a casa sua.»
 
Sulla via del ritorno, Naruto e sua madre discussero di quanto avevano visto e sentito.
«Per fortuna siamo venuti! Una famiglia orribile. Povera Hinata Hyuga!»
«La figlia è affascinate.»
Sua madre lo guardò con compassione. «Povero figliolo, credevo che fossi maturato in questi anni. È una piccola civetta viziata. Un’altra Ino Yamanaka.»
Naruto scosse la testa con un sorriso. «Accusate ancora Ino per la mia infelicità di dieci anni fa? Non siate troppo dura con lei, io l’ho perdonata da tempo. In fondo io allora non avevo nulla da offrirle e, per quanto lei mi amasse...»
«Ah, amore! Non ti amava più di quanto non amasse gli altri ragazzi che le ronzavano attorno!»
«Vi sbagliate, madre, lo so che Ino mi amava, anche se, forse, non abbastanza. Ma perché parliamo di fatti ormai lontani».
«Perché la figlia di Ko Hyuga le assomiglia. Ma lasciamo perdere questo argomento. Che progetti hai riguardo alla cugina di Neji?»
«Le ho promesso di aiutarla. Stasera scriverò al generale Danzo: deve essere informato della nostra visita e di quanto abbiamo scoperto. Sarà sicuramente d’accordo nel ritenere che Hinata vada allontanata da Villa Hyuga!»
«Ma ci vorranno settimane! Lei ha bisogno urgente di aiuto.»
«Avete ragione. Mentre siamo qui, renderò visita a Sir HiruzenSarutobi, l’altro tutore abita in città e forse gli Sato lo conoscono.»
«Ammettendo che si riesca a convincere i tutori, dove potrebbe andare Hinata?»
«Vorrebbe stabilirsi con la sua vecchia istitutrice.»
Sua madre lo fissò a occhi sbarrati. «Hai perso la testa, Naruto? Lo devi impedire.»
«Madre, Hinata Hyuga è una ragazza determinata. Nessuno la potrebbe convincere di cambiare idea.»
«Sciocchezze! I suoi tutori non accetteranno mai una proposta simile, e, se lo vuoi sapere, io la penso come loro. È troppo giovane per ritirarsi dalla vita sociale. Dovrebbe invece divertirsi, frequentare feste e indossare abiti eleganti, incontrare giovani adatti a lei...»
«Io come potrei organizzare tutto ciò?»
«Offrile tu stesso casa.»
Naruto rimase sbalordito. «Con tutto il rispetto, madre, oso dire che siete voi ad aver perso la testa! Come potrei offrirle una casa, se non sposandola? E adesso che l’ho incontrata, ho capito che non sono disposto a farlo, per quanto Neji me lo abbia chiesto più volte.»
«Mi sono espressa male. Volevo dire che le potresti offrire una casa insieme a me. Mi farebbe molto piacere se venisse con noi a Villa Uzumaki.»
«Ma è un idea assurda! Mi dispiace per la situazione in cui si trova, ma non posso dire che mi sia simpatica.»
«Perché no?»
«Ha tutte le caratteristiche che non apprezzo in una donna: è aggressiva, testarda, sgraziata...»
Mrs. Uzumaki scosse la testa.
«Con tutta la tua esperienza, non capisci ancora nulla! Immagino che tu preferisca l’altra miss Hyuga, giusto?»
«Certo, come qualunque uomo.»
«Spero soltanto che tu impari la lezione prima che sia troppo tardi.»
«Di cosa state parlando?»
«Di qualità.» Lui la guardò senza capire. «Nulla, sono soltanto idee mie» continuò lei. «Pensi che Hinata possa partire insieme a noi nel giro di qualche giorno?»
«Un momento! Non ho ancora deciso...»
«Ma io sì. Se non lo vuoi fare per lei, fallo per me. Gradirei molto la sua compagnia. Oh, Naruto sarebbe divertente! Durante l’inverno, Hinata potrebbe ritrovare la gioia di vivere, poi, a primavera, la porteremmo a Konoha per la stagione delle feste. Mi piacerebbe tanto parteciparvi ancora!»
«Non credo proprio...»
«Sei la persona più ostinata che io conosca.»
«Se ne siete convinta, provate a trattare con miss Hyuga: è molto peggio di me.»
«Deve lottare per la sopravvivenza, Naruto! Non c’è da stupirsi che è determinata. Ascolta, se non lo vuoi fare nemmeno per me, lo faresti per Neji? Quella povera ragazza, non sarà mai al sicuro finché non incontrerà una persona di fiducia. Ormai ho deciso: resterà con me e l’anno prossimo mi occuperò del suo debutto in società. Se vorrai, potrai venire con noi.»
«Oh, no, non ho tempo!»
«Certo che hai tempo. Villa Uzumaki sarà sistemata per allora e, dopo tanto lavoro, anche tu avrai bisogno di divertirti. Non essere noioso, Naruto. Altrimenti come pensi di trovare moglie? Anche se non capisco proprio perché non dimostri un minimo di interesse per Hinata Hyuga. È l’unica cugina del tuo caro amico, beneducata, ricca, carina...»
«Carina?»
«Forse carina non è il termine adatto. Avrei dovuto dire bella. O almeno lo diventerà quando tornerà ad essere se stessa.»
Naruto era esasperato. «Madre, a volte mi domando se pensate a ciò che dite. Come la si può definire bella?»
Sua madre non rispose e lui continuò: «E’ anche se fosse una regina di bellezza, non la sposerei lo stesso»
«Perché no?»
«Come vi ho spiegato, è una bisbetica e ha una lingua tagliente come una spada. Litigheremmo a morte.» poi, ricordando il naso sanguinante di Tokuma Hyuga, aggiunse: «E non esita neppure a far ricorso alla violenza.»
«Povero agnellino indifeso!» esclamò ridendo sua madre. «Ti ha picchiato?»
«Non ancora, ma potrebbe. Fate bene a ridere, ma non è facile per un gentiluomo avere a che fare con una signora che si comporta come tale.»
«Vivere con la famiglia di Ko Hyuga la sottopone a una tensione incredibile. Ma una volta che si sentirà libera, cambierà atteggiamento, ne sono convinta.» Naruto alzò il sopracciglio e sua madre proseguì: «Non cercherò più di convincerti. Ma, se non la vuoi sposare tu stesso, aiutala almeno a trovare un buon partito, cosa che lei non potrebbe mai fare rinchiusa in  un cottage con la sua istitutrice».
Lui rifletté per qualche istante. «Parlerò con Sir Sarutobi, poi vedremo cosa si può fare.» concesse infine.
«Ko Hyuga si opporrà alla sua partenza» lo mise in guarda sua madre.
«Una volta ottenuto l’appoggio dei tutori, lo affronterò senza problemi. E se invece Hinata non fosse disposta a venire con noi?»
«Ti assicuro, Naruto, che dopo l’esperienza vissuta con questa deliziosa famiglia, sarà felice di abitare con chiunque altro. In ogni caso, quale ragazza rifiuterebbe la prospettiva di una stagione di divertimenti a Konoha.»
 
Fine capitolo cinque

 
 
Ecco a voi il capitolo cinque.  Ho fatto abbastanza in fretta grazie alla pausa estiva.
Comunque commentiamo.
Finalmente Naruto è arrivato da Hinata. Ma non poteva certo finire qua!
Ecco che per la prima volta in una fan fiction i due con i caratteri troppo diversi\simili litigano e non vanno d’accordo. Non volevo fare una fanfiction dove i due si amano si dal primo incontro. Come anche nel manga , ci deve essere una crescita e un cambiamento e anche una comprensione di sentimenti. Hinata ventun anni e Naruto di trenta. La situazione è già diversa. Ma c’è già qualcosa che in entrambi attrae, chissà cos’è.
Naruto, visto la sua ottusità e il pessimo gusto nelle donne, ovviamente la critica per il suo carattere e per la sua indipendenza. Ma forse è proprio di questo di cui lui ha bisogno, no?
Spero quindi che non rimaniate delusi da questo incontro, ma anzi vi abbia incuriosito ancora di più.
 
Per i ringraziamenti:
Grazie ancora una volta chi abbia messo la storia nelle preferite, seguite o ricordate. Siete tantissimi e vi ringrazio tutti.
Grazie a chi ha commentato:
 
A Di4ever: grazie per aver commentato di nuovo! E grazie per gli accorgimenti, sono sempre utili. Spero che continuerai a commentare!
 
A _Naru_Hina_: Graziiiiiiiiie di cuore giuro, mi ha fatto veramente piacere che la storia ti entusiasmi tanto. Spero che ti piaccia anche questo capitolo. A presto. E grazie  ancoraa!!
 
A Vaius: E già, quello che pensavo anche io quando lo scrivevo! Quanto mi fa innervosire sto ragazzo! Ahahahha! Anche io penso che siano fatti l’uno per l’altra. Grazie per il commenti, mi fanno veramente piacere leggerli. Spero che commenterai ancora!! ** Grazie di tutto!
 
A Sky_Storm: oddio spero no in un finale cos veloce, anzi durerò ancora parecchio. Mi dispiace. Oggi finalmente si sono incontrati, forse ti aspettavi una scena d’amore... AHAH scusami se non è successo! Dai forse un po’ di romanticismo c’era... un poco. Spero che continuerai a leggere. Grazie per il commento.
 
A Fleur92: Grazie per aver commentato la prima volta. Mi fa piacere che, anche se non ti piace il paring NaruHina, ti piaccia molto la storia. Io sono convinta che Hinata in realtà sia così, o meglio negli ultimi capitoli del manga, se ovviamente lo leggi, ha dimostrato di più la sua determinazione e la sua forza, io vorrei che sia così anche nel prossimo futuro. Ti ringrazio tantissimo per il commento e spero che continuerai a leggere. Un Bacio.
 
E questo è tutto.
Spero che leggerete anche il prossimo capitolo, perché adesso arriverà il bello.
Un bacio a chi segue la mia fanfiction e a che lo legga soltanto.
Vi voglio bene. Grazie a tutti di cuore.
 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

Capitolo 6


Armato di presentazione dei Sato, il giorno dopo Naruto rese visita a Sir Hiruzen Sarutobi. Questi lo ricevette in veste da camera di  broccato e berretto di velluto, in un studiolo in cui regnava un calore soffocante. A lato della poltrona dov’era sprofondato il tutore c’era una libreria che traboccava di volumi e scartoffie, mentre su un tavolino dall’altra parte erano disposti in bell’ordine una caraffa di vino con un bicchiere, un vassoio di noci e biscotti, una fruttiera ricolma e un piattino d’argento.
«Entrate e chiudete la porta, Uzumaki! Non sopporto gli spifferi: mi fanno male. Sedetevi dove vi possa vedere bene e raccontatemi della battaglia. Dicono che ce l’abbiamo fatta per un pelo. È vero? In che reggimento eravate? Versatevi pure un bicchiere di vino.»
Naruto si accomodò: «Ero nello stesso reggimento di Neji Hyuga.»
«Il cinquantaduesimo? Pare che abbiano combattuto bene.» Dopo una breve pausa, chiese: «Eravate con Neji quando è morto?»
«No. Ero distaccato con lo stato maggiore del comandante generale ed ero stato incaricato di mediare con il Villaggio della Nuvola, dall’altro lato del campo di battaglia.»
Continuò ancora per qualche minuto e rispondere alle domande sul combattimento, poi si interruppe. Sir Sarutobi raddrizzò la schiena.
«Vi ho fatto venire la gola secca a furia di parlare. Prendete un altro bicchiere di vino!»
«Vi ringrazio, Sir Sarutobi, ma  non ho ancora finito il primo. Vorrei però tornare a parlare di Neji Hyuga. Conoscete bene la famiglia, vero?»
«Oh, si, suo zio era un mio grande amico. Il ragazzo aveva preso da lui. Che disgrazia la sua morte! Ditemi, dunque.»
«Come sapete, aveva una cugina: Hinata.»
«Lo so fin troppo bene, figliolo: sono il suo tutore.»
Naruto si girò intorno all’argomento con tatto, ponendo domande generiche e apparentemente disinteressate, finchè toccò soggetto che più gli stava a cuore: il futuro della ragazza.
«La volete sposare per caso? Credevo che stesse combinando con suo cugino... come si chiama? Tokuma! E sarebbe un’idea sensata, se vuole sapere il mio parere, così, come afferma Ko Hyuga, il denaro tornerebbe al suo posto. Non si può gestire una tenuta come quella senza capitali. Una donna non sa nulla di simili questioni. Hinata è sveglia, ma pur sempre una femmina.»
Naruto dovette ammettere che Mr. Hyuga aveva lavorato proprio bene, utilizzando argomenti migliori per convincere il vecchio gentiluomo delle proprie buone e oneste intenzioni. Ci volle tutta la sua abilità diplomatica per persuaderlo almeno ad ascoltare le ragioni di Hinata. E le avrebbe dovute ascoltare da lei.
«Assisterete anche voi al colloquio, vero? Non sono mai riuscito a parlare da solo con una donna. Sarà per questo che non mi sono mai sposato. Venite dopodomani.»
«Grazie sir.» Naruto pensò che fosse meglio procurarsi ulteriori rinforzi, per rimediare ai danni arrecati da Ko Hyuga. «Forse miss Hyuga preferirebbe presentarsi insieme a una signora?»
«Non quella istitutrice! Non la sopporto.»
«Posso portare mia madre, che è con me dai Sato? È una vecchia amica della signora Sato.»
«Ah la moglie di Sato è l’unica donna intelligente che conosca. Portate pure vostra madre, perché no?» concesse all’altro.
 
I progetti di Naruto rischiarono di fallire sul nascere a causa delle obiezioni sollevate da Hinata.
«Vi ho spiegato quello che desidero: vivere in pace insieme a Kurenai-chan. Vostra madre è molto gentile, ma non provo nessun desiderio di soggiornare in una grande città e venir presentata a una folla di estranei con cui non ho nulla in comune. Non saprei cosa indossare, cosa dire, come ballare. Mi sentirei fuori posto.»
«Siete davvero imprevedibile.» Naruto riuscì a stento a mantenere la calma. «Quale ragazza non sarebbe felice di una simile opportunità? Vostra cugina Hinaka, per esempio, darebbe qualunque cosa per trovarsi al vostro posto.»
«Certo, ma ha la testa vuota.»
«Però è molto carina.»
Hinata lo fissò negli occhi è indovinò cosa gli stava passando per la testa. «E avrebbe un successone in società. È un vero peccato che non le assomigli, non è così? Con un po’ di fortuna, comunque, le potrete esprimete la vostra ammirazione durante la prossima Stagione: ha tutte le intenzioni di andare a Konoha. Io invece preferisco rimanere a casa insieme a Kurenai-chan.»
«Grazie mille» ironizzo Naruto. «Mi adulate.»
Hinata ebbe il pudore di scusarsi. «Non vi volevo offendere, solo che... sono sicura delle vostre buone intenzioni, ma non sono abituata a sentirmi dire cosa devo fare!»
«Ma ne sono accorto. Eppure mi avete chiesto aiuto.»
«E’ vero, ma solo per andare a vivere con Kurenai-chan, non per dedicarmi alla stupida vita mondana!»
«Hinata Hyuga!» esclamò lui in un tono che i suoi subalterni conoscevano bene. «Desiderate o no lasciare la casa di vostro zio?»
«Certo, però...»
«E allora per una volta nella vita farete come vi viene detto. Se volete che io convinca Sir Sarutobi a modificare i piani per il vostro futuro, che attualmente contemplano il matrimonio con Tokuma Hyuga, allora dovrete rimanere zitta e lasciare trattare me. Intesi?»
«E’ il mio tutore!» protestò lei.
«E finora non siete riuscita a combinare niente di buono con lui. Ascoltate, non apprezza le donne né le fatiche. Non è disposto a vedere di buon occhio quello che considera solo un capriccio femminile, né a fare il minimo sforzo per trovarmi una sistemazione più gradevole. Ma se gli presentiamo un progetto già definito che corrisponde alle sue concezioni di vita sociale e che, per giunta, non comporta nessun impegno da parte sua, ci ascolterà. È la nostra unica speranza. Scegliete tra Villa Hyuga o Villa Uzumaki e Konoha.»
«Se è l’unica alternativa, verrò con voi, ma non pretendete che ne sia contenta.»
«Marmocchia ingrata! Non meritare la generosità di mia madre.»
 
Naruto espresse il suo disappunto alla madre, ma lei non si dimostrò comprensiva. «Devi avere affrontato l’argomento in maniera sbagliata, Naruto. Non esiste una giovane donna al mondo che non vorrebbe partecipare alla stagione delle feste almeno una volta nella vita.»
«Gliel’ho detto. Sua cugina Hinaka...»
«Non l’avrai per caso presa a esempio, vero?»
«Si, perché no?»
«Perché no? E me lo domandi?»
«Le ho fatto notare che sua cugina sarebbe felice di avere l’opportunità che offriamo a lei.» rispose in tono deciso.
«Credevo di convincerla a cambiare idea. Ma lei ha dichiarato che preferisce la compagnia di Kurenai alla mia!»
La madre lo fissò sbalordita. «Naruto, sei stato per anni un esempio lodevole di tatto e di buona educazione, ma la povera cugina di Neji sembra esercitare un curioso effetto negativo su di te. Perché mai hai inserito nel discorso sua cugina? Ti sei meritato quella risposta bruca. Credimi, però, anche la tua Hinata sarebbe felice di andare a Konoha, sebbene non lo voglia ancora ammettere.»
«Vi prego, madre! Non è la mia Hinata!»
«E come facciamo a distinguere le due ragazze? Il loro nome è talmente simile..»
«Chiamiamola Hinata e basta, è non è affatto mia
«Ti ha davvero offeso?»
«No, ma preferisco mettere le cose in chiaro. Adesso spiegatemi perché siete tanto convinta che desidera in cuor suo andare a Konoha, nonostante ciò che afferma. Vi confesso che non vi seguo.»
«Rifletti un istante, figliolo! Nel giro di pochi mesi ha perso tutto ciò che le dava sicurezza: suo padre, suo cugino, la sua casa...Persino il suo patrimonio non rappresenta una vera fortuna, ma una causa di tensione. I tutori la ignorano e per mesi ha creduto che anche tu l’avessi abbandonata. Ha dovuto combattere da sola. Ti stupisce che sia esausta? L’ammirazione che hai dimostrato per sua cugina Hinaka deve aver rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.» Naruto pareva a disagio e sua madre continuò: «Hinata non è cattiva in senso convenzionale. Le qualità fisiche di sua cugina sono molto più evidenti, e per di più quella civetta ha imparato a servirsene ad arte. La cugina di Neji, invece, è cresciuta con due uomini e un’istitutrice. Nessuno l’ha mai incoraggiata a occuparsi del suo aspetto, che lei sinceramente giudica insignificante. Non stupisce che la metta in imbarazzo l’idea di sottoporsi al giudizio della società».
«Hinata Hyuga in imbarazzo?»
«Si. Per quanto tu non ci creda, la sua autostima è ormai ridotta a zero. Sono convinta che tutti gli aspetti del suo carattere che non ti piacciono, come i modi bruschi o il desiderio di indipendenza, rappresentino soltanto forme di difesa. Ma non ti preoccupare. Sotto le mie attente cure, tra un mese o due sarà trasformata.»
«Si spera» brontolò lui, per niente convinto, alzando gli occhi al cielo. Sua madre decise di ignorare il commento, anche se provò un lieve timore per quello che sarebbe potuto succedere nei mesi a venire, se Naruto avesse continuato a dimostrare tanta avversione nei confronti di Hinata Hyuga.
 
Naruto non ancora sicuro del comportamento che Hinata avrebbe tenuto durante il colloquio con Sir Sarutobi, quindi decise di organizzare prima un incontro a casa di Kurenai.
Mrs. Uzumaki si incaricò di convincerla a vedere di buon occhio un soggiorno a Konoha. Sottolineò persino che sei o sette mesi non erano un eternità e che, se dopo quel periodo avesse davvero deciso che la vita mondana non faceva per lei, avrebbe potuto cercare una casa insieme a Kurenai, se i suoi tutori si fossero dimostrati d’accordo.
«Però vi prego di non parlarne oggi! Dobbiamo innanzi tutto persuadere Sir Sarutobi ad accettare il mio invito. Se gli venisse il minimo sospetto che contemplate l’idea di tornare al vostro piano originale, potrebbe rifiutare di ascoltare qualunque proposta alternativa.»
«Non capisco perché dovrebbe essere contrario. Kurenai-chan è una persona di tutto rispetto.»
«Hinata, credetemi, so di cosa sto parlando. Non va bene! Significherebbe una rinuncia al posto che vi spetta in società, e i tutori vedrebbero come un preciso dovere nei confronti di vostro padre impedire che ciò avvenga. Anzi, la semplice possibilità potrebbe portarli a insistere perché rimaniate dove siete.»
Hinata non seppe cosa rispondere. A quel punto intervenne Kurenai, che le fece notare quanto Lord Uzumaki si stesse impegnando a suo favore e la rimproverò dicendo che Neji avrebbe considerato inconcepibile un rifiuto alla generosa proposta di sua madre.
«Non ti capisco, Hinata. Sono mesi che pensi soltanto alla fuga da Villa Hyuga e quando si presenta un’occasione perfetta tu esisti ad accettarla. Non è il ritiro che sognavi, ma un’avventura in un nuovo mondo, in cui avresti dovuto fare ingresso anni fa. Certo, ci vuole coraggio, ma in passato non ti è mai mancato. Devo forse considerarti codarda? Impara a goderti la vita come dovresti, mia cara!»
 
Appena giunsero a casa di Sir Sarutobi, Naruto espose con fare brillante sicuro le proprie proposte riguardo a Hinata, affermando che stava tenendo fede alla promessa fatta a Neji durante il loro ultimo incontro.
«Neji vi ha davvero chiesto di prendervi cura di sua cugina? Avrebbe dovuto rimanere qui e occuparsene se stesso, quel disgraziato! Comunque, la vostra carriera dimostra che avete buonsenso e che sapete il fatto vostro» sentenziò infine Sir Sarutobi. Poi rivolse si a Mrs. Uzumaki. «Signora, conoscete il mondo quanto me, che opinione avete?»
«Non vi potete aspettare un parere del tutto obiettivo, visto che la compagnia di miss Hyuga mi farebbe un grande piacere. Ma poiché me lo domandate...»
«Ditemi pure.»
«Hinata ha trascorso a Villa Hyuga la sua intera esistenza. Non voglio offendere nessuno, ma avete preso in considerazione cosa si direbbe in società se accettaste troppo in fretta la proposta di matrimonio di Tokuma Hyuga?»
Sir Sarutobi alzò la testa e chiese con una punta di freddezza; «Cosa intendete?»
Lei non si lasciò scomporre. «La tentazione di riportare il denaro nella tenuta deve essere notevole per Mr. Hyuga e il desiderio che suo figlio sposi il patrimonio di famiglia gli deve sembrare più che ragionevole. È curioso, però, che un’idea simile non sia venuta al padre di Hinata. Forse perché non stimava i cugini? Difficile a dirsi. Ma cosa ne penseranno gli altri? Voi conducete vita ritirata e forse non sapete che le giovani donne della classe di Hinata vengono in genere presentate in società prima del matrimonio. Sir Sarutobi, non si può darla in sposa senza che abbia fatto il suo debutto.»
«Non ci avevo pensato, signora, ma non avete torto! Però non si può fare. Io sono un vecchio malato» si lamentò sprofondando ancora di più nella poltrona. «E oso supporre che la salute del generale Danzo non sia migliore. Come potremmo gingillarci a convocare uno chaperon, sarte e modiste?» Bevve un sorso di vino e concluse: «Non è possibile».
Hinata si affrettò a intervenire. «In questo caso...»
Ma Mrs. Uzumaki la interruppe con prontezza. «Se questa è l’unica difficoltà, è più che superabile! Nulla mi divertirebbe di più che presentare Hinata in società. E, come sapete, a noi donne piace visitare negozi e comprare vestiti, guanti o scialli. Non c’è nessun problema, vi assicuro.» Fece una pausa. «Occorrerà, però, un notevole aumento della cifra mensile a lei destinata.»
«Che strani gusti, le donne...» commentò lui scuotendo la testa. «Comunque, se davvero intendete sobbarcarvi questo impegno, signora, non preoccupatevi delle spese. Inviate i conti al mio amministratore e lui si occuperà di pagarli. E, a quanto pare, anche vostro figlio si prenderà cura di lei.» Rivolse a Hinata un benevolo sorriso. «Spero che mi siate grata per tutto ciò che faccio per voi.»
Mrs. Uzumaki non le lasciò rispondere: «Si, vi è molto grata, Sir Sarutobi. Non ha parole per esprimervi quanto.»
«Volevo soltanto...» provò ancora Hinata.
«Il vostro permesso per recarsi a Villa Uzumaki tra un paio di giorni. È una giovane tanto rispettosa!» concluse al posto suo Kushina.
Poiché la giovane tanto rispettosa sembrava sul punto di litigare, Naruto decise che era giunto il momento di andarsene. Contento di aver risolto facilmente la questione, Sir Sarutobi concesse volentieri il permesso di partire da Villa Hyuga insieme agli Uzumaki. La questione andava sottoposta anche all’attenzione del generale Danzo, ma non c’era ragione per dubitare che avrebbe accordato il suo consenso.
Per Naruto, invece, c’era un piccolo problema: aveva infatti l’impressione che Sir Sarutobi, incoraggiato da alcuni sottintesi di sua madre, sospettasse un interesse particolare per la ragazza.
Hinata non sembrava essersi accorta di nulla, tanto era preoccupata. Prima che la carrozza giungesse a casa di miss Kurenai, gli Uzumaki si resero conto che la ragazza non era affatto soddisfatta della soluzione trovata.
«Non avrei dovuto accettare con tanta facilità. Che cosa farà Kurenai senza di me? Come posso lasciarla sola?»
«Probabilmente, sapendo che state bene» rispose Mrs. Uzumaki, «sarà felice nel suo cottage. Villa Uzumaki, comunque, non è tanto lontana. Se preferisce rimanervi vicina, sarà mia gradita ospite. Anzi, invitatela voi stessa.»
Hinata sospirò. «Siete tanto gentile. Come potrò mai ripagarvi?» domandò sconfortata.
«Troveremo il sistema» rispose la signora con una strizzatina d’occhio. «Datemi solo un po’ di tempo.»
 
Erano tutti d’accordo nel ritenere che fosse meglio organizzare la partenza senza avvisare Ko Hyuga, altrimenti avrebbe fatto di tutto per impedirla. Coglierlo di sorpresa sarebbe stata la strategia migliore. Stabilirono così che Hinata avrebbe portato con sé soltanto una borsa da viaggio e che Naruto e sua madre sarebbero passati a prenderla sulla via di Villa Uzumaki. In seguito, uno spedizioniere avrebbe ritirato gli altri effetti personali sotto la supervisione di miss Kurenai.
Quando le venne chiesto cosa preferisse fare, Kurenai rispose con un affettuoso bacio a Hinata. «Mia cara, per momento vorrei rimanere dove sono. Vedremo cosa succederà a Konoha, non è detto che io non cambi idea. Intanto, per, sono felice qui dove mi trovo. Ho tante cose da fare.»
 
Il fatidico giorno venne una settimana dopo. Naruto si presento a Villa Hyuga al mattino e Ko Hyuga lo accolse con cordialità. Però, non appena capì che intendeva ripartire insieme a Hinata, negò che fosse in casa, poi cercò di spiegare che stava male. «E comunque, non potrei accettare una simile follia. Dovrei permettere a voi di portare via la mia cuginetta dalla dimora, sottraendola alla compagnia dei suoi cari? No! Conosco i miei doveri. Hinata ha ereditato una notevole somma ed è piuttosto ingenua. Ha bisogno di protezione da chiunque minacci di sfruttarla.»
«Dunque mi considerate una di queste persone? Un volgare ladro?» Il tono di Naruto era calmo, ma abbastanza determinato da spingerlo a ritrattare subito.
«Mi avete frainteso, Lord Uzumaki. Sono sicuro che siate animato dalle motivazioni più nobili, non ultima l’amicizia che vi legava a suo cugino. Non è però necessario che vi occupiate di lei, io sono il suo tutore.»
«Strano, ero convinto che i suoi tutori fossero Sir Sarutobi e il generale Danzo.»
Ko Hyuga si rabbuiò in viso, ma recuperò subito l’autocontrollo e sorrise, come per scusarsi. «Avrei dovuto dire che mi considerano tale. Quei due gentiluomini sono anziani e hanno fiducia in me, sanno che la tratto come se fosse mia figlia. Del resto sembrano ben felici di delegarmi la responsabilità. Lord Uzumaki, in nome dei tutori, sono costretto a declinare il vostro cortese invito. Hinata non può partire con voi.»
Naruto però era stato previdente e si era munito di una lettera di Sir Sarutobi. Senza dire nulla, gliela porse.
«Che cos’è?» Ko Hyuga la lesse due volte. Quando rialzò lo sguardo, la maschera di benevolenza era sparita. «Che cosa state tramando, Lord Uzumaki? Mirate ai soldi degli Hyuga? E volete appropriarvene sposando la legittima erede, giusto?»
«Mi sembra ovvio che sia la prima cosa a cui pensiate» rispose Naruto lasciando trapelare tutta l’antipatia che provava nei suoi confronti. «Tuttavia non ho simili intenzioni. Voglio solo accompagnare le signore a Villa Uzumaki. Mia madre, che aspetta fuori in carrozza, ha semplicemente invitato miss Hyuga a trascorrere un periodo a casa sua, e sua cugina ha accettato di buon grado. È inoltre possibile che, la primavera prossima, mia madre la presenti in società, secondo i desideri dei suoi tutori.»
Ko Hyuga espresse con parole dure la sua opinione in proposito e Naruto inarcò le sopracciglia.
«Che strano! Pensavo invece che voi e vostra moglie, gli autonominati tutori di Hinata, foste contenti d non dovervi sobbarcare l’onere, anche finanziario, del suo debutto. Comunque, non è il caso di discuterne, è già tutto stabilito. Dov’è miss Hyuga? Mi ha assicurato che sarebbe fatta trovare pronta... Eccola infatti.»
«Mia cugina non ha nessun bisogno di essere presentata in società» ringhiò Ko. «Sposerà mio figlio Tokuma, e tra non molto. Vi impedirò di portarla via, intesi?»
«Sapete bene di non poterlo fare, zio Ko» intervenne Hinata entrando. Aveva con sé una piccola valigia e indossava un abito da viaggio. Era pallida, ma pareva determinata. «Credo che Lord Uzumaki vi abbia già spiegato la situazione. Non dobbiamo far aspettare sua madre.» Naruto guardò con una certa ammirazione quando aggiunse con compostezza: «Vi debbo ringraziare per avermi offerto un alloggio durante tutti questi mesi. E vi prego di augurare il meglio a mia zia e ai miei cugini da parte mia. Temo di non poterli salutare di persona, sono ancora nelle loro camere. Nel pomeriggio passerà un corriere per ritirare le mie cose.» Naruto le prese di mano il bagaglio e, dopo un cenno di saluto allo zio, la accompagnò alla carrozza.
Mr. Hyuga corse alla porta. «E’ un rapimento bello e buono!» gridò gesticolando con rabbia.
Lo stalliere aprì la portiera a Hinata e Mrs. Uzumaki si preparò ad accoglierla a bordo. Ma lei si fermò e si volto indietro. «L’unico rapimento che abbia mai temuto» disse con un tremore nella voce che rivelava la profondità del suo sentire, «è da parte vostra e di vostro figlio. Addio, sir!»
Infine salì, seguita da Naruto. Così cominciò il viaggio di Hinata verso una nuova vita
 
Fine del capitolo sesto.
 


Ciaoooo, ecco a voi come promesso più presto possibile il sesto capitolo. È stato un punto critico questo. E finalmente un addio a quella orribile famiglia. Spero che vi sia piaciuto perché è stato una faticaccia scriverlo. Adesso inizierà la vera storia, ovvero quello che tutti aspettano.
Naruto sempre più idiota. Hinata sempre più bisbetica. Ma dove come farà mai una coppia simile ad amarsi???
 
Continuiamo con i ringraziamenti.
Allora grazie a chi ha messo la serie tra le preferite, nelle ricordate e nelle seguite. Siete sempre di più, e non ci posso credere T_T Mi fate emozionare giuro!
 
A chi ha commentato e siete stati tantissimi!
 
A Luna98: Grazie per aver commentato per la prima volta! E ti ringrazio tantissimo per i complimenti. Non me li aspettavo giuro! Anche a me piace il carattere di Hinata così. **  Spero che continuerai a commentare o anche solo a leggere la mia storia. Grazie ancora.
 
A iris1996: Grazie per aver messo la mia storia tra le preferite e ad avermi aggiunto negli autori preferiti. Ti ringrazio tantissimo giuro, per aver commentato la storia. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto un bacio.
 
A  Di4ever: Scusa per i problemi che ti ho causato. Questa cavolo di tastiera mi tira brutti scherzi, e non mi accorgo degli errori che faccio. Grazie per aver commentato la storia, e si diventerà sempre più intrigante.  E poi scusami, non posso fare Naruto più giovare, infatti dico esplicitamente nel primo capitolo che è ormai è da un po’ che Naruto stava nell’esercito, visto che adesso ha trent’anni può ritirarsi e occuparsi della sua tenuta. Se avesse ventiquattro anni, non si potrebbe ritirare, solo nel caso di Neji perché si doveva occupare di Hinata sarebbe successo, se no sarebbe rimasto anche lui nell’esercito (vabbè, poi è morto ecce ecc). Spero che questo capitolo vada bene. Baci.
 
A _Naru_Hina_ : Grazieeeeeeeee! Infatti posso dire che il loro è un rapporto amore\odio. Soprattutto da parte di Hinata. Naruto è un po’ più restio a capire i suoi sentimenti, per il momento per lui è solo scorbutica.
Aahhaah spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.
 
A Sky_Storm: Ah Ho capito male, scusa! Hahah xD Finalemente è finita la vita a Villa Hyuga e da adesso in poi, Hinata ritornerà piano piano ad essere quella di sempre. Spero che ti sia piaciuto anche se è un capitolo di transizione. Un Bacio e Grazie di tutto.
 
A sashinaru: Mi fa piacere che la stai rivalutando. Grazie e Ciao xD
 
A Fleur92: Grazieeee T_T, credevo che questo rapporto tra Hinata e Naruto a molti non sarebbe piaciuto, ma tu mi fai ricredere. Grazie per aver commentato giuro. Ahahha Ho amato la scena del cazzotto. Si spero che nel manga Hinata sia sempre così, perché lei è forte e determinata.  Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione.
 
A Dolcemente Complicata: Oddio Grazie mille per il tuo commento. Mi ha commosso lo giuro. Non ti preoccupare se non hai commentato, ho fatto anche io l’anno scorso la maturità, posso capire come ti sei sentita. Ma grazie tantissimo di aver commentato adesso. Mi fa piacere che il mio stile ti piaccia, credevo che molti non lo avrebbero capito e trovato difficile da leggere, e anche io amo i romanzi ottocenteschi ne ho letti talmente tanti, che mi sono ispirata a farne uno io, con ambientazione Konoha e altro e con protagonisti Hinata e Naruto, avevo paura che sarebbe sembrato un po’ strano ma mi piace come sta venendo. Perfortuna. Oddio non mi sono ispirata completamente a Hinata del Road to Ninja, si è vero per alcuni atteggiamenti adesso sono d’accordo, ma forse mi sono sempre immaginata che Hinata, in cuor suo, fosse sul serio così, cioè forte, indipendente e determinata. Hinaka è una cretina, bambocciona. Kushina la considero come il grillo parlante dei due, colei che mette la buona parola diciamo ** . Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Grazie ancora di tutto. Un bacio <3
 
A Vaius: Ti ringrazio tantissimo per il commento. Ancora una volta mi supporti e lo apprezzo moltissimo. Spero che ti piaccia anche quest’ultimo. Un bacioo alla prossima.
 
E infine un ringraziamento a chi legge e segue la mia storia.
Grazie di cuore.
 
Ci vediamo la prossima settimana con il capitolo sette.
Un Bacio Bea.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



Capitolo 7
 


Villa Uzumaki distava circa quaranta miglia e d’inverno il sole calava presto. Naruto aveva quindi preso la precauzione di prenotare tre camere in una locanda, che si trovava a metà strada. Si dimostrò un’ottima idea, poiché già calava il buio quando la carrozza imboccò la via principale della cittadina. Hinata sperava di vedere un templio dove un tempo risiedeva un monaco di nota fama, ma lo scorse soltanto per un istante, in fondo a un’ampia strada sulla sinistra.
Di lì a poco giunsero alla locanda Il Bosco, e vennero accolti con gentilezza e cordialità. Le due signore godettero con piacere di qualche minuto di riposo dopo la partenza piuttosto brusca da Villa Hyuga, seguita da un viaggio di venti miglia nel freddo. Poi scesero per cena. In quei mesi non c’erano molti viaggiatori e la locanda era semivuota. Nel salone principale, però, si stava svolgendo un chiassoso banchetto e i tre compagni di viaggio furono contenti di venire serviti in una saletta separata.

Il cibo era ottimo, ma Hinata non aveva molto appetito. Era esausta, una normale reazione alla tensione accumulata in tanti mesi. Naruto comprese a volo la situazione e le porse un bicchiere di vino, raccomandandole di berlo tutto.
«E, se volete ascoltare il mio consiglio, andate a letto presto. Domani le cose andranno meglio.»
Hinata era troppo stanca per rispondere, domandò scusa e tornò al piano superiore, lasciando madre e figlio.
Una volta in camera, però, si sentì incapace di rilassarsi. Senza neppure iniziare a spogliarsi, si sedette alla finestra. Neji le mancava da morire. Nulla poteva riportare in vita quei giorni di sole e di risate trascorsi insieme. Da quando aveva lasciato tutto ciò che le era caro, i tempi passati le parevano meravigliosi e insostituibili.
Spazientita, si alzò. Che senso aveva indugiare in inutili rimpianti? Doveva iniziare una nuova vita, incontrare nuovi amici, coltivare nuovi interessi, Villa Hyuga non era più un paradiso, ma una prigione. Doveva ringraziare la sua buona stella per essere riuscita a scappare, e doveva ringraziare anche Naruto Uzumaki.
Si soffermò a riflettere sull’amico di suo cugino. In un certo senso, rappresentava un enigma. Non perdeva mai le staffe? Lei si era dimostrata spesso sgarbata e maleducata, ma lui era rimasto sempre calmo. Aveva reagito da gentiluomo anche agli insulti di Ko Hyuga. Era abituato a combattere, come dimostrava la sua carriera nell’esercito, eppure il contegno non lo lasciava trasparire, a parte quando assumeva quel tono di comando che la irritava profondamente. Altrimenti era così controllato, paziente...freddo! del tutto diverso da sua madre Mrs. Uzumaki, infatti, era affettuosa e impulsiva. A Hinata era già molto simpatica, ma non poteva dire altrettanto di suo figlio.
Che contrasto con Neji, l’allegro, scherzoso, spericolato Neji! Abbattuta, si rese conto di essersi di nuovo abbandonata alla nostalgia.
Guardò addolorata fuori la finestra. La luna era piena, il templio doveva apparire splendido in quella luce...Prese una decisione. Afferrò il mantello e, senza neppure chiedersi se fosse prudente, scese le scale e uscì dalla porta secondaria. La strada che conduceva al templio era a pochi passi di distanza. Sperava che un pizzico di magia lunare riuscisse a calmarla.
Come aveva immaginato, l’antico edificio sembrava uscito da una favola. Si trattenne in fondo alla via, in contemplazione.
Ma il risveglio fu brusco: un paio di braccia robuste le serrò la vita e una zaffata di alcool le colpì le narici.
«Cerchi compagnia, bellezza?»
Aveva l’accento da gentiluomo, ma era completamente ubriaco. Doveva far parte del gruppo riunito a festeggiare nel salone.
«Vi sbagliate!»
«Su, non essere timida! Cosa fai in giro a quest’ora? Vieni qui!» La strinse a sé ancora più forte. Hinata riuscì a divincolarsi e fuggì in direzione della locanda. Ma non aveva calcolato che l’uomo avesse un amico, che la bloccò sui suoi passi, ridendo del suo tentativo di fuga. Lei cadde in preda al panico e, senza neppure pensarci, strinse i pugni e allungò di scatto le braccia, come le aveva insegnato Neji. Colpì il giovanotto in pieno volto. La sorpresa e il dolore lo mandarono su tutte le furie e, invece di lasciarla andare, smise di ridere e le sferrò  a sua volta un pugno. Lei non potè fare nulla per difendersi. Il primo aggressore la immobilizzò, mentre il compare si preparava a picchiarla ancora.
Disperata, chiuse gli occhi. Ma proprio in quel momento udì una voce imperiosa che riconobbe appena. «Lasciatela andare canaglie!»
All’improvviso si ritrovò libera e l’uomo che la tratteneva piombò lungo disteso sul selciato.
Un pugno potente le sibilò accanto all’orecchio, poi vide il secondo aggressore vacillare tenendosi la mascella sanguinante. Infine si voltò e trovò Lord Uzumaki che si massaggiava le nocche delle dita.
«State bene?»
Hinata annuì. Lui intanto si guardò intorno, pronto a difenderla ancora, ma i due assalitori erano saggiamente spariti.
«Vi occorre aiuto per tornare in albergo?»
Lei scosse la testa, ancora incapace di parlare. Entrarono e salirono in silenzio le scale.
Poi Hinata disse a bassa voce: «Buonanotte, sir».
«No, miss Hyuga, non pensate di cavarvela così!» La spinse nella sua camera e richiuse la porta.
«Che cosa fate?» chiese nervosa lei.
«Non temete che voglia attentare alla vostra virtù!» rispose con asprezza. «Desidero soltanto domandarvi in privato perché siete uscita per strada. Eravate davvero in cerca di avventure?»
Hinata reagì con veemenza. «Certo che no! Come vi permettere di sospettare...»
«Meno male. Avete rischiato grosso, credetemi. Inoltre vi siete dimenticata dell’ottimo consiglio che vi ho impartito.»
«E cioè?»
«Non colpite mai un uomo quando è alterato. Gridate, fuggite, ma non rispondete mai alla violenza. Ne andreste di mezzo voi.»
Lei rimise assieme i brandelli di dignità che le rimanevano. «Vi assicuro, sir, che non cercavo nessun genere di avventure. Avevo soltanto voglia di fare una passeggiata.»
«Una passeggiata!» Le parole parvero mancargli, ma non per molto. Subito dopo riuscì infatti a esprimere in maniera piuttosto articolata i propri dubbi sull’intelligenza di Hinata e sulla sua assenza di giudizio, oltre che di riguardo nei confronti di sua madre e di lui stesso.
«Siete affidata alle nostre cure, ma come possiamo proteggervi dalla vostra stessa idiozia?»
Lei era adirata e pentita. Le costava ammetterlo, ma lui aveva ragione: era stata davvero imprudente. Per qualche istante temette che Lord Uzumaki intendesse rispedirla a Villa Hyuga.
«Non avete bisogno di aggiungere altro» rispose contrita. «Mi sono comportata come una sciocca, adesso me ne rendo conto. Non sono abituata alla città, ma questo non mi giustifica. Mi vergogno... E vi sono grata per avermi salvata.»
Lui la fissò stupito. «Non è da voi! Siete sicura di stare bene? Lasciatemi dare un’occhiata.» le puntò due dita sotto al mento e la fece voltare verso la luce della candela. «Avete un brutto livido. Perché non me l’avete detto subito? Avrei dovuto colpire quei bruti ancora più forte.»
«Credo che abbiano imparato la lezione.» Tentò di sorridere, ma il livido sulla guancia le doleva.
«Sedetevi davanti alla luce.» Il tono era perentorio, ma i gesti erano delicati. Lei si lasciò esaminare. «A parte questo, avete altri problemi?»
«Non hanno fatto in tempo a farmi davvero male. Siete arrivato al momento giusto.»
«Grazie agli dei! Avete avuto più fortuna di quanta ne meritiate.»
«Lo so» rispose lei, evitando di risentirsi.
«Devo ammettere che avete coraggio, miss Hyuga, ma siete spericolata come vostro cugino. Saremo costretti a insegnarvi un po’ di buonsenso. La guancia deve farvi davvero un male d’inferno. Mi procuro qualcosa per medicarla.»
Sparì e tornò poco dopo con una boccetta.
«Arnica» spiegò. «Attenuerà il dolore. Vi ho portato anche un altro rimedio. Mia madre prende qualche goccia quando non riesce a dormire.»
«Non credo...»
«Niente discussioni, signorina! Fate come vi dico. Mi occuperò del livido, poi aspetterò che prendiate le gocce. Avrete tempo per spogliarvi dopo che me ne sarò andato.»
«Che sollievo» commentò lei con una punta di ostilità. «Temevo che vi voleste occupare di tutto.»
Naruto sorrise. «Noto con piacere che state tornando in voi.»
Lasciò cadere un paio di gocce in un bicchiere d’acqua e glielo porse. Hinata esitò un istante, ma lui rimase a guardarla con calma finchè non bevve tutto. «Buonanotte, miss Hyuga.»
Nonostante il dolore alla guancia, Hinata si addormentò sorridendo. Forse Lord Uzumaki non era freddo come sembrava. E quel pugno era stato fantastico...
 
Il mattino dopo, Mrs. Uzumaki lanciò un’esclamazione di orrore, notando la sua guancia violacea. «Mia cara, cosa vi è capitato? Vi verrà un occhio nero.»
Il rossore delle gote si mescolò al viola del livido. Esitò a rispondere.
Naruto le venne in soccorso. «Forse al buio, avete urtato lo spigolo del comodino. I letti sono troppo stretti in questa locanda. È andata così?» Hinata annuì. «E’ positivo che stia scolorendo così in fretta. Tra un paio di giorni sarà sparito e non vi verrà nessun occhio nero. Come avete dormito, madre?»
«C’era troppo chiasso, allora ho preso le mie gocce prima di andare a letto. Però non mi ricordo dove le ho messe ieri sera; stamattina non le ho trovate.»
«Forse le avete appoggiate sul lavabo.»
«Può darsi. Ma mia cara, ve la sentite di viaggiare? Se volete possiamo rimanere ancora un giorno e visitare il templio.»
«Credo che miss Hyuga abbia visto già abbastanza di questo posto, e che preferisca arrivare prima possibile a Villa Uzumaki. E questo vale anche per me.»
E, per la prima volta da quando si conoscevano, Hinata si ritrovò d’accordo con Naruto.
 
Arrivarono a Villa Uzumaki proprio quando il sole la inondava con calda luce del tardo pomeriggio. Hinata la trovò di leziosa. Era costruita in mattoni rosati e attorniata da un parco che scendeva in un  dolce pendio verso il fiume. In quella stagione pochi alberi avevano le foglie, ma si capiva che erano stati piantati da un vero artista.
Un piccolo canale convogliava le acque del fiume per formare un laghetto artificiale, tra le cui rive si affollavano folaghe, gallinelle d’acqua, anatre e cigni. Davanti alla casa, cespugli e aiuole circondavano un prato punteggiato da alberi rari. Non c’era nulla di volutamente lussuoso e si percepivano soprattutto il buongusto e la cura dei proprietari.
«Vi piace, Hinata?» domandò soddisfatta Mrs. Uzumaki.
«E’ bellissimo! Non so come facciate ad assentarvi a lungo da un luogo simile.»
«Vi confesso che sono felice di esservi tornata. La casa di Naruto a Konoha promette bene. Lo zio di mio marito, però, non era disposto a investirvi più del necessario e quindi adesso è un po’ malridotta. Naruto ha già fatto miracoli per i terreni e quando si sposerà si impegnerà con sua moglie per abbellire la casa. È quello che abbiamo fatto qui con suo padre e credo che i risultati siano buoni.»
Suo figlio, però non le stava prestando attenzione. Stava infatti guardando un gruppo di cervi comparso sulla sinistra dell’edificio.
«Madre, il vostro amministratore non sa farvi valere con i dipendenti! I fossati vanno riempiti per tenere lontani gli animali.»
Hinata si appoggiò allo schienale e lo osservò senza farsi notare. Sebbene le parole fossero decise, il tono era calmo e giudizioso era, tutto sommato, piuttosto irritante. Che tipo di marito sarebbe stato? Era un ottimo partito: ricco, nobile, beneducato, anche abbastanza bello... Ben lontano dal vecchio noioso che si era figurata leggendo la prima lettera. Senza dubbio, durante la stagione delle feste, non avrebbe avuto l’imbarazzo della scelta tra tante giovani aristocratiche. Era forse un po’ troppo sicuro di sé per i gusti di Hinata, ma molte ragazze avrebbero apprezzato la sua attitudine al comando. Le sue maniere, poi, erano impeccabili. A parte i rimproveri che le aveva rivolto la sera prima, si dimostrava sempre pieno di premure e cortesie. Sarebbe stato un marito responsabile e protettivo. Ma anche divertente, romantico, appassionato? Probabilmente no. A differenza di Neji, Naruto Uzumaki non era un tipo da buttarsi a capofitto in un’avventura, soprattutto per amore di una donna.
E che genere di donna cercava? Non una ragazza desiderosa di passione e divertimento. La futura Lady Uzumaki sarebbe certo stata bionda con gli occhi azzurri, di ottima famiglia, ben educata e accondiscendente, sempre disposta ad ascoltare il marito anche riguardo alla gestione della casa e l’educazione dei figli. Non certo pronta a sferrare colpi e pugni alla cieca, a reprimere le lacrime considerandole un segno di debolezza, a reprimere con veemenza le proprie opinioni... a innamorarsi follemente. Hinata drizzò la schiena. Da dove mai le veniva un simile pensiero? Come poteva associare se stessa all’idea di un innamoramento folle? Sarebbe stato un vero disastro, soprattutto se si fosse innamorata di un uomo freddo come, Naruto Uzumaki.
«Qualcosa vi turba, Hinata?»
«Turbarmi? No, stavo soltanto ammirando i cervi.»
Mrs. Uzumaki inarcò un sopracciglio, ma non espresse commenti.
«Guardateli finchè potete» intervenne Naruto. «Domani torneranno al loro posto.»
 
Hinata non ebbe difficoltà ad adattarsi alla nuova situazione. Libera dalle tensioni, sembrava godere di energia illimitata. Esplorava con piacere e curiosità l’intera tenuta, sentendosi sempre più a casa propria. Apprezzava le conversazioni di Mrs. Uzumaki, che spesso di dimostravano permeate di buonsenso. Tra loro si instaurò ben presto un rapporto di confidenza. La signora iniziò a trattare Hinata più come una figlia che come ospite: la chiamava Hina-chan, ma non con disprezzo come facevano a Villa Hyuga, ispezionava il suo guardaroba e l’accompagnava a comprare abiti più carini ed eleganti. Il figlio, invece, si vedeva poco, occupato com’era a regolare questioni pratiche ed amministrative. Aveva però trovato il tempo per mandare a prendere la carrozza scoperta e i cavalli che Hinata, compreso il focoso stallone di suo  cugino.
«E’ un animale splendido, ma non so cosa ne faremo.» commentò mostrandoglielo.
«Lo cavalcheremo!» rispose un po’ stupita lei. «Mi occupavo io dell’allenamento quando Neji era lontano.»
«Non qui, però. Questo cavallo non è adatto a una signora.»
«Cosa?» ribatté Hinata alzando con alterigia il mento. «Da questo devo dedurre che mi considerate una vera signora? Vi assicuro comunque che sono perfettamente in grado di cavalcare Sholto e intendo farlo, proprio come ho fatto negli ultimi quattro anni.»
Naruto la guardò incredulo. «Neji era un po’ imprudente, questo lo sapevo, ma non immaginavo che permettesse a sua cugina di richinare la propria vita!»
Hinata scoppiò a ridere. «L’unica ragione per cui teneva per sé Sholto quando ci sfidavamo alla corsa è che, altrimenti, lo avrei battuto. Non vi dovete preoccupare, lo conosco bene.»
«In ogni caso mi fareste un favore evitando di cavalcare. Incaricherò uno dei stallieri, se io non avrò tempo di esercitarlo personalmente.»
Mrs. Uzumaki sospirò. Cominciava a capire che il carattere della sua protetta e sapeva che impartirle ordini diretti non era il sistema migliore per affrontarla. Era ancora convinta che sarebbe stata la moglie ideale per il figlio, ma non era sicura che lui, un giorno o l’altro, si sarebbe deciso di ammetterlo. Nutriva numerosi pregiudizi nei confronti della ragazza, soprattutto riguardo a quel suo carattere indipendente e testardo. Era anche vero che Hinata non dava il meglio di sé in sua compagnia: la calma autorevolezza di Naruto sembrava provocarle le reazioni peggiori.
Ma lei che riusciva a vedere sotto la superficie al di là delle apparenze, sapeva che Hinata Hyuga era una ragazza intelligente, e che nascondeva un cuore caldo e appassionato. L’uomo che l’avrebbe sposata avrebbe trovato un vero tesoro. Tuttavia, l’esistenza condotta fino a quel momento non l’aveva preparata al debutto in società. Mancava qualche mese ad aprile e c’era tempo per insegnarle la danza, il portamento, l’eleganza e le buone maniere, ma convincerla ad assumere l’atteggiamento di una giovane in cerca di marito rappresentava l’ostacolo più arduo. Costretta alle circostanze ad assumersi grosse responsabilità, era più propensa a impartire ordini piuttosto che riceverli. Anche Naruto era abituato a darli e ad aspettarsi che gli altri li obbedissero. Era quindi inevitabile che i due si scontrassero.
Ma, con sollievo di Mrs. Uzumaki, almeno in questa circostanza Hinata non dimostrò una particolare animosità. Si limitò a sostenere lo sguardo di Naruto per alcuni secondi, poi si rivolse a lei per chiederle di cercare un maestro da ballo.
Le settimane che precedettero il Natale furono tranquille e piacevoli. Naruto colse l’occasione per andare a Konoha a rendere visita ad alcuni amici, mentre le due signore si occupavano dei preparativi per la festa e decoravano la casa.
«Non sapete quanto sia contenta di avervi qui.» commentò Mrs. Uzumaki mentre appendevano ghirlande nel salone. «Ho trascorso sola tante feste, che non mi sembra vero avere con me voi e Naruto.»
«Anch’io sono molto felice di essere qui, e vi ringrazio in particolare per avermi salvata da un Natale a Villa Hyuga. Anche se i mei zii fossero state le persone più buone del mondo, e abbiamo appurato che niente è più lontano dalla verità, avrei troppa nostalgia di Neji.»
«Vi volevate bene.»
«Molto» confermò con il suo solito tono di finto distacco. «Mia madre era invalida e mio padre viaggiava spesso. Quindi io e Neji siamo cresciuti a Villa Hyuga con miss Kurenai. Io ero più giovane, e per giunta femmina. Immagino che un altro, al suo posto mi avrebbe ignorata, ma non lui. Mi trattava come un fratellino o meglio cuginetto e facevamo tutto insieme.» Smise un istante di lavorare. «Ci amavamo, ma litigavamo spesso, forse per lo spirito di competizione: Neji voleva sempre averla vinta e io anche. Mio padre ci prendeva sempre in giro per questo.»
«Non avevate un altro adulto che si occupasse di voi?»
«Oltre a miss Kurenai? Con la morte dei genitori, Neji si trasferì a Konoha per frequentare l’accademia, mio padre assunse una chaperon. Ma la licenziò dopo un mese perché gli era antipatica. Non voleva estranei per casa, soprattutto durante la malattia.»
«Non siete stata presentata in società?»
«Non ce n’era il tempo. Avevano sempre bisogno di me, a casa. E anche quando stava bene, mio padre non faceva grandi inviti. A me, d’altra parte, non dispiaceva affatto.» continuò con aria di sfida. «Non sapevo cosa dire ai giovani della mia età. Mi sembravano poco interessanti.»
Mrs. Uzumaki annuì in silenzio, ma era profondamente adirata. Hinata aveva ricevuto poco aiuto dai suoi familiari. Suo padre aveva ignorato le sue esigenze, concentrato com’era sulle proprie comodità. I tutori che le aveva assegnato erano troppo anziani per svolgere il loro compito, né si era curato di trovarle una signora disposta a prepararla alla vita sociale. Miss Kurenai era di sicuro un’ottima istitutrice e amica, ma non era certo la persona adatta a svolgere un compito simile. E, con tutta la stima per Neji, temeva che si fosse dimostrato egoista quanto il padre di Hinata. Sarebbe spettato a lui il gravoso compito di gestire le proprietà, e non alla cugina. Per giunta, non avrebbe dovuto mettere a repentaglio la propria vita, sapevo a quale destino sarebbe andata in contro Hinata se lui fosse morto.
In ogni caso, pensò, lei stessa aveva trascorso tanti anni tristi da quando era morto il marito e Naruto si era arruolato. Spesso si era domandata che cosa sarebbe stato della sua vita. E adesso, grazie alla promessa che suo figlio aveva fatto a Neji Hyuga, aveva trovato un impegno assai gradevole: fornire a Hinata le attenzioni che le erano tanto mancate in passato. Inoltre, aveva tutte le intenzioni di trasformare la sua protetta in una vera signora e di renderla uno dei successi della prossima Stagione. E c’era sempre la speranza che, un giorno o l’altro, suo figlio imparasse ad apprezzare Hinata, per quello che era, così come l’apprezzava lei.
 
Tre giorni prima di Natale, Naruto arrivò da Konoha con un carico di pacchetti. Portò anche un invito dei vicini al ricevimento della vigilia.
«Ho incontrato Sir Inoichi, madre, e ha molto insistito. Spero di avere fatto bene ad accettare.»
«Che gentile» rispose sua madre con distacco, poi continuò con maggiore entusiasmo: «Ma certo che hai fatto bene! Non potevi rifiutare, inoltre sono contenta per Hina-chan, che potrà finalmente conoscere qualcuno. Mia cara Hina-chan, avrete l’occasione per indossare uno dei vestiti nuovo che abbiamo acquistato insieme. I Yamanaka sono un po’ formali, soprattutto quando la figlia ha sposato un aristocratico. Chi altro ci sarà, Naruto? Ino è da i suoi genitori?»
«Credo di si, insieme al marito. Immagino che si saranno numerosi ospiti.»
Hinata sembrava nervosa. «Non credo che i vostri amici desiderino davvero fare la mia conoscenza. Avrete tanti argomenti di cui conversare e io vi sarei soltanto d’impiccio. Vi prego quindi di porgere le mie scuse a Lady Yamanaka.»
«Che sciocchezze sono? Certo che dovete venire» sbottò Naruto. «Ho detto a Sir Inoichi che siete nostra ospite e si aspetta di vedervi.»
«E allora che aspetti!» ribattè irritata lei. «Vi ho già spiegato che non amo le occasioni mondane! Non sono ancora pronta a incontrare persone nuove.»
«Oh, Hina-chan, mia cara, vi prego di non deludermi» intervenne Mrs. Uzumaki prendendole la mano e lanciando un’occhiata severa al figlio. «Non vedevo l’ora di ammiravi con il vestito nuovo, quello con i nastri di velluto color bronzo. E sarebbe un’ottima opportunità per mettere alla prova quello che avete appreso finora. Non vi dovete preoccupare per gli Yamanaka, non sono poi così importanti, tranne che ai loro stessi occhi.»
«Va bene, se desiderate che io venga, verrò» concesse con una punta di disperazione.
«Allora siamo d’accordo.» concluse Naruto, poi porse loro i pacchetti. «Questi sono per voi.»
«Che cosa ci hai portato?» domandò sua madre, iniziando a svolgere il primo. Quando trovò una fascia di taffettà dorato, emise un’esclamazione entusiasta. «Che meraviglia!»
«Ho chiesto a Kiba di portare dal Villaggio della Sabbia, per entrambe qualche seta. Spero che vi piacciono.»
«Sono splendide!» Mostrò a Hinata un taglio di seta grigio argentato. «Guardate! Sarebbe perfetto per voi! È il colore dei vostri occhi!»
«Per me? Avete davvero domandato al vostro amico di portarmi un regalo?» chiese stupita a Naruto.
«Certo!»
Mrs. Uzumaki rise divertita. «Forse dovreste rivedere le vostre opinioni su mio figlio. In fondo anche lui ha qualche aspetto positivo.»
Hinata arrossì. «Mi fate sentire un’ingrata, signora, Lord Uzumaki è sempre molto... gentile. Semplicemente, non me lo aspettavo. Non ho mai ricevuto un dono che mi abbia fatto altrettanto piacere. Non so cosa dire...» si interruppe e si avvicinò a Naruto.
Lui la guardò serio, poi le prese la mano e la portò alle labbra. «Non dite nulla. Ma fatevi confezionare un vestito e indossatelo durante la vostra prima sera a Konoha.»
Seguì una serata di completa armonia. Hinata scoprì Naruto un aspetto imprevisto ascoltando i suoi racconti sugli amici a Konoha e al Villaggio della Sabbia. Neji era divertente, ma la sua comicità era piuttosto semplice. Naruto invece era dotato di un’ironia sottile che stimolava l’intelletto. Il suo senso di umorismo fu un’autentica rivelazione a Hinata, che rise per la prima volta da mesi. Quella sera andò a letto di ottimo umore, ben disposta verso il suo arrogante benefattore più di quanto avrebbe considerato possibile.
Anche per lui fu una piacevole sorpresa. Hinata Hyuga aveva finalmente abbandonato l’aria ostile che adottava sempre in sua presenza, lasciando trapelare una personalità  molto più interessante. Si trasformava quando rideva e, per la prima volta, Naruto scorse in lei tracce del fascino disinvolto del cugino. Sebbene fosse ancora lontana dal suo ideale di donna, cominciò a credere che avrebbe fatto una discreta figura alle feste di Konoha.
Purtroppo, però, la tregua durò meno di ventiquattro ore.
 
Fine capitolo sette.
 



Salve a tutti! Ecco un nuovo capitolo.
La nuova vita finalmente è iniziata, e già ci sono le prime litigate e le prime avventure. Per Hinata è tutto nuovo e incredibile.
È stato una gioia scriverlo. Uno perché non dovevo più parlare dei mostri dei suoi parenti, ma comunque i sentimenti di Hinata sono ben lontani dall’essere felici. Ma posso giurare che con Kushina e Naruto le cose cambieranno, ve lo prometto. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo diverso dal solito...
 
Per quanto riguarda i ringraziamenti: sempre dovuti a chi ha messo la storia tra le preferite, seguite, o ricordate.
Ai soli lettori che seguono “di nascosto” la mia storia, ma vi sono comunque grata a vedere che tanta gente la legga.
 
Per chi a commentato:
 
A sashinaru: Mi fa piacere che ti abbia fatto cambiare idea. Dovevi solo continuare a leggere per comprendere meglio la storia ;) . Alla prossima.
 
A alegargano1:Grazie per aver commentato per la prima volta **, mi ha fatto veramente piacere che trovi la mia storia “magnifica”. Grazie, Grazie sul serio. Non ti preoccupare per Naruto, ci sto già lavorando :°D. Un Bacio.
 
A iris1996: Ciao, grazie per aver commentato ancora. Ti ringrazio ancora per i complimenti. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Baci.
 
A _Naru_Hina_: Grazieeeeee! Per tutto! Anche io amo Kushina, e sinceramente l’ho sempre immaginata così, divertente e che si prende cura di suo figlio. (anche io considero Hinata bellissima, ma sappiamo che Naruto inizialmente è un Cretino. Quindi c’è poco da fare... T_T)
Ho gli aggiornamenti rapidi, perché in parte la storia l’avevo già scritta, almeno per i primi capitoli, verso il nove e il decimo andrò un po’ più lenta vedrai :°D. Ancora grazie. Un Bacio.
 
A Di4ever: Allora adesso ti illumino, anche se mi sembra chiaro dai precedenti capitoli. Ko e la famiglia di Hinata, sono “cugini” alla lontana, ecco perché la chiama cugina Hinata, e non nipote. Lei lo chiama zio, solo per l’età visto che è molto più grande di lei. Ma effettivamente non sono zio/zii e nipote, ma cugini. Neji invece visto che il padre è il fratello gemello del padre di Hinata, è un cugino “stretto”, e sono stati cresciuti come fratelli. Spero che ti abbia chiarito le idee, perché non so se mi sono spiegata bene. Ciao xD.
 
A Fleur92: AHAH, mi fa piacere che ti abbia fatto rinsanire, adesso i miei capitoli hanno qualità salutari (?). Come sempre hai capito la situazione. E fa tantisssimooo piacere **. Sono d’accordo che noi donne a volte siamo insopportabili, ma cavolo dico io, capitecii!! (intendo a voi ragazzi). Oh Beh, spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Grazie di tutto cuore. Un Bacio grande.
 
A Vaius: Ciaoooooo grazie per aver commentato ancora. Mi fa piacere che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Non posso definire quella di Hinata “gelosia”, uno perché non conosce ancora i suoi sentimenti per Naruto, anzi in questo momento lo trova quasiirritabile, diciamo così. Ma forse... tra poco... cambierà idea. Spero che continuerai a leggere. Un bacio.
 
A Luna98: Grazie per aver commentato. Ti farò vedere la “trasformazione” di Hinata, non dubitare. Un bacio. Grazi per il commento **.
 
A Dolcemente Complicata: ahahhah Non ti preoccupare per il ritardo. Mi fa sempre piacere ricevere i tuoi commenti, mi fanno divertire ed emozionare giuro. Spero che questo capitolo, un po’ diverso da tutti gli altri ti sia piaciuto.  Kushina è una grande, è l’unica che capisce i due. La chiamerò "La difensora dei deboli!!! E dei maltrattati!!" (LOL). Orgoglio e pregiudizio è uno dei miei libri preferiti. Che bello che l’hai citato.  >\\\< . Grazie di tutto. Di cuore.
 
 
Grazie per aver continuato a seguire la mia storia. Alla prossima settimana.
 
Un Bacio Bea.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8



Allorché la mattina dopo, Hinata uscì per andare a cavallo, era più allegra di quanto non si sentisse da tempo. Il sole brillava sui prati coperti di brina e lei sostò sulla soglia per ammirare la scena. Era una vista splendida, ma faceva freddo. Scese un paio di gradini, poi si fermò ancora. Il terreno era ghiacciato. Era saggio portare fuori Shoto? Quando Naruto non c’era, lei lo cavalcava ogni giorno e, anche se non voleva ammetterlo, un paio di volte aveva dovuto fare appello a tutta la sua abilità per tenerlo sotto controllo. Qui la terra non era morbida come a Villa Hyuga e presentava maggiori pericoli. Magari oggi lo avrebbe affidato a uno dei mozzi di stalla.
A metà strada delle scuderie, trovò Naruto Uzumaki che la aspettava. Era in tenuta di equitazione, ma non aveva un cavallo con sé.
«Buongiorno!» lo salutò. «Venite con me stamattina? Dove sono i cavalli?»
«Sono in stalla, li ho già portati fuori io. Vi devo parlare.»
Lei si irrigidì. Eccolo di nuovo in versione militare. «Che c’è?» domandò con freddezza.
«Perché avete ignorato la mia richiesta di non toccare Sholto? Ho saputo che lo allenate regolarmente.»
«E perché non dovrei? Adesso è mio e non vi riguarda cosa ne faccio.»
«Vi sbagliate, miss Hyuga. Finchè siete nostra ospite, mi riguarda eccome! Quel cavallo è troppo selvaggio per essere portato da una signora. Non vi posso permettere di cavalcarlo.»
«Permettere? Come osate esprimervi così con me?»
«Basta con i melodrammi. Potete scegliere il cavallo che volete, ma ho dato precise istruzioni di non lasciarvi lo stallone di vostro cugino. Se non foste tanto cocciuta, capireste che ho ragione, io stesso stamattina ho avuto qualche difficoltà a tenerlo a freno.» Hinata rimase in silenzio e lui continuò: «Non avete mai avuto dubbi a riguardo? O la vostra testa dura vi impedisce di ammetterlo?»
Lei tentò di trattenere la collera. Era troppo onesta per dargli torto, ma non sopportava di essere comandata. «Non ho affatto la testa dura!» sbottò.
«Miss Hyuga, non potreste ascoltare la mia richiesta, tentando per una volta di non urlare?»
«Richiesta? Mi era sembrato un vero e proprio ordine.»
Naruto fece appello a tutta la sua pazienza. «Proverò a esprimermi diversamente. Mia cara miss Hyuga» disse in modo affettato, «preferirei che lasciate Sholto ai miei stallieri fatelo almeno per la tranquillità di mia madre.»
«Se si tratta del bene di vostra madre, credo di potervelo promettere» concesse a malincuore lei.
«Ottimo!» esclamò Naruto incamminandosi verso le scuderie.
«Ma soltanto finchè non verrà bel tempo.»
Lui, resosi conto di aver cantato troppo presto vittoria, si voltò di scatto per risponderle a tono. Ma Hinata, dopo un rapido, sarcastico inchino, se ne andò. Naruto rimase un istante a fissarla, sentendosi impotente, poi riprese il cammino e si domandò perché mai si fosse preso la briga di occuparsi di lei. Era un vero pericolo pubblico: possedeva tutto il gusto per l’insubordinazione tipico di Neji, ma neanche un briciolo della sua simpatia! E lui, che si era reso famoso nell’esercito per il tatto e il sangue freddo dimostrati nelle circostanze più delicate, aveva rischiato più volte di abbassarsi al suo livello. Non ricordava di essersi mai sentito tanto adirato.
 
Mrs. Uzumaki rimase molto delusa notando che Naruto era brusco con Hinata e che lei aveva di nuovo assunto un‘aria ostile. La serata precedente aveva incoraggiato le sue speranze, ma l’atmosfera tesa che si era creata, fra i dure non prometteva affatto bene per la festa degli Yamanaka, prevista per il giorno dopo. Aveva le sue ragioni per desiderare che ci fosse una buona intesa tra Hinata e suo figlio in quell’occasione, così, quando Naruto uscì di casa, invitò la sua protetta in salotto e parlò con confidenza.
«Mia cara Hina-chan, cosa c’è che non va? Voi e Naruto siete di nuovo ai ferri corti.»
Lei aveva avuto il tempo per riflettere. Forse si era dimostrata un po’ testarda e il divieto di cavalcare Sholto era abbastanza ragionevole, ma il tono autoritario con cui Naruto le aveva parlato l’aveva fatta infuriare. Spiegò tutto questo a Mrs. Uzumaki. «Devo confessarvi che mi sento sollevata per la vostra decisione di evitare quel cavallo, anche se mi dispiace che Naruto vi abbia trattato con durezza. Capisco il vostro risentimento, ma perché lui è d’umore nero?»
«Ho osato mettere in discussione i suoi ordini.»
«Ci deve essere altro, ma non so cosa. Mi dispiace, speravo di poter presentare un fronte unito agli Yamanaka.»
«Agli Yamanaka? Come mai?» domandò lei stupita.
La signora esitò un istante, poi rispose: «Credo di potervene parlare. Ma si tratta di una confidenza, mi raccomando».
«So dare prova di grande discrezione.»
«Parecchi anni fa, prima di arruolarsi, Naruto si innamorò follemente.»
«Vostro figlio! Non ci posso credere.»
«Capisco che adesso possa apparire improbabile, eppure a vent’anni era l’uomo più romantico che si potesse immaginare. Amava Ino Yamanaka, ma lei, dopo averlo frequentato per mesi, lo rifiutò.»
«Si tratta della figlia dei vicini, l’attuale Lady Akimichi?» Mrs. Uzumaki annuì. «Capisco. E come reagì?» domandò Hinata, ancora stupita.
«Molto male. Partì con l’esercitò e non ci vedemmo per anni.»
«Ormai si sarà ripreso.»
«Si, o perlomeno è molto cambiato. Non credo che commetterebbe simili follie.»
«Ma allora, perdonatemi, perché siete così inquieta?»
«Poiché, sebbene non sia più innamorato di lei, Ino gli piace ancora. E lei...»
«Si?»
«Io non ho mai condiviso la sua ammirazione per Ino. Secondo me era, ed è tutt’ora, una civetta. So che non è bello criticare una vicina, ma è così che la penso.»
«Però non capisco ancora cos’è che vi preoccupa, signora.»
«Riflettere Hina-chan. Ino Yamanaka aveva deciso di sposare un uomo ricco e lo ha fatto: suo marito è un aristocratico, dotato di titoli e possedimenti a volontà, ma di poco fascino personale. Adesso però Ino si annoia e, a quanto pare, amoreggia volentieri con tutti i bei giovanotti che le capitano a tiro. Come reagirà vedendo Naruto, adesso che è un uomo maturo e sicuro di sé? Non penso che rinunci alla sfida.»
«Vi prego!» esclamò Hinata. «Sono sicura che vostro figlio sia abbastanza intelligente da non lasciarsi tentare.»
«Non conoscete Ino Yamanaka!»
Seguì una breve pausa, poi Hinata chiese: «Ma come vi potrei aiutare?»
«Potete essermi di grande aiuto. Si presenta però una difficoltà: in questo momento mi sembrate più propensa a evitare la compagnia di Naruto che a cercarla.»
«E’ proprio così, infatti!»
«Potrei convincervi a cambiare atteggiamento, almeno per domani sera? Potreste rimanergli vicina il più possibile?»
«Perché mai?»
Mrs. Uzumaki rispose in fretta. «Voglio scoraggiare Ino dal tentare di sedurre Naruto. Mi piacerebbe convincerla che mio figlio si interessa a voi e che per questo siete nostra ospite.»
Hinata rimase stupefatta. «Perdonatemi, ma non è possibile. Non sono capace di fingere fino a quel punto.»
«Non c’è bisogno che recitiate molto» la implorò lei. «Basta che rimaniate al suo fianco e, di tanto in tanto, gli rivolgete un sorriso o un’occhiata amichevole. Al resto penserò io.»
«E cosa consiste il resto?» le domandò sospettosa.
«Occhiate, piccoli accenni. Saranno sufficienti.» rispose evasivamente. Poi continuò con maggiore serietà: «Vi prego, Hinata, aiutatemi! Conosco Ino: è bella, astuta e senza scrupoli. Naruto è convinto che sia la donna ideale e lei farà tutto per attirarlo ancora nella sua rete, magari soltanto per divertirsi. Sono convinta che mio figlio non si lascerebbe coinvolgere in uno scandalo, ma temo che ripiombi nell’infelicità non voglio correre questo rischio. E, a parte dimenticare per un po’ la vostra offesa, non dovrete atteggiarvi diversamente dal solito».
«Dovrei fingere di provare un interesse per vostro figlio? A me sembra una differenza enorme.»
«Mia cara Hinata, voi siete riservata di natura. Credo sia evidente a tutti che non siete il tipo da mettere in mostra i vostri sentimenti. Lasciate liberi gli altri di fare congetture. Sono sicura che non vi sarà difficile!»
«Va bene, ci proverò» rispose con una certa riluttanza, poi sorrise. «Non conterei però sulla collaborazione di Lord Uzumaki. Non credo di essergli molto simpatica.»
«A lui ci penserò io. Vi ringrazio, mia cara.»
 
Ma quando, il giorno dopo, cominciò a vestirsi per la festa, Hinata si pentì della promessa fatta. Temeva infatti che la visita agli Yamanaka presentasse tutte le caratteristiche di un incubo. Non aveva mai frequentato molta gente e, fino a quel momento, le sue poche comparse in pubblico erano tutte avvenute in compagnia di Neji. Suo cugino le aveva persino insegnato qualche passo di danza, ma lei non aveva avuto modo di fare pratica e si era sentita rigida e impacciata. L'idea di affrontare da sola tanti estranei la terrorizzava.
E, cosa ancor peggiore, la madre di Naruto le aveva affidato un compito per cui si sentiva inadeguata. Come poteva mettersi in competizione con una donna tanto bella e sofisticata? Si guardò allo specchio e si vide insignificante, con occhi chiari, ma con spenti capelli scuri. Troppo spesso l’avevano paragonata negativamente a suo cugino: «Hai una personalità forte il doppio, ma la metà della bellezza, Hinata» commentava spesso suo padre. «Peccato che non sia il contrario!»
Persino la signora che un breve periodo le aveva fatto da chaperon la guardava sconsolata. «Hinata, dovreste curare più il vostro aspetto, se desiderate fare conquiste.» E poi aveva sospirato: «Tutto sarebbe molto più facile se aveste un sorriso aperto e la magnetismo di vostro cugino!» Simili commenti non l’avevano mai preoccupata, non le importava molto del suo aspetto fisico. Quella sera però... Osservò perplessa il vestito che prima pareva tanto elegante: un semplice abito bianco con nastri color bronzo come unica decorazione. La sua figura era tanto insulsa!
 
Mrs. Uzumaki si sentì soddisfatta quando la vide scendere le scale per raggiungerli. Ben lontana da mostrarsi affettuosa verso Naruto, lo guardò accigliata e lo salutò senza sorridere, suscitando una risposta simile.
«Il vestito vi sta benissimo, mia cara» commentò lei con calore, nel tentativo di metterla a suo agio.
«Grazie, siete molto gentile» rispose Hinata con un tono piuttosto secco, che Naruto considerò scortese.
Sua madre se ne accorse e si affrettò a dirgli: «Naruto, caro, porta il mantello a Hina-chan».
Si rivelò un’ottima idea. Mentre l’aiutava a indossarlo, infatti, Naruto le appoggiò per un istante le mani sulle spalle e rese conto, con sorpresa, che stava tremando. Ne fu intenerito. Appariva tanto sicura di sé, ma in realtà era in preda al panico!
«Lasciate che faccia io» propose con dolcezza. Le sfiorò le dita: erano gelate. Dimenticò allora la sua collera ed ebbe soltanto voglia di rassicurarla. «Ricordate il giorno in cui vi ho aiutata a sistemare il cappellino? Era la prima volta che si vedevamo e voi, avevate voglia di mordermi. Vi credevo un’acida bisbetica, ma poi ho scoperto che eravate la cugina di Neji.» le posò di nuovo le mani sulle spalle. «Fisicamente assomigliate molto a vostro cugino, gli stessi occhi, il viso molto simile, il carattere però, a volte, sembra così diverso, ma ieri sera, quando ridavate, ho rivisto Neji in voi.»
Non la lasciò finchè lei alzò lo sguardo. Gli occhi di Hinata erano enormi e, ancora una volta, Naruto notò il loro colore raro e bello: Era neve. Neve colpita dal sole. Meraviglioso. Le sorrise. «Dovremmo smettere di litigare. Ho promesso a vostro cugino di proteggervi. Non andate in collera se prendo troppo sul serio il mio impegno.»
Lei abbassò di nuovo lo sguardo e rispose piano: «Va bene. Avete ragione riguardo a Sholto, il problema è che non sono abituata a ricevere ordini, da nessuno.»
«Mi dispiace che l’abbiate inteso così. Facciamo un patto: io sarò meno autoritario e voi farete uno sforzo di venirmi incontro. D’accordo?» le puntò un dito sotto il mento e le fece alzare il viso.
Se Naruto Uzumaki fosse stato sempre così gentile nel rivolgerle le richieste, Hinata avrebbe acconsentito volentieri. Rispose al suo sorriso e annui.
«Ottimo!» esclamò Mrs. Uzumaki, che aveva ascoltato compiaciuta il dialogo. Mentre Hinata li precedeva in carrozza, disse al figlio: «Non avremmo dovuto insistere per farla venire con noi. Le occasioni mondane la terrorizzano ancora.»
«Adesso me ne rendo conto. Ma state tranquilla, madre, mi occuperò io di lei.»
 
Il salone da ballo degli Yamanaka era sul retro della villa. Hinata si guardò attorno incuriosita mentre entravano incuriosita nell’ampio atrio delle colonne di marmo e procedevano per il lungo corridoio decorato da arazzi.
L’edificio era lussuoso, ma non accogliente come Villa Hyuga o Villa Uzumaki, pensò.
All’ingresso li ricevete un maggiordomo che li annunciò a gran voce. La festa era già in corso e numerosi ospiti avevano già aperto le danze. Dal fondo della sala venne loro incontro una deliziosa figura femminile.
«Naruto!» esclamò. «Naruto Uzumaki, siete voi! Che bello rivedervi dopo tanti anni!»
«Lady Akimichi» rispose lui con un leggero inchino.
«Ma che dite? Siamo amici. Chiamatemi Ino come ai vecchi tempi.»
«Ricordate mia madre, vero?» le chiese sorridendo.
«Oh, ma certo! Come state, signora? Sono felice che siate venuti. Naruto, non vedo l’ora di chiacchierare con voi...»
«Ino, non penso che conosciate miss Hyuga» la interruppe. «Vi posso presentare?»
Lei fissò Hinata. «Piacere miss Hyuga. Mi avevano riferito che Mrs. Uzumaki aveva un’amica a casa sua. Andiamo dai miei genitori.» li accompagnò fino in un angolo appartato dove sedeva un gruppo di persone. Presentò Sir Inoichi e Lady Yamanaka, poi, senza perdere tempo, trascinò Naruto a ballare con lei.
Gli Yamanaka salutarono affabilmente Mrs. Uzumaki e accolsero con gentilezza Hinata.
«E’ la prima volta che venite da queste parti, miss Hyuga?» le chiese la signora.
«Si, e mi piace molto, anche in inverno.»
«Vi tratterrete a lungo?»
«Non..saprei...»
«Hinata debutterà la prossima Stagione, come desiderano i suoi tutori, e poi...» Mrs. Uzumaki soffermò per un’istante lo sguardo di suo figlio, «…vedremo...»
Lady Yamanaka guardò con maggiore interesse la nuova arrivata.
Hinata arrossì, ma la madre di Naruto continuò con un sorriso: «La nostra cara ragazza preferirebbe morire piuttosto che ammetterlo, ma è in una fase in cui si sente perduta senza mio figlio. E lo stesso vale per lui. Guardate, infatti, sta già tornando qui.»
Questo era troppo! Hinata cominciava a irritarsi. Rivolgendo di tanto in tanto, un sorriso a Naruto non era difficile, ma dover recitare la parte della ragazza fragile e innamorata era decisamente esagerato! Stava per negare tutto, quando lui e Ino arrivarono.
«So tutto di voi, miss Hyuga» annunciò lei. «Naruto mi ha parlato dell’impegno preso con vostro cugino e sono tanto colpita. A volte Naruto è fin troppo buono! Ma, vi prego, lasciate che vi aiuti anch’io!»
«Santo cielo, Ino, come credete di porteci aiutare?» domandò Mrs. Uzumaki.
«Potrei insegnare a miss Hyuga come ci si comporta in società. Naruto mi ha detto che è cresciuta in campagna e che non sa nulla del mondo» spiegò voltandosi sorridente verso Hinata. I suoi occhi color genziana esaminarono critici l’abito e l’acconciatura. «Lui non è un grado di consigliarvi adeguatamente, mentre io sì. I miei amici dicono sempre che ho un dono speciale per valorizzare anche i soggetti meno promettenti...» Si portò le mani alla bocca. «Perdonatemi! Non intendevo questo. Che cosa penserete di me?»
«Temo che Naruto abbia esagerato, Lady Akimichi. Non sono sprovveduta come lui sostiene» replicò Hinata con una scintilla negli occhi.
Naruto protestò, un po’ in imbarazzo. «Credetemi Hinata, ho solo raccontato che mia madre vi ha proposto di presentarvi in società e che trascorrerete l’inverno a prepararvi. La vostra offerta è generosa, Ino, ma non c’è bisogno della vostra assistenza, vi assicuro.»
Lei sospirò con l’aria offesa. «Mi considerate priva di tatto e avete ragione. Avrei dovuto stare zitta. Ma quando vedo qualcosa che non va, non riesco proprio a trattenermi dal volervi porre rimedio. Desideravo soltanto essere d’aiuto, Naruto!»
«Ne sono sicuro e vi ringrazio» rispose lui con un sorriso indulgente. «Ma è stato già abbastanza difficile convincere Hinata ad accettare la proposta di mia madre. Non avete idea di quanto sia indipendente!»
«Davvero, miss Hyuga? Vi ammiro. Ma voi siete una figura così bassa! In confronto a voi i mi sentirei ridicola.» si voltò verso Naruto con un sorriso ammaliante. «Io, purtroppo, devo fare riferimento solo sui miei uomini.»
«Dov’è vostro marito?» intervenne Mrs. Uzumaki con una punta di asprezza nella voce. «Mi farebbe piacere conoscerlo.»
«Ino, Inoichi, portiamo Mrs. Uzumaki a cercare Lord Akimichi» propose Lady Yamanaka. «Deve essere al tavolo del buffet. Sono certa che Lord Uzumaki si prenderà cura di miss Hyuga.» indirizzando un amabile sorriso a Hinata, sparì con gli altri verso il lato opposto del salone.
«Siete silenziosa, Hinata» commentò Naruto.
«La conversazione scorreva benissimo anche senza di me.»
«E’ incredibile! Ino è ancora piena di fascino. La frequentavo tempo fa, anzi, devo ammettere che mi piaceva. È sposata da otto o nove anni, ma non è cambiata affatto.»
«Sul serio?» Ricordando l’opinione che Mrs. Uzumaki aveva di lei, Hinata pensò che doveva essere proprio vero.
«Spero che non vi siate offesa per la sua frase. Sono sicuro che non intendeva dire nulla di offensivo. In fondo, ha un grande cuore.»
«Mi sono soltanto domandata che cosa le aveste raccontato.»
«Nulla che vi potrebbe infastidire. Le ho parlato di Neji e ho detto che vi manca. Ed è vero, no?»
«Si» confermò lei. «Mi manca molto, soprattutto in occasioni come questa. Sappiate però che litigavamo in continuazione. Poteva essere esasperante…»
«Lo so.» Naruto sorrise. «Era un ottimo ufficiale, ma quante volte avrei desiderato torcergli il collo!...Poi, però ti puntava addosso quello sguardo indifeso…»
«So di cosa parlate! Sembrava un cucciolo. Finiva sempre che scoppiavo a ridere con lui e mi sentivo in colpa per essermi arrabbiata.»
«E io mettevo a repentaglio la mia reputazione pur di tirarlo fuori dai pasticci.»
«Mentre io raccontavo a mio padre ogni genere di scuse e ci andavo di mezzo!»
Si guardarono e scoppiarono a ridere insieme. «Sono così felice che qualcun altro lo conoscesse bene quanto me!» commentò d’impulso lei.
Naruto la guardò. Quando rideva, era una persona completamente diversa. Abbandonava l’aria decisa e aggressiva, rivelando una donna più giovane, in un certo senso più fragile. Ma qual era la vera Hinata Hyuga? Erano già passati due mesi dal loro primo incontro, e ancora non riusciva a capirlo.
«Venite» le propose. «Andiamo a ballare.»
La risata svanì. Hinata aggrottò la fronte. «Grazie, ma preferisco di no.»
«Che sciocchezza! Siamo qui per questo» insistette afferrandole un gomito.
«Ho detto di no» sussurrò adirata e gli voltò la schiena. Dall’altro lato della sala, Ino osservava la scena. Hinata si ricordò della promessa fatta a Mrs. Uzumaki e decise di calmarsi. Si girò verso Naruto e gli rivolse un radioso sorriso.
«Siete un po’ troppo autoritario, Naruto» notò con dolcezza. «Non eravamo d’accordo che avreste evitato di impartirmi ordini?»
«E voi mi avete promesso di venirmi incontro.»
«Vi devo confessare una terribile verità: non sono capace di ballare. Neji mi ha insegnato qualche passo, ma è tutto. Vostra madre ha già preso accordi con un maestro.» si avvicinò e gli posò una mano sul braccio. Lui rimase stupito, ma non reagì: «Non costringetemi a esibirmi qui e ora» lo supplicò.
Naruto le coprì la mano con la sua. «Certo, mia cara; non sono un mostro. Raggiungeremo gli altri al buffet.»
«Non potremmo invece restare qui? Mi farebbe tanto piacere continuare a parlare di Neji.»
«Ottima idea! Chiedo a un cameriere di servirci a quel tavolino. Venite, Hinata!» la prese per mano e la condusse in un angolo appartato. «Aspettatemi» le disse con un sorriso. «Torno tra un istante.»
Non è poi così difficile, pensò lei. E forse ho qualcosa da imparare da Lady Akimichi. Non sono però sicura di resistere a lungo. Noi donne basse siamo troppo indipendenti! E troppo oneste!
 
Per una buona mezz’ora, Naruto intrattenne Hinata con interessanti aneddoti su suo cugino, infine tornò con lei da sua madre. A loro volta vennero presentati a Lord Akimichi, ma dopo qualche convenevole, Ino trascinò nuovamente con sé Naruto per fargli conoscere i suoi amici, mentre Hinata rimase con suo marito.
«Siete amica di Uzumaki, miss Hyuga?» le chiese a capo chino il Visconte Akimichi.
«Lo era mio cugino. Io mi definirei piuttosto un’amica di sua madre.»
«Non è quello che ho sentito io.» Il visconte alzò la testa e le strizzò l’occhio. «Ma se preferite questa versione, io non interferirò. Basta che mia moglie conosca la verità.»
«Non sono sicura di capirvi.» rispose esitante lei.
«Non importa, non vi preoccupate.» si girò verso il tavolo e di versò da bere. «Brindo al vostro successo e alla vostra felicità, miss Hyuga.» Bevve tutto d’un fiato, poi chiamò un cameriere. «Portate una coppa di champagne alla signora.»
«Io non…»
«Vi prego. Chi altro sarebbe disposto a brindare alla mia felicità?»
Parlò in tono ironico, ma dal suo sguardo trapelava una sofferenza senza confini. Hinata provò un’immediata simpatia per lui.
«Lo farò con piacere.» confermò.
 
Il ricevimento terminò prima di mezzanotte, poiché molti ospiti desideravano andare a messa nella chiesa vicina. Più tardi, mentre Ino si preparava ad andare a letto, Lady Yamanaka entrò nella sua camera e le domandò in tono neutro: «Lo sai che Naruto Uzumaki è fidanzato con miss Hyuga?»
Ino si voltò di scatto. «Non ci posso credere! Chi lo ha detto? La ragazza?»
«No, la madre di Naruto.»
 «Ho capito.» Rimase zitta per qualche istante, poi scosse la testa. «Non importa. È una minuscola ragazza sgraziata. Non sarà capace di tenerlo con sé molto a lungo.»
«Naruto ormai non è più un ragazzo e sono convinta che manterrà la parola. Tu però, non dovresti interessartene, Ino.»
Nella voce di Lady Yamanaka si percepiva una nota di rimprovero.
«Cosa volete dire?»
«Choji non è uno stupido e le tue prodezze iniziano a infastidirlo.»
Ino rispose con un sorriso sdegnoso: «So come trattarlo, e so anche come trattare Naruto.»
La madre scosse la testa. «Credo che sottovaluti tuo marito. Dubito inoltre che Naruto Uzumaki sia facile da conquistare come lo era dieci anni fa. Ti prego, anzi, di non tentarci neppure.»
«Cara madre, dopo quanto avete appena detto, mi risulta impossibile rifiutare la sfida. Siete davvero sicura che Naruto saprebbe resistere alle mie armi di seduzione? Se decido che deve essere mio, lo sarà.»
 
Fine capitolo otto.
 


 
Ahh finalmente è finito!
Non uccidetemi, per il ritardo enorme!!!!
Ma voi non sapete dei mei mille guai! T_T Oltre ad essersi rotto il mio computer ed aver perso il capitolo, oltre a riscriverlo tutto, e oltre le vacanze in Puglia, i miei guai non finivano più, il che mi ha reso impossibile continuare a scrivere per un mese intero!! Che grave colpa la mia!
Tutti voi, comunque siete rimasti nei mei pensieri e nel mio cuore. E mi sono ripromessa di fare il prima possibile a pubblicare il capitolo otto.
Adesso continuerò la mia pubblicazione settimanale. Esami permettendo.
Spero di non avervi deluso.
 
Adesso passiamo ai ringraziamenti.
Ritornando al mio caro computer, ormai aggiustato, sono andata a vedere le novità e che ho scoperto?! BEN UNDICI COMMENTI! È stato bellissimo e mi sono emozionata che anche se non pubblicavo da tempo, voi avete continuato a scrivere commenti sui capitoli! Grazie  T_____T
Grazie a chi ha solo letto (e ho notato che anche in questo siete aumentati **), e chi ha messo la storia tra i preferiti, seguite, o di ricordare. Grazie.
 
A Di4ever:  Grazie per aver commentato, ancora. Ed essere tanto gentile. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Perdona il mio ritardo T_T
 
A iris1996: Ciaooo, grazie per i complementi. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! :P
 
A Vaius: Decisamente la storia è ben lontana dai tuoi sanguinari parametri. .-.  Ma comunque grazie per i complimenti. Come sempre troppo gentile. Spero che il capitolo non ti abbia deluso. Un bacio.

A alegargano1: ahhahahahha mi ha fatto morire dalle risate il tuo commento :’D. Grazie per i complementi. Spero che Ino ti sia piaciuta, ahhahahah. Un bacio.
 
A Dolcemente Complicata: Io amo le tue recensioni. Capisci sempre tutto ciò che scritto nel capito, in confronto ad altre persone. Forse è vero Hinata è la persona giusta per Naruto (ma a quanto pare l’unica che se ne rende conto siamo noi e Kushina!!).  Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero di vedere un tuo commento super lungo che mi fanno emozionare. Grazie ancora di tutto. <3 **
 
A_Naru_Hina_: Oddio no, io amo le recensioni chilometriche. Scusa se ti ho fatto aspettare tanto. Sono dispiaciutissima ad aver abbandonato così tutti e non sai quanto ho odiato il mio computer!!!! GRRR. Spero che Ino ti sia piaciuto. La mia oca giuliva compete con la mia cara Hinaka. Oh beh. Dei cattivoni ci devono essere nella storia.  (Anche se in questo caso sono due ragazzone bionde, attraenti, e oche.) Scusa ancora. Grazie per i complimenti *si inchina*. Spero di sentire presto la tua recensione. Un bacio.
 
A Fleur92: Ciaoo! Hahaha Il cazzotto Naruto a volte glie lo tirerei io!! Mh almeno su questo siamo d’accordo!!! Ahahah Scusa per il ritardo. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!! Un bacio.
 
A arcx: Oddio grazie, grazie di cuore la per la recensione. Mi fa piacere che qualcuno non ha considerato i miei “errori” in “orrori”, ma solo “distrazioni” (ovviamente è quello che sono. Odio scrivere al computer preferisco avere carta e penna, ma ho deciso di migliorare e quindi apprezzo molto il tuo sostegno), e grazie per i complementi per il miglioramento. Mi rincuora molto, sembra quasi che non stia facendo un pasticcio, ma una vera e propria storia.
Mi sto divertendo molto con la caratterizzazione, sia perché sto rendendo la storia più mia, ma anche perché mi sono sempre chiesta come sarebbero stati se fossero stati così. Quindi apprezzo molto che tu abbia notato e complimentato la cosa. Grazie. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. E spero di leggere ancora una tua recensione. Un bacio forte. **
 
A Luna98: Non ti preoccupare, grazie per essertene ricordata. Ahha Grazie per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.
 
A Sparkles of words: Mi fa piacere che stai continuando a leggere e ti sia piaciuta così tanto. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. E adesso ho fatto tardi io, quindi siamo pari :°°D. Una bacio.
 
A elcrazy_NarHin: Eccolo qua tutto per te il nuovo capitolo, perdonami per il ritardo, spero che fino alla fine non succedano altri scherzi. Spero che ti sia piaciuto. Grazie di cuore. Un bacio.
 
 
E questo e tutto.
Cercherò di fare il più presto possibile per gli altri capitoli. 
Ci sentiamo al prossimo capitolo, tra una settimana.
Un Bacio GRANDISSIMO a tutti.
 
Bea.
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***




Capitolo 9



Dopo la serata degli Yamanaka, Hinata Hyuga aveva molto su cui riflettere. Fino a quel momento i suoi rapporti si erano limitati a quelli con suo padre, il cugino, i tutori e i dipendenti della tenuta. Nessuno di questi l’aveva preparata a trattare con uomini della sua età, in età da matrimonio. Inoltre, a differenza di altre, non avuto modo di imparare come ci si comporta in società. Di conseguenza, anche la ragazzina più giovane e inesperta conosceva meglio di lei le arti della seduzione.
Fino a quel momento, tutto ciò non aveva rappresentato un problema. Non era vanitosa e non le importava molto se suo cugino era più bello di lei. Il suo aspetto non contava quando aveva a che fare con i vecchi tutori o i lavoratori della tenuta. Ma non era un’anziana zitella inacidita, e non le era piaciuto affatto che Ino Yamanaka l’avesse trattata in quel modo. Il suo amore per le sfide e la sua vivacità si stavano finalmente risvegliando e l’atteggiamento di quella donna non faceva che stimolarli.
Al ricevimento aveva capito come una bella donna e priva di scrupoli possa prendersi gioco di un uomo di solito intelligente. Dai riccioli dorati e morbidi, alla punta della scarpine leziose, l’aspetto e il comportamento di Ino erano studiati apposta per sedurre. E, con stupore di Hinata, Naruto si lasciava affascinare, vedendo soltanto la bellezza esteriore e non la cattiveria e l’egoismo nascosti sotto una superficie sfavillante.
Era una lezione da ricordare. Sebbene non desiderasse assomigliarle, decise di trarre profitto da quell’inaspettata lezione.
Lo spirito di intraprendenza di Hinata trovò dunque un nuovo sbocco. L’attenzione ai particolari e la determinazione che avevano reso Villa Hyuga tanto prospera, andavano ora impiegati per perseguire un nuovo obbiettivo. Grazie anche al prezioso aiuto di Mrs. Uzumaki, non poteva diventare una delle tante debuttanti che si presentavano ogni anno sulla scena di Konoha. Era decisa di farsi notare.
 
Nelle settimane successive l’attività divenne fervida. Hinata fece una breve visita a Konoha in compagnia di Naruto e di sua madre per preparare il soggiorno della prossima primavera. Naruto si impegnò a cercare un grande appartamento in affitto, mentre Mrs. Uzumaki accompagnò Hinata in un giro preliminare di sarti e modiste. Intrattenendo inoltre diversi colloqui con aspiranti dame di compagnia, poiché era necessario trovare un esperta di moda che si occupasse dell’abbigliamento.
 «E’ importante godere di un assistenza adeguata, Hina-chan. Avete grandi potenzialità, ma vi occorrono cure e consigli» le spiegò Mrs. Uzumaki.
Alla fine ebbe la fortuna di trovare miss Hotaru, che aveva appena lasciato il servizio presso Lady Mitarashi, una delle dame più eleganti di Konoha, che si era trasferita al Villaggio della Suono insieme al marito. Il colloquio andò molto bene, anche se Hinata provò l’impressione di essere lei a venire esaminata, e non la futura dipendente. Miss Hotaru promise quindi di raggiungerle non appena si fosse liberata dai suoi impegni.
Soddisfatte, le signore tornarono a Villa Uzumaki. Il maestro di ballo insegno a Hinata i passi fondamentali, senza smettere di commentare negativamente la sua preparazione precedente. «No, miss Hyuga! Non si galoppa come un cavallo! Saltellate come una piuma! Leggera. Comme ça!» E Hinata, ricordando che Neji ballava proprio come un cavallo, dovette ammettere che aveva ragione.
Mrs. Uzumaki trascorreva molto più tempo insieme a lei. L’amicizia tra loro diventava sempre più stretta e spesso si intrattenevano in confidenze. Almeno un’ora al giorno, però, era dedicata a discussioni serie sui costumi del bel mondo di Konoha. Inoltre la madre di Naruto, che era molto bella da giovane, consigliava alla sua protetta come comportarsi con i corteggiatori.
«Io non avrò bisogno, temo. Nessuno si interessa a me. Mi sento decisamente più a mio agio con Sholto che in compagnia di un uomo» le rispose lei, piuttosto abbattuta.
«Che sciocchezze! vi dovete rendere conto, Hina-chan, che siete, o potreste essere, una donna di eccezionale bellezza! Non sarete così banale, spero, da sognare di avere gli occhi azzurri e i riccioli d’oro!»
«No, ma è più facile muoversi in maniera aggraziata se si è slanciati. Saltellare come una piuma non è semplice quando si è bassi.»
Lei sembrò seccata. «Ho capito che devo scambiare due parole con monsieur Ichiyo! Non è modo di insegnarvi a ballare, Hina-chan. Voi avete una dignità naturale, un portamento regale. Non avete nessuna necessità di imparare a saltare in giro come una piuma, anche ammesso che le piume saltino.»
«Ma i passi di danza…»
«Naruto sarà di ritorno domani sera. Ne discuterete con lui.»
Lei avvertì un brivido di entusiasmo, ma si affrettò a chiedere: «Perché, signora? Come mi potrebbe aiutare?».
«Non avete notato? Oppure eravate troppo irritata con Ino? Balla benissimo e, se è disposto a insegnarvi, non avrete più problemi. A dire la verità, avrete a disposizione ben due cavalieri: arriva insieme a un amico. Lord Inuzuka si fermerà da noi una notte, lungo la strada per l’ovest. Peccato che miss Hotaru non sia ancora qui! Avreste potuto fare colpo su Naruto con la vostra eleganza…e anche sul suo amico, naturalmente.»
Hinata scoppiò a ridere. «Non riuscirò mai a fare colpo su vostro figlio, qualunque arte io impieghi! Ricorda fin troppo bene il nostro primo incontro. Avrei potuto tentare con Lord Inuzuka, ma, senza l’esperta di moda, io rimango la solita ragazzetta insignificante.»
«Se le voci che corrono sono veritiere, è meglio così. Lord Inuzuka gode la fama di donnaiolo impenitente.»
«Neji lo stimava.»
«Neji non era una ricca signora annoiata.»
«Neppure io.»
«E’ vero!» confermò ridendo Mrs. Uzumaki. «La vita è troppo interessante sia per voi sia per me.»
Il clima era migliorato, così il giorno dopo le due donne fecero insieme una passeggiata fino alle scuderie. I cavalli erano vicino al recinto e Sholto dominava su tutti.
«Sono contenta che abbiate smesso di cavalcare quello stallone, Hina-chan. È troppo grande e forte per voi.»
«E’ un cavallo magnifico, ma ammetto che deve essere portato da un uomo, e infatti era di mio cugino. Forse lo cavalcavo per mantenere un legame con lui, ma a volte era troppo focoso per me. E se lo regalassi a vostro figlio? Lui e Neji erano molto amici e Naruto ha fatto tanto per me. Credete che lo accetterebbe volentieri?»
«Questa è una novità!» esclamò Mrs. Uzumaki. «Ero convinta che Naruto vi fosse antipatico.»
«Ogni tanto non lo sopporto, soprattutto quando mi impartisce ordini con quel suo tono perentorio» si affrettò a rispondere. «E’ vero, però, spesso ha ragione.»
«Santo cielo, Hinata! State bene?»
«Non stavo così bene da mesi, e devo ringraziare voi e vostro figlio. Non riesco neppure a immaginare come sarei ridotta a quest’ora se fossi rimasta a Villa Hyuga.»
«Già» Camminarono in silenzio per un tratto. «Penso che Naruto sarà felice di ricevere in dono Sholto, se siete sicura di volervene privare.»
Lei sospirò. «Sì, ne sono sicura. Troverò un altro cavallo adatto a me, ma al momento mi devo concentrare su altre questioni più urgenti. Il ballo, per esempio.»
«Com’è andata la lezione di stamane?» domandò scherzando la signora. «Monsieur Ichiyo tenta ancora di farvi saltellare come una piuma
«No, oggi ha voluto insegnarmi il grande inchino. Non era una meraviglia a vedersi: sembrava una gran dama in calzoni e bretelle. Poi, quando mi è toccato imitarlo, l’ho gettato di nuovo nello sconforto.»
Mentre salivano i gradini della terrazza davanti alle grandi finestre del salone, Mrs. Uzumaki rideva di gusto.
Hinata si fermò e disse seria: «Non è giusto ridere. Quel pover’uomo era quasi in lacrime». Si portò le mani alla testa in gesto melodrammatico, poi le lanciò in aria. «Mademoiselle! Ma perché voi di Konoha siete tanto rigide? Non vi dovete muovere come un soldato, ma come le onde del mare! Comme ça
Fece un passo, lanciò le braccia da un lato, poi, con un ampio gesto, si lascò cadere a terra. Alzò infine lo sguardo e, inarcando un sopracciglio, chiese: « Comme ça?».
La madre di Naruto riusciva a malapena a parlare da quanto rideva. «Hina-chan vi prego, alzatevi!»
Lei saltò in piedi con un sorriso radioso. «Non vi è piaciuto? Non ero sinuosa come le onde del mare
«Come siete buffa! Eppure vi dovrei rimproverare perché mancate di rispetto al povero…» il movimento di una portafinestra colse la sua attenzione. «Naruto, sei già arrivato!» esclamò e andò in fretta verso il figlio. Lo seguiva un altro gentiluomo, dotato di grande fascino. Anche lui guardò sorridendo Hinata.
Naruto baciò sua madre, poi salutò Hinata. «Dove avete intenzione di debuttare? Al teatro comico?»
Lei arrossì. «Non pensavo che qualcuno mi stesse osservando.»
«In effetti, vi aspettavamo questa sera.» confermò Mrs. Uzumaki. «Che bella sorpresa! Benvenuto, Lord Inuzuka, mi fa molto piacere rivedervi. Hina-chan, vi posso presentare il capitano Kiba Inuzuka?»
«Miss Hyuga, sono felice di conoscervi, infine» rispose lui con un baciamano. «Neji parlava spesso di voi. Corrispondete perfettamente alle sue descrizioni.»
Naruto alzò il sopracciglio. Kiba stava ricorrendo ai soliti trucchetti. Hinata sembrava molto più felice che al loro primo incontro in ottobre, ma era ben lontana dall’essere affascinante creatura descritta dal cugino.
«Davvero? Vi posso domandare cosa diceva?»
«Mi accuserete di adulazione, miss Hyuga…»
Naruto provò un moto di irritazione. Sperava che l’amico non praticasse le sue arti di seduzione anche con Hinata. Lei non era una signora da salotto, non conosceva le regole del gioco.
«Entriamo» li invitò la madre. «Adesso che il sole sta calando, fa freddo. Siamo state alle scuderie, Naruto.»
«Bene! Però non avete l’ultima acquisizione, è appena arrivata. Ce la fate a tornare là, madre? Ve la vorrei mostrare. Anche a voi, Hinata.»
Evidentemente Lord Inuzuka sapeva di cosa si trattava poiché con tatto si scusò e si allontanò dal gruppo.
Le due signore invece seguirono Naruto e, una volta giunte al maneggio, videro una splendida cavalla baia trattenuta da due giovani stallieri.
«Che meraviglia!» esclamò rapita Hinata.
«Sarà anche bella» notò Mrs. Uzumaki tenendosi alle debite distanze, «ma mi pare un po’ focosa.» In effetti era piuttosto irrequieta e i ragazzi avevano qualche difficoltà a tenerla a freno.
«Anzi assomiglia un po’ a Sholto, anche se è più piccola.» Guardò suo figlio. «Che cosa ne fai? Non sapevo che occorresse un altro cavallo. In ogni caso, Hinata… No, diteglielo voi stessa.»
«Che cosa? Spero non abbiate di nuovo cavalcato Sholto!»
«No!» ribatte lei.
«Davvero? Anche se fa meno freddo?»
«Lasciala in pace, Naruto. Non lo ha mai toccato e si concentrata sulle lezioni di ballo.»
«Ballo? E quella era una dimostrazione?» Scoppiò a ridere notando che Hinata di irrigidiva. «Sto solo scherzando, Hinata! Cosa mi volevate dire?»
«Mi sono resa conto che avevate ragione. Sholto non è adatto a me, quindi avrei pensato, se vi fa piacere, di regalarlo a voi. Sono sicura che Neji sarebbe contento.»
Seguì qualche istante di silenzio, poi Naruto si schiarì la gola e rispose: «E’ un atto di grande generosità da parte vostra e il miglior ricordo di Neji che mi possiate offrire. Accetto e vi ringrazio». Le prese la mano e la baciò. «Ma…» sorrise.
«Sbrigati, Naruto, fa freddo» incalzò la madre. «Voglio sapere che farai del baio, adesso che Hina-chan ti ha regalato Sholto.»
«Voglio seguire il mio proposito iniziale.» Naruto rise. «Desidero farne dono a Hinata. Ho pensato che le avrebbe fatto piacere.»
«L’avete portata a me?» Gli occhi di Hinata luccicavano. «Dite sul serio?»
«Certo.»
«Ma cosa ti salta in testa, Naruto? Quella cavalla è pericolosa come lo stallone. Hina-chan rischierà di ammazzarsi!» lo rimproverò Mrs. Uzumaki.
«Non c’è da preoccuparsi, madre. È vivace, ma non cattiva. Vi assicuro che, se conosce il padrone, gli obbedisce. Hinata è un’ottima cavallerizza e non corre nessun pericolo.»
Mentre parlava con la madre, teneva gli occhi fissi su Hinata che nel frattempo si era avvicinata alla cavalla e l’accarezzava e parlava a bassa voce.
Continuò: «Credete forse che Hinata Hyuga sarebbe felice con un animale solido e tranquillo? Ormai dovreste conoscerla. Sotto molti punti di vista è come suo cugino, ama le sfide. Sholto era troppo per lei, ma ha comunque bisogno di avventura, di divertimento.»
«Ero convinta che imparare a comportarsi in società fosse un’impresa abbastanza avventurosa.»
«D’accordo! Però ricordiamoci che la vita non sarà facile per lei. Sappiamo entrambi che non è destinata ad avere un gran successo, nonostante il suo patrimonio.»
Sua madre alzò il sopracciglio. «Mi sembri un po’ ottuso, e troppo pessimista. Quella ragazza potrebbe riservarti delle sorprese.»
«Vi prego, lo so che vi è simpatica…»
«E a te no?»
Naruto fece una pausa. «Sicuramente più che all’inizio. Ma la sua ostinazione mi irrita. E anche mettendocela tutta, non sarà mai una bellezza travolgente. Se soltanto assomigliasse di più a Neji nel carattere…»
«Basta! Non aggiungere altro! Mi sorprendi. Sarai pure un ottimo ufficiale, ma non capisci nulla in fatto di donne.»
«Madre!»
Hinata intanto aveva finito di fare conoscenza con la cavalla e stava tornando da loro. Mrs. Uzumaki si affrettò a concludere il discorso: «In ogni caso, ti prego di aiutarci a rendere il suo debutto migliore possibile. Fallo per Neji, se non vuoi farlo per lei…»
«Certo, anche se credo…» Si interruppe per non farsi sentire da Hinata. «Che ne pensate, Hinata?»
«E’ bellissima. La chiamerò Sen. Vi piace?»
«Certo, è un bel nome per una cavalla.»
«Grazie, Naruto. Ma comincia a far freddo ed è meglio portarla dentro. Ha già mangiato e bevuto?»
Il suo tono era distante, quasi freddo, ma lui non si lasciò ingannare dalle apparenze. Ormai aveva capito che più era commossa, più si mostrava distante.
 
Kiba Inuzuka era amico di Neji quasi quanto Naruto, e dopo cena, mentre sorseggiavano un bicchiere di porto, il discorso cadde naturalmente su di lui e sulla cugina. Con stupore Naruto, Kiba, un autentico esperto in materia, la pensava come Mrs. Uzumaki riguardo alle qualità di Hinata e alla possibilità che il suo debutto si rivelasse un successo.
«Ma l’hai vista?» protesto Naruto. «Sembra più un’istitutrice che una debuttante.»
«Io ho notato che assomiglia a Neji, che era indubbiamente un bel ragazzo.»
«Cosa stai dicendo? Lui era allegro e pieno di fascino!»
«Magari non ha il suo carattere esuberante, ma il sorriso è proprio il suo. Ammaliante, davvero seducente.» commentò compiaciuto «E poi gli occhi sono gli stessi. Quasi magnetici.»
«Seducente? Quanto hai bevuto?»
«Non abbastanza» rispose lui versandosene un altro bicchiere. «Perché sei così critico nei suoi confronti? Ti sei lasciato affascinare da donne molto meno belle. Per esempio ne ricordo una al Villaggio della Nuvola…»
«Aveva altri talenti.»
«E la figlia di quella contessa del Villaggio della Nebbia?»
Da quel momento non parlarono più di Hinata, ma delle loro esperienze passate, non tutte rispettabili.
 
Purtroppo Kiba dovette riprendere il viaggio il mattino dopo. Espresse il suo rammarico a Mrs. Uzumaki, che la salutò con calore e lo invitò a casa loro a Konoha in primavera.
«Non mancherò, signora» rispose lui. «Intendo a assistere al trionfo di miss Hyuga.»
Dichiarò poi a Hinata che non aveva bisogno di augurarle un buon debutto, poiché sarebbe stato sicuramente splendido. «Spero soltanto che mi riserverete un ballo al primo ricevimento in cui ci incontreremo.»
«Sarò felice di avere un cavaliere. Temo però che mie abilità in quello campo non siano ancora perfette.»
«Lo saranno, lo saranno. Chiedete a Naruto di insegnarvi era il miglior ballerino tra gli ufficiali. Lo avevamo soprannominato piedi volanti.» rise dando di gomito all’amico.
«E divertitevi con la vostra nuova cavalla, miss Hyuga. La prossima volta che passo di qui mi piacerebbe vederla in azione.»
Naruto lo accompagnò alla carrozza. «Buona fortuna per la tua missione, Kiba.»
«Grazie. Non ho molte speranze che mio padre acconsenta a ricevermi, ma ci proverò. Tu, intanto, non sottovalutare la cugina di Neji. Aveva ragione ad andarne orgoglioso. A presto!»
 
Naruto tornò pensieroso in casa. Hinata Hyuga era davvero affascinante come sosteneva Kiba e sua madre? Si era lasciato troppo influenzare dall’impressione ricevuta durante il primo incontro? Aveva poi scoperto che, da mesi, viveva in una situazione insostenibile: nessuna donna darebbe il meglio di sé, sottoposta a una simile tensione. Forse i suoi erano soltanto stupidi pregiudizi, non era affatto detto che una donna forte e indipendente dovesse brutta. Cercò quindi di guardarla con occhi diversi, più benevoli.
Ma quando la osservò di nuovo, la sua opinione non cambiò. Hinata era in piedi in mezzo alla stanza e rispondeva accigliata a un piccoletto che gesticolava come un folle.
«Siete irragionevole, sir! Come posso ricordare tutto insieme? Piume e onde non conoscono la differenza tra destra e sinistra, e neppure io quando tento di imitarle. Cosa che, per altro, mi risulta impossibile.»
«Che succede?» domandò Naruto.
«Milord, è un caso disperato. Ho insegnato danza a tante signorine, quasi tutte più giovani, è vero, ma miss Hyuga si rifiuta di imparare!»
«Davvero?»
Monsieur Ichiyo era troppo infuriato per rendersi conto dell’ironia di Naruto. Continuò: «Già va destra quando deve andare a sinistra e a sinistra quando deve andare a destra. E poi protesta in continuazione!»
Vedendo entrare Naruto, Hinata era ammutolita. Restava in silenzio a testa, troppo orgogliosa per giustificarsi.
«Monsieur Ichiyo» rispose lui, «Temo che abbiamo commesso un grave errore rivolgendoci a voi. Non avete saputo apprezzare le qualità di miss Hyuga. Verrete retribuito per l’intero corso, ma vi prego di non tornare più.» l’altro tentò di spiegarsi, ma Naruto lo interruppe: «Grazie lo stesso».
Una volta che il maestro di ballo fu uscito, disse con dolcezza a Hinata: «Venite qui».
In primo momento, lei non si mosse, poi, con riluttanza, gli andò incontro.
«Che cosa ha combinato quel pazzo?»
«Non è colpa sua.»
«Non credo proprio. Probabilmente non era l’insegnate adatto a voi.»
«Secondo vostra madre è il migliore della zona. Dove ne troveremo uno più bravo?»
«Non avremo difficoltà quando vi dimostrerete più…permeabile all’apprendimento. Nel frattempo…»
«Permeabile all’apprendimento? Ma io mi sono sforzata in ogni modo di imparare da quel...damerino.»
«Esatto. Non lo predavate sul serio, quindi non vi poteva insegnare nulla. Ma forse è proprio l’arte della danza che non vi attira.»
«In effetti, mi sembra un esercizio stupido e inutile. Non mi piace saltellare tutto il tempo per una sala, spinta di qua e di là senza una ragione e senza nessun motivo!»
«Siete terribile, Hinata!» rispose divertito. «Povero monsieur Ichiyo, gli avete fatto venire un infarto.»
Hinata si voltò e andò a guardare fuori dalla finestra. «Ridete pure!» commentò amareggiata. «Ma non chiedetemi di fare altrettanto. So che la danza è importante, nonostante quello che penso in proposito. E speravo… avevo qualche ambizione…Non importa.» appoggiò la fronte al vetro.
Naruto le andò alle spalle. «Non consideratela un’impresa ardua, ma un divertimento. Ballare può essere molto piacevole.»
«Perché?»
«Intanto c’è la musica, e so che vi piace: vi ho sentita suonare. Si segue un ordine, un’armonia, non sono gesti senza senso. Ogni danza ha un suo schema preciso, e si prova soddisfazione quando lo si esegue bene. E ci sono i passi, non sono molti: vi basterebbe un’ora per impararli tutti, se voleste.»
Le sfiorò la schiena e la fece girare verso di lui. «Ma non è questa la vera difficoltà, giusto? Rifiutate il ballo perché comporta un contatto fisico e credo che abbiate avuto ben poche esperienze in questo senso. Ne avete paura.» Fece una pausa, ma poiché lei non accennava a rispondere, continuò: «Non avete nulla da temere.»
Hinata tenne il capo chino, rifiutando di guardarlo negli occhi, ma un lieve rossore si diffuse sulle gote quando le prese i gomiti e l’avvicinò a sé.
«Credete che vi voglia fare del male?»
Lei alzò lo sguardo stupita: «Certo che no!»
«E allora perché stringete i pugni?» Le prese una mano, distese le dita e posò il palmo contro il proprio petto. «Abbiate fiducia in me, Hinata. Non desidero altro che il vostro bene, credetemi.»
«Vi credo. Siete sempre tanto gentile»
«E allora non allontanatevi. Appoggiatevi a me, rilassatevi.»
Le cinse le spalle con il braccio libero, senza però stringerla troppo.
Nella mente di lei riemerse all’improvviso il ricordo del loro primo incontro, vicino al templio di Villa Hyuga. Ancora prima di sapere chi fosse, aveva provato lo strano impulso di affidarsi a lui, di lasciarsi abbracciare, ma non aveva prestato ascolto a simili debolezze.
«Vi state irrigidendo ancora» notò Naruto. «Perché?»
«Ho imparato… a non dipendere mai da nessuno.»
«Adesso che conosco meglio la vostra storia, vi capisco. Ma non dovete respingere chi vi vuole aiutare.»
Lei rifletté sulle sue parole. «Quindi secondo voi non riesco a ballare perché non sono capace di rilassarmi. Ma come si fa?»
«Non domandatevelo troppo. Rimanete così per un momento ancora.» La stanza era silenziosa, immersa nell’ombra, tranne che per qualche pallido raggio di sole che filtrava dalle alte finestre. Sotto la mano, Hinata cominciò a sentire il battito del cuore di Naruto. La tensione si allentò e, forse per la prima volta, si sentì a proprio agio e stretto contatto con un’altra persona.
Dopo un istante, Naruto riprese: «Sapete, c’è un nuovo ballo. Si danza in tutto il paese. La coppia si tiene a circa a questa distanza. Volete che ve lo insegni?»
Lei si tese.
«Vi prego, Hinata! State tranquilla. Appoggiate la vostra mano sinistra sulla mia spalla. Bene! Tenete la testa alta. Adesso seguite i miei passi. Contate fino a tre, lentamente. Un-due-tre, un-due-tre. Proprio così.»
La condusse piano per il locale, stringendole la mano destra e posandole l’altra mano sulla vita. La guidava con grazia e allo stesso tempo con fermezza; dopo essere inciampata un paio di volte, Hinata iniziò a seguirlo più facilmente. Naruto accelerò il passo e lei riuscì a continuare, lasciandosi condurre dalla sua mano che le comunicava in che direzione girare, quando rallentare, quando andare più in fretta. Il ritmo le entrò nel sangue e si abbandonò fluida al movimento. Le pareva di fluttuare.
Infine si fermarono Naruto disse: «Hinata, era meraviglioso!».
La abbracciò e si chinò a baciarla. Non era un bacio appassionato, ma era comunque sincero. Per Hinata che, a parte lo sgradito approccio di Tokuma, non era mai stata baciata da nessun uomo che non fosse un suo familiare, fu una rivelazione. Un bacio poteva essere così dolce e, allo stesso tempo, così seducente! Ebbe difficoltà a mantenere la ragione, a evitare di gettarsi al collo di Naruto, nel tentativo di trattenere per sempre un simile incanto…
 
Fine capitolo nove.
 
 
Ciaooo.
Okkey, adesso mi ucciderete per un finale del genere e vi capisco. Ma volevo lasciarvi un po’ sulle spine. Spero di esserci riuscita.
Adesso avete ben capito, che i sentimenti dei due, sono cambiati. Alcune cose in MOOLTO meglio altre in peggio. Naruto ancora non si accorge delle qualità di Hinata, ma comincia a starle simpatica. Mentre Hinata, forse, in qualcosa di più profondo. Dovrete aspettare il prossimo capitolo, sarà pieno di novità e di altro. Spero di avervi fatto venire un po’ di curiosità.
 
Questa volta sono stata abbastanza precisa con le scadenze. E sono abbastanza fiera di me. xD
 
Passiamo a, ormai soliti, ringraziamenti.
Come sempre ormai –lo so che vi siete stancati di sentirlo—ringrazio chiunque abbia letto la storia, chi l’ha messa nei preferiti, a chi l’ha messa nelle seguite e infine a chi l’ha messa nelle ricordate. Ancora grazie.
 
A chi ha commentato:
 
A Eriketta554: Grazie per aver commentato. Ne sono stata molto felice. E ti ho fatto felice.... Ho continuato.
 
A iris1996: Come sempre gentilissima. Ormai Kushina è il diventato il mito di tutti. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.
 
A alegargano1: Come sempre mi fai morire. AHHAHAHAH! Ino si è una z*******a il che favorisce la mia resa dei personaggi un po’ più divertente. Grazie per i complimenti, troppo gentile. Ahhaha Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Soprattutto la parte finale e le “battute” Unn bacio forte.
 
A Red Dark Angel: ciaoo. Grazie per aver commentato. Mi fa piacere che l’abbia letto tutta. Credo che letta tutto insieme fa tutto un altro effetto. Ma mi sembra che ti sia piaciuta. E ti ringrazio moltissimo per i complimenti. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.
 
A Di4ever: Graziiiiieee come sempre tanto gentile a farmi notare i miei errori.  Te ne sono debitrice, spero che almeno correggendoli faccia un impressione migliore. Grazie per i complimenti. Un bacio.
 
A Vaius: O Vaius, che commenti. Che richiedi sempre scene di sangue (anche se, questa volta non li hai chiesti, MIRACOLO). Chiedo ancora grazie, a te che commenti e che mi fai complimenti. Sempre gentili e sempre belli. Spero che questo capitolo non ci ti faccia paura, ma che ti fan ridere come la luna (?).  E ricordiamo sempre: Neji sia con noi. E con il nostro spirito. Amen.
UN  abbraccio. (spero che ti sia piaciuta la poesiola, da me inventata a momento. HAHAHHAHA ) LOOOL
 
A Marie_: Grazie per aver commentato. Mi fa piacere che ti abbia fatto odiare Ino, vuol dire che sto facendo un buon lavoro. Ahhaha. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.
 
A Luna98: Grazie per i complimenti. Troppo gentile. Grazie per aver commentato. Spero di aver esaudito i tuoi desideri e ultimato presto questo capitolo. Spero che quest’ultimo ti sia piaciuto. Un bacione.
 
A ery98sole: Si tipico di Choji, anche io l’ho pensato. Ahhhaa. Tra poco arriverà la sera della prima volta di Hinata a Konoha, vedremo si qualche vestito. Aahhaha anche se credo di non essere molto brava e descriverli. Ci proverò. Comunque un bacio grande.
 
A Dolcemente Complicata: Come devo fare con te?!! Le tue recensioni sono bellissime. E grazie sempre di tutto. Come sempre hai capito alla perfezione la storia. Ahhhh dico sempre le stesse cose! Ti sarai stancata di sentirlo xDD Per fortuna hanno solo litigato per l’ennesima volta e non c’è stata qualche scenata al ballo, sai che casino sarebbe potuto accadere, e poi povera Hinata se fosse stato così.Team NaruHina. Team aiutiamo Kushina, AHHAHAHAHAH!!! Ma si fondiamo un fanclub dedicato a Kushina. Naruto sta diventando sempre più dolce, come hai ben potuto notare. Spero che questa dolcezza però non sia solo amicizia, per il momento non lo sa nessuno. (tranne me, ovviamente .-. -battuta di spirito-)  Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Aspetto con ansia il tuo commentone, o tema di terza media –come lo vuoi chiamare tu- Spero che l’esame sia andato bene e in bocca a lupo con l’università, io sto da un anno, e spero che ti trova bene (almeno per me è stato un cambiamento radicale xDD).  Un Bacio forte!!!
 
 
E questo è tutto gente.
Il capitolo come al solito verrà messo la prossima settimana, se tutto va bene.
Commentate in tanti, voglio tante facce sbalordite e tanti annunci a volermi morta, mi aspetto di tutto.
Un bacio forte a tutti
 
Bea
-sono di buon umore si vede?-

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***




 Capitolo 10


Il bacio terminò e Naruto abbracciò Hinata. «Cara ragazza!» sussurrò.
Fu per lei come una doccia fredda. Cara ragazza! Non un appassionato amore mio, ma soltanto un’espressione affettuosa che si può rivolgere a una sorella. E in effetti era così che la considerava, una sorella, come Neji gli aveva raccomandato. Felice di non essersi abbandonata alla folle tentazione di un istante, riuscì a sorridere e si scostò da lui.
«Non assomigliava alle altre lezioni…soprattutto con questo finale.» commentò incerta.
Naruto scoppiò a ridere. «Non vi preoccupate. Di solito quando si danza non si conclude con un bacio! Era soltanto un complimento speciale perché avete ballato in maniera meravigliosa. Siete adirata con me?»
«No, per nulla. Perché dovrei?»
«Bene. In realtà, però, vi dovrei rimproverare poiché avete mentito, fingendo di non sapere ballare. Povero mensieur Ichiyo! Lo avete preso in giro!»
«Cosa state dicendo? È la verità!»
Naruto le prese una mano e la baciò. «Ma siete una ballerina nata, con uno splendido senso del ritmò, un’eccezionale fluidità. Possedete tutte le qualità necessarie per volteggiare con la massima grazia. E quello stupido insegnate non se ne è neppure accorto!»
«Forse sottovalutate i vostri meriti» rispose. «Come diceva Lord Inuzuka, vi chiamavano piedi…»
«Nessuno mi chiamava così» reagì lui. «Kiba si è lasciato trascinare dai i suoi scherzi e si è inventato tutto. Se volete, comunque, vi insegnerò i passi fondamentali nella settimana libera che mi resta.»
«E dopo… partirete?»
«Se voglio rimanere un paio di mesi con voi a Konoha devo occuparmi per qualche tempo alla mia casa laggiù. Ma non temete qualche giorno è più che sufficiente per apprendere le basi, poi occorre pratica. Organizzeremo qualche serata nelle sale da ballo pubbliche. Potrete provare senza esporvi troppo.»
 
Naruto mantenne la parola. Assunse una violinista e ogni pomeriggio, per un’ora, le insegnò senza posa passi, ritmi e figure, finchè Hinata li imparò a memoria. Quando la sorprendeva ad abbassare lo sguardo per controllare i movimenti, la faceva ballare a occhi bendati. Il locale risuonava di Su la testa Hinata! Molto meglio! Magnifico!
Non si limitavano alle lezioni di ballo. Cavalcavano insieme ogni giorno e Naruto le mostrava i luoghi della sua gioventù. Hinata non si era mai trovata tanto bene con nessuno, neppure con Neji. Tra loro, infatti, non c’era l’ombra della rivalità e lei non doveva tenersi sempre all’erta per non commettere passi falsi. Naruto non era certo timoroso di lanciarsi al galoppo spronando Sholto ai limiti delle sue possibilità, ma Hinata si sentiva al sicuro insieme a lui. Non la baciò e, sebbene provasse una curiosa fitta al petto quando ci ripensava, lei ne era contenta. Naruto le dimostrava sempre più affetto e simpatia, ma niente di più. In questo modo Hinata riusciva a mantenere le proprie emozioni sotto controllo. Ma un altro bacio avrebbe messo a dura prova i suoi sforzi.
 
Alla fine della settimana Naruto accompagnò sua madre e Hinata alla sala da ballo, poco lontano da villa Uzumaki. Lei ebbe l’impressione di cavarsela bene con i diversi cavalieri; scoprì anzi di divertirsi e, nel corso della serata, parecchi giovanotti le chiesero per la seconda volta di ballare con loro. Ma durante la pausa per la cena, Naruto, che sembrava di cattivo umore, la disilluse affermando che quei campagnoli non erano certo in grado di giudicarla e che lei aveva abbassato due o tre volte lo sguardo e commesso altri errori.
«Sono comunque convinta di avere fatto una discreta figura» si difese Hinata.
«Sì, discreta, se è questo che desiderate! Io però non mi accontento.»
«Naruto!» lo rimproverò sua madre. «Sei troppo duro. È la prima volta che Hinata si mette alla prova in pubblico: ha bisogno di incoraggiamenti e non di critiche. Non ricordi com’era nervosa quando siamo arrivati? Perché, allora, non balli tu insieme a lei?»
«Si vergogna a farsi vedere con me» commentò Hinata lanciando un’occhiataccia a Naruto. «Ha una certa reputazione da difendere.»
Lui la prese per un braccio e la fece alzare in piedi. «La cena è finita, miss Hyuga» le disse con un sorriso minaccioso. «Posso avere l’onore di un ballo?»
La trascinò in mezzo alla pista senza aspettare risposta e, quando si accorse che lei stava ridendo, ritrovò il buonumore.
«Siete terribile, Hinata. Un giorno me la pagherete.»
Mentre ballavamo in maniera impeccabile, Naruto rimase sorpreso dalla vivacità e dal fascino di Hinata. Si ritrovò a pensare che, se soltanto fosse assomigliata più a sia cugina Hinaka, avrebbe davvero avuto un gran successo in società. Ma il colore degli occhi e dei capelli non deponeva a suo favore. Dov’erano l’indifesa femminilità e gli sguardi civettuoli che piacevano a tanti uomini, lui compreso? No, per quanto ne pensassero Kiba e sua madre, miss Hyuga non avrebbe fatto parlare di sé.
Eppure, quando la musica finì, scoprì di non avere voglia di lasciarla andare. Che strano! Mentre tornavano da sua madre, ricordò con chiarezza la prima volta in cui avevano danzato insieme a Villa Uzumaki, Hinata si era mostrata così a proprio agio tra le sue braccia. E quel bacio alla fine… era stato tanto dolce. Decise di invitarla ancora a ballare più tardi. Invece, per tutta la serata, non riuscì più a ballare con lei, dal momento che era sempre impegnata con altri. I giovanotti della sala da ballo dimostravano una particolare predilezione per Hinata Hyuga.
 
Il giorno dopo Naruto partì per la sua residenza a Konoha e giunse finalmente la notizia dell’arrivo di miss Hotaru. Hinata accolse con piacere quest’ultima novità, che le risollevava un po’ il morale, piuttosto basso da quando, dalla finestra della sua camera, aveva visto la carrozza di Naruto che si allontanava alle prime luci dell’alba. Non si erano salutati in modo molto amichevole. La sera prima, infatti, lui era rimasto stranamente silenzioso e poi, al ritorno a casa, aveva proposto alle signore di scambiare quattro chiacchiere.
E a quel punto aveva dato il peggio di sé, impartendo a entrambe ordini mascherati da consigli. In sostanza aveva raccomandato a Hinata di prestare attenzione quando usciva con la sua nuova cavalla, di portare sempre con sé uno stalliere e di evitare i punti che lui considerava pericolosi.
«Preferite che giri in tondo nel maneggio, sir?» aveva chiesto lei con finta modestia.
«Non è il momento di fare della stupida ironia, Hinata.»
«In ogni caso vi informo che sono una cavallerizza piuttosto esperta.»
«Certo, pero, se siete in vena, vi dimostrate spericolata come vostro cugino. Non vi ho strappata alle grinfie di vostro zio per farvi rompere il collo a casa nostra!»
A quel punto Mrs. Uzumaki aveva deciso di intervenire.
«Naruto, devi avere più in fiducia in Hinata. Sa che mi preoccuperei troppo se corresse rischi inutili mentre tu sei lontano. Non è vero, cara?»
Hinata era rimasta accigliata, ma aveva annuito e la signora si era tranquillizzata.
Finchè suo figlio aveva cominciato a impartire indicazioni anche a lei, spiegandole cosa doveva fare per il bene di Hinata, ed era riuscito a farla innervosire. «Naruto, non sono rimbecillita! Deciderò insieme a Hina-chan quali balli pubblici frequentare ed è naturale che non la lascerò andare da sola! Cosa ti prende?»
Lui si era scusato. «Vi chiedo perdono, ma mi sento responsabile per i risultati della nostra campagna. Non vorrei vederli rovinati per una piccola imprudenza.»
Allora Hinata si era alzata in piedi. «Lord Uzumaki, non crediate che io non vi sia riconoscente. Sappiate però che non sono una campagna militare! E neppure un vostro soldato, pronto a obbedire agli ordini! Forse non ne siete convinto, ma vi assicuro che io e vostra madre siamo in grado si preparare il mio debutto.»
Naruto non aveva reagito con la sua abituale cortesia. Con un inchino formale, aveva dichiarato: «In questo caso, miss Hyuga, non ho altro da aggiungere. Ricordate soltanto che il mio unico desiderio è quello di introdurvi in società con meno difficoltà possibili. Spero di trovarvi in uno stato d’animo diverso al mio ritorno.»
Si erano augurati una gelida buonanotte e Hinata si era ritirata in camera sua. Non era però riuscita ad addormentarsi, lacerata com’era da sentimenti contraddittori. Si era detta che Naruto Uzumaki era un insensibile autoritario e che era folle sentirsi attratta da lui. Ma subito l’avevano assalita i ricordi dei momenti in cui le aveva dimostrato una grande comprensione e si era sentita ingrata. Aveva perfino deciso di scendere a chiedergli scusa. Era arrivata alle scale, ma a quel punto aveva udito la voce di Mrs. Uzumaki.
«Devo confessarti che provo una certa solidarietà per Hinata» stava dicendo. «Sai bene che non piace essere comandata e tu a volte ti comporti come un vero despota.»
«Non so perché difendiate sempre miss Indipendenza, madre. Secondo me deve imparare ad accettare i consigli. I suoi tutori hanno ragione: è troppo abituata a fare di testa sua.»
«Naruto, non sei mai stato tanto ingiusto. Cosa ti succede?»
Hinata non aveva neppure aspettato la risposta, ma era tornata indietro con un diavolo per capello. Miss Indipendenza! Chi si credeva di essere? Che diritto aveva di impedirle di cavalcarle a piacimento? Che tiranno! Voleva suggerirle persino quante volte andare a ballare e con chi. Non doveva cedere alle sue assurde richieste, altrimenti sarebbe diventata un burattino nelle sue mani. Eppure se l’era sempre cavata benissimo da sola!
Alla fine era andata a letto. Prima di addormentarsi, però, si era sorpresa a fantasticare che Naruto Uzumaki la considerasse una donna desiderabile e non uno dei suoi numerosi impegni.
 
Miss Hotaru si presentò due giorni dopo e nel giro di un paio di settimane si impose come un’autorità nella casa. Sorrideva di rado e incuteva timore a tutti, ma era bravissima nel suo lavoro.
Per fortuna Hinata, l’idea di preparare una debuttante la divertiva e, sebbene la considerasse un caso difficile, era determinata a riuscire nei propri intenti.
«Lady Mitarashi all’inizio era appena presentabile» aveva spiegato, «poi però è diventata una delle signore più eleganti di Konoha. Voi avete una bella struttura fisica e il colore degli occhi e dei capelli sono abbastanza insoliti da risultare interessanti.»
«Davvero?» Hinata era meravigliata.
«Abbiamo molto lavoro da svolgere» aveva poi precisato. «Ma io sono ottimista sui risultati.» Aveva anche commentato positivamente la sua statura. «La signorina è bassa, ma questo non è uno svantaggio, purchè mantenga una postura corretta. Nessuna delle mie signore ha mai camminato a schiena curva.»
Hinata non ne dubitava: la paura di un suo rimprovero era più efficace di una pila di libri sulla testa!
Durante le settimane seguenti, il volto, il portamento e l’abbigliamento di Hinata vennero sottoposti alla disciplina ferrea della signora. Lei non si era mai preoccupata di simili questioni, ma ora bastava uno sguardo severo di miss Hotaru per relegare in fondo all’armadio il suo abito preferito e sostituirlo con indumenti che non avrebbe mai preso in considerazione in passato. Per fortuna erano entrambe d’accordo che a lei si addicesse di più la semplicità, che le piume e i fronzoli raccomandati dalle riviste femminili che dettavano la moda. Però Hinata si rese conto che, miss Hotaru, il concetto di semplicità era molto vicino a quello di arte.
Mrs. Uzumaki era pienamente soddisfatta, anche se nelle lettere che spediva a Naruto spiegava soltanto che Hinata si stava impegnando a fondo. Lo informava inoltre che veniva scortata quando si recava ai balli pubblici e che continuava a riscuotere successo. Aggiungeva che riteneva possibile che, a Konoha, avrebbe incontrato un buon partito prima della fine dalla Stagione. Non scriveva queste notizie soltanto per tranquillizzarlo; si era infatti accorta che suo figlio cominciava a dimostrare un certo interessa nei confronti di Hinata e che non era troppo contento delle attenzioni che le riservavano i giovanotti ai balli. Voleva quindi fornirgli qualche argomento in più per riflettere.
 
Le prospettive matrimoniale di Hinata erano oggetto di discussione anche a una quarantina di miglia di distanza, dove Ko Hyuga e famiglia si stavano preparando ai ricevimenti di Konoha, seppur senza lo sfarzo che si erano augurati. Villa Hyuga era una tenuta piuttosto fiorente, ma senza il patrimonio di Hinata Hyuga non consentiva lussi eccessivi.
«Spero che tu ti renda conto delle tue responsabilità, Tokuma» gli aveva dichiarato il padre un giorno di marzo. «L’unico modo per recuperare il denaro è che tu sposi quella ragazza. Ha già sprecato la tua prima occasione: ti prego di non lasciarti sfuggire la seconda. Non so perché ti abbia preso in antipatia di solito piaci alle donne. A Konoha, però, non puoi fallire. Tua cugina Hinata non è una bellezza e, senza quel patrimonio, non potrebbe sperare di trovare uno straccio di pretendente. Tu la devi convincere che sei diverso dagli altri: non è il denaro che ti interessa, ma lei, la sua persona.»
«Ci proverò» aveva risposto Tokuma con una smorfia. «Ma non è un compito facile.»
«Tokuma, non ti lascerai scoraggiare dal suo rifiuto! Sai bene che ci occorrono i soldi. A meno che tu non conosca un’altra signorina ricca disposta a sposarti.»
«No, non ne conosco. E devo ammettere che mi dà un certo piacere l’idea di ridurre in mio potere quella ragazza altezzosa. Ma quel Uzumaki?»
«Non ti preoccupare, da quanto ho visto, la nostra cuginetta non piace neanche a lui. Scommetto che è stata sua madre a convincerlo a portarcela via. Inoltre Lord Uzumaki è ricco sfondato e non ha bisogno di soldi. Ricordati che tu hai un grande vantaggio: le puoi promettere Villa Hyuga. Le puoi raccontare che tutti qui sentono la sua mancanza e che un giorno sarà di nuovo la padrona. Se saprai mentire bene, lei ti cadrà tra le braccia. Sbrigati, però!»
Padre e figlio rimasero seduti in silenzio per qualche minuto, osservando depressi conti da pagare, impilati sul tavolo. Dopo un po’ Tokuma disse pigramente: «Mi domandavo…».
«Cosa?»
«Cosa succederebbe del denaro se Hinata rimanesse nubile?»
«Ne assumerà il controllo quando compirà venticinque anni, dopodiché potrà decidere di lasciarlo a chi desidera.»
«E se le capitasse qualcosa prima?»
«Non so esattamente, ma forse tornerebbe a Villa Hyuga.»
«Davvero?» Tokuma si alzò e iniziò a camminare.
«Ti stai facendo inutili illusioni! Tua cugina gode di perfetta salute. Non credo che si ammalerà e morirà soltanto per evitare di sposarsi con te. Smettila di fantasticare e rifletti sul da farsi.»
Il figlio si fermò e lo fissò con espressione enigmatica, poi scrollò le spalle, come per scacciare un’idea. «Avete ragione, papà. Non vi preoccupate, ce la farò.»
 
Ormai tutto era predisposto per il trasferimento a Konoha. La nuova casa, nei pressi della Grande Piazza, era pronta a riceverli e alcuni domestici vi si erano già stabiliti. Anche l’elegante guardaroba delle due signore era in attesa di essere riposto nei bauli. Mancava soltanto Naruto. Alcuni impegni lo avevano trattenuto al Villaggio della Nebbia, ma doveva arrivare da un momento all’altro. Quando infine comparve, colse tutti di sorpresa. Hinata era uscita con Sen e lo trovò in attesa alle scuderie. Dimenticò la tensione che aveva segnato la sua partenza e gli rivolse un sorriso radioso.
«Vi diverte presentarvi all’improvviso» commentò allegramente mentre la aiutava a smontare da cavallo. «Avete già visto vostra madre?»
«Non ancora» rispose lui sorridendo. «Ho chiesto al vetturino di procedere con la carrozza e ho percorso l’ultimo tratto di strada a cavallo, in modo da arrivare prima. Quando vi ho scortata dall’altra parte del fiume, ho deciso di venire qui a salutarvi. Andiamo a casa?»
L’atmosfera era amichevole e rilassata, ma Hinata era un po’ delusa. Aveva infatti fantasticato sul nuovo incontro con lui e non lo aveva previsto alle scuderie, con i capelli scompigliati e accaldata per lo sforzo e in vecchia tenuta da equitazione. Era molto lontana dalla nuova miss Hyuga con cui avrebbe voluto sorprenderlo!
Naruto, da parte sua, la stava invece apprezzando. Forse Kiba Inuzuka non si sbagliava del tutto: Hinata aveva un sorriso ammaliante e, nonostante la bassa statura e la corporatura snella, era dotata di un certo fascino. Gli piaceva con i capelli sciolti e le guance arrossate…l’abito era vecchio, ma le stava bene, forse perché era abituato a vederla in quel modo. Gli era mancata in quel periodo e spesso l’aveva immaginata a cavallo al suo fianco, vestita proprio così. Si era ricordato delle loro conversazioni, della gioia che dimostrava guardandosi attorno, della sua determinazione a stare al passo con lui, anche quando andava veloce…Si ritrovò a sperare che non rimanesse delusa dall’ambiente in cui si stava preparando a entrare. Non voleva neppure immaginare che quel sorriso di spegnesse, che lei ritornasse a essere la creatura infelice che aveva conosciuto in autunno…
Entrarono in casa, dove Mrs. Uzumaki li accolse con entusiasmo. Subito, però, Hinata si scusò e scomparve.
«Cosa pensi di Hina-chan?»
«Si capisce che è felice e questo la rende più bella. Non la trovo, però, molto cambiata.»
Sua madre lo guardò perplessa. «Davvero? Magari mi sbaglio. Vedremo.»
 
La cena venne servita tardi, dopo che furono messi a punto i preparativi per la partenza, prevista per il mattino successivo. Naruto aspettava in fondo alle scale quando Hinata comparve. In un primo momento non riconobbe neppure quella figura slanciata che scendeva i gradini con tanta grazia, sorreggendo con una mano lo strascico dell’abito di seta argentata. Arrivò in fondo alle scale prima che Naruto riuscisse ad aprire bocca.
«Hinata!» esclamò.
«Vi piace il mio nuovo vestito? Era il vostro regalo di Natale, ricordate?»
Balbettando come un ragazzino, rispose: «Certo che me lo ricordo…Vi sta…vi sta molto bene».
Lei lo guardò di traverso. «Non mi sembrate convinto.»
«Si vi assicuro! Ero soltanto stupito. Vi siete trasformata.»
«Lo spero. Ma ho ancora l’impressione che non vi piaccia. Non era questo l’effetto che desideravate ottenere?» Hinata cominciava a sentirsi a disagio.
«E’ molto elegante, ma…non mi sembra adatto a voi. Oh, scusate non intendevo questo…» si interruppe confuso.
Proprio quando lei cominciava ad avere voglia di sferrargli un poco elegante ceffone, sopraggiunse Mrs. Uzumaki. «Che strano» commentò. «Mio figlio è sempre stato famoso per le buone maniere, ma cosa succede questa sera?»
Naruto le rivolse un sorriso di scuse. «Avete ragione, madre. Perdonatemi Hinata, ma non mi aspettavo una simile trasformazione. Siete magnifica. Ho già capito che avrò difficoltà a tenere a freno i corteggiatori.» Poi, accennando un inchino, le invitò: «Andiamo a cena, signore?».
Sua madre notò con piacere che, nonostante gli sguardi insistenti di Naruto, Hinata non si lasciava mettere in imbarazzo. I suoi modi e la sua conversazione erano impeccabili e, se mai si era domandata se fosse davvero adatta a diventare la moglie di suo figlio, ogni dubbio svanì quella sera.
Lo stesso Naruto ritrovò il buonumore e la voglia di scherzare e la sala da pranzo risuonò di battute e risate. Parlarono dei loro programmi a Konoha. Avevano già fissato il calendario dei ricevimenti e delle principali occasioni mondane, ma Mrs. Uzumaki desiderava presentarla anche ad altri conoscenti.
«Mi viene giusto in mente» annunciò Naruto, «che ho incontrato Kiba sulla strada per il ritorno. Non vede l’ora di ballare con voi!»
«Il caro Kiba è in testa all’elenco» lo rassicurò la madre. «Alle feste è insostituibile. Gli piace ballare ed è simpatico a tutti.»
«Finchè non scappa con la moglie di qualche ambasciatore» aggiunse caustico Naruto subito dopo.
 
Più tardi, una volta che Hinata fu andata a letto, Mrs. Uzumaki rimproverò il figlio.
«Si è impegnata tanto per il migliorare il suo aspetto e si è dispiaciuta notando che non dimostravi alcun entusiasmo. Devo ammettere che hai lasciato perplessa anche me.»
«Non so come spiegarvi, madre. Adesso è diventata una giovane alla moda che susciterà una certa ammirazione.»
Sua madre lo corresse: «Una grande ammirazione».
«Si ma non è Hinata. La ragazza che ho visto oggi pomeriggio alle scuderie era per me più interessante della signorina elegante seduta a cena.»
Lei tacque un istante, poi chiese: «Naruto, a che scopo l’hai portata via da suo zio?».
«Volevo… salvarla dall’infelicità, come avevo promesso a Neji.»
«Non sposarla tu stesso, immagino?»
«No, per carità.»
«E allora di che ti preoccupi? Non è necessario che piaccia a te. La signorina di stasera ha più possibilità di trovare un buon partito, che non la ragazza scompigliata e accaldata di oggi pomeriggio. Il nostro compito è quello di prepararla il meglio possibile, presentarla alle persone adatte e poi stare attenti che scelga un marito adeguato al suo rango. Avrai così assolto degnamente le tue mansioni.»
Gli lanciò un occhiata. Naruto teneva gli occhi bassi sul bicchiere di vino, non troppo soddisfatto di queste prospettive. Non entusiasmavano neanche lei, ma pensò sorridendo che forse gli obblighi di suo figlio verso Hinata Hyuga non si sarebbero conclusi alla fine dell’estate.
 
Fine capitolo dieci.
 
 
Salve a tutti!
Ecco il nuovo capitolo che tutti aspettavano. Scusate il ritardo, ma a causa dei terribili “Esami universitari” ho dovuto ritardare un po’.
Spero che via sia piaciuto questo capitolo. Forse vi ha sorpreso un po’. O addirittura delusi. Ma il momento NaruHina non era ancora arrivato. Naruto sempre più geloso. Hinata sempre più bella e più attratta dal Naruto gentiluomo. Ma la domanda è perché?
Nel prossimo capitolo li vedremo finalmente nella, tanto nominata, Konoha. Cosa succederà?
Spero di suscitarvi un po’ di interesse.
 
Passiamo ai ringraziamenti.
 
Grazie a tutti. Sul serio. A chi ha solamente letto la storia, a chi l’abbia messa nelle preferite, a chi nelle seguite, a chi nelle ricordate.
 
A chi ha commentato:
 
A ery98sole: Grazie Erica per la recensione. Mi fa piacere che ti sia piaciuta la parte del maestro Ichiyo e di aver complimentato la mia FF. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Grazie ancora. Un abbraccio forte **
 
A alegargano1:ahhahahahah come sempre i tuoi commenti mi fanno morire dal ridere, mi piacciono un sacco :°D. Spero di non averti deluso con la scena finale del bacio. Non volevo renderla troppo “prevedibile” diciamo. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Voglio leggere un tuo commento. Ahhaha Un bacio.
 
A Baby_Doll_: Ciaoo, mi fa piacere che hai paragonato Hinata della mia storia  a quella dell’anime, avevo paura che mi stavo allontanando troppo dalla realtà. Grazie. (Si forse un po’ più aggressiva ed esuberante, ma sempre dolce e amorevole **). Con questo spero che il capitolo ti sia piaciuto. ** Baci.
 
A naruhinafra: ahhahaha Mi dispiace che ti abbia fatto logorare questo capitolo. Spero che questo ti dia un anticipazione a come sarà la loro vita a Konoha anche se sì, forse è po’ difficile a immaginarla. Ormai mi piace fare cose inaspettate :°D. Bacetti.
 
A Fleur92: Mia dolce Fleur!!!!! Che bello risentirti! Credevo che mi avevi dimenticata T__T . ahahah mi ha fatto piacere leggere un tuo commento positivo sul capitolo! Spero che anche questo ti sia piaciuto. Si i due sono completamente diversi. Ma forse è la cosa che mi piace di più della coppia. Naruto è un cretino (e visto che sono io che lo descrivo così, lo rende ancora più cretino ò.ò !) ma deve soffrire un po’, quindi che sia così! *perdona lo sclero*. D: Hinata, invece, sta migliorando sia caratterialmente che fisicamente e spero che si sia notato e ti sia piaciuta come l’ho descritta. >.<  Spero di sentirti presto. Un bacio!
 
A Luna98: Ciao! Diciamo che non si odiano. Il loro è un rapporto amore\odio. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio xD
 
A _Naru_Hina_: ahahahhahahahaha Mi fa piacere che ti ha fatto sclerare non poco i scorsi capitoli. Spero che questo capitolo non ti abbia uccisa completamente, ahahahha! Go Kushina go!! Hahaha Ormai è diventata la personificazione del NaruHina all’interno della storia e la cosa mi piace così! Spero di leggere al più presto un tuo commento! Un abbraccio! **
 
A Dolcemente Complicata: E come sempre c’è il tuo super, mega, enorme commento che mi fa sbrilluccicare gli occhi **. Spero che sia entrata all’università!!! Anche io quando stavo al liceo volevo intraprendere per quella via. Alla fine cambio sempre tutto, e ho fatto lingue, diciamo una scelta “affine” ò_ò ok, sono strana :°D .
Si sulla descrizione di Mr. Ichiyo non mi sono soffermata tanto, anche perché volevo che chiunque potesse avere un immagine di lui più comoda e più divertente che la mente potesse offrire. Mi fa piacere che mi hai raccontato come lo avevi immaginato, io tipo lo avevo immaginato piuttosto ridicolo. Spero che abbia dato questa impressione. Naruto con i piedi volanti ha fatto una sua gran bella figura! Ahahha E Si il bacio. Non credo che tu te lo sia aspettata così. Forse ti ho delusa un po’, ma non potevo far nascere l’amore di Naruto con un solo ballo. Eh no ù_ù . Come Kushina direbbe, Crediamoci ancora! Ma chissà… forse no. Ops ho detto troppo. *mi cucio la bocca*. Un bacio, un abbraccio e tutto quello che vuoi ahhahaha Smack!
 
A Vaius: Che alla fine, per fortuna, hai commentato, bene. Si Naruto ovviamente non lo dirà mai ma è geloso. Tanto. Eh già Kiba unico uomo che non ha bisogno di occhiali per accorgersi di certe protuberanze ù_ù -Shhhh non lo diciamo in giro- . Mh incredibile sui parenti c’hai beccato! Oddio per altre cose spero che non ti abbiano lasciato tanto sbalordito. Ahahha. Aspetto un tuo commento, un bacio!! :°D
 
E questo è tutto.
 
Spero di sentirvi tutti.
Farò il mio meglio di continuare il prima possibile.
Ma commentateee :°D!!!
Un Bacio Forte a tutti.
 
La vostra Bea.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 

Capitolo 11


Il viaggio per Konoha si svolse senza intoppi e dopo tre sole settimane in città, Hinata ebbe l’impressione di avervi trascorso la vita intera. Si adattò senza problemi ai nuovi orari, alzandosi tardi al mattino e andando a dormire a notte fonda, e nel giro di breve tempo imparò a conoscere i negozi più eleganti e le sale da tè più alla moda. E la capitale si abituò altrettanto in fretta a vedere miss Hyuga a ricevimenti e concerti.
Nei salotti erano tutti d’accordo nel ritenerla un po’ al di fuori della media, non aveva splendidi occhi blu e i suoi capelli non erano né biondi né castani, ma di una rara sfumatura corvina.
Non si impegnava troppo a piacere, ma si comportava con naturalezza. La cosa sorprendente, però, era la popolarità di cui godeva. Infatti, la sua figura snella che si muoveva con grazia nei saloni suscitava una notevole ammirazione e il suo sorriso radioso rimaneva nel cuori di molti giovani uomini, colpiti anche dalla scoperta che spesso preferiva ascoltare conversazioni interessanti, invece di vacui complimenti.
E quando gli Akimichi giunsero in città, Hinata Hyuga era ormai sulla strada del successo che tanto desiderava. Anche Naruto, col passare del tempo, si era abituato ad apprezzarla in quella nuova versione. La mesta istitutrice incontrata a Villa Hyuga era sparita per sempre, sostituita da un’elegante giovane dalle maniere squisite, che danzava con leggerezza e allegria, aprendosi con un sorriso la strada nel cuore della buona società.
Era affascinato dalla trasformazione, ma, stranamente, gli capitava a volte di rimpiangere la bisbetica del tempo.
Memore delle proprie responsabilità, la teneva sempre d’occhio, ma stava attento a non mostrarsi troppo presente. Doveva essere chiaro a tutti che si trattava di una protetta di sua madre e no di una possibile futura sposa. Su questo punto non aveva affatto cambiato idea: ora provava simpatia per Hinata, ma continuava a considerarla prive di qualità che lo attiravano in una donna. Sapeva che la vita con lei sarebbe stata difficile: tanto per cominciare, era troppo propensa a litigare. Lui, invece, era ancora alla ricerca della moglie che aveva sempre immaginato al proprio fianco: dolce, paziente, capace di suscitare effetto, ma non sconvolgenti passioni.
Un’altra nuova arrivata sembrava corrispondere meglio ai suoi ideali: Hinaka Hyuga, la cugina di Hinata. Con i suoi occhi blu, i lineamenti delicati e la deliziosa aria remissiva, lo aveva già affascinato a Villa Hyuga. E, per una serie di circostanze, a Konoha si ritrovò spesso in sua compagnia.
 
Ko Hyuga e famiglia erano arrivati poco dopo gli Uzumaki.
All’inizio, i loro cammini non si incrociavano quasi mai, poiché frequentavano circoli diversi. Ma, nel giro di breve tempo, la buona società si divise in due campi, ognuno dei quali sosteneva che il grande successo della Stagione sarebbe stata una delle due miss Hyuga. Per il gruppo più ristretto e raffinato, la debuttante dotata del maggior fascino era Hinata, e non importava se la sua bellezza non era convenzionale. Gli altri invece, pur trovando Hinata una donna interessante, dichiaravano che a Konoha si era visto di rado una creatura incantevole coma la deliziosa Hinaka. La rivalità tra le fazioni crebbe e le padrone di casa, ansiose di rendere sempre più stimolanti i loro ricevimenti, facevano a gara per assicurarsi la presenza delle due cugine.
Hinata fu quindi costretta a vedere i suoi parenti molto più spesso di quanto avrebbe desiderato. Cercare di evitarli, infatti, avrebbe suscitato chiacchiere e pettegolezzi che lei non desiderava affatto. Già nei salotti ci si domandava come mai non fosse Ko Hyuga ad accompagnarla. Così si sforzò di mostrarsi cortese, si intrattenne in chiacchiere con Hinaka, ballò con Tokuma e finse di ascoltare con interesse lo zio e la zia. E naturalmente anche Naruto entrò spesso in contatto con loro.
Tokuma era felice: il destino e la società gli stavano offrendo un’occasione d’oro in cui non aveva neppure sperato. Si premurò quindi di accompagnare sua sorella a tutte le feste dove fosse prevedibile incontrare Hinata, affrettandosi a invitarla a ballare prima di tutti gli altri. E, mentre danzavano, faceva il possibile per riparare i danni prodotti in precedenza.
All’inizio, lei riusciva a raggelarlo ogni volta che toccava argomenti troppo personali, ma Tokuma imparò in fretta a suscitare il suo interesse fornendole brandelli di informazioni sulle persone che conosceva alla tenuta. Era sempre stato piuttosto bravo a recitare e i racconti su come si impegnava a difendere i diritti dei dipendenti erano abbastanza convincenti. Dopo circa un mese ebbe l’impressione di aver fatto qualche passo avanti e di aver suscitato in Hinata una certa simpatia.
In questa complessa situazione fece la sua comparsa trionfale Lady Akimichi, bella, viziata e in cerca di distrazioni.
Si presentò a metà serata all’affollato ballo degli Aburame, uno dei più prestigiosi della Stagione. Ino si fece strada lentamente tra gli ospiti, agitando con gesti languidi il ventaglio e con l’aria di godersi la scena. Invece cercava un volto tra gli altri, e infine lo scorse: Naruto Uzumaki stava ballando.
Si voltò verso la sia vecchia amica Sakura Haruno, una delle pettegole più accanite di Konoha. «Chi è quella bella ragazza minuta?» le chiese.
«Quella insieme a Lord Uzumaki? Mia cara, è una delle stelle del momento, miss Hinata Hyuga. È affascinate, vero? Alcuni la considerano la più bella, ma io preferisco sua cugina.»
Lei lasciò cadere il ventaglio. «Cosa? Hinata Hyuga! Non ci posso credere. Sta a casa loro?»
«Si, Mrs. Uzumaki si occupa del suo debutto. In apparenza non ci sono legami particolari con il figlio, però ci si chiede…»
Ino guardò la coppia, che rideva e conversava allegramente. «Sciocchezze» rispose secca. «E’ la sorella di un suo caro amico, ucciso in battaglia. Naruto gli aveva promesso di prendersi cura di lei, tutto qui.»
«Non credo sia tutto. Perché non sono i suoi parenti a prendersi cura di miss Hyuga? Forse Lord Uzumaki prova un interesse personale.»
«Sakura, quella donna non è il suo tipo!»
«In effetti sembra più colpito da sua cugina» ammise lei a malincuore.
«Quale cugina?»
Sakura Haruno sorrise, compiaciuta per l’irritazione di Ino.
«Quella che vi dicevo. Si chiama Hinaka Hyuga. Una meraviglia! Le due sono l’opposto: una è alta mentre l’altra è minuscola. In realtà l’altra miss Hyuga assomiglia a voi, com’eravate anni fa, quando lo avete conosciuto. Potreste quasi essere madre e figlia!»
«Non siete molto brava in matematica» ribattè Ino. «Tra me e quella marmocchia ci saranno sette o otto anni di differenza. Comunque io non sono invecchiata. Me lo dicono tutti.»
«Ma certo. Comunque forse è meglio che vi teniate alla larga da miss Hinaka, è sempre meglio evitare certi tipi di paragoni, no?»
«Non capisco di cosa stiate parlando. Scusate, ma il ballo è terminato e mi voglio congratulare con Hinata Hyuga per il suo debutto.»
Mentre si allontanava, Sakura Haruno rimase a fissarla con un sorrisetto ironico.
Avrebbe scommesso qualunque cifra che la sua attenzione non era affatto rivolta a Hinata Hyuga, ma al fascinoso Naruto Uzumaki che le stava a fianco.
«Miss Hyuga!» la chiamò Ino. «Vi ricordate di me?» Poi si voltò ed esclamò: «Oh, Naruto! Che sorpresa! Vi occupate ancora di Hinata, a quanto vedo. Vi dimenticherete infine il dovere e inizierete a divertirvi come tutti gli altri?» concluse con un sorriso malizioso.
«Ino! Quando siete arrivata a Konoha?»
Si unì a loro mentre si avviavano verso la sala da pranzo. «Ieri sera. Un viaggio terribile
«Eppure siete più bella che mai.»
«Non dite così, sono esausta!» rispose compiaciuta.
Hinata era infastidita dall’evidente finzione. Era chiaro che Ino aveva cercato Naruto fin da quando aveva messo piede nella sala. Le sue perfide insinuazioni, inoltre, non le erano sfuggite. Rifiutando di lasciarsi escludere, le chiese: «Arrivate dal Paese della Sabbia?»
«Come? Oh, si. Siamo partiti in ritardo, così abbiamo dovuto viaggiare per quattro giorni di fila.» poi accarezzo Naruto con lo sguardo languido che l’aveva resa celebre. «Avrei desiderato arrivare molto prima» gli dichiarò in tono suadente.
Hinata non si lasciò scoraggiare. «Lord Akimichi è qui con voi?»
«No è rimasto a casa a riposare.» si avvertiva nel suo tono una certa irritazione. «Ma voi sapete come sono, Naruto. Morivo dalla voglia di avere un po’ di compagnia. Il Paese della Sabbia è un vero deserto. Tuttavia qui non conosco quasi nessuno. Mi sento sola.»
«Allora perché non rimanete con noi a cena?» propose Naruto e Hinata lo fissò incredula. Durante il loro breve tragitto, almeno una dozzina di persone aveva salutato cordialmente Ino. Che faccia tosta
A lamentarsi di non conoscere nessuno!
Sospirò. Aveva tanto desiderato cenare sola con lui. Trascorrevano poco tempo insieme e, sebbene si ricordasse delle molte occasioni in cui la aveva fatta innervosire, non aveva ancora trovato nessuno con cui si sentisse più a suo agio. Per quanto si sforzasse di evitarlo, il volto di Naruto era il primo che cercava, la sua voce la prima che desiderava udire.
E adesso la piacevole prospettiva di una cena a tu per tu veniva guastata da questo…relitto del passato! Era sicura che Ino Yamanaka avrebbe fatto di tutto per relegarla in un angolino e conversare da sola con la sua vecchia fiamma. Lei, però, non aveva nessuna intenzione di permetterlo. Non si poteva liberare di lei, ma forse poteva allargare il gruppo dei commensali, invitando ospiti sgraditi alla signora. Lo erano anche a lei, ma quando si è in guerra… Tokuma Hyuga passava nei paraggi con la sorellina a braccetto.
«Tokuma, Hinaka, perché non vi sedete al nostro tavolo?» li chiamò.
Tokuma faticò a credere alle proprie orecchie, ma non esitò ad accettare. «Con grande piacere» rispose avvicinandosi. «Buona sera Hina-chan. Lord Uzumaki.» Poi rivolse a Ino un educato cenno del capo.
«Lady Akimichi, vi presento i miei cugini, Hinaka e Tokuma Hyuga.»
Concluse le presentazioni, Hinata ignorò lo sguardo severo di Naruto. La situazione, per quanto spiacevole, si preannunciava interessante. Naruto non sopportava Tokuma, ma provava un’evidente attrazione per sua sorella. E adesso, vedendola seduta accanto a Ino, ne capiva il perché: la ragazza sembrava il suo ritratto a diciassette anni. Anche adesso si assomigliavano molto, ma Hinaka era fresca come una rosa sul punto di sbocciare, mentre Lady Akimichi, pur essendo molto bella, iniziava ad avere bisogno di qualche trucco e artificio. Il paragone era spietato.
La conversazione fluiva, nonostante le tensioni sotterranee, Ino faceva di tutto per assicurarsi l’attenzione di Naruto, ma non sempre con successo: l’innata gentilezza di lui, infatti, non gli permetteva di escludere gli altri commensali. E quando Naruto si intratteneva a discorrere con Hinaka o Hinata Hyuga, Ino si rivolgeva subito a Tokuma, che era comunque un bell’uomo e che era ovviamente lusingato da quelle inaspettate attenzioni, dal momento che Lady Akimichi apparteneva alla migliore aristocrazia. Hinaka Hyuga contribuiva ben poco e si limitava ad alzare uno sguardo timido e arrossire ogni volta che Naruto le rivolgeva la parola. Hinata, da parte sua, era piuttosto infastidita.
Com’era possibile? Quella ragazza non pronunciava mai una frase che valesse la pena di essere ascoltata, ma Naruto la guardava con un’espressione rapita che non gli aveva mai visto prima. Proprio quando cominciava a pentirsi di avere invitato i suoi cugini, ci fu un arrivo imprevisto.
«Naruto! Finalmente ti ho trovato, e anche voi, miss Hyuga.»
Era Kiba Inuzuka. «Noto che avete un posto libero a tavola. Lo stavate riservando per me?» Sorrise al resto della compagnia, amabile e seducente.
Le tre signore furono felici di accogliere un ospite tanto affascinate. Dopo le necessarie presentazioni, Kiba si sedette di fianco di Hinata. «Ho sentito parlare così tanto della meravigliosa miss Hyuga, che temevo non sarei riuscito mai ad avvicinarvi. Non avete dimenticato la promessa di concedermi un ballo, spero.»
«Certo che no» rispose affabile lei. «Siete stato il primo a incoraggiarmi e io non lo dimentico.»
«Splendido! In questo caso sarei felice di farvi da cavaliere.»
«Mi farebbe un immenso piacere ballare con voi, Lord Inuzuka» confermò lei, lanciando un’occhiata furtiva a Naruto. Questi pareva un po’ seccato, non con lei, ma con il suo amico.
«Naruto! Allora voi dovete ballare con me!» esclamò Lady Akimichi, poi si rivolse a Hinata. «Miss Hyuga, a quanto pare avete fatto grandi progressi: ballare non è facile. Nell’ultima lettera, mia madre mi raccontava che il povero monsieur Ichiyo era disperato.»
«Non posso negarlo, ma per fortuna poi ho trovato un insegnate di gran lunga migliore.» rispose lei con falsa modestia.
«E chi sarà mai?»
«Mrs. Uzumaki lo ha ingaggiato al momento giusto!» intervenne Kiba. «Aveva un curioso soprannome, qualcosa come piedi volanti…» aggiunse con un largo sorriso.
«Harada!» disse pronta Hinata. «Lo chiamavano piedi volanti Harada. Un’ottima persona. Ma, da quanto so, si è ritirato dall’insegnamento.»
Lord Inuzuka la guardò ridendo, pieno di ammirazione.
«Perché mai sono arrivato a Konoha così tardi? Siete ancora più simpatica di come vi descriveva vostro cugino!»
«Che cosa stanno dicendo, Naruto?» domandò confusa Ino.
«Non perdete tempo a cercare di capire. A Kiba piace intrattenere i commensali con battute senza senso e, a quanto vedo, ha contagiato Hinata» spiegò, indirizzando all’amico uno sguardo truce.
Dalla sala da ballo giunse la musica. Tokuma, considerando opportuno farsi notare, si alzò in piedi e ricordò a Hinata che gli aveva promesso il primo ballo dopo la cena. Naruto invitò Hinaka Hyuga e Kiba si avvicinò davanti a Lady Akimichi.
«Posso avere il piacere di ballare con una delle signore più affascinati di Konoha?» le chiese. Ino colse nel suo tono una punta di sgradita ironia, ma si sentì rassicurata quando la prese per mano e la condusse nel salone.
 
Tokuma si sentì incoraggiato dall’invito a cenare insieme, e mentre ballavano la lunga serie di danze, provò ad affrontare con Hinata più argomenti personali. Le parlò delle sue speranze per il futuro, spiegandole quanto la considerasse importante.
Lei lo ascoltava a malapena e, non appena la danza lo consentiva, spiava con la coda dell’occhio l’alta figura di Naruto. Il volto di lui, normalmente piuttosto serio, era addolcito da un lieve sorriso. Aveva l’impressione di vedere quel sorriso ormai da settimane, ogni qualvolta lui parlava o ballava con sua cugina Hinaka. Il cuore le prese a batterle all’impazzata. Naruto trattava quella ragazza come una delicata statua di porcellana. Era questo che desiderava? Un fragile gioiellino da proteggere? Intendeva domandare la mano di Hinaka Hyuga, aspettandosi una mogliettina sottomessa, disposta a lasciargli prendere tutte le decisioni senza mai protestare?  Oppure la vedeva soltanto come una sostituta, più giovane e più disponibile, di Ino Yamanaka?
Improvvisamente sentì un nodo stringere la gola. Ino non avrebbe mai reso felice Naruto, e neppure Hinaka. Quest’ultima era più giovane, ma altrettanto egoista, e, nonostante l’aria timida e remissiva, era determinata quanto la bella Lady Akimichi. Nessuna delle due considerava l’uomo come una possibile compagno, un amico, ma come un trofeo da conquistare con il sorriso e ricattare con le lacrime per ottenere tutto ciò che desideravano.
Eppure, con la donna giusta, Lord Uzumaki sarebbe stato un marito meraviglioso. Magari un po’ autoritario, e il suo autocontrollo gli impediva forse di innamorarsi perdutamente. Ma non esisteva nessun altro al mondo che lei, Hinata Hyuga, avrebbe preferito sposare…
Sentì mancare un palpito e si fermò all’improvviso. Sposare? Si era davvero innamorata di Naruto Uzumaki? Si! Si rese conto di averlo amato sin dal primo incontro, ma di non averlo mai ammesso nemmeno a se stessa a causa di un orgoglio che di rado riusciva a domare.
«Hina-chan, non state bene?»
Tornò subito in sé. Tokuma la stava fissando preoccupato. Le coppie di ballerini attorno a loro andarono in confusione.
«Scusatemi. No, sto benissimo. Vi prego, continuiamo.»
Per fortuna il ballo si concluse poco dopo e tornarono al loro tavolo. Tokuma, ancora inquieto, andò a prenderle un bicchiere d’acqua, mentre Naruto si sedeva al suo fianco.
«C’è qualcosa che non va?» si informò.
«No, niente.» Hinata si accorse che il suo tono era un po’ troppo distaccato, quasi secco, ma la recente rivelazione l’aveva sconvolta.
«State male?»
«No, non sto male» rispose ostentando un sorriso. «Devo avere sbagliato qualche passo e sono andata in totale confusione. Per fortuna non ballavo con voi, Naruto, vi sareste dimostrato meno comprensivo di Tokuma.» Lui fece per ribattere, ma lei alzò una mano per zittirlo. «Non preoccupatevi per me. E non intendo rinunciare al ballo con Lord Inuzuka.»
Naruto la fissò severo. «Questa storia non mi piace.»
La fragile Hinata, sempre nascosta da resto del mondo, ebbe voglia di scoppiare in lacrime e gridare: vi prego, non guardatemi così! Trattatemi come mia cugina Hinaka, con tenerezza, con trasporto. Prendetemi la mano con delicatezza, come se rischiasse di spezzarsi… Ditemi che mi volete bene…
E invece Hinata Hyuga rispose con freddezza: «Non siate noioso, Naruto. Kiba Inuzuka è un vostro caro amico e mi avete sempre detto che è un ottimo ballerino. Gli voglio dimostrare che sono all’altezza.»
«Non è questo che mi preoccupa…» ma non potè aggiungere altro. Tokuma Hyuga stava tornando con l’acqua e, allo stesso tempo, Kiba si avvicinò con Lady Akimichi, allegra e ridente.
Mentre si sedevano, Ino notò: «Il vostro insegnate non era poi tanto bravo, miss Hyuga. Bloccandovi così di colpo, avete scombinato la danza. Eppure era tanto semplice
«Hinata non si è sentita bene» si affrettò a difenderla Tokuma, ponendole una mano protettiva sulla spalla.
Naruto lo squadrò da capo a piedi e disse in tono gelido: «Hyuga, vostra sorella vi aspetta. L’ho accompagnata nel salotto dai vostri amici e le ho promesso che vi avrei cercato».
Tokuma non potè obbiettare nulla senza rischiare di mostrarsi scortese, quindi sorrise a Hinata, salutò gli altri e, controvoglia, se ne andò.
«Credo che Hinata abbia bisogno di una boccata di aria fresca» annunciò Naruto. «Scusateci. Saremo di ritorno tra un istante. Hinata?» Le tese la mano e lei, ancora confusa, la prese.
Attraversarono il salone e uscirono nel piccolo giardino sul retro della casa.
Qui Naruto si fermò e la guardò. «Immaginavo che ne aveste abbastanza di quel tizio.»
«Con tizio intendete Tokuma Hyuga? Purtroppo però è mio cugino e temo che le malelingue si darebbero molto da fare se non gli rivolgessi almeno qualche attenzione. Inoltre sono convinta che sia cambiato. Mi ha domandato scusa per il suo comportamento a Villa Hyuga.»
«Un lupo perde il pelo ma non il vizio. Ho già conosciuto gente simile, ed è meglio non fidarsi. Non trascorrete troppo tempo insieme a lui.»
«Mi farebbe piacere se la smetteste di impartirmi ordini, Naruto!» reagì lei. «Non ho bisogno del vostro permesso per parlare con un mio parente. Discorriamo quasi sempre di Villa Hyuga e delle persone che conosco laggiù.»
«Non pensate che sia un errore coltivare la nostalgia per quei luoghi? Ricordatevi che non vi appartengono più, a meno che non vi siate pentita della decisione di andare via.»
Il suo tono era freddo e indifferente, la mandarono in collera. «Ci posso tornare quando voglio! Me l’ha assicurato Tokuma» ribattè.
Naruto aggrottò la fronte. «Non siate stupida! Non resistereste. Finchè comanda Ko Hyuga, Villa Hyuga è l’ultimo posto dove vi conviene vivere.»
Un demone parve impadronirsi di Hinata. «Ma dopo? Se io tornassi a esserne padrona? Oso dire che potrei, se solo lo volessi.»
Era riuscita a sorprenderlo. «Intendete forse sposare Tokuma? Mi rifiuto di crederlo. Tutti i nostri sforzi sarebbero sprecati!»
Le speranze di Hinata si infransero. La considerava soltanto un lavoro sprecato.
Dalle finestre udirono la musica. «E’ meglio che rientriamo» propose stancamente. «Questa boccata d’aria fresca non ha fatto bene a nessuno dei due.»
Tornarono in silenzio in salone. Kiba Inuzuka prese al volo Hinata e insieme si lanciarono nel turbine della danza. Naruto rimase un po’ cupo a osservarli. Non era disposto a credere neanche per un secondo che avesse intenzione di tornare a Villa Hyuga! Lo aveva affermato soltanto per provocarlo. Che donna insopportabile!
«Naruto!» Ino era a poca distanza e batteva nervosamente la punta del piede a terra. Lui tornò in sé.
«Scusatemi, Ino! Volete ballare?»
 
Ino Yamanaka era in difficoltà. Non era molto abituata ad aspettare. Anzi, l’intera serata di stava rivelando molto meno gradevole del previsto. Era stato un duro colpo scoprire che il suo trono di regina di cuori era stato usurpato da una marmocchia di diciassette anni! Persino i suoi migliori amici non cessavano di dire meraviglie della giovane Hinaka, ed erano convinti di farle un complimento affermando che assomiglia a lei dieci anni prima.
E poi c’era la questione di Naruto, che si preoccupava tanto per l’altra miss Hyuga, la cugina del suo amico Neji. Rappresentava una seccatura per lui. Era chiaro che si trattava di una manovra di sua madre. Mrs. Uzumaki utilizzava quella ragazza come scudo per impedire a suo figlio di lasciarsi di nuovo coinvolgere dal suo amore giovanile. Ebbene, non sarebbe riuscita nei suoi intenti! Ino era determinata a riconquistarlo e ci sarebbe riuscita. L’unico vero ostacolo erano quelle due seccatrici: la sorella di Tokuma Hyuga, che le assomigliava tanto, e la cugina di Neji Hyuga, che era quasi sempre presente.
Quest’ordine di pensieri rese il suo tono di voce più duro di quanto le fosse abituale.
«E dov’è adesso miss Hinata Hyuga? Sta meglio, spero?» sbottò.
 
Fine capitolo undici.
 
 

Salve a tutti!!!!
Ecco un nuovo capitolo. Finalmente i gentiluomini e le gentildonne sono arrivati alla famosa Konoha. E sembrava finalmente che le cose stavano andando per il verso giusto, ma ecco che ci sono minacce in arrivo.
Cosa intenderà fare Ino? E Tokuma?
Naruto proverà ancora solo “simpatia”, per la dolce Hinata? O scoprirà qualcos’altro?
Lo scopriremo nella prossima puntata (LOL).
 
Dopo questo piccolo sclero, ringrazio tutti per aver letto il capitolo.
Ringrazio anche coloro che hanno messo la storia tra i preferiti, seguiti o ricordati ecc.
 
Passiamo ai commenti:
 
A Fleur92: Ciao ** Grazie per il commento e complimenti T__T! Mi fai commuovere! Spero che siano andati bene gli esami! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Hinata finalmente ha compreso i suoi sentimenti…Non si vedeva l’ora immagino. Ahhahahah Un bacio!!!
 
A Dolcemente Complicata: Ciaoooooooooooo ** grazie per il poe… Cioè Commento <3. Mi fa piacere che analizzi sempre la storia hahaha sembra che la vuoi capire a fondo e ciò mi fa un immenso piacere, giuro *__*.  Cosa nei dici dei sentimenti di Hinata!? Naruto, non è stupido e solo che ha il paraocchi! Ù_ù Ino sempre più odiosa. Brr mi fa venire i brividi come l’ho caratterizzata hahaha. Spero che ti sia piaciuto il capitolo. Aspetto un tuo commento. Un bacio grande.
 
A naruhinafra: Ciaoo Grazie per aver commentato ancora un volta.  Mi fa tanto piacere ** Spero che questo capitolo a Konoha ti sia piaciuto. Aspetto un commento bacione <3
 
A ery98sole: Ciaoo. Grazie per il commento!! Ahah Sono arrivati a Konoha è vero, ma la casa verrà sicuramente nel prossimo capitolo. Spero di descriverla quanto meglio posso ahhaa. Allora non posso dire troppo perché potrei fare spoiler, ma si, pensa in negativo è meglio. Tokuma=St***o. <3 hhaha spero che comunque il capitolo ti sia piaciuto.  Un bacio forte.
 
A Vaius: Ciaoo! Si diciamo che Tokuma, non ha una grande intelligenza e che Kiba ha una buona vista. Non ti posso dire niente, se no faccio spoiler ahahhaha Spero che la “dichiarazione mentale” di Hinata ti sia piaciuta. Aahha Vedtemo nel prossimo capitolo! Un bacio.
 
A alegargano1: ahahhaha come sempre mi fai morire. Il martello…pffhahahah. UNICO. Spero che l’arrivo a Konoha non abbia deluso le tue aspettative. Spero che il capitolo ti sia piaciuto a finale ahhaha. Hinata Sempre nei nostri cuori! <3
 
A _Naru_Hina_: Ciaooo, grazie per il commento **. Si hai ragione a tenere il broncio. Naruto non ci fa mai capire niente, eh! Sia nella mia storia, sia nella realtà! Baka! Ù_ù Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! T__T <3 Un abbraccio!
 
A Luna98: Ahahhaha Ciao! Grazie per i complimenti e soprattutto per aver commentato lo scorso capitolo. Mi fa piacere che ti piaccia tanto la storia. Ci sto mettendo un sacco di tempo quest’ultimi. Quindi perdona il mio ritardo T_T. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione. 

Perdonatemi per il ritardo.  In questi giorni ho riniziato università, quindi scrivere sempre mi risulta quasi impossibile. Spero che la storia sia piaciuta, e non abbia deluso i vostri cuori. :°D
Visto che poi siamo quasi giunti alla fine spero che vi piacciano... ** 

Spero di riuscire a mettere un nuovo capitolo al più presto possibile. 
Un bacio a tutti.
La vostra Bea. 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 



Capitolo 12
 
 
Hinata era una bisbetica, pensò Naruto. Un’autentica arpia, ma comunque diversa dalla giovane esasperata che aveva incontrato in ottobre vicino al templio, una ragazza che aveva perso tutto ciò che amava e si difendeva attaccando il mondo intero… Ebbe un sussulto al cuore. E se Hinata parlava sul serio? Se davvero prendeva in considerazione l’idea si spostare Tokuma Hyuga, pur di tornare a Villa Hyuga? No, non poteva succedere! Occorreva escogitare un sistema per impedirglielo.
«E allora? Siete riuscito a liberarvi di lei?» insistette Ino.
«Sta ballando con Kiba Inuzuka» le rispose con freddezza.
«Andiamo anche noi?»
Il tono impaziente lo aveva offeso. Lei respirò profondamente e cercò di controllarsi. Il Naruto di dieci anni prima si sarebbe profuso in scuse e spiegazioni, cercando di riportarle il sorriso sulle labbra. Ora era diventato un uomo maturo ed esperto del mondo, più difficile da trattare, ma anche più interessante. Tuttavia, una sala da ballo affollata non era il posto adatto per affrontare questioni personali.
«Naruto, non ho voglia di ballare. Abbiamo avuto così poco tempo per parlare. Accompagnereste anche me nel giardino a prendere una boccata d’aria?» Gli rivolse un sorriso dolce e triste. Gli splendidi occhi blu sembravano un po’ velati.
«Certo.» Naruto era perplesso, ma uscì lo stesso insieme a lei.
«Perdonatemi per la mia insistenza» disse Ino in tono soave, «ma ho sognato tanto spesso di incontrarvi ancora. Quando ho saputo che sareste venuto a Villa Uzumaki per Natale, ho fatto di tutto per esserci anch’io, anche se a mio marito non piace viaggiare. E appena ci siamo rivisti ho avuto l’impressione di tornare ai vecchi tempi. Voi no?»
«Non proprio. Allora ci davamo convegno in segreto» rispose secco.
«Si, era così romantico! Oh, quelle giornate estive! Ci amavamo tanto… Non vi ho mai dimenticato, Naruto. Quando siete partito con l’esercito, mi sono molto rattristata. Poi ho sentito parlare della vostra brillante carriera, oltre dei balli che frequentavate in tutto il paese. Avrei tanto desiderato essere insieme a voi. Molte altre donne vi hanno rapito il cuore?»
«Non ricordo, è passato tanto tempo e rammento meglio le battaglie. Comunque vi siete consolata in fretta. Non avete sposato Akimichi quello stesso anno?»
«Vi prego, non parliamo di lui! Vorrei non averlo mai incontrato!» ribatté stizzita.
Naruto fece un passo indietro per osservarla meglio, notando l’abito di seta pregiata, la collana di diamanti e il prezioso diadema. «Eppure vi ha fatto bene, mi sembra» commentò con un certo cinismo.
«E’ noioso! Naruto, vi prego, non siate scortese. Avete dimenticato il nostro amore? Non credo. Ho visto come guardate Hinaka Hyuga, come se vedeste me a quei tempi. Non è vero? Tutti dicono che siamo tanto simili.»
«E’ vero, vi assomiglia.»
«Ditemi che non sbaglio, che non vedete lei, ma me. Perché dovreste accontentarvi di una volgare imitazione?» Si avvicinò a lui. «Io sono qui, sono reale! E adesso ho molto più da offrire…» Naruto taceva e Ino continuò: «Non potete avere dimenticato quanto mi amavate!»
Lui esitò un istante, poi rispose: «Ormai è passato molto tempo e siamo cambiati entrambi».
«Non sono poi tanti anni e non vi permetto di affermare che siamo cambiati. Non potremmo almeno tornare amici?» Emise un sospirò. «Mi sento tanto sola. Il matrimonio e stato un triste errore. E io non sono forte e indipendente come quella che vi è stata affidata. Hinata Hyuga. Ho bisogno di protezione, di amore.»
Si avvicinò ancora di più e gli posò le piccole mani sul petto. Era bella come sempre, nonostante le lacrime.
All’improvviso Naruto rievocò l’immagine di Hinata in disparte, che respingeva con orgoglio ogni aiuto. Ricordò il tono distaccato che adottava per esprimere ciò che le stava a cuore, rifiutando di mettere in mostra le proprie emozioni. E ora, guardando Ino, si accorse con sorpresa di non provare nulla, se non un lieve disgusto. Fece un passo indietro e dichiarò con la maggior cortesia possibile: «Non credo di essere la persona adatta a voi. E Hinata non è forte come credete, le occorre aiuto più di voi, ha bisogno di me. Non ha un marito che difenda i suoi interessi.»
Ino lo fissò incredula. La stava rifiutando! Smise di piangere e le sue gote di arrossarono di collera. Inviperita, ribattè: «Ha bisogno di voi! Certo che non ha trovato marito, chi sposerebbe quel manico di scopa? Ma so bene che Lord Uzumaki è un gentiluomo, troppo nobile per intrattenere una relazione con una signora sposata. Mio Dio! Siete sempre stato così moralista! Mi domando come facessi a sopportarvi. Ma ormai è finita. Sposate la miss Hyuga che desiderate. Quella leziosetta, se vi pare tanto innocente. Ma sono convinta che finirete insieme alla ragazzona sgraziata, come si augura vostra madre! E buona fortuna da parte mia!».
Corse alla porta per rientrare nella sala, ma sostò un istante per ripulirsi il volto delle tracce delle lacrime. Poi impugnò il ventaglio e, sorridendo a destra e a manca, si fece strada tra gli ospiti. Il suo fascino era intatto.
Vedendola allontanarsi, Naruto provò soltanto sollievo. Il sogno giovanile si era infranto e, per la prima volta, vide Ino con gli occhi di sua madre, meravigliandosi di quanto fosse stato cieco fino a quel momento. Poi portò il pensiero a Hinata e tornò nel salone. Stava ballando insieme a Kiba.
Che cosa aveva osato dire Ino? Hinata non era un manico di scopa, una ragazzona sgraziata! Aveva il portamento di una regina. Senza quasi rendersene conto, avanzò di qualche passo tenendo gli occhi fissi sulla coppia. Lei rideva e faceva ridere a sua volta il suo cavaliere. Naruto cominciò a preoccuparsi, doveva metterla in guardia. Kiba era un’ottima persona, ma le donne facevano meglio a non fidarsi. Si era lasciato alle spalle una scia di cuori spezzati, anche se si trattava di signore esperte del mondo e non di ingenue debuttanti. Era anzi la prima volta che lo vedeva con una donna così giovane.
Gli tornò in mente il loro primo ballo a Villa Uzumaki. Hinata sembrava fluttuare tra le sue braccia. E alla fine l’aveva baciata…
No, così non poteva andare! Hinata era troppo ingenua per affrontare gli uomini. Prima Tokuma e adesso Kiba… potevano raccontarle qualunque frottola e lei ci avrebbe creduto. Tutto questo doveva finire! Neji gli aveva fatto promettere di prendersi cura di sua cugina, gli aveva persino domandato di sposarla. E se quello era l’unico sistema per metterla al sicuro, l’idea andava almeno presa in considerazione!
 
Il giorno seguente Hinata uscì per rendere visita ad alcuni amici e Naruto rimase solo a casa con sua madre. Un impegno preso in precedenza aveva impedito a Mrs. Uzumaki di partecipare al ricevimento del giorno prima e ora desiderava sapere tutto in proposito. Naruto si limitò a elencare i nomi degli ospiti, ma sua madre non era soddisfatta. «E cosa è successo per farti sentire così a disagio?»
Naruto tentò di negare l’evidenza, poi si soffermò a riflettere.
«E’ Hinata» rivelò infine. «Non sono sicuro che sia sempre assennata.»
Mrs. Uzmaki si fece seria. «Prova interesse per qualcuno?»
«E’ questo il problema! Kiba Inuzuka era tutto allegro e scherzoso e lei pareva affascinata. Hanno trascorso metà della serata a ridere insieme…E poi hanno ballato insieme. Spero che non voglia fare uno dei soliti giochini con lei.»
«Che sollievo! Mi avevi preoccupata. Ti puoi fidare di Kiba, Naruto. Sono sicura che Hinata non corre alcun rischio con lui.»
«Ma Hinata non conosce i suoi trucchi… Potrebbe soffrire!»
«Che altro c’è?» gli chiese ancora.
«Tokuma Hyuga fa di tutto per convincerla che è cambiato e per lei pare quasi disposta a crederlo.»
«Questa sì che è una questione grave. Hinata, però, è troppo intelligente per cadere nella sua trappola.»
«Direi anch’io. Lui però cerca di allettarla parlandole di Villa Hyuga e Hinata, naturalmente, è più che disposta ad ascoltarlo. Era tanto affezionata a quei luoghi. Sapete se soffre ancora per questa sua lontananza forzata?»
«Non ne parla mai.»
«Ciò non significa nulla. Nasconde sempre i suoi sentimenti più profondi» notò cupo Naruto.
«Magari invece si diverte troppo per pensarci.»
«Suo cugino però la tenta in continuazione dicendole che può tornare quando vuole e, un giorno, diventare di nuovo la padrona di tutto! E se si lasciasse convincere?»
Anche sua madre coltivava qualche timore. «Non credo, ma in questo caso cosa potresti fare?»
«La dobbiamo fermare, madre! Mi sembrerebbe di tradire la promessa fatta a Neji se la lasciassi tornare a Villa Hyuga e sposare quel furbacchione.» iniziò a camminare avanti e indietro.
«Quanti problemi mi crea quella ragazza! Sarebbe tutto più facile se la sposassi io, come aveva domandato suo fratello. Eviteremo un sacco di complicazioni.»
«E perché non lo fai?»
«So che voi sareste contenta» notò Naruto con un sorrisino.
«E’ vero. Hinata mi piace e sono convinta che sarebbe per te una moglie perfetta. Non voglio però renderla infelice, e lo sarà se tu continuerai a correre dietro a Ino Yamanaka o a quella bambolina tanto simile a lei, la cugina di Hinata.»
Naruto rispose con decisione: «No, madre, non è questo il punto. Ino ormai appartiene al passato e, per quanto riguarda Hinaka, è tanto carina, ma dopo dieci minuti con lei comincio ad annoiarmi. Quando ero ancora nell’esercito avevo le idee chiare sulla sposa ideale per me. Ma, a dire la verità, non l’ho ancora trovata».
«Che peccato» commentò lei con aria soddisfatta.
«Torniamo a Hinata. A volte è ancora aggressiva con me, ma adesso l’apprezzo di più che in passato. Non credo che il matrimonio la placherebbe: continueremo comunque a litigare anche se di solito facciamo pace. Devo ammettere, però, che non è mai noiosa. Sì, credo che sposarla rappresenti la soluzione migliore. Le parlerò oggi stesso.»
«Presta attenzione, Naruto! Hinata non è una ragazza comune. Non si getterà ai piedi di gratitudine solo perché domandi la sua mano.»
«Non sono uno stupido, madre! Non mi aspetto certo una reazione simile da Hinata Hyuga. Ma, da quanto mi pare di capire, non ha ancora incontrato un altro pretendente e, tutto sommato, è assennata. Credo di piacerle almeno un po’ ed è molto affezionata a voi. Non temete, penso di essere in grado di convincerla.»
 
Qualche ora più tardi, mentre cavalcava nel parco, Tokuma Hyuga riconobbe Lady Akimichi nella sua elegante carrozza scoperta. Sempre contento di coltivare rapporti con la gente che conta, si avvicinò per salutarla. A Ino non dispiaceva mostrare ai curiosi che intratteneva una conversazione con un bel giovanotto. Si fermarono quindi a parlare per alcuni minuti.
Appena prima di accomiatarsi, gli disse in tono suadente:
«Felicitatevi da parte mia con vostra cugina, Mr. Hyuga.»
Tokuma rimase perplesso. «Temo di non capire, signora. Perché vi felicitate con lei?»
«Tradisco un segreto?»
«Vi prego, ditemi!»
«Ebbene, io e Lord Uzumaki siamo vecchi amici. Da qualche accenno che ho colto ieri sera, mi pare che abbia intenzione di domandare la sua mano. Era indeciso tra lei e vostra sorella, ma alla fine ha optato per lei. Interessante, vero? Spero che Hinaka non rimanga troppo delusa. Arrivederci, Mr. Hyuga.» E, soddisfatta di quella piccola meschinità, si allontanò. Non aveva idea di chi Naruto intendesse scegliere, ma almeno era riuscita a infrangere le speranze di Tokuma Hyuga.
 
Nel frattempo, Naruto accolse Hinata al suo ritorno a casa, e la invitò ad appartarsi con lui nello studio per parlare in privato. Aveva un tono serio e lei si domandò quale motivo avesse, quella volta, per rimproverarla. Corse in camera sua a rinfrescarsi, poi lo raggiunse, piuttosto nervosa.
«Sedetevi, Hinata» la invitò, si schiarì la voce. «Hinata, mi sbaglio o non avete ancora incontrato un uomo che faccia al caso vostro e che desideriate davvero sposare?»
Non era facile rispondere, pensò Hinata. Poteva forse dichiarargli che, come aveva scoperto la sera prima, lui era l’unico che riuscisse a immaginare come marito? No, non le pareva il caso. Dopo una breve esitazione, chiese: «Perché me lo domandate?».
«Vi prego, confidatevi. Se per caso vi piace Kiba Inuzuka, vi devo mettere in guardia.»
«Mi è simpatico, ma non lo prenderei mai in considerazione per il matrimonio.»
«Bene. E che dite di Tokuma Hyuga?»
«Tokuma Hyuga? Perché mai dovrei all’improvviso pensare di sposarlo?»
«Ieri sera avete accennato a questa possibilità» spiegò, lievemente offeso dal suo tono.
«Io? Non parlavo sul serio.» Poi, notando l’espressione perplessa di Naruto, aggiunse: «Certo che no! Dovreste conoscermi almeno un po’. Era solo una reazione al vostro atteggiamento autoritario. Non mi sposerei mai con lui!».
«Neppure per Villa Hyuga?» indagò, per fugare ogni dubbio.
Un’ombra le attraversò il volto, poi affermò con decisione: «Neppure per Villa Hyuga».
Lui perse la calma. «Intendete dire che mi avete fatto preoccupare per nulla? Che avete sostenuto di essere tentata di sposare Tokuma Hyuga per divertirvi
«Per favore, non adiratevi. Un po’ lo meritavate. Comunque non immaginavo che mi avreste creduta.»
«Siete la donna più irritante che abbia mai avuto la sfortuna di incontrare!» esclamò Naruto su tutte le furie. «E pensare che ho trascorso buona parte della notte in ansia per voi! Stavo persino per chiedervi di sposarmi!»
Hinata impallidì. «Chiedere a me…di sposare voi?»
«Già, maledizione!»
«E…adesso?» domandò senza fiato.
«Ormai non mi pare più necessario.»
«Necessario?» la sorpresa e la delusione le fecero quasi perdere i sensi. Ammutolì un istante, e poi proseguì: «Che termine curioso…». Alzò la voce a mano a mano che parlava. «Certo che non è necessario! Perché mai dovrebbe esserlo?»
«Vi volevo impedire di commettere un grave errore, per proteggervi, come ho promesso a Neji.»
«Proteggermi? Da che cosa?»
Naruto si sentiva spiazzato. La decisione di chiederla in sposa era nata quasi da uno spirito di sacrificio e ora che aveva scoperto che Hinata non correva rischi, avrebbe dovuto sentirsi sollevato. Invece non era così. Durante tutta la notte aveva fantasticato su come sarebbe stato diventare suo marito, condividere con lei ogni cosa… e adesso era stranamente deluso.
«Temevo che prendeste Kiba troppo sul serio.»
«E perchè non dovrei?»
«Cosa vi ha raccontato? Se per caso…»
«Non siate possessivo, Naruto! Come vi ho già spiegato, non provo un particolare interesse per lui, né lui per me. Era un caro amico di Neji, ed è l’unica cosa che conta.»
«Non sono possessivo! Perché mai dovrei esserlo?»
«Infatti!» ribattè secca. «E allora perchè vi preoccupate?»
«Perché mi sento responsabile per voi. E poi quando avete parlato a favore di Tokuma Hyuga…»
«Non è vero.»
«Così credevo! Quindi ho pensato che la soluzione migliore fosse quella di sposarvi io stesso. Forse non rientrava nei nostri piani, ma mi sembrava una buona idea.»
Hinata si alzò di scatto. «Ma che proposta nobile!» sbottò sarcastica. «Un simile sacrificio per proteggere me! Vedo però che ve la state cavando senza troppe difficoltà.» Era sempre più adirata. «Avete trovato una bella scappatoia e inoltre avete salvato anche la faccia. Infatti, se foste giunto al punto di chiedere la mia mano, mi sarei sentita costretta a rifiutare la generosa offerta.»
«E per quale ragione al mondo?» Naruto era sconcertato. «Non avete nessun’altro, a quanto affermate.»
«Se e quando mi sposerò, sarà perché troverò un uomo che mi ama. Non che intende tenere fede a una stupida, insensata promessa fatta a mio cugino!»
Offeso dal disprezzo contento in queste parole, rispose in tono glaciale: «Se non ricordo male, Hinata, non avete considerato stupide né insensate le mie azioni volte a liberarvi da vostro zio!».
Dopo una breve pausa, lei riuscì a rispondere: «No. Vi ero e sono tutt’ora grata per ciò che avete fatto. Ora però potete considerare assolti gli impegni presi con mio cugino. Vi siete già prodigato abbastanza.»
«No, non abbastanza. Neji non mi ha soltanto chiesto di prendermi cura di voi: mi ha domandato di sposarvi» rivelò infine.
Questa notizia parve a Hinata ancora più umiliante del resto.
«Che premuroso! Dopo avermi lasciata sola per anni con mio padre da curare e Villa Hyuga da gestire, ha infine delegato le sue responsabilità al comandate! Come se io fossi un burattino. Deve essere stato piuttosto imbarazzante per voi, sir. Posso chiedervi cosa avete risposto?»
«Ho promesso di prendermi cura di voi» riferì Naruto a disagio.
«Ma non di sposarmi, come è comprensibile.»
«Non vi avevo neppure mai vista!»
«E quando mi avete conosciuta? Sì, ricordo che avete scambiato mia cugina per me. Sembravate stregato.»
«Non ero stregato!»
«Che delusione dovete aver provato allorché invece sono comparsa io. Non mi stupisce che abbiate impiegato tanto tempo per giungere al punto dolente.»
«Credevo che fosse sufficiente mettervi al sicuro. Per questo mi sono rivolto ai vostri tutori e vi ho portata via da Villa Hyuga.»
«Poi vostra madre ha insistito affinchè mi accompagnaste a Konoha, vero? E voi eravate all’ultimo sacrificio. Che animo nobile! Vi ringrazio, ma faccio volentieri a meno della vostra vuota galanteria.»
Naruto non riuscì più a trattenersi. «Dio mio, Hinata! Siete davvero la bisbetica che pensavo. Vuota galanteria, dunque?» la trasse a sé e la baciò con forza. Lei si dimenò tra le sue braccia, ma lui rise dei suoi inutili sforzi di liberarsi e di nuovo la baciò, più a lungo. Hinata infine si abbandonò. Era sconvolta. Come aveva potuto pensare che Naruto fosse incapace di passione? Questi baci non avevano nulla a che vedere con quello che le aveva dato dopo il primo ballo. Non erano affatto fraterni e, sebbene lei continuasse a opporre resistenza, si sentiva travolta da un disperato bisogno di rispondere. La disciplina che si era imposta per tanti anni, rifiutando di mostrare le proprie emozioni, rischiava di svanire nell’incantesimo, di quel momento.
Per la prima volta in vita sua, Hinata si sentì sovrastata da desiderio.
Sempre tenendola per le spalle, Naruto la scostò da sé e rise di nuovo. «Visto? Mi sposerete!» annunciò soddisfatto.
Per qualche istante lei rimase immobile a fissarlo. Poi si lasciò vincere dalla vergogna e dalla rabbia, allungò un braccio e gli assestò uno schiaffo.
Lui le afferrò la mano, trattenendo a stento un imprecazione.
«Piccola arrogante!» esclamò. «Vi avevo già avvisata, non vi conviene picchiare un uomo quando è alterato.»
Hinata ribattè senza timore: «Che cosa dovrei fare? Sdraiarmi e lasciarmi violentare?»
«Violentare! Hinata!»
«Lasciatemi andare. Non sposerò né voi né mio cugino. Siete uguali: due animali!»
Naruto fece un passo indietro e la guardò sconvolto. Era bianco in volto, fatta eccezione per il segno rosso lasciato dallo schiaffo. «Come avete potuto credere…? Eppure…Ma forse era naturale…» Si voltò e andò alla finestra. «Vi domando perdono per quanto è appena successo, Hinata» disse volgendole la schiena. «Non so perché l’ho fatto… Non pensavo…»
Hinata lo guardò. Non doveva abbandonarsi al pianto, non ora! Doveva reprimere il desiderio di avvicinarsi a lui, pregarlo di ignorare ciò che gli aveva appena detto, supplicandolo di volerle bene, accettare la sua proposta, qualunque fossero le sue motivazioni. Dichiarargli il suo amore…
L’istinto però le suggeriva che questa non era la via della felicità. Non doveva sposare Lord Uzumaki, a meno che lui non si fosse innamorato perdutamente di lei. In caso contrario, sarebbe rimasta sola.
Infine Naruto si girò. «Non mi rendevo conto di quanto voi mi detestaste. Capivo di farvi spesso irritare, ma ero convinto che, in fondo, fossimo amici. Quindi avevo pensato…Ma è ovvio che mi avete troppo in antipatia per prendere in considerazione l’idea del matrimonio. Non guardatemi così, Hinata. Non vi infastidirò più. Ma prima che me ne vada, promettetemi di stare in guardia da Tokuma Hyuga, è un furfante.» Le rivolse un sorrisino sghembo. «E’ molto peggio di me. Non accordategli la benché minima fiducia. E adesso, se mi scusate…»
Si congedò con un inchino e se ne andò.
Rimasta sola, Hinata rimase immobile. Niente lacrime! Naruto Uzumaki non le meritava, come nessun altro uomo. Come poteva essere tanto cieco? Lei non sopportava neppure la vista di suo cugino Tokuma. E adesso se n’era andato, convinto di non piacerle affatto. Non riusciva a credere di essere stata così crudele con lui, che si era tanto prodigato per il suo bene.
E l’aveva fatta innamorare per la prima volta in vita sua.
 
Poco dopo quella sconvolgente conversazione, un domestico andò ad avvisare Hinata che un certo Mr. Hyuga desiderava vederla e subito, senza aspettare risposta, Tokuma si fece avanti a gran passi.
«Scusate, ma vi dovevo parlare!» annunciò.
Hinaya esitò, poi chiese al domestico di lasciarli soli. «Cosa posso fare per voi?»
«Ditemi che non avete intenzione di sposare Naruto Uzumaki!»
Lei piombò nella più profonda confusione, poi la collera prese il sopravvento. «Come vi permettete di rivolgermi una domanda così impertinente?»
«Vi scongiuro rispondetemi!»
«Mi rifiuto. Che diritto avete di chiedermelo?» Era su tutte le furie.
«Ma io vi amo! Voglio sposiate me! Voi stessa mi avete incoraggiato.»
«Io vi avrei incoraggiato?»   Represse a stento una risata isterica. «E quando, Mr. Hyuga, vi avrei dato quest’impressione?»
«Ieri sera avete affermato che vi sarebbe piaciuto tornare in possesso di Villa Hyuga, un giorno o l’altro. Significa che desiderate dentare mia moglie. Non lo potete negare, Hinata!»
Lei si pentì amaramente del comportamento tenuto al ballo. Al momento le era sembrato innocuo, ma gli esiti si stavano velando disastrosi. «Mi dispiace di avervi dato un’impressione sbagliata, Tokuma» rispose ritrovando una relativa calma. «Vi assicuro però…»
«Mi dovete sposare! Non capite cosa significa…»
«No, sir!» temette di crollare. Rifiutare due proposte sgradite in un giorno solo era troppo per i suoi nervi scossi! Questo pretendete, però, non era un gentiluomo. Di colpo, la afferrò con forza le spalle, terrorizzandola. Il panico le diede l’energia per reagire. Lo respinse e fuggì al riparo del grande scrittoio. Lui la inseguì minacciandola e, allo stesso tempo, domandandole di amarlo. Infine Hinata riuscì ad afferrare il campanello.
«Se allungate un solo dito su di me, chiamo i domestici e vi faccio buttare fuori» gridò con ferocia. «Non vi ho fatto nessuna promessa, Tokuma Hyuga. Mi sono limitata ad ascoltare i vostri racconti su Villa Hyuga, anche se ci credevo solo in parte, e a cercare di mostrarmi gentile nei confronti della vostra famiglia, cosa che mi pesava alquanto. Ma l’idea stessa di diventare vostra moglie… non mi sfiorerebbe mai il pensiero di sposare un verme della vostra fatta. E adesso andatevene!»
Tokuma era rosso di rabbia. Vanitoso com’era, non poteva sopportare il disprezzo espresso delle parole di Hinata né, ancora peggio, il crollo delle sue speranze. «Si, me ne vado, e non vi disturberò più. Ma troverò altri sistemi per risolvere le mie difficoltà. La pagherete, Hinata. La pagherete.» E uscì sbattendo la porta.
 
Fine capitolo dodici.
 

 
Salve Gente!!
Ecco un nuovo capitolo della storia.
Perdonatemi per il mostruoso ritardo. È imperdonabile, me ne rendo conto T__T. Spero che almeno vi piacca.
Hinata, poverina, un guaio dopo l’altro. Naruto che era intenzionato in un azione più che nobile, rifiutato dalla stessa ragazza che nello scorso capitolo aveva appena compreso di amarlo. Il destino non voleva così. Adesso i due resteranno per sempre soli, fine.
Nahh, non sono il tipo di finali disastrosi.
Tokuma, impazzito di nuovo, quali intenzioni avrà?
Ino che si mette sempre in mezzo…. Beh posso dire che è peggio di Beautiful questa storia!!!!
 

Passiamo ai ringraziamenti.
 
Per Sempre grazie a coloro che hanno messo la storia tra seguite, ricordate e preferite. Ringrazio anche chiunque l’abbia letta.
 
Per chi ha commentato

 
A alegargano1: ahahahhahaha Ciaoo, scusa il ritardo! Mi trovo d’accordo con te, facciamo una colletta per ingaggiare Jack lo Squartatore.  Ino fa solo guai, Naruto finalmente lha risposta a dovere! Andasse a c*****e!!!!!! E fuori una! Mo’ manca solo Tokuma e siamo pace! Hahahahah. Spero che ti sia piaciuto il capitolo! Un bacio.

 
A naruhinafra: ahahaha Ciao!! Mhhh Hinata e Kiba stavano ballando. Tokuma come hai visto, non è cambiato neanche un po’! E Naruto…..beh :’( Gli uomini non capiscono mai le donne quando le fanno soffrire. Quindi è normale che non se naccorga! Nessun uomo lo fa!!!! Hinata… è sempre bellissima. E se la sta passando dura. Diamole un po’ di conforto! Team ConfortoHinata On! 

 
A ery98sole: ahahahhahahahahahahha! Ecco Kushina aiutaci tu!!!  Ino è stata “fatta fuori”. Possiamo considerare anche Hinaka “fuori”, perchè a Naruto a quanto pare è indifferente (aspetta lho scritta io, lo so!) ahhahaa. Tokuma… è un pazzo non si sa ancora…  vedremo! Ù_ù
La casa ho deciso che deve essere immaginata dal lettore, fa molta più figura. Ahhahaha. Spero che commenterai ancora. Un bacio grande!! 

 
A elcrazy_NarHin: ahahhaha Su altri 2-3 capitoli. Saranno. Non ti posso dire se muoiono, ma…. Beh qualcuno deve morire!!!!!!! Ù_ù :P Vabbè scherzando, spero di finirla nel modo più appropriato. Mi dispiace… ma così l’avevo immaginata e così deve finire T__T *abbraccia*.
 

A Dolcemente Complicata: Ciaoo! Bravissima che sei riuscita entrare! Psicologia non sarebbe stata male. Ma mi accontento che psicanalizzi (?) la mia storia! Lo fai benissimo ù_ù ahahhaha.
Ormai sarò sempre di fretta.. Università=Nessuna vita sociale! Come è andata la patente?!?

Naruto… non so mi mette molta tristezza addosso ahahahah. Come devo fare con i due!?!??!?!?!?!? Mannaccia! Tokuma non puoi AMARLO.. perché se no io ti ODIO! Ù_ù Beh Ino = subdola è poco. Il resto… beh… non posso dirlo T__T. Spero che ti sia piaciuto il capitolo. >.< Non ti preoccupare per il ritardo… anche io ne
 sto facendo moltissimo. Ormai tutto si è ritardato. Si mi dispiace anche a me per la storia. Cercherò di farla finire nel modo migliore… poi sto pensando a una nuova storia. Ma vorrei prima finire questa per pubblicarla. Oh beh. Un bacio grandissimo!
 
A Vaius: Si l’ho detto che assomiglia a Beautiful! Tu con gli omicidi… sei fissato. .-.  Comunque non posso dirti nulla :P Sono d’accordo con te su tutto. Hinaka=comodino vivente. Ino= zo*****la behhhhh. Così va il mondo. E sciò! Andassero via! Ù_ù Tokuma..chissà. :P Spero ti sia piaciuto il capitolo! Bacio.
 
E siamo alla fine signori\e miei! 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Continuatemi a seguire. Per il prossimo shoccante capitolo. Ù_ù
Voglio bene a tutti!
Un bacio fortissimo.
Bea

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***



Capitolo 13
 
Hinata si accasciò tremante sulla sedia. Rimase seduta per qualche minuto, tentando di calmarsi, con i pensieri che le turbavano nella mente. Nessuno, però, riguardava Tokuma. Il colloquio con lui era stato assai spiacevole, ma non l’aveva turbata nel profondo e le sue minacce non l’avevano spaventata.
La scena con Naruto, invece, bruciava nella sua memoria. A parte qualche sporadico segno di nervosismo, era sempre rimasto calmo e distaccato, dando prova di qualità militaresche ammirevoli e allo stesso tempo, irritanti. Lei si rendeva conto di averlo punzecchiato durante l’intero dialogo, fino a fargli perdere le staffe. Ma che cosa ci aveva guadagnato? Già sapeva che Lord Uzumaki non era il tipo di rischiare per amore. Per l’onore sì, o per la promessa fatta a un amico morto, ma non per amore: aveva consumato tutta la passione di cui era capace nel rapporto con Ino Yamanaka.
Tuttavia Hinata aveva sperato che un giorno l’avrebbe chiesta in sposa per stima e affetto. Ma quando aveva chiarito che intendeva soltanto assolvere il compito di proteggerla, lei aveva provato l’irrefrenabile impulso di ferirlo. E ci era riuscita. Ma con che risultati? Adesso Naruto era convinto di non piacerle affatto, mentre lei… A lei era rimasta la tristezza dell’amore non corrisposto, unita al desiderio struggente dei suoi baci, dei suoi abbracci, un desiderio che non avrebbe mai trovato soddisfazione. Non riuscì più a trattenere il pianto.
«Hina-chan, bambina mia, cosa succede?» Mrs. Uzumaki era entrata senza far rumore.
«Niente!» rispose asciugando in fretta il volto con una manica.
«Come niente? Non vi ho mai vista in uno stato simile. Venite con me, non rimanete qui da sola. Naruto è uscito, ma credo che tornerà tra poco. Andiamo in camera mia.»
La fece accomodare su una poltroncina, le lavò la faccia e le porse un fazzolettino pulito.
«E’ colpa di Tokuma Hyuga? L’ho visto andare via pochi minuti fa. Vi ha importunata?»
Hinata singhiozzava ancora e non riuscì a parlare, ma scosse la testa in segno negativo.
Seriamente preoccupata, le chiese quindi: «Non gli avrete per caso promesso di sposarlo?».
«No, no!»
Seguì un silenzio, poi Mrs. Uzumaki le domandò con cautela: «Allora è stato Naruto. Che cosa vi ha detto?».
«Non…non mi ha chiesto di sposarlo!»
«Ma come? Ne aveva tutte le intenzioni.»
«Pensa…che non sia più necessario!» singhiozzò.
«Hina-chan, scusate se insisto, ma non vi ha spiegato cosa intendeva? Cara ragazza, è meglio che mi riferiate tutto. L’ultima volta che ho visto Naruto, era determinato a proporvi il matrimonio.»
Lei stava recuperando un certo autocontrollo. «Non so perché ma era convinto che io volessi sposare Tokuma Hyuga. Io ho chiarito che l’idea non mi era mai neanche passata per la testa e lui, allora, si è adirato.» Dopo una breve pausa, riprese: «Vedete, ieri sera ero un po’ seccata con Naruto e avevo voglia di farlo preoccupare. Allora ho finto di provare un certo interesse per mio cugino».
«Siete riuscita nei vostri intenti» confermò Mrs. Uzumaki.
«Non doveva prendermi sul serio! Invece pare che si sia davvero allarmato, così, quando oggi gli ho detto la verità, ha reagito male. Poi ha spiegato che ormai non gli pareva più necessariosposarmi» concluse abbattuta.
«Non immaginavo che mio figlio fosse tanto stupido! Che cosa avrete risposto?»
«Mi sono arrabbiata anche io e ho dichiarato che avrei comunque rifiutato la proposta.»
Mrs. Uzumaki si morse il labbro. «E’ per questo se ne è andato via su tutte le furie e voi siete rimasta qui a piangere disperata?»
Hinata abbassò lo sguardo. «Non proprio. Ho detto qualcosa che lo ha mandato molto in collera e poi… poi…»
«Vi ha baciata?»
«Si, per punirmi, credo.»
«Figliola, non ho mai condiviso la ridicola idea che un uomo possa baciare una donna per punirla. Lo fa perché gli piace! E Naruto non è certo tipo da godere della sofferenza altrui. Se vi ha baciata è perchè ne aveva voglia. Vi posso domandare se avete contraccambiato?»
«Non più di quanto non potessi evitare. Ma lui mi ha riso in faccia! Era troppo sicuro di sé… era convinto che lo avrei sposato!»
«Come avete reagito?»
«Gli ho dato uno schiaffo.»
«Ben fatto! Se lo meritava. Vi ha baciata ancora?»
«No.»
«Peccato!»
«E adesso è convinto che io lo detesti» gemette Hinata abbandonandosi di nuovo al pianto.
«E’ comprensibile. Cara, perdonate la mia insolenza, ma ho l’impressione che in realtà voi lo amate. Mi sbaglio?»
Lei annuì. «Ma me ne sono resa conto soltanto ieri sera» ammise.
«Ebbene, mi sembra probabile che anche lui si sia innamorato di voi.»
«Oh, no, vi sbagliate! Non sono certo il suo tipo di donna. Lui predilige mia cugina, oppure Lady Akimichi.»
«Secondo me vi sbagliate. Di certo non ama più Ino e credo che stia cominciando a capire che un bel faccino non è tutto, anche se a volte si dimostra ancora cieco… Adesso vi posso consigliare di affidarvi a miss Hotaru? Fatevi bella e indossate uno dei vestiti nuovi per cena. Naruto non deve credere che siete infelice.»
L’abito appena comprato le stava a meraviglia e le esperte cure della cameriera personale cancellarono dal suo viso ogni traccia di pianto. Naruto, però, non era presente a cena. Aveva infatti lasciato alla madre un messaggio in cui spiegava che sarebbe tornato tardi.  E da quel giorno si fece vedere sempre meno a casa e sembrò perdere interesse per le occasioni sociali. Sua madre notò, però, che era sempre al corrente di dove si trovavano lei e Hinata e che spesso compariva per qualche minuto al ricevimento in questione, per poi sparire di nuovo. Sapeva inoltre che i domestici avevano ricevuto da lui il preciso ordine di non lasciarle mai da sole. Insomma, non trascurava le proprie responsabilità.
 
Cene, feste e concerti non smisero di allietare l’attività mondana delle signore. All’inizio Hinata si era divertita più di quanto avesse previsto, ma ormai quella vita cominciava a venirle noia. Sorrideva, ballava e conversava come sempre, ma, senza l’attenzione di Naruto, le serate mancavano di gusto. Persino quando le accompagnava, Naruto ballava con lei soltanto se era inevitabile e si teneva a debita distanza, discorrendo del più e del meno. L’uomo che cercava di impartirle ordini, che litigava con lei, le insegnava a danzare, le proibiva di cavalcare Sholto e le portava in dono Sen, era ormai sparito per cedere il posto all’impeccabile maggiore Uzumaki.
Per Hinata era insopportabile.
Quando il clima divenne più caldo e le strade più polverose cominciò a desiderare con tutto il cuore l’aria fresca della campagna. Si fece pallida e svogliata e il radioso sorriso che la rendeva tanto bella compariva sempre più di rado.
Mrs. Uzumaki era inquieta. Aveva tentato più volte di parlare con suo figlio, ma lui evitava ogni discorso serio e si difendeva con maestria da ogni tentativo di mettere a nudo le sue emozioni, spostando cortesemente l’attenzione su argomenti più superficiali. Sua madre sospettava che fosse infelice quanto Hinata, ma non riusciva a verificarlo.
In effetti, Naruto era più depresso di quanto lo fosse mai stato, compresi i terribili mesi successivi al rifiuto di Ino Yamanaka. A quei tempi, i tormenti giovanili erano stati rapidamente sostituiti dall’entusiasmo per la nuova vita, le terre e le persone appena conosciute. Adesso invece tutto gli pareva primo di interesse. Frequentava feste e cene, ma senza minima partecipazione. Viceversa, aveva l’impressione che Hinata Hyuga continuava ad affascinare tutti. Prima o poi avrebbe trovato, tra numerosi ammiratori, un uomo da amare, un matrimonio che non ponesse problemi e fosse disposto a lasciarla fare di testa sua. Ma non sarebbe stato adatto a lei! Perché diavolo aveva respinto la sua offerta? Lui e Hinata sarebbero stati felici insieme: di questo era ormai sicuro.
Ricordava con rammarico la scena nello studio. Si era comportato da stupido, convinto com’era che lei avrebbe accettato la sua proposta di matrimonio. Forse, se si fosse spiegato meglio… se non avesse perso il controllo… Ma si era accorto troppo tardi di quanto Hinata fosse importante per lui e non poteva dimenticare la dolcezza di quel corpo snello tra le braccia. E poi, quando lei aveva risposto con passione ai suoi baci, si era sentito come un re e aveva riso di felicità. Ma quanto si era sbagliato! Hinata non aveva provato le stesse emozioni: si era vergognata, si era sentita derisa. Non c’era da stupirsi se lo detestava. E adesso si sentiva prigioniero di una squallida Konoha, in attesa che la Stagione giungesse finalmente al termine. Una volta libero, si sarebbe rifugiato nella sua casa in campagna per abbandonarsi alla disperazione.
Da quando era partita da Villa Hyuga, Hinata aveva intrattenuto una corrispondenza regolare con Kurenai. Nell’ultima lettera l’istitutrice scriveva di essere malata, ma che sarebbe guarita presto. Non avendo ricevuto altre notizie, Hinata aveva deciso di scrivere al suo vicino di casa, il dottor Kimimaro Kaguya. La risposta era stata affatto rassicurante. Kurenai, infatti, non si era ancora ripresa.
Hinata mostrò subito la lettera a Mrs. Uzumaki.
«Immagino che desideriate verificare di persona come sta miss Kurenai. Sono sicura che possiamo organizzare il viaggio.»
«Al più presto, spero» rispose lei grata. «Ma non vi posso domandare di partire da Konoha nel pieno della Stagione. Andrò da sola.»
«Non se ne parla neppure!»
«Nel cottage di Kurenai non c’è posto per più di un ospite, signora. E al villaggio non si trovano alloggi adatti a voi. Naturalmente starò ben lontana da Villa Hyuga, anche se gli Hyuga sono qui in città.»
«Vi sbagliate, mia cara: se ne sono andati ieri e non erano diretti a Villa Hyuga. Hinaka e la sua famiglia hanno accettato il gentile invito di Lord Shiranui di recarsi a casa sua. Credo anzi che vostra cugina stia per annunciare il suo fidanzamento con lui.»
«Ma mia cugina ha soltanto diciassette anni, mentre Lord Shiranui ne avrà almeno quaranta!»
«Ed è molto ricco.»
«Povera Hinaka!»
«A dire la verità, pare sia felice. Questo, comunque, significa che il resto della famiglia si tratterrà fuori Konoha per luglio e agosto. Sareste al sicuro nella vostra vecchia casa, ammesso che abbiate voglia di andarci.»
Hinata rifiutò subito l’idea. «No, non mi sognerei neppure di tornarci!» dichiarò con enfasi. «Preferisco rimanere da Kurenai.»
Mrs. Uzumaki sorrise. «Vi capisco. Dobbiamo trovare un’altra soluzione.» Rifletté un istante.
«Che cosa ne direbbe di vostro figlio?» indagò lei, trepidante.
«Naruto? Sarà facile convincerlo. Ho l’impressione che qui a Konoha non si diverta più, proprio come voi.»
«Credete… che sia infelice?»
«Si, ma non domandatemi altro, perché non vi saprei proprio rispondere. Se vuole, Naruto è ancora più abile di voi nel mascherare i sentimenti.»
 
Dopo questa conversazione con Mrs. Uzumaki, Hinata parlò con Naruto più a lungo di quanto non avvenisse dai tempi dell’ultimo litigio. Desiderava partire da Konoha al più presto e sperava di convincere gli Uzumaki a lasciarla andare senza di loro.
«Sarò perfettamente al sicuro» gli garantì. «Kurenai-chan ha bisogno di me ora, non la prossima settimana!»
«Se tutto va bene, potremo metterci in viaggio tra poco» rispose Naruto in tono determinato. «Abbiamo già spedito una lettera agli amici di mia madre che abitano vicino a Villa Hyuga e al poco distante villaggio, per comunicare i nostri piani e lo stalliere andrà da miss Kurenai. Non vorreste presentarvi a casa sua senza che nessuno vi aspetti?»
«Naruto ha ragione, cara Hinata. Non dovete viaggiare da sola fino alla provincia. E se Sir Sarutobi venisse a sapere che vi è capitato qualcosa?» intervenne sua madre.
«Temo di immaginare come reagirebbe! Esprimerebbe il suo dolore per un paio di minuti, brontolerebbe per il lavoro in più che la mia scomparsa comporterebbe e, dopo, circa mezz’ora, se ne andrebbe a dormire.»
«C’è una cosa che vi volevo chiedere» disse lentamente Naruto. «Vi dispiacerebbe spiegarmi i termini dell’eredità Hyuga? Per esempio, cosa accadrebbe se doveste morire?»
«Naruto!»
«Non è una semplice curiosità, madre.»
Hinata rispose con certa riluttanza: «In questo caso, se nel frattempo non mi fossi sposata, il patrimonio tornerebbe alla tenuta Hyuga».
Seguì uno strano silenzio. Poi Mrs. Uzumaki commentò in tono brusco: «Lasciamo perdere questo triste argomento. In ogni caso, è inutile parlarne, Hinata si sposerà e sarà felice. Adesso, Naruto, smettila di fare domande insulse e dicci in che giorno possiamo partire.»
«Verso la fine della settimana, credo. Devo prima sbrigare un paio di faccende importanti.»
Non spiegò che una di queste consisteva nello scoprire esattamente quando e dove si sarebbero trovati i Hyuga, in particolare Tokuma. Ma sembrava tutto tranquillo: era probabile che si trattenessero fino alla fine di agosto dal futuro sposo di Hinaka, lontano più di settanta miglia dal cottage di Kurenai. Quindi non c’era pericolo immediato che Hinata li incrociasse al villaggio.
Evitò inoltre di toccare un altro argomento: dove sarebbe andata Hinata al ritorno da quella visita? La questione era passata per la mente di tutti e tre, ma nessuno l’aveva voluta affrontare. Come se preferissero attendere il corso degli eventi, scoprire cosa avrebbe riservato loro il futuro.
 
Tutto venne organizzato ancora più in fretta del previsto e partirono giovedì, nelle prime ore del mattino. Le due signore viaggiavano in carrozza, mentre Naruto le precedeva a cavallo. Splendeva il sole e il viaggio era piacevole, ma Hinata era triste. La malattia di Kurenai, le incertezze che le riservava il futuro e, soprattutto, il cambiamento dell’uomo che l’accompagnava, le rendevano impossibile ogni allegria. Lord Uzumaki sembrava essersi ritirato in se stesso. Era come se fosse circondato da un’invisibile barriera, che Hinata non riusciva a superare, per quanto tentasse. Era sempre cortese, premuroso e responsabile, ma la spontanea complicità che caratterizzava prima i loro rapporti era ormai scomparsa.
Naruto non era certamente un nemico, ma non era più neanche un amico.
 
Arrivarono dai Sato poco dopo mezzogiorno. La signora servì un buon pranzo, poi Hinata si preparò ad affrontare l’ultimo tratto di percorso. Naruto si offrì di accompagnarla.
«Vi prego, non mi occorre la vostra scorta, Naruto!» protestò lei. «I vostri uomini sono più che affidabili.»
«Preferisco comunque venire con voi. Mi dispiace se la cosa vi infastidisce, ma non sappiamo esattamente cosa vi aspetti al villaggio. Non potete partire da sola e mia madre è troppo stanca per viaggiare ancora. Dovrò sedermi insieme a voi in carrozza, se non vi disturba troppo.»
Hinata non sapeva se sentirsi spaventata o felice di trascorrere un’ora o più accanto a lui. Esitò un istante, infine rispose a bassa voce: «Certo che non mi disturbate». L’espressione di Naruto si fece ancora più impenetrabile.
Mrs. Uzumaki la baciò promettendole che si sarebbero riviste presto. «Ricordatevi, cara, che potete mandarmi a chiamare in qualunque momento. Sarò qui insieme a Naruto, pronta a venire da voi.» Poi sussurrò: «Siate gentile con il mio povero figlio.»
«Dubito che me lo permetterà, ma ci proverò.» sussurrò lei in risposta.
 
Viaggiarono in silenzio per qualche miglio, poi Naruto parve prendere una decisione. Raddrizzò la schiena e propose: «Forse dovremo discutere un po’ del nostro futuro».
Il cuore di Hinata mancò di un battito. «Ma certo!» assentì con maggiore calma che riuscì a fingere.
«Visto che, a quanto so, non avete ancora stabilito nessun legame affettivo…» si interruppe per chiederle: «Oppure non sbaglio?»
«No» sussurrò lei.
Lui non mostrò nessuna particolare reazione e continuò: «E poiché avete rifiutato la mia proposta, desiderate che parli con Sir. Sarutobi, mentre sono qui?».
«Per dirgli cosa?»
«Per sostenere il vostro progetto originario di andare ad abitare con miss Kurenai. Le siete molto affezionata e, a quanto afferma il suo vicino medico, avrà qualche difficoltà a vivere da sola nel futuro. Le potreste offrire una residenza più confortevole e domestici che si prendano cura di lei. Ormai siete bene accetta in società e la cosa non danneggerebbe più la vostra reputazione. Potreste trasferirvi in un luogo più animato, dove incontrare nuovi amici. Fareste male a tagliarvi fuori da ogni possibilità di matrimonio. In ogni caso, vi suggerirei di allontanarvi dal villaggio di Villa Hyuga.»
Ascoltare Naruto che parlava in un modo tanto impersonale del suo futuro era penoso. Quello che soltanto pochi mesi prima le pareva così allentante, ora la comunicava una sensazione di tristezza, di rinuncia. Ma che alternative aveva? Era improbabile che trovasse un marito e, a quanto sembrava, Kurenai aveva bisogno di lei più di chiunque altro. Eppure esitava a chiudere definitivamente la porta a ogni possibilità, a ogni speranza.
«Potremmo riprendere il discorso tra qualche giorno? Innanzi tutto devo vedere Kurenai-chan. Comunque avete ragione: qualunque cosa io decida, non voglio rimanere nei dintorni di Villa Hyuga.»
«Finalmente siamo d’accordo!» commentò lui accennando un sorriso.
«Non mi sono mai dimostrata in disaccordo con voi» obiettò Hinata a bassa voce.
«No? Che delusione. Lo trovavo uno degli aspetti più piacevoli del vostro carattere.»
«Sul serio? Ma se vi irritate ogni volta che avevo qualcosa da ridire…»
«Forse, però mi diverto.»
Hinata osava appena respirare, contenta che Naruto avesse trovato una certa spontaneità.
Lui si appoggiò allo schienale e rifletté ad alta voce. «Vedete. Ho trascorso quasi un decennio nell’esercito e, a parte i primi due anni, ho sempre avuto un ruolo di comando. Avevo buoni rapporti con i miei sottoposti, ma nessuno mi contrastava mai o, se lo faceva, lo convincevo subito a smettere. Non mi consideravo un tiranno, pensavano soltanto a elaborare la migliore strategia e a fare in modo che venisse portata a termine. Ero io a impartire ordini. Poi ho conosciuto voi.» le lanciò un’occhiata. «All’inizio non mi eravate molto simpatica.»
«Neanche voi» rispose Hinata.
«Lo so. Ma ho cambiato idea.»
«Anch’io.»
«Anche voi? Davvero? Mai del tutto, pero.»
«Ho sempre capito di non essere il tipo di donna che vi piace. Mia cugina…»
«Hinata, avete visto Ino Yamanaka. Mi rendo conto che non vi piace il suo atteggiamento, ma dovete ammettere che è di una bellezza straordinaria.»
«Certo.»
«Vostra cugina è come lei. A vent’anni idolatravo Ino. Per me era l’incarnazione della femminilità e, anche se non l’amavo più, speravo di trovare una moglie che le assomigliasse. Cercavo una donna bella, fragile e bisognosa della mia protezione. Dopo tanto tempo passato nella polvere e nel chiasso della guerra, non volevo conflitti né discussioni. Poi ho incontrato voi…»
«Perché mi avete dedicato tante attenzioni?»
«Avevo dato la mia parola a Neji. Siete diventata la mia spina nel fianco, un’inesauribile fonte di nervosismo. Ma ormai mi sentivo responsabile per voi.»
«Io non voglio pesare su nessuno.»
«Lo so, e proprio questo rende la situazione interessante. Io cercavo una fanciulla delicata che si avvinghiasse a me e invece ho trovato una ragazza fiera e indipendente, focosa come Sholto e altrettanto difficile da domare.»
«Non avete bisogno di domarmi.»
«Silenzio, lasciatemi finire.» Naruto si mise più comodo e continuò: «La moglie dei miei sogni era calma, paziente e remissiva. Ecco invece una giovane ostinata, che aggredisce se sta male ed è pronta persino a sferrare pugni per difendersi. Ma questa stessa donna è piena di coraggio e, quando soffre, si rifiuta di suscitare compassione facendo sfoggio gratuito delle emozioni. Nella vita ho incontrato tanti uomini coraggiosi, ma lei non è da meno. È anche leale e intelligente e ha un sorriso meraviglioso. Volete che continui?».
«Perché mi dite queste cose?»
«Sto cercando di spiegarvi il motivo per cui ho commesso tanti errori. Come mai mi detestate tanto?»
«Io non vi detesto.»
«Neppure… dopo che vi ho trattata in quel modo nello studio?»
«Era in parte colpa mia. Avete ragione, sono aggressiva. Se sapeste come mi sono pentita del mio comportamento alla festa! Ho comunicato a voi e a Tokuma Hyuga una impressione del tutto sbagliata. E ne sono seguite tante conseguenze…»
«Conosco la parte che mi riguarda, ma che cosa è successo con Tokuma?»
«Si è presentato lo stesso giorno, subito dopo che ve ne eravate andato. Mi ha chiesto di sposarlo, sostenendo che lo avevo incoraggiato.» Si voltò verso di lui. «Invece non è vero, Naruto. Lo avevo solo invitato a tavolo con noi.»
«Perché lo avete fatto?»
«Desideravo compagnia, Lord Inuzuka non era ancora arrivato e voi e Ino sembravate sperare in un tête-à-tête.»
«Il comportamento di Ino mi infastidiva e poco più tardi ho capito per la prima volta com’è veramente. Ma andate avanti, vi prego. Hyuga credeva che lo aveste incoraggiato e poi è rimasto deluso quando avete infranto le sue speranze…»
«Non era soltanto deluso. Era fuori di sé, delirava.»
«Cosa diceva?» Naruto drizzò di scatto la schiena, in preda all’ansia.
«Non ricordo bene, ero ancora sconvolta. Mi ha minacciata, credo… Niente di preciso, parlava di nuovi sistemi, qualcosa del genere…»
«Hinata, se vi doveste trovare di fronte Tokuma Hyuga, chiamatemi subito, intesi? Niente pretese di cavarvela da sola, capito?»
«Va bene.» Fece una pausa, poi chiese esitante: «Ci sarete, Naruto?».
«Che mi vogliate o no.» Entrarono in quel momento nel villaggio, Naruto aggiunse in fretta: «Hinata, avete appena affermato che non mi detestate. Se è davvero così, potreste almeno prendere in considerazione la mia proposta di matrimonio? Sono ancora convinto che insieme vivremo felici. Voi cercate una casa e io una moglie».
 
Fine capitolo tredici.
 
 
Salve a tutti.
Ecco un nuovo capitolo. Ormai manca davvero poco alla fine, come vi sentite?
Io una schifezza, ma contenta di aver quasi finito, per la prima volta, una fanfiction in vita mia! :°D
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo. 
Hinata dopo mesi di lontananza è quasi arrivata vicino alla sua precedente abitazione. Cosa succederà?
Cosa risponderà Hinata alla richiesta di Naruto? 
Lo vedremo nella prossima puntata (?). :°D
 
Oh Beh passiamo ai soliti ringraziamenti. 
Grazie a coloro che hanno letto la mia storia, messa tra i preferiti, tra le seguite e tra le ricordate.
Grazie tantissimo a chi ha commentato:
 
A
alegargano1: Ciao *_* Ok, la predica me la merito alla grande!!! Ù_ù Ovviamente ti do ragione. Tokuma avrà quel che si merita! Ino pure! E Naruto…..Beh si sveglierà un giorno. Spero che ti sia piaciuto il capitolo. Spero di sentirti presto. Un bacio forte!!!! 
 
A
naruhinafra: Ciaoooo! Si il bacio è saltato fuori all’improvviso. Kushina ha capito i sentimenti di Hinata, e spero che ti sia piaciuto il chiarimento tra i due. Finalmente si sono chiariti! ** Adesso aspettiamo la risposta di Hinata. Cosa risponderà secondo te??? Ti lascio con il dubbio. Hahahha Un bacio.
 
A
ery98sole: Holaaa! Si Hinata ha rifiutato Naruto! Ma per forza!!! Non era il momento giusto, per entrambi…Naruto è stato male e ha fatto di tutto per evitarla e Hinata non sorride più…Cosa ingrata la vita! T_T Io la capisco Hinata avrei fatto anche io la stessa cosa! L’amore non corrisposto per una donna è il dolore più grande che può avere, almeno per me.  Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un abbraccio *-*
 
A
MissDidichan: Sei tornata!! Mi fa molto piacere che hai di nuovo commentato la storia! Mi sentivo abbandonata  :’(. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e non abbia deluso le tue aspettative. Un bacio forte!!! 
 
A
boss_heartandsoul: Ciaoo grazie per il commento! Mi fa piacere che ti sia piaciuto! Tokuma… beh è pazzo, c’è poco da fare. Naruto è un Baka…e neanche qua possiamo fare molto ahahhaha. Spero che commenterai ancora, e che ti sia piaciuto il capitolo. Un bacio!
 
A
Vaius: ahahhaha Ciao!! Si decisamente Naruto non capisce niente di donne. Kushina pensa che suo figlio è uno stupido, ovviamente. Chissà chi morirà… e chissà se morirà qualcuno. Questi di solito non mi piacciono le uccisioni e soprattutto far morire un personaggio, sono contro la violenza.. ma chissà. Posso sempre cambiare idea. L’animo umano è mutevole. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un abbraccio **
 
A
Dolcemente Complicata: Sei unica! Sul serio! Incredibile che stavo per mettere un nuovo capitolo, e il tuo commento non era ancora arrivato, ma ho fatto bene ad aspettare un altro po’, perché alla fine ho trovato il tuo commento\tema che mi aspettava **. Ne sono stata felice!
Si comincia a viaggiare con la macchina! Come dico sempre la macchina la impari a guidare da sola, non con qualcun altro! Ù_ù 
sostienianchetuilNaruHinaedaiutaKushinanellasuaimpresa.zioKishi. AHAHAHHAHAHAHAHHAH stavo per morire!!!! Sul serio!! Decisamente Kushina è pro NaruHina. E lo fa vedere alla grande!!! Secondo me Naruto è molto geloso, ma non se ne rende proprio conto! Hinata poverina, ha un caratteraccio, è vero, ma è comunque una donna! E donna significa che anche lei ha bisogno di attenzioni, dolcezza e AMORE! Naruto questo non lo capisce e pensa che lo detesti. MA CHE CAVOLOOOO! >.<  Anche tu sei una PotterHead!!?!? *O* Anche io, ma sono più per la coppia Harry\Ginny che li amo da impazzire…ma che ne libro, sì a parte certe scene, non è sempre evidentissimo e quelli che guardano sono il film, disprezzano. GRRR ODIO! Vabbe non ti dico i miei tormenti interiori! Spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto. Un Bacione Fortissimo! **
 
 
E questo è tutto!
Non vi liberete presto di me! Come avete ben capito, sto cercando di ritardare il più possibile il finale. Non voglio lasciarvi così presto. Amo i miei lettori, e quindi lo faccio solo per voi :°D
Spero che mi seguirete ancora.
Un bacio.
Bea.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 
 
Capitolo 14
 
 
Hinata era combattuta. Naruto non le aveva dichiarato il suo amore, però le aveva espresso una sincera ammirazione. Era sufficiente? Si voltò a guardarlo con espressione dubbiosa.
Lui scosse la testa. «So che non è il momento adatto per prendere decisioni importanti. Non avrei dovuto rivolgervi una richiesta simile. Posso però sperare che, mentre sarete qui, rifletterete su quanto vi ho detto?»
«Sì, Naruto. E sono molto felice che siamo di nuovo… amici.»
«Amici?» ripeté lui con un sorriso. La carrozza si fermò davanti al cancello di Kurenai. Naruto le prese la mano e la baciò, poi saltò a terra. La aiutò a scendere e insieme andarono alla porta.
Una giovane domestica li fece accomodare in casa.
Kurenai era sdraiata a letto, ma aveva gli occhi aperti e le guance colorite. Hinata si chinò ad abbracciarla e la tempestò di domande sulla sua salute.
«Sto meglio perché ti vedo, Hinata. E anche voi, Lord Uzumaki! Siete stato gentile a venire.»
Per circa mezz’ora si occuparono di scaricare i bagagli e di prendere accordi per i giorni successivi. La malattia era stata più grave di quanto Hinata avesse immaginato, ma ora sembrava prossima alla guarigione.
Naruto conferì anche con il vicino medico, che gli assicurò che miss Kurenai era fuori pericolo, ma che la compagnia le avrebbe fatto bene. Concluse dicendo: «Quella sua cameriera è una brava ragazza, ma la annoia con troppe chiacchiere insulse. Miss Hyuga le sarà di grande aiuto. È un vero piacere rivederla. Dacché suo padre ci ha lasciati, la situazione non è più la stessa.»
Quando tornò al cottage. Naruto bevve un goccio del cordiale di Kurenai e infine si preparò a ripartire.
Hinata lo accompagnò al cancello. «Appena sono arrivata qui, dopo che ci siamo incontrati per la prima volta, mi sono voltata indietro e vi ho visto fermo all’angolo del templio. Già allora vi ho considerato indisponente.» confessò.
«E io, più tardi, ho raccontato a degli amici e a mia madre del mio scontro con una bisbetica.»
«Siamo una bella coppia.» commentò lei con un sorriso timido.
«Credo di sì.» rispose Naruto, poi le prese la mano. «Dimenticate il passato, Hinata. Pensate al futuro.»
Lei sospirò. «Sì avete ragione. Qualunque cosa accada, io e Kurenai ce ne andremo da Villaggio Hyuga non appena se la sentirà, e non torneremo mai più. Mentre sarò qui, andrò a visitare i luoghi che frequentavo insieme a Neji per dare l’ultimo addio.»
«Quasi dimenticavo! Sen arriverà domani con lo stalliere. Ho preso accordi per sistemarla nella stalla della locanda. Ma vi scongiuro, prestate attenzione» le raccomandò un po’ esitante.
«Non vi preoccupate, Naruto. Vi prometto che non mi opporrò più quando cercherete di occuparvi di me. In ogni caso, conosco questa zona e i suoi abitanti come il palmo della mia mano, non corro alcun rischio.»
Naruto partì e lei tornò nel cottage, ancora sorridente.
«Ti vedo contenta, Hinata.»
«Kurenai-chan, Lord Uzumaki si è preso la briga di far portare Sen al Villaggio per me. Non ti sembra gentile?»
«E’ un uomo molto premuroso. Mi sembra che il vostro rapporto sia migliorato dall’ultima volta in cui vi ho visti insieme.» Si accorse di non avere voglia di parlare di quell’argomento, neppure con la sua vecchia amica.
Lei stessa era confusa. «Al momento siamo amici. Adesso, però dobbiamo trovare il sistema per rimetterti in piena forma.»
 
Nei giorni che seguirono, Hinata si occupò di Kurenai e si informò sulla situazione locale. Le cose non andavano molto bene. I Hyuga avevano sempre goduto di un’ottima reputazione ma Ko non si era dimostrato all’altezza. La buona impressione comunicata all’arrivo era presto svanita a causa di promesse non mantenute e gravi inadempienze. Hinata espresse il suo rammarico, ma non poté fare altro.
Due giorni dopo, Naruto accompagnò sua madre in visita.  Arrivarono carichi di doni e auguri di guarigione e rimasero per parecchie ore. Lui non tentò neppure di intrattenere una conversazione privata con Hinata. Sarebbe stato comunque difficile, ma lei intuì che lo faceva per riguardo. Le stava, infatti, accordando tempo per riflettere e Hinata gliene era grata. Di tanto in tanto, però, si perdeva in sciocche fantasticherie, immaginando che un giorno le avrebbe giurato eterno amore, dichiarandole che non poteva più vivere senza di lei… Ma era chiaro che non sarebbe mai successo. Gli era simpatica, erano amici, ma non innamorati. E non lo sarebbero mai stati.
Ogni giorno faceva allenare Sen, ma all’inizio non si spingeva molto lontano, poiché non voleva lasciare Kurenai da sola per molto tempo. Poi, a mano a mano che l’amica recuperava le forze, cominciò a cavalcare sempre più a lungo per dire addio, come si era proposta, ai luoghi della sua gioventù. Ormai, dopo tanti mesi di libertà dalle tensioni derivate della morte di Neji, ripensava a lui con affetto privo di risentimento e ricordava divertita le avventure vissute insieme nei dintorni di Villa Hyuga.
Tornava volentieri alle rovine dell’antico castello dei Hyuga. Era uno dei loro rifugi preferiti e più di una volta erano stati puniti perché si erano arrampicati sulle instabili pietre delle mura. Suo padre aveva fatto coprire e interrare in parte il vecchio pozzo, dopo che Neji, a dodici anni, si era calato giù aggrappandosi alla vecchia scala malferma e arrugginita. Non era più riuscito a salire e per salvarlo erano occorse un’intera squadra di braccianti e parecchie ore di lavoro, segnate da momenti in cui l’impresa era parsa disperata.
Memori della brutta avventura, se ne erano tenuti alla larga. Ma adesso Hinata, legata a Sen a una certa distanza, camminava con cautela sul sentiero che si inoltrava tra le rovine.
Per quanto pericoloso potesse essere, quel luogo era splendido. L’aria profumava di erbe aromatiche, uccelli e bestiole selvatiche animavano i rovi e i folti rampicanti che rivestivano i muri rimasti in piedi e i fiori estivi sputavano tra i mucchi di sassi. Hinata si soffermò a ricordare il passato, a pensare al futuro, a riflettere sul suo rapporto con Naruto. E dopo qualche minuto prese una decisione: lo avrebbe sposato. La vita con lui aveva molto da offrire e lei doveva imparare a essere felice con ciò che aveva.
 
Nel frattempo Hinaka Hyuga, con tutta la famiglia, veniva festeggiata, riverita e omaggiata. Lord Shiranui era un tipo socievole e moriva dalla voglia di presentare agli amici la futura moglie, bella, giovane e fresca come una rosa. Così, nella grande casa di Lord Shiranui, gli ospiti andavano e venivano in continuazione. Alcuni invidiavano la giovane fidanzata, poiché Lord Shiranui era molto ricco; pochi altri, invece, osavano esprimere qualche dubbio, dal momento che era anche famoso per la sua irascibilità.
Ko Hyuga e la moglie godevano di luce riflessa e si beavano dell’esistenza lussuosa offerta dal futuro genero, dimenticando le difficoltà finanziarie. Tokuma era l’unico a non dimenticarsi. Il successo della sorella, infatti, rendeva ancora più evidente il suo fallimento. In privato, suo padre non smetteva di rimproverarlo, per non aver saputo portare nelle casse di famiglia il patrimonio di Hinata.
«Ma perché mi ostino ad aspettarmi qualcosa da te, Tokuma? Parli tanto, ma non concludi mai nulla. Te la cavi bene con le servette e le contadine, da quanto ho sentito, ma non con le donne che contano. Ti avviso che, se non ti sbrighi a recuperare quei soldi, io sarò rovinato e tu insieme a me! Per far colpo su Shiranui, abbiamo speso più di quanto potessimo permetterci. Non credo, però, che quel presuntuoso rimarrà con Hinaka, se io dichiarerò bancarotta.»
Tokuma, ancora ferito dal netto rifiuto subito, non confessò al padre che il caso era disperato. Con la maggior sicurezza che riuscì a dimostrare, rispose: «Non temete. Non avrò difficoltà a conquistare Hinata».
«E sarebbe anche ora! Forse, però, dovresti tornare in città. Stai prendendo tempo qui, mentre lei è a Konoha. Parti subito e fai come ti ho detto!»
O anche di più, penso Tokuma.  Era in un pericoloso stato d’animo vendicativo, furioso con suo padre, con se stesso, ma soprattutto con sua cugina. Una volta a Konoha, l’avrebbe trovata e l’avrebbe costretta ad ascoltarlo, oppure… l’avrebbe avvisata che avrebbe pagato per l’umiliazione che gli aveva inflitto!
Ma quella sera a cena un ospite appena giunto riferì che, in città, le attività mondane si erano ormai ridotte ed elencò le famiglie che erano già partite.
Lanciando al figlio uno sguardo significativo, Ko Hyuga chiese: «Mia cugina, però, c’è ancora, vero? Sta dagli Uzumaki».
«Se ne sono andati la settimana scorsa, da un giorno all’altro. Mi domando cosa abbia provocato tanta fretta. Non un problema familiare, spero?»
«Non che io sappia. Strano; sono un po’ preoccupato. Tokuma, dovresti indagare. Non mi sento tranquillo al pensiero che la nostra Hinata possa trovarsi nei guai.»
 
Tokuma partì il mattino dopo e si diresse a Villa Uzumaki, ma era chiusa e, nella tenuta, trovò soltanto qualche dipendente.
Nessuno gli seppe fornire informazioni precise.
«La vostra padrona si è forse recata nelle proprietà di Lord Uzumaki vicino Konoha?» domandò a un giovane stalliere.
«Non lo so proprio, sir, ma aspettate un attimo, Sora…» gridò a un altro ragazzo. «Dove hai detto che hai portato il cavallo della miss?»
«Piuttosto lontano. Un posto chiamato… Villaggio Hyu.. ka? Hyuga? Qualcosa del genere.»
«Grazie credo di aver capito.»
«Lord Naruto, però non si trova lì. Credo che, insieme a sua madre, stia da amici che abitano più vicino alla cittadina.» aggiunse il ragazzo, desideroso di aiutare.
«Grazie ancora» rispose pensieroso Tokuma. Gli lanciò un paio di monete e ripartì. Quelle notizie erano preziose! Dunque miss Hyuga era andata a Villa Hyuga, approfittando dell’assenza della sua famiglia, mentre Uzumaki e quella strega invadente di sua madre non erano con lei. Ottimo! La maggior parte dei domestici era stata mandata via per l’estate, dunque poteva avere la ragazza tutta per sé. Continuò il viaggio con ritrovata allegria.
Rimase un po’ deluso quando scoprì che Hinata non era affatto a Villa Hyuga, ma alloggiava dalla sua vecchia istitutrice. Non volle però abbandonare le speranze di incontrarla a tu per tu. Per tenere segreta la sua presenza, si stabilì in una dépendance e pagò una giovane contadina per farsi portare cibo e acqua. Notò inoltre con piacere che esercitava ancora un certo fascino, almeno sulle ragazze del posto! Questa era amica di Hisa, la cameriera di miss Kurenai, e ingenuamente lo informò sulle abitudini di sua cugina. Stimolata dalle astute domande di Tokuma, raccontò che miss Hinata stava visitando i luoghi dove andava sempre a giocare con il signorino Neji. Lui la ascoltò con interesse e ben presto si mise sulle sue tracce e, dopo averla trovata, cominciò a seguirla mantenendosi sempre a una distanza di sicurezza. Scoprì così che tornava spesso alle rovine del castello. Perfetto! Erano piuttosto isolato e gli abitanti del luogo le evitavano perché erano pericolanti. Il posto ideale per affrontare Hinata da sola e farle ascoltare le sue ragioni, a costo di obbligarla! Tokuma mise a punto il suo piano e rimase in attesa.
 
La sua pazienza venne ricompensata. Dopo un paio di giorni di appostamento, infatti, la sentì arrivare, poi la vide legare il cavallo ai margini del bosco e incamminarsi lentamente sul sentiero. Infine vide sedersi sul parapetto del vecchio pozzo.
Colse l’occasione al volo.
«Buongiorno, Hinata!»
Lei si voltò di scattò, spaventata. «Tokuma, cosa fate qui?»
«Sono a casa mia, ve ne siete dimenticata?»
«Che cosa volete?»
«Perché siete tanto diffidente?»
Hinata si alzò e strinse le dita sul frustino da equitazione.
«L’ultima volta non ci siamo lasciati nei migliori termini. Adesso però devo andare: sono entrata abusivamente nelle vostre proprietà.»
«Entrata abusivamente? Che parole grosse. Nessuno vi rivolgerà mai una simile accusa, Hinata. Cosa vi porta qui? Un pizzico di nostalgia?»
Hinata lo fissò sospettosa: era troppo amichevole. «Adesso me ne vado» annunciò, tentando di aggirarlo.
Ma lui le sbarrò la strada. «Perché mai dovreste farlo, visto che tornerete a vivere qui?»
«No. E vi comunico che ho deciso di sposare Lord Uzumaki.»
«Non è così, mia cara.» rispose calmo lui, con un sorriso maligno. «Voi sposerete me Avete capito? Me
«Lasciatemi passare!» Ma lui scosse la testa e le appoggiò una mano al braccio.
«Hinata, ascoltatemi! Sono pronto a fare un patto con voi, e non andrete da nessuna parte finchè non ascolterete di che si tratta.»
«Per prima cosa, togliete quella mano.»
Lui la levò. «Vedete? Non dovete avere paura: sono inoffensivo.»
«Non ho paura di voi, Tokuma.»
«E invece dovreste!» esclamò con improvvisa durezza. Il cambiamento di tono fu così rapido, che Hinata si spaventò. Ormai lo conosceva, ma percepì in lui una malvagità che la fece dubitare dalla sua salute mentale.
Con cautela domandò: «Cosa mi volevate proporre?».
«Vi ho vista insieme a Uzumaki. Voi non siete innamorata di lui e neanche lui di voi. Non capisco perché lo vogliate sposare. Non avete certo bisogno dei suoi soldi, né lui dei vostri!»
Alzò la voce. «Io invece sì! E anche mio padre. Senza il patrimonio degli Hyuga, saremo rovinati entro breve tempo. Per giunta è denaro nostro! Ci spetta!» le gridò quasi all’orecchio.
Hinata indietreggiò e Tokuma, con uno sforzo evidente, le parlò con maggiore calma.
«Se vi interessa tanto il matrimonio, potete sposare me e riavere così Villa Hyuga.» cercò di sorridere. «Mio padre non vivrà in eterno e farò in modo che nessuno della mia famiglia vi infastidisca.» E aggiunse in fretta: «Neppure io vi darò noia, per quanto riguarda i miei diritti coniugali. Voglio soltanto celebrare il matrimonio, poi vi lascerò in pace, se così preferite».
Hinata non riuscì a evitare una smorfia di disgusto. Tokuma se ne accorse e mutò di colpo espressione. All’improvviso divenne pericoloso.
Lei deglutì a fatica e rispose in tono pacato: «Devo riflettere sulla vostra proposta. Capisco il problema dell’eredità e mi rendo conto che l’attuale situazione non rende giustizia a voi e alla vostra famiglia. Villa Hyuga, inoltre, mi tenta, credetemi. Concedetemi un po’ di tempo. Lasciatemi tornare da Kurenai-chan e vi prometto che ci penserò».
«Mi prendete per un idiota? Ho visto come mi guardavate un attimo fa. Non avete nessuna intenzione di riflettere, voi volete scappare! Ebbene, non ci casco: esigo una risposta subito! E se devo ricorrere alla forza per costringervi a dire di sì, lo farò.» Le afferrò di nuovo il braccio e, con uno strattone, l’avvicinò a sé.
Hinata sollevò il frustino e lo colpì alla bocca.
Tokuma allentò la presa e barcollò prendendosi il viso tra le mani. Ma non fu sufficiente per permettere a Hinata di fuggire. Dopo aver ripreso il controllo, suo cugino raccolse da terra un bastone e la colpì forte alla tempia. Lei sussultò e cadde a terra come un sasso.
Lui rimase a fissarla, in preda all’orrore. Hinata era immobile, bianca involto, e un rivolo scarlatto le scorreva lungo una tempia. Che cosa aveva fatto! Gli aveva già sfiorato la mente l’idea di liberarsi di lei, ma la realtà era terrificante! Cadde in ginocchio al suo fianco e le sbottonò freneticamente l’abito, ma non trovò segni di vita. L’aveva uccisa! Per qualche istante si lasciò sopraffare dal rimorso, poi però prevalse l’istinto di conservazione. Si guardò intorno. A parte la cavalla di Hinata che brucava nella radura, regnava il silenzio. Non c’era nessuno nei dintorni. Era già pomeriggio inoltrato e la scomparsa di Hinata si sarebbe scoperta verso il tramonto. Le ricerche vere e proprie sarebbero quindi iniziate soltanto al mattino. Nascondendo il corpo, lo avrebbero trovato dopo ore. Aveva quindi il tempo per allontanarsi di parecchie miglia. Nessuno avrebbe sospettato di lui: nessuno l’aveva visto neppure a Villa Hyuga, a parte la giovane contadina, ma avrebbe trovato il modo per zittire anche lei.
Abbassò lo sguardo su Hinata distesa al suolo e il panico lo assalì di nuovo. Oh, Dei! Cosa gli sarebbe successo se lo avessero scoperto? Doveva nasconderla, presto! Ma dove? Si guardò intorno. Il pozzo! Spostò il pesante coperchio, trascinò il corpo inanimato sul parapetto e lo buttò giù. Non attese neppure il tonfo, ma raccolse da terra il frustino e corse via. Era arrivato a piedi sul posto per non far rumore. Pensò quindi di fuggire sulla cavalla di Hinata e poi lasciarla libera. La slegò montò sulla sella e la frustò con violenza.
Sen, terrorizzata dalla furia dello sconosciuto, indietreggiò di scatto, poi si lanciò in un folle galoppo nel tentativo dello sgradito carico. Tokuma fu incapace di trattenerla. Rimase aggrappato per qualche minuto, poi urtò contro un ramo basso e venne scagliato a terra. Restò disteso immobile nel sottobosco. Si era rotto l’osso del collo.
 
Guidata dall’istinto. Sen giunse infine alla stalla della locanda, in preda all’agitazione. Tutti capirono che doveva essere successo qualcosa a miss Hyuga e si creò lo scompiglio. Mentre lo stalliere cercava di calmarla, uno dei ragazzi corse da Kurenai e un altro andò a chiamare Lord Uzumaki. Gli ci sarebbero voluto almeno tre ore per arrivare a Villaggio Hyuga e rischiava di diventare troppo tardi per dare inizio alle ricerche insieme a lui. Tutti gli abitanti del villaggio conoscevano miss Hinata ed erano ansiosi di dare una mano nelle ricerche. Organizzarono, quindi, alcune squadre, che perlustrarono campi e sentieri, ma senza ottenere risultati. Purtroppo erano tutti convinti che Sen l’avesse sbalzata di sella e che Hinata giacesse ferita lungo la strada. A nessuno venne in mente di cercarla nei pressi del castello. Era impossibile inoltrarsi a cavallo tra le rovine e ben pochi erano disposti ad andarci a piedi.
 
Naruto arrivò molto prima del previsto, ma il crepuscolo stava già calando. Interrogò i membri delle squadre di ricerca e domandò a Kurenai se Hinata le avesse parlato dei suoi programmi per quel pomeriggio.
«Che cosa faceva negli ultimi giorni? Dove andava?» le chiese.
«Diceva addio ai luoghi della sua infanzia. Di solito non erano lontani. Un momento, il castello! Deve essere andata al castello! Ci tornava spesso.»
Hayate Gekko, il locandiere, che aveva accompagnato Naruto, scosse la testa.
«Non credo che sia così imprudente! È un posto pericoloso» protestò.
«Andiamoci ugualmente.» Il tono di Naruto era perentorio. «In ogni caso, avete già cercato dappertutto.»
Muniti di lanterne e bastoni, partirono a cavallo verso l’edificio abbandonato. Gli alberi proiettavano lunghe ombre e i membri della squadra non erano tranquilli. Uno dei cavalli fece uno scatto improvviso, rischiando di disarcionare il cavaliere. Si fermarono.
«Guardate!» esclamò qualcuno indicando una figura seminascosta. Naruto saltò giù di sella e si avvicinò di corsa.
«E’ morto!» gridò. «Ha il collo spezzato!» Girò il cadavere. «Dei miei!»
«Ma è Tokuma Hyuga» lo riconobbe un altro. «Che cosa ci fa qui?»
«Volete dire, che cosa ci faceva» lo corresse cupo Naruto.
«Secondo me, niente di buono. Venite! Di lui ci occuperemo al ritorno.»
Lasciarono il corpo dove si trovava e proseguirono.
«Fareste meglio a legare qui il cavallo. Lord Naruto» consigliò Hayate Gekko. «Il terreno è pieno di insidie.»
Smontarono di sella e andarono avanti a piedi. Ormai era quasi buio. «Hinata!» gridò Naruto, poi si voltò verso gli altri. «Chiamiamola tutti insieme.»
Gridarono il suo nome, poi rimasero in attesa, ma quando anche l’eco morì, regnò il silenzio.
Naruto fece un passo avanti. «Voglio guardarmi attorno» annunciò.
«Signore, non è sicuro!» protestò il locandiere. «Rischiate di rompervi il collo anche voi! Questo posto è pericoloso di giorno, figuriamoci di notte. Io consiglio di ritornare domattina.»
«E’ qui, me lo sento» replicò Naruto, poi riflettè un istante. «Io rimango, non me ne posso andare adesso.»
«E’ una follia!»
«Io rimango» ripeté. «Non commetterò imprudenze, ma non voglio andare via. Mi avete capito?» Notò lo sguardo di disapprovazione di Gekko e aggiunse: «Forse è svenuta, e se per caso riprende i sensi durante la notte e invoca aiuto, la voglio sentire. Preferisco restare solo. Vi prendo di tornare domani».
«E che facciamo di Tokuma Hyuga?»
«Già, dobbiamo provvedere. Da come giace a terra, si direbbe che sia caduto di sella. Ma dov’è il cavallo?»
«Forse cavalcava la giumenta di miss Hyuga. È tornata da sola alla stalla.»
«In questo caso, cosa è accaduto a Hinata?»
Gli uomini scossero la testa con aria tetra.
«Eppure io sono convinto che sia qui vicino» continuò Naruto, scrutando l’oscurità. «Vi sarei grato se uno di voi portasse Mr. Hyuga a Villa Hyuga. C’è qualcuno lì?»
«Soltanto il custode. Alcuni domestici hanno accompagnato i padroni a Konoha, mentre gli altri sono stati mandati via per l’estate.»
«Non possiamo comunque lasciarlo dov’è, e dobbiamo avvisare la famiglia. Che pasticcio! Per favore, portatelo a Villa Hyuga e domandate al custode di occuparsi di lui. Intanto informate il dottore. Provvederò al resto dopo, quando… avrò tempo. Buonanotte.»
«D’accordo, allora. Saremo qui domani mattina all’alba.»
«Portate con voi qualche corda e altre attrezzature che potrebbero servire.»
«Siete sicuro di voler rimanere qui, Lord Naruto?»
«Sì. A domani.»
Rimasto solo, condusse Sholto a un ruscello vicino e gli pulì il dorso con una manciata d’erba. Poi tornò alla radura e osservò la scena. Il locandiere aveva ragione: era impossibile perlustrare le rovine al buio, ma, per lui, era altrettanto impossibile allontanarsi, era assolutamente convinto che Hinata si trovasse nei paraggi. Comunque l’aria era mite e lui era abituato a pernottare all’aperto. Si sedette su una pietra a riflettere.
Che cosa era accaduto quel pomeriggio? Perché Tokuma Hyuga si trovava a Villaggio Hyuga? Sicuro che la ragione fosse Hinata, sentì un peso serragli lo stomaco. Probabilmente Tokuma sapeva dov’era nascosta in quel momento, ma non era più in grado di rivelarlo. Quando sarebbero riusciti a trovarla? Nel nome degli Dei, che cosa le era capitato? Incapace di rimanere fermo, Naruto si alzò in piedi e riprese a chiamare.
«Hinata, Hinata, dove siete?» rimase in attesa, ma non udì risposta. Era in prenda alla più profonda frustrazione. Cosa avrebbe fatto se Hinata… No, non era possibile! Non poteva essere morta: era troppo importante per lui. Si guardò attorno ancora una volta. La luna stava sorgendo e proiettava una luce argentata sulle rovine del castello. Ombre nere e luce grigia, nessun colore, nessun segno di vita. Si sedette ancora a capo chino. L’idea di perderla era inconcepibile. Era l’altra metà di lui, la sua amica. Alzò di colpo gli occhi. Era ben più di un’amica! Era l’amore della sua vita! Il centro della sua esistenza. Rimase come un folle a fissare la luna, assimilando questa verità. Infine abbassò le palpebre. Che idiota era stato a pensare che il suo desiderio di sposarla fosse dovuto soltanto all’esigenza di proteggerla. Proprio lui, che si era sempre vantato della propria lucidità, come aveva potuto crederlo? Perché non aveva compreso prima i suoi sentimenti? La voleva sposare poiché era l’unica donna che desiderasse come moglie! Scattò di nuovo in piedi, impaziente. «Hi-na-a-a-ta!».

Fine capitolo quattordici.
 


Buona sera cari lettori!!!
Ormai manca veramente poco alla fine della storia.
Naruto ha appena capito i suoi sentimenti verso Hinata! (Alleluia!)
Ma Hinata sarà sul serio morta?
Vorrei dedicare un minuto di silenzio a Tokuma Hyuga. Primo personaggio che faccio morire in vita mia!! Ha combinato troppi casini, era inevitabile!
Quindi signori e signore, spero che vi sia piaciuto questo traumatico capitolo.
Non credo che qualcuno pianga per la morte di Tokuma Hyuga, ma per quella di Hinata sì, ops non dovevo dirlo!
 
Passiamo ai ringraziamenti:
Grazie a chi abbia messo la storia, anche se siamo quasi alla fine, tra le preferite, seguite o ricordate.
Grazie anche chi abbia solamente leggo la storia e ha vergogna di commentare. Vi voglio bene lo stesso!
 
Per chi ha commentato:
 
A naruhinafra: Ciao! Finalmente Naruto ha compreso i suoi sentimenti. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, per quanto tragico, catastrofico e triste sia. Ahhaa fammi sapere cosa ne pensi. Un bacio forte.
 
A ery98sole: Oddio qualche volta la tua immaginazione ha visto giusto! Kurenai non morirà ovviamente. E Tokuma… Beh, alla fine il cavallo di Hinata ha funzionato meglio di Chuck Norris… Hinata… chissà. Ok, credo che ti farò morire in questo modo ahhahaha. Spero che ti sia piaciuto il capitolo. Un bacio!
 
A boss_heartandsoul: Eh sì, si ERANO quasi chiariti. Il fato non è dalla loro parte… decisamente no! Ahahaha Spero che ti sia piaciuto il catastrofico capitolo! Un bacio!
 
A MissDidichan: Effettivamente anche io ho abbandonato nel bello del capitolo (anche in questo devo dire hahhaahah). Ma è per mettere suspance! Ecco mi mancavano le tue attenzioni nel mio testo! Cosa fare senza teeeeeeeee!? Ahahaha. Spero che ti sia piaciuto il capitolo!  (Spero di non aver commesso errori .-.). Un bacio.
 
A alegargano1: Tranquillo!!  Ahhaha Anche io sto facendo molti ritardi :’( e chiedo ancora scusa >.<.  Spero che la “non” risposta di Hinata ti sia piaciuta. E che questo capitolo assolutamente tragico ti sia piaciuto! :3 Un bacio forte!!!
 
A arcx: Oddio che commentone. Si spiace anche a me che la storia sia quasi finita. Grazie per i complimenti, e si rileggerò i scorsi capitoli. Ma in questo periodo non ci sono molto a casa a causa dell’Università. Ma prometto che alla fine rileggerò e aggiusterò dove ho sbagliato! È una promessa. Hahhaha. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Mi ha fatto veramente piacere risentirti! Un bacio!
 
A Dolcemente Complicata: Capisco bene le tragedie. Ogni volta che devo andare all’università, succede sempre qualcosa -_- .  Si ammetto che assomiglia a Orgoglio e Pregiudizio ahahhaha. Ovviamente involontariamente ahaha. Dal Baka, al ragazzo più dolce che sia mai esistito ahahhahaahaha. UNICA! E adesso che ha capito i suoi sentimenti è il ragazzo migliore del mondo *-*!!! Beh si mi rendo conto che è stato tragico e doloroso, ma la “dichiarazione” di Naruto. Mi piace tantissimo! Non so perché :’( .
Io li ho sempre sognati così… Naruto e Hinata e Harry e Ginny! Sono perfetti.. e fa vedere che il vero amore, cresce, vive e non muore mai, anzi si rafforza!!! Ho sempre sognato un amore così…. Basta mi lascio troppo trasportare. Ti aspetto per il prossimo capitolo! Un bacio fortissimo!!! *-*
 
 
E finalmente siamo giunti alla fine!
Il Fato cosa riserverà ai due, ormai dichiarati, innamorati?
Non perdete il capitolo finale, per poi il epilogo di conclusivo. Mancano due uscite alla fine della storia. Siete in ansia??
Beh ragazzi. Voglio sapere cosa ne pensate di questo capitolo! Quindi commentate in molti. Non siate timidi, coraggio. AHAH!
Vi voglio bene!!
Un Bacio.
Bea. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***




Capitolo 15

 
Hinata sbattè le palpebre al chiarore lunare. Dove si trovava? Trasse un respiro e tentò di muoversi. Un dolore le percorse il braccio. Stava male… le girava la testa… svenne… Quando riprese i sensi, vide soltanto oscurità. Forse aveva dormito, anche se le pareva impossibile con quel tremendo mal di testa. Cosa l’aveva svegliata? Aveva sentito una voce? Eccola ancora: «Hinata!». Tentò di rispondere, ma non riuscì a emettere alcun suono. Non poteva parlare! Si agitò, cercò di spostare il braccio, ma il dolore divenne ancora più acuto. Di nuovo svenne.
Poi si svegliò, piena di brividi. Faceva freddo, era buio. Muri tutto intorno a lei… Era prigioniera! Con la mano sana tastò dietro la schiena: pietre, metallo. Com’era possibile? Era in fondo al pozzo del castello! Terrorizzata, invocò più forte che poté. «Naruto! Aiuto!» Ma emise soltanto un sussurro. Si abbandonò alla disperazione: nessuno l’avrebbe udita! Era gelata fino alle ossa… stava per morire. Mai più avrebbe rivisto Naruto, mai più gli avrebbe dichiarato il suo amore… No, non poteva morire! Doveva vivere, uscire da quell’orrenda prigione. Ma come ci era caduta? Si doveva concentrare, ma non era facile con quel dolore. Ancora semicosciente, tentò di mettere insieme i suoi ricordi. Le comparve innanzi agli occhi il volto di Tokuma, sconvolto dall’ira, con un taglio diagonale sulla bocca. Lo aveva colpito con il frustino… Perché? L’aveva assalita… E poi cosa era successo? La memoria non rispondeva. Gemette piano.
Quando aprì gli occhi, si sentì un po’ più sveglia di prima. La piccola fetta di cielo che riusciva a scorgere era meno scura. Stava finalmente spuntando il sole. Qualcuno sarebbe venuto a cercarla. Si sforzò di alzarsi in piedi. Il volto grondava di sudore, la testa pulsava e il braccio doleva da impazzire. Ma dimenticò il male quando udì Naruto che gridava.
«Hinata! Dove siete?»
«Sono qui, Naruto! Aiutatemi! Sono in fondo al pozzo.»
Sentì altre voci, poi di nuovo quella di Naruto, «Silenzio! Credo di aver sentito qualcosa. Ascoltate!»
Le ginocchia la sostenevano a malapena. Con la mano di aggrappò a un piolo di ferro. «Sono qui!» gridò. «Naruto, aiuto!»
 
La macchia di luce sparì, eclissata da volti affacciati. Seguì un coro di esclamazioni: «Eccola!», «Guardate!», «E’ miss Hinata!».
Poi la voce di Naruto.
«Spostatevi! Lasciate entrare la luce. Andate a prendere le funi!» E, chinandosi, le chiese: «Hinata, siete ferita gravemente?».
Lei respirò a fondo. Le risultava difficile fare le cose più semplici, per esempio parlare. Quell’ invocazione le aveva strappato le ultime forze.
«Vi prego, Hinata! Dobbiamo saperlo per tirarvi fuori di lì sana e salva.»
Avanti, Hinata, rispondi. Trasse un respiro, poi riuscì a dire: «Credo… di avere un braccio rotto… Nient’altro». Si sentì di nuovo mancare, ma se si tenne salda al piolo di ferro.
«Bene!» Naruto si asciugò il sudore dalla fronte con una manica. «Scendo io» annunciò sfilandosi la giacca. «Per sicurezza, legatemi la corda intorno alla vita, ma credo di riuscire a cala        rmi da solo.»
Hayate Gekko, notando il suo pallore, azzardò: «Potrebbe scendere anche qualcun’altro».
«No! La voglio portare su io stesso. Grazie, comunque. Avrete altro da fare, Gekko. Sapete come si fa a tirare su due persone con una fune, oppure volete che ve lo spieghi?»
«Ci penso io, milord. Siete pronto?»
«Credo di sì.» Si sporse dal parapetto. «Hinata, ascoltami!»
«Vi… ascolto.» La sua voce pareva ancora più debole.
«Resistete!» la incoraggiò. «Tra un minuto sarò da voi. Ma tenetevi su un lato: non voglio cadervi addosso. Ci riuscite?»
«Credo.»
«Bene!»
Rivolse un cenno agli uomini che stavano preparando le corde e iniziò a calarsi. Il pozzo non era molto profondo, essendo riempito in parte di terra, e i resti della scala di ferro gli fornirono un utile appiglio. Nell’esercito gli era capitato di affrontare discese ancora più difficili, mai, però, in circostanze simili. Hinata stava perdendo le forza: lo aveva capito dalla voce. Forse si era fatta più male di quanto non immaginasse, o ammettesse. Anche lo spavento giocava la sua parte… Come poteva tirarla fuori di lì senza rischiare di peggiorare la situazione?
Se era ferita gravemente…
Naruto imprecò tra sé e fece di tutto per mantenere la concentrazione. Non le sarebbe stato di nessun aiuto comunicandole le sue paure. Scese con estrema attenzione finchè non la vide appena sotto di lui.
«Questo è il momento più difficile» la avvisò. Si lasciò scivolare al suo fianco e infine, con enorme sollievo, toccò il fondo con i piedi. «Brava!» si congratulò, vedendo che si faceva da parte per farlo passare. Ma non era per nulla tranquillo. Notò che la mano aggrappata al piolo aveva le nocche bianche, mentre l’altro braccio pendeva inutile lungo il fianco. Sotto lo strato di polvere, il viso era pallidissimo e si notava un livido sulla tempia. Sulla guancia c’era un grumo di sangue rappreso.
Respirò profondamente. Non era il momento adatto per abbracciarla, per esprimere il suo immenso sollievo. Prima di muoverla, doveva verificare che non avesse altre fratture, e poi la doveva estrarre da quel buco infernale il più in fretta possibile. La tastò con l’intero corpo, senza trovare altre lesioni. La fissò ancora in voltò: se possibile, era più bianca di prima. Le labbra le tremavano e, sebbene avesse reagito un sussulto al suo tocco, non aveva detto nulla.
Hinata era al limite delle forze. Le diede un rapido bacio, lieve come la piuma.
«Tra poco sarete al sicuro, Hinata!» sussurrò. «Ormai vi ho trovata e non vi lascerò più andare via.» Non era certo che l’avesse udito. La testa le stava ricadendo in avanti e le dita stavano lasciando la presa. Naruto lavorò più in fretta che poté nello spazio angusto. Con una fascia che gli avevano fornito immobilizzò il braccio rotto, legandolo al busto, e a quel punto Hinata perse i sensi. La afferrò al volo mentre cadeva e la tenne un istante tra le braccia, consolandosi con il pensiero che forse era meglio così: i prossimi minuti sarebbero stati troppo duri per lei. Poi fece passare le funi attorno a loro corpi e gridò agli altri di iniziare a tirare. Lentamente, faticosamente, il doppio carico emerse in superficie. Mani forti sollevarono Hinata oltre il parapetto e la fecero distendere sull’erba. Naruto si arrampicò dietro di lei. La coprì con la sua giacca, poi si alzò in piedi e prese a respirare in fretta per recuperare energie. I membri della squadra stavano già sistemando il coperchio del pozzo e avvolgendo le funi. Infine Naruto prese il braccio di Hinata e la portò dove erano legati i cavalli. La affidò per un momento a un altro soccorritore, poi montò in sella e la riprese con sé. Sholto diede immediatamente un segno di nervosismo, ma si calmo sentendo la voce del padrone. Le palpebre di Hinata si aprirono per un istante e un sorriso apparve sul suo volto esausto.
«Naruto!» esclamò felice. «Naruto!»
 
La piccola processione tornò in paese. Due uomini erano andati avanti per avvisare Kurenai e il medico del loro arrivo. E quando Hinata giunse nel cottage, trovò un letto pronto e il dottore in attesa. Questi si occupò subito del braccio fratturato e dichiarò che sarebbe guarito perfettamente. Era preoccupato, invece, per la lesione alla tempia e per la notte trascorsa in preda al trauma.
Dopo un momento di lucidità, Hinata era scivolata in uno stato di semi coscienza e, a mano a mano che passavano le ore, rimaneva sempre più immobile. Quando Mrs. Uzumaki arrivò, trovò Naruto seduto accanto a letto. Era di un pallore mortale, ma rifiutava con orgoglio ogni offerta di aiuto.
«Naruto, sii ragionevole» gli consigliò. «Vai a dormire un po’, Hinata non sa neppure che sei qui! Per il momento resto io.»
«Che cosa facciamo?»
«Il dottore ci ha offerto ospitalità per stanotte. Se adesso, mentre sono qui io, vai a dormire per qualche ora, stasera potrai vegliare su Hinata. Miss Kurenai non sta ancora molto bene, ma ci potrà dare una mano mandandoci a chiamare quando è necessario. Ti prego, riposati. Non le sarai di nessun aiuto se crolli!»
Con certa riluttanza, Naruto acconsentì. In passato gli era capitato tante volte di consigliare agli altri di essere ragionevoli, di non perdere la calma, di non preoccuparsi. Ma adesso tutto ciò gli pareva inutile.
 
Riuscì tuttavia a riposare per un paio d’ore e tornò da Hinata rinfrescato e pronto ad affrontare ciò che andava fatto. Sua madre lo accolse con sollievo.
«E’ molto irrequieta Naruto. Le ho dato qualche goccia, ma non hanno fatto un grande effetto, e il dottore mi ha raccomandato di non somministrargliene altre fino al suo arrivo. Sono contenta che tu sia tornato. Chiede continuamente di te, anche se non capisco bene cosa dica.»
Il braccio fasciato impediva a Hinata di muoversi come voleva, ma ruotava la testa da un lato all’altro, mormorando con impazienza, gemendo e poi gridando con voce spezzata: «Naruto! Aiutatemi! Avete detto che ci sarete! Dove siete?».
«Sono qui» le rispose con calma. Si sedette accanto al letto le prese la mano sana. «Sono qui, Hinata. Ora potete riposare.»
Il suono della sua voce sembrò calmarla un istante, ma poco dopo ricominciò ad agitare senza posa il capo. «Naruto, non mi lasciate, non andate via!»
Lui la rassicurò ancora e lei si tranquillizzò, ma solo temporaneamente. La voce spezzata riprese: «La guardate con tanta devozione, Naruto… perché non guardate così anche me? Con quel sorriso. Voi non mi amate, Naruto, è per questo! Vi sono amica, è tutto». La mano si muoveva in moti convulsi. «Mi basta. Vi prego, però, non mi abbandonate!»
Sentire la forte e indipendente Hinata che supplicava aiuto era troppo commovente per entrambi gli ascoltatori. Mrs. Uzumaki aveva le lacrime agli occhi.
«Lo sapevo che ti amava, ma non mi rendevo conto quanto. Non lasciarla Naruto.»
Lui scosse la testa. «No, non la lascerò. Adesso andate a riposare, madre. Rimango io qui.» Si voltò poi verso Hinata e le parlò con dolcezza, finchè si calmò di nuovo.
A poco a poco calò la sera. Kurenai entrò con una lampada, che posò su un tavolo lontano dal letto. Rimase per qualche minuto, poi tornò a riposare. La cameriera portò a Naruto un vassoio con la cena e a Hinata una caraffa di infuso. Più tardi ricomparve Mrs. Uzumaki e, dopo avere lanciato un’occhiata all’inferma, raccomandò al figlio di andare a prendere una boccata d’aria fresca.
«Hai detto che sta tranquilla da un po’? credo che stia dormendo. È un buon segno. Torna tra mezz’ora.»
Non appena mise piede per strada, gli abitanti del villaggio lo tempestarono di domande su miss Hyuga. Riferì ciò che poté per assicurarli, poi li ringraziò ancora per il valido aiuto.
«E’ stato per noi un brutto giorno quando è morto il signorino Neji» disse un contadino dai capelli grigi. «Villa Hyuga non sarà più la stessa senza miss Hinata.»
Naruto annuì. Neanche la sua vita sarebbe stata più la stessa senza di lei.
 
Quando tornò da Hinata, sua madre si assicurò che non aveva mosso un muscolo. «Non preoccuparti, caro! Sono convinta che si stia riprendendo. È venuto il dottore e le ha detto ancora qualche goccia per farla dormire. Era ottimista. Dobbiamo farle bere l’infuso. Poi rimanere qui, se vuoi. Io mi riposerò sul divano.»
Mrs. Uzumaki si mise comoda sul sofà e Naruto si sedette di nuovo accanto al letto. Il colorito di Hinata era migliorato e la sua respirazione più regolare. Regnava il silenzio e il paese si stava preparando per la notte.  Naruto si soffermò a riflettere su Neji, su come la morte di un giovane uomo potesse cambiare la vita di tante persone. Si domandò che sarebbe stato di Villa Hyuga e dei suoi abitanti, adesso che l’erede di Ko Hyuga non c’era più e provò persino compassione per la famiglia di Tokuma. Ma soprattutto era contento di stare vicino a Hinata, e pieno di gratitudine perché era sopravvissuta.
 
 
La mano di Hinata si mosse. Naruto si alzò e si chinò tempestivamente su di lei. I suoi occhi si aprirono.
«Avete sete?» le chiese in un sussurro. Lei annuì e lui le mise alle labbra un bicchiere, sostenendole il capo mentre beveva. Quando fece per ritirare il braccio. Hinata emise un gemito di protesta.
«Non ve ne andate!» bisbigliò. «Rimanete con me: ho bisogno di voi, Naruto. Credo che avrò sempre bisogno di voi. Non so affrontare la vita se non ci siete.»
Naruto era commosso nel profondo del cuore. «Ve l’ho detto: non me ne andrò» rispose con dolcezza, poi posò il bicchiere sul comodino e sistemò il braccio in una posizione più comoda. «Adesso però non dovete parlare.»
Hinata gli rivolse un sorriso assonato. «Ma io vi devo parlare.  L’unica cosa a cui io riuscivo a pensare in fondo al pozzo era che… se fossi morta non avrei potuto dichiararvi… che vi amo, Naruto. Ho sbagliato a dirvi che non vi avrei sposato. Vi amo così tanto che non importa…» La sua voce si spense.
«Cosa non importa?»
«Che non mi amate come io vorrei. Come amavate Ino.»
«Ma io vi amo, Hinata!»
«Lo so che mi volete bene e sarebbe sciocco da parte mia esigere di più. Ma io ho abbastanza amore per tutti e due. Mi basta rimanere con voi. Non mi lasciate, non lo sopporterei…»
Le lacrime le inondarono le guance e ricominciò ad agitarsi.
«Hinata avete bisogno di dormire. Non vi abbandonerò mai, ve lo prometto. Ora, però, riposate. Parleremo quando starete meglio. Dormite, amore mio.» le adagiò la testa suo cuscino, le asciugò le lacrime e la baciò con tenerezza la guancia. Lei emise un sospiro soddisfatto e si addormentò.
Naruto si alzò in piedi e si stirò. Aveva il braccio intorpidito, ma non importava. Sembrava che Hinata stesse davvero tornando in sé. Ma chi era veramente Hinata Hyuga? Ebbe l’impressione di non conoscerla affatto. Osservò la sua figura dormiente. Era sempre stata tanto attenta a nascondere la donna vulnerabile e appassionata che corrispondeva alla sua vera identità. Ma lei stessa se ne rendeva conto? Naruto aveva scoperto così di recente la profondità dell’amore che provava per lei, che non aveva avuto il tempo di riflettere sui sentimenti di Hinata nei suoi confronti. Quegli ultimi dieci minuti erano stati un’autentica rivelazione. L’orgogliosa e indipendente Hinata aveva pianto, lo aveva supplicato, gli aveva aperto il suo cuore. Lo amava quanto lui amava lei!
Guardò di nuovo il letto.
Amore mio, pensò, mai mi sentirò più fiero o più umile di quanto mi senta in questo istante.
Ti adoro! E mai, finchè respiro, ti farò del male!
 
Mrs. Uzumaki si svegliò. «Scusami, Naruto, mi sono addormentata. C’è qualche novità?»
«Forse» tentando di non sorridere. «Mi pare che stia meglio. Dorme tranquilla. Se è come spero, è fuori pericolo.»
La madre lo scrutò in volto. «Naruto, non ti vedo con quell’espressione da quando eri bambino e tuo padre ti aveva regalato il primo pony, ricordi? Eri in estasi per la felicità.» Si alzò e gli diede un bacio. «Credo che ci siano grosse novità. E sono convinta che sarete felici insieme.»
Naruto la abbracciò. «Anch’io, madre. Avevate ragione su Hinata Hyuga: è la donna adatta a me, l’unica. Ma come facevate a saperlo?»
«Lo sapevo» rispose.
Il giorno dopo, però, la situazione non si profilava altrettanto rosea.
 
Hinata dormì tutta la notte e al mattino, a parte il braccio rotto e il livido in testa, sembrava in discreta salute. Il dottore dichiarò che poteva rimanere alzata per qualche ora e magari andarsi a sedere in giardino. Naruto tornò da lei non appena fu vestita e le propose di portarla giù per le scale.
«Grazie, ma non è necessario» rispose con freddezza, «Riesco a camminare da sola.»
La fissò incuriosito. Questa era l’Hinata che aveva conosciuto vicino al templio quasi un anno prima, l’acida bisbetica. Ebbe voglia di scoppiare a ridere, ma si trattenne. Evidentemente si era indurita per reazione agli avvenimenti del giorno prima. Avrebbe dovuto prevederlo.
«In questo caso» le disse calmo, «mi limiterò a precedervi giù per i gradini. Sarebbe un vero peccato se vi faceste male anche al braccio. Venite!»
Lei attraversò la camera con un passo malfermo, ma si fermò sulla porta e si appoggiò allo stipite. «Credo che resterò qui. Fa troppo caldo fuori.»
«Hinata, adorabile bisbetica, mia dolce strega, lasciate che vi porti in braccio in giardino! Solo per farmi un favore. Vi voglio parlare e non lo posso fare qui.»
«Avete parlato abbastanza ieri sera» ribattè.
«Voi avete parlato più di me.»
«Stavo male, non sapevo quello che dicevo.»
«Davvero, Hinata?» la fissò negli occhi.
Dopo un secondo, lei distolse lo sguardo. «Non dovevate prestarmi attenzione» affermò con il ben noto tono distaccato.
«No, non mi potete più parlare così, mai più. Ormai ho visto la vera Hinata Hyuga.»
Hinata lo guardò disperata. «Non potreste dimenticare ciò che ho affermato ieri sera, Naruto? Era così umiliante.»
«Lasciate che vi accompagni giù. Non ci disturberà nessuno. Mia madre ha portato miss Kurenai a fare un giro in carrozza.»
«Che cosa volete?»
«Andiamo prima in giardino.»
Lei fece un segno di rassegnazione e gli permise di prenderla in braccio.
In giardino si sedette sotto il melo con gli occhi bassi, rifiutando di guardare Naruto. Lui la prese per mano.
«Non chiudetemi le porte, vi prego, mi ferireste troppo. Sarebbe terribile se mi negaste la ragazza che ho conosciuto ieri sera. Lasciate pure che gli altri vedano l’Hinata Hyuga che ballava nei saloni di Konoha, ma non mi private della vera Hinata. Mi ero innamorato di lei ancora prima di sapere che esistesse, ma ora che l’ho vista, non ne potrò più fare a meno. Io vi amo. Non mettetelo in dubbio. Vi amerò con passione per sempre.»
«Avete detto che volevate sposarmi perché a me occorre una casa e a voi una moglie.»
«Sciocchezze! Ho bisogno di voi! Non desidero nessun’altra donna. E vivere insieme a voi a Villa Uzumaki, costruire insieme il nostro futuro, è tutto ciò che sogno. Riuscirete a perdonarmi per essere stato tanto cieco in passato?»
«In effetti mi avete chiamata amore mio» ricordò a bassa voce.
«Credevo che dormiste.»
Lei sorrise. «Vi ho sentito. Quindi forse state dicendo la verità, non parlate così soltanto per compassione?»
«Compassione? Siete impazzita? Aspettate soltanto di sentirvi meglio e poi avrete una dimostrazione dei sentimenti che provo per voi!»
«Ma è soltanto il braccio, Naruto…» gli lanciò un’occhiata di traverso. Lui non potè fare a meno di ridere. La risata uscì da sola, felice, trionfante. Quando Hinata cominciò ad assumere un’aria offesa, lui la fece alzare in piedi, le cinse con il braccio la spalla sana e la strinse lentamente a sé. Il bacio che seguì iniziò con dolcezza, ma poi si colmò di passione, di sentimento, di ardore. La sensazione che lei provò non assomigliava a nulla che avesse conosciuto prima. Si sentiva turbinare al vento come una foglia, il sangue le scorreva nelle vene in un ruscello di gioia e, allo stesso tempo, si sentiva al sicuro, stretta tra le braccia di un amante. Quando infine Naruto la lasciò, dovette reggersi a lui per evitare di cadere. Lui la trattenne con la mano tremante per qualche momento e, oltre al tumultuoso battuto del cuore, si senti i potenti palpiti di lei.
«Scusami» le disse. «Dovevo prestare più attenzione. Mi hai inebriato, Hinata! Ho quasi rischiato di farti male.»
«No, non ti scusare. Non mi sono aggrappata a te per debolezza, Naruto. Non scusarti per avermi baciata così. Mi è…piaciuto e voglio baciarti ancora!»
Lui scosse la testa. «Lo stesso non avrei dovuto. Non è il momento né il luogo adatto.» la fece sedere di nuovo. «Ma adesso che ci siamo chiariti…»
«A dire la verità, non mi sono mai sentita più in confusione» mormorò lei.
Naruto ignorò l’interruzione. «Ecco cosa intendevo dirti, e ormai non temo più di essere frainteso: io ti voglio sposare…»
«Ma certo!»
«Lasciatemi finire. Voglio sposarti al più presto. A parte il desiderio di averti per me, mi devo assicurare che tu non corra più nessun rischio per quell’eredità. Finché non sei sposata, sei ancora esposta a pericoli.»
«Non credo proprio che Tokuma mi tenderà altri agguati. Rimarrà così sconvolto quando saprà che sono ancora viva, che non oserà farmi nulla.»
«Ricordi cosa è successo al castello?»
«E’ arrivato all’improvviso Tokuma. Mi voleva parlare. Ha detto che mi avrebbe sposata, che io fossi d’accordo o no. Io ho cercato di andare via… e lui mi aggredita.»
«Ti ha fatto male?»
«Non in quel momento. Sono stata io a ferirlo con il frustino. Aveva il viso insanguinato.»
«E poi cosa è accaduto?»
Hinata aggrottò la fronte. «Non so esattamente. Credo che mi abbia colpita con un oggetto duro… Mi sono svegliata in fondo al pozzo.»
Lui esitò un istante. «Era una canaglia. Grazie a Dio ti abbiamo trovata.» le strinse la mano. «Ma te lo devo dire: Tokuma è morto.»
«Morto! E come?»
«Lo abbiamo trovato così. Era stato sbalzato di sella.»
«Ma non aveva il cavallo con sé.»
«Dov’era Sen?»
«L’avevo legata all’albero. Non volevo arrischiarmi a portarla alle rovine.»
«Tokuma deve aver tentato di scappare a galoppo. Probabilmente era in preda al panico.»
«E Sen lo ha fatto cadere. Forse l’aveva trattata male.»
Naruto annuì. «Sarà andata così.»
«Non posso evitare di dispiacermi per lui. Quella maledetta eredità! Se solo non avesse avuto quell’idea fissa!»
Rimasero in silenzio per qualche minuto. «Ti voglio comunque sposare il più in fretta possibile» dichiarò infine Naruto.
Lei gli lanciò un’occhiata ironica. «Non è più necessario, ormai.»
«Ora più che mai, invece. Celebreremo le nozze qui a Villaggio Hyuga non appena ti sarai rimessa. Sarà una cerimonia semplice. Tanto per cominciare, tuo cugino è appena morto, quindi non è il caso di…»
«Mi stai ordinando cosa devo fare, Naruto?»
«Si!»
«In questo caso, e solo in questo caso, obbedisco. Mi sembra una splendida idea!»
«Bene, inizio subito a organizzare tutto. Devo invitare Kiba, naturalmente.»
«Sono contenta.»
«Perché?»
«Perché è un tuo amico e mi è simpatico. Balla meravigliosamente e ha fascino da vendere.» commentò Hinata con innocenza.
Naruto le prese il mento tra le due dita e le disse con finta aria minacciosa: «Se mai ti sorprenderò a fare la civetta con un altro, vecchio amico o no, lo taglierò in due con la mia sciabola. Intesi?»
«Perfettamente. E se ti scopro a lasciarti stregare da Ino Yaman…»
«Non mi sono mai sentito stregato in vita mia!» la interruppe. «Adesso, però, sono ammaliato dalla mia futura moglie!»
 
Fine capitolo quindici.
 
 
Salve!!!
Grazie per aver letto il penultimo capitolo del “La promessa di Naruto”.
Siamo arrivati alla fine siete contenti??
A causa delle vostre minacce ho cambiato il finale, lasciando vivere Hinata…. No stavo scherzando!
Non avevo nessuna intenzione di farla morire, ma è stato divertente leggere i commenti dove erano convinti che lo fosse. Ho solo aumentato il patos. Spero che non vi abbia deluso.
Finalmente l’Amore ha vinto.
Hinata ha accettato Naruto.. e si sposeranno!
*Festeggiamo*
Diciamo che è un Happy Ending, quelli che piacciono a tutti. E spero che sia piaciuto anche a voi!
 
Passiamo ai ringraziamenti!
Grazie ancora a chi ha messo la storia nelle preferite, da ricordare, e da seguire. Grazie anche a chi ha solamente letto!
 
Per chi ha commentato:
 
A Fleur92: ahhahah! Mi dispiace che hai dovuto cambiare computer, ma finalmente adesso funziona! Mi fa piacere che hai letto i scorsi capitoli e ti sono piaciuti! Tokuma eh si, è dovuto morire. Mi dispiaceva farlo in verità, ma per forza doveva morire! Ringraziamo il Cielo per Naruto! Hinata come hai visto non è morta, ma dico io come potevo farla morire?!?!?!?! Un bacio!
 
A naruhinafra: Carissima!! Grazie di tutto! Le tue minacce mi hanno fatto cambiare idea ahahhahahah! Scherzo! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Comunque ho intenzione di scrivere un'altra Naru\Hina, ma con ambientazione un po’ diversa! Spero che la leggerai! ** Ci sentiamo al prossimo e ultimo capitolo! Baci!
 
A boss_heartandsoul: AHAHAHAH Perdonami l’attesa! Ma proprio non voglio farla finire questa fan fiction! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Aspetto tuo notizie! Un bacio!
 
A alegargano1: Diciamo che il tuo sclero mi è piaciuto molto ahahhahahahahah!!! Oddio le minacce di morte a causa di Hinata mi hanno fatto un po’ paura! .-. Beh spero che questo quasi finale ti sia piaciuto! Ù_ù Ciao ciao
 
A elcrazy_NarHin: Si credo che era piuttosto ovvia la fine, ma spero che ti sia piaciuta lo stesso ahahah! Un bacio!
 
A crazyfrog95: Beh diciamo che finale drammatico proprio no, non è il mio genere, perdon!
Si avrei voluto farli battere, ma così mi è sembrato più inaspettato xD spero che comunque ti sia piaciuto. Baci xD
 
A ery98sole: Tu e questo Chuck Norris ahahahhahahahha! Mi fai morire! Sen è un pericolo della natura! Eh! Ma era ovvio che la trovava. LOL  Vabbeee spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Un bacioo!

A Dolcemente Complicata: L’unica che mi capisce ahahahhah! <3  In primis dico Hai ragione per le NaruSaku, io le odio veramente, ecco perché fin dal principio ho usato Ino invece di Sakura, l’ho fatto per necessità del mio animo! Mi fa piacere che ti sia piaciuta la morte di Tokuma (intendo come l’ho impostata), ci ho pensato molto, prima di scriverlo. Ti dico la verità anche io mentre la scrivevo mi sono messa a piangere per Naruto! E che mi sono trovata nei suoi panni… e vedevi solo me piangere come un’idiota mentre scrivevo .-.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie ancora di tutto! Un bacio forte!
 
 
E siamo giunti alla fine di questo capitolo!
Il prossimo sarà veramente la fine quindi leggetelo in tanti. Mi fa piacere che ancora mi seguite! E grazie ancora di tutto per avermi seguito fino ad adesso!
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, dove l’Amore, la Passione, e la Voglia di Vivere vincono.
Naruto e Hinata sono così. Diversi, ma perfetti l’uno per l’altro.
E basta credo che vi siete scocciati di sentirmi.
Un Bacio forte a tutti!
Bea.

 

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


 

Epilogo
 
 
Un anno dopo, più o meno alla stessa data, Lord Uzumaki entrò nella camera di sua moglie con una lettera. Lady Uzumaki era seduta sul letto, piuttosto pallida in volto.
«Ti senti meglio, amore mio?» le chiese chinandosi a baciarla.
Lei gli prese la mano. «Andrà meglio tra poco. Lasciami un altro quarto d’ora. La lettera è di tua madre? Spero non dica che questo mese non potrà venire! Non vedo l’ora di mostrarle tutto ciò che abbiamo fatto a Villa Uzumaki dall’ultima volta che è stata qui.»
«Tesoro, nessun impegno potrebbe trattenerla!»
«Bene! È anche ora che le comunicheremo che sarà nonna tra sei mesi. Non le dispiacerà, vero?»
«Per nulla. Anzi, era la ragione principale per cui insisteva tanto per farmi sposare: desidera nipotini.»
«Oh! Pensavo che fosse perché le ero simpatica.»
Naruto le baciò le dita. «Ti adora. Ma non quanto me.»
Dopo un breve intervallo, Hinata gli chiese: «Di chi è la lettera?»
«Di Kiba. Va a trovare suo padre e vorrebbe renderci visita passando di qua.»
«Ottima notizia! Quando arriva?»
«Tra due settimane. Ma, fossi in te, non ballerei con lui.»
 
Lord Inuzuka ricevette dai due coniugi la più calorosa accoglienza. Hinata si era sentita a suo agio con lui sin dall’inizio e Naruto lo considerava sempre uno dei suoi migliori amici.
Quella sera, dopo la cena, Kiba comunicò le ultime notizie dalla città. Infine annunciò con tatto: «Ho sentito che Ko Hyuga è tornato a Villa Hyuga, ma dubito che ci rimarrà a lungo. Secondo alcune voci, sta cercando di rompere il vincolo di inalienabilità. Ne sapete qualcosa?».
«Non siamo più passati da quelle parti e non abbiamo informazioni. Si è parlato di Tokuma?»
«Sono circolate voci, ma niente di serio. Nulla a cui le malelingue potessero appigliarsi. Lord Shiranui ha sposato Hinaka Hyuga nonostante le difficoltà di suo padre, e adesso il bel mondo non sa se provare più compassione per il marito irascibile o per la moglie capricciosa.» Tutti risero e Kiba continuò in tono leggero: «A proposito, Akimichi tiene sua moglie reclusa a nord di Konoha, un luogo piuttosto isolato. Quest’anno non è venuta a Konoha per la Stagione. Forse sta cercando di fare un figlio prima che sia troppo tardi».
«Saggia decisione!» commentò pigramente Naruto, riempiendogli il bicchiere. «Cosa ti porta Villa Uzumaki? Tuo padre?»
«Si, soprattutto. Voglio trascorrere un po’ di tempo con lui. Da quando ci siamo riconciliati desidera vedermi spesso. Diventa vecchio, Naruto. Mi dispiace per gli anni che abbiamo trascorso lontani, ma ormai non si possono più recuperare…» fece una pausa. «A Konoha ho visto il colonello Hatake.»
«Mi farebbe piacere rivedere il colonello. Hinata, amore, ti dispiacerebbe se lo invitassi qui?»
«Gli volete per caso chiedere di fare da padrino? Speravo che l’onore spettasse a me» domandò Kiba con un sorrisino.
«Silenzio, Kiba!» lo interruppe Hinata, rossa in volto.
«Cosa? Affibbiare a nostro figlio un padrino così libertino?»
«Farò il bravo, vi giuro! Farò tutto quello che mi chiederete!»
«Non essere tanto drastico, Kiba» rispose Naruto con un radioso sorriso. «Ma ne riparleremo verso Natale. Ti senti pronto?»
«Mettetemi alla prova.»
«Forse hai ragione.» ma subito perse interesse per il discorso e Naruto prese Hinata tra le braccia. «Prevedo un periodo appassionante, amore mio. Mio grande amore…»
Si baciarono. Kiba li guardò e sorrise e si preparò ai brindisi.
«Abbiamo tanto da festeggiare, che non saprei da dove cominciare. Felicità e lunga vita a Hinata e Naruto.» Risero e Kiba continuò. «E…alla prossima generazione, al primo piccolo Uzumaki.»
Seguirono nuove esclamazioni e Hinata rise.
Venne il turno di Hinata. «A Kiba che riesca a trovare anche lui l’amore.» Kiba rise e Naruto continuò «Un ultimo brindisi agli uomini che hanno combatutto alla Quarta Grande Guerra. A quelli che non sono sopravvissuti come Neji Hyuga e, a quelli che vivono ancora.»
Fu un momento solenne, alzarono i calici. Naruto stingeva a se un’Hinata emozionata.
 «Agli eroi della Grande Guerra!»
 
 
Fine.
 
 
 
 
Eccoci alla fine.
Ho finito la mia prima Fan Fiction, non ci posso ancora credere.
Grazie a tutti per aver seguito fino alla fine. Si proprio tutti.
 
A coloro che hanno letto fino alla fine.
A coloro a cui è piaciuta.
A coloro che mi hanno detto di continuare a scrivere.
A coloro che mi ha fatto andare avanti.
 
Alle trentadue persone che l’hanno messa tra le preferite, che ritengo doveroso aggiungere:
 
 
alegargano1
aquilus
arcx
Athalfuns
Baby_Doll_
Cate_Corvina
chibikyuubi
ciccy76
CrisF
Dandelion Ai
elcrazy_NarHin
Eynis
FAIRYARIANNA
HiNaRu 97
iaele santin
Ile cullen
ilfalco75
iris1996
kaede93
kikyo89
LadyEloredane
lanterna_
lara 92
Lena_chan
LiLy Pt
Luna98
Mikiko00
rebypastoremaremmano
ReikoITA
stezietta w
Tomma_97
_Naru_Hina_
 
 
 
 
Alle sessantacinque persone che hanno messo la storia tra le seguite:
 
Aeryn
Aine
albalau
angle
Asgard
astro_e_fiocchi
Blutigen91
boss_heartandsoul
bunny_chan
ClaudiaUzumaki
crazyfrog95
cris325
Dado chan
Dandelion Ai
Darkblu
Dark_lady88
Dark_Shadow
Dolcemente Complicata
doskoipanda
elcrazy_NarHin
ery98sole
Evelyn Hope
FAIRYARIANNA
Fleur92
frisifra
frogvale91
giava
Girlonfire96
grano89
Ground
hicks87
IcciIcci98
Ifera Black
Kaito
kikkab
kuramacha
lady marion
Lena_chan
Linduz94
Marie_
MaySama
MissDidichan
Morgan92
naocrijo
naruhinafra
nozo_chan
orangcard776
pulcerizza
rebypastoremaremmano
RobbyHowl
rossette
Safyia
sashinaru
silviiiii
Sky_Storm
sonnensystem
sono molto yeah
Sparkles of words
StellaChiara
taiga17
tama_chan_
thanks idols
Vaius
valehinata1992
 
 
Alle cinque persone che l’hanno messa tra le ricordate:
 
 
AlexRae00
Dandelion Ai
frisifra
malefica89
Sky_Storm
 
 
 
A coloro che hanno sempre commentato la storia grazie di cuore.
 
A naruhinafra: Grazie Ancora per aver commentato! Spero che il finale ti sia piaciuto!!! Un grandissimo bacio. Grazie per essere rimasta fino alla fine.
 
A renesmee1993: Grazie per aver commentato. Spero di averti accontentata.
 
A crazyfrog95: Si mi ero accorto che ti aveva preso la paura ahhaha. Spero che ti sei sollevato il morale con questi ultimi capitoli. Grazie per il supporto. Un bacione.
 
A boss_heartandsoul: Sono d’accordo che ci voleva. Era inevitabile! Grazie per essere rimasto fino alla fine spero che questo Epilogo ti sia piaciuto. Un bacio forte, alla prossima.
 
A elcrazy_NarHin: Non era corto il capitolo, di solito li faccio dai 13 alle 15 pagine, ansi era più lungo del solito, quindi lo prendo con un commento positivo ahahha. Questo capitolo invece è stato più corto visto che era solo un Epigolo. Spero che ti sia piaciuto. Un bacio.
 
A ery98sole: Hey, E’ finito!!! Non ci posso credere! Spero che ti sia piaciuto! Grazie di tutto, sul serio!!! Un bacio forte!
 
A Dolcemente Complicata: Beh la mia Odissea ormai è finita T__T. Mi mancheranno i tuoi scleri, temi d’autore, le tue disavventure con il computer e l’università, e soprattutto i tuoi commenti. Mi dispiace che ti ho fatto piangere (no, non è vero, mi sento molto realizzata, ahahhaha), hai pure imparato le battute a memoria!! *---*. Spero di ritrovarti anche nella mia prossima fanfiction. Grazie di tutto. Veramente senza di te non ce l’avrei fatta. Mo fai piangere me T___T .
Un abbraccio!
 
Un abbraccio forte a tutti. Sul serio!!!!
Non so cosa avrei fatto senza di voi. Forse sarebbe rimasta come una delle tante opere non finite. Spero che vi sia piaciuto.
Sul serio.
Anche un poco, anche un minimo….. spero sul serio che vi sia piaciuto.
 
Preannuncio una nuova Fan Fiction.. che metterò tra un po’.
Si chiamerà Love’s Genius Spero che vi piacerà e che lo leggerete.
 
Un bacio forte tutti!!!!!!!
 
Alla prossima. La vostra…
Bea.
 

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