I love you and that's all I really know

di hilarouis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una di quelle sere d’Agosto in cui sei stanca, stanca di tutto e di tutti, odi tutto e tutti, vuoi stare da sola, scappare, cominciare una nuova vita, ma per me era praticamente impossibile, ero ancora minorenne.
-Veronica torna subito qui!- mia madre mi urlò dietro quando ormai ero uscita di casa sbattendo la mia porta alle spalle.
Presi il mio iPod e ascoltai un po’ di musica camminando per le strade di Londra, tutto era illuminato, c’erano bambini con le loro famiglie e tutti erano felici, mi faceva schifo vedere tutta quella gente ridere e scherzare, volevo morire, la mia vita era uno schifo, non facevo altro che litigare con i miei genitori, mio fratello era morto da poco e Harry mi aveva lasciata da poco dopo tre anni di fidanzamento, li aveva mandati a puttane per una puttanella bionda ossigenata.
Decisi di evitare di guardare la gente così continuai a camminare a testa bassa alzando il volume della musica per non sentire le voci delle persone che passavano vicino a me fino a quando non mi accorsi che un gruppo di ragazzi mi seguiva ormai da qualche minuto, abbassai il volume della musica per ascoltare i loro discorsi, sperando che non stessero parlando di me.
-Che culo enorme che ha,cristo ma dove va?- un ragazzo disse, improvvisamente una fitta invase il mio petto e non potei far altro che fermarmi qualche secondo prima di ricominciare a camminare, i ragazzi mi presero in giro ancora per qualche minuto.
- George che ne dici se le facciamo fare una figura di merda? Tipo lo sgambetto, tu sei bravo!- perfetto, ci mancava solo questa,uno sgambetto e avrei ucciso tutti dato il mio buon umore.
-Fatta- disse un ragazzo, cominciai a sentire dei passi più vicini ma non feci niente per allontanarmi da loro, un ragazzo un po’ più alto di me con la cresta mi sorpassò per poi prendere il cellulare dalla sua tasca e fare un video, tenni comunque lo sguardo verso il basso cercando di fare l’indifferente. Un altro ragazzo si avvicinò ma non mi sorpassò, anche lui era più alto di me e aveva una massa di capelli mossi che gli coprivano la fronte, erano dannatamente belli anche se molto scompigliati, questo mi si avvicinò velocemente e rivolgendomi uno sguardo che non ricambiai mi fece lo sgambetto, facendomi cadere di faccia, questo ragazzo credo si fosse spaventato perché mentre tutti ridevano lui fu l’unico ad abbassarsi e ad aiutarmi a rialzarmi, purtroppo la botta che avevo appena preso non mi diede il permesso di rimanere in piedi e caddi nuovamente a terra, i suoi amici ormai erano andati avanti mentre lui era rimasto lì a tenermi, mi alzò e vedendomi senza forze mi prese in braccio come una sposa, il colpo era stato forte per me e svenni, quando mi svegliai ero in un lettino in ospedale, non vedevo molto bene la luce era fioca ed io avevo un mal di testa tremendo, c’era un ragazzo vicino a me, inizialmente pensai fosse mio fratello poi però quando misi a fuoco mi accorsi che era quel ragazzo che mi aveva fatto tutto questo. Appena si accorse che mi ero svegliata sobbalzò.
-T-ti chiedo scusa,i-io non volevo farti del male- disse senza guardarmi negli occhi
-Vattene- dissi stremata, non riuscivo a parlare, ero paralizzata, sentivo la testa esplodere.
-Io rimango qui con te,che tu lo voglia o no- disse lui stringendo il lenzuolo che mi copriva
-Fai come ti pare- dissi chiudendo gli occhi per il dolore che la luce mi stava provocando.
Quando mi risvegliai era ormai mattina e il ragazzo era ancora seduto sulla sedia, aveva in mano una tazza di caffè finita ma stava dormendo, era bellissimo, i capelli gli coprivano la fronte e parte degli occhi vista la posizione in cui era messo, la sua bocca era perfetta e anche tutti il resto del corpo. Mi accorsi poco dopo che aveva appoggiato la sua mano proprio sopra la mia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Non volevo svegliarlo così rimasi immobile a guardarlo, intanto la mia mente vagava, come poteva un ragazzo così bello e all’apparenza buono fare del male ad una ragazza?
Poco dopo George si svegliò. Sgranò gli occhi e schiuse le labbra ma lo precedetti e parlai io per prima
-Sei rimasto qui allora- dissi fissandolo negli occhi
-Non potevo lasciarti sola- disse sbadigliando
-Dopo quello che hai fatto dovresti vergognarti, io non avrei il coraggio di farmi vedere- dissi seccata
-Già, ma tu sei tu ed io sono io- disse ammiccando
-Portami un caffè- dissi cambiando discorso, almeno un caffè mi avrebbe calmata
-Non sono il tuo servetto- disse facendo qualche smorfia
-Vedi dove sono? E’ colpa tua e dei tuoi buoni amici.- dissi alterando la voce, in quel momento una fitta colpì la mia testa e tirai un urlo, George si alzò di scatto e si avvicino a me prendendomi le mani
-Va tutto bene? Scusami davvero, non volevo farti tutto questo, chiamo un dottore, stai tranquilla, distenditi e chiudi gli occhi- disse tutto d’un fiato, sembrava davvero preoccupato, sembrava quasi dolce
-E’ tutto ok, era solo una fitta ho solo bisogno che tu te ne vada- dissi io stendendomi
-Sei testarda da morire, io non vado finché non ti rimetti- disse lui uscendo dalla stanza
Mi dispiaceva tenerlo lì con me, ma infine era stato lui a farmi tutto questo, era giusto che pagasse.
-I dottori sono tutti impegnati, ti ho portato il caffè- disse porgendomi la tazza bollente
-Stai attenta, è molto calda- disse ritraendo la tazza e soffiandoci dentro per raffreddarla un po’
-Sono abituata- dissi prendendogli la tazza dalle mani
-Grazie- dissi io appoggiando le mie labbra sulla superficie fredda
-Come ti chiami?- disse il ragazzo sistemandosi i capelli, era bellissimo
-Veronica- dissi prima di bere un altro sorso di caffè
-Uhm, piacere io sono ..- non lo lasciai finire, lo fulminai con gli occhi
-So già come ti chiami, George- dissi tornando a bere la bevanda ancora molto calda
-Come lo sai?- disse un po’ scioccato
-Vi stavo ascoltando ieri sera, sapevo cosa stavate tramando-
-E perché non l’hai evitato?-
-Non ne avevo voglia- dissi appoggiando violentemente la tazza sul tavolino che c’era vicino al mio letto
-Oh beh, allora non è stata tutta colpa mia- disse passandosi una mano dietro il collo
-Oh si che è tutta colpa tua, mi sarei fatta male comunque, ah e grazie per i bei complimenti che mi avete fatto- dissi annuendo in senso di disgusto
-Non c’è di che- disse George alzandosi
-Mi sono  stufato, vado a cercare un dottore che ti assista- disse con tono cattivo
-Ottimo- dissi io chiudendo di nuovo gli occhi
Dopo qualche minuto George tornò e io me ne accorsi solo che non aprì immediatamente gli occhi, rimase sullo stipite della porta come se stesse aspettando qualcosa o qualcuno, poi si avvicinò e si sedette sul letto vicino a me, potei sentire il suo dolce profumo, era buonissimo.
-I dottori sono ancora tutti occupati- disse seccato
-Vai via lo stesso, grazie per quello che hai fatto, a mai più- dissi io con gli occhi ancora chiusi
-A mai più? Credi che adesso io una come te me la lascio scappare? Ti sbagli, mi sono preso il tuo numero stanotte, ti scrivo io, ciao- disse allontanandosi
Rimasi ancora un po’ di tempo distesa nel lettino dell’ospedale poi arrivò un dottore che mi fece chiamare a casa, quando arrivarono i miei genitori non fecero altro che parlare con il dottore
-Scusate ma avrei bisogno di una mano- dissi bruscamente
Si avvicinarono e mi aiutarono ad alzarmi poi mi portarono in macchina, il tragitto fu silenzioso, la mia mente ripensava ancora a quel ragazzo, era rimasto tutta la notte con me, era stato abbastanza gentile.
Appena entrata in casa mi fiondai in camera mia, mi guardai allo specchio, ero un mostro, avevo praticamente un buco in testa, nessuno me l’aveva fatto notare, avevo ancora il sangue secco dalla sera prima, che vergogna. Ormai era ora di cena ma non avevo fame così rimasi a letto e presi sonno poco dopo, la mattina dopo mi alzai quando il sole era già alto in cielo, guardai il cellulare e trovai 5 messaggi da un numero sconosciuto.
-Buonanotte piccola x
-Scusa ancora per ieri sera
-Perché non rispondi?
-Sei davvero bella quando dormi x
-Ci vediamo domani mattina alle 10 da Starbucks,vedi di venire
Credo che siano stati tutti di George, guardai l’ora ed erano le 9 così mi alzai e mi preparai, alle 9.40 ero pronta, preparai la borsa e uscii senza salutare nessuno, la situazione a casa non era delle migliori ma poco mi importava. Arrivai in anticipo e lui ancora non c’era così decisi di prendere posto in un tavolo un po’ isolato, ordinai qualcosa da bere aspettando il ragazzo, finalmente arrivò era in orario, mi sorpresi di questo.
-Ehi- disse accennando un sorriso
-Allora eri tu- dissi io
-Ero io- disse sedendosi
-Dormivo, non ti ho risposto per questo-
-Non importa, hai ordinato?-
-Si- dissi tirando fuori dalla borsa il cellulare per vedere se qualcuno mi aveva cercata
-Grazie di avermi aspettato-
-Non c’è di che- dissi sorridendo 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Arrivò la bevanda di George, lui ringraziò la cameriera e la squadrò dalla testa ai piedi mentre si allontanava, sembrava quasi che le stesse guardando il culo ma ho preferito lasciar perdere, infine io non potevo dirgli cosa fare e cosa non fare.
-Allora George,  perché mi hai chiesto di uscire?- dissi incuriosita
-Volevo solo vedere come stavi- disse lui tra un sorso e l’altro.
-Ottimo, io sto bene, ora posso andarmene? Sai, ho cose più importanti da fare che stare con uno sconosciuto che mi ha fatto questo- e indicai il mio ematoma sulla fronte
-Io so così tante cose di te invece, non sei una sconosciuta per me- disse asciugandosi le labbra avendo finito di bere
-E cosa sai tu di me? Forse il mio nome?- dissi io dando per scontato che sapesse veramente qualcosa
-So che non ti sono indifferente.- disse ammiccando
-Credo di aver sentito male, cos’hai detto?- dissi io spalancando gli occhi
-Hai capito bene Veronica, non saresti uscita con me oggi- disse mentre rispondeva ad un messaggio
In effetti non aveva tutti i torti, da quando l’avevo visto in ospedale mentre dormiva quel ragazzo è rimasto sempre nei miei pensieri, ma non mi piaceva il suo carattere, quindi più di una conoscenza non sarebbe potuto esserci niente.
-Sono uscita con te solo per dirti che io non voglio conoscerti e poi dovevo fare colazione- mentii
-Allora vado a pagare e me ne vado- disse alzandosi
-Paga anche per me- dissi io alzandomi e dirigendomi dalla parte opposta
Uscii dal bar e un po’ mi pentii di quello che avevo appena fatto, ma come si permetteva di dire che non mi era indifferente? Presi il mio iPod e ascoltai la musica camminando verso casa finché  non trovai un ragazzo con il fiatone seduto su una panchina, assomigliava a George, si teneva la pancia con la mano, pensavo stesse male così mi avvicinai
-Va tutto bene?- dissi spostando la testa di lato per vederlo in faccia, alzò lo sguardo
-No, non è possibile- rimasi a bocca aperta, quello era George, perché era così?
-Ti stavo cercando, ma poi ha cominciato a farmi male la milza e mi sono dovuto sedere- disse lui sistemandosi i capelli
-Uhm, ok, adesso vado- dissi io rimettendomi le cuffiette ma lui mi bloccò, mi prese il braccio e si alzò così da coprire la mia figura con la sua
-Smettila di scappare, ti avevo detto che non ti avrei lasciato fuggire, io sono un ragazzo di parola- disse lui mentre i suoi occhi si facevano più scuri
-Non sto scappando, semplicemente non voglio conoscerti- dissi cercando di liberarmi dalla sua presa, fu inutile, era più forte di me.
-Si che lo vuoi, lo si vede nei tuoi occhi, poi stai tremando- disse lui ridendo leggermente, poi velocemente mi mise una mano sul cuore
-E il tuo cuore batte forte, e non trovare scuse, perché ti ho vista arrivare e stavi camminando, è solo perché sei con me- disse avvicinandosi pericolosamente a me
-Forse perché mi fai paura- dissi io spingendolo via con le mani
-Forse si, o forse no, comunque sia, non ti lascerò andare- disse lui, poi mi diede un bacio sulla guancia, era un bacio così dolce, innocuo, è stato bellissimo, è come se fosse stato uno dei primi baci della mia vita, poi quando tornai alla realtà mi resi conto che ero rimasta sola, così ripresi il mio iPod e tornai a casa.
Ormai era ora di pranzo e i miei genitori non erano ancora tornati così mi preparai una piadina da mangiare, accesi la musica e cominciai a canticchiare mentre preparavo il pranzo. Suonò il campanello e quando andai ad aprire non trovai nessuno, ma per terra c’erano un mazzo di rose, precisamente 14. C’era anche un bigliettino ma era anonimo.
‘’Queste rose sono 14 per un motivo, 14 come le ore che abbiamo passato insieme l’altra notte
 ’’
Cominciavo ad avere paura, sapeva anche dove abitavo, come diavolo faceva a saperlo?
Gettai nervosamente il biglietto cercando di dimenticare chi me l’avesse scritto, mi dispiaceva però buttare via quelle belle rose così le misi in un vaso e le nascosi in camera mia.
Il mio cellulare squillò, immaginavo già chi fosse, infatti avevo ragione, era George
-Piaciute le rose? x
 -Sì, ma non hanno fatto effetto caro
-Mi importa poco, stasera passo a prenderti alle 20.00 vestiti bene ;)
Non volevo uscire con lui per la seconda volta nella giornata, una parte di me già non lo sopportava più, ma l’altra era incuriosita da lui. Dopo mangiato andai a riposarmi, la testa ancora mi faceva male, ma riuscivo a sopportare il dolore, mi svegliai alle 16.00 andai a lavarmi, uscii alle 17.00 amavo le docce lunghe, erano rilassanti, avevo ancora 3 ore per prepararmi, avvolsi intorno al mio corpo un asciugamano che mi copriva fino alle ginocchia, andai in camera e svuotai praticamente tutti gli armadi per trovare un vestito che lo facesse rimanere a bocca aperta, per fargli vedere che quello che comanda solo perché è bello non è lui, perché io potevo dimostrargli tutt’altro. Trovai un abito verde acqua mai messo, arrivava a metà coscia, era perfetto per quell’uscita trovai poi da abbinarci un paio di scarpe con il tacco d’argento che si intonavano con il decoro che aveva il vestito nella parte superiore di color argento. Mi tolsi l’asciugamano e andai a prendere dall’altra parte della camera l’intimo, mi vestii e andai in bagno ad asciugarmi i capelli quando mi arrivò un altro messaggio. Era ovviamente George, ma cosa voleva?
-Di solito quando sono nudo chiudo le finestre o almeno tiro le tende, mi è piaciuto lo spettacolo a dopo x
Mi aveva vista nuda, cazzo. Sentivo le mie guancie bruciare, ero comunque una tipa timida e mi dava fastidio che fosse rimasto sotto casa mia per così tanto tempo. Cercai di dimenticare quel che era appena successo e appena finito di asciugare i capelli mi feci la piastra, nonostante i miei capelli fossero dritti mi facevo sempre la piastra per paura che qualcuno potesse dire qualcosa, i capelli erano l’unica cosa che mi piaceva di me così li curavo molto. Dopo essermi truccata e sistemata i capelli andai in salotto ancora con la maglia del pigiama, tanto erano solo le 19.00 sarebbe arrivato tra un’ora, così mi sedetti sul divano a guardare un po’ di TV giravo i canali senza una meta, pensavo solo a George e al fatto che mi avesse vista nuda, gli piace così tanto darmi fastidio? Invadere la mia privacy? Non sopporto la gente che sa troppo di me. Sentii suonare il campanello così andai ad aprire, pensavo fossero i miei ma questa volta mi sbagliavo, era George, appena aprii la porta lo vidi guardarmi con un fare lussurioso, mi squadrava dalla testa ai piedi, infine avevo solo una maglietta che copriva fino a metà gluteo.
-Sei in anticipo- dissi io un po’ irritata
-Lo so- disse lui
-Vado a vestirmi, aspetta qua- dissi cercando di allungare la maglia il più possibile ma mi prese le mani e le staccò dalla maglia
-Ti ho vista nuda, ricordi?- disse accennando un sorriso, quel suo fare non mi piaceva così gli tirai una sberla, non ne fu molto felice, la sua mascella si tese e mi prese i polsi
-Vatti a cambiare- disse fissandomi
Andai in camera mia, questa volta chiudendo la porta a chiave, mi tolsi la maglietta e indossai il vestito mi piaceva come mi stava, insomma io ero scura di carnagione e con un vestito verde acqua risaltava ancora di più, mi misi le scarpe e uscì dalla camera. Inizialmente George non si accorse di me, si era seduto sul divano di pelle nera a guardare la TV ma facendo finta di tossire attirai la sua attenzione, la sua risposta fu un ‘Wow’. Allungò la sua mano e io la accettai volentieri, la sua guancia era ancora leggermente arrossata a causa della sberla di prima ma gli stava bene, salimmo in macchina e lui fece tutto come fa un bravo ragazzo al primo appuntamento.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il tragitto in macchino fu corto ma intenso, ci scambiammo varie occhiate, a volte lui mi sorrideva e io rimanevo neutrale altre invece ero io la prima a sorridergli e lui educatamente ricambiava sempre, sembrava quasi uno di quei bravi ragazzi che non farebbe mai niente di sbagliato.
-Siamo arrivati- disse scendendo dall’auto feci lo stesso e sbadatamente inciampai ma per fortuna George mi prese al volo
-Attenta- disse ridendo, dovevo essere diventata tutta rossa, insomma che figura che avevo fatto
-Grazie mille- dissi rivolgendogli un sorriso debole
-Ora entriamo- disse tenendomi per mano, annuii leggermente senza lasciare la sua mano, infine quand’ero con lui tutto era più bello, mi sembrava di stare in un film, era tutto fantastico, e lui era il più bel ragazzo con cui avessi mai potuto condividere questo “film”.
-Prima non sono riuscito a dirti quanto bella sei stasera- disse lui togliendomi la giacca dalle spalle
-Oh, beh, grazie- dissi io un po’ impacciata
-Cos’è non sei abituata a dei complimenti?- disse lui scherzosamente mentre dava le due giacche al signore che aspettava il nostro nome
-No, purtroppo non lo sono- dissi io a bassa voce
-Shelley, avevo prenotato un tavolo per due- disse George
-Ti abituerai con me- disse facendomi l’occhiolino
-Seguitemi- disse l’uomo che ci portò davanti ad un tavolo preparato magnificamente
-Proprio come aveva chiesto lei Shelley- disse l’uomo facendo un cenno di saluto e andandosene
-Proprio come aveva chiesto lei Shelley? Ma come, tu hai chiesto tutto questo?- dissi un po’ sconcertata, insomma aveva fatto così tanto per me? Aveva prenotato una sala solo per noi due, i muri erano delle finestre e potevamo ammirare tutta Londra illuminata.
-Questo ed altro per il primo appuntamento, non credi?-  lo vidi sorridere a più non posso, era veramente bello, aveva una giacca, una camicia, un paio di jeans e le sue amate Nike.
-Credo di si, non ho mai avuto un primo appuntamento così- dissi io abbassando lo sguardo, sentii i suoi passi avvicinarsi a me
-Sono onorato di essere il primo allora- prese il mio mento tra le dita e lo alzò in modo tale da potermi guardare negli occhi, infine non era così male, forse era diverso da come vuole farsi vedere. Mi fece sedere e poi andò a sedersi, scelsi quello che avrei mangiato quella sera e lui fece lo stesso, ordinammo e poi cominciammo a parlare tranquillamente, ci stavamo conoscendo e non era per niente male, suonava la chitarra ed aveva tantissimi fratelli.
Avevamo finito gli argomenti per parlare così mi vennero in mente i suoi amici che mi avevano derisa qualche giorno prima così cominciai a chiedergli di loro.
-Ma i tuoi amici?-
-I miei amici cosa?- disse lui non capendo quello che intendevo dire
-I tuoi amici sanno che esci con me?- dissi diretta
-No- disse lui abbassando lo sguardo
-Oh- dissi io, era stata una pessima idea chiederglielo, c’ero rimasta male, pensavo non gliel’avesse nascosto, credevo che non si vergognasse di me
-Allora ti vergogni di me?- le parole mi scapparono di bocca, non volevo assolutamente chiederglielo, non volevo sapere la risposta
-No, non potrei mai vergognarmi di te, ma credo sia ancora un po’ presto per dirglielo- disse lui con tranquillità, sembrava sincero, volevo fidarmi, l’avevo sempre trattato male era il momento di cambiare.
-Va bene, forse hai ragione- cominciai a ridere, era così strano come il ragazzo che mi aveva mandato qualche giorno prima all’ospedale ora era davanti a me in un ristorante mentre parlavamo di noi.
-Perché ridi?- disse senza capire il senso della mia risata
-Pensavo a me e te- dissi accennando un sorriso
-E c’è molto da ridere?- disse lui, probabilmente ancora non aveva capito
-E’ solo strano che tu sia la stessa persona che mi ha mandato all’ospedale pochi giorni fa- ammisi
-Oh si è strano anche per me uscire con la ragazza alla quale qualche giorno fa ho fatto uno sgambetto, lo è anche per me- disse ridendo, la sua risata era un qualcosa di magnifico, ti rallegrava la giornata.
-Eh lo so, ehi, ti va se andiamo a fare due passi per Londra?- dissi io
-Oh si, Londra è stupenda di sera-
-Si George, lo so anch’io che Londra è stupenda di sera, ci abito ormai da 17 anni-
-Mi scusi signorina- disse lui alzandosi dal tavolo e porgendomi il suo braccio, lo accettai ben volentieri e come due adulti ci incamminammo verso la cassa.
-La cena è stata come desideravate?- ci disse la cassiera
-Si grazie- disse George, pagò e poi uscimmo, c’era un’arietta a dir poco raggelante, non era caldo come le altre sere, George deve avermi vista tremare perché si avvicinò a me e mise un suo braccio attorno alle mie spalle scoperte.
-Hai freddo?- mi chiese
-Giusto un po’- ammisi ancora tremando
-Tieni- mi porse la sua giacca con un sorriso dolcissimo, nessuno avrebbe saputo resistergli.
-Grazie mille George, ma tu non avrai freddo?-
-Niente può essere più freddo di un luogo senza di te- inizialmente non capii la sua frase ma poi mi resi conto che lui intendeva dire che se c’ero io anche se fosse stato a petto nudo non avrebbe avuto freddo perché con me si dimentica di tutto e non soffre.
-Pensavo fossi diverso, devo ricredermi, sei fantastico- dissi cercando disperatamente la  sua mano, eravamo arrivati in un parco che non avevo mai visto di Londra, era magnifico, c’erano un sacco di giostre per bambini, c’erano delle panchine sotto gli alberi ed anche delle piccole colline dove potevi distenderti a guardare il cielo.
-Grazie- ammise lui stringendomi la mano
-George, lì, voglio andare lì!- indicai la collina più grande, cominciò a correre tendendomi comunque per mano, lo seguii cercando di stare al passo e ci riuscii, quando arrivammo sopra la collina lui mi buttò a terra, tenendomi sempre per mano in modo da non farmi male, si distese di fianco a me, rimanemmo qualche minuto in silenzio tutti e due distesi a pancia in su a guardare le stelle, poco dopo lui si girò verso di me e mi accarezzò il volto
-Cosa c’è? Perché non guardi le stelle? Sono bellissime- dissi io girando la testa verso di lui
-Tu sei la stella più bella di tutte- disse lui scoccandomi un bacio sulla fronte, a quella affermazione mi girai completamente verso di lui, volevo un bacio, uno di quei baci sotto la luna, che non dimenticherai mai, così lo presi per il colletto della camicia e lo incitai ad avvicinarsi a me, lui mi abbracciò e mi lasciò qualche dolce bacio sulla bocca per poi iniziare un bacio più profondo, uno di quelli intensi, dopo un po’ ci staccammo e lui continuò a darmi dei baci sul collo, sentivo il suo respiro sul mio collo e questo mi rilassava, sentivo il calore del suo corpo vicino a me.
-Ora ci sono io, ti proteggerò- disse lui, evidentemente parlava delle prese in giro di cui spesso ero vittima
-Non lasciarmi, mai più- mormorai

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Dopo esserci scambiati ancora per una buona mezz’ora dei baci decidemmo di alzarci e di incamminarci verso casa sua, gli chiesi di ospitarmi altrimenti i miei appena arrivata a casa mi avrebbero riempito di domande e sicuramente avremmo litigato di nuovo.
-Certo che puoi stare da me, quello che è mio è anche tu da oggi- disse George stampandomi un bacio sul naso, stavamo tornando a casa, ormai erano 23.30 e Londra cominciava a spegnersi, l’atmosfera era romantica e io mi sentivo bene, mi sentivo protetta quando mi abbracciava o semplicemente mi teneva la mano.
-Grazie George- dissi io stringendogli la mano, poco dopo arrivammo a casa sua, era un appartamento abbastanza grande, aveva 4 stanza, e lì, insieme a lui ci abitavano anche i suoi tre amici che mi avevano presa in giro quella sera in cui ho incontrato George
-Sei sicuro di voler entrare? Cioè siamo già dentro ma visto che i tuoi amici sono ancora fuori potrei andarmene, prima avevi detto che era ancora troppo presto per dirlo ai tuoi amici- dissi abbassando lo sguardo, non volevo assolutamente disturbare
-Stai tranquilla, per quel ‘è troppo presto’  non pensarci più, volevo solo vedere come andava l’appuntamento- disse lui sistemandosi i capelli
-E?- dissi io sperando che disse qualcosa sull’uscita appena trascorsa
-Ed è stato ancora meglio di quello che speravo piccola- disse prendendomi per mano e prendendomi in braccio, mi morsi il labbro, non me l’aspettavo così dolce, lui mi vide e rise, allacciai le mie mani intorno al sul collo per non cadere e poi gli diedi un bacio al lato della bocca, era ancora strano baciarlo, fino a stamattina lo vedevo come uno di quei ragazzi che fa del male alle persone, uno di quelli senza sentimenti, ma mi sbagliavo, lui era ancora un bambino anche se aveva 19 anni.
-Vuoi dormire con me stanotte?- chiese lui mettendomi per terra dopo avermi portata in braccio per tutto il corridoio
-Mi piacerebbe molto- dissi io sorridendo
-Ti presto una mia maglietta, sei così piccolina che ti farà da vestito- disse lui abbracciandomi e dandomi un bacio in testa.
-Sarò proprio bella- dissi io ridendo
-La mia principessa- disse lui facendo gli occhi dolci, a quella affermazione si girò e andò a prendere una maglietta rossa da un cassetto
-Tieni cambiati- disse porgendomi la maglia
-Ehm, qui?- dissi io un po’ in imbarazzo
-Ti ho visto nuda ricordatelo, dai è come se fossi in costume- disse lui soffocando le risate
-Oh, non ricordarmelo.- dissi io arrossendo, mi tolsi le scarpe e George mi aiutò ad abbassare la lampo del vestito e poi me lo tolsi, mi girai per guardare dove il ragazzo dagli occhi scuri ma stupendi stava guardando e come immaginavo stava guardando, non disse niente, rimase a guardarmi con un sorriso compiaciuto stampato sulle labbra, mi infilai la maglia ed il risultato non era quello che volevo, non mi copriva fino a sotto le cosce ma lasciava praticamente quasi tutto scoperto
-Scusa ma non te l’ho data più grande perché volevo ammirarti in tutta la bellezza- disse lui prendendomi per i fianchi e facendomi sedere sul letto vicino a lui rimasi in silenzio, ero in imbarazzo, non avevo mai dormito da un ragazzo più grande di me, senza che i miei lo sapessero e per di più con una sua maglietta che non copriva niente. Alzò le coperte del letto e mi incitò ad andare sotto, lui andò a mettersi  un pigiama o meglio, a togliersi i vestiti per rimanere solo il boxer.
-Tu dormi così?- dissi io un po’ scioccata
-Si, ti da fastidio?- disse lui sorridendomi
-No, affatto- dissi tirando giù le coperte per permettere a George di entrare
-Puoi essere mia questa notte?- disse lui prendendo i miei fianchi e portandomi vicino a lui
-Sarò sempre tua- dissi io girandomi per guardarlo in faccia, aveva i capelli che gli coprivano tutta la fronte così glieli sposta
-Oh no- disse lui allontanandosi e sistemandosi i capelli come voleva lui
-Scusami, buonanotte- dissi io girandomi dal lato opposto e tirando le coperte fino al collo
-No scusami tu, non sono abituato alle ragazze che mi toccano i capelli- dissi dandomi un bacio sulla fronte
-Oh fa niente, non lo farò più scusa- gli sorrisi e chiusi gli occhi, sentivo le mani di George percorrere tutta la mia pancia ed era una strana sensazione, avevo i brividi.
-Buonanotte piccola- disse lui dandomi un bacio sulla spalla, non risposi, volevo godermi quel momento, lui allungò le sue braccia e le strinse intorno alla mia vita e così protetta mi addormentai poco dopo.  
Verso le due di notte sentii una porta e rabbrividii, avevo sempre avuto paura dei ladri. George mi sentì perché mi strinse a lui.
-Shh, stai tranquilla sono solo i miei amici, fai finta di dormire- mi disse passando una mano tra i miei capelli per tranquillizzarmi, così feci, quando però sentii dei passi venire verso la nostra stanza cominciai ad interrogarmi sul da farsi, fare finta di dormire o nascondermi? Decisi di rimanere dov’ero come se non stesse succedendo niente, George si strinse a me, e io mi rilassai. Poco dopo sentii qualcuno chiamare George, lui si alzò e andò da lui
-Cosa vuoi- disse freddo George
-Chi è quella?- disse un ragazzo
-La tipa con cui sto uscendo- disse lui chiudendosi la porta alle spalle, non potei far altro che fare un sospiro di sollievo anche se volevo sentire il resto della conversazione, rimasi immobile per qualche secondo per vedere se riuscivo a capire lo stesso quello che dicevano ma non fu così, mi alzai dal letto e mi avvicinai alla porta, ancora niente, aprii leggermente la porta e riuscii a sentire la voce di 3 o 4 ragazzi.
-Perché l’hai portata a casa?- disse uno
-Cos’ha in faccia quella la? Sembra che abbia un buco- rise un altro
-Sono stato io a farglielo, lei è la ragazza a cui ho fatto lo sgambetto l’altra sera- disse George
-COSA?- dissero tutti gli altri ragazzi in coro
-E’ proprio lei- disse alzandosi dal divano George, speravo stesse tornando ma non fu così, si era andato a prendere da bere, mi vide sbirciare dalla porta, così mi fece segno di raggiungerlo, non mi ricordavo che praticamente avevo solo la parte sopra coperta, quindi camminai in punta di piedi fino a George che mi abbracciò, tutti gli altri ragazzi quando si girarono verso di me non dissero niente, ma rimasero a bocca aperta
-Ehm, forse dovevi vestirti, o almeno metterti un paio di pantaloncini, così ispiri troppo Veronica- mi disse George sussurrandolo vicino all’orecchio, guardai in basso verso le mie gambe e mi resi conto che veramente non avevo niente.
-Forse dovremmo ricrederci ragazzi- disse un ragazzo con la cresta e dei lineamenti perfetti
-Dovreste farlo si- disse George mandandomi in camera a vestirmi
-Cazzo George, ispira un casino, non è che potrei prestarmela per una notte?- disse uno dei suoi amici
-JJ non provare a toccarla- disse George sbattendo il bicchiere
-Stai calmo amico, scherzavo- disse lui
Tornai in salotto, ci sedemmo tutti e 5 sul divano e George mi presentò a tutti
-JJ,Jaymi,Josh questa è Veronica- disse indicandomi
-Piacere- dissero tutti in coro
-Uhm, prima mi prendono in giro e poi fanno tutti i timidi? Molto coerenti i tuoi amici- dissi a George senza far sentire agli altri il mio commento, George rise e i suoi amici si guardarono un po’ perplessi ma rimasero in silenzio
-Bene, ora io direi di andare a letto- disse Jaymi che mi sorrise, ricambiai il sorriso e mi alzai allungando la mano verso George sperando che la afferrasse e così fece buttando però sul divano e mi salì sopra, tutti assisterono a quella scena ma poco mi importava, George mi diede un leggero bacio sul naso poi si rialzò dirigendosi verso la camera. Il resto della notte passò velocemente, sempre abbracciata a George.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quando il giorno dopo mi svegliai mi ritrovai abbracciata ad un cuscino, e George non era più nel letto. Mi alzai andando in cerca di lui per tutta la casa, ma non c’era. Mi accorsi di un post-it attaccato al frigorifero, era per me ed era da parte di George, diceva che sarebbe tornato tra poco, era andato a prendere la colazione. Mi preoccupai al pensiero di essere a casa da sola con i suoi amici ma sapevo che lui sarebbe comunque tornato entro pochi minuti così decisi di andare in bagno a farmi una doccia veloce, chiusi la porta a chiave in modo tale che nessuno potesse entrare, dopo qualche minuto che ero in doccia sentii qualcuno che bussava
-Chi è?- chiesi io risciacquandomi e uscendo dalla doccia
-Sono JJ, ti manca tanto?- chiese gentilmente
-No, ho quasi finito, George è tornato?- dissi guardandomi allo specchio, ero un mostro l’ematoma era ancora molto evidente nel centro della mia fronte, il trucco della sera prima era ormai colato e le occhiaia che circondavano i miei occhi erano ben visibili, se non fosse stata per la mia carnagione olivastra probabilmente sarei sembrava uno zombie.
-No, deve ancora rientrare- disse JJ allontanandosi, non volevo uscire in quelle condizioni, mi importava poco del fatto che fossi struccata e piena di difetti in viso, mi importava di più il fatto di essere nuda un accappatoio che mi copriva fino a sotto le cosce, mi venne in mente la frase che JJ aveva detto la sera prima a George‘Cazzo George, ispira un casino, non è che potrei prestarmela per una notte?’ a quel ricordo rabbrividii, non ero un giocattolo, nessuno può usarmi.
Decisi di scrivere un messaggio a George per vedere dov’era e quanto tempo stava ancora fuori.
-Quanto ti manca ancora? Torna presto, ho paura dei tuoi amici.- 
-Piccola stai tranquilla, non ti faranno del male, comunque sto tornando 5 minuti e sono a casa- 
Mi tranquillizzai al pensieri di George che tornava a casa, decisi di uscire da quel bagno che ormai era diventato una sauna, non riuscivo più a respirare, uscita di li mi chiusi in camera di George e presi una maglietta bianca un po’ più lunga di quella con cui avevo dormito e presi poi un paio di slip che avevo in borsa dalla sera prima, so che portarsi dietro un paio di slip non è la cosa più femminile di questo mondo, ma se ne avessi avuto bisogno almeno avrei potuto cambiarmi. Cercai poi un paio di pantaloncini che non trovai così andai nella camera più vicina a quella di George e trovai Jaymi che si stava cambiando.
-Scusa, tu sai dove George tiene i pantaloncini?- chiesi cercando di attirare la sua attenzione
-Non lo so babe, mi dispiace- disse lui facendomi l’occhiolino
-Non fa niente- dissi io cercando di evitare il suo sguardo, andai in soggiorno dove c’era JJ che faceva addominali a petto nudo, arrossii, non ero abituata a vedere tutti quei ragazzi in una casa sola
-Che c’è, ho qualcosa che non va?- disse JJ fermandosi e guardandosi dalle spalle ai piedi
-No- dissi io secca, JJ non mi stava molto simpatico, soprattutto dopo quello che aveva detto la sera prima, andai in cucina per bere un bicchier d’acqua e mentre mi versavo il liquido sentii una porta aprirsi, mi sporsi per vedere chi era, finalmente era George, mollai l’acqua e il bicchiere e gli corsi incontro stampandogli un dolce bacio sulle labbra, lui mi prese in braccio appoggiando il sacchetto che aveva in mano su un tavolino all’entrata.
-Qui in entrata c’è la colazione, avvisa gli altri- disse George a JJ
Mi portò in camera e mi fece stendere sul letto mentre lui si distendeva vicino a me accarezzandomi i capelli
-Come sei bella stamattina- disse lui appoggiando il suo viso su un braccio che lo teneva sollevato
-Non dire cazzate, sembro uno zombie con la carnagione scura- sbottai io, non sopportavo le persone che ti facevano complimenti anche quando eri bruttissima.
-Io non riesco a vedere nessun difetto su di te- disse lui bagnandosi le labbra con la lingua, era così dolce, non potei non stringerlo a me e lasciargli prima dei baci casti sulla bocca poi lui schiuse la bocca e io gli permisi di far entrare la sua lingua nella mia, quel bacio era un bacio appassionato, pieno di emozioni, mentre io gli stringevo i capelli lui segnava con le dita tutte le mie ossa e le mie curve, sobbalzai quando mise una mano negli slip, lui se ne accorse e si fermò
-S-scusa non volevo, pensavo che fossi pronta- disse lui con la voce un po’ tremante
-N-no-non sono ancora p-pronta, spero che tu possa capirmi- dissi io rialzandomi dal letto
-Scusami piccola- disse lui abbracciandomi
-Ora devo andare a casa- dissi io un po’ fredda, mi venne in mente la volta in persi la verginità, era stato con Harry, un anno prima, quel ragazzo aveva aspettato due anni prima di avermi completamente, ma non avrei mai resistito due anni con George, volevo essere completamente sua, ne sentivo il bisogno.
-Lascia che ti accompagni, ti prego- disse lui un po’ triste per come lo avevo appena trattato
-No preferisco fare una passeggiata- dissi accarezzandogli il viso caldo
-E tornerai a casa con solo questa maglia addosso?- disse lui cercando di soffocare le risate
-Ok portami a casa per favore- dissi io accennando un sorriso, sicuramente i miei genitori non c’erano a casa quindi non mi cambiai e rimasi così, presi le mie cose e andai in macchina, poco dopo mi raggiunse anche George. Il tragitto fu come al solito silenzioso, io non lo degnai di uno sguardo, ma sentivo spesso il suo sguardo addosso e non mi dispiaceva affatto.
-Sai, prima ho reagito così perché non sono abituata a farmi toccare, l’unico ragazzo che mi ha toccata così è stato Harry, il mio ex ragazzo, che mi ha mollata due settimane fa circa, forse a te non interessa, ma volevo comunque dirtelo- dissi giocherellando con il tessuto del mio vestito
-Stai tranquilla- disse lui appoggiando la sua mano sulla mia gamba scoperta, arrivammo a casa mia e come avevo immaginato non c’era nessuno, non feci entrare George, semplicemente lo salutai con un bacio sulla guancia e se ne andò, rimasi a guardarlo mentre se ne andava dentro quella macchina nera. Già mi mancava.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Varcai la soglia di casa mia, non c’era una mosca che volava, quella mattina c’era un silenzio strano, di solito quando tornavo a casa ero tranquilla quella volte invece qualcosa mi turbava, come se ci fosse qualcuno che stesse facendo qualcosa di male. Rimasi immobile per qualche secondo, finché non sentii una porta sbattere, sobbalzai al rumore dei passi che si dirigeva verso la porta. Non sapevo dove scappare, ormai era li davanti a me e io non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, alla fine però cedetti ed alzai lo sguardo per vedere chi era quell’uomo che avevo davanti. Era Harry il mio ex fidanzato era completamente ubriaco, infatti riusciva a malapena a tenersi in piedi, mi ricordai di quando gli diedi la chiave di casa mia, non pensavo ce l’avesse ancora.
-Ciao piccola- disse Harry avvicinandosi a me, puzzava di alcol, cercò di abbracciarmi ma mi tolsi, lo odiavo per quello che aveva fatto e di certo non gli avrei per messo di rimanere lì con me.
-Harry vattene, immediatamente, dammi anche le chiavi- dissi io fredda, non volevo avere a che fare con lui
-Devo parlarti- disse lui sedendosi a terra con la schiena contro la porta
-Non ora, sei ubriaco marcio e io non ti voglio parlare- gli porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi per poi farlo uscire, lui mi prese il braccio e mi fece cadere sopra di lui, mi imprigionò tra le sue braccia mentre mi dava dei baci sul collo, io mi dimenavo ma lui era davvero molto più grande e forte di me
-Mollami Harry, vattene, vai dalla tua puttanella- dissi io cercando comunque di liberarmi
-Sei tu la mia puttanella- disse lui alzando solo un angolo della sua bocca, non riuscii a trattenermi, gli diedi una sberla, come si permetteva di darmi della puttana? Dopo tutto l’amore che gli avevo dato mi aveva chiamata puttana? La sua puttana. A quelle parole il mio cuore si fermò per qualche istante, dopotutto pensavo di essere stata importante per lui, evidentemente mi sbagliavo. La sua mascella si tese, mi prese i polsi, i suoi occhi azzurri diventavano blu, quasi neri, era arrabbiato, l’avevo visto poche volte così arrabbiato.
-Non permetterti mai più- mi disse prima di cominciare a toccare violentemente ogni parte del mio corpo, mi lasciai andare sperando che questo lo facesse smettere ma mi sbagliavo, dopo qualche minuto, mi lasciò. Svenne, evidentemente l’alcol aveva fatto finalmente effetto, non l’avevo mai visto così ubriaco e non è stato per niente uno spettacolo piacevole. Non sapevo cosa fare del suo corpo disteso per terra senza forze, comunque tutto avevo passato tre anni della mia vita insieme a lui, mi aveva fatta star bene quindi decisi di portarlo in salotto, che per fortuna era vicino all’ingresso e di distenderlo sul divano. Chiamai George che però non mi rispose, volevo che venisse da me per proteggermi se fosse successo qualcosa quando Harry si fosse svegliato. Non volevo rimanere da sola, ma se avessi chiamato i miei probabilmente avrebbero pensato che anch’io sono una ubriacona e non mi avrebbero più lasciato uscire. Dopo un’ora Harry era ancora sul divano, per fortuna respirava ma soprattutto era ancora senza sensi. George mi chiamò, gli spiegai la situazione e mi rassicurò dicendo che stava arrivando, sapevo che non mi avrebbe delusa.
Suonarono al campanello dopo un quarto d’ora circa dalla telefonata.
-Ehi piccola stai bene?- disse George correndomi in contro
-Ora che ci sei tu si, grazie mille- dissi dandogli un bacio sulla guancia
-Non ti preoccupare, non ti farà ancora del male- disse lui stringendomi, ora mi sentivo protetta, sapevo che potevo contare su di lui.
-Vuoi un caffè, un tè qualcosa?- gli chiesi intanto che aspettavamo che Harry si risvegliasse
-Uhm, un caffè grazie- disse lui mandandomi un bacio volante mentre io mi dirigevo verso la cucina. Chiusi la porta e cominciai a preparare il tè per me e il caffè per George, accessi la radio cercando di dimenticare tutto quello che stava succedendo. La musica era stata fin da piccola la mia migliore amica, mi faceva stare bene, la amavo. Quando le bevande furono pronte preparai un vassoio e appena aprii la porta della cucina vidi George seduto, era abbastanza scioccato, davanti a lui c’era Harry che gli stava parlando, non riuscivo a decifrare il suo sguardo, appena tossii entrambi si girarono verso di me, mi ricordavo bene quegli occhi azzurri, fino a poco tempo fa mi guardavano con dolcezza, ora invece esprimevano rabbia, dolore, frustrazione, ma non importava più erano affari suoi. Guardai invece gli occhi di George, tutti di solito diamo per scontato gli occhi scuri, ma io suoi era talmente profondi che ti potevi perdere, erano brillanti e ti davano sicurezza. Appoggiai il vassoio sul tavolo che divideva i due e guardai George, non riuscivo a capire cosa mi stessero dicendo i suoi occhi, ma erano veramente bui.
-Vuoi qualcosa da bere Harry?- domandai io fredda
-No. Gli stavo raccontando della prima volta che abbiamo fatto sesso, dovrebbe esserne al corrente- disse lui ridendo tra se e se.
-Bastardo- dissi io arrabbiata, stavo per scaraventarmi su di lui, quando George mi fermò, la prima volta era stata uno schifo, l’avevo fatto in un bagno di una discoteca, Harry mi aveva fatta ubriacare e poi a causa dell’alcol ho fatto cose che non avrei mai fatto da sobria
-Stai calma- mi disse George accarezzandomi i capelli
-Ho ancora il video sai?- disse Harry ammiccando
-Ora smettila- intervenì George
-Chi cazzo sei per dirmi quello che devo fare- disse Harry scontroso
-Non voglio che lei stia male- disse George
-Veronica, vieni un secondo in cucina- disse Harry guardandomi negli occhi
-Aspettami qui, non mi farà del male- la seconda parte della frase non era per George, era per convincere me stessa che non mi avrebbe fatto niente. George semplicemente annuì. Quando arrivai in cucina Harry stava guardando fuori dalla finestra, sbattei la porta per attirare l’attenzione e lui si voltò verso di me
-Chi è lui?- disse Harry più tranquillo di prima
-Non sono affari tuoi- dissi io che invece ero più nervosa di prima. Si avvicinò pericolosamente a me, mi prese per un braccio e si abbassò per sussurrarmi qualcosa all’orecchio
-Ti amo- disse Harry, a quelle parole un brivido pervase tutto il mio corpo, come poteva dopo avermi fatto soffrire così tanto dirmi di nuovo ‘ti amo’?  Non gli risposi, ma capì che ero schifata da quell’affermazione, lo accompagnai alla porta.
-Ciao Harry- dissi io mentre chiudevo la porta
-Ti amo, mi rivedrai ancora- disse lui, quando avevo già chiuso la porta sentii un tintinnio provenire da fuori
-Le chiavi, merda- dissi tra me e me, aveva le mie chiavi di casa.
Tornai in salotto, George era ancora seduto sul divano mentre sorseggiava il caffè che precedentemente gli avevo preparato.
-Scusami per tutto questo, io non volevo davvero- dissi io sedendomi vicino a lui.
-Non c’è nessun problema, ora so che non ti devo lasciare andare in discoteca da sola- disse lui sorridendo
-Non hai capito, Harry mi darà ancora dei problemi, e tu stai facendo così tanto per me- dissi io mentre mi sistemavo i capelli.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Non ti preoccupare, le cose non sarebbero mai andate avanti senza qualche imprevisto, me l’aspettavo, stai tranquilla piccola- mi scoccò un bacio sulla fronte, adoro tutte quelle sue parole rassicuranti, mi tranquillizzavano sempre, mi aveva fatto segno di sedermi vicino a lui, mi accarezzò i capelli, ormai sapeva che questo mi tranquillizzava
-Se vuoi puoi venire a stare con me, almeno per un po’- disse George bagnandosi le labbra, i suoi occhi brillavano, erano pieni di speranza, come se sperasse in unsi come risposta.
-Io non lo so George, sono ancora minorenne, come faccio con i miei genitori?- dissi io abbassando lo sguardo
-Oh dai, non dirmi che sono i tuoi genitori il problema, mi pare che tu non sia un gran problema per loro, insomma sei via da praticamente due giorni e non ti hanno nemmeno mai chiamata.- disse George gesticolando come un cretino, era agitato, forse pensava che i miei genitori fossero una scusa, ma non era così, erano comunque le persone che mi avevano messo in vita, non potevo abbandonarli, ma allo stesso tempo avevo tanta paura e sapevo che da George non sarebbe potuto succedere niente.
-E va bene George, aiutami a preparare le borse- dissi io prendendogli la mano e portandolo verso le scale
-Scelgo io cosa ti devi portare via- disse lui facendomi l’occhiolino
-Cretino- dissi io dandogli una leggera pacca sulla spalla. Entrai prima io in camera, era completamente sotto sopra, le tende erano strappate, il letto disfatto, i libri buttati per terra e tutti i miei vestiti gettati in tutta la mia camera.
-George, forse è meglio se non entri- dissi io abbassando gli occhi, delle lacrime stavano minacciando di scendere sul mio viso. Chi diavolo poteva aver distrutto la mia camera? E cosa voleva? Se era stato Harry cosa stava cercando? Gli avevo già ridato indietro tutto quello che mi aveva regalato. Ladri non ne potevano essere entrati perché non avevano rubato niente. Non capivo.
-Perché? Dai fammi entrare, non mi importa se c’è disordine, voglio solo preparare la valigia con te così poi puoi venire da me- mi sorpassò e aprì la porta, si girò verso di me, cercando disperatamente una risposta che non arrivò, le lacrime cominciarono a scendere ininterrottamente sul mio viso, mi accasciai a terra e George rimasi in piedi a guardarmi, entrò in camera ma non lo seguii, rimasi fuori a piangere, dopo un po’ di minuti che George era dentro decisi di vedere cosa stava facendo.
-George, ma hai sistemato quasi tutto- dissi io rimanendo scioccata da quella sorpresa, i libri erano al loro posto, il letto era rifatto e i vestiti erano tutti sopra esso sistemati per bene.
-Allora, ora che almeno i vestiti sono in ordine scegliamo?- disse lui porgendomi la mano, la accettai e mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio al lato della bocca.
-Sei un angelo- dissi io appoggiando la mia testa sul suo petto.
-Ma cosa dici, vai a prendere una borsa- disse ridendo, mentre mi allontanavo mi diede un leggero schiaffo sul sedere, mi girai con una faccia tipo ‘George mi deludi’.
Tornai con un borsone enorme, di solito con quello andavo in viaggio con la mia squadra di pallavolo.
-Perfetto, io ho già scelto cosa ti porterai via, sei un po’ lentina- ammise lui accennando un sorriso
-Oh uff, ho solo cercato una borsa grande- dissi io buttando la borsa a terra
-Bene, ora piega queste maglie mentre io piego i pantaloni- disse lui porgendomi una pila di magliette, era così bravo e gentile, ogni tanto si avvicinava alle magliette piegate che appoggiavo sul letto e me le riapriva per dispetto, adoravo vederlo giocare con me, era proprio un bimbo.
-Abbiamo finitoooo- annunciò lui soddisfatto del suo lavoro
-Ora andiamo- dissi io cercando di andarmene il prima possibile da quella casa. George prese il borsone mentre io chiudevo le finestre e la porta
-Ora sei mia per davvero- disse lui senza guardarmi, era troppo impegnato a guidare
-E tu sei mio- dissi guardandolo, era così bello quand’era concentrato, era bello sempre, ma vederlo concentrato in qualcosa lo rendeva ancora più grande, era responsabile, sapeva quello che faceva e questo mi piaceva. A quella affermazione George sorrise ma non rispose. Arrivammo poco dopo all’appartamento di George.
-Casa dolce casa- dissi io scherzando mentre scendevo dalla macchina. George mi lanciò le chiavi di casa e andai ad aprire mentre lui andava a prendere il mio borsone che aveva messo nel porta bagagli.
Entrata in casa salutai i ragazzi che stavano giocando alla play e andai in camera, mi distesi sul letto e poi pensai di mandare un messaggio a Harry chiedendogli perché aveva ridotto la mia stanza così, mi rispose poco dopo.
-Stavo scopando e la mia biondina era un po’ aggressiva, ha fatto lei tutto quello, è stata una bella esperienza, dovresti farlo anche tu con quel frocio x- 
Questa fu la risposta di Harry, bastardo. Evitai di rispondergli, avrei fatto solo più casino, le lacrime cominciarono a scendere di nuovo, sembrava non volessero smettere, quelle parole mi avevano fatto male, la mia camera era sempre stata un posto dove io e Harry giocavamo, ci scambiavamo baci e stavamo insieme, non significava niente per lui quel posto? George arrivò, e vedendomi piangere gettò a terra il borsone e corse verso di me, mi prese in braccio e mi fece sedere sopra di lui.
-Che succede ancora?- disse lui guardando verso di me, non dissi niente, semplicemente gli mostrai il messaggio che Harry mi aveva appena mandato
-Bastardo- disse lui, mi prese il cellulare e cancellò il messaggio
-Tu non meriti tutto questo, non ti farà soffrire ancora- disse lui baciandomi il collo.
-Grazie, ora andiamo un po’ di la, voglio dimenticare questa giornata- dissi io alzandomi ed invitandolo a seguirmi.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


JJ e Jaymi erano seduti a tavola mentre Josh stava preparando il caffè
-Anche per noi due Josh!- urlò George stringendomi i fianchi
-Va bene- disse Josh alzando il pollice
-Allora ti sei trasferita qui- disse JJ sorridendo
-Solo per un po’- dissi io guardando George
-Per un bel po’- aggiunse George sorridendomi
-Tenete- Josh ci portò i caffè e cominciammo a parlare del più e del meno, del fatto che dovevano trovarsi un lavoro
-Tu Veronica cosa farai?- mi chiese Jaymi
-Io ehm, in realtà sono minorenne dovrei ancora andare a scuola- dissi abbassando lo sguardo, da quando mi aveva lasciato Harry non andavo più a scuola, praticamente non avevo più una vita sociale, avevo perso tutti i miei amici.
-Ow, verrai a lavorare al bar con me, tanto lì non controllano l’età, guardano solo se sei in grado o no- disse JJ, George lo guardò un po’ perplesso, credo che stesse un po’ dubitando del suo amico ma infine sapevo difendermi se mi avesse fatto qualcosa, guardai George e annuii leggermente.
-Va bene, quando cominciamo?- chiesi curiosa a JJ
-Domani mattina dalle 10.00 alle 16.00- disse JJ alzandosi per portare la tazza di caffè nella lavastoviglie
-Ottimo, George mi accompagni tu?- chiesi spostando lo sguardo sul mio angelo.
-Certo, così dopo vado in cerca di un lavoro con il tuo stesso orario- mi stampò un bacio sulla guancia mentre si alzava per portare giù la tazza
-Ohhh, che dolci- sentii dire da Josh e Jaymi, non risposi, sorrisi solo, non mi piacevano quei commenti, ma credo che avrei dovuto abituarmi, la mia vita stava completamente cambiando. Mi alzai e portai giù la tazza, incrocia lo sguardo di George che rimase neutrale, non mi sorrise ma i suoi occhi non esprimevano niente, non riuscii a decifrare quello sguardo, lo vidi andare in bagno e chiudersi dentro.
-Stai tranquilla, è solo andato a farsi una doccia, la fa sempre a quest’ora. Colgo l’occasione per chiederti scusa per l’altro giorno- ero ancora concentrata sullo sguardo di George per ascoltare Josh che si era appena scusato.
-Veronica?- disse lui un po’ preoccupato
-Scusa, cosa stavi dicendo?- dissi io scuotendo la testa per tornare alla realtà
-Ti chiedo scusa per come mi sono comportato l’altra sera- mi disse abbassando lo sguardo
-Volevo solo fare il ‘bullo’ mettiamola così-
-Ah ecco chi mi prendeva in giro, fa niente, ci sono abituata.- dissi io ripensando a quel momento, in effetti non c’ero rimasta molto male, mi prendevano tutti in giro per quel difetto, c’ero abituata.
-Però mi devo ricredere, ieri sera hai mostrato un lato di te molto attraente- disse lui ridendo
-Oh ma sentilo, smettila- dissi io tirandogli una pacca sulla spalla, in fin dei conti era simpatico e gentile
-Ow, vacci piano- disse lui massaggiandosi la spalla
-Scusami- dissi io sorridendogli, bussai alla porta dove George stava facendo la doccia
-Chi è?- disse George
-Veronica- dissi io alzando la voce per farmi sentire
-Entra- disse lui freddo, entrai lui era ancora in doccia andai a sedermi sul water, ovviamente chiuso, rimasi in silenzio aspettando che parlasse ma non lo fece, decisi di non parlare, volevo che fosse lui per primo a spiegarmi quello sguardo.
-Ehi, Veronica- disse sotto voce George
-Si?- speravo stesse per darmi la spiegazione tanto attesa ma mi sbagliavo
-Mi passi l’asciugamano?- disse aprendo leggermente le ante della doccia per tirare fuori il braccio ed indicarmi l’asciugamano
-Certo- risposi un po’ amareggiata, quanto dovevo aspettare ancora? Uscii dalla doccia con l’asciugamano che gli copriva solo la parte inferiore del corpo, era veramente un angelo, la sua pelle era perfetta, le gocce d’acqua che scendevano lungo il suo corpo lo rendevano ancora più bello e i suoi capelli bagnati gli coprivano la fronte, mi avvicinai a lui, volevo solo dargli un bacio, ma lui si allontanò, non riuscii a capire la sua reazione.
-Perché l’hai fatto?- dissi io
-Fatto cosa?- disse George, sapeva di cosa stavo parlando ma preferì comunque evitare
-Lo sai, perché ti sei allontanato? Volevo solo darti un bacio- cercai i suoi occhi per cercare di capire cosa stesse succedendo nel ragazzo di cui mi stavo innamorando, cosa poteva essere successo? E in così poco tempo. La mia mente cominciò a farsi filmini mentali a raffica, non volevo che mi abbandonasse non ora che avevo bisogno di lui, lui mi rendeva così forte, sapevo che c’era lui e quindi non avevo paura, ma se le cose stavano cambiando? Forse si era reso conto che siamo andati troppo velocemente? E se invece non gli piacessi più?

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Forse era meglio se io te rimanevamo come quel giorno in ospedale dove tu non mi sopportavi e io non sopportavo te, almeno fino a prima di vederti dormire, era meglio se non avessi insistito con te- Andò in camera sua ma quella volta non lo seguii, le lacrime minacciavano di scendere sul mio volto, per la terza volta nella giornata e non volevo farmi vedere da nessuno, e soprattutto non da lui. Rimasi in piedi a pensare cosa fare per farmi dare delle spiegazioni o solo per trovare la forza di andare avanti. Mi ero stufata di rimanere lì senza fare qualcosa, sapevo che lui non avrebbe fatto niente, quindi decisi di andare in camera per parlargli e capire cos’era successo, ma lui, lui non c’era, se n’era andato, mi sedetti sul bordo del letto pensando di nuovo a cosa avrei dovuto fare, pensavo che George fosse ancora in casa così rimasi in camera per non vederlo, dovevo riflettere, anche se non sapevo bene su cosa.
-Georgeee- sentii urlare Josh dalla cucina, questo voleva dire che George non era in casa, altrimenti perché lo stava chiamando? Dove poteva essere? Andai in salotto per sapere cos’avesse George e trovai tutti e tre i ragazzi a giocare a carte.
-Dov’è George?- mi chiese JJ
-Vorrei tanto saperlo anch’io- dissi io sospirando, se non sapeva JJ dov’era andato non lo sapeva nessuno, loro due erano migliori amici e si dicevano tutto.
-E’ andato a correre- disse Jaymi alzando lo sguardo dopo aver mescolato le carte
-A correre? Non è da George- aggiunse JJ che mi guardò con una faccia strana come per dire: cos’è successo?
-Si, è successa una cosa- dissi giocherellando con le dita mentre mi sedevo sul divano
-Raccontaci tutto, noi lo conosciamo bene- disse Josh
-Ok, mi fido, prima quando stavamo bevendo il caffè mi ha guardata con uno sguardo strano, non esprimeva nessuna emozione, poi mentre era in doccia sono entrata, volevo sapere cosa significava quello sguardo. Quando poi finita la doccia mi sono avvicinata a lui per baciarlo lui si è allontanato e mi ha detto che era meglio se non ci fossimo conosciuti e poi se n’è andato lasciandomi in bagno-  dissi tutto d’un fiato, era curiosa di sapere cosa pensavano i suoi amici
-Oh merda, è serio- dissero JJ e Josh
-E’ serio, molto serio, ma quando stava per uscire l’ho fermato, stava per piangere, e io non ho mai visto George piangere, non so perché ti abbia quelle cose, ma stava quasi per piangere- disse Jaymi
-Per te- aggiunse JJ
-Non credo stesse piangendo per me, forse era solo un po’ nervoso, oppure lo shampoo gli era entrato negli occhi, si sono sicura, è per quello- dissi io non molto convinta
-Veronica, di certo non convinci noi tre se nemmeno tu sei convinta di quello che dici- disse JJ soffocando una risata, mi aveva scoperta, merda.
-Facciamo così, nascondi la tua roba in camera mia, quando tonerà a casa gli diremo che te ne sei andata come lui aveva detto, ci stai?- chiese Jaymi speranzoso
-Ci sto- dissi io battendogli il cinque. Andai in camera di George e presi il mio borsone che era ancora per terra da quando George poche ore prima l’aveva gettato a terra per venirmi a consolare. Lo portai in camera di Jaymi, mi cambiai e andai a fare una corsetta veloce per rinfrescare un po’ la mente.
Appena fuori di casa infilai le cuffiette e mi abbandonai a quella dolce melodia che le voci dei miei idoli  producevano insieme. Corsi per circa mezz’ora senza mai fermarmi, la musica andava avanti e io mi facevo filmini mentali su quello che sarebbe potuto succedere quella sera con George. Mi sedetti sulla prima panchina che trovai in un parco poco frequentato, notai una figura che avevo già visto venire avanti, era Harry, appena mi accorsi che era lui cominciai a correre cercando di seminarlo e così fu, o almeno così credevo. Corsi ancora per qualche metro girandomi ad ogni passo che facevo per vedere se lui era dietro di me, ma non vedevo nessuno così rallentai, non ero mai stata brava a correre veloce e odiavo farlo, ma per liberarmi dai pensieri mi sembrava una buona soluzione.
-Piccola- sentii il fiatone di qualcuno sul mio collo, sobbalzai, pensavo di averlo seminato ‘cazzo’ pensai tra me e me.
-H-Harry, che ci fai qui?- chiesi guardandolo negli occhi, ancora mi sembrava strano vedere quegli occhi e non potergli dire che li amavo.
-Potrei farti la stessa domanda- disse Harry ammiccando
-Come puoi vedere, correvo- dissi fredda allontanandomi
-Sei così bella quando sei stanca, mi ricordo quando dopo aver fatto l’amore prendevi sonno tra le mie braccia- un sorriso comparve sulle labbra di Harry e anche sulle mie, adoravo stare tra le sue braccia, quando stavamo insieme, ora non più.
-Peccato che sia finito tutto, Harry- dissi quasi cercando di farlo sentire in colpa
-Potremmo riprovarci sai?- disse lui avvicinandosi a me, lo guardai negli occhi ma poi abbassai lo sguardo e mossi la testa facendo segno di no
-Ti va di bere qualcosa?- disse lui
-Perché no- dissi io sorridendo, non mi avrebbe fatto del male ne ero sicura. Entrammo in un bar e ordinammo da bere cominciammo a parlare di quello che era successo a scuola da quando io me n’ero andata. Passò un’ora, un’ora piuttosto piacevole, non avrei mai pensato di poter parlare di nuovo con Harry in quel modo.
-Ora devo tornare a casa, mi staranno aspettando- dissi io alzandomi dal tavolo in cui eravamo seduti, ringraziai Harry e con un cenno della mano lo salutai, mi aspettavo che mi seguisse ma non fu così, mi lasciò andare da sola.
-Permesso- dissi io entrando in casa di George e degli altri tre
-E’ anche casa tua questa-  disse Jaymi ridendo
-Dove sei stata tutto questo tempo? Hai visto George?- disse lui senza respirare
-Calmo, sono andata a correre e no, non ho visto George- dissi io sedendomi su una sedia
-Non è ancora tornato, ormai sono più di due ore che è fuori- disse lui un po’ preoccupato
-Stai tranquillo, sa cavarsela- dissi io sorridendogli, speravo non gli fosse successo niente, poco dopo sentimmo bussare alla porta.
-JJ vai tu- disse Josh
-Che palle- sbuffò il moro
-Ciao George- disse JJ
-Veronica, vai a nasconderti, veloce!- sussurrò Jaymi che mi coprì mentre io andavo in camera sua.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


-Ciao JJ, Josh e Jaymi- disse George trascinando i piedi e sedendosi su una sedia.
-Ciao- dissero in coro i tre
-Come va? Dove sei stato?- disse Jaymi come se fosse la madre tutta preoccupata.
-Oh, sono andato a prendere un po’ d’aria, non stavo molto bene- disse George
-Ow, va bene, hai fame?- disse Jaymi protettivo come non mai.
-No, vado in camera- disse George alzandosi, probabilmente era seccato, non amava essere riempito di domande. Sentii la porta della camera del mio principe aprirsi e chiudersi subito dopo con un tonfo. Potei ricominciare a respirare quando sentii la porta chiudersi, avevo superato il primo ostacolo, ma come avrei fatto a nascondermi per molto tempo? Poco dopo sentii una porta aprirsi e sbattere di colpo, sentii un ragazzo correre verso il salotto, era George, ne ero sicura.
-Dov’è Veronica? Dov’è andata?- disse un ragazzo urlando, riconobbi la voce che era quella di George.
-George, calmati, lei se n’è andata- disse JJ.
-Come se n’è andata? Dove? A che ora? Riesco ancora a raggiungerla?- disse George senza prendere fiato.
-Se n’è andata per il tuo comportamento, non sappiamo dove e no, è partita un po’ di tempo fa, non la raggiungerai mai- disse Jaymi tranquillamente.
-Ormai è tardi- disse George.
-Ma tardi per cosa? Mi vuoi spiegare che è successo?- disse Josh.
-E’ successo che sono pieno di dubbi, sono sicuro che lei potrebbe aiutarmi a cambiare, ma so anche che dovrei correre incontro a molti rischi, ad esempio essere picchiato dal suo ex ragazzo, poi lei è una ragazza così fragile, non credo di poter non farle del male, insomma sapete come sono fatto, non sono il principe azzurro, e ho paura di quello che Harry mi ha raccontato su di lei, e se non fosse quello che sembra? In fin dei conti io la conosco davvero molto poco- disse George, potevo capire dal tono della sua voce che era preoccupato, tutto quello che aveva detto non era vero, io ero quella che gli avevo fatto vedere fino a quel giorno, anche se con Harry mi ero spinta fin troppo oltre non ero sempre stata così. Non doveva avere paura di me e tanto meno di Harry.
-Ti sbagli su di lei, basta vedere come ti guarda, non permetterebbe a nessuno di farti del male, lei ci tiene davvero a te, più di quanto tu ci tieni a lei, credo- disse Jaymi, finalmente qualcuno che ragionava, io ci tenevo davvero a George, lo conoscevo da poco è vero, ma avevo passato dei bellissimi momenti con lui, momenti che non avrei mai dimenticato.
-Forse questa volta ti sbagli- disse George tornando in camera sua. JJ, Josh e Jaymi rimasero in silenzio quando George tornò in salotto.
-O forse hai ragione, come sempre- detto questo tornò indietro e chiuse la porta di camera sua a chiave.
I tre ragazzi mi raggiunsero in camera dove mi diedero il permesso di uscire.
-Che diavolo ha detto il tuo ex a George? L’ha spaventato a morte- disse Josh passandosi una mano tra i capelli
-Non voglio raccontarvelo, è una cosa davvero molto privata- dissi io sedendomi sul letto sussurrando quelle parole per non farmi sentire da George
-Lo scopriremo- disse JJ
-Ho bisogno di una doccia- dissi io
-Non puoi lavarti, George si accorgerebbe di te - disse Jaymi
-La doccia non ha i vetri oscurati?- chiesi io, tutti si guardarono un po’ perplessi
-Si, ma che vuoi fare?- chiese JJ
-Qualcuno deve venire in bagno con me così sembra che sia uno di voi a lavarsi e George non si accorgerà di niente- dissi io facendo l’occhiolino, avevo avuto un’idea fantastica, o almeno a me sembrava esserlo
-Se permettete vado io con lei- disse Josh
-Si meglio, potrei diventare etero se la vedessi nuda- disse Jaymi scherzando, JJ rimase in silenzio, credo che volesse venire lui, ma per non litigare lasciò stare, li mandai fuori dalla stanza per prendere l’intimo e spogliarmi
-Josh sei pronto?- chiesi aprendo la porta della sua camera
-Si andiamo- Josh mi prese in braccio, lo fece per non far sentire i miei passi a George. Entrai in doccia e Josh rimase in silenzio per tutta la durata della doccia, rimasi dentro un po’ perché il tipetto che stava seduto sul water mi aveva detto che stava molto in doccia così cercai di stare il più possibile il che non mi fu difficile, ero abituata a fare docce lunghe e rilassanti.
Uscii dalla doccia in pantaloncini e reggiseno, avevo dimenticato la maglietta.
-Ehm, ho dimenticato la maglia- dissi uscendo dalla doccia e abbassando lo sguardo per non vedere che faccia avesse fatto
-Me ne sono accorto- disse arrossendo leggermente
-Spero di non darti fastidio- dissi io cercando di coprirmi il più possibile con i miei capelli lunghi
-Non lo fai, anzi, hai un bel fisico- disse accennando un sorriso
-Oh tu dici? Io lo odio, guarda i miei fianchi, la mia pancia, le mie gambe, le mie braccia oh insomma, non c’è niente che va in me- ammisi io sospirando, odiavo me stessa, come tutte le ragazze della mia età
-Ma cosa dici smettila, sei bellissima invece, poche persone hanno degli occhi come i tuoi, poche hanno una voce dolce come la tua e poche ragazze hanno il tuo modo dolce di fare. Sei sensibile, insomma adorabile, poi a me il tuo fisico piace, hai le curve giuste- ammiccò lui, in quel momento sentii bussare alla porta del bagno.
-Josh sono io entro- disse George, ‘oh merda’ fu tutto quello che riuscii a dire prima di trovarmi George davanti agli occhi, ero ancora senza maglietta e sicuramente aveva sentito il discorso che io e Josh stavamo affrontando poco prima del suo arrivo. Mi guardò perplesso, speravo solo che non avesse pensato male, sapeva che Josh non era niente se non un amico con cui scambiare qualche parola ogni tanto, sapeva anche quanto ci tenevo a lui. La sua bocca si socchiuse fino a formare una o.
-V-Veronica? C-che ci fai qui?- disse con voce tremante. Diedi uno sguardo veloce a Josh che credo avesse voluto scappare o non trovarsi in quella situazione, proprio come me. Tornai poi a guardare gli occhi profondi del mio piccolo, erano arrossati, aveva pianto e altre lacrime minacciavano di scendere sul suo volto, era un angelo, dico sul serio, ora si mordeva il labbro inferiore mentre si passava una mano nei capelli.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


-Volevo vedere la tua reazione nel caso me ne fossi davvero andata- dissi io abbassando lo sguardo, non riuscivo più a vederlo così, i suoi occhi erano un qualcosa di troppo doloroso per me
-E che ci fai in doccia con Josh? Sei anche senza maglietta- disse lui indicando il mio petto
-Avevo bisogno di una doccia, dovevo rilassarmi sai, mi hai lasciato parecchio perplessa prima, e io e Josh avevamo organizzato un ‘piano’ in modo tale che tu non ti fossi accorto di niente, ma non è andata così- dissi guardando Josh che si era appoggiato ad un muro del bagno
-Ah capisco, Josh puoi andartene ora- disse lui facendogli segno di uscire, quando Josh uscì George si girò e mi fissò senza parlare per qualche secondo prima di afferrare la maniglia della porta e aprirla, lo afferrai per il braccio prima che mi chiudesse, per la seconda volta nella giornata, la porta in faccia.
-Ora mi devi delle spiegazioni- dissi io non lasciandogli il braccio
-Non mi va ora- disse cercando di allontanarsi
-Senti, non voglio perderti e se proprio non vuoi più aver a che fare con me almeno spiegami perché- dissi io, il mio viso cominciò a bagnarsi, le lacrime ricominciavano a scendere, ma perché doveva farmi stare così male?
-Vuoi proprio saperlo? Harry mi ha messo paura, mi ha minacciato e quello che mi ha raccontato su di te non mi è piaciuto, non pensavo avessi anche quel lato, insomma sei così, così diversa in questo momento sembri così fragile, in questi momenti vorrei prenderti e baciarti, vorrei stringerti e dirti che io ci sono per te, ma se non te ne importasse niente? Se fossi quella che Harry mi ha detto? Io ho paura, non voglio correre rischi troppo grandi per un ragazzo della mia età- le sue parole uscirono chiare dalla sua bocca era preoccupato eppure sembrava che non volesse lasciarmi andare mentre parlava la mia mano scese lungo tutto il suo braccio fino ad arrivare alla sua mano, la strinsi e lui fece lo stesso e non la lasciò finché io non allentai la presa. Cosa voleva veramente quel ragazzo?
-Cosa ti ha detto Harry? Io non sono quella ragazza, guardami negli occhi, ti sembro una che fa quelle cose? Ero ubriaca George, ero completamente ubriaca, ti prego credimi- le lacrime continuavano a scendere e le parole uscivano fuori debolmente, quasi come se non sapessi più cosa dire dalla disperazione
-I tuoi occhi sono qualcosa di magnifico, trasmettono energia, felicità i tuoi occhi ridono sempre ma ora no, ora sono tristi, non devi essere triste per quello che sta succedendo, evidentemente non era destino, voglio vederti felice- mentre pronunciava questa parole mi accarezzava il volto e potevo sentire le sue mani tremare.
-Guardali bene, loro hanno paura, senza di te io sarei persa, in questi giorni sei stato il mio punto di riferimento, eri il mio unico pensiero, eri il mio sorriso, eri le mie lacrime, eri la mia voglia di fare, eri tutto. Ti prego, fidati di me se vuoi veramente vedere questi occhi felici, fidati di me, sono diversa da quello che Harry ti ha raccontato, completamente diversa te lo giuro- mentre pronunciai quelle parole guardai per un secondo la sua bocca, si stava mordendo il labbro inferiore, non potei resistere, avvicinai il mio viso al suo fino a quando non mi ritrovai a pochi millimetri di distanza da lui, sentivo il bisogno di baciarlo e così feci, non era uno dei soliti baci che si danno al proprio ragazzo, era uno di quelli d’addio, dove non l’avresti più rivisto, ma non avrei mai lasciato che questo accadesse con George, avevo bisogno di lui. Di staccai dopo qualche minuto, lui non aveva rifiutato il mio bacio, ma mentre lo assaporavo sentivo le sue lacrime scendere sul suo volto e bagnare le mie guance, che cosa significavano?
-George vuoi davvero che me ne vada?- gli chiesi mentre gli asciugavo le lacrime con le dita
-No, e ora baciami come hai appena fatto, ti prego, ho bisogno delle tue labbra, ho bisogno di te, ho bisogno di una ragazza che mi faccia andare avanti, ho bisogno di una ragazza da amare, e io voglio te, non voglio nessun altro, piccola- mi strinse a se come non aveva mai fatto, quel ragazzo poteva sembrare uno dei tipici puttanieri che cambia ragazza ogni sera e diciamocelo, lui poteva permetterselo. Ricominciai a baciarlo, il mio tutto mi aveva dato fiducia, ero completa, tutto quello di cui avevo bisogno per vivere era in quella stanza e mi stava tenendo tra le sue braccia. Mi staccai poco dopo per prendere un po’ di fiato, mi teneva ancora tra le sue braccia, il suo volto ora sembrava più rilassato, credevo che fosse contento di essere li con me.
-Grazie Veronica- abbassò lo sguardo per guardarmi e mi scoccò un bacio sulla fronte, quanto adoravo quei baci
-George- dissi mentre si allontanava dal mio viso. Annuì come per incitarmi a continuare
-Sei la cosa più preziosa per me- dissi io infilando le mie dita tra i suoi capelli mossi, non disse niente, ma vedere le sue guance arrossire era qualcosa di unico, nessun ragazzo era mai arrossito per me, mi fece segno di uscire dal bagno e io me ne andai subito, andai in salotto dove Josh era seduto su un divano, mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
-Grazie Josh- dissi io dandogli un bacio sulla guancia, me ne andai subito senza neanche sentire la sua risposta, mi diressi verso la cucina dove Jaymi stava canticchiando qualcosa, lo abbracciai da dietro
-Grazie Jaymi- dissi stringendolo a me, si girò e mi squadrò dalla testa ai piedi
-Sei ancora senza maglietta, lo sai questo?-  disse ammiccando mi guardai e arrossii leggermente, ma non mi feci tanti problemi, a lui non piacevano le donne
-Fa niente, grazie comunque- dissi io sorridendogli e andando in camera sua per prendere la mia roba e riportarla in camera di George. Lo trovai disteso sul letto con gli occhi chiusi, aveva un sorriso da idiota ed era terribilmente bello. Mi appoggiai allo stipite della porta finché non decisi di parlare
-Sei bellissimo- dissi rimanendo appoggiata, lui aprì gli occhi e si guardo intorno fino a quando mi vide, si alzò e venne verso di me, mi prese per i fianchi e mi alzò
-Tu sei la più bella di tutte- disse abbassandomi e dandomi un leggero bacio sulle labbra, dopo di che mi sedetti vicino a lui sul letto e rimanemmo in silenzio fino a quando il mio telefonò non squillò, era Harry.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


George lesse per primo il messaggio visto che il cellulare era più vicino a lui, finito di leggere a mente prese una pausa e sospirò, gli strappai il cellulare dalle mani, ero curiosa di sapere cosa Harry mi aveva scritto.
-Questo amore sarà la causa della mia morte-
Perché mi aveva scritto quel messaggio? Che cosa voleva dire? Guardai George, stava giocando nervosamente con le lenzuola, vedevo le sue mani tremare, non doveva aver preso bene quel messaggio. Presi coraggio e prendendogli il mento tra le mie mani gli alzai il volto e lo baciai, un bacio veloce, un bacio dato per tranquillizzarlo, quando mi staccai gli sorrisi e lui senza rispondere abbassò lo sguardo, decisi di rispondere ad Harry chiedendo spiegazioni, e così feci. La risposta arrivò poco dopo.
-Ti ho donato il mio cuore molto tempo fa, e non l’ho mai ripreso.-
Ma che diavolo stava dicendo? Probabilmente aveva bevuto o forse era qualche suo amico che voleva farmi uno scherzo. Se era così non l’avrebbe passata liscia, George mi prese il telefono dalle mani e dopo aver letto cercò il mio sguardo, cercava una spiegazione, lo potevo capire dai suoi occhi.
-George..- non mi fece continuare mise il telefono sul comodino vicino al letto e cominciò a parlare, quasi sussurrava
-Che cosa significa questo Veronica?-  disse abbassando lo sguardo
-Io non lo so cosa vogliono dire quei messaggi- dissi sincera io, davvero non capivo che cosa volessero dire, non avevo fatto niente per sentirmi dire questo.
-Sei innamorata di lui? Perché se è così ti capisco- disse mettendomi la mano sulla gamba
-No George- lui sapeva che amavo solo lui, lo sapeva
-Vuoi tornare con lui? So che è meglio di me- perché fai così? Che ti sta succedendo?
-No George- che altro poteva inventarsi?
-E’ il tuo vero amore, dico bene?- ma che diavolo diceva? Stava impazzendo?
-No George, dannazione no! Amo te, voglio stare con te, voglio passare gli anni più belli della mia vita con te, voglio svegliarmi la mattina sentendo il tuo profumo, non quello di Harry, voglio addormentarmi tra le tue braccia George, non le sue. George, io voglio te, non voglio un altro- ero al limite, sarei scoppiata a piangere.
-Capisco- ha detto capisco? Una semplice parola? Che gli sta succedendo? Perché non può andare bene questa volta? Infine quei messaggi non avevano alcun senso, almeno non per me
-Capisco?- chiesi confusa
-Si, mi fido- ok, ha detto che si fida, dovrei essere contenta, anzi, contentissima, ma c’è qualcosa che non va, quelle sue parole non mi trasmettono sicurezza.
-Grazie piccolo- mi avvicinai per dargli un bacio e lui rimase immobile, non capivo se era un buon segno o no ma lasciai stare. Mi alzai e gli porsi la mano per aiutarlo.
-Andiamo, non è un bel momento per stare da soli adesso- mi prese la mano e si alzò e in silenzio andammo in salotto dove gli altri tre stavano guardando un Horror, tipico dei tre.
-Disturbiamo?- chiesi io sedendomi sull’unico divano ancora libero.
-Non disturbate mai, è anche casa vostra- disse Jaymi, era così gentile con me e George.
Rimanemmo in silenzio per tutto il film, avevo paura, come tutte le ragazze, ma cercai di trattenermi senza disturbare George, ogni tanto cercavo la sua mano e ogni volta riuscivo a trovarla ma non c’era una gran considerazione da parte sua, forse era troppo impegnato a guardare il film oppure voleva solo ignorarmi. Poco dopo mi ricordai di non aver ancora risposto a Harry così andai a prendere il cellulare in camera.
-Forse io e te dobbiamo chiarire qualcosa, ci dobbiamo vedere- poco dopo Harry mi risposte
-Quando vuoi x-
-Ti farò sapere- cancellai i messaggi, non volevo che George li leggesse. Tornai in salotto, erano tutti concentratissimi, erano da foto, erano tutti così carini. Tornai a sedermi e aspettai la fine del film, un’esperienza orribile, non avrei più guardato film Horror da sola, si c’era George, ma per tutto il film non mi aveva minimamente badata.
-Bello, sono soddisfatto, mi è piaciuto un casino, ne guardiamo un altro, vi va?- JJ e le sue pessime idee, un altro film Horror? MAI.
-No, ora è meglio se andiamo a dormire- propose George, oh si, bravo piccolo, tu si che hai avuto un’ottima idea.
-Si ha ragione George- aggiunsero poi Josh e Jaymi. Perfetto.
-Io rimango a guardare un po’ di TV, spero di non disturbarvi- dissi io distendendomi sul divano
-Ti vieni a letto con me, subito- George mi prese in braccio e mi portò in camera, ma che ha quel ragazzo? Non è normale.
-Se proprio insisti.- sentii una risata, sicuramente erano gli altri tre, chi altrimenti.
Mi fece sedere sul letto e si sedette vicino a me.
-Hai un pigiama?- mi chiese tranquillo
-Si- mi alzai e andai a prenderlo dalla borsa che avevo portato prima nella sua camera
-Voglio che ti metti una mia maglia, sei dolce- si alzò e aprendo un armadio tirò fuori una canottiera verde. Mi piaceva tantissimo, ma mi stava enorme
-Ma se mi sta enorme, mi fa ancora più grassa di quello che già sono- dissi guardandomi allo specchio girando su me stessa
-Non dire così, è solo larga, le cose larghe ti rendono tenera- mi strinse i fianchi, quanto mi mancava sentire il suo corpo che teneva al sicuro il mio
-Meglio dormire ora- mi allontanai da lui e andai sotto le coperte, lui mi raggiunse poco dopo, si avvicinò a me e mi cinse i fianchi facendo congiungere i nostri corpi caldi.

NOTA DELL’AUTRICE:
Allora che ve ne pare? Ddddio, a me piace da morire lo ammetto ahah.
Devo dire che non so perché il comportamento di George sia così ma boh, ma così ha voluto la mia mente. Sono così dolci però asdrft. Vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate, recensite in tante vi pregooo.
Un bacio x 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


-Buongiorno piccola- ero già sveglia da un po’, ero un po’ preoccupata per Harry. George mi baciò la fronte e mi strinse a se.
-Buongiorno George-  dissi io stropicciandomi gli occhi
-Stanotte ti ho sognata- disse George, non sembrava molto contento.
-Che hai sognato?- chiesi interessata al sogno.
-Eravamo in spiaggia, era notte, stavamo festeggiando e mentre io mettevo la legna nel falò ti hanno portata via- quasi sussurrò quelle parole, come se gli facesse male dirlo.
-Non succederà mai piccolo, mai te lo giuro- lo accarezzai, lo sentii sospirare, era preoccupato
-Non ci pensare più- dissi infine io lasciandogli un leggero bacio sulle labbra
-Va bene piccola- disse mentre si stiracchiava. Mi alzai dal letto e andai in cucina, volevo preparargli la colazione, non facevo mai niente di carino per lui.
-Ehi ma dove vai?- mi chiese George urlando dalla sua stanza
-Stai tranquillo, rimango a casa, stai a letto- dissi io ridendo, era così protettivo, e io lo adoravo.
-Fai veloce, mi manchii- urlò dalla camera. Preparai due tazze di caffè e due brioche una al cioccolato per me e una alla crema per lui, misi tutto in un vassoio e andai in camera.
-Tesoro- attirai la sua attenzione, era in piedi davanti alla finestra con le braccia incrociate, quando si girò potei vedere nei suoi occhi un po’ di tristezza.
-Ho portato la colazione- vidi un sorriso apparire sul suo volto, si distese sul letto e io misi il vassoio su un comodino e lo raggiunsi, appoggiai la schiena sullo schienale del letto mentre sorseggiavo il mio caffè e ogni tanto mangiavo un po’ della brioche.
-Che facciamo?- chiesi io mettendo le tazze sul vassoio
-Non mi va di uscire, voglio stare con te, giocare alla play, stare con te e fare le coccole- disse lui abbracciandomi e dandomi un bacio sulla fronte
-Ma io ho voglia di andare a fare una passeggiata- quando mi mettevo ero una testarda.
-Ti prego Veronica, non fare la bambina, per oggi possiamo stare a casa- sembrava quasi scocciato, ma non avevo intenzione di mollare.
-Io vado a camminare, tu fai quel che vuoi- mi alzai dal letto con il vassoio in mano e mi diressi verso la cucina quando un braccio mi circondò la vita e non potei far altro che fermarmi, mi girai e mi accorsi che George era più nervoso del solito, appoggiai di nuovo il vassoio nel comodino che stava alla mia destra e gli circondai il collo con le braccia e appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
-George, che c’è che non va?- chiesi quasi sussurrando
-Beh, tutto non va, tu sei diversa, adesso c’è Harry che sta facendo dei casini e io, beh io non so che cazzo ho, ma non posso nemmeno pensare a te con qualcuno che non sia io, ed è per questo che voglio stare a casa con te- sentii la mano di George stringere la mia maglietta e sospirare
-Io non sono diversa, è solo che ultimamente litighiamo sempre e io ci sto male- mentii, ero diversa per colpa di Harry, ero preoccupata.
-Non litighiamo più, te lo prometto. Non ce la faccio più a vederti così- mi prese il viso tra le mani e mi lasciò dei baci sul collo
-Cancelliamo questo brutto periodo, va bene?- sorrisi debolmente
-Non voglio cancellare nessun momento passato con te- mi strinse a se come mai aveva fatto prima
-Sei dolce- sorrido e riprendo il vassoio portandolo in cucina, George nel frattempo era tornato in camera, si era rimesso sotto le coperte e aveva chiuso gli occhi. Mi fermai ad osservarlo per qualche secondo prima che si accorgesse della mia presenza
-Vieni qui e fatti coccolare- disse senza aprire gli occhi, era dannatamente bello, con quel suo sorriso che mi toglieva il respiro, quei suoi capelli che non avevano una vera e proprio forma e quando si distendeva a letto andavano in giro per tutto il cuscino. Mi sedetti ai bordi del letto, senza avvicinarmi a lui, in quel momento non avevo voglia di coccole, ma magari dopo sarei riuscita a convincerlo ad uscire, si alzò e mi spostò i capelli da un lato baciandomi il collo e stringendomi la vita con l’altro braccio.
-Amo il tuo profumo- disse abbracciandomi, sorrisi anche se lui non poteva vedermi visto che ero ancora girata di schiena, mi distesi a letto e lui si distese accanto a me e mi prese la mano.
-Sai, nessuna ragazza ha dormito per più di due notti in questo letto, con me- disse
-George..- lo interruppi, ma non riuscii a concludere la frase.
-Lasciami finire, con questo voglio dire che tu sei più importante di tutte le altre, e voglio che con te duri, anche per sempre- disse infine dandomi un leggero bacio sulla guancia
-E io che pensavo fosse qualcosa per vantarti di esserti portato a letto tante ragazze, sei gentile, grazie- lo abbraccio, sembrava sincero e io mi fidavo di lui
-Piccola vorrei stringerti a me in qualsiasi momento, farti sapere che io farei qualsiasi cosa per te, qualsiasi davvero. Io sto male quando ti vedo triste, lontana da me. Quindi ti prego, se c’è qualcosa che non va parliamone.- sussurra sfiorandomi le labbra
-Va bene, prometto che d’ora in poi sarò sempre sincera con te- mentivo ancora, non gli avrei mai parlato di Harry, o almeno non ora, mi sentivo una stupida a non dirgli la verità, ma non volevo rovinare tutto di nuovo.
-George, adesso ti va di andare a fare una passeggiata?- chiesi alzandomi dal letto
-Mmh, okay- disse scocciato, sapevo che lo faceva solo per me.
-Vado a prepararmi- gli lasciai un bacio sulle labbra e mi alzai prendendo tutto il necessario per farmi una doccia dal borsone. Andai in bagno e cercai di fare il prima possibile, in 15 minuti avevo finito tutto, uscii dalla stanza e trovai George seduto per terra davanti la porta del bagno.
-Ma che ci fai qui?- quel ragazzo sapeva come sorprendermi e lo faceva sempre, non potei far altro che ridere a quella vista così ridicola
-Ti aspettavo e siccome mi piace sentirti cantare mi sono seduto qui- mi sorrise e si alzò prendendomi i fianchi e spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio
-Che imbarazzo, andiamo?- sorrido dandogli un bacio sul naso
-Andiamo- mi prende per mano e esce di casa, camminammo in silenzio per un po’ di minuti fino a quando non vedo in lontananza un ragazzo piuttosto alto, assomigliava ad Harry.
-Senti, hai voglia di un gelato?- attirai l’attenzione di George
-Mmh, si perché no- raggiungemmo una gelateria vicina al parco e mentre George prendeva i gelati colsi l’occasione per scrivere un messaggio ad Harry chiedendogli dov’era. La risposta come al solito non tardò ad arrivare, diceva di essere nel parco dov’eravamo noi prima così gli chiesi di ignorarmi se mi avesse visto passare con George e lui non mi rispose.
-Tieni- George mi porse il gelato e insieme camminammo verso il parco chiacchierando del più e del meno poi dopo circa dieci minuti mi accorsi che Harry era seduto su una panchina non lontana da noi e ci stava osservando.
 
NOTA DELLA LETTRICE:
Ok, scusate davvero se non ho aggiornato prima, ma non riuscivo a scrivere niente di sensato. Vi chiedo scusa per questo capitolo che mi fa parecchio schifo, l’ho scritto male e non ho spiegato bene quel che succede ma sinceramente a l’una di notte non mi va di scrivere ancora, mi dispiace. Comunque tutto spero che il continuo della storia vi piaccia, spero di continuare presto e di scrivere un capitolo migliore. Colgo anche l’occasione per ringraziare tutte le ragazze che ultimamente hanno recensito questa storia, siete tutte dolcissime e se non fosse per voi probabilmente avrei già cancellato la storia.
Un bacio x

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