This world is an ugly place, but you're so beautiful to me.

di Kaleidoscope_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Surprises let me know she cares ***
Capitolo 2: *** So lost and disillusioned ***
Capitolo 3: *** He's a fucking weasel ***
Capitolo 4: *** And all these demons, they keep me up all night ***
Capitolo 5: *** It hurts ***
Capitolo 6: *** Believe me, if you would ***
Capitolo 7: *** This can't be the end ***
Capitolo 8: *** But you're so beautiful Skye Leigh ***
Capitolo 9: *** It ends tonight. ***



Capitolo 1
*** Surprises let me know she cares ***


Alzarsi dal letto con un brutto presentimento non è la miglior cosa che possa capitare, vero?
A quanto pare questa mattina va così, mi sono svegliata alle 7 del mattino con una brutta sensazione.
Il mio nome è Skye Everly e frequento l'ultimo anno della Rancho Bernardo High School di Poway.
La mia vita si basa principalmente sullo studio, voglio diplomarmi per poi laurearmi per avere un buon futuro. Purtroppo questo implica che la mia reputazione a scuola non sia delle migliori. Diciamo che sono la sfigata della mia classe, la secchiona, quella di cui tutti si prendono gioco.
In particolare c'è un ragazzo che mi tormenta da quattro anni: Mark Hoppus. Ha solamente un anno in più di me, ma si diverte a farmi scherzi principalmente infantili e stupidi, solo una volta riuscì a farmi imbestialire alla grande. Mi rinchiuse nel ripostiglio della scuola, pieno di topi e ragni, e per un'intera mattinata rimasi lì dentro, finché finalmente un bidello si accorse di me. Ricordo che appena lo vidi nei corridoi, gli mollai uno schiaffo talmente forte che gli rimase il segno per cinque giorni. Alla fine mi chiese pure scusa, cosa che un ragazzo come lui non avrebbe mai fatto. Nonostante tutto, per me rimane insopportabile. Pensa che con i suoi occhi azzurri e il fantastico sorriso che si ritrova – che così tutti descrivono – tutte le ragazze gli cadano ai piedi senza dire una parola, vuole sempre stare al centro dell'attenzione. Naturalmente appena ha trovato una che non gli dava corda – la sottoscritta - ha iniziato a infastidirmi e a prendermi in giro davanti a tutti. Certe volte maledico mia madre per avermi mandata a scuola un anno in anticipo.
Per fortuna oggi è l'ultimo giorno di scuola e tra due giorni partirò per Londra, per uno stage linguistico. Non vedo l'ora, dato che non rivedrò più per un mese intero quell'idiota di Mark.
Mi alzo per andarmi a fare una doccia fredda e dopo essermi cambiata scendo in cucina, vedendo sul tavolo un piatto di frittelle che intuisco abbia preparato mia madre. Mangio con calma, guardando il telegiornale che ovviamente portava due notizie cattive su tre.
Esco di casa verso le otto meno dieci – la fortuna di abitare a fianco alla propria scuola – e passo a prendere la mia compagna di classe Jennifer. Come ogni giorno, mi aspetta sul portico, ma oggi è particolarmente felice. Forse perché è l'ultimo giorno di scuola, o forse perché stasera andrà al ballo con il ragazzo di terza per cui ha una cotta stratosferica. Non so cosa ci trovi in lui, infondo ha tre anni in meno di noi ed è un cretino, forse sarà il soprannome HotPants ad annebbiarle la vista.
“Hey Jen, pronta per l'ultimo giorno?” gli chiedo sorridendo, iniziando a camminare con lei di fianco.
“Certo! Però sono in ansia per stasera! Tu hai deciso con chi andare?”
In realtà no, mi hanno invitata un paio di ragazzi ma non sono interessata a loro, così ho deciso di andarci da sola.
“Non so neanche se verrò...”
“Verrai eccome, anche perché ho una sorpresa per te! Ti ho trovato un accompagnatore, alle otto passerà a prenderti a casa”
Non so cos'abbia in mente Jen, ma a questi punti accetto. Sempre meglio che andare da soli.
Entriamo nei corridoi della scuola e naturalmente trovo Mark che mi si piazza davanti per non farmi passare.
“Stamattina mi sono svegliata con la luna storta. Spostati.”
Lui per tutta risposta continua a bloccarmi la strada.
“Scommetto che stasera sarai sola”
“Invece no!”
Lo vedo alzare un sopracciglio per poi guardarmi interrogativo.
“Vorrei proprio vedere chi sarà lo sfigato che ti accompagnerà”
Il suo intervento mi fa innervosire a tal punto che lo spingo via e proseguo verso la mia classe.
La mattinata passa velocemente e, mentre gli altri cazzeggiano. leggo un libro. L'ultima ora arriva, quella d'inglese. La professoressa inizia a parlare del viaggio e mi sento esaltatissima.
“Ho una novità per i ragazzi che andranno allo stage”
Mentre aspetto che vada avanti penso a quale potrebbe essere la notizia. Forse un cambio di college?
“I dormitori saranno misti, perciò dormirete tutti e quattro insieme”
“Quattro?” dico guardandola interrogativa.
“Certo Skye! Tu, Caroline, Mark e James”
Al suono del nome di Hoppus spalanco gli occhi voltandomi verso di lui, che mi guarda con un ghigno per il quale vorrei tirargli un pugno dritto in faccia.
Ho finalmente capito perché mi sono svegliata con un brutto presentimento. Mark mi rovinerà la vacanza studio e le mie aspettative di stare lontana da lui per un mese sono andate a farsi fottere.
Finisce l'ora e mi dirigo verso l'uscita della scuola, ma naturalmente vengo bloccata da lui.
“Piaciuta la sorpresa?”
“Mark, vaffanculo.”
Il nervoso mi sta salendo fino alla testa e il mio livello di sopportazione è al limite.
“Stai attenta mentre dormi”
Non gli rispondo e vado avanti, per fortuna non mi segue così riesco ad arrivare a casa tranquilla.
A pranzo c'è mia madre che mi ha preparato degli spaghetti ma, essendo nervosa, ripongo le posate sul tavolo e allontano il piatto.
“Qualcosa non va, piccola?” mi chiede preoccupata.
“Mark verrà a Londra con me” rispondo sbuffando.
“Beh, è un bravo ragazzo anche se ogni tanto fa lo stupido...magari vi conoscerete meglio e andrete d'accordo!”
“Mamma, tu non capisci. Rovinerà tutto! Sono anni che si ostina a irritarmi, riuscendoci perfettamente.”
“E tu gli hai sempre tenuto testa! Non sarà di certo un mese a buttarti giù. Secondo me lo fa per attirare la tua attenzione, magari gli piaci e non te ne sei accorta!”
Quella frase mi fa arrossire senza un motivo esatto, probabilmente perché pensare che un ragazzo si possa interessare a me sarebbe una grande novità.
“E' alquanto impossibile e comunque è troppo stupido per andare d'accordo con una come me”
Concludo così, sentendo una risata di mia mamma come sottofondo mentre vado in camera per riposarmi un paio d'ore.
Mi risveglio verso le quattro di pomeriggio e mi preparo.
Oggi mi toglierò l'apparecchio dopo cinque anni di sofferenza e non vedo l'ora di poter ammirare i miei denti finalmente dritti. Arrivata dal dentista sono tremendamente felice e lo sono ancora di più quando il dottore mi libera da quella ferraglia.
Durante il tragitto verso casa non faccio altro che sorridere, la giornata si era rivoluzionata ed ero finalmente pronta a prepararmi per il ballo.
Mia mamma mi ha comprato un vestito troppo corto per i miei gusti ma a parer suo, mette in risalto le mie gambe. E' viola, in chiffon e ha una rosa sulla fascia che mi cinge la vita. Inizio a truccarmi – sempre con l'aiuto di mia mamma – e alla fine mi ritrovo con due fanali al posto degli occhi. Mi fido di lei, è come la mia migliore amica e quando si tratta di consigli li ascolto sempre volentieri.
I miei occhi grigio-verdi sono messi in risalto da una linea di eyeliner, ombretto argento e matita viola sotto. In realtà la parte più scandalosa del momento è quando mi ritrovo davanti due trampoli – chiamati anche scarpe col tacco – alti 12 centimetri, neri e con qualche rifinitura argentata.
“E io dovrei camminare su questi cosi?” chiedo sconcertata.
“Suvvia, è il tuo ultimo anno!” continua mamma incitandomi.
Dopo qualche mio tentennamento, mi infilo quelle trappole mortali. Non mi ci trovo tanto male, dopo qualche passo inizio persino ad abituarmi.
Quando sento il campanello suonare, sobbalzo e mando mamma ad aprire.
Mi sento tremendamente nervosa perché non pensavo più alla sorpresa di Jennifer e al pensiero di potermi trovare davanti un brutto tipo, mi sale in testa l'idea di non andare più.
“Tesoro, è per te” dice lei ridacchiando.
Quella risata non è per niente rassicurante, ma decido comunque di andare in cucina per scoprire chi mi accompagnerà al benedetto ballo. Giro l'angolo e quasi non cado in terra dallo stupore.
“Tu?!” esclamiamo insieme io e lui.
Ebbene, colui che adesso si trova in smoking, gel nei capelli e un sorriso mozzafiato – ugh, paragone inappropriato, forse – è anche la peggior persona che poteva capitarmi davanti.
Mark Allan Hoppus.





Kaleidoscope's space :
Non c'è cosa migliore di una Skye/Mark quando ci si sente pieni d'amore :°D
Hope u like it! 

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Capitolo 2
*** So lost and disillusioned ***


Appena becco Jennifer la faccio fuori, questo è certo.
“Sapevo che non dovevo fidarmi di quella!” dice lui passandosi una mano tra i capelli.
“Ma dai, ragazzi! Non è mica la fine del mondo!”
Giusto, quella non è niente in confronto. Oltre al fatto di trovarmelo in stanza tra due giorni, dovrò anche sopportarmelo per un'intera serata.
“Con lui non ci vado di certo” affermo incrociando le braccia.
“Oh, la cosa è reciproca!” replica poi lui, con il suo solito fare da snob.
“Non se ne parla, andate o vi ci porto a forza di calci nel sedere!”
Mia madre non è mai stata l'educazione fatta persona effettivamente, ma ciò non lascia scappare a Mark una risata.
Alla fine dopo qualche tentennamento riesce a convincerci, così in men che non si dica mi ritrovo in auto con lui.
“Giura che non ne sapevi nulla”
“Secondo te avrei accettato di andare al ballo con uno come te?!” rispondo stizzita.
“Acida.”
“Stupido.”
Si conclude così la nostra conversazione, fino all'arrivo non si sente volare una mosca. Appena scesi dal mezzo, mi ferma.
“Ascolta, tanto per non fare i due bambini che litigano, facciamoci vedere felici di essere insieme a questo fottutissimo ballo, okay?”
Dato che la mia reputazione non è delle migliori e che non mi va di fare una scenata davanti a tutti, accetto e mi lascio prendere per mano, irrigidendomi all'istante.
All'entrata tutti ci guardano ed io arrossisco subito. Lui mi stringe più la mano e la cosa mi conforta : forse non sono l'unica ad essere nervosa qui.
Sento una marea di voci che commentano il nostro essere insieme, il mio vestito, il suo, il mio nuovo sorriso. Arrivati finalmente dentro, ci sediamo ad un tavolo.
“Vado a prendere da bere” mi dice per poi allontanarsi.
Mi alzo ancora arrabbiata e vado a cercare Jennifer. La trovo intenta a sbaciucchiarsi con il ragazzino di terza ma non tardo a tirarla via per un braccio.
La reazione di lui non è delle migliori, ma dopo una mia occhiataccia torna seduto.
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?” le sbotto in faccia, più arrabbiata che mai.
“Che c'è di male? Abituati dato che lo avrai in stanza per un mese intero!”
“Non mi importa, meno lo vedo meglio è. E tu lo sapevi, invece mi hai fatto questo scherzo di cattivo gusto!”
“Calmati! Non ci devi mica scopare a fine serata o cose così, gli ho detto di non fare lo stronzo, me l'ha promesso. Non pensavo te la prendessi così!”
Nonostante tutto, non ho più voglia di trattenerla, così la lascio tornare dal ragazzino e torno seduta al tavolo. Passano cinque minuti prima che Mark torni.
“Bevi, ti aiuterà a passare meglio la serata”
Mi porge un bicchiere di vodka che guardo schifata.
“Potevo capire della birra...”
“A me fa schifo. Accontentati.”
Anche se non sono per gli alcolici, ho talmente tanta voglia di tirarmi su che lo bevo in un sorso.
“Non è male!” dico sorridendo.
Per un'altra ora stiamo a bere e a parlare del viaggio. Inizio a sentirmi un po' brilla, così appoggio il bicchiere sul tavolo.
Lui ridacchia e mi porge la mano.
“Ti va di ballare?” mi chiede appena parte un lento.
Perché no? Accetto subito e mi lascio trascinare nella pista.
Mi avvolge i fianchi con le sue mani ed io appoggio il collo al suo petto. La musica ci guida e mi sento al caldo, al sicuro. Non riesco a capire molto mentre mi sussurra qualcosa all'orecchio, riesco solo a fare un sorriso – alquanto ebete – mentre mi da un bacio sul collo. Non so neanche perché lo lascio fare, in questo momento ho solo bisogno di affetto, quello che mai nessuno ha saputo darmi. Noto anche piacevolmente che ha un buon profumo. Mi lascio cullare dal suo respiro, è come se mi colmasse il cuore.
La canzone presto finisce, così lui mi prende per mano e mi porta fuori, nel cortile della scuola.
“Che ci facciamo qui?” chiedo confusa.
“Vieni”
Continua a camminare, la scena deve essere buffa dato che mi reggo malapena in piedi visti i numerosi bicchieri di vodka che ho bevuto e i tacchi alti.
Finalmente, dopo pochi minuti, si ferma tra degli alberi e mi fa sedere su un asciugamano che prende da terra.
“Porti qui tutte le ragazze che ti fai?” chiedo spudoratamente, ridacchiando.
“No, ogni volta che non ho voglia di vedere nessuno, vengo qua. In realtà non ci ho mai portato nessuno”
Intorno a noi non c'è nulla, solo il suono delle cicale e qualche lucciola passante.
“Vuoi tornare a casa?” mi chiede dopo qualche minuto.
“Sto bene qui” mormoro, mentre mi volto per guardarlo negli occhi.
Lentamente, si avvicina a me e mi accarezza la guancia, strofinando il suo naso contro il mio.
Forse la solita Skye sarebbe scappata di fronte a una situazione del genere. Ma adesso sento di non essere quella Skye, date pure la colpa alla vodka, ma nulla mi ferma dall'attaccarmi alle sue labbra.
Lui ricambia subito il bacio e finiamo sdraiati l'uno sopra l'altro. Mi accarezza la schiena con le sue mani ruvide, e mentre io cerco di sbottonargli la camicia, mi ferma.
“Ferma, non puoi.”
“Perché?” chiedo ridacchiando.
“Sei mezza ubriaca, domani te ne pentiresti. Tu mi odi, finiresti per torturarti l'anima a vita se succedesse.”
“Ma-” non faccio in tempo a finire la frase che mi bacia.
Dopo essersi staccato, si rimette la giacca e mi porge la mano facendomi alzare.
“Andiamo, domani mattina dobbiamo essere presto in aeroporto”
Annuisco timidamente, ma dopo pochi passi cado a terra, stremata dalla stanchezza.
Senza dire nulla, mi prende in braccio e mi addormento, cullata dal suo profumo.
 
 
“Skye, svegliati, tra un'ora dobbiamo essere in aeroporto!”
Subito mi alzo e senza proferire parola mi fiondo sotto la doccia. Appena esco, noto qualcosa sul mio collo, una macchia rossa.
“Dannato Hoppus.” dico, dopo averlo identificato come un succhiotto.




Kaleidoscope's space:
Grazie a giulss182 ( <3 ) e a Carousel per aver recensito il capitolo precedente :)
 
 

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Capitolo 3
*** He's a fucking weasel ***


Con la valigia in mano, entro nell'aeroporto e cerco la mia professoressa, che mi fa cenno con la mano di dirigermi da lei. Dopo aver salutato mia madre, vado verso la sala d'attesa.
“Pronta, Skye? Il viaggio sarà lungo!”
“Certo che lo sono. Gli altri?” chiedo timidamente.
“Per ora è arrivato solo Mark, è un attimo in bagno”
Arrossisco solo al sentire pronunciare il suo nome, so che mi vergognerò un sacco non appena tornerà. Infatti, appena finito questo pensiero, lo vedo camminare verso di noi.
Come se non bastasse, la professoressa fa una domanda che poteva decisamente risparmiarsi.
“Cos'hai sul collo, Skye?”
Arrossisco violentemente e Mark ridacchia, non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo da me.
“Emh, una voglia..” rispondo tentennante.
“Possibile che in cinque anni, non l'abbia mai notata?”
Detto questo, se ne va ad aspettare Caroline e James, lasciando me ed Hoppus da soli.
Si avvicina un po' e, vedendo il cambiamento istantaneo del mio colorito di pelle, scoppia a ridere.
“Ti vergogni così tanto?” mi chiede sempre ridendo.
“Vaffanculo. E grazie.” mi limito a rispondere.
Mi guarda interrogativo, probabilmente non ha capito il motivo del ringraziamento.
“Sono stata bene ieri sera” farfuglio appena.
“Anche io, ma non serve ringraziarmi. Non ho fatto nulla di che.”
“E' proprio questo il punto. Devo ringraziarti per avermi fermata, me ne sarei pentita”
“Beh, allora prego” dice cercando di sorridere.
Non parliamo d'altro, aspettiamo di fare il check-in e in poco tempo ci ritroviamo sull'aereo. Naturalmente sono finita vicino a lui, dato che gli altri due piccioncini sono voluti rimanere da soli.
E' la prima volta che prendo l'aereo, perciò ho molta paura e penso si noti dato che tremo come una foglia. Mark senza dire nulla mi prende la mano e me la accarezza, tranquillizzandomi quasi del tutto.
Nella mia testa, ora come ora, stanno vagando un sacco di domande senza una risposta. Questo ragazzo mi sta confondendo un sacco, mi ha torturata per 5 anni e adesso fa così. Non riesco proprio a spiegarmelo.
I miei pensiero vengono interrotti da una sua domanda.
“Del resto, invece, te ne sei pentita?”
“Sì..cioè, no! Non lo so, ecco...”
“Lascia stare.” conclude mollando la presa sulla mia mano.
Lo vedo cambiare atteggiamento, non mi dice più niente per tutte le tre ore del viaggio, durante le quali leggo un libro e mi riposo un po'.
Appena arrivati al college, ci vengono assegnate le camere e, come avevo già previsto, Mark dormirà con me. La cosa mi spaventa, non più perché possa farmi degli scherzi, ma che succeda qualcosa. Ho ancora le idee confuse e non è da me averle. Ho sempre tutto sotto controllo e non poter avere un'opinione limpida su Mark, mi manda in panico.
Nel dormitorio dobbiamo dividerci i compiti : chi cucina e chi lava. A me viene affidato il primo, non ho mai amato cucinare ma, tuttavia, me la cavo abbastanza. Mi farà compagnia Caroline, mentre gli altri due hanno avuto l'altro compito.
Dato che è l'ora di pranzo, ci mettiamo subito ai fornelli, così inizio a parlare con Caroline.
Non è mai stata una tipa antipatica, anzi, una delle poche con cui in classe scambio qualche parola.
“Allora, contenta di dormire con Hoppus?”
Non rispondo, mi limito a sospirare. Anche perché non ho una risposta precisa.
“Si vede che hai una cotta per lui, comunque.”
A quell'affermazione mi volto di scatto e le tiro un'occhiataccia.
“Io non ho una cotta per nessuno. Tantomeno per lui.” affermo decisa.
“Non sembra! Al ballo eravate carinissimi, comunque”
Arrossisco un po' e sorrido.
“G-grazie”
Lei ridacchia vista la mia risposta a dir poco indecisa, per poi rimettersi ai fornelli. Prepariamo della pasta al sugo e delle patatine fritte. C'è da accontentarsi.
Chiamiamo i ragazzi a tavola ma vediamo arrivare solo James, così vado a cercare Mark. Lo trovo sdraiato sul letto in camera.
“E' pronto da mangiare” gli dico sedendomi vicino a lui.
“Non ho fame.” risponde freddo.
“Qualcosa non va?” chiedo timidamente.
“Puoi andartene?”
“Perché?”
Lui si siede e noto che i suoi occhi sono lucidi.
“Davvero non te ne sei accorta?”
Lo guardo interrogativa, non riesco a capire cosa voglia intendere.
“Skye, ho una cotta per te da quasi un anno. Il punto è che tu non mi sopporti e hai ragione, ti ho fatto passare degli anni da inferno. Beh, scusami ma non sono un tipo che si dichiara così apertamente”
Dopo avermi lasciata senza parole, esce dalla stanza. Non sono abituata a sentirmi così, quindi mi sdraio su quel letto, ma non appena sento il suo profumo che si era già impregnato nelle coperte e nel cuscino, scoppio a piangere. Fino a ieri lo odiavo, adesso non so cosa mi stia succedendo.
Caroline, dopo una mezz'ora, bussa alla porta ed entra. Avendomi vista con gli occhi gonfi, mi chiede cosa mi stia succedendo, ma io rispondo semplicemente che sono un po' nervosa ed esco per farmi una passeggiata per il college.
Per fortuna oggi è il primo giorno e ci hanno lasciati “in libertà”.
Mi siedo sotto un albero e inizio a pensare a come prendere una decisione.
Il problema è che ieri sera ho provato qualcosa per lui, ma non posso capire se sia stata la vodka o se lo volevo e basta. Tutti i pensieri che mi vagano nella testa sono simili a quello e alla fine finisco per addormentarmi.
Dopo una ventata fredda, mi sveglio e prendo una decisione : devo andare da Mark a dirgli che non lo odio e che - forse - anche io ho una cotta per lui.
Corro verso il dormitorio e poi vado in camera. Quello che trovo però, non è quello che mi aspettavo. Lui intento a baciarsi con una biondina le cui mani non sono dove dovrebbero essere.
Sapevo che non dovevo illudermi.




Kaleidoscope's space:
Eh sì, sono in vena di scrivere :')

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Capitolo 4
*** And all these demons, they keep me up all night ***


Le mie aspettative di poter parlare apertamente con Mark sono sparite, così senza farmi sentire esco dal dormitorio. Una cosa è certa : non dormirò con lui.
Decido quindi di uscire dal college per farmi una passeggiata per Roempthon – la periferia di Londra in cui stiamo -.
Potrei dormire alla fermata di un autobus, o una cosa così.
Mi siedo in una panchina e rimango seduta a pensare. Mark sicuramente adesso si starà facendo la tipa, Caroline e James si staranno dando da fare ed io sono qui sola. Triste. Arrabbiata. Inizia bene quest'estate, vedo. Le lacrime ormai scorrono ed è difficile fermarle.
Dopo un'ora e mezza, inizio a camminare per il parco, finché non sento dei rumori della camminata di qualcuno.
“Chi c'è?” chiedo.
Nessuna risposta. Dopo pochi secondi continuo a camminare ma i rumori non cessano, inizio ad avere un po' paura, così accelero il passo. Finisco per correre, ma qualcuno mi prende e mi tappa la bocca con una mano. Questo qualcuno, mi porta in un posto più illuminato nonostante i miei colpi e toglie finalmente la mano. Appena mi volto verso di lui, le mie aspettative di tirargli un bello schiaffo, svaniscono. E' Mark ed ha gli occhi lucidi, proprio come me.
“Avevi ragione, ti odio” dico tirando su col naso.
Lui non dice nulla, si avvicina e mi poggia una mano sulla guancia.
Mi sento paralizzata, come se il suo tocco mi stia facendo dimenticare ciò che ho visto un'ora fa. L'ultima lacrima mi scende dal viso, per poi essere asciugata dal suo pollice.
In pochi secondi mi ritrovo con le sue labbra che premono sulle mie, per poi fare incontrare le nostre lingue.
Sto sulle punte, sono troppo bassa ma lui mi cinge il bacino con un braccio per mantenermi in quella posizione, facendo aderire i nostri corpi l'uno sull'altro.
Lo odio? Probabilmente sì. Ma in questo momento, no.
La gente che passa, ci guarda e dice qualche parola dolce. E' tutto perfetto. Finché un qualcosa mi si attacca al cuore, come un demone. Un demone che mi fa pensare negativo, che mi fa pensare a Mark con la tipa, a tutto quello che mi ha detto e fatto in questi anni, alle mie priorità.
Per colpa di questo, mi stacco e le lacrime tornano a scorrere, così abbasso la testa. Mark mi prende il viso e fa incrociare i nostri sguardi.
“Non posso, Mark. Mi hai fatto del male. Ti ho visto con una ragazza prima, eravate nella camera in cui dormo anche io. Non puoi fare così, non sono un fottuto ripiego..”
Non riesco a finire la frase perché inizio a singhiozzare, ma lui mi porta a sedere e mi porge un fazzoletto con cui mi asciugo il viso.
“Perdonami, non dovevo farlo, lo so. Ma tu non sei un ripiego, giuro”
“Devo pensarci, non mi sono mai trovata in una situazione del genere, capiscimi” dico con voce tremante.
“Certo, tranquilla. Ora però andiamo, è mezzanotte e tra un'ora c'è il coprifuoco”
Ci alziamo e ci dirigiamo verso il college. Nel mentre, appoggia un braccio sulla mia spalla e mi stringe a sé, come se avesse paura di perdermi.
Quando arriviamo in camera, lui si ferma all'entrata.
“Vuoi che dorma fuori?”
Dato che mi sentirei troppo in colpa a mandarlo chissà dove, lo tiro per un braccio e chiudo la porta.
“Girati, mi devo spogliare” dico timidamente.
Lui non fa storie e annuisce, voltandosi.
Dopo essermi messa in intimo mi metto sotto le coperte. Lui fa lo stesso ma naturalmente nessuno dei due riesce a dormire, lo sento dai suoi movimenti, non sta un attimo fermo, così decido di accendere la luce per fargli una proposta improbabile.
“Posso dormire con te?”
Lui si volta di scatto e mi guarda con gli occhi spalancati.
“S-seriamente?” dice balbettando.
Ridacchio e mi alzo, ma lui mi ferma.
“T-ti prego, m-mettiti qualcosa addosso o qua sotto finisce male!”
Arrossisco ma nonostante tutto, prendo una delle sue maglie che mi arrivano alle ginocchia e me la metto.
L'ultima cosa che avrei pensato di fare nella mia vita è dormire con Mark e invece eccomi qui, accoccolata sul suo petto, con il suo braccio sul mio fianco.
Prima di addormentarci, mi da un bacio sulla fronte e mi fa una carezza, facendomi salire un brivido per la schiena.

 
La sveglia suona e con malavoglia mi sveglio alle sei. Scuoto Hoppus per farlo svegliare, ma dato che non da cenno di vita, passo alla mia arma segreta improvvisata. Mi avvicino al suo viso e lascio una scia di baci sul suo collo, strusciandomi a lui e sussurrando il suo nome. In men che non si dica, apre gli occhi e ride.
“Hai svegliato qualcun altro oltre a me!” continua.
Noto il suo alza bandiera e arrossisco vistosamente, così lui mi stringe a sé e mi accarezza.
“Tranquilla, sarebbe successo comunque. Ma...potresti svegliarmi ogni giorno in questo modo?”
“Vederemo” rispondo ridacchiando.
Se prima avevo dei dubbi su quello che provo per lui, adesso non ne ho più. Mi sono decisamente presa una brutta cotta per Mark Hoppus.

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Capitolo 5
*** It hurts ***


Dopo esserci cambiati, scendiamo per la prima lezione. Mark è evidentemente assonnato, personalmente invece non lo sono molto. Arrivati in classe, ci sediamo vicini e lui non fa altro che sbadigliare, cosa che mi fa ridere.
Quarantacinque minuti passano veloci, ci siamo presentati e abbiamo fatto conoscenza con i professori, così ci danno quindici minuti di pausa prima di iniziare un'altra lezione.
Il tempo di sistemare le mie cose sul banco che Mark non c'è più. Dato che non ho voglia di giocare alla caccia al tesoro, vado a stendermi sul prato al di fuori dell'edificio.
Quando mi siedo vedo Mark dietro un albero, ma quando mi sposto per vedere cosa stia facendo, lo vedo avvinghiato alla ragazza di ieri. E' come se mi avessero appena pugnalata al cuore, sento una fitta che mi fa stare talmente male che mi sale la nausea.
Perché gli ho dato corda? E' ancora un bambino. E io sono solo uno dei suoi giocattoli. Ma questo finirà, prima o poi.
Me ne torno in classe, ma naturalmente non riesco ad ascoltare nulla visto che lo avevo di fianco. Poi, mi prende la mano e a questo punto scoppio. Mi alzo infuriata ed esco dalla classe, senza dare spiegazioni a nessuno.
La prima cosa che faccio è chiamare Jennifer, ho veramente bisogno di sentirla.
“J-Jen?” dico con voce tremante.
“Hey Skye! Come vanno le cose, lì?”
A questo punto inizio a singhiozzare e la risposta mi sembra ovvia.
“Dimmi che non è per colpa di Mark”
Solo a sentire nominare il suo nome, le lacrime mi annebbiano la vista.
“Lo odio, voglio andarmene da qui” continuo.
“Ascoltami, sarebbe stata una sorpresa, ma io e Thomas domani mattina abbiamo un aereo per Londra e dato che sua madre conosce i proprietari del college, staremo lì per un mese, solo che non assisteremo alle lezioni. Quindi devi resistere ancora per un giorno, perché giuro che quando arrivo gliene dirò quattro.”
Riesce sempre a rallegrarmi in qualche modo, è questo che adoro di lei.
“G-Grazie Jen, veramente...”
“Ma figurati, allora a domani!”
Chiudo la telefonata e torno in camera, ma la situazione peggiora quando vedo la sua maglia sul mio letto. Forse per autolesionismo, o non so per cosa, la prendo e la stringo forte. Mi sdraio sul pavimento e piango, finché non mi alzo. Mi siedo a fianco la finestra quando vedo Mark che si affretta a salire nel dormitorio.
I miei tentativi di chiudere la porta vanno in fumo, così lui entra e vede in che condizioni sono. Ma quando sta per avvicinarsi, mi allontano – non prima di avergli mollato uno schiaffo -.
“Ascoltami bene. Non staremo mai insieme, mettitelo in testa. Mi sono pentita di tutto ciò che è successo negli ultimi giorni. Non voglio che si ripeta, non ne voglio più sapere di te. Per non parlare di quanto sei stronzo.”
Lui fa un attimo di pausa, per poi passarsi una mano tra i capelli, sbuffando.
“Mi hai visto prima, vero?”
Non rispondo, lascio che intuisca.
Dato che non ha più nulla da dirmi, esco dalla stanza lanciando la sua maglia a terra.
 
 
La giornata la passo a studiare qualcosa e quando torno in camera, lui non c'è.
Il giorno dopo arriva Jennifer, così ho modo di sfogarmi per bene, lei mi capisce e riesce a consolarmi un po' – per quanto sia possibile -.
Due, tre, quattro giorni, fino a una settimana.
Già, per una settimana ho a malapena incrociato Mark – giusto prima di dormire - e non ci ho neanche scambiato un saluto. In realtà mi fa anche un po' tenerezza, ha due occhiaie da paura e sembra davvero distrutto, ma d'altronde, l'ha voluto lui.
Non che io sia meglio, non riesco neanche a seguire le lezioni e mentre tutti si fanno delle uscite per Londra, rimango nel college a deprimermi. Mi faccio veramente schifo. Ridurmi così per un ragazzo, sono una stupida. Lui non merita la mia fiducia.
Questo è quello che mi ripeto ogni giorno, ma non mi fa cambiare la mia opinione.
Ho una cotta per Mark, lui mi sta solo prendendo in giro e non posso cambiare le cose. Bella situazione. Bella situazione del cazzo.
Dato che in una settimana non sono uscita neanche una volta, adesso sono le otto di sera e ho proprio voglia di farmi un giro per Londra illuminata di notte.
Prendo l'ultimo autobus – al ritorno prenderò un taxi – e arrivo in centro. Londra è veramente bella, le luci mi scaldano il cuore, vorrei tanto vivere qui. Mi faccio una passeggiata e arrivo in un locale in un quartiere chiamato 'Kensington & Chelsea'. Dato che ho voglia di dimenticarmi tutto almeno per una notte, ordino un Long Island e lo butto giù in pochi sorsi, poi una vodka, un mojito e altri alcolici del genere, finché il barista non mi vuole più dare da bere.
Ubriaca fradicia, appena mi alzo inizio a barcollare e a vedere tutto sfocato, ma riesco comunque ad arrivare in un piccolo parco, dove mi sdraio.
Pur essendo sbronza, Mark è nella mia testa e inizio a piangere per l'ennesima volta, gridando il suo nome. Poi, una figura che non riesco ad identificare mi si sdraia a fianco. In lacrime, inizio a parlare.
“Sai, mi sto innamorando di un ragazzo, si chiama Mark. E' alto, ha gli occhi azzurri e un buon profumo. Sì, io amo il suo profumo, anche le sue labbra..lo bacerei per ore ed ore. Ha anche un buon sapore. E' veramente dolce, però mi ha fatto del male, anche se infondo so che non l'ha fatto con cattiveria...ma io vorrei solo che mi spiegasse perché l'ha fatto. So che finirò col perdonarlo, lo voglio veramente tanto, è fantastico. Per esempio, in questo momento vorrei essere con lui. Sotto le stelle di Londra a tenerci per mano. E vorrei riuscirgli a dire tutto questo ma non ci riuscirei...”
Non ho più fiato per continuare, la vista mi si è ormai annebbiata e ho bisogno di riposarmi. Mi sento debole, così mi alzo ma qualcuno mi trattiene e quando mi volto riesco a capire chi è la persona di fianco a me. Mi si mette di fronte e mi da un lungo bacio sulle labbra. Dopo averlo ricambiato, cado in un sonno profondo.




Kaleidoscope's space:
Grazie alla mia giuliss182 e a Carousel per aver recensito il capitolo precedente!

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Capitolo 6
*** Believe me, if you would ***


Sono sul mio letto, la testa mi fa male e la nausea mi fa correre in bagno appena sveglia. Ho sempre odiato vomitare, ora come ora mi sto odiando come non mai. Mi sciacquo la bocca e mi appoggio alla porta dato che non mi reggo in piedi, a fatica riesco a raggiungere il letto. Mi sento come se stessi per svenire da un momento all'altro, ma mi riprendo quando vedo entrare Caroline. Subito viene verso di me e mi aiuta a sdraiarmi, poi mi da una tazza di caffé – che bevo in pochi sorsi -.
“Cos'è successo?” chiedo confusa.
“Ieri sera ti sei ubriacata e stamattina avevi la febbre altissima, ora come ti senti?”
“Mi fa male la testa e ho la nausea...grazie per avermi riportata qua” farfuglio mentre mi stropiccio gli occhi.
“Non devi ringraziare me, è stato Mark!”
Al nominare del suo nome mi torna in mente un particolare della sera prima, era lui quello che mi ha baciata e di conseguenza ha sentito quello che ho detto. Direi che potrei andare a sotterrarmi.
“Puoi lasciarci soli?”
La voce proviene dalla porta e non è Caroline a parlare – che esce subito -. Rimango come paralizzata quando entra Mark, che si siede vicino a me e mi accarezza il viso.
“Stai meglio?”
Devo rispondere sinceramente, vero?
“Non molto”
Lui, senza dire nulla, si abbassa e mi prende il viso tra le mani lasciandomi un lungo bacio sulle labbra.
Lo prendo per la maglia e lo attiro sempre di più a me, ma mentre ricambio il bacio, una lacrima mi riga il viso, così lui si stacca e sposta una ciocca dai miei capelli.
Si sdraia di fianco a me e sospira.
“Non so cosa mi sia preso. Ero confuso e Amy mi ha abbindolato, giuro che non volevo farlo. Cosa mi è saltato in mente? Beh, sinceramente non lo so. Non mi capacitavo del fatto che io stessi iniziando a innamorarmi di te, volevo tornare indietro, ho paura di farti del male. Però è successo e mi pento di quello che ho fatto, non so come farmi perdonare”
Mi ha letteralmente lasciata senza fiato, tuttavia, continua a parlare.
“So che mi reputi infantile, ti prometto che inizierò a crescere, ma voglio farlo con te. Sei l'unica persona di cui mi importa e voglio continuare quello che c'è tra noi due”
Forse mi sta solo abbindolando, ma voglio fare solo una cosa.
“Ti perdono. Ma adesso sdraiati con me sotto le coperte perché ho bisogno di riposare e ho freddo”
Non so perché ho deciso questo, ma sento che va bene così. Mi piace stare tra le sue braccia, baciarlo, sentirmi così. Mai ho provato prima una sensazione del genere e se diventerà qualcosa di importante, beh, tanto meglio.
Mi stringo forte a lui, ma dopo dieci minuti di silenzio, inizio ad avere caldo. Sudo, la testa inizia a pulsarmi e mi sento il corpo in fiamme.
Do un colpo di tosse e la nausea ritorna. Devo aver preso un virus o una cosa del genere, penso di avere la febbre alquanto alta.
“Mark, non mi sento tanto bene...” dico tossendo.
Lui mi da un bacio sulla fronte e si alza, tornando con un'aspirina e un panno bagnato – che mi poggia sulla fronte -.
Si siede a fianco a me e mi accarezza, porgendomi poi un bicchier d'acqua con l'aspirina sciolta dentro. Bevo e, mentre aspetto che la medicina faccia effetto, Mark mi fa sedere.
“Devi toglierti questi vestiti, sono zuppi” dice sollevandomi la maglia.
Non mi sento imbarazzata davanti a lui, o forse non ho le forze di spogliarmi e lo lascio fare.
Prende un'altra maglia dall'armadio e, dopo avermi tolto i pantaloncini, me la mette addosso, facendomi risdraiare sotto le coperte.
“Non dovresti essere a lezione?” chiedo mormorando.
“Ho detto che ero malato anche io, voglio stare con te.”
“Grazie” dico, per poi attirarlo a me e baciarlo.
Mi sento come se non fossi più la stessa Skye di poco tempo fa. Mi sento più viva, probabilmente grazie a lui. E questo non mi dispiace.
Dopo un riposino di un paio d'ore, mi risveglio con un pensiero in testa.
Mi alzo, svegliando Mark, e chiudo la porta a chiave. Poi, mi tolgo la maglia e mi piazzo davanti a lui, sopra il letto.
“H-Hai caldo?” mi chiede confuso.
“No.” mi limito a dire, avvicinandomi un po'.
Lui per tutta risposta, mi cinge le mani con i fianchi e mi schiocca un bacio a stampo sulle labbra.
“Sai, quella sera...non me ne sarei pentita” gli sussurro all'orecchio.
“E' la tua prima volta?” mi chiede spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Arrossisco e la risposta è ormai ovvia.
“Sei sicura?”
“Sì.” rispondo decisa, per poi avventarmi alle sue labbra.
In poco tempo, lui ribalta la posizione e si mette sopra di me. Inizia a baciarmi, poi scende sempre di più e da lì in poi sento solo che del piacere. Piacere provocato dalle sue labbra, dalle sue mani. E anche se poi, con qualcos'altro mi fa provare un grande dolore, sento la dolcezza nei suoi movimenti. Mi calma con le sue carezze, con i suoi baci e le sue parole sussurrate all'orecchio.
Solo quando entrambi raggiungiamo il culmine del piacere, capisco che per lui provo qualcosa di veramente forte.
Che si amore?




Kaleidoscope's space:
Ringrazio giulss182 e Carousel per aver recensito il capitolo precedente!

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Capitolo 7
*** This can't be the end ***


Il resto della giornata lo passiamo a coccolarci, scopro un lato di lui che non mi sarei mai immaginata avesse. E' dolce, dannatamente dolce. Amo come con poche parole, con qualche carezza, riesca a farmi sorridere. Amo come riesce a farmi ridere nonostante la febbre.
E mi pento di non essermi accorta prima della sua cotta per me. Ma andiamo, chi se lo sarebbe accorto? Mi ha sempre presa in giro, anche negli anni precedenti.
Mi pento anche di averlo detestato, avrei dovuto cercare di conoscerlo meglio, così da capire che sarebbe stato quello giusto per me.
Beh, l'importante è che adesso l'ho capito e possiamo iniziare qualcosa insieme.
Penso a questo mentre sono avvinghiata a lui, sotto le coperte. Il silenzio che si crea tra di noi mi piace, mi da il tempo di pensare e di guardarlo. Adoro guardare i suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso. Mi chiedo come abbia fatto a resistergli per tutto questo tempo.
“Devo farti una domanda” dice interrompendo i miei pensieri.
“Dimmi” rispondo voltandomi verso di lui.
“Ecco...beh...” continua schiarendosi la voce “Com'è stato? Intendo, era la tua prima volta e...”
Lo azzittisco con un bacio dopo averlo visto arrossire un poco.

“E' stato bello. Bellissimo. Fantastico. Stupendo. Magnifico. Anche se un po' doloroso.”
“Oddio, scusami, non volevo farti male! Non sono abituato, giuro che non ne avevo l'intenzione, credimi!”
Sembra che stia per andare in iperventilazione, cosa che mi faccio scappare una risata.
“Lo rifarei ancora, se è questo che vuoi sapere.”
Lui mi guarda e sorride, per poi stringermi più forte.
“Sono stato insopportabile per tutti questi anni, vero?” chiede ridacchiando.
“Beh, un po'. Ma l'importante è che adesso tutto sia cambiato.”
“Giusto” dice deciso, per poi darmi un bacio a fior di labbra.
Poco dopo, sentiamo bussare alla porta. Mark fa un scatto verso il suo letto e si mette una maglia a caso, io rimango in intimo sotto le coperte.
Lui apre la porta ed entra la nostra professoressa, sembra abbastanza preoccupata.
“Ragazzi, come mai la porta era chiusa?”
Vedo Mark in difficoltà, così inizio a tossire attirando l'attenzione della donna su di me.

“Skye, come ti senti? Jennifer mi ha detto che sei stata molto male”
“Eh già, devo aver preso un brutto virus, ma adesso sto meglio. Sa, Mark mi ha aiutata parecchio”

Vedo lui trattenere una risata, mentre la prof sorride soddisfatta.
“Ah, lui si che è proprio un bravo ragazzo. Mi hanno detto che anche tu stavi male, cos'hai avuto?”
“Emh, febbre. Già, stamattina avevo 37.8 ma ora è passata.”
“Bene, quindi tu stai bene e Skye è in buone mani. Direi che posso stare tranquilla! Se ci sono problemi, non esitate a chiamarmi.”
Detto questo, esce e Mark torna da me, dandomi un bacio sulla fronte.
“Sei già più fresca di prima”
“Infatti sto meglio, grazie a te” dico mettendomi di fronte a lui.

“Cristo, sei dannatamente eccitante” continua avvicinandosi al mio viso, poggiando una mano sul mio collo.
Mi mordo un labbro e arrossisco un poco, ma poi lo guardo negli occhi.
“Sapessi quanto lo sei tu” concludo prima di avventarmi alle sue labbra.
Dopo aver ribaltato le posizioni, mi metto a cavalcioni sopra di lui e continuo a baciarlo.
Ma quando sta per arrivare il bello, vedo il tipo di Jennifer entrare nella stanza.
“Ops, interrompo qualcosa?” dice ridacchiando, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Mi affretto a mettermi una coperta addosso e arrossisco violentemente.
“Testa di cazzo. Sei una testa di cazzo, Thomas.” impreca Mark, sbuffando.
“Hey! Ti ricordo che non mi hai considerato per tutta la settimana, depresso di merda. Speravo di farti piacere e invece mi tratti così? Io ti amo!” conclude piagnucolando.
“Certo amore che mi sei mancato, vieni qui!” dice allargando le braccia.
Rido vedendo quell'abbraccio un po' gay.
“Comunque piacere, sono Tom” mi dice poi sorridendo.
“So chi sei, Jen mi ha parlato tanto di te. Sono Skye” rispondo.
“Ti ha detto che ce l'ho lungo, vero? Eh già, non mi chiamano HotPants per nulla”
Mark gli tira un pugno nello stomaco per azzittirlo.

Continuo a ridere, si vede che si vogliono molto bene nonostante tutto.
“Beh, comunque volevo chiederti se hai voglia di uscire. Jen rimane qui al college ma non ho voglia di stare rintanato in una stanza”
Prima che Mark risponda, gli sussurro all'orecchio di andare, così lui accetta senza sentirsi in colpa per me.
Dopo essersi cambiato, mi da un bacio ed esce con Tom. Poi arriva Jennifer e non tardo a raccontargli l'accaduto.
“Finalmente! Ero stufa di vedervi così depressi.” mi dice sorridendo.
“Beh, invece tu? Come va con Tom?”
“A gonfie vele! Dire che mi soddisfa a letto è dire poco.”
“Ma state insieme oppure...?”
Lei cambia espressione, sembra essersi rattristata, tanto che mi dispiace averle fatto quella domanda.
“Beh, lui mi ha detto chiaramente che non vuole una relazione seria. Il problema sono io : ho una cotta per lui ormai da un po'. E no, non è come scopa o cose del genere, ma bensì come mi tratta. Mi sento diversa quando sono con lui, apprezzata. Ho paura che la situazione degeneri, se si accorgesse della mia cotta si allontanerebbe subito da me. I casi sono due : o metto fine a tutto, oppure aspetto che mi passi”
“Ma potrebbe anche non passarti e diventare qualcosa di più forte” aggiungo, mordendomi un labbro.

Lei sbuffa, mi sembra davvero affranta.
“Lo so Skye, ma sono davvero confusa...” finisce sospirando.
Mi limito ad abbracciarla, in questo momento penso sia l'unica cosa che le serva. Quando si stacca, si passa una mano tra i capelli e torna a sorridere.
“Ma tu e Mark quand'è che scoperete?”
Arrossisco un poco per poi balbettare.
“Emh, ecco...”
Lei spalanca la bocca dallo stupore.
“Oh mio dio. L'avete già fatto?!”

“C'est la vie!” dico ridendo.
“E voi due quindi state insieme?”
“Non mi ha fatto ancora una proposta diretta, quindi aspetterò!”
La nostra conversazione viene interrotta da una chiamata, da parte di Tom. Jennifer si affretta a rispondere.
“Tom? - Cosa?! - Oh mio dio, arriviamo subito!”
La guardo confusa, vedendo il suo colorito schiarirsi.

“Jen?”
Da lei non ottengo risposta, sembra paralizzata, così la scuoto.
“Jen!”
I suoi occhi diventano lucidi, a quel punto inizio a preoccuparmi e prendo il suo viso tra le mie mani.
“Jennifer, cos'è successo?!”
“M-Mark e Tom sono stati coinvolti in una rissa, era la guardia medica, l-li stanno p-portando all'ospedale”
Improvvisamente, il cuore inizia a battermi velocemente, inizio ad aver paura e gli occhi mi  mi cambio e trascino Jennifer fuori.
Dobbiamo andare da loro.



Kaleidoscope's space:
Ringrazio Carousel e giulss182 per aver recensito il capitolo precedente!

 

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Capitolo 8
*** But you're so beautiful Skye Leigh ***


Senza avvisare nessuno, usciamo dal college e ci precipitiamo con un taxi in ospedale. Ho paura che gli sia successo qualcosa di brutto, sono una pessimista e perciò sto pensando veramente al peggio. Quando ci portano nelle loro stanze, però, sia io che Jennifer tiriamo un sospiro di sollievo. Sono entrambi seduti, Mark ha diversi cerotti sul corpo e dei punti sopra il sopracciglio e Tom un collare.
Subito mi precipito da Mark, lui mi attira a sé e finisco per stringerlo forte seduta su di lui. Mi sfogo in un pianto liberatorio, è come se tutte le mie brutte sensazioni se ne andassero via con le mie lacrime, se tutti i miei nervi finalmente si rilassassero.
“Va tutto bene, calmati” mi dice lui accarezzandomi i capelli.
Mi allontano di poco, abbastanza per appoggiare la mia fronte sulla sua. Il mio respiro è affannato, tra la febbre, la corsa e la paura, sono veramente distrutta.
Lui mi sorride, a quel punto lo bacio. E' un bacio casto, contiene tutto quello che potremmo dire a parole. Ma a volte le parole non bastano.
Però, dopo un fischio di approvazione di Tom, iniziamo a ridere e torna tutto normale. Mi siedo sulle sue ginocchia e noto che Jennifer è rimasta a dovuta distanza dal ragazzo per cui ha una cotta.
“Avete voglia di spiegarci cosa vi è successo?” chiede lei passandosi una mano tra i capelli.
Mark sbuffa, Tom pure : lo prendiamo come un no. Comunque sia, ce lo faremo spiegare, prima o poi.
Dopo averli aiutati ad alzarsi, usciamo dall'edificio e prendiamo un altro taxi verso il college. Ci nascondiamo dietro cespugli, alberi e tutto ciò che poteva coprirci dato che se ci beccassero, saremo nei guai. Poi ci salutiamo ed io torno con Mark in camera.
Appena entrato, si sdraia sul letto e si mette una mano in fronte digrignando i denti. Mi avvicino e mi siedo di fianco a lui.
“Mettiti a pancia in giù” gli dico aiutandolo a muoversi, per poi togliergli la maglia.
“Non penso di riuscire a fare grandi cose messo così!” dice piagnucolando.
Rido e inizio a massaggiare lentamente la sua schiena. Mia madre ha fatto fisioterapia alla schiena per anni e, ogni volta che la accompagnavo, osservavo attentamente i movimenti che il fisioterapista faceva.
Vedo Mark che inizia a rilassarsi, così continuo per un po', finché non si addormenta.
Lo faccio girare e mettere per bene il braccio, poi lo copro con la coperta e gli lascio un bacio sulla fronte, per il quale lui mi mormora un “grazie”.
Mi metto a dormire anche io, risvegliandomi verso le undici. Dato che Mark dorme ancora, vado a preparare la colazione.
Poco dopo aver messo sui piatti i pancake, Hoppus entra nella stanza passandosi una mano tra i capelli.
“Li hai fatti tu?” chiede stropicciandosi gli occhi.
“Già” rispondo sorridendo.
Lui si avvicina, facendomi indietreggiare ed arrivare con le spalle al muro.
Subito mi attacco alle sue labbra e un bacio che inizialmente è casto, diventa sempre più passionale.
Camminiamo senza staccarci. Mi prende in braccio e mi mette a sedere sopra un mobile, facendo scendere i miei shorts insieme al resto. Sgancio i suoi pantaloni, lui entra in me con una spinta decisa e da lì in poi sto veramente bene. La stanza si riempie di forti gemiti da parte di entrambi, per fortuna gli altri sono tutti a lezione.
Dopo esserci sfiniti l'uno con l'altro, mi poggia a terra ma non stacca il suo sguardo dal mio.
“Sei stupenda” mi sussurra mentre riprende fiato.
“Il tuo piercing lo è di più” dico ridacchiando, toccando il freddo oggetto di metallo sul suo capezzolo.
Guardandolo bene, noto i lividi sul suo corpo. Ne ha due sul braccio, tre sulle costole e uno sul petto.
Devono fargli molto male, dato che quando provo a toccarne uno scatta subito e si allontana.
“Devi spiegarmi cos'avete combinato”
“Il solito, avevamo bevuto e ci siamo presi con delle persone”
Anche se non me la racconta giusta, non voglio pressarlo troppo, così mi rivesto. Lui fa lo stesso, per poi mangiare la colazione.
Quando mi sto dirigendo verso il bagno, mi sento chiamare.
“Skye” dice avvicinandosi.
“Mh?”
“Grazie, veramente”
Gli sorrido, anche se il realtà sarei io a dover ringraziare lui per farmi sentire così felice. E per farlo, lo prendo per mano e lo porto con me dentro la doccia.
Non andiamo oltre il bacio, ci limitiamo a qualche coccola. E' bello come lui mi faccia rilassare anche solo con il suo tocco. Con il suo sguardo mi fa arrossire, ma poi mi rendo conto che non ho bisogno di vergognarmi davanti a lui.
“Sei dannatamente eccitante con i capelli zuppi, Hoppus”
“Vogliamo parlare di te bagnata? Ancora meglio se quello a farti bagnare sono io”
Rido dopo la sua ultima frase e gli do un bacio, uscendo dalla doccia.
“Sai, ho scritto una canzone e c'è una frase di cui vado fiero” mi dice mentre mi avvolgo in un lungo asciugamano e lui se ne avvolge uno in vita.
“Sarebbe?” chiedo curiosa.
“ 'This world is an ugly place, but you're so beautiful to me'. L'ho scritta pensando a te, però quando sfonderò con i blink e ci esibiremo davanti a quindicimila persone, la canterò 'This world is an ugly place, but you're so beautiful Skye Leigh' ”
Queste parole mi fanno diventare gli occhi lucidi, finché non scendono lacrime di gioia. Lui si avvicina a me, ma non gli do il tempo di parlare perché lo abbraccio. Non appena mi stacco, fisso il suo sguardo sul mio e gli faccio una carezza.
“Ti amo, Mark” dico con voce tremante.
Lui fa un attimo di pausa, non staccando il suo sguardo da me neanche per un attimo.
“Sei sicura?”
Annuisco timidamente.
“Anche io ti amo, Skye 




Kaleidoscope's space:
In realtà questo capitolo doveva essere brutale ma mi è preso un attacco di dolcezza e umh ecco qua u.u mancano ancora pochi capitoli alla fine. Cioè, devo scegliere se farla finire nel prossimo capitolo e fare un seguito, oppure finirla tra 3-4 capitoli senza il seguito. Boh, ditemi cosa preferite e mi organizzo (?)
Ringrazio Carousel per la recensione al capitolo precedente!

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Capitolo 9
*** It ends tonight. ***


Il giorno dopo, quando Mark è a lezione, inizio a mettere a posto la stanza dato che c'è un disordine assurdo. Ma, naturalmente, vengo interrotta da un bussare alla porta.
“E' aperto” dico sbuffando, sistemando i letti.
“Emh, Skye”
Mi volto di scatto e la persona che mi ritrovo davanti è Tom, con una faccia abbastanza preoccupante.
“Possiamo parlare? E' successa una cosa con Jennifer” dice sedendosi e passandosi una mano tra i capelli.
Subito penso al peggio : dato che la sua reputazione non è delle migliori, non ci penso due volte a fargli una domanda.
“Sentiamo, con chi l'hai tradita?”
“Tradita?! Ma no! E' che...”
“Vuoi finire la vostra scopamicizia?”
“No! Quella va più che bene!” dice sospirando.
“E allora dov'è il problema?” chiedo impaziente.
“Sono io il problema! Stanotte abbiamo scopato. Tu dirai : che novità! E invece per me è stata una novità, dato che ho provato qualcosa di diverso. Ho iniziato la nostra relazione con il solo scopo di farmi una dell'ultimo anno, ma sta cambiando tutto!”
Sembra andare in iperventilazione, si tartassa continuamente le pellicine delle dita e sembra quasi tremare.
“Tom, calmo. Respira e spiegati meglio, perché non ti seguo.” faccio per tranquillizzarlo.
“P-Penso che mi stia...beh...”
“Dillo Tom.” dico decisa.
“No, ma...”
“Dillo, cristo!” gli dico alzando il tono della voce.
“Mi sto innamorando di lei! Va bene?! Ma sai chi sono io? Tom DeLonge, HotPants! Non può succedere. E lei è troppo per me, non me la merito e sicuramente non ricambierà!”
Mi scappa una risata pensando al caos che si stanno creando.
“Che hai da ridere?!” mi dice quasi scocciato.
“A parte il fatto che tutti possono innamorarsi, davvero non te ne sei accorto?”
Lui mi guarda confuso, alzando un sopracciglio.
“Lei prova la stessa cosa per te, stupido!” finisco la frase scompigliandogli i capelli.
Lui spalanca gli occhi e si alza, fissandomi.
“S-Sei seria? Oh mio dio, non ci credo! Skye, grazie, grazie e grazie! Ti devo un favore.”
Finito il discorso scappa fuori dalla porta, suppongo in cerca di Jen.
Dopo aver passato tutta la mattinata a sistemare, quando finisco mi faccio una doccia e appena uscita sento delle voci dalla porta, così mi avvicino senza farmi vedere.
C'è Mark, ma la ragazza da cui proviene l'altra voce non riesco ad identificarla – Amy- , finché succede il peggio. Li vedo baciarsi e subito gli grido un vaffanculo bello e chiaro, tornando in camera chiudendo la porta a chiave.
Poco dopo, sento la sua voce che mi chiama, insieme al rumore dei pugni contro la porta.
“Apri! Skye, cazzo!”
Mi cambio velocemente e apro la morta, lanciandogli un'occhiataccia. Sta per parlare, ma gli punto un dito sulle labbra.
“Non aprire questa cazzo di bocca. Torna a farti Amy e lasciami in pace.” sibilo freddamente.
Quando cerco di uscire dal dormitorio, lui mi prende per un polso e mi riporta in camera.
“Tu da qui non te ne vai.” continua, quasi facendomi paura.
“A te piace lei. Te ne ho perdonata una, ma non ci cascherò un'altra volta. Sei uno stronzo, un maledettissimo bastardo che si diverte a farmi stare male. Adesso lasciami andare o mi metto a gridare.”
“Lasciami spiegare, almeno!”
“Non se ne parla.” faccio, per poi uscire.
In questo momento vorrei piangere, ma di lacrime ne ho già sprecate abbastanza per Mark nell'ultimo periodo, perciò basta.
Prendo un autobus e torno nel centro di Londra, sedendomi in una panchina di Hyde Park.
Il mio sguardo è fisso a terra, come se non avessi più voglia di fare nulla, neanche vivere. E' brutto sentirsi così vuoti, persi, dopo aver passato dei momenti belli e indimenticabili. Passano più o meno un paio d'ore prima che mi decida a muovermi.
In tasca ho un plettro che Mark mi ha dato la notte scorsa, dicendomi che è il suo porta fortuna e che non l'avrebbe mai dato a nessuno. Stronzate.
Mi alzo, dirigendomi verso la sponda del fiume, ma quando sto per buttare il piccolo oggetto di plastica, la voce di Tom mi ferma.
“Non farlo, te ne pentiresti.”
Mi volto e mi avvicino, dandogli uno schiaffo.
“Non puoi permetterti di dirmi cosa fare.”
“Ti ama.” mi dice, per poi portarmi a sedere.
“Certo, mi ama a tal punto da baciare un'altra.”
“E' stata lei a farlo, lui ha provato a chiederle scusa per averla illusa ma ha fatto di testa sua.”
“Non ci credo più, sono stata abbastanza male per lui. L'amore è uno schifo. Ma io lo amo, cosa ci posso fare? E' tutto per me, sta diventando sempre più importante. Farei qualsiasi cosa per lui...”
“E allora perdonalo!” esclama.
“Non posso...”
“Skye, è più di un anno che ha una cotta per te. E' un coglione, lo siamo tutti, quindi di stronzate ne facciamo a volontà! Non ti lascerebbe mai scappare per una ragazza come Amy. Poi, neanche fosse Angelina Jolie!”
Mi metto le mani nel viso, cercando di trattenere le lacrime.
“Preferirei Skye a Angelina Jolie.”
La sua voce mi fa sobbalzare, quando mi volto, lo vedo appoggiato sulla schiena ad un albero.
Quando faccio per alzarmi, lui inizia a cantare.
 
You and I should get away for a while,
I just want to be alone with your smile .
Buy some candy and cigarettes and we'll get in my car,
We'll blast the stereo and we'll drive to Madagascar.
 
Because when I'm with you,
There's nothing I wouldn't do.
I just want to be your only one.
I'm grasping out at straws,
Thinking back to what I saw ,
That night on the floor when we were all alone.”
 
Mi volto e lo guardo negli occhi.
Una parte di me non vuole perdonarlo, ma d'altronde...dopo questo, come farei?
Si avvicina lentamente e mi mette le mani sui fianchi, premendo la sua fronte sulla mia.
“Non dovrei-” la mia frase è interrotta dalle mie lacrime che iniziano a scendere sul mio viso.
Lui mi stringe a sé, senza dire nulla.
“Non farlo mai più” dico tra un singhiozzo e l'altro.
“Perdonami” sussurra con voce tremante, alzandomi il viso.
Vedo scendere una lacrima dai suoi occhi, che asciugo con il pollice, per poi baciarlo.
Rimaniamo così per un po', finché non ci decidiamo a prendere un bel respiro e a lasciarci tutto alle spalle.
Facciamo un giro per Londra insieme a Tom e Jennifer. I due sembrano avere chiarito, dato che si tengono in mano per tutto il tempo.
Mark, poi, viene chiamato dalla professoressa al college, perciò deve rientrare e mi lascia sola con i due, che non mi considerano di striscio.
Verso sera, mi allontano da loro per farmi una passeggiata, per poi finire in una stradina tranquilla.
Il cellulare mi squilla : è Mark.
“Hey”
“Scusa se me ne sono andato così, mi hanno convocato per una possibile borsa di studio”
“Cosa? Ma è magnifico!”
“Sì, ma avrei preferito rimanere con te”
“Tra poco rientro, tranquillo”
“Ti aspetto allora”
“Ti amo”
“Anche io ti amo, veramente”
Dopo questa frase, sento un forte dolore per poi non vedere più nulla e cadere in un sonno profondo.
 
Mark's Point of View
“Anche io ti amo, veramente”
Dopo questa frase, la chiamata si interrompe.
Riprovo a chiamare, ma niente da fare. Dopo dieci minuti, però, mi arriva una chiamata di Tom.
“Merda, Mark! Vieni subito all'ospedale di Londra, Skye è stata investita e hanno detto che le sue condizioni sono gravi!”
Non rispondo neanche perché subito mi cade il cellulare di mano, scioccato da quello che il mio migliore amico mi ha appena detto.
Corro verso la fermata e mi precipito verso l'ospedale, appena entro chiedo di Skye.
Ho un nodo in gola, se le succedesse qualcosa, penso che morirei.
“E' in terapia intensiva, può andare in sala d'attesa e appena si saprà qualcosa le faremo sapere”
Mentre sto camminando verso la stanza, Tom mi viene in contro.
“Amico, come stai?”
“Come vuoi che stia?!” gli grido, mettendomi le mani sul capo.
Quando però arriviamo in sala d'attesa, Jennifer sta parlando con un medico ed è in lacrime.
Mentre l'uomo sta per lasciare la stanza, lo prendo e gli chiedo come stia la mia ragazza.
“Le sue condizioni non sono ancora stabili, ha avuto un grave trauma cranico e un emorragia interna. Non sappiamo come procederà la situazione, quando vedremo miglioramenti torneremo a dirvelo”
Rimango a fissare il pavimento per qualche minuto, finché una rabbia mi percorre tutto il corpo. Tiro un pugno al muro talmente forte da fracassarmi la mano. Ma il dolore che sto provando non è di certo per questo.
Mi siedo a terra ed inizio a piangere come ormai non facevo più da tempo. Voglio che stia bene, vorrei tornare indietro e poterla salvare, darei la vita per lei. Pensare che da un momento all'altro potrei perderla, mi uccide dentro.
Tom si siede a fianco a me e cerca di consolarmi, ma gli dico di andare da Jennifer, dato che probabilmente ha più bisogno d'aiuto lei di me.
 
 
Il giorno dopo, sua madre arriva in ospedale, distrutta.
La situazione si stabilizza e possiamo entrare per vederla. Appena varco la soglia della porta, il cuore è come se mi si fermasse.
Sembra morta, non reagisce a nessuno stimolo e questo mi fa sentire una merda. Perché non ci sono io al suo posto?
Una marea di pensieri mi attraversano la testa, ma si interrompono quando lei apre gli occhi.
Subito mi fiondo al suo fianco, prendendole la mano.
“Skye! Skye, mi senti?” chiedo tra le lacrime.
“Sì” dice con voce flebile.
Le faccio una carezza, ma improvvisamente fa uno scatto e si scosta. La guardo confuso, non aspettandomi quella reazione.
“E tu chi sei?” chiede spaventata.
“Skye, siamo noi” continua Jennifer.
“I-io non vi conosco, mamma, chi sono?”
“Tesoro, sono i tuoi amici!” esclama sua madre, immersa nelle lacrime di gioia per il risveglio della figlia.
“Fanculo Skye, come cazzo fai a non ricordarti di noi?”
Lei fa un sorrisino, ridacchiando.
“Tu sei Tom!” esclama.
Bene, uno l'ha riconosciuto.
Ma rimane il fatto che per i giorni seguenti, non si ricorda né di me, né di Jennifer.
 
Passano due settimane, siamo tornati a San Diego e sto più male di prima. Ogni giorno provo a parlare con lei, ma non riesce a ricordare nulla.
Mentre sono seduto al tavolo con lei di fronte, prendo una decisione.
“Skye, domani partirò con i blink”
“Va bene, fai buon viaggio!” dice sorridendo.
Lei è convinta che fossimo solo amici, non altro. Sua madre mi ha proibito di dirle tutto, per evitare sue reazioni inappropriate. E in realtà non partirò veramente con i blink, ma lei mi ha anche detto di non volermi più in casa, perché sta iniziando a vedere sua figlia molto confusa.
Per quanto male possa fare, devo lasciarla andare. Ma giuro che mai la dimenticherò e che riuscirò a riaverla tra le mie braccia, perché non smetterò mai di amarla.





Kaleidoscope's space:
Emh, ecco, non mi odiate maaa la fanfic è finita.
CI SARA' UN SEGUITO. LO PROMETTO. (Se lo volete, ovviamente hahahah)
Beh, fatemi sapere se mi devo mettere a scrivere oppure no u.u
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito i capitoli/messo la ff nelle preferite/seguite/ricordate! 

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