Don't say a word

di Klaineinlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Titolo: Don't say a word
Beta: Artemis91 (grazie!!)
Rating: Giallo. (momentaneo, in alcuni capitoli potrebbe essere arancione)
Genere: Angst, fluff. 
Ho messo OOC perché so di non essere capace di rendere i personaggi così come sono nel telefilm, inoltre la storia ha circostanze ben diverse da Glee.
Disclaimer: i personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e i Maya si stanno ancora chiedendo come è possibile una cosa del genere. :D
 
Note: Eccomi tornata con la mia nuova long. E' una ff molto angst o meglio Blangst, in cui Blaine ha un problema, ovvero si rifiuta di parlare da quando aveva sette anni.
Se siete fatti per l'angst e il fluff (dove c'è un adorabile Kurt che si preoccupa per Blaine) allora la ff potrebbe piacervi.
Vi ringrazio e buona lettura! 







Un bambino a sette anni dovrebbe passare le sue giornate a giocare con i suoi amici in un parco, sporcarsi in mezzo all'erba primaverile sempre verde e fresca. Dovrebbe correre in casa e rubare i biscotti dalla teglia bollente di sua madre.
Un bambino a sette anni dovrebbe piangere per un capriccio, essere sgridato per aver rotto un vaso giocando a pallone. Un bambino dovrebbe cantare e urlare.
Ma un bambino a sette anni non dovrebbe smettere di parlare.
A Blaine Anderson era successo.












“Tesoro sei pronto? Non hai dimenticato nulla?”
Un bambino dai capelli troppo ricci e scuri scosse la testa prima di sistemarsi con lo zaino nel sedile posteriore dell'auto.
“Cooper sei pronto?” urlò la donna sistemandosi i capelli con una forcina mentre si specchiava nello specchietto retrovisore, intravide il piccolo Blaine con il capo abbassato mentre con le mani stringeva un pupazzo, così lei si voltò e gli poggiò una mano sulla gamba.
Il bambino sussultò.
“Andrà tutto bene. Ci saranno così tanti ragazzini che non aspettano altro che diventare tuoi amici. E sai che in quella casa c'è una camera tutta per te? E possiamo decorarla magari con quegli adesivi di quel cartone che ti piace tanto,che ne pensi?”
Blaine non alzò la testa,semplicemente si limitò ad annuire, la donna sospirò e si voltò per premere il clacson dell'auto.
“Cooper faremo tardi! Il proprietario non mi aspetta tutta la notte!”
“Eccomi, sono qui” Cooper entrò in auto sedendosi accanto alla donna.
“è stata dura?”
“Lasciare gli amici è sempre difficile zia Katie.” Cooper si voltò per guardare il fratellino “tu credi che funzionerà?”
La donna mise in moto l'auto pronta per partire. "Non lo so, ma lo spero”









Una volta arrivati a Westerville, in Ohio, Katie e Cooper cominciarono a portare tutti gli scatoloni all'interno della nuova casa. Il piccolo Blaine li seguì a ruota cercando di trascinare qualcosa ma prontamente c'era Cooper che gli tirava via il peso dalle mani.
La casa era abbastanza grande, forse anche un po' troppo grande per viverci solo tre persone.
“Ti piace la stanzetta, Blaine?” domandò la zia una volta portato dentro tutti gli scatoloni.
Blaine si guardò intorno osservando le pareti celeste pastello, una finestra che aveva bisogno di una tenda e un piccolo letto fissato ai lati di una parete.
“Possiamo attaccare gli adesivi sui muri che dici? Magari la rendiamo un po' più fantasiosa. Forse se troviamo una presa riusciamo a mettere anche la Tv così quando avrai nuovi amici e vorrete fare dei pigiama party potrete giocare ai videogame.” lo incoraggiò la zia.
Blaine come al solito non rispose ma rimase seduto sul materasso,guardandosi ancora una volta intorno, alla fine sentenziò che gli piaceva la nuova casa, ma lui non faceva capricci, almeno, non più.
Zia Katie tornò poco dopo in camera con il cellulare sistemato tra l'orecchio e la spalla mentre tra le mani reggeva un bicchiere con dell'acqua e una pillola.
Blaine aprì la bocca facendo uscire la lingua e zia Katie poggiò sopra la capsula, poi il piccolo prese un bel sorso d'acqua.
“Salve..sono Katie la chiamavo per l'iscrizione alla scuola elementare...”
Blaine rimase solo in camera e tornò a fissare quelle pareti celesti, ad un tratto davanti ai suoi occhi quelle mura apparvero schizzate di sangue. C'era sangue ovunque e Blaine guardò le sua mani e c'era sangue anche su di esse.
Urlò, urlò così forte da sentirsi mancare il fiato. Cooper e la zia corsero in camera trovando Blaine seduto a terra piegato su sé stesso.
“Shh tesoro va tutto bene” gli disse la zia tenendolo tra le braccia “non c'è niente qui,lo sai. Non c'è niente. Apri gli occhi tesoro, aprili”
Blaine scosse la testa rifiutandosi di aprire gli occhi.
“Fratellino, ascolta: non c'è niente. Non c'è nessuno. Siamo solo io tu e zia Katie nella nuova casa. Apri gli occhi, ci siamo noi”
Il piccolo prese qualche profondo respiro e poi aprì gli occhi lentamente, non c'era sangue sulle sue mani e le pareti erano ancora celeste chiaro.
“Bravo piccolo. Sei stato bravissimo” lo incoraggiò la zia continuando a tenerlo stretto.
Cooper tirò fuori delle lenzuola da uno scatolone e le sistemò come meglio poteva sul letto, Katie ci adagiò sopra il bambino, che dopo qualche altro lungo respiro si addormentò.






“Perché ha ancora le allucinazioni?”
“Cooper lo sai che ci vuole tempo. Il medico ha detto che potrebbero anche non sparire mai più” spiegò la zia mentre risciacquava i piatti che aveva tirato dagli scatoloni.
“Sì, ma quelle pillole non dovrebbero fare qualcosa? Perché ogni volta che le prende poi ha queste visioni?” disse Cooper afferrando una mela per poi strofinarla sulla t-shirt.
“Il processo è molto lungo Cooper. E' successo tutto quattro mesi fa. E' passato pochissimo tempo e lui è troppo piccolo ”
“lo so” disse con tono triste il ragazzo.
La zia si asciugò le mani e si avvicinò a lui “Tesoro, so che ci stai male anche tu, è ovvio. Hai tutto il diritto di sfogarti. Piangere non ti rende meno uomo ti lascia solo ammettere le debolezze.”
Cooper tirò su con il naso.
“Hai dovuto lasciare i tuoi amici e cambiare lo stile di vita e per un ragazzo giovane come te è difficile” disse la zia accarezzandogli i capelli.
“Ma è per Blaine” concluse Cooper.
“Per Blaine”






Il giorno successivo al trasferimento, Katie trovò opportuno andare dal medico per Blaine, avevano bisogno di preiscrizioni e di avere un medico sempre disponibile in caso di emergenza.
Ad aspettarli, c'era il dottor Limbert. Katie spiegò dettagliatamente il caso di suo nipote mentre il medico era impegnato a leggere i documenti, intanto Cooper intratteneva Blaine con alcuni giochi presi dalla saletta accanto.
“Signora Anderson qui il caso non è per niente semplice. Suo nipote non solo soffre di Insonnia cronica, che in effetti dovrebbe durare circa un mese, e da come mi ha spiegato lei siete al quarto mese dopo l'incidente-”
“Tragedia” corresse Katie “io non lo chiamerei incidente. L'incidente è quando ti schianti con un auto contro un albero, cadi dalle scale, scivoli sull'asfalto bagnato. QUESTI sono incidenti.”
Il dottore annui “Dicevo, non solo il bambino soffre di un Insonnia cronica,ma anche di allucinazioni da stress post traumatico. Le persone affette da questo disturbo spesso ricordano in modo ricorrente o rivivono negli incubi l’evento traumatico. Alcuni hanno allucinazioni o provano forti sensazioni come se l’accaduto si ripetesse. Altri ancora soffrono forti stress psicologici o dolori fisici alla vista di alcuni oggetti o situazioni che ricordano l’evento. E dalle carte del medico che lo aveva in cura precedentemente, tutto corrisponde. Esistono diverse cure che variano da individuo a individuo. Spesso si ricorre alla psicoterapia, o alle
medicine o a entrambi. Ora, voi come fate a capire cosa dice il bambino se ha smesso di parlare? Come capite cosa vede nelle sue visioni?”
Katie si sistemò meglio sulla sedia, poi si voltò per guardare Blaine seduto sulle gambe di Cooper “a volte ci lascia dei segnali, andiamo per tentativi. In queste cose collabora. Ma quando gli chiediamo di parlare, lui si rifiuta completamente.”
Il medico sfogliò le altre carte “avete provato a prendergli un animale?”
“Il secondo mese dopo la tragedia. Siamo andati in un canile ma lui si è rifiutato. Dottor Limbert era un bambino vivace. I suoi occhi si illuminavano tanto da far risplendere un'intera stanza. Dopo quello che è successo ha smesso di fare tutto e ovviamente lo capisco, però io ho bisogno di aiutarlo e lei deve aiutare me.” disse disperata Katie.
Il medico si alzò dal suo posto “Hei Blaine” il bambino si voltò subito verso di lui “vieni a sederti qui sul lettino, andiamo..”
Un po' titubante, Blaine scese dalle gambe di suo fratello e si lasciò prendere dal medico che lo aiutò a sedersi.
“Sai dirmi quanti anni hai, Blaine?”
Il piccolo alzò le mani per formare il numero sette.
“Sette anni. Sei grande!Visto che sei un ometto, parliamo da uomo ad uomo. Blaine voglio sentirti dire il tuo nome e cognome”
Gli occhi di Blaine si allargarono, spaventati, guardò sua zia e poi suo fratello: nessuno si mosse per intervenire.
“Andiamo Blaine, dimmi solo il tuo cognome.”
Ma Blaine si rifiutò di parlare.
“Blaine, hai la voce per parlare?” domandò il medico, il piccolo annuì
“Quindi hai la voce ma ti rifiuti di parlare, giusto?” Blaine annuì di nuovo, con lentezza.
Il medico si voltò verso la donna “Posso darle il nome di una brava dottoressa”
“Che tipo di dottoressa?”
“Una psicologa.”
“Mio fratello non è pazzo!” si intromise con rabbia, Cooper.
“La psicologa non si occupa dei pazzi..” spiegò con calma il medico. “Senta, è una mia cara collega. Sicuramente la tratterà bene e le farà una buona offerta”















Il primo giorno di scuola alle elementari, Katie venne chiamata solo dopo due ore che aveva lasciato Blaine in classe.
Il bambino era sparito e gli insegnanti, insieme agli inservienti e la preside, erano andati a cercarlo per tutto l'istituto; Blaine si era chiuso in uno stanzino, nascosto dietro le scope.
“Mi deve perdonare” si scusò Katie tenendo Blaine tra le braccia “hanno aumentato la dose dei medicinali e per lui diventa sempre peggio”
Questo problema andò avanti per una settimana intera fino a quando Katie decise di non correre più fino a scuola e far capire a Blaine che doveva imparare a farcela da solo. Odiava farlo, ma era per il suo bene.



Il primo Natale nella nuova casa non fu brutto come avevano pensato, in realtà non c'era niente da festeggiare ma Katie aveva comunque voluto comprare un albero e farlo decorare ai ragazzi per fare in modo che si distraessero tenendo lontani i brutti pensieri.
“Ti piace, Blaine?” domandò la zia quando il giorno di Natale si misero tutti e tre a scartare i regali.
Blaine aveva ricevuto una pianola, la psicologa aveva suggerito che magari gli strumenti musicali avrebbero portato la voglia di cantare e così, magari, col tempo il piccolo avrebbe ricominciato a parlare.
Blaine annuì mentre sfiorava i tasti dello strumento,ascoltando attentamente il suono che produceva.
“Se ti piace, magari possiamo farti prendere lezioni di piano” propose la zia prendendolo tra le braccia, baciandogli la testa piena di capelli ricci “Buon Natale, piccolo.....”









Con il passare del tempo le cose cambiarono, beh più o meno.
Blaine diventò un bel ragazzo adolescente, suo fratello Cooper diventò uomo e invece di seguire la sua carriera da sogno nel mondo dello spettacolo, aveva trovato un lavoro in Ohio. Non avrebbe abbandonato Blaine. Mai.
Nonostante gli anni però, Blaine non più era riuscito a parlare. Di notte, quando faceva gli incubi era solito pronunciare qualche parola, ma quando a scuola gli facevano delle domande, lui non rispondeva o se poteva, scarabocchiava su un foglio le risposte.
Alcuni insegnanti accettarono senza problemi la situazione, altri di tanto in tanto facevano un po' di storie. Ma poi quando i professori si riunivano durante i consigli scolastici, si limitavano a dire “è malato”
Durante il pranzo Blaine non stava mai in mensa. I tavoli erano sempre pieni di gente e non sapeva come dover chiedere a qualcuno se poteva sedersi oppure no. Allora Blaine si limitava a cercare una stanza vuota e a mangiare tranquillamente, non si sentiva solo, era abituato alla solitudine.
Il lunedì decise di entrare nell'aula del glee club, osservava da un po' quel gruppo, erano davvero bravi a cantare e durante la prima mattinata era arrivato nella stanza del coro un pianoforte nuovo.
Blaine suonava il pianoforte da quando aveva sette anni. Così si sistemò nell'aula e accarezzò il pianoforte, desiderava averne uno tutto suo, ma zia Katie gli aveva detto che non avevano molti soldi in quel periodo, quindi lui si limitava a suonare quello del suo insegnante di musica.
Osservava il lucido strumento quando sentì una voce provenire dall'esterno della sala, così, per nascondersi, si sistemò sull'ultima sedia in alto della sala del glee club.
“Rachel, prometto che arrivo. Provo qualche nota”
Un ragazzo entrò e chiuse la porta alle sue spalle poi si diresse verso il pianoforte non notando Blaine, il ragazzo cominciò a cantare mentre le sue mani delicatamente si muovevano sui tasti bianchi e neri del pianoforte.
La sua voce era dolce e melodica, sembrava quasi una ninna nanna e Blaine ne rimase completamente incantato, a fine canzone il ragazzo sistemò gli spartiti ma un rumore lo fece voltare.
A Blaine era caduta la sua tracolla sul pavimento e si affrettò a riprenderla.
“Oh..non sapevo di avere degli spettatori. Che ci fai lassù? Vuoi unirti al glee club?”
Blaine deglutì sistemandosi la tracolla sulla spalla e scese i gradini, poi scosse la testa.
“No? E perché sei qui? Ti sei perso?”
Blaine goffamente alzò il suo sacco per il pranzo.
“Guarda che se parli non ti strozzo mica! E comunque questa non è la mensa”
Blaine annuì semplicemente come a volersi scusare.
“Lascia perdere. Io sono Kurt” Quest'ultimo allungò la mano ma Blaine non ricambiò, si voltò di fretta e uscì fuori lasciando il suddetto Kurt di sasso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Era la seconda settimana che Cooper portava la sua auto dal meccanico, una volta i freni non funzionavano, poi la ruota era scoppiata, per non parlare dello strano rumore del motore.

“Quando deciderai di prenderti un auto nuova? Posso trovartene una a buon prezzo..” Gli disse il suo meccanico, Burt Hummel.

“Non lo so, Burt. Non mi va di spendere tanti soldi per un auto nuova..”

“Allora prendine una usata, che però funzioni meglio di questa..”

Cooper guardò il danno al motore “è grave?”

“Tranquillo, pochi minuti e sarà di nuovo tua..” gli rassicurò il meccanico.

“Burt io stacco, c'è la partita!” urlò un collega dell'uomo.

“A domani Jimmy. Meglio sbrigarsi che il campionato ci aspetta..”

“Giusto c'è la partita!” si ricordò Cooper “spero solo che mia zia stasera non debba guardarsi uno dei suoi telefilm, la Tv piccola in camera di Blaine è un disastro.”

“Vieni a vederla a casa mia” gli propose il meccanico “abbiamo un grande televisore e ci sono anche i miei ragazzi. Staremo tutti insieme..” Cooper annuì “fantastico. Porto le birre.”

Burt gli puntò contro un attrezzo “Così mi piaci. Ecco fatto, puoi andare..” disse chiudendo il cofano.
“A più tardi,allora!” Cooper entrò nella sua auto, poi abbassò il finestrino “Burt, potrei portare anche mio fratello?”

“Certo! Più siamo meglio è!”

 

 

 

 

 

“Tu stasera uscirai con me!” disse Cooper una volta che la piccola famiglia era seduta a tavola, Blaine lo fissò dubbioso.

“Andiamo a casa di un amico a vedere il campionato. Ci saranno altri ragazzi, sarà divertente..”

Blaine fece cadere la forchetta nel piatto, fissò sua zia mostrandole uno sguardo disperato, lei lo intuì subito.

“Deve prendere le pillole..”

“Beh le prenderà lì.”

Blaine mostrò un'altra espressione angosciata, la zia fissò di nuovo Cooper.

“Quelle pillole gli portano sonnolenza. Cooper lo sai che non dorme tranquillamente, non sforzarlo se non vuole..”

“Zia Katie non può stare sempre da solo. Non possiamo tenerlo sempre nella bolla. Ha bisogno di conoscere persone, fare amicizie. Ci saranno altri ragazzi lì, vedremo la partita tutti insieme, cosa c'è di meglio per un ragazzo della sua età? Non guardarmi così Blaine.”

Il fratello per dispetto smise di mangiare.

“Non mangiare, tanto uscirai con me lo stesso..”

 

Blaine era nella sua camera a sistemarsi i capelli, sua zia passò dinanzi alla sua stanza e si fermò.

“Sorridi un po', sei bellissimo quando lo fai..” disse entrando nella camera, ma Blaine non accettò il consiglio.

“Blaine, tuo fratello cerca solo di aiutarti, non prenderla in modo negativo. Magari ti divertirai..”

Blaine fece le spallucce e posò il pettine sistemandosi il papillon al collo. Katie prese dal cassetto due flaconi.

“Non dimenticarti di prenderle, va bene?”

Blaine annuì, baciò la zia sulla guancia e raggiunse Cooper che lo aspettava alla porta d'uscita.

 

Arrivarono a casa di Burt in circa venti minuti, quando la strada non era trafficata, Cooper si lasciava andare con l'auto e accelerava più di quanto la zona permettesse.

Non appena bussarono alla porta e Burt aprì, Blaine fece retromarcia per tornare nell'auto. Cooper lo tirò per le spalle “Vieni avanti!”

“Forza ragazzo” lo incoraggiò Burt. “unisciti a noi..”

Prima che Cooper andasse via, nel pomeriggio, aveva parlato con Burt delle condizioni di suo fratello e l'uomo aveva detto che avrebbe avvisato i suoi ragazzi.

“Abbiamo già sistemato le poltrone. Finn, Puck loro sono Cooper e Blaine..”

I ragazzi si scambiarono una stretta di mano e poi Blaine si sedette accanto a suo fratello sul divano posto di fronte alla tv.

Cooper ne approfittò subito tirando a sé una ciotola con delle patatine, Burt ne prese una manciata, mentre Puck e Finn condividevano una ciotola con delle gelatine.

Dopo un quarto d'ora di partita, aprirono delle lattine di birre.

“Ne vuoi una?” domandò Puck a Blaine, che scosse la testa e tornò a guardare la Tv.

“Oh finalmente Kurt ha deciso di raggiungerci..” scherzò Burt vedendo suo figlio scendere dalle scale.

Kurt aveva una rivista tra le mani poi alzò la testa per vedere chi ci fosse nella stanza, il suo sguardo incrociò quello di Blaine, che non appena se ne accorse, abbassò la testa, intimidito e poi tornò a guardare lo schermo.

“Credo che resterò solo un po'...” disse Kurt incuriosito dal ragazzo. Si sedette sull'unica poltrona libera e cominciò ad osservare Blaine.

Il ragazzo non alzava la testa, sapeva che Kurt lo stava fissando ed era imbarazzato.

“Blaine” lo chiamò Cooper con tono di avviso. Doveva prendere le pillole. Blaine non si mosse dal suo posto.

“Andiamo Blaine!” lo richiamò suo fratello.

“Hai bisogno di qualcosa?” domandò Burt seduto accanto a loro.

“Magari un po' d'acqua per mio fratello..”

Burt si voltò verso il figlio “Kurt perché non lo accompagni in cucina? Dagli un po' acqua.”

Kurt annuì e si alzò dal suo posto “Seguimi..” disse a Blaine. Quest'ultimo lanciò un'occhiataccia al fratello e poi seguì Kurt in cucina, una volta rimasti soli Kurt prese una bottiglietta d'acqua dal frigo e la passò a Blaine.

“Senti mi dispiace se ti ho spaventato l'altro giorno nell'aula canto. Se vuoi fare un provino sei il benvenuto..” spiegò Kurt cercando di essere cordiale

Blaine tirò fuori dalla tasca due piccoli flaconi. Fece scivolare sulla mano tre pillole, due uguali e una di colore diverso, poi prese l'acqua e ingerì tutto con un sorso.

“Cosa sono?” domandò Kurt.

Blaine tappò di nuovo il flacone e poi lo mostrò a Kurt.

Il ragazzo lesse con attenzione l'etichetta “Okay non credo di averci capito molto ma sembra roba pensate..” Kurt gli riconsegnò le boccette e Blaine semplicemente scosse le spalle.

“Non sei un tipo molto loquace.” sentenziò Kurt. Blaine provò a fargli mezzo sorriso e poi si diresse nel salotto sedendosi di nuovo accanto a Cooper

“Le hai prese?” Domandò il fratello maggiore, Blaine annuì e si concentrò sulla partita.

Durante buona parte del secondo tempo, Kurt si mise ad osservare Blaine. Quando gli altri esultavano lui non si muoveva dal suo posto ma sul volto appariva un sorriso, felice che la sua squadra avesse fatto un punto.

Pian piano però, Kurt notò come Blaine si stesse addormentando. Provava con tutte le sue forze a stare sveglio ma quando si addormentò completamente, nemmeno le urla di Finn e Puck lo svegliarono. Poi Kurt notò ancora un'altra cosa più strana: Cooper sistemò Blaine facendogli poggiare la testa sul bracciolo del divano e mentre continuava a guardare la partita, con una mano accarezzava il braccio di Blaine,costantemente, come se lo stesse consolando.

“Vuoi farlo mettere in un camera da letto?” chiese Burt

“Tranquillo, la partita è quasi finita e comunque non si sveglierà..”

Burt e Cooper parlarono ancora un po' ma Kurt non riuscì a capire cosa si stessero dicendo. Quando la partita finì, Finn uscì per riaccompagnare Puck a casa, Cooper e Burt si diressero in cucina. Kurt rimase sulla poltrona ad osservare quel ragazzo che dormiva nel suo salotto, Blaine cominciò ad agitarsi nel sonno e Kurt si avvicinò a lui sedendosi di fianco. Sul volto di Blaine c'erano segni di sofferenza, forse stava facendo qualche incubo, così Kurt lo scosse un po' per svegliarlo, ma il tocco invece lo rilassò. Così Kurt fece come Cooper, cominciò a muovere la sua mano su e giù per il braccio di Blaine,come una carezza.

Quando Cooper rientrò nella stanza, Kurt sussultò “L-l'ho visto agitarsi e ho visto te fare così..” si giustificò arrossendo.

“Tranquillo, hai fatto bene. Spero non si svegli. Il massimo che dorme sono quattro ore a notte”

“Quattro ore?” ripeté sconvolto Burt.

Cooper annuì “Sì, da quando aveva sette anni, purtroppo.”

Burt aiutò Cooper ad infilare Blaine in auto e poi si salutarono, quando l'uomo rientrò in casa, Kurt era lì ad aspettarlo.

“Cos'ha quel ragazzo?” domandò mentre lui e suo padre mettevano via le lattine di birra.

“Cooper mi ha detto che non parla da quando era piccolo.”

“E’ muto?”

“No. Semplicemente si rifiuta di parlare..”

“Lo avevo già visto.” spiegò Kurt “Era solo nell'aula del Glee Club, credevo volesse fare un audizione invece è scappato via.”

“E’ un ragazzo particolare. I suoi genitori sono morti e da come ho capito era presente quando è successo..”

“E cosa è successo?”

“Non lo so” disse Burt “non ho chiesto, non mi sembrava carino. Questi sacchi li butto io, tu vai a dormire che domani hai scuola..”

Kurt annuì “Buonanotte.”

 

 

Il giorno seguente, Kurt cercò Blaine in diverse classi, purtroppo non riuscì a trovarlo. Immaginava quel ragazzo tanto solo e sapeva quanto fosse terribile non avere amici, quando arrivò l'ora di pranzo, Kurt era seduto con il glee club al solito tavolo.

“Sei distratto.” gli fece notare Rachel.

“Stavo cercando una persona..” disse Kurt continuandosi a guardare intorno, poi si alzò con il vassoio tra le mani.

“Torno subito” disse ai ragazzi allontanandosi verso la sala del coro, aprì la porta e guardò nei posti in alto.

“Ciao..”

Blaine sussultò non appena Kurt lo salutò, si alzò di fretta prendendo le sue cose.

“No, resta fermo,” Kurt si avvicinò a lui. “Scusami se ti ho spaventato, non era mia intenzione..”

Blaine lo fissò.

“Senti, io capisco cosa significa essere soli, non avere amici. Lo sono stato anche io, per tanto tempo, prima di conoscere il Glee Club. Io non so cosa ti è successo e non voglio nemmeno saperlo, ma sento che tu hai bisogno di avere qualcuno accanto.” Kurt aprì il suo pranzo “Quindi, se ti piace pranzare qui e ti va la mia compagnia, beh potremmo pranzare insieme. Altrimenti basta che mi fai un cenno e vado via..”

Blaine continuò a fissare il ragazzo accanto a sé poi tornò a sedersi afferrando il suo panino, i due cominciarono a mangiare in silenzio ma Kurt sentì il bisogno di parlare-

“Allora, posso provare ad indovinare perché vieni a pranzare qui?”

Blaine annuì mentre masticava il suo pranzo.

Kurt si sistemò sulla sedia mettendo il vassoio da parte “Vediamo: ti piace il glee club?”

L'altro annuì.

“Wow, ho indovinato al primo tentativo!”

Entrambi risero

“Vorresti unirti?”

Blaine abbassò il capo, era ovvio che voleva annuire, ma come poteva unirsi al glee club se nemmeno parlava?

“Sai suonare qualche strumento?”

A quella domanda, Blaine alzò il capo di scatto e annuì in fretta.

“Magnifico! Il pianoforte?”

Blaine sorrise e si alzò per avvicinarsi allo strumento, si sedette sulla piccola panca e cominciò a muovere le mani sui tasti lasciandosi andare in una dolce melodia.

“Sei bravissimo!” Esclamò Kurt avvicinandosi a lui.

Blaine arrossì, si stava lasciando trasportare dall'entusiasmo di Kurt.

“Okay allora appena arrivano i ragazzi gli propongo di farti entrare nel glee club.”

Blaine sorrise ancora più raggiante.

“Stai sorridendo!” lo indicò Kurt “Ti sto facendo sorridere, mi sento potente!” scherzò Kurt così da lasciarsi andare in un'altra risata con Blaine

Blaine lo fissò con attenzione: questo ragazzo non aveva nessun legame con lui e apparentemente nessun interesse. Perché si stava impegnando a diventare suo amico?

Improvvisamente la porta si aprì e le Nuove Direzioni entrarono nell'aula, Blaine si alzò sistemandosi dietro Kurt, allontanandosi dal pianoforte.

“Ragazzi, potrei avere la vostra attenzione?” Kurt chiamò i suoi amici

“Lui è Blaine e vorrebbe unirsi al Glee club. Il signor Shue non è presente ma credo che noi siamo in grado di valutare le sue capacità..”

Rachel si alzò dal suo posto “Ciao, io sono Rachel Berry. Sono il capo di questo glee club e se ci tieni ad entrare puoi cantarci qualcosa così possiamo valutarti..”

Blaine si morse il labbro e guardò Kurt.

“No Rachel. La questione è diversa. Blaine non parla, voglio dire non è muto ma lui...non parla.”

I ragazzi cominciarono a mormorare tra di loro

“Scusami Kurt, come può fare un provino se non può cantare?”

“Lui è molto bravo a suonare il pianoforte. Potrebbe unirsi alla band..”

“Kurt mi dispiace ma la band suona gli strumenti per avere punti di credito a fine anno. E il nostro pianista Brad lo fa per mestiere. Non possiamo toglierli i crediti per uno che non parla nemmeno. Senza offesa Blaine..”

Kurt guardò il volto di Blaine che pian piano si intristiva anche se cercava di nasconderlo.

“Allora facciamolo stare con noi, può imparare a ballare e magari finge di fare il coro durante le gare..”

“A nome di tutto il glee club non credo sia una buona idea, Kurt.” spiegò Rachel.

“Ma-”

“Kurt, abbiamo già le coreografie e formato il numero delle coppie lui sarebbe solo un aggiunta in più..”

“Ma io non capisco” si agitò Kurt “accettiamo sempre tutti nel glee club. C'è Sugar che nemmeno sa cantare!”

“Lei ci ha pagato i vestiti, Kurt!” esclamò Tina

A quel punto Blaine si avvicinò alla sedia prendendo la sua borsa.

“No Blaine, aspetta!” Kurt lo chiamò, ma il ragazzo uscì di fretta senza voltarsi.

Corse e si infilò nel bagno dei ragazzi, per fortuna era solo, si guardò allo specchio, i suoi occhi erano lucidi.

Non piangere Blaine. Sei maturo, non piangere. Smettila di comportarti come un bambino.

Continuava a ripetersi nella mente, si lavò il volto e si asciugò con della carta. Fece un profondo sospiro. Ecco, tutto era tornato alla normalità. Ma cosa doveva aspettarsi? Era colpa sua se le persone non lo accettavano, era lui che continuava a rifiutarsi di parlare.

Uscì dal bagnò e notò che a poca distanza da lui, Kurt lo stava cercando. Blaine si mosse girando l'angolo. Era inutile sperare di farsi un amico, forse era meglio restare soli.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Blaine togliti lo scolapasta dalla testa e prendi i compiti, avanti”

mamma non posso! Sono nightbird e tu devi chiamarmi così”

La donna si avvicinò al figlio e lo prese in braccio “okay Nightbird, puoi prendere i tuoi compiti così li svolgiamo insieme?”

Blaine scosse la testa scuotendo i ricci “no. I compiti sono di Blaine. Io sono nightbird. Blaine non è tanto bravo con i compiti, lo sai?”

allora io direi di chiamare subito Blaine, così che possa imparare-”

La donna si interruppe quando sentì la porta di casa aprirsi

Papà!” Blaine tirò via lo scolapasta dalla testa e corse con il suo mantello (era una tovaglia da cucina) verso suo padre

Il mio piccolo Nightbird!” L'uomo prese il figlio tra le braccia facendolo svolazzare sulla sua testa “come va?”

Blaine schiacciò la sua guancia contro quella del padre “papà la barba è fastidiosa”

lo dico sempre anche io” Melanie si avvicinò e baciò suo marito

bentornato”

cosa stavate facendo?” domandò l'uomo tenendo il figlio tra le braccia e andando verso la cucina.

papà abbiamo un problema con Blaine, lui non sa fare i compiti”

L'uomo rise “e adesso Blaine dov'è?”

ah io non lo so” rispose Nightbird

Dai nightbird chiama Blaine che facciamo i compiti e poi andiamo fuori a cena, che ne dite?” propose Richard

Yeah!” urlò Blaine/Nightbird facendo scivolare via il suo mantello.

eccomi papà!”

oh sei tornato Blaine! Nightbird ti ha detto che andiamo fuori a cena?”

Il piccolo annuì “sì, quindi andrò a finire i miei compiti. Ma io non sono bravo nelle tabelline e Coop è al campeggio!”

ti aiutiamo noi” gli disse la mamma.

ok, torno subito!”

 

 

“Anderson? Anderson!”

Blaine scosse la testa e guardò di fronte a sé.

“ti prego di seguire la lezione visto che le tue interrogazioni sono scritte!” urlò l'insegnante.

Alcuni compagni di classe risero sottovoce, altri invece si limitavano a fissarlo.

Blaine annuì e tornò con la testa sul suo quaderno.

La campanella suonò e Blaine rimise i quaderni nella borsa, stava per uscire quando l'insegnante lo fermò

“cerca di fare più attenzione. Sono pochi gli insegnanti che stanno facendo le eccezioni con te. Sappiamo che hai un problema, ma nel consiglio scolastico ultimamente si è parlato molto di te. Hai le capacità, Anderson e magari smettila di tenere questa bocca chiusa e risolvi questo problema”

La donna uscì dalla classe lasciandolo solo.

Giusto, per loro sembrava così semplice. E' vero non era muto ma nessuno era capace di capire che lui non riusciva a parlare dopo quello che era successo anni prima. Nessuno sarebbe stato in grado di capirlo.

Uscì dall'aula e camminò verso l'uscita dell'istituto quando notò Kurt

“ciao!” salutò l'altro.

Erano due giorni che Blaine era riuscito ad evitarlo. Non aveva ancora capito che intenzioni avesse quel ragazzo con lui.

“Tutto bene? Ho chiesto quando tornerà il professor Shuester, in segreteria. Lui è il nostro insegnante di glee club, sono sicuro che lui ti lascerà venire, Rachel non comanda un bel niente”

Blaine camminò dritto senza fissarlo e scosse la testa

“Perché scuoti la testa? Non vuoi più entrare nel Glee?”

Blaine fece cenno di no. Finalmente raggiunse l'auto di Cooper, aprì lo sportello e guardò Kurt facendogli un mezzo sorriso come cenno di saluto.

“Ciao Kurt! Qualche problema?” lo salutò Cooper dal suo posto

Kurt alzò le spalle con un po' di sconforto “cercavo solo di interagire con tuo fratello, ma ho capito che non ha voglia. Ci vediamo!”

Kurt si allontanò da loro e Cooper fissò suo fratello

“perché sei idiota?”

Blaine lo guardò con aria dubbiosa

“Finalmente dopo anni di scuola qualcuno ti propone di esserti amico e tu lo rifiuti. Secondo te perché ti ho portato a casa sua la settimana scorsa?”

Cooper mise in moto, ovviamente non si aspettava una risposta da suo fratello. Lo vide poggiare la testa contro il vetro, pensieroso.

 

 

 

Dopo cena, Blaine si chiuse in camera per finire i compiti, sua zia lo raggiunse con un bicchiere d'acqua e le pillole.

“Blaine, è la terza sera che dimentichi le pillole e devo sempre portarle io, mi fai capire che ti succede tesoro?”

Blaine si passò una mano sul volto stanco e poi sui capelli. Sbuffò annoiato e poi ingoiò le pillole

“problemi con la scuola?” provò ad intuire la zia. Il ragazzo annuì continuando a fissare il quaderno.

“Che dici ti trovo un insegnante per dare le ripetizioni? O magari qualche studente a scuola, così ti fai aiutare”

Blaine non annuì semplicemente continuò a fissare un punto qualunque aspettando che la zia uscisse dalla camera

“ne riparliamo domani, notte” lo baciò la fronte e prese dal letto i vestiti di Blaine da lavare.

Tornò solo mezz'ora dopo per trovarlo con la testa sulla scrivania, addormentato.

“Cooper puoi mettere Blaine a letto?”

Cooper entrò in camera e tirò Blaine dalla sedia, mentre la zia gli sfilava le pantofole

“Mercoledì andiamo dal medico, stiamo pensando di ridurre i sonniferi”

“Ma zia, lui già dorme solo quattro ore”

“sì, ma non può continuare a prendere una dose così grande. Prima o poi dovrà diminuire e riuscire a dormire da solo”

“Mi dispiace vederlo così. Vorrei sapere come sarebbe stato Blaine se non fosse successo tutto questo”

La zia prese le mani di suo nipote “Blaine non è malato, Cooper. Ha qualche problema che è possibile risolvere”

“sono passati quasi dieci anni” gli fece notare il nipote

“è un ragazzo debole. Ha sempre avuto solo me e te. Ho intenzione di far venire i nonni a fine mese e di trovare un tutor per i compiti a scuola. Chissà magari una ragazza, così Blaine potrebbe invaghirsi di lei e fare dei progressi. O semplicemente un amico”

“Kurt Hummel, il figlio del mio meccanico, ha provato ad essergli amico. Ovviamente sì è rifiutato. Noi possiamo anche aiutarlo, ma se lui non fa qualcosa per aiutare se stesso credo sarà inutile.”

La zia annuì, poi gli accarezzò la fronte “lasciamolo dormire”

I due uscirono dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Blaine era abbattuto ma non stava completamente dormendo, era riuscito a sentire parte del discorso.

Odiava dare dispiacere alla famiglia, chissà magari domani avrebbe trovato il modo per chiedere scusa a quel Kurt.

 

 

Kurt e Rachel presero i posti a mensa seguiti dagli altri ragazzi del Glee Club

“Abbiamo intenzione di preparare una coreografia più particolare per le Provinciali.” cominciò a spiegare Rachel.

“tu saresti posto qui, Kurt. Ti va bene?” domandò la ragazza mostrando uno schema

“Accanto a me?”

“Quinn e Santana. Mercedes la sistemiamo qui e Brittany in avanti con Mike”

“ed ovviamente tu e Finn in avanti” biascicò Quinn, annoiata

“Noi abbiamo il duetto” si giustificò la mora, intanto però Kurt distolse l'attenzione da loro e guardò la porta d'entrata della mensa.

Blaine era in piedi con un vassoio tra le mani. Si guardava intorno.

Kurt si stava alzando per avvicinarsi a lui, ma poi pensò che il ragazzo voleva essere lasciato in pace. Anche se il dubbio di cosa lui ci facesse nella mensa lo stava tormentando un po'.

Improvvisamente i loro occhi si incontrarono, Blaine sussultò appena e fece un passo avanti, poi però i suoi occhi si spostarono sul resto del gruppo e tornò sui suoi passi.

Kurt capì. Si alzò e prese il suo vassoio, le Nuove Direzioni stavano facendo discussioni sul piano di Rachel e non lo notarono allontanarsi. Kurt trovò un tavolo, più piccolo rispetto agli altri, e si sedette e poi aspettò.

Blaine aveva fissato ogni suo movimento, poi prese un lungo respiro e si avvicinò a Kurt, dopo un cenno da quest'ultimo, si sedette.

Blaine avrebbe dovuto ringraziarlo: insomma non si erano parlati e solo dallo sguardo avevano capito cosa entrambi volevano.

Blaine cominciò a respirare in modo un po' agitato, poi con le mani tremanti prese un foglio dalla borsa e lo fece scivolare sul tavolo in direzione di Kurt.

Kurt osservò con curiosità il foglio “per me?”

Blaine deglutì e ritirò le sue mani, poi annuì abbassando il capo.

Kurt prese il foglio tra le mani. Era un foglio strappato da un quaderno a righe, piegato in due parti. Lo aprì

Mi dispiace”

Gli occhi di Kurt si allargarono di fronte a quella scritta. Si era aspettato una lettera, un messaggio di almeno qualche riga.

“Mi sa che non sei a corto di parole solo con la voce” scherzò sperando che Blaine non si offendesse e per fortuna lo vide sorridere. Poi tornò serio

“senti Blaine, mi dispiace per il Glee Club, sono tutti tesi per le provinciali. Rachel non è così meschina”

Blaine scrollò le spalle, aveva l'aria serena. Prese la sua borsa e tirò fuori il libro Storia. Kurt cominciò a chiedersi come facesse Blaine durante le interrogazioni.

“Frequenti il corso di Storia? Anche io stavo pensando di cambiarmi e spostarmi lì. Blaine sorrise prima di tirare una matita dall'astuccio e sottolineare sul libro con una mano, con l'altra prendeva a morsi il panino. Kurt vide che le ragazze avevano notato la sua assenza e che li stavano fissando.

“e quindi...” tornò a parlare Kurt, rompendo il silenzio e sperando di non disturbare Blaine “visto che sei ufficialmente mio amico adesso, ti va di fare qualcosa nel pomeriggio? Sei impegnato?”

Kurt arrossì nel chiedere a Blaine di vedersi con lui, era imbarazzante ma ci teneva così tanto e non sapeva spiegarsi il perché.

Gli occhi di Blaine si staccarono velocemente dal suo libro e puntarono Kurt. Aveva uno sguardo tra il sorpreso e lo spaventato.

“se sei impegnato non c'è problema, ma potevamo andare in giro per il centro commerciale o prendere uno yogurt.”

Blaine sembrava ancora più scioccato “Oddio perché mi guardi in questo modo? Non penserai che ti sto chiedendo di uscire perché sono gay? No, assolutamente no. Io voglio uscire come amico, scusami se ti sto spaventando. Lasciamo stare, fingiamo che io no ti abbia detto niente” Kurt si alzò di fretta ritirando le sue cose, ma poi una mano, calda, si posò sulla sua.

I due si guardarono e Kurt vide un sincero sorriso sul volto di Blaine. Quest'ultimo annuì.

“Oh okay...allora ci vediamo alle porte d'uscita all'ultimo suono della campanella?”

Il moro annuì ancora una volta e poi tolse la mano da sopra a quella di Kurt, recuperò i suoi libri e poi sparì.

 

“Che fine hai fatto!” urlò Rachel a Kurt quando entrarono in aula.

“Blaine voleva uhm, parlarmi. Se così possiamo dire”

“Quel ragazzo è strano, come si fa a comprenderlo?”

“Non lo so, ma stranamente ci riesco”

 

 

 

Blaine era nervoso. La campanella era suonata da pochi minuti e lui non faceva altro che asciugare le sue mani sudate sulla cinghia della cartella. Da lontano, nella sua auto Cooper lo stava aspettando. Blaine gli aveva fatto segno di non muoversi e il fratello maggiore guardava incuriosito cosa stesse cercando di fare l'altro.

Quando vide Kurt raggiungere Blaine, Cooper rimase ancora più impressionato per non parlare quando li vide camminare insieme mentre Kurt chiacchierava gesticolando animatamente e sul volto di Blaine c'era un grosso sorriso.

“Ciao, Kurt!” lo salutò Cooper uscendo dall'auto e indossando i suoi occhiali da sole.

“Buongiorno Cooper. Uhm io e Blaine avevamo intenzione di passare la giornata insieme, è un problema?”

Cooper venne colto ancora una volta di sorpresa “no, certo che no. Blaine è libero di fare quello che vuole non c'è bisogno che mi chieda il permesso. Io passo a prenderlo perché dopo finito il lavoro devo passare di qui. Divertitevi!”

“Grazie. Magari gli do un passaggio io il ritorno” suggerì Kurt. Cooper guardò suo fratello con un sorriso orgoglioso e Blaine sentì una leggera fitta di piacere nel petto.

 

 

“qui fanno il caffè migliore, non che a Lima ci sia qualcos'altro di meglio” scherzò Kurt mentre lui e Blaine erano in fila al Lima Bean.

Era bello chiacchierare con Blaine. Okay erano discorsi a senso unico, ma Blaine sembrava non annoiarsi mai e Kurt era felice di farlo ridere perché riusciva a sentire quel poco di suono della sua voce confusa tra le risate. Sembrava avesse una bella voce.

“Prima che arriviamo alla cassa, sapresti dirmi che caffè preferiresti?”

Blaine alzò lo sguardo e indicò il cartellone in alto con i prezzi e i tipi di caffè

“Bene, puoi cercare un tavolo così io prendo i caffè?”

Blaine fece segno di sì e poi allungò la mano ai suoi pantaloni per prendere i soldi

“No, lascia stare. Ci penso io, tranquillo trova il tavolo” Kurt poggiò una mano sul braccio, Blaine gli sorrise.

Questa era la giornata in cui aveva sorriso di più.

 

 

Quando Kurt riaccompagnò Blaine a casa, quest'ultimo aveva le guance arrossate e gli occhi umidi. Aveva riso così tanto quando Kurt gli aveva confessato che il padre lo aveva beccato con la tutina da single ladies.

Arrivarono sotto al portico e Blaine tirò le chiavi dalla tasca

“quindi per te non è un problema che io sia gay, giusto?”

Blaine scosse la testa. Come poteva essere contro di lui se era stato l'unico a parlargli e a proporsi come suo amico?

Blaine aprì la porta e fece un cenno a Kurt chiedendogli se volesse entrare.

Kurt controllò l'orologio sullo schermo del suo cellulare.

“magari riesco a fermarmi qualche minuto”

Entrarono in casa e si diressero in cucina, la zia era lì a preparare la cena

“Oh Blaine sei tornato, non ti ho sentito” la donna abbassò la musica della radio, poi notò Kurt

“Ciao!” lo salutò, allegra.

“Salve sono Kurt. Io e Blaine andiamo nella stessa scuola”

Katie sorrise “lo so, Cooper mi ha accennato qualcosina. Io sono Katie, la loro zia. Allora: cosa avete fatto di interessante?”

“abbiamo preso un caffè a Lima Bean e poi dovevo prendere dei materiali per un progetto, niente di eccezionale. Ma è bello stare in compagnia di Blaine”

La donna annuì, un po' confusa per le parole che aveva detto Kurt. Sperava solo che non stesse prendendo in giro suo nipote.

Sorrise cercando di essere cordiale poi spostò lo sguardo verso l'orologio.

“tesoro le pillole” gli ricordò la zia al nipote.

Blaine annuì e poi aprì un mobiletto tirando una boccetta

“non è la stessa che prese quando venne a casa mia” scrutò curioso, Kurt. Se ne pentì immediatamente sperando di non essere stato troppo invadente.

“Hai ragione” spiegò Katie “quelle che prende la sera sono per dormire, questi sono per i nervi.” fece una pausa “Blaine diventa molto...nervoso quando non le prende. Ne prende una prima di andare a scuola e poi adesso, più le altre due boccette”

Kurt deglutì ma non disse una parola. Blaine aveva qualche problema davvero grave che lui moriva dalla curiosità di conoscere ma che sapeva che non era corretto chiedere.

Kurt osservò Blaine prendere la sua pillola con un sorso d'acqua e poi lo vide strofinarsi la testa.

La zia gli mise le mani sulla fronte “ti senti bene? Non mi sembri che scotti”

Blaine gli fece segno di non preoccuparsi, poi guardò Kurt che lo fissava ancora impalato

“Kurt” Katie lo chiamò attirando l'attenzione “vorresti rimanere a cena? E' quasi ora”

“Grazie, ma non vorrei che facesse troppo buio”

Blaine si spostò e uscì dalla cucina sotto gli occhi curiosi di Kurt, tornò solo pochi minuti dopo con in mano una serie di dvd.

“Sono tutti Musical” costatò Kurt. Nel pomeriggio aveva accennato a Blaine che adorava i musical

“oh...è un invito a convincermi a restare?”

Blaine annuì soddisfatto

“okay, allora resto. Ma guardiamo Rent!”

Il moro strizzò gli occhi, era evidente che fosse felice. Tornò in camera per rimettere a posto gli altri dvd.

“Hai capito subito cosa volesse” notò Katie

“già, non è così difficile” Kurt fece spallucce mentre osservava il dvd tra le mani.

“sei il primo che lo dice”

 

 

 

Cooper fu sorpreso di trovare Kurt anche a cena, lasciò che i ragazzi guardassero Rent senza commentare e dopo cena si ritirò in camera sua.

La zia dopo aver pulito i piatti si mise in cucina con il pc mentre i due ragazzi rimasero sul divano per finire di guardare il musical

Blaine mimava tutte le parole, Kurt lo aveva notato. Era così difficile guardare la Tv. Inspiegabilmente, Kurt si sentiva attratto in qualche modo da Blaine.

Blaine dovette prendere le sue pillole e pian piano le labbra cominciavano a muoversi sempre più lentamente e poi le palpebre diventavano sempre più pesanti e voleva provare a stare sveglio, perché aveva un ospite in casa, ma la medicina fece il suo effetto e Blaine si addormentò con il capo abbassato e in modo ridicolo che fece ridere un pochino Kurt. Così lo sistemò meglio sul divano e si alzò

“ehm..Blaine si è addormentato, io andrei”

Katie si alzò dal suo posto e lo raggiunse

“grazie Kurt. Blaine non ha amici da ormai una vita, dal giorno in cui ci siamo trasferiti e aveva solo sette anni. E' così strano vedere qualcuno interagire con lui. Qualcuno che non sia io o suo fratello”

“Ho visto Blaine un giorno nell'aula del Glee Club, stava pranzando da solo. Mi è venuta una stretta allo stomaco. So cosa vuol dire essere soli e poi è veramente piacevole passare il tempo con Blaine. Sarà perché non mi interrompe mai durante i discorsi”

Entrambi risero

“grazie ancora, Kurt”

“è un piacere”

 

Kurt uscì di casa dirigendosi verso l'auto. A fine serata aveva capito che voleva sapere di Blaine sempre in modo più approfondito.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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Con il passare dei giorni, Kurt e Blaine caddero in un insolita routine.

Blaine arrivava a scuola sempre un po' in anticipo, restava all'uscita dell'istituto e aspettava Kurt, insieme poi andavano nei reciproci armadietti e infine si separavano per andare ognuno nella propria classe.

A mensa, Blaine, trovava un tavolo dove sedersi e Kurt lo raggiungeva ogni volta scusandosi con i suoi amici.

“Ci stai abbandonando..” lo accusò Rachel quando entrarono nell'aula del glee club.

“Cosa?”

“Ci stai abbandonando. Non ti siedi più a mensa con noi da una settimana e hai saltato due lezioni del glee club.”

“Se tu la smettessi di prenderti tutti gli assoli, magari le lezioni al glee club diventerebbero più interessanti!”

“Kurt ho un assolo per le regionali” spiegò Rachel “è necessario che io sia costantemente qui..”

“Bene. Io non ho niente per le regionali, se non il fatto di stare nelle ultime file, quindi non è necessario che io stia costantemente qui!”

Kurt alzò il mento, sorpassò Rachel e andò a sedersi agli ultimi posti, controllò il cellulare, annoiato, durante tutta la lezione. Quando suonò la campanella, passò prima in segreteria e poi raggiunse Blaine.

“Scusa il ritardo, sono passato in segreteria e guarda” Kurt mostrò un foglio “ora sono nel tuo stesso corso di Storia”

Blaine sorrise eccitato e quasi saltellò dalla gioia,Kurt gli aveva spiegato che gli piaceva Storia, ma in precedenza, Mercedes gli aveva chiesto di seguirla al corso di Spagnolo.

Camminarono insieme lungo il parcheggio e Blaine tirò dalla sua borsa un quaderno, che poi porse a Kurt, che lo sfogliò incuriosito

“Sono appunti di storia. Grazie! Così mi metterò subito in pari!”

Kurt prese il quaderno e lo infilò nella borsa “Oggi sei impegnato?”

Blaine annuì, un po' dispiaciuto.

“Ah, okay. Suppongo che ci vedremo domani. Ciao Blaine!”

Kurt si allontanò, anch'egli dispiaciuto, ma sarebbe andato a casa di Mercedes, avevano in programma di organizzare qualcosa per il compleanno di Finn.

 

 

 

“Un pigiama party senza alcol è la cosa più noiosa in assoluto!” sentenziò Tina, distesa sul letto dell'amica con un foglio tra le mani scarabocchiandoci sopra con una penna.

“Prenderemo qualche birra, pizze e altre schifezze. In più devo andare a ritirargli il videogame che papà gli ha regalato.” spiegò Kurt richiudendo alcuni fogli in una cartellina.

“Io ritirerò il regalo del mio amore domani mattina. Ma non potrò dirvi cos'è, è una sorpresa..”

“Nessuno ti ha chiesto niente, Rachel” parlò Santana, annoiata. “Parliamo di cose più interessanti: LadyHummel te la stai facendo con il ragazzo muto?”

Kurt alzò la testa in direzione di Santana “Come?”

“Sì, dai quel ragazzo che volevi far entrare nel glee club. Sono nel corso di storia con lui. Non parla con nessuno, o meglio.. non parla proprio.”

“Blaine non è muto. Non so cosa sia successo, pare abbia smesso di parlare dopo la morte dei genitori..” spiegò Kurt, le mani che stringevano la cartellina di plastica.

“Qual è il pro di frequentarlo? Cosa ci guadagni? Che parli tutto il tempo delle cose checche che piacciono a te e lui non può urlarti di stare zitto?”

“Piantala Santana! Era solo, mi dispiaceva vederlo in quel modo e poi riesco a comunicare con lui. Ho imparato diverse cose: gli piacciono i musical, ha un ossessione per il gel e i papillon e sopratutto per Katy Perry..”

“Gay!” urlò Santana “Quindi vi frequenterete?”

Kurt strabuzzò un po' gli occhi “Blaine non è gay!”

Santana rise e poi fece una battuta “Ah, te l'ha detto lui?”

“N-no, ma lui non lo è. Ma stavamo parlando del compleanno di Finn..”

“Questo era diventato più interessante.” si intromise Mercedes

“E' solo un amico, non ho molti amici maschi a parte quelli del Glee e mi fa piacere passare del tempo con lui. Tutto qui..”

“Ti crediamo Kurt..” lo rassicurò Tina, dandogli una pacca sulla spalla.

“Forza, continuiamo..”

 

 

 

 

Il piccolo Blaine era seduto nel salotto, i suoi piedi penzolavano dalla sedia, troppo piccoli per arrivare al pavimento, una mano era infilata nell'ammasso enorme di ricci e l'altra teneva stretta la matita. I suoi occhi tristi fissavano il quaderno a quadretti.

Amore hai finito? Devi farti il bagno se vogliamo uscire..”

Non mi piace la matematica. Non le capisco le tabbelline!”

Si dice tabelline, tesoro” la madre si sedette accanto a lui.

Forza, prova a dirmi la tabellina del due..”

Il piccolo Blaine roteò il busto verso sua madre “2 per 0 uguale 0. 2 per 1 uguale 2. 2 per 2 uguale” il bambino si fermò e contò sulle dita “4. 2 per 3 uguale...” si fermò di nuovo e provò a fare i calcoli più volte sulle mani..

Non ci riesco! Coop le scriveva tutte al posto mio!”

Tuo fratello Cooper sta per passare una bella settimana in punizione non appena tornerà dal campeggio..”

Possiamo andare a cena, poi quando torno faccio i compiti? Ti pregooooo..”

No, mio piccolo pigrone. Se finisci presto tutti i compiti potrei anche comprarti quei dolci che ti piacciono tanto..”

E me li fai mangiare a letto mentre guardo la tv?”

Potrei farlo, sì..”

Blaine saltò sulle gambe della madre “Sei la mamma migliore del mondo” le disse baciandole la guancia diverse volte, la donna rise socchiudendo gli occhi e stringendo il figlio tra le braccia

Perché la mamma riceve tutti questi abbracci e io no?” domandò il padre fingendosi offeso

Perché la mamma mi compra i dolcetti..”

Solo se finisci i compiti!” precisò la donna.

Blaine annuì “Possiamo prendere uno anche a Luke?”

Luke è il tuo vicino di banco?” domandò la madre cercando di ricordarsi la fisionomia del bambino..

Blaine annuì con forza “Lui è il migliore amico di sempre. E' gentile e mi piace tenergli la mano. Gli ho dato un bacetto sulla guancia e non mi ha detto assolutamente nulla!” spiegò con entusiasmo e gesticolando, il piccolo.

I suoi genitori si guardarono, poi il padre sorrise “Ne prenderemo uno anche a lui, se è stato così buono..”

Già. Mi protegge sempre!”

E’ un buon amico” confermò il padre. “Avanti, vediamo se sono capace di insegnarti queste tabelline..”

 

 

 

“Blaine la cena è pronta, sei ancora al computer?” La zia entrò in camera con delle camice pulite che sistemò sul letto “dopo riordinale nell'armadio” si avvicinò a lui gli baciò la testa “cosa stai facendo?”

Blaine chiuse con il mouse l'icona del programma di scrittura che aveva sul pc.

“Cose segrete?” lo prese in giro Katie “andiamo, questa sera ci sono le patatine e sbrigati che Cooper è già a tavola e non voglio vedervi litigare come bambini per l'ultima patatina”

Blaine si lasciò andare in una grossa risata e si alzò dirigendosi in cucina, sua zia si prese un momento guardandosi intorno.

La camera era disordinata: c'erano alcuni cd sul pavimento e fogli sul letto, per non parlare dei vestiti gettati sulla sedia.

La camera di Blaine non era mai in disordine, anzi, per Katie era stressante alzarsi il mattino e trovarla già in ordine, invece adesso era in uno stato completamente diverso; questo era un bene, significa che Blaine era preso da qualcos'altro.

Katie sorrise e raggiunse i suoi nipoti in cucina, Cooper stava raccontando di una cosa successa a lavoro e Blaine ascoltava con attenzione cercando di non affogarsi con il cibo a causa delle risate

“Blaine ho parlato con il medico questa mattina..” Katie sistemò il fazzoletto sotto al piatto e prese la forchetta “ha intenzione di diminuire i sonniferi.”

Blaine sembrava allarmato

“Come può diminuirli se lui dorme solo quattro ore?” domandò Cooper, sconvolto

“Il medico dice che il suo corpo dovrebbe abituarsi a dosi più leggere. E' un po' come una macchina che non funziona bene, ad un certo punto devi smetterla di spingere e riuscire a farla camminare da sola”

“E per le altre pillole? Quelle per i nervi”

“Con quelle continuiamo.” risposte Katie a Cooper ma fissando Blaine “Quando le prendi non hai i tremori vero tesoro?”

Blaine scosse la testa, tutto ad un tratto le patatine non erano più così buone e lo stomaco faceva male.

“Blaine, non sei stanco di prendere medicine? Se inizi ad andare avanti da solo farai sicuramente dei progressi..”

Blaine ovviamente non rispose, aprì un paio di volte la bocca ma poi la richiuse e spostò il piatto lontano da lui, si alzò dal suo posto e si diresse in camera.

“Domani lo porto dal medico, glielo dirà lui quando gli conviene diminuire i medicinali. Il prossimo mese i nonni e gli zii verranno qui.”

Cooper annuì “E’ l'anniversario” disse il ragazzo, ricordando della morte dei genitori. “prepariamoci ad un altro supplizio dei nonni che tortureranno Blaine.”

“Gli telefonerò prima e li avviserò. Vai a controllare che prenda le pillole, io pulisco i piatti..”

 

 

 

Due giorni dopo, Kurt aveva raggiunto Blaine alla lezione di storia, si era sistemato dietro di lui e si scambiarono un paio di sorrisi.

Nell'aula entrò una supplente.

“Buongiorno ragazzi, la vostra insegnante è malata quindi per due giorni sarò io a sostituirla..”

Nell'aula si alzò un boato di urla di felicità da parte degli alunni.

“Calmatevi, perché con me farete lo stesso le interrogazioni. La vostra prof mi ha dato il suo registro..”

La donna si sedette e aprì il diario di classe, fece un appello veloce e poi chiamò per le interrogazioni.

“Blaine Anderson?”

Blaine si alzò dal suo posto con dei fogli alla mano che poi consegnò all'insegnante.

“Cosa significa? L'interrogazione è orale.”

“Prof, lui ha un ritardo…” biascicò una ragazza al primo banco.

“In pratica non parla..” continuò l'amica

“Non è un ritardo il suo!” si intromise Kurt attirando l'attenzione dell'intera classe.

“Blaine non parla ma è capace di tutto..”

“Non credo di riuscire a seguire i vostri discorsi. E' muto?”

“No.” si affrettò a precisare Kurt

“Mi state prendendo in giro? Solo perché sono la supplente avete intenzione di deridermi?” L'insegnante guardò Blaine “allora, facciamo questa interrogazione o no?”

Blaine deglutì, le guance un po' arrossate e propose di nuovo i suoi fogli.

“Questo è uno scherzo! Anderson, aspettami fuori. Andiamo dal preside e risolviamo questa questione. Intanto questi non servono..” la supplente prese i fogli e li stracciò per poi gettarli nel cestino.

Gli occhi di Blaine si spalancarono dal terrore, aveva impiegato un pomeriggio intero per scrivere quei compiti.

“Ora vai fuori e vediamo se avrai ancora voglia di prendermi in giro. Qui segno una F sul registro..”

“Ma lei non può farlo!” urlò Kurt alzandosi dal suo posto

“Ti prego di sederti, o dal preside ci vai anche tu..”

Dopo aver ascoltato quelle parole, Blaine si affrettò ad uscire, non voleva che Kurt si mettesse nei guai a causa sua.

 

 

Quando la campanella suonò, Kurt si precipitò fuori, Blaine non era lì ma l'insegnante era ancora in classe. Camminò lungo il corridoio fino a quando non si dovette fermare vicino ai bagni dove un gruppo di ragazzi stava assistendo a qualcosa.

Kurt sperava vivamente che non avessero preso in giro un altro ragazzino innocente questa volta.

Poi però notò Finn e Puck “Cosa succede?” domandò curioso

“Kurt, sai fermare il tuo amico? Ha rotto gli specchi in bagno e anche una porta. Il preside sta andando a chiamare sua madre..”

Kurt fissò Puck, terrorizzato “Blaine non ha la madre.” precisò e poi si fece spazio tra gli altri ragazzi.

“Kurt, torna indietro, quel ragazzo è malato di mente!” urlò Finn cercando inutilmente di acchiapparlo.

Kurt entrò nel bagno e trovò Blaine in un angolo, si stringeva una mano arrossata al petto, le lacrime scorrevano sul suo volto.

“Hey Blaine, sono Kurt..” sussurrò piano Kurt avvicinandosi a lui, lentamente.

“Senti, lo so che sei arrabbiato perché la supplente si è comportata da stronza, ma possiamo andare dal preside. Conosce la situazione e ovviamente sistemerà le cose..”

Gli occhi di Blaine restarono fissi su un punto del pavimento.

“Hai la mano ferita? Posso avvicinarmi?” Kurt fece qualche altro passo e poi si inginocchiò accanto a Blaine, gli sfiorò il braccio e solo in quel momento il moro scattò sobbalzando, come se si fosse accorto della presenza di Kurt solo in quel momento.

“Andrà tutto bene, vieni dai, ti aiuto..” Kurt allungò una mano fino a stringere la vita di Blaine e si diede una spinta per tirare con sé Blaine, che tenne la mano stretta al petto e poi poggiò la testa sulla spalla di Kurt.

Kurt lo tenne stretto “Ora ce ne andiamo in infermeria” camminarono insieme sotto lo sguardo degli altri ragazzi, la supplente disse qualcosa che Kurt nemmeno si impegnò ad ascoltare e accompagnò l'amico in infermeria.

L'infermiera lo fece distendere, Blaine stava tremando e continuava a deglutire, affaticato

“Hey, va tutto bene” Kurt si avvicinò e gli spazzolò via i capelli dalla fronte, Blaine allungò una mano e prese quella di Kurt, poi la strinse.

Kurt guardò quei movimenti e poi ricambiò la stretta “Resto qui, non vado via. Okay?”

Aveva capito che Blaine stava cercando di dirgli di restare con lui, aspettarono l'arrivo della zia che insieme al preside raggiunsero l'infermeria.

“Parlerò con la sua insegnante e con la supplente..” disse il preside insieme alla zia.

“La ringrazio tanto. Ciao Kurt..” La donna si avvicinò al nipote

“Vieni tesoro, andiamo a casa” gli diede un bacio forte sulla fronte e lo aiutò ad alzarsi.

“Non è la prima volta che succede, vero?” domandò con decisione Kurt.

“Come lo sai?”

“Ti sei comportata in modo molto tranquillo, questo mi fa pensare che sia già successo altre volte..”

La donna annuì, guardò Blaine poggiato sulla sua spalla, sembrava stremato.

“Hai visto che Blaine prende molti medicinali. Abbiamo diminuito la dose, questi sono gli effetti, dobbiamo aspettare solo che li superi. E' successo ogni volta. All'inizio si rifiuta di mangiare, se mangia poi vomita. È il suo modo di farmi capire che non vuole che la dose gli venga abbassata, ha paura di essere se stesso. La morte dei genitori lo ha traumatizzato molto. Non è stata una cosa semplice da dimenticare, infatti puoi vedere gli effetti che gli causano..” la zia tornò a guardare Blaine, gli occhi socchiusi e stanchi, la fronte sudata e le mani che gli tremavano ancora

“Cosa è successo? Ai suoi genitori, intendo..”

Kurt non era sicuro di potersi permettere di fare questa domanda, ma era una cosa che lo stava ossessionando.

“Te lo dirò, magari quando saremo in una situazione più consona. Se non hai niente da fare nel pomeriggio potresti venire a trovare Blaine. Sono sicura che gli farai tornare il sorriso..”

“Certo..” sospirò Kurt vedendo la donna andare via con Blaine.

Forse aveva sottovalutato i problemi di Blaine, in fondo non lo conosceva poi da così tanto tempo.  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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“E’ stato difficile?”

“Non puoi immaginare quanto...”

 

Kurt e Katie erano seduti in cucina a casa Anderson, Blaine non sapeva della presenza di Kurt in casa sua, era chiuso in camera da ore.

“Devi sapere che Blaine da bambino era così pieno di vita, non stava mai fermo.. dovevi legarlo per cercare di tenerlo seduto a tavola per qualche minuto..”

Katie rise ricordando qualche momento passato.

“Cooper aveva diciassette anni, era andato in campeggio con il suo gruppo teatrale. Sai.. Cooper ha sempre desiderato la fama, il successo, era bravo nelle recite della scuola, ma lo era anche Blaine. Entrambi, più volte, hanno ottenuto ruoli da protagonisti negli spettacoli di fine anno..”

Katie fece una pausa bevendo un sorso del suo tè, Kurt fece lo stesso.

“Mi hanno chiamato in una notte di marzo. Ero sveglia, dovevo dare gli ultimi esami per la mia seconda laurea e quindi ero impegnata a studiare. La polizia mi disse di raggiungerla in ospedale, perché era successo una cosa molto grave alla famiglia di mio fratello.” sospirò e si passò un dito sotto un occhio, forse voleva cercare di non piangere. “Quando sono arrivata mi dissero che mio fratello e sua moglie avevano subito un furto in casa ed erano stati uccisi. Non volevo crederci, era assurdo.. i nostri genitori erano in un altro paese e io ero sola lì; quando chiesi di Blaine, mi portarono in una stanza e lui era là, dormiva sotto sedativi ma non era ferito, nemmeno un livido sul volto stanco. Quando si è svegliato, speravamo di avere qualche notizia in più sugli assassini. Blaine è sempre stato intelligente e attento ai particolari, sarebbe stato facile, peccato però che Blaine non avesse nessuna intenzione di parlare. Allora tutti decidemmo di aspettare, era solo un bambino traumatizzato, le cose si sarebbero sistemate…”

Un altro sospiro..

“Ma non andò così…” proseguì Kurt.

“La polizia ci disse di aver ricevuto una chiamata. Ascoltammo la registrazione e si sentiva solo il pianto di Blaine, ma nemmeno una parola…”

Gli occhi di Katie erano lucidi e Kurt voleva dirle di fermarsi, ma sembrava che volesse sfogarsi.

“QQQQQuando la polizia ha rintracciato la chiamata e si sono diretti a casa loro, hanno trovato Blaine seduto sul grembo di sua madre, si era accoccolato sul suo corpo freddo e con una mano stringeva quella di mio fratello…” un singhiozzo interruppe la sua storia.

Kurt allungò la mano e strinse quella di Katie “Mi dispiace. E' colpa mia, hai dovuto ricordare queste cose perché te l'ho chiesto io..”

“No tranquillo” Katie si riprese facendo un sorriso “era da un po' che non ne parlavo, ma va tutto bene. Credo che a Blaine farà piacere vederti..”

Anche Kurt aveva gli occhi arrossati, ma non aveva permesso alla sue lacrime di uscire.

“V-Va bene. Io-Io vado a salutarlo..”

Kurt si alzò e si diresse verso la camera indicata da Katie, bussò due volte prima di aprire.

“Ciao Blaine..”

Blaine scattò dalla sua sedia e si voltò verso Kurt, si spaventò quando lo vide con le lacrime agli occhi.

“Io ero qui fuori con tua zia e lei...si insomma mi-mi ha raccontato alcune cose e-” Kurt rise lasciandosi andare in un singhiozzo “è stupido perché sto piangendo e nemmeno ti conosco così bene ma so cosa significa perdere un genitore e-” un altro singhiozzo, le lacrime cominciarono a scorrere velocemente “mi dispiace, mi dispiace così tanto..”

Blaine rimase qualche istante immobile poi però lentamente si mosse verso Kurt e lo abbracciò. Kurt si lasciò andare in qualche altro singhiozzo stringendosi forte alla maglia di Blaine.

“Scusami, non dovrei piangere e per essere un buon amico dovrei confortarti ma...” tirò su con il naso e si fermò quando vide Blaine sorridere e con la sua mano, con delicatezza eliminare le lacrime dal suo volto, Kurt si rilassò sotto al tocco leggero di Blaine e finalmente ricambiò il suo sorriso.

 

 

 

Sai vero che faremo tardi?”

Caro, non hai prenotato un'ora più tardi?”

Sì, ma se continuiamo di questo passo il tavolo lo perderemo.”

Melanie sorrise mentre si allacciava una collana di perle, spruzzò un po' di profumo sui polsi e poi si accarezzò il collo, raccolse i capelli in un’elegante coda e li sistemò con qualche ferretto.

Rosa perla o rosso?” domandò a suo marito mostrando due rossetti.

Non lo so..”

Blaine è capace di scegliere subito..” si lamentò la donna per poi scegliere il rosso.

Blaine ha più capacità di me in queste cose..” borbottò suo marito allacciandosi la cravatta, lei si voltò a guardarlo.

A te sta bene?”

Credo di sì, poi è ancora un ragazzino non possiamo sapere se è veramente gay, la pubertà porta così tante novità..”

Lei annuì convinta e poi si avvicinò a lui “Ma a te starebbe comunque bene?”

Richard sospirò e poi sorrise “Sì”

Melanie sorrise “Ti amo”

Anche io, ma chiama Blaine o lo porto per le orecchie in macchina..”

Melanie scoppiò in una risata mentre usciva dalla camera, i tacchi suonavano sul pavimento in legno e arrivò fino in camera di Blaine.

Allora tesoro, sei pronto?”

Blaine era seduto ai piedi del letto a guardare la tv.

Cosa stai facendo?”

I cartoni mamma, usciamo dopo!”

Blaine io e papà siamo già pronti, sbrigati che perdiamo la prenotazione..”

Blaine sbuffò e si nascose sotto al suo letto.

No, Blaine. Esci di lì!”

Il piccolo uscì qualche minuto dopo con addosso il mantello

Blaine non c'è.”

La donna roteò gli occhi “Blaine non ho voglia!”

Non sono Blaine!” si impuntò il piccolo “sono nightbird..”

Puoi dire a Blaine che gli porto via la televisione e tutti i suoi videogame se non si sbriga?” urlò il padre dall'altra camera

Gli occhi di Blaine si spalancarono e tirò via il suo mantello in poche mosse.

Sono pronto!”

Le scarpe..” gli ricordò la madre.

Mamma non mi piacciono queste scarpe..”

Perché, cosa c'è di così brutto? Sono eleganti.”

Posso venire con i calzini? Tanto papà mi tiene in braccio..”

Melanie rise “No, non puoi. Avanti metti le scarpe e sistemiamo i capelli che siamo in ritardo..”

Ma mamma i pantaloni pungono e la camicia mi soffoca il collo, perché non posso uscire con il pigiama? Così non devo cambiarmi quando torno. Posso mamma, posso?”

Blaine Devon Anderson, sei un ometto non puoi uscire in pigiama!” lo richiamò la madre fingendosi seria.

Blaine sbuffò annoiato e si lasciò vestire in silenzio, fece qualche altra smorfia quando sua madre gli sistemò il papillon e si grattò le gambe (Anche se non prudevano poi così tanto) perché doveva sembrare infastidito da quei pantaloni.

Wow, come siamo eleganti!” esclamò il padre non appena lo vide, Blaine fece marcia avanti senza nemmeno guardarlo e andò dritto nell'auto, entrambi i genitori scossero la testa.
“Muoviamoci, prima che cambi idea e indossi il pigiama..”

 

 

 

 

“Dovremmo trovarci delle persone con cui uscire!”

Kurt e Blaine erano a Lima Bean..

“Voglio dire, sei un bel ragazzo non sarà difficile trovarti una ragazza e sono certo che molte ragazze non si limiteranno al fatto che non parli. Sei in grado di farti capire senza problemi. Ad esempio, io ti capisco!” Kurt infilò la forchetta nel suo dolce.

Blaine continuò a fissare il suo piatto con un muffin mezzo mangiucchiato.

“Uhm, tu sei mai stato fidanzato?”

Blaine scosse la testa facendo segno di no.

“Neanche io.” rispose con tono sconsolato, Kurt “ma non dovremmo abbatterci per questo. Troveremo il ragazzo giusto per me e la ragazza giusta per te…”

In realtà Kurt non voleva ammettere di avere una leggera cotta per Blaine, ma era suo amico e aveva intenzione di aiutarlo, non doveva essere egoista (anche se una parte di sé voleva esserlo tremendamente) Ma Blaine era un ragazzo che andava aiutato, Kurt continuò a chiacchierare cambiando di tanto in tanto argomento, poi arrivarono Tina e Mercedes. Le due si sedettero a parlare con i ragazzi e Kurt notò che Tina sembrava essere molto interessata a Blaine. Continuava a fare domande e Blaine ad annuire, a volte sorrideva. Tina però faceva difficoltà a farsi capire e più volte Kurt era dovuto intervenire. Era così strano, lui riusciva a intendersi così bene con Blaine.

Una volta tornato a casa, come aveva precedentemente pensato, Kurt ricevette un messaggio da Tina.

 

Blaine sembra interessante, certo è difficile intendersi, puoi capire se è interessato a me?

-Tina.

 

Kurt chiuse il cellulare e si gettò sul letto.

Sì, avrebbe parlato a Blaine di Tina, chissà magari l'avrebbe aiutato, anche se a Kurt questa cosa non andava giù.

 

Il giorno dopo, Blaine non si presentò a scuola e Tina non riusciva a staccarsi da Kurt.

“Ti prego Tina smettila di essere come una pulce, lasciami respirare!”

“Ma gli hai parlato di me?”

“Non ancora, non so se hai notato: è assente oggi!”

“Nemmeno per messaggio? Andiamo Kurt, sto sempre a fare il coro per te durante i tuoi assoli!”

Kurt si voltò per guardarla in faccia “Ho detto che gli parlerò, adesso smettila o diventi inquietante!”

Il ragazzo si voltò di nuovo e si diresse nella sua classe.

 

Nel pomeriggio, si recò a casa di Blaine, fu proprio quest'ultimo ad aprirgli.

“Ciao!” squittì, Kurt. “mi chiedevo come mai oggi sei mancato a scuola e visto che mi trovavo da queste parti....”

Blaine alzò un sopracciglio, dubbioso.

Kurt sospirò “Ok, non mi trovavo da queste parti, abiti a due ore da casa mia. Volevo sapere solo come stavi…”

Blaine gli fece spazio e lo lasciò entrare, i due si diressero in salotto e Kurt ci trovò Tina

“E tu che ci fai qui?”

“Sono venuta a trovare Blaine, oggi non era a scuola se hai notato..”

“Te l'ho fatto notare io!” la corresse Kurt con un pizzico di nervosismo “Come hai fatto a trovare casa sua?”

“Indagini. Non è stato così difficile. Io e Blaine stavamo discutendo, o meglio io facevo delle tesi e lui semplicemente annuiva”

e Kurt semplicemente voleva che Tina sparisse.

“Uhm capisco, allora vi lascio a voi due.” si voltò verso Blaine che sembrava un po' allarmato “divertitevi e uhm, ci vediamo domani, okay?” Un sorriso tirato si vide sul viso di Kurt, Blaine lo seguì fino alla porta, lo sguardo triste.

“Buona fortuna…” sibilò Kurt cercando di dare conforto a Blaine mentre invece preferiva uscire di casa trascinando via qualche ciocca di capelli della sua amica.

 

**

 

Salve! Sono tornata per restare e spero siate tornati anche voi. La mia vacanza è stata più lunga del previsto e non avendo sempre una connessione internet non potevo aggiornare in modo adeguato.

Mi scuso per il ritardo e se voi ci siete ancora, beh fate un fischio(recensione xD)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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Kurt poteva provare un po' di gelosia. No, in realtà provava tanta tanta gelosia verso Tina. Doveva essere felice per Blaine, ormai erano quasi due settimane che lui e Tina passeggiavano per i corridoi mano nella mano e i momenti in cui lui e Kurt stavano da soli diventavano sempre meno rari.

Quando Kurt provava a chiedere cosa c'era tra lui e Tina, Blaine scrollava le spalle senza fare altri cenni e Kurt fingeva di essere felice per lui.

Forse la cosa gli era sfuggita un po' di mano e forse Blaine gli piaceva più di quanto volesse ammettere.

Appena Kurt vide Blaine, però, notò che c'era qualcosa di strano, aveva delle leggere occhiaie,seppur evidenti, sotto gli occhi e un foglio tra le mani.

“Ciao Blaine..” quasi sussurrò Kurt, avvicinandosi a lui.

Blaine alzò la testa lentamente, così come anche i suoi movimenti erano lenti, smorzò un sorriso e tirò un libro dal suo armadietto tenendo ancora il foglio tra le mani, sopra era tracciata una F piuttosto evidenziata.

“Un'altra F?” Domandò sconsolato e Blaine annuì strisciando i piedi sul pavimento per cercare di muoversi.

“Blaine, tua zia ha ancora limitato i medicinali,vero?” ricordava di aver fatto una discussione con Katie che gli spiegò come il medico avesse consigliato di ridurre le pillole di Blaine, ma non parevano esserci progressi.

“Stai dormendo poco?”

Blaine annuì di nuovo, si passò la mano sulla fronte, probabilmente aveva un'emicrania.

“Blaineeeeee!” alle loro spalle, il richiamo fastidioso di Tina, Kurt si concentrò sull'espressione di Blaine che sembrava seccata e annoiata. Doveva intervenire..

“Tina, io e Blaine dovremmo parlare di cose da uomini quindi dovresti lasciarci un po' da soli..”

“Ma io e Blaine dovevamo andare-”

“Tu e Blaine rimanderete la vostra faccenda, ora devo andare con lui..”

Kurt prese per mano Blaine e lo trascinò lungo il corridoio fino a trovare un'aula vuota,lo fece sedere e Blaine dovette reggersi per non cadere.

“Sai” cominciò Kurt “sono felice che tu abbia trovato un'intesa con Tina. Voglio dire, siete andati a prendere il caffè insieme quasi tutti i giorni, poi al centro commerciale e a casa sua a cucire i suoi adorabili cappellini di lana a forma di panda..” Kurt sperò di non aver calcato troppo con il sarcasmo.

“Ma la vostra uhm..relazione, a te sta bene?”

Blaine non fece nessun cenno.

“Blaine, se non ti piace stare con Tina, cerca di farmelo capire okay? Non ci resterà male, forse un po' ma passerà..”

Il moro cominciò a smuoversi sulla sedia, sembrava frustrato.

“Ok, non agitarti, ma pensaci, va bene?”

A quel punto Blaine, con ancora la testa abbassata allungò una mano e prese quella di Kurt, che ricambiò la presa.

Lo sapeva, ne era certo che Blaine nascondesse qualcosa, oltre ai suoi problemi ovviamente, c'erano stati alcuni momenti in cui Kurt aveva messo in dubbio la sessualità di Blaine.

Ad esempio: quando di solito guardavano i film sul divano di casa Anderson, Kurt si sentiva costantemente gli occhi di Blaine addosso ed era così. Blaine non prestava attenzione al film ma poggiava la testa sulla testiera del divano e fissava Kurt fino a quando gli occhi stanchi e forzati dalla medicina non si chiudevano.

Altro dubbio per Kurt furono i cd che Blaine gli regalava, erano canzoni scelte da lui.

In un primo momento Kurt pensò che si trattasse solo di far capire quale fosse il suo genere di musica, ma poi ascoltando bene i testi, notò che ogni canzone parlava di amori nascosti, sentimenti non dichiarati.

 

 

Blaine tornò a casa saltando l'ultima ora di lezione, si sentiva debole e aveva bisogno di mettersi sul divano

“Tesoro ha chiamato Tina, la tua amica, voleva sapere perché sei sparito, immagino tu non l'abbia avvisata” fece la zia mentre si dipingeva le unghie con dello smalto rosso.

“Mi piace, sai? Sembra una brava ragazza.”

Blaine si mise il braccio sugli occhi per coprirsi dal bagliore delle luci del soffitto.

“Senti un po'” continuò la zia “Mi ha chiamato il medico, vuole vederci..”

Blaine scattò dal divano, in quell'istante il terrore gli invase il corpo; il medico aveva già diminuito i suoi sonniferi, ora aveva paura che gli venissero diminuite anche le pillole per i nervi.

Odiava stare senza quelle medicine, le pillole erano in grado di tenerlo calmo, le allucinazioni erano sempre di meno e non lo facevano sentire arrabbiato tutto il giorno.

“So che hai paura che ti tolga i medicinali, ma anche se fosse, lui sa cosa fa Blaine. E' un medico che ti ha in cura da anni, saprà bene di cosa tu hai bisogno. Abbiamo appuntamento alle tre..”

Blaine si morse il labbro inferiore, affondò i denti nella carne fin quando non provò dolore.

“Se hai compiti da fare è meglio che ti sbrighi” Katie passò accanto a lui e gli scompigliò i capelli prima di sparire nella camera da letto.

 

 

 

Kurt era solo a Lima Bean, aveva chiamato Blaine ma la zia aveva risposto dicendo che avevano un appuntamento dal medico e che Blaine l'avrebbe raggiunto dopo la visita, così Kurt aveva portato il suo libro preferito e si era seduto ad un tavolo del Lima Bean per leggere in tranquillità. A casa con Finn era diventato impossibile visto che il fratello era solito giocare alla sua x-box a tutto volume o il padre si metteva ad urlare per le partite di calcio.

“Ciao Kurt..”

Kurt alzò la testa e sorrise.

“Logan, ciao. Come va? E' da un po' che non ci si vede..” Kurt gli fece cenno di sedersi.

“Hai ragione, ma sono all'ultimo anno e i compiti in classe si accumulano con le interrogazione e poi il blog mi occupa gran parte del giorno..”

Kurt chiuse il suo libro “Seguo ogni tuo aggiornamento e commento anche! La tua recensione sulla sfilata di Milano è stata favolosa, la pensavo esattamente come te!”

Il ragazzo sorrise “Sono felice, guarda che anche il tuo blog era sempre pieno di notizie e consigli interessanti ma è da un po' che non aggiorni, qualcosa non va?”

Kurt guardò la sua tazza di caffè quasi vuota “Sono solo stato un po' impegnato…”

“Ma Kurt Hummel non si lascia mai sfuggire i consigli su cosa indossare per il weekend…” gli fece notare Logan

“Hai ragione. Prometto che mi impegnerò a scrivere qualcosa questo fine settimana. Giovedì mio padre mi da la paghetta, vado a spenderla in qualche negozio e così posso lanciare i grandi consigli di Kurt Hummel..” Ironizzò Kurt ma con una punta di fierezza.

“Mi sembra favoloso!” concordò Logan.

In quel momento Blaine entrò nel Lima Bean, Kurt gli fece segno e il moro lo raggiunse.

“Logan, lui è Blaine, mio amico e frequentiamo la stessa scuola..”

Logan strinse la mano di Blaine che ricambiò e poi si sedette imbarazzato accanto a loro, poi spostò la sedia più in direzione di Kurt.

“Vuoi un caffè? Non c'è fila, vado a prendertelo..” Kurt accarezzò la spalla di Blaine e si alzò per andare al bancone.

“Non ti ho mai visto con Kurt in giro, sei un nuovo amico presumo”

Blaine annuì fissando le mani intrecciate sul tavolo, avrebbe voluto essere solo con Kurt.

“Allora, che mi dici Blaine? Sei bravo a scuola?” Logan provò a fare un po' di conversazione, Blaine lo guardò con un espressione dispiaciuta e si morse il labbro.

“Hey, puoi parlare, non faccio nulla..”

Blaine deglutì e guardò in direzione del bancone, per fortuna Kurt stava arrivando.

“Ecco qui, ti ho preso un muffin, l'ho mangiato poco fa, è buonissimo ne vale la pena…”

Blaine allungò la mano per prendere il portafoglio ma Kurt lo fermò.

“Oggi offro io, dal medico è andata bene?”

Kurt inclinò la testa per guardare meglio Blaine, che scrollò le spalle prendendo un sorso del suo caffè.

“Ti ha tolto anche l'altro medicinale?”

Blaine deglutì, guardò prima Logan e poi Kurt, alla fine annuì.

Kurt strinse le labbra “Speriamo bene, lui sa quello che fa, non preoccuparti…”

“Scusate, ma qual è il suo problema?” si decise a domandare Logan.

Kurt si voltò come se solo in quel momento si fosse ricordato della presenza di Logan.

“L-Lui beh, non parla..” Kurt sperò di non dover dare altre spiegazioni, era chiaro che Blaine si sentisse in imbarazzo.

“Oh capisco, scusami per prima.”

Blaine sorrise accettando le scuse.

“Allora, Kurt.” Continuò Logan “quindi shopping, credi che possa unirmi a te?”

Kurt batté le mani eccitato saltando dalla sedia.

“Sarebbe magnifico! Potrei farti una lezione d'abbigliamento tutta tua basta che poi lasci un'ottima recensione sul mio blog…”

“Lo farò sicuramente!” Logan si alzò “ti telefono così ci mettiamo d'accordo per l'appuntamento. Ciao Blaine..”

Blaine e Kurt rimasero soli e quest'ultimo ne approfittò per rubare una goccia di cioccolato dal muffin dell'amico, Blaine rise.

“E' buono ma non posso permettermi di mangiarne due, già nel weekend mangio tantissimo!”

Blaine rise più forte nonostante avesse un gran mal di testa, ma quando stava con Kurt riusciva a restare calmo.

Kurt continuava a parlare raccontando la sua giornata e Blaine allungò una mano per stringere quella del suo amico.

Gli piaceva Kurt, più di un semplice amico, Blaine aveva sempre saputo di essere gay ma non era ancora riuscito a farlo capire a Kurt che tentava in tutti i modi di farlo uscire con Tina, che era una brava ragazza, dolce, simpatica ma non era Kurt.

Kurt interruppe il suo racconto,sorpreso da Blaine che gli aveva preso di nuovo la mano con tanta, troppa, semplicità.

Ricambiò la stretta e sorrise.

 

 

 

Posso ordinare le patatine fritte quando arriviamo?”

I genitori di Blaine alzarono gli occhi al cielo, erano bloccati nel traffico e Blaine non la smetteva di parlare.

Tesoro le patatine le abbiamo mangiate ieri sera, tutti i giorni non è salutare…”

Blaine mise il broncio dal suo sedile posteriore, incrociò le braccia al petto e cominciò a calciare il sedile davanti a sé.

Mi sporchi i sedili, Blaine.” lo richiamò calmo, il padre.

Ma le patatine sono buone e gialle. Giallo è il mio colore preferito, è il colore del sole e a me piace il sole..”

Il sole è bello..” concordò sua madre guardando verso la strada trafficata.

Il sole è caldo e bello. Poi riscalda il mare, vero mamma? A me piace il mare ma no quando l'acqua è fredda. E poi c'è la sabbia. Io odio la sabbia!”

Richard scoppiò in una grossa risata e anche la moglie lo seguì

Tesoro, hai intenzione di conservare un po' della tua voce? A scuola hai la recita, se parli troppo la tua voce calerà e non potrai più cantare…”

Il piccolo Blaine si mordicchiò l'indice riflettendo attentamente.

Ok, allora non parlerò mentre mangio!”

Già non si parla mentre si mangia..” gli fece notare la madre

Va bene la smetto. Ma prima vi devo raccontare una cosa superinteressantissima!”

Blaine cominciò a parlare di nuovo senza sosta e per fortuna il trafficò si allentò, Richard provò a mettere la radio ma questo non distrasse il figlio dai suoi fantasiosi racconti.

...e poi siamo saliti in cima alla montagna e abbiamo vinto la battaglia..”

Sei un eroe!”

Già, sono stato bravo!” Blaine si complimentò con se stesso.

Mamma, da grande posso diventare un musicista-supereroe?”

Con la tua voce e la tua parlantina?” domandò ironica la madre “puoi essere chiunque!”

Blaine si sistemò meglio sul suo posto, gli era piaciuta la risposta di sua madre.

 

 

 

Note: rieccomi con l'aggiornamento settimanale, è un capitolo un po' di passaggio ma abbiate fiducia che presto i Klaine si avvicineranno ;)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


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Da quando a Blaine erano stati ridotti i medicinali, il ragazzo non era più lo stesso, ad ogni chiusura di armadietto saltava dallo spavento, mangiava poco e i suoi occhi erano accompagnati da solite occhiaie violacee.

Era sempre stanco e sopratutto distratto, riusciva a dormire ancora di meno delle sue quattro ore e non riusciva ad impegnarsi durante le lezioni, infatti ultimamente veniva spesso richiamato dagli insegnanti, più del solito.

Poi c'era Tina che lo trascinava ovunque, avevano passato una giornata intera nel centro commerciale e Blaine era riuscito a stento a mantenersi in piedi.

 

“Non ci sono errori grammaticali, ma non possiamo definire questo” l'insegnante svolazzò un foglio in aria “un tema. Anderson, capisco il tuo problema ma le altre volte non mi hai presentato compiti così di scarso contenuto.” La professoressa guardò pensierosa il foglio. “Mi dispiace, non posso metterti un voto al di sopra della D.”

Blaine rimase immobile, accanto all'insegnante stritolandosi le mani, si morse il labbro, già da un po' screpolato e quando l'insegnante gli riconsegnò il compito, tornò a posto.

“Anderson il tuo non è un voto definitivo. Voglio che tu mi faccia un altro tema. Parla dei problemi attuali o magari di problemi personali, forse questo ti aiuterà. E sai cos'altro potrebbe aiutarti, Blaine?”

Il ragazzo fissò la sua insegnante, si sentiva un po' più sollevato, era riuscito a capirlo.

“Dovresti sforzarti a parlare, i medici hanno detto che ne sei in grado e anche tua zia, quindi vorrei che un giorno tu venissi qui e raccontassi la tua storia. Presentaci il vero Blaine Anderson!”

 

Era impossibile, questa era una cosa che non sarebbe stato capace di fare, la professoressa non segnò il voto sul registro e poi si alzò per rispondere al suo cellulare e uscì dall'aula.

Un ragazzo si alzò dal suo posto e si sedette sulla cattedra, prese il registro dell'insegnante tra le mani e lesse.

“Non capisco, Anderson, perché devi essere sempre privilegiato? Se dicono che puoi parlare, allora perché non apri quella cazzo di bocca e fai le interrogazioni come tutti noi?”

Blaine sussultò dalla sua sedia, ma rimase con la testa chinata.

“Perché deve mettersi a fare l'idiota e beccarsi i voti buoni?” continuò lo studente.

“Dai, Blaine non è poi così bravo, hai visto…” rispose una ragazza preoccupata per Blaine.

“Me ne fotto! Siamo una classe e dovrebbero trattarci tutti allo stesso modo!”

Il ragazzo scese dalla cattedra e si avvicinò a Blaine, che cercò di allontanarsi invano.

“E' meglio che apri quella cazzo di bocca, Anderson! Non mi piace il fatto che tu venga privilegiato!”

“Lascialo in pace, sta tremando!”urlò un ragazzo seduto al primo banco.

Blaine deglutì e cercò di calmare il tremore, così si alzò e uscì di corsa dall'aula.

“Idiota!” urlò una ragazza all'amico che aveva spaventato Blaine.

Quest'ultimo si ritrovò nel corridoio poco affollato, strinse le braccia intorno al petto e cercò di non far cadere le lacrime dagli occhi, arrivò di fronte alla porta dell'aula di Inglese e senza pensarci due volte, l'aprì.

La classe lo fissò e l'insegnante smise di spiegare “Ti serve qualcosa?”

Blaine si lasciò andare in un singhiozzo tenendo le braccia intorno a sé come volesse proteggersi e solo allora Kurt alzò la testa dal suo libro

“Blaine” sospirò spaventato. Si alzò dal suo posto e fece segno all'insegnante che lo lasciò uscire.

“Che ti succede, Blaine?!” domandò spaventato Kurt. Blaine si morse di nuovo il labbro, si guardò intorno e poi si gettò nelle braccia di Kurt, continuava a tenersi stretto e affondò la testa nel collo del suo amico.

Kurt si spaventò e lo strinse a sé, entrambi si accasciarono a terra e Blaine quasi si arrampicò addosso a Kurt, come se avesse voluto proteggersi dalle cose che lo circondavano.

Le braccia di Kurt erano confortevoli per lui, erano il suo posto sicuro.

Kurt spazzolò via i riccioli dalla fronte sudata di Blaine e lo lasciò piangere tenendolo stretto, l'insegnante di Inglese uscì dall'aula avendo probabilmente sentito il pianto di Blaine.

“Che succede?”

Kurt guardò prima Blaine che provava a nascondersi nelle sue braccia e poi il suo insegnante.

“Io non lo so, non lo so davvero..”

“Chiamo Figgins.”

 

I due rimasero di nuovo da soli nel corridoio, Figgins arrivò dopo pochi minuti e poi si diresse nell'aula dove Blaine stava seguendo la lezione per capire cosa fosse successo.

“Hei Blaine, perché non ci alziamo e andiamo in bagno per lavarci il viso?” Kurt gli parlò con voce tranquilla accarezzandogli lentamente la schiena.

Il moro annuì pochi minuti dopo e si alzò insieme a Kurt ma senza staccarsi da lui.

“Forza, andiamo” Kurt lo trascinò tenendolo per la vita, arrivarono in bagno e Blaine si lavò il volto cercando di fermare il tremore delle sue mani.

“Vieni qui” sussurrò Kurt, lo tirò per una mano e con dei fazzoletti gli asciugò le guance rosse e bagnate.

I due rimasero a fissarsi per qualche istante, poi Kurt si allungò verso di lui e gli baciò l'angolo della bocca, Blaine batté le palpebre più volte, imbarazzato.

“Andrà tutto bene”

Blaine annuì, non molto convinto, piangere tutto quel tempo lo aveva reso ancora più stanco ma anche meno nervoso.

Quando i due tornarono nel corridoio, ad aspettarli, c'era il preside

“ho ritenuto opportuno chiamare tua zia. Arriverà tra poco. Inoltre il ragazzo che ti ha infastidito è stato sospeso…”

“Chi lo ha infastidito?” domandò Kurt, cercando di capire cosa fosse successo.

“Un ragazzo nella sua classe solo perché l'insegnante gli ha dato un'opportunità per fare un secondo tema..”

Kurt si avvicinò a Blaine “Chiunque sia stato, è un idiota. Non vale la pena sprecare lacrime per lui..”

Blaine sorrise cercando di rilassarsi ora che aveva Kurt accanto a sé.

 

 

Kurt seguì Katie e Blaine a casa, la donna era nervosa, entrò sbattendo la sua borsa su una sedia e afferrò il telefono di casa componendo con rabbia diversi numeri.

Blaine si sistemò sul divano del salotto e Kurt lo seguì.

“Hai mal di testa?”

Il moro annuì, così Kurt si diresse in bagno e prese un asciugamano, aprì il rubinetto e la bagnò con acqua fredda. Tornò nel salotto e poggiò la salvietta sulla fronte di Blaine, poi si concentrò sulle parole di Katie

“...giuro che la faccio chiudere quella scuola! No papà, te l'ho già detto che l'insegnante non era in classe... Questo non significa niente!”

Blaine si mosse sul divano cercando di avvicinarsi a Kurt e gli poggiò la testa sulla spalla. Kurt lo lasciò fare, forse non aveva voglia di sentire la zia urlare e voleva sicurezza.

“Vuoi che chiami Tina?”

Il capo di Blaine si alzò di fretta facendo scivolare l'asciugamano dalla fronte, scosse la testa velocemente facendo segno di no.

“Va bene” rise Kurt sistemandogli di nuovo il panno bagnato “appoggiati pure a me, sono qui per sostenerti, Blaine. Sempre”

 

 

 

Blaine era seduto al tavolo di un lussuoso ristorante, davanti a sé un enorme piatto di patatine fritte

Devi mangiare anche la carne,lo sai vero?”

Il piccolo annuì afferrando in un pugno la forchetta infilzandola in una manciata di patatine che poi infilò tutte in bocca.

I suoi genitori cominciarono a chiacchierare, più che altro di lavoro e lui si annoiava tremendamente ascoltare questi discorsi difficili, nella sua mente cominciò a pensare a ciò che avrebbe fatto a casa.

Sicuramente la mamma lo avrebbe fatto infilare nel letto perché era tardi e doveva andare a scuola il giorno successivo, ma di solito se c'era un film horror a Blaine piaceva guardarlo nel letto insieme al suo papà.

Guardava tutte le scene o quasi. In realtà aveva sempre le mani davanti agli occhi e canticchiava nella sua mente per non sentire cosa il film stesse dicendo di così spaventoso, ma tutti gli amici di classe guardavano i film horror e voleva farlo anche lui.

Lui era grande!

Si strofinò un occhio, era un po' stanco, la giornata a scuola era stata molto impegnativa.

Avevano dovuto scrivere tutto in corsivo e lui non era bravo con la lettera V, gli veniva proprio male e poi la maestra gli aveva assegnato il compito di decorare con della plastilina e lui si era impegnato tantissimo nel suo compito. Adorava la sua insegnante di arte e voleva sempre essere il più bravo di tutti.

Durante la ricreazione avevano giocato a nascondino e trovare un posto dove nascondersi richiedeva un arduo impegno!

E poi c'erano state le prove in teatro, lui era il cantante protagonista e doveva stare molto attento a non sbagliare.

Blaine, Cooper vuole parlare con te..”

Blaine distolse la mente dai suoi pensieri e si concentrò sul telefono del papà.

Coop!” urlò non appena poggiò il cellulare al suo orecchio

Schizzo, come va? Stai facendo il bravo?”

Blaine annuì “Sì e non sono entrato in camera tua, lo giuro! Solo una volta ma era per prendere il pallone perché io e Tommy volevamo giocare, ma poi ho chiuso la porta”

Bravo, non entrare più, lo sai che mi da fastidio. Cosa fai?”

Non entro Coop, lo prometto! Ora io, mamma e papà siamo al ristorante e ho una montagna di patatine alta fino al soffitto!”

Non ci credo…” Cooper rise dall'altro lato del telefono.

E’ vero! E' altissima e la mangerò tutta io!”

Va bene, mangiala pure. Ora devo andare…”

Blaine si morse il labbro, il tempo per parlare con Cooper era sempre così poco.

Hei Coop, mi manchi tanto…”

Anche tu, ma torno presto..”

Presto quando? Domani?”

Dopo il weekend Blaine. Sono pochi giorni dai…”

Va bene” disse sconsolato il piccolo “ti ripasso papà. Ciao”

Notte, schizzo!”

 

“I nonni verranno qui tra due settimane. Mi sistemerò io in salotto e loro prenderanno la mia camera. Ti senti meglio?” Katie poggiò una mano sulla fronte di Blaine, il nipote annuì tenendo gli occhi chiusi.

“Kurt grazie per averci seguito…”

“Ma figurati. Sono solo arrabbiato per quegli idioti della nostra scuola…”

“Devono prendere un provvedimento!” Katie si allungò verso il frigo per prendersi da bere.

“Hai impegni, Kurt? Puoi restare con noi per cena se ti va…”

Blaine aprì un occhio per vedere cosa Kurt avrebbe detto.

“Nessun impegno, rimango volentieri. Avviso mio padre…” Kurt si alzò, pescò il cellulare dalla borsa e telefonò a Burt.

“E’ un bravo ragazzo, sei stato fortunato a trovare un amico come lui. Adesso ordino la cena, non mi va di mettermi ai fornelli…”

 

Durante la cena, Blaine fu distratto tutto il tempo. Rimaneva a fissare un determinato punto per lungo tempo, fino a quando qualcuno non lo chiamava a voce alta. Il piatto era intatto e c'erano tratti di nervosismo sul suo volto, una mano continuava ad agitarsi, tanto che ad un certo punto la nascose sotto al tavolo.

Kurt gli poggiò delicatamente una mano sulla spalla, ma il moro sussultò lo stesso.

“Credo che tu debba andare a farti una doccia e magari dopo stenderti sul letto…”

Katie annuì concordando con l'idea di Kurt.

“Non preoccuparti per me, tanto tra poco vado via. E' stata una brutta giornata per te…”

Blaine si alzò e prima di andare via fece un leggero sorriso a Kurt, che rimase con Katie e Cooper in cucina, gettarono i contenitori della cena e ripulirono la tavola.

“Io non capisco queste cose mediche, ma credo che Blaine abbia ancora bisogno di quelle pillole. E' molto instabile…”

Katie si passò le mani sul volto e Cooper le massaggiò le spalle per allentare un po' la tensione.

“Il medico dice che è solo l'inizio, pian piano dovrebbe abituarsi..” spiegò Cooper.

“Forse potremmo affidarci ad un altro medico..” suggerì la zia.

“Il mio papà ha un buon medico. Lui ha avuto un infarto quindi è sempre sotto osservazione e il suo medico è in gamba. Posso provare a farmi dare il numero..” cercò di rendersi utile Kurt.

“Sì, potremmo provare.” concordò Katie.

“Ok, allora domani vi farò avere i suoi contatti. Vado a salutare Blaine”

Kurt camminò lungo il corridoio e picchiettò con le nocche sulla porta, Blaine era ancora vestito, seduto sul letto con dei fogli tra le mani, alzò la testa e sorrise quando vide Kurt

“Sono venuto a salutarti, sto andando via. Che fai?” Kurt si sedette accanto a Blaine e quest'ultimo gli mostrò gli spartiti che aveva tra le mani.

“Bella questa canzone! Ci vorrebbe un pianoforte per suonarla” disse Kurt osservando i fogli.
“Ma forse” gli venne un idea “possiamo trovare la base su internet..” si alzò per poi sedersi sulla sedia girevole e fece una breve ricerca su internet.

Una musica dolce uscì dalle casse del computer e Kurt si voltò verso Blaine

 

http://www.youtube.com/watch?v=zOfI-RwbLQE

 

It's hard for me to say the things
I want to say sometimes
There's no one here but you and me
And that broken old street light
Lock the doors
We'll leave the world outside
All I've got to give to you
Are these five words when I

Thank you for loving me
For being my eyes
When I couldn't see
For parting my lips
When I couldn't breathe
Thank you for loving me

Kurt continuava a tenere il foglio stretto tra le mani, leggendo attentamente il testo di quella canzone, Blaine continuava a fissarlo

 

 

 

I never knew I had a dream
Until that dream was you
When I look into your eyes
The sky's a different blue
Cross my hear
I wear no disguise
If I tried, you'd make believe
That you believed my lies

Thank you for loving me
For being my eyes
When I couldn't see
For parting my lips
When I couldn't breathe
Thank you for loving me

 

Kurt lasciò andare la musica ma non riusciva più a cantare.

“E’ pr-proprio bella! Pagherei per farmi dedicare una canzone del genere...hai-hai gran gusto Blaine. Mi piacerebbe sentirti cantare...”

 

Blaine aprì la bocca come se volesse proferire parola. Kurt lo fissò, il cuore che batteva forte nel petto, ma Blaine richiuse la bocca con un sospiro.

Kurt sorrise e si alzò “Buonanotte Blaine” rimise i fogli al suo posto e lasciò la stanza.

Blaine prese in mano le carte con il testo della canzone, le voltò tutte fino alla fine dove una frase era evidenziata.

Per Kurt....
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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Con il passare dei giorni, Kurt e Blaine diventarono ancora più inseparabili.

Kurt aveva pensato più volte di farla finita e di confessare a Blaine tutti i suoi sentimenti, ma dall'altra parte c'era un Blaine fragile e una Tina tra le scatole.

Forse Kurt doveva smetterla di pensare che potesse piacere a Blaine e che magari questi strani gesti, come prendersi d'improvviso per mano, erano solo un gesto d'amicizia.

Ecco perché Kurt accettò di andare al centro commerciale con Logan, che doveva comprare un nuovo outfit per un matrimonio,sapeva che l'amico aveva un cotta per lui e, nonostante non ricambiasse i sentimenti,passare del tempo con lui gli avrebbe fatto sicuramente bene.

Con Blaine c'erano stati piccoli progressi, dal momento che lui apparentemente si frequentava con Tina ed era un amico di Kurt, si era abituato a sedersi al tavolo con le Nuove Direzioni. In più Will Shuester gli assegnò il compito di fare la mascotte al Glee Club. Blaine aiutava a stampare gli spartiti, controllava che non mancassero sedie nell'aula e che gli strumenti fossero ognuno al loro posto. Non era quello che voleva, ma almeno si teneva impegnato.

Blaine adorava stare seduto nell'aula del Glee, gli piaceva battere il piede a ritmo di musica, imparare mentalmente i passi che gli altri ragazzi facevano durante le prove. Ma la cosa che amava di più era quando Kurt cantava uno dei suoi assoli, improvvisamente Blaine si dimenticava di tutto ciò che aveva intorno, di tutte le persone presenti in aula e di tutti i suoi problemi.

I suoi occhi, la sua mente....il suo cuore, si concentravano solo su Kurt.

 

“Kurt, fermati. Adesso!”

Kurt si bloccò non appena udì la strillante voce di Rachel affetta da attacchi di panico.

“C'è il pigiama party di cui non abbiamo più parlato..”

“Non l'avevamo annullato perché Puck voleva portare l'alcol e con mio padre in casa non possiamo bere?”

“No. I piani sono cambiati. Saremo tutti tranquilli e poi è per il compleanno di Finn..”

“Il compleanno di Finn è passato e noi comunque non abbiamo organizzato nulla…” fece notare il ragazzo.

“Lo so, è proprio per questo. Dai Kurt desidero tanto stare tutti insieme, se casa tua non è disponibile possiamo fare da me, nel seminterrato.”

Kurt si volto per guardare l'amica “Ci sto, il seminterrato mi sembra perfetto, il divano è mio, gli altri il sacco a pelo. Ho solo un'altra condizione…”

Rachel sospirò “Sentiamo..”

“Anche Blaine è invitato..”

“Allora digli a che ora venire..” Rachel lo baciò frettolosamente e sparì dalla sua vista.

 

 

Kurt vide Blaine alla mensa, il ragazzo aveva ancora il piatto intatto davanti ai suoi occhi e poca voglia di mangiarlo.

“Hei..”

Blaine sussultò facendo cadere la forchetta con cui stava giocando con il cibo, i suoi occhi erano accompagnati da un contorno violaceo

“Ti senti bene?” chiese preoccupato.

Blaine annuì, ma ovviamente stava mentendo, stropicciò un occhio con una mano e con l'altra allontanò il vassoio dal suo petto.

“Senti, non so se può farti piacere o meno” cominciò Kurt “ma Rachel ti ha invitato ad un pigiama party a casa sua. Ci saremo anche io e Tina, ti va di venire? E' per il compleanno di Finn. Ormai fai parte anche tu del Glee Club e ci farebbe piacere… a me farebbe piacere.”

Ascoltando quelle parole, Blaine si riprese un pochino e annuì con gran voglia.

“Perfetto!” squittì, Kurt. “Allora oggi passo a casa tua, avviso tua zia e le spiego la situazione, Rachel ha abbastanza divani per dormire ma io ho dei sacchi a pelo, forse potrebbero servirci. Inoltre, se hai voglia, puoi venire con me, sono l'incaricato a fare la spesa insieme a Mercedes. Sempre che tu non voglia stare con Tina…”

Blaine scosse la testa contrariato.

“Questo significa che verrai con me?”

Ancora una volta, l'altro annuì.

“Grandioso! E adesso la faresti un'altra piccola cosa per me?”

Blaine attese che Kurt continuasse, quest'ultimo allungò il vassoio di nuovo verso Blaine.

“Mangia. Si vede che sei stanchissimo e che hai perso peso. E sopratutto, Blaine, non mentirmi, se stai male devi dirmelo.. Siamo amici, giusto?”

Nessuno dei due rispose, perché nessuno sapeva esattamente cosa dire.

 

 

 

 

Nel pomeriggio, Kurt e Blaine si diressero a casa di quest'ultimo per parlare del loro programma della serata.

"Kurt, tesoro, non credo sia una buona idea. Blaine non sta passando un bel periodo, la notte continuo a sentire i tuoi lamenti…"

Blaine si strinse nelle spalle alle parole della zia, guardò per un momento Kurt e poi abbassò lo sguardo, dispiaciuto.

"E' proprio per questo credo sia un'ottima idea! Blaine con noi passerebbe una magnifica serata. Si distrarrebbe da tutte queste brutte giornate che passa…" provò a convincerla Kurt

La zia rimase un po' in silenzio, pensierosa. Poi guardò suo nipote

"Tu vuoi andarci?"

Blaine alzò la testa, fissandola negli occhi e annuì con un mezzo sorriso sul volto.

"Allora non vedo perché impedirtelo, vai a preparare le tue cose!"

Blaine si alzò dal suo posto, il sorriso più ampio sul suo viso.

"Grazie Katie" rispose Kurt alzandosi per seguire l'amico.

"Kurt!" lo richiamò la donna. Il ragazzo si voltò "lo affido a te"

Kurt sospirò forte, poi la rassicurò “Sta tranquilla"

 

**

 

"Mi piace questo pigiama, è perfetto per il party" Kurt stava fissando il guardaroba di Blaine.

"Con cosa dormi la sera?" continuò mentre sul letto poggiava alcuni capi.

Blaine si morse il labbro e poi mostrò una canotta e un paio di boxer.

Kurt li osservò, ma poi arrossì immaginandosi Blaine con solo quelli addosso.

"oh-oh ok. Immagino che le ragazze apprezzeranno molto." Kurt si osservò allo specchio, le guance ancora rosse.

Blaine si lasciò andare in una divertente risata che attirò di nuovo su di lui l'attenzione di Kurt, poi infilò un pigiama nella sua borsa. Kurt abbozzò un sorriso "direi che questo conviene" disse indicando il pigiama. Blaine scosse la testa continuando a sorridere, poi infilò nella borsa altri indumenti più qualche articolo da bagno e poi chiuse il tutto, pronto per andare

"Ti divertirai" lo rassicurò, Kurt.

E Blaine pregò con tutto il cuore che sarebbe stato così.

 

**

Arrivarono a casa di Rachel con un po' di ritardo a causa di piccoli battibecchi su cosa comprare al supermercato, Kurt puntava tutto sulla roba dolce e Blaine sul salato, alla fine si ritrovarono ad aprire una busta di patatine e a versarci della nutella all'interno e concordarono che quel connubio era perfetto.

Non appena arrivarono nell'appartamento della ragazza, posarono le loro borse e sistemarono la spesa, Kurt teneva sotto controllo Blaine: lo osservava per capire dai suoi gesti come si sentisse, ma fortunatamente Blaine se la stava cavando alla grande. Non aveva dimostrato nessun segno di stanchezza (nonostante gli occhi continuassero ad avere il loro contorno viola) aveva un sorriso sempre presente sul volto e aveva roteato anche un paio di volte gli occhi quando Rachel si era lasciata andare in qualche monologo lungo e assurdo.

"Blaineee, tesoro!" Tina arrivò gettandosi tra le braccia del ragazzo che mostrò un sorriso sereno quando la vide, ma i suoi occhi subito dopo puntarono Kurt. Quest'ultimo li stava osservando ma poi distolse lo sguardo quando notò che Blaine lo stava fissando, serio.

"Rachel portiamo questo di sotto" disse all'amica allontanandosi dalla sala.

Il resto del Glee si riunì con qualche gioco e poco alcol(per dispiacere di quasi tutti)

"Avete portato dei film, vero?" domandò annoiata Santana

Ognuno prese posto davanti alla televisione, Kurt si sedette su un lato del divano poggiando, annoiato, la testa sul suo polso, rialzò il capo solo quando vide Blaine sedersi accanto a lui con un dolce sorriso sul volto, gli occhi ancora un po' più stanchi. Allungò la mano e prese quella di Kurt e poi coprì entrambi con una coperta

"Non avere paura" gli disse Kurt "Questo non sarà un film horror"

Blaine tolse la mano dalla stretta, ma Kurt l'afferrò subito "Questo non significa che tu debba lasciarmi la mano…" sussurrò rassicurando l'amico.

"Allora, quale film squallido hai scelto, Finn? domandò Mercedes sedendosi ai piedi di Kurt e Blaine con un bicchiere tra le mani.

"Panic Room" rispose Finn mostrando il Dvd

"E’ quello con Jared Leto e la Stewart…" constatò Quinn seduta accanto a Santana e Brittany su un altro divano sistemato ai lati.

"Esattamente!" Confermò Rachel, aspettò che Finn facesse partire il film per poi sedersi vicino a lui.

Il film iniziò in modo lento, madre e figlia che visitavano una nuova casa, troppo grande per due persone.

"Lo ricordo!" urlò Puckerman "il film si concentra tutto in questa casa."

Sullo schermo c'erano madre e figlia che stavano controllando la stanza anti-panico in caso di rapina in appartamento.

Blaine cominciò a muoversi a disagio sul suo posto, la sua mano si stringeva sempre un po' più forte a quella di Kurt.

"Non usciranno spiriti o altri mostri, all'improvviso, Blaine.." cercò di tranquillizzarlo Kurt, notando il disagio.

Il film continuò sullo schermo, Noah già dormiva dopo solo i primi 15 minuti, Artie invece stava messaggiando di continuo fino a quando Puckerman, infastidito dai suoni dei tasti non si alzò per gettare dall'altro lato il telefono dell'amico per poi tornare comodamente a dormire.

Il film proseguiva e Blaine si agitava sempre di più fino a quando non mollò la mano di Kurt e si alzò per correre in bagno. Kurt lo fissò ma decise di non seguirlo. Provò a concentrarsi sul film fino a quando non sentì la voce allarmata di Tina.

“...non sta bene..”

Kurt scosse la testa e si voltò con il busto per fissare Tina “Cosa hai detto?”

“Vi ho detto che Blaine è in bagno a vomitare, non si sente bene..”

Kurt si alzò di scatto dal suo posto e seguì l'amica, entrò nel bagno di Rachel trovando Blaine accovacciato sul water.

“Blaine cosa ti è successo? Nutella e patatine ti hanno fatto male?!” domandò Kurt sedendosi accanto a lui e strofinando con la mano la schiena.

Blaine scosse la testa e poi finalmente alzò gli occhi un po' umidi, poi si accasciò poggiando le spalle accanto alla vasca da bagno.

“Tina puoi prendere un po' d'acqua?”

“Certo!”

Kurt tornò a concentrarsi su Blaine che teneva gli occhi chiusi e tremava.

“Hei, guardami Blaine!”

Il moro aprì appena gli occhi ma poi li richiuse,Kurt gli schiaffeggiò una guancia.

“Tina corri!” urlò Kurt alzandosi per vedere dove fosse l'amica, a quel punto anche gli altri ragazzi li raggiunsero in bagno.

“Cosa succede?”

“Dovremmo chiamare un’ ambulanza?”

“Non ha una bella cera…”

confuso da tutte quelle voci e domande Kurt non sapeva cosa fare, per fortuna però Blaine riaprì gli occhi, scosso da quei mormorii.

“Ecco, bevi…” Tina gli si avvicinò e gli fece bere dell'acqua per poi fargli sputare tutto nel water così da sciacquarsi la bocca.

“Può stendersi sul mio letto, vado a prepararlo” Rachel uscì di corsa dal bagno, Finn la seguì per aiutarla.

“Riesci ad alzarti?” domandò Kurt avvicinandosi di nuovo a Blaine: il suo viso era scolorito e sudato, ormai il gel non reggeva nemmeno più i suoi capelli.

Blaine annuì sforzandosi di alzarsi ma Mike si avvicinò e lo aiutò

“Dai, lasciati dare una mano” disse il ragazzo tirando a sé Blaine fino a portarlo in camera di Rachel.

Steso sul letto, Blaine cominciò a tremare di nuovo

“Dovremmo chiamare la sua famiglia..” propose Quinn

“Ma è tardi” fece notare Mercedes “li spaventeremo”

“Preferisci che gli venga qualcosa e che diano la colpa a noi?” si intromise Santana, altri del gruppo concordavano con lei.

Kurt si sedette sul letto e cominciò ad accarezzare Blaine, come faceva Cooper, ma non sembravano esserci progressi. Blaine continuava ad agitarsi

“Blaine, non so cosa fare” sussurrò Kurt, spaventato. “V-vado a chiamare tua zia, okay?”

Kurt fece per alzarsi ma Blaine gli afferrò un braccio, gli occhi chiusi, spaventati e le labbra quasi viola.

“E' meglio se uscite tutti dalla camera, sono abbastanza convinta che Kurt sappia cosa fare” disse Rachel, invitando tutti ad uscire fuori.

“Kurt, noi siamo proprio qui” li rassicurò prima di socchiudere la porta.

Kurt fissò Blaine ancora tremante

“Blaine, non so davvero cosa fare e tu mi stai spaventando. Non voglio che ti succeda qualcosa, lasciami chiamare tua zia”

Blaine tenne gli occhi chiusi e fece forza sul braccio fermo di Kurt per non farlo andare via.

“Blaine, lasciami, ti prego, ho paura!” urlò Kurt sull'orlo dell'esasperazione.

“N-No”

Kurt si sentì mancare il fiato, era la voce di Blaine. Il cuore cominciò a battere forte tanto che istintivamente Kurt poggiò una mano sul petto, come se volesse calmare i suoi battiti.

“Va bene” deglutì avvicinandosi di nuovo a lui “va bene Blaine resto qui, okay?”

Il moro annuì, gli occhi ancora chiusi e il corpo che proprio non voleva smettere di tremare.

“Okay Blaine, ascoltami. Se ti faccio una domanda sarai in grado di rispondermi?”

Blaine respirò forte con il naso ma poi scosse la testa facendo segno di no.

“Va bene, ci abbiamo provato. Ora vorrei capire cosa succede. E' a causa delle pillole?”

Blaine annuì

“Riguarda solo la mancanza del medicinale?”

il ragazzo fece segno di no, non aveva altro da aggiungere.

Kurt non sapeva che pensare sulla voce di Blaine, non l'aveva sentita poi così bene, era stato un sussurro, due lettere pronunciate appena. Katie gli aveva detto che Blaine aveva smesso di parlare da quando era un bambino, quindi pronunciare quelle parole per Blaine era stato uno sforzo enorme. Si sentiva male ma allo stesso tempo sentiva una strana emozione, era quasi felice che Blaine avesse pronunciato quelle parole a lui. Lui e nessun altro.

Dall'esterno si sentivano le urla delle ragazze, probabilmente Puck aveva fatto uno dei suoi scherzi o il film le aveva spaventate.

Kurt tornò a guardare Blaine che adesso aveva aperto gli occhi umidi e fissava un punto della stanza.

"Sai" iniziò Kurt "a sette anni anche io ho perso mia madre."

Blaine si voltò di scatto per fissarlo.

"Lei era bellissima, la miglior mamma di sempre. Sono stato fortunato ad avere mio padre. Tu l'hai visto, ma dovresti conoscerlo meglio, è una persona fantastica. Anche tuo padre lo era?"

Blaine poggiò la testa sul cuscino senza staccare gli occhi da quelli di Kurt e annuì lentamente portandosi le mani sotto la testa.

"Sai Blaine, a volte sento il bisogno di parlare di mia madre. Lo so, tutti dicono che non parlarne evita di farti soffrire, ma ci sono bei ricordi che ho bisogno di far conoscere alla gente. Ho bisogno di far capire che la mia mamma era buona e che preparava dolci buonissimi e sai cosa era brava a fare? A consolarmi"

Kurt si tolse le scarpe e si arrampicò sul letto fino a stendersi dietro Blaine.

"Se ti metto a disagio fammi un segno" sussurrò, il volto un po' arrossato mentre si mordeva le labbra per l'agitazione, avvolse le sue braccia intorno alla vita di Blaine e poggiò la testa sulla spalla del moro, entrambi sospirarono quasi come di sollievo.

"Non sono mai stato in questo modo con un ragazzo. In realtà non sono mai stato con un ragazzo."

Blaine intrecciò le sue mani con quelle di Kurt, la testa ancora sul cuscino bagnato di lacrime.

Lentamente si voltò, restando tra le braccia di Kurt, entrambi si fissarono in volto nonostante la poca luce della porta socchiusa, i loro volti erano ben visibili.

Kurt si lasciò andare improvvisamente in una risata, forse nervosa, ma che cercò di nascondere, Blaine lo fissò stranito.

"Scusa, scusa" sussurrò Kurt con un altro piccolo risolino, poi portò una mano sul volto di Blaine e asciugò dalle lacrime precedenti.

"E’ triste vederti con gli occhi pieni di lacrime, ma così sei ancora più bello.”

Blaine si spostò per avvicinarsi ancora di più a Kurt, i loro respiri che si univano.

"Perché non parli Blaine? Perché privi il mondo della tua voce?"

Blaine alzò una mano e la passò tra i capelli di Kurt, il cuore che batteva forte.

Kurt si arrese, se Blaine non aveva intenzione di parlare, beh, Kurt non avrebbe fatto lo stesso.

"Mi piaci Blaine,mi piaci da impazzire. Sono stato io a trovarti e Tina cerca di tenerti da parte. Dio, Blaine quanto sono geloso! Non so nemmeno perché te lo sto dicendo ma io non posso stare zitto, non voglio stare in silenzio, perché gli altri ti vedono strano, come vedono me e io vedo in te invece solo tanto bisogno e tanta bontà e io voglio parlare, voglio farti capire quanto tu mi stai facendo uscire fuori di senno" Kurt sputò via tutte quelle parole come un modo per liberarsi da quel peso che si portava addosso da quando aveva cominciato a provare qualcosa per Blaine che andava oltre l'amicizia.

Ma poi Blaine si avvicinò ancora di più e lo baciò e Kurt capì che non c'era bisogno di parole, Blaine non aveva bisogno di parlare perché il suo gesto fu chiaro più di ogni altra parola.

Le loro labbra si ritrovarono in un bacio lento e nemmeno troppo profondo e quando si staccarono Kurt batté gli occhi più volte, per assicurarsi che tutto quello fosse vero.

"Tu non hai bisogno di parlare, non ne hai!" disse Kurt prima di fiondarsi di nuovo sulle sue labbra.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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Kurt uscì dalla camera solo dopo che Blaine si era addormentato profondamente.

"Dorme?"

Kurt sussultò mentre chiudeva la porta "Tina sei impazzita? Mi hai spaventato, che ore sono?"

"Le 4.35, volevo sapere come stesse Blaine ma a quanto pare ci hai pensato tu per bene.."

"Come scusa?"

"Vi ho visto, Kurt. Volevo portargli qualcosa da mangiare ma poi vi ho visto e ho evitato di disturbarvi."

"Mi dispiace, Tina…"

"Nessun rancore, sono un po' dispiaciuta ma la vostra affinità è molto evidente e in più non ero certa di Blaine.."

"Che intendi dire?" domandò Kurt per poi assicurarsi che la porta fosse chiusa.

"Kurt, Blaine ha dei problemi seri, non è un ragazzo normale, non può una persona della sua età occuparsi di lui. Immagino che lui abbia crisi peggiori di queste…"

Kurt sospirò pesantemente, non aveva voglia di incominciare un argomento del genere.

 

"Lascia stare, poi ne parliamo, vai a riposarti. Buonanotte, Kurt.."

Tina tornò nel salotto e si sistemò accanto a Brittany, i ragazzi stavano tutti dormendo, Kurt provò a cercarsi un posto tra Quinn e Mercedes ma un rumore attirò la sua attenzione. Blaine era poggiato allo stipite della porta mentre con le braccia avvolgeva sé stesso.

"Sei già sveglio.." non era una domanda, Kurt sapeva che Blaine dormiva poco ma non credeva che dormisse davvero così poco.

Blaine si guardò un po' dubbioso intorno, si strofinò un occhio ed a Kurt parve come la cosa più dolce ed adorabile del mondo. Si avvicinò a lui e gli prese la mano.

"Torniamo in camera.."

Blaine lo seguì senza esitare ed entrambi tornarono a stendersi sul letto, questa volta, però, Kurt gli fece poggiare la testa sul suo petto e con una mano continuò a spazzolargli i riccioli dalla fronte.

"Devo chiederti scusa…" Blaine provò ad alzare la testa per capire di cosa stesse parlando Kurt, ma le carezze e la stanchezza non gli diedero la forza di alzare il capo.

"Hai provato a mandarmi dei segnali, io li ho notati ma credevo fossero solo supposizioni e false illusioni della mia mente. Ogni volta che mi hai preso per mano, le canzoni sul cd, cercavi di dirmi questo giusto?" Kurt evitò di specificare la questione sessualità, Blaine annuì mentre con una mano accarezzava il petto del ragazzo coperto dalla stoffa.

"Scusami se ho cercato di appiopparti Tina. In realtà non sopportavo vedervi mano nella mano nei corridoi della scuola, per non parlare di quando me la sono ritrovata a casa tua.." Kurt rise ricordando quel momento non successo poi tanto tempo prima.

Baciò la testa di Blaine e poi si sistemò meglio sul cuscino.

"Che dici se proviamo a dormire...insieme? Prometto di restare tutto il tempo con te, fino a quando non avrai voglia di alzarti.."

Blaine non rispose con nessun cenno, semplicemente chiuse gli occhi e provò ad addormentarsi sotto il respiro del petto di Kurt e con il rumore dei battiti del suo cuore.

 

 

Quando tornarono a casa, Kurt spiegò a Katie cosa era successo riguardo alla crisi di Blaine.

"I nonni saranno presto qui, prenderemo una decisione insieme. Ragazzi io mi sto fidando delle parole di un medico…"

"Katie, Blaine è in condizioni disastrose! Guardalo!" Kurt indicò l'amico "sta cadendo a pezzi e quello che ho visto mi ha fatto rabbrividire…"

"E non è niente" aggiunse Cooper disteso sul divano. "Blaine passa anche di peggio di quello che ci hai descritto" continuò il fratello maggiore "ci sono notti in cui non possiamo controllarlo…"

Katie si morse un labbro nervosamente "Io credo che sia solo una fase.."

"Zia Katie piantiamola con queste cazzate che continua ad inculcarti il medico nella mente! Blaine sta male! Sai che cosa comportano queste crisi? Il suicidio! Non ci tengo a perdere mio fratello dopo che un uomo ha sparato due pallottole nella testa dei miei genitori!"

Tutti sussultarono nella stanza. Kurt sapeva della morte degli Anderson, ma non conosceva tutti i dettagli.

"Cooper smettila!" gli consigliò la zia

"NO! Non ce la faccio più a vedere mio fratello in queste condizioni, se non se lo porta via un suicidio ci penserà la depressione!"

Kurt voleva intervenire ma non gli sembrava opportuno intromettersi nelle loro questioni private.

"E tu, Blaine.." Cooper guardò suo fratello "Perché non ti sforzi minimamente di migliorare? Sei un ragazzo intelligente, sei in grado di superarlo, ci abbiamo provato tutti, perché tu non ti sforzi?"

"Le circostanze sono diverse, Cooper." rispose Katie

"No, perché quelli erano anche i miei genitori!"

"Ma tu non eri presente, lui sì!"

"Io-" Cooper si interruppe fissando le mani di Blaine che si stritolavano a vicenda.

"Mi dispiace, Blaine. Scusami. Ci sono momenti in cui proprio non riesco a capirti…"

Blaine per fortuna rimase calmo, Kurt non poteva sopportare di vederlo di nuovo piangere.

"Forse è meglio che io vada."

"Perdonaci, Kurt" si scusò Katie "siamo tutti sull'orlo di un precipizio.."

"Non preoccuparti." Kurt le regalò un sorriso sincero e poi si avvicinò a Blaine.

"Ci vediamo a scuola, riposati." si abbracciarono e poi Kurt uscì.

 

A non dormire, la sera successiva, fu Kurt. Era pensieroso, lui e Blaine si erano baciati. Lui aveva dato il suo primo bacio e non l'aveva detto ancora a nessuno. Come si sarebbe dovuto salutare con Blaine il giorno successivo? Cosa significava quel bacio?

La mattina non andò meglio, Kurt era assente durante la colazione ed anche durante il viaggio verso la scuola.

"Amico, che succede? Di solito ti lamenti sulla guida, sulla mia auto o su tutto ciò che i tuoi occhi incontrano al mattino."

"Ho baciato Blaine.." Kurt continuava a guardare il percorso davanti a sé senza rendersi conto delle parole dette.

"Oh-wow. Cioè...Auguri?"

Kurt scosse la testa "Come hai detto?"

"Hai detto che hai baciato Blaine...come si dice? Congratulazioni?"

"L'ho detto?"

"Io così ho sentito…"

"Oddio, ho pensato ad alta voce. Non dovevo dirlo!"

"Calmati, fratello va tutto bene. E' una cosa buona."

“Non lo so..”

“Perché, che problema c'è?”

Kurt affondò con la testa nel sedile “E’ stato il mio primo bacio. Il mio primo vero bacio..”

“Ti, ehm come dire, piaciuto?” domandò Finn con tono imbarazzato,

Kurt ripensò al bacio ed un angolo della bocca si alzò per formare un sorriso “Penso proprio di sì..”

 

 

 

 

 

Blaine sapeva di essere un ragazzo non completamente normale, e non perché fosse gay, questa era una cosa che non lo preoccupava minimamente, ma Blaine sapeva di avere problemi che si stavano aggravando di più da quando aveva smesso di prendere le medicine. A casa di Rachel la crisi era stata solo minima, invece sapeva benissimo cosa lo aspettava se non si sarebbe ripreso con i medicinali.

"Nella prossima lezione studieremo un importante autore letterario italiano, mi raccomando la pronuncia, sapete come sono pignola! Ora potete andare…"

I ragazzi misero nelle cartelle i loro libri ed uscirono, Blaine stava ancora infilando i libri nella borsa quando la sua insegnante si sedette in un banco accanto a lui.

"Come va?" gli domandò con un sorriso gentile sul volto, Blaine la fissò e poi scrollò le spalle e fissò il suo banco.

"Sapevi vero che oggi ti avrei interrogato?"

Blaine si morse il labbro, la sua insegnante voleva trovare un modo per farlo parlare di fronte a tutta la classe con un tema su se stesso. Blaine credeva che fosse pazza, come poteva pretendere questo conoscendo la situazione? Solo dopo, capì che l'insegnante voleva solo aiutarlo.

"Tua zia è venuta stamattina a trovarmi in sala professori. Mi ha detto che l'altra sera hai avuto una crisi e non hai studiato. Avrei potuto dire qualcosa in classe, ma dopo quello che è successo l'ultima volta ho evitato."

Blaine aprì la bocca, come se volesse provare a giustificarsi, ma ovviamente non uscirono parole, la professoressa poggiò una mano sul suo braccio.

"Sta tranquillo, non ti sto accusando o colpevolizzando. Sei un bravo ragazzo, Anderson, vorrei poterti aiutare."

Blaine deglutì e cercò di trattenere le lacrime, odiava apparire pietoso davanti agli occhi degli altri.

"Sei un ragazzo forte, hai passato cose orribili e nonostante tutto sei alle scuole superiori e affronti i problemi di ogni giorno. Ma credo che se io e te decidessimo di collaborare, allora potrei convincere anche gli altri professori a darti un'altra possibilità.”

Blaine si passò gli indici su entrambi gli occhi e scacciò le lacrime ma un singhiozzò lo tradì; la professoressa fece un mezzo sorriso di conforto e poi si avvicinò ancora di più a lui.

“Hei, non preoccuparti Blaine!”

Il moro tirò su con il naso, era stanco: stava avendo di nuovo le allucinazioni e aveva cercato di non farlo capire a sua zia e a Cooper, ma quelle pareti, di nuovo insanguinate, lo stavano uccidendo e lui sapeva che non era vero, era solo un brutto gioco della mente, ma in quel momento la paura lo terrorizzava a letto e il continuo suono di un grilletto e degli spari continuavano a tormentargli la mente.

Voleva solo che tutto questo finisse e che per un giorno, un giorno intero, la sua mente la smettesse di fargli i dispetti.

“Vieni qui…” la professoressa lo tirò a sé in un abbraccio e Blaine si lasciò andare. Sulla soglia della porta, Kurt fissava intenerito la scena.

 

 

Ti sei lavato i denti?”

Sì.”

Hai messo i quaderni nello zaino?”

Uhm uhm!”

Quindi sei a posto?”

Forse devo fare pipì..”

Sei uscito dal bagno proprio adesso. Ora chiudi gli occhi, hai dato il bacio della buonanotte a mamma,vero?”

Sì, papà, domani possiamo andare al campo di football dietro la scuola?”

Certo! Dirò a mamma che passo io a prenderti così andiamo sul campo, ma ora prova a dormire o non avrai le forze domani…”

Il piccolo Blaine si stropicciò un occhio assonnato “-kay, notte papà!”

Notte tesoro…”

Addormentarsi fu facile, ma quando sentì quei strani rumori provenire da fuori la sua stanza, Blaine sobbalzò.

Forse il suo papà stava guardando uno di quei film horror, così Blaine si alzò per raggiungerlo. Avrebbe visto il film con il suo papà e il giorno seguente si sarebbe vantato con tutti i suoi amici che lui era un bambino grande e poteva stare sveglio fino a notte tarda.

Peccato però per Blaine che ad aspettarlo non ci fosse nessun film horror ma solo la dura verità di una tragedia che stava avvenendo in casa sua.

 

Blaine uscì dalla classe dopo essersi sfogato in un breve pianto con la sua insegnante, quando vide Kurt non si sorprese ma formò sul suo viso un leggero sorriso.

"Ti senti meglio?" Kurt avrebbe dovuto scusarsi per aver ascoltato il discorso della sua insegnante, ma aveva capito che a Blaine non aveva dato fastidio.

Blaine annuì e cominciarono a camminare insieme lungo il corridoio, le braccia che si sfioravano ad ogni passo.

"Volevo ridarti il quaderno con gli appunti…" Kurt tirò dalla sua borsa un quaderno che porse a Blaine e quest'ultimo lo sistemò nell'armadietto.

"Senti Blaine" iniziò Kurt "sono successe diverse cose in questi giorni, sopratutto la notte a casa di Rachel. Io non so che pensare sul fatto che tu abbia provato a parlare e so che era una situazione terribile e tu eri in crisi, ma io ho sentito una sensazione quasi di...non so spiegarmi e questo discorso non ha alcun senso e noi ci siamo baciati e non so cosa voglia significare quel bacio. E sono così confuso e se questa fosse un interrogazione sono sicuro che l'insegnante mi avrebbe dato una bella F."

Blaine rise divertito.

"E’ difficile dover spiegare certe cose. Ti ho detto quello che provavo per te e non so se ricambi.. e quello è stato il mio primo bacio..." Kurt fece un grosso sospiro, doveva calmarsi, stava parlando a vanvera.

Così, ci pensò Blaine a risolvere la situazione, allungò una mano e prese quella di Kurt camminando così mano nella mano nei corridoio della scuola fino ad arrivare in mensa dove gli altri ragazzi del Glee Club erano già seduti impegnati come al solito in qualche inutile discussione.

A qualche membro del gruppo non sfuggì le mani intrecciate di Kurt e Blaine ed i piccoli risolini in cui si lasciavano andare perché Kurt aveva detto qualcosa di assurdo.

"Ti piace il budino?"

Blaine fece segno di no con la testa.

"Ma andiamo, il budino è buonissimo, questo è al cioccolato assaggia!" Kurt passò il barattolino a Blaine che rifiutò gesticolando con le mani.

"Non puoi non assaggiare il budino, è l'unica cosa commestibile in questa mensa!" Kurt prese una cucchiaiata e l'avvicinò alla bocca di Blaine, che dopo aver roteato gli occhi, lo assaggiò.

"Ti piace?"

L'espressione disgustata ma tremendamente adorabile di Blaine portò a Kurt una risata così grossa d'attirare l'attenzione di tutto il glee club.

Blaine rubò un fazzoletto dal tavolo e sputò il budino.

"Questa è una sconfitta su tutti i fronti.." dichiarò Kurt

"Cosa sono quei tagli sulle mani, Blaine?" domandò Santana che aveva assistito alla scenetta.

Blaine si guardò le mani e poi le sistemò sotto al tavolo. Anche Kurt li aveva notati ma non aveva chiesto nulla, in realtà avrebbe voluto parlarne con Katie.

"E’ stata colpa mia, l'ho fatto scivolare sull'asfalto.." giustificò con una bugia, Kurt.

 

Blaine ringraziò Kurt con uno sguardo poi si alzò quando vide nella mensa arrivare Shuester, si avvicinò a Kurt e chiuse gli occhi prima di lasciargli un velocissimo bacio sulla guancia. Kurt sorpreso, arrossì davanti ai suoi amici. Dio, Blaine lo stava facendo impazzire!

Lo vide andar via con il professore mentre teneva tra le mani tanti fogli che gli scivolavano in modo impacciato.

Kurt scosse la testa e prese una cucchiaiata del suo budino, poi tirò fuori il telefono per telefonare a Katie.

 

 

 

 

"Non è autolesionismo…" spiegò Katie nel pomeriggio. Kurt arrivò a casa Anderson e Blaine era sotto la doccia così ne approfittò per parlare con la zia.

"Succede durante le sue crisi, prende a pugni quello che gli capita sotto mano e si graffia, ma non lo fa perché vuole sentire dolore, ma perché vuole che le allucinazioni smettano di apparirgli nella mente."

"Un po' contorta la cosa.."

"Già" concordò la donna. "non preoccuparti, Kurt, Blaine non vuole suicidarsi od altro. So che Cooper ti ha spaventato l'ultima volta, ma è tutto sotto controllo."

"Parli sempre in modo così pacato, come fai?"

"Esperienza. Sono anni che facciamo così, a dieci anni trovammo il suo armadio con i vestiti tutti tagliati. A otto il suo letto era nel corridoio di casa. Per non parlare di quando ha messo il nastro adesivo su tutto il vetro della sua finestra. Succede quando un ragazzo ha dei problemi.."

Kurt si stritolò le mani "Tu-tu hai mai pensato che Blaine fosse non so.."

"Pazzo? Nemmeno una volta. I suoi nonni, ovvero i miei genitori invece pensano che sia schizzato e che abbia bisogno di stare in una clinica.." Katie guardò Kurt dritto negli occhi "lo pensi anche tu, vero?"

Il respiro di Kurt si fece un po' più affannato. "L'ho pensato, ma solo dopo averlo visto a casa di Rachel e Katie c'è una cosa che vorrei dirti di uhm, me e Blaine.."

"Vi siete baciati?"

"Come lo hai capito?"

"Tesoro, Blaine non parla ma per me è un libro aperto.."

Kurt abbozzò un sorriso "E sta bene? Dico, ci sono problemi?"

"Assolutamente no!"

Il cuore di Kurt si risollevò "Ma noi non stiamo insieme, voglio dire non siamo fidanzati, è stato solo un bacio.."

Katie rise forte "Prendetevi il vostro tempo, siete solo due adolescenti. Comunque ho chiamato il medico di tuo padre, vuole vedere Blaine per un consulto e per controlli, poi mi ha detto che può consigliarmi alcuni esperti per la sua situazione. E' stato molto gentile, mi sono resa conto troppo tardi che togliere i medicinali a Blaine è stato un danno."

Il nominato uscì proprio in quel momento, si sorprese di vedere Kurt.

"Oggi non ho preso gli spartiti, speravo che avessi un'altra copia da darmi.." spiegò Kurt a Blaine.

"Bene, io vado sul divano a mettermi lo smalto."

"Non il rosso, ti invecchia.."

"Grazie del consiglio, Kurt!"

Katie si allontanò da loro lasciandoli soli, Blaine si precipitò in camera per prendere gli spartiti che consegnò a Kurt.

“Grazie, voglio fare qualche esercizio così domani la mia voce sarà perfetta e...”

Blaine inclinò il capo per fissare Kurt, assottigliò gli occhi concentrato su come il respiro del ragazzo continuava ad affannarsi.

Kurt si avvicinò di più a Blaine con le sue mani avvolse la testa del ragazzo e gli diede un bacio sul mento, poi uno sulla guancia, proprio sotto ad un occhio, poi sulle palpebre e sulla fronte. Infine gli baciò le labbra. Il bacio venne subito ricambiato da Blaine.

Questa volta il bacio durò molto più a lungo fino a quando entrambi non sentirono il bisogno di respirare, Kurt poggiò la fronte contro quella di Blaine, poi prese le mani di lui e baciò i graffi uno ad uno.

“Devo capire cosa siamo io e te..” disse con affanno, Kurt.

Alzò la manica della camicia di Blaine e baciò il polso, proprio sul punto più arrossato.

“Sto impazzendo per te…” confessò senza guardare Blaine negli occhi, poi alzò la testa e la inclinò per dare un bacio sotto al collo del moro, proprio vicino al pomo d'Adamo. “non so cosa siamo, ma io sono pronto a prendermi cura di te…”

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Burt stava sistemando il motore di un auto quando suo figlio arrivò allegro e saltellante nella sua officina.

"Buongiorno papà, ti ho portato ciambelle e indovina? Una di loro è con lo zucchero.."

Burt chiuse il cofano anteriore della vettura e si pulì le mani unte di olio con un panno già sporco.

"Ciambelle con zucchero? Cosa vuoi, Kurt? Oh aspetta: è venerdì!"

"Esatto e mi serve la paghetta,io e Blaine vogliamo andare al teatro che si trova vicino Westerville, dobbiamo prenotare i biglietti su internet.." spiegò Kurt fissando il suo riflesso in uno specchietto.

Burt si avvicinò al sacchetto della sua colazione e afferrò una ciambella, poi si sistemò su una sedia di plastica pieghevole.

"Come va? Intendo con quel Blaine...è da un po' che non parliamo: io torno tardi da lavoro e tu sei sempre fuori. E mi piacerebbe che ogni tanto chiedessi a me il permesso di rimanere a dormire fuori. Lo so che con Carole la via è più semplice perché lei dice sempre si…"

Kurt alzò gli occhi al cielo. "Chiedo a lei per non disturbarti.."

"Ma per prendere la paghetta sei venuto a disturbarmi.."

Kurt non poté far a meno di lasciarsi andare in una risata.

"Cosa vuoi sapere? Ti ho già detto che io e Blaine ehm...siamo...molto vicini. Dai papà che queste cose non fanno per noi.."

"Ma che dici!" borbottò Burt con un pezzo di ciambella in bocca, Kurt gli passò un fazzoletto per pulirsi le labbra dallo zucchero in eccesso.

"Sei fidanzato, è il tuo primo ragazzo, come ti trovi? Insomma quel ragazzo ha dei problemi.."

"Lo so, ma sei stato proprio tu ad invitarlo a casa per la partita..” si difese Kurt.

"Kurt non ho detto che non devi frequentarlo, non metterti sulla difensiva. Volevo dire, a te sta bene?"

"Si" disse con tono deciso Kurt. "io sto bene con lui"

Burt si pulì le mani battendole sui pantaloni della tuta "Va bene, vai nell'ufficio e prenditi la tua paghetta"

 

**

 

 

Kurt e Blaine erano usciti dal teatro, mano nella mano con la testa del moro che poggiava su un braccio del castano ed un sorriso rilassato sul volto.

"Ti va un gelato?" propose Kurt vedendo a pochi passi da loro una gelateria aperta. Blaine non aveva molta voglia, ma aveva notato che Kurt era un mangione e questa cosa lo divertiva tantissimo anche perché il castano riusciva a mantenersi in gran forma.

Alla fine annuì lasciandosi influenzare dal suo ragazzo ed entrarono nella gelateria, più volte Kurt provò a rubare i gusti di Blaine dal suo gelato e quest'ultimo doveva combattere per difendere la panna e la cioccolata che aveva sul cono.

Scherzarono insieme provando gusti diversi e baciandosi di tanto in tanto con le labbra sporche di fragola e pistacchio (i gusti del gelato di Kurt).

Alla fine entrambi ridevano e si abbracciavano e non volevano mai separarsi e Blaine si sentiva così bene..metteva da parte tutti i brutti pensieri e si concentrava solo sui magnifici occhi di Kurt e sulle sue labbra arrossate dopo molti baci. E per entrambi era tutto così nuovo: baciarsi, tenersi per mano, farsi le coccole sul divano come nei più romantici film.

**

 

 

 

"Kurt uhm, posso parlarti?" Rachel e Tina si erano sedute nella biblioteca accanto a Kurt che cercava di terminare un compito di storia.

"Dimmi" sorrise il ragazzo concentrandosi sulle amiche.

"Ho visto che la tua, ehm, relazione con Blaine va a gonfie vele.." parlò poco convinta, Rachel.

Kurt annuì soddisfatto, ma sapeva che c'era qualcosa sotto

"Ok, Kurt" si arrese all'istante Rachel "sarò chiara con te, perché ti voglio tanto bene e sei il mio migliore amico, quindi la sincerità prima di tutto: tu puoi avere molto più di… uhm… Blaine."

Kurt si raddrizzò "Che vuoi dire?"

"Sono sicurissima che Blaine è un bravissimo ragazzo, ma ha dei problemi, Kurt. Come farete ad affrontare una relazione futura?"

"Rachel stiamo insieme da pochissimo, piantala! E come puoi dire che posso meritare di meglio? Blaine è una persona straordinaria che nessuno di voi del Glee si è sforzato di conoscere. Noi non etichettiamo Rachel, noi non giudichiamo, noi accettiamo le persone così per come sono con i loro pregi e difetti, ricordi? Cosa diamine ti prende!" sbottò Kurt

"Kurt non sto criticando la tua scelta di stare con Blaine. Non vorrei che a causa sua dopo tu dovessi soffrire."

"Questa è follia" urlò Kurt gesticolando con le braccia "non voglio sentirti dire nemmeno una parola su me e Blaine o solo su di lui, tu non lo capisci… nessuno è in grado di capirlo!"

"E’ un ragazzo che soffre molto…" sentenziò Rachel.

"Si, è vero ma almeno alla fine della giornata io riesco a regalargli un sorriso e lui fa lo stesso con me, quindi lascia perdere!" Kurt si alzò dal suo posto prendendo in fretta le sue cose e lasciando la biblioteca più in fretta che poteva, peccato però che nei corridoi beccò i giocatori di football che lo spinsero contro l'armadietto facendogli male ad una spalla.

Kurt iniziò piangere, non troppo per il dolore ma per il nervosismo accumulato dalla precedente discussione con Rachel, salì in macchina cercando da solo di calmarsi. Aveva promesso a Blaine di passare a casa sua e non voleva farsi vedere in queste condizioni. Chiuso nella sua auto si scoprì una spalla e la trovò arrossata: con la sua pelle pallida sapeva che da lì a poco sarebbe comparso un livido.

Guidò fino a casa di Blaine cercando di pensare ad altro ma per il moro fu molto evidente che non stava bene; quando lo vide arrivare, Kurt si strinse a lui troppo forte e poi si misero in camera, in silenzio.

Blaine entrò con una limonata fresca per entrambi e trovò Kurt rannicchiato sul letto in lacrime; sistemò le bevande sul comodino e si posizionò accanto a lui avvolgendogli le spalle, quando quest'ultimo sussultò al contatto ritirandosi. Blaine si dispiacque.

"Oh no Blaine, non è per te" spiegò velocemente Kurt dopo aver visto l'espressione delusa sul volto del ragazzo. Così sbottonò i primi bottoni della camicia e mostrò il livido, ormai evidente, sulla spalla.

"Mi hanno spinto, ma non fa troppo male, quei ragazzi della squadra di football sono solo degli idioti" tirò su con il naso "poi ho litigato con Rachel perché lei...lei non capisce"

Blaine fissò attentamente Kurt e gli accarezzò lentamente la schiena per dargli conforto poi sfiorò con un dito il livido sulla spalla e ci lasciò sopra un leggero bacio.

Kurt fissò Blaine sfiorarlo lentamente. Come facevano a non capire gli altri quanto Blaine stesse diventando importante per lui?

Le loro fronti si sfiorarono così come i loro nasi, poi si lasciarono andare in un lento e profondo bacio fino a quando Blaine non fece distendere Kurt sotto di sé continuando a lasciargli piccoli baci sulle guance calde e bagnate dalle lacrime.

Doveva prendersi cura di Kurt perché Kurt faceva lo stesso con lui e Blaine ormai aveva capito di essere innamorato di lui, perché Kurt era un ragazzo così dolce e gentile e premuroso che era impossibile non amarlo.

Blaine si chiedeva come fosse possibile che dei stupidi ragazzi si fossero permessi di fargli una cosa del genere.

Con questi continui pensieri nella mente, Blaine non notò che Kurt si era appisolato tra le sue braccia, così il moro lo strinse forte e gli baciò la fronte e poi chiuse gli occhi. Non riuscì a dormire, ma tenere Kurt vicino a sé lo faceva sentire sicuramente più rilassato.

 

 

Kurt si svegliò mugugnando qualcosa di incomprensibile, con gli occhi chiusi tastò cosa ci fosse accanto a lui, poi si ricordò di Blaine. Senza aprire gli occhi allungò il naso strofinandolo sotto il collo dell'altro e poi ci lasciò un pigro baciò. La gola tremò, segno che Blaine stava ridacchiando, Kurt fece lo stesso e poi aprì gli occhi incontrando quelli oro del moro.

"Mi dispiace, mi sono addormentato" si scusò Kurt con la voce impastata, Blaine con il pollice gli sfiorò una guancia e poi allungò il braccio verso la limonata.

Kurt la prese prendendo un lungo sorso, rinfrescandosi così la bocca.

"Grazie" si alzò, sedendosi sul letto e notò il suo riflesso in uno specchio.

"Oh dio, i miei capelli!" urlò scattando giù dal letto e precipitandosi davanti allo specchio per sistemare le ciocche come meglio poteva.

Blaine scoppiò a ridere e con un bracciò tirò di nuovo Kurt sul letto cominciando a rovinargli tutti i capelli.

"NO, BLAINE NO!" Urlò Kurt -

"IL SOLLETICO, NO! TI DENUNCIO BLAINE ANDERSON, SMETTILA!"

 

 

Cooper sulla poltrona non faceva altro che ridere ascoltando le preghiere di Kurt dall'altra stanza.

"Non finirò mai di ringraziare quel ragazzo" disse Katie sedendosi accanto a suo nipote maggiore con una rivista tra le mani.

"E’ stata una benedizione" aggiunse Cooper tornando ad alzare il volume della Tv.

 

 

 

Quando il giorno successivo, Kurt non vide Blaine presentarsi a scuola, capì che il ragazzo aveva passato una notte delle sue.

Durante l'ora di storia l'insegnante notando il ragazzo assente, segnò sulla sua agenda di telefonare a casa, Kurt voleva intervenire ma evitò per non peggiorare i danni.

 

Si presentò a casa di Blaine appena finito con il glee club.

"Kurt, forse è meglio che eviti oggi…"

"Cosa è successo?"

"Ha urlato per tutta la notte, lo abbiamo portato in ospedale e lo hanno sedato per un paio d'ore e poi lo abbiamo riportato a casa, è piuttosto scontroso oggi."

Kurt sospirò accasciandosi sulla sedia "Ma ieri stava bene.."

"Ha avuto le allucinazioni. Gli ho preparato colazione e pranzo ma non ha toccato nulla"

"Provo a parlargli io. Voglio dire,posso?"

Katie annuì arresa ormai ad ogni tecnica per riuscire a parlare con Blaine.

 

Kurt entrò in camera, era tutto buio, le finestre erano chiuse così come la luce, senza un lumino acceso.

"Piccolo, sono Kurt…"

Blaine non si mosse così Kurt si inginocchiò accanto al letto, gli occhi del ragazzo erano spalancati come piatti sottili e fissavano il vuoto. In quel momento Blaine era vuoto.

"Sono Kurt, vuoi provare a guardarmi?"

Blaine non si mosse, nemmeno un cenno.

"Va bene, non fare niente. Posso restare qui? Ti racconto la mia giornata.” E così Kurt rimase per ore a parlare e a fissare Blaine, sperando in una mossa, un ghigno su qualche battuta stupida, ma l’altro era immobile e assente.

"Kurt" Cooper lo chiamò entrando in camera, il ragazzo si alzò dal pavimento

"E’ tardi, non devi andare a cenare?"

"No, voglio dire… sto infastidendo? Voglio aiutare Blaine,"

Cooper gli diede una pacca sulla spalla "Domani starà bene… Viviamo da anni con questa situazione."

"Ma io non-”

“Kurt, va a casa. E' inutile…” Cooper gli sorrise, un sorriso triste ma consapevole della situazione.

“Ti prometto che se qualcosa cambia, allora ti chiamo…”

 

 

**

 

Sabato pomeriggio, Burt era seduto sulla poltrona, un giornale tra le mani e il volume della tv basso, vide suo figlio correre giù per le scale.

“Papà io esco!”

Burt si concentrò sull'abbigliamento del figlio: aveva dei pantaloni stretti, di un colore scuro e una di quelle sue maglie lunghe (che Burt odiava) che Kurt non metteva da circa due anni. Le scarpe non erano le sue classiche, ma un paio da ginnastica poco pulite.

“Non dovevi uscire questa sera? E come ti sei vestito?”

“Sono i primi vestiti che ho trovato. Dove sono le chiavi? E comunque Cooper mi ha chiamato. La dottoressa vuole rifare le analisi del sangue a Blaine. Non è in studio ma all'ospedale, niente di serio, ma vado con loro”

A quel punto Burt chiuse il suo giornale “No”

Kurt alzò la testa “Come scusa?”

“Kurt cosa hai fatto in questi ultimi giorni?”

Kurt lo fissò ammutolito .

“Quante volte siete stati dai medici?”

“Papà ma-”

“Rispondi”

Kurt roteò gli occhi “Siamo stati dalla nutrizionista per controllare il peso, visto che Blaine sta perdendo chili” parlottò annoiato il ragazzo

“Poi?” incalzò Burt

“Poi abbiamo accompagnato Blaine a mettere i punti sul polso perché ha dato un pugno in un vetro,papà ma che c'entra-”

“Quand'è l'ultima volta che ti sei divertito un po'? L'ultima volta che hai passato del tempo con le tue amiche? Sei un adolescente che sta passando i giorni solo in ospedale.”

“Papà questo discorso non porterà da nessuna parte, sappilo..”

“Sei libero di fare le tue scelte, ma sappi che non condivido il tuo modo di vivere. E' Cooper che ti avvisa per tutte le faccende di Blaine?”

Kurt annuì, “Si, gli ho chiesto io di avvisarmi. Ora però vado via”

“Kurt!” lo chiamò per l'ultima volta suo padre. “ragiona su quello che fai”

 

 

 

Blaine finì il suo controllo, la dottoressa stava parlando con Cooper e Kurt aspettava nel corridoio.

I fratelli Anderson uscirono dall'ufficio e Kurt li raggiunse.

“Domani ci diranno i risultati, la dottoressa però ha consigliato degli integratori visto la perdita di peso.” spiegò Cooper.

“Bene, possiamo passare in farmacia noi due poi volevo andare dai ragazzi del Glee Club, è da un po' che non li vediamo..” in realtà Kurt non voleva ammettere di aver riflettuto molto sulle parole di suo padre. Sapeva che aveva ragione ma sapeva anche che non poteva abbandonare Blaine, voleva far bilanciare entrambe le cose.

“Ok, voi andate pure. Ci vediamo stasera..” Cooper si allontanò e Kurt prese per mano Blaine, camminando in silenzio lungo il corridoio.

Kurt sapeva che suo padre aveva ragione, ma sapeva anche che i sentimenti verso Blaine erano ogni giorno sempre più forti. No, non l'avrebbe lasciato solo.

Strinse la mano del suo ragazzo e sorrise, Blaine ricambiò il sorriso.

“Sei bellissimo” sussurrò Kurt mentre oltrepassavano le porte dell'ospedale; il sorriso di Blaine si allargò ancora di più, le guance un po' più rosse.

Quel sorriso, gli occhi sereni, le gote abbronzate.

Kurt non poteva chiedere di meglio.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


A Kurt piaceva coccolare Blaine, poteva diventare anche il suo sport preferito.

Si baciavano, si baciavano tanto e stavano abbracciati, condividevano lo stesso muffin al Lima Bean e studiavano scambiandosi sorrisi complici e Kurt continuava a curare le ferite di Blaine.

Blaine era stato portato da un altro medico che dopo aver studiato bene il caso, aveva consigliato a Katie una clinica per lui. La donna si era rifiutata urlandogli contro così il medico gli aveva dato alcuni medicinali, non troppo pesanti, per aiutare Blaine a dormire. Così Kurt passava tutto il tempo a coccolarlo e a dargli soffici e umidi baci sul volto ripetendogli continuamente e silenziosamente quando fosse speciale e quando stesse diventando importante per lui.

Mi piaci così tanto, Blaine.

Un altro incubo? Vieni qui, lasciati stringere, ci penso io a te.

Mi piaci Blaine.

Ti ho preparato un dolce, ha la forma di un cuore, spero ti piaccia.

Mi piaci Blaine.

Ti tengo, Blaine. Non ti lascio andare...

 

 

Blaine sapeva perché era così agitato e perché le allucinazioni erano sempre più frequenti: erano vicini all'anniversario della morte dei suoi genitori, vicini al giorno in cui la sua vita era cambiata in peggio e lui era irrequieto.

I voti a scuola non erano migliorati, i mal di testa continuavano ad essere frequenti e l'insonnia la faceva padrone sul suo corpo.

Quando le allucinazioni erano troppo forti, Blaine si sentiva soffocare; non voleva farsi del male, sul serio, non aveva intenzione di ammazzarsi e farla finita, per niente.

Ma il dolore, quello che provava vedendo i volti tumefatti dei suoi genitori, lo rendevano instabile. Non voleva farsi del male ma alcuni momenti sembrava quasi indispensabile per far sparire via quei ricordi.

“...e poi Rachel ha sbagliato la nota, siamo scoppiati tutti a ridere e lei è andava via con una delle sue scenate, avresti dovuto esserci”

Kurt stava raccontando a Blaine la sua giornata a scuola mentre con dei batuffoli di cotone ripuliva il sangue sulle mani e sotto la gola.

La gola era ricoperta da graffi e lividi provocati da una crisi di nervi avvenuta durante la notte, così Katie aveva lasciato Blaine riposare a casa.

Quando Kurt aveva saputo la notizia, era uscito da scuola e si era precipitato da lui e aveva chiesto a Katie di occuparsi lui di Blaine.

Blaine teneva la schiena poggiata sulla testiera, il corpo debole e pesante disteso sul resto del letto. Non sussultava nemmeno quando Kurt premeva sulla sua pelle il cotone imbevuto per disinfettare le ferite.

Più volte Kurt si era lasciato scappare una lacrima dagli occhi, ma aveva fatto in modo che Blaine non lo vedesse, cercava di mantenere un tono calmo sperando che la voce non lo tradisse.

In realtà si sentiva morire dentro; arrivato a casa Anderson aveva trovato Blaine disteso sul divano di casa con Cooper che cercava di farlo svegliare,perché era svenuto, e con Katie in una crisi isterica mentre chiamava il medico.

“Vuoi che metta le medicazioni o una fascia qui sulla mano?” domandò Kurt cercando di far riprendere Blaine che, se non fosse stato per il fatto che respirasse, sembrava morto.

Blaine allungò una mano verso un rotolo di garze che poi passò a Kurt, i due sussultarono nel momento in cui sentirono il campanello di casa.

“Aspettavate qualcuno?” domandò Kurt

Blaine fece mente locale e poi sbarrò gli occhi ricordandosi dei suoi nonni.

Non appena Kurt sistemò la benda, Blaine si alzò dal letto dirigendosi verso il salotto. Kurt lo seguì e si bloccò quando vide un gruppo di persone sconosciute a lui.

“Blaine!” esclamò un'anziana donna correndo verso il moro. Aveva i capelli brizzolati legati in modo molto ordinato e indossava una veste, per fortuna, poco appariscente. La donna strinse Blaine tra le sue braccia e poi gli prese il volto tra le mani.

“Oh tesoro mio, cosa ti è successo?” il tono in cui lo disse, si capiva che era una domanda retorica e che lei sapeva esattamente cosa stava succedendo a Blaine, solo che adesso lo vedeva con i propri occhi.

Un uomo alto e dai capelli grigi e con un maglione evidentemente nuovo perché il cotone non è consumato, notò Kurt, abbracciò Blaine e afferrò le sue mani esaminandole attentamente.

“Ora ci siamo anche noi, va bene tesoro mio?” la donna continuava ad accarezzare i capelli di Blaine, che fece una smorfia, un po' infastidito perché aveva ancora un’emicrania in corso.

Dalla porta di casa entrarono altre due persone, più giovani dei due anziani. Una donna, probabilmente la sorella di Katie perché era praticamente identica a lei, si avvicinò verso Blaine e lo tirò in un lungo abbraccio. L'altro uomo, probabilmente suo marito, teneva in braccio un bambino di pochi mesi.

 

 

 

 

Dopo aver conosciuto tutti i parenti di Blaine, Kurt si sistemò con loro nel salotto e continuò a scherzare con il piccolo Aaron che si divertiva con le sue linguacce.

"Ho parlato con un medico privato, uno veramente molto bravo" raccontò la nonna di Blaine mentre soffiava sul suo tè caldo. "è conosciuto in molti paesi, persone di tutto il mondo vanno da lui"

"Mamma dove vuoi arrivare?" sbottò Katie

"Figliola" si intromise il padre con molta calma "siamo andati da questo medico, lui ha una lista lunghissima di impegni, ma tramite un buon amico abbiamo preso appuntamento con lui e gli abbiamo spiegato la situazione di Blaine"

Cooper si sistemò meglio sulla poltrona, le spalle dritte e rigide, non gli piaceva la piega che stava prendendo quel discorso. Kurt notò che anche Blaine aveva fatto lo stesso.

L'anziana donna cercò di fare un sorriso convincente. "Il medico ci ha consigliato una clinica specializzata. E' una clinica con solo adolescenti che li aiuta a riprendersi da traumi, depressione, tentativi di suicidio..."

"Mamma, Blaine non ha intenzione di suicidarsi" disse con convinzione Katie.

"Lo so tesoro, lo so. Ma potrebbe veramente aiutare Blaine con i suoi problemi.."

Sonia, la sorella di Katie tornò nel salotto con il biberon per Aaron, Kurt non aveva nemmeno notato che si fosse alzata, troppo impegnato ad ascoltare cosa stesse dicendo quella donna.

"Nonna sono felice che ti impegni in tutte queste cose, ma Blaine non deve stare in mezzo ad altra gente malata"

"Questo lo aiuterà Cooper " rispose il nonno " stare con i suoi simili, confrontarsi con i loro stessi problemi lo aiuterà ad aprirsi"

"Tipo una clinica per gli alcolisti anonimi?" disse Kurt con un sussurrò, tutti si voltarono verso di lui.

"Se così vuoi definirla, sì, Kurt. Vogliamo solo aiutare nostro nipote"

"Non si discute. Blaine sta con me e sono io a decidere, non voglio che venga chiuso lì dentro. E voi-"

"V-v-vo-voglio"

In camera cadde il gelo totale e tutti si voltarono verso Blaine.

Il ragazzo aveva la testa chinata mentre si fissava i polsi feriti.

"Tesoro, cosa hai detto?"

Kurt non si era accorto che aveva iniziato a tremare ascoltando per bene la voce di Blaine, un impulso lo portò ad alzarsi e a sedersi accanto a lui prendendogli le mani e accarezzandole

"Vuoi andarci?" domandò Cooper, che parve l'unico in grado di parlare.

Blaine annuì, stava superando ogni limite di se stesso e lui voleva guarire, voleva riuscire a parlare con Kurt e dirgli che lo trovava stupendo e che si stava innamorando di lui e voleva dirgli cose dolci e complimenti carini così da farlo arrossire.

"Va bene" sentenziò Katie "se è Blaine a dirlo allora a me sta bene"

Blaine sospirò quasi sollevato anche se era terrorizzato.

 

Kurt e Blaine erano sul letto, il piccolo Aaron seduto in mezzo a loro mentre succhiava il suo ciuccio facendo bava ovunque. Kurt stava leggendo su internet della clinica dove sarebbe andato Blaine.

"Non ci sono limiti alle visite, quindi potrei venite ogni volta che voglio" fece notare Kurt "sempre se tu gradisci la mia presenza"

Blaine fece mezzo sorriso e poi si sporse per baciare Kurt sulla guancia, ma quest'ultimo si spostò per far conciliare le loro labbra in un bacio più profondo.

"Hai paura"

Blaine annuì.

"Non devi averne" Kurt sistemò il portatile sulla scrivania e tirò Aaron al centro del letto, troppo concentrato su un giocattolino che Blaine gli aveva dato.

Kurt si sistemò accanto a Blaine e gli baciò una tempia

"Mi piacerebbe ascoltarti pronunciare il mio nome."

Blaine aprì la bocca per parlare ma poi non disse nulla, doveva curarsi, doveva riuscire a guarire da questa stupida situazione.

 

 

"911 mi dica"

"..."

"pronto? Posso aiutarla?"

"..."

"stiamo intercettando la telefonata. Manderemo una volante a verificare"

 

Quando la polizia fece irruzione in casa Anderson dopo aver trovato i cancelli aperti e due cani abbattuti nel cortile, salirono fino in camera da letto e quello che videro fu per loro qualcosa di non troppo semplice da dimenticare.

Le pareti della camera erano piene di schizzi di sangue e seduti alla fine del letto c'erano due corpi, insanguinati anch'essi. Sul corpo della donna, un piccolo bambino dai capelli ricci e con il pigiamino bagnato e non solo dal sangue, teneva stretta la mano della sua mamma. Singhiozzava silenziosamente mentre continuava a stringersi a quel corpo freddo e inerme.

Arrivarono i rinforzi e non fu semplice tirare via il bambino dalle braccia della sua mamma.

"Sedatelo"

"Ha otto anni"

"Sta impazzendo, sediamolo presto"

 

*

 

Cosa è successo?"

"Signora Anderson la questione è delicata"

"Lei ha detto che si tratta della famiglia, di mio fratello"

"Una rapina. Suo fratello e sua moglie sono stati ritrovati morti in casa"

 

 

*

 

 

 

"Dov'è Blaine, dov'è mio nipote"

"Lo abbiamo fatto addormentare, appena si sveglia cercheremo di capire cosa è successo."

 

*

 

"non posso crederci...."

 

 

*

 

"Se dici una sola parola ti faccio saltare la testa come ho fatto con tuo padre"

"Lascialo in pace!"

*

 

"Falla stare zitta!"

"M-mamma?"

"Non dire una parola, ti ho detto!"

"Ti prego, è un bambino lascialo stare"

Due, tre, quattro colpi.

 

 

 

 

 

*

 

 

"Che ne facciamo del bambino"

"Non sarà un problema, andiamo via… qualcuno potrebbe aver sentito gli spari"

 

 

 

 

*

 

 

 

"Qualche progresso dottore?"

"Si rifiuta di parlare e anche di mangiare, se non vuole nutrirsi dobbiamo costringerlo"

 

*

 

 

 

"Tesoro non piangere, è un piccolo tubicino che ti aiuterà a mangiare. Fai uno sforzo tesoro mio"

 

 

*

 

 

"Cooper, mi dispiace, mi dispiace Cooper"

 

*

 

"Non posso crederci! I miei genitori, rivoglio mio padre!"

*

 

"Devi venire con me all'ospedale, Blaine ha bisogno di suo fratello"

 

*

 

"Hei schizzo"

Blaine aveva gli occhi socchiusi, erano quattro giorni che passava in ospedale rifiutandosi di parlare.

 

 

*
 

"Abbiamo mandato una psicologa, non ci sono miglioramenti. Vogliamo tenerlo ancora un po', fino a quando non sarà in grado di mangiare da solo.”

 

*

 

 

"Guarda che ti ho portato, Blaine! E' il tuo gioco preferito"

 

*

 

"Shh piccolo, non piangere, non piangere tesoro"

 

*

 

 

"Non ci sono miglioramenti, mi dispiace."

 

*

 

"Schizzo apri la bocca, questi sono i maccheroni più buoni che io abbia mai mangiato…"

 

*

 

"Sta mangiando da solo, ma si rifiuta di parlare. Può riportarlo a casa"

 

 

*

 

 

"Da oggi Blaine Devon e Cooper Anderson sono affidati ufficialmente a lei"

 

 

 

 

"Andremo via di qui. Una nuova casa, una nuova vita"

 

 

 

Note:

La clinica non è inventata da me. Vidi una cosa simile in un film che purtroppo non riesco a ricordare.

 

In questo capitolo mi sono soffermata a racchiudere in tante frasi quello che è successo dalla morte dei genitori di Blaine. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


L'anniversario della morte degli Anderson passò nella tranquillità più assoluta. La famiglia cenò ricordando di tanto in tanto piccoli aneddoti per far ridere Cooper e Blaine, peccato però che quest'ultimo aveva la testa altrove. Aveva fissato il vuoto per tutto il giorno, fece solo piccoli gesti per muoversi da un posto all'altro, per portare in cucina il suo piatto e per annuire a qualche domanda che gli veniva fatta.

Kurt quel giorno non si presentò a casa sua, per dare la possibilità alla famiglia di stare unita. Mandò numerosi messaggi a Blaine rassicurandolo con dolci parole.

Katie si recò al McKinley per parlare delle future assenze che avrebbe fatto Blaine. C'era la possibilità che il ragazzo avrebbe perso l'anno scolastico a causa dei voti e dell'allontanamento dalla scuola, ma non importava era arrivato il momento di voltare pagina.

Cooper non andò a lavoro quel lunedì per portare Blaine alla clinica suggerita dai nonni.

Blaine era teso, anche se non voleva darlo a vedere. Un medico portò il ragazzo insieme al fratello e la zia a fare una perlustrazione della clinica.

“...e infine questa è la tua camera. Le camere sono condivise solo con un'altra persona, ma come ti ho fatto vedere poco fa sono molto grandi. Se hai voglia di addobbarla o attaccare dei poster nella tua zona, sei libero di farlo.”

Il dottore bussò la porta e poi aprì “eccoci Blaine, ti lascio con il tuo nuovo compagno, dopo passerò per dirti quando l'altro dottore potrà incontrarti. Rilassati e fai quello che vuoi”

Blaine annuì, il borsone tra le mani. Aveva già salutato la sua famiglia pochi minuti prima e adesso si trovava in una stanza con uno sconosciuto.

“controlla che la porta sia chiusa bene” borbottò il ragazzo disteso sul letto.

Blaine si girò con impaccio e controllò la porta. Poi si avvicinò al letto vuoto e poggiò sopra la sua borsa.

Il ragazzo si voltò per fissarlo, fece un sorriso compiaciuto. Allungò una mano sotto al letto e tirò fuori un pacchetto di sigarette, poi aprì una finestra che dava sul giardino e si sedette sul marmo.

“non vogliono che io fumi qui dentro, ma uscire fuori dopo un po' diventa noioso” spiegò il ragazzo unendo le mani intorno alla fiamma dell'accendino. Fece un tiro lungo di sigaretta e sospirò.

Blaine continuava a fissarlo.

“Mi hanno detto di te, del fatto che non parli. Non c'è problema, amo il silenzio.”

Il ragazzo guardò fuori la finestra osservando due donne camminare per il giardino.

Finì la sigaretta mentre Blaine era ancora immobile con la borsa sul letto.

Il ragazzo saltò giù dal marmo della finestra e si avvicinò a lui.

“posa le tue cose in quel cassetto, l'ho liberato per te. Io mi chiamo Sebastian Smythe”

 

 

 

 

 

**

 

Alle 18.00 il medico chiamò Blaine e Sebastian. I due non avevano comunicato più in nessun modo dopo che Sebastian si fu presentato.

“Lo accompagno io, Jack” rassicurò Sebastian chiamando il medico con un tono confidenziale.

Per tutto il tempo Blaine aveva sistemato i suoi vestiti nel cassetto e i prodotti nel bagno.

“vieni con me, adesso andiamo nella saletta centrale. Ti spiego cosa facciamo”

Blaine lasciò cadere sul letto il suo libro e seguì il suo compagno di stanza.

“adesso vedrai un gruppo di ragazzi seduti a cerchio su delle sedie. Ognuno di loro racconterà quello che si sente di dire. Io ad esempio, non mi esprimo mai.”

Entrarono nella sala e effettivamente c'erano i ragazzi in cerchio. Blaine si voltò ma Sebastian era già sparito, così andò a sedersi accanto ad una ragazzina. Lei sorrise facendogli un po' di spazio.

“Bene, dal momento che siamo tutti presenti, approfitto per presentarmi di nuovo per i nuovi arrivati: sono Amy Clistwood e sono una psicologa. Il mio lavoro non si limita a studiarvi e darvi dei medicinali per curarvi. Il mio compito è quello di assicurarmi che voi riusciate a superare i vostri traumi definitivamente.

La perdita di una persona che a noi sta al cuore provoca un grande dolore. Per alcuni è più semplice per altri, come voi, no. Questo non fa però di voi persone deboli, perché se siete qui disposti a farvi aiutare vuol dire che siete davvero molto forti! E io sarò qui ad ascoltarvi e a consigliarvi. Voglio che vi sfoghiate senza avere timori perché qui nessuno è venuto per giudicare. Qualcuno vuole iniziare?”

Amy si sedette insieme ai ragazzi, su una poltrona in grado di poter vedere tutti, ascoltava con vero interesse quello che avevano da dire i ragazzi. Anche Blaine ascoltò.

C'è chi aveva perso il fidanzato, un amico, un fratello. Alcuni avevano assistito ad un crimine e non si erano ripresi, altri erano stati minacciati.

Blaine aveva vissuto un po' di tutto quello che a loro era capitato.

“Lui è Blaine Anderson” Spiegò Amy “Blaine è arrivato oggi, lui ha problemi ad esporsi con le persone. Blaine ti diamo il benvenuto e spero tanto che qui tu possa riuscire a superare i tuoi blocchi. Vuoi provare a salutare?”

Blaine aprì la bocca e ispirò ma non riuscì a dire nulla. Fissò Amy che però lo guardava con uno sguardo rassicurato. “non preoccuparti, ci lavoreremo su” sorrise e continuò a parlare al gruppo.

Blaine si sentì piccolo piccolo, non aveva passato nemmeno una giornata in quel posto e già aveva paura di poter deludere tutti.

Quando tornò in camera, Sebastian era già lì. Blaine avrebbe voluto chiedergli come mai lui non aveva parlato con il gruppo, invece era rimasto lontano con un libro sulle gambe.

Dopo essersi lavato e aver mandato un sms a Kurt e Cooper, Blaine si mise nel letto cercando di dormire.

Ci provò e il momento in cui ci riuscì, venne svegliato da alcuni strattoni al suo braccio.

“Blaine, svegliati!”

Blaine aprì gli occhi spalancandoli come piatti. Fissò Sebastian che sembrava preoccupato.

“urlavi, mi hai svegliato. Hai bisogno di un medico?”

Blaine scosse la testa, si alzò e andò in bagno per lavarsi il volto. Sebastian era già nel suo letto al ritorno così lui si sistemò di nuovo sul cuscino sperando di riprendere sonno.

 

 

 

 

 

“Come sta Blaine?”

“Non lo so, oggi finalmente vado a fargli visita” rispose Kurt liberandosi dal braccio di Mercedes per aprire l'armadietto.

“tutti lo dicevano che era un po' strano”

Kurt si voltò verso di lei, con rabbia. “Non è strano 'Cedes. Lui ha avuto qualche problema che adesso sta cercando di risolvere.” sbottò Kurt agitandosi per poi svoltare dall'altra parte del corridoio. Non gli piaceva quei commenti che ogni tanto facevano e che spesso cercavano di tenersi dentro. Non era così che doveva comportarsi il glee club.

Kurt uscì dall'aula del coro dopo aver provato un assolo, salì in macchina e si diresse verso l'edificio.

 

 

 

Kurt arrivò alla clinica nel momento in cui Blaine era con il resto del gruppo. Erano seduti tutti in cerchio, Blaine di spalle in modo da non accorgersi di Kurt, una ragazza in piedi stava raccontando una sua confessione. Kurt riuscì ad intravedere il viso di Blaine: era teso e prestava la massima attenzione alle parole della ragazza. I suoi occhi erano socchiusi e il busto spinto in avanti come se cercasse di non perdersi nemmeno una parola.

“Mi scusi, lei non può stare qui” un’infermiera toccò gentilmente la spalla di Kurt, sorridendo.

“Ha ragione, mi scusi. Quanto tempo ancora ci vorrà?”

“Pochi minuti, può andare nell’altra saletta ad aspettare.”

Kurt annuì ringraziando la donna e lasciando un ultimo sguardo a Blaine.

Attese circa venti minuti, sorseggiando un caffè dalle macchinette, quando Blaine uscì seguito dal medico che gli stava facendo delle raccomandazioni. Blaine alzò lo sguardo e finalmente vide Kurt sorridente che lo guardava dall’altro lato della stanza. Il medico salutò Blaine e si allontanò mentre il moro corse letteralmente nelle braccia aperte di Kurt. Si strinsero forte così tanto da farsi mancare il fiato e i loro sorrisi sul volto non accennavano a diminuire.

Kurt accarezzò il volto stanco ma più sereno, del suo ragazzo mentre Blaine non smetteva di dargli piccoli baci su ogni punto della guancia.

I due si avviarono insieme nella stanza di Blaine, Sebastian non era presente.

“Molto carina, farei qualche piccola modifica con i colori delle pareti e delle tende, ma direi che tutto sommato stai in un bel posto”

Blaine rise di gioia alle parole del suo ragazzo e lo trascinò sul letto continuando a baciarlo

“Ma come siamo impavidi” borbottò Kurt tra le risate cercando di essere serio, ma Blaine sembrava così pieno di vita e forse felice? Mentre teneva Kurt tra le sue braccia.

“mi rovinerai i capelli” si lamentò Kurt per poi lasciarsi andare in un bacio profondo stringendosi al collo di Blaine e sfiorando con le dita notò i leggeri graffi che Blaine continuava a farsi a causa degli incubi.

“oh..qui abbiamo un vietato ai minori?”

Kurt e Blaine si separarono e si voltarono verso la porta.

Sebastian era in piedi con un pacchetto di sigarette tra le mani

“Sebastian Smythe, compagno di stanza del moretto muto. E tu non sei un infermiere perché li ho praticamente memorizzati tutti, quindi presumo che Blaine nonostante non abbia la voce sappia usare bene la bocca per cose più interessanti.”

Kurt alzo un sopracciglio, poi si lisciò la camicia.

“Sono Kurt. Il suo ragazzo”

“non l’avevo capito” ironizzò Smythe saltando sul suo letto e pescando un libro da sotto al suo cuscino.

“voi potete pure continuare, non sono un guardone. Ma se chiedete di unirmi a voi sappiate che io sto sopra”

Kurt e Blaine lo guardarono spiazzati poi però Kurt prese il suo ragazzo per mano “mostrami il giardino, sembra spazioso”

“ci sono anche bei posticini dove nascondersi per un pompino” suggerì Sebastian, ma i due erano già usciti fuori, entrambi con le guance arrossate, perché nessuno dei due aveva sfiorato l’altro oltre i baci e la frase di Sebastian li aveva messi in imbarazzo.

Kurt deglutì non sapendo bene cosa dire, ma poi ci pensò Blaine a rassicurarlo prendendogli la mano e accarezzando il dorso.

“Hai ancora gli incubi?”

Blaine annuì

“e sei riuscito a parlare da quando sei qui?”

Blaine non si mosse, gli dispiaceva dare una delusione a Kurt e alla sua famiglia, ma tutto sembrava così difficile.

“Hey” Kurt aveva notato il suo umore cambiare “non preoccuparti, sei qui da pochissimo, dobbiamo avere tutti un po’ di pazienza”

A quelle parole Blaine scivolò tra le braccia di Kurt affondando la testa nel suo collo profumato di bagnoschiuma e dopobarba e pianse. Un pianto di sfogo che Kurt comprese pienamente. Lo accarezzò finché i singhiozzi non si attutirono e poi Kurt prese il suo volto bagnato di lacrime e lo baciò.

“andrà tutto bene”

Dopo aver assunto i medicinali, Blaine si stese sotto le coperte, Kurt rimase con lui fino a quando gli occhi del moro non si chiusero.

“spero mi faccia dormire stanotte” brontolò Sebastian mentre Kurt era impegnato a recuperare le sue cose

“Blaine ha un problema serio”

“e pensi che io non ce l’abbia?” quasi urlò Sebastian “non sono qui perché mi va.”

Kurt cercò di mettere fine alla discussione sistemandosi la borsa sulla spalla e baciando la fronte di Blaine e poi uscì dalla stanza.

Inutile dire che quella notte, Sebastian rimase sveglio a causa di Blaine.

 

Erano le quattro del mattino e Blaine stava bevendo dell’acqua datagli da Sebastian.

“ti senti meglio?”

Il ragazzo annuì asciugandosi il sudore. Controllò il suo cellulare dove c’era un messaggio di Kurt che gli augurava buonanotte nonostante sapesse che Blaine già dormiva.

“senti” iniziò Sebastian “dobbiamo risolvere il tuo problema. Non possiamo andare avanti così ogni notte a meno che non troviamo qualcosa di più produttivo da fare.” Ammiccò il ragazzo ma Blaine ascoltò la metà delle parole, perché fissando il viso di Sebastian per bene, notò una cicatrice sul sopracciglio destro. Era così evidente, come aveva fatto a non notarla?

Si alzò dal suo letto per sistemarsi su quello del compagno e con un dito gli sfiorò la fronte. A quel gesto, Sebastian sussultò e si ritrasse appena. Ma Blaine non si arrese e lo sfiorò di nuovo e Sebastian lo lasciò fare chiudendo gli occhi.

“Avevo quattordici anni.” Iniziò “mia sorella, Annie, ne aveva diciassette. Era pomeriggio, vivevamo in una villa a Parigi, vicino ad un fiume. Adoravo stare ai bordi di quel fiume nonostante i miei genitori mi dicessero che era pericoloso.

Non ascolto mai nessuno, faccio sempre le cose di testa mia. Così anche quel giorno in cui il fiume era nella piena, decisi comunque di andarci. I miei genitori erano dai miei nonni e mia sorella era venuta a cercarmi. Volevo mostrarle quanto fossi bravo ad arrampicarmi ad un ramo di un albero lì vicino. Lei mi urlò di scendere,continuava a dire che era pericoloso ma io mi sentivo così forte che non badai alle sue parole”

Sebastian sospirò scostandosi da Blaine e poggiando la schiena verso il muro “il ramo si spezzò e caddi in acqua. Mia sorella non ci pensò due volte e si gettò per aiutarmi, ero in panico, le mie mani erano troppo deboli per aggrapparsi a qualcosa. Lei mi afferrò e mi portò ai bordi cercando di farmi salire. Il letto straripò e la vidi allontanarsi urlando dal panico.

Corsi a chiamare i miei genitori che chiamarono i soccorsi, ma trovarono il suo corpo già senza vita dopo che aveva battuto la testa su una roccia. “ Sebastian stava tremando e Blaine se ne accorse così gli strinse forte le mani, smorzando un sorriso.

“Non l’ho mai raccontato agli altri nella saletta. Non voglio sentirmi dire che sono un vigliacco e un prepotente, anche se loro non me lo diranno mai, ma gli occhi giudicano più delle parole.”

Blaine gli lasciò le mani e si poggiò meglio sul letto dell’amico.

“a sedici anni ho tentato il suicidio.”

Blaine sussultò al suono di quelle parole.

“La prima volta ho preso la pistola di mio padre, ero nel suo ufficio. La mia tata mi beccò dopo aver caricato il grilletto. La seconda volta è stata cinque mesi fa. Alcol e medicine, di mia madre, anche lei depressa dopo la morte di mia sorella. Non posso vivere con questo dolore e queste colpe che mi porto da bambino”

Blaine provò ad allungare la mano ma Sebastian si ritirò, poi guardò fisso Blaine negli occhi.

“Abbiamo tutti passato qualcosa di terribile, Blaine. Per questo siamo qui. Cerchiamo tutti di superare le nostre difficoltà, c’è qualcuno messo peggio di te in quel gruppo di decerebrati come noi. Dovremmo sforzarci, almeno per le nostre famiglie…non credi?”

Blaine annuì. Doveva farlo, doveva sforzarsi, poteva riuscirci. Per sua zia, per Cooper….per Kurt.

“Ora lasciami dormire che se non dormo almeno otto ore mi alzo nervoso, dopo me la prenderò con te.”

Con un finto calcio, Sebastian cacciò via Blaine dal suo letto, il ragazzo rise e si sistemò sulle sue coperte, più rilassato.

“B-b-b-uona n-notte, S-Seb-astian”

 

 

 

 

Note: è arrivato il momento di Blaine di dare una svolta??

Volevo dirvi che ho riaperto il mio Ask (sì di solito dimentico di averlo)

quindi se avete domande o curiosità venite pure a scrivermi :)

http://ask.fm/HannaKlaineinlove

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Erano passate due settimane da quando Blaine era entrato nella clinica. Aveva fatto dei piccoli progressi ma che non aveva rivelato alla sua famiglia. Non voleva dargli false speranze perché non aveva detto poi molto. Era riuscito a presentarsi al gruppo di ragazzi delle riunioni, ma non era riuscito a raccontare cosa gli fosse successo.

Sebastian, dopo la confessione, partecipò anche lui ad una delle riunioni. Blaine gli tenne un posto accanto a lui e sorrise soddisfatto quando il ragazzo dopo aver roteato gli occhi si era lasciato cadere sul suo posto ma poi aveva sorriso.

Essere amico di Sebastian, essere amico di qualcuno che aveva passato dei momenti brutti come lui, era stato quasi salutare. Blaine aveva capito di non essere solo e che non c’era niente di sbagliato a ritrovare le parole. Ma ogni volta che ci pensava, c’era una voce rauca e cattiva nella sua testa che continuava ad urlare

Non dire una parola

Non dire una parola.

Non dire una parola.

Blaine era disteso nel suo letto, la febbre alta e la gola che bruciava. La voce urlava nelle sue orecchie e anche lui urlava per farla smettere.

 

 

Kurt stava facendo l’ultima ora di lezione quando Cooper entrò nella sua aula chiedendogli di uscire

“è successo qualcosa?”

“Calma e lasciami parlare. Sto per partire due giorni a causa del lavoro, non posso tirarmi indietro visto che questo lavoro mi permette di pagare la clinica di Blaine.” Cooper sospirò “Blaine ha la febbre alta, hanno chiesto a me di restare, essendo uomo. Mia zia non può perché è donna e non la lasciano restare quindi mi chiedevo se potessi andare a passare la notte da Blaine”

“Certo!” annuì frettolosamente, Kurt. “io posso restare non ho problemi, voglio andare da lui”

“con calma. Fai tutto quello che devi fare, gli infermieri stanno provvedendo a lui ma non possono stargli tutto il tempo vicino.”

“capisco. Grazie Cooper per avermi avvertito. Ci penso io”

 

 

**

 

“Kurt sei sicuro?”

“Certo che sono sicuro, papà! Blaine ha bisogno di me, qualcuno deve pur dagli una mano”

“Lo so, ma tutta la notte in ospedale, domani starai a pezzi”

“è una clinica, e posso perdere un giorno di scuola, praticamente non ho mai fatto assenze e domani non ho interrogazioni o compiti che mi impediscono di non restare con Blaine” spiegò Kurt mettendo nella borsa le sue creme.

“ok,io vado. Ci vediamo domani papà. Buonanotte”

 

 

 

Kurt arrivò con il permesso firmato da Cooper alla clinica. Blaine era disteso nel suo letto, il volto bollente a causa della febbre e gli erano state date alcune coperte in più.

Quando Kurt entrò in camera, trovò Sebastian che stava dando da bere a Blaine

“bene, l’infermiera è arrivata. Ho finito il mio turno” disse Sebastian recuperando il pacchetto di sigarette e uscendo fuori.

Kurt arrivò a sedersi sul letto di Blaine, sfiorandogli la fronte calda con le sue labbra e poi gli sistemò meglio le coperte.

Blaine aprì gli occhi e sorrise.

“ciao tesoro” sussurrò Kurt sorridendo a sua volta “sono venuto a tenerti compagnia, resterò con te tutta la notte”

Blaine sorrise di nuovo e cercò di spostarsi per fare più spazio a Kurt

“non muoverti, sto bene così” lo rassicurò Kurt scostando i ricci dalla fronte. Poi si alzò per prendere un libro magari per distrarsi un po’ ma qualcosa lo fece immobilizzare.

“K-Kurt”

Kurt deglutì per poi voltarsi verso Blaine, le sua mani tremavano

“Kurt” ripeté questa volta con più sicurezza

“Blaine, sono qui” la mano di Kurt tremò mentre prendeva quella di Blaine.

“Kurt” lo richiamò di nuovo il moro, aprì gli occhi e sorrise un po’.

Kurt rise a sua volta, cercando di trattenere le lacrime.

Blaine si mosse dal suo posto cercando di alzarsi un po’, Kurt lo aiutò nell’azione e lo fece sistemare con la schiena sulla tastiera del letto.

“come ti senti?” domandò Kurt sperando in una risposta di Blaine.

“bagno” borbottò Blaine

“devi andare in bagno?”

Il moro annuì e Kurt iniziò ad arrossire: ok doveva accompagnare il suo ragazzo in bagno, non doveva essere un grosso problema.

“andiamo, ti aiuto”

Blaine annuì assonnato e cominciò a muoversi fuori dal letto. Kurt afferrò sotto le braccia e lo aiutò ad alzarsi.

“vai, fai un passo. Ti tengo io”

Blaine si mosse sotto la guida di Kurt: la gola gli bruciava e le gambe sembravano pesargli quintali ma il suo ragazzo continuava a tenerlo stretto. Blaine capì di essere entrato in bagno quando sentì le mattonelle fredde del pavimento.

“io uhm ti lascio qui? O vuoi che mi giro uhm riesci…riesci a cavartela?”

Kurt era imbarazzato ma Blaine era troppo stordito per comprendere. Si abbassò i pantaloni sforzandosi di non cadere e mettendo una mano sul muro per sostenersi.

Kurt si voltò immediatamente sentendosi bollente fino alle punte delle sue orecchie. Si permise di voltarsi solo dopo aver sentito il fruscio dei pantaloni e l’acqua scorrere giù per il water.

“andiamo a letto” sussurrò prendendo di nuovo Blaine sotto al suo braccio. Quando rientrarono, Sebastian era in camera che si spogliava

“eh no!” si lamentò Kurt arrossendo di nuovo, trovando il ragazzo solo in boxer: ringraziò il buio della camera che privava gli altri di vedere le sue gote rosse.

“tranquillo, non mi vergogno” disse Sebastian infilandosi una canotta e stendendosi sul letto.

“Bene..questa serata non può andare meglio” borbottò Kurt facendo stendere di nuovo Blaine sul suo letto.

“come ti senti?” domandò al suo ragazzo baciandogli la fronte

“bene” rispose Blaine e Kurt si sorprese ancora una volta del fatto che Blaine stesse parlando.

Si voltò per vedere l’espressione di Sebastian, ma quest’ultimo non sembrava sorpreso.

“parla di continuo, la notte. Anche nel sonno solo quando è lucido fa lo stronzo e si sta zitto” spiegò il ragazzo con una scrollata di spalle.

Kurt si tolse le scarpe e si distese accanto a Blaine “hey, parla con me, ti prego”

Blaine aveva già gli occhi chiusi ma era sveglio.

Sospirò: sapeva di essere pronto, poteva parlare. Nessuno l’avrebbe punito, nessuno gli avrebbe piantato una pallottola nella testa se avesse pianto

**

 

Quando il piccolo Blaine entrò nella camera dei suoi genitori fu tutto molto strano: sua mamma e il suo papà erano legati a terra, al papà usciva del sangue dalla fronte e la mamma piangeva.

C’erano tre uomini, Blaine li fissò: uno teneva una pistola tra le mani. Blaine si ricordò che il padre gli aveva sempre detto che le armi erano pericolose. Gli altri due stavano mettendo gli oggetti della loro casa in alcuni sacchi. Blaine voleva avvertire di non toccare quella cornice: in quella cornice c’era una foto di tutta la famiglia in vacanza in riva al lago. Blaine si era divertito tantissimo quel fine settimana.

mamma” chiamò con un sussurrò e l’uomo con la pistola si voltò, sorpreso della presenza del bambino.

Poi accadde tutto troppo velocemente.

Blaine sentiva le urla della mamma che gli dicevano di scappare e di nascondersi, l’uomo con la pistola invece urlava di stare lì immobile.

Le urla della sua mamma cessarono dopo alcuni colpi di pistola. Gli occhi di Blaine si allargarono e poi iniziarono a lacrimare senza rendersene conto.

Un altro colpo andrò dritto sul suo papà.

Blaine era consapevole di essere grande per farsi la pipì addosso, ma i suoi pantaloni erano bagnati e lui non poteva far niente per fermarsi.

mamma” chiamò di nuovo con la voce che tremava. Chi erano questi uomini? Cosa volevano dalla sua casa?

La pistola dell’uomo cattivo venne puntata sulla sua fronte.

Ti ho detto di non dire una parola”

Basta, andiamocene di qui”

il bambino ci ha visti”

è troppo piccolo e spaventato per descriverci. Lui non dirà una parola, vero piccolo?” lo minacciò con un tono così tranquillo da far tremare ancora di più Blaine.

Il piccolo scosse la testa lasciando che gli uomini raccattassero tutte le cose prima di fuggire via.

Blaine si avvicinò alla sua mamma priva di vita e si sedette sul suo grembo. La mamma stava diventando fredda e Blaine piangeva, ma lei non faceva niente per abbracciarlo e consolarlo come faceva ogni volta.

**

“Blaine, tesoro calmati” mormorò Kurt tra i suoi capelli. Blaine si rese conto solo allora che stava piangendo tra le braccia del suo ragazzo, tremava ed era sudato.

“va tutto bene, nessuno ti farà del male Blaine. Nessuno. Kurt quasi piangeva insieme a lui, non voleva vedere Blaine soffrire e non sapeva più come consolarlo. Allora Blaine capì quante sofferenze stava portando a tutti, e doveva reagire. Vide gli occhi spaventati di Kurt, il corpo del suo ragazzo, di una persona a cui voleva bene, tremare a causa sua. Era colpa sua se le persone intorno a lui stavano male. Doveva combattere i suoi demoni. Per la sua famiglia, per Kurt…per se stesso.

“m-m-mi av-avevano minacciato” borbottò tenendo gli occhi chiusi e stringendo le mani attorno alla maglia di Kurt

“mi d-d-d-issero c-che n-non d-dovevo p-parlare. Li ho v-visti m-morire”

“mi dispiace tanto amore mio. Ma adesso sei al sicuro, ok? Nessuno potrà farti del male, nessuno può ferirti. Ti proteggo io, Blaine. Sono qui, per te e non ti lascio andare amore mio.”

“ti amo” sussurrò Blaine. In realtà non era sicuro di volerlo far sentire a Kurt. Forse era un po’ troppo presto per dirlo, e aveva paura si un rifiuto.

Ma Kurt gli prese il viso tra le mani, accarezzandogli le guance rosse e accaldate dalle lacrime e dalla febbre.

“ti amo anche io” Kurt lo strinse di più “è bello sentire la tua voce. Ho aspettato così tanto questo momento”

“m-mi d-dispiace a-aver c-creato t-t-t-anti problemi”

“eri spaventato” sussurrò Kurt baciandogli la spalla un po’ scoperta “avevi paura, eri solo un bambino. Sei rimasto traumatizzato. E’ normale tesoro mio” Kurt si lasciò andare in piccoli baci sulla guancia.

“vuoi bere un po’?” domandò prendendo già la brocca d’acqua e aiutando il suo ragazzo a bere.

“t-tu s-sei troppo b-buono” continuava a balbettare Blaine.- Tornare a parlare era una situazione così strana sembrava dovesse ricominciare tutto dall’inizio.

“sono solo innamorato” e questa volta Kurt non esitò, trovò le labbra di Blaine lasciandosi andare in un lungo bacio.

“ora misuriamo di nuovo la febbre e poi potrai dormire tranquillo. Io resto sveglio tutto il tempo, non mi muoverò da qui”

“grazie K-urt”

Kurt sorrise “è così bello sentirti pronunciare il mio nome”

Blaine si lasciò misurare la febbre e riuscì a bere un succo d’arancia fresca che Sebastian era andato a rubare nella mensa della clinica.

Il ragazzo aveva assistito alla scena tra Kurt e Blaine, aveva ascoltato il racconto di Blaine e anche lui aveva capito che doveva cambiare le sue cose.

Quando i primi raggi del sole entrarono dalla finestra, Kurt aprì gli occhi: si era addormentato senza rendersene conto. Blaine era sveglio che lo fissava.

“scusami, mi sono addormentato” si scusò Kurt baciando un angolo della bocca di Blaine.

“n-n-non im-porta. T-Ti ho tenuto sv-sveglio.”

Kurt si alzò dal letto e si lisciò la camicia. Sapeva che presto sarebbero arrivati gli infermieri per controllare Blaine, non voleva farsi trovare in strane situazioni.

“H-Ho intenzione d-d-di p-parlarle c-con il gruppo. Oggi. V-Vuoi r-r-restare con me?”

Chiese Blaine cercando di regolare il suono della voce, era troppo alto.

“Certo che resto con te!” sorrise Kurt baciandolo su una guancia.

“sono così orgoglioso di te, Blaine”

Quelle parole gonfiarono il petto del moro di felicità, chissà, le cose si potevano davvero sistemare.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Note: è finita. Questo è il capitolo conclusivo di quest’ultima fanfiction.

Ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita e chi è rimasto fino all'ultimo.

Ringrazio tantissimo la mia beta che si è impegnata a farmi avere i capitoli in un lampo!

Ringrazio ogni singola persona che sia passata di qui a leggere i miei racconti.

Grazie!

(scusatemi se il capitolo è piccino)

 

 

 

Blaine uscì dalla clinica due giorni dopo la sua ripresa. Ebbe una lunga chiacchierata con il medico di base, e cercò di spiegare come il gruppo di ragazzi, Sebastian e Kurt gli avessero dato la spinta decisiva.

Quando quei ladri lo minacciarono di non parlare, Blaine era solo un bambino, ma era stata una cosa che l’aveva traumatizzato, ma per fortuna non per sempre. Il momento in cui aveva ascoltato le storie di quei ragazzi e aveva visto sua zia piangere, Kurt disperarsi e Cooper lavorare per pagargli la clinica, allora Blaine aveva capito che doveva reagire. La notte di febbre alta gli aveva dato la forza per parlare, e Kurt che lo consolava era decisamente la cosa migliore che potesse succedergli.

Blaine sapeva che Kurt lo amava: insomma, lo aveva amato quando non diceva nemmeno una parola e veniva rifiutato da tutti. Kurt non si era mai arreso con lui e Blaine avrebbe trovato un modo per ricambiarlo.

 

 

 

 

“f-f-f-aremo t-t-tardi a lezione” borbottò Blaine mentre Kurt continuava a succhiargli una parte del collo che sapeva che il colletto della camicia avrebbe coperto.

Kurt si spostò da lui sistemandosi sul sedile “sei eccitato?”

Le guance di Blaine si arrossarono, non aveva mai avuto esperienze di intimità, quindi quando Kurt lo sfiorava, era facile eccitarsi.

“Blaine parlo per oggi. Il tema”

Blaine quasi tirò un sospiro di sollievo “s-sono t-terrorizzato”

“non preoccuparti, ci abbiamo messo due giorni ma il tuo tema sarà grandioso”

Kurt diede un ultimo bacio alle labbra umide di Blaine e uscì dalla macchina. Il moro lo seguì e si presero per mano. Arrivarono fino all’aula di Blaine

“vado a lezione. Non preoccuparti: andrà tutto bene. Ti amo”

“T-Ti amo anche io” Blaine vide Kurt allontanarsi e sospirò fortemente prima di entrare in classe. La sua insegnante non era ancora arrivata, ma i ragazzi erano già lì. Sorrise ad Emily del primo banco; lei lo aveva sempre difeso nelle occasioni in cui lo attaccavano, mentre cercò di evitare lo sguardo di quel ragazzo che lo aveva aggredito tempo fa.

“Anderson”

Blaine sussultò non appena sentì la sua voce. Non oggi, oggi era un giorno importante, non poteva piangere e fare il debole proprio oggi che avrebbe avuto la sua rivincita.

“Anderson, parlo con te”

Blaine deglutì e si voltò verso di lui, sperando di non sembrare un cucciolo spaventato (come di solito lo chiamava Kurt)

“non startene lì indietro, prendi posto accanto a me.” Il ragazzo spostò la sedia libera per fare spazio a Blaine e allungò il braccio. Blaine indietreggiò spaventato ma il tipo prese la sua borsa e gliela sistemò sul banco.

Ancora insicuro, Blaine si sedette accanto al ragazzo che gli sorrise quasi con…affetto.

Blaine non sapeva se rilassarsi o meno.

L’insegnante entrò in aula e fece l’appello, saluto con un sorriso cordiale Blaine e gli disse “Bentornato” poi continuò con il suo appello.

La professoressa stava iniziando la lezione quando Blaine si alzò dal suo posto attirando l’attenzione di tutti. Tra le mani stringeva alcuni fogli.

Arrivò fino alla cattedra e guardò la sua insegnante “i-io ho p-portato i-il tema”

Nella classe partirono alcuno mormorii sorpresi, nessuno aveva mai sentito la sua voce ed erano quasi scioccati

“Vuoi leggerlo di fronte alla classe?” domandò dolcemente la sua insegnante. Blaine annuì cercando un po’ di sicurezza.

“Salve a t-tutti m-mi c-chiamo Blaine Anderson…”

 

**

“Allora puoi entrare ufficialmente nel glee club, voglio dire come cantante!”

Rachel batté le mani con entusiasmo

“Rachel lascialo in pace!” borbottò Kurt tirandosi Blaine a sé e poggiando la testa sulla sua spalla

“m-mi piacerebbe” rispose Blaine e dio, quanto era meraviglioso parlare con qualcuno.

“tutto quello che vuoi, amore mio” borbottò Kurt sulla sua spalla prima di lasciargli un bacio.

“Dovrai imparare alcuni passi di danza, posso aiutarti io!”

Si propose Mike

“e io posso insegnarti un po’ di Rap” aggiunse Artie

“io voglio metterti lo smalto” suggerì Brittany e tutti scoppiarono a ridere, e Kurt si prese un momento per ascoltare il suono della risata del suo ragazzo. Era allegra, piena di energia e sembrava che Blaine volesse scoppiare a piangere dalla felicità. E Kurt lo amava, lo amava così tanto, perché lo aveva raccolto nel momento più triste della sua vita e pian piano lo aveva rivisto rinascere: come una pianta appassita, ma non del tutto morta.

Kurt rise, ma rise di felicità, per Blaine e per lui che aveva trovato il suo primo amore.

“come è andato il compito?” domandò al suo ragazzo che stava iniziando una lotta con il cibo contro Santana.

Blaine cessò di ridere e prese il compito dalla sua borsa e lo consegnò a Kurt.

Quest’ultimo lo baciò di nuovo “sono così orgoglioso di te”

 

Tema di Blaine Devon Anderson

 

“Salve a tutti, mi chiamo Blaine Anderson,

in realtà voi già mi conoscete, in un certo senso ma per essere precisi: non mi conoscete affatto.

Tempo fa i miei genitori sono stati uccisi davanti ai miei occhi. Non voglio stare qui a farmi compiangere, non vi racconterò i dettagli macabri di quel giorno.

So che qualcuno è curioso ma credetemi: le storie drammatiche non si trovano solo nei libri o nei film.

Quello che voglio raccontarvi è di come mi sono sentito. Sono stato per anni in silenzio, la mia bocca non ha prodotto alcun suono, nemmeno quando mia zia era disperata e mio fratello mi pregava di parlargli. Sono sempre stato convinto di essere un vigliacco, un debole, senza forza da perdere il bello della vita di un bambino e di un adolescente.

Di notte ho pianto, urlato e mi sono ingozzato di medicinali che mi hanno aiutato ma allo stesso tempo mi stavano distruggendo.

Gli incubi non sono ancora andati via, ma ci sto lavorando.

Mi avete giudicato, mi avete criticato e deriso alle mie spalle ma non vi do la colpa, voi non sapevate niente di me. Ma adesso? Adesso ve lo sto raccontando.

Ci sono state delle persone che con me non si sono mai arrese, altri non ci hanno mai provato, ma poi c’è stata una persona che nonostante non mi conoscesse ha allungato la mano e mi ha aiutato a ritrovare il sorriso e mi ha insegnato ad amare.

Sono stato in una clinica, e lì c’era questo Sebastian, un vero stronzo in apparenza e poi c’erano così tante persone che come me hanno sofferto ma nei loro occhi c’era la luce, la voglia di una rivincita contro questa vita infame che li stava distruggendo e così mi sono dato da fare anche io.

Quelle persone che hanno ucciso i miei genitori mi avevano tolto l’uso della parola. In realtà però ero solo io troppo spaventato perché nessuno può impedirci di stare in silenzio, di cantare, di inseguire i nostri sogni e di amare la persona che vogliamo.

Non voglio più stare in silenzio, non voglio più nascondermi. Voglio far ascoltare a tutti la mia voce, il mio parere. Nessuno mi impedirà di dire ciò che penso.

Sebastian, prima che andassi via, mi ha chiesto di vederci e questa sera, io e il mio ragazzo, Kurt, lo abbiamo invitato a cena.

Da piccolo, chiesi a mia madre se potessi diventare un super eroe, lei mi disse che era possibile, ma al momento sono stati gli altri ad aiutare me: è arrivato il momento che io aiuti qualcun altro.

 

Voto A-

 

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