Dark Prince

di DrEaM_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** '..Principessa' ***
Capitolo 3: *** Che succede? ***
Capitolo 3: *** 'Ti voglio bene' ***
Capitolo 4: *** 'Partenza' ***
Capitolo 5: *** '...Apri gli occhi, amico!' ***
Capitolo 6: *** 'Solo un sorriso' ***
Capitolo 7: *** 'Ombre familiari' ***
Capitolo 8: *** 'Buonanotte principessa' ***
Capitolo 9: *** 'Spiragli di luce' ***
Capitolo 10: *** 'Un bacio rubato' ***
Capitolo 11: *** 'Un addio imprevisto' ***
Capitolo 12: *** 'UN ANNO DOPO - Ancora noi..' ***
Capitolo 13: *** 'La gioia di una vita' ***
Capitolo 14: *** '...Hei Baby, I Think I Wanna Marry You!' ***



Capitolo 1
*** '..Principessa' ***


CAPITOLO 1 : “..Principessa”


Passarono cinque anni da quello stupido reality, quel programma che li aveva strappati dalla loro vita e fatto vivere esperienze completamente surreali che sarebbero rimaste impresse nelle loro menti per sempre. Avevano provato emozioni, mille emozioni che non si potevano provare in una vita sola, forse dovevano solo ringraziare quel pazzo conduttore..
Comunque sia, alla conclusione di quell’alter vita dannatamente complicata, tutti erano ritornati alle loro rispettive vite più o meno: chi si dedicava allo studio, chi ormai aveva un lavoro fermo, chi viaggiava alla ricerca di qualcosa, chi, invece, si lasciava trasportare dalla monotonia.
Era una splendida mattina di inizio estate, il caldo si stava facendo già sentire, i letti erano ricoperti da leggere lenzuola che quotidianamente ai primi risvegli si ritrovavano sparpagliate per terra, e tutti si affrettavano a partire per le vacanze.
Ma lei no, lei era costantemente impegnata nel suo studio, costantemente travolta dal suo lavoro che la appassionava, costantemente entusiasta di tutto ciò che si era creata con le proprie mani. Era felice, spensierata e nessuno le avrebbe rotto quell’equilibrio perfetto. Lei, Courtney, era un brillante avvocato di Toronto, riconosciuta e apprezzata da chiunque per la sua disponibilità e la sua intelligenza che stroncava chiunque.
Il sorriso sulle labbra non glielo toglieva nessuno e quel luccichio negli occhi castani era presente ogni qualvolta le si diceva qualcosa di carino. La sua pelle abbronzata la rendeva semplicemente bellissima e i capelli, ormai lunghi, cadevano con folte ciocche castane. Non c’era nulla da dire, a parte quel suo carattere irritante, da ragazza pignola che cercava la precisione anche nelle piccolezze.
Sorseggiava il suo caffè mentre guardava la posta del giorno.. comunicazioni inutili o bollette da pagare era quello che c’era, sbuffò e andò a prepararsi.
Quando uscì di casa prese la sua macchina e prima di recarsi a lavoro passò nella più grande pasticceria di Toronto per prendere dei pasticcini causa compleanno di una collega.
“Salve, vorrei un vassoio di pasticcini misti, grazie” il ragazzo dietro al bancone aveva un viso raggiante e sorrideva a Courtney con apprezzamento, come se la stesse squadrando. Quando finì di preparare il vassoio disse “Ecco, sono 10 dollari, un piccolo sconto per una bella ragazza come te” Sorrise un po’ imbarazzata poi rispose “Grazie e arrivederci.”
Stava mettendo il portafoglio nella borsa quando andò a sbattere contro il petto di qualcuno. Il vassoio non cadde per fortuna, riuscì a salvarlo per un pelo, alzò gli occhi e vide degli occhi azzurri che mai si sarebbe dimenticata, quel ghigno strafottente che mai avrebbe abbandonato quel suo viso. Si ritrasse infastidita da quel contatto impetuoso e tornò sui suoi piedi.
“Courtney.” Affermò lui squadrandola da capo a piedi. Non credeva ai suoi occhi dalla ragazza irritante e carina che era stata, adesso appariva come una donna bellissima.
“Duncan.” Scandì lei cercando di ricomporsi. Non ce la faceva a guardarlo negli occhi per tutto il male che le aveva procurato, per questo fissava un punto lontano. Dentro di se il cuore batteva fortissimo e si sentì girare vorticosamente la testa.
Non capiva il motivo di quel miscuglio di sensazioni che la pervasero, ma era sicura che quel ragazzo così stupido e insignificante le faceva provare ancora qualcosa. Non sapevano cosa dirsi, in verità erano tante le cose da dirsi, si limitarono a guardarsi per l’ultima volta negli occhi e quell’azzurro le fece venire un brivido lungo la schiena. Mentre il castano di lei lo fece tremare, tremare dentro. Come se avesse paura di incontrare quello sguardo di cui si era perdutamente innamorato durante il reality.
Senza voltarsi indietro Courtney riprese la sua strada, mentre sentiva lo sguardo di lui sulla sua schiena, e bruciava.
Duncan rimase impassibile con lo sguardo che seguiva la sua figura che andava via. Era bellissima, come sempre. Non si era mai dimenticato di lei completamente anche se con Gwen intendeva fare seriamente. Quell’incontro però fece ricredere per almeno 5 secondi il ragazzo. Varie domande gli passarono per la testa che non avrebbe mai avuto il coraggio di rivolgerle. Un pensiero assurdo si infilò nella mente: seguirla.
Le sue gambe partirono da sole, il cervello invece era rimasto ancora al momento dell’incontro, il cuore gli scoppiava nel petto. La stava seguendo, non sapeva esattamente il perché eppure lo stava facendo. Era ad un passo da lei quando disse “Scusi signorina, ha dimenticato questo” Courtney si girò riconoscendo la voce e fu catturata di nuovo da quei suoi occhi cerulei, poi abbassò subito lo sguardo come colta in fallo dall’ammirare qualcosa di bellissimo.
“Mi hai seguita per questo?” indicò uno scontrino che non era neanche suo dato che il ragazzo non glielo aveva stampato. “Bella scusa Duncan..”
Si girò, ma lui la fermò cingendole delicatamente un braccio, lei girò il volto guardando la sua mano e un piccolo colpo al cuore si fece sentire.
“A-Aspetta.. ti va di parlare un po’?” azzardò Duncan. In verità voleva stare solo un po’ con lei. Le era mancata davvero tanto!
“E di cosa? Di come stai bene con Gwen? Nah, passo, grazie.” rispose lei ferma.
“Di noi, Court..”
“Non esiste più un noi Duncan”
Si scompigliò i capelli neri, Courtney lo guardò attentamente mentre faceva quel gesto ricordando amaramente quando era lei a scompigliarglieli. Non esisteva più un “noi” per loro, soltanto Duncan e Courtney.
“Andiamo, principessa, so che muori dalla voglia di parlare con me”
Quel ‘principessa’ pronunciato senza un perché, così buttato all’aria solo per dare ossigeno ai polmoni le provocò una fitta al cuore e come un lampo le si presentarono davanti tutte le volte in cui la chiamava principessa, quando per la prima volta cominciò a chiamarla così. Come un flashback.. Lei era stata la sua principessa, e lo era ancora adesso.. Forse se Courtney scendeva dal piedistallo riusciva a capire i sentimenti di Duncan? O forse era meglio evitarlo per sempre?
“Duncan, smetti di giocare con me! Smettila per favore!” Courtney ridusse gli occhi a due fessure e strinse i pugni lungo il suo corpo, poi si incamminò verso la sua macchina con i nervi a pezzi, e il cuore che ritornava ai suoi normali battiti.





NdA: 
Salvee :) , quest'anno sono tornata con una fanfiction, anche se in programma ho altre romantiche. Ho scelto di fare una DxC poichè questa coppia per me è semplicemente stupenda *__* Guardavo sempre TotalDrama, e mi sono innamorata di loro. 
Questo primo incontro tra i personaggi è stato 'brusco' ma anche piacevole per entrambi. Non pensavano di provare quelle mille emozioni. Scoprirete cos'altro succederà ;) 
DrEaM_ <3 

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Capitolo 3
*** Che succede? ***


Capitolo 2 : Che succede?


Cosa credeva di fare adesso? Ritornare da lei a chiederle perdono e pensare di ricominciare di nuovo? Duncan si sbagliava di grosso, ora lei era cresciuta, non era più la ragazza ingenua di un tempo, la sua fermezza l’aveva resa tale da affrontare ‘problemi’ come questi. Non si sarebbe fatta abbattere da uno come lui, tantomeno da scuse chieste in ginocchio..
Però quegli occhi, quello sguardo, quel fisico, i suoi capelli, e quel suo sorriso la facevano impazzire. Non riusciva a controllarsi quando lo aveva davanti, tutto era in subbuglio nel suo corpo, destabilizzata da un semplice ragazzo che non sapeva controllare i suoi istinti da predatore.
Le aveva decisamente rovinato l’umore con il quale si era svegliata, per questo lavorò con distrazione, ma nessuno se ne rese conto tranne Sophie, una sua cara amica che l’aveva aiutata negli studi.
“Che ti prende, Court?”
“Mmh? Nono, nulla.. Sono solo un po’ stanca.” Mentì lei portandosi una ciocca dietro l’orecchio e distendendo la schiena sulla poltrona..
“Ti serve una bella vacanza, perché non ti prendi qualche settimana di stop?” Sophie aveva decisamente ragione, ma per uno stupido incontro non voleva lasciare tutto, non si era mai lamentata fino ad ora.. In fondo doveva solo sfogarsi con qualcuno dell’accaduto di stamattina, magari incontrarsi con Bridgette non sarebbe stato affatto male, lei era la sua migliore amica, l’unica di cui poteva fidarsi davvero e l’unica con cui aveva stretto buoni rapporti nel reality.
“Ho solo bisogno di qualche giorno di pausa. Si, decisamente”
“Perfetto allora! Ti preparo il permesso, va bene?” si offrì Sophie.
“Grazie mille Sophie” e l’abbracciò. Era una brava ragazza dalle idee semplici e molto intelligente.
“Di cosa? Per te questo ed altro”
Courtney improvvisamente si sentì cambiata in un certo aspetto. Tempo prima non la poteva vedere nessuno, chiunque avesse mai incrociato il suo sguardo sarebbe morto fulminato, se lei non lo desiderava, mentre adesso tutti la aiutavano, i bambini le giocavano intorno, e tutti le volevano un gran bene.. Forse era cambiata davvero dopo quel programma, forse era riuscita ad abbattere quella specie di barriera che la teneva distante da tutto e tutti.
Uscì da quell’ammasso di aria insipida di scartoffie e respirò a pieni polmoni l’aria esterna. Il troppo lavoro le stava dando alla testa e si stava dimenticando dei bei momenti passati fuori con le amiche a divertirsi. Le si strinse il cuore, quando, tra quei pensieri, fece il suo ‘ingresso trionfale’ il ricordo dei momenti passati con Duncan, non c’era niente da nascondere ormai, o niente da ribadire: quelli erano stati i più belli della sua vita.

Disteso sul prendisole in terrazza, guardava i passanti che parlottavano tra loro, i bambini che ridevano o che giocavano a rincorrersi nel parco lì distante e si chiese perché bisognava crescere. Rimanere nell’innocenza era la cosa più bella secondo lui, quella timidezza e quella spensieratezza che solo un bambino poteva avere era oro per lui.
Da grande tutto era più complicato e ci si ritrovava a fare i conti con una vita difficile, ci si ritrovava a fare i conti con l’amore. Già, proprio questo. Un sentimento ancora ignoto nelle menti di tutti, ma conosciuto sulle bocche e nel cuore di ognuno.
Era il concetto di affetto più esilarante e sorprendente che poteva esistere al mondo, tranne per il fatto che faceva male.. Si, quando finiva faceva male. Quando terminava si abbattevano le basi con cui ci si era prefissati il magnifico viaggio dell’amore, purtroppo accadeva sempre cosi.
Si trovava a pochi passi dalla sedia a sdraio di Gwen, la quale lo era andata a trovare a casa sua per passare alcuni giorni prima della partenza per il suo compleanno. Duncan si era fidanzato con Gwen dopo la fine dell’ultima stagione di ‘Total Drama’ e da allora facevano coppia fissa. Non si vedevano mai separati, lui sempre con gli occhi su di lei e lei sempre tra le sue braccia. Ma era davvero tutto rose e fiori come appariva? Sembravano veramente la coppia del secolo uscita da un fotoromanzo?
Camminavano sulla stessa cresta dell’onda, erano all’apparenza molto simili tra loro, ma dentro nascondevano verità tutt’altro che uniche.
Gwen guardò Duncan mentre pensieroso osservava la folla di bagnanti sull’altra riva per poi dire “Non vedo l’ora di partire, amore”
Duncan chiuse un attimo gli occhi come per assaporare quell’affermazione così scomposta in quel momento paradossalmente placido.
“Già..” Duncan non sapeva cosa rispondere. In verità i suoi pensieri non erano fermi sui passanti, né suoi bambini, né sui bagnanti. I suoi pensieri, il suo cuore erano fermi sempre a quel momento, sempre a quella scena che si era verificata poche ore prima in quella pasticceria..
'Se solo non fossi entrato in quella dannatissima pasticceria..’ si ripeteva da ore.
Se non fosse entrato in quella pasticceria non si sarebbe accorto dell’errore che forse stava per commettere: passare la sua intera vita con Gwen. Era questo quello che realmente voleva? Questo quello al quale ambiva una volta uscito da quel reality? E se Courtney si era dimenticata davvero di lui? Se adesso lei non provava più niente? Chissà…
“L’entusiasmo non te l’ha mai tolto nessuno, Duncan!” disse Gwen acida prima di alzarsi e raggiungere a falcate la cucina. Duncan alzò gli occhi al cielo e cercò con tutte le sue forze di raggiungerla e di chiederle scusa come solo lui sapeva fare, ma tutto quello che riusciva a dire o a fare era nulla.
Paralizzato cerebralmente e sentimentalmente, focalizzato su quegli occhi grandi color nocciola e sintonizzato su un solo canale: COURTNEY.










NdA
Saaaaalve a tutte, eccomi tornata con il secondo capitolo di cui non sono assolutamente convinta D: Spero che abbiate pietà di me.
Comunque sia, volevo ringraziare le 86 persone che hanno letto il primo capitolo della DxC (sono piccole gioie), e le tre ragazze MAGNIFICHE che hanno recensito. Grazie ancora, spero che questo vi piaccia e che continuiate a leggere.
Vi chiedo in ginocchio umilmente scusa per aver ritardato l'aggiornamento, ma sono partita per le vacanze e non ho avuto tempo *piange*
Beh, a presto
-DrEaM_

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Capitolo 3
*** 'Ti voglio bene' ***


Capitolo 3: Ti voglio bene


Courtney, apparentemente rilassata sul divano, osservava il soffitto maledicendosi mentalmente per aver accettato quella sospensione dal lavoro; lei amava il suo lavoro, era il suo salvataggio dalla banalità quotidiana e, distesa su quel cuscino morbido, meditava su come occupare le seguenti giornate prima di essere interrotta dall’arrivo di Bridgette che spuntò dalla porta d’ingresso senza nemmeno bussare cominciando a svolazzare due dépliant sotto al naso dell’amica. Per un momento rimase interdetta, poi prese uno di quei volantini e lesse a lettere cubitali ‘SPA Toronto-Resort’, lo aprì e una foto dai colori luminosi di un’enorme villa attirò la sua attenzione. Seguì la didascalia sottostante immaginando di essere in ogni singola stanza di quella lussuosa costruzione.
“Vuoi spiegarmi?” chiese a Bridgette la quale stava letteralmente sbavando su quel dépliant.
“Passeremo due giorni fantastici vedrai!” esclamò la bionda prima di farle un occhiolino malizioso.
Courtney ci pensò un po’ su e in effetti l’idea non era male, un rilassamento totale con distensione di nervi non poteva mancare. Quindi le sorrise e accettò l’invito.
“Quando andremo?” chiese Courtney intenta a selezionare il numero di Sophie per farle preparare il permesso.
“Sabato prossimo” rispose Bridgette.
Lo comunicò subito a Sophie, poi prese una coppa di gelato, due cucchiai e si sedette sul divano di fianco a Bridgette.
“A cosa devo questo gelato?”
“Pensi che riusciresti a sopportarmi ancora per un po’?”
Bridgette rise un po’ poi aprì il barattolo e insieme immersero il cucchiaio all’interno pronte per assaporarlo.
“Sono nata per questo, lo sai. Dai racconta..”
Courtney si sedette composta e guardò Bridgette mentre pronta a qualsiasi tipo di racconto leccava il suo saporito cucchiaio.
“Non so nemmeno perché dovrei starci male, o semplicemente avere dei sentimenti per lui.. ancora.. Non so, forse penso troppo, forse devo solo smettere di ricordare il passato..” Courtney non sapeva come esprimere quella piccola fitta al cuore, aprirsi con Bridgette si rivelò più difficile del previsto.
“Eiei, calmati un attimo. Fammi capire almeno qualcosa!” rispose Bridgette sbattendo le lunghe ciglia ricoperte da chili di mascara.
Courtney prese un bel respiro e cominciò a raccontare: “Stamattina ho incontrato Duncan in una pasticceria al centro” il nome Duncan lo pronunciò nascondendolo anche a se stessa, mentre l’amica sgranava gli occhi e spalancava la bocca allo stesso tempo.
“T-tu hai incontrato D-duncan.” sillabò Bridgette non sapendo che reazione dovesse avere. Non era una domanda, semplicemente un’affermazione, ripetendo quello che già aveva detto l’amica.
“S-si. È stato il momento più imbarazzante, doloroso, difficile e assurdo della mia vita da cinque anni.. Non so che mi era preso, ma il cuore ha cominciato a battere come un pazzo, e le gambe mi tremavano. Insomma, lui era lì, bello come il sole che mi guardava con quegli occhi azzurri da far svenire chiunque e..
“Ma fermati! Non voglio sapere nient’altro, i tuoi commenti eccitanti sul suo aspetto riservateli per te! Decenza, grazie. Cosa vi siete detti?”
“Ehm.. nulla, mi ha solo guardato negli occhi e siamo rimasti pietrificati così per un minuto circa, poi sono uscita dal negozio e …” Pensava a quel momento e le venivano quasi i brividi, forse era scattato un nuovo, ma risaputo sentimento che aveva paura si manifestasse.
“E..” incitò l’amica.
“Lui mi ha raggiunto dicendo che dovevamo parlare di noi..”
“Farabutto!” commentò Bridgette spezzando la frase dell’amica.
“Mi ha destabilizzato, Bridgette.. Non voglio prenderla troppo seriamente, ma quell’incontro è stato… è stato…”
“Orrido, lo so!” concluse Bridgette agitando le mani, sicura.
“No, bellissimo. Pur nel suo imbarazzo, è stata la cosa più bella rivederlo di nuovo..” Bridgette si alzò, mise apposto la vaschetta di gelato e rispose consolatoria “Senti tesoro, io sono qui perché mi hai chiamato per passare un po’ di tempo fuori dall’ordinario. Io sono qui accanto a te e non ti lascerò crogiolare nel dolore, ma sappi che ti voglio felice, voglio il tuo sorriso che mi fa star bene dentro. Voglio la Courtney di ieri e l’altro ieri. Duncan è solo un bambino viziato che non si accontenta di nulla, cambia gioco in continuazione senza sapere che scoperta aveva lasciato alle spalle. Secondo te con Gwen durerà ancora per molto?! Ti prego, dà ascolto a me..”
Gli occhi di Courtney si coprirono di una leggera patina e prima che questa prendesse la consistenza amara delle lacrime corse tra le braccia dell’amica per ringraziarla di quanto appena detto. Aveva ragione Bridgette, doveva smettere di pensare a Duncan, smettere di credere di far felice solo gli altri, ma pensare alla propria felicità.

Forse era solo quello che credeva di dover fare…









NdA:
Saaalve a tutte, sono qui di nuovo con questo terzo capitolo sperando che vi piaccia.
Courtney è un po’ stranita da quell’incontro, e anche Duncan lo è *si morde la lingua*
Chiede aiuto all’amica per riuscire a pensare ad altro, ma sarà davvero così? Courtney riuscirà davvero a dimenticarsi di Duncan?
Per concludere volevo ringraziare le 254 persone che hanno letto i miei due capitoli iniziali; le 3 ragazze che hanno messo la storia tra le preferite; le 3 ragazze che la seguono; le 4 che hanno recensito.
Grazie ancora, a presto
- DrEaM_

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Capitolo 4
*** 'Partenza' ***


Capitolo 4 : Partenza


Il giorno della partenza arrivò in un batter di ciglia, Gwen lo aveva raggiunto davanti casa sua con la macchina pronta ad intraprendere il viaggio per festeggiare il suo compleanno.
Suonò il clacson non una, ma due volta, anche se di Duncan non c’erano tracce. Le finestre erano ancora del tutto chiuse e dalle finestre non si scorgeva la sua presenza. Così spense il motore e suonò il campanello, ma non ricevette nessuna risposta. All’improvviso si ricordò che Duncan metteva un paio di chiavi sotto lo zerbino, così cercando di non farsi vedere da nessuno, alzò una lato dello zerbino e trovò la chiave. Trionfante entrò in casa e urlò “Duncaan! Dobbiamo andare!” Non lo trovò né in cucina a sorseggiare un caffè, né spaparanzato sul divano con ancora i residui della sbornia del giorno precedente né in bagno a radersi per la sua amata. Nulla di tutto questo, così con un sorriso malizioso si inoltrò silenziosamente nella sua camera da letto completamente buia. A tentoni riuscì a raggiungere le tende e le aprì velocemente gridando “Buongiorno tesoro!”
Duncan, il quale stava riposando placidamente nel suo morbido letto, venne svegliato bruscamente dalla voce stridula di Gwen.
Mugolò qualcosa mentre si girava dall’altra parte del letto, mentre dentro di sé imprecava quel dannatissimo risveglio. Furba, Gwen, andò dall’altra parte del letto per solleticargli il collo da soffici baci e farlo destare una volta per tutte. Lui con violenza le prese i polsi e la portò sotto di lui. Lei sorrise e lui la guardava dritto negli occhi.
“Mmh, amore, non essere così impaziente.. Mi fai morire così!”
Lui posò le sue labbra sul collo di Gwen che intanto chiuse gli occhi per assaporare quella lieve eccitazione che solo lui sapeva produrle. “D-duncan, dobbiamo andare, è tardi.. Sai che abbiamo t-tutto il tempo p-per..” non finì di parlare poiché le sue labbra furono serrate da quelle del ragazzo mentre con le sue mani esplorava sotto la sua maglietta.
Gwen con una botta di fianco invertì le posizioni e sussurrò nell’orecchio di Duncan “Se continui così saremo costretti a passarlo qui il mio compleanno. È un’idea che mi eccita moltissimo, ma preferirei passare i nostri momenti in posti più belli” infine si alzò e cominciò a inserire vestiti a caso nella valigia che trovò al solito posto dentro l’armadio.
“Un giorno mi dovrai ringraziare di tutto quello che faccio per te” sibilò Duncan prima di entrare in bagno e aprire un getto d’acqua fresca. Appoggiò le mani al lavandino e si guardò allo specchio. Un filo di barba gli spuntava da sotto la pelle, gli occhi erano rossi e pieni di sonno, i capelli scompigliati gli ricadevano sul volto. Fece una smorfia e poi entrò nella doccia, sperando che questi giorni passassero in fretta così come erano giunti.

“Courtney, se non ti alzi da questo letto ti getto una bacinella di acqua gelata addosso!”
Anche Courtney non aveva la minima voglia di alzarsi così presto dal letto, infatti si portò il cuscino sulla testa cercando di non sentire le urla dell’amica.
Avevano passato la serata tra pizza, birra e film ed ora era davvero stanca.
Dopo neanche un minuto si ritrovò completamente bagnata e infreddolita dal getto di acqua fredda che Briidgette le aveva colato dall’alto. Si mise a sedere velocemente mentre si strofinava gli occhi per riuscire a vedere quello che stava succedendo.
“Non pensavo facessi sul serio. Dannazione, Bridgette! Devo cambiare tutte le lenzuola ora, forse anche il materas..”
“Zitta se no prendo la birra congelata di ieri sera! Alza il culo e vatti a vestire!”
“M-ma devo ancora preparare la valigia ..” implorò.
“A quello ci ho già pensato io! Ora muoviti! Avrai tutto il tempo per rilassarti”
La sua mente fece proiezione su quello che aveva letto nel volantino della SPA e i suoi pensieri si fecero reali immaginandosi distesa su uno di quei lettini a farsi massaggiare da mani soffici.
Si alzò, anche se controvoglia, e andò a prepararsi. Quando uscì trovò Bridgette sulla porta intenta a borbottare qualcosa tra sé “che cosa stai farfugliando?”
“Sto cercando di ricordare se abbiamo preso tutto” dopo un altro sospettoso farfugliamento dedicò alla sua amica un sorriso smagliante e disse “pronte!”
Si precipitò fuori dalla porta cercando le chiavi della macchina.
Courtney era ancora in dormiveglia per cercare di capire cosa stesse succedendo, ma si sedette al posto del passeggero e attese impaziente di partire. Il viaggio durò all’incirca tre ore, una delle quali Courtney la passò ronfando placidamente sotto le note dei Muse. Bridgette fece segno di essere arrivate e davanti a loro si presentò in tutta la sua magnificenza una maestosa villa in stile moderno con tanto di una sfoggiante fontana al centro dell’atrio.
Parcheggiarono ancora incredule della bellezza che presentava quel posto e si fecero strada tra quei bellissimi corridoi. “Salve, benvenuti, io mi chiamo Crystal, posso esservi utile?” una ragazza apparentemente molto giovane si accostò a loro interrompendo la visuale del posto. Era alta, con un camice da infermiera che le arrivava a metà coscia, i capelli biondissimi legati in una coda disordinata, ma bella, e gli occhi vitrei. Le guardava con un sorriso a trentadue denti abbastanza finto, forse si era stancata del suo lavoro, forse aveva pensato che presentarsi come una bambola agli occhi di tutti non era utile per niente.
“Salve, noi siamo Bridgette e Courtney e vorremo sostare qui per un paio di giorni. Può dirci dove possiamo prenotare le camere?”
Era un’impressione di Courtney o Crystal aveva le stesse fossette di Duncan quando sorrideva? Le stesse identiche fossette, poste allo stesso identico posto.. E adesso che ci faceva caso aveva anche la stessa forma di occhi, di bocca: sembrava sua sorella! Poi bloccò i suoi pensieri, stava pensando a Duncan?
Maledizione, aveva sempre quel fottuto ragazzo in mente!
“Certamente! Venite da questa parte” le condusse in un atrio dove aleggiava un profumo di lavanda che gradì le due ragazze. Trattennero un ‘wow’ quando scorsero da una stanza una grande vetrata che dava su una piscina immensa dentro la quale c’erano moltissime persone intente a parlottare amichevolmente tra loro. Non vedevano l’ora di provare le stesse emozioni di quelle stesse persone!
“Siete in due, giusto? Letti separati o matrimoniale?”
Si guardarono e concordarono sulla scelta del matrimoniale per avere più comodità.
“Benissimo, quante notti?”
“Due” disse Bridgette.
“Perfetto, volete un percorso già fissato o fate a vostra scelta?” la ragazza intanto tamburellava sulla tastiera del computer inserendo le informazioni, era molto veloce, abituata.
“Gradiremo fare a nostra scelta, grazie” questa volta rispose Courtney.
“Ok, direi che abbiamo finito. Questa è la chiave della vostra stanza, si trova al secondo piano. L’ascensore è da quella parte” e indicò una porta di metallo poco distante da loro. “Per maggiori informazioni o richieste di aiuto siamo a vostra disposizione, basta che premiate il tasto 2 del telefono incluso nella vostra stanza.” Stavano per dileguarsi quando la ragazza continuò “Ah, potete fare la visita della Villa Storica domani mattina alle 8, si parte qui con un pullman che ci porterà direttamente sul posto, altrimenti potete rimanere qui a godervi le terme. Non si accettano schiamazzi notturni, intrusioni in stanze non proprie e corse tra le varie camere o corridoi o piscine. Buon trattamento” finì e sorrise, stavolta un sorriso vero che sottolineava la sua bellezza… e secondo Courtney la sua tremenda somiglianza a Duncan.
“Beh, direi che abbiamo tutto il mondo a disposizione, mia cara! Sentiti annoiata e giuro che ti annego!”
Risero e si diressero alla loro stanza, contente.














NdA:
Ed eccomi tornata, scusate per questo (breve) ritardo, ma sono in vacanza, ve l’ho già detto?, e non ho davvero il tempo materiale per sedermi e dedicarmi alla mia coppietta felice (?)
Convenevoli a parte, ritengo che questo capitolo mi sia uscito davvero male, lo ritengo penoso.. a voi il giudizio.. davvero.. *singhiozza *
Qui vediamo che le nostre amiche arrivano in questo magnifico luogo e Courtney sembra completamente estranea con la sua mente, dato il fatto che vede le fossette di Duncan sul viso della ragazza della reception, deplorevole. È innamorata, ragazzi, che possiamo farci?! Tutti da innamorati siamo cosi *fischietta*
Beeene, e ora passiamo ai ringraziamenti:
a) Le 385 ragazze che hanno letto mi confortano molto e mi danno il sostegno, la voglia e soprattutto l’ispirazione di proseguire questa ff;
b) Ringrazio ancora le 6 ragazze per le recensioni *_* (sono poche, ma apprezzo tantissimo);
c) Sono fiera che la mia storia sia finita nelle ‘preferite’ da 4 persone e nelle ‘seguite’ da 5 . Ho finito allora, a presto, e GRAZIE ANCORA,
- DrEaM_

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Capitolo 5
*** '...Apri gli occhi, amico!' ***


Capitolo 5 : ‘Apri gli occhi, amico’


Duncan fissava la strada davanti a se, scambiando certe volte occhiate ad una Gwen addormentata placidamente, col viso rivolto verso il finestrino. I suoi lineamenti così sottili e la sua pelle chiarissima al sole la rendevano leggermente più bella, forse era per quello che si era invaghito di lei. Troppo simili o troppo lontanamente simili a lui, oppure caratterialmente impossibili da gestire. Lei, invece, non aveva nessun problema caratteriale, tranne per il fatto che da un po di tempo assumeva atteggiamenti spocchiosi e se la tirava un po’ .
Eppure quando dormiva tutto il negativo si estraniava da lei e lasciava il posto alla semplice Gwen che aveva conosciuto: quella che se si rompeva un unghia non moriva di infarto, quella che non passava ore davanti allo specchio, quella che indossava il primo abito capitato in mano e non contemplava l’armadio strapieno pronunciando un ‘non so cosa mettermi’. Sarebbe cambiata?
Poi improvvisamente gli venne alla mente, come spesso ormai, quel giorno in pasticceria, quegli occhi grandi e castani puntati fisso nei suoi azzurri. Courtney, la sua voce, il suo corpo e.. Lei. Le sue sclerate improvvise, i suoi momenti di profonda avversione verso di lui, oppure il continuo parlare che non sopportava. Perché pensava ancora a lei? Perché si concedeva pensieri docili e da innamorato verso Gwen poi ad un tratto ricordava Courtney come l’amore della sua vita? Riuscì a concentrarsi un altro po’ su Courtney e gli vennero in mente ricordi belli, riguardo alla prima stagione, l’isola, e ricordi tristi riguardo all’ultima, il tour. Lo ricordava come il giorno prima: l’aveva tradita con Gwen davanti a mezza America, ed era anche fiero, contento di avergli inflitto quella punizione. Litigava con lei ogni giorno, anche quando doveva portarla in braccio vestita da sposa per una stupida prova indotta da McLain. Dietro uno schermo televisivo e sotto una telecamera le emozioni non vengono trasmesse, ma quando l’aveva vista con quel vestito voleva dire che era splendida, per ragion di orgoglio e di logica si era trattenuto, ovviamente.
Ora invece, voleva davvero capire cosa doveva fare, come comportarsi se l’avrebbe rivista. Parlare con lei, chiamarla ‘principessa’ ancora per molto, ma la confusione nella sua testa era troppa. Stava giocando sporco? Abbastanza. Gwen si stiracchiò passandosi una mano davanti agli occhi per poi sussurrare: “Ei siamo arrivati?”
“Tra poco” rispose Duncan.
“Cosa mi hai regalato per il compleanno?”
Ah.
“Mi sembra che in questi anni non ti abbia mai detto il regalo che ti ho fatto, spiegami il motivo per cui dovrei farlo ora” rispose pensando a cosa le avrebbe regalato dato che non ci aveva pensato minimamente.
“Non mi hai fatto il regalo Duncan.”
No, non era una domanda, non era una supposizione. Era una affermazione chiara e tonda, come se avesse risposto ad una supposta domanda.
“Che dici? Certo che te l’ho fatto!” lo disse con tanta sicurezza che Gwen gli allacciò le braccia al collo e gli baciò la guancia assaporando il buon profumo di dopobarba da lei più che conosciuto. “Ti amo per questo, sai?”
Annuì e poi girò il manubrio indicando che erano arrivati. Lo stupore era espresso nei loro occhi, ma anche nella posizione della loro bocca. La stessa reazione che avevano avuto Bridgette e Courtney si presentava per una seconda volta, ma loro non lo sapevano ancora.
“È-è stupendo Duncan! Guarda lì che bellezza.. Non credo ai miei occhi!”
“G-già!”
Trovarono subito un parcheggio e fecero gli stessi convenevoli delle due ragazze per poi entrare nella loro stanza. Una suite enorme si manifestava davanti ai loro occhi, il pavimento era rivestito da linoleum, le pareti erano color panna e una grande finestra faceva da padrona illuminando completamente tutta la stanza. Gwen aveva la stesa espressione da quando era in macchina e se non avesse ripreso conoscenza le sarebbe venuta una paralisi facciale. E pensare che Courtney e Bridgette erano esattamente due camere affianco.
“È bellissimo, tesoro, vero?” Gwen mise la sua valigia ai piedi del letto per poi buttarcisi a mò d’angelo.
“Non ho niente da ridire, mi piace davvero molto” rispose Duncan mentre fissava fuori dalla finestra. In poche falcate la raggiunse e si sdraiarono uno affianco all’altro guardandosi negli occhi. Il verde-grigio degli occhi di Gwen lo pervase e non resistette da rubarle un soffice bacio.
“So che è contro la regola e che tu sia diventata.. come dire.. superstiziosa, ma non trovo momento migliore del dirti ‘buon compleanno Gwen’!” Duncan pronunciò quella frase accarezzandole una guancia, prevedendo una sua reazione isterica. “Tu sai che potrei non parlarti più, ma se tu mi fai gli auguri in questo modo in non posso fare altro che dirti ‘grazie’ e fare questo..” si mise a cavalcioni su di lui e gli lasciò un passionale bacio sulle labbra che lui intese come dolce inaugurazione del letto e partirono così per il meraviglioso viaggio del libido.

Le due amiche, nel frattempo, erano entrate in camera anche loro e stavano osservando dalla finestra il panorama.
“Ei Bridgette, ti volevo ringraziare per quello che fai per me..” Bridgette le cinse le spalle da dietro in un abbraccio carico di affetto dicendole “Per te questo e altro, Court.”
Era da tanto che nessuno la chiama col suo soprannome, da quando Duncan decise di porre fine alla loro relazione limonandosi Gwen nei bagno-confessionale di quel roito di aereo. Lui la chiamava così, tutti la chiamavano così ma si era completamente dimenticata l’effetto che le faceva. La rendeva felice essere chiamata in quel modo, per il semplice motivo che la prima volta che Duncan si ‘inventò’ quel bizzarro soprannome aveva recepito il fatto che sarebbe rimasta sua per molto tempo.. ma purtroppo era andato tutto in fumo.
Courtney, quindi si irrigidì e Bridgette lo capì mordendosi il labbro per poi disse: “Scusa, non avrei dovuto chiamarti così.. Mi dispiace.. Ehm.. vuoi che..”
“Bridgette, tranquilla. Tutto apposto” sorrise dolcemente per poi dirigersi alla sua valigia e aprirla. Riversò il contenuto sul letto accuratamente per poi disporlo negli armadi: Bridgette le aveva portato di tutto, neanche lei avrebbe preparato una valigia del genere.
“Come va con Geoff?” loro erano il suo tipo di coppia, affiatati ma non eccessivamente, gelosi ma non drasticamente, innamorati come nessuno.
“Splendidamente, proprio l’altro giorno mi ha chiamata dicendomi di affacciarmi alla finestra: era lì sotto con un mazzo di rose rosse. Lo amo alla follia Courtney, spero che anche tu troverai un amore così.”
‘Io ce l’ho già Bridgette, ma non è mio.’
“Sono contenta per voi, lo sai. Non ho mai visto una coppia come voi. Siete sempre insieme, nessuno vi separa e se litigate basta guardarvi negli occhi per fare pace all’istante. Neanche nei film si vedono cose del genere.”
“Hai ragione Courtney, io non saprei come fare senza di lui. Mi cadrebbe il mondo addosso.. Lo amo come nessuno mai. Ci sposeremo un giorno, e tu sarai la mia damigella d’onore, avremo tanti bambini e tu sarai la loro madrina. Vivremo in una casa bellissima e tu ci farai da avvocato.”
Courtney era con le lacrime agli occhi.
“Non so che dire Bridgette, io.. ecco io.. ti voglio bene, e spero per te con tutto il cuore che si avvererà il tuo desiderio più grande.”
Finirono in un abbraccio e in una asciugata di lacrime reciproca per poi dirigersi verso la hall e prendere qualcosa da mangiare.
“Stai giocando sporco Duncan, lo sia vero?” la ramanzina di Geoff delle 11 di mattina era diventata insostenibile. Duncan si trovava in terrazza mentre Gwen era in bagno intenta a cambiarsi.
“Geoff mettiti dalla mia parte per una volta!” lo incitava Duncan.
“No e non lo farò mai, io voglio solo una ragazza a questo mondo. E guarda un po’ è MIA. Tu ti ostini ad oscillare tra piacere dovuto e voluto e tra amore insaziabile verso Courtney, apri gli occhi, amico! Sul serio.” aveva dannatamente ragione e lo odiava per questo. Se avesse avuto un po’ della saggezza di Geoff a quest’ora poteva godersi l’amore di Courtney e nient’altro.
“Lei non mi vuole più..” disse con tristezza nella voce.
“Come puoi saperlo? Le leggi nella mente?”
“Avrebbe accettato di parlarmi, Geoff! Almeno quello!” disse alzando leggermente la voce.
“Tutto bene Duncan?” chiese Gwen avvicinandosi alla porta.
“Si, tutto bene. Arrivo tra poco” rispose.
“Duncan, senti, te lo ripeto per l’ultima volta: apri quei fottutissimi occhi per cui lei muore, svegliati e riconquistala di nuovo! Non aspetta altro, fidati. Oppure puoi sempre rimanere con la darchettona e rinchiuderti in qualunque posto chiamando me e scaricando le tue frustrazioni da ragazzino innamorato!”
“Non pensavo di disturbarti tanto, amico! Comunque non penso che ti starò a sentire questa volta.. Mi spiace”
“No, a me dispiace per te. Ora devo andare, scusami Duncan, ci sentiamo!”
“Va bene, ciao Geoff, grazie!”












NdA:
Eeeet voilà! Eccomi qui con il quinto capitolo. Commentiamolo un po’: nella prima parte possiamo notare – ok, sembra una visita turistica – un Duncan che pensa a Courtney, in quel modo, ma sa di avere Gwen al suo fianco, quella Gwen che lo ha fatto ricredere sulla relazione con Courtney. Ovviamente, cade nella passione con la sua amata (?) poiché dei sentimenti li prova, non è così rude il mio Dunc ^_^ . Possiamo concludere che Geoff dà delle ‘dritte’ a Duncan per quanto riguarda il suo comportamento: deve scegliere poiché Courtney potrebbe sfuggirgli dalle mani…… no, non dico niente, mi trattengo. Di Courtney possiamo dire più o meno le stesse cose, tranne per il fatto che non ha un compagno accanto a sé. Bridgette cerca in tutti i modi di distrarla, ma lei ci cade come una pera secca (si dice cosi?).
A questo punto, non vi rimane che seguire la storia, perché nel prossimo capitolo succederà qualcosa, qualcosa di moolto importante per entrambi!
E ora passiamo ai ringraziamenti:
a) Grazie ancora per le 8 recensioni in 4 capitoli.
b) Grazie alle 594 ragazze che hanno letto i miei capitoli :’)
c) Grazie alle 5 ragazze che l’hanno messa tra le preferite, e alle 8 che l’hanno messa tra le ricordate!
Mi fa molto piacere ;)
Beh, allora a presto
-DrEaM_

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Capitolo 6
*** 'Solo un sorriso' ***


Capitolo 6: Solo un sorriso..


“Cucinano benissimo, non trovi?” chiese un’insaziabile Bridgette in adorazione al suo mega-piatto.
“Assolutamente! Ma non vorrei che tu da qualche giorno a questa parte rotolassi anziché camminare!” commentò Courtney mentre la guardava con un sorriso sulle labbra.
“Nah, il primato di Owen non glielo toglie nessuno!” e le fece l’occhiolino.
Stavano mangiando le pietanze squisite che avevano ordinato e Courtney non pensava di dover far fronte ad un’ingozzata come la sua migliore amica. La ragazza non si limitava solo a prendere cibo dal suo piatto ma anche a sgranocchiare nel piatto di Courtney! Era uno dei lati di Bridgette che la faceva ridere, sembrava una bambina che non vedeva il cibo da giorni. Al terzo pezzo di carne che Courtney si vide confiscare dall’amica non resistette dal dirle: “Se non la finisci sarò costretta a farti rintanare nella cucina e riuscire a farti battere il record di Owen, so che ci riusciresti! Insomma è il mio piatto, fammi mangiare!”
Bridgette abbassò lo sguardo colta nel fatto – per la terza volta – e disse: “Ok, scusa, hai ragione. Non so cos’ho, ma mangio qualunque cosa!”
Doveva preoccuparsi?
“Ho notato Bridgette! Ordinati un’altra porzione, ma lascia stare il mio piatto grazie!” E si misero a ridere all’unisono. Continuarono così a mangiare parlando del più e del meno, finchè non finirono sull’argomento ‘Duncan’.
“Penso solo che tu debba smettere di pensarlo, Court. Insomma, non per metterti giù di morale, ma lui sta con Gwen e non da poco. Se davvero ti amasse non avrebbe fatto quelle scemenze durante il tour, e questo lo sai anche tu. Cerca di distrarti, più che portarti qui io non so che altro possa fare.”
“Hai perfettamente ragione Bridgette, ma vedi: io non riesco a non pensarlo, non riesco a dimenticarmi tutti i momenti passati con lui, non riesco a non concentrarmi dal pensiero dei suoi occhi nei miei, dai suoi soffici baci, da tutto di lui. Penso di essermi innamorata e di essere caduta in una trappola dalla quale non riesco più ad uscire. Il tuo aiuto è fondamentale per me, e sei fantastica, credimi, ma questo problema è il mio. Forse, un giorno troverò qualcuno che mi faccia dimenticare di lui e allora potrò chiamarlo ‘amore’.”
Bridgette la guardava con occhi tristi, mentre l’amica masticava un pezzo di pane. Si sentiva così debole da non poterla aiutare come avrebbe voluto, voleva immedesimarsi davvero in lei e capire come svegliarla da quella agonia che le tartassava sia mente che corpo. Purtroppo aveva ragione anche lei: solo Court da sola si sarebbe ripresa.
“Cosa sbaglio, dico io?” riprese Courtney “In fondo mi sono solo perdutamente innamorata di un ragazzaccio come lui, sono solo attratta dal suo modo di fare e dal suo modo di chiamarmi ‘principessa’ sempre e dovunque. Sai cosa penso? Che quel giorno in pasticceria mi abbia fatto riaprire gli occhi, ma penso anche che se lo vedrei qui, in questo momento, non esiterei a sputargli addosso tutto il veleno che ho dentro!”
“Courtney, io non so cosa dirti.. Non provo le tue stesse emozioni o il tuo stesso dolore, ma ti capisco. Lo leggo nei tuoi occhi che sei innamorata, delusa, affranta e addolorata da lui, però, vedi, non devi condannare te stessa o i giorni in cui lo hai visto o parlato perché come affermi ti fanno solo aprire gli occhi. Cerca di capire veramente se è lui quello che vuoi. È probabile che domani ti sveglierai senza pensare a lui e con la voglia matta di divertirti.”
Il sorriso rassicurante di Bridgette le fece quasi venire le lacrime agli occhi. Pungenti lacrime che desideravano scorrere sul suo viso, ma che ricacciava indietro abbassando il volto. “Non piangere, tesoro. Tutto troverà una fine, o un inizio.”
Come faceva ad essere così sicura di un cambiamento repentino riguardo ai suoi pensieri su Duncan? Come poteva parlare così tranquillamente riguardo a quella storia? Il fatto che Bridgette condivideva da anni il suo amore con Geoff la mandava quasi in collera, poiché erano una coppia stupenda e nessuno li avrebbe mai divisi. Questa consapevolezza dell’amore vero mentre parlava con lei era data dal fatto che lo viveva in ogni singolo momento della giornata. Tutto ciò che poteva presentarsi ai suoi occhi era tutta un’immensa gioia, mentre per Courtney non era esattamente così.
Prima di quel fatidico giorno in pasticceria tutto procedeva per il verso giusto, lei trovava distrazione nel suo lavoro e nessun pensiero verso Duncan le affollava la mente. Era se stessa in ogni giorno e si divertita sempre, con il sorriso stampato sul viso. Poi.. Poi il destino le aveva fatto un brutto scherzo e quei pasticcini si erano rivelati la firma, o meglio la macchia, per la sua condanna: Duncan era apparso dietro di lei, come piombato dal cielo e non le aveva più lasciato tregua. Ora, che si ritrovava in quel bellissimo posto con Bridgette dove pensava finalmente di distrarsi non faceva altro che pensare ancora di più a lui.
“Che ne dici di farci un bel massaggio?”
“Sai sempre come prendermi.” E così si diressero verso una piscina adibita per il relax.

Quando finirono di mangiare anche Duncan e Gwen si dedicarono a fare una passeggiata fuori dalla SPA. L’aria che si respirava era perfetta e pulita, insaziabile. Gwen gli prese la mano e la strinse guardandolo negli occhi, lui le sorrise e le fece segno di camminare per quei vialetti alberati. “Mi spieghi che hai?”
“Mmh?”
“Sei strano, distratto e distante. Ti perdi spesso tra le nuvole e mentre facciamo l’amore non sei più coinvolgente come prima.. sussurri cose strane che non riesco a capire.. Mi spieghi?” Gwen si era accorta del suo cambiamento di umore, e si, sussurrava il nome di Court mentre facevano l’amore, ma piano così da non farsi sentire. Che avrebbe potuto fare? La amava in fondo, e Gwen? Che posto avrebbe preso nella sua vita? No, era tutto dannatamente sbagliato: la scoperta di quella passione mai ceduta nei confronti di Courtney, l’abbandono dei sentimenti sempre provati verso Gwen, tutto stava arrivando ad una tragica fine, o ad uno splendido inizio.
“Nulla Gwen, non mi succede nulla.”
“Mmh, come vuoi. Ma se sento che muguli ancora qualcosa mentre siamo in quei momenti, ti lascio lì come sei.” Duncan non si scosse né tantomeno provò a scusarsi.
‘Fallo pure’ pensò.
“Comunque sia, ho pensato che il regalo che mi hai fatto lo preferirei la mattina appena sveglia.. Oppure la sera, non so.. Tu che dici?..”

Le sussurrò qualcosa all’orecchio facendola sussultare e scatenare mille brividi su per la schiena. Le mani scesero lungo i fianchi e fece aderire i loro corpi. Il suo corpo era tutto un fremito e il cuore batteva all’impazzata, mentre cercava di capire quali erano le sue intenzioni. A telecamere spente potevano fare quello che volevano, o meglio, riuscivano a trovare un posto in cui nessun obbiettivo era puntato su di loro.

“Duncan..?”

“C-cosa vuoi fare, Duncan?” balbettò Courtney cercando di far connettere il cervello in risposta a quei soffici baci che le lasciava sul collo. “Sei mia Court, solo mia.” La fece girare e senza neanche accorgersene ritrovò le sue labbra ad un soffio dal suo viso pronte per farle aderire..

“Duncan..?!”

“D-duncan, io p-penso che..”
“Tu pensi troppo, ora usa le labbra per fare altro.” Non riusciva a stargli lontano, era il suo opposto, il suo segno negativo, eppure la attirava come una calamita. Ma si dice così vero? ‘Gli opposti si attraggono’..?


“Duncan? Ci sei” Gwen stava sventolando una mano davanti al viso di Duncan. “Mi stai ascoltando?”
“Si, Gwen, ti sto ascoltando e mi sto stancando di sentir parlare sempre e solo del tuo compleanno, di quando vuoi il regalo e dove. Sai cosa preferisco? Che tu la smetta di comportarti così!”
Forse era stato un po’ rude, ma aveva i nervi a fior di pelle. “Ma che cazzo ti prende? Non so più dove andare a parare con te, datti una calmata, per dio!” il viso di Gwen era rosso di rabbia e con le braccia incrociate se ne ritornò alla SPA, lasciandolo senza risposta.
Il ragazzo prese a calci un grumolo di foglie e prese a pugni un tronco d’albero. La ragione lo aveva ormai abbandonato. ‘Maledetta Gwen, maledetto McLain, maledetto amore!’

Ritornate in camera si prepararono per la cena alla quale sarebbe seguita una festa in piscina. Bridgette indossò un bellissimo vestito abbinato con dei sandali a zeppa e una collana con pietre color corallo (http://weheartit.com/entry/67629880/search?query=vestito+turchese), mentre Courtney un vestito bianco molto semplice, ma che risaltava la sua pelle dotata di un’abbronzatura naturale (http://weheartit.com/search?utf8=%E2%9C%93&ac=0&query=vestito+bianco+&commit=). Tutte e due erano splendide e guardandosi un’ultima volta allo specchio Bridgette le sussurrò: “Se ti vedesse ora Duncan si mangerebbe le mani per l’errore che ha fatto..”
Courtney sorrise imbarazzata e abbassò lo sguardo, sperando che Duncan lo avesse fatto ben molto tempo prima. Poi scesero al piano di sotto e si sentirono felici.

Gwen era in camera che si preparava, mentre Duncan era appena rientrato con lo scopo di sdraiarsi sul letto e riposarsi. Però la ragazza gli frenò i pensieri e disse: “Finalmente! Spero ti sia passato il tuo sbalzo d’umore! Comunque preparati che c’è una festa in piscina stasera!”
“Passo, sono stanco!”
“Vuoi scherzare?” Gwen si fermò con il mascara a mezz’aria squadrandolo con disprezzo.
“Non trovo ironia in quello che ho detto.”
“Duncan adesso basta! tu ti prepari e scendi!”
Il ragazzo si arrese per non sentirla blaterare ancora e si preparò velocemente e distratto. Quando scesero al piano di sotto trovarono tantissime persone intente a degustare quel favoloso buffet.

Courtney si passò una mano trai capelli sorridendo imbarazzata mentre riceveva i complimenti da un ragazzo che le stava accanto. “Sai, sei molto carina.”
Abbassò lo sguardo cercando un aiuto disperato da Bridgette che non trovò poiché se l’era svignata poco prima. “Grazie” rispose. Era un ragazzo molto carino, con gli occhi verdi e i capelli castani. Era molto alto e aveva un fisico degno di nota. “Come ti chiami?”
“Courtney, tu?” Rispose giusto per essere partecipe a quella conversazione – cosa di cui non voleva essere per niente. “Andrew, per gli amici Drew” sorseggiò un po’ di vino mentre con gli occhi cercava disperatamente Bridgette.
Era pessima: quel ragazzo ci stava provando con lei, o almeno tentava di conoscerla e lei si rifiutava apertamente, si rintanava nel suo caos di pensieri. Avrebbe dovuto sciogliersi, e così fece.
“Bello qui, vero?” Chiese lui.
“Già, stupendo. È la prima volta anche per te?”
“Non proprio, mia sorella gestisce questo posto e io la vengo a trovare in cambio di qualche giorno di puro relax.”
Le fece l’occhiolino. Furbo e intraprendente. Si rivide la Courtney di un tempo anche solo per un secondo.
“Lo farei anche io.”
Si passò una mano fra i capelli e chiese: “Sei fidanzata?”
In quel preciso istante Duncan vide una ragazza di spalle, con i capelli castani lunghi fino alle spalle, un vestito bianco scintillante che metteva in risalto la sua abbronzatura naturale. Quella ragazza stava parlando con un ragazzo, e appena ella si girò vide di chi si stava trattando. Ebbe un sussulto, ma sapeva perfettamente che non poteva essere uno sbaglio, poiché quel sorriso non se lo sarebbe mai dimenticato..

































NdA:    (questa volta la faccio colorata)
Saaaalve a tutti. I COME BACK. *si ritira*
Premessa: scusate per la lunghezza del capitolo rispetto agli altri.
Seconda premessa: se non avete capito qualcosa chiedete.
Allora, che dire? Qui le cose si cominciano a stringere (?) e i due protagonisti sono realmente MOLTO VICINI. Courtney sembra presa da quel ragazzo, mentre Duncan non è attento a Gwen… infatti vedrete! Ma alla fine a lui import… OKOK, SSSSHHH!
Spero che il capitolo vi piaccia, lasciate qualunque commento se volete, sono ben accette anche le critiche, poiché ‘sbagliando s’impara’!
Passiamo ai ringraziamenti:
a) Ringrazio le
741 ragazze che hanno letto la mia storia; non sapete che gioia vedere così tante persone che leggono, mi date uno sprint perfetto! ;)
b) Ringrazio le
12 ragazze che hanno lasciato le recensioni avute le quali sono molto carine :3
c) Grazie alle
6 ragazze che  l'hanno messa tra le preferite e le 10 tra le seguite.
Alla prossima allora, un bacio
-DrEaM_

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Capitolo 7
*** 'Ombre familiari' ***


Capitolo 7: ‘Ombre familiari’


‘Come mai qui fuori?’ si avvicinò lui.
‘Voglio parlarti.’
‘Sono qui.’
Il ragazzo si riavvicinò pericolosamente e lei cercò la forza per pronunciare una frase sperando di non incantarsi a guardare le sue labbra così perfette.
‘Ecco, non mi è mai capitato di dirlo, ma.. mi piaci e..’ non aveva avuto tempo di finire la frase che lui le aveva preso il viso dolcemente e unito le sue labbra con le sue davanti a mezzo mondo. Quando si erano staccati lui le aveva sussurrato impercettibilmente sulle labbra ‘ora basta parlare, usa le labbra per fare altro’ senza che nessun’altro lo sentisse. Poi, si erano spente le telecamere improvvisamente.


Duncan non poteva ancora credere a quello che aveva visto, era così dannatamente ovvio che Lei fosse qui. Si ripeteva nella mente che non era un’utopia né tantomeno un brutto scherzo creato dalla sua fantasia. Eppure era così vicina che non riusciva ad andarle incontro, forse per la presenza di quel ragazzo dall’aria pomposa che le stava parlando. Non era male, ma troppo sicuro di sé e a lei non piacevano così, lo sapeva. Una rabbia improvvisa gli attraversava il corpo: gelosia? Si, una dannatissima e giustissima gelosia lo attanagliava.
Staccò un attimo lo sguardo per passarlo su Gwen la quale si era precipitata al bancone del buffet e stava animatamente parlando con un ragazzo. Che fare? Marcare il territorio con Courtney o andare a fare la sceneggiata di gelosia con Gwen? Nulla, non fece nulla. Ritornò indietro e si addentrò nel salone principale dove c’era un’area bar del tutto vuota. Ordinò una birra fresca e guardando il bordo dell’alto bicchiere pensava a quale danno aveva fatto per essere caduto tra le ‘grinfie’ di quella ragazza così dannatamente bella, o quale terribile sbaglio aveva potuto compiere quel giorno in aereo. Si, davanti ad una birra si ragionava meglio, come sotto la doccia del resto. La sua vista si appannò leggermente e da quel singolo bicchiere ne apparsero altri 3. Bizzarro.. Stava alzando il gomito e Gwen non era lì con lui.
“Ssssscusa, p-puoi dirmi che o-ore sssono?” azzardò al barista.
“Mezzanotte amico, tra un po devo chiederti di andartene." Alzando una mano si alzò dalla sedia con assoluta cautela, poi barcollando si diresse verso la sua camera, cercando di ricordare quale fosse.
Mentre saliva le scale sentiva delle voci martellargli la testa, si girò e si accorse di essere in compagnia di Gwen e.. quel ragazzo che stava parlando con Courtney poco prima?
“Ei Duncan!” Anche Gwen non aveva un’aria del tutto sobria.
“Ei” pronunciò lui senza degnarla di uno sguardo, ma continuando a fissare con occhi socchiusi e testa leggermente inclinata il tipo difronte a lui.
“Tu ssssaresti?”
“Sobrio, ma anche Andrew. E tu?” simpatico. Gwen non gli aveva detto che stavano insieme?
"Un suo amico." Rispose freddo e distante prima di essere trascinato da Gwen in cima alle scale.
“Posso spiegarti.. Non è successo nulla.. I-io.. Duncan, sei ubriaco?”
La ragazza gli stava tartassando la mente di domande poi rispose: “Fai quello che vuoi Gwen. Ah, auguri.”
Era quasi l’1, la ragazza rimase pietrificata e cercò di trovare parole per rispondergli, invano.
Duncan si diresse verso un lungo corridoio che a lui sembrava senza fine, prima di vedere un’ombra che arrivava verso di lui. Piano piano l’ombra si fece più chiara ai suoi occhi e percorrendola notò due gambe lunghe e uno stralcio di vestito.. bianco?



Si addentrò nella sala alla ricerca di Bridgette faticando a trovarla. Cosi, dopo vari giri e varie richieste di permesso si arrese e finì nel controllare in camera. Giunta alla porta della loro camera vide che era semiaperta, titubante entrò e chiamò ‘Bridgette?’ Senza risposta. Ritentò una seconda volta e come risposta sentì lo sciacquone del water, si precipitò in bagno preoccupata attenta a non inciampare su quei tacchi troppo alti.
“Ei, ma che ti succede?” Courtney era spaventata nel vedere la sua amica in ginocchio davanti al water con il viso verdastro e le mani tremanti.
"Non.. non mi sento molto bene, Court” rispose con un filo di voce.
“Ho notato, ma cosa hai mangiato? Qualcuno ti ha offerto qualcosa?” La aiutò ad alzarsi, dopotutto era un avvocato e avrebbe preso provvedimenti se nel cibo era nascosto qualcosa di anomalo.
“Niente di tutto questo.. È da un po’ che non mi sento in forma!”
“Ora riposati tesoro, ti faccio preparare una tisana, ti va?”
“Grazie mille Court.” Non fece in tempo a voltarsi che già era caduta nel sonno. L’amica decise comunque di andarle a prendere qualcosa non appena si fosse placata la festa in piscina.
Dopo un’ora passata a sistemare le ultime cose in stanza mentre Bridgette dormiva placidamente, si decise di prendere la tisana. Uscì dalla porta e sentì delle voci provenire dal corridoio presso le scale. Senza curarsene si avvicinò man mano alla rampa e vide la figura di un uomo che incespicava nel camminare appoggiandosi ai muri e tenendosi la testa: sicuramente ubriaco. Poi la figura si fece più vivida e intravide un luccichio negli occhi del ragazzo alquanto familiare. Assottigliò la vista e all’improvviso ebbe un sussulto, si fermò e si rese conto di chi era l’ombra di quel ragazzo che non riusciva a stare in piedi.
“T-tu?” esclamò volendosi reggere anch’essa ad una parete per tenere a bada il formicolio di frenesia nelle gambe.












NdA (colorata):
Aloah (?), eccomi qua con il settimo capitolo servito su un piatto d’argento ^^
Duncan la vede finlamente, anche se preso da una sbornia abbastanza pesante e dalla stanchezza riesce a intravedere le sue gambe e a riconoscerle subito. Courtney ovviamente lo riconosce dal luccichio degli occhi, che era unico in lui. I due protagonisti sono davvero vicini ragazzi, e nel prossimo capitolo assisteremo ad un loro mini-dialogo :)
Per quanto riguarda Gwen la troviamo in compagnia di quell’Andrew, e non sembra piacere molto a Duncan, poiché comunque vadano le cose Gwen è roba sua. Eppure non manca dal non sottilineare il fatto di essere il suo fidanzato, ma semplicemente un amico. Chissà.. avrà grilli per la testa. Il suo personaggio devo giostrarlo bene, poiché è un carattere complicato, mentre per quanto riguarda Courtney è più semplice, dato che una ragazza innamorata ha poco da discutere. Ma, ei, che succede a Bridgette? Questi rigetti improvvisi, questa voglia di mangiare come un bambino del terzo mondo..?? Mmh, vedrete che ci saranno sorprese anche per lei.
Passiamo ai ringraziamenti:
a) Le
896 ragazze che hanno letto sono sempre di più e sempre più fantastiche, anche se non mi dispiacerebbe sapere un loro commento :)
b) Grazie mille a tutte le
16 ragazze (compreso un ragazzo) che mi hanno recensito, e ripeto che se trovate degli errori non fermatevi dal farmelo sapere. Una ragazza mi ha già avvisato di due errori e la ringrazio molto ;)
c) Grazie alle
8 ragazze che l’hanno messa come preferita, alle 2 che l’hanno messa tra le ricordate e alle 13 che l’hanno messa tra le seguite.
Un bacio a tutte, ci vediamo al prossimo capitolo, ‘sempre qui a Tutto Reality..’ HAHAH ok, mi stavo immedesimando in Chris D: pessima lo so..
Spero vi piaccia, a presto
-DrEaM_

P.S.: fatemi sapere se i link dei vestiti di Courtney e Bridgette siete riusciti a vederli
P.P.S : c’è qualche anima buona che mi sa dire come mettere le immagini?? Vorrei inserirne una di Duncan e Courtney :)

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Capitolo 8
*** 'Buonanotte principessa' ***


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Capitolo 8: ‘Buonanotte principessa’

Scusate se interrompo la vostra lettura, ma prima di far parlare i protagonisti volevo scrivere un piccolo riassunto: il Fatto si svolge al Resort di Toronto famoso per la sua bellezza e per il suo relax. Qui si trovano Courtney e Bridgette in ‘vacanza’; la prima è stata portata in questo posto dalla sua migliore amica per dimenticarsi di Duncan, il quale, dopo averlo incontrato casualmente in una pasticceria, non ha smesso di torturarle la mente portando al vivo i ricordi di una stagione del reality.
Duncan, ragazzo che non sapeva quello che voleva e che forse tuttora non sa, subisce una lotta mentale tra il Vero Amore, che impersona in Courtney e Gwen, la ragazza che l’ha stregato lasciando così da parte la prima. Un triangolo (?) amoroso alquanto complicato.
Si arriva così a una sera, dove Duncan si dà alla ‘pazza gioia’ e Courtney cerca disperatamente di aiutare l’amica Bridgette.
In un corridoio apparentemente buio illuminato debolmente dalle luci soffuse di alcune lampade, Duncan vede un vestito bianco che gli è familiare e Courtney rivede un luccichio di occhi che non avrebbe mai dimenticato...
Ora potete continuare a leggere, ci vediamo giù per tutto :))


Dal capitolo precedente: Assottigliò la vista e all’improvviso ebbe un sussulto, si fermò e si rese conto di chi era quel ragazzo che non riusciva a stare in piedi. “T-tu?” Esclamò volendosi reggere anche lei per tenere a bada il formicolio nelle gambe.

“D-Duncan sei tu?” ripeté Courtney osservando il ragazzo con un braccio appoggiato al muro, lo sguardo fisso a terra e i capelli scompigliati.
“P-principessa...” Disse lui mentre il cuore gli batteva all’impazzata. Era ubriaco e non era certo che quello che stava accadendo fosse davvero reale. Eppure non era una domanda, ma una certezza che voleva dare a se stesso. Courtney si sentì avvampare dopo quel soprannome, poi ritornò sui suoi passi e disse “Che ci fai qui? O meglio, sei ubriaco?”
Domanda stupida ovviamente, si morse la lingua. Il cervello aveva il cartello con scritto ‘in ferie’ mentre il cuore bussava alla sua gabbia toracica cercando di uscire.
“Principessa... Sssei tu?” richiese lui.
“Si Duncan, sono io, Courtney.” Duncan non riuscì a frenare le sue gambe che crollò al suolo, ma Courtney lo riuscì a sorreggere per un braccio e lui dopo quel contatto si fece forza, una forza dettata dal suo cuore e impartita da quello di Courtney.
“Ti accompagno in camera, ok? Con chi sei, Duncan?” improvvisamente gli venne in mente l’idea che potesse essere con Gwen, così ferita gli lasciò la presa e disse “Ehm, ora devo andare.”
Duncan fu più veloce di lei e la prese imprigionandola tra lui e il muro. Courtney riusciva a sentire l’alito alcolico, ma percepì il SUO odore mascolino che lo rendeva semplicemente unico.
“Sbaglio o dovevi accompagnarmi in camera?”
Non riusciva a notare il suo volto, immaginava, però, il suo ghigno divertito. Così sbuffò e commentò: “Sempre il solito Duncan? Uno pensa che sia lì a terra stremato senza forze inerme e cerca di aiutarti evitando le sciocche e inutili battute che fai e invece ti osti...”
Duncan la interruppe mettendole un dito sulle labbra e sussurrando vicino all’orecchio “Stai un po’ zitta per favore? Mi scoppia la testa!”
Un brivido le percorse la schiena, il cuore stava impazzendo sul serio, non percepiva il comando di Duncan, ma soltanto il suo respiro sul collo e tra i capelli. “Accompagnami in camera. Numero 123.”
Al sentire quel numero ebbe un altro colpo: la sua era la 125!! In pratica erano stati vicini senza saperlo e in quel momento il tentativo di distrazione consigliatole da Bridgette si rivelò nullo.
“PP-puoi ripetere?” Balbettò. Courtney, forse aveva capito male, forse era 133...
“Hai capito benissimo... Allora?” rispose Duncan sempre vicino al suo orecchio. Il ragazzo poteva sentire il suo profumo e il calore della pelle. Percepiva che al suo contatto ogni fibra di lei vibrava e si drizzava eccitata. Sapeva di fargli quell’effetto e questo lo mandava in bestia poiché affermava quello che lui ardentemente voleva sapere, rendendolo succube come mai nessuno lo aveva reso. Desiderava riempirle il collo di soffici baci e arrivare fino alle labbra, farle sue, morderle e poi continuare quel piacere approfondendo.
Courtney gli prese un braccio e se lo portò dietro alle spalle tenendogli la mano, così da conferirgli più stabilità.
‘Si può sapere perché ti sei ridotto cosi? E Gwen dov’è? Perché siete qui? E perché continui a chiamarmi con quello stupido soprannome dopo tutto quello che mi hai fatto?’
Questo avrebbe voluto chiedere a Duncan, ma stette zitta rispondendosi da sola. Gli occhi si riempirono di lacrime quando, arrivati alla sua stanza, dovette lasciarlo e sentirlo pronunciare “sei bellissima Courtney”: puro, semplice, casto e bellissimo, dannatamente bellissimo. Lui era tutto quello che desiderava, niente di più, niente di meno.
Il mondo le crollò addosso e il desiderio di dormire lì accanto a lui era alle stelle, ma resistette. “Buonanotte principessa” era solo ubriaco, solo questo.
Il giorno dopo non si sarebbe ricordato di niente e lei avrebbe ricominciato a stare male, peggio, e piangere perché era l’unica cosa che voleva fare.
Lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle e ritornò nella sua atterrando con la schiena al muro e la testa fra le mani per scacciare i pensieri riguardanti quegli attimi.

“Oh andiamo! Non ti farai male!”
“Si invece, idiota! Non vedi che è rosso?” Duncan stava cercando di toglierle una spina dalla pianta del piede, ma lei proprio non capiva di stare ferma e zitta. L’avrebbe imbavagliata e legata pur di farla tacere! Lo faceva impazzire... e questo gli piaceva.
“Ahia! Stupido!”
“Ringrazia almeno!!” disse lui prendendola per i fianchi e attirandola a sé.
“Prima o poi mi lascerai i segni!” Commentò lei ad un centimetro dalle sue labbra.
“L’unica cosa che ci farà male davvero Courtney è quando ci separeranno.”


Peccato che era lui ad averli fatti separare. E giù altre lacrime amare.














NdA (colorata):
Ciaoooo a tuttii, sono tornata con l'8 capitolo *si pulisce la fronte dal sudore*. Finalmente i due protagonisti hanno avuto un mini-dialogo e smebrano scioccati entrmbi. Duncan, ovviamente, è ubriaco e spara cose che fors neanche lui si rende conto, mentre Courtney sta male per quello che le dice, dato che sa che non si ricorderà nulla. E sarà cosi? 
Come vedete, mie care, sono riuscita a mettere una fotina ^^ non è niente di che, ne metterò altre ad ogni cambio di capitolo ** mi piace troppo questa coppia *occhi a cuoricino*. 
Sono contenta che questa storia stia avendo un 'successone' date le 21 recensioni: siete fantastiche! 
Voglio ringraziare tutte voi per essermi così di supporto in questa valle di ispirazione (?) si, sto dando i numeri. 
Comunque sia voglio ringraziare: 
a) le
21 recensioni che sono stupende e tutte le correzioni che mi fate :) 
b) le
1051 ragazze che leggono la storia ** 
Grazie a tutte davvero, alla prossima 
-DrEaM_ <3 

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Capitolo 9
*** 'Spiragli di luce' ***


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Capitolo 9: ‘Spiragli di luce’

Si svegliò grazie alla luce fioca che gli rimbalzava sugli occhi e i dolori allo stomaco per la fame. Aprì piano piano gli occhi e cercò di alzarsi sentendo la testa rimbombare e facendolo ristendere. Gwen era accanto a lui che dormiva placidamente avvolta da un lenzuolo: la vestaglia nera la ricopriva fino al fondoschiena. Il volto sereno era ancora ricoperto dal trucco e i capelli erano sparsi sul cuscino.
Si guardò il torace e notò di essere ancora vestito, ma con i bottoni iniziali della camicia sbottonati.
Provò ad alzarsi nuovamente e tenendosi al muro riuscì a raggiungere il bagno. Si guardò allo specchio: i capelli spettinati gli ricadevano sulla fronte, la faccia distrutta incorniciava il tutto e puzzava di alcool.
Alcool?
Non ricordava molto della sera precedente, cercò di sforzarsi e pensare, ma ricordò solo che stava camminando in corridoio finché non vide due gambe. E... il nulla.
La mente doveva essersi spenta proprio in quel momento. Si fece una doccia rimanendo a lungo sotto il getto di acqua tiepida e cercando ancora di ricordare…

“Ssssscusa, p-puoi dirmi che o-ore sssono?”
“Mezzanotte amico, tra un po’” devo chiederti di andartene.’


Gwen non era presente lì con lui quindi, ma dove era allora? Cercò di ricordare ancora di più mentre sentiva la serratura del bagno scattare e una Gwen sorridente gli apparì dietro la tenda, fermando di conseguenza i suoi pensieri.
“Buongiorno tesoro, come stai?”
“Bene, ma cosa è successo?”
Guardò Gwen sorridere e dirigersi verso lo specchio.
“Si chiama sbronza. Ti ho ritrovato a letto, sinceramente non so come tu abbia fatto! Non ti reggevi in piedi!”
Già, infatti ci aveva pensato anche lui. Come aveva fatto a raggiungere la camera se non si reggeva in piedi? Ma lui come poteva saperlo?
"Perché non mi hai riportato TU in camera? Dove eri?" 
La risposta non arrivò subito, e apparendo di nuovo dalla tenda con sguardo basso rispose “Ehm.. Ero con un ragazzo. Ma non ti preoccupare, ti ho raggiunto subito in camera dopo..”
Non era convincente per niente.

“Tu ssssaresti?”
“Sobrio, ma anche Andrew. E tu?”
“Un suo amico.”


“Drew?”
Gwen strabuzzò gli occhi e sussurrò un ‘si’.
“Beh ok, comunque auguri.”
Gwen non sapeva se ridere, piangere, mettersi a urlare oppure saltargli addosso già che c’era: non era geloso? Non aveva fatto una sua tipica scenata? Perché?
Sorrise falsa poi chiese “Chi ti ha portato in camera Duncan?”
Il ragazzo si accorse che era seria e rispose a tono: “Non me lo ricordo.”
“Oh andiamo! Ti ricordi il nome di Andrew!”
Fece spallucce ed uscì dalla doccia prendendo dalle mani di Gwen un asciugamano e cingendoselo in vita. Lei si girò, piegata la maniglia per aprire la porta si voltò di nuovo e disse “Non disturbarti per il regalo. Ci vediamo giù.”

“Prometti! Prometti che non è successo nulla Court! Dio, non riesco a crederci.. Io lo ammazzo, anzi, vi ammazzo insieme! Al rogo, entrambi!”
“Così mi spaventi!”
Bridgette stava dando di matto camminando su e giù per la stanza agitando le mani per aria e sbraitandole addosso.
“C-cosa? Sono io la drastica?! Courtney, TU” e le puntò un dito contro “..hai portato in camera Duncan, tu lo hai messo a letto e tu, ripeto, tu gli hai sbottonato la camicia!! E poi chissà che altro!”
“Nulla Bridgette , sono ritornata in camera!”
Si allontanò da Courtney e continuò a camminare per la stanza per altri buoni minuti. Poi disse “Ho fame!”
L’amica sospirò e pronunciò un ‘finalmente’, Bridgette si girò e minacciosa disse: “Tu faresti meglio a evitarlo nel caso lo vedessi, chiaro?”
Annuì impercettibile e scesero insieme.
Era più che sicura che Duncan non si sarebbe ricordato nulla e questo la demoralizzava, la faceva scendere sotto terra. C’era però da dire che era meglio non portare nulla a galla per non creare confusione. Bridgette la stava sgridando da quando aveva aperto gli occhi: l’aveva trovata sul letto ancora vestita e con il cuscino umido di lacrime; le aveva fatto il 3° grado e poi aveva deciso di dare spazio alla sua creatività cercando ogni modo per sfogarsi con lei. Aveva un’amica un po’ pazza, ma fantastica comunque! Quello che aveva dentro di lei era tutto in subbuglio, i tasselli del suo cuore vagavano ancora indisturbati nella sua cassa toracica mentre il cervello si stava mettendo in moto dopo il ‘lungo’ periodo di vacanza. Un buon cappuccino con la sua pasta preferita, forse, l’avrebbe rimessa in ordine, sperando di non condividere la colazione con gli sguardi eloquenti di Duncan. Era il loto ultimo giorno di permanenza e volevano passarlo al meglio. Bridgette le diede una gomitata nello stomaco indicandole Duncan che sbadigliava indisturbato.
Courtney cominciò a sudare e il cuore si ricomponeva velocemente accelerando, poi abbassò lo sguardo colta in flagrante dall’amica scettica che la fulminò. Non riusciva, non riusciva a non fissarlo.
Duncan raggiunse la sala da pranzo con una fame da lupi. Si sfregò le mani guardando il bancone delle pietanze e poi fece un grosso sbadiglio; cercò Gwen con gli occhi per raggiungerla. Mentre si guardava intorno, gli cadde lo sguardo su due ragazze: una bionda e una mora. La bionda da dietro sembrava molto carina, mentre la mora girata di profilo era a dir poco bella.
Assottigliò lo sguardo e vide di chi si trattava: Courtney e Bridgette. Per fortuna non aveva il piatto in mano, se no sarebbe caduto e rotto in mille pezzi. All’improvviso ricordò:

..non poteva ancora credere a quello che aveva visto, era così dannatamente ovvio che Lei fosse qui...

..”Posso spiegarti: non è successo nulla. I-io.. Duncan, sei ubriaco?”

“Fai quello che vuoi Gwen. Ah, auguri.”

..l’ombra si fece più chiara ai suoi occhi e percorrendola notò due gambe lunghe e un pezzo di vestito.. bianco?...

..”Accompagnami in camera per favore. Numero 123”…


Poi vide il suo sguardo cadergli addosso, e il mondo non esistette più.


















NdA (colorata):
Saaalve a tutee, sono (riririri)tornata con un nuovo capitolo :)
Qui Duncan cominci a far raffiorare i ricordi, vagamente però si ricorda di Courtney, ma appena la vede in sala subito gli vengono in mente i dialoghi e le sensazioni. Cosa succederà dopo?
Per quanto riguarda Bridgette una ragazza che ha recensito la mia storia, ha già svelato il suo segreto D: però voi altre aspetterete! ;) Ci saranno altri colpi di scena quindi, se possiamo dire così.
Vi anticipo che Courtney diventerà un po’ arrogante, scoprirete perché. Spero che questo capitolo vi piaccia!
Ora passiamo ai ringraziamenti DOVUTI:
a) Le
1407 ragazze che leggono la mia storia sono sempre di più e sono davvero contenta **
b) Grazie alle
27 recensioni, TUTTE bellissime ^^
c) Grazie alle
15 ragazze che l’hanno messa tra le seguite e alle 10 che l’hanno messa tra le preferite.
Allora alla prossima,
-DrEaM_

P.S. Volevo ringrazie (se non l'ho già fatto) le due ragazze che nella recensione mi hanno suggerito come inserire le immagini, sono davvero contenta ^__^ 
P.P.S Scusate per lo sbaglio nell'immagine del capitolo precedente, ovvero che invece di inserire una DxC ho messo una foto di una TxC D: *si nasconde* HAHAH scusate davvero, non ci avevo fatto caso. 

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Capitolo 10
*** 'Un bacio rubato' ***



 

Capitolo 10: Un bacio sbagliato

Ciaoo ragazze, scusate tantissimo per questo ritardo ABNORME, ma siccome ero in vacanza ero distratta dagli amici, poi sono partita e ora che sono ritornata a casa *piange* riesco ad avere mooolto più tempo per scrivere.. Non voglio annoiarvi con la mia vita (?) ma vorrei soltanto farvi un riepilogo, così, quelle che mi seguono dal primissimo capitolo non hanno bisogno di ritornare indietro di 9 chappy solo per riprendere un po’ la storia.
Ecco a voi:
Courtney sempre con i pensieri altrove dopo l’incontro (s)piacevole con Duncan in una pasticceria, decide con la sua migliore amica Bridgette di volersi distrarre almeno per qualche giorno; così Bridgette opta per una SPA termale.
Nello stesso momento anche Duncan fa vagare i pensieri distraendosi di conseguenza dalla persona che li aveva occupati per più di 4 anni dopo il reality: Gwen. Il loro rapporto non sta andando molto bene, ma Duncan non vuole farla soffrire.. Per il compleanno di Gwen, capitato proprio in quei giorni, Duncan la porta alla stessa SPA dove alloggeranno anche le due amiche!!
Ovviamente non manca un loro incontro che si dimostra devastante poiché Duncan appare completamente ubriaco, Courtney appena scappata da un incontro non fortuito con un ragazzo, Gwen alle prese con un romanticone e Bridgette nella sua camera a gettare nel water anche l’anima.. Un “principessa” di troppo scattato poco prima che Duncan crollasse tra le braccia di Morfeo fa risvegliare in Courtney la voglia di stargli accanto come mai era successo. Come si dice: IN VINO VERITAS. Il giorno dopo Duncan confuso cerca Courtney……


Era in contemplazione di quel corpo così perfetto che tempo addietro poteva stringere tra le braccia e riempirlo di baci, come solo lui sapeva fare.
La sua mente era in confusione, ma decise di avvicinarsi. Con poche falcate la raggiunse e vide il viso di Courtney tingersi debolmente di rosa, gli occhi marroni illuminarsi, mentre il volto di Bridgette esprimeva rabbia e violenza!
Courtney osservò il metro e ottanta di Duncan accanto a lei che la fissava e esprimeva qualcosa di inconcepibile, segno che di lì a poco avrebbe chiesto di parlare da solo con lei.
“Ciao Bridgette, senti ti dispiace se te la rubo un secondo?”
Il viso di Courtney era diventato ormai paonazzo e mentre cercava di capire l’espressione di Bridgette, che così rispose “Portamela intatta e non ti succederà niente di male, Duncan!”
Annullò lo scambio di battute poco cordiale che sarebbe avvenuto tra Duncan e Bridgette prendendo per la manica. Raggiunsero il cortile interno adornato con colonne di pietra bianca dove si intrecciavano fili di erba con rose rosse e rosa.
“Allora? Che c’è? Non ti è bastato stanotte?”
“Esattamente, a questo volevo arrivare: stanotte. Courtney, cosa è successo stanotte?”
Il suo sguardo trasmetteva uno strano senso di allontanamento improvvisamente, forse dovuto alla paura di una risposta che a lui non sarebbe piaciuta.
“Niente di quello che ti immagini, Duncan.”
“Bene” sospirò.
“Abbiamo finito qui? Sai, avrei un po’ di fame..” Courtney indicò la sala da pranzo.
“Hai paura di me? Stai scappando?” Duncan si avvicinò sempre di più finchè la schiena della ragazza non andò a sbattere contro uno dei pilastri decorativi del cortile.
Courtney si sentì in difficoltà nel rispondergli e il deglutire più volte non l’aiutò a cercare le parole giuste per farlo allontanare.
Duncan era fisso nei suoi occhi e poteva scorgere un velo di eccitazione data la sua presenza e questo lo mandò in bestia, poiché sapeva che non lo avrebbe più accettato.
“Duncan, allontanati..” le uniche parole che riuscì a dire prima di ritrovarsi le sue candide labbra sulle sue. Era ai pazzi, lo stomaco in subbuglio, la testa non connetteva più e il corpo dipendeva solo da lui, per non parlare del cuore che stava scalmanando.
Rispose al bacio tenendo le mani lungo i fianchi e sentendo le sue cingergli la vita e accarezzarle la schiena.. Non poteva credere a quello che stava succedendo, non poteva cedere in quel modo a lui. Si sentiva strana, ma felice, troppo felice.
“Principessa..?”
“Si?” Chiese ad un soffio dalle loro labbra.
“Tutto questo non è mai accaduto..” e se ne andò lasciandola li, tra un battito di cuore e l’altro, tra un soffio di vento e l’altro ad assaporare quelle truci parole pronunciate da quel lurido bastardo.

“Ripetimelo, ripetimelo un’altra volta, così riesco a pensare più modi possibili per ammazzarlo di botte!!” Bridgette stava sclerando mentre si ingozzava di brioches alla marmellata, nutella, crema e cappuccini.
Courtney stava per scoppiare in lacrime più per la reazione della sua amica che per quello che era successo pochi istanti prima. “Courtney, ti prometto che avrà vita corta quel pezzo di… Mmh, quante gliene direi!!”
“Bridgette è stata colpa mia, non avrei dovuto cedere! Lui ha preso il comando della situazione e io.. io… io niente, come al solito sono sempre fottuta con lui!”
Già, in fondo era colpa sua se si era avvicinato, non avrebbe mai dovuto permettergli di parlare da solo con lei in privato!
“Se sapevo ti tenevo stretta tra le mie grinfie, non ti lasciavo andare con quel mezzo ometto da quattro soldi!”
“Penso che tu l’abbia insultato abbastanza Bridgette..”
“Non è mai abbastanza con lui” indicò poi un tavolo più avanti dove erano seduti Duncan e Gwen: lui apparentemente annoiato e con la testa altrove, lei su di giri ed eccitata per chissà quale castroneria.
“Guarda la coppietta felice. Bleah, mi fanno venire la nausea!”
Courtney sbuffò e ritornò a mangiare, anche se la fame le era completamente passata. Che fare ora? Rimuginare sui ricordi pensando a lui o andare avanti per la millesime volta?
Di li a poche ore sarebbe ritornata nella sua amata Toronto, nella sua casa e avrebbe ripreso il suo amatissimo lavoro, niente di più niente di meno.. Avrebbe indossato i paraocchi e ciao a tutte queste maledettissime paranoie. Lo vedeva da lontano con la testa fra le mani, frustrato e arrabbiato per quello che le aveva detto. lo vedeva stanco e affranto per quello che era successo.

Lo vedeva distante e abbandonato come se nessuno si sapesse prendere cura davvero di lui.
Eppure era successo, era successo di nuovo.
Le lenzuola profumavano di vaniglia, la luce che entrava dalle finestre era fioca e illuminava i suoi capelli color ebano che spettinati lo rendevano così sexy.
Era nuda sotto, era completamente nuda, e un lenzuolo di lino leggero la ricopriva.
Intoccabile, si era detta la sera prima, intoccabile era stata finchè lui non l’aveva presa per mano e portata nel suo rifugio d’amore, nel suo corpo..
“Cosa faremo adesso Duncan?”
“Dimenticare.. già..”
Courtney con le lacrime agli occhi si alzò, come una vergine, prese le sue cose e svelta si rivestì, imbarazzata. Aprì la porta e cacciò le lacrime salate, poiché non poteva mai, mai dimenticare quello che era appena successo tra loro..


NdA:
Questa nota d’autore sarà breve, poiché vi ho già chiesto scusa del ritardo sopra, spero che il riassunto sia stato costruttivo. Vi ho aggiunto, inoltre, un altro ricordo della storia d’amore tra Duncan e Courtney che spero vi sazi di più. E ora vorrei ringraziare:
a) Le
2276 ragazze che leggono la mia storia!!
b) Le
14 ragazze che l’hanno messa tra i preferiti, le 19 ragazze che l’hanno messa tra le seguite
c) Le
23 ragazze che hanno recensito.
A presto,
-DrEaM_

P.S. l’immagine è sempre la stessa poiché non ne trovavo altre in tema, dal prossimo capitolo cambierà 

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Capitolo 11
*** 'Un addio imprevisto' ***


  

Capitolo 11: Un addio imprevisto


“Buon viaggio ragazze, e veniteci a trovare più spesso!” la ragazza alla reception stava recitando le frasi di un copione che non la soddisfaceva più, ma uno stipendio come quello non lo trovava da nessuna parte. Era pur sempre una bella ragazza, nel tempo libero si divertiva sicuramente!
“Volentieri, arrivederci!” rispose Courtney che in realtà pensava di non volerci tornare mai più!
Nello stesso istante vide la ‘coppietta felice’ che faceva la sua uscita trionfante: lei sempre come ad un passo dal paradiso e lui sempre con la faccia da frustato che non ne può più della solita routine. Il suo sguardo cadde su quello di lei, ma subito si scostò sentendosi gli occhi pungenti sulla schiena ad esaminare ogni suo movimento.
Courtney non ne poteva più di quel maschilismo cinico e vigliacco che lo rendeva così dannatamente irritante, ma così sfacciatamente sexy e invitante. Era contrastante quello che provava per lui, mentre avrebbe voluto prenderlo a calci e pugni, lo avrebbe anche accarezzato e riempito di baci ovunque facendolo suo, come se fosse un peluche. Ripensando al dolore provato durante il reality che li aveva condannati alla separazione e collegandolo a quello che provava di affettuoso verso di lui, le veniva da piangere, urlare e sbraitare contro quella donna che gli aveva strappato dal petto un pezzo del suo cuore.

“Gwen che ne dici di partire??” chiese impaziente con le borsette in mano.
“Quanta fretta.. chi ti sta rincorrendo?” rispose ironica aprendo il baule della macchina.
“Nessuno, vorrei solo tornare a casa, sono stanco morto.”
“Ma ieri mi avevi promesso che mi avresti portato a pranzo fuori Duncan, è il mio compleanno!”
I nervi di Duncan erano a fior di pelle, tanto che se non l’avrebbe accontentata subito così da farla stare zitta, avrebbe operato ad un omicidio. Non la sopportava più, quella sua vocina acuta che continuava a impartirgli ordini o a ricordargli fatti o avvenimenti noiosi.. Non sapeva più come trattarla, però le voleva bene, non le avrebbe fatto del male; avrebbe preso il suo tempo per dirgli esattamente come stavano le cose, senza fretta. In tutta questa decisione il nome ‘Courtney’ non appariva per niente, infatti voleva solo divertirsi un po’ per conto suo o con gli amici e non pensare per un po’ all’amore.. Faceva bene? Sarebbe resistito alla tentazione Courtney?
Un volta entrato in macchina e arrestato i pensieri accese la radio e si concentrò sulla musica che passava di stazione in stazione, facendo riposare l amente e rilassare il corpo. Accanto a lui Gwen guardava il panorama dal finestrino con un sorriso stampato sul volto e gli occhi luminosi e sorridenti: era proprio per questa sua semplicità e bellezza che non riusciva a trattarla male, non riusciva a lasciarla come faceva con le sue altre ragazze avute in precedenza. O meglio, come aveva fatto con Courtney.
“Gwen, dove vuoi andare a mangiare?”
Gwen si girò pensierosa e consigliò una trattoria non distante dalla loro abitazione così da non stancarsi troppo. Duncan annuì e la portò a destinazione.
La trattoria era molto confortevole e familiare, si sentiva un buon profumo di pane fresco e di cibi deliziosi. Il cameriere li fece accomodare in un tavolo difronte ad una finestra che dava sulla città.
“Bello qui vero?”
“Si, molto carino..” rispose Duncan guardandosi intorno.
Ordinarono un menù di carne e uno di pesce, così da spizzicare da entrambi.
“Duncan, senti, io volevo chiederti scusa per come mi sono comportata quella notte.. Insomma non avrei mai dovuto fare… Tu eri ubriaco e io… Sono una stupida… Volevo aspettare per dirtelo, ma mi sento in colpa.. Vorrei solo che capissi che non è colpa mia…”
Il ragazzo non capiva quello a cui si stava riferendo Gwen, e si spaventò leggermente. Corrugò la fronte e Gwen, notando questo atteggiamento, prese aria e spiegò “Quella notte, tu eri ubriaco, qualcuno ti ha portato in camera e io.. Beh ecco, prima di perderti avevo incontrato un ragazzo molto gentile che mi aveva invitato a bere qualcosa con lui. Pensavo fosse una cosa innocente, ma purtroppo non finì proprio cosi.. Capisci ora?”
Duncan non riusciva a credere alle sue orecchie, ama soprattutto ai suoi occhi dato che Gwen non aveva perso la minima compostezza mentre narrava quell’accaduto: questo stava a significare che poco le importava se lo aveva tradito o meno. Allora perché i sensi di colpa?
“Gwen tu vuoi scherzare? Sei andata a letto con un altro la notte del tuo compleanno e me lo dici ora mentre pranziamo per festeggiare questa merda del tuo compleanno?? Sai cosa ti dico? Che mi fai schifo! Mentre io ero sbronzo da solo in una camera condivisa fino a poco tempo prima con te, tu eri in un’altra camera con uno sconosciuto!! Non me lo sarei mai aspettato da te, anzi si invece! Alla fine sei sempre la Gwen che ha fatto soffrire la sua migliore amica per aver baciato nel bagno di uno schifoso aereo il suo ragazzo!”
Gwen rimase colpita da quell’ultima frase che rispose: “Duncan stai dando i numeri! Ti rendi conto di quello che stai dicendo?? Io non penso di essermi baciata un invalido muto, ma penso di essermi baciata te che hai contribuito al cento per cento! Non scaricare ora la colpa su di me. E poi questa cosa è accaduta tempo fa e non ne ho voglia di riparlarne. Comunque sia è stata colpa tua, era la sera prima del mio compleanno e tu invece di stare accanto a me sei andato a sbronzarti chissà dove e chissà con chi! Sai, ti ho visto mentre baciavi Courtney in cortile oggi!!”
Colpito e affondato.

Gwen guardava la scena come se fosse un automa, con la bocca spalancata e le braccia distese lungo i fianchi, le mani strette a pugno e il cuore che decelerava. ‘Quella grandissima…!’ pensava mentre il volto di Duncan non si staccava da quello di Courtney. Una voglia matta di correre verso di loro e strapparle via tutti i capelli dalla testa le balenò in mente, ma rimase calma e continuò a vedere quella scena disgustosa. Non le salirono neanche le lacrime agli occhi, soltanto una rabbia mai vista, che avrebbe nascosto per bene, per quanto tempo non sapeva ancora..

Duncan appoggiò il tovagliolo al tavolo, si alzò facendo un rumore assordante con la sedia e disse: “Non ti voglio veder e mai più, tra noi è finita! Ti lascio le tue cose nel garage e riportami il doppione delle chiavi di casa. Gwen, è finita la partita.”
Gwen abbassò lo sguardo e annuì con la testa. In un certo senso si sentiva libera di un peso che aveva nel petto..
Era a tavola seduta da sola quando arrivò il cameriere con i piatti pronti e invitanti.
Si sedette nel posto dove prima era seduto Duncan e baciò la mano di Gwen che imbarazzata sorrise.
“Ce ne hai messo di tempo, tesoro.”












NdA:
Saaaalveee a tuttiiiii/eee haha, sono in vena di allungare le vocali! Allora che succede qua? Finalmente si sono lasciati, la ‘coppietta felice’ ha scritto THE END alla sua storia.. Contente? Beh, come vedrete Duncan non correrà subito da Courtney, passerà almeno un po’ di tempo.. poco.. o forse tanto… o forse niente.. hahaha vedrete!
Comunque sia, la cosa che mi piace di più di questo capitolo è l’apparizione del cameriere, o meglio del finto-cameriere! In realtà, come avrete ben capito, era il ragazzo che aveva corteggiato Courtney e Gwen in un’unica serata. Che bella cosa :’)
Beh ragazze ringrazio tutte voi che mi seguite, che leggete e che recensite, a presto e per qualunque chiarimento chiedete pure ;)
-DrEaM_

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Capitolo 12
*** 'UN ANNO DOPO - Ancora noi..' ***


Capitolo 12: UN ANNO DOPO - Ancora noi..Image and video hosting by TinyPic L’odore del caffè era come una droga per lei, le inebriava la mente creandole atmosfere dalle quali era difficile uscirne. Non aveva mai capito il perché di tutto questo coinvolgimento olfattivo, ma era certa che non ne avrebbe mai fatto a meno.
La sua tazza targata ‘Starbucks Coffee’ era appoggiata sulla penisola di marmo bianco della cucina, pronta per essere sollevata assaporando il liquido interno. Quella mattina non era come le altre, aveva deciso di andare per negozi un po’ in solitudine così da godere quei bellissimi momenti di totale relax e allontanamento dalla vita reale.
Così dopo aver trangugiato il caffè e aver letto il giornale del giorno, si recò nella sua camera e svelta prese un vestito che cadeva sopra le ginocchia, con il corpetto bianco ricamato e la gonna a volant con fiori rosa, rossi, bianchi e blu; come scarpe un paio non troppo alto per essere comoda
.

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Quel giorno voleva sentirsi libera, sciolta, almeno per quella mattinata voleva assaporare il gusto dell’essere spensierati, senza nessuna responsabilità gravosa sulle spalle, fare finta di non aver nessun lavoro e pensare solo a svagarsi.. da sola però, siccome Bridgette aveva ben altro da fare…

…10 mesi prima…
“Courtney, devo dirti una cosa importante.” Erano sedute all’Hard Rock Cafè di New York per una breve gita tra amiche, quando Bridgette aveva assunto all’improvviso un’aria sera e misteriosa..
“Dimmi Bridgette..”
“Ecco…” intrecciava le dita nel manico della tazza attenta con lo sguardo verso un punto lontano indefinito.
“Ecco, io sono incinta!” Courtney spalancò la bocca ma nello stesso tempo le brillarono gli occhi per la splendida notizia. “Oh mio dio, ma è fantastico, tesoro! A quanto è la gravidanza?”
“Soli due mesi, ho aspettato a dirtelo perché non trovavo mai il momento giusto, e penso che questo sia perfetto..”
Le prese le mani stringendole affettuosamente, poi disse “Ma Bridgette, per una notizia del genere il momento è sempre adatto, scherzi?! Mio dio, sono contentissima, che dice Geoff?”
“Quando gliel’ho detto stava per piangere, non poteva crederci nemmeno lui.. Eravamo commossi entrambi, è stata la cosa più bella del mondo. Finalmente mi sento una donna, mi sento realizzata, felice e soprattutto innamorata, Courtney!”
“Posso invidiarti anche solo per un attimo? A parte gli scherzi, sono stra felice, siete una coppia d’oro, ve lo meritavate davvero!”
Si guardarono negli occhi e videro la stessa luce risplendere, e una lacrime scivolò sul viso di entrambe.


“Salve signorina, ha bisogno?” una commessa sulla cinquantina si affiancò a lei con un sorriso premuroso. “Mmh, no grazie davo solo un’occhiata…” la commessa si allontanò e lei scelse di comprare un bellissimo paio di scarpe rosse con un platò abbastanza alto e un tacco elevato.

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Le misurò e si vide alzare di almeno 8 centimetri, sorrise alla sua immagine e decise di comprarle. La commessa rimase per un momento spiazzata da quella scelta così azzardata, ma notando la bellezza della ragazza non proferì parola.
Uscì dal negozio contenta per l’acquisto e pronta per tanti altri ancora quando vide la figura di un ragazzo voltato di spalle che uscendo dal negozio accanto le stava andando addosso. Non riuscì a spostarsi in tempo che le finì su un piede colpendola all’addome con il gomito.
Velocemente il ragazzo si voltò e per poco non gli prese un colpo. Courtney rimase spiazzata quando alzando lo sguardo vide quello del ragazzo.
“Dobbiamo per forza incontrarci così noi due?” disse ironico cercando di riparare al danno fatto. “Evidentemente non ci sono altri modi. La tua arroganza si manifesta anche quando incontri le persone.”
“La tua acidità invece è sempre costante, mi complimento per l’assiduità.”
“Smetti di fare il simpatico.”
“Rincominciamo da capo, ti va?”
Quello stupido le stava chiedendo di ricominciare qualcosa che non era mai cominciato per davvero. La sua mano tesa e gli occhi da cerbiatto finivano il quadretto così buffo.
“Tu vuoi scherzare vero?!”
“Mai stato più serio di così” la sua posa era inerme. Courtney non si sbilanciò più di tanto e per sentimento strinse la mano. Quel contatto le provocò tanti brividi su per la schiena. Se c’era qualche spettatore alla scenetta sicuro stava per ordinare i popcorn e fazzolettini per commuoversi pensando alla parte cruciale. “Duncan, piacere.”
Quel nome, quel nome che risuonava nella sua testa come un martello pneumatico non riusciva a lasciarla in pace.
“Courtney, piacere non mio” rispose beffarda.
“Uuh, qualcuno qui è permaloso..”
“No, Duncan. Semplicemente ti conosco e so che non andrà a finire bene.”
“Non abbiamo neanche iniziato, principessa.”

Dopo essersi lasciato con Gwen gli aspettava una vita intensa: aveva deciso di trovarsi un lavoro serio, di comprare una casa nuova e di arredarla da cima a fondo come preferiva, aveva deciso di viverla per il meglio impegnandosi a trovare la ragazza che lo avrebbe completato definitivamente. Era passato un anno da tutto quello che era successo e ora era pronto per il passo finale.
Abitava in una zona tranquilla, dove villette a schiera si alternavano dando spazio a magnifici parchetti dove i bambini santuariamente si recavano d’estate per giocare. Lavorava come rappresentante di una azienda di strumenti meccanici, il campo che aveva sempre amato fin da bambino. Ora, non si riteneva più un fallito. Mancava, appunto, il pezzo finale del puzzle: la donna della sua vita.
Quella mattina aveva deciso di andare in centro e comprarsi un nuovo completo per una riunione la mattina seguente e non avrebbe mai immaginato a quello che sarebbe successo. Courtney era dietro di lui, le aveva pestato un piede e dato una gomitata nell’addome involontariamente; forse la fortuna aveva bussato alla sua porta. Vederla in quel modo, con quella busta targata del negozio affianco, con quel vestito corto da scoprirle le gambe perfettamente abbronzate, dato che era pieno luglio, e quel viso sempre così perfetto… e poi quegli occhi, quegli occhi grandi in cui si perdeva ogni volta. I capelli soffici erano sciolti sulle spalle, più lunghi dell’ultima volta e con qualche tonalità più chiara. Era sempre bellissima, in ogni singola forma.
“Allora, ti va di andare a prendere un caffè?” la vedeva ancora titubante e voleva farla sentire a suo agio, farle capire che era tutto finito, che non doveva più essere tesa con lui.
“Mmh, in verità l’ho già preso stamattina, grazie lo stesso.. ora dovrei proprio andare.” Duncan non rispose, annuì mesto e la lasciò incamminare da sola, ma non resistette: le corse dietro e afferrandola per un braccio senza farle male la attirò a sé e la baciò in mezzo alla strada, con milioni di persone che passavano e ripassavano, senza dare conto ai commentini dei vecchietti seduti alle panchine al ciglio della strada, senza dar conto al mondo esterno, ma soltanto a un cuore che batteva.. anzi due. Perché riusciva a sentire il suo ed insieme formavano una melodia più che perfetta.








NdA:
Ragazze, con questo capitolo vi ho svelato un paio di cosine: Gwen si è tolta davvero dai piedi, Duncan si è sistemato e Courtney è sempre la solita bella ragazza di sempre. Inoltre sappiamo che è passato un anno preciso dopo tutto quello che è successo in quella SPA, sarà maturato Duncan? 
Siamo arrivati quasi al finale, così finalmente potrete rilassarvi haha!
Vorrei ringraziare le ragazze che hanno letto la mia storia, quelle che l’hanno recensita e tutte le altre. Siete davvero STRAORDINARIE.
A presto, -DrEaM_

P.S. Scusate se l'immagine iniziale è un pò grandina, ma mi piaceva talmente tanto da farla grande! :)

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Capitolo 13
*** 'La gioia di una vita' ***


 

Capitolo 13: La gioia di una vita

Tutto intorno a lei era armonia, gioia, festa, felicità, commozione e tanto altro di positivo che rendeva la giornata così perfetta da non sceglierne un’altra migliore. Il fresco settembrino era adatto e quel luogo ideale per una celebrazione del genere.
Era tutto pronto, tutto preparato nei minimi dettagli da un mese ormai e pianificato da una vita.
Pensava a quando da bambina sfogliava le riviste dei vestiti da sposa e sognava di essere l’indossatrice di ognuno di quegli abiti, soltanto per verificare la maestosità che donava ognuno di essi. Quel bianco candido che avvolge il corpo dona spensieratezza e voglia di vivere che paragonata all’infinito non vale nulla.
Quei giochi di intrecci fra i vari tessuti, quelle combinazioni di fiori nei bouquet, quell’insieme di persone che condividono con te un’esperienza simile, ma soprattutto l’uomo della vita che aspetta la sua dolce metà su un altare di fronte a Dio, pronto per giurare fedeltà, amore e eternità.
Il luogo prescelto era un paradiso terrestre lontano dalla movida della città, come se fosse il giardino dell’Eden prediletto. Un altare ricoperto da un tovaglia di merletto bianca e dal necessario per celebrare il matrimonio, sovrastava tra tutte le altre decorazioni. Di fronte ad adesso erano presenti dieci file di sedie quasi regali sulle quali era scritto nome di ogni presente su un cartellino dorato. Due fotografi erano appostati pronti per immortalare ogni momento più significativo. Tutti gli invitati stavano parlando tra di loro, chi rideva, chi si emozionava, chi faceva le lodi agli sposi, chi presentava e chi veniva presentato, chi fumava una sigaretta attento a non inquinare quel pezzo di paradiso, chi si sistemava alla meglio capelli e vestiti, chi, invece, se ne stava seduto al suo posto a ricordare, forse, il suo momento, o ad immaginare come sarebbe stato.
“Se riesci a posizionarmi questo fiocco in modo che non mi prenda un attacco di isteria da mandare il tuo matrimonio all’aria, potrei decidere di sposarti io in men che non si dica.”
“Qualcuno qui è più in ansia di me mi dicono..”
“Pensa soltanto al fatto che tra poco avrai un anello al dito, una promessa in mano, un bicchiere di champagne nell’altro e la mente ad immaginare una vita ricca di responsabilità e felicità. Beh, io mi sentirei più nervosa del dovuto.” Bridgette rise e corse ad aggiustarle il fiocco dietro la schiena che le copriva almeno per un po’ la scollatura anteriore del suo splendido vestito.
Lo strascico di Bridgette venne raccolto dalla mamma non appena entrata che condividendo un sorriso docile invitò Courtney ad uscire per rimanere un po’ da sola con la propria figlia. Courtney accettò e si diresse verso il giardino dove il figlio di Bridgette giocava con Duncan a chissà quale assurdo gioco. Dopo aver allungato il collo per una ventina di volte e dopo essersi ammazzata su quei tacchi esageratamente alti, vide una figura paffuta che correva verso di lei inseguita da un omone alquanto familiare.
Duncan e Christopher.
“Oh finalmente vi ho trovati!” Courtney si piegò verso il bambino che rideva di gusto e pronunciava parole o sillabe che secondo lui avevano un significato.
“Si può sapere che stavate combinando?”
“Hai preso il posto della mammina preoccupata?” provocò Duncan.
“Non provocare, Duncan. Non oggi.” Duncan si scusò con un bacio a fior di labbra, e fu subito perdonato. “Allora? È pronta Bridgette? Geoff sta impazzendo e gli invitati azzardano ad una fuga.”
“Come siamo tragici! Sta parlando con la madre, vado ad avvisarla che sta facendo preoccupare mezza America.”
Il bambino faceva segno a Duncan di prenderlo in braccio lamentandosi, Courtney se ne accorse e squadrò Duncan: “Allora? Ti decidi?”
“Sai, il vestito.. di Armani..”
“Certo, certo. Lo porto dai nonni paterni..”
Così si avventurò alla ricerca dei genitori di Geoff che quando videro la sua figura avvicinarsi rilassarono i muscoli contratti e chiesero subito spiegazione del ritardo.
“Guardi stavo proprio andando a chiamarla. Christopher posso lasciarvelo?”
“Ma certo, vieni qua piccolino mio. Confidiamo in te, Courtney.” Neanche stesse andando a cercare una sopravvissuta.

“Bridgette, allora? Stanno per annunciare ‘fuga della sposa indecisa’, se ti muovi ci risparmiamo una foto in prima pagina!”
“Scusa è che non trovo gli orecchini. Li avevo lasciati esattamente qui due minuti fa! Il tempo che ho preso un bicchiere d’acqua e sono scomparsi! Come sta Christopher? Hai controllato che sia tutto apposto? Non mi fido di Duncan, potrebbe trasformarlo in una sottospecie di metallaro con ancora il pannolino; non voglio che mio figlio cresca con queste idee strambe per la testa. I genitori di Geoff sono preoccupati, vero? Beh immagino, loro si preoccupano per qualunque cosa, ecco da chi ha preso Goeff. Oh, il mio Geoff… se..”
“Ti fermi un secondo?? Senti, sei nervosa e ci sta, ma ora devi muovere quel culo sodo e raggiungere il tuo amore all’altare!”
Bridgette l’abbracciò di getto e dopo essersi ricomposta prese il suo strascico in mano, lo posizionò con l’aiuto dell’amica nella corretta posizione e raggiunse l’ingresso che dava sul giardino. Courtney fece partire la marcia e si videro gli invitati prendere il loro posto velocemente. Duncan bello come non mai era accanto a Geoff sostenendolo in quel passo tanto grande, mentre Courtney prendeva il posto del padre di Bridgette che purtroppo non era più con lei da parecchio tempo.
Raggiunsero l’altare insieme dopo che Christopher ebbe dato un bacio alla sua splendida mamma e iniziò la cerimonia.
Duncan aveva lo sguardo fisso sulla sua donna che presto avrebbe portato all’altare. Erano passati solo due mesi dal loro ultimo incontro e dal loro nuovo inizio, eppure sentiva di non averla mai lasciata, di conoscerla come se fosse sua figlia, e di amarla come nessuno. La vedeva sorridere ed emozionarsi come se ci fosse lei su quell’altare, come se stesse provando le stesse cose; era perfetta per lui, nessuno l’avrebbe sostituita.

Dopo il taglio della torta incominciarono le danze e Duncan prese la mano di Courtney come se fosse porcellana, la attirò a se e sussurrò flebile “Vuole ballare, principessa?”
“Certamente, mio principe.”
Bridgette e Geoff erano seduti, mentre Christopher dormiva nel passeggino accanto ai nonni; guardavano la coppia composta dai loro migliori amici che si scambiavano occhiate innamorate perse e sorrisi complici di un amore infinito e capirono che anche loro erano pronti per il grande passo.
“Secondo te quando si deciderà?” chiese Bridgette mentre teneva la mano di Geoff stretta nella sua.
“Prima di quanto ti aspetti..” rispose Geoff accarezzando con il pollice uno strato di pelle.
“Che vuoi dire?” chiese curiosa.
“Che ogni cosa ha il suo tempo, amore mio.”
Bridgette appoggiò la testa alla sua spalla e disse: “Mi sembra ieri che non ci conoscevamo, e guarda ora Geoff: abbiamo un bambino bellissimo, siamo sposati, abbiamo una casa da condividere e mille progetti per il futuro. Non pensi che sia una cosa bellissima?”
“Tu sei una persona bellissima, tu che mi hai fatto capire cosa è il Vero Amore, quello puro e sincero. Ti amo Bridgette e non smetterò mai di dirtelo, come amo Christopher e come amo ogni singolo momento passato con te.”
A Bridgette scese una lacrima e gli diede un bacio soffice, come per sigillare quelle parole.










NdA:
Salve a tutte ragazze, con questo capitolo spero di avervi fatto emozionare almeno un tantino.. Il matrimonio di Bridgette ho cercato di renderlo il più realistico e vicino a noi (?) possibile per farmi entrare un pò nella cerimonia. Sono contenta di come sia riuscito, e spero vivamente che vi piaccia! 
Come purtroppo sapete è quasi finita la storia, mancano davvero due o tre capitoli, io non sono sicura al cento per cento, ma può darsi che ne scrivevo un'altra con ambientazioni e personaggi diversi... non so, tutto avrà suo tempo, poichè adesso ho anche la scuola che mi ruba i pomeriggi D: NON POSSO FARCELA! 
Beh, ora direi che posso andarmene a mangiare e riposarmi, domani mi aspetta un'altro giorno (maledetto) i scuola, fatemi sapere se vi piace e ACCETTO CRITICHE o correzioni a qualsiasi cosa. 
Ringrazio inoltre TUTTE quante che mi seguite, che leggete questa storia che mi rende tanto fiera :') 
A presto allora, baci 
-DrEaM_ <3

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Capitolo 14
*** '...Hei Baby, I Think I Wanna Marry You!' ***


 

Capitolo 14: “..Hey baby, I think I wanna marry you!.."

Alzando gli occhi al cielo vide una nuvola che oscurava il sole, ma nessuna previsione di pioggia aveva sentito, quindi pensò ad una nuvola di passaggio. Camminava svelto per arrivare a casa da lei, la sua ragazza, con un desiderio fisso in testa che si sarebbe avverato di lì a poco; sembravano due adolescenti alle prese con il primo amore, in fondo si comportavano come tali.
Passò davanti ad una gioielleria, la più cara della città, e si soffermò a guardare un solitario stupendo che da solo avrebbe potuto illuminare tutta la vetrina. Senza pensarci un attimo entrò nel negozio e chiese al commesso: “Salve, vorrei vedere quel solitario lì per favore..”
“Certamente, aspetti pure qui.”
Duncan si accomodò su una sedia ad aspettare, quando arrivò si sedette di fronte a lui e gli fece guardare quel preziosissimo anello.
“Questo qui?”
“Esattamente, è un regalo..”
Il commesso sorrise, ormai quella scena la vedeva da tutta una vita.
“Per la sposa?”
“Non esattamente, però sono certo che presto lo diventerà!”
“Congratulazioni.. Beh, parlando dell’anello ora, è molto prezioso. Questo qui è un diamante vero incastonato nell’anello: una vera rarità. Lo tengo in vetrina da mesi e vedo che ogni tipo di ragazza o donna si ferma ad ammirarlo, ma mai nessuno ha il coraggio di entrare e comprarlo. Forse è troppo bello da sprecare?”
“Ha ragione, è molto bello, ed è per questo che lo voglio regalare alla mia ragazza. Lei è esattamente come questo anello: illumina le giornate, è amata da tutti, ma nessuno si permette di farle del male poiché sarebbe uno spreco e vederla triste è spiacevole, voglio regalarglielo per farle capire che lei è la sola per me. Lo prendo, lo prendo, lo prendo.”
“È sicuro della misura?” chiese mentre preparava il pacchettino.
“Si, ha le dita né troppo sottili né troppo grosse, perfette.”
“Si vede che è innamorato perso, sa? Non ho mai sentito nessuno fare complimenti così speciali alla propria ragazza, complimenti.. sia a lei che alla ragazza, deve essere davvero straordinaria.”
Duncan sorrise leggermente imbarazzato e prese la scatolina, se la mise in tasca e dopo aver ringraziato il buon uomo si diresse verso casa.
Non poteva dire di no…

“Principessa? Sono tornato! Ci sei?” Duncan posò le chiavi di casa di Courtney nel solito posto e si avviò in cucina dove la trovò concentrata sui fornelli.
“Che buon profumo, cosa prepari di buono?” si avvicinò a lei e le cinse la vita lasciandole flebili baci sul collo che la fecero impazzire.
“Non.. non distrarmi, Duncan..” rispose a bassa voce.
“Amo quando mi chiami cosi, sai? È la cosa più bella che abbia mai sentito.”
“Come siamo romantici, riserva il tuo affetto per dopo” disse mentre si girava con un sorriso sornione. “Mmh, devo per forza aspettare?” e la baciò, un bacio passionale. Le sue mani esplorarono la sua schiena da sotto la maglietta mentre il bacino premeva contro quello di lei facendole andare il sangue al cervello.
Lo voleva, lo desiderava come non mai.. Si erano promessi di non farlo se non lo volevano davvero, ma di aspettare il momento giusto, il momento in cui tutti e due lo ambivano. E quel momento era arrivato.
“D-duncan..” sussurrò tra le sue labbra mentre con una mano lo allontanava. “T-ti prego…”
Duncan sapeva che Courtney cedeva molto facilmente e per giocare con lei la lasciò stare, si girò e si mise a tavola stuzzicando il bordo del tovagliolo in attesa del piatto.
“Come è andata oggi?” chiese Courtney prima di scegliere quale spezia fosse più necessaria al condimento. “Benissimo, quel lavoro mi soddisfa ogni giorno di più. Se continuo così pensano di aumentarmi lo stipendio.”
Il volto di Courtney era raggiante; Duncan stava diventando un ottimo ragazzo, serio e responsabile. Il suo stipendio era già abbastanza alto e se glielo alzavano di più potevano vivere ancora più in abbondanza. Non era una ragazza che collegava felicità e soldi, anche se era necessario farlo, ma sapeva che per mettere su famiglia bisognava avere le possibilità.
“A te?” chiese Duncan mangiando un grissino.
"Bene anche a me, domani devo andare a Ottawa per una causa in tribunale” portò in piatti in tavola e Duncan si leccò i baffi tuffandosi a pieno in quella delizia. Gwen non cucinava mai, per questo o andavano a mangiare fuori, compravano cibi già pronti da riscaldare o ordinavano cinese o pizza.
“Per quanto ci rimani?”
“Spero mezza giornata, mi sto stressando molto in questo ultimo periodo..”
“Vuoi prenderti una vacanza? Se vuoi andiamo da qualche parte.”
“L’ultima volta che una mia collega disse così, andò a finire male” e scambiò un’occhiata a Duncan che afferrò subito.
“Beh adesso sarebbe diverso, principessa..” disse accarezzandole il braccio con i polpastrelli delle dita. Courtney sorrise e continuò a mangiare, felice. “Stamattina mi ha chiamato Bridgette!”
“Stamattina mi ha chiamato Geoff!”
Le pronunciarono all’unisono quelle frasi e si misero a ridere. Duncan diede la precedenza a lei nel parlare. “Vabe, già saprai quello che è successo.. Quello che ti manca è la versione dei fatti di una donna!” “Illuminami!”
“Io non capisco come voi uomini pensiate che per voi la vita sia tutta facile, che solo noi donne dobbiamo sgobbare per rendervi felici.. ma quello che non capisco ancora di più è che ve la prendiate con noi se sbagliamo a mettere un calzino o una mutanda nel cassetto errato! Solo questo vorrei riuscire a capire!!” “Courtney, questo è il tuo parere o quello di Bridgette? Perché mi sto confondendo!”
“Poco cambia, più o meno pensiamo le stesse cose!”
“Esattamente: più o meno! Perché lei non pensa queste cose e Geoff non è quel tipo di ragazzo Court!”
“E, di grazia, come fai a sapere quello che pensa Bridgette?”
Duncan incrociò le braccia al petto e distese le gambe. Courtney alzò un sopracciglio curiosa.“Certe cose un uomo se le sente!”
“Come una sberla tra tre secondi?”
“Irritabile la ragazza..”
“Smettila di fare il cretino e dimmi!”
“Ricominciamo da zero: ieri sera hanno litigato siccome Cristopher non sta molto bene, Geoff torna dal lavoro stanco e non riesce a dare una mano a Bridgette che sgobba dalla mattina alla sera dietro quel bimbo. Ora, Geoff mi ha detto che ieri sera Bridgette ha fatto una sclerata inutile, poiché bastava dirgli semplicemente di dare una mano, senza creare troppi casini! Ma evidentemente voi donne sapete solo urlare.. e no! Non mi interrompere ora! Mentre Geoff non sapendo cosa fare ha preferito uscire di casa e farle sbollire la rabbia. Quando è ritornato a casa ha trovato Christopher nella culla e Bridgette sul divano stremata con ancora le stoviglie da lavare. Sai Geoff cosa ha fatto? Ha ripulito le stovaglie con la massima delicatezza per non svegliare nessuno, ha preso in braccio Bridgette e l’ha riposta nel letto, si è fatto una doccia e si è steso accanto a Christopher in modo tale da fare la nottata col bambino per riparare al danno.” Courtney era allibita, la sua versione era completamente diversa e sapeva che Geoff non sapeva mentire neanche per telefono per cui Bridgette stava proprio dando i numeri.
“Sarà un po’ stressata, domani andrò da lei e la aiuterò; mi prenderò un giorno di ferie.”
Duncan sorrise e si avvicinò a lei baciandola sulle labbra, Courtney gli cinse il collo e lui ne approfittò per prenderla in braccio e posizionarla sulla penisola di marmo. Courtney sorrise tra le sue labbra eccitata da quella mossa, non vedeva l’ora di approfondire sempre di più. Duncan si fermò proprio quando Courtney voleva accentuare il bacio da passionale a eccessivamente eccitante!
“C-che fai?”
“Davvero vuoi farlo qui?” Duncan avrebbe voluto farlo anche in ascensore, poco cambiava, la desiderava davvero troppo!
“Oh andiamo, non hai mai fatto il pignolo su questa cosa!”
“Courtney, senti devo dirti una cosa importante..”
Courtney alzò gli occhi al cielo e rispose “Mi devo preoccupare? Proprio adesso Duncan?”
“Siediti per favore..” Courtney strabuzzò gli occhi, ma obbedendo si sedette su uno sgabello lì di fianco, sbuffò e disse “Avanti, spara!”
Duncan prese un lungo respiro e poi disse: “Non sono bravo in questo genere di discorsi lo sai, sono un ragazzo che non sa mettere due frasi in perfetta sincronia, non mi piace usare le parole quando a gesti e a fatti siamo più bravi. Però voglio solo dirti che ti amo Courtney, ti amo come non ho mai amato nessuno. Sei tutto per me, ho bisogno del tuo amore ogni giorno di più, prima non lo capivo bene, ma ora ne sono certo. Per farla breve, e per spiegarti che esisti solo tu ti ho regalato una cosa..”
Mentre Courtney era ancora incredula, Duncan si posizionò in ginocchio, estrasse dalla tasca la scatoletta blu notte e la aprì. A Courtney le si fermò il respiro, ogni fibra del suo copro vibrò e tutto intorno a lei scomparse, come in una nuvola di fumo. Quel luccichio proveniente dal solitario provocò una grandissima commozione, non resistette dal lasciare libera una lacrima. Duncan gliela tolse con il pollice, si alzò e fece alzare anche lei tenendola fra le braccia distanziandola dal suo petto con l’anello e appoggiando la sua fronte alla sua. “Principessa, mi vuoi sposare?”

The end.







































NdA (ultima *piange*)
Care ragazze, vi annuncio la fine. La mia commozione non si è fatta mancare e aggiungo una punta di malinconia nel pensare che è davvero finita :'( 
Sono contente di essere arrivata fino a qui con voi, splendide, che mi avete riempito di bellissime recensioni le quali non dimenticherò! Spero che questo capitolo vi piaccia davvero e che numerose mi lasciate recensioni positive :) ho bisogno di un sostegno morale hahahah 
Si, sono destabilizzata e affranta, passerà..  
Sto scrivendo una romantica, e se volete quando la inserirò potete fare un salto :) 
Ora vi lascio, vado a cenare, allora ragazze GRAZIE MILLE ANCORA A TUTTE!! <3 
-DrEaM_

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