write me a song

di heihemmo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Direzione Sidney. ***
Capitolo 2: *** Sole e mare. ***
Capitolo 3: *** Dolci serate. ***
Capitolo 4: *** Up all night. ***
Capitolo 5: *** La casa sull'albero. ***
Capitolo 6: *** Non mi abbandonare. ***
Capitolo 7: *** Brutti sogni. ***
Capitolo 8: *** Bentornata. ***



Capitolo 1
*** Direzione Sidney. ***


Erano  le 10 di mattina quando la sveglia suonò. Sentivo l'estate che già percorreva tutto il mio corpo. Accesi la radio e le note di "Thrift shop" occuparono le mie orecchie. Era la mia canzone preferita ormai da mesi e non mi stancavo mai di ascoltarla. Iniziai a ballare mettendo a posto la mia cameretta. Passai circa mezz'ora a riordinare il disordine che c'era nella stanza: vestiti buttati sulla sedia, libri sparsi per terra, pacchetti di patatine finite sulla scrivania e chi più ne ha più ne metta. Dopo aver finito scesi in cucina per mangiare la mia solita mela. Al mattino mi piaceva stare leggera. Mentre finivo di spolpare il frutto, mia madre entrò in cucina con un bellissimo sorriso stampato in faccia che andava da un orecchio all'altro. «Buongiorno tesoro!» «Ciao mamma, come mai sei così...così allegra?» chiesi curiosa «Ha chiamato tua zia...» «...zia Maria?» la interruppi con un espressione scocciata «No. Zia Chloe! Le piacerebbe se andassi a trovarla a Sydney quest'estate.» «Oddio, davvero? Si, si, si e mille volte si!» gridai entusiasta «Perfetto, allora dopo la chiamo e confermo tutto.» «Mamma...però ci sarebbe un piccolo problema...» «Quale?» disse lei con tono leggermente preoccupato «Come faccio con Viky, Sissy e Cate? Volevamo passare l'estate insieme...» «Mmm...posso chiedere a tua zia se per lei va bene che vengano anche loro.» «Mamma io ti amo! Vado a dirlo alle ragazze.» «Si ma non esserne tanto sicura. Non so se per la zia va bene!» gridò mia madre per farsi sentire, dato che io ero già per le scale che correvo. Mi lanciai sul letto, chiamai le ragazze e le invitai a casa mia mentre mia madre parlava con zia Chloe.

Vittoria, Silvia e Caterina erano le mie migliori amiche; ci conoscevamo fin dall'asilo. Avevamo tutte e quattro sedici anni e frequentavamo il liceo di lingue di Manchester. Studiavamo Italiano (che parlavamo alla perfezione), Spagnolo e Francese. Siamo sempre state insieme così come tutte le estati e se mia zia non avesse accettato di ospitare anche le mie amiche, quella sarebbe stata la prima vacanza senza di loro.
Mentre parlavamo mia madre bussò alla porta. Entrò con il suo stupendo sorriso di quando ha delle buone notizie da comunicare. «Ragazze...ho una bellissima notizia per voi...anche quest'estate starete insieme. Chloe ha accettato! Però, mi raccomando, non fate confusione! Altrimenti vengo a prendervi subito.» «Si, tranquilla, faremo le brave.» intervenne Sissy con uno sguardo malizioso. Mia madre uscì dalla stanza e le ragazze ed io iniziammo a festeggiare. Quella sarebbe stata la prima vacanza all'estero; avevamo sempre viaggiato per l'Inghilterra.

***

La settimana dopo, alle 8:30, eravamo all'aeroporto emozionate per la partenza. Una voce annunciò che il nostro aereo era pronto ad imbarcare, così salutammo le nostre famiglie e superammo il metal detector. L'aereo prese il volo venti minuti dopo. Durante il viaggio ci addormentammo due volte. Il volo durò un giorno.
All'arrivo cercammo qualcuno che fosse venuto ad aspettarci; non vedevo mia zia Chloe da anni e facevo fatica a ricordarmi di lei. Sapevo che aveva un figlio di due anni in più di me ma ero convinta che sarebbe venuta Chloe a prenderci e non lui. Suo figlio era mio cugino di primo grado: Michael Clifford.
Il salone d'attesa era enorme e pieno di gente, ma di mia zia nessuna traccia. Ci sedemmo su delle comode poltroncine nella sala, quando si avvicinò a noi un ragazzo. Era alto e bello. Aveva i capelli di uno strano colore: erano viola e blu...sembravano una galassia. «Claudia?» chiese lui. "Come faceva a sapere il mio nome?" «Si...» «E loro devono essere le tue amiche, giusto?» «Si. Vittoria, Silvia e Caterina. Tu sei...?» «Io sono Michael, tuo cugino, figlio di Chloe.» fece crescere un enorme e meraviglioso sorriso sul volto. Non lo avevo mai conosciuto prima d'allora, anche se avevo spesso sentito parlare di lui. Aveva fatto subito una buona impressione sia a me che alle le mie amiche. Ci incamminammo verso l'uscita raggiungendo la sua auto. Ci aiutò a caricare le valigie e partimmo, diretti a casa sua. Arrivati, notai Chloe che ci aspettava sulla soglia della porta. Mi accolse con un grande abbraccio e dopo le presentai le mie amiche.
«Ragazze, dovete essere stanche. La vostra stanza è la seconda al piano di sopra. E' già tutto pronto, perché non andate a riposarvi?». Salimmo le scale dirette in camera dove ci colpì il meraviglioso panorama. C'era una grande vetrata che portava alla terrazza; da lì si poteva vedere il mare. Un mare a dir poco meraviglioso. Non vedevo l'ora di poterci fare un bagno.
Rientrai nella stanza, buttandomi sul letto dove mi addormentai poco dopo.

***

«Michaeeeeeeeeel! Non fate casino. Le ragazze stanno dormendo!» la voce stridula di Chloe mi svegliò di soprassalto. «Ma mamma. Dobbiamo provare!» sapevo che non sarei riuscita ad addormentarmi di nuovo, così mi alzai e scesi in cucina per bere un sorso d'acqua. Aprii il frigo e presi la caraffa di acqua e ne versai un po' nel bicchiere. «Ciao, tu devi essere Claudia.» mi chiamò una voce. Mi girai di scatto e la figura di un ragazzo biondo cenere e con gli occhi azzurri occupò la mia vista assonnata. «S-si...sono Claudia, piacere. Tu sei...?» chiesi imbarazzata. «Io sono Luke, migliore amico di Mike.» «Oh, piacere.» «Vi abbiamo disturbate?» chiese dispiaciuto «No no, tranquillo. A dire la verità mi ha svegliata Chloe gridando.» «Ahahah, grida molto quando noi siamo qui. Sai, le da fastidio che suoniamo.» la sua risata mi avvolse facendomi venire la pelle d'oca. Mi faceva uno strano effetto quel ragazzo. «Ah, suonate? Siete una band quindi.» chiesi curiosa «Si, ma non è da molto che abbiamo deciso di formare la band.» «E cosa suonate?» «Per ora facciamo solo cover di varie canzoni. Tra una settimana abbiamo una gara tra band, ti va di venire con le tue amiche?» chiese sorridendo «Certo che ci va!» «Perfetto. Adesso vieni con me...stiamo facendo le prove.» «Ok.» mi prese il braccio gentilmente portandomi con se verso le scale per il seminterrato dove gli sguardi di Michael e di altri due ragazzi iniziarono a pesarmi addosso. «Ciao Cla, scusa se ti abbiamo svegliata.» «Ciao Mike. Tranquillo, è stata Chloe a svegliarmi.» «Ah ok. Comunque loro sono Calum e Ashton. Vedo che hai già conosciuto Luke.» «Piacere, io sono Claudia. Si, ho già fatto conoscenza con lui.» «Ok, dai ragazzi, proviamo che non abbiamo tempo. La gara è tra una settimana e non siamo ancora perfetti.» disse Michael ai suoi amici.
Le note di "Don't wake me up" risuonarono nella stanza e la voce di Luke mi fece sciogliere.

***

Zia Chloe scese nella sala prove dei ragazzi a dire che il pranzo era pronto. Io ero ancora in pigiama e non mi preoccupai di cambiarmi. Quando entrammo in cucina mia zia, Sissy, Viky e Cate erano già a tavola che ci aspettavano. Iniziammo a pranzare, i ragazzi si presentarono alle mie amiche e viceversa. Parlammo tutto il tempo: mi raccontarono che mio zio Joey, d'estate, non era mai a casa perché viaggiava per lavoro.
Durante il pranzo notai che Michael aveva sempre gli occhi addosso a Sissy. Sembrava esserne attratto.
Finito il pranzo, io e le mie amiche decidemmo di andare a visitare la città. Passammo la giornata in giro a divertirci; verso sera andammo in spiaggia a fare una passeggiata.
 

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Capitolo 2
*** Sole e mare. ***


Quella sera tornammo a casa intorno alle undici. Avevamo mangiato fuori, in un ristorante sulla spiaggia. Quando entrammo c'era solo la luce bluastra della televisione ad illuminare il salone. Sdraiato sul divano c'era Mike, che si era addormentato aspettando il nostro ritorno. Spensi la tivù e con le ragazze andammo in camera al piano di sopra. Quando entrai una folata di vento mi fece rabbrividire. Mi misi la canotta del pigiama e i pantaloncini sdraiandomi sul letto. Ci eravamo stancate molto quel giorno, infatti mi addormentai dopo poco tempo.
La mattina seguente arrivò Chloe a svegliarci. Sissy scese in cucina, Cate e Viky rimasero nel letto a dormire ancora, mentre io andai in bagno a sciacquarmi la faccia. Presi l'elastico che avevo al polso e mi feci una coda alta, poi scesi anche io in cucina.
«Buongiorno Cla.» la voce di Luke risuonò nelle mie orecchie «Luke! Buongiorno a te. Hai dormito qui?» dissi assonnata «No, vengo sempre qui a fare colazione con Mike.» «Ah, capisco.» «Cla, cosa vuoi per colazione?» Chloe ci interruppe «Una mela, grazie.» «Solo una mela? Non preferisci qualcosa di più sostanzioso?» «No, va bene solo una mela. Mi tengo leggera.» «Come preferisci.»

 

Finita la colazione salii in camera e mi vestii con una canotta, dei pantaloncini e le vans. Volevo andare a fare un giro per negozi a comprare dei vestiti che avevo visto il giorno prima. Scesi le scale e dissi a mia zia che sarei uscita. Nel cortile davanti a casa c'erano Luke e Michael che giocavano a basket, li salutai e mi incamminai verso il centro di Sidney. Comprai quelle poche cose che mi interessavano e tornando indietro entrai allo Starbucks a prendere un frappe. Quando arrivai a casa i due ragazzi non erano più fuori a giocare.

«Ciao zia! Sono tornata.» gridai per farmi sentire. «Ciao tesoro. Vieni in cucina che è quasi pronto.» «Non ho fame zia, vado in camera.». Salii al piano di sopra entrando nella camera da letto. «Claaaaa! Oggi andiamo al mare? Ci sono anche i ragazzi.» Sissy mi gridò contro stordendomi  «Si ma non gridare!» «Scusa Cla.» «Viky che hai? Perché hai quella faccia?» chiesi a Viky notando la sua espressione triste  «Niente, è solo che ho un aspetto orribile. Ho troppa pancia e mi vergogno a stare in costume davanti ad Asht...scusa, davanti ai ragazzi...» «Come come come? Hai detto davanti ad Ashton? Ti vergogni a stare davanti a lui?» «Qui c'è puzza di una cotta!» intervenne Cate  «Shht! Non è vero!» esclamò Viky imbarazzata  «Si che è vero! Dai Viky, non ti preoccupare. Sei perfetta così.» concluse Sissy.

***

Intorno alle tre del pomeriggio insieme ai ragazzi raggiungemmo la spiaggia, dove le ragazze ed io sistemammo gli asciugami per prendere il sole. «Ragazze non se ne parla proprio di prendere il sole. Si entra subito in acqua!» disse Michael. «Ma...» cercai di intervenire io, ma fui interrotta da Luke «Niente 'ma'...andiamo in acqua, forza.» camminammo verso l'acqua ma nessuna di noi ragazze osava entrare nell'acqua fredda. Ci guardavamo sperando che qualcuno si decidesse ad entrare, quando, ad un certo punto, Michael prese in braccio Sissy e la buttò con se in mare. «Stronzo! E' freddissima. Me la pagherai.» gridò Sissy con un pizzico di ironia. «Ahahah, voglio proprio vedere come me la farai pagare.». Sissy cominciò a schizzare Michael pensando di innervosirlo, ma avveniva il contrario: era Sissy ad innervosirsi, così si girò con la schiena rivolta verso di lui con il volto imbronciato. «Dai non fare così! Vieni qui...» Michael le si avvicinò abbracciandola e noi, che avevamo assistito alla bellissima scena, ce ne uscimmo con un sonoro «Aw!».

Dopo il loro abbraccio Luke mi prese la mano e mi disse «Ora tocca a noi». Ci buttammo in acqua seguiti da tutti gli altri.

Passammo il resto della giornata al mare a giocare a beach-volley, a stare in acqua a divertirci come bambini di otto anni e a fare tuffi. Alle otto eravamo di ritorno a casa dove Chloe ci aspettava con la cena pronta. «Allora ragazzi, vi siete divertiti oggi?» «Si mamma, tantissimo.» rispose Michael guardando Sissy. Tutti avevamo notato che lui mostrava molto interesse nei confronti di Sissy, a parte lei. Ogni volta che un ragazzo si prendeva una cotta per lei eravamo sempre noi a dirglielo, non riusciva mai ad accorgersene.

Finita la cena Michael e i suoi amici andarono nella sua stanza, mentre io e le mie amiche nella nostra. Quella sera anche Luke, Calum e Ashton si sarebbero fermati a dormire da Michael.

Cate, Viky e Sissy cominciarono a parlare, mentre io messaggiavo con Luke, che mi aveva dato il numero quando eravamo in spiaggia. «Cla, è vero che piace a Mike? Non ci crede!» mi chiese Cate «Si vede lontano un chilometro che gli piaci, stupida!» «Visto?» disse Viky tirando fuori la lingua «E cosa dovrei fare con lui?» «Bho...parlaci! Cla, ma ci stai ascoltando?» mi chiese Viky «Si, deve parlarci e bla bla bla...» risposi disinteressata «Con chi stai messaggiando?» Sissy si buttò sopra di me prendendomi il cellulare «LUKE? Stai parlando con Luke!» gridò Sissy contenta «Shht! Non gridare». Passammo il resto della serata a parlare delle nostre nuove cotte estive fino a quando io non mi addormentai.

Il mattino dopo fui l'ultima ad alzarmi. Scesi in cucina, dove sul tavolo c'era una tovaglietta con una mela e un bigliettino:

"Buongiorno Cla. La tua mela è pronta, buona colazione. Io sono nel giardino mentre gli altri sono usciti a fare un giro per Sidney.

Luke."

Che ragazzo dolce.

Mangiai la mia mela,andai in camera a vestirmi e lavarmi, per poi scendere in giardino da Luke. Quando uscii c'era lui che girava con lo skate nel vialetto davanti a casa. «Ciao Cla» gridò correndo verso di me e stampandomi un bacio sulla guancia «Dormito bene?» mi chiese «Si, tu?» risposi con un sorriso enorme sul volto «Certo!» «Luke...mi insegni ad andare in skate? Mi piacerebbe imparare.» senza che mi rispondesse mi prese il braccio facendomi salire sullo skate. Cominciò spingendomi, per farmi andare avanti, tenendomi per il braccio. Per curvare mi spiegò come dovevo mettere i piedi per non cadere. Feci la prima piccola curva, poi andai dritta, ma alla seconda curva stavo per cadere dallo skate. Luke riuscì a prendermi in tempo e ci ritrovammo attaccati, faccia contro faccia. Sentii le guance bruciare, segno che stavo diventando rossa dall'imbarazzo. «Ehm...grazie per non avermi fatta cadere.» dissi staccandomi «Non ti avrei mai fatta cadere.» Rientrai in casa e andai in camera.

Qualche minuto dopo Luke entrò in camera con il volto triste e deluso. «Cla, perché te ne sei andata?» «Per-perché ero in imbarazzo...davanti a te...» risposi sottovoce «Perché dovresti essere imbarazzata?» «Perché io non so come comportarmi con i ragazzi. Ho paura di sbagliare...» si avvicinò a me abbracciandomi «Tranquilla, non devi avere paura.»

La porta si aprì di colpo e Luke si staccò velocemente «Oh, scusate. Tolgo il disturbo.» disse Viky uscendo dalla stanza. «Cla, sta sera ti va di venire con me al molo? Ti passo a prendere per le nove.» mi chiese Luke voltandosi nuovamente verso di me «Certo, a sta sera.»                        

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Capitolo 3
*** Dolci serate. ***


Mi svegliai di soprassalto verso le tre del pomeriggio. A svegliarmi fu il rumore della porta di vetro che portava alla terrazza; c'era molto vento quel pomeriggio. Mi alzai dal comodo letto diretta al bagno per sciacquarmi il viso. Dopo essermi sistemata tornai in camera dove, nel frattempo, erano entrate le mie amiche. «Cosa facciamo sta sera?» chiese Caterina con un leggero sorriso «Io vado al molo con Luke.» risposi io decisa «Davvero? Che bello!» «Ah, a proposito di Luke...oggi ho visto che vi abbracciavate. Che teneri che siete. Secondo me c'è qualcosa tra di voi e non ce lo vuoi dire. Giusto? Sai dovresti dirci tutto, siamo le tue migliori amiche...siamo tenute a sapere sempre tut... » Viky cominciò a parlare mandandomi in confusione, ma riuscii a interromperla «...calmati Viky. Non ho avuto la possibilità di parlarvene, ok? Allora...oggi mi stava insegnando ad andare in skate. Ad un certo punto stavo per cadere, ma lui mi ha preso in tempo. Eravamo vicinissimi...ma...ma non è successo nulla. Poi sono salita in camera e lui mi ha raggiunta. Gli ho chiesto scusa e ci siamo abbracciati, niente di più.» spiegai tutto d'un fiato. «E poi ti ha invitata al molo sta sera. Giusto?» continuò Sissy «Esattamente.» «Si ma non vorrai andare conciata così? Adesso ti prepariamo noi per bene.» «Ok, ma niente vestito.» «Va bene...» disse Caterina delusa.

Erano quasi le nove e io ero in sala ad aspettare Luke. Le ragazze mi avevano preparata per la serata: una maglietta larga legata in vita con una cintura, leggins e le mie amate vans bianche. Le onde dei miei capelli mossi ricoprivano le spalle e il trucco era quasi inesistente.

All'orario fissato Luke si presentò alla porta di casa Clifford; portava una camicia azzurra con i primi tre bottoni sbottonati, dei jeans stretti e delle scarpe nere. Aveva un sorriso meraviglioso...era davvero perfetto quella sera.

«Buonasera Cla. Questi sono per te.» disse mostrandomi i fiori che prima aveva nascosto dietro alla schiena. «Grazie Luke, sono bellissimi.» gli stampai un bacio sulla guancia per poi portare il mio sguardo vero i suoi occhi azzurri. «Ciao Luke.» ci interruppe zia Chloe. «Cla, ti metto i fiori in un vaso così non si rovinano.» continuò «Grazie zia.» «Noi andiamo. Ciao Chloe.» esclamò Luke con un sorriso. Uscii dalla porta che si chiuse alle mie spalle. Luke mi prese la mano per poi guardarmi negli occhi. «Ti vedrò mai con un vestito?» chiese lui «Non credo proprio.» risposi accennando una piccola risata «Fa niente, sei perfetta così.» arrossii al complimento «G-grazie.»

Camminammo per circa cinque minuti in direzione del molo. Quando arrivammo Luke mi bendò con una fascia e mi portò verso la sua "sorpresa". «Ok, ora ti tolgo la benda.» esclamò. Davanti a noi c'era una piccola barchetta con sopra un uomo che ci avrebbe portati più a largo. L'uomo mi aiutò a salire e mi fece sedere sull'asse di legno centrale. Luke si sedette di fianco a me cingendo il suo braccio dietro la mia schiena. Alzai la testa verso il cielo per guardare le stelle «Una stella cadente! Esprimi un desiderio.» gli dissi io dolcemente «Non ho bisogno di nulla. E' già tutto perfetto. Insomma, sono qui con te. Cosa poteri chiedere di meglio?» rispose lui fissandomi negli occhi; i suoi mi avevano completamente stregata. Rimase con lo sguardo puntato su di me per qualche secondo, fino a quando non si avvicinò lentamente, sempre di più, verso di me.

Non feci in tempo ad accorgermene che le nostre labbra si erano unite, sfociando in un dolce bacio. Quando ci staccammo lui continuò a guardarmi negli occhi sorridendo «Non sono mai stato così bene con una ragazza.» disse soffiandomi sulle labbra.

Quella fu in assoluto la serata migliore della mia giovane vita.

Quando l'uomo ci riportò verso la terra ferma, Luke ed io decidemmo di sdraiarci sulla sabbia, dove ci addormentammo poco dopo.

***

Il mattino dopo mi svegliai tra le braccia di Luke con la schiena dolorante. Mi alzai per sgranchirmi un po' per poi tornare tra le sue braccia; lo guardavo dormire...sembrava un angelo. Dopo una decina di minuti anche lui si svegliò. Anche lui aveva male alla schiena; dormire sulla spiaggia non era stata una buona idea. Mi stampò un leggero bacio sulle labbra per poi alzarsi. Mi passò per la testa il fatto che non avevamo avvisato mia zia e probabilmente era in pensiero per noi. «Luke, non abbiamo avvisato Chloe! Sarà in pensiero. Dobbiamo tornare a casa.»

Ci incamminammo verso casa. All'arrivo Chloe mi corse incontro abbracciandomi forte «Per fortuna state bene. Ragazzi dovevate avvisare. Siamo stati tutti in pensiero per voi!» disse lei con un tono di sollievo «Scusa zia, ci siamo addormentati sulla spiaggia. Mi dispiace tanto.» «Tranquilla, l'importante è che voi state bene!» mi stampò un bacio sulla guancia e poi mi porse una mela. Andai in salotto dove trovai Michael e Sissy abbracciati che guardavano la tivù. Entrambi mi sorrisero, poi Michael si alzò lasciando me e Sissy da sole. Le chiesi se era successo qualcosa tra lei e mio cugino e cominciò a raccontare mentre io mangiavo la mia mela: «Ieri sera quando sei uscita, Viky e Cate sono andate in camera, mentre Cal e Ashton sono andati a casa loro a giocare a FIFA. Io e Michael siamo rimasti da soli. Eravamo qui sul divano che guardavamo Spider-Man, poi abbiamo iniziato a parlare. Ad un certo punto lui si gira verso di me, mi guarda e dice "Da quando ti ho vista il primo giorno all'aeroporto penso sempre a te, 24 ore su 24. Cazzo, sei entrata nella mia testa e non riesco a farti uscire!". Io non sapevo cosa rispondergli così gli ho solo sorriso. Lui ha fatto una faccia un po' delusa, allora io, trovando un po' di coraggio, gli ho detto che anche io provavo qualcosa per lui ma non ero sicura che cosa. Mi ha guardata qualche secondo negli occhi, poi mi ha baciata. E' stato...bello. Poi ci siamo sdraiati qui sul divano per finire di vedere il film, ma io mi sono addormentata e sta mattina quando mi sono svegliata ero ancora qui tra le sue braccia.» «Che bello! Sono contentissima per te!» dissi abbracciandola forte «Grazie Cla. Tu invece? Com'è andata?» chiese lei, quindi le raccontai della mia serata con Luke.

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Capitolo 4
*** Up all night. ***


  Era il primo di Luglio e la settimana successiva ci sarebbe stato il compleanno di Ashton. Quel giorno mi svegliai presto...scesi in cucina per fare colazione. Presi la mia solita mela per poi sedermi al bancone.

«Buongiorno Cla!» la voce di Michael mi fece cadere a terra dallo spavento. Lui cominciò a ridere come un pazzo così, dopo essermi alzata, andai a fargli solletico «Ecco ridi stronzo. Ridi! Ahahah.» «Smettila, subito!» «Come si dice?» «Per favore! Basta!» «Bravo cugino.» dissi io staccandomi da lui. Ci sedemmo insieme al bancone: io finii la mia mela mentre lui mangiava i suoi cereali preferiti. «La settimana prossima è il compleanno di Ash.» dissi io interrompendo il silenzio «Si lo so. E quindi?» rispose lui con la bocca piena di cereali «Bha...io pensavo di fare una festa a sorpresa per lui. Se per te va bene potremmo chiedere a Chloe se ci lascia casa.» «Non credo che ci permetta di dare una festa qui.» disse con tono scocciato «Se glielo chiedo io dirà di sicuro di si. Insomma, come fai a dire di no a questa faccia.» risposi io indicando il mio volto. «Ahahah la convinzione fotte la gente!» rise sputando tutti i cereali che aveva in bocca «Mike! Che schifo!» «Scusa...mi hai fatto ridere!» «Potevi evitare di sputare ovunque i cereali.» «Scusa cugina.» disse venendo ad abbracciarmi. In quel momento entrò Chloe che gridò vedendo la confusione che c'era sul bancone «Cos'è successo qui?» «Scusa mamma. Cla mi ha fatto ridere e ho sputato i cereali.» rispose Michael trattenendosi dal ridere «Pulisci. Subito.» «Va bene.» «Zia, puoi venire un secondo in sala? Devo chiederti una cosa.» «Certo.» andammo in salotto sedendoci sul divano, incrociai le gambe e cominciai a parlare. «Zia...la settimana prossima c'è il compleanno di Ash. Avevo pensato di fare una festa a sorpresa per lui. Ci potresti lasciare la casa? Prometto che non romperemo nulla, prepareremo tutto noi e dopo la festa puliremo tutto noi.» «Mmm...tua madre mi ha detto che sei molto responsabile. Credo che si possa fare. Però io non ne voglio sapere nulla...preparate tutto voi. Ok?» «Si zia! Grazie mille! Ti voglio bene.» dissi io saltandole addosso per abbracciarla.

Corsi in cucina dove Michael stava pulendo il suo disastro «Mike! Ha detto di si! Waaa...festa per Ash! Vado a dirlo a tutti! Tranne ad Ash, ovvio.» gli gridai contro «Si brava, vai. Ma non gridare, cazzo!»

Entrai in camera correndo «Ragazze, svegliatevi! Vi devo dire una cosa fantastica. Alzate il culo...su!» «Cosa gridi? Stupida!» disse Viky con voce assonnata «Domenica facciamo una festa a sorpresa per Ash! Dobbiamo preparare tutto!» «Davvero? E dove la facciamo?» rispose Cate «Qui. Ho già tutto in mente. Alzatevi così vi spiego tutto. Adesso chiamo anche Cal e Luke e li faccio venire qui.»

Presi il mio cellulare e chiamai Cal. Dopo un paio di squilli sentii la sua voce «Pronto?» «Cal! Devi venire subito qui. Devo dirvi una cosa importante.» «Ma mi sono appena alzato e devo fare ancora colazione!» «La farai qui, muoviti!» «Ok arrivo.»

Staccai e chiamai Luke. «Ehi cucciola. Che succede?» «Pinguino! Vieni subito da Mike! Devo parlarvi.» «Ma è successo qualcosa di grave?» «No, tranquillo. Muoviti!» «Arrivo subito cucciola.» «Bravo pinguino.» staccai e scesi in salotto dove Cate e Viky stavano facendo colazione, mentre Sissy era abbracciata a Michael che parlavano.

Suonò il campanello e corsi ad aprire. Cal mi salutò, andò subito in cucina e Luke mi si avvicinò cingendo le braccia intorno alla mia vita per poi baciarmi. «Andiamo di là cucciola.» disse lui staccandosi da me «Va bene pinguino.»

Andammo in cucina dove mi sedetti sulle gambe di Luke.

«Dobbiamo aspettare Ash.» disse Calum «No, lui non viene.» risposi io «Come mai?» «Se mi lasciate dire la cosa importante capirete tutto.» «Vai.» pronunciò Luke con tono emozionato «Bene. Ora fate silenzio e ascoltatemi. Allora...domenica è il compleanno di Ash. Ho pensato di fare una festa a sorpresa per lui, qui, di sera. Che ne pensate? » «Io penso che sia un'ottima idea!» rispose Calum felice «Va bene per tutti?» «Si.» «Perfetto. Allora, Mike, Luke e Cal voi pensate agli inviti. Cate, Viky, Sissy e io ci occupiamo delle decorazioni. Domenica pomeriggio andiamo tutti insieme a comprare patatine, pop-corn, bibite e schifezze varie.» «Ok, ragazzi a lavoro!» disse Cal sfoggiando un bellissimo sorriso.

Le ragazze e io andammo al piano di sopra a prepararci e poi andammo al negozio vicino a casa che vendeva tutti gli oggetti per feste. Mi venne in mente che dovevamo prendere anche una torta, così andammo in pasticceria a prenotarne una: cioccolato e panna. Chiedemmo se si poteva scrivere qualcosa sopra:

Tanti auguri Ash! Ti vogliamo bene.

Ci fermammo a mangiare da Nando's per pranzo dove ci raggiunsero anche i ragazzi. Quando stavamo mangiando mi arrivò un mesaggio:

Da: Mamma❤

-Tesoro, non ti fai più sentire? Ahah come stai? Tutto bene lì?

Mamma!!

Risposi:

-Mamma! Mi trovo davvero bene qui. Ho da raccontarti tantissime cose! Se vuoi dopo ti chiamo. Adesso sono a pranzo con le mie amiche. <3

Da: Mamma❤

-Allora aspetto la tua chiamata. Buon appetito!

Da quando ero partita mia mamma e io non ci eravamo mai sentite. Da sempre era stato così; ci sentivamo poco quando andavo in vacanza, semplicemente perché si fidava di me e non aveva bisogno di chiamarmi tutti i giorni. A dire la verità mi mancava molto, ma stare a Sidney ripagava tutto. Quella era l'estate più bella di sempre.

***

Arrivò il giorno della festa. Quel pomeriggio ci ritrovammo tutti a casa di Calum per andare a fare la spesa insieme.

Arrivammo al supermercato e cominciammo a prendere le prime cose: una decina di pacchetti di patatine di tutti i tipi, cinque di pop-corn, diversi pacchetti di dolcetti, una confezione da sei di coca cola, una da quattro di tè alla pesca, una trentina di lattine di birra (una per ogni invitato) e schifezze varie. Michael chiamò Chloe per caricare la spesa in macchina.

Una volta a casa preparammo i vari festoni, il cibo e le bevande sui tavolini sparsi per la casa, mentre Silvia e Michael erano andati a prendere la torta.

La sera arrivò abbastanza in fretta. Silvia e Cate avevano indossato dei tubini neri e delle scarpe con il tacco. Viky e io avevamo dei vestitini corti con le balze (lei rosso, io blu) e delle scarpe con il tacco abbinate agli abiti.

Intorno alle nove c'erano tutti gli invitati nel salotto che aspettavano l'arrivo di Ashton. Poco prima Michael gli aveva mandato un messaggio dicendogli di venire da lui a mangiare una pizza per il compleanno.

Suonò il campanello e noi spegnemmo le luci. Michael gridò "Entra" e Ashton si ritrovò immerso nel buio della casa. Viky accese la luce tutti gridammo in coro «Sorpresa!». Ashton rimase a bocca aperta per poi ringraziare tutti i presenti. Accendemmo lo stereo e la festa ebbe inizio.

Erano tutti felici che ballavano, mangiavano e bevevano. Notai diverse coppiette che ballavano, tra cui Sissy e Michael -"Che dolci che sono insieme" pensai- , poi notai due facce famigliari...Caterina e Calum che si baciavano -"Cate e Cal?! Insieme?! Questa è l'estate delle conquiste per tutti!" pensai ancora-.

Notai Luke seduto sul divano che parlava con degli amici.

 «Cucciola, vieni qui. Ti presento i miei amici.» mi disse vedendo che lo guardavo. «Pinguino arrivo subito, non trovo Viky. La cerco e torno.»

In sala...niente.

In cucina...niente.

Nel giardino...niente.

Bussai a tutti e due i bagni...niente.

Vittoria era sparita! Poi pensai che non avevo controllato la nostra camera...magari era lì che guardava la tivù. Lei non è la tipa da feste; si sente a disagio con tutte quelle persone.

Entrai senza bussare e trovai Viky e Ashton, insieme, sdraiati sul letto a guardare la tivù. «Emh...scusate. Tolgo il disturbo.» Viky mi guardò trattenendosi dal ridere «Tranquilla Cla. Non mi andava di stare giù quindi sono salita con lui.» «Va bene. Vi chiamo quando arriva la torta. Fate i bravi.» dissi facendo un occhiolino a Viky.

Tornai in salotto da Luke che mi presentò ai suoi amici...sono tutti così simpatici a Sidney!

Arrivò il momento della torta così andai a chiamare i due al piano di sopra, che trovai abbracciati che si baciavano. -"No, vabbè, tutti che si baciano sta sera? Fanno così bene le feste?" pensai... "Forse penso troppo..."-.

Dopo la torta, la festa continuò fino alle tre di mattina, quando tutti se ne andarono.

Quella fu in assoluto la serata migliore per tutti!

 

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Capitolo 5
*** La casa sull'albero. ***


La mattina seguente fu Chloe a svegliarci.

Era l'una e un quarto e il pranzo era già pronto. Scendemmo stravolte in cucina dove trovammo Michael con la testa appoggiata sul tavolo. Gli passai di fianco e gli tirai una pacca sul collo «Lasciami dormire!» disse lui incazzato «Adesso mangi e poi andrai a dormire!» rispose Chloe.

Ci sedemmo al tavolo e Chloe cominciò a fare domande sulla festa «Allora ragazzi...com'è andata? Vi siete divertiti?» «Ci siamo divertiti, e a quanto pare hanno fatto conquiste tutti quanti. Giusto ragazze?» risposi io facendo l'occhiolino a Caterina e a Vittoria. «Mmm...che genere di conquiste? Avete conosciuto qualcuno?» chiese Chloe curiosa «In realtà nessuno di nuovo.» «Cioè?» «Nessuno! Nessuno...» ci interruppe Viky imbarazzata «Dai! Voglio sapere anche io!» «Mamma...i fatti tuoi no?» disse Michael alzando lo sguardo verso di lei «Tesoro, sono curiosa! Cla, dimmi te. Cos'è successo?» «Bene, Viky era in camera con...» «...no no no! Zitta! Per favore.» mi interruppe Viky nuovamente «Shht. Fammi finire. Chloe non dirà nulla...terrà tutto per se.» «Si certo...» disse Michael ironizzando «Fatela parlare!» gridò Chloe «Ecco. Stavo dicendo...Viky è stata in camera con Ash a guardare la tivù. Poi si sono baciati. Calum ha baciato Cate e poi del tuo bimbo sai già tutto.» «No, cosa?» disse Chloe sempre più curiosa «Cla, stai zitta.» rispose Michael «No, mi ha fatto una domanda quindi le rispondo. Il tuo bimbo sta con la qui presente Sissy!» dissi con un sorriso enorme sul volto «Aw tesoro! Hai la ragazza che bello.» Chloe si buttò su Michael ad abbracciarlo «Mamma finiscila! Non sono un bambino!» «Si che lo sei.» «No! E ora la tua nipotina ti racconterà di lei.» «Non ho nulla da dire.» «Vuoi che le parli io del tuo pinguino?» «Chi è il pinguino?» ci interruppe Chloe «Zia, si riferisce a Luke.» «Ah! Tesoro, sei in ritardo. So già tutto di Luke.» «Peccato...»

Finimmo il pranzo continuando a parlare della serata precedente.

***

Quel pomeriggio mi trovai nel giardino a parlare con Michael e Silvia «Quindi Cla, cosa pensi di fare?» mi chiese Michael dopo avergli detto che sarei dovuta ritornare in Italia la mattina del 17. Esatto, tra nove giorni sarei dovuta partire; dovevo abbandonare tutto: Chloe, Michael, le mie migliori amiche che sarebbero rimaste in Australia ancora per un mese, i miei nuovi amici e poi lui...Luke.

"Come farò a dirglielo?" ...questa frase continuava a riproporsi nella mia testa. Già...come avrei fatto?

«Non ho scelta. Devo tornare a casa. Tra nove giorni partirò e lascerò qui tutti e tutto, anche se sarà dura.» «Come farai con Luke?» mi chiese Silvia «Non so come dirglielo. Ho paura che mi lascerà...oppure che non riusciremo mai a sentirci.» dissi con le lacrime che iniziavano a pesare sui miei occhi «Come glielo dirai?» «Il 16 è il suo compleanno...preparerò qualcosa per lui. E poi...glielo dirò.»

Silvia si avvicinò a me abbracciandomi. «Andrà tutto bene, vedrai.» mi sussurrò all'orecchio «Spero.»

Dovevo cominciare a pensare a qualcosa per il compleanno di Luke.

No, non volevo un party esagerato con tutti i suoi amici.

Si, volevo passare l'ultima serata insieme, da soli.

Ma cosa potevo fare di così speciale?

Andare al ristorante non mi sembrava il caso; c sarebbe stata troppa confusione. Andare sulla spiaggia a fare un picnic neanche, ci eravamo già stati al nostro primo appuntamento. Non riuscivo a pensare a qualcosa di speciale per lui.

Mi sdraiai sull'amaca che c'era nel giardino di casa Clifford e guardai verso il cielo. Il mio sguardo cadde sull'albero proprio sopra all'amaca. Lì sopra c'era qualcosa...ma cosa?

Scesi e girai intorno all'albero per capire cosa ci fosse tra i rami.

Non ci posso credere...una casetta di legno!

Trovai una scala a pioli appoggiata al muro della casa; la presi la poggiai contro l'albero. Salii fino a ritrovarmi sotto una piccola botola. La aprii, salii e mi ritrovai all'interno di quella casetta. C'erano tre chitarre acustiche, un piccolo tavolino e delle sedie. Mi sedetti su una delle sedie e cominciai a guardarmi intorno e a pensare.

E se per il compleanno di Luke veniamo qui sopra a cenare? Lui e io. Si, sarebbe stato perfetto.

Entusiasta scesi dalla casetta ed entrai in casa per dire alle ragazze che finalmente avevo trovato una buona idea. Mi chiesero se avevo bisogno di una mano per preparare tutto, dato che dovevo anche organizzarmi per la mia partenza. «No ragazze. Voglio fare tutto io. Voglio che sia una serata speciale. Sia per lui che per me.» «Cla, ci mancherai tantissimo!» «Anche voi ragazze. Vorrei rimanere ma non posso; devo tornare a Manchester da mia madre.» «Lo so. Speriamo che torni in salute al più presto.» disse Caterina «Già...speriamo.» aggiunse Vittoria.

Passai la settimana successiva a preparare tutto per partire e per la serata con Luke. Il giorno prima della mia partenza arrivò molto prima rispetto a quello che mi aspettavo. Era il 16 Luglio...Luke aveva compiuto 17 anni. Quel giorno passammo la mattinata e metà pomeriggio al mare tutti insieme. Intorno alle cinque tornammo a casa.

Luke non sospettava di nulla. Gli avevo detto di venire da me verso le otto così avremmo passato la serata insieme. Quando arrivò lo salutai baciandolo dolcemente per poi portarlo con me in giardino. «Dove mi stai portando?» «In un posto speciale. Vieni.»

Salii la scaletta aprendo poi la botola. Lui salì dopo di me. Aveva uno sguardo emozionato e sorpreso. «Cucciola...ma...non so cosa dire.» disse guardando il tavolino con la tovaglia bianca e la piccola candela accesa al centro «Auguri pinguino. -lo abbracciai- Siediti, così cominciamo a mangiare.» «Hai preparato tutto tu?» disse sedendosi «Si.» «Sarà tutto buonissimo allora.» disse facendomi l'occhiolino. Presi la borsa termica che avevo di fianco alla mia sedia e tirai fuori un contenitore con la pasta al ragù. Cominciammo a mangiare e chiacchierammo tutta la serata.

Poi, però, arrivò quel momento. Avevo paura.

Finito il dolce, cambiai espressione...si leggeva la tristezza e la tensione nei miei occhi. «Cucciola, qualcosa non va?» mi chiese Luke preoccupato «S-si...in effetti ci sarebbe qualcosa che devo dirti.» dissi abbassando il volto «Non farmi preoccupare. Cosa succede?» poggiò la sua mano sulla mia che stava sul tavolo «Luke...io domani...» scoppiai a piangere «Cucciola non fare così.» disse Luke alzandosi e venendo ad abbracciarmi. «Luke io domani devo partire.» dissi stringendomi sempre più forte a lui «Cosa? Perché?» «Mia mamma ha dei problemi di salute. Devo tornare a casa per forza.» «Mi dispiace cucciola...quando tornerai?» «La prossima estate...forse...» dissi facendo cadere l'ennesima lacrima «No...come faccio senza di te? Non ti vedrò per un anno!» disse iniziando a piangere «Lo so...beh...possiamo chiamarci, video chattare. Ci sono tanti modi per poterci sentire.» «Non sarebbe la stessa cosa. Non potrò abbracciarti, strapparti un bacio, asciugarti le lacrime quando piangerai...non sarà mai la stessa cosa. Sarà tutto diverso.»

Non risposi. Mi limitai a stringermi forte a lui. Tornerò da te, lo prometto.

«Cucciola, siediti un attimo.» mi diede le spalle per poi voltarsi con una delle tre chitarre tra le braccia. «Cosa fai pinguino?» «Ho in testa una melodia...e delle parole...ascolta. -cominciò a suonare qualche nota e a canticchiare qualche parola- ...dimmi se ti piace.  When we both fall asleep, underneath the same sky, na na na na at the same time So close...but so far away. -si fermò- Non trovo alcune parole...non ho mai scritto una canzone.» «Continua per favore...scrivimi una canzone, la nostra canzone.» «She sleeps alone, my heart wants to come home. I wish I was, I wish I was...beside you.» «E' bellissima.»

***

Anche l'ultima serata con Luke, l'ultima serata in Australia era finita.

Ero in aeroporto, lo stesso che mi aveva accolta un mese prima, dove finalmente avevo incontrato mio cugino Michael, dove ebbe inizio la mia vacanza da sogno.

Però tutto era finito...sarei tornata a Manchester. Avrei ricominciato a vivere la mia noiosa vita, da sola, senza i miei migliori amici e il mio ragazzo; il mio pinguino.

C'erano tutti a salutarmi: le mie migliori amiche, mia zia e mio cugino, Ashton, Calum...Luke. Era seduto su una poltroncina con i gomiti appoggiati alle gambe e le mani che reggevano il suo volto.

Stavo parlando con mio cugino quando una voce annunciò che l'aereo che dovevo prendere era pronto all'imbarco. Mi alzai. Vittoria, Silvia e Caterina mi abbracciarono «Ci si vede tra un mese stupida.» «Vi aspetto!». Poi mi accolsero tra le loro braccia Ashton e Calum «Ti rivogliamo qui la prossima estate.» «Tornerò, promesso.». Arrivò il turno di Chloe e Michael «Ci mancherai Cla.» «Anche tu zia.» «Ehi cuginetta...ti aspetto qui. La prossima estate ci divertiremo ancora di più!» «Certo.». E infine Luke. Era ancora seduto, nella stessa posa di prima. Mi chinai e gli alzai il mento. «Non mi saluti pinguino?» mi alzai e lui fece lo stesso. Mi abbracciò «Mi mancherai.» «Anche tu.» «Tieni, questo è per te. Ascoltalo quando sarai in volo.» mi porse un lettore mp3. Lo baciai per l'ultima volta.

«Ti amo.» disse.

Lo guardai negli occhi...aveva detto di amarmi. Mi amava. Lo abbracciai di nuovo per poi prendere il mio bagaglio a mano.

Chissà quando lo avrei rivisto di nuovo. Mi mancherà.

Quando salii sull'aereo accesi l'mp3...le note di una canzone risuonarono nelle mie orecchie. Quando cominciò il ritornello capii di che canzone si trattava. La nostra canzone. L'aveva finita non so come durante la notte. Era fantastica...così come lui.

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Capitolo 6
*** Non mi abbandonare. ***


Era il 18 Luglio. Ero a Manchester, sul mio letto, ascoltando la canzone che mi aveva scritto Luke e pensando a ciò che era successo in quell'ultimo mese.

Ero arriva all'aeroporto la sera prima. Venne a prendermi mio nonno Phil perché mia mamma era troppo debole per alzarsi dal letto. Quella malattia era peggio di quello che pensassi e la stava distruggendo troppo velocemente. Faceva anche fatica a parlare.

Mi stava chiamando. Mi alzai dal letto e la raggiunsi «Tesoro, è mezzogiorno. Fammi la flebo per favore.» disse con un filo di voce «Si mamma. Ti faccio la flebo, mi preparo il pranzo e poi vado a fare la spesa. C'è poco o niente in frigo.» «Va bene. Ah...e scusa ancora se ti ho rovinato la vacanza.» «Non dire così. L'importante e che tu guarisca.»

Le feci la flebo poi andai in cucina. Aprii il frigo, presi quelle poche cose che mi servivano per fare un panino e mi misi a lavoro. Preparai il panino, poi mi sedetti al tavolo e accesi la tivù per guardare Glee. Finii il panino ma rimasi seduta per vedere la fine del programma. Poi andai in camera a cambiarmi per andare al supermercato a fare la spesa; il frigo era seriamente vuoto. Presi le chiavi e uscii di casa. Il supermercato era a due passi da casa mia.

Arrivata presi un carrello ed entrai. Il primo reparto era quello dei bambini; da sempre volevo un fratellino, ma mia madre, dopo aver divorziato, non ha più avuto nessun tipo di relazione. Diceva che voleva solo prendersi cura di me, ma io sapevo che aveva paura di soffrire ancora.

Girandomi andai a sbattere contro un ragazzo «Luke!» «No, scusa. Credo che abbia sbagliato persona.» «Oh...scusi.» risposi voltandomi.

Vedevo Luke ovunque, in ogni persona. Mi faceva male.

Decisi di continuare la spesa cercando di dimenticarlo per quell'arco di tempo. Passai un mezz'ora abbondante a riempire il carrello per poi dirigermi alle casse per pagare.

Una volta a casa, sistemai il cibo nel frigo e nella dispensa, poi andai in camera da mia madre che nel frattempo si era addormentata.

Era cambiata tantissimo dall'ultima volta che l'avevo vista. Quando ero partita era in ottima forma e ora era magrissima, non si reggeva in piedi, faceva fatica  a parlare. Quel batterio l'aveva colpita dal nulla e la stava portando via me.

"Chi avrò con me se mi lascerà?" ricordo che continuavo a pensare a questa maledetta frase.

Non avevo più mio padre che ci abbandonò quando avevo circa tre anni. Tornò in Italia dai suoi genitori; dovrei chiamarli "nonni", ma per me non ci sono mai stati e non sono degni di essere chiamati così.

Le uniche persone che mi rimanevano erano solo mia madre, mio nonno Phil e mia nonna Elle. Il resto della mia famiglia era troppo lontana. Basta pensare a zia Chloe; lei vive dall'altra parte del mondo e non posso contare su di lei adesso.

Tutti quei pensieri però furono interrotti dal campanello che suonò. Pensavo fosse mio nonno, ma era il medico di mia madre.

«Salve, devo visitare sua madre. Lei è la figlia, giusto?» chiese sorridendo «Si sono io. E' nella camera da letto.» «Perfetto, la visito e poi devo metterti al corrente di alcune cose. Posso darti del 'tu'?» «Si, non c'è nessun problema.»

Visitò mia madre per poi iniziare a parlare rivolgendosi a me «Come vedi tua madre sta peggiorando molto velocemente. Il virus si sta espandendo ovunque e non c'è ancora una cura che possa guarirla. Mi dispiace davvero molto...ma devo dirti che i medici e io le diamo massimo un mese e mezzo.» «C-cosa?» una lacrima scese dai miei occhi bagnandomi la guancia. «Mi dispiace molto, ma avevo l'obbligo di avvisarti. Tu e i suoi genitori siete gli unici che possiamo avvisare.»

Scoppiai a piangere piegandomi sulla sedia. Il medico mi poggiò una mano sulla spalla «Sei forte. Ce la farai.»

Non risposi. Lui si voltò dirigendosi verso la porta. «Passerò domani alla stressa ora. Arrivederci.» chiusi la porta e mi buttai sul divano. Piangevo e le lacrime bagnavano il cuscino su cui ero appoggiata.

"Non abbandonarmi." continuavo a pensare "Non abbandonarmi."

Suonò di nuovo il campanello. Cercai di asciugare le lacrime per nascondere il fatto che avessi pianto, ma gli occhi rossi non me li avrebbe tolti nessuno.

Aprii la porta e la figura offuscata di Luke si impadronì dei miei occhi. Sta volta era davvero lui, Luke era alla mia porta, era venuto da Sidney fino a Manchester. Con se aveva portato Chloe, Michael, Ashton, Calum e le mie amiche, ma io ero concentrata solo su Luke. I suoi occhi blu mi rapirono come mai avevano fatto...ma ben presto non ebbi più la forza di osservarlo. Abbassai la testa e scoppiai di nuovo a piangere e finii tra le sue braccia calde e accoglienti. «Non piangere, ci sono io qui. Ora sono con te.» disse Luke. Io lo abbracciai più forte. «Cla, non vi vedete da un giorno. Non c'è bisogno di fare tutto questo cinema.» disse Michael con tono divertito «M-mia...mia mamma...» facevo fatica a parlare. «Cosa succede a tua madre?» chiese Chloe preoccupata facendosi spazio tra i ragazzi.

Notò che non riuscivo a parlare, così entrò in casa correndo da mia madre. Io lasciai la presa di Luke e la seguii.

Chloe era lì, in piedi, a fissare mia madre. Cominciò a piangere anche lei e distrutta si lasciò cadere sulla sedia.

«Mi abbandonerà, zia, mi abbandonerà!» cominciai gridare. «No, si rimetterà presto. Vedrai.» «No! Il medico ha detto che ha ancora un mese e mezzo! Se ne va zia!» continuai a gridare.

Luke e i ragazzi entrarono preoccupati nella stanza sentendo le mia urla. Silvia si buttò tra le mie braccia, accarezzandomi la schiena, cercando di tranquillizzarmi «Ehi, non fare così. Cos'è successo?» «Guardate mia madre...» dissi con quel poco di voce che mi era rimasta «Si rimetterà in forma tesoro, stai tranquilla.» «No...non si rimetterà. Il medico dice che non ce la farà. Cazzo Silvia, non avrò più nessuno!» «Ci siamo noi. Tranquilla.» disse stringendosi di più a me.

Uscimmo dalla stanza e andammo in salotto.

«Ti va di guardare un film? Così ti distrai un po'.» mi chiese Ashton «Va bene...»

Mi sedetti vicino a Luke e poggiai la testa sulle sue gambe. Cominciò Harry Potter ma dopo un quarto d'ora mi addormentai.    

 

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Capitolo 7
*** Brutti sogni. ***


Mi svegliai di colpo nella mia stanza. Mi misi seduta sul letto guardando fuori dalla finestra: il sole splendeva alto nel cielo, i rami dell'albero nel mio giardino si muovevano a causa di un leggero vento estivo.

Scesi le scale e andai in cucina. Ero pronta agli sguardi tristi ma confortanti dei miei amici e di mia zia.

Ma in quella stanza c'era una sola persona. No, non era mia zia e neanche Luke, neppure Silvia, Caterina o Vittoria. Non c'era neanche Ashton, Calum o Michael. Nessuno di loro era in cucina.

C'era una donna, girata di spalle, che cucinava. Alta, magra al punto giusto, capelli mossi e castani, proprio come i miei.

«Tesoro, perché continuavi a gridare? Brutto sogno?» «M-mamma?» «Si, sono tua madre. Cos'è successo?»

Avevo sognato. Quello era stato solo un brutto sogno. Mia madre stava bene, non era in pericolo di vita, non le mancava solo un mese di vita ed era qui.

«Tranquilla mamma, solo un brutto sogno.» «Meno male. Ma com'è andato il viaggio? Scusa se non ti sono venuta a prendere...avevo degli impegni importanti.» «Il viaggio è andato bene. Anche se mi sarebbe piaciuto rimanere ancora in Australia. Mi trovavo così bene...» dissi abbassando lo sguardo «Devi raccontarmi ancora tutto!» «Mi farai venire nostalgia di tutto e di tutti se te ne parlo.» «Per favore...voglio sapere com'è Sidney, devi parlarmi dei tuoi nuovi amici, delle esperienze che hai fatto e di...» si bloccò. Il mio volto si incupì e tutto iniziava ad essere troppo pesante da sopportare. Una lacrima bagnò la mia guancia. «Mamma, è possibile che siano passate solo poco più di 24 ore e già mi manca da impazzire?». Lei mi guardò negli occhi e con tono tremendamente dolce, quasi da far venire il diabete mi disse «Piccola mia, tu sei affetta da una grave malattia chiamata "Amore" e non puoi essere curata. L'unico modo per alleviare i dolori è la nostra cara e amata Nutella. Però mentre la mangi esigo che tu mi parli di lui! Questo è un ordine». Presi un cucchiaio dal cassetto,  mi sedetti al bancone della cucina con il barattolo di Nutella davanti a me e cominciai a parlare.  

***

Quel pomeriggio accompagnai mia madre dal medico a fare delle visite: per fortuna non aveva una malattia terminale come nel mio sogno, ma doveva solo subire un intervento a causa delle coliche renali e dopo l'operazione avrebbe avuto bisogno del mio aiuto.

Quando uscimmo di casa sembrava molto strana e quando eravamo dal medico continuava a controllare il suo telefono. «Mamma, c'è qualche problema?» «No, perché? Ci dovrebbero essere problemi?» «Non lo so, sei strana.» «No tranquilla. Niente.»

La visita andò bene e il medico disse che era pronta per operarsi il giorno dopo. Uscimmo e ci dirigemmo verso casa.

Aprii la porta e in piedi, in mezzo al salone, c'era mia cugina Francesca.

Francesca è italiana. Ha 15 anni, bassa e magra. Ha i capelli lisci, castani con dei riflessi biondi. E' stupenda sia fisicamente che caratterialmente. Mia cugina è molto dolce, simpatica e sincera; non è falsa come molte delle persone che ho conosciuto nella mia vita e questo la rende una delle perone più importanti della mia vita.

Corsi ad abbracciarla «Fra! Cosa ci fai qui?» «Piccola vacanza dalla mia cugina preferita.» disse sorridendo «Mi sei mancata tantissimo.» «Anche tu molto.»

In quel momento mi arrivò un messaggio.

Da: Cate❤

Skype, muoviti.

«Fra, ti dispiace se faccio una videochiamata con Cate, Sissy e Viky?» chiesi continuando a guardare il mio telefono «Tranquilla, fai pure! Abbiamo tutto il tempo di questo mondo per stare insieme.»

Salii in camera, presi il pc e tornai in salotto. Lo accesi e aprii Skype.

Richiesta di videochiamata: Caterina

«Ragazze!» «Claaaa! Come stai?» chiese Vittoria emozionata «Tutto bene, voi?» «Bene bene, ci manchi tantissimo.» «Anche voi. - abbassi lo sguardo- E i ragazzi come stanno?» «Bene...» «E L-Luke...?» chiesi balbettando «E' di là...continua a piangere da ieri, non mangia e non parla con nessuno.» «Neanche con me vuole parlare?» «Non ne ho idea.» disse Silvia rivolgendo lo sguardo verso destra «Cosa guardi Sissy?» chiesi curiosa «Mi sembra che Mike stia cercando di convincere Luke a venire a parlare con te...aspetta, aspetta, aspetta...oh! Luke si è alzato! Vi lasciamo da soli.» «Grazie ragazze.»

«Fra, puoi andare un attimo in cucina da mia mamma. Ti chiamo io dopo.» dissi a Francesca. Nel frattempo comparve Luke dall'altra parte dello schermo del pc. Non aveva un bell'aspetto: piangeva, aveva gli occhi rossi e gonfi.

«Pinguino...» dissi vedendolo. Lui singhiozzò. «Ehi...non mi va di vederti così.» continuai. Singhiozzò di nuovo «S-scu-sa.» disse lui «Non fare così, per favore.» «Non ri-riesco. Mi m-manchi troppo.» «Anche tu pinguino.» «Torna da me. Adesso!» disse scoppiando a piangere. «Io non ce la faccio a vederti così...»

Mia madre entrò in quel momento nella stanza «Tesoro, cosa succede?» «Luke...» lei si avvicinò a me e vide Luke che piangeva «Tu devi tornare lì...fa male a me vedere lui fare così, figuriamoci a te.» «Mamma, non posso. Devo stare con te.» «Farò il possibile per farti tornare lì. Te lo prometto tesoro.» mi baciò l fronte, si alzò e tornò in cucina.

«Luke. Hai sentito? Presto tornerò da te. Ora non fare così.» dissi cercando di consolarlo. In realtà non avevo idea di cosa volesse ire mia madre; era impossibile che io sarei riuscita a tornare a Sidney. «Torna qui, ti prego.» «Tornerò da te. Te lo prometto. Ora devo andare cucciolo, ci sentiamo domani. Ok?» «Ok piccola. Ti amo. Ciao!» «Ciao pinguino.»

Chiusi la videochiamata.

Andai in cucina. Mia mamma parlava al telefono e mia cugina stava mangiando delle patatine. «Non finirle tutte! Comunque...con chi sta parlando?» «Non lo so. Parla di un'operazione, Sidney, viaggio, trasferimento...però non capisco il collegamento tra gli argomenti.» disse mia cugina disinteressata «Sicura abbia detto trasferimento?» «Si. Non sono sorda!» «Dio, ti prego. Fa che io possa tornare in Australia! Ti prego, ti prego!» dissi guardando verso l'alto «Ma che problemi hai?» disse mia cugina scoppiando a ridere «Lascia stare Fra.» cominciai a ridere anche io.

Mia mamma terminò la telefonata. «Tesoro, domani non mi opero.» «Perché? E quando ti operi? E' successo qualcosa di grave?» «Tranquilla. Mi opero tra una settimana. Ma non qui a Manchester.» «E dove?» «Sorpresa!» disse facendomi l'occhiolino. «Dai mamma! Dimmelo.» dissi saltellandole intorno «No! Ti dico solo una cosa: vai a fare le valigie. E tu Francesca, non disfare le tue. Domani si parte ragazze!» «Mamma dove andiamo?» «Lo scoprirai quando arriveremo là.» «Sei cattiva!» dissi facendole la linguaccia.

***

«Ragazze,andate a dormire che domani partiamo presto!» gridò mia madre dalla sua stanza «Va bene! Notte!»

***

Il mattino dopo ci svegliammo verso le sei. Mia cugina e io, stanche morte, scendemmo in cucina per fare colazione. «Buongiorno ragazze.» disse mia mamma con il suo solito sorrisone «Giorno mà.» «Giorno zia.» «Tra mezz'ora vi voglio in macchina. Le valigie sono già in macchina.»

Finita la colazione, ci preparammo, salimmo in macchina e partimmo per l'aeroporto dove l'aereo era già pronto per l'imbarco.

Il viaggio fu divertente e rilassante. All'arrivo non ero ancora in grado di riconoscere la città in cui eravamo atterrati. «Mi ricorda tantissimo l'aeroporto di Sidney. Cate era preoccupata perché non trovavamo nessuno che ci fosse venuto a prendere. Poi Michael si era avvicinato a noi...» «Smettila per un attimo di blaterare, per favore. Piuttosto, cerchiamo là fuori un taxi.» mi interruppe mia madre «Là ce n'è uno!» gridò Francesca «Perfetto.» cominciammo a correre verso il taxi e poi salimmo. «Dove vi porto?» «Wolseley Crescent.» «Mamma! Siamo a Sidney! Stiamo andando da zia Chloe! Mamma io ti amo! Mamma grazie, grazie, grazie!» «Si, ma non gridare che mi rompi un timpano!» «Devo dirlo a Silvia, a Cate, a Viky, a Luke! A tutti!» «No! Ferma. Lo sa solo Chloe. I ragazzi non devono sapere nulla. E' una sorpresa.» «Dopo che abbiamo salutato tutti posso andare da Luke? Ti prego!» chiedi facendo gli occhi dolci che «Luke è già lì. Lo hanno convinto a venire con una scusa.» «Che scusa?» «Ma cosa ne so io!» gridò mia madre «Si ma calma.» mia cugina e mia madre scoppiarono a ridere.

Mi rivolsi all'autista «Quanto ci vuole ancora?» «Siamo quasi arrivati.» disse sorridendo. «Grazie mille.» «Oh guardi, ecco lì la via. E' contenta?» «Si! Grazie mille e arrivederci.» Dissi scendendo dall'auto. Mi fermai davanti alla casa, la guardai e sospirai.

"Sono passati solo tre giorni, ma mi mancava già tantissimo questa casa." pensai.

«Forza tesoro, suona tu.» mi disse mia madre.

Feci un respiro profondo e suonai il campanello. Passarono una trentina di secondi, poi la porta si aprì.

Michael.

 

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Capitolo 8
*** Bentornata. ***


«Claudia? Ma tu...cosa ci fai qui?» disse Michael sorpreso «Sono tornata. E devi ringraziare tua zia per questo.» «Zia! Come stai?» «Shht! Non gridare. Vai dentro e se ti chiedono chi era, tu digli che c'era un tizio che aveva bisogno di informazioni. Parlerai dopo con lei.» dissi facendogli l'occhiolino «Va bene capo.»

Entrammo in casa, Michael tornò in salotto mentre mia madre, mia cugina e io rimanemmo all'ingresso aspettando qualche minuto. Da lì si sentivano i discorsi dei ragazzi «Chi era?» chiese Silvia «Un tizio che aveva bisogno di informazioni.» rispose Michael «Che informazioni?» questa volta fu Ashton a parlare «Voleva sapere dov'è la fermata dell'autobus più vicina.» «Ah, ok.» «Mi passate il pacchetto di fazzoletti?» disse Luke singhiozzando «Quando la smetterai di piangere?» chiese Calum passandogli il pacchetto «Quando la potrò abbracciare di nuovo.» rispose il biondo.

«Mamma, credo sia il momento che io vada.» dissi sottovoce «Va bene, noi aspettiamo qui tesoro». Feci un respiro profondo e cominciai a camminare verso il salone. Mi diressi verso il divano e mi sedetti tra Luke e Ashton «Allora, cosa c'è in tivù oggi? Io propongo un film. Voi cosa ne dite?». Rivolsi lo sguardo verso Ashton che mi stava fissando stupito. Poi guardai le mie amiche che avevano gli occhi spalancati «Avete perso la voce?» chiesi divertita «C-cosa ci fai tu qui?» domandò Calum «Devo andarmene?» risi. «No! Però...tu non eri a Manchester? Da tua madre?» «No. Ho promesso a qualcuno che sarei tornata ed eccomi qui.» dissi voltandomi verso Luke che era rannicchiato di fianco a me con gli occhi ancora gonfi per il pianto ma evidentemente sorpresi ed emozionati nel vedermi «E tu non dovevi smettere di piangere?» continuai sorridendo a Luke. Gli asciugai le lacrime per poi buttarmi tra le sue braccia e stringerlo forte a me.

«Sei tornata.» «Te l'avevo promesso e le promesse vanno sempre mantenute.»

Mi alzai dal divano voltandomi verso i ragazzi «Allora, devo presentarvi qualcuno...» corsi verso la porta del salone e presi per mano Francesca e mia madre per poi tornare davanti ai ragazzi «...bene, lei è mia madre, Hanna, e lei è mia cugina, Francesca.»

Luke si alzò e andò verso mia madre «Piacere, io sono Luke.» «Si lo so. Ti ho visto in videochiamata che piangevi.» rispose mia madre sorridendo «Ha ragione...però mi sembrava educato presentarmi di persona a lei.» «Dammi del "tu"...il "lei" mi fa sentire vecchia.» disse mia madre ridendo «Oh, scusa.» Luke sorrise.

«Mamma, Fra...loro sono Ashton e Calum. Michael lo conoscete già.» «Piacere!» dissero in coro i due alzandosi e andando verso mia madre e Francesca. «Io propongo di andare a fare un giro. Che ne dite?» disse Michael sorridendo. Tutti annuirono soddisfatti della proposta «Uhm...io sono conciato da schifo; meglio che non venga.» rispose Luke tornando a sedersi sul divano «Vai a darti una rinfrescata al viso in bagno, non sei tanto male.» intervenne Calum sedendosi di fianco a lui e pizzicandogli le guance «Va bene...torno subito.»

Mia madre, che nel frattempo era andata a cercare zia Chloe, tornò in salotto «Cosa fate ragazzi?» chiese «Andiamo a fare un giro.» risposi io «Non siete stanche voi due?» «No mà...siamo attivissime!» «Ok. Io vado a riposare. Buona passeggiata.»

«Non è che sono molto meglio adesso...» disse Luke rientrando nella stanza «Sei perfetto tesoro.» risposi avvicinandomi a lui, poggiando le mani sulle sue spalle e dandogli un bacio a stampo «Non fatemi venire il diabete, per favore!» disse Calum ridendo «Vaffanculo Cal...con tanto affetto!» «Io direi di uscire, sennò qui qualcuno finisce male.» scherzò Vittoria «Concordo con te, piccola.» disse Ashton abbracciandola da dietro «Ce l'avete fatta a mettervi insieme finalmente!» dissi sorridendo «E già.» «Uhm...io credo che rimarrò qui. Sono...stanca...» «Sicura Fra?» «Si...voi andate.» «Ok Fra, a dopo.»

***

«Oddio, guardate che bella quella maglia!» dissi indicando una delle magliette esposte in una vetrina «Quale cucciola?» «Quella grigia che ha il manichino. Possiamo entrare un attimo? Per favore.» chiesi facendo gli occhi da cucciolo «Si, così provo anche io qualcosa.» rispose Silvia trascinando con se, dentro il negozio, Michael.

Girai per il negozio alla ricerca della maglietta. «Eccola! Pinguino, vieni con me che la provo.»

Entrai nel camerino e provai la maglietta, poi uscii per farla vedere a Luke.

«Sei stupenda cucciola.» disse alzandosi dal divanetto di fronte al camerino e guardandomi negli occhi «Grazie...allora la prendo.» risposi facendo un piccolo sorriso. Rientrai nel camerino per cambiarmi, poi uscii e mi incamminai verso la cassa. «Solo questo?» chiese il commesso «Si.» «Allora sono dodici dollari.»

Aprii il portafogli per prendere i soldi, ma Luke porse una banconota da venti al commesso. «Ecco a lei.» disse Luke «No, pago io.» «Lascia che ti faccia un regalo.» disse lui accarezzandomi la guancia «Regalo per cosa?» chiesi «Perché sei tornata da me...proprio come avevi promesso.» «Cucciolo...» «E' un regalo e i regali non si rifiutano mai!» «Va bene.»

Il commesso diede il resto a Luke e insieme uscimmo aspettando che anche gli altri ci raggiungessero.

Dopo cinque minuti uscirono anche Silvia e Michael. «Cosa avete preso?» chiesi vedendo Michael con un sacchetto abbastanza grande «La qui presente ha comprato mezzo negozio!» rispose Michael «Ma non è vero!» disse Silvia tirandogli un pugno sulla spalla «Uh che male.» scherzò Michael «Smettila scemo.» «Tutto quello che vuoi piccola.» disse Michael abbracciando Silvia e lasciandole un bacio sulla fronte.

«Aw che cuccioli.» «Calum, devi sempre rompere le palle?» chiese Michael tenendo sempre stretta a se Silvia «Ovviamente Mike.» rispose Calum ridendo «Ci siamo tutti? Possiamo andare?» ci interruppe Ashton uscendo dal negozio tenendo per mano Vittoria

***

«Ho fame!» «Michael taci.» «Ma io ho fame!» «Ok, va bene se andiamo da Starbucks?» «Si! Muoviamoci.»  

Arrivati da Starbucks prendemmo da mangiare e poi andammo a sederci ad un tavolo. «Cla, ma siamo sicuri che tua cugina non voleva venire solo perché era stanca? Perché quando siete arrivate era attivissima come te, poi quando abbiamo proposto di uscire ha cambiato subito espressione.» mi chiese Ashton «In effetti anche a me è sembrata strana. Forse si sentiva a disagio perché non vi conosce.» risposi «O forse perché si sarebbe sentita sola dato che tu stai con Luke, io con Cate, Mike con Sissy e Ash con Viky...» aggiunse Calum «Giusto...non ci avevo pensato. Sta sera le parlo.» «Se il problema è questo faremo in modo di non farla sentire sola.» «Oppure le troviamo un ragazzo.» disse Michael sorridendo e facendo l'occhiolino «Si, noi abbiamo tanti amici che possiamo farle conoscere!» «No, ragazzi, lasciate stare. Lei non...non è la classica tipa da ragazzi...» «Cioè?» «Cioè...non vuole avere una relazione perché ha paura di stare male di nuovo come l'ultima volta. La sua ultima storia è durata due anni e mezzo circa; quando il suo ex l'ha lasciata è caduta in depressione. Tutti temevano per la sua salute.» «Doveva essere davvero importante per lei quel ragazzo.» «Si. E' stato il primo ragazzo ad accettarla per quello che è.» «Capisco...» «Mi ricordo quando era scappata dall'Italia per venire da te a Manchester. Si vedeva che stava malissimo.» intervenne Vittoria «Già, ricordo bene anche io.» disse Caterina «Ragazzi mi rendono triste questi discorsi, non vorrei diventare come Luke quando non c'era Cla.» scherzò Calum «Ci siamo scelte i ragazzi più stupidi di Sidney.» disse Caterina scuotendo la testa «Pft...noi siamo i migliori!» rispose Calum baciandole la guancia.  







Ciao a tutti!
Questa è la prima volta che scrivo qui sotto.
Il motivo è il seguente: sotto richiesta, mi sono messa all'opera e ho cretato il trailer della storia. Se vi interessa questo è il link:
http://youtu.be/AJAlPB5dPUU

Un bacio xx




 

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