Bad Girl

di light_blue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A revolution ***
Capitolo 2: *** Orphanage ***
Capitolo 3: *** I'm only a crack in this castle of glass ***



Capitolo 1
*** A revolution ***


                                                       
                              

-Chapter one
            A revolution

Sbuffai. Eccomi in una nuova scuola, non diversa dalle altre. Muri grigi e un cancello arrugginito. O era una scuola con pochi fondi, o il preside era davvero avido. Dopotutto non potevo permettermi una grande scuola, ero costretta a stare in una pubblica. Mi strinsi nel mio giubbotto di pelle, era Ottobre ed un vento freddo si era scagliato contro Bradford, la mia città. Se c’era qualcosa peggio di andare a scuola, era andarci quando l’anno era già cominciato.  “Ci si trova indietro con le lezioni” dicevano quelli a cui raccontavo questo mio fastidio, ma non me ne importava molto, io anche se sarei arrivata dall’inizio non avrei seguito lo stesso le lezioni. Ecco perché il mio rendimento scolastico era disastroso. Non era ancora suonata la campanella e così mi sedetti sulla panchina vicino al cancello, mentre gli studenti mi passavano davanti, alcuni senza vedermi altri guardandomi quasi con disprezzo. Ma nuovamente non me ne importava niente. Ero una a cui non importava il giudizio degli altri, una che faceva quel che voleva quando voleva,infischiandosene delle regole. Potrebbe sembrare un comportamento viziato, invece se si conoscesse la mia storia si capirebbe che è tutt’altro. Se non piacevo alla gente era un problema loro. Contrariamente a ciò che facevano tutti gli altri, un ragazzo con una telecamera mi si avvicinò. Lo squadrai: aveva una felpa rossa con il cappuccio, dei pantaloni con uno strano risvolto, ed un paio di Vans. E ora cosa voleva questo? “A quanto pare alla Susan’s Public School abbiamo una nuova arrivata. Potrei sapere il suo nome, signorina?” disse il ragazzo con una voce squillante e puntandomi la sua telecamera in faccia. Lo ignorai sperando che se ne andasse. Ma lui non accennava a muoversi. “Sei su questo pianeta?” continuò il ragazzo sventolandomi una mano davanti agli occhi. Fulminai con lo sguardo la mano e lui la ritrasse, prima di spegnere la telecamera e di posarla nella sua borsa a tracolla. “Io sono Louis Tomlinson. Frequento il quinto anno e stavo facendo un documentario sulla scuola, anche se dubito che qualcuno lo vedrà mai. E tu sei?” mi chiese nuovamente il ragazzo sorridendomi. Aveva un’aria allegra, ed era come se il suo sorriso illuminasse la tristezza che avvolgeva la scuola. “Emily” risposi solamente senza mostrare alcuna emozione. “ Emily e poi … “ disse il ragazzo incitandomi a dire il mio cognome. “ Taylor”  dissi disinteressata. Lui mi sorrise. “Vieni con me. Se vuoi sopravvivere a questa scuola, devo spiegarti come funzionano le cose qui” disse poi Louis facendomi un cenno verso l’entrata. “Che cosa ridicola. So cavarmela benissimo da sola” gli risposi acida. “Volevo solo farti un profilo generale degli studenti,ti sarebbe utile conoscere le varie figure”. Rimasi a guardarlo per qualche secondo. Titubante mi alzai e lo seguii all’interno della scuola, davvero enorme rispetto a ciò che sembrava all’esterno. Lui mi sorrise prima di incominciare ad indicarmi alcuni studenti.  “Se vuoi un consiglio,stai lontana da quei due: Harry Styles e Zayn Malik” mi disse il ragazzo sorridente facendomi un cenno verso dei ragazzi vicino ad una panchina, “ Perché cos’hanno che non va? ” gli chiesi confusa continuando a guardare i due ragazzi mentre ridevano e parlavano fra loro: sembravano non avere nulla di diverso da tutti gli altri ragazzi. “Sono i soliti farfalloni che ci provano con tutte le ragazze” mi rispose. Lessi tra le righe di quello che mi aveva detto, avevo capito che generi erano quelli come loro. C’erano anche nella mia vecchia scuola, non sono mai ceduta alle loro avance. Ad un tratto si unì al gruppo un biondino, e chiesi a Louis chi fosse. “Sta lontana anche da lui, è quello che completa il gruppetto: Niall Horan” mi disse, “Quello lì è come loro? A prima vista sembrerebbe un angelo” gli risposi stavolta guardandolo. “Anche tu, ma l’apparenza inganna” mi rispose restituendomi lo sguardo. Aveva ragione, l’apparenza inganna. Molti avevano creduto che io fossi la ragazza dolce, buona, gentile, studiosa, ed erano rimasti sorpresi quando avevo dimostrato loro il contrario.  Io ero la ragazza di strada, quella che esce nel cuore della notte, quella acida e fredda che non ha paura di dire quello che pensa, quella che passa più tempo in presidenza che in classe, ovviamente quando non salto le lezioni, quella che alza il volume della musica Rock, quella che guarda i film Horror.  Ma nessuno conosceva la mia storia fino in fondo, nessuno conosceva più del mio nome e cognome, ed era meglio così. Non volevo la pietà di nessuno, e poi nessuno si era mai interessato a me . Ed ora stavo parlando con Louis,un ragazzo che conoscevo da un quarto d’ora. Avrei voluto liberarmi di lui, ma mi era simpatico dopo tutto,e poi mi stava dando una mano, anche se io gli avevo esplicitamente detto che non avevo bisogno d’aiuto. “ Ci sono le cheerleader, tutte abbastanza tonte, capitanate da Honey Stoner. Non sono cattive, solo ingenue e direi anche stupide”. Risi alla descrizione che mi stava facendo Louis. “Il circolo dei secchioni,la squadra di basket,il club di scacchi,il gruppetto Emo,ed infine quelle che comandano qui: Hilary Styles,la sorellina di Harold, e Brianna Nelson. Evitale,anche se ti insultano o ti provocano,loro portano solo guai. Se vuoi vedere le altre persone che avevano qualcosa da dire, ma sono state messe a tacere, puoi trovarle al piano terra” concluse il ragazzo indicandomi tutte le persone che elencava.“Siete sotto la dittatura di due galline? Perché non vi ribellate, perché non dite quel che pensate, è un vostro diritto! Cos’è che vi impedisce di fare ciò?” gli esclamai sorpresa che davvero si facessero comandare da quelle due. “La paura, paura di essere espulsi. Il padre della Nelson è il preside” mi rispose esasperato, “Dovevo  aspet
tarmelo che c’era qualcuno “in alto” a comandare. Fregatevene, perché è quello che farò io. Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, figurati da due cocche di papà” gli dissi facendolo sbuffare.  “Mi sa che passerai molti guai quest’anno con il preside” mi disse facendo ritornare il suo sorriso. “Puoi dirlo forte. Quest’anno Papà Nelson sarà il mio obiettivo preferito” gli risposi sorridendo trionfante. Esattamente, io avrei scatenato una rivoluzione in quella scuola.

 The return of the Penguin                                          Heilà,vi ringrazio perchè se state leggendo questo,significa che avete letto questa “cosa” (non puo’ definirsi un capitolo) fino in fondo,ve ne sono grata. Sto iniziando questa nuova fan fiction anche se ho in corso “Superheros”,sarei felice se passaste :D                                                                Avete visto il banner? E’ orribile vero? Questo perché l’ho fatto io, e sono un completo disastro.                                    Vi piace questa nuova storia o è da buttare ? Fatemelo sapere con le recensioni <3
Riguardo ai personaggi Emily è impersonata da Perrie Edwards,semplicemente perfetta per questo ruolo. Hilary e Brianna me le immagino rispettivamente come Samantha Boscarino e Selena Gomez. Con la scoperta degli altri personaggi,pubblicherò le foto. Continuo se mi fate sapere com’è questa storia ;) 
Un bacio <3
#Light_Blue

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Capitolo 2
*** Orphanage ***


                                                                              Orphanage
   Chapter two

“Signorina Taylor,dato che lei è una nuova alunna,avrebbe voglia di presentarsi alla classe?” una voce squillante si fece spazio nelle mia orecchie. Mi limitai a scuotere la testa senza degnare l’insegnante di uno sguardo. “Signorina Taylor … lei deve venire a presentarsi” disse la professoressa stizzita con voce più alta e sottolineando la parola ‘deve’. Alzai annoiata gli occhi sulla sua figura. Lei sembrò calmarsi e mi fece un cenno nervoso verso la cattedra. Posai la matita con cui stavo disegnando sul banco e sbuffando mi alzai dirigendomi verso la cattedra. Mentre camminavo sentivo gli occhi della classe puntati su di me e  mormorii poco amichevoli, alcuni di Hilary e Brianna. Arrivata alla cattedra mi voltai e rimasi in silenzio. “Le andrebbe di parlare un po’ di lei? Ha sorelle o fratelli,abita qui a Bradford?” mi chiese la professoressa. Prima di rispondere la osservai: era vestita completamente di rosa,i capelli biondi erano sciolti e qualche ruga incominciava a solcare il su volto. Rosa,detestavo il rosa. Trattenni un conato di vomito per quel colore che spiccava sui suoi abiti. “Non credo siano affari vostri” le risposi fredda. Lei nascose la sua sorpresa,a differenza di tutta la classe. “Oh,ma credo di conoscere sua sorella. Bridgit Taylor,vero? Quella del secondo anno. Sembra tanto timida e dolce. Non sembrerebbe tua sorella,ma avete lo stesso cognome. E’ lei?” mi chiese ignorando la freddezza della mia risposta. Mi limitai ad annuire,prima di essere invitata a ritornare al mio posto. Conosceva chi era mia sorella, e se conosceva anche chi fossi? Nessuno doveva conoscere niente di me,già era molto che adesso conoscessero mia sorella.
Al suono della campanella mi precipitai fuori dall’aula,successivamente verso l’uscita. Il primo giorno avevo solo tre ore di lezione,e fortunatamente quello strazio era terminato. Mi guardai intorno cercando mia sorella. La professoressa non aveva torto,non sembravamo sorelle. Bridgit era così dolce,timida,gentile … ed ingenua. Aveva solo quindici anni,conosceva a malapena quanto fosse crudele il mondo,nonostante lei fosse nella mia stessa situazione. La vidi circondata da alcune ragazze,si era già trovata qualche amica. A volte la invidiavo,lei era così spensierata. Molte volte avevo desiderato essere come lei,ma ora era troppo tardi,ora già conoscevo troppo delle persone per fingere che vada tutto bene. Appena si voltò verso di me,le feci un cenno per dirle che era ora di andare via. Lei capì e salutando i suoi “nuovi amici” corse verso di me. “Ciao Emily” mi salutò radiosa. Le sorrisi. “Come è andato il primo giorno di scuola?” le chiesi mentre prendevamo la strada per tornare a “casa”. “Più che bene! Ho conosciuto due ragazze della mia stessa classe,sono fantastiche” disse entusiasta Bridgit. La guardai scettica. “Ricordi cos’hanno fatto le tue vecchie amiche,se le si poteva chiamare così … ” le dissi acida. Volevo che Bridgit si facesse delle vere amiche,ma l’ultima volta si era ferita. Appena avevano scoperto la nostra storia erano scappate via, le avevo sempre odiate da quel giorno, erano solo stupide ragazze viziate. “Kate ed Allyson sono diverse. Te lo posso giurare. Oggi pomeriggio uscirò con loro e glielo dirò,ti dimostrerò che non tutte sono come le mie vecchie compagne” mi rispose. Sospirai sorridendo. Spero che abbia ragione.  Aveva detto che sarebbe uscita quel pomeriggio,e questo significava che non sarebbe venuta con me alla mensa nella parte povera di Bradford. Non le dissi niente, dopotutto forse aveva trovato delle amiche.
Eravamo arrivate: la nostra “casa” era davanti a noi. Era interamente fattoadi mattoni rossi. Il piccolo cancelletto prima dell’entrata era arrugginito ed al portone in legno stava cadendo tutta la vernice. Le finestre erano chiuse,così come le tendine bianche. Sarebbe sembrata una piccola e graziosa casetta londinese,peccato per la scritta “Orfanotrofio” che spiccava su una targhetta sopra la porta. Esattamente,io e Bridgit vivevamo in un Orfanotrofio,e non il migliore di Londra. Io e mia sorella non avevamo i genitori. In realtà solamente nostra madre non c’era più,nostro padre era vivo,ma non potevamo vederlo mai ed era come se non ci fosse. Eravamo state affidate all’unico parente che ci era rimasto,ma quest’ultimo,dopo aver finto sorrisi e carezze,appena colta l’occasione ci aveva scaricate qui dentro,fingendo di non avere nipoti. Vidi Mary spazzare alcune foglie dalle scalinate. Mary era una delle ragazze più dolci del pianeta. Aveva  ventidue anni,ma la sua famiglia era povera e non poteva permettersi l’università,nonostante Mary sia stata un’alunna provetta. Così era venuta a lavorare da Madama Sephore,la proprietaria dell’Orfanotrofio. Lei era la donna delle pulizie,ma qualche volta aiutava con i bambini. Nel poco tempo libero che aveva scambiavamo qualche chiacchiera. Non c’erano molti orfani,solo una decina compresi me e Bridgit,ma non potevano chiudere e lasciarci sulla strada.  C’erano Stephan e Cassy,due gemelli maschio e femmina di dieci anni con una capigliatura bionda e scuri.  Merliah invece aveva undici anni,la più grande dopo me e Bridgit. Aveva una cascata di lunghi e lisci capelli neri,ed aveva una bellezza sovrannaturale. Poi vi era Faith,una piccola bambina di otto anni. Mi aveva colpito da subito,forse per i suoi riccioli rossi,per la sua pelle bianca candida o per i suoi occhi verdi. Stava sempre fuori seduta nel prato quando ne aveva la possibilità e non giocava con gli altri bambini,era solitaria. Non conoscevo la sua storia,ma sapevo che l’unica persona con cui parlava era Mary. Io ero costretta a stare lì dentro fino ai diciotto anni,così avrei preso in affidamento Bridgit ed in un modo è nell’altro,avremmo cercato di condurre una vita normale. Mancava poco,solo un maledetto anno. Potevo resistere,ero lì da quando avevo dodici anni, e Bridgit solo dieci. Aprii il cancello e stavo per richiudermelo alle spalle quando vidi una figura in lontananza che scappò non appena si accorse che l’avevo vista. Sapevo esattamente chi fosse: Louis. Ora aveva scoperto una parte della mia storia,e questo non doveva accadere.


The penguin is back!
Lo so sono maledettamente in ritardo,ci ho messo un’eternità per scrivere. Scusatemi,mi dispiace tanto. Avete scoperto uno dei segreti di Emily,è rinchiusa in un orfanotrofio. La fan fiction si basa soprattutto sulla vita di Emily,sul suo desiderio di una vita normale o perfetta. Ma nessuno riesce a capire come si sente. Il nostro Tomlinson ha scoperto qualcosa. Vi do uno spoiler: nel prossimo capitolo ci saranno rivelazioni. L’altra mia fan fiction “Superheros” è da molto tempo che non l’aggiorno. Mi dispiace tanto,solo che devo riordinare le idee per la storia L
Recensite perché voglio sapere che ve ne pare,se devo continuare o ritirarmi.
Baciii <3
#thepenguinsayssorry
 

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Capitolo 3
*** I'm only a crack in this castle of glass ***


                                

-    Chapter three
 I’m only a crack in this castle of glass

Rincorsi Louis: “Louis,dannazione,fermati!” gli urlai sbarrandogli la strada. Entrambi avevamo il fiatone per la corsa. “Dimmi che ti trovavi per caso in quell’Orfanotrofio” mi disse quando riprese fiato. Non risposi,abbassai solamente lo sguardo. “Perché?” mi chiese ancora. Alzai gli occhi prima di rispondere. “Perché cosa? Ti stai chiedendo perché sono chiusa lì dentro o perché non te l’ho detto?” gli chiesi con freddezza. “Entrambe le cose” mi rispose semplicemente. Sospirai sedendomi sulla panchina di legno che si trovava lì vicino,lui mi seguì a ruota. Stavo davvero per raccontargli la mia vita? Nessuno la conosceva a fondo,neanche gli altri dell’Orfanotrofio. “Vivevo in California,con mia sorella Bridgit,mia madre Hanna e mio padre Matt. Avevamo quella che si puo’ definire una vita perfetta: famiglia felice,buona situazione economica e bella casa sulla spiaggia.  Poi venne quel giorno. Mia madre stava ritornando a casa,era andata a comprare un regalo a mio padre per il loro anniversario. Io ero dall’altra parte della strada,la stavo aspettando.” Mi fermai un attimo per riprendere fiato,ma lacrime amare mi solcarono il viso. “Stava attraversando la strada. Mi sorrideva e mi salutava con la mano. Poi un pirata della strada apparse all’improvviso a tutta velocità e  la investì con la sua macchina. Non si fermò neppure,continuò la sua folle corsa. Ma io vidi chi guidava quella maledetta macchina,ed anche mio padre. Piangendo ed urlando ci piombammo sulla strada. Chiamammo un’ambulanza,ma non ci fu nulla da fare: l’impatto era stato troppo forte. Eravamo disperati. Avevo solamente undici anni e mia sorella nove. Mio padre stava peggio di tutti,aveva perso l’amore della sua vita. Una sera mi era ubriacato affondando i dispiaceri nell’alcool. Quella sera vide l’assassino ricercato di mia madre,ma non chiamò la polizia. Per la disperazione,per la vendetta e per l’alcool prese un coltello e glielo piantò nel cuore. Era la sua vendetta per avergli tolto la sua gioia di vivere.  Ancora ubriacato venne arrestato e processato. Venne condannato all’ergastolo. Mio padre era un uomo buono amava noi e la mamma. Io e mia sorella non avevamo più una famiglia. Non sono mai andata a trovare mio padre,e non ci sarei andata anche se ne avessi avuto la possibilità. Non potevo giustificarlo,ma almeno potevo capirlo. Forse l’ho perdonato,o forse no. Fummo affidate all’unico parente che avevamo: la cugina di mia madre,Michelle un’eccentrica inglese. Finse sorrisi davanti agli assistenti sociali e ci portò con lei a Londra. Stette un paio di mesi con noi,non era affettuosa come un genitore. Era fredda e distaccata.                                                      Un giorno disse che i miei genitori erano dei pazzi sventurati e che si meritavano la fine che avevano fatto. Allora mi arrabbiai e le dissi che non doveva parlare così di mia madre e mia padre perché erano di gran lunga meglio di lei. Le dissi altre cose brutte. Non poteva dire certe cose in  mia presenza,lei non sapeva nulla di loro. E così fece quello che avrebbe voluto fare da molto tempo. Ci portò qui a Bradford e ci rinchiuse in quell’Orfanotrofio dicendo che dovevamo dimenticarci di lei per sempre. Ma come dimenticare la persona che ti ha impedito di vivere una vita normale?” conclusi piangendo.  Lui rimase in silenzio,meditando sulle mia parole. Mi regalò un sorrisp triste ed amaro come a dire “Mi dispiace per la tua vita che da perfetta è diventata disastrosa”.  “E’ per questo che sei così fredda e distaccata con tutti?” mi chiese dopo un lungo silenzio. “Uno dei tanti motivi. Io ho visto e provato cose che gli altri non possono immaginare. Neanche tu puoi capirmi,perché la tua vita è perfetta,lo so. Uno che sorride e va girando con una telecamera deve avere una vita perfetta. Perché io una telecamera non posso neanche permettermela. A volte penso che la mia vita sia uno sbaglio. Che io sia la nota stonata di una dolce e precisa melodia. Che io non centri con questo mondo. Io sono soltanto una crepa in questo castello di vetro” gli risposi asciugandomi le lacrime salate che bruciavano sul mio viso con carboni ardenti. “Ti hanno giudicato male a scuola” mi disse poi studiando attentamente la mia reazione. Gli sorrisi amara: “Louis, si deve conoscere una persona fino in fondo per giudicare se quello che fa o dice è giusto. Non bisogna mai fermarsi all'apparenza”. Mi cadde l’occhio sull’orologio che Louis portava al polso: era tardi,avevo saltato il mio misero pranzo. Speravo che Bridgit mi avesse conservato qualcosa. “E’ tardi,devo andare” dissi mentre stava per dire qualcosa. Mi alzai cominciando a camminare verso la strada percorsa precedentemente. Ma lui richiamò la mia attenzione. “Hai detto che la tua storia è soltanto una delle ragioni per cui sei fredda. Quanti altri segreti nascondi,Emily Taylor?” mi urlò da lontano. Mi voltai: “Tanti,troppi” gli urlai di risposta per poi girarmi e continuare a camminare.

Il pinguino è commosso
Heilà :D
Ammettetelo quello che dice Emily è toccante,vero? Scherzo lol                                        Ora conoscete la sua storia. Ho voluto fare una fan fiction in cui la vita della protagonista non era perfetta. La frase del titolo viene dalla canzone “Castle of glass” dei Linkin Park,è una frase stupenda. Ora vado ci vediamo al prossimo capitolo.
Vorrei chiedervi una cosa :D Sono iscritta a twitter ma non twitto mai,l’uso solo per seguire i ragazzi. Se vi andrebbe di passare e seguirmi così da parlare questo è il mio twitter:   sono_una_carota.
#thepenguinissensibleyeah

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