Bad Habits

di PONYORULES
(/viewuser.php?uid=8257)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Naked Dragon ***
Capitolo 2: *** Chapter 2: Traditions ***
Capitolo 3: *** Chapter 3: Rest of Beauty ***
Capitolo 4: *** Chapter 4: Swimming Pool ***



Capitolo 1
*** Naked Dragon ***


Choi Minho era in piedi davanti alla scena che gli si era presentata appena rientrato in casa: il pavimento completamente disseminato di vestiti, la pila troppo alta per non cominciare a porsi delle domande. Si piegò un attimo, quel tanto da riconoscere una mano. Teneva ancora stretta un manuale illustrato che riportava il seguente titolo: “Polli” e la didascalia dorata sotto “Tutti i gusti + 1”. Quell'arto, senza ombra di dubbio, apparteneva a Onew.
Fatta codesta scoperta, provò ad inoltrarsi nella giungla di tessuti di colori alquanto discutibili, avendo paura di scoprirne il proprietario. Oltrepassò la sala, indugiando un attimo sulla soglia. Pensava di aver visto male, quindi tornò indietro per controllare meglio: ebbene sì.
Si ritrovò ad osservare un Taemin che, dolcemente, cercava di consolare un Jonghyun disperato. Spostò lo sguardo sulla televisione ancora accesa, dove scorrevano i titoli di coda di Toy Story.
Non era la verità.
Rimase talmente tanto pietrificato dalle classiche scene che si potevano trovare solamente nel loro appartamento, da dover essere testimone di una delle solite confessioni, partite dal cuore, del “Salice Piangente”.
<< Ma loro devono stare insieme, Taemin. L'amore deve trionfare, se no il mio cuore non regge >>.
Minho roteò gli occhi al cielo, cercando di estraniarsi, ma continuando a domandarsi se il relativo amore dovesse scattare fra i due protagonisti o con la pastorella dal vestito a fiori. Ci rimuginò sopra un attimo: quel vestito sicuramente sarebbe stato vittima di Key, se solo fossero state persone reali.
Mettendo un passo dietro l'altro, entrò nella stanza del Drago.
Un ragazzo biondo lo stava aspettando solo per regalargli un sorriso a 32 denti. Sotto: nudo.
Il ragazzo si ritrovò a desiderare ardentemente di fondere la propria testa con il muro, ma cercò di contenere la sua rabbia repressa.
Portò entrambe le mani a massaggiare le tempie, chiudendo gli occhi per evitare di scontrarsi con lo sguardo allibito dell'altro. Sperava di non aver visto bene, ma ogni giorno saltava fuori un'altra diavoleria, sponsorizzata dal portafoglio di Kibum.
Al solo ripensare allo sparabolle elettrico, uno per ognuno (quando le cose le faceva, le faceva per bene), e seguente vomito di bolle di sapone, un brivido gli percorse la schiena. Richiamando a sé tutto il proprio coraggio, aprì gli occhi, uno per volta.
La vista non l'aveva ingannato. Fanculo.
Key, ancora nudo, sfoggiava dei copri capezzoli fucsia. Brillantini annessi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter 2: Traditions ***


Choi Minho smaniava per le tradizioni familiari. Proprio per questo motivo, aveva scelto di indire la settimana “tutti in famiglia”, prendendo questa come un'occasione per conoscere meglio i suoi coinquilini. E capire da dove arrivassero quelle idiozie che, in un modo o nell'altro, cambiavano le sue giornate.
In peggio, ovviamente.
Erano tutti e cinque seduti al tavolo da pranzo, quand'ecco che aveva pronunciato la tradizione che vigeva nella sua famiglia da decadi. Un qualcosa di molto pratico, che volle condividere, non pensando alle conseguenze che ne sarebbero potute scaturire. In fondo, perché non rischiare?
<< Alla fine della cena, mia madre chiude gli occhi e comincia a contare fino a 10. Lo scopo è farle trovare il tavolo pulito come se non ci si avesse mai mangiato >> decretò, cominciando a sorridere all'idea di starsene comodamente seduto, per una buona volta.
<< Perfetto, allora io faccio la parte della mamma >> la voce squillante di Key andò a ferire ogni centimetro del suo timpano. Lo stava facendo di nuovo.
<< La tradizione è la mia, quindi è giusto che sia io a rimanere seduto >>. Non sapeva il perché, ma la risposta che ricevette la immaginava già.
<< Ma tu non hai la faccia da mamma >> vide Kibum fare una faccia sconvolta, sbuffare e portare gli occhi al cielo. Si stava prodigando nel suo miglior repertorio da “Diva”.
Questo non sconfisse la forza d'animo di Minho, che cercò di far pena ai restanti posti occupati.
 
Una volta infilate le cuffie nelle orecchie, il rumore attorno a lui sembrò ovattarsi. Cliccò sul simbolo della “riproduzione casuale”. E si ritrovò ad ascoltare “Sweet Dreams” di Beyoncè.
Cercò di non aprire gli occhi e continuare a contare, appuntandosi nella testa il seguente promemoria: strangolare Key nel sonno. A breve.
Arrivato a 10, adottò il modo di dire della vittima dei suoi istinti omicidi notturni quando doveva fare qualcosa di spiacevole: veloce e indolore. Come la ceretta.
Così aprì gli occhi di scatto e la scena che gli si presentò davanti lo fece rimanere senza fiato nel petto: Jongyun era appena scivolato sul pavimento della cucina, una mano portata a massaggiarsi il fondoschiena; Taemin era in piedi accanto a lui, un dito portato alle labbra mentre succhiava il sangue, provocato da una stoviglia rotta; Onew stava ancora pulendo il tavolo, usando movimenti concentrici ma nello stesso punto. I suoi occhi rilucevano di luce propria nella direzione della televisione: stavano trasmettendo una pubblicità di pollo fritto da asporto.
L'unico che mancava all'appello stava entrando in quel momento di nuovo in cucina, con la solita falcata sportiva, sfoggiando entrambe le mani coperte da guanti color turchese. Girò su sé stesso, per far ammirare meglio il proprio outfit.
<< Hai dato il tuo contributo in qualche modo? >> gli chiese Minho.
Lo vide scuotere vigorosamente la testa, occhieggiando verso i guanti.
<< Questo cosa significa? >>.
<< Che nella mia famiglia, quando bisogna pulire qualcosa, abbiamo la tradizione di indossare sempre dei guanti >>.
Lo scroscio di risate che provenne dalla cucina di quell'appartamento sgangherato, risuonò per tutte le strade di Seoul. Specialmente la risata isterica di Choi Minho.
Soddisfatto di non averlo fatto adirare come di consueto, Key trotterellò verso la sala, deciso a mettere a posto -ancora una volta- il proprio armadio.
Sulla schiena, svettava lo slogan della maglietta che aveva indossato per l'occasione delle pulizie: Keep Calm Because I Am a Flower Boy.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chapter 3: Rest of Beauty ***


Ore 15:30.
Choi Minho guardò l'orologio a parete nella stanza che condivideva con Lui. Quel mostro di Suocera. E, come ogni pomeriggio (permettendo), vide il suo coinquilino uscire dal bagno indossando una vestaglia color panna.
Kim Kibum risplendeva di luce propria solamente quando tutte le proprie attenzioni erano rivolte verso il proprio giaciglio. Il suo letto perennemente pieno di vestiti, capelli e occhiali da sole, per un'ora al giorno sembrava tirare un sospiro di sollievo. Non completamente. Una volta tolti i vestiti, Key aveva l'abitudine di buttarcisi di peso, incurante del lamento anelante delle doghe di legno.
Una volta portata avanti questa tradizione (Minho cominciava ad odiare la sua ossessione per esse), si girava sulla pancia e recuperava dal comodino la mascherina per gli occhi.
Condividevano le stesse quattro mura da cinque -interminabili- anni, eppure non si era mai abituato alla scelta, quanto mai discutibile, in fatto di quegli aggeggi infernali che coprivano gli occhi da qualunque fonte di disturbo, a cominciare dalla luce.
Lo vide aprire le braccia, abbandonandole contro le sponde del letto, e muovere un singolo indice nella sua direzione. Non fare rumore o ti ammazzo, sembrò sentire nella propria mente il ragazzo moro.
Choi Minho si trovò a massaggiare le tempie con le dita, disegnando piccoli cerchi per calmare quella rabbia repressa che, se fosse uscita, avrebbe lasciato dietro di sé un solo cadavere.
<< Il riposo pomeridiano è una chicca per rimanere giovani >> era sbocciato Key una mattina a colazione. Quella frase mistica non aveva ricevuto reazioni, eccetto per Taemin, a cui si era illuminati gli occhi, la bocca leggermente aperta, come a far trasparire la propria ammirazione verso il ragazzo che gli sedeva di fronte.
A ripensare alla scena, Choi Minho si corresse.
Due cadaveri.
 
Erano le 4:30 passato soltanto da qualche minuto, quando Kibum si svegliò di soprassalto. Prese fra le mani la sveglia e si congelò in quella posizione; dopo una ventina di secondi, alzò lo sguardo e lo fulminò sul posto.
<< E' passata più di un'ora >>. Quale brillante affermazione. Minho continuò semplicemente a guardarlo, muovendo di poco il mento verso l'alto.
Ed eccola, comparire con la stessa velocità con cui se ne sarebbe andata, l'espressione della paura più folle. Lo vide correre allo specchio del bagno che condividevano (volle tralasciare la masnada di prodotti che sembrava vomitare l'armadietto accanto al lavandino), tirandosi le guance in basso con le mani. Strano ma vero, cominciò a singhiozzare.
<< In televisione avevano detto che sarebbe bastata un'ora soltanto >> disse, controllando gli angoli degli occhi e la fronte. Lacrime scorrevano a fiumi sulle sue gote.
Choi Minho chiuse gli occhi, preparandosi ad uno dei peggiori urli isterici.
Che arrivò qualche secondo dopo.
<< Rimarrò vecchio per sempre!!! >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Chapter 4: Swimming Pool ***


Choi Minho, alla vista dello specchio d'acqua che si stendeva di fronte a lui, sospirò di sollievo. Finalmente era riuscito a portare gli SHINee in uno dei suoi posti preferiti: la piscina.
Prese una boccata d'aria fresca (intrisa di cloro N.d.A) e cominciò a togliersi la maglietta, scoprendo così il fisico longilineo e la pelle olivastra senza una benché minima imperfezione.
Come di consueto, ebbe la geniale idea di voltarsi verso il proprio compare di sventure: eccolo che arrivava, muovendo i fianchi in una maniera a dir poco imbarazzante, due braccioli a pois arancioni stretti intorno ai suoi bicipiti scarni.
Choi Minho guardò Kibum e poi, di rimando, la piscina: quell'acqua sembrava profonda. Profonda abbastanza per commettere un omicidio in piena regola.
Alle conseguenze non avrebbe mai pensato.
Lo vide lanciare il telo nella sua direzione, facendoglielo atterrare dritto sulla testa. Nel ricadere sulle spalle, Minho si ritrovò ad ammirare uno splendido fenicottero ricamato sopra.
Fanculo alla prigione. Doveva agire.
Taemin cominciò a spogliarsi, scegliendo quali indumenti togliere per primi: dal rossore che imporporava le sue guance, palese era la vergogna che stava provando nel lasciar scoperti così tanti lembi di pelle. Choi Minho lo ringraziò con un timido gesto del capo.
 
<< Oh, avanti! Siamo in acqua da troppo tempo! Torniamo su a mangiare >> si sentì additare da Key, entrambe le mani portate ad intrecciarsi sul ventre.
Per riposta, ottenne un roteare di occhi al cielo che sarebbe stato riportato nei libri di scuola da lì a breve. Ma quando si aveva a che fare con un certo Kibum, la resa non rientrava nelle opzioni di gioco.
<< Guarda le mie mani >> continuò a lamentarsi, sbattendogli davanti alla faccia uno dei due palmi. Che adesso assomigliavano alle mani di un'ottantenne, ma questo ultimo dettaglio Minho preferì tenerselo per sé, onde evitare crisi isteriche.
Vide la testa bionda appoggiarsi alla sua spalla sinistra, e il proprietario di quell'involucro completamente vuoto -Minho era sicuro fosse quella la riposta alle sue domande- cominciò ad implorarlo. Sì, ad implorarlo.
Alzò lo sguardo all'orizzonte, pensieroso, assottigliando un minimo gli occhi e, senza tante cerimonie, si avviò verso il bordo piscina, cominciando a salire i gradini per uscire dall'acqua.
Kibum cominciò a saltellare, muovendo il capo a destra e a sinistra.
Choi Minho, assistendo alla scena, ricordò il desiderio che tanto aveva affollato i suoi sogni infantili: abitare in un castello e avere un drago come proprio animale domestico, di quelli che accolgono gli ospiti.
Ora l'elemento che avrebbe desiderato ardentemente accogliesse i propri ospiti era unico ed irripetibile.
La testa di Kim Kibum infilzata su una picca.
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1857242