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di ehicam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La Prima Volta ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

La musica rimbombava nel locale, nessun capiva più nulla.
La musica era assordante.
Nessuno stava capendo più nulla, del resto ciò che ora importava a quella gente era sentirsi diversi, fieri di essersi appena messi nel sangue una dose, e non ballare e godersi la notte, come tutte le persone normali avrebbero fatto.
Quel locale tanto simile agli altri, faceva sentire diverso ogni ragazzo, per la prima, per la seconda e forse anche per l’ultima volta.
Se non provavi, non eri nessuno, quello era il motto.
«E perché non provare?». Era la domanda che tutti accumunava.
Come in fin dei conti, anche il loro destino.

C’era una ragazza, quella che aveva segnato la storia del locale, così timida, ma forse così diversa quando entrava da quella porta.
«Sarà come l’alcool». Disse “preparando” il naso «Prima o poi perderò il vizio». Si sentì una voce maschile alle sue spalle, che lei probabilmente non percepì «Credo che nel tuo caso non esista un poi.».

***


«Mamma io vado». Urlai.
Non ci fu una risposta, lei non mi aveva sentito, o forse quella mia abitudine non l’avrebbe fatta tornare a casa. Probabilmente non sarebbe mai tornata.
Chiusi la porta lasciando un biglietto sotto lo zerbino “pa’ sono a dormire da Acacia, non aspettarmi. Ci vediamo domani”.
Chiusi la zip del vestito, e allacciai i tacchi.
La macchina di Acacia arrivò nel vialetto di casa, mi accomodai in macchina.
«Mi hanno detto che hanno aperto un nuovo locale in questa zona, sai?».
Quello era il suo saluto, non le importava del tuo stato d’animo, delle tue preoccupazioni, dei problemi o altro, lei doveva solamente preoccuparsi del fatto che conosceva un nuovo locale.
«Ed hai intenzione di andarci? ». Sorrisi. «Esatto».
Ci fu un attimo di silenzio. «Ho sentito dire che una ragazza non poteva più fare a meno di andarci, che strano modo di fare pubblicità ad un locale». Ammise.
Quella frase doveva esser la chiave di tutto, ma io non lo percepì, era già troppo tardi.
«Siamo arrivate!».
Ci ritrovammo davanti ad un locale semplicissimo, all’ingresso non c’era nessuna fila, si sentiva solo la musica ad un volume troppo alto.
«Dal fuori non sembra un granché». Commentai.
«Avanti, Allyson dici sempre “Mai giudicare un libro dalla copertina” e qui è lo stesso». Sospirò «Se farà veramente cagare al massimo non ci torneremo più, non credi?».
Uno della security, ci bloccò.
«Nomi?».
Acacia estrasse un carta la quale era sicuramente un invito, o qualcosa che poteva permetterci l’ingresso.
«Divertitevi». Disse quel tipo cercando di fare un sorriso.
Entrammo nel locale.
Non aveva nulla di speciale, musica, gente che ballava, gente ubriaca, gente al bancone, drink.
Mi ricordai “Mai giudicare un libro dalla copertina” andai al bancone, avvicinandomi chiesi un bicchierino di vodka.
Ma quella all’interno non era vodka, per niente.


Non so spero che vi piaccia, per consigli, critiche, e per altre cose scrivete pure nelle recensioni.
E scusate per gli eventuali e(o)rrori.
Al prossimo capitolo.
Vale.x

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Capitolo 2
*** La Prima Volta ***


Capitolo 1.

Osservai il bicchierino, il colore era quello, ma l’odore non lo era.
Il tipo al bancone mi osservò, capendo che ciò che avevo nel bicchiere non era realmente quello che avevo richiesto.
«E’ acido, piccola». Mi disse.
Mi alzai di lì, sapevo cos’era.
Sapevo i suoi effetti.
Stava a me decidere, o ingerire in me della droga, o lasciare perdere. Cercai a Acacia ma non lo trovai, quel locale era più grande di quanto potevo immaginare, non la trovavo.
Iniziare a sorseggiare dal bicchiere un po’ della “sostanza”.
Non sentivo nulla, non stava accadendo nulla.
Avevo sempre bevuto, ero sempre stata resistente all’alcool.
Finì il bicchiere.
Solo dopo mi accorsi di non sentirmi bene, ma forse non gli stavo dando peso.
Il cellulare suonò.
Non lessi, non ci riuscì, il cellulare sembrava muoversi dalle mie stesse mani, la gente si stava sempre di più alzando.
Non capivo nulla, la musichetta assordante del cellulare mi stava stordendo più della musica di quel posto.
Riconobbi Acacia, almeno speravo fosse lei, le andai in contro.
Sembrava fatta, come se lei conoscesse già quel posto.
Come se lei, sapeva già quale orrore si celava dietro quelle grandi porte. Lei voleva farmi provare quella sensazione.
Ci era riuscita, io stessa ero fatta, non capivo più nulla.
Ero stordita, ma stranamente felice.
«Benvenuta nel nostro mondo, Ally». Disse.
Era assieme ad un gruppo di ragazzi, sembravano tutti avere sui 19/20 anni proprio come noi.
E nessuno di loro sembrava non esser fatto.
Chi di più, chi di meno, ma tutti li erano.
Mi diressi verso il bagno, non riuscivo ad osservare il mio riflesso allo specchio, vedevo ogni parte scomposta.
Non capivo nulla, nulla.
La dose in quel bicchiere era esagerata, non avevo la fisicità per permettermi tutto ciò.
Uno dei ragazzi del gruppo si avvinò a me.
«E’ la tua prima volta, vero?».
«E’ così evidente?».
«Ehi non arrabbiarti, si nota sai..».
Abbassai lo sguardo.
«Credo che sia il caso di andare, non credi?».
Uscimmo di quel locale, mi portò verso un Range Rover si sedette e feci lo stesso.
Nessuno dei due parlò, non sapevo nulla di e di certo lui lo stesso.
Si fermò di colpo, avevo la vista piuttosto offuscata non capivo nulla.
Dai lì ci fu il vuoto.
Nulla.
«Ally?». Una voce non famigliare cominciò a dire il mio nome, forse più volte.
Aprì leggermente gli occhi, dei grandi occhi verdi mi stavano osservando.
Quel ragazzo aveva un volto famigliare.
«Che mi succede?». Mi allungò le mani, in modo da farmi alzare dal letto dove ero coricata.
«Ieri sera hai bevuto della vodka con all’interno delle pasticche di acido, per la tua prima volte era forse un troppo pesante». Notai che avevo ancora l’abito indosso, ma non i tacchi i quali però, erano dolcemente poggiati accanto al letto. Il ragazzo riprese a parlare «non lo ricordi?»
Mi guardava fissa dritto negli occhi.
«Si, insomma.. non del tutto..» faci un sospiro «ricordo di averti visto assieme ad Acacia con altri ragazzi, ricordo anche di esser andata al bagno, ma non riuscir bene a vedere il mio riflesso nello specchio, e poi di un viaggio in macchina. Nient’altro. »
Lui continuava ad osservarmi, sembrava incuriosito, ma allo stesso tempo molto attento ad ogni mia parola.
«Hai intenzione di continuare a frequentare il locale?»
«Credo di si, insomma perché non dovrei..»
Lui sorrise.
«Ah comunque il mio nome è Jack»
«Allyson» sorrisi abbassando la testa, la timidezza stava avendo il sopravento su di me.
«Non devi esser timida, non preoccupati. Del resto d’ora in poi passeremo molto tempo insieme.» sorrise, ancora.
«Ah, comunque avrei bisogno di due favori» sorrisi.
Poi sottovoce aggiunsi. «ho appreso alla lettera ciò che mi hai appena detto»
«Avanti, dimmi.»
«Ho bisogno di un cambio, e di un passaggio»
Si alzò di lì, muovendosi pesantemente per l’appartamento che sembrava alquanto grande.
Rientrò in camera, mostrandomi degli abiti.
«Spero possano andarti bene»
Uscì dalla stanza, lasciandomi un momento per cambiarmi.
Era tutto perfetto, un semplice leggins e una camicetta.
Quelli non potevano di certo esser sui, o almeno quella non poteva esser casa sua.
«Possiamo andare?»
Uscì dalla stanza, mi portò fuori e mi fece salire sullo stesso Range Rover con il quale mi aveva portato in quella casa la notte prima.
Gli diedi le giuste indicazioni per portarmi a casa.
«Grazie Jack» Dissi mentre chiudevo la portiera della macchina, mi fece un cenno come risposta.
Suonai il campanello, sperando che mio padre fosse a casa.
Uno, due, tre volte ma nulla.
Ero lì fuori sola.
Solo dopo mi resi conto delle chiavi poggiate in un vaso vicino la porta.
Entrai, mio padre era lì ad aspettarmi.
Aveva un’espressione piuttosto incazzata.
«Com’era la festa?»
Oh merda.


Okaay, allora oggi mi sono impegnata proprio nel mettere sia il prologo che il primo capitolo, dato che domani ho alcuni impegni e molto probabilmente non avrò il tempo di collegarmi e mettere il secondo capitolo, che però metterò sicuramente lunedì.
Comunque al prossimo capitolo.
Scusate per gli eventuali e(o)rrori
Vale.x

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