Come musica

di Pandacoffee
(/viewuser.php?uid=456381)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Questa è la prima FF che scrivo, siate indulgenti quindi. L’ho scritta principalmente per due motivi: 1) dovrei lavorare ma non ho voglia, quindi scrivo 2) avevo fatto una mezza promessa ad un’amica...per cui...
L’amica in questione è KoalaTea :) Qualche altra precisazione: credo avrà una quindicina di capitoli, abbiate pazienza per la lentezza della narrazione e per l’incredibile inutilità di questo primo capitolo, ma non si può partire subito in quarta.
Ah beh si, è una storia Larry/Ziam, mi sembra doverosa anche questa annotazione..
Beh, buona lettura.
 
F.
  

Come musica 


 
A Louis non importava particolarmente del parere degli altri. O meglio, non gli importava in generale dei pareri altrui, a meno che questi non fossero apertamente negativi. Andare ad una conferenza stampa e annuire quando i loro manager avessero detto: “si, sono gay e stanno insieme”, ne era certo, avrebbe solo attirato pesanti giudizi e una valanga di gratuiti insulti.
Per cui quel pomeriggio,  mentre se ne stava seduto in salotto ad ascoltare Harry raccontare agli altri tre quello che ero successo qualche ora prima, Louis, avrebbe voluto morire.
“Sono dovuto uscire dalla finestra del college” disse Harry ridendo
“Oddio, ma è terribile” iniziò Liam guardandosi attorno per raccogliere consenso. Louis annuì di rimando pienamente d’accordo. Era orribile, osceno, orrendo, inaudito eppure pareva divertire molto sia Harry che Niall...Zayn invece non mostrava alcun segno di interesse.
“Ma và” rispose Harry con un ampio gesto del braccio, come a voler spostare da sé tutta la negatività di Liam.
“No Harry sul serio, è orribile” tentò ancora Liam “sicuro di stare bene?” domando poi studiando la situazione da un altro punto di vista. Se Harry non era arrabbiato come qualsiasi persona normale sarebbe stata, forse era sotto shock, pareva suggerire Liam con quello sguardo indagatore.
“No Liam, Harry sta bene” intervenne Louis “lui sta sempre bene”.
Harry si girò a guardarlo.
“Cosa intendi?” domandò
“Che tu non capisci mai la gravità delle cose che succedono intorno a te” gli rispose Louis mettendosi in piedi.
Harry sembrava davvero sconvolto.
“Cosa sarebbe successo di così grave? Ma siete tutti scemi?” chiese poi ai quattro che lo guardavano. Niall smise di sorridere e guardò Zayn, che finalmente mostrava un po’ di empatia, verso tutta la questione.
Liam invece, pienamente d’accordo con Louis, cercava di non incrociare lo sguardo di nessuno mentre annuiva impercettibilmente ad ogni parola del più grande.
“Certo Harry” continuò Louis “certo, cosa c’è di grave in un centinaio di persone che urlano slogan omofobi alla porta d’ingresso di un college che ti eri appena chiuso alle spalle?” incrociò teatralmente le braccia e con un sorrisino di sfida invitò Harry a rispondere.
Harry si leccò le labbra e deglutì. Cercava di ordinare i pensieri che aveva in testa in una sorta di ordine logico e sensato. Questa operazione però non gli riuscì granchè bene perché tutto quello che riuscì a rispondere fu: “omofobi in che senso?”
“Omofobi in che senso?” gli fece eco Louis.
Zayn alzò una mano come a voler chiedere il diritto di parola e fece seguire a questa tacita richiesta un leggero tossicchiare fintamente trattenuto. “Posso?” chiese poi, per essere certo che nessuno gli rifiutasse il diritto di esprimersi.
Louis non riusciva a capacitarsi della domanda di Harry, si guardava intorno come in cerca di qualcuno che lo aiutasse a capire che cosa cazzo aveva in testa il suo compagno di band. Per cui, quando notò la manina alzata di Zayn fu ben felice di sapere che forse qualcuno avrebbe potuto aiutarlo a far ragionare quell’idiota.
Liam scosse la testa in direzione di Louis, come a volerlo mettere in guardia da quello che Zayn stava per dire. Niall invece con entrambe le mani dietro la nuca osservava il siparietto.
“Sentiamo” disse Louis
“Urlavano che sei frocio, Harry” spiegò Zayn intingendo ogni parola nella più totale ovvietà.
“Te l’avevo detto” disse Liam a Louis alludendo al impagabile tatto di Zayn.
Harry sbuffò infastidito “questo lo avevo capito” disse “non capisco perché parliate di omofobia”.
“Ah beh, amico” disse Zayn a Louis “io ci ho provato, questo proprio non ci arriva” e così dicendo si congedò in camera sua seguito da Niall, che dell’intera discussione aveva capito poco. Si alzò e diede una pacca sulla spalla ad Harry, tra i due gli sembrava quello più bisognoso di conforto.
Si allontanò ma poi tornò indietro e diede una pacca anche a Louis, non gli sembrava giusto confortare solo uno dei due.
Liam invece non sapeva cosa fare.
“Cosa cazzo vuol dire che non capisci perché diciamo omofobi? Harry, dio santo!!!!” riprese Louis iniziando a camminare per il salotto, non riusciva a stare fermo.
“Beh, io vado di là” disse Liam alzandosi.
“NO” gli fece Harry “rimani qui”.
Liam guardò Luois che rispose al suo eloquente sguardo “no Liam è inutile che mi guardi, non so che cazzo dirti, fai quello che vuoi, fai quello che dice Harry, non lo so”.
Liam si riaccomodò sul pavimento, Harry gli si piazzò davanti e incrociò le braccia “spiegami perché dite omofobi” disse poi.
“Avanti Liam, spiega” lo incalzò Louis sedendosi sul divano “avanti, prova tu”
“Harry, vedi...ti davano del frocio, è grave capisci?” iniziò Liam
“Ma io lo sono” disse Harry voltandosi verso Louis che continuava a scuotere la testa.
“Si, bene ma...Harry, non possono dirlo, non possono urlarlo capisci?...e comunque al limite sei gay, bisessuale, quello che vuoi, ma non si dice frocio” rispose Liam con un tono il più amichevole possibile.
“Il problema allora è di chi urlava quelle frasi, certo non mio, perché dovrei preoccuparmene? Posso fare qualcosa per farli smettere? Posso forse uscire e urlare al mondo che sono etero??? Cambierebbe qualcosa? Louis lo fa ogni giorno e non mi pare che sia un’icona etero” disse Harry.
“Cos’è che faccio ogni giorno?” domandò Louis alzandosi.
Liam capì che era giunto il momento. Doveva andarsene.
Si alzò anche Harry che seguì con lo sguardo Liam sparire dietro la porta della camera.
“Esci con quella cretina per mano” rispose Harry “negalo” disse prendendo un giornale di gossip, uno di quelli da quattro soldi, dove l’immagine di Louis e Eleonor all’aeroporto troneggiava in prima pagina.
Louis non guardò nemmeno la rivista, sapeva bene cosa vi era impresso e non gli andava di rivedere quella foto.
“Sei un povero coglione” rispose invece guardando negli occhi Harry “non hai mai capito niente”
“Sono un coglione perché? Perché a differenza tua ho il coraggio di ammettere a me stesso e al mondo che sono gay?” domandò Harry muovendo un passo verso di lui “per questo?”
“Al mondo? E quando lo avresti annunciato al mondo?” domandò Louis “troppo comodo nascondersi dietro al mio rifiuto di fare outing, io non voglio dirlo e dunque tu sei frenato? Stronzate. Nemmeno tu vuoi”.
Harry sorrise in modo triste “è esattamente così invece, io sono frenato da te, non voglio farti del male”
“Ah si?” domandò scettico Louis “non si direbbe, perché non manchi mai di mettermi sotto gli occhi la foto di me e della mia...” fece una pausa e cercò con gli occhi il giornale abbandonato per terra “della mia ragazza” continuò.
Harry non rispose.
“Si Harry, perché c’è una novità, sai? Non sei l’unico a stare di merda per questa situazione, tu almeno non dovevi sorbirti interminabili servizi fotografici con la tua fidanzatina per mano” disse Louis “anche il mio mancato outing è un modo per proteggere te, noi”, concluse calciando il giornale lontano da loro, che rimasero a guardarsi immobili.
“Quando finirà tutto questo?” ebbe solo il coraggio di domandare Harry, prima di avvinarsi a Louis e abbracciarlo.
“Finirà?” domandò Louis di rimando, stringendo a se Harry.
Louis adorava abbracciare Harry, era quel tipo di abbraccio che non smette mai di dare affetto, anche quando non si è più intrecciati, anche quando si è lontani. L’abbraccio di Harry ti rimane addosso, come un profumo, come un tatuaggio. Come musica.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***




Quella sera Harry e Louis non avevano voglia di stare con gli altri. C’era nell’aria quello strano stato di euforia che segue sempre l’uscita di un nuovo singolo. Le radio, le televisioni, tutti che ne parlavano e come al solito dopo una loro nuova canzone, l’intero pianeta iniziava a dedicarsi all’analisi di ogni singola parola, di ogni virgola, come se lì in mezzo potesse nascondersi l’outing che tutti aspettavano.
Come se il loro amore fosse il motore delle speranze altrui, come il loro amore fosse qualcosa di unico, raro e bellissimo.
Quella sera, appunto, Harry e Louis si erano chiusi in camera, dopo aver detto agli altri tre che non intendevano affatto uscirne, per nessuna ragione al mondo.
“Cosa vuoi fare?” chiese Harry a Louis buttandosi sul letto.
Louis guardava fuori dalla finestra o almeno ci provava.
“Spiegami perché dobbiamo tenere le persiane chiuse” azzardò Louis “quale pericolo volante può raggiungerci?”
“Lo sai perché, vuoi che succeda ancora? Vuoi vedere un’altra volta una pazza che si arrampica fino alla nostra camera e ci scatta una foto?” domandò Harry divertito.
“Ok ma, mi sembra di non potermi nemmeno uccidere, capisci?” disse Louis “cioè, metti che io volessi buttarmi? Da cosa mi butto?”
“Dal letto?” provò Harry
“Ma non muoio se mi butto da lì”  disse Louis
“Beh meno male, e poi perché mai dovresti ucciderti?” chiese Harry alzandosi e avvicinandosi a lui.
Fece aderire il proprio corpo all’intera superficie di quello di Louis. Riuscivano a specchiarsi nel vetro della finestra. Harry era alto una buona decina di centimetri in più di Louis e la cosa sembrò tornare di estrema attualità proprio mentre Harry lo notava.
“Per esempio perché il mio ragazzo diciannovenne è più alto di me” sorrise Louis.
“Nah, non è un buon motivo” disse Harry appoggiando il mento alla spalla di Louis.
Lo fece voltare, per poter posare un bacio sulle sue labbra perfette. Harry amava baciare Louis, non c’era attività al mondo che lo coinvolgesse di più. Sentire le sue labbra dischiudersi sotto le proprie, sentire i loro muscoli tendersi all’unisono, sentire che il corpo che stringi tra le braccia è quello di un uomo. Era difficile da spiegare, Harry non aveva mai nemmeno cercato di motivarlo a se stesso, ma l’idea che il corpo che stringeva, che desiderava, che baciava, che toccava, che possedeva, appartenesse ad una persona del suo stesso sesso, lo aveva sempre eccitato tantissimo. Era una sensazione che riuniva in se stessa quanto di più sbagliato potesse esserci al mondo e al tempo stesso rappresentava magnificamente che cos’è l’amore. L’amore è riuscire a specchiarsi nell’altro, vedere che l’altro è il naturale proseguo del tuo corpo. E guardare un corpo così simile al proprio aveva reso per Harry l’innamoramento per Louis un processo naturale e tutt’altro che graduale. Lo aveva amato subito, fin dal principio, fin dal primo sguardo.
“A cosa pensi?” domandò Louis sfilandosi la maglietta.
“Perché?” chiese Harry imitando il compagno. Lasciò cadere per terra la camicia e rimase a petto nudo ad aspettare una risposta.
“Che ne so, sembri distante, perso in qualche pensiero” Louis aveva ancora la maglietta tra le mani “forse non ti va? Mi rivesto, che problema c’è?” si rimise la maglietta “ecco, fatto” sorrise.
“Toglitela subito” disse Harry fintamente serio “Tomlinson, la maglietta. Subito”.
Louis sorrise divertito.
“No, no, ti arrangi” disse stendendosi sul letto “così impari a non prestarmi attenzione e poi si vedeva che non ti andava di farlo” spostò le coperte e ci si infilò sotto “buonanotte Styles”.
Louis spense la luce.
Harry restò in piedi accanto alla finestra ancora per un po’. Louis voleva giocare? Tanto meglio.
“Bene” disse dunque Harry “allora ok, come ti pare, io intanto mi spoglio e mi metto a letto, tu fai pure l’offeso quanto vuoi”.
Harry prese a spogliarsi lentamente. Nel silenzio irreale della loro camera il rumore della cerniera dei suoi pantaloni che si abbassa non poteva certo essere sfuggito a Louis che infatti si mosse impercettibilmente sotto le coperte.
“Mi sto abbassando i jeans” disse Harry “così, giusto per dirtelo”.
Il fruscio degli indumenti che percorrevano il corpo di Harry, prima di cadere a terra sembrò a Louis una sofferenza quasi interminabile.
“Non sto facendo la minima fatica a trattenermi, Styles” puntualizzò Louis “devi impegnarti di più”
“Impegnarmi?” domandò Harry “e perché mai? Mi impegnerei se volessi farti cambiare idea ma come hai detto tu si vedeva che non ho voglia di farlo, no?”
“Giusto” disse Louis deglutendo a vuoto “giusto” poi prese l’iPod dal comodino e si mise le cuffie nelle orecchie.
“Eh no, così non vale però” disse Harry “con le cuffie non sentirai più i miei vestiti cadere a terra”.
Silenzio.
“Louis?” provò a chiamarlo. Nessuna risposta.
“Piccolo idiota” disse poi a voce più alta.
Harry si sfilò i boxer e si tolse anche l’orologio. Appoggiò entrambi sul comodino di Louis.
Girò intorno al letto e si infilò nella sua metà del letto matrimoniale.
Si sdraiò accanto a Louis e piano, quasi casualmente, fece scivolare una mano sulla sua schiena, poi si girò e fece aderire il proprio corpo a quello del compagno. Gli tolse una cuffia.
“Non posso solleticare il tuo udito, ma mi rimane il tatto” disse in un sussurro, poi, lasciò che la sua mano cadesse, anche questa volta quasi per caso, sull’elastico dei suoi boxer. Gli rimise la cuffia e alzò il volume.
Il respiro di Louis era già accelerato come anche il suo battito cardiaco. Harry sorrise.
Prese a baciargli la schiena ancora coperta dalla maglietta mentre con la mano continuava a giocare con il bordo elastico dei boxer.
Si avvicinò ancora un po’ al corpo di Louis e lasciò che lui intuisse, da quel contatto, quanto in realtà Harry avesse, eccome, voglia di farlo.
Louis ne aveva decisamente abbastanza, cercò di girarsi ma Harry lo bloccò. Mise entrambe le mani sotto la sua maglietta e lo aiutò a sfilarsela togliendogli così anche le cuffie.
“Ora hai capito quanto non ho voglia?” domandò Harry in un bisbiglio, a pochi millimetri dall’orecchio dell’altro.
“Lo senti che ho voglia?” domandò ancora Harry spingendosi di più contro Louis.
“Si” riuscì solo a sillabare Louis.
“Oh, magnifico” disse Harry allontanandosi “ora che ho vinto, possiamo anche dormire” finse di sbadigliare.
Louis era pietrificato.
“Harry, perché sapevo che sarebbe finita così?” domandò Louis, cercando di calmare il respiro.
“Ah non lo so, hai iniziato tu” rispose “buonanotte quindi” concluse poi disteso nella sua metà del letto.
“Sai quando parlavo di suicidio, Harry?” domandò Louis
“Si...”
“Ecco, cercare di resisterti è attualmente il più doloroso metodo di suicidio che riesco a pensare”.
Harry rise, mentre Louis non ci trovava niente da ridere. Quant’era difficile non pensare ad Harry nudo a pochi centimetri di distanza.
“Chiedimi scusa per esserti rimesso la maglietta e possiamo fare pace” disse Harry mettendosi seduto.
Louis lo imitò, si mise a gambe incrociate e lo guardò negli occhi.
Dio, quanto cazzo era bello?
Annuì poi ci pensò ancora un po', o almeno finse di farlo, perchè in realtà avevo già deciso.
“Scusa” disse poi, spettinato per via della maglietta che gli era appena stata tolta.
“Scuse accettate” sorrise Harry sporgendosi verso di lui e baciandolo “ma possiamo fare pace solo se ti levi anche i pantaloni, i boxer no perché te li tolgo io”.
Louis sorrise a quell’ordine appena sussurrato a filo delle sue labbra.
Louis era sempre stato un leader, ma prendere ordini, specialmente di quel genere da Harry, era quanto di  più eccitante avesse mai sperimentato nella sua vita.
“Agli ordini” rispose d’un fiato sbottonandosi i Jeans.
 
 
 
“E questo è un ordine” urlò Jason alla piccola cerchia di persone che lo stavano ascoltando.
“E’ un ordine” ripeté alzando ancora di più la voce, anche se Niall dubitava fosse necessario, avevano capito tutti, purtroppo..
“Non voglio più sentire voci di alcun tipo su quei due ragazzi, mai più” concluse poi guardando Eleonor.
“E tu”, le disse con mal celato disprezzo “la pianti di fare la bambolina? Ti paghiamo per essere convincente, non per sembrare appena uscita da un casto film degli anni cinquanta”.
Zayn trattenne malamente una risata.
“Ah ti fa ridere?” gli domandò Jason “non so se avete capito la gravità della cosa ma io sono stufo delle voci su Styles e Tomlinson, è chiaro? E visto che i soldi in questo progetto sono miei, non dubitate del fatto che se ai due amiconi venisse anche per sbaglio l’idea di fare outing, vi trovereste per strada, senza un contratto. Me ne fotto della legge. Denunciatemi pure, ma vi giuro che vi ritrovereste senza una lira in meno di un secondo”.
Nessuno rispose, nemmeno Liam che invece di cose da dire ne aveva eccome.
“Bene” disse infine Jason dirigendosi alla porta “riferite voi questo discorsetto a Romeo e Giulietta” concluse con disprezzo.
Una volta che furono soli, Liam, Zayn, Niall ed Eleonor, si guardarono in silenzio domandandosi cosa fosse giusto fare.
 


Note: Jason non esiste, o comunque non con questo nome. Anche questo capitolo serve un po' da transizione, per permettermi di ingranare la prima insomma ;)

F.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Quarto capitolo ***




Erano passati dieci giorni da quell’intervista nella sala di registrazione. Nessuno aveva voglia di parlarne né l’intervistatore aveva avuto voglia di tornare a parlare con loro. Jason si era incazzato come una iena e tra i ragazzi il clima era davvero teso. Louis non rivolgeva nemmeno per sbaglio la parola ad Harry che dal canto suo si mostrava invece stoicamente deciso a non chiedere scusa. Per cosa avrebbe dovuto scusarsi?
Liam, che sapeva essere il più maturo del gruppo, alle volte era in grado di diventare anche il più ingenuo del pianeta.
“Harry” iniziò infatti Liam una mattina “dovete solo chiarirvi, parlatene”.
Davvero non capiva che la questione era ben più grave? Pensò Harry. Davvero non riusciva a vedere come un diverso modo di vedere una faccenda di quell’importanza non poteva far altro che determinare la fine irrevocabile del rapporto?
“Abbiamo chiuso” rispose semplicemente Harry trangugiando la sua colazione “un sacco di storie finiscono, la nostra non era diversa”.
Harry in realtà avrebbe voluto rispondere “aiutami”.
Aiuto sembrava essere l’unica parola della quale Harry aveva ancora controllo. Erano settimane ormai che ogni volta che pensava alla relazione con Louis e a quanto fosse complicata, l’unica parola che gli si presentasse in mente era solo ed unicamente “aiuto”.
Aveva sedici anni quand’era iniziato tutto questo. Solo sedici. Nessuno però pareva ricordarselo, mai. Tutti che gli dicevano cosa fare e cosa non fare, cosa fosse conveniente dire e cosa no.
Allora lui aveva cancellato tutto, ogni parola, ogni frase. Ne aveva tenute solo alcune: Louis. Ti amo. Aiutami. E il più delle volte si combinavano nella sua mente proprio in quest’ordine.
Ed era così anche quella mattina. Avrebbe voluto alzarsi da tavola, dov’era seduto con Liam a fare colazione, avrebbe voluto comparire sulla porta del salotto, proprio come fanno i bambini di sera, quando hanno appena avuto un incubo e i genitori sono seduti a guardare la televisione.
Avrebbe voluto guardare Louis e dirgli: ti amo, aiutami.
Ma non poteva farlo.
 
 
Louis e Niall erano mollemente abbandonati sul divano grande, quello che più di una notte aveva ospitato qualche loro amico troppo ubriaco per guidare fino casa, oppure qualcuno di loro in balia dell’insonnia.
Quella mattina, mentre ancora Zayn dormiva, Niall era andato a svegliare Louis e gli aveva chiesto, così, per distrarlo un po’, se gli andava di giocare con lui alla Playstation. A Louis non andava granché ma in effetti non aveva niente di meglio da fare.
Era già un’ora che giocavano, Louis continuava a perdere. Non riusciva davvero a concentrarsi, tutto quello che gli passava per la testa era Harry nella stanza accanto che faceva colazione. Aveva sentito aprire e chiudere la porta della sua stanza. Quella dannata porta cigolava sempre, Louis lo aveva sperimentato più volte durante molte notti passate ad intrufolarsi in camera di Harry senza farsi sentire da nessuno. Era stato proprio per colpa (o merito?) di quella porta che avevano deciso di prendere la camera infondo al corridoio, (quella che loro chiamano “per gli ospiti” come se davvero potessero ospitare qualcuno) e dormire insieme nel letto matrimoniale. Ed era stata proprio questa decisione a fare capire agli tre che tra loro due c’era ben più che una semplice amicizia.
Ora invece Harry era tornato a dormire nella sua vecchia stanza e Louis dormiva da solo nella camera degli ospiti. Per Louis, ormai, quel luogo era diventato una sorta di rifugio. Da quando aveva rotto con Harry qualcosa nella sua mente e nel suo cuore si era irrimediabilmente spezzato e con essi, capitava spesso, gli si spezzava anche l’aria nei polmoni. Si ritrovava a boccheggiare sul pavimento, senza avere più il controllo di se stesso. L’ultima volta gli era successo poco prima che Niall venisse a chiamarlo.
  
La luce che filtrava dalla finestra disegnava delle righe chiare e ben delineate sul letto. Louis era sdraiato  in corrispondenza dei ritagli di luce sulle lenzuola e osservava il proprio corpo frammentato da quelle spade luminose.
Gli vennero in mente tutti i momenti passati con Harry, tutte le frasi sussurrate alle orecchie per non farsi sentire da nessuno. Pensò a tutte le volte che quelle braccia forti lo aveva stretto e a tutti i sorrisi che Harry gli regalava nell’arco di una giornata. Ripensò a tutte le volte che Harry aveva provato a spiegargli il tipo di futuro che voleva per loro.
Già, il loro futuro, era stato proprio Louis a distruggerlo? Sul serio era accaduto? Di chi era la colpa per tutto quello?
E poi era accaduto di nuovo, proprio mentre Niall bussava alla porta, l’aria gli si era spezzata in gola e aveva sentito distintamente che anche l’ultimo briciolo di vita lo stava abbandonando.
Non riusciva a respirare.
 

A Zayn non andava affatto di rifare il proprio letto. Quello che pensava era: “tanto tra un po’ di ore ci devo rientrare”. In effetti che senso aveva perdere del tempo a rendere presentabile un letto. Di li a qualche ora ci si sarebbe rinfilato per il riposino pomeridiano e in più nessun avrebbe mai perso tempo a notare quanto fosse disordinato, no?
“Metti a posto il tuo letto Zayn” disse Liam palesandosi all’ingresso della stanza.
“Ma perché?” piagnucolò Zayn “che problema hai con il mio letto?”
“Oggi viene Danielle” rispose Liam “posso almeno cercare di rendere presentabile questa topaia?”.
Zayn sbuffò e cercò di sistemare al meglio il suo stupido letto e, mentre compiva quest’operazione che tanto detestava, gli venne in mente una domanda intelligente, o almeno lui la etichettò così.
“Dopo che te la sei scopata rifai il letto?” chiese con vero interesse.
“Che razza di domanda è?”
“Non lo so, così...visto che sei ossessionato” sbuffò Zayn e poi aggiunse, indicando il proprio letto “va bene così?”
“Si, così va bene” disse Liam alzando gli occhi al cielo e stendendosi sul proprio letto.
“Sai a cosa pensavo però” riprese Zayn, come cercasse di riagganciarsi ad un discorso lontano nel tempo.
Liam girò appena la testa in sua direzione e lo invitò a continuare "no, a cosa?"
“Pensavo...secondo te...ci sono video o fan fiction, o cose simili?”.
Che domanda era? Video, fan fiction o cose simili su quale argomento? Harry e Louis?
“Su Harry e Louis?”
“No, su...” Zayn era imbarazzato, visibilmente imbarazzato. Stava forse per chiedere se...
“Su me e te” disse infine Zayn.
Oh, ma che bello, osservò Liam, non solo doveva gestire Harry e Louis e il dannato clima pesante che si respirava in giro, ora doveva anche gestire se stesso e Zayn?
“No” disse solo mettendosi più comodo sul letto. Tornò a fissare il soffitto e stava quasi per dirlo: “ehi Zayn guarda, c’è un soffitto”, così, giusto per cambiare argomento ma poi, nella stanza, fecero il loro ingresso Niall e la sua allegria.
“Di che parlate?” domandò il biondo lanciandosi sul letto di Zayn.
“Alzati subito dal mio letto” gli disse il proprietario prendendolo per una spalla “vai da Liam”.
“Scusa” disse Niall alzandosi “dunque? Di cosa si parla?”
Zayn lanciò una sprezzante occhiata a Liam e rispose semplicemente “Ziam”.
Da quando Zayn aveva così tanta voglia di parlare? Meditò Liam. Da quando?
Niall rise di cuore “Si? A me fa troppo ridere. Dovreste vedere i video che girano su youtube”.
“Ehi guardate, il soffitto” disse Liam indicandolo “è così...bianco”.
Niall guardò in alto e non poté fare a meno di concordare “Caspita, è vero”.
Liam poi tentò una titubante occhiata a Zayn che tutto sembrava tranne che interessato allo strabiliante soffitto.
Sorrideva invece e scuoteva la testa.
“Sei in imbarazzo” disse poi, scomparendo dietro la porta della camera “non ne vedo il motivo”.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Terzo capitolo ***




Per il momento il problema principale era uno, ed uno soltanto: come introdurre l’argomento?
Liam li osservava seduto sul divanetto della sala prove.  Zayn e Niall stavano spiegando al tizio con la telecamera il modo in cui si procedeva per registrare una nuova canzone. Questi annuiva ma in realtà non sembrava affatto interessato. Aveva avuto il permesso di passare un po’ di tempo in compagnia dei ragazzi e filmare una loro giornata tipo. Era il cameraman di una delle più importanti tv inglesi. Il tizio con il microfono annuiva, accanto al proprio collega, con molta più convinzione e ogni tanto lanciava occhiate cariche di sospetto a Louis e Harry.
I due, dal canto loro, se ne stavano seduti dai lati opposti di un tavolino apparentemente interessati alla piccola intervista di Zayn e Niall.
Liam, che osserva tutti e tutto non poté fare a meno di notare come i piedi di Harry e Louis fossero troppo vicini. Ogni tanto si davano qualche piccolo calcetto, sorridevano in modo scemo e trattenevano una risata, come ci fosse qualcosa di realmente esilarante in tutta la faccenda.
Liam sperava davvero l’intervistatore non se ne accorgesse.
“Molto bene” disse invece questi incamminandosi verso Harry e Louis “molto bene” ripeté a pochi passi da loro.
Oh merda, pensò distintamente Liam mettendosi in piedi.
“E voi avete qualcosa da dire?” domandò l’intervistatore. Il cameraman si avvicinò a sua volta.
“A che riguardo?” chiese Harry. L’immagine dell’innocenza.
“Beh, riguardo a cosa fate di solito quando venite qui” sorrise l’intervistatore indicando l’intera sala.
“Registriamo canzoni” disse Louis. Il tono era tutt’altro che amichevole.
L’intervistatore, regolando anch’egli il proprio tono di voce fece cenno al cameraman di abbassare la telecamera e questi obbedì.
“La spengo?” domandò guardandosi intorno.
“Si” gli disse il collega che poi, rivolto a Harry e Louis continuò.
“Avrebbe potuto andarvi peggio” sorrideva ma era tutt’altro che innocua come discussione “mi sto impegnando a non domandare niente di strano, ma voi almeno collaborate”.
“Di strano?” domandò Liam dall’altro lato della sala “cosa intende?”.
L’intervistatore, parve trovare la domanda di Liam davvero stupida tant’è che non rispose. Indicò Harry e poi Louis e disse soltanto “secondo te?”.
Poi sorrise, quasi in modo paterno, come prima di una predica.
“Sentite, poi la smettiamo e continuiamo con l’intervista” iniziò “a me non frega niente di quello che fate nella vostra vita privata, nemmeno di quello che fate di lavoro a dire il vero, ma almeno abbiate la decenza di piantarla di sbuffare se qualcuno vi chiede un’intervista, o di stupirvi se la gente vi chiede chi è Larry, o Ziam o chi altro”.
Ziam? Pensò tra sé e sé Liam. Poi guardò Zayn che quasi con disgusto sembrava essersi appena reso conto di essere l’unico ad avere una Z nel nome, contraccambiò l’occhiata di Liam mentre questi giungeva alla conclusione di essere il solo ad avere un nome terminante in –iam.
Cercarono di sorridersi mentre Niall analizzava la frase “o chi altro” dell’intervistatore.
Fu Harry a sciogliere il silenzio.
“Non sono le vostre domande a darci fastidio” disse “sono più che altro le risposte che siamo costretti a darvi che iniziano a starci strette”.
Oh porca puttana, pensarono gli altri quattro all’unisono e sembrò pensarlo anche il cameraman che tormentava dubbioso il tasto di accensione della telecamera.
“Sono gay” disse infine Harry abbandonandosi poi contro lo schienale della sedia.
Nemmeno un dissennatore, quelli che svolazzano in giro nella saga Harry Potter, avrebbe potuto portare più gelo nella sala. Erano tutti immobili, pietrificati. Nessuno sarebbe stato in grado di distinguere le loro statue di cera di Madame Tussauds dai loro corpi in carne ed ossa.
“...lo dice per scherzo, è tipo una sfida, per vedere come reagivate” disse Liam ad un tratto, ridendo nervoso.
“Volevate sapere cosa facciamo in sala di registrazione no?” si intromise Zayn “ecco, diciamo cose false, falsissime, sempre”.
L’intervistatore non aveva mai tolto gli occhi da Harry.
“Perché lo hai detto?” chiese questi al più piccolo “perché?”
“Perché mi andava. Devo sempre avere una ragione per tutto?” domandò scocciato Harry.
Louis probabilmente era morto. Se lo aveste chiesto a lui vi avrebbe risposto di si, che era sicuramente morto e che tra l’altro era finito all’inferno o in un terribile incubo.
“E se la telecamera fosse accesa?” domandò questi avvicinando il microfono a Harry.
“O lo spero vivamente” disse lui alzandosi in piedi e stiracchiandosi “lo è?” chiese poi in un largo e pacato sorriso.
“NO è spenta” disse Liam “vero?” chiese poi rivolto al cameraman, che gli bisbigliò un no di risposta.
“Ah” riuscì solo a dire Liam.
“Beh” si alzò Niall “allora devo dire una cosa anche io”.
E adesso che diamine vuole pure Niall, sembrò pensare Zayn  che non sapeva più dove guardare.
“Sono gay anche io” disse infine il biondo, sorridendo “lo sono” sorrise alla telecamera.
“Niall” iniziò Zayn “per favore non dire stronzate, non ne abbiamo bisogno”.
Il cameraman e l’intervistatore invece trovarono la cosa estremamente interessante.
Louis, disperato, guardò la finestra e notò con piacere che le persiane, lì, erano spalancate. Oh, che bello, pensò, poteva suicidarsi, se non era già morto di infarto. Si portò una mano al cuore, come a voler essere certo di essere davvero in vita.
E proprio mentre osservava con orrore che il suo cuore ancora pulsava, sentì Liam dire:
“Si, si sono gay anche io”.
Non solo non era morto, non solo non era all’inferno, era finito ad una strana versione del Gay Pride.
“Anche io” disse Zayn alzandosi in piedi, ma la sua espressione era tutt’altro che convinta.
Louis si guardò intorno. Era diventato l’attrazione principale di un qualche parco divertimento?
Perché cazzo lo guardavano tutti. Tutti tranne Harry, che osservava, anche lui perplesso, i suoi tra compagni di band.
“No” disse poi Harry con uno strano imbarazzo nella voce “loro non lo sono” sorrise quasi a scusarsi di qualcosa.
“Come no?” disse Niall “ma certo che lo siamo”. Il cameraman sembrava davvero disorientato, chi doveva inquadrare?
L’intervistatore lasciò pendere inerte il microfono lungo un fianco.
“Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta accadendo?” chiese poi guardandosi intorno.
Louis per la prima volta lo guardò con simpatia, si stava domandando esattamente la stessa cosa.
Fu Liam a parlare.
“Ecco si”, iniziò schiarendosi la voce “visto che per voi sembra essere così importante il nostro orientamento sessuale, abbiamo deciso di darvi uno scoop falso, qualcosa di cui parlare, non siete contenti?”.
Niall annuì convinto “esatto, voleva essere un messaggio il nostro” sorrise poi rivolto a Zayn “no?”.
Zayn annuì indeciso, non sapeva se gli andava di piangere, ridere o fumare. Forse di piangere e fumare.
Tutti osservarono con apprensione Harry.
“Come no...” disse lasciandosi ricadere sulla sedia, accanto a quel che restava di Louis “come no” ripeté guardandolo.
L’intervistatore si passò una mano sul viso e poi sembrò cercare qualcosa di sensato da dire.
Sospirò.
“Sentite” disse posando una mano sulla spalla del cameraman che abbassò la telecamera “che ne dite di rimandare a domani l’entusiasmante intervista sulla vostra giornata tipo?”.
Liam provò a replicare.
“NO” si intromise invece l’intervistatore “per oggi ne ho davvero abbastanza, non voglio nemmeno provare a farvi altre domande, ok?”.
Si chinò a raccogliere la propria borsa e qualche foglio abbandonato sul tavolo lì accanto.
“Fate ciò che volete, dite a Jason che l’intervista è rimandata e...” sospirò stancamente “schiaritevi le idee”.
Così dicendo si avviò alla porta seguito dal cameraman che li salutò con un gesto della mano.
La porta si chiuse.
 
“Siete tutti scemi?” domandò Louis.
“E’ il tuo ragazzo che è scemo” gli rispose Zayn mettendosi una sigaretta dietro l’orecchio. Ne aveva davvero abbastanza. Aveva bisogno di aria, di nicotina e di stare da solo.
“Chi?” chiese fintamente divertito Louis “lui?” indicò Harry, “lui non è più nessuno per quanto mi riguarda” disse infine.
Harry non disse nulla, si limitò a sbuffare.
“Ragazzi, per favore” iniziò Niall “per favore, ci stiamo giocando la nostra carriera, cerchiamo di restare lucidi”.
Fu abbastanza anche per Harry.
“Ah certo, la carriera” disse ironico.
“Si Harry, la carriera” si intromise Liam “e tu sei soltanto un egoista. Nessuno di noi ha esitato ad aiutarti, ma chissà per quale ragione a te non importa degli altri”.
Zayn si mosse verso la porta.
“Sentite a me non frega davvero niente, fate ciò che volete ma quello domani torna per l’intervista, vediamo di non replicare” poi, rivolto a Liam e Niall “lasciateli soli, che devono chiarirsi le idee”
“Come ti ho già detto io non ho più nulla da dire ad Harry, può fare quello che vuole, con me ha chiuso” rispose Louis avviandosi alla porta.
“Si? Posso dire e fare quello che voglio, Louis?” gli domandò Harry sciogliendo la posizione e mettendosi in piedi “in effetti sono certo che se facessi outing da solo nessuno collegherebbe mai anche il tuo nome”.
“Beh sbaglierebbero se lo collegassero, sei single...da questo preciso istante” sorrise Louis, prima di uscire dalla stanza.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


Poteva  una giornata iniziata con le strane allusioni di Zayn ad una loro improbabile relazione, finire bene?  Pensava Liam.
“Arrivo” aveva urlato in risposta al campanello che suonava “un attimo” aveva poi aggiunto, visto che chiunque ci fosse al di là della porta sembrava davvero impaziente.
“Ciao El”, aveva poi detto guardando la fidanzata di Louis che sorrideva.
“Ciao Liam. Posso entrare?”
“Certo” si scostò appena per farla passare, poi... “Che...cos’hai sul braccio?”.
ORRORE!!!!!!!!
“Oh, si nota così tanto?” aveva domandato Eleonor sinceramente sorpresa ma senza abbandonare il sorriso.
“Cristo Santo El esci di qui...c’è già il finimondo qui dentro esci subito prima che qualcuno ti veda”.
Era impazzita, si presentava in QUELLA casa, con QUEL coso sul braccio?
“Liam ma sei diventato pazzo? Piantala di spingermi!!!”
“Eleonor ti è dato di volta il cervello?” Liam non riusciva a capacitarsi di come si potesse essere così idioti.
“Lasciami andare Liam!!!”
“Zayn!! Niall!!!!” urlava Liam cercando di spingere fuori la ragazza.
Niall fu il primo a precipitarsi in ingresso e sgranare gli occhi davanti a quel coso sul braccio di Eleonor.
“Oh. Mio. Dio. Tu sei pazza” aveva poi detto Zayn ridendo “Harry ti ucciderà e poi si ucciderà”.
“Perché dovrei?” disse Harry comparendo in ingresso e cercando di capire quale fosse il problema dei suoi amici.
“Ciao El...” le aveva detto, non capiva davvero il motivo di tutto quel disordine.
“Ciao Harry” disse lei scocciata lisciandosi il vestito.
Fu solo dopo qualche solito e forzatissimo sorriso che gli occhi di Harry si posarono sul motivo di tanto rumore.
Harry posò lo sguardo prima su Liam, poi su Zayn, infine su Niall e poi, con tutto il fiato che aveva in corpo: “LOUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò.
“Harry” cercava di fermalo Liam “Harry ti prego dove vai?”
“Da lui!!!!!!” rispose Harry lanciato a passo di marcia verso la camera di Louis.
“Aspetta, parliamone prima” provò di nuovo Liam
“Fatti i cazzi tuoi” aveva concluso Harry bussando ed entrando nella camera senza aspettare risposta.

 
“Buongiorno Louis” aveva detto Harry.
Louis, attirato dalle assordanti grida provenienti dall’ingresso si era messo a sedere sul letto ed era anche riuscito ad alzarsi, prima che Harry lo respingesse a sedersi.
“Chiedimi chi c’è di là, Louis”
“Da quando io e te ci parliamo?” aveva domandato il più grande provando ancora a mettersi in piedi.
Harry lo avevo spinto nuovamente.
“Chiedimi chi c’è di là ti ho detto” aveva sibilato Harry “chiedimelo”.
Louis sbuffò.
“Chi cazzo c’è di là, sentiamo”
“Eleonor Calder” aveva sorriso Harry incrociando le braccia al petto.
“E quindi? Harry sto con lei per finta da oltre un anno, qual è il tuo problema? Fammi uscire”.
“Il mio problema??? Il mio problema? Quella con i problemi è la tua fidanzata”.
Finta fidanzata” aveva precisato Louis provando per la quinta volta ad alzarsi, ancora senza successo.
“Come ti pare” aveva alzato le spalle Harry “è comunque problematica”
“Posso almeno sapere per quale motivo?”
“Mah, tu come la chiami una che si fa tatuare una nave con scritto Louis sul braccio?”
Oddio, e adesso cos’era quella novità?
“Un...tatuaggio?” aveva chiesto Louis sgranando gli occhi.
“Si Louis, e lascia che ti dica una cosa...poi puoi fare quel cazzo che ti pare” aveva iniziato Harry permettendo finalmente a Louis di alzarsi in piedi.
“Io non farò outing, va bene, hai vinto. Ma sono stanco, stanco” aveva ripetuto puntandogli un dito al petto “di essere trattato come un idiota da te e da quella cretina, avete capito? I miei tatuaggi sono l’unica cosa che mi sia stata concessa, l’unico modo che avevo al mondo di sottolineare il nostro legame, la tua dannata bussola e la mia dannata nave”...disse indicando i due tatuaggi.
La sua mano restò ferma sul braccio di Louis, in corrispondenza del tatuaggio che ritraeva una bussola.
Si guardarono per un attimo negli occhi poi Louis allontanò da sé il più piccolo e si avvicinò alla porta.
“No” lo fermò Harry “un’ultima cosa” lo prese nuovamente per il braccio e respirò a fondo.
“Spiegami per quale ragione non puoi fingere di essere un eterosessuale single, perché ti serve quella cretina, perché?”
“Harry ne abbiamo già parlato milioni di volte” si divincolò Louis “non l’ho scelta io, me l’hanno appioppata i grandi capi” disse infine con il tono piatto di un discorso imparato a memoria.
“E ora” aggiunse “se non ti spiace, vorrei vedere questo dramma, come lo hai descritto, con i miei stessi occhi” concluse ancora scettico sull’esistenza del fantomatico tatuaggio.
“Ah” disse Harry appoggiandosi con la schiena al muro “prego” concluse indicando la porta.
“El” urlò Louis da dietro la porta chiusa “vieni qui”.
Aprì solo quando sentì Eleonor bussare timidamente.
 
Era anche peggio di come se l’era immaginato. Il corpo esile, da modella, deturpato da una gigantesca nave sulla cui sommità troneggiava il suo nome: Louis.
Louis si coprì il viso con entrambe le mani “OH mio dio, El...mio dio!!!!!”  
“Oh ma fate sul serio?” chiese la ragazza incredula...
“No, tu fai sul serio?” le domandò Harry incapace di contenere la rabbia “ti sei davvero tatuata una fottuta nave? Sul serio El? Una nave come la mia che completa quella del tuo ragazzo?”
“Finto ragazzo” aveva precisato nuovamente Louis.
“Ecco, ma infatti sono venuta qui proprio per parlarvi” disse Eleonor illuminandosi di uno strabiliante sorriso.
“Aaaaaah, è venuta qui per parlarci, Louis, hai sentito?” Harry si accomodò sul letto e imbastì un’espressione fintamente interessata “ti prego El, parla...dicci tutto”
 

In salotto, nel frattempo.
 
“C’è troppo silenzio” osservò Zayn guardando verso il corridoio dove si trovavano le stanze da letto.
“Vero” annuì Niall.
Liam invece messaggiava furiosamente con Danielle chiedendole gentilmente di spostare il loro appuntamento perché non gli sembrava proprio il caso di fare finire anche lei in quel pandemonio.
“Però... stavo pensando” iniziò Niall
“Ah andiamo bene” disse Zayn alzandosi e andando in cucina a prendere una birra.
“No sul serio” riprese Niall “voglio dire, siamo riusciti ad aiutarli nell’intervista in sala prove, no? Magari possiamo farlo anche ora”.
Zayn aveva appena passato una birra anche gli altri due e si era accomodato nuovamente sul divano.
“In che modo, sentiamo”
“Grazie” disse Niall aprendo la birra e mettendosi più composto, raddrizzando la schiena “potremmo tatuarci tutti una nave con scritto Louis”.
Liam posò il cellulare e guardò Niall, Zayn mandò giù un abbondante sorso di birra e prese ad annuire convinto.
“Ma certo” sorrise “è davvero un’ottima idea Niall”.
“Si” sorrise lui “oppure, se vogliamo fare qualcosa di più soft, potremmo tatuarci tutti una nave ma con un nome diverso”.
“Vedi Liam? Tu che facevi quella faccia scettica, ci ha anche fornito un piano B, qualora il piano A ci sembrasse un tantino forzato...” disse serio Zayn
Liam sospirò e si lascio cadere contro lo schienale del divano “non si può vivere così”.
“Io avevo pensato di farmi tatuare il nome Zayn” disse Niall “posso?”
“Ma come no? Certo” disse Zayn e poi, sorridendo dopo un altro sorso di birra “io pensavo di farmi Liam”
Disse con un candore e un’innocenza senza eguali.
Liam sentì una scossa attraversarlo dalla punta dei piedi fino alla sommità dei capelli, pettinati in un’appena accennata cresta.
“E tu Liam? Chi ti vuoi fare?” domandò Zayn, sempre avvolto da un’aurea di sfacciata e diabolica purezza.
“Danielle” disse Liam guardandolo male e mettendosi in piedi “Io pensavo di farmi Danielle, Zayn”.
“Ah beh, basta che poi rifai il letto” gli disse il moro ridendo. Poi si alzò in piedi e si avvicinò a Liam sussurrando un appena udibile “stavo solo scherzando, Payne”.
“No ma, ragazzi” disse dubbioso Niall “ma che c’entrano Danielle e i letti? Ma l’avete capito il piano?”
 
 
“Ah ecco” disse Harry dopo aver ascoltato il discorso di Eleonor.
“Vi avevo detto che non era niente di grave” disse la ragazza.
Louis prese fiato,  davvero stava avendo quella discussione e davvero era chiuso in una stanza con Eleonor e Harry?
“El” disse infine, certo di essere riuscito a controllare i nervi “è fatto con l’Henné hai detto, giusto?”
“Precisamente” annuì lei
“Quindi tra un paio di settimane sparirà” si intromise Harry, seguendo evidentemente lo stesso filo logico di Louis, che infatti annuì convinto riprendendo a parlare.
“Questo vuol dire El, che per tre settimane i paparazzi faranno foto con te tatuata, e tra qualche settimana avranno foto di te senza tatuaggio...corretto?”
La ragazza annuì ancora. Finalmente stavano capendo quanto era furbo quel piano?
“Sei cogliona?” domandò Harry con il suo splendido sorriso “lo sei, El?”
“Perché?”
“Perché il tuo finto tatuaggio si unirà alla vostra finta storia di merda e sarà solo e soltanto un’altra prova di quanto tutto questo sia stato architettato da Jason”
“Ma, anche questo” disse lei indicandosi il tatuaggio “è una sua idea”.
 
Dlin dlon
 
“Eccoli” disse radiosa Eleonor battendo appena le mani al suono del campanello
“Chi?” domandarono in coro Harry e Louis
“Jason, Danielle e i fotografi”
“CHI???” domandarono di nuovo.
 
COSA CAZZO STAVA SUCCEDENDO? 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


Liam lo stava giurando a se stesso, davvero,  non avrebbe mai, MAI più aperto la porta a nessuno.
Non era riuscito a cacciare Eleonor di casa e si era maledetto per non aver guardato dallo spioncino prima di aprire...e va beh, ormai quel danno era fatto e poi comunque prima o poi Harry lo avrebbe saputo, ma, com’era possibile che era stato in grado di commettere per la seconda volta lo stesso errore? Perché aveva aperto senza prima domandare chi fosse?
Questo secondo imperdonabile errore stavolta era costato un’inspiegabile irruzione di una decina di sconosciuti armati di telecamere e macchine fotografiche, di Jason e di...Danielle?
“Danielle???”
“Ciao Lì” aveva sorriso lei seguendo poi la mandria di sconosciuti in salotto.
“Ciao Liam” aveva detto Jason seguendo la ragazza.
 
Erano tutti seduti in salotto.  Sul divano grande c’erano Louis, Liam, Zayn e Niall.
Eleonor era seduta sul braccialo della sedia occupata da Jason, mentre Danielle se ne stava in piedi con le spalle attaccate al muro.
I fotografi, disposti a semicerchio davanti a loro, erano immobili. Non una foto, non una domanda, non un flash lasciato sfuggire “per sbaglio”. La calma assoluta.
Harry era seduto per terra, convinto di risultare così un vero sovversivo, uno che non si sottomette  a norme di educazione o alle regole imposte da chi comanda.
Durante tutto il discorso di Jason nessuno dei ragazzi era stato in grado di proferire verbo.
“E questo è quanto” aveva sorriso l’uomo dopo il proprio discorso mettendosi in piedi con un largo sorriso “che ve ne pare?”
Louis aveva alzato la mano, non seppe nemmeno lui con quale forza, non credeva nemmeno di essere lucido abbastanza per controllare il proprio corpo.
“Posso?” domandò.
Jason gli fece cenno di si e si rimise a sedere per ascoltarlo.
“Dunque” iniziò Louis “vediamo se ho capito: il problema è Harry...”
“Che novità” sibilò il più piccolo ma Louis non vi diede molto peso.
“...e il suo rapporto con lei” proseguì nel suo discorso indicando Eleonor “per cui intendete dare a me un’altra donna finta, volete che io me la faccia davanti a loro” indicò i fotografi e poi domandò “corretto fino a qui?”
“Precisamente” annuì convinto Jason, seguito da Danielle e da Eleonor.
“A quel punto El, tradita, cercherà conforto in Harry e usciranno insieme, da veri amici...così che loro…” indicò nuovamente i fotografi, che si erano uniti all’annuire convulso di Jason “possano fotografarli”.
“Esatto” aveva risposto Jason facendogli cenno di proseguire.
“E verranno fotografati mentre passeggeranno felici e mentre El fingerà di farsi fare il tatuaggio finto che però ha già... giusto? E...”
“No scusate” intervenne Liam “e per quale ragione la ragazza che deve farsi per finta è la mia vera ragazza?”
“Ma perché ciò sottolineerà la vostra giovane età e la precarietà delle relazioni che si hanno da così giovani”.
Liam non sembrava affatto convinto “si ma...”
“Liam, per favore fammi finire...” si intromise Louis “a quel punto, io chiederò una conferenza stampa e annuncerò di essermi rotto i coglioni di tutto e di tutti, dirò che Eleonor mi serviva per coprire la relazione che avevo in realtà con...Danielle...e Harry, in conferenza stampa accanto a me,se vuole,  dirà che lui invece è bisessuale ma che con me non c’entra nulla”.
Louis aveva concluso e ora sorrideva guardando Jason, certo che di lì a poco tutti avrebbero iniziato a fare segno di no con la testa, che gli avrebbero detto: “ma va Louis, hai capito male”.
Presero tutti ad annuire, Eleonor, Jason, Danielle, i fotografi...tutti.
Harry rideva.
“Cioè scusa, e se noi semplicemente ci rifiutassimo?” domandò. Davvero credevano fossero così stupidi da essere manipolati in quel modo? Davvero credevano avrebbero accettato?
“Ah, Harry, a quel punto c’è il piano B...cioè potete fare outing...io non vi fermo...ve lo giuro, quanto è vero che mi chiamo Jason”.
“Sul serio?” domandò Harry
“Sul serio”
“E tu cosa ci ricavi?”
“Niente, ma non possiamo andare avanti così. Io vi ho offerto un piano, voi potete rifiutare e fare outing, mi sembra diplomatico”
Jason guardò Louis e sorrise “non ti pare, Louis?”
Louis restò in silenzio, non rispose, non si mosse, non faceva altro che guardare per terra e scuotere la testa.
“Quindi?” domandò Jason.
Liam provò di nuovo ad intromettersi
“E a te starebbe bene?” domandò rivolto a Danielle, la quale alzò appena le spalle e voltò la testa da un’altra parte, per non guardarlo.
“Bella merda” concluse Liam lasciandosi sprofondare nel divano “boh, Louis, Harry, tocca a voi, io non ho più parole”
“Ah, perché hai anche il dubbio, Liam?” iniziò Harry  indicando Louis “guardalo...ti sembra uno che ha preso la decisione giusta? Non farà outing, mai”
“Non rompere i coglioni Harry, sarebbe comunque un outing individuale, tu che cazzo c’entri?” rispose Louis con tutta la rabbia che aveva in corpo.
“Ah giusto, mi hai lasciato dato che mi amavi da impazzire, me lo dimentico sempre”.
Louis sorrise in modo amaro e si rivolse a Jason “A me sta bene il piano A”
“Vedi Liam? E poi sono io l’egoista” disse Harry prima di alzarsi e tornare in camera “già...”
Fu Niall a parlare questa volta: “scusate...e se invece non facessimo nessuna delle due cose? Restiamo così come siamo, Louis con El, Liam con Danielle e basta...”
Jason si alzò in piedi solenne “no...io vi ho fornito due piani, uno che sta bene a me e uno che sta bene a voi...se adesso i due principini hanno cambiato idea io non posso farci niente”.
Così dicendo si avviò alla porta, seguito dai fotografi.
“Ah, per inciso...questi sono miei fotografi...sono quelli che vi seguiranno a seconda del piano che preferite. Io credo, ragazzi, che abbiate sbagliato per tutto questo tempo, credevate fossi io a bloccarvi nel fare outing? Vi sbagliavate, è evidente...ora siete liberi... e vi ho addirittura fornito un piano per tutelarvi, e vi lamentate?” sorrise “avete tre giorni per decidere”.
 
“Esci” disse Liam rivolto a Danielle “vai con Jason”
“Possiamo almeno parlarne?”
“No” sorrise “assolutamente no, non possiamo parlare di questo e non parleremo più di nient’altro”
“Mi pare giusto” si intromise Zayn, che poi, visti gli sguardi di Liam aggiunse “oh, ero zitto da un sacco di tempo”.
 
 
 
“Potevi dirmelo” disse Louis rivolto ad Eleonor “voglio dire, almeno accennarmelo, avrei potuto parlarne ai ragazzi...così è stato davvero orribile”
“Mi dispiace, io non so più chi devo ascoltare, credimi” si chinò verso Louis ancora sul divano, con le mani davanti al viso, gli baciò una guancia e lo salutò “scusa” ripeté allontanandosi.
“Tu vieni Danielle?” domandò infine rivolta all’altra ragazza, che la seguì.
Zayn rise
“Non provi nemmeno ad andare di là a parlargli?”
“Cosa dovrei dirgli?”
“Mah...comincerei con lo spiegare perché sembra proprio che anche tu sia sotto il controllo di Jason”
Danielle alzò semplicemente le spalle e seguì Eleonor alla porta, che si richiuse dopo poco, lasciando Niall, Zayn e Louis, da soli.
 
“Vai da Liam, Niall” disse Zayn.
Il biondo annuì, prima di sussurrargli un “tu porta Louis a bere qualcosa, io ho un piano”.
“Niall, te ne prego” disse Zayn alzandosi e prendendo Louis per le spalle... “risparmiacelo”
“No, no...questa volta è davvero una genialata, vedrete” e così dicendo sparì in corridoio.
“Tomlinson, andiamo ad ubriacarci” disse Zayn “coraggio”
“No, no davvero voglio dormire...e vorrei non svegliarmi mai più”
“Ah, troppo comoda così...dai su”
“Non ho nulla da dire Zayn, davvero”
“Dobbiamo bere, non parlare...anche se in effetti io qualcosa da dirti ce l’ho”
“Sul serio, non voglio sentire una parola, lasciatemi in pace tutti”
Zayn sospirò e lo lascio allontanare di qualche passo, poi sorrise, pregustando il momento in cui, ne era certo, Louis si sarebbe arrestato e sarebbe tornato da lui.
Prese fiato e disse: “Ziam”
E...tac come previsto Louis si fermò di colpo e si girò: “oh porca puttana”
Zayn rise “oddio, amo così tanto il modo in cui tutti vi pietrificate a questa parola”
“OH PORCA PUTTANA” ripeté Louis andando nuovamente verso Zayn.
“Birra?” gli sorrise Zayn.
“Ettolitri!!!”

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***



Il pub era piuttosto deprimente. O meglio, non il pub in sé che era quasi carino, la parte deprimente era il totale vuoto che le guardie del corpo avevano provveduto a creare loro intorno.
Potevano andare solo ed esclusivamente in quel pub, in nessun altro in tutta Londra. Era l’unico che le guardie ormai erano in grado di gestire perfettamente. Aveva una specie di saletta privata, nel retro, dove un tempo venivano stipati alcolici e casse di sciroppi alla frutta.
Le guardie del corpo si posizionavano davanti alla porta sul retro, che dava appunto sulla saletta privata, e dietro al bancone, dove la porta per la sala era segnalata con la scritta “Privato. Vietato entrare”.
Il proprietario, per rendere il tutto meno triste, aveva arredato la stanza con qualche tavolo e messo poster di vecchi gruppi musicali alle pareti.
Quella sera erano solo Louis, Zayn e gli ettolitri di birra

“Quindi basta? Non vuoi davvero più stare con Harry?” aveva domandato Zayn con uno sguardo scettico e per niente disposto a sentire stronzate.
“Ti ho già detto che non lo so, parliamo di te piuttosto” aveva risposto Louis.
Zayn aveva sorriso appena e scosso la testa accogliendo l’ennesimo sorso di birra amara.
“Prima parliamo di Harry” disse, e qualcosa convinse Louis a non discutere ulteriormente. Si lasciò cadere sul tavolo appoggiando la fronte alla superficie appiccicosa e fredda del tavolino.
“Cosa vuoi sapere?”
“Lo ami?”
Louis si era rimesso composto e osservava Zayn
“Non me lo avevi mai chiesto” disse infine “credevo pensassi fosse solo sesso...”
Zayn alzò le spalle “Beh, lo credo in effetti...” poi ci pensò un attimo ancora e aggiunse “lo credevo”
“Hai cambiato idea?” domandò Louis bevendo un sorso della propria birra ma senza interrompere il contatto visivo con Zayn. Un discorso di quel tipo con lui era davvero qualcosa di paradossale. Stava parlando con Zayn di amore???
“Non è che ho cambiato idea... ci ho solo pensato un po’ di più... fosse solo sesso avresti trovato una storia un po’ più facile... no?”
“Beh innanzitutto avrei trovato una donna, suppongo” rispose Louis guardando un punto imprecisato nello spazio intorno a loro, come perso nei suoi pensieri “sì, credo proprio avrei scelto una donna” concluse poi.
“Quindi? Lo ami?”
“...sì” rispose Louis ingoiando un troppo abbondante sorso di birra “immensamente”
“E perché fai così allora? Fate outing, Louis, davvero... non è un problema per nessuno di noi”
Louis aveva preso a scuotere la testa all’inizio della frase di Zayn
“No, no e ancora no” iniziò “è più complicato di quanto pensiate... Harry è un bambino, crede che tutto nel mondo sia bello e facile, crede che io possa proteggerlo da tutto e tutti... Io ho paura, non ho problemi ad ammetterlo, io ho paura Zayn, è una situazione di merda... e poi nessuno di voi ha davvero capito il discorso di Jason. E il tatuaggio di Eleonor? Quale sarebbe il senso di quel tatuaggio? Voi non avete capito, quell’uomo ha in mente qualcosa... anche l’idea di fare uscire lei e Harry... non ha senso, non avrebbe un significato... eppure Jason non fa cose a caso... credimi, sta progettando qualcosa”
Zayn concordava ma non capiva esattamente quello che l’altro intendeva né tanto meno per quale ragione Louis lo fissasse con quel sorriso allusivo.
“Perché quella faccia? Sai qualcosa del piano di Jason?”
“No, affatto...” sorrise Louis
“Quindi quella faccia da idiota...?”
“È per te e Liam”
Zayn rise di cuore e si alzò per bussare alla porta “un’altra birra” bisbigliò, certo che qualcuno dall’altra parte fosse in ascolto.
“Due” disse Louis dal tavolo.
“Due” ripeté Zayn alla porta, poi si stiracchiò e tornò verso il tavolo.
Appoggiò entrambe le mani sullo schienale della propria sedia e restò in piedi, a fissare Louis.
“Me e Liam?” sorrise
“Si...hai detto Ziam prima che uscissimo” gli ricordò Louis, come fosse necessario.
Dalla porta entrò il gestore del locale con un vassoio e due birre chiare. Lasciò il tutto sul tavolino e se ne andò dopo una specie di mezzo inchino.
“Questo si inchina addirittura” disse Zayn ridendo e mettendosi a sedere “la gente non è normale eh”
“Non cambiare discorso” disse Louis strappandogli la birra di mano e avvicinando anche la propria a sé.
“Ti ridò la birra dopo che mi avrai spiegato” concluse sorridendo.
“Che palle” iniziò Zayn “non c’è nulla da dire... siete tu e Harry che mi confondete, ma non c’è nulla da dire, davvero... ho solo iniziato a credere che forse, FORSE Louis, ho detto FORSE... potrei aver pensato, per un secondo, non di più, di essere attratto da Liam... ma... forse... e per un secondo...”.
Si guardarono per qualche istante serissimi e senza avere davvero niente da dire.
Louis soprattutto non sapeva come iniziare un discorso.
“Dammi la mia birra” disse infine Zayn.
“No” rispose Louis “spiega bene questo forse e questo secondo
Zayn si alzò con fare davvero poco amichevole e Louis fece scivolare entrambe le birre verso il vassoio.
“Me ne bastava una” disse Zayn avvicinando nuovamente una delle due bottiglie a Louis.
“Dai Zayn davvero, spiega” piagnucolò Louis
“Te l’ho già detto... non c’è nulla da dire...”
“Ho capito, ma spiega come mai credi di essere attratto da lui”
“FORSE, avevo detto FORSE”
“Va bene... parla però”
Zayn sbuffò sonoramente.
“È colpa di Harry” disse Zayn prendendo fiato
“Oh cristo, perché tutte le storie iniziano così?” domandò Louis incredulo.
“Stavamo ridendo per una fan fiction su voi due” riprese Zayn “e ad un certo punto mi ha detto che esistevano anche storie su lui e Liam, su te e Niall, su Harry e Niall... su me e te” concluse poi con un ampio gesto della mano, come a sottolineare l’assurdità della cosa.
“Harry e Niall?” rise Louis “oddio, è la cosa più... surreale del mondo, te li immagini?”
“Beh scusa, immagina me e te... ti sembra meno surreale?”
“Avrebbe qualcosa di più eccitante l’intera questione... Harry e Niall? Cioè... già Niall di per sé...” sorrise Louis.
Zayn rise e proseguì “ok, comunque... poi ha detto che esistevano anche le storie Ziam, e già me lo aveva detto Niall, ma non ci volevo credere... e... non mi ha fatto schifo come il resto delle storie, voglio dire... come idea... non mi ha turbato” concluse Zayn visibilmente imbarazzato.
Louis annuiva incoraggiante “E...”
“E mi turbava proprio questo fatto: perché non mi turbava l’idea di me e Liam... anzi…”
“Anzi?” domandò Louis
“Si, anzi...l’idea di me e Liam ha fatto tutto tranne che turbarmi” disse Zayn e proseguì prima che Louis potesse dire qualcosa “per cui la sera stessa ho aperto il pc di Niall e ho cercato fanfiction su me e Liam e... le ho lette... e... dio mio Louis, piantala di guardarmi così!!!”
“Così come?” disse Louis cercando di non ridere.
“Mi guardi come ti avessi detto che sono gay. Io non lo sono”
“Non l’ho mai pensato” disse Louis sincero “...solo che, Zayn... davvero, credo tu debba farti qualche domanda”
“Mi sono fatto tante domande, credimi. Il problema credo siano le risposte”
“In che senso?” domandò Louis
“Credo di non avere risposte. Voglio dire, qual è la risposta alla domanda perché odio quando Liam esce con Danielle?
“Devo davvero rispondere Zayn?”
“NO” disse Zayn prendendosi il viso tra le mani “e come faccio a farmi passare l’idea di me e Liam?”
“Beh, credo tu debba... distrarti...”
Zayn sorrise ed estrasse il cellulare dalla tasca “Davvero?” disse dopo aver mostrato il display a Louis.
Louis sgranò gli occhi e fissò prima il cellulare poi Zayn.
“Per quale cazzo di ragione massaggiate di notte? Siete nella stessa stanza”
Zayn sospirò e si rimise il cellulare in tasca.
“Ha iniziato lui... mi ha scritto se ero sveglio, qualche notte fa e se mi andava di parlare... gli ho detto di si e lui mi ha chiesto come andava con Perry, io gli ho detto bene e lui mi ha risposto che con Danielle invece andava così e così... abbiamo parlato di un po’ tutto... poi mi ha chiesto se uno di questi giorni mi andava di uscire da soli... ma nessuno dei due aveva ancora mai accennato alle Ziam, capisci? Poi l’altro giorno come un idiota ne ho parlato e... ho iniziato a fare battute cretine... e lui non mi ha più scritto”.
Louis era pietrificato.
“E tu continuavi a dirmi che non hai nulla da dire?” iniziò “ma sei coglione?”
“No aspetta...manca un pezzo della storia” esitò Zayn con fare quasi imbarazzato  “Liam non mi ha più scritto... fino a questa sera”
“Ti ha scritto? Stasera? E cosa dice?” domandò Louis.
Zayn sorrise “Non vuoi davvero saperlo”
“Certo che voglio davvero saperlo” disse Louis sconvolto “perché non dovrei?”
Zayn estrasse il cellulare dalla tasca, nuovamente, e lo porse a Louis, dopo aver armeggiato qualche secondo con la cartella messaggi ricevuti.
 
Quando tornate? Harry continua a piangere e a dire che vuole parlare con Louis”. Primo messaggio.
“Primo messaggio” disse Zayn prima di girare nuovamente il cellulare verso di sè e scorrere con il dito sul display, per cercare il secondo.
Louis si sistemò meglio il colletto della camicia e si mise più composto. Odiava sapere che Harry stava male. Cercò di nascondere il proprio stato d’animo, tossì appena e poi guardò il cellulare che Zayn gli stava nuovamente mostrando.
 
Zayn, io ho bisogno di parlare con te”
“Secondo messaggio” sottolineò Zayn “e...terzo” disse mostrandone un altro.
 
“Ti prego. Torniamo a parlare come prima che tu tirassi in ballo le Ziam... o... parliamo anche di quello se vuoi. Io voglio parlarne”.
 
Louis riacquistò lucidità mentale e domandò “tu cos’hai risposto?”
“Non ho risposto” disse Zayn armeggiando con il cellulare.
“Ah. Quindi c’è un quarto messaggio?”
 
Zayn, per risposta, girò il cellulare verso Louis e disse “Eh già”
“Ok, è l’unica cosa di cui voglio parlare. E sei l’unica persona con la quale voglio parlare. Torna a casa”.
 
“Minchia” sentenziò Louis
“Concordo” disse Zayn “e guarda l’orario in cui mi ha inviato i messaggi”
Louis obbedì e sorrise.
 
“Eravamo appena usciti di casa...non eravamo nemmeno entrati nel locale...”
“Esatto...”
“Liam è impazzito... si accorge di botto che ha bisogno di te?”
“Può darsi, credo la storia di Danielle lo abbia turbato... ora comunque pregate che non impazzisca totalmente anche io, se faccio le cose le faccio per bene”
“Oh merda Zayn, Jason non reggerebbe anche una Ziam”
 
 
 
 
Note: il prossimo capitolo sarà decisamente Larry :) prometto.
Ah, un ringraziamento particolare alla mia beta KoalaTea, che soffre nel leggere di Niall non accoppiato a Zayn (lei shippa Ziall... shhh... non dite che ve l'ho detto).
Grazie a lei per il supporto e per il fatto che rende divertente ogni giornata, anche la più schifosa. Lei è la mia ciliegina sulla torta, è lo zucchero nel caffè, è l'accento sul sì affermativo e l'indispensabile paio di virgolette intorno ad ogni frase.
Grazie a lei..e a voi che leggete.
F.





Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***




L’apocalisse. Un paesaggio post atomico. A Louis non veniva in mente altro per descrivere la propria camera. Cosa diamine era successo lì dentro?
Niall, appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte e un’espressione divertita sottolineò il tutto con un “te l’avevo detto io...”.
 
“E cosa stava cercando?” domandò Louis ancora incredulo.
“Una foto, ha detto”
“E l’ha trovata?”
“Si” disse Niall addentando una mela.
Fantastico. Di male in peggio.
 “Per quale ragione il mio letto è fradicio?”
“Ehm” inziò Niall ma Louis non gli lasciò il tempo di rispondere perché infatti domandò: “E dov’è ora?”
“La foto o Harry?”
“Harry” Louis ci pensò su un attimo “se ti avessi chiesto dov’era la foto cosa avresti risposto?”
Niall si guardò intorno... “beh” iniziò a parlare con la bocca piena “avrei detto che è un po’ lì, un po’ lì e un po’ giù dalla finestra”
“HA STRAPPATO LA FOTO?” domandò Louis quasi urlando
“No... non esattamente...” rispose Niall con aria colpevole.
Louis gli si avvicinò con sguardo omicida e si fermò solo quando i loro visi furono a pochi centimetri di distanza.
“Cosa intendi con non esattamente, Niall?
“Beh, prima ha provato a strapparla, ma credo fosse plastificata... allora mi ha chiesto di morderla... MA... ti giuro che mi sono rifiutato... e poi...”
“E poi...?”
“Poi ha provato a tagliarla, e c’è riuscito... ma poi credo gli fosse venuta una mezza idea di fumarla perché l’ha arrotolata e ha cercato di darle fuoco... ed è lì che ci siamo accorti che era plastificata veramente”.
“Come ve ne siete accorti, Niall?” chiese Louis prendendo il biondo per il colletto della maglietta.
“Mi metti i brividi quando mi guardi così... dici il mio nome in modo cattivo”
“COME VE NE SIETE ACCORTI, NIALL?”
Niall si liberò e si allontanò di qualche passo e alzando le spalle indicò il soffitto.
“È che sono partiti gli allarmi di fumo e ha iniziato tipo a piovere”
“Oh buon Dio, è per quello che il mio letto è inzuppato d’acqua?”
“Anche”
“ANCHE, Niall...ANCHE???”
“È che poi è arrivato Liam... io non sono sicuro di cosa sia successo dopo”.
Louis era assolutamente, totalmente, incredibilmente sconvolto.
“Ti chiamo Liam?” domandò Niall
“No” rispose Louis “Liam lascialo dov’è, sta parlando con Zayn”.
Louis si guardò intorno, non sapeva da dove iniziare per mettere a posto.
“Vado a parlare con Harry” disse infine “grazie per aver badato a lui eh, grazie davvero Niall”
“Figurati” sorrise Niall, anche se non era proprio sicuro che lo stesse ringraziando davvero.
 
 
“Disturbo?” domandò Louis entrando e sbattendo la porta della stanza di Harry alle proprie spalle.
“Sì” disse Harry, cioè... la voce di Harry.
“Dove diamine sei?” chiese Louis muovendo un passo all’interno della stanza.
“Quassù” disse nuovamente la voce.
“E c’è un particolare motivo per il quale sei sull’armadio?” sospirò Louis.
Non poteva essere vero tutto quello che stava succedendo. Non poteva.
“Non trovavo una cosa e quindi sono salito qui per vedere se dall’altro la vedevo” disse Harry “e comunque non sono cazzi tuoi”
“No infatti, non lo sono” disse Louis sedendosi sul letto di Harry “avrei tanto voluto tornare a casa e mettermi a letto...”
“Con chi?” domandò Harry
“A dormire Harry, da solo, sai nei letti a volte si dorme anche” sibilò Louis di risposta. “Ad ogni modo” proseguì il più grande “sai cosa ha impedito che io me ne andassi tranquillamente a dormire?”
“Non riesco proprio ad immaginarlo, forse i sensi di colpa Louis”
“No. In realtà in camera mia sembra che qualcuno abbia appena intrapreso e perso una partita a Jumangi, e sembra anche che qualche ladruncolo mi abbia rubato una foto. Ne sai niente?”
“No” disse Harry migliorando la propria posizione. Lasciò che le gambe penzolassero dall’armadio e poggiò la schiena al muro.
“Scendi da lì” gli disse Louis
“Non dirmi quello che devo fare”
Louis si alzò in piedi, era davvero stanco di tutta quella situazione.
“Perché hai strappato la foto?”
“Non l’ho strappata, tecnicamente” precisò Harry
“Oh ti prego risparmiami questa storia, l’ho già sentita da Niall e mi è bastata”
“Beh” iniziò Harry “pensavo non ti importasse della foto, credevo ti arrabbiassi di più per la storia della pipì”
“La storia di cosa?”
“Della pipì, Niall non ti ha detto che ho fatto pipì sul tuo letto?”
Louis non sapeva se ridere o piangere
“L’ha omesso... ha detto che è arrivato Liam e che lui non si ricorda cos’è successo dopo gli allarmi anti fumo”
“Liam? Liam è stato a piangere in camera sua quasi tutto il tempo, non è mai entrato in camera tua”
Louis sospirò e poggiò la fronte all’armadio.
“Perché hai fatto pipì sul mio letto Harry, perché fai tutto questo? Perché sembrate tutti imbecilli qui dentro?”
Harry sorrise, gli faceva davvero pena Louis. In effetti perché stava facendo tutte quello stronzate?
Si lasciò scivolare su un fianco e abbandonò una mano verso la testa di Louis ancora appoggiata al legno dell’armadio.
Gli accarezzò i capelli.
“Perché sono arrabbiato Lou” disse
“Era la nostra prima foto, la prima foto insieme... perché l’hai... distrutta...?” chiese Louis, senza sciogliere la propria posizione e senza impedire a Harry di toccargli i capelli.
“Perché vorrei fosse possibile”
“Cosa?” domandò Louis
“Distruggere tutto quello che ti riguarda. Se non posso stare con te... non voglio nemmeno ricordare di esserci stato un tempo. Non voglio svegliarmi ogni mattina e sapere che un tempo eri mio e che ora non lo sei più... non voglio”.
Louis alzò la testa verso l’alto, verso Harry acciambellato in modo buffo sull’armadio. Harry ricambiò lo sguardo e tirò sul col naso, mentre con una mano si asciugava alcune lacrime.
Era bello anche così. Era bello anche quando si mostrava bambino, anche quando era talmente fragile da poter essere spezzato anche solo con la forza del pensiero.
Louis alzò un braccio e lo aiutò nell’asciugare le lacrime.
“Scendi” gli disse.
Harry annuì e si mise seduto.
“È che non so come si fa” disse poi guardando verso il basso
“Come ci sei salito?” domandò Louis certo che la risposta non lo avrebbe affatto sorpreso
“Mi ci ha messo Niall... mi ha aiutato insomma”
“Ma Niall che cos’ha? Lo avete drogato?” si informò Louis sinceramente perplesso.
Harry rise.
Il più grande avvicinò una sedia all’armadio, vi salì in piedi e allungò entrambe le braccia verso Harry che sorrise nel modo più dolce e attraente che Louis avesse mai visto in tutta la sua vita.
Harry si aggrappò alle spalle di Louis e si lasciò scivolare verso il basso. I piedi toccarono quasi subito la seduta della sedia e presto la normale differenza di statura tra i due fu ristabilita.
“Io ti amo” sussurrò Harry.
Louis non poteva reggere oltre tutta quella situazione.
“Ti prego” disse appoggiandosi al petto di Harry “ti prego, non farmi questo”
“Questo cosa?”
“Non dirmi che mi ami... io vorrei solo che tu dimenticassi tutto quanto”
Harry mise una mano sotto il mento Louis e gli alzò appena la testa, per permettergli di guardarlo negli occhi.
“Vuoi che lo dimentichi? Tu lo hai dimenticato?”
“No. No ad entrambe le domande ma sarebbe molto meglio... lo sai, per tutti e due”
“Perché?” sospirò Harry, era nuovamente sull’orlo delle lacrime “perché? Non facciamo niente di sbagliato”
“Lo so. Ma io non sono pronto, questo è tutto quello che posso dirti”
Harry sospirò.
“Allora facciamo finta, uscirò con Eleonor, fingerò di essergli amico, farò tutto quello che vuole Jason e non proverò mai più a fare outing ma ti prego, ti prego... stiamo insieme. Non lo saprà nessuno, non lo diciamo nemmeno ai ragazzi, ma non mi lasciare”.
Fu come se qualcuno gli avesse tirato una secchiata d’acqua ghiacciata, fu come se un tornado gli fosse appena nato nello stomaco, come se il pavimento cedesse e come se il cielo gli franasse addosso.
Cosa avrebbe dovuto rispondere? Poteva funzionare?
Un bacio può essere frainteso? Un bacio può essere un addio o è sempre e solo una risposta affermativa alla domanda “resterai con me?”
Louis non aveva risposta a nessuna di queste domande, non sapeva cosa fosse giusto e cosa no però lo fece, senza pensare, lasciò che le sue labbra riprendessero posto su quelle di Harry e lasciò che tutte le lacrime che aveva accumulato in quei giorni scendessero senza freno lungo le sue guance.
Lasciò che il suo cuore riprendesse a battere seguendo il ritmo del corpo di Harry e lasciò che la mano del più piccolo lo conducesse giù dalla sedia, verso quel letto tanto famigliare che profumava di lui e del loro amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Nono capitolo ***


Due giorni dopo

Liam non era propriamente sicuro di stare bene. In due giorni la sua vita era cambiata. Non stava più con Danielle, l’aveva lasciata e lei non si era nemmeno opposta, non aveva provato a dire o fare qualcosa. Era stata in grado solo di dire che le spiaceva immensamente ma che forse era meglio così.
Cosa vuol dire che è meglio così? Aveva pensato Liam. Perché non era stata lei a lasciare lui? Era lei che credeva sarebbe stato meglio così, no? Bene, dunque perché aveva dovuto lasciarla lui e perché Danielle si stava prestando ai giochini di Jason?
Liam si tormentava con queste domande da due giorni e due notti.
 
Erano le quattro del mattino e se ne stava seduto sul pavimento del balcone con le gambe stese in avanti, verso la ringhiera in ferro battuto che lo divideva da un salto nel vuoto.
Accanto a lui fumava in silenzio Zayn, seduto nella stessa posizione.
Liam non era propriamente sicuro di stare bene. No.. non lo era affatto.

“Non capisco perché ti tormenti con questa storia” riprese a parlare Zayn liberando una nuvola di fumo dalla bocca
“Perché mi dispiace averla lasciata, l’ho lasciata io, capisci?”
L’hai lasciata perché è una troia pensò  Zayn, ma optò per limitarsi ad un “e quindi?”
“È che io non avevo mai lasciato nessuno, fa proprio schifo”
“E fin qui ci siamo, ma non capisco...avevi motivi oggettivi per lasciarla, ti ha trattato male, o comunque con poco rispetto”.
Zayn faceva abbastanza fatica a parlare con Liam, soprattutto quando stava così male. Bisognava pesare ogni parola, ogni singolo suono che Zayn emetteva doveva avere un senso, doveva essere sufficientemente soft da non causare uno scompenso emotivo in Liam ma allo stesso tempo doveva risultare risoluto e fermo. Doveva far capire a Liam che Danielle lo aveva trattato davvero di merda, senza però insultare la ragazza. Liam non lo avrebbe sopportato.
“Non è che mi ha trattato male, forse è stata solo un po’ superficiale”
“Beh, Lì...domani dovremo comunicare a Jason quale versione del piano accettiamo... da domani Danielle si... farà... Louis...”
Ecco, forse questo risultò poco soft e poco pensato perché Liam si abbandonò ad un pianto convulso e disperato.
“Oh merda” disse Zayn aspirando l’ultimo tiro dalla sigaretta, prima di gettarla giù dal balcone.
Prese ad abbracciare Liam e a dondolarsi avanti e indietro, come si fa con i bambini per cullarli.
“Non volevo dire quello... sai bene che sarà per finta... pure con Eleonor, hai mai visto Louis baciarla sul serio? Di quello non ti devi preoccupare...l’ho detto così, senza pensarci”.
Liam era completamente abbandonato tra le braccia di Zayn. Poggiava la guancia esattamente sul suo petto mentre con entrambe le braccia gli cingeva il collo.
Fu proprio in questa esatta posizione che Liam, tra le lacrime, constatò che: “abbracci bene come Niall”
Zayn rise.
“Rimbomba tutto quando ridi” disse Liam sorridendo, osservando come standogli così appiccicato alla cassa toracica, ogni suono risultasse mille volte più profondo.
Zayn rise ancora, nessuno gli aveva mai detto una cosa così stupida.
“Smettila di ridere” rise a sua volta Liam “rimbomba!”
“Non riesco, mi fai ridere”
“Di qualcosa” disse Liam togliendo le braccia dalle spalle di Zayn e asciugandosi le lacrime, senza però staccare l’orecchio dal petto del ragazzo.
“Qualcosa cosa?” domandò Zayn
Liam si staccò ridendo e guardandolo negli occhi “Prova a sentire, senti tutti i suoni in modo strano”.
Si mise in piedi e porse una mano a Zayn, per aiutarlo ad alzarsi.
Zayn lo assecondò, almeno un risultato lo aveva ottenuto: Liam non piangeva più.
“Ascolta eh” disse Liam spingendo il petto in avanti “appoggia l’orecchio e senti”
“Oh Liam, ti prego” disse Zayn scuotendo la testa “cosa c’è di così esaltante in tutto questo?”
“Dai, non fare la merda” disse Liam con un leggero broncio.
Zayn sospirò certo che tutta quella situazione fosse davvero imbecille.
“Ok” disse poi chinandosi appena per poggiare la guancia al petto di Liam che rise.
Rise anche Zayn.
“È vero” sorrise “rimbomba, è fastidioso... giuro che non rido più quando ti abbraccio” disse Zayn rimettendosi dritto ed estraendo l’ennesima sigaretta dal pacchetto.
“No, sei bello quando ridi”.
 
Liam non era affatto convinto di stare bene, e se l’avesse detto ad alta voce Zayn sarebbe stato d’accordo, nemmeno lui era proprio certo di essere completamente in salute.
Si sentivano strani.
 
“Tu lo sei sempre” borbottò Zayn mettendosi la sigaretta in bocca e sedendosi nuovamente per terra.
Liam fece lo stesso.
“...grazie”
“Prego” rispose Zayn aspirando a fondo la nicotina.
“Danielle non fuma” osservò Liam
“Lo so”
“Non ho mai baciato qualcuno che fuma...si sente il sapore?”
Zayn tossì.
“Non chiedere queste cose, Liam”
“Perché no?” domandò invertendo la propria posizione. Appoggiò la schiena alla ringhiera del balcone e lasciò le gambe distese verso il muro.
“Perché mi fai presumere cose che non devo presumere” rispose Zayn senza guardarlo.
“E cosa presumi?” domandò Liam
“Ecco, non devi farmi nemmeno questa domanda”
Liam sbuffò.
“Cosa posso domandarti?”
“Quello che vuoi...tranne queste cose” rispose Zayn finalmente rivolgendo il proprio sguardo a Liam.
“Di cosa avete parlato tu e Louis l’altra sera?” domandò Liam
Zayn sorrise
“E tu perché piangevi?” domandò a sua volta l’altro.
“Per Danielle”
“Ottimo” disse Zayn tornando a guardare da un’altra parte.
“Di cosa avete parlato tu e Louis?” riprovò Liam
“Me lo chiedi perché lo sai già o perché davvero vuoi saperlo?”
Liam alzò le spalle e sorrise.
“Tu rispondi e basta...e guardami quando parliamo” aggiunse.
Zayn assecondò la richiesta e lo guardò
“Io non penso sia il momento adatto per parlare di questo, Liam”
Questo cosa?”
Zayn sorrise e aspirò altra nicotina.
“Io e Louis abbiamo parlato di lui ed Harry...”
“E basta?”
“E di me e te” disse infine Zayn “sei contento ora?”
“Si. E perché non possiamo parlarne?”
“Non possiamo parlarne adesso, perché tu non credo sia abbastanza lucido.. diremmo cose di cui potremmo pentirci”
Liam distolse lo sguardo da Zayn. Aveva ragione probabilmente. Allora perché quella discussione, seppure così sbagliata, era stata l’unica in due giorni a non farlo pensare a Danielle?
“Tipo cosa?” domandò infine “voglio dire, fammi un esempio di qualcosa per cui potremmo pentirci”.
Zayn sorrise.
“Tipo la tua domanda di prima...mi hai chiesto se si sente il gusto del fumo, durante il bacio...quella è una cosa di cui avremmo potuto pentirci”
“No. Io te l’ho chiesto e non me ne sono pentito”
“Si?” disse Zayn lanciando la sigaretta finita, l’ennesima “e me lo hai chiesto per avere una risposta?”
“Si”
“Beh, però hai lasciato perdere. O non ti incuriosiva saperlo, visto che non hai fatto niente per avere una risposta, o ti sei pentito di avermelo domandato” sorrise Zayn “quale delle due?”
Si osservarono per un po’. Zayn ricordò un discorso che aveva avuto con Louis un paio di anni prima. Louis gli raccontava di come, giorno dopo giorno aveva visto sparire davanti ai propri occhi la linea che divideva giusto e sbagliato. Di come la linea si fosse assottigliata ad ogni sguardo tra lui ed Harry e di come poi fosse sparita al primo contatto delle loro menti, prima ancora che dei loro corpi.
“Mi hai detto che non potevo domandartelo” disse Liam ristabilendo le posizioni originarie. Si sedette nuovamente accanto Zayn. La schiena poggiata al muro.
“Liam è sbagliato. Ed è sbagliato il momento. Tu non vuoi”
“Si che voglio”
“Piangevi per Danielle poco fa”
Zayn cercò di alzarsi ma Liam lo bloccò
“E tu non hai fatto che parlare delle storie Ziam per tutta settimana scorsa”
“Ho sbagliato, scusa...non avrei dovuto”
“Dimmi cosa vuoi e perché ne parlavi, Zayn”
“Non c’è un motivo, davvero...non c’è”
“Si che c’è. Ci ho pensato anche io, tutto il tempo”.
 
...e di come poi fosse sparita al primo contatto delle loro menti, prima ancora che dei loro corpi.
 
Di nuovo il discorso di Louis tornò a pulsargli nella testa.
 
“È sbagliato Liam...è sbagliato”
“Non mi importa. Per favore”
Zayn non rispose, scosse solo la testa e cercò di guardare altrove.
“Voglio solo provare a vedere se è davvero così sbagliato...voglio solo...”
 Zayn non gli lasciò finire la frase.
Com’è che continuava il discorso di Louis? Aveva detto qualcosa circa il fatto che quando scavalchi la riga te ne accorgi e che una volta superata, comunque, non si può tornare indietro.
Le parole di Liam restarono sospese nell’aria, bloccate prima ancora che potessero essere pronunciate. Le labbra di Zayn premevano su quelle del compagno che modificando di poco la propria postura assecondò quel bacio ad occhi chiusi.
 
...credimi te ne accorgi, una volta superato quel confine non si può fare il percorso inverso e anche fosse possibile, non vorresti tornare dov’eri prima nemmeno per tutto l’oro del mondo.
 
Ecco come finiva il discorso di Louis. Erano passati due anni eppure Zayn lo ricordava bene. Prima non aveva alcun senso, ora, invece, quel discorso aveva al suo interno tutta la verità del mondo.



 Note: anche per questo capitolo ringrazio la mia beta KoalaTea (sempre preziosissima) e le persone che hanno recensito oltre a tutti quelli che hanno letto :)
Grazie milleeee <3
F.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Decimo capitolo ***



Tre giorni dopo
 
Niall era fermamente convinto che fosse successo qualcosa di strano. Non sapeva né a chi né quando, né cosa di preciso...ma nell’aria, nel clima disteso che si respirava in casa, c’era qualcosa di strano e di inspiegabile.
Avevano accettato il piano di Jason che prevedeva una finta relazione tra Danielle e Louis e un’improbabile amicizia tra Harry ed Eleonor. Persino Liam, che aveva passato i giorni prima a piangere, non aveva opposto la minima resistenza.
Quella mattina avevano registrato una nuova canzone, forse era quello che rendeva tutti così felici, non che a Niall importasse davvero quale fosse il motivo di tutta quella gioia, l’importante era il risultato.
I ragazzi erano tornati a casa ma lui era voluto restare in sala di registrazione con Josh, ancora per un po’.
 
Harry era rientrato in casa e aveva lanciato la giacca sul divano.
“Cosa si mangia?” aveva urlato, per farsi sentire anche da Liam nell’altra stanza
Dal divano arrivò la risposta annoiata di Zayn:
“Pizza, come al solito”
Harry sorrise e si buttò sul divano accanto a lui.
“Proprio te cercavo” disse sdraiandosi accanto al compagno.
“Che vuoi?” gli domandò Zayn.
Harry era sdraiato a pancia in giù e cercava di guardare negli occhi Zayn che, però, continuava ad allungare il collo per vedere una partita in tv.
“Harry non vedo” gli disse poi appiattendolo sul divano.
“Ho saputo una cosa” gli sussurrò Harry di risposta, ridendo e poi portandosi un dito alla bocca per mimare un “shhh”
Zayn lo guardò male e gli diede una spinta che lo fece rotolare giù dal divano.
“Ti hanno mentito” concluse Zayn “sicuramente”.
Così dicendo alzò il volume della tv e finse di non prestare attenzione al più piccolo.
“Ah, quello sicuramente perché mi hanno detto che sei etero” disse Harry alzandosi e avviandosi verso la cucina.
Harry provò mentalmente a contare fino a cinque.
Uno.
Due.
Tre.
“Vieni di là” disse Zayn trascinando Harry nell’altra stanza
“Mi fai male Zayn” disse Harry cercando di liberarsi il braccio della stretta del più grande “davvero”.
“Ho appena iniziato a farti male”
 
“Sono a casa” urlò Louis dalla porta d’ingresso.
Fu accolto dal più totale silenzio.
Si tolse la giacca e stava per appenderla quando un flebile suono attirò la sua attenzione.
“C’è qualcuno?” domandò Louis
“Chi è?” chiese una vocina
“Liam?”
“Louis?” domandò Liam comparendo in ingresso “Oh grazie a Dio, ho sempre paura quando entra qualcuno in casa”
“Le tue fobie sono sempre più idiote Liam”
“L’ultima volta è entrato Jason con la schiera di finti fotografi, con la tua ex finta ragazza e la mia ormai ex reale ragazza...che ora è la tua attuale finta ragazza”.
Louis restò a fissare Liam per un po’.
“Sai Liam...io credo tu sia un po’ scosso”
“No, affatto” disse Liam tornando verso la cucina.
Louis lo seguì.
“Gli altri?” domandò poi sedendosi sul tavolo.
“Niall è ancora fuori con Josh, volevano provare a suonare non so cosa, e Harry è in camera con Zayn”.
“Harry è in camera con Zayn?”
“Sì... perché?”
“Cosa stanno facendo?”
“Credo stiano litigando”
“Litigando? Perché?”
“È colpa di Harry”
Louis sospirò.
“Ah, certo... figurati se la storia non iniziava così”
Liam alzò le spalle
“Zayn lo stava trascinando in camera e diceva che lo avrebbe ammazzato, quindi penso sia colpa di Harry”
“Sì, sì, ma non ne dubito...”
Louis poi parve perdersi nei propri pensieri, sorrise, scese dal tavolo e si avvicinò a Liam che capì subito dove avrebbe virato la discussione.
“Non guardarmi in quel modo” disse infatti dirigendosi verso il frigo e prendendo una bottiglia d’acqua.
“Io ti ho detto di cosa ho parlato con Zayn l’altra sera...ora tu mi rendi il favore”
“Assolutamente no”
“Dai” disse Louis quasi piagnucolando “dimmi come va tra voi?”
“Louis, non c’è niente di niente tra noi... dovevamo solo chiarire l’argomento Ziam, è chiarito e basta. Amici come prima” disse Liam sorridendo.
Louis fece un sorrisino di rimando e restò a guardarlo con le braccia conserte.
“Non è quello che dice Zayn”
“Stai mentendo lui non ti ha detto nulla, perché non è successo nulla”
 
Dlin dlon
 
“aaaaaAAH” urlò Liam nascondendosi dietro Louis
“Fai sul serio?”
“Apri tu ti prego” proseguì Liam
Louis obbedì sospirando
“Comunque un giorno ci sediamo tutti in salotto e parliamo delle tue fobie Liam, ok?”
“Apri dai” gli urlò Liam
Louis poggiò la mano sulla maniglia e aprì la porta sorridendo ad un ancora più sorridente Niall in compagnia del batterista, Josh.
“Ho portato le pizze” disse il biondo entrando in casa.
Liam prese i cartoni delle pizze e andò in cucina seguito da Josh.
“Com’è andata la giornata?” domandò Louis a Niall
“Oh, non male... il pezzo con chitarra e batteria è fighissimo, dopo te le facciamo ascoltare”
Oddio i funghi noooooooooo” urlò Liam dalla cucina
“Liam, non puoi fare sul serio!!” gli urlò dall’ingresso Louis
“Sono allergico, non mi fanno paura” sbraitò l’altro in risposta.
Louis tornò a guardare Niall
“Andiamo a mangiare và”.
 
“Ciao Josh” disse Zayn comparendo in cucina e sedendosi al suo posto.
“Ciao” gli sorrise l’altro
“Mangi con noi?”
“Sì... io e Niall volevamo farvi sentire il pezzo, dopo cena”
“Ottimo” disse Zayn allungando una mano per salutare anche Louis.
“Posso andare un secondo in bagno?” domandò Josh
“Ora c’è Harry che piange, ma puoi pisciare sul letto di Louis, va di moda qui dentro” disse Zayn
“Coglione” disse Louis alzandosi e dandogli una sberla sulla spalla “perché piange?”
“Fattelo raccontare da lui” disse Zayn alzando gli occhi al cielo.
 
 
“Cos’hai combinato stavolta?” domandò Louis ad Harry, seduto sul bordo della vasca.
“Volevo parlare con Zayn di lui e Liam” iniziò il più piccolo “e lui mi ha picchiato con un cuscino”
Louis non riuscì a trattenere le risate
“Non fa ridere Lou”
“Ma sei tu che sei cretino, perché vai a rompere i coglioni agli altri? Non ne vogliono parlare e probabilmente non è successo proprio nulla tra loro”
“Ma tu hai detto che Zayn ti ha fatto leggere dei messaggi e che ti ha detto che forse gli piace Liam”
Louis si sedette accanto a Harry
“Appunto, sai quant’è complicato come passaggio...lasciali stare... e non dire in giro tutto quello che ti dico”
Harry sorrise poi indicò un graffio sul proprio braccio e fece il broncio
“Il cuscino aveva una stupida cerniera”
Louis lo guardò e sorrise. Nessuno riusciva più a vedere dietro l’immagine da uomo di Harry, quel ragazzino impacciato che si aggirava per gli studi di x factor, il ragazzino con i capelli ricci e disordinati, che sorrideva nel modo più luminoso e pieno che potesse esistere. Nessuno, tranne Louis, lui riusciva ancora a distinguere dietro quel corpo ormai perfettamente disegnato e compiuto i contorni leggermente più sfocati del ragazzino di cui si era tanto innamorato.
Si chinò leggermente e gli baciò il graffio.
“Va meglio?” domandò
Harry scosse la testa. Louis sorrise e gli diede un bacio leggero sulle labbra.
“Ora?”
Harry tornò nuovamente a scuotere la testa. Si mise in piedi ed entrò nella vasca.
“Sei vestito” gli ricordò Louis
Harry sbuffò e poggiò una mano sulla manopola della doccia.
“Sarà come baciarsi sotto la pioggia” gli disse sorridendo “dai Lou”
“E poi torniamo di là fradici?” chiese Louis scuotendo la testa e avvicinandosi alla porta “andiamo a mangiare dai”
Harry aprì l’acqua della doccia e si posizionò sotto il getto, ridendo.
“Beh, io sono già fradicio, quindi... dai vieni nella vasca”
“E se entrano gli altri?”
Harry sbuffò e chiuse l’acqua della doccia.
Si scrollò i capelli e si sporse versa la porta, l’aprì e urlò “stiamo scopando non entrate”. Poi la richiuse, proprio mentre qualcuno, probabilmente Zayn, rispondeva con un “non volevamo saperlo”.
Louis guardò Harry.
“C’è Josh”
“Dove?”
“Di là”
Harry lo guardò e sorrise “ops”
Louis si tolse la maglietta.
“E dire che ancora mi domando come mai ogni storia inizi con: è colpa di Harry, per forza, sei un idiota”.
“Ma tanto Josh lo sapeva già” disse Harry mordicchiandosi un labbro.
“Si, ma se magari evitavamo di urlarglielo”
Louis si slacciò i pantaloni.
“Ti stai spogliando?” domando Harry “nessuno si bacia nudo sotto la pioggia”
“Oh senti, hai urlato che stavamo scopando... abbiamo fatto una figura di merda, almeno l’avremo fatta per qualcosa” e così dicendo entrò nella vasca, spinse Harry contro il muro e riaprì l’acqua della doccia.
“Finalmente Tomlinson” sorrise Harry “amo quando fai così”
 
 In cucina, nel frattempo
 
“Vado a dormire” disse Zayn alzandosi da tavola “Niall, chiamami quando i due idioti hanno finito, così ci fai sentire la base della canzone”
Niall gli fece cenno di sì con la testa e tornò a parlare con Liam che però non sembrava propriamente attento.
Ecco, pensò Niall, ci risiamo con le stranezze.
“Stavo riordinando la camera Zayn, dormi qui sul divano, sul tuo letto ho messo tutti i tuoi vestiti da piegare” disse Liam distogliendo l’attenzione da Niall.
“Non importa, mi ci sdraio sopra”
“No... dormi qui in salotto” gli disse Liam
Zayn lo guardò e alzò le spalle.
“Va bene”
“Oppure vengo a spostarli” aggiunse Liam
Zayn socchiuse leggermente gli occhi e sorrise
“Come ti pare... sì, spostali. Ti aiuto”
“Oh perfetto” disse Liam alzandosi da tavola
“Volete una mano?” domandò Niall.
E a quel punto il “NO” detto all’unisono da Zayn e Liam risultò davvero, davvero, davvero strano.
“Ma stanno bene?” domandò Josh
“Oh abituati” disse Niall “qui dentro niente di quello che accade è normale”
 
“Dovresti cercare di essere un po’ meno incomprensibile Payne” gli disse Zayn abbracciandolo, dopo aver richiuso la porta della stanza alle loro spalle
“Cioè?”
“Non pensavo volessi restare solo con me...avremmo trovato una scusa un po’ meno patetica di ti aiuto a spostare i vestiti dal letto
Liam rise e poi disse, lasciando un leggero bacio sulle labbra di Zayn: “È ancora così assurdo... non mi sono ancora fermato a pensare al perché stia accadendo tutto questo”
“Ecco, e non farlo...” gli disse Zayn rispondendo al bacio, approfondendolo.
“Sembriamo due ragazzini”
“Che intendi?” domandò Zayn
“Che boh, mi... mi sembra che un bacio sia quanto di meglio io possa ottenere, un bacio mi sembra il culmine di tutto, il punto più alto che si possa raggiungere, come i ragazzini quando aspettano il primo bacio”
Zayn indietreggiò di un passo.
“Non capisco cosa intendi”
Liam restò perplesso a guardarlo poi qualcosa nello sguardo dell’altro gli fece aggiungere:
“Oddio Zayn, no... non intendevo che vorrei più di un bacio. Non intendevo quello... doveva essere una cosa carina, non dovevi fraintendere”
Si mosse in avanti per abbracciare Zayn che prese di nuovo ad abbracciarlo. In silenzio.
Zayn spinse nuovamente Liam verso la porta e restarono per un po’ a guardarsi negli occhi.
Fu Liam questa volta a sciogliere l’abbraccio.
“E se anche fosse?” domandò a Zayn
“Ecco... Liam, no... dai... tu stavi con una ragazza fino a cinque giorni fa e io ci sto tutt’ora, figurati. No”
“Appunto, allora lo vedi? Che senso ha tutto questo?”
“Ma non lo so, non puoi semplicemente lasciare che le cose vadano come devono andare?”
“No. No perché è colpa tua se siamo in questa situazione... non hai posto limiti prima, non puoi inventarteli adesso”
“Liam, tu sul serio vorresti? Tu non ragioni, non sai quello che dici”
“Tu non vuoi?” gli domandò Liam
“No. Non voglio”
“Qual è la differenza? Puoi baciare un uomo ma non te lo puoi portare a letto?”
“Liam!!! Piantala”
“Dai Zayn sul serio... allora chiariamo adesso i limiti. Quali sono?”
“Andiamo di là non voglio parlarne”
“Non puoi fare così”
“I limiti non so quali siano Liam, non so nulla... non so nemmeno perché siamo in questa situazione. Non so nulla”
“Allora usciamo da questa situazione” gli disse Liam guardandolo “vuoi?”
“Liam, io non so perché tu provochi in me tutto questo e non sono pronto a domandarmelo. Quello che mi hai chiesto è ben oltre il domandarselo. Andare a letto con...con un uomo è una cosa impensabile per me adesso... io non so se voglio o meno”
Liam lo guardò in silenzio. Non sapeva realmente cosa rispondere.
“Davvero tu ti ritieni pronto ad una cosa simile?” gli domandò Zayn.
Liam alzò le spalle “Forse sì. Con te forse sì”. 

 
Note: Capitolo totalmente inutile,mi serviva da tramite per il successivo che sarà tutto tranne che inutile :) ve lo prometto. Anzi direi che il successivo sarà un capitolo chiave. Capiremo qual è il vero e proprio piano di Jason, in che misura c’entra qualcosa Danielle in tutto questo, capiremo a cosa è servito il tatuaggio di Eleonor e...probabilmente vi siete dimenticati ma...Niall ha ancora un piano da esporre!!!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo ***



Niall spostò la sedia in pelle, quella davanti alla scrivania di Jason, quel tanto che bastava a permettergli di stendere un po’ le gambe. Poggiò la schiena in modo più comodo alla superficie lucida della poltroncina e incrociò le braccia al petto.
“Dunque?” domandò “Ho omesso qualcosa o ti pare che ci sia tutto?”
Jason arricciò appena le labbra e aggrottò le sopracciglia.
“Non hai prove” disse infine.
Niall sorrise  lasciò andare un braccio dietro lo schienale. Frugò nelle tasche della giacca che aveva appeso alla sedia ed estrasse una piccola memoria per macchine fotografiche.
“Sì, le ho” concluse poggiando il rettangolino di plastica sulla scrivania “e ne ho ben tre copie”.
Jason tossì, avvicinò la sedia alla scrivania tenendo gli occhi ben puntati in quelli di Niall.
“E cosa ci sarebbe su quella memoria?”
“Un video” “Ah” disse Jason alzandosi “un video...”. Iniziò a camminare per la stanza. “Un video di cosa?” domandò poi.
“Un video girato nella sala grande della Sony. Quella dove abbiamo firmato il contratto. Inutile dire con chi eri lì dentro, di cosa stavate parlando e quando”.
Fece una breve pausa poi puntualizzò: “ho nascosto la telecamera tra i libri sullo scaffale di sinistra”.
Jason rise, appoggiò le mani al davanzale della finestra. Guardò fuori per un po’ ed infine domandò:
“Cosa vuoi in cambio?”
“Che tu non faccia quello che hai in mente, che loro siano liberi e che Danielle dica tutto a Liam”.
Rise di nuovo.
“Perché ti fa tanto ridere? Se dessi questa registrazione ai giornali” disse Niall indicando la memory card “tu avresti finito di lavorare, per sempre e anche...”.
“Rido perché vi state condannando da soli. Non durereste nemmeno un mese se uscisse la storia di Harry e Louis. Perdereste soldi e fans”.
“Non è vero”
“Sì che è vero. Oltre la metà dei vostri fans vi segue perché odia noi...perchè crede di supportare l’amore tra quei due froci”.
Niall si alzò di scatto “Io non voglio sentirti parlare. Non voglio più parlare. Ti ho detto cosa voglio in cambio. Fallo e ti darò la registrazione e le due copie”.
“Perché non dai direttamente la registrazione ai giornali Niall?” domandò Jason ridendo.
Niall rimase in silenzio a guardarlo. Il respiro accelerato e i pugni chiusi.
“Appunto” riprese a parlare Jason “perché c’è quel piccolo particolare eh, Niall...come vedi il gioco va anche a vostro sfavore...”
“Cos’altro vuoi dunque?” domandò infine Niall “qualsiasi cosa”.
Jason sorrise.
“Come ti ho detto...perderete fans e soldi...e li perderò anche io...quindi...”
“Accetto” disse Niall tendendo una mano verso l’adulto che lo guardava sorridendo.
Mosse un passo avanti e si strinsero la mano.
“Ora fai quello che ti ho chiesto” disse il biondo uscendo dalla stanza.
 
 
 
 
“Ti odio” disse Liam chiudendo l’acqua della doccia e trovandosi davanti Zayn che ad occhi chiusi gli tendeva l’accappatoio.
“Non mi odi affatto” disse Zayn quando si sentì prendere l’indumento dalle mani.
“Oh sì invece” annuì il più piccolo “ti detesto perché esci con lei”.
“Posso aprire gli occhi?” domandò il moro senza degnare di alcuna attenzione le lamentele di Liam.
“No aspetta” rispose. Indossò l’accappatoio, lo strinse in vita e poi: “ora sì”.
Zayn aprì gli occhi e ritrovò il filo del discorso: “Devo uscirci per forza”.
“Non devi farlo per forza, cioè... escici e lasciala. La lasci per favore?”
“Liam, perché dovrei? Voglio dire... la lascio e poi? Ci fidanziamo noi?”
“Dovresti lasciarla perché non ti rende felice” rispose Liam specchiandosi e scompigliandosi i capelli bagnati “il fatto che baci me dovrebbe farti capire che lei non ti piace”.
Zayn parve pensarci, fece per aprire bocca un paio di volte, finendo solo col prendere dei profondi respiri. Non sapeva come ribattere.
“Se Danielle tornasse le diresti di no?”
“Lei ora...” disse Liam accompagnando l’intera frase  mimando con le dita delle ampie virgolette “ora sta con Louis”.
“Ok ma, se tornasse... in qualche modo... tu le diresti scusa mi scopo Zayn?
“Io non mi scopo Zayn” rispose Liam guardandolo intensamente e con un leggero sorriso.
“Era per dire” disse il moro guardando per terra “per rendere l’idea...”
“Comunque le direi di no perché non mi rende felice. E poi perché...” Liam si avvicinò a Zayn seduto sulla vasca e si piegò per portare i loro visi allo stesso livello “tu invece mi rendi felice”.
Zayn sorrise e si sporse leggermente in avanti. Socchiuse gli occhi pregustando il momento in cui le loro labbra si sarebbero sfiorate. Ancora.
 
“Liam?” urlò Louis bussando alla porta del bagno “Liam c’è Danielle in salotto”.
Zayn spalancò gli occhi e Liam fece lo stesso.
Fu il moro a rompere il silenzio: “Forza, dille che io invece ti rendo felice” disse in tono scettico.
“Che cosa vorrà?” disse invece Liam iniziando a camminare per il bagno “non voglio parlarle, non voglio andare Zayn... non...”.
“Ehi” Zayn gli prese il volto tra le mani “non sta succedendo niente di grave, senti cosa vuole... devi solo stare tranquillo. Ok? Andrà benissimo. Fai un bel respiro e vai”.
Liam annuì e deglutì, si voltò nuovamente verso lo specchio e sospirò annuendo ancora al proprio riflesso.
“Ce la faccio” disse prendendo l’ennesimo respiro “ce la faccio ripeté”.
Abbozzò un leggero sorriso a Zayn che non aveva smesso di accarezzargli una spalla, per dargli conforto.
“Mi dai un bacio prima?” domandò Liam mentre Louis riprendeva ad urlare e a bussare alla porta.
Il moro annuì e posò le sue labbra su quelle che ormai conosceva così bene per poi sussurrare: “andrà tutto bene”.
 
Danielle era seduta sul divano. Accanto a lei Harry mangiava rumorosamente dei cereali fissandola in silenzio.
“E quindi” prese invece a parlare Louis poco dopo l’ingresso di Liam in salotto “se non vuoi parlare con me...cos’è che vuoi?”.
“Parlare con Liam”.
Louis si girò a guardare il diretto interessato: “se vuoi la cacciamo”.
“O la picchiamo” aggiunse Harry senza togliere il suo sguardo dal volto della ragazza ma socchiudendo gli occhi con fare minaccioso.
“Lasciateli parlare” disse la voce di Niall, proveniente dalla cucina.
Louis guardo Harry, Harry guardo Liam e Liam si girò verso il luogo dal quale proveniva la voce.
Danielle si guardava placidamente in giro per niente sorpresa dalla strana intraprendenza di Niall.
“Da quando tu decidi qualcosa che non sia il gusto di qualche pietanza?” domandò Louis in tono piuttosto acido.
Niall comparve in salotto con un panino stretto tra le mani.
“Devono chiarire” disse alzando le spalle “no?” domandò poi rivolto a Liam.
“Beh” iniziò questi “in effetti sì, credo dovrei parlarle”.
“O picchiarla” disse invece Harry tornando a fissare la ragazza.
Louis, che non aveva tolto gli occhi da Niall, disse: “Andiamo di là Harry, il biondino ha ragione”.
Poi, rivolto a Liam: “se hai bisogno siamo di là, puoi chiamarci”.
“O picchiarci” disse Harry, aggiungendo poi un: “no, in effetti questo non aveva senso”.
 
 
“Mi hanno pagato, sì” disse la ragazza “dopo x factor in realtà io volevo chiudere la relazione, poi però mi hanno chiesto di restare, di fingere di stare con te e...”
Liam scuoteva la testa e si mordeva le labbra.
“No” disse infine “non è vero”.
“Liam, ascolta io non volevo farti del male...mi avevano detto tutto questo sarebbe durato pochissimo invece... invece” Danielle iniziò a piangere.
Liam sospirando riacquistò quel briciolo di lucidità che gli permise di domandare: “Perché?”
“Volevano io scoprissi se Harry e Louis stessero davvero insieme, volevano che qualcuno controllasse la situazione dall’interno e...”
“E riferisse alla modest tutto quanto”
“Sì” ammise la ragazza senza mai togliere gli occhi da quelli di Liam che, a fatica, dietro le lacrime, cercavano per la prima volta di mettere a fuoco la vera Danielle.
“Per questo quel giorno la modest sapeva che Harry e Louis sarebbero scappati?”
La ragazza annuì.
“No aspetta...” Liam parve perdersi nei proprio pensieri prima di aggiungere “non ti avevo detto sarebbero scappati... Io l’ho detto a Zayn dopo che Louis me lo aveva confessato e...”
“Zayn lo ha detto a Perry” aggiunse Danielle “sì...”.
“Questo vuol dire che...”
“No... no Perry non è pagata... fa solo qualche favore a Jason”
“Qualche favore?” disse Liam sollevando un sopracciglio.
“Già”.
Seguirono interminabili secondi di silenzio.
“Ho voluto dirtelo perché...” riprese a parlare Danielle.
“Non mi interessa” disse Liam alzandosi “non voglio sapere altro”
“Liam mi dispiace”
“Oh sì, lo immagino” disse Liam poggiando una mano sul braccio della ragazza e aiutandola ad alzarsi. La fece girare intorno al divano, ora quasi trascinandola e l’accompagnò in ingresso.
“Prego” disse infine indicando la porta “vai”.
“Aspetta... davvero, cerca di capire...”
Liam sospirò e le aprì la porta: “esci Danielle”
La ragazza fece un passo avanti e poi si girò a guardarlo.
“Mi dispiace” sussurrò di nuovo mentre la porta le si chiudeva rumorosamente in faccia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Dodicesimo capitolo ***


Un giorno dopo
 
Liam era seduto a gambe aperte sopra il tavolo della sala. I boxer calati fino alle caviglie e i jeans ormai abbandonati a terra. Solo una maglietta a coprirlo e milioni di pensieri ad affollargli la testa.
Zayn era seduto sul divano davanti a lui, gli occhi puntati sull’erezione di Liam e la mente ancora sulla frase pronunciata poco prima dal moro: “Adesso guardami”.
Liam si era alzato dal divano dove fino a qualche istante prima si erano baciati, si era incamminato verso il tavolo, si era calato pantaloni e boxer e aveva iniziato a massaggiare la propria erezione. Si era seduto e lo aveva guardato alternando i sospiri al suo nome, pronunciato in un soffio di voce.
“Zayn”, continuava a dire.
E lui avrebbe voluto alzarsi dal divano, avrebbe voluto corrergli incontro, inginocchiarsi e prenderglielo in bocca. Avrebbe voluto il suo nome si perdesse nei gemiti, avrebbe voluto assaporare il gusto inedito dell’amore. Avrebbe voluto farlo suo, essere parte di Liam in una maniera mai pensata prima.
Lo avrebbe fatto se solo...se solo...
“Zayn” continuava a dire Liam “Zayn”, ripeteva e in lontananza si sentiva anche un suono ripetuto e snervante qualcosa simile a...
“Zayn, cazzo... spegni quella dannatissima sveglia”.
Ecco. Una sveglia.
Si era svegliato di soprassalto.
“Oh. Mio. Dio” aveva detto prima di spegnere la sveglia e guardare l’assonnato Liam che lo osservava dall’altro letto. Persino Niall si era messo a sedere e si stropicciava gli occhi guardando l’orologio.
“Perché hai puntato una sveglia alle 4 del mattino?” domandò poi il biondo.
Ma Zayn non ero sicuro di poter rispondere. Biascicò qualcosa tipo: “credo sia stato Louis”
“Ma va tutto bene?” domandò Liam scendendo dal proprio letto e avvicinandosi a quello del moro.
“Non... non mi toccare... stammi lontano. Vaffanculo” era stata la pronta reazione di quest’ultimo, prima di uscire di corsa dalla camera.
“Sentite” stava dicendo Niall, prima di rimettersi sotto le coperte “io non vi sopporto più. Vi odio tutti”.
 
“Louis” diceva Zayn, alternando il sussurro del nome del proprio migliore amico a deboli toc toc sulla porta della camera.
Ogni sussurro gli ricordava il sogno, gli ricordava Liam che ansimava il suo nome.
“Louis, Louis, Louis, Louis” disse alzando la voce, proprio mentre Liam compariva nel corridoio ancora incredulo e con la bocca spalancata per la reazione di Zayn di poco prima.
“Apri, apri, apri” diceva Zayn in tono quasi isterico
“Mi hai mandato affanculo Zayn? Perché?” domandò Liam.
“Apri...Louis, apri!!!!” disse a quel punto Zayn, quasi urlando, senza mai smettere di bussare.
Ed ecco Louis comparire sulla porta, in boxer e con la faccia decisamente assonnata.
“Cosa cazzo...?” provò a domandare prima che Zayn lo spingesse in camera e chiudesse poi la porta a chiave.
“Louis, portami quella sedia. Sbarriamo la porta”
“Zayn?”
“Muoviti”
“Ci sono i ladri?”
“No” disse Zayn appoggiandosi con la schiena alla porta “no, ci sono sogni erotici vietatissimi”.
E Louis ci provò davvero a dare un senso a quel delirio, davvero, davvero. Ci provò anche mentre Zayn spostava il comodino davanti alla porta e ci si sedeva sopra coprendosi poi con una coperta trovata ai piedi del letto. Ci provò di nuovo mentre Zayn si raggomitolava sul comodino e annunciava “dormo qui”.
“Cosa sta succedendo?” domandò invece Louis.
“Oh nulla...” sorrise Zayn, proprio mentre Liam iniziava a bussare alla porta “assolutamente nulla”
“Ma cristo santo sono le 4 del mattino!!!!” disse a quel punto la voce di Harry proveniente da un ammasso di lenzuola e cuscini sul letto.
“Sentite”  cercò di dire Louis “basta, Harry, rimettiti a dormire, Zayn esci di qui... ORA”.
“No Louis, non posso!”
“Si Zayn, puoi” fece Louis categorico.
La voce di Liam tornò ad accompagnare il rumore dei piccoli colpi sul legno della porta.
Zayn rabbrividì prima di accostarsi a Louis e sussurrare: “ho fatto un sogno su Liam” e poi, come quella frase gli sembrasse poco esplicativa aggiunse “un po’ tanto erotici”.
Louis rimase ad osservarlo incredulo mentre quello annuiva mordendosi il labbro con aria colpevole.
“Esci di qui Zayn” concluse infine avviandosi verso il letto. Spense la luce.
Toc toc.
“Ma c’è Liam fuori” piagnucolò Zayn
“Non sono Liam, sono Niall”
“Perché cazzo stai bussando pure tu?” urlò Louis
“Boh, bussavano tutti”.
Fu a quel punto che Harry si alzò dal letto. Accese la luce, prese Zayn per un braccio, calciò via il comodino che bloccava la porta, aprì la porta, lanciò fuori il moro e disse, guardando Liam seduto per terra: “Zayn ha sognato di scoparti”, poi guardò Niall “Buonanotte” disse infine.
Richiuse la porta e tornò a dormire. Baciò Louis sulle labbra e si rimise al calduccio, sotto le coperte.
Toc toc. ANCORA?
“CHE CAZZO C’E’ ANCORA?” domandarono quasi in coro Harry e Louis.
“Cioè... sono l’unico etero?” domandò Niall.



 NOTE: capitolo inutile. Mi serviva per introdurre i piccoli scompensi ormonali di Zayn e i suoi contrastanti sentimenti verso Liam... :D

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Tredicesimo capitolo ***


“Ok” iniziò Liam dopo aver trascinato Niall in camera “non importa a nessuno se tu sei l’unico etero e... ti prego Niall, resta qui, a letto, dormi. Devo parlare con Zayn”.
“Ma... quindi anche tu e Zayn?”
“Niall, per favore. Domani mattina ti spiego”
“No, no Liam... no. Non anche tu e Zayn, sono io a chiedertelo per favore. Siete tutti imbecilli? Perché nessuno pensa a come sto io?”
A quel punto anche Zayn comparve in camera.
“Qual è il problema adesso?” domandò
“Che vi odio, sta volta sul serio. Siete degli egoisti, dei bugiardi”.
Niall iniziò convulsamente a mettere vestiti nella prima valigia che trovò nell’armadio.
“Quella è la mia valigia Niall” disse Liam strappandogliela di mano “mettiti seduto, parliamo adesso, tutti insieme, ok?”
“Non ho nulla da dirvi... io...” Niall provò davvero a non piangere ma non ci riuscì.
Perché piangeva adesso?
“Chiamo Louis?” domandò Zayn ad un Liam decisamente sconvolto con gli occhi spalancati puntati su Niall.
“Sì” disse solo, prima di inginocchiarsi davanti a Niall che piangeva raggomitolato sul pavimento, con le mani a coprirsi il viso.
E, per l’ennesima volta in questa storia: cosa stava succedendo?
“Louis” disse Zayn bussando piano sulla porta. Lo avrebbe ammazzato, ne era sicuro.
“Louis” bussò ancora e stava per farlo nuovamente quando la porta si spalancò.
Ne uscirono Louis e Harry con delle felpe addosso e i boxer, con l’aria stranamente seria.
“Andiamo in salotto, e trascinateci anche Niall” disse il più grande, prima di scomparire, seguito da Harry, nel buio del corridoio.
 
 
L’orologio segnava le cinque del mattino. Nessuno aveva acceso la luce, solo una piccola lampada al centro del tavolino illuminava l’assonnata riunione notturna.
“Qualcuno mi spiega cosa sta accadendo questa notte?” domandò Louis.
Fu Zayn a rispondere “Nulla, il tuo stupido scherzo idiota di puntare la sveglia nel bel mezzo della notte ha fortunatamente interrotto un sogno... su Liam” disse “a quel punto ero schifosamente imbarazzato e non volevo più restare in camera con lui. Sono venuto a bussare in camera tua e boh... poi Niall ha iniziato a piangere e...”
“Perché piangi?” domandò dunque Louis al biondo che aveva preferito sedersi per terra, lontano da tutti.
“Vaffanculo” rispose Niall asciugandosi qualche lacrima con la manica del pigiama.
Louis lanciò qualche interrogativa occhiata prima a Liam poi a Zayn, guardò anche Harry, giusto per essere certo di aver interpellato tutti. Un’alzata di spalle da parte di ognuno decise Louis a continuare.
“Niall, che cazzo hai pure tu?”
“Posso stare male anche io, a volte? Posso avere le palle girate? É prerogativa degli omosessuali o posso anche io?” domandò in risposta Niall, senza più alcuna traccia, sul volto, del pianto di qualche istante prima. Ora sembrava... arrabbiato.
“Innanzitutto ti calmi” intervenne Harry “cosa c’è che non va? Sei...”
E tutti, tutti, assolutamente tutti, pregarono che  Harry non stesse per dire quel termine.  Ormai però si conoscevano bene e sapevano perfettamente lo avrebbe fatto. Zayn addirittura socchiuse gli occhi in attesa che Harry pronunciasse quella parola. Liam si morse un labbro e Louis provò davvero a fermarlo, lo strattonò per un braccio ma...
“Sei geloso Niall?” concluse Harry.
E qualche istante dopo Niall stava ridendo, e riecco, in un accostamento davvero bizzarro con il sorriso che gli si era dipinto in volto, le lacrime tornare a rigargli le guance.
“Geloso?” domandò alzandosi in piedi “geloso di cosa? Del male che vi fate tra voi? O geloso del male che riuscite a fare anche e me?”.
“Niall, Harry cercava solo di capire, sai che sbaglia i termini a volte...” provò Liam, prima che Niall proseguisse.
“No, sentite, parliamo una volta per tutte. Cosa c’è tra te e Zayn?” chiese a Liam.
“...niente... ci siamo baciati. Ma non c’è nulla” rispose Liam, guardando Zayn.
“È così, sì” annuì questi di rimando.
Niall sorrise ancora.
“Tutto qui?” chiese, poi si girò verso Louis “posso parlare apertamente?”
Louis si guardò intorno e: “perché me lo domandi? Certo che puoi”.
“Benissimo. Non osate interrompermi... Ho parlato con Jason l'altro giorno. Ho rinunciato a oltre la metà dei miei soldi del mio stipendio e... ho detto di non interrompermi” disse Niall a Louis, che cercava di domandare qualcosa.
Niall proseguì: “in cambio dei miei soldi Jason ha promesso di non intromettersi più tra te ed Harry. Ha promesso di non  imporvi più nulla e... mi avrebbe anche promesso che non avrebbe più pagato Eleanor o chi altro per stare con te, Louis, solo che non era lui a pagarla, vero?”
Il silenzio. Se avessero dovuto descrivere quel momento avrebbero detto che c’era il silenzio, a far loro compagnia.
“Ma fatemi continuare” disse nuovamente Niall mentre Harry guardava interrogativo Louis.
“Ho filmato di nascosto una riunione che Louis ha avuto con la Modest. Jason e la Modest volevano cambiare strategia, smettere di ostacolare la loro relazione e smettere di pagare Eleanor. Volevano invece speculare proprio sulla relazione tra Harry e Louis. Pensate quanta notizia avrebbe fatto, la prima boyband con una coppia gay dichiarata. Harry e Louis sarebbero usciti alla luce del sole. La Modest voleva addirittura lasciare la direzione del nostro gruppo. Sarebbe entrata una nuova agenzia a gestirci, un’agenzia con la quale avevano già preso accordi. Ma agli occhi di tutti si sarebbe solo visto la Modest andarsene, e chi avrebbe pensato che anche la nuova agenzia volesse ostacolare l’amore tra Harry e Louis? Tempo dopo avrebbero nuovamente fatto uscire foto di Louis con Eleanor e avrebbero detto: “vedete, la farsa non erano Louis ed El ma Louis ed Harry”, avrebbero in sostanza fatto credere che la relazione tra Harry e Louis era finta, ed era stata fatta solo per pubblicità. Mi seguite?” domandò Niall.
Di nuovo il silenzio. Louis aveva persino paura a respirare. Harry, Zayn e Liam seguivano la storia sconvolti e increduli.
“Bene, a quel punto Louis ha chiesto del tempo, ha detto che avrebbe lasciato Harry, che non voleva affatto succedesse tutto questo. Sarebbe rimasto con Eleanor e basta... Harry fammi finire. La Modest non ha accettato. Per questo è stato Louis, dopo la riunione, a pagare Eleanor per diversi mesi. Era lui stesso a garantire la presenza di lei ad ogni evento. Louis ha persino iniziato a farsi milioni di tatuaggi proprio perché così la Modest non avrebbe potuto utilizzare vecchie foto per pubblicizzare Larry. Sì, perché è qui il paradosso. La Modest cercava di sponsorizzare Larry. Non era riuscita per anni a fermare Harry e Louis e a nasconderli e dunque cercava di fare il contrario: mettere sotto gli occhi di tutti il loro amore. La gente avrebbe iniziato a dire: “figurati se la Modest permetterebbe di lasciarli così, sotto gli occhi di tutti”. Avrebbero iniziato a credere alla storia del “fingono una storia gay per pubblicità”.  A quel punto Eleanor era decisamente confusa. Jason le ha chiesto di fare un tatuaggio finto e lei lo ha fatto. Perché? Perché si erano accorti del gioco di Louis con i tatuaggi e facevano lo stesso. Sapete della gemella di Eleanor, no? Ecco. Louis riusciva sempre ad essere fotografato con Eleanor, ovunque, proprio perché spesso non era Eleanor. Se però una delle due gemelle avesse un tatuaggio? Si sarebbero riconosciute, no? Esattamente”.
“Come sai tutto questo? Questo non puoi averlo saputo dalla registrazione” chiese Louis, sfruttando una piccola pausa di Niall.
“Me lo ha detto lei” rispose Niall “la Modest non aveva solo Eleanor come pedina, ma noi questo non potevamo saperlo. C’erano anche Danielle, come abbiamo scoperto ieri e...” disse il biondo voltandosi verso Zayn “... e Perry, anche se in modo diverso”.
Anche Liam si voltò verso Zayn per misurarne la reazione. Rimase invece immobile si leccò solo le labbra e strinse di più la presa sulla stoffa del divano.
“Ah” disse solo.
“Sì, e io, come un coglione, cercavo di fermare tutto questo, cercavo di dare i miei soldi, addirittura, per fermare la Modest e tutte queste stronzate. Pagavo anche per fermare te Louis, tu e tutto il casino che hai fatto. Volevi proteggere Harry? Hai solo peggiorato la situazione. E cosa scopro in più? Che pure voi due idioti giocate a fare i gay ma non per amore, come Louis ed Harry. VI BACIATE SOLO E FATE SOGNI EROTICI DI CUI A NESSUNO IMPORTA UN CAZZO”.
Così dicendo Niall lasciò il salotto dopo aver urlato un: “trovate un modo per risolvere tutto questo o trovate un altro quinto componente. Vado a dormire da Josh”.
E di nuovo il silenzio. Sentirono Niall armeggiare in camera. Sentirono la zip di una zaino chiudersi velocemente. Videro Niall ricomparire in salotto ed entrare in cucina. Sentirono il frigo aprirsi e richiudersi. Niall ricomparve in sala con un panino in mano.
“Avevo fame. Buonanotte”.
Sentirono anche, dopo poco, la porta di casa aprirsi e richiudersi e poi, di nuovo, il silenzio.


Note: ed eccoci finalmente a capire qualcosa in più. Mancano due capitoli a questo punto :) mi scuso per la lentezza con cui pubblico i capitoli T__T sorry.
Ps: la mia beta KoalaTea è impegnata con gli esami all'università. Pregate per lei. #Pray for KoalaTea.  <3

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Quattordicesimo capitolo ***



Era mattina. La più terribile, silenziosa e fredda mattina che Zayn avesse mai visto. Da quando qualche ora prima Niall aveva richiuso la porta d’ingresso alle proprie spalle e li aveva lasciati lì, tutti e quattro, da soli con le proprie colpe, tutto quello che Zayn aveva sentito era stato:
“Non me ne frega un cazzo Louis” e “Devi calmarti Harry”.
Erano due delle frasi più gettonate che lui e Liam sentivano sbraitare da dietro la porta della camera di Harry e Louis.
Erano le 7 di mattina e lui non aveva ancora proferito parola. Liam era sul proprio letto, la schiena schiacciata contro il materasso e lo sguardo puntato al soffitto.
“Ne parliamo?” aveva domandato alla fine
“Di cosa?” gli aveva risposto Liam senza però degnarlo di uno sguardo
“Di quello che vuoi?”
“Parliamo di Perry allora”
Zayn aveva sorriso “di Perry? Va bene... vuoi sentirmi dire cosa esattamente? Che è una stronza? Ve bene, lo è”
Liam lo aveva guardato, a quel punto, più per capire se il modo in cui si incrinava la voce di Zayn avesse qualcosa a che fare con gli sguardi velati di lacrime che cercava di nascondere.
“Stai piangendo?”
“No... sono solo stanco ma voglio che ne parliamo”.
A quel punto Zayn si era alzato dal proprio letto, si era avvicinato alla finestra e aveva semplicemente detto: “anche del sogno, se vuoi... possiamo parlarne”.
“Va bene” aveva detto Liam mettendosi seduto “cos’hai sognato di così terribile?”
“Ho sognato di...  guardarti”
“Di guardarmi?” domandò Liam
“Sì. E non aggiungerò particolari alla cosa, se capisci bene, altrimenti ...”
“Ok, ok... e quindi? Qual è il problema? Io ti sogno praticamente ogni notte. Ti sognavo anche prima, sai?”
“Oh Liam ti prego...”
“Cosa? Ascolta, volevi parlarne, no? Ti dico da un sacco che vorrei fare l’amore con te. Non vedo cosa ci sia di strano nel sognarti”
“Non è questo il problema. E non dire amore, dì sesso piuttosto...mi fa meno impressione”
“Ecco appunto. Lo so che il problema non sono io, il problema è come reagisci tu. Sei uscito correndo, mi hai insultato e come un indemoniato ti sei infilato nel letto di Lou ed Harry che hanno già i loro problemi”
“Mi ero sistemato sul comodino, innanzitutto, non nel loro letto”
“Dove ti pare, non è normale. Potevi far finta di niente, potevi parlarmene”
“Non ne avevo il coraggio”
“Di fare cosa? Ignorare il sogno o parlarmene?”
“Entrambe le cose... non riuscivo ad ignorare quello che ho sognato e... se ne te ne avessi parlato ti avrei detto che non voglio più saperne niente Liam”.
Era mattina. Gli sembrava fosse mattina da almeno sei giorni. Gli sembrava il tempo si fosse fermato. Ed era buia, quella, come mattina. Silenziosa e buia. Persino Harry e Louis ormai erano zitti da un po’, niente più urla e insulti dalla loro camera. Forse si erano addormentati. A Zayn non importava eppure ci pensava, continuava a pensarci pur di non sintonizzare il proprio cervello sulla mano di Liam che gli stringeva il braccio.
“Non vuoi più saperne di cosa?” diceva Liam cercando di farlo voltare “GUARDAMI CAZZO!”
“Di te” aveva semplicemente risposto continuando a guardare fuori dalla finestra.
“Ho detto di guardarmi, dimmelo in faccia”
“Non voglio più saperne niente. Di te, Liam” disse infine lentamente, come il procedere assonnato di quella mattina. Lo disse guardandolo negli occhi, come aveva chiesto.
“Non ti credo” rispose l’altro senza allentare la presa sul suo braccio.
“Invece è così”
“E perché?”
“Perché è solo un gioco, solo attrazione... non c’entra nulla con quello che provano Louis e Harry. Loro non possono vivere separati. Loro devono lottare. Noi invece, per cosa stiamo rovinando tutto quanto? Noi cosa stiamo facendo? ”
“Niente di sbagliato, ecco cosa stiamo facendo”
“Il fatto che non sia sbagliato non vuol dire che sia giusto”
“E quindi?” domandò Liam avvicinandosi a lui.
Zayn tornò a guardare fuori.
“Non lo so. Te lo ricordi quando Harry si svegliava urlando perché sognava che Louis se ne andasse?”
“...sì” rispose Liam
“Ecco... noi sogniamo di scoparci. Cogli la differenza?”
“Io non sogno solo quello. E comunque continuo a non capire”
“Non c’è nulla da capire... in tutta questa storia stiamo mettendo in gioco troppo, davvero troppo. Per qualche ipotetica scopata. Nient’altro Liam”
Nel momento esatto in cui le mani del più piccolo lasciarono il braccio di Zayn accaddero due cose.
La prima fu l’enorme sorriso di Liam, un gigantesco e luminoso sorriso che strideva in modo quasi inquietante con gli occhi stanchi e tristi.
La seconda fu la solenne alzata di spalle che precedette la frase: “va bene Zayn, allora visto che abbiamo già incasinato tutto quanto per queste ipotetiche scopate, rendiamole meno ipotetiche, tanto, ormai”.
 “Come?”
“Sei attratto da me e io da te. Abbiamo incasinato tutto quanto, no? Bene, allora scopami, almeno sarà accaduto per un motivo. Dopo ti giuro che farò finta da qui al per sempre che tra me e te non ci sia mai stato niente. Mi sposo Danielle piuttosto, ti lascio completamente a Perry. Nessuno lo saprà mai”.
Zayn sbuffò e continuò a scuotere la testa dopo ogni parola pronunciata da Liam
“Che stronzate, dio mio... Piantala per favore, è una cosa seria”.
“No, no” disse Liam afferrandolo nuovamente. Strinse le mani intorno alle sue braccia e poté sentirlo quasi rabbrividire per quel contatto.
Zayn deglutì prima di rispondere “cosa vorresti dimostrare facendo sesso con me? Non ha senso. Poi ci staresti meglio quando sarà completamente finito tutto? Dopo una scopata starai meglio? Sarai più contento di essermi solo amico? Ci staremmo male. Andrà così”
“Non andrà così. Resteresti con me”
“Nient’affatto” disse divincolandosi dalla stretta di Liam
“Sì invece, capirai di provare qualcosa per me”
“No”
“Sì, perché non è come farlo con una... voglio dire, per decidere di farlo con un uomo devi accettare prima un sacco di cose, di te stesso. Non sarebbe solo sesso con me. Lo so”
“Lo sarebbe invece, fidati”
“Allora prova... tanto te ne andrai comunque no? Finirà tutto tra noi, lo hai detto tu. Il sesso non ti farà cambiare idea. Se ne sei sicuro fallo”.
 
LOUIS STO PARLANDO, LEVATI QUELLE CAZZO DI CUFFIE
 
Avevano ricominciato a litigare. Zayn si scostò definitivamente Liam di dosso e si avvicinò alla porta della stanza. La chiuse. Le voci di Louis e Harry erano comunque udibili e fastidiosamente alte. Litigavano da ore ormai.
Zayn restò con la mano sulla maniglia per un po’. Liam invece, quasi ad imitare il comportamento che il moro aveva tenuto per tutta la conversazione, gli dava le spalle e osservava fuori dalla finestra.
Si girò solo quando la chiave nella serratura scattò e sentì la voce di Zayn dire: “deve finire tra noi, Liam”.
“Finirà. Ne eri tanto sicuro, no?”
“Lo sono ancora”
“Allora perfetto” rispose Liam avvicinandosi al letto e sedendosi “dimostramelo”
“Questo peggiorerà solo le cose” disse Zayn avvicinandosi a lui, gli posò le mani sulle sue spalle e si chinò verso il suo viso.
Questo cosa?” domandò Liam intrufolando le mani sotto la maglia del moro.
“Questo” rispose poco prima che le labbra di Liam si incollassero alle sue e la sua maglietta finisse ai piedi del letto.
Liam si distese con la schiena contro il materasso, come poco prima, quando avevano iniziato a parlare. Trascinò Zayn sopra il proprio corpo. Labbra e corpi incollati.
 
 
 
“Non ti sopporto più” disse alla fine Harry scivolando contro la parete della camera e sedendosi sul pavimento. Si teneva la testa tra le mani e le gambe rannicchiate al petto.
“Non ti sopporto più” continuava a ripetere. Ormai non aveva quasi più voce.
Louis se ne stava invece con la schiena incollata alla porta con le braccia lungo i fianchi e l’aria seria, lo sguardo fisso su Harry.
“Mi dispiace”
“E non sopporto più nemmeno questa cosa” aveva ripreso il più piccolo alzando la testa per guardarlo “il fatto che tu mi informi delle cose solo quando non c’è più nulla da fare, solo quando tutto quello che mi resta da dire è peccato o quello che mi resta da ascoltare è un tuo ennesimo mi dispiace”.
“Cosa avrei dovuto dirti?”
“Che pagavi tu El, per esempio?”
“Lo facevo per noi... tu non pensi alle conseguenze, io cercavo di ritardare il momento in cui come un idiota ti saresti esposto urlando al mondo che siamo gay”
“Sì ma non funziona così, era una scelta che dovevamo prendere insieme”
“Non è vero Harry, ci sono anche Liam, Zayn e Niall...” rispose Louis scuotendo la testa “vedi? Tu pensavi solo a me e te. Ma non è così, siamo in cinque”
“Loro non c’entrano”
“Sì che c’entrano! Non accadrà forse ma metti che perdiamo tutte le fan se facciamo outing? Non credi sia anche un loro problema?”
“No. A me non importa niente di loro”
“E poi sarei io l’egoista?” rise a quel punto Louis. Harry non capiva, non avrebbe mai capito.
“Sono stato fin troppo altruista Lou, fin troppo...”
“E quindi?”
“Io non ci sto più e stavolta davvero. Al concerto di sabato io lo dirò. Dirò che sono gay tu fai quello che ti pare ma prima devi sapere tre cose”
“Non voglio nemmeno sentirle” disse a quel punto Louis voltandosi verso la porta e provando ad uscire.
“Invece le sentirai” disse Harry alzandosi in piedi, si avvicinò a Louis e, sebbene la voglia di abbracciarlo, di toccarlo, di baciarlo persino, nonostante la rabbia, fosse tanta, si limitò a stargli a qualche passo di distanza.
“La prima è che se mi impedirete in qualche modo di fare outing ti giuro su Dio che lascio il gruppo”
Louis sorrise, sempre voltato verso la porta:  “e già questa è egoista e senza senso... ma continua, sentiamo le altre”.
“La seconda è che io non ti spingo a fare outing, ma se non lo farai tra noi sarà finita. Stavolta davvero, definitivamente”
“Questo per te è: non ti spingo  a fare outing?
“Sì, io non ti costringo... se vuoi stare con me lo fai, altrimenti credo la mia vita continuerà. La terza cosa è che, come dicevo, sei libero di fare tutto quello che vuoi ma ridaremo ogni centesimo a Niall, che è stato più coraggioso di me, te e tutti quanti per un sacco di tempo”.
Louis si voltò a guardarlo: “solo questa cosa ha senso... il resto…” provò a dire ma Harry lo bloccò.
“Non chiedevo il tuo permesso per nessuna di queste cose, ti stavo solo informando di quello che accadrà”
“Mi costringi a fare una cosa che non voglio” riprese Louis guardandolo negli occhi. Teneva la voce bassa per la prima volta da quando tutta quella discussione era iniziata.
“L’outing è mio, non ti costringo a fare nulla, te l’ho detto, hai libera scelta”.
“Infatti... è quello che mi costringi a fare, a non sceglierti”
“Cioè?”
“Cioè io non farò outing Harry”
Harry tentò un sorriso, sorprendendo più se stesso che Louis. Era ancora in grado di sorridere? Lo scostò dalla porta e la aprì. Solo allora, con l’aria viziata della camera nella quale si erano chiusi a parlare alle spalle, trovò il coraggio di parlare.
“Allora sarà finita Lou” e lo disse immobile, in mezzo al corridoio. Le braccia lungo i fianchi e le sguardo fisso sulle proprie scarpe.
“Non farlo, non fare outing”
“Ah certo, perché devo sempre essere io quello che rinuncia a tutto?”
“Non rinunciare a me allora”
“Sei tu quello che sta rinunciando Lou, non io...” disse Harry voltandosi a guardarlo.
“Ho solo paura Harry, potrei anche dirti che lo farò. Se anche adesso ti dicessi che lo farò, che farò outing sabato sono certo che poi sarò paralizzato dal terrore e...”.
Harry tornò nuovamente a fissarsi le scarpe e fu lì, sulle punte bianco sporco delle sue all star, lì su quelle parole scarabocchiate a penna, che trovò la soluzione a tutto. Era stato appena qualche mese prima. Aveva sentito il bisogno di scriverlo ovunque, persino sulla gomma bianca delle scarpe appena comprate. La parola che avrebbe voluto tatuarsi sul cuore, se avesse potuto, ora era lì, ai suoi piedi.
“Lo faremo ora” disse tornando a posare gli occhi su Louis “in questo preciso istante”
“Di cosa parli?” tentò Louis prima che la mano di Harry si stringesse alla sua. Venne trascinato, quasi di peso, fino alla porta della camera di Liam e Zayn.
“Noi usciamo” urlò Harry e non aspettò nemmeno una risposta.
Sempre trascinando Louis arrivarono davanti alla porta d’ingresso. Harry si infilò il cappotto e si strinse al collo la sua sciarpa preferita.
Louis fissava la porta. Harry non sta veramente facendo quello che credo. Continuava a ripetersi proprio mentre Harry gli infilava delicatamente una giacca, gli metteva una sciarpa e gli calava un berretto sulla testa.
“Sei bellissimo” disse poi indietreggiando di un passo e guardandolo.
“Harry, dove stiamo andando?”
“A fare una passeggiata Boo, qualche passo e i paparazzi ci saranno già addosso” rispose questi sorridendo.
“E...ok... allora chiamo la scorta che...” provò Louis cercando il telefonino nella propria tasca.
“No, no...” disse Harry spalancando la porta e muovendo il primo passo fuori casa. Prese Louis per la mano e uscirono insieme. Proprio mentre la porta gli si richiudeva alle spalle Harry guardò nuovamente la scritta sulle proprie scarpe. Anche Louis fece lo stesso. Osservò il suo paio di mocassini così diverso dalle vecchie all star di Harry. Sul bordo bianco che la suola lasciava intravedere, sui lati, Louis aveva scritto, come Harry, la parola che avrebbe dovuto fargli muovere ogni passo nella sua vita. Il motivo per cui ogni passo andava fatto, la ragione ultima di ogni suo viaggio. La parola che troppo spesso aveva dimenticato.
Fu allora che anche Louis strinse di più la mano di Harry “andiamo” gli disse e il più piccolo sorrise.
I successivi passi li mossero all’unisono. La scritta Bravery , uguale ma su scarpe così diverse, era lì, con loro.
Ed era lì anche mentre paparazzi e fan urlanti gli si posizionavano accanto, intorno, pronti a non perdere nemmeno uno scatto di Harry e Louis davanti a loro con le mani intrecciate, insieme.
“Coraggio” sussurrò Harry all’orecchio del più grande e così, senza sapere realmente da dove iniziare, senza sapere esattamente quali parole dire, Louis, iniziò a parlare.



Note: rieccomi!! Scusate, ci ho messo una vitaaaaaaaaa.... lo so, sono imperdonabile ogni volta ci metto sempre di più ad aggiornare. Sorry. Quello che avete appena letto, ad ogni modo, è il penultimo capitolo! L'ultimo sarà un po' più lungo del solito (mi sono accorta che sarebbero 16 in totale i capitoli, ma vista la vita che ci metto a pubblicarli unirò 15 e 16 in un unico capitolo). Come al solito spero vi piaccia :) e ringrazio tutti quelli che hanno letto fin qui e tutti quelli che hanno lasciato una recensione. Vi amo **

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Fine ***




I giornali non parlavano d’altro e nemmeno Niall, da quella mattina, riusciva a trovare altri argomenti.
Tutto era iniziato intorno alle 8.
“Niall!!!” gli aveva urlato Josh per svegliarlo.
“Vattene” aveva mugugnato  lui dopo un’interminabile sequela di versetti e lamenti.
“No, no ti devi svegliare, sta succedendo il finimondo. Devi assolutamente alzarti”
“Ok, tu inizia ad andare io arrivo” gli aveva poi risposto rintanandosi meglio sotto le coperte.
Josh aveva solo sbuffato. Aveva spalancato le finestre per fare entrare luce.
“Sono le 8 del mattino Niall e...” aveva iniziato
“Appunto, vattene”
“Posso almeno finire? Poi se non ti interessa puoi tornare a dormire e io sparisco”
Niall aveva mugugnato qualcosa d’assenso, così Josh aveva preso fiato e gli veniva anche da ridere. Quante volte si era immaginato quel giorno? Sorrise e poi:
“Outing” disse guardando verso i capelli biondi di Niall che spuntavano da sotto le coperte.
“PURE TU?” domandò Niall mettendosi a sedere “Josh sul serio???  Dopo la nottata terrificante che ho avuto, dopo che ho scoperto che persino Liam e Zayn sono gay tu mi svegli facendo outing?”
“Co-cosa? Oh, no, no Niall”
“Oh Gesù non posso crederci”  continuò Niall mettendo un piede giù dal letto “no cioè sul serio?” domandò convulsamente infilandosi una felpa e alzandosi definitivamente.
“Niall, io non”
“NO... non continuare ti prego, tanto non ti sento LA LA LA LA LA LA” continuava ad urlare Niall tappandosi le orecchie con entrambe le mani “LALALALALALA”
Josh lo osservava impassibile. Stava davvero avendo quella discussione?
“Niall se tu la piantassi e mi lasciassi finire” aveva provato Josh poco prima che il biondo corresse in bagno e vi si barricasse dentro.
“Siete ovunque!”  urlava seduto sul bordo della vasca mentre Josh, con la fronte premuta contro la porta del bagno e le braccia abbandonate lungo i fianchi cercava il momento giusto per parlare.
“Niall, la smetti e esci di lì?”
“No”
“Louis e Harry hanno fatto outing. Ora per favore se tu...”
 E così, da quel preciso momento, da quando cioè Niall aveva spalancato la porta e urlato un “MINCHIA” di sorpresa, non aveva avuto altri argomenti.
Si era vestito di tutta fretta, aveva chiamato qualcuno della scorta e si era fatto riportare a casa.
Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che cantare, urlare di gioia e raccontare all’autista quante cose terribili avevano dovuto sopportare Harry e Louis. Ed era orgoglio, ne era certo, quella strana sensazione che si sentiva infondo al cuore.
 
 
Era terrore, quella strana, strisciante, paralizzante sensazione che sentiva infondo al cuore. Harry ne era certo e infatti, non appena Louis aveva iniziato a parlare, con tutte quelle macchine fotografiche puntate contro, lui aveva sentito chiaramente l’istinto di sopravvivenza dirgli di ritornare in casa.
“Lou” ripeteva stringendogli la mano proprio pochi secondi prima che questi dicesse: “noi... stiamo insieme”.
Ed era sempre per colpa del terrore che lui non aveva capito perché tutti, compreso Louis, in quel momento lo stessero guardando.
“Harry?” gli aveva domandato Louis
“Cosa?”
“Ho detto che... stiamo insieme... se tu vuoi dire qualcosa”
E non era più solo Louis a domandargli di aprire bocca e dire qualsiasi parola. C’erano anche almeno una mezza dozzina di giornalisti che continuavano a chiedere: “dichiarazioni?” “cosa ne pensano i vostri menager?” “le vostre famiglie?” “ma la fidanzata di Louis quindi?”.
E lui non era sicuro, non sapeva esattamente a quale delle duemila domande dar prima una risposta. Aveva solo detto “io sono gay” ad un certo punto, così, perché alla fine era quella la frase che gli sembrava andasse detta per prima.
Ma quando Louis, sudatissimo e tremante gli aveva chiesto: “e... ?” lui aveva risposto “anche Louis lo è”.
A quel punto tutti, più o meno, tranne Louis avevano iniziato a ridere.
“Sì questo lo sanno, gli ho detto che stiamo insieme...chiedevo se volevi dire qualcosa anche tu”.
“Io... amo Louis. Tanto. E lui ama me... tanto e...dormiamo insieme e...” aveva detto e stavolta era abbastanza sicuro di aver fatto centro perché persino Lou gli stava sorridendo.
“Ok, ehm... noi ora andiamo... in casa” aveva borbottato il più grande prima che nuove diecimila domande si abbattessero su di loro.
 
 
Quando Niall era entrato in casa Louis e Harry erano abbracciati sul divano.
“I miei bambini” aveva urlato gettandosi su di loro “i miei adorati bambini hanno detto al mondo di essere gay” continuava a ripetere fingendo di asciugare lacrime di commozione.
E Louis rideva, come al solito e contemporaneamente in modo diverso mentre Harry, come al solito eppure in modo inedito, guardava Louis in semi adorazione con le fossette marcate e gli occhi lucidi.
“Avete notizie di Jason?” aveva poi domandato Niall lanciandosi sull’altro divano.
“Certo, ci ha chiamato quattro volte” disse Louis “la prima per darci dei froci, la seconda per dirci che gli abbiamo rovinato la vita, la terza per chiederci di andare subito alla conferenza stampa che hanno indetto apposta e ...”
“E...?” domandò Niall
“E la quarta per dire che la Modest! rinuncia alla gestione della nostra band” aveva concluso Harry per Louis.
“Ah” aveva commentato Niall “quindi? Cosa facciamo ora?”
“Ne parliamo tutti e cinque... quando Liam e Zayn si degnano di uscire dalla camera” rispose Louis alzandosi dal divano.
 


***



 “Possiamo uscire e andare di là Zay?”
“Assolutamente no”
Liam si rimise la maglietta e si risedette sul letto. Zayn stava con l’orecchio schiacciato contro la porta chiusa e cercava di captare ogni minimo particolare rilevante. Aveva sentito entrare Niall e, d’altronde, chi avrebbe potuto fare a meno di sentirlo? Era entrato urlando qualcosa circa un outing e i suoi bambini.
“Lo hanno fatto davvero Liam”
“Lo so... infatti vorrei andare a congratularmi con loro” disse il più piccolo mettendosi in piedi.
“Nient’affatto. Noi staremo qui” rispose l’altro con lo sguardo da pazzo.
Liam, se qualcuno glielo avesse chiesto, sarebbe stato in grado di individuare sul volto di Zayn almeno una decina di frequenti espressioni. C’era quella che faceva quando era consapevole della presenza delle telecamere, per esempio, che consisteva in un’espressione strana, occhi quasi socchiusi e labbra serrate.
C’era poi quella che Liam preferiva che prevedeva una largo sorriso e gli occhietti dolci. Quella era l’espressione che il più delle volte si vedeva indirizzare. E poi, tra quelle che ultimamente Zayn era più sovente portato ad indossare, c’era lo sguardo da pazzo quello che cioè faceva quando milioni di idee gli affollavano il cervello e lui era portato a prediligere le più folli o quelle illegali.
“Potremmo vivere qui dentro per sempre Liam... non usciremo mai più”.
“Oh per favore Zay, smettila. Rivestiti e usciamo”
“No, no” rispose il più grande “qui dentro credo potrei amarti. Davvero, qui non avrei problemi”
“È davvero amorevole da parte tua” disse sarcastico rimettendosi seduto ed incrociando le gambe “mi ameresti se restassimo qui... qui sul tappeto che congiunge il comodino e il letto? Non sarà troppo?”
“Ero serio. Io davvero non credo di poterlo fare. Uscire e andare di là, congratularmi con loro e passare la vita sapendo che loro sanno che sono gay. Io non...”
E c’era anche, tra le espressioni più frequenti di Zayn, quella che riuniva in sé imbarazzo, insicurezza, paura e bisogno d’affetto. Occhi spalancati ma sguardo basso. Denti che tormentano le labbra e un lieve rossore sulle guance.
Liam si alzò dal letto.
“Zayn” iniziò “quello che è successo tra noi qui dentro può restare qui dentro. Qui sul tappeto tra il comodino e il letto” disse sorridendo, poi si fermò per alzargli il viso e guardarlo negli occhi.
“Volevo fare l’amore con te” continuò “e dico amore perché per me è stato questo, per dimostrarti che io ho accettato quello che dovevo accettare di me stesso e per farti capire che non ho fretta. Se tu non te la senti nessun altro saprà. Niall, Harry e Louis sono la nostra famiglia, nessuno di loro ci giudicherà o ci spingerà a fare quello che non vogliamo, ok?”
Ma l’espressione preferita di Liam era quella, quella che ora Zayn aveva dipinta in volto. Labbra dischiuse a mostrare due fila perfette di denti bianchi e dritti dietro i quali si intravedeva la lingua rossa e bellissima intrappolata in un morso appena accennato.
Degli occhi Liam non avrebbe saputo dire niente perché, semplicemente, quando Zayn faceva quell’espressione l’unica cosa che il resto del mondo poteva essere in grado di notare era la sua bocca. Per questo Liam continuava a fissarla e sorridere a sua volta.
Si sporse per baciarlo e, poco prima del contatto tra le loro bocche, sussurrò: “comunque... ti amo Zayn”.
Ti. Amo. Zayn.
Il più grande scandì ognuna delle tre parti di quella frase con lentezza quasi inquietante. Le ripeté mentalmente milioni di volte prima di domandarlo, perfino: “hai detto ‘ti amo Zayn’ ?”
“Sì, l’ho detto” rispose l’altro ancora con le labbra appoggiate alle sue
“Io...”
“Non devi rispondere per forza...volevo solo che lo sapessi”
 
“LIAM? ZAYN?”
 
La voce di Niall a pochi passi dalla porta della camera li riscosse dai loro pensieri.
Liam prese tra le mani il viso di Zayn e: “non diremo nulla, ok? Diremo che abbiamo parlato e deciso che non faremo outing né niente... sarà solo una cosa nostra, va bene?” sussurrò.
“Va bene... comunque... anche io…” gli rispose Zayn annullando definitivamente la distanza tra le loro labbra.
E mancava il ti amo prima di quell’anche io ma a Liam non importava. A dirla tutta mancavano anche un sacco di altre cose nella loro storia. Mancava una storia a ben guardare. Non c’era nulla tra loro, avrebbe potuto dire chiunque. Niente che avrebbe potuto far sembrare il loro rapporto una relazione, niente che potesse far credere che ci fosse amore nei loro baci. Eppure c’era, poteva affermare Liam con certezza, c’era eccome. Esattamente come quel ti amo prima di quell’anche io.
 
 
Una settimana dopo
 
A sembrare strano, in tutta quella questione, non era tanto il fatto che le fan degli One Direction non fossero  affatto diminuite dopo l’outing, ad essere spassoso ed incredibilmente strano, appunto, era il numero di fan di Eleanor Calder.
“Ha più fan di noi” disse Harry controllando per la centesima volta il profilo Twitter di Eleanor.
“Sono tutte le Larry Shipper, mi pare chiaro” diceva Louis dall’altra parte del letto. Un giornale in mano e gli occhiali da vista calati sul naso.
“HA PIÙ FAN DI NOI” ripeté Harry “mi sconvolge già il fatto che qualcuno la segua, figurati sapere che la segue più gente di noi”
“La seguono perché continua a raccontare spassosi aneddoti sulla finta relazione tra me e lei”
“Sì, ma che palle... hanno parlato di noi per una manciata di giorni e adesso parlano della relazione con la tua ragazza?”
“Finta ex relazione con la mia ex finta ragazza, prego” puntualizzò Louis
“Quel che ti pare...” rispondeva acido Harry “cioè leggi qui, leggi qui!!!!!!!!! Nei trend c’è #LaPrimaVoltaDiLouisEdELeanor”
“Oh si, credo abbia raccontato di quando Jason pensava che fare sesso con lei mi avrebbe fatto entrare di più nella parte”
“E il trend: #EleanorTheBest?”
“Ancora? Harry, sono le Larry Shipper, ormai sono felici ed appagate, non possono più odiare El per cui ormai la trattano come una di loro”
Harry sbuffò e girò il computer per poter mostrare lo schermo a Louis.
“Mentre del trend: #HarryOpsEleanor, cosa mi dici?”
Louis si sporse per vedere meglio.
“Mmh, non saprei” disse “prova a cliccare”
Harry obbedì e poi: “ma certo” disse il più grande “è probabile che El abbia raccontato di quando durante il nostro primo bacio, finto chiaramente, l’ho chiamata Harry invece di Eleanor”.
“Esilarante” disse Harry tirando nuovamente il computer verso di sé.
“Harry, la smetti? Poverina, è stato detestata in ogni stato di ogni continente per anni... lasciala divertire un po’”
“Ma lou” cercò di spiegare Harry lentamente, come si stesse rivolgendo ad un idiota “Lei. Ha. Più. Fan. Di. Noi”.
Louis si limitò a scuotere la testa e tornare al proprio giornale, credeva gli conferisse un’aria più seria e in qualche modo autoritaria.
“MA CERTO!!!!!” disse ad un certo punto Harry dandosi una gran manata in fronte.
“Cosa c’è adesso?”
“Niente” disse sorridendo “niente, torna a leggere”.
E probabilmente passò solo un quarto d’ora, forse nemmeno, prima che: “MA FATE SCHIFO” urlasse Zayn  bussando sul muro che divideva le loro stanze.
Harry sorrideva da dietro lo schermo e Louis ebbe la sgradevole sensazione che tutto quello c’entrasse qualcosa con l’urlo di Zayn.
“Cosa stai combinando?”
“Assolutamente niente”
“Allora gira il computer”
“Ma certamente Lou” rispose Harry senza abbandonare il sorriso e stendendosi a sua volta sul letto.
Il giornale scivolò sul pavimento mentre Louis guardava sconvolto lo schermo del pc.
“Harry?”
“Sì?” rispose innocentemente il più piccolo “dimmi Boo”
“Cosa leggi qui?” domandò indicando l’ultimo tweet di Harry
“Qui dove?”
“QUI!!!!!”
“Oh, lì... leggo: Sto pensando al primo pompino di Louis” rispose divertito
“ESATTAMENTE. E qui cosa leggi?” a quel punto il dito di Louis stava indicando la colonna dei trend
“Vediamo un po’” disse Harry prendendo in prestito gli occhiali di Louis “mmh, lì leggo: #IlPrimoPompinoDiLouis” rispose ridendo.
“Lo trovi divertente?” domandò Louis
“No finché non supereremo quella cretina e i suoi stupidi trend” rispose Harry ridendo “anche io ho sofferto tanto...lascia divertire anche me, no?”
“Cancella subito quel tweet” disse invece Louis per niente divertito.
“Come vuoi, ma ormai il trend c’è” rispose poco prima di cancellarlo “fatto, tolto”.
Poi sorrise, chiuse il computer portatile, lo poggiò ai piedi del letto e, ad alta voce: “facciamo sesso Lou?  Così ho nuovi spunti per i trend”.
Louis lo guardò mentre Harry, con una mano a mezz’aria, contava fino a tre poi: “FATE SCHIFISSIMO”, urlò nuovamente Zayn dall’altra stanza.
Louis rise: “Oh andiamo Zayne, lo sappiamo che anche voi lo fate”
 
 
Il giorno dopo
 
“Credo sia un buon nome” disse Niall seduto sul tappeto del salotto. Teneva tra le mani la chitarra nuova che Louis ed Harry gli avevano comprato per ridargli i soldi.
“Non puoi fare sul serio” rispose Zayn accoccolato con Liam su uno dei due divani.
“Perché?”
“Perché non è per niente geniale come dici tu... cioè, One Direction?”
“Io lo trovo brillante, innovativo, per niente banale” rispose Niall
“Innovativo? Vuoi chiamare la casa discografica come il nostro gruppo?” aveva domandato Louis, un braccio a circondare le spalle di Harry e il solito sorrisino strafottente in volto.
“Sì, perché io non lo voglio affatto chiamare Gay” aveva brontolato Niall di risposta
“Ah quello nemmeno io” si era poi intromesso nuovamente Zayn
“Quello sì che era geniale” disse Harry imbastendo un leggero broncio.
A quel punto Liam si mise seduto col disappunto di Zayn che sbuffò piano.
“Io credo invece” iniziò Liam “che dovremmo solamente essere felici per questa nuova avventura. Aprire una casa discografica nostra è quanto di meglio potessimo fare ragazzi. Nessuno ci romperà le palle con stupidi vincoli. Certo costerà un tantino mantenerla ma... i soldi li abbiamo no? E poi, finché siamo insieme” disse guardando a turno gli altri quattro.
“La chiamiamo Nando’s...?” chiese poi Niall poco prima che Liam si ributtasse sul divano e si stringesse di più a Zayn con un sonoro “è impossibile fare discorsi seri con voi”.
“HO UNA FOTTUTA IDEA GENIALE RAGAZZI!!!!!” disse a quel punto Harry “sono un genio!!!”
E non è che fossero scettici o cos’altro, non è che credessero Harry non fosse in grado di partorire idee geniali, era solo che... no in effetti erano scettici e credevano che Harry non fosse in grado di partorire idee geniali. Sì, era proprio così infatti finsero addirittura di non averlo sentito.
“Potremmo chiamarla: Zayn” propose Zayn in tono nemmeno troppo scherzoso
“Ragazzi, io ho avuto un’idea ho detto” provò nuovamente Harry
“Brit” disse Liam
“Non chiameremo la nostra casa discografica come il tuo stupido cane” concluse Louis
“RAGAZZI” urlò a quel punto Harry mettendosi addirittura in piedi.
“Va bene, va bene, parla” concesse Louis “sentiamo”
“The Beard” disse alla fine solenne con un gigantesco sorriso.
Silenzio.
“Non vi piace?” domandò poi
“É...” iniziò Niall
“Geniale” conclusero gli altri tre quasi in coro.
E poi non erano propriamente sicuri di come si fossero ritrovati tutti e cinque stretti in unico abbraccio. Maldestro, per giunta. Un abbraccio scomodo perché Harry aveva il braccio di Zayn praticamente in testa, Liam aveva i capelli di Niall in bocca e sputacchiava per liberarsene. Louis schiacciava il piede a qualcuno mentre qualcun altro lo strattonava per la felpa. Un abbraccio scomodo e impacciato come se ne erano sempre scambiati eppure nuovo, inedito. Un abbraccio dal quale non ci si vuole sciogliere uno di quelli che ti resta addosso, come un profumo, come un tatuaggio.
Come musica.
 


NOTE: è finita!! Non ci posso credere ** ci ho messo solo quei 5 mesi dai... ahaha personalmente mi mancherà o.o e non lo credevo possibile... mentre la scrivevo non me ne rendevo conto ma mi ci sono affezionata! Spero davvero vi sia piaciuta, vi abbia tenuto compagnia o almeno vi abbia fatto sorridere :D
Un grazie a tutti voi che avete letto e a tutti quelli che hanno recensito o messa la storia tra i preferiti.
Il grazie più gigantesco di tutti va a KoalaTea e alla sua pazienza :D al suo supporto e alla sua preziosissima, VITALE, IMPRESCINDIBILE amicizia! <3 ti voglio bene.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1931447