Dangerous love

di Zarry_Lou
(/viewuser.php?uid=214382)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** SETTE MESI PRIMA,ITALIA... ***
Capitolo 3: *** SEI MESI PRIMA, PHILADELPHIA... ***
Capitolo 4: *** E COSI' TUTTO INIZIA... ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


....-No, per favore, non andare via! Non lo potrei sopportare, non so più come si fa a vivere senza te. Voglio che tu rimanga…

-Io ti amo Annabelle ma se resto qui non potrò più trovare un lavoro e poi chi ci manterrà se ci sarà un futuro? Credi che per me sia facile? Ti sbagli, ti sbagli di grosso. Io non vorrei mai separarmi da te amore mio, ma devo, devo! Se non lo faccio volontariamente prima o poi lo faranno loro e ci separeranno senza indulgi. Sono come animali, non hanno sentimenti ma i nostri ci sono e sono forti, resisteranno fino quando ci potremo rivedere. Adesso promettimi, promettimi di continuare ad amarmi e amarmi e amarmi… perché te lo posso giurare, io amerò solo te, qualunque cosa accada, non m’importa del tempo che passerà, ti amerò fino alla fine dei miei giorni.

-Te lo prometto Evan, hai la mia parola.


E così, nel parcheggio del suo appartamento sotto quella pioggia incessante e con la sua giacca addosso, con i capelli bagnati e le lacrime agli occhi, gli detti il bacio più dolce, più vero, più lungo che avrei mai potuto donargli perché sapevo… sapevo che sarebbe stato l’ultimo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** SETTE MESI PRIMA,ITALIA... ***


SETTE MESI PRIMA,ITALIA…


-Mamma io esco, Giorgia mi aspetta in pizzeria!

-Annabelle, torna presto! Domani dobbiamo partire!

-Va bene!

-Sta attenta!

-Promesso!

Detto questo ho il via libero per uscire di casa. Pizzeria..pizzeria..mmm…si, ecco, basta raggiungere la piazza centrale.
Appena arrivo a destinazione trovo Giorgia con altre tre persone: Valentina, Michela e Franceesco. Valentina ha la mia stessa età, sedici anni, mentre Michela e Francesco, che stanno insieme, ne hanno ventidue e Giorgia ne ha diciotto.

-Bene, oggi niente pizzeria, vi porto in un pub, il migliore di tutta la Calabria!

-Ma io e Valentina siamo minorenni, non ci daranno mai da bere.

-Ann qui siamo in Italia, darebbero alcool anche ad un bambino di quattro anni pur di fare soldi. Su dai, è a due passi da qui, muovetevi.

Dalla piazza prendiamo una stradina stretta, fatta di pietre e ciottoli che la fanno sembrare molto più antica di quanto già non sia, che porta verso il corso principale. Il pub è proprio di fronte alla fine di questa stradina ed entriamo. Michela e Francesco si siedono una accanto all’altro, Giorgia capotavola, io e Valentina dove capita. Un cameriere alquanto  simpatico prende le ordinazioni e ci lascia delle noccioline sul tavolo.

-Ann che stai facendo?!

Mi spavento e salto un po’ dalla sedia.

-Che sto facendo?!

-Qui le bucce delle noccioline le devi buttare a terra! E’ una tradizione! Guai a chi non lo fa, specialmente se ad accorgersene è il cameriere!

-Scusa, scusa!

Butto subito giù tutte le bucce delle noccioline che ho mangiato. Mi sento una grandissima maleducata… ma in fin dei conti è abbastanza divertente.
Ad un certo punto sento gli altri battere i pugni contro il tavolo e mi spavento di nuovo.

-Su dai, che stai facendo?! Sono arrivati i panini, non puoi non battere i pugni contro il tavolo! Questa tradizione è molto più importante della prima!

-Che strane tradizioni voi italiani eh!

-Ma questo non è un pub italiano, questo è ispirato all’Irlanda, è a loro che devi dare la colpa!

Sbuffando e arrendendomi al volere delle “importanti tradizioni” batto i pugni contro il tavolo di legno massiccio senza il minimo entusiasmo anche perché la mia birra non è ancora arrivata mentre tutti gli altri stanno già bevendo.

-Io andrei a vedere perché la mia birra non arriva, con permesso.

-Sbrigati!

Il bancone è parecchio lontano dal mio tavolo.. effettivamente più mi avvicino al bancone meno lo vedo, il mio tavolo.

-Sorr..emm scusa! Scusa!!

-Americana?

Un ragazzo.. un bel ragazzo.. seduto a pochi passi da me mi si avvicina. Alzo del tutto lo sguardo portandolo su fino a guardarlo negli occhi e mi accorgo che ce li ha celesti, grigi,blu… che colore strano. Un colore che incanta, affascina, incuriosisce. Poi mi soffermo sui lineamenti del suo viso: una mascella scolpita, zigomi perfetti, naso all’insù, labbra sottili  e denti bianchi, più bianchi della neve, capelli ondulati un po' biondi un po' castani, sopracciglia folte ma non troppo, e poi ancora quegli occhi che ammaliano, che ipnotizzano..

-Ehi, ci sei? Dico a te!

-Oh, scusa, si, sono americana, Philadelphia, tu?

-Beh, tedesco, Amsterdam.

-Bel posto eh?

-Stupendo. Piacere, mi chiamo Evan.

-Io sono Annabelle, Ann..

-Ann..beh, Ann, ti piace la matematica?

-Io amo la matematica, chi non ama la matematica?!

-Io non la amo, preferisco di gran lunga la letteratura. Shakespeare, Dickens.. chi non li ama?!

-Io non li amo!

E scoppiamo tutti e due in una fragorosa risata che termina solo quando il barista si accorge finalmente di me richiamando con un colpo di tosse la mia attenzione.

-La mia birra, grazie.

Mi da la birra e faccio per alzarmi quando vengo bloccata dalla voce del ragazzo.

-Aspetta Ann, ti prego, questo è il mio numero, appena finisci qui chiamami, facciamo un giro e poi ti riaccompagno a casa, mi farebbe molto piacere. Intanto quella la offro io.

-Ma no Evan, non preoccuparti, grazie lo stesso..

-Non voglio sentire scuse, lasciamela offrire. Una bella ragazza a cui fare un po’ di corte non capita tutti i giorni.

Crede che sia bella? Oh, mai ai suoi livelli.

-Grazie..

-A dopo.

Paga ed esce di scena posandomi un bacio sulla guancia e sorridendomi. Dopo essermi sciolta come neve sotto il sole di agosto torno verso il mio tavolo.

-Come mai ci hai messo così tanto?- chiede Giorgia

-Cameriere incompetente.- oh no, non dirò niente del bel ragazzo, nono.

Finiamo di mangiare dopo neanche dieci minuti ed usciamo dal locale lasciando come mancia a quel cameriere inetto la bellezza di quattro euro!

-Bene, io vado a dormire! Ciao Ann, già mi manchi! Notte a tutti!- dice Valentina.

-Notte Vale. Io, Michela e Francesco andiamo alla vesta dei maturandi, vieni con noi?

-Festa? Maturandi? No, grazie. Credo proprio che me ne andrò a casa. Notte bellissimi.

-Beh, notte stupenda americana, torna a trovarci presto, ci mancherai tantissimo-  Dicono tutti e questo mi fa scendere una lacrima. Gli addii sono la cosa che odio di più al modo.

Adesso che sono sulla piazza principale, posso  finalmente chiamare il ‘bello e misterioso dagli occhi ipnotizzanti’.

-…TUU…TUU…TUU.. Pronto?

-Pronto, Evan? Sono Ann..

-Ciao Ann! Dove sei? Ti raggiungo.

-Piazza principale..

-Sarò li in meno di due minuti.

Riattacca senza neanche farmi ribattere. Non riesco a non pensare ai suoi occhi, alle sue labbra.. e, perché no, anche a quei muscoli che mi fanno sembrare tanto debole al solo pensarli. Ha una voce strana, fresca, da ragazzo, eppure sembra così grande… così maturo.

-Ti ho lasciata sola per venti minuti e sei cambiata già così tanto?

-Cosa ho che non va?

-Niente, sei diventata solo più bella.

-Che modo strano di “fare la corte a una bella ragazza” questo. Inoltre dovresti sbrigarti a conquistarmi, devo tornare presto a casa, domani parto, torno in America.

Senza rispondere, mette le sue forti mani con le dita sottili e lunghe sulle mie guance. Mi tiene stretta ma non tanto da farmi male. Neanche un secondo dopo mi bacia. Un bacio dolce ma allo stesso tempo pieno di foga, passione, sentimento. La cosa che più mi sbalordisce è il fatto che io sto al bacio, ricambiando, finche non si stacca da me per qualche secondo, il tempo per sussurrarmi all’orecchio: - E’ tutta la sera che desidero farlo, scusa se prima sono sembrato in qualche modo arrogante, cercavo solo di fare colpo. Ma ti prego, ti prego dimmi che anche tu sentivi questo bisogno impenetrabile di baciarmi. Dimmi che anche tu riesci a percepire quest’alchimia che si sta creando.. sei come una calamita, da quando ti ho vista entrare in quel pub non sono riuscito a toglierti gli occhi di dosso..

-Shh- Gli sussurro io  – e se ti dicessi che è stato lo stesso anche per me?

Gli metto le braccia al collo e continuo a baciarlo, con più foga, con più dolcezza, con più passione… gli cingo le gambe attorno ai fianchi e lui sposta le sue mani sul mio fondoschiena per reggermi. Cammina finche non arriviamo davanti ad una macchina.

-Ti va?

-Zitto e apri questa macchina!




*Bella raga*

Angolo autrice (?) Che ve ne pare? ;) Recensite su <3 Beh, già cinque
recensioni e tre persone che seguono la storia non è male dai :3 
Al prossimo capitolo <3 P.S. Non ho riletto quindi ci saranno degli errori di battitura, sicuro come la morte, perdonatemi <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** SEI MESI PRIMA, PHILADELPHIA... ***


SEI MESI PRIMA, PHILADELPHIA…

-Annabelle!

Sento pronunciare il mio nome e quasi mi giro di scatto per poi scoprire che Briana sta correndo verso di me spalancando le sue lunghe braccia. In pochi secondi mi raggiunge e mi avvolge in un caldo e forte abbraccio.

-Sei bellissima! E abbronzata! E più magra! Ma quanti anni hai? Ventidue?! L’Italia ti ha fatto proprio bene eh!

-Io?! Tu piuttosto! Ma che hai fatto, l’hai almeno guardato il cibo quest’estate? Sarai dimagrita almeno quindici chili! Quanto mi sei mancata! Oh, ti prego, ho proprio bisogno di passare una serata intera con te e le altre… a proposito, le altre?

-Se per  “le altre” intendi noi, beh TADAAAAAAN!

Ed ecco arrivare Gwen e Vikky che si catapultano verso di me. Non faccio in tempo a schivarle che mi sono già addosso. Gridiamo come matte ma questo è il minimo dopo tre mesi di assenza. Sono le mie migliori amiche, le uniche che abbia mai avuto. Briana la conosco da quando avevo cinque anni e ho passato la maggior parte della mia vita insieme a lei. Mi conosce meglio di chiunque altro, è bionda, ha gli occhi azzurri, alta, sempre sorridente ed è tutto il contrario di me che ho i capelli neri e gli occhi nocciola. Poi c’è Gwen, campionessa della squadra di pallavolo della nostra scuola, fisico perfetto, capelli lunghi, neri e lisci, pelle chiara, sembra una bambola. Infine c’è Vikky che è la più intelligente tra tutte noi…forse tra tutti e basta. Ha dei capelli rossi e ricci, un po’ di lentiggini sulle guance e un nasino all’insù.
Appena ci calmiamo un po’ comincio a parlare:

-Bene, io avrei voluto aspettare fino a stasera ma non ce la faccio più! Ecco i vostri regali, direttamente dall’Italia.

Consegno loro i tre sacchetti e quando li aprono ne esce fuori un anello per ciascuna di loro identico a quello che ho io sul dito medio della mano sinistra.

-Sono anelli dell’amicizia, li ho presi in un negozietto di souvenir nel pesino dell’Italia dove stavo, e cambiano colore in base all’umore di chi lo indossa. Blu, rilassate; giallo, agitate; rosso, romantiche; verde, stressate; lilla, attraenti. E funzionano. Eccome se funzionano!   

-Oh Ann, sono bellissimi!- Dice Briana sfoggiando il suo bel sorriso che riserva per le cose che davvero gradisce mentre mette al dito il suo anello. La seguono a ruota Vikky e Gwen che poi non riescono più a distogliere lo sguardo dalle proprie mani. Intanto il mio anello comincia a colorarsi di rosso.. ops..

-Ann, chi è il fortunato?

-Cosa scusa?

-L’anello…è rosso…romantica…dai a chi stai pensando?!

-Oh..io..- dovevo pensarci proprio qui?! Proprio in questo momento?! –no, a nessuno. Forse il mio anello sta cominciando a dare i numeri..

-Ma come?! Ci avevi assicurato che funzionassero!

-Lo so ma tutti possono sbagliare e poi di sicuro c’è solo la morte, tienilo a mente!- Oh, Bri, non ti sfugge niente eh.. Sentiamo la campanella suonare (santa campanella) e ci salutiamo in fretta e furia andando ognuna verso direzioni diverse. Mentre varco la soglia dell’aula di letteratura inglese barcollo un po’. Sono alquanto frastornata… non riesco a non pensare a Evan. Sembrerà anche stupido ma è da quell’ultima sera in Italia che sto attaccata al cellulare nella speranza che arrivi un suo messaggio o una sua chiamata. I primi giorni ci scrivevamo.. lui mi scriveva, ma io non ho mai risposto. Ho avuto paura, ho paura tutt’ora, che mi ci affezioni troppo. Non mi piacciono le cose fatte a distanza, sono inutili e fanno soffrire. Però sono lo stesso una stupida. ‘Al cuor non si comanda’, dicono in Italia, avrei dovuto rispondergli ma ormai è tardi, si sarà dimenticato di me, di quello che è successo…Ma chi voglio prendere in giro?!  Non si può dimenticare in così poco tempo quello che è succes…

-Signorina Wilson, nuovo anno ma stesse abitudini vedo. E’ in ritardo, come al solito. Prendi posto e fa silenzio, stavo spiegando hai tuoi compagni  che da domani avrete un nuovo insegnante di lettere, Mr. Fisher. Io sono stato trasferito, finalmente. Bene, iniziamo la nostra ultima lezione.

L’ora di lettere sembra finire dopo un secolo, così come l’ora di matematica, di Spagnolo, di chimica e di Francese. Appena l’ultima campanella comincia a suonare mi catapulto fuori dalla scuola a grandi passi e vado verso la mia auto dove ci sono appoggiate sopra le tre squilibrate che chiamo amiche.

-Bene - dice Briana –stasera tutte a casa mia. Pizza, pop corn e birra: perfetto direi!

-Io porto la birra!- dice Vikky alzando la mano destra.

- E io i pop corn!-  dice Gwen alzando quella sinistra.

-Bene Ann, a me e a te toccherà la pizza. Noi leviamo le tende, ci vediamo dopo.

Quando si spostano apro lo sportello ed entro in macchina. Accendo il motore ma qualcuno bussa sul vetro del mio finestrino: Jonh. Il mio brillante, atletico, popolare, rugbista biondo ex ragazzo. Ops, ho dimenticato petulante, ripetitivo e assillante.

-Ann! Finalmente sei tornata! Mi sei mancata e sei sempre così bella!

- Ciao Jonh, come va?

- Adesso che ti ho vista, meglio.

- Ti prego, non dirmi che mi hai aspettata per tutta l’estate.

- Beh.. io credevo..

- Io ti avevo detto che era meglio se ci prendevamo una pausa. Io li in Italia, tu qui da solo… e comunque io ho visto altra gente.

- Ma ormai sei qui, non ha più importanza, tranquilla.

-Tranquilla? Oh, io sono tranquilla. Il fatto è che anche se sono qui HA ancora importanza, per me ce ne ha molta. E se ancora non ti è chiaro il concetto, io e te non stiamo più insieme.

-Te lo prometto Ann, ti farò cambiare idea. Fosse anche l’ultima cosa che faccio.

Si sposta dal mio finestrino e va a raggiungere i suoi compagni di squadra. Non avevo proprio voglia di affrontarlo oggi, o almeno non così. Mi dispiace per lui, parecchio, ma lo prenderei solo in giro. Evan, Evan,Evan… oh, se solo sapessi che sei nei miei pensieri ventiquattro ore su ventiquattro. Se solo sapessi quanto mi manchi e quanta voglia ho di trovarti per poterti rivedere ancora una volta. Che destino assurdo, e burlone, però che brutti scherzi che ci fa.  
A causa di questi pensieri quasi non mi accorgo di essere arrivata a casa e freno bruscamente. Parcheggio l’auto nel garage  ed entro. Appena varco la soglia mi avvolge un profumo che mi fa venire subito l’acquolina in bocca.

-Oh mio Dio! Hai cucinato le lasagne?!

-Hai visto? Il viaggio in Italia è servito a qualcosa. Ho fatto anche la pasta a mano. Mettiti a sedere. Ragazzi venite! E pronto!

Mia sorella Margaret e mio padre si precipitano in cucina. Mia madre prepara porzioni abbondanti per tutti e comincia a parlare.

-Allora Ann, com’è andata a scuola?

-Oh, benissimo! Ho rivisto le ragazze, stasera andiamo da Briana per una pizza. Tu quando torni a lavoro?

-Domani, ho preso fin troppi giorni di ferie.

-E tu papà?

-Oggi pomeriggio devo essere in ufficio.

-Lo sai  che avrete un nuovo professore di lettere? Mr. Fisher se non sbaglio. Ho chiamato Les e dice che è giovane, viene da Amsterdam però ha vissuto a New York per qualche anno.

-Si, ce l’ha detto stamattina Mr.Rod. E’ un miracolo che se ne vada. Ma adesso dovrei andare anche io, ho da fare. Ciao mamma, ciao papà. Margs, dammi un bacio.

Mi scocca un bacio sulla guancia e io esco di casa con la borsa in spalla. Non vedo l’ora di rivederla, non avrei potuto aspettare neanche mezzo secondo in più.
Dieci minuti dopo sono davanti la porta d’ingresso della casa di una delle persone più importanti della mia vita, la persona che mi da la forza per andare avanti e mi incoraggia quando sto a terra, quella che c’è nei momenti brutti e li fa diventare belli ed è grazie a lei che oggi sono come sono.

-Nonnaaa! Sono Ann!

-O mamma Ann! Sei tornata!

Corre verso di me allargando le braccia e io scatto in avanti andando ad abbracciarla. E quest’abbraccio è fortissimo, stringiamo tutte e due, sempre più forte. Lei è la mamma di mio padre, il nonno è morto quando io avevo cinque anni, ormai non lo ricordò più se non per la foto appesa in salotto, una grande foto che raffigura lui in divisa con tantissime medaglie sul petto, era uno dei capitani dell’esercito americano durante la seconda guerra mondiale. Non siamo mai state lontane per così tanto tempo, spesso lei veniva in vacanza con noi ma questa volta non ha potuto visto gli impegni già presi col suo club di golf.

-Nonna mi sei mancata tantissimo, ho un sacco di cose da raccontarti.

-Vieni piccola mia, siediti, parliamone davanti ad un tè.

Mi siedo sulla mia sedia, quella che uso da quando avevo tre anni e ormai bere il tè è diventato il nostro rito, ogni volta che vengo a trovarla ci sediamo e lo beviamo e passano ore prima che riusciamo a fermarci, quando cominciamo a parlare, non ci ferma più nessuno.

-Bene amore, racconta, com’era l’Italia?

-Oh nonna, avresti dovuto vederla! Era incantevole, sembrava un posto magico. Stradine fatte con le pietre, monumenti ad ogni angolo, piazze enormi e piene di gente, chiese che ti toglievano il fiato appena le guardavi. Per poi non parlare del cibo. La pizza è una cosa afrodisiaca in confronto alla nostra, poi c’è la pasta: la cucinano loro! Cioè, non la comprano nei barattoli da riscaldare, la comprano in delle bustine poi la mettono nell’acqua bollente e piano piano si ammorbidisce. E le lasagne? Sai cosa sono? Le devi assolutamente assaggiare!

-Wow, ti ha proprio colpito questo posto. In quale parte siete stati?

-A dire la verità non siamo stati fermi solo in un posto. Abbiamo cominciato da Nord, siamo stati in tre città: Torino, Milano e Firenze. Bellissime tutte e tre ma la migliore è stata Milano! Poi siamo scesi un bel po’ e siamo stati a Roma, la capitale, in un paesino chiamato Castellamare e a Capri. Per finire siamo andati in Calabria, la tappa più bella di tutte direi, e li abbiamo alloggiato in un hotel situato a Siderno, un paese molto, molto accogliente. Lì ho conosciuto dei nuovi amici, gente simpaticissima, sarà stato perché ci siamo fermati per un mese forse.

-E tra questi c’era il tuo ragazzo?

-Il mio ragaz… nonna no!

-Sono vecchia ma non stupida! Hai lo sguardo tipico degli innamorati, qualcosa dev’essere successo!

-Beh a dire la verità qualcuno c’è stato… ma non credo di rivederlo mai più, e poi è stato per pochissimo tempo. Pensa, l’ho incontrato solo il giorno prima di partire. Neanche il tempo di dirci i nostri nomi che me ne sono dovuta andare- speriamo che non si accorga che sto mentendo! Speriamo non si accorg…

-Signorina, tu non me la racconti giusta!

-Uh, si è fatto tardissimo, devo vedere le mie amiche. Mi dispiace nonna, continuo il racconto un altro giorno, ti voglio bene.

-Ti voglio bene anche io tesoro.

Bene, sono riuscita a scampare al terzo grado di mia nonna. Speriamo che non ce ne sia un altro in programma da parte di Briana, non saprei proprio cosa inventarmi.
Poco dopo sono davanti casa sua con due grandi pizze fumanti sul sedile posteriore.

-DRIIIIINDRIIIIN… Briana apri! Sono Ann.

-Eccoti finalmente, oh, dai a me le pizze. E quelle buste?

-Una sorpresa.

Entro e poso il giubbotto. Salgo sopra nella camera di Briana e vedo Gwen sdraiata sul letto e Vikky al computer. Quanto mi è mancata questa camera. Le pareti rosa che Briana da bambina aveva desiderato così tanto, l’enorme armadio bianco alla parete, il letto a baldacchino, sogno di ognuna di noi, con le belle lenzuola fuxia e nere e i cuscini enormi, e più bella di tutto il resto la finestra, la mia finestra grande e con una vista mozzafiato che tanto ho amato.

-Era ora Ann, dove sei stata?! Stavamo morendo di fame.

-Sono dovuta passare da casa a prendervi questi ma se volete me ne vado eh.- Mostro loro le buste che ho in mano e faccio per uscire dalla porta ma Gwen si mette ad urlare: -Nono! Ferma li! Cosa c’è dentro quelle buste?

-Voi davvero pensavate che dall’Italia vi ho portato soltanto l’anellino?

-A dire la verità si.- dice Vikky.

 -Che bella considerazione che avete di me eh! Beh, vi sto per contraddire. Andando in Italia non potevo lasciarvi senza dei “capi d’alta moda” non credete?

Distribuisco ad ognuno di loro una busta.

-Per te Briana, Milano con “Prada”, Vikky, Roma con “Giorgio Armani”, Gwen Torino con “Valentino”. Mi hanno detto che queste sono tre delle marche più importanti nel mondo della moda. Su aprite!!

La prima ad aprire il suo regalo è Vikky:  un vestito a balze bianco, che le arriva fino a mezza coscia, scollo a cuore contornato da piccoli brillantini lucenti.
Poi tocca a Gwen: un vestito che dal seno in su è nero con le maniche corte a rete, poi parte una gonna a balze e tulle rosa pallido che le arriva fino alla coscia.
In fine Briana:   un vestito con scollo a cuore che ha il corpetto bianco e la gonna in chiffon verde acqua e la scollatura dietro lascia scoperta tutta la schiena.

-Ecco. Perché. Ti. Adoriamo. Sei il nostro mito. Basta, da oggi in poi cominciamo a venerarti, per sempre. Ma come hai fatto a trovare queste meraviglie? Chissà quanto ti saranno costati! Sei una pazza!

-Una pazza che ha buon gusto- dice Gwen ancora a bocca aperta e Vikky la interrompe: - Sono al settimo celo. Ann sei magnifica! E poi quest’abito ci voleva proprio, venerdì c’è il ballo
d’autunno tanto per farci iniziare bene la scuola e non sapevo proprio cosa mettermi. Siete d’accordo a mettere tutte quante questi abiti quella sera?- propone  con occhi sognanti.

-Per me va bene- dico- adesso però mangiamo!

Prendiamo piazza e pop corn e cominciamo ad ingozzarci. Dopo un po’ Briana prende un cuscino da un cassetto del suo armadio e comincia a tirare colpi a Gwen che si difende con un cuscino trovato sopra il letto e così ci uniamo anche io e Vikky. Malgrado la mia mente non riesca a liberarsi del ricordo di Evan mi diverto, siamo tornate ai bei vecchi tempi per questa serata, mi mancavano. 

                                                                                                                                                                                                                                                                         
                                                                                                                                                                                                                                                                         






*BENE*

Non aggiorno da due giorni ma almeno questo capitolo è abbastanza lungo (cinque pagine di word u.u)
Bene, il prossimo lo metto solo se almeno due recensiscono questo <3 oh, Le 5 ragazze che seguono la mia storia sono meravigliose,
la ragazza che la ricorda è un tesoro e le 7 che l'hanno recensita sono dei miti <3
I LOVE YOU

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** E COSI' TUTTO INIZIA... ***


E COSI’ TUTTO INIZIA..



-Annabelle! Ragazze! Svegliatevi, è tardissimo!
-Mmm… no mamma ancora cinque minuti. – Ma sono io che parlo? Mm probabilmente si ma chi se ne frega…
-Annabelle! Alzati da quel letto subito! E no, non sono tua madre, sono Vikky, terra chiama Annabelle, ci sei? Ragazze su, svegliatevi anche voi, ho capito che ieri sera abbiamo fatto tardi ma c’è scuola!
-Sempre la solita guastafeste- bisbiglia Briana… o forse è stata Gwen…
-Su dai, non siete curiose di sapere chi sarà il nuovo professore? Dicono che sia giovane.. e carino..
-Carino?!- Briana salta dal letto e si precipita verso il suo armadio: - Questo… o questo?
-Jeans e top, ti stanno meglio… e stai andando a scuola, non in un night club!- La rimprovera Gwen.
Dopo varie storie riescono a farmi lasciare il mio fidanz…em, il mio letto e così sono costretta a prepararmi. Non ho proprio voglia di andare a scuola, specialmente in questo periodo. L’ideale sarebbe: divano, gelato al caramello, coperta e “The Hunger Games” che si, non c’entra niente con l’amore ma rispecchia il mio modo di sentirmi in questi giorni: rinchiusa in un arena, dove io sono un tributo che cerca di salvarsi e il destino lo stratega del mio gioco. Mi sento in gabbia, obbligata ad andare a scuola senza poter cercare Evan, senza poterlo rivedere, riabbracciare, toccare, baciare… Oh, Evan, che fine hai fatto?..
Ed ecco qua che in un batter d’occhio siamo a scuola. Dio che fastidio! Voglio andarmene. Lo faccio… lo sto per fare… no, non posso tradire i miei genitori, loro sanno che sono qui, sarebbe come mentirgli, io non so mentire, sudo e lo stomaco brucia quando mento, se ne accorgerebbero subito. Basta, entro. Prima ora… bene, matematica! La notizia migliore di tutta la giornata. Poi ho lettere, finalmente Mr. Fisher svelerà la sua identità e tutti qui dentro smetteranno di parlarne!
-Oh, Annabelle!
-Si, Mr. Ride, ho l’ora con lei adesso.
-Si, lo so, solo che dovresti portare questo pacco a tua madre. Non so perché ma il corriere che consegna a scuola l’ha lasciato in sala docenti incustodito e ho pensato bene di darlo a tua madre ma non l’ho ancora vista. Vedi, qui c’è il suo nome.
-Strano, sarebbe dovuta tornare oggi a lavoro..
-Beh si, forse ha la seconda ora. Grazie Annabelle, ci vediamo dentro.
-Si figuri professore.
Mia madre non ha la seconda ora, ha la prima. Che le è successo?
DRIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNN
Ok, ci penserò dopo le lezioni, meglio entrare in classe.
Nuovo anno uguale nuovo programma di matematica. Nuovo programma di matematica uguale più divertimento per Ann. Bene, adesso che l’ora è finita, mi tocca andare nell’aula di lettere, il mio incubo peggiore. Beh, a dire la verità  mi piace sia leggere che scrivere, forse è stato il professor Wilson a farmi odiare la materia con i suoi modi bruschi e brutali.
Entro in classe e alla lavagna c’è un ragazzo di spalle che sta scrivendo: Mr. Evan Fisher… Evan… L’ho detto che il destino mi fa brutti scherzi… prendo posto, seconda fila dalla parte della finestra, al centro della classe. Poso la borsa, mi siedo e aspetto che il nuovo professore si giri. Ecco, finalmente… oh, ma.. quello sguardo, quegli occhi, quei colori… sono i MIEI colori…quelli del MIO Evan, non di Mr. Fisher…E finalmente il suo sguardo smette di vagare per tutta l’aula e incontra il mio… all’inizio è tranquillo, calmo… ma tempo di rendersene conto che si agita, strabuzza gli occhi e si sfrega una mano sulla guancia. Sta cominciando a sudare… sto cominciando a sudare. Benissimo, adesso sudiamo entrambi. Ho la bocca asciutta, mi sento male, mi sento svenire. Ok, adesso distolgo lo sguardo… bene, lo fa anche lui, grazie al cielo non dice niente.  Destino, fai proprio schifo ma ti ringrazio, l’ho ritrovato. Ma caspita, altro che grazie! Il MIO nuovo professore di lettere! La lezione, concentriamoci sulla lezione.
-B..bene ragazzi, piacere, io sono Evan Fisher, chiamatemi Mr. Fisher. Sarò il vostro insegnante fino alla fine di questo semestre. Spero riesca ad invogliarvi alla lettura- cammina per i banchi e a queste parole si ferma davanti al mio banco, mi guarda e aggiunge: - durante questo periodo. Vedete, la letteratura è poesia, grazie ai poeti la nostra mente viaggia in posti assurdi, magnifici, strani… pensate alla letteratura come pensate alla matematica- alza la voce pronunciando quest’ultima parola- come pensate allo spagnolo e a tutte le altre materie. Studiatela bene, non rimanete indietro, è un mondo magico.
E’ così iniziamo la lezione. Parliamo di libri in generale e finiamo di parlare delle ‘distopie’ e alzo subito la manno:- Beh, signor Fisher, io adoro due distopie principalemente: ‘The hunger games’ e ‘Divergent’.
-Oh, Annabelle, non dirmi che anche tu hai letto Divergent!
-Oh, si. È il mio libro preferito.
-Beh, per questo genere anche il mio. Sapete ragazzi, le distopie sono romanzi che trattano di tematiche molto profonde anche se spesso le protagoniste sono giovani ragazze della vostra età… DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN
Ecco, stupida campanella! Dovevi suonare proprio adesso?!
-Ragazzi, per domani portate Orgoglio e Pregiudizio, si inizierà da quello.
-Professore, mi potrebbe spiegare meglio la storia delle distopie?- le parole mi escono dalla bocca senza neanche riuscire a finire di pensare prima di dirle, stupida!
-Certo Annabelle, rimani qui se non hai altre lezioni e ne finiamo di discutere.
Tutti gli altri ragazzi se ne vanno e la porta si chiude…
-Tu hai sedici anni?!
-Beh, tu sei un professore, quanti ne avrai?! Trenta?!
-Mi fai così vecchio… ne ho ventiquat…Ma insomma, qui adesso si sta parlando di te! Come hai potuto non dirmelo?!
-Sei stato tu a venirmi a parlare! Io non lo potevo sapere che tu fossi un professore, non mi hai detto niente!
-Scusa, hai ragione, non è colpa tua..e neanche mia, non sembravi una ragazzina di sedici anni.
Ragazzina? Allora è così che adesso mi considera… -Beh, scusa. Io tolgo il disturbo, chiederò al più presto di poter cambiare corso, non ti darò più fastidio.
Prendo la borsa e cerco di aprire la porta ma lui mi ferma prima che possa toccarla e mi stringe a se in un abbraccio.
-No, dopo tutti questi giorni non posso perderti di nuovo. Ho passato le pene dell’inferno per tutto il tempo che mi sei stata lontana e adesso non ti posso lasciare andare via, ma questa è una cosa totalmente sbagliata, mi capisci?
-Si, si lo so! Ma io non riuscirei a starti lontano ormai che so che sei qui. Secondo te io come mi sono sentita?! Aspettavo tutto il giorno col cellulare in mano.
-Io ti ho chiamata…
-Avevo il terrore di una relazione a distanza…
-Adesso sono qui. E voglio correre il rischio, tutti i rischi pur di stare insieme a te Ann. E tu, tu sei pronta?
-Prontissima.
Ed ecco che finalmente, dopo giorni, ora, minuti, secondi… le sue labbra morbide e sottili sfiorano le mie. E’ il bacio più desiderato di tutta la vita.






 

*BELLEZZE*

scusate il ritardissimo e la "cortezza" del capitolo ma ho avuto pochissimo tempo T.T
Alla prossima, ma prima di continuare vorrei trovare almeno altre cinque recensioni <£ Ciaaaao :3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1914009