La Malinconia di Azusa Nakano di skullrose (/viewuser.php?uid=123683)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno ***
La malinconia di Azusa Nakano cap 1
La
malinconia di Azusa Nakano
Era da molto che non scrivevo, sia perché avevo
perso interesse, sia per altri motivi, questa storia è uscita di getto
stanotte, dopo aver visto un commento lasciatomi sull’altra mia storia scritta,
sempre sulla coppia Yui e Azusa, spero di aver fatto un buon lavoro e grazie a
quanti leggeranno.
Una ragazza dai lunghi capelli neri legati in due
code, camminava verso l’aula del club di musica leggera, stringeva
svogliatamente la fibbia della custodia della chitarra, pensava nuovamente a
quel sogno, anche quella notte l’aveva fatto, era un mese che faceva lo stesso
sogno, era sempre lo stesso tutte le volte.
Nel suo sogno, c’era Yui, la fonte dei miei mali, come diceva nei momenti di rabbia, che
parlava con un’altra ragazza e le dava le stesse attenzioni che riservava solo
a lei, non capiva il motivo del sentimento di gelosia che si era insinuato in
lei, dopotutto non provava quel tipo di cose per Yui, o forse no?
Era arrivata all’aula del club senza accorgersene,
stava per entrare quando dalla stanza aveva chiaramente sentito la voce di Yui,
sembrava titubante, non riusciva a sentire chi c’era con lei e questo, ancora
non lo sapeva, l’avrebbe resa ancor di più gelosa; non voleva entrare, se ne
restava lì sulla porta, con la mano a mezz’aria a pensare cosa fare.
Intanto sulle scale erano comparse le teste degli
altri membri del club, Ritsu stava come al solito spaventando a morte Mio che
cercava riparo dietro Mugi persa nei suo mondo fatto di chissà quali
meraviglie, visto anche il suo sguardo estasiato –nessuno sapeva che in realtà
Mugi fantasticava su di loro e i loro atteggiamenti-.
“Azusa”
“Ah, Mio-senpai, Ritsu-senpai, Mugi-senpai,
buongiorno”
“Cosa fai dietro la porta?”
“Sono appena arrivata”
Non era brava a mentire, ma sperava che le altre
non le facessero domande, intanto dall’interno della stanza, Yui si era
ammutolita, aveva chiuso velocemente il cellulare e l’aveva spento, sapeva che
Azusa si sarebbe arrabbiata, la ragazza odiava i cellulari accesi quando erano
nel club.
Entrando nella stanza, trovarono Yui seduta vicino
al banco in agonia che reclamava troppo forzatamente, la sua torta, nemmeno lei
era brava a fingere e questo le altre lo sapevano, ma per qualche strano
motivo, nessuna disse niente, nemmeno Azusa che era rimasta in silenzio quando
Yui non l’aveva degnata di uno sguardo.
“Preparo il tè”
“Per me no grazie, io vado via, non mi sento molto
bene”
“Azusa è successo qualcosa?”
“Eh? No, niente Yui-senpai”
Da
quando Yui-senpai mi chiama solo per nome?!
Ignorando quello che aveva detto Yui, aveva lasciato
l’aula del club e la scuola, sulla via di casa, continuava a pensare alla
situazione, non riusciva nemmeno a nascondere la delusione che ha provato
quando Yui non l’aveva guardata, eppure continuava a non capirne il motivo, il sogno,
lo strano comportamento della ragazza, erano tutte cose che le facevano male,
che la facevano sentire malinconica.
Le ragazze che invece erano rimaste a scuola,
guardavano Yui in modo strano, in linea generale, sapevano cosa provasse la
ragazza nei confronti della più piccola, o meglio, sapevano che provava un
grande affetto, ma quella reazione così priva di sentimento aveva spiazzato
anche loro.
“Yui cosa succede?”
“Niente”
“Ecco il tuo tè”
“Grazie Mugi-chan ma mi è passata la voglia”
Senza farsi notare dalle altre, Mugi aveva sospirato
a quella reazione, sapeva cosa stava architettando la ragazza, era qualcosa di
meraviglioso e strepitoso, anche se lei non l’approvava del tutto, ma era
qualcosa che solo Yui era capace di fare.
Intanto, Azusa, era tornata a casa, stringeva al
petto la sua chitarra, aveva voglia di suonare, di suonare con le altre e con
Yui, voleva sentire le stonature della ragazza ogni volta che cantava, voleva
vederla andare in confusione mentre dimenticava di suonare o di cantare, quando
provavano la nuova canzone, non capiva cosa ci trovasse in lei, era sbadata,
goffa e pigra, tutte cose che andavano in contrasto con il suo modo di essere
sempre così impeccabile, così… come
Azusa, sono solo Azusa, non posso fare altro che essere me stessa, sempre arrabbiata,
sempre frustrata a causa sua della sua immaturità!
Quando era in quello stato, odiava Yui con tutto
il cuore, voleva vederla solo per dirle quanto le faceva male il suo stupido
modo di fare, urlarle quanto le faceva male dirle quelle parole, ma non ci
riusciva, non ne aveva il coraggio, per questo taceva e per questo quel sogno
la perseguitava.
Azusa
era dietro la porta del club di musica leggera, stava per entrare quando aveva
sentito la voce di una ragazza urlare “Yui ti amo!”, le si era fermato il
cuore, temeva di morire, le sue gambe erano diventate molli e cedevoli, tanto
da farla cadere in ginocchio con un tonfo, il rumore faceva uscire Yui e una
ragazza che lei non aveva mai visto. Yui sembrava imbarazzata, ma non si era
avvicinata per vedere come stava, semplicemente si limitava a guardarla
dall’alto in basso stringendo la mano di quella ragazza che la guardava
trionfante.
Ogni mattina si alzava madida di sudore a causa di
quel sogno, era diventata una tortura, una fonte di disperazione, lei era
sicura di non volere Yui in quel modo, ma non voleva che quella sbadata pigrona, desse ad altre le
stesse attenzioni che riservava solo a lei; certo ormai sapeva che Yui amava
incondizionatamente tutti, è strano come
io sembri un gatto e, lei un cane, qualsiasi persona le da attenzioni o del
cibo, lei scodinzola urlando che le vuole bene o che vorrebbe sposarla, senza
rendersi conto che io, Azu-nyan, come lei mi ha chiamato, soffro, e stringo i
denti fingendo indifferenza come fanno i gatti.
Anche quella notte il sogno
si era ripresentato, sempre uguale, sempre le solite cose, ormai sapeva come
sarebbe andata a finire, e come sempre quella mattina si era svegliata sudata e
arrabbiata, più delle altre volte, era arrivato il momento di mettere fine a
quella storia e l’avrebbe fatto lei stessa.
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Capitolo 2 *** Capitolo due ***
La malinconia di Azusa Nakano cap 2
Capitolo
due
Quella mattina, nel club di musica leggera, si
respirava aria di tempesta, non per via del tempo, ma dell’umore di due ragazze
del gruppo, Yui se ne stava in disparte con la testa poggiata sul banco
fantasticando su chissà cosa, Azusa guardava Ton-chan che nuotava senza darle
retta, le altre, fatta eccezione di Mugi, erano preoccupate. Mio aveva cercato
più volte di parlare con Azusa ma la ragazza sembrava restia a confidarsi,
Ritsu neanche a dirlo, non si era neppure sforzata di parlare con Yui, credeva
fosse inutile parlarle, era sempre persa nel suo mondo in quel periodo, e se a
lei stava bene così, chi era Ritsu per dire qualcosa?
Alla fine della scuola, Azusa non aveva trovato il
coraggio di parlare apertamente a Yui, le altre se ne erano andate da diversi
minuti, restavano solo loro, ma sembrava che a Yui non importasse, eppure non
si era mai comportata così.
Sono
qui! Guardami ti prego, ho bisogno di sapere che per te esisto!
“Azusa…”
“S-Sì?”
Doveva controllarsi, non voleva mostrarsi
preoccupata o arrabbiata, doveva mantenere la calma.
“Se ti dicessi che esco con qualcuno come la
prenderesti?”
Voleva morire, voleva scappare da quella stanza
improvvisamente troppo stretta e fuggire lontano, in un posto dove nessuno
potesse trovarla, dove Yui non l’avrebbe raggiunta. Le sue gambe erano
diventate molli come nel suo sogno, si era mantenuta alla sedia per evitare di
cadere cercando di riprendere fiato, non si era accorta che dopo quella
domanda, aveva smesso di respirare.
“Non vedo dove sia il problema, sono contenta che
hai trovato un ragazzo”
“È una ragazza”
È
lei, quella del sogno, sono sicura!
“Continuo a non vedere il problema”
“Sapevo che avresti capito”
Eppure c’era qualcosa che non andava, non era
felice, Yui aveva detto quelle cose in modo fin troppo annoiato, come se non
fosse necessario parlare con lei, solo che Azusa non sapeva che le sue risposte
avevano ferito Yui più di ogni altra cosa.
Senza aggiungere
altro, Azusa aveva lasciato il club non ripresentandosi le settimane successive,
voleva stare da sola a pensare, le altre le avevano mandato diversi messaggi,
ma lei non aveva risposto, persino Ui era preoccupata, sia per lei, sia per sua
sorella, diceva che si rinchiudeva in camera a piangere e quando andava in
classe per parlarle non c’era mai.
“Ui, Yui-senpai ha la
ragazza!”
“Non è possibile!”
“Me l’ha detto, ha
detto che esce con qualcuno”
“Onee-chan che esce
con qualcuno? Non ci credo”
Sembrava sul punto di
svenire.
“Calmati Ui, magari
non è vero niente!”
“Spero per te che sia
così”
Non aveva capito bene
il senso della frase, ma aveva deciso di non chiedere spiegazioni, era troppo
stanca, da quando Yui le aveva parlato, non era più riuscita a dormire per più
di qualche ora a notte, si aggirava per i corridoi della scuola senza vita,
sembrava un fantasma, più volte Mio era andata a trovarla ma lei rifiutava di
parlarle, le piaceva Mio, era una brava persona, anche se s’impicciava troppo.
Mentre usciva dalla
scuola, aveva visto Yui correre incontro a una ragazza, non sapeva chi fosse,
aveva la divisa della loro scuola, ma lei non la conosceva, le sorrideva
radiosa, l’abbracciava e… non osare baciare
Yui-senpai!
Una rabbia
incontrollabile era nata in Azusa, la gelosia era diventata qualcosa
d’insopportabile, senza rendersene conto era corsa da Yui e quella ragazza che
continuava ad amoreggiare con lei.
“Togli le mani da
Yui-senpai!”
“A-Azusa…”
“No, Yui-senpai,
stammi a sentire, ho sopportato per troppo tempo, ho sopportato tutto, e tu
cosa fai? Esci con una che non ti conosce come ti conosco io!”
“Azusa calmati!”
“No! Non voglio, mi
hai profondamente ferita Yui-senpai, ormai ne ho abbastanza!”
Senza aspettare la
reazione delle due ragazze, Azusa era corsa via in lacrime, non le importava
più niente, il suo viso era rosso per la vergogna, non credeva di arrivare a
dire quelle cose, ancora non capiva la gelosia smisurata che provava nel vedere
Yui con quella ragazza.
Entro sera, tutto il
gruppo sapeva cosa fosse successo tra Yui e Azusa, Mio e Ritsu si erano
precipitate a casa della ragazza per convincerla a parlare, Mugi invece, era da
Yui.
“Yui-chan...”
“Mugi-chan, cos’ho
sbagliato?”
Era a pezzi, aveva
pianto da quando aveva lasciato la scuola, Himeko le aveva retto il gioco,
aveva architettato tutto quello solo per dare ad Azusa il coraggio necessario
per dichiararsi eppure non aveva funzionato, si sentiva vuota e si odiava per
aver fatto soffrire la ragazza.
“Dovresti andare a
parlarle”
“Mai, non voglio più
parlare con lei!”
“Azusa, si può sapere
cosa succede?”
“Non lo so, questa,
questa cosa mi spaventa, mi batte forte il cuore quando vedo Yui-senpai, quando
ride, quando mi abbraccia, vorrei che il tempo si fermasse, che mi permettesse
di guardare sempre il suo viso per perdermi nei suoi occhi!”
“Ti sei innamorata”
Per la prima volta
Ritsu aveva parlato, aveva ascoltato e osservato abbastanza per capire cosa
stava succedendo, non voleva intromettersi, sapeva cosa succedeva quando gli
amici provavano a forzare gli eventi, era successo anche tra lei e Mio, solo
che quella volta fu Sawa-chan-sensei ad intromettersi e la cosa non le era
piaciuta per niente.
“Azusa, per il bene
del club di musica leggera, devi chiarirti con Yui!”
“No!”
“Ascolta, so che è
una stupida, ottusa e sciocca ragazza, ma cerca di sentire cos’ha da dire, non
dovremmo nemmeno metterci in mezzo, non dovremmo nemmeno essere qui!”
“Ritsu!”
“No Mio, è così,
ricorda cos’è successo quando Sawako ha forzato le cose tra me e te!”
Mio sapeva a cosa
Ritsu si riferisse, non era nemmeno per lei un bel ricordo, non negava di dover
un favore a Sawako-sensei, da una parte la ringraziava per aver aiutato lei e
Ritsu e stare insieme, ma dall’altra avrebbe preferito avere un po’ più di
tempo per riflettere.
“Questa volta Ritsu ha
ragione Azusa, parlale, vai da lei”
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Capitolo 3 *** Capitolo tre ***
La malinconia di Azusa Nakano
Capitolo tre
Quella mattina Yui e
Azusa si erano incontrate molto presto nell’aula del club, non c’era ancora
nessuno a scuola, né Sawa-chan-sensei, né le altre si sarebbero presentate
all’improvviso, Azusa teneva gli occhi fissi sul pavimento, mentre Yui guardava
fuori dalla finestra.
Guardami
per Dio! Guardami!
Parlami,
ti prego!
Passarono diversi
minuti in silenzio, era un silenzio opprimente, non lasciava presagire nulla di
buono, eppure, nessuna di loro voleva interromperlo, in qualche modo, quel
silenzio, era un luogo sicuro per entrambe.
“Yui-senpai!”
“Azusa!”
Avevano rotto il
silenzio insieme, quando volevano, sapevano essere perfettamente sincronizzate,
per un momento, solo per una frazione di secondo, stavano per mettersi a
ridere, ma entrambe, si erano rese conto che non era il momento adatto; Azusa
aveva trovato gli occhi seri e determinati di Yui, era la prima volta che Azusa
la vedeva così, e il suo cuore era crollato per quegli occhi così duri, così
profondi, le sembrava di annegare in quel mare sconosciuto che era la mente
della ragazza che lentamente si stava avvicinando a lei.
“Azusa –si era
inginocchiata- ti chiedo di perdonarmi!”
“Eh?”
“So di essere una
stupida, un’irresponsabile, una persona che non combinerà mai nulla di buono,
ma ti prego, perdonami, non volevo farti del male!”
“Y-Yui-senpai, alzati
per favore…”
“No! So di averti
ferita, di averti fatto piangere e questo mi distrugge, tu sei il mio piccolo
angelo, sei il mio tesoro speciale, qualcosa che avevo giurato di non ferire…”
Ormai Yui non
tratteneva più le lacrime, sentiva che il peso che si era portata dietro per
troppo tempo se ne era finalmente andato, ormai era libera, non le importava
cosa sarebbe successo dopo, voleva solo che Azusa conoscesse i suoi sentimenti,
che sapesse una volta per tutte la verità.
Azusa era rimasta
immobile, non si aspettava una reazione simile, ormai non aveva più dubbi su
quello che provava per Yui, tutto l’odio, tutta la frustrazione, tutto ciò che
aveva provato in quei giorni, era sparito, anche lei aveva cominciato a
piangere.
“Yui-senpai... ti
prego…”
*
Yui e le altre si
erano ormai diplomate, Azusa restava sempre in contatto con loro, le aveva pure
invitate al suo concerto per il diploma con il nuovo club di musica leggera,
Azusa era cambiata, dopo quel pomeriggio dell’anno prima, non era più la
stessa, presto si sarebbe diplomata e avrebbe mantenuto la promessa.
La sala era piena di
gente, Yui, Mio, Ritsu e Mugi sedevano in prima fila, Yui era in trepida
attesa, non vedeva Azusa da molto, il tempo che passavano al telefono non
bastava, anche lei era cambiata da quel giorno, ora era una persona migliore.
L’enorme tendone
rosso si era aperto rivelando un gruppo di ragazze imbarazzate ma impazienti di
cominciare, Azusa era al centro, guardava tutta la sala, cercava le altre, ma
soprattutto cercava gli occhi di Yui, quegli occhi che per tanto tempo aveva guardato
prima di ogni concerto.
Yui-senpai,
ascoltami!
“Like Like Like HAATO ga
Love Love Love dakede ippai ni naru kara
ii...ka??......na!? […]
Thank you, so much!
anna KIMOCHI konna KIMOCHI uketotte shiawase na KIMOCHI
kaeseru hito ni naritai
SUTEEJI hidarigawa itsudatte iru kara
PINCHI no toki wa tayotte kudasai
egao ga atarimae mimi ga KYUN kokoro KYUN te naru yo
datte konna ii nakama da mon
acchi demo kocchi demo tooku tooku
doko e datte yukeru hoshi ga kagayaku sono saki e
[…]”
Alla fine della
canzone, l’auditorium, era esploso in un boato di applausi e fischi e urla dei
presenti, anche Mio, Ritsu e Mugi erano in piedi e battevano le mani, Ritsu
faceva un gran fracasso fischiando e Mugi e Mio cercavano a stento di
trattenere le lacrime, quella canzone in parte, era anche per loro, per tutto
quello che avevano fatto per lei.
Yui non era però tra
la folla urlante e schiamazzante, era davanti al palco, teneva in mano uno
splendido mazzo di rose rosse, guardava ammirata Azusa che sembrava brillare di
una luce nuova, la sala si era ammutolita davanti a quella scena,
Sawa-chan-sensei aveva chiesto il silenzio assoluto, sapeva cosa voleva fare la
ragazza e l’aveva aiutata.
“Azu-nyan, grazie per
le parole della canzone, adesso che anche tu ti sei diplomata, puoi mantenere
la promessa che mi hai fatto un anno fa!”
“Yui-senpai…”
Le lacrime scendevano
copiose dal volto di Azusa, Yui era cambiata, l’aveva notato prima ancora che
la ragazza salisse sul palco con quei fiori, era felice, i suoi occhi luccicavano
per la commozione.
“Vorrei che tutti
ascoltaste cos’ho da dire!”
Azusa aveva
richiamato l’attenzione, anche se non era necessaria, dell’auditorium.
“Yui-senpai, no, Yui,
quest’anno mi sono impegnata per diventare una persona migliore, una persona capace
di poterti sopportare in qualsiasi momento, capace di sopportare ogni cosa…
Yui-senpai dichiaro davanti a tutta la scuola, di essere innamorata di te!”
Era la dichiarazione
che Yui aspettava, mentre tutta la sala esultava e qualche ragazza urlava per le
sue parole, Yui si era avvicinata al volto arrossato di Azusa, le aveva baciato
delicatamente una guancia e poi si era avvicinata al microfono.
“Anch’io ho qualcosa
da dire, per chi non mi conoscesse, sono Yui Hirasawa, mi sono diplomata qui lo
scorso anno, ho sempre passato molte delle mie giornate al club di musica
leggera senza mai capirne a fondo il vero valore, oggi sono qui dopo un anno
per mantenere una promessa fatta ad Azusa”
Si era inginocchiata,
sapeva che quel gesto poteva voler dire solo una cosa, una cosa che lei non era
ancora pronta a fare, ma era necessario.
“Azusa, vuoi venire a
vivere con me? T’impegnerai a sopportarmi come hai sempre fatto? Io sono
cambiata molto nell’ultimo anno, sono diventata migliore per poterti stare
accanto e poterti dare ciò che hai sempre desiderato, Azusa Nakano, io ti amo!”
Le urla si erano
fatte più forti e prorompenti, Mio, Ritsu e Mugi si erano lasciate trasportare
dalla folla urlante tanto da fischiare anche loro e urlare in coro “bacio,
bacio, bacio”.
Sotto gli occhi di
tutti, le due ragazze avevano suggellato l’inizio della loro nuova vita insieme
con un bacio.
La canzone presente
nella storia è Joyful Todays, character song di Azusa, la traduzione del testo
è tranquillamente reperibile in rete o sul sito animelirycs, ho voluto usarla
perché mi sembrava adatta, come testo, alla storia che ho scritto. Era da molto
che non scrivevo una storia completa e la pubblicavo, credo che dopo questa,
forse potrò tornare a terminare qualche storia senza cancellarla prima, grazie
a chi inserirà la storia nei preferiti/ricordati/seguiti e chi leggerà senza
commentare.
E un grazie speciale
a Gumi Megpoid, se non fosse stato per la sua recensione all’altra mia storia
su K-On, probabilmente questa non sarebbe nata XD
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